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L. D.

TROTSKIJ

Rivoluzione e vita quotidiana1


Nota introduttiva

Il libro che presentiamo comprende una serie di articoli di Lev Trotskij pubblicati dalla Pravda nel 1923. Gli articoli erano stati elaborati da Trotskij sulla base di discussioni tenute con propagandisti comunisti nel corso di riunioni organizzate a Mosca. Questi articoli, assieme al XXI volume della Edizione Russa delle Opere complete di Trotskij, costituiscono il contributo pi importante del rivoluzionario russo alla discussione sui problemi della cultura nel periodo di transizione. Gli articoli che presentiamo sono stati pubblicati nel 1924 in una edizione inglese dal titolo Problems of Life che ha avuto un notevole successo. Ci limitiamo a segnalare che Wilhelm Reich ha citato questi scritti di Trotskij nel suo volume La rivoluzione sessuale2 e che Bernard Shaw ha scritto al riguardo:
Ieri, mentre ero in viaggio per Northampton, ho letto i discorsi dei nostri grandi dirigenti di partito e anche un libretto in edizione economica scritto da Trotskij su Problems of Life. Se si amano espressioni di semplice grossolana crudelt, allora difficile considerare qualche cosa oltre i discorsi di Birkenhead, Lloyd George e Churchill. Se invece si preferisce buon senso, grande franchezza e capacit mentale raffinata, allora si legge sempre Trotskij. Passare dalla campagna presidenziale nel vostro paese e dalle nostre elezioni politiche,3 alla visione che ci offre Trotskij come spostarsi da un pianeta all'altro4.

Agli articoli della Pravda abbiamo aggiunto tre articoli: I compiti dell'educazione comunista e La trasformazione della morale, tratti dal bollettino in lingua inglese Inprecorr , edito a cura dell'Internazionale Comunista, e Cultura e Socialismo, dal Novij Mir del gennaio 1927.

1 Copyright 1971 Edizioni Samon e Savelli, Roma Traduzione: Sirio Di Giuliomaria 2 W. REICH, La rivoluzione sessuale, Feltrinelli, 1965, p. 133. 3 Shav si riferisce rispettivamente agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. 4 G. B. SHAW, To a Young Actress, in Letters of Bernard Shaw to Molly Tompkins, citate dal Militant, settimanale del Socialist Workers Party degli Stati Uniti, 26 giugno 1961. 1

Non si vive solo di politica

Tutti coloro che si dedicano ad attivit a carattere propagandistico dovrebbero avere ben presente questa semplice affermazione. I tempi cambiano e cambia anche l'atteggiamento della gente. La storia del nostro partito, nel periodo antecedente la rivoluzione, era una storia di politica rivoluzionaria. La stampa del partito, la sua organizzazione, tutto era dominato dalla politica nel senso pi ristretto del termine. La crisi rivoluzionaria aveva accentuato ancor pi il grado di interesse politico verso i vari problemi. Il partito doveva conquistare gli elementi della classe operaia politicamente pi attivi. Attualmente la classe operaia perfettamente cosciente dei risultati fondamentali della rivoluzione; non affatto necessario continuare a ripetere la storia di questi risultati in quanto non eccita pi le menti degli operai e pu addirittura arrivare a far dimenticare le lezioni del passato. Con la conquista del potere e con il suo consolidamento dopo la guerra civile i nostri problemi pi attuali si sono trasferiti nel campo delle necessit culturali e della ricostruzione economica. Essi sono diventati pi complessi, pi frazionati e in un certo senso pi prosaici. Per giustificare tutte le lotte passate e tutti i sacrifici che abbiamo fatto dobbiamo imparare a comprendere questi problemi culturali e a risolverli uno a uno. Che cosa ha realmente guadagnato e conquistato la classe operaia a seguito della rivoluzione? 1. - La dittatura del proletariato (rappresentata dal governo operaio e contadino sotto la direzione del partito comunista). 2. - L'Armata rossa, solido sostegno della dittatura del proletariato. 3. - La nazionalizzazione dei principali mezzi di produzione, senza di cui la dittatura del proletariato sarebbe divenuta una forma priva di sostanza. 4. - Il monopolio del commercio estero, che rappresenta la condizione necessaria per una struttura statale a carattere socialista accerchiata dal capitalismo. Queste quattro cose, che sono state definitivamente conquistate, costituiscono l'armatura d'acciaio di tutto il nostro lavoro; ogni successo che raggiungiamo in campo economico o culturale - a patto che sia una conquista reale e non una mistificazione - costituisce nell'ambito di questa ossatura una parte essenziale della struttura socialista. Quale ora il problema da risolvere? Che cosa dobbiamo imparare innanzitutto? Per cosa dobbiamo batterci? Dobbiamo imparare a lavorare efficientemente: con accuratezza, con puntualit, in modo economico. Abbiamo bisogno di cultura nel lavoro e di cultura nella vita, nelle condizioni della vita. Dopo un lungo periodo preliminare di lotta siamo riusciti a rovesciare il dominio degli sfruttatori facendo una rivolta armata. Tuttavia gli stessi mezzi non servono a creare immediatamente una cultura. La classe operaia deve attraversare un lungo processo di autoeducazione, e lo stesso vale per i contadini, sia contemporaneamente agli operai, sia sulla scia degli operai. Lenin parla di questo mutamento nei nostri obiettivi e nei nostri sforzi nel suo articolo sulla cooperazione.
... siamo obbligati a riconoscere che tutte le nostre opinioni sul socialismo hanno subto un cambiamento radicale. Questo cambiamento radicale consiste nell'aver dapprima posto il centro di gravit, e dovevamo porlo, sulla lotta politica, sulla rivoluzione, sulla conquista del potere. ecc. Ora invece il centro di gravit si sposta fino al punto di trasferirsi al pacifico lavoro organizzativo "culturale". Sono pronto a dire che per noi il centro di gravit si trasporta sul lavoro culturale, se non ne fossimo impediti dai rapporti

internazionali, dall'obbligo di lottare per la nostra posizione su scala internazionale. Ma se lasciamo questo da parte e ci limitiamo ai rapporti economici interni, allora oggi il centro di gravit del nostro lavoro si porta veramente sul lavoro culturale.

Penso che a questo punto giovi citare un passo sulla fase della lotta per la cultura tratto dal mio libro Note sul Partito: Nella sua realizzazione pratica la rivoluzione sembra si sia indirizzata verso tutta una serie di problemi minori: dobbiamo riparare ponti; insegnare a leggere e a scrivere, cercare di abbassare i cost di produzione, lottare .contro la sporcizia, catturare i ladri, far arrivare l'energia elettrica dappertutto, ecc. Alcuni intellettuali di bassa lega e con una mentalit distorta che li fa illudere di essere poeti o filosofi, parlano gi della rivoluzione con una aria di condiscendente superiorit. "La rivoluzione sta imparando a commerciare e ad attaccare i bottoni", dicono sorridendo. Ma lasciamo perdere i chiacchieroni. Il lavoro quotidiano eminentemente pratico, a patto che sia costrurtivo dal punto di vista dell' economia e della cultura sovietica - e tutto ci comprende il commercio al dettaglio - non affatto una politica di "piccoli atti" e non tende necessariamente ad avere il marchio della meschinit. La vita dell'uomo abbonda di piccole azioni senza grandi sbocchi, ma non possibile ottenere grandi risultati senza piccole conquiste. Per essere pi preciso, in un periodo di grandi conquiste, le piccole imprese cessano di essere piccole per il fatto di essere inserite in problemi di ampia portata.
Attualmente occorre occuparci a fondo della capacit costruttiva della classe operaia. Per la prima volta nella storia la classe operaia sta svolgendo un'attivit costruttiva di cui beneficia direttamente e che pianifica da sola. Questa attivit pianificatrice, sebbene ancora imperfetta e confusa, collegher tutte le parti grandi e piccole di questo lavoro, tutti i suoi particolari, nell'unit di una concezione creativa pi ampia. Tutti i singoli problemi, anche minori - compreso quello del commercio al dettaglio - rientrano nel piano generale che consentir alla classe operaia al potere di superare la fase di debolezza economica e di mancanza di cultura. Un lavoro costruttivo di tipo socialista si fonda sull' attivit sistematica svolta su vasta scala; con alti e bassi, con errori e ripiegamenti, fra tutte le difficolt della NEP, il partito porta avanti il suo piano, educa le giovani generazioni nello spirito di questo piano, insegna a tutti a collegare gli scopi individuali al problema comune di tutti coloro che possano essere chiamati un giorno ad attaccare un bottone sovietico e il giorno dopo a trovare la morte senza paura sotto la bandiera del comunismo. Dobbiamo chiedere che si addestrino con seriet e con cura i nostri giovani perch venga loro risparmiato il male di cui soffre l'attuale generazione: la tendenza all'indeterminatezza e alla superficialit. Ma tutta la specializzazione e la preparazione deve servire a uno scopo comune che deve essere compreso da tutti.

Ad eccezione dei problemi derivanti dalla nostra collocazione internazionale non c' nulla che ci impedisce, come ci dice Lenin, di lottare per un elevamento del livello culturale. Ora questi problemi, come vedremo subito, non sono affatto di ordine diverso. La nostra posizione internazionale dipende largamente dalla forza della nostra autodifesa, vale a dire dall'efficienza dell'Armata rossa; sotto tale aspetto della nostra esistenza in quanto Stato, il nostro problema consiste quasi interamente nello sviluppo del lavoro culturale: dobbiamo elevare il livello culturale dell'esercito, insegnare ad ogni singolo soldato a leggere e a scrivere. Gli uomini debbono saper leggere libri, usare manuali e carte geografiche, acquisire abitudini di pulizia, puntualit e frugalit. Tutto ci non pu essere realizzato immediatamente, con un colpo di bacchetta magica. Durante la guerra civile e nel periodo immediatamente successivo, si sono fatti tentativi miranti a sanare la situazione elaborando una dottrina proletaria del militarismo inventata a bella posta, dottrina che mancava di qualsiasi comprensione reale dei nostri veri problemi. Lo stesso .accaduto con il piano ambizioso di creare una cultura proletaria artificialmente. Tutte queste ricerche della pietra filosofale mostrano nello
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stesso tempo uno stato di disperazione per la nostra situazione in campo culturale e una fede nei miracoli. Ma noi non abbiamo ragioni di disperare e, per ci che riguarda i miracoli e le ciarlatanerie da bambini come la cultura proletaria o il militarismo proletario , ora di liberarcene per sempre. Dobbiamo vedere lo sviluppo della cultura nell'ambito della dittatura del proletariato e solo ci pu assicurare il significato socialista delle conquiste rivoluzionarie. Chiunque non riesce a vedere tutto ci svolge un ruolo reazionario nello sviluppo del pensiero e del lavoro del partito. Quando Lenin dice che attualmente il nostro lavoro si deve concentrare meno nella politica e pi nella cultura, dobbiamo aver chiari i termini che egli adopera in modo da non interpretare male il significato di quello che ci dice. In un certo senso la politica ha sempre il primo posto. Anche il consiglio di Lenin di spostare l'accento del nostro interesse dalla politica alla cultura non altro che un consiglio di natura politica. Quando il partito operaio di un determinato paese decide che in un certo momento i problemi economici e non quelli politici debbano avere la precedenza, prende una decisione di natura politica. E' quindi ovvio che il termine politica viene adoperato a tale proposito con due significati diversi: il primo, in senso ampiamente materialistico e dialettico, indica il complesso di tutti i principi, metodi e sistemi che determinano lattivit collettiva in tutti i campi della vita pubblica; il secondo significato, in senso pi ristretto, indica la parte ben delimitata dell'attivit pubblica che si occupa della lotta per il potere e in questo senso il termine lavoro politico viene opposto al lavoro economico, alla lotta per la cultura, ecc. Parlando di politica come economia concentrata, Lenin intendeva politica in un senso filosofico ampio. Ma quando esortava a fare meno politica e pi economia , egli si riferiva alla politica in senso restrittivo e specifico. I due modi di adoperare questo termine sono sanzionati dalla tradizione e sono pienamente giustificati. Il partito comunista un partito politico in un senso storico ampio o, possiamo anche dire, filosofico. Gli altri partiti sono politici solo nel senso pi ristretto del termine. Lo spostamento dell'interesse del nostro partito verso la lotta per la cultura non indebolisce quindi l'importanza politica del partito. Il partito concentrer la propria attivit nel lavoro culturale ed assumer un ruolo dirigente in questo lavoro; ci costituir il suo ruolo storicamente dirigente, che un ruolo politico. Prima di poter fare a meno della sua struttura e di poter dissolversi nella comunit socialista, il partito deve lavorare per lunghi anni in direzione del socialismo, ottenere successi all'interno e realizzare una situazione di sicurezza verso l'esterno. Il momento in cui saranno raggiunti questi obiettivi ancora assai lontano e quindi non serve affatto esaminarlo dettagliatamente. Nel futuro pi immediato il partito deve conservare pienamente le sue caratteristiche fondamentali: unit di scopi, centralismo, disciplina e, di conseguenza, capacit di lotta. Ma esso ha bisogno nelle condizioni attuali di una base economica estremamente sana per conservare e sviluppare queste conquiste inestimabili dello spirito comunista. Le questioni economiche assumono quindi una posizione di primo piano nella nostra politica e solamente sulla base di questa considerazione il partito concentra e distribuisce le proprie forze ed educa le giovani generazioni. In altri termini, un lavoro politico su scala pi ampia richiede che la distribuzione delle forze e leducazione e propaganda debbano fondarsi sulle necessit economiche e culturali e non unicamente su quelle politiche, nel senso ristretto del termine. Il proletariato una unit sociale poderosa che manifesta pienamente la propria forza durante i periodi di intensa lotta rivoluzionaria che conduce per tutta la classe. Ma nell'ambito di questa unit possiamo osservare una notevole variet: fra il pastore analfabeta e dotato di scarsa capacit di comprensione e l'operaio metalmeccanico

altamente qualificato si possono riscontrare tutta una serie di livelli nel campo della cultura e della vita pi in generale. Inoltre ogni classe, ogni gruppo, ogni settore comprende gente dalle et pi disparate, dai temperamenti diversi e dal passato eterogeneo. Se non fosse per l'esistenza di questa variet, il lavoro del partito comunista potrebbe essere assai pi facile. L'esempio dell'Europa occidentale ci mostra nella realt quanto sia difficile questo lavoro. Si potrebbe dire che pi la storia di un paese, e quindi della sua classe operaia, ricca, pi sono vasti i raggruppamenti tradizionali, pi difficile raggiungere lunit rivoluzionaria della classe operaia. Il proletariato russo non ha una lunga storia di classe ed privo di tradizioni; tutto ci ha indubbiamente facilitato quella educazione rivoluzionaria che ha portato all'ottobre. Nello stesso tempo per tutto ci rende assai pi difficile la fase rivoluzionaria costruttiva. L'operaio russo ad eccezione di quello che si trova al vertice della classe - di solito manca delle abitudini e delle nozioni pi elementari in campo culturale (per ci che riguarda la pulizia, l'istruzione, la puntualit, ecc.). L'operaio dell'Europa occidentale possiede in maggior misura queste abitudini in quanto le ha acquisite in regime borghese con un processo lungo e lento. Ci spiega perch nell'Europa occidentale la classe operaia cos fortemente attaccata al regime borghese, con la sua democrazia e libert di stampa per i capitalisti, e tutti gli altri vantaggi. Il regime borghese russo non ha avuto il tempo di fare nulla di buono per la classe operaia; il proletariato russo ha cos rotto pi facilmente con la borghesia e ne ha rovesciato il regime senza rimpianti. Ma per questa stessa ragione in Russia il proletariato sta solamente cominciando ad acquisire e ad accumulare gli elementi pi semplici di una cultura, e lo fa gi nell'ambito di uno Stato operaio. La storia non d nulla gratis. Avendo concesso uno sconto in un campo, quello politico, ci fa pagare un prezzo pi alto in un altro, quello culturale. Pi il proletariato russo passato con facilit (relativa, ovvio) attraverso la crisi rivoluzionaria, pi diventa ora difficile il compito di costruire il socialismo. Ma d'altro canto la cornice della nostra attuale struttura sociale tale, essendo contrassegnata dalle quattro caratteristiche a cui abbiamo accennato, che tutti gli sforzi genuini in campo economico e culturale portano praticamente l'impronta del socialismo. In regime borghese il lavoratore, senza volerlo, arricchiva continuamente la borghesia e pi il suo lavoro era di qualit pi egli l'arricchiva. Nello Stato sovietico un operaio coscienzioso, anche senza volerlo - cio anche se non fa parte del partito o non si interessa di politica - raggiunge risultati di tipo socialista e incrementa la ricchezza della classe operaia. Tutto ci la conseguenza della rivoluzione d'ottobre e la NEP non ha cambiato nulla al riguardo. In Russia sono molti gli operai che non fanno parte del partito, che sono interessati profondamente nella produzione e nell'aspetto tecnico del loro lavoro, ma essi non sono nel loro complesso spoliticizzati o indifferenti alla politica. In tutti i momenti pi gravi e difficili della rivoluzione sono stati al nostro fianco. Nella stragrande maggioranza non hanno avuto paura dell'ottobre, non hanno disertato, non ci hanno tradito. Durante la guerra civile molti hanno combattuto sui vari fronti, altri hanno lavorato per l'esercito, producendo munizioni. Possono essere descritti come non politicizzati ma nel senso che in tempo di pace essi si occupano pi dell'attivit professionale, oppure delle famiglie, che della politica. Essi vogliono essere tutti buoni operai; diventare sempre pi efficienti sul lavoro, per raggiungere una posizione pi elevata - in parte a beneficio delle loro famiglie ma anche per la soddisfazione di un'ambizione professionale perfettamente legittima. Implicitamente ciascuno di loro, come ho gi detto, svolge un lavoro socialista senza neanche accorgersene. In quanto partito comunista vogliamo che questi operai colleghino coscientemente il loro lavoro produttivo individuale ai problemi della costruzione socialista nel suo complesso. Gli
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interessi del socialismo saranno assai meglio tutelati da un'attivit unificata su questa base, mentre coloro che costruiscono individualmente il socialismo otterranno una soddisfazione morale maggiore dal proprio lavoro. Ma come si pu raggiungere tutto ci? E' assai difficile avvicinare questo tipo di operaio con strumenti esclusivamente politici. Egli ha ascoltato tutti i discorsi che sono stati fatti e non si preoccupa di sentirne altri. Non incline ad aderire al partito. I suoi pensieri sono concentrati verso il lavoro, ma egli non particolarmente soddisfatto delle condizioni che esistono attualmente in fabbrica. Operai del genere cercano .da soli di arrivare alla radice delle cose; essi non sono comunicativi: fanno parte di quella classe che produce inventori autodidatti. Non rispondono agli stimoli politici - almeno non con grande impeto - ma possono e debbono essere avvicinati su questioni che riguardano la produzione e la tecnica. Uno dei partecipanti alla conferenza di Mosca sulla propaganda di massa, il compagno Cholzov, si soffermato sull'estrema scarsit di manuali, anche piccoli, e di pubblicazioni orientative, pubblicati nella Russia sovietica per lo studio delle varie attivit lavorative e artigianali. I vecchi libri esistenti in questo campo sono quasi esauriti; inoltre molti di essi sono arretrati tecnicamente, mentre politicamente sono di solito imbevuti di spirito capitalistico. I nuovi manuali a carattere tecnico sono pochissimi e difficili da procurare, essendo stati pubblicati a caso dai vari editori o enti statali senza nessun piano. Dal punto di vista tecnico non sono sempre soddisfacenti; alcuni di loro sono troppo astratti, troppo accademici e di solito senza colore politico essendo in genere traduzioni adattate di libri pubblicati all'estero. Quello che vogliamo in realt una serie di manuali nuovi: per il fabbro, l'ebanista, l'elettricista sovietici, ecc. Questi manuali debbono essere adatti allo stato attuale della nostra tecnica e della nostra economia, debbono prendere in considerazione sia l'esistenza di una condizione di povert nel nostro paese sia le nostre grandi possibilit, devono cercare di introdurre nuovi metodi e nuove abitudini nella nostra vita industriale. Essi debbono presentare concezioni socialiste (o almeno debbono cercare di farlo) corrispondenti alle necessit e agli interessi dello sviluppo tecnico; ci comprende problemi di standardizzazione, di elettrificazione, di pianificazione economica. In questi libri, i principi e le conclusioni a carattere socialista non debbono rappresentare elementi di semplice propaganda ma debbono essere parte integrante di un insegnamento pratico. Di libri del genere si sente gran bisogno, considerando la penuria di operai specializzati, il desiderio degli stessi operai di diventare pi efficienti, e il fatto che la loro esperienza industriale stata interrotta dai lunghi anni della guerra imperialista e della guerra civile. Ci troviamo quindi ad affrontare compiti estremamente importanti e gravosi. E' ovvio che non facile creare una serie di manuali come questi. I buoni operai, considerati dal punto di vista pratico, non scrivono manuali; i teorici, che normalmente si occupano di scriverli, non hanno esperienza dell'aspetto pratico del lavoro. Inoltre pochissimi di questi ultimi hanno convinzioni socialiste. Si pu dare una soluzione se si abbandonano i metodi di routine e si fa ricorso a sforzi combinati. E' necessaria la collaborazione di almeno tre autori per scrivere o anche solo pubblicare un manualetto. Ci deve essere uno specialista che abbia un'accurata conoscenza dell'aspetto tecnico, uno che conosca le condizioni della nostra attuale produzione nel campo che si scelto, o che sia capace di informarsi al riguardo; gli altri due dovrebbero essere un operaio altamente qualificato nel settore dato, uno che sia interessato alla produzione e, se possibile, abbia capacit inventive, e uno scrittore professionista che abbia convinzioni marxiste e interessi in campo industriale, con cognizioni a carattere tecnico. In questo modo, o in un modo abbastanza simile, dobbiamo riuscire a creare una bibliotechina modello di manuali tecnici sulla produzione industriale. I libri debbono ovviamente

