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Gary Jennings

Robert Gleason e Junius Podrug

Apocalypse 2012
Traduzione di Silvia Bogliolo

Propriet letteraria riservata 2009 by Eugene Winick, Executor, Estate of Gary Jennings All rights reserved 2010 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-58-60483-0 Prima edizione digitale 2010 da edizione maggio 2010

Questo libro il prodotto dellimmaginazione dellAutore. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi. Ogni riferimento a fatti o a persone reali puramente casuale.

In copertina Fotografia: Michael Scott Slosar / Getty Images Art Director: Francesca Leoneschi www.rizzolihd.it

A Joyce Servis

Ringraziamenti

Sono in molti ad aver contribuito alla realizzazione di questo libro. Vogliamo ringraziare in particolare Sessalee Hensley, Tom Doherty, Linda Quinton, Christine Jaeger, Eric Raab, Ashley Cardiff, Katharine Critchlow, Jerry Gibbs, Elizabeth Winick, Hildegard Krische e Maribel Baltazar-Gutierrez.

Apocalypse 2012

PARTE PRIMA

Il Popolo dei Cani

Unico Mondo, A.D. 1001

ro seduto su un masso sul pendio di una collina, e tentavo di liberarmi dalle corde. Era unimpresa impossibile. Chi mi aveva catturato mi aveva bloccato le braccia dietro la schiena, mettendomi un palo in mezzo ai gomiti e poi mi aveva legato i polsi stringendo le funi cos forte che le giunture delle articolazioni urlavano in agonia. Infine, trascinandomi di peso, mi avevano legato a un albero. Malgrado tutto, stavo cercando di voltarmi su un fianco in modo da usare il tronco per spingere via il palo e liberarmi i gomiti. Se ci fossi riuscito, avrei tagliato le funi su una roccia acuminata. Un tumulto di voci rabbiose annunci che Tenoch era tornato. Il nostro capo era perennemente adirato. Sbatt per terra un cervo a non pi di venti passi da me. Quella bestia pelle e ossa non avrebbe sfamato neppure i venti cacciatori, per non parlare delle altre centinaia di bocche del nostro clan, accampato accanto a una pozza dacqua a un giorno di cammino verso nord. Prendendo a calci e a frustate alcuni dei cacciatori malauguratamente troppo vicini, vomit loro addosso una se-

quela di oscenit per non aver stanato un cervo pi grasso e per non essere stati in grado di rubare il mais, i peperoni e i fagioli che ci servivano. Dopodich la sua ira e la sua frusta si scaricarono sulla schiava, Fiore del Deserto, e per lennesima volta giurai che prima o poi avrei ucciso quel demonio. Nel nostro clan, mi immedesimavo soprattutto con Fiore, mia compagna di schiavit, e quando Tenoch la maltrattava soffrivo ancor pi delle occasioni in cui si sfogava su di me. Era nata, come me, nel primo anno della Grande Siccit, e questa era per noi la sedicesima estate. Eravamo entrambi propriet di Tenoch ed entrambi avevamo assaggiato la sua frusta, anche se per lei era stato assai pi doloroso. Timida ed esile, era lincarnazione della compassione, una virt che mandava il nostro padrone su tutte le furie. I suoi grandi occhi scuri e la bocca delicata ne esprimevano la sensibilit e ne rivelavano in un lampo i pensieri: la gioia per gli improvvisi atti di gentilezza, il dolore davanti alla crudelt deliberata. Tenoch per disprezzava che si manifestassero sentimenti e quando la vedeva cos, la picchiava come il peggiore dei suoi nemici tornato sulla terra dallinferno di Mictlantecuhtli. Adesso stava ancora sbraitando per il cervo troppo scarno e per lincapacit del gruppo di trovare le verdure. Ovviamente non era colpa di nessuno se il cibo scarseggiava: procacciarlo era impossibile. La terra era riarsa, non pioveva da molte pi stagioni di quante potessi ricordare: le piante erano secche, la selvaggina era scheletrica, e scarsa. E ancor peggio, la nostra gente pagava la carestia con il sangue. Dopo aver aumentato di dieci volte lannuale tributo sacrificale, i sacerdoti toltechi ora perlustravano le campagne catturando chiunque capitasse loro a tiro; quindi trascinavano i malcapitati a Tula e li immolavano: li decapitarono, versavano il sangue in fiumi scarlatti lungo i condotti dei templi e infine scagliavano le teste gi dai gradoni delle piramidi... ma niente serviva a richiamare Tlaloc, il dio della pioggia assetato di sangue, n a irrigare i campi di mais.

La nostra gente moriva e la fame ci aveva spinto nelle terre dei Toltechi per cacciare il cervo. I feroci guerrieri toltechi erano ovunque, ma Tenoch aveva un piano: avrebbe offerto me come indennizzo per il cervo, placando cos la loro ira. Soddisfatti del dono di una vittima sacrificale, mi avrebbero condotto a Tula, dove sarei stato consegnato ai sacerdoti sanguinari. Comunque fosse andata, non avevamo altra scelta se non inseguire quel cervo nelle loro terre. Il nostro clan stava morendo di fame. E io ero una vittima sacrificale perfetta: orfano, trovato in un cesto di giunco sulla riva del fiume, ero uno schiavo senza alcun diritto. Perci, eccomi! Sarei morto di inedia legato a un albero oppure sgozzato su una piramide. Ma, prima ancora di avere il tempo di maledire il mio destino, esplose linferno. Una decina dei nostri cacciatori stramazz a terra, con frecce conficcate nella testa, nel torace, nel collo. Uno cadde contorcendosi nel tentativo di strapparsi un dardo che gli squarciava la gola, mentre il sangue sgorgava a fiotti dalla ferita. Un altro aveva lo sguardo vitreo, fisso su unasta piumata penetratagli in mezzo agli occhi. Quattro erano stati colpiti a morte al petto. Un secondo attacco quasi simultaneo stronc altri sei uomini. Gli otto aggressori stavano uscendo allo scoperto dal bosco e inseguivano i sopravvissuti con asce fatte di schegge dossidiana e coltelli dalla lama scura. Come noi questi uomini seminudi avevano il torace e gli arti completamente tatuati e, come noi, avevano ornamenti al naso, alle orecchie, alle labbra. Le somiglianze, tuttavia, terminavano qui. I miei compagni e io portavamo semplici perizomi fatti di un tessuto grezzo ricavato dalle fibre di agave, invece loro erano vestiti con stoffe variopinte e i pi in alto nella scala gerarchica avevano perfino mantelli e copricapi. Mentre ci attaccavano con sorprendente rapidit un magistrale lavoro di squadra e uninfallibile precisione i nostri pochi cacciatori ancora in piedi correvano qua e l spaventati come bambini, fuggendo o cercando di nascondersi, ognuno pensando a se stesso.

Alla testa degli assalitori, tre passi avanti rispetto ai guerrieri, stava il loro capo. Non potevo sbagliarmi. Perfino da dovero si vedeva benissimo che il perizoma era tessuto con un cotone prezioso e colorato, il mantello che portava legato alle spalle era decorato con figure di animali feroci, teschi, ossa e divinit demoniache. Al contrario dei nostri uomini, ossuti e magri, questi implacabili segugi avevano un aspetto massiccio, imponente: bicipiti di roccia, spalle granitiche, gambe e torace muscolosi. E le loro armi non avevano punte di selce malamente affilate come le nostre, ma erano fatte di scaglie di ossidiana taglienti e sottilissime, nere come lebano, e che ora rilucevano del sangue di coloro che mi avevano adottato. Una testa decapitata era rotolata a pochi passi dal tronco di un uomo, un corpo giaceva impalato sul fianco da unasta che lo aveva trapassato da parte a parte. Solo un uomo si muoveva ancora scosso dagli spasmi della morte, gli arti convulsi dal tremito, il sangue che colava dal collo e dalladdome. Un altro aveva tentato di arrampicarsi su un albero, e adesso era appeso a quel suo ultimo rifugio, infilzato da una lancia che gli attraversava il corpo, i piedi sospesi in aria a un palmo da terra. Da quella carneficina eravamo scampati solo in tre: io, Tenoch incosciente e riverso nella polvere, colpito da una poderosa mazzata, sferrata da un guerriero enorme e muscoloso, che laveva spedito nel regno maledetto delloblio e Fiore del Deserto. Uscendo in quel momento dalla foresta, una nona persona attravers il campo di battaglia. Era un dignitario pi anziano e non aveva partecipato al combattimento. Indossava indumenti consoni al suo rango elevato: il perizoma era riccamente decorato nelle sfumature del rosso, del verde e del giallo e tra i fili dellordito erano state intessute gemme brillanti. Da alcune cordicelle pendevano delle piccole campanelle doro. Il mantello annodato sulle spalle arrivava fin quasi a terra. Era tessuto con una stoffa colorata come quella del perizoma, altrettanto elegante e preziosa, ed era ampiamente decorato e bordato doro.

Aveva anche unet in cui la maggior parte degli uomini si ormai ritirata dalle fila dei guerrieri, a meno che non rivestano un ruolo di strateghi, senza per condurre gli uomini in battaglia. Si ferm davanti a me e mi fiss. Sapevo cosa stava guardando: il disegno di una costellazione che avevo tatuato sulladdome e tracciato con linchiostro nero sul perizoma bianco. Chi ti ha fatto questi disegni? mi chiese. Parlava in Nahuatl, la stessa lingua degli Aztechi, anche se in un modo un po diverso dal nostro. Quelli sul perizoma li ho fatti io. Perch? La domanda mi stup. Non avevo mai riflettuto sul perch li avessi disegnati. Gli dissi la prima cosa che mi venne in mente: quello che vedo nel cielo di notte. Si inginocchi accanto a me ed esamin le cicatrici sul mio ventre, seguendone il disegno con il dito. Queste chi te le ha fatte? Le parole erano poco pi di un sussurro. Non lo so gli risposi, questa volta con totale sincerit. Le avevo quando mi hanno trovato. Chi ti ha trovato? La gente del clan. Il Popolo dei Cani? Dove? Quando? Mi hanno trovato da piccolo, in un cesto, vicino al fiume. Il dignitario si alz: Che nessuno faccia del male a questo ragazzo! intim ai guerrieri. Allimprovviso sentii un brivido e unombra cal su di me. Un gigante, spaventosamente muscoloso, mi si era avvicinato silenzioso come la notte. Aveva il naso a becco di falco, gli zigomi alti e sporgenti e i capelli lunghi fino alle spalle e sporchi di sangue, neri corvini. Era impressionante. Indossava il perizoma e la casacca bianca di cotone imbottito dei guerrieri, ma lo scudo e lelmo indicavano un rango pi importante di semplice comandante di un gruppo esiguo: otto guerrieri appena e il vecchio dignitario che non combatteva. Lo scudo aveva lemblema di un giaguaro e lelmo era decora-

to con una testa della stessa fiera, circondata da penne sgargianti rosse e verdi di qualche uccello raro. I Guerrieri Giaguaro. Non ne avevo mai visti, ma sapevo dai racconti intorno al fuoco che i Toltechi avevano tre ordini di guerrieri: Giaguaro, Aquila e Coyote. I Guerrieri Coyote erano assegnati alle forze che controllavano i confini a nord, quelli che li dividevano da noi, il Popolo dei Cani. I Guerrieri Giaguaro appartenevano alla guardia del re. Cosa ci faceva un Guerriero Giaguaro quass, cos lontano dal re? Chi era questuomo? Sollevai la testa per guardarlo e mi sorpresero i suoi occhi... buoni. Era lui luomo che aveva steso a terra il mio aguzzino, Tenoch. Cosa succede, Citali? Citali: lAstronomo. Dunque quel nobile vecchio era uno sciamano, come il mio padre adottivo. Una persona molto importante nel clan, spesso la pi importante. Ha un disegno di stelle rispose lAstronomo. Lo prendo sotto la mia protezione. Il Guerriero Giaguaro mi osserv meglio: del Popolo dei Cani. Forse il figlio dello sciamano di un qualche villaggio. Poi mi sferr un calcio: Come ti chiami, Azteco?. Coyotl risposi. Speravo che per un Guerriero Giaguaro fosse unoffesa agli dei uccidere qualcuno con il nome di uno dei loro ordini militari. LAstronomo rise. Il disegno delle stelle, le cicatrici, il nome... Chimalpopoca, questo ragazzo non nato per morire oggi, n per essere sacrificato. Non ancora, almeno... aggiunse, rivolgendosi a me. Chimalpopoca: lo Scudo Fumante. Scudo Fumante sembrava perplesso quanto me riguardo al significato di quella costellazione ma lignoto lo spaventava

troppo come del resto terrorizzava me per azzardarsi a domandare cosa volessero indicarci gli dei. N io n lui capivamo il loro messaggio. Per lui mi fissava laddome nudo e tatuato. Tranquillo, amico sbott infine alzando gli occhi. Stavo solo ammirando il disegno come ha fatto lAstronomo. Si volt verso il dignitario e chiese: Allora il ragazzo non lo uccidiamo. Vero, vecchio?. Quindi tagli le corde e mi liber dallalbero. Vieni a cena con noi, stasera c il cervo! Cervo stufato con mais maturo, fagioli rossi, cipolle succulente e peperoncini che infiammano la bocca anche se bevi litri di octli. Dopo ti farai un bel sonno. Partiamo domani allalba. Verr con voi? Certo. Dove andremo? E chi lo sa? La vita tutta da scoprire. Vieni, stasera mangiamo e brindiamo agli dei. Domani affronteremo nuovi orizzonti.

cudo Fumante fu fedele alla sua parola. Divise equamente le porzioni: il mais, i fagioli, le cipolle selvatiche, il coniglio e il cervo, il tutto arrostito, condito con peperoncino piccante e avvolto in sottili tortillas di mais. Lui e i suoi compagni assassini furono sorprendentemente gradevoli e squisitamente educati. Una generosit danimo che non fu riservata a Tenoch. Appena la cena venne servita, tir in disparte me e Fiore del Deserto e inizi a ingozzarsi delle nostre porzioni. A quel punto il nostro ospite sincup e per la seconda volta ridusse Tenoch allincoscienza. Gli stratton i gomiti dietro la schiena, sollevandoli il pi possibile, poi ci ficc in mezzo, a forza, un grosso ramo e gli leg i polsi, stringendo forte la cinghia di cuoio grezzo. Quindi divise la razione di Tenoch in parti uguali tra Fiore del Deserto e me. Quando infine Scudo Fumante si risedette in mezzo a noi, Fiore del Deserto tremava cos forte da non riuscire nemmeno a tenere in mano la sua scodella di legno. Scudo Fumante si fece sbollire la rabbia in un istante e, mettendole un braccio intorno alle spalle, cerc di tranquillizzarla: Non aver paura. Con noi, nessuno ti far del male. Tieni, mangia. Qui sei al sicuro. Prese un grosso boccone di coscia di cervo dalla propria cio-

tola e glielo avvicin alle labbra. Poi le offr un sorso di birra di mais dalla propria borraccia. Il cervo piccante. Bevi un po di birra: ti aiuter a buttarlo gi. Guardandolo con timidezza, Fiore accett la carne e dopo aver bevuto un sorso di birra inizi a masticare lentamente. Perch non ci fate del male? domand. La domanda le usc fuori cos in fretta che mi sorprese, e forse lasci di stucco anche lei. Naturalmente io la capivo bene: nel corso delle nostre brevi vite avevamo subito troppe angherie e la gentilezza degli estranei ci lasciava perplessi, soprattutto perch si trattava di guerrieri. Non mi spiegavo neppure io perch ci trattassero cos bene. Credo che entrambi ci aspettassimo una sonora risata, invece no. Scudo Fumante le diede ampia soddisfazione: Come ti ho gi detto, noi non facciamo del male ai ragazzi innocenti, soprattutto se non sono neppure guerrieri. E poi c la questione dei disegni che questo giovane ha sul ventre. Il vecchio, laggi, lAstronomo Reale e gode del rispetto del nostro imperatore Quetzalcoatl. Ha detto che il tatuaggio di stelle di questo ragazzo ha un significato, dunque lha posto sotto la sua protezione. E visto che tu eri con lui, abbiamo esteso anche a te gli stessi privilegi. Perci mangia e bevi tranquilla. Penseremo noi a difenderti. Poi offr anche a me un sorso di birra, ma io ci andai cauto perch non avevo mai bevuto liquori fermentati. Pensavo che avrei fatto smorfie o mi sarei strozzato, invece no, e lapprezzai molto. Dimmi, ragazzo mi chiese il nostro nuovo capo, come ti chiami? Due Ollin Coyotl del Fuoco. la tua data di nascita? Il secondo giorno del nostro calendario azteco il secondo giorno del mese di Ollin la data in cui un vecchio sciamano mi trov in una cesta sulla riva del fiume, quando ero molto piccolo. Nessuno sa con esattezza quando sono nato.

Ollin il movimento; una forza potente perch pervade tutto ci che si muove. Il vento che soffia, i fiumi che scorrono, la pioggia che cade, il salto di un giaguaro, il volo di una freccia... tutto Ollin. Occhi di Fuoco, il vecchio sciamano, mi ha dato anche il nome Coyotl spiegai, perch sono asciutto e veloce di piede, come il cane del deserto. Il nostro ospite sorrise. Per altri nel nostro villaggio dicono invece che mi chiamo cos perch da piccolo una mamma coyote mi ha allattato insieme ai suoi cuccioli. Adesso Scudo Fumante scoppi in una sonora risata. E sul quarto nome, giovane Coyotl, cosa mi racconti? Del Fuoco. perch nessuno guarda le stelle che ardono nel cielo notturno pi di me, neppure il vecchio sciamano che mi aveva preso con s e che ha osservato gli dei-stella per tutta la vita. Le stelle non si limitano a illuminare il cielo della notte mi diceva, a chi sa scoprirli, rivelano segreti. Malgrado la tua giovane et, vedi pi di molti adulti e hai la mappa delle stelle scritta in testa. Qualsiasi astronomo sa dove guardare nel cielo della notte per ritrovare questo o quel dio, ma non ho mai incontrato nessuno, n ne ho sentito parlare, che avesse la tua capacit di sapere con precisione e in qualunque momento dove si trova una qualsiasi stella, di giorno o di notte, destate o dinverno, e perfino senza alzare la testa. Tagliandosi il dito, mi unse con il sangue come un sacrificio offerto a Ollin. Da ora in avanti, tu sarai Due Ollin Coyotl del Fuoco mi annunci. *** ... I miei occhi sono sempre attratti dal cielo notturno. La mia attenzione calamitata dai segni sul mio corpo che riflettono un santuario celeste. Non lho mai detto a Occhi di Fuoco, ma quando guardo le stelle provo una sensazione di pace, di felicit... come se ci fosse un collegamento tra il firmamento e il tempo trascorso nel grembo di mia madre.

Mia madre unombra nella mia mente: non ho alcun ricordo fisico di lei, n posso attingere dai ricordi di chi la conobbe e potrebbe parlarmi di comera. Occhi di Fuoco si vantava della mia straordinaria capacit di osservare e ricordare la posizione degli dei, ma nelle ore in cui gli spiriti del cielo compivano i loro viaggi diurni, ho imparato molte cose da lui sul rapporto che sussiste tra i comuni mortali e gli dei eterni. Occhi di Fuoco mi ha mostrato i disegni delle stelle che tracciano nel cielo il profilo di eteree creature a cui stato dato un nome: lo Scorpione, il Serpente, la Tartaruga, il Giaguaro, il Pipistrello, lo Scheletro... tredici segni in tutto.* Il Dio Sole, il Dio Luna e i principali dei-stella si spostano nel cielo lungo un percorso che attraversa i tredici segni. Se non avessero inventato le forme degli animali nello spazio infinito della volta celeste, per la maggior parte degli uomini sarebbe stato impossibile immaginare le vie degli dei. Crescendo, ho cominciato a disegnare i motivi che scorgevo nel cielo. Allinizio erano solo scarabocchi tracciati per terra con un bastoncino. Ma quando Occhi di Fuoco mi insegn a preparare i colori, ho riempito le rocce, le pareti della nostra capanna e qualunque superficie, dipingendo le forme che di notte vedevo tra le stelle. Quando non ebbi nientaltro su cui disegnare, mi sono dipinto sugli abiti e sul corpo. Appena ho compiuto cinque anni, Occhi di Fuoco morto. Ridotto in schiavit, il brutale Tenoch divenuto il mio padrone... *** Mangiate e bevete a saziet disse il nostro nuovo capo. Alle prime luci dellalba partiremo e dovrete essere forti.
* Nota del Traduttore: Negli oroscopi moderni i segni sono solo dodici, ma esiste effettivamente una tredicesima costellazione zodiacale: Ophiuchus, il Serpentario.

E chiss cosa ci porter lalba! Domani affronteremo nuovi orizzonti dissi, ripetendo le sue stesse parole. Scarmigliandomi i capelli, mi regal unaltra bella risata. Proprio cos, caro amico. Domani una giornata nuova, tutta da scoprire.

PARTE SECONDA

i svegliammo alle prime luci dellalba e facemmo colazione con tortillas di mais. Tenoch aveva ancora le braccia legate, cos Scudo Fumante gli butt la sua razione davanti ai piedi e lui sarebbe stato costretto ad accucciarsi e a mangiarla come un cane. Fedele a un assurdo codice donore, si rifiut di inginocchiarsi perfino per saziarsi. Restando in piedi, lanciava occhiate di fuoco a tutti, Scudo Fumante compreso. A me in particolare riserv stilettate cariche dodio e quando si volt verso Fiore del Deserto, i suoi occhi si accesero di una ferocia perfino pi malvagia. Perch disprezzasse tanto una ragazzina colpevole solo di subire le sue angherie e di servirlo con obbedienza, per me restava un mistero. Ma fui ancora pi sorpreso quando lei pos la sua tortilla e raccolse laltra da terra. Dovremo camminare molto sussurr. Non sappiamo nemmeno fin dove. Se non mangi, non ce la farai. Irrigidendo la mascella, lui la fiss. Io interruppi la colazione, pi interessato devo ammetterlo ad aiutare Fiore del Deserto che a sfamare Tenoch. Ma Scudo Fumante mi batt in velocit e le fu subito accanto.

Guarda come si fa a farlo mangiare disse. Chiudendogli il naso con le dita, gli spinse la tortilla gi in gola appena Tenoch apr la bocca per respirare. Mastica, Tenoch, mastica, se non vuoi essere umiliato ancora di pi. Mangia, e chiss... magari domani saremo ancora tutti vivi. Io mi avvicinai con cautela. Parlavo Nahuatl con un accento diverso dal suo, ma riusciva comunque a capirmi bene. Quetzalcoatl, il Serpente Piumato, non ci ha promesso il domani dissi, usando ancora una volta una frase che gli avevo sentito pronunciare la sera prima. Scudo Fumante sorrise e mi diede una pacca sulle spalle.

mezzogiorno entravamo nella regione dei canyon, diretti a sud. Sferzati dal vento ed erosi dallacqua, i letti dei fiumi, scavati tra muri di roccia rossastra, formavano un interminabile labirinto di avvallamenti, ora secchi e asciutti, come ossa bruciate dal sole. Gli unici segni di vita in quel paesaggio di morte erano il volo degli uccelli e il sibilo dei serpenti a sonagli; lunico colore veniva dallombra nera degli avvoltoi che roteavano incessantemente sopra di noi in attesa di una preda. Ogni volta che una di quelle bestiacce mi passava sopra la testa, un brivido mi gelava fino al midollo. I canyon sembravano intrecciarsi a perdita docchio e a un tratto temetti che stessimo girando in tondo. Comunque il vecchio che Scudo Fumante chiamava Astronomo pareva sicuro della direzione da seguire. Inizialmente pensai che non sarebbe stato in grado di camminare a lungo, poi per mi accorsi che, malgrado fosse anziano, era forte e robusto. Anzi, a dire il vero in certi momenti avevo addirittura paura di restare troppo indietro, anche se ero certo di possedere pi vigore e pi forza di lui. Non aveva partecipato allagguato in cui era stato sterminato il nostro gruppo e la sera prima aveva cenato in disparte. Durante la marcia, tuttavia, Scudo Fumante lo aveva sempre a fianco e richiedeva costantemente il suo consiglio.

Di tanto in tanto, entrambi si affiancavano a Fiore del Deserto e a me e una volta Scudo Fumante mi chiese: Dimmi, giovane Coyotl, se tu potessi ritornare in questo triste e oscuro mondo sotto forma di animale, quale sceglieresti?. Lavvoltoio risposi, lanciando unocchiata alla dozzina di uccellacci che volavano in cerchio, pronti ad approfittare della nostra disgrazia. Il vecchio Astronomo rise. Ho detto qualcosa di buffo? chiesi con un sorriso. Pi di quanto non immagini. Diglielo, Scudo Fumante. Nei tuoi sogni fece il dignitario, tu ti trasformi spesso in avvoltoio, non cos? Nei miei incubi, vorrai dire. S, sogno di essere un avvoltoio che plana sulle correnti termiche. Temo sempre di svegliarmi e scoprire di essere uno di quei demoni che puzzano di morte e sono sporchi di sangue! Ma tu, naturalmente, non la vedi come Scudo Fumante mi chiese lAstronomo. Cosa ci trovi di bello in loro? Volano in tondo lass, lontani da tutto, senza nemici. La loro vita unoasi inviolabile di pace. Sei sicuro che non abbiano nemici? mi domand Fiore del Deserto. Non aveva ancora vinto la paura di Scudo Fumante e rivolgeva le domande a me e non a lui. Perch mai un animale dovrebbe prendersela con gli avvoltoi? risposi. Volano in pace, sulle termiche pi alte, lontano dal mondo. Si nutrono quasi soltanto di animali morti, mai o quasi mai attaccano i vivi. Un comportamento pacifico non una garanzia di sicurezza in queste terre ribatt lAstronomo. Guarda gli animali che vivono qui: scorpioni armati di pungiglioni letali, serpenti con denti veleniferi, e le piante? Sono coperte di aculei e di spine. Niente al sicuro qui... finch vivo. Gli avvoltoi s insistetti. Nessuno vuol mangiarsi un avvoltoio. Tranne gli altri avvoltoi precis Scudo Fumante. Questi

uccelli si attaccano, si uccidono e si mangiano. Hai mai visto uno stormo per esempio quello che ci vola sulla testa calare su un animale caduto e combattere per i resti? Si fanno a pezzi tra loro se si tratta di cibo. Lavvoltoio maschio mangia i suoi piccoli aggiunse lAstronomo, se la mamma non riesce a proteggerli. Ed vero, si uccidono e si mangiano se le prede non sono sufficienti per tutti. Ma la specie pi autodistruttiva siamo noi concluse Scudo Fumante. Noi ci sterminiamo lun laltro, con carneficine di massa. Non c nulla che possa definirsi al sicuro concord lAstronomo, nulla. Finch vivo ripet Scudo Fumante.

i tardi, quella sera, Scudo Fumante invit Fiore del Deserto e me ad avvicinarci al gruppo. Lui e i suoi uomini si erano seduti intorno al grande fuoco del bivacco e mangiavano carne secca e tortillas. Le fiamme si riflettevano sulle rocce circostanti illuminando il paesaggio. Le ombre dei guerrieri si agitavano sulle pareti dei canyon e il calore del fuoco mordeva il gelo della notte nel deserto. In lontananza si sent il grido di un gufo, poi il ruggito di un puma. Infine, il silenzio. Giovane Coyotl mi chiese Scudo Fumante sedendosi vicino a me davanti al fal, spiegaci le tue cicatrici, se puoi. Pronunci la parola in un modo che non riconobbi cicatriis perci lo guardai a bocca aperta. Si riferisce ai tatuaggi mi spieg lAstronomo. Io osservai il cielo del deserto. Era una notte limpida, senza nubi, attraversata da una scia lattiginosa e densa di stelle... lAlbero del Mondo, o talvolta lAlbero del Coccodrillo, la chiamava il mio vecchio sciamano spirito-guida. Quella notte illuminava il deserto con un bagliore pari a quello della luna piena. Tra le migliaia di stelle che inondavano il cielo, il mio sguardo individu le sei che circondavano il centro della Crepa Scura, il varco che immette al Sottomondo.

Le indicai a Scudo Fumante e allAstronomo. Credo che le mie cicatrici siano quelle sei stelle, le guardiane della Crepa Scura, il passaggio che conduce alla Via del Sottomondo. Scudo Fumante mi fiss a lungo; infine il vecchio Astronomo mi chiese: Chi ti ha insegnato a riconoscere le stelle?. Il mio maestro e spirito-guida mi ha istruito sulla Via e sul Varco. E lui ti ha disegnato quelle stelle sul ventre? mi domand il nostro capo, Scudo Fumante. No. Quando il vecchio mi trov nel cesto di paglia sul bordo del fiume, le avevo gi. Lui ti ha mostrato le sei stelle? mi domand lAstronomo. No, gliele ho fatte vedere io dissi. E lui mi ha spiegato che custodiscono la Via che porta allinferno di Mictlantecuhtli, il regno buio e sanguinoso dove finiscono i malvagi. La Via conduce allinterno ma anche allesterno. Lingresso anche luscita, giovane Coyotl mi spieg lanziano dignitario. Quando il nostro mondo finir aggiunse Scudo Fumante, i segugi di Mictlantecuhtli inonderanno il cielo e spazzeranno via le tue stelle guardiane. Sar Tezcatlipoca, il dio nero della morte e della notte eterna, a liberare la muta dei cani e a distruggere il Varco continu lAstronomo. Lui e i suoi cani infernali devasteranno per sempre la Via Scura e annienteranno la Terra e quello sar lultimo giorno dellUnico Mondo. Sar lultimo giorno per tutti ribatt Scudo Fumante. E tu hai riconosciuto quelle sei tra migliaia e migliaia di stelle? indag il vecchio. Il loro disegno mi balzato subito agli occhi. Io ti credo ammise Scudo Fumante. Chi mai in quellammasso di stolti molti dei quali ho allegramente spedito allinferno avrebbe potuto insegnarti il significato sacro delle sei stelle guardiane, della Crepa Scura e della Via che porta al Sottomondo?

Coyotl non conosce solo i segreti delle stelle ma sa anche decifrare i sogni si intromise Fiore del Deserto, azzardandosi per la prima volta a guardare Scudo Fumante negli occhi. Me lha detto il vecchio sciamano che da bambino lo trov e lo salv, ed vero: Coyotl ha interpretato i miei sogni. Ed bravo? domand Scudo Fumante. Il vecchio sciamano diceva che Coyotl sa leggere le stelle, i sogni e i segreti del cuore continu Fiore del Deserto. per questo motivo allora che quella bestia, Tenoch quellessere che il nostro comandante ha saggiamente assicurato a un legno robusto , lo odia con tanta ferocia comment lAstronomo. Scudo Fumante si volt verso il buio della notte e poco dopo, come se parlasse tra s e s, mormor: Francamente, Astronomo, non so proprio perch lho lasciato in vita, quel miserabile. Perch condurrai Tenoch dai sacerdoti che lo sacrificheranno agli dei rispose il vecchio. Scudo Fumante alz le spalle. Dunque, secondo Fiore conosci i segreti del cuore e sai leggere i sogni. Leggi il mio, allora mi propose, quello in cui plano senza fatica e senza battere le ali sulle correnti termiche delle montagne, nellattesa lugubre che qualcuno cada. Lavvoltoio ha due nature risposi, guardandolo dritto negli occhi. Da un lato ama osservare il mondo dal punto di vista degli dei. Vede tutto, conosce tutto ed esulta della propria esistenza. Tuttavia non pu dirsi felice. Contro la sua volont, costretto a scendere e a nutrire la carne. Inoltre sa che un giorno dovr abbassarsi definitivamente e non potr pi fare ritorno al cielo, schiavo della Terra per sempre. E cosa centra con me? Nella tua anima, tu volteggi sulle correnti ascensionali, ma la tua vita legata al piano terrestre, contro la sua volont. Sei bravo a leggere i sogni, Cicatrice. Parleremo ancora, durante questo viaggio. Cica-triis ripetei, tentando di pronunciare come lui il mio

strano nuovo nome. Sono sicuro che il mio nuovo nome mi doni. unaltra parola per dire tatuaggio. Nel tuo caso, a forma di costellazione. Ma avremo altri giorni per camminare, parlare e riflettere su queste faccende. Fra poche ore sar lalba e bisogner rimettersi in cammino. Mi chinai verso di lui cercando di decifrare cosa aveva in mente. E dopo questo viaggio cosa ci aspetta? Credevo lo sapessi: la citt pi straordinaria del mondo... la grande Tula. Non sapevo niente della citt pi straordinaria del mondo, ma non volevo che Scudo Fumante si accorgesse della mia ignoranza. E cosa faremo l? Chi lo sa? C gente importante a Tula. Sacerdoti e condottieri attorniano limperatore e fanno a gara per chi conta di pi, servendosi dellinganno e dellastuzia. Che cosa fanno? I sacerdoti intendono immolare i prigionieri a faccia in su sullaltare del sacrificio. I condottieri li cercano per mandarli a morire in battaglia e i maestri scalpellini li vogliono per mandarli nelle cave di pietra a scavare la roccia. Tutto pu succedere gli fece eco lAstronomo. Le tue sei stelle cosa ti dicono? Indic la cicatrice a sei punte sul mio ventre e poi il suo equivalente nel cielo stellato. Le stelle ripetono le tue parole dissi a Scudo Fumante. Domani affronteremo nuovi orizzonti. Gi annu lAstronomo, ma, come hai detto anche tu, il Serpente Piumato non ci ha promesso il domani.

uella notte mi alzai dal mio giaciglio e feci qualche passo lungo il canyon per sgranchirmi le gambe. Avrei potuto sciogliere il nodo della breve corda che mi legava le caviglie e mi impediva di correre, ma non avrei avuto nessun posto dove scappare nemmeno se fossi stato veloce come un cervo. Una figura nelloscurit mi stava aspettando quando tornai al luogo dellaccampamento. Era lAstronomo. Scrutava il cielo e per un po non disse niente. Infine ruppe il silenzio: Coyotl, quante stelle vedi nella costellazione della Zampa del Giaguaro?. La domanda mi prese alla sprovvista, ma subito alzai gli occhi. Migliaia di stelle riempivano la volta celeste e si spartivano lo spazio notturno con il Dio Luna. Le stelle erano gli dei e i demoni che reggevano le nostre vite: alcuni ci donavano il miracolo che faceva crescere il mais, altri ci distruggevano con flagelli e malattie che provocavano dolore e morte. Gli dei-stella pi importanti avevano nomi noti a tutti; la Zampa del Giaguaro non era un dio, bens un luogo. Alcune stelle erano unite tra loro e formavano disegni nel cielo che chiamavamo Case celesti, cos mi aveva insegnato il mio padre azteco. Le Case erano tredici e avevano tutte un no-

me di animale. La Casa della Zampa del Giaguaro in questo periodo non era alta sullorizzonte, ma era a sud. Vedo nove stelle. Traccia per terra il disegno che formano, con un bastone. La richiesta era strana, per non osai fare domande. Presi un legnetto e disegnai il motivo celeste per terra. Quando ebbi finito, lui annu. Mi accorsi in qualche modo di averlo compiaciuto. Il numero di stelle che si riesce a vedere dipende dalla notte, se pi o meno limpida, e da quanto brilla il Dio Luna. In una notte cos, con la luna splendente, quasi tutti vedono cinque o sei stelle nella Zampa. Una persona dalla vista pi acuta della media riesce a scorgerne sei o sette. In vita mia ho conosciuto solo un altro essere in grado di vedere nove stelle. Sapevo di avere occhi eccezionali. Il vecchio sciamano aveva fatto affidamento su di me quando gli si affievol la vista. Mi resi conto che lAstronomo mi aveva fatto disegnare la costellazione per essere sicuro che le vedessi davvero e non avessi solo riportato qualcosa di sentito dire. Dov adesso Quetzalcoatl, il Serpente Piumato?* Ritrovare il Serpente Piumato nel cielo notturno fu molto facile. Lo indicai. Il Serpente Piumato il dio-stella pi luminoso del cielo. Soltanto il Sole e la Luna hanno una luce pi forte. Proprio adesso il Serpente Piumato si trova nella Casa della Tartaruga. E dov la Crepa Scura? Nella Casa del Mago. Le parole mi uscirono dalla bocca prima che avessi modo di fermarle. Chi te lha detto? Feci un passo indietro, spaventato dallasprezza del tono del vecchio. Avrei voluto scomparire allistante, consapevole di aver commesso un grave errore, anche se non sapevo perch avessi dato quella risposta.
* Nota del Traduttore: Il dio-stella chiamato Quetzalcoatl, il Serpente Piumato, era il pianeta Venere.

Avevo detto unassurdit, ovvio: non esisteva una Casa celeste del Mago. La Crepa Scura era una zona buia nel cielo,* la parte pi spaventosa e terribile, lapertura da cui era nato il mondo e da dove sarebbero emersi i suoi distruttori. Lo sciamano mio padre la chiamava la Via Nera per Xibalba, il mostruoso Sottomondo dei Morti che si trova allEstremo Sud. Era il disegno che avevo sul corpo, che mi aveva salvato la vita da piccolo e mi aveva eletto a vittima sacrificale da ragazzo. Tu hai detto che la Crepa Scura nella Casa del Mago. Chi te lha rivelato? Adesso parlava con un tono di voce normale, ma i suoi occhi, alla luce della luna, mi sembravano di brace. Non lo so. So che in cielo non esiste una Casa del Mago. Mi uscito cos. Non lavevi mai sentito prima? Scossi la testa: No. Sei sicuro che non te labbia raccontato lo sciamano? No, no. Lui mi ha insegnato a riconoscere le tredici costellazioni del cielo notturno, ma non ha mai detto che la Crepa Scura sia nella Casa del Mago. Ci avvicinammo ai resti del fuoco ancora ardente sotto le braci. LAstronomo sembrava immerso in profonde riflessioni, perci rimasi in silenzio. Evidentemente il vecchio aveva una carica importante a Tula. Forse era un nobile o qualcosa di simile nelle alte gerarchie dellimpero pi potente dellUnico Mondo. Ma perch questuomo tanto importante si interessasse a me, restava un mistero. Cosa sai del Libro dei Destini? mi chiese. Feci un profondo respiro prima di rispondere. Tutti conoscevano il Libro dei Destini, allora perch quella domanda che non serviva a valutare la mia conoscenza?
* Nota del Traduttore: La Crepa Scura formata dalla polvere interstellare che si trova al centro della Via Lattea, ed un varco nel cuore della galassia che i moderni astronomi hanno riconosciuto come un buco nero.

Il destino di tutti prestabilito in base al giorno e allora della nascita. Il Libro dei Destini viene consultato per sapere il futuro di ogni persona. Il Libro dei Destini era un calendario sacro di duecentosessanta giorni, che gli sciamani studiavano per ottenere indicazioni sul futuro di ciascuno. Solo il dio reggente del giorno in cui eri nato conosceva il tuo vero domani, ma sapendo il giorno e lora in cui eri venuto al mondo, uno sciamano in grado di mettersi in contatto con gli dei poteva apprendere qualche dettaglio su ci che ti attendeva. Quello lunico Libro dei Destini che conosci? La domanda era stata a malapena sussurrata e ancora una volta lAstronomo mi sorprese. Certo, conoscevo solo quello! Non ne esistevano altri!

Tornato al mio posto, sdraiato per terra, guardai in alto, nel cielo luminoso, fino alla Crepa Scura, la mia personale Casa celeste. Non riuscivo a prendere sonno, quindi ripercorrevo tutte le domande del vecchio Astronomo e le mie risposte. Perch aveva avuto quella reazione violenta quando avevo nominato la Casa del Mago? Le stelle non mi diedero spiegazioni, per sapevo una cosa sullAstronomo che non avrei osato dire a voce alta: quando aveva osservato la Crepa Scura nella volta celeste aveva fissato un punto leggermente distante dalla sua posizione. La sua vista non era pi cos eccellente. E per un Astronomo perdere la vista era grave come per un guerriero perdere le proprie armi. Mi chiesi perch, alla domanda di dove fosse la Crepa Scura, avessi risposto in quel modo. E continuavo anche a interrogarmi su di lui: perch trattava me un prigioniero del Popolo dei Cani con la cortesia che avrebbe riservato ai pi alti notabili di Tula? Avevo mentito quando avevo ammesso di non aver mai detto prima che la Crepa Scura era nella Casa del Mago.

E cera unaltra cosa che sapevo... qualcosa che non capivo nemmeno io e che non avrei potuto spiegargli neppure se avessi voluto. Quando pronunciavo quella frase un senso di calore mi pervadeva e affiorava un ricordo. Non parole, n una persona, bens una sensazione. La sensazione di essere cullato da qualcuno con amore e tenerezza, stretto in un abbraccio soffice e caldo. La persona che mi stringeva era una donna. E sapevo che un tempo ero stato parte di lei: era mia madre. Non cerano nomi o volti, solo una sensazione di amore e di dolcezza. Cercai di farmi uscire quella donna dalla mente, per lei non se ne andava. Chi era mia madre? E perch mi aveva abbandonato su un fiume, in balia delle belve feroci?

PARTE TERZA

eduta a un lungo tavolo da riunione in mogano, Monica Cardiff guard la stanza deserta mentre attendeva le alte cariche. Non si sentiva affatto a proprio agio. Non dipendeva certo dalla sofisticata poltroncina girevole, perfettamente regolabile, rivestita in pelle e con braccioli ergonomici, n dalla pannellatura in mogano delle pareti: apprezzava il legno scuro, sebbene i monitor dei computer, gli schermi televisivi e i ritratti dei precedenti presidenti ne coprissero la maggior parte. Le piacevano anche le tre caffettiere dargento massiccio, il servizio di tazze in finissima porcellana, le brocche di succo darancia gelato, le bottiglie dacqua minerale Evian e Perrier e i secchielli per il ghiaccio con le pinze dargento allineati accanto ai bicchieri decorati con lo stemma presidenziale. No, erano le persone a preoccuparla. Nellordine: lo stesso Presidente Edward Raab; il suo consulente per la difesa personale ed ex capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate, generale Richard H. Hurricane Hagberg; lex direttore dei servizi segreti della CIA, Bradford Chase. Chase era la terza e ultima acquisizione nella squadra di recente formazione che si definiva Gruppo di consulenza scientifica presidenziale. Dal punto di vista di Monica, erano le classiche persone che avevano bloccato gli Stati Uniti nelle melme dellIraq,

avevano affossato leconomia mondiale e, adesso che il pianeta si trovava ad affrontare la crisi pi grave della storia, assumevano allegramente il comando. In quelle ore disperate, non era contenta di dover dipendere da quanti in privato definiva i ronzini di Washington. Era abituata a lavorare con scienziati di primordine, gente con cervello, dedita notte e giorno a progetti di ricerca allavanguardia. Monica Cardiff, astrofisico di fama mondiale, si era conquistata una reputazione anche in qualit di esperta di catastrofi globali, una disciplina che in pratica aveva inventato lei stessa circa ventanni prima, comprendente una vasta gamma di problemi... dalle mega-eruzioni vulcaniche e dalla desertificazione o dagli incendi indotti dal riscaldamento del pianeta alle tempeste solari, alle fughe di metano suboceanico, al terrorismo nucleare, alle collisioni degli asteroidi o delle comete. Talvolta, parlando di se stessa, si definiva partigiana dellapocalisse. Dopo una brillante carriera accademica a Berkeley e a CalTech, aveva accettato a malincuore un impiego alla NASA, solo perch la NASA le aveva garantito laccesso illimitato al telescopio spaziale del Goddard. Per il resto, riteneva che lavorare per il Governo fosse una pastoia burocratica e adesso, purtroppo, le sue scoperte astronomiche al centro di ricerche Goddard lavevano fatta approdare proprio qui... Monica non era una persona con cui era facile andare daccordo. In quanto suo ex studente, il Presidente Raab lo sapeva bene: in passato aveva assistito alle sfuriate della Cardiff ben pi di una volta. Lei non riusciva a spiegarsi come mai fossero rimasti amici per tanti anni, soprattutto dopo lelezione di Raab alla presidenza degli Stati Uniti. Monica era l da quasi una settimana e finora cera stato solo un meeting preparatorio, in cui lei aveva sottoposto a un martellamento incessante quel fascista bastardo di generale a quattro stelle, Richard Hurricane Hagberg, dando fondo allinfinita riserva di invettive originali. Be, alla fine aveva messo il miscredente ai ferri corti. Il ricordo dellincontro le strapp un sorrisetto.

*** Labitudine delluomo a degenerare nella volgarit laveva spiazzata, e lei aveva cominciato a... correggerlo. Mi dica, generale Goebbels gli aveva chiesto, ha gi considerato la terapia elettroconvulsiva per i suoi pazienti con la sindrome di Tourette? O forse la Torazina in vena? un tumore al cervello in metastasi che le provoca questo flusso di oscenit? gli domand con gentilezza dopo la successiva ondata di turpiloquio. Lo sa, Reichsmarshall Gring, che luso di epiteti escrementizi non sostituisce unanalisi ben condotta? insistette con un sorriso dopo unaltra mitragliata di termini poco edificanti. O forse le stasano il cervello come gli idraulici spurgano un pozzo nero? Quando lui tent di ignorarla, Monica Cardiff prese a gridare: Che succede, Herr Himmler? diventato sordo? Non mi sente pi???. Quando il meeting si avviava ormai alla conclusione, era riuscita a fargli cambiare modi, ma luomo non sembrava per niente soddisfatto. Spesso lo coglieva a fissarla con astio. *** Questi funzionari di Washington, sempre dal punto di vista di Monica Cardiff, erano solo una manica di ruffiani pronti ad approfittare di qualunque congiuntura transnazionale, feroci squali di Wall Street, magnati del petrolio e vampiri delle industrie farmacologiche. Era arrivata perfino a detestare il modo in cui... si vestivano. Dopo una vita trascorsa nelle miniere di sale della scienza e della ricerca accademica, si era abituata a uno stile di vita spartano, e indossava indumenti severi, senza alcun orpello, poco costosi. Il suo abito migliore fino a quando di recente aveva venduto un libro e un documentario televisivo era stato acquistato per corrispondenza. Questi spacconi, invece, sfilava-

no nelle stanze del potere sfoggiando completi da ottomila dollari, scarpe da mille, camicie da novecento e orologi da diecimila. La dottoressa Cardiff si sentiva sempre pi fuori posto... come un vestito di un grande magazzino in una boutique dalta moda. Tutta colpa di quei pirati della finanza, dei filibustieri del petrolio e dei lobbisti dalto bordo che razzolavano in citt. I corridoi erano passerelle improvvisate di calzature extra lusso Gucci, Dior, Ralph Lauren, Zegna, Brooks Brothers e cravatte pacchiane altrettanto costose. Le camicie erano per la maggior parte di cotone pima firmate Michael Bastian oppure Ralph Lauren Purple Lable con colletto a contrasto, oltre naturalmente a uninesauribile quantit di modelli Armani, Dior Hommes, Hickey Freemans, Brooks Brothers e Savile Row. Brioni comunque regnava incontrastato nelle classifiche di moda maschile di Washington. Presidenti, vice, senatori, deputati, ministri, sottosegretari, sceicchi, despoti, stelle del cinema, avvocati, lobbisti, lobbisti e ancora lobbisti chiunque avesse un nome nelle torri del potere vestiva Brioni. Era diventata luniforme di rigore. Il tono preferito era il blu scuro. Completi Brioni tagliati su misura ovvero il capo bespoke come ormai si diceva tra i sarti inglesi di Savile Row erano quelli che andavano per la maggiore... tutti con limmancabile firma Brioni sul colletto. Allimprovviso eccoli entrare nella sala per le conferenze, il Presidente in testa alla fila. Dottoressa Cardiff la salut Raab. Vedo che gi pronta! Vedo che voi siete in ritardo fu la sua risposta. Il completo Brioni Pure Escorial Jet Black che indossava Raab lo aveva visto in vendita a undicimila dollari e gli aveva subito affibbiato letichetta di Modello del direttore baccal da quando George W. Bush ne aveva esibito uno quasi uguale, ed era noto che la candidata alla vicepresidenza, Sarah Palin, ne aveva comprati due simili per il marito. Il generale Hagberg, appena varcato lingresso, fece brillare

il Rolex Oyster in oro rosa tempestato di diamanti. Quel fascista pluridecorato di sicuro faceva lo stesso con i suoi clienti faccendieri di Washington e con i dittatori del Terzo mondo, e compagni di bevute, come se il bagliore dellorologio fosse la chiave che apriva le porte del regno. Se non altro, lorologio del Presidente era pi semplice: aveva scelto un Cartier Santos-Dumont, copia del modello dei piloti del primo Novecento. Le sue affilate lancette nere e le grosse cifre romane in stile art dco il tutto racchiuso in una semplice cassa dacciaio sembr alla dottoressa Cardiff la quintessenza della modestia e del buongusto... poi per aveva saputo che quella semplice cassa dacciaio in realt era oro bianco e costava pi di diecimila dollari. Infine venne il turno del direttore della CIA, Bradford Chase. Era un pezzo duomo grosso quanto un orso, con folti capelli color grigio ferro, la faccia assomigliava a un guantone da baseball, il naso sembrava fosse stato malamente rotto, gli occhi acuti e penetranti come punte di trapano. Il suo completo Brioni su misura in un tessuto a piccoli quadri blu faceva risaltare il massiccio torace e le spalle taurine. Le grandi mani nodose davano laria di saper raddrizzare un ferro di cavallo, o di poter piantare una staccionata nel terreno senza martello. Poi cera la questione della zoppia. Il Presidente Raab le aveva detto di recente che Brad aveva lavorato per trentanni in operazioni non ufficiali in Asia, in Medio Oriente e in Africa, con compiti fra i pi rischiosi. Aveva partecipato a quattro missioni belliche come infiltrato oltre le linee nemiche, ed era stato colpito almeno una dozzina di volte con tipi di armi diverse. Stufo marcio del lavoro da spia, aveva incassato quanto gli spettava e aveva fatto rotta su... Hollywood. Vendendo a puntate la storia della sua vita a tre major, allinizio aveva ottenuto un contratto da consulente tecnico, ma nel giro di poco era stato promosso a sceneggiatore e infine a produttore esecutivo. Tra un film e laltro si rifugiava a Palm Springs dove aveva scritto una serie di film di spionaggio che avevano sbancato i botteghini, il primo dei quali si intitolava Dal buio della notte.

Infine aveva venduto lintero ciclo a una quarta major con un ricavo netto di oltre cento milioni di dollari, senza contare i diritti di infiniti sequel e serie tiv. Naturalmente, niente di tutto questo aveva impedito a Raab di trascinarlo di nuovo a Washington. Perch fosse cos importante, Monica Cardiff non se lo spiegava. Questa era solo la seconda volta che lo incontrava, e nel corso della prima non avevano avuto occasione di parlare, solo di stringersi la mano. Si chiese perch Chase non sorridesse n parlasse mai, e anche perch nonostante non ne avesse alcuna intenzione provasse per lui uninnegabile simpatia. Era una reazione del tutto... anomala. Poi spost lo sguardo sul generale Richard H. Hurricane Hagberg, talvolta anche detto Mein Fhrer. Prima di questo secondo incontro Raab, in privato, le aveva chiesto di andarci gi un po pi leggera con il generale e lei si era convinta che probabilmente aveva esagerato. Se i suoi calcoli erano corretti, il mondo si preparava a una fine catastrofica e orrenda e in quel caso forse tutti sarebbero usciti a ululare alla luna come cani idrofobi... anzich perdere tempo in una sala riunioni a sviscerare la crisi nei dettagli. Anzi, magari avrebbe dovuto imitare il generale e unirsi a lui nellinsulto escatologico. Eppure, pens con un sorriso amaro, non vedeva lora di sfoderare unaltra volta gli artigli. Infine furono tutti seduti e il Presidente prese la parola.

PARTE QUARTA

Unico Mondo, A.D. 1001

l mezzogiorno del giorno successivo ci trov ancora in cammino tra i canyon, diretti a sud. I letti vuoti dei ruscelli e le pareti scolpite dal vento, resi rossi dallargilla secca, formavano un labirinto di gole contorte. Io avanzavo vicino allAstronomo, per questo sentii Scudo Fumante raccontargli che aveva messo piede in quella regione quando era solo un ragazzo. Come me adesso, anche mio padre era un condottiero dei Guerrieri Giaguaro e talvolta mi portava con s nelle spedizioni, sebbene fossi troppo piccolo per combattere. Allora questa zona era diversa: era piuttosto verde, vi cresceva addirittura il granturco, ma gi si capiva che gli dei della pioggia la stavano abbandonando. LAstronomo annu. Fiumi di sangue sono stati offerti agli dei, ma loro si ostinano a non nutrirla. Non molto tempo passato da quando la gente che viveva qui ha lasciato queste terre ormai aride per spostarsi pi a sud. Una volta queste zone erano coltivate. Guardale adesso! Sono il regno degli scorpioni velenosi, dei serpenti mortali, di piante piene di spine...

una terra di morte concluse affranto Scudo Fumante. LAstronomo alz il braccio in direzione di quelle distese abbandonate sia dagli uomini sia dagli dei. Se gli dei continueranno ad assetarci, un giorno anche Tula sar arida e riarsa cos. Quindi si volt verso di me: Guardi gli avvoltoi. Ti sembrano creature interessanti?. Non interessanti, venerabile maestro, ma spaventose. Sono messaggeri di morte: non si vedono finch qualcosa o qualcuno non muore. Uccidono soltanto se vi sono costretti disse Scudo Fumante. E questa una cosa buona o malvagia? gli chiesi. Rivolgiti a coloro che ti avevano legato allalbero intervenne lAstronomo, e ti avevano destinato ai sacerdoti sanguinari e ai loro insaziabili dei. Sono morti tutti tranne Tenoch. Questo risponde alla tua domanda? mi chiese Scudo Fumante. Poi si allontan e raggiunse la testa del gruppo senza lasciarmi il tempo di rispondere, anche se, in realt, non avrei saputo cosa dire.

er due giorni la marcia si snod su e gi tra ripidi pendii. A mano a mano che ci avvicinavamo a Tula, la terra diventava verde. Nei miei ricordi della terra occupata dal Popolo dei Cani rivedevo letti di fiumi che ogni anno si asciugavano sempre pi e un mare di cactus: fichi dindia, ocotilli spinosi, rovi di ogni forma e dimensione l dove un tempo cerano stati campi di mais. La polvere secca che si stratificava sotto i piedi ci convinse a muoverci verso sud, in cerca di zone ricche dacqua. Ma avvicinandoci ai Toltechi, i conflitti scoppiavano con frequenza e gli scontri diventavano sempre pi cruenti. Ascoltando lAstronomo e il Guerriero Giaguaro, capii che i Toltechi erano stati costretti ad arretrare non tanto per le pressioni del nostro popolo ma soprattutto per i cambiamenti climatici delle loro terre. La siccit e i venti del Nord carichi di polvere li obbligarono ad abbandonare certe regioni su cui ormai non cresceva pi niente. Sapere che il dio della pioggia non aveva aiutato neppure i Toltechi per me fu una sorpresa. Nei racconti della mia gente la terra dei nostri cugini era un paradiso di verde e doro, dove le pannocchie svettavano alte fino al cielo e i fagioli avevano la dimensione della testa di un bambino.

Quando lo confidai allAstronomo durante la sosta per il pasto di mezzogiorno, lui scoppi a ridere. Per la tua gente che litiga per mangiare i vermi, il popolo di Tula vive da re. Nessuno nellUnico Mondo ricco quanto i Toltechi. Ma in confronto ai vostri miserevoli e barbari clan qualsiasi popolo civilizzato sembra venuto dal paradiso. Te ne accorgerai... Si interruppe quando sentimmo Scudo Fumante inveire contro Tenoch. Tenoch si era rifiutato di nuovo di mangiare insultando il guerriero che tentava di nutrirlo. Il suo indomito orgoglio gli cost una nuova scarica di percosse. Morir piuttosto che farsi umiliare mormorai allAstronomo, perch il nostro comandante non potesse sentirmi. Morir comunque molto presto. Viene tenuto in vita solo perch intendiamo offrirlo in sacrificio. Cera rispetto nel tono del vecchio. un bene che sia stato catturato. Il sangue fiero come il suo appagher il dio della pioggia e il suo sacrificio ci liberer da una bestia malvagia e da un possibile nemico.

A poco a poco apparvero anche gli alberi: non erano quelli piccoli e scarni che crescono in montagna nelle regioni secche, bens pini di altezza media e file di pioppi slanciati, oltre a macchie di cespugli spinosi. Ci arrampicammo sulla cima di una collina e per la prima volta ebbi modo di osservare le terre abitate dai Toltechi: finalmente ci eravamo lasciati alle spalle le zone desertiche del Popolo dei Cani e avevamo raggiunto la civilt. Il panorama davanti a me non era una rigogliosa foresta tropicale, come mi immaginavo la regione di Tula, ma un susseguirsi di campi coltivati con specie utili e preziose: filari interminabili di agavi alte e robuste, dotate di spine gigantesche, alternate a file di mais e, di tanto in tanto, fagioli e peperoni. Le terre qui sono pi aride di quelle vicino a Tula mi spieg lAstronomo, ma per le agavi sono ottime. Quando ci av-

vicineremo alla citt, dalle colline vedrai campi di mais e di fagioli che arrivano allorizzonte e nemmeno tu con il tuo sguardo acuto riuscirai a scorgerne la fine. Eppure, nonostante siano cos vasti, non producono abbastanza per sfamare tutti. Gli dei sono avari di pioggia e, oltre a ci, la popolazione di Tula pi che raddoppiata rispetto a dieci anni fa. Tra i doni degli dei lagave non era preziosa quanto il sole, lacqua e il mais, per forniva il materiale per dozzine di beni duso quotidiano: le foglie servivano per fare le scarpe, rivestire il tetto delle case dei contadini e ricavare le fibre con cui si facevano corde, tessuti e cesti. Le spine pi acuminate diventavano aghi utili per fare uscire il sangue dal proprio corpo quando occorreva versarlo per un sacrificio. Il mais era una dea, e cos anche lagave, ma lorigine divina di questultima si doveva a un dono che superava gli usi pi pratici e prosaici: dal cuore, nel centro della pianta, si estraeva loctli, il nettare degli dei. Mentre procedevamo in mezzo ai filari, osservai i contadini al lavoro. Il centro delle agavi pi grosse era stato reciso a coltellate decine di volte. LAstronomo vide lespressione interrogativa sul mio volto e mi spieg: Quando la pianta sta per fiorire viene tagliata per impedirle di far crescere il fiore. Si chiama castrazione. Le piante castrate danno pi liquido di quelle che fioriscono. Ho assaggiato la bevanda sacra solo una volta ammisi, e mi ha fatto girare la testa. Il vecchio ridacchi. Infatti si dice che loctli apra la mente agli dei, ma, se ne beviamo troppo, si impadronisce della testa degli uomini e ci fa comportare da sciocchi. Il liquido che stanno estraendo dalle piante non ancora il nettare degli dei. Deve essere versato in grandi orci di terracotta e poi bisogna aspettare che lo spirito di Mayahuel vi entri dentro. Mayahuel era la dea dellagave. La nostra gente la raffigurava con molti seni da cui allattava i suoi figli, detti i Quattrocento Conigli. Ed erano proprio quelle bestie a entrarci nel corpo e a renderci ubriachi quando esageravamo con la bevanda sacra.

Superata la collina successiva, la visione delle coltivazioni di granturco e di altre piante mi riemp gli occhi. Ma non fu la ricchezza delle terre a impressionarmi, n i due fiumi che si univano e si fondevano in mezzo ai campi, quanto la vista della citt di Tula. In lontananza mandava bagliori come il riflesso del sole di mezzogiorno su una pozza dacqua pulita. Le vette aguzze dei suoi erti templi piramidali sfondavano il cielo e torreggiavano alte sulle bianche mura a difesa della citt. Mi percorse un brivido di euforia e insieme di paura. Non avevo mai visto niente nella mia giovane vita che mi facesse sentire cos inerme. Al mio occhio poco esperto, le piramidi apparivano grandi e massicce come montagne, i loro vertici irraggiungibili sfioravano le nubi, accarezzavano le stelle, stuzzicavano gli dei. Ma di certo Tula non era solo un capolavoro darte e maestria architettonica: arroccata su unaltura, e circondata da ampie mura difensive, era unimprendibile cittfortezza. Avrebbe sbaragliato un esercito azteco con la stessa facilit con cui si schiaccia un moscerino e non sarebbe caduta neppure sotto lassedio dei guerrieri di tutti i clan aztechi messi insieme. Una larga strada affollata di persone che andavano e venivano dalla citt si stendeva davanti a noi. Facemmo una sosta vicino a un edifico di mattoni di fango e senza tetto. Se hai bisogno di liberarti, questo il posto mi indic lAstronomo. Lo guardai. Liberarmi degli scarti del corpo... dentro una casa? Non una casa fatta per abitare, ma per questi servizi. Non riuscivo a capacitarmi. Con un cenno della mano mostrai tutto lo spazio che avevamo intorno. C il resto del mondo per... Cos fanno gli animali. Tu adesso non sei pi una bestia. Da ora in poi devi pensare e comportarti come un Tolteco. Noi non ci liberiamo nel luogo in cui si mangia, si dorme, si lavora o si cammina.

Capisco, venerabile maestro. In realt non capivo, per meglio non darlo a vedere. Purtroppo mi sfugg unaltra domanda. Non riuscii proprio a trattenerla: Cosa succede quando la casa dei servizi... piena?. Un sospiro mi fece intuire che avrei dovuto fare a meno di chiederlo. Ci liberiamo in recipienti fatti apposta, che poi vengono svuotati nei campi. La stessa cosa avviene per tutti i rifiuti della citt: vengono portati fuori e lasciati in campagna. Ora mi era chiaro! I contadini di Tula non dovevano essere molto amati dagli dei! Dunque, la gente di campagna vive tra i rifiuti? LAstronomo scosse la testa. I rifiuti vengono mescolati alla terra e usati per lagricoltura. Hai gi sentito parlare delle enormi dimensioni delle nostre piante, non cos? Ora sai il perch. Ahim! Mentre ci avvicinavamo alla citt, mi spieg che dellacqua purissima veniva portata nel centro di Tula con tubi di terracotta.* E mi conferm quella che avevo sempre ritenuto una leggenda bella e buona: gli abitanti di Tula si lavavano tutti i giorni! Ero senza parole. Quando riuscii a riprendere fiato mormorai: Davvero gli dei riversano su Tula tutti i loro doni. La sua espressione sincup e io mi trattenni dal fare ulteriori commenti. Non avevo mai visto lAstronomo cos scuro in volto. Facemmo ancora un migliaio di passi prima che lanziano dignitario tornasse a rivolgermi la parola. Capisco che a te sembri un miracolo perch adesso vedi campi a perdita docchio,
* Nota del Traduttore: Tula aveva un acquedotto e un sistema fognario simili a quelli dellantica Roma. Quando gli occhi di Coyotl si posarono sulla citt, lEuropa attraversava lepoca dei Secoli Bui e i rifiuti venivano gettati dalle case direttamente nelle strade maleodoranti. Gli Aztechi, che invidiarono e copiarono la civilt tolteca, in seguito dotarono di un sistema simile la loro magnifica capitale Tenochtitln.

ma le coltivazioni un tempo occupavano la met dello spazio. Te lho gi detto, non riusciamo a sfamare tutta la nostra gente. Poi si ferm e mi guard negli occhi: Coyotl, devi capire una cosa prima di entrare in citt. Potrebbe salvarti la vita. S, venerabile maestro. Tula non tanto amata dagli dei come credi, ma non devi mai dirlo e neppure bisbigliarlo! Certo, venerabile maestro. In verit non capivo una parola. Il nostro grande sovrano Ce Acatl, I Canna, ha assunto il nome del dio Quetzalcoatl, il Serpente Piumato. Ha detto che il dio gli ha concesso di prendere il suo nome, e allinizio tutto andato bene. Ma adesso la pioggia diminuita e non basta per i raccolti. Il vecchio distolse lo sguardo e serr le labbra. Quello che vedrai una volta dentro ti sorprender. Anzi no... ti terrorizzer. Impara perci a tenere per te le riflessioni e la paura. Esprimerle potrebbe costarti la vita.

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i fermammo a un centinaio di passi dalle mura della citt. Intonacate con gesso di fiume e polvere di alabastro, cos da renderle abbaglianti, le imponenti fortificazioni sembravano insormontabili, alte almeno quanto quattro uomini adulti. La palla di fuoco del sole pomeridiano calava dietro di esse, inesorabile come la fine del mondo. Guardandomi intorno mi accorsi che lAstronomo, Fiore del Deserto e io eravamo rimasti soli. Il resto del gruppo era sparito. Poi li vidi, mentre si trascinavano dietro Tenoch, diretti dallaltra parte di Tula. Dove vanno? chiesi allAstronomo. Alla Porta Orientale rispose il vecchio, quella da cui entrano i guerrieri quando tornano dalla guerra. Anche quando partono, escono da l. Perch la Porta Orientale? pi vicina alla Casa del Sole, dove i guerrieri pi coraggiosi riposano per leternit. La ritengono una porta benedetta. Questa invece per la gente comune. Personalmente, avevo creduto che Scudo Fumante ci avesse abbandonato. Superammo centinaia di guardie con indosso perizomi, tuniche corte e vesti imbottite, tutte in cotone bianchissimo. Cal-

zavano sandali di pelle con lacci che arrivavano al ginocchio. Erano armati con lance, asce e lunghi coltelli affilati che pendevano dalle cinture di fibre dagave intrecciate e colorate con il carbone. Tutte le armi erano fatte di schegge lucide e taglienti di ossidiana scura. Erano numerosissimi, ma i loro occhi glaciali e inespressivi non si posarono quasi mai su di noi, come se un vecchio raggrinzito e due mocciosi non fossero degni della loro attenzione. Il muro esterno era costruito con robusti mattoni cotti al sole e intonacati, ed era spesso pi di due lance; mi accorsi solo in quel momento che non aveva interruzioni. Lunico varco, anzich una porta, era una galleria rettangolare, larga oltre tre lance e alta come due uomini. Anzich interrompere il muro, la galleria vi passava sotto. Una guardia tra le merlature riconobbe lAstronomo. Vecchio, com andata la battaglia? Tre prigionieri, molte informazioni e nessun ferito. Va da Quetzalcoatl. Certamente. Passate! ci grid. Poi and dallaltra parte e grid una seconda volta: Passano!. Entrammo nelloscurit del tunnel e uscimmo dallaltro lato abbacinati dal candore del muro illuminato dal sole. Centinaia di grossi mattoni cotti erano stati impilati accanto alla porta; cerano anche cataste di tronchi con cui costruire rinforzi. Se la citt fosse stata attaccata, li avrebbero usati per barricarsi allinterno. La galleria conduceva direttamente allingresso della piazza principale. La prima cosa che mi colp fu limmensit: era un quadrato di almeno duecento passi di lato, al centro del quale cera un bosco di cespugli, fiori e alberi, soprattutto pini e pioppi. La terra battuta e compatta che sentivo sotto i piedi sembrava dura come i mattoni intonacati, e la siccit flagellava tutti da anni... In che modo quelle piante riuscissero a sopravvivere era un mistero. Ma una volta al centro della piazza capii: unenorme piscina, una delle infinite meraviglie della citt, dimostrava che Tula

aveva una propria sorgente. Da una statua che riproduceva la Dea dellAcqua Chalchiuhtlicue Colei dalla Gonna di Giada zampillava acqua fresca. Chalchiuhtlicue una volta ha causato la rovina del mondo raccontava il vecchio, affogandolo con cinquantadue anni di pioggia. Trasform gli uomini in pesci, perch le acque non li uccidessero. Indicai i palazzi che circondavano la piazza. Queste sono le case dei nobili? LAstronomo scosse la testa. I palazzi eleganti sono pi vicini al cuore religioso della citt. Qui ci vive la gente comune, ogni famiglia possiede solo due o tre stanze allinterno di questi edifici. A me sembravano palazzi magnifici. Quanta gente abita a Tula? Allinterno delle mura ci sono oltre cinquantamila persone, cinque volte di pi che fra tutte le citt e i villaggi a un giorno di cammino. Ci vuole unora solo per attraversarla. Complessivamente, nel nostro clan, eravamo meno di mille Aztechi. Facendo un profondo respiro, mi costrinsi infine a guardare il grande tempio piramidale che ci sovrastava. Si stava svolgendo una cerimonia sacrificale e una turba di persone assediava i gradini pi bassi. In unestasi di fanatismo, tutti fissavano i sacerdoti dai capelli color del sangue e dalle vesti nere alla sommit del tempio; incitandoli con grida animalesche, agitavano le braccia e i pugni verso lalto. Con lAstronomo a farci strada, ci addentrammo in mezzo alla folla che si assiepava e urlava isterica. In vita mia non avevo mai visto pi di cinquanta persone riunite insieme, n un palazzo alto pi di una capanna con il tetto, dove di solito per entrare era necessario abbassare la testa. Fiore del Deserto, che veniva da un villaggio poco pi grande del mio, una volta mi raccont che lei aveva visto un gruppo di circa cento persone. Il recinto del tempio ne conteneva almeno mille e io contemplavo a bocca aperta... ogni cosa.

