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I L
F U T U R O
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R A D I C I
A N T I C H E
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FRANCESCO DISA, Europa (2012, 600x600cm, dettaglio)
IR m no a om m tc ( dcsl i r a na nt ,d cn n l o a z h f a e i e eaia a i i t a )e ot i r ra n lb m c e a et e o psoui r d eet t i peag a i ta artc-r( o cm i -n ai ivn ,e e asgi fd i nr r ioie r t t o i m , fa a i/ avr pr ngi cl ctind es eoh s r h. o vll rv i ai es ag ,o oa /i i r pce t i eN t o a eii o ) l e v e oc e e v sez l g ii (in oui e R m no, of oi ,es a ,n r cna i usc d It dz n e o az)m r l c l i l i en ta r o o g a sc e t pni a e l a et ga m ta . us V lm Z r peet u uz nl , a m n , rm a cl Q et o e eo rsn n o e t e i e o u a Da g im g ai ips b e( f m m tc) ud es agm n , i oo m ai r ,m os i i o a e i s i r ro et l n o il n r ra v i i aceat i rfit dednensecn m oae eii sfpe nh u b ga c r u on ot ot prne fo -ot o o i, a r e l i i L cei Buo Load e rm c A eo n l ltr nm rs N t a urz , rn, epri G a si gvl o a eua u eoe o o . a t e p iai ,u ua ei u th, sl i irfh a e u p sei i dpg acl rl l gii ee o z nga ce t a n i pd o e n t i n sc uo i t t pros d lt a La t el ra i Fl o a Ltr e Lnu, ecr i eu . uo o tr r a et n i sf , eee u o : o i t i e g Mein e s o g (f m ti Pi t aipi aa ta. d i Pi l i eo a n s o rp s onli ) ca coa r o : ce a c ic C s :uo 5 0d vras sl c n 8. . . , ot er 1. , a esri u cp 4 4 2 1 o 0 780 it tt a rno eg, ne ao F a cV ra s v GC ruc6 F as eo n. ( l i .ad ci rs nl Mo fo A) a i l t
Inr pr r a pr ba t ea e nmoa c e sl rs e
sesso sul totale. Sotto di questa percentuale, un film qualcosa tra erotico e drammatico. Se vale anche per la letteratura, di certo la trilogia porno. Ma che porno ? A quale codice appartiene?
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II
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III
Generazione Amleto
di TIZIANA LO PORTO LEx Amleto di Roberto Herlitzka uno spettacolo di struggente bellezza. In scena nei giorni scorsi a Roma, al Teatro Lo Spazio, e dal 26 novembre al Teatro Franco Parenti a Milano, un monologo adattato da Shakespeare in cui lAmleto diventa Ex ed Herlitzka sul palco da solo. Niente scenografie n costumi, solo una sedia, una spada, la cornice di uno specchio e un teschio. Che non prende in mano mai. Lo spettacolo dura unora e mezza, e in quellora e mezzo vedi anche la Danimarca. Cos Herlitzka: Mi sono inventato Ex Amleto perch lAmleto in scena non sono mai riuscito a farlo. Almeno una volta, potr dire tutte le sue battute di fila. AMLETO Hic et ubique? Proviamo a mutar luogo. [Amleto, Atto I. Scena V]. Le ragioni che mi legano allAmleto sono soprattutto sentimentali. Se vogliamo anche nostalgiche. Negli anni Novanta a Palermo cerano teatranti eccellenti: Mimmo Cuticchio con il suo teatrino dei pupi di via Bara allOlivella, Franco Scaldati, Michele Perriera, con la sua scuola di teatro Teats in cui si sarebbe formata pi di una generazione di attori e registi. Cerano spettacoli internazionali che passavano dalla citt come comete, da Pina Bausch a Bob Wilson, a Laurie Anderson, Peter Greenaway, e Twyla Tharp, Tom Stoppard, Harold Pinter. Cerano spazi nuovi che i palermitani scoprivano anche se li avevano avuti sempre sotto gli occhi (lo Spasimo, i Cantieri Culturali alla Zisa, il Teatro Garibaldi), e spazi vecchi miracolosamente (ma non per molto) in mano a gente nuova, non collusa con la cattiva politica, rispettosa del lavoro e del talento. E poi cera chi di tutto questo ne faceva strumento, politico o elettorale, ci lucrava. Negli anni Novanta Palermo era e non era un buon posto dove per esempio scrivere di cultura. Simparava a essere vigili sul rispetto della legalit anche dentro le mura di un teatro senza per questo smettere di lasciarsi sedurre dalla bellezza di ogni spettacolo. Cos ci