essere .stampati bene, rilegati accuratamente, tascabili e di poco prezzo. Una bibliotechina del genere sarebbe estremamente utile da due punti di vista: riuscirebbe ad elevare il livello tecnico del lavoro e quindi contribuirebbe al successo della costruzione socialista; nello stesso tempo stimolerebbe linteresse di un buon numero di lavoratori verso i problemi dell'economia sovietica nel suo complesso e di conseguenza verso il partito comunista. Le nostre necessit non si limitano ovviamente a una serie di manuali. Mi sono diffuso alquanto su tale questione per dare un esempio dei nuovi metodi di lavoro richiesti dai problemi che ci si presentano oggi. C' molto da fare nell'interesse degli operai non politicizzati. Si debbono pubblicare giornali di categoria e creare associazioni a carattere tecnico. Una buona met della nostra stampa tecnico-professionale deve prestare attenzione alle esigenze dell'operaio dell'industria e soprattutto di quel tipo di operaio capace ma non politicizzato, se vuole conquistare lettori al di fuori della cerchia dei sindacalisti. Dobbiamo per essere convinti che gli argomenti politici pi convincenti per operai del genere sono costituiti dalle nostre conquiste pratiche in campo industriale, da qualsiasi successo sia pure occasionale nelle fabbriche, da qualsiasi sforzo coronato da successo fatto dal partito in questa direzione. Le concezioni politiche dell'operaio dell'industria che ci interessa di pi ora, possono essere illustrate ancora meglio dal tentativo, come quello che illustriamo qui di seguito, di formulare sia pure in modo approssimativo i pensieri che raramente egli esprime. Dunque - egli direbbe - la rivoluzione e il rovesciamento della borghesia mi va bene. Niente da dire in proposito. E' stato fatto una volta per sempre. Non abbiamo pi bisogno della borghesia e non abbiamo bisogno neanche dei menscevichi o di altri loro compari. Per ci che riguarda la "libert di stampa", non importa. Non questo il problema pi importante. Ma l'economia? Voi comunisti vi siete presi l'impegno di dirigerla nel suo complesso. I vostri obiettivi e i vostri piani sono eccellenti, come tutti sappiamo, non continuate a ripeterlo. Voi ne sapete abbastanza, siamo d'accordo con voi e siamo pronti a sostenervi; ma come intendete realizzare i vostri piani? Finora; diciamoci la verit, assai spesso avete commesso errori. Sappiamo bene che non si pu fare tutto in una volta, che dovete imparare il mestiere, e che non si possono evitare errori anche grossolani. Tutto ci assolutamente vero e poich abbiamo sopportato i crimini della borghesia, dobbiamo essere assai pi indulgenti verso gli errori della rivoluzione. Ma c' un limite a tutto. Tra le file di voi comunisti ci sono persone di ogni genere proprio come tra di noi miseri mortali. Alcuni apprendono veramente a lavorare, si impegnano realmente sul lavoro, cercano di raggiungere risultati pratici; molti invece se la cavano con chiacchiere oziose. E questi causano un danno non indifferente perch non fanno altro che farsi scappare le occasioni dalle mani.... Ecco come ragionano operai di questo tipo: fabbri, ebanisti o fonditori abili e capaci; gente che raramente si eccita, che ha tendenze piuttosto passive in campo politico, ma nello stesso tempo seria, critica, alquanto scettica, pur tuttavia fedele alla sua classe; si tratta di elementi proletari ad alto livello. Nella fase attuale del nostro lavoro il partito deve prendere in attenta considerazione questo tipo di operaio. La nostra presa su gente di questo stampo - in campo economico, produttivo, tecnico - costituir il segno politico pi evidente del nostro successo nel lavoro culturale, intendendo questo termine nel senso adoperato da Lenin. Il nostro interesse particolare verso l'operaio capace non contrasta in nessun modo con l'altro problema pi importante del partito: il grande interesse del proletariato verso le nuove generazioni. I giovani crescono nelle condizioni di un momento dato, crescono sani e forti, nella misura e secondo il modo in cui vengono risolti certi problemi ben determinati. Vogliamo che le nostre giovani generazioni in primo luogo siano composte
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di buoni operai altamente qualificati, dediti al lavoro. I giovani debbono crescere con la ferma convinzione che il loro lavoro produttivo nello stesso tempo un lavoro per il socialismo. Gli anziani che sono assai capaci nelle loro attivit professionali e, come ho gi detto, sono al di fuori del partito, si presentano con grande autorit agli occhi dei giovani proletari per l'interesse che mostrano nell'attivit di qualificazione professionale e per il desiderio che hanno di far andare bene le cose. Vedete quindi che il nostro interesse nell'avere operai bravi, onesti e capaci si risolve anche a favore dell'educazione delle nuove generazioni. Senza di ci non ci sarebbe marcia costante verso il socialismo.

Usi, costumi, abitudini

Nello studio delle manifestazioni della vita ci appare chiaramente la misura in cui l'uomo in quanto individuo il prodotto e non il creatore dell'ambiente. La vita quotidiana - cio condizioni e abitudini - evolve alle spalle dell'uomo, come diceva Marx, in misura maggiore di quanto accade nella vita economica. Alla creativit cosciente nel campo degli usi e costumi non riservato che un posto trascurabile nella storia dell'uomo. Le abitudini sono il prodotto dell'esperienza elementare dell'uomo; anch'esse mutano sotto la spinta del progresso tecnico o di stimoli occasionali rappresentati da lotte rivoluzionarie, ma nel loro complesso riflettono pi il passato che il presente dell'umanit. Il nostro proletariato di recente formazione e non ha grandi tradizioni. E' emerso negli ultimi dieci anni in parte dalla piccola borghesia cittadina e in parte dai contadini. La sua vita riflette chiaramente l'origine sociale. Basta richiamare alla memoria La morale di Rasterjaev di Gleb Uspenskij. Quali erano le caratteristiche principali degli abitanti di Rasterjaev, vale a dire dei lavoratori di Tula, verso la fine del secolo scorso? Si trattava di gente urbanizzata o di contadini che, avendo perso ogni speranza di diventare indipendenti economicamente, avevano formato un agglomerato composto di piccola borghesia non istruita e di reprobi. Sin da allora il proletariato avanzato a grandi passi, ma pi in politica che nella vita e nella morale. La vita conservativa. Nei suoi aspetti primitivi, via Rasterjaev naturalmente non esiste pi. Il trattamento brutale riservato agli apprendisti, il servilismo verso i padroni, gli aspetti disgustosi dell'ubriachezza e il teppismo sono scomparsi. Ma nei rapporti tra moglie e marito, tra genitori e figli, nella vita familiare isolata dal resto del mondo, il rasterjaevismo ha ancora profonde radici. Ci vogliono anni, o anche decine di anni, di sviluppo economico e culturale per eliminare il rasterjaevismo dal suo ultimo rifugio - la vita individuale familiare - e per rieducare da cima a fondo allo spirito del collettivismo. I problemi della vita familiare sono stati oggetto di una discussione particolarmente accalorata alla conferenza dei propagandisti di Mosca di cui abbiamo gi parlato. A questo proposito tutti avevano lamentele da fare. Erano particolarmente numerose le impressioni, le osservazioni e le domande; queste ultime non ricevevano risposta perch non erano espresse chiaramente; quindi non sono arrivate mai alla stampa n sono state mai riportate in altre riunioni. La vita dell'operaio e del comunista e la linea di contatto fra i due offre un enorme campo per osservazioni, deduzioni e realizzazioni di ordine pratico! La nostra letteratura non ci offre nessun aiuto a tale riguardo. L'arte per la sua stessa natura conservatrice: staccata dalla vita ed scarsamente capace di afferrare gli avvenimenti non appena si verificano. Il libro La settimana di Lebedinskij ha avuto grande successo e ha provocato un certo entusiasmo tra i nostri compagni, entusiasmo che mi sembrato eccessivo e pericoloso per il giovane autore. Per ci che riguarda la forma, il libro presenta le caratteristiche del lavoro di uno scolaretto, malgrado alcune note di talento. Lebedinskij potrebbe diventare un artista solamente mediante unattivit costante e approfondita. Vorrei tanto che lo diventasse ma questo non l'aspetto che ci interessa per il momento. La settimana ha dato l'impressione di qualcosa di nuovo e di poco artistico nella parte comunista della vita di cui si occupata, ma specialmente in questo il libro non affatto profondo. Gubkom ci viene presentato con un metodo che sa troppo di
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laboratorio; non ha radici profonde e non organico. Di qui tutto il libro diventa una divulgazione episodica, un racconto di emigranti rivoluzionari attirati dalla vita. E' naturalmente interessante e istruttivo dipingere la vita di Gubkom, ma le difficolt vengono quando l'organizzazione comunista entra nella vita quotidiana della gente. A questo punto si ha bisogno di una forte presa. Il partito comunista al momento costituisce la spinta principale di ogni movimento cosciente. Quindi la sua unit con le masse rappresenta la radice dell'azione, della reazione e della resistenza dal punto di vista storico. La teoria comunista precede lo sviluppo della nostra vita reale di almeno dieci anni e, da un certo punto di vista, di almeno un secolo. Se non fosse per questo fatto, il partito comunista non sarebbe stato quel fattore storico che ha dato il grande impulso rivoluzionario. Grazie al suo realismo e alla sua flessibilit dialettica, la teoria comunista fa progredire la metodologia politica che gli assicurer linfluenza in ogni condizione. Ma le idee politiche sono una cosa e gli usi e i costumi sono un'altra. La politica flessibile, mentre le abitudini rappresentano caratteristiche di ostinatezza e di grande stabilit. Ecco perch si verificano tanti conflitti quotidiani negli ambienti operai lungo la linea in cui la coscienza poggia sulla tradizione e questi conflitti sono aspri perch, in senso sociale, restano senza espressione. Essi non si riflettono nella nostra letteratura e neanche nella nostra pubblicistica. L nostra stampa non parla di tali questioni. Per ci che riguarda le nuove scuole artistiche che cercano di marciare con la rivoluzione, la vita per esse non esiste affatto. Vedete, esse desiderano ricostruire la vita, non dipingerla; ma la vita non pu essere assimilata succhiandola dal dito pollice: deve essere costruita partendo dagli elementi che sono capaci di svilupparsi. Cos, prima di costruire, dobbiamo conoscere quello che gi esiste. Ci non si riferisce unicamente alle abitudini, ma a qualsiasi attivit umana cosciente. Dobbiamo conoscere ci che esiste e in che direzione le cose che esistono stanno mutando, prima di poter partecipare alla costruzione della vita. Mostrate, e soprattutto mostrate a voi stessi, prima di tutto ci che succede in una fabbrica, negli ambienti operai, nelle cooperative, nei luoghi di riunione, nelle scuole, nelle strade, negli edifici pubblici e imparate a comprendere tutti ci, cio a trovare una prospettiva per i residui del passato e per gli embrioni del futuro. Questa esortazione vale sia per i romanzieri sia per i pubblicisti. Fateci vedere la vita cos come si sta forgiando nel crogiuolo rivoluzionario. Tuttavia non illecito supporre che gli appelli di per s non sposteranno l'attenzione dei nostri scrittori. Abbiamo bisogno di unorganizzazione e di una direzione che si muovano nel senso che abbiamo previsto. Lo studio e la divulgazione dei contenuti della vita operaia debbono in primo luogo divenire compito primario dei giornalisti e di coloro che in ogni caso possiedono occhi e orecchie. Dobbiamo in modo organizzato metterli al lavoro, istruirli, correggerli, guidarli ed educarli in modo da farli diventare scrittori rivoluzionari capaci di scrivere sulla vita quotidiana. Nello stesso tempo ampliare gli orizzonti dei corrispondenti dei giornali operai. Certamente ciascuno di loro capace di introdurre corrispondenze pi interessanti e avvincenti di quelle che abbiamo oggi. A tale scopo dobbiamo formulare una serie di questioni, stabilire i compiti, stimolare la discussione e sostenerla. Per elevare il livello culturale della classe operaia, la sua avanguardia deve innanzi tutto studiarne la vita. Per far ci deve sapere come vive. La classe borghese, soprattutto tramite i suoi intellettuali, ha gi risolto questo problema in larga misura anche prima di conquistare il potere; anche quando era all'opposizione era una classe ricca con artisti, poeti e pubblicisti al suo servizio, che l'aiutavano a pensare o che pensavano per lei. In Francia, nel XVIII secolo, il cosiddetto illuminismo era rappresentato da un periodo

in cui i filosofi borghesi si impegnavano negli aspetti diversi della vita sociale e individuale e si sforzavano di razionalizzarli, vale a dire di ricostruirli in base alla legge della ragione. Essi si occupavano di questioni che riguardavano non solo la politica e la chiesa ma anche il sesso, l'educazione dei bambini e cos via. Non c' dubbio che per il semplice fatto di porre e trattare tali questioni, essi contribuivano ad elevare il livello culturale dell'individuo non in generale, ma in quanto borghese e soprattutto intellettuale borghese. La forza della filosofia razionalista, cio la ricostruzione dei rapporti sociali e personali secondo la legge della ragione, risiedeva per nell'esistenza della propriet privata dei mezzi di produzione, che diventava il nuovo sostegno della societ fondata sulla ragione. La propriet privata condizionava il mercato, il gioco cieco delle forze economiche non dirette dalla ragione. I rapporti economici di mercato si riflettevano nelle condizioni di vita. Finch regnava il mercato, non si poteva neanche pensare di condurre una vera e propria razionalizzazione della vita delle masse popolari. Ecco perch l'applicazione pratica delle idee dei filosofi razionalisti del XVIII secolo era cos limitata malgrado il fatto che questi a volte fossero assai penetranti e coraggiosi nelle loro deduzioni. In Germania l'illuminismo cominci a esercitare la sua influenza nella prima met del secolo scorso. Alla testa del movimento era la giovane Germania, che aveva come dirigenti Heine e Boerne. Alla base ancora una volta c'era il lavoro critico della sinistra della classe borghese, cio dei suoi intellettuali, che avevano dichiarato guerra alla schiavit, al servilismo, all'ignoranza, al localismo con la sua stupidit e i suoi pregiudizi, e che aspiravano a instaurare il regno della ragione, non senza per un maggiore scetticismo rispetto ai loro predecessori francesi. Pi tardi questo movimento fu assorbito dalla rivoluzione piccolo-borghese del 1848. che si dimostr impotente persino a eliminare le numerose dinastie, per non parlare della ricostruzione da cima a fondo della vita dell'uomo. Nella nostra Russia arretrata l'illuminismo assunse un carattere piuttosto ampio nella seconda met del XIX secolo. Cerniscevskij, Pisarev, Dobrolubov, formati alla scuola di Belinskij, dirigevano i loro strali critici non tanto verso le questioni economiche quanto verso la confusione, la reazione e il modo di vivere orientale. Alle vecchie tradizioni essi contrapponevano l'uomo nuovo, il realistae 1'utilitarista che desidera costruirsi la vita sulle leggi della ragione e che viene ben presto trasformato in un essere pensante critico. Ma mentre i razionalisti francesi del XVIII secolo erano capaci, solo in misura piuttosto ridotta, di cambiare la vita e la morale formulate non dai filosofi ma dal mercato, mentre il ruolo giocato dai razionalisti tedeschi era ancora abbastanza modesto, l'influenza reale dell'insegnamento degli intellettuali russi sulla vita e sulla morale del popolo era addirittura trascurabile. A conti fatti, il ruolo storico giocato dai razionalisti russi, movimento popolare compreso, si limita all'aver preparato le condizioni per l'avvento dei partiti del proletariato rivoluzionario. Solo dopo che la classe operaia ha conquistato il potere, si sono create le condizioni per una reale trasformazione della vita fin nelle sue radici pi profonde. Non possibile razionalizzare la vita, cio trasformarla secondo i dettami della ragione, senza razionalizzare la produzione, poich le radici della vita e delle sue condizioni si trovano nell'economia. Solo il socialismo si posto il compito di seguire fino in fondo la strada della ragione e di subordinare tutte le attivit umane a questo scopo. La classe borghese nelle sue tendenze pi avanzate si limitata solo alla razionalizzazione della tecnologia da un lato (tramite le scienze naturali, la chimica, le invenzioni, le macchine) e la politica dall'altro (tramite il parlamento); non ha per razionalizzato l'economia, che divenuta il terreno di scontro della concorrenza cieca. Quindi l'ignoranza e la cecit
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continuano a regnare nella vita della societ borghese. Il potere che stato conquistato dalla classe operaia si trova di fronte al compito di dare alle fondamenta dei rapporti umani un controllo cosciente e una direzione. Solo cos si aprir la strada della ricostruzione razionale della vita. Tutto ci significa che il nostro successo nel campo degli usi e dei costumi dipende dal successo in campo economico. E' tuttavia vero che anche nelle attuali condizioni economiche potremmo introdurre nella nostra vita un elemento maggiore di critica, di iniziativa e di razionalit. Questo uno dei compiti del periodo in cui viviamo. Ci che tuttavia ancora ovvio che la ricostruzione della vita, lemancipazione delle donne dalla condizione di schiave domestiche, l'educazione comunista dei bambini, la liberazione del matrimonio dagli elementi di costrizione economica, e cos via, sono risultati che si possono ottenere nella misura in cui la crescita di forme socialiste di economia controbilanciano i residui del capitalismo. Un esame critico degli usi e dei costumi divenuto una necessit per far s che la vita, che conservatrice per le sue tradizioni che risalgono a migliaia di anni, non resti indietro rispetto alle possibilit di progresso che si presentano, anche nelle risorse economiche di oggi, e possa aprirsi al domani. D'altro canto, successi anche minimi nel campo degli usi e dei costumi ovviamente destinati ad elevare il livello culturale dei lavoratori e delle lavoratrici, avrebbero come effetto l'ampliamento delle possibilit di razionalizzazione dell'industria e la realizzazione pi rapida delle istituzioni socialiste; a sua volta ci apre la strada a nuove conquiste nel campo della socializzazione della vita. La dipendenza a questo punto logica. Il fattore principale l'economia ma, per influenzare l'economia, noi, in qualit di partito comunista e di Stato operaio, possiamo operare solo tramite la classe operaia elevando costantemente la conoscenza tecnica e il grado di cultura dei suoi elementi costitutivi. In uno Stato operaio la cultura serve il socialismo e il socialismo si batte per una espansione notevole della cultura, di una vera cultura al di fuori delle classi, di una cultura dell'uomo e dell'umanit.

Vodka, Chiesa e cinema

Due grossi avvenimenti hanno lasciato una nuova impronta nella vita operaia. Uno l'avvento della giornata lavorativa di otto ore, l'altro la proibizione della vendita della vodka in quanto rappresentava un'entrata trascurabile rispetto al notevole aumento delle entrate dello Stato. La rivoluzione ha ereditato la liquidazione del monopolio della vodka; essa ha riconfermato questo provvedimento ma nel farlo stata mossa da motivi di principio. Solo con la conquista del potere da parte della classe operaia, che divenuta creatrice di un nuovo ordinamento economico, la lotta contro l'alcoolismo tramite l'educazione e il proibizionismo ha potuto ricevere un significato storico. Il fatto che si sia rinunciato alla rendita proveniente dallo sfruttamento dell'alcoolismo durante la guerra imperialista non altera il fatto fondamentale che l'abolizione del sistema per il quale il paese incoraggiava a bere costituisce una delle conquiste della rivoluzione. Per ci che riguarda la giornata lavorativa di otto ore, si tratta di una conquista diretta della rivoluzione. Come fatto in s, la giornata lavorativa di otto ore ha portato a un mutamento radicale nella vita dell'operaio, liberandolo per due terzi della giornata dalla sua attivit lavorativa in fabbrica. Tutto ci ha gettato le basi per un mutamento radicale di vita, per uno sviluppo culturale, per l'educazione sociale e cosi via; ne ha solamente, ripetiamo, gettato le basi. Il significato principale della rivoluzione d'ottobre risiede nel fatto che il miglioramento economico di ogni operaio eleva automaticamente il livello materiale e culturale della classe operaia nel suo complesso. Otto ore per lavorare, otto ore per dormire, otto ore per svagarsi , dice la vecchia formula del movimento operaio. Nel nostro caso essa assume un nuovo significato. Pi viene utilizzata con profitto la settimana lavorativa di otto ore, pi aumenta la possibilit e la capacit di fruire in modo pi igienico delle otto ore di sonno, e pi le otto ore di riposo possono essere impiegate a scopi culturali e in senso pieno. La questione degli svaghi assume un'importanza maggiore per ci che riguarda la cultura e l'istruzione. Il carattere del bambino si rivela e si forma nel gioco. Il carattere dell'adulto si manifesta chiaramente nei suoi svaghi. Ma nella formazione del carattere di tutta una classe, quando questa classe giovane e si muove in avanti, come il caso del proletariato, gli svaghi debbono occupare una posizione preminente. Il grande riformista e utopista francese Fourier, ripudiando l'ascetismo cristiano e la soppressione degli istinti naturali, costru la sua phalanstre [comune del futuro] sull'utilizzo e sulla fusione giusta e razionale degli istinti e delle passioni umane. Si tratta di un'idea profonda. Lo Stato operaio non n un ordinamento spirituale n un monastero. Noi prendiamo la gente cosi come stata generata dalla natura, e come in parte stata educata e in parte diseducata dal vecchio ordinamento. In questo materiale umano cerchiamo un punto d'appoggio, la leva costituita dal nostro partito e dal nostro Stato rivoluzionario. Il desiderio di svago, distrazione, viaggi e divertimento uno dei pi legittimi della natura umana. Possiamo, e in realt dobbiamo, dare alla soddisfazione di questo desiderio un carattere artistico pi elevato e allo stesso tempo fare degli svaghi uno strumento di educazione collettiva, libero dal controllo dei pedagogisti e dalle tendenze moralizzatrici che operano senza posa. L'arma pi potente in questo senso, un'arma che eccelle su tutte le altre, oggi il cinema. Questa stupenda innovazione ha operato nella vita dell'uomo con rapidit straordinaria, che non ha precedenti. Nella vita quotidiana delle citt capitalistiche il
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cinema diventato una parte integrante della vita cosi come lo il bagno, la birreria, la chiesa e le altre istituzioni indispensabili, raccomandabili e cosi via. La passione per il cinema radicata nel desiderio di distrazione, nel desiderio di vedere qualcosa di nuovo e di introvabile, di ridere, e di piangere non sulle proprie sfortune ma su quelle degli altri. Il cinema soddisfa questa richiesta in modo diretto, visivo, pittoresco e vitale, non richiedendo nulla dal pubblico; non richiede neanche che si sappia leggere e scrivere. Ecco perch il pubblico mostra una passione cos grata verso il cinema come fonte inesauribile di impressioni e di emozioni. Tutto ci fornisce una base, e non solamente modesta ma di grandi dimensioni, per l'impiego delle nostre energie educatrici in senso socialista. Il fatto che siano trascorsi sei anni senza che abbiamo preso possesso del cinema, mostra che siamo lenti e incapaci di comprendere, per non dire francamente che siamo inetti. Questa arma che non chiede altro che di essere adoperata, costituisce il migliore strumento di propaganda, di una propaganda tecnica, educativa ed industriale, di una propaganda contro l'alcoolismo, di una propaganda igienica, di una propaganda politica, di qualsiasi tipo di propaganda vogliate fare, accessibile a tutti e attraente per tutti, che penetra nella memoria e pu anche divenire fonte di entrate per lo Stato. In fatto di capacit di attrazione e di svago il cinema gi un rivale della birreria e del bar. Non so se New York o Parigi al momento abbiano pi cinema o pi bar e quali di queste attivit renda di pi. Mi sembra per chiaro che, al di l di ogni altra considerazione, il cinema sia un concorrente del bar per ci che riguarda il modo di passare le otto ore di svago. Riusciremo ad assicurarci quest'arma senza paragoni? E perch no? Il governo dello zar nel giro di pochi anni aveva creato una rete fitta di bar statali che fornivano un'entrata di quasi un miliardo di rubli oro. Perch il governo operaio non dovrebbe essere capace di creare una rete di cinema? Questo apparato di divertimento e di educazione potrebbe diventare sempre pi parte integrante della vita nazionale. Usato per combattere l'alcoolismo potrebbe nello stesso tempo divenire una fonte di entrate. E' possibile tutto ci? Perch no? Naturalmente non facile. In ogni caso sarebbe assai pi naturale e pi consono alle energie e capacit organizzative dello Stato operaio di quanto, ad esempio, non sia il tentativo di ripristinare il monopolio della vodka. Il cinema entra in concorrenza non solo con il bar ma anche con la Chiesa; questa rivalit potrebbe essere fatale a quest'ultima se potessimo contrapporre alla chiesa separata dallo Stato socialista la fusione dello Stato socialista con il cinema. Il sentimento religioso praticamente non esiste, e in realt non mai esistito, fra la classe lavoratrice russa. La chiesa ortodossa rappresentava un'abitudine quotidiana e unistituzione governativa che non riuscita mai a penetrare profondamente nella coscienza delle masse n a fondere i propri dogmi e canoni con le emozioni pi intime del popolo. La ragione di tutto ci sempre la stessa: le condizioni di arretratezza della vecchia Russia, compresa la sua chiesa. Quindi, risvegliato dalla cultura, l'operaio russo si libera facilmente dei suoi rapporti puramente esterni con la chiesa, trattandosi di un rapporto che si sviluppato con l'abitudine. Per il contadino ovviamente tutto ci diventa pi difficile, non perch abbia assimilato l'insegnamento della chiesa pi profondamente e intimamente - il che ovviamente non affatto vero - ma perch l'inerzia e la monotonia della sua vita sono intimamente legate all'inerzia e alla. monotonia delle funzioni della chiesa. Il rapporto fra l'operaio e la chiesa (parlo dell'operaio proveniente dalla massa dei non iscritti al partito) si basa in gran parte su una abitudine, e ci particolarmente vero per le donne. Le icone addobbano le pareti della casa che, prive di esse, sembrerebbero nude; non ci si abituati a farne a meno. L'operaio non si preoccuper di procurarsi