Perfino gli abiti mi stupivano. Dove vivevo io, gli uomini raramente avevano indosso qualche altro indumento a parte un sottile perizoma bianco in fibra dagave, ricavata dalle foglie che le nostre donne raccoglievano e schiacciavano. Era un tessuto ruvido ma robusto, con cui realizzavano anche le loro gonne. Le donne di solito restavano a seno nudo, mentre gli uomini legavano in vita i lacci che sostenevano il perizoma. A Tula la maggior parte dei perizomi aveva una forma triangolare: due vertici coprivano laddome e il terzo passava tra le gambe. Solo i miserabili avevano vesti in fibra dagave molto simili a quella che mi copriva i fianchi. Anche i pi poveri, tuttavia, avevano una qualche decorazione fatta di strisce di pelliccia sui bordi oppure pietre colorate intessute nella stoffa, perci, senza dubbio, Fiore del Deserto e io eravamo le persone vestite peggio. Ebbi la sensazione che se ne fosse accorta anche lei: teneva gli occhi bassi, vergognandosi dei suoi abiti logori. Se ti pu consolare le bisbigliai, io sono conciato molto peggio di te. Tu stai benissimo, davvero. Le mie parole sembrarono rallegrarla. Sorrise, alz lo sguardo e mi strinse la mano. Era vero che Fiore era molto pi presentabile di me. Scudo Fumante le aveva coperto i seni nudi con uno scialle di cotone bianco, mentre io ero rimasto con il mio squallido perizoma consunto. I Tollan cos erano chiamati gli abitanti di Tula dimostravano anche nellaspetto il potere e la ricchezza della citt, e perfino i poveri indossavano un mantello bianco. Per ostentare la propria posizione e nonostante il caldo del tardo pomeriggio, molti uomini portavano pi mantelli sovrapposti e lultimo sfoggiava ricami elaborati. Le donne pi facoltose indossavano gonne lunghe fino alla caviglia e bluse dritte e senza maniche, elegantemente decorate con spirali, strisce, riquadri, triangoli o altre forme elaborate, molte delle quali intessute direttamente nella stoffa. Qui, nel recinto del tempio, si vedevano ovunque colori viva-

ci. Anche noi, al villaggio, conoscevamo larte di tingere i tessuti. Le nostre donne schiacciavano e scioglievano le cocciniglie, le facevano bollire con sostanze fissanti come lurina o i solfati, e le trasformavano in quello che a me sembrava sempre un rosso miracoloso. Sapevamo anche estrarre il giallo dallalbero di mora excelsa e il blu dalle foglie di acacia mescolate con largilla nera. Tuttavia quelle tinture richiedevano una quantit inverosimile di insetti, foglie e piante e molti giorni di lavoro. Noi, gente pratica, ci accontentavamo di vesti semplici, e comunque i nostri colori erano rudimentali in confronto alle tinte sgargianti che vedevo adesso intorno a me, colori che possedevano ogni possibile sfumatura dellarcobaleno... rossi accesi, viola fiammanti, gialli infuocati come il sole, neri pi scuri della notte e verdi intensi e brillanti. Uomini e donne inoltre avevano magnifiche penne duccello cucite sia agli abiti sia ai cappelli: riconoscevo penne daquila, di falco, di pappagallo. Sfoggiavano collane, bracciali e gioielli alle orecchie e al naso, fatti doro e dargento con cristalli incastonati, oppure frammenti dambra, conchiglie, campanelle e altre pietre pendenti; lacci di cuoio intrecciati di perle e doro venivano trasformati in monili di ogni forma e dimensione, oltre naturalmente a complicatissimi tatuaggi. I meno facoltosi del nostro clan andavano scalzi, ma qui i cactli i sandali con suole robuste fatte di pelle o di fibra di agave erano ai piedi di tutti. Venivano legati con le stringhe e alcuni li portavano alla foggia dei guerrieri, con i lacci intrecciati fino al ginocchio. Ero cos concentrato sulla gente che mi persi linizio dellorazione del Sommo Sacerdote. Qualunque cosa avesse detto, ebbe un effetto immediato sulla folla che prese a urlare e ad agitarsi come se allimprovviso tutti i demoni dellinferno di Mictlantecuhtli si fossero scatenati per uscire. Perch gridano? chiesi allAstronomo. Salutano gli ultimi arrivati mi rispose il vecchio. Noi? No, i guerrieri.

Lintera Tula sussult al boato di quella moltitudine scatenata che mi fer le orecchie. La piramide del tempio era talmente grande che non riuscivo a vederla tutta. La base quadrata era larga almeno duecento passi e le pareti a gradoni erano altissime: persi il conto dopo aver superato lo scalino numero duecento. In cima cera il santuario consacrato a Quetzalcoatl, raffigurato su un mosaico di turchesi sulla parete frontale. E lass, intorno alledificio, pullulavano decine di sacerdoti dalle cui bocche uscivano lingue di fuoco. La folla in tumulto alla base della piramide url: Sangue agli dei! Sangue agli dei!. Vestiti con tuniche di pelle umana e con il capo coperto da complesse architetture di piume, oro e gemme sfavillanti, sacerdoti sanguinari incitavano la gente e intanto trascinavano unaltra vittima sullaltare convesso dei sacrifici. Mi accorsi che lAstronomo mi era venuto pi vicino. Ho visto accadere cose su questa piramide mi sussurr con tristezza, che hanno fatto chiudere gli occhi al sole e piangere le pietre. Dappertutto nellUnico Mondo si raccontava che le vittime morissero felici, era un onore essere immolati sotto quelle lame acuminate e affilate. Non oggi, per: luomo condotto allaltare sembrava terrorizzato. Piangeva e urlava in preda allagitazione, e non era il solo: in fila lungo gli erti gradoni della piramide cera una lunga processione di vittime in attesa, tremanti e sgomente. Furono necessari cinque sacerdoti per trascinare luomo mezzo nudo fino allaltare e stenderlo con la schiena sulla pietra lorda di sangue: due gli tenevano le gambe, due le braccia e il quinto la testa. Solo allora il Sommo Sacerdote ulul la sua formula magica e affond la lama nera nel petto ansimante della vittima che strillava a pieni polmoni. Squarciando e strappando si fece strada tra le costole, spacc la cassa toracica e vi affond entrambe le mani. Poi estrasse il cuore che ancora batteva e lo sollev verso il cielo.

La gente url in un delirio orgiastico. Il Sommo Sacerdote scagli il cuore in un grosso orcio di terracotta e quindi si dedic a segare il collo delluomo. Staccandosi dalle spalle, la testa cadde con un tonfo agghiacciante sulle pietre del pavimento, il sacerdote la raccolse afferrandola per i capelli e la sollev. Di nuovo lurlo della folla. La testa venne lanciata gi e rotol scalino dopo scalino lasciandosi dietro una scia di sangue finch raggiunse la base della piramide e si ferm vicino ad altri sacerdoti, che la presero e la gettarono in una giara gi colma di questi raccapriccianti resti. I cinque sacerdoti allaltare adesso ruotarono il corpo decapitato, tenendolo per le gambe e rovesciandolo oltre il bordo del primo gradone, come fosse un cervo sgozzato. Il sangue delluomo si rivers in uno dei solchi scavati lungo i quattro spigoli della piramide, che raccoglievano, convogliandoli, i macabri torrenti scarlatti. Quindi il Sommo Sacerdote e i suoi cinque assistenti si gettarono sulla vittima successiva, che avanzava isterica verso la pietra sacrificale. Disgustato, distolsi lo sguardo e vidi Fiore del Deserto: aveva gli occhi puntati altrove e tremava. Istintivamente labbracciai e sentii il suo corpo scosso da singhiozzi trattenuti. Mi stupiva sempre lempatia di Fiore, che aveva sofferto le pene dellinferno con Tenoch, nei confronti del dolore altrui. Ma neppure lAstronomo sembrava soddisfatto di quel sanguinoso rituale. Lo vidi chiudere gli occhi. Maestro sussurrai, la vista del sangue fa star male anche te, come la ragazza? Sta attento a come parli, Cicatrice mi zitt il vecchio. Ora non siamo pi per strada, qui devi comportarti diversamente! Se i sacerdoti ti sentono usare questo tono con i tuoi superiori come me o Scudo Fumante , non ci mettono nulla a ficcarti in gola la tua virilit, a strapparti il cuore e a buttarti gi la testa dalla piramide. E sta attento anche a come li guardi, se non vuoi che ti cavino gli occhi con un

coltello arroventato e poi ti riempiano i buchi di tizzoni ardenti. Scudo Fumante ha qualche influenza qui? domand Fiore del Deserto. Potrebbe salvarci dai sacerdoti? Dovrebbe parlare con limperatore, ma molto difficile. Il sovrano quasi inavvicinabile. A macabra conferma delle sue parole, unaltra testa rotol gi dai gradoni della piramide. Lavvertimento dellAstronomo mi aveva spaventato a morte, ma il terrore di Fiore del Deserto superava il mio. Per la seconda volta le misi un braccio intorno alle spalle e nel tentativo di consolarla le sussurrai: Non ti disperare, piccolo Fiore. Faremo vedere a questi barbari di che pasta siamo fatti. Vorrei che Scudo Fumante fosse qui sospir lei. Limperatore manda sempre lattendente a osservare i nuovi prigionieri disse lAstronomo a Fiore del Deserto. Vedrai, tra non molto quel demonio uscito dallinferno di Mictlantecuhtli ci ronzer intorno. Scudo Fumante abbastanza saggio da tenersene alla larga. Per tu sei ancora qui! esclam Fiore del Deserto, grata per il sostegno del vecchio. Anche Scudo Fumante poteva rimanere. Lui non ancora vecchio e stanco come me. Nel suo cuore c ancora lillusione che la vita valga la pena di essere vissuta. Tu non hai paura di morire? mi stupii. Per me la morte sar solo un dono. Sei proprio sicuro che quel demonio verr qui? si inform Fiore del Deserto. Di sicuro prima di stasera. In quanto capo della guardia imperiale, ha il compito di esaminare i prigionieri. Forse potrei implorare piet? chiese Fiore. La risata amara dellAstronomo la raggel. Se gli fai capire che hai paura, non si limiter a mandarti sullaltare. Ti taglier in mille pezzi e ti appender per i piedi sopra un braciere. Poi, quando sarai bruciacchiata ben bene ma ancora respiri, ti... manger!

Adesso Fiore del Deserto era sul punto di svenire e le presi la mano. Ma il vecchio sembrava implacabile. Dovete dimostrare a questo demonio maledetto che avete il coraggio di un giaguaro. Lei si sforz con tutta se stessa di non cedere, anche se proprio in quel momento si sent il tonfo di unaltra testa che lasci la sua terribile scia di sangue sulla scalinata della piramide e venne a fermarsi davanti a me, fissandomi con i suoi occhi morti come soli spenti. Un sacerdote arriv in fretta a recuperarla. Oh, dannazione! esclam lAstronomo. Ecco il diavolo in persona. Sulla folla in preda al delirio scese di colpo il silenzio e tutti si affrettarono spaventati a lasciar passare lattendente dellimperatore. Fiore del Deserto e io ci affrettammo a piegare le ginocchia al pari degli altri, ma lAstronomo ci intim di non farlo. Su! Eretti e fieri come... guerrieri ci sugger, anche se ogni muscolo del mio corpo mi implorava di inginocchiarmi. Lattendente era il capo dei Guerrieri Giaguaro. Indossava un lungo mantello nero con il cappuccio ed era scortato da un nutrito seguito di ufficiali, agghindati con le pelli maculate del felino e con acconciature sontuosamente elaborate, ornate da piume. Tutti avevano sulle spalle le asce da guerra con la lama di lucida ossidiana nera. Il capo e il suo seguito marciavano diretti verso... di noi. Dovete mostrarvi orgogliosi, non pavidi. Fategli vedere che avete il coraggio degli eroi! Coraggio degli eroi? Tremavo come una foglia. Per mi feci forza e mormorai a Fiore: Non devi sembrare timida!. La sentii irrigidirsi. Sollev la testa e smise perfino di tremare. Il suo esempio mi infuse coraggio. Raddrizzai le spalle, gonfiai il petto e inchiodai lo sguardo sul viso di quelluomo, che per era nascosto dal pesante cappuccio nero. Tu sei il mio eroe mi sussurr Fiore e, per strano che fosse, quelle parole mi diedero forza.

Luomo si avvicin a me, ma ancora non riuscivo a vederlo in faccia. Mi fu davanti, si sfil il cappuccio e... ci sorrise. Eravamo occhi negli occhi con Scudo Fumante! Con una risata che gli illumin il volto, ci abbracci entrambi con una stretta tale da stritolarci le ossa.

PARTE QUINTA

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cudo Fumante e il suo seguito di Guerrieri Giaguaro proseguirono verso il palazzo reale per incontrare limperatore, mentre noi rimanemmo con lAstronomo che ci mostr la citt. Visiteremo il palazzo dopo che il sovrano avr concluso le udienze. Tutto di Tula ci sembr straordinario, dalle piramidi sporche di sangue agli innumerevoli edifici, alle migliaia di persone accalcate nelle ampie strade. Non avevo mai visto pi di quindici o venti case in una volta sola, e sempre con il tetto di paglia e le pareti sottili, fatte di fusti di agave intrecciati con rami, foglie, fronde e fango secco. Ma qui, invece, ce nerano migliaia, solide, tanto robuste da resistere a qualunque attacco, perfino al fuoco. Avevano uno o due piani e si estendevano a perdita docchio, con le pareti rettangolari fatte di mattoni cotti al sole e intonacati, su cui si rifletteva la luce del tramonto. Sul retro di quasi tutte si aprivano giardinetti pieni di fiori. Queste case hanno quasi sempre stanze piccolissime ci disse lAstronomo. Pi grande la casa, pi ricco chi ci vive. Indic un palazzo alto il doppio di tutti gli edifici che lo circondavano. Ecco: quella la dimora di un uomo ricco. Allora ha tanti campi di mais? domandai.

Mio giovane amico, ti sembra che qui ci abitino i contadini? Vedi per caso i campi di mais da qualche parte? Che cosa fa la gente che vive qui? Sono bottegai, oppure funzionari dellimperatore o del tempio, artigiani o guerrieri. E che cosa mangiano? La maggior parte dei servizi viene ricompensata con mais e verdure, talvolta anche con anatre e tacchini. Anatre e tacchini? mi meravigliai. Credi che avere un pollaio pieno significhi essere un uomo ricco? Non cos? Il nostro imperatore possiede migliaia di anatre e di tacchini mi rispose il vecchio. Devessere Dio in Terra mormorai. S, alcuni in effetti lo pensano. Continuammo la passeggiata. Il vecchio aveva ragione: eravamo entrati in un quartiere ancora pi ricco, dove vivevano dignitari e funzionari. Le case avevano cinque o sei stanze e alcune erano addirittura a tre piani. Una non solo aveva tacchini, anatre e cani nel pollaio, ma su un albero del giardino erano legati perfino due pappagalli con le piume cos verdi da sembrare innaturali. Pappagalli verdi! mormor Fiore del Deserto che come me si era fermata a bocca aperta. Anche un Azteco ignorante quanto me sapeva che le piume dei pappagalli verdi venivano vendute a prezzi esorbitanti. Il nostro sovrano ne ha migliaia ci raccont lAstronomo. Non esiste al mondo una ricchezza pi grande comment Fiore. Sei proprio sicura? ribatt il vecchio. Girato langolo, entrammo nella piazza del mercato. Le parole dellAstronomo si dimostrarono ancora una volta esatte. Non avevo mai neppure sognato che potesse esistere tanta abbondanza: sembravano le ricchezze di tutta la Terra, della Casa del Sole, dellAldil dellEstremo Sud e del Paradiso Orien-

tale di Tlaloc messe insieme e riversate in un mercato... anche se questo di Tula era letteralmente immenso. Vedemmo un profluvio smisurato di beni: corde di pelle e di fibre dagave intrecciate; enormi cataste di granturco, patate dolci, cipolle, peperoni e cacao; torri di conigli spellati e affumicati, di pecari, tacchini, anatre e cervi; pile di cani, di rane e di pesci cucinati arrosto e pronti per essere serviti. E in pi rotoli di carta di cactus e di corteccia; sciroppo di agave e miele appena raccolto; poi i colori: soprattutto indaco e rosso cocciniglia; coltelli dossidiana, lance di selce, asce di rame, pipe per fumare fatte di bamb, sedie e sacconi per dormire, bracieri, stoviglie, sale, legna da costruzione, carbone, torce impregnate di resina di pino, penne di pappagalli verdi ma anche di aquila e di falco. Medicamenti estratti dalle erbe, impiastri, oli e unguenti; tamburi, corni ricavati da grosse conchiglie, flauti di canna, sonagli fatti con zucche vuote. Stoffe decorate con magnifiche tinture e ricami finissimi; gemme, pietre preziose, conchiglie e perfino oro e argento. Ogni genere di gioiello: collane, orecchini, braccialetti e infine banchi dove ci si poteva fare un tatuaggio o un taglio di capelli. Alcune donne accucciate accanto a un fornello cucinavano fagioli, tamal di mais ripieni di peperoni e tortillas che farcivano con carne e selvaggina arrosto. Alla fine del mercato scorsi perfino una mezza dozzina di gabbie in cui erano rinchiusi gli schiavi, dove i maestri scalpellini e i sacerdoti in cerca di vittime potevano scegliere a proprio gusto tra i nemici fatti prigionieri e i criminali condannati, e destinare lacquisto ai lavori forzati o agli altari del sacrificio. Riconobbi anche Tenoch. Era rinchiuso in una gabbia da solo e aveva il viso, il torace e il perizoma sporchi di sangue per le percosse. Teneva la testa eretta, aveva lespressione indomita. Era lo stesso di sempre, mi lanci uno sguardo assassino e quando i suoi occhi si posarono su Fiore del Deserto il suo viso si deform in una smorfia dira.

Lo venderanno a un ottimo prezzo comment lAstronomo. Ha il cuore fiero e muscoli robusti. I sacerdoti e gli scalpellini se lo contenderanno. Gli dei non gradiranno la sua bile risposi. Vero, in effetti pi adatto per gli scalpellini concord lAstronomo. Eravamo davanti alla sua gabbia e parlavamo di lui come se non fosse l, facendolo infuriare ancora di pi. Perch a Fiore del Deserto e a me sono stati risparmiati i maestri scalpellini e i sacerdoti mentre a Tenoch no? chiesi al vecchio mentre superavamo le gabbie. Perch tu hai uno sguardo acuto per le stelle e una buona memoria per le immagini e per le parole. Io sono anziano... gli occhi e la memoria non sono pi quelli di una volta: mi occorre un giovane assistente che mi aiuti nel mio lavoro. Indic il cielo che gi scuriva. La luna era piena e le stelle punteggiavano la volta celeste. Presto la grande striscia bianca fitta di stelle che tutti chiamavano lAlbero del Mondo avrebbe rischiarato la notte dossidiana. Ho bisogno di te continu, per studiare gli dei delle stelle e interpretare i loro codici, per svelare il segreto della Crepa Scura e capire il nostro destino. E Fiore del Deserto? Se lavessi mandata sullaltare, o condannata ai lavori delle cave, non me lavresti mai perdonato. Per compiere il nostro lavoro ho bisogno del tuo sostegno incondizionato. Lhai salvata per rendermi felice? Ci occorre una ragazza che vada al mercato, rammendi, lavi, macini il granturco e cuocia le frittelle. Tu e io non avremo tempo per queste cose. Sono molti gli dei-stella concordai. Loro sono infiniti e immortali, noi piccoli e passeggeri. Per non so da dove cominciare. Dalle tue sei piccole stelle. Credi che i segreti degli dei siano scritti sulla mia pancia? No, ma il tuo disegno riflette le stelle della Crepa Scura nel-

lAlbero del Mondo: le custodi dellingresso alla Via del Sottomondo. Il mio vecchio sciamano azteco chiamava la striscia luminosa lAlbero del Coccodrillo mentre la Crepa Scura e le mie sei stelle erano la Bocca del Coccodrillo. Allora farai aprire la Bocca al Coccodrillo. Perch? Per poter arrivare alla fine del nostro viaggio. E dove andiamo? In quelle stelle e nella Crepa Scura. Tu e io, giovane Cicatrice, percorreremo la Via del Sottomondo.

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voltato langolo, ci avvicinammo alla Piramide del Sole: ero letteralmente affascinato dallenormit della sua base. Le stelle e la luna erano insolitamente luminose e con le centinaia di torce che rischiaravano il tempio, allineate lungo i gradini fino alla sommit, il complesso era ben illuminato. Malgrado ci, era cos grande che per quanto mi sforzassi non riuscivo a scorgere tutta la base, come se i lati si estendessero allinfinito. E perch non dovrebbero estendersi allinfinito? pensai. Il vertice cos alto che tocca le stelle. Se la prima piramide accanto alla porta di Tula mi era sembrata impressionante, ora mi pareva minuscola in confronto alla seconda: circondata da immense terrazze quadrate che fronteggiavano ciascuno dei quattro lati, aveva pareti spesse come le mura di una fortezza e decorate con teste di serpente; sulla cima tronca del vertice svettavano due templi gemelli. Noi eravamo allestremit di una delle terrazze e il monumento ci si stagliava davanti in tutta la sua interezza. Entrambi i templi erano sormontati da creste di pietra traforata appoggiate su piattaforme a gradoni intonacate in gesso bianco e decorate con bassorilievi di Quetzalcoatl alternati a maschere di giaguaro. Su tutte e quattro le pareti inclinate della piramide cerano

lunghe scale di pietra: una lavevo proprio davanti e vidi che i sacerdoti assetati di sangue avevano gi iniziato lascesa, seguiti da una fila di prigionieri atterriti. Quando fui finalmente in grado di staccare gli occhi dal gigantesco monumento, mi accorsi che la folla si stava assiepando. Le lugubri incitazioni ricominciarono: Sangue agli dei! Sangue agli dei!. Fiore del Deserto, sopraffatta dalla pena, riprese a singhiozzare e di nuovo cercai di rincuorarla cingendola con il braccio. Il sangue di quegli sconosciuti impietosiva anche me, ma in quel momento le mie preoccupazioni erano di ordine pratico. Bastava una mossa sbagliata e i potenti di Tula avrebbero potuto rovinare la vita a me e a Fiore in un batter di ciglia. Finora eravamo scampati alle gabbie grazie al sostegno dellAstronomo e di Scudo Fumante ma avevo limpressione che la nostra salvezza fosse solo temporanea. La fortuna pu girare in una notte, ed sufficiente un capriccio. Lavevo imparato a mie spese quando era morto il mio sciamano spirito-guida, e adesso io e lei vivevamo solo perch a morire erano stati altri, niente di pi. Un gesto avventato o un semplice ripensamento, e potevamo ritrovarci in fila su quei gradini, diretti allaltare convesso e alle lame scure e lucide di sangue, brandite dai sacerdoti. Non ero affatto ottimista riguardo al nostro destino. Questo labbiamo gi visto disse lAstronomo. Ci sar un banchetto al palazzo e io sono affamato. Andiamo. Andiamo davvero al palazzo reale? si stup Fiore del Deserto. Perch no? Stanno festeggiando il nostro ritorno a casa.

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er raggiungere il palazzo dovevamo attraversare il quartiere dei religiosi, dove vivevano i sacerdoti e migliaia di loro assistenti. Ovunque erano stati montati tendoni e padiglioni: cera quello per lespiazione, dove i giusti singinocchiavano e per penitenza si facevano frustare le braccia e le gambe dai sacerdoti o dai loro accoliti, offrendo il sangue che sgorgava dalle ferite agli dei; quello per la preghiera, dove i religiosi insegnavano canti votivi che si presupponeva fossero propiziatori per il sole e la pioggia; quello dei maghi e degli indovini, dove i sacerdoti sostenevano di donare ricchezza e felicit ai clienti leggendo il futuro scritto nelle stelle e formulando divini incantesimi; quello dei sacrifici, dove i religiosi si laceravano la carne con le spine e imploravano gli dei di accettare quel tributo di sangue umano e di cuori palpitanti. Si poteva anche chiedere di essere immolati sui templi delle piramidi, ma non ho mai visto qualcuno candidarsi: solo sacerdoti sporchi di sangue e indeboliti dal digiuno che si graffiavano le carni flaccide. In uno dei padiglioni dedicati ai sacrifici, i teschi delle vittime erano stati impilati in una catasta davanti alla quale i sacerdoti vecchi esili ed emaciati, con lunghi mantelli neri e capelli arruffati e striati di sangue singinocchiavano e gemevano.

Ne vidi uno che afferr una spaventosa testa mozzata e la sollev sopra il capo, quindi labbass a livello delladdome mentre la nenia lugubre della preghiera cresceva e diminuiva in intensit accompagnandone i movimenti. Anche i vecchi, senza smettere di cantare, si conficcavano le spine di agave nelle braccia e nelle gambe, colando sangue e supplicando gli dei di concedere allumanit pioggia, sole, un altro giorno di vita... Due sacerdoti si avvicinarono a un grosso vaso colmo di cuori e lo alzarono al cielo. Intonando inni funerei, per me incomprensibili quanto il buio tra le stelle, si gettarono di schianto in ginocchio e si strapparono la pelle con le spine finch un denso rivolo di sangue ricopr il pavimento in terra battuta. La gente si accalcava allingresso dei padiglioni per consegnare ai sacerdoti ricche offerte, in cambio essi promettevano di placare gli dei e proteggere gli offerenti dallira divina. Quando Fiore del Deserto rabbrivid davanti alla vista del sangue, le strinsi il braccio. I religiosi erano dappertutto, entravano e uscivano da ogni tendone che superavamo. Per un certo tempo procedemmo in silenzio. I sacerdoti sono moltissimi comment infine Fiore del Deserto. Questo il loro quartiere spieg lAstronomo. Qui sono tutti sacerdoti, accoliti oppure inservienti. Perch cos tanti? domandai. Governano il nostro mondo quanto il nostro imperatore, o suo padre prima di lui. E perch il sovrano lo consente? Sono anni di siccit mi rispose il vecchio. Senza i sacerdoti e i sacrifici umani, senza le teste che rotolano dalla cima dalle piramidi, senza i fiumi di sangue che si riversano gi dai templi, la gente teme che il sole non sorga pi e che la pioggia cessi di cadere, che la notte non finisca e che linferno di Mictlantecuhtli simponga su questa dura terra. Voi cosa pensate?

Ci che pensiamo Fiore del Deserto o io non conta. Noi due siamo schiavi. Continuammo la passeggiata, superando file di sacerdoti che entravano e uscivano da infinite case a pi piani, dai bagni pubblici, dagli uffici e dalle scuole. Oltrepassammo anche una decina di grossi edifici, molto pi grandi degli altri palazzi visti fino ad allora. Chiesi allAstronomo cosa fossero. I magazzini mi rispose, per il mais, i fagioli, le zucche, i peperoni. Due sono arsenali, con lance, giavellotti, archi e frecce, balestre, coltelli. I sacerdoti controllano molti depositi come questi in tutta Tula. Un altro edificio mastodontico apparve poco oltre. Questo il palazzo pi grande che abbia mai visto esclam Fiore del Deserto. grande come i quattro magazzini pi grandi che abbiamo appena superato. Cos? domandai. Il Palazzo del Tesoro disse lAstronomo. E cosa c dentro? Oro e pietre preziose? chiesi visibilmente incredulo. S mi rispose il vecchio. Ma anche grandi quantit di mais, fagioli, peperoni, pezze di stoffa, matasse di corde di fibra dagave, sandali di pelle e di fibre, coltelli dossidiana, aghi per cucire, carne e pesce secchi, pelli di animali, piume preziose, tessuti: in generale, merce che limperatore riceve dai sudditi sotto forma di tasse. I sacerdoti controllano tutto, mi pare commentai. S, controllano la maggior parte degli alimenti, dei beni e delle armi di Tula, ma soprattutto la fedelt dei sudditi mormor lAstronomo con un velo di tristezza. Controllano perfino il nostro sangue. Sono come un mondo a parte, allinterno del mondo? chiesi, mentre il ricordo del sangue e della loro spietatezza mi faceva rabbrividire. Un potere allinterno del potere? Da molti punti di vista sospir il vecchio, loro sono il potere. Davvero? intervenne Fiore del Deserto.

Anche tu hai paura dei mantelli neri? chiesi. Sarei pazzo a non averne. E lo stesso vale per voi. Hanno troppo potere conclusi. Non te lo dimenticare mai, giovane amico mi ammon lAstronomo. E sta attento a non irritarli.

PARTE SESTA

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lzandosi in piedi, il Presidente Edward Raab guard le tre persone sedute davanti a lui. Brad, dal momento che non eri presente alla nostra prima riunione, sar opportuno spiegarti come ho conosciuto la dottoressa Cardiff e il generale Hagberg. Forse sai che ho prestato servizio nellesercito sotto il comando del generale Hagberg in Nicaragua e nelloperazione Desert Storm prima di risolvermi saggiamente ad abbandonare la carriera militare per una vita meno faticosa, almeno cos credevo. Non sapevo che sarei caduto dalla padella nella brace. Con il programma di reinserimento dei veterani, mi sono iscritto a Berkeley e ho seguito il seminario sulle catastrofi globali della dottoressa Cardiff, impegno assai pi duro della preparazione per le Forze Speciali a Fort Bragg! Non per niente gli studenti la paragonano agli addestratori pi sadici che si vedono nei film del genere Full Metal Jacket e Ufficiale e gentiluomo. Lei non valutava i compiti: ti spezzava le reni. Il suo nomignolo pi affettuoso era Dottoressa Torquemada. Da allora siamo sempre rimasti in contatto, e quando mi ha comunicato, quattro settimane fa, alcune delle sue ultime scoperte scientifiche, ho convocato questo gruppo. Naturalmente ripongo in lei una fiducia cieca. La stessa che nutro per te e per il generale Hagberg. Ritengo, ovviamente, che ognuno di voi

mi dar i consigli pi oculati, ma la necessit di mantenere una totale segretezza mi ha costretto a essere ridotto nei numeri. So per esperienza diretta che vi atterrete tutti alla massima discrezione e onorerete limpegno, perci conto su di voi per stabilire come procedere in questa drammatica congiuntura. Dottoressa Cardiff, a te la parola. La dottoressa Cardiff si alz. Grazie, signor Presidente. Nel nostro ultimo incontro ho accennato ad alcuni elementi della crisi, anche se principalmente abbiamo discusso la questione della segretezza, questione che, voglio precisare, ritengo di importanza fondamentale. La minima fuga di notizie farebbe crollare le Borse, ma leconomia mondiale gi abbastanza in affanno, un comportamento poco avveduto da parte nostra potrebbe peggiorare ulteriormente linstabilit dei mercati. Basterebbe che circolasse anche solo un sospetto per mandare a gambe allaria la finanza globale, oltre a destabilizzare le regioni pi a rischio del pianeta. La confusione generata metterebbe a dura prova la nostra capacit di affrontare i diversi problemi in modo coordinato. Inoltre, esiste un secondo motivo che ci vincola alla discrezione. Come vedremo, le possibilit di affrontare limminente mega-disastro su pi fronti sono probabilmente destinate al fallimento. Leconomia mondiale in rovina e i Paesi pi a rischio stanno esaurendo le scorte di alimenti, acqua, energia, riserve economiche. Gli Stati prossimi al collasso e i loro rapaci vicini non si sono mai dimostrati abili nellaiutarsi a risolvere neppure la pi piccola delle crisi geopolitiche, e tantomeno, dunque, saranno in grado di far fronte a problemi di questa magnitudo. Far trapelare qualunque notizia, dunque, non solo sovvertir la possibilit degli Stati Uniti di arginare il disastro e gestirne le conseguenze, ma ci impedir perfino di agire se necessario anche unilateralmente nel nostro stesso interesse. Sar il totale sabotaggio dei nostri tentativi di sopravvivenza. Ho buttato gi alcuni appunti. Leggeteli e poi restituitemeli per limmediata distruzione. Monica Cardiff distribu i fascicoli.

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issioni militari sul campo nel corso di quattro operazioni belliche avevano riempito il corpo di Bradford Chase di schegge e di proiettili tanto da far scattare alcuni dicevano mandare in corto i metal detector. Eppure la relazione della dottoressa Cardiff riusc a spaventarlo. In confronto a quelle note, le sue battaglie per reprimere le insurrezioni sembravano un film con Shirley Temple.

Prima di elencare le mie recenti scoperte recitava linizio della relazione, necessario soffermarci su alcune crisi attualmente in corso e considerare le loro ripercussioni sul problema che dovremo affrontare. Una delle conseguenze pi letali e tuttavia meno citate del riscaldamento globale stato laumento della siccit, per cui la met delle regioni semiaride, ma coltivabili, si sono trasformate in deserti improduttivi. Il processo di desertificazione ha provocato gravi conseguenze nelle riserve alimentari e idriche, distruggendo circa la met dei terreni agricoli e dei pascoli per unarea che complessivamente misura quanto la Cina, e lasciando senzacqua due miliardi di persone. La popolazione dellIndia, che ammonta a 1,3 miliardi, oggi ufficialmente senza riserve

dacqua potabile e i fiumi principali sono in pratica fogne a cielo aperto. La mancanza dacqua gi adesso allorigine di aspri conflitti nel subcontinente indiano, nellAsia meridionale, nel Medio Oriente e in Africa. Dei cinquantuno Paesi dellAfrica, solo dodici sono in grado di alimentare la propria popolazione senza ricorrere agli aiuti internazionali. Un altro sottoprodotto dei cambiamenti climatici il dramma degli incendi spontanei aggrava ulteriormente siccit e desertificazione. Laridit del terreno un carburante che aumenta vertiginosamente il fenomeno degli incendi spontanei soprattutto nella regione dellAmazzonia. Ogni anno perdiamo pi foresta pluviale a causa degli incendi che a causa del disboscamento per lo sfruttamento del legname e la quantit di CO2 immessa nellatmosfera maggiore di quella degli scarichi industriali, perci il fenomeno sta aumentando in modo esponenziale leffetto serra. I fuochi sono in costante aumento per dimensione e frequenza, contribuendo allerosione e alla distruzione del pianeta. Il primo dei mega-roghi, continu a spiegare la dottoressa, era stato linferno di Yellowstone del 1988. Da allora il numero degli incendi era cresciuto in modo vertiginoso e la devastazione generata aveva prodotto una reazione a catena: i fuochi avevano pompato uninverosimile quantit di gas serra che aveva accelerato la siccit, aumentato la desertificazione e ridotto le capacit delle foreste pluviali di trasformare la CO2 e gli altri gas. Questi inferni naturali avevano ormai raggiunto dimensioni dieci volte maggiori di quelli che si era abituati a vedere in passato. Dieci anni prima un rogo su 40.000 ettari sarebbe stato ritenuto gigantesco. Stando alle cifre presentate dalla dottoressa, gli incendi spontanei nei soli Stati Uniti oggi facevano fuori unestensione cinque volte superiore. Bradford ne aveva visti alcuni in tiv e una volta aveva pen-

sato che le immagini notturne riprese dallalto di uno di quei mega-roghi ricordassero il bombardamento di Tokyo durante la Seconda guerra mondiale. Il fuoco stava consumando le foreste dellAmazzonia. In anni recenti le foto satellitari avevano rivelato oltre 350.000 incendi nelle foreste pluviali, mentre in passato la regione era sempre stata inattaccabile dal fuoco. La siccit e il fuoco, precis la Cardiff, avevano prosciugato molti degli affluenti del Rio delle Amazzoni; ma il fiume costituisce un insostituibile sistema di trasporto allinterno della foresta, dunque la scomparsa dei corsi dacqua aveva comportato lisolamento per centinaia di villaggi sparsi lungo gli argini, costringendo lesercito brasiliano a paracadutare migliaia di tonnellate di generi alimentari e di medicinali sulla regione. Cristo, pens Bradford, neppure lAntartide immune dalla distruzione. Quando i fuochi pompano azoto e metano nella stratosfera, le correnti trasportano questi gas altamente reattivi sopra il Polo Sud, dove provocano enormi buchi nello scudo di ozono, la preziosa barriera che per quasi un miliardo di anni ha protetto la vita su questo pianeta dalle radiazioni ultraviolette. Sulla Terra scriveva la dottoressa, la distruzione delle foreste pluviali ha comportato la riduzione della trasformazione di CO2 e degli altri gas serra, pregiudicando la purezza dellaria e riducendo la formazione di banchi di nubi al di sopra delle stesse foreste, con la conseguenza di unulteriore diminuzione della pioggia. Il concatenamento dei problemi la diminuzione delle aree coltivabili, la proliferazione degli incendi, la mancanza di risorse idriche e alimentari combinata con la riduzione delle riserve energetiche sta destabilizzando i Paesi pi a rischio: tra le situazioni pi eclatanti figurano lIndia, il Pakistan, la Cina, lAfrica e gli Stati petroliferi del Medio Oriente. Con la riduzione delle fonti di sostentamento, lesacerbazione della povert e la comparsa di atti

di terrorismo, la crisi fa crescere il rischio di sollevazioni estremiste. Sotto la pressione del terrorismo e dellemergenza finanziaria, la mancanza di risorse potrebbe facilmente far cadere la potenza nucleare pakistana nelle mani di terroristi nucleari finanziati dal mercato della droga. Sottoline che le ragioni principali del declino e della caduta di ogni civilt come si poteva comprovare leggendo i testi di Arnold Toynbee, Oswald Spengler ed Edward Gibbon erano la sperequazione economica, lo sfruttamento del popolo e la reazione violenta delle classi pi povere e disagiate. Concluse ribadendo la necessit di mantenere il massimo riserbo su quanto avevano appena letto e ripetendo alcune considerazioni iniziali. Le situazioni appena descritte precludono la possibilit di trovare una soluzione multilaterale alla mega-catastrofe che stiamo per esaminare. Conflitto anzich cooperazione lattuale condizione del mondo. Per la nuova crisi, gli Stati Uniti non devono puntare alla protezione del pianeta, ma solo a cercare di salvaguardare i propri interessi. Se c una probabilit di prevenire il disastro o di organizzarci per affrontarne le conseguenze, dobbiamo agire rapidamente e con decisione nella massima segretezza. Limminente catastrofe inasprir i conflitti in corso. Ci troviamo davanti un incubo totale e definitivo: le risoluzioni dellONU, il consenso multilaterale e lopinione mondiale non ci porteranno alcun vantaggio. Dobbiamo fare ci che serve, e ci che si pu... senza rimorsi. Dunque ci siamo, pens Bradford, lincubo di Hobbes arrivato: la guerra di tutti contro tutti... accompagnata dai peggiori orrori dellinferno. Voltando pagina, si ritrov a contemplare linferno: il primo dei mega-disastri recentemente scoperti dalla dottoressa Cardiff.

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eggendo la descrizione della prima delle imminenti supercatastrofi annunciate da Monica Cardiff, Bradford ebbe un capogiro. Aveva sempre saputo che cera qualcosa di strano sotto la superficie di Yellowstone. Si ricordava di quando ci era stato da bambino, della meraviglia dei soffioni di vapore, dei tremori del terreno che ti scuotevano fino alle ossa, degli enormi geyser, le pozze di fango caldo, i camini gorgoglianti e le fumarole bollenti. Il suo ricordo del parco, comunque, era surreale, come se la Natura avesse allestito una scenografia geologica in stile Disney per spaventare i bambini. Grazie alla Cardiff ora capiva di essersi sbagliato. Non sapeva che Yellowstone era una caldera vulcanica di oltre 3500 chilometri quadrati, formata da un supervulcano sprofondato oltre 640.000 anni fa. Con la lava in costante ebollizione, la pressione interna alla camera magmatica era cresciuta in modo inarrestabile finch cera stata unesplosione spaventosa che aveva fatto scoppiare la montagna con la potenza e la velocit dello schianto di un asteroide e di centomila bombe termonucleari. Le montagne circostanti vennero sciolte e divorate da un cratere largo 70 chilometri. Questa vasta depressione stata in seguito definita la caldera di Yellowstone dagli scienziati e il Parco di Yellowstone dai turisti.

Bradford non aveva saputo, da giovane visitatore del parco, che il supervulcano di Yellowstone aveva eruttato nellatmosfera la bellezza di mille chilometri cubi di inferno di fuoco, e i detriti, depositandosi al suolo, avevano seppellito il Nord America sotto due metri di ceneri fumanti. E neppure che la detonazione avesse praticamente sterminato la maggior parte degli esseri viventi in tutto il mondo, facendo sprofondare il pianeta in un cupo inverno vulcanico... *** Cerano molte altre cose che Bradford si accorse di ignorare leggendo lagghiacciante relazione della dottoressa Cardiff. Non sapeva della caldera della Garita, nelle San Juan Mountains del Colorado, formatasi 27,8 milioni di anni fa quando un altro supervulcano lanci in cielo i 5000 chilometri cubi di materiale che oggi costituiscono il Fish Canyon Tuff... n della supereruzione vulcanica del lago Toba, in Indonesia, che 75.000 anni prima aveva sommerso il mondo con una nube di ceneri di 2800 chilometri cubi, sufficiente a lasciare il pianeta al buio per secoli. Era stata la pi grande esplosione vulcanica degli ultimi 1,8 milioni di anni: ne era scaturita unera glaciale della durata di mille anni. Questa stermin quasi tutta lumanit lasciando solo poche migliaia di superstiti, i quali dovettero affrontare unesistenza grama in un mondo ridotto a un inferno di cenere e fumi, in un lugubre paesaggio lunare, fangoso, perennemente buio. Bradford non aveva mai sentito parlare neppure del disastro greco di Thira, leruzione del vulcano di Santorini 3500 anni fa: enormi tsunami inghiottirono la Grecia e i suoi arcipelaghi distruggendo la leggendaria civilt minoica. Alcuni ritengono che proprio a questa si sia ispirato Platone per raccontare il mito della civilt perduta di Atlantide. E tantomeno aveva sentito parlare delleruzione indonesiana del Tambora, che nellaprile del 1815 rivers nellaria una quantit di ceneri pari a sette volte quella del Krakatoa 150 chilometri cubi la massa pi vasta di detriti mai registrata. La tem-

peratura del pianeta si abbass e il 1815 venne definito negli annali lanno senza estate. Su una scala infinitamente ridotta, leruzione del Krakatoa alla fine del diciannovesimo secolo distrusse unisola vulcanica, scaten onde di 30 metri e lanci a 80 chilometri daltezza nella stratosfera 20 chilometri cubi di ceneri incandescenti. Fu il boato pi forte mai sentito dallHomo sapiens. La nube di polveri oscur quasi il 90 per cento della luce solare per un anno, facendo precipitare la temperatura in tutto il mondo. Ma in confronto a Yellowstone era stato il ruttino di un beb. Con unesplosione pari alla forza di 500 Hiroshima, leruzione del Mount St. Helens nello Stato di Washington nel 1980 lanci in aria 1,2 chilometri cubi di detriti, e provoc solo la distruzione di mezza montagna anzich far fuori il Pacifico nordoccidentale. In confronto a Yellowstone era una cartuccia che aveva fatto cilecca, lo scoppio di una lampadina bruciata... *** Per quanto fossero state enormi le altre eruzioni, lesplosione del supervulcano di Yellowstone le annichiliva: le sue conseguenze furono maggiori di quelle di tutte le altre superdetonazioni messe insieme... una devastazione che secondo la dottoressa Cardiff stava per ripetersi, tale e quale. Essendo una scienziata, ovviamente sosteneva la propria tesi con una valanga di dati. Nel corso dellultimo anno oltre duemila terremoti avevano scosso la caldera, con una media di pi di cinque al giorno, informava la dottoressa. Molti erano di piccola entit, ma la frequenza, la forza e la magnitudo erano in aumento. Sul lago Hebgen si era registrata una scossa pari a 8.1 della scala Richter, che aveva provocato una spaccatura nel terreno e di conseguenza una frana che aveva travolto quasi 100 turisti. Scosse di simile portata si erano avute anche sul Borah Peak nel Norris Geyser Basin, dove erano morte oltre 40 persone. Nei primi due mesi dellanno precedente uno sciame

di scosse telluriche aveva colpito la caldera, provocando circa 3000 terremoti: quasi 6 al giorno. La Cardiff cit un geologo del ministero che aveva analizzato un rigonfiamento di origine vulcanica al di sotto del lago di Yellowstone lungo 800 metri e alto 30. La temperatura del lago si era innalzata di 20 gradi e i pesci morti galleggiavano in superficie e si decomponevano sulle rive. Infine, concluse con una similitudine tra il destino dellumanit e quello dei poveri pesci, soprattutto perch le supereruzioni vulcaniche immettevano nellatmosfera quantit enormi di anidride solforosa. Da decenni i geochimici documentavano gli effetti disastrosi dellanidride solforosa sullo strato di ozono: la sua azione erosiva sullo scudo di ozono gi assottigliato pu infliggere agli uomini danni genetici irreversibili e provocare un aumento esponenziale dei casi di cancro, una vera e propria pandemia. Una semplice scottatura per lesposizione al sole potrebbe trasformarsi in una ferita letale. In una zona vicino al geyser Old Faithful li inform la Cardiff la pressione era gi 700 volte superiore alla media mondiale, mentre al di sotto della caldera era salita di 30 o 40 volte; quindi la camera magmatica si stava gi abbondantemente sciogliendo. I test condotti allinterno della stessa camera dimostravano che la temperatura era 50 volte superiore alla media mondiale: tale intensit termica senza dubbio avrebbe accelerato il processo di fusione. Spinta da una massa di magma in continuo aumento che gi superava di 10 volte la quantit scaricata subiva una pressione che inevitabilmente preparava linnesco. Lequilibrio sembrava reggersi su un filo: la camera magmatica era piena allinverosimile e sarebbe esplosa da un momento allaltro. La dottoressa descrisse anche il fondo della caldera: si alzava e si abbassava, era gonfio e mugghiante, come le montagne che un tempo lavevano generata. Laltezza della caldera cresceva di 30 centimetri lanno. La temperatura del Norris Geyser Basin era salita di 120 gra-

di da 80 a 200 uccidendo gli alberi e le altre piante, obbligando gli animali a migrare e trasformando il paesaggio circostante in una landa apocalittica. Dalloggi al domani sgorgavano innumerevoli nuovi soffioni e scaturivano nuove sorgenti di acqua caldissima. Ma la temperatura dei getti era cos elevata che nei sentieri vicini i turisti si scottavano i piedi anche se calzavano gli stivali, i ranger erano stati costretti a chiudere numerosi percorsi. Il rigonfiamento del Norris Basin lungo 45 chilometri e largo 10 negli ultimi 12 anni era cresciuto di oltre 15 centimetri e si stava ancora innalzando. La bolla vulcanica al di sotto del bacino di Yellowstone si era gonfiata di 30 metri in meno di un giorno. Una palla spaventosa pronta a scoppiare... come un geologico Big Bang. Chi altro ha visto questa relazione? chiese Bradford interrompendo il lungo silenzio. stata realizzata con il contributo di tredici gruppi scientifici rispose la dottoressa. Ma io sono stata lunica a leggere ed elaborare le varie relazioni conclusive. I responsabili di ogni gruppo stanno ancora aspettando il documento finale. Saranno impazienti osserv Bradford. Ho ricevuto alcune e-mail da cui trapelava un certo nervosismo ammise lei. E come risponder? si inform il generale Hagberg. Dir che i loro risultati sono aberranti. Ma cosa possiamo fare per la camera magmatica di Yellowstone? domand Bradford. Stando a questi dati, la situazione estremamente critica. Ne ho discusso con sismologi e geologi rispose la dottoressa Cardiff. Naturalmente si tratta di ipotesi; finora nessuno ha mai tentato di bloccare un supervulcano o alleggerirne la pressione, perci non abbiamo molti dati sullargomento. Un geologo, specializzato in giacimenti petroliferi, caldeggia una perforazione inclinata a distanza, forse in grado di far diminuire la pressione. Un altro teme invece che loperazione sia molto rischiosa.

Quindi raccolse i fascicoli e li pass nel distruttore di documenti che si trovava nella sala conferenze. Discuteremo di come prevenire la crisi e gestire le conseguenze nel nostro prossimo incontro annunci il Presidente, dopo che avremo avuto modo di chiarirci le idee reciprocamente, discutendone in altra sede e soprattutto insieme alla dottoressa Cardiff. Adesso continua, prego. La seconda parte della mia presentazione talmente grave che non ho osato metterla per scritto dichiar lei. Vi dir a voce cosa ho scoperto. Bradford interpret la sua riluttanza a stendere una relazione come un pessimo segno.

PARTE SETTIMA

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Unico Mondo, A.D. 1001

i avvicinammo a due lunghi muri paralleli, alti come mezzo uomo, sulle cui sommit ardevano file di torce. Tra luna e laltra la gente si sporgeva a guardare e gridava incitando dei giovani che correvano su e gi lungo un campo. Cosa succede tra quei muri? domand Fiore del Deserto. Oh! Non avevo mai incontrato qualcuno che non conoscesse il tlachtli n il campo dove si gioca! esclam incredulo lAstronomo. Entrambi lo guardammo, in silenzio. il gioco della vita e della morte... si dice che riveli il futuro, risolva gli enigmi delluniverso e incarni il senso della vita! E perch allora non dipende dai sacerdoti? Dipende anche da loro, ma il gioco cos diffuso e universale che i sacerdoti non riescono a controllare ogni partita. Non sembra troppo diverso dalloctli commentai. S, effettivamente ci sono alcune somiglianze: ossessionati dal gioco, alcuni uomini abbandonano il lavoro e la famiglia, e finiscono per sprecare le giornate a scommettere sui risultati delle partite e a ubriacarsi. Anche sacerdoti, principi, uomini

di sapere convinti che il tlachtli custodisca i segreti della forza e della guerra, i disegni misteriosi degli dei e del destino talvolta perdono la testa contagiati dalla frenesia. Com possibile? Vedono nel campo il cielo e nella palla riconoscono il luccichio del Sole, della Luna, delle stelle sacre. Lass in cielo anche gli dei giocano a tlachtli e gli astri sono la loro palla. Nel gioco degli dei si pu leggere il nostro destino. Tu sarai immune da questa pazzia, spero. Uomini pi forti di te e di me hanno perso lanima per il tlachtli. LAstronomo ci condusse a uno dei muri e anche noi ci sporgemmo per guardare. Era in corso una partita. I giocatori correvano sul campo passandosi una palla grande quanto la testa di una persona e la colpivano con le ginocchia e i fianchi. Uomini facoltosi molti di loro funzionari o dignitari erano appoggiati al muro e li incitavano. Solo persone di rango sono ammesse a giocare. Questi in campo sono nobili. Osservate! Ora vedevo meglio sia il campo sia i partecipanti. Larea di gioco era lunga alcune centinaia di passi e si allargava alle estremit. I giocatori indossavano solo un perizoma e avevano spesse fasce di pelle a protezione delle ginocchia e dei fianchi, oltre a grossi guantoni. Alcuni portavano perfino una maschera. Non riuscivo a capire il senso del tlachtli, ma lAstronomo fece del suo meglio per spiegarcelo. Si comincia stando tutti a met campo e ogni squadra deve impedire a quella avversaria di invadere la propria parte del campo con la palla di gomma. La palla si pu colpire solo con le ginocchia e i fianchi. Palla di gomma? chiese Fiore del Deserto. LAstronomo ci guard stupito. La gomma un liquido vischioso e marrone che si estrae dagli alberi delle regioni calde: si pu modellare a forma di palla, come quella con cui stanno giocando. dura e pu anche fare male se ti colpisce. Pu perfino uccidere. Non raro che muoia qualche giocatore.

Come si capisce quando si vince? chiese ancora Fiore del Deserto. Vedi quei due anelli sui due lati a met campo? disse lAstronomo. Gli anelli erano montati su due pali issati nel campo; erano appena pi grandi della palla e alti come due uomini. Se un giocatore fa passare la palla nellanello, la sua squadra vince allistante. difficile riuscirci, succede di rado. Altrimenti bisogna portare la palla oltre quelle traverse alla fine del campo. Due traverse erano inchiodate a dei pali alle due estremit del campo. Sembra difficile osserv Fiore del Deserto. Dovresti vedere quando usano i teschi rincar il vecchio. Uno dei giocatori della squadra che ha perso ci rimette la testa, il cranio viene svuotato del cervello e quindi rivestito di gomma. E usano il teschio? chiese Fiore del Deserto inorridita. Solo i giocatori pi importanti e solo nelle partite pi prestigiose. Ma la gente crede davvero che il tlachtli sia... divino? domandai ancora scettico. Alcuni imperatori si sono giocati citt intere, hanno rischiato guerre e scommesso il loro impero fidandosi delle interpretazioni religiose di alcune azioni di gioco e dei risultati delle partite. Sono in molti a ritenere che il tlachtli possieda virt divinatorie. E a volte usano i teschi... mormorai guardandolo con unespressione di totale incredulit. Non per nulla viene chiamato il gioco della vita e della morte. Il nostro imperatore gioca a tlachtli? chiese Fiore del Deserto. uno dei migliori rispose lAstronomo con un sorriso.

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ltre il campo di gioco si stagliava un palazzo immenso, che in confronto riduceva alle dimensioni di un nano qualunque edificio visto fino a quel momento, a eccezione naturalmente delle piramidi dei templi. Bracieri e torce imbevute di resina di pino illuminavano lingresso vasto quanto il campo di tlachtli. Il palazzo era lungo almeno come due campi. Che cos? chiesi allAstronomo. Unaltra citt? il palazzo imperiale mi rispose lui, quello in cui il nostro sovrano ha riunito la propria corte. Devessere una corte molto numerosa commentai. Sacerdoti, funzionari, magistrati, generali, guerrieri, musicisti, concubine, parenti, servi, lavandai, cuochi... s, la corte numerosa. Ho paura mormor Fiore del Deserto. Di chi? Di Scudo Fumante? Noi siamo suoi amici? domand la ragazza titubante. Non ti pare che non saresti qui, se non lo foste? Scudo Fumante non ci consegner ai sacerdoti per i sacrifici sui templi? LAstronomo le accarezz i capelli. questo che temi? Non potresti sbagliarti di pi. Sta tranquilla... Questa una fe-

sta, ti divertirai. Coraggio, rilassati, abbiamo fatto un viaggio faticoso. Camminammo sul viale lastricato che conduceva al grande portone drappeggiato da tende rosse magnificamente ricamate; le scostammo e ci accingemmo a entrare nella citt dentro la citt.

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Astronomo ci fece strada tra centinaia di stanze e corridoi comunicanti. Attraversammo le sale del consiglio dei giudici civili e militari, i tribunali veri e propri, le stanze dei comandanti. Gli arredi erano rigidamente funzionali: basse sedie di legno e tavolacci. Dei sacconi per dormire arrotolati fungevano anche da sedie, ma non cera nessuno che si fosse fermato a lavorare fino a tardi. Le torce di pino appese alle pareti erano spente. Le stanze del tesoro occupavano la maggior parte del piano terra. Molti cittadini pagavano i tributi con generi alimentari o prodotti artigianali e noi superammo numerosi magazzini di dimensioni spropositate. Casse e ceste con il ricavato delle tasse erano impilate in torri alte fino al soffitto, contenenti mais, fagioli, peperoni piccanti, carni secche o affumicate, corde in fibra dagave, sandali, coltelli, carta di corteccia, penne variopinte, pietre preziose, balle di stoffa, indumenti eleganti. Superammo i laboratori dove gli artigiani dellimperatore tagliavano lossidiana, scolpivano la giada, creavano mosaici con le piume colorate e fondevano loro, largento. I banconi erano zeppi di manufatti in fase di lavorazione, magnifici anche se appena abbozzati. Avvicinandoci al cortile interno, incrociammo gruppi di

cantanti, di musici e danzatori. Erano l per allietare la corte e se qualcuno del seguito dellimperatore li mandava a chiamare, dovevano farsi trovare pronti. Questa sera cera una festa; in enormi stanzoni adibiti alle prove facevano gli ultimi preparativi, esercitandosi con tamburi, sonagli di zucca, corni di conchiglia, campanelli e flauti di canna, mentre un gruppetto di bellissime fanciulle con indosso vesti pi che licenziose eseguivano movimenti voluttuosi e sensuali. LAstronomo prosegu e ci condusse al primo piano. Gli appartamenti dellimperatore oltre a quelli dei suoi fedelissimi, militari, assistenti e concubine lo occupavano per intero e contenevano pi ricchezze di quante io e Fiore del Deserto ne avessimo mai viste in tutta la vita... una stanza dopo laltra zeppe di tesori infiniti. Assicurati alle pareti o appoggiati su stretti piedistalli cerano mosaici di turchesi con intarsi di lignite, pirite, conchiglie, perle, rame, argento e oro. I pi elaborati erano quelli che rivestivano maschere o scudi decorativi, ornati da penne di falchi, aquile e pappagalli. Le maschere e gli scudi pi raffinati erano realizzati in rame lucidato con dettagli scintillanti di gemme, perle, conchiglie, ossidiana, argento e oro, al pari degli elmi, degli scettri e delle corone che talvolta completavano le composizioni. Su altre pareti, o altri piedistalli, stavano specchi fatti di pirite e di ossidiana. Su alcuni sostegni pi bassi erano appoggiati teschi rivestiti in pelle e abbelliti con mosaici di lignite e di turchesi. Spesso le cavit degli occhi erano piene di frammenti luccicanti di pirite e in una stanza, mentre osservavo un teschio pi decorato degli altri, mi si avvicin Scudo Fumante. Aveva addosso solo un semplice perizoma di stoffa nera, un mantello ugualmente nero e calzava sandali di pelle. I capelli erano sciolti e senza ornamenti: niente penne, gioielli, orecchini, n pendenti. Non aveva neppure un tatuaggio. Hai buongusto, Cicatrice! esclam battendomi una mano sulle spalle. Quel teschio apparteneva a un mio buon amico, e guerriero come me. Era il capitano della squadra di tlachtli,

giocava meglio di chiunque altro ed era anche molto coraggioso. Pensavo di farlo riempire e rivestire di gomma e poi restituirlo al gioco che amava, ma non sono riuscito a separarmene. Venite, siete nostri ospiti, andiamo a prendere qualcosa da mangiare. Ci fece strada attraverso unaltra successione di corridoi fino a uno strepitoso cortile, illuminato non solo dalla luna e dalle stelle ma anche da unimpressionante quantit di torce e bracieri. Grande come una dozzina di campi da tlachtli e costruito intorno a un piccolo specchio dacqua, sembrava un paradiso della natura: piante rigogliose con fiori dai colori pi accesi, magnifici pergolati e uccelli dal canto celestiale. I serragli pullulavano di puma, giaguari, anaconda, serpenti a sonagli, iguane e alligatori. Le fontane e le cascatelle ospitavano oche, cigni, anatre e aironi. Nel lago sguazzavano pesci, tartarughe e alligatori mentre nei boschetti si nascondevano conigli e cervi addomesticati. Falchi, falconi e aquile con le zampe legate stavano appollaiati sui ceppi o sui rami degli alberi. Innocui perch imprigionati ma con lo sguardo fiero. Un impenetrabile labirinto di cespugli alti il doppio di un uomo, con stretti passaggi tra lintrico dei rami, si ergeva alla mia destra. Quando mi avvicinai incuriosito per guardare, lAstronomo mi afferr per un braccio. Non entrare, giovane Cicatrice. Dovrei venirti a cercare, trovarti e riportarti fuori. Non sei pratico degli intrighi del palazzo, in nessun senso... In primo piano davanti a noi, alcuni tavoli ospitavano una profusione di manicaretti: dolci di mais su un letto di miele; tamal ripieni di carne, fagioli, peperoni piccanti, cipolle selvatiche e pomodori; cacao proveniente dalle regioni calde, aromatizzato alla vaniglia, fatto raffreddare nelle brocche e addolcito con sciroppo di mango; piatti colmi di carni alla griglia: cervo, tacchino, cinghiale, anatra e coniglio; torri di pesci affumicati; rane in salsa piccante; pesci e gamberi dacqua dolce conditi con pomodori e peperoni rossi; scodelle traboccanti di fagioli, granturco, zucche, peperoni, cipolle e pomodori.

Vacci piano, Cicatrice mi avvis lAstronomo indicando la zona con le bevande. La maggior parte delle cose da bere sono mescolate con il famigerato octli, compreso il cioccolato freddo. Latteggiamento di Scudo Fumante era chiaramente diverso: ci stava riempiendo di octli puro due magnifiche coppe incastonate di turchesi e di ossidiana e ce le porse proponendo un brindisi: A coloro che cadono!. Con quelle parole pieg indietro la testa e tracann la sua tutta in un sorso, e in quel preciso istante, come convenuto, un corteo di cantanti, musici e ballerini si rivers nel cortile. Le loro voci si armonizzavano con i sonagli di zucca pieni di semi; quattro uomini battevano sui tamburi con le mani aperte e unapparente ferocia, mentre i corni di conchiglia, le campanelle e i lunghi flauti di canna producevano un ritornello ritmico ma stranamente malinconico... le donne, splendide nei loro costumi esotici, piroettavano e danzavano in cerchio con una sensualit incantatrice. Mentre centellinavo loctli offertomi dal grande guerriero, lAstronomo mi allontan da quellabbondanza di cibo e di caraffe dal contenuto alcolico. Il palazzo del nostro signore un nido di serpenti: non il luogo idoneo a ubriacarsi. Per sopravvivere in questo mondo spietato, devi mantenerti allerta. Sta attento alloctli. Lanciando unaltra occhiata al nostro comandante, dissi: Mi sembra che Scudo Fumante beva a suo piacimento!. Ah, dunque adesso sei un Guerriero Giaguaro! Sorrisi alla battuta. Almeno sai cos loctli? mi chiese. Un veleno che diavoli con zanne e con corna distillano allinferno? Viene dallagave, quella che coltivate anche voi. Noi usiamo i fusti per rafforzare le pareti delle capanne dissi. S, con le spine fate gli aghi per cucirvi i vestiti e filate le fibre per farne corde e tessuti.

La mia gente le pianta tra il mais, i fagioli e i peperoni. A volte con il succo si ricava dello sciroppo ma viene usato soprattutto come medicina. Loctli non difficile da preparare: si pratica un taglio alla base del fusto, si fa colare il succo nel cuore della pianta, poi si raccoglie in un otre di pelle o in una zucca vuota. Noi lo usiamo anche per addolcire certe pietanze. Qui invece la gente lo fa fermentare nei tini e ne ricava il diabolico nettare. Comunque, al nostro comandante piace... ripetei indicando con un cenno della testa Scudo Fumante che ne ingollava unaltra tazza. Ti far perdere lucidit e mi sembra che i tuoi sensi siano gi piuttosto appannati, ragazzo. Ricordati, questa gente non tua amica. In effetti nessuno mi ha rivolto la parola. Forse guardano come sei vestito mi canzon il vecchio. Un perizoma era tutto ci che avevo addosso; anzi, tutto ci che possedevo in generale. Ma potrai avere tutte le vesti del miglior cotone mi disse il vecchio con un tono di nuovo serio. A Scudo Fumante tu piaci. E a te? LAstronomo mi rivolse una lunga occhiata riflessiva. Cicatrice, ti ho chiesto di aiutarmi, non ricordi? Dunque? Dunque significa che mi piaci. Eravamo arrivati davanti a un tavolo pieno di canne e di pipe dargilla. La gente le prendeva, le accendeva ai bracieri o alle torce montate sui piedistalli, inalava e ributtava fuori un fumo dallodore pungente. Immagino di dovermi tenere alla larga anche da questa roba, vero? Fumare pericoloso quanto bere, se non addirittura di pi. Gli invitati alla festa non dovevano pensarla come il vecchio

dignitario. Bevevano octli a grandi sorsate e si accendevano una pipa dopo laltra, uomini e donne indistintamente. Il nostro potente comandante non faceva mistero della sua passione per quella bevanda inebriante. Alcuni ospiti si avvicinarono alle danzatrici e ballarono con loro. Si muovevano pi lentamente dei ballerini professionisti, ma nel giro di poco mi accorsi che alcune coppie cessavano di ballare e si spostavano verso una zona pi buia e appartata dove... si abbracciavano. Nel mio villaggio certe esibizioni pubbliche sono proibite dissi. Gli uomini appena rientrati dalla nostra spedizione o i guerrieri che si sono dimostrati valorosi in battaglia hanno una dispensa speciale e possono concedersi qualche... piacere. I vecchi del nostro villaggio non ammettono eccezioni. Cicatrice, qui siamo nel palazzo del potere. Se hai il potere, puoi fare tutto. Compreso bere, fumare droghe e commettere oscenit? Perch credi che tutte le stanze del palazzo siano attrezzate con quei sacconi per dormire? I funzionari, i guerrieri, i dignitari... a tutti capita di portare le auianime nelle loro stanze e nei loro appartamenti. Le cosa? Le auianime, le donne non sposate che diventano le concubine dei guerrieri e dei dignitari. E perch invece non li sposano? Quando un uomo scopre che la propria moglie non pu avere figli, spesso la ripudia. Oppure talvolta succede che un uomo violi una ragazza e poi si rifiuti di sposarla. Queste donne difficilmente trovano un marito, e lasciate senza altri mezzi di sussistenza a volte divengono concubine... se sono abbastanza belle. Quella bestia... Tenoch, ha violato Fiore del Deserto. Anche lei diventer una di loro? mormorai indicando con il capo una donna palpeggiata e tastata da un dignitario ubriaco. Noi ci prenderemo cura di lei finch lo vorrai... e finch potremo.

