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GIORGIO CAPRONI

Hojas
Cuntos se fueron
Cuntos.
Qu queda?
Ni siquiera
el soplo.
Ni siquiera
el araazo del rencor o la dentellada
de la presencia.
Todos
se fueron sin
dejar rastros.
Como
no deja rastro el viento
sobre el mrmol por donde pasa.
Como
no deja huellas la sombra
sobre el andn.
Todos
desaparecidos en una polvareda
confusa de ojos.
Un murmullo
de voces fonas, casi
como de hojas a contraviento
detrs de los vidrios.
Hojas
que slo el corazn ve
y en las que la mente no cree.

Foglie // Quanti se ne sono andati // Quanti. // Che cosa resta. // Nemmeno / il soffio. //
Nemmeno / il graffio di rancore o il morso / della presenza. // Tutti / se ne sono andati senza
/ lasciare traccia. // Come / non lascia traccia il vento / sul marmo dove passa. / Come / non
lascia orma lombra / sul marciapiede. // Tutti / scomparsi in un polverio / confuso
docchi. // Un brusio / di voci afone, quasi / di foglie controfiato / dietro i vetri. // Foglie /
che solo il cuore vede / e cui la mente non crede.

Trumerei
Las trombas militares
en la nieve
Los disparos
Los silbidos de los disparos
a cero
Suea.
Suea las blancas vocales
de los gritos de los muchachos, y el aire
que los dilata
Los espacios abiertos
de la infancia
Suea.
Suea con Dachau

Las msicas
transparentes entre las flores
Los rboles del Sol y de la
Luna
Suea con Alcina
Hiroshima
Suala,
mientras la mente
se va acercando a la hierba
cada vez
ms cerca de la hierba
del agua
viva
de las piedras
donde golpea.
Suea.
Suea con Plaza Fontana.
(On the Beach at Fontana)
Suea mientras est lejana
(y ya est encima) la dura noche
(suala!) de la obsidiana.

Trumerei // Le trombe militari / nella neve // Gli spari // I sibili degli spari / a
zero // Sogna. // Sogna le bianche vocali / dei gridi dei ragazzi, e laria / che le dilata //
Gli spiazzi / dellinfanzia // Sogna. // Sogna Dachau / Le musiche / trasparenti tra i
fiori // Gli alberi del Sole e della / Luna // Sogna Alcina // Hiroshima // Sognala, /
mentre gi tavvicina / la mente allerba / sempre / pi allerba.. / allacqua / viva / ai
sassi / dove imbalza. // Sogna. // Sogna Piazza Fontana. // (On the Beach at Fontana) //
Sogna finch t lontana / (lhai addosso) la notte dura / (sognala!) dellossidiana.

Larghetto
Tras la barrera, acaso.
Acaso, tras de la aduana
de agua
Donde el canal
va por la hierba y el viento
ya es campestre
Prueba.
Ah est la infancia.
Prueba.
Est la infancia que tiembla
Ah an el mutilado
de un brazo, con la izquierda
(recurdalo: te lo ordenaron
siendo apenas un nio, entonces,
que sonre a los tigres)
descarga la pistola
sobre el escrito que le sostienes
V

Prueba donde el rebao


es una nube en el prado.
El viejo de ojos
oscuros
Puede ser l.
Prueba donde el pavor
vulnera el cielo, y el aliento
(recurdalo: fuiste intimado)
tiembla como el velln
de los arbustos
Tras
la barrera
Tras
de la Aduana de Agua
Donde
sin arboleda y sin
carpa yo,
en los iris de aluminio
de los tres, no reconoc
ningn Dios de exterminio.
Prueba.
Ms all del mal
y del bien.
Donde
parece acero el viento
y una daga el canal.
Larghetto // Fuori barriera, forse. / Forse, oltre la dogana / dacqua // Dove il canale / gi
prende derba, e il vento / gi campestre // Prova. // L c linfanzia. // Prova. // C
linfanzia che trema // L ancora il mutilato / dun braccio, con la sinistra / (ricordalo: ti
fu ordinato / bambino appena, allora, / che sorride alle tigri) / scarica la pistola / sul

