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FUNZIONI ALGEBRICHE PARTICOLARI

(al massimo di secondo grado in x)


Appunti presi dalle lezioni del prof. Nedo Checcaglini
Liceo Scientifico di Castiglion Fiorentino (Classe 4 B)

September 29, 2003

1.

FUNZIONI

Si ricordino le seguenti definizioni:

Def. Dati due insiemi non vuoti A e B, si chiama applicazione o funzione (univoca) di A in B una qualsiasi legge che fa corrispondere ad ogni elemento x di A, uno e un solo elemento y di B. Indicata con f lapplicazione (o funzione) di A in B, lelemento y di B, che la funzione associa allelemento x di A, si indica con y=f(x); x si dice variabile indipendente e y variabile dipendente. Def. Dicesi Dominio (o insieme di definizione) della funzione f il sottoinsieme A non vuoto di A costituito dagli elementi xA ai quali associato un solo elemento yB; linsieme degli elementi di B corrispondenti agli xA costituisce il Codominio della f. Def. Dicesi funzione numerica una funzione f : RR, con R insieme dei numeri reali. Def. Una funzione si dice plurivoca se i valori assunti dalla f, corrispondenti a valori della variabile indipendente, sono un numero finito, superiore ad uno. Da questo momento in poi ci occuperemo di funzioni numeriche ed univoche.

Le funzioni possono presentarsi in forma esplicita (quando la relativa espressione analitica risolta rispetto alla variabile dipendente, cio y = f(x)) e in forma implicita, quando il secondo membro della relativa espressione analitica uguale a zero, cio F (x,y) = 0.

Nedo Checcaglini, ottobre 2003

Def. Una funzione si dice algebrica se, ridotta a forma implicita, si presenta sotto forma di un polinomio. Si dice grado della funzione il grado del polinomio. Def. Una funzione si dice trascendente se non algebrica. Le funzioni algebriche in forma esplicita (che quella pi usata) si classificano in: razionali intere, razionali fratte, irrazionali intere e irrazionali fratte. Def. Una funzione si dice pari se, x appartenente al dominio, f(x) = f(-x); una funzione si dice dispari se f(x) = -f(-x). Def. Una funzione y = f(x) si dice di periodo T se, x appartenente al dominio, f(x) = f(x+T).

Vediamo ora come si pu tracciare il grafico approssimato di funzioni particolari (funzioni algebriche razionali fratte, al massimo di secondo grado in x) senza luso di limiti e derivate.

1.1.

Grafico approssimato di funzioni algebriche particolari

Per disegnare in modo approssimato il grafico di funzioni particolari, funzioni algebriche razionali fratte al massimo di secondo grado in x, sar sufficiente studiarne il dominio, le eventuali simmetrie (rispetto allasse y o allorigine), le intersezioni con gli assi, il segno, gli asintoti (ed eventuali intersezioni della funzione con lasintoto orizzontale od obliquo), i punti estremanti (massimi o minimi relativi) e le coordinate di alcuni punti appartenenti alla curva. Rimandiamo al paragrafo successivo lo schema che permetter, una volta affrontato lo studio di limiti e derivate, di disegnare in modo rigoroso e completo qualunque tipo di funzione. Per affrontare quanto prefissoci, sar utile tener presente le seguenti osservazioni e regole pratiche (ricordiamo ancora che quanto esporremo si riferisce a funzioni algebriche razionali fratte al massimo di secondo grado in x, cio y =
f ( x) g( x)

con grado di f , g 2).

Dominio: tutto lasse reale, esclusi i valori che annullano il denominatore. Eventuali simmetrie: occorre verificare se la funzione pari o dispari (da non prendere in esame se il dominio asimmetrico). Intersezioni con gli assi: occorre fare sistema tra la funzione e lasse x e tra la funzione e lasse y. Studio del segno: occorre vedere quando la funzione positiva o negativa, risolvendo la disequazione f(x)>0. Asintoti: vale la seguente regola pratica (che avr giustificazione con lo studio dei limiti):