nuove icone, ma non sufficientemente pronto a liberarsi di quelle vecchie. Come si pu festeggiare la primavera se non mangiando la torta pasquale? E questa torta deve essere benedetta dal prete altrimenti non avrebbe senso. Per ci che riguarda l'andare in chiesa, la gente non ci va perch religiosa: la chiesa piena di luci sfolgoranti, affollata di uomini e donne vestiti con gli abiti migliori, bello cantare - tutta una serie di attrazioni socio-estetiche che non fornisce n la fabbrica n la famiglia di un quartiere operaio. Non c' molta fede o praticamente non ce ne affatto. In ogni caso non c' n rispetto per il clero n fede in una forza magica rituale, ma non c' neanche una volont attiva che possa rompere con tutto ci. L'elemento di distrazione, di piacere e di svago gioca un ruolo importante nei rituali della Chiesa. Con metodi teatrali la Chiesa opera sulla vista, sull'olfatto (con l'incenso) e, mediante questi sensi, sull'immaginazione. L'uomo ha un grande desiderio, di cui non pu fare a meno, di cose teatrali, desidera vedere e sentire cose insolite e cose che colpiscono, vuol rompere la monotonia della vita quotidiana; questi desideri continuano ad essere alimentati dalla fanciullezza alla vecchiaia. Per liberare le masse dai riti e dalla sottomissione alla Chiesa acquisiti dall'abitudine la propaganda antireligiosa non basta. Essa ovviamente necessaria ma la sua influenza pratica, diretta, si limita ad una ristretta minoranza di gente pi coraggiosa spiritualmente. La maggioranza della gente non risponde alla propaganda antireligiosa non perch abbia un rapporto profondo con la religione ma, al contrario, perch questo rapporto spirituale non esiste affatto e invece ne esiste uno inerte, meccanico e informe che non passato per la coscienza, un rapporto come quello dell'uomo della strada che di volta in volta non ha nulla in contrario ad unirsi ad una processione o ad una cerimonia pomposa, ad ascoltare canti o ad agitare la mano. Rituali senza significato che poggiano sulla coscienza come un peso inerte non possono essere distrutti con la sola critica ma debbono essere sostituiti con nuove forme di vita, nuovi svaghi, nuovi spettacoli pieni di significato culturale. E di nuovo pensiamo naturalmente al pi potente di questi spettacoli, il cinema, perch anche uno strumento pi democratico del teatro. Non avendo bisogno di un clero vestito di broccati ecc., il cinema proietta sullo schermo immagini spettacolari che hanno una capacit di presa assai pi grande di quelli che potrebbe realizzare la chiesa pi ricca, la chiesa che abbia un' esperienza millenaria, oppure una moschea o sinagoga. Nella chiesa si rappresenta un solo dramma e sempre lo stesso di anno in anno, mentre col cinema si possono far vedere tutte le cerimonie pagane, ebraiche e cristiane in sequenza storica con l'evidenza della somiglianza dei rituali. Il cinema diverte, educa, colpisce l'immaginazione con quello che proietta e libera dalla necessit di passare la soglia della chiesa. Il cinema un grande concorrente non solo del bar, ma anche della chiesa. Ecco uno strumento che dobbiamo assicurarci ad ogni costo!

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Dalla vecchia alla nuova famiglia

I rapporti interni alla famiglia e le vicende familiari sono, per la loro stessa natura, elementi assai difficili da conoscere soprattutto dal punto di vista statistico. Non quindi facile dire se i legami familiari oggi (nella vita reale e non solamente sulla carta) si rompano pi facilmente e pi frequentemente di prima; in larga misura dobbiamo accontentarci di formulare giudizi di massima. Inoltre il periodo precedente la rivoluzione differisce da quello in cui viviamo per il fatto che prima tutti i turbamenti e i conflitti drammatici nelle famiglie operaie passavano sotto silenzio per la classe operaia stessa, mentre ora, la vita di una gran parte degli operai degli strati pi elevati che ricoprono funzioni di responsabilit avviene assai di pi alla luce del giorno e ogni suo conflitto interno diventa oggetto di commenti e a volte di pettegolezzi. Fatte queste riserve, non si pu tuttavia negare che le relazioni familiari, comprese quelle della classe operaia, siano a pezzi. Nei dibattiti che si sono avuti nelle riunioni dei propagandisti della zona di Mosca questo fatto stato presentato come chiaramente accertato e incontestabile. I partecipanti alle discussioni sono stati tutti, ciascuno a suo modo, impressionati da questo fatto; alcuni hanno manifestato apprensione, altri sono stati un po' pi prudenti, altri ancora sembravano perplessi. In ogni, caso era a tutti chiaro che si stava sviluppando un grosso processo in maniera molto caotica, che questo processo assumeva a volte caratteristiche malsane e rivoltanti, a volte forme ridicole o tragiche, e che non era ancora riuscito a estrinsecare tutte le possibilit nascoste di promuovere un nuovo e pi elevato ordinamento di vita familiare. Nella stampa sono filtrate informazioni sulla disintegrazione della famiglia, ma solamente occasionalmente e in termini assai vaghi e generici. Ho letto in un articolo che la disintegrazione della famiglia nella classe operaia veniva presentato come un caso di influenza borghese sul proletariato. Non si tratta di una cosa cos semplice. Le radici della questione sono assai pi profonde ed intricate. E' vero che esiste l'influenza del presente e del passato borghese, ma il processo principale consiste nell'evoluzione penosa della stessa famiglia proletaria, unevoluzione che conduce alla crisi. Stiamo ora assistendo alle prime caotiche fasi di questo processo. E' assai nota l'influenza profondamente distruttiva della guerra sulla famiglia. Tanto per cominciare, la guerra dissolve automaticamente la famiglia separandone i componenti per un lungo tempo o mettendo insieme la gente a caso. Questa influenza della guerra continuata e si rafforzata con la rivoluzione. Gli anni della guerra hanno frantumato tutto quello che aveva resistito per la sola forza di inerzia della tradizione storica: il potere dello zarismo, i privilegi di classe, la vecchia famiglia tradizionale. La rivoluzione ha cominciato col costruire un nuovo Stato e con ci ha raggiunto il suo scopo pi semplice e urgente. L'aspetto economico del problema si dimostrato assai pi complicato. La guerra ha scosso il vecchio ordine economico, la rivoluzione l'ha rovesciato e ora ne stiamo costruendo uno nuovo ricavandolo ancora in gran parte dai vecchi elementi riorganizzati in nuove forme e in nuovi modi. In campo economico solo recentemente siamo usciti da un periodo di crisi profonda e abbiamo cominciato a sollevarci. I nostri progressi sono ancora lenti, il raggiungimento di nuove forme socialiste di vita economica ancora assai lontano, ma abbiamo superato completamente il periodo peggiore. Il punto pi' basso era stato raggiunto nel periodo tra il 1920 e il 1921. Per ci che riguarda la vita familiare il periodo di crisi ancora lungi dall'essere

superato e il processo di disintegrazione opera ancora a pieno ritmo. Dobbiamo ricordarcelo bene. La vita familiare e domestica sono ancora, per cos dire, nel loro 1920-21 e non hanno ancora raggiunto il livello del 1923. La vita domestica pi conservatrice di quella economica anche perch la prima assai meno cosciente dell'ultima. In politica e in economia la classe operaia agisce come un sol blocco e spinge avanti la sua avanguardia, il partito comunista, cercando di realizzare per suo tramite i compiti storici del proletariato. Nella vita domestica la classe operaia suddivisa nelle cellule costituite dalle famiglie. Il mutamento di regime politico, il mutamento di regime economico - il passaggio delle fabbriche e delle officine nelle mani degli operai - hanno avuto certamente influenza sulle condizioni familiari, ma solo indirettamente ed esternamente, senza toccare le tradizioni domestiche ereditate dal passato. Una riforma radicale della famiglia, e pi in generale di tutta la vita domestica, richiede uno sforzo cosciente enorme da parte di tutta la classe operaia e presuppone nella classe stessa l'esistenza di una potente forza molecolare rappresentata dal desiderio di cultura e di progresso; ci vuole un aratro che ari in profondit per rovesciare il suolo pi compatto. Lintroduzione dell'uguaglianza politica fra uomini e donne nello Stato sovietico era uno dei problemi pi semplici. Assai pi difficile era quell'altro: introdurre l'uguaglianza in campo industriale tra uomini e donne che lavorano nelle fabbriche, nelle officine e nei sindacati e in modo tale da non mettere le donne in posizione di svantaggio rispetto agli uomini. Raggiungere invece una eguaglianza reale fra l'uomo e la donna all'interno della famiglia un problema infinitamente pi arduo. Prima che ci accada si debbono rivoluzionare tutte le nostre abitudini domestiche. Tuttavia ovvio che a meno che non si raggiunga uneguaglianza reale fra uomo e donna in seno alla famiglia, sia in senso generale sia nelle condizioni di vita, non possiamo parlare seriamente di uguaglianza sociale e nemmeno di eguaglianza politica. Finch la donna incatenata al lavoro domestico, alla cura della famiglia, alla cucine e al cucito, sono estremamente ridotte tutte le sue possibilit di partecipare alla vita politica e sociale. Il problema pi facile da risolvere era quello della conquista del potere; ci malgrado ha assorbito tutte le nostre forze nel primo periodo della rivoluzione e ha richiesto infiniti sacrifici. La guerra civile richiedeva misure estremamente vigorose. Gente sciocca e dalla mentalit ristretta ha denunciato ad alta voce l'immoralit e la depravazione sanguinaria del proletariato, mentre ci che in realt stava succedendo era che, costretto ad adoperare la violenza rivoluzionaria, il proletariato cominciava a combattere per nuovi livelli di cultura e per un reale umanitarismo. Nei primi quattro o cinque anni abbiamo passato un periodo di crisi sconvolgente in campo economico. La produttivit del lavoro crollava mentre i prodotti erano di qualit straordinariamente bassa. Il nemico vedeva, o meglio voleva vedere, in una situazione del genere il segno della putrefazione del regime sovietico. Ma in realt non era che una fase inevitabile della distruzione delle vecchie forme economiche e dei primi infruttuosi tentativi di creare nuove forme. Nel campo dei rapporti familiari e delle forme di vita individuale si dovr inevitabilmente attraversare un periodo di disintegrazione che metter in crisi le vecchie tradizioni ereditate dal passato che non siano ancora state oggetto di riflessione. Ma nel campo della vita domestica il periodo di critica e di distruzione inizia pi tardi, dura assai di pi ed assume forme dolorose e poco corrispondenti a criteri sani; tali forme sono complesse e non sempre percepibili, se ci si limita ad osservazioni superficiali. Queste fasi progressive di mutamenti critici nelle condizioni dello Stato, dell'economia e della vita in generale debbono essere chiaramente definite se si vuole impedire che l'osservazione di questi fenomeni crei allarme. Dobbiamo imparare a giudicare in moda corretto. tali fenomeni, a comprendere la loro giusta collocazione nello sviluppo della
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classe operaia e a sviluppare coscientemente le nuove condizioni verso forme socialiste di vita. Questo avvertimento. necessario poich gi sentiamo voci di allarme. Al dibattito fra i partecipanti alla conferenza di Mosca a cui ha gi accennato, alcuni compagni sono intervenuti mostrando grande preoccupazione per la facilit con cui si rompono i vecchi legami familiari e per l'estrema debolezza dei nuovi legami. In tutti i casi citati le vittime sono la madre e i figli. D'altro canto chi fra di noi non ha sentito, in conversazioni private, lamentare la demoralizzazione dei giovani sovietici e specialmente di quelli che appartengono alle organizzazioni giovanili, ai Komsomol? Non tutto quello che si dice a tale proposito esagerazione; c' anche una parte di verit. Certamente dobbiamo combattere i lati pi oscuri e pi negativi di questi aspetti reali in quanto ci rientra nella lotta per una nuova cultura e per lo sviluppa della personalit umana. Ma per cominciare il nostro lavoro, per partire dall'a b c del problema senza assumere atteggiamenti di reazionario moralismo o di scoraggiamento sentimentalista, dobbiamo innanzi tutto accettare i fatti e renderci conto di quello che sta in realt succedendo. Come abbiamo detto, avvenimenti di enorme portata, come la guerra e la rivoluzione, lasciano il loro segno sulla famiglia e sulla sua vecchia struttura. Sulla scia di questi avvenimenti intervenuta una talpa che scava sotto la superficie, e questa talpa il pensiero critico, lo studio e la valutazione cosciente dei rapporti familiari e delle forme della vita. La forza dirompente dei grandi avvenimenti, unita alla forza critica delle menti risvegliate, ha generato un periodo distruttivo per i rapporti familiari, il periodo che stiamo vivendo ora. Dopo la conquista del potere, l'operaio russo deve ora muovere in molti settori della sua vita i primi passi coscienti versa la cultura. Sotto l'impulso di grandi conflitti per la prima volta la sua personalit si libera. da tutte le forme tradizionali della vita, da tutte le abitudini domestiche, dalle pratiche e dai vincoli religiosi. Non c' quindi da meravigliarsi se all'inizio la protesta dell'individuo, la sua rivolta contro le tradizioni del passato, assumono forme anarchiche o, se volete chiamarle cos, dissolute. Abbiamo osservato questo fenomeno in politica, nell'esercito, nelleconomia; in questi settori l'individualismo anarchico si palesato sotto forma di estremismo, di settarismo, di retorica da comizio. Non ci si meravigli quindi se questo processo agisce in profondit e quindi con reazioni dolorose per i rapporti familiari. La personalit risvegliata, desiderando riorganizzarsi in nuove forme dopo essersi liberata dalle vecchie influenze, si presenta con tendenze alla dissipazione, alla malvagit, e a tutti gli aspetti deleteri che vengono denunciati nelle discussioni che si fanno a Mosca. Strappato dal suo ambiente abituale a seguito della mobilitazione, il marito si trasforma in cittadino rivoluzionario sul fronte della lotta. Si tratta di un mutamento profondo: i suoi orizzonti si allargano, le sue aspirazioni spirituali si elevano e assumono aspetti assai pi complessi. Ne risulta un uomo completamente diverso; quando torna a casa, trova che nella famiglia tutto rimasto praticamente immutato. Salta quindi per aria il vecchio rapporto di armonia e comprensione con gli altri componenti della famiglia, mentre non se ne costruisce uno nuovo. Il disorientamento di tutti diventa ben presto scontento e poi irritazione. La famiglia si sfascia. Il marito comunista. Vive attivamente, si impegna nel lavoro sociale, la mente gli si apre, la vita personale viene assorbita dal lavoro. Ma anche la moglie comunista. Ella vuole partecipare al lavoro sociale, alle riunioni pubbliche, vuole lavorare nel Soviet o nel sindacato. La vita a casa praticamente incomincia a non esistere prima che i due se ne accorgano; la mancanza di un'atmosfera casalinga produce continui conflitti. Marito e moglie cominciano a litigare. La famiglia si sfascia. Il marito comunista, la moglie apolitica. Il marito viene assorbito dal lavoro mentre

