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L'illuminismo è un movimento culturale che nasce nel XVIII secolo e con cui si ha un cambiamento intellettuale che
caratterizzerà successivamente la storia moderna. Questa corrente di pensiero ha uno specifico modo di relazionarsi alla
ragione, e cioè avvalersi di questa in maniera LIBERA e PUBBLICA per migliorare la propria condizione di vita.
Per gli illuministi l'uomo ha il dono della ragione, che però diverse volte non ha saputo usare rimanendo sotto il giogo
di qualcuno o qualcosa più forte (lo stesso Kant dirà poi che l'illuminismo è l'uscita dell'uomo da questo stato). Dunque
saper usare la propria ragione per gli illuministi è prendere ogni cosa in maniera critica analizzandola (da qui la
metafora del tribunale della ragione), e di conseguenza abbattere ogni tipo di pregiudizio o superstizione. La ragione
ora viene vista come un “lume” che rischiara le tenebre dell'ignoranza, di conseguenza cambia anche la concezione di
filosofo:
– Un uomo che sta in mezzo agli altri uomini e che combatte per rendere più abitabile il mondo che lo
circonda, utile quindi alla società.
In questo modo gli illuministi sono stimolati a diffondere il sapere abbattendo il muro che c'era sempre stato fra gli
intellettuali e i restanti cittadini.
Illuminismo e Rinascimento.
L'illuminismo può essere considerato come il proseguimento del Rinascimento in quanto aveva ideali simili riguardo la
concezione umana. Era però più radicale rispetto al precedente movimento, infatti:
• Gli illuministi credevano in una rinascita antropologica, ma solo come emancipazione dell'uomo per se
stesso.
• La figura di Dio viene confinata ad una sfera che ha poco a che fare con il mondo in cui si vive, infatti ora la
ragione trova in sé i principi del conoscere e dell'agire.
• Dunque ora l'uomo è il solo artefice del proprio destino.
Illuminismo e Religione.
Le critiche degli illuministi alle religioni positive.
Fin dal principio l'Illuminismo ha sempre polemizzato contro le tre religioni storiche (cristianesimo, islamismo,
ebraismo) tanto che in Francia Mosè, Gesù Cristo e Maometto erano chiamati “i tre impostori”. Questa ostilità verso le
religioni positive era dato da:
– Una mentalità razionalistica che vede nella ragione e nell'esperienza il solo criterio di verità, rifiutando allora
il concetto di “rivelazione”.
– Per gli illuministi la religione è sempre stata buona alleata del potere politico che l'ha utilizzata per
controllare il popolo lasciandolo nell'ignoranza, e ostacolando il progresso. La religione produce solo fanatismi
e divide gli uomini.
– Partendo dal presupposto che la ragione desideri la felicità, la religione per gli illuministi imbroglia le genti
con il senso del peccato, del castigo e della morte impedendo loro l'armonico compimento del proprio essere.
Le varie critiche alle religioni sono raccolte per la maggior parte nei “manoscritti clandestini”, un centinaio di opuscoli
che “viaggiavano” eludendo i controlli regi e le persecuzioni ecclesiastiche.
La concezione della politica come strumento a servizio dell'uomo e della “pubblica felicità”.
La filosofia illuminista ha sempre avuto un fine sociale e pratico, infatti occorre per essa che l'uomo si rimbocchi le
maniche per migliorare la propria condizione, ora dunque la politica è al servizio dell'uomo e dei suoi diritti naturali.
Il concetto di diritti naturali non è nuovo, ma la novità sta nell'uso illuministico di questo:
• I diritti naturali di un uomo vengono reinterpretati.
• Questi diritti sono usati ai fini della critica politica, con lo sforzo di renderli validi anche in pratica.
Fra i diritti difesi dagli illuministi c'è quello di salvaguardare la felicità, intesa come la situazione in cui gli uomini, in
pace fra loro, soddisfano i propri bisogni spirituali e materiali. La guerra era quindi vista come un male e gli
illuministi cercavano il superamento delle barriere nazionali e l'invito alla fratellanza. Da qui nasce l'essere
cosmopolita degli illuministi e siccome questi cercavano anche il benessere materiale, incentivavano le industrie e il
commercio allo sviluppo.