foglio che gli reggi // Vai // Prova dove le greggi / sono nubi sul prato // Il vecchio
coi suoi bui occhi // Pu esser lui. // Prova dove la paura / spacca anche il cielo, e il
fiato / (ricordalo: ti fu comandato) / esita come la lana / delle siepi // Fuori / barriera /
Oltre / la Dogana dAqua / Dove / senza querceto e senza / tenda io, / nelle iridi
dalluminio / dei tre, non ravvisai / nessun Dio di sterminio. // Prova. // Al di l del male / e
del bene. // Dove / gi sa dacciaio il vento, / e un coltello il canale.

Determinacin
a Luigi Mercantini,
por una rima adeudada
No lleg nadie.
Bajaron todos.
Uno
(el ltimo) se detuvo
un instante, el rostro en el resplandor
del encendedor, y despus
tom tambin l decidido
su camino.
Nos
miramos.
Lo habramos
apualado, a l
(el ltimo!) que poda,
necesariamente deba,
ser l, si l
no haba llegado.
Lo dejamos
pasar derecho
delante de nosotros.

Y slo
cuando desapareci, el desierto
se nos hizo claro.
Qu hacer?
Intil esperar
otro tren.
El texto
era explcito.
O aqu
y ahora,
o.
nada.
Nos
fuimos.
Le dimos
la espalda al vaco
y al humo.
Sacudimos
los hombros.
Nos las arreglaremos,
dijimos, sin
l.
Tal vez,
seremos ms fuertes
y libres.
Como los muertos.
Determinazione // Non arrivato nessuno. / Tutti sono scesi. / Uno / (lultimo) s
soffermato / un attimo, il volto nel lampo / dellaccendino, poi / ha preso anche lui
deciso / la sua via. // Ci siamo / guardati. // Lo avremmo / pugnalato, lui / (lultimo!) che
pur poteva, / doveva necessariamente / esser lui, se lui / non era giunto. // Lo abbiamo /

lasciato passare diritto / davanti a noi. // E solo / quand scomparso, il deserto / ci


apparso chiaro. // Che fare. // Inutile aspettare, / certo, un altro treno. / Il testo / era
esplicito. / O qui, / e ora, / o / nulla. // Siamo / venuti via. // Abbiamo / voltato le spalle al
vuoto / e al fumo. // Abbiamo / scosso le spalle. // Faremo, / ci siamo detti, senza / di lui. //
Saremo, / magari, anche pi forti / e liberi. // Come i morti.

Contracanto
al joven
Stefano Coppini

No en el medio, sino en el lmite


del camino.
La selva
(la pavura)
...dura...
...oscura.
La via
(la vida)
perdida.
Ninguna agua estelar

sobre el negro encallado.


Ningn soplo de alas.
Qu puede adquirir
cadencia, entre los simulacros
de rboles (de catedrales?),
si el hombre sombra es humo
en el humo - adesaparicin?
La muerte de la distincin.
De lo falso.
De lo verdadero.
Es un salvaje terreno.
El pie tropieza.
El viaje
jams comenzado (el lenguaje
lacerado) ha alcanzado
el punto de su coronacin.
El nacimiento.
(La demolicin.)

Contracanto
al giovane
Stefano Coppini
No nel mezzo, ma al limite
del cammino.
La selva
(la paura)
...dura...
...oscura.
La via
(la vita)
smarrita.
Nessun'acqua stellare
sul incaglio del nero.
Nessun soffio d'ali.
Che cosa mai pu acquistare
cadenza, fra i simulacri
d'alberi (di cattedrali?),
se anche l'uomo ombra fumo
nel fumo - asparizione?

