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273

B45h
v.z
Rare Book

&

Special

Collections Library

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in

2012 with funding from


Illinois

University of

Urbana-Champaign

http://www.archive.org/details/historiadituttel02ilbern

HISTORIA
D
I

TUTTE LHERESIE
Defcritta
D A

DOMENICO BERNINO
Tomo Secondo ALLA SANTIT DI
N.
S.

CLEMENTE

XL

VENEZIA, MD CC XVII.
CON
Nella Stamperia Baglioni. l ENZA VE' SUPERIORI, E PRIVILEGIO.

Beatiffimo Padre*
ini

3
m

OSTUMANO
ri nelle

Scritto-

Dedicazioni de

loro

Libri

a Perfinag-

g eccelfi y e temuti , di protestare fui bel principio timori y e fcufe dei loro ardimento , per
conciliar fi pi ficur amente

humiliazsione

il

t ojfequio della Patrocinio de Grandi. Io al con*


tra-

con

482919

trano,

kp ATTESI MO P BEAI i*** ny,x AD RE, cotan> AN O { T *~ 1 ottenere dalla S to mi do i VOSTRA nuova e potente Protettone* ancora della mia Hijto,

quello

lia ne

incominciare la invocatoche -volendone


poll

Secondo

Tomo

non

non prorompere far di meno i


i S.

reikZlfmeiarole

Anfelmo

C antuanen-

s,^Jfe
* *

allorJqu/no

egli

direfe

KW. 2
tetre

dignius tondo , Sicut nulli Librum li libentis prafentem

ff^J^J pofliun .jra


,

quam

ve

L fifone

eico cui quel Santo Santo per la Dtdicaz.iont pronto limilo al egli ne wtraprtjh Operi e i buon

JS?r&E? jervi Opera, feZ


l

ffjru:

~~ % gg f
el

Jo

autorit Ziri net frontifpilio tappuntatone ai jj VCZl corpo i elfo la r jr j che nel
ti.

Nome
de fat-

He

alla S. K, quejo i , eicare volentieri ter avancome uno fpecchio , ,

Dunque

je cosi e,

a me

ti r*r\
m
la

prefentarglielo
chi
,

amente t re per poter ficur 'bA Fila me de (ima , che Je

,cbj
lo

aeai

t^on tpra^a

*&&

chi in

S. V.

nconofeera la
,

Z&* * Vf. F~* ^J f^Zconn^teV Mia

tra
l

1 Onera l

ti Protettore

EtfEffigie, e ivffl
'

XUn1l

nanare
I

fatti de'

fm glonofi Pr-

dece [fori

rinverr fitto altri nomi , e fitto ale nel maravigliar fi delle altri tempi li [noi , trui e</rezie operazioni > innocentemente fi mara,

vigler di fie flejfo , e pazientemente fipporter la condizione de gran Perfionaggj , che leggere non pojfono cofie degne di lode , fienza che leg-

gan

le

proprie.
,

P AD R

Ha

Ella,
>

BEATISSIMO
lo fiplen, ,

illustrato

due Secoli con


e
,

dore delle fiue

Virt

nel

traficorfi

cio

quando Dio

la cujlodiva

come in

occulto

de-

sinato ali Imperio Ecclefiaftico del Mondo , fieppe , e pot cos bene congiungere la Nobilt de Natali con la Efiemplarit della Vita , il cofiume della Corte con la fihiettezza de Coturni y l avvenenza de* trattamenti con la Religiosit del tratto , che fin d! allora la S. V. innefto le glorie de fiuoi Antenati con quelle della Chiefia
, ,

e la fiua

ta

gitto

Perfina non cos tojlo fu conofiiuche nconofiiuta da Papi , e con breve tra* dal Grande al Maffimo , doppo pochi anapplaudito Cardinalato
,

ni di
glio

inalzato al So-

venerazione del Mondo : nel qual Po(lo cominciando la S. ad illustrare , come dijfi , faeculum noftruni in illuminatione vultus tui , riceve piena bocca di tutto il Chrijlianefimo li medefimi eneodi Pontefice
e alla

'

mii

che ricev

il

Religiofiffimo

Menna Vefico-*
EpIfl " r '

vo

di Cojantmopoli

dal Pontefice J. Agapito

Fidei integritate, lacrarum Litterarum Hv? fiudio, atque etiam piae adminiftrationis

&

Tomo IL

offi-

ut Tibi tardis venire yideatur , quo dignus eras , Io per non /' ammiro , per ci , advcrCe d*' Ella fu 3 quando Nobile mandante nella fraviIuan. da dell' Hpnore , pago di privata fortuna , fiigiendo come dice San Girolamo , Mundum Vorrei di Lei maravigliarmi , f vinc *bat nel vederla prefentemente affi poteffi y fa al Tiofficio
fic
,

chtus es

PADRE SANTO

mone
ni
y

della
,

trepido

gran Nave della Chiefa urtare in-* come San Leone JMagno gli EutychiaElla
li

Gianfenifli , rigettare prudente dal Jup Stato con foaviffmi meZjZji , come San Gregorio JMagno , e San Gregorio Secondo
cos

Ella le armi firaniere inferocite Nazioni) che inondano / Italia , proteggere invitto la Ee de , come il Pontefice S. Niccol il Grande contro gt infulti di tutta la Greca potenzia , cos Ella contro gli fconvolgimenli

Longobardi

cosi

ti

di tutto

un JMondo rinverfato
,

forprefo

da

tanti fuoi illuflri pregj

vorrei efclamare con S.

SJ&SSi* Bernardo , Tu Sacerdos Magnus , Tu SumadEus^.iif.'^uj Pontifex > Tu Princeps Epifcoporum , Tu Haeres Apoftolorum , Tu Pri-

mato Abel , fjtfbernatu Noe , PatriarchaDitu Abraham , Ordine Melchifedech gnitate Aaron, Autoritate Mofes , Ju,

dicatu Samuel, Poteftate Petrus , Unticne Chriilus : ma uri altra riflejfwne mi divere mi rite dagli encomii della fua Perfona , volge pi giuf amente ad ammirare non tanto
Lei
,

, ,

Lei in Dio nella bocca

Quis

con riformi l' alto fiupore di quelle [acre parole , novit , utrm idcirc ad Regntfm
f

quanto Dio in Lei

Efther

veneris , ut in tali tempore pararefis ? Fu ben cofiume di Dio , dar Prencipi alla fua Chiefia con mifura di virt proporzionata d Tempi i felici > o formidabili al Chriflianefimo ; ed ora appunto , che al Chrijianfimo corre una malagevolijfima et y de cui funefii avvenimenti ciafiun Vivente pu dir fipetta* fi colo , e fpettatore , fiami lecito dire Lei * PA-

DRE SANTO
dijfe

ci

>

che S. Simeone Siceota


Ecclefiaflico
y

ad un rinomato
di

inalzato al

Patriarcato

Cofiantinopoli

Idcirc

Tibi d'^T^t
,

juveni

tantum Deus onus impofuit


,

ut JJS uSfe;
l

viribufque fuftineas cala-ti\vl taTheodoquas excac mitates, moleftias impendentes ; e che^f Suri Aprilis. vantaggio commune Io concluda , che l ejfer Ella Grande anche (opra il Commune degli Heroi , ejfendo tutto effetto della Beneficenza

majore virtute

&

del Cielo

che ha voluto fcieglierla

a tempo

a Lui filo fi deve la fingolarita del Beneficio ed a Noi filo rimane attendere non meno da Lei y cbe per Lei da Dio quelle Benedizioni
cotanto necejfarie allo fiato prefinte della Chiefa . Quindi forge in me una viva (peranza

fpecialmente da Dio alla Guida del fio Popolo , o per valicare Mari , per attraverfare Defrti , o per altra firepitofa Condotta , fono eglino firnli

che ficcome

Condottieri desinati

fre

pre
loro

fiati tanto profperaii

nella efecuzione delle

quanto privilegiati nella elezione del loro comando > cos habbia la S. Vi non tanto Ella a regnare prfper amente nella Ghiefa di Dio , quanto Dio per Lei nella fua Chiefa ; onde da bocca Chrifiana replicare fi poffano li fatifli annunzili del fopracitato Siceota > il quale doppo la confider azione accennata dell'
imprefe
,

providenza del Cielo nella Promozione fatta di quel Giovane Ecclefiafico a quel ri"
alta

guardevole
Wem ibidem.

Egli tutto pieno di Dio fi rivolfe al Patriarca , e di[f , Confirma te , robuftus fis , atque viriliter age : Deo enim confifus fpero s Adminiftrationem tuam , diuturnam fore , praeclaram : ne pu nella S. V- non avverarfi coche cotanto bene anneffo feco s'i derno prefagio 3 porta con la teftimonianza prefente /' avveramento del futuro. teftimonianze prefenti fono pur troppo
b

Patriarcato

&

&

la

infaticabilit
tutte

della
le

fua

folle dividine

nella

cuf odia di
duita della

Chiefe

del

Mondo y

affi-

fua affluenza

negli affari delle pi

premurofe Congregazioni > la jMaefka delle fue comparfe nella frequenza delle Bafiliche y la efaminazione degli altrui meriti nella diflribuzione delle Cariche , la integrit della Giuflizia nell ammimfrazione de Tribunali
il

difpregio della
,

medefima fua falute


y

nella fote del

trazione

eh'

Ella fa

del

fonno

agli occhi

per al grave incarco de fupplire perfonalmente filane erari nevozn del Cbri fimo , per p a[cere ti Gregge con manna faporofijfim di preziofe Homelie , per animare il Popolo con
e del cibo

al

neceffaro

[oflentament

^incitamento dell efempio alla offervanza della Legge nella r Igorv fa pr attica , cti Ella fio(Itene , del digiuno Quadragefimale , o per ec-

a Vita del tutto perfetta con la fngo larita della divozione , allora quando la rimiriamo negli Hofpidali fovvemre a Languennegli Hofpiztt adergere i piedi a Pellegriti ,
citarlo

nanti
lo

in bore
le

matutme
del

rigide

orar fi-

Vaticano in mezzo a fuoi Predece (fori , Santo fra i Santi , e Maffmo Pontefice fra i Primi Pontefici di C bri (ita(Te nefimo Nemo poteft , diJJ il Jfuo Ante ee [Tore Gregov. ./i* ;S. Vl v S. Gregorio, recte terrena regere 5 nifi qui Re S .i.b. 4 novent pris , divina tratare 5 onde quindi
dentro

Grotte

/^

tri

proviene nelle Citt a f foggette t abbondanza delt annona fra 1 fcarfeggtamenti delle vicine Provincie , la quiete de Vajfalli fra lo firepito

di

projfime

invafoni

il

fovvenimento

Cbiefe faccheggiate dalla Infolenza de Soldati $ la felicita dello Stato non aggravato da alcu-

ne per l armamento in difefa, e guardia de Confini , Tl$ per la fcar* fzza del denaro afforbito , come in voragine dalle Guerre , ne per la mancanza del
,
,

na nuova contribuzione

Commercio

divertito in

ogni

parte

terrori
delle

delle
otaTcTriJ cit lo

armi

>

e
>

ci

in

fomma

>

che

ci

fa
,

le*

fperare

Adminiftrationem tuam
*

diuturnam

jfore

&

&

praeclararn. Poich pre-

, gj fono quefti , BEATISSIMO non tanto Suoi > quanto noflri > che fafofi ne andiamo per ritrovare nella fua Perfona un Pontefice y pari al quale in Santit , in Pruin Amore > non poffiamo certamendenza y te invidiare alt Antichit , e di cui maggiore forf non rinverranno li Pofieri , che chiame-

PADRE

&

ranno beato quefio noflro Secolo > che la pf nella Sede Pontificia per falvarlo > e felici ci diranno y perche d! appreffo vagheggiamo quel Sole , al cui gran riverbero rimarranno anche abbagliate t Et future -

Ne
comii

la

grandezza
a Lei
allora
,

di

toglie
\

BEATISSIMO
egli

quefii

meritati

En-

PASan

DRE
f

quel merito cotanto ammirato da


,

Z"

dt

Bernardo

quando

efclamb

Ma-

rara virtus eft , efle hugna prorfus , milem in honore / Ed oh ! come maravi-

&

rara virt riCplende nella S. V- quando Grande non tanquanto Majftm>a fuori del Soto nel Soglio 3 ficaiafi nelle publiche Udienze glio y addome col fuo Popolo y Affabile fenza vilt y Docigliofamente bene
>

quefta grande

le

fenza biafimo

Maeflofa fenz affettazioPontificato


,

ne y inchinata dalt Altezza del compiange a pianti di chi geme y


le

miferie di chi

fupplica

fovviene alfenza difinzione


di

fenica differenza d tratto > fipar* come il Sole , li benefici vendo equalmente , raggi della fua Clemenza , e /pra le dorate
di
,

Perfotte

Iorri de
!

/opra

le

humfli Capanne de
>

Maraviglio (li va l' antica Chrillia* J r r> mta y allora che vidde un Patriarca di A.leJ~ fandria due 'volte la Settimana feder e/pojo tutti avanti le Porte del Tempio , aprire pub lieo Tribunale chiunque quello fi /offe, che a Lui dire voleffe b fiue ragioni , /u feu/' Hi/lorif t fue preghiere ; e , come dice
ii ;

Pattori A

lAir

s. joan.

&.

mof.Patriarch.

Aiexandr.

Sedens in Templi porticibus , f cui- JgJJjl}* libet volenti r prxbebat adeundum, habens w* &****wimdiexi.Jan* / r ji lecum conndentes ex ns nonnullos , qui
co
,
i

erant infignes virtute ce/fino le antiche maraviglie agli Jiupori prefenti > nel rimirare il Patriarca de* Patriarchi , e il Pontefice Ma/fimo della Chiefa di Dio > abbaffare paternamente /pra ogni miferabile quegli ocche vigilano alla cujlodia di tutto il Mondo e con affettuofe efpreffioni aprire in follievo di e/fi quella bocca , dalla quale dipendochi
y

Ma

no

venerati

oracoli

del

Chri/lianefimo

co-

Somcos penfa a ciafeuno > come , tutti , cosi a tutti , come a ciafeuno , St*R.:* Deus curat unumquemque noflrum , tamquam folum ; fic omnes , tamquam fingulos Per lo che \
il
.

me fi intender mo Dio che

Egli vole/fe

d imitare

PADRE

BEATISSIMO
rifpondere

alla

S.

V.

giujlamente
fifuo

fi pu ci , che rifpofe il Divino Sofronio all' $us apiTd su- accennato Patriarca Alejfandrino , che dal denum oc.cit. luogo della public a Udienza partirti un jfo na f
ita

denomina-

giorno affannato , inconfolabile , folo che alcun Supplichevole non vi comparve >
Leomiu*

&

per-

ioc.

vi

TRIARCA
Oh
teria
!

comparifce alcuno
,

havete tutti confoiati h e manca pi tolto il Supplicante al Beneficio, che al Supplicante il Benefattore.
qui
s
,
y

SANTO

Non PAgi

perche voi

di

che

io

vole al genio

gemo

vorrei talento conface* proporzionato alla ma*

Li fuoi Benefidi , P fono cotanto intieramente prediofi che ? ne pur Ella efigge dal Beneficato la humiliazione del ringraziamento > e vuole , che tutto il dono y quanto egli e > tutto effo lo goda, fenz altra riferva per Lei , che il compiaciLo Lo fteffo fono testimento del conferirlo monio prefente , e vivo di cos rara Beneficenza y perche non mai fono fiato con generofa ripulfa rigettato dalt adorazione defuoi Santijfimi Piedi y f non quando carico di pregiati favori venivo confufo y e humile a rinqraziarnela y inafpetlatamente opprejfo da nuovo cumulo di obbigazione ne II atto ft eJfo delJML la confejfione ojfeqptwfa dal mio debito BEAdi quefii glorio fi lamenti ne piena non tanto la Cor, te di Roma , beneficata da Lei in ogni fua

TO

AD RE SAN-

TLSSLMO PADRE

Cdfa
non

>

quanto la Corte del

Mondo

che

per

e fiere
,

ammejfa

alla
,

fu a venerata prefenella s

za

bajia folamente

ci

apprenda con*
,

corfia nelle

fue Anticamere per ringraziarla


,

onde tacito
te

mefio

ciaficun

da

ejfe

fi par-

grazia defiderata del ringrazia* SANmento. Permetta almeno , la , fua incomparabile modestia > che
fienza la

PADRE
S.

TO
te

fatte
flejfe

Trombe
bocche
,

del

[ho

merito

parlino

quelle

che la mede/Ima

nella gloriofa
,

Promozione
di

ta

non tanto
;

racoli

che

Cardinali s miracolo appunto

V* ha apereh' Ella ha fatquanto di mi*


io

poffo

chia-

Promozione , che feco cos bene porta il pregio di mir acolofa : moribus Eo | G^f' ini clefiae panci f fubtrahunt dijfe San Gregorio , allora quando egli rappr efintandofi [otto l' occhio della confaerazione tutta la Univerfalita della Chiefa di Dio , afievero , che di tanti y appena pochijfimi hanno s gran cuore 5
quella

mare

che

vagliano
colpo

ad
.

infrangere quell unica lancia


,

da far

ne petti humani

la follecitudme
il

di ejfere

Grande
,

Hor

che

direbbe

Santo

prefentemente non fra tutta, la vaja Congregazione de Fedeli > ma fra il nume* ro Jolamente di diecmove haveffe [corto fra ef fi un Ecclefiatlico y cotanto amico della Eccleumilt , e cotanto inimico della e defiajica filarle a Grandezza , che volejfe pi tojlo con heroica virt haverfi meritato il Cardinalato ,
Pontefice

che

che riceverlo

Certamente

egli

ripeterebbe

con

gaudio ci } che lafiio fcritto ne fuoi Libri y wcm Ma. Eleto boni Antiftitis non fit humano
judicio , e JMiracolofa > Divina > e Sorprendente direbbe quefia elezione y che per la rarit dell e[empio
y

per la novit della

re-

pulfa ha fatto recare attoniti nell ammirazione g* iftejfi Heretici Detrattori della Chiefa

grado hanno in quejla Promozione confejfato , che fitto il fuo Pontificato non tanto in Roma fi fceglie il meglwre fra il buono ? quanto ottimo fra il Num^p ^ meg^ore Difcat Elefcorum Princeps, efila,

Romana

che loro

mal

aE nLf.

DomU

&d Terzo Secolo Origene , fiio t}* non eos , qui confanguiniceflores fibi , tate generis junti funt , teftamento tignare , nec hxreditarium tradere Ecclefiae Principatum , fed referre ad Judicium la S- V, ha talmente rimeffa al GiuDei : dizio di Dio cotefla cotanto premurofa operazione y che par , che il medefimo Dio rimettendola tutta Lei y Ella h abbia fi e Iti Sogmo

m f

getti di ogni

chia
trina

con
y

ordine della Ecclefiafiica Gierartal proporzione di Dignit 9 e di


>

Merito
y

di Religwfit
e

e di
y

Natali
li

di

Avvenenza
3
y

che

DotPromojfi pay

di

iono nati appoja nella

fua

mofo

il

fuo Pontificato
:

et per rendere fae non tanto il Cardi-

nalato conferito
nalato
in

quanto ejfi al Cardiad ejft modo tale che tn loro fi avveri I


au-

, y

aureo detto di Pio IL Dignitatibus Viri datidi


,

p il ap*
phtiflam *

non

Aia Huomini Huomini


io

Viris Dignitates che dare fi f cos y


alle
9

Dignit
,

non

le

debbano Dignit
,

gli
agli

comporti

PADRE SANTO

che

per bocca di tutti fopra quejli humiliffimi fogli riverentemente ripigli il fuo , non so f io per cui ha o rigore > eccejfivo z^elo y dica 9 Ella tranfandati Perfonaggi pur troppo meriteEgli vevoli di cos pregiata Grandezza rismo ci y che pur ora vengo di ajjerire con
.

Origene

che

con

pi
, ,

autentico oracolo
allora

et

preferire

San Pie- Match, tro dimoflrojfi lontano da ogni humano finimento di fapienz^a carnale Ala Quod me- s.Greg hom. ?
filo perche
i*.
.

Giesu Chriflo chiam Beato San Pietro

quando

egli

renti datur,

dice
e

S.

Gregorio, jus
ogni

ed, non

mvans

beneficium
che
i

tralafciato

gran merito

fuoi degni Nepoti habbiano contratto col Mondo col filo difeendere dal fuo Sangue
grandijfimo fi

quello

che

al dire

di

Sani

Ambrogio ha
tari
ce
,

dell'

Heroico ,

&
lo

Cum
il

felicitate lu.

felicitate
che tut

non

periodi beri intende ciafeuno


y

vinci molto y

In pochi
che fi ta-

eficlamare fiamo forcati y a fimiUtudine di Giesu Chrijo fi tenga pur Ella lungi da ogni dettame ai Sangue y ad infi-

per

ad

BEATISSIMO PADRE,
ma

nuaZoione del
della Chiefa
y

medefimo ponga fui Candelabro


chi cos bene riluce nella

Cafa
Dio,

di

Matth. y .

Dio

e faccia,
y

che in

effi

refti

Pafiori
Fede
3

il

follievo

e al Pontificato

Romano

il

fijegno di
'volto

fermijfimo

appoggio

onde dal filo loro

apprendano
dire
,

gli Heretici la verit della


,

in rimirandoli

Ecco le ca y Ecco le vere copie di quel Celere Originale y che form Chrijio col pennello intrif nel fuo Sangue fipra le Tele mijleriofe de Santi

fiano corretti di additarli 9 e vere idee della Chiefa Cattoli-

Sicch ricca la Chiefa Romana Apofioli di s pregiato te foro y ridondi poi il merito av.

vantaggiato de fuoi

illufiri

Nepoti in
,

beneficio

commune
della

del Chrifiianefimo

e con

un
S.

filo tiro

fua Pontificia beneficenza la mente confili tutto il Adondo


.

V. pienay

E
me
ferfio

quefi

fino

motivi
la

y
y

per
io

quali

coof-

fin da principio fi
alla S.
,

dijfe

volentieri

fatiche
le

continuazione delle mie perfuafo ancora y che quella perpe-

V-

tuit di

memoria

che
y

le

altrui grand' imprefe

danno alhabbiano da dare le


Hifiorie

majfime imprefe della


ria
y

S-

quando leggendola i in e (fa non tanto defritti

V. alla mia HifloPofieri ravviferanno


li

fatti de

fuoi glo-

rwfi Anteceffori y quanto accennati li Suoi y e (opra quefie pagine riferite a lungo quell' Hedi cui Ella ri il compenroiche operazioni y dio Refi a folamente y che ficcarne io di buon
.

animo le confacro in quefia faticofa intraprefa il pi y e il meglio della mia Vita pacata

ta

>

cosi la S,

V fi degni
,

di benedirmi la pre-

ferite

che 'vivo
io

actio per

mezzo

delle

fue

benedizioni

poca

}
.

degnamente difponga di quella che mi rimane y in preparamento deli

eterna

Di V. Santit

mmilijs.

&

ma
Ofequoftfs.

Suddito

Domenico Bernino.

Tmo

lr-

Quam-

Quam vis alise Ecclefiae vitiari poflunt


per Haereticos
Ecclefia tamen Romana non fuit Haereticis depravata , quia fuper Petram fondata. Sola Petri Ecclefia inviolata permanfit.
j

S.ThomJn

cotnmen. in cap. 16. Mattioli*

Pro-

Protetta dell'Autore

Avvertimento al Lettore
Oppo
famofa uccifione fatta dala gli Hebrei de'Perfiani e Medi '1 gloriofo MarRegina Efter , e docheo divulgarono ampiamente pel Regno di Affiler una feconE[lkcett '^ da lettera circolare Et fcripftmnt
la
, ,
>

fecundam Epiflciam

fpettivamentc
ti

tutti

li

accioche reGiudei baberent pacem ; e tut,


.

g'

Infedeli Jnfciperent veritatem


line

Con

il

mede-

lmo

Chriftiana intenzione mandiamo Noi alla luce quello Secondo Tomo della noftra Hiftoria come una feconda lettera circolare tuttala Univerfalit del Popolo di Dio accioche il Cattolico, leggendone il contenuto, pago della fua retta Fede babeat pacem, e PHeretico, ponderandone gli avvenimenti, vinto, e convinto della fua rea credenza , (u (cptat veritatem . Qiial degna rire
di
, ,
,

motivo al grande Arciveicovo Cantuarienfe S.Anfelmodi fcrivere il fuo preziofo Trattato contra gli Hereci Petrobuifiani poffione recando forte
,

2.

Hi

s.Mfti.inD*.
1

''

trill's**

fiamo Noi con lui guidamente foggiungere ^uod h*** ^e mmmis Corporis Chrijii, hocejejus Ecclefia e Z membris ut quod fcripji, ifta fcribendo facete nifus fum
, ' ,

Hareticis prodejfet ,

&

Catholicos redderet cautiores

Che

i.

no-

Cielo haver benignamente difpofto render tal pregio a quefte noftre fatiche Noi certamente le benediremo , e faranno elleno ficuramente benedette da chi per effe ritroverafli confolato, ravveduto, onde poffa ciafcuno in leggere quefto Libro di buon'animo efclamare con David,
f
il
,
,

lenedi&us Dominus Deus Ifrael , qui mjt hodie te in oceurbenedifflum eloquium tuum Se alcun pefum meum ,

&

riodo in eff rinverafl ofcuro per il fenfo , tediofo in lunghezza, manchevole nella foftenuteziM za, conS.Agoftino fupplichiamo, Quifquis, cmlettht git dicit Hoc non bene diElum efi locutionem meam reprehendat, non fidem: e con pi pronta fcufa dedotm *' ta dalla medefima Sacra Scrittura Si qudem bene %'finf.' hoc ut Hiforia competit fin autem mins ipfe <velim
'

>

'

&
.

&

ibidtm

enim <vinum femper bibere , aut femper aquam , contrarium ej ; alternis autem uti, deleBabile ; ita legentibus fi femper exaBus fit fermo y non erit gratus : e Volefl Dio, che medefimamente ancora replicare fi poteff con il facro Scrittore, Hk ergo erit confummatus. Eflndo cofa che niffuno forf di quanti fin'hora copiofamente hanno fcritte materie Ecclefiaftiche, e gravi, che per il
dign
j

concedendum

eft

mihi

Sicut

loro compimento richieggono non un'huomo, ma lo ftndio di molti huomi ni, nel faticofo lavorio
flato

meno

affiltito

pi
,

diftratto di

Noi

che

habbiamo per

cos dire

il

gran

Mare

notato della

Sacra Hiftona conia penna, comeCefare, in una

con la fpadafempre nell'altra , fra il rivolgimento continuo di morti Autori , e fra il combattimento continuo di vivi Contradittori , non tanto
e
Hifto-

mano,

Hiftorico , quanto foggetto mifcrando di IagrimevoleHiftoria: Ma le note traverfic, dalle quali fin hora ftata dibattuta la noftra vita , con preziofa ufuraqueftodibuonocihan recato, cio pronta in bocca quella fcufa, della quale gi bene fervi dia fuo vantaggio il Pontefice S. Gregorio , Cum animus dividitur D f2% ad multa fit minor ad fingula, tantbque ti in unaquaque
,

'

re

fubripitur

quanto latis in multis occupatur.

per polliamo Noi cotanto avvilirci nel noftro fatto che pregiudicare vogliamo al noftro fcritto, come dettatura di penna vaga, e diftratta, trafportata fenza guida da' contrarli venti per li vafti campi delP Antichit decorfa Ci che fi fcritto, travagliofamente ma accuratamente fi forato e non diminuifcono , anzi accrefcono tanto maggior pregio alla compofizione le av verfit del Compofitore, quanta maggior vittoria fi , al dir di San J rj Idem ibidem v^i rr Varegono Hojtem toLerare quam vincere e quanta maggior beatitudine, come replica S. Agoftino, Non s.Afi.w.. in pajjione effe, [ed <viBorem effe pajjionis A chi pofl deSa* *' Chriftianamente compiaciuto di ripigliarci ha ver Noi malamente fcelta, per narrare gli avvenimenti dibattuti della Religione Cattolica, la lingua Italiaagl'Indotti, Chriftianana, communea'Dotti, mente ancora rifpondiamo, che per la medefima ragione per cui gli altri hanno fcritto Latino Noi riabbiamo fcritto Volgare , defiderofi di volerci fare intendere da tutti, come da tutti fi vollero fare intendere S. Clemente S. Hilario S. Ireneo e li Santi Padri Latini de'primi Secoli fin tanto che perfever viva la favella commune, e nativa de' Latini. N perci provenne quindi allora alcun male alla Congregazione de'Fedeli il quale quando poi pure prefentemente fi temerle per la rilafciata condizione
,
.

Non

n.

ie

&

della corrente et, fufficientemente , noftro credeTokio


II.

re-

re

habbiamo proveduto alla preveduta oppofizidne, con riporre in luoghi pi adatti citazioni, e fentenze Latine non percettibili da tutti accio n le
,

foLucl'Z

orecchia cafte pollano difdegnarne il fuono, n le plebee pervertirne il fenfo , onde av verifi l'aureo detto di S.Ambrogio , che in fomiglianti cafi richiefe nel Lettore maggior giudizio , che occhi, Legimus aliqua, ne negligantur legimus ^ ne ignoremus legimus , non utteneamus, fed ut repudiemus Qualunque per fiafi la intenzione di chfcrive, jadicitura, e'1 fenfo del:
:

lo fcritto, Noi ad ogni parola e periodo di quefta noftra Hiftoria applichiamo quelle degne parole , che in morendo dift l'Angelico S.Tommafo nell' atto
,

invita s.Thc.
de

di ricevere
docui ,
clefirty

Aqmno
.

Santiffimo Viatico , Ego de ifio Sanclijfimo Cvrpore Domini nofiri Jefu Cbrifti aliis Sacramentis multa
il

&

&

multa, fcripft infide Jefu Cbrifti , 6?* S. Romana Eccujus correzioni cunetta fubji ci ^ cuntta fppono . H#c

s. vetr.

nam.

enim

foggiunge San Pier


:

Damiano

eft

dia

ut

Tbhur TJ- * ta l 0<] uar 5


aus

ldem %

<0&1W fabrilis , cui nimirum is , quifabri dicebaMedici-., tur Filius, praefidet ad cujus regulam omnis merit moneta reducitur: ad cujus re&itudinis lineam, quidqud ufpiam depravatum fuerit reformatur: ond' egli, e Noi con lui concludiamo, Nos , fi quid erra<vimus , ad Vetri magi,

fi erium

corrigendi libenter accedimus,

0*

retrafiationis oppro-

brium non 'veremur

xim.iz.

In tanto chiunque fa, cuigradifca quefta noftra, forf non inutile , fatica, renda infieme con l'Autolinre grazie all' Altiflimo , Qui aperit os mutorum, guas infiantium facit difertas , e che talora fa parlare un

&

e terrore de'fuoi nemici 5 e di buon'animo egli riceva quello Secondo Toin preparamento del Terzo, e del Quarto, che fucceffivamente anno per anno ufciranno alla luce,
vii

Giumento confufione,

mo
f

il

Cielo dar vita a Noi, e vigore proporzionato


L'Hi-

alla noftra Penna.

L'Hiftoria di tutte Herefie defcritta da Domenico Bernino , che nel fuo primo Volume , per defiderio di mio particolare ammaeftramento, fi era da me letta per genio, nel fuo fecondo Volume, per ordine del Reverendiflimo P. Maeftro del S. Palazzo , fi hora anche riletta per obligo. E come che raddoppiate io havefil nella lettura della medefima, per corrifpondere colla dovuta efattezza al pefo impoftomi. e l'applicazione dell'occhio, e l' attenzione della mente ; da quefte nondimeno non ne ho ricavato, f non che un raddoppiamento e del piacere, che nehavea in prima fentito, edel profitto, che al dianzi ne havea fpenmentato.
l'

Sopratutto per la Fede, anzi che da menoma falfit fi ofcuri fcuoprendoviu* gli errori lei oppofti , pi torto vi rinviene vie pi trionfante la di lei verit; eilbuoncoftumecos bene vi fi ftabilifce, che daciafcuno fapendofi ogni errore nel credere per lo pi provenire dalla corruttelanel vivere, in queft' Opera non pu che maggiormente rifplendere la fantit della Leggc,giacche in efla cos degnamente vi fpicca la purit dellaFede.Degniffima perci ella della publica luce, non folamente in riguardo del gran fondo di erudizione, che pu in effa attro vare ogni letterata perfona; ma eziandio rifpetto al gran teforo della piet , che da eifa pu ricavare ogni anima Chriftiana E 1 Autore rendendofi , e appretto Dio , e appreflb gli Huomini meritevole di quei premii , che al fuo fapere non meno , che alla fu a Virt fon giurtamente dovuti prender maggior' animo portar fuori il compimento dell' Hiftoria nell'altre Parti , che feguitano , e che unicamente mancano alla totale perfezzione dell' Opera Dal Collegio di S. Francefco di Paola, ne' Monti di Roma, della nazione Calabrefe, quello d ^.Ottobre dedicato alla gran Madre Terefa 1 706,
, . ,
.

Giufeppe Maria
logia

Verimc^j di Vaola de Minimi ,

Lettor giubilato in S. Theo-

e di preferite nel fopr adetto Collegio Tre/etto degli , , Studj, e Confultore della Sac. Congregatone dell' Indice <

gi Trovmciale

del celebre Erudito Sig. Domenico Bernino, in cut Hiftoria dell' Herefie, novamente inforte, pur rinate dal Serto fino a tutto il Decimo Secolo, impoftomiad ofTervare dalReverendiflmoP. Maeftro del Sacro Palazzo, l'ho ammirato nel leggerlo attentamente di preggi s commendabili , e al pari del Primo dato gi in luce ccnapplaufo commune de' Letterati , che ftimo lecito all'Autore poter ben dire con la franchezza di S.Girolamo, Loquarnur [criptis , ut de nobis L.i.tpifl.4. tacitus Lettor judicet Sicuro di non poter formarfl dal virtuofo Lettore al- ""''".' troconcetto, e giudizio del Libro, f non che menti per Epigrafe del fuo Frontefpizio il Laconifmo del Morale , Lettio certa prode/I, varia de lettat. /"^-4Jpure con pi viva alitinone il Concifo di Tertulliano a' Cartaginel , Vetuste nobilis , novitate felix S per le fan , e folide Dottrine de Santi Padri Sinodi, e Concilii Ecumenici, che in larga copia contiene; s ancora per l'eloquente, artificiofa tenitura degli antichi fucceifi, e prodigii acca duti in maggior gloria della noftra Santa Fede, e Chiefa Romana; come il tutto goder potr fuo bel agio, quafi che in un pubhco trionfale Proscenio della Religione Chriiliana, il ftudiofo Lettore . Sicch potrebbe

L Secondo
profiegue

Tomo

l'

&

gi-

cii.6tpM

Ub.x.tpift. ij.ad

Viparwm.

guittamente adattarti alla famofa penna dell'Autore l'Encomio di CamV doro, Cum multa trahas ab antiquis y meruifliplacere depropriis , Per s fatti riflefl giudico ben degno il Libro dimandarti* alla luce, per lume , e ravvedimento de'traviati da'retti fentieri della Fede, e per utilit, e profitto nella coftanza di tutto il commune de' Fedeli . Talmente che hanno gran motivo di pregare lTftorico Autore con la fupplica di S.Girolamo, come pur anch'io f con fervore, Quafoergote, utarreptum opusimpleasi necpatiaris y te preferite, nonbabereCbrifiiEcclefiamdefenforem. Dal Convento della Minerva li 28, di Ottobre 1 706.

Fra Gregorio Maria Smeriglio dell'Ordine de'Tredkatori Figlio del Convento di S. Maria della Sanit dilSIapoliy Maejlro in Sacra Tipologia y e Con/ultore della. Sacra Congregazione dell'Indice
.

])Rofiegue
l

rilluftriflmo Sig. Domenico Bernino

l'

intraprefa fatica fo-

pral'HiftoriadeirHerefie, per fodisfare l'impaziente , ed ardente defiderio degli Eruditi . Ed ecco ridotti all'ultima perfezione cinque altri Secoli , i quali da me attentamente confidrati , ho trovati in tutte le qualit uniformi gli altri cinque l'anno fcorfo di gi publicati, e per non meno degni de gli encomii, edapplaufi, che quefti hanno riportati fin'hora . Non potendone per tanto formare diverfo giudizio dall'inferito nel primo Tomo, ftimo egualmente degno di ftampa il fecondo. Qyal mio ferimento proferifco unicamente in efecuzione de'cenni del Reverendiflmo P.Maeftro Paolino Bernardini Maeftro del Sacro Palazzo , che fi degnato commettermene la revifione , non gi perche ne ftimi necefltofo l'Autore, refofi ormai cos celebre, e chiaro nell'Orbe Letterario, che il pretendere io di accrefcere fplendore alla di lui Opera con la mia approvazione, farebbe un fottopormi volontariamente al rimprovero, col quale Seneca riprefe, chnonfimoftrava appagato del gran Luminare del Sole, mUhdtTtmi. che exortu fuo ftellas abfcondit , fe non veniife accompagnato colla morta luce di un cereo: Videsautem, quale ft Sole non efie contentum , nifi aliquis Seneca tpift.sM igniculus alluxerit . Quod poteft in bac clamate Solishabere fcintillamomenLutih tum> Dal Nazionale Collegio diS.Paolo alla Regola della Provincia di Sicilia li 2o.Ottobre 1 706.
F. Bonaventura S. Elia daTalermo del Ter^Ordine di S. Francefco , Consultore della Sacra Congregazione dell'Indice , e Qualificatore della. S. Romana t ddUniperfale Inqui'fiatone .

N-

INDICE
DE'
-

CAPITOLI,
in quefio Secondo
-

Che fi contengono
-

Tomo

SECOLO SESTO.
CAPITOLO
Simmaco
li

I.

di Sardegna, creato Pontefice


11.

Novembre

498;

Scifma de' Laurenzan

Savie rifoluzjoni di Theo dorico. Operazioni di Simmaco contro i Manichei . Minorazione della persecuzione Arriana in Africa e fuo cor/o Procedimenti del Papa per i Vefco'v ejiliati Scommunka contro inatta-*
.

fio

Imperadore

Rifentimento di lui , crudelt,


i

nuova pere

fecuzione contro
hor ribili

Cattolici
.

Severo Capo de Severiani ,

fue
2
,

empiet

pag.

CAPITOLO
Hormifda
li

IL

di Venafro, creato Pontefice


13.

Luglio 514.
\

Maligne procedure dell* Imperadore Anaflafio e favia condotta di Hormtfda. Confezione di Fede prescritta da lui. Nuo-

va perfecuzione degli Eutychiani Morte di o^naflafio Ma.


.

nichei in

Rema

Arriani in Francia

y
,

Ritorno de Cattolici in
.

Africa
Chicfa

Succejfione di Giufiino all'Imperio Greca con la Latina , e fuoi trattati

"Riunione dellae corfo


.

Origi-

ne

>

dibattimento della proporzione


telo e laudi di

de uno ex Trinitate
.

pafl. Dottrina,

Hormifda

17

A-

CAPITOLO
"Band Imperiali contro
S,

II

I
li

Giovanni Tofcano * creato Pontefice 13. Agofto 5ij.


Manichei,

&

zs4rriani* Martirio di
.

Giovanni Papa y

uccifo dagli

Arriani

aa

CAPITOLO
Felice Quarto Abbruzefe
li
>

IV.

creato Pontefice 14. Luglio 516.


,

Legge
le

di Theodorco [opra la
.

morte
.

Conclio di

Elezione de* Papi, e fua bombiOranges e Canone contro i Semipela,

giani
perio

Morte

di Giuflino ,
,

e fuccejjione

dGiufinianoau Im-

>

Sue qualit

fede >

bandi contro gli Her etici,

40

CAPITOLO
Decretale di "Bonifacio contro
e differentipareri , f il

V.
li

Bonifazio Secondo , creato Pontefice Ottobre 530.


Semipelagan
,
.

13.

Suo Decreto per

la fuccejjione di Vigilio nel Pontificato

e ritrattatone di effo:
.

Papapojfa eleggerft ilfucceffore

60

CAPITOLO Vi
Giovanni Secondo

Romano

creato Pontefice

nel fine dell'

anno 531.
de uno ex Trinii

*s4ppro<vazjione Pontificia della propofizone

tate paffo. Provjone del Papa contro


zione di Gufinam contro
i

Simoniaci. Spedidelle

Vandali

2{ifabilimento

Chiefe dell'Africa.

65

A-

CAPITOLO
Provediment del Papa per
periali contri gli
le
.

VII.
il i.

Agapito Romano , creato Pontefice


9

Luglio $55.
Im

Chiefe dell Africa , 'Bandi

Her etici

Confezione di Fede dell* Impera-

dor Giufiiniano . Theodora Moglie di Giufiiniano , e fue ree qualit, enfia degl* Incorrutticoli , e de Ili Con ut tic oli .
.

H
e

Agnoiti recensori. Herefie del Filopono, degli Armeni, de*


Jacohiti
,

di altri Heretici di minor


i

nome

Spedizione d

Cefare

contro

Gothi Arriani in Italia, Piaggio del Pontefice

a Coflantinopoli. Sua cofianza contro Anthimo , e contro Cefare . Condanna di nuove Herefie , Efilio di Anthimo , di
Severo ,
e di altri Heretici,

7$

CAPITOLO

Vili.
c

Silverio di Campagna, creato Pontefice l'anno 5 3 7.


Guerra di Cefar e contro i Gothi Arriani, Bellifario ajfedia , e prende 'Roma: ne riedifica le Mura, Muro detto da Romani Muro Torto. Miracolofi fitccejfi di noftra Fede contro
gli Arriani.

Nuovi

tentativi de' Gothi contro

Roma

Ma-

chine della Imperadrice


e

Theodora contro Silverio , Qualit, co/lumi di Figlio, Tradimento, depofizione, efilio, e mor-

te di e

Silverio .

Penitenza di

'Bellifario

Scifma di

Vigilio,

fuo corfo,

CAPITOLO
Vigilio

IX.

Romano,

creato Pontefice li 17.

Gennaro 540.
Creazione legtimadi Vigilio al Pontificato, e fua maraviglio^ fa mutazione, arriani in Italia fiotto il Re Tot ila, Miracolofi

avvenimenti

in confermazione della

Fede Nicena

Af,

fedio

f dio

&
.

efpugnazione
.

diurna,

e fuccejj evari della

Guer-

ra de' Gothi
Capitoli
to
y

Giujliniano
.

la elezione de* Pontefici

fi ufurpa la facolt di comprovare Notizia de* tr Origenifii in Oriente


.

Convocazione ,

e cor/o
.

del Conclio Ecumenico QuinDifiefa di Vigilio nella condot-

Coftantinopolitano Secondo
,

ta delfuo Cojituto

e negli affari di

quel Concilio

97

CAPITOLO
Pelagio

X.

Romano,

creato Pontefice l'Anno $$$.


i

Decreto di Pelagio contro


tolici per

Simoniaci

Scifima de Vefcovi Cat-

la feguita confermatone del Conclio Coftantinopolita.

no Secondo

attenzione del Pontefice per eflinguerlo

xzi

CAPITOLO
il 2,7.

XI.

Giovanni Terzo Romano, creato Pontefice


Luglio 559.
.

csfccecamento , e dif grazie d Prevaricazione di Gufiiniano eretici IncorEditto Imperiale favore degli Bellifario rutticoli . Violenta e barbara procedura di Gufiiniano contro
.

covi Vef

renitenti

'.

Sua morte
origine
,

Succefifone ali Imperio di


.

Giufino IL Suoi "Bandi contro gli Heretci


riani in Italia
.

Longobardi Ar,

Loro

natura

irruzione

e fierez-

za.

11^

CAPITOLO
Benedetto
li

XII.

Romano,
16.
3

creato Pontefice
573.

Maggio

^Barbara incurfione de Longobardi Arri'ani


lofi

neW Italia ,

cmiraco.

avvenimenti

in confermazione della

Fede Nicena

132*

A-

CAPITOLO
Pelagio Secondo
,

XIII.

creato Pontefice lin.


$77,

Novembre

Qualit, e Cariche di S.Gregorio Magno avanti il Pontificato* Origine del Ferragofto . Notizia delle Chiavi miracolofe di S.Pietro. Tiberio Imperadore 3 e [u virt. DifputadiSan
Gregorio contro Eutychio di Coflantnopoli [opra la 2(efurre-

Carne . Fatiche , e ferini del meaefimo Santo per la eftirp azjone dello Sci/ma. esfrriani nelle Spagne . Miracolo^ avvenimento in confermazione della Fede Nicena. Difputa di S. Gregorio Turonenfe contro un*Arriano . Martirig
zione della

di S. Ermenegildo Recare do 2{ di
Concilio di Toledo

Spagna

[u virt

\yj

CAPITOLO
Gregorio

XIV.

Magno Romano,
li 3.

creato Pontefice

Settembre 590.
Papa
contro
i

Applicazione, e [ritti di S. Gregorio

&
il

Scamatici , Heretki . Pretensione del Patriarca Greco nel? arrogarti titolo di Patriarca 7Jniver[ale Contradizione di S.Grego-,

rio

e spiegazione

e ftgnificazione di tal

Vocabolo . Humilta
.

infigne

di S.Gregorio.

Calunnie oppojegli dagli Heretki

Celibato Ecclefiaftico , e fua antichit.

jc2.

S E-

SECOLO SETTIMO.
CAPITOLO
Funefti fuccejfi in Occidente t
/far,
I.

Sabiniano di Volterra , creata Pontefice il r. Settembre 604.

&

in Oriente

e morte di

Nar*

P ai-*77-

CAPITOLO
Decreto di Foca circa
il

IL
li 12..

Bonifazio Terzo, creato Pontefice Febraro o.


Titolo di

Unwcrfale

Sinodo

Roman
178

circa la fuccejjione de'

Papi

CAPITOLO
Bonifacio Quarto
li

IIL

creato Pontefice 18. Settembre 607.


.

Romano,

Prodigio del dibattimento delle Croci

Affuniione diHeraclio
.

ali?

Imperio

e morte ignominiefa di

Foca

80

CAPITOLO
Deufdedit
li

IV.

creato Pontefice 13. Novembre 614.


,
.

Romano

Irwaftone de Perjtani , eprefa di Gerusalemme Virt prodigiodetti , e fatti contro gli f i S*. Giovanni Elemofinario , e fuoi Santit del Pontefice , Heretici . Terremoti e Peje in Italia
,
.

e fuo decreto circa la cognazione fpirituale

182.

CAPITOLO
~li 14.

V.

Bonifacio Quinto Napolitano, creato Pontefice

Decembre

617.
.

Calunnie degli Heretici moderni contro 'Bonifacio Quinto

87

CAPITOLO
Honorio
di
principi

VI.
Pontefice

Campagna, creato li 13. Maggio 6z6.

Notizia in generale della Herefia de* Monothelti


.

Suoi primi

Fraudolenta di Sergio di Costantinopoli , e di Ciro di

A leffandria

Conciliamone propoja

e celebre Lettera di

Papa
1

Honorio a Sergio. Vero fentimento di detta Lettera, e


di quejo Pontefice dalle calunnie degli Her etici .

difiefa

88

CAPITOLO
Severino
Pr attiche

VII.
li
...

Romano creato Pontefice

Ottobre 63 8.

a favore de Monotheliti, Editto Imperiale detto Ethefs in confermazione della Herefia Morte Indolenza de Soldati Greci , che faccheggiano la di Sergio Chiefa, e* l Palazzo del Later ano. Morte del Papa. Coftanza del Clero "Romano e [u Lettera a i Scozjfifi contro i
di Sergio
. .

&

Quarto de cimani

e Pelagiani.

zi 6

CAPITOLO
Pontefice
li 3 1.

Vili.
639.
li

Giovanni Quarto della Dalmazia, creato

Decembre
,

Intrepidezza heroka del Pontefice


ti
.

che condanna

Monotheli.

Tefiific azione

del mero

(enfio

della Lettera di Honorio


Editto

Condannazione de Monothelti in diverfie parti del Mondo

Editto nuovo di
fio di (Antiochia

He radio
.

revocatolo

dell*

Eclhefi
,

Morte
i%i

di Heraclio Imperadore , di Ciro di Alexandria

e di

A thana-

CAPITOLO
Theodoro Gierofolimitano,
li

IX,

creato Pontefice
641,
.

15.

Novembre
favore
,

JJ Imperadore
Majfimo
de*

Cojante in

de* Monotheliti

l^corfo delui.

gli Ecclefiaflici al Pontefice

prove dimenti prefida


,

S.

<iAhate

[u qualit

e dfputa con

Pyrro ,
.

e con-

versione di queji

Calunnie contro S. Majfimo


,

Attentati
.

nuove condanne Typo di Cofiante Imperadore e fuo contenuto Condanna Pontificia di Paolo Coflantinopolitano 5 e del Typo Ricaduta di Pyrro nel Monothelifmo , e formidabile ficommunka contro
Monotheliti in Cofimtinopoli
,

e loro

di Lui.

iz6

CAPITOLO
Martino di Todi, creato Pontefice
diejfo.

X.
il r.

Luglio 649.

Operazioni maravigliofe di S. Martino , e fuo Concilio Temano contro i Monotheliti : Prigionia , firazji , efilio , e martirio
2-38

CAPITOLO
li 3
.

XI.

Eugenio Romano, creato Pontefice l'Anno 654.


Vitaliano di Segni, creato Pontefice

Agofto 6 $$,
San Majfimo Alate
,

Succeffi

efilio

difpute
,

e martirio di

lighi
rio di

difgrazje

morte di Cofiante
.

e fuccejjione ali*

CaImpe.

Coftantino

P ogonate

2,59 A-

CAPITOLO
li

XII.

Deodato Romano ? creato Pontefice


9. Aprile 669.
e ragioni
.

Sinodo Augufiodunenfe in Francia , e Canone

che
2-7

il

Smbolo Athanafianofia compofizjone di S. zAthanafio

CAPITOLO
,

XIII.

Dono Romano creato Pontefice il 1. Novembre 676.


Agathone
Siciliano ? creato Pontefice Tanno 678.

"Buone difpofizjoni di Cefare per la convocazione di

un Concilio
Cofiantinoe decifioni
.

Che fi aduna in Costantinopoli ed politano Tertp ed Ecumenico Seflo Suo corfo Calunnie, enmvadiftfadiPapaHonorio
Generale
.

il
,

2,73

CAPITOLO
Leone Secondo
li

XIV.

Siciliano, creato Pontefice

15.

Agafto683.
,

Nuova

trafmiffione degli atti Conciliari a queflo Pontefice

e (un,

lettera apocrifa ,

212

CAPITOLO
Benedetto Secondo
li

XV.

Romano,

zo.

creato Pontefice Agofto 684,

abolizione della confermatone Imperiale per la confecra^i vm


de* Pontefici.
e

Succejfione di Giufiniano Secondo all' Imper* erro

fue qualit. Errori, Torno IL

&Here]ie de

$ Armeni.
b

C A

CAPITOLO
li 2,1.

XVL

Giovanni Quinto Siro, creato Pontefice


Luglio 8$.
,

Conone Thrace
li

creato Pontefice io. Ottobre 686.


.

ireve

Pontificato di

e principii

Giovanni Quinto Succejjone di Conone di pewerftone dell' Imperador Giufliniano Secondo

contro

il

Pontificato

Romano

317

CAPITOLO
Sergio della Siria
li
,

XVII.

creato Pontefice 16. Decembre 687.


,

Sinodo Qunnifeflo
Celare contro
il

(u validit
.

Canoni. Rifentimento di

Papa

318

SECOLO OTTAVO,
CAPITOLO
Pontefice
li 2,9.

I.

Giovanni Sefto della Magfta Grecia, creato

Decembre

701.

Giovanni Settimo della Magna Grecia , creato


Pontefice
Sifinio
il 1.

Marzo

705.

Antiocheno, creato Pontefice


li

18.

Gennaro 708.

Cofianza de (opr adetti Pontefici Ternani nel rigettare Trullani,

Canoni

3x3

A-

CAPITOLO
Viaggio del
rigettare

IL
,

CoftantinoSiro, creato Pontefice li 7. MarzojoS.


Papa da Roma a
i

Cofantinopoli
.

(u cofanz^a in
,

Canoni Trullani
herefia
>

Filippica Imperadore

fue

ree'

qualit
ftafw.

>

morte

Succejjione all' Imperio di

Anax-l<

CAPITOLO
]

III.

Gregorio Secondo 5 creato Pontefice li li. Maggio 7 14.


Culto delle Sacre Imagini antichijjmo
.

provato Primi autoLeone Ifaurico Imperadore ri della Herefia degl' Iconoclasti fue difpoftzioni contro i Manichei , e contro le Sacre Imagini

S.

Germano Ve(covo
.

di Cofantinopoli, e fue virt.

Decreto

Imperiale in abolizione delle Imagini.


di Cofantinopoli

Oppofzioni del Popolo


i

Per(ecuzione contro
.

Cattolici

Libraria

famofjjma di Cofantinopoli

Aiiracolofi

avvenimenti in con.

fermazione del
ti
,

culto delle

Sacre Imagini
.

e
9

lettere di S,
e

Germano

Operazioni , feruGregorio Secondo fua Santi,

Dottrina

Alienazione de*

Romani
il

e degl* Italiani

contro

Leone

Aiinaccie di Leone contro


Gregorio Secondo (opra

il

Papa
<

Due celeImagi-

bri lettere di S.

culto delle

ni.

Nuovo

editto Imperiale contro le


,

Imagini

Rivoluzione
.

degF Italiani

Roma

machinate da Leone contro il Papa liberata dall' Aff dio de Longobardi per opera di San
e congiure
.

Gregorio Secondo

* incendio di tutte le Imagini, Hiforia del taglio della mano di San Gio. Damafceno Deposizione violenta di S. Germano dal Vefcovado di Cofantinopoli. Generofita delle Donne Cofantinopolitane Scommunica contro /' Imperadore e Ve (covo intrufo
crudelt di Leone
,
. .

Nuove

di Cofantinopoli

e prohibizjone Pontificia agi' Italiani di


.

pa3

gare

Tributi a Cefare

19

CAPITOLO
Martiri [otto Leone Ifaurico
.

IV.

Gregorio Terzo Siro, creato Pontefice li i6.Febraro7$i.


Gregorio Terzo
,

fue qualit

&

attenzioni per la efiirp azione degV Iconoclasti Naufragio dell' ^Armata Navale di Leone . Irene Imperadrice Cattolica 7 moglie di Costantino

Copronimo
.

Caflighi di Dio [opra


,

V Imperio,
fue brutali

Morte

di

Leone

Succejjione del Copronimo

qualit, horrendi editti,

&

e
.

efecrabilibeflemmie

373

CAPITOLO
Vittorie
lo
,

V.

Zaccharia della Magna Grecia , creato Pontefice li 5. Ottobre 741.


e crudelt del
.

ravvedere e frana pestilenza


Clemente
,

Copronimo Ufficii del Pontefice per farCafighi di Dio fopra V Imperio, e horribile
. .

Herefie nella Germania di Aldeberto


.

e loro

condanna

formola corrotta di batteftmo antipodi, i un altro Mondo


.

Decifone Pontificia fopra una Quando fta Herefta aderire gli


.

381

CAPITOLO VI
Stefano Secondo

Romano
Marzo
,

creato Pontefice

li 2,7.

751.
creato Pontefice

Stefano Terzo

Romano

il 1.

Aprile 75 x.
e del Patriarca
.

Morte di Stefano Secondo ,

Anafafo.

efecrabile Conne del Copronimo contro li ^cligiofi Celebre , ciliabolo di Coftantinopoli contro le Saere Imagini * J9&

&

Perfecuzjo-

A-

CAPITOLO
Paolo

VII.

Romano,
.

creato Pontefice li 18. Maggio 7 J7.


,

Progreffi degPlconoclafli in Oriente


i Itiligiofi

nuova perfezione contro


del Pontefice <verfo di
,

Petofo

fowenimento

ejfi.

Martirio di S. Andrea Calybita , altri Cattolici. "Barbarie del Copronimo contro


S.
.

di S. Stefano Juniore
le

e di

Reliquie di
Icono-

Eufemia Aforte obbrobriofa del Patriarca Cofiamino


.

clafta

Abbattimento di

tutti

li

Monaflerii

di Co fantino-

poli.

397

CAPITOLO

Vili.

Stefano Quarto Siciliano , creato Pontefice l5.Agofto768.


Celebre Conclio di jRgma contro gl'Iconoclafli
Cattolici.
,

continuatone
,

della p esecuzione del Copronimo contro iReligiofi

e contro

4 11

CAPITOLO
Hadriano

IX.

Romano
li

creato Pontefice

9. Febraro 771.
Succejjione all'Imperio di Leo.

Morte (paventofa del Copronimo.


ne Quarto
Irene,
.

Vita ,
i

cofiumi di S. Antbufa

Nuova

perfetti-

zione contro
e

Cattolici.

Morte
.

prodigiofa di

Leone Quarto.
il rifia-

Coflantino Imper adori. Loro applicazioni per

bilimento delle Imagini


triarca Paolo
to
.

Morte

e penitenza

flupenda del Pa-

Elezione ftr aordinaria di Tarafio al Patriarcadi Cojantinopoli , applicazioni del Papa al Concilio.

&

Concilio
ni
.

Niceno Secondo Ecumenico , e fuo corfo Herefia in Occidente di Elipando , e Felice


,

e definizio-

Concilio

di

F rancfort
e

e fincero racconto del fuo corfo


.

Libri Carolini,

loro contenuto
Tomo

Ammirabile prudenza di Hadriano negli


,

affari del
II.

Con e ilio di F rancfort

fua morte

414
b
3

S -

SECOLO NONO,
CAPITOLO
>

I.

Leone Terzo Romano creato Pontefice li i6.Decembre79j.


Succeffione all'Imperio, ree qualit, e trtorte di Niceforo
chele Curopalata Imperadore
,
.

Mi-

e fuoi bandi, e

pene contro gli

Her etici

Manichei. Affunzjone alt Imperio di Leone Armeno- Sua perder/ione per opera, e fraudedidue Hebrei. Sue pr attiche fraudolenti a favore degt Iconoclafli.
Iconoclafi,
e

covi Cattholici, e di Celebre Congrego di Vef


ci
.

Ve[covi Her eti-

Zelo ammirabile
i

di S. Theodor o Studita. Perfecuzjone

contro

Cattolici

Traslazione delt Imperio nella perfona di

Carlo

Magno,

455

CAPITOLO
Stefano Quinto
li

II.

Romano,
Giugno
,

ir.

creato Pontefice 816.

Santit di quefto Pontefice


e

e calunnie oppoflegli dagli

Her etici,

fua difefa

468

CAPITOLO
Pafchale

III.
li

Romano

creato Pontefice 17. Gennaro 817.


,

Relegazione

tormenti , e ferini di San Theodoro Studita


e Confejfori
.

Santi-

t , e miracoli di altri illujri Martiri,


bile

Morte horri-

deltlmperadore Leone armeno. Affunzione alt Imperio Sue qualit, e bandi Commercio con gl\ di Michele 'Balbo
.

Her etici
1

ricufato da'

Ve[covi

Cattolici,

nuova perfecuzjon 1

di quefti.
-'

46 e
C A

CAPITOLO
li 1 8.

IV.

Eugenio Secondo Romano , creato Pontefice

Maggio 824.
imperador Michele
re a di fi
.

Aftibafciaria fraudolente

dell'

dor Luigi 'Buono,


culto delle

&

all' Imperail

al

Papa. Collazione Parigina [opra


,

Sacre Imagini

& He

Claudio

covo Vef

di

Torino
ro

ambedue riprovate dal Papa Aforte opra il Studit, e [u Confezione di Fede f


,

di S.
culto

Theododelle Sa-

cre

Imagini

Valentino

CAPITOLO Romno
,;

478
V.
li

creato Pontefice Agoft 817.

tu

Gregorio Quarto Romano, creato Pontefice li 14. Settembre 82,7.


Aiort
,

e ferini di S.

Miceforo Patriarca di Cojantinopoli

Spo-

falizjo dell' Imperador


e

Michele con una Monaca,


.

e feiagure,

perdita dell'Imperio
,

Sua Morte

Succejjone di
.

Theo filo

all'Imperio

fu
.

ra fua conforte Nuova perfecuzjone contro gini


.

buone qualit, e fede Qualit diTheodoSua favia dijfimulanione nel culto delle Imai
.

Cattolici

particolarmen,

te contro
illufre

Pittori d' Imagini


.

Sacre
,

S. Lazzaro Pittore

fua

cojanza
.

S.

Methodio
,

e miracolofo diffeccamento de*

fuoi genitali

Perfeguitato
.

tormentato da Theofilo per la

Martirio di S. Theodoro , e TheoMorte di Theofilo Imperador e . Istituzione della Fefta fan Studio della Imperadrice Theodor a ver ilridi tutti li Santi jabilimento delle Imagini . Difputa fra gli Her etici , i Catvenerazione delle Imagini
. .

&

tolici,

osffunzjone al Patriarcato di
.

Cojantinopoli di S.
.

Me-

Fatto facrilego di un'Iconoclafta "Rjjtabilimento delthodio Canoni di S. Methodio fopra i caduti nella le facre Imagini Herefia fefte , e convito di allegrezza per il feguito fuc.

cejfo

484
A-

Sergio

CAPITOLO Secondo Romano


,

VI.

creato Pontefice

li

io.

Febraro 844.
i

Tra/portatone in Coflantinopoli de' Corpi de


.

Santi Niceforo

Theodoro Studita Converfione alla Fede del R de* bulgari applicata ad una divot a Imagine Manichei , e loroflrava.

ganzje nel? adorazione della Croce


y
.

Loroflrage

&

unione

co*

Sar acini a danni de* Cattolici Dubio infortofra alcuni Cattolici circa il modo della nafcita di Giesu Chrijo 494
.

Leone
Cojituzjone di
tefici
.

CAPITOLO Quarto Romano


,

VII.
PonConcila a
,

creato Pontefice

"*
li

ix.

Aprile 847.
liberta della elezione de*

Leone Quarto per la


>
.

Qualit

e Herefie afferte di

Gottefcalcho

<

Canoni concernenti la prede[l'inazione e prescienza divina Qualit e [crini di Amalario , e di Giovanni Scoto Erigenafopra la pre degnazione Favola di una Papeffa inventata dagli Heretici , e Scifmatici in odio del
tat
effetto

intimati
.

Pontificato

Romano

e [u

riprova.

500

Benedetto

CAPITOLO Terzo Romano,


li

Vili.
creato Pontefice

6.

Agofto 855.
.

Elezione al Patriarcato di Coflantinopoli di S. Ignazio , e [u [virRitiro Sfrenati coflumi di Michele Terzo Imperadore t
.

dalla Corte della Imperadrice Theodora Principii di ftone tra la Corte Imperiale, e S. Ignazio.
.

Niccol

CAPITOLO Magno Romano,


li 2.2,.
,
,

avver<ti

IX.
,

creato Pontefice Aprile 858.


di alcune fue Herefie

Racconto dello Sci[ma di Fozo


:

della per-

(ecuzicne di S. Ignazio

e della coflante condotta del Pontefice

Niccolo

Magno

in quejo
e

affare

Morte

della Imperadrice
.

Theodora, attarda,

deli'Imperadore Michele

Succeffone

ne

ali*

Imperio di *B afelio

luzjoni.
tefice in

Nuove
'Roma
.

favie , e fante rifoHerefie nell Armenia, condannate dal Pon,

Macedone

e (u

Morte

&

elogio di S. Niccolo

Papa

5 2,5

Hadriano

CAPITOLO Secondo Romano,


li

X.

15.

Decembre

creato Pontefice 867.

Lettera di S. Ignazio al Pontefice . Qualit egregie di Hadriam 'Ricevimento in Roma de Legati di Oriente Secondo Efe.
.

crazjone diFozjo

e abbruci amento
.

de

di lui Libri, e della

Michele Spedizione de' Legati Pontifidi un Concilio Generale Concilio Coficii per la convocazione Ecumenico Ottavo , e fue ffifoflantinopolitano Quarto ,
lettera ingiuriofa di
.

&

ni

e corfio

547

Giovanni

CAPITOLO Ottavo Romano,


li 1 3
-

XI.
Morte di S. nuovo invade
.

creato Pontefice

Decembre

872,.
.

lArti di Fozio per ricuperare la grazia di Cefar e


Ignazio. Ritorno alla Corte di
la
e
.

F&zh,

che di

Sede di Cofantinopli Legazione di Oriente al Pontefice, motivi propofii per rijabilire Fozio nel Patriarcato Accetdal Pontefice
,

tati

che acconfente alla elezione


tale affare
.

diti in

Orante per
.

Arroganza
,

&

Legati fp e-'
ingratitudine

di Fozio

Pfeudo-Sinodo

Foziano

fuoi efecrandi decreti

Giuflo irritamento del

Papa,

che di nuovo

condanna

efcom*

munica Fozio.

CAPITOLO Marino
li

$$6

XII.

diGallefe, creato Pontefice


vj.

Decembre
.

8 Si.

Degne

qualit di

Papa Marino

Nuova condanna

Rifentimento della Corte Imperiale. Famofia, empia lettera di Fozio fopra la procefilone dello Spirito Santo Confideriprove di detta lettera. razoni, e 563
.

&

di Fozio

A-

CAPITOLO Hadriano Terzo Romano,


,

XIII.

creato Pontefice li li. Gennaro 884. Stefano Sefto Romano creato Pontefice li 13. Maggio 885.

Impareggiabile coftanz,a di Stefano Sefio nella rifpofta alle Lettere' ingiuriofe di "Baftlio Aforte di "Bafilio SucceJJone all'' Imperio
.
.

di Leone Sefto. Detronizzazione diFozjo, e morte

<6q

creato Pontefice li 16. Maggio 891. Qualit di Formofo . Sue operazioni per lo Scifmti d* Oriente Nuova condanna contro Fozio . <ji

CAPITOLO Formofo Romano,

XIV.

Stefano Settimo
li

CAPITOLO Romano,
6.

XV.

Gennaro

creato Pontefice 897*

Perverfione di molti Ecclefiaftici in quefta et. Stabilit della Sede Romana- Origine di cotanto pervertimento. Intrufione
di Papi
,

ragioni,

perche fi annumerino fra

legitimi.

Qualit di Stefano Settimo, e fuo fatto contro il cadavere di Papa Formofo ) cenfurato dagli Pier etici , e come, ed in qual
parte difefo da' Cattolici
In
1
1

y 75
""

" '

SECOLO DECIMO.
CAPITOLO UNICO.
Coftumi prevaricati degli
fo di tutti
li

Eccleftaftici del Decimo Secolo nel cor-

fopr adetti Pontificati. Alta previdenza del Cielo nel mantenere in tutto quefta Secolo intatta la Chiefa da ogni

macchia diHerefia. Pontificato Romano fempre venerato, Cenfure degli He retici moderanche [otto malvaggi Pontefici
.

ni , e loro confutai) one

j8 3
I

N-

..

7 6

.. . .

INDICE
DE'
Simmaco,
Hormifda
Giovanni Felice IV. Bonifacio IL Giovanni II. Agapito.
Silverio.
Secondo l'Ordine de Tempi

PONTEFICI
pag.3.
1

Dono.
Agathone, Leone IL
Benedetto IL

44 49

60
6$
73

Giovanni V.

Conone.
Sergio.

Vigilio,

$6 97
i2i
III.

Giovanni VI. Giovanni VII.


Sifinio.

Pelagio

273 273 313 315 317 317 318 323 323 323
325

Giovanni

124
132 137 152 177 178

Benedetto. Pelagio IL Gregorio Magno Sabiniano. Bonifacio IH. Bonifacio IV. Deufdedit. Bonifacio V.

Goftantino Gregorio IL Gregorio IIL Zaccharia


Stefano IL Stefano III.

329
373 381 392 392 397 411

180
182 187 18$
21

Paolo.
Stefano IV.

Honorio.
Severino.

Hadriano Leone III.


Stefano V. Pafchale.

414
45
5

Giovanni IV. Theodoro. Martino. Eugenio.


Vitaliano.

223

225
258

259 259
271

Deodato.

Eugenio IL Valentino Gregorio IV. Sergio IL Leone IV.

468 4*9 478 484 484

494
500
Bene-

. .

Benedetto III. Niccol il Grande HadrianoII. Giovanni Vili.

521
52-5

Giovanni X. Leone VI.


Stefano Vili.

547

Marino Hadriano

III.

Stefano VI.

556 5*3 569 $69


573

Frmofo
Stefano VII.

Romano.
TheodoroII. Giovanni IX. Benedetto IV.

575 574 584

Giovanni XI. Leone VII. Stefano IX. Marino IL Agapito IL Giovanni XII.
Benedetto V. Giovanni XIII.

Leone V.
Chriftoforo Sergio III. Anaflafio III.

584 584 584 584 584


575 585

Dono IL
Benedettovi. Benedetto VII. Giovanni XIV. Giovanni XV. Gregorio V

5^5 5*7 587 587 587 587 587 587 587 59^ 592 592 592 592 592 592 592

Land

IN-

,. .

INDICE
DE'

PONTEFICI
Secondo
y

Or dine

Alfabetico*

Agathone. Anaftafio IIL


Benedetto, Benedetto IL Benedetto III. Benedetto IV, Benedetto V,

J\

Gapito. Agapito IL

73 587

273
585 132 315 521

584
592 592 592

Benedettovi. Benedetto VII. Bonifacio IL Bonifacio IIL Bonifacio IV.


