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ASPIRAZIONI DI UN ADOLESCENTE

PREFAZIONE

Nel suo romanzo, lAutore narra, in forma di saga, gli anni che vanno dalla Seconda Guerra Mondiale al 1958 1959, ovvero agli albori del periodo caratterizzato dalle trasformazioni economiche e sociali, che coinvolsero lItalia e molti altri Stati europei. Nella saga si innesta la storia personale dellAutore, che non necessita di ricorrere allinvectio, in quanto vibra di realt pi forti di qualsiasi immaginazione. Da storico, Vindigni, racconta le proprie variegate esperienze, senza perdere mai di vista le contestualizzazioni, ovvero gli eventi che caratterizzavano lAfrica, lItalia e lEuropa negli anni della sua pubert, adolescenza e prima giovinezza. La presentazione dello stesso Autore degna di un trattato di pedagogia, fa riferimento a uninfanzia atipica. Il nostro Giorgio, infatti, raggiunse, insieme alla mamma e alla sorella Emma, il padre che era rimasto bloccato a Tripoli, durante il periodo bellico, senza la sorella Assunta, deceduta in conseguenza dei bombardamenti inglesi anti-nazisti in Sicilia. Il ricongiungimento con il genitore avvenne dopo sette lunghi anni di separazione e linserimento nella citt libica e nella scuola locale si rivel alquanto traumatico. Il bimbo speriment le difficolt della lingua araba e la necessit di impararla in una terra che mal subiva gli Inglesi, prevaricatori e lontani anni-luce dalla mentalit africana, ma anche gli Italiani, pi vicini ai loro costumi, ma pur sempre invasori. Decisiva si rivela, sin dalle prime pagine, la figura del padre Antonio, fascista convinto e genitore severo, che non esitava ad adottare metodi educativi coercitivi. Il bimbo era di carattere dolce e obbediente e mostr, sin da piccolo, una grande attitudine al canto. Fu proprio dopo la sua prima esibizione pubblica in un coro, che Giorgio e il padre, in bicicletta verso casa, subirono un incidente urtati da un camion militare inglese che fuggiva senza fermarsi alla violenza dei musulmani che protestavano contro i loro invasori. Il grave incidente segn linizio di una vera e propria odissea per il bambino, con un periodo lunghissimo di ospedalizzazione e ripetuti interventi chirurgici alla gamba.

Durante quei mesi di sofferenza, egli medit molto su quanto avrebbe voluto fare da grande, semmai avesse avuto la fortuna di tornare a camminare con le proprie gambe Nonostante le tribolazioni, il ragazzino mostrava di possedere forza, amor proprio e determinazione. Fu questultima che, pervaso da una crisi mistica, lo indusse, tra le tante idee che frullavano per la sua mente, a scegliere quella di iscriversi alle scuole dei Salesiani di Napoli, conscio di doversi allontanare, a malincuore, dalla presenza paterna che aveva tanto agognato. Non volendo narrare le incredibili vicende dellAutore, mi limiterei a sottolineare due aspetti sui quali vale la pena riflettere, per dare spiegazione a una scelta che potrebbe sembrare di difficile interpretazione. Nellet puberale e preadolescenziale, il protagonista sub due influssi determinanti: la figura del padre e lemigrazione in terra straniera. Il padre stato senzaltro il genitore dominante. Lassenza ha reso la sua figura mitologica. Linfanzia, daltronde, let in cui ci si crea dei miti. La figura materna, seppur citata con infinito amore, non incide nelle decisioni del ragazzo. E opportuno ricordare che nel periodo storico in cui avvengono i fatti, le figure dei genitori erano ben distinte; allautorit paterna si contrapponeva laffetivit della madre. Il secondo aspetto lintegrazione in Libia. Ricordava sempre il periodo trascorso a Modica, i giochi allOratorio Salesiano, quasi un cordone ombelicale da cui non riusciva a staccarsi. Il misticismo rappresent una forma di ricerca introspettiva di se stesso. Una protesta lieve, delicata, eppure evidente verso latteggiamento del padre, che dopo la perdita della figlia Assunta, si era andato allontanando sempre pi dalla fede. LAutore scelse anni di studi classici in Aspirantato Salesiano, separandosi fisicamente, con molto dolore dalla famiglia. La frase di SantAgostino Se questi e quelli, perch non io?, che troviamo nel corso del romanzo e nella chiusa dello stesso, offre molte risposte alla rocambolesca, intensa esistenza dellAutore che, dagli anni di Napoli al 1958, cambia pelle pi volte e mostra quanto lanimo umano, soprattutto se cesellato come diamante da doti congenite e dal giusto apprendimento, sappia adattarsi alle diverse occasioni della vita. A livello stilistico va messo in rilievo il robusto impianto narrativo, la capacit dellAutore di ricorrere alla tecnica del flash-back per legare gli eventi dei personaggi alle vicende storiche accadute precedentemente e lattenzione superba alla coralit dellopera. Giorgio, infatti, coinvolge magistralmente le figure di coloro che incontra nel suo percorso, e non si limita a citarli e tratteggiarli, ma li rende vivi alla percezione di noi lettori. La sua padronanza della tecnica narrativa indubbia e lo stile ricco di pathos, immaginifico e al tempo stesso fluido e scorrevole. Il Giorgio, adolescente, lanti-eroe di una saga sofferta, pervasa da malinconica nostalgia, che incanta e incatena. Maria Rizzi

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