Sunteți pe pagina 1din 13

Appunti su Funzioni Concave e Convesse

Insegnamento di Metodi Matematici - CdL in EC A.A. 2003/2004 Prof. Franco Gori


Nota : Dei Teoremi e delle Proposizioni indicate con () non si richiede la dimostrazione I paragrafi indicati con (*) non fanno parte del programma di esame per lAA 2003-2004 Il simbolo indica la fine di una dimostrazione Gli esercizi indicati con (^) sono impegnativi, con (^^) difficili, con (^^^) molto difficili

Premessa
Le propriet di concavit e di convessit per funzioni di una o pi variabili reali rivestono una importanza particolare in campo economico essendo generalmente associate allesistenza di soluzioni uniche in problemi di ottimizzazione. Lesempio classico in ambito micro-economico quello relativo alla domanda di beni formulata da un consumatore che ottimizzi la propria funzione utilit sottoposto ad un vincolo di bilancio: in questo contesto la stretta convessit delle preferenze garantisce lunicit del paniere di merci richiesto in corrispondenza di ogni sistema di prezzi esistente sul mercato. Le tecniche matematiche necessarie ad affrontare analiticamente il problema precedente: massimizzazione vincolata di funzioni a valori reali di pi variabili reali - metodo dei moltiplicatori di Lagrange, sono tradizionalmente presentate allinterno dellinsegnamento di Matematica Finanziaria, nel secondo anno del CdL in Economia e Commercio. In questo paragrafo ci limiteremo ad una breve introduzione dei concetti di concavit e di convessit per le funzioni a valori reali di una sola variabile reale. Va sottolineato che le propriet pi importanti dimostrate in questo contesto (e.g. il teorema della retta di appoggio) si estendono in modo naturale al caso economicamente rilevante delle funzioni di pi variabili.

1. Definizioni
Le definizioni analitiche di funzione convessa e di funzione concava possono presentare alcune iniziali difficolt di lettura, dal momento che il formalismo impiegato pu apparire ingombrante e di non immediata interpretazione. Lidea geometrica sottostante tuttavia semplice: una funzione definita su di un intervallo I della retta reale si dice convessa, o come anche si chiama concava verso lalto, se ogni segmento che congiunga due punti qualunque del suo grafico sta tutto al di sopra del grafico stesso. Simmetricamente una funzione definita su di un intervallo I della retta reale si dice concava, o

concava verso il basso, se ogni segmento che congiunga due punti qualunque del suo grafico sta tutto al di sotto del grafico stesso (cfr. Figure 1 e 2). Prima di formalizzare la precedente definizione geometrica richiamiamo una notazione che useremo diffusamente nel seguito. Dati due punti x1 ed x2 della retta reale, con x1 < x2 , ogni punto x appartenente al segmento chiuso [x1 , x2] , pu essere scritto nella forma (1) x = x1 + (1 - ) x2 , per un opportuno [0 , 1] .

(a volte ci si riferisce a questa scrittura dicendo che ogni punto x dellintervallo [x1 , x2] rappresentabile come combinazione convessa dei suoi estremi). Utilizzando la notazione precedente, lidea geometrica di convessit e di concavit prima introdotta rigorosamente tradotta dalla definizione seguente.

Definizione 1 (funzioni concave e convesse): Sia f un funzione reale definita su di un intervallo I


di R. Si dice che la funzione f convessa o concava verso lalto se per ogni coppia x1 ed x2 di punti, con x1 < x2 , si ha : (2) f (x) = f ( x1 + (1 - ) x2) f (x1) + (1 - ) f (x2)

Quando la disuguaglianza precedente vale in senso forte si dice che la f strettamente convessa su tutto lintervallo I . Si dice che la funzione f concava o concava verso il basso se per ogni coppia x1 ed x2 di punti, con x1 < x2 , si ha : (3) f (x) = f ( x1 + (1 - ) x2) f (x1) + (1 - ) f (x2)

Quando la disuguaglianza precedente vale in senso forte si dice che la f strettamente concava su tutto lintervallo I.

Osservazione : Il numero f (x) rappresenta lordinata del punto di ascissa x = x1 + (1 - ) x2

appartenente al grafico della funzione, mentre il numero f (x1) + (1 - ) f (x2) corrisponde alla ordinata del punto di ascissa x che sta sulla secante condotta per i punti di coordinate (x1 , f (x1)) ed (x2 , f (x2)). Le disuguaglianze (2) e (3) descrivono, rispettivamente, un segmento di secante sempre al di sopra e sempre al di sotto del grafico della funzione considerata (si vedano le Figure 3 e 4).