Bonifacio

60
178

180
187 317 325

V.

Conone.
Coftantino. Chriftoforo,

584
271 182 273 592

Deodato
Deufdedit.

Dono.

Dono IL
Eugenio. Eugenio IL
Felice

259
47 8

Giovanni III. Giovanni IV* Giovanni V. Giovanni VI. Giovanni VII, Gio van ni Vili. Giovanni IXGiovanni X. Giovanni XI, Giovanni XII. Giovanni XIII. Giovanni XI V, Giovanni XV. Gregorio Magno Gregorio IL Gregorio III. Gregorio IV. Gregorio V. Hadriano. HadrianoIL Hadriano IIL Honorio. Hormifda.

124 223 317


323 323

555

584
585 587 $%y

59%
5 92,

592 152 329 373

484
592

414
547

559
isa
17
5 8 $

Land
Leone Leone Leone Leone
IL IIL IV* V.

IV. Formofo Giovanni Giovanni IL

49
573

313
45
$

44
65

500 584
Leone

,. .. .

Leone VI. Leone VII. Marino. Marino IL


Martino. Niccol il Grande Paolo.
Pafchale. Pelagio. Pelagio IL

s%7 587

Simmaco
Sifinio

$6t
587

238 515 97

469
121

137

Stefano IL Stefano III. Stefano IV. Stefano V. Stefano VI. Stefano VII. Stefano VII! Stefano IX.

$92 392

4H
468 569
575
*8 7

$*7

Romano.
Sabiniano. Sergio Sergio IL Sergio III. Severino.
Sii vedo

^84
177 318

Theodoro Theodoro IL
Valentino
Vigilio.

226 584 484


97

494 584 216


Stf

Vitaliano Zaccharia

259
381

IN-

, .

IN
Di
quegli Herctci
,

DICE
de quali
,

fi

fa menzione
i*
.

Secondo

Tomo

annotati fecondo
de* tempi

in queflo ordine

EVtychian'h
datici

e loro diverf fcguaci


i.

80
Thnetopfychiti
Ueiceiti.

pagina

fino alla

pagina
pag.
3 0.
3

174. per tutto Conutticoli


Incorrutticoli .
Fantaftaflici.

US ecolo VI.
O
76

30
5 I

Scmipelagiani
jlftardociti,
7ttonof(ti
.

Tbeocatagnofli Gnofimachi. Monotbeltti, dalla pagina iSS.fino alla pagina 320. per tutto il Secolo
Vili.

174 174 174 174

76 76

Theodor Faranita

239

Barfaniani.
Semidaliti,
Tritbeiti
.
,

77 77
77
chiamato Qio; Grammati-

Filoppono

co. Giacomiti, Jac obiti Caucobabditi.


.Angeliti.

77
*

78

Damianiti,

Te traditi.
'Pietrai.

80 80 80 80 80

316. 544 Iconoclafiij e loro feguach dalla pagina 321. per tutto il Secolo Vili e parte del Secolo IX. ^AldebertOy e Clemente . 3$ 3 Clemente , ed Mdeberto 383 Elipando, e Felice. 439 Fe//'ce, Elipando. 439 Fo^'o > e/#o Sy?4 , (fa/fo pagina 45 $ per tutto il Secolo IX.

armeni.

&

IN-

. .

INDICE
Di
quegli

Her etici de* quali fi fa menzione in Secondo Tomo annotati fecondo t ordine
,
,

quejlo

Alfabetico

XJl

Ftardociti

pag.

76

Gnofimachi.
Heiceiti
Iconoclafti, e loro feguaci
,

174
1 74

Mdeberto,
jingeliti.

e Clemente,

383

^Armeni Barfamani
Cttucobabditi,

80 316.544 77 80 30

dallapagina,

Zzi. per tutto il Sec olo Vili, e parte


del Secolo IX.
Incorrutticoli
Monofifti.
3

p.

Clemente > ed jtldeberto.


Comitticoli.

76 76

Monotheliti, dallapagina 188. fino alla pagina 320. per tutto


Vili.
il

80 Damianiti. Elipando, e Felice. 439 Eutychiani > e loro diverfi feguaci dalla pagina i. fino alla pagina
174. per tutto il Secolo VI.
Fantajiaftici.

Secolo

Taoliti
Tieniti. Semi (ialiti. Semipelagiani
.

80 80 77
51

30

Felice,

&

Elipando.

439

T et raditi.
Theocatagnofli,

Filoppcno, chiamato Ci: Grammatico.

77
3

Theodoro Faranit.
Thnetopfychiti Tntheiti.

80 174 239
J74
77^

F0710 , efuo Scifma , dalla pagina 45 per tutto il Secalo IX.


Ciacomiti, lacobiti,

38

SESTO

SESTO SEGOLO
CONTIENE

LI
lice

PONTIFICATI
D
I

Simmaco , Hormifda , Giovanni , FeQuarto , Bonifazio Secondo Giovanni Secondo , Agapito , Siiverio, Vigilio, Pelagio, Giovanni Terzo , Benedetto, Pelagio Secondo , e Gregorio

Magno;
E

V
Molti
,

HERESIE
D
I

diverfi Seguaci dell' Herefia

Eu

tycniana.

Tomo

II.

E celefa

unitatem qui non

te net

tenere

credit ?

&

Qui Ecelefia renititur y tf refflit qui Cathedram Petri, fupra quam fundata efi E celefa , deferit , in

fidem f
,

Eeeiefa f effe confiditi


S.Cypr. in
lib.

deUnitate

Ecclefiae.

SECO-

Simmaco .

SECOLO SESTO.
CAPITOLO
Simmaco
Scifma de Laurenz}ani
Operazioni di

L
li

di Sardegna creato Pontefice 22. Novembre 498.

Savie
contro
i

risoluzioni di

Theo dorico
+

Simmaco
i

Manichei
,

Minorazione
Provve-

della perfecuzione Arriana in Africa

fuo corfo

Vefcov efiliati . Scommunica contro <^4naftafio Imperadore 2{ifentimentodilui % crudelt, e nuova perfecuzione contro Cattolici * Severo Capo de'
dimenti del Papa per

Severianiy

e fue

bombili empiet
mali bomnes
,

\lcut

dice S Agoftino

Jmal

creaturis bons , fc Creator bonus bene ittitur bominibus malis ; e il fatto comprov il detallor quando quelle machine difpofte da Fl to , Ito all' abbattimento della Fede > furono tutte convertite da Dio vantaggio , e gloria di ella , con quella eterna , e favia providenza con cui pare , che non tanto egli regga il Pontificato Romano nel Mondo , quanto per mezzo del Pontificato Romano tutto il Mondo ; onde VValafrido Strabone quali con le ifteife parole trafcrille ne' fuor Libri la fentenza di (opra riferita di S. Agoftmo , [ b- j Sicut mali etiam bonis male , fc boni etiam malis bene utuntur . Entr dunque Fedo tutto pien di l'aito in Roma > e ritrovato morto Papa Anaftafio , egl' incontanente eccit in quella Citt uno Scifma con che gli fu agevole > come aufpicii di cotanto profperi avvenimenti , avvenne, [e] Multis pecunia corruptis , contro Simmaco , acclamato dalla pi numerofa e Tana parte del Clero , intrudere nella Sede Pon-

utuntur

* s.^tg.f,rm. 9 o. dtd > vtrf" c -4-

s/irmadeLt<.
r

,.

yy Uf Strdbt ' inib* trint


'

/r

-^ >c

8'

e.Tkttd.u.coiitif.

tificia

gi vinto

Lorenzo Arciprete del titolo di dall' ambizione di quel pollo


,.

S.

Prallede , Ecclefiaftico di e perci non folamente pie-

mi piegato- ad ogni voglia di Cefare , e nfoluto d' animo ghevole a fottoferivere il condannato Enotico di Zenone per le quali cofe alia innumera mala perpetrante . Ma la [ d ] Bgrnx ctedes , rapina , difunione fufeitata. da un' Heretico fu fupprelfa da un' altro Heretico , e ricorrendo tanto i Cattolici Simmachiani , quanto i Scifmatici Laurenziani al R Theodorico Ardano , ambi da lui riportarono il referitto , [e \Ut qui primo ordinatus fuifet vel ubi pars maxima e az
:

&

d ldemi:dt

"
,.' l, ac a

,,

Simmaco.
ma
fa
;

macho

cognofceretur , ipfe federet in Sede jlpoflolica . Quod aquitas in Syminventi . Sentenza giuftifilma , f fi riguarda al merito della canra forf non tale , le alla bocca heretica , ond' ella ufc , effendo

Secolo

VI.

che S. Agoftino dice , non poterli dar vera Giuftizia, ove none intera a s.^ug.Hferm. la Fede, [a] Ubi f aria fide s non efl , non potefl efie juflitia . Con altri '* """' rjig liardi fi fottopofe-o alla decifione i un R Ardano li Cattolici , e fi?!?'
.

affidarono nella fede di lui, inimica antiaflcurarono nella integrit di quel Principe, apprelfo il quale eglino giudicarono pi preponderante la ragione, che la paflione . Ma fidanza fi foffe quella de' Cattolici della integrit di
altri li
:

con

Scifmatici

quefi

fi

ca della

Romana;

e quegli

fi

Theodorico , la condizione infaufta de' tempi li ftralcinaffe violentemente quei forzofo ripiego , certa cofa fi , che abbattute le prattiche di Fefto, ft da quelRHeretico prefcelto il Papa vero al falfo, eperdifpofizione del Cielo coitituito da mano infetta il Capo fano alla Chiefa incrudelendoli ogni d maggiormente lo Scifma , e con lo Scifma la che fi porta tj difunionc nel Popolo, l'inimicizia fra Grandi, la propenfionede'Fazionauti ali arme, e la pronta occauone di nuove uccilioni, e tumulti, giudic quel R efpediente giufto , e necefario il portarli elio medefimo Roma , per fedar con la Maeft della prefenza que' torbidi , che non fupprefl tempo haverebbon feco tirata con irremediabile incendio la b ^uv.tioc. mina intiera dell' Italia. Porto v vili dunque , ed [b] entrovvi; e l'entrata fu guifa di trionfo, pari al quale non fi vidde forf giammai in quello gioriofo in- la Citt, pi intenfo nel gaudio, pi univerfale nel concorfo, pi

Ma

Kt_,iK>

tu

quei

j^iigngii^pp^t^g^p^ggn^ioVefcovodiRufpajCheritrovovvifi ca-

fo prefenre , in rimirar' i ftupendi abbigliamenti , i nuovi e rari fuochi Memorabile det- i gioja, in cuiper dimoftrazione di benevolenza, e di rifpetto verfo quel m di s. FuJgen- Principe, ftruggevafi Roma, ufc quafi d f fteflb, e per efprimerne la magnificenza, nulla dubit di follevar, non tanto seda Roma al Cielo, quanto Roma ftefla al Cielo de' Beati , e come eftatico rivolto a'fuoi compagni, [ e ] Qum fpeciofa , egli ife , potefl efie Jerufalem calefiis, e ;,. > s fh'v l;. Giunte', fi fic fulget Bgma terreftris l Et fi in hoc faculo datur tanti honoris dignitas
.ii*

i.itntMrH.
di
'

de no ru.ojorico?

po

d in iti* toncn.

hniHs

gloria praflabitur Santlis contemqualis honor , veritatem i N riufe infruttuofa la comparla i un tanto R in pltMtibus quella Citt, per l'opprefione, che fegu de' Scifmatici Laurenziani, e per il degno infegnamento , ch'Hereticoqual'egli era, lafci a' Cattolici regnanti, della venerazione, che portar fi deve al Vicario di Chriilo, Poich nel Concilio intimato da Simmaalle facre Leggi della Chiefa . i Scifmatici, richiedo Theodorico del fuo configlio fopra alco contro triEcclefiaftici affari, egli rifpofe con memorabile fentenza, [d]In Synodali ejje arbitrio, in tanto negotio fcquenda prxfcribere , nec aliquid ad Je committens etiam prxter reverentiam de Ecclefiafticis negotiis yeniv:re pot eflati Tontificum , quod magis put aver hit utile , deliberar ent , dummodo
diligentibus vanitatem

&

&

venerandi provifione Concilii pax in

Chhate Fumana

Chriflianis

omnibus

Pontificato Romano. Onde ferie alora prefero motivo gli EcclefiafHtitoli di Clemenhnnauoid ,P ud ci di quella et di conferire quel Re gii fpeciofi ^ruinufsoiJMi tifiimo , \ fi Piiflmo , e Santo, fupplicando eglino il Cielo per la iz.&. confer/.
*
.

'JX^/JA 4.^.17.'

amento

pren

Capitolo
fervanone, e
felicit

5
nella Sacra

Simmaco.
a

delfuo

Regno, concfempioinfinuatoci

Baruch$e

Scrittura , allor che Dio [a] comand Baruch , che pregafle per la vita degli empii R Nabuchdonofor , eBaldalfare, e quando S. Paolo [ b ] chiam Ottimo il Prefetto Felice Idolatra, e S. Dionilo Aleffandrino [ e j Uuommi Santifjimi V alenano , e Gallieno inimici implacabili della Relicione di Chriito . Elendo che fomiglianti encomii davanfi in que' tempi per comune, e non per indizio di Santit, anche a Poeti licenziofi, quali Cicerone chiam [d]Santi, e molto pi a Principi fupremi , bench
coftituiti

^-m*
^p
i.

e u d */**. ca ?' 2 '

7.

Laudi date da

23"^^
d ciw.prtJrch.
,

da Dio per Rettori , e guida de' Popoli t [e]Da- e ofee c< J# malvaggi , come I{egem in furore meo , e, [/] Qui regnare facit hominem hypocritam. t *<>t>*7. bovobs Ma ci che in quello Sinodo die gran pena un moderno Autore , fi la f'atnofa , & uniforme Decifione di tutti que' Padri , [g ] Romana Sedis aititi- * *#" eh. n ftitem, minorumnonfubjacere judicio. Gio.[/?] Launojo per non volerne rtoi^ 'l'affla n fpiegar'il vero legitimo fenfo, CheilTontefice Bimano non mai [oggetto ^s*. '**' alla giudicatura d'i alcun Sinodo , ricorre ad una interpretazione non da alcuno applaudita, ed in tutto infuffiftente, e dice, che nella parola Minorum intenden non il Sinodo, noniVefcovi, ma i Chierici Romani, ilSenato, e popolo di Roma . Veramente grande Audio richiedeva!! da que' Padri (fra quali vi era un Lorenzo di Milano, un Pietro di Ravenna , e un'Eulaliodi Siracufa, Ecclefiafhci tutti celebri, e per pregio di Dottrina, e per fregio di Santit ) per decidere , f un Papa foffe maggiore , minore di un femplice Chierico , di un Senatore , e fin di un vii plebeo Romano ! s' egli eh* Monarca del Mondo , poteife , non potette elfere giudicato da quatSe fopra tal dubio cadeife il tro Tonfurati , oda altrettanti Laici di Roma Decreto , non so f con maggior ragione dir fi dovette inetto il dubio , il Decreto, mentre da alcun non mai fi dibattuta la queftione della fuperiorit dei Papa fopra il Senato , fopra i Chierici e fopra il popolo Il punto fu ci , che non vuol' intendere il Launojo , che dichiaro!!! da que' Padri, che il Papa fopra ogni Sinodo, la fua giudicatura fol fottopofta al giudizio di Dio, echeTrima [;] Sedesnonjudicabitur^uoquaniy come gi fi dilfe i ^pui Bar. anno dal Sinodo di SefTa [AJ fotto S. Marcellino , dall' uniforme confenfo di &#
! , .

tutta l'antichit. Ne in quefta confufa agitazione di Scifmi trafeur Simmaco d'invigilare opere disimma. alla purit dell a Fede Cattolica nella depreflone de' Manichei, i quali, non co 5 oncr ii m*nit e '' fenza maraviglia, rifondevano giornalmente in Roma dalle loro medefime cadute , e tanto pi arditi fi affacciavano , quanto pi opprefl . Fecegli egli [/] di nuovo tutti carcerare , e con perpetuo efilio rilegar fuori della Cit- i cucdnSim. t, raccogliendone i Libri, che fece congegnare pubicamente al fuoco avan_

k^, |0 ,.

ti la Bafilica di S. Gio. Laterano , come di effi poco tempo prima havea tatto Gelafio avanti quella di S. Maria Maggiore Ma fuppreifo 1' incendio di quefti torbidi in Roma , fi riaccefe quello p rfecu *' n e bella perfecuzioneArriana nell'Africa. AGundabondo era fucceduto nel Afri?/.""" Regno [ m ] il Fratello Trafamondo , Principe favio , e magnanimo , laudato " p "" /'; dt da Procopio col degno Elogio di [] V'ir indole fapientU maxima, tumani- alm'JU mi magnitudine omnes majores antecedens . Ma f non fu egli crudele, come i fuoi Antenati , non fu men empio di effi ; conciofiacofache con nuova efecrabile politica, [o] Cbriftianos non pcenis corporis , aut fuppliciis [ed fir*, Um ibi miSy honoribus omnibus ad deferendam fidem hvpitabat non aufeuftantes vero, minime pletlebat . Stim egli di poter pi facilmente abbattere
f,

de-

btU

&

Tomoli.

la

Re-

, , ,

Simmaco.
iiRTr^famon- la
f
vi ve?co vi
.'

g
Religione Nicena con
gli
,

Secolo

VI.

eledone dl nu 9 e " "


"

^ barbari de' paffati Tiranni

allettamenti del tratto, che "con i trattamenti e figurandoli di vincere con la fpada nel fodero

'quanto fol comand, che morto un Vefcovo, non fi elegeffe dal Clero il fucceffore, acci quindi in f medefima invecchiata, e non mai ripropaginata la Vigna del Signore cadeffe in finefarmento fecco, preda, ludibrio, epafcolodegliArriani. non cos que' zelantiimi Prelati furon facili ad ubbidire, come il R comandare ; poich quei della folaProvinciaBizacena (de' quali fol refla memoria nelle Hiflorie ) unironfi in Concilio , e contro gli ordini Regii provviddero le Citt di Pallori ,"e le Chiefe di Miniflri con tal fermezza di animo, alacrit di mente, e difprezzo della

Ma

rat.tHigemiidu

^pndsurjnvi propria vita , che chi ne racconta il fucceflb , dice , [a] Fit commutili afiumptio Tre sbyt eros , Diaconos , fiquos mveniret eleclio , rapere, benediccre , conjicrare certatim in locis jingulis properantibus , ne tali
:

&

&

quanto fu pi ardente il loro zelo, tanto maggiormente contro di loro arfe lo fdegno di b Mar. Scot. in Trafamondo, che immantinente condannolli tutti ( e [b] furon ducento fiiT.ode'Veko- venticinque) alla relegazione in Sardegna, dove come trionfanti eglino fi P po r tarono,carichi di gloriof meriti, e di ricchifimo arredo, cio del Corpo. cor 'o d iTAgoitdiJinSardegna. di S. Agoflino , delladi lui Mitra, ePaflorale, che quindi da Hippona fot e traflero, come preziofo avanzo della Chriflianit di que' Regni. Sepp c Simmaco cotal' infortunio , e con tutta la pienezza del fuo gran cuor
/indio .aliquis aut tardus
,

aut novifjmus videretur

Ma

Apoflolico accorfe alle miferie di que' nobili Eeclefiaflici , eferifle loro ammirabile Lettera , che leggeri inferita [ e] nell'Opere di Ennodio , ?g.ii*> j a q ua j fa un e {i rat to di fentimenti magnanimi, atti mantener' in fede sowenimentodi oguipi oppreffo Innocente . Quindi feendendo al pi potente rifioro del Simmaco ai Ve fovvenimento , ogni anno egli mand loro velli, vitto, e denari in foften[ d ] Symmachus omn anno d'^afiafin Sp. tamento delle vite & in follievo de' patimenti
e

^pni

E>,od.

quell'

dice

e itmibid.
f

Thtodorho.

Hiftorico , , Epifcopts , qui in exilio crani: , pecunias , &ve(lesmmiflrabat; non fenza gran maraviglia di chi intrufi, confider, come poteffe in que' tempi il Pontefice Romano fovvenir tanta moltitudine di Vefcovi, e tanti nobili monumenti lafciar del fuo pio, e generofo animo , nell'abellimento , fabricazione , e doti di quelle molte Chiefe, che lungo [ e] deferive il fopracitato Anafiaflo , fotto un [/] R barbaro , che teneva non men' oppreffa la Religione col giogo dell' Herefia,
l'

per *Africam

& Sardiniam

Trafamondo vago di la Citt di Roma con quello della fchiavit. veder' eilinta fenza fatigliela Religione Nicena, e di confutarla pitoflo, g invus.FKi- c he di opprimerla, band con publicit [e] di Editto unafolenne difputa, Sentiti. Iati. apud _ r r ..*. /* r, i r j sur. proteftandofi eflo difpoflo a poter efler vinto dagli aweriarii , quando difeimi" foffe convinto dalle ragioni. Molti accorfero foftener lacaufa del Figlio h ibidem "di Dio, ma con il preveduto effetto, che foggiunge l' allegato Hiftorico,[ h ]
che
,

Ma
1

Si quis ei refpondere voluifiet, nec dejpiaebat, nec repellebat ; imo quaji patientcr audiens , fatisfieri [ibi non pofie jattabat. Ne andava egli perci tutto vanagloriofo , e gonfio , e mentre un giorno con Regia baldanza rimproverava i Cattolici d' ignoranza , un di loro infofferente dell' ingiuria vogliofo di render ragione alla fua Fede, Chiama, dille, l{, Fulgenzio che poc'anzi hai relegato in Sardegna, f defiderfo Jei ilFefcovodi

Hyfpa>

vaiare, na di.s. x8o.

pia dotto Campione , che vanti la I{eligione Cattolica date defolate Chiefe dell'africa. Non indugi Trafamondo eDoitA- fra tutte <jitefte Fuigcn. ad accettar l'invitto per renderfi tanto piufamofoconla competenza di s
di efiere injrutto dal

accredi-

.. ,

Capitolo

I.

Simmaco.

Carthagine ne flava attenaccreditato Contradittore, e richiamatolo gmnfe prima alle orecchia del ancora l'arrivo. dendo con impazienza perlofantit , e dottrina di S. Fulgenzio , che agli occhi la

Mi

R la fama della

hebbe porto piede in Carna; conciofiacofache appena il Santo Vefcovo convenendogli difputar con alcuni Vefcovi Arriani, tutti in thagine, che con tanbreve eli ridulTe alla vera Fede , con tant' applaulo de' Cattolici , e Trafamondo , il quale volle to concorfo , e frutto degli Heretici , che

Vefcovi tutte le particolarit rintracciare con diftinzione de' nomi de' difputa, non pot convertiti, degli argomenti addotti, e del corfo della non predicarlo per huotno eguale alla fna fama, Et tgregi Sacerdote ingefapicntiam , dotlrinm , fidem , pictatem , manfuetudinem , conttconvenientem fama fua praconiis talem ejje , quali* nentiam probavit , pradicabatur , agnovit. E molto maggiore riconobbelo dell' efpettativa. concepita, quando poi con lui egli abboccoffi in lunghi difcorfi fopragli articoli controverfi degli Arriani; poich, foggumgeil fopracitato Hi dorico , che il R in udirlo [ a ] laudai [apientiam , miratur eloquentam ,

mum

&

ibidem.

prxdicat mmilitatem
.

con la folita conclufione di chi volontariamente cio [b ] neque tamen meretur intelligere oftinar nel male li compiace Altri molti congreffi hebbe Trafamondo col Santo, tutti avperitatevi vantaggiofi per la Religione Cattolica, mi che tutti in fine terminarono nell'ammirazione del R, e nella relegazione in Sardegna, dove di nuovo tu rimandato Reo gloriolo S. Fulgenzio Dall' Africa ci convien di nuovo paflar i Coftantinopoli, e quivi come
;

mi

b ibidem

Perfezione dei

hum ,n efecrande novit efporre il fnnefto corfo di un'horribile, e ^; nuova tragedia. L'Imperador' Anaftafo delufo dalle concepute fperanze di veder' il Pontefice Romano approvator dell' Enotico di Zenone, guifa di quei , che per non poter offender l' inimico, oltraggiano la di luiimagine, infuri fpietatamente contro chiunque profefl'ava la Religione Cattolica, mandando Soldati per isforzar gli Ecclefiafhci i prender commercio con gli Heretici, maciullando morte per [e] mezzo di un Sicario al proprio C Theod.mCoiL3. Vefcovo di Coftantinopoli, e traboccando nell'ultima difperazione di far '** trucidare, comefegu, pi di tre mila Cattolici, che difarmati, e d nulla timorol innocentemente afiltevano un giorno agli fpettacolinel theatro Qual dolorofo cafo rec rammarico immenfo al Pontefice, non tanto per X atrociti del fucceffo, quanto perch' eglino, bench coftantifllmi nelia
in teatro di

Confezione
,

della
,

Fede Chalcedonenfe, erano tuttavia


,
-

efclufi dalla

commu-

Gente ucdf* per


la

nicazione della Sede Apoftolica, perlaloro infaufia orinazione di adherire L ..... r ii adAcacio, la cui rama, e nome eglino loitenevano ancora control divieti de'paliati Pontefici . Per la qual cofa non furon giammai n pur dalla medefima Chiefa Greca annoverati fri Martiri , e di loro pianfe Simmaco che fcrivendo ai Vefcovi d' Oriente dille , [ d ] Julius ambigat eadem nibilommus ejje ventura , qua in Confiantinopoliuna cdefia nuper contigerunt, de quibus mibi pariter mgemifcere necejie e/i , tacere Ennodio , [e] T>{otum efl , qud in Conflantinopolitana nuper Ecclefia fertur admijium , unde patimur, (ine vocis ufura, trifiitiam . Rendutofi dunque Anaitafio abominevole per la crudelt, &efecrando per la protezione prefa degli Heretici, non fipi lungamente tollerato dal ginfto Pontefice, che finalmente prcedendo allaScommunica, lo tolfe affatto dalla Communione della Chiefa EraalloraapertoinRoma [f] il Concilio, che hi detto Palmare, convocato 4
.
t

Religione Cat-

tolica.m.i

non

d(-

chiara Marcire av Cattolici,


Epu

sym.epi/i.ad

&

&

B%\ an n*$oi?n.5.
e Enntd.ibid.

simnwo

fcom>

cal ' Im P"*-

Uhnt

roli

Simmaco.
2

Secolo

VL

cato da Simmaco per ridurre in iftato di quiete gli affari della ChiefaRo maiia, fconvol ti dallo fcifma pacato de' Laurenziani , nel quale [a] Laurentium iterm intrufum deponi , iterimi in extlium mni curavit ; quo fallo quievit feditio hor' in eflb col configlio di tutti que' Padri vibr la Scommunica contro l'Imperadore, imponendo fine nel medefimo tempo allo Scifma d' Occidente con l'efilio dell'Antipapa Lorenzo, alle agitazioni dell' Herefia d' Oriente con la condanna di Anaftafio Mi la pena par che ferviffe pi torto d'irritamento al Reo, che di emenda ; conciofiacosdegno, minac. che Anaftafio impervers allora cos baldanzofamente nel male, che toltafi 6 a naftafiC 'com w ^ a ^ a ^acc i a n i mafchera di cofcienza , e di convenienza , che pur ritener Simmaco. dovea contro il primo Patriarca del Mondo , e capo della Chiefa , trabocc contro lui in rifentimenti non fol mordaci , ma temerarii , publicando un Libello famofo , che fparfo pe'l Mondo rec maggior' infamia all' Autore, che all' Awerfario Poich coftretto Simmaco purgar lafuafama b Extat n&.t. mi. avan ti tutto il Chriftianefimo , [ b ] un' Apologetico compofe, in cui ritors*nf. cendo le mal pungenti faette contro chi havevale vibrate, Contumeltas , die' egli, Imperator , qua* in meam proferendas putas cfe perfonam, utiApologia del pa P a nam , qum mihi glorio/a funi , ita te gravare non pofient Quid cum bumano te examinante judicio falfa fuerint comprobata ? Quid, Imperator > in Divino Judicio} jtn quia Imperator es, nullum Dei putas effe judicium { Tacco, qud Imperator em accufatorem effe non conveniate e fiegue, Dicis, qud, mecum confpirante Senatu , excommunicaverim te . 3s{os non te exab communi e avimus , Imperator, fed *Acacium. Tu recede ab fAcacio, illius exeommunicatione recedes . Tu te noli mifeere exeommunicationi ejus , non es exeommunicatus nobis: fi te mifces , non nobis , fed te ipfo exeommunicatus es ; e poco doppo , Dicis me effe Manicbaum . Itymquid ego Eutycbianus fum , vel Eutychianos defendo , quorum furor maxime MaScrinia tefiimonium mch&orum fuffragatur errori* Roma mibt tefiis efi, perbibenty utrumFide Catholica aliqua ex parte deviaverim; procedat aliquis, quilibet rat ione convincat : alioquin convincia funt ifla, non crimiThiidwuti ust.ij.

ci"

&

&

&

&

&

&

ikMpmWRo,,,.
'

*"

e ci ditte Simmaco, perche di [e] frefeo eflb havea fatto incendiare tutti li libri de' Manichei, condannandone gli Autori, i feguaci adun'irremiflbile efilio; quindi egli foggiunge : yn quia Imperator es, divinum putas contemnendum effe judicium* Jlnquia Imperator es,

mm probamenta;

&

&

contra Tetri niteris potejtatem ? E perche Anaftafio rimproveravagli l'elezione al Pontificato, e la competenza dello fcifma, egli replica, JLn bene faBuseffem, fiEutychtanis faverem ? Si Macii nomini communicarem i Latere non poteft , cur ifia prMendas . Conferamus honorem Imperatoris cum honore Tontifias , inter quos tantum djiat , quantum iiie rerum humanarum curam gerii , ifie divinar uni tu fematia ndminiftrus , illa divina difpenfat. Fortafle diturus es , fcriptum effe , Omni poteftati nos fubditos effe debere Z
:

quidem potefiates bumanas fuo loco'fffcipimus , donec contra Deum fitasnonemurnvoluntates: c&terum fi tu Deo nondefers, non potes ejus uti privilegio" cu] hs jura contemnis Dicis , qud male te Hpmanus tratlet Seuatus; fi nos te male tratlamus furiente s, ut difeedas ab Htercticis, tu nos bene tratlas, quos vis fociarc pracipitanter cum Hareticis? E qui lungo egli fi f tende , rimproverando' Cefare l' orinazione in ritener' il condannato nome di Acacio , e con raem r rabilifiima fentenzaconchiude , Circumfuicias cunftos , qui ab initio dogmatis Cbrifiiani Catbolicam Fidem diverfo
Islos
.

propofi-

Capitolo I.

Simmaco

propofttoperfequi, telaffligere funt conati, quemadmodumipfi defecermti OrthodoxaVeritashoc pravaluerit magis, quo putaretur oppreffa, qua fcut fub infetlatonbus fuis crevifiemonjlratur, fc obtrivijfe cognofcitur infequentes.

&
,.

Cos egli.

quello primo tentativo di calunnie impegnatoli Anatrano a dir Anafhfio contro d male del Capo della Chiefa, non credibile , quanto fpietatamente fi p- "o d?coftS-" nelle dilacerarne il corpo con una fieriflma perfecuzione . E primiera- duopoli. mente egli tutto fi fiffe guadagnar Macedonio , che reggeva come Vefcovo la Chiefa Coftantinopoli, e che ridotto al fuo partito recar potea grand'av vantaggio alla fazione degli Euty chiaro ; [a] Imperator, dice Theo- Thnd ,? cUt&. doro, Macedomum vebementer urfit, ut idem ipfe facerct, cio , ch'egli '#. * condannaffe il Concilio Chalcedonenfe; e fiegue , Macedonius vero fine unherfalt Synodo, cui magna Homa Epifcopus prafideret , nibil f fafturum Macedonium b idemtd. dixit; per la qual cofa Anaftafio [ b ] Contra Ecclefiam, aggiungendo all'armile accufe, [ e J incolp l'innocente c ubtrJnbrw.u armatuseflt Vefcovo di Neftorianifmocolpretefto, che egli havene alterato il Tello '? diS.Paolo, con dir del Figlio di Dio, Qui apparuit per carnem } quando l'Apoftolohavea detto, [d] Qui apparuit in carne : onde in un giorno della d .tt***'i Settimana Santa egli fpinfe gente armata nella Chiefa per maltrattarlo, e catturarlo, come feguito farebbe, f il Popolo Cattolico non folle accorto difenderlo jcfclainando [e] Huomini, e Donne, Fanciulli, Giovani , e Thiod.md. eVecchj, tutti ad una voce, Tempusmartyriieft^ Chriftiani: pattern nemodeferat, Scagliando eglino nel medefimo tempo ingiuriofi improperi contro l'Imperadore, clie a piena bocca fu maledetto come Manicheo, efacrilego. Tem Cefare della devota audacia del Popolo, e [f] Territus ildemild navigia fuga commoda Talatio portas curia Imperiali: undique claufit, adbibuit; e volendo moftrar giufta la fua empiet f di nuovo accufar'il Ecome Mlce( f . Vefcovo di obbrobrioso misfatto,per quindi renderlo maggiormente abor- nio defcndeiafu innoten* a rito, laido, adultero, e colpevole; ma la calunnia infam l'Orditore con egual gloria, e laude di Macedonio, il quale [g] Genitalibus careredepre-

Con

....

,,

\-

&

&

&

Ev ^ r l -^ c-^benfus fuit; ond'eliavennediftruggerfinfemedefima, mancandone con E tanta evidenza il corpo del delitto, e i teflimonii. Per ilqualfucceifo h Theod ll" d' egli finalmente rilolv di adoprar con maggior cautela la fua potenza, e [b] 'Slptlu tllumviolenter abreptumCbalcedonemmifit , relegandolo inlontanif'

'

fimo

dell'altro

ove mor, grand'Ecclefiafticoinvero, e degno [i] Nipote iNinfU.i6.e.S, di Coftantinopoli Gennadio, f haveffe cos bene efecratoifnomediAcacio, come benefeppe foftener'il Concilio Chalcedonenfe contro Anaftafio. Percofio il Pallore, fi vidde allora difperfo in iftrane guife il Gregge, eflendo che per ordine dell'iniquo Cefare [IQ k Ntctf h^l,i Quidam exilio , nonnulli r cinganone y alti accufatiombus iniqui* alti honorum publicatione affiteli funt, multi etiam, qui fuga fibi confuluerunt , E^omam pervenerimt N di ci egli contento, f prender per man di Boja i vene- Altre uddr di A "aftafio * randi Originali del Concilio Chalcedonenfe, quali Macedonio havea finallora fatuamente rifervati [/] in, Arca fancliore , ordinando, che con publild Vtd co vituperio eglino fi gettalfero nelle fiamme, con ifdegno eziandio di quei, che malaffetti quel Concilio , pur veneravano in que fogli un monumento egregio dell'antichit di que'tempi Quindi affunfe al Vefcovado di Coftantinopoli un Sacerdote Heretico, [*] lumiriofo, e ligio de' mTh<od iM Grandi , per nome Timotheo, che profan fubito il fuo ingreffo nella Chiefa
efilio,

gran Vefcovo

'

>

>

con

Simmaco.
a Paul

iq
con ittare Sterrale imagini ,
comefucceffe, che in
tutti

Secolo VI.

Due f
*

in
*

Mifclu.

/./j.

b vediti. a 564.

opere

di
c

simnu'

di Macedonio , [ a ] decretando , Tempii doppo il facroTrifagio s'intonarle l'aggiunta delle parole, Qui cructfixus eflpronobis ; nella medefima conformit appunto, come have va pratticato in Antiochia l'empio [6]Gnafeo. E quanto vituperofamente governarle Tei anni quell'eccelfo Vefcovado , fi render pur troppo noto dal racconto de i (uccelli, che ne feguirono H difeacciamento diMacedonio,e l'intronizzazione ingiufta di Timotheo
li

& armi

furono i primi lampi di queir horribil tempefa , the roverfei Anaftafio fopra i Cattolici d'Oriente Onde Simmaco che dall'altezza della Cathera R mana n e adocchi dalungi il fumo , come buon nocchiere, difpofe e Eft*pudB*rn ^ wsi3iii. JZ"* tempo alla difefa gli animi de'Vcfcovi Cattolici Orientali con [e] una lunga , & Apoftolica Lettera , che in ogni fuo periodo fpira fantit , e maravigliosamente accalorile Fedeli alla coftanza. Egli direttela non ai Vefeovi generalmente Cattolici, ma' ai Vefcovi Cattolici commum'eanti con la Sede Apoftolica ; effendo che con lacrimevole difgrazia era feiflb l'Oriente anche Cattolico in due t'azioni, cio in quei, che condannavano il nome diAcacio, e perci communicavano con la Chiefa Romana, & in altri, come Macedonio , che foflenevano la condotta , e la fama i Acacio contro i divieti de'parlati Pontefici, ond'erano efclufi dalla communicazione d elfi perloche con doppio flagello eglino erano riputati Scifmatici dai puri Cattolici , e perfeguitati dagli Heretici , e puniti da Anaftafio come Cattolici. AlliprimidunquefcriffeSimmacoraccennatalettera , & i fecondi, dF Xt att.z,,pift. che con lunghiflme[(/] preghiere implorarono il di lui conforto, &a;uto , n ^ P ur ^urono degnati di rifpofta effendo che non giammai pu elfer fincei")'*" iH'7 che vien deformato dalla difunione col capo orhntUh adsjm r o quel corpo 7.,.-.cnmEp{c .%B Nulla per maggiormente f andar' orgogliofo l'Eutychianifmo per ''prmorionedi l'Oriente, quanto la rifoluzioneprefa da Anaftafio di promuovere al PaMarcato di Antiochia l'iniquiifimo Severo , Heretico, che propag ne' la f'iwAAmiochi'a pofteriSeveriani fuoi feguaci l'indegnit della fua Setta, e l'obbrobrio del fuo nome. Nacqu'egliinSozopoi, Citt della Pifdia, [e] adoratore e Ewr e degl'Idoli, e che da fcolare del Demonio, divenuto Maeftro nell'arte della apr quivi fcuoia di ogni pihornbile incantefimo Ma, non so -, r o oua vita moia, e Maeia, r r-< -w proreiiar la Religione Cattolica , e ricevuto in Tripoli ifandaioia. come, ridottoli a d'Alia il Battemmo, inunMonafterio preifoGaza veft l'habito Monacale, oveviie qualch'anno,pi come attediato delfuo mal vivere, che defiderofo iiuaay.sjn.cn- i ben morire; e perci degenerando nelle bruttezze di prima [/] Negavt fiant. f Menna. flatiniEcclefam, tnquabapti'zatuscft, &procejJt adAcephalos Hcereticos impietatis. Fu perci vocavitque fanffas Leidomos diverforia Hrfrefs, egli vituperofamente fcacciato da Monafterio con altri Monaci pervertiti da lui ne'medefmi errori ; once maraviglia non , ch'efacerbato di animo ii portaife clal Clauftro alla Corte, & ad Anaftafio porgeife doglianze immenfe contro 1 Reiigiofi del fuo Monafterio, comecontradittori delle Leggi Imperiali, e foftenitori del Concilio. Accolto con tutta quella inclinazione d'animo , che feco porta l'unione fcambievole de'fentimenti Cefare molto dilu fper , e moltilfimo confdogli circa quelle rifoluzioni, che prender'elb voleva per foftener il fuo impegno dell'Enotico contro il suoi frai^oitnti Concilio. Inmodo tale, ch'eilndo in breve panatili difeorfi in conftoufigh a im. fe nz2L laconfidenzapoi, che trov ambedue difpoftiad ogni pi efecra~ pt. Pilori r in r * rr nr bileimpreia, li te precipitare in que inoltrilo eccelli , cneftranamente.
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Capitolo

I.

II

Simmaco

fconvolfero tutto il Chriflianefimo dell'Oriente. Severo primieramente l Marcitila. coniglioUi, che con [a] Imperiai Decreto egl'imponefTe , che in ogni Chiefa s'intonaffe publicamente dal Pulpito il Sacro Trifagio con l'agcYucifxus efl pronobis; conifperanza, cheiftillato giunta delle parole, poco poco il fentimento Eutychiano negli animi del Popolo , vennfero u Ma lungi and dalla efpettutti poi infenfibihncnte a profetarne l'Herefia tazioneilfuccclfo. Conciolacofache inhorridim* il Popolo alla novit di quell'efecrabile cantilena, e molti amarono meglio lafciarlavitaindifefa del Concilio Chalcedonenfe, che adherire ad un'Herefia tanto di frefco condannata dallaparte pi lana deTedeli, e generalmente abominata da altrettante volte refift il Popolo tutti. Due volte rinovoffi l'ordine, fortezza, che unitoli truppa, e girando perla Cattolico con s franca Citt cantando Tempre Hinni al Verbo humanato, proruppe in fine in tumulto, e difcendendo dalle Laudi di Gies Chriito agi' improperi di Analtafio , e dagl'improper ii all'infiliti , viddefi allora quella Reggia in pericolo di arder tutta, e rovinare infleme col fuo Imperadore , f con avveduto configlio non haveile Cefare placato il fanto fdegno de' Coftantinopolitani con il giuramento di far recidere la tefta ai due fuoi miniftri Marino, e Platone, ch'elfo con mendicato ripiego dichiar autori del bando . Riccaduto vuoto quello primo tentativo, Severo lo fpinfe al fecondo, che ruifc tanto pi favorevole alle fue intenzioni, quanto pi pernic.iofo al Chriftianefimo F adunare [b] nella Citt di Sidonia ottanta Vefcovi f- chtt* "**'' is'' guaci dell'adulazione pi tofto, che della verit; e quivi egli oper, cheli condannale, comefcgu, il Concilio Chalcedonenfe , fperanzato che alia tama di un tal Congreib ne haverebbono ciecamente i Popoli aflecondato eziandio le definizioni. Mgrand'oftacolo fi affacci fubito all' effettuazione de'promeffifucceffi. Viveva allora negli Eremi della Paleftina l'infi- Sut> tentativo gne Anacoreta Theodofio, contradittore invitto non men dell'Enotico di fioCentorM?" Zenone, edellafdediAnaltafio, che del Monaco Severo confultore, e promotore delle accennate rifoluzioni Confideravafi pertanto da Severo, e da Anaftefio , quanto gran pefo recar potefle alla loro fazione , f quefta fi gettaife un cos rinomalo Cenobiarca, il quale col fuo folo efempio laverebbe feco tirato tutto l'immenfo numero de'Monaci dell'Oriente ; dall'altra parte il rido della di lui fondata fantit li divertiva dall' intraprenderne l'attacco , dubbiofi , che non condifeendendo Theodofio ai loro voleri , non foiamente havrebbon perduta l'opera , ma fi farebbon refi in un certo modo tanto maggiormente rei, quanto che dichiarati tali da un tanto Maeftro . Onde portando feco l'affare graviilme confeguenze, giudic Anaftafio di proceder perunaftrada, nella quale bene fpefl fi ritrovanconfuf, e fmarnti , come labirinto, foggetti eziandio illuftri in Santit. Egli [e] chiamollo f, accoltolo con fomma venerazione, e ^pndSur.to.t. Ia " n " ar tx Tadre, gli difle, il desiderio d jalvarmi mi hnfnuato non tanto di abbocM ":h r cannitelo, quanto d fervirmi del tuo ajuto per iflr omento grato Dio di mia falute co faenza, divozione che fa , ho rifoluto redimere i miei peccati con l 'elemofine , ho fcelto t per difpenfatore de miei tefori in j allievo dc'Voveri, in foflent amento de" Monaci, in abellimento di Chiefe, e in tutto ci che pu ridondar in gloria dell'\Altifjimo ; per ecco confegmo per hor a nelle tue mani trenta libre di oro, e tuo fa il penfiero di farne apparir l'rjto giufto ne libri eterni della vita. E cos detto licenziollo . Il fanto

cw

&

&

'

&

Vecchio

Simmaco.
zibu

duplici damno affecit adverfarium, quidem privans illum pecuniis , cum effet alioquin avarus , fmul fimul inanem oftendens , qua ducebatur Conciofiacofache etiam fpemvanam, perfuadendofi Anaftafio col prezzo di quelle monete haver a comprar di Theodofio anche la Fede, mandogli dietro alcuni Ufficiali con una lunga
:

Secolo Vecchio non ricus il penare [ a ] &

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VI
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.

&

cpftama,
di

& atto
The "

dofio

Lettera in forma di fupplica inficine, e di comando, in cui prolifl amente elfo pregavalo , che in prefenza di que'medefimi Ufficiali egli fottofcriveiTe la fentenza degli Acefali, l'Enoticodi Zenone, e la condanna del Conci-

b ibidem.

i4m,

ibidim.

pronto moftrandofi alla rifpofta, fecela , e confegnolla ai Mefli , che folleciti , e allegri fecero ritorno Cefare,come Nunzii felici della Vittoria. Apr Anaftafio il plico , e divorando con gli occhi le prime righe , che ftim foriere della fofpirata fottoferizione , trov inafpettatamente in elle racchiufo in brevi note tutto il dolorofo tenore di quella Lettera, [ b ] Cum h<c duo fint nobis propofita , Imperatori vel turpiter , vel illiberaliter vivere contennendo *Acephalis , vel bonefl mori confequendo Tatrum dogmata , fato nobis mortem effe prferendam . Tantum entra abefl, ut hac nova, fequamur dogmata, ut non folm in loco manfuri fimus, prdeedentes Tatrum leges fequtmes ; fed eos etiam , qui prrtter huec fubiiciemus anathemat: fed nec altatueri fuftinuerint, pie abdicabimus , tillumab Jlcephalisordinatum pervim fufcipiemus. jlbfit, ut hoc fiat, Jtgx Chrifle . Et fi tale quid contigerit , veritatis Deum Trafidem tefiantes , vel blafphemiis appetitur , potus illum ipfum, qui nuncab ipfis maleditlis , quomodo pr patria , ita pr retta fide ad fmguinem rcfiflemus; ufque ancia loca igne perdenda vifuri filubenter animai profundemus , etiam fi ipfa f mus . Quid enirn opus eft folo nomine , quando ipfa facra revera affciuntur contumelia} l^ps ergo nequaquam admittemus aliquid fentire ( tantum abeji Occumenicis Conciliis . E qui egli ut dicere ) quod difcrepet fanttis , riferiva, e commendavatutti li primi quattro Concini Generali della Chiein particolare il Chalcedonenfe, e contro chi contrariava loro, edifa, fpregiavali, *Adverfus h#c , fiegue, r igns accendatur , cjr enfis acuatur, mors quoque nobis acerba afferatur , imo vero , fi fieri poffit , pr una innumerabiles; nos vero nunquam perdemus veram F eligionem , neque ea, qua rex tte placucrunt Tatribus , ea abrogando , probro afficiemus . Tefles fmt eorumfudores, quos pr fide fufceperunt,&mult<e dimicationes ; fed ea maneDeum, immobilia, &apudnos, &apudeos, quos fas eft hunt firma, Tax autem Dei, qua fuperat omnem mentem, fit cuflos , &nos fequi. non cos Anaftafio ; Duxtuapotentia. Cos Theodofio ad Anaftafio. il quale bench [e] moftraffe dapprima di tener fuppreffo il fuo Regio fdeno , tuttavia non mai pi horribilmente proruppe in ifmanie , in minacele, Ufficiali in ogni parte per e in bandi, che allora, mandando Soldati, alla condannazione del obligar'i Popoli alla fottoferizione dell'Enotico , Concilio. Rkrovoffiprefente quello nuovo fconyolgimento dicofeil magnanimo Theodofio, e mentre nella gran Chiefa della Citt tumultuavaidallaplebe, parte opprefia dal timore, parte avvilita dalla prefenza de'Miniftri Imperiali, e parte eziandio perfuafa dalla multiplicit degli decretis , mimfque adherenti, il fanto Vecchio [d] contemptis fcriptis , tamquam vants ftrepitibus , innumerabilibus , turbaque , militibufque , dteens non efe fuum , fed puerorum talia horrere tonitrua , Lewis fufeipiens impttum , con le ale delle braccia aprendoli frettolofamente fra la moltitudine

lio. Lettela Theodofio, e tutto

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Ma

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Capitolo

13
&

Simmaco
i

della Chiefa , e falitolo , Efui memora dine la ftrada , addrizzoffi verfo il Pulpito alto filentio al Popolo, con voce di Apoitolo, e rac- e femeu*a. intimato col dito Santlas Synodos nontanti effe exiflimat, eia d'Angelo , Siqms, dille, quatitor Evangelia , fit jinatbema ; e cos detto , con la medeiima quanti quatuor girar per le follecitudine fondendo dal Pergamo, tutt'intrepido fi pofe a a/M. Piazze della Citt, [a] Ojendens promptum animi judium, frade, e per le obens fatlus omnia omnibus ; certiores reddens eos qui dubitabant ,

eorum confirmans eos qui erant Jabiles, excitans eos qui erant focordiores , alacri animi ftudio , augens dtligentiam , addens anierant prompto qui mum bis qui extimefcebant , adhortans eos qui decertabant , terrcns advergeneroso animo , ut ad eum non patera farios, qud tam effet magno qud aditus, medicina celeritate omnem morbum prxveniens, docens omnes, Homo, una autem Hypojafis , fiye Dei Verbnm ejjet qutdern idcm'fvnul Deus,

omnes

&

&

&

Humantaperfona , utramque eorum habens naturam, Divimtatemfcilicet, che Superiore all'humano, tem. Non pot certamente eiTer'altronfpetto, quello che contenere allora Cefare a non condannarlo incontanente alla morte , contentandoti di rilegarlo (blamente all'efilio ,per toglierli d'avanti ne ritorn indi lei anni gloriofo , riun cos collante contradittcre .

&

Ma

chiamato dal Cattolico ImperadorGiuftino, per rinobilitar non tanto gli Eremi della Palellina con l'efempio , quanto la Religione Cattolica con fatti illufri di gran zelo. La refillenza fatta dal Cenobiarca Theodofo al Sinodo di Sidone facon pidolorofi, ma gioriofi avvenimenti comprovata da Flaviano Pa- tfontf fcfl*. triarcha di Antiochia, Ecclefiafticopuriflmodifede , e eoitantiflmo di nol'ndifef'den petto, che difdegnando di veder cos umanamente vilipefi i facrofanti De- FcdeOatwHi*. creti del Concilio Chalcedonenfe , efecr in publica Chiefa quella facrilega adunanza, e le rifolu /.ioni temerarie, che quivi fi erano flabilite . Perloche arredato di ordine d'Anaftafio, e condotto nel Cartello di Patra , opprelfo da'tormenti , fpirnobil Confeffore della Fede con l'aumento di tanto merito, quanto glie ne diede tanta fortezza. Quello fueceifo non pot cader pi in acconcio alli defiderii di Cefare, & all'ambizione di KJlro^R?Severo, che vedendo vacante una cos riguardevole Sede, com'era la inarcato di aPatriarcale di Antiochia, elfo

medeiimo fi offer all'Imperadore di riempir-

tlochl *

la, [b] promettendogli confolenne giuramento diperfeverarfempreneli' abominazione del Concilio , nell'odio contro il Pontefice S.Leone, e nella

bTheodjnC<>Ue&.
1^.2.

protezione degli Acefali. A braccia aperte accett Anaftafio l'offerta, e nel meuefimo~giorno che egli t intronizzarlo , [ e ] Eo ipfo die , quo
ordinatus fuit, dice l'Hiilorico, Severus afeenfo fuggejiu

Idtm &**'

Synodum Cbalce-

donenfem anatbemate damnavtt . Quindi l'empio aggiungendo li fatti alle parole,forzofamente[d]ridulfe molti Vefcovi al fuo partito, e quei , che pur d Evagr. /.j.c jj. collanti rimuiero nella Confezione Chalcedonenfe, egli perfeguit con calunnie, e con modi inufitati di vendetta, fin [e] col porger loro tradito- e *<*-.< $ip. riamente il veleno . Racconta [f] Sofronio, ch'effendo talcofafucceduta ('st^tn.mPr/it. Giuliano Cattolico Vefcovo di Bofdra, quelli fermatoli alquanto con la spr.t.^: tazzainmanoin atto di orare, rivoltoli! pofeia alli circoilanti complici del delitto , [g] Et voce mitiffima omnibus dixit , Si arbitramini bumilem ^dtmmd. J uhanum veneno occidcre , ecce coramvobis peftiferum calicem bibo: fgnanfque ter digito fuo calicem, &dicens, In nomine Tatris, Filli, &Spiritus Efue nuovecrH. Sancii bibo bum calicem; bibit illuni corani omnibus, atque ilUfus perftitit. dn oprioni!

&

Qjwd

Simmaco

^
cum

Secolo
vidifienty projirati

VL
veniam petierunt
.

Quoti ad/iantes

Ma

fceleratezze

cenare/iti fanu dis.iaba.

peggiori riferifce di Severo il Monaco Cirillo fcrittore della vita di S. Saba, Cumappreheniifet Severus, dic'egli, Sedem ^ntiochenam y mnumerabilia quidem mala, fccit iis, qui non et communio at? erant ; e fiegue , che riavendo egli trafmeffa un'hererica Confezione di Fede ad Elia Vefcovo di Gierufalemme , acci la fottofcriveffe , oftefo dalla repulfa mandale col Soldati, e Manigoldi per iftrapazzare , e catturare il fant'Huomo, e
lui, e con la fua fola prefenza metteffe mafnada di AfTaflni per il qual fuccefl fdegnato Cefarefpingeffe in Gierufalemme tutte le truppe Imperiali della Paleftina, & Olympio, che n'era condottiere, deponelfe Elia dal Vefcovado, relegandolo in efilio , & inalzando a quella Sede in luogo di lui Giovanni,

che accorreffe S.Saba alladifefadi

in tuga tutta quella

Sacerdote Heretico , feguace di Severo alla quarhorribil novit accorrerle S.Saba con tutti li Monaci della Palefhna, difpofti e pronti ad ogni pi duro cimento per foftenimento della Fede Chalcedonenfe, e che fattori avanti al nuovo intrufa Vefcovo, francamente richiedetfelo , Qual Religione egli profcjfafe , la Chalcedonenfe , laSeveriana? Ed, oh potenza di non cos torto tal riloluta propofta egli hebbe fatto , che Giovanni Repentina muta- zelo ^ a ^eretico convertii!! in Cattolico, e Cattolico fono , difle, e perche Catmc'o in'c'attS-" atto i. co t0 [ lco fon0i anathematTgOi maledico, e detejo Eutyche , Severo , el'Herefa degli acefali Cacciolio allora Olympio in ofcuriflimo carcere , non tanto irritato dalla profeflata Religione , quanto affrontato dalla mutazione repentina , ch'efb applic fubitofuofcorno. Ma Giovanni, dove non pot giungere con la forza, penetrando con quella fanta aftuzia gi lodata adcorinth.il. daS.Paolo, quando dille, Cum aflutus [ a ] efiem, dolovoscepi, promefi Sephrm.ioe.ch. f ad Olympio con generalit di parole , f omnia [ b ] faclurum , qudcumque pur ch'egli lo riponefl e in libert ; & [e] accettata da Olympio la &&&**) e vedi un rmi giunte afimuntt condizione, intim Giovanni indi tr giorni folenniflma fetta nella r T r" chiefa di S.Stefano Martire , dove eflTo medefimo portoti! , per render teftir T monianzapublicadifua Fede. Attendeva Olympio la retrattazione degli Anathematifmi di gi vibrati contro gl'Eutychiani, ma con pi fecreto europa Corifei fioncCattohradi concerto tra S.Saba, e Giovanni eran dentro il Tempio concorri tutti li G">. G"r aioli Cattolici di que'contomi, e fuori del Tempio tutta la truppa innumeratallo bilede'Monaci, rifoluti di ribatter la forza con la forza, ogni qualunque volta contro Giovanni intentaiTero violenza gli Eutychiani. Giunfe il determinato giorno, e gonfio Olympio della fognata vittoria , fopra cocchio dorato conduife Giovanni alla Chiefa col feguito de'Severiani , fra i priu cipali de'quali degnamente annoveravafiHypazio Cugino di Cefare , che col in Gierufalemme rapprefentava tanto in Potefl , quanto in Religione ilpipoderofo, e qualificato Perfonaggio Sal in. tanto il buon Giovanni fui Pergamo, e mentre tutt'altro da lui fi afpettava, fu udito intuonare la Confeflone Chalcedonenfe , e replicar con maggior lena di voce, e di cuore gli Anathematifmi gi fulminati contro Eutyche , contro Severo , e contro gli Acefali . Non credibile , con quanta ferocia fremelfero allora gli Hereticiquefto nuovo inafpettato inflitto j ma feorgendofi cinti da huomini armati dentro, e fuori del Tempio, e ritrovandoli forprefi dal fuono innumerabile delle voci de'Monac, e de'Laici Cattolici, che tutti furfero con altiflnie acclamazioni ad approvar gli Oracoli , e fofener gli Articoli i Giovanni , per diffuguaglianza di forze hebber gran fortuna di partirli
: J
ii

quindi

Captolo /
:

15

Simmaco

. quindi tacendo , divorando l'affronto prefente con la fperanza dubiofa di il quale punto dalla mano mu tT*ioed?C" fi part per Hypazio futura vendetta. Non al - Heretk dell'Eccelfo Dio, in un'iftante fi convert, e profrato ai piedi di S.Sabti S. Saba diede magnani vini pecunia profefslaFedeChalcedonenfe, Cr jujjt cani diftribucre omnibus Monacbts , ojlendens fuam in Deum fidem , reverentiam efficiens manifejlam . Gloriofo S. Saba di tante fegnalate vittorie , non tanto rimprover Cefare, quanto rallegro!!! con Cefare della caufa di Giesii Chrifto cos ben terminata in Gierufalemme, fervendogli quell'ammirabile lettera, che ciafeun pu leggere nell'Autore accennato della di lui vita, da cui riabbiamo noi dedotte quelle degne notizie per intelligenza, e pregio della noftraHiftoria. Sofronio, [a] eLippomano Siphr.inpr.sp!*-. molti rari , e ftupendi avvenimenti riferifeono oprati da Dio per mezzo de* 'jy2s9 2 I 4 7f;' f^ ^ obbrobrio dell' Herefia Severiana, che qui ;.'<>/' fuoi Servi in confutazione, foraccennarbaftanoi, che ne'futuri racconti defideriamo di paffar pre- W<WMB '' fto l'ampio mare dell'empiet di Severo . Conciofiacofache inalzato alla nuova dignit di Patriarca, non credibile quanto fieramente egli dilac e ralle la Religione Cattolica, e nella perfecuzionede'buoni, e nel conculcamento de' Sacri Canoni , e neh" horrdezza delle beftemmie , e t mpie ,i ^l senella laidezza della vita, e nella fordidezza dell'avarizia , e in tutto ci vero, che lo coftituirono reo di ogni pi efecrabile misfatto Gli atti authentici di parecchi Concilii , nella prefentazione che molti fecero delle loro fuppliche al Cattolico Imperador Giuftino , affin che quel moftro egli togliefle da quella Sacra Sede Patriarcale , lo chiamano [b] Abominazione di defola- b synod.co(r a t r r ^AnumHm zione, moftro peftitero: Qui inquitatem in altum locutus efi per fuablafphe- $.[ * ma verba> chjus ncque prmcipmm cognitum efi , neque quis fit , qui Jtntoebenam Seder inique , actyranmc, accontraEcclefiaflicosCanonesfubripuit. Quifnam fermo fufficiat ad enuntiationem eorum , inquibus Severus peccavit? Erexit fuperciltum in arrogantiam ; e foggiungono, ch'egli communicava i Chierici dell'altrui Diocefi , aflblveva i Scommunicati dagli altri Vefcovi, degradava ingiuftamente Sacerdoti , di propria autorit teneva Ordinazioni nce Citt s non foggette , rendeva venali li facri Ordini, fpogliava delle gemme le facre Croci, ebrietates, atJus prxfumptuofos , obfidiones Monafleriorum venerabilium , impudicarum muierum introdutiiones in facris intemer atisTemplis , per]uria, blafpbemias , Ordinationes cum datione pecuniarum, majora, qum [ecundm naturam bumanabis horridiora, rum rerum dicipoffmt. E di nuovo i Chierici della Chiefa Antiochena nel Quam enim tragadiam non excejierunt , C> loro fopraccennato Libello fuperarunt mala attentata Severo ? e doppo di haverne molti , e tutti horrendi narrati , Tslpvitates , dicono , blafpbemias adyerfus Deum lingens, nulli SantlorumTatrum per pecit y perjeverat enim tota die fic dicendo , ablegans Synodos pr pietate congregato* ; e pi fotto , Quot quidem bomicidia SanUorum Monacborum fecent , cum mambus Judaicis ejufmodi jugulationem injunxerit , neque vos, Sancii (fimi , neque aliorum aliquem latuit . Dirum enim fpeblaculum fecerunt jacentes viri } qui religiofis certaminibus ufque ad catuttem certaperunt , nudi , infepnlti jatlati , ultra trecentos exifentes ex fccunda Syriorum Trovmcia nati , canibus-, avibus lacerandi proietti . Similiaautem , fimiliter miseranda funt, qutfinXenodocbus, ideft llofpitalibus ab ipfo faa funt . V incula enim ozdificat nunc , ita multos pr fide incarcerando in tenebris , flagellando mterficit Talia, Sanitffimi s

&

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&

&

& circa

Simmaco.

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j6 &

Secolo VI.

jiis facrifciis

circa fontes in Lauro fac ere prafumpft, &yeneficis ibidem utenti fcele* Damones colit , hoc tota magna civitas cantat . T^e-

&

Ma

que utiqne ipfs fanUis *Altaribus pepercit , nequefacris t>afis parcens , alia autemconflans, fmilibus fui erogai. Vrafumptum eft autem ab ipfo hoc, narri columbas aureas argenteas in formam Spiritus Sancii fitper divina Lavaera ^Altana appenfas , una cum aliis fbt appropriava , dicens , J^pn oporcere in fpecie Columbi Spiritum SanMum nominare Tecunias quidem , &Do-

&
,

&

&

exportavit , expendit , (jr gravitimi s ufuris Ecclefiamobruit . , Beatijfimi Tatres y non efipojjbile omnia percorrere, qua ab illoprfumpta fuerunt . Cos gli accennati medefimi fuoi

mos

& quacumque

in optimis funds erant

&

dfE-o SiApa'
m

a ibidem

^//!a~7.j'X;.47*
'

tom.7,

Chierici della Chiefa antiochena. con men' horrida , e lacrimevole doglianza , efpofe le fue giufte querele il Clero di Apamea contro il fuo Vefcovo Pietro , huomo tanto addetto a Severo, e per vinculo di amicizia, e per uniformit di maflme, e di collumi, che meritevolmente dubitar puofl, feda Severo haveffe apprefo Pietro s reo modo di vivere, da Pietro Severo. Dicefi, [a] che coitili maledicelfe tutti li Vefcovi Cattolici di gi defunti, il loro nome radefle da'Sacri Libri , e dalle Chiefe involalfe le loro imagini , nel cui luogo poner facefle quelle di Diofcoro , e di altri Herefiarchi condannati; che contro alcuni Diaconi, che vollero opporlegli, queft'horribil beftemmia proferire, T^tfi tacebitis , mSubdiaconosvosredigam , ipfe qui cruciin altro propofito fixus e( , defeendens non iiberabit vos de manibus meis ; talfacrilega empiet egli vomitante, ^Anathema fit fatlis tranfacTionibm, etiamfi Taulus Jtpoflolus refufeitatus poft me fedebit in Sedei/la, qui quarepeteretrationes ifias ; e di nuovo, Omnes Ecclejas , omnia Aitarla ret , faciat collemunum. Edo per vanit, per difpregio comburat Deus , degli habiti Sacerdotali, egli folte folito di andar per la Citt con toga talare bianca, incitando col portamento della vita, e con la sferza degli occhi anche le Matrone pi carte lufluria: onde di lui foggiungono gli allegati Chierici, [b] Ipfum cum infamibusmulieribus fermones mifcuiffe in qud in Baptiflerio Sanila Maria , pofita Ulte quadam faEcclejia impudicos ntina Maria ad baptifmum nudata , ipfe nefarius intrans in Baptifterium folus , habuifeque etiam indelictts fubintroduejeclis omnibus , cum illa permanferit amfaminam Sephanam cognomento Tterovolam degentem in Monafterio, ad eamque introrepro animi voluntate . Quodque ctlebrans incruentum Sacrificium, oculos ad mulieres converfos baberet , exccrationtbufque tas ad reciprocum exci~

&

&

&

&

&

nuntiis inquinans Jacrum Altaris tegu, fputisinterealibidinum Et qud armatis fcelcratorum turmis impetum fecerit in Monafierium flagcllatis Monachis , Meretrices ilS.D orothei , in quod introduxerit , pulfis ab eodem hc fahantes , &obfc<cnaquaque nefanda patrantes. Addiderunt, corruptam Uxoremmilitis , eamdemque fuga lapfam haudferre fuflinentem turDe ordinutionibus infuper adjeceruut ab codem vecedi tatem piffim barn ini s f aliis nefaris ejus operibus Cos eglino di Pietro degno nundari folitis , amico di Severo, per meglio dir, altro Severo , & ambedue degni originali pi tolto, che copie di quei, che perduto il lume della Fede fra le tenebre dell'Herda, fi volutane, quali animali immondi, nel piftommacofa tango delie fozzure.

far et intuitimi
.

mentum

&

&

&

A-

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Capitolo II.
1

17
'

Ho rais,
DA.

CAPITOLO
Hormifda
di

IL

Venafro
23.

creato Pontefice

Luglio 514.

Maligne procedure dell Imperadore osfnaftafto , e fa<via condotta di Hormifda Confeffion di Fede pr efritta da lui.
.

Nuova
fio
.

perfecuiione degli Eutycbiani


in

Aforte di Anafka.

Manichei

"Roma

Arriani in Francia

Intorno

^Cattolici in Africa . Succejfione di Guftno ali Imperio . Riunione della Cbiefa Greca con la Latina , e Juoi
trattati,
e corfo
.

Origine

e dibattimento della propofi.

zjone

de uno ex Trinitate paff


di

Dottrina

Zeto^

Laudi

Hormifda

queflo miferabile, e confufo flato ritrov Hormifda la Chiefa Orientale , quando egli fu aflunto al Pontificato Mi rifentifi finalmente il Cielo col folito flagello delle dif- Torbidi nell'im. grazie contro l'Imperador Anaftafio autore , e promotore perio degli accennati efecrabili avvenimenti. Ribelloglifi con re* pentina rivoluzione Vitaliano, Huomo non (blamente armigero, mi condottiere d'armati, e pretefto fbffe, veriti [a] pr X Marctiu\nchru Ortbodoxonm f fide , proque Macedonio Urbis Epifcopo , incajfum ab * 5*4' anaftafio Vrincipe exulato, Conflantinopolim accejfifte ajjeruit . Soggiunh C9m My- H ^ 'tdr x inAn K* ge Cedreno, [b] Vitalianus occupata univerfa Tbracia, Scytba, ^' ^' >s M Bnigarorum agmen , multa* Urbes , fa y ducens fecum Hunnorum predando Conflantinopolim Cyrtllum quoque Tbracia Trafeftum cepitt ufque proceflit. Tunc ^inaflafms , rebus fifis deplorata , pacem per Legatos petit , jurans una cum Senatu , [e refegatos revocaturum , Macedonio Flaviano fuos Epifcopatus redditurum , Concilium Heraclet atlurum , vocato etiam Tapa Romano . Ed egli eftetu ben le promefie , mi con qual fraudolente intenzione , fi render manifefto dai fuccefl] , che ne feguirono. Poich feorgendo eghfollevata la ribellione per cagion di Religione, (lim fupprimerla, con fingerli buon Cattolico, Heretico ravveduto , per poter quindi con prolongata vendetta pi furiofamente fpingerfi controch l'havevafufcitata. E feppe cos ben fervire al tempo , Finzione di a naingannar anche i pi cauti, che frale glorie di Papa Hormifda quefta fu fta/o. la maggiore , eguale alla maggiore , l'efterfi diportato con Anaftafio con un mirto tale di cautela, di avvedutezza, e di clemenza, che tutto fcefe iuorche al far fi ingannare. Anaftafio dunque per diftornare il pencolo pre* fente di un'inimico domeftico, e potente, offerfed Vitaliano condizioni c udR larghimene, ma lontane, perguadagnarfi la fama di Cattolico, e due [e] sm.*?^,^ * Lettere fcri{fc al Pontefice nel contenuto di humiliflmo rifpetto, invita- 5 SM *

&

&

'
'

&

&

&

&

'

Tomo

II.

dolo

Hormis>A
*

jg

Secolo

VI

fue (foniate

procedile verfo

a Hormifd*

epifi.

satiicon dotta di

Hormifda

Che
onente

fpeJifce

quattro Legati in

b H$mifd.tt>iM.
Eloroiftruiioni.

dolo al Concilio, ch'eflb haveva determinato di adunare in Heraclea, al quale rupplicollo d'intervenire , come Capo de' Vefco vi , e di tutta la Chic* fa, inoltrandoli, anche con affettazione eli parole, vinto , e convinto dalla fama della di lui virt, tutta contraria all'afprezza del PredeceiTore A quefte due lettere egli ne aggiunfe un'altra, chedireiTe al Senato Romano, efortandolo perfuadere al Pontefice , che fi portafle ad Heraclea , e tutta fua cura poneiie nel gran negozio della riunione della Chiefa Orientale . Infomrnahor largheggiando in promeiTe, che mai non venivano ad effetto , e hor fraponendo rimedii , ehor'interponendodifficultd, & indugi , volea parer Cattolico anche con l'Herefia nel cuore. Ma Hormifda fcuoprendo al di dentro il tarlo della finzione , richiedendo al di fuori pi precife dichiarazioni di Fede , nelle rifpofte , [ a ] che gli diede , fi contenne fempre fermo nel propofito di fommo grammento delle di lui efprelioni, affin di lafciargli aperta la porta un vero ravvedimento ; ini nel medefimo tempo approv la condotta de'fuoianteceffori, e negogli l'adunanza del Concilio , f prima non individuarle le materie eia difeuterfi , al qual'affetto elio haverebbe fpediti Coftantinopoli alcuni Legati per efplorar , sei veramente foffe pieno difpofto ad abbracciar la Fede Cattolica, il Concilio Chalcedonenle, e la Lettera di S.Leone, e rifoluto di anathematizzare gli Heretici, e quei che con loro communicavano, ecinoncon una femplice dichiarazione bocca, che tanto vale, quanto fuona, mconunapublica Coftituzione da divulgarli per tutto l'Oriente, in cui Cefare impegnale- la fua fottofcrizione , lafuaparola, eia fua fede, con la mano, conlabocca , e col cuore che f tutto ci da lui fi efeguiffe , difpregiato ogn'incommodo di navigazione , elfo prontamente portarebbefi al richiefto Concilio di Heraclea , con fperanza certa di vantaggio per le cofe del Chriftianefimo. A tal fine deput per Legati quattro infigni perfonaggj, Ennodio Vefcovo e due Cardinali Venanzio, e Vitale, l'un , di Pavia, e Fortunato di Prete, l'altro Diacono di S.Chiefa, aiquali aggiunfe Hilaro Notaro Apoftolico, confegnando loro [b] un'altra Lettera diretta medefimamente ad Anaitafio in confermazione de'fentimenti efpofti nella prima. E perche il negozio affacciavafi arduo, e richiedeva una ponderatiilma condotta in chi maneggiavalo , confegn ai Legati una minuta irruzione in ifentto fecondo la quale eglino operar dovettero in conformit degli accidenti , che nafeerpotrebbono fui fatto; qual'iftruzione, per render palefe al Mondo con quanta cautda fi procedette dai Papi fin da'primi Secoli, quando trattavafi di grave materia con Monarchi fofpetti di mala fece , ci piace qui di Sottoporre agii occhi del Lettore , comepreziofo avanzo delle memorie antiche di-quc'tempi.
. :

Indi-

Capitolo II.
Indiculus,

[a] quidatuseflEnnodio,
Sedis Conflantinopolwi

& Fortunato Epifcopis


ab HormifdaTapa
.