La morte della distinzione.


Del falso.
Del vero.
un terreno selvaggio.
Il piede incespica.
Il viaggio
mai cominciato (il linguaggio
lacerato) ha raggiunto
il punto della sua incoronazione.
La nascita.
(La demolizione.)

LA LMINA
Mi sedetti accanto
(tutto accanto)
A me.
Nel gelo
del locale, non c'era
altr'anima.
Era sera.

Era buio.
Una lmina
affilatissima - quasi
acciarina - era la sola
superstite testimonianza
diurna.
Da oltre la tendina
battente, si assottigliava
a vista d'occhio.
La stanza
- tra breve - sarebbe rimasta nera.
Mi strinsi sempre pi accanto
(sempre pi accanto)
a me.
Divertito
dal mio orgasmo, mi misi
- attento - ad ascoltare
- con un sorriso - il mio pianto.
(L'eco d'una minuettante uccelliera?

Era buio.

Era sera.)

Mentre senza un saluto


Non pi la dolce voce
del tuo canto di sera
dona la tua figura
all'aria, ch'era fiorita
con la speranza al vano
del tuo balcone.
Finita
la leggera canzone,
mentre senza un saluto,
senza un cenno d'addio
mi muore il giorno, e anch'io
dentro il cuore m'abbuio,
te ne sei andata, e il buio
di te pi non s'adorna,
pi la tua cara cera
la tenebra non aggiorna.

Romanza
Torna il tempo dei cori
giovani, delle risate
all'aria che sera inebria
d'erbe, quando folate
rubano alle mandole
dolci d'amore l'arie

futili - le melodie
che a serenate e a sagre
chiamano, e a carmagnole.
Non tu ritorni: e i giorni
che gi furono a questi
simili, dall'allegrie
d'allora ora a pi agre
note fan punto. E pare,
tu ormai remota e sola
e in lacrime, nell'odor d'aglio
che sera toglie ai gigli
sian vissuti per sbaglio.

E ancora
Sorpresa in delicate
tinte nella leggera
ora di sera, a un'aria
bruciata nel sudore
del giorno la tua cera
mi reca una puntura
di nostalgia:
Stasera
ti trover?
La rosa
del tuo nome bruciata
nella memoria. E ancora:

Ti trover stasera?

PER LONOMASTICO DI RINA,


BATTEZZATA ROSA
Santa Rosa de Lima.
Ah rosa sempre in cima
ai miei pensieri
Mia Rina
(Piove.
I monti sono neri.
C il sole.
Restano neri
se no li accendi tu, mia Rosa)
Mia rosa sem
pre in cima
ai miei pensiero
Mia rima
sempre in me battente.
Fonda e dolce

Quasi
-in me- flautoclarinescente

POR EL ONOMSTICO DE RINA,


BAUTIZADA ROSA
Santa Rosa de Lima.
Ah rosa siempre en la cima
de mis pensamientos .
Rina ma
(Llueve.
Los montes estn negros.
Hay sol.
Siguen estando negros
si no los asciendes, Rosa ma)
Mi rosa siempre en la cima
de mis pensamientos
Mi rima
siempre en m latente
Honda y dulce
Casi

-en m- flautoclarinescente

MINUETO
En tierra de desconcierto.
Allegretto con brio.
Este es el movimiento
justo, para que yo incluido
pueda decir la condena
del poeta: su letal
desazn eterna
de hijo natural

MINUETTO
In terra di smarrimento.
Allegretto con brio.
questo il movimento
Giusto, perch anchio
possa dire il tormento
el poeta: il letale
suo eterno rudimento
di figlio naturale.

RES AMISSA
No encuentro huellas.

Viene hacia m a propsito


(de eso estoy seguro)
para donarse.

Ya no encuentro ms huellas.