Osservazione : Il grafico di una funzione che sia convessa o concava in tutto un intervallo I, non
in senso stretto, pu contenere segmenti di retta. Da un punto di vista geometrico ci richiede a rigore che le propriet delle funzioni non strettamente convesse e non strettamente concave siano riformulate dicendo che: ogni segmento di secante deve stare sempre al di sopra o coincidere (risp. stare sempre al di sotto o coincidere) col grafico della funzione studiata (si vedano le Figure 5 e 6).

Osservazione : In generale una funzione potr non essere convessa o concava in tutto il suo
insieme di definizione, ma solo in suoi opportuni sotto-intervalli. Tali sotto-intervalli possono anche

essere in numero infinito e contenuti in una regione limitata, come mostra lesempio della funzione f(x) = sin (1/x ) definita per 0 < x < 1/.

Definizione 2 (punti di flesso) Sia f una funzione definita su di un intervallo I della retta reale e
sia x* un punto di continuit per la f che separa due sotto-intervalli adiacenti in cui la funzione assume concavit diverse (verso lalto in uno e verso il basso nellaltro). Si dice in tal caso che x* un punto di flesso per la funzione, ovvero che il grafico della f presenta un flesso nel punto di coordinate (x*, f (x*)). (Si vedano in merito le Figure 7 e 8).

Esempi Esercizi
(NOTA : gli esercizi 4, 5, 6, 7, 12, 13, 14, e 15 possono essere facilmente svolti utilizzando i risultati del successivo .3) . 1. Si verifichi che ogni punto x appartenente al segmento chiuso [x1 , x2], pu essere scritto in uno ed un sol modo nella forma x = x1 + (1 - ) x2 , assegnando al parametro un valore opportuno nellintervallo [0 , 1]. 2. Si determinino i valori che devono essere assegnati ai parametri a e b perch il polinomio di primo grado p(x) = a x + b costituisca una trasformazione biunivoca dellintervallo [0 , 1] nellintervallo [x1 , x2]. Si confronti la formula x = x1 + (1 - ) x2 dellesercizio precedente con le (due) soluzioni trovate. 3. Si verifichi che per ogni funzione f definita su di un intervallo I, ogni coppia di punti x1 ed x2, con x1 < x2, ed ogni valore del parametro [0 , 1], il numero f (x1) + (1 - ) f (x2), rappresenta lordinata del punto di ascissa x = x1 + (1 - ) x2 sulla corda condotta tra i punti di coordinate (x1 , f (x1)) ed (x2 , f (x2)). 4. I polinomi di secondo grado, f(x) = a x 2 + b x + c, sono funzioni strettamente convesse su tutta la retta reale per a > 0 e strettamente concave per a < 0. 5. Le funzioni esponenziali f(x) = ax, sono strettamente convesse su tutta la retta reale per ogni a > 0. 6. Le funzioni logaritmo, f(x) = loga x , sono strettamente concave per ogni a > 1, mentre sono strettamente convesse per ogni a (0,1). 7. Le funzioni potenza, f(x) = x a, sono strettamente convesse su tutta la retta reale per a > 1, mentre sono strettamente concave per ogni a (0,1). 8. La funzione f(x) = | x | convessa, ma non strettamente, su tutta la retta reale. 9. La somma di due funzioni convesse (risp. concave) ancora convessa (risp. concava). 10. La funzione a.f , multiplo di una funzione convessa f , convessa o concava a seconda che sia a > 0 oppure a < 0. 11. Le uniche funzioni contemporaneamente concave e convesse (non in senso stretto) sono i polinomi di grado minore o uguale ad uno. 12. La funzione f(x) = arctang x convessa per x < 0 e concava per x > 0, essa presenta quindi un punto di flesso nellorigine. 13. Ogni polinomio di terzo grado, f(x) = a x 3 + b x 2 + cx + d, ammette due semirette adiacenti ( , x*] e [x* , +) su cui rispettivamente convesso o concavo in senso stretto se a < 0 (viceversa se a > 0). Pertanto un polinomio di terzo grado ammette sempre un punto di flesso ed uno solo. 14. La funzione f (x) = sin x ammette infiniti punti di flesso di ascissa x = k , con k numero intero. 15. La funzione f (x) = sin(1/x) ammette infiniti punti di flesso nellintervallo limitato (0 , 1/).