Adesso fui io a osservarlo curioso. Astronomo, sei mio amico? Ti stupisce? Non ho mai avuto un amico, finora. Adesso eravamo davanti a un altro bancone pieno di coppe colme di octli. LAstronomo, che aveva terminato la prima, se ne serv una seconda. Io sono vecchio e posso ammazzarmi come voglio. Tu, invece, sei ancora un cucciolo di coyote e devi stare attento. E con quel consiglio trangugi il contenuto. Non sopporto vedere un vecchio che beve da solo dissi prendendo a mia volta una coppa piena. Poi mi voltai e guardai le auianime. Come la maggior parte delle donne anche al nostro villaggio, molte delle concubine avevano il seno scoperto; erano truccate fino alleccesso, alcune perfino con colori sgargianti, si erano schiarite la pelle con un unguento, laxin, oppure con il tecozauitl, unargilla giallastra, e si erano decorate le braccia, il collo e il petto con tatuaggi color indaco. Certe si erano tinte di rosso con la cocciniglia non solo la bocca ma anche i denti. Quasi tutte tenevano capelli sciolti, masticavano tzictli e si erano cosparse di profumi erotici. Molte fumavano lunghe pipe di canna e bevevano coppe di octli. Scudo Fumante si avvicin a noi. Hai visto quanti disegni di teschi sulle nostre donne? mi chiese il guerriero. Soprattutto sui seni. In tante portano anche ciondoli a forma di teschio legati al collo: teschi di argilla cotta smaltati di blu cielo o rosso fiamma. Il Guerriero Giaguaro aveva ragione. Guardando meglio, notai che molte auianime sfoggiavano una collana con un pendente a forma di teschio. Ma per gli uomini i teschi non sono unimmagine... repellente? mi stupii. Se cos fosse, le nostre concubine non li indosserebbero. Devono viverci, sul loro fascino, e si sono accorte che gli uomini sono stuzzicati.

E anche a te i teschi fanno questeffetto? La morte non ti spaventa? La morte sempre con un guerriero, gli sta appollaiata sulla spalla come un uccello. La sua compagnia per me spesso ... consolante e talvolta mi accorgo di desiderare che arrivi il momento della notte eterna. Se la notte non finisce mai, rimarrai per sempre un avvoltoio. Quello un sogno. La morte reale. La morte non ti spaventa mai? Cicatrice, per un guerriero la guerra unamante. Il pensiero di morire da eroi quello che ci spinge ad andare avanti. In battaglia, una fine valorosa la migliore consigliera, ed un dono prezioso. Perch senti di morire per una causa nobile? chiesi. Esatto. E la morte sulle pietre del sacrificio? chiese allora Fiore del Deserto. Il nostro comandante la osserv con attenzione. Forse anche quella, se luomo o la donna vi salgono di propria volont. Oggi hanno assistito a un sacrificio spieg lAstronomo. La vittima non era esattamente... un volontario. Il modo in cui si muore determina il nostro futuro nellAldil mormor Scudo Fumante misurando le parole. Se quelluomo non era pronto, Mictlantecuhtli potrebbe non essere generoso con lui. Togliere la vita a qualcuno quando egli non pronto ... una colpa. Quelluomo sullaltare non era pronto, per i sacerdoti e la gente che assisteva non si sono fermati dissi. Onoriamo gli dei soffocandoci con il sangue dei nostri simili intervenne lAstronomo. Divorandoci le carni a vicenda, sacrificando la vita delle nostre figlie, in onore di divinit crudeli e invisibili. C una maledizione che scorre nelle nostre vene... un macigno scuro che ci schiaccia il cuore. Hai mai notato quanto siano neri gli occhi della nostra gen-

te? mi chiese a bruciapelo Scudo Fumante. Quanto sia antica e profonda la nostra disperazione? Ecco perch trasciniamo gli uomini sullaltare e gettiamo le donne nel pozzo ardente. Credevo ci sgozzassimo tra noi per il bene degli dei... comment il vecchio con sarcasmo. I nostri sacerdoti sono ferventi sostenitori delle morti pi ignobili e ammirano perfino il suicidio. Ammirano il suicidio? ripetei incredulo, rendendomi conto di quanto poco sapessi della religione di Tula e dei loro dei. La maggior parte di noi finir nellinferno di Mictlantecuhtli mi spieg lAstronomo. Ma chi si suicida va nel Paradiso di Tlaloc, dove regna leterna primavera... ci sono fiori, cibo in abbondanza, montagne altissime, fiumi azzurri, alberi maestosi. Questa una follia... mormorai. Lho gi avvertito di stare attento alle parole sbott lAstronomo lanciandomi uno sguardo di disapprovazione. Poi con la stessa espressione si rivolse a Scudo Fumante: Non capisce le abitudini di Tula, n i sacerdoti. Le ultime tre parole furono a malapena bisbigliate. Ascolta i suoi consigli, Cicatrice mi ammon Scudo Fumante. Te lo sta dicendo chiaramente: qui i sacerdoti venerano la morte fine a se stessa, quanto pi truculenta tanto meglio, e se ti azzardi a non pensarla come loro, stai mettendo in discussione il loro sommo potere. Ma noi che cosa veneriamo? domandai. Questo vecchio conosce le stelle: il nostro ultimo astronomo, il pi bravo mi disse il guerriero. Ti mostrer gli enigmi che gli dei hanno seminato nel cielo e forse tu lo aiuterai a completare il Calendario del Lungo Computo, quello della Fine dei Tempi. E magari un giorno anche tu crederai e amerai come lui gli dei delle stelle. Non li conosco abbastanza per amarli. Lui te lo insegner. Cos il Calendario del Lungo Computo? Non ne ho mai sentito parlare.

I calcoli del Calendario del Lungo Computo iniziarono moltissimi cicli solari or sono... un calcolo antico come le stelle e incomprensibilmente complesso mi spieg lAstronomo. Lunico scienziato al mondo in grado di calcolare linizio e la fine dei tempi si trova davanti a noi bisbigli Scudo Fumante. Non c qualcuno che ti aiuti in questo compito? domand al vecchio Fiore del Deserto. I sacerdoti di oggi disprezzano losservazione delle stelle le rispose lAstronomo, scuotendo la testa. Per loro gli deistella sono un trucco per attirare gli ignoranti... nientaltro. Terrorizzano il popolo per accumulare ricchezza e invocano gli dei-stella solo per accrescere la propria forza mormor Scudo Fumante. Ma perch allora i sacerdoti consentono allAstronomo di continuare a studiare il cielo? chiese Fiore del Deserto. Perch il nostro sovrano ha ordinato di lasciarglielo fare fu la risposta di Scudo Fumante. E perch limperatore sfida lira dei sacerdoti? chiesi a mia volta al guerriero. Affinch la verit non scompaia per sempre... Per sempre? Che significa? insistetti. Come una vergine nel fuoco di un vulcano mormor. Allimprovviso avvertii un terribile odore di putrefazione, poi un brivido di paura. La folla si apr e la creatura umana pi orribile che avessi mai visto si avvicin a noi: era un sacerdote con vesti nere, i lunghi capelli incrostati di sangue, scarno ed emaciato, avvolto in un rivoltante mantello di pelle umana. La sua accompagnatrice, al contrario, era bella da togliere il fiato: il suo fascino lasciava ammutoliti e faceva male agli occhi. Era alta e snella, indossava una semplice veste nera, portava i capelli lunghi e sciolti, non aveva n tatuaggi, n pendenti, n gioielli: non ne aveva alcun bisogno. Ne avrebbero solo affievolito lo splendore, le labbra carnose, il magnifico sorriso, gli zigomi alti che incorniciavano occhi di brace ardente...

Chi ? chiese Fiore del Deserto. La dea nera di Mictlantecuhtli. Cosa significa? domandai. Per te, lapocalisse che si avvicina mi rispose lAstronomo. la principessa Zyanya, la sorella dellimperatore mi sussurr il guerriero allorecchio. Camminava verso di noi con la grazia felina di un puma in agguato. Ah, il consigliere pi amato da mio fratello disse, fissando lAstronomo. Non avevo capito che il vecchio facesse parte della cerchia ristretta di Quetzalcoatl. passato molto tempo continu la donna. Scudo Fumante, anche tu mi sei mancato. Devi raccontarmi tutte le vostre avventure. Sono felice di vedere che siete tornati, sani e salvi. Anchio sono lieto di rivederti, principessa rispose il Guerriero Giaguaro. Raccontami del viaggio. La ragazza e Scudo Fumante si spostarono per avvicinarsi a un bancone coperto di coppe di octli, e afferrandomi per un braccio lAstronomo mi allontan dalla scena. Cosa pensi di quella donna? mi chiese. la creatura pi bella che abbia mai visto. E poi? Mi mette i brividi... Anche il nostro comandante sembra... intimorito. Dovremmo tutti aver paura di lei. Ha in odio chiunque sia favorito da suo fratello e lo trasforma in una propria preda. E chi era quelluomo dallodore pestilenziale insieme a lei? Tezcal, il Sommo Sacerdote. il suo alleato pi potente e il fatto di averlo tra i propri amici la rende ancora pi pericolosa. Perch? Ne parleremo pi tardi.

Dov limperatore? Ne parleremo pi tardi. Mentre la principessa e il guerriero conversavano, gli occhi di lei si posavano indifferentemente sulle varie persone intorno. A un tratto, a met di una frase, il suo sguardo di fuoco si blocc su di me, trafiggendomi con unocchiata ardente. Interrompendo la conversazione, mi venne incontro. E cos tu saresti il rozzo ragazzino che chiamano Coyotl? mi apostrof. Sei davvero la bestia astuta, traditrice e spietata come suggerisce il tuo nome? Io sono un suo fedele suddito e servitore dissi, inchinandomi. Ti inchinerai davanti al mio altare e alla mia lama nera! esclam il mostruoso sacerdote che puzzava di morte avvicinandosi a noi. Questo non ancora il tuo momento lo interruppe la principessa; sorrise e mi accarezz i capelli. Sempre che il cucciolo esegua i miei ordini... Quindi si rivolse di nuovo al Sommo Sacerdote e ribatt con asprezza: Mio fratello e questo pazzo scrutatore di stelle lo hanno scelto come loro favorito. Credono possa aiutarli con il loro insensato calendario, perci lo lascerai stare. Capito?. Il Sommo Sacerdote si produsse in un sorrisetto acido e meschino. Alla fine, arriver comunque nelle mie mani. Torcigli solo un capello e ne risponderai a me lo ammon lei con durezza. Mi accarezz una guancia con un gesto che mi fece gelare il sangue nelle vene. Farai quanto ti dico, cucciolo, non vero? Se potr esservi daiuto. Non ha risposto s! osserv lorribile sacerdote lordo di sangue. Il cucciolo di coyote orgoglioso, te lo concedo, ma non aver paura, essere immondo, gli far cambiare idea. Strizzandomi la guancia con un falso gesto di tenerezza, mi pizzic cos forte da farmi quasi sanguinare e io fui sul punto

di urlare... ma riuscii a trattenermi. Invece, inchiodai lo sguardo nel suo, in silenzio, senza muovere un muscolo, con unespressione impassibile. Per ricordati, cucciolo mi ripet, continuando a torturarmi la guancia gi martoriata, lorgoglio precede la disgrazia. Ha avuto una giornata difficile intervenne il Guerriero Giaguaro. E ne avr molte altre, giornate e nottate difficili, se non eseguir i miei ordini. Poi rivolse lattenzione di nuovo a Scudo Fumante. E ora parlami dei tuoi viaggi. Afferrandolo per il braccio, lo guid ancora verso le coppe di octli e ne prese una per ciascuno. Bene, Cicatrice, hai conosciuto la principessa mi disse lAstronomo. Cosa ne pensi? Non ho mai visto occhi come i suoi. Ti ricordano qualcosa? Il tuono, il fulmine, la guerra. Hai guardato dentro a una tomba: la tua, se non starai attento. Eppure meravigliosa. S, come un nido di vipere. Quando mi ha accarezzato i capelli, per poco non sono svenuto. Sii cauto! Quella bellezza si regge sulla sete di sangue. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso mormorai, guardandola vicino al tavolo delloctli. LAstronomo mi osserv in silenzio. Sto cercando di insegnarti qualcosa per mandar via lo sciocco che vive in te disse infine. Ma temo ormai abbia messo radici. Fiore del Deserto comparve accanto a noi. Quella donna mi mette i brividi confess. Tu sei lunica con un briciolo di intelligenza. E non se ne andr balbettai inghiottendo un altro sorso di octli. E questo un fatto indiscutibile. Ma lo far io esclam lAstronomo. Visto che hai deciso di ignorare i miei consigli, non ho pi niente da insegnarti.

Con la coda dellocchio notai la principessa infervorata in unaccanita discussione con il Sommo Sacerdote, e il nostro comandante ne approfitt per sgattaiolare via. Allora non hai pi niente da insegnare? domand al vecchio dignitario. La lezione finisce qui? Scende la notte e le mie ossa sono stanche. Le tue ossa si sono dimostrate assai resistenti nel corso del viaggio. Ora per hanno bisogno di riposo. Ve la vedrete voi giovani con questo covo di depravati! E tu cosa desideri adesso che il nostro lungo viaggio finito? Scudo Fumante si era rivolto a me. Bere? Mangiare? Peyote? Donne? Ingoll unaltra generosa sorsata dalla coppa di octli. Vieni, Cicatrice, la notte ancora giovane! Vorrei vedere le mie sei stelle.

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nchio voglio vedere le sue stelle disse Scudo Fumante e con mia grande meraviglia ci segu fuori dal palazzo. Non avevo idea di dove fossimo diretti n ero in grado di orientarmi in citt. Per me Tula era ancora un immenso labirinto di strade, viali e vicoli che si incrociavano, circondati da migliaia di palazzi e da giganteschi templi alti come montagne. Le nostre torce, i bracieri ardenti nelle vie e perfino le stelle del cielo illuminavano i nostri passi, e a poco a poco le strade mi divennero pi familiari. In lontananza, la Piramide del Sole torreggiava oltre il colmo dei tetti della citt. Scudo Fumante continuava a sorseggiare loctli da un otre di pelle ricavato dalla vescica di un pecari, che teneva a tracolla legato con una cinghia di cuoio, mentre lAstronomo ci conduceva a destinazione. Di tanto in tanto per anche il vecchio si serviva dalla riserva di quel liquido inebriante del guerriero. Ci stavamo avvicinando alle gabbie dei prigionieri, accanto alla piramide. Scortandoci fino a quella di Tenoch, Scudo Fumante indic a me e a Fiore del Deserto il nostro antico padrone: giaceva prono a terra nella sua gabbia, tumefatto e sporco di sangue. Il perizoma era stracciato e lui aveva visibilmente

perso peso. Scudo Fumante prese un sasso, lo lanci tra le sbarre e lo colp in testa. Lurto lo svegli. Alzati, schiavo! gli grid il nostro comandante. Tenoch apr gli occhi: erano lividi e iniettati di sangue. Non mi dispiace proprio vederti ridotto in questo stato disse Scudo Fumante. Sei un cane, sai? Torturare e abusare degli schiavi indifesi, tormentare chiunque sia meno potente... per te stata una ragione di vita. Anzi, sei peggio di un cane! Ancora adesso ci disprezzi e ci sputi addosso: sei un cane pazzo che si ribella al suo padrone. Sai cosa facciamo ai cani pazzi, qui, Tenoch? Li eliminiamo rispose per lui lAstronomo. Tenoch ci lanci unocchiata di sfida, senza parlare. Io vedo tre possibili destinazioni per te: morire nelle cave di pietra, morire sugli altari o morire sotto il Fuoco e il Coltello. A queste ultime parole Tenoch ebbe un moto di stupore. Oh, la bestia non ha mai sentito parlare del Fuoco e Coltello si sorprese Scudo Fumante. Be, uno dei sacerdoti ti scotenna e ti spella. Poi ti taglia lentamente in piccoli pezzi gli spieg con crudelt. Mentre il tuo cuore ancora batte, ti taglia la lingua, ti strappa le unghie delle mani e dei piedi, ti lega braccia e gambe, ti amputa i genitali e te li ficca in bocca, quindi ti appende per quei poveri piedi torturati su un treppiede al di sopra di un fuoco. C di buono che le fiamme cauterizzano la tua testa scorticata precis lAstronomo. Uno dei nostri sacerdoti si specializzato in questo rituale continu il guerriero, e prova un piacere straordinario a praticarlo. Sai perch? Tenoch continuava a fissare il nostro comandante senza aprire bocca. Diglielo tu, vecchio lo incit Scudo Fumante. Perch adora mangiare la carne arrostita delle sue vittime concluse lAstronomo, guardando impassibile Tenoch negli occhi, prima che muoiano. S, Tenoch, considerato quanto sei

stato malvagio in vita, secondo me giusto che tu muoia sotto il Fuoco e il Coltello. Se dipendesse da me, sarebbe questa la tua fine, ma la decisione spetta a chi ti ha catturato. Rifletti sulle tue alternative, bestia gli grid Scudo Fumante. Io propendo per Fuoco e Coltello concluse con un ghigno feroce. Siamo daccordo con te disse lAstronomo. Il vecchio e il guerriero ci condussero oltre e ci lasciammo alle spalle le gabbie dei prigionieri e lo sguardo indomito di Tenoch. Le nostre due guide camminavano luno di fianco allaltro ed erano in preda a un riso isterico riguardo al destino di Tenoch. Io e Fiore del Deserto li seguivamo, ma lei era scossa e si mordeva le labbra per non singhiozzare. Non avrei mai capito come potesse commuoversi cos profondamente per la sorte degli altri quando nel nostro clan erano stati pochissimi a interessarsi alla sua. E neppure concepivo perch le importasse cosa avrebbero fatto a quel demonio Scudo Fumante e lAstronomo. In fondo, Tenoch laveva martoriata con le peggiori angherie e se avesse fatto una fine orrenda, se la sarebbe meritata! E comunque, pensai, pi facile capire la crudelt gratuita e fine a se stessa che la piet non ricambiata.

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aggiungemmo la base della Grande Piramide del Sole. Se prima, dal bordo della terrazza, il tempio mi era apparso alto come una montagna, da vicino era vertiginosamente enorme, di proporzioni incredibili. La cima sembrava lontana centinaia e centinaia di passi, le pareti inclinate erano molto pi vaste del campo di tlachtli e incredibilmente ripide. Quando lAstronomo, inaspettatamente, inizi la scalata non credevo che ce lavrebbe mai fatta e tantomeno che riuscisse ad arrampicarsi senza smettere di parlare. Mentre tutti noi salivamo un gradino alla volta in un concerto di sbuffi e di sospiri, il vecchio ci tenne un monologo. Giovane Cicatrice, sulla sommit di questo tempio non c solo un altare del sacrificio, ma il pi bellosservatorio del mondo. Dobbiamo tenerlo quass mi spieg, perch, non so se te ne sei accorto, Tula non un buon posto per osservare il cielo. una citt di Fumo e Fiamme: ovunque ardono torce, bracieri, stufe... per non parlare degli innumerevoli fuochi religiosi. Per questi infiniti roghi cerimoniali, sacrificali, celebrativi o rivelatori, pire per le nascite, i matrimoni e i funerali i nostri sacerdoti hanno immagazzinato in citt una quantit di legna pari a un bosco. Vuoi osservare le stelle a Tula? Accomo-

dati! tutto invaso dal fumo. Solo a queste altezze sacre si riesce a superare la foschia. Solo sullaltare dei sacrifici del Serpente Piumato? chiesi. Sulla cima del tempio pi alto che esista nellUnico Mondo replic lAstronomo senza ridurre minimamente la velocit dellarrampicata. Significa continuai, che hai trasformato il tempio del Serpente Piumato nel tuo osservatorio personale? Con il permesso dellimperatore precis Scudo Fumante. E il permesso di Quetzalcoatl? insistetti. Voglio dire, il dio Quetzalcoatl. Non forse il dio dello studio, della scienza, della scrittura, del disegno, della lingua, dei numeri e della matematica? brontol il vecchio. Anche dei viaggi, della curiosit, della compassione, dellavventura, del vento, del mare... aggiunse il guerriero ormai senza fiato. Per non parlare... delle stelle. Dovunque si trovi, Quetzalcoatl fiero di esservi dichiar lAstronomo. Un brindisi a Quetzalcoatl! esclam il comandante sollevando al cielo lotre di octli. Quelloctli devessere squisito mormorai. Mi pass lotre e ne approfittai per una lunga sorsata. Bah, sa di piscio di poiana bevuto nel solco di un cinghiale! rimasto troppo tempo in quella pelle convenne lAstronomo. Colpa nostra se non labbiamo bevuto in fretta! disse Scudo Fumante. Per me il problema un altro lo rimbecc lAstronomo indicando lotre. Eh, s, vecchio! Sono ubriaco fino al midollo! Forse arrivato il momento di smettere con una mano lAstronomo tent di afferrare loctli e di toglierlo a Scudo Fumante. Abbiamo quattrocento divinit consacrate al bere e alle sbronze si giustific il guerriero. Dobbiamo pur onorarle!

Quattrocento? ripetei incredulo. Purtroppo s ammise lAstronomo scuotendo la testa. Si offenderanno se non brindiamo a tutti ribad il guerriero sollevando la vescica di pecari per proporre un nuovo brindisi. Agli dei delle bevute! Fammi partecipare dissi, prendendo lotre. Ne ingollai una sorsata e brindai: Per Quetzalcoatl!. Allora anche il comandante butt gi un sorso in onore del Serpente Piumato. Il vecchio scosse la testa con stanchezza. Perch tanti gradini? sbuffai. Sono trecentosessanta: uno per ogni giorno del calendario solare, il cosiddetto Haab mi spieg Scudo Fumante. Vuoi dire i trecentosessanta giorni ufficiali lo corresse lAstronomo. Perch, esistono giorni non ufficiali? mi sorpresi. S, i cinque che si aggiungono alla fine dellanno precis il vecchio. Li chiamiamo Wayeb, i giorni senza nome, ed un periodo molto pericoloso, un intervallo durante il quale le porte tra il mondo dei mortali e il Sottomondo si schiudono. Sono giorni in cui gli dei pi malvagi vagano sulla Terra. E perch non fate durare lanno trecentosessantacinque giorni e abolite il Wayeb? Perch quella cifra non divisibile per il numero dei nostri mesi mi rispose lAstronomo. Questa non una risposta. un numero scomodo aggiunse il guerriero. Mi bloccai a met passo e li guardai in faccia: Qual la vera ragione?. Si fermarono entrambi, si guardarono e alzarono le spalle. Poi ripresero a salire. Ma io insistetti: Allora?. Non farmi domande a cui non posso rispondere mormor in un soffio il vecchio. Ricordati, sei qui per rispondere, non per interrogare! mi ammon Scudo Fumante in tono di rimprovero.

Fiore del Deserto scoppi a ridere, e mi accorsi che il nostro comandante aveva fatto bere loctli anche a lei. Ma che diavolo succedeva? Un numero scomodo... Decisi di buttare gi lennesimo sorso. Adesso eravamo arrivati allultima rampa di cinque gradini, che era praticamente verticale. Malgrado tutto Scudo Fumante, con lotre di octli stretto in pugno, riusc ad arrivare in cima. Porse una mano allAstronomo e lo aiut a salire, mentre io lo sostenevo da dietro. Poi fu il turno di Fiore del Deserto e infine il mio. Quando fummo tutti sulla cima, mi voltai e osservai il regno di Quetzalcoatl. Da questa prospettiva divina Tula sembrava perfino pi splendida che vista dal basso: migliaia di edifici dalabastro, centinaia di viali ampi e larghi intersecati da strade e da vicoli, il meraviglioso campo da gioco, i palazzi del tesoro, una profusione di templi, molti dei quali erano altissime piramidi. E mi accorsi anche di quanto lAstronomo avesse ragione: uninfinit di fuochi rischiaravano la citt, come minuscole stelle che infiammavano la Terra. Infine alzai lo sguardo e mi guardai intorno: enormi mosaici di turchesi e piriti che raffiguravano il Serpente Piumato erano appesi sulle facciate dei templi gemelli. Guarda dentro mi invit lAstronomo. E mi accompagn allinterno del santuario. I teschi rivestivano praticamente per intero le pareti e tra un gruppo e laltro erano appesi i coltelli sacrificali di ossidiana dei sacerdoti. La parete frontale per era vuota: cerano solo due grossi pali ciascuno lungo come un braccio legati insieme a X da una cinghia di cuoio. Il vecchio attravers la sala e and a prendere la croce di legno, quindi mi guid di nuovo allesterno. Venite ci disse, conducendoci dietro ledificio. Il retro del tempio era ornato da una serie di sculture a forma di serpente, bassorilievi di aquile e giaguari e altri mosaici del Serpente Piumato. Tutti fungevano da basi dappoggio per

poter salire ancora pi su, sul tetto. Il guerriero si arrampic per primo e io lo seguii. Questultima ascesa era assai meno ripida della rampa finale di gradini. Il tetto in pietra era piatto e sgombro, con un unico palo conficcato al centro a scopo decorativo, pensavo. LAstronomo ci fece avvicinare e mi accorsi che in cima al palo cera un supporto con una base cilindrica cava. Il supporto era contrassegnato da alcune tacche, esisteva perfino un sistema per alzarlo e abbassarlo. Un bastoncino infilato in una serie di buchi praticati sul palo poteva bloccarlo ad altezze diverse. Quando lAstronomo lo ruot, facendogli fare un giro completo, vidi che poteva essere regolato per losservazione. Allora, il nostro giovane amico vorrebbe vedere gli dei disse Scudo Fumante. Vecchio, fagli dare unocchiata. LAstronomo innest la croce sul supporto e regol la direzione finch non inquadr la Crepa Scura nellAlbero del Mondo. Fa un passo avanti mi invit e io presi il suo posto sulla pietra per le osservazioni. Racchiusa allinterno delle braccia della croce cera la mia cicatrice, nitida e brillante. Aveva una luminosit quasi accecante, un bagliore che non avevo mai visto a occhio nudo, restando in basso. Un bagliore cos potente da farmi tremare le ginocchia. Allora, che ne dici delle tue stelle? mi chiese il guerriero. Le hai portate addosso per tutta la tua giovane vita e hanno convinto il vecchio sciamano a non lasciarti morire. Siamo una cosa sola. S, ma per noi cosa sono? indag lAstronomo. Sono il contorno della Crepa Scura risposi. Lingresso alla Via del Sottomondo. Alcuni sostengono che siano la strada per il regno delle tenebre di Mictlantecuhtli, dove i cani dellinferno ululano in eterno ribatt lAstronomo. NellUltimo Giorno continuai, mi hai detto tu stesso che Tezcatlipoca il dio nero della morte e della notte eterna liberer i cani e distrugger la porta. Lui e le sue bestie inferna-

li devasteranno per sempre la Via del Sottomondo e annienteranno la Terra. Il caos sar totale e per noi sar la fine: lUltimo Giorno dellUnico Mondo. Ho brutte notizie per te, giovane amico annunci lAstronomo. La profezia dellira di Tezcatlipoca prossima. Lho visto emergere dalle tue sei stelle, dalla Crepa Scura, sulla Via del Sottomondo. Lho visto due volte. E arriva per noi aggiunse Scudo Fumante. Tezcatlipoca e la sua muta di cani infernali. Perch? Tezcatlipoca narr il vecchio, sfid nei cieli il divino Quetzalcoatl, il dio bianco dello studio e della compassione, del vento celeste e del mare che sfama, molto prima della nascita dellumanit. Ma sulla Terra e soprattutto tra la nostra gente regna il Serpente Piumato, che vuole la pace e promuove la conoscenza. Tezcatlipoca un dio violento, vendicativo, e adesso i cuori palpitanti e il sangue che gli offriamo non bastano pi a placarlo. Sta venendo per uccidere il nostro divino imperatore, linviato di Quetzalcoatl, e i suoi seguaci. Non si fermer finch non avr distrutto lincarnazione del Dio Serpente e sterminato tutti noi, finch non saremo stati tutti consegnati al vuoto eterno e alla notte senza fine e lUnico Mondo non sar scomparso dalla faccia della Terra. Ma noi troveremo il modo di decifrare il codice dichiar Scudo Fumante, di risolvere lenigma e di respingere la collera eterna del dio nero! Dobbiamo ribad lAstronomo. Lo far io! annunciai. Vorrei avere le tue stesse certezze mormor il vecchio. Ma io sono diverso, Astronomo. Come dici tu, io ho questi astri non solo sul ventre, ma dentro le viscere, nel cervello, nel cuore, nel sesso, nellanima... Tu e le stelle siete la stessa cosa? chiese Scudo Fumante. Le stelle sono... il mio destino. Dunque, che cosa ti dicono? mi interrog il vecchio Astronomo.

Che il mio destino piange. Cicatrice fece il guerriero, temo allora che queste siano le stelle di tutti. Siamo tutti sulla stessa barca... Perci tutti i nostri destini piangono dichiarai, servendomi di nuovo dalla boraccia delloctli. Il nostro comandante sollev lotre verso Quetzalcoatl, poi lo offr allAstronomo e anche a Fiore del Deserto e io mi unii al brindisi. Adesso, comunque, vogliamo raccontarti una storia, Cicatrice esclam Scudo Fumante. Hai una memoria straordinaria, la migliore che abbia mai conosciuto. Ora abbiamo bisogno che tu la metta in pratica. In seguito imparerai i geroglifici sacri e trasferirai lintera storia sulla carta e la chiuderai nellurna, nel frattempo ascolta... Ricordati tutto ci che ti diremo lo interruppe lAstronomo. Quando io e te completeremo il calendario, conoscerai i geroglifici sacri e trascriverai per la memoria eterna quanto apprenderai stanotte. Il calendario indicher al nostro popolo quando avverr la fine dei tempi perfino il giorno esatto ma non potr rivelare come. Per riparare a questa mancanza, il Serpente Piumato, nella sua divina saggezza, ha parlato al suo inviato, il nostro dio-re Quetzalcoatl. Senza la sua visione sacra della fine, il calendario non ci sarebbe di alcuna utilit. La sua visione ci stata affidata mi inform Scudo Fumante. E lo stesso il calendario precis lAstronomo. Dovrai trascriverli con la massima attenzione e proteggerli con tutto te stesso. Perch io? Tu sei giovane, forte, e potresti sopravvivere alla violenza che ci investir mi rispose. Io invece sono vecchio, i miei giorni sono contati. E tu? chiesi a Scudo Fumante. Io sono un guerriero circondato da nemici mi spieg lui. E ho giurato di restare al fianco del nostro imperatore in ogni momento, anche a costo della vita.

Scudo Fumante inviso ai sacerdoti aggiunse lAstronomo, e poich lui un aiutante del sovrano, la sua vita ancora pi a rischio della mia. Ma perch io? insistetti, ancora confuso. Chiedilo alle tue sei stelle, Cicatrice sospir il vecchio. Sono loro che guidano il tuo destino, non noi. Il tuo destino trascrivere la profezia del nostro dio-re sullUltimo Giorno e il Calendario del Lungo Computo, portare i testi al sicuro e proteggerli per sempre e da chiunque disse Scudo Fumante. Da oggi in poi il tuo nome sar Coyotl Portatore della Parola annunci il vecchio. Da chi devo proteggere queste cose? Dai sacerdoti rispose Scudo Fumante. Siamo in guerra contro di loro? Essi vogliono cancellare dalla faccia della Terra la visione del dio-re, il suo sacro calendario e la sua stessa memoria mi spieg Scudo Fumante. Perch? Il nostro imperatore Quetzalcoatl nel prossimo futuro intende bandire dal regno i sacrifici umani e abolire per legge il potere dei sacerdoti, che si regge sul terrore mi spieg. E certamente loro non vi rinunceranno senza lottare. Scateneranno le folle finch il sangue riempir le strade e ovunque regner linferno di Mictlantecuhtli predisse lAstronomo. Basta con le domande esclam il comandante. Apri le orecchie e preparati a ricordare. Ecco la storia di Quetzalcoatl. Ascoltami con attenzione mi ordin lAstronomo. Prima questa storia deve entrarti nel cuore e nel cervello, nelle viscere e nel sangue. Poi dovrai riportarla nei libri sacri. Tieni mi disse Scudo Fumante offrendomi un altro sorso dallotre di octli. Piscio di cinghiale o no, ne avrai bisogno. Non sar una storia edificante. Il vecchio fece un profondo respiro. Ecco come tutto ebbe inizio...

PARTE OTTAVA

22

i svegliai di soprassalto. Mi era stata assegnata una stanza nel palazzo dellAstronomo. Ero al primo piano e dalla finestra vedevo il cortile. La stanza era tutta per me e gi questo tra la mia gente sarebbe stato un lusso incredibile inoltre possedevo anche vestiti nuovi e alcuni beni che erano impilati in ordine sotto la finestra. La testa mi girava ancora per lardente visione dellimperatore Quetzalcoatl, quella che gli era stata concessa dal nostro dio, il Serpente Piumato. Il racconto mi risuonava nelle orecchie e mi sembrava di essere ancora l ad ascoltare lAstronomo, sul tetto del tempio del Sole, le sue parole mi infiammavano la mente e mi riempivano il cuore. E sarebbe stato cos... per sempre. Non ero pi Coyotl, il disgraziato schiavo azteco. Mi aveva ribattezzato Coyotl Portatore della Parola. Le sei stelle che avevo sul ventre mi avevano salvato la vita da bambino, ora mi avevano fatto diventare un uomo di sapere e uno scriba. Avrei appreso i geroglifici sacri, poi un giorno avrei trascritto la sacra visione. Le avrei trovato un nascondiglio sicuro e lavrei protetta per sempre da qualunque nemico. Quella mattina, mi sarei accostato per la prima volta allo studio dei segni. Ma la testa mi girava anche per la quantit di octli tracannata, e la vescica mi stava per scoppiare. Per fortuna, mi ricordai

di un vaso con il coperchio che lAstronomo aveva lasciato nellangolo della mia stanza proprio per quello scopo. Barcollai fino a l, sollevai il coperchio e lo usai a profusione. Poi mi ributtai di schianto sul giaciglio. Ero stanco morto. Appena mi fui sdraiato la testa prese a martellarmi, e questa volta vidi sfilare davanti agli occhi tutti gli orrori dellinferno di Mictlantecuhtli. Il rumore pi assordante mai udito da orecchio azteco mi scuoteva fino nellanima. Un gufo gridava il mio nome. Fra tutte le bestie della terra, il gufo notturno la pi mostruosa delle creature, non solo per laspetto spaventoso ma anche perch la sua presenza un presagio di morte. Il vecchio sciamano che mi allev mi mise in guardia contro quellanimale: dovevo evitarlo, il gufo mi odiava, per tutta la vita avrebbe rappresentato la mia nemesi ed era determinato a darmi la morte. Lo temevo pi di ogni altro essere al mondo. Lanciando un nuovo grido, il rapace ripet il mio nome e sembrava tanto vicino da essere nella stanza, forse perfino nel mio letto. Ero troppo spaventato per respingere lattacco, cos affondai la faccia nel giaciglio, tentando di nascondermi, scosso da un tremito convulso. Poi una dea protettrice entr nella stanza e si sdrai accanto a me, mi abbracci e con una voce delicata mi sussurr allorecchio: Va tutto bene, puoi riaddormentarti, adesso. Non era un incubo bisbigliai. Il gufo ha gridato il mio nome. Era la voce del gufo o il canto di una colomba? chiese la ragazza. Una colomba? Il verso assomigliava a quello del gufo, per ero certo che il grido funereo fosse quello del temuto rapace. La ragazza mi fece voltare e l, sul cornicione della finestra, stava appollaiata una colomba. Come per dissolvere le mie paure, luccello lanci di nuovo il suo richiamo. Vedi, padrone, era solo una povera colomba... Continu a tenermi stretto anche dopo che mi fui calmato. Le sue braccia, il corpo, la voce suadente mi davano un piacere nuovo, diverso da qualunque cosa avessi provato fino a quel

momento. Del resto non avevo mai sperimentato labbraccio di una donna. Almeno non pi dopo quello di mia madre che mi aveva assicurato il vecchio sciamano mi aveva tenuto stretto sul petto, poi mi aveva adagiato in una cesta di vimini e aveva affidato il mio destino al dio del vento e dellacqua, al mio dio e salvatore personale... Quetzalcoatl, il Serpente Piumato. Voltai la testa per guardare il volto della ragazza e scoprii che era... Fiore del Deserto. E mi aveva chiamato... padrone? Fiore del Deserto mormorai, io non sono il tuo padrone. Mi hai venduto a qualcun altro? No, cosa dici? No! Scudo Fumante e lAstronomo mi hanno detto che sono la tua schiava e devo... insomma, prendermi cura di te. So cosa significa essere uno schiavo, lo sono stato anchio... nessuno dovrebbe appartenere a qualcun altro. Io non posseder mai nessuno. Per non dirlo a Scudo Fumante n allAstronomo, promettimelo! Perch? Altrimenti crederanno che non ti soddisfo e mi venderanno. Allora dovranno vendere pure me! dichiarai con veemenza. Poi mi girai. Eravamo luno di fronte allaltra e lei continuava a tenermi stretto tra le braccia. Tremava. Se non sono la tua schiava chiese, chi sono? Spero tu voglia essere mia amica. E tu il mio! Spost una mano e mi accarezz la testa, appoggiandomi il viso sul collo. Con laltra mano scese... e mi tocc tra le gambe. Non avevo mai provato in tutta la vita un piacere cos elettrico. Non sei costretta mormorai, so che Tenoch ti violentava con la ferocia di una bestia. Deve essere stato tremendo. Anche tu sei stato picchiato e violentato, eppure non sei crudele.

Tu non sei mia, Fiore del Deserto. Sei libera di fare ci che vuoi. E io voglio darti gioia, padrone. Ti torneranno in mente gli orribili momenti con Tenoch. La tua dolcezza far sparire i brutti ricordi, mi guarir le ferite e torner sana e inviolata, come allinizio. Non voglio farti soffrire. Soffrire? Non sai neppure cosa voglia dire. Anchio ho sofferto, lo sai. No, non credo. Ora ti faccio vedere cosa significa fare del male a qualcuno. Guardandosi intorno nella stanza, vide un paio di sandali nuovi, con la suola di cuoio grezzo. Si alz per prenderli e mi li porse. Appoggiandomisi in grembo, disse: Ecco com far male a qualcuno: avanti, picchiami. Le diedi qualche pacca leggera sulle natiche. Ti ho detto di farmi del male. Gliene diedi ancora un paio. Sei un bambino? mi grid, con una voce arrochita. Picchiami da uomo. Da padrone! Aveva un tono imperioso. Si era irrigidita, sembrava arrabbiata perci feci ci che mi ordinava. La colpii una mezza dozzina di volte, non fortissimo comunque abbastanza da farle diventare le natiche rosso fiamma. Poi la tirai su e la tenni seduta su di me. Aveva gli occhi lucidi di lacrime e unespressione affranta. Questo sarebbe fare del male? mormor. Credi davvero che abbia sofferto? S. Mi guard in silenzio e infine dichiar: Tu non sai nulla del dolore. Che cosa voleva? Voleva invertire i ruoli, fare il padrone? Voleva sapere cosa si provava a dominare qualcuno? E se glielavessi concesso? Si sarebbe riscattata dalle umiliazioni subite da Tenoch? Vuoi insegnarmelo tu? Mi fiss incredula. Io sono la schiava. La vittima.

E allora prova: vedi com far soffrire qualcuno. Ti va? Con le lacrime che ancora le inondavano gli occhi, annu. S, solo per una volta. Mi sdraiai sul suo grembo. Mi abbass il perizoma fino alle ginocchia, e mi strofin le natiche con curiosit. Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato. Mi diede qualche colpo di prova, ogni volta un po pi forte. Evidentemente aveva paura di farmi male. Di sicuro, cos non sarebbe mai riuscita a far soffrire nessuno, perci decisi che per farle provare davvero cosa si sentiva a essere padrone di qualcuno dovevo provocarla. Sai cosa penso? Tenoch ti batteva perch te lo meritavi iniziai a punzecchiarla. Non vero. S, invece! Sei solo una ragazzina piagnucolosa che vuole essere compatita. In realt non ti importa un bel niente degli altri. Non dire cos. Ti importa solo di te stessa. tutta una messinscena! A te piace commiserarti. Smettila! grid Fiore del Deserto con una disperazione sempre meno trattenuta. Se Tenoch ti picchiava davvero, dimostramelo! Fa finta che io sia te e tu sia lui le proposi. Fammi vedere cosa ti faceva. Non disse nulla, ma sentivo che la sua rabbia cresceva. No, non mi puoi far vedere nulla, perch Tenoch non ti ha mai toccato. Lei fremette, la sua ira stava diventando palpabile. Ci vuole un uomo come Tenoch per farti rigare dritta. Forse dovrei frustarti tutte le sere. Si irrigid. Da ora in avanti far come il tuo vecchio padrone e ti punir ogni volta che ti dimostrerai ingrata, disonesta, falsa, lamentosa o piagnucolosa... Lei aveva gli occhi gonfi di lacrime di rabbia. Non riusciva a

credere che il suo gentile padrone potesse diventare tanto crudele. Non ebbe bisogno di altre esortazioni. Trasformandosi in un mastino uscito dallinferno di Mictlantecuhtli, mi colp con la forza di unindemoniata finch anche a me spuntarono lacrime di dolore. E non mi lasci andare. Quando cercai di divincolarmi, stese una gamba sopra le mie cosce e strinse le caviglie una contro laltra in una morsa che mi blocc. Poi mi afferr i capelli e url: Ora lo senti cos il dolore? Cos faceva Tenoch! e mi colp sempre pi forte, finch il braccio non le fece male per la stanchezza. Infine si sdrai accanto a me, ci guardammo, con le facce rigate di lacrime e gli occhi rossi. Mi aveva picchiato cos forte che stavo ancora tremando. Se ne accorse e rendendosi conto solo in quel momento di ci che aveva fatto fu pervasa dalla paura. Non sei pi una schiava mormorai appena riuscii a ritrovare la voce. Qualunque cosa ti faccia, ora puoi restituirmela. Sei carnefice o vittima come lo sono io. Anche tu sei forte. Posso farti qualunque cosa voglio? bisbigli. Hai la forza per fare tutto. Allora voglio fare questo. Con gli occhi ancora umidi, mi accarezz le orecchie, la gola, il petto e laddome con la lingua, le labbra e il suo alito rovente. Si ferm sullombelico e lo esplor con una penetrazione minuziosa. Sembrava lanticipazione di un coito. La lingua e le labbra passarono sul ventre e si fecero strada fino allinterno delle cosce, poi con infinita lentezza intrapresero la risalita. Quando finalmente raggiunse lenormit del mio membro, lo afferr con entrambe le mani. I suoi espressivi occhi debano si inchiodarono nei miei e con una voce poco pi di un sussurro mormor: cos grosso.... Quelle dimensioni spropositate non la fermarono. Leccandolo con assiduit, circumnavig con la bocca la punta elettrizzata. Facendomi vergognare come un ladro, il mio ingrato amico inizi a eruttare e spruzzare allistante, e con unabbondanza

tale che la bocca della ragazza non pot contenere il getto, ma nonostante tutto non si ferm, anche se il mio seme ormai le gocciolava dalle labbra e le scorreva sul mento. Ora ero al punto cruciale: stavo per esplodere, ma avevo promesso di non farle male. Per quanto difficile e doloroso fosse, iniziai a sfilarlo dalle sue labbra mentre ogni mia fibra nervosa opponeva resistenza. Lei mi imped di allontanarmi. Al contrario: lo strinse pi forte e acceler i movimenti delle labbra e della lingua. Sollev lo sguardo e incroci il mio, gli occhi erano spalancati e fissi, malgrado la testa si agitasse su e gi con un ritmo ormai frenetico e convulso. La sua lingua mi accarezzava il membro con colpi pi rapidi delle ali di un colibr e contemporaneamente la mano destra sfregava la base, mentre la sinistra era audacemente scivolata sotto le gambe, e mi massaggiava i testicoli. Non mi avrebbe liberato: non avevo scelta. Mi aveva dominato fisicamente e ora lo stava facendo sessualmente. Lavevo emancipata fin troppo! Contro la mia volont esplosi e non avrei potuto vergognarmi di pi. Questa bellissima ragazza mi stava dimostrando pi attenzione e affetto di tutte le donne che avevo conosciuto nella vita, e io la ripagavo lordandola con il mio incontenibile desiderio. Tutti gli anni di sofferenze e umiliazioni per non parlare della forzata castit si riversarono in un orgasmo dalla potenza oscena. Fiore del Deserto tent eroicamente di ingoiare il getto, ma, ovviamente, le col sul viso e sul mento. Anzich fermarsi, tuttavia, raddoppi gli sforzi e a quel punto persi totalmente il controllo. Martoriato dai sensi di colpa, mi abbandonai nelle sue mani e contro la mia volont venni unaltra volta, e unaltra, e unaltra. A ogni mio orgasmo, invece di smettere, manovrava il mio povero membro con pi vigore, cosa che a mio eterno disonore mi infiammava di passione pi che mai, finch venivo, e venivo, e venivo. Gli orgasmi finali furono cos numerosi che lagonia del pia-

cere mi obblig a chiudere gli occhi. Quando infine li riaprii, la sua bocca era ancora avvolta intorno al mio pene, ma adesso le sue carezze erano lievi e delicate, come se cercasse di calmare e consolare il nostro timoroso amico. Aveva le labbra, le guance, il mento e perfino i capelli sporchi di sperma lattiginoso, ma i suoi occhi dossidiana che cercavano i miei erano tristi e sensuali come quelli di una cerbiatta ferita, talmente belli da spezzarmi il cuore. Si tir lentamente su e si sdrai sopra di me. Socchiuse la bocca, lappoggi sulla mia e le nostre lingue si intrecciarono. Le sue labbra bagnarono le mie, il liquido bianco che le avevo riversato addosso ora mi gocciolava sul viso. Sei sicuro che qualunque cosa ti faccia puoi restituirmela? domand. Certo. Guid la mia testa sul suo collo, i seni, lombelico, linguine, il pube e i fianchi flessuosi. Allinizio ero impacciato, ma mi accorsi subito che la delicatezza era pi stimolante ed erotica della forza. Ruotavo intorno alla sua piccola cuspide della gioia e poco a poco, lentamente, laccarezzai, sfiorandola con dolcezza, una, due, tante volte, facendole crescere il desiderio con piccoli passaggi delicati e risvegliando un meccanismo misterioso finch i colpi della mia lingua divennero pi forti e decisi, e io passavo e ripassavo sul suo scrigno del piacere con un movimento simile al coito. Le piccole e le grandi labbra si gonfiarono e premevano forsennate sulla mia lingua e la mia bocca, che ora si muovevano come animali scatenati. Quando infine i suoi ripetuti orgasmi si placarono, Fiore del Deserto cerc di allontanarmi, il suo bocciolo era troppo stanco e troppo sensibilizzato per poter essere sfiorato unaltra volta. Allora mi trasformai in un mostro e lobbligai contro la sua volont a subire un eccitante castigo... fino a quando il suo piccolo gioiello si risvegli e i suoi fianchi ripresero a oscillare avanti e indietro nellonda del piacere. I miei ricordi su ci che accadde dopo sono leggermente an-

nebbiati. Mi sembra che lei abbia cercato di infilarsi sotto di me per la mia prima esperienza di un rapporto completo, ma che io labbia fermata dicendo: Qualsiasi cosa io faccio a te, tu la rifai a me, vero?. S... Sdraiandomi sulla schiena, la sollevai e con dolcezza la feci scivolare sul mio membro. Ora comandi tu mormorai. S rispose, chiudendo gli occhi per lestasi del piacere. Io non sono una schiava. Non sono una schiava. Perch hai... La forza! Sembrava in parte un gemito, in parte un singhiozzo. Con gli occhi chiusi e le labbra irrigidite in un sorriso che era anche una smorfia di concentrazione, inizi quella che sarebbe stata la cavalcata pi lunga ed estenuante della sua vita. E anche della mia. Fiore del Deserto non sarebbe stata mai pi una schiava. E neppure io.

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i ero addormentato da poco quando Fiore mi svegli. Aveva un magnifico coltello dossidiana, il manico di ebano intarsiato di turchesi e dargento. Lo stava impugnando accanto alla mia gola. Puoi dire a tutti che sono morto felice. Non per te! Quando sono scesa per prepararti la colazione, ho sentito Scudo Fumante e lAstronomo che parlavano. Hanno condannato Tenoch a morire sotto il Fuoco e il Coltello... prima gli infliggeranno un migliaio di tagli, poi lo appenderanno per i piedi sopra un braciere. Fanno sul serio. E allora? Nessuno merita di finire cos... neppure lui! E io cosa dovrei fare? La sua gabbia non lontana. Puoi arrivarci prima che sorga il sole. Dagli questo: fallo scappare. Non lo so... Ti prego! Non ti chieder mai pi niente. Devi farlo. Odio i sacerdoti e i loro sacrifici, quelle torture raccapriccianti, la loro infinita crudelt... Il Fuoco e il Coltello una mostruosit... nessuno dovrebbe subirla, nemmeno Tenoch. Non possiamo fermare tutto il male che c nel mondo risposi.

vero, ma questo possiamo impedirlo. Mi porse il pugnale, un perizoma nuovo e i sandali, e poi un perizoma pi piccolo per Tenoch, dove nascondere la lama. Va con Quetzalcoatl mi augur. S, e poi alla pietra sacrificale, appena mi scopriranno mormorai a mezza voce. Ma quella ragazza era la creatura pi dolce e compassionevole che avessi mai conosciuto. Dirle di no era impossibile. Sgattaiolai fuori dalla casa dellAstronomo e mi avventurai nelle strade di Tula, nel grigiore che precedeva lalba.

PARTE NONA

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a dottoressa Cardiff inizi a esporre la sua relazione. Quattro mesi fa, una delle mie ex studentesse Rita Critchlow, unarcheologa nel corso di alcuni scavi nel Chiapas si imbattuta in un Codice tolteco risalente a oltre mille anni fa. Si rivolta a me perch laiutassi a interpretarne un frammento, un passaggio che si riferisce a una specifica osservazione astronomica dellundicesimo secolo. Un antico astronomo tolteco aveva scorto un oggetto di origine extraterrestre nelle vicinanze della costellazione che noi conosciamo come Sagittario, e che lui chiamava Chan, ovvero il Serpente a Sonagli. Luomo segu loggetto finch allimprovviso non lo vide scomparire. Un mese pi tardi ho avvistato anchio un corpo interplanetario proprio nello stesso quadrante in cui laveva avvistato quellantico scienziato. Ed sparito esattamente nello stesso modo. Qualche idea sulle cause della sparizione? domand Bradford. Le mie osservazioni iniziali indicavano che loggetto si stava muovendo in direzione del nostro pianeta. Lastronomo tolteco era giunto alle stesse identiche conclusioni. Aveva battezzato quelloggetto Tezcatlipoca, il dio tolteco della notte eter-

na, delloscurit, della guerra e della morte. Era convinto che Tezcatlipoca fosse diretto verso di noi, per riversare linferno sulla Terra. E lei crede che i due oggetti siano in qualche modo collegati? chiese il generale Hagberg. Potrebbero essere la stessa identica cosa: Tezcatlipoca che io per preferisco definire Sagittarius-X sta tornando a farci visita. Come la cometa di Halley? si inform Bradford. S rispose la Cardiff, per il corpo che io ho osservato non era una cometa, e neppure lha descritta come tale il vecchio astronomo tolteco. E questoggetto costituisce una minaccia? domand il generale Hagberg Non molto tempo dopo che lantico scienziato lo vide arrivare dalla costellazione del Sagittario-Chan, inaspettatamente e inspiegabilmente la sua civilt venne distrutta. E lei sospetta che quelluomo, mille anni fa, scopr un cataclisma che annient Tula e che adesso ci sta per ripiombare addosso? chiese ancora il generale. Forse un asteroide? sugger Bradford. Sarebbe una catastrofe intervenne il Presidente Raab. Nel 1989 continu la dottoressa, un asteroide in grado di uccidere dieci milioni di persone ci sfior e pass dalla posizione in cui si era trovata la Terra appena sei ore prima. Nel 2004, un altro asteroide largo tre metri, che avrebbe provocato danni colossali, transit a quarantamila chilometri da noi: un decimo della distanza tra Terra e Luna. E non c qualche mostruoso asteroide che deve passare qui vicino nel 2029? la interruppe di nuovo Hagberg. Apophis 99942 rispose la dottoressa, venerd 13 aprile 2029 passer cos vicino al nostro pianeta da inserirsi tra noi e la rete di satelliti geostazionari per le comunicazioni. Apo-cosa? chiese il generale. Apophis spieg lei, una divinit malvagia degli Egizi. Era il nemico dellordine, della luce e dellantico dio egizio Ra.

Il suo nome in greco Apep, il Distruttore. Nel Duat, il mondo egizio dellaldil, ha le sembianze di un serpente, vive nella perenne oscurit e ogni notte tenta di divorare Ra, ma Set, il dio del caos, glielo impedisce. Era anche il nome di un alieno cattivo nella serie tiv Stargate SG-1 comment il generale. Mi avevano chiesto alcune consulenze nel corso delle riprese. Non credo per che in questo momento Apophis costituisca una minaccia disse Bradford Chase. Effettivamente in questa fase non ancora possibile valutare il rischio precis la dottoressa Cardiff. troppo vicino al Sole e riusciamo a seguirlo solo con i radar. Per il momento non possiamo osservarlo con i telescopi ottici, dunque conosciamo ancora poco della sua densit, composizione e rotazione. Soprattutto ci mancano dati sul modo in cui riflette e assorbe la luce solare, che riceve in proporzioni massicce. Se fosse composto da materiali elio-assorbenti, le radiazioni solari potrebbero modificarne lorbita radicalmente noto come effetto Yarkovsky e perfino un asteroide che gli transitasse troppo vicino sarebbe in grado di fargli cambiare traiettoria. Dunque non siamo in grado di prevedere lorbita riassunse Bradford, perch non sappiamo cosa sia. Esatto rispose la dottoressa. Stiamo cercando di ipotizzare il contenuto di una scatola nera, senza riuscire ad aprirla. Che dimensioni ha questo sasso? chiese il generale. largo circa trecento metri, si stima che pesi venticinque milioni di tonnellate ed lanciato contro di noi a una velocit di quarantacinquemila chilometri allora rispose la dottoressa. Praticamente grosso quanto la Torre del Diavolo nel Wyoming osserv Bradford. S, e ha la forza di sessantacinquemila bombe di Hiroshima aggiunse la Cardiff. Qualche idea sulla zona che colpir? domand Bradford. Le maggiori probabilit indicano unarea a qualche migliaio di chilometri dalle coste della California.

Speriamo che becchi Los Angeles mormor con un filo di voce Hagberg. Ho sentito per che ci sar un secondo impatto continu Bradford. Nel 2036 ritorna, di nuovo di venerd 13. Ma a prescindere dalle dichiarazioni degli pseudoesperti, il ritorno ancora meno prevedibile. Quando Apophis passer la prima volta, la Terra costituir il suo primo incontro con un grosso campo gravitazionale. In base alla sua composizione, la nostra gravit potrebbe cambiargli lorbita e addirittura la forma fisica. La gravit terrestre pu perfino trasformarlo totalmente ed possibile che provochi un secondo impatto nella fase di ritorno. Secondo una relazione che ho ricevuto, deve passare da un preciso buco gravitazionale intervenne il Presidente Raab. Abbiamo intuito lesistenza di alcuni buchi gravitazionali. Se Apophis transitasse attraverso uno di essi, la sua orbita verrebbe modificata e limpatto con la Terra sarebbe rimandato di sette anni. Perch la NASA non lancia una missione per deviarlo? propose il generale Hagberg. Deviarlo verso dove? Malgrado quanto sostengono gli pseudoesperti non sappiamo a quale distanza passer dalla Terra o da uno di quei catastrofici buchi gravitazionali. Rischiamo di deviarlo esattamente contro lorbita terrestre. E allora che cosa dovremmo fare? domand Bradford. Avremmo dovuto far partire una missione per applicare su Apophis un transponder rispose la dottoressa, cos adesso saremmo in grado di calcolarne lorbita con precisione. Non labbiamo fatto, dunque non possiamo sapere quanto si avviciner. Forse non lo sapremo mai. Per sappiamo quali altri asteroidi ci minacciano disse il generale. No, per la verit fece la dottoressa scuotendo la testa. Non esistono osservatori scientifici dedicati esclusivamente agli asteroidi. Di solito li vede qualche astronomo amatoriale che guarda il cielo dal telescopio sul terrazzo, e per fortuna tro-

va il tempo di spedire une-mail con i dati rilevati a un qualsiasi osservatorio scientifico. Si stima ci siano mille e cento asteroidi larghi pi di un chilometro che transiteranno vicino alla Terra. Nella migliore delle ipotesi, riusciamo a osservarne il 75 per cento. Quando confermer le sue osservazioni e concluder il tracciato dellorbita di questo oggetto? domand Hagberg. Potrei non essere in grado di farlo rispose la Cardiff. Sono riuscita a seguirlo saltuariamente, ma quando un asteroide viene dritto verso di noi impossibile vederlo. Perci, se si trattasse del killer del nostro pianeta, potremmo non riuscire a scoprirlo finch non entrer nellatmosfera e si incendier. Ma in quel momento, se saremo abbastanza vicini da vedere le fiamme, non riusciremo comunque a comunicare le nostre osservazioni... perch saremo morti. Ci dai ottime notizie osserv sarcastico il Presidente. Se un asteroide e sta puntando verso di noi intervenne il generale, siamo ufficialmente fottuti. Gi, come i dinosauri che videro quel bel sassolino cadere dal cielo brontol Bradford. Poi si rivolse alla dottoressa: Ma lei crede che quelloggetto sia un asteroide?. Un asteroide, un Ufo, un angelo di Dio... rispose lei, per quanto ne so potrebbe anche essere la Morte Nera di Dart Fener. Lei ritiene che abbia spazzato via Tula? chiese ancora Bradford Chase. Qualcosa di catastrofico certamente accaduto a Tula, altrimenti come si spiega la sua scomparsa quasi istantanea? Be, Tula potrebbe aver subito una serie di crisi concomitanti ipotizz Bradford. Numerosi problemi minarono limpero e indubbiamente lo fecero vacillare, ma nessuno di questi, neppure se i loro effetti si fossero sovrapposti, sarebbe stato in grado di distruggerlo con una simile velocit. Effettivamente le grandi potenze sono incredibilmente resistenti alle catastrofi ed difficile distruggerle ammise

Bradford Chase. La Germania e il Giappone furono bombardati e rasi al suolo durante la Seconda guerra mondiale, eppure si sono ripresi e sono diventati pi potenti di prima. E dopo la peste nera, lEuropa uscita dai Secoli Bui pi forte e pi ricca. E Tula era la potenza principale della sua era forse di tutti i tempi nella storia del Messico aggiunse la studiosa. Eppure qualcosa lha annientata dalla sera alla mattina. Per tu stessa ammetti che Tula aveva altri problemi ribatt Raab. Problemi drammaticamente simili ai nostri sospir lei. La loro versione del riscaldamento globale aveva inasprito la siccit e di conseguenza aumentato la fame. Leccessiva dipendenza da un unico prodotto il mais li rendeva estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. La fame stata il fattore determinante anche nella sconfitta degli Indiani dAmerica not il generale Hagberg. Quando i generali Sherman e Sheridan sterminarono il 99,99 per cento dei bisonti, gli Indiani furono costretti ad arrendersi. La loro sussistenza era legata indissolubilmente a quelle mandrie. E lo stesso vale per noi puntualizz la dottoressa. Se la nostra base alimentare fosse minacciata quanto lo fu quella di Tula dalla siccit, ciascuno di noi dovrebbe compiere un lunghissimo viaggio per procurarsi il cibo. Di solito ci che abbiamo nel piatto percorre oltre duemila chilometri per arrivare sulla nostra tavola. Ma quali erano gli altri problemi di Tula? insistette il Presidente. Una minoranza religiosa reazionaria e sanguinaria la stava consumando dallinterno spieg la dottoressa. Riversava ogni colpa della carestia sul dio Tezcatlipoca il dio della notte e del sangue e rassicurava il popolo sostenendo che un sacrificio di massa offerto in suo onore avrebbe riportato il mais in abbondanza. Altrimenti, Tezcatlipoca avrebbe flagellato la Terra e raso al suolo lUnico Mondo senza piet.

Racconta la parte sul dio-re Quetzalcoatl la esort il Presidente. Il dio Quetzalcoatl che in Nahuatl significa Serpente Piumato era il nemico giurato di Tezcatlipoca. Lultimo sovrano, uno dei pi grandi, aveva lo stesso nome. Conosciuto come dio-re, Quetzalcoatl di Tula era un guerriero e uno stratega leggendario. Sotto il suo governo la citt conobbe una ricchezza senza precedenti si dice che le pannocchie fossero grandi come meloni e il miele e il cioccolato scorressero a fiumi e divenne un centro di studi e di scienza senza pari. Il sovrano convoc a Tula i pi famosi uomini di sapere, matematici, architetti e studiosi dellUnico Mondo e fece edificare gli edifici pi maestosi mai visti: immensi templi che i successivi imperatori messicani poterono solo miseramente imitare. I suoi astronomi e matematici concepirono e realizzarono la versione definitiva e conclusiva del prodigioso Calendario del Lungo Computo, nel quale si preannunciava che in poco pi di mille anni il regno dellHomo sapiens sulla Terra sarebbe giunto alla sua repentina conclusione. In quellepoca, tuttavia, Quetzalcoatl scopr anche il sentimento della compassione. Se fino a quel momento era stato un misto tra Alessandro Magno e Pericle, si trasform nel Ges Cristo tolteco e Tula divent un regno di pace. Abol sia i sacrifici umani sia le guerre che si combattevano per rastrellare le vittime sacrificali. I sacerdoti lavranno portato in palmo di mano... comment il generale Hagberg. Furono lostacolo principale. Per ripristinare le guerre e i sacrifici umani, fomentarono insurrezioni popolari che scatenarono un drammatico scontro intestino. Nel tentativo di fermare il massacro e salvare ci che restava del regno, il dio-re abbandon Tula e la sua gente. Part su una zattera di canne diretto a est, verso il sole nascente, e promise che un giorno sarebbe tornato. Dunque i fattori che determinarono la caduta di Tula furono il fanatismo religioso e la carestia dovuta alla siccit riassunse Bradford Chase.

S, ma da soli non possono bastare a cancellare Tula dalla faccia della Terra. E inoltre quellastronomo tolteco stato chiaro: Tezcatlipoca era uscito dal Sagittario per castigare il mondo. Il Presidente e Bradford la fissarono con intensit, mentre Hagberg aveva lo sguardo perso nel vuoto. Poi si volt verso di lei e domand: E allora cosa facciamo?. qui che entrano in gioco Rita e la sua amica archeologa quasi una sorella Coop, ovvero Cooper Jones annunci la dottoressa. Sostengono di poter ritrovare il Secondo Codice, quello a cui fa riferimento il Primo e che ritengono descrive Tezcatlipoca nei dettagli. C qualche possibilit di ritrovarlo davvero? chiese Bradford. per questo che vi ho convocato. Rita di punto in bianco ieri sera mi ha telefonato. Cooper laveva da poco raggiunta nella cittadina nel nord dello stato di Chihuahua, vicino al luogo dove, secondo il Primo Codice, era nascosto lipotetico numero due. Non erano l nemmeno da una settimana, quando hanno incontrato un pastore di capre, un ragazzo, che lha scoperto in un nascondiglio dentro la fessura di un canyon. stato un puro caso. Lhanno fotografato e tradotto. Signor Presidente, il secondo ciclo di osservazioni celesti dellastronomo tolteco corrisponde perfettamente alle mie scoperte nella seconda fase di osservazione. E il vecchio astronomo annuncia che Tezcatlipoca si sta muovendo verso di noi.

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l Presidente Raab interruppe la riunione per una pausa BlackBerry e caff. Quando tornarono a sedersi, il generale Hagberg aveva una domanda pronta: Cosa diceva il vecchio astronomo della visita di Texas-come-si-chiama? Cosa dobbiamo aspettarci?. Tezcatlipoca precis la dottoressa Cardiff. Lo scienziato sosteneva che Tezcatlipoca avrebbe sfondato le porte per la Via del Sottomondo noi le conosciamo come costellazione del Sagittario , liberando i cani dellinferno per annientare lumanit. Non senza ironia, noi riteniamo il Sagittario la via daccesso a un super buco nero al centro della nostra galassia. Per noi un buco nero e per il vecchio astronomo era linferno? chiese Bradford. In un certo senso s ammise la dottoressa. Ma il vecchio non spiega come Tezcatlipoca abbia distrutto Tula? chiese ancora il generale. Secondo Rita la storia si trova tutta nel Terzo Codice. Anche lautore del Codice annuncia che trascriver la versione finale del Calendario del Lungo Computo e ci rimanda allaltro libro. E chi ne lautore? domand il generale. Da come parla sembra che labbiano scritto sia lAstronomo sia Quetzalcoatl!

Entrambi ne hanno dettati brani interi a uno scriba di nome Coyotl rispose la Cardiff. E anche lui inserisce parti di suo pugno descrivendo per esempio la citt di Tula. E anticipa che preparer un Terzo Codice con il Calendario del Lungo Computo concluse il Presidente Raab. Esatto annu la dottoressa. In altre parole, abbiamo due Codici al costo di un solo viaggio scherz Bradford. Be, sempre che riusciamo a trovarli osserv il Presidente. A mio parere questo Coyotl aveva un bel senso dellumorismo fece il generale. No, aveva un terrore viscerale dei sacerdoti spieg la dottoressa Cardiff. E stava cercando di salvare dalle loro grinfie sia la visione di Quetzalcoatl sia il Calendario. andato a nasconderli parecchio lontano da Tula rimarc il Presidente. Era uno che prendeva a cuore il proprio lavoro. Come ha fatto a fare uscire da Tula il Terzo Codice? indag il generale. Secondo Rita, la citt di Tula era in fiamme, la gente terrorizzata scappava da tutte le parti. Il Codice comunque riporta solo le conseguenze delle azioni di Tezcatlipoca. Coyotl non ha ancora narrato gli atti veri e propri. Non ancora intervenne Bradford. Si serba la storia per lultima puntata. La dottoressa Cardiff alz gli occhi e vide i tre uomini che la fissavano. Qualcosa non va? chiese. Ce lo dica lei ribatt Hagberg. Le ragazze... ammise lei appoggiandosi allo schienale della poltrona. Le ho messe nei guai. Questa sua amica, Rita inizi Bradford, quella che era stata rapita nel Chiapas. Era sui giornali. La dottoressa annu. Bradford aveva fatto una dichiarazione. Non si trattava di una domanda. Ma non eri stata tu a dirle di andarci intervenne il Presidente. E non le hai detto adesso di andare nel Chihuahua. Monica Cardiff scosse la testa. Invece le ho suggerito io di

andare con Cooper nel Nord del Chihuahua e cercare il Secondo Codice. Credevo fosse una regione tranquilla e che limpresa lavrebbe aiutata a dimenticare il rapimento. Le ho perfino dato dei soldi. Per non lhai invitata ad addentrarsi nella zona dei ribelli insistette il Presidente. No. Invece lei e la sua amica non solo sono andate a ficcare il naso nella zona dei ribelli intervenne Hagberg. Si sono andate a cacciare nella regione degli Apachureros. Esattamente lo stesso comportamento che a Rita era gi costato caro comment Bradford. Come fa a sapere questi dettagli? si chiese Monica scrutandolo con aria interrogativa. La chiami subito al telefono la esort il generale Hagberg, le ordini di tenersi alla larga dal Chihuahua meridionale. Rita fuori di s rispose la dottoressa con aria scettica. Sarebbe pi facile dire a un lupo affamato di stare alla larga dalle bistecche. Lanci unocchiata a Bradford Chase. Per si potrebbe sempre costringerle con la forza a star lontano dal Chihuahua, no? Ormai non si possono pi costringere neppure i terroristi ribatt Bradford con un ghigno strano. Potremmo dire al governo messicano che sono l per qualcosa di illegale. sempre meglio che vederle uccise propose Cardiff. Sono l per qualcosa di illegale rincar Bradford. Coinvolgiamo i federali! Le arresteranno seduta stante per possesso e trasporto illegale di reperti diretti al mercato nero. Prendono tremendamente sul serio le antichit precolombiane, da quelle parti... Minimo sono ventanni di galera concord il generale. Per gli Apachureros non si saranno dimenticati di come ha fatto Rita a farla franca... Molti di loro vennero uccisi. La dottoressa lo guard. Come faceva il generale a saperlo? Quel particolare non era stato riportato dai giornali.