Veo en el abandono
del da el delicado rostro
blancomelodioso
La manga
de encaje
La gracia,
dulce y germana
en el darse
...
...
Un viento
de golpe un aire
casi silceo congela
ahora la habitacin
(Es hoja
de cuchillo?
Tormento
ms all del vidrio y la madera
-oprimido- de la ventana?)


Ya no vislumbro ninguna seal.
Ninguna huella.

Clamo
a morgana
Veo
delicado el delicado rostro
melodiosoesfumado
Entreabre
-remota- amaneciente la boca,
pero no habla.
(No puede
-nada puede- dar respuesta.)

Ya no espero encontrarla.

Celosamente, (irrecuperablemente)
la he escondido.

RES AMISSA
Non ne trovo traccia.


Venne da me apposta
(di questo sono certo)
per farmene dono.

Non ne trovo pi traccia

Rivedo nellabbandono
del giorno esile faccia
biancoflautata
La manica
in trina
La grazia,
cos dolce e allemanica
nel porgere

Un vento
durto un aira
quasi silicea agghiaccia
ora la stanza
( lama
di costello?
Tormento
oltre il vento ed il lengo
-serrato- dellimposta?)

Non ne scorgo pi segno.

Pi traccia.

Chiedo
alla morgana
Veo
esile lesile faccia
flautoscomparsa
Schiude
-remota- lalbeggiante boca,
ma non parla.
(Non pu
-niente pu- dar risposta)

Non spero pi di trovarla.

Lho troppo gelosamente


(irrecuperabilmente) riposta.

Ay mi voz, mi voz.
Ahogada. Cerrada.
Aun si por el enlace
de las musas armonizada.
Ahi mia voce, mia voce.
Occlusa. Rinserrata.
Anche se per legame
mosaico armonizzata.

EPIGRAMA
Montale,
piedra roja,
de la ribera que no resuena,
consigui una caa
quemada por el sol,
y entrelaza espinosa cancin.
EPIGRAMA
Montale,
ciottolo roso,
dal greto che pi non risuona,
ha tolto una canna
bruciata dal sole,
e intesse viscosa canzone.

A EUGENIO MONTALE, IN OCCASIONE DEL NOBEL


La festa
non lo coinvolge.
assente,
Lui che irreversibilmente
(in musica + idee, disse)
gli riusc a disserrare
la morsa dellEquazione
ultima fra il Tutto e il Niente.

LTIMA DIOSA (O IDEA)


Invenciones a dos voces.
Cuando ensayo Bach, mucho espero.
(Que mi arco lo ahonde?)
ULTIMA DEA (O IDEA)
Invenzioni a due voci.
Quando provo Bach, troppo spero.
(Che il mio archetto lo incroci?)

PARA ALGUNOS
Digan incluso de nosotros
-si esto les da placer que
somos renunciatarios.
Que no logramos resistir
el paso de la Historia.
Las frases hechas -lo sabemos son
su gloria.
Nosotros no se las respondemos.
Estar en desarmona
con la poca (ir contra
los tiempos a favor
de un tiempo) es nuestra mana.
Creemos en el anacronismo.

En el rayo. No en el futurismo.
A CERTUNI
Dite pure di noi
- se questo vi far piacere che siamo dei rinunciatari.
Che non riusciamo a tenere
il passo con la Storia.
Le frasi fatte sappiamosono
la vostra gloria.
Noi, noi non ve le contestiamo.
Essere in disarmonia
con l poca (andare
contro i tempi a favore
del tempo) una nostra mania.
Crediamo nell anacronismo.
Nel fulmine. Non nellavvenirismo.

SOBRE UN ECO (REVUELTO) DE LA TRAVIATA


Dame una mano. Ven.
Gua a tu gua. Tiemblo.
No tiembles. Juntos
pronto Retornaremos
a nuestra nada en la nada
(juntos) Remoriremos.
Su un'eco (stravolta)
della traviata
per una R.

Dammi la mano. Vieni.