2. Prime propriet
Le funzioni convesse (risp. concave) su tutto un intervallo I della retta reale sono caratterizzate dal fatto che le loro funzioni rapporto incrementale sono monotone crescenti (risp. monotone decrescenti). Tale propriet, di facile interpretazione geometrica (si vedano le Figure 9 e 10), enunciata nel teorema seguente.

Teorema 1 (monotonia del rapporto incrementale) (): Sia f una funzione convessa (risp.
concava) in tutto un intervallo I della retta reale. Fissato un qualunque punto x* di I, la funzione rapporto incrementale ad esso relativa (4) F(x, x*) = (f(x) f(x*))/ (x - x*)

monotona crescente (decrescente) in tutto linsieme I \{ x*}. Se viceversa per ogni x* di I la F(x, x*) monotona crescente (decrescente) la funzione f convessa (risp. concava).

Nota - La dimostrazione del Teorema 1, come quella di tutti i Teoremi seguenti, viene effettuata
nel caso di funzioni convesse. La prova per le funzioni concave ricalca parola per parola la precedente. DIMOSTRAZIONE del Teorema diretto Sia f convessa su tutto lintervallo I e sia x* un punto fissato. Si deve mostrare che per ogni coppia di punti x1 e x2 , con x1 < x2 , appartenenti ad I e diversi da x*, vale la F(x1 , x*) F(x2, x*). Siano x1 < x* < x2 (i casi corrispondenti a posizioni relative diverse dei punti interessati si trattano in modo analogo), avremo allora x* = * x1 + (1 - *) x2 , per un opportuno * (0 , 1). Il segno della differenza F(x2, x*) - F(x1 , x*) pu essere facilmente stimato osservando che (5) F(x2, x*) - F(x1 , x*) = (f(x2) - f(x*))/ (x2 - x*) - (f(x1) - f(x*))/ (x1 - x*) = = [(f(x2) - f(x*)).(x1 - x*) - (f(x1) f(x*)).(x2 - x*)] / (x2 - x*). (x1 - x*) . Poich il denominatore dellultimo membro della (5) negativo, il segno cercato opposto a quello del numeratore e pertanto coincide col segno dellespressione (6) (f(x2) - f(x*)).(x* - x1) + (f(x1) - f(x*)).(x2 - x*) .

Per questa si ottiene facilmente, in base allipotesi di convessit, (7) (f(x2) - f(x*)).(x* - x1) + (f(x1) - f(x*)).(x2 - x*) = = f(x2).(x* - x1) + f(x1).(x2 - x*) - f(x*).(x2 - x1) = = [* f(x1) + (1 - *). f(x2)].(x2 - x1) - f(x*).(x2 - x1) = [* f(x1) + (1 - *). f(x2) - f(x*)].(x2 - x1) 0 . Si ha dunque F(x2, x*) - F(x1 , x*) 0 , come si voleva.

DIMOSTRAZIONE del Teorema inverso Sia monotona crescente la funzione rapporto incrementale F(x, x*), relativa alla funzione f ed al generico punto x* scelto allinterno dellintervallo I. Si deve mostrare che la f convessa ovvero che f (x*) * f (x1) + (1 - *) f (x2) , per ogni coppia di punti x1 e x2 , con x1 < x2 ed ogni x* = * x1 + (1 - *) x2 , per un opportuno * (0 , 1). Poich F(x, x*) monotona crescente qualunque sia x*, otteniamo la disuguaglianza: (8) F(x2 , x*) - F(x1 , x*) = (f(x2) - f(x*))/ (x2 - x*) - (f(x1) - f(x*))/ (x1 - x*) = = [(f(x2) - f(x*)).(x1 - x*) - (f(x1) f(x*)).(x2 - x*)] / (x2 - x*). (x1 - x*) 0 da cui immediatamente, essendo il denominatore dellultima espressione in (8), negativo, (9) (f(x2) - f(x*)).(x1 - x*) - (f(x1) - f(x*)).(x2 - x*) = = [f(x*) - (* f(x1) + (1 - *). f(x2))].(x2 x1) 0 . Vale pertanto la condizione f(x*) * f(x1) + (1 - *). f(x2) che quella cercata.

Osservazione - Nel caso di funzioni concave o convesse in senso stretto le corrispondenti


funzioni rapporto incrementale sono monotone in senso stretto e viceversa.

