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ARS AMANDI quinto incontro di poeti dei paesi latini Bucarest Sibiu 10 - 13 ottobre 2003

Nietta Caridei, editrice ITALIA

Poesia senza dogana

Strano destino ha avuto la poesia in ogni tempo e civilt. Con poche varianti stata considerata, come nessun altro artefatto umano, la pi lontana e la pi vicina allhumanitas, e per ci stesso impagabile o, al massimo, oggetto di mecenatismo. stata testimone e divulgatrice della vita di donne uomini e popoli, tuttavia, anche in tempi lontani da derive romantiche, ritenuta estranea alla quotidianit, qualcosa di cui si nutre lo spirito, utile al ristoro delle energie disperse negli affanni dellhic et nunc. Questa idea della poesia, che ha solide radici nel senso comune, considera il poeta una specie di strano individuo al di l del bene e del male, della fame e della sete e, perfino, della vita e della morte. Con rare eccezioni Goethe un esempio straordinario la poesia non paga, non crea moneta o lo fa post mortem per eredi ed editori, com il caso per rimanere nel mio paese di Leopardi o di Montale. In Europa, c poi quello clamoroso di Federico Garca Lorca. Neppure la produzione epica antica e moderna (quando c) o la poesia civile (ce n tanta che io

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sappia in America latina e un po anche in Italia) o la poesia senza aggettivi, come quella di Dante contraddice il senso comune. La guerra e le battaglie, lamore la gioia e il dolore, le molestie la ferocia e le barbarie del presente, messe in rima e/o organizzate in suoni e ritmi, assumono una sorta di intangibilit e di lontananza che acquieta il dolore e rende amica la morte, uno dei soggetti poetici, assieme allamore, molto frequentato in tutte le latitudini. Lantica poesia latina ma anche quella greca piena di sangue, di lacrime, di vite vissute rubate o spezzate, che solo essa pare riesca a sdoganare, a rendere conoscibili e fruibili. Nellantica poesia e in quella moderna se ne trovano esempi infiniti, che rinuncio a fare per evitare incompletezze o per non essere apparentata a questa o quella corrente di poetica, con le innumerevoli questioni che ne derivano, e che non giovano alla poesia. A me interessa soprattutto accennare alle derive sociali che produce la poesia. Nessuno al mondo disposto a dirne male: considerata un oggetto sacro e pertanto lontano, tanto che pochi ardiscono avvicinarvisi con il risultato che la poesia, soprattutto quella pi recente e soprattutto in Italia, si legge pochissimo, o al massimo si ascolta. Vero che il ritorno alloralit e il moltiplicarsi delle performance poetiche assieme alla diffusione dei media elettronici, hanno prodotto cambiamenti significativi nel lavoro del poeta e nella fruizione della poesia. Ma personalmente non riesco a pensare a una poesia che non sia anche scritta, che non divenga anche libro. Sulla poesia che viaggia in internet ci sono poi altre considerazioni da fare, ma anche questomedium , per ora, non credo che contraddica il supporto cartaceo. Non conosco bene la situazione di altri paesi, ma lItalia pullula di poeti (o sedicenti tali) che aspirano alla pubblicazione, sia pure su un giornale o una rivista, mentre i lettori di poesia scarseggiano (ma anche i buoni poeti). Internet ha enfatizzato il fenomeno con siti amatoriali e con offerte prezzolate di pubblicazione. Ma, allora, qual la bussola che dovrebbe seguire un editore di poesia? Ci siamo lasciati alle spalle un secolo di grande complessit (non solo per la poesia), dalle poetiche plurime e dalle ritornanti avanguardie. E, comunque, un dato certo, Soprattutto in Italia, il linguaggio poetico profondamente mutato nellultimo secolo. La lingua morta della poesia (nel senso di lingua non parlata), discendente da una antica e perdurante tradizione che, grosso modo, possiamo comprendere tra lUmanesimo e il classicismo settecentesco, ha inglobato, mescolandoli, linguaggi settoriali, regionali, dialettali, specialistici, gerghi, termini stranieri, calchi, ecc., a volte cancellando ogni traccia di rapporto col passato (le avanguardie storiche), o rimescolando le carte fino a rendere irriconoscibili i tasselli da cui si originava (il postmoderno). E ora dove stiamo andando? La deriva del postmoderno si conclusa o dobbiamo ancora rimaneggiare una letteratura per cos dire postuma? ancora tempo di stasi o si affaccia del nuovo allorizzonte? Non so se sia questa la sede per discutere le prospettive della poesia. Ma un editore di poesia, se non vuole essere un mercante di libri circondato da esperti, in qualche modo unidea in merito deve pur farsela, sia pure aggiustandolain itinere . Per esempio, in Italia, c una generazione di trentenni che tenta gesti evolutivi, di cui non sempre facile valutare la consistenza e i possibili sviluppi.

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In pi, nellepoca del villaggio globale e dellomologazione culturale, quesiti da porsi potrebbero essere i seguenti:

Esistono tratti comuni tra le ricerche poetiche dei var paesi del mondo? Oppure: quali sono i tratti distintivi pi evidenti, se ve ne sono, al di l di quelli linguistici?