Parecchi poliziotti, laggi, sono sul libro paga degli Apachureros disse Bradford. Io ci andrei cauto a tirare in ballo il governo messicano. E se Coop la minacciasse di rientrare da sola? chiese il generale. Coop non abbandonerebbe mai la sua amica dichiar la dottoressa Cardiff. E Reets lo sa. Hagberg studi la dottoressa con attenzione. Dunque non fa differenza, qualunque cosa si faccia, Reets andr dritta al sodo, vero? Monica Cardiff ricambi locchiata e rest in silenzio. E noi abbiamo un maledetto bisogno del Terzo Codice e del Calendario, non vi pare? continu il generale. Il generale ha ragione, dottoressa intervenne Bradford. Queste due ragazze, Reets e Coop, possono farcela. A questo punto lo sguardo della dottoressa si era indurito al punto da risultare tagliente. Perch loperazione abbia successo continu Bradford, abbiamo bisogno di civili gi sul posto, con una solida storia di copertura. Copertura? chiese Cardiff incredula. Un paio di studentesse sfigate spieg Hagberg, che vagano nel deserto in cerca di tracce di antiche civilt. Nessuno le scambierebbe mai per agenti segreti, tantomeno per Lara Croft. Invece sarebbero proprio eroine, come lei. In sostanza, dottoressa precis Bradford, occorre una squadra che sappia interpretare i geroglifici antichi, parlare le lingue locali e sia tremendamente motivata. Questo fondamentale, purtroppo non credo che lei sia in grado di trovare le persone giuste in cos breve tempo. Dunque la questione : possiamo fare qualcosa noi per aiutarle? lo interruppe il generale Hagberg. Monica Cardiff continuava a fissarli senza parlare. Brad, fa entrare in gioco Hargrave e Jamesy sugger il generale. La dottoressa guard Bradford sbalordita. Reets le aveva

parlato di quei due uomini. Erano gli intrepidi mercenari che lavevano salvata dagli Apachureros, lorganizzazione criminale pi forte e spietata di tutto il Messico. Diversamente da quanto era uscito sulla stampa, Reets le aveva confidato che erano stati loro due a liberarla, e non i federali, e con metodi molto pi violenti di quanto non fosse stato riportato dai media. Poi Rita aveva preferito cucirsi la bocca e risparmiarle ulteriori dettagli. Allora come faceva il generale Hagberg a conoscere il nome di quei due? Graves e Jamesy! esclam Bradford con sollievo, chiamando Hargrave con il suo macabro soprannome, Tombe. Bella idea! Come fa a conoscerli? si incurios la dottoressa. Ho gi avuto qualche esperienza con Graves e Jamesy, e anche con gli Apachureros rispose Bradford. Quando la sua amica venne rapita, il generale mi chiese di dargli una mano. E io ho pensato che, dal momento che Brad e i suoi ragazzi hanno gi salvato Rita Critchlow una volta intervenne il Presidente, forse conveniva averli nella squadra. uno dei motivi per cui lho mandato a chiamare. Non eravate intervenuti attraverso i canali della CIA? si stup la dottoressa Cardiff. Oggi alla CIA il 50 per cento del personale ha unanzianit di servizio inferiore ai cinque anni rispose Bradford per il Presidente. Inciampano perfino nei nastri della polizia. Io non mi fiderei a fargli portare una dozzina di uova dallaltra parte della strada rincar il generale. Monica Cardiff guard i tre uomini. Chi erano? Avevano organizzato unoperazione di salvataggio illegale, mettendo a rischio se stessi e la loro carriera politica per salvare una sconosciuta, che guarda caso era anche la sua migliore amica... E ora si stavano proponendo per rifare tutto da capo. In che razza di mondo era finita? E per giunta lei non aveva fatto altro che giudicarli dai loro vestiti e dal modo di parlare...

Dottoressa Cardiff? la richiam il Presidente. Io vorrei saperne di pi delle signorine Critchlow e Jones. Chi sono esattamente? Le ho consegnato i loro curricula. S, ma intendo... che genere di persone sono? Brad e io non siamo riusciti a scoprire un accidente. Abbiamo mandato degli agenti a fare qualche domanda, ma nessuno ha voluto parlare con loro. La dottoressa Cardiff si appoggi di nuovo allo schienale e fece un profondo respiro. Sono le studentesse pi mature, impegnate e decise che abbia mai avuto dichiar. Reets brillante e vivace, Coop probabilmente pi dotata ma anche pi schiva. Ha uneccezionale memoria visiva ed anche molto brava nel disegno: sembra nata per decifrare e riprodurre i geroglifici. Secondo Rita, le capacit interpretative dellamica sfiorano la chiaroveggenza! Coop legge i geroglifici come fossero le carte dei tarocchi e interpreta i loro significati pi reconditi fino a mettere a nudo lintenzione segreta dellautore. Come vi ho gi spiegato, la vera madre di Coop era messicana, per la precisione unindia di sangue azteco. Malgrado lei non labbia mai conosciuta, Reets si chiedeva se fra le due non ci fosse una sorta di comunicazione. In ogni modo, Reets sostiene che lamica veda molto pi di linee, disegni e colori nei simboli antichi. Cosa intende? chiese il generale Hagberg Reets ritiene che Coop sia unautentica mistica spieg la dottoressa. Una sera, dopo una mezza bottiglia di Remy Martin, Rita mi confid che Coop aveva guardato gli occhi di ossidiana della morte, aveva interpretato loscurit che esiste tra le stelle e aveva toccato il volto di Dio. Allepoca attribuii tutto al cognac, ma quando conobbi meglio Coop, non ne fui pi cos sicura. Voglio sapere cosa pensi realmente di loro la interrog il Presidente. Credo che Coop sia... strana. Ora ne so ancora meno di prima comment Hagberg.

E Reets? insistette il Presidente. pi cerebrale... e ha un grande interesse per lastronomia, la matematica e le religioni comparate. Visto che sono proprio le stesse discipline che ossessionavano i sacerdoti del Messico precolombiano, mi sembra sia la persona che faccia al caso nostro. Insieme, formeranno una squadra formidabile. Questo per non spiega perch debbano essere motivate a rischiare la vita in quella zona osserv Raab. Sono le studentesse pi determinate, attente e rigorose che abbia mai conosciuto continu Monica. La storia mesoamericana, e soprattutto il regno tolteco di Quetzalcoatl, la loro principale ragione di vita. Non hanno altro. Niente mariti, figli, cani, automobili, pappagalli, cottage ammantati dedera? chiese il Presidente. Carine e piacevoli, attirano gli uomini, ma il lavoro per loro sempre stato al primo posto, e anche al secondo e al terzo. Quando i pretendenti se ne accorgono, alzano i tacchi. E non c rivalit tra loro? domand Bradford. Reets lunica amica che Coop abbia mai avuto. Uhm, si vorranno parecchio bene quelle due... comment il generale. La dottoressa Cardiff gli rivolse unocchiata di fuoco. Mi sta chiedendo se hanno una relazione sessuale? Il generale annu. No. Me lo sono chiesto anchio, per non quello. Non sai niente del loro passato? chiese il Presidente con aria dubbiosa. Non molto ammise lei. Anche se non era del tutto vero. Aveva avuto due brevi rivelazioni dellautentica personalit di Coop ed entrambe le esperienze lavevano lasciata profondamente scossa. *** Una volta, davanti a una tazza di caff, Rita stava tenendo una lunga discussione sulla formazione delle stelle una delle mate-

rie su cui Monica Cardiff era specializzata e la dottoressa si infastid che la ragazzina le soffiasse un argomento da sotto il naso. Sfoderando un sorriso gelido, si chin in avanti fino a trovarsi faccia a faccia con la studentessa e sbott: Parla di quello che sai, pulcino. Ti sei allontanata un po troppo dal nido. Pulcino nel gergo dei bassifondi era un sinonimo di prostituta e la ragazza lo colse al volo. Inserendosi a forza tra la dottoressa Cardiff e la sua amica, si ferm solo quando fu a sua volta faccia a faccia con linsegnante e sibil: Non ti azzardare a chiamarla cos, puttana!. Monica Cardiff rimase di sasso, non solo per il tono, ma per il fegato dimostrato da Cooper. Sfidare uninsegnante, soprattutto una dura quanto lei, significava rischiare la rovina accademica; eppure, pi ancora del coraggio, a lasciarla profondamente a disagio fu la luce che aveva scorto negli occhi di Coop. La dottoressa decise che avrebbe risolto la questione con Rita in unaltra occasione e dopo una settimana si present il momento giusto. Durante un cocktail-party in facolt, Rita si rivolse con noncuranza a un gruppetto di persone in ammirazione della dottoressa Cardiff e disse: La scienza non pi solo lancella della religione, si sta trasformando essa stessa nella religione assoluta!. Monica Cardiff decise di rispondere al fuoco: E tu dove hai trovato questo spirito bigotto e antiscientifico? Allasilo infantile delle lingue lunghe e biforcute? Devessere lo stesso posto dove una montanara degli Appalachi si permette di tenere a me una lezione di astrofisica! esattamente con questidea in testa che hanno bruciato i Codici maya e gettato in prigione Galileo. Poi, avvicinando il viso a quello di Rita, le rivolse un falso sorriso condiscendente. Aveva colpito nel segno: il dispiacere vel gli occhi di Rita, il mento della ragazza prese a tremare e qualche lacrima fece capolino. Di solito a questo punto la dottoressa faceva un passo indietro e si godeva la vittoria in privato, ma questa volta desiderava unumiliazione pubblica per quella ragazza che ancora seguiva il dottorato e che al pari di tutti gli altri riponeva una fiducia illimitata nella scienza.

Facendosi largo e superando Rita, Cooper fu velocissima e in un attimo fu davanti alla dottoressa. Monica Cardiff si sarebbe ricordata quello sguardo per tutta la vita, era uno sguardo che diceva: Falle del male e te la vedrai con me. Una vocina nella sua testa le sussurr: Non metterti contro di lei. Per ragioni che non cap mai, non serb rancore. Continuando a vedere le due ragazze ogni giorno, si accorse che contro ogni sua aspettativa il rispetto e laffetto nei loro confronti cresceva. Entro la fine del semestre, Rita e Coop erano diventate le sue migliori amiche. *** Rita e Coop sono le mie migliori amiche dichiar, ecco cosa penso di loro! Come mai eri divenuta il loro tutor? le domand Raab. Non sono astrofisiche. Non ho mai capito perch mi chiesero di diventare il loro tutor, e per certi aspetti hai ragione: io non potevo aiutarle in nessuna disciplina. Per non avrei accettato se non avessi trovato i loro studi sul catastrofismo mesoamericano, e principalmente sul declino della civilt tolteca, irresistibili. Mi hanno consentito di divenire la principale autorit del Paese in materia di catastrofi globali. Non so che cosa ho fatto per loro, ma di sicuro quegli anni sono stati assai produttivi per tutte e tre. Cercando di fare luce sulleziologia della distruzione di Tula, abbiamo studiato tutto: gli effetti del riscaldamento globale, la siccit, la carestia, la peste, le mega-eruzioni vulcaniche e gli impatti dei meteoriti; loro due mi hanno edotto sul fanatismo religioso, loppressione economica e le guerre imperialistiche. Ora per temo che il mio lavoro le abbia fatte finire nei guai. Sfortunatamente la interruppe il Presidente alzandosi in piedi, il Consiglio Nazionale di Sicurezza mi attende... C una riunione di emergenza, Dio solo sa perch.

Faremo il possibile per le sue ragazze disse Bradford alzandosi a sua volta. Nel frattempo, forse vorr dare unocchiata a questo pos sul tavolo un fascicolo con la dicitura RISERVATO e glielo avvicin. Il Presidente mi ha tenuto al corrente. Appena ha fatto il nome di Cooper Jones ho iniziato qualche ricerca. Sulla cartellina cera unetichetta con su scritto COOPER JONES. Non ho trovato molto su di lei, per il suo vecchio ha avuto una vita interessante... la maggior parte in prigione. Qui c il suo dossier. Contrabbandava il miglior whisky del Sud parola dei suoi clienti e alla fine mor ammazzato. I suoi rivali non gradivano la concorrenza. La ragazza cresciuta con un fucile da caccia sotto il cuscino. Devessere un tipo tosto. Fiss la dottoressa con durezza. Non so lei, ma, sicuro come la morte, io me ne terrei alla larga.

PARTE DECIMA

Tula

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Unico Mondo, A.D. 1004

uoco! Mi svegliai di soprassalto con lallarme del tamburo: i colpi segnalavano un incendio. Per me per la minaccia principale non era il fuoco bens unombra scura che stava entrando dalla finestra. Il mio pagliericcio era a pochi passi dalla finestra. Vidi lintruso insinuarsi nella stanza come un grosso pipistrello con le ali spiegate e in un attimo mi fu addosso. Aveva un braccio alzato e nellistante in cui rotolai di lato per schivarlo conficc un pugnale nel saccone imbottito. Mentre tentavo di allontanarmi posai per caso la mano su un oggetto familiare: la croce astronomica di pietra, lo strumento che lAstronomo mi aveva insegnato a usare. Luomo aveva estratto il pugnale dal materasso e quando fece un passo indietro per prepararsi a colpirmi una seconda volta, io balzai in piedi e gli sferrai un colpo in pieno viso con la croce. Url e cadde a terra ma si rialz di scatto e salt sulla finestra, poi si lasci scivolare e in un attimo scomparve. La mia camera era al primo piano: il salto non era da poco. Mi precipitai alla finestra e lo vidi rialzarsi e correre via zoppicando.

Grazie, Serpente Piumato, che Fiore del Deserto torni sempre nella sua stanza, nelledificio principale. Ero ancora alla finestra per riprendere fiato quando mi accorsi che il tamburo non aveva cessato di rullare. Ne esistevano due tipi: quelli per segnare il tempo e quelli per lallarme e questo era senza alcun dubbio il segnale dellincendio. Un segnale che mi aveva salvato la vita. Appena mi ripresi, decisi di salire sulla piattaforma panoramica dellosservatorio vicino a casa, per capire quale fosse lemergenza. Qualcuno aveva cercato di uccidermi, ma al momento non potevo fare niente. Se ne avessi parlato con lAstronomo, di certo mi avrebbe detto che si era trattato di un ladro, anche se i furti in citt erano pochissimi. Doveva esserci unaltra spiegazione, ne ero sicuro, probabilmente legata al disegno che portavo inciso sulla carne. Purtroppo non ne sapevo molto di pi sul senso di quelle cicatrici di quando le scoprii per la prima volta. Mi pesava particolarmente doverlo riferire allAstronomo, perch non era una novit. Qualcuno aveva gi cercato di eliminarmi con arco e frecce e il vecchio mi aveva avvisato che la mia vita era in pericolo. Si preoccupava della mia incolumit, per non cera nulla che n lui n io potessimo fare per scongiurare un nuovo attacco. Se glielo avessi raccontato, si sarebbe di nuovo agitato e aveva gi abbastanza preoccupazioni. Sperai di riuscire a rimandare il pi possibile il momento in cui avrei dovuto riferirglielo.

Erano passati tre anni da quando venni portato via dalle terre del Popolo dei Cani e condotto nella maestosa citt di Tula. Come un bruco che si trasforma in farfalla anche se certamente non una delle pi belle questo periodo mi aveva trasformato da un Azteco nomade e selvaggio nel fidato assistente dellAstronomo Reale, specializzato sia nello studio delle

stelle sia in quello dei sacri geroglifici toltechi. Il nostro diretto superiore era il sovrano Quetzalcoatl in persona, il dio-re, limperatore pi potente dellUnico Mondo. Leggere e riprodurre quei simboli arcani era unarte e io con impegno e fatica me ne stavo impadronendo. vero, avevo una memoria formidabile, ma anche vero che dovevo ricordarmi uninnumerevole quantit di segni, tutti con migliaia e migliaia di particolari arcani e associati a uninfinit di suoni per comporre milioni di parole, ciascuna con diverse varianti di pronuncia. Quindi dovevo trasferire in questa moltitudine di simboli la Rivelazione di Quetzalcoatl a mano a mano che il dio-re la consegnava allAstronomo e poi trascrivere la versione finale del Grande Calendario del mio maestro. Trascorrevo ogni notte accanto a lui, osservando e annotando i movimenti e le posizioni degli dei-stella e prendendo continuamente appunti per il Calendario della Fine dei Tempi. Di giorno invece studiavo le note trascritte e redigevo i Codici. Dedicavamo molto tempo pure allosservazione della Crepa Scura, per scorgere eventuali segni dellavvicinamento di Tezcatlipoca. LAstronomo era certo che stesse venendo verso di noi. Come ci aveva detto quella notte sulla cima del tempio, il dio delloscurit e della morte non era pi appagato dai cuori e dal sangue umano. Dopo aver gi sottomesso una volta il divino Serpente Piumato il dio bianco dello studio e della compassione, del vento e del mare che sfama adesso intendeva annientare lemissario terreno di Quetzalcoatl, e dopo di lui gli uomini, ovunque si trovassero... Ogni notte scrutavamo la Crepa Scura in cerca della prova del movimento di Tezcatlipoca verso lUnico Mondo. LAstronomo laveva avvistato gi in due occasioni, perci tutte le volte guardavo il cielo con paura, temendo di vedere il mostruoso demonio che ci veniva incontro. Eravamo ossessionati dallUltimo Giorno, volevamo scoprire quando e come si sarebbe manifestato. Sentivamo che le generazioni future avevano il diritto di saperlo. Se fossero state

informate con il dovuto anticipo, forse sarebbero riuscite a deviarlo, o almeno a placare la sua violenza, o magari a controllarne le conseguenze. Non era sicuro che Tezcatlipoca sarebbe riuscito a sconfiggere Quetzalcoatl una seconda volta n a sterminare i suoi adepti. Il suo odio non era pi forte della scienza, della sapienza, del coraggio e dellamore di Quetzalcoatl. Con unappropriata preparazione e laiuto degli uomini, confidavamo che il Serpente Piumato avrebbe vinto. Se esisteva il modo di aggirare o deviare lira di Tezcatlipoca, le generazioni future avrebbero potuto possederne i mezzi. Il nostro obiettivo era far conoscere ai posteri la storia di Tula, la citt pi grande di tutti i tempi, il capolavoro che il diore e i suoi sudditi devoti erano riusciti a edificare: le meraviglie architettoniche, le bellezze artistiche, le conoscenze scientifiche, matematiche e astronomiche che erano culminate nel Calendario del Lungo Computo. Volevamo che in futuro tutti sapessero della lotta di Quetzalcoatl contro la barbarie religiosa. Le guerre intestine nella capitale mi spronarono a lavorare al Calendario e alla profezia con ulteriore impegno e aggiunsero una maggiore profondit a ci che scrivevo. La storia di Tula gettava una nuova luce sulle due opere, lo sentivo: la sua ascesa e il suo declino sembravano uno specchio tragico ed epico insieme dei nostri raggiungimenti trascendenti e temevamo che preconizzassero una drammatica conclusione. Trascrivere la storia degli ultimi giorni di Tula divenne il mio assillo personale, la ragione che mi faceva alzare ogni mattina. Gli anni passavano e i frutti del mio lavoro crescevano; avevo riempito cos tanti fogli da comporre molti libri. Il mio legame con lAstronomo era sempre pi profondo; lui e Scudo Fumante sembravano ogni giorno pi entusiasti del progetto, per cui trascorrevamo molto tempo a pensare come preservare quella che ormai era unampia collezione di Codici. Prima di tutto ci occorreva un posto sicuro dove custodirli. Il vecchio saggio conosceva una galleria sotterranea molto profonda sotto la citt, a cui si poteva accedere solo tramite alcuni ingressi nascosti. Quel tunnel e i suoi corridoi segreti diven-

nero il nostro magazzino e il nostro nascondiglio per gli incontri pi riservati. Ci ritrovavamo sempre pi spesso a parlare del luogo definitivo dove avremmo dovuto collocare i Codici: ormai avevamo il terrore dei sacerdoti e della loro capacit di estorcere informazioni al popolo, cos stabilimmo che la migliore soluzione per conservarli era usare nascondigli diversi. Al termine di ciascun Codice avremmo dato indicazioni allinterprete per ritrovare il successivo. Occultarli tutti insieme rendeva pi difficile trovare il luogo adatto e ci sembrava offrisse maggiori possibilit ai sacerdoti di scoprirli. Volevamo a tutti i costi che le nostre conoscenze arrivassero ai posteri: intendevamo informarli non solo del momento in cui lumanit avrebbe conosciuto il suo giorno finale, ma anche riferire ci che sapevamo su cosa avrebbero dovuto aspettarsi. Ci sembrava un messaggio di vitale importanza, e comunque quei Codici erano la nostra memoria. Studiavo giorno e notte e a malapena trovavo il tempo di dormire. Eppure mi sentivo pi in forma che mai: mi sosteneva la certezza di fare un lavoro della massima importanza. Ormai non dormivo pi come un tempo sdraiato sulla terra dura e fredda, in una capanna di fango e di fusti dagave o sotto la volta stellata. Adesso avevo un soffice pagliericcio allinterno del Tempio delle Stelle. Per la maggior parte della mia vita avevo mangiato accucciato vicino al fuoco, ora sedevo a tavola e gustavo prelibatezze a base di carne e di verdure che mi venivano offerte da uno stuolo di servitori, i quali mi porgevano perfino una bacinella dacqua per lavarmi le mani prima e dopo i pasti. Adesso ero un assistente osservatore di stelle, non pi un apprendista, e per di pi lAstronomo, avendo perso la sua famiglia anni prima per una terribile epidemia di peste, mi aveva praticamente adottato come figlio. Avevo trovato la famiglia e laffetto che non avevo mai avuto. Il Tempio delle Stelle fungeva da abitazione e da osservatorio per lAstronomo Reale e per quanti lo assistevano o lo ser-

vivano. La maggior parte delle famiglie aveva due stanze: una per dormire e laltra per cucinare e mangiare. Non avendo nessuno, disponevo di una sola stanza e per i pasti avevo il privilegio di potermi sedere a tavola con il vecchio. Ledificio sorgeva nel quartiere cerimoniale, a pochi passi dalla piramide del tempio pi grande, dove il Sommo Sacerdote officiava i riti religiosi con cui governava sul popolo e sul Paese. Dalla parte opposta rispetto alla piramide si ergeva il magnifico palazzo del dio-re Quetzalcoatl. A ogni ora del giorno e della notte uno degli assistenti dellAstronomo scrutava il firmamento e segnalava alla citt il passare del tempo. Quando il dio Sole attraversava il cielo, egli osservava lombra proiettata da un bastoncino che andava a coincidere con alcune tacche, mentre di notte controllava e misurava lavanzamento dei principali dei-stella* utilizzando la stessa croce stellare con cui avevo ferito il mio assassino. LAstronomo e io eravamo responsabili, tra le altre cose, di segnalare il trascorrere del tempo alla citt. Giorno e notte veniva battuto un colpo di tamburo allinizio di ogni ora. Con quei colpi la gente scandiva la durata del lavoro e le guardie sulle mura si alternavano nei turni di sorveglianza. Unora dopo lalba il tamburo veniva suonato con tre colpi secchi: era il segnale dellinizio della giornata lavorativa. Dodici ore dopo, prima del tramonto, altri tre colpi annunciavano la conclusione. Gli unici altri colpi di tamburo erano quelli degli allarmi. Lemergenza peggiore era scoprire il nemico alle porte, ma nonostante le forti tensioni con il Popolo dei Cani, un assedio non si era mai verificato... almeno finora. Il ritmo veloce significava incendio e purtroppo nel corso
* Nota del Traduttore: I principali dei-stella erano i cinque pianeti visibili a occhio nudo: Mercurio, Marte, Venere, Giove e Saturno. Al pari dei Greci e dei Romani, gli antichi mesoamericani sapevano che questi cinque corpi celesti erano diversi dalle altre stelle.

dellanno i fuochi erano stati frequenti: una sorta di epidemia di fiamme sembrava flagellare il Paese. Dalla cadenza dei colpi capii che le fiamme non erano in citt ma da qualche parte oltre le mura. Gli incendi erano una minaccia costante lungo i confini, dove i barbari Aztechi assediavano lo splendore della nostra civilt. Quei selvaggi spesso appiccavano il fuoco per distrarre i guerrieri e i contadini che accorrevano a spegnerlo, lasciando incustoditi le citt e i villaggi vicini, e ne approfittavano per compiere saccheggi e scorribande. Non tutti i roghi erano dolosi, alcuni scoppiavano per fatalit dai fuochi dei bivacchi dei cacciatori, altri erano innescati da Tlaloc, il dio della pioggia e dei fulmini. Purtroppo ultimamente Tlaloc sembrava pi generoso con il fuoco che con lacqua, e le foreste secche da anni di siccit ardevano come torce. Mi ero chiesto pi volte se Tlaloc non avesse ormai abbandonato il suo ruolo di dio delle nubi per abbracciare quello di dio del fuoco. Perfino i campi di mais, soprattutto in primavera e a inizio estate, erano tanto aridi da sembrare letti di paglia in attesa di una scintilla. E con lincendio dei campi, puntuale arrivava la fame. I sacerdoti attribuivano ogni colpa al nostro dio-re Quetzalcoatl e i loro seguaci come i miei amici avevano previsto erano diventati sempre pi violenti e ribelli, soprattutto da quando si erano diffuse le voci secondo le quali il sovrano fosse contrario ai sacrifici umani. I sacerdoti che avevano bisogno di versare quel sangue per mantenere inalterato il proprio potere furono rapidi a fomentare le critiche al sovrano. Le incursioni da settentrione dei barbari che razziavano con la tecnica degli incendi inasprivano ulteriormente il malcontento dei sacerdoti e dei loro adepti. La fame e i roghi spingevano la nostra gente a lasciare le campagne e ad avvicinarsi a Tula e cos, per la paura dei saccheggi, sempre pi poderi venivano abbandonati; lo stesso valeva per i campi coltivabili che, luno dopo laltro, finivano in mano agli Aztechi. E la fame dilagava.

La siccit, che ormai sembrava destinata a non finire mai, e la carestia si trasformarono in ulteriori leve di potere nelle mani dei sacerdoti che indicavano nel sacrilegio dei Toltechi e soprattutto in quello dellimperatore la causa dei castighi inflitti dagli dei. Il popolo a cui ero appartenuto compiva la maggior parte dei saccheggi, ma io non mi sentivo in colpa. Non mi consideravo pi un Azteco del Popolo dei Cani: non volevo pi ricordare il mio passato, ero un ospite privilegiato nella casa di uno degli uomini pi potenti dellimpero. La mia situazione attuale era assai pi comoda della precedente. Ma la mia vita non era senza problemi: avevano cercato di assassinarmi due volte e non avevo certezze n come uomo n come assistente astronomo. Non mi ero sposato a causa dei dubbi e del mistero che avvolgeva il mio passato e anche a causa del tempo che dovevo dedicare al lavoro. Da come mi trattavano sia lAstronomo sia il sovrano avevo capito che il mio futuro sarebbe stato diverso, ma non sapevo dove il destino mi avrebbe condotto e, fino a quando non avessi raggiunto una certa stabilit, non volevo la responsabilit di una casa e una famiglia. Non avendo dunque un talamo coniugale, di tanto in tanto mi ritagliavo qualche momento di piacere con Fiore del Deserto, che adesso consideravo la persona pi discreta mai conosciuta, nonch lamante pi dolce e appassionata del mondo. Ma anche in quelle rare occasioni dovevo essere cauto. I sacerdoti proibivano il sesso prima del matrimonio e purtroppo sapevo di essere preso di mira. Odiavano chiunque ricevesse i favori di Quetzalcoatl e dellAstronomo e, in quanto assistente fidato di questultimo, sapevo che per loro ero un boccone appetitoso. E anche se Scudo Fumante e lAstronomo con laiuto dellimperatore fossero stati in grado di proteggermi dagli attacchi di quei lupi famelici, non ero altrettanto certo che avrebbero potuto salvare Fiore del Deserto, nel caso in cui i sacerdoti si fossero gettati su di lei.

Non volevo vederla diventare una concubina al servizio dei guerrieri e dei funzionari pubblici, costretta a guadagnarsi il pane compiacendo i loro capricci, ma se i sacerdoti lavessero condannata, il suo destino sarebbe stato certamente quello.

Ero diretto allosservatorio, dove avrei trovato lAstronomo. La piattaforma sulla torre di osservazione era il secondo posto pi alto di Tula. Solo il tempio sulla sommit della piramide sacra era pi elevato. Il vecchio e io effettuavamo la maggior parte delle rilevazioni da questa torre. Sulla terrazza che circondava la cima erano stati disposti gli strumenti per misurare i movimenti dei corpi celesti. Alcuni, per esempio i bastoncini e le tacche che servivano a osservare i progressi del Dio Sole, erano fissi, altri, come la croce stellare, si montavano di volta in volta. Per osservare con il metodo della croce stellare occorreva avere un secondo riferimento, molto pi distante, perci ci servivamo di oggetti posti sulle alture vicine o anche sui palazzi: montate sui tetti degli edifici circostanti cerano delle forme che ci consentivano di tracciare le orbite del Dio Sole, del Dio Luna e delle stelle. Allultimo piano della torre cera una piccola stanza le cui uniche aperture erano la porta e pochi fori nel soffitto da cui penetravano raggi. Con la porta chiusa, la stanza era buia e i raggi che filtravano dai buchi ci permettevano di controllare e valutare il percorso del Dio Sole. I calcoli servivano a molteplici scopi, oltre naturalmente a tenere traccia del tempo. In base alla posizione del Sole nella sua orbita annuale stabilivamo il momento per seminare... e anche quello pi opportuno per fare la guerra: era fondamentale infatti che gli uomini tornassero a casa sia per il periodo della semina sia per quello del raccolto. Anno dopo anno, le gambe dellAstronomo lo conducevano pi lentamente e con maggior dolore sui ripidi gradini della torre, perci mi ritrovavo sempre pi spesso a compiere le os-

servazioni da solo. Anche i polmoni gli stavano cedendo; riusciva a mascherare sempre meno laffanno e il fiato grosso allultima rampa di scale. Ahim! Mi ricordava il mio vecchio sciamano azteco, che ormai prossimo a morire respirava sempre pi a fatica quando si trovava ad affrontare una salita.

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tava albeggiando quando uscii sulla piattaforma panoramica dellosservatorio e salutai la sentinella notturna che si apprestava a concludere il proprio turno. Cera sempre qualcuno di guardia, non solo per dare lallarme in caso di incendio, ma anche per controllare lapprossimarsi di eventuali temporali, di eserciti nemici, di qualunque evento fuori dallordinario. Mi disse che aveva scorto il fumo e le fiamme solo poco prima e aveva subito dato lallarme con il tamburo huehuetl. Il fumo veniva dalle colline boscose a sud, non da nord al confine con le terre degli Aztechi. Avrebbe comunque fatto scappare la selvaggina e distrutto le coltivazioni. Le piante riarse dalla lunga siccit avrebbero alimentato le fiamme per giorni: per molto tempo i cacciatori sarebbero rimasti senza prede e se il fuoco avesse raggiunto i vicini campi di mais e di fagioli, a Tula si sarebbe sofferta la fame. Ma almeno questa volta non era colpa del Popolo dei Cani! Se i responsabili fossero stati gli Aztechi, di certo i sacerdoti avrebbero chiesto sangue; il loro odio per la mia gente non conosceva limiti: se avessero accusato uno qualsiasi del mio clan, chiunque avesse sangue azteco nelle vene ne avrebbe pagato le conseguenze, e probabilmente anchio. LAstronomo usc sulla piattaforma. Aveva il fiato corto e

notai che le ginocchia gli cedevano mentre camminava. Ormai le sue ossa non riuscivano pi a sostenerlo come un tempo, ma lorgoglio era immutato, perci i due servitori che lo avevano aiutato sulle rampe pi ripide vennero allontanati con un gesto secco della mano. Avrebbe camminato a piedi nudi sui carboni ardenti pur di non mostrare a nessuno la sua debolezza. Mi chiesi ancora se fosse il caso o no di raccontargli ci che mi era successo. Un altro incendio? domand. S. Il Popolo dei Cani? Scossi la testa. Le fiamme sono a sud. Sospir e guard in quella direzione. Sarebbe stato meglio un fuoco appiccato dagli Aztechi che dagli dei... Gli incendi provocati dagli umani potevano facilmente essere passati per incidenti, oppure come lazione di nemici; ma quelli che scoppiavano per cause sconosciute erano il frutto del volere degli dei ed erano quindi pi problematici. Se gli dei erano furiosi, la loro rabbia gettava ombre sul potere del sovrano. Contavamo su di lui per blandire le divinit e allontanare da noi lira celeste. LAstronomo e il Sommo Sacerdote erano in grado di interpretare le intenzioni e i voleri degli dei, ma non potevano intercedere per Tula: quel compito spettava allimperatore. Se egli non ci riusciva, Tula era nei guai ed era evidente che la citt aveva ormai perduto la benevolenza divina. Il vecchio mi guard. Ero ancora teso a causa dellattentato a cui ero scampato solo poche ore prima. Non gli avevo detto nulla per non turbarlo odiavo vederlo preoccupato per lui aveva capito che qualcosa non andava. Mi hanno riferito che stato visto un intruso uscire dal palazzo cominci, raccontami... Feci un respiro profondo. Sapeva gi tutto! Scrollai le spalle e glielo dissi: Qualcuno si arrampicato sulla vite che sta sotto la mia finestra ed entrato in camera.

Aveva un pugnale. Mi sono difeso e lho ferito in faccia, forse anche a un occhio e lui scappato. LAstronomo annu. fuggito, ma ha pi di qualche segno sul viso, ed stato visto zoppicare. Offrir una ricompensa a chi mi dar notizie di qualcuno con ferite al viso e zoppicante. Questa la seconda volta. S, la seconda. Ero gi stato colpito da una freccia durante una battuta di caccia... e tutti i miei compagni sostenevano di non aver scoccato alcun dardo. Gli dei vollero che quel giorno non dovessi morire risparmiandomi le pene e gli orrori dellinferno del Sottomondo. Venni ferito a una spalla. Anche questa volta gli dei mi hanno aiutato mormorai. Forse. O forse aspettano il momento giusto per farti scuoiare vivo dai sacerdoti, felici di usare il tuo stesso pugnale affilato e la tua ascia di guerra. Era chiaramente una battuta e risi. Dopo il primo attentato, Scudo Fumante e lAstronomo avevano aggiunto alla mia giornata qualche ora di esercitazione nel combattimento corpo a corpo e adesso possedevo un piccolo arsenale di armi mortali. Scudo Fumante in persona si era assunto lonere di addestrarmi alluso delle lame e delle armi da lancio, e da poco mi stava allenando al tiro con larco e con il giavellotto. Con mia grande sorpresa avevo scoperto di avere talento per la lotta e Scudo Fumante si era complimentato con me perch ero portato per... uccidere. Come difendermi dagli aggressori che non riuscivo a vedere, da assassini che cercavano di farmi fuori senza alcun motivo apparente? Il vecchio interruppe quelle riflessioni: Limperatore ha mandato a chiamare il suo Astronomo e lAzteco conosciuto come Coyotl. Mi stai ascoltando?. Ci guardammo. Essere convocati a palazzo non era infrequente, ma con i timori e le tensioni sempre pi palpabili, ogni visita a corte aumentava il rischio di trovare il sovrano in preda a qualche capriccio, che si traduceva in ulteriori problemi per noi.

Poich erano gli dei-stella a determinare i nostri destini, quando la situazione era infausta era fin troppo facile attribuire ogni colpa ai messaggeri, ovvero a chi scrutava le stelle... stato mandato a chiamare anche Tezcal mi annunci lAstronomo. Tezcal, il Sommo Sacerdote. Dalla prima volta in cui ci eravamo incontrati, quel demonio voleva vedermi steso sullaltare del sacrificio, il mio sangue che sgorgava sotto la lama del suo coltello. E il suo atteggiamento non era mai cambiato. Ricordati, non ti consentito parlare in presenza del sovrano, a meno che non sia lui a rivolgerti la parola. Non devi muovere un muscolo, nemmeno un battito di ciglia, quando Tezcal ti denuncer al re. Tieni gli occhi bassi, guardati i piedi, nascondi qualunque emozione. Trattieni la rabbia: non sempre ci sei riuscito. In quanto straniero azteco, ero un obiettivo fin troppo facile. Solo il favore dellimperatore mi proteggeva dallaltare del Sommo Sacerdote. Se o quando il sovrano mi avesse negato la sua benevolenza, non ero in grado di prevederlo.

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rocedetti con lAstronomo verso il palazzo reale. Passammo accanto alla grande Piramide del Sole. Non riuscivo mai ad attraversare il quartiere cerimoniale senza ricordarmi il mio primo impatto con la citt. Quel giorno ero un selvaggio seminudo e con i piedi sporchi. Adesso avevo il mantello color rosso fuoco degli assistenti dellAstronomo Reale, un perizoma triangolare di soffice cotone bianco e sandali di pelle di cervo. E soprattutto, quando il mio stomaco si faceva sentire, potevo mangiare a saziet. *** Quella stessa notte feci scivolare il pugnale nella gabbia di Tenoch, lui tagli le corde che lo legavano, seg le sbarre di legno e scavalc le mura della citt. Ma il feroce capo clan ben presto fece parlare di s: divenne una leggenda per tutti gli Aztechi, e nel Popolo dei Cani dilag lodio per Tula, il terrore di essere catturati e soprattutto di finire sotto limplacabile lama nera dei sacerdoti. Ora Tenoch era il signore della guerra di vari clan e i racconti del suo coraggio e della sua abilit erano sulla bocca di tutti i guerrieri. Se mai il Sommo Sacerdote avesse avuto il minimo sospetto

che io avevo aiutato il principale nemico di Tula a fuggire, mi avrebbe scorticato, avrebbe arrostito quanto restava delle mie carni e ancora vivo mi avrebbe ridotto in una miriade di minuti frammenti... esattamente ci che con i suoi accoliti aveva sperato di fare a Tenoch. *** Incontrammo Tezcal sulla porta del palazzo di Quetzalcoatl. Avvolto nel tradizionale mantello nero, portava i capelli sciolti. Le ciocche sporche di sangue secco erano il frutto di una deliberata preparazione, non il segno di un sacrificio umano compiuto di recente. Lui e lAstronomo si inchinarono e si scambiarono un saluto. Poi Tezcal mi lanci unocchiata di disprezzo mentre io mi sforzavo di rimanere impassibile.

Il palazzo dellimperatore era ledificio pi grande di Tula, dieci volte pi esteso dellabitazione dellAstronomo. Entrando, passammo in mezzo a due enormi statue di pietra che raffiguravano il dio Quetzalcoatl, con tutto il corpo ricoperto di piume e una testa gigantesca, pi alta di un uomo, da cui sporgevano i denti lunghi oltre due piedi. Sotto, allineate lungo le statue, erano schierate decine di guardie dellimperatore, i famosi Guerrieri Giaguaro, con indosso le loro vivaci tenute da cerimonia e armati con lance e spade di ossidiana affilatissima. Nonostante laspetto festoso delle vesti, per la sua guardia personale il sovrano sceglieva solo i veterani, gli uomini che in battaglia si erano mostrati pi coraggiosi e leali. Essere nella guardia imperiale significava ricevere unottima retribuzione, ma la contropartita non era da poco: normalmente le infrazioni dei guerrieri, a Tula, erano sanzionate con lievi punizioni, ma per gli stessi reati i Guerrieri Giaguaro pagavano con la vita.

In gioco cera la sicurezza del sovrano e non si ammettevano n debolezze n errori. Non cera da meravigliarsi, quindi, che limperatore si fidasse ciecamente di Scudo Fumante, il capitano dei Guerrieri Giaguaro. Varcare la soglia del palazzo significava lasciarsi alle spalle le strade torride, affollate e rumorose della citt ed entrare in un paradiso. Da fuori era un edificio immenso e austero, ma dentro oltre la met dello spazio era riservata a un cortile, al centro del quale si apriva un laghetto circondato da una piccola selva di fiori tropicali e piante profumate. Sia nel centro del laghetto sia tra i sentieri che si addentravano in quella giungla in miniatura, decine di zampilli rinfrescavano laria con piacevoli getti di acqua. Attraversando la vegetazione lussureggiante, scorsi una quantit di animali esotici: giaguari e puma chiusi in gabbie seminascoste tra le piante, voliere con aquile e falchi, magnifici uccelli variopinti tra cui quetzal, pappagalli ed esemplari di molte altre specie, oltre naturalmente ai fagiani e ai tacchini che servivano come riserva di carne per la tavola del re. Un branco di coyote miei omonimi ulularono quando sfilammo davanti al loro recinto ed enormi coccodrilli spalancarono le fauci e ci mostrarono i loro denti acuminati. Gli animali pi numerosi erano senza dubbio i bipedi: cera gente dappertutto, nobili in visita e ricchi mercanti attendevano il loro turno per avere udienza dal sovrano; i cortigiani si affrettavano a eseguire gli ordini ricevuti e un esercito di servi si affannava a tenere tutto pulito e a imbandire le tavole per il banchetto. Ogni volta che mi trovavo al cospetto del dio-re, puntualmente le ginocchia e le mani mi iniziavano a tremare. Aveva ricevuto il nome di Quetzalcoatl allet di sette anni e i suoi sudditi pi fedeli lo ritenevano lincarnazione terrestre del dio del vento e delle tempeste. Tre anni prima lAstronomo mi aveva raccontato la storia di come il dio-re aveva riconquistato il potere. Prima che potesse

salire sul trono, un nobile aveva assassinato suo padre e si era impadronito del regno. Con una taglia sulla testa, Quetzalcoatl era fuggito sulle montagne a est e dopo un anno di vagabondaggi si era ripresentato. Secondo la leggenda, durante quel periodo era stato accolto dagli dei che lo avevano consacrato dio-re di Tula. Il suo elmo era la testa di un giaguaro, che si narra avesse ucciso con un solo affondo di lancia. I contadini lasciavano i campi e lo seguivano per combattere al suo fianco nella riconquista della citt. Ma davanti alle defezioni del proprio esercito e alle dimensioni dellarmata che si avvicinava, lusurpatore fugg. Quetzalcoatl sinsedi sul trono e dimostr la forza e la piet che sempre lo avrebbero accompagnato: perdon tutti i sostenitori del nemico, tranne coloro che avevano partecipato personalmente alluccisione di suo padre: questi vennero sacrificati. Lusurpatore fu inseguito e trascinato in citt, ma anzich consegnarlo al Sommo Sacerdote perch lo immolasse, Quetzalcoatl lo sfid in duello e lo uccise con un combattimento equo, da pari a pari. Un combattimento equo! mi aveva ripetuto lAstronomo. Qualunque altro sovrano dellUnico Mondo lo avrebbe fatto sgozzare dai sacerdoti del tempio, anzich rischiare la propria vita in uno scontro. Seguii lAstronomo e il Sommo Sacerdote nella sala del trono, mantenendomi umilmente alle loro spalle. Limperatore era seduto e accanto a lui, in piedi sul lato destro e arretrata di un passo, cera sua sorella Zyanya. Il sovrano sfoggiava una grande corona di piume delluccello quetzal, con un assortimento di colori... dai verdi chiaro e scuro al rosso brillante. Erano piume rarissime, fantastiche e, secondo lopinione comune, quelluccello era benedetto dagli dei, e soltanto ai reali era permesso indossarle. La fascia doro sulla fronte era tempestata di giada e turchesi e decorata con le stesse preziosissime piume. La corona non era solo un magnifico capolavoro doreficeria: le pietre preziose e le penne formavano leffigie del dio Quetzalcoatl. Il viso del Serpente Piumato con i suoi

denti minacciosi e lespressione dura annunciava che il suo omonimo il dio-re non era una creatura da prendere alla leggera. Il perizoma, anzich di semplice cotone come quello dei sudditi comuni, era di una fibra finissima intrecciata con fili dargento. La cintura che lo sosteneva ai fianchi era adorna di perle disposte in modo da raffigurare il muso di giaguaro. I sandali avevano suole doro e le cinghie in pelle che li legavano erano tempestate di pietre preziose. La famiglia reale riteneva i giaguari i propri protettori speciali, e la guardia personale di Quetzalcoatl era interamente composta da Guerrieri Giaguaro, che rispondevano direttamente agli ordini di Scudo Fumante. Inutile dirlo, il mantello dellimperatore era ricavato da una pelle di giaguaro. Ci prostrammo davanti a Sua Maest, abbassando la fronte a terra. Il sovrano ci disse di alzarci. Obbedimmo. LAstronomo e il Sommo Sacerdote gli si avvicinarono, io mi fermai due passi indietro. Il vecchio mi aveva ripetuto pi volte di tenere gli occhi bassi, ma io non riuscii a trattenermi e il mio sguardo and a posarsi su Zyanya. Mi stava guardando! Riabbassai il capo. Un istante dopo Quetzalcoatl mi rivolse la parola: Mi stato detto che sei pronto ad accompagnarmi sui campi da gioco a Tajin, Coyotl. Sei in grado di starmi accanto e dirmi ci che ci rivelano i cieli riguardo ai nostri compiti?. S, Maest dissi istantaneamente, senza aver capito una parola di ci che mi aveva chiesto. Non avevo idea del motivo per cui limperatore volesse andare a Tajin. Tajin sorgeva sul Mare Orientale, e l ogni anno si giocavano i campionati di tlachtli. Le squadre di tutto limpero si scontravano per stabilire quale fosse la migliore. Era un evento importante, perch il gioco non era un semplice svago, piuttosto era lo specchio del mondo. Le azioni nel corso delle partite e i risultati finali anticipavano il destino de-

gli uomini, se si riusciva a interpretarli correttamente. Come accadeva sempre nella vita, le forze cosmiche determinavano la sorte e la fortuna terrena; per esercitare il potere sulla Terra occorreva una comprensione profonda delle forze celesti perch il legame tra terra e cielo era inviolabile e chi osava sfidare il volere degli dei lo faceva a proprio rischio e pericolo. Gli dei amavano il gioco e sorridevano ai campioni. Per i due anni precedenti la vittoria era andata alla citt di Teotihuacn. Aver perso due anni di seguito era stato interpretato come un segno infausto. Un tempo Teotihuacn aveva dominato lUnico Mondo e, secondo alcuni, queste vittorie dimostravano un fatto inequivocabile: gli dei stavano trasferendo la loro alleanza sulla citt che gi aveva esercitato il potere assoluto. Probabilmente Quetzalcoatl aveva stabilito che Tula dovesse sfidare Teotihuacn sul campo da gioco. Il vincitore avrebbe ricevuto non solo il trofeo ma anche la benedizione degli dei, che tutti speravamo avrebbe assunto la forma di pioggia, sole e un raccolto abbondante. Ma il mistero principale, l, prostrato davanti allimperatore, restava comunque perch mai io lassistente dellAstronomo fossi stato scelto per accompagnarlo nel viaggio. Di certo, il viaggio di una settimana non era impresa da poco. Avremmo dovuto superare una catena di montagne, attraversare la regione calda e umida che si estendeva vicino al Mare Orientale e lAstronomo non ce lavrebbe fatta sulle proprie gambe. Per non avrebbe dovuto necessariamente camminare: spesso per i viaggi pi lunghi i nobili e i dignitari si facevano trasportare dai servi su una portantina. Dunque avrebbe potuto benissimo essere lui ad accompagnare Quetzalcoatl. Ma per ragioni a me incomprensibili il sovrano aveva voluto me. La mia vita stava per fare una svolta. Non sapevo in quale direzione gli dei mi avrebbero sospinto, ma intuivo che i segni sul mio corpo, la protezione del sovrano, la minaccia che sentivo incombere dalla sua splendida sorella e dagli assassini armati, tutto in qualche modo faceva parte del mio destino.

Non potevo sapere, per, per quanto tempo ancora gli dei mi avrebbero concesso di restare in vita. Bene disse limperatore. E cos, rapidamente come eravamo stati ammessi, fummo congedati.

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vresti dovuto avvertirmi protestai. Non me ne aveva mai parlato. Tu sai perch vuole me? Scudo Fumante e io gli abbiamo sempre parlato bene di te, e io gli ho suggerito di sceglierti per il viaggio. Ma non sembrava interessato, perci non te lavevo mai riferito. Anchio sono rimasto sorpreso quando ti ha chiesto di partire con lui. Stavamo tornando allosservatorio ed eravamo soli, cos lAstronomo ne approfitt per parlarmi nei dettagli della missione che mi attendeva. Sarai messo alla prova mi disse. Limperatore mi trover allaltezza... Non si tratta dellimperatore. Sarai messo alla prova dai Guardiani. I Guardiani? Era ovvio che doveva riferirsi alla guardia personale di qualcuno o di qualcosa, ma non riuscivo a immaginare di cosa. Invece lui me ne parlava come se avessi dovuto conoscerli perfettamente. stato stabilito cos aggiunse. Non capisco... Chi sono questi Guardiani? E perch debbono mettermi alla prova?

Ci fermammo e mi guard negli occhi. Mi stava analizzando. Mi frullavano in testa moltissime domande ma sapevo che non mi avrebbe dato la bench minima risposta. Sono troppo debole per sostenere questo viaggio ammise. meglio cos per tutti e due. Credo che sia stato questo il ragionamento dellimperatore. E i Guardiani? Sapranno che stai per partire. Ti troveranno a Tajin. Mi sembrava che parlasse per indovinelli e lo facesse di proposito. Sono i Guardiani di che cosa? Lo scoprirai quando giunger il momento in cui dovrai svolgere il tuo compito. Poi, con un gesto, mi fece capire che dovevo smetterla con le domande. Chiusi la bocca ma i dubbi continuarono a riempirmi la mente. Ero confuso. E spaventato. Non dovrai sbagliare. Sbagliare cosa? Il tuo ruolo riferire al sovrano le cose che vedi nelle stelle e spiegargliene i significati. Lui conta sulle tue interpretazioni dei segni per prendere le giuste decisioni. Capisco. No, non credo. La maggior parte delle volte il cielo uguale a se stesso ma la tua interpretazione cambier in base a ci che il sovrano ti dir sui problemi da affrontare. Mi afferr il braccio. Quetzalcoatl ha molti nemici. Quei codardi gli stanno alle spalle con il pugnale in mano, pronti a colpirlo. E aspettano un suo errore per trovare il coraggio di ucciderlo. Non devi essere colui che aiuter i suoi nemici perch ha dato il consiglio sbagliato. Io non sono capace... Lui si fida di te perch tu possiedi le stelle. E non devi sbagliare neppure quando i Guardiani ti metteranno alla prova. Mi strinse il braccio pi forte. Sta attento, figlio mio. Se fallisci, ti taglieranno la testa. Neppure limperatore potr impedirlo. Ahim...

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i tardi, alla fine del pomeriggio, rientravo a casa dopo aver terminato il mio compito di osservazione celeste: avevo cercato conferma della correttezza delle misurazioni del tempo e la mia mente vagava ancora in qualche punto imprecisato tra le stelle. Allimprovviso un servo mi si par davanti e mi disse che lAstronomo mi attendeva nel temazcal, la Casa del Calore. La Casa del Calore era una piccola capanna rotonda che nella forma ricordava un alveare. Una pietra rovente raccolta vicino a una montagna infuocata* veniva collocata al centro della stanza; poi si chiudeva la porta cosicch il calore restasse allinterno e ci si spogliava. Si stava seduti, sudando a profusione, e si gettavano sulla pietra erbe medicinali per produrre un vapore curativo. Non era solo un modo per purificarsi, ma anche per guarire ferite o malattie e rinvigorire lanima. LAstronomo usava il suo temazcal quasi ogni sera, quando sentiva che le gambe e gli occhi erano pi affaticati. Talvolta mi mandava a chiamare per discutere con me di lavoro o di altre faccende importanti.
* Nota del Traduttore: Roccia vulcanica.

Mi fermai allingresso, mi tolsi gli abiti e mi sfilai i sandali. Con la spina di unagave mi punsi il pene per far uscire il sangue da offrire a Temazcalteci, la dea della Casa del Calore. La sua statua stava davanti allingresso e feci colare un po di sangue nella ciotola di pietra posta ai suoi piedi, dove si mescol con quello che lAstronomo aveva versato in precedenza. Entrai e lanciai una rapida occhiata al vecchio prima di chiudere la porta e far ripiombare la stanza nella pi completa oscurit. Era seduto con la schiena appoggiata al muro, il corpo madido di sudore. Aveva gli occhi chiusi e sembrava addormentato. Mi sedetti su una panca di fronte a lui e attesi che mi rivolgesse la parola, godendomi nel frattempo quel momento di tranquillit e di silenzio: cominciavo a sudare e provavo una piacevole sensazione di formicolio per il calore e le erbe curative. Rimanemmo cos per un po, poi lo udii bisbigliare il mio nome e risposi: Mi hai mandato a chiamare, venerabile maestro. S, ti ho mandato a chiamare, Coyotl del Popolo dei Cani. Ma ormai non ti chiami pi in questo modo, non vero? Adesso sei Coyotl dei potenti Toltechi, il bruco che si trasformato in farfalla. S, maestro. Farfalla... Ma riuscirai un giorno a volare come unaquila? Compirai il destino che molti si aspettano da te? O gli dei hanno stabilito diversamente, e seguirai unaltra strada? Balbettai qualcosa, aspettando che proseguisse. Talvolta lAstronomo divagava, come se la sua mente compisse un viaggio di cui solo lui conosceva la destinazione. Invece allimprovviso tacque e sentii il suo sguardo penetrante trafiggermi come una freccia acuminata. Era serissimo. Ascolta, amico Coyotl, e poni la massima attenzione. Senza la tua presenza e il tuo aiuto in questi ultimi tre anni non sarei arrivato in vista della conclusione del Calendario della Fine dei Tempi. Inoltre sai che per me sei come un figlio... credo tu abbia capito che ti voglio molto bene.

Far qualunque cosa mi dici risposi con banalit. Ho brutte notizie. Una nostra cara amica stata uccisa. Ma tu non farai niente per cercare lassassino, n per vendicarla. Non puoi neppure permetterti il lusso della rabbia o del dolore, della rivincita o del rimorso. Devi essere duro come la pietra, concentrandoti unicamente sul lavoro e sulla sopravvivenza, e se sarai fortunato otterrai una promozione. Dipende tutto dal tuo comportamento in questo viaggio. Se ti farai prendere dal dolore e dalla collera, non potrai svolgere il tuo lavoro, io non completer il Calendario e tu non imparerai mai a padroneggiare i geroglifici sacri e non riuscirai a trascrivere la visione divina del nostro dio-re. Stamani un uomo si introdotto in casa e ha legato Fiore del Deserto, lha imbavagliata e violentata. Dopo, le ha conficcato un pugnale nel ventre, come un monito. Era il coltello con la lama nera di ossidiana e il manico debano incastonato dargento e di turchesi: quello che Fiore del Deserto aveva rubato e che io su sua richiesta avevo fatto scivolare nella gabbia di Tenoch. Non ti accuso del furto, anche se scomparso dalla mia stanza proprio la notte in cui tu hai dormito per la prima volta in casa mia, n ti accuso di averlo consegnato a Tenoch, anche se ha tagliato le sbarre che lo imprigionavano con un coltello simile e poi ha sgozzato due guardie addormentate. Non ti ho accusato allora e non ti accuso adesso. Se sei stato tu, sono certo che lhai fatto per una causa nobile. Per ricordati di una cosa quando avvertirai la tentazione dellira, della vendetta, dellautocommiserazione o del rimorso: hai una missione importante da portare a termine, che richiede il tuo impegno incondizionato. Devi concentrarti: sul piatto della bilancia ci sono la tua vita, i tuoi progressi e il nostro lavoro. Tutto dipende da come agirai nei prossimi mesi. Riuscirai a non farti sviare? Riuscirai a essere come la pietra? Dovevo rispondere di s. Dire qualunque altra cosa sarebbe equivalso ad ammettere il mio coinvolgimento nella fuga di Tenoch, e anche se lAstronomo lo sospettava, sapevo che non

voleva riceverne la conferma. Confessare il mio ruolo avrebbe significato ferirlo oltremisura. Il mio viso una maschera di totale impassibilit non tradiva la rabbia e la vergogna che mi agitavano. Sar fatto di granito dissi. Giuralo. Lo giuro! Il mio lavoro viene prima di tutto accettai. Era una dichiarazione con il pregio di essere sia necessaria sia sincera. Ma sarei riuscito a tenerle fede? Sentivo che lo sgomento iniziale si stava gi trasformando in furia vendicativa. Tenoch doveva pagare. Fiore del Deserto era stata troppo importante per me. Va come un guerriero mi disse lAstronomo avvicinandosi a me e tenendomi lo sguardo inchiodato addosso. Pensa da guerriero durante il viaggio a Tajin. Devi essere pronto con la spada, con la lancia e con lo scudo. I tuoi nemici non saranno tutti sul campo... E prendi questo. Mi consegn il pugnale infilato nel proprio fodero, quello che aveva tolto la vita a Fiore del Deserto; poi usc dalla Casa del Calore, chiudendosi la porta alle spalle. Rimasi solo nelloscurit, con le dita che accarezzavano lebano dellimpugnatura e la mente persa in un turbine di pensieri.

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l corteo che lasciava la citt per compiere il viaggio a Tajin era una lunga processione di reali, nobili e guerrieri. Abbigliato con splendide vesti da cerimonia, Quetzalcoatl aveva sul capo unenorme corona che gli avrebbe reso difficile camminare. Perci, seduto su un trono doro issato su una portantina, si faceva trasportare da dodici muscolosi guerrieri. Era un modo di viaggiare non solo indiscutibilmente pi comodo ma anche pi regale: il trono lo faceva sembrare pi vicino agli dei e molti, guardandolo, si convincevano che fosse uno di loro. Reggere la portantina era un grande onore riservato ai migliori guerrieri in battaglia. Cadenzando il passo, dovevano tenerla in equilibrio riducendo al minimo le oscillazioni, in pi, oltre al sovrano avevano sulle spalle le proprie armi e gli scudi. Leggera e robusta, la portantina era costruita con legnami delle foreste umide orientali e rivestita di oro scintillante, con venature dargento. Il baldacchino era in pelle di giaguaro. I quattro pilastri sugli angoli erano sormontati da quattro fiere aquile scolpite in blocchi di giada. Laquila era il secondo grande predatore dellUnico Mondo, la regina del cielo. La portantina reale era seguita da un centinaio di nobili e da

cinquecento uomini della guardia personale dellimperatore, dellordine dei Guerrieri Giaguaro. Io marciavo subito dietro. Accanto a me cerano il Memorizzatore della Storia, lAttendente dellimperatore e lArmaiolo Reale; tutti si mantenevano abbastanza vicino al sovrano in modo da potersi spostare al suo fianco in un istante, se convocati. LAstronomo mi aveva detto che avremmo lasciato la citt in pompa magna per rafforzare limmagine di un imperatore glorioso e divino. Una marcia di tre giorni ci avrebbe condotti sulle montagne a est, al confine del territorio costantemente perlustrato dallesercito. Prima di arrampicarci sulle montagne e passare sullaltro versante nella regione pi umida e calda, il sovrano sarebbe sceso dalla portantina e avrebbe camminato insieme al resto del corteo, indossando la tenuta da combattimento e con le proprie armi sulle spalle. Risalir sulla portantina solamente quando saremo in vista di Tajin mi spieg lArmaiolo Reale. I nostri vicini bramano le nostre ricchezze e il sovrano deve essere pronto in caso di attacco. Non potrebbe battersi seduto su un trono a cinque piedi da terra. Consolava sapere che non tutti i suoi nemici erano concentrati a Tula.

LAstronomo trascorse gli ultimi cinque giorni precedenti alla partenza a istruirmi sui vari compiti che il sovrano avrebbe potuto richiedermi durante il viaggio: giorno e notte avrei dovuto misurare lo scorrere del tempo. Un assistente del Tempio delle Stelle mi accompagnava proprio per assistermi nel lavoro. Tenere traccia dello scorrere del tempo poteva rivelarsi fondamentale per la buona riuscita del viaggio: se un nemico ci attaccava, era importante sapere quante ore ci restavano prima del tramonto o dellalba. Fare i calcoli in movimento era pi difficile, ma con la croce stellare e il riferimento di alcuni elementi in lontananza di solito riuscivamo nel nostro compito.

Il secondo dei miei doveri era calcolare dove ci trovavamo lungo il percorso. Non esistevano strade sulle montagne, n lungo la costa, ma uno stretto sentiero percorso dai mercanti ci indicava la via da seguire. Per, se fossimo stati attaccati e costretti ad allontanarci da quel sentiero, era fondamentale sapere esattamente dove eravamo e qual era la via pi breve per rientrare a Tula, sia per i soldati sia per i messaggeri inviati a chiedere aiuto. Gli dei seguivano una strada attraverso il cielo che passava da una costellazione allaltra e io tracciavo i loro percorsi valutando il nostro rapporto con essi in base alle loro posizioni. Perci, sapendo dove doveva trovarsi il dio-stella, ero in grado di calcolare con discreta approssimazione la posizione verificando langolo che si formava tra un certo oggetto sul terreno, per esempio una montagna, e il dio-stella nel cielo.* Almeno finch il cielo era sgombro di nubi. Non sono ammessi errori mi aveva ammonito pi volte lAstronomo. Se avessi sbagliato, mi avrebbero messo a morte, ma mi sentivo piuttosto sicuro sui calcoli. Lo ero molto meno sul terreno che avremmo dovuto attraversare. S, s... conosci le rotte degli dei, per assai pi importante che tu conosca la loro volont! Interpretare i desideri e le intenzioni divine era il compito dellimperatore, ma questi interrogava il suo Astronomo perch gli leggesse i segni del cielo. Un sovrano che non fosse in grado di comunicare con gli dei o si rivelasse incapace di soddisfare i loro capricci diventava inutile per il popolo. Ahim... Come il vecchio non si era stancato di ripetermi, un astronomo che non riusciva a guidare il suo signore nel compiere le scelte giuste diventava inutile per il sovrano, e dunque
* Nota del Traduttore: Gli antichi popoli degli Aztechi e dei Maya si orientavano con le stelle con una tecnica molto simile a quella di altre civilt antiche e delle societ medievali e moderne in tutto il mondo. Il Sole, la Luna, i pianeti e alcune stelle li guidavano sui mari e in minor grado anche sulla terraferma.

nel giro di poco si sarebbe ritrovato a salire i gradini del sacro tempio per farsi strappare il cuore dal petto.

Il corteo si snod in direzione della Porta Orientale e sfilammo davanti a migliaia di persone accorse per vederci partire. Quando la portantina dellimperatore si avvicinava, le gente abbassava il capo e rivolgeva gli occhi a terra per non incrociare lo sguardo del sovrano. Ai bambini veniva spinto in basso il capo, perch non osassero guardarlo in volto, ma appena la portantina passava, tutti si alzavano e la fissavano rapiti. Dopo il sovrano e il gruppo ristretto delle guardie del corpo e degli assistenti reali, veniva una portantina pi piccola su cui era seduta Zyanya. La sorella del sovrano voleva vedere i famosi giochi di Tajin, mi aveva riferito lAstronomo con un tono forse di disapprovazione. Circolavano brutte storie sulla relazione tra il sovrano e la sorella: lui la ammetteva alle udienze reali e ne richiedeva perfino il consiglio quando doveva prendere una decisione. La loro eccessiva vicinanza suscitava sospetti e generava pettegolezzi; si mormorava che Zyanya fosse per lui una sorta di moglie o di concubina, e il fatto che avesse gi compiuto ventanni e fosse ancora senza marito peggiorava le dicerie. La maggior parte delle ragazze si sposava tra i sedici e i diciassette anni e le principesse reali prima ancora, perch le loro nozze rinsaldavano le alleanze con i nobili pi potenti o con i sovrani dei regni vicini. Tutti gli altri sovrani dellUnico Mondo avevano chiesto in sposa lunica sorella dellimperatore di Tula. Non aveva alcun senso che limperatore non la desse in sposa! E i pettegolezzi crescevano come un fiume in piena... Ovviamente diffamare il sovrano era un reato punibile con la morte perci nessuno si permetteva di parlare di questo argomento in pubblico, anche se le voci continuavano a circolare. E le malelingue erano sempre pi spietate... Chi si macchia-

va della colpa dellincesto oltre a essere disonorato era condannato a morte, che per loccasione prevedeva unagonia lunga e dolorosa. In pratica il regicidio non era punito pi severamente di un simile comportamento infamante. Io mi tenevo alla larga da quei pettegolezzi, largomento non mi interessava, tuttavia ogni volta che Zyanya mi guardava mi veniva la pelle doca e quando, sulle montagne orientali, mi convoc nella sua tenda, mi spaventai.