la moglie continua ad occuparsi della casa. I rapporti sono pacifici e nei fatti basati sul solito distacco. Ma il comitato di partito, la cellula del marito decide che egli debba eliminare le icone dalla casa. Egli pronto ad obbedire perch trova che la decisione giusta, ma la moglie la considera una catastrofe. Un avvenimento di portata limitata come questo mette immediatamente in luce l'abisso che separa la mentalit del marito da quella della moglie. I rapporti si deteriorano e la famiglia si sfascia. Una vecchia famiglia. Dieci o quindici anni di vita in comune. Il marito un buon operaio, dedito alla famiglia; anche la moglie vive per la casa, a cui d tutte le sue energie. Ma per caso ella entra in contatto con unorganizzazione di donne comuniste e le si apre davanti agli occhi un nuovo mondo. Le sue energie si indirizzano verso un obiettivo nuovo e di portata pi ampia. La famiglia viene trascurata, il marito irritato, la moglie si sente colpita nella sua nuova coscienza civica. La famiglia si sfascia. Si potrebbero moltiplicare all'infinito esempi di tragedie familiari come queste, tutti conclusi allo stesso modo: la rottura dei legami familiari. Ci siamo limitati ad indicare i casi pi tipici. In tutti gli esempi citati la rottura dovuta a un conflitto fra comunisti ed elementi senza partito, ma la rottura della famiglia, o meglio della famiglia vecchio tipo, non avviene solo nei settori della classe che hanno posizioni di responsabilit e che sono quindi pi esposti alle influenze derivanti dalla nuova situazione; il movimento di disintegrazione dei rapporti familiari penetra in profondit. L'avanguardia comunista si limita a subire prima, e in maniera pi violenta, ci che inevitabile per la classe nel suo complesso. L'atteggiamento fortemente critico verso le vecchie condizioni di vita e i nuovi diritti che si creano nell'ambito della famiglia vanno oltre la linea di demarcazione fra i comunisti e la classe operaia nel suo complesso. Listituzione del matrimonio civile ha rappresentato un duro colpo alla famiglia consacrata che si nutriva in larga misura di apparenze. Le forze esterne, le tradizioni sociali e in particolare i riti religiosi hanno perduto di capacit di attrazione nella misura in cui si sono indeboliti i vecchi legami familiari nell'ambito della famiglia tradizionale. I colpi subiti dalla Chiesa erano anche colpi diretti verso la famiglia tradizionale. Vediamo ancora che continuano ad essere praticati, per forza di inerzia, riti religiosi, sia pur privi del carattere di obbligatoriet e del riconoscimento statale; questi riti servono da puntelli alla vacillante istituzione della famiglia. Ma quando non esistono legami profondi all'interno della famiglia, quando solo la forza di inerzia impedisce che la famiglia crolli, allora qualsiasi spinta esterna destinata a mandare tutto in frantumi e nello stesso tempo a vibrare ulteriori colpi alle cerimonie religiose. Queste spinte esterne sono destinate ad esercitarsi ora assai pi di prima. Ecco la ragione perch la famiglia vacilla, non riesce a recuperare il proprio equilibrio e finisce col cadere. La vita si erge a giudice delle sue stesse condizioni e condanna in modo crudele e doloroso la famiglia. La storia fa cadere le vecchie querce e i frantumi volano via. La vita sta indubbiamente mettendo in luce alcuni elementi di un nuovo tipo di famiglia. Non resta che comprendere chiaramente la natura di questi elementi e il processo della loro formazione. Come in altri casi, dobbiamo distinguere condizioni fisiche e psicologiche, generali e individuali. Dal punto di vista psicologico l'evoluzione della nuova famiglia, dei nuovi rapporti umani in generale, significa, per la classe operaia, un passo in campo culturale, lo sviluppo dell'individuo, l'innalzamento delle sue esigenze e della sua disciplina interna a un livello pi alto. Da questo punto di vista la rivoluzione in se stessa ha ovviamente comportato un grande passo in avanti, mentre i fenomeni peggiori della disintegrazione della famiglia non fanno altro che mettere semplicemente in luce l'anormalit del modo in cui si esprime il risveglio della classe e degli individui che la compongono. Tutto il nostro lavoro culturale, sia quello che facciamo sia quello che dovremmo fare, sotto questo aspetto diventa una preparazione per nuovi rapporti e
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per una nuova famiglia. Senza un elevamento del livello culturale dell'operaio e dell'operaia presi individualmente; non pu esistere un tipo nuovo e pi elevato di famiglia, perch in questo campo non possiamo che ovviamente parlare di disciplina interna e non di costrizione esterna. La forza della disciplina dell'individuo nell'ambito della famiglia viene condizionata dalla vita interna, dall'ampiezza e dal valore dei legami che uniscono marito e moglie. La preparazione fisica per le condizioni della vita e della famiglia nuova non possono anche in questo caso essere separate essenzialmente dal lavoro pi generale della costruzione del socialismo. Lo Stato operaio deve diventare pi ricco in modo da affrontare seriamente il problema dell'educazione pubblica dei ragazzi e della liberazione della famiglia dal fardello della cucina e dell'educazione pubblica dei bambini; ci impensabile senza un miglioramento sensibile di tutta la nostra economia. Abbiamo bisogno di fare grandi passi avanti in campo economico e solo se riusciremo a farli potremo liberare la famiglia dalle funzioni e dai lavori che ora l'opprimono e la disintegrano. Il bucato deve essere fatto in una lavanderia pubblica, i pasti debbono essere consumati in ristoranti pubblici e le riparazioni dei vestiti debbono essere fatte in laboratori pubblici. I figli debbono essere educati da buoni insegnanti che abbiano una vocazione reale per questo lavoro. Allora il legame fra marito e moglie sar libero da qualsiasi elemento esterno e accidentale e ciascuno smetter di assorbire la vita dell'altro. Si avr finalmente una vera e propria eguaglianza e nell'ambito di questa eguaglianza il legame dipender dallaffetto reciproco e acquister una stabilit interna che ovviamente non sar la stessa per tutti e non sar obbligatoria per nessuno. Possiamo cos costruire la nuova famiglia percorrendo due strade: a) elevando il livello culturale della classe operaia sia nel suo complesso sia per ci che riguarda gli individui che la compongono; b) migliorando le condizioni materiali della classe organizzata dallo Stato. Questi due processi sono intimamente connessi l'uno all'altro. Quello che abbiamo affermato non implica naturalmente che in un dato momento del progresso materiale emerger di colpo la famiglia del futuro. Anche ora possibile fare alcuni passi verso la costruzione della nuova famiglia. E' vero che lo Stato non pu ancora accollarsi l'educazione dei ragazzi e la creazione di una catena di ristoranti e di lavanderie a carattere pubblico, ma ci non significa che le famiglie pi intraprendenti e progressiste non possano raggrupparsi in unit collettive di lavoro domestico. Esperimenti di questo genere debbono ovviamente farsi con cautela: l'equipaggiamento tecnico del collettivo deve rispondere agli interessi e alle esigenze del gruppo stesso e deve fornire vantaggi evidenti, sia pure dapprima modesti, a ciascuno dei suoi membri. Questo compito - ha scritto recentemente il compagno Semasko a proposito della necessit di ricostruire la nostra vita familiare - viene realizzato meglio da un punto di vista pratico; le prescrizioni e gli inviti moralizzatori avranno di per s scarsa efficacia. Ma un esempio, unillustrazione di nuove forme, servir assai pi di mille opuscoli eccellenti. Questa propaganda pratica viene condotta assai meglio in base al metodo che i chirurgi chiamano trapianto. Quando un paziente presenta una superficie ampia di carne viva in conseguenza di una ferita o di una bruciatura e non si pu sperare che la pelle cresca sufficientemente in modo da coprirla, si trapiantano brandelli di pelle presi da altre parti del corpo che poi vengono attaccati pezzo per pezzo sulla superficie da ricoprire. Questi brandelli di pelle aderiscono alla carne e crescono fino a coprire tutta la superficie senza pelle. Lo stesso accade nel campo della propaganda pratica. Quando una fabbrica o un'officina adottano forme di vita comunista, altre fabbriche seguiranno prima o poi. Le unit-

collettivo familiari per i lavori di casa debbono essere accuratamente studiate prima di essere realizzate. Il primo passo deve essere uniniziativa di vari individui appoggiati dal potere governativo, e in primo luogo dai soviet e dagli organi economici locali. La costruzione di nuove abitazioni - dopo tutto dobbiamo costruirle! - deve essere adattata alle esigenze delle comunit familiari di .nuovo tipo. Il primo successo evidente e innegabile, sia pur limitato nella portata, in questa direzione far inevitabilmente sorgere nell'ambito di settori pi ampi il desiderio di organizzarsi su linee simili. Non siamo ancora pronti a varare un piano ben congegnato e iniziato dall'alto, sia dal punto di vista delle risorse materiali dello Stato, sia in considerazione della preparazione dello stesso proletariato. Possiamo sfuggire al punto morto in cui ci troviamo attualmente solo creando comunit modello. Dobbiamo consolidarci il terreno sotto i piedi e quindi non dobbiamo lanciarci in avventure o in esperimenti a carattere burocratico o fantasioso. Ad un certo momento lo Stato sar capace di socializzare, ampliare e approfondire il lavoro fatto, con l'aiuto dei soviet, delle cooperative e degli altri organi locali. In questo modo la famiglia, cos come ci ha detto Engels, passer dalla sfera della necessit a quella della libert .

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Famiglie e cerimonie religiose

Il cerimoniale della Chiesa schiavizza anche l'operaio privo di sentimenti religiosi o scarsamente religioso in tre grandi momenti della vita: nascita, matrimonio e morte. Lo Stato operaio ha rifiutato le cerimonie religiose e ha detto ai suoi cittadini che essi hanno il diritto di nascere, sposarsi e morire senza i gesti e le esortazioni misteriose di persone abbigliate con tonache, vesti ed altri abbigliamenti ecclesiastici. Le usanze rendono per pi difficile leliminazione di cerimoniali del genere. La vita della famiglia operaia troppo monotona ed questa monotonia che logora il sistema nervoso. Ecco quindi il desiderio dell'alcool, una fiaschetta contenente tutto un mondo di immagini. Ecco la necessit della Chiesa e dei suoi rituali. Come si pu celebrare il matrimonio o la nascita di un bambino in famiglia? Come si pu pagare il tributo di affetto ad un caro estinto? Il rituale della Chiesa poggia sulla necessit di forgiare e decorare i principali segnali da apporre lungo la strada della vita. Con che cosa possiamo opporci a tutto ci? Dobbiamo ovviamente contrapporre una critica razionalistica, un atteggiamento ateo e realistico verso la natura e le sue forze, per contrastare la superstizione che si trova alle radici del rituale. Ma tale questione concernente la propaganda scientifica e critica non esaurisce l'argomento e in primo luogo si rivolge solo a una minoranza, anch'essa stimolata ad arricchire, migliorare ed elevare la vita individuale e in ogni caso gli aspetti pi salienti di essa. Lo Stato operaio ha gi le sue feste, i suoi cortei, le sue riviste e parate, i suoi spettacoli simbolici, le nuove cerimonie teatrali dello Stato. E' vero che nel complesso questi spettacoli sono troppo vicini alle vecchie forme, che cercano di imitare e perpetuare, ma il simbolismo rivoluzionario dello Stato operaio nuovo, distinto e impetuoso: la bandiera rossa, la stella rossa, l'operaio, il contadino, il compagno, l'internazionale. Ma nei vincoli ristretti della vita familiare il nuovo non penetrato, o almeno presente in misura assai ridotta, mentre la vita dell'individuo strettamente legata alla famiglia. Ci spiega perch in fatto di icone, di battesimi, di funerali religiosi ecc. il piatto della bilancia pende verso le usanze. I componenti rivoluzionari di una qualsiasi famiglia non hanno nulla da offrire in sostituzione di queste abitudini: gli argomenti teorici agiscono solo sulla mente, mentre le cerimonie spettacolari agiscono sui sensi e sull'immaginazione. L'influenza di queste ultime di conseguenza maggiore. Nella gran parte dei circoli comunisti si sente la necessit di opporsi alle vecchie pratiche mediante nuove forme, nuovi simboli, non solamente nel campo della vita dello Stato, dove tutto ci stato fatto in grande misura, ma anche in campo familiare. Fra gli operai ora si nota la tendenza a celebrare i compleanni al posto della festa del santo patrono, e a dare ai neonati nomi che simboleggiano nuovi avvenimenti e nuove idee, piuttosto che nomi di santi. Nella conferenza dei propagandisti della zona di Mosca ho appreso per la prima volta che il nuovo nome di Ottobrina era collegato al diritto di cittadinanza. Si danno anche i nomi di Ninel (vale a dire il nome di Lenin detto all'incontrario) e di Rem che sta per rivoluzione, elettrificazione, Mir [pace]. Si danno anche i nomi di Vladimir, Il'ic ed anche di Lenin e Rosa (in onore di Rosa Luxemburg) e cos via, con lo scopo di mettere in luce il desiderio di collegare i nomi dei ragazzi alla rivoluzione. A Favzavkom si sono avuti casi in cui la nascita di un bambino stata celebrata con una finta cerimonia di ispezione e con uno speciale protocollo con il quale si aggiunto il nome del bambino alla lista dei cittadini sovietici. E' poi seguita una festa. Nelle

famiglie operaie si celebra anche l'avvio del ragazzo al lavoro come apprendista. Si tratta di un avvenimento di importanza reale in quanto influenza la scelta del mestiere e il corso della vita stessa. Si tratta anche per il ragazzo di un'occasione per cominciare a intervenire nel lavoro sindacale. Nel complesso i sindacati dovrebbero giocare un ruolo assai pi importante nella creazione delle forme di vita nuova. Le corporazioni del Medioevo erano potenti perch influivano sulla vita dell'apprendista, dell'operaio e del mastro in ogni suo aspetto. Esse salutavano il bambino il giorno della nascita, lo portavano fino alla porta della scuola e alla chiesa quando si sposava e lo seppellivano quando aveva compiuto i doveri per i quali era nato. Le corporazioni non erano semplicemente federazioni di mestieri: esse costituivano la vita organizzata della comunit. Lungo queste linee i nostri sindacati industriali si stanno ampiamente sviluppando con una sola differenza: in opposizione alle forme di vita medioevale, quelle della nuova vita saranno libere dalla Chiesa e dalla sua superstizione e imbevute della tendenza e dall'aspirazione a utilizzare ogni conquista della scienza e della tecnica per arricchire e abbellire la vita. Il matrimonio, se volete, l'atto che pi facilmente pu prescindere dalle cerimonie religiose. Tuttavia anche a tale riguardo occorre domandarci: quante incomprensioni ed espulsioni dal partito si sono avute a seguito di matrimoni religiosi? Le usanze rifiutano il matrimonio puro e semplice se non viene beatificato da cerimonie spettacolari. La questione del funerale infinitamente pi difficile. Essere sotterrato senza funerale insolito, spiacevole e mostruoso; come crescere senza battesimo. Nei casi in cui la posizione del defunto ha richiesto funerali a carattere politico, si creata la scena per nuove cerimonie spettacolari imbevute del simbolismo della rivoluzione: la bandiera rossa, la marcia funebre del rivoluzionario, il saluto sparando colpi di arma da fuoco per aria. Alcuni dei partecipanti alla conferenza dei propagandisti di Mosca di cui abbiamo gi parlato hanno sottolineato la necessit dell'adozione pratica della cremazione proponendo di dare l'esempio cremando i corpi degli operai rivoluzionari pi importanti. Essi giustamente consideravano questo atto un'arma potente da usare per la propaganda contro la Chiesa e contro la religione. Ma la cremazione - sarebbe ora che l'adottassimo - non significa l'abbandono dei cortei, dei discorsi funebri, del saluto con forme rituali. La necessit di manifestazioni esterne emotive forte e legittima. Se l'elemento spettacolare nel passato stato collegato strettamente alla Chiesa, non c ragione, come abbiamo gi detto, che esso non possa esserne separato. Il teatro si separato dalla Chiesa prima di quanto non abbia fatto la Chiesa dallo Stato. In antichit la Chiesa ha combattuto violentemente contro il teatro mondano rendendosi pienamente conto che era pericoloso in quanto rivale in campo spettacolare. Il teatro morto: vive solo come spettacolo speciale tra quattro mura. Ma l'usanza giornaliera che si serviva della forma spettacolare ha contribuito a conservare la Chiesa. La Chiesa aveva in questo campo altri rivali, costituiti da societ segrete come quella dei framassoni. Ma queste erano completamente imbevute di mentalit da sacerdote laico. La creazione di un cerimoniale rivoluzionario (adoperiamo la parola cerimoniale per mancanza di termini migliori) e la sua contrapposizione al cerimoniale della Chiesa possibile non solo in occasioni pubbliche o in circostanze in cui impegnato lo Stato, ma nei rapporti di vita familiare. Anche ora una banda che suona a un funerale compete con successo con le musiche funebri della Chiesa. E noi dobbiamo naturalmente allearci alla banda nella lotta contro il rituale della Chiesa che si basa sul convincimento da schiavo dell'esistenza di un altro mondo in cui saremmo ripagati centinaia di volte per le miserie ed i mali di questo mondo. Ma un alleato ancora pi potente il cinema.
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La creazione di nuove forme di vita e di nuove abitudini nel campo dello spettacolo si muover di pari passo con la diffusione dell'istruzione e con il crescere della sicurezza economica. Abbiamo motivo di osservare questo processo con la massima cura. Ovviamente non si dovr, in nessun caso, esercitare costrizioni dall'alto, cio si dovr in ogni caso evitare di burocratizzare le nuove abitudini. Solo con la creativit delle masse, assistita dalla immaginazione e dall'iniziativa artistica, potremo nel corso di anni e di decenni costruire nuove e pi elevate forme di vita. Dovremo aiutare questo processo creativo in ogni modo, pur rinunciando a regolarlo. A tale scopo innanzitutto dobbiamo far s che la tendenza alla cecit lasci il posto al discernimento. Dobbiamo attentamente osservare tutto ci che accade nella famiglia operaia a tale riguardo e pi in generale nella famiglia sovietica. Ogni forma nuova, sia essa un fallimento o un semplice tentativo, deve essere registrata nella stampa e portata a conoscenza del pubblico allo scopo di stimolarne l'immaginazione e l'interesse e di dare impulso alla creazione collettiva di nuove abitudini. Il Komsomol ha un ruolo importante in questo lavoro. E anche se non tutte le invenzioni riescono, n tutti i progetti si realizzano, che importa? La scelta pi opportuna verr. La nuova vita adotter nuove forme quasi spontaneamente. Il risultato sar una vita pi ricca, pi ampia, pi densa di colore e di armonia. Questa l'essenza del problema.

Un comportamento civile e gentile 1'indispensabile lubrificante dei rapporti quotidiani

Nel corso delle numerose discussioni a proposito del nostro apparato statale, il compagno Chiselev, presidente del Consiglio sussidiario dei commissari del popolo, ha ricordato un aspetto estremamente importante di tale questione. L'apparato statale in che modo entra in contatto diretto con la popolazione? Come tratta con il popolo? Come si comporta verso una persona che ad esso si rivolge, con lamentele, con petizioni? Come considera l'individuo? Come si rivolge a lui, quando lo fa?... Anche questi sono aspetti importanti della vita. A tale riguardo dobbiamo distinguere due aspetti: quello che si riferisce alla forma e quello che si riferisce alla sostanza. In tutti i paesi democratici civili la burocrazia al servizio del popolo. Ci non le impedisce di porsi al di sopra del popolo in quanto casta professionale chiusa. La burocrazia in realt serve i magnati capitalisti; si fa piccola al loro cospetto, mentre tratta l'operaio e il contadino con arroganza, in Francia come in Svizzera e in America. Nelle democrazie civili tutto ci viene presentato, in forma pi o meno accentuata, con caratteristiche esteriori di civilt e di cortesia. Quando per necessario (e circostanze del genere si presentano quotidianamente), si getta da una parte il paravento della civilt e appare il pugno del poliziotto: gli scioperanti vengono picchiati nei commissariati di polizia di Parigi, di New York e di altre citt del mondo. Tuttavia, nel suo complesso, la civilt democratica dei rapporti fra burocrazia e popolazione il prodotto e il retaggio delle rivoluzioni borghesi. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo rimasto, ma in forme diverse: meno brutale , addobbato con il mantello dell'eguaglianza e delle buone maniere. Il nostro apparato burocratico sovietico unico nella sua complessit in quanto comprende tradizioni di epoche diverse e germi di rapporti futuri. Da noi la civilt non esiste come regola generale; non manchiamo certamente di maniere brusche ereditate dal passato. Tuttavia questo aspetto in s non omogeneo. C' la semplice scortesia di origine contadina, che certamente non piacevole ma nello stesso tempo non degradante. Essa diventa insopportabile e obiettivamente reazionaria solo quando i nostri giovani romanzieri la vantano come una acquisizione artistica. Gli elementi pi in vista degli operai guardano questa falsa semplicit con ostilit istintiva poich essi vedono nel carattere rude del linguaggio e del comportamento un segno della vecchia schiavit e aspirano ad acquisire una capacit espressiva colta, fornita di disciplina interna. Ma di ci parleremo pi avanti. Accanto a questa semplice, abituale e passiva rozzezza del contadino, ne abbiamo un'altra di tipo particolare: quella del rivoluzionario, quella del dirigente, che ha le sue radici nell'impazienza e nell'ardente desiderio di migliorar le cose, nell'irritazione provocata dall'indifferenza verso ogni forma di iniziativa. Anche questa rozzezza, se presa in s, ovviamente non piacevole e intendiamo dissociarci da coloro che la praticano, ma al fondo essa spesso alimentata dalla nostra stessa carica morale rivoluzionaria e in pi di un'occasione in questi ultimi anni riuscita a muovere montagne. In questo caso non la sostanza che si deve cambiare, che nel complesso sana, creativa e progressiva, ma la sua forma distorta... Ma abbiamo un altro genere di scortesia - e questo l'ostacolo principale - quella della
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vecchia aristocrazia, caratterizzata da un tocco di feudalesimo. Si tratta di un comportamento profondamente negativo e dannoso in tutti i suoi aspetti; ce lo troviamo ancora di fronte, in quanto non facile da sradicare. Negli uffici di Mosca, e specialmente nei pi importanti, questa scortesia aristocratica non si manifesta in forme aggressive mediante urla e minacce verso il pubblico: assai spesso si palesa con un formalismo pregno di insensibilit che ovviamente non costituisce l'unica causa del burocratismo, la causa pi importante essendo rappresentata dall'indifferenza pi completa verso l'essere umano e verso le sue condizioni di lavoro. Se potessimo impressionare su una lastra fotografica la maniera, le risposte, le spiegazioni, gli ordini e le firme di tutte le cellule dell'organismo burocratico, sia pure nel corso di una sola giornata moscovita, ci che avremmo sarebbe un risultato di straordinaria confusione. E tutto ci peggiora nelle province, in particolare lungo la linea di confine tra citt e campagna, che una tra le pi importanti. Il burocratismo un fenomeno complesso, ma niente affatto omogeneo; si tratta piuttosto di un agglomerato di fenomeni e di processi di origine storica diversa. I principi che mantengono in vita e alimentano il burocratismo sono anch'essi vari; il pi importante dato dalle condizioni della nostra cultura, cio dall'arretratezza e dall'analfabetismo di una percentuale assai alta della nostra popolazione. Lestrema confusione provocata da un apparato statale in continua ricostruzione, inevitabile in un periodo di rivoluzione, la causa di molte frizioni superflue che giocano un ruolo importante nella produzione del burocratismo. Il carattere eterogeneo di classe dell'apparato sovietico - un misto di tradizioni aristocratiche, borghesi e sovietiche - alla radice delle sue forme pi ripugnanti. La lotta contro il burocratismo non pu quindi che assumere un carattere diversificato. Al fondo c' la lotta contro l'arretratezza della cultura, l'analfabetismo, la sporcizia e la povert. Il miglioramento tecnico dell'apparato, la riduzione del personale impiegatizio, l'introduzione di maggior ordine, accuratezza e precisione nel lavoro e altre misure del genere non esauriscono ovviamente il problema storico, ma contribuiscono ad attenuare gli aspetti pi negativi del burocratismo. Si attribuisce grande importanza alla formazione di un nuovo tipo di burocrate sovietico: il nuovo spet [specialista]. Ma anche in ci non dobbiamo ingannare noi stessi. Esistono notevoli difficolt nel formare migliaia di nuovi operai nello spirito della semplicit, dell'umanit, in condizioni transitorie, con educatori ereditati dal passato. Queste difficolt sono grandi, ma non insuperabili, tramite una edizionemolto migliorata di giovani sovietici. Ci vorranno lunghi anni per far s che vengano realizzate le misure che abbiamo elencato, ma tutto ci non esclude affatto che si inizi immediatamente una lotta senza quartiere contro il burocratismo, contro il disprezzo ufficiale per l'essere umano e per i suoi problemi, verso quel nichilismo corruttore che nasconde una profonda indifferenza verso tutto, una vile insensibilit che porta a rifiutare di riconoscere la dipendenza dal cittadino, un sabotaggio cosciente o un odio istintivo dell'aristocratico spodestato verso la classe che l'ha deposto. Queste sono le cause principali della rozza scortesia che deve essere oggetto di attenzione da parte dei rivoluzionari. Dobbiamo raggiungere una situazione in cui l'individuo medio proveniente dalle masse lavoratrici cessi di temere gli uffici governativi coi quali entra in contatto. Pi egli si sentir impotente, pi sar incapace di valersi degli strumenti della cultura, pi dobbiamo accordargli attenzione e dedicargli le nostre cure. Si tratta di un principio fondamentale che dobbiamo tenere sempre presente. A tale scopo, oltre a richiedere l'applicazione delle varie misure di cui abbiamo parlato, essenziale che la nostra opinione pubblica sovietica mantenga costantemente tale questione in primo piano e la

consideri da un angolo di visuale pi ampio possibile. Si deve in particolare controllare i rivoluzionari, i comunisti e gli altri elementi impiegati nell'apparato dello Stato di cui fortunatamente un buon numero sano e disponibile a un'azione contro il burocratismo. La stampa pu avere un ruolo decisivo. Sfortunatamente i nostri giornali si occupano poco e in modo non molto edificante della vita quotidiana. Se si toccano argomenti relativi alla vita di ogni giorno ci viene spesso fatto mediante corrispondenze stereotipate prive di espressioni del genere: abbiamo una fabbrica che si chiama... In questa fabbrica c' un comitato e un direttore; il. comitato fa questo e quello, il direttore dirige. Invece la nostra vita reale piena di colore e ricca di episodi istruttivi che in particolare si verificano nella linea di demarcazione in cui l'apparato dello Stato entra in contatto con le masse. Non dobbiamo fare altro che rimboccarci le maniche. Naturalmente porci compiti istruttivi ed edificanti in questo campo significa nello stesso tempo guardarci dall'intrigo, dalle frasi fatte e da ogni forma di demagogia. Un programma calendario esemplare potrebbe essere costituito dal mettere alla berlina, dopo averli vagliati attentamente e imparzialmente, un centinaio di impiegati dello Stato, che abbiano mostrato un inveterato disprezzo per le masse operaie nel corso del loro lavoro, per poi cacciarli via dall'apparato statale con procedura pubblica, arrivando fino a processarli, in modo da non consentir loro di tornare. Sarebbe un buon inizio da cui ovviamente non si possono aspettare miracoli, ma un piccolo mutamento dal vecchio al nuovo costituisce un passo avanti che ha un valore maggiore di tutte le chiacchiere e di tutti i discorsi.