Teorema 2 (continuit delle funzioni concave e convesse): Sia f una funzione convessa (o
concava) in tutto un intervallo aperto I della retta reale. La funzione f allora continua in tale intervallo. DIMOSTRAZIONE Sia f una funzione convessa su tutto lintervallo aperto I e sia x* I un punto generico di tale intervallo. Mostriamo che lim x x* f(x) = f(x*) ovvero che la f continua in x*. In base al Teorema 1 la funzione F(x,x*) monotona crescente ed essendo x* un punto interno ad I esistono finiti i limiti seguenti : (10) limx x* - F(x,x*) = sup x < x* F(x,x*) limx x* + F(x,x*) = inf x < x* F(x,x*) .

Ricordando che per definizione : f(x) f(x*) = (x x* ) F(x, x*), si ottiene limx x* - f(x) f(x*) = limx x* - (x x* ) F(x, x*) = 0 limx x* + f(x) f(x*) = limx x* + (x x* ) F(x, x*) = 0 e quindi, come richiesto limx x* f(x) f(x*) = 0.

Osservazione - Lipotesi che lintervallo I sia aperto essenziale. Nel caso di intervalli che
contengano gli estremi, infatti, la continuit in tali punti non implicata dallipotesi di convessit o

di concavit. Ad esempio la funzione f cos definita: f(0) = 1 ed f(x) = x2 per ogni x > 0, strettamente convessa su tutto lintervallo [0, + ) ma non continua in 0.

Esempi ed Esercizi
1. Si dimostrino i Teoremi 1 e 2 nel caso di funzioni concave anzich convesse. 2. Si dimostri la parte diretta del Teorema 1 nei casi : x* < x1 < x2 e x1 < x2 < x*. 3. Si dia lesempio di una funzione strettamente concava (e di una strettamente convessa) su di un intervallo limitato e chiuso della retta reale, che non sia continua in entrambi gli estremi di tale intervallo. 4. Si provi che se f una funzione convessa su di un intervallo I si ha : F(x1, x2) < F(x3, x4) se x1 < x3 ed x2 < x4 5. Si riformuli il risultato dellEsercizio 3 nel caso di una funzione f concava su tutto un intervallo I della retta reale.

3. Funzioni concave e convesse differenziabili


Le propriet dimostrate nel paragrafo precedente non richiedono che le funzioni convesse, o concave, per cui sono formulate soddisfino ad alcuna ipotesi di differenziabilit. Se tuttavia una funzione convessa, o concava, derivabile in un punto, la corrispondente retta tangente divide il piano coordinato in due semipiani, uno dei quali contiene lintero grafico della funzione stessa (vedi le Figure 11 e 12). Questo importante risultato formalizzato nel Teorema seguente.

Teorema 3 (della retta di appoggio): Sia f una funzione convessa (risp. concava) in tutto un
intervallo aperto I della retta reale e sia x* un punto di I in cui f derivabile. Vale allora, per tutti gli x I , la disuguaglianza: (11) f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) ( risp. f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) ,

pertanto il grafico della f giace tutto al di sopra o coincide (risp. al di sotto o coincide) con la retta tangente condotta nel punto ( x* , f(x* )). La retta tangente per tale motivo viene anche detta retta di appoggio nel punto x* al grafico della f. DIMOSTRAZIONE Poich f convessa su tutto lintervallo I, la funzione rapporto incrementale, F(x, x*) monotona crescente. Da questa propriet e dalla differenziabilit di f nel punto x* si ottengono allora le uguaglianze seguenti : f (x*) = limxx* - F(x,x*) = sup x < x* F(x,x*) = limxx* + F(x,x*) = inf x < x* F(x,x*). Se x < x* si ha dunque F(x,x*) = (f(x) f(x*))/(x - x*) sup x < x* F(x,x*) = f (x*)

da cui, tenendo conto del segno di x x*, la disuguaglianza f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) per ogni x < x*.

Si conclude la prova dimostrando in modo del tutto analogo la relazione f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) per ogni x > x*.

Osservazione : Segue dal Teorema 3 che se la funzione f derivabile in un suo punto di flesso
x*, la retta tangente condotta nel punto ( x* , f(x* )) attraversa il grafico della funzione, passando da sotto a sopra o viceversa. Si parla a volte di flessi ascendenti nel primo caso (da sotto a sopra) e di flessi discendenti nel secondo (da sopra a sotto). Naturalmente gli attributi ascendente e discendente non hanno niente a che fare con la monotonia della funzione ma solo con il suo cambio di concavit attraverso il punto di flesso (cfr. ancora Figure 7 e 8). In un punto di flesso la retta tangente pu avere indifferentemente inclinazione positiva, negativa o nulla. In questultimo caso si parla di flesso con tangente orizzontale o semplicemente di flesso orizzontale.