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uel tardo pomeriggio, quando mi mand a chiamare, avevamo arrestato la marcia. Limperatore era partito per una battuta di caccia al giaguaro perci eravamo soli. Dopo essermi presentato alle guardie, venni scortato allinterno della tenda. Seduta su un piccolo trono, Zyanya reggeva in pugno uno scettro con la testa di giaguaro, una versione ridotta del divino simbolo del potere del fratello. Mi prostrai fino a terra. In piedi mi ordin. Alzandomi, mi baciai la polvere sulle dita della mano destra. Mettere le labbra sulla polvere era il segno del rispetto che si tributava ai reali quando si ci si trovava allaperto, dove avremmo dovuto baciare la terra su cui camminavano. Lei mi guard a lungo. Conosci il motivo del viaggio dellimperatore a Tajin? mi chiese infine. I campionati di tlachtli si tengono ogni anno... iniziai, ma mi interruppe. Quello il motivo ufficiale fornito per ragioni di Stato. Io non avevo altro da aggiungere: evidentemente non era

soddisfatta della mia risposta, ma non avevo altre spiegazioni da offrirle. Il re di Teotihuacn vuole che io sposi suo figlio, il principe erede al trono. Secondo mio fratello, per, questunione non di beneficio per Tula. Alle sue parole, annuii, restando in silenzio. Non capivo assolutamente nulla di ci che intendeva. Il nostro sovrano si consulter con gli dei riguardo alla proposta mi annunci, ma prima di parlare con le stelle, chieder al suo Astronomo i segni dei loro desideri. Era vero, per io continuavo a non capire che cosa volesse da me. cos, Maest mormorai. Teotihuacn, com accaduto ai Maya, ha concluso da tempo i propri giorni di gloria. Adesso intende sfruttare questunione fino allosso, certo di poter ghermire il cuore di Tula e darlo in pasto alla sua inutile gente. Fece una pausa. Non forse vero? Teotihuacn invidia le ricchezze della nostra citt risposi. Non possiamo fidarci di loro dichiar lei. Io non mi fido neanche dei nostri mercanti che si lamentano delle tasse anche quando si arricchiscono oltre ogni sogno di avarizia; e intanto la nostra gente patisce la fame e i campi seccano, le piante muoiono e vengono spazzate via dal vento. Ero di nuovo senza parole. Ai nobili interessa soltanto avvantaggiarsi se aumenteranno i commerci con Teotihuacn, e non rinunceranno neppure se Tula dovesse soffrirne. Tuttavia, se le stelle rifiutassero questo matrimonio, mio fratello si opporr allunione. Hai capito? Non posso influenzare ci che dir lAstronomo. La decisione verr presa nel corso di questo viaggio ribatt. E lAstronomo non ci sar. Adesso sei tu lAstronomo Reale. Dunque dimmi, ci siamo capiti? Annuii. S, Maest. Quindi probabile che le stelle troveranno inopportuna questunione?

Le stelle sono i nostri consiglieri pi saggi risposi, e sono certo che i vostri desideri non rimarranno delusi. Vidi dalla sua espressione che la risposta laveva soddisfatta. Piegandosi verso di me, sorrise e poi mi colp con forza sul viso. Potevo andare.

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crutavo il cielo della notte e mi chiedevo quanti altri giorni mi sarebbero stati concessi su questa Terra. Qualunque fosse la risposta, la mia vita sembrava volgere rapidamente al termine. Per il periodo del viaggio, limperatore mi aveva scelto come Astronomo Reale, dunque la mia ascesa era stata fulminea, oltre ogni previsione. Intuivo che ci fosse lo zampino dellAstronomo dietro unaffermazione cos immediata. Ma chi erano i Guardiani? E in cosa mi avrebbero messo alla prova a Tajin? Ignoravo le domande che mi avrebbero rivolto, ma, se avessi dato le risposte sbagliate, mi avrebbero ucciso, il vecchio mi aveva fatto intendere. Ahim! Chi aveva detto che gli dei non possiedono il senso dellumorismo?

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vevo vissuto nelle terre aride del Popolo dei Cani e nelle regioni pi verdi dei Toltechi, ma le zone calde e umide comprese tra il Mare Orientale e la catena dei Monti dellEst erano unaltra cosa. Per tre giorni ci eravamo aperti un varco nella giungla, circondati dalle grida delle scimmie, i richiami degli uccelli tropicali e i ruggiti dei giaguari. Dovevamo difenderci dal morso dei serpenti e guadare fiumi governati dai coccodrilli, e tutto questo sudando copiosamente, come se fossimo stati dentro la Casa del Calore. Avevamo attraversato foreste di piante da frutto presenti solo in queste terre umide e avevamo superato migliaia di alberi detti Donne Piangenti che producevano un lattice biancastro che solidificava rapidamente tramutandosi in una sostanza gommosa e modellabile. Ma le fiere della giungla e i serpenti velenosi non erano nulla in confronto ai maledetti insetti succhiasangue che appestavano laria in nugoli densi e fitti. Le zanzare erano state certamente create dagli dei pi sadici per tormentare gli uomini.

Tajin era chiamata anche la Citt del Tuono perch i Totonac i suoi abitanti ritenevano fosse stata fondata dai Signori del Tuono, ovvero i dodici venerabili detti Tajin. Forse, proprio per rafforzare la leggenda, gonfie nubi nere ci riversarono addosso il loro carico dacqua e i tuoni rombavano nel cielo arrivando dalla direzione del mare. Ci stavamo avvicinando alla citt e, tra il fitto delle foglie, intravedemmo sprazzi di rosso, di turchese e di giallo: le mura e gli edifici pi alti. LArmaiolo Reale, gi stato in precedenza in citt, mi disse che Tajin contava circa trentamila abitanti, quasi la met di Tula. Ma nessunaltra citt nellUnico Mondo possiede pi campi da gioco aggiunse. Diciotto, secondo i suoi calcoli. La ragione per tale abbondanza stava nel fatto che tutte le citt dellUnico Mondo inviavano le proprie squadre a Tajin, dove ci si batteva mettendo in palio la vita e la morte. I giocatori usavano palle fatte con la gomma delle Donne Piangenti e si affrontavano come se fossero su un campo di battaglia.

Entrammo a Tajin come eravamo usciti da Tula: in una processione dai colori sgargianti, limperatore procedeva sulla portantina e portava la sua magnifica e appariscente corona. La citt era grande ma di certo non imponente quanto Tula. I palazzi e gli edifici principali a Tula erano di pietra, invece una volta varcata la porta, mentre ci addentravamo verso il quartiere delle cerimonie qui le case mi sembravano costruite con un impasto di malta mista a conchiglie macinate che rivestiva una struttura di legno grezzo. Il re di Tajin ci attendeva davanti al proprio palazzo; sfoggiava una corona cos pesante che dovette essere sostenuto quando salut Quetzalcoatl. Pretendeva di essere un pari del nostro sovrano, in verit gli versava un tributo. Era un obbligo che detestava, motivo per cui, al nostro arrivo, cerano gi cinquecento guerrieri toltechi accampati al margine della citt. Quetzalcoatl li aveva mandati avanti per scongiurare brutte sorprese.

Noi cortigiani fummo invitati al banchetto offerto in onore del nostro imperatore. Come il palazzo di Quetzalcoatl, anche quello del sovrano di Tajin era costruito intorno a un cortile, bench ledificio non fosse nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Tula. Centinaia di ospiti, compresa la maggior parte dellalta nobilt del regno, si assiepavano intorno ai tavoli riparati da grandi baldacchini (una difesa provvidenziale contro gli improvvisi acquazzoni). Come accadeva per le cene al palazzo reale di Tula, anche qui ci furono dozzine di portate, alcune di pietanze comuni, per esempio arrosti di cervo e di coniglio, altre pi ricercate, come cinghiale e trampolieri. In fatto di pesce, io avevo assaggiato soltanto specie dacqua dolce, pescate nei fiumi toltechi e limmensa variet di pesce di mare disposta sulle tavole del banchetto mi sorprese. Prima che cominciassero a servirci, magnifiche fanciulle portarono ai sovrani lacqua per lavarsi le mani: alcune la versavano e altre reggevano delle ciotole per raccoglierla e non farla cadere a terra. Dopo che i due si furono lavati e asciugati, meravigliosi paraventi di legno intagliato vennero aperti davanti a loro, perch potessero mangiare senza essere osservati. Quando ebbero finito, si lavarono di nuovo le mani, i paraventi furono rimossi e finalmente arriv il nostro turno. Ci avventammo sul cibo, questa volta senza schermi che impedissero di vedere i sughi che ci colavano dal mento o i bocconi che ci cadevano sulle vesti; di fronte a noi i regnanti, sorseggiando cioccolato aromatico servito in tazze doro, ci guardavano divertiti. Levento serale fu la danza rituale e assai pericolosa degli Uomini Volanti, allestita dai Totonac in nostro onore. Cinque uomini si arrampicarono su un palo piantato nel terreno e alto almeno sessanta o settanta piedi. Sulla cima del palo cera una piccola piattaforma. Mentre uno degli acrobati ballava e suonava il flauto in equilibrio sulla piattaforma, gli altri quattro si legarono una corda a una caviglia e iniziarono la discesa calandosi a testa in gi e ruotando attorno al palo co-

me se fossero in volo. Ciascuna delle funi gir intorno al palo per tredici volte, dunque complessivamente i quattro fecero cinquantadue giravolte. La pericolosa esibizione era un tributo simbolico agli spiriti: il suonatore alla sommit rappresentava gli dei celesti, mentre i quattro Uomini Volanti indicavano le quattro direzioni del vento e le cinquantadue rotazioni simboleggiavano il periodo sacro di cinquantadue anni nel Ciclo del Calendario. Da quando eravamo entrati in citt mi aspettavo da un momento allaltro di venire contattato da coloro che lAstronomo aveva chiamato i Guardiani. Mi chiedevo se si sarebbero seduti accanto a me al banchetto, o se magari non si fossero celati tra i servi che ci portavano il cibo. Ma, contrariamente alle mie aspettative, tutto si svolse senza sorprese. Quella notte avrei dormito nella casa di un nobile proprio di fronte al palazzo del principe che aveva accolto Quetzalcoatl. Dopo cena, mi invitarono a partecipare a un festino erotico riservato agli ospiti pi importanti. La chiamata dei Guardiani avvenne alla luce della luna.

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ro nella sala da pranzo del gentiluomo di Tajin che offriva ospitalit a noi cortigiani di Tula, e suo figlio ci stava mostrando le magnifiche ragazze che si trovavano nella stanza. Le auianime sono giovani non sposate che fanno da concubine ai nostri soldati e ai funzionari. Avviene lo stesso anche da noi. Il ragazzo si allontan di qualche passo e io rimasi incantato a guardare le file di teschi di ceramica smaltata che pendevano dalle collane delle donne. Ti piacciono i teschi? La voce veniva da dietro di me. Mi voltai e mi trovai davanti una donna coperta da un ampio mantello nero, con un cappuccio volutamente lasciato cadere sulle spalle. Il manto la copriva dal collo ai piedi. Diversamente dalle altre ragazze, aveva il viso pulito, senza trucco n colore, e perfino senza pendenti. Tutte noi subiamo il fascino della morte mi spieg. Temiamo che i Signori della Morte vengano a prenderci, per ammiriamo i guerrieri che uccidono molti uomini. I guerrieri che catturano prigionieri per i sacrifici oppure che muoiono valorosamente in battaglia sono i pi onorati. Anche il gioco del tlachtli uno scontro tra la vita e la morte.

Non assomigliava al genere di conversazione che si sentiva aleggiare tra le altre ragazze, le quali sembravano intente a scambiarsi commenti lusinghieri sugli uomini presenti in sala. Perch credi che la morte sia cos affascinante? Ricompense e punizioni: questa la materia della vita... e della morte. Alla fine andremo in paradiso, oppure allinferno. Ma tu chi sei? le chiesi. Le sue parole, il mantello e i modi non erano quelli di una prostituta passata tra le braccia di cento uomini. Per non sembrava neppure affettata come le nobildonne, n pareva una donna comune. Emanava piuttosto unaura di mistero, di magia. Dapprima pensai che fosse una sacerdotessa, ma di solito loro non uscivano dai recinti sacri dei templi e non sarebbero mai entrate in un festino in cui si beveva e si faceva sesso. Sono tua rispose, per questa notte.

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er questa notte? ripetei. Se qualunque altra ragazza presente mi avesse proposto la stessa cosa, non mi sarei affatto stupito. Erano l per offrire piacere, ma pronunciata da lei la frase mi sorprese. Non era una concubina, bens una donna elegante, bella e intuivo potente. In un altro momento mi sarei sentito onorato, perfino eccitato, ma ero ancora scioccato e depresso dalla morte di Fiore del Deserto, perci quellofferta mi amareggi. Dopo la nostra prima notte io e Fiore non avevamo pi potuto amarci in totale libert. Il sesso prematrimoniale a eccezione dei rapporti con le prostitute era proibito, e io non ero nella posizione di poter offrire a una ragazza un matrimonio e una famiglia. In quanto Portatore della Parola mi ero votato a servire lAstronomo e Scudo Fumante, e spesso trascorrevo lintera giornata chino a studiare i geroglifici sacri e la notte accanto al vecchio a osservare il cielo. La sua vista sindeboliva e i miei occhi erano sempre pi necessari per sostituire i suoi. Fiore del Deserto e io inoltre temevamo i sacerdoti. Era evidente che disprezzassero lAstronomo, Scudo Fumante, me e il nostro lavoro. Allinizio avevo ritenuto che fosse il Sommo

Sacerdote ad avermi messo un assassino alle calcagna; Tenoch aveva lasciato una firma indelebile sul cadavere di Fiore, abbandonando deliberatamente il coltello che la povera ragazza e io gli avevamo fatto avere. Non era da escludere, per, che i sacerdoti lavessero reclutato. Odiavano Quetzalcoatl e i suoi fedeli al punto da allearsi con i pi pericolosi nemici di Tula, se quelle belve fossero servite alla loro causa. Cosa c? Non mi vuoi? sussurr. Quale uomo non avrebbe voluto giacere con una donna come lei? Certo che ti voglio. Lei si avvicin e premette il suo corpo contro il mio, poi bisbigli: Allora andiamo, ti faccio vedere. Che cosa? Una cosa che nessunaltra donna ti ha mai mostrato prima rispose con un sorriso. Entrammo nella stanza assegnatami e non riuscii pi a trattenere lurgenza di possederla. Eppure una parte di me era ancora riluttante. Era certamente una questione di colpa: avevo avuto altre donne dopo Fiore del Deserto tutte concubine, naturalmente e in pi non le avevo fatto alcuna promessa, se non quella di proteggerla, e avevo clamorosamente fallito. Tuttavia non mi ero pi accostato a nessuna dalla sua morte e adesso mi sembrava di tradirne la memoria. Il mio membro, al contrario, non si faceva scrupoli. Era cos duro che un puma avrebbe potuto saltarci sopra senza lasciare un graffio. Accorgendosi della mia prontezza al di sotto del perizoma, lei scoppi in una risata sommessa. Che cosa c di divertente? Dovresti essere un Guerriero Giaguaro: hai la libidine di un predatore. Ma vieni, ti insegner ad aspettare e a gustare ogni portata del banchetto che ci attende, anzich saltare subito al dolce... La guardai in quegli occhi grandi come pozzi di acqua nera e annuii, da bambino ubbidiente. La donna era diversa da

quelle che erano entrate nel mio letto e io non ero abituato ad aspettare. Anche se aveva ancora addosso il mantello, sentivo i suoi capezzoli premermi sul torace. Non accenn a togliersi la lunga cappa, ma sciolse invece i nodi che legavano il mio perizoma e lo fece scivolare a terra. Afferr tra le mani il mio membro gonfio e lo strinse con fermezza e decisione, facendomi provare un brivido che mi elettrizz. Pochi secondi dopo il mio seme inond quelle dita fatate. Aiuto... mormorai senza fiato quando ebbi finito. Adesso possiamo fare con calma. Dove hai imparato a far godere un uomo cos? Ho avuto un bravo maestro rispose, rivolgendomi un sorriso seducente, ma posso farti molto di pi. Non era una donna di una bellezza straordinaria, come la principessa Zyanya, per aveva un portamento altrettanto regale: si muoveva come se fosse nobile. Prima, ti laver. Perch? Lo scoprirai. La seguii verso la pila di pelli di animale che sarebbe stata il nostro letto. Dopo che mi ebbe lavato, si alz in piedi e si tolse il mantello. Sotto era nuda. Il suo corpo era duro e sodo, da ragazza, eppure i modi e le parole erano quelli di una donna pi vecchia di me. La sensazione che si trattasse di una sacerdotessa non mi aveva ancora del tutto abbandonato: una sacerdotessa del tempio dellamore. Ti piace quello che vedi? Moltissimo. Si mise sopra di me, con le gambe leggermente aperte, e si accarezz il corpo con movimenti lenti. I seni erano pieni e sodi, i capezzoli rosei e gonfi. La mia virilit si fece subito sentire e mentre la guardavo ebbi una nuova erezione. Lei abbass gli occhi, lo vide e mi sorrise. Sembrava soddi-

sfatta delleffetto suscitato. Le sue dita si spostarono sul triangolo di ricci tra le gambe. Giocherell con quei riccioli neri fino a scoprire le labbra nascoste, poi inizi ad accarezzarsi quella piccola e delicata punta di carne, muovendo le dita su e gi, sempre pi forte, finch allimprovviso rallent e infine si ferm del tutto. Il mio membro era di nuovo duro. Vieni con me mi invit, e ti mostrer dove crescono... i fiori del fuoco.

Dormivo un sonno profondo e sognavo che Xochiquetzal, la dea dellamore, mi aveva portato nella sua grotta colma di fiori e di farfalle per amarmi. Mi svegliai di soprassalto con la sensazione che un intruso fosse entrato nella stanza. Unombra nera era china su di me, il suo profilo si stagliava contro il chiarore lunare che filtrava dalla finestra. Ripetendo gli stessi movimenti che mi avevano salvato dallagguato dellassassino di Tula, rotolai di lato e, mentre sgusciavo via da sotto laggressore, afferrai il pugnale. ora annunci la donna. Era sempre lei, la ragazza misteriosa, in piedi davanti alla finestra. Chi sei? chiesi. Glielavevo gi domandato pi volte, ma la sua risposta era sempre stata la stessa: era mia, per quella notte. La tua guida. I Guardiani ti mandano a chiamare.

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scimmo dalla casa del nobile e le guardie davanti allingresso si comportarono come se fossimo invisibili. Forse avevano ricevuto una mancia adeguata. La mia guida si rifiutava di rispondere alle mie domande e alla fine decisi di seguirla fedelmente, senza pi obiettare. Del resto, fino a quel momento la mia vita era stata circondata dal mistero: era arrivata lora di squarciare il velo e capire che cosa nascondesse. Mi condusse nel luogo pi sacro della citt: la Piramide delle Nicchie. Come accadeva a Tula, e anche in molte altre citt, ledificio pi alto di Tajin era la piramide sacra che sorgeva al centro del quartiere delle cerimonie. Al pari delle altre piramidi cittadine, aveva quattro lati uguali fatti di piani sovrapposti e sulla facciata frontale una grande scalinata di pietra che portava al tempio edificato in cima. La Piramide delle Nicchie era decorata da una miriade di piccole aperture che ricoprivano interamente tutti i lati a eccezione dei trecentosessantacinque gradini uno per ogni giorno del Calendario Haab che assomigliavano invece a casse senza il lato frontale. Linterno delle nicchie era stato dipinto di rosso scuro e lesterno di turchese brillante. Sotto il sole di mezzogiorno il contrasto creava un magnifico effetto, ma di

notte, alla luce pallida e azzurrata del dio Luna, la piramide sembrava abitata dagli dei del Sottomondo. Seguii la donna lungo i ripidi gradini, aspettandomi di dover arrivare fino in cima, invece, con mia grande sorpresa, arrivata allaltezza del quarto piano lei lasci la scala e mi fece oltrepassare una minuscola porta segreta. Il passaggio conduceva in una stanza illuminata dalle torce. Tre uomini avvolti in pesanti cappe nere con grandi cappucci mi attendevano. Erano seduti dietro un piccolo altare di pietra. Il chiarore delle torce non bastava a illuminare i loro volti perci il terrore che incutevano era perfino maggiore. Certamente erano sacerdoti, quindi armati di coltelli sacri. Rabbrividii. Mi sentivo un intruso che per sbaglio ha messo piede in un luogo proibito. Mostraci i segni. La voce del sacerdote era cupa e spaventosa come il cappuccio nero che lo nascondeva. Mi aprii il mantello e mostrai le cicatrici. La mia guida avvicin una torcia per illuminarle. Uno degli incappucciati ansim e rimase con il fiato sospeso. vero, lui, il Custode. Il Custode... di cosa? Senza rendermene conto lavevo chiesto a voce alta. Dov la Crepa Scura? domand a sua volta uno dei Guardiani. Nella Casa del Mago! risposi. Avevo gridato. Deliberatamente. Sentivo la rabbia crescermi dentro e toccai il pugnale che mi ero legato in vita. Avevo fatto le stesse domande mille volte e non avevo mai ottenuto risposta. Non avevo pi la pazienza di aspettare. Perch sono qui? Dove hai imparato quella risposta? La domanda era stata posta dal Guardiano seduto al centro. Non lo so. Forse da mia madre. Mi esce dalla bocca senza che me ne renda conto quando qualcuno me lo chiede. Perch cos importante?

Cercavo di trattenere la collera. Ero armato ed ero stato addestrato a usare ogni genere di arma da taglio e da lancio; negli ultimi tre anni Scudo Fumante mi aveva allenato nellarte del combattimento, perch mi sarebbe stato utile, considerate le schiere di nemici che lui, Quetzalcoatl e lAstronomo si erano conquistati. Volevo trovare a ogni costo le risposte e anche svelare il mistero che circondava la mia nascita, e forse finalmente le persone riunite in quella stanza sapevano qualcosa. Che cosa ti ricordi di tua madre? mi chiese il Guardiano. Ho solo un ricordo di lei: il suo ultimo abbraccio prima che mi deponesse nella cesta di giunchi e mi spingesse nella corrente. un ricordo damore e di abbandono e ho fatto di tutto per cancellarlo. Mi ricordo qualcuno che mi consolava con dolcezza. Mi ricordavo anche i suoi seni, il mio capo adagiato fra essi e il suo tepore sulla mia guancia: una sensazione di pace e di consolazione per lanima. Per non ne feci parola. E una canzone. Non mi ricordo le parole ma la voce, dolce e melodiosa, e lei che mi cullava tra le braccia e cantava. Mi ricordavo anche un profumo delicato, braccia forti che mi reggevano salde, un corpo che mi faceva sentire caldo e mi nutriva quando avevo fame. Ma non volli parlare nemmeno di questo. Non ricordo un nome n un volto a cui associare questi ricordi, ho trattenuto solo sensazioni. Le tre figure incappucciate bisbigliarono fra loro, poi sempre il solito portavoce mi interrog ancora: Ci stato detto che hai una memoria infallibile per il cielo, e che sei perfino in grado di ricordare la posizione degli dei pi importanti durante il passaggio delle stagioni, senza neppure guardare le stelle. Chi ti ha insegnato questi prodigi? Lo sciamano azteco che ti ha allevato?. La domanda mi sorprese. Non ci avevo mai pensato. No, nessuno mi ha insegnato: sempre stato presente nella mia

mente. Limmagine del cielo come il ricordo di mia madre... una sensazione che non so definire, emerge spontaneamente. Essendo astronomo, sai che la Crepa Scura la Via per Xibalba, il Sottomondo. Puoi dirci se ha anche altri significati? No, so solo che si trova nella Casa del Mago. Che cos la Casa del Mago? Scossi la testa. Non lo so! Non una delle tredici Case celesti, o almeno cos suppongo. Fui preso dallo sconforto e non trattenni le parole: Sono condannato a rispondere sempre alle vostre domande e a non ottenere mai le risposte? Chi siete voi Guardiani? Perch mi avete portato qui?. Ancora una volta i tre uomini confabularono tra loro prima che quello al centro mi rivolgesse di nuovo la parola: Tu conosci i segreti del cielo... sai anche quelli della Terra?. Non ti capisco. Il Guardiano rimase un attimo in silenzio. Quando riprese a parlare, il tono si era fatto pi grave: Le tenebre stanno arrivando. Il mondo di noi Maya in declino e presto scomparir. Per moltissime generazioni, pi di quante non se ne possano ricordare, siamo stati un popolo ricco e orgoglioso che possedeva tutta la conoscenza del mondo. La nostra civilt era un faro che illuminava perfino le regioni pi buie dellUnico Mondo. Ma la fine della nostra gente non dipesa dai capricci degli dei: era predestinata. Certamente sai, Coyotl, che il destino di ciascuno viene stabilito al momento della nascita, e sai anche che il destino delle civilt e perfino quello del mondo stato decretato con latto della creazione? Sai che le forze della distruzione si mettono in moto nellistante stesso del concepimento, in attesa che giunga il giorno della fine?. Adesso capii. Quattro mondi erano esistiti prima di questo. Uno dopo laltro erano stati distrutti dalla scomparsa del sole, dalle tempeste, dal fuoco che scendeva dal cielo, dal diluvio. Per non avevo mai pensato che gli imperi e il mondo stesso aves-

sero un destino gi stabilito, che i semi della distruzione fossero programmati per germogliare in un momento esatto del futuro. tutto gi scritto prosegu il Guardiano, e non pu essere cambiato. Re, schiavi, imperi e mondi: tutti seguono il Libro dei Destini. Chi siete voi Guardiani? domandai. Siamo i Guardiani del Tesoro, ma non un tesoro ambito dagli uomini o dai re. Che genere di tesoro? La conoscenza dei Tempi. Un fardello troppo pesante per le spalle di tre vecchi. Non capisco. Capirai, ragazzo, capirai... Al momento opportuno comprenderai molto pi di noi, i cosiddetti Guardiani. E quando capir? Quando verrai alla Casa del Mago. E quando succeder? Al momento giusto, la guida ti trover. Quando sar il momento giusto? insistetti. Sar quello che stato decretato alla tua nascita. E cosa far alla Casa del Mago? Non ti stato detto? Detto cosa? Tu diverrai il Custode. Il Custode di cosa? Sentii uno strano suono, forse una risata roca e forzata, ma che sembrava un rumore di morte. Del cuore pulsante dellUnico Mondo. Sapevo che non avrei ottenuto nessuna ulteriore risposta finch non fossero stati pronti a rivelarmela, per un interrogativo mi martellava in testa, una domanda che stava l fin da quando avevo ricordo di me stesso, un dubbio che a volte mi tormentava al punto da strangolarmi. Chi era mia madre? Quel suono lugubre riecheggi per la seconda volta, ma ora pareva contaminato da unombra di cautela, forse perfino di paura.

Tua madre era Ixloom. Adesso fui io a restare senza fiato. Ixloom. Colei che Vede. Non la credevo una donna, bens una creatura che avevo sentito nominare dai cantastorie, una leggenda, una maga astronoma che era divenuta un mito. Una dea mortale. Ancora quel suono e poi una domanda che mi colp, perch non me lero mai posta: Non dovresti chiedere anche... chi era tuo padre?.

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a mattina seguente, di buonora, venni convocato dal nostro sovrano. Cercai di cancellarmi dal viso i segni della notte insonne: dovevo mostrarmi vigile e pronto davanti a lui; mi vestii in fretta e corsi nel palazzo che temporaneamente lo accoglieva. Il cielo era limpido, laria era gi calda e umida, appena pi fredda del giorno precedente per gli strascichi di un acquazzone che si era abbattuto sulla citt poche ore prima. Il dio-stella Quetzalcoatl* splendeva ancora nel cielo del mattino, ma forse pochi se ne sarebbero accorti. Di notte era la stella pi luminosa e spesso si vedeva anche allalba. La maggior parte della gente ignorava che in certi periodi dellanno era visibile anche durante il giorno. Aveva una luce flebile e, per scorgerla, occorreva sapere dove guardare e avere una vista molto acuta. E io rientravo tra coloro che ci riuscivano. Ero stato ammesso in una stanza del palazzo e per la prima volta mi trovai solo con il sovrano. Non sapevo come comportarmi, cominciai a inchinarmi ma con un gesto della mano limperatore mi ferm. Giocher una partita di tlachtli mi annunci.
* Nota del Traduttore: Venere.

La notizia non mi sorprese: il tlachtli era lo sport preferito dai nobili e dai reali. Non solo giocavano, ma spesso possedevano anche degli schiavi campioni indiscussi di tlachtli e scommettevano somme da capogiro sui risultati delle partite. Il principe Tizoc, lerede al trono di Teotihuacn, vuole stringere unalleanza con Tula attraverso le nozze con mia sorella. I nobili di Tula sono a favore di questo matrimonio, io sono contrario. Teotihuacn non merita la nostra fiducia: questa gente ambisce a impadronirsi delle nostre ricchezze e intende sgravarsi dal tributo dovutoci. Cominci a camminare, parlando pi a se stesso che a me. Poi si ferm e mi guard: Sospetto che se il principe Tizoc mirasse a succedermi sul trono sposando mia sorella, affretterebbe la mia dipartita dal regno dei mortali. Cos lho sfidato a una partita di tlachtli. Se vince, ricever in moglie la principessa Zyanya. Se perde, il matrimonio non si far e lui sar morto. Rabbrividii. Quellannuncio mi aveva lasciato sgomento. Il destino degli imperi sarebbe stato deciso su un campo da gioco? Pass oltre. Evidentemente non si aspettava una risposta e io ero troppo sorpreso per articolare qualcosa di sensato. Era concentrato: stava riflettendo tra s e s, forse era addirittura lacerato tra pensieri contraddittori. Sar nelle mani degli dei. Saranno loro a decidere se si sposeranno o no concluse. Comunque i miei consiglieri pi fidati hanno una grande stima di te. So che stai aiutando lAstronomo in un lavoro importante e segreto un compito di cui non si pu nemmeno parlare perci anchio ripongo in te la massima fiducia. Il tlachtli era ritenuto un gioco dai significati profondi e godeva del valore di un oracolo: non era la prima volta che un re si serviva di una partita per risolvere una disputa con i sovrani dei regni vicini. Ma adesso il nostro imperatore si stava giocando il futuro di Tula e la sua stessa vita. Forse era uneredit familiare; quando da giovane suo padre

ambiva a conquistare il regno, affront un rivale in una partita: il vincitore si sarebbe seduto sul trono. Suo padre vinse, ovviamente. Ma avevo anche sentito dire che un re di Xochicalco mise in palio la sua fortuna in un gioco... e perse. E adesso mi trovavo qui insieme a lui... per che cosa? Non potevo controllare ci che sarebbe successo sul campo di gioco. Sar una partita con il teschio. Ahim! La partita con il teschio era la conclusione del campionato di tlachtli: le due squadre che avevano ottenuto i migliori risultati si contendevano la vittoria finale, e la palla per loccasione era un teschio umano riempito e rivestito di gomma. Il capitano della squadra sconfitta lanno precedente forniva il teschio donando la propria testa. I Signori della Morte potevano visitare i giocatori in due modi: quando il vincitore tagliava la testa del perdente, oppure nel corso delle azioni di gioco; il teschio infatti era molto pi duro di una palla normale e non era infrequente che i giocatori restassero uccisi da un colpo. Rimasi ancora senza parole. Il sovrano rischiava limpero e la vita per evitare un matrimonio che i suoi nobili favorivano e che politicamente non sembrava irragionevole, in fondo avrebbe unito i due regni pi potenti dellUnico Mondo. Se ne fosse uscito sconfitto, il segno sarebbe stato interpretato come dimostrazione che aveva perduto il favore degli dei: ecco il motivo per cui i raccolti erano scarsi, la pioggia non cadeva e il popolo era sempre pi affamato. E probabilmente la notizia avrebbe spinto qualche nobile tolteco ambizioso, se non il sovrano di un altro regno, ad attaccarlo. In passato Teotihuacn aveva gi sconfitto Tula, ma se invece adesso la fortuna avesse arriso al nostro imperatore, la sua vittoria avrebbe lavato via anche quellonta. Quando sar la partita? chiesi. Oggi. Ho chiesto che si giocasse subito per evitare che il principe Tizoc si consultasse con i suoi consiglieri e rifiutasse lincontro.

E finalmente mi disse perch mi aveva convocato: Mi occorre sapere cosa indicano gli dei. Mi sono cos sfavorevoli da permettere a Tizoc di vincere? Dimmi, cosa hai visto nel cielo ieri notte?. Il mio cuore si ferm. Cessai di respirare. Quella notte non avevo rispettato il turno di osservazioni. Se gli avessi confessato che ero stato troppo occupato a fare lamore e ad ascoltare le storie sul destino di tre vecchi incappucciati mi avrebbe scuoiato vivo. E poi torturato. I segni sono cos nefasti? Sembri pallido. Mi odiano cos tanto? comparso un dio Intruso? N-no... balbettai. Non comparso nessun dio Intruso. Gli dei Intrusi erano quelli che attraversavano il cielo con una coda di fuoco o sfrecciavano lasciando una scia luminosa.* Maest, non ci sono stati segni... Mi hai disobbedito? Per caso non hai rispettato... No, Maest. Interrompere un sovrano era punibile con la morte. Per un attimo ci bloccammo entrambi. Sentii che la terra mi si apriva sotto i piedi e in un istante mi vidi trascinato su per i gradini del tempio per farmi strappare il cuore dal petto. Poi mi ricordai. Cera stato un segno. Gli dei hanno manifestato il loro pensiero dissi allimperatore. Ero in uno stato di panico e le parole uscivano da sole. Quali sono le intenzioni degli dei? Dimmelo mi ordin. Ve le mostro lo condussi alla finestra. Ecco, riuscite a vederlo? L indicai. Vedere cosa? Vedo il cielo, il Dio Sole. Nessuno degli altri dei visibile. Indicai di nuovo. l, il Dio-Stella Quetzalcoatl, il dio di cui voi portate il nome. Non visibile a tutti... ma io lo vedo. S, ho sentito che in certi momenti alcuni riescono a vederlo anche di giorno. La sua presenza oggi ha un significato?
* Nota del Traduttore: Comete e meteore.

Certo. Allora dimmelo! Il dio-stella sorto nel momento esatto in cui avete lanciato la sfida al principe. La sua comparsa il segno che il dio sar al vostro fianco nel gioco. Vidi il sollievo che mitigava i tratti del viso del sovrano. E trattenni a stento un gran sospiro. Ce lavevo fatta! Come il sorgere di Quetzalcoatl un segno per la guerra continuai, cos anche un segno favorevole nel gioco della vita e della morte. Guard di nuovo il cielo, annuendo. Bene... Non avevo mentito allimperatore. Gli dei favorivano realmente lincontro del sovrano con il principe straniero. Non cerano altre spiegazioni che giustificassero il fatto che, proprio quella mattina, il dio-stella mi avesse consentito di scorgerlo.

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a processione reale con cui ci spostammo dal quartiere delle cerimonie di Tajin al campo da gioco fu vivace e sfavillante come quella con cui eravamo usciti da Tula. Quetzalcoatl e il principe Tizoc sfilarono per le strade seduti sulle rispettive portantine e seguiti da un corteo di nobili e di guerrieri. Portavano entrambi vesti che sarebbero state degne degli dei, con splendidi ornamenti di piume, pietre preziose, oro, argento e una profusione di gioielli. La folla restava a bocca aperta dalla meraviglia. Prima di entrare nel campo di tlachtli i due sovrani, per, si cambiarono e indossarono abiti pi pratici, anche se sullelmo mantennero ciascuno il proprio emblema: un muso di giaguaro per Quetzalcoatl, una testa di falco per Tizoc. La partita si teneva in un campo lungo e stretto. I campi erano diversi per forma e dimensioni e quello prescelto per lincontro era lungo sessanta passi e largo quindici. Le pareti laterali erano alte come tre uomini. Immagino fosse stato scelto soprattutto per la grande quantit di edifici e di templi che lo circondavano e che offrivano quindi numerosissime postazioni dalle finestre, dai gradini o dai tetti per osservare il gioco. Linteresse in citt era enorme: limperatore pi potente dellUnico Mondo sfidava il futuro

sovrano del secondo regno per importanza, e la posta in gioco erano le loro corone. Ma in palio non cera soltanto il destino degli imperi, la frenesia serpeggiante tra la nobilt e i mercanti pi ricchi infatti aveva scatenato una ridda di scommesse e sul risultato erano state impegnate cifre astronomiche. Girando tra gli aristocratici e i cittadini pi facoltosi che affollavano larea intorno al campo per le ultime puntate prima della partita, sentii che la maggior parte aveva scommesso sul principe Tizoc, pi giovane, pi robusto e pi forte del nostro sovrano. Ma il mio amico Armaiolo mi ripet pi volte che per assicurarsi la vittoria non bastava la prestanza fisica: Il nostro sovrano sopravvissuto da solo nel deserto, ha lottato contro le bestie feroci e ha sconfitto i selvaggi e gli assassini inviati dallusurpatore che gli aveva sottratto il trono. Poi, battendosi il petto con enfasi esclam: Nel profondo del cuore Quetzalcoatl pi forte del principe di Teotihuacn!. Non mi azzardai a osservare che quella dimostrazione di superiorit fisica del nostro imperatore risaliva a oltre ventanni prima. E neppure a suggerire che la morte di uno dei due probabilmente avrebbe innescato la guerra tra i due regni, anche se erano in molti a ipotizzare una simile conclusione. La mia mente inseguiva pensieri opposti: mi sforzavo di concentrarmi sullimminente partita che avrebbe deciso il nostro destino, ma mi tormentava il ricordo dei Guardiani e delle frasi enigmatiche e criptiche che avevano pronunciato. Ixloom... le leggende di Colei che Vede venivano narrate accanto ai fuochi dalla gente del mio clan azteco fin da quando avevo memoria. Era una sacerdotessa di un esoterico culto Maya, o unastronoma, oppure entrambe le cose insieme, che celebrava riti segreti e custodiva una saggezza remota. Non stava mai a lungo nello stesso posto e di lei si diceva che fosse capace di passare dal mondo degli uomini a quello degli spiriti, e poi di tornare indietro con la sola forza della volont.

Ma con tutte le storie che avevo ascoltato su Ixloom, mai nessuno aveva ammesso di averla vista. Piuttosto covavo la sensazione che quantomeno il cantastorie di turno la conoscesse, perch ingigantiva le leggende su di lei, fino a trasformarla in una creatura mistica e semidivina: una sorta di maga che agiva con la protezione del mondo degli spiriti. La rivelazione che fosse mia madre aveva suscitato ancora pi interrogativi oltre ai due che mi avevano arrovellato fino a quel momento, ovvero: perch mi aveva abbandonato e dovera adesso. Poi, la domanda sullidentit di mio padre mi aveva lasciato di sasso. Certamente di tanto in tanto me lo chiedevo, ma sapere chi fosse mia madre mi era sempre sembrato pi importante. Nel nostro mondo molti bambini nascevano senza padre: dai rapporti delle auianime con innumerevoli uomini, dalle schiave e dagli stupri perpetrati durante le guerre o le razzie. Nessuno di quei piccoli era considerato figlio di colui che aveva inseminato la madre. I nobili e i mercanti facoltosi spesso avevano una concubina, mentre i re e i dignitari della corte ne possedevano decine, se non addirittura centinaia, ma nessuno riconosceva come figli i bambini partoriti da queste. Alla base di tale spietata indifferenza cera una ragione pratica: riconoscerli avrebbe significato ammettere che quei bambini avessero diritto a un sostegno economico e a una parte di eredit e ci avrebbe scatenato sanguinose rivalit tra loro e i figli nati allinterno del matrimonio. Per i Guardiani avevano sollevato largomento, quindi lidentit di mio padre rivestiva una certa importanza per ci che ero o che rappresentavo. Il mistero dei miei genitori, le cicatrici a forma di costellazione e la mia innata conoscenza della Crepa Scura e della Casa del Mago facevano parte dello stesso enigma: io chi diavolo ero? Il segnale dellinizio era prossimo; fui occupato ad assistere alla preparazione dellimperatore e costretto a lasciare da parte i problemi del mio albero genealogico.

Tutte le storie su Ixloom risalivano a quando vivevo tra gli Aztechi, perci una cosa che potevo fare era chiedere allArmaiolo se era famosa anche a Tula. Mi rispose che secondo alcuni era stata lei a guidare Quetzalcoatl fuori dal deserto. Ma poi scomparve, come se fosse una donna spirito concluse. Era sposata? LArmaiolo mi guard come se fossi matto. Sposata? Era una sacerdotessa, e le sacerdotesse non si sposano! Lo crivellai di domande ma capii che in realt lui non laveva mai vista. Mia madre per me restava un fantasma, ora per sapevo che era un fantasma anche per gli altri.

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li incontri di tlachtli erano fra gli eventi pi attesi e significativi dellUnico Mondo. Neppure il coraggio mostrato in battaglia dagli eroi era ammirato e osannato quanto le azioni vittoriose sul campo da gioco. Le guerre si combattevano tra eserciti ma gli scontri sui campi di tlachtli erano individuali, davanti agli occhi di tutti e le dispute si svolgevano sia tra piccoli gruppi sia tra due uomini. E proprio come la Morte governa i campi di battaglia, talvolta i Signori della Morte scendevano anche sul terreno di gioco. Le grida eccitate della folla quando due giocatori si affrontavano non erano scatenate solo dallentusiasmo nel seguire le varie fasi: la gente sentiva che sarebbe stato versato del sangue. Nelle partite con il teschio, i Signori della Morte non si facevano mai aspettare. Alcune tende erano state montate alle estremit del campo per dare ai reali lagio di prepararsi per scendere in campo. Quetzalcoatl e Tizoc si tolsero gli abiti decorati e si misero le tenute per il gioco. Al di sopra del perizoma indossarono una pelle che si legava ai fianchi: quella di Tazoc era di cervo e quella del mio signore di giaguaro. Aperta sui lati per non impedire i movimen-

ti, scendeva davanti e dietro per assicurare unulteriore difesa dai colpi del pallone. Gli elmi erano fatti di strati di cuoio sovrapposti, imbottiture di lana e cuoio proteggevano le caviglie, le ginocchia e i gomiti. Una protezione di legno fasciata in pelle a difesa delladdome e dei fianchi era legata in vita. Altre cinghie di pelle fasciavano strettamente le natiche per ripararle dai possibili colpi della palla. I corpi di entrambi i giocatori vennero dipinti con strisce di color rosso, a simboleggiare il sangue che sarebbe stato versato durante la partita. Il campo era un rettangolo circondato da mura di pietra. Anche sul terreno erano poste lastre di pietra ma, per evitare che i giocatori correndo scivolassero, la superficie non era stata levigata. Le pareti erano ricoperte di affreschi con scene vivaci della storia degli Eroi Gemelli, due giovani che avevano disputato una partita contro gli dei del Sottomondo: in palio cera il destino dellumanit. I ragazzi, il cui padre si era giocato la vita e aveva perso, avevano chiesto la rivincita ai Signori del Cielo. La partita degli Eroi Gemelli di sicuro giocatori migliori dei loro potenti avversari ma costretti a superare trabocchetti e trucchi di magia nera utilizzati dagli dei del Sottomondo era il simbolo della guerra, della morte e del sacrificio umano nel contesto della lotta cosmica per sopravvivere in un mondo ostile. Per ricordare agli atleti che in palio cera la loro vita, allingresso del campo sul lato nord cera uno tzompantli: una rastrelliera su cui erano esposti tutti i teschi dei giocatori sacrificati dopo la sconfitta. Nelle partite potevano affrontarsi due singoli avversari, oppure squadre di due, tre o anche quattro giocatori. I consiglieri dellimperatore avevano suggerito di far scontrare due squadre, ma il sovrano aveva insistito che a scendere in campo fossero solo lui e il principe. Quetzalcoatl mi ordin di andare a sedere sul muro, insieme

allalta nobilt di Tula. Di fronte a noi, sul muro opposto, sedevano i nobili di Teotihuacn. In molti mi avevano chiesto se avevo visto qualche segno tra le stelle, e a tutti avevo ripetuto che si era mostrato il dio-stella che portava il nome del sovrano, anche se loro non potevano vederlo. Furono parecchi a scrutare increduli nel cielo: se fosse stato visibile a tutti, avrebbero avuto meno dubbi riguardo allesito dallincontro. Limperatore e il principe uscirono sul campo e la folla esult incitandoli. La partita era ritenuta una cerimonia sacra, perci entrambi i giocatori offrirono un sacrificio agli dei: si fecero un taglietto sulla mano e lasciarono colare il sangue sul pallone e in terra. Era un sacrificio tributato a Xolotl e a Quetzalcoatl, gli dei protettori del gioco. Erano gemelli, figli della vergine Coatlicue, la Madre di tutti gli dei, che aveva partorito anche il Sole, la Luna e gli altri dei-stella. Coatlicue era stata fecondata da una palla piumata che le era caduta addosso mentre spazzava un tempio. In un angolo del campo da gioco un bassorilievo la raffigurava vestita con una gonna di serpenti e con al collo una catena di cuori e teschi umani. Le mani e i piedi erano graffiati perch aveva scavato le tombe di coloro che lavevano offesa. Xolotl era il Dio del Fulmine e dellOscurit; era la guida del Sole nel viaggio notturno nel Sottomondo e si diceva che da lui provenisse la forza di Ollin, il movimento che fa soffiare il vento... e che necessario ai giocatori in campo. Xolotl e suo fratello Quetzalcoatl erano gli opposti nelleterna lotta del giorno e della notte: Quetzalcoatl era la stella del mattino, Xolotl quella della sera e lo stesso gioco del tlachtli era considerato una lotta in cui si affrontavano le tenebre e la luce. Risuon un corno di conchiglia per segnalare linizio della partita e un nuovo boato si lev dalla folla. Il re di Tajin si alz dal trono e lanci il teschio in campo, facendolo rimbalzare tra i due antagonisti: il gioco della vita e della morte era cominciato.

Quetzalcoatl e Tizoc si gettarono sulla palla, Tizoc la colp per primo con il ginocchio e la scagli contro il muro, Quetzalcoatl la intercett e ricevendola sul fianco la rilanci verso lestremit opposta, quella difesa dal principe. Tizoc la blocc e, con unaltra spinta con il fianco, la scagli addosso a Quetzalcoatl che accus il colpo. Lo scopo era inviare la palla verso larea dellavversario: se la palla toccava il muro in fondo al campo, si guadagnava un punto. Il primo giocatore che raggiungeva tre punti vinceva. Cerano regole ben precise per muovere la palla: poteva essere colpita con i piedi, le ginocchia, i fianchi, le natiche e le spalle; era vietato toccarla con le mani. I palloni potevano avere dimensioni e pesi diversi; alcuni campi avevano anche un anello di pietra montato in alto e allora lo scopo del gioco era far passare la palla al centro dellanello, in quel caso, per, si usavano palle pi piccole e si potevano lanciare anche con le mani. Le palle fatte con i teschi erano grosse almeno il doppio e quella con cui stavano giocando i due nobili pesava quasi cinque chili: molto di pi di quelle delle partite normali. Pi la palla era pesante, pi il gioco era pericoloso. Il colpo inferto con il fianco era il pi potente e, grazie alla protezione di legno sulladdome, era una mossa sicura; non sempre per era possibile. Colpire la palla con il piede, il ginocchio o il gomito comportava il rischio di spezzarsi un osso, dunque di rimetterci la testa perch non si sarebbe potuto continuare e la vittoria sarebbe andata allavversario. Esisteva solo un colpo pi potente, cio scivolare sotto il pallone e colpirlo con la spalla, ma nelle partite con il teschio era raramente fattibile perch la palla non rimbalzava abbastanza da potervi sgusciare sotto. Essere centrati dalla palla che arrivava in velocit era come ricevere una mazzata: lurto poteva essere letale. Per una pallonata in testa molti giocatori erano stramazzati a terra, svenuti o uccisi, altri avevano riportavano fratture o lesioni interne cos gravi da condurli in breve alla morte.

Il tutto con le palle normali, che di solito pesavano circa un terzo dei teschi. I teschi rivestiti di gomma erano vere e proprie armi. Ero preoccupato per il nostro sovrano. Il tlachtli era detto anche il gioco della guerra, perch il terreno di gioco diventava un autentico campo di battaglia in cui si decideva per la vita o per la morte. In campo la lotta per controllare e dirigere la partita si era gi fatta feroce e sempre pi crudele: i due contendenti miravano non tanto a segnare un punto scagliando la palla verso laltra estremit quanto a colpirsi con la maggiore violenza possibile. Era evidente che avevano scelto la stessa strategia: garantirsi una vittoria rapida ferendo o uccidendo lavversario. Ahim! Vero, le partite con il teschio finivano con la morte dello sconfitto ma il gioco doveva essere comunque condotto secondo le regole consuete: stavamo assistendo a uno scontro tra guerrieri su un campo di battaglia, non a un incontro di tlachtli! Era passato poco tempo ma notai che limperatore respirava pi affannosamente rispetto al giovane principe, anche se era una maschera dimpassibilit: non lasciava trasparire alcun segno di fatica n di dolore quando veniva colpito dalla palla con la velocit di una mazzata. Bestiali... Non potevo definire in altro modo le botte inferte da una palla che pesava quanto una grossa pietra. Il calore opprimente faceva sudare in abbondanza entrambi i giocatori. Occorrevano tre punti per vincere. Quetzalcoatl aveva segnato il primo, ma il principe ne aveva ottenuti altri due ed era in vantaggio. E per quanto Quetzalcoatl si sforzasse di non mostrare la fatica, mi ero accorto che il caldo e lo sforzo fisico lo stancavano pi del giovane avversario. Guardai la principessa Zyanya: non nascondeva la tensione nel vedere il fratello che lentamente perdeva terreno. Allimprovviso il principe Tizoc si lanci contro limperatore e lo atterr. Era una chiara violazione delle regole: i giocatori potevano colpirsi esclusivamente con la palla.

Il principe sollev lo sguardo verso la principessa e le lanci unocchiata di trionfo. Lei ricambi con una stilettata dodio. Il sovrano si rimise lentamente in piedi e zoppicando si riport al centro del campo. La protezione sul ginocchio si era rotta e il sangue gli colava lungo la gamba. Capii cosera accaduto: Tizoc non solo gli si era deliberatamente scagliato contro, ma quando gli era stato addosso, gli aveva sferrato una ginocchiata che non poteva essere vista dagli spettatori perch troppo in alto rispetto al campo. Era stata una mossa sporca... un trucco assai poco onorevole. Limperatore aveva il diritto di chiedere al sovrano di Tajin di sospendere lincontro e di assegnargli la vittoria, e sperai con tutto me stesso che lo facesse. Invece ricominci a giocare: voleva una vittoria netta, che non lasciasse dubbi e non venisse interpretata come una sconfitta travestita da vittoria, solo perch ottenuta da un re suo suddito che non avrebbe mai osato negargliela. La partita ricominci. Quetzalcoatl mand la palla a rimbalzare sul muro e nel tempo che questa impieg per tornare indietro urt il principe con una spinta. Tizoc parve confuso. Rimase quasi fermo limitandosi a fare qualche passo avanti mentre Quetzalcoatl riusc ad alzare il pallone a sufficienza da andarci sotto e sollevarsi, colpendolo con forza di spalla. La spinta di spalla, nella quale il giocatore sfruttava la forza di tutto il corpo per lanciare la palla, era potentissima. Limperatore avrebbe potuto scagliarla verso il muro del campo avversario per segnare un punto, invece la gett contro la testa del principe. Tizoc ricevette un colpo cos violento che venne maciullato. Il naso esplose in un getto di sangue e lui fece qualche passo allindietro; cadde a terra rovesciandosi su un fianco. Si afferr laddome e cerc di accoccolarsi per poi girarsi e rimettersi in piedi, ma Quetzalcoatl gli fece rotolare la palla vicino e la calci colpendolo in testa per la seconda volta. Tizoc stramazz a terra. Sanguinava dal capo e dal ventre, gli

occhi erano aperti, sbarrati, e tremava come un serpente a cui fosse stata tagliata la testa. Limperatore realizz rapidamente due punti per vincere la partita quindi torn accanto allavversario e sollev i pugni in aria, in segno di trionfo. La folla esultava e gridava sempre pi forte: Sangue agli dei! Sangue agli dei!. Il sovrano di Tajin sfoder una magnifica spada dossidiana, tempestata di gemme e la consegn a Quetzalcoatl, che comp un giro intorno al corpo di Tizoc sollevandola al cielo per mostrarla al pubblico. Sangue! urlava la folla. Sangue agli dei! Tizoc, senza smettere di tremare, riusc a mettersi in ginocchio, con le mani a terra, ma non fu in grado di rialzarsi in piedi. Quetzalcoatl gli si avvicin, con la spada in pugno. Si ferm e alz gli occhi. Io mi voltai verso la principessa. Lespressione sul suo viso mi sciocc. Era nellestasi dellorgasmo. Aveva i lineamenti distesi di una donna che ha raggiunto il culmine del piacere sessuale. Quetzalcoatl abbass lo sguardo sul principe che gli stava ai piedi. Ancora a terra, Tizoc era rimasto a quattro zampe, come un cane. Quetzalcoatl sollev la spada.

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uetzalcoatl stava indossando la magnifica veste di rappresentanza quando entrai nella tenda a bordocampo. La portantina era fuori, davanti allingresso, e la guardia imperiale si stava radunando per scortarlo in trionfo tra la gente di Tajin. Avevi ragione, giovane Astronomo: il mio dio-stella era con me sul campo. Non solo suo fratello Xolotl: avvertivo in me la forza di Quetzalcoatl in persona. Era lui che governava il mio corpo e dirigeva ogni mia mossa. Quando le mie forze non mi sostenevano pi, si insinuato dentro di me e la sua potenza divenuta la mia, il suo Ollin era il mio movimento. Le stelle non mentono mai, Maest. S, lAstronomo me lo ha ripetuto spesso. Mi ha anche detto, gi a Tula, che le sue gambe non possono pi condurlo lontano e la vista gli si sta annebbiando. Mi ha proposto di prendere te per questo viaggio a Tajin in qualit di veggente, poi di nominarti Astronomo Reale. Ha promesso che ti avrebbe sostenuto e assistito, e avrebbe continuato a insegnarti fino a quando le forze glielo consentiranno. Ha detto che sei insolitamente dotato e che mi avresti servito a dovere. Come sempre, sono soddisfatto di aver dato ascolto al consiglio di un vecchio amico. stato sempre il mio maestro.

Sono onorato, Maest. Egli mi conged. Quando mi voltai per uscire, fra gli indumenti e le protezioni che aveva indossato per la partita notai un piccolo pugnale dalla lama nera insanguinata, che spuntava dalla fascia di un polso. Fissai la lama. Un pugnale tanto affilato non rientrava certo nellattrezzatura del tlachtli. Perch laveva? La risposta mi colp letteralmente come un pugno in faccia: il principe sanguinava dalladdome. Trattenni il respiro per evitare che anche un solo gemito rivelasse che avevo capito: limperatore aveva affondato il pugnale nel ventre dellavversario. Non si era servito solo della forza degli dei, ma aveva, per cos dire, dato una spinta alle forze del destino. Il sovrano si accorse che avevo visto la lama e io restai di sale, terrorizzato dallaver scoperto linganno. La morte del principe Tizoc dissi, era stata stabilita dagli dei il giorno stesso che usc dal grembo di sua madre. Il percorso che porta dalla nascita alla morte non sempre visibile a tutti. Talvolta gli dei si servono dellaiuto dei mortali perch per qualcuno si compia il destino stabilito. Anzich ordinare che mi uccidessero allistante, Quetzalcoatl mi rivolse un ampio sorriso. Gli dei agiscono in modi misteriosi concluse.

PARTE UNDICESIMA

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ooper Jones impieg circa mezzora per risalire quella parete del canyon alta pi di dodici metri. L in mezzo al deserto non si fidava del GPS acquistato a San Miguel, perci si era portata un sestante pieghevole da usare come controllo. E adesso, senza n GPS n telefono satellitare, poter disporre di quel vetusto aggeggio le sembrava un vero colpo di fortuna. Temeva che fossero scesi nel canyon sbagliato, perci voleva verificare la posizione. Usando il sestante per misurare langolo tra la stella polare e il sole nascente, era in grado di calcolare la latitudine e la longitudine a cui si trovavano e poi individuare il punto sulla griglia della mappa. Il sole sarebbe sorto entro mezzora, le prime luci dellalba rischiaravano gi il ciglio orientale del canyon, ma la stella polare era ancora visibile. Cera anche la luna piena che, insieme al bagliore della Via Lattea, illuminava il terreno circostante con un nitore inatteso, affascinante. Ma anzich guardare la stella polare, Cooper si blocc incantata sulla costellazione del Sagittario: la porta daccesso al-

la Via del Sottomondo, la strada che secondo i Toltechi conduceva... allinferno. Da quella porta, secondo alcune leggende, il Dio della Notte Tezcatlipoca e la sua orda infernale sarebbero usciti il 21 dicembre 2012: lultima data del Calendario del Lungo Computo. Gli occhi di Cooper si spostarono sullaspro paesaggio circostante: un panorama lunare di canyon contorti, rocce dai profili grotteschi e letti di fiumi secchi. Mentre la luce aumentava, il campo base sotto di lei cominci ad animarsi: Martinez, il guardiano dei muli, si era svegliato. Quelle tre povere bestie da soma erano sovraccariche di farina, acqua, provviste varie e attrezzatura e avevano bisogno di tutte le cure possibili. Martinez le frizionava spesso con sacchetti contenenti vecchie granaglie e, di tanto in tanto, le massaggiava sui fianchi al di sotto delle cinghie della sella con olio di midollo e tequila, che sosteneva di aver portato solo per quello scopo. Dalla cima del canyon Cooper vide anche Jamesy e Hargrave, i due contractor, che uscivano dai loro sacchi a pelo e si stiracchiavano. Erano entrambi massicci, con le spalle larghe e lo sguardo duro, ed esibivano uno strano assortimento di tatuaggi, alcuni chiaramente militari altri presumibilmente fatti in prigione. Jamesy adesso si era accucciato davanti a un piccolo fornelletto portatile a due fuochi e preparava il caff.

Poco prima che la squadra entrasse nella regione dei canyon, si erano accampati vicino a un torrente e Cooper, senza volerlo, aveva scorto Jamesy mentre finiva di farsi un bagno. Aveva i pantaloni allacciati, ma era a torso nudo. Lo sfregio di un pugnale o di una baionetta gli attraversava il torace e il brutto segno rosso di un proiettile, entrato e uscito dalla spalla destra, era ancora gonfio e non ben cicatrizzato. Sulla schiena aveva ampie strisce bianche, probabilmente il marchio di qualche tortura tremenda...

Quella sera, con una scusa, costrinse Rita Critchlow ad allontanarsi dal fuoco e le descrisse le cicatrici. La sua amica non si sorprese. Sono stata con loro altre volte fu la sua risposta. S, ma quei segni? Ci sono molte persone cattive in questo mondo imperfetto ribatt, distogliendo lo sguardo. Il buco del proiettile che Jamesy ha nella spalla molto recente. in via di guarigione. Non mi piace! Rita Critchlow alz le spalle. Tu non eri nel Chiapas. Per ho letto la notizia sui giornali. Ti hanno salvato i federali. No, sono stati Jamesy e Hargrave. Cooper tocc il braccio dellamica. Perch allora i giornali hanno raccontato una balla? Siamo stati noi a mentire per poter scappare. Era cos terribile? Hai visto il buco nella spalla di Jamesy... Si beccato quella pallottola per me.

Il giorno dopo erano entrati in quello sterminato labirinto di rocce pi noto come regione dei canyon... Cooper apr il sestante e punt uno dei due bracci in direzione della stella polare. Calcolando latitudine e longitudine, si infil una piccola torcia MagLite tra i denti e trov la posizione sulla mappa. Erano nel canyon giusto, nel posto dove volevano essere. E allora doverano lurna e il Terzo Codice? Poi si accorse del bagliore di un fal pi su, lungo il canyon, a una distanza in linea daria di circa trecento metri, ma che tra i continui meandri della gola forse a piedi poteva diventare anche pi di un chilometro. Cooper prese il cannocchiale telescopico dottone Tasco di

Jamesy e lo estrasse dalla custodia antiurto che portava legata alla cintura. Chiuso misurava dodici centimetri, ma si allungava fino a quaranta e pesava solo mezzo chilo. Ingrandito venticinque volte, il fal sembrava l accanto. La luce del fuoco si rifletteva sulle pareti del canyon e illuminava un gruppetto di campeggiatori: uomini dallaspetto rude che stavano sgusciando in quel momento dai loro sacchi a pelo. Si vedeva anche una donna nuda, sanguinante e con la faccia tumefatta , bloccata a terra e trattenuta da un tizio che le stava addosso e che in quellistante si alz di scatto, i pantaloni abbassati alle caviglie. Mentre lui si stringeva le mani allorecchio, vistosamente sanguinante, la donna sput qualcosa per terra e rise. Gli aveva staccato lorecchio con un morso mentre lui la violentava. Prendendola selvaggiamente a calci, luomo tir fuori una pistola dalla fondina e le spar in faccia. Da trecento metri di distanza il colpo si sent perfettamente. Gli altri otto uomini indicarono lorecchio e risero in modo sguaiato, mentre tre di essi tracannavano liquore da alcune bottiglie. Poi a turno si accanirono tutti a prendere a calci il corpo della donna. Cooper cont nove banditi, una dozzina di cavalli e tre muli da soma. Doveva scendere subito in fondo al canyon. Proprio in quel momento, uno degli uomini sollev un binocolo nella sua direzione e in un attimo tutti i farabutti la indicarono. La MagLite piccola ma potente che reggeva tra i denti laveva tradita. Nove assassini stupratori vestiti con tute sporche, magliette mimetiche e uno strano assortimento di cappelli berrettini da orso Yoghi, sombreri messicani, cappelli da baseball e fedora

si stavano mettendo a tracolla il loro arsenale di fucili, machete e bandoliere zeppe di proiettili. Abbandonarono il campo e neppure si curarono di seppellire quella povera donna che avevano violentato, torturato e ucciso.

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anno visto la MagLite? chiese esterrefatto Jamesy a Cooper. Mi hanno indicato e guardato al binocolo fece Cooper, quindi s, credo proprio di s. Sfoderando le pistole, Jamesy e Hargrave verificarono che fossero pronte a sparare; avevano delle vecchie calibro 45 di dotazione governativa, meglio delle calibro 9. Jamesy aveva gi spiegato in precedenza che avevano un maggior potere darresto; pi resistenti alla sabbia e allacqua erano state le pistole adottate dai Marines a Baghdad. Estrassero il caricatore, poi lo reinserirono e arretrarono il carrello. Il colpo era in canna. Tolsero la sicura. Martinez stava tirando fuori una terza calibro 45 da una delle bisacce dei muli. Inser il caricatore e tir indietro il carrello per camerare la cartuccia, quindi la pass a Rita Critchlow. Potremmo scappare sugger Coop. Noi abbiamo i muli ribatt Hargrave scuotendo la testa, loro i cavalli. Li hai visti stuprare e uccidere una donna intervenne Jamesy. Martinez apr un fagotto: dentro cerano tre fucili a pompa calibro 12, perfettamente oliati e avvolti nella iuta; Coop non

aveva mai neppure sospettato avessero con s un tale arsenale. Facendo arretrare i carrelli i due uomini infilarono le granate nella camera della culatta. Il Winchester M1897 calibro 12 a pompa... il miglior fucile da guerra che sia mai stato prodotto annunci Jamesy soddisfatto. Chi vuole quello che avanza? Dallo a Coop sugger Rita. Da piccola suo padre la portava con s a sparare ai cervi. S, quando non era troppo indaffarato con il liquore sussurr Coop. Sar io a parlare disse Rita, perci meglio che non mi vedano armata. Mostr la calibro 45 infilata nella cintura dei pantaloni, sotto la camicia. S, tu conosci la lingua approv Jamesy. S, sei lunica al mondo a parlare Nahuatl! fece Hargrave scuotendo di nuovo la testa. Jamesy consegn a Cooper il fucile. Carico e pronto! dichiar. E con un ampio raggio di fuoco. Prendi la mira, premi il grilletto e tienilo premuto sul paragrilletto. Quando fai arretrare il caricatore, la pompa far tornare su il cane. come una semiautomatica, per pi affidabile con tutta questa sabbia. Ogni granata contiene 9 pallettoni da 33 centesimi di pollice precis Hargrave. Puoi avere una potenza di fuoco di 54 colpi in otto secondi. Una mitragliatrice con un caricatore da 36 colpi non arriva a tanto. Non farteli avvicinare troppo, Rita ammon Jamesy. I nostri fucili sparano parecchio piombo... Tranquilli! Non mi far baciare rispose Rita. Hargrave studi lambiente intorno: Questo macigno ci servir per nasconderci, e lo stesso quella fenditura, che a occhio e croce sar lunga una trentina di metri. Tu prendi il primo, Jamesy, io il secondo. Porse a Martinez le cavezze dei muli da soma. Portali via, nascondili gli ordin.

Il guardiano dei muli, che aveva un occhio inservibile, disse: Da giovane ho fatto il soldato. So tirare con la pistola, seor. Ma se non vedi nemmeno una bisaccia sulla groppa del mulo! brontol Hargrave, rifiutandosi di consegnargli unarma. Caric la quarta calibro 45 e la diede a Cooper. Non me ne servono due osserv la ragazza. Se le cose si mettono male, tienitela addosso. Poi si voltarono tutti in direzione del canyon, in attesa. Appena li vedete spuntare da l in fondo, portatevi su un lato del canyon, con i vostri muli disse Hargrave. Coop, tu resta dietro Rita, ma spostata a destra. Tieni la cinghia del fucile agganciata al pomolo della sella, il fucile deve essere ben in vista, sul fianco dellanimale. Guard le ragazze fissandole negli occhi. Jamesy si avvicin, anche lui a dorso del proprio mulo, e i due uomini trottarono verso il macigno. Poco dopo i banditi apparvero in fondo al canyon e si fermarono a parlare. Le due donne sui muli e il vecchio guardiano si finsero sorpresi; le ragazze smontarono e misero le bestie tra loro e gli sconosciuti. Uno degli uomini si stacc dal gruppo e si avvicin a cavallo. Montava un baio massiccio ed era interamente ricoperto di polvere e sudore: i pantaloni, una camicia marrone senza colletto e un consunto fedora. Anche il grosso naso, gli zigomi ampi e il viso erano neri di sporcizia. Una cartucciera per due terzi vuota gli attraversava il petto, nella fondina che gli pendeva dal fianco sinistro faceva bella mostra di s una pistola con finiture in nickel e una logora impugnatura in noce. Che ci fate voi tre nel nostro canyon? chiese con un brutto miscuglio di spagnolo e inglese. Coop era pronta a giurare che nessuna delle due fosse la sua lingua madre. Cerchiamo tesori sepolti rispose Rita. E cosa avete trovato? Nada. Abbiamo rinunciato.

