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Universit degli studi di

Padova

dtg

SCAMBIATORI DI
CALORE
Corso di Gestione dellenergia
Renato Lazzarin
Dipartimento di Tecnica e Gestione dei
Sistemi industriali

La trattazione degli scambiatori richiede anzitutto il richiamo di


due grandezze di fondamentale impiego nel loro dimensionamento
o verifica:
la differenza di temperatura media logaritmica;
lefficienza.
Il punto di partenza pu essere la valutazione di uno scambiatore in
controcorrente perfetta, ad esempio del tipo tubo in tubo qui
rappresentato:
Una serie di ipotesi ragionevoli
(regime permanente, K costante e
uniforme, cp costante, processo
adiabatico verso lesterno) consente
di scrivere la classica equazione di
scambio termico globale

q = KA(t ' t ")


in termini differenziali:

Considerata infatti una piccola sezione (infinitesima) dA entro lo


scambiatore il flusso termico si pu valutare sia in termini di
riduzione di energia interna del fluido caldo che di incremento di
energia interna del fluido freddo che, infine, di scambio termico alla
parete fra di due fluidi:

dq = c' m ' dt '


dq = c" m " dt "
dq = KdA(t ' t ")
La differenza fra le prime due equazioni fornisce la seguente relazione:
d (t ' t ") = dq
M=

FG 1 1 IJ = Mdq
H c' m ' c" m "K

1
1

c' m ' c" m "

Di qui si trova:

d = Mdq
1 2 = Mq

Non si ancora usata la relazione di scambio termico alla parete


che, tenuto conto della relazione appena dimostrata, fornisce:

kMdA = d
Si tratta di unequazione differenziale a variabili separabili:

d
= kMdA

Lintegrazione si pu eseguire dallingresso dello scambiatore


fino ad una sezione generica che implica unarea complessiva Ax:

= 1 e kAxM
ovvero si integra fra ingresso ed uscita dello scambiatore:

ln

2
= KAM
1

Ricavando M da questultima relazione e sostituendolo nella


precedentemente dimostrata:

1 2 = Mq

si ottiene infine:

q = KA

2 1
= KATML
2
ln
1

La relazione permette di calcolare il flusso termico scambiato


come se la differenza di temperatura fra i due fluidi fosse costante
lungo tutto lo scambiatore.
Una relazione del tutto analoga si pu dimostrare per uno
scambiatore in equicorrente.

Lefficienza di uno scambiatore si definisce come il rapporto fra la


potenza termica effettivamente scambiata e quella massima
scambiabile. Questultima ovviamente vincolata dai valori max e
min di temperatura agli ingressi dello scambiatore. Questa differenza
max di temperatura potr al pi applicarsi al flusso che presenta il
valore pi basso di capacit termica nellunit di tempo, vale a dire
quella che presenta il Cmin:

C "(t " t ")

C '(t ' t ')

=  u i =  i u
Cmin (ti ' ti ") Cmin (ti ' ti ")
Il flusso termico max scambiabile dato da:
q max = C min (ti ' ti ") = C min (ti ' tu ' ) + C min ( tu ' ti ")

Si ipotizzi che il Cmin competa al fluido caldo:

q max = q + C min 2

Si prima dimostrato che:

q=

1 2
M

Si ha quindi che:
=

q
q max

1 2
M
=
1 2 
+ Cmin 2
M

Ricordando la posizione:

si ottiene:

M=

1
1

c' m ' c" m "

1 2

C
1
1 2 + C min 2 (1  min ) 
C
C
max

min

Il risultato finale ora vicino:

1
= 1  2 =
C
2 C min
1  min 2 1
Cmax
1 C max
1

Dalla relazione

ln
si ricava facilmente che
e quindi si arriva al
risultato finale:

2
= KAM
1
2
= exp(- KAM )
1

1 exp(- KAM )
C
1 min exp(- KAM )
C max

Normalmente si esplicita la variabile M e si definisce il numero di


unit di trasmissione NTU:

NTU =

KA
C min

e il risultato finale il seguente:

C min
)]
C max
C
exp[- NTU (1 min )]
C max

1 exp[- NTU (1

=
1

C min
C max

Gli andamenti di
efficienza trovano
rappresentazioni per le
varie disposizioni di
scambio termico:

Gli scambiatori possono essere classificati secondo


- il processo di scambio termico;
- la geometria di costruzione;
- landamento dei flussi;
- la funzione.

Secondo il processo di scambio termico si distinguono:


- scambiatori recuperativi;
- scambiatori rigenerativi;
- a letto fluido;
- per contatto diretto;
- con bruciatore.