Nedo Checcaglini, ottobre 2003

asintoti verticali: rette x = x1, x = x2 con x1, x2 eventuali valori che annullano solo il denominatore; asintoto orizzontale (si ha solamente se il grado del numeratore del grado del denominatore): - se il grado del numeratore minore, lasintoto orizzontale ha equazione y = 0, cio lasse delle x; - se il grado del numeratore invece uguale a quello del denominatore, lasintoto orizzontale ha equazione y =
a b

dove a il coefficiente del termine di grado massimo di f e b il coefficiente del

termine di grado massimo di g; asintoto obliquo (si ha solamente se il grado del numeratore supera di una unit il grado del denominatore, nel nostro caso f deve essere di secondo grado e g di primo grado): scritta la funzione y =
R( x) f ( x) sotto la forma y = Q( x ) + , con Q(x) quoziente della divisione e R(x) g( x) g( x)

resto, si ha per asintoto obliquo la retta y = Q(x). Non appare superfluo ricordare che se vi asintoto orizzontale non pu esservi asintoto obliquo e che sar utile trovare anche le eventuali intersezioni della funzione data con tali asintoti.

Massimi e minimi relativi: possiamo trovare gli eventuali punti estremanti senza per riconoscere subito se sono di massimo o di minimo; saranno gli altri elementi in nostro possesso (dominio, intersezioni, segno, asintoti ecc.) che ci permetteranno di risolvere il dubbio. Poich i punti richiesti hanno tangente orizzontale, per trovarli procederemo nel seguente modo:

a) faremo sistema tra la funzione f e il fascio di rette orizzontali y = k; b) otterremo unequazione di secondo grado in x con la presenza del parametro k che, dopo aver raccolto i termini simili, andremo ad ordinare (se lequazione di primo grado non ci saranno n massimi n minimi); c) porremo = 0 (condizione di tangenza) in tale equazione; d) otterremo una nuova equazione, al massimo di secondo grado in k, da cui ricaveremo al pi due valori, k1 e k2 , che rappresentano le ordinate dei punti estremanti; e) sostituiti tali valori di k nella formula x =
b 2a

, con b ed a coefficienti dellequazione di cui al

punto b), troveremo le rispettive ascisse dei punti cercati.

Nedo Checcaglini, ottobre 2003

Esempio:
x+2 x +x+2
2

a) Studiare in modo approssimato la funzione y =

Dominio:
D ( f ) = {x R}

(il denominatore non si annulla mai);

Eventuali simmetrie (rispetto allasse y o allorigine):


x + 2 x x+2
2

f ( x ) =

f ( x) la funzione non pari; f ( x) la funzione non dispari;

f ( x ) =

x2 x x+2
2

Intersezioni:
x+2 x+2 y = 2 y = 2 A ( 2 ; 0 ) e x + x + 2 B (0;1) ; x +x+2 x = 0 y = 0

Studio del segno: f(x)>0 x > -2;

Asintoti:

Per le considerazioni precedentemente fatte non vi sono asintoti verticali (il denominatore non si annulla mai), mentre vi lasintoto orizzontale di equazione y = 0. In questo caso le intersezioni tra la funzione e lasintoto coincidono con le intersezioni della funzione con lasse x;

Massimi e minimi relativi:


Nedo Checcaglini, ottobre 2003

x+2 y = 2 x + x + 2 x + 2 = kx 2 + kx + 2 k kx 2 (1 k ) x + 2 k 2 = 0 y = k

(1)

e per la condizione di

tangenza, cio = 0, (1 k ) 2 4 k (2 k 2) = 0 1 2 k + k 2 8k 2 + 8k = 0 e raccogliendo i termini simili si ha:


7 k 6k 1 = 0 k =
2

3 9 + 7 7

1 k1 = , k2 = 1. 7

Per trovare le ascisse dei punti estremanti, dalla (1) si ha:


x= b 2a = 1 k 2k

e sostituendo i valori di k trovati

otteniamo x1 = -4 e x2 = 0 per cui possiamo concludere che la funzione ha un punto di massimo relativo M(0; 1) e di minimo relativo m(-4; -1/7).

Il grafico quello sopra riportato.

Nedo Checcaglini, ottobre 2003

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