19
,

Hormis*'
iEx
an.fis.n.fy.

Venantio

Tresbytero, Vitali Diacono ,

&Htlaro

T^otario Legatis Jlpoflolica

B **'

oratonibus *ApoJolorum veniente! in partes Grecia y Epifcopi voluerint occurrere , in quadecet eos venerazione fufciparare , nolite fpemere , ne judicctur laipite: Et fi voluerint feceffionem nullamvos cumillis velie habere concordiamo. Si vero vos ad convivium cis,

c
men

Um Dei adjistorio
rum,
fi

&

ro are voluerint, blanda exeufatwne eos declinate , dicentes , Orate, ut pritunc erit nomummyfticam tllam menfam mereamur habere communem, qua alia off erre voluerint , excepta tegbis ija jucundior . Vitlualia vero,

&

&

fubvetJione

, fi
,

nibil deeffe dicentes

caufa popofeit, nolite fnfcipere [ed taliter excufate * fperantes etiam , utanimos fuosvobis accomodent, ubi
:

funtdona,
funi ccrtum

&

divitia,

&cbaritas,

& umtas & qukquid adgauSum


}

religio-

efl pertinere.

ordinazione, Deo propitio, Confantinopolim pervenientes ibi feantequam ipfumvideatis, cedite, ubi ordinaverit clementijjimus Jmpcrator j proeter quos pietas ejusmiferit. Tofle nulli detis ad vosveniendilicentiam,

Cam

ifta

no/ira communionis , tamen qumTrincipemvideritis , fi 3 eos fuh omni cautela fufeipiaut \elum babentes unitatis videre voluerint, ie, perquos forte, &quidagkur, deprehendere poter itis Trafentati itaque Imperatori litteras porrigite cum tali allocutione, Salutatvos Tatervefler, intere effonibus Santlorum jLpofiolorum Tetri Deum quotidi rogans, commendans, ut Deus, quivobis tale defiderium dedita Tauli veflrum regnum
.

& qui Orlhodoxi &

&

&

ut pr caufa Eeclefta

miniar confulereBeatitudinem ipfiuselegeritis, ipfe &per-

feclionem tribuatvoluntatis. Etftvoluerit, antequam ebartas fufeipiat, ordinem legationis agnofeere * Quid habent charbis verbis utimini Jubete ftripta fufeipere . Si dixerit Deo gratias agunty }*? Bffpondete, Salutes ad pietatemveflram continenti agnofeetis. ES qudvos folicitos de unitate cognofeunt Ecclefa: legite,
:

&

cauf mentionem penits faciatis, nifi pns acce-ptue littera releganadVitalianum tur Et pofl fufeeptas litteras , &reletlas, adjicite: Islam famulum veflrum mifit litteras , qui accepta pietate veflra ( fi cut ipfe firipfit ) licentia fuos ad Tatrem veflrum Sanbum Tapam homines defiinavit . Sed quia jufum erat, ut prius adclementiam veflram diriger, hoc fecit; utvobs jubentibus, atque ordinantibus y adeum fcripta, qua detulimm > Deo propitio perferamus Si Imperator petierit Epiflolasnobis ad Vitali anum diretlas , fic refpondendum efl: ?<(on hoc nobis Tater vefier janblus Tapa pracipit ; nec fine Tamen ut fciatis ftmplicitatem littejujfione illius aliquid poffumus facere rarum, quia nihil aliud habent , nifi preces ad pietatemveflram diretas , ut accmmodetis animum veflrum pr unitate Ecclefix, jungite nobifeum terfonam, qua prxfente, tradita anobi slitter relegantur. Si vero dixerit Imperator , eas f debere legere , refpondebitis , jam vos fuggefjiffe , jufum non fuifj'e fanelo Tapa. Si dixerit, Hoc tantum efi, quod in litteris continetur: pofunt enim mandatis illa nunciari. Tunc refpondcbitis , jtbfit d confeientia nofra nobis non efl confuetudo l>ips pr Dei caufa venimus , <? in Deum commifuri fumiti* Simplex eflSaniTapa legatio , omnibus nota ipfa ejus petitio, ipfa preces; MconftitiitaTatrum non e orrump anturi
idlius
.

& &

&

&

ut

Hormis-

%q
ut haretici de Ecclcfis
tinet .

Secolo VI.
rcmoveantur ; prater
ifta
,

Legatio noflra mhil con-

Sidixcrit: Inde

& ad Synodum
&

invitavi fanclum

Tapam ,

ut

fi

quid

jlgimus Deo gratias , pctitioni veftra, quia hunc vos affetlum , animum haberecognofcimus , ut ea , qua Tatribus confiituta funt , gcneralitas fervet: quia tuncvera , fancia unitas potefl effe inter Ecclefias Cbrifli, fi Deo adjuvante , hoc quod pradecefiorcs veftri Marcianus , Leo cuftodierunt , elegeritis effe fervandum . Si ile dixerit Qua funt ifta , qua dicitis ? Bgfpondete Ut Synodus ChalcedonenfiSy EpiftoU Sancii Leoni s Tapa , qua fcrpta funt contro, hareticos r Njftorium , &Eutycbetem y Diofcorum, nullatenus corrumpantur Si dixerit: !<{os Synodum Cbalcedonenfem , Epiftolas Tapa Leoni recep viusy &tenemm. }'osmox gratias agite , &peclusejus ofculamini y dtcentes: Modo cognovimus y Deum efe vobis propitium , quando facere talta feftinatis: quia ifta eft Fides Catbolica: ifta eft y quam pradicaverunt ^poftoli y fine qua nullus poteftejfeOrtbodoxus: iftamdebet Sacerdotum generala astenere , predicando ferrare Si dixerit: Orthodoxi funt Epifcopi, de confttutis Tatrum non reccdunt. I{efpotidebitis: Ergofi conftitutaTatrum fervantur, in nullo corrumpitur , quod in fancia Chalceonenf Synodo firmatum eft y quacaufaeft y tantum mter Ecclefias partium iftarum efiedifcordia Vel qua caufa facit, in uno Orientis Epifcopos non confentiret Si dixerit: Quieti erant Epifcopi , nulla inter ipfos difcordia verfabatur: pr adeceJJor Sancii Tapa animos eorum mifjs litter is cxcitavity ad confufionem excitandam perduxit B^efpondendum Littcras y quas fancia memoria Symmacbus defitnavit, pra manibus babemus

biguum,

tollatur de medio. I\efpondendumeft:

&

& &

efl

am-

&

&

&

&

&

&

&

Si extra y
Epiftolas

qua pietas

Tapa
ifta

veftra dixit, hoc eft y Cbalcedonenfe Conalium fequor , Leonis admitto , aliud nequicquam continent , nifi exbortatw-

ferventur , quomodo verum eft , quod per ipfum eft generata Tater vefter fperat , fi hoc contmetur in littcris , quod pietas veftra conferititi quidille fecit? Quid enim in eo videatur efie culpabile} His adjicite preces, &lacrymas y rogantes, Domine Imperator y confiderate Deum ponite ante oculos veftros futurum ejus judicium . Sancii Tatres , qui ifta conftituerunt , BeatiTetri^poftoli Eidem fecuti funt y per quam
?iem
,

ut

confufo

Jlt

&

&

adificata
Si

eft

Ecclejia Chrift
:

Imperator dixerit Quod me vultis per locutionem facere , habetis ecce mhi communicate , qui Synodum Cbalcedonenfem recipio, Epiftolas Tapa Leonis ampletlor nunc communicate mhi. J^efpondendum eft Quo ordine pietas veftra communicari ftbi desiderati ls{ec nos pradicantem ifta gaudemus, quia pictatem veftram vitamus y quod fcmus Deum timer e y gratum vobis eft , Vammi confiituta ferrare Fiducialitcr ergo rogamus , ut per vos inunnatem revertatur Ecclefia. Sciant omnes Epifcopi voluntatem quia Synodum Cbalcedonenfem , Epiftolas Tapa Leonis fervaveftram , Quo ordine facienda funt tisj vel Sedis *Apoflolica confiituta. Si dixent bacy oflendere oportet Iterum prece s adbibete cum bumilitau , dicentes , Tater vefter fcripfu Epifcopis gcncraliter Jungite bis littcris facras veftras, fignipcantes hoc vos indicare, quod Sedis Jlpoftolica predicai; <" tunc , qui funt Orthodoxi , de unitate Sedes *4poftolica minime fcparentur , Quibus crdinatis , paraius eft Tater qui bis funt contrarli , cognofeantur

&

&

&

&

&

vefter etia.m

fi

opus fucrit ,

Juam accommodare

prafer.tiamy

& quicquid expedit,

Cpihhfl.
pedit, ferva.tis
Si dixerit

zi

Hormis
DA.

Tatrum
:

conflitutis
:

Imperator Bene fla Iterum preccsjungite , bumiliterdicentes: Domine Imperato;- pacemvemmus praflantibus , facere,& contentiocani Dei adjutorio, vobisadnitentbus fopireinCiviratevcflra. Deduabuseflperfonis contentio: i(a caufa proncm prtum ciirjum babet: generalitas Epifcoporum prius ordinetur: fiat una comfequenti loco deiflis, vel fi qui funt alii extra Ecclcfias munio Catholic a: fuas, tunc diligentis poteji caufa cognofci. Si dixerit Imperator , De Mace-

pr integritate Ecclefia non negare. fufcipite interim noflra Civitatis Epifcopum.


,

&

&

bareticus efl nulla, ratione reImperato)' , nullum perfonalitcr opinione loindie amus. Et fi pietas veflra confideret , magis pr minima veflra , quhnur, utfit difcuffio. Si bareticus efl, judicio cognofcatur;ut nonfub opinione Ordonio dicitis
:

intelligo fubtilitatem

veflram

vocasi potefl

refpondebitis

Is^os,

Domine

&

tbodoxi injufi dicatur opprejfus . Si dixerit Imperator: Quid vultis ? Modo dicite de Synodo Chalcedonenf : dcetis de EpiflolisTapa Leonis Ecce qui efl iftius Civitatis Epifcopus , ad F{efpondendnm efl : Si ita cuflodit , in examinat ione caufa eum ifiaconfentit juvare pluspoterunt Et quia fervo veflro Vitaliano Magiflro militum talem dcdtftisliccntiam, ut (ifperaretbeatiffimoTapa, ut pr caufis talibus apud

&

quibusde loco potefl effe inientio, integra Imperator dixerit: Sine Epifcopo debet efie Civitas meo? univerfaferventur. Si Hoc vobis placet , utubiegomaneo, Epifcopus nonfit? Refpondendum Tradiximusduarum perfonarum contentionem efie iniflaChitate . Quod adCanones pertinet, jamant fuggeffimus: Canones folvere, in rcligionem committere efl. Multa funt remedia, multa inventa , per qua pietas vefra (ine commutinone efie non poffit, integra judiciorum forma fervetur Si dixerit: Qua funt fla remedia} Refpondebitis: 1<(on d nobis noviter inventa . Sufpenfa caufa de aliis Epifcopis, perfona, qua confentit confezioni pietatis vefra , conflitutis Sedis Apoflolica , interim ufque ad eventum cognitionis teneat locum Conflatinopolitani Sacerdotis ,fi cum Dei adjutorio Epifcopi voluerint f accommodare Sedi iipoflolica . Habetis textum libelli in fcriniis Ecclefia editum , juxta quem debeantprofiteri Si tamen contraaliosEpifcoposCatbolicos fuerint data petit iones, magnopcr contro, illos , qui fine verecundia Cbalcedonenfem Synodum anatbemati\ant, Epiflolas non rccipiunt Sancii Leonis Tapa , petitiones fufeipite ,
bis perfonis,
:

cum dtfeuffione caufa

&

&

&

caufam tamen in Sedis Jlpoflolica refervate judicio: ut fpem de audientia detis , dr tamen nobis debita refervetur aubloritas Si tamen Imperator Sereniffimus totum f promiferit effe fatlurum , tantum ut nofiram prafentiam accommodemus modis omnibus pris facram ipfiusperEpifcopos, per Epiflolam veflram , uno de veflris perferente per Trovincias, una cum perfonis, quas Imperator deputaverit , definiate: ut fic cum fervare Cbalcedonenje Concilium , Epiflolas Sanili Leonis Tapa , omnibus innotefcat ; qmbus ita pracedentibus, ad nos inCbrifli figno, utadventum procuremus,
. :

&

&

&

/cripta dirigile.

Tratcre e( confuetudo , per Epifcopum Conflantinopolitanum omnes Imperatori Epifcopos prafentari. Si boc illorum callidus tratlatus invenent , volentium formatti legatiomsagnofcere, ut cumT imotbeo , qui modo videtur Conflantinopolitanam gubernare Ecclefiam , Imperatorem adeatis; fic facite , ut fi ante agnoveritis, qum ad Imperatorem ingrediamim, fla dtfponi per
ahqiws, needum prafentati, dicitc T omo IL
:

Mandata

talia nobis

dedit

pracepta

&

HORMISDA

%%

Seco l

yj

cepta Tater pietatis veflra , ut fine altquo Epifcoporum vejlram clementam vdeamus . Ergo agite , donec ab hac consuetudine ipfe f moverti . Era in ufo allora, che i Vefcovi ftranieri giungendo in Coftantinopoli per trattar con Cefare , fi prefentaffero prima al Vefcovo di quella Citt , da cui pofcia v envsnr* intra Antri olPnr]iVn*7o rl/alPTrvTi^oi-n^ .*.. ^ ^.,^1 ^ A..~~ -1 -S
.

Timotheum videatis, ita fuggente: Vracipiat pietas vejranobis dare fecretum, utcaujas, pr quibusmiffis fumus , exponamus Sidixertt: Diche ecce
.

ante ipfum. l^efp onde bit is {on injuriam facimus:' fed quoad caufas peninet , etiam ipfius continet legatto noftra perfonam ; fuggefliombus noftris pra:

&

fensejjenon poteft. Et nulla ratione eo prafente aliquid allegetis ; fed egrcf fo, dclegatiomstextumexerite . Sin qui l'Iftruzione doppo la quale ridie:

dero in ifcritto ai Legati alcune afferzioni, Capitoli, damentale di ogni loro rifoluzione ; ed erano i Tegnenti
:

come

bafe fon-

Capitula fingularum Caufarum

Vt fancla Syodits Chalccdonenfis , EpifloU Sancii Leonis Tapa ferventur . Utique clementiffimus Imperator confentiens debeat pietatis fua facr a generaHa ad univerfos Epifcopos definare, in quibus fignificet pradicla f cre-

&

&

derei

<& vini e are.

Confentientes etiam Epifcopi in Ecclefta, prafente plebe C br i/liana s bac predicare debeant: jLmplebTi f fantlam Fidem.Cbalccdonenfem , Epijlolas Sancii Leonis Tapa , quas fcrpfitcontrabareticos Is^ejorium , Eutychetem, Diofcorum, fed&contra fequaces eorum , Timotheum JElurum,Tetrum, -pel contrae os > qui in ipfa caufa tenenturobnoxii, fimul etiam jlcacium , qui quondam Confiantinopolitana Ecclefmfuit Epifcopus , jed Tetrum etiam .ntiocbenum anathemati^antes cum fociis eorum. Hac manu propria , prafentibus eletlis vencrabilibus viris, fcribentes , faciant fecundm textum libelli) quem per K^otarium noftrum edidimus Inexilium deportatos pr caufa Ecclefaflica ad audienti am Sedis ^Apoflovera examinatio de bis pojfit haberi itaut lica revocandos , ut judicium , caufa eorum inquifitioni integre refervetur . Si qui vero Sacra Se di Jlpoflolica communicantes , Catbolicam fidem pradicantes, atque fequentes fugati funt], vclin exilio detinentur : bos jufiumefi anteorhnia revocar i. Tratere , qua Legatis Inter reliqua injunximus ut fi contigerit libellos porrigi adverfus Epifcopos , quiperfecuti funt Catholicos y de bis judicium Sedi

&

& &

& &

&

*Apoflolica refervetur: ut circa eos venerandorum Tatrum pojjint conflituta fervariy per qua adificatiogener alitati proveniat. Ricevimento <k* Con il ricapito dunque delle accennate lettere , e con l'appoggio di coCsftin ' s ponderata iftruzionepartironfi da Roma, e giunfero i Legati Costantitinopoir. nopoli , ricevuti honorevoliflmamente da Celare , non perche egli defideraffe di riftabilir la Religione nell'Imperio , ma perche voleva parer di defiProccoure mahiiofiifime diAnaflafio,

,.

derarlo, afinche il Popolo Coftantinopolitano alienato per motivo di Re' .. r r r ir .-r j -i ligicne , per la medelima caufa al ilio partito ritornale, abbandonato il contrario di Vitaliano . Perlaqualcofaegliacconfent prontamente a quanto efpofero i Legati, e con deliberato configlio neg folamente di condannare,
.
,

come

, ,

Capitolo II.
come voleva Hormifda,
il

z$

Hormis

perfuafo dalla fperanza, che refo grato ai Cittadini, quanto pi fertanto pi facilmente elio fi farebbe mamente haveffe loro adherito nel foflener la fama , e il nome di quell'amato Patriarca. Contal'arte , none credibile, quant'egli fi av vantaggiale nel concetto dellaplebe, e quanto ben rivolgere fuo favore l'awerfo corfo della fua fortuna; effendo che da una parte dava fegni manifefH di buo-

nome di Acacio,

na Fede , e dall'altra appafiionatamente adcondava l'impegno del Popolo che infitte e tutto al Papa concedeva , fuor che ci che non gradivad fuoi Vffalli . Con vore avviamento trattenuti parecchi melili Legati, rimandolli finalmente tal

fa-

Roma, accompagnati pompofamente dai Conti Theopompo, e Severiano, che come fui Ambafciadori deitin Hormifda fotto fpeciofo pre,

fetto di fopir

mediazione la difficult , che l era refa infuperabile ai Legati , circa la condanna di Acacio ; ma con pi occulto difegtio di tirar lungo il negozio, infin tanto che pi fermamente fi procacciaife ilfeguito del Popolo contro il partito di Vitaliano Accompagn li Legati Pontificii, e li fuoi con due [a] lettere al Papa, tutte ripiene di fentimenti Cattolici, riprovando Euty che, &ognifeguacedell'utychianifmo, e fol l lungo fendendoli querelarli dellainfleffibilit de' Pontefici Romani in voler perfiflere nella condannazione contrariata di Acacio , e in voler difeacciar dalla Chiefa per il nome di un morto tanti Chriftiani viventi , Quia gra-

con

la loro

5JT?2i!'i?rir
tpijt.Hormft*.

ve effe, egli diceva, Clementianojlrajudicat, de Ecclefia Venerabili propter mortuos , vivos expelli Mi Hormifda Cm dal bel principio dell'arrivo dei due
.

quell'Amo afeiaria di Huomini Laici in un breve rinvenutili per Euty chiani non fol' occulti, mmanifefti, rimandolli al lor Cap ienz'altra conclufione, che quella efpreffa nella lettera, che egli direfle Cefare con quelle parole, [e] Fac > Domine Imperator , effe cium rerum fidem probare verborum T^onenim fermonibus cognofeuntur bomtnum corda, fed effeffibus E perch fofpett Hormifda, chel'efito infaufto diqueflalegazionepoteife eifer attribuito
[b] grad

Conti in Ronn, poco

b Hermif.inepip.

tant' altare di Religione; e quindi in

f ~*'w

E{ '^'

Hormifiu rigetta

/'^i'"'
e Hormi'f.

Amba *
epi/t.

6,

fua durezza, e

non a' raggiri di Anaflafio

rifolv [d] di fpedir un'altra

Legazione in Oriente non folamente all'Imperadore, mi tutti li Vefcovi Cattolici, affindifincerarla favia condotta della Sede Apofiolica , difei- spedizioni di frar'i pieno i demeriti antichi di Acacio , e divulgar in Oriente una diiliiua dus } -cgac.ponficUin0rkncc Conreflione difede Orthodofla, acci per eifa in tanta confufione di Heretici, Scifmatici, e Cattolici, rinvenir fi potette , chi folle vero membro della Chiefa, echi veramente meritafle la communicazione del Capo A quello grave impiego deput il fopranominato Vefcovo di Pavia Ennodio e quel di Mifeno Pellegrino, congegnando loro [e] diecinove lettere, da e^nafl.inHbrm!f. ricapitatali' [/] Imperadore, al Vefcovo [g] diCoftantmopoli, ai *$'": [} J VefcoviHeretici, ai Vefcovi [i] Cattolici , al Clero , [f^] eMonaci to-^^'^-'j. itantinopolitani, & Potteiiore Vefcovo [/] Africano commorante in CoVu?m$l\6. flantinopoli , oltre ad altre tredici fcritte diverfi Personaggi, le quali fono Uem ?>'* un'ettratto di cuor' Apertoli co, e di animo tutto follecito della cura, e fallite dique'Popoli Quindi con accuratiilma diligenza egli ftefe la Confeffione di Fede adattata a que'tempi , quale prefentar dove vali ai Vefcovi , m ^pudepi/i. 5 r. chiunque richiedeva la communicazione dellaSede Apofiolica; il cuite- ?**%$*'&' L Icepos Hi/pania. .,.. _ :i r ~ r i noreerailfegnente[>] B<Weiftoadi Trima falus cft, regulam retta fidei cuflodire, confiitutis Tatrum co*SSI nullatenm deviare. Et quia non potefi Domini noftri Jefu Cbrijli pratermit- daHorm.fda.
.

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P7#

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&

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Hormxs"
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tifententiadicentis:

Secolo VI.
TuesTetrus,

& fuper hanc petram adificabo


:

Ecclefat

meam&c.hac qua ditla funt y rerum


ftolica,

probantur cffeJibus quia in Sede Jlpoimmaculata eftfem per fervuta religio %Ab bac ergofpe , &fidefeparari
.

omnibus confiituta y anathemati'zimusomnesbat ethos, pracipu "Heftorium harcticum , qui quondam Confiantinopolitana Urbis fuit Epifcopus , damnatus in Concilio Epbejino Cceleftino Tapa Urbis Roma , Sanilo Cyrillo Alexandria^ Civitatis Antiftte Una cumipfoanathematr^antes Eutycbetem, Dwfcorum Mexandrinumin SanflaSynodo, quam fequimur , ampie climur, Chalcedonenfi damnatos His Timotbeum adjicientes parricidam, JElurum cognomento , di fcipulum quoque ejus , atque fequacem Tetrum , vel jicacium , qui in eorum communionis focietate permanfit quia quorum [e communionimifcuit , illorum fmilemmeruit in damnatione fententiam: Tetrum nibilomins *Antiocbenum damnantes
in

minime cupientes ,

&Tatrum fequentes

&

&

&

&

cum fequacibus

fuis ,

approbamus omnes Epiftolas Beati Leonis Tapa, Quapropter fufcipimus-, imiverfas quas de religione Chriftiana confcripfit. Unde jicut pradiximus , jequentes in omnibus lApoftolicam Sedem , pradicantes ejus omnia conflituta , [pero, utinunacommunionevobifcum, quam Sedes ^ipoftolica pradicat , effe merear, in qua ft integra , ver ax Chriftiana Religionis foliditas Tromit.

& omnium fuprafcriptorum & & &

tensetiam, fequeflratos tommunione Ecclefia Catbolica, ideftnonconfenticntes Sedi lApoflolica , eorum nomina inter [aera non efe recitanda myfteria Hanc

!^" v i p r 5!!" 7 ione di A nafta

"

autem profefjionem meam manupropria fubfcripf, tib Hormifda fantlo, &venerabiliTapaUrbisHpmaobtuli. Data XV.Kal.JLprilis ^Agapito V.C. Confule. Tale fu la Confezione preferitta da Hormifda, fotto la quale annot ancorala forinola della fottoferizione , che far doveva, chi profeffavala , con quefte parole , ^.'^ mifer adone Divina Epifcopus 7^.J^.hac meo. profefjione confentiens omnibus fupradiblis , fubfcripf fanus in Domino . Data Menfe .... Die Indizione . Mi ficcome Hormifda, & Anaftafio tendevano fini contrarli, cio
. .

&

Ho

l'uno di riunire, l'altro di difunire le

membra

della Chiefa Cattolica; cos

zJinatt

'

m\fu

parimente difeordarono ne'mezzi , e quelli fecondi Legati n furon cos honorevolmente ricevuti , come li primi , e molto lungi and l'effetto bramato della concordia. Conciofiacofache il perfido Imperadore rinvigorito dipartito, e tolta Vitaliano la Prefettura delle milizie, riguardandoli con occhio fuperiore tutti, enontimorofodialcuno, s'inalz di nuovo contro Dio, e torn farla da quell'empio, ch'egli era. Defcrive l'ear _ fecrabilefucceffo [a] Anaftafio Bibliothecario con quefte parole, HormifTeregrinum Mifenatem Epida item fecundum mifit Ennodium Epifcopum , contcjiationes fecrctas nufeopum , portantes Epiftolas confirmatorias Eidei , textum libelli In quo libello noluit afkntiri Ananovem , mero decem ipfe in barefi Euty chiana communicaverat . Volititi ftafius jtuguftus , quia

&

&

&

&

&

Legati vero Sedis ^Apo~ itaque eos Le?atos per remuneratonem corrumpere flolica nullatens confenferunt accipere pecunias, nifi Sedis jLpoftolica fatif:

fatlionem operar entur impofut eos Tunc Impcrator repletus furore ejecit eos per Tofliculum, Magifirianis , &Trafeclis nomine Hein navi pertculofa cum inilitibus y quibus hoc dedit in' mandatis Imperator Anaftafius y Demetrio UodorOy Ut nullamCivitatem ingrederentur . Legatis vero Jtpoftolica Sedis fupracrinovcm per ma-ms Monachorum , ptas Epiftolas fere decem Crtbo-

&

&

&

&

&

Capitolo

IL
:

1%
T une furore
repletus

Hormis-

quas Epifcopi Civitatum, Orthodoxorum cxpofuerunt per omnes Civitates omnes eas cpijolas timore pr crimiqui erant complica lAnaftafi *s4uguJH, ne Conjlantinopoltm dir exerunt: cos Anaftafio ; e foggi unge , chefcriveHe

Cefare

al

Pontefice un'arrogantifima

lettera

%?,'%$'%
.

?ips tpiji. ao ^inaflafms contro, juberi ; e quindi rinnovando contro i Cattolici un atrojubere volumus , non ciflma perfecuzione, gli Eutychiani [b] palabundi , quo quifque ferretur b Baron.*no J17. *-5*-tw.6, impeti* voluntatts , in Crthodoxos infiliunt , eorum bona diripiunt , profafcripfit ,

Hormifdam Tapam

inter alia facra

fua hoc

&

nant Eccleftas, injiarque Luporum in ovile ovium irrumpentium , malant , ^'""' Santo [ e ] Vefcovo per nome Eniado in tanto rivolgimento %1'J^ft? perdunt . di Religione alzando bandiera , e fattori Capo de' buoni , qua , e la per la

Un

Citt correndo, animava tutti alla perfeveranza, alla morte. Chia- Nobiliare Sant0 " tov mollo a f Anaftafio, edefortollo, che paffaiTe al fuo partito, conefibirgli tal fine denaro, e gemme, e quanto egli richieder fapefle di preziofo, Cui Epifcopus , Tu, inqutt , potius ad Crthodoxos tranfi , ne dum opinionem Diofcori amplcfferis , Memo igni impiorum hominum Severi , Eutycbetis s

aM
'

&

prendendolo per il lembo della Chlamide Imperiale, aiti Veftisnequaquam te poft mortem fequetur, lmperator, fed fola virtutum habitus Defme perfequi Ecclefiam t comitabitur te pietas ,
addicaris; ein cos dire

&

Chriflus fuo rtdemit fanguine . Indoftus es ncque ullum Eccleja decretum perfette intelligis

quam

,
:

& rattocinandi

tgnarus

fcurribilibus calumniis fatuos ttnes

Satis fit tibi


.

tantum impojturts , dignitatis , qud Impera-

&

ta es.

jLmiflitesEcclefi&noli^exare Dicefi, che a tali parole, e all' atto intrepido del Santo Vefcovo rimanelfe ftupido, come di f medefmo vergognandoci Anaftafio; e conchiude l'Hiftorco di quello racconto, [d] J Utmctdr. Taupcrrimus cumejfetille Epifcopus , nec obulum quidcm ab Imperatore voptetatis rationem luit accipere adeo iiber erat , ac Julius in Deum E idei, habens quindi, come da fenfibile rimprovero, prefo nuovo vigore > Morte dimoici e furore l' imperverfato Cefare, molti fuoi domeftici barbaramente uccife , Catcol ci fol perch'elfi profetavano il Concilio Chalcedonenfe , e condann alla morte li due Cattolici Conti [e] Giuftino, e Giuftiniano , che farebbon e ZonaTm in an t pur' eglino miferabiknente ineori nell'efecuzione della fentenza, f unapiii pan. 3. alta previdenza del Cielo non li havefTe prefervati vivi riftoro, e quiete del Chriftianefimo , l' un doppo l' altro Succeffori di Anaftafio all' Imperio , Gin/lino, e gu . Conciofiacofache la notte antecedente al mattino deftinato alla lor morte uEnrejlbtrat comparve in fogno ad Anaftafio unterribil fantafma, che in vocehuma- dalia mrce
',

&

Ma

'

'

na, e tuon fovrhumano di voce fcuotendolo diifegli manone quid male feceris: nam uterque fuo tempore Deo

J ufi ino
:

ac JujiDefoiaxonein

ferviet

alle quali

parole nfveghatofi Cefare ritratt incontanente il fuo comando. Severo ^nd^Vde- Oo* intanto , eh' era il Capode' micidiali , fece carnificinatremenda de' Monaci naci Cattolici, uccidendone migliaja in obbrobrio di morte ftrafeinatiper le ftrade , e fin tolti a forza da' facri Altari , e confegnati alla fierezza de' Manigoldi: in modo tale, chedifperfo, e vilipefo il facro Elercito de' Religiofi d'Oriente fenffero [/}quindi una compaflonevoliifima Lettera al coni- f Extat ;tlttrep :jf, mun Padre del Chriftianefimo, implorando da lui, non tanto ajutoai lor nrmi[d*. . mali, quanto foccorfo di Orazioni dai Fedeli d'Occidente, acci il Signore 'W- 21 porgcife loro coftanza ferma in quella nuova fiera perfecuzione . Pianfe e lettera, che * Hormifua alla lettura di cos eforbitanti eccelli , e tutto ( ftrufle in una [g ] ['/[!; ? loro Hor lungalectera, che que' beati Campioni egli direffe, benedicendo l' Altif- s ktrmifi* t?i/i.
-

fimo,

21,

.,

Hormisa Pj al
r

25
Qm

Secolo

VI.

fimo , ficiem militum fuorum in medio hoflium fervavit , gemens dice di f, clamavi Surge [a] Domine, judica caufam tuam mcmor e/io opprobriorum tuorum , ne oblivifcars vocem qumrcntium te ; e pofcia loro rivolto, come rinvigorendoli con la memoria delle paliate traverfie, "No eflbic, fegue, labor Ecclefia novus: ex ufu^ji Fidelibus Dei, utpermortem corporum yitam lucrentur animarum, dum perf catto viam facit probazioni, probatto caufam facit meriti Terffiite , charijjimi , mihi, &inconcu(fam Fidem animi- virtnte ferrate. Magna quidem funt, ad qnxvocamur indigni: nonretardet infirmitas , quoniam quivocat , retributorfidelis, fortis adjutoreft. l^pn delie iofa, non blanda, eflnobis Dominus pollicitus: premia promifit ille , nonotia: nonconveniuntlaus, pigritia: quilocuseritremub Mattb.^ nerationi, fi nulla efl caufa virtutis? [b] Angufla porta, fed regna diff'ufi: paucs aditus , fe probatis Trimus Dominus nofier, patienti a ipfiusMagifler crucem afeendit, fuos informaturus exemplo, quoseratadjuturus auxilio 7{os in parti bus vidimus, palpavimus, probavimus, qu^fequamur Ergo nunc filtem folidis paffibus in viam patrum , ad quam recurriflis , infflite conchiudendo con memorabiliflma Temenza , Ceneralis mandati falubritat vosmoneo, quicquid adverfus regulas patrum de quibuslibet commentario profertur , abjicite Cos egli con pi potente fuon di voce confort Dio la fua Chiefa , che oramai languiva folto la fierezza della perfecuzioneEutychiana: poich nei breve termine di un' anno con horribiliilmo efempio tolfe dal Mondo chi fottofopra poneva nel Mondo la fua Fede, cio [e] Timotheo Vefcovo e ^<jji 7 d ..40 S 8.'aii 9t di Costantinopoli con repentino colpo di morte, &[rf] Anaftafo contreLugh mendo colpo di fulmine, che fpefe il Cielo per abbatterlo, incenerirlo, c 1 Cum aliquando , diceZonara, tonitrua horrenduminmodumrefonarent , e z<m ar C purt. ; atque xAnaflafius perterritus ccenaculo in cir fulgura multa eliderentur , wMMulum defcenderet , atque alios, atque aliosthalamos fubiret, tnquodam d^AhattfiimiKradore. regio cubiculo mortuus inventus efl. Soggiunge di lui il medefimo Autore, /'] jlnaflafium aliud vidiffe [omnium , cio virum tembilem , qui librum e ... [ manu gefians diccret , Ecce ob perverjtatem fidei tu annos quatuordccim. e eh' egli rifvegliato [g ] riferiiie il fogno ad Amanzio fuo zcetrenusmann. vit tu<e deleo prediletto Eunuco, e che Amanzio tali parole gli replicarle, Ego etiam imaginatus fura adfare me majefiati tuae , venifkque Torcum magnum, qui me vefe accepta in terram proflraverit , atque devoraverit ; e che {paventati ambedue delle feguite vinoni ricorrefero Proclo Matematico, empio di que' tempi , e che Proclo ad Alroiogo egualmente famofo, [ b ] hzo7,<ir.hc.ch.& iui.ts in bijt. ad Amanzio predicele , Utrumque paul pj vita defunclurum Anaftafo , Conchiude di Anaftafo Zonara, [/] Quia fatale fibi effe -ex oraculo didiceizonar.ibid. rat, ut fulmine inter ir et , tholotum adijicium confruxit, in eoque degit, fed k ccdrettjocct.frufr: poich foggiunge Cedreno , \kf\CumJLnaflifiusedoc~iusef\et, igne fibipereundumfore, cijiemam in palano, qud. Frigida die itur , multi s meatibus aperuit , quorum cuique cadus appofims efict, conatus hoc patio oraculum irritum reddere . Verhmidabsrefuit: fulmine enimdivinitsefticlus, e come meglio affermar noi poniamo con le parole della Sacra Scrittura, [l ]De in carn e. j. Q dimicatum efl contra eum N creder dobbiamo , che in tanta concuilone di Religione fotto l' Imoperazioni degn,j, Hwrmifja perio del perfido Anaftafo fofTe fola, unica la follecitudine di Hormifda condro aita Hever f j e Qefe dell'Oriente, che non ne richiedeftro ancora lor parte quelle
*
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Captolo
quelle di

IL
,

z7
,

Horms-

t lt c t '- 1 mite dnoi, come ricco appanaggio di quell'aureo dire, di cui fu egli dotato e per dono di natura, epermeritodidudio. Efopratutte nobiliilme Tono quelle , dirette Giovanni Vefcovo Nicopolitano , Dorotheo Theffalonicenfe, S. Avito di Vienna in Francia, e S. Remigio di Rems, al quale individualmente [e] impofela convocazione di un Sinodo per con- c santgUn.siy. vincere un Vefcovo Ardano, odinatiffimo di cuore, eloquentimmo di *cnuu.diFr*~ lingua, e perniciofiflmo di efempio. E'1 convinfe S. Remigio con nuova Uii'KereticoAr. forma di difputa; effondo che [d] nel primo entrar, ch'ei fece, nella Sala [J'Jjj- divenilco del Concilio, alla fua fola maeftofa, e fanta comparfa f ammutolirlo in d wn<,. invita modo, che rendendoli imponbile all' Heretico il poter' aprir la bocca, ad JJfLr.r?!?''
>' '

fores Bajlicd Confantinianx incendio concremavit . E certamente nonmen */". $57per zelo rcndefi celebre quello degniamo Pontefice, che per infaticabile J/p 1 w*! penna, che l'ha perpetuato gloriofo alla Portenti nelle fueEpidole,perve- Band! contro gii

Macedonia , dell' Africa e dell' Occidente , agitate tutte come le altre dell' Afia , dall' Hcrefia Manichea dalla Euty chiana BihL '" dall' Arriana. Riferifcedi lui [a] Anadafio Bibliothecario, che in Ro- * ^*f/ H ma Hormifda invcnit Manicbdos, quos cttam difeuffos cum cxaminatione plagarum ( e [b] qui notifila pena afflittiva di corpo folita darli fin da'primi b vedaiPontif.di fecoli della Chiefa agli Heretici ) exilio deportava , quorum Codices ante ^l'^J^'^t

Roma

della

DA

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'

vefigia [aneli viri protius cadens

nutibus veniam petiit

allora

il

Santo

vedendo forzofamente humiliato quel fuperbo inimico Figliuolo di Dio, con atto pietofo lui rivolto dirle,

della Divinit del


In nomine

de ilio, noftrijefu Chrifti Filii Dei vivi, fi ita de eo refffentis, loquere, ficuti Catbolica credit Ecclefia , credei confitere. tal foave intimazio-

&

&

Domini

ne , [e] H&reticus]amantbjuperbus, bumilisjam, Catbolicus Catbolicam e ibidem. Fidem de [ancia cjr in[epar abili Tv innate , de Chrifti incarnatane Cath olite confe[}us eft La vittoria , che riport S. Remigio i quefto Vefcovo Arriano, in come un preludio dell' altra maggiore, che riportarono in Africa tutti li Velcovi Cattolici dell' He'refa Arriana Trafamondo infettato, [/]erotto con notabili/lima drage dell' efercito de' Mauri, fdegnan- { P , 9F de beli. do di fopravivere cos duro infortunio, accorato, edifperato[^] lafci vr*nd.ub.t. s ^ " no ^ i di vivere, obligando prima con giuramento Hilderico fuo Nipote, efucceffore nel Regno a non permettere [b] doppola fua morte il ritorno in h s.ifidtr W A d F Africa ai Vefcovi Cattolici, e la liberta della Religione Nicena in quelle **.<**"*. Chiefe. Ma Hilderico ricordevole dall' educazione Cattolica , con i cui infeqnamenti era elfo flato allevato da Eudoxia fua Madre, non volendo R t i\ c* coliti in Africa n Y n r t>.f irenderh nelpcrgiuro a Dio, ne ingrato al Zio, con accorto connglio, avanti che fpirai e Trafamondo , [ i 1 '.... i-_/i-i/> >-viS J pracepit Sacerdotes Catbolicos ab exilio Idem ibid. 'r f reduci^ cr Ecclefiasaperiri. Qual funzione legni con tanto gaudio, e pompa de' Cattolici, cheparve allora l'Africa tutta ufeircome fuori di f incontro ai nobili efiliati per riportarli fopra le proprie braccia alle loro Patrie, e Chiefe. Il che f rec gran conforto d quella da tanti anni opprefla Chridianitd, aggiunfe parimente nuovo fplendore al Pontificato di Hormifda, benedetto dal Cielo con duplicato contento , cio*con la ertmzione di due potentiflmi Tiranni Heretici , Anadafio in Oriente , e Trafamondo in Occidente , e con la profpent dei futuri gran fuccefl , che felicemente pur' bora noi ci accingiamo i deferivere Quegli medefimo dunque , che con tremendo colpo balz X empio Anadafio dal Trono, con ammirabil difpofizione efaltovvi l'innocente

&

&

'

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c>

'

Guidino

Giuftino y ede [a] Jercorc erexit paupercm , collocandolo su quel fublime Soglio di dominio , e di gloria, che tanto vituperofamente havea profanato U n allIm ilfuoAnteceffore. Morto Anaftafio, fu ei acclamato dal Senato Imperadoper io. re , Huomo Thrace di nazione , vilifllmo f fi riguarda la nafcita , & ufcito p8 da s tenebrofi principii di fortuna, che nella giovinezza [b] fu condotto Ir*ty dalla neceffitcuftodir le mandre de' Porci; ma valorofifimo f le prodezze, per cui merit, fatto Soldato , di falir ai porti pi riguardevoli della milizia; eCattolichiflmofela Fede, fatta da lui femore rifplendere fra le miferie , e le grandezze di ogni fuo (tato Hormifda piena bocca , e fen^Horitffd* tpji. zane pur ombra di adulazione, chiamollo [e] datodaDioalChriftianefimo , e con occulta providenza condotto per indoliti fentieri al governo del Mondo , canonizzandolo col nobil fregio di quelle parole , Vere vobis Tro Himm.i. pbetici Sptritus convenire -perba drxerimus, [d] Triufquam te formar em in utero y novi te. Ardeva la Chiefa Greca nel fuoco delle accennate Herefie, e con la parte infetta andava!! confumando a poco a poco ancor la fana fra* lefcifturedelloScifmaconla Chiefa Latina, perla miferanda oftinazione fueprimeopc di voler ella foftenere contro le Scommuniche Papali il deteftato nome di a a vor Acac *> quando Giuftino fui bel principio del fuo Imperio con rifoluta ded'e' caKoi ici terminazione fi die conofeer per qual voleva efere , anticipandoli prefb i Cattolici la fama di Ottimo,e prefb gli Heretici quella di Formidabile [ e ] Statim y dice di lui Evagrio, Imperio potitus le recider la tefta ad Amanzio Eunuco diletto, e fido confultore , &impulfore delle fceleratezze di Ana^ a ^* [e]cumaliisnonnullis, da' configli de' quali riconofeevafi abbattuta iznJf&ctd'n' /' 'la Religione , e rinvigorito l' Eutychianifmo nell' Imperio ; quindi [f] per in 7hjo palefarcon atto publico la fua venerazione al facrofanto contraftato Concilio Chalcedonenfe, avanti di nobilitar Lupicina fua Conforte col titolo di Augnila , egli cambiolleilnome in quello di Eufemia, alla qual Santa Martire^dedicavafi quel Tempio, dentro il quale fi era celebrato il Concilio. Aggiungeva!! , che morto l' empio Timotheo era flato inalzato dal Clero al Vefcovado di Coftantinopoli Giovanni, Huomo fantiffimo, che avidamente defiderofo della riunione delle due Chiefe riceveva, e porgeva d Giuftino configli , e impulfi proporzionati al bifogno . In tal buona difpofizione dunque di cofe facilmente avvenne, cheperfuafo il Popolo dalla verit della fede , e non pi oppreflb dal comando avverfo del Principe , in ocDefiderio dei cafione che trovava!! un giorno adunato nel Tempio per la inaugurazione nD^o^o^di del nuovo Cefare , nell' atto che il Vefcovo Giovanni afeendeva, fecondo il riunirli icon la coftume, fui pulpito, efclam con ibave melodia pi tofto, che con tumulto chiefa Romana q ue ]i e fau [i;e acclamazioni , folite allora pratticarfi, quali Caflodoro elegantemente defcrilfe, [g] Soletis aera ipfamellifluisimplere clamor ibns, quod ipfas bdluas dcletlet audire Trofetis poces Organo tino Cono dicere , %fp. jt! ita [uh quadam armonia citbara concavum Tbeatrum per vos dulciorcs , re fonat >at tonos pofjtquilibet credere , ->:on clamor es\ e quefte furono, come una fola bocca [h] Multi anni Tatriarcha, multi h ^iptid n^n.to. pi voci ufeite tutte da 7.anno5i$.n.s'.& anni Imperatori, multi anni <Auguft#. Quid manemus incommunicati ? Ter f ?' tot annos quare non commutici .ws * E rivolti tutti al lor Vefcovo, feguitarono Orthodoxus es quem twies , digne Trinitate ? Severum Manicbxum Qui non loquhur , Manicbaus 'fi Ejjbdiantur offa Manicb.-corum , ejice alludendo con improperio ad Anaftafio, che fu notato per Manicheo. Santlam Synodum modq pmdica. Maria Tbeotocos eji digna Tbrono. Vincit
a pf,i.
,

HormisDA
ir'
succeffione

z2
"

Secolo

VI.

di

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&

'

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&

fides

,, ,

Capitolo
fides Trinitats
:

IL
:

zg
.
:

vincit fides

Orthodoxorum

Orthodoxus regnat

HormisDA Synodum
*

Chalcedonenfem modo predica , quiajuflinus regnat ejice foras Severum: novumjudamejiceforas: infidtatorem Trinitats ej tee foras. Cos il devoto ravveduto Popolo; inammaeitrantentodi elempio, chela fede del Principe tirafeco dietro quella di tutto l'Imperio. Ma un s grave affare tanto defiderato dalla plebe , e tanto promofYo dall' Imperadore , e dal Vefcovo quanto era la riunione di ambedue le Chiefe , non poteva!! fondatamente condurre arine, f canonicamente non condannava!! la Setta degli Acefali, 1 feguaci dell' Enotico, e g' impugnatori del Concilio Chalcedonenfe di S. Leone , e pi precifamente Severo , & Acacio primo fonte , e autore Per la qualcofarifolv Giovanni di convocare, come fegu, di tanto male un Sinodo nella medefima Citt di Coftantinopoli, invitandovi tutti que' Vcfcovi, che quivi fi ritrovavano, quivi prefTo dimoravano, i quali afeefero al numero di quaranta. Adunato il CongrelTo, come in nome i tutu la Chiefa Greca fi prefentarono i Monaci Cattolici, [a] efibendo a' Padri cinque fuppliche, memoriali con cinque ftanze, che furono dal Concilio approvate con altrettanti decreti. La prima, chef! rimetteflero ne' facri ruoli i nomi diEufemio, e di Macedonio, calfati gi dall' odio , che alle opere loro cattoliche portavano gliHeretici; fecondo , che i Vefcovi Cattolici indebitamente condannati in Ellio, fi reitituhfero alle loro Chiefe; terzo, che fi regiftraflero fra le facre > e canoniche fcritture i quattro Concilii Generali, Niceno, Coftantinopolitano, Efefino, e Chalcedonenfe; quarto che il nome di S. Leone Papa, parimente cancellato dagli Heretici* ti riponefle ne' Dyptici ( Dyptici erano unaTabella , che fi apriva come un Libro, e in una banda [b]C\ riponevano i nomi degl'Impcradori Cattolici , e Vefcovi viventi , e neh* altra que'de' defunti , e di entrambi poi faceva!! prporzionata commemorazione ne' Sacrifici delle Mefle: Magnum dedecus-, foggiunge l'allegato Autore, ingens pcsna erat illis , qui de hac Tabel.
:

sinojo
110 ?

crtaiftf. olKail e

*&**. ctnfi**t.

suoDsvruipet

j"cKe(e uina, e Greca.

bM*c r //Wp.'^" vvh. Datiti .


:

&

la delebantur

ut

m
.

H&reticos , Scbifmaticos>

& exeommumeatos

fieri con-

jncverat) quinto

che Severo occupatore della Sedia Antiochena fi didegradaife, e fi feomm uni cale. In quefte cinque rifoluzioni terfcaccia!le,fi min il Concilio di Coftantinopoli, non totalmente favorevole alla Fede Cattolica , mentre Ci determinarono per innocenti Eufemio s e Macedonio che la Sede Apoftolica non nconofeeva per tali, come adherenti ad A cacio & indegni veneratori della di lui memoria E perci fu qiiefto Sinodo di fappro vato dal Papa > il quale , come fi dir , ordin , che fi cancellane il nome di que' due Vefcovidai Regiftri della Chiefa Coftantinopolitana. Tuttavia la rifoluzione generale del Concilio fu accettata da tutte le Chiefe d'Oriente ne' loro Sinodi particolari, fra quali precifamente fi annovera il Gierofolimitano di trentatr Vefcovi,quello di Tiro, & altri molti, con fottoferizione uniforme di due mila [e] cinquecento Prelati; li quali che c non confideraflero , che condifcendeilero alla repofizione de' nomi ne' /. %*."& S,V Dyptici di Eufemio, e di Macedonio, diedero anche elfi non volendo, 5i3.i *. un gran documento ai Pofteri di quanto pefo fia 1' autorit Pontificia, mentr' ella fola preponder ai voti di tanta gran parte del Mondo nel rifiuBandi diGiuRi to, che fi fece, della memoria, e fama di que' due prevaricati Prelati I nacomroaUMe*. conceputo difegno dello ftebilimento dell' accennata riunione concorfe recin prontamente Giuftino con ifoliti bandi della Potenza Imperiale, promul11, gando [rf] un Editto, in virt del quale egli concedeva il ritorno alle loro TZ^*"'* Chiefe
.
(

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Hormisa
i

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Secolo

VI.

Lihte
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bfw^. M
C

Chiefe tutti li Vefcovi Cattolici efiliati da Anaftafio d cagion di Fede , Co ftituendo nel luogo del loro efilio tutti li Heretici, frquali [a] nominatamente Giuliano Vefcovo di Halicarnafio , e con pi fevero caftigo i' empio Severo, condannato [b] al taglio della lingua in obbrobrio, e pena delle

te

conio seveTo?

dei/*

Primi i Herdfocl' h I,c at *' / "' l

S'

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commiffione haveva il Reo con follecita fuga da Antiochia ad Alexandria nido, e ritirata in que' tempi ^ e S^ Heretici Eutychiani Quivi con l'unione dell'accennato Vefcovo Halicarnalleo offertafi lui congiuntura nuova di nuove Herele, aggiunfe a ^ e aDt * cn * fenii delle future, da' quali germogli pofeia nel futuro Secolo la Setta infaufta de' Monotheliti .[e] Alexandria, dice l'Hiftorico Liberato, requifivit quidam Monachus Severum , quid oporteret diccre, Corpus Cbrifii Domini noftri corruptibile, an incorruptibile Ille refpondn, Santlos Tatres corruptibile illud dixifle Hac audientes quidam *Alexandrinorum cum Yf.quififfent Julianum HalicarnaJJeum in alio loco fedentem , quid ipfe Aitdret de eadem quaftione * Ille dtxit , Santlos Tatres contraria dicere um taque finguli flatuere proprium refponfum volente s , fcripferunt libros adverfus alterutrum , qui venientes in mult nudine Civitatis Ecchfiam illam dh ik-tmt, alios quidem feceruni corrupticolas appellar: , verm incorruptibilitatis aJJ'ertorcs pbantafiaflas Timotbeus vero magis Jenten.

P roferite beftemmi
,

Ma

il

Conte Ireneo, che


il

tal

riavuta da Cefare

non pot
.

effettuarne

comando ,

fottrattofi

<*

&

tiam Severi fecutus


:

efl;
,

cui

cum

diceret Tbemiflius Diaconus ejus,

aliqua ignorale , fcut de Lahoc Timotbeus negavit dicendum ; a cujus communione Tbemifiius baro ab ipfo ditti fura in JEgypto Thcmifiian . Cos Lidifeedens febifma fecit , b erato. Col dunque feminator di nuove efecrabili dottrine dimor Severo, fin che,come diremo,egli n'ufe fuora dalle tane dell'Egitto ad infettar la
Cbrifii corruptibile cfl

debemus eum dicere

&

fi

Corpus

&

zelo, e gaudio di
trt'pds*r.
tvj6.'d,t%j>tc tmi>.

Regia di Colantinopoli , e'1 Chriitianefimo Non credibile, con quanta pienezza di giubilo efultaife tutto l'Oriente quando dalla Aia Metropoli vdde rinafeer cos chiaro il lume della fede. Allora [d] ilDivinSaba, bench ottogenario in et, cagionevole i forze, & eftentiato , e debole di voce com'ebrio di fanto gaudio abban, ,

idem,

donate l'antiche folitudini della Palefina, fattoli Tromba fonora de' bandi Imperiali, feorfe quelle profime Provincie, annunziando ad ogni Popolo il riitabilimento neli' Imperio della Fede Romana , e , come dice l' allegato in taHiforico, [e] ubwne pradicans pium illud edifium Imperatoris, alios quidem ex eis fuafoinjlnbens quatuor Synodos , bulis Ecclefiarum omnesperadmonitionibus , alios etiam reprehenfonibus rcvocans , nibus ,

&

&

&

opiim induccns ad fidem Catbolicam j che gi vedemmo efilratoda Anaftaio, e Theodcfio, EdiTheodofio uniffi con luiil gran Cenobiarca. come bene maneggi 2.'fero ambedue la caufadi Dio con la voce, con gli econgliefmpii, gli Autori [/J delle loro vive ne hanno tramanilitoASkr.i9t,titJclitt > * date a Porteli pur troppo indubitabili, e chiare le teflimonianzc Sicch
fundens fuavi melle fia dottrina
,
.

&

&

Airbifciana di Giuii^oaiPapa

fcompaginata in f medefima viddefi caCattolica la baldanza dell' Herefia der oppreiTa dalla verit Ma non perci parve al faggio Cefare , che fufliler potette la machina Calili elevata ne'fuoi Regni della Religione Cattolica, f non appoggiavane la cofrutturafopra quella Pietra , che gitt Chrifto per fondamenta della fua Chieia, cio f non corroborava le rifoiuzioni de' Sinodi, & il valore de' bandi con sii oracoli del Papa , e con le derilioni infallibili
tutti
li

buoni allora gioirono,

della

Captolo

IL

g I

HORMIS-

della prima Sede del Chriftianefimo. Per laqualcofa, doppodihavereg 1 fcricto al Papa in notificazione della fua afunzione all'Imperio, deputogli ancora ima folenne Ambafciaria tanto in nome fuo proprio , quanto di tutti
li Vefcovi Orientali, fupplicandolofpedir CoftantincpoliluoiMiniftri per dar pi termo ftabilimento alle rifcluzioni, che fi erano prefe nel Sinodo di Coftautinopoli Ne' medefimi Pentimenti fcriffero al Papa Giovanni Vefeovo della Citt , eGiuftiniano Conte de' Domeftici, il quale occupando allora appretto Cefare il porto del pi alto favore, merit pofeia di Puccedergli eziandio in quello dell'Imperio. E portator delle lettere, e forte nitor dell' Ambafciaria fu il Conte Grato , Perfonaggio Cattolico , e Confolare, giudicato da Cefare, foggetto habile : un tant' affare per pregio di Ir ede proiettata fempre (Incera, e per fregio di prudenza non giammai incolpata. A quelle liete nuove il Santo Pontefice, punto da un' alta folleci.

DA

tudinedianimodinonetter tratto dall' eccelfo delle zio di negozio s grande fuori de' mezzi decorofi alla pri alla giufHzia , refende incontanente, cos [a] al Patriarca, corneali* ltciPo [b] Imperadore, di nonhaverefentimentopivivodi quellodella pace; quefta volere con tutto lo sforzo del fuo potere, muoverli ad abbracciarla efibita con le lagrime, per la pienezza del giubilo; ma non potere deviare un punto da' termini, ne' quali erafi contenuta l'irreprenfibile rettitudine de' fuoi Santi Prececelfori , cio i non afcoltar trattati , f prima non fi condannava la memoria dell' empio Acacio , gi proferitto dalla Sede Apoftolica fi procuraffe pertanto che cos feguifle , mentr' egli andarebbe difponendo le cofe al fofpirato accomodamento, e pi felice fine , mediante la condannazione fudetta: ritenne poi frattanto in Roma l'inviato Impe;

brame pe'l fine propifua dignit , impro-

S}^ J2J{j^
a

eni

"W.</"7?.m.

b idtm.pifl.ii.

riale
fi

allin di

poterlo nfpedire colla concitinone

dell' affare

verfo la quale
.

molte con una follecita raunanza di Vefcovi in un formale Concilio

fi

che convoca

raccolfequefto in Roma fotto la Prefidenza dell' ifteflb Pontefice, il quale conc?n?in a per fare gli adunati la propofizione delle materie, fece legger le Lettere ma. fentte giada' defunti Sommi Pontefici Simplicio, Gelarlo, Felice, e Simmaco, le quali havendo tutte lo fletto foggetto, e quali lo fletto tenore, cio di non potere abbracciare lariunione della Chiefa Orientale, f non dannavafi anteriormente la memoria di Acacio, formale Scifmatico, in e rif intoni quiquef'ancora fi efprelfe egli di perfilere con ogni pi virile cofanza. Parve vl P"fea' Padri venerabile la fentenza de* pii Pontefici, e di viva voce la confermarono, rifolvendo , che fi accettaffe 1' unione, quando gli Orientali e ondannalfero Acacio. Ma perche la determinazione dell' ultimo Sinodo Coltantinopolita.no non ertendeafi dannar gli Scifmatici Eufemio , e Macedonio, fu definito di chiedere ancor quefta condizione Approv il Papa il fentimento del Concilio, e fi difpofe farlo efeguire co noi nfficii appretto la Corte Imperiale . Haveva Cefare richiedo Hormifda nelle accennate lettere la di lui propria prefenza in Coftantinopoli , parendogli cheun tant' affare meritar potette il decoro, e l'autorit della Perfona del Nuova rP edi* oPontetce; mHormifdaadefempio de'fuoi Antecettbri volle terminarlo t&SuioS per mezzo de' fuoi Legati, deputando tal' effetto Cefare S. Germano per ftabiiimenco JellaConc r du. VefcovodiCapua, foggetto non fol' elperimentato in altre Legazioni di Oriente fotto Papa Analtafio, ma di cos rinomata Santit,che [cjnell'hora e s.Greg.diai.i.z. tielfuo felice tranfito all' altra vita fu veduto da S. Benedetto entrar come "f 5 in trionfo nel Cielo, corteggiato da fquadredi Angeli fopra cocchio di
,

'

fplendi-

Hormis-

Secolo

VI.

fplendidiflma luce , Giovanni Vcfcovo di che , come fi dir , maltrattato, e ferito morte dagli Eutychiani in Salonichi, rimane celebre per la difefa della Fede, e per la laurea del Martirio; e Blando Sacerdote, e Felice Diacono della Chiefa Romana, a quali aggiunfe Diofcoro Ecclefiaftico Alefiandrino , non tanto come compagno nella Legazione, quanto come prattico della Greca favella; ad elfi confegn oltre alle

&

Lettere, che foggiungeremo , unparticolar'{d]indiculo, iftruzione del B*r.*no$i 9 .n.. Come contener dovevano* nella condotta dellaloro Legazione. All'irruzione aggiunfe il medefimo libello, fia confezione di Fede da lui altre volte trafmelfa in Oriente ad Anaftafio , e Vefcovi Greci, affin che per ella riconofeer li potefle , chi ficuramente fi ricevente nella communicazione 6 Cattolica e fcrifle ne' medefimifentimenti b y [ ] airimperadorcall'Augufla e mm'iS'i'* d idmtpU'. [ c ] Conforte,al [ d ] Clero,e Cattolici Coftantinopolitani,al Conte [ e ]Giuejdtmepiji.is.& ftimano, a j/] molti Cavalieri della Corte, e fin molte [g] Dameprincif idem tpij}.}i.& pali della Citt, e con molto maggior pefo di parole, enervodi [h] con3 ',j cetti Giovanni Vefcovo di Coftantinopoli, dal quale ficcome principal/,, idtmep ji.i%.& mente era proceduta la riloluzione della riunione, cosi dipender poteva h J a ^ ora ^ a perfetta terminazione della medefima,] / J T^obis, egli fcriffegli, una \ demtpift.\z6. caufie folicitudo , una cuftodta efi y iflampacem cupere, ut fic Bgligions , fic
a u-mevde tpun
'
:

Avvenimenti fucceduti nsi


viag-

Tatrum conftitutaferventur . Quoniam qua interfe confona credtthtate non dife^epant , aquum efl , utfimili obfervanone fubfiftant . Imple ergo , frater chartffvme > gaudmm noflrum y tuumadnos recidi fidei remine praconium , ut per te univerfis detur exemplum . Pro veduti dunque di tali, e tanti ricapiti, felicemente fi partirono li
penerabilium

&

so delegati.

'

'

Legati da Roma, enoilifeguiremoenelviaggio, enelladimora , ch'efil fecero injCoftantinopoli ,con la narrazione diitinta di que'piii degni fucce ff[ y j a cui notizia eglino medefimi tramandarono al Pontefice in molte relazioni , che tutte pur hora rimangono alla memoria de' Pofteri , inferite nell'Epiftolario di Papa Hormifda doppo 1' Epiftola trigefimaquarta nel Tomo primo delle Lettere de' Pontefici . Pervenuti efl dunque nella Citt di Scampi, antequam ingrederemur in ipfam , cos efl fcrivono , ufcirongli incontro Troilo il Vefcovo , il Clero , e'1 Popolo , i quali nella Chiefa di S. Pietro folennemente fottoferiflro il libello di Fede, rogandoli dell* atto un Notaro della Chiefa Romana , Confitemur Beatitudini veftra , foggiungono , tantam devotionem , tmtas Deo laudes , tantas lacrymas , in quella conformit, che tanta gaudia difficile in alto populo videmus; fi coftuma pur hoggi nelle Proceffioni, Omnes cum cereis Viricummulieribus , Milites cum Crucibm in Civitate nos fufeeperunt . Celebrata funt nullius nomen obnoxium Religioni e/i recitatum , cio n quel di Mifjd Acacio, n quel diEufemio, n quel di Macedonio , nifi tantm Beatitudinis vejra ; promiferunt nec pojlea recitari , nifi quos Sedes +dpofolica fufeept. Haveval'Imperadorefpeditida Coftantinopoli due nobili Cavalieri por complimentare i Legati fin dentro i confini dell' Italia, e per accompagnarli nel viaggio , proveduti Regie fpefe con fplendidezza, e pompa. Furono quefti due Conti Stefano, e Leonzio, i quali ritardati dalla malagevolezza delle ftrade , prevenuti dalla follecitudine de' Legati V incontrarono inafpettatamente in Scampi,feguendoli per la Grecia fin'alla Corte , con dimoftrazioni di offequio , tanto alla perfona ch'eglino rappresentavano , quanto alla loro propria . Paffaron quindi perLignido, il cui

&

&

Vefcovo

Capitolo

IL

33
a

Vefcovo Thcodorito , fottofcritto medcllm amente il Libello, una Lettera fcrifle ad HormifUa con quefti nobiliflimi Titoli , [ a ] Domino Sanilo , Beato , Vr medicabili cr adorando jlpofiolico Tatri Hormifd* , Tapa Urbis J\om<2 , Humilis famulus tuus Tbeodoritus Giunti Salonichiprefentaronoil menzionato Libello Dorotheo Vefcovo di quella Citt, che oftinatamente fcifmatico perfifteva ancora, nella commemorazione del nome di Acacio: onde convenne loro molto adoperarci per ridurre all' Ovile Apoftolico quel traviato Pallore, che con forte efempio conduceva fecoalla perdizione tutto il Gregge di quella riguardevoliflma Diocefi E favor il Cielo le loro
,
.

HormisDA
*

r xtat uur

<?.

H)tM '^

indefeffe fatiche, e pojl multa certamina, fcrivono i Legati, pnefatus Epife opus ratione convius Libellum fubfcribere voluit; f ben' indi pochi meli traponendo egli feufe raggiri , con infaufti fucceffi malamente attefe le

promette tanto ben date a Dio, & ai Melfi Pontificii fconciofiacofache ritornando di l Giovanni un de' Legati per ottener la prometta fottoferizione, fu infolentementc villaneggiato, e barbaramente battuto , dalle cui percoife nel termine di un' anno mor gloriofo Martire della Fede. Velini orationibus commendati, conchiudono in fine i Legati fcrivendo al Papa, ad Conftanlinopolitanam pervenimus Civitatem feria fecunda Hcbdomadis Autbentica , cio il Luned della Settimana Santa Ufcirongli pompofa- coSmtSISi/J mente incontro dieci miglia fuori della Citt tutto il Senato , il Conte utenza daugh "* Cdare Giuftiniano, i Nobili della Corte, i Comandanti delle Milizie, etutt'infieme il Popolo con vaga ordinanza, cunclique Fidei ardore, ac. dejderio
.
-

reintegrando pacis ardebant , cum fummis paen omnium gaudiis ingredtCivitatem. Il feguente Marted furono introdotti all'udienza di Cefare. Sedeva quefti in alto Trono con i Senatori all'intorno, i quali in habiti, e volti gravi nel medefuno tempo davano, e ricevevano Maeft dalla prefenza augufta dell' Imperadore Quivi preifo , ma feparatamente in luogo pur degno, vedevanfi affili quattro Vefco vi vediti alla Pontificale, i quali rapprefentavano la Perfona di Giovanni Vefcovo di Costantinopoli che per naturai Greca albaga, per altro rifpetto volle sfuggire il cimento del primo incontro co' Latini. Doppo i f oliti complimenti furono prefentate Cefare le Lettere del Papa, quas clementijjmus Trinceps cum grandi reverentia fufeepit . Mox caufa ccepta ej , efponendo i Legati li loro ordini , il Libello preferitto di Fede. Rivoltoci allora Giuftino grazi ofamente loro , e ^Andate , diffe , dal nojlro Vefcovo , e con lui le con-

&

mur

&

troverse componete in amicabil difcorjo; ma eglino prontamente , e con modella coftanza di volto , e di parole , Quid imus , nfpofero , ad Epifcopum certamina facere f Dominus nofler Beatijfimus Tapa Hormifda , qui nos direxit , non nobis praccpit cenare fed pr# manibus habemus Libellum ,
1

Epifcopi volentes Sedi lApofolica reconcliari , facient Si pr<ecipit Tietasveftra, legatura fi efl in ipfoquod ignoretur, aut veruni tfie non credi tur , dicant, tunc nos oftendemus, nihil extra judicium Ecclefiafticum in eodem Libello effe confcriptum . Si leffe allora per ordine di Celare
.

quem omnes

&

&

ad alta voce il Libello, e terminatane la lezione, un de' Legati ai quattro Vefcovi cos foggiunfe, Dicant prafentes quatuor Epifcopi, qui adfunt pr perfona Conflantinopolitani Epifcopi , fi hac, qua in Libello leguntur , gefiis Ecclefiaftkis minime contincntur * Tutti ad una voce rifpofero i quattro Vefcovi , Omnia vera cjje E f tutto verit , ripigli allora Celare , quare nonfacitis ? Quelle parole dell' Imperadore furono ricevute con allegra acromo //. clamaC
:

HoRMIS-

34

clamazione da i Senatori , dolce rimprovero indirizzato, T^os Laici fumus, riverentemente dittero; e quindi rivolti ai quattro Vefcovi, Dicitis vera effe} Facile, nosfequemur . Non desiderarono altromaggiormente allora li Legati, e con concorde determinazione tanto di Gniftmo , quanto de* Vefco vi, e Senatori fi rifolvdi portar* il Libello al Vefcovo di Coftantinopoli perii Gioved Santo, correndo il Mercord di mezzo , deftmato preordinar le cofe per la terminazione dell' affare. Nacque dunque l' Alba felice di quel fortunato giorno, che riport intieramente il Sol della Fede nell Oriente , poich prefentatof da' Legati con canonica confegna a Giovanni il Libello, moitrom* quelli prontiffimo a fottofcriverlo : ma per non parer di accommunarfi con gli altri Vefcovi in una nuda fottoferizione , per privilegiarfi da f medefmo fopra gii altri , prtmeffe al Libello il preambulo , come di una Lettera diretta al Papa in quefto tenore, Domino meoper omnia Santliffmo, BeatifComminijlro Hormifdajoannes Epifcopus in Domino faiuftmo Fratri ,

Secolo L e come f loro fofTe (lato tal

kw

&

&

&

tem . Redditi* mihi litteris vefir* fanblitatis , in Cbriflo frater chartjfme , per Gratum clariffimum Comttem, nunc per G,ermanum , Joannemreverendifjimos Epifcopos , Felicem , Diofeorum Sancliffmos Diacono? ,

& &

&

&

Utatus fmn de fpirituali charitate veftra fantitatis , qud unitatem fantliffmarum Dei Ecclefiarum fecundum veterem Tatrum reqmris tradttionem , laceratores rationablis gregis Cbrifii animo repulfare fefinas Certus igitur feito, per omnia fanti iffime, quia fecundum quod vobis fcripft , una tecum cum ventate fentiens , omnes te repudiato* hareticos tenevo" ego, pacem diligens * Santliffmas cnim Dei Ecclefias , idtji fuperioris veftra, novella iflius Roma unam effe acctpio ; illam Sedem
:

Blandum Tresbyterum

&

jlpofloli Tetri,

&

&

iflius

Augujciv itati s unam

effe dejinio.