si formava. Negli anni Novanta Carlo Cecchi mise in scena lAmleto al Teatro Garibaldi. Valerio Binasco era Amleto e di quello spettacolo andai a vedere tutte le repliche. Ogni giorno. Avevo ventiquattro anni e per la prima volta ero innamorata di Amleto. Era il 1996 e in quellanno l capit che il quotidiano per cui lavoravo mi mandasse sul set della Lunga vita di Marianna Ucra a intervistare regista e attori. Nel cast cera Philippe Noiret, cera Laura Betti, e cera Roberto Herlitzka. Li intervistai tutti, Herlitzka per ultimo. Herlitzka che gi nel 1996 era il mio attore preferito. Non mi ricordo nulla di quello che ci dicemmo, a parte una risposta: Volevo fare lAmleto ma non ho pi let. Me ne sono ricordata nel 2007 leggendo che Herlitzka aveva riscritto lAmleto e lo metteva in scena. L ho pensato: i desideri tornano sempre a galla. POLONIO Non volete scendere un po pi a terra, mio signore? AMLETO Nella tomba? [Amleto, Atto II. Scena II ]. Quando andavo alluniversit, tra gli esami obbligatori cera sociologia del lavoro. La cosa che ti facevano studiare era che in Italia il tasso maggiore di disoccupazione era tra le giovani donne neolaureate del sud. Io studiavo a Palermo, per cui dopo la laurea sarei rientrata nella categoria. Mi preparavano a questo. E invece sono finita in una categoria peggiore. Mi sono laureata a ventitr anni. Adesso di anni ne ho quaranta, e nei diciassette anni di mezzo ho fatto tanti lavori precari e sottopagati. Alcuni belli, altri no. Se sei femmina e vuoi scrivere di cultura includi nel pacchetto i periodici femminili. Anche se la distinzione tra periodico maschile e femminile ti inquieta. poco chiaro se sia una separazione molto sessista o molto femminista. poco chiaro dove dovrei collocarmi io che non ho figli se i tre quarti dei giornali femminili sono per donne gravide, mamme o bambini. poco chiaro perch giornali come LEuropeo o Il mondo siano maschili (cos nel sito RCS alla pagina periodici, divisi zelantemente in maschili e femminili). poco chiaro perch io debba scrivere su Dolce Attesa se LEuropeo il giornale che leggo tutti i mesi. poco chiaro perch dovrei desiderare figli se tutto quello che volevo fare nella vita era scrivere. poco chiaro perch nei femminili debba sempre esserci qualcuno che a un certo punto della collaborazione ti chiama per dirti che il pezzo che hai scritto troppo alto, e che dovresti abbassare un po il livello. Abbasso ancora un po e, come dice Amleto, sono nella tomba. AMLETO Potrei vivere nel guscio di una noce e credermi re duno spazio infinito, se non fosse per certi cattivi sogni.[Amleto, Atto II. Scena II]. Dice ancora Amleto: Io da qualche tempo, ma non so come, ho smarrito tutta lallegria, abbandonato ogni occupazione; mi sento cos appesantito dumore che persino la bella architettura della terra mi sembra una sterile forma. Dico io: io da qualche tempo ogni volta che penso al mio futuro, per ritrovare la pace interiore ho bisogno di rileggere minimo tre tragedie di Shakespeare. Io da qualche tempo, come Amleto, ho smarrito tutta lallegria, e se non ho abbandonato ogni occupazione solo perch non sono nipote del re di Danimarca. E non nemmeno questo ci che mi preoccupa. Mi preoccupa che qualcuno decida al posto mio che dovr essere Ofelia e non Amleto. Mi preoccupa chi ha smesso di vedere il marcio, e la Danimarca. Mi preoccupano gli adulti che si fanno sovrani negandomi un futuro che alla mia et dovrebbe essere un passato. Mi preoccupo cos tanto che raramente riesco a dormire. E allora certe notti esco di casa, alzo gli occhi e guardo il cielo. Conto le stelle, ripenso alle mancanze e cito a memoria tutte le cose che volevo fare. E poi Herlitzka: Non suono il flauto, non mi specchio il viso, non leggo il testo, non tiro di spada,non tocco il cranio, non muoio neppure,non ho trentanni, e non faccio lAmleto.Ma lui si fa da solo, anche da me.
