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La geografia come il web: ha potenzialit immense ed diffusa ovunque. A partire da unanalisi della realt dellinsegnamento della geografia in Italia e del valore delle carte geografiche, questo contributo focalizza lattenzione sullevoluzione e sullimportanza che le mappe digitali ricoprono e potranno ricoprire nelle scuole di ogni ordine e grado.
1.Introduzione
Che senso ha insegnare e far fare geografia a scuola? In un mondo in cui tutti si spostano con il navigatore e possiedono un telefono cellulare con il GPS (Global Position System) incorporato, ha ancora senso considerare la geografia come una scienza che sviluppa competenze fondamentali per leducazione delle future generazioni?
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senza la loro presenza. Nella carta, il tempo e lo spazio si adattano alle esigenze e alle finalit del soggetto cos come anche i contenuti che essa mostra. Limmagine che restituisce la carta, infatti, una delle tante possibili rappresentazioni dello stesso territorio e per questo importante tenere conto del rischio della performativit di cui portatrice [Dematteis, 2008]. Ancora, Farinelli, prendendo come riferimento Peirce, afferma che la mappa Segno, representamen perch rappresenta, (sta per) qualcosa, il suo Oggetto, non pu funzionare senza altri due elementi, lInterpretante e la Base: il primo un altro segno prodotto dal segno nella mente della persona per la quale esso stesso vale; la seconda sta al Segno perch esprime unidea, una determinata angolazione [Farinelli, 2003]. Alla carta dunque si riconosce il ruolo di mediatore in grado di suscitare, per la capacit evocativa racchiusa in s, sentimenti, idee, valori che caratterizzano il milieu ovvero quellintreccio di natura e cultura, di fisica dei luoghi e di metafisica, di aria e di arte, di relazioni umane e di qualit dellambiente intellettuale. [Paba, 2008]. Gli unici limiti attribuiti alla carta geografica restano, in conclusione, lessere approssimata - non esiste una carta geografica che possa riprodurre fedelmente la superficie terrestre nei suoi aspetti - e lessere limitata non possibile includere nella mappa infiniti simboli perch il supporto cartaceo di per s un sistema finito.
all'epoca rivoluzionario, ha anticipato e spronato la recente diffusione dei navigatori satellitari in commercio e avviato la colonizzazione geografica del web. Tra i coloni ci sono stati anche Yahoo!Maps e Maporama, anche se chi pi di tutti ha spiccato in questo campo stato certamente Google. La compagnia di Mountain View, che nel 2005 ha lanciato il suo sito Maps, infatti, ha saputo per prima cogliere le potenzialit della cartografia digitale e lha fatto mettendo in relazione (georeferenziando) il proprio database di informazioni locali Google Local sulla mappa. Le stesse informazioni sono state incluse anche nel software chiamato Google Earth, rilasciato anchesso nel 2005, dove per la tecnologia ha reso possibile anche la visualizzazione tridimensionale del Pianeta. Con questo software, Google ha puntato molto sulla spendibilit social dei suoi contenuti cartografici investendo in un sistema user-friendly che permette Fig. 1 - Alcuni studenti della scuola anche ad un bambino di personalizzare primaria sperimentano le potenzialit la mappa, di condividerla via web o di di Google Earth. esportarla/importarla da un GPS (Fig. 1). Un punto di vista ancora diverso offerto invece dalle mappe rilasciate dalla Microsoft allinterno della propria piattaforma Bing Maps (prima Microsoft Virtual Earth). Qui la cartografia integrata con numerose foto oblique (langolazione fissa a 45) che rendono un effetto visivo tridimensionale molto accattivante; lorientamento del punto di vista pu essere cambiato e permette di guardare un edificio da tutte le angolazioni con un livello di dettaglio che le immagini satellitari non riescono a raggiungere. Un altro software, open source e educational, Nasa World Wind. Grazie allapporto della Nasa (National Aeronautics and Space Amministration) la Terra, visualizzata come un vero e proprio mappamondo virtuale tridimensionale, gestisce dati ed immagini relative a tempeste, incendi, attivit vulcaniche e i fenomeni naturali pi comuni (pioggia, vento, ecc) permettendone il monitoraggio costante. Un ultimo strumento che si vuole presentare OpenStreetMap: un portale cartografico digitale completamente open source aperto ai contributi di tutti gli utenti iscritti. Nato nel 2004 su ispirazione della filosofia di Wikipedia, negli anni si consolidato fino a raggiungere in alcune citt e in alcuni paesi livelli di dettaglio nelle mappe quasi maniacali. Contribuire molto semplice e lobiettivo encomiabile: mettere a disposizione di tutti, gratuitamente, per sempre, la mappa aggiornata di tutto il mondo. Molte istituzioni educative, ma non solo, hanno cominciato ad affidarsi esclusivamente a questo tipo di cartografia ed presumibile pensare che il fenomeno continuer a crescere.