Muy malo ribatt. Muchos bandidos in questi canyon. Per fortuna noi federali. Vi scortiamo su, sane e salve. Non abbiamo bisogno di aiuto. Oh, s invece! Si rivolse a Martinez. Naturalmente prima do unocchiata alle borse per vedere se avete rubato tesori del nostro Paese. Ti ho appena detto che non abbiamo niente! Qualcosa s. I muli, tanto per cominciare. E poi le selle. Ecco come funzionava, pens Coop. Ma non puoi prenderteli continu Rita con un sorriso gioviale. Altrimenti noi restiamo a piedi. Per tutta risposta, il tizio scoppi in una risata gracchiante, quindi si attacc alla riserva di liquore legata alla sella e la fin. Tracann la tequila e non smise finch non si sent il rumore dellaria che riempiva la bottiglia. Noi federali. Voi fate come diciamo noi. S? E dove sono i vostri badge? Luomo le rivolse il sorriso pi osceno che Coop avesse mai visto. Andiamo... ribatt, non farmelo dire. Anche voi avete visto il film? chiese Rita. Url ai suoi compagni che la ragazza voleva sapere se avevano visto Il tesoro della Sierra Madre. Parlava pi in Nahuatl che in spagnolo, comunque Coop era in grado di capirlo. Tutti risposero in coro: Badge? Non abbiamo bisogno di badge! Non devo portare nessuno schifoso badge!. Ges, pens Coop. Possibile che neppure unanima abbia visto quel maledetto film? Ma se vi diamo i muli insistette Rita senza smettere di sorridere, non avremo pi niente. Nooo, una cosa ce lavrete ancora: la vostra lurida fica si volt e pronunci la fine della frase quasi gridando, in modo da suscitare un altro accesso di risa tra i compari. Girandosi sulla sella, scagli la bottiglia vuota e la spacc contro la parete del canyon e nel tempo che Coop impieg

per distogliere lo sguardo dai frammenti di vetro spian la vecchia Colt Peacemaker calibro 44, placcata nickel, con la canna da 7 pollici e mezzo allaltezza del cuore di Rita. Con il mulo che le faceva da schermo Coop impugn la pistola nascosta dietro la schiena. Il cane si impigli nella cintura di cuoio. Con la coda dellocchio vide gli altri otto banditi in fondo al canyon sfoderare le armi. Uscendo allo scoperto dal riparo del masso, Jamesy e Hargrave puntarono sul gruppo e lo crivellarono con un carico di pallettoni 00, a una velocit di fuoco talmente alta che il rumore delle raffiche si fuse in ununica assordante esplosione di otto secondi. Rimbalzando sulle pareti del canyon, il boato riecheggi in uneco infinita, un tuono che rimbombava nelle profondit dellinferno. Il bandito si volt e a quel punto Cooper not il particolare. Aveva un moncone dorecchio di un colore viola livido, il lobo tranciato e il bordo coperto da una crosta di sangue secco. Era luomo che aveva visto violentare e uccidere la donna. Anche se i muli sgroppavano e cercavano di scappare, il Winchester levit nelle mani di Cooper come animato da una volont propria. La ragazza mir alluomo, punt al petto e spar. Il primo colpo lo raggiunse in pieno: la rosa dei nove pallettoni lo fece alzare di trenta centimetri dalla sella. Tenendo premuto il grilletto, Cooper fece arretrare il carrello. La seconda granata di pallettoni lo centr al cranio quandera ancora a mezzaria al culmine del salto, a meno di un secondo dalla prima scarica. Il cavallo part al galoppo nella direzione da cui era arrivato e lo trascin con s, con uno sperone incastrato sotto le cinghie della sella. Intanto, due banditi feriti e sporchi di sangue, in sella alle loro bestie, puntarono i fucili sulla ragazza disarmata. Coop le si par davanti, aveva il grilletto ancora abbassato e laltra mano pronta sul carrello.

Arm lultimo colpo e punt ai due che le venivano incontro. Le occorse solo il tempo necessario a scarrellare e i banditi si ritrovarono sbalzati dalle selle. I cavalli fuggirono come il vento e in quellistante Coop pens fossero... i cavalli senza cavalieri dellApocalisse.

PARTE DODICESIMA

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Unico Mondo, A.D. 1004

artimmo da Tajin in trionfo, con limperatore e la principessa assai pi sollevati di quando eravamo arrivati. Mentre attraversavamo la regione delle pianure, Xolotl, il Dio del Fulmine e delle nubi nere, ci lanci addosso una tempesta mentre Tlaloc, il Dio della Pioggia, apr le cateratte del cielo e rivers sulle nostre teste il diluvio di Tlalocan, il Paradiso caldo e umido dove riposano le anime di coloro che sono morti per annegamento. Il sovrano in cuor suo maledisse la pioggia, che non cadeva sui nostri campi riarsi bens inondava queste regioni torride e perennemente umide. Eravamo a meno di un giorno di marcia da Tajin, quando Xolotl scagli un fulmine a terra che uccise un uomo della guardia imperiale. Avvicinandomi al corpo, parlai al sovrano con un tono abbastanza forte da farmi sentire da tutti. Xolotl ha mostrato la sua ira perch ancora una volta stato sconfitto dal proprio gemello Quetzalcoatl. Il fulmine era stato lanciato su di voi, Maest, ma il vostro dio vi ha protetto.

La mia osservazione port un sollievo generale e nessuno interpret il segno come la perdita del favore divino. Lasciate le pianure entrammo nel fitto della giungla, che ci circond finch non raggiungemmo i piedi delle montagne. Eravamo a circa met della scalata quando finalmente laria perse il caratteristico odore dacqua. Partito da Tajin, mi ero lasciato alle spalle la mia vecchia identit e avevo assunto un nuovo ruolo assai pi significativo: adesso, come Astronomo Reale, potevo ritenermi pari al Sommo Sacerdote e alle pi alte cariche nobiliari dellimpero. Avevo indosso vesti diverse e, se lavessi chiesto, avrei potuto viaggiare in portantina, anche se meno appariscente di quella dellimperatore. A Tajin, purtroppo, non avevo lasciato i pensieri che mi ribollivano in testa. Mi mancava Fiore del Deserto quanto a un uomo pu mancare la propria moglie, e sentivo nostalgia per lAstronomo come altri avrebbero potuto sentire quella del padre. Mi resi conto che ormai consideravo Tula alla stregua di casa mia: era lunico luogo per il quale avessi mai provato attaccamento. Non sapevo chi fossero i miei veri genitori, ma le criptiche osservazioni dei Guardiani si agitavano nel mio cervello come cinghiali impazziti. Dovevo diventare il Custode di qualcosa che si trovava in un posto detto Casa del Mago. Ma Custode di cosa? Del cuore sanguinante dellUnico Mondo? Ahim... Mi sembrava tutto incomprensibile, dal disegno delle stelle sulladdome allabbandono di mia madre. Anche il fatto che un assassino forse mi stava aspettando a Tula mi ossessionava. Qual era il collegamento tra il desiderio di qualcuno di vedermi morto, il mistero della mia nascita e quello dei Guardiani? Eravamo in alta montagna quando ci raggiunse la notizia che la Collina dei Coltelli era stata attaccata. Da dove ci trovavamo, la Collina dei Coltelli era a un giorno di cammino. La Collina era unaltura di roccia nera sgorgata dalla

montagna di fuoco.* La cava di ossidiana sottostante era la fonte principale di approvvigionamento di quel prezioso materiale per tutto il Mondo Unico. I maestri armaioli riuscivano a scheggiare la pietra nera e a trasformarla in lame sottilissime e affilate, apprezzate per la loro bellezza ma soprattutto per limplacabile capacit di portare la morte. Con lossidiana gli artigiani fabbricavano micidiali asce da guerra, coltelli, teste di lancia e punte di freccia. Pertanto, perdere il controllo di quel luogo avrebbe comportato la certezza della sconfitta in ogni battaglia. Chi controllava la Collina e la preziosa miniera in guerra aveva un vantaggio netto rispetto agli eserciti che dovevano avvalersi di armi assai meno letali. Fino a quel momento il privilegio era stato di Tula e per assicurarselo Quetzalcoatl vi teneva di stanza uno schieramento di oltre mille guerrieri, agli ordini di un aristocratico di alto rango. Si trovavano a due giorni di cammino da Tula e quindi, in caso di necessit, il sovrano poteva facilmente inviare rinforzi. Adesso, purtroppo, era giunto il momento di farlo. Avremmo dovuto affrontare un esercito del Popolo dei Cani. Il loro capo carismatico aveva unito i clan e adesso stava cingendo dassedio la Collina dellossidiana. Naturalmente, si trattava di Tenoch. Ahim, cominciavo a capire che la vita era un cerchio...

* Nota del Traduttore: La montagna di fuoco un vulcano. Lossidiana un tipo di roccia vulcanica che si forma con il raffreddamento della lava.

PARTE TREDICESIMA

La Collina dei Coltelli

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i avvicinavamo ma gli esploratori riferivano di non aver trovato traccia del nemico e questo faceva crescere la preoccupazione degli ufficiali. Noi eravamo soltanto la guardia personale del sovrano, le forze militari di Tula sarebbero arrivate solo lindomani; al momento, comunque, noi eravamo qui e loro l. Limperatore, allapparenza, non era per nulla turbato. Aveva ordinato alla principessa Zyanya di proseguire per Tula, naturalmente scortata da un considerevole drappello armato. Avevo saputo da un servo che la principessa sarebbe voluta restare: aveva obiettato che non era opportuno rinunciare a un buon numero di guerrieri solo per accompagnare lei a Tula. Per quanti difetti avesse Zyanya, la codardia non rientrava nel novero. Avevo sentito parlare spesso della Collina dei Coltelli la meraviglia marziale dellUnico Mondo e mi ero immaginato unaltura con la forma di un tempio sacro da cui i maestri artigiani estraevano lastre di ossidiana. Adesso mi accorsi che occupava i fianchi di varie colline, al centro di un bosco di pini. Le alture non erano interamente di roccia nera: lossidiana, piuttosto, cera colata dentro quando gli dei si erano adirati e la montagna di fuoco aveva eruttato grandi fiumi di roccia li-

quefatta. Una parte di quel magma fuso era tornato a essere pietra, unaltra aveva permeato i rilievi. Nessuno sapeva quando era sorta la Collina dei Coltelli: era successo cos tanto tempo fa che neppure i Memorizzatori della Storia conoscevano la data. Centinaia di cave piccole come pozzi dacqua poco profondi erano disseminate su tutte le alture; i blocchi di ossidiana venivano tagliati ed estratti dai pozzi e trasportati su unarea pianeggiante dove erano ulteriormente frantumati, infine caricati dai portatori diretti a Tula. Lossidiana presentava linee di frattura naturali e se ci si batteva sopra con un cesello di pietra dura, si riusciva facilmente a scheggiarla in blocchi pi piccoli. Gli scalpellini martellavano lungo quelle venature ammortizzando i colpi con un tassello di legno o anche di osso, in modo da non sbriciolarla in scaglie troppo minute per essere lavorate. Una quantit piuttosto modesta restava sul posto ed era trasformata in lame di coltello e punte di freccia, la maggior parte era inviata a Tula a dorso di portatore. Limperatore aveva il monopolio sullestrazione della pietra nera e ne concedeva lo sfruttamento di una minima parte, sufficiente a coprire le spese per il mantenimento dellesercito incaricato di vigilare sulle miniere. A Tula, i frammenti di ossidiana venivano venduti agli artigiani che li trasformavano in armi da guerra asce, punte di freccia, lame di pugnali e di spade , rasoi da barba, specchi, gioielli e altri oggetti di uso quotidiano. Il commercio dei gioielli e degli specchi era libero, ma gli agenti reali controllavano che non si vendesse alcun articolo militare se non agli alleati di Tula, e comunque in minime quantit. In tutto lUnico Mondo non esistevano altri giacimenti di pari valore a quello della Collina dei Coltelli: il sovrano che lo governava poteva disporre di un arsenale prodigioso e, negli anni in cui Teotihuacn ne fu padrone, ogni re doveva versare un tributo. Ora il monopolio era nelle mani di Tula.

LArmaiolo Reale si avvicin a me mentre osservavo gli scalpellini al lavoro nelle cave. Aveva la pelle scura, per essere un Tolteco. La tenuta bianca e la tunica imbottita risaltavano sulla sua carnagione. Come tutti i guerrieri, calzava sandali di pelle legati fino al ginocchio. La Collina dei Coltelli sempre una delusione, vero? cos importante che tutti se la aspettano bella e maestosa, come il quartiere cerimoniale di una citt. Gli dei non hanno mai creato niente di tanto brutto e insieme cos prezioso... Alcuni si immaginano che gli operai della Collina vadano in giro a raccogliere da terra scaglie a forma di lama di pugnale, punte di freccia, o magari perfino gli altri oggetti che si fabbricano con lossidiana. Invece, i pezzi sono grezzi e non hanno alcuna forma utile. Siamo noi a creare quelle lame, non il dio del fuoco. Sulla strada per la Collina, avevo chiesto allArmaiolo Reale di procurarmi una tenuta da guerriero e delle armi. Quando limperatore mi aveva chiesto che intenzione avessi, gli avevo mentito. Voglio essere al vostro fianco in battaglia, ma non potr servirvi se mi fate circondare dalle guardie. Non ne ho bisogno: sono in grado di difendermi da solo. LArmaiolo mi aveva fornito lequipaggiamento. Mi aveva presentato la tenuta dei guerrieri di rango nobile, io per avevo scelto quella pi semplice dei comuni guerrieri, anche se avevo accettato volentieri le protezioni pi rigide, fatte di cotone imbottito di conchiglie macinate provenienti dalle coste del Mare Orientale. Fra varie alternative come arma principale avevo optato per un maquahuitl, una mazza di legno con i bordi rinforzati da affilate schegge dossidiana, e per unascia corta da lancio. Entrambe avevano le lame spesse e resistenti riservate ai nobili e agli ufficiali. Avevo richiesto una modifica alla tenuta che scandalizz lArmaiolo: Voglio una lama di ossidiana innestata sulla punta di ciascun sandalo.

Scudo Fumante mi aveva preparato al combattimento corpo a corpo e mi aveva insegnato a servirmi anche dei piedi, oltre che delle mani, come strumenti dassalto. Sarebbe disonorevole dichiar lArmaiolo. Io insistetti. Ero tentato di dirgli che quanto per lui cittadino di un prospero regno tolteco era onorevole, era diverso da quanto avevo imparato io, prima come guerriero del Popolo dei Cani e poi sotto la custodia di Scudo Fumante. Gli ufficiali e i nobili al comando indossavano tenute da battaglia molto elaborate. Non erano cos vivaci o poco pratiche come quelle che portavano durante le sfilate o in occasione delle cerimonie, ma avevano vistosi copricapi di piume: pi il comandante saliva di grado, pi essi erano alti, fino ad arrivare a quello dellimperatore, le cui piume variopinte si ergevano parecchio pi su della testa. Ogni copricapo era diverso, cosicch i soldati a colpo docchio potessero riconoscere quello del proprio comandante. Lo scopo era appunto fare in modo che i guerrieri continuassero a restare vicini a lui, qualunque fosse la sua posizione. Ancora pi utile per mantenere serrati i ranghi e consentire a tutti di muoversi insieme erano gli stendardi, i pamitl, vere e proprie insegne militari. Lasta di una lancia era assicurata a un sostegno legato alla schiena del comandante e in cima svettava la raffigurazione del suo dio protettore. In questo modo il pamitl restava dritto e ben visibile e lemblema del comandante sventolava varie braccia al di sopra delle teste dei guerrieri. Lo stendardo militare aveva due vantaggi: era alto a sufficienza da consentire a tutti i guerrieri di una schiera di vedere in quale direzione si spostava il comandante, ed essendo agganciato alle spalle lasciava libere entrambe le braccia per combattere. Tuttavia chi lo reggeva diventava anche il primo bersaglio dei nemici. Il nemico cercava sempre di catturare guerrieri di alto lignaggio e, siccome lo stendardo di ogni comandante ne esibiva il rango, pi elevato era il grado, pi aumentava il rischio che venisse fatto prigioniero. Quando un capo veniva catturato o ucciso, tra le truppe scoppiava il caos.

A eccezione del sovrano, ognuno portava il proprio pamitl. Lemblema reale, raffigurante il giaguaro, era sorretto da un portatore che aveva il compito di restare sempre vicino allimperatore. Io non avevo alcuna intenzione di mettermi alla testa di una schiera n volevo dar mostra della mia posizione gerarchica paragonandomi ai pi alti ufficiali. A differenza del re e dei comandanti, non mi interessava lo svolgimento della battaglia: avevo scelto la tenuta di un guerriero comune perch mi premeva potermi muovere come un gatto selvatico e piombare sulla preda al momento opportuno. Avrei cercato Tenoch sul campo di battaglia e lavrei ucciso. Anni prima, avevo commesso un terribile errore aiutandolo a fuggire. Adesso era diventato cos potente e audace da attaccare il bene pi prezioso del pi grande impero dellUnico Mondo e questo andava oltre ogni sopportazione. Ero responsabile di aver liberato un mostro in grado di distruggere il regno e il sovrano che servivo. Non avevo valutato nessuna di queste possibilit quando gli avevo fatto scivolare il pugnale nella gabbia. Tenoch si era ripresentato nel clan come leroe fuggito dal cuore stesso di Tula; per di pi aveva visto la citt e dunque sapeva che le leggende sulla sua bellezza e la sua magnificenza erano fondate. Quella fuga aveva accresciuto la sua reputazione. Ai guerrieri del Popolo dei Cani giunti abbastanza vicini alla citt da vedere quei possenti baluardi difensivi, le mura di Tula erano sembrate montagne. Ma Tenoch adesso sapeva per esperienza diretta che quei bastioni non erano inattaccabili: se li aveva scavalcati lui, allora ci sarebbe riuscito anche un esercito invasore. E poi adesso era a conoscenza dei metodi difensivi posti in atto allinterno della citt. Listinto mi urlava a gran voce che Tenoch era venuto alla Collina per procurarsi lossidiana grazie alla quale avrebbe potuto attaccare Tula. Se ci fosse stato uno scontro, sapevo come si sarebbero battuti gli Aztechi e qual era il miglior modo per sconfiggerli. Al pari dei guerrieri toltechi, avrebbero abbandonato la lotta se il loro

capo fosse caduto sul campo. Ma ammazzare Tenoch non sarebbe servito solo a vincere la battaglia: senza una guida gli Aztechi si sarebbero ritirati e sarebbero tornati ai loro sporadici incendi e alle saltuarie scorrerie sul territorio tolteco e il pericolo di un massiccio attacco a Tula sarebbe stato scongiurato. Mi maceravo sempre di pi e non riuscivo a perdonarmi di aver acconsentito alla richiesta di Fiore del Deserto. Se mi fossi rifiutato, oggi lei sarebbe stata ancora viva, e Tula non avrebbe dovuto affrontare il Popolo dei Cani. Se tutto fosse andato per il meglio, lavrei ucciso nel corso della battaglia e il mio segreto sarebbe morto con lui. I miei pensieri e miei progetti furono interrotti da un messaggero che mi ordin di presentarmi allimperatore. Prega gli dei che non ti faccia tagliare la testa appena ti vede. di pessimo umore! Il Popolo dei Cani stato avvistato? Mi rispose con un ghigno: Sono un attendente, non una guardia. Perch piuttosto non lo chiedi alle stelle, Astronomo?.

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i affettai a raggiungere la tenda reale e intanto pensavo alla Collina. Dovera il nemico? Avevamo saputo che lattacco azteco che ci aveva fatti arrivare di gran carriera era stato poco pi di una scaramuccia. Inoltre, il nobile di stanza l si era allontanato per una battuta di caccia portando con s met delle guardie. Dunque, le forze a difesa delle cave erano fortemente sguarnite e i cacciatori erano riusciti a rientrare solo dopo larrivo del nostro piccolo drappello. Lesercito azteco, secondo le informazioni a nostra disposizione, oltre a essere una formidabile macchina da guerra, era assai pi numeroso delle unit di solito presenti alla Collina. Vista lassenza dellaristocratico e le truppe ridotte, perch gli Aztechi non avevano approfittato per sferrare lattacco e occuparla? Cosa li aveva trattenuti? Da sempre, quando il Popolo dei Cani era in superiorit, attaccava! Nonostante il sovrano non si fosse detto preoccupato durante lincontro avuto con i comandanti, questi confabulavano fra loro e la tensione cresceva. In realt non avrebbe avuto molto senso neppure un assalto in piena regola: la Collina dei Coltelli era nel cuore del territo-

rio di Tula, gli Aztechi non avrebbero potuto ricevere facilmente n approvvigionamenti n rinforzi, e alla fine sarebbero stati sconfitti. Tula aveva i mezzi per schierare in campo un esercito pi numeroso, meglio addestrato e meglio equipaggiato di quello del Popolo dei Cani. Lunica tattica ragionevole sarebbe stata un attacco fulmineo, la razzia di quanta pi ossidiana possibile e la fuga. Invece non avevano preso neppure una scheggia della preziosa pietra vulcanica. Quando espressi le mie perplessit al sovrano, mi sembr disinteressato. Che cosa aveva in mente Tenoch? E limperatore, che cosa pensava?

Prima di raggiungere la tenda reale, sentii suonare i corni di conchiglia. Era il segnale di unadunata generale e i nostri uomini si schierarono in formazione. Mi chiesi se per caso non stessimo partendo per tornare il pi in fretta possibile a Tula. Quando entrai nella tenda dellimperatore, il sovrano si stava vestendo per la battaglia. Come ti senti allidea di batterti contro la tua gente? mi chiese. Potresti trovarti a lottare corpo a corpo con qualcuno con cui sei cresciuto. Rimasi impassibile, anche se la domanda mi turb. La mia intenzione di ammazzare Tenoch doveva restare un segreto. Ormai ero lAstronomo Reale, dunque una persona di valore: il sovrano non mi avrebbe mai concesso di partecipare a unazione di guerra tanto pericolosa. Il solo fatto che volessi tentare di uccidere Tenoch avrebbe gettato unombra sulla mia lealt. Gli Aztechi prima mi hanno ridotto in schiavit e poi volevano offrirmi come sacrificio umano. Sono vivo solo perch lAstronomo intervenuto. Non sono pi un Azteco e non ho pi alcun debito verso di loro. Scudo Fumante il comandante dei Guerrieri Giaguaro ci interruppe trascinandosi dietro laristocratico di stanza al-

la Collina. Luomo voleva sapere perch era stato tratto in arresto. Per tradimento! grid limperatore. Al cospetto del sovrano, il nobile si gett in ginocchio. Tradimento! La Collina dei Coltelli non mai stata realmente sotto assedio. Sei partito di proposito per una battuta di caccia, in modo che il Popolo dei Cani potesse fingere di sferrare un attacco senza temere di dover affrontare una vera battaglia. Io sono il vostro... Traditore! Sei stato corrotto dal Popolo dei Cani e hai ceduto loro lossidiana. Gli hai indicato una carovana carica diretta a Tula, un obiettivo molto pi semplice e redditizio. Grazie a te, il nemico si portato a casa una quantit di ossidiana sufficiente a costruire migliaia di armi! Le guardie trascinarono fuori dalla tenda il nobile in lacrime. Io seguii limperatore e altri cortigiani. Il comandante annunci allassemblea dei guerrieri: Questo nobile funzionario ha congiurato con i nemici di Tula. La pena era la morte. Quando Scudo Fumante sguain la spada, distolsi lo sguardo.

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i ritrovai nella tenda da solo con limperatore. Fuori le guardie attendevano lordine di partire. Entrambi portavamo la tenuta da battaglia, il sovrano non aveva ancora indossato il vistoso copricapo di piume: lo avrebbe fatto al momento dellattacco. Ma se volevamo affrontare gli Aztechi, in primo luogo bisognava raggiungerli. E non mi sembrava una cosa facile. Il Popolo dei Cani era nomade... quella gente poteva marciare per giorni senza cibo e senza dormire, mentre i guerrieri toltechi avevano bisogno di fermarsi ogni sera e di riposare. Limperatore camminava avanti e indietro nella tenda. Io ero immobile, non osavo pronunciare nemmeno una parola. Finalmente si ferm e mi guard. Conosci il loro condottiero, Tenoch. Un tempo stato tuo padrone e nostro prigioniero. So anche quello che pensi: c qualcosa che non quadra in questo attacco. Dimmi cos. Feci un respiro profondo. Maest... credo a tutto ci che ho sentito, tranne il fatto che il Popolo dei Cani abbia corrotto laristocratico di stanza alla Collina dei Coltelli. La mia gente non agisce cos. Mi stai forse dicendo che la tua gente accetta mance, ma non ne d?

S. Per di pi questa strategia non avrebbe senso... la storia dellinganno troppo complicata. E gli Aztechi sono troppo lontani dalle loro terre... alla lunga non riuscirebbero a vincere. Tenoch non correrebbe mai un rischio simile. Limperatore annu pi volte. Credi che dietro ci sia la lunga mano di Teotihuacn? Il sovrano di Teotihuacn non avrebbe avuto il tempo di ordire un piano simile dopo la vostra vittoria alla partita. E allora chi c? Qualcuno dei nobili di Tula. Un piccolo sorriso amaro comparve sul viso del sovrano. Qualcuno daccordo con i sacerdoti. Anzi, con il Sommo Sacerdote, per essere franco. Conosceva la risposta, ma voleva sentirmela confermare. Si sono convinti che gli dei mi abbiano abbandonato ammise il mio signore. Non ho concesso abbastanza sangue da versare al dio Tezcatlipoca. Alcuni ritengono che si vendicher su Tula e che Tlaloc non ci doner mai pi la pioggia... almeno fino a quando io sieder sul trono. Scossi la testa. Tlaloc ha i suoi motivi per non mandarci la pioggia. E i nobili che si oppongono a voi lo fanno solo per la ricchezza e il potere che otterrebbero se potessero impadronirsi del trono. Se perdo il favore del popolo... i loro motivi non hanno alcuna importanza. La gente vi ama, Maest. Il loro amore palpabile... si vede e si sente. Per amano anche mangiare e temono la fame. Chi ha la pancia vuota dar ascolto ai sacerdoti. Se vendeste pi ossidiana agli altri re, in cambio di mais... La userebbero per costruire armi pi potenti e ci attaccherebbero. Dimmi di Tenoch. Dimmi che cosa pensa e come combatte. Come una bestia feroce. Non di riflesso, non come il coccodrillo che insegue qualunque cosa si muova, n come il serpente che colpisce chiunque gli passi troppo vicino. un gat-

to selvatico... un giaguaro che attende paziente la preda nel buio e sferra lattacco allimprovviso. Tenoch pensa e agisce in questo modo. Mi ricordai il suo comportamento quando era prigioniero: non aveva mai mostrato piet n laveva chiesta; e non sembrava che le sue azioni fossero il frutto di un ragionamento, piuttosto reagiva con istinto animale ed era sempre pronto allattacco. Lunica cosa che far resistere continuai, mai ritirarsi, mai arrendersi. E la sua predilezione va agli attacchi a sorpresa. Come attacca? Come schiera le proprie forze? Attacca? Poi mi ricordai. Sapevo perfettamente quale sarebbe stata la tecnica di Tenoch. Lavevo visto colpire altri clan e alcuni villaggi toltechi. Avrebbe usato la stessa strategia anche per affrontare un nemico numericamente pi consistente. Sferra lassalto uscendo da un nascondiglio. Tender unimboscata. questo il suo stile. Non affronta mai apertamente un nemico pi forte. Perch? Tenoch pu anche avere un esercito, ma si sente sicuro solo quando si batte alla testa di piccoli gruppi. Non in grado di governare unarmata. Mi interruppi e guardai il sovrano negli occhi. Sta preparando un agguato.

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inalmente avevo un piano per uccidere Tenoch. Se ne avessi parlato allimperatore, me lavrebbe proibito sostenendo che era un suicidio. Purtroppo non avrebbe avuto torto. Mi ero maledetto migliaia di volte per aver passato il coltello a Tenoch e ora dovevo rimediare a quellatto insensato e ucciderlo. Se fosse stato fatto prigioniero e noi cercavamo con tutte le nostre forze di catturare i guerrieri vivi non avrebbe esitato a denunciare il mio ruolo nella sua fuga. Limperatore aveva stabilito di inseguire gli Aztechi, ma di lasciare un terzo delle nostre forze a presidiare la Collina, nel caso fossero tornati. Non possiamo fidarci dei guerrieri dellaristocratico aveva dichiarato il sovrano. Rimarranno qua gli uomini della mia guardia, non solo a difendere la Collina dagli attacchi del Popolo dei Cani, ma anche a controllare che la nostra preziosa ossidiana non venga trafugata da traditori in seno alla nostra gente. Partimmo e sguinzagliammo le sentinelle, allertate sul pericolo di imboscate. Durante la marcia io non facevo parte degli attendenti dellimperatore, quindi mi mantenni in disparte e presto mi allontanai dal gruppo, trasformandomi in un... disertore.

Appena fui lontano, aprii una sacca che in teoria avrebbe dovuto contenere tortillas, ma dove invece avevo messo abiti e altri oggetti comprati dai portatori. Mi tolsi la tenuta da battaglia tolteca e mi infilai quanto di meglio avevo trovato per simulare le vesti di un soldato azteco. Poi mi dipinsi delle doppie strisce verdi sul viso, sulle braccia e sulle gambe. Quando conclusi la preparazione, potevo benissimo passare per un guerriero azteco del Popolo dei Cani. Non era certo possibile brandire una spada di ossidiana n nascondermela addosso, perci con sommo dispiacere la nascosi sotto un cespuglio sperando che nessuno la trovasse. Lascia da lancio aveva un manico corto e per fortuna stava nella sacca delle tortillas, che portavo a tracolla su una spalla. Il pugnale era a portata di mano tra i lacci del perizoma. Comunque dovevo impugnare unarma di qualche genere, perci tagliai un grosso ramo e lo trasformai in una mazza. Ora non mi restava che pregare di non imbattermi proprio nei miei antichi compagni aztechi. Ero cresciuto almeno di un palmo in questi anni e laddestramento marziale di Scudo Fumante mi aveva irrobustito i muscoli. Probabilmente non avrebbero riconosciuto in me il vecchio schiavo Coyotl, per non si poteva mai sapere... Se invece fossi stato catturato dagli uomini del nostro imperatore, Quetzalcoatl mi avrebbe ritenuto allistante un traditore azteco. Ahim... ero un uomo senza terra e dovevo uccidere Tenoch. Solo la sua morte avrebbe giustificato quello che sembrava a tutti gli effetti un tradimento del grande dio-re.

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vevo deciso di procedere al riparo delle rocce e pini, rimanendo sempre al di sopra delle truppe del sovrano che marciavano a fondovalle. Tenoch, ne ero sicuro, lavrebbe aspettato in alto, acquattato da qualche parte. Gli Aztechi si sarebbero calati gi piombando sulle forze imperiali, ma se fossero stati troppo distanti, perch troppo in alto rispetto allesercito tolteco, avrebbero perso il vantaggio della sorpresa e avrebbero impiegato un tempo eccessivo per raggiungere il nemico. Perci ero sicuro di trovarmi ancora pi in alto di loro. Precedere le truppe di Quetzalcoatl non era difficile, nonostante il terreno roccioso. Gli imperiali, stanchi, marciavano pi lenti di quando eravamo diretti a Tajin. Il sovrano non solo voleva risparmiare le loro energie, ma tentava di avvistare Tenoch. A ogni modo, dallalto, io lavrei visto prima di lui. Anche se i guerrieri del Popolo dei Cani non sarebbero stati quass, di sicuro Tenoch aveva inviato degli esploratori, cos ero costretto a muovermi con cautela rallentando landatura. Volevo assolutamente raggiungere Tenoch prima che lanciasse lassalto. Mi spostai tra la boscaglia, aggirando i tronchi e i massi pi grossi per quasi tre ore prima di scorgere le avanguardie azteche. Cinque guerrieri erano nascosti in un anfratto tra le rocce

sulla sommit di una collina che dominava la valle. Mantenendomi fuori dal loro campo visivo, mi fermai e osservai la zona, e poco dopo notai un secondo gruppo sul versante opposto della valle. Adesso, anche solo per fare un passo, dovevo avere la certezza che nessuno mi scorgesse. Salii sulla cima della collina e procedetti lento e silenzioso fino a quando mi sentii abbastanza lontano dai due gruppi di sentinelle. Una volta al sicuro, iniziai a scendere verso valle. Il mio obiettivo era trovare laccampamento principale delle forze di Tenoch. Quando lo avvistai, era esattamente dove avevo immaginato: Tenoch aveva condotto i suoi uomini nel fitto di un bosco, non troppo distante dal fondovalle. Nascosto dagli alberi e vicino al punto da cui sarebbe sfilato il corteo imperiale, Tenoch si preparava a sorprendere il mio signore piombandogli addosso con uno straordinario esercito. Mi fermai nella boscaglia, in attesa. Guardai in cielo e tentai di individuare Quetzalcoatl, ma il giorno era troppo chiaro e il dio-stella mi si negava, anche se sapevo dove cercare. Perch non voleva mostrarsi? Avevo perduto i suoi favori? Gli feci una promessa: il sangue che avrei versato quel giorno sarebbe stato unofferta per lui. Quando vidi le sentinelle correre verso laccampamento principale, uscii allo scoperto e le seguii, tenendomi a una certa distanza perch non mi scoprissero. Secondo il mio piano, dovevano scambiarmi per un esploratore, quando fossi arrivato al cospetto dellesercito. Mentre correvo tra gli alberi, mi accorsi allimprovviso che qualcuno mi era alle spalle e mi stava raggiungendo. Feci un profondo respiro e mi preparai a guardarlo negli occhi mentre passava. Anchio ero uno del Popolo dei Cani. Quello mi raggiunse e mi chiese: A quale clan appartieni, amico?. Mi voltai per rispondere, e il sangue mi si gel nelle vene. Era un ragazzo del mio clan, aveva la mia et e da piccoli avevamo giocato insieme.

Gli dei mi avevano realmente abbandonato. Era uno dei pochissimi che erano fuggiti il giorno in cui Scudo Fumante e i suoi ci avevano attaccato e lAstronomo, vedendo il disegno delle stelle sul mio corpo, mi aveva risparmiato la vita. Lui mi riconobbe allistante, rimase a bocca aperta e sollev la lancia. Scudo Fumante mi aveva addestrato bene. Non restai l impalato ma gli diedi un calcio sul ginocchio colpendolo con la lama tagliente che avevo innestato sulla punta dei sandali. Url e io mi avventai su di lui con tutto il peso del corpo. Cadde a terra pesantemente sulle rocce. Per non si arrese: si rialz e mi attacc con la lancia in pugno. Deviai il colpo con la mazza e lo raggiunsi con un altro calcio, ferendolo sotto il mento con la punta acuminata del sandalo. Lui emise un gemito soffocato. Era ferito a morte eppure si muoveva ancora. Il sangue che gli riempiva la bocca e la trachea gli impediva di urlare. Mi gettai su di lui e lo bloccai con le ginocchia inchiodandolo con la schiena a terra. Alzai il coltello e glielo affondai nel petto. Ero a mia volta senza fiato, ma feci appello a tutte le forze che mi restavano e lavorai di coltello, tirandolo dentro e fuori dal torace in modo da allargare lo squarcio. Poi infilai la mano e raggiunsi il cuore. Lo sentii battere nel mio palmo. Lo strappai e lo estrassi, lo sollevai verso il cielo nella direzione in cui sapevo si trovava il dio-stella. per te, Quetzalcoatl gridai al mio dio e salvatore personale, il dio dellacqua e del vento, che mi aveva guidato e protetto durante il mio primo viaggio lungo il fiume nel cesto di giunchi. Bevi e trasmettimi la tua forza divina!

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porcandomi il viso con il sangue del guerriero, sperai di rendermi ancora meno riconoscibile. Presi la sua lancia e gettai la mia mazza fin troppo rudimentale. Mi mescolai alle forze azteche del Popolo dei Cani proprio mentre i guerrieri si raggruppavano dietro i pamitl dei loro comandanti. Anche tra gli Aztechi i pamitl raffiguravano molti dei e animali diversi. Io stavo cercando un iridescente colibr maschio, con raggi rossi, blu e verdi. Quando lo vidi, seppi di aver trovato Tenoch. Ero in mezzo ai suoi guerrieri e mi stavo avvicinando al pamitl con il colibr: nessuno mi aveva riconosciuto. Tenoch mi volgeva la schiena ed era piuttosto distante, ma io ero certo che fosse lui. Si era colorato la pelle di azzurro, il colore simbolo di Huitzilopochtli, il Colibr del Sud, il dio della guerra del nostro clan. Altri clan avevano preferito un dio pi marziale del colibr e avevano raffigurato sui pamitl laquila, il falco, il giaguaro, il puma. Ma Tenoch aveva insistito perch il nostro clan rendesse omaggio al Dio Colibr, lunico uccello in grado di volare sia avanti sia indietro, di alzarsi e abbassarsi e perfino di fermarsi a mezzaria. Il Popolo azteco dei Cani, secondo lui, viveva la stessa situazione: era sospinto dai venti del destino e costretto

dagli dei a vivere in perenne movimento, senza mai sapere in quale direzione sarebbe andato. Che gli dei adesso li spingessero a sud sembrava un segno propizio. A sud il clima era pi caldo e pi umido, le terre erano verdi e il Popolo dei Cani avrebbe potuto vivere in prosperit. Si era schierato in prima fila, sebbene, cos facendo, aumentassero i rischi di venire ucciso. Il nemico tendeva sempre a colpire il capo, nella speranza che la sua morte avrebbe gettato i guerrieri nellincertezza e nella confusione, senza pi un pamitl da seguire. Ma la prima fila significava anche conquistarsi la lealt e il rispetto dei propri uomini. Adesso non mi restava che aprirmi un varco tra quei guerrieri e scagliare lascia sul cranio di Tenoch. La missione mi sembrava sempre pi un suicidio. Mi trovavo nel cuore dellesercito azteco, e non sarei riuscito a fuggire dopo averlo ucciso. Sarei stato catturato e fatto a pezzi un attimo dopo aver sferrato il colpo. Pi mi avvicinavo, pi mi risultava difficile muovermi in mezzo a quella miriade di guerrieri che si schieravano per lattacco. Ero a cinquanta passi da Tenoch, con la lancia in pugno e laltra mano stretta sul manico dellascia nascosta nella sacca, quando venne suonato il corno che dava il segnale per lazione. Tutti partirono di corsa. Il corteo del mio sovrano era stato avvistato e lesercito di Tenoch si preparava ad assalirlo. I guerrieri correvano a precipizio gi dalla collina e io dovevo fare attenzione a non essere travolto; attorno a Tenoch si ammass un gran numero di uomini e adesso raggiungerlo sarebbe stata unimpresa insensata. Inoltre lorda azteca non si lanciava allattacco in modo caotico e disordinato. La formazione assomigliava alla punta di una lancia: una punta acuminata sul fronte che si allargava verso una base pi ampia. Tenoch si era trasformato in un comandante esperto e un ottimo stratega. Dalla mia posizione, leggermente pi elevata e arretrata rispetto alle avanguardie, capivo qual era lobiettivo della punta

di lancia. Diversamente dallo schieramento delle forze azteche, limperatore tolteco identificabile dallo svettante pamitl con il giaguaro era al centro dellesercito. Tenoch puntava alla giugulare dellarmata tolteca, al dio-re in persona. Tenoch il barbaro, Tenoch il capoclan del Popolo dei Cani, era diventato Tenoch il signore della guerra. Ma questa non era una Guerra dei Fiori, una di quelle scaramucce che si combattevano soprattutto per catturare prigionieri da sacrificare, o al massimo per un pezzo di terra o un bottino appetibile. Nel nostro mondo, la strategia di Tenoch era disonorevole. Non era questo il modo in cui un impero civilizzato ne affrontava un altro. No. Evitare gli scontri di un guerriero contro un altro e decidere invece di scagliare unintera falange nel cuore dellesercito nemico per assassinare il capo supremo era un atto esecrabile, una tattica barbara propria di chi non conosceva le regole di una guerra civilizzata. I singoli guerrieri avrebbero potuto infiltrarsi tra le schiere nemiche tentando di arrivare allimperatore, ma i generali non lanciavano unarmata intera contro un sovrano. Lonore si otteneva nei combattimenti uno contro uno, e una simile strategia non rendeva possibile conquistarsi tale onore. Lesercito dellimperatore aveva assunto la consueta formazione dei guerrieri e dei comandanti toltechi. Appena la punta della falange lavesse raggiunto, lavrebbe spaccato in due e si sarebbe facilmente fatta strada fino alla posizione dellimperatore. Capivo dalla confusione attorno al sovrano che la manovra di Tenoch aveva colto tutti di sorpresa. Lo stendardo di Tenoch ora era visibile al centro della falange azteca, ma nella corsa verso valle si stava spostando avanti. Sarebbe stato Tenoch in persona a colpire il dio-re. Se non fossi stato sopraffatto dal terrore, avrei ammirato quella mossa audace. Se avesse avuto successo e fosse riuscito a uccidere il sovrano del pi grande impero dellUnico Mondo, il suo nome sarebbe stato ripetuto dai Memorizzatori della Storia per leternit... La Storia tramandata dai vincitori e

i Memorizzatori della Storia di Tenoch avrebbero dimenticato in fretta quanto poco onorevole era stata la sua tattica. Il destino di Tula sarebbe stato segnato: certi di avere gli dei al loro fianco, i guerrieri aztechi lavrebbero razziata senza piet. Spinto dal panico, accelerai la corsa.

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a strategia di Tenoch temeraria e folle al tempo stesso lo lasciava esposto sui fianchi, consentendo ai Toltechi di attaccare la falange da destra e da sinistra. Con i guerrieri aztechi impegnati a respingere gli assalti laterali, riuscii a trovare uno spiraglio e ad accorciare la distanza che mi separava da Tenoch. La battaglia si trasform in un coacervo confuso di uomini che lottavano luno contro laltro e, mentre infuriavano i combattimenti corpo a corpo, notai degli sciocchi guerrieri toltechi che tentavano di catturare prigionieri, in cerca di gloria personale anzich della vittoria. Se avessero continuato cos, non avrebbero ottenuto n luna n laltra. Gli uomini del nostro imperatore erano meglio protetti dalle spesse vesti di cotone e dalle armature in fibra di agave rispetto agli Aztechi che si battevano praticamente nudi, con indosso solo il perizoma e un mantello per i comandanti. Eppure, la mancanza di tattica dellesercito tolteco si rese drammaticamente evidente: il nemico stava prendendo il sopravvento. Quando fui abbastanza vicino a Tenoch da poter lanciare lascia, un Tolteco ruppe le fila nemiche e mi si avvent contro. Avevo la lancia nella sinistra e la mano destra sullimpugnatura dellascia che stavo per scagliare. Non avevo tempo di cam-

biare mano alla lancia per usarla, perci estrassi lascia dalla sacca. Il guerriero mi fu addosso e cerc lo slancio per trafiggermi. Se non lavessi fermato, mi avrebbe ucciso. Lunica mossa che poteva salvarmi era lanciargli lascia in testa. Lo feci: lascia rote due volte in aria e lo colp in pieno, staccandogli la testa. Cadde, per cos avevo perso unarma. Continuai a correre; impugnavo la lancia ancora nella sinistra ed estrassi il pugnale legato in vita. Scartai lattacco di un secondo Tolteco e arrivai alle spalle di Tenoch. Altri guerrieri aztechi si ammassavano dietro di lui e approfittai della confusione per intrufolarmi: adesso era proprio davanti a me, mi offriva la schiena. Vedevo il pamitl oscillare su e gi seguendo i suoi movimenti. Entrambi eravamo urtati e spinti dagli uomini che si battevano accanto a noi. Abbandonai la lancia e mi gettai addosso a lui, conficcandogli il coltello nel fianco. Annasp in cerca di aria, mentre io senza mollarlo girai il pugnale e lo spinsi verso lalto. Tenevo il viso rivolto altrove, sperando di non attirare lattenzione dei guerrieri vicini. Infine lo guardai barcollare in avanti: stava per cadere trascinandosi dietro il pamitl. Ahim! Non era Tenoch: luomo che aveva sulle spalle lo stendardo di guerra era un altro membro del nostro clan. In quellistante il piano mi fu chiaro: aveva consegnato il proprio emblema a un altro guerriero, cos, mentre i Toltechi si concentravano su di lui per catturarlo, Tenoch era libero di infiltrarsi fra i Toltechi e realizzare il proprio obiettivo, ovvero uccidere il dio-re. I soldati del mio clan avevano il corpo decorato con segni azzurri, simbolo del dio Colibr. Si trovavano esattamente davanti a me e di sicuro stavano sgombrando la strada a Tenoch per consentirgli di arrivare al cuore delle forze nemiche. Raccolsi la spada di un Tolteco caduto e mi inserii nella falange, procedendo al fianco degli altri. Non lontano da dovero, scorsi un vistoso copricapo da

guerriero. Era certamente Tenoch: solo a lui era consentito indossare la corona del dio della guerra. Subito oltre sventolava alto un magnifico stendardo dai colori brillanti: il pamitl del dio-re. Erano vicinissimi. E Tenoch stava per sferrare il colpo letale.

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i avvicinai ulteriormente: dovevo ripararmi dagli attacchi dei guerrieri toltechi e aprirmi un varco tra le fila compatte degli Aztechi. Riuscii a insinuarmi fra gli uomini e finalmente fui a due passi dalla schiena di Tenoch. Alzai la spada, ma con la coda dellocchio percepii un movimento alle mie spalle e mi piegai di lato, nellistante esatto in cui una lama mi sfior la testa. Per un attimo colmo di stupore mi ritrovai a fissare negli occhi lArmaiolo Reale. Anche lui mi aveva riconosciuto e ferm il braccio una frazione di secondo prima di calare la sua arma su di me. Quella sospensione dur poco pi di un batter di ciglia, subito due uomini ingaggiati in un corpo a corpo gli caddero quasi addosso e ci separarono. Mi ributtai nella mischia tentando di riavvicinarmi a Tenoch, ma ora sapevo che in qualunque momento lArmaiolo poteva avventarsi su di me, pronto questa volta a farmi fuori. La frenesia della battaglia spingeva la massa dei guerrieri avanti e indietro, come unonda che si frange contro un muro. Riuscivo appena a fare due passi avanti ed ero costretto ad arretrare di uno nel tentativo di sfuggire a chiunque mi capitasse accanto: Toltechi, Aztechi non importava, chiunque si frapponesse tra me e Tenoch era mio nemico.

Avevo il fiato corto e le forze mi stavano abbandonando. Feci un profondo respiro e mi appellai al dio pi potente, Quetzalcoatl, perch mi desse la forza di salvare limperatore. Schivai una lancia ma il Tolteco che la brandiva la gir dalla parte dellimpugnatura di legno e mi centr la testa con un colpo. Caddi ed ebbi negli occhi unesplosione di stelle, come se allimprovviso fossi stato avvolto dalloscurit. Rimasi supino, la testa mi girava e muovevo la mano alla cieca tastando il terreno in cerca della spada. Poi la vista ritorn, ma la scena che mi si par davanti agli occhi mi ghiacci il sangue: il mio signore era a terra a pochi passi da me, Tenoch gli stava addosso e aveva alzato la lancia. In lontananza sentii il clamore di un corno. Balzai in piedi come se mi avessero dato fuoco. Con la mano destra afferrai il braccio sinistro di Tenoch e lo strattonai: la lancia manc il bersaglio e la punta si conficc per terra. Per un istante lo sguardo del comandante del Popolo dei Cani incroci il mio, ma a differenza dellArmaiolo, che aveva avuto un momento di esitazione, Tenoch non ebbe la bench minima reazione di sorpresa. Persa la lancia, impugn il coltello. Sentii ancora il suono del corno, proprio nellattimo in cui lo colpii allinguine con il ginocchio. Tenoch emise un gemito e vacill e io gli fui addosso, sferrandogli una seconda violenta ginocchiata allo stomaco. Veloce come un serpente, lui si divincol e riusc a piantarmi la lama nella schiena. Allimprovviso, quasi si muovesse governata dallistinto, la mia mano sinistra si strinse intorno allimpugnatura della spada che mi era caduta a terra. Lafferrai e la gliela conficcai nella gola spingendo con una forza tale che la punta usc dal collo per andarsi a piantare nel terreno. Mollai la presa e la lama rimase l, vibrante, nella gola di Tenoch. Il mio nemico era morto. In quellistante il convulso attacco azteco cess, il Popolo dei Cani si stava ritirando. Sentii un grido: No! poi una mazzata mi colp alla schie-

na, in mezzo alle scapole. Volai in avanti, con la faccia per terra, senza fiato. Mi voltai appena e riconobbi lArmaiolo Reale e il sovrano che lo allontanava. LArmaiolo mi aveva sferrato un colpo con una lancia spezzata. Gli dei mi avevano protetto, tre volte. La veste imbottita che portavo sotto il mantello mi aveva difeso da tutto, tranne dalla punta della lama di Tenoch quando mi aveva pugnalato alla schiena; la mia mano si era imbattuta per caso nella spada a terra un attimo prima che Tenoch mi spedisse nellinferno di Mictlantecuhtli; lArmaiolo Reale aveva trovato solo unarma rotta per colpirmi nel momento finale della battaglia. Perch scappano? chiesi allimperatore. Il condottiero del Popolo dei Cani non lunico a servirsi dellinganno. Ho ordinato alle forze che avevo lasciato alla Collina dei Coltelli di seguirci e di attaccare solo quando la battaglia fosse cominciata. Gli Aztechi, sentendo il suono del corno e vedendo i rinforzi calare loro addosso, hanno creduto che fosse arrivato lintero esercito tolteco e sono fuggiti. E tu hai ucciso il loro comandante.

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l dio-re ha sconfitto il Popolo dei Cani... ma il fatto che il giovane azteco gli abbia salvato la vita uccidendo il suo nemico mortale ha offuscato la grandezza della sua vittoria. Il dio-re sopravvissuto. Eppure, un secondo evento ne ha appannato i successi militari. Una volta rientrati a palazzo, il sovrano mi inform che unintera carovana di ossidiana partita dalla Collina era scomparsa. Il Popolo dei Cani se ne impossessato mi disse. Corrono voci secondo le quali un sottoposto di Tenoch abbia assunto il comando e stia preparando armi da distribuire ai vari clan. I clan non si sono mai uniti, non hanno mai collaborato al punto di lanciare un attacco congiunto risposi. Trascorrono pi tempo a farsi la guerra luno contro laltro invece di combattere contro di noi. Il sovrano mi rivolse unocchiata penetrante, intensa. I tempi sono cambiati, non per il meglio. Adesso sono uniti e armati. Maest, intendete forse attaccare quei barbari? chiesi. Anche se lavevo detto, sapevo che non sarebbe stato facile ottenere una vittoria in una spedizione al Nord. Limperatore scosse la testa. Sai bene come vive il Popolo

dei Cani... sono costantemente in movimento. Si sparpaglieranno come una manciata di polvere al vento se cercheremo di inseguirli. In effetti sarebbe difficile trovarli, e ancora di pi ucciderli concordai. Per Teotihuacn ha avuto un ruolo nellattacco alla Collina dei Coltelli, ne sono certo continu il sovrano. Lassalto alla Collina stato progettato ben prima della mia vittoria sul principe, a Tajin; probabilmente era organizzato da mesi e laristocratico di stanza l, a difesa delle cave, faceva parte del complotto. I suoi occhi incrociarono i miei e lo sguardo era cupo. Ma quel nobile non ha agito da solo. Non mi avrebbe mai tradito, se il tradimento non fosse gi dilagante a Tula. Sospettate ancora dei sacerdoti? Il Sommo Sacerdote in persona... purtroppo non ho in mano alcuna prova. Fece qualche passo, poi si volt verso di me: Ti sono chiare le conseguenze di ci che ti ho appena detto?. Capii. Nobili di alto rango insieme ai sacerdoti di Tula stavano complottando con le forze di Teotihuacn a sud. Il re di Teotihuacn si era accordato con gli Aztechi a nord. Quando avessero sferrato lattacco, sarebbe stato un assalto congiunto da nord e da sud. Nel frattempo il tradimento e la rivolta serpeggiavano allinterno delle mura della citt. Il dio-re si sarebbe trovato a combattere i propri nemici su tre fronti. Dichiarer guerra a Teotihuacn annunci. Un ottimo piano. Il nostro sovrano non solo avrebbe affrontato una potenza nemica, ma avrebbe anche costretto i nobili a battersi al suo fianco, anzich lasciarli arroccare nei propri palazzi a complottare contro di lui. In qualunque battaglia chi attacca il vincitore dichiar limperatore. S, questa la dinamica della guerra annuii. Dovr consultare gli astri...

Il mio signore scosse enfaticamente la testa. No! Ho bisogno di te per una missione pi importante. Mi inginocchiai. Mi sarei gettato in un vulcano se fosse servito a espiare la follia di aver consegnato un pugnale a Tenoch. Qualunque cosa, Maest. Vorrete sapere quando il diostella Quetzalcoatl sar di nuovo in... Riportami la Crepa Scura. Se mi avesse tagliato un braccio, non mi sarei stupito di pi. Cosa volete che faccia? Non so niente della Crepa Scura, salvo il fatto che compare nel cielo. E sul tuo addome osserv Quetzalcoatl. Andrai nelle terre dei Maya. Si trova l. Le terre dei Maya? chiesi incredulo. Un viaggio in quella regione sarebbe stato lungo e pericoloso. Il tuo destino nella Crepa Scura disse limperatore. E anche il mio. Tu, lAstronomo e io siamo il futuro di Tula e forse anche delle generazioni che verranno.

PARTE QUATTORDICESIMA

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scii dalla citt su una portantina scortata da venti guerrieri e diretto alle terre dei Maya. Indossavo il copricapo degli aristocratici e avevo con me un geroglifico che mi presentava come ambasciatore del grande sovrano di Tula. Se qualcuno mi avesse ostacolato, avrebbe dovuto risponderne al pi potente imperatore dellUnico Mondo. Ero prezioso agli occhi del mio signore. E non ne capivo la ragione. In quanto ambasciatore del sovrano pi importante dellUnico Mondo tutte le porte mi venivano aperte e in qualunque citt volessi fermarmi ero accolto dai nobili di maggior lignaggio e infine ricevuto al cospetto dei re. Fino a non molto tempo prima, mi aveva raccontato lArmaiolo mentre mi forniva lequipaggiamento per il viaggio, un nobile tolteco o persino un uomo comune poteva viaggiare in lungo e in largo senza problemi: nessuno, re o funzionario straniero, osava chiedergli un tributo e neppure i ladri si permettevano di rubargli la borsa. Ma adesso, viste le crescenti tensioni tra Tula e Teotihuacn e le terre sempre pi riarse dalla siccit, gli abitanti dellUnico Mondo, che un tempo tremavano alla vista di Tula, si erano fatti pi audaci. Comunque nessuno probabilmente si sarebbe azzardato a

disturbare un ambasciatore dalto rango che portava il sigillo dellimperatore, mi confort lArmaiolo. Ma quel probabilmente la diceva lunga...

Con i nemici di Tula sempre pi numerosi, presi le mie precauzioni per il viaggio: sotto le vesti eleganti indossavo la tenuta da combattimento e accanto a me tenevo una spada, unascia da lancio, un pugnale, una lancia e uno scudo. Avevo anche posto una gran cura nella scelta dellitinerario; la strada pi veloce era andare a sud, superare Teotihuacn, varcare le montagne e raggiungere la costa... ma sarebbe stata anche la pi pericolosa considerando la guerra imminente. Unalternativa era oltrepassare le montagne a est e seguire la strada che portava a Tajin. Sullaltro versante avrei continuato a costeggiare il mare fino a un punto dove avrei potuto imbarcarmi e arrivare alle terre dei Maya navigando lungo costa. A Tajin e poi per mare: fu questo il percorso che scelsi.

La prima notte mi fermai a dormire in un ospizio accanto a una zona di bivacchi. Era unarea dove facevano sosta le carovane dei portatori e dei mercanti che trasportavano le loro merci non solo tra le varie citt dellimpero tolteco ma in tutte le piazze dellUnico Mondo. In onore al mio grado, lintera casa fu fatta sgombrare per me. Tuttavia qualcuno mi aveva preceduto e aveva preparato il luogo per il mio arrivo. La donna che mi aveva condotto dai Guardiani a Tajin mi attendeva sotto il suo nero cappuccio di finissima tela di cotone per guidarmi tra le terre dei Maya. Mi accolse servendomi un lauto pasto e comportandosi con totale naturalezza, come se non ci fosse niente di insolito e io avessi sempre saputo che lei sarebbe stata l. Infatti avrei dovuto, mi rimprover mentre cenavamo. Sono venuta ad avvisarti che il viaggio sar pericoloso. I nemici dellimperatore sono a conoscenza della tua missione im-

portantissima, anche se non sanno con precisione cosa devi cercare. Ma se ne avranno lopportunit, ti arrostiranno i piedi sui bracieri per estorcerti informazioni. Naturalmente aveva ragione e io ero stato troppo occupato dai preparativi del viaggio per concentrarmi seriamente sui rischi che avrei affrontato lungo la strada. Non ero abbastanza cauto. Facemmo sesso e poi caddi in un sonno profondo, cullato dallottima cena, dallinebriante nettare degli dei e dalle maestrie erotiche di una dea dellamore. Mi risvegliai nel cuore della notte e le domandai ci che avevo provato a chiederle fin dal nostro primo incontro, a Tajin: Come ti chiami?. Per un momento lei mi guard senza rispondere e pensai che non me lavrebbe rivelato. Ixchaal. Ah... era Maya, non Tolteca. Quasi tutti i nomi femminili maya cominciavano per Ix. Ixchaal era un nome che conoscevo gi. Come il nome di mia madre, Ixloom, era legato al mistero e alla magia. La dea Ixchaal aveva un volto dolce da dea dellamore e un feroce muso da giaguaro; possedeva un impeto passionale che poteva riversare nel trasporto amoroso o nello scatto dellassassinio. Mai nome fu pi appropriato per quella donna! Avevo gustato il suo lato pi sublime ma sospettavo che un giorno avrei visto anche lindomito animale celato in lei.

Mi ero riaddormentato quando mi svegli. Ci sono degli uomini fuori dalla finestra sussurr. E altri davanti alla porta. Come accadeva sempre nelle regioni calde, gli scuri della finestra erano rimasti aperti. Scattai di soprassalto. Le mie guardie... Sst... sono sparite. Parla sottovoce. Come lo sai?

Ho controllato. Impugnai la spada lunga e mi accostai al bordo della finestra. Anche lei afferr una spada e and alla porta. Un uomo si affacci allinterno, armato di arco e frecce. Sferrai un colpo con tutte le forze e dalla bocca mi usc un grido di guerra azteco. La lama affilatissima lo raggiunse fra le braccia e il torace e gli tagli di netto il braccio sinistro, che cadde a terra, mentre luomo fece un balzo indietro e fin addosso a qualcuno alle sue spalle. In quel momento si spalanc la porta e un altro uomo irruppe nella stanza pronto a scagliare una lancia. Ixchaal si abbass, affond la spada e gli recise un ginocchio. Dietro di lui cerano altri guerrieri e con un nuovo grido azteco io mi gettai su di loro: con la spada sguainata menavo fendenti a destra e a sinistra, contro qualsiasi cosa si muovesse. Li inseguii e uscii della porta. Uno degli assassini scivol alle mie spalle brandendo una mazza dai bordi acuminati. Mi voltai per respingere lassalto ma in quellistante Ixchaal gli si lanci alla schiena e gli tagli la gola con il pugnale. Prima ancora che il corpo delluomo si riversasse a terra, mi ordin: Dobbiamo andarcene. Ne arriveranno altri e saranno ancora pi numerosi. Per il momento eravamo al sicuro. I bivacchi delle carovane erano stati messi in subbuglio dalle mie grida. Alla luce della luna, vedevo decine di persone aggirarsi spaventate per laccampamento, armi in pugno. Dovevamo dileguarci il pi in fretta possibile, prima che la luce del giorno rendesse pi facile agli assassini ritrovare le nostre tracce. Le mie lontane abitudini al nomadismo si rivelarono utili e nel giro di poco eravamo pronti per partire, con una sacca a tracolla sulle spalle: cos avremmo avuto le mani libere per impugnare le armi. I miei beni pi preziosi giada e fave di cacao per pagare le spese, armi per liberarci dagli ostacoli, le indispensabili tortillas erano gi nella sacca. Le mie guardie e i servitori erano scomparsi.

Alcuni sono stati pagati per tradirti, altri sono fuggiti per la paura. Sono stati i nemici dellimperatore a mandare gli assassini. Prima ti avrebbero reso impotente, poi ti avrebbero fatto confessare sotto tortura lo scopo del viaggio. Stava spuntando lalba quando abbandonammo lospizio. Anzich proseguire lungo la strada, condussi Ixchaal in mezzo ai campi, nella direzione opposta a quella che avevano preso i nostri aggressori per fuggire. Aveva ragione: avevo bisogno di lei. Era veloce e forte. Con le armi era letale. Adesso avevo visto anche il giaguaro dentro di lei. Erano Aztechi dissi. Strano. No, non strano. Se tu fossi stato ucciso dal servo tolteco di qualche nobile, sarebbero cadute molte pi teste, a ingrossare le fila dei teschi piantati sullo tzompantli, la rastrelliera che limperatore sta gi riempiendo con i crani dei traditori. In questo modo, invece, i nobili toltechi possono attaccarti senza timore: si servono degli Aztechi per compiere misfatti e poi riversano tutta la colpa su di loro. La vidi sorridere, ed era la prima volta. Riuscivo a capire perch quei traditori volessero uccidermi proprio adesso che il sovrano mi aveva mandato in missione per cercare qualcosa che lavrebbe aiutato a sconfiggere i suoi nemici. Eppure una domanda mi assillava: perch avevano assoldato un assassino azteco in un momento in cui io non costituivo una minaccia? Ma ora non sono un pericolo per loro! esclamai. Lei non mi rispose, ma intuii che sapeva. Mi nascondi qualcosa? Ixchaal non apr bocca. Continuammo a camminare. Un secondo pensiero mi balen in testa. Non sono stati i nobili che complottano contro il sovrano a ingaggiare lassassino che ha cercato di uccidermi a Tula, non vero? In un certo senso avevo tirato a indovinare, ma per unignota ragione sentivo che quellattentato alla mia vita aveva unori-

gine personale, non politica. Il bersaglio naturale di un assassinio politico sarebbe stato lAstronomo, non io. Ixchaal, tu hai ucciso lassassino. Lei, di nuovo, mi ignor. Neghi di averlo ammazzato? Abbiamo davanti molta strada e poco tempo. Risparmia il fiato per il viaggio. Protestai a mezza voce. Non ero abituato al fatto che una dea, a fasi alterne, mi salvasse la vita e poi mi rimboccasse le coperte. Repentinamente lei pieg verso sud. Tajin da quella parte gridai, indicando con il dito verso est, nella direzione in cui avevamo camminato fino a quel momento. Noi andiamo a Teotihuacn. Rimasi senza fiato. Sei impazzita? A Teotihuacn ci odiano e ormai sapranno che stiamo per scendere in guerra contro di loro. Se catturano lAstronomo dellimperatore... Mi interruppi. Ixchaal non mi stava neppure ascoltando. Continuava a camminare nella direzione che aveva stabilito: dritta nelle fauci del nemico. La raggiunsi. Rispondimi! Sei impazzita? Finiamo dritti nella loro rete se andiamo a Teotihuacn. Non possiamo prendere la strada per Tajin. proprio l che ci aspettano. E adesso sanno che siamo pronti a difenderci, quindi saranno pi subdoli. La prossima volta non riusciremo a fermarli. Va verso Tajin e di sicuro morirai. Aveva ragione, ma esisteva una terza via. E se andassimo a ovest per evitare Teoti... No. Impiegheremmo troppe settimane. Dobbiamo prendere la strada pi breve verso sud: da Teotihuacn a Cholula e poi gi lungo la costa fino a un villaggio di pescatori dove troveremo il modo di imbarcarci. In pi, quando non ci vedranno sulla strada per Tajin, penseranno che siamo andati verso ovest per evitare Teotihuacn. Lunico posto dove non ci cercheranno sar proprio Teotihuacn, credimi.

Aveva ragione ancora una volta: il percorso scelto aveva una sua logica. Tuttavia era da sconsiderati offrirsi in pasto a Mictlantecuhtli. Il trattamento che avrebbero riservato allAstronomo dellimperatore, se mi avessero catturato a Teotihuacn, avrebbe fatto impallidire perfino i Signori dellInferno. Ahim! Non era Ixchaal la pazza a voler compiere quel viaggio: ero io. Bene, pensai con amarezza. Almeno lei sapeva perch ero stato scelto.

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ontinuammo a camminare. Le soste erano rare e brevi. Avevamo dormito per circa met della notte e non era ancora indispensabile riposarsi, e poi il ricordo dellagguato azteco ci teneva svegli. Quando raggiungemmo un villaggio di medie dimensioni dove cera un mercato, Ixchaal sugger di acquistare abiti nuovi: non era prudente farci riconoscere come ricchi toltechi. Sostituimmo tutti i nostri indumenti, compresi i sandali, con vesti da contadini. Dimenticati di essere stato un dignitario tolteco di alto rango mi ammon. Adesso sei un umile portatore che trasporta i beni degli altri sulla schiena. Eccomi, sono un portatore nato! scherzai. Liberati di tutto ci che avevi mi ordin. Tutto. Basterebbe un perizoma di cotone troppo morbido a tradirti. Nascosi i preziosi frammenti di giada che avremmo usato come merce di scambio. Il pugnale, lascia da lancio dal manico corto e la piccola spada di Ixchaal sparirono nelle sacche che portavamo sulle spalle. Ixchaal si nascose altra giada addosso. Seppellimmo abiti e beni nella foresta. Quando uscimmo dal folto e tornammo sulla strada eravamo semplici portatori. I portatori trasportavano praticamente ogni genere di merce

nellUnico Mondo e le strade ne erano affollate. Saremmo stati irriconoscibili in mezzo a tanti come noi. Scegliemmo di portare con noi penne di tacchino perch erano leggere e poco costose: cos non avremmo avuto un carico pesante e neppure saremmo stati appetibili per i ladri, come invece sarebbe successo se, per esempio, avessimo optato per le pi preziose penne di pappagallo. Ixchaal faceva strada e io la seguivo.

Dopo tre giorni raggiungemmo il passo che segnava il confine con la regione di Teotihuacn. Scendendo gi dalla montagna, vidi la citt per la prima volta. Maestosa e distante, mi tolse il fiato. stata la prima dimora degli dei disse Ixchaal. La prima volta che vidi Tula, la sua ricchezza e il suo splendore mi sbalordirono; ma se Tula era una gemma scintillante, Teotihuacn sembrava un diadema: era immensa, sacra, celestiale e splendente. Se Tula sembrava costruita per suscitare invidia, Teotihuacn era stata edificata per essere venerata. Due altissimi templi si ergevano al centro della citt: la Piramide del Sole e, un po pi piccola, la Piramide della Luna, entrambe molto pi alte e imponenti della piramide sacra di Tula.* Non un sogno disse Ixchaal quasi mi leggesse nel pensiero. Sono vere. Non me la immaginavo cos grande! Ci vivono il doppio delle persone che a Tula. Comera nel periodo del suo massimo splendore? chiesi. Aveva due volte gli abitanti di adesso. Ho sentito dire che erano oltre duecentocinquantamila.
* Nota del Traduttore: La Piramide del Sole la terza piramide pi grande del mondo, ed solo appena pi piccola della seconda, ovvero la Grande Piramide di Giza, in Egitto. La piramide pi grande in assoluto a Cholula, non lontano da Teotihuacn. Le piramidi messicane erano pi basse di quelle egizie perch avevano la cima spianata.