Omnibus

atlts

conciufion* jfciConcordia,

*Bar.att.5t^ n .54.

quatuor Synodis , ideft, Ijictena, Conjlantinopolitana , EpheChalccdonenfide confirmatione Fidei , fna, Statu Eccleja afientior , nikil titubare de bene judicatis patior fed conantes, autenixos ufque ad unum apicem placitorum perturbare , lapfos efe fantla Dei generali) cjr tuis verbis retl diclis evidenter utens , per pr<tApoflotica Ecclefiafcto , fentia fcripta hc dico ; e quindi minutamente egli foggiungeva il Libello di Fede , che Noi habbiamo in altro luogo regiflrato Toflfatlum Libellum , foggiunge la relazione de' Legati, nomen jicacii de Dypticis deletum efi , e col nome di Acacio quello parimente di Flavita Heretico , e di Eufemio Macedonio , e Timotheo Vefcovi Scifmatici di Coftantinopoli , e di Zenone, e di Anaftafo iniquiffimi Cefari d'Oriente. Efclama qui degnamente ilGranScrittor degli Ecclefiaftici Annali, [a] ^Aquoiftatam grandiat Et cujns in Terra tanta vis , atque facultas di far radere i nomi, e deteftar la memoria di quattro Vefcovi , e di due cos potenti Imperadori dalli medefimi loro Succeffori , [e nel Vefcovado , e nell' Imperio ? K[on alterius inde aucloritate Apojoquidem , qum vigentis in Tetri Sede Toteflatis ,

fanti is

&

illis

&

&

&

&

&

fMi.

tica fulminantis

Romani

Tontificis

fagittas accipientis

Topulis, ad allinobiles eorum in manicis ferreis , ut Jaciat in eis judteium confcriptum . Alla favia rifleffione di cos rinomato Hiftorico ammirif pure l'alta Providenza, con cui governa, e protegge

ad faciendam vindittam in nationibus, gando* Reges eorum in compedtbus ,

&

& increpationes

manu

potenti s

[b]

in

Dio il Pontificato Romano, effendo che nel medefmo tempo, eh' egli geme
inRomafottoil dominio de'Gothi Arriani, forge vittorioso

Oriente

con

Capitolo

IL

35
*

Hormis-

con la depreflone di dite Imperadori Euthychiani , & efgge tributi non di oro, mi di Fede molto pipreziofa dell' oro da tanti Vefcovi, e datanti Popoli, ribelli finallora alla Chicfa Romana, e bench [ a ] Manus omnium contraeum y tuttavia coftantemente Tempre manus ejuscontraomnes, Sottofcritto il LiBigione univerforum fratrum fuorum figet tabernacula bello dal Vefcovo di Coftantinopoli, tutti li Vefcovi, che fi ritmo varono prefenti in quella Citt, tutti gli Archimandriti , tutto il Popolo concorfe prontamente nell* accennata confezione , e benedicendo tutti la feguita unione con la Chiefa Romana, riportarono al Tempio, e nel profum giorno di Pafqua tanto fu il numero di quei, che in rendimento di grazie a Dio ficommunicarono, che [b] Ipfi quoque EccleJtafiieiConJantinopoliDeo gratias referente; dicunt , TS[unquam f memimfie tani admirantes , L' Imperadore ullis temporibus tantam Tapuli multitudinem eommunicajfe l' Imperio notificanti la conclufa concordia , & altre fpedi lettere per tutto ne invi al Papa in congratulazione , e ringraziamento dell' Operato , ficcome il medefimo fecero il Vefcovo di Coftantinopoli , il Conte Giuftiniano * Nobili, e Dame della Corte; e tante furono le dimoftrazionipubliche di i

DA
G '

&

tifa reUt,

&

LegAU

giojaper l'Alia, e per la Grecia, che eziandio i Neftoriani, nemici antichi degli Euthychiani, volendo anch' elfi far numero nel trionfo de'Cattolid,proceflionalmente portarono per la Citt di Ciro l' Imagine di Theodoreto, il quale con lacrimevole difgrazi ancor pati va pretto loro l'ingiufta infamia di Neftoriano Azione [ e ] guidamente caftigatada Giuftino , che c Bdrm.ann.sso. Ah dichiar Theodoreto meritevole nella Chiefa Cattolica di trionfo, ma *m non di trionfo preparato , e difpofto per mano de' Neftoriani Mentre cos ftruggevafi 1' Oriente in fignificazioni di gauclio per la ^'^'"d^Ho* feguita riconciliazione, confumavafi Hormifda in Roma per la tardanza m.ida per la feuu ConcorJia delle notizie circa l' afpettazione defiderata del fucceffo . Onde tutto folle- b cito haveadi nuovo rifpedito Coftantinopoli un altro Inviato, che fiV Paolino difenfor della Chiefa, con nuova Lettera ai fuoi Legati, nel cui primo periodo la fua paffione efprime con queice parole , [ d ] animus nofler d Htnnif.-tpiflj. diuturna redditur expetlatione folicitiis , & quefta [e] altre ne aggiunfe e Mwpifi.snel medefimo mele di Maggio con fentimenti cos vivi dell' ambita Concordia che con ragione pu dirli , ha ver con acerbiflme doglie partorito Hormifda al Mondo Cattolico , come di nuovo , queir Imperio Mentre dunque in quefto gran mare di agitazione ritrovavafi il Santo Pontefice, dileguofl in un fubito la procella, e con l' arrivo de' Corrieri raiferenofli Conciofiacofache gli prefentarono il fofpirato l' animo di lui , e di Roma ricapito della conclusione feguita con le Lettere dell' Imperadore , del Vefcovo, e de' Legati, e degli altri molti, cbehabbiamo di fopra accennato . Non credibile , con quanta pienezza di gaudio egli riceverle cos defiderata contentezza, e quanto Roma gioirle al faufto avvifo dihaver ricuperata mezza parte di Mondo alla fua fede, e che dagli Orientali medefimi venifle finalmente condannato , & efecrato il nome di Acacio , che tanti Santi Pontefici tanti patimenti havea recato, una cos lunga perturbazione tutta la Chiefa. Volle Hormifda, che fi leggeftero in publico in ogni Chiefa le Lettere, e firendelfero in ogni Tempio grazie immortali Dio per s fegnalato favore Quindi rifpedi ii medefimi Corrieri Coftan- [ 'fjZ ?$.%. tinopoli con lettere congratulatone [/] Giuftino, al E [g] Vefcovo, ai [h] l uemepift^ Legati, al Conte [ i] Giuftiniano, & ad altri, animando tutti al {"ottenimento !^ p *,fSM,, 4
.

&

dell'AC-

HormisDA

zUentpift.S.

'

degli eri-etti; [a] Letti* Clementi* tu* dell'accordo con la perfeveranza -j s e oU fcriire all' Imperadore, va divina laudi* Canticum mens totms in Terra Tax [b] Gloria in excelfi* Deo, Ecclefi prorupt, quo cunitur enim tibi Deus Orienti* Impebona volunHUs ; e fiegue , Tradidit

Secolo

VI.

&

H*c prima Jint vejtri fmdarium , ut ejus opcrum fieres inflrumentum adfcivifie fibi excellentijjim* mevta Principati, Deum placafle jujitia, veluti proprio* comprimiti* iniMeftatis auxilia , dum adverfarios ejus , quant, quem gratta fuperna Fruflra enim arma, fruflra [ibi copia* mico* tua Heipublic* jugo auxilio , Bellabis tu quidcm divino tutu* dedituit nulla Vittoria poteftefle praftanferociffimarum Centmm colla Jubmit te* , fed quafitatam longi tempori* Jvtior, qum quod humani generis Hofiem poft tanto Cefare, quanto tutti con mamentafubvertis . Cos egli, eccitando mamme di foprafina coftanza, e di Apoftolico zelo alla perfezione, e
.

homimbm

&

&

SfftSS Sa^nAn

fuppreflone dell' Herefia. il ,.,. Religione Cattolica Fra quefti cos avvantaggiofi avvenimenti della rinomini perverfimmi , che trasior* > in Quelle parti , non mancarono per P e fpeciofo pretto di render meglio geHdiluce, fottonobile, iiochaieedonenfopra la venta aderta delle ata i a p e de del Concilio Chalcedonenfe foncj fomentarono Articoli , nella prima due Nature in Chrifto , propalarono , e congiuntura di accidenti non apparenza divoti, e fuffiftenti, ma in quella Euthy chiani . Per intendimento della fof fofpetti , ma convinti eziandio per indietro il racconto. Condannato nel
.

qualcofaconvien ritrarre alquanto Theodofio con rigorofo Decreto Concilio di Efefo Neftorio , l' Imperador

1 Seguaci di nomini* mentionem faceret . putatione aliquam fupraditti autontaalla He efiarca per conciliar qualche ombra di Sief

Ma

^crS

?ondaSnata dottrina
infegn

publicarono

ella

eliere ftata

molto tempo prima

sk#

e*.

intal nome pu convenire a chi e ente per fama di Capienza f f pur to l' diverfe mate[d] mila volumi di w* ai he efia ) che haveva comporti dieci , ne quali fi contenevano tutN,rh fet o di 3; ti) oli altri rontro Apollinare

adaTheVdoroMopfueften^

Or

"ft

atff^fiSSw
la

di

p*M?' empi ?

Neftono
-

OQ

men aborrita. Ma iVefcovi Cattolici, e loro Herefia pi applaudita, nfoluti di accorrer con dell' Armenia maggiore, eli Abbati particolarmente diligentemente da i Libri del Stoko rimc^oiun tantomale, raccolfero Hereticah, e per mezzo un lungo Catalogo di propofizioni acprXtarono S. P?oclo Patriarca di Cotatinopoli ,

^Xn^nio
cfeTot
di zelo

aV^SKa^uLi tutte lccondannaflc con quella medeiima fermezza gran faggio, allor della quale haveva dato

Si

Quando contro la Maribatt V Herefie del Mopfue temo 11 Vefcovo di Ozicaleaante Homila, che ancor retta noi monumendis.Pro-5 Lettera e f^ n pfr elegante numma, e cio agii Armeni dre di Dio con quell mP Hefimi errori r,*. to Dre210 fo di que' tempi Hor dunque rileggendo egli li ede L vf. Abbati, non tardo pun-P ]Z\Catalogo tSmdfogii dagli accennati Vefcovi,e al condanna agli Armeni toaconaamuiHtuu. & mandarne ftefa la ... s.pr,cUntpift. proporzionati Anathe:

e nrvo didottrina, fedendo Neftorio nel

Vefco vado

di

Coftantinopoh ,

egli nel

porto

'

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, ,

fOCT pinnendo

iSS. Frirffc

tr ve n'erano

nellWetitto .ter.ote , Homo

H> ^ggN-

Capitolo
tuli*'.
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IL

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HORMl
*
:

HomoVnum Deus autem Deo confubflantialis Quomodo ergo Deus , per unitatem effe pofjunt ? - Duas nativitates Deus Verbum non fubflinuit unam qudem ante fxcula , alter am autem in pofierioribus temporibus- Deitas feparataeratab ilio, qui pajius efl fecundum mortis experimcntum--Qontro di die dunque S. Proclo lungamente fi flefe nella Lettera agli Armeni, e, come [a] dicel'Hiftorico, Tofuitad intertmendas T^efiorianorumverfuqui duas in Cbriflo inducunt Terfonas , unum de Tr innate incarna, tum (piegando la Tua propofizione in quefto tenore [ h ] Dicentef pajjibilem Dcum , idefi Chriflum , confitcmur eum qui ejt , fecundum id quodfaclum
tias
;

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LUer. r>; t , Brev C ' t0 .


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fit, idej propria carne crucifixum

Quoniam qutdem

&

&

ita

predicante* nullo modo fallimur .

unum ex

Trinitate

fecundum carnem crucifixum fa-

*"***$<" unitus efl FiltusTatri<&' Spirimi, non dicimm eumpaffum quaconflat, pr nobis efl fatlus . Tslon autem alius efl faftus, fed carne, qua exnobis crucifixus efl carne, qua pajjus efl, in conformiti nifi unus ex Trinitate , dell' oracolo di S. Pietro , Cbriflo autem paflo in carne . [/] In modo tale, che f * Vctr # da quella Lettera di S. Proclo fi raccolgono , come Stabilite, quefte due propofizioni, Unus de Trinitate efl incarnatus, e, Unus de Trinitate crucifixus e( carne, e di eife gran controverfia, come fi djr, pofeia nacque fra Cattolici. La prima propofizione pone per Soggetto l'iftefl PerSona del Verbo , il quale con la Sua medefima Suilftenza riavendo veramente, e tficamente aiSunta la natura humana nella unit del Supporto , dicefi Incarnato , e quefto il predicato della detta propofizione ; ma V altra verificai! Solamente con quella, che dicefi, communicazione d'Idiomi , Secondo la quale la crocifimone , e la pafione puoil affermare del Verbo Uno exTrvnitate , effendo che noneeli, ma la carne da lui veramente, e tficamente aifunta ia ftata crocifitta, habbja patita paflone, rimanendo elfo Verbo nella Divina natura impaifibile La prima propofizione vcrareduplicativ, l'altra Solamente, comedicefi nelle Scuole, fpecifica* trt> , perche Chrifto, il quale Secondo la natura humana ha patito, egli defb Unus de Trinitate. [g] Alcuni aderirono quefte due propofizioni n Ht come Articoli di Fede definiti dal Concilio ChalcedonenSe ; ma non perche r.#> r;w, loc il Concilio ChalcedonenSe lod l' accennata Lettera di S. Proclo agli Armeni , quindi deve dirfi , che con preciSa approvazione egli conSermalfe tutte le propofizioni inSerite in detta lettera, eifendo che ci fi Privilegio delle Sole lettere Pontificie , che Sono da effi Scritte ex Cathedra, quale tu Specialmente quella di S. Leone , di cui Se ne impone la credenza dal Concilio [ h ] h cc,i. iw/w Romano ufque ad unum iota, [i] Altri non Solamente negano ledette pr- ? r f pofizioni enere ftate approvate dal Concilio ChalcedonenSe, mi dicono, ^luc'itir elleno dal detto Concilio eifere ftate pofitivamente riprovate; qual diverr
-,

temur, Divinitatem pajjibilem minime blafpbemantes , cio, come egli Soggiunge, cattolicamente ben diri! Deuspajfus, ma non gi Tafja Divintas . In quefto fenfo Dionifio Exiguo , che trafport dal Greco in Latino , e con> mento l'accennata lettera di S. Proclo , concep le riferite parole , dicendo, Vjec enim dicentes Filium pafum, yationeDeitatiseumpaffum fentivius, fed confitentes Dei Verbum unum ex Trincate incarnatum, tributmus intelligendi materiamiis, quifideliterfcifcitantur, cur ine amari dignatus fit e cos medeimamente Spiegarono la medefima propofizione [e] Facon- zF.c.H'rm.Li.dt do Hermianenfe , [ d ] Liberato Diacono , e il Pontefice [ e ] Gip: Secondo , ^uLd^Mc.c,. il quale Soggiunge, Quid enim efl, quod nos fapimus In hac ipfa ejfentia, Ki*.ftam.i**t&.

&

& &

&

Tomo

II.

fit

Hopmisni
-in
,

-g
fit di pareri
le

s~e coto

VI.

proviene dal fignificato medefimo delle accennate propofzo* quali prefe in congruo e giufto fenfo , fono Cattoliche, ma depravate fenfo Entychiano , fono apertamente hereticali . Quelle conclufioni duni

aVtdiii ro.f.j, tom ''"

plg%"!'
bPet.uiGnr.phMs

y&?*u\lizlno.

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,

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a ^naft. sinaha

que, delle quali, come di arme potentiflme, cos ben fi fervivano i Cattolici contro Neftoriani, i quali afferivano due perfone in Gies Chrifto, fi ritorsero contro i medefmi Cattolici dagli Eutychiani, che due nature negavano in Gies Chrifto onde la propofzione che contro i Neftoriani era veriffima , contro g; Eutychiani fi giudicata fofpetta , e dubbiofa Poich affermandone da' Cattolici contro i Neftoriani , Chrifto effer Vnus ex Trivitate > fo^giungevaf dagli Eutychiani , Dunque effer morto in Croce Vnus ex Tnmtate; onde eglino inferivano una Naturain Chrifto, equefta Divina, rinomando con tal* atferzione l'Herefia antica de' Theopafchiti > i quali affermavano femplicemente Dio morto in Croce Il primo;, che tal bandiera inalzafe, e pervertirle il fenfo Cattolico in un' aperto Eutychianifmo, i[a] il facriiego Gnafeo , che, come altrove fi diffe, al Sacra Trifagio aggiunfe le parole, Qui crucifixus eftpro nobis , afferendo, [b] Vnum de Trinitate pajjonem pr nobis pertuliffe in fubflantia Deitatis riprefo perci a lungo , efecrato , e condannato da Felice III. , che nelle fue dotte [e] lettere bene fpiega il chiaro, e german fenfo dell' allegata propofi z i ne di S. Proclo. Nel fentimento del Gnafeo concorfe prontamente tutta la fetta degli Eutychiani , e particolarmente i Severiani , de' quali fcriffe S. Anaftafio Sinaita Patriarca infgne di Antiochia, [d] Ego dico,
; ,
.

^hLv^'dhx

7 '' Ch r ift u * carne a us e ft> Severiani dicunt, Trinit* paftaeft: Ecclefia dicity P jJ Cbnjius mortuus efl, Severiani aggerunt, Trinitasmortuaefl. Quia omnia , qu<e dicuntur de Chrifto, in Trmitatem redundam . Al contrario i Cattolici profeffavano fchiettamente, Chrifto efterXJno exTrinitate, ed egli effer morto in Carne, e perseverarono francamente in quefta confeffione, fin tanto che fii ella fraudolentemente decurtata , e depravata dagli Eutychiani, che fopra di effa mille portentofe machine inalzarono de' loro errori. Ci fpiegato per intendimento de' futuri fucceil, mentre tratteevanfi in Coftantinopoli li Legati Pontificii di Hormifda doppolatermir pro V ofizion*^ vno tl T^nitul nazione feguita della concordia tra la Greca Chiefa, e la Latina, alcuni intentaron formai giudizio avanti di elfi contro un Diaco^Vion'aTt'* Monaci Scythi " acl ty no chiamato Vittore, perche queftidoppo molti dibattimenti di argomenni. ti , e didifpute non haveva voluto pienamente acconfentire alla propofzione di S. Proclo , e , come riferifee Diofcoro nella [e] informazione , che di e fachsttur to. quefto fucceffo trafmeffead Hormifda, impugnava l'afferzione de Uno ex 4. cenni, de Chrifto compofito, Trinitate crucifixo y de altis capitulis . Vittore rifpofe ai Legati, avanti li quali era egli flato convenuto, elfo ricevere, e profeffarelil Concilio Chalcedonenfe , e le Lettere Sinodichedi Papa Leone, e di S.Cirillo, e ci baftargli per effer buon Cattolico nella fua credenzacirca.il punto della Incarnazione, [f] Scytbx e contra dicebant, iibidtm, addatur &Unusde Trinitate, e avanti li Legati iftavano, che quefta propofzione Unus de Trinitate crucifixus dovette inferirfi nella confezione Chalcedonenfe, come dogma Cattolico, e articolo di Fede neceifario e conc l ll dente contro l'afferzione de' Neftoriani. Se quefti Monaci Scythi uos vi Ud *EmiLnt.No% in foffero mom" i mettere in campo una propofzione, che agit per venti tna ~ anniilChriftianefimo, dafpiritomalvaggio, e da un recondito appetito di c^omm ey rtllumlc t p rornuovere ? e dilatare l' Eutychianifmo , come vuole il Baronio, [g] il
l

&

&

f
,

..

Bellar-

,, ,

Capitolo
,

IL

jg

" Bellarmino Binio , Labb , & altri , da vero zelo di avvantaggiar le ragioCattolici contro i Neftoriani , come attentano molti accreditati Scritni de' tori, noi che Marno Hiftorici, enonCenfori, ne rimettiamo il giudizio pi alti ingegni, e fol ci conteniamo nell'ammirazione dell' impegno, ch'elfi prefero (opra una materia, ne neceffaria allora alla difefa dellaChiefa, n utile alla credenza, ai coftumi de' Fedeli: poich l'Hereia di Neftorio era giidapreil un Secolo addietro foprabbondantemente rigettata, e poco, nulla rilevava ai Cattolici il creder per dogma di Fede, f Uno della Trinit folle flato crocififfo, quando gi da e ffi ab antiquo credeva!!, che la feconda Perfona della Santiifima Trinit fi era incarnata , e che Gies Chrifto morto in Croce era vero Dio . Onde il motivare un punto n necellario n utile , anzi in quella contingenza di accidenti e di tempo incui gli Eutychiani prevalevano, e volevano, che havelfe patita paflone la Natura Divina, fofpetto , e perci pi tolto degno di fupprimerl in alto lilenzio , che diagttarf con dubbiofa difputa , certamente dimoftra in chi'l motiv, albagia di difeutere ci,, chea, nullarilieva, malignit di rilevar' un dubbio, che molto pu nuocere. Ne perche la confezione di Fede , che i Scy thi profeilrono avanti li Legati , foife Cattolica , potevano elfi pienamente aiicurari, ch'eglino intrinfecamente foller veri Cattolici, eHendoche[a]Montanoancora,[6] Arrio,[c] Celeftio, d ] Pelagio, [ e ] vediti Bbr#;f.Ji Vitale, & al tri, coin da quella noitraHiftoria apparifee, inoltrarono di *'"" " u ** bt Marco tot. profellare la Fede Cattolica conle parole nel medefmo tempo , in cuinell' animo ritenevano profondamente radicatele lorohereie: mdaqualun- e Dia Zojiir.o to. I l9 \. , A _, _, qne motivo foller em moni allaiftanza, certa cofa li e chefuellariget- ^^. 4 i. tata da Legati Pontificii, i quali alli Monaci [f] rifpofero , Quodnonejtin A Diztfmota.i. quatuor Concilusdcfinnum y nec in Epijlolis Beati Vap& Leonis % nec nos di- "b^omafoto.i. cere pofumus , nec addere. E faviamente li Legati ricufarono di approvar ^'5' ^ a d a >L e 1' ftanza de' Monaci , non folamente perche il Concilio Chalcedonenfe non gad Pontificii. n r { fi era giamai fervito , apertamente almeno , di quella forma di parlare , ma H '^\ ^mX moltopi, perche fofpettarono in elfi nafeoftafraude, apparendo horrida c'ondi. ad occhi Cattolici la immagine ancor frefea dell' Herefia del Gnafeo, dell' Enotico di Zenone , e de' fentimenti hereticali dell' Imperatore Anaicaiio peifimi Eutychiani, i quali aderirono pafibilela Triniti, le non la Trinit almeno la feconda di lei Perfona m f ftelfa Punti li Monaci dalla inafpettata reiiftenza de' Legati , doppo di haver publicate dotte , e ponderofe Apologie fopra la loro retta credenza, e ci non offante ritrovando Tempre l'iitelTa durezza ne' Legati, fegretamente fi partirono da Collanti- ApcJia*i<*e de* Scythl a nopoli , e l portarono a Roma, per agitare avanti quel fupremo Tribunale la loro caufa Giunte per prima ad Hormifda la relazione de' Legati che ragguagliavano il Pontefice di quelli torbidi fucceH T che 1 Monaci niedeinu, e. dalla relazione trafm eli a con alto intendimento apprefeil Papa, quanto ferace di nuove agitazioni folle quella incompetente ifanza e quanto cautelatamele dovelle allora trattarli in quella contingenza di cole un tanto punto; poich lapropofizione Unus deTrinitate cructixus y che era Irata l' A chille de' Cattolici contro i Neftoriani, poteva allora in fenfo depravato divenir l'Achille degli Eutychianicontro i Cattolici, come ben ponderarono i Legati neh' accennata relazione, in cui fra 1* altre cofe R e ar n<: dc'Le.
, , v
.

HormisDA

^
,

..

^^l

nn

di elfi fcrivendo al Pontefice


,

ubi polunt dicere

Unum

dille, Eft in tpfis inter catera , de Trinitele criicifixum , quod non cji , nec in

Hormifda,

giti

pontificii
a

^"""^

Mo "

Santi is

.,

Hormis

^
fanftis Synodis dicium
y

Secolo

VI.
S.Tapd Leons ,
nec
iti

nec in Epifiolis

confuetudire

Ecclefiafiica. Quodfipermittitur fieri , mihi videtur difienttones, &fcandala non ynzdiocria nafci mter Ecclefias . Ifiud Anafiafius Impcrator magnoper Catholicis imfQiere fefiinavit: ifiud

& Eutycbetis

difcipuli in

SynodoChalcedo-

Quia quotiefcumque Tatres de Dei Filio Domino Ts^oflro Cbrijo difputavcrunt , Filium Dei Verbum , Ccnfubfianttalem Tatri Jefu Ijle autem fermo nunquam efi in Synodis TaHomoufiori Tatri dixerunt tribus introdutlus , quod proculdubip Catholiae Eidei minime poterai convenenfi propofitemnt
. .

nire . Cujus fcrmonis fi fubtiliter attendatur intentio , ad quanta: barefes qua mala per cum pojfnt difputationibus Ec eiefi afiicis introduci , pafeat, quoniam longum ejl per prafentes infinuare , praterimus . JJnde fanum mihi ad pacem Ecclefiarum conveniens , mbil aliud refponvidetur y utile , fumdari, nifi. Sufficit Santlum Chalcedonenfem Concilium, in quo alia Synodi continentur : fufficiunt EpifioU B. Tap Leonis , quas Synodus confirmavit novitatem in Ecclefta introducere nec volumus , nec debemus . Ejl bxc dicere , l^ps Synodum Chalcedonenfem in propofitione eorum callida , fufeepimus: hoc fperamusy ut jubeatis nobis eam exponere-, quia non fufficit fic quomodo efi expofita contra barefim l>{efiorianam , non quafi non intelligentes , nifi conantes per fubtilitatem ad hoc nos adducere , ut difputetur de Synodo Chalcedonenfi Quod fi atlum fuerit , dubia infirma ofienditur , hareticorum omnium patut errori . Inter alia , fi pofi Synodum Chalcedonenfem y fi pofi Epiftolas Tapa Leonis , fi pofi Libellos , quos dederunt , cjr dant Eptfcopi , per ipfos fatisfecerunt Sedi Jlpofiolicoc , iteravi aliquid novum addatur : fic mihi videtur , quia quicquid fatlum efi , deflruttur Quindi foggiungono li medefmi Legati , inlnuando al Pontefice il pericolo della Religione Cattolica, fefiporgeffe attenzione alle maligne iftanze di que' vagabondi Religioni , Traditli Monachi ad Italiam venientes , aliUnum de Trinitate crucifiquanta capitala proponere babent , inter qua xum continetufy fperantes ita confirmari ex autloritate Beatitudinis veftra ; modo hoc dicimus , ut nulla novitas in aliis Litteris fignificavimus , ficut ante Sena Sede ^.pofiolica fcribatur quia cjr nos ante Imperatorem , twn hac indicavimus , dicentes , Extra Synodos quatuor , extra Epiftolas Tapa Leonis, nec dicimus , nec admittimus quicquid non continetur in pr adibii s Synodis: aut quod non efi fcriptum Tapa Leone , non fufcipimus . Cos eglino. Della inofla dunque di quefi Monaci fi awifato Hormifda ezian*i: montile fen. te.iza di Giu/ii dio dal Conte Giuiiniano , che fin d' allora moftravaffuor della condiziojuano ne (j e j illQ atQ ^ defitjerofo di entrar fra il numero dei primi Theologi del Chriftianefimo > fcrivendo egli al Pontefice fopra la materia propofta, e ripruovandone l'intenzione, e ribattendone gli argomenti , e concludendo "* e iJ % HrmS conaurea Sentenza [a] Hoc enim credimus epe Caibolicum , quod veftroBgf ligwjo refponfo nobisfuerit intimatum E non tard molto l'arrivo in Roma de' Monaci alla prevenuta notizia; conciofiacofache vi giunfcro, e giunti vi fi trattennero per publicar Cubito laloroFede, di cui tramandarono copia ai Vefcovi eziandio delle Chiefe dell'Africa, efponendo in effa lera.comefagitifre g ioni , che li perfuadevano ad aggiungere all'Articolo Chalcedonenfe delai<llU " le due Nature, che Chrifto foife t///* e* Trinitate. Rifpole loro in nome moiieV"

& &

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

della Chiefa Africana S.Fulgenzio, che non confapevole della contenzione pafiata fra i Monaci , & i Legati , & affatto lontano dal fofpetto di fraude

afeofa, diede alla luce l'aureo Opufcolo de Ine arnatione Verbi, in cui egli

approv

Capitolo II.

41
:

HormisDA

approv faloropropofizione, mi con parole molto pi chiare, e Cattolicne; elcndochefenz'ambiguitdi voci, tralai'ciando quella di Unus , e ponendo l'altra pi propria di Terfona, dille [a] Una ex Trinitate Terfona
natus cfl < Cbrifus Dei Filius unus, ut nos falvaret , carne conceptus , dalla lunga afpettazione de' Legati, li Monaci in In tanto attediati

&

F i n' *f yf%*'c fJ

Roma

e timorof , che il ritorno di Diofcoro un de'Legati , ch'elfi riavevano accurato come Hcretico al Pontefice, non fofle iifaufto* e nocivo alle loro

pretensioni, meditarono fecretamente la partenza da Roma, chehavereb- e bono ancora intraprefa , f con qualche freno di larga cuftodia non li havelfe trattenuti il Pontefice Hormifda, anche [b] forzofamente , in quella h eglino " Citt, per terminar conia parte preferite un s grave litigio.

in

Roma,

Rwi*\f,*fifiM'*
tgat

Ma

inforferenti del

rimprovero preveduto della condanna, anche

fra laltreta

condotta

tezza delle Guardie procacciaronl'efto allo fcampo, lafciando affidi nelle jc i poteHce. cantonate di Roma libelli Apologetici della loro pretefa giuftizia . Riprov Hormifda [e] quella lor fuga, e certo , fofpettofo della loro mala teck, ^.I^TmIu }* dubitando, (fccomefuccede in tempo d'infezione, che ogn'infermit facilmente fi converte in pelle ) che l'allerta propofizione non potette in loro edere, degenerare in aperto Eutychianiimo, nulla pofitivamente egli decret, md contentoffi di rimetter tutta la quefione alle definizioni leguite de'trafcorl Concilii, dalle quali poteano baftantemeute dedurfi e le ragioni contro Neftorio , e gli argomenti contro Eutyche , fenza inviluppo di nuove propoizioni, pi atte a confonder gli amici, che a combattere gl'inimici; e tutto quello egli efprelfe nella Lettera , che fcriile V all'ImperadorGiullino [d] in quell'aureo tenore, Legi omnia folicitudine, t \r \im fTiEm quadecebat , &l<vt ad refpsnf plcmtudincm fufficere potuijjet , fi dia tari- nent.nnsinHft.
,

qua vetenbus funt definita, referiberem tamenut Ffligiof propofiti ftin!l%^nl remunerarau ajfcffum , non fubtrahendum credidi mei quoque fermonis ??JF> obfequium. Quid enm efi } quod emergentibus sfiorii Eutycbetis ve- fmp'frilorai" nenis , paterna omijit mftrumd Tene omnes impietates cum inventoribus ft n Ptam nefandorum dogmztum convenientia in unum Synodica decreta prefe- dHorm 'f' e^-'j^ runt ncc ulteris remanjh locus ullus , tam diris perfidia feminibus amputati! , autChnflum DomnumT^oflrum credere (ine camis fuifje ventate, aut
tim,
;

veftri

&

hominem de materni uteri intemerata fcecunditate eumdem non Deum prodi \fie ; cum alter corum difpcnfationem , qua falvati fumus , quantum in f efl, irritam faceret; alter opinione contraria, fed impietate confimdi, in eodem Domino T^oflro Jefu Chrijlo potejlatem Divinam vera humanitate fecludervt ; netjue ille recordatus , quia palpandam carnem fuam Cbrijus oflendit; nec ille Evangelti memor, Verbum carnem faclum efe dcentis ,
cui

&

vox Domini
in

indeficienter infonare debuerat,

Iberno afeendit

multis pracedentium funt comprehenfa fentents ; fed nec clementia veflra, lict jam dilla fint , faflidios poterit repetita cognofore: ncc nobis pudorefl, ea, qua Junt Tr adecefiorbus noftns pradicla , r evolvere, ^queenim pojjibile efl, ut fit diverftas pradicationis , ubi una efl forma vernatisi nec ab re judicabitur alienum, fi cum bis, cum qubus

Calo. Sape hac

&

Calum,

nifi

qua dixit , docuit , [e] qui de C'celo defeendit Filius bominis, qui ej in

&

e /<?. 5.

convenimus fide
fidei conflituta
;

congruamus

&

dogmate
in llis
,

ms vefir a auribus decreta Sinodica,


ergo
efl poflillum

& Beati Tapa Leonis convenientia [aera


qua
recenfueritis in nofris

Fgvolvantur pus manfuctudi-

eadem invenietis fontem fidelium

fiat ut orimi

Quid ampli us

( fi

Quid tamen fidei


.

termi-

HormisDA

jj*

Se cola VI.

a.

Di**.

inquhat , aut opere t aut mterminimi fervat) quamlibet curiafus fcrutator mavult quifqmm dubitare , quarti credere , (iitutione perfeclius ? nifi forte T^arn fi Trinit*. cenare, qum nojje , fequi dubia, quarti [errar e decreta. Spirititi Sanclus , Deus autem unus fpe&Filius, Deus, hoc efi, Tater , Deus nofier, Deus unus efi: daliter legi datore dicente Jludi [ a ] Ifracl, Dominus aut divinitatem in multa, dividat , aut fpeci aliquiditer habet, necejfe efi,

&

quodabft fidelmmmen( more profano gentilitatis inducete, aut fentibus ) ab omni paffione , transferre . fibilem pojnamadeamnaturam, qua aliena efi Trmitas non multiplkatur numero, non crefcit augmento : Unum efi, fartela hoc quod Deus efl , difcretione nec poteft aut intellgentia camprehendt, aut
ter pffionem ipfi ejfentia Trinitatis impingat ,

&

hoc eli, aut plures Deas

ecreta aterna , mpenetr abilifque fubfantia, quod fejungi. Outs ergo illif natura , profanarti divifionulla vellnvifibilium naturarum potuit invefiigare revocare ad catculum morts divini arcana myfierii nem tentet ngerere ,

&

humam AdoremusTatrem, &Filium,

Spirtum Sanclum , indiftntlam, menarrabilem fubjiantiam Trinitatis . indivifam , incomprehenfibilem , unitas tamen non admitut ubi etfi amittt numerum ratio perfonarum , fervemus divina propria natura, fervefeparationem: ita tamen ut

&

&

efientia

rne

fingulantas denepropria tinicuique perfona , nec perfonis divmitatis proprium nommum , transferatur . vetur, nec ad efientiam hoc , quod efi

Mavnumefi fanti*

bB**.iun.u

tamen notum eji , DeusFilius, Deus Spintus Sanclus, Trmitas indivifa; generar et Filium, proprium Fila Dei , ut ex quia proprium efi Tatris, ut Sancii, ut de Tatre, <? FiTatre Tatti nafeeretur aqualis , proprium Spmtus fubjiantta Deitatis . Tvopnum quoque Filli Dei , ut lm procederei [uh una [b] imioviffimis temporibus Verbim caro fieret, fcriptum efi

&

ine ompreh enfi bile

Myflenum

Trinitatis,

Deus Tater

&

& habitaret

ruxtaid, quod

nobs

ita intra vifeera

Santi* Marta Virgmis genitricis


,

Dei umtis utrifque

more & nafeeretur m tempore hominis virtute Virginitatem matris Deitatis matris vulvam natus non apenens, & partum
Filius Dei,fieretFilius homnis,
,

naturis fine aliqua confusone

ut qui ante tempora erat

nafeente myfienfim , ut fervaret non lolvens. Dignum piane Dea emine , fervans quod ex TaCmecorruptione, qui cane eptum fecit efie fine f matte fufeepit , videbasur in Cala; invoreprafentans quod ex treerat, ammalia editus, ab Angeli snuntiatus; kituspannis, adoratus Magis inter annmtians myfircam fine inftituente dotlr inatti vix evreflus infangarti , Idem edens Cvlefiia figna virtutum Inter mdimenia annorum puerilium infidelibus dicitur ) fub quarta introducane non (ut ab

&

&

enimDeus,

infirmitas , Im&homo, idefivirtus, per fona, fedipfe Dei Filius Deus, &vendtus ,m truce pofitus ,&C.lefiia regna milli as , &majejias, redimens, ut pofiet mt etimi , ita ingenita lamtus, ita nofira infirmitatis particeps , luxta id , quod homo potentiaDommus, ne pofiet morte confumi -fepultus eji erat fmdis, refurrexit y patiens vulnevoluitnafet; &\uxtaid, quod Tatn vivificatar obeuntium , ad Salvator a<irarum , unus defunclorum , rum ammani , quam Tatris gremio non recedens: unde infernadeCcendens, &adnnrabdi patienua peanmuni canalone pofuit , pr fingidanvinute validiflime pruove della Diwox refumpftt. Quindi diffondendoli in altre

& homo

&

&

&

&

&

vinLv&Humamtdi

efientiam cogitandum, utJciatur cavere , ita propnetatem, Catis ed, fubftantia , qua qui mdecenter quid perfana, quid non Iparteat de/erre

Gics Cimilo, conchiude

pevera

agnofiere^

&

&

Capitolo
ignorant , aut callida impietate difJimuUnt ,
7Y/<* intenduntinfidias Unitati.

IL

45

Hormis
.

dum om ttunt quid ftt proprium Filit,


i

Cos egli. jVjMquefta maceria tir feco lunche i fuo luogo depriveremo N furori foli gli accennati Monaci Tartari turbar l'alta contentezza del Pontefice perla feguita riconciliazione tra laChiefa Greca, e laLatina. Poich un cumulo immenfo di altri penofiflmi affari gli fopravenne, e maggiormente forf fi affa tic Hormifda mantener fana la parte, che a fanifla. Teftimonio ne fanno le molte lettere, che pur'ho.ra leggiamo nelfuoEpiftoIario, fcritte ai Vefcovi d'Oriente , e allTmperadore , hor'in rifpoftadiconfiderabiliffimidubii, hor'in decifione di gravitimi Articoli hor'in follevaz ione di Ecclefiafticioppreffi; e tutte cos ben foftenute di fti'e, edifenfo, che quefte fole gran materia fono d'Hiftoria ad ogni Ecclefiaftico Scrittore. Fri effe di profondifflma dottrina ripiena quella, che egli invi PoffefforeVefcovo Africano, dimorante per non so qual' affare in Coftantinopli , il quale richiefelo dell'Oracolo Apoftolico fopra i Libri di Faufto , [ b ] finallora tardati renderli publici in Oriente ; Grafia Dei , quid Bimana , hoc efl [e] De libero .Arbitrio , dic'egli ,

a/*rl%m$!di
O'io.II.

go corfo

di fuccefl,

e a

g lu

da Hor"

"^
5

Catbolica y fcquatur y
flirti
t

& maxime ad Htlarium


, ,

& affeverct Ecclefia


,

&

Fehbtrr'um. *m8?20* "21.

i'.

'*'''"""
,

lict in variis libris


poflt

Beati ^ugu-

&Trofperum
continentur

cognofa, tamen in Scri-

niis Eccleftajiicis exprefja capitala

eeffaria creditis

confderat

ne, fi ubi defunt , ; deflinabimus ; quamquam qui diligenter Sipoftoli ditta quid [equi debeat, efidenter cognofeat: accennando la cenfura

qu

&

diPapaGelafio, e del Sinodo Romano, dal quale furono i Libri di Faufto


rigettati fra gli Apocrifi.

Con la laurea dunque difelicilfimo, coftantifleloquentiflmo Pontefice , doppo dieci anni di Pontificato mor Hormifda, venerato, e temuto non fol daglTmperadori Cattolici , da' quali egli ricev [d] pregiatiflimidoni, ma anche dai R Heretici , affrendo [e] l'Hiftorico , che l'ifteffo Theodorico Ardano per le di lui mani offerifle al Tempio di S. Pietro Cerofirata duo , penfantia libras

mo &
,

~W. bui. u

eliZmiild,

feptuagnta

CAPI-

Giovan-

AA 44

Secolo VI.

CAPITOLO
'Bandi Imperiali contro
S*
Bandi di Giudino contro Manichel.
,
,

III.

Giovanni Tofcano, creato Pontefice li 13. Agofto 523,


i

Manichei,
-

&
'

Arriani. Martirio di

Giovanni Papa ,

uccifi dagli Arriani .

bVzxMH^.
'

ir

Man.

e ^itcorMfcei.

ub.15.

e loro

ftrage nei.

queito nato le cole della Religione in Oriente, e foppreffa in quelle parti la baldanza dell' Herefia Eutychiana; ad altro maggiormente non attefe il pio Giufino, che ad eftirpar' ogni qualunque putrido germoglio di quelle antiche Sette , che nel terren della Chiefa Greca, (ertiliffimo fempre di perlifere dottrine, natoeiTer potei! e, erefci uto Scoffe [a] per tanto con rigorofiflmo [b] Bando i Manichei a che fcacciati da Roma fi- erano in Coftantinopoli rifugiati , facendone molti uccidere, e tutti tramandando in lontanimmi efilii. Fi per la loro ftrage tanto pi numerofa nella Pe^fia, quanto pi nella Perfiafignoraggiava queir Herefia . Conciofiacofache [e] Indagaro loro Vefcovo con tutto il fuo Gregge Manicheo invitato dal R Cabafe alla Coronazione di Fatuarfa fuo tglio, prgeipiens I{ex exercitus fuos ingredi, omnes occidit gladiis cum Epifcopo eorum fub confpeUu Magnorum Trincipis , Chrtjiianorum Antiflitis , in pena di haver'eglino madrinato tradimento

|[^|S5^fs^| idotte

''
.

"

&

alla

Regia Corona
,

fa felicemente
e

nuovi bandi

crro gii Arriani.

che ne veniva allora tutto gloriofo per la grand'impreterminata della riconciliazione delle due Chiefe , defderofo Tempre maggiormente di renderli benemerito al Chriftianefimo con a protezione de' Cattolici , e grato Dio con impiegar nella depreflone degli Heretici la potenza del fuo Imperio , doppo di haver bandito con l'accennato Editto, non folo i Manichei, ma generalmente chiunque non profeffalfe la Fede Cattolica , con pi deliberato e fermo configlio cominci ad agitar nominatamente gli Arriani, la cui potenza rendendofi molto formidabile in Occidente con il Dominio dell' Italia, parea che dovelfe eflere privilegiata dal Commime degli akri Heretici, eccettuata da'Bandi, s per le ragioni della publica quiete , come per quelle della confederazione , che paflava con ifcambievole Lega tra Theodorico R di Roma, e gl'Imperadori d'Oriente. Tuttavia fonj

Ma Giufino

egli la quiete dell'Imperio nella profeffione della vera Fede , e ricot*devole del precetto, che [d] prohibifee ogni unione con gl'inimit^t*ar%tU' /--. dt. ci di Dio, [e] Orthodox fidei (tudio omnimodis fatagere ccepit , ut H<eretkorum nomen extinguerctur , fiatuit, ut ubique eorum Eccle, as CaSlbl ' '" tbolca Religione confecraret .[f] Non pot Theodorico pi difguftofan^nnf* sdegno di Theo- mente ricever l'avvifo della impenfata nfoluzione , e filmando offefo, dorico. non tanto s } quanto il diritto delle Leggi , volle fin d' allora render pariglia ai Cattolici d'Occidente , proporzionata quella, con cui trattava GiuJ&no gli Arriani di Oriente; e con gran difeapito del culto Cattolico

dando

&

in Italia

Capitolo III.
in Italia haverebb'egli efeguito
il

45

Giovan*
NI
*

difegnp , f pi alti riflefli di politico regsimento non rhaveffcro configliato proceder cautelatamente in un tanto1 affare. Doppo la fpedizione dunque di molte , & inutili lettere , che ne gravi cafifoglion pitoftoefacerbare, che terminarci gran trattati, avvedenti Theodorico di non poter*in modo alcuno abbattere la forte coftanza del Cattolico Giuliano nella intraprefa carriera pr della Chiefa Cattolica, rifolvdi [a] appigliarfi ad un'altro mezzo creduto da elfo pi confacevole al fuo intento, e deftin Ambafciadori Coftantinopoli tr Agapito, a'quali aggiunfe Senatori Romani Theodoro, Importuno, Pontefice, acci l'autorit della PercomecapodeirAmbafciarial'ifteffo fona aggiungelfe pefo alla domanda , che fi reftringeva in quello, [b] utredQuod fi Imperator non derentur Ecclefia Hareticis in partibus Orientis

p fua

Legarne

Giuftino.
n^infi,inu*n,

&

lUmMt

Negali per da altri accreditati [acereti totam Italiani gladio perder et tale veramente folTe lo feopo, elacommiilonedeH'AmbafciaAutori, che
.

Onde affegnandone il Coqueo altro pi ragionevole motivo, [e] idqiie quod Theodoricus cum fufpeclum uberet Senatum de dice probabilius
ta:
, ,

c
tl

^ ^ uiU ^_
-

mJ?*o,'in vintid l-

occulta confpiratione cumjujlino


Inflitto

persuaderti ne in
[d]

eum

voluerit per ipfum l\gmanum Tontficem illiufque Regnum aliquid moliretur : ed il

affolutamente alferifce favolofo il fentimento allegato di &ci*cc.mhm.u Anaftafio, e di quegli Hiflorici , che lo fieguono, e dice del Pontefice Giovanni, Theodorico T{ege inftante, * precante, Legationis munu% ad Imfondere amicit'm conciliando peratorem J ujiinum fufeepit pr concordia, Conftantinopolim profetlus , nonautem, ut quidam mendos fabulantur-, pr Cosi Fanis jLmanorum confervandis , minimque in Oriente evertendo il Ciaccone; e al noftro parere molto fondatamente , parendoci tale opinione non (blamente pi adatta alla magnanima coftanza, efantitdel Pontefice S. Giovanni, ma eziandio alla verit Hiftorica, che Ci deduce dalla Lettera medefma del Pontefice, che riferiremo, in quelle parole particolarmente, Quando fuimus Conflantinopoli tam pr Religione Cattolinegotiis: diftinguendo il Ponteca , qum pr Tbeodorici T{egis caufa t fice gli affari delia Religione dalli negozii, e caufa di Theodorico, nelle quali due parti egli non iuppone ripugnanza, mentre afferifee , efferfieffo col portato non men per favorire il Cattolichifmo , che per l'adempimento di ci , che gli era flato ingiunto da Theodorico Il che non potrebbe certamente avverarli , f l'ordine da etto havuto foffe flato favore dell' Herefia, e perla reftituzione delle Chiefe agli Arriani E quando pur fi avveri l'ingiufto comando dei R , eia commilitone datane al Papa, non perci il

Ciaccone

&

&

Papa promeffe i efeguirla , hebbe in animo


te

di effettuarla ; ma f olamendeplorando internamente lo ftato lagrimevole della Chriftianit d'Italia fotto un R Ardano, inoltr di accettar l'incumbenza, fimulandone con prudente avvedutezza il contenuto Il che , quando altre prove mancaffero, chiaro Ci rende da due prodigiofi avvenimenti , co'quali Dio volle illuftrare il viaggio , e l'arrivo del fuo Vicario in Coftantinopoli , non apparendo verifimile , che 1' Altiflimo habbia voluto impiegare il forte braccio dellafua Onnipotenza per honorare colui , che nell' acconfentire alla Legazione, nell'accingerfi ad elfa, foffe flato reo di facrilega colpa: dalla quale , con tutto che non mancarebbono a Theologi fottigliezze per fincerarlo, che farebbono appunto quelle , con cui fi prova lecita la permiflone di libert di cofeienza, quando il ben publico larichigga, e la Sede
.

Giovan-

Nl

'

a ^najiAbid.

b NHm.n.

vi pretti il Tuo affenfo , nel cafo noftro per non pare ch'elleno habbiano luogo, f fi pondera l'efito di detta Legazione, chefiamo pur'hora per foggiungere . Mi udiamo prima S.Gregorio il Grande , il quale l'Hiftor/co degli accennati miracolo!! Succefl del Santo Pontefice Giovanni. Si part egli dunque frzofamente da Roma, [a] agrotus cum fletu, invano d^ftinato da Theodorico qual nuovo [b] Balac maledire il Popolo di Dio in Coftantinopoli . Accompagnaronlo un'infinit di Cau

4g Sede Apoftolica

Secolo

VI.

M"cociah.i valieri
ne

?Sio;

Romani, ma con maggior pompa la Potenza ifteffa di Dio, [e] Gothomm tempore , eumjoannes Vir beatiffmus bujus Bimana Ecclcfa Tonti-

cs.Grtg.inDM. fex ad Juflinum fenioremTrincipem pergeret , in Coryntbi partes advenit : **'.cui neceffe fuit y ut in itinere ad fedendum Equus requiri debuiffet . Quod

Mie quidam Vir

nobilis audiens
,

Equwm

,
,

quem pra magna manfuetudme


ut co ad loca alia perveniente , quem dederat, propter fuam

ejus Conjux federe confuevit

ita ci obtultt

cum

alius

Equus

potuiffet inveniri , deberettlle,

conjugem tranfmitti. Fatlumque efl , ut ufque ad certum locum pradiclus Vir, equo eodem fubvebente, perduclus efet : qui mox ut alium reperit , illum, quem acceperat , tranfmiftt. Cumque eum pr editti nobilis viri conjux federe ex more voluifiet, ultra non valuit: quia pofi fc(fionem tanti Tontificis mulierem ferre recufavit. Ccepit namque immenfo flatu , fremitu , atque incelanti totms corpors motu , quaji defpiciendo prodere , quia pofi membra Tontificis mulierem ferre non pofiet Quod vir ejus prudenter intuitus , bum ad eumdem venerabilem virum protinus remift , magnis precibus fetens, ut Equum ipfe poffderet , quem juri fuo fedendo dedicaffet Quindi foggiungeil medefimo Autore, De Joanne etiam illud mirabile nojiris femoribus narrari folet , quod in Conjantinopolitana Urbe ad portam , qua vocatur ^iurea , veniens , populorum tur bis fibi concurrentibus , in confpetln manu Juperpofita occulorum tenebrai omnium rodanti caco lumen reddidit, a Cos S. Gregorio. Nell'avvicinarfi Coftantinopoli fi vuot di ^opoVife diodiqu'dPopo Habitanti la Citt, che tutta ufc di s> non tanto all'incontro di lui quanto , 11 Impe " iad'J^f P er gioja di raccoglier dentro le fue mura il Vicario i Gies Chrifto, Hofpite nuovo, e Vedovo di quella gran Chiefa, che tante agitazioni, tante perfecuzioni , e patimenti havea forferti nel lungo fpazio di tre Secoli per riunir'in perfetta concordia la Coftantinopolitana ; [</]. Occurrerunt ei, un*p.Bib.mh. CructQQ i'Hjfl. orlco , milliarto duodecimo omnis Civitas cum cercis, i piVecchj benedicevano quel giorno, in cui eran fatti degni di bus, veder quivi prefente il Pontefice Romano, effendo che Giovanni fu il primo di elfi, che in Coftantinopoli entraffe , ad eccettuazione di S. Clemente, che di col fece paifaggio, ma in altri men felici tempi , e con molta pi infufta congiuntura, rilegato nel Che rfonnefo da Tra) ano. [e] Tunc Juflit idi* ibidem, adonus Jmperator dans honorem Beo , humiliavit (e prorius in Terram , gaudio repletus efl , quod meruit rava Beatiffimum joannem Tapam , temporibus fuis Vicarium B.Tetri ^Apoftoli videre in B^egno fuo ; e foggiunge l'allegato Autore, che bench Cefare bavelle di gi ricevuta la Corona Imperiale dalle mani del fuo Vefcovo Gio vaimi , tuttaviaperrender'inun certo modo pi preziofo il fuo Diadema, volle di nuovo eferne incorona_ to dal Papa con publicit di concorfo , e pompa Regia d apparecchio. r r r r .-ne Operazioni , _ r ,, V> ? ir u j n in qutiu cuti anno trattennefi il Pontefice in quella Citta , e qual folle 1 oggetto della diverfo appanfee i Epi/t. i,*n.t.*. ma dimori, [/] elfo medefimo lo deferive, che molto tfiji.i(tm.ptnt'. dalle coniniimonihavute da Theodorico, J^oSi dic'egli , quand fitimus

&

%tH

&

&

&

&

&

Un

'

Conflati-

Capitolo III.
Conflati tino poli

47

Giovan*
NI

tam pr

Religione Catbolica

fa,&

negotiis, fu adente,

& exbortante

, qum pr Theodor ic fy^s cath jirr'miofque extrpante pflmo ,

atque Cbnftianijfimo Inflitto Ortbodoxo Imperatore! ; quafeumque tllts in vendetta, che partibus corum Ecclefias reperire potuimus , Catbolicas eas , Domino opem confecravimus Per il qual fucceifo , non credibile, quanto f^&cwSS ferente, c fieramente le ne rifentitfe Thcodorico. Al primo avvifo delle non preve- in occidente dute novit, egli f arrecare in Ravenna li due Cattolici infigni Senatori Symmaco, eBoetio, [a] quos occidit interficiens gladio , e con maggior a ^inafi.Ue.dt. fierezza di prolongata vendetta afpettando. il ritorno degli Ambafciadori, f chiudere il Papa nel pi [ b ] ofeuro Carcere di quella Citt , dove op- bidemUHfforMi. predo da eftremi patimenti, posdore, [e] fameque confumptus , egli refe Vii- eS^p*..*. luftre anima Dio con la Corona del Martirio, e con l'atteitato della feguente Apoftolica Lettera, che circolarmente avanti la fua Morte egli Morte dei Pontetralmefle tutti li Vefcovi d'Italia in teftificazione eterna della fuacoftau- fi .
'

tiflma

Fede
.

,.

d ] Joattnes Eptfcopus omnibus per Vrovincias Italia conftitutis


Epifiopis in

dapttdeundem an.
>.*. *.

Domino Salutem

ALpiffm multo experimento didici , fantlum pietatis veflra fludium circa, dilatari argumentis , c* Hcltgtonem Cbriflianam gloriofts crefeere ,

&

fed omnes Domini Sacerdotes confolatur , operibus per Sacerdotale agnofeitur opus , roborat , ve/iris in mentibus , moneo, contra Jtrrinam cJr dilatatur. Quapropter , fratres , bortorvos, modo in quibufperfidiam , qua ohm non fernet , fed fxp damnata efi , dam revivifeit , armari gladio Spiritus Sancii, ut eam ita, adminiculante extirpare valeamus, ut nec radix ejus in podivina grati a , opprimere, fterum invematur . Ecclefias vero ^4rrianorum ubicumque inveneritis , C aoperibus , abfque ulta mora confecrate . tb olicas eas divinis precibus , Et quia nos quando fuimus Confantinopoli , tam pr Religione Catbolica , qum pr Eggis Theodoi in cauj a 'negotiis , fuadente, atque bortante, ^Arrtanofque extrpante p^ffimo , atque Chriflianifjimo Juflino Ortbodoxo Imperatore, quafeumque illis in partibus Ecclefias reperire potuimus , Catbolicas eas, Domino opem ferente , confecravimus . Et quamquam pradius Theodoricus Bgx eomm pefte taBus intrinfecus , nos omnem regonem noflram igne confumere minetur, nolitc tamen propterea defigladio, perdere, cere, fed viriliter in agro Domintco elaborare fludete . Et juxt veritatisvocem [e] nolite timer e eos, qui occidunt corpus , animam autem non poffunt e *<**** occidere ; fed potius eum timete , qui poteft animam , corpus mitterein gehetmam . Cos egli . Gregorio Turonenfe nobile Scrittore di quefto Se- Et e,og ' colo con tal degno Elogio fregia il nome, e la virt di quefto Pontefice, [f] [Grt n ruritlUr Multi qutdem funi Martyres apud XJrbem Bgmam , quorum bifloria paffo- Mattj,s^>* num nobis integra non funt delata . De Joanne tamen Epifcopo , quoniam agon ejus ad nos ufque non acceffit fcriptus , qua Fidelibus comperi, tacere nequivi. Hic cum ad Epifcopatumvempet, fummo fludip-hareticos execrans,
fides

rea

qua non folm me

&

&

&

&

&

&
&

&

&

&

&

eorum in Catbolicas dedicava : quod cum Theodor icus Bgx compefurore fuccenfus , quia ejjet Sella Jlrriana deditus , juffit gladiatores per Italiam dirigi, qui univerfum , quotquot invenifient , Catholicum pop
Ecclefias
rifet,

uhm

jugularent

Hac

audiens B. Joannes

ad Uggenti

ne fierent

deprecaturus
acceffit.

Giovanni.

48
accejjt
:

Secolo VI.
cum
dolo fufceptus

, alligarti eum , pofuk in carcere } ne audeas contra Seclam nofiram amplius mujfnare . dicens, Egote faciam, Tofttus vero Sanctus Dei in carcere, tantis attritus eft injuriis , ut non pofl multum tempus fpiritum exbalaret obiitque in carcere cum gloria apud

quo

&

Urbem Bgvennam

a u]]i.Mfe.p Bar.an.y.6.n.7.

^i

&%

d loc ' c ' t


,'

Cos Gregorio Turonenfe di S. Giovanni Papa , che con tal nobile confefllone and gloriofo alla morte. Che s'egli operato navette in Costantinopoli pretto l'Imperador Guidino , che fi rendettero agli ArrianileChiefe, come finge, &attefta l'Autor [d] della Mifcellanea,certamente non [arebb'gl'incorfo nello fdegno horribile di Theodorico, edhaverebbe ricevuto guiderdoni in premio , e non la morte in pena Ma contro una ta ^ fuppofta calunnia con invitte ragioni fi ftende lungo [ b ] il Baronio , n noi poniamo pi convincentemente fmentirle , che con lo fchietto, e puro racconto dell' Hiltoria , che veniam pur'hora di rife.

rire

API-

*y

Felice
iv.

CAPITOLO
Felice

IV.

Quarto Abbruzzefe
li

creato Pontefice

24.

Luglio 525.

Legge di Theodorko [opra f Elezione de* Papi , e [u bombile morte . Concilio di Oranges , e Canoni contro
i

Semipelagiani

Morte
.

di Giujino

e
,

fuccejfione
y

di

Giufliniano al? Imperio


contro gli

Sue qualit

fede

bandi

Her etici.
in que' pochi giorni, che Giovanni , e quella di
fi

A
S.
fi

frapofero tri la
,

morte

di

Theodorko

infiammando-

tempre maggiormente il cieco furore di quello Amano Principe contro la Chiefa Romana , per vendicarche in avvenire li di uno colp tutti , & ordin , niun Ecclefiaflico fi riconofeeffe per Pontefice , f da Pretwusione in. Pretenzione giammai per |J Todorico elfo non veniile nominato al Pontificato l non motivata non promofla ne pur dagl' implacabil' addietro jjj*
'

"

&

Imperadori Gentili , e che rec graviffimi pregiudizii alla libert della Chiefa . Per isfuggire allora ogni principio di contradizione egli fcelfe per fuccelfore S. Giovanni un foggetto degniffimo , che fi Felice , [ a ] Virum , come di lui diffe Athalarico medefimo,
li

JgjJJJ" ne

fe fici?

divina grafia probabiltter


.

inflitutum

&

regali

examnatione lauda.

2fJlthMt piliCdfm
.

fioi.Ub.i.tfifi,isJ

il Clero , e'1 Senato , non all'Eletto convenendo cedere alla forza del comaningiufto giogo do , la Chiefa Cattolica gem lungo tempo fotto e bench Y empia Legge fucceffivamente alquanto Ci modede'Laici rafie , Ci mantenne per per molti Secoli la tirannica ufurpazione in quella reflazione, che i R d'Italia, e fuffequentemente g' Imperadori di Oriente confermar dovettero, chi dal Clero foffe fublimato al

tum

Contradifle acremente
:

ma

all'Elezione

tuttavia

1-

Pontificato.

pag Theodorico il fio della crudelt ufata contro il Pontifice, M j"upav tc V0 ' eo rico e e dell'attentato promoffo contro la Chiefa Conciofiacofache effondo egli

Ma

'

rimunerato da Dio in terra per roffequio, che haveva preSede di Roma, non cos toflo imbratt le mani nella carnificina di un Papa , che fi vide effe abbattuto e nel Regno, e nella vita, afportato quello ad altre genti, e quella all'altro Mondo, feguendoegli doppo novant'otto [b] giorni le ceneri ancor fumanti del Pontefice S.Govanni, nell'horribile conformit, che con quefle parole deferive Procopio nella fuaHifloria: [e] His delatoribus Theodoricus Rgx perfuafus, Symmathunty Boetbiumque per inde ac res novantes occidit , eorumque bona omnia publicavit: fed paucis pjl diebus, carnami fbi cum mira magnitudinis p> feis mmiilri decoclum caput; appofwflent, Symmachi nuper ocafi caput UH
flato finallora

flato alla S.

s ^tn*fl. bi. \
'<"

c i'^^ ffl "*


' '

^ dt b,lu '*'

Tomo

II.

efi

F *7 CE

to

Secolo

VI.

extantibus inferiore in labro dcntibus , cftvijum, prafixis, torri inacerbe comminar i Undemonftri novitatuenttbus oculis , furibund jibi, te territus , membrifque prater moum tremebundus , rigens, in cubiculum (latini citato gradu feceffit , identidemque nubendo, togarum ut fibivim magnam ingererent , Ictlo dccubuit , parumper quievit Elpidh deinde medico , omnibus , qucmadmodum acctdifient , diligentius explicatk , in Symmachum , Boethiumque f fcelus patratum deflebat quo demque deplorato, eaaccepta calamitate y dolore ingenti affetlus , baud long pft moritur,

&

&

&

&
:

&

ultimum in fuos ideirco exercuifet exemplum y more diligenter peryeftigata caufa in tantos viros Cos Procopio, Ma peggior hi la di lui fepultura, che Evizione della di animadverterat lui dannazione, la morte. S. Gregorio Papa racconta cofa tanto pi horribile leggeri], quanto pi chi la legge ritrovali forf conftituito da Dio per Giudice e w* ^oniJist. Rettore delle foftanze, e della vita de' Popoli, [a] Julianus, die' egli , bujus Rimana Ecclefta fecundus defenfor , hac mihi q'uadam die narrapit , dicens Tbeodorici F egis temporibus Vater Soceri mei in Sicilia cxatlionem x canonis egerat , jam ad Italiam redibat , cujus napis appulfa eft ad mfulam , qua Liparis appellatur Et quia illic vir quidam folitarius magna pirtutis habitabat , dum nauta na-pis ornamenta repararent, vifum eft praditlo Tatri Soceri mei ad eumdem virum Dei pergere , feque ejus orationibus commendare Quos Vir Domini cum -pidiftet , eis Inter alia collocutus dixit: Scitis, quia Bgx Theodoricus mortuus eft ? Cui UH protinus refponderunt: %Abfit\ nos eum viventem dimifimus , nihil tale ad nos de eo nunc ufque perlatum eft . iuibus Dei famulus addidit dicens Etiam mortuus
id injuftttia

cum primum
quia non fuo

&
.

&

priflino

&

&

eft;

nam beflemo

die bora nona Inter

tricium difcintlus, difcalceatus , vinclis manibus dutJus , in hanc vicinam Vulcani ollam jatlatus eft Quod UH audicntes , folicit confcripferum diem , atque in Italiam reverfi , eodem die Theodoricum I{egem mpe nerunt fuiffe mortuum, quod de e]usexitu , atque fupplicio, Dei famulo fuerat oftenfum . Et quia Joannem Tapam affligtndo in cujodia occidit , Sym~ maebumque Tatricium ferro trucidavit , ab illis \uftb in ignem miftusapparuit, quos in hac vita tnjuft judicarat . Cos S. Gregorio, il cui racconb Morntu apud vien derifo dal Morneo per favola , [b] forf perche al Morneo non piacw """'" que la vendetta, cheprefeDio contro chi uccife il fuo Vicario in terra . rfM*f. Nuovi attentati Theodoricofuccelfe Athalarico nel Regno , che defiderofodifeguitarl'ima anco. p e g tl0 ^elf Avo con la depreflone della Chiefa Romana , manomeiTe ftranamente il Clero , trahendo con violenza al Tribunal Laico gli Ecclecon Apoftolica fiafticicon obbrobrio della perfona, e del carattere. coftanzafegli oppofeil Pontefice Felice, e con l'eloquenza del dire, con fam"S difilli'vo Pontefice la maefti della prefenza, e con la giuftizia della richieda , ridutfelo a publicar nuova Legge con annullare il valor della paflta. Regiftrafi tal noc C4j/:u.8.c.2 4 bile coftituzione frale opere [e] di Caflodoro in forma di lettera fcritta da
.
^

&

&

Joannem Vapam

&

SymmachumTa-

Ma

j a

e .. r / i,t Sotto Felice III

f, .cAr,

585.

Athalarico al Clero della Chiefa Romana , degno Efemplare di un R bench Heretico tutti li Principi Cattolici Ma il Libro i Faulfo , e 1' Herefia de' Semipelagiani tirarono f con .. => premura le applicazioni del Pontefice '. "i. maggior r . Habbiam [d] detto J rr L J^ r quali , e quante perverte dottrine contro la Grazia di Dio contenere quel libro, rigettato poi come Apocrifo da S.Gelafio nel Concilio di Roma, e da Papa Felice Terzo anathematizzato con l' approvazione decifiva del
.
.

.,

Com-

Capitolo IV.
;

^I

Felice
,{,Y'
f

Commentario di S-Ce-fario, e da Hormifda reiteratamente deteftato nella memorata Lettera, che ferirle al Vefcovo Poileflbre tuttavia bench
abominata
forte tal'Herefia

toda'FdEcwlin
'

da tutta la Chiefa Cattolica, diffamato t A u- orange control em pe as ant vedevafi nulladimeno (moderatamente ella crefeiuta i Segnaci, torc, nel terreno, ove era nata, con notabiliflmo pregiudizio dellapurit della Fede, e decornimi de'Popoli. Perloche non giudic Felice i fopportarne pi lungamente lo fcandalo, e trafmefle ordini opportuni, acciche inOranges, nella qual Citt maggiormente bollivano gli humori infetti de'Semipelagiani, fi adunaife un Sinodo diVefcovi, per torle con la conadmomtonem danna replicata nuovo vigore Secundm autloritatem , 5 4 "' SedisApoflolica, atteftaroio [a]i Padri nell'efordiomedefimo degli atti di j 2^L. ^' rationabilc vifum efl , ut panca Capitula ab quel Concilio , juflum , Prefied al Sinodo S. CefaApoflolica nobis Sede tranfmtjfa definumus rio Arelatenfe nella formazione di venticinque Canoni, tolti in gran parte ECanoni did t dai Libri di S.Agoftino, nel tenore, che giudichiamo di neceffit dell'ope- roCanciNo.

&

'

&

&

rafottoporrediftintamente agli occhi del Lettore nella conformit, che


fiegue: [b] Cum Deo propinante , ipfo invitante convenijfcmus , de re- b^pudLMh busy qua ad Ecclefiaflicam regulam pcrtinent , inter nos fpiritalis fuiflet 4-cwV. oborta collatio: pervenit ad nos y effe aliquos, qui de gratta libero arbinon fecundm Fidet Catbolicx regutrio per fimplicitatem mins caute , lam , fentire velint . Unde id nobis , fecundm admomtonem , aulorita-

&

&

to.