Guida la tua guida. Tremo.
Non tremare. Insieme,
presto Ritorneremo.
nel nostro nulla - nel nulla
(insieme) Rimoriremo.

IN ECO
(piano)
(Qualcuno avr anche gridato,
nel bosco. Chi lha ascoltato.)
(fortissimo)
Ma tutti ! hanno cantato
vittoria, prima del rantolo

CADENZA
Tonica, terza, quinta,
settima diminuita.
Rimane cos irrisolto
l'accordo della mia vita?

Strumenti dell'orchestra
La quarta di un violoncello.
Quasi in eco una tuba.
Fra gli alberi un flauto uccello
di fuoco, che un timpano alza in fuga.

SOSPIRO
Ah poesia, poesia.
Tristissima copia
di parole, e fuga
dellanima mia.

T que a los valses de un tiempo,


a su leve furia de sonidos
te abandonas, no sientes el tempo
de este da que huele
a ctricos no sientes el relmpago
sobre la colina en el humo
de marzo.
En tus perfumes
lejana, un esplendor
juvenil en tu pecho
prende carbones, un sueo
ideal: tus canciones
depuestas por el viento.
TU CHE AI VALZER DUN TEMPO
Tu che ai valzer d'un tempo
in una furia lieve di suoni
ti lasci, non senti il tempo
di questo giorno che odora
d'agrumi - non senti il lampo
sulla collina nei fiumi

di marzo.
Nei tuoi profumi
remota, uno sfarzo
di giovinezza al tuo petto
arde carboni - un perfetto
sogno: le tue canzoni
diroccate dal vento.

In una notte d'un gelido


17 Dicembre
....l'uomo che di notte, solo,
nel "gelido dicembre",
spinge il cancello e rientra
solo nei suoi sospiri.....

WALLACE STEVENS

Mozart, 1935
Poet, be seated at the piano.
Play the present, its hoo-hoo-hoo,
Its shoo-shoo-shoo, its ric-a-nic,
Its envious cachinnation.
If they throw stones upon the roof
While you practice arpeggios,
It is because they carry down the stairs
A body in rags.
Be seated at the piano.
That lucid souvenir of the past,
The divertimento;
That airy dream of the future,
The unclouded concerto . . .
The snow is falling.
Strike the piercing chord.
Be thou the voice,
Not you. Be thou, be thou
The voice of angry fear,
The voice of this besieging pain.
Be thou that wintry sound
As of a great wind howling,
By which sorrow is released,

Dismissed, absolved
In a starry placating.
We may return to Mozart.
He was young, and we, we are old.
The snow is falling
And the streets are full of cries.
Be seated, thou.

Mozart, 1935
Poeta, sintate al piano.
Toca el presente, su hoo-hoo-hoo,
su shoo-shoo-shoo, su ric-a-nic,
sus carcajadas envidiosas.
Si arrojan piedras sobre tu tejado
mientras practicas arpegios
es porque llevan escaleras abajo
un cuerpo harapiento.
Sintate al piano.
El lcido recuerdo del pasado,
el divertimento;
ese sueo etreo del futuro,
el concierto sin nubes. . .
Cae la nieve.
Toca el acorde penetrante.
Sed vos la voz,

no t. Sed vos, sed vos


la voz del miedo airado,
la voz de este dolor que nos asedia.
Sed vos el invernal sonido
como de viento fuerte que alla,
que libera la tristeza,
que la rechaza, la absuelve,
en un sosiego estelar.
Podramos volver a Mozart.
l era joven, y nosotros viejos.
Cae la nieve.
Y las calles estn llenas de gritos.
Sentaos, vamos, al piano.