Ma Teotihuacn non aveva bisogno di numeri per dimostrare la propria grandezza. Si estendeva in ogni direzione, come un universo indipendente, e vederla dallalto il punto di vista privilegiato degli dei mi commosse e mi conquist lanima. Sentivo che ci stavamo avvicinando a una terra sacra. Chi ha costruito questa meravigliosa citt? domandai in un sussurro. I Toltechi? I Maya? Nessuno lo sa. Gli abitanti di Teotihuacn parlano un Nahuatl simile a quello dei Toltechi e degli Aztechi, ma in origine non era questa la loro lingua. Nessuno sa quale lingua parlassero i primi abitanti di queste terre. Probabilmente vivevano insieme agli dei. Scossi la testa. Nessuno sa quale civilt ha costruito la pi grande citt mai esistita nellUnico Mondo? N con quale nome si chiamassero i suoi abitanti o che lingua parlassero? Ahim... gli dei ci prendono in giro!*

Ci fermammo in una locanda ai piedi delle montagne e quando un gruppo di portatori part per andare in citt ci unimmo alla carovana. Adesso non siamo pi in territorio tolteco, e le strade sono meno sicure per i viaggiatori mi avvis Ixchaal. Da qui in avanti vedrai che i portatori si muovono solo in gruppi numerosi e sono sempre sulla difensiva. Pi andremo a sud, pi la situazione peggiorer. Come a Tula e a Tajin, campi di mais, di fagioli, di peperoni piccanti e di agavi circondavano la citt. Solo quando giungemmo abbastanza vicino da osservare le mura, ci accorgemmo dello stato di decadenza di Teotihuacn. Gli affreschi sulle mura sono sbiaditi notai. Tutto a Teotihuacn scolorito ribatt Ixchaal.
* Nota del Traduttore: Neppure la scienza moderna riuscita a scoprire quale civilt abbia edificato questa citt, coeva alla Roma dellepoca imperiale a cui poteva essere paragonata per dimensioni e splendore.

Le guardie schierate alla porta sembravano rozze e avide. Estorcevano denaro ai viaggiatori e in principal modo ai mercanti e ai portatori, stendendo platealmente la mano. Talvolta capitava perfino che assalissero qualcuno e gli rubassero le merci, se ritenevano che ne valesse la pena. Noi per non avevamo laspetto di mercanti facoltosi e riuscimmo a passare, mescolati a una carovana il cui capo si era diligentemente fermato a sborsare la quota richiesta. Le differenze tra Tula e la Citt degli Dei furono ancora pi evidenti una volta allinterno. Come per le mura esterne, tutte le opere darte che decoravano i palazzi residenziali non avevano pi un aspetto vivace, luminoso, fresco. Immondizia e liquami lordavano le strade; lacqua delle fontane era putrida. Si sentirono delle grida e la gente fugg dalla strada, accalcandosi contro i palazzi circostanti. Un nobile o un membro della famiglia reale a bordo di una portantina stava percorrendo la via, circondato da guardie arroganti e brutali che si facevano largo a colpi di mazza. Incapaci sia di aprirci un varco tra la folla sempre pi compatta sia di trovarci un riparo sicuro, eravamo rimasti bloccati in mezzo alla strada. Gli uomini con le mazze erano ormai vicini, e io mi preparai a ricevere il colpo e possibilmente anche quelli destinati a Ixchaal. Abbracciai la ragazza per farle scudo con il mio corpo e mi voltai di schiena. Quando fui percosso, emisi un gemito disumano sperando che quel bruto armato si convincesse di aver compiuto il proprio dovere a regola darte e pensasse che neppure tutti i demoni dellinferno di Mictlantecuhtli avrebbero saputo sferrare un colpo pi violento. Finalmente portantina ed energumeni si allontanarono. Ixchaal e io riprendemmo a camminare. Grazie sussur lei. Sorrisi. Anche tu mi hai salvato la vita. Pi di una volta. il mio dovere. Mi hai anche insegnato e fatto scoprire molte cose. Non vedr mai pi niente come Teotihuacn in tutta la vita. Per il semplice motivo che non c niente sotto il sole co-

me Teotihuacn. Non solo la pi grande citt mai esistita nellUnico Mondo, ma le piramidi, i templi, i palazzi... in una parola tutto ci che reputiamo arte viene da qui. Questa la sorgente di ogni capolavoro: qualunque meraviglia esista nelle nostre terre soltanto una sterile imitazione delle straordinarie creazioni di questa citt. Quetzalcoatl e gli altri dei avevano qui la loro dimora e passeggiavano per queste strade, santificandole. In un certo senso la loro presenza si avverte anche oggi. Forse la presenza degli dei ha ispirato gli artisti e gli uomini di sapere di Tula suggerii. Teotihuacn stata certamente la citt pi ammirata e invidiata dellUnico Mondo afferm Ixchaal. Perfino i Maya ne hanno imitato i templi, i palazzi e le strade. Il tuo Popolo dei Cani ambisce a conquistare un regno e brama un impero come quello di Tula, senza sapere che Tula una pallida copia di tutto questo. Attraversammo i vicoli pi stretti e oscuri, anzich gli ampi viali di rappresentanza, perch cos saremmo stati meno visibili. Entrando in incognito nel quartiere cerimoniale, ci fermammo davanti alle mastodontiche piramidi dedicate agli dei del Sole e della Luna. Le scale per raggiungere gli dei mormor Ixchaal. Gli occhi le si velarono di lacrime. Sentivo un potere immenso che si irradiava dai templi sacri. Davvero erano stati costruiti dalle mani degli uomini? Non riuscivo a immaginarlo. Soltanto gli dei potevano aver creato una citt tanto vasta e varia, sacra e insieme orgogliosamente profana. Come ha fatto Teotihuacn a perdere il favore degli dei? domandai. I mercanti e i nobili si arricchirono a dismisura e si trasformarono in uomini grassi e deboli prese a narrare Ixchaal. Smisero di costruire templi, realizzare opere darte e difendere il regno. Erano interessati ad accumulare ricchezza e indul-

gevano nella depravazione, abbandonandosi alla lussuria e agli istinti pi vergognosi. Cos disonorarono se stessi e gli dei. Mi guard negli occhi quasi a sfidarmi a contraddire ci che mi stava per rivelare. Gli dei apprezzano e premiano dedizione e disciplina, e hanno in odio lindecisione e la debolezza, ma loro se ne dimenticarono. Gli dei distruggeranno anche Tula, se continuer a disperdere la propria forza interiore. Mi parl di un re violento e di un gruppo di aristocratici crudeli che governarono la citt tiranneggiando il popolo e trascurando la matematica, lastronomia, lo studio e le scienze, larchitettura e larte, il vento, il mare, le stelle... in sintesi: tutte le vie del Serpente Piumato. Come Tula, Teotihuacn era stata sfavorita dagli dei della pioggia disse, la gente soffriva la fame perch le scorte nei magazzini si stavano esaurendo. Ma i mercanti pi ricchi e spietati, daccordo con i nobili, specularono sulla carestia e bloccando la vendita del raccolto, obbligarono i sudditi affamati a consegnare i pochi averi in cambio di misere pannocchie striminzite. Passammo davanti a un drappello di quattro guardie, che parlavano e ridevano sulla soglia della loro caserma. Dovevano aver bevuto caraffe intere di octli e il nettare dei demoni gli aveva portato via anche lultimo grano di intelletto, se prima ne avevano qualcuno, lasciando via libera alla stupidit e agli istinti pi bassi. Ci videro, uno di loro stratton Ixchaal e allimprovviso le furono tutti addosso e la trascinarono dentro. Mascherati da umili portatori eravamo... spacciati. Vieni, donna! Voglio versare il mio seme nel tuo giardino e far nascere un altro guerriero forte come me! Stavo per reagire, ma lei con lo sguardo mi intim di non muovermi. Le guardie erano armate con asce e spade di ossidiana. Le mie armi erano nella sacca e per di pi io ero solo e loro in molti.

Con una torsione Ixchaal si liber dalla stretta delluomo, ma a decine stavano uscendo dalla caserma e in un istante la circondarono. Allungavano le mani, la toccavano e ridevano. La spingevano verso lingresso e io mi preparai a intervenire. Fuggi! mi url lei. Mi sentii gelare il sangue nelle vene. Devi portare a termine la missione! Aveva gridato con tutto il fiato in gola, per sovrastare le voci degli uomini che la trascinavano allinterno delledificio. Costrinsi le mie gambe a muovere un passo dopo laltro in direzione della strada. Ixchaal. Hanno preso Ixchaal! Lavrebbero violentata fino ad ammazzarla e poi lavrebbero buttata per strada, oppure lavrebbero uccisa prima, per non sentirla urlare. Esitavo, continuavo a voltarmi indietro. Non sapevo se obbedire alla logica dei suoi ordini fosse realmente la cosa giusta da fare. Se fossi intervenuto, probabilmente sarei morto nel tentativo di liberarla e la missione sarebbe fallita. Dovevo andare avanti. Aveva ragione lei. Era stata inviata per farmi da guida proprio per quello. Al pari di mia madre, anche lei era Colei che Vede. Mi voltai ancora una volta e allimprovviso sentii qualcosa dentro di me esplodere: rabbia. In quel momento cera qualcosa di pi importante del destino degli imperi o delle generazioni future... Era la vita della donna che amavo! Mollai il carico di piume di tacchino per strada, sfoderai la spada e corsi verso la caserma. Mi avventai allinterno, sorprendendo tre soldati che stavano ridendo e parlando tra loro. Sentivo la mente annebbiata, tutto intorno a me sembrava vago e confuso. Brandii la spada e sferrai colpi a destra e a sinistra. Calciavo, menavo fendenti, affondavo la lama contro chiunque mi capitasse a tiro con la furia assassina del puma quando la sua femmina viene minacciata. Poi mi accorsi che non era rimasto in piedi nessuno. Il san-

gue colava dalle pareti e dal soffitto e anchio ne avevo dappertutto. La caserma aveva solo tre stanze, le ispezionai tutte: di lei non cera traccia. Era scomparsa. Girai su me stesso, la spada in pugno, la mente sempre pi offuscata. Non cera. Volatilizzata. Nel nome di Quetzalcoatl... Dovera andata?

PARTE QUINDICESIMA

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n uno degli arroyos confluenti, Hargrave trov della terra pi morbida coperta di detriti rocciosi. Lui e Jamesy fecero a turno e scavarono una fossa grande dove sotterrare i banditi e una pi piccola, leggermente distante, per la donna violentata e uccisa. Scavarono le buche accanto alla parete del canyon, in modo che, una volta ricoperte di sassi, gli eventuali passanti le avrebbero scambiate per piccole frane non per monumenti funebri. Usarono come vanga un attrezzo pieghevole con unimpugnatura a tridente a unestremit e una pala allaltra. Non era facile ed entrambi si ritrovarono le vesciche sulle mani e un discreto mal di schiena. Ogni ora o due Martinez, Coop e Rita cercavano di dar loro il cambio. Infine issarono i corpi dei banditi sui muli e li portarono vicino alle buche. Jamesy si occup di quello della donna, e lo caric a pancia in gi su un mulo da soma. Quando ebbero sepolto tutti e ricoperto le fosse con le pietre, il sole era alto allo zenit. Mentre facevano questo, tutti erano rimasti praticamente in silenzio. Fosse stato per me, avrei seppellito la povera ragazza e avrei lasciato marcire quei bastardi esclam Rita.

Con tutti questi cadaveri, le poiane avrebbero fatto una bella festa fece Hargrave lanciando lultimo sasso sul tumulo. Nubi di avvoltoi scure come tornado continu. E nel giro di qualche ora sarebbero arrivati gli aerei dei federali a dare una controllata ai canyon aggiunse Jamesy. In qualche modo ci avrebbero visti. Qualcuno sa che siamo qui dichiar Hargrave. Bastano i fucili senza licenza a farci beccare una condanna a vita precis Jamesy buttando ancora un sasso sulla tomba della ragazza. Magari riaprirebbero il caso del Chiapas disse Hargrave. Dubito labbiano mai chiuso ribatt Jamesy. Vi state dimenticando il furto e il trasferimento di preziosissimi manufatti antichi li rimbecc Rita. Anche per questa cosa si prende lergastolo brontol Hargrave. Jamesy guard Rita senza sorridere: Lavorare per te ha parecchi lati negativi. Martinez and a recuperare tre muli a cui aveva legato le zampe poco lontano; quando torn aveva sul volto un vistoso sorriso. Coop lo guard sorpresa. Nessuno laveva mai visto sorridere. Cosa c di tanto divertente? chiese Hargrave. Indovinate un po? li sfid il guardiano dei muli. Il fantasma di Montezuma rispose Jamesy. Un mulo ha sradicato un cespuglio spinoso di chaparral. Sono le stranezze di quelle bestie osserv Hargrave, lascialo fare. Io vado a vedere annunci Rita, guardando torva i due uomini. Coop si mosse subito e la raggiunse. Andiamo la spron, quel povero animale ci sta invitando a guardare cosa ha trovato. Il guardiano di muli le condusse dove lanimale stava ancora tirando un cespuglio mezzo secco. Cresceva tra la parete del canyon e un gruppo di cinque grossi pietroni.

Scrutando dietro i massi, scorsero una porzione di muro: si riconosceva il bordo consumato dei mattoni. Sembrava un deposito e il colore era identico a quello del canyon; il muro era quadrato e sigillava una cavit scavata nella parete di roccia, a mezzo metro da terra e a un metro dal margine esterno. Era nascosto dietro cinque pietre e non tre: le indicazioni non erano state rispettate alla lettera. In mille anni sulla porta del deposito si erano accumulate due pietre in pi e un cespuglio di chaparral. Coop sfoder la piccozza e si mise al lavoro per liberare dalla malta gli antichi mattoni. Dopo due ore estrasse dal buco una grossa urna di ceramica nera. Era alta circa cinquanta centimetri ed era larga, panciuta. Un coperchio che misurava almeno venticinque centimetri chiudeva lapertura; sul fronte del vaso riluceva una decorazione rosso fiamma con le sembianze del Serpente Piumato.

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rocedettero di buon passo per il resto della giornata e si fermarono solo una volta per radunare i nove cavalli senza pi cavaliere, liberarli dal carico e lasciarli abbeverare e rifocillare dellerba rada che cresceva nel canyon. Di notte proseguirono a piedi sotto la luce delle stelle e della luna, conducendo i muli per la cavezza. Quando furono troppo stanchi per camminare ancora, si preparano una cena a base di fagioli, carne secca, tortillas e caff su un fornelletto che oscurarono dietro un nascondiglio. Nonostante il freddo pungente della notte nel deserto, preferirono non rischiare ed evitarono di accendere un fuoco che sarebbe stato troppo visibile. Poco prima dellalba, le due ragazze dormivano ancora, Hargrave e Jamesy svegliarono Martinez. Hargrave lo port con s lungo il canyon, mentre Jamesy con laiuto di una MagLite tascabile si mise a ispezionare i suoi bagagli. La luce svegli Coop, che assonnata not Jamesy frugare tra le sacche e le borse dei muli. Aveva in mano due oggetti e li studi per qualche minuto. Coop non aveva mai visto uno sguardo altrettanto privo di emozioni. Poi li appoggi per terra e li frantum con il tacco dello stivale. Cosa sta succedendo? si chiese Coop.

Jamesy raccolse i pezzi da terra, prese la pala pieghevole e si allontan lungo il canyon. Quando Coop si alz, il sole si stava affacciando sul bordo del canyon. Hargrave e Jamesy stavano caricando i muli. Martinez non cera. Dov Martinez? chiese Coop. Non ce lha fatta rispose Jamesy. Cos successo? chiese Coop allarmata. Jamesy le lanci il suo GPS e il telefono satellitare, entrambi calpestati e distrutti. Martinez li aveva nascosti tra i suoi bagagli. Maledizione, glieli aveva rubati il guardiano dei muli! Martinez lavorava per gli Apachureros annunci Hargrave, li informava sui Codici, sul loro valore e su dove eravamo diretti. Coop lo guard ammutolita. Lo ha confessato spieg Jamesy. Ha detto che hanno preso suo figlio e stava cercando di pagare il riscatto del ragazzo lavorando per la banda. Rita pos il bricco del caff e and a mettersi vicino a Coop. E non gli avete creduto? Gli Apachureros non liberano mai nessuno disse Hargrave. Che differenza fa? ribatt Jamesy. Comunque avrebbe spifferato del Terzo Codice appena ne avesse avuto la possibilit. Non ci saremmo mai liberati dagli Apachureros se ci fosse riuscito. Non lo avrete... Coop non fin la domanda. Hai visto cosa hanno fatto alla ragazza continu Hargrave. Gli Apachureros avrebbero mandato altri uomini. Ci ha incastrato spieg Jamesy, lha ammesso lui stesso. Abbiamo visto i messaggi sul suo cellulare disse Hargrave e non venivano tutti dagli Apachureros.

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avalcarono per tre giorni di fila, dallalba al tramonto, e di notte continuarono a piedi, conducendo i muli per la cavezza. Al quarto giorno uscirono dai canyon e raggiunsero un piccolo paese di campagna. Hargrave fece una telefonata in codice per comunicare con il comando. Due giorni dopo, incontrarono un contatto lungo il Rio Noches, sotto una fila di pioppi. Era un indio con i capelli neri e ondulati e dei folti baffi. Indossava un completo color cachi in fresco di lana, camicia nera e cravatta grigia. Non ci furono saluti n presentazioni. Rita in seguito avrebbe parlato di lui come di Mr Cachi. Scambiarono i muli con un vecchio furgone Ford, grigio e anonimo, e nuovi documenti didentit. Quindi caricarono le borse nel portabagagli e quando finirono Hargrave si rivolse al contatto. C anche il resto della roba? Nel sottofondo del furgone. Coop non ebbe bisogno di domandare di cosa si trattasse. Hargrave si riferiva a un ulteriore carico di armi. Abbiamo aggiunto altre cose che potrebbero esservi utili: tre fusti da venti litri di benzina, scorte alimentari, un kit di primo soccorso e anche una bottiglia da un litro di brandy. Ab-

biamo pensato che un bicchierino di roba buona potesse farvi piacere. Hargrave annu, allungando la mano. Coop pens che volesse salutarlo, ma Mr Cachi gli consegn due cinture di seta nera con una tasca portafoglio. Pesos e dollari in tagli piccoli, medi e grandi, tutte banconote usate e non rintracciabili precis. Ce n abbastanza per sparire e vivere di rendita. Grazie disse Jamesy, specialmente per il brandy. stata unidea mia. Non ditelo a nessuno.

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oop si chiese che tipo di armi fossero state nascoste nel sottofondo. I due uomini avevano ancora le loro calibro 45 le pistole che Hargrave e Jamesy sostenevano di preferire in assoluto mai usate. Quando aveva domandato perch non si fossero subito liberati dei fucili, Jamesy le aveva risposto che i pallettoni non lasciano prove balistiche. Il manicomio aveva spalancato i cancelli! Lei e Reets dovevano separarsi da questi pazzi furiosi e tornare a casa al pi presto. Il prima possibile. Doveva far capire alla sua povera e illusa amica che era la cosa pi saggia da fare. Anche con il furgone, continuarono a procedere senza sosta, guidando per tutta la notte e per buona parte del giorno successivo, fino a esaurire il serbatoio e due taniche di benzina. Si fermarono infine a un distributore sperduto in mezzo alla campagna. Volevano mettere quanta pi distanza possibile tra loro e i canyon del Chihuahua. Non fuggivano solo dai federali: ora temevano soprattutto che gli Apachureros fossero sulle loro tracce. Non sapevano quante informazioni Martinez fosse riuscito a trasmettere. E dovevano ancora aprire lurna di ceramica, esaminare il

Codice sempre che dentro ce ne fosse uno , fotografarlo e tradurlo. Luomo con il vestito cachi aveva lasciato nel furgone una borsa di romanzi tascabili. Nella sua vita precedente, Coop di tanto in tanto aveva apprezzato un buon thriller, ma in confronto alle sue esperienze pi recenti adesso le sembravano storie insulse. Dopo due giorni e due notti di viaggio, guidando a turni e dormendo a bordo, uscirono dalla strada principale e con il furgone quattro per quattro affrontarono un pezzo di sterrato. Finalmente trovarono un posto isolato e riparato da un filare folto di alberi. Si fermarono, si azzardarono a dormire allaperto e perfino ad accendere un fuoco per cucinare un pasto caldo. Troppo stanchi per preparare qualsiasi piatto anche solo vagamente elaborato, cenarono sdraiati sui sacchi a pelo mangiando chili in scatola con jalapeos su tortillas riscaldate. Bevvero lattine di birra che Jamesy aveva comprato al distributore. Lo stress dellultima settimana non aveva risparmiato nessuno. Hargrave stapp la bottiglia di brandy di Mr Cachi e bevve avidamente. Poi la pass a Jamesy e disse: Credo che un sorso faccia bene a tutti. Quindi si sedette, si mise lurna di ceramica tra le gambe e alla luce del fuoco prov ad aprirla. Continuando ad accostare sul bordo dellapertura pezzi di brace rovente, tentava di ruotare il coperchio e contemporaneamente versava paraffina sul bordo del tappo bloccato. Hargrave portato per questi lavoretti spieg Jamesy. Lha fatto altre volte? chiese Coop. Ha estratto dallurna il Primo Codice disse Rita, prima che provassi a tradurlo. Jamesy bevve un sorso e pass la bottiglia a Rita, che fece lo stesso... senza neppure asciugarla prima di accostarla alla bocca.

Questa non la Rita con cui sono cresciuta, pens Coop. La ragazza quintessenza delle buone maniere, la Rita che le aveva propo-

sto di diventare sua amica e aveva preso lei montanara grezza e musona sotto la propria ala protettrice, smussandone gli spigoli vivi del suo brutto carattere, incoraggiando il suo talento per le lingue e infine trascinandola alle lezioni di storia maya. Cosa ti sta succedendo, Rita? E cosa sta succedendo a te, Coop?

Ma non era solo Coop a farsi domande riguardo alla trasformazione di Cooper Jones. Dal giorno della sparatoria, aveva colto pi di una volta gli altri tre che le lanciavano occhiate perplesse e preoccupate. Alla fine fu Jamesy a parlare. Chi la tua amica? chiese a Reets, indicando con un cenno della testa la silenziosa Cooper. come se fosse mia sorella rispose Rita senza esitare. L nel canyon disse Hargrave a Rita, la tua dolce sorellina ha fatto fuori tre uomini in meno di otto secondi. S, con la stessa naturalezza di qualcuno che d un calcio a una lattina aggiunse Jamesy. E ci ha anche salvato il culo rincar Hargrave. Altrimenti quei tre si sarebbero dati alla macchia e ora avremmo tutti gli Apachureros alle calcagna. Silenzio. Reets? Ti abbiamo fatto una domanda insistette Hargrave. Coop? chiese Rita. Di quello che vuoi intervenne Coop, come se largomento non la riguardasse. Rita si sdrai nel sacco a pelo e guard il cielo stellato. Alle elementari i compagni la chiamavano Rossa raccont senza rivolgersi a nessuno in particolare, non per i capelli, neri corvini visto che sua madre era unindia nativa proprio del Chihuahua. E allora perch la chiamavano Rossa? si incurios Jamesy. Viene da Collorosso. Bastarda collorosso per essere precisi.

Anche tu la chiamavi cos? le chiese ancora Jamesy. No. Fu Jimmy Cameron lultimo bambino a usare quel nomignolo. Coop gli fece saltare quattro denti. Erano denti da latte puntualizz Coop. Per url come se gli avessi tagliato un testicolo. Assolder Cooper Jones come guardia del corpo, uno di questi giorni disse Hargrave, senza smettere di lavorare al coperchio dellurna. Una volta mi salv dallattacco di un grizzly, quando avevamo dodici anni continu Rita con naturalezza. Questa la voglio proprio sentire fece Jamesy. la verit! esclam Rita. Coop e suo padre andavano regolarmente a caccia per mangiare. A dodici anni, Coop aveva gi ucciso e scuoiato montagne di scoiattoli, conigli, cervi, coyote. No, non vero! Non abbiamo mai mangiato n scuoiato un coyote intervenne Coop, fissando anche lei le stelle. Voglio sentire dellattacco del grizzly le interruppe Hargrave. Coop lha ucciso in West Virginia? Non ci sono grizzly in West Virginia disse Coop, tirandosi su a sedere. Era solo un orso bruno. Un orso bruno grosso come un grizzly, anzi, pi grosso ancora, in posizione dattacco ribad Rita. Coop torn a sdraiarsi e chiuse gli occhi. Ti aveva portato a caccia di orsi? chiese Jamesy. No, volevo solo fare una passeggiata nel bosco con lei e imparare a sparare con il fucile spieg Rita. Io avevo la carabina a leva Winchester calibro 30-30 di suo padre e facevo finta di essere John Wayne. Coop aveva un calibro 12 a pompa. Nel bosco, trov delle tracce di orso e quando si chin per osservarle meglio io mi allontanai di qualche passo per guardare dei fiori selvatici. Poi vidi un cucciolo di orso, cos appoggiai in terra il fucile e lo presi. La sua mamma si materializz dal nulla e rugg come se avessero spalancato le porte dellinferno. Coop mi fu addosso un attimo prima dellorso. La rosa dei suoi pallettoni 00 era troppo larga per fermare quel bestione.

Lo invest nella parte bassa della testa ma sembr che il colpo fosse solo riuscito a farlo infuriare di pi. Lorso era a tre metri da noi quando venne raggiunto dalla seconda raffica di Coop. Questa volta lo centr alla spalla, ma la distanza era pi ravvicinata e quindi sufficiente a rompere larticolazione. La belva vacill pur continuando ad avanzare. Mancavano forse meno di due metri... Coop fece fuoco per la terza volta puntando allaltra spalla. Gliela frantum. Lorso scivol e cadde a terra a meno di un metro dalle nostre scarpe. Dodici anni, e hai steso un grizzly che vi attaccava constat Jamesy con curiosit. Era un orso bruno che difendeva il suo piccolo ripet Coop, correggendolo. Era pi grosso di un grizzly insistette Rita, e non si arrendeva. Due spalle rotte, a meno di un metro di distanza, e non si fermava. Si alz sulle zampe posteriori e barcoll verso di noi. Cosa ti aspettavi? disse Coop rivolta allamica. Tu avevi ancora in braccio il suo cucciolo! Lorsetto tremava, io pure. Non sapevo cosa fare! Hargrave cess di armeggiare con lurna. E allora che successe? Coop spar una quarta volta e mir al cuore riprese Rita, e una quinta contro la bocca spalancata... in pieno ruggito. A bru-cia-pe-lo scand Jamesy, con un tono carico dammirazione. Spar velocissima: le ci volle solo il tempo necessario a muovere la leva per ricaricare raccont Rita. Come nel canyon constat Jamesy. Esatto concord la ragazza. Cosa ha detto tua madre, dopo chiese Hargrave a Coop, con la fronte aggrottata per lo stupore, del fatto che sparavi agli orsi a bruciapelo? Coop si tir su e li guard. Mamma morta quando sono nata. Pap si compliment per il mio sangue freddo. Suo padre stato ucciso un mese dopo lepisodio dellorso spieg Rita.

Un incidente di caccia? chiese Jamesy. Coop e io riteniamo piuttosto che siano stati i contrabbandieri: non apprezzavano la concorrenza. Mio padre vendeva un ottimo whisky chiar Coop. E poi? domand Jamesy. Non avevo niente continu Coop, se non quel poco che mi passava lEsercito della salvezza, ed ero destinata allorfanotrofio. Reets ha obbligato la sua famiglia a prendermi in casa con loro. Come ti sei sentita a dover rendere orfano quellorsacchiotto? le domand Jamesy. Orfano come te... Non bene ammise Coop con amarezza. E quindi hai smesso di andare a caccia? la incalz Hargrave. Avevo anche altri motivi. Capito fece Hargrave. Scaldando il collo dellurna con la brace e facendo penetrare la paraffina tra il bordo e il coperchio, Hargrave riusc finalmente a farlo cedere senza scalfirlo n incrinarlo. Quando sollev il coperchio si sent il fischio dellaria entrare nel vaso. Bisogna ammettere che Coyotl ci sapeva fare! esclam. Quel figlio di buona donna riuscito a mettere lurna sotto vuoto. Non c da stupirsi che i Codici siano ancora intatti! Chiss come ha fatto... Lha scaldata spieg Coop, prima di chiudere il coperchio: proprio come fate voi con le conserve di frutta e verdura. Io non preparo le conserve ribatt Jamesy. Dio mio! grid Coop, quando Hargrave le pass il recipiente. Questo in condizioni perfette! Largo quarantacinque centimetri, aveva una copertina di pelle di giaguaro, le pagine erano ingiallite ma i geroglifici erano nitidi e brillanti, quasi volessero sfidare il destino, la natura e lo stesso trascorrere del tempo. Aspettiamo fino a domani per fotografarlo sugger Hargrave. Lo faremo qui, con la luce del sole. Adesso troppo buio.

Per intanto possiamo leggerlo propose Coop. Rita, prendi le nostre foto del primo e del secondo. Andiamo in ordine cronologico. Ce le ho io sulla chiavetta USB disse Hargrave. Accendo il computer. Con in mano la MagLite, Coop e Rita aprirono il Codice e lentamente iniziarono a decifrare i complessi geroglifici.

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opo aver scorso le foto del Primo e del Secondo Codice sul computer, Coop e Rita tornarono a dedicarsi al terzo, lultimo arrivato. Davvero riuscite a leggere quegli scarabocchi? chiese Jamesy a Cooper quando la vide china sui fogli in carta di corteccia, la MagLite tascabile tra i denti. pi difficile di quel che sembri rispose Rita, ma Coop in assoluto la migliore. Cosa dice? si inform Jamesy. La maggior parte di questi testi sono allusivi e allegorici, o forse sono messaggi criptati spieg Coop. Una parte del mio lavoro pura estrapolazione: spero di riuscire a ricostruire i pensieri dello scriba. Ottimo! esclam Rita. Perch per me alcuni pezzi sono totalmente incomprensibili. Per la maggior parte questi Codici contengono i racconti dellAstronomo e del dio-re dettati allo scriba-scienziato-servitore che si firma con il geroglifico Coyotl precis Coop. Tuttavia nel Terzo Codice abbiamo parti scritte da Coyotl in prima persona in cui narra il declino e la caduta di Tula. Perch non potrebbe essere stato lo stesso Quetzalcoatl a scrivere quei pezzi? chiese Jamesy.

Alcuni li ha certamente dettati lui rispose Coop, per dubito che limperatore Quetzalcoatl sapesse leggere i geroglifici, per non parlare di saperli tracciare. E secondo me, neppure lAstronomo se la cavava con disinvoltura; sono estremamente difficili da padroneggiare e di solito gli scribi toltechi che conoscevano a fondo questi segni erano sacerdoti, persone che si dedicavano allo studio dei geroglifici fin da bambini. I geroglifici non sono solo simboli che raffigurano le parole con un disegno spieg Rita, ognuno contiene al suo interno anche il suono della parola a cui si riferisce. La sinergia linguistica tra suono e immagine richiede un vero e proprio talento interpretativo, e altrettanta maestria occorre per saperli riprodurre. Non facile trovare oggi uno studioso tanto dotato per la lettura e la scrittura dei geroglifici nahuatl. Come ha fatto Coyotl a imparare? domand Hargrave. Limperatore e il suo Astronomo avranno capito che Coyotl aveva un dono per i segni e poi avranno cercato qualcuno che glieli insegnasse ipotizz Coop. Era ovvio che cercavano una persona in grado di trascrivere il loro lavoro intervenne Rita, e non fidandosi dei sacerdoti istruirono il loro Boswell. Il loro cosa? si stup Jamesy. Boswell era un letterato del diciottesimo secolo spieg Rita, che annot sul suo diario tutti i commenti e le conversazioni che tenne con il suo amico Samuel Johnson, e alla fine li raccolse nella sua biografia. Mai sentito nominare confess Jamesy. Non lo capiresti neppure se leggessi il libro ribatt Reets. Perch no? chiese Jamesy. Perch letteratura. Jamesy incass il colpo e la sua espressione si vel di unamarezza penosa da vedere. Siete sicuri che il vostro Coyotl non sia un sacerdote? li interruppe Hargrave. I Codici dei sacerdoti disse Coop, hanno un carattere religioso, mentre questo Coyotl sembra uno scienziato laico.

Se c un aspetto che si coglie con chiarezza il suo disprezzo nei confronti del clero. Proprio allinizio dichiara di temerli e di aver paura che trovino e distruggano la sua grande opera. In sostanza, nei suoi commenti, spiega che Quetzalcoatl era in guerra contro i sacerdoti intervenne Rita. Quetzalcoatl non credeva nei sacrifici umani riprese Coop, mentre per i sacerdoti erano fondamentali: il sangue per loro era una merce di scambio, e dunque si cre una sorta di scisma, una frattura insanabile. Cosaltro c scritto? domand Hargrave. Che dobbiamo attraversare un altro fiume annunci Coop. Questo non ancora lultimo Codice. Lo dice proprio qui: Continua indic Rita. Oh, no! Speravo proprio che potessimo andarcene mormor Jamesy. Devi prendertela con Coyotl rispose Rita. Ho un annuncio da fare dichiar Coop. Per stasera abbiamo finito. O almeno io. Non riesco a lavorare in queste condizioni. Non ho gli strumenti adatti su cui confrontare questi geroglifici per tradurli come si deve, e la situazione sta diventando maledettamente pericolosa. Appena ritorniamo in un luogo civile, io prendo un aereo e torno a casa. Non sono Lara Croft di Tomb Raider. A voi serve un battaglione di soldati, non io. E tu, Reets, riparti con me. Non se ne parla nemmeno! esclam Rita Critchlow. Un battaglione non ce la farebbe mai, Coop intervenne Hargrave. E noi abbiamo esattamente ci che occorre: ununit operativa ridotta, guidata da due persone che conoscono la lingua e sanno cosa cercare. Unoperazione su larga scala attirerebbe troppo lattenzione rincar Jamesy. C bisogno di un gruppo ridotto, agile, che agisca nella clandestinit. E poi, Coop, se non li traduciamo qui e ora continu Rita, non lo faremo pi. Non possiamo farli uscire dal Paese. Li stiamo momentaneamente prendendo in prestito mentre

siamo in Messico e gi questo illegale ma non mi permetterei mai di rubarli. Io qui rischio di sclerare! url Coop. Ehi, forse non ti chiaro le disse Hargrave. La situazione grave e dobbiamo fare la nostra parte. Non ci sono alternative. Vuoi scommettere? Abbiamo bisogno di te, Coop la implor Rita. Io non ce la faccio a leggere i geroglifici come te. Nessuno ha il talento che hai tu! Voi vi state mettendo contro gli Apachureros e contro i federali insistette Coop. Okay, fate pure, ma io non sono unassassina scatenata. Be, a vederti l nel canyon avrei detto il contrario rise Jamesy prendendola in giro. Fanculo. Resisti, Coop la preg Rita. Te la sei sempre cavata al meglio! Sentite, io non ho intenzione di morire in uno schifoso deserto abbandonato da Dio, n di finire i miei giorni in qualche carcere messicano. Non sono in grado di continuare da sola. Io domani metter il culo sul primo mezzo che parte. Silenzio. Poi Rita fece un ultimo commento: Non ti eri mai tirata indietro. Avevi sempre fatto quello che bisognava fare. Io sono cambiata. Tu e la tua famiglia mi avete fatto cambiare. S, prova a dirlo a quei tre uomini che hai diviso in due fece Jamesy. Coop, li hai fatti saltare dalla sella! esclam Hargrave con un sorriso chiaramente di ammirazione. Fanculo. Fan-cu-lo sillab Jamesy con lentezza. Questa proprio una risposta di classe. Non avevi detto che eri cambiata? Rita, forse non lhai fatta cambiare a sufficienza.

Rita ignor il suo sarcasmo e si avvicin allamica. Ho bisogno di te torn a implorarla. Della Cooper che conosco, la ragazza che era con me nel canyon. Il passato morto e sepolto. Coop, hai salvato la pelle a tutti, laggi nel canyon intervenne Hargrave. Per me un fatto del genere conta. E parecchio. Se fossero fuggiti ribad Jamesy, a questora saremmo tutti ridotti a spezzatino. Ci penser qualcun altro a uccidere i cattivi per esportare la democrazia rispose Coop. Non c il tempo di trovare un altro ribatt Jamesy. Io ho parlato con Monica Cardiff disse Rita, e tu no. Dobbiamo assolutamente trovare il Quarto Codice. Dipende tutto da quello. Non hai scelta ripet Hargrave. Anzi, nessuno di noi ce lha. Credi che saremmo qui se ci fosse unalternativa? chiese Jamesy. Sfortunatamente per te, Coop ammise Rita, sei tutto quello che abbiamo. E noi siamo tutto quello che hai tu aggiunse Hargrave. Coop li guard senza fiatare. cos! grid Rita. Perch credi che abbiamo buttato via i cellulari e il GPS qualche giorno fa? Avete rotto anche il mio, l nel canyon fece Coop. Li abbiamo distrutti perch eravamo seguiti e controllati disse Hargrave. Come credi che ci abbiano trovato gli Apachureros in mezzo ai canyon? chiese Rita. Il guardiano dei muli ci aveva veduto rispose Coop, Martinez si era rubato il mio telefono e il GPS. Gi, per in mezzo al canyon non funzionavano. Nessuno di noi riusciva pi a comunicare almeno da una settimana. per quello che avevi portato il sestante le fece presente Hargrave. Comunque a Washington c qualcuno sul libro paga degli Apachureros. Lha raccontato il figlio a Martinez.

Balle. Il figlio gli ha mandato un messaggio sul telefono ribad Hargrave. Martinez ce lha fatto vedere. Coop riprese Rita, non possiamo fidarci di nessuno, tranne di noi stessi. Ehi, una bella notizia! grid allimprovviso Jamesy che stava frugando tra i bagagli. Ho appena trovato una borraccia di tequila! Sapete... quella della scorta di medicinali di Martinez. Ne bevve una sorsata quindi la pass a Rita. Una brodaglia niente male! Non siamo in condizioni di fare gli schizzinosi fece Rita allungando la mano. Bevve e la restitu a Jamesy. Luomo ne ingurgit un altro bel sorso e si rivolse a Cooper. Dai, Coop la invit porgendole la borraccia. Un goccetto ripulisce il sangue e sgombra la mente. Fa finta che sia il nettare del tuo vecchio pap. Facciamo pace con una bella bevuta! Coop si volt verso Rita per incenerirla con unocchiata al vetriolo e la vide... La mascella tremava, le lacrime le rigavano il viso. Sforzandosi di sorridere, Rita tentava di ricacciarle indietro. Devi aiutarmi, Coop. Ho bisogno di te! La vecchia Rossa che mi ha salvato dallorso... Comportati da eroe le disse Jamesy, mentre provava a consolare Rita cingendole un braccio intorno alle spalle. Poi, sollevando la borraccia di tequila, fece il gesto scherzoso di proporre un brindisi. Dai, Coop, fallo per il pianeta Terra! Fallo per il nostro Paese rincar Hargrave prendendo la borraccia dalle mani di Jamesy e trangugiando una lunga sorsata. Fallo per me sussurr Rita. Andatevene tutti allinferno! brontol Coop. Le nostre sante spade mi intagliano un elmetto perch mi batte un cuore puro in petto... cant Jamesy ormai ubriaco. Andatevene tutti allinferno! grid Coop con voce pi alta per sovrastarlo.

Ti terr il posto al calduccio rispose Jamesy con un sorriso riconciliatore. Dai, Coop ripet Hargrave. Resta con noi! Lei li squadr tutti con unocchiata gelida e rabbiosa. Domattina levo le tende. Voltandosi di schiena, si infil nel sacco a pelo e chiuse gli occhi.

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i tardi, quella notte, i suoi compagni finirono la borraccia. Cooper se ne accorse perch i loro canti stonati e sguaiati la svegliarono. La voce di Hargrave rimbombava sulle note profonde del basso, Jamesy assomigliava di pi a un tenore reso gracchiante dalla sbronza, mentre Rita Critchlow gorgheggiava sui toni acuti e sorprendentemente melodici della soprano. Insieme, tra ululati, gemiti e risate, stavano cantando le strofe di una vecchia e rude ballata di guerra, che contro ogni previsione era perfettamente riconoscibile, e il cui ritornello faceva:

When your backs against the wall, When your towns and cities fall. Black powder and alcohol, Black powder and alcohol. Che successo? si chiese Coop. Alla tua migliore amica ha dato di volta il cervello? Siete entrate in una comitiva di pazzi scatenati? Dove siete finite? E sia, concesse infine con un sorriso. In fondo, perch no? Nellelemento distruttivo immersi... Forza, Coop, unisciti allallegra brigata. Sollevando un braccio, Coop grid: Ehi, Jamesy, passa qua quella borraccia!.

PARTE SEDICESIMA

La terra dei Maya

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Unico Mondo, A.D. 1004

xchaal era scomparsa. Quando la perlustrazione delle stanze della caserma si risolse in un nulla di fatto, mi precipitai fuori dalla porta sul retro lasciandomi alle spalle i corpi dei sei guerrieri uccisi. Se non li avessi colti di sorpresa e disarmati, sarei stato io a raggiungere la Terra dei Morti al posto loro. Per nascondere le macchie di sangue sulle vesti, mi strinsi addosso il mantello. Mi dileguai in un labirinto di stradine e di vicoli, dove sperai di passare inosservato, prima di azzardarmi a ritornare sul viale che conduceva alle porte meridionali della citt. Timoroso di attirare lattenzione, cercavo di non camminare troppo in fretta; tuttavia dovevo assolutamente raggiungere il portone prima che i tamburi battessero lora della chiusura. Arrivai in vista delle porte ancora spalancate quando sentii risuonare i primi colpi di tamburo, il segnale per le sentinelle di chiudere i battenti. Avevo mollato a terra la sacca delle piume di tacchino prima di entrare nella caserma per, legato alla cintura, avevo ancora un sacchetto di fave di cacao, apprezzate e ricercate in tutto lUnico Mondo. Infilai una mano

nel sacchetto, afferrai un pugno di fave e le lanciai ai piedi delle sentinelle alla porta. Poi, indicando quel bendidio sparso per terra, gridai: Qualcuno ha perso delle fave di cacao!. Guardie e passanti si chinarono per recuperarle e io sgusciai tra i pesanti portoni un istante prima che si chiudessero per la notte.

Dopo due ore di cammino rallentai landatura. Nessuno sembrava sulle mie tracce. I venti di guerra soffiavano sulla citt e i governanti di Teotihuacn dovevano affrontare problemi assai pi gravi di un manipolo di guardie ubriache che si ammazzavano tra loro. Gli eserciti nemici che si profilavano allorizzonte erano una seria minaccia. Speravo di ritrovare Ixchaal: se era fuggita, stava certamente procedendo nella mia stessa direzione. Pi di una volta mi fermai a descriverla ai venditori ambulanti in cui mi imbattevo lungo la strada e a tutti chiedevo se lavessero vista. Nessuno mi disse di s. La sua sparizione mi preoccupava. Cera sempre la possibilit che fosse dietro di me, e che la chiusura delle porte le avesse fatto perdere un giorno; forse lavevo superata nella fretta di uscire dalla citt, per non riuscivo a essere ottimista. Devi portare a termine la missione! mi aveva detto, e adesso, purtroppo, non mi restava altra scelta. Inoltre, avrei dovuto affrontare pericoli sempre pi gravi: il viaggio era ancora molto lungo e non conoscevo n il territorio che mi aspettava n la gente. Inoltre stavo per entrare in una regione dove non si parlava pi Nahuatl e un viaggiatore solitario e straniero avrebbe suscitato sospetti. Avevo nascosto il geroglifico reale di Quetzalcoatl sotto le vesti. In circostanze normali, come mi aveva ripetuto lArmaiolo, mi avrebbe garantito lincolumit in ogni angolo dellUnico Mondo. Ma con Tula in guerra su due fronti e i nobili che complottavano contro limperatore, il sigillo di Quetzalcoatl non era una garanzia sufficiente a intimorire i suoi nemici, che

certamente sarebbero stati pi audaci nella loro opposizione e pi guardinghi nel lasciar passare dalle loro terre un emissario imperiale. Mi avvalsi di nuovo del travestimento ideato da Ixchaal portatore di piume e acquistai un carico di penne di tacchino e di anatra. Poi mi unii a una carovana sul percorso che volevo seguire. Il sacco aveva il vantaggio di essere leggero, e le penne, in questa regione, non erano particolarmente preziose, quindi mi sentivo al sicuro dagli assalti dei ladri o dallavidit delle guardie a caccia di tributi. Proseguii la marcia, sempre con gli occhi aperti alla ricerca di Ixchaal. Continuavo a chiedere a chiunque incontrassimo se per caso non avesse visto una donna che viaggiava sola. Avevo il cuore a pezzi e Ixchaal mi mancava da impazzire. Era viva, lo sentivo. Ero certo che se la fosse cavata: era una donna magica e misteriosa... e di sicuro non avrebbe abbandonato la missione. Eravamo destinati a ritrovarci. Mi aveva insegnato molte cose, la pi importante era che un comune mortale non avrebbe mai dovuto innamorarsi di una dea.

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Cholula on un viaggio a tappe forzate, in tre giorni uscii dal territorio di Teotihuacn ed entrai in quello degli Olmechi-Xicalanca. Questo popolo aveva conquistato la fascia costiera del Mare Orientale e poi si era insediato sulle montagne fino ai vasti altipiani della regione di Anahuac. Superai la Grande Piramide di Tlachihualtepetl a Cholula, vedendola solo da lontano. Assomigliava pi a una montagna con la punta piatta che a un tempio edificato dagli uomini: aveva una base ancora pi ampia dellimmensa Piramide del Sole di Teotihuacn ed era alta quasi altrettanto.* Quella notte, accanto a un fal della carovana, mi ubriacai di octli e ascoltai i racconti di un cantastorie che narr come nacque quella colossale piramide, sorta accanto alla citt di Cholula.

* Nota del Traduttore: La Grande Piramide di Cholula esiste ancora oggi, come le due Piramidi del Sole e della Luna di Teotihuacn. La Piramide di Cholula non solo la pi grande piramide del mondo (circa un terzo in pi della Grande Piramide di Giza), ma anche il monumento singolo pi grande che sia mai stato costruito.

Nellera del Quarto Sole, prima dellesistenza dellUnico Mondo, i quattro angoli del cielo erano sorretti da quattro grandi montagne cominci il cantastorie... Prima che apparisse il Quarto Sole ve ne erano stati altri tre, ma gli dei li avevano distrutti, devastando il mondo con loscurit, le tempeste e il fuoco. Lera del Quarto Sole era governata da Chalchiuhtlicue, una dea acquatica sposa di Tlaloc, il Signore della Pioggia e padrone delle acque dei mari, dei laghi e dei fiumi. Insultata da un dio nemico che laccus di altezzosa vanit, Chalchiuhtlicue pianse per cinquantadue anni, provocando il diluvio che anneg il mondo. Sotto il Quarto Sole la Terra non era popolata dagli uomini bens dai giganti, ma la grande inondazione li trascin via insieme al loro mondo. Soltanto in sette riuscirono a salvarsi arrampicandosi su una montagna e nascondendosi in una caverna. Uscirono dal nascondiglio solo quando Quetzalcoatl aveva ormai plasmato gli uomini, con le ossa del Sottomondo immerse nel sangue. Dunque la vita era ricominciata. Pi tardi, sulla terra ormai asciutta, Xelhua uno dei sette giganti sopravvissuti rese grazie agli dei costruendo la Grande Piramide di Cholula. Fece allineare diecimila uomini e ordin loro di passarsi luno allaltro i mattoni, finch a uno a uno ne vennero impilati milioni e limmenso tempio fu completato. Quando la Piramide stava per raggiungere il Paradiso, gli dei scagliarono una pioggia di fulmini sugli operai, obbligandoli a fermarsi... Chi invade le dimore degli dei destinato alla rovina concluse il cantastorie al termine del suo racconto.

Seguii un sentiero di montagna assai battuto, usato soprattutto da portatori e guerrieri, che conduceva fino alle coste del Mare Orientale. Da Tajin verso sud tutta la regione era perennemente martoriata da un clima caldo-umido ma in questa stagione la situazione era ancora peggiore. Dai cieli scendeva ininterrotta la pioggia e laria era carica di umidit.

Seppi che, scendendo ulteriormente a sud, avrei sentito perfino pi caldo. Gli dei delle tempeste flagellavano queste terre con violenza inaudita e spesso gli uragani distruggevano le citt, rovinavano i raccolti e sradicavano gli alberi. Raggiunsi la costa ma mi mancavano ancora due pericolose settimane di viaggio prima di arrivare alla terra dei Maya. Le foreste pluviali che separavano gli Olmechi-Xicalanca dai Maya erano infestate da clan ribelli e feroci come pantere. Ixchaal aveva pianificato di trovare una barca di mercanti per raggiungere Jaina, sulla costa maya; cos, seguendo quellidea, acquistai un passaggio su una piroga che era stata ricavata dal tronco di uno dei giganteschi alberi che crescevano lungo le rive dei fiumi nella giungla. Gli alberi venivano tagliati nella foresta e trascinati dalla corrente del fiume fino alla spiaggia, dove gli operai li scavavano a colpi dascia. Non avevo mai visto alberi tanto alti come quelli che svettavano in queste foreste quasi impenetrabili. Dieci rematori vogavano per condurre la piroga lungo costa, sotto scogliere alte a picco sul mare; talvolta ci allontanavamo cos tanto da terra da non vederla pi, per evitare che le correnti o le onde ci gettassero contro gli scogli. Appena lultimo lembo di terra scompariva dallorizzonte diventavo preda dei demoni del mare che mi entravano dentro provocandomi fortissime nausee e insostenibili rovesciamenti di stomaco. Non ero mai stato su acque cos profonde e neppure avevo mai visto uno spazio tanto immenso, vuoto. Il Mare Orientale sembrava estendersi allinfinito, anche se sapevo che terminava nella Caverna del Dio Sole. A ogni alba, il Dio Sole abbandonava la sua caverna e rischiarava con una luminosit abbagliante il profilo dellorizzonte; poi nel suo viaggio saliva a illuminare tutto il cielo e infine, al tramonto, scendeva verso ovest, per tornare nella dimora notturna entrando dalla Porta Occidentale. Il mercante e io commentammo la faccenda... nei momenti in cui non ero occupato a riversare la bile del mio stomaco nelle schiume marine.

Ahim! Sarei stato pronto a consegnare il mio primogenito nelle mani di Tlaloc se fosse servito a liberarmi da quellinfernale mal di mare. Il mercante era un uomo di media altezza, aveva un viso largo e quadrato e portava i capelli neri legati in un codino. Era vestito con comodi abiti bianchi da viaggio, era un navigatore inveterato e un compagno allegro, gioviale, instancabile narratore di storie. Vendeva oggetti di gomma, li commissionava ad alcuni artigiani che li realizzavano con il lattice delle Donne Piangenti, gli alberi che crescevano pi su, sulla costa vicino a Tajin. I sacerdoti e i loro accoliti pi benestanti bruciavano piccoli oggetti votivi di gomma per propiziarsi gli dei. Forse avrei dovuti chiedergli di offrirne uno agli dei in vece mia, direttamente l sulla barca. Un volgare portatore di piume non si sarebbe mai avventurato in un viaggio tanto ambizioso, perci dovetti raccontare al mercante che il mio padrone mi mandava a sud per valutare se ci fosse interesse per gli specchi di ossidiana. Il mercante mi riemp di ammonimenti e consigli su ci che avrei trovato nella terra dei Maya. La lingua diversa dalla tua, ma dovresti essere in grado di farti capire, almeno dai mercanti. Nelle citt la maggior parte dei venditori parla Nahuatl perch la lingua del commercio in tutto lUnico Mondo. Quando sarai nelle loro terre, vedrai con i tuoi occhi i segni della loro incapacit di compiacere gli dei. Ci sono voci che anche a Tula la gente soffra la fame perch limperatore Quetzalcoatl ha ormai perso il favore degli dei celesti. E gli dei continuano ancora a punire i Maya? domandai. Avevo gi sentito numerose storie a riguardo, ma questo mercante trascorreva la vita a commerciare con loro. S, e i Maya sono ormai in agonia. Come vengono puniti? chiesi. Il Dio Sole ha seccato le loro terre e il Dio Pioggia nega i suoi doni, anche se le tempeste hanno raso al suolo le citt, di-

strutto le foreste e inondato le pianure con alluvioni e onde alte come montagne. Adesso le piogge sono cessate e il Dio Sole brucia la terra, tanto che quando cammini le zolle si sgretolano sotto i piedi. E mentre gli altri dei flagellavano la regione, i Signori della Morte sono venuti a far visita a quelle genti: citt intere si sono svuotate per le malattie, la fame e una guerra infinita. Perch i Maya hanno anche combattuto una guerra quando le loro condizioni erano gi cos drammatiche? Proprio perch tutto era drammatico! Le guerre servono a distrarre i sudditi dalloppressione dei governanti, dallo sfruttamento e dalle catastrofi come le carestie. Mi disse che gruppi di banditi, i signori dei villaggi o i comandanti dellesercito controllavano le strade. E a sentirlo parlare non sembrava ci fossero poi molte differenze tra gli aristocratici e i fuorilegge. Non si limitano a estorcere somme esagerate di denaro ai viaggiatori; il fatto che lascino andare in rovina le strade rende assai difficile spostarsi dalle citt della costa verso linterno per raggiungere i centri pi popolosi. Se prima cerano strade ampie e battute per i portatori e le carovane, adesso si costretti a trasportare i raccolti o il vasellame procedendo nel fango o su un terreno polveroso e riarso, che non vede pi acqua da anni. Mi punt addosso il dito: Vedrai! disse. Vedrai con i tuoi occhi! Gli dei li puniranno. E puniranno anche te se ti accordi con quei banditi.

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aina era una citt sulla costa maya. Una zona paludosa che si allagava quando saliva la marea e la divideva in due. Con lalta marea la punta estrema della citt protesa verso il mare restava isolata dalla terraferma; lisola accoglieva le tombe di molti antichi nobili maya. Hanno scelto di farsi seppellire l mi raccont il mercante, perch credevano che il mare li avrebbe pi facilmente trasportati verso la Caverna del Sole anzich nel Regno Oscuro di Xibalba. Xibalba allEstremo Sud era il corrispondente del Sottomondo di Mictlantecuhtli al Nord. La posizione di Jaina sul mare la rendeva un crocevia sulle rotte dei mercanti diretti verso linterno. Nei periodi normali era a due giorni di cammino da Uxmal. Il viaggio pu durare uneternit se ti imbatti nei briganti assassini o nei sacerdoti assetati di sangue, a caccia di vittime sacrificali mi ammon il mercante. Alcuni commercianti che parlavano Nahuatl mi suggerirono di unirmi a qualche carovana abbastanza numerosa da ingaggiare una scorta di guardie e da avere beni sufficienti per dispensare gli inevitabili tributi. Purtroppo la carovana settimanale sarebbe partita solo cin-

que giorni pi tardi e io non potevo aspettare. Dovevo arrischiarmi a proseguire senza protezione. Mi travestii di nuovo da portatore e mi procurai una merce non troppo appetibile per i ladri. Ahim! Seppi che in questa regione le piume di tacchino e di anatra erano un genere ricercato e prezioso, perci dovevo pensare a qualcosaltro. Il valore del carico incideva sul tributo da versare per entrare o uscire da una citt e pure le somme di denaro da sborsare erano proporzionate al prezzo della merce trasportata. Chi non poteva pagare la cifra supplementare era sbattuto fuori a suon di mazzate o di colpi di frusta. Allimprovviso un mendicante mi si par davanti e io sobbalzai trattenendo a stento un grido. Aveva la maggior parte della faccia nascosta dalla maschera di Ahpuch, il dio scheletro maya della morte, e il resto del viso ricoperto di oscene ferite in suppurazione. Appeso al collo dondolava un gufo morto. Avevo visto le guardie evitare i mendicanti orribilmente piagati per paura che i demoni aggredissero i loro corpi sani e, come avevo notato, stavano bene attenti a non sfiorare neppure qualcosa toccato dagli ammalati. In tutto lUnico Mondo, inoltre, era diffusa la credenza secondo la quale disturbare le persone affette da un qualche morbo significava provocare gli dei che, per i loro imperscrutabili disegni, abitavano in quei corpi martoriati. Dopo tutto, se gli dei non avessero approvato quelle malattie, chi ne era affetto sarebbe morto gi da tempo. Il mendicante mi sorrise con un ghigno strano, che quelle labbra piagate resero deforme. Ti mostro la via. La sua voce era un sussurro gutturale, basso e roco. Di cosa parli? Della via che porta al Mago.

Seguii il mercante che si infil in mezzo ai banchi del mercato, rub la frutta da un venditore che gli url dietro qualcosa ma decise di non intervenire, guardandosene bene dal toccare qualsiasi cosa anche solo appena sfiorata da quelle mani malate. Non si volt mai per vedere se lo seguivo. Divenni impaziente e non riuscii pi a stare al suo gioco se mai si trattava di un gioco cos allungai il passo e in breve riuscii a raggiungerlo. Sei stato mandato da Ixchaal? Lui mi ignor e, per tutta risposta, afferr una tortilla da un banchetto di una donna, poi lavvolse intorno a un peperone rubato a un altro venditore. I mercanti non furono certo soddisfatti, per nessuno si azzard a fermarlo. Sei stato mandato da Ixchaal? ripetei. Mi volt la schiena e si allontan. Ripresi a seguirlo, uscimmo dal mercato e ci allontanammo dal centro della citt. Pi avanti si andava, fuori dalle zone battute dai mercanti e dalle strade principali, pi gli edifici avevano un aspetto vetusto e cadente. Mi sembrava strano che ci fossero palazzi abbandonati. Anche Teotihuacn aveva perso il favore degli dei ma non era una citt deserta e in rovina. Stavo forse osservando a Jaina una civilt che aveva perso il desiderio di vivere? Il mendicante mi condusse a una casupola che aveva laria di essere completamente abbandonata. Si infil allinterno e lasci aperta la porta. Io ero ancora in strada ed esitavo. Estrassi lascia da lancio dal suo nascondiglio e pian piano mi avvicinai alla soglia. Infine, con un ultimo passo, entrai. Mi guardai intorno dappertutto pronto a colpire qualunque cosa si muovesse. Non cera niente, o almeno niente di vivo.

Per terra in un mucchietto cerano gli stracci che il mendicante aveva addosso, e accanto alle vesti un vaso pieno di succo di bacche. Cera anche il gufo che mi fissava con i suoi occhi morti. Sollevai gli stracci e mi colp lodore: non era il tanfo di un mendicante, ero sicuro di aver sentito il profumo erotico dellolio di fiori di cui si cospargeva Ixchaal.

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scii da Jaina sulla strada che portava a Uxmal. Indossavo gli abiti del mendicante e avevo sul viso la grottesca maschera del Dio della Morte. Mi ero cosparso la pelle con il succo di bacche, cos adesso avevo assunto quel colore rosso infetto di chi prossimo alla fine, e al collo, legato a una corda in fibra dagave, mi ero appeso il gufo morto. Ti mostro la via aveva gracchiato lei con la voce roca da mendicante, la via che porta al Mago. Avevo ripassato mentalmente ogni singolo movimento che aveva compiuto, le poche parole sussurrate, il profumo delle sue vesti. Ero sicuro che fosse Ixchaal... quanto ero stato stupido! Le guardie che raccoglievano i tributi da chi entrava o usciva dalla citt fecero un passo indietro vedendomi arrivare. Mi fulminarono con occhiate al vetriolo, ma nessuno os chiedermi denaro e neppure colpirmi con la mazza che invece si abbatteva con grande facilit sulla schiena altrui. Quando passai, tutti si fecero da parte per lasciarmi la strada libera. Il travestimento era potente perch suscitava in chiunque un terrore ancestrale: la paura di morire. Lo strido del gufo era un presagio di morte e quando una

persona lo sentiva alle proprie spalle si voltava subito a guardare. Ahpuch in persona ovvero un orribile scheletro lo catturava con i suoi artigli e lo trascinava gi nel Sottomondo, dove dominava incontrastato al nono livello dellinferno, quello del freddo glaciale. Ahim! Temevo anchio di offendere quel dio spietato, ma mi dicevo che forse invece lo stavo onorando, rammentando alle persone di averne paura. E magari il Dio della Morte era troppo occupato per degnarsi di guardare uninsignificante nullit del Popolo dei Cani. Il panorama fuori citt era desolato e depresso come le strade alla periferia di Jaina. I campi assetati erano incolti, le fattorie e i villaggi sembravano cadere a pezzi. La gente aveva sul viso unespressione di sconfitta e appena mi vedevano avvicinare tutti correvano in casa a nascondersi. Quellatmosfera cupa e malinconica mi fece desiderare di essere rimasto nella splendida Tula. E avere Ixchaal tra le braccia.

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un giorno di cammino da Jaina rattristato dal mondo che vedevo intorno a me rinunciai al travestimento da Re della Morte. Estrassi lascia da lancio e me la legai al fianco, in bella vista, fregandomene di eventuali assalti di ladri o di banditi. Forse il mio aspetto faceva ancora paura, perch i ladri si tenevano alla larga e la gente onesta scappava a gambe levate. Le terre dei Maya ormai erano lungi dallessere un mondo dorato, la culla di ogni civilt: sembravano piuttosto lanticamera dellinferno, i Sottomondi di Mictlantecuhtli e di Xibalba. Tutti sapevano che limperatore Quetzalcoatl aveva raccolto a Tula il patrimonio di conoscenze di tutti i tempi, insieme con i pi rinomati artisti dellUnico Mondo, gli artigiani pi esperti, i maestri pi famosi nei campi dellastronomia, della medicina e dellarchitettura... ma la maggior parte di quei preziosi tesori era stato sottratto ai Maya. Consumato dal fanatismo religioso, dalla tirannia e dallavidit economica di sovrani spietati, quel mondo stava completando la propria distruzione davanti ai miei occhi. Una civilt che aveva registrato gli avvenimenti del mondo attuale e dei quattro che lo avevano preceduto in libri composti di carte sottili e pregiate, ora consegnava la propria esistenza alla memoria dei cantastorie di campagna, i cosiddetti Me-

morizzatori della Storia; dove un tempo dottori sapienti avevano prescritto medicamenti e cure per ogni malattia, adesso sciamani incolti ammannivano occhi di topo putridi e veleno marcio di serpente ai loro pazienti, uccidendo pi persone di quante ne guarissero. Le malattie stavano decimando un popolo che in passato era stato forte e robusto. Le citt venivano abbandonate perch i campi non producevano pi gli alimenti necessari e il commercio si era interrotto. Le strade e le case venivano inghiottite dalla giungla. I palazzi si svuotavano, gli affreschi a colori vivaci che decoravano le loro pareti erano lasciati sbiadire e si scrostavano; magnifiche statue realizzate nel corso di anni e talvolta di una vita intera erano abbandonate a se stesse e poco alla volta si sgretolavano. Perfino le persone sembravano disintegrarsi e cadere a pezzi. La civilt maya stava toccando il fondo.* Peggio di tutto, vedevo nel declino e nella caduta dei Maya il futuro che incombeva su Tula, se i sacerdoti e il Popolo azteco dei Cani avessero avuto la meglio. Per uno strano ghiribizzo del fato, la splendida civilt maya stava tramontando proprio mentre il lurido Popolo dei Cani alzava la testa. La differenza tra Toltechi, Maya e Aztechi era che i miei fratelli aztechi erano affamati: avidi del lusso di cui vedevano gli altri circondarsi mentre loro dormivano tra la polvere e si cibavano degli scarti degli avvoltoi. E ora quel branco di lupi affamati si stava per gettare sulla preda pi succulenta di tutto lUnico Mondo: Tula. Ahim! Il mondo che avevo intorno diventava sempre pi fragile e pericoloso. Fu allora che vidi Ixchaal.
* Nota del Traduttore: Dopo la caduta dellImpero romano, lEuropa attravers lepoca dei Secoli Bui che dur dal sesto allundicesimo secolo, in larga misura lo stesso arco di tempo in cui la civilt maya raggiunse il culmine dello splendore. Quando lEuropa usc dai Secoli Bui, i Maya iniziarono il declino.

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el tardo pomeriggio, a unora di marcia da Uxmal su un pezzo di terra assediato dalla giungla su cui un tempo crescevano mais e fagioli scorsi Ixchaal. Mi aspettava sotto un albero di sapotiglia. Anche da lontano si intuiva che stava bene: sembrava riposata e tranquilla. Mi trattenni dal raggiungerla di corsa, e con fatica feci sparire il sorriso di sollievo che mi illumin il volto. Mi ero angosciato per lei una notte dopo laltra, lavevo cercata in mezzo a mille viandanti, anzich stare attento e guardarmi costantemente le spalle. Sapevo che non sarei mai riuscito a possedere Ixchaal totalmente; in confronto sarebbe forse stato pi facile conquistare i venti e le acque di Quetzalcoatl. Ma mi sentivo pi sereno con lei al mio fianco. Le volevo molto bene. Le andai vicino, sotto lalbero. Posai a terra le sacche con le provviste e le armi e mi sedetti. Mi porse una tazza di terracotta con un succo di frutta fresco e la guardai al di sopra del bordo mentre bevevo con gusto. Infine, incapace di trattenermi, le chiesi: Eri tu a Jaina, con gli abiti da mendicante?. Quando ti ho visto vagare come uno stolto in mezzo al mercato, ho pensato fosse meglio aiutarti a uscire dalla citt. I

guerrieri del re di Jaina o magari le guardie ti avrebbero certamente notato e ti avrebbero fatto confessare lo scopo del tuo viaggio a suon di torture. Cera una ragione per non dirmi che eri tu? Perch non viaggiare insieme? Dopo che ci siamo separati a Teotihuacn ho deciso di farti proseguire da solo, era pi sicuro. Quasi tutti i viaggiatori sono uomini. Un uomo e una donna a meno che non si tratti di brevi tragitti destano sospetti. Cos accaduto a Teotihuacn? Allinterno della caserma, il comandante ha insistito per togliersi le voglie e mi ha portato in una stanza. Quando ha chiuso la porta lho ucciso e sono fuggita dalla finestra. E hai lasciato la citt senza di me? Mi sono mossa pi velocemente che potevo per raggiungerti. Ero sicura che avessi obbedito ai miei ordini e fossi andato via. Si comportava come se fossimo due viandanti che si erano incontrati per caso, non come se ci avessero separati con un atto di violenza brutale... Partiremo quando scender la notte annunci. Perch? Cosa succede di notte? Te lo diranno i Guardiani. Sai? Sto cominciando a stancarmi di... tuo dovere! il destino che stato stabilito per te fin dalla tua nascita. Dimmi allora di mia madre. Le risposte te le devi meritare! Meritarmele? Ho viaggiato da un capo allaltro dellUnico Mondo, mi sono difeso dagli assassini che non vedevano lora di cavarmi il fegato per darlo in pasto ai cani. Cosa devo fare ancora per guadagnarmi la tua fiducia? Morire perch tu e i Guardiani vi rendiate conto che sono degno delle vostre risposte? Per qualche momento, sembr concentrata su chiss quali profonde riflessioni, poi annu: Sarebbe gi un buon inizio.