Secondo landamento dei flussi si distinguono gli scambiatori in


equicorrente, in controcorrente e a flussi incrociati.
Secondo la funzione si va dal riscaldatore al raffreddatore al
condensatore allevaporatore al reboiler.
A seconda della geometria si distinguono gli scambiatori
tubolari, quelli a piastre e quelli a flussi incrociati.
Tutte queste geometrie sono del tipo recuperativo.
I pi semplici
scambiatori a
geometria
tubolare sono
quelli a tubi
concentrici

Una variante che consente di avere


una disposizione maggiormente
compatta quella degli scambiatori
coassiali
Si tratta di scambiatori che
resistono bene alla pressione,
consentono una perfetta
controcorrente e garantiscono
limmiscibilit dei fluidi

Scambiatori di calore coassiali in


fase di saldatura delle teste di
distribuzione e realizzati

Tubi coassiali entro lo scambiatore e scambiatori realizzati

Fanno parte di questo gruppo anche gli scambiatori a


grappolo (cluster)

Non appena la superficie di scambio supera la decina di m2


lingombro degli scambiatori a tubi concentrici od assimilabili a
questi diventa eccessivo e lo scambiatore di gran lunga pi
impiegato quello a fascio tubiero

Si tratta di uno scambiatore che presenta geometrie diverse a


seconda della disposizione dei flussi e del sistema di montaggio delle
testate.

Una scelta spesso critica quella relativa a quale fluido inviare


nei tubi e nel fasciame. I criteri utilizzati sono molteplici.
A. Pressione
E meglio che il fluido a pi alta pressione scorra nei tubi dal
momento che lo sforzo meccanico aumenta con il diametro;
B. Temperatura
La resistenza dei materiali si riduce con la temperatura per cui
leffetto simile a quello di una pi alta pressione. Ne
consegue che a parit di pressione il fluido pi caldo dovrebbe
scorrere nei tubi anche perch se circolasse nel fasciame
risulterebbe necessario un pi accurato isolamento;
C. Corrosivit
Un fluido corrosivo impone leghe speciali per cui se uno solo
dei due fluidi corrosivo meglio inviarlo nei tubi, in caso
contrario sia tubi che mantello vanno realizzati in lega speciale;

D. Grado di purezza dei fluidi


Il materiale a contatto con il fluido che deve rimanere pulito deve essere
sempre speciale: valgono le stesse considerazioni che per la corrosivit;
E. Perdita di fluido
E generalmente pi facile limitare i trafilaggi dai tubi piuttosto che non
dal fasciame;
F. Caduta di carico
Si pu prevedere con facilit quella nei tubi, meno quella nel fasciame;
G. Viscosit del fluido
Il moto del fluido dovrebbe essere turbolento, se il fluido molto
viscoso, la turbolenza pu essere ottenuta pi facilmente nel fasciame;
H. Portata
Il passaggio del fluido con minore portata nel fasciame rende pi
probabile linstaurarsi di moto turbolento;
I. Pulizia
Le superfici del fasciame sono pi difficili da pulire che quelle interne
dei tubi.

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Nello scambiatore a fascio tubiero possibile realizzare pi


passaggi nei tubi e/o nel fasciame.

Particolari in dettaglio di uno scambiatore a fascio tubiero ad U

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Il passaggio nel fasciame risulta critico nella distribuzione del


flusso che, se non adeguatamente guidato, tende a concentrarsi
nella zona centrale, lasciando ampie sacche di ristagno nelle parti
periferiche dello scambiatore.

Risulta fondamentale allora disporre dei setti o diaframmi che


hanno la funzione di guidare il flusso entro lo scambiatore oltre
a quella di spaziare i tubi e di sorreggerli su dimensioni
importanti di lunghezza dello scambiatore stesso.

La forma dei diaframmi pu


essere assai varia, anche se
la tipologia a segmento
circolare quella pi
diffusa.

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Lo scambiatore classico realizzato con tubi fissati per


mandrinatura o saldatura alle piastre e queste a loro volta sono
fissate al mantello. Di conseguenza il blocco non smontabile.
La pulizia meccanica dello scambiatore pu essere realizzata solo
con spazzole rotanti entro i tubi cui si accede smontando una
testata, mentre nel fasciame si pu realizzare la sola pulizia di
tipo chimico.

Nel caso sia importante poter accedere al fasciame si deve


realizzare lo scambiatore a testata flottante per il quale la testata di
estremit libera presenta un diametro leggermente minore del
mantello. Un sistema flangiato chiude i passaggi della piastra e
consente lo smontaggio del tutto, consentendo anche ampie
dilatazioni. Il costo circa del 25% superiore a quello di uno
scambiatore normale.
Non si deve dimenticare nella collocazione di uno scambiatore a
testata flottante di lasciare gli spazi tecnici per poter estrarre la
testata (spazio doppio rispetto alla lunghezza dello scambiatore).