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La battaglia per un linguaggio colto

Ho letto ultimamente in uno dei nostri giornali che in una assemblea generale degli operai della fabbrica di scarpe Comune di Parigi stata approvata una risoluzione che raccomanda di astenersi dalle imprecazioni e di imporre multe per le espressioni triviali. Si tratta di un piccolo episodio nel tumulto di questo periodo, ma un piccolo episodio assai eloquente. La sua importanza dipender, tuttavia, dalle ripercussioni che liniziativa della fabbrica di scarpe avr tra la classe operaia. Il linguaggio sguaiato e le imprecazioni sono l'eredit della schiavit, dell'umiliazione e del disprezzo per la dignit umana - la propria e quella degli altri. Ci vale in particolare per le imprecazioni in Russia. Mi piacerebbe sapere dai nostri filologi, dai nostri glottologi e dagli esperti di folklore se esistono espressioni ingiuriose altrettanto sguaiate, triviali e degradanti in qualche altra lingua. Che ne sappia io, non c' niente, o quasi niente, del genere al di fuori della Russia. L'imprecare russo nelle profondit pi vertiginose era il frutto della disperazione, dell'amarezza e soprattutto della condizione di schiavit senza speranza e senza scampo. Le imprecazioni delle classi superiori, daltro lato, le imprecazioni che uscivano dalla bocca dei nobili, delle autorit, erano il frutto della dominazione di classe, della superbia di proprietari di schiavi, di un incrollabile potere. I proverbi dovrebbero contenere la saggezza delle masse; i proverbi russi rivelano anche la mentalit ignorante e superstiziosa delle masse e la loro condizione di schiavit. L'insulto non si attacca al colletto dice un vecchio proverbio russo, non solo accettando la schiavit come un fatto, ma accettando anche l'umiliazione che comporta. Due flussi di insulti russi - quello dei padroni, degli ufficiali, dei poliziotti, grassi e nutriti, e l'altro, limprecare affamato, disperato, tormentato delle masse - hanno colorito tutta la vita russa di forme spregevoli di termini insultanti. Tale era leredit che, tra l'altro, la rivoluzione riceveva dal passato. Ma la rivoluzione in primo luogo il ridestarsi della personalit umana delle masse, che si consideravano prive di personalit. Malgrado l'occasionale crudelt e l'implacabilit sanguinosa dei suoi metodi, la rivoluzione prima di tutto e soprattutto un risveglio dell'umanit, una sua marcia in avanti, ed caratterizzata da un crescente rispetto per la dignit personale di ogni individuo, da una sempre maggiore sollecitudine per i deboli. Una rivoluzione non degna di questo nome se, con tutta la sua potenza e con tutti i mezzi di cui dispone, non aiuta la donna - due, tre volte schiava nel passato - a imboccare la strada del progresso personale e sociale. Una rivoluzione non degna di questo nome se non si prende la massima cura dei bambini - le generazioni future nel cui interesse stata fatta. E come si pu creare, giorno per giorno, sia pure poco a poco, una nuova vita basata sul rispetto reciproco, sul rispetto di s, sulleguaglianza effettiva della donna considerata come collaboratrice, su una cura efficace dei bambini, in unatmosfera avvelenata dal rumoreggiare, dal rotolare, dallo squillare e dal risuonare delle imprecazioni dei padroni e degli schiavi che non risparmiano nessuno e non si arrestano di fronte a nulla? La lotta contro le brutte parole una condizione di igiene intellettuale, come la lotta contro la sporcizia e i vermi una condizione dell'igiene fisica. Rompere radicalmente con il linguaggio volgare non facile, poich l'esprimersi senza restrizioni ha radici psicologiche ed il prodotto di un ambiente incivile. Salutiamo naturalmente con favore l'iniziativa degli operai della fabbrica di scarpe e soprattutto auguriamo ai promotori del nuovo movimento una grande perseveranza. Abiti

psicologici che si trasmettono da una generazione all'altra saturando tutta l'atmosfera della vita, sono assai tenaci e, daltro canto, ci capita spesso in Russia di dare giusto una violenta spinta in avanti, di spremere le nostre forze e poi di lasciare che tutto continui come prima. Speriamo che le operaie - quelle che appartengono alle file comuniste in primo luogo sosterranno l'iniziativa della fabbrica Comune di Parigi. Di regola - ci sono naturalmente le eccezioni - gli uomini che usano espressioni volgari disprezzano le donne e non si curano dei bambini. Ci non vale solo per le masse incolte, ma anche per gli elementi progrediti e cosiddetti responsabili del presente ordine sociale. Non si pu negare che le vecchie espressioni volgari prerivoluzionarie siano ancora in uso attualmente, sei anni dopo l'ottobre, e che al vertice siano di moda. Quando sono lontani dalla citt, in particolare da Mosca, i nostri dignitari considerano in certo modo loro dovere usare espressioni forti. Pensano evidentemente di stabilire un contatto pi stretto con i contadini. La nostra vita russa caratterizzata dalle pi stridenti contraddizioni, sul piano economico come su qualsiasi altro. Al centro stesso del paese, vicino a Mosca, ci sono chilometri e chilometri di acquitrini, ci sono strade impraticabili - e proprio nelle vicinanze potete vedere improvvisamente una fabbrica che impressionerebbe un ingegnere europeo o americano per la sua attrezzatura tecnica. Contrasti del genere abbondano nella nostra vita nazionale. Accanto al tirannico e rapace profittatore vecchio stampo, che tornato in vita nell'attuale generazione, che passato attraverso la rivoluzione e l'espropriazione, indaffarato a truffare e a realizzare profitti legali o clandestini, e conservando intatta la sua volgarit e ingordigia da suburbio, incontriamo il tipo migliore di operaio comunista, che dedica quotidianamente la propria esistenza agli interessi del proletariato mondiale ed pronto a battersi in qualsiasi momento per la causa della rivoluzione in qualsiasi paese, anche in un paese che non sarebbe capace di individuare sulla carta geografica. Oltre a questi contrasti sociali - tra l'ottusa bestialit e il pi elevato idealismo rivoluzionario - spesso assistiamo a contrasti psicologici in uno stesso individuo. Un uomo un comunista leale, devoto alla causa, ma le donne per lui non sono che femmine, da non prendere sul serio in nessun modo. O pu accadere che un comunista che pure si distinto quando parla delle nazionalit minori, cominci a parlare in tono irrimediabilmente reazionario. Ricercando la causa di tutto questo dobbiamo ricordarci che le diverse parti della coscienza umana non mutano e non si sviluppano simultaneamente e lungo linee parallele. C' una certa economia nel processo. La psicologia umana assai conservatrice e i mutamenti dovuti alle esigenze e agli stimoli della vita investono, in primo luogo, i settori della mente che vi sono coinvolti direttamente. In Russia, lo sviluppo sociale e politico degli ultimi decenni ha proceduto in un modo del tutto inconsueto, e con salti e balzi sorprendenti: e ci alla base della nostra attuale disorganizzazione, che non si limita alla economia e alla politica. Le stesse carenze si manifestano nella mentalit di molta gente, dando come risultato una strana mescolanza di concezioni politiche avanzate e ben maturate e di tendenze, abitudini e, in una certa misura, idee che sono uneredit diretta di leggi domestiche ancestrali. Per ovviare a questo, dobbiamo rafforzare il fronte intellettuale, cio dobbiamo sottoporre a verifica con metodi marxisti tutta la mentalit di un uomo; e questo dovrebbe essere lo schema generale di educazione e auto-educazione del nostro stesso partito, cominciando dai vertici. Ma ancora una volta il problema estremamente complesso e non pu essere risolto solo con l'insegnamento scolastico e con i libri: le radici delle contraddizioni e delle incongruenze psicologiche risiedono nella disorganizzazione e
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nella confusione delle condizioni in cui la gente vive. Dopo tutto, la psicologia determinata dalla vita. Ma la dipendenza non puramente meccanica e automatica: attiva e reciproca. Il problema deve quindi essere affrontato in molte forme diverse: quella della fabbrica Comune di Parigi una tra le altre. Auguriamole il migliore successo. P.S. - La lotta contro le espressioni volgari parte della lotta per la purezza, la chiarezza e la bellezza della lingua russa. Gli stolti reazionari sostengono che la rivoluzione, anche se non l'ha rovinata completamente, sulla via di devastare la lingua russa. Ci, sono effettivamente una gran quantit di parole ora in uso che sono sorte per caso: e alcune sono espressioni provinciali perfettamente inutili, altre sono contrarie allo spirito della nostra lingua. Eppure gli stolti reazionari si sbagliano completamente sul futuro della lingua russa, come su tutto il resto. La nostra lingua uscir dal vortice rivoluzionario rinvigorita, ringiovanita, con una maggiore duttilit e delicatezza. Il nostro vecchio linguaggio prerivoluzionario, ovviamente ossificato, burocratico e influenzato dalla stampa liberale, si gi considerevolmente arricchito di nuove forme descrittive, di nuove espressioni pi precise e pi dinamiche. Ma durante tutti questi anni tempestosi la nostra lingua stata certo grandemente bloccata e parte del nostro progresso culturale consister, tra l'altro, nell'espungere dai nostri discorsi tutte le parole e le espressioni inutili e tutte quelle che non sono in armonia con lo spirito della lingua, pur conservando le acquisizioni indiscutibili e inestimabili dell'epoca rivoluzionaria. La lingua uno strumento del pensiero. La precisione e la correttezza del discorso una condizione indispensabile per la precisione e la correttezza del pensiero. Il potere politico ora passato, per la prima volta nella nostra storia, nelle mani dei lavoratori. La classe operaia possiede un'abbondante scorta di esperienze di lavoro e di vita e un linguaggio basato su queste esperienze. Ma il nostro proletariato non ha la preparazione scolastica necessaria per leggere e scrivere, per non parlare dell'educazione letteraria. E questa la ragione per cui la classe operaia ora al potere, che di per se stessa e per la sua natura sociale unenorme garanzia di integrit e di grandezza della lingua russa nel futuro, non ha sinora la necessaria energia per opporsi all'intrusione di nuove parole e di espressioni inutili, corrotte e talvolta orribili... La lotta per l'educazione e per la cultura assicurer a tutti gli elementi avanzati della classe operaia tutte le risorse della lingua russa nella sua estrema ricchezza, sottigliezza e raffinatezza. Per salvaguardare la grandezza della lingua tutte le parole e le espressioni criticabili devono essere espunte dal linguaggio quotidiano. Anche il linguaggio ha bisogno di igiene. E la classe operaia ha bisogno di un linguaggio sano pi e non meno delle altre classi: per la prima volta nella storia comincia a pensare in modo indipendente sulla vita e sui suoi fondamenti e per pensare ha bisogno dello strumento di un linguaggio chiaro ed incisivo.

Contro la burocrazia di ogni genere

Debbo tornare di nuovo a parlare, e non sar l'ultima volta, dei problemi della vita della classe operaia. Lo scopo a cui tendo la difesa, contro gli attacchi di critiche pi burocratiche che progressive, dell'interesse cosciente e a mio parere estremamente valido delle masse verso i problemi della loro vita. La burocrazia progressista disapprova le discussioni sui problemi della vita che si svolgono sulla stampa, nelle riunioni e nei circoli. A che serve, dicono, perdere tempo in discussioni? Facciamo s che si dia inizio ad un programma di realizzazione di cucine comuni, di nidi, di lavanderie, di ostelli ecc... E i pi ottusi tra di loro di solito aggiungono (o piuttosto danno per inteso o dicono a bassa voce, in quanto preferiscono questo modo di esprimersi al discorso franco): Tutte parole e null'altro . Il burocrate spera - e mi domando se non abbia gi pronto un brillante piano finanziario - che quando diventeremo ricchi, senza neanche il bisogno di parlare regaleremo al proletariato condizioni di vita culturale elevate cos come si fa un regalo per il compleanno. Non c' bisogno, dicono questi critici, di condurre fra le masse una propaganda per illustrare quali saranno le condizioni di vita socialiste, in quanto il processo del lavoro crea di per se stesso un senso di socialit. Cosa si deve rispondere ad argomenti del genere? Che bisogno c' di avere un partito comunista se quel senso di socialit creato dal processo del lavoro sufficiente a risolvere i problemi del socialismo? In realt c' una lunga strada da percorrere da quel vago senso di socialit fino alla volont decisa di ricostruzione della vita. II lavoro del nostro partito deve essere svolto proprio lungo questa strada. I problemi della vita debbono essere fatti penetrare nella coscienza delle masse. Nessun governo, anche il pi attivo e intraprendente, pu riuscire a trasformare la vita senza l'iniziativa delle masse. Lo Stato pu organizzare le condizioni di vita fino all'ultima cellula della comunit, cio la famiglia, ma a meno che queste cellule non si combinino di loro spontanea volont in ununione e in una comunit, non si possono ottenere mutamenti seri e radicali nelle condizioni economiche e nella vita familiare. Nel nostro caso il problema non costituito solo dalla mancanza di nuove istituzioni, come cucine comunitarie, nidi, case gestite da comuni. Sappiamo assai bene che molte donne hanno rifiutato di affidare i loro bambini ai nidi e sappiamo anche che non lo farebbero neanche ora, essendo vittime di una mentalit ristretta creata dall'inerzia e dal pregiudizio contro tutte le innovazioni. Molte case assegnate a famiglie che vivono in comune sono state ridotte in pessime condizioni e sono divenute inabitabili. Coloro che vi abitavano non consideravano le case comunitarie come l'inizio di nuove condizioni di vita ma come specie di caserme fornite dallo Stato. Le comuni assai spesso si sono quindi dimostrate un completo fallimento a causa dellimpreparazione, dei metodi affrettati, della mancanza di autodisciplina e di cultura. I problemi della vita richiedono uno studio critico approfondito e metodi ben ponderati. Per fare una avanzata necessario assicurarsi le retrovie, che sono rappresentate dalla crescente coscienza nei riguardi delle condizioni di vita familiare e dalla richiesta di cultura sempre maggiore da parte di uomini e donne della classe operaia, specialmente da parte delle donne. Vi indicher alcuni casi recenti che illustrano i rapporti fra l'iniziativa dello Stato e quella delle masse, nel campo dei problemi della vita quotidiana. Al momento, grazie all'energia del compagno Cherjentzev, stato posto in modo organico un problema estremamente importante della vita quotidiana: la puntualit. Se si esamina questo problema da un punto di vista esclusivamente burocratico, si potrebbe dire: Perch ci
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disturbiamo a discuterne? A che serve fare una certa azione di propaganda, fondare unassociazione i cui membri si identificano anche con fasce da portare al braccio, ecc.? Le autorit non dovrebbero fare altro che ottenere il rispetto della puntualit per mezzo di un provvedimento che preveda sanzioni per i ritardatari. Esiste gi un decreto che va in questo senso. Circa tre anni fa avevo fatto approvare, con l'appoggio deciso del compagno Lenin, un provvedimento che si occupava della partecipazione puntuale alle riunioni operative, alle sessioni dei comitati, ecc., approvato e debitamente ratificato dal partito e dai soviet, che comportava le solite sanzioni nei riguardi di coloro che lo avessero violato. Qualcosa di buono in realt fu fatto mediante questo provvedimento, ma sfortunatamente non si tratta di molto. Anche gli operai pi responsabili continuano attualmente a venire con mezz'ora e pi di ritardo alle riunioni dei comitati. In buona fede essi credono che il loro ritardo sia dovuto al fatto che hanno troppi impegni, ma in realt dovuto a trascuratezza e a mancanza di rispetto per il tempo loro e degli altri. Uno che sempre in ritardo perci terribilmente occupato, di solito lavora assai meno accuratamente ed efficientemente di un altro che arriva sempre puntuale. E' assai curioso notare che durante le discussioni a proposito della lega del tempo la gente sembrava avesse dimenticato l'esistenza di un provvedimento del genere. Non mi sembra di averne mai sentito parlare neanche nella stampa. Tutto ci dimostra quanto sia difficile far cambiare le cattive abitudini servendosi solamente della legislazione. Si sarebbe dovuto senzaltro riesumare il provvedimento di cui abbiamo parlato per appoggiare l'azione della lega del tempo, ma se non siamo sostenuti dallo sforzo di elementi operai avanzati nell'ottenere puntualit ed efficienza, le misure amministrative serviranno a ben poco. Gli operai responsabili sarebbero forse assai pi cauti nel rubare il tempo di centinaia e di migliaia di operai se fossero sottoposti a un reale controllo esercitato pubblicamente. Si prenda un altro caso. Le autorit responsabili combattono da anni contro la cattiva stampa, l'inaccuratezza della lettura delle bozze, la pessima rilegatura dei libri e la orribile impostazione tecnica di libri e giornali. Si sono fatti progressi, ma non molti. Questi difetti nella nostra attivit tipografica ed editoriale non sono certamente dovuti a deficienze tecniche. Il problema che i lettori non sono sufficientemente esigenti e competenti. Il Giornale dell'operaio - per fare un solo esempio - non si sa perch venga piegato per largo invece che per lungo. Prima di cominciare a leggerlo si deve ripiegare il giornale in modo pi funzionale e rimettere a posto le pagine. Fare tutto ci, ad esempio in tram, non affatto facile. Nessun editore borghese oserebbe presentare un giornale del genere ai suoi lettori. Mosca operaia, giornale a otto pagine, viene venduto senza essere tagliato. I lettori debbono tagliare le pagine con qualsiasi cosa abbiano sottomano, e spesso arrivano a farlo con la mano; la conseguenza che rompono anche una parte del testo. Il giornale diventa grinzoso e non pu essere passato ad un altro lettore dopo che il primo lo ha letto. Perch si tollera questa mancanza di attenzione? La burocrazia operaia naturalmente ha la tendenza a dare tutta la colpa all'inerzia degli editori, che ovviamente si deve condannare e contro cui combattiamo con tutte le armi che abbiamo a disposizione, e costituite dalle risoluzioni delle conferenze del partito. Ma la passivit dei lettori un elemento ancora peggiore, cos come lo la loro noncuranza per le proprie comodit, la loro mancanza di abitudini culturali. Se un lettore andasse un paio di volte a battere i pugni - intendo ovviamente dire in un modo formalmente accettabile - sul tavolo dell'editore, questi non oserebbe mai pi fare uscire un giornale con le pagine non tagliate. Ecco perch questioni anche minori come quella delle pagine di un giornale non tagliate o della rilegatura dei libri debbono essere attentamente analizzate e discusse in pubblico. Si tratta di un mezzo interessante per elevare il livello culturale delle masse.