Osservazione : Una definizione alternativa di punto di flesso, rispetto a quella proposta nel .1,
utilizza la propriet di attraversamento del grafico da parte della retta tangente messa in evidenza nellOsservazione precedente. Si chiamerebbe allora punto di flesso per una funzione f un punto x* interno al suo campo di definizione dove la f differenziabile e per cui esiste un intorno U, nel quale sono soddisfatte le disuguaglianze f(x) f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) , per x < x* f(x*) + f (x*) (x x*) , per x > x*

ovvero quelle ad esse simmetriche. Tale nuova definizione non equivalente alla vecchia. Da un lato essa richiede che la f sia differenziabile in x*, propriet non soddisfatta necessariamente in base alla Definizione 2. Dallaltro possibile fornire esempi di funzioni che hanno un flesso nel punto x*, secondo la definizione basata sulla propriet di attraversamento del grafico, nonostante il punto x* non separi due intervalli adiacenti in cui la f presenta concavit opposte (si pensi alla funzione f definita da : f(0) = 0 ed f(x) = x + x3 + x4 sin (1/x); il grafico attraversato dalla retta tangente condotta nellorigine, ma la funzione in zero non ha un flesso secondo la Definizione 2).

Nota : Nel seguito continueremo ad usare il termine punto di flesso facendo sempre riferimento
alla Definizione 2 del .1.

Teorema 4 (inverso del teorema della retta di appoggio) (): Sia f una funzione definita e
derivabile in tutto un intervallo aperto I della retta reale. Se in ciascun punto il grafico della f giace al di sopra (risp. al di sotto) della retta tangente condotta per esso, ovvero se soddisfatta, per tutti gli x ed x* in I, la disuguaglianza (12) f(x) f(x*) + f (x*) (x - x*) ( risp. f(x) f(x*) + f (x*) (x x*) ) ,

allora la funzione f convessa (risp. concava) in tutto il suo insieme di definizione.

DIMOSTRAZIONE Siano x1 ed x2, con x1 < x2 , due generici punti dellintervallo I e sia x un punto qualunque del segmento chiuso [x1 , x2], che scriveremo nella forma x = x1 + (1 - ) x2 , per un opportuno valore del parametro [0 , 1]. Dimostreremo che vale la: f (x) f (x1) + (1 - ) f (x2) e quindi che la f convessa. Per ipotesi vale la coppia di disuguaglianze: f(x1) f(x2) f(x) + f (x) (x1 - x) f(x) + f (x) (x2 - x) .

Moltiplicando la prima di queste per e la seconda per (1 - ), sommando membro a membro ed osservando che i numeri (x1 - x) e (1 - ) (x2- x) sono uguali in valore assoluto ed opposti di segno, si ottiene la disuguaglianza cercata f (x1) + (1 - ) f (x2) f(x) + f (x) (x1 - x) + (1 - ) f (x) (x2- x) = f(x).

Teorema 5 (convessit, concavit e monotonia della funzione derivata prima): Sia f una funzione
definita e derivabile in tutto un intervallo aperto I. La funzione f convessa (risp.concava) se e solo se la sua derivata prima monotona crescente (risp. decrescente) DIMOSTRAZIONE del Teorema diretto Sia la f convessa e siano x1 ed x2 due punti di I con x1 < x2, proviamo che f (x1) f (x2). Dal Teorema della retta di appoggio applicato simmetricamente ai punti x1 ed x2 si ottengono le disuguaglianze f(x1) f(x2) f(x2) + f (x2) (x1 - x2) f(x1) + f (x1) (x2 - x1)

da cui, sommando membro a membro, segue immediatamente la relazione (f(x2) - f(x1)) (x2 x1) che implica quella cercata. DIMOSTRAZIONE del Teorema inverso() Per ipotesi la derivata f monotona crescente in tutto lintervallo aperto I. Dedurremo da questo la convessit della funzione primitiva f. Siano x1 ed x2, con x1 < x2 , due punti dellintervallo I e sia x un punto del segmento [x1 , x2], che scriveremo nella forma x = x1 + (1 - ) x2 , per un opportuno valore del parametro [0 , 1]. Mostriamo che f (x) f (x1) + (1 - ) f (x2). Applicando il Teorema di Lagrange alla funzione f nei due intervalli chiusi [x1 , x] ed [x , x2] rispettivamente, si ottiene: f(x1) - f(x) = f (1) (x1 - x) f(x2) - f(x) = f (2) (x2 - x) , 0