&

& &

ftolica nobis Sede tranfmifta

jufum ac rationabile vtfum efl,utpauca Capitula ab .Apoqu ab antiquisTatribus de Santlarum Scriptura, rumvoluminibus in bac pracipu caufa colicela Junt , ad docendos eos , qui aliter qum oportet fentiunt, ab omnibus obfervanda proferre, &manibusnoquibus letlis , qui hucufque non fcut oportebat de /iris fubfcribere deberemus gratia& libero arbitrio credidtt , adea } qua Fidet Cattolica conveniunt , animura fuum inclinare non differat
Sedis Apoflolica
,
:

tem

CAPITULUMI.
Slquis per
offenfam pravarteationis Adanontotum , id efl fecundm corpus &animam, in deterius dicit hominem commutatum , fed anima libertate ili afa durante , corpus tantummod corrupt ioni credit obnoxium , Velagli errore deceptus, adverfatur Scriptur a dicenti [e] Anima, qua? peccaverit, ip[d] Nefcitis, quoniam cui exhibetis vos fervos ad obefa morietur;

&

<=

Eteth. d "*""'

13.

*
fi 2

diendum,

fervi eitistjus cui obeditis?

&

&

[e]

Aquoquis

fuperatur, ejus ei

fervus addicitur.
I I.
foli

Slquis
autem
nus

cuijje;

&

pravaricationem fuam , non ejus propaghi , afferit noaut certe mortem tantum corporis , qua pana peccati efl , non peccatum, quod mori efl anima , per unum hominem in omnegetranfife tefiatur,

Ada

&

humanum

injuflitiam

Deo

dabtt

contradicens Apoflo,

unum hominem peccatum intravit inmundum , & per i% m peccatimi mors, & ita in omnes homines mors pertranfit, in quo oralo dicenti:

[f] Per

nes peccaverunt.

Slquis

III. ad invocationem humanam , gratiam Dei dicit pofie conferri , non autem ipfam gratiam facere , ut invocetur nobis , contradicit Ijaja Tropheta , vel Apoflolo idem diccnti fum non quereliti[ g ] Inventus
:

'A

e*.

bus

Felice

TV
'

* Tornio.

bus

<% j me [
;

Secolo VI.
d
]

palam apparui

his

qui

me non

interrogabant

SIcontenda
quis
,

operationem in rfbis fieri confitetur, refijlit ipfi Spiritai Sanilo infufionemy b ProverLi 9 .fux- per Salomonem dicenti : [b] Pra?paratur voluntas Domino ; <Apojolo falubr iter predicanti: [e] Deuseft, qui operatur in vobis velie , perfi'c'Shhiit.i.

&

ut peccato purgemur , voluntatem nofiram Deum expetlare non autem , ut etiam purgavi velimus , per Sancii Spirita? ;

&

&

&

cere pr bona voluntate

V.

SIf
d^idPhUip.j,
e

mdem,
2.

>AdEph tf.

pfumque credulitats afquo in eum credtmus , qui juftificat impium , ad generationcm [acri baptifmatis pervenimus , non pergratin donum, id eft per infpiratiouem Spiritus Sancii e orrigentem voluntatem nofiram ^ ab infidelitate ad fidem , ab impietatead pietatem, fed naturaliter nobis inefie dicity ^Apofolicis dogmatibusadverfariusapprobatur, beatoTaulodicente: [d] Confidimus, quia qui coepit in nobis bonum opus, perfciet ufque in diem Domini noftrijefu Cririfti. Etillud; [e] Vobis datum eft pr Chrifto, non folm ut in eum crec at i s s fed etiam ut pr ilio patiamini; [/] Grada falvi faci eftisper fidem, hoc non ex vobis, Dei enim donum eft Qui enim fidem > qua in Deum credimus , dieunt efe naturalem , omnes eos , qui ab Ecclefia Cbrifii alieecium
,

quis ftcut

augmentum ,

ita etiam initium fidei,

&

&

&

ni funt,

quodammod

fideleseffe definiunt*

VI.
qui fine grafia Dei eredentibus > volentibus , defderantibus , conant, tibus , laborantibus , vigilanttbus , fiudentbus , petentibus , quarennon autem tibus , pulfanttbus nobis mifericordiam dicit confervi dtvimts ut credamus , velimus , vel hac omnia , ficut oportet , agere valeamus , per infpirationem Sancii Spiritus in nobis fieri confitetur , aut infufionem humilitati , aut obedientia humana fubjungit gratta adfutorium , nec ut obedientes , bumiles fimus , ipfius gratta donum efe confentit , refifit [b] Grada vtpoflolo dicenti: [g] Quid habes , quod non accepifti? ,

& &

&

liidtms?

4'

&

Deifumid, quodfum.

VII.

SI

quis per natura vigor em bonum aliquod , quod ad falutem pertinet vita aterna , cogitare ut expedit, aut eligere , fve falutari , id efl Evan-

gelica pradicationiconfentire pofie confirmat abfque illuminatone , tione Spiritus Sancii , qui dat omnibus fuavitatem in confentiendo y
diccntis:

& infpira& creden-

! kzTolinth.i.

do ventati y bar etico fallitur fpiritu , nonintelligensvocemDei in Evangelia illud Jtpofloli [i] Sinemenihilpoteftisfacere; [K\ Nonqud idonei fimus cogitare aliquid nobis, quali ex nobis , fed fufEcienda no-

&

ftraexDeoeft.

Vili.

SI

vero per lbevum arbitrium , quod in omnibus , qui de prav arie at ione primi hominis nati funt , confat effe yitiatuniy ad gratiambaptfmi pofie venire contendit , retla fide probatur alenus U enim omnium lbevum arbitrium pev peccatum primi hominis affevit infivmatum ; aut certe ita lafum putat , ut tamen quidam valeant fine, revelatione Dei myfterum falutis aterna per femetipfos pofje conquirere
quis alios mfericordia
,

alios

..

Quod qum

ftt contrarium , ipfe Dominus probat , qui non altquos , fed nerniTetroficut veni ad f pofje venire tefiatur , nifi quem Tater attraxcrtt
:

&

dicit

:.

Captolo IV.
dicit
x

53
fanguis
[b]

Fe
,

[a] Beatiis

Simon Bar jona, quia caro &

non

revelavit tibi

fed Pater

meus qui in Ccelis eft ; &Jtpofiolw. minum Jefum nifi in Spiritu San&o
l .\
efi

Nemo poteft dicere Do-

JX;

ce
at lS

b i.co'rh.u.

Divini

rette cogitamus, pedesnofiros falfitate , muneris, injuftitia contincmus . Quoties enim bona agimus, Deus in nobis atque nobfcum, ut operemur , operatur .
A.

cum&

&

&

ADjutoriumDeietiamrenats , acSantts femper efl implorandum , nem boriimi pervenire , vel in bono pofjnt opere perdurare
.

tttadfi-

NEmo quidquam Domino manu Qua? de


cut legitur
nos
:

XI.
quod voverit, fic

rette voverit, nifi ab ipfo accepert

[e]

tua accepimus ,

damus

tibi

**ta

XII.

TMes

amatDeus, quale s
.

futuri fumus ipftus dono, non quales

fumus

nojiro merito

XIII.

Atyitrium

primo bomine infirmatum , nifi per gratiambaptifminon potfi reparari: quod amijfum, nifi quo potuitdari, non potefi reddi . linde Vertas ipfa dicit [d] Si vos Filius liberaverit, tunc vere liberis eritis
libertatis voluntatis in
:

<*

**; &.

XIV.

NXjIIhs mifer de quacumque mtferia liberatur , nifi qui Deimifericordia pravenitur , fcut dicit Tfalmifta: [e] Cit anticipet nos mifericordia tua, Domine j illudi [/] Deus meus , mifericordia ejus praveniet me

&

tP^,^

f ?//.' $.'

XV.

Beo quod formavit Deus, mutatus efi jldam , fedin pejus, per iniquittem fuam ab eo quod operata efi iniquitas , mutatur fidelis ,fed in melius
: . :

pergratiam Dei Illa ergo mutatio fuit pravaricatoris primi Tfalmifiam, [g ] Mutatio eft dextera? Excelfi

h<ec

fecundm
s Pfci.76
.

eo, quod videtur habere , glorietur, tamquam non accepert; aut ide f putet accepifie , qualitteraextrinjecus , velutlegeretur,aph Galat paruit, vel ut audir etur, fonuit. 'Uam ficut Jtpofiolus dicit [ h ] Si per
: , .

XVI.
Emo ex
-

2'

legem juftitia, ergo Chriftus gratis mortuus eft . [i] Afcendens inaltum -. g captivavit captivitatem , dedit dona hominibus Inde habet , quicumque L Epktfai habet. Quifquis autem f inde habere negat, aut vere non habet, autid, quod videtur habere , auferetur ab eo

XVII.
FGrtitudinem Gentiliummundana
rum Dei
nobis
^

cupiditas, formidnem

autem
,

Chrifiiano-

charitas facit
,

qu

difftfa efi in
,

cordibus nofirts

non per voefl

luntatis arbitrium
.

quod

efi

tnnobis

fed perSpiritum Sanclum qui datus

XVIII.

\Ullismeritisgratiam pravenentbus , debetur merces bonis operibus, x fiant: fedgratia, qua non debetur, prsecedit, utfiant.

fi

Tomo IL

W#>

Felice

^'

54
ner et , nullo

Ma NMura humana, modofeipfam,


etamfi in

Secolo VI XIX.

integritate , in qua ej condita , permaCreatore fuo non adjuvante,fervarct. linde cum fine Dei grana falutem nonpoffit cujiodire, quam accepit, quomodofine Deigratia poter it reparare quod perdidit ?J

XX.

Multa
a

Deusfacit in homine bona , qua nonfacit homo bona, qua non Deus prajlat, ut faciat homo

nulla verfacit

homo

XXI.
GaUt.i.

Olcuteis qui volentes in dicit Apojlolus: [a]

lege iuftificari, ea gratta exciderunt, verifjim Si in lege juftitiaeft, ergoChnttus gratis mor-

&

b M*tth,s.

tuus eft: fic eis , qui gratiam, quam commendat , percipit fides Chrijli, putant efie naturam , verijjim dicitur Si per naturam jujlttia ej, ergoChrijlus gratis mortuus ej Jam hc enim erat lex, non jufificabat jam enim hc erat natura , non jufiificabat . Ideo Chrijius non gratis mortuus ej , ut& lex per tllum impleretur, qutdixit: [b] Non veni legem folvere, fedadimnatura per .Adam per dita per illum repararetur , qui dixit ventfie f plere quarere, falv are quod perierat,
: .

&

&
:

&

&

&

&

N
tati

XXII.
Emohabetdefuo, nfimcndacium ,

peccatimi. Si quid autem habet homoveritatts , atque jujitia, ab ilio fonte ej, quemdebemus fitire in hac eremo , ut ex eo quafiguttis quibufdam irrorati , non defeiamus in via .

&

XXIII.

SUam
,

difplicet

non Dei , quando id agunt quod Deo , Quando autem id factum quod volunt, ut divina fervi antvolunquamvis volentes agant, illius tamen voluntas ej, quo praparatur , c*

voluntatem homines factunt


.

&

jubeturquod volunt

XXIV.
Juntinvite palmites, ut viti nthil conferant , fed inde accipiant, unde vivant: fic qutppe vitis ej in palmitibus, ut vitale alimentum fubmini manentemin fehabere Chrijlum, ftreteis, non fumat abets. */Lc per hoc &manere in Chrijio, difeipulis prode'Ji utrumque , nonChriJo. T^ampracifo palmite , poteji de v iva radice altus pullulare . Qui autem pracifus ej, fine radice non poteji vivere .

Ta

&

XXV.

P
&

donum Dei efi diligere Deum Ipfe, ut diligeretur, dedit , qui non dileDifplicentes amati fumus, utfieret in nobis , unde placeremus tius diligit Filii , quem cum Dijfundit enm charitatem in cordibus nojiris Spiritus Tatris ,
B^orfus
: .

Fitto . Tatre amamus Jlc fic fecundm fupraferiptas Santlarum Scripturarum fententias , vei predicare debemus, antiquorumTatrumdefinitiones, hoc Deo propitiante, attenuatum credere, quod per peccatum primi hominis inclinatum , fuerit Itberum arbttnum , ut nullus pojeaaut diligere Deum, ficut oportuit, aut credere in Deum, aut operari propter Deum quod bonum ej , pofjit , nifi

&

&

&

&

Htb.n.

eum grada mifericordia divina pravenerit. Unde&Abel jujo, &oe, omni antiquorum Tatrum multitudini , ilIfaac Jacob, ^Abraha, lam praclaram fidem, quam in ipforum laude pradicat JLpo$olusT?aulus,\c\ non per bonum natura, quod prius ad^Adamdatum fuerat, fed per gratiam

&

&

&

&
,

JDeicredimus

futffe

collatam:

Quam

gratiam etiam poji adventum Domini omni-

Capitolo IV.
,

omnibus, quibapti^iri defiderant non in libero arbitrio credimus largitene confem , fecundm illud quod fap novimus [imiti, quod pradicatTaulus jtpofiolus [a] Vobis datum eft jam dittimi cfl, patiamini; , non folm ut in eum credatis , fed etiam ut pr ilio pr Chriito Deus qui coep.t in vobis bonum opus , perficiet ufque in diem [b] diiid illud: [e] Gratiafalvifactieftisperfidem,& Domini noftriJefuChrifti; non ex vobis: Dei enim donum eft. Et quod de feipfo ah Jipoflolus : hoc [i/jMifericordiamconfecutusfum. ut fidelis effem ijondixitquia eram ,

55 baberi,Jed Cbrifl
a

Felice

^
'*
b
c

'

& &

&

&

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uCtr;7
e

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*

A,

fed utci\emi

Omne Quid habes, quod non accepifti? & illud: & datum bonum & omne donum perfe&um defurfum eft, defeendens Patre datum fuerit deluminimi; & [f] Nemohabetquidquam,
illud:

[e]

'"*

illud:

nifi

""i}

ili i

probandam gratiam

fuper. Innumerabilia funt S anelar umScripturarum teflimonia, qnapofiuntad proferri: fed brevitatis fludio pratermifia funt , quia& revera cui pauca non fufficiunt , plura non proderunt . Hoc etiam fecundm fidem Catbolicam credimus, quod accepta per baptif cooperante , qua ad mum gratta omnes baptr^ati , Chrifio auxdiante , debeant, fi fideliter laborare voluertnt, (alutem anima pertinent , poffnt

&

&

adtmplere . Jtliquosverb ad rnalum divina potfiate pradefiinatos effe non folm non credimus, fed etiam, fifunt qui tantum malum credere veltnt , cum omnideteflationeillis anatbema dicimus . credimus, qud in omm opere bono non Hoc etiam falubriter profitemur, nosincipimus, &poflea per Deimifericordiam adjuvamur fed ipfe nobis , amor em fui prius infpirat , ut nullis pracedenc ibusbonis mentis, fidem baptifmi Sacramenta fideliter'/equiramus , po[i baptifmumeum ipfius adjutorio ea, qua (ibi funt placita, implere poffimus [g] Unde manifeflif illius Latronis , quem Dommus ad Taradifi pafirn credendum eft, qud trtamrevocavit , &CorneliiCenturionis, ad quem [h] angelus Domni mifZacchai, qui pfum Dominum fufeipere meruit, Ma tam admiJusefi, rabilis fide s non futt de natura, fed divina largitatis donum . Cos li Padri di Oranges, 1 cui Canoni furono in tanta venerazione alla Chiefa Cattolica ne'Secoli futuri , che di elfi foggiungeilBaronio, [i] Quot *Arauficani Canones, tot funt Catholica Ecclefia (tabilita fententia , qubus abfque pravaricationis piaculo baud liceat fideli recedere. Alcuni [fQ foftengono, che in quefto Concilio foller la prima volta condannati li Semipelagiani, e che avanti di elio tollero eglino tollerati dalla Chiefa per il lungo corfo di un Secolo. Noi veneriamo la dottrina di cos gravi Autori, ma pi volontien ci atteniamo a quella pi inconculfa, eltabile, che riabbiamo di fopra riferita fotto li Pontificati di [/] Celeftino, di [m] Felice, e di[]

&

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Hormifda.

p^-^-

In tanto la morte [o] dell' Imperador Giuftino, e la fuccelione di L(.r. *i**i Giuftiniano all'Imperio commofle talmente lo ftato del Chriftianefimo, orte d ^ & ei?"?n che con nuovo ordine di cofe egli furfe dafemedefimocosdiverfo, chera- d Giuftiniano ro far quel fecolo , che rapprefentar polla pi ftrane le mutazioni > pi al cStrvarie rimarcabili le novit tanto del governo Ecclefiaftico, quanto del politico deiiuoCovimo. 7' di tutto il Mondo. Vedremo fotto il di lui Imperio il Pontefice Romano suZ hor rilegato conpenofiflmiefilii, hor maltrattato [7] con vituperofif- q vigtth' [p] lmi oltragg) , hor venerato con [ r ] religiofiflmi oflequh , l'Oriente di mio} ZStfc dl tri vo difunito dall'Occidente, e lenza [s] Herefia riputata Heretica mezza capitili.
'

par-

Fflice
a codke
1

Leggi publicate, e poi vi" Ghia lipefe le Leggi , acclamata, e poi perfeguitata la Religione, vinti li Perfiani mlnel. nell'Atta, domatili Vandali nelf Africa, fcacciati li Gothi dalltalia , trionfante la Fede di Chrifto , ma con mneftifimo tne da quegli folo non curata, vilipefa, abbandonata, che cos gloriofamcnte havevala libegiogo dell'Herefia, e portata in trionfo per le tre accennate part ralit di Giuftt- ratadal mano. delMondo; cofe, che furon tutte parto del grand'animo, buona intenzione, e pettimi impegni di Giuftiniano, Principe vario dicoftumi, fornito di virt egualmente, edivizii, magnanimo in intraprender l'imprefe, mi non fempre avveduto nello fcieglierle , vogliofo di fapere , ma incapace a imparare, religiofo per piet /rapace per avarizia, pio per iftinto , perfido per rabbia, benemerito della ragione, che riduife nell'unione de'
'

Secolo VI. P artc a* Mondo, riformato [a] il Mondo nelle

j6

kAriu

;tt

mfi,

Digefti , ma avverfo alla giuftizia , quando il gufto non confacevafi alle fue voglie, Laico di condizione , Ecclefiafticodi genio, apprezzatore de' Dotti, e protettore di eflerlo, mi ignorante fegno, che Snida [b] chiamoHo jinatfabeto , come emetto che appena fapeva leggere, e fcrivereil

proprio nome . Sopra di lui dunque , che con prolifla durazione di pretto quarantanni rette l'Imperio , dovendoli lungamente aggirare la noftra Riftoria con avvenimenti non men frequenti, che rari, convien, che prima defcrivendone accuratamente i principii, polliamo poi tanto pi pienamente rapprefentarne i fucceff . Scuopr veramente Giuftino in Giuftiniano parti degne d'Imperio, e capaciti adequata per amminiftrarlo ; ma ch'egli dubitaffe della di lui eccepiva albagia, con cui moftrava di voler fapere pi di quanto convieniti , che temette , che il fervore della di lui giovinezza non lo trafportafie rifoluzioni improprie , bench grandi , e zi>ar,m*n. quafi prefago delle future calamit, rifpofe [ e ]un giorno al Senato , che rtm.. richiefelo di dichiarar Giuftiniano Collega nell'Imperio , Quejia porpora ( in cos dire alz alquanto con la mano il lembo della ma Chlamide vobis optanum ej, ne banc junior Imperiale ) none vefle da giovane, dalle preghiere de'Grandi, dal mealiquis induat . Ma egli vinco pofeia rito del Soggetto, dall'affezione della fua Sorella, di cui era figlio Giuftiniano , dichiarollo Cefare , allevandolo pochi men* avanti fua morte alla dignit di una tanta fucceffione, & al comando del Mondo. Era Giuftiniano nativo diTaurefia, che fu pofeia detta Giuftinianca , piccol Gattello della Grecia, divenuta celebre e per il nome di un tantmperadore* eperifontuofedifcii, ch'ei con profufa magnificenza f inalzarvi, regid proep. dttdtf. ftratilungodaun nobile [d]Hiftorico di que'tmpi. Incontanente dniufiinia.zmP M. q ue ilnuovo Cefare honor col titolo di Augnila la fua Imperiai Conforte Theodora, e come che pattava nell'opinione delle genti per Principe avver-

&

e propone di fo allaHerefia, e
fede.

non fol Cattolico , ma Dottor de'Cattolici, volle iubicomprovarne la fama con l'atteftato di una publica dichiarazione di Feto
,

de
e
/.s

che riceverebbe certamente l'applaufo


,

di

ottima

anche in riguardo

al

profeftbre

il

profelTore fotte ftato cos collante in foftenerla ,

e <*/w4
-

pronto
ligio
,

in divulgarla;

ed eccone il tenore
,

[e]

Trwi<

Sanila Dei , , nos dottrinar/i Santlijfimorum , eorum qui poli illos in Santlis Dei Ecclefiis ver fati funt , lApofiolorum , teftatam omnibus fpcm , fequentes, xquum effe exijiimavimus , notam, confezioni Sanftx Dei , cjr Ca relmquere, tradizioni, qua in nobis

quam

proftetur

& predicai

Cum

& mculpataBgCattbolica & lApoftolua


retta,

come

fu

Ecdefta

nullo

&

modo innovationem admittat

eft,

&

&

tbQ-

Capitolo IV.

tbolca Ecclefta adbarentes; credente! enim inTatrem, ritum Santum , unam [eflenttam in tribus Terfonis adoramus , unam Divinitatem , unam Totem*iam , Trinitatem conjubflantialem . In extremis autem

57 &Flium, & Spi-

Felice
* *

fine diebus conftemur Unigenitum Dei Filium, ex Deo Deum , ante facula per quem tempore ex Tatre genitura , coatcrnum Tatri , ex quo omnia , incarnatimi ex Spiritu Santi o, ex beata, omnia, defeendiffe de Ccelis ,

& & & & hominem & fa femper Virgine Maria;unius fatlum, &crucifixum, fepultum ejufdemque mir acuta & paffioncs, & temo
glorio
effe,

die

refurrexifie

quas fpont

carne fuflinuit , agnofeentes . Confeffa qui Giuftiniano le ipontanee paflonidi Gies Chrifto, quali pofciaegli neg nella fu a vec-

chiezza ; onde miferabilmente cadde nell' Herefia degl' Incomitticoli . Siealium Chriftumagnofcimus gue egli poi, T^pn enim alium Dei Verbum, eundemque conjubflantialem Tatri fecundm Divinitatem , eunfed unum , demque confubflantialem nobis fecundm Humanitatem . Trinitas enim permanft Trinitas, etiam incarnato uno Trinitate Dei Verbo: nequever quarta Terfona acceffionem Sanila Trinitas admittit . Bench Giuftiniano nel principio della controverfia mofla da' Monaci Scythi foife loro contrario , e contro di efl acremente fcriveife al Pontefice Hormifda, tuttavia poi perfuafo dalla ragione addottagli , pregato da Vitaliano Maeftro delle milizie, e potente protettore degli accennati Monaci, mut impegno,e parere, edeglifoftenne, quant'effi, la controverfa proporzione dell' Uno exTrinitate pafio , che infer eziandio nella prefente confezione di Fede , che trafmetfe ai Pontefice Felice Quindi egli foggiunge , 'Njzque vero quarta Ter fona accefjonem S ancia Trinitas admittit , in riprovazione dell'argomento de'Neftoriani, che per impugnar la propofizione dell'Une ex Trinipote paffo, allegavano l'inconveniente maffimo, che f uno della Trinit havefle patito , gi la Triniti non farebbe pi tr Perfone , ma quattro : conciofiacofache f alle tr Divine Perfone impaffibili aggiungevafenc unapaflbile, gi nonfarebbon pi tr, ma quattro. Quell'argomento del [a] Triflio fu a lungo allora ribattuto dai Cattolici [b] di quell'et, a uhbtt.%.cm15 e prima di elfi da S.Agoitino, che con queft' aureo detto foftogl' Herefia ;S quod fufeepit , una efi in \nmfi.cmiroZr. allora nafeente diNetorio, [e] Qui fufeepit , rk * de Trinitate Terfona . Tacque enim Homme affumpto , quatemitas fatta ej , ^j? " J t adente Terfona Unius in c'j.^j! <Mn fed Trinitas manfit, affumptione illa ineffabiliter f Homme veritatem . Cos S. Agoftino: Quindi fiegue Giuftiniano */** * Deo, la fua confeffione di Fede, Qua cumita f habeant, anatbemate, exccratione fumma , omnem Harefim condemnamus , tum vero vel maxime TS[ejiorium illuni JLntbropoltrin , idefl Hominis cultorem adoratorem, qui unum Dominimi K[oflrumJefum Chrtfum Filtum Dei , Deum noflrum dividit, &diflrahit, ne que proprie, convenienterveritati Santlam Gloriofam femperVirginem Manam Deiparam confitetur ; fed alium quidem Deum Verbum ex Deo Tatre appellantem , alium autem eum , qui natu s fit ex fanUa femper Virgine Maria , qui fecundm gratiam , benevolentiam erga Deum Verbum Deus faclus efl . T<(ec non amentem illum Eutychetem vanas quafdam opiniones mducentem , negantsm ex fanta femper Virgine Deipara Maria veram incarnationem , hoc eji , falutem nojlram , ncque omnin conjitentem confubflantialem Tatri fecundm Divinitatem , eundemque confubflantialem nobis fecundm Humanitatem . Item JlpoUinarium illum Tfycbophthron , idefl bumanam mentem Cbriflo adimmem , qui afjrmat Dominum

&

&

w^h

&

&

&
&

& &

&

&

J{cflrum

Felice
*

V.

^g
r

Secolo
#" confufiontm

VI
nofirum, mentis
.

<lpjirum

Jefum Chriftum , Fi7mi

fl., <#* Ztetfw

human

in humamtate Filii Dei introduca expertem effe , Denique adirne fequendam putant . omnes eoi, qui illorum opinionem fecuti Junt , plenijjmam BeatifJmorumEpiQud fi pofl hanc nojiram conjitutionem, fcoporumi qui in noflris regionibus conjituti funt , denuntiationem , reperti uermt CQntrariam opinionem feclantes , ne expetlcnt , ut digni venta judisuoBndicon f troghHerccici. centur ; jubemus enim , ut homtnes bujufmodi tanquam convitli , aper-

&

&

ti
a .

baretici jufia

& idonea animadverfioui Jubjiciantur

&

Cos

egli

Quindi

19.CMH*. public [a] un Bando che i Cattolici figli di Heretici potettero, e dovettero fuccedere all' heredit del Padre, e che 1 Padri Heretici fofler tenuti porger gli alimenti aitigli Cattolici, proporzionati a' loro natali,, non ai hgli Heretici , i quali, conforme fpiegano [b] iDottori, non b Bofrusea e d t>Mig a t' ?um C J. polTon pretender da' loro Padri altri alimenti, che quelli fimpliciter necef" " ap " d J ar '* non a ^ a oro condizione , mi alla loro vita; e conferm Giuftiniana uli^n il Bando co'l vigore dell' efecuzione , e col nervo del caftigo contro i Traf riferendo [ci Cedreno , Jufimianus cum multo* Trocerum labe t erettori , r r.j .Ariana vinato* deprehenderet , bonis eorum publicandis , fupfhcut irrogandis , magnum aliis terrorem mcufjit , lege etiam data , ut nema nifi Ortbodoxus Rgmpublicam gereret . Ne ci egli operava con finzione di bene, con politica dittato: conciofacofacheeffo medefimo confetta di s ^cheper gli avvantagg; della Religione, e per gl'intere!!! de' Sudditi bull o in fi [^] ox non perdonava ad ogni pi dura fatica, Vigiliisfimul, &tnediis, catcrtfque e. inq e princ'u" C P qaJ l toboribus. jugiter utente* , ultra qum natura modus patitur e di lui fog" fo(ie giunge [e] Procopio, che Giuftiniano era folito nella Settimana Santa dard ? d '*A fervorofamente all' efercizio della penitenza, che pattava li due intieri \ i7"{' mpn 'J' cos -1, giorni fenza prender riftoro di cibo, e quando pur la neceffit ftimolavalo id gcnus alia- cibaria abefie volutt, at Vinum , panem , ritcjllarfi aceto maceraagreftes herbas longo tempore fale , brajjicam folum , ta* edebat , confumando pofcia indefefamente molte hore del giorno , e molte pi della notte in continue Orazioni, & in continuo moto di fpecie nobili, e all' utilit della Fede appartenenti, alla riforma de'coftumi. Onde avvenne, che gravido di tali maflme promovette egli poi. quelle molte coftituzioni, che vediam pnrhora venerate dal Monda, e nel compilamento de' Codici , e nel regolamento , e riforma degli Ecelefiaflici. E f bene in ci egli pot parer riprenibile, non convenendo a lui la giudicatura fuor del foro Laicale ; tuttavia rendei! degno di lode, chi confider, che Giuftiniano non ftabil Leggi per gli Ecclefaftici , ma come efecutore de'Sacri Canoni corrobor le medefme , rivedendole co' panni Imperiali , acci elleno foller tanto pi nfpettate >

&

'

'

,.

&

&

&

annate da ambedue le Potenze Ecclefae temute, quanto pi forti, ftica, e Secolare . E che cos fotte, elfo medefimo in molti [/] luoghi isivtii. *&*. %.i 7 .& 'nuli, l'attefta, e lunga cofa farebbe il riferirli. nei regolamento ditante favie ordinazioni fu egli cos fregolato di animo, e cosi facile, e pronto sua volubilit,. a fa r tt ingannare anche in materie confiderabilifllmamente grottblane g cu .o, e uperb.i. nau fe a infieme, e maraviglia , la rifleflione da una parte , come un Principe Laico, per altro idiota, potette oltre alle immenfe occupazioni di un s vafto Imperio , applicar tanto fedamente ai punti di

&

Ma

^ ^^
Legge
,

Leggi de' Santi Padri , e come poi quefti medefimo attorniato da innumerabili fquadre di Dottori, fcieglieife fempre per s il par
alle

&

Capitolo

IV-

il partito pi debole , e peggiore, e per gli altri il pi forte, che fervendo/! nel compilamento delle Leggi dell' Snida, [ a ] attefta,

59 & migliore.

Felice
'

Smi l^[n

Hi/l

Hnomo Gentile, ma profondaquefti perfuafo, f nonmoriturum , fed cum diamo b H,fjch. Mlff. ifteffo afferma [b] Efichio Milefio, e de Pbilofophii carne in Caiani afumptum iri . ch'egli fu folito di prel' ideilo parche approvino quelle fafofe parole, metterei molte fne conduzioni, [e] T^oflra fanxit JEternitas . Ma qiieft* zL.Hit.cAEpifr. errore fu forf in lui il pi fopportabile , perche pregiudic folamente &ciir.&*Ai, lui , che fi pafeeva di vana jattanza ; poich molto pi confiderabili furono gli altri , in cui egli precipit , e per cui con maggior danno rimaf infetto di Herefia il fuo Imperio.
opera, &induftriadelfamofoTriboniano,
in fapienza, fofle

A-

, ,

Bonifacio IL

60

Secolo

VL
V.
li

CAPITOLO
Bonifacio Secondo
13.
,

creato Pontefice

Ottobre 530.
i

Decretale di 'Bonifacio contro

Semipelagiani

Suo Decreto
e

per la fuccejfione di Vigilio nel Pontificato ,


di
ejfo
:

ritrattatone
eleggerj
il

e differenti

pareri

il

Papa pojfa

Succejfore.

On cos tolto
fario di Arles

fi

terminato il Concilio di Oranges, che Cehavendo cos bene adempito alle intenzioni del

Vtd

ti nifvo te,

m.pag. 4

ji,

Bonif.

'pifi.

2.

Pontefice nella prefidenza, e terminazione di elfo contro i Semipelagiani, non pago della fentenza Conciliare, f la temenza Conciliare non fofle approvata, e confermata dal Papa, fcrifle prontamente al Cardinal Bonifacio , acci dalla Sede Apoftolica*ne procurale l'approvazione, e la conferma. Ma il mezzano della richieda divenne giudice nell' atto ifteflb dell' interpofto ufficio , poich morto Felice ginnfe la lettera al Cardinal Bonifacio , quando il Cardinal Bonifacio dal Clero all'unto al Pontificato cominci appunto allora reggere come Vefcovo univerfale la Chiefa di Dio . Onde da Procuratore divenuto Principale , rifpofe Cefario con una Decretale , che fu oracolo, e che conferm non tanto il Concilio di Oranges, quanto tutti li Decreti publicati da' fuoi Anteceifori contro i Semipelagiani della cui condanna , anche molti anni avanti al Concilio di Oranges par che non reli pi luogo da dubitare , mentre nella ma lettera [ a ) il Pontefice Bonifacio cita non folamente li Decreti del fuo Predeceffore, mi anche quelli pi antichi de' fuoi pattati PredecefTori . E la lettera fu la feguente [ b ]
Dileftijfimo Fratri Cafario Bonfacius.

txpitci

LabO

to.q,

Concil.p*g,i6%7.

tua PEr Flium noflrum Armenum Tresbyterum & ^ibbatem Sacerdoadirne accepimus quasadnos, utapparet, fratemtatis
litteras
,

infeius

mibi commijj > fub ea, qua Deo tenemur ebaritate , direxeras: quibus credideras pofiulandum , ut id quod beata recordationis Decejjore noflro
tii

Tapa

mea explicaretur Felice pr Catholtca Fidei popofeeras firmitate , Scd quia id voluntas fuperna difpofuit , ut quod per nos ab ilio . inftantia

fpera-peras , nobis potihs impetrares ; petitiom tua , quarti laudabili folicituci -ne conc ep ic > Catbolicum non diflulimus dare rejpcnjum . Judicas enim , quod alqui Ephjiopi Galliarum , cum estera jam bona ex Dei acquiftverint,

gratta provenire

fidem tantum

qua

in

Cbrijio

credimus

natura

ejie\

velini.

Capitolo Vdeliriti

non gratti;
y

& hominibus ex
non etiam
,

6l

Boni *aCI0 ^'

arbitrio remaufffe

dici nefas eft, in lbero nunc in fingulis Mijericordia Divina- largita-

Adam-, quod

te conferri: poflulans y utproambiguitatetollenda y confeffionemveftram , qua vos diverfo fidem reffam in Cbrifto , totiufque bona voluntatis initium ,
<

juxta Catboltcam vcntatem


finiti* fenfibus infpirari
,

per pravenientem Dei grattam fmgulorum de-

aucloritate Sedis Apoftolica firmaremus . Jltque pra cateris beata recordationis Auguide, cum de bac re multi Tatres, fiinus Epifcopus, fed& majorcsnoftri Apoflolica Sedis antiflites , ita ratione

&

probentur difieruiffe latijjma , ut nulli ulterts deberet ejie ambiguum fidem quoque nobis ipjam venire de gratia , fuperfedendum duximus refponfione multiplici; maxime cum fecundm cas , quasexApofolodircxiftisfententias y alibi; quibus diati [a] Mifericordiam confecutus fum , ut fidelis effem; [b] Fobis datum eft pr Cbrifto y non folm ut in eum credatis, verm etiam ut pr co patiamini evidenter appareat , fidem , qua in Cbrifto credimys y ficut omnia bona fingulis hominibus ex dono fuperna venire gratia , non ex humana potevate natura . Quod etiam fraternitatem tuam, babita collatione cum quibufdam Sacerdotibus Galliarum , juxta fidem gaudemus fenffe Ca tbolicam in bis fciltcet , in quibus uno y fcut indicafti y confenfu definierunt fidem , qua in Cbrifto credimus , gratia dtvinitatis praveniente conferri : adjicientes etiam , nihil efie prorfus fecundm Deumboni y quod fine Dei quis gratia aut velie , autinciperc, autoperari, autperfiicre poffit y dicenteipfo ccrtum eft enim , atque Salvatore noftro , Sine me nihil por ris ficerc Catholicum , quia in omnibus bonis , quorum caput cfl fides , nolentes nos adbuc Mifcrkordta Divina pravcniat , ut vclimus , infit nobis cum volumus , fequatur etiam y ut infide durcmus , fcut DavidTrophetadicit [c~\Deusmeus nerumi [d] Mfertcordia mea cum ipfo mifericordiaejus fravenict me; alibi: [e] Mifericordia ejus fubfequctur me B Taulus fimiliter eft; dicit retribuetur UH ? quoniam ex ipfo [f] jtut quis prior dedit ci , per ipfitm , in ipfo funt omnia . Unde nimis eos y qui contr fentiunt, admiramur , ufque co vetufti erroris adbuc rcliquiis pr agravar 1 , ut ad Cbriftum non credant Dei beneficio , f d natura ventri; tpfus natura bonum , quod Ada peccato nofeitur deprapatum , autlorem noftra fidei dicant magis efie qum Cbriftum , nec intelligant f Domimca reclamare fententia dicenti [g] iberno venit ad me y nifi datum fuertt UH a Tatre meo. Sed B.Taulo fimul obfiftere clamanti ad Hebraosi [h] Curramus ad propoftum nobis certamen , afpicientes in autlorem Fidei , confummatorem Jefum Cbriftum Qua cum ita ftnt , invenire non poftumus , quid ad credendum in Cbrifto , fine Dei gratta , humana deputent voluntati , cum Chriftus aufior y confumaturque ft Fidei. Quapropter affetJu congruo falutantes fuprafcriptam Confcjjonem veflram confentaneam Catbolias Tatrum egulis approbamus lllos autem qui pracedente fide y catera y fcut indie as , volunt gratta deputare , fua profeffionc conflringimus , ut mult magis dono gratia etiam Fidem cogantur adferiben , praterquam nihil eft boni, quod fecundm Deum qudibet valeat operart y fcut Beatus Apoftolusdiciti [ i\Omne y quod ex Fide riuueft y peccatum eft. Quod cum itaft , aut nullum bonum gratta deputabunt y fi ei fidem fubtrahere moliuntur ; aut fi quod bonum efie dicunt de gratta , ipfa necefian fides erit gratia deputanda S enim nihil boni eft fine fide fides autem ipfa venire negetur ex gratta ; nullum , quod abft bonum erit gratia deputandum. *Ait entmjacobus *4poftolus [IQ Omne do,

&

* cor. 7. b phftipi

&

&
:

&

<-

pfai.tf. d pf* ! s
-

&

&

&

&

pfai.zz.

&

&

groan.s.
.

&

j^ ir4 ,

&#!.

num

BonifaC IO
11.

$z
mm
$.

Secolo

VI

orn ne donum perfeclum defurfum efi , defeendens Tatre i omms luminum . Sed ipfi fatentur , ut dkis , dona estera donar i per gratam ; autem bona per fidem fubfiflcre non ambigunt univerfa . Ipfa ergo neipfa ceffari fides erit gratta deputanda ; qua bonum , quod gratta tribuunt , fcp arare non pofunt . His itaque breviter affignatis , cantra reliquas Velagiani erroris ineptias , quas Ma vtdetur cpiflola continere y quam qttodam tibi mandajii Sacerdote tranfmifiam , refpondendum non duximus quia, , fperamus de misericordia Divina, quod ita per miniferium tua Fraternitatis , atque dotlrinam in omnium quos diffentire mandafli , dignabitur cordibus operari, ut ex hoc omnem bonamvoluntatem non ex f , fed ex divina credant

&

LKX

gratta proficifei , cum [e fenferint td jam velie defendere, quod nitebantur pertinaciter impugnare. Scriptum efi enim: [a] Traparatur volumas Do'

j/iir

nifi Deus dederit: Deus te incolumem cuftodiat, Frater chariffime Data P III. Kalendas Februarias , Lampadio, Crefte viris clartffimis Confulibus . Cos egli contro i Semipelagiani , che percoffi da mortai fulmine, perlongaetanon riebbero pi ardimento di rialzar le corna contro la Grazia di Dio Ma la fama di Bonifacio, che and gloriofa nella Chiefapers neceffariacondanna, urt in breve in non preveduto fcoglio, che lo f cadere

& hoc ipfum erat fapjentia

^ no

'

Et alibi; [b] Scio, quianonpoffum


,
.

efie

contmens

feire cujus effet hoc

donum

&

in errore fcandalofo, forf al pari di quello, ch'egli tentava di evitare.

m
li/: ii.

B ~

Conciofiacofache troppo timido , poco cautelato , mollo da buon zel' elezione de' Pontefici independente dal confenfo della Regia Corte fecolare, che fotto Theodoricofi eraufurpata la nominazione dei Soggetto al Pontificato Romano, adun in Roma un Sinodo, nel quale [e]
lo di ftabilir
fecit conflitutum
:

ut [ibi Succeforem ordtnaret quo conflituto cum chiro, graphis Sacerdotum, rjurejurando ante confeffiontm B. Tetri ^Apofloli Diaconum Vigilium confiituit . foggiunge immediatamente Anaftafio , d unafl.i,c,et.\ [d] Eodcm tempore fatici iterum Synodo, hoc cajjavcrunt Sacerdotes omnes propter reverentiam Santi x Scdis , quia contra Canones hoc fuerat fatlum , quia culpa eum refpiciebat , ut fuccejjorem fibt cofiitueret, ipfe Bontfacius Tapa reum f confefus efi majefiatis , quod Diaconum Vigilium fui fubfcripttont cbirograpbi ante confefjionem B. Tetri fuccejjorem conftituiflet : Cleri , Scnatus ipfum confxitutum in proemia omnium Sacerdotum , ' B4rt?' M'*Z-42 *' incendio e onfumpft . Onde apparifee , inquant'horrore folle al Clero R<h mano cotal novit di elezione , non mai , di rado pratticata avanti [ e } e vedui nejtrrt.to. j\ Concilio Niceno da Prelati minori nella fucceifioneEcclefiaftica, fpur co {fumata, rigettata certamente, eprohibitada' Canoni Conciliari: per lo cueiiBaronio con grand' eftenfione di avverione un fatto per altro operato con fanto fine da un Pontefice Romano , per tal caufa applica caf *".* 53' {figo del Cielo la breve vita di Bonifacio, [/] quem cit Deus ad aliorum exemplum ex hac vita fubtraxit N noi prendiamo ardimento di approvare ci , che diflapprov allora il Clero Romano , anzi il medefimo Bonifacio, e in qualche fenfo ancora S. Silveno futuro Pontefice, il quagli/? Silvera ad le nel Decreto [ g ] di Scommunica contra l' Antipapa Vigilio , lui rimvigiiiH>ta*.ctnprover gl'indegni raggiri , con cui da Bonifacio egli il era tai nominazione cn.cot- procacciata;nulladimeno n pur vogliamo reifringere la podef Pontificia h va y^'h^snbXje dentro li limiti de' Canoni Conciliari, particolarmente [h] quando apa-

Ma

&

&

&

&

&

'

ttcric

.Mirur.j

rifea

un' evidente

utilit del

public bene, un favio provedimento

'"*

qualche

, , .

Capitolo V.

63
; ;

Bonifac O
J u'^fi*
?

qualche imminente fciagura:onde bench alcuni Cattolici [ a ] Dottori convengano , che poifa il Papa e leggerti il Succelfore tutti per concludono , che eifendo pericoloni tal forte di elezione, ella debba onninamente non ridurli in pi-attica n pur da' Romani Pontefici e perci come tale fgeneralmenteprohibitada'[6] Padri Niceni,abborrita da [<;]$. Agoitino,evieN fuflfte ci, tata da Papa [</]HiIaro, e da Decreci di parecchi Sinodi alcuni ti afferifee, che S. Pietro eleggerle S. Clemente per Ino Sueche da ceffore nel Pontificato, col fuppofto di una pretefa lettera delmedelmo S. Clemente fcritta S. Giacomo fratello del Signore, in cui egli dice di S.Pietro, [e] Inipfisautemdtebus, qutbus vita finemfibi imminereprafenftt , in conventu fratrum pofitus apprebenfa manu meo. repente confurgens conjervi inauribus totius Ecclefue h&c protulit verba *Audite me fratres , Magi/ira meo mei-, quoniam ut cdotlusfum ab eo, qui mijtme, Domino , JefuCbrifto, diesmortismea inftat, Clementem hunc Ep/copum vobis ordino, cui foli mete pradicationis , dottrina Cathcdram trado; effendo cofa che tal lettera vien da noi rigettata per apocrifa, e fpuria, e per tale vien' ella riprovata dall' erudito [/jScheleftrat, che [g] ponderandone le qualit' fa un lungo Catalogo di accreditati Scrittori, che concorrono in quel medelmo fentimento , che noi riabbiamo altrove accennato, quando trattatio [h] dell' Epiftole di S. Clemente , quella fola habbiamo approvata , che da quel Pontefice fu fcritta a' Corinthii. E bench S.Epifanio , [i] eS.Girolamo atteftino, haverS. Clemente fcritte molte lettere, non perci neceffario, cheli ammetta la menzionata perlegitimo parto di quelgloriofo Pontefice, potendo ben eifere, che egli altre ne navette fcritte, le quali per l' ingiuria de' tempi , per la maliziofa empiet degli Heretici che non meno ambifeono di ricoprir fotto il nome di Autori Orthodoffi li loro malvaggi fcritti , che di porre in oblio le opere genuine de' medefimi come contrarie a' proprii errori , alla portenti elleno pervenute non fiano
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AiVertori della pretefa nominazione di la machina del loro argomento, e reit provata l' afferzione di Eufebio, che S. Pietro non nominafle altrimenti per fuo Succeffore S. Clemente, ma [fQ pofl Tetri martyrium primus ^ornarne Ecclefu Epifcopatum Linus fortito accepit, e doppo Lino [/] Cum lAnaclctus ( ilqualefiilmedefmoche Cleto ) I{omanam Ecclefiam admiS.

Onde cadendo il fondamento degli

Clemente al Pontificato, cade tutta

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x'idtm id.c.i*.

niftrafiet

Clemens E di un fatto antico ne habbiamo ancora di Pio Quarto, del quale cos dice Andrea Vital Ciaccone, [ m ] ^Anno 1565. die 18. Cardinale! in Conci/torio alloquens , atatem fuam fenio confetlam in occafum quaf 'a.id^'ad ciac. 2 prteipitem ferri narrans , adjecit , fette f qu&ri Jurifconfultis , an rioIK I{omanus Tomfcx fuccefforem fibi deligere queat ; fub Taulo Quarto agitatam quaftionem , an idem Tontifex adjutorcm cum futura fuccejfione udeifeere poffit quamvs nonnulUy Decius in primis , id affirment, eam ti/ncn fentcntiam Tittir, ut falfam , rejiciendam cenfuit ; volebatque declarare, fi opus fuifjct , flatuere , Pontificcm, Cardinalibus etiam affentientibus id facere non pofje major Cardinalium numerus decretum fcribendumjudicavit; Gambaraf n]dixit 3 declaratum olim Tontifice in Confi/Iorio, . n " Carditi. Gi$. *~ j r # T * ir n \Jr decreto jirmatum , hoc a Tontijice efjict non pofje: quare ajebat , viden- Frane. Gambara. dum, quibus verbis conflitutio conficienda . Tius auditis fententus decretum c**** r* di mutile non futurum afieruit ; feque declaraturum , Tontificem non pofie fuc,

eumfecutus

efl

confermazione prefente torelli nella fua Addizione


la

&

&

&

,.

cejiorem 3

Bonifacio IL

a VidcSchelejrat. anttqa.UUiftr.differt.i.c.q. art. z. . 107. in fine . b Vedi il Ponti/, di Cornelio to. i.pag. 16}. e S.Ign.in (pifl.ad Trai li an.

A Pius Pupa pri

mus in
ad

epi/K[ad Inepiji,

adjutoremvc , cum futura fucceflone , ftb digere . Mi qua, lunque fofle il motivo, il fine di Bonifacio , certo fi , ch'egli ritirofli dall'impegno, confegnandone alle fiamme il Chirofrago nel medefimo luogo del Sinodo, dov'egli 1' haveva publicato , cio nel Conciftorio della Chiefa [a] di S.Andrea, che s' inalzava preffo il Tempio i S. Pietro in Vaticano , onde noi deriv il nome di Conciftoro, che prima chiamavafi Presbyterio , come altrove [ b ] habbiamo accennato, deferitto da S. Ignazio con quefte parole , [e] Coetus facer , Conciliarli , Confefjores Epifcop ; da PapaiPio, [ d ] Senatus paupcr Cbrifil apud T^omam confttutus ; e da S. Girolamo , [ e ] Eccleja babet Senatum f ccctum Tresbyterorum ,
cefiorem

64

Secolo

VL

&

put Vien Epifccp.


C S. Hier. in
Huflictr/i

CAPI-

65

Giovanni IL

CAPITOLO
Giovanni Secondo

VI.

creato Pontefice nel fine dell'anno 531.


,

Romano

approvazione Pontificia della proporzione de Uno ex Trinitate pafl Provi/ione del Papa contro i Simo.

niaci.

Spedizione di Giujiniano contro

Vandali* "R^

jiabilimento delle Chiefe dell'Africa.

controverfia

dell'

Uno ex Trinitate pajjo, che ha- JJSSJJJ^!


NlI0V0 <JibKt .

veva tenuti agitati gli ultimi anni del Pontificato di Hormifda , per quafi due luftri fu foppreffa dal filenzio, diftornata da altri affari, e fol dibattuta, e contrariata da i Monaci Acemeti , che applicando a loro vantaggio la rifoluzione di Hormifda , incolparono di Herefia li Scythi , con vicendevole calunnia incolpati anch' efl per Heretici da loro. Erano i Monaci Acemeti per fama di Religiofa difciplina molto riguardevoli in quella Imperiai Metropoli di Coftantinopoli, e dimoravano allora nel Monafterio di Dio, cos chiamato dall' Abbate S. Dio, che ne fu il Fondatore , e che lafci ad efl anche il nome di Monaci Ditti ; ficome da Flavio Studio , che animiniftr [ b ] il Confolato Romano , e fond un nobil Tempio in honore di S.Giovan Battifta fotto la loro prefidenza , furono eglino denominati parimente Studiti. Onde gli Acemeti andavano gloriofi , e per multiplicit di Monafter; tutti infigni , e magnifici , e per fermezza i Apoftolico zelo , con il quale fempre coftanti , e fermi tutti li Patriarchi , e contradiilero all' Imperadore Anaftafio , fin' allora riprovato , depravato il ConVefcovi , che havevano Un di efl con animo intrepido affiffe , come cilio Chaicedonenfe manto di Acacio il cedolone della Scommufi narr, al altrove [e] Pontificia , e li loro Monafterj erano in Coftantinopoli come nica tante fortezze contro gli Eutychiani, e come tanti prefidii in difefa della Sede Romana ; in modo tale che li Legati , che dai Papi fi fpedivano a Coftantinopoli, havevano [ d ] nelle loro iftruzioni, i nulla rifolvere fenza il configlio degli Acemeti. Eglino dunque acremente

me^jieiujpro-

SSScythi.Vd*
finMajePontfi.

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cVcf!iUPo ,-, FdL! 'u tlm.i.


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fentenza de' Monaci Scythi , e negavano [ e ] poterli e * *>>**- "' dire Cbrijtum Unum ex Trinitate , perle ragioni [/] altrove addotte, {vtd'upntf.i e che allora pi che giammai in altro tempo militavano, per la fofpe- #/'* r w l pas 3 zione che la propofizione riceveva da chi poteva pervertirla nel fenfo Eutychiano. In quefto ftato di cofe l'Imperador Giuftiniano , che da contrario agli Scythi ii era tutto rivolto alla loro protezione , fped un' infigne Legazione del Metropolitano di Efefo , e del Vefcovo i Ccfarea al Pontefice Giovanni Secondo, richiedendo [ g ] con calde f^n^J^cbU 4 iffanze dalla Sede Apotfolica la definizione del dubbio favore de' nUd'entti *rem. Tomo I/. Scythi E

impugnavano

la

'

'

Giovanni
**"

$$

Secolo VI.

Scythi. Gli A cemeti fatti certi di un tanto impegno, edubbiofi, che l'iftanzadiCefare potette far credere agli Scythi accurata la loro pretensione, fpedirono anch' efi due Legati Roma, per contradire in quel Tribunale allarichieftadi Giuftiniano, e per porre ogni loro opera, affinch 'dal nuovo Pontefice non fotte approvata quella proporzione, che il fuo anteceflbre Hormifda haveva coftantemente ricufato di decidere con la fua Apoftolica autorit Il Papa in un affare di tanto impegno, ed in fo.

poco rilievo (eilendoche, come not il medefimo[d]Giu^/o^^r^'v* b Ferrand.i'n <p<(i -ftiniano , e con maggior fondamento di verit Ferrando [ b ] Diacono Carn ^-thaginehfe , Facondo [ e J Hermianenfe , & il medefimo [ d ] Pontefice Hor" & ellft. St'vtrum e?." mifdai era la queftione una pura Logomachia, e ciafeuna delle partidice
3
*

"*^-ftanzadi cos

T
'

va h ene , ma dal partito contrario era intefa male ) prefe l'efpediente di fpiegarpi tofto, che di definir la controverfa propofizione, e decret ex ifi Cathedra, e promulg come dogma di Fede, Unum [e] de SantJaTrinitat oann u.tpij.j. te Chriflum efle , hocefl, unam de tribus Sancite TrinitatisVerfonis Santam " d Scnau effe Terfonam; deche fu terminata la gran queftione con la indicazione f vide fufius de nozionale della voce Unum , riferita alla Perfona , e non all' Eflfenza [ / J C m I Monaci Acemeti molto oftarono , ma nulla ot? Hi/ c'nrr.d! della Santillana Trinit u cX T ln "- tennero e perche fi refero pertinaci nel loro fentimento, furono dal Pontej "fl/ '/ ufin tpifi. fice efclul dalla communione della Chiefa, infin tanto che [g] errore damnali' d luftin. to doBrinam noflram quantocys fequi, babita rettilari profe/ione , Ctmal ^ h ^g.,p. Font, in g^_, \'iA' -r J J tir J C. A epijir^/Hflm.qu* verint. Cosi Giovanni Secondo, e cosi doppo lui li Pontefici Agapito , ncipit. Gratula r ^ Vigilio , \ i~\ e'1 f k] quinto Sinodo Generale, e cos lTmperador GiuJ J mur, Venerabilis t, H r L n rn t\ n r f t fumano in molte fue lodevoli Coltituzioni. [/j Da quelto tatto di Papa imperaior &c. v,gu. Fanti/, in Giovanni deduce il Forbefio, [m] non effer' infallibile il giudizio della eifendo cofa che Giovanni k'sjZu^s'. eano- Sede Apoftolica nelle controverfie della Fede approv ci, che condann, giammai non volle approvare Hormif ir 'l dthlr'.&L7*&t. j elamedefimapropofizione fi laudata dall' uno, e condannata dall' alanche pofto, che Hormifda condannale l'accennata propofizione tro ni' fVS' /""a ' il che non (blamente fi controverte , ma da [ n ] molti fi nega ) f tal' illaHfioru, ( fi**. zione fufliftefle , potrebbe il Forbefio dedurne fuo beli' agio altre molte V'illfhn ~* oi MoZcb.'scyuc'.i'. da fomiglianti premette. L' Homoufwn del Samofateno, e degli Arriani fu L fm rigettato da' Padri Cattolici Antiocheni e da i Niceni in altro tempo amio' nttlf 'd c s]nod,v.c".rd'.Ba. metto la voce Hypoftafs efecrata lungamente dalla Chiefa Latiha, e ron.Mnosihn.. la parola Cbnfiipara avanti l'et di Neftorio ufata da' Fej r j cev uta p deli, e poi nel Canone fefto del quinto Concilio proferitta, e bandita la propofizione di S.Cirillo UnaTSlatura Dei Verbi incarnata dichiarata nemica nel fenfo di Diofcoro , e di Eutyche , e dal Canone ottavo del medefimo quinto Sinodo foftenuta Cattolica fecondo l'interpretazione dell' la Grafia divina condannata da' Pontefici , quandoallegato S. Cirillo per etta Pelagio intendeva la Legge, la dottrina, e l'efempio di Chrifto ; ma foftenuta valorofamenteda'medefimi, quando ella fignifichi un dono
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infufo nell'anima, diftinto dalla Legge , dalla dottrina, e dall' efempio di Chrifto e mille al re propofizioni , e voci , fecondo li difverfatilis ferenti fenfi, che ad ette fi danno . ambigua eft ad utrumlibet, o ] i r V Autore ; e l'erudito Petavio molte ne textura mera verborum , ditte [

Dio

&

regiftra nel

Capitolo fefto, e

feutii
,
t

P s

mar izde'ie- Ona

hebbe dire S. Hilano


fit

\o del fuo Libro quarto de Incamattop] De hitelligentia Harefs , non de fcri.

jrimt,

pturaefti&fenfusy non fermo

crimen

perci al propofito noftro non dove-

,,

Capitolo
doveva
,

VI

6rj

pi notorio, e formidabile, volle, che in marmo ie ne [e] regiftrale il "*r.i. 5 e.,'..^.' ni "* tenore, e fi collocale il marmo publica vilt avanti la porta della Bafili- ']!$. 6. cadi S.Pietro, [d]Ut prxfentibus bareret f#cnlts, futuris Giustiniano forgendo col fuo grand' animo a maggior' imprefe, poteva degli lenza lafciardauna mano la penna, con cui tutto giorno formava Digefti A "'? ni i e l? ro

Forbefi parer cofa cotanto ftrana, che Hormifda condanproporzione de Uno ex Tr imitate pajjo , quand' ella fpiegavafi in quella congiuntura di accidenti , e di tempo poteva (piegarli nel fenfo Eutychiano e Papa Giovanni l'approvaile nel lignificato volle maggiormente dichiarare con l'aggiunta de Cattolico che egli Uno ex Tr innate in Carne pajjo Terminato s fcabrofo affare fi accinfe il Pontefice Giovanni ufoppri- operazioni di mere Simoniaci, de' quali molti e infettavano Roma, e l rendevano di' contro Is'uho. odiofi a Roma. Contro gli attentati dunque di quelli antichi primoge niac ' niti del Diavolo ricorfeil Pontefice alla potenza di un R Heretico, cio ad Athalarico, fupplicandolo per mezzo del Difenfor della Chiefa di aggiungere ai facri Canoni il timor pi profilino delle pene Laicali, arKnche [a] poenis ftcnli comprimerti quosncc Dei timor , neque Ecclejiaflicacenfu- iBttrin; dnnii .. ra corrigeret. N fu pigro il R Arrianoadaffecondar le giurie litanze del *. r-> Pontefice col flmine [6 ] di feveriflmo Bando, del quale, per renderlo ^pttd C af,oJ,
al
>

Giovanni "^

natie la

..,

&

Ma

di

Legge, e Codici

di

riforme,

impugn con l'altra la fpada,

im?l

fi

difpofe,

come legni, difeacciar' affatto dal mondo l'Arnanefimo, che divenuto formidabiliffimo per potenza di armi , e per ampiezza di dominio , non pi con deboli difpute di Vefcovi fcoltumati , e vagabondi agitava il Chriftianeimo, ma l'opprimeva col giogo d'infopportabilefchiavit, fignoreggiando i Vandali l'Africa, &i Gothi l'Italia, Imperii pm tolto, che Provincie, violentemente tolti dal furor dell'Hereia all' antico e maflmo Imperi o de'Romani . Imprefe , che fol da lungi confiderate poteano divertire ogni gran cuore dall' intraprenderle, e quella dell'Africa in particolare, giammai non promoffa, f pur tentata, piaata certamente lagrime di (angue, &acollodi[e]queirimmenfaperdita, chefl'ImperadorTheodolio di tutto l'Efercito di terra, e [/Jl'Imperador Zenone di tutta l'Armata di

e Vtd ' Pentif <u ceitjiin rV i.

mare. Gilimero la reggeva pi come Tiranno, che Ri riavendo ;%^% Vedi il r Poitif. Spogliato Hilderico fuo Confobrino del Regno, acciecato Amare, e dittiietui, to.I. (id rmferratainofeuriflmo carcere tuttala dipendenza di Genferico, chefoi J?Vf. de beli poteva oftargh neli'ailoluto dominio dell'Africa . Riconvennelo Giuftinia v*nd l *no di cotanti eccelTi di barbarie, e minacciandogli la guerra, fenonrelti- g.Sl^co* ruiva il Regno al iegitimofucceiTore Hilderico, hebbeper rincontro di ''' il Afeniin
-

66.

[b]Quod fonder folves , nobisbcllum refpondere funi paratus , qmbus potuero viribm ; onde Cefare [i] che erat in perferutando ingeniofus , &adea, qux decreverat , perficienda non piger, adunate le forze dell'Imperio, tutt'[^J un'anno attefe all'
uobidienzaqueit'arroganterifpoit:a,
inferendo
,

h%m

uid."

Uemibtk.

ammalio di.navi

^,

yj,

diattrezzi, e di gente militare, e prepoito al comando dellagrand'imprelaBellifariOjCapitano che pur'allora ne veniva dall'Oneri- Bei iifari Genete glonofo per tre rotte date ai Perfiani, e che col faggio Arin * w di prodi fpedic%c"' zioni fiera anticipata la fama profpera della prefentc, lu nafeer de' Venti favorevoli della Primavera f falpar l'armata dai Lidi di Coitantinopoli, e nel partir bcnediffela dalla poppa della Nave
,

pretoria Epifanio

Velcovo
fri

della Citt ,

il

qual

non

volle, che alcun in ella

ii

annoverale

fra Soldati

, , ,

Giovanni
**"

fra

Secolo
.

Vi.

Marinari, che non haveffe ricevuto il Battefimo , e profeffata la CatProcopio , che quelle cofe defcrive , e che poc'anzi era flato prefente alla fpedizionediPerfia, inoltrandoli hora vago di feguir
tolica Religione
d

Procopio primo Bcllifario in

BdiSrio?

quella pmiflrepitofa dell' Africa, ftdaGiuftinianocoftituito pnmo Configliere , e per follenerlo d'apprett con le opere fi nel Pft accinfe anch' ei coraggiofamente alla navigazione; ma, come eh' egli era

&

Huomo dedito agli ftudii, timorofo dell'armi, delmare, dell' inimico, mentre dubbiofone'penfierianguftiavafineldifcorfo de'preveduti
a

p*\

ice >,

pericoli, parvegli [a] una notte in fogno di ritrovarli in cafa di Bellisario , ubi quidam Jervis nuntiat , dona ejk quibufdam aliata , qua Belli farius

afpceret, vid.it bomincs quofdam fupra dorfum triticum cum floribus erentes > 1 u d deponi juflt in atrio domus , ubi ipfe cum fuis militibus acv\Gor>u*vrthg\tf cumbens fiores ipfos edebat , quicibuslong fuaviffimus eft eis vifus Animadj vic:na. to dall' augurio eli quello fogno, e quindi pofto in oblio ogni conceputo timore , navig Procopio configliere , e feguace della fortuna di Bellifario
.

cum

liti itid,

annotandone diligentemente i fucceii con quella candidezza di racconti, che pur hora leggiamo nella fua Hiftoria N gli augurii furono difpregievoli , foli ; conciofiacofache [ b ] un proverbio correva fra gli Africani gi da molti anni , la cui origine , e lignificazione fempre fu loro ignota cio che molte volte il G va avanti al B, e molte volte il B avanti al G: avverandoli allora l'ofcurit dell' enigma nelle prime lettere del nome di
.

e vedili rontif. di ctUflHtui. car.

quattro infigni Capitani, [e] di Genserico, che vinfe Bonifacio , e di Bellicon pi fantificato > e ragionevol prefafar io , che hor vinfe Gilimero . a%utp.Uc, ut, 2,i[d] era apparfo S.Cipriano a parecchi Cattolici Africani, che infofTerenti di veder pi lungo tempo il di lui Tempio prellb Carthagine oltraggiato da' Barbari , e profanato dagli Arriani , come riconvenendo il Santo prenderdifefadis, di elfi, e della manomeifa Fede Nicena, loviddero fcefo dal Cielo ai loro giuii lamenti, dicendogli Bono effe animo Cbrifliapollicendo fefe brevi tempore ultorem futurum . Con quelli fauili nos , aufpicii dunque di feicifima vittoria, feorfi i Lidi di Perintho , e doppO attraverfato l'amvarii cori! vallicato il mar pericolofo dell'Arcipelago , pio del Mediterraneo , approd l'armata in un remoto feno della Provincia Bizacena , lungi da Carthagine nove giorni , dove poie terra le milizie ricev Bellifario per primo duriffimo incontro una fcarfezza immenfa di cattolici prove- acqua in quella Regione particolarmente fteriliifma, efaula di pozzi : providdelo benignamente il Cielo d'inopinato refrigerio, poich SnJXo*"* quando r o r nvEiiLt ui acqua, t ii> u alzando terreno alcune Truppe per cinger 1 alloggiamento di tnneere >

Mi

&

&

&

e idem

mi.
*dfic.

e]Miraculo quodamaqua multum fub terra erupit, nunquam priusapudBi%aciumyifa , ut locum perpetu ficcum Delqualprodigiofo avvenimento
.

dt rufiinUf,

fidem

refene publiche grazie a iwr- flmono confirmatus , id

Dio Bellifario , [f]


confilii cepit
,

(redo
th'.gine',

di
'

car

cumulum deferiptum . fonte le forze, fpinfe allegra Bellifario contro Rifocillate col miracolofo Carthagine l'armata. Havevano i Vandali ne' novantafei anni del loro dominio ogni Fortezza fpianata , e come in folitudine ridotta ogni Provincia, riilrmgendo tutta la forza del Regno dentro le fole mura di Carthagine, fortificata maraviglia, e foprabbondantemente bene proveduta del bisognevole , anche delizie; onde fu facile ai Cattolici, come avvenin pafne, paffarfenzaoppofizione alcuna quel lungo tratto di terra,
muro firmatam
,

&

Etjuftinianus divini doni teut locus file in Urbem transferretur

alio

apparati* in felicis Urbis

&

fando

Capitolo

VI.
.

tal fando ricever fupplichevoli pi torto que' Popoli, che vincerli di guerra prefentaronf fotto la Regia di Cartilagine su l'Alba de* pace quindici [a] di Settembre, giorno appunto, in cui nella Chiefa fi celebra la Vigilia della fediva memoria di S.Cipriano; e ben pretto quivi fotto le mura s' incontrarono nel di lui gran Tempio , profanato da prefs' un Secolo da' Sacerdoti Arriani , in cui poter l'havea confegnato Genferico fin da ch'egli divenne Signore dell' Africa. Mi Bellifario allora fcaccionne vituperofamente gli Heretici , e v'introdufle Sacerdoti Cattolici , riducendolo a! primiero {tato, con tanto maggior gaudio dell'Armata, quanto pi parve dolce all' Armata quel primo frutto della fua navigazione , e quel primo parto delle fue fatiche, [b] Trotinus Sacerdotes, racconta l'Hiftorico allegato , teftimonio di vilt, pulfis ^Ariani* Templum recipiunt , ludonarla , qu pulcberrima efflrationbus curant , fuperjitiombus purgant fetti , tbolo fufpendunt , lycbnos praparant , aurea vafa , omnemque pretiofam , facram fupcllctlilem fantluariis promcntes reconcinnant, di:

6<) Con

Giovanni

^"'*

5r>

b idemprocop.de
'

an
'

'

&

ut cura opus fint ufui parata. Chrifiiani quibus ex opinione res pulcbr (uccefjt , Templum ipfi adeun, tes , lycbnos accendunt ; Sacerdotibus , quibus ex lege cura ej horum , prxj adfunt. Gilimero intanto barbaramente uccifo in carcere Hilderico , inoltr rifoluzione , e fatti di gran cuore , f havefTe havuto pi favorevole la fortuna , pi avveduto il fenno , pi coftante il valore . Con- Gii Arriani ab10 Car ciolacofache all' awifo della prima rotta, che ricev Ammata fuo fra- 5^ e!' tello, giudicando difpcrate lecofe, lafci vilmente in poter diBellifario Cartilagine; e reintegrata quindi la forte della guerra fotto Zanzone altro fuo fratello, che pur, come Ammata, perde il Campo, e la vita uccifo dagl'Imperiali, egli ritirofi nella Numidia fopra Tinacceilibil monte i Papua, dove doppo tre mefi di alfedio , infettando , infettato da' c Proeo de Romani j fu finalmente cottretto [e] renderfi prigione, e trafportato vanH't. a Cartilagine , e da Cartilagine , augufta fpoglia di triont , Coftantino- ^'J^ P.ri s'10 " 8 poli E il trionfo di Bellifario ffuperbiflmo , e giammai da feicento an- periati/ d ldem i d ni addietro non veduto fimile in alcuna Reggia del Mondo [d] Bellifarius> foggiunge chi viddelo , e vagheggiollo , una cum Gylimere ac Vandalis By\antium profeblus , omnes afecutus e/i honores , qui fuperiorum temporum ducibus maximas adeptis vitlorias flatui conjueverunt , quofve nemo nopoh. ab bine annis fexcentis babuiffe vifus efl, pneterquam Titus, Trajaalii quicumque Imperatores in bellum euntes , barbar as gente s junus , peraverunt Spolia namque , atque tropl)a patefaciens , captivofque pr<efercns , per mediani urbem triumpbum egit , non quidem antiquorum modo , fed ex propria domo pedibus ufque ad Hippodromum procejft , inde rurfum dJ ad locum , ufque ubi fedes erat Imperatore E le fpoglie, che arricchirvntf&h"" no il trionfo, furono copiofi filine, e preziofiflme , tutta la Regia guardaroba de' R Vandali anteceflbri di Gilimero, fedie d'oro, e fuperbifimi cocchi in cui eran folite di farfi veder per la Citt le Regie Cone Utm ibid ' forti, [e] Omatuvano, lapidibufque pretiofis conflruttx, vafi pur d'oro, la magnifica Credenza dei Dominanti, omns denique Begia fupelf f lex , admodum pretiofa , atque admiranda, argentum praterea multa- decinTdim^lia* rum talentorum [f] myriadum . Fra tutte la pi venerabile, e dovi- a c all d abro ziofa fi l'aureo Candelabro , e l'aurea Menfa , che Tito Vefpafiano menfi j.gUHeligente)' que in ordiner reflituunt,

igitur retiqui

&

&

'

'

S^c^

&

&

& &

fi

'

vincitor di

Gierufalemme havea dal Tempio


II.

di quella Citt trafportate

r*L"5

fporta
i-

Tomo

nel

Giovanni
54'"'

iVtdiiini
'

b idem

bid.