Tutto ci si applica ancor pi al complicato sistema di rapporti interni della vita familiare e personale. Nessuno in realt immagina che il governo sovietico stia per costruire case ottimamente ammobiliate e comuni fornite di ogni comodit, che stia per invitare il proletariato ad abbandonare le abitazioni dove vive ora per trasferirsi in nuove abitazioni. Supponiamo che si fosse capaci di realizzare questa gigantesca impresa (il che ovviamente fuori questione), tutto ci non recherebbe un grande vantaggio. La gente non pu essere spinta ad abbracciare di punto in bianco nuove condizioni di vita; essa deve crescere gradualmente in queste nuove condizioni cos come cresciuta nel vecchio sistema di vita. Oppure deve coscientemente e deliberatamente creare una nuova vita, cosa che far nel futuro. La riorganizzazione della vita pu e deve cominciare gi partendo dai salari che si percepiscono in regime sovietico. Il fatto che questi salari siano pi o meno elevati non toglie nulla ad una constatazione evidente: condurre le faccende domestiche in comune pi pratico che condurle separatamente in ogni famiglia. Avere la cucina in una grande stanza realizzata unendo due o tre stanze rappresenta una sistemazione assai pi conveniente di cinque o anche dieci cucine una separata dall'altra. Ma se non si operano questi mutamenti tramite l'iniziativa delle masse, sostenuta dalle autorit, anche ovvio che un vago senso di socialit non riuscir da solo allo scopo. Si deve avere una chiara comprensione di quella che la situazione attuale e di come si deve tendere a trasformarla. Sappiamo bene quali sono stati gli enormi vantaggi ottenuti dalla classe operaia dal passaggio dagli accordi individuali agli accordi collettivi; conosciamo bene il lavoro che stato svolto dai sindacati e quante discussioni anche sugli aspetti tecnici siano state necessarie e quante riunioni per raggiungere questo scopo. Il passaggio dalla vita in abitazioni separate alla vita in abitazioni comunitarie per molte famiglie assai pi complicato, ma nello stesso tempo riveste una maggiore importanza. Il vecchio tipo di famiglia isolata si sviluppato alle spalle della gente, mentre la nuova vita su basi comunitarie non pu cominciare ad esistere se non aiutata dallo sforzo cosciente di tutti coloro che partecipano al mutamento. Il primo passo verso questa nuova organizzazione della vita deve di conseguenza essere rappresentato dallindicazione delle contraddizioni sempre maggiori fra le nuove esigenze e le vecchie abitudini. Ecco che cosa deve fare il partito rivoluzionario. La classe operaia deve diventare cosciente delle contraddizioni della sua vita familiare, deve affrontare il problema alla radice con piena comprensione della sua essenza; e quando tutto ci sar realizzato, almeno da parte degli elementi pi avanzati della classe, non ci sar inerzia di burocrati sovietici che riuscir a ergersi contro la volont illuminata del proletariato. Consentitemi di terminare questa mia polemica contro le concezioni burocratiche della vita quotidiana con un racconto assai interessante del compagno Charcevskij, che ha cercato di occuparsi del problema della riforma delle abitazioni domestiche servendosi di metodi cooperativi. Il giorno in cui si celebrava la cooperazione internazionale - scrive il compagno Charcevskij (cito da una lettera che mi ha inviato) - ebbi una discussione con i miei vicini di casa, che in gran parte sono operai di modeste condizioni. All'inizio questa discussione non sembrava promettente. "Al diavolo le cooperative dicevano. A che servono? Ci fanno pagare prezzi superiori a quelli del mercato, mentre si debbono fare chilometri per arrivare agli spacci". E i discorsi continuavano su questo tono. Provai un altro sistema. "Bene - dissi - supponiamo che il nostro sistema di cooperazione sia sbagliato al 90%. Ora analizziamo gli scopi e i fini della cooperazione e, per avere una migliore comprensione e cercando di superare le nostre abitudini in fatto di propriet, consideriamo in primo luogo i nostri interessi e le nostre esigenze". Subito tutti si trovarono d'accordo sul fatto che avevamo bisogno di un circolo, di un
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nido, di una cucina comunitaria, di una scuola, di una lavanderia, di un luogo in cui far giocare i bambini, ecc. Poi cominciammo a riflettere su come fare ad avere tutte queste cose. Uno dei partecipanti alla discussione cominci a perdere la pazienza e grid: "Ci avete detto che avremmo avuto una comune, ma non ne vediamo ancora neanche l'ombra". Lo interruppi dicendogli: "A chi ti riferisci quando dici voi? Noi tutti ci siamo trovati d'accordo circa la necessit di organizzare tutte queste iniziative. Non hai proprio ora lamentato il fatto che i bambini soffrono per l'umidit nel tuo appartamento seminterrato e che tua moglie legata alla cucina come una schiava? Cambiare queste condizioni interesse comune di noi tutti. Cerchiamo di condurre le cose in modo da migliorarle. Come faremo? Ci sono otto appartamenti nella nostra casa. Il cortile piccolo. Non c' spazio per molte altre cose e qualsiasi iniziativa siamo .in grado di prendere ci coster molto". Ci mettemmo a discutere e avanzai un suggerimento: "Perch non convinciamo una comunit pi ampia, quella che corrisponde al nostro quartiere, ad unirsi alla nostra iniziativa per realizzarla?" . Cominciarono a fiorire i suggerimenti e si inizi a discuterne la realizzazione. Un uomo con concezioni abbastanza borghesi in fatto di propriet fece unofferta assai caratteristica: "La propriet privata delle abitazioni abolita - disse - quindi abbattiamo le staccionate divisorie e costruiamo un canale di scolo per tutto il quartiere per impedire l'avvelenamento dell'aria". E un altro aggiunse: "Lasciamo nel mezzo di questa area uno spazio per far giocare i bambini". E quindi un terzo se ne usc fuori con un altro suggerimento: "Chiediamo alle autorit sovietiche di costruirci un locale nel nostro quartiere o almeno di sistemare le abitazioni in modo da lasciarne libero uno da utilizzare come circolo e come scuola". Seguirono altre richieste ed altri suggerimenti: Che ne pensate di una cucina comune? E di un nido? Voi uomini pensate solamente a voi stessi - quest'ultimo proveniva da una donna che aggiunse: "Non pensate mai a noi". Ora, ogni volta che li rincontro, mi chiedono le donne in particolare: "E il tuo progetto? Quando cominciamo? Verrebbe assai bene". Poi propongono di fare una riunione di quartiere con questo ordine del giorno. Ogni quartiere ha da dieci a venti comunisti fra i suoi abitanti e spero che con l'aiuto del partito e delle istituzioni sovietiche potremo fare qualcosa.... Questo caso rientra nell'idea che ho esposto e dimostra chiaramente quanto giovi far macinare i problemi della vita dal mulino del pensiero proletario collettivo. La macina robusta ed capace di lavorare qualsiasi cosa le venga data. Si pu ricavare un'altra lezione da questo racconto. Pensate solo a voi stessi dicevano le donne al compagno Charcevskij, e non pensate mai a noi. E' assai vero che non esistono limiti all'egoismo degli uomini nella vita quotidiana. Per mutare le condizioni della vita dobbiamo imparare a vederle con gli occhi delle donne. Questo per un problema che spero di avere il tempo di trattare adeguatamente in un'altra occasione.

Come iniziare

I problemi della vita operaia, specialmente quelli relativi alla vita familiare, hanno cominciato a interessare, se non addirittura ad assorbire; i corrispondenti dei giornali operai. Questo interesse in larga misura giunto inaspettato. Il corrispondente medio del giornale operaio incontra grandi difficolt nei suoi tentativi di descrivere la vita operaia. Come affrontare il problema? Come iniziare? Su cosa richiamare l'attenzione? Le difficolt non riguardano lo stile letterario, che costituisce un problema a s, ma sorgono dal fatto che il partito non ha ancora preso in considerazione in modo specifico i problemi della vita quotidiana delle masse operaie. Non abbiamo mai trattato questi problemi in modo concreto come abbiamo fatto per quelli relativi ai salari, alle multe, alla durata della giornata lavorativa, alla persecuzione poliziesca, alla costituzione dello Stato, alla propriet terriera, e cos via. Non abbiamo ancora fatto nulla del genere per ci che riguarda la famiglia e la vita privata del singolo operaio. Nello stesso tempo indispensabile rilevare che il problema in s estremamente vasto non fosse che per il fatto di riguardare due terzi della vita, cio sedici delle ventiquattro ore della giornata. Abbiamo gi osservato lesistenza del pericolo di un tentativo di interferenza grossolana e quasi brutale nella vita privata dell'individuo. In alcune occasioni - fortunatamente rare - corrispondenti di giornali operai hanno trattato le questioni della vita familiare nello stesso modo in cui si occupano di quelle relative alla produzione e alla fabbrica, cio hanno scritto articoli sulla vita di questa o quella famiglia facendo il nome di ogni suo componente. Si tratta di unabitudine sbagliata, pericolosa e ingiustificabile. I direttori di fabbrica e i componenti di comitati operai svolgono funzioni pubbliche, sono continuamente di fronte all'opinione pubblica e sono esposti a critiche che debbono essere manifestate liberamente. La vita familiare tutt'altra cosa. Ovviamente anche la famiglia svolge funzioni pubbliche in quanto assicura la continuazione della popolazione e in parte educa le nuove generazioni. Da questo punto di vista lo Stato operaio ha perfettamente ragione di tenere in mano le redini del controllo e della regolazione della vita familiare nel campo dell'igiene e dell'istruzione. Ma lo Stato deve essere assai cauto quando fa incursioni nella vita familiare; deve adoperare grande tatto e moderazione; le sue interferenze debbono tendere solamente ad assicurare alla famiglia condizioni di vita pi normali e dignitose; deve tutelare l'igiene ed occuparsi di altri problemi della vita degli operai e cos gettare le fondamenta per la formazione di generazioni pi felici in condizioni sanitarie e igieniche migliori. Per ci che riguarda la stampa, si debbono condannare le sue incursioni casuali e arbitrarie nella vita familiare quando la famiglia stessa non le desidera. Nella vita privata della gente che legata da vincoli familiari nuocciono enormemente, se non vengono attentamente spiegate, le maldestre e inopportune interferenze della stampa che possono solamente aumentare il numero delle perplessit. Va inoltre aggiunto che la mancanza di qualsiasi possibilit di controllo su informazioni del genere, a causa del carattere estremamente privato della vita familiare, pu far s che corrispondenze di questo tipo, cadute in mani senza scrupoli, possano diventare mezzi per la regolazione di conti privati, per ridicolizzare, ricattare, compiere vendette e cos via. In alcuni dei numerosi articoli che sono stati pubblicati di recente su questioni relative
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alla vita familiare ho notato la ripetizione del concetto secondo cui per il partito importante non solo l'attivit pubblica, ma anche la vita privata dell'individuo. Si tratta di unaffermazione di innegabile giustezza, tanto pi che le condizioni della vita individuale si riflettono sulle attivit pubbliche dello stesso individuo. Il problema consiste nel come reagire nei riguardi della vita individuale. Se le condizioni materiali, il livello culturale, la situazione internazionale impediscono di mutare radicalmente la vita, ne consegue che la trattazione pubblica di problemi riguardanti singole famiglie e loro componenti non porter a nessun risultato pratico e minaccer di far penetrare nel partito tutta una serie di frasi fatte e di luoghi comuni che costituiscono una malattia da cui dobbiamo ben guardarci. Questa malattia, come tante altre, si presenta sotto forme diverse. I luoghi comuni a volte sorgono da motivi elevati e da una sollecitudine sincera, ma sbagliata, verso gli interessi del partito; ma a volte succede invece che gli interessi del partito vengano adoperati per coprire quelli personali, di gruppo, o di settori della burocrazia. Suscitare interesse nell'opinione pubblica sulle questioni della vita familiare attraverso un'attivit da predicatore non serve che a intossicare il movimento attraverso la somministrazione del veleno letale dei luoghi comuni. Unattenta indagine nel campo delle consuetudini familiari deve avere come scopo l'informazione e l'aggiornamento del partito, deve migliorare dal punto di vista psicologico l'individuo e aprire la strada a un nuovo orientamento nelle istituzioni statali, nei sindacati e nelle cooperative. Per nessuna ragione si deve incoraggiare un'attivit basata su luoghi comuni. In queste circostanze, cosa dobbiamo fare per illuminare e migliorare la famiglia? Come dobbiamo iniziare il nostro lavoro? Essenzialmente le strade sono due. La prima quella degli articoli o dei racconti a carattere popolare. Ogni operaio maturo e pensante ha immagazzinato nella memoria una serie di impressioni di vita familiare che vengono rinfrescate dalle osservazioni che egli fa quotidianamente. Prendendo come base questo materiale, possiamo elaborare articoli che trattino della vita familiare nel suo complesso e che si occupino dei suoi mutamenti e dei suoi aspetti particolari, dando esempi significativi senza tuttavia fare nomi di persone o di famiglie. Nel caso si debbano fare nomi, si dovr ricorrere a pseudonimi in modo da non rivelare il vero nome delle persone o delle famiglie di cui ci si sta occupando. La Pravda, nelle sue edizioni provinciali, ha pubblicato molti articoli interessanti e validi da questo punto di vista. La seconda strada consiste nell'occuparsi di una famiglia, e questa volta facendone il nome, cos come viene presentata all'opinione pubblica. Una catastrofe familiare porta una determinata famiglia di fronte all'opinione pubblica e al suo giudizio; ci accade nel caso di omicidi, suicidi, processi, atti derivanti dalla gelosia, dalla crudelt; dal dispotismo dei genitori e cos via. Gli strati di una montagna possono essere meglio visti dopo una frana; nello stesso modo le catastrofi familiari mettono in maggior risalto le caratteristiche comuni a migliaia di famiglie che sono sinora riuscite a sfuggire a queste catastrofi. In passato abbiamo gi accennato al fatto che la nostra stampa non ha il diritto di ignorare i fatti e gli episodi che giustamente provocano agitazione nell'alveare umano. Quando una moglie abbandonata si rivolge al tribunale per costringere il marito a contribuire al sostegno dei bambini; quando la moglie cerca protezione pubblica dalla crudelt e dalla violenza del marito; quando la crudelt dei genitori verso i figli diventa una questione che si pone all'attenzione del pubblico o, viceversa, quando genitori malati e sofferenti lamentano la crudelt dei figli, la stampa non solo ha il diritto ma anche il dovere di occuparsi di tali questioni e di far luce sugli aspetti di cui il tribunale o altri istituti pubblici non si occupano sufficientemente.

I fatti emersi durante le udienze di un tribunale non vengono sufficientemente utilizzati per trattare i problemi della vita; meriterebbero invece una collocazione importante. In un periodo di ascesa e di ricostruzione dei rapporti della vita quotidiana, il tribunale sovietico dovrebbe divenire un fattore importante nell'organizzazione di nuove forme di vita, nell'evoluzione di nuove concezioni a proposito di ci che giusto o sbagliato, di ci che vero o falso. La stampa deve seguire l'attivit dei tribunali, fiancheggiarne il lavoro e in un certo senso dirigerlo, aiutando a chiarirne alcuni aspetti. Iniziative del genere forniscono un campo vasto ad attivit educative. I nostri giornalisti migliori dovrebbero creare una specie di rubrica che si occupa delle udienze dei tribunali. E' ovvio che in ci debbono essere evitati i metodi del giornalismo tradizionale: ci di cui abbiamo bisogno immaginazione e coscienza. Trattare pubblicamente, in modo ampio e rivoluzionario, cio in modo comunista, le questioni della famiglia non significa escludere gli aspetti psicologici e non considerare l'individuo e il suo mondo interno. Citer ora un piccolo esempio di cui sono venuto a conoscenza di recente. A Piatigorsk una giovane di diciassette anni si uccisa perch la madre rifiutava il consenso al matrimonio con un comandante dell'Armata Rossa. Nel commentare questo episodio, il giornale locale Terek ha finito inopinatamente col rimproverare al comandante dell'Armata Rossa di aver consentito di unirsi con una ragazza proveniente da una famiglia cos arretrata! Avrei voluto scrivere una lettera al direttore di questo giornale per esprimere la mia indignazione non solo in difesa del comandante dell' Armata Rossa, che non conoscevo, ma per chiedere la pubblicazione di una valutazione esatta del caso. Non stato necessario questo mio intervento perch due o tre giorni dopo sullo stesso giornale apparso un articolo che si occupava della questione in un modo assai pi corretto. Si debbono instaurare nuovi rapporti con il materiale umano di cui disponiamo; il comandante dell'Armata Rossa non fa eccezione a questa regola; naturalmente i genitori hanno il diritto di interessarsi del destino dei loro figli e di influenzarlo con la loro esperienza e con il loro consiglio, ma i giovani non sono affatto obbligati a sottomettersi ai genitori, specialmente per ci che riguarda la scelta di un amico o di un compagno di vita; il dispotismo dei genitori non deve essere combattuto con il suicidio, ma con l'unione dei giovani, con l'appoggio reciproco e cos via. Tutto ci assai elementare ma assolutamente vero. Non c' dubbio che un articolo di questo genere, pubblicato subito dopo un episodio commovente di cui si occupata tutta la cittadina, abbia contribuito a far riflettere il lettore, specialmente il lettore giovane, pi di quanto non possono fare le frasi irritanti a proposito degli elementi piccolo borghesi, ecc. Si sbagliano profondamente i compagni che sostengono che non sia utile chiarificare le questioni della vita familiare in quanto noi le conosciamo e le abbiamo gi risolte molto tempo fa. Essi dimenticano semplicemente che dal punto di vista politico abbiamo ancora da fare moltissima strada! Se la vecchia generazione, le cui file si restringono sempre pi, ha appreso il comunismo dai fatti della lotta di classe, la nuova generazione destinata ad apprenderlo dagli elementi della costruzione della vita quotidiana. Le formule del nostro programma sono, in linea di principio, vere. Dobbiamo per in continuazione verificarle, rinnovarle, renderle concrete nell'esperienza viva e diffonderle in settori sempre pi vasti. Ci vorr molto tempo, grande concretezza e specializzazione per gettare le nuove fondamenta dei costumi. Dobbiamo formare nostri propagandisti e agitatori specializzati nelle questioni dei costumi, cos come abbiamo preparato i nostri agitatori per l'esercito, per i settori industriali, per la propaganda antireligiosa. Poich le donne sono in condizioni di inferiorit per i limiti di cui soffrono attualmente, e i costumi costituiscono una pressione maggiore nei loro riguardi, possiamo presupporre che gli
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agitatori pi adatti in questo campo dovrebbero provenire dalle loro file. Noi non vogliamo entusiasti e fanatici, vogliamo gente che abbia un'apertura mentale sufficientemente ampia, che sappia come comportarsi nei riguardi della tenacit che presentano i costumi, che introducano considerazioni creative in ogni peculiarit, in ogni dettaglio dei vincoli familiari invisibili ad occhio nudo. E' indispensabile avere gente del genere, e l'avremo, perch le esigenze e le questioni attuali sono troppo pressanti e brucianti. Ci non significa ovviamente che svuoteremo subito le montagne in quanto non si pu sfuggire al peso delle condizioni materiali. Tuttavia avremo tutto ci che sar possibile ottenere tenendo conto dei limiti attuali quando saremo riusciti a rompere il silenzio di tomba che circonda i nostri attuali costumi. Dobbiamo accelerare l'educazione degli agitatori contro i costumi e render loro pi facile il lavoro. Dobbiamo creare biblioteche dove si possa radunare tutto il materiale disponibile relativo ai costumi quotidiani - opere classiche sull'evoluzione della famiglia e scritti popolari sulla storia dei costumi - per condurre unindagine sui vari aspetti della nostra vita quotidiana. Dobbiamo tradurre tutte le opere di valore che siano state recentemente pubblicate in lingua straniera su tale argomento. Pi tardi potremo sviluppare dei settori della nostra stampa dedicati a questi problemi. Chiss? Forse in uno o due anni saremo capaci di organizzare corsi e conferenze sulle questioni relative ai costumi e alle abitudini della vita quotidiana. Ma tutto ci che ho detto si limita a toccare il campo dell'educazione, della propaganda, della stampa, dei libri. Che cosa dobbiamo fare per ci che riguarda l'aspetto pratico? Alcuni compagni sostengono la necessit della formazione immediata di una lega per lintroduzione di nuove forme di vita. Questa proposta mi sembra piuttosto prematura perch il terreno non stato sufficientemente preparato e le condizioni generali non sono abbastanza propizie. In linea di massima la formazione di uno strumento organizzativo del genere sar inevitabile prima o poi. Non possiamo permetterci di attendere che tutto ci venga dato dall'alto, su iniziativa governativa. Le nuove strutture sociali debbono svilupparsi simultaneamente su tutti i lati. Lo Stato proletario l'impalcatura, non la struttura stessa. L'importanza di un governo rivoluzionario in un periodo di transizione enorme; anche il settore migliore degli anarchici internazionalisti ha cominciato a comprendere questa verit, proprio per la loro .esperienza. Ci non significa quindi che tutto il lavoro di costruzione sar affidato dallo Stato. Il feticcio dello Stato, anche quando si tratta di uno Stato proletario, non degno di noi marxisti. Anche nel campo degli armamenti, che costituisce un settore tipico dell'attivit dello Stato, abbiamo dovuto - e con successo - fare ricorso all'iniziativa volontaria dell'operaio e del contadino. Il lavoro preliminare dello sviluppo dell'aviazione stato condotto anch'esso su questa base. Non c' dubbio che lAssociazione degli amici dell'aereo abbia un brillante avvenire. Gruppi e associazioni a carattere volontario, siano essi locali o federali, in campo industriale, in quello dell'economia nazionale, e particolarmente in quello degli usi e costumi quotidiani, sono destinati a giocare un grosso ruolo. Possiamo gi distinguere una tendenza verso la libera cooperazione, da parte dei direttori rossi, dei corrispondenti operai, degli scrittori proletari e contadini, ecc. Si recentemente formata una lega con lo scopo di studiare l'Unione Sovietica per influenzarne ulteriormente ci che noi chiamiamo il carattere nazionale. Si pensa ad esempio che prima o poi - direi pi prima che poi - il dipartimento statale che si occupa del cinema verr aiutato dallAssociazione degli amici del cinema rosso, di recente costituzione, associazione che destinata a diventare una poderosa istituzione rivoluzionaria. Associazioni volontarie del genere non possono che essere salutate con gioia e interesse. Esse contraddistinguono il risveglio delle attivit pubbliche nei vari settori

della comunit. Naturalmente la struttura socialista innanzitutto basata sul piano, non su un piano precostituito, onniveggente e onnisciente, che precisi tutti i particolari prima che si cominci il lavoro, ma un piano che, pur essendo stato preparato nelle sue linee fondamentali, venga verificato e migliorato nel corso della sua applicazione e diventi sempre pi vitale e concreto nella misura in cui l'iniziativa pubblica si diriga verso la sua evoluzione e la sua formulazione. Nell'ambito della pianificazione statale esistono ampie possibilit per le attivit di associazioni volontarie e di organizzazioni a carattere cooperativistico. Fra i molti milioni di individui che formano la nostra popolazione esistono innumerevoli interessi, forze, energie, di cui tramite lo Stato non riusciamo a utilizzare la centesima parte. ma che possono essere portate a fare un lavoro eccellente, a fianco dello Stato, se riescono a trovare la formula organizzativa adatta. La direzione reale dell'organizzazione creativa, specialmente nel nostro periodo di sviluppo culturale, deve mirare alla scoperta di modi capaci di utilizzare le energie costruttive di gruppi, di singole persone e di organizzazioni a carattere cooperativistico, e deve fondarsi sull'incremento delle attivit indipendenti di massa. Molte di queste associazioni a carattere volontario si dissolveranno o cambieranno di natura ma nel loro complesso aumenteranno di numero via via che il nostro lavoro si approfondisce e si allarga. La lega che si occuper dell'introduzione di nuove forme di vita indubbiamente avr un posto di maggior rilievo fra tutte le altre, lavorer in stretto collegamento con lo Stato, con i soviet locali, con i sindacati e in particolare con le cooperative. Al momento prematura la formazione di unorganizzazione centrale di questo tipo. E' assai meglio limitarsi a costituire gruppi locali nelle fabbriche per studiare le questioni operative della vita operaia; le attivit di questi gruppi dovrebbero avere un carattere eminentemente volontario. Si deve prestare un'attenzione maggiore ai fatti della vita quotidiana. Si devono condurre sperimentazioni centralizzate laddove le condizioni materiali e ideali potranno contribuire al loro successo. L'ampliamento dei confini di un gruppo di fabbricati, di un gruppo di case, di un quartiere, contribuir al progresso pratico. Inizialmente le associazioni dovranno avere carattere locale e dovranno porsi compiti ben delimitati come la creazione di nidi, di lavanderie comuni, di cucine comunitarie, per gruppi di case. L'allargamento del campo della loro attivit sar la conseguenza dell'acquisizione di una maggiore esperienza nel miglioramento delle condizioni materiali. Per concludere, ci di cui abbiamo bisogno iniziativa, competizione ed efficienza! Il compito principale, quello pi grave ed urgente, la rottura del silenzio che circonda i problemi della vita quotidiana.