Quando cal il buio, Ixchaal mi guid lungo un sentiero attraverso la giungla. Non ero tranquillo in mezzo a quel fogliame fitto, circondato dalloscurit. La notte apparteneva alla creatura pi fiera di tutto lUnico Mondo: il giaguaro, la belva che uccide con un solo morso. Poteva pesare come tre uomini messi insieme, ruggiva per attirare la femmina con un boato assordante come il tuono che viene dallinferno, e uccideva in silenzio balzando allimprovviso da un nascondiglio invisibile. Sar meglio chiedere la protezione dei tuoi dei della notte protestai con Ixchaal. Se non mi divorava un giaguaro, poteva mordermi un serpente, o magari sarei stato stritolato dalle spire dellanaconda. Ixchaal si rifiutava di dirmi dove mi stava conducendo. E, ahim, non era la prima volta. Mi sarei aspettato che lincontro avvenisse in un grande luogo sacro dove vivevano i sacerdoti, come era successo a Tajin, quando fui ricevuto dentro il tempio nel quartiere cerimoniale. Ma il sentiero ci port invece a est della citt, verso un gruppo di colline su cui sorgeva un piccolo tempio piramidale in pietra, illuminato in modo spettrale dalla luce della luna. I Guardiani erano l, seduti luno accanto allaltro su troni posti sulla sommit del tempio. Mi guardavano dallalto in basso... sembravano dei. O demoni. Seguii Ixchaal lungo i gradini e mi trovai davanti ai tre religiosi. Quando fui al loro cospetto, mi resi conto di avere la mano stretta sullimpugnatura dellascia da lancio, come se fossi pronto a scagliarla. Fremevo di rabbia. Mi avevano fatto correre in lungo e in largo per tutto lUnico Mondo, con gli assassini alle calcagna, e si rifiutavano perfino di spiegarmi il perch. Non sapevo neppure cosa stessi cercando. Che cosa sto cercando? sbottai. La Crepa Scura.

Alzai gli occhi al cielo: Eccola l. Dov sempre stata!. La Crepa Scura, la Via del Sottomondo per linferno di Mictlantecuhtli, era nel luogo dove doveva essere. Stai guardando nel punto sbagliato disse un Guardiano. Dove dovrei guardare? Dietro di te. Mi voltai. In lontananza si scorgeva Uxmal. La citt era buia, tranne una zona: la grande piramide nel quartiere delle cerimonie era rischiarata da centinaia di torce. Anche da questa distanza le persone sulla piramide sembravano grandi poco pi di formiche non mi era difficile capire cosa stesse succedendo. I sacerdoti del tempio si stavano dando un gran daffare... raccoglievano teste, cuori e sangue per gli dei. l aggiunse il Guardiano. Che cosa la? La Crepa Scura. La Crepa Scura nella Casa del Mago mormorai, ripetendo la frase che mi circolava in testa da sempre. Il Guardiano annu. La Grande Piramide di Uxmal la Casa del Mago. La Casa del Mago una piramide? chiesi. Te lo spiego io sussurr Ixchaal. Tua madre, Ixloom disse il Guardiano, era la Custode della Crepa Scura. Quando lei mancata, il compito passato a te. Mi toccai le cicatrici sul ventre. S continu il Guardiano, lAstronomo ti impresse i segni della Crepa Scura affinch noi potessimo riconoscerti. Cosa accaduto a mia madre? Avrai le risposte a queste domande a tempo debito. Ora sei qui per prendere possesso della Crepa Scura. Che cos la Crepa Scura? chiesi. Un Codice. E tu sei nato per proteggerlo. Un libro? La Crepa Scura un libro? Un Libro dei Destini.

Un Libro dei Destini? Scossi la testa. Il Libro dei Destini era il calendario di duecentosessanta giorni che si usava per conoscere la sorte delle persone. Per quanto ne sapevo, era lunico Libro dei Destini esistente. Il Guardiano sollev una mano e mi fece desistere dal porgli le tante altre domande che mi turbinavano in mente. Il tuo dovere proteggere il libro. in pericolo? S. Non c pi un re a Uxmal che mantenga lordine in citt. Non pi un Sommo Sacerdote favorito dagli dei. La citt nel caos. Religiosi fanatici, banditi, folle senza senno controllano le strade. Il tuo compito salvare il Codice da questa violenza e preservarlo. Si interruppe e mi guard. Sei nato per questo. Per questo sei il Portatore della Parola. Adesso che il Codice in pericolo, solo tu puoi salvarlo. Quanti soldati avete per scortarmi? Attesi, ma il Guardiano rimase in silenzio. Che succede se fallisco? Se fallisci inizierai il viaggio verso Xibalba. Xibalba... il Sottomondo dei Maya che aveva nove livelli di inferno.

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Uxmal

xchaal e io entrammo a Uxmal travestiti da mendicanti, ma non eravamo troppo diversi dagli altri viandanti. In mezzo al caos che regnava in citt, nessuno si azzardava a sfoggiare indumenti eleganti n accessori preziosi. Tuttavia, perfino nel disordine generale, la vecchia grandezza dei Maya balzava agli occhi. Si avvertiva ancora nellaria il carattere indomito di questo popolo e la potenza del loro glorioso passato; camminando tra quei meravigliosi monumenti, gli strepitosi palazzi residenziali e gli altri edifici mirabilmente progettati, mi accorsi che tutte le facciate erano state scolpite con grande maestria nella pietra. Era ancora palpabile leterna grandezza degli eroi, dei re e delle divinit maya incisi in modo perfetto e indelebile nella roccia. Mi sembrava di passeggiare tra gli dei, come un tempo avevano fatto i primi cittadini di Uxmal. Questa la pi bella fra le citt dei Maya? chiesi a Ixchaal. Lei scosse la testa. Ce ne sono altre altrettanto superbe. I Maya sono stati una grande civilt e occupavano un territorio vasto quanto quello delle molte nazioni che ora sono stanziate

nel Nord. Nel momento del massimo splendore, Uxmal e il resto del mondo maya brillavano di un fulgore ancora pi vivido della Tula di oggi. Ma quando gli dei li hanno abbandonati ed iniziato il declino, la gente ha lasciato le citt e queste sono cadute in rovina. Uxmal ha resistito di pi, ma ormai in totale decadenza. Ho paura che a Tula accadr la stessa cosa sospirai. Lo temo anchio. Tuttavia non sembravano esserci altre somiglianze, almeno in apparenza, tra Tula e Uxmal, o quantomeno non quel giorno. La capitale tolteca era splendida e meravigliosa una gemma vivida e lucente mentre Uxmal sembrava in punto di morte. Eppure avvertivo tra quelle strade uno spirito, una forza venerabile e trascendente, che sarebbe rimasto vivo anche quando Tula fosse divenuta polvere e cenere. Un re forte colui che sa controllare il suo regno anche in tempi difficili dichiarai, dopo una lunga pausa. Nel caso di Uxmal, quando i tempi bui sono arrivati, il re stato assassinato. Dopo la sua morte, chiunque fosse in grado di abbandonare la citt fuggito. Ma non tutti sono riusciti a partire: i poveri, per esempio, non avevano un altro posto dove andare. Uomini spietati, signori della guerra e bande di criminali si sono scontrati per conquistare il potere e pi erano malvagi e sanguinari, pi sembravano favoriti dalla sorte. Alcuni si sono insediati nei vari quartieri della citt, ma ultimamente contano pi le risorse del territorio conquistato. Un granaio, una sorgente, larmeria reale, il tempio sacro con la via daccesso alle dimore degli dei: sono questi i beni che conferiscono autentico potere, non le strade o le case. Alcune bande hanno ancora il controllo di qualche quartiere, ma ormai hanno i giorni contati. Le innumerevoli raffigurazioni del dio maya della pioggia, Chaac, davano prova della crescente preoccupazione dei Maya riguardo allacqua. Il Dio Chaac aveva un corpo umano, due zanne potenti e le scaglie di un serpente acquatico. Regge-

va in mano una scure fatta di fulmini con la quale colpiva le nubi per produrre la pioggia e il tuono. Chaac stato avaro con lacqua nel Sud, quanto Tlaloc con Tula mi spieg Ixchaal. Mi raccont che, malgrado la quantit di territorio occupato dalla giungla, il terreno nelle regioni dei Maya diversamente da quanto accadeva in molte altre zone non tratteneva lacqua. Qui il prezioso liquido si raccoglie in grandi pozzi naturali di pietra, i cosiddetti cenote. La terra permeabile ma un tempo, quando su queste regioni si abbattevano violenti acquazzoni, una parte dellacqua finiva in queste riserve sotterranee. Le citt sono state edificate vicino ai cenote pi grandi, i paesi sorgono accanto ai pi piccoli. Ma ora, al pari di quasi tutti gli altri, i cenote di Uxmal sono quasi asciutti. C ancora acqua giusto per le necessit dei pochi rimasti qui. Pensai a Tula e alla nostra mancanza di pioggia. Gli imperi maya sono crollati perch il Dio della Pioggia non ha pi mandato il suo dono? Ixchaal scosse la testa. Alcune zone avevano bisogno di acqua, altre di cibo, altre ancora sono state distrutte dalle malattie, alcune dalla guerra. Ma il declino aveva sempre una stessa origine. Quale? Erano stati abbandonati dagli dei.

Mi condusse al cuore cerimoniale della citt, dove sorgevano i monumenti pi sacri. Di fronte allalta piramide avvertii la stessa sensazione di mistero e di magia che irradiava dal corpo di Ixchaal. La Casa del Mago annunci. Nessunaltra piramide nellUnico Mondo come questa. Tutte le piramidi sacre che avevo visto avevano la base quadrata e i lati andando verso lalto si stringevano, cosicch la sommit era sempre pi piccola della base. La Casa del Mago,

invece, aveva la base ovale. Pi piccola di una normale piramide, era liscia fino in cima. Ixchaal mi raccont la storia dellinsolito edificio ovoidale: era stato costruito da un nano... Una vecchia che non aveva avuto figli trov un uovo, lo port a casa e lo tenne al caldo, finch si schiuse e ne usc un bambino. Il piccolino crebbe e divenne un uomo, ma il suo corpo rimase sempre minuto e gracile. Tuttavia, nonostante il fisico poco sviluppato, egli possedeva una forza sovrumana. Incoraggiato dalla vecchia, il nano sfid il re di Uxmal a una prova di forza. Dopo aver dimostrato la sua superiorit, ricevette dal re lordine di costruire una casa in una sola notte. La mattina dopo, quando il re si svegli, ledificio era stato completato. Il nano era un dio dissi. S, per quello lo chiamarono Mago. Si diceva che era una stella caduta dal cielo. La Casa del Mago, qualunque fosse la sua genesi, era unopera straordinaria. La sua forma era cos unica che bastava a spiegare perch la gente gli avesse attribuito unorigine divina. In ogni modo aveva un elemento in comune con le altre piramidi: il sangue. Rivoli di sangue coprivano i gradini e colavano dai condotti che scendevano dalla sommit lungo le pareti curve. Ahim... lintera piramide faceva pensare a un corpo nudo e sporco di sangue dopo che i sacerdoti gli avevano tagliato la testa. Alla base delledificio erano accampate le guardie del Sommo Sacerdote, intente a lanciare ossicini di falangi umane in un vaso di coccio. Avevano indosso vesti logore e insanguinate; alcune macchie di sangue sembravano fresche. Neppure lestrema povert aveva attenuato la loro bramosia di morte. Per quanto tempo il Codice stato nella Casa del Mago? chiesi. Al di sotto della Casa c unaltra piramide, pi antica, e pi sotto ancora una terza, costruita ai tempi dei tempi. Il Codice della Crepa Scura assai pi antico della terza piramide ed esiste da prima della fondazione di Uxmal.

Sotto di noi c un labirinto di gallerie che scendono, scendono... forse fino alle porte stesse di Xibalba, cos si dice. l che custodito il Codice, nel pozzo pi profondo, tanto vicino allinferno quanto un mortale sia mai riuscito ad arrivare. E il Codice l? Allinferno? chiesi. Il Codice sotto i tuoi piedi. Abbassai gli occhi e mi accorsi di essere sopra il tetto del cenote, la riserva sotterranea di acqua per la citt. Il tetto era praticamente al livello della strada e si distingueva solo per i bassorilievi in pietra che raffiguravano scene della vita del dio dellacqua, Chaac. Misurai a occhio e croce il coperchio: era largo una quarantina di passi, quindi il pozzo sottostante doveva essere davvero grande. Alcune guardie, losche e indecorose quanto quelle del Sommo Sacerdote, erano di stanza allimboccatura che dava accesso alla cisterna. A parte lassenza di macchie di sangue, le loro logore tenute erano differenti da quelle dei guerrieri del tempio, infatti questi uomini appartenevano alla Guardia Reale. Allora il Codice nel cenote? domandai. No, al di sotto. Ti ho detto che quando la citt venne abbandonata da tutti, a eccezione dei topi e dei pi diseredati, c stata una lotta per impadronirsi dei beni rimasti. Il capo della banda che si accaparr il cenote assunse il nome di Chaac, Signore dellAcqua. Be, non stato molto originale. Chaac, il Signore dellAcqua, era uno schiavo, una guardia del re, un torturatore. Quando il sovrano fugg, lo schiavo reclut altri uomini fra quelli rimasti e assunse il controllo del pozzo. Ha un esercito numeroso? chiesi. Lacqua era la risorsa pi importante del mondo. No, ma dispone di unarma letale che frena la cupidigia delle bande rivali. Sostiene per caso di possedere la scure divina fatta di fulmini per battere le nubi e provocare la pioggia? No, ha una grossa ampolla di veleno che tiene in una sacca in tela di fibra dagave appesa sulla riserva dacqua.

Gemetti disgustato. Il veleno era la garanzia che nessuno lavrebbe attaccato. Se avvelenava lacqua, questi sorci umani e i serpenti a due gambe che ancora occupavano la citt sarebbero stati costretti ad andarsene, senza avere nessun posto dove rifugiarsi, perch le campagne sostenevano a malapena chi gi vi abitava. In questo modo, quel farabutto teneva in ostaggio il bene pi prezioso di Uxmal: lacqua. Come ha fatto a prendere il Codice? Dopo che il re e il Sommo Sacerdote se ne andarono, organizz unincursione nel tempio. Chaac pens che, se da lass fosse riuscito a comunicare con gli dei e a implorare il loro favore per guidare Uxmal, avrebbe potuto ricevere il loro sostegno. Ma il piano fall e quando altre bande gli contestarono il controllo del tempio, afferr tutto ci che pot e si ritir con i propri uomini nel cenote. Fra il bottino cera il Codice. Avete provato a comprarglielo? No. Abbiamo tentato di acquistare altri oggetti rubati per vedere come reagiva alla proposta, ma ci ha sempre chiesto dieci volte pi della somma che avevamo offerto e quando ci dicevamo pronti a versare la cifra, il prezzo aumentava di altre dieci volte. Poi, peggio ancora della cifra, era il sistema delle trattative. Discuteva per mesi e alla fine non si raggiungeva mai un accordo. Inoltre sa che un libro sacro e si insospettirebbe. Magari proverebbe a ingannarci o addirittura a ucciderci. Allora, come facciamo a prendere il Codice? Questo deve deciderlo il Custode.

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rovare il modo di entrare nel cenote, sfuggire con il Codice e contemporaneamente eludere la sorveglianza degli spietati aguzzini di Chaac che un tempo erano stati i torturatori del re sembrava un rompicapo impossibile perfino per il Dio Quetzalcoatl, che era il signore sia dello studio sia dellavventura. E anche per un cucciolo di coyote, allevato da ladri e assassini aztechi. Octli dissi a Ixchaal. Octli? Stai pensando di barattare una caraffa di octli con una reliquia sacra di valore incommensurabile? Sei impazzito? Ixchaal, una vita trascorsa nel tempio o dovunque abbiate abitato tu e i tuoi amici Guardiani non ti insegna tutto. Credo di sapere quale sia la cosa che Chaac sar lieto di scambiare con il Codice. E cio? Inchiodai i miei occhi nei suoi. Adesso ti faccio vedere una magia.

Comprai delloctli da un venditore in piazza e chiesi di farlo portare alle guardie allingresso del cenote. Quando il mercan-

te tent di rifilarmi il solito beverone annacquato, gli consegnai un pezzo di giada sufficiente a pagare tutto ci che aveva in magazzino a una cifra molto pi alta dellordinario. Voglio octli purissimo, cos forte che solo lodore farebbe stordire un dio. Annusai quello che mi porse e... ahim! Bast quello a farmi sciogliere le pupille. Poi Ixchaal e io andammo dalle guardie che ci aspettavano perplesse e sospettose. Capirono subito che loctli era un viatico per assicurarci il loro aiuto, ma non sapevano per cosa. Porta questo al venerabile Chaac ordinai al capo delle guardie. Gli consegnai un magnifico pugnale di ossidiana, tempestato di sfavillanti pietre preziose. La cupidigia delluomo si riflesse immediatamente nel suo sguardo. Chaac possiede gi un pugnale. Avrebbe voluto restituirmelo con la punta in avanti. Disubbidisci ai miei ordini, e questo pugnale torner su di te per tagliarti di netto i tuoi gioielli! unarma che arriva dalla Casa reale di Tula. Limperatore Quetzalcoatl in persona intende donarla al venerabile Chaac. Bast il nome del grande sovrano di Tula perch la guardia sgranasse gli occhi. Ma si capiva che avrebbe voluto tenere il pugnale per s. Consegna il coltello a Chaac. Subito! intimai. Se non vuoi essere scuoiato allistante. Quando si volt per scendere nel cenote, aggiunsi: Di al venerabile Chaac che ho un altro dono per lui, un oggetto ancora pi prezioso. Ixchaal mi guard e io trattenni a stento il sorriso. Mi divertiva lasciarla in attesa, come faceva di solito lei con me. Speravo solo che le mie gesta non si risolvessero nel mio e nel suo assassinio. La guardia scomparve lungo le scale che portavano sottoterra e io condussi Ixchaal in disparte.

Dove andiamo? mi chiese. Ci allontaniamo di qualche passo in modo da lasciare alle guardie qui e a quelle di sotto un po di tempo per mandar gi qualche altra sorsata di octli. Anche lei sapeva battersi, quindi capiva che un potente inebriante avrebbe appannato i riflessi degli uomini e avrebbe confuso i loro cervelli, dandoci cos qualche possibilit di schivare i loro colpi o di contrattaccarli. Una guardia ubriaca era pi facile da prendere alle spalle. Perch credi che il pugnale lo impressioni? Di certo ne avr molti. Non cos. Me lha dato limperatore. Come la mia spada, ha la lama di ossidiana spessa. Gli armaioli intagliano lame del genere esclusivamente per la famiglia reale e lalta nobilt di Tula. Chaac si accorger che viene dalla corte di Quetzalcoatl. La guardia torn e ci disse di seguirlo. Loctli stava facendo effetto a giudicare dallo sguardo acquoso e dal viso paonazzo. Ci fece strada lungo rampe e rampe di scale illuminate dalle torce. Scendemmo quattro piani. Quando arrivammo in fondo, ci trovammo su un cornicione che correva lungo il bordo della cisterna. Per prima cosa vidi il fagotto in tela di agave contenente il veleno che pendeva sullacqua. Una corda lo collegava a un uomo seduto su una specie di trono, probabilmente in origine era una sedia appartenuta a una famiglia nobile. Da quella posizione, era sufficiente un rapido gesto con il coltello per far cadere il veleno nel cenote. Percorremmo lo stretto cornicione e ci trovammo davanti a lui. Due guardie ci stavano alle spalle, due alla nostra sinistra, con la schiena rivolta allacqua, e di fronte a noi cera Chaat. Era pi piccolo di quanto non mi aspettassi; il pensiero corse subito al nano che costru la Casa del Mago, ma Chaat era indubbiamente pi alto di un nano. Era pi basso di Ixchaal, e doveva arrivarmi pi o meno alla spalla. Aveva un fisico massiccio e muscoloso. Confuse tra i molti tatuaggi si notavano le cicatrici di numerose ferite di guerra. Era un guerriero esperto. Non sarebbe stato facile batterlo.

Aveva un piede bendato, forse per una malattia oppure per una ferita. Il bottino del palazzo, del tempio o di qualunque altro edificio avesse razziato era accatastato intorno a lui. Tra tutte quelle ricchezze cera un unico libro: un Codice rivestito in pelle di cervo. Lanciai a Ixchaal unocchiata di sottecchi e il suo sguardo mi conferm che si trattava della Rivelazione della Crepa Scura. Ti uccider disse Chaac. Aveva parlato senza muoversi dalla sedia. Era una frase che non voleva risposta, quindi attesi che dicesse unaltra cosa, possibilmente pi cortese. O non ti uccider, se mi sarai utile. Che cosa ti sarebbe utile? chiesi. Il tuo sangue. Tutto. Oggi non ho ancora fatto il sacrificio agli dei. Offro sempre sangue maya, perci saranno lieti del sangue tolteco, per una volta. Il mio sangue soltanto per i miei dei, e solo nella quantit che posso permettermi. Lui mi guard con malignit. I tuoi dei toltechi sono puttane! Anche i maschi: vendono il loro corpo ad altri dei! Sollev il pugnale. Cosaltro hai rubato al tuo sovrano? Ho altre armi tolteche. Magnifiche. Fatte con la migliore ossidiana. Strinse le labbra e annu, mentre con il dito accarezzava il bordo della lama affilata. Nemmeno il re di Uxmal possedeva unarma cos. Perch me lhai portata? Alzai le spalle. unofferta in segno di amicizia. Ti do una cosa mia, e voglio in cambio qualcosa da te. Non otterrai niente da me, tranne il dolore... ma se mi sarai utile, forse ti uccider in fretta. Voglio altre armi fatte con questossidiana reale. Io voglio il Codice, quel libro alla tua destra. Chaac si volt e rimase a lungo a guardarlo. Devessere molto prezioso. Scossi la testa. No, non serve n a sfamarti n a uccidere i

tuoi nemici. Ma sacro. Gli dei sono adirati perch lo possiedi tu. Deve tornare al tempio dove i sacerdoti se ne prenderanno cura. Lui scoppi in una sonora risata. Sacerdoti? Li abbiamo uccisi tutti! O almeno tutti quelli veri. Quello nuovo che sta nel tempio prima puliva lorinale del re! Ti ho detto che sono qui per uno scambio. Tu mi dai il libro, e io ti dar la cosa che pi ti preme al mondo. Cosa? Nel tempo che gli occorse a rispondermi, mi ero gi voltato e Ixchaal era scattata insieme a me. Lascia corta da lancio sgusci fuori dal mio mantello e colp sulla testa luomo pi vicino. Avevo ruotato il manico perch la lama lo raggiungesse di piatto, spingendolo indietro e facendolo cadere nellacqua, ma libera di continuare la corsa senza incastrarsi nel cranio. Con la stessa mossa letale, decapitai la guardia che gli stava accanto. Vicino a me Ixchaal ruot su se stessa come pervasa dal divino ollin, e brandendo il pugnale sgozz luomo alle sue spalle. La quarta guardia era arretrata di un passo ed era fuori portata. Ma appena fece per alzare lascia, Ixchaal gli conficc la lama nella gola, affondandola fino al manico. Luomo barcoll ma lei gli fu addosso e liber il pugnale con uno strappo prima che cadesse. Adesso eravamo entrambi faccia a faccia con Chaac. Si era alzato in piedi ma stava piombando a sedere. La gamba malata non riusciva a sostenerlo. Avrei voluto scambiare la tua vita con il Codice dissi, ma ora mi costringi a ucciderti perch hai insultato i miei dei. La sua spada mi sfior lo stomaco, io per reagii distinto e la lama della mia ascia gli mozz prima la mano e poi la testa con uno slancio potente che governai con tutte e due le braccia. Afferrammo il Codice e ci lanciammo per le scale, salendo i gradini tre alla volta fino in superficie. Tutte e quattro le guardie allingresso erano a terra. Due non

respiravano pi, le altre due non sembravano destinate a respirare ancora a lungo. Guardai Ixchaal. Ho messo qualcosa nelloctli disse. Che cosa? Una mia magia.

PARTE DICIASSETTESIMA

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milio Luis Carrizo, sotto il portico della sua villa in Chiapas, sedeva nella poltrona di vimini davanti al tavolino da colazione in vetro e acciaio. Lo sguardo perso sulla foresta pluviale, gli svettanti alberi di mogano, i tronchi debano slanciati e affusolati, i magnifici teak, i profumati frangipani. Era un uomo alto e robusto, con una barbetta perfettamente regolata e una coda di cavallo nera e lucida come lossidiana; aveva gli occhi scuri e penetranti e un incarnato color caffellatte. Mescolava con cura lo zucchero in una tazza di porcellana finissima colma di caff. Indossava pantaloni Zegna beige di morbido cotone egiziano, stivaletti neri Armani e una camicia bianca a maniche lunghe di lucida seta thailandese, con un taglio sportivo, che gli stava a pennello. Era stata fatta su misura a Bangkok, apposta per far risaltare i suoi muscoli gonfiati a dovere nella palestra della prigione: quel lavoro gli era costato cinque anni di fatiche a Pelican Bay. Fa caldo, patron disse il suo compagno, Raphael Morales. Non staresti pi comodo con i bermuda, i sandali e una camicia a maniche corte? Di mezzet, con una calvizie avanzata, occhi piccoli e tristi e una pelle scura come cuoio bruciato, Morales portava sempre ampie camicie hawaiane nelle tonalit del giallo, del viola,

del bianco e del rosso. Quella di oggi sfoggiava palme di cocco, surfisti, ananas e donnine nude supermaggiorate; a malapena riusciva a contenere le ampie spalle e la pancia prominente, dunque lasciava in bella mostra i tatuaggi collezionati in galera che serpeggiavano su e gi lungo i bicipiti gonfi e i mastodontici avambracci. Il collo era circondato per met dai tredici disegni della mafia messicana. Evidentemente la pena non era stata breve. S, ma allora dovrei farmi cancellare i tatuaggi rispose Carrizo. Perch? chiese lamico. Carrizo scosse la testa. Faccio la parte di un rispettabile uomo daffari, cabron! Danno unimmagine sbagliata. Quegli stracci sono comunque demasiado calientes. Troppo caldi, disse Morales. *** Per la verit, Carrizo intendeva tenersi i tatuaggi come monito: il carcere di massima sicurezza di Pelican Bay non era unesperienza da ripetere, naturalmente. Da allora non aveva pi rimesso piede negli Stati Uniti e giurava che non avrebbe mai pi commesso un simile errore. I federali e si poteva aggiungere la maggior parte dei politici messicani pi in vista erano molto pi semplici da corrompere, forzare o controllare della loro controparte americana. Con gli anni, Carrizo era arrivato a provare un odio cos viscerale per i nordamericani che una volta Morales gli aveva perfino chiesto perch. I funzionari americani non accettano la mordida aveva risposto Carrizo, e io non posso fidarmi di un uomo che rifiuta una tangente. Perch non vogliono i tuoi soldi, boss? aveva chiesto ancora Morales. Non hanno etica. Cos letica?

La Regola dOro. Morales laveva guardato in silenzio, gli occhi inespressivi. Chi ha loro comanda, no? aveva spiegato Carrizo. S, chi pi bravo comanda, boss aveva ripetuto Morales, finalmente daccordo. *** I nostri cari Apachureros fanno anche loro parte dei tuoi rispettabili affari, boss? gli chiese lamico. Be, non posso investire solo in armi e droga. Se per questo, hai anche muchas putas! Parecchie prostitute, ribatt Morales ridendo. Un affaraccio sporco. Che per fa guadagnare dei bei soldi! Non c male ammise Carrizo. Comunque, io non capisco ancora la storia dei tatuaggi. Con unalzata di spalle, Carrizo butt locchio sul suo Cartier Tank Franaise in oro bianco tempestato di zaffiri e diamanti: segnava le dieci e cinquantanove. Questo caff mi rende nervoso! esclam stizzito facendo un cenno al cameriere. Il domestico indossava tradizionali pantaloni da cavallerizzo neri e unampia camicia bianca. Portami un secchio di Corona ghiacciate per combattere la caffeina. Carrizo era un alcolizzato con la tendenza a diventare violento e a Morales sembr un pessimo segno vederlo bere gi di mattina. Okay, amigo, dimmi di questo reperto, questo... come lhai chiamato? Ah, s... Codice! chiese Carrizo. S, una specie di libro, un libro vecchio mille anni. Quellarcheologa, la ragazza che catturammo qui in Chiapas... ricordi? Ce lha lei, con i due gringos che vennero a riprenderla. Quelli che uccisero otto dei nostri? Dieci, con granate e armi automatiche. Ma ora sono morti, i gringos. No?

No, appunto... sono tornati con la ragazza. E ce n anche unaltra, archeologa pure lei. Hanno trovato un secondo Codice, e forse anche un terzo, ma non ne siamo sicuri. Ora me lo ricordo. Avevamo qualcuno che ci aiutava, su nel Nord, vero? E poi gli abbiamo messo alle costole un tipo, un infiltrato nel gruppo... un guardiano di muli. E infine abbiamo anche mandato una squadra per farli fuori, gente esperta. Li abbiamo attaccati su tre fronti e sono ancora vivi? Il guardiano di muli sparito. E lo stesso vale per gli uomini che abbiamo sguinzagliato sulle loro tracce. Credo siano tutti morti. Carrizo lo fiss sgomento: Hanno sterminato tutta la seconda squadra e anche il guardiano?. probabile, patron. Il secchio con le Corona ghiacciate era arrivato. Tequila ordin Carrizo sottovoce. La rabbia era palpabile. Tequila alle undici di mattina? Muy malo, pens Morales. Quanti ne hanno uccisi, otto? Dieci se si conta il guardiano. Venti morti e ancora non abbiamo i Codici? I gringos non ci regalano mai nulla: ci ammazzano e ci rubano la nostra merda! Che roba c in questi Codici? A quel che diceva il guardiano, c scritto che un dio, Quetzalcoatl, racconta di come finisce il mondo nel 2012. Il volto di Carrizo si illumin. Quando ero in galera ho letto della roba su questo Quetz-sa-l-cavolo. Studiavi religione? No, solo porcherie maya-azteche. Parecchia gente laggi si dedica a questi argomenti: vogliono far tornare i tempi doro degli Aztechi e dei Maya! Parlavano tutti di questo dio-stella Quetz-e-compagnia-bella lo chiamavano Q. e dicevano che torner a salvarci. Insomma, anchio ho letto delle cose. Questo Q. si scontrato con un hombre muy malo, Tezcatlipoca. Tezcatlipoca era il dio della morte, del sangue e della notte e gliene ha fatte vedere delle belle a Q.! Tanto per cominciare gli

ha portato via tutto il cielo e cos lass diventato tutto suo, di giorno e di notte. Per i sapientoni in galera questo non lo dicevano: dicevano solo che Q. ritorner e noi staremo con lui. Ora io dico: brutti figli di puttana, perch dovrebbe ritornare quel bastardo? stato Tezcatlipoca a vincere! Ma non hai detto che il dio della notte e di unaltra serie di merde? E allora? Mi piace la notte! Di giorno tutto lavorare e preoccuparsi. Di notte si va con le putas, si beve tequila e ci si diverte. Tez s che uno con le palle! Daccordo, per quel bastardo di Q. aveva i libri che ora valgono una fortuna, mentre il tuo Tez-calci-in-bocca non ha un bel nulla. Insomma, quelle pollastrelle avrebbero i libri di Q.? Gi, ma il tuo Tez-calci-in-quel-posto insomma quello l che piace a te non lui lautore. Senti un po, pollo loco. Non mi frega un accidente degli dei! A me interessa il dinero, comprendes? Se questo Quetzsenza-palle vale mucho dinero, allora io mi metto subito dalla sua parte. Allora cambi partito? Non stai pi con Tezca-il-superdotato? Qui parliamo di milioni. Decine di milioni. Centinaia di milioni... Abbiamo anche perso venti uomini! Non possiamo fargliela passare liscia. Dobbiamo mandare qualcuno concord Carrizo. Hai gi unidea? chiese Morales. Il figlio del guardiano... quel bastardo potrebbe uccidere perfino Ges. E quegli uomini con le loro puttanelle hanno fatto fuori il suo vecchio. Accetter di sicuro. Morales annu. Hai ancora quel nordamericano lass che ci aiuta? S. Deve capire che vogliamo quei quattro figli di puttana a tutti i costi. Raddoppiamo la paga. O magari gli dir: argento o piombo. Argento in tasca o piombo in testa.

Attento, minacci un pezzo grosso, boss. Voglio quei bastardi. Allora, avanti! Facciamola finita una volta per tutte. Avanti! Il cameriere port un litro di Tequila Diamond Maestro Dobel e bicchieri con ghiaccio; il liquore era distillato dal 100 per cento di agave azzurra e invecchiato dieci anni. Ogni bottiglia era etichettata, numerata e contrassegnata con il nome del ranch dove era stata raccolta lagave. Carrizo ne vers un dito abbondante in ciascun bicchiere. Salud! esclam Morales. Y pesetas! aggiunse Carrizo completando il brindisi. Ora va a prendere il figlio del guardiano. Voglio i libri di Quetzalcoatl, i Codici o come diavolo si chiamano! E voglio anche quei bastardi di gringos sottoterra. Y pronto! Muy pronto. Allora, vayas con Dios! Y pesetas! Y putas! Morales si alz. Doveva recuperare il ragazzo, mentre il boss avrebbe allungato una bustarella o, se occorreva, avrebbe minacciato la loro talpa di Washington. E tutto per dei libri decrepiti... Preferiva di gran lunga gli affari che riguardavano le putas.

PARTE DICIOTTESIMA

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Unico Mondo, A.D. 1004, Tula

vevo gi avuto modo di sperimentarlo pi volte: la vita un cerchio. Quando chiesi a Ixchaal perch fossi stato prescelto per recuperare insieme a lei il Codice perduto dei Guardiani, per tutta risposta mi disse: La Crepa Scura ha scelto te per proteggere e preservare le parole di Quetzalcoatl e il Grande Calendario. Chi meglio del Portatore della Parola poteva riuscire a rintracciare la Parola?. Dunque, sta accadendo tutto solo per i disegni sulla mia pancia? Le domande che ancora non avevano risposta erano tantissime. Ma ottenere risposte da Ixchaal era pi difficile che cavare sangue da un osso riarso dal sole.

Questa volta risalimmo la costa, a bordo di una barca, fino a un villaggio nei pressi di Tajin. Poi attraversammo le montagne. Era troppo pericoloso ritornare a casa passando da Teotihuacn per via della guerra con Tula.

Prima di arrivare a Tula, ci raggiunse la notizia che la guerra con Teotihuacn era andata male. Teotihuacn aveva attaccato Tula per primo, battendo sul tempo Quetzalcoatl. Il sovrano era comunque riuscito a respingere lassalto e aveva ricacciato lesercito nemico fino alle mura della sua citt. Dopo aver bloccato le vie daccesso per gli approvvigionamenti, per, non era stato in grado di sfondare i bastioni ed entrare in citt; inoltre era arrivato un esercito da Cholula in sostegno di Teotihuacn. Quetzalcoatl era stato costretto a ritirarsi. La notizia della ritirata si era diffusa a macchia dolio e ora Cholula, Teotihuacn e i clan aztechi si stavano organizzando per marciare insieme su Tula. Ixchaal sintetizz perfettamente la situazione: Tula ferita e gli avvoltoi volano sopra di lei in attesa di poterla fare a pezzi. Le citt che prima la temevano adesso avevano scorto unopportunit per spodestare il sovrano, e altrettanto facevano i sacerdoti, assetati di sangue per gli dei e di potere per se stessi. Ixchaal e io rientrammo a Tula; avevo il Codice sotto il mantello legato con delle cinghie alla schiena. Passando dalla Porta Orientale trovammo il caos. La gente abbandonava la citt con i beni che riusciva a trasportare. Erano in pochi ad avere un posto dove andare: i mercanti facoltosi, i nobili e la maggior parte dei religiosi pi alti in carica. Avevamo sentito molte versioni diverse a mano a mano che ci avvicinavamo alla citt ma poi, sulla strada per il palazzo reale, incontrammo Scudo Fumante. La tenuta da Guerriero Giaguaro era sporca, il viso segnato dalla stanchezza. Non dormiva da varie notti, comunque sembr felice di vedermi. Gli chiesi in fretta cosa stesse accadendo. Limperatore da anni ha ridotto il numero dei sacrifici umani e quando tornato da Teotihuacn li ha aboliti del tutto, insieme alle guerre incessanti dei sacerdoti per rastrellare le vittime. Ma i sacerdoti si sono ribellati e hanno istigato la popolazione, spaventando la gente con la minaccia che il Dio della

Morte, Tezcatlipoca, avrebbe inaridito la terra per sempre. Il popolo ha fame e non pu permettersi di rendere ostili gli dei, perci si schierato dalla parte dei religiosi. Il sovrano dovrebbe completare lopera e impiccare tutti i sacerdoti. Ormai troppo tardi. Il clero ha fomentato lanarchia. Quetzalcoatl ha abdicato. Spera che, lasciando Tula, il conflitto interno si possa placare quanto basta da consentire agli abitanti di unirsi e contrastare le forze nemiche che stanno arrivando per saccheggiare la citt. La sua rinuncia ha soddisfatto i sacerdoti? domandai. Per nulla. Adesso lo accusano di essere entrato nel letto di sua sorella mentre era ubriaco mi disse Scudo Fumante, e di averla stuprata. Un sovrano poteva avere centinaia di mogli, ma costringere la propria sorella a un rapporto carnale era unoffesa imperdonabile, un tab punibile con la morte. Era chiaro che i sacerdoti volevano la testa di Quetzalcoatl. La gente ha sempre sparso veleni sul nostro signore, soprattutto i nemici della corte dichiarai, rifiutandomi di credere a una simile diceria. Scudo Fumante annu. Sono menzogne! La notte prima dellabdicazione il sovrano si ubriacato, al punto che il giorno dopo non ricordava niente. Credo che i sacerdoti o sua sorella abbiano drogato loctli. La stessa mattina i religiosi hanno cominciato a diffondere la voce. Zyanya si alleata con loro e quindi si rifiutata di smentire la notizia, ammettendo implicitamente di essere stata violentata. Di sicuro aspira al trono. Forse lei e i sacerdoti temono che un giorno il sovrano possa tornare a rivendicare il proprio regno. Certo, e con queste dicerie scongiurano il pericolo concord Scudo Fumante. Guardando il caos intorno a noi, commentai: Tula fuori controllo. Qualcuno dovrebbe dire alla principessa e ai sacerdoti che tra poco non ci sar pi alcun trono su cui salire. Sono impazziti per la bramosia del potere.

S, adesso per non avranno pi nulla. Cosa deduci da tutto questo? mi chiese Scudo Fumante. Che il nostro sovrano era troppo istruito e lungimirante per la nostra epoca e la nostra citt. Troppo saggio per i propri sudditi? si stup Scudo Fumante. I sacerdoti che venerano la morte e anche il popolo: tutti volevano il sangue ma limperatore ha tentato di opporsi. In altre parole, ora i sacerdoti e il popolo avranno ci che desideravano concluse il comandante. Purtroppo s. Mi voltai e mi accorsi che Ixchaal era sparita. Ormai non mi stupivo pi, qualunque cosa facesse. Forse era volata oltre le mura, tra le stelle. Un attimo dopo, fui assalito dalla nostalgia. Le volevo bene, contavo su di lei e mi mancava gi moltissimo. Tuttavia, ovunque fosse andata, sapevo che eravamo destinati a ritrovarci. Finch saremmo stati vivi, ci saremmo ritrovati. Ci saremmo incontrati perfino se fossimo stati nellinferno di Mictlantecuhtli. I nostri destini ne ero convinto erano intrecciati in eterno.

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ndammo direttamente al palazzo. Un numeroso contingente di Guerrieri Giaguaro dallespressione sinistra difendeva lingresso. Pronti alla battaglia, sembravano equipaggiati per affrontare un lungo viaggio. Limperatore ha chiesto spesso di te mi disse Scudo Fumante quando varcammo la soglia. Sei stato via tanto tempo. Ho fatto molta strada. Mi rivolse uno sguardo intenso, penetrante: Hai trovato... il Codice perduto?. Annuii. E sai qual il tuo compito? Me lhai detto sulla cima del tempio la mia prima notte a Tula. In quanto Portatore della Parola, debbo proteggere e preservare i Codici di Quetzalcoatl e il Grande Calendario. Bene mormor, distogliendo lo sguardo e annuendo con solennit. Sai dove andr il sovrano? chiesi. Non ha ancora detto nulla. Molti di noi sarebbero pronti a seguirlo anche allinferno. Vieni con me da lui? Esitai. Vi raggiungo tra poco. Prima recupero gli altri Codici.

Attraversammo lingresso principale ma limmenso cortile interno era quasi deserto. Pochi servi correvano frettolosi da una parte allaltra; un cortigiano mi pass accanto: aveva uno sguardo vitreo e non si accorse neppure della mia esistenza.

Tuttavia, non andai subito allosservatorio dellAstronomo. Mi diressi invece verso gli appartamenti privati del sovrano, percorrendo i corridoi bui e deserti dove la maggior parte delle torce erano spente. Fuliggine e sporcizia erano ovunque, cosa che in altri tempi sarebbe costata non poche frustate ai servi. Mi sembr di scorgere Zyanya alla fine di un corridoio, ma cera una sola torcia accesa e la luce era troppo fioca per averne la sicurezza. Mi avvicinai. Era proprio lei. Mi sembr stranamente posseduta. Non doveva avere solo abusato di octli, probabilmente aveva assunto qualcosaltro, magari funghi magici. Quando fui a pochi passi, la principessa mi riconobbe, e i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Mi fermai. Avevo le braccia lungo i fianchi e mi inchinai al suo cospetto. Vidi partire il colpo con un movimento indistinto al margine del campo visivo. Un pugnale sgusci fuori dal mantello e mi arriv alla gola. Ebbi un riflesso istintivo e deviai il fendente con una mano, ma la lama riusc comunque a ferirmi il braccio e mi raggiunse al collo. Quando Zyanya mi attacc le afferrai il polso e la bloccai. Perch? urlai. Perch non sei morto con tua madre? sibil. Mai avrei immaginato che tu fossi sopravvissuto e ti saresti ripresentato qui! Era immobile. Mi fissava. Lhai uccisa tu? chiesi, con la voce che era poco pi di un sussurro. Sul viso della principessa comparve una smorfia di rabbia e di odio.

Sferrandomi una testata in faccia, si liber dalla presa e mi lanci di nuovo addosso il pugnale, ma io fui altrettanto rapido e lo schivai, anche se larma di ossidiana mi rimbalz sul petto e del sangue mi gocciol sulla pancia. Se Zyanya non fosse stata di stirpe reale, lavrei sicuramente uccisa. Invece, per la seconda volta, lafferrai alle braccia e cercai di fermarla. Allimprovviso la sentii irrigidirsi e ansimare. Alzai gli occhi e vidi che un braccio la tratteneva allaltezza della vita. La lama di un coltello dossidiana spunt dalla sua gola e mi trovai a fissare gli occhi tristi del nostro sovrano. Zyanya toss e del sangue le col dallangolo della bocca. meglio cos disse Quetzalcoatl, non sarebbe sopravvissuta allesilio. stata Zyanya a uccidere mia madre? chiesi molto scosso con voce roca. S rispose il re. Aveva mio figlio in grembo, ed era sul punto di partorire. Al pensiero di un bambino rivale, mia sorella impazz e pugnal tua madre nel ventre. Pensando di averti ucciso con lei, fugg, ma arriv lAstronomo. Sua madre era stata una levatrice e lui sapeva estrarre i bambini dal corpo di una madre morente. Ti fece nascere e trov una balia che in segreto ti allattasse. Zyanya purtroppo venne a sapere da qualcuno che aveva visto il corpo di tua madre, che il suo ventre era stato aperto e il bambino era stato tirato fuori. Si mise sulle tracce della balia e la tortur fino a farsi rivelare dove eri stato portato. Questa volta lAstronomo arriv per primo. Io ero lontano, occupato in qualche impresa militare, cos lui non sapendo a chi rivolgersi ti tatu sul ventre le stelle della porta della Crepa Scura e ti consegn alla corrente, in una cesta di vimini. E vostra sorella? chiesi. Aveva il mio stesso sangue reale, era una principessa ed era alleata con i sacerdoti. Nostro padre, limperatore, proibiva la vendetta. Tua madre era una donna del popolo. Io ero in torto, perch non avrei dovuto violarla. Avevo le mani legate.

Voi siete mio padre? chiesi incredulo. Un padre che ti ha abbandonato. Non avevate altra scelta. Non eravate neppure qui in quel momento. Non sapevate dovero. Per amavo tua madre e ho lasciato in vita la sua assassina. Ora non pi. finita anche questa storia. Non vero, purtroppo. Debbo abbandonarti unaltra volta... debbo abbandonare tutti. Tutti? Te, Tula, lUnico Mondo, tutto. A causa dellanarchia che regna qui fuori? A causa dei sacerdoti? Io ho cercato di offrire al popolo la vita, i sacerdoti la morte... E hanno vinto loro. Hai visto cosa hanno fatto i paladini della morte a Tula? Hai visto cosa hanno fatto ai Maya... Dove andrete, Maest? Partir verso est, verso il Sole che nasce. Come hai fatto tu molti anni fa, viagger anchio su una canoa di giunchi. Scudo Fumante mi aiuter a costruirla, proprio come ha aiutato lAstronomo a costruire la tua. Tornerete? In una barca di resurrezione, non di morte... S, ritorner. Mio padre mi abbracci, per la prima e unica volta della mia vita. Pensai brevemente alla donna che mi stringeva nei sogni e ai cui seni mi ricordavo di aver succhiato. Una ragazza che si era presa cura di me ed era stata uccisa sotto tortura per lunica colpa di avermi nutrito e voluto bene: era quella la mia donna magica! Mia madre era morta prima della mia nascita. Con il cuore gonfio, seguii mio padre verso le porte del palazzo. Avrebbe incontrato Scudo Fumante e i Guerrieri Giaguaro che lavrebbero scortato nel suo viaggio fino al mare. Adesso dovevo trovare lAstronomo e vedere i progressi che aveva fatto con il Calendario.

Poi avrei recuperato il resto dei Codici e sarei partito per il mio viaggio. Ero il Portatore della Parola. Con il Codice dei Guardiani legato ben stretto alla schiena, mi diressi verso losservatorio del mio vecchio maestro.

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ercorrevo gli immensi corridoi del palazzo confuso e incerto. Adesso cera gente dappertutto. Spinti dalla rabbia e dalla fame, gli abitanti di Tula mettevano le mani su qualsiasi cosa capitasse loro a tiro, saccheggiavano tutto ci che potevano portare via, e si muovevano curvi sotto sacchi enormi di mais, fagioli, peperoni piccanti, fave di cacao, carni affumicate e secche, matasse di corde di fibra dagave, sandali di pelle, coltelli di ossidiana, rotoli di carta di corteccia, eleganti piume duccelli, gemme preziose e giada lavorata. Almeno una dozzina di ladri si stavano portando via opere di inestimabile valore, mosaici di turchesi incastonati nelloro e nellargento, arricchiti di pirite, conchiglie e perle, decorati con corone di piume, i pi preziosi dei quali avevano rivestito maschere e scudi. Un incredibile numero di briganti usciva dal palazzo con le braccia cariche di teschi umani rivestiti di pelle e alcuni perfino impreziositi da mosaici di turchesi e con le cavit oculari riempite di luccicante pirite. Tra i saccheggiatori cera forse chi era pi versato per la musica, perch in molti si tenevano stretti al petto corni di conchiglia, campanelli, zucche svuotate dove tintinnavano i semi, lunghi flauti di canna e grossi tamburi. Altri, pi interessati al-

lalta moda reggevano pile di abiti dai colori sgargianti, bordati di piume, pelliccia e pietre preziose. Alcuni dei pi affamati si erano gettati a corpo morto sul cibo e ora si trascinavano in strada pentole fumanti colme di dolci di mais al miele, tamal ripieni, cipolle, peperoni piccanti, fagioli, pannocchie, zucche e pomodori, conigli interi e anatre arrosto, e caraffe di cioccolata fredda e di oclti. Cerano anche gli amanti degli animali che avevano aperto i serragli del cortile. I cittadini affamati e le fiere, che non venivano pi nutrite da giorni, divoravano fianco a fianco i manicaretti usciti dalle cucine: tutto si svolgeva incredibilmente senza incidenti, come fosse la cosa pi naturale del mondo. Una volta fuori dal palazzo, la maggior parte dei ladri si rendeva conto di non avere n un mezzo per trasportare quella mercanzia n, tantomeno, un luogo sicuro dove riporla, perci quasi tutti abbandonavano i fagotti a terra, creando cataste di merci che ingombravano le strade. I giaguari, le pantere, le linci e i cervi liberati cominciarono a scorrazzare su e gi per le strade, impauriti, mentre uomini e donne terrorizzati correvano al riparo. Pappagalli, aquile e falchi lanciando grida acute scendevano in picchiata sulle nostre teste, mentre anaconda e alligatori ci scivolavano sotto i piedi. Osservavo quello spettacolo folle, imbambolato dallo stupore. Tula, che mi aveva dato cos tanto, ormai non faceva pi parte della mia vita e presto non avrebbe pi fatto parte di quella di nessuno. Il mio futuro e quello degli abitanti spaventati che si muovevano come schegge impazzite accanto a me presto avrebbero avuto un altro corso. Adesso, per, il mio passato e le mie origini non erano pi un mistero! E nemmeno il mio presente era vago: sapevo cosa fare. Trovare lAstronomo e aiutarlo a completare il Calendario del Lungo Computo.

In seguito, nella mia vita sarebbe cominciata una nuova avventura. Il Codice dei Guardiani era gi sulle mie spalle; ora avrei preso anche i libri dellAstronomo e di Quetzalcoatl e avrei trovato un luogo sicuro, distante da Tula, dove nasconderli e preservarli per le generazioni e i tempi futuri. Non dovevano andare perduti. LAstronomo luomo che mi aveva salvato la vita due volte, la persona pi saggia che conoscessi credeva che il destino delle generazioni a venire sarebbe dipeso da quei Codici. Quetzalcoatl aveva detto la stessa cosa. Tutti sapevano che gli eserciti di Teotihuacn, di Cholula e dei clan aztechi sarebbero riusciti ad abbattere le porte della nostra citt. Per molti anni i nostri guerrieri avevano invaso i loro territori catturando prigionieri per i sacerdoti e i loro altari sulla cima dei templi, dove alle vittime veniva strappato il cuore e tagliata la testa. Adesso quei tempi erano finiti. Gli eserciti nemici stavano convergendo su Tula in cerca di vendetta. La nostra gente consumata dallaver dovuto esercitare cos a lungo la supremazia sui popoli vicini sarebbe stata inerme di fronte alle loro forze congiunte. Non che i barbari dentro le nostre mura avrebbero trovato chiss quali ricchezze da depredare, donne da stuprare o schiavi da catturare, torturare e uccidere, perch i miei concittadini si stavano impegnando al massimo nella distruzione di Tula con le loro stesse mani. Fino a che punto, non avrei saputo dire, ma certo che quando il popolo avesse abbandonato la citt, nessuno avrebbe avuto con s non pi di quanto poteva ragionevolmente trasportare. Infatti, rendendosi conto che avrebbero dovuto abbandonare qui gli immensi magazzini colmi di ogni bene, stavano appiccando il fuoco alle cataste di merci.

Mentre attraversavo le strade per raggiungere losservatorio dellAstronomo, i roghi ardevano a ogni angolo e le fiamme illuminavano di una luce innaturale i palazzi e le case di quella che un tempo era stata Tula, la citt doro, la sede del magnifico palazzo imperiale.

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uando lAstronomo port per la prima volta me e Fiore del Deserto nel vasto mercato di Tula, pensai che l ci fosse pi ricchezza di quanta ne esistesse su tutta la Terra, nella Casa del Sole, nel Aldil dellEstremo Sud e nel Paradiso Orientale di Tlaloc messi insieme, e tutta raccolta in ununica, immensa piazza. Adesso i briganti la stavano distruggendo, pezzo per pezzo. La vertiginosa piramide del Tempio del Sole incombeva ancora sulla piazza del mercato. Come se volessero farsi beffe del monumentale edificio, i vandali avevano eretto cumuli di merci, ciascuno alto almeno come due uomini, proprio accanto alle centinaia di torce. Avevano accatastato di tutto per innalzare le torri: corde grezze intrecciate, fasci di foglie di granturco, patate dolci, cipolle, peperoni e cacao; conigli, pecari, tacchini, anatre e cervi spellati e affumicati; cani, rane e pesci arrosto; carta di cactus e di corteccia; sciroppo di agave e miele selvatico; coloranti: indaco e rosso cocciniglia; coltelli dossidiana, punte di lancia di selce, asce di rame; pipe di bamb; sedie e sacconi per dormire; bracieri; stoviglie; sale; legna da costruzione; carbone; torce impregnate di resina; penne di pappagalli verdi, di aquila e di falco; erbe medicinali, impiastri, oli e unguenti; tamburi, corni di conchiglia, flauti, sonagli di zucche svuotate; stoffe co-

lorate e ricamate; gemme, pietre preziose, conchiglie, oro e argento; gioielli di ogni tipo: collane, orecchini, bracciali e perfino gli stessi banchi dei gioiellieri e dei tatuatori. In preda a una furia cieca, la folla impazzita diede fuoco alle pire. Una mezza dozzina di gabbie di schiavi erano state abbandonate su un lato della piazza, con ancora i prigionieri chiusi dentro, forse in attesa che venissero i maestri scalpellini o i sacerdoti a contenderseli. La vista di quei miserabili innesc nella folla una scintilla vendicativa. Erano Aztechi del Popolo dei Cani o prigionieri di altre trib o vecchi nemici: barbari che appartenevano a quei popoli che stavano avvicinandosi per mettere a ferro e fuoco la citt. La turba si scagli loro addosso trascinando le gabbie verso le cataste ancora da incendiare; poi le lanci sopra e appicc il fuoco, trasformando i roghi in pire funerarie. Attraversai il pi velocemente possibile la piazza in preda al caos. Un tempo in questo quartiere abitavano migliaia di sacerdoti con i loro accoliti: adesso erano fuggiti tutti ed era rimasto solo chi era troppo vecchio o malato per camminare. Si aggiravano per le strade con occhi spiritati, gridando contro il cielo. Superando il Tempio del Sole, vidi persone inginocchiate, il viso rivolto al cielo, che imploravano isteriche Tezcatlipoca, il Dio della Notte, perch li perdonasse. Altri trascinavano vittime innocenti su per i gradini fino alla sommit del tempio, le gettavano sugli altari di pietra e, improvvisandosi sacerdoti sacrificali, spaccavano e segavano le ossa del torace dei poveretti per estrarne il cuore. Mozzavano le teste e le lanciavano di sotto, guardando i crani che rimbalzavano sui gradini lordandoli di sangue. Poi squarciavano i ventri, si drappeggiavano negli intestini dei morti e urlavano come i cani di Mictlantecuhtli. Mi affrettai verso il luogo dove lAstronomo studiava il cielo, la mano stretta sul pugnale.

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rrivai finalmente alla casa e osservatorio dellAstronomo. Entrando, vidi subito che le mie misere propriet erano intonse: forse non avevano ritenuto che valesse la pena saccheggiarle e bruciarle. Il vecchio non era in casa, ma sapevo dove trovarlo. Aprii la porta segreta dellarmadio e tastai con la mano lungo il piede del muro per trovare il capo della corda che sollevava la botola, nascosta sotto uno spesso tappeto scuro, sporco di polvere e terra incrostate. Quando la alzai, il tappeto vi rimase sopra. Chiusi la porta dellarmadio e accesi una torcia, poi mi accucciai per entrare nel tunnel segreto, richiudendo la botola dietro di me. Mi affrettai lungo la galleria, fecendomi strada tra i tronchi vecchi e tarlati che puntellavano il basso soffitto: durante la mia assenza lanziano maestro non si era certo preoccupato di sostituirli o ripararli. Trovai lAstronomo nel laboratorio. Inginocchiato davanti al tavolo da scrittura, annotava numeri e date per le ultime pagine del suo immenso calendario. Pochi istanti dopo alz gli occhi e mi vide. Gli infiniti calcoli per il Calendario del Lungo Computo erano terminati. LAstronomo aveva decifrato il mistero dellUltimo Giorno. Ecco lultimo foglio del Grande Calendario, giovane

scriba mi disse il vecchio. Adesso puoi tradurlo nei sacri geroglifici. Presi il suo posto davanti al tavolo, stesi un foglio immacolato di carta di corteccia e mi misi al lavoro. Dopo unora avevo finito. I geroglifici erano pronti e il Codice con il Calendario del Lungo Computo era concluso. Il vecchio era crollato in un angolo. Da scienziato consumato qual era, si era rifiutato di rendere lanima agli dei finch non avesse completato il lavoro. Adesso che aveva finito, era morto. Era arrivato al traguardo. La corsa era terminata. Fedele sia alla propria coscienza sia allimperatore, aveva mantenuto fino allultimo la parola data. Perch portarlo di sopra? pensai. Che fine far questo corpo? Lo getteranno su una pila di merci rubate? Meglio che rimanga qui, dove ha lavorato con passione e raggiunto frutti preziosi. Dove stato felice. Qualcuno dei tronchi pi marci presto croller trascinandosi dietro gli altri. Il luogo che ha assistito al suo trionfo diventer il suo mausoleo. Losservatorio, il suo santuario. Lentamente ripercorsi il tunnel, verso la botola e larmadio segreto.

PARTE DICIANNOVESIMA

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ppena uscii dallarmadio, seppi che qualcosa di nefasto si era abbattuto sulla citt. Il calore allinterno dellosservatorio era insopportabile e per strada la gente sembrava impazzita e correva freneticamente avanti e indietro. Le madri afferravano i bambini e li trascinavano verso le porte, cercando nel frattempo di infilare nelle sacche da viaggio quante pi cose potevano. I viali pi ampi sembravano fornaci e i vicoli le porte dellinferno. I palazzi che fiancheggiavano le strade erano muri ininterrotti di fuoco. In lontananza si vedeva unenorme palla rossa fiammeggiante che levitava al di sopra di Tula: era il rogo del palazzo reale di Quetzalcoatl. Ritornai allinterno dellosservatorio, afferrai un perizoma pulito e ci versai sopra unintera anfora dacqua, poi versai una seconda anfora in un otre. Riempii di tortillas secche gli interstizi vuoti della borsa in cui avevo messo i Codici. Sarei uscito da Tula come vi ero arrivato, con poco pi degli abiti che avevo indosso. Adesso, per, avevo un carico speciale: il Calendario e i Codici. Uscendo dallosservatorio, mi gettai nel primo viale ampio che trovai, naso e bocca coperti dal perizoma bagnato che usavo anche per strofinarmi gli occhi accecati dal fumo acre.

Con immensa sorpresa mi imbattei in Scudo Fumante che era tornato indietro a cercarmi. Aveva le vesti bruciate e sporche di fuliggine. Le fiamme gli gettavano una luce sinistra sul viso contratto da una smorfia. Gli occhi del comandante facevano pensare a un giaguaro impazzito. Che succede? gridai al di sopra del frastuono demoniaco che ci circondava. I sacerdoti della morte dicono che Tezcatlipoca, il Dio della Notte Eterna, ha parlato! E come? Non lhai visto? No, ero sotto, con lAstronomo. Scudo Fumante mi guard. La smorfia divenne il sorriso di un pazzo. Il pugno ardente di Tezcatlipoca ha solcato il cielo. Ha scagliato le stelle sulla Terra, il Dio della Morte ha incendiato Tula fino alle fondamenta! I pochi sacerdoti rimasti sono saliti sulla cima del tempio, gridano a chi ancora li ascolta che Tezcatlipoca ha giurato di tornare. La prossima volta ci uccider tutti. I sacerdoti della morte hanno perso il senno. Ieri sarei stato daccordo con te. Tuttavia, oggi, non sono pi sicuro. Perch non sei con il nostro sovrano? Il nostro signore, Quetzalcoatl, mi ha mandato indietro a prenderti. Vuole che tu venga con noi. Ha detto che non pu abbandonarti una seconda volta. Allora sono costretto a disobbedire. Ho un dovere da compiere, lo sai annunciai, toccando la sacca con i Codici. Gli ho detto che avresti risposto cos fece Scudo Fumante. Va da Quetzalcoatl gridai, e proteggilo. Io devo seguire la mia strada. Ci guardammo negli occhi ancora un momento, senza parlare, mentre Tula intorno a noi era in fiamme. E... comandante dissi, grazie. Per tutto. Va con gli dei!

Anche tu, Guerriero Giaguaro. Si volt e and via a passo svelto lungo il viale rovente. Sotto il peso della sacca, io procedevo pi lentamente. Laria era bollente al punto da bruciarmi i polmoni, e il perizoma fradicio si asciugava con unincredibile rapidit. Mi mancavano comunque solo tre strade e sarei stato alle porte di Tula. Mi unii al fiume di sfollati e infine mi infilai sotto la galleria che attraversava le mura. Con Tula alle spalle, e il Calendario e i Codici al sicuro nella sacca sulla schiena, intrapresi la lunga marcia verso la regione dei canyon, andando a ritroso lungo la strada che allinizio mi aveva condotto in questa favolosa citt. Forse nella parete di un arroyo avrei potuto trovare un buon nascondiglio per il primo dei Codici. Ammirai ancora una volta la citt che mi aveva reso uomo, insegnato ad amare e dato una missione da eroe. Mi fermai e la guardai morire. Quella vita si era conclusa. Adesso ne cominciava unaltra e io sapevo gi cosa fare: avevo un compito da portare a termine. Ero destinato a preservare nelleffimera vampa dellanima e nel grande rogo finale una scintilla di speranza, forse perfino un piccolo bagliore di redenzione per lumanit.

Epilogo

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ncora una volta, la dottoressa Cardiff fu la prima a entrare nella sala conferenze. Quando arriv il gruppo dei tre ritardatari, il Presidente si scus: Mi dispiace, abbiamo fatto tardi. Il Consiglio Nazionale di Sicurezza ancora non ha trovato un modo per risolvere la questione di Gaza. Forse non dovrai preoccuparti di Gaza ancora per molto. Reets mi ha mandato una e-mail ieri sera e lho stampata. Come noterete, si riferisce a Jamesy e Hargrave chiamandoli J. e H. Distribu i fogli stampati. Quando li avete letti, restituitemeli per la distruzione. Tutti lessero.

Cara Card, brutte notizie: abbiamo trovato il Codice n. 3, ma gli Apachureros ci hanno beccato. J. e H. ne hanno fatto parlare uno e quello ha rivelato che qualcuno dalle vostre parti li ha informati. Il tizio non avrebbe avuto motivo di mentire e il fatto che ci siano piombati addosso non ha altra spiegazione: altrimenti come avrebbero fatto a trovarci nel bel mezzo del nulla, in fondo a un canyon desertico del Chihuahua? Le probabilit che fosse una coincidenza

sono infinitesime. Invece, luomo ha mostrato lSMS con cui era stato avvisato, quindi non ci sono dubbi. Card, c una spia nel tuo gruppo, perci questa sar la nostra ultima comunicazione. In ogni modo non ti preoccupare. Abbiamo armi, soldi, mezcal: dunque tutto quello che ci serve. Troveremo lultimo Codice, fosse anche lultima cosa che facciamo nella vita. Nel frattempo, distruggeremo i telefoni satellitari e i GPS e staremo nascosti. Anche sottoterra, dice J., se servir. Digli che non ci vedranno, perch ci seppelliamo senza aperture ha detto di riferirvi! Non cercate di rintracciarci, o quel verme ci far uccidere. Piuttosto, se volete aiutarci, liberatevi di quel hideputa che sta con voi. Hideputa in messicano vuol dire figlio di puttana. Dannazione, non ne posso pi di questi Apachureros! Con affetto, Reets P.S. Ci chiedevi se i Codici raccontavano come Tula stata distrutta. Il Codice n. 3 probabilmente descrive i dettagli. Coop ci sta lavorando sodo. molto allusivo e allegorico, perci parecchio difficile da tradurre. Ma se c una persona al mondo in grado di riuscirci, di sicuro lei! Per ora sembra che Tula sia stata mazziata ben bene e non solo dalla siccit e dalla guerra civile. stata mitragliata con un arsenale diabolico. Ora passo e chiudo. Quetzalcoatl dice che ritorner a cercarci, tipo nel 2012. Coop ha tradotto una parte della profezia di Quetzalcoatl annunci la dottoressa Cardiff. Non so per se ci sar di qualche aiuto. Il dio-re dichiara che subiremo la stessa sorte di Tula e il gran finale arriva nel 2012. Cardiff distribu a tutti un secondo foglio.

Cos dice Quetzalcoatl: Ho avuto una Visione. Ho visto il cinque volte demone, con le ali dellaquila, i denti del serpente a sonagli, gli artigli del giaguaro, le mascelle del coccodrillo e le mani e il cervello delluomo. Ho visto le ali letali dellaquila, la Crepa Scura che si sgretolava, il pozzo senza fondo che spalancava la bocca, le fiamme dellinferno, la terra riarsa, la pioggia di fuoco, la tempesta di cenere... Il serpente a sonagli sopra le nubi spargeva morte dalle zanne infuocate... campi e foreste, templi e torri torri alte pi del cielo e templi che sfioravano il Sole trasformati in palle di fuoco... poi pi nulla. Ho visto gli artigli del giaguaro dilaniare e distruggere. Cervi, cani, conigli, scoiattoli, linci, orsi, lupi, capre, tacchini, volpi, coyote, puma... tutti scappavano. Ma il Dio del Fuoco veloce con il fulmine. Scarnificate e bruciate, le sue vittime implorano la morte. Ho visto il sorriso del coccodrillo: denti, esplosioni del mare, onde alte come montagne infinite, i suoi fiumi di sangue... i suoi laghi di fuoco. Ho visto noi... armi senza fine, uccisioni demoniache, terra prosciugata, Soli artificiali che scoppiano seminando morte... Citt, fattorie, industrie, scienza, cultura, conoscenza, gioia, arte, amore, ricordi, verit, vita... spariti. Gesta eroiche, grandi trionfi... spariti. Vita... abbandonata a se stessa... sparita. Ho visto gli dei-stella morire, la Luna allagata di sangue, il Sole spegnersi accecato e oscurato nel cuore. Mille miliardi di anni nellinferno di Mictlantecuhtli non basterebbero a espiare per quanto stato perduto. Ascoltate le mie parole: non accusate gli dei e le stelle, la colpa solo... nostra. Ascoltate le mie parole: non fuggite dallaquila, dal gia-

guaro, dal serpente e dal coccodrillo. Fuggite piuttosto da voi stessi. Aquile... addio. Giaguari, serpenti a sonagli e coccodrilli... addio. Quetzalcoatl... addio. Offrendovi il sangue, il cuore, la morte, noi offriamo... noi stessi. Offriamo la notte. Offriamo tutto a Tezcatlipoca, il Dio della Notte. Cos finisce la Visione. Volevamo sapere cosera accaduto a Tula esclam il Presidente, e credo proprio che Quetzalcoatl ce labbia appena detto! Grazie tante, Quetzy fece Bradford. Mi piacerebbe sentire la tua interpretazione, generale chiese il Presidente. Fuoco da terra, fuoco dal cielo, fuoco dagli uomini rispose il generale Hagberg. Dottoressa Cardiff? chiese ancora il Presidente. La tua opinione? Tula stato il prologo. Il 2012 sar il completamento. Allora che Dio abbia piet delle nostre anime concluse il Presidente, Tezcatlipoca tornato.

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