Ai Giuftniano

di tuovo riman

Gierula

lemme.
c

idem

ma
o

li

RGiiim

Bdifirio fii o ndotco ni trionfo.

fue parole,

Imperiale di Roma, e Genferico [ a ] da Rotnt Carhor da Cartilagine Cortantinopoli Bellifario Viddele un Rabbino Hebreo, efotto voce ad un Cavalier Palatino cos difle;[/> ] Hat opes By^antium inferri in Talatium minime oportet qud alibi nufquam , ([u-am i n l c0 u ^ 1 Salomon Judaorum I{ex ab maio eas conflttuit confiflere queant Troptere Genfericits Bpmanorum Imperium diripuit , nunc rurfut ex eadem caufa Bomanus exercitus Vandalorum gentem profiigavit Fu riferito il detto Guiftiniano , il quale [ e ] Valdo timuit , ac illic omnia dia Herofolymam ad Cbriflianorum tempia remittenda mandavit Seguiva all'ordine delle (boghe, e precedeva a quello de' prigionieri Gilimero vefhto lungo -di Porpora, circondato da'fuoi Congiunti, e da molti Vandali, (celti fra tutti, per oftentazione di vittoria, i pi alti di itatura, e 1 pi neri di faccia. Giunto nella gran Piazza dell' Hippodromo , dove in magnifico Trono ergevafiaOIfoGuiitiniano con maefti di corteggio, e pompa di guardie, dicei, che alquanto egli fi fermarle, e rimirando attentamente il volto di Cefare , e quindi comparfionevolmente

ne

V^ zzo
&

Secolo

Vi.
.

thagine,

d Ecd.

i.

e vrocov.uc.cit.

(idemibd.

rimanendoli alla confiderazione del miferabile abbattuto , cos immobile perfeveraffe fenza lagrime agli occhi , ne fofpiri alla bocca, quanto fol dicendo ad alta von omnia vanitas & in cos dire avvicinatoci ce, [a] Vanita* vamtatum , al Soglio Imperiale; [e] Ipfe par iter , Bellifar ius Ju(linianum fupplicet adoraverunt Furon per ordine di Cefare regalati, e di ricco appannaggio proveduti li Figli, e NepotidiHilderico, nconofeiuti dagli Augulti con ifpecialit di trattamento, come difendenti dall' Imperiai fangue di Valentinianoj e Gilimero honorevolmente tramandato con tutti i fuci congiunti in alcune terre della Galazia, effendo che [f] Inter Tatricks eum referre non licuit , qud Seffa nollet .Ariana difeedere. Seguito il trionfo, BellifariusConful faclus eft , curuli fella bumeris capttvorum iny?ctlus argentea , ^onas aureas , aliafque fpoliii Vandalorum dtvitias populo
ballando
flato
,

gli

occhi,

come

in cui elfo vedeva"

&

&

, tanquam rem novam facere vifus Quelle per furono pi torto honoranze di flato, che di Religione Africin/cauSl- poich tairta maggior dimoftrazione di gaudio fecero i Cattolici Africani e. per la ricuperata libert, quanto pi preziofa la Fede dell'Imperio, e quanto pi bella apparve in que' Regni la Religione Nicena doppo tanti lagrimevoli fuccefl, chehabbiamodi fopra deferitti. Unirono" incontanente li Vefcovi di quelle defolate Provincie , e come Partor di difperfo gregge accorfero tutti con cuor caritatevole a riparar' il dilaceramelo feguito , con rinovar le antiche , e ftabilir le nuove fiepi in aflcuramento e progreffo del culto di Dio, cotanto rinverfato dai coftumi , e mailmedeprefo^v^"" rftibiu- gli Arriani. In numero di ducento diecifette eglino convennero in Carper men deiu Ft a ine ? ^ove prefiedendo tutti come capo , e Primate Reparato Veg scovo della Citt, con zelantifima condotta rtabilirono ogni pi valido avviamento per la riforma della difciplina, e delle perfone. Maciche come gemma in anello , fu l'immenfo oifequio , eh' in loro rifplend etti molrarono al Pontefice Romano, nulla volendo effettuare lenza il di lui contiguo, econfenfo, enullapromulgare, bench eglino comporr fommiflo nelfero una parte cos riguardevole del Chriftianefimo si per il numero, ne ai Papa. come per la qualit de'foggetti. A lui dunque fpedirono due Vefcovi-, & un Diacono con una lettera di profondiffima fommiffione, e con fentimenti

difperjit

'i

j-,

Capitolo

VI.

J\

Giovanni
E

menti cos dipcndeuti dalla Santa Sede i Roma , che come nobiliffimo fregio della Chiefa Romana ci piace in quefto luogo regiikarla ordinatamente tutta confufione degli Heretici, e vantaggio e gloria
de* Cattolici
:

Ub *J*
.*#*

* ]

in ^dgapiro,

Domino

Beparatus
cjr

Honorabil Sancto Frani , cjr Confacerdoti Joanni Beatiffimo y Florenttnianus , Datianus , e" c^f eri ducenti decem , ,

&

feptem Epifcopi, qui in univerfis Conciliis apud Juflintanam Cartbaginem fitimus

OTtimam

confuetudinem preteriti temporis , quam violenta captivit* per annos centum , dolentibus cuntli* , abflulerat , iterum fervare cuptentcs, ad umverfalem totius .Africa Synodum fideli dedottone convenimus ,
in iila Juflimanx Cartbagincnfis Bafilica Congregationi* nofira primitias Domino confecrantcs , unde nojirosVatres tyrannus Huunericus expulerat H<ec Baftlica Faufli apud nos dicttur y multis Martyrum Corporibu* in/ignita: quorum Deus exaudivit oratione* , ut daret buju* rei fiduciam Sacerdotibus . Ibi igitur quantum ftnguli lacrymarum gaudiis fiere potuerint , cogitandum In omnibus enim Utitia fpiritualis potius Beatitudini ve/tra dimittimus unus futi ajjecius, agere gratias onnipotenti Dc-o ; cujus gratia peccatoriantidotum fidai falutaris nuper reconcibui fine mentis operum datur , liatis bxreticis obtinetur Definitiombus autem Tucani Concilii publica le.
.

&

tlione tranfcurjis
]xr,x

inter alia

de quibus nafei debuit

difputatione requiri

quomodo ^irianorum Sacerdotes ad Catholicam fider fufcipi oporteat , utrum ne in fuis bonoribus , an in laica communione Sic omnibus nobis unanvmter fubit placuit feifeitari primits Beatitudini* vefira fentcntia/n. Totefl enhn Sedes Jlpoflolica (quantum fperamus ) tale nobis incoeperat
,
.

quale nos approbare concor d'iter explorata vccollegarum tacitis motibus nemmi piacere fenfimus, ut in fui* honvribus siriani fufpiantur . Veruntamen convenire (boritati credidimu*, ut quid babeat fenfus noflcr , in publtcam notitiamnemo perduceret , nifi prius vel confuetudo nobis , vel definitio Bimana Ecclef<e proderetur.
tcrrogantibus dare refponfutn
ritas faciat
.

Ex omnium quidem

per Fratres & Confacerdo& Tetrum & per filium nofirum Liberatum Diaconum continu defiinavimus & autloritatem vefira Beatitudini* & gratiam debi-

Hanc

igitur nofr falutationis Epiflolam

tes noflfos

Cajum

Sanala Sede* Tetri merebatur b abere Tontifeem } dignus veneratione , plenus di'eclione > loquensveritatem (ine mendacio , nihit faciens arrogantcr unde etiam libera cbaritas univerfa frate, aitati* requirendum putavit conflium tuum . Befpondcut , obfecrOy mins dia Sanilo Spiritui fervidi* ajj'ibiliter , &vcraciter. ISlon filavi enim de Sacerdotibus , fed de pfis quoque parvulis apud eos bap tifati* , utrim foleant, vel debeant ad Clericatum , fi petiertnt , appluari, confuiirnus Multi* enim facere iflas frequenter petttiones conccdimus , nec negamusy donec bubito nobifeum diligentiore tratlatu legatio noflra revertatur . Illud etiam Beatitudini tua credimus intimandum , Fratres aliquantos ex noflro Collegio y reliclis fine caufa plebibus fui* , ad tranfmarinas navigare fxpis regiones bos diati il* Ecclefia toleravit , exctifante eo* violentia\emti*
.

obfcquiis bonorantes

Talis quipe e*

qudem
:

pons

Giovanni 72 IL pors mali.


ter

Secolo

VL

Tetimus nunc s ut quicunque forfitan Epifcopus , aut Tresbyfive Diaconus , aut cujuslibet mfrioris Ordinis Clericus fine nojira , non approbaverit f pr utilitate SanElarum Eccleftaepiflola veneriti rum fuiffe direUum , fimilis Haretico judicetur , neque ve/ira communio-

&
,
.

fciplina

per omnia Beatitudine veflra di, Vegetem te , nofirique memorem prajiet omnipotens Deus i Domine Frater . Cos eglino. Ma gl'inviati trovarono morto Papa Giovanni ; onde la lettera fi prefentata al Succeifore, dai quarie

dignus exiftat laudetur

ut in omnibus

&

le attenderai!! la rifpofta

A-

ry

Agapito

CAPITOLO
Agapito

VII.
il

Romano

creato Pontefice
5 3 5

primo Luglio
Procedimenti del Papa per
Imperiali contro gli
le

Cbiefe dell zAfrica


.

'Bandi

Confeffiom di Fede dell* Imperador Giuftiniano. Theodor a Afoglie di Giufliniano


,

Her etici
.

fue ree qualit


degli

Herefia

degl* Incorrutticoli
.

delli

Corrutticoli
,

Annoiti recensori
,

Herefie del Fi-

lopono
tici

di

Armeni de* Jacoliti , e di altri Hereminor nome Spedizione di Cefare contro i Go. .

thi

Arriani in Italia
.

piaggio del Pontefice a Costan,

tinopoli

re di

Sua Cofan^a contro Anthimo e contro CefaCondanna di nuove Herefie SJilfO di Anthimo , Severo e di altri Her etici.
.
,

Nulla maggiormente fu cuore al nuovo Pontefice, che u gc*nonf^a accorrere alla parte pi debole del Chriftianefimo , che dai p*irk Afrine veniva pur' allora dal riforgimento di cos lunga , e can1, mortale infermiti. Alla lettera, & agli efpofti queliti , rifpofe egli adunque con li Tegnenti Oracoli , comprovati tali da que' Padri con la pronta, inalterabile efecuzione, che gli diedero , [a] a ^gattief

&

Jlgapetus Epifcopus Riparato , Florentiniano , Baciano Epifcopis per .Africani conjiitutis.

& cateris
.

JAm dudum pletum

quidem , fratres amantifjim , de prof per hatbus veflris relingua noflra exult attorie Sed b ] gaudio s noflrum , nunc cum ltteras ebaritatis ve/ira ad Tradeceffrem noflrum datas accepimus , pridem gaudta concepta renovamus , benedicentes Dominum fempitcrnum , qui liberavit nos ab inimtcis noflris , de manu omnium qui nos odcrunt Vobifcum enim reel nos dicimus , cum quibus trinam cum unum corpus ubque fit Ecclefa , butati fumus apud nos quoque prmcipalia compatebantur membra. Vefler enim meeror nofra jemper fuit affittilo , de veflrorum omnium gemitu , imperante ebaritate , trtfceribus frequentabamus fap ftngultus Qua cum ita fint , redeuntibus Cajoy Tetro fratribus t Coepifcopis noflris , atque Liberato Diaefl [

&

& M "5
b r

&

&

&

&

&

& & cono noflro, proferimus fnceriffimam confila mam pcut & fapiemes faccre decebai, & doftos
filio

veflri
,

charttatem

quo-

immemores Trincipatus
Jtpo-

Agapito.

Jipoflolici

^^ non

Secolo
fuiflis;

VI.

ejus Sede requifviflis

fed qu&flionis illatx volentes v incula, diflolvere, ab ( ficut decebat ) aditum , chi poteflas eflet indulto,

clauflrorum Unde nos ea , qua de ejufmodi negotio in penetralibus Patrum concitata pofuerunty libenter aperimus , prxfentibus alloquiis translata fubnetlimus ut fine dubitatane po/Jtis agnofcere , tranfcendi pojtos jamdudum termino* non licere. Itaque fi vitjxre volumus offendiculum ; quod

&

a ine.

M*n.

,-.

fientoribus nuntiatum efl, hoc fequamur. Carent enim excujatione , quos prxmonitos contingit excedere, acerbitatem cumulant excefiuum, quos ignorantia non tuetur Hinc efl , ut quia in tantum Deus omnipotsns crexit [a] cornu falutis nobis in domo David pueri fui , ut de omnibus , quorum intquitatt fubjacuimus , reconciliatione traftemus, ita folicitc remedia debeamus adbibere , ne incolumitati noflne ftt incommodum , qud enrantur , aut medicina fubeat maculava de vulnerc , cui tribuere vult falutem fed ejufmodi, ( ficut nobis e lutifjim vifurn efl ) prxfiemus officium in obfervatione paflorum , ne cum perdita volumus congregare , pereamus; cum fub nimia relaxatione abfolvimus , obnoxii (quod avertat D ornimi s ) cadamus in culpam, maxime cum priorum noflrorum fententia , redeuntes ad nos Arianos , quolibet modo , in qualibet retate illius pefilcnti labe pollutos , tanta ebaritate in fide complexa efl ejufmodi juflitia , fub dileblione redarguit tanta ratiocinatione de ambitu honoris exclufi , uc erubefeerent alimi magis quxrcre , qum redire De eo vero quod piijjma compunzione reqmfiflis , iitrum ad officium fuum debeant fufcipi, aut eos non oporteat omnino promoveri , au ali.noniorum faltem utilitatibus adjuventur Laudamus, bortamur, ampletlimur , ut rever ejus promotionem aut officium, in quo fuerint , abnegante , Canonum vos reverenda judicent omnes appetere potis , qum gerere cupiditaiis ardorem Vcnientes igitur ad fidem fine erifjim am , nutriat humai'itas , confoletur , prompta ft ornnibus mifericordia , in cujus remunerazione dicium efl , [ b ] Beati mifericordeSy quia ipfi mifieri e or di ara confequentur lllud quoque quod Catholicos , qui prxfunt s aut militant Eccleft<e> fine Sacerdotum j'uorum litteris fufcipi Canombus efl congruum , dificipli nobis minime debere mandatis , quia permanendo in Ecclefiis , in quibus ac fidei nts prodejfe judicamus ,

&

&

&

&

&

&

Ag*imo:iB" militaiit

-,'
permei.
c >Age.f.

Htreuci

ei'ifl.

d ad G*ut.

z.

c ^tpud Rr. *n.

nj.j*

minifleri fui poter unt affiduitate in Dei Salvatori* no fin amore fervefeere , ey qua in pervagatione reprehenjibuia funt vitare , q 0S1 e g]^ perche Giuftiniano haveva a lui richieda la confermazione delle dignit i Vefcovi Arriani pentiti , il Pontefice [ e ] affolutamente negogli la domanda, allegando il detto dell' Apollo lo, [ d] Si qu defiruxi ea itera a re edifico , pravaricatorem me ipjum Con la medefima coftanza gran doglianze colme di paterconflit uo na nprenfone trafnieffe ad Epifanio Vefcovo di Coftantinopoli , perche [ e ] fenza il fuo confenfo fola richieda di Cefatre egli havel fe premorto agli Ordini facri un tale Achille, che dall' Arnaneimo era pallata alla communione de' Cattolici giudicando in quella
,
,

&

Bindid.cdare politura di affari, in cui ritrovava!! il Chriftianefimo coner gh Here- a [ cor della Chiefa una prudente aulteriti , che p
.

pi falubre

Novrii. }6.

r-

una facile , e Gmftiniano intanto con l'aggiuncompaffionevole condifeendenza ta dell' Africa all' Imperio aggiungendo fempre ai Codici nuove Legg, '[/] conferm i privilegi di quelle Chiefe , Gcacdajadne gli Here ti ci

io Capitole
retici

vii VII

rj~ n-

Agapito
A

con le minacele di feveriflmi Bandi, per la cui esecuzione egli ordin Salomone Prefetto Imperiale in quelle Provincie, [a] Utunuf

^padBaroU4t

;.

, 5JJ . 47 .

quifque Catholicorum infra quinquennium fua bona cognojeeret , atque repcteret; e tacendola in Comma in tutte le occasioni , che gli fi prefentavano, non folamente da Cefare, ma per cos dire da Malfuno Pontepi laudabile per il zelo, che imitabile per l'efempio . Cenliira ilei J ap% fice , rendeva!! _r /-i li tal cenlura appunto nconvennelo il Pontefice Agapito nel leg- cirCJ uconfeii. E con di Fede di e e, er'una nuova, bench lincer, confeffione di Fede, ch'egli lui traf- e
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mette ne' primi giorni del fuo Pontificato , refcrivendogli col tenore non qua Laicis au- b &'&/ */'/ 6 [ b ] Laudamus , amplefttmur , iloritatem pradicatioms admtttimus, [ed qua judmm fdeivefir Tatrum nofrorum regulis conveniens eonfirmamus , atque roboramus Della qual non hebbe giammai foave ammonizione approfittatoli Giuftiniano pi ardimento di compor di nuovo nuove regole di Fede ; ma attenendoli alle preferitte da' Papi, hebbe in coftume di nfar per l'avvenire quell'accennata , che mand Hormifda Giuftino, & a i Vefcovi di Oriente. Ma quello, che cos sfarzofamente li vantava Dottore del Chriftiane- Qualit ca :ivedi fimo, divenne difcepolo di una Donna, e di una Donna tanto pi igno- Jj ofuffiaS? rante, quanto pi ambiziofa, efacrilega, e che non folo fu laTelifonedi quefto Secolo , ma tramand il veleno delle fue empiet eziandio ai futuri llafTheodora, Conforte, e per miferanda difgrazia di quel gran Monarca, fua tanto venerata maeftra, econfigliera, chenonfenzanaufeadi chi legge il Capitolo primo della Novella ottava , la rinviene conditrice di leggi, & aflbluta dominante del Marito Hac omnia apud nos cogitantes , cos di lei parla Giuftiniano nelf allegata Novella , Ine quoque parttcipem confili! fumentes eam , qua Deo data eftnobis, Heverendiffmam Conjugem. Fra le altre molte peflme qualit ella polTedeva in fommo grado quella deila finzione in modo tale , che fingendola non folo con gli Huomini, e col Marito, ma anche con Dio , profeffavafi al di fuori tutta Religiofa, e Cattolica, quando al di dentro covava fentimenti affatto contrari! alla Religione di Chrilto, &in tutto conformi que'di Eutyche, e di Severo. E fuo mal grado per tale fcoprilla il DivinSaba, che con lume fuperiore prevedendo gli {"concerti futuri, richiefto da alcuni Cavalieri di Corte, perch' egli nulla havefTerifpoftoTheodora, quando ella replicatamele havevalo piegato delle fue Orazioni r per divenir gravida di c 3 '" v ta S.Sma ri r l ,i n ri r un figlio , e toglier da le 1 oborobno della Itenlita Sanctus [ e ] Sabas cau- apnd sur. du 5. fam aperte protulit dicens: J^onenim Deus finet aliqucm fruclum ex ea edi , *>'**_**. ne ipfe quoque gufiet Severi dogmata, deteriore* qum prius fub ^Anaflafo
delle Tegnenti parole
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tumuttus conturbent Ecclefam Dei

Nulladimeno ella compens molto bene con la fertilit delle fue male opere la fterilit de' vietati parti, e bench fola, efenzaprole, macchi talmente la fama dell' Augufto Con.

forte, e la bella faccia della Chiefa, che f Giuftiniano prevaric, e f la Fede di nuovo ofcurolT in Oriente , Theodora fu il fomite della prevaricazione, e la ragion lagnmevole dell' Eccliffi. Rifoluta ella dunque di avviar
le

difegnate machine contro i Cattolici , e di far ritornar gloriofa l'Herefia Euty chiana nelle Provincie dell' Imperio, prefe determinazione d'inalzare che

inalzai due

nelle pi alte Sedi di quella Chriftiamta Soggetti favorevoli al difegno , prTnVyarrVefi^ da' quali elfa fi potelfe compromettere ogni pi vantaggiofo progreifo. JaUHereE!'

l'oc-

, ,

Agapito.

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,
,
.

Secolo

Vi.
,
,

E l'occafione le cadde pronta nelle due di Coftantinopoi e di Alefiandri Chiefe che da una parte e dalfaltra abbracciano come in mezzo tut,

to l'Oriente [a] A quella di Coftantinopoi , che vacava per la morte del Cattolico Epifanio , intrufe Anthimo huomo doppio, e fecreto Eutychiano, tolto contro le difpofizioni de' Sacri Canoni dal Vefcovado, eh* egli reggeva, di Trabifonda etrafportato quello pi riguardevole, e dovizioso della Citt Imperiale ; alla cui elezzione aeconfent Giuftiniano ingannato dalla Moglie, dalmedefimo Anthimo, che gli fi rapprefent come Ecclefiaftico zelantiflmo di Fede , & efemplar illmo di coftumi ; 1 '" Brev Alexandria innalz col braccio della fiia Imperiai Poten[ ^ ] & au a * tra Jp To. za Theodofio , quando il Popolo di Alexandria contro Theodofio haveva eletto Gajano Huomini ambedue Heretici di doppie Herefie Per il quale Scifma fucceifero dilaceramenti cos ftrani in quella miferabile Chiefa , He efi.i de l'in " che parve allora pi che in altro tempo fertile l'Egitto di moftruofiffime corruuiciu dottrine. IGajaniti, che feguiv ano Gajano, foftenevano la maflima dell' Incorruttibilit della Carne , e Corpo di Gies Chrifto , di gi feminata in Aleifandria da quel Giuliano Halicarnafleo, dicuifotto il Pontificato di e ved; n Pont, di Hormifda habbiamo fatto [e] menzione. Coloro di tal fazzione fi chiam al"ig 3 ' mar ono ancora Fantafiaftici, Aftardociti, &Incorrutticoli, i quali alfetoZ 'If rivano Gies Chrifto incorruttibile , & efente naturalmente d tutte le fiumane paflloni tanto generali della natura, quanto particolari di ciafeun' individuo, efoladeffefottopofto, quando egli l'havefle voluto, permeflfo dalla qual fentenza inferivano alcuni Eutychiani una fola Natura in Ufmtf- di chrifto, e perci furono ancora chiamati Monofifiti; & altri Eutychiani y^l nel decorfo del tempo una fola volont , e perci , come a fuo luogo direLeonzio [ d ] deferive, e ribatte gli errori Leent.de sui mo denominati Monotheliti ah, io. de' Gajaniti nella conformit, chefiegue, Confitentur Gajanita Verbum Virgine naturam humanam fumpfifie perfette , ac vere , fed poft unionem omnes enim malorum fpecies Cbriftum pereffe corpus incorruptibile dicunt defatigata fuerit; at non eodem fitierity peftum ajunt, ut ejurierit, ^junt enim , nos quadam naturali necffitate 'ifta , quo nos modo , paffum tum efurire, tum fitire y fed Cbriftum bxc omnia fponte fubftinuiffe non enim ( inquiunt) natura legibus ferviebat alioqui pajjiones iftas fatebitur prater voluntatem accidifte , quod abfurdum fuerit. Hxc Gajanitarum cft opinio ncorruptibilium dilla. 1$qs ad ea refpondemus, etiam nos fateri^ pafjioncs affecliones Mas fuifte voluntarias , nectamen ideirco dicere , Cbriftum eas perpeftum , eo modo quo nos : nam fponte dicimus ipfum ferviffe natura legibus , volentemque f concefffk corpori, ut fua perpetretur , eo modo quo& Cos Leonzio . Ma Theodofio, come -eh' era addittiilmo Herefiade-cor- nos patimur rimicoii. contrario a' Gajaniti, aiferiall' empio Severo, foftenendo il fentimento corruttibile il Corpo di Gies Chrifto nella medefima va , neceifariamente conformit come quello di ciafeun' altro huomo , forzofamente foggetto tutte le pafiTioni , in modo tale che, bench' egli non haveife voluto, pur tuttavia ne haverebbe fopportato gli effetti , e i movimenti ; per Io che gittandofi all'altro eftremo , contradiceva pur'egli, ma per un'altro verfo, enr C alla dottrina de' Cattolici , che caminando per la Regia ftrada del mezzo Cattoiki profelfa , [e] Ita afiumptam Deo carnem paffionibus abfque peccato fuiffe tBar,m 5$3,f, "u fubjeclam, ut tamen fi voluifet , rei quando -voluiffet, ab eifdem f liberum reddere potuiffet . E perci eglino dicono , che fi foggettafle Chrifto tutte
1.u![!nJo'Z\zo.
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le

L
Captolo

VI

77

Agapito.

le paffioni proprie generalmente della natura fiumana, quali fono morte, malinconia, allegrezza, pianto, fame, e fete, e ci eziandio per effetto

miracolofo della iuaimmenfa cariti, effendo che queir innocente Corpo non havendo contratto colpa originale , non doveva naturalmente rimaner fottopofto alle penalit provenienti dal primo peccato, e confeguentemente oblatus efl , [a] quiaipfe voluti Ma non gi egli foggettoffi a quelle , che Ci reftringono all'individualit degli Huomini, come fono infermit nel corpo , e difordinamenti nell'animo ; e bench'ei haveffe amore, & odio, e foccombeffe eziandio a'ioro effetti, tuttavia quefti in lui fono chiamati da* Theologi Tropajfones , e non Tafjones , con quelle tre ordinazioni che defcrive []S.Tommafo, cio la prima ex parte principili perche in Chrifto cileno fegnivano la deliberazione della ragione, dove che al contrario negli altri huomini la prevengono la feconda ex parte objetli , perche in lui riavevano fempre un' oggetto confentaneo alla ragione, negli altri huomini fpefin'ime volte awerfo eia terza ex parte effettus, perch giammai la paflone non offufcGics Chrifto la ragione, in noi fpeffo l'impediCce y l'offufca , lafupera. Mi i Theodofiani nella loro aflerzione incontrarono un duro fcoglio , poich foftenendo foggetto Chrifto forzofamente alle panconi , furfe [ e ] contro efll Themiftio Diacono Aleffandrino , rinuovando con altr' argomento l'Herefia [ d ] antica di Theofronio , e dicendo , ch'effendo Chrifto foggetto neceffariamente, e forzofamente alle paffioni naturali, ed effendo l'ignoranza una di effe, egl' ignorava confequentemente il giorno del Giudizio, [e] .Ajuntenim, fiegue Leonzio parland degli Agnoitirecenziori, che tali furono dai Scrittori chiamati li Segnaci di Themiftio , per omnia nobis Cbriflum affimilari Qud fi nos ignoTamns, ipfum ignorale Contro coftoro cattolicamente fcrifle l*Heretico Theodofio , del quale foggiunge Leonzio , Cbriflum ignorare diem Judicu negabat , adverfus ^gnoitas fcripft Germoglio fracido di tali Piante fu mi tal [/] Barfanio, i cui Difcepoli diconfi Barfaniani, Semidaliti , de'quali fcriffe S.Gio. Damafceno , Hi cum omnia Gajanorum , Theodofumorum decreta defendant , aliquid tamen praterca addiderunt de fm y fymbolis Dio/cori reliclis , ut a rehquh Diofcori fetlatoribus nofeermtur E come che in tal cumulo di efecrandiHereticiciafcuu faceva pompa di qualche nuova Herela, [g] hoc eodem tempore, replica Leonzio, denu motum fuit dogma Tritbeitarum , cujus Seti* Princeps Tbiloponus ftit . Chiamava^ colliri per nome Giovanni Grammatico , e per [ b ] fopranome il Filopono,anch' egli Aleffandrino di Patria, e profeffore di molte feienze, il quale, comeattefta[/]Suida, plurima fcripft Grammatica, Thilofophica, Retorica, facras quoque litteras tralavit, fcripft contra decem , otlo argumentaVrocli (era [A.] Proclo huomo difperatamente Atheifta, che ad efempio di Porfirio molti libri haveaferitti contro la Religione di Chrifto) contra Seyerum ; e farebbe ftato il Filopono per altro certamente degno di effere annoverato fri i Dottori Cattolici , f il genio della novit, la iattanza della dottrina non l'haveffe miferamente trafportato ne' precipizi dell' Herefia. Poich volendo egli troppo inoltrarli nell'alto pelago degli attributi divini , naufrag nello fcoglio de'Tritheifti dividendo la Santiflma Triniti ficcome in Tr Perfone, cos in Tr Dii. Quindi da Dio difendendo i Chrifto, [/] objicebat Ecclefm , fi dnas in
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Cbrijio natnras diceret

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duas Hypoftafes tonfefluram ]{ef ponde.

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Agapito

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Secolo

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VI. *

Hypofiajis idem fint, neceffarium quoque pondebat Ecclefia, fi natura aliud Hypojtafs, qua ]am dia fatendum individuum fin aliud natura , Jortitio fuerit, ut naturas duas fiatuentes , omnm duas quoque confiteamur preflb Niceforo a Oeorg. pyfid. Hypoflafes i Ma pi argutamente forf lo convinfe [ a ] *pud Nicph.i.iS. G lor gio Pyfidio con il feguente argomento, Trofiteris y Tblopom- Tbilofophorum omnium laboriofijjme , fapientiflme, duas naturas in Cbriflo uniunam Humamtatis Si ergo duas naturas dicis tasele, unamDivnitatis, in eo convcnifie y quomododuas in unam rurfus contrahis ? Una namque, una du< funty non una. Dal che deducel, che confefava il Filopono le due nature, ma nel puro antico fenfo Eutychiano, checoncedevale ante adunationem y e non pofl, adunationem , conforme fpiegavaEutyche, Cbri- ftumconjare ex duabus naturis y fed non in duabus naturis. Al Tritheifmo *b Nctph. ab. 18. & all' Eutychianifmo egli aggiunfe ancora 'Origenifmo, [ b ] negando /.47. refurrezione de' corpi Immani nella medellma carne, dicendo, che ja non li corpi noftri, ma unnuovo corpo riforgerdovea, dinuovo creato dal nulla, elfendo che ilprimiero conia morte eraarfatto perito , corrotta s de'iacobhi. la forma, e la materia. Ma chi pihebbe del temerario, e facnlegoin alferir'Herefiediffotterrate dalle tenebre dell'oblivione, fu l'empio Giacomo, da cui la famofa Setta provenne de' Giacomiti, come altri dicono, Jacobiti Setta, che anche doppo undici Secoli Morifce eziandio, e rimane celebre in molte parti dell'Africa,, e dell'Alia. Ne annumera Nic idtmi.S. r.ji. ceforo gli errori , & i coitumi con quefte parole qua , [ e ]Jacobus porr , nunc quoque Jacobitarum berefis denominata celebratur , Syrus genere fuit

&

&

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&

&

&

nulla gloria vir , qui ettam Zan^alus propter fuam obfcurus prorfus , Diofcori , Gnapb&ique , tenuitatem eji cognominatiti. Hic Eutycbets , prMcrca Tetri, atque Severi dogmaterecepto, magnoper id apud Syros propagare fiuduit . Enimver eo, quem diximus , Jacobo Monophyfuarum opinionem apud Syros predicante , magnum exurtum eji dijjdium . T*{am qui rctla opinioni adbxferunt, Melcbitx appellati funty qud fantlam quartam

&

&

Synodum ,
tur
:

& Imperatorem ipfum ( Melchi enim Syns I{ex


Monopbyfitx
fetlieet
,

eji

) confeclarcn:

qui autem diverfurn fenferunt , multa veraque habuere nomina JacobitiC tamenmaxtm funt cognominati, propter ea qud et, quemdxi, Monophyfitarum barefis ftudiofo Jacobo adbxrerent . Qui etiam anatbemati

traditi funty ut
d hhrA iidtm in

&Theopafcbit&

Cos Niceforo

&

#-5i-

altro luogo, [d] Jacobus autem +,4rmeniorum quoque fetldDux fuit . ut quifpiam dicat , berefum omnium conEa fan barefis multiplex efl, fluens [emina Inaiti cum Ario aberrant in eo , qud Deum Verbum natu-

&

ram mutatimi obnoxiam habentem


cunt.
%

camem anima caremem

afumpfijje di-

Cum .Apollinari autem


naturarti fufficere
,

qud Corpus Domini mentem non babere, eique

divinam

mentifque vim operatricem perficere dicunt , laudatis, depravai as pjorum opinioncs fbi ipfis arroatque b&rcticis multis

Eucbanius, gant. Magijhiborum illi y quosdiximus, fuere pojijacobum y increaMandacunes . Et quandoque illi Deum Verbum ine orruptibile , fu-btile, nobifquenon confub perpeffione alienum , tumy calefic y ftantiale Corpus cepifie y atque ea y qu<e carnis funt, nobis in fpecie tantum fpe&ri more exbibuijjey executumque efe opinantur quandoque autem carnem ejus in naturarti Dcitatis converfam , eique confubfiantakm faclam ejie dicunt . Multotics vero etiam Deum Verbum humanum ex Virgine corpus camem faclum ajfumpfijfe neganty fed ipfum immutabili modo mutatum ,

&

&

&

&

&

&

&

tranfi-

Capitolo
tmnfitum tantum per Virginem

VII.

75?
divintatem
,

Agapito-.

diffiniri ncqucat , Unigeniti affixam , eandemque fepukhro trafcribi , dttam affcverant. .Atque fidem etiam nativitatis Chriji fecundm Carnem

&

feciffe,

& Cruci

qu&circum-

eam in fpeciem tantum , pbantafmatis inflar, fatlam effe non ftcut nos per intervalla particulatim, fei ad quindecimum dicentes, l^atiJanuarii menfis dicm tempus extendentes , ^Annuntiationem fimul , Qutn etiam multa Euangelu Baptifmum Chrifi celebrane vitatem , dilla, fuam ipforum opinionem adflruere conantes, tollunt, atque inducunt: Tbeopafcbtarum , jLphthartodocitarum , ac veluti Monopbyfitarum , Monothelitarum harcfim bareditate crevermt , Gnaphxi , Tetrique acceffioncm ter Santlo Hymno annexam vald complefluntur . Cos Nicetoro de' Giacobiti, la cui Hrefia da altri Autori fu chiamata THerefia degli Armeni, de' quali [a] foggiungefi, chenegaffero la neceflt della Confezione fa- * ?u&cut cwm cramentale come ordinazione divina, e che atferifTero , [b] Omnes Homi- '/**'* i. nes refurre&uros in fexu virili, nullumque pofl refurretlionem futurum efie cp.nj. fcemineum fexum . [e] un moderno Autore connazionale de' Jacobiti ciofeph^hnua,, B con pi proliflb racconto in tal guifa ne deferive la origine antica , e li co*utllil*rum fiumi, e riti prefenti Gli Jacobiti, die' egli, vengono da Giacomo Siro , mpr* oxo,,,i che nel quinto Secolo fegu gli errori di Euty chete, come alcuni vogliono , " t WIyfr *!$ dal 'Patriarca Giacob. Eglino fi chiamano altres Copti da un luogo celebre ~mtni fa a ' della Thebaide Emporio degli Egitti , e degli Arabi. Sono anche nominati dimlg^f. Cbrifiani per Cmgulum , per l'ufo, die hanno di una cintura, colla quale il Sacerdote (iringequei, che ricevono i Sacramenti . Ver quello che tocca lo Spiritual' , f bene fieguono VEuangelio predicato loro da S. Marco, fono pero nel credere, e ne' riti molto differenti dalla Chiefa Romana , e conformi in molte cofe agli Hebrti, come nella Circoncifione , nell' afiinen^a dalle Carni affogate , e negli habitt del Sacerdote Steguono anche i Greci nella Commumone fotto l'una, e l'altra fpecie , nel Culto delle Imagtni, in altri mole f nel numero de' Sacramenti concordano con i Cattolici , diftiffimi riti cordano per notabilmente nella loro ammtniflr anione ; poich infieme col Battefimo danno a Bambini la Confermazione , e l'Eucbariflta , e conferirono gli Ordini furi tutti inftcme , toltone il Sacerdozio , fen^a verun riguardo all' et la Confeffione da' Secolari fi fa rare volte , e dagli Ecclefafici quafi mai . il Matrimonio compatibile con gli Ordini facri , e l'efrema Unzione appena in ufo. Ideilo Spirituale fono foggetti alTatriarcadi lefi fonarla , il quale viene eletto da tutti gli Arcivefcovi , e Vefcovi del loro rito , raunati nella Canonica della Catcdrale; e cofumano di eleggere un Monaco, fumato il pi auftero , il pi mortificato di quanti vivono ne Deferti , al quale poi viene conferita la Todef dal ricev, dal Bafs di Egitto. Sono univerfalmente offervantiffirni del digiuno , che fanno quattro volte l'anno: Trimo nella Onarefima, cibandofi folo di pane , legumi, ed herba -.Secondo ielV ^Avvento , ed in queflo loro lecito di mangiar pefee Terzo ad honore della Madonna , cominciando da' ventiquattro di Luglio fin al giorno quindici disAgofo: Qu. irto ad honore de SS.^ipofioli TietrocTaulo, eque/lo comincia dalla prima Domenica della Tcntecoflc , e dura fino alla loro Vigilia. Trofijano altres fomma venerazione a Santi Luoghi di Gierufalemme , dove ogni anno fi portino in gran numero venerar que' Santuarii. Ter quello che riguarda il temporale, non applicano alle fetente , perche fi contentano di faper leggere, al pi fludiano qualche poco di aritmetica, e di Geomederogantcs,

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Mi

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tria

,,

Agapito.
trio,
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i

Secolo
Mobli vengono per
,

VI.

lo pi impiegati da' Turchi nelle Secretarle, Canedmquegliufficii, che riguardano l'Economia , pafando per le loro mani tutto il denaro , che rende l'Egitto quella Monarchia : i Tlebei fanno gli eferci'zii , che fi coflumano nelle altre Citt , attendendo alle arti, ed fervire .

cellarle

a Kheph.

lib.

cap.w.

Cos l'Autore de'moderni Jacobiti , che infetti prima dal veleno Eutychiano, degenerarono pofeia in quel pi mortale dell' HebraiTmo, non fenza dolorofa riflefsione a chi confider,, quanto ferace fotte di abominevoli ,Tefte l'Hidra di Eutyche , da cui eziandio furfero doppo il Gnafeo , e Se18. vero, le Sette deteftabili de [a] Caucobabditi, cos denominati da una piccolaterra, ove eglino congregavanfi, degli Angeliti, Damianiti, Tetraditi, Pietriti, ePauliti, cne il loro nome prefero da que'Vefcovi, ciafcun de'quali pervert i fuoi Diocefani ne' dogmi dell' Herefia . Ne Severo che andava gloriofo per s nobil feguito di furie Infernali , fu pigro d' inoltrare* nella Regia di Coftantinopoli, dove prefiedeva Anthimo , rinvigorito e fo (tenuto dalla protezzione di Theodora, per il cui mezzo gi fi comprometteva l'Eutychianifmo far ben prefto applaudito ritorno in quella Chiefa . Ma colp Dio con un tiro maeftro l'arroganza di Theodora , la fraudolenza di Anthimo , i raggiri di Severo , e le fperanze dell'Herefia , con l'arrivo del Pontefice Romano in Coftantinopoli, che come Sole apparfoin quell' Orizoute dilegu le tenebre cje' preparati difegni. Come tali cofe feguiflero, da pi alti principii fa duvopo dedurne il racconto.

d
i

ceSe

con tro

cothi ArrUniin

Preeop. nb.i.dt

domata l'Africa, e l'infigne pregio di havet ricondotta la Fede di Chrifto in quelle Chiefe con la deprefsione de' Vandali , e con l'eftirpazione degli Arriani , invagh di nuove imprefe l'animo di Giuftiniano, che vogliofo di renderli benemerito non men dell'Imperio, che del Chriftianefimo, fi accinfe alla grand'opera di discacciar' i Gothi Heretici dall' Italia, e di riftabilire in due parti del Mondo il nome de'Romani, e quello di Chrifto . Quefti due potentifsimi motivi, che accefo l'havevano alla gran mofla, efprefleeiremedefimo, quando nell'avviarne il difegno , fcriffe ai Popoli della Francia , che richiefe in ajuto nella fpedizione delle armi, notificando loro le fue ragioni, e quelle parimente della Fede in quefto degno tenore, [b] Tifine ditwnis Jtaliam per vtm Gothi ceperunt , nec folm reflituere hanc nobis haudquaquam decernunt , fed incuria mfuper nos affieere, nec toleranda quidem , nec mediocri . Quocrca exercitus adverfus hos mittcre cogimur . Vos vero par fuerit , nobis hoc bello ut auxilio fitis , quod utique utrifque nojlrum commune reBior illa, acveradeDeoopinio factt, in Gothofque odium , ut ^rianorum

La

bella gloria di haver


in trionfo

come

preparamenti
il

errores rejicientibus deteftandos. In adempimento dunque degli avviati , con l'Efercito di terra fotto il comando di Mondo efpugna-

e idem iid.

ta Salona, s'impadron Cefare della Dalmazia, e con l'armata di Mare fotto famofo Bellisario invafa, e vinta la Sicilia, fi affacci da due parti formidabile all' Italia e per l'importanza delle conquifte, e per la felicit de* progrefsi , [ e ] Bellifario enim aclum , qum dici queat , longc felicis Theo.

Bappocagine dei R de Gothi.


5

d Lhr.Diac,

in

dato, che con poco cuore, e minori forze reggeva l'Italia, e fi ritrovava non folo efpofto , ma opprelfo dalle armi vincitrici di Giuftiniano , tardi condannata la fu a dappocagine , ricorfe all'unico rifugio de'difperati al Senato di Roma, [ d] f gladio e fu riofamente fcriife al Papa, Filios , Filiafque Rgmanorum , nifi egtffent interempturum Uxores , apitd Imperatorem , ut dejlinatum exercitum fuum de Italia fubmoveret , I

&

&

richie-

Capitolo

VII.

81

Agapito.

richiedendo precifamente dal Papa, che tal' effetto egli fi portaffe d Co3?i ftantinopoliinpcrfona, enefollecitaffe l' andata fotto pena d'irrcrrufTibile JJ<BeJ5. morte d tutti li Cattolici d'Italia. L'ordine fu violento, quanto difperato era quegli, che l' impofe j onde per ben publico fu neceflkato il Pontefice ad efeguirlo bench in tempo avverta d' inverno , & in penuria eftrema di denaro, per il cui provedimento fu obligato d'impegnar al Reggio Erario molte argentane della Chiefa di S.Pietro, odiali del fedeliflimo [a] Caf- ^[%%TIf' fiodoro furono ben prefto dal Regio Erario ritolte , e per fua opera reitituite alla guardarobba preziofa del Principe degli Apoltoli. Ma f la legazione in riguardo al R, chelafpediva, fu vile, molto pi indegne furono le condizioni di pace , che di fuo ordine rapprefentar dovevano i Legati iiffi.L *dfiac all'Impcradore. Al primo avvifo della perdita della Dalmazia, e della gjg d *l J* de Sicilia , & alla tremenda fama , che precorfe , dell' inimico vincitore , Theodato chiam afe un tal Pietro, foggettogi cognito a Celare, appreso il quale haveva altre volte foftenutol'honore, e'1 carico di Ambafciado1 itl1 attonito jmiiis , ordinogli , che follecita- SbJH'i? re, e[b] Timore pcrculfus mente d Coftantinopoli andalle , & efponeffe a Giustiniano , che pur che ei ritirafie dall' Italia la guerra, elio Ci offeriva di pagargli annuo tributo di una Corona d'oro di trecento libre, di falariare al di lui fervizio tr mila
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Gothi, di rinunziare il diritto di fentenziare a morte, confifear glihaveri qualunque Sacerdote, e Senatore, di poter' alcun promuovere dignit Patrizia fenza il confenfo Imperiale, e che il Popolo Romano ne' Theatri haverebbe acclamato prima il nome di Cefare, &in fecondo luogo quello del R, e che in cafo di erezione dittarne, [c]'N iinquamfoli y Theodato, fed utrifque femper imponeretur ; Imperatoris addexteram , Tbeociti ad fmiftram . Era Theodato fin dalla giovinezza affuefatto allo midio, e nella virilit animato profeguirne ilprogrefb dalle perfuafoni, &efempio della gran Donna Gotha Amalefuntha, e perci tanto alieno dagli ftrepiti della Guerra , che pofponendo ogni di lei gloria alla dolce quiete de' Precetti Platonici , allor che Ci vidde in quel!' inafpettato profilino cimento di dover lafciare i Libri, & impugnar la fpada eleffe pi tofto perder' il Regno, che lo Audio, con tal rifoluzione di animo , che. havendo poc' anzi fpedito il menzionato Pietro all' Imperadore con le accennate commifloni , non cos tofto fi era il meffo partito da Ravenna, che fattolo afe richiamare, e ritiratolo in difparte , E ben, dilfegli, f Cefare recufa le condizioni propoje , Ts(oi che far dovremo ? ^Accingerli alla Guerra , rifpofe Pietro ; Oh quefio n , replic Theodato ; e dando fubito di piglio alla penna, egli fcrifle d Giuftiniano , giurando tant' elfo, quanto Gudelina fua Conforte di offervare il contenuto della lettera, che fu tale, quale appunto pot dettare ad un R Fi^ofofo una fomma paura. [ rf j Egli
confelfavafi in ella inefperto nell'armi, e defiderofo di quiete, per il cui confeguimento nulla ftimar' il Regio nome, [e] un milione, educento

e idtmibid.

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Cr4C4/

mila feudi, che ricavava dall' annue rendite di tutto il Regno d'Itaca; dimoftravafi prontiifimo rinunciargli quanto effopoffedeva, con la ragione , [/] Ut qui long malim terra cltor fine negocio effe , qum in Imperatoriis curis vitam nane degere , vicijjim in pericula tranfmittentibus ; e conchiudeva , Mitte ergo qum celerrimc ad nos virum cui cm Italiani ipfam , tum res cateras tuo firn nomine traditurus Con quefta lettera , come con un* attefUto authentico della fua debolezza di animo > gagliar, .

ff/

Pr*c%u\
f id tm tid.

Tomo IL

dia

Agapito,
gno

gx

Secolo

VI

diadifpavento, licenzi di nuovo Pietro, al qual'egli diede per compain honor' e pompa della Legazione il Pontefice, chiamato nelle Reie letterc credenziali , [a] Vrum fanUiffimum , e da Gudelina , [ b ] Virum a c*r*h*. nk io. ep.a. -pencrabilem , I{egiis confjre Elibus vere digniffimum. Et acciocch precorrere ama a Cc ^"are delle fue humili efibizioni , egli fece [ e ] fin d' allora conia*a f e B^n.f^.ni. re alcune medaglie con l' imagine di Giuftiniano da una parte, ilfuo fem'

&

plice
d jin.ii.
Il

eletto Ambafciador di Pace dal pi alta providenza debellare in Miracoli operati Oriente l'Herefia ; e'1 viaggio quafi in nulla fu diflimile quello del fuo a cl antece ^ore S; Giovanni, effendo che , bench povero i equipaggio, e Vi! g gi5 S co/tantmopdi. penuriofo eziandio del bifognevole, egli lafcidife, ovunque pafs , tee r n > aL ftimonianze ricchiflme di miracolofi avvenimenti; [e] Tof non multum i^f. f temporis , dice di lui S. Gregorio , exigente caufa Gotborum , vir quoque beati ffimus jLgapetus bu\us Sancite Fumana Ecclefix Tontifex, cui, Deo difpenfante , defervio , adjuflinianum Vrtnapem accejjt . Cui adhuc pergenti quadam die , in Graciarum jam partibus curandus oblatus ejl mutus , claudus , qui neque ulla verbo, edere , neque ex terra iinquam furgere valebat. Cumque hunc propinqui illms flentes obtulifient , vir Domini folicit requifivit , an curationis illius haberent fidem . Cui dum in virtute Dei ex autloritate Vetri fixam falutis tllius fpem babere f dicerent , protinus veMijjarum folemnia exortus facrijcum nerandus vir orationi incubuit , in confpeu Dei omnipotentis immolavit . Quo peratlo , ab altari exitns claudi manum tenuit , atque ajjflente , atque ajpiciente populo , eum mox cumque ei Dominicum corpus in os mttteterra in propris greffibus erexit ret , il la din muta ad loquendum lingua foluta gft . Mirati omnes fiere pr& reverentia invafit, cum gaudio cceperunty eorumque mentes illieo metus, vidclicet cernerent , quid JLgapetus facere in virtute Domini ex adjutorio Tetri potuiffet . Cos S.Gregorio. Col feguito dunque di quefti miracoli f Lbtr. Diac. ; entr Agapito fui mezzo Aprile inCoftantinopoli. [f] Fi egli ricevuto brtv.cap.i. alla grande dall' Imperadore, mdoppoleprimefcambievoli accoglienze sua renitene in fi offerfe Giuftiniano un incontro tanto pi duro, quanto men'afpettaio. n A" Concorfero nell' Imperiai Sala preftar' oflequio al Pontefice i Magnati turno della Corte , e tutto il Clero della Chiefa fotto la direzzione i Anthielevato poc' anzi al Vefcovado di quella Citt dall' empia Theodora , Accolto da tutti, benignamente accolte tutti il Pontefice con maefti da Giudice , e tratto da Padre ; ma nell' approflimarfi che lui f Anthimo , effovoltoglifidifchiena, disegnando di ammetterlo alla fola comparfa degliocchi. [g] Accorfe al riputato affronto l'iftefloCefareinperfona, e g *inafi. mi. in J&p* giudicando con queir atto non tanto ofrefo Anthimo, quanto s, con ardenza di parole richiefe il Papa della cagione di cosftrana, e nuovaawerfione verfo un' Ecclefiaftico promofio alla dignit di quella Chiefa dalla fua Augufta Conforte ? Agapito, che in queir azione, come dice l' Hiftoh:%, Diac rico, [h] Legatone Cbriftifungebatur, con poche, e gravi parole fignific tep,n. Giuftiniano, efier ^Anthimo violatore de' Sacri Canoni , Heretico occulto , e fautore aperto degli Eutychiani. Cefare, che fin' allora haveva venerata abbagliato dai raggiri di Theodora nel fuo Vefcovo una fede fncera , havevalo ancora giudicato non fol Cattolico, mdegnocfemplarede' Vescovi Cattolici , Fofpettando nella renitenza del trattamento Pontificio , ingan-

nome di Theodatho dall' altra Papa [d] intanto fi part da Roma,

R de'Gothi, ma desinato da Dio con

'

'

&

&

&

mo

&

Capitolo
,

Vii

83

Agapito

inganno , livore , o malevolenza , trabocc impetuofamente in eccelli di nfentimento e tutto furiofo nel dire, e rifoluto neh" efeguire , [a] Aut a ^naft.Uc.dt. conferiti nobis, egli dille al Papa, aut extlio deportare te faciam. Alla durezza della richieita , & all' horridezza della minaccia, raffinatati, come (opra cote, lacoilanzadi Agapito, tra modello, & allegro, Egoquidem cianca heroica delPa P a Teccator, egli rifpofe , ad Jujiinianum Imperatorem Chrijtiamffimum venire desideravi , nunc autem Dioclettanum inpem : qui tamen minas tuas non perttmefeo e foggiunfe , Che f voleva [u Macji far prova allora della verit de'fuoi detti, sfor^ajfe Anthimo confefiar quivi pubicamente le due
-

nature in Chrifio nella conformit , e fenfo ftabiltto dal Concilio di Chalcedonta. Refei tanto ammirabile Giultiniano quella libert Apollolica di Agapito, e tanto ragionevole lapropolta, che [b] accerjito ex prxcepto Augujii Anthimo , difcufjione fatta , Aathimus nunquam voluit confiteri in Catholicrt refponjoms ad interrogationem Beati Tapa Agapiti duas dottrina naturas in uno Domino noflrojefu Chrifto. Quem cum vHciffet S. VapaAgapitus , glorificata ejl ab omnibus Chrijiianis . Tunc piifjimus Imperator e]eexpulit in exilium . Soggiunge un' altro cit Antnmum communione , Hiitorico particolarit notabile di quant' oltre giunga la temerariet di

b idtmitid.

&

&

una Donna, [e] Theodor a vero prominente munera multa, &rurfusTap& c uttr.ue. u *''./*.*. minas intentante , in hoc Tapa perftitit, ne ejus audtret petitionem ; e che Anthimo vedendoli cos vituperofamente (cacciato dalla Sede , e dalla d iMm difceffit. Citt, [ d j Talltum , quod habtti* , Imperator ibus reddidit , Allora Giultiniano , come fcolfo da profondo letargo , in cui quieto dormiva Cotto un Vefcovo Eutychiano, numiliato , econfufo profefs avanti li piedi del Papa la Confeffione di Fede gi divulgata per Y Oriente da Papa Hormifda , e pregollo , che in luogo di Anthimo confacratfe Vefcovo di Coftantinopoli il Religiolflmo Menna , che era( e ] Pre- e idmMd. potto allora del grand' Hofpedale della Citt , laudato pofeia dal Papa col degno elogio di Huomo [/] Fidei integriate , <& Sacrarum Litte- i ^tgapttl tpfa. rarum ftudto , atque etiam pia admim[trationis officio ftc clarus , ut ipfi tardis venire videretur , quo dignus erat E fegu la pompa della confecrazione con quella magnificenza , che richiedeva novit di tal funzione, elfendo che Menna hi il primo Vefcovo di Coflantinopoli , che riceua paterDS vere la confecrazione immediatamente da' Pontefici Romani fuccetbri p ef di S. Pietro. Ma non cos fu condannato l'Heretico dal Pontefice, che dal Pontefice non foife ancora invitato con paterna mifericor dia alla Penitenza , habilitandolo poter far ritorno al fuo primiero Vefcovado di Trabifonda, quando con publica confezione egli havelTe ritrattato l' Eutychianifmo, e con l' emenda purgato l* errore , e tolto lo f candalo Ma T infame Severo , che ritrovaval allora in Coflantinopoli , refelo [g ] otti4 nato nell' impegno , & Anthimo elelfe pi torto di etfere fcacciato da *^ \'' ambedue li Velcovadi , che entrar nella communione de' Cattolici . Di quello gran fuccefl , nel quale Agapito oper con pienezza di podeft Pontificia , deponendo , e condannando un Patriarca di riguardevolilfima Metropoli, promono , e protetto da due Augufli Regnanti , fenza previo congreflb di Sinodo, altra forma di Ecclelallico giudizio, die ei meddmo [//] publiche lettere circolari per tutto l'Oriente, tacendo u *** , h ;a e conoteere al Chnitianetmo , che la Potenza del Pontehcato Romano, bench tiranneggiata in Roma da un R Gotho Amano, & oppretfa nel-

&

'

'

la

Agapito.

g^

Secolo

VI.

la mendicit delle ricchezze per il pegno accennato de' Sacri Vafi, l cftende tuttavia Tempre invincibile ad gni urto di contraria potenza, e d pitofto, che ricever timore dai Potentati di dignit anche Regia, Imperiale. Al fanto zelo dunque di cos venerato Pontefice acclam ala jtfu b^. m, lora tutto l' Oriente , che parchefidisfacerTein[^]oireqiofiifimefuppli5}6.n.^.&,,. jy. c ^ ej richiedendo daini nuove condanne diHeretici, e nuove regole i b ibidem n.jn, columi, efclamando tutti ne' memoriali , che gli porfero , [b] Tollite , SantUffime Tater y nobis cit malos, offerte confuetum Sacrificiumboc Dea Salvatori pr confervanda nobis bona defenfione in futuro tremendo judicio liberum ab omni timore , haretica terti repetita ftufluattone ornatum Ecclefiaflcum conservate , ftatum confirmate , rurfumque exponendo ac juflas fententias contra ipfos pris ab juftiffimo Imperatori noftro pias , xApoflolica Sede prolatas , ftatuendo per Mas impia [cripta tradere igni , babentes Ma in publicum prodere , juxta imitatwnem eorum , qui \elant pejjum dare Manichea, Ma impii l^eftorit, Eutychetis infenfati, ac Dio/cori patris , protetloris eorum . Sic enim evacuabitur omnes expetlatio bis , qui fruir fperant in eis . fygamus etiam , SanBiffime , finem perfefum imponere divina , ac vcftra Jententia contra ^intbimum , paternis vejiris decretis convenentem , ut omne de medio extmguatur [candalum parvdis in Dominum credentibus , omnibus nobis cuftodiat Dominus fedem nftram , ac pijjimi Imperatoris nojiri , tanquam dies cali , qui Vetri imitatores falvatis , nos tribulationibus Jalvaftis , i Votelo in con- cofque , qui oderunt , confudijis . E di nuovo, lolite pati, BeatiffiBa r Je a me ' non utl f^ ta fiducia ad reformandum tantum malum . Sed fcut prius ^he e je "n rren * contra *Antbimum nfurrexiflts , cjr lupum , qui conabapur cooperiri per pel*iHf7^/t! lem ovis , trascendere ofttum Ecclefiaficorum ordinum , fanftiomm , canonum , qui latrocinanter mandram ovium tranfeenderat , pelle procul mandra expuliftis : denudaflis , ipfummet demonftraftis , [te nunc iterum -vigilate , offendile piiffimo Imperatori noftro , qud nullum lucrum exierit , (ut inquit divinus Gregorius ) ftudio reliquo [no circa Ecclefias , fi tale malum in deftmtJione Jan# [idei per ip[orum fidupermittantur adirne ifti ad corruptionem Eeclcfia niciam pravalebit , iniqua in ipfis facere . Hac dominorum , &inpropriis, dificare in domibus

&

&

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&

diris dolor ibus inquidem dumtaxat portamus , lict incredibile , curvati [pem babentes ad clementi/fin/ am Deum , qui in tempore opportuno qud fi e ut Tetrum magnum *Apoftolorum vefrum adventum nobis oftendit Trincipem bis , qui Roma erant , in depofitione Simonis Samaritani mifit, Zoara , eovos mifit in depofitione expulfione Severi, l'etri, fic
:

&

&

&

qui omnigenis bonoribus circumfoventur , qui fmilia eis [apiunt , ad inhonorationem Dei, blafpbemiafque , ac elcbliones : dabit vobs potfiater coopitulante vobis piiffimo , Deo cujodito Imperatore noftro , iftos violatores , non folm expellere de omm Ecclefia tanquam infidiatores , nam cum hos ad juam politica ipfius fantliffimarum Ecclefiarum , [ed malitiam convenientia organa infidiator boni inveniffet , totitm orbem terra*. Santlorum [angume terram contaminavtt , rum commotum fecit , tumultibus turbavit: expdlite igitur tftos . Cos vitates jugulationibus , i (applicanti In talguifa il Papa con unfol colpo ferendo molti Herefiar-

rum

& & &

&

&

&

& &

&

tal coftanza di animo , che parve venuto Co ftantinopoli portar guerra all' Herefia, e non trattar pace tra ilRd*'

ch

tutti

condann con

Coitolo VIIl'
.

8$

Agapito.

Gothi, e Imperadorc Poich oltre alle accennate condanne dicefi, eh' egli [a] Sacra ,/ttarisj Scdifqttevelamina, facrilegi Ambimi infetta fabuhs , a a*. *..*#. " omncfque Templi <cdes ab inflitti* inib per g'./, fuis Cattolici* prectbus cluit , ";/,r<'; Qual fatto e *yf!i. ..<*/< jtnthimum maculi* , Orthodoxs obfecrationibus expiatit *'''""" un'antico Manofcritto della Bibliothc, che fi ritrovano regiftrate in pai-ole ca Vaticana furono citate da Graziano [ b ] in comprovazione del Rito an- b Gr*t. de tmft. tico della Chiefa Expiandi qua tfaretici polluere , nella conformiti me- c'3$'S.' defima, come fu in Coftantinopoli da Papa Giovanni [e] pratticato, eco- /.'r.^.to. me preferftemente ancora fi coftuma nelle Chiefe de' Cattolici ritolte agli
.

'

definiate tal'erfetto. Per- la qua] cola Turga^ione degli Altari, e la loro jLblwzjone . Poich la purgazione fuppone la contaminazione , polluzione feguita per opera de' Miniftri Heretici: ma 1* abluzione lignifica un Religiofocojtume dilavar gli Altari Cattolici nel giorno del Gioved Santo con afperfione di acqua, e di vino. Del quale antichi/fimo Rito, origine, propagazione, eprattica, non fenza noftro grande awantagio di erudizione riabbiamo difrefeo letto un nobiliflimo [ d] Trattato , degno parto dell' eccel- d %;tus * K * lente penna di Gio. Chriftoforo Battelli, Ecclefiaftico perReligiofit di m"'* ^<w cornimi, e per univerfalit di erudizione meritevolmente ammefloalla re- B$iMvJi?Jn\ fidenza fri il Clero della Bafilica Vaticana , e daljRegnante Pontefice, giufto rimuneratore de' Virtuofi, all' afiftenza della fua Camera Secreta, alla fopraintendenza della fua Bibliotheca domeftica. Onde noi, chea

Heretici, per

mezzo di preghiere
la.

apparifee ladiverfit fra

&

lui ci

trafandarne per tornare

conferiamo debitori di molte Ecclefiaftice notizie , non portiamo il nome nelle Stampe, che facciamo, diqueftaHiftoria. Mi onde ci partimmo , cadde il Santo Pontefice Agapito nell' ar, dor medefimo della pugna e in Coftantinopoli mentre tali Cofe operava
, ,

opprelfo dalla loro mole, e dal pefo della propria et pafs all'altra vita per ricevere il premio di pregiatiffima corona. Il di lui [e] Cadavere e ^ajt. : mr. {* fu quindi in carta di piombo trafportato Roma nella Bafilica di S. Pie- "^* tro, nella cui Bibliotheca leggefij/] l'allegato Manofcritto, che con me- s^TZL&'arl: ritato Elogio chiama quefto digniflimo Papa, Vas Catholicum , Evange- ttraGrM.ige.eit. SNov ' 11 41 In Tuba, Tracojujlitiai. Giuftiniano altres con particolar [g] bando diliAnthimo, releg Severo , i cui libri f arder nel fuoco, fotto pena del EffliodiAnthi. taglio della mano chi ne copiafTe gli errori, e confin Pietro d' Apamea , Sf aiul'H! tic} e Zoarainlontaniilmefolitudini.
-

'

Tomo

II.

A-

Siivewo.

26

Secolo

FI.

CAPITOLO
Silverio di
,

Vili.
Pontefice

Campagna creato Tanno 537.


contro
i
:

Guerra di Cefare
dia
,

Gothi Arriani
ne riedifica
.

'Bellifiario

ajfie-

prende "Roma,

le

Mura

Muro
di

detto da'

Romani

Muro Torto
.

Mracoloft

fiuccejji

noftra

Fede
contro

contro gli Arriani

Nuovi
,

tentativi

di

Gothi contro "Roma


dora
Ito
.

Machine
.

dell*
e

Imperadrice Theocoftumi oft,


,

Silverio
,

Qualit
,

di

Vigi-

Tradimento
.

depofizione

e jlio

morte di S,
,

Silverio

Penitenza di

'Bellifiario

Scifima di Vigilio

fuo

corfi

riufc

Brev.cap.zi.

di Papa Agapito Costantinopoli quanto avantagiofa alla Religione Cattolica per 1 eftirpazione dell' Herefie in Oriente , tanto infruttuofa apparve circa il fine della pace defiderata dal R de* Gothi in Occidente . Conciofiacofache [a] Imperator pr tnultis fi/ci expenfts ab Italia deftinatum exercitum aver-

Legazione

tere nolens
AflediodiRoma. coti
1*

fupplicationes

Tap

noluit audire
invert

Onde
Napoli
,

Bellisario vitto-

e prefelo , e aura della vittoria prefentoffi tanto pi formidabile Roma , quanto men Roma ritrovofl in irtato di difefa . All' avvifo delle feguiacclamato R Vitite perdite havevano i Gothi uccifo Theodato , ge , Capitano valorofiflimo , riputato da elfi atto riparar la mina del Regno . Ma Vitige cedendo al tempo , e all' impeto del vittoriofo nemico , non volle rimanere ftretto fri le anguftie di un' affedio , e defiderofo di accalorir le operazioni ovunque bifognava , ritirofl da Roma , che lafci prefidiata da quattro mila Soldati fotto il comando accorto , e raccomandata eziandio di Laudere Capitano ardito , [b] BelfiSilverio eletto nuovo Pontefice doppo la morte di Agapito b Pro dtiii Goth.iib.'i.. fario intanto , divifi gli alloggiamenti, e difpofto 1* affedio , intim ai Romani la refa , il facco . N tard lungo tempo la rifoluzione ; poich timorofo il Pontefice , che con le fortanze de' Romani non anc to. oectmtre daffero preda de' Greci li facri Vafi delle Chiefe, eiort , [e] e conclu537. fe con Bellifano 1' accordo , introducendo nella Citt l'Efercito Cattocn4e lieo per la Porta di S. Giovanni nel medefimo giorno , che forti il Prelico ! Laudere oftentando anfi dio Heretico Gotho per quella del Popolo il valore , volle pi torto renderli prigioniere dell' iniche nella perdita mico , che fopraviver con fama di difertore , e fu egli con le chiavi

riofo della Sicilia

con pronto attacco

&

&

'

della

Capitolo
della Citta

VII I.

87

Silveri.

monio

mandato da Bellifario nobil preda a Coftantinopoli ; teftipreferite, e nunzio verace dell' efpugn azione di Roma. M;heb- e ne riedifica be pi far Bellifario in ripararne le mal' andate difefe, che in vincer- Mura, la; effendo che , bench in differenti tempi foller fiate fpeife volte rifarcite le di lei mura , e da Theodorico in [a] particolare , che fi era
tal'

le

fervito

'?'# *che preflb 1' rovinate appianato; elleno tuttavia non ben' ordinate , mal to, richiedevano riparo , in quella congiuntura particolarmente della Guerra de' Gothi , il cui nuovo R Vitige non haverebbe molto tardato, come fegu , di riportarvi fotto con tutte le forze del Regno il fuo Campo. Ordin dunque il gran recinto con nuova fabrica di muraglie, riedificandole pi tofto tutte, che riparandole, con gaudio, & utile de' Romani , che vagheggiano ancora intatto in gran parte cos nobil monumento del loro benefattore ma inquefta grand' opera volle , e vuole anche hoggid, S. Pietro fua parte, con nfervarfi per s una porzione di mura , che fond allora fu' miracoli , fofliene prefentemente MiracoiofoawequeiDefcrive il maravieliofo fuccelfo il mede- nimcntodi mura, con r prodigiofo fondamento r hpartetii ~ rT-n (\ in> limo Procopio , Hiftonco prelente a queita nuova fpedizione dell armi cn e diedi. Muro Greche contro i Gothi, ficcome era flato prima quella d'Afia contro Tor:o i Perfani, a quella d'Africa contro i Vandali, [b] Inter Tortam Flaic bdU bp miniam , dice , alterarti ai dcxteram buie proximam portulam , porta GothXb. V. alia efty qua Tincianavocatur Huic proximi muri pars quidam lapidum , laxata jam pridem compagine, fcjunffa JpetJatur , non jolm folo , fed medio ad fummum fafigium fcifia , nec fan collapfa , nec alias revoluta y fed utrinque fic mclinapit , ut estero muro extrinfecs partim preminentior Rane muri partem cura demolir i tunc prieffe appareat, partim retraUior

effetto delle pietre di quella parte dell' Anfiteatro Romano, Arco di Coftantino vediamo prefentemente diftrutto affat-

tf

$$'

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4ift.3l.1k4.

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&

mrn Bellifar ius niteretur iterato edificare cospiffet , objlitere Bimani: Tetrum ^ipoftolum pr indubitato f comperile , affeverantes , ejus loci tuendt pollicitum curam f jufeepturum. Quod utique Bgmanis ex voto fuc,

&

quandoquidem nec eo die , quo per Gothos funt mania oppugnata , omne id tempus , quo urbem obfederant Barbari , hofiilis vis ulltt ad bunc locum pervertii , nec piane umquam eodem tumultuatum Et fan me admiratio fubit , nec Hgmanis nec bojtibus pfis in ea tam d'.utina Urbis obfidione in memoriam venijje muri hanc partem Qu<x res cum miraculi poftea loco fit babita , nec farcire quidem m poflerum quifpiam , nec de integro reflituere aufus e/i , fed ad bunc diem ea regione jejunclus pnms.net murus: e quello muro prefentemente dicefi da' Romani Muro torto. N Procopio maravigliofl indarno; conciofiacofache cominciarono i mira- Due miracolo/i coli fin dal giorno, che ufc il Prefidio Gotho da Roma, e feguitarono fuccefldi uoitr F pofeia s nella difefa dell'accennata muraglia, come negli avvenimenti di Ar rUniC.onttoS tutta quella Guerra. S. Gregorio ne racconta due, e meglio con la penna di un tanto Autore, che con la debole noftra , ne foggumgeremo il ragguaglio Due Arriani del Prefidio Gotho nel portarfi Ravenna [ e ] Hofpic SGr m*t. taluatis gratia venerimi ad Santlum Bonifacium Ferentino Civttatis Epijco- ub.i'.Jp.i. pum ; qutbus ipfe parvum vas ligneum vino plenum manu fua pr^buit-, quod fortafle in prandio itineris habere potuifteht. Ex quo tlli, quoufque Bavennam venir nt, biberunt Gothi autem aliquantis dtebus in eadem Civita te morati funt, vinum quod fan&o viro acceperant-, quotidie in ufu babuecefjit
:

nec per

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&

vunt

,. ,

Simmo.
rtmt

gg
.