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I compiti dell'educazione comunista5

Si afferma spesso che il comunismo deve svolgere la sua funzione educatrice principalmente verso l'uomo nuovo. Si tratta di un'affermazione alquanto generica e patetica: dobbiamo fare particolarmente attenzione a non consentire interpretazioni astrattamente umanitarie del concetto di uomo nuovo o dei compiti dell'educazione comunista. Non c' alcun dubbio che l'uomo del futuro, il cittadino della comune, sar un essere estremamente interessante e attraente e che la sua psicologia (i futuristi mi perdoneranno, ma io ritengo che l'uomo del futuro possieder una psicologia) sar estremamente diversa dalla nostra. Sfortunatamente il nostro compito attuale non pu consistere nell'educazione dell'essere umano del futuro. Il carattere utopistico e psicologico-umanitaristico di questa concezione risiede nellaffermazione che si debba innanzitutto formare l'uomo nuovo, che creer poi le nuove condizioni. Non possiamo essere d'accordo poich sappiamo che l'uomo il prodotto delle condizioni sociali. Tuttavia sappiamo anche che fra esseri umani e condizioni esiste un rapporto reciproco complesso che opera in modo costante. L'uomo stesso uno strumento, e non il meno importante, di questo sviluppo storico e in questa complessa interazione storica che riflette le condizioni degli esseri umani attivi non creiamo cittadini della comune perfetti e astrattamente armoniosi, ma esseri umani concreti del nostro tempo che debbono ancora battersi per la creazione delle condizioni da cui possono emergere i cittadini della comune. Si tratta ovviamente di un compito assai diverso per la semplice ragione che i nostri nipoti, cittadini della comune, non saranno dei rivoluzionari. L'uomo nuovo e il rivoluzionario Questa affermazione a prima vista sembra sbagliata e anche offensiva, ma non lo . Il concetto di rivoluzionario permeato da elevati ideali e principi morali che sono stati recepiti durante tutto un periodo di evoluzione culturale. Potrebbe sembrare calunnioso verso i nostri posteri il non pensare a loro come rivoluzionari, ma non dobbiamo dimenticare che il rivoluzionario il prodotto di condizioni storiche ben precise, di una societ classista. Il rivoluzionario non una astrazione psicologica: la rivoluzione in s non un principio astratto, ma un fatto storico materiale che cresce dagli antagonismi di classe e dalla sottomissione violenta di una classe all'altra. Cos il rivoluzionario un tipo storico completo e di conseguenza contemporaneo. Siamo orgogliosi di appartenere a questa categoria, ma con il nostro lavoro creiamo le condizioni per l'affermazione di un ordine sociale in cui non esisteranno antagonismi di classe, non ci saranno rivoluzioni e quindi non ci sar pi bisogno di rivoluzionari. E' vero che possiamo estendere il significato del termine rivoluzionario fino a comprendervi tutta l'attivit cosciente dell'uomo diretta alla sottomissione della natura all'espansione delle conquiste tecniche e culturali. Tuttavia non abbiamo il diritto di fare un'astrazione del genere estendendo illimitatamente il concetto di rivoluzionario, poich non abbiamo ancora realizzato il nostro fine storico concreto e rivoluzionario: il rovesciamento della societ classista. Di conseguenza siamo lungi dall'essere adatti all'educazione del cittadino della comune, e neppure alla sua formazione, che nella fase
5 Questo scritto stato per la prima volta pubblicato nel numero del 16 agosto del 1923 di Inprecorr, bollettino in lingua inglese dell'Internazionale Comunista.

attuale non potrebbe essere che un'attivit da laboratorio, in un'epoca di transizione sociale che anche assai poco armoniosa. Un compito del genere costituirebbe unutopia puerile. Ci che noi intendiamo fare formare rivoluzionari, quadri che ereditino e completino le nostre tradizioni storiche e che realizzino i compiti che abbiamo ancora di fronte. Rivoluzione e misticismo Quali sono le caratteristiche principali del rivoluzionario? Si deve innanzitutto sottolineare che non abbiamo il diritto di separare il rivoluzionario dalla sua base di classe senza la quale egli non nulla. Il rivoluzionario dei nostri tempi, che pu essere collegato solamente con la classe operaia, possiede particolari caratteristiche nel campo della psicologia, dell'intelletto e della volont. Laddove necessario e possibile, il rivoluzionario abbatte gli ostacoli storici ricorrendo alla forza. Ove ci non sia possibile, cerca di aggirare questi ostacoli, di minarli e di abbatterli con pazienza e decisione. Egli un rivoluzionario perch non teme di eliminare gli ostacoli e di impiegare inesorabilmente la forza; nello stesso tempo cosciente dei valori storici di questi ostacoli. La sua attivit costante mantiene la sua opera distruttiva e creativa ad un alto livello di attivit, cio riesce a sfruttare al massimo le condizioni storiche a beneficio del movimento rivoluzionario di classe. Il rivoluzionario conosce solo ostacoli esterni alla sua attivit. Ci vuol dire che egli deve sviluppare in se stesso la capacit di valutare il campo della sua attivit in tutta la sua concretezza, con tutti i suoi aspetti negativi e positivi, e di raggiungere un giusto equilibrio politico. Nello stesso tempo egli nel suo interno impedito nell'azione da remore soggettive se gli manca la comprensione o la forza di volont, se paralizzato da conflitti interni, da pregiudizi religiosi, nazionali o corporativistici; in questo caso egli , al massimo, un rivoluzionario a met. Esistono gi troppi ostacoli nelle condizioni oggettive: il rivoluzionario non pu permettersi il lusso di moltiplicare gli ostacoli e le contraddizioni obiettive aggiungendone altre di carattere soggettivo. Quindi l'educazione del rivoluzionario deve innanzitutto consistere nella sua emancipazione dai residui di ignoranza e di superstizione che si trovano di frequente in coscienze assai sensibili. Dobbiamo quindi avere un atteggiamento duro e senza compromessi verso chiunque spenda una sola parola per affermare che il misticismo o il sentimentalismo religioso possa essere unito al comunismo. La religione irreconciliabile con la concezione marxista. Siamo dell'opinione che l'ateismo, in quanto elemento inseparabile di una concezione materialista della vita, sia una condizione necessaria per l'educazione teorica del rivoluzionario. Chi crede in un altro mondo non capace di concentrare tutta la sua passione nella trasformazione del mondo attuale. Darwinismo e marxismo Anche se Darwin, come egli stesso afferm, non avesse perso la sua fede in Dio avendo respinto la concezione biblica della creazione, il darwinismo sarebbe in ogni caso irreconciliabile con questa fede. In ci, e in altri aspetti, il darwinismo rappresenta un precursore, una concezione preparatoria del marxismo. Considerato in senso ampiamente materialistico e dialettico, il marxismo costituisce l'applicazione del darwinismo alla societ. Il liberalismo manchesteriano ha cercato di introdurre meccanicamente il darwinismo nella sociologia. Tentativi del genere rappresentano
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puerili analogie che tradiscono il loro carattere apologetico borghese: il concetto marxista di concorrenza era spiegato come la legge eterna della lotta per l'esistenza. Si tratta di assurdit. Solo l'intima connessione fra darwinismo e marxismo rende possibile la comprensione dello sviluppo dell'essere nel suo collegamento primordiale con la natura inorganica; nella sua ulteriore evoluzione e specificazione; nella sua dinamica; nella distinzione fra regno vegetale e animale, per ci che riguarda la necessit di vita delle prime variet elementari; nelle sue lotte; nell'apparizione del primo uomo o della prima creatura umana, che comincia a servirsi dei primi strumenti; nello sviluppo della cooperazione primitiva, attraverso organi associativi; nellulteriore stratificazione sociale conseguente allo sviluppo dei mezzi di produzione, cio dei mezzi per sottomettere la natura; nella lotta di classe e, infine, nella lotta per leliminazione delle classi. Per arrivare a una comprensione pi ampia e approfondita della realt mondiale si deve far s che la coscienza dell'uomo si liberi finalmente dei residui di misticismo e si assicuri una base solida. Ci significa essere estremamente chiari sul fatto che nel futuro non ci saranno impedimenti soggettivi alla lotta; i soli ostacoli e le sole reazioni saranno esterni e debbono essere superati in vari modi, a seconda delle condizioni del conflitto. Quante volte abbiamo detto: La pratica finisce col prevalere. Ci giusto nel senso che l'esperienza collettiva di una classe e di tutta l'umanit spazza via gradualmente le illusioni e le false teorie fondate su generalizzazioni frettolose. Ma si deve anche dire con la stessa convinzione: Alla fine prevale la teoria , quando vogliamo dire che la teoria in realt comprende tutta l'esperienza dell'umanit. Considerata da questo punto di vista, l'opposizione fra teoria e pratica scompare, poich la teoria non null'altro che pratica considerata correttamente e generalizzata. La teoria non sconfigge la pratica, ma l'atteggiamento improvvisato, empirico e irriflessivo verso di essa. Per poter vagliare esattamente le condizioni della lotta, la situazione della nostra classe, dobbiamo impossessarci di un metodo valido di orientamento politico e storico. Questo metodo il marxismo o, per ci che riguarda il periodo pi recente, il leninismo. Marx e Lenin: ecco i due teorici principali nel campo della ricerca sociale. Per la nuova generazione la strada per Marx passa per Lenin. Una strada diversa diventerebbe sempre pi difficile, per il periodo abbastanza lungo che separa la nuova generazione dal genio dei fondatori del socialismo scientifico, Marx ed Engels. Il leninismo costituisce la personificazione e la condensazione del marxismo al livello pi alto, per l'azione rivoluzionaria diretta nel periodo dellagonia mortale della societ borghese e dell'imperialismo. L'Istituto Lenin di Mosca deve diventare unaccademia di strategia rivoluzionaria. Il nostro partito comunista permeato del potente spirito di Lenin. Il suo genio rivoluzionario con noi. Noi respiriamo l'atmosfera di una dottrina che il prodotto dello sviluppo precedente del pensiero umano. Ecco perch siamo cos profondamente convinti che il domani nostro.

La trasformazione della morale6

La teoria comunista in anticipo di alcune decine di anni, e in alcuni campi anche di un secolo, rispetto alla realt della Russia di oggi. Se non fosse cos, il partito comunista non sarebbe la forza rivoluzionaria pi grande della storia. La teoria comunista, per mezzo del suo realismo e della sua acutezza dialettica, trova i mezzi politici per assicurare l'influenza del partito in ogni situazione. Tuttavia le idee politiche sono una cosa, la concezione popolare della morale un'altra. La politica muta rapidamente mentre la morale si afferra tenacemente al passato. Perch fallito l'illuminismo borghese Ci spiega molti dei conflitti in seno alla classe operaia, in cui elementi nuovi di conoscenza lottano contro la tradizione. Questi conflitti sono tanto pi aspri quanto pi non trovano il modo di esprimersi pubblicamente nella vita sociale. La stampa e la letteratura non si occupano di essi. Le nuove tendenze letterarie, ansiose di tenere il passo con la rivoluzione, non si occupano delle abitudini e delle usanze basate sulle attuali concezioni morali, in quanto vogliono trasformare, e non descrivere, la vita! Ma la nuova morale non pu essere prodotta dal nulla; si deve arrivare ad essa con l'aiuto di elementi gi esistenti e capaci di svilupparsi. E' quindi necessario reperire questi elementi e riconoscerli. Questo discorso va fatto non solo nei riguardi della trasformazione della morale, ma di ogni forma di attivit cosciente. E' quindi necessario prima conoscere ci che gi esiste e in che modo si sta attuando la trasformazione di ci che esiste, se vogliamo collaborare a creare una nuova morale. Dobbiamo innanzitutto vedere ci che accade nelle fabbriche, fra gli operai, nelle cooperative, nei circoli. nella scuola, nei locali pubblici e nelle strade. Dobbiamo cercare di comprendere tutto ci, vale a dire dobbiamo riconoscere i residui del passato e i germi del futuro. Dobbiamo richiedere ai nostri autori e giornalisti di lavorare in questa direzione. Essi debbono descriverci la vita cos come sgorga dalla tempesta della rivoluzione. Lo studio della morale dei lavoratori deve diventare uno dei compiti principali dei nostri giornalisti, o almeno di quelli che hanno occhi e orecchie. La nostra stampa deve fare in modo di scrivere la storia della morale rivoluzionaria richiamando l'attenzione dei suoi collaboratori operai su tali questioni. La maggioranza dei nostri giornali potrebbe fare molto di pi e molto meglio al riguardo. Per raggiungere un livello culturale pi elevato, la classe operaia - e soprattutto la sua avanguardia - deve alterare coscientemente la sua morale lavorando in questa direzione. Prima di conquistare il potere, la borghesia aveva assolto a questo compito in larga misura tramite i suoi intellettuali. Quando questa classe era ancora all'opposizione, c'erano poeti, pittori e scrittori che gi pensavano per lei. Osserviamo la vita cos come si presenta In Francia il XVIII secolo, che stato chiamato secolo dell'Illuminismo, era esattamente
6 Questo scritto stato pubblicato per la prima volta nel bollettino in lingua inglese dell'Internazionale Comunista Inprecorr , vol. 3, n. 67. In parte riprende argomenti sviluppati nellarticolo su Usi, costumi, abitudini, che era stato pubblicato sulla Pravda. 43

il periodo in cui i filosofi borghesi stavano trasformando la concezione della morale sociale e privata e si sforzavano di subordinare la morale al dominio della ragione. Essi si occupavano di questioni politiche, della chiesa, dei rapporti tra uomini e donne, dell'istruzione, ecc. Non c' dubbio che per il semplice fatto di discutere questi problemi si contribuiva largamente allelevazione del livello culturale fra la borghesia. Ma tutti gli sforzi fatti dai filosofi del XVIII secolo in direzione della subordinazione dei rapporti sociali e privati al dominio della ragione furono annullati da un semplice fatto: che i mezzi di produzione erano nelle mani dei privati e ci costituiva la base su cui si doveva costruire la societ secondo i principi della ragione. Propriet privata significa infatti libero gioco delle forze economiche, che non sono affatto controllate dalla ragione; le condizioni economiche determinano la morale e, finch le esigenze del mercato dominano la societ, impossibile subordinare la morale popolare alla ragione. Ci spiega i grossi limiti dei risultati pratici delle idee dei filosofi del XVIII secolo, malgrado l'ingegno e l'audacia delle loro conclusioni. La Giovane Germania In Germania il periodo dell'illuminismo e della critica si svilupp intorno alla met del secolo scorso. La Giovane Germania, sotto la direzione di Heine e Boerne, si mise alla testa del movimento. Assistiamo quindi al lavoro critico realizzato dall'ala sinistra della borghesia che dichiara guerra al servilismo, alla educazione borghese anti-illuminista e ai pregiudizi della guerra, pensando di instaurare il dominio della ragione con uno scetticismo ancora pi grande di quello dei predecessori francesi. Questo movimento pi tardi si fuse con la rivoluzione piccolo-borghese del 1848 che, non solo non riusc a trasformare la vita dell'umanit, ma non fu neanche capace di spazzar via le molte piccole dinastie tedesche. Nella nostra Russia arretrata, l'illuminismo e la critica della societ non ha mai raggiunto un livello di una certa importanza fino alla seconda met del XIX secolo. Cerniscevskij, Pisarev e Dobrolubov, che avevano studiato alla scuola di Belinskij, diressero i loro strali critici assai pi contro l'arretratezza e il carattere reazionario asiatico della morale che contro le condizioni economiche. Essi contrapposero al tipo tradizionale di uomo il nuovo essere umano realistico, un essere umano deciso a vivere secondo ragione e che diventa personalit fornita dell'arma del pensiero critico. Questo movimento, collegato ai cosiddetti evoluzionisti populisti (narodniki), aveva scarso significato culturale. Infatti, se i pensatori francesi del XVIII secolo furono capaci di conquistare solo una leggera influenza sulla morale - in quanto furono dominati dalle condizioni economiche e non dalla filosofia - e se l'influenza culturale immediata dei critici tedeschi sulla societ fu ancora minore, l'influenza diretta del movimento russo sulla morale popolare fu insignificante. Il ruolo storico di questi pensatori russi, compresi i narodniki, si riduceva alla preparazione della formazione del partito del proletariato rivoluzionario. Premesse per la trasformazione della morale Solo la conquista del potere da parte della classe operaia crea le premesse per la trasformazione completa della morale. La morale non pu essere razionalizzata, cio adattata alle esigenze della ragione, se nello stesso tempo non si razionalizza la produzione, poich le radici della morale vanno ricercate nella produzione. Il socialismo

mira a sottomettere tutta la produzione alla ragione umana. Anche i pensatori borghesi pi avanzati si sono limitati a idee relative alla tecnica razionalizzatrice da un lato (mediante l'applicazione della scienza naturale, della tecnologia, della chimica, dell'invenzione, delle macchine) e alla politica dall'altro (mediante il parlamentarismo); tuttavia non hanno cercato di razionalizzare l'economia, che rimasta preda della concorrenza cieca. Cos la morale della societ borghese resta dipendente da un elemento cieco e non razionale. Quando la classe operaia assume il potere, essa si pone il compito di sottoporre i principi economici delle condizioni sociali al controllo e a un ordinamento cosciente. Nel far ci, e solo con questo atto, realizza la possibilit della trasformazione cosciente della morale. I successi che otteniamo in questa direzione dipendono dai nostri successi in campo economico. Ma anche nella nostra attuale situazione saremmo in grado di introdurre un maggiore spirito critico, una maggiore iniziativa e razionalit nella morale. Questo uno dei compiti del nostro tempo. E' ovvio naturalmente che un mutamento profondo della morale - l'emancipazione della donna dalla schiavit dei lavori domestici, l'educazione sociale dei ragazzi, l'emancipazione del matrimonio da tutti gli elementi di costrizione economica, ecc. - potr seguire solo in un lungo periodo di sviluppo e sar realizzato nella misura in cui le forze economiche del socialismo prevarranno sulle forze del capitalismo. La trasformazione critica della morale necessaria per impedire che continuino a riprodursi le forme tradizionali conservatrici della vita malgrado le possibilit di progresso che ci sono offerte gi oggi dalle nostre fonti economiche attuali o che almeno ci saranno offerte domani. D'altro canto successi anche minimi nel campo della morale, ottenuti attraverso l'elevamento del livello culturale dell'operaio e dell'operaia, aumentano la nostra capacit di produzione razionalizzante e di promozione dell'accumulazione socialista. Ci ci rid la possibilit di realizzare nuove conquiste nel campo della morale. Fra i due campi esiste quindi una dipendenza dialettica. E' vero che le condizioni economiche costituiscono il fattore fondamentale della storia, ma anche vero che, in quanto partito comunista e Stato operaio, possiamo influenzare l'economia solo con l'aiuto della classe operaia e per far ci dobbiamo lavorare incessantemente per promuovere la capacit tecnica e culturale dei singoli componenti della classe operaia. Nello Stato operaio la cultura lavora per il socialismo e il socialismo offre nuove possibilit di creare una nuova cultura per l'umanit, una cultura che non conosce differenze di classe.