Sad Strains of a Gay Waltz


The truth is that there comes a time
When we can mourn no more over music
That is so much motionless sound.
There comes a time when the waltz
Is no longer a mode of desire, a mode
Of revealing desire and is empty of shadows.
Too many waltzes have ended. And then
Theres that mountain-minded Hoon,
For whom desire was never that of the waltz,

Who found all form and order in solitude,


For whom the shapes were never the figures of men.
Now, for him, his forms have vanished.
There is order in neither sea nor sun.
The shapes have lost their glistening.
There are these sudden mobs of men,
These sudden clouds of faces and arms,
An immense suppression, freed,
These voices crying without knowing for what,
Except to be happy, without knowing how,
Imposing forms they cannot describe,
Requiring order beyond their speech.
Too many waltzes have ended. Yet the shapes
For which the voices cry, these, too, may be
Modes of desire, modes of revealing desire.
Too many waltzesThe epic of disbelief
Blares oftener and soon, will soon be constant.
Some harmonious skeptic soon in a skeptical music
Will unite these figures of men and their shapes
Will glisten again with motion, the music
Will be motion and full of shadows.

Tristes compases de un vals alegre


La verdad es que llega un momento
en que nosotros no podemos ya apenarnos ms por una msica
que como mucho es un sonido inmvil.
Llega un momento en que el vals
ya no es ms un modo del deseo, un modo
de revelar deseo, y est vaco de sombras.
Han acabado demasiados valses. Y luego
aqu est ese Hoon de mente montaraz
para quien el deseo no fue nunca el del vals,
quien encontr todo orden y forma en soledad,
para quien las hechuras nunca fueron figuras de hombres.
A l ahora se le han esfumado sus formas.
Aqu no hay orden ni en mar ni en sol.
Las hechuras perdieron su fulgor.
Lo que aqu hay son estas sbitas turbas de hombres,
estas sbitas nubes de rostros y de brazos,
una inmensa supresin, en libertad,
estas voces que claman sin saber para qu,
si no es para ser felices, sin saber cmo,
imponiendo unas formas que ellas no pueden describir,
requiriendo un orden ms all de su habla.
Han acabado demasiados valses. Con todo, las hechuras

por las que claman las voces podran, ellas tambin,


ser modos del deseo, modos de revelar deseo.
Demasiados valses... La pica de la incredulidad
prorrumpe ms a menudo, y pronto, pronto ser constante.
Pronto un escptico armonioso en una msica escptica
unir estas figuras de hombres y sus hechuras
fulgirn otra vez en movimiento, la msica
estar en movimiento y colmada de sombras.

The Idea of Order at Key West


She sang beyond the genius of the sea.
The water never formed to mind or voice,
Like a body wholly body, fluttering
Its empty sleeves; and yet its mimic motion
Made constant cry, caused constantly a cry,
That was not ours although we understood,
Inhuman, of the veritable ocean.
The sea was not a mask. No more was she.
The song and water were not medleyed sound
Even if what she sang was what she heard,
Since what she sang was uttered word by word.
It may be that in all her phrases stirred
The grinding water and the gasping wind;
But it was she and not the sea we heard.
For she was the maker of the song she sang.

The ever-hooded, tragic-gestured sea


Was merely a place by which she walked to sing.
Whose spirit is this? we said, because we knew
It was the spirit that we sought and knew
That we should ask this often as she sang.
If it was only the dark voice of the sea
That rose, or even colored by many waves;
If it was only the outer voice of sky
And cloud, of the sunken coral water-walled,
However clear, it would have been deep air,
The heaving speech of air, a summer sound
Repeated in a summer without end
And sound alone. But it was more than that,
More even than her voice, and ours, among
The meaningless plungings of water and the wind,
Theatrical distances, bronze shadows heaped
On high horizons, mountainous atmospheres
Of sky and sea.
It was her voice that made
The sky acutest at its vanishing.
She measured to the hour its solitude.
She was the single artificer of the world
In which she sang. And when she sang, the sea,
Whatever self it had, became the self
That was her song, for she was the maker. Then we,
As we beheld her striding there alone,
Knew that there never was a world for her
Except the one she sang and, singing, made.
Ramon Fernandez, tell me, if you know,

Why, when the singing ended and we turned


Toward the town, tell why the glassy lights,
The lights in the fishing boats at anchor there,
As the night descended, tilting in the air,
Mastered the night and portioned out the sea,
Fixing emblazoned zones and fiery poles,
Arranging, deepening, enchanting night.
Oh! Blessed rage for order, pale Ramon,
The makers rage to order words of the sea,
Words of the fragrant portals, dimly-starred,
And of ourselves and of our origins,
In ghostlier demarcations, keener sounds.