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Lo strumento ad ogni modo, calibrato sullobiettivo che il docente si pone. I siti che presentano la cartografia digitale sono scelti per lesecuzione di lavori e/o compiti limitati alla visualizzazione delle immagini satellitari. Le visioni e la personalizzazione offerte dai digital globes (Google Earth e Nasa World Wind), vengono visti come veri e propri strumenti in grado di ingaggiare i ragazzi nel processo di costruzione partecipata e condivisa della conoscenza. Nonostante questo possa essere uno di quegli ambiti in cui sarebbe concesso affermare che lunico limite per le future applicazioni di questi strumenti la fantasia degli insegnanti che decideranno di utilizzarli, si evidenzia che c qualcosa che spesso impedisce o rende deficitaria lesperienza delluso delle mappe digitali anche pi della condizione di digital divide [Prensky, 2000] in cui molti insegnanti si trovano ad essere: i limiti strutturali delle scuole. Troppe scuole ancora non dispongono di unaula informatica che accolga un numero sufficiente di computer funzionanti e modestamente prestanti [Landi, 2010]. Questa una problematica risaputa e spinosa, ma centrale. Una dotazione informatica decente e una connessione internet stabile devono essere il presupposto per qualsiasi sperimentazione didattica. Se queste condizioni non vengono rispettate impossibile che la cartografia digitale entri a scuola. L dove queste condizioni sono state soddisfatte (con la cura dellaula informatica, attraverso listallazione della LIM o lacquisto di alcuni GPS), gli insegnanti stessi hanno dimostrato di sapersi mettere in gioco, tanto, da evidenziare che il chiedere aiuto ai propri studenti sia una delle strategie pi frequentemente adottate (in tutti i livelli di scuola) anche quando si usa la cartografia digitale, realizzando cos una sorta di partenariato intellettuale [Jonassen, 2006] triangolato tra linsegnante, gli studenti e la tecnologia.
3.2 Il GeoCaching
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Un altro modo per proporre luso della cartografia digitale quella di far cogliere ai nostri studenti la sfida del GeoCaching (Vedi Fig.1). Questattivit si ispira, nello spirito, alla vecchia caccia al tesoro e, per le modalit di svolgimento, allorienteering. Lunica differenza sostanziale che la ricerca dei punti strategici (le lanterne nellorienteering) viene fatto sfruttando le coordinate U.T.M. e un dispositivo munito di GPS. Lobiettivo del gioco raggiungere, trovare e firmare il quadernino che contenuto nella lanterna (solitamente una scatola di latta Figura 2 - La conclusione di nascosta in prossimit del punto indicato un'avventura dalle coordinate). Per farlo per, non sufficiente seguire meccanicamente lindicazione del nostro dispositivo satellitare ma necessario pianificare il percorso ottimale. Allo stesso modo, diverse tappe intermedie (o sfide nel percorso) possono essere inserite allo scopo di far riflettere gli studenti sul territorio in cui si trovano e su ruolo degli attori che vi agiscono. Il GeoCaching in ultima analisi rappresenta lunione (av)vincente tra loutdoor learning e linsegnamento della geografia con luso delle tecnologie.
4.Conclusioni
La geografia una disciplina viva, dinamica e rivolta al futuro ma costretta nellimmaginario come noiosa e mnemonica, non riesce ad esprimere tutto il suo fascino e il suo valore. Con lavvento di internet e il diffondersi dei servizi geografici online la disciplina ha la possibilit di recuperare lampiezza e lattualit della propria proposta. La tendenza del web quella di configurarsi come uno strumento geografico in cui le mappe sempre pi raramente si limitano a dirci dove andare ma permettono invece di avvicinare lesploratore ai luoghi e alle culture, ai problemi reali e alle soluzioni efficaci. Da queste, possono emergere nuove riflessioni e discussioni da condividere con la classe a scuola, ma non solo. Questo modo di fare geografia autentico e offre uno sguardo al futuro nella piena valorizzazione del passato. Approfittare del supporto degli strumenti tecnologi pi moderni significa aprire una strada che insegnanti ed alunni sono invitati ad esplorare insieme per la costruzione di un futuro pi sostenibile.
Bibliografia
Calvani A., Lintroduzione delle ICT nella scuola. Quale razionale? Un quadro di riferimento per una politica tecnologica. TD-Tecnologie Didattiche, 48, 2009, 9-14. Corna Pellegrini G., Per insegnare la geografia bisogna amare il mondo, 2004.
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Dematteis G., Zeus, le ossa del bue e la verit degli aranci. Biforcazioni geografiche, Torino, 2008. Donadelli G., Labate E., Rocca L., Mo A., Pazzaglia F., Insegno bene geografia perch mi piace. La Vita Scolastica, 21, maggio-giugno, 2012. (in stampa) Farinelli F., Geografia, G. Einaudi, Torino, 2003. Giorda C., La geografia nella scuola primaria, Carocci, Roma, 2006. Jonassen D. H., Modeling with technology; mindtools for conceptual change. Pearson Education Inc., Upper Saddle River, New Jersey, 2006. Landi S., Il mondo della scuola e le nuove tecnologie tra realt e futuro, 2011. Reperibile sul sito: http://www.loescher.it/download/Ricerca2010.pdf (26/03/2012). Magnaghi A., Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000. Paba G., Invenzione del patrimonio e trasformazione del territorio. Pre-visioni di territori. Rappresentazioni di scenari territoriali, Bertoncin M., Pase A., (a cura di), Franco Angeli, Milano, 2008, 41-53. Prensky M., Digital Natives, Digital Immigrants. On the Horizon, NCB University Press, vol. 9, n. 5, 2001 Rocca L., Il territorio della rete, Pensa multimedia, Lecce, 2003. Rocca L., Partecipare in rete, Il Mulino, Bologna, 2010. Schiavi A., Vademecum cartografico. Informazioni per l'analisi e la lettura delle carte geografiche e topografiche, Vita e Pensiero, Milano, 2008. Turco A., Verso una teoria geografica della complessit, UNICOPLI, Milano, 1988.
Sitografia
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