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Cultura e socialismo7

Ricordiamo innanzitutto che cultura signific originariamente campo arato e coltivato, distinto dalla foresta vergine e dal suolo vergine. La cultura si contrapponeva alla natura; in altri termini, quello che era conquistato dagli sforzi dell'uomo si contrapponeva a quello che era dato dalla natura. Questa antitesi conserva ancora il suo valore sostanziale. Cultura tutto quello che stato creato, costruito, appreso, conquistato dall'uomo nel corso di tutta la sua storia, in contrapposizione a quanto ha dato la natura, compresa la storia naturale dell'uomo come specie animale. La scienza che studia l'uomo come prodotto dell'evoluzione animale l'antropologia (fisica). Ma dal momento in cui l'uomo si separ dal regno animale - e questo accadde quando afferr per la prima volta gli strumenti primitivi della pietra e del legno e ne arm gli organi del suo corpo - da quel momento cominci la creazione e l'accumulazione della cultura, cio di conoscenze e di capacit di tutti i tipi nella lotta con la natura e per il soggiogamento della natura. Quando parliamo della cultura accumulata dalle generazioni passate, pensiamo in primo luogo e soprattutto alle prime realizzazioni materiali sotto forma di strumenti, di macchine, di costruzioni, di monumenti e cos via. E' questa la cultura? Senza dubbio si tratta delle forme materiali in cui la cultura si depositata, della cultura materializzata. Questa cultura crea, sulla base fornita dalla natura, l'assetto di fondo delle nostre vite, dal nostro modo di vivere quotidiano, del nostro lavoro creativo. Ma la parte pi preziosa della cultura quello che deposita nella coscienza dell'uomo stesso: i metodi, gli usi, le capacit, le abilit che abbiamo acquisito e che si sono sviluppati partendo da tutta la cultura materiale preesistente e che, pure prendendo da questa, la fa contemporaneamente progredire. Considereremo, quindi, come acquisito che la cultura si sviluppata grazie alla lotta dell'uomo contro la natura per la sua esistenza, per il miglioramento delle sue condizioni di vita. Ma partendo da questa stessa base si sono sviluppate anche le classi. Nel processo di adattamento alla natura, in conflitto con le forze ostili della natura, la societ umana si venuta delineando come una complessa organizzazione di classi. La struttura classista della societ ha determinato in misura decisiva il contenuto e la forma della storia umana, cio i rapporti materiali e i loro riflessi ideologici. Ci significa che la cultura storica ha assunto un carattere di classe. La societ dei proprietari di schiavi, la societ feudale dei proprietari di servi, la societ capitalista hanno prodotto ciascuna una cultura corrispondente, diversa nelle diverse fasi e con una molteplicit di forme transitorie. Una societ di sfruttatori ha dato origine a una cultura di sfruttatori. Ma significa questo che siamo contro tutta la cultura del passato? Qui c' effettivamente una profonda contraddizione. Tutto quello che stato conquistato, creato, costruito dagli sforzi dell'uomo e che serve ad accrescere il potere delluomo cultura. Ma siccome non si tratta dell'uomo considerato individualmente, ma dell'uomo considerato socialmente, siccome la cultura un fenomeno socio-storico per la sua natura, e siccome la societ storica stata e continua a essere una societ di classe, la cultura si trovata a essere lo strumento fondamentale dell'oppressione di classe. Marx diceva: Le idee dominanti in una data epoca sono essenzialmente le idee della classe dominante di quell'epoca. Questo vale anche per la cultura nel suo insieme. Eppure noi diciamo alla classe operaia: impadronisciti di tutta la cultura del passato,
7 Da Novij Mir, gennaio 1927.

altrimenti non costruirai il socialismo. Qual la spiegazione? Molti sono inciampati su questa contraddizione e vi sono inciampati cos spesso perch hanno una comprensione superficiale, semi-idealista della societ di classe e dimenticano che fondamentalmente l'organizzazione della produzione. Ogni societ di classe si formata sulla base di forme ben definite di lotta contro la natura e queste forme sono mutate in connessione allo sviluppo della tecnica. Qual la base delle basi: l'organizzazione di classe della societ o le sue forze produttive? Senza dubbio le forze produttive. Proprio sulla base di esse, a un certo livello del loro sviluppo, si sono formate e riformate le classi. Nelle forze produttive si esprime materialmente l'abilit economica dell'umanit, la sua capacit di assicurare la propria esistenza. Su queste dinamiche fondamenta sorgono le classi che nei loro reciproci rapporti determinano il carattere della cultura. E a questo punto dobbiamo anzitutto e soprattutto chiederci a proposito della tecnica: solo uno strumento di oppressione di classe? Basta porre la domanda, per avere subito la risposta: no, la tecnica la conquista fondamentale dell'umanit; bench sia servita, sinora, come strumento di sfruttamento, al tempo stesso condizione essenziale per l'emancipazione dello sfruttato. La macchina soffoca lo schiavo salariato. Ma questi pu liberarsi solo per mezzo della macchina. Qui la radice di tutta la questione. Se non dimentichiamo che la forza motrice del processo storico sono le forze produttive che liberano l'uomo dal dominio della natura, allora comprendiamo che il proletariato ha bisogno di impadronirsi di tutta la somma di conoscenze e di capacit elaborate dall'umanit nel corso della sua storia, per potersi emancipare e per poter ricostruire la vita sulla base di principi di solidariet. E' la cultura che fa progredire la tecnica o la tecnica che fa progredire la cultura? mi stato chiesto in una delle domande che ho qui dinnanzi. E' sbagliato porre la questione in questo modo. La tecnica non pu essere contrapposta alla cultura, perch la molla principale. Senza tecnica non c' cultura. Lo sviluppo della tecnica fa progredire la cultura. Ma la scienza e la cultura in genere che sono sorte sulla base della tecnica costituiscono un poderoso aiuto per un ulteriore sviluppo della tecnica. Qui abbiamo una interdipendenza dialettica. Compagni, se volete un esempio semplice ma significativo della contraddizione insita nella tecnica stessa, il migliore quello delle ferrovie. Se date un'occhiata ai trenipasseggeri dell'Europa occidentale, vedrete che hanno vagoni di classi diverse. Queste classi ci ricordano le classi della societ capitalista. I vagoni di prima classe sono per gli strati superiori privilegiati, quelli di seconda per la media borghesia, quelli di terza per la piccola borghesia e quelli di quarta per il proletariato, che in passato era definito, a ragion veduta, Quarto Stato. Di per s i treni sono una grandiosa conquista tecnico-culturale dell'umanit che ha enormemente trasformato la faccia della terra nel corso di un solo secolo. Ma la struttura di classe della societ influenza anche la struttura dei mezzi di comunicazione. E le nostre ferrovie sovietiche sono ancora ben lontane dall'eguaglianza - non solo perch usano i vagoni ereditati dal passato, ma anche perch la NEP solo crea le condizioni dell'eguaglianza senza poterla realizzare. Prima dell'era delle ferrovie la civilt era circoscritta alle coste del mare o alle rive dei grandi fiumi. Le ferrovie hanno aperto interi continenti alla cultura capitalista. Una delle cause fondamentali, se non la fondamentale, dell'arretratezza e della desolazione delle nostre campagne russe la mancanza di ferrovie, di strade asfaltate e di strade secondarie. Da questo punto di vista la maggior parte dei nostri villaggi vivono in condizioni precapitalistiche. Dobbiamo vincere il nostro grande alleato che al tempo stesso il nostro maggiore avversario: i grandi spazi. L'economia socialista un'economia pianificata. La pianificazione presuppone innanzitutto le comunicazioni. I
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pi importanti mezzi di comunicazione sono le strade e le ferrovie. Ogni nuova linea ferroviaria un cammino verso la cultura e nella nostra situazione anche un cammino verso il socialismo. Per di pi, con il perfezionamento della tecnica delle comunicazioni e con la propriet del paese, le caratteristiche sociali dei nostri treni muteranno pure: la divisione in classi scomparir, tutti viaggeranno in vagoni molleggiati... se, quando sar giunto quel momento, la gente viagger ancora in treno e non preferir servirsi degli aerei che saranno accessibili a tutti. Facciamo un altro esempio, quello degli strumenti militari, dei mezzi di sterminio. In questo campo la natura di classe della societ si esprime in modo particolarmente chiaro e rivoltante. Ma non c' sostanza distruttiva (esplosiva o velenosa) la cui scoperta non sia di per s un'inestimabile conquista scientifica e tecnica. Le sostanze esplosive e velenose possono essere usate anche per scopi creativi e non solo a fini di distruzione, ma aprono nuove possibilit nel campo della scoperta e dell'invenzione. Il proletariato pu conquistare il potere solo spezzando la vecchia macchina dello Stato di classe. Abbiamo assolto a questo compito con risolutezza come nessun altro aveva fatto. Ma, nel costruire la nuova macchina statale, ci siamo accorti che, in una misura davvero considerevole, dovevamo usare elementi della vecchia. L'ulteriore ricostruzione socialista della macchina statale legata indissolubilmente alla nostra attivit politica, economica e culturale in generale. Non dobbiamo distruggere la tecnica. Il proletariato si impadronito delle fabbriche attrezzate dalla borghesia nelle condizioni in cui la rivoluzione le ha trovate. Le vecchie attrezzature ci servono ancor oggi. Questo fatto dimostra nella maniera pi eloquente e pi diretta che non rinunciamo all'eredit. Come potrebbe essere altrimenti? Dopo tutto, la rivoluzione stata intrapresa soprattutto per prendere possesso dell'eredit. Ma la vecchia tecnica, nella forma in cui l'abbiamo conquistata, del tutto inadatta al socialismo. E' una cristallizzazione dell'anarchia dell'economia capitalista. La concorrenza tra aziende diverse alla caccia di profitti, lo sviluppo ineguale dei diversi settori dell'economia, la parcellizzazione dell'agricoltura, il saccheggio delle energie umane, tutto questo, nella tecnica, si esprime in ferro e in bronzo. Ma, mentre la macchina dell'oppressione di classe pu essere spezzata da un colpo rivoluzionario, la macchina produttiva dell'anarchia capitalistica pu essere ricostruita solo gradualmente. Il chiudersi della fase di restauro, sulla base delle vecchie attrezzature, ci ha portati solo alle soglie di questo compito terribile. Dobbiamo assolverlo a tutti i costi. La cultura spirituale contraddittoria come la cultura materiale. E come dai depositi e dagli arsenali della cultura materiale prendiamo e mettiamo in circolazione non archi e frecce, non strumenti di pietra o strumenti dell'et del bronzo, ma gli strumenti pi perfezionati che si possano avere, frutto della tecnica pi aggiornata, nello stesso modo dobbiamo affrontare anche la cultura spirituale. L'elemento fondamentale della cultura della vecchia societ era la religione. Aveva una enorme importanza come forma di conoscenza e di unit umana: ma in questa forma si rifletteva soprattutto la debolezza dell'uomo di fronte alla natura e la sua impotenza nella societ. Noi respingiamo completamente la religione, con tutti i suoi surrogati. Le cose stanno diversamente per quanto riguarda la filosofia. Dobbiamo prendere dalla filosofia creata dalla societ di classe due elementi inestimabili: il materialismo e la dialettica. In realt, proprio dalla combinazione del materialismo con la dialettica nato il metodo di Marx e ha tratto origine il suo sistema. Questo metodo alla base del leninismo. Se passiamo alla scienza in senso stretto, per noi assolutamente ovvio che ci troviamo di fronte un'immensa riserva di conoscenze e di capacit accumulate dalla umanit nel corso della sua lunga vita. Certo, si pu dimostrare che nella scienza, il cui scopo la

conoscenza della realt, vi sono molte tendenziose adulterazioni di classe. proprio cos. Se anche le ferrovie esprimono la condizioni di privilegio degli uni e la povert degli altri, ci vale ancor di pi per la scienza, la cui materia assai pi flessibile del metallo e del legno con cui si fanno i vagoni ferroviari. Ma dobbiamo tener conto del fatto che il lavoro scientifico fondamentalmente alimentato dall'esigenza di acquisire la conoscenza della natura. Bench gli interessi di classe abbiano introdotto e ancora stiano introducendo tendenze erronee anche nelle scienze naturali, il processo di falsificazione tuttavia contenuto entro i limiti oltre i quali comincia a ostacolare direttamente il progresso della tecnologia. Se considerate le scienze naturali da cima a fondo, dal campo dell'accumulazione dei fatti elementari sino alle generalizzazioni pi elevate e pi complesse, vedrete che quanto pi un aspetto della ricerca scientifica empirico, quanto pi vicino al contenuto materiale, ai fatti, tanto pi indiscutibili sono i risultati che fornisce. Quanto pi ampio il campo della generalizzazione, quanto pi le scienze naturali si avvicinano ai problemi filosofici, tanto pi sono soggette all'influenza dell'ispirazione di classe. Le cose sono pi complesse e pi negative nel caso delle scienze sociali e di quelle che vengono definite le scienze umanistiche. Indubbiamente anche in questa sfera l'elemento fondamentale tendere ad acquisire la conoscenza di quello che esiste. Grazie a questo, sia detto incidentalmente, abbiamo avuto la brillante scuola degli economisti classici. Ma gli interessi di classe, che nelle scienze sociali si esprimono assai pi direttamente e imperiosamente che nelle scienze naturali, ben presto intimavano l'alt allo sviluppo del pensiero economico della societ borghese. In questo campo, per, noi comunisti siamo meglio preparati che in qualsiasi altro. I teorici socialisti, destati dalla lotta di classe del proletariato, sulla base della scienza borghese e della critica a questa scienza, ci hanno dato con l'insegnamento di Marx e di Engels il poderoso metodo del materialismo storico e la incomparabile applicazione di questo metodo nel Capitale. Questo non significa ovviamente che siamo garantiti contro l'influenza delle idee borghesi sul terreno dell'economia e della sociologia in generale. No, le pi volgari tendenze professionali socialiste e piccolo-borghesi populiste entrano in circolazione tra noi uscendo dalle vecchie camere di sicurezza della conoscenza e trovando alimento nei rapporti non ben definiti e contraddittori dell'epoca di transizione. Ma in questo campo possiamo valerci dei criteri indispensabili del marxismo, verificato e arricchito nelle opere di Lenin. E tanto pi sapremo confutare vittoriosamente gli economisti e i sociologi volgari, quanto meno ci rinchiuderemo nelle esperienze del passato e quanto pi ampiamente sapremo abbracciare lo sviluppo mondiale nel suo insieme, distinguendo le sue tendenze di fondo dai mutamenti semplicemente congiunturali. Nelle questioni concernenti la legge, la moralit, e l'ideologia in generale, le condizioni della scienza borghese sono ancora pi lamentevoli che in campo economico. Una perla di genuina conoscenza pu essere trovata in questi campi solo dopo aver rivoltato dozzine di letamai professionali. La dialettica e il materialismo sono gli elementi fondamentali della conoscenza marxista del mondo. Ma ci non significa affatto che possano essere applicati a qualsiasi sfera della conoscenza come una chiave che apra tutte le porte. La dialettica non pu essere imposta ai fatti, deve essere dedotta dai fatti, dalla loro natura, dal loro sviluppo. Solo un lavoro minuzioso su un'enorme massa di dati ha permesso a Marx di far progredire il sistema dialettico dell'economia sino alla concezione del valore come lavoro sociale. Le opere storiche di Marx sono costruite allo stesso modo e cos pure i suoi articoli di giornali: Il materialismo dialettico pu essere applicato a nuove sfere della conoscenza solo padroneggiandole dal di dentro. L'epurazione della scienza borghese presuppone la
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conoscenza della scienza borghese. Non otterrete mai nulla con una critica sommaria e con brusche intimazioni. Imparare ed applicarsi sono condizioni di una rielaborazione critica. Abbiamo il metodo, ma c' abbastanza da fare per generazioni. La critica marxista nella scienza deve essere non solo vigilante, ma anche prudente: altrimenti pu degenerare in sicofantismo, in famusovismo. [Famusov un personaggio di Griboedov, che raffigura un funzionario di grado elevato che ha orrore di tutto quello che possa offendere l'autorit e turbare cosi la sua condizione confortevole.] Prendete pure la psicologia. La concezione pavloviana dei riflessi si sviluppa sulla linea del materialismo dialettico. Abbatte in modo decisivo il muro tra fisiologia e psicologia. Il riflesso pi semplice fisiologico, ma un sistema di riflessi ci d la coscienza . L'accumularsi di una quantit fisiologica ci d una nuova qualit psicologica. Il metodo della scuola di Pavlov sperimentale e minuzioso. Le generalizzazioni sono conquistate passo passo: dalla bava del cane alla poesia, cio al meccanismo mentale della poesia, non al suo contenuto sociale, anche se il cammino che ci porta alla poesia non stato ancora rivelato. La scuola dello psicanalista viennese Freud procede in modo diverso. Presuppone in partenza che la forza motrice dei processi psichici pi complessi e delicati il bisogno fisiologico. In questo senso generale materialistica, lasciando da parte la questione se non attribuisca un peso eccessivo al fattore sessuale a spese di altri (questa gi una discussione entro i confini del materialismo). Ma lo psicanalista affronta i problemi della coscienza non in modo sperimentale, passando da fenomeni inferiori a quelli superiori, dal riflesso semplice al riflesso complesso, ma tenta di afferrare tutti questi stadi intermediari con un solo balzo, dall'alto in basso, dal mito religioso, dal poema lirico o dal sogno direttamente alla base fisiologica della psiche. Gli idealisti ci dicono che la psiche un'entit indipendente, che 1'anima un pozzo senza fondo. Pavlov e Freud pensano entrambi che il fondo dell'anima la fisiologia. Ma Pavlov, come un palombaro, discende sino al fondo e fruga attentamente il pozzo dal basso verso l'alto, mentre Freud sta sopra il pozzo e con sguardo acuto cerca di penetrarne le acque sempre mosse e sconvolte e di afferrare o di intravedere l'immagine delle cose gi in basso. Il metodo di Pavlov l'esperimento, quello di Freud la congettura; a volte la fantastica congettura. Il tentativo di dichiarare la psicanalisi incompatibile con il marxismo e di voltare semplicemente le spalle al freudismo troppo semplice o, per dire meglio, troppo semplicistico. Ma comunque non siamo obbligati ad adottare il freudismo. Si tratta di unipotesi di lavoro che pu consentire e indubbiamente consente deduzioni e congetture che si sviluppano lungo la linea di una psicologia materialistica. Il procedimento sperimentale fornir al momento debito la verifica di queste congetture. Ma non abbiamo nessun motivo e nessun diritto di mettere al bando l'altro procedimento che, anche se pu sembrare meno valido, cerca tuttavia di anticipare le conclusioni verso cui il procedimento sperimentale sta avanzando solo molto lentamente.8 Con questi esempi volevo solo dimostrare, sia pure parzialmente, l'eterogeneit della nostra eredit scientifica e la complessit dei modi con cui il proletariato pu progredire nel dominio di questa eredit. Se vero che nella costruzione economica i problemi non vengono risolti per decreto e dobbiamo imparare a commerciare, anche nella scienza il semplice ricorso a secche intimazioni non pu che provocare grossi guai. In questo campo dobbiamo imparare ad imparare.
8 Questa questione non ha, naturalmente, nulla in comune con il culto di un falso freudismo come indulgenza erotica o manifestazione di oscenit. Simili truffe non hanno niente a che vedere con la scienza e non fanno che esprimere stati d'animo decadenti: il centro di gravit viene spostato dalla corteccia al midollo spinale...

L'arte uno dei modi con cui l'uomo si orienta nel mondo: in questo senso l'eredit dell'arte non si distingue dall'eredit della scienza e della tecnica; e non meno contraddittoria. Diversamente dalla scienza, tuttavia, l'arte una forma di conoscenza del mondo, non come un insieme di leggi, ma come un insieme di immagini e, allo stesso tempo, un modo di ispirare certi sentimenti e certi stati d'animo. L'arte dei secoli passati ha reso l'uomo molto pi complesso e duttile, ha elevato la sua mentalit a un livello pi alto, lo ha arricchito in tutti i sensi. Questo arricchimento una conquista preziosa della cultura. La padronanza dell'arte del passato quindi una condizione necessaria non solo per la creazione della nuova arte, ma anche per la costruzione di una nuova societ, poich ha bisogno di gente con un'intelligenza altamente sviluppata. Ma come pu 1'arte del passato arricchirci di una conoscenza artistica del mondo? Lo pu fare appunto perch in grado di dare alimento ai nostri sentimenti e di educarli. Se dovessimo ripudiare senza motivo l'arte del passato, diverremmo nello stesso tempo pi poveri spiritualmente. Oggi si nota qua e l una tendenza ad avanzare l'idea che l'arte ha come scopo solo l'ispirazione di certi stati d'animo e in nessun modo la conoscenza della realt. La conclusione che se ne ricava : con quale tipo di sentimenti pu contaminarci l'arte della nobilt o della borghesia? Ci radicalmente falso. Il significato dell'arte come mezzo di conoscenza - anche per la massa del popolo e in particolare per la massa del popolo non per niente inferiore al suo significato sentimentale. L'antica epica, la favola, il canto, il racconto tradizionale, il ritmo popolare forniscono una conoscenza in forma grafica, gettano luce sul passato, generalizzano l'esperienza, allargano l'orizzonte e solo in connessione con tutto questo e grazie a questa connessione possibile sintonizzare l'apparato ricevente. Questo vale per tutta la letteratura in generale, non solo per la poesia epica ma anche per la lirica. Vale per la pittura e per la scultura. La sola eccezione, in una certa misura, la musica, il cui effetto potente, ma unilaterale. Certo, anche la musica si basa su una particolare conoscenza della natura, sui suoi suoni e sui suoi ritmi. Ma qui la conoscenza nascosta cos profondamente, i frutti dell'ispirazione della natura sono a tal punto rifratti attraverso i nervi di una persona, che la musica opera come una rivelazione autosufficiente. Tentativi di accostare tutte le forme d'arte alla musica considerata come arte di contaminazione sono stati compiuti di frequente e hanno sempre implicato una sottovalutazione nell'arte della funzione dell'intelligenza a favore di un informe modo di sentire; e in questo senso sono stati e sono reazionari... Ancora peggiori, naturalmente, quelle opere d'arte che non forniscono n una conoscenza grafica n una contaminazione artistica, ma in compenso avanzano pretese esorbitanti. Nel nostro paese vengono stampate non poche opere di questo tipo e, purtroppo, non nei manuali delle scuole d'arte, ma in molte migliaia di esemplari... La cultura un fenomeno sociale. Proprio per questo la lingua, come mezzo di comunicazione tra gli uomini, il suo strumento pi prezioso. La cultura linguistica la condizione pi importante per uno sviluppo di tutti i settori della cultura, in particolare della scienza e dell'arte. Come la tecnica non si accontenta dei vecchi strumenti di misurazione, ma ne crea sempre di nuovi, micrometri, voltametri e cos via, sforzandosi di raggiungere una precisione sempre maggiore, cos per quanto riguarda la lingua, la capacit di scegliere le parole appropriate e di combinarle insieme adeguatamente, necessario un attento lavoro per poter raggiungere il pi alto grado di precisione, di chiarezza e di vivacit. La base di questo lavoro deve essere la lotta contro l'analfabetismo, il semianalfabetismo e il .quasi analfabetismo. La fase successiva sar la padronanza della letteratura classica russa. S, la cultura lo strumento principale dell'oppressione di classe. Ma anche la cultura, e
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solo la cultura, pu diventare uno strumento dell'emancipazione socialista.

Indice

1. Nota introduttiva

2. Non si vive solo di politica

8. Usi, costumi, abitudini

12. Vodka, Chiesa e cinema

15. Dalla vecchia alla nuova famiglia

21. Famiglie e cerimonie religiose

24. Un comportamento civile e gentile l'indispensabile lubrificante dei rapporti quotidiani

27. La battaglia per un linguaggio colto

30. Contro la burocrazia di ogni genere

34. Come iniziare


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39. I compiti dell'educazione comunista

42. La trasformazione della morale

45. Cultura e socialismo

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