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E molto impiegata anche la struttura con i tubi ad U


spesso anchessa smontabile.

Gli scambiatori a fascio tubiero sono realizzati in moltissime


tipologie e dimensioni. Questi qui rappresentati sono tutti
fasci tubieri ad U.

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Questo un fascio tubiero rettilineo con tenuta a premitreccia.


Una piastra fissa, mentre laltra pu scorrere entro il mantello
per consentire la dilatazione del fascio tubiero. La tenuta fra
piastre e mantello e assicurata da unidonea guarnizione.

Sullo sfondo si nota un kettle reboiler. Fascio tubiero a U in


cui scorre olio diatermico o acqua pressurizzata per produrre
vapore a media e bassa pressione al di sopra.

Questi sono gli scambiatori di calore pi semplici a piastre fisse


con tubi rettilinei.
Possono funzionare a medie e basse temperature per le quali non
sia critico il problema della dilatazione.

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Questo uno scambiatore di calore a testa flottante completamente


estraibile per la pulizia esterna dei tubi per via meccanica o
chimica.

E la vista di una
testata da cui si
vede la
disposizione
regolare dei tubi
secondo un reticolo
che tipicamente
pu essere
triangolare o
rettangolare.

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Fasi di montaggio di uno


scambiatore a fascio tubiero

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A seconda delle varie esigenze del progetto termico si hanno varie


possibili soluzioni per i passaggi nei tubi o nel fasciame.
Qui sono riportate due soluzioni con tubi ad U ed uno o due
passaggi nel fasciame.

Qui si hanno 4 passaggi nei tubi e due nel fasciame


(soluzione 2/4)

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Qui viene rappresentata una soluzione simile alla precedente ma


non con tubi ad U ma con la disposizione di setti sulle testate

Per scambiatori pi grandi le soluzioni di maggiore


complessit si ottengono spesso accoppiando pi scambiatori

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Qui si vedono due altri


esempi.
La scelta dei passaggi
dettata dalle esigenze di
portate termiche diverse
dai due lati dello
scambiatore, in modo da
raggiungere il moto
desiderato nei tubi o nel
fasciame e lo scambio
termico richiesto.

Questa una tipica situazione in cui esiste un ingresso di vapore (si


tratta di un condensatore) con sistema di distribuzione del flusso su
tutti i tubi.

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Allaumentare dei passaggi nei tubi non pi possibile ottenere la


controcorrente quasi perfetta garantita dalla configurazione 1/1

Si effettua il calcolo come se si avesse a che fare con uno


scambiatore in controcorrente perfetta, realizzando poi la
correzione con il fattore di temperatura Ft calcolato con appositi
diagrammi in funzione delle temperature e delle configurazioni

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Per quanto riguarda gli scambiatori a flussi incrociati, possono


essere non miscelati come quello della figura sottostante. Si nota
allora nello scambiatore unestremit pi calda ed una pi fredda.

Dei possibili scambiatori sono


riportati nelle foto a lato,
entrambi a flussi non miscelati.

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Vale la pena citare il cosiddetto scambio a letto fluido (fluidized bed).


Si tratta di un modo di mettere a contatto un fluido liquido ma pi
spesso gassoso con delle sostanze solide di ridotta granulometria.
Si pensi ad esempio ad uno strato di sabbia posto al di sopra di un fondo
poroso: se dellaria viene soffiata al di sotto del fondo la sabbia si
muover ad una certa distanza dal fondo e rester in sospensione.
Si comporter in tal modo come un liquido dotato di una certa viscosit,
capace di scambiare calore con maggiore efficienza rispetto al fluido
gassoso di partenza.
Le particelle hanno dimensioni tipiche a partire da 0,5 mm fino a
qualche millimetro di diametro.

Il sistema del letto fluido usato soprattutto nei sistemi di


combustione come negli inceneritori per scambiare efficacemente
calore fra i fumi ed il fluido secondario (per lo pi acqua
pressurizzata) o come nel caso di figura negli impianti di
gassificazione del carbone

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Il letto fluido comunque utilizzabile anche nel recupero termico,


ad esempio sullo scarico dei fumi, come in figura

Per dare degli ordini di grandezza di vantaggi ottenibili, si


tenga conto che il coefficiente di convezione per un gas
attorno ad un tubo pu essere di 50 W/m2K e passare a valori
fra 150 e 500 W/m2K per un sistema a letto fluido

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