da cui moltiplicando la prima per e la seconda per (1 - ) e sommando membro a membro si ricava immediatamente f (x1) + (1 - ) f (x2) f(x) = (x1 - x) f (1) - (1 - )(x2 - x) f (2). Da questa, Ricordando la relazione (1 - )(x2 - x) = (x - x1) ed utilizzando lipotesi di monotonia per la funzione f , si ottiene la disuguaglianza f (x1) + (1 - ) f (x2) f(x) = (x1 - x) f (1) - (1 - )(x2 - x) f (2) = = (x1 - x) [ f (1) - f (2)] 0 , che quella cercata.

Teorema 6 (caratterizzazione di convessit e concavit per funzioni differenziabili due volte):


Sia f una funzione definita e derivabile due volte in tutto un intervallo aperto I. La funzione f convessa (risp.concava) nellintervallo I se e solo se la sua derivata seconda sempre 0 ( 0). DIMOSTRAZIONE del Teorema diretto Sia f convessa e derivabile due volte su tutto lintervallo I. In base al Teorema 5 la funzione f monotona crescente in I e pertanto la sua derivata prima, ovvero la derivata seconda di f, sempre 0. DIMOSTRAZIONE del Teorema inverso Sia f derivabile due volte su tutto lintervallo I e sia sempre f (x) 0. Ne segue che la funzione f monotona crescente in I e pertanto, in base al Teorema 5, che la funzione f una funzione convessa.

Osservazione : La parte sufficiente del Teorema 6 stata dimostrata a suo tempo come
Corollario del Teorema di Lagrange. In quel caso la prova si basava sulla doppia applicazione della formula degli accrescimenti finiti alla funzione f ed alla sua derivata prima. La maggiore semplicit della dimostrazione attuale solo apparente: ogni difficolt, infatti, stata scaricata sul Teorema 5, ovvero sulla sua parte inversa, dove il Teorema di Lagrange continua a svolgere un ruolo essenziale.

Osservazione : Come nel caso della monotonia, il segno positivo (o negativo) della derivata
seconda di una funzione f in un singolo punto, interno al campo di definizione, non consente di dire nulla in merito alla convessit (o alla concavit) della funzione stessa in un intorno del punto stesso. Ad esempio, la funzione f(x) = x 2 + 4 x 4 sin (1/x) per x 0 ed f(0) = 0, ha derivata seconda f (0) = 2 > 0 e tuttavia in ogni intorno dellorigine la funzione stessa cambia infinite volte il verso della propria concavit.

Esempi ed Esercizi
1. Si dimostrino i Teoremi 3, 4, 5 e 6 nel caso di funzioni concave anzich convesse 2. Si verifichi la relazione (1 - )(x2 - x) = (x - x1) per ogni terna di punti x1, x2 ed x , dove x1 < x2 ed x un punto qualsiasi del segmento chiuso [x1 , x2] , scritto nella forma x = x1 + (1 - ) x2 .