Secolo

VI.

Sicquc ufquc ad eundem vcnerabilem ferentes reverfi futa , ut nullo tamen vinum eis ex ilio vafculo nunquam deeffet , , ac fi in lio vafe ligneo , quod Epifcopus eis dedcrat , vinum non augeretur fed nafceretur: e chi prender vuol diletto di numerare iMef, chefcorfero, dalla partenza de' Gothi da Roma al loro ritorno per l' alledio di quella Citt, ritrover, che ben quattro Mefi fomminifr loro Tempre il vino quel Quindi il medefimoS. Gregorio foggiunge, cheU] * ih itti, e, io, picelo Vafeiletto. Quaderni die Gothi juxta Tudertinam Civitatem venerunt , qui ad partes Ravenna properabant , duos parvulos puerulos de poffeffione abftulerant, qua poffeffio prafata Tudertina Civitati fubjacebat Hoc cura viro Janclifjirno Fortunato nuntiatum fuifiet , protinus mifit , atque eofdem Gothosadfe vocari fecit Qiios blando fermane alloquens , eorum prius ftuduit afperitatem placare, ac pft intult dicens, Quale vultis pretium, dabo: puerulos, quos abftulitis , reddite , mihique hoc gratin veftree munus preebete Tunc is , qui prior eorum efe videbatur , refpondit dicens , Quicquid aliud pnecipis facere, parati fumus: fed ftos parvulos nullatenus reddemus . Cui venerandus vir blande minatus dicit , Contriflas me fili , non audis patron tuum Tsloli me contriflare nam non expedit tibi Scd idem Gotbus in cordis fui feritate permanens , negando difceffu Die vero altera digreffurus , rurfus ad Epifcopum venit quem iifdem verbis pr ditlis puerulis iterum Epifcopus rogavit Cumque ad reddendum nullo modo confentire voluifiet; contriflatus Epifcopus dixit, Scio, quia tibi non expedit, qud me contrifiato difeedis Qua Gotbus verba defptciens , ad hofpitium reverfus, eofdem puer os , de quibus agebatur , equis fupcrimpofitos cum fuishomimbus pramifit ipfe vero flatim afecndens equum , fubfequutus eft . Cumque in eadem Civitate ante Beati Tetri ^pofloli Ecclefiam veniffet , equi ejus pcs ejuscoxamox fratla eft, ita ut in duabus lapfus eft: qui cum eo corruit, partibus os effet divifum , levatufque in manibus redullus eft ad hofpitium qui feflinus mifit , viro Fortunato pueros, quos proemiferat , reduxit, "venerabili mandava, dicens, figgo te Tater, mitte ad me Diaconum tuttm. Cujus Diaconus cum ad jacentem venifiet , pueros , quos redditurum f Epifeopo negaverat, ad medium deduxit, eofque Diacono illius reddidit dicens , Quia maledixijit mihi 3 ecce percuffus Vade , die Domino meo Episcopo recipe^: cr pr me, rogo , intercede. Sufum. ed pueros, quos quxp.fli , cui beneditlam feeptos itaque puerulos Diaconus ad Epifcopum reduxit aquam venerabile Fortunatus flatim dedit , dicens Vade citis , eam ]acentis corpus projice . Terrexit itaque Diaconus , atque ad Gothum fupcr R\es mira benediUam aquam fuper membra illius afperfit introgreftxs , vehementer \lupmda mox ut aqua benedilla Gothi coxam contigit , ita. aflnis fr abiura folidata eft , fai ut priftimz coxa reftituta , ut bora eadem de leto furgeret , afeenfo equo iter ageret , ac fi nullam unquam Ufimem corporispertulijjet. Fatlumque eft, ut qui fanti o viro Fortunato pueros cum pretio reddere obedientix fubjetlns noluit , cos fine pretio pcena fubaSus donaret . Cos S. Gregorio Vitige intanto riftabilito in animo , e in forze , con numerofo Efercito di cento cinquanta mila Soldati (i port l' an-. no [b Jvenente all' attacco di Roma. Difpofe gli allogiamentiin mezzo ai b ^nnsi%. ^ue gra^i acquedotti fri la via Latina , e quella di Pakftrina cinque miglia lungi dalla Citta, afficurandodiqui, edilconque' due forti gii archi degli accennati atf^ijK**- ettificii tutto il fuo campo: for in molte parti acquedie ceffarent bibere

&

&

&

&

&

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&

&

&

&

&

&

Capitolo

VI li.

89

SlLVERIQ.

acquedotti , affinch la Citt patifle penuria di acque , ed impadronitoli del porto verfo Ripa Grande , ftrinfe Roma nel medefimo tempo con la guerra, conlafete, e con la fame. L'atfedio ni lungo, e pieno divani calinoli men frequenti , che rari , oftinando i Gothi tredici meli nell'attacco , ma refpinti Tempre da Bcllifario con altrettanto valore , e fermezza nella diin modo tale che attediatili Romani, non tanto di foptola- delle mura portargl'incommodi di quel lungo affcdio, quanto di rimirar quivi pretto lotto i loro occhi gl'infulti del fuperbo nemico, [a] ufeiron difperatamente in campo aperto prefentata la battaglia, trentamila fuori della Citt , Gothi uccifero, coftrmgendoi rimanenti alla fuga, che in vendetta della feguitaftrage funeftarono gran parte dell'Italia con ucciioni, incendii, e rapine, de'qualifuccem" non noftro pregio profeguir pi diifufam ente il racconto. Vitigericoverotf Ravenna, di cui, per arte, per ihganiio impadronitofi , fu finalmente coftretto renderli prigione di Bellifario , che mandolloCoftantinopoli, dove da Giuftiniano fu [b] follevato al grado inviato nella Perfia al comando di una Provincia, honorato diPatrizio, inficine, ecuftodito. Nella brevit di quella narrazione rimari celebre la venerazione, che durante l'adedio portarono fempre gli Arriani alle Bafiliche augufte de i Santi Apoft oli , [ e ] Extat Vanii Apo{loli Tcmptum, foggiunge Procopio, Hpmanis procul minibus ftadiis decem , quatuor^ fiata quod Tiberis fuit, ubi nullum patet munitimi effe praftdium: portimi tamen eadem ab Urbe pertinens , circaqiie adificia alia pleraque non fatis ad invadendum opportunum locum hunc reddunt . Tatebat <"' Gothi* ad id facranum via , per quos omnibus conflat per id belli tempus in neutra dedicata jlpo{ioli ALde quicquam editum , quod incolentibus vel molejius effet, vc quoquam patio ingratum, [ed facratos ibidem viros libere perniili fsc divina peragere. Atti di olfequio praticati in ogni et da i pi empii Heretici'del Mondo verfo le rivente BauichediRoma, e fol riprovati da quegli Heretici, che avvanzandofi nell'empiet gli Arriani, difpreggiano le reliquie , e'1 culto di quelle Chiefe Ma le vittorie di Giuftiniano ridondarono finalmente in immenfi travagli della Religione, echifeppe, e pot debellar l'Herefia in due parti del mondo, non Teppe, n pot fcanfarii dai raggiri di una Donna , dalle cuiinfidieviddefi allora cos vituperofamente abbattuto il Pontefice Romano , che fin prefentemente rimane in horrore la fola rimembranza della temerariet di Theodora, del facrilegio di Bellifario , e del tradimento machinato contro la fantit, e perfona di Silverio; non fenzalagrime in chi confider, profondamente offequiato dagli Arriani il corpo, e crudelmente lacerato da' Cattolici il Capo della Chiefa , e gli uni veneratori degli Ufficiali , e Chierici delle Bafiliche dei Santi Apertoli, gli altri difpreggiatori , e carnefici del fuccelfor medefimo del Principe degli Apoitoli. E barbara l'Hiftoria, ma egualmente neceffaria la notizia. Sin dal tempo che mor Agapito inCoftantinopoli, machine Theodora di far promovere Soggetto tale al Pontificato , che affecondando ciecamente alle fue voghe, rcitituifeleiAnthimo, &adAnthimo il Vefcovado di Coftantinopoli, dal quale Agapito l'havea deporto. Ma fuori dell' efpettazione ci ella fucceduta in Roma la Creazione del nuovo Pontefice in perfona i Silvcrio, che [d] in qualit di Suddiacono ferviva Tantamente alla Chiefa
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Mifit Theodor a EpifloUm c ^" af; s


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lettera lui
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raccomanda
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Secolo VI. Tapam rogans, obfecrans: T^e pigriteris venire ai fy am a& Silveriurn no$', aut certe revoca Antbimum in locnm fuum Dicefi, che il Papa nel leg-

9Q
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ione
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idem ibidem

et tera , un'alto fofpiro tramandatfe dal cuore, e tutto mefto quefte parole pr ferifle, [a]Modfcio, quia caufa hac jnem vita mea adduciti

g ere ta

quindi obligato alla nfpofta,e rifoluto alla negativa, [b] Fiduciambabens in Beato Vetro , refcripfit dicens: Domina ^Augufla , ego rem jlam nmc arn ero fatlurus , ut revocem hominem Hareticum in fua nequ;tia i^ ih atsUvViS damnatum. Fi colpita cos vivamente rinfuriata Theodora da quelle brevi Apostoliche parole, che [e] Indignata mifit iujjones fuas ad Bellifarium e limibid. Tatricmm per Vigilium Dtaconum ifla continentes Fide aliquas occafiones in Silver io Tapa> depone illum de Epifcopatu, aut fefimus certe tranfmit te eum ad me. Ecce ibi habes Vigilium Arcbidiaconum , c> *Apocrifarium noflrum cbarijjimum , quinobis pollicitus eji revocare ^Antbimum Tatriarcbam . n e dtl E ra Vigilio molto riguardevole di pofto fra il Clero Romano, ma altretcalTviBn tanto ambiziofo di genio , dai cui fafto lafciavafi facilmente trafportare ad ogn'indegna azione per ottenerneil primato: onde fin dal tempo di Bonifacio Secondo havea egli fatto prattica per ricever da quel Pontefice, coulnfaio'stcX me[d]fegu, la nominazione allafucceffione nel Pontificato, bench dal medefimo Pontefice fbfle pofeia con miglior configlio lacerato il Chiroti <j. grafo , e ritrattatala rifoluzione . Ma i torbidi, che agitavano allora lo flato della Chiefa, e quello dell'Imperio, gli follevarono di nuovo l'animo procacciarli l'ambita dignit , che con efecrabile facrilegio , odiofo fraudalo, abominevole ricordanza, gli venne fatto in fine di confeguire con uno feifma , che fu il pi temerario , il pi empio , e il pi indegno di tutti ez.,^. nuche, jj p a {] at j j^j L'Hiflorico Liberato dice, che tutta la trama diquefto lapromifloni grimevole tradimento foffe fecretamente ordita da Theodora per mezzo su Vigilio, e che Vigilio promettefie Theodora , ut [/] fi fieret Tapa , elio ne? ii^a^to^" i idem iid, haverebbe condannato il Concilio Chalcedonenfe , communicato con Anthimo , e Severo , & approvata con Bolla la loro Fede ; e che in virt dell'accordo gli promettere Theodora di fcrivere Bellifario, acci Papa locreaffe, nelqual'atto haverebbe Vigilio Bellifario sborfata lafomma di fettecento feudi d'oro. Ricevute dunque le accennate commifloni, tremino l'intrepido Bellifario a quello nuovo cimento, e ftretto da una parte dal[cornando dell'Augnila, e dall'altra dall'innocenza diSilverio, fama che proteitafe , come Pilato, [g] Ego quidem juffionem facio , fed is , qui e idem a;d. intercedit nnecem Silverii Tapa , ipfe reddet rationem de fatlis fuis Domino - Tradimento, e Jefu Cbriflo Quindi lui dai legnaci di Vigilio fu prefentata una nobile , ne d mfalfaaccufain quelto tenore, [b] Nos multis vicibus mvemmus Sitvev e rlo'. Veni ad porii^iutft.hibi.hc.^ rium Tapam , ^cripta bujufmodi mittere ad F{egem Gothorum Civitatem tibi trado , * tam, qua vocatur jtfinana juxta Lateranas, Bellifarium Tatricium E come che gi eran concertate te cofe , e condotto fine il tradimento, bench Bellifario fapefle, [i] Qiwd per invidiam de rfrmit*. Silveriobac diubantur, tuttavia timorofo di non irritar l'animo di Theodora, f s chiamar Silverio nel favo proprio Palazzo , che rifiede va allora nella fommit del Colle Pincio, dove prefentemente s'inalza il farnofo Giardino del gran Duca di Fiorenza. Nell'entrarvi, fu trattenuto nelle due prime anticamere il Clero, che feguiva il Pontefice, e nella camera dell'Udienza fu follmente introdotto Silverio, e Vigilio, i quali ritruovarono quivi giacendo fotto nobile trabacca Antonina moglie di Bellifario , .e

b id,m ibidem,

Domino

&

&

&

&

I del letto. Non cos torto dunque entr Bellifario medefimo affifo pie kil t Silverio, che Antonina a lui rivolta, [a] Die, Domine Silver i Tapa, dia. si un io'. Fymanis , ut tu vcllcs nos in manus Gothorum difTe, qu fecimus tibi t hebbe Antonina quelle parole terminate, chefopragtratterei Ed appena giunfe un de'Complici , che per maggior'obbrobrio dello flato Sacerdob Utm mi tale fu un Suddiacono della prima Regione r il quale [b] tulit palliumde

l Capitoleo Vili.

SlLVEMO

in

&

'

collo Tonttficis,

& duxit cum cubiculum, & expolians eum mduit eum Monachicam vejlem & abfcondit cum Siflo Suddiacono della fefla Rein
, ,
.

gione, che vidde, travidde lo fpogliamento , e la carcerazione del Papa, dando precipitofamente di volta per ufeir dal Palazzo, quanto fol tutto attonito difle al Clero , che nelle due anticamere trattenevafi , c Id Quod audientes , fatlus eft Monachus [e] Dominus Vapa depojaus ejl, foggiunge l'Hiftorico, omnt s fugerunt ; e di Silverio foggiunge un altro UL tr Uc h Autore , [d] fuis ulteriusnonejlvifus , cjrinexilium mijfus ejl in Civita- Brtv.ci, tem VrovincU Lyci< , qu Tatara dicitur Ma f proditoriamente ribello/Il ^favor dd'plp? al Papa l'Archidiacono della fua Chiefa, fufeit Dio favore del Papa il Vefcovo medefimo di Patara, che {limolato da facro fdegno di veder cos impunemente oltraggiata la Perfona del Vicario di GiesiChrifto, infoffercnte di tanta macchia nella Chiefa Cattolica , con Apoftolica intrepidezza portoni Coflantinopoli da Giuftiniano , conteftandogli il Giudizio di Dio de [e] tant< Sedis Epifcopi expulftone multos dicens efie in hoc Mundo Heges, e idtmUM. non ejie unum , ftcut ille Vapa ejl fuper Ecclefiam mundi totus fua Sede expuifus . NG.iufliniano, ch'era altrettanto inclinato al giuflo , quanto che da Girini*, e e k facile'molte volte ad apprenderlo , al (incero raccoirto di tal facrilego avveneiu sed e nimento pot non riprovarlo , bench fapefle , eflere flato da colei ordito, ch'era Padrona non men dell'Imperio, che del fuo cuore , e che quando pur vera foffe la fuppofta intelligenza di Silverio co' Gothi , pur meritava il fatto, in riguardo della Perfona, ogni pi accurata, e decorofa rifleffione. Perci ordin [/] fubito, che foffe Silverio ricondotto a Roma, e iId,km '*'* quando al paragone di giuridiche prove egli foffe rinvenuto colpevole , in qualunque Citt ei volelie , Ci ritiraffe fempre Pontefice Romano, ma non in Roma. Vigilio, [g] penetrato il comando di Cefare, e prevenendo g rdmitid, l'arrivo di Silverio , ottenne da Bellifario , che ne i confini di Napoli gli toffe il Papa confegnato , proteflando di non voler'effere altrimente tenuto Ma da Vigilio di allosborfo pattuito del confaputo denaro, ogni qualunque volta non f?Xd?wS8! guide l'efpufione totale del Privale Ita [b] Silverius , replica Liberato to h Utmil,iL Hiftorico, traditus ejl duobus sigilli defenforibus , fervis ejus , qui in Valmariam infulam adduclus , fub eorum cujodia defecit inedia ; come diceAnaftafio, [*] Silverium fufcipiens Vigi lius in fua quaj fide , mifueum siZZH'-. B U " tncxiliumad Tontianas fquefle fono l'Ifole , che nel mar Mediterraneo

&

&

&

'

'

prelibi confini del


!

Regno di Napoli

pane trbulationis

tribulazione , n il tra- di s s lveri0 dimento, nl'anguflia poterono abbattere l'alta coflanza di quel grand' Ecclefiaflico, che bench oppreffo da catene, immerfo ne'patimenti , pur tuttavia non mai cefs di fcuoter contro gli empii le eran Chiavi della Chiefa lui da Dio confegnate, dicendo con S. Paolo, [l(\ Laboro ufque k i.4irw*j ad rincula, quafirn ale opcrans, jed verbum Dei non ejl alligatum. E dimoflrolloneiriileffo Regno del fuo efilio, affifo fopra Cathedra di aftannof
,
.

& angujlm

diconfi di
,

Ponza
n
la

& fujlentavit

cum

Co/bn Z .,heroica
'

Ma n l'efilio

&

cruciati,

quando accorfi

alla di lui

compaffionevole vifita i proffimi Vefcovi di Ter-

Silverio.
e
di

adheremi alni.

zhn Vefcovi diTerracina, Fondi, Firmio, eMinturna, quivi come in Canonico Conc ilio ftefe , e fulmin contro Vigilio una formidabile fcommunica , che feglipofciaprefentareper Anaftafio Suddiacono zelante, dicuore intrepiinvitto; nella carta della Scommimica fi fottofcrilfero di proprio, do,

gZ

Secolo VI.

&

quali bench circondati dall' arme amarono meglio correre il pericolo innocente di Silverio, che incontrar la grazia ingiufta di Theodora. Ne'medefimi fentfi menti perfift Amatore Vefcovo Auguftodunenfe, che commiferando la
li
i

pugno

quattro nominati Vefcovi,


,

vittoriofe de'Greci

^i'!%*mPont
Ittu't'piJTiiv'rii'.

f rte eh cos venerato Pontefice, feritegli una nobiliffima [a] lettera, inviogliin follievo de patimenti un pronto fuffidio di trenta libre di ar-

&

Morrc.c Miracoli dis.siivcrto.

b^aji.

b,l

c lAnno 549.

renitenza
ifario-,

di Bei

Nel rimanente , bench il Clero di Roma , cinto da'Gothi , .e figlio- . reggiato da'Greci, fplle forzato fupprimere l'alto dolore del fuo vilipefo Pontefice, e la condizione infelicifima di que'tempi rendefle muta ogni lingua, e fenzafpirito ogni cuore, parl Dio per tutti ne'numerofi miracoij, c h e fe g U irono la morte di S.Silverio, de'qualidiceAnaftafio, [b] Silyerius fepultus efl in eodem loco duodecimo Kalendas [c]Junii, ibique occur* fanantur . Bellisario medefimo , che fu l'eferit midtitudo male babentium , cutore della lagrimevolefentenza, abominando l'atto inhumano, e come vergognandofi di riaverlo attentato, conpublica penitenza emendonne la c lP a > e perconciliarfi il perdono da Dio ofFefo nella perfona del di lui primo, e gran Miniftro, e Vicario, inalz fue fpefe in Roma una Chiefa,. avanti le cui porte f incidere in marmo la feguente iscrizione , monumento' eterno del fuo ravveduto errore Hanc Vi? Tatricus Vilifarius , Urbis amicus , Ob culpa veniam condtdit Ecclefam : Hanc ideirco pedem facram qui ponis in <cdem t Ut miferetur eum , fape precare Deum
gento

&

i[Fnecp.de beli,

Vvi ipontif.di

nmo.
.
a
r

Janna bac efi Templi, Domino defenfa potenti. e bench in odio di Beilifario foife quella Chiefa demolita da'Gothi , quando Totil a di nuovo fi refe Padrone di Roma; tuttavia l'ifcrizione intiera mantieni! prefentemente ancora impreffa nelle pareti eftrinfeche laterali i un'altra Chiefa tra il Pincio, e'1 Quirinale, edificata fopra le mine dell'antica eretta da Beilifario, ufficiata da'Religiofi Cruciferi prefl la Fontana di Trevi. Mqueftafparte, e non tutta la penitenza, con cui pun Dio in quefto mondo il facrilego Beilifario , il quale havendo peccato contro la Maeft del Pontefice Romano per compiacer ad una Donna Imperadrice, per compiacer pofeia ad un'altra Donna, che fu Antonina fua moglie, faggi dall Italia , [d] tacita fugaquadam territus ; onde avvilito in f fteffo, e quindi refo oggetto appreifo Giuitiniano di machinato tradimento,purg foftanze, e della vita il tradimento machinato, & [<?] con la perdita delle

efeguito contro la perfona di S.Silverio Vigilio intanto facrilegarnente , e fimoniacamente promoffo pi odor r* tolto foftener lo feifma nel Pontificato , che il Pontificato , malamente aflunfe il governo della nave della Chiefa, che malamente egli temfi era procacciato fra le futi di tanti fccgli, e fra li naturagli di tante pere. E ben ne'primi giorni egli fi die i conofeere per degna Creatura di indegno di amminiflrar lo irato Theodora, cioHeretico, com'Eia, della Chiefa , come indegna era clei di regger quello dell'Imperio. AtBdlifarii Conjugem im. teuarHiftrico, che [f] Vigilms per

&

'

Antwwm

plens

Capitolo
plens pYomijfioncm fusto
,

Vili.
,

93
talem fcrpft
Epiflfh.

Silverio.

quam

jtHgufla fecerat

Dominisi

&

Tatribus Vigiliti*,

SCoquidem

quia ad Sanclitatem veftram antea fidei me A credulit: ; Efua IetteraIei , adjuvante , pervenit Sed quia modo gloriofa filia mea 'Patricia favor di AnUnDeo mo * Antonina Chriftianijfma defideria mea facit tmpleri, qud fr Mentitati vefalutans ergo vos gratta , qua nos ftr pr&fentia [cripta tranfmitterem ; Cbrifto Salvatori conjungimur, &eamfidem, quam tenetis, Deo Deo noflro tenere ftgnifico: fciens, quia Ulud inter nos praditenuifte, adjuvante , cor unum in Deo . Vroveclusmei, Anima una fit , camus, &legimus, ut quia vefler eft , Deo adjuvante , vobis gaudia maturava ex meo animo , libenter ampleclt . Oportetergo , fciens fraternttatem veflram, qu&optat, ut hjcc , ntu vobis fcribo , nullus agnofcat , fed magis tanquam fufpeclum hic me Jaientia veftra ante alias exijlimet habere , nt poffim b<cc , qua concep, Jacilms operar i, &perficere. Orate pr nobis Deum, mihi fratres in Cbrifto Domino noflro charitate conjunfti . Cos lo fcifmatico Vigilio. tm ,dtm Quindi fegiie l'allegato Diacono Liberato , [a] Sub hac epiftolaVtgiltus * refolvens Tomum Tap Leonis , ftc dixit , Ts(ps non fidem fuam fcripfit , duas naturas in 'Cbrifto confitemur, fed ex duabusnaturis compofitum Deum
.

&

& &

& &

&

Filium, unumChriftum, unumDominum. Edi nuovo, Qui die tt in Cbrifto non confitetur duas format, unaquaque agente cum fua communione , jlnatbema fit Qui dicit, quia bac quiunam perfonam, unam eftentam, non confitetur dem miracula faciebat, hac vero pajjionibus fuccumbebat , pajjiones unius , ejufdemque , quas [ponte fua fubflinuit carne miracula , Qui dicit, qud Chriftus velut bomo nobis confubftantialis , jlnatbema fu crucifixum efte , ut non dicit, Deum Verbum, mifertcordiadignusefl, mtfereatur nobis, jlnatbema fit jlnathcmatiT^imus ergo Vaulum SamofateTbeodoretum , omnes qui fiatata eorum num Dtofcorum , Theodorum , colucrunt, &colunt. Et beee yigilius fcribens H&retics occulte , permanftt E bench quefta lettera con ben fondafcens*. Cos Liberato di Vigilio te ragioni venga i lungo riprovata dal Baronio , [ b ] e dal Bellarmino , come fuppofta , e falfamente [ e ] attribuita Vigilio ; tuttavia chi porger vorr fua credenza all'Hiftorico , che la rapporta, che fu Hiftorico di (uccelli feprefenti; e a chi arguir piaceri dall'opere di Vigilio la fede di Vigilio, non ander forf lungi dal vero , f concluder , che elfendo caduto Vigilio in precipita di eccelli abominevoli di fimonia, tirannia , tradimenti 3 feifmi , e di reiterate non controverfe promeiTe Theodora in approvazione dell'Herefia Euty chiana-, maraviglia non , che folle autore della lettera, chi fu certamente promotore di cofe molto peggiori e a chi non dubit d render reo avanti Dio, & al cofpetto di tutto il mondo di tanti notabili misfatti , poco nulla calelfe per renderli grato duna Donna fua pro-

BAuHcrcfii.

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tettrice efprimer'in carta con pochi tiri di penna ci, che cos bene rapprefentava nell'opere nel corfo fcandalofo di fua vita. l'ombra lleffa , ch'egli fo (teneva del Pontificato Romano, parve, che fin d'allora l'andane difpbnendo quella mutazione, che in lui ben torto vedremo, quando, morto Silverio , e rinunziato lo feifma , fu di commini confenfo del Clero affunto al vero fiato di Pontefice . Poich , anche fuppofta per fua la Lettera accennata, niella con circoftanze tali fcritta, che non pot dirfi neuni-

Ma

verfale,

Silverlo
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verfale
,

Secolo
,

VI.

[a] Donna fu diretta a un aV e privatamente ad ogni publica notiti cazio r tra [ ] Donna , , rJric'eT" ne tanto nelle Chiefe d'Oriente , quanto in quelle dell'Occidente ; anzi con tanta cautela di fecretezza, ch'efl medefimo nella lettera medefima prega^ e in un certo modo comanda, che alcun Fedele non fappia ci, ch'egli quivi efprime in queila carta, Oportetergo, uthac, qu$vobisfcribo,nullus cvizii.hep.fi.cit. agnofcat* [e] Onde ne pur da quefto fatto f ne potrebbe dedurre cofaveruna contro l'infallibilit Pontificia nelle fue determinazioni ex Cathedra, particolarmente da chi vorr ponderare, con quanto favia condotta maneggiale Vigilio gli affari del Chriitianefimo nelle rimanenti risoluzioni, che foggiungeremo, fol perch'egli rapprefentava allora la fola figura di Pontefice . Haveva Eutherio Vefcovo delle Spagne trafmetfa Silverio una lunga Lettera fopra alcuni punti concernenti allottato di quelle Chiedc e tare fempre dagli Arnani , e dalli Prifciliianifti , e di frefeo fconvolte pap" vi tuo ^ a S^ contro gijrria da'nuovi errori , che forgevano malamente da primi. Ritrovavafi allora 'Prifcitia. silverio nell'accennato ellio, onde alla lettera rifpofe Vigilio con fentiJ^J* menti Apoftolici benchenon fedeile ancora vero Papa nella Chiefa; e il tenor della rifpofta la cui lettura fer vira di gran pregio alla noftra Hiftoria per intendimento delle nuo ve Hereie, che dillemmarono i Prifcilianifli e gli Arriani in que'Regni > fu il feguente
Bttiif*r, t
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.

n decifiva

mentre per mezzo di una

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pofiti vamente

Diletlijfimo Fratr

Eutheno Vgilus,

IrtUas ad nos tua ebaritath epifiola* piena* Catbolica Inquifitons folicitudine gratanter accepimu* , benedicente* Dei noftri clemtntiam, qua tale* in extremis mundi partihus dignatuv fui* ovibus provider e pafioab antiqui bofiis pafcuis valeant falutaribus abundare , res , per quos vapacitate fervori , ut infdia* nequeant e\m fubrepttoni* ncurvere . linde certuni efi , quia promfia vos beatitudtnis gratia fubfequatur , quando vobi* ccelefiium perfetlio doclrinarum tam votiva fafe/tatione perquiritur .
'

&

&

w..8.

Scriptum efl. cnim: [d] Beati qui fcrutanturtefiimoniatfus mtoto corde exquirunt eum . Hoc igitur y fvater chanjjime , propofitum tua confult adoni* tota mente traciante*, de te quoque provenire contendimus, qui regulam Catbolica fidei iijdem fludes tenere vefttgm , quibu* eam in jlpofloliea fide
,,

e sfati 18.

cognofenefie fundatam. Et quamvis fanus [e] eoYumtotoOrbe diffufus , ufn ad fina Orbis terra verbaeorum diflenfa, dileclioms tu* corda , Clmfto probaverintefie fidelia: tamen fi quidexhisinEcclefia, qua tua gubemationi, Deo auxiliante, commifia efi, needum piena Luce claruerit, ad eumdem fontem, de quo dia falutansmanarat lympba, recurritm quod debita ebaritate fumus amplext quia fiducialiterdehis , unde apud eos obfervantiam efie
:

&

dixifii*

ambiguam, nojra voluifli refoonfwe firmari . Quapropter dilcclionem tuam in Domino falutante s, dclmgulisquidjuxtaCatboUcamdifciplinam

teneat ^Apofiolica Sedis autloritas ,fub\ttli* aliquibu* et iamj anelar um Capitulit

credimus mfiruendum . de bis , quos Tril e illiana harefis indie afii vitiis inquinar i % [ancia conveniente Religioni* Catbolca eos deteftatione judicas arguendo*, qui ita [e fub abfimentia fimulata pmtextu abejcis vtdenturcarniumfubmovere, ut hoc execrationis potius animo , qum devotionis pvobentur efficere: qua in re quia nefandiffimis Manicbais efie conjmiles approbantur , juxta

regularum

primnm M&
,

te

.......

Tatrum

Capitolo
Vatrum venerabtlium
"effe

Vili.

95

SiLVERIO

>

conflitutis

ab bac fuperflitionc fub anatbemattsfunt in-

terminattone prohibiti, quando aliquid ciborum contagione carnium credunt pollutum. E qui i lungo eglifi ftende in allegar molte fentenze della

Divina Scrittura in riprovazione di tal'empicd, e poi foggiunge circa il Battefimo , De Baptifmo quoque folemniter adimplendo fimiliter quid jlpofiolica -pel fanxert , vel obfervet aucloritas , in fubjetlis tua cbaritas evtdenter aynofcet. Illud autem novelli effe judicamus erroris , qud cum in

fine

& Fias fubducla una fyllaba conjun& Spiritu Sanilo; alqui ficut Gloria dicendo (liva, perftBum conantur minuerc vocabulum Trinitatts Quamvis ergo ipfa noi ratio evidenter edoSanilo Tatri & Filo Spiri perfonam & Spiritus Sancii unam ceat, quia fubducla una fyllaba
Tfamorum ab omnibus Catholicis ex more dicatur, Gloria Tatri,
i

tto,,

indie

tui

Filii

quodammodo effe defgnent tamen ad errorem talium convincendum fufficit , qud Dominus Jefus Chriflus dcjgnans in invocatone Trinitatis credentium
:

debere Baptifma ceiebrari , dixit: [a] Ite-, docete omnes Gentes , bapti^antes eos in nomine Tatris, &Filii, &Spiritus Sancii: JedcumaqualtbusdiflintlioFilium , <T Spiritum Santlum juficrit^ nominare , confat ntbus "Patron , illos omnino doblrina Dominica depiare , qui aliquid buie voluerint confeffioni derogare. Qui fi in errore permanferint , focii nobis effe non poffunt .

tMUh

&

Spagne, & lungo confutato da S.Leone nella fua celebre Epiftola diretta iThuribio Vefcovo di Aftorga, da noi riferita [b] fotto quel Pontificato . Quindi fiegue, Debisetiam, qui
Errore feminato
da'Prifcillianifti nelle

bVedi,ip ont if.di


**<'./> i.

baptifmatis gratta falutaris accepta , qud ab JLrianis iterum bapti^ati, prfunda voraginis funt morte demerfi , quid per fmgulos ordjnesvel <ztates*Antecefiorum nojlrorum decreta cenfuerunt , qux, multiplici funt digeja ratione nofiro fcrinio relevata capitula bis fubjecla direximus . In quibus tamen illud fpeciali ebaritate etiam conventi obfervari , ut quia pr peccatis plu-

rima mgentibus iniquitas tpfa refurrexit , in aflimatione fraternitatis tux + aliorumque Tontificum per fuas Diacefes relmquatur , ut fi qualitas , pcenitentis devotio flterit approdata , indulgenti* quoque remedio fit vicina . Quorum tamen reconciliato non per illam impofitionem manus , qua per in vocationem Spiritus Sancii fit , quaratur ; fed per illam , qua pamtentia fonila communionis reftitutio perfiatur . Cos egli. frutlus acquiritur , Prefcrivepofciail giorno della celebrazione della Pafqua di quell'anno, e quindi fi avanza ad inculcarci rito antichiifimo della Chiefa Romana nella recitazione delle Preci , Ordinem quoque precum in celebritate Mifiarum nullo nos tempore, nulla feflivitate ftgnificamus habere divifum , fed femper eodem tenore oblata Deo munera confecrare . Quoties vero Tafchalis , aut \Afcenfionis Domini , velTentecofles , vel Epipbania , Santlorumque Deifuerit agenda feftivitas , fngula capitula diebus affa fubjungmus, quibus cammemorationem fancia folemnitatis , aut eorum facimus , quorum natalitia celebramus estera vero ordine confueto profeauimur . Quapropter pfius canonica preces textum direximus fubter djetlum , qnem , Deo propitio , ex .Apofolica traditione fufeettimus ; ut charitas tua cunbla cognofeat , quibus locis aliqua feftivitatibus apta connetleSi Tafchalis diei preces fmiliter adjecimus Significata edam Beatorum ^Apoflolorum vel Martyrum ( ficut fperamus ) fantlo nos effettui tuo direxiffe reliquias, prafumentes fidem vetrame or umde'mceps plenms effemeritis adjuvandam. E conchiude in fine icon degno Elogio della Chiefa , e Pontificato Romano > Trulli vel tenutter

&

&

&

&

fen-

Silverio.
tum, nemo

g$
fentienti, vel pleniter

Secolo VI.

fapienti dubtum efi

Ecclefiarum, quaomnts Ecclefia% principium fumpfiffe , rette credenttum ignorat , Quoniam lict omnium ^ipoftolorum par effet elettri) Beato tamen Tetro conceffum efi, ut cateris praemineret : unde principium omnium tApofiolorum , Cephas vocatur , quia caput efi,

&

qud Ecclefa Romana fundamen-

forma

fi't

&

& &

& SanHorum Tatrunt aublortate roborata primatum tenet omnium Ecclefiarum ad quam tam fumma Epifcoporum negotia, & judicia, atque querela qum & majores
Romana Ecclefa
e jus
:

quod

in capite praceffit , in

membris fequi necefe efi merito Domini vote confecrata ,

Qttamobrem Sanila

Ecclefiarum quafliones , quafi ad caput femper referenda funt ; nam <gr qui f fcit aliis effe prapoftum, non molejl ferat aliquem efie fbi pralatum . Jpfa tiamque Ecclefa, qua prima efi , <& ita requis Ecclefis -pias fuas creddit largiendas , ut m partem fnt vocata folicitudinis , non in plenitudinem poteftatis. Unde omnium appellantium *4po(lolicam Sedem Epifcoporum judicia, cmUarum majora negotia caufarum eidem Sanila Sedi referrata efie liqut prafertim cum in bis omnibus e jus femper ft expeUandum confultum, cujus tramiti fi quis obliare tentaverit , Sacerdotum caufas f non fine honoris fui periculo apud eamdem Sanblam Sedem noveritreddituJoanne Confitlibus . Cos Vigilio. rum. Data Kal.Martii, Voluriano, Non lenza ammirazione dell'alta providenza di Dio, chea favor della fua Chiefa fa parlar con tromba Evangelica talvolta non meno gli Heretici> e v (gli Sciattatici, che gli Antipapi.

&

&

CAPI-

grj

Vigilio.

C A P
Vigilio
27.

T O L O
,

IX.
li

Romano

creato Pontefice
540.
,

Gennaro

Creazione legitma di Vigilio al Pontificato


gliofa mutazione
Jldiracoloft
,

e
il

fua maravU
2\

Arriani in Italia [otto

Totila.

avvenimenti

cena

AJJedii,

& efpugnaziwe
.

in confermazione della

Fede Ni-

di Roma, e fucceffi varii

Giujinano fi ufurpa la facolt 5 di comprovare delezione de Pontefici. Origenifli in Oriendella guerra


te

deGowi

Notizia de' tr Capitoli. Convocazione, e

corfo

del

Concilio

Ecumenico quinto
Concilio,

Coftantinopolitano fecondo,

Difefa di Vigilio nella condotta del fuo Coflituto, e negli


affari di quel

jjl

Edeva dunque

nella

Cathedra Pontificia

in

quefto porto di
fi

Pontefice Scifmatico Vigilio, quando,


cefle la gloriofa

come

difle, fuc-

del Martire S. Silverio; ed ( oh effetti miracolofi della Divina providenza ! ) non cos torto mor Silverio , che Vigilio depofte [a] fpontaneamente a Bar.*;, y 4o. le falfe infegne del Pontificato die luogo al Clero di *""* * procedere canonicamente alla creazione del nuovo Pontefice , e di eleggere il fucceflbre i Silverio , e non s il competitore . Fi agi- J^P r!" un " tato allora il Clero da gravi rifleffioni , e come ridotto in anguftie lc*notcmuntl imjmenfe , considerando da una parte, che l' efcluder Vigilio dalPon- vie ere*apa. un' irritar maggiormente tjficato farebbe un rinovar lo fcifma ,* Theodora , che bench lontana , fignoreggiava in nella perfona di Bellisario, Capitano di Efercito armato , e vittoriofo ; e dall'al-

morte

&

Roma

far falir

promuoverlo era un' agevolar la fofpirata rtrada agli Heretici di 1' Herefia sii la Cathedra Romana , poich Vigilio grato , timorofo di Theodora , parea poteffe temerfi che 1' haverebbe comtra,
il
,

n er ??'" r piaciuta nella protezzione desi Eutychiani , e nel richiedo ftabilimenr ,0 Pra di cio del s r r> -km r t r to di Anthimo , e fuoi feguaci. altri pi iavn con avveduta perfpi- clero Romano, cacia mifurando dal fondo li vizii , e la natura di Vigilio , e rinvenendolo per huomo ambiziofiflmo , che per ottener'il Papato havea ven-

ji

Ma
\

f^ ^

':

la fede a i capricci di una Donna, concludevano , che quando Vigilio havefle pacificamente ottenuta la dignit bramata, de-

duta l'anima, e

porto ogni timore di perderla , farebbe egli ftato cos zelante in foftencrla nel fuo vigore, come dapprima era ftato facrilego in procurarla con indegniflmi mezzi; onde ponendo tutti in difcorfo quefto ponderante parere , refo pi Yerifirnileperlafpontaneadepofizione delle PontiTe/* II. fide

Vigilio.

q
fide infegne,

Secolo VI.

&

aggiungendoci

al difcorfo

l'accennata riflefione, che

^Baron.aKHosio.

con quefto folo mezzo U. toglierebbe di mezzo ogni nuovo incentivo di fc jfma) fi concord nella di lui perfona con richiederne prima, come[] fegu, la confezione Cattolica di Fede, e la condanna formale i tutte
,

l'Herefie
e

Non potea certamente lufingarfi fuccetfb pi favorevole

l'Here-

^Sa*di
iio

"vtgi

fe

s. ^tuz.n Enc.
t-

ea

,r

cBaron.

9.nn J49.

Vigiii tpijt.2.

porto di Pontefice un Soggetto, che l'haveva tanto protetta in Oriente, e dava fperanza di propagarla eziandio in Occidente Ma con ammirazione di tutti il nuovo Pontefice altro non hebbe del primo Vigilio, chenome, tanto trovofl mutato da quel di prima, e nella {labilit de'dogmi, e nella virilit della coftanza, e nell'efemplarit de'coftumi, e nella cuftodia della Fede, in ogni altra qualunque fu a azione, che molte, e tutte grandi, e tutte travaglile furono nel lungo corfo di fedici anni del fuo fcabrofo Pontificato Onde in lui forf meglio, che in altri, verifico!]] l'aureo detto di S.Agoftino , cio che Dio non laverebbe in alcuna maniera permeilo , che dalle opere fue ufcifle alcun difetto , ornale, s'egli non fofle tanto potente, e buono, [b] ut bene faceret etiam de malo. Alfa nuova del nuovo Pontefice fped fubito Giuefporgli come Capo della Chiestiniano un Patrizio complir con lui , fa Cattolica la confeffione (incera della fua Fede , e [ e ] ^Audi grandi miraculo, meritamente efclama qui il Baronio, nova hominem loquentem lingua , ubi Tontifex ccepit effe germanus , mutatus mira transformatione in pirum alterum , riempe ex hofte in defenforem , ex persecutore in Tradicatorem, exblafphemoinConfeflorem, atque demum in omnibus ex perfido in fidelem ; eifendo ch'egli rifpofe [d] Giuftiniano con fenfi di cos (oprafina coftanza in foftentamento della Fede Cattolica , predicata da'Padri , oc inculcata da'Concilii, e di cos profonda deteftazione di ogni qualunque Herefia, che fu dettatura dello Spirito Santo quell'heroico fuo primo tiro di penna, che non poniamo tralafciar di traferivere ancora in queftanoftra Hiftoria nel tenore , chefiegue,
fia, cheveder'inalzato al
.

&

&

ex

Coi. vatu.

Cloriofijjmo

&

ClementiJJmo Filio Juftiniano ^Augufto

LItteris

Hebr.iu

clementi^ vefira, gloriofo viro filio nofi.ro Dominico Exconfule , atque Tatricto deferente , affueta -pcneratione fujceptis : jucunditate multiplici universali Ecclefia gaudendum effe perfpeximus , qud Chrifliacolitur, in nullo diffmilem, nam fidem, qua divina Trtnttas honoratur hanc dementiamo Imperio vefiro Dei, in nullo permittitis efie difeordem regnando fervitts , gratiam indefejjs cumulatis cui ferviendo regnatis , devotione fidei vefrai Doopenbus: ut in bis, qu<e vobis pr integriate , minus fmgulari pietate conceffit , agnofeantur jufi, ac convenienter impleri: quam pradicationem docet Jlpofiolus, [ / ] Quia Sancii per fidemvicerunt regna. Qualia enim regnaplus armis fidei, qum corporea fortitudine viceritis, docet immenfitas gentium fubjetlarum: qua quanto major afjurgit numero, tanto myfltci folius perfetta operatione mir acuii fuperatur Unde nos in Domino nimium convenit gloriari, qud non Impcrialcm folm, fed etiam facerdotalem vobis animum concedere fua miferatione di' quod omnes Tonttfices antiqua in offerendo facrificia traditione gnatus efi , jdpofeimus , exorantes, ut Catbolicam fidem adunare , regere Dominus

&

&

&

&

&

&

cufio-

Capitolo
cufodire toto

IX.

99
&

Vigilio

Orbe iUgnetur; fummis hoc pietas vefira viribus effecit , cum per omnes \egnt vefin partes , &univerfos fines terra eam fdem, quamper venerabile* femper Cbrifliana confeffonis judicio complettendas l^jcanam ,
Cnalcedonenfem Synodos , [ed folidatam , inconcufia jubeatis pace fervari nec conjlat irreprebenfibiliter Cbrifliano quemquam vocabulo nuncupetis, qui f prafatarumSynodorum unitate fejungit: &qui fdem earum non omnibus viribus , omnique defendit admxu, non^udicandum y fed jam judicatum potius exiflimetis gaudia infinita Cui non ergo Sacerdotum jucundam exuttationem , conditeti quod infertum per Dei noflri gratiam cordi vejlro lumen Evangelica veritattSy pernicioforum , ataue bareticorum dogmatum notte difeuffa univerfali refplendet Ecclefia *Ab(tt ergo nobis, ut quod omnibus Fr atribus , Cocpifcopisnoflris generare gaudium profitemur, nojirum non auteum omnibus mtfceatur, aut ( quod magis dignum tfl ) fupra cunttos emineat . Ex qua re> venerabdis Imperatori devota venerationis gratulatwne fufeipifuavis iracundiacommottone fuccenfi, nobisetiam muSi quod ardore fidei in quibm beata recordationis Caleflinum , atque Leo* pios dtrexiflis ajfatus nem ^ipoflolicaSedis Trafules, qui fmgulas harefvs pr divina (ibi difpenfatione commina cum Synodali Congregatone damnantcs, quid cuntti generaliter [equi debcant Cbrifliani, manfura in avum lege fanxerunt , laudabili Quorum probabilia conflituta fantta recordationis commemorati* affettu Agapetus decefiorcs noflri per atque Joannes femor , necnon Hormifda , omnia confervantes , univerfos T^efloriana , atque Eutychiana fequaces baquod nos fummis viribus [equi, refsi jufla mucrone fententia perculerunt (ur,:ioque adnixu defendere , pietatis vefira clcmentia indubitabiliter agnoBeati Leonis cpifolas ad fantta recordationis Flavianum tunc fiat fed Conflanttnopolitana Civitatis Jlntiflitem , nec non clementiffima memoria Leouem Trincipem definatas, quibus bareticorum , td cft, i^eflorii , atque Eutycbetis perfidiam rationabili afkrtione , Beo fbi infptrante , confudit y omqua oportet charitate , defendimus . Et quamvrs nos aninino ampleclimur , mi i fideique noflra , Deo cufodiente , ftneeritas contra ea radiatemi venire permutati perpenderetamendebet vefirn pietatis admiranda prudentia, quia non digm cenfentur ^Anttfitcs , qui prafatorum Trafulum Sedis ^Apoflolica mviolaConftantinopolitanam
,
:

Epbeftnam primam

&

&

&

&
:

&

&

&

biliter

minime
rgo,

conflituta fervaverint

fide Tatribus Santtarum quatuor Synodorum , dejgnatis beata recordationis Tapa Leonis epiflolis , atque fuprafcrtptorum pradeceforum noflrorum conjlitutis funt venerabiliter definita , per omnia nos fequentes, eorum dottrina contrario* probabili *Apofoltca Sedis autloritate damnantcs , anatbemati^amus eos , qukumque de fidei ejus expofitione , vel rettitudine , aut difputare perverse aut tnfideltter dubitare

Hac

qua de

&

&

inl^cana, Conflantino , politanai Epbefina prima, Cbalcedonenft fanttiffimis Synodis , necnon beata recordationis pradeceforis noflri Leonis epiflolis , quarum fecimus menttonem , vel univerfis , qua ipftus fanxtt auttontas , continentur , Catbolica
tentaverinty

& contra eadem fentientes

&

qua de

fide

&

ampie ttentefque , in omnibus e omprob ante s fidei famulatu tunc pradeccfiori nofiro pia recordationis Jlgapeto pietas vefira Orthodoxa devotione contra addidit mquo ea qua mente geritis , ad eruditionem futura atatis , fenptura quoque tefiimonto declaraflis % l^jhilque fap dilorum pradecefforum noflrorum fide
fidei unitate
:

fccernimus
,

&

vefira libellum

quem

noflri obfequit

devian-

Vigilio.

iqo
&
:

Secolo VI.

dcviantibus, fub qualibet occafione fervamus: nifi forte fi barefis , in qua volutantur , amputata caligine , fuprafcriptam de fide veritatem pcenitentia damnatis omnibus, qua contro, competents voluerint corretlione fetlarr. ea , qua prafati fumus , praviffima quidam mpietate dixemnt , fubfcriptionibus fuis, propriis vocibus cuntlos hareticorumrefpuentes errores, canonica fuerint diflritlione convcrfi, ut urne communionis facra myfteriummereantur , dum omnia , qua pr afati fumus , canonica Jpoftolica di/ir iclione implcverint quia nos nulli corrigenti f pcenitentia locum convenit ampu-

&

&

tare.

In bis vero

in qui bus

Mennam fratrem

&

Coepifcopum noftrum

me'

pradeceffori noftro beata memoria ^Agapeto, ordinationis fa tempore, vejtra clementia confenfu , porrexerat, fequentem re vera Sedis ^Apoftolica difciplinam, hareticis inferis comprehenfis , idefi. Selibelli

morem

fui,

quem

vero Eutycbiano, Tetro Jipameno , xAntbimo, quietiam Ecclefiam Conftantinopoltanam prava ambitione pervaferat, Zoara, fed Theodofo *Alexandrino , Conftantino Laodicenfi , atque ^Antonio Verfentano Euty chiana barefis , fed& Diofcoro , qui m Chalcedonenfi Synodo nter alios legitur fuiffe amnatus, defenforibus atque fequacibus anatbema dixijje, pietas veflr mandavit in nullo nobis quidem moleft fufeipitur praditlo fratre no* Aro, velquolibet alio in hareticos ditta damnatio fed libenter amplefimur y Sedis Jtpoftolica auttoritate firmamus , complices damnatorum fimilis anatbematis ultione plelentes, ea videlicet ratione , ut ( ficut fu-

&
:

&

&

&

&

prmeminimus
fipuerint,

& pracedentium Synodorum

fecundmTrafulum Sedis Jlpoftolica conjlituta ,


,

Tontificum fujceperim conftituta >

bis, qui revel fuprafcriptorum^Apoftolica Sedis pcenitentia communionis aditum refere-

&

mus.
fibi

Sed quia novimus potius plus illos , qui bareticam perfidiarti deftruunty magis prodefe errantium, vitando confort mm , qum fententia fupra,

fcriptorum Tatrum multipliciter folidata aliquid firmitatis adjungere


conftat fuis indubitate viribus,

quam

Deo

autlore

indigere refponfo

noviter latam damnationem , , qui enim harefum , quarum fupr meminimus , vel omnium confiitutwne damnata , fettatorcs aliarum, qua funt Jpoftalica definitione ,

quam non

, Jubfifiere : ide battenus tath minime arbitrati fumus novo aliqtio

&

fuerint inventi , nontantmexnovalege, fed ex dem damnatone perculfi funt.


a

ipfa

autlorum fuorum jampr>-

hPnn

pietatem veftram aliter de taciturnitate noflra fufpcari , vel malignus interpres: nos tamen , quos Beatus Tetrus [a] jLpoftolus omni pofcenti rationem reddere pia traditione conflituit, l iberni animo Chriftianitatt veftra [atisfaciendum effe perfpeximus fuppliciter fpelict

Et

intelligere volucrit

rantes, utnullius fubrepentis infidiis privilegia Sedis B. Tetri Apoftoli Chriqua fi turben[tianijjimis temporibus vcjiris in aliquo permittatis imminui tur ( quodnoncredimus ) aut minuantur in aliquo, violata fideiinfiar ofien:

dant . Scit enim fapientia veftra pietas fmgularis, illam f autlontatis ipfius Beati Tetri jLpoftoli rctributionem modis omnibus merituram y quam velin illius privilegiis , vel in nofira bumtli vejra fervaveritis , Deo vobis aspirante, perfona. Tamen ut cuntta pietatem veftram informent , &nibil pr callidi infidiatoris afiuiia ulteris relinquatur ambiguum : beata recordationis
Tradecefioris noftrt

Leonis , qua diverfis ad Crientem funt dircela, quanta de plurimis in prafenti neccjfaria credidimus, temporibus conftituta,
fuper-

Tapa

Capitolo

IX.

ioi

Vigilio.

fuperadjccimus: rogante* per ipfum , cujus caufam integre agere feftinatis, cupitis Chriftianitatts affetta , ut univerfa legere pietas veftra dignetur , ne aliquid fnperfit, quod minime r elegatur . Scioenim, quia fcut Deus vobis legem dedentvoluntatem, itacuntta trattantcs, faptentia vobis fmgulariter Deo conccftadtfponitis , ut neque de religione, neque de aliquo prajudicio quilibet fidelium facerdotum pofjitinqualibet parte vexari. Ysationemhisigitur ( prout Chriftianitatis veftra meritum pofulabat ) in quamvis nos mhil contra Synodaquantum valuimus, readidiffe fufficiat nofrorum Vrxfulum Sedis jLpoftolica confiituta aut li.i vel prxdecefforum fubtilis inveniet. commifijje aliquid, auttentafie, quifque lict aftutus , quxfidiCatbolica, vel anima noftra expediunt ( de qua , ficut noLaver, pr multiplictbus praftitis pr facer dotali officio , vit pietas veflra, clementi* veftra , caufam plus aliis habeo cogitandi ) fuggerere non omino. ipfius Beati Tetri ^Apoftoh ( quem diligitis) interIn primis fupplicantes, cedente fuffragio poflulantes , ut femper ad banc Sedem Apoftolicam pr difporuganti Deo placitas , nendis l\eipublica veftra utilitatibus ortbodoxas , autmaculam fidei non habentes, djgnemini deflinare perfonas, per quas pr anima veftra ea , qua publico veft.ro conveniunt , "falubriter ordtnentur , mercede, Catholica difciplina in nullo conturbetur integritas , ut univerfire credimus ) pictatemveftram vera illud gratin cceleftismunus jam ( fcut babere cognofeant , quod Salomon adhuc Domino pofulabat , dicens: [a] Da:

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

bis fervo tuo cor, audire,

&judicare populumtuumin

juftitia,

inter

malum ,

& bonum

&

j^m,

inteltigere

Et quia per filium noftrum Dominicum prafentium portitorem quidam fperamus , ut ea ( afpi^ante vobis Domiverba fuggerenda mandavimus maxime , u Ecclefaftica paci , no ) <& libenter audire dignemini ,
:

&

<

profutura funt , confueta Cbriftianitate , providentia difponatis . Cos Vigilio , fatto tromba di Evangelici infegnamenti , e di Apoftolica inconcufia Pontificia coftanza . Altra [b] fomigliante Lettera egli fcrifTe Menna Vefcovo di Coftantinopo- b

ac

&
li

debinc generalitatis

quieti

viga, e^p.,

per

la

confervazione

illibata dell'antica

Religione , che con ragione di


'

fopracitato Annalifta, [e] Fides qualia, quantaque ipfo c *% nn mn s 1' " fua Sedis ingreffu Vigilius praftitit , ut nibil minus babmfle appareat ab omnibus Santtiffimts Tradecefforibusl niun Pontificato forf apparve in quel fecolo pi calamitofo, e Avvenimenti alagrimevoledRoma, &alChriitianefimo, che quello di Vigilio , in cui fi Umnoii http ti P6 Citod,v " viddefeofla l'Italia da una concuflone fpaventevole di guerre, e divifa la Chiefa Cattolica in fcandalofiflme fazioni di Ecclefiafhci, e di feifmi ; e che caftigar Dio voleffe Giuftiniano , e Vigilio pe'l feguto tradimento di S. Mlverio, riducendo ambedue in penofilfimi travagli d'Imperio, e di Fede; che l'Imperio cozzar volendo con la Fede movefle una guerra fenza fperanza di vittoria , e fol con certezza di rimaner ciafeuna delle parti poco inen che opprefla dall'avverfa ; certa cofa fi , che luttuofifimo fi refe l'Imperio di Giuitiniano, &il Pontificato di Vigilio per gli avvenimenti contraili di Religione, e di flato, che ordinatamente ci accingiamo pur' hora di descrivere

nuovo efclama il

Ma

rendutofi Bellifario padrone di Roma con quel f[d] accennate, furfero dalla ftrage pi icrocemente che prima irritati, e formidabili li Gothi, li quali doppo Ildefinito di vittorie,

E primieramente,

che riabbiamo

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Tomo IL

brando,

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Vigilio.
TotiiaRde-c e e
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&
*

Secolo

VI.

Alarico, R di pochi giorni, e di minor valore, fi eleffero brando , finalmente per loro condottiere, e capo Totila, Cavalier di fangue Regio de'Gothi, nato in Trevisi ( la cui cafa ancor prefentemente fi moftra daque'Cittadini ) Ardano di fede, Soldato di gran fenno , e fortezza, ma crudele pi tofto, chevalorofo, etaleinfomma, quale richiede va lo fiato allora dette loro cofe ridotte all'eftremo punto,e non rimediabili, f non con una eftrema fierezza , temerariet, difperazione . Quefii con pochi Gothi, mi di gran cuore, con furore pi tofto , che con arte, attaccata, demoirfione de' predata, e rafa Verona, con l'accrefcimento delle genti, cheaccorfero Gothi per iitaii . alla fama terribile del fuo nome, confermatofi in forze, e perci tanto pi d ' keiL allevato a penfieri di grand'imprefe, tagliato pezzi il prefidio di Cefena triuj. abbruciata la Tofcana , [a] e di Ferra, che volle oliargli, faccheggiata, amneTiberinotranfmifo, non tamen Urbis ingrefius confinia, ad Campanos , Samnites divertit , cingendo con largo aifedioRoma, oggetto primario del fuo fdegno , e maifima deftinata meta delle fue brame". Ma in quelle impetuofefcorrerie trov Totila bene fpeflb , chi arreftogliene il corfo con argini potentifimi di miracoli , operati da Dio per mezzo de'fuoi fervi b s.Greg.Dai.nb. contro di lui , che orgogliofamente non meno feoteva i Popoli col terrore .cap.6. dell'armi, che i Cattolici col flagello dell'Herefia. [b] Feglifi incontro nelle pianure di Narni, ove erafi accampato il fuo Efercito, S. Cafio Ve?Vt C V ^"covo di quella Citt per implorar da lui piet e divertirlo dall'eccidio mi, , / 0i di Nanu fuccefficn'Toti! nacciato di quella Chiefa . E come che il Santo Vefcovo per natural'eccefIa fo di calor fanguigno era non folo rubicondo, ma roffo di faccia, al primo apparir fu deriloda Totila, e con villania di parole tolto dal fuo cofpetto, qual'ubriaco. Vendic fubito Dio l'ingiuia del fuo Miniftro , e per Miniitro di vendetta fcelfe l'ifteflb Diavolo, che incontanente invale Ji orribilmente lo Scudiere di Totila, che fu un degl'irrifori del Santo , e che era uno de'pi necefiarii , e cari Ufficiali del R Gotho . Accorfe Cafio, che pur quivi prefente ritrovavafi , al follievo del fuo nemico, e per breve tempo gittatofi per terra inginocchione, e quindi alzatofi , efegnato l'Energumeno col fanto Segno della Croce , comand agli Spiriti Infernali , che in virt della fua Santa Fede Nicena fi partiffero allor'allora da quel Corpo ; e non folo f ne partirono , ma giammai non vi fecero pi ritorno , con tant' ammirazione di Totila , che da fdegnofo , e fiero refefi benigno , & humile e UmUid.c ii. K verfo il Santo, [e] Ma non cos con le fole parole fu dileggiato l'altro Santo Vefcovo di Utricoli Fulgenzio , il quale perche con ChrilHana cortefia ha1 T n veva fatto prefentare Totila per mezzo di alcuni fu oi Chierici certi picu'medefi"' t'ufdJ s.Tuigen- coli doni, fu dal medefimo Totila fatto legare, e frafeinare alla CampaHo Velcovo di gna, dove formato fopra la terra uno ftretto giro , quivi dentro fecelo ri" Utricoli. porre diritto su i piedi , con divieto non folo di ufeirne, ma eziandio di muoverti, fotto pena d'incontrar fubito le punte delle lande, che quivi appreffo tenevano pronte, e balle li Gothi per trafiggerlo . ViddeDio dal Cielo il fuo Martire un giorno, che agonizzava al cocente raggio del Sole, e lanaperte le cataratte de'Cjeguiva al difagiodfqueiraffannofo tormento, h, cos impetuofa inondazione di grandine mand gi dall'alto d'improvifa nuvola, che per falvar loro vita fuggirono le guardie, rimanendo illefo il Santo da ogni colpo, anzi rifocillato da quel miracolofo rinfrefeo; e quel piccolo giro di mondo, di cui egli era il folo, ma condannato habitatore, arido, &afciuto; havendo convertito il Cielo in riftoro di Ful-

&

&

'

'

&

genzio

Capitolo

IX.

103

Vigilio.
1

"m*"-* *genzio la pena medct ma de'fuoi nemici, [a] Chi preferv pretto Utricoli S.Fulgenzio dall'acque, difefe preflb Roma il Giovane S. Benedetto dal "S fuoco Habitava quell'innocente Eremita nella Provincia di Campagna Beicdftw? in una Terriccivola quaranta miglia lontana da Roma. Trapafs quindi Totila col folito furore de'fuoi Gothi, & ordin, che ftte Benedetto dentro la fua Cella incendiato, & arfo. Fu circondata fubito d'arido pabulo la Cella, e fin dentro gittato il fuoco per accenderlo; mfempreindarno: conciofiacofache come f di gelido , e fodo diafpro folTe quella piccola Capannuola e non di fragiliflmo legno , la lambivano pi torto fupplichevoli, & innocenti le fiamme, che nocevoli. Maggiormente arfe allora di fdegno l'animo ineforab ile di Totila, che adocchiando poco lungi un forno ardente di fuoco , fece dalla Cella elrarre il Santo , e dentro gittarvelo, chiudendone la bocca, & aficurandone con guardie il recinto ; [b] Seddie b rdem &> d> altero , conchiude l'Autore, che racconta quello fucceffo, ita tlUfus inventusefi, ut non folm ejus caro ab ignibus, [ed neque extrema ullo modo redimenta cremarentur [e] Incontraronfi quindi li Gothi non molto lun- e idemt.i,c.z g dall'habitazionemiracolofa di quello Santo Giovanne Eremita , in un Monaco per nome Libertino, chefopraun'eilenuato Giumento face va fuo e dei Monaco l. bem,10, flentato viaggio verfo la proffima Citt per pro veder di vitto il Monaftcrio. Un Gotho chiamato Darida impetuofamente gittollo terra , involandogli il Cavallo, & oltrepafindo Il divoto Monaco cos maltrattato, & avvilito, pur'alzandolavoce, e con la mano la sferza, che ferviva di flagello al Ronzino, offer loro ancor'eifa, acci eglino pi commodamente potettero {limolare al corfo il Cavallo, Tollite y T'oline , dicendo, Gothi > ut hibeam , quali ter hoc jumentum minare valeatts; e ci detto pofefl orando inginocchione Giunfe intanto Darida co' fuoi compagni alle fponde del Volturno, per guadarlo in luogo atto al tranftto, e battendo
1
'

& agli fproni aggiungendo le battiture, l'incitamento , voce , e l'ombra delle braccia , non giammai poterono fpingerne alcuno dentro quell'acque , bench i loro Cavalli foller dapprima afluefatti molto piti malagevoli pad aggj di fiumi impetuofi, e torrenti. Un d'efli piavveduto, mentiero motiv ai compagni, provenir queir infolita renitenza in pena di haver tolto il Giumento quel mendico paffagiero Romita, ch'etti havevano poc'anzi per la ftrada affannato, e battuto ; e perci dando tutti di volta, e ritrovando Libertino in quel medefimo pollo di Orazione, come lafciato l'havevano, con fupplichevoli feufe gli reiituirono il Cavallo , & eii medefmi gli fervirono di fcabello per farveo rimontare; e ci fatto fi partirono [d] Quorum equi, riferisce l' allegato j ldtm ildm S. Gregorio tanto curfu illud , quod prius non poterant traudire , flumen tranfierunt , ac filile flumiuis alveus aquam minime baberet ; conchiudendo, ficque fatlumef, ut cum Servo Dei unusCaballus fuusredditur , omnes fngiti is reciperentur Trapalato miracolofamente il Volturno raggironi di nuovo Totila verfo Roma, efentendofi tutto giorno ferir l'orecchia dalla voce della ftupenda Santit del gran Padre S.Benedetto, e del di lui miracolofo dono di profezia, verfo monte Calino dirizz la marchia, per veEdis Benedetto der di prefenza colui, che gi la fama glie l'haveva rapprefentato dalungi Abbate'. cos grande. E nell'approflmarfi al monte, far volendo prova del di lui profetico fpirito, [e] veft con le infegne Reali Riggo fuo Scudiere, e p- e idtnri* DUiMb. fclo in mezzo 1 tre Conti Vulterio, Ruderico , e Blindino, Cavalieri 1 '" ,4
di fpron'i Cavalli

della

!/''

'

deila

Vicino.

Secolo VI. della Guardia foliti di accompagnare R nelle

I0 ^

il

pi riguardevoii funzioni,

iMcmbu

inviando intanto un meffo SJBenedetto, che avvifo portava del profilino arrivo di Totila quel Monafterio. Giunfe, & entro vvi il finto R con il nobilfeguito della corte Reale, e nel primo ingreffo viddelo da lungi il Santo, che ritrovava!! a cafo allora affifo avanti la fiia Cella; e non cos tofto viddelo, che alzando la voce, Va, egli difTe, Figliuolo , e [fogliati delle vejlimenta I{egia, non tue , [a] Tone, fili, Torte hoc quodportas, non efituum. A quelle parole Riggo, fiegue S.Gregorio, protinus in terram cecidit, quia tanto Viro illudere prjefumpfifet , expavit , omnefque , qui cum eo ad Hominem Bei veniebant, terra concernati funt Allora avvici-

&

b ittmibitm
.

nategli Totil a, gittoglifi boccone avanti i piedi, e bench invitato fffe, non giammai fu poffibile di torlo da quell'humile inchino, infin tanto che S.Benedetto medefimo con le Tue proprie mani, quali forza, dirizzollo ne'piedi. Quindi con profetico lume fcorgendolo vogliofo di faper cofe recondite , e lontane , troppo mal grado di lui quelle parole diffegh , [b]
,

ffi

Ben"dc"o
altri

?o n

Multa mala facs, Tot ila, multa mala feciji; jam aliquando ab imquitate conc li ief ce Equdem Bimani ngreffurus es , mare tranfturus , novem annis l
'

'

GcthiAsria-

Um un

regnans , decimo morieris. Non credibile, come il fiero R rimanelfe attonito, atterrito queflo breve ragguaglio di tutta la fua vitapaflata, e futura, e quanto eziandio rimanefle mutato da quello ch'egli era: efTen^ c fo cne l c ] Ex i^ am temP ore mins crudelis fuit . non cos torto egli fu quindi partito , che nuovo cimento di miracoli fu invitato S. Benedetto dall'ingordigia di un'altro Godio Amano . [e] Capitano chiamato Galla, incontratofi nella Campagna con un Contadino, che alla villa gli parve padrone di Campo, e Huomo ricco, legollo, coflringendolo con la tortura di afpre battiture a confeffare, appretto chi, in qual luogo tene/Te nafcoflo il fuo denaro Il miferabile per efimerf dalla proffima morte, e prolongar qualche hora la vita, con inganno ricorfe alla Santit i S.Benedetto, dicendo, Benedetto ejfere il deportarlo del fuo bavere . Allora l'avido Galla, rinforzate alle braccia del Contadino le funi, [e] Jhtie equum fuum capit impellere, ut quis ejet Benediciti* ijle, qui ejusrcs fufeeperat, demunjraret e giunto al Monafterio, e ritrovato il Santo fedendo, eleggendo, Ecce ijle efl, difTe il ben'avventurofo Villano Galla, de quo dixeram tibi , Bcneditlus Tater ; e Galla infolentemente rivolto al Santo, [e] Surg, Surge, foggiunfe, &res tflius rujici redde, quas accepijli. S.Benedetto queflo parlare fenza punto muoverli, tolti gli occhi dal libro, dirizzollimaeflofamentefffi fopra le funi, con cui era avvinto il Contadino , le quali incontanente, come f trinciate folfero da un tagliente rafoj o , fi viddero repentinamente hot da una parte , hor dall'altra cader' a terra fminuzzate , e fcommell , durando tanto tempo feompaginarfene i nodi, quanto dur il Santo riguardarli. Qnindi con la medefma politura di venerata prefenza, Va, difle Galla, fatti benedire, e nonvolc/effer cos crudele. Ci detto ripigli il Santo il corfo della fua lezione, e Galla, e Contadino quello delia loro ftrada cos precipitofamente , che

&

Ma

Un

-,

parve, chenevenifro, non dal veder'un Miracolo, mtinofpettro.PartLt0 dunque Tobia dal Monte Calino, prefe, [d'j e dirocc Benevento , d Proco!;, de tti, cnth,i.{. attacc, es'impadron di Napoli, e portando, ovunque paflav a, guerra, Lucanos fjibegit, .Apuliaque, Calabria fimu [e] Brutios, di* ^lidt^lTv fp Svento , Italia. omnium rerum provcntusra? tributa frequenter exigere , potitus, publica

&

&

&

piendoi

Capitolo
pendo,
titus

IX.

io $
fi Itali* faril

VlGILI iStGrtgtr
Diaib.j.c.5,
in

jam efkt Imper'mm.