La idea de orden en Key West


Ella cantaba ms all del genio del mar.
El agua nunca form a mente o voz,
Como un cuerpo enteramente cuerpo, agitando
Sus mangas vacas; y sin embargo su mmico movimiento
Daba constante grito, causaba constantemente un grito,
Que no era el nuestro aunque entendamos,
Inhumano, del verdico ocano.
El mar no era una mscara. No lo era ms ella.
La cancin y el agua no eran confuso sonido
Aun si lo que ella cantaba era lo que oa,
Pues lo que cantaba fue pronunciado palabra por palabra.
Puede ser que en todas sus frases agitara

El agua moliente y el viento jadeante;


Pero era ella y no el mar lo que escuchbamos.
Pues ella era el artfice de la cancin que cantaba.
El siempre encapotado mar de gesto trgico
Era simplemente un lugar por el cual ella caminaba para cantar.
De quin es este espritu? dijimos, porque sabamos
Era el espritu que buscbamos y sabamos
Que debamos preguntar esto a menudo mientras ella cantaba.
Si slo era la voz oscura del mar
Que surga, o aun coloreada por muchas olas;
Si era slo la voz exterior del cielo
Y la nube, del hundido coral emparedado de agua,
Por transparente que fuera, habra sido aire profundo,
El lenguaje palpitante del aire, un sonido estival
Repetido en un esto sin fin
Y sonido solo. Pero era ms que eso,
Ms an que su voz y la nuestra, entre
Inmersiones sin sentido del agua y el viento,
Distancias teatrales, sombras de bronce amontonadas
En altos horizontes, atmsferas montaosas
De cielo y mar.
Era su voz la que haca
Al firmamento ms agudo al esfumarse.
Ella meda cada hora su soledad.
Ella era el nico artfice del mundo
En que cantaba. Y cuando cantaba, el mar,
Cualquier ser que tuviera, se tornaba el ser
De su cancin, pues ella era el creador. Entonces nosotros,
Mientras la veamos pasar sola,

Sabamos que nunca hubo un mundo para ella


Excepto el que ella cantaba y creaba al cantar.
Ramn Fernndez, dime, si sabes,
Por qu, cuando termin la cancin y nosotros volvamos
Hacia la ciudad, dime por qu las luces cristalinas,
Las luces de los botes de pesca all anclados,
Mientras descenda la noche, inclinndose en el aire,
Dominaban la noche y dividan el mar,
Fijando zonas blasonadas y furibundos polos,
Ordenando, ahondando, encantando la noche.
Oh! Bendita rabia de orden, plido Ramn,
La rabia del hacedor por ordenar las palabras del mar,
Palabras de fragantes portales, oscuramente estrellados,
Y de nosotros y nuestros orgenes,
En demarcaciones ms espectrales, sonidos ms penetrantes.