3. Si dia lesempio di una funzione convessa e di una funzione concava che non sono differenziabili in un sottoinsieme infinito di punti del loro intervallo di definizione. 4. (^) Si provi che i grafici di due funzioni f e g, luna concava e laltra convessa in tutto un intervallo I, possono avere al pi due punti in comune. 5. Si determinino le intersezioni delle funzioni f(x) = x2 e g(x) = x2 + sin x. 6. Con riferimento allEsercizio precedente si osservi che due funzioni entrambe convesse (o entrambe concave) possono avere infiniti punti in comune. 7. (^) Si dia lesempio di due funzioni entrambe convesse (e di due funzioni entrambe concave), definite su di uno stesso intervallo limitato, che hanno infiniti punti in comune. 8. Si mostri, fornendo esempi opportuni, che una funzione due volte differenziabile e strettamente convessa (risp. strettamente concava) pu ammettere derivata seconda che si annulla in uno o pi punti ( (^^) eventualmente infiniti). 9. Si mostri che la funzione : f(x) = x 2 + 4 x 4 sin (1/x) per x 0 ed f(0) = 0, cambia infinite volte il verso della propria concavit in ogni intorno dellorigine, punto in cui la sua derivata seconda maggiore di zero. 10. (^)Si mostri che il grafico della funzione : f(x) = x + x3 + x4 sin (1/x) per x 0 ed f(0) = 0, attraversato dalla retta tangente condotta per lorigine, mentre in zero la funzione stessa non presenta un punto di flesso in base alla Definizione 2. 11. (^) Sia f una funzione convessa definita e derivabile due volte su di un intervallo aperto I in cui la f inoltre strettamente monotona. Si provi, studiando il segno della derivata seconda, che la funzione f -1, inversa della funzione f, convessa se la f monotona decrescente, mentre concava se la f monotona crescente. 12. (^) Si risolva lEsercizio precedente senza lipotesi di seconda derivabilit per la funzione f, ovvero senza studiare il segno della derivata seconda di f -1 . 13. (^) Si riformulino e si svolgano gli Esercizi 7 e 8 nel caso di una funzione concava. 14. (^) Sia f una funzione definita e derivabile su di un intervallo aperto I. Si provi che se x* un punto di flesso ed esiste f (x*) si ha f (x*) = 0 (condizione necessaria per lesistenza di un flesso). 15. (^^^) Si dia lesempio di una funzione derivabile due volte che presenta un punto di flesso in cui la derivata seconda non continua .(Suggerimento: si costruisca una funzione derivabile che soddisfa le propriet (a) f (0) = 0 , (b) f (x) 0 per ogni x > 0 e f (x) 0 per ogni x < 0, (c) f discontinua in zero. Una primitiva di tale funzione fornisce lesempio richiesto).

4. Ricerca dei punti di flesso mediante lo studio delle derivate successive (*)
Ricordiamo che in base alla Definizione 2 del .1. un punto x* in cui sia definita e continua una funzione f detto punto di flesso se separa due intervalli adiacenti in cui la f assume concavit opposte (verso lalto in uno e verso il basso nellaltro). Se la funzione f derivabile pi volte, si possono formulare condizioni necessarie e condizioni sufficienti perch un punto del suo dominio sia candidato ad essere, oppure necessariamente sia, un punto di flesso per la funzione stessa. I teoremi di questo paragrafo descrivono tali condizioni.

Teorema 7 (condizione necessaria per la presenza di un flesso): Sia f una funzione definita e
differenziabile, almeno una volta, in un intervallo aperto I della retta reale. Se il punto x* un punto di flesso e la f vi ammette derivata seconda allora si ha necessariamente f (x*) = 0. DIMOSTRAZIONE La f per ipotesi derivabile nellintervallo I ed essendo x* un suo punto di flesso, la funzione f , in base al Teorema 5, monotona crescente in tutto un intorno destro (sinistro) di x* e monotona decrescente in tutto un intorno sinistro (destro) di x*. Si avr pertanto, grazie allipotesi di esistenza della derivata seconda in x* : f (x*) = limxx* - [f (x) - f (x*)] / (x x*) 0 ( 0) f (x*) = limxx* + [f (x) - f (x*)] / (x x*) 0 ( 0) e quindi la condizione necessaria f (x*) = 0 cercata.

Osservazione : La prova del Teorema 7 (proposta come esercizio n.14 alla fine del paragrafo
precedente), ha la stessa struttura di quella del Teorema di Fermat sullannullamento della funzione derivata prima in punti di massimo o di minimo relativo.

Osservazione : Nel caso in cui f (x*) esista, il Teorema 7 fornisce una condizione necessaria
ma ovviamente non sufficiente per lesistenza di un flesso. Si vedano in merito i controesempi opposti forniti dalle due funzioni : f(x) = x4 e g(x) = x4 sin (1/x) per x 0 e g(0) = 0. Entrambe hanno derivata seconda nulla in zero nonostante non vi presentino un flesso: la f convessa in tutto il suo dominio mentre la g cambia infinite volte concavit in ogni intorno dellorigine.