& fraudando fibb abere, caterabaudfecus fattitare, ac Dimorava in Canofa nella Puglia
[a]
,

Santo

col pregio di grand'Eccleiaftico , e di Sede Apoftolica, eilendo pi volte paffato in Oriente emerito Miniftro della Legato de'Sommi Pontefici , e famofo per patimenti (offerti in diverfe parti

Vefcovo Sabino, decrepito in et,

Avvenimento

di

del

Mondo

onde

nella vecchia) a

occhi ; que'contorni del dono di Profezia, volle Totilaaccertarfene, e mentutti tre il Santo Vecchio definava, tolfe fecretamente dalla mano del Servo il bicchiere, eglieloporfe. Prefelo Sabino , e cos cieco com'egli era, neh" approflmarfelo alla bocca, Viva, diffe, la I{egia mano del mio nuovo Coppiere; [b] De quo verbo I{ex Utatuserubuit, quia quamvis ipfe deprebenfus Col faufto augurio dunfit\, in viro tamen Dei, quod quxrebat, invenit que di tante replicate vittorie, come difdegnando Totila ogni qualunque altro vantaggio in Italia, f Padrone non fi rendeva della Regia di Roma, all'attedio di lei port col velocemente il fuo Campo. Vigilio [ e ] fcacci

che

le pupille degli

haveva affatto perduto con la villa ane perche in particolare egli andava celebre in

vlftovot* canora.

b Mtmtid.

Bar.M.su.n.t,

Setta fofpetta di fecreta intelligenza co* il Senato con grand'animo, ma poche forze, e nilfun provediGothi, Tosila- di nuovo mento di viveri, pur fi accinfe prontamente alla difefa. Bellifario in tanta attedia Roma, confusione di animi, e debolezza di forze, ricorfe prima al potente ajuto del Principe degli Apoftoli S. Pietro , avanti il cui Sacro Altare egli prefent ricchiflmi donativi , fra quali fi annumera quella famofa Croce di oro, dipefo, come [d] dicefi , centumlibrarum, pretofifjmisgemmisexor- d Mfctii, M.\6. natam , in qua fuas Vittoria* Bcllifarius infcripferat . Di queita Croce fa particolar menzione Anaftaiio, [e] atteltandonequaficonlemedefimepa- e ^inaji. invigu, role la grandezza, e valore, cometeftimonio di veduta, efiendo ch'ella ancor vedeva!! efpofta nelle Solennit pi nguardevoli fopra l'Altare del Santo, (inai tempo di Giovanni Vili., e Marino, quando Anaftafio (cof-

da

Roma

tutti gli Arriani,

come

&

quefte cofe , deplorandone poi la lagrimevole perdita fotto il Pontificato VI. per la pefiima ufanza, [/] qu& inolcvcrat , ut mortilo ]*'?*'***'"'*' Summo Tonttfice invaderent homines Sedis ^fpoflolicrtTatriarcbium , atque dcpr<edarcntur ipfum dal che provenivano infinit di feoncerti , onde Giovanni IX. ne prohib rigorofamente la continuazione . Raccomandata dunque Beilifario al Prencipe degli Apoftoli la Citt di Roma, ei ne ufc fuori , occupati li podi pi opportuni all'intorno , fermofli fpettatore inficme, e riparatore de'futuri eventi ; e Totila lalciata parte dell'efercito all'attacco della Citt, efi'o con il rimanente delle Truppe devaftando il Paefeperimpoffioilitarneilfoccorfo, occup Tivoli, e barbaramente tas * lrM *>*' dfc gliatineSpezzili Cittadini, diroccato Spoleti, e Perugia,decapitando , [g] e feorticando il Santo Vefcovo Honorato, egittando fpietatamente dalle mura l'avanzo del dilacerato cadavere, pafs fotto Piombino, e condotto G"i,ii,J>i^ [h] fcco prigione S. Carbonio Vefcovo di quella Citt, otto miglia lungi i ff' '*'*' da Roma con inaudita barbarie io condann ad efler divorato dagli Orli, invitando al crudel Convito, fpettatori del gran Parto, tutti li fuoi Gothi. Mun'Orfo fceto fra gli altri per il pi fiero, affamato, [i] fuavorafe

di Stefano

&

'

'

&

cititis oblitus

deflexa cer vice

fitbmiffoque humditer capite

lambere Epifcopi

,nDldM

,"',7.

pedes cxpity ut patenter omnibus daretur intelligi, quia ferina corda ejjent bominum, quafibumana befliarum . Con la vanguardia di cos abominate carnifcine, egli poi prefentofi in perfona fotto Roma, e con pi

E refcorrerie

&

tedio^pwS
v cin <>"
'

dRo.

ftretto

Vigilio.
a vrocof.it Goth.ub..
bili,

iq
ftretto afledio la cinfe

Secolo

VI.

horribili

fucceffi varii di
.

detto Aflidio

b idem ibidem,
dfi

r&u

'

bm

i cui avvenimenti lungo narra [a] Procopio, tutti , per lacerazione, che continu due anni, s per l'eftrema faine, che confum iniferabilmente i Romani , come per gli atti atroci di crudelt pratticati indifferentemente da Totila contro gli Ecclefi affici , contro i Soldati, e contro il Popolo [b] Vigilio, che da Roma fi era ritirato in Sicilia , per paifar quindi , come diremo , a Coitantinopoli , in follievo del tem-

'

'"

po^lebifognode'Romanifpedconmaravigliofafcjfollecitudineiingran
foccorfo di navi, e fopra di effe il Cardinal' Ampliato con delegazione in fuaaffenzadiVice Signor di Roma, il Cardinal Valentino in qualit di fuo Vicario con obligo di rifiedere nel Laterano al governo , e cura di quella Chiefa. Ma le Navi fui Porto medefimo di Roma furono prefeda Godi, che involarono il grano , e tagliarono ambedue le mani al Cardinal' Valentino Il Cardinal Pelagio , che dimorava in Roma in commiferazione di cos funefli fucceffi port humili preghiere Totila per divertirlo dall' eccidio minacciato quella Citt; ma fuperbamente rigettate le preghiere, per tradimento de' Soldati Ifauri , che guardavano la Porta di ^' Giovanni , egli entr repentinamente in Roma, e non cos torto entrowi,

&

dfej

n'o^T \'.!a a
'

di (pianarla

hebbe in animo il crudo R di fpianarla affatto , con ridurre quella Reggia dei Mondo pafcolo miferabile di Beftie; [d] Tulchrora y magnificeniioraque abfumere incendio adificia animo inerat , Urbem Bimani in
eh'

&

mi

procop.

he

eh.

ovium pafcua idoneam reddere Ma fu per tempo ammonito da Bellifario deiiftere dalla difegnata immanit contro que' venerati faffi per mezzo diunalettera, che gli fcriife , echiufe, e termin con quello forte dilemf{omam demolicris , non alterms Urbem, fed tuam ma> dj si viceris y delebis ; quam fi fervaveris , ex pojjejfione caterarum omnium prafanti/Jima opulentior fies Sin vero ad tuam deteriorem fortunam res nobis fuccefierint , non ]\gma incolumi ferrata , gratia ubi apud ViBorem concili abitar ,
.

&

&

qua per te tur forte dcleta , nullus tibi de estero relinqustur ad clementiam locus Islam qualia Trincipum bumanitatem confequendam , opera fuerint y taleneceffeeft ex iis ettam nomen ferant Cos egli, [d] Dicefi , che rileggente Totila pi volte quefta lettera e che finalmente perniai integram Il [ d ] fopranominato Cardifo , [ d ] Urbem inoflenfam fervavi* nal Pelagio f gli prefent di nuovo avanti fupplichevole con il Libro degli Evangelninmano, neh" entrar, cheTotilafece nella Bafilica di S.Pietro, dicendogli proftrato terra , [d] Tane , Trine ep s ; cui Sorridendo Totila rifpofe, Jiunc inib fupplicaturus advenifti , Telagi ? Ita quidem, replic il Cardinale, quandoquidem tuumme fcrvum effecit Deus fedabbis jam abfiine manus, qui tibi in fervitutem cefiere [d] His viclus precibv.: , fo^giunge Procopio, perdon Totila Roma, e ai Romani, ordinandone e contentandoli di abbattere folamehte BeHifMiosirapa ilSacco fenza efrfionedifangue, droniice di imo- qua , e l alcuna parte delle mura, pi per sfarzo, che per ficurezza di vo di Roma. vltcor a# Ma malamente riufcigli il difegno , conciofiacofache appena egli modefi part da Roma per depredare l rimanente dell' Italia , che fopra le diroccate muraglie nentrowi Bellifario, riparandole lline aperture delle e Pro?. he e*. n0 vaijiente tlltte con fcuriflme difefe , feei, che n'era la maggiore, non 6 .mplSLVo folte mancato, richiamate da Ginftiniano i Coftantinopoli [e] Qua ex re i'Hiftonco, ut Urbem Romani iterato mfervitutem ^uaiuj edfaft" eft > conchiude estera fere Italia oppida Ma 1 mali, che "e-mail- receperint Gotbi, cumqueea NarSe dance di cefare u a partenza di Bellifario , fiirono largamente compenfati con provennero d a
mediocris
:

&

&

&

ni .tana

altrct-

Capitolo

IX.

107

Vigilio.

D Pan altrettante vittorie per la fopravenuta in Italia di Narfete, [a] Virif- ^ j! j t 1 .' fimus, in Religione Catbolicus , in pauperes munificus , in reparandis Bajficis Ur'.ub.r.] Orationibus intantum Jtudens , ut plus fupplimultum Jiudiofus, Vigiltis,

&

cattonibus

qum armis bellicis viftoriam obtincret; e di cui foggiunge itti altro Hiftorico, [b] De b{arfete, qui familiantercumeo t>txere, illudperbi, r

b Ev*gr.uk.*.
e

*?- l' benty ita ipfum ex divino Tarmine pependifle , atque td omnis generis pietVirginem , eandemque Dei CenitricevHita veneratum efle , ut te colutjj , ei apparens , quando prdlium committendum eJJ'et , prxcipe-. tila manifefl ret; ne que illuni facile prius in aciem defcendtjje, qumtempus opportunum. ab ea cognoviflet Cos Evagrio Era Eunuco Narfete , Perfiano di Nazione ,. e per [e ] ferviziipreftatiCefare molto avvanzato in quella Corte, & ho- e p rcp. de mi. " l,b u ra fpedito da Giulliniano con forte Efercito di Eruli , Hnnni , e Longobardi Pnfic i terminar la guerra de' Gothi in Italia. RifeTotila all' avvifo dell' arrivo di quefo nuovo Capitano , giudicato da lui maggiormente atto guardar Serragli di femine, che ordinar Truppe di Soldati, [d]lgnorans, come ben d f*f "";'" H difle un' Hiftorico , in Eunucbo Virum efe Ed egli efperimentollo ben torto fuo corto , rotto in due fanguinofitfme battaglie , rimanendone nell' ultima non fol vinto, mi uccifo, con quella piena , e gloriofa vittoria conceduta al Campo Cattolico dalla Madre di Dio , che [ e ] avvis Narfete il tempo , %St'. tn*"

&

'

'fl

1'

e'1

modo d' invertir

vamente

la verit del

e fuperar quello de' Gothi Arriani , confermando noMiracolo l'Ifcrizione porta dal Pontefice Paolo V.
S.

Au

Victoria

fottol'imagine di Narfete nella Cappella di ove leggoni quelle parole Tsjarfetem Virgo docet,
:

Maria Maggiore

in

Roma,

controiG th '-

Quomodo Totuam

vincens

Italiani liberet Gothis.

Al calor della vittoria [f] ricuperata Roma, mandonne Narfete Giurti- N^fc Cfdi'nuovo niano le chiavi, e di nuovo disfatti, e difperfi que' pochi Gothi, che pur ricupera, esima l(cc d vollero oftargli fotto Teja loro R, e condottiere, che parimente nella R ma" giornata di Clima rimafe ertinto fui Campo merit in fine la degna laurea di hberator dell' Italia, che gem oppreffa da' Gothi Arriani per il lungo fpazio di fettantafette anni , dal tempo quando la prima volta Odoacre f ne
'

, e Padrone Vittorie di Giurtiniano, s come ripofero in libert Roma, cos p' "^" ;' ,,^'a refero (chiava la Chiefa Romana . Dominando i R de' Gothi l' Italia , egli- di confermerei no giammai non permetter , che alcun Pontefice eletto dal Clero efercitar Pomefic poteilela fua autorit fenzail Diploma del loro Regio confenfo, per cui conveniva all'Eletto sborzargroffa fomma di denaro: cofa di fua natura

refe Principe

Mi

le

"

pregiudiziale alla fantit del Porto, ed all' independenza del Carico. QuciViniquiflma condizione fi tollerabile alla Chiefa, fin tanto che le tu importa dagli Heretici, le cui Tirannie ridondano pi torto in gloria,

che in oppreffione del Chriftianefimo ma pretendendo Giurtiniano di fubentrar nelle ragioni de i Gothi Arriani , anche in materia Ecclefiaftica e richiedendo pronta efecuzione alla fua pretenzione , continu nel medelmo impegno, opprimendola libert dell'Elezione Pontificia con la (oggezione alla Corte Imperiale, in modo tale che la fchiaviti fi refe allora inforfribile i Papiconlaconfiderazione i vederfi obligati ricever' il confenfo di un' Imperador Cattolico Laico, per poter' eflr' efi consacrati & ainminiftrar quella giurifdizione, che cos erettamente anneffa , e connetta
:

Vigilio.

con lo sborzo indegno del denaro. Onronneffa con la Fede , e ci eziandio cotal facrriego attentato o Papa j boccapiena chiam Herefia de S che ne fu il primo

I0 g

Secolo

VL
Giuftimano ,

rf!d:

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e

r. G

ft

de'Vea Monarchi, e alluder voleffe d nell'accennata oppref. idi liu fucceflori, che continuarono aflVtor efclam! "^'" P'*? [] foni ^ronsvefama etite dia S bxrefes prima apparmt. Cu,us tmavtt> gemme peftifero pulluUchextunc dannata fuerit, pofleatamen m Ecclefia fuxvirusexercuit, &totius noZisver maxime temporibus maini* livi

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infestione
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turbav*. &%(^^MMk mnumerabilem

McJ&Jt^n^folnm ?R faille Ypotefkatm

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Concitar* enm adverfns multitudinem , verm etiamregiam ^ges haTrulla enim ratio fin*, ut mter

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imperiim,

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(ocios, eos

conortio

Cbrift efficit

& Huocum q uebabere Qui tmahenos


re

iml^nZaamfu

fponfam e contendit evacuare . EccleDominiea Sacramentum aufu temerario volu* fangums pretto redemptam Salvator nofler
tranfeendens facere conaturanSane ipfe pottfiatis regi* jura e agno cerei , e,querehgio. foret, ftdominam fuam ef

Cbrifii

P'P"^ t

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obfequium exbiberet , nec centra Z^TeZlretdoJnatioms, quo fu, domini** cupiaua fi ' a ..; j; v ,+ \K\ T>cr me Reves reinant Sed immenj* ctfeatur
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b Prov. 7

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Zantmelius

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t^^iinZpornentpatr *0"' Zur & TomraCaZlicam veritatem

f^autem%^emerimem tantum autem J u * ve / r " ..


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extend* ^ pndlcet

contempto divino timore , tranfgreIn fu* furore tyranmdis efferatur. caput omnium Ec derefanU , ut

&c ntra Deum f

& m dominam Gentium terrena

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untai atto

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daUomam Pontefici i Santi Padri, e gene combattute:,<Pco tempo , in lla Pa i e fti n a, fin dal di fi fc iciau d ir havevano cosi protondamente mie , fvelte, efchianquali prime [e] g>ttovvene,l
oh.
cui Ruffino tate, par tuttavia
hilancfo

n^rbS^ondannateda u

*** ..,.

d^ppo il lungo eorlo

^JnE3;^ ^me
di

cent ani

di

..germogliarono cos.

nuovo r.puldo da una


dall'altra

parte

Cattolici con

ChianaJffig^gSS

^SX^^eciderne

rami, e

rifoUrt , e pronti i

*w

Capitolo

IX.

IO9

Vigilio.

, cherivocar dnbio , Te maggior* utile ridondale al Chriftianefimo giuftamente fi pu in dalla condanna di Origene, maggior danno dallo Scifma lagrimevole , che fenili nel Chriftianefimo doppo la tertYiinazionedelquintoSynodo. [d] NonnS, e Leonzio, due Monaci della Paleftina, furono i due Rino vaton di quelle Herefie, che erano di gi ftate anathematizzate da S. Dionifio Aleirandrino , da S.Epifanio, da S.Girolamo, e da S.Theoflo in Oriente, e con pi formidabil cenfura da S. Anaftafio Papa in Occidente. Raccolfero eglino quanto di male ritrovavafi , con maligne interpretazioni poteval render malo nelle opere di Origene, eftrahendo, e quindi proponendo i tutte le Chiefe di Oriente , come punti appartenenti crederli con fede Cattolica , quelle herefie , che habbiamo altrove [ b ] lungo accennate. L'attentato, e la fraude di quefti due Satelliti, nonmen di Origene, che dell' Inferno , hebbe cos fortunato fucceifo , che al folito dell' Herefie , con la moltitudine de' Seguaci prendendo animo, e forze, dalle dottrine venendo all' armi, eglino affaltaron di notte il gran Monafterio di S.Saba, afportandone ricchezze , e con ftrage de' Monaci funeftando il Santuario [e] che macchiarono di fangue Cattolico con tratti barbari, &inhumani, fin con avvilir' il nome de'Chriftiani con chiamarli derifivamentedaquel Monafterio, nonpiCattolicit ma Sabait. Gelafio, Monaco de' pi zelanti , e Cattolico di puriffima kdc , e di coftantiffimo vigore , fattoli Capo di tutti, con maravigliofa follecitudine portoni dalla Paleftina a Coftantinopoli per render' informato Giuftiniano della ftrana rivoluzione , e delle machine degli Origenifti , che rendutifi feroci col tentativo di quefti primi facrilegii, minacciavano l' efterminio totale e alla quiete dell' Imperio , e alla fatuit della Religione. Et haverebbe il fuo dire pofto fine alla novit, s'egli non haveffe ritrovato in Coftantinopoli Theodoro Vefcovo diCefarea, OrigeniftaoftinatiiImo,e,comelo chiama l' accennato [d] Hiftorico. V'itii colophon , &pYcipHU$Set~iatorum Ts(onn. Conciofiacofache effendo ci ftato prevenuto da'fuoi corrifpondenti della Paleftina, con la notizia della partenza di Gelafio loro contradittore , come ch'erapotentifimo nella Corte, tante guardie pofe, e tanti raggiri frapofe per precludergli l'ingreib all' udienza, che difperandoneil buon Monaco V erfetto ,[d] vacua manibus revertitur , e nel ritorno giunto nella Citt di Amorio di cor-

vinta dalla contraria con cosnfaufto corfo di avvenimenti

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cos facilmente riufe Theodoro sfuggir V incontro , e fchermirfi dal fanto zelo del Cardinal Pelagio , Diacono della inimiSanta Romana Chiefa , Nunzio di Papa Vigilio Coftantinopoli , co implacabile degli Origenifti, quale doppo Vigilio vedremo inalzato lui [ e ] ricorfero con gran fiducia ancora alla dignit del Pontificato . molti Monaci Cattolici, prefentandogli fcritti ad uno ad uno tutti gli errori di Origene , [ e ]fupplicantes , ut Orgenes damnaretur cum ipfs Capitulis tallo. dicentibus.Vdik il Nunzio Y ufficio appreffo Cefare con molta premura d'inchiefte, e con tanta fperanza di riportarne il beneplacito,che Giuftiniano fin d'allora ne ftefe la condanna con approvazione dell' ifteflb Menna PatriarcaCofhtitinopolitano, e ditutti li rimanenti Vefco vi, che quivi prefenti ritrovavanfi in quella Reggia . E fu la condanna publicata fotto il di lui
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gli rigeniftitantomenrefiftentifidimoftrafferoin abbracciarne i fenfi, quanto pi ne venivano obligatie dalla verit delle ragioni , e dalla forza del comando . E veramente nobili/Urna, eruditiffi-

temuto nome, acci

ficn

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ma

, ,

Vigilio.

argomenti , come per ma apparve cotal coftitutione s per la fodezza degli Herefia inferra nell'Opere di OnSnotSk che porge di ogni qualunque P lungo con profondit di rioene c?afcuna delle quali convincefi quivi a e de Santi ltte, econauthenticheteiimonianzedellaDivmaScrittura richiede, che mqucfta noftra HiftoPadri. Ma f da una parte ragione ne diftrahem modotaie da cos nobil monumento s'inferifca, dall'altra cpntacevo e ella fi (tende , che cofa pi in cui
,

ii0

Secolo

VI.

la prol

mtnon

ordinaria,
il

riputiamo , rimettere

Lettore

al [

a]

Baromo , che fu

il

primo a divulgai la

dunque in CoftantinopoU tal condannata in quelle dell'oblivione. Stefa Poma, ^rtofeoa^te, condanna, mei a fubito diretta al Papa in tenore, Apoftolic confenfo ne rendete valido il , k l n;c < ^,,n,*c.u, comefeeu ' FA] col fuo unitamente col bik b dcc fflonc: & in tatti concorrendo Alexandria Htrem di Antiochia Paia Menna dTcoftantinopoli , Zolio di [/] Origene* damnatus . u,r.^M, Ma quella fentenz,a ficcome fu accettata con . alimfuerat ante damnatus di commofle ad altiffime querele gli amatori
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35 vrfcov

?de&p.,cdi innato Theodoro Vefcovo cennato i neoao o


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Cefarea non pot pi fdegnoiamtntcrice a a ci , che piacontrad

malamente topuiperveder'ite vuoto tante fue fatiche,


:

concetto al fuo Origene onde non femore tutte fitte in accrefeer lama , e d diffimulazione , irritato di animo [ } noter JSi contenerli nellaprima
,

ii<ri.

conque u condm- eh bramente il fopracitato Hiitorico jZLL(;, acceda* acceaa,, uree. ,,,.;,, ,,,, Jcepbalos in defenfionem Synodi Cbalcedonenus '.onede Vrmape centra **"r"""' >",' <-;, sateUitibm, qui nomine Cairbriooiioi. idem Theodor Cappa^a^ 'Z dr * 5Sfl faiore Imperato fg-

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tT-b&dZm3S~
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debere p.u,,

fuU compendo

pofiet fee-

ItilZr.nSinodlmCbdcedoMnfem, i Wndimmrmiynooumy.

qud

laude, Jujeepem

Theodor,

awper

omnia ^eflonameognofa,

retraBaJrt7epifloUaTa'bematiK aretur tanquamommbu, 'TI ^eephaper omnia & in ZJLX ZIZk^H'^ abCatboheJoe,eta gaudente, murn&Cm'mTS'^r Eecefu Jemp.terna lau,

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Cium* ^ctotr/Ne So!


il

eclel Clementi*

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aggu.nfe

conl^fteffomtfvod^nderepurgato,

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,

Capitolo
pitoli tr

IX.

in

Vigilio,
NodziaindiV }_

Condannazioni della memoria, e dell'opere di tre Defunti, contro Theodoro Mopfueftenio , il fecondo contro una lettera il primo d'IbaVefcovodiEdeffa, & il terzo contro il famofoTheodoreto Vefcovodi Ciro. Circa il primo volevafi la condannazione di Theodoro per le molte Herefie,ch' ei haveva vomitate contro il Mifterio dell' Incarnazione, quali noi riabbiamo di gi[a] altrove riferite. Il fecondo era intorno ad una[6] lettera, che haveva fcritto Iba Vefcovodi Edeffa Mari Perfa, in cui Iba deteftava Rabbola fuo AntecefTore , perche ingiuftamente ha veva feommunicato il Mopfueftenio , il quale egli in elfa inalzava con laudi Dottor Eccleftd Il immenle , fin con chiamarlo Ventati* pr&dicator , terzo Capitolo era diretto contro Theodoreto, perche Theodoreto erafi unito con Giovanni Patriarca Antiocheno inimico, e contradittore di S. Cirillo, & haveva fcritto in confutazione dei dodici celebri anathemaQuefte dunque furono le tifmi, [e] publicati dall' accennato S. Cirillo maflme, che il Cefarienfe impreffe nell'animo di Giuitiniano,ilquale[d] dolum doloforum minimo perfpictcns , fuggeftionem ejus libenter accepit, facere libentifjim fpopondit Dalla facilit del Principe rendutofi pi audace il Cefarienfe , [ e ] Rpgavit eum , ut diclaret librum de damnat'ine trium Capitulorum , e Cefare con la medefima faciliti [ f] Condidit librum, pr delitUs nojlris , omnibus notifjmum. Confifteva Y Editto [g]in una lunga confutazione di tutte l'Herefie contro il Mifterio della Santimonia Incarnazione, e co me eh' egli era flato dettato dal Cefarienfe, huomo forte d'impegno, rande d'ingegno, di lettere non grandi, ma tante, che badavano perfuadere chi n'era privo del tutto, come Giuftiniano, fenza gran difficolt avvenne , che doppo una bella, e Cattolica comparfa di dogmi veri, e fuffiftenti, v'inferiiTe nel fine la condannazione dei tr Capitoli accennati di fopra, in quefto tenore [b] SiquisdefenditTbeodorum alium Chrtflum Mopfueflentum , qui dixit, alium ejje Deum Ver bum , ex profetlu paffionibus anims , defideriis carnis molefiias patientem operum melioratum , Filli. Spiritus baptizatum in nomine Patris , Sancii , <& per baptijma grattam Sancii Spiritus accepijje , vr ajpliationem ad fimilitudinem imperialts imagmis in perfonam Dei Verbi merutfl'e , adoran , poj refurretlionem immutabilem cogttationibus , impeccabilem ommn faclum fuiffe iterum dixit , talem fatlum efie unionem Dei Verbi ad Chriflum, qualem dixit *Apoflolus [/] de viro, muliere , Erunt

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Tr Capitoli,

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Tenore dell' ac-

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duo

in

carne una

&

&

tyW.y.

fuper alias fuas innumerabilcs blafphemias aufus

qu od poj refurretlionem cum infufflaflet Dominus Difcipulis fuis , [ k] occipite Spintum SantJum , non dedit eis Spintum Santlum , [ed figurative tantummodo infufjlavit Sed etiam confcffionem , quam fecit
dicere ,
dixifiet,
.

&

cjl

/*. io.

Thomas, cum palpafiet manus , latus Domini poj refurretlionem , dicens: Deus meus, inquit non efie dittam Thoma deChri[/] Dominusmeus, jlo; nec enim dixit Theodor us Deum efte Chrtflum, fed ad miraculum re-

&

&

hAn

io

furrcttionis ftupcfacTum , Thomam glorificale tavit . Et quodpcjus efi , etiam in interpretatione ,


fcripfit

Deum

qui Chriflum refufei-

quam in ^Atls Apoflolorum

Theodor us, jmilem fecit Chriflum Tlatoni, EpicuManicheo , Man ioni: quod ficut dlorum unufquifque ex dogmate quod tnvenity Juos difcipul os fecit vocare Tlatonicos , Mamchaos , MarEpicurjos , aomllas finali modo cum Chrifius dogma inveniffet , ex ipfo Chriftianos
ro, c>
,

yuan

&

&

& &
,

& &

Si quis igitur defendit

eundem Theodorum

qui talia blafphemavir.

Vigilio,
vit,

runt

, ftmila llis fapuevelfapiunt: talis anathemafit Si quis defendit confcripta Theodoreti, qua txpofuit pr T^eflorio bar etico adverfus retlam fidem , Ephefmam primam fanclam Synodum , Santlum
,
,

Secolo VI iix & non anathemat^t eum &e\usfcripta, & eos qui

Cyrillum

& & duodecimejus capitula


&

&

in quibusfceleratis confcriptis

idem Theo-

dor etus effetlualem dcit unitatem Dei Verbi ad hominem quemdam , de quo blafphemans dixit , qud palpavit Thomas eum , qui refurrexit; propter hoc impws vocat Dotlores Ecclefa, qui unitatem fecundm fubfiflentiam Dei

&

Verbi ad carnem conjitentur , fuper hac Dei gentricem abnegat fanti am, glonofam femper Virginem Mariam . Si quis igitur memorata [cripta Theodor eti defendit , non anathemati^at ea talk anathema (t Tropter tales ejus blafphemias ab Eptfcopis ejetlus e(i , poflea in [anelo Chalcedonenft Concilio compulfus efl, omnia contraria memoratis fuis confcriptis facere , reclam fidem confiteri. Si quis defendit impiam Epiftolam , quam ad Mann Terfam hareticum Ibas confcnpfifie dicitur , qua abnegat Deum Verbum hominem faclum dica non Deum Verbum ex Virgne incamatum effe , fed purum hoeffe , minem ex ipfa effe natum y quem templum vocat , ut alius fit Deus Verbum , alius homo; fuper hoc injuriat Ephefmam primam Synodum, quaftfine inquifitione , examinatione ab ipfa "Usflorio condemnato: Santlum Cyrillum vocat hareticum, duodecim ejus capitula impia\dicit: l^eflorium autem y Theodorum eum impus eorum confcriptis collaudat, defendit-. Si quis igitur ( ficut dtclum efi ) eandem ipfam Epifiolam vindicat, vel reBarn effe dicit ipfam , vel partem ipfius , fed non dnathematr^at eam ; anaenfo de/ lana thema fit Cos appunto efprimevafi la condannazione de' tr Capitoli, a intorno alla quale i zelanti Cattolici hebbero per verit" un delicatifimo ia "ond"flnade1 Tr captoli. fenfo, temendo, che lo fpargerli condannati Theodoro, Iba, eTheodoreto, foi un contrariare direttamente , indirettamente al Concilio Chalcedonenfe , il quale, fecondo la fama di quel tempo, de i due ultimi

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

nominati Vefcovi riaveva fatto honorata menzione, ammettendoli come Cattolici nel confetto) in virt della Confezione Cattolica eh' eglino profilarono , e del primo non haveva diffinitivamente n tacciato il nome , n vituperata la fama: onde la propofta del Cefarienfe, eia rifoluzione di
Cefarepoteadirf fraudolente, e per ragione della qualit propria, e per quella dell' efetto, che potea produre: per lo che furono altiflme le querele di tutto il Chriifianefimo contro l' Editto Imperiale, e lo fetfo PontefaFacund. prode ce [a] Vigliofe ne rifentcon termini affai efficaci. Era fucceduto nella ,w Can Nunziatura Apoftolica alla Corte diCefarein luogo del Cardinal Pelagio tornato a Roma, Stefano novello Apocnfano, il quale non folamentef il primo contradire, bench Giuftiniano replicatamente lo ftimolaffed

^"'

iottoferivere la condannazione pubhcata, ma unitoti con DecioVefcovo di Milano, che in quel tempo dimorava in Coftantinopoli, ragguagliae degli oedden rono minutamente di nuovo il Pontefice di tutto l' affare , e fi apparecchiati in pmicoi non contentare alle rono refiitere con tutti li Vefcovi Occidentali, un punto, che bench fi aggirafle intorno voglie Imperiali la derilione di alle perfone ? e non a dogmi , tuttavia era confiderabiliffimo , s per le ra-

&

gioni efpote del Concilio Chalcedonenfe, come per altre che quindi gli Euty; hiani poteano dedurre . Mi 1 Prelati Orientali men dubiofi del

male, pi proclivi

fciegliere

il

peggio, giuwicando che con a divulgazione

Capitolo

IX.

II3

Vigilio.
*

gazone dell'editto Cefareo nulla Ci contradiceffe al Concilio Chalcedo- j^S} indsa8! 3 ienfe, attefo che non fi condannavano le perfone di Theodoreto, &Iba, provar la conm alcuni loro fcritri, non tardarono lungamente fottofcriverLo , & il dal,na primo fu Menna Patriarca di Coftantinopoli, con condizione per di poter Utm ubl ,J ritirare il fuo Chirografo, ogni qualunque volta [a] Hoc Hgmanus Epifco- * pus non probaret Nulladimeno in Occidente tutt' altro penfavafi, che fotrofcriver l'Editto Conciofiacofache fattori capo di tutti il Cardinal Pelagio, nella medefima fazione induife tutti li Prelati dell'Africa, che congiunti agl'Italiani , Spaglinoli, e Francei , compofero un corpo formidabile, rifolutonon folamente refiftere i Cefare , mi al medefimo Pontefice eziandio , ogni qualunque volta egli fi dimoftrafte inclinato condifcendereallepretenzionidiGiuftiniatjo, ch'efll giudicavano direttamente contrarie ai Decreti del Concilio Ridotte quefta confufione le cofe , riflett Giuftiniano di havcr col fuo editto accefo un fuoco frlaChiefa Orientale, eia Occidentale, che potea facilmente diftruggere l'antica ftin anrt ir unione, con follevare un fumo di qualche perniciofitfimo fcifma:ondedo- v M &\>rtiene ir l.' '*/^ lente di haver cagionato tanto movimento, chenelprogrelfo tirava feco che immenfi precipizii , e nel regrelfo un manifefto pregiudizio della fualmpe- duopoli, dal riputazione , pens , che con guadagnare il voto del Papa, poteife inficine guadagnar quello di tutti li Vefcovi d'Africa , e d'Occidente , e quindi fi accinfe a procurarlo , invitandolo , come fegu , paflar a Coftantinopoli con honorevolifimi termini , [b ] ricevendolo pofcia confingolariffime b Pronp. de mi, dimoftrazioni Ma Vigilio tutt' altro apparve in quella Corte di quello , 2&.*/.IrKiche fi figuravano i Corteggia; poich ripigliato [e] dall' Imperadrice &iTheodora del fuo medefimo fcritto per la reintegrazione di Anthimo, ei ortanza 'Aio con Apoftolica coftanza non fol rigett la richiefta, mpunfe i fupplican- # Vigilio in ri" non me fecerunt venire ad */"/, Mi. ti con acerbi rimproveri , dicendo [ d ] Ut video Theodora piifjmi Trtncipes ; [ed hodie feio, qud Dio[e Jujinianusy Eleutberiam imeni, Tacite ut vultis , digna enim fabTis recletianum , cipio. Quindi come attediatoli dell' authentica di quella fua malefcritta carta, e defiderando di Scancellarne l'inchioftrocol fangue, [e] Erbora- s idem iu. Mi pur vivendo contitus virtute mori magis defiderabat , qum vivere nu nell'intrepidezza Apoftolica, e in faccia Giuftiniano, nella dilu medefima Corte, e R-eggia feommunic gli Acefali, e Theodora loro protettrice , [f] che indi pochi mefi impenitente mori nel fuo peccato Con f s.Greg, m, 2. ep l6 quefti primi patti di heroica intrepidezza incominci Vigilio la penofa carriera di quegli immenfi travagli , che gli fopravennero e da Cefare, e dalla Corte, e da' fuoi medefimi Ecclefiaftici. Impegnato Giuftiniano foftencr' il fuo editto , ftrinfe il Papa con efficaciilme richiede , affiti ch'egli iapprovaffe ; Vigilio bench internamente [g] lo diffaprovafle , bramofo g Bar. ann.s*7 tuttavia di appagar Cefare con la condifeendenza fopra l'agitata que- ''c;4 : mf , ftione, col motivo molto preponderante, che la condannazione de tre ^p* approva, e Capitoli non conteneva pregiudizio corifiderabile contro il Concilio Chal- 5?* Ucon cedonenfe ,[/;] fi ftefe d confermarlo , e fecretamente mandonne al mede- h Batgi.;con. fimo Imperadore fcritta di proprio pugno la carta la quale poi chiamofii *B ,mf* w "' il Judicato di Vigilio. Dicotalrifouzionedel Pontefice non cos tofto fi divulg la famaper l'Occidente, eper l'Africa, che contro il medefimo Pontefice furfero fuoi contradittori tutti gli Ecclefiaftici , dilacerandone p ""/'mi. f/1 ilnomecome di refrattore del Concilio Chalcedonenfe, alle cui De" r*'"' i
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citoni egli haveffe pregiudicato nell'approvazione accennata de' tr Capitoli; e dalle querele venendo ai fatti, formarono fcifina, ritirandoli

n^

Secolo

VI.

bm.

n. 32.

&

ann. 5 47 feq.

communicazione,con lagrimevole difgrazia del Chriftianefimc, che per una queftione di voci , di nomi , e di perfone , fi vidde proilmo un pencolo tale , quale certamente mai non incorfe nella fierezza delle perfecuzioni de Gentili, nella horridezza delle beftemmie degli'Herefiarchi bench gli uni, e gli altri inveftifiero la Chiefa ne' principali Mifterii della Fede. Rimirando per tanto il Papa s torbida la faccia della confusione > e della diffenzione, [a] con fciegliere un partito di mezzo, venne renderli 2. ambe le parti fofpetto,, contrario ; e promulg un Decreto , che non
dalla di lui

irritava maggiormente gli Occidentali , nel fodisfaceva agli Orientali , ua l e iofpendeva l'effetto dell' editto Imperiale, e ne rimetteva la diffeprefnuiKo Iit] 9 j renza al Concilio univerfale, che in breve fi farebbe convocato. RifentinT i apa. cos fdegnofamente Cefare al fuono di tal fofpenfione , che Seppelliva nelle tenebre del filenzio quella condanna, daini voluta pnblica pe'l Mondo, che fordo ad ogni favio configlio di moderazione, e fol'intento foftenere il fuo impegno col difcapito della filial riverenza, chedaogni humanapoh "" deft dcvdi al Pontificato Romano , ordin , come fegu , che ad onta del cifdi CefeTe. Decreto Pontificio Ci ailiggefle pubicamente il fuo editto , [ b ] proromb v> 7 * ili </"/., '> pendo eziandio in fcandalofe minaccie contro laperfona medefima di Vigilio , il quale poc'anzi con Apoftolica franchezza, e paterna follecitudine havevagli commeflb, che ritrattane lo fraudalo, erivocafferaffiflonedi quel Bando. con l'applicazione del rimedio inaforendofifemprepi il e fuga del Papa, male, fi coftrettoilPapa di fottrarfi conia fuga dal Palazzo di Placidia , ove albergava , nella vicina Chiefa di S.Pietro, per evitar l'incontro delle Guardie Imperiali , ch'hebber'ordine di arredarlo , anche con violenza di e lAfu B,-r. n tratto . Quindi [ e) come dalla vera Cathedra di S.Pietro egli feommunic Theodoro Cefarienfe , dal cui foffio era fiata eccitata, ogni giorno magche feommunica " giormente ingagliardiva!! quell'infauita tempefta, deponendolo dal VeiiCtfarienfe. fcovado di Cefarea , perche haveva operato, che ingiufiamente [ d ] Cefad Liber Diac ; " brev.ca'p.21. redponefle Zolio dal Patriarcato di Aleflandria, per collocarvi Apollinare, huomo ligio di Corte, e fautore, e promotore di tumulti. Con tal risoluzione pofta in ficnro la riputazione della fua dignit , volle quindi porre ancora in falvo la fua Perfona, ritirandoli dalla Citt medefima di Coftantinopoli nella Bafilica di S.Eufemiain Chalcedonia, ove finalmente egli inferm abbattuto da' travagli, per non mai intimorito dalle horribili minaccie , nelle quali precipit l'animo efacerbato di Giuftiniano gli ftrapazzi del Papa ridondarono tutti in vituperio dell' Imperadore apCr
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prendo le genti , che confiderarono , da quanto debole motivo folle fiato acceffo lo fdegno di Giuftiniano contro un Vicario di Chrifto , e quanto precipitofamente foffe traboccato in cotali eccelli quel Cefare , che vantava!! di haver riformato il Mondo co' Codici, e'1 Chnftianefimo co' Canoni. N guari and, che le publiche acclamazioni giungendo ferir le di lui orecchia, ritrovofll pentito della mal prefa condotta, einteftimonianaa Giuninianoin di pentimento mand al Pontefice un'honorevole Ambafciaria di fei nobili vicaii Papa rier fona g ' <je' quali fcapo Bcllifario , per fupplicarlo , comefeeu, di Sq;' *. tornare a Collari11 5* r^ n r J 11 -n tornar al fuo primiero alloggiamento in Coltantmopoli , dalla cui Reggia tiuopoii ubidiente per vani fofpetti egli erafi partito, e di creder lui amorofo , figliuolo-, rifoluto di feguir lefue voglie in pace ; al qual' effetto elfo pregavalo
;
,
.

&

Capitolo

valodidivifarne le hnnc piiifpedite, credito Vigilio alle parole vituperate da canti

IX, & acconcie. Mi


tatti

11^

Vigilio.
1

contrarii, ordin rifo-

*' [a] non dando iX'&f e J$\ "" ?

ai yig\\\o.

Ultamente, che parlaffe prima Cefare con le opere, togliendo, e lacerando il gi affilio editto , & efibendo in publico una (incera confeffione di fua fede, malamente apprefa da' Popoli per le violenze ufate contro il PonteSuccede appunto allora , che mori Menna Patriarca di Cofice Romano c r 1" 17 ftantinopoli, e Zolio di Aleifandria, onde [b] EutychiochefucceiTe al )a ^' f' primo ad impulfo di raccomandazione dello fteffb Menna, & Apollinare al fecondo ad intercefione dello ifteflb Imperadore, ambedue protrati avanti Vigilio , lo pregarono per la fufiftenza della confermazione Pontifcia di gi publicata de' tr Capitoli, & ogni loro opera pofero per toglier dimezzo lo fraudalo delle dilenzioni tanto fra Cefare, e* Pontefice, E ?nc *4 ! fr * ,0,ro e inuma,r rv o xr r xi n quanto fra il Pontefice, & 1 Vefcovi contrarli. Il che per giuih motivi gioite dun ConcUio Generale, eifendo felicemente fucceduto, ademp [e] Giuftiniano alle condizioni impoftegli dal Papa, e coni unione della concordia fi decret la celebra- num.iZ'' zione di un Concilio Generale per il proflim.0 mefe di Maggio [d] nell' d MlusSh iftelfa Imperiai Citt di Coftantinopoli, che fu il quinto Ecumenico, fopri tr Capitoli, e [e] fopra il Libello de' Monaci della Paleftina con- e E u<igr.ub.^ tro le propofizioni Hereticali tratte dall'opere di Origene , e [/"] per la caP- n. d condannazione degli Acefali , e di ogni altro Heretico Eutychiano occul- ^T*' ' '**'* to quali Leonzio chiam col nome di Hefitanti Ma incominci il Concilio con nuove difcordie , le quali Ci augii- Nuova d fc ord* mentarono in modo, che maraviglia non , f quello poi friereaff* r Cefare, e'* per qualche tempo maggior' agitazione, che follievoal Chriftianefimo. Come che Giuftiniano il era prefiffa la fua volont per decifione del Concilio, e voleva ci che piace vagli, e non piacevagli ci che altri contro il B n ' fio compiacimento volevano , quindi fi , [g ] che nel primo aprimento del n h ^.'fq \ t Sinodo fi dichiar volerlo comporto di foli Vefcovi Orientali, ad efclufione degli Occidentali ( quali egli prevedeva avveri! alle fue intenzioni ) e con il rigettar cos nobile , e numerofaparte di Ecclefaflici , pur richiefe al Papa, chetai Congregazione fmembrata, e fcarfadovefle elTere nobilitata, & authenticata col titolo di Ecumenica, &univerfale. Pretenzioneche difficilmente farebbe caduta in capo di un' ^Lnalfabetico , com'egli [b] era, h Smdas ; mji* f la sfrenata pafiione di mantener contr'ogni ragione l'impegno, notigli Laverie fatto dimenticare i primi elementi della feienza naturale, cheinfegna, qualfia di ogni corpo la parte, e quale il tutto Vigilio deftinato da Dio purgar' i fuoi peccati fopra il tormento di un continuo, e forte contradittore , pur con ammirabile coftanza foftenne i diritti della Chiefa , rapprefentando Cefare l'ufo irrefragabile de' Cattolici , pratticato in tutti li quattro trafeorf Concilii, i quali per ricevere il bello, efpeciofo
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fi eftefero fempre comprendere tutti ii Prelati della fenza non fol'efclnderne una Nazione , ma n pur' una perfona , pur che ella non folle infetta di Scifma, di Herefia al qual' effetto eglipropofe^ commoda per la convocazione una delle Citt della Sicilia, Itola quali confinante con tutte le tr parti del Mondo, e perci di facile tragitto tutti li Vefcovi del Chriftianefimo Quefto partito, che tanto bene accordavafi col ragionevole , non fu ricevuto da Giuftiniano , che voleva decider la caufa a capriccio ; ed egli fol contentofil, che in celebrarli il Sinodo in Coflanrinopols folle lecito ai Vefcovi Occidentali d'intervenirvi,.

titolo di univerfali,
,

terra

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Vigilio.

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^
,

Secolo

VI.
,

che non eccedeife quello degli Orientali i voti in tal numero de quali gi egli teneva obligati fuo favore. Tenace dunque inquefta fua rifoluzione, volle Cefare, che con la mentovata riftrettiva fi procederle aU'adunamento del Concilio, intorno al quale fi ravvifano gli nn * 55s atti in molte parti [ a] tlfati dagli Heretici Origenifti, e Monotheliti ; mtm.* onde dovendone noi porgere ai Lettori un fuccinto ragguaglio , ci prefiggeremo per guida quel gran lume dell' Ecclefiaftica Hilioria il Cardinal rUtHm Baronio, [b] il quale dalla ofcurit della dimenticanza ha eftratte alla *n.'^l* publica luce molte occulte riguardevoli notizie, e col confronto de* tedi ha eziandio molti depravati commenti. ^ numero [ e ] dunque de' Padri non pafs quello di cento feflfanta ui 'Iti"*-'''"?'?'^nt'riKocadu! cinque, fri quali li tr Patriarchi Coftantinopolitano Alefiandrino , a d & Antiocheno; poich il Gierofolimitano v'intervenne per mezzo de' Y/r7? fo'/ 'i6 & sutiagi. m 'hot fuoi Legati , ficcome medefimamente il Primate di Carthagine , che G*ncHh}a n7j. andovvi in fuo nome Seftiliano Vefcovo Tunienfe. Fuvi invitato efpreflamente il Pontefice con una maeftofa Ambafceria del Sinodo non
'

mi

di tr Prelati,

conforme

allo ftile antico della Chiefa,

ma

conlamifiio-

ne di venti, cio de' tr accennati Patriarchi, e di diecifette Vefcovi tutti Metropolitani. Vigilio per non Ci lafci rapire da quella decorofa apparenza, e allegando imperfezione di falute , non volendo efporre la fua autorit all'arbitrio di un' adunanza di gi collegata con Cefare, rifpofe, che fuo tempo haverebbe Sodisfatto al Sinodo, con fargli pervenire la fua fentenza fopra li tr Capitoli, il che non poteva allora efeguire per il male, che lo aggravava, e che ad altro non gli permetteva di applicare, che curarlo. Fifib egli dunque in cotal determinazione, s'incominciarono le Sefloni , che fi ftefero in otto collaziodelle quali furono pronunciati quattordici AnathematifJom^JiSrVf?"' m ? nell'ultima e contro ca- mi , cio li primi undici contro gli Arriani, Macedoniani, Neftoriani puoii. Eutychiani, Apollinarifti , Acefali, & Origenifti, e gli ultimi tr in condannazione de' tr Capitoli in conformit dell'Editto publicatodaGiuftiniano N maraviglia recar deve , che i Padri del Concilio condaiv eflendo naffero il Mopfueftenio anche molti anni doppo la fua morte eh' eglino non tanto lo feommunicarono , quanto lo dichiararono feonv municato per le fue herefie, & efecrabili coftumi, nelle cui empie lordure in verit era morto, quantunque giuridicamente non publicato; e di ci il Sacro Concilio haveva antichi efempii e nella condanna di tutti li contradittori del Concilio Niceno vivi , morti eh' eglino fofj vtiiHm.r.fag. fero, fulminata da Papa [d] Damafo nel Concilio di Roma, e in quella
i .
:

Iffrk.

vibrata da' Padri Africani nel Seguente Canone, [ e ] Si quis Epifcopus Haredes extraneos confanguinitate [u , rei Hxreticos etiam confanguineosj aut Taganos Ecclefa prxtulerh , faltem poji mortem ei ^dnathema. dicetur ; e nell' atteftazione di S. Agoftino , che parlando di Ceciliano dice >[/"] OpMlty* etfi vera fient! 1 U< Donatijlis objefta funi f s ^iu in ,p. ad nobis pojfent aliquando monjrari, pjura jam mortuum anctMenif. c t mittm. C<eciliano y tbemati^aremus . Ed intanto Vigilio tal condanna fi oppofe , in quanto che lui non effendo ancora ben note le particolarit della morte di quel Vefcovo Orientale, ch'egli ftimava defunto nella communione della Chiefa , non volle inquietar le di lui ceneri , n infuitar la memoria di chi haveva di gi perduto il dono della vita ;
jy.

6 C " ncd ' '

&

Crave

Capitolo

IX.
poji

Grave eji enim , difs'egli nel fuo Coftituto , infukare gai /dw w'r<*w reUquerunt , fupervacuum eft injuriari
ec vivos altquand* culpavimus
l'
.

defunclis

117 & eos


,
,

Vigilio.
,

mortem
fi

Ma

quando Vigilio

refe

^#0* chiara

orinazione del defunto, non tard egli allora a renderne esecrabile il nome con l'approvazione della Scommunica, e perci fu ben difefo dal fuo fuccefiore Pelagio con quell'aureo detto, [a] Scitis, qud res , * ?' u$'h V *fa * *' * qua dubietati fubjacet, in pattern femper eft interpretandameliorem Quid dubium fuit , ab itaque objlat , ft dum de ejus errore occultum adhuc , innotefcentc pjt perfidia , pene omnium mauno Vane laudatus eji ; gnorum Tatmm fententiis, velut immani! beftia, quaji crebrefcentibus jaculis eji confojjus ? Hor dunque haveva intanto Cefare fin dalla prima apertura del Concilio trafmeffo Vigilio un volume compilato da' fuoi Theologi fopra i tr Capitoli, & un'altro lungo Libello continenti feffanta Capi di propofizioni eftratte dall' opere del Mopfueftenio, pregando Sua Santit, che come diftributore del pane dell' Ecclefiaftica dottrina, volefTe appagare l'avidit del fuo intelletocon rifpondere ci, che fopra detti punti egli fentiffe ; e bench il Papa li ritrovante impotente una cos profonda applicazione per il male, che ancor feguitava ad affliggerlo ; tuttavia per compiacere a Cefare , che Io folleritava alla rifpota , ftefe le fentenze contro ciafcuna delle feflanta propofizioni Heretiche del Mopfueftenio, al fine delle quali aggiunfe circa la mateCo!ie t ria de' tr Capitoli , [b~\ effer molto ben convenvole , & eflenziale di f*3[' ! condannare gli icritti di Theodoreto, & Iba, com egli haveva latto de i fudetti di Theodoro ma lafciare intatte le perfone per togliere ogni fofpetto , che veniffero violate in minima parte le difpofizioni venerabili del Concilio Chalcedonenfe, le quali tanto pi fi doveano foftene- gSio.""' re, quanto che la Lettera d'Iba con pia interpretazione potea riceverli per Orthodofla. Quefta Scrittura del Pontefice fii detta il [ e ] Cojiituto c vide f*fm$ hoc di Vigilio, al quale fi fottoferiflero fedici Vefcovi, e fra quefti Valen- &*&*** *t*. 1 tino di Selva Candida, a cui , come fi ditte, erano fiate tagliate ambe &fa?* ' le mani per ordine di Totila ; perloche leggefi la di lui fottoferizione fatta da Zacheo in quefto tenore , Zachaus Epifcopus. rogatus Fratre ydentino Epifcopo Silva Candida, ipfo prjfente, confentiente , rnin dittante, buie Conjiituto pr ipfo fubfcripf. Trafmeffe dunque il Papa il fuo Coftituto al Sinodo, & Giuftiniano, il quale non pot n pi aiXHnS"* fegnofamente riceverlo, n pi furiofamente fcagliarfi contro l'Auto- efiio del Papa'. re, mentre in etto tutti gli occhi del Mondo leggevano termini revocategli del fuo editto, e ciafeuno feorgeva, comeconfalce, troncatili fuoidifegni, e le decifoni del fuo Concilio: onde [ d ] incontanente egli f a ^naft. *#.* trafportar Vigilio in efilio con tutti que' Prelati , che a lui adherirono con- VL tro il Sinodo, altri ftraziando in penofiflme carceri, altri rinferrando r!s inremotiflmiMonafterii, fra quali [e] Vittore Vefcovo Africano fi refe T r li {f ;J\f
%

&

&

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&

patimenti, enellacoftanza, e Facondo [/] Vefcovo Hermia- i Litrl dm. nenfe, che fu coftrettoifalvarfua vita con una continua fuga, perfeguita- Lrcv ? '* lt' to morte da Giuftiniano , perche haveva publicato un Libro in difefa de' tre Capitoli . N Vigilio ricuper la perduta libert , f non l'anno feguenilluftre e ne'
'

tc

>

Uj

in Italia,

quando ad iftanza di Narfete concedette^ Giuftiniano il ritorno doppo che da lui hebbeottenuta la [b] avocazione del C}ftila

s **.5J4-

h a*r.r.w.M*

tuto, e

[i] confermazione del Concilio.


II.

tv.>,r./. 4 .

n>

Temo

Ma

Vigilio.
Rivoc.nione del
e

j x

Secolo

VI.
come ad ottenuta Vitto-

Md

alle

cofegid dette inforgonobaldanzofi,

provazione

Z'i

Conci]

Romano, fecondo i varii rifletti , e argomenti , ch'esimo propongono, chiamati merita r r o lois in [ito Origine _, ? mente Rancida argumenta da un Eminente [6J Scrittore, che a lungo rib /*i' f/ A ^'"" a batte le loro impofture Dicon'effi, contrariar quello Concilio al Chals*Md ppofizioni, che cedonenfe , el'unde' due eifer verace, il Chalcedonenfe , che approv il difo^&afpapr Iba Cattolico in virt dellafua Lettera, Coflantinopolitano, checone lordifcfa. dann la Lettera con la cenfura di Hereticale. Inoltre ripigliano Vigilio come errante in materie rilevantiffime , mentr'egli nel fuoopufculo dogmatico i Fede , fia coftituto , riprovale decifioni flabilite da quel Concilio nell'affare propoflo de' tr Capitoli , e pofcia Cattolico , & Ecumenico dichiara con Apoflolica confermazione quel Concilio . Cofe tutte opporle e che rendonoun Concilio contrario all'altro , e il Pontefice contrario f medefimo . Ma quefte due obiezioni, con concederle nel fuo legitimo , e Cattolico fenfo , fi evacuano , con ben ponderarne l'affinto faciliffimamente fi fuperano E Noi ,tralafciate tutte quelle gran ragioni e vide Bron che fono frate fin' hora efpfte da gravitimi [ e ] Autori in riprovazione di fomiglianti calunnie,ci atteniamo daHifloricial puro racconto dell'Hifto* LMeT &l'thl ria, il quale da f medefimo con la fua fchietta narrazione ribatte , & abbatp cn innumerti te l'uno, e l'altro argomento ; e circa il primo, anche ammefTa chiara , & evidente la contrariet , che pretender! de' due Concilii , e che la rifoluzione del Coflantinopolitano direttamente contradica quella fatta nel Chalcedonenfe , nulla nuoce all' incontrovertibilit dell' uno , e dell'altro ; mentre la Decifione del Chalcedonenfe nell' affare della Lettera d'Iba , non fu tale, che dir fi pofla parte del Concilio Chalcedonenfe, eflendo chetai dvtitiit Pontifica, materia fu agitata doppo la feda feflone, come habbiamo [ d] fuo luogo "provato con authentiche teflimonianze, quando trattando noi di quel "jf^Miif* Concilio, l'habbiam veduto chiufo, e terminato doppo la fefla feflone, e vide epift. s. in cui diedefi compimento [ e ] quel gran CongrefT circa le materie con:, cernentia ^ a F ec e ' approvate, e canonizate da S.Leone nella Lettera cirn?* ?"*"?#'S eUmjmb v'ontifi- colare diretta ai Vefcovi Francefi, che pur' habbiamo fuo [f] luogo nocatutjHfdem cutata Onde deducefi , che contrariando il Coflantinopolitano al Confeifo fvld n Pontife. Chalcedonenfe, non contraria al Concilio Chalcedonenfe, ma quell' Apdij. Leone ton.i. p encji ce del Concilio Chalcedonenfe, che tratt folamente della unione , pas 5i e perfone de' Vefcovi, e non delle materie di Fede, e che guittamente pu dirfi I{ecentiora Cbalcedonenfis , come di quel [g ] di Rimini diffe [b] S. Athag vedui pontificao di beno to.i. nafio I\ecentiora jLrimini . Nel rimanente non vi dubio alcuno, cheper t l p Religione Cattolica Giuflinianopofe in Campo immenfa della *h' s.tithtn. *d difgrazia Efifc.'vifric" una Queftione , laeuidifeuffionenoneran necelfaria per la Chiefa, n utile al Chriflianefimo, quale apparir poteva egualmente chiara chiunque riguardar la volerle con occhio difapaffionato, efincero, bench allora non ben ("velata foffe i Vefcovi Occidentali, foffe maliziofamentpromoffa, e ventilata dagli Orientali tuttavia il fatto fu, che cagion torbidi indegni, perniciofiftmi feifmi , & odiofe confeguenze, dedotte tutte da un de boliflmo principio, e che da caufa non viziofa produfTero in fine maligninomi effetti . Per il che Vigilio ( e qui fi difeende alla rifpofla della feconda obiezione, ) che fedevaal timone della Nave della *
VttabldTvEgl la veracit infallibile del Pontificato
tomckap.ti.Hai
,

Ma-

aj da molte bande maligni Heretici , poco accorti [a] Cattolici, per d^creditar gli oracoli di un Sinodo Ecumenico, per render rea di fattiti
fecondo _
i

cavillofi
.

</<

'

'

'

Chiefa

Capitolo

IX,

Vigilio.

Chiefa, sbattuta di onde contrarie, e ridotta in termine di naufragio, maraviglia non fu, che in una materia non appartenente^] Fede, mi Jj &$&/?'*' * perfone qual buon Nocchiere rivolgere la prora hor qua, hor li, per ifean(are hor'un onda , hor l'altra , <k incorrelfe fra l'opinione degl'Imperiti nella taccia di leggiero , iftabile e vario quando il di lui operare fu erFetto di foprafna prudenza, d'inconcuicoftanza, edialtafapienza, fecondo il b commini detto , Sapientis eft mutare conflum [ b ] Si in trium Capitulorum tp J- Gr, i- &> ? negotio, foggiungc in difefa di Vigilio il Succeffor Pelagio, aliudeum veritas qudreretur , aliud inventa ventate dicium e/i ; cur mutatio fententia; buie Sedi in crimine objicitur , qua cuntla Ecclesia in ejus ^Autlore venerai ur K{on enim mutatio [enteriti'a , [ed inconfiantia fenfus in culpa eft Quando ergo ad e ognitioncmrecli intcntio mcommutabilis permanete quidobftat, fi ignorantiam j'uam deferens , verba permuta * Il che appunto avvenne Vigilio, fecondo i vani riflell del puro feguito fucceflb poich allaprima condannazione de i tre Capitoli fatta daGiuftiniano , ei l oppofe acremente, parendogli , che s'invertirle la riputazione del Sinodo Chalcedonenfc, e che non dvelie in ci intrometterli un Principe Laico:dipoi vedendo feguirneScifma, vihavevaacconfentito. Indi veduto nuovo fcifmadal confenfo predato, ed eflendo articolo, che non apparteneva a Fede, un' altra volta ritiroifene e perci neg di concorrere al mentovato Concilio , e con elfo lui convenne molta parte de'Cattolici , mentre dall'altro canto altri Cattolici adhcrivano al Concilio. Editi quella controversa s luna, come l'altraparte pugnava per foftenere il Concilio Chalcedonenfe ; Vigilio , e i fuoi , perche da quello i tre predetti Theodoro, Theodoreto, Iba credevano* ricevuti nell'unit della Chiefa; i contrarli, perche le Scritture diqtie* tre contenevano gli errori dannati dal fudetto Concilio. E queft' ultima fentenza al fine prevalfe; onde il Sinodo Coftantinopolitano fecondo (al quale VigiPofegncndole orme de'fuoipredeceiTori, che negli Orien, , , .
.

&

tali Conciln giammai non erano flati preferiti, non valle intervenire )fi terminato con fua renitenza , e difeonfentimento , e pero dapprima non hi legitimo; poicia approvato [e ] dalmedefimo Vigilio, edal fuo fuccef- c <*?' M.4-*. forc Pelagio Primo ricevette il vigore, che gli mancava; nafeendofeif- VpMi$i%u t ma quindi poi ir Chriitiani, opponendo gli Eutychiani, e gli altri con- Phm* tp. & C dannati nel Chalcedo/ienfe , che la Chiea Romana eral ritirata dal Z'/Zc Zu' Chalcedonenfe con approvare il Coflantinopolitano fecondo, e dall' al- Hift.deiciuU.'di tra parte Pelagio, & altri Pontefici, oc in particolare S.Gregorio dif- it!"*m 9.**'**' (pando quell'apparente ripugnanza, edimoflrando, che in quanto alla dottrina accordavanfi que due Concilini rifiutar l'Herefie de' tr prenominati Vefcovi Theodoro, Theodoreto, &Iba, e dichiararono tutta la diticolta conlftere non intorno i Dogmi,mfemplicemente intorno alle perfone , delle quali erai trattato nel Chalcedonenfe , doppo havere intieramente inabilita la dottrina nelle fei precedenti Sefioni , che fole p odono dirli legitime parti di efl onde non efler quello un'Articolo di Fede , che appartenelfe alla infallibilit della Chiefa, come Noi di fopra habbiamo detto , e come chiaramente apparir dal profeguimento della noitra Hiftori a. Nel rimanente in tutto il corfo di quefti altari [d]!SJuUus inventus eft A BeiUrm i.^.d ,
,
:

aut errar, aut errors fimulatio , fedfumma conftantia infide ufque ad mortemi ut appareat cum ipfo Tontificatu firmitatem fideieumacccpife
in Vigilio

\am

>

Pont > c - 10 '

& de

levi

paleam

folidijjmam petram

commutatum

fuifle

privilegio folo

dovuto

VlGIT.IO.
a Emicdits in liliei. pr SjntniAcho Pdpa propt finem
t.

I2.0

Secolo

VL

gnusli.l.cpift.j6. ad Epifc, Hibtrn.

dovuto a i Pontefici Romani , a' cjuali [ a ] fi defunt bona cquftta per meritwn , fufficiunt ea , qua loci deceffore Tetri fervantur. jLut enim Ttm,l. Conci & dar os ad hac fajiigia erigit , aut cos, qui enguntur, illufirat. Onde mercfertGratian. C. ritamente Vigilio ricev laudi dalla pofterit , encomiato da S. Gretimnos, dift.40. b S. Greg. Ma- gorio, f b ] Incordando memoria Viguius Tapa in Urbe I{egia conftitutus
f Caffiod. lib. de div.Ui. ci.

contra Theodor am tunc *AuguJam, vel *Acepbalos y damnationis promulgarti fententiam ; da Caflodoro , [ e ] Origenem prafenti tempore Vigilio

Tapa
[

viro beati/fimo confiat

effe
,

damnatum
^Apojioltco

..Arat* in

pr*fat

ali,

^1 *fiol.

Domino

Sant'Io, Beati/fimo
Vigilio
.

&

e da Arato facro Poeta


in foto

Orbe primo om-

nium Sacerdotum Tapa

CA-

12,1

Pelagio."

CAPITOLO
Pelagio

X.

Romano
i

creato Pontefice
5 5 5-

Panno
Decreto di Pelagio contro
Cattolici

Simoniaci

Scifina de'

Vefwv

per la feguita confermazione del Concilio Co^/ittentione del Pontefice per ftantinopolitano fecondo
.

ejiinguerlo

L primo oggetto
la

che
,

Ci

grello al Pontificato

fu

il

propofe i Pelagio nel fuo porte un forte oftacolo

in-

c djnna de su al- montaci


.

Simonia , che haveva havuta tanta parte nella rilegazione di Silverio , e nella prima all'unzione al Pontificato di Vigilio ; egl' intim dunque una pubiica Proceffione da San Pancrazio San Pietro , ed eflb medefuno portovvifi accompagnato da tutti gli ordini delle Chiefe , ed avanti di venerare il Corpo del Principe degli Apoftoli , fal fu'l Pergamo , e diftruggendof in lagrime , doppo lunga concione cos ^ P(l^ a parl al Clero , e Vefcovi affittenti , [ a ] Ut fi quis Me efi , qttigu, promovendus ejl in Sanila Ecclefta ab Ofiiario ufque ad gradum Epifcopatus y nec per aurum , nec per alias promifftoms profictat ( Vos enim omnes fcitis , quia hoc Simoniacum efi ) fed fi quii ille efl dotlus in cpcre Dei , bonam vitam habens non per dationem , fed per bonam converfationem , non inhbemus eum ufque ad primum gradum venire. Cosi egli. Fu ricevuto con tenerezza di lagrime l'Oracolo del nuovo Pontefice, cfecrandofi da tutti l'eccefib di Vigilio , e l'Herefia antica de' Simoniaci. M; l'altro punto fi di maggior pena Pelagio, e di agitazione maggiore alla Chiefa Romana. La confermazione Pontificia di quel contraitato Concilio irrit talmente gli animi de' Vefcovi Occidentali, che non mai forf pi riclamoffi in Occidente, contro la Se- *<*(& contro il de Apoftolica, che allora, per l'erronea/Sp^mone > che con tale ap* conf/rmaifone 1 * (novazione venife il Papa in un certo modo pregiucjicare all' al- feguita dei quinto$,nodo tro riverito di Chalcedonia . In tal rifentim'ento di animi fi aggiunf, che, morto Vigilio, confermante Pelagio [ b ] il Decreto dell' b Urm^tm jjj-/ " urn 11 Anteceflbre ; e tanto maggiormente fi accendere la contradizione i quanto pi la contradizione parea fondata nel falfo fuppofto , che il Concilio Coftantinopolitano fecondo non folo contrariale , ma diftruggeffc il Chalcedonenfe. Per lo che da i rifentimenti delle parole pattandoti allo fchifma formale de' fatti , quafi tutti li Vefcovi d'Italia , abbandonato il Pontefice, perfifterono in rigettare il quinto Sinodo , aflcurandofi , che fenza lefione di Fede poteano fottrarfi dall' approvarlo, con la ragione, perche in eflb non fi. era trattato di Fede, mi di perfone. Nell'impegno diquefti fentimenti oftinatamente perfeverajrono i Vefco vi della Liguria, Iftria, e flato Veneto, contro i quali in vano efclam
'
-

'

Pelagio.
C
n'

jzz
i
'

Secolo

VI

il lungo fpazio di pi di un SecoPelagio , & trafcur quello nuovo malore nel corpo della Chiefa con Pefcv"?tegiicr lo Eg u P ero non lofcifma. difpregiarne il rimedio, con non applicarlo tale, quale conveniva alla a p.ug.epft.z.}. di lui gravezza ; conciofiacofache doppo di haver fuliicientemente [ a ] 4 Jprovato confodiflmi argomenti, quanto lungi andaflero dalla verit que' Vefcovi contumaci, ricorfe a' pi potenti ripieghi, imponendo alReligiofiflmoNarfete, che in nome di Cefare governava l'Italia, acci con la forza eziandio de'caftighi li riduceife alla dovuta ubidienza citando inb Tetag. tptft. ?. [b] una delle molte lettere , che tal propofito egli fcrilfe , quella celebre cs.^x*/t.mEn- fentenza di S.Agoftino, [e] Multa etiam e um invitis benigna quadam afpe(hir ritate pletlendis agenda funt; quorum potius militati confulendum e/i , qum volitatati. TS{am in compiendo filio , quantumvis afper , nunquam paterFittamen, quod noli et, ut doleat, quietiam invitusvinus. amor amittitur detur dolore fanandus . Mi dal rimedio efacerbata pi tolto, che fanata la piaga, infamando gli Scifmatici con voci difperate eziandio la fana Fede delPontefice, fi ritrov Pelagio, come in obligo di lncerare appreflbil mondo Chriftiano la fua retta condotta y con una Lettera circolare a tutto ud Baron. i\ Chriftianefimo , che comincia [d] Telagius Epiftopus umverfo Topulo Dei* anno 556, in cui doppo di haver deplorato l'infortunio commune di quella infamia diffenzione, cosili ftende in dilucidazione della fua cattolica credenza, De fanclisver quatuor Conciliis , idefL dicano trecentorum decem, &oclo > Conjantinopolitanocentum quinquaginta , Epbefino primo ducentorum, fed dr Chalcedonenfi fexecntorum triginta , ita me protegent e divina mifericordia u[que ad terminum vita mea fentire tota animo, tota virtute ftnfi(ie y damnationibusharefum , atque profiteor, ut eas in [ancia Fide idefenflone hareticorum , utpot fanto firmatas Spiritu omnimodadevotwne cuflodtam 1 quarum firmitatem , qua univerfalis Ecclefia firmitasefl, ita me tuerr, ac in defendere profiteor , ficut eas decefiores meoi defendifje non dubium efl, [equi, imitar r defider, quemCbalcedonenjis Symaxime quibus illum nodiauclorcmnovimusextitijje qui fuo e ongruens nomini , ejus (e memorimi qui de Trib Juda Leo extitit, vivacijjma Fidei folicitudine evidenter oflendit. Similem igitur [uprajcriptis Synodis reverentiam me femