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Il programma illuministico.

L'illuminismo è un movimento culturale che nasce nel XVIII secolo e con cui si ha un cambiamento intellettuale che
caratterizzerà successivamente la storia moderna. Questa corrente di pensiero ha uno specifico modo di relazionarsi alla
ragione, e cioè avvalersi di questa in maniera LIBERA e PUBBLICA per migliorare la propria condizione di vita.

Per gli illuministi l'uomo ha il dono della ragione, che però diverse volte non ha saputo usare rimanendo sotto il giogo
di qualcuno o qualcosa più forte (lo stesso Kant dirà poi che l'illuminismo è l'uscita dell'uomo da questo stato). Dunque
saper usare la propria ragione per gli illuministi è prendere ogni cosa in maniera critica analizzandola (da qui la
metafora del tribunale della ragione), e di conseguenza abbattere ogni tipo di pregiudizio o superstizione. La ragione
ora viene vista come un “lume” che rischiara le tenebre dell'ignoranza, di conseguenza cambia anche la concezione di
filosofo:
– Un uomo che sta in mezzo agli altri uomini e che combatte per rendere più abitabile il mondo che lo
circonda, utile quindi alla società.
In questo modo gli illuministi sono stimolati a diffondere il sapere abbattendo il muro che c'era sempre stato fra gli
intellettuali e i restanti cittadini.

Premesse sociali e culturali dell'Illuminismo.


Illuminismo e borghesia.
L'illuminismo ha uno stretto legame con la borghesia, nasce infatti in seno a questa classe sociale che progrediva
rompendo con il passato. Non per niente la maggior parte degli illuministi era borghese e si identificava nella figura del
“mercante” e del “filosofo”. Nelle file degli illuministi c'erano anche aristocratici, particolarmente propensi agli
interessi borghesi, e re “illuminati” che invece andavano incontro ai desideri della propria popolazione.

Illuminismo e Rinascimento.
L'illuminismo può essere considerato come il proseguimento del Rinascimento in quanto aveva ideali simili riguardo la
concezione umana. Era però più radicale rispetto al precedente movimento, infatti:
• Gli illuministi credevano in una rinascita antropologica, ma solo come emancipazione dell'uomo per se
stesso.
• La figura di Dio viene confinata ad una sfera che ha poco a che fare con il mondo in cui si vive, infatti ora la
ragione trova in sé i principi del conoscere e dell'agire.
• Dunque ora l'uomo è il solo artefice del proprio destino.

Illuminismo e Rivoluzione Scientifica.


La Rivoluzione Scientifica si può considerare come il punto d'inizio dell'Illuminismo; basta pensare alle polemiche
degli scienziati contro i teologi e la metafisica, la fiducia nella ragione e la ricerca di un sapere fondato e proficuo, tutti
caratteri piuttosto illuministi. E infatti l'illuminismo, che vede nel metodo scientifico il modello del sapere utile a
contrastare le metafisiche tradizionali e a far progredire la società, diventa l'espressione più matura della Rivoluzione
Scientifica.

Illuminismo, razionalismo ed empirismo.


L'illuminismo è anche erede di due scuole di pensiero, il razionalismo e l'empirismo. Ma come nei casi precedenti
presenta delle differenze con queste due correnti:
• Diversità dal razionalismo
◦ L'illuminismo contesta il dogmatismo e la presunzione della ragione cartesiana.
◦ Mentre Cartesio aveva impedito un'intromissione della ragione in campo morale e politico, gli illuministi
avevano esteso il dominio della ragione anche a questi campi.
• Diversità dall'empirismo
◦ L'illuminismo ha una maggiore fiducia e considerazione nelle facoltà dell'intelletto umano.
◦ Inoltre vede la ragione critica e dedita ad approfondire ogni aspetto dell'esistenza umana ai fini del
progresso sociale; nonostante ciò la ragione continua a rimanere qualcosa di non assoluto o onnipotente.
Per gli illuministi però non esiste solo la ragione, la maggior parte di essi riconosce l'importanza delle emozioni e delle
passioni umane, infatti la ragione non era concepita come qualcosa che fagocita ogni aspetto della vita umana, ma era
vista come l'ordine a cui tende la vita, che si realizza attraverso la disciplina degli elementi sentimentali umani.

Illuminismo e Religione.
Le critiche degli illuministi alle religioni positive.
Fin dal principio l'Illuminismo ha sempre polemizzato contro le tre religioni storiche (cristianesimo, islamismo,
ebraismo) tanto che in Francia Mosè, Gesù Cristo e Maometto erano chiamati “i tre impostori”. Questa ostilità verso le
religioni positive era dato da:
– Una mentalità razionalistica che vede nella ragione e nell'esperienza il solo criterio di verità, rifiutando allora
il concetto di “rivelazione”.
– Per gli illuministi la religione è sempre stata buona alleata del potere politico che l'ha utilizzata per
controllare il popolo lasciandolo nell'ignoranza, e ostacolando il progresso. La religione produce solo fanatismi
e divide gli uomini.
– Partendo dal presupposto che la ragione desideri la felicità, la religione per gli illuministi imbroglia le genti
con il senso del peccato, del castigo e della morte impedendo loro l'armonico compimento del proprio essere.
Le varie critiche alle religioni sono raccolte per la maggior parte nei “manoscritti clandestini”, un centinaio di opuscoli
che “viaggiavano” eludendo i controlli regi e le persecuzioni ecclesiastiche.

Il filone deista e quello ateo.


Per quanto riguarda la religione, si vennero a formare due movimenti:
• Quello DEISTA:
◦ Ne facevano parte quasi tutti gli illuministi.
◦ Crede in una religiosità naturale ed immutabile, fondata su un nucleo razionale di verità comuni a tutti
gli uomini (come l'esistenza di Dio e i precetti morali).
◦ Ha un'etica universale e valida per tutti gli uomini, “come la geometria” dice Voltaire.
• Quello ATEO:
◦ Trova in Jean Meslier uno dei suoi maggiori rappresentanti, il quale era un sacerdote di esemplare
condotta e grande pietà verso gli oppressi, attraversò una crisi interiore che lo portò dal Cristianesimo al
materialismo continuando comunque a essere un sacerdote senza dire ciò che gli passava per la testa, ma
solo scrivendolo in “manoscritti clandestini”.
◦ Per l'ateismo la religione è in toto una cosa irrazionale che non scaturisce dall'intelletto.
◦ Secondo gli atei la religione è sempre stata usata per sottomettere e controllare il popolo
◦ .Il movimento ateo ritiene che la religione scaturisca dalla paura dell'uomo di fronte all'universo. Ma se
la religione nasce da una cosa irrazionale come la paura non può avere un lato razionale, come sostengono
i deisti, e dunque dove c'è religione non c'è ragione, e viceversa.
◦ L'ateismo infine viene visto come una “scuola di vita” necessaria per fondare una società migliore.
Nonostante le varie divisioni e critiche verso la religione, per gli illuministi ognuno deve essere libero di professare il
credo che preferisce.

Umanità e problematicità della storia.


Prima dell'Illuminismo era tipico vedere la storia in maniera cristiana, e cioè si pensava che ogni cosa dipendesse dalla
provvidenza divina. Questa visione del mondo cominciò a cambiare nel seicento, vennero mosse delle prime critiche
che evidenziavano la contraddizione fra un “governo divino” e i soprusi del mondo. Ma con l'Illuminismo francese
inizia a farsi spazio l'idea che l'uomo sia l'unico soggetto della storia e che da lui dipendano sia i successi che le
sconfitte. Dunque Dio per gli illuministi è solo il creatore del cosmo che però non interagisce nella vita umana, e
l'immobilità delle masse nei confronti del progresso dipenderebbe proprio dalla tradizionale concezione della
Provvidenza, in questo modo l'uomo non si sforza di far nulla. Invece no, per gli illuministi l'uomo deve usare la propria
ragione per migliorare. La storia per gli illuministi è un'ordine problematico privo di garanzie in quanto è l'uomo
a decidere, in ogni occasione, cosa fare.

La concezione della politica come strumento a servizio dell'uomo e della “pubblica felicità”.
La filosofia illuminista ha sempre avuto un fine sociale e pratico, infatti occorre per essa che l'uomo si rimbocchi le
maniche per migliorare la propria condizione, ora dunque la politica è al servizio dell'uomo e dei suoi diritti naturali.
Il concetto di diritti naturali non è nuovo, ma la novità sta nell'uso illuministico di questo:
• I diritti naturali di un uomo vengono reinterpretati.
• Questi diritti sono usati ai fini della critica politica, con lo sforzo di renderli validi anche in pratica.
Fra i diritti difesi dagli illuministi c'è quello di salvaguardare la felicità, intesa come la situazione in cui gli uomini, in
pace fra loro, soddisfano i propri bisogni spirituali e materiali. La guerra era quindi vista come un male e gli
illuministi cercavano il superamento delle barriere nazionali e l'invito alla fratellanza. Da qui nasce l'essere
cosmopolita degli illuministi e siccome questi cercavano anche il benessere materiale, incentivavano le industrie e il
commercio allo sviluppo.

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