Osservazione : Una funzione pu ammettere un flesso in un punto x* in cui non esiste derivata
seconda n, eventualmente, derivata prima. Gli esempi che seguono illustrano alcune situazioni possibili. 1. La funzione : f(x) = x2 per x 0 ed f(x) = - 2 x2 per x 0, ammette retta tangente nellorigine che un punto di flesso in cui la f non differeziabile due volte e dove la funzione derivata seconda presenta una discontinuit di tipo salto. 2. La funzione : g(x) = x4/3 per x 0 ed f(x) = - x4/3 per x 0, ammette retta tangente nellorigine, che un punto di flesso in cui la g non differeziabile due volte e dove la funzione derivata seconda presenta una discontinuit di tipo polo. 3. La funzione : f(x) = x + x2 per x 0 ed f(x) = 2x - x2 per x 0, continua ma non derivabile nellorigine, che comunque un punto di flesso. 4. E possibile fornire esempi, per quanto non immediati, di funzioni derivabili due volte in tutto il loro dominio che ammettono flessi dove la derivata seconda (necessariamente nulla) non continua (cfr. Esercizio n.15 del .3). Ricordiamo che condizioni sufficienti per lesistenza di un massimo o di un minimo relativo in un punto x* sono state ottenute studiando lordine di infinitesimo della funzione f(x) - f(x*), attraverso lanalisi delle sue derivate successive. Un procedimento analogo consente di fornire condizioni sufficienti per lesistenza di un punto di flesso ed illustrato dal Teorema che segue.

Teorema 8 (condizione sufficiente per la presenza di un flesso): Sia f una funzione definita e
derivabile almeno n volte, con derivate continue, su di un intervallo aperto I . Sia x* un punto di I in cui si annullano la derivata seconda e tutte le derivate successive della f fino a quella di ordine

(n 1) compresa, mentre la derivata n-ma diversa da zero (ovvero formalmente : f (k)(x*) = 0 per 2 k < n ed f (n)(x*) 0). Il punto x* allora un punto di flesso se n dispari , mentre non lo se n pari. DIMOSTRAZIONE Studiamo il segno della funzione f in un intorno di x*. In base alle nostre ipotesi la funzione f derivabile almeno (n 2) volte con derivate continue in un intorno di tale punto e si ha : f (x*) = f (x*) = = f (k)(x*) = = f (n-1)(x*) = 0 , f (n)(x*) 0. La funzione f pertanto infinitesima di ordine (n 2) in x* e quindi il suo grafico attraversa lasse orizzontale, se (n 2) un numero dispari, mentre giace tutto al di sopra o al di sotto di esso nel caso pari. Pertanto, nel caso dispari, la derivata seconda positiva in tutto un intorno destro (sinistro) e negativa in tutto un intorno sinistro (destro) di x*, punto che separa due intervalli adiacenti in cui la f presenta concavit opposte e che pertanto un punto di flesso. Nel caso pari, invece, la derivata seconda positiva (negativa) in un intorno completo di x*, punto in cui quindi non vi alcuno scambio di concavit.

Osservazione: Nelle ipotesi del Teorema 8, il segno della derivata non nulla f (n)(x*) fornisce
informazioni sulla natura del flesso esistente in x* nel caso dispari, ovvero sulla concavit della f in un intorno di x* nel caso pari. Utilizzando risultati noti sugli infinitesimi di ordine dispari o pari facile verificare le affermazioni seguenti : se f (2m + 1)(x*) > 0, in x* vi un flesso ascendente (discendente se f (2m + 1)(x*) < 0); se f (2m)(x*) > 0, la f convessa in tutto un intorno di x* (concava se f (2m)(x*) < 0).

Osservazione: La condizione enunciata nel Teorema 8 solo sufficiente: non difficile


formulare esempi di funzioni che presentano un flesso in un punto x* ma alle quali non applicabile il criterio precedente.

Esempi ed Esercizi
1. Si verifichi che le funzioni: f(x) = x 8/3 per x 0 e f(x) = - x 8/3 per x 0 e g(x) = x 3 + x 5 sin (1/x) per x 0 e g(0) = 0 hanno un flesso nellorigine dove non soddisfano le condizioni del Teorema 8. 2. (^) Si verifichi che la funzione: f(x) = exp (-1/ x2 ) per x > 0 , f(x) = - exp (-1/ x2 ) per x < 0 ed f(0) = 0, ha un flesso nellorigine ma non soddisfa le condizioni del Teorema 8 3. Si determini il numero massimo di punti di flesso che pu presentare un polinomio di grado n. 4. Sia f una funzione definita su di un intervallo aperto I ed ivi derivabile fino al secondo ordine. Si mostri che i punti di flesso per la f sono punti di massimo o di minimo relativo per la sua funzione derivata prima. (^^) Si dica inoltre se vero anche il viceversa. 5. Sia p un polinomio di grado n. Si mostri che tra un punto di massimo ed uno di minimo relativo per p vi sempre almeno un punto di flesso. (^^^) Si dica inoltre se la propriet vale nel caso di una funzione f continua e differenziabile qualunque.

S-ar putea să vă placă și