Peter Quince at the Clavier


I
Just as my fingers on these keys
Make music, so the self-same sounds
On my spirit make a music, too.
Music is feeling, then, not sound;
And thus it is that what I feel,
Here in this room, desiring you,
Thinking of your blue-shadowed silk,

Is music. It is like the strain


Waked in the elders by Susanna;
Of a green evening, clear and warm,
She bathed in her still garden, while
The red-eyed elders, watching, felt
The basses of their beings throb
In witching chords, and their thin blood
Pulse pizzicati of Hosanna.
II
In the green water, clear and warm,
Susanna lay.
She searched
The touch of springs,
And found
Concealed imaginings.
She sighed,
For so much melody.
Upon the bank, she stood
In the cool
Of spent emotions.
She felt, among the leaves,
The dew
Of old devotions.
She walked upon the grass,
Still quavering.
The winds were like her maids,

On timid feet,
Fetching her woven scarves,
Yet wavering.
A breath upon her hand
Muted the night.
She turned
A cymbal crashed,
And roaring horns.
III
Soon, with a noise like tambourines,
Came her attendant Byzantines.
They wondered why Susanna cried
Against the elders by her side;
And as they whispered, the refrain
Was like a willow swept by rain.
Anon, their lamps' uplifted flame
Revealed Susanna and her shame.
And then, the simpering Byzantines
Fled, with a noise like tambourines.
IV
Beauty is momentary in the mind
The fitful tracing of a portal;
But in the flesh it is immortal.

The body dies; the body's beauty lives.


So evenings die, in their green going,
A wave, interminably flowing.
So gardens die, their meek breath scenting
The cowl of winter, done repenting.
So maidens die, to the auroral
Celebration of a maiden's choral.
Susanna's music touched the bawdy strings
Of those white elders; but, escaping,
Left only Death's ironic scraping.
Now, in its immortality, it plays
On the clear viol of her memory,
And makes a constant sacrament of praise.

Peter Quince en el clave


I
As como mis dedos en estas teclas
Hacen msica, as tambin esos mismos
Sonidos en mi espritu hacen una msica.
La msica es sensacin, entonces, no sonido;
Y eso es lo que siento,
Aqu, en este cuarto, desendote;
Pensar en tu seda sombreada de azul,
Es msica. Es como la meloda
Que despertaba en los viejos Susana;

En un verde atardecer, claro y clido,


La joven se baaba en su tranquilo jardn, mientras
Los viejos de ojos inyectados, mirndola, sentan
Los bajos de su ser latir
En hechizantes acordes, y su sangre floja
Pulsar pizzicati de Hosannas.

II
En el agua verde, clara y clida,
Susana se baaba.
Buscaba
El toque de los manantiales,
Y encontr
Ocultas fantasas.
Suspir,
Ante tanta meloda.
Sobre la orilla, se par
En el fresco
De pasadas emociones,
Entre las hojas sinti
El roco
De viejas devociones.
Camin sobre la hierba,
An temblorosa.
Los vientos eran como sus doncellas,
Sobre tmidos pies,
Trayndole sus chales tejidos,

Todava flotantes.
Un soplo sobre su mano
Acall la noche.
Gir Un cmbalo son,
Y rugientes cuernos.

III
Enseguida, con un ruido de mazurcas,
Llegaron sus sirvientas turcas.
Se preguntaban por qu Susana lloraba
Mientras aquellos ancianos la rodeaban;
Y el estribillo de sus susurros sonaba
Como sauce al que la lluvia castigara.
Entonces, sus lmparas de elevada llama
Revelaron la vergenza de Susana.
Y luego, entre tontas risitas, las turcas
Se fueron, con un ruido de mazurcas.

IV
La belleza es momentnea en la mente.
El calco discontinuo de un portal.
Pero, en la carne, es inmortal.

El cuerpo muere; la belleza del cuerpo vive.


As mueren las tardes, en su verde pasar,
Una ola que fluye interminable.
As mueren los jardines, perfumando con su manso aliento
La capucha del invierno, hecha de arrepentimiento.
As mueren las doncellas, a la celebracin
Matinal de un coral de doncellas.
La msica de Susana tocaba las procaces cuerdas
De esos blancos ancianos; pero, al escapar,
Dejaba el irnico rasguido de la muerte.
Ahora, en su inmortalidad, la msica suena
En la clara viola de su memoria,
Y hace un constante sacramento de alabanza.

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