Bambini=adulti=bambini
di CHRISTIAN RAIMO Che cosa hanno in comune Qualcuno con cui correre di David Grossman (Mondadori), Piccolo soldato di Dio di Kiran Nargakar (Rizzoli), Il demone a Beslan di Andrea Tarabbia (Mondadori), Il barone rampante di Italo Calvino (Oscar Mondadori), Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki (Einaudi), Cose che il buio non ti dice di Carolyn Jess-Cooke (Longanesi), Una mano piena di nuvole di Jenny Wingfield (Garzanti), La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (Mondadori), Citt di fango di Deborah Ellis (Rizzoli), Terrestre di Jean-Claude Morlevat (Rizzoli), Il passaggio di Justin Cronin (Mondadori), La ragazza di via Maqueda di Dacia Maraini (Rizzoli), Il negativo dell'amore di Maria Paola Colombo (Mondadori), Il libro della gioia perduta di Emanuele Trevi (Rizzoli), La contessa segreta di Eva Ibbotson (Salani), Il viaggio della strega bambina di Celia Rees (Salani)...? Beh, provate a mettere questi titoli nel form di google-immagini, e otterrete una risposta veloce e direi sorprendente. Troverete decine di copertine con faccioni di bambini dagli occhi giganti che guardano proprio voi. Sono dei baby-modelli che campeggiano, quasi imprigionati verrebbe da dire, su una quantit sempre pi grande di edizioni italiane.Questa piccola sintomatologia non mia, ma la potete leggere sull'ultimo numero, il 31, della rivista Hamelin (splendida sempre, edita dall'omonima associazione bolognese, ordinabile sul sito), che oltre a fotografare questa tendenza, si fa una domanda semplice: che tipo di facce sono questi ingombranti primi piani infantili, che fenomeno sociale rivelano? Sono visi "per lo pi femminili (le lettrici sono pi dei lettori), sono ovviamente belli, ma soprattutto puliti, perfettamente adatti per una pubblicit del sapone: niente trucchi, imperfezioni, caratteri disturbanti, elementi che possano infastidire, anzi producono subito una sensazione di affetto, come bamboline da accarezzare. [...] Non ci sono sorrisi, non ci sono movimenti, non c'entusiasmo, mai. C' un languore diffuso, o sguardi remoti, al massimo una malinconia accennata". Parlare dell'editoria per ragazzi non ci fa comprendere soltanto gli scivolamenti del marketing, ma ci fornisce innumerevoli indizi utili a ragionare sull'affermazione della giornalista Amelia Hill che sul Guardian del 6 luglio 2012 notava "una nuova adultificazione dei bambini che corrisponde nei romanzi moderni all'infantilizzazione degli adulti". Hamelin 31 discute di questa trasformazione enorme, illuminando le facce deformate da una questione cos prismatica, e lo fa per esempio moltiplicando gli interrogativi. Ossia: 1. La diffusione di un kid marketing sempre pi mirato(il libro Joel Balkan Assalto all'infanzia, Feltrinelli, per me il No logo degli anni Zero). Da una parte sinforma l'immaginario culturale a tal punto da trasformare i bambini protagonisti dei romanzi in cripto-testimonial pronti per uno spot, dall'altra (considerato che la letteratura per l'infanzia una delle poche riserve che non soccombe alla crisi dell'editoria) sembra che ci sia un tentativo consapevole di dare un packaging infantile anche ai libri per grandi. 2. La stereotipizzazione dei ragazzini nei romanzi adulti: invece di trattare l'infanzia come una terra sconosciuta, di sentimenti ambigui, di contraddizioni emotive, troviamo nei libri con i bambini una gamma di funzioni prestabilite. L'infanzia solo la minorit che noi adulti immaginiamo. Illuminante l'analisi che fa Giordana Piccinini dell'ormai classico scolastico - che ha sostituito un Jack London o un Mark Twain - Io non ho paura ("la grassona a cui devono far fare le penitenze, il bulletto che vuole fare il capo, il solitario che poi tradir il protagonista, la sorella piccola che fa la mascotte"), in cui ci viene mostrato come plasmiamo in modo conformista le attese dei bambini per quello che possono trovare nei libri. 3. La strumentalizzazione della fiaba nel cinema. Barbara Servidori rileva come le riduzioni della Bella addormentata nel bosco con Angelina Jolie o di Biancaneve con la strega cattiva Charlize Theron riducono il mistero a orrore gotico, l'avventura a malizia, la speranza in sentimentalismo. Il modello non la complessit dei Grimm ma il manicheismo estetico dei libri sui vampiri. E uno si chiede perch qualche editore non rimanda in libreria le splendide fiabe rilette della Camera di sangue di Angela Carter (un vecchio Feltrinelli)? 4. L'importanza di una solitudine positiva per la formazione dei bambini. Nell'intervista di Nicola Galli Laforest e Servidori alla scrittrice Anne Fine, ne viene fuori un interrogativo centrale sulla comunicazione da social network e l'interconnessione perenne: "Il contatto costante con gli altri potrebbe privarti di qualcosa. Se non hai il tempo per essere lasciato interamente a se stesso - sull'autobus mentre torni da scuola dopo essere stato rimproverato da un insegnante, per dire, o mandato in camera tua dopo aver litigato con i tuoi genitori, come impari a riflettere su di te?". Non vi fischiano le orecchie? O forse il suono di una chat che si sta aprendo? 5. L'infantilizzazione dello stile nella narrativa recente. Sempre Anne Fine: "Ogni volta che un mio libro passa per le mani degli editori scolastici mi viene spesso chiesto di semplificare quei termini che potrebbero 'mettere sotto pressione' il bambino. Evidentemente non pi considerato compito della scuola aspettarsi che il bambino il suo vocabolario quando affronta, per gradi, letture pi impegnative". Anche qui non vi sembra di vivere nell'era della riduzione? Dappertutto spuntano edizioni di capolavori del passato sotto forma di sintesi, i vostri colleghi d'ufficio leggono solo libri con la complessit stilistica di un Harry Potter o unTwilight, e magari i protagonisti sono bambini molto pi responsabili e sicuri di s di tutti gli adulti che conoscete.
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