In Europa, fino ai primi decenni dellOttocento, la poesia aveva un forte carattere nazionale, tanto che un grande critico come Ladislao Mittner parla di romanticismi e non del romanticismo; carattere nazionale che le traduzioni in parte hanno enfatizzato e in parte raffreddato. Oggi le traduzioni continuano a moltiplicarsi, con difficolt crescenti per la babele linguistica delle parlate e delle mescolanze degli idiomi, lungo un asse che diacronico e sincronico, ma anche perch ormai si traducono testi linguisticamente molto lontani dallOccidente cosiddetto evoluto. E c ancora il rapporto poesia-musica, come nellantica poesia provenzale da cui nata la poesia delle lingue neolatine che ormai si avvia a superare la prima fase di sperimentazione, segnando un impensabile ritorno alle origini, modificato tuttavia dalluso dei media elettronici.

A questo punto credo di aver accumulato pi questioni che riflessioni, ma lidea di poesia, e in genere di letteratura, oggi pi che mai ma lo stato gi per gran parte del Novecento non univoca, n pu registrare il prevalere di una corrente rispetto a unaltra. Di qui le difficolt di storicizzazione, di formulazione dei giudizi di valore, dindividuazione delle prospettive, in altre parole: didentificazione di testi su cui scommettere. Invece, unoperazione come questa proposta dal quinto convegno di ARS AMANDI, cio di cercare tratti comuni nella comune origine linguistica ch sempre la lingua veicolo di civilisation, per usare un bel termine francese a mio avviso, serve a sdoganare lidea di poesia dai tratti pi chiusi e attardati, senza passare necessariamente attraverso linfedelt della traduzione. In questo caso la poesia comunica attraverso segni che rappresentano innanzitutto lo specifico poetico: suoni e ritmi, che in qualche modo rimandano chi pi, chi meno alla comune origine latina. E poi ci sono il corpo del poeta, i gesti, il timbro della voce, lintensit dellimmagine e a confronto. Non credo di esagerare se affermo che la poesia, oggi pi che mai, uno strumento indispensabile di comunicazione e di conoscenza. Che piaccia o no una specie di dialogo che ogni giorno i poeti e i loro lettori intrattengono col mondo, non fuori del mondo. Su come poi tradurre poeticamente questo dialogo un discorso che attiene le forme, discorso lungo e complesso, dove centra la lingua e la metrica, ma centrano anche gli affetti, i significati, le intenzioni, ilmodus vivendi, i nuovimedia . Di qui il carattere formativo della poesia (per ragazzi e giovanissimi), e quello conoscitivo per tutte le et. Leditore di poesia in Italia ha vita difficile: una specie di tentato suicidio consapevole (o unimpresa a futura memoria?), che in parte dipende dalla scarsit dei lettori, ma molto di pi dalla catena distributiva e dai librai, che, per evidenti ragioni di mercato, amano piuttosto accatastare in bella mostra lultimo best-seller, che durer il tempo di una stagione.

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Le Edizioni dif, che io rappresento, hanno scelto come strategia quella di proporre libri di poesia per tutte le et, anche per seguire levoluzione anagrafica del lettore, per non confinare la lettura di poesia alle scelte e al tempo della scuola o agli anni giovanili, per accrescere il numero dei lettori. Convinti di queste scelte strategiche, abbiamo chiesto e chiediamo ai poeti di scrivere libri di poesia per ragazzi e giovani (ma non solo). La dif sta anche cercando di sperimentare in concreto il rapporto poesia-prosa. Io credo che non esista il poeta puro. Forse la poesia un nutrimento essenziale per la prosa, se si vuole superare il grado zero del linguaggio e/o evitare di scimmiottare i linguaggi massmediali. Perci noi chiediamo ai poeti di darci testi narrativi per giovani e ragazzi (ma non solo). In occasione della giornata mondiale della poesia, istituita dallUnesco, quaranta poeti italiani, quasi tutti della stessa fascia generazionale, su nostra richiesta, hanno donato una poesia a quel popolo della rete, che cerca in essa valori di-versi e condivisibili. Le poesie, pubblicate in e-book nel sito www.lettoricreativi.com , possono essere stampate e/o inviate in dono da/a chi cerca nella poesia la resistenza contro il male di vivere e altre bufere. Da settembre c anche una versione cartacea:40 poeti per il 21 marzo,Doni di-versi in rete a cura di Nietta Caridei,Edizioni dif, Napoli 2003 (collana i miosots). Il libricino, come le-book, sono illustrati dai disegni di Eugenio Giliberti che, in progress, si compongono a margine delle pagine formando una stanza di lettura alla fine della serie. Confortata da questa esperienza, vorrei fare una richiesta ai poeti che partecipano ad ARS AMANDI: donare alla dif una poesia autografa (ma la si pu inviare anche per posta o per e-mail). Ci piacerebbe tentare unesperienza multilingue con i poeti che partecipano ad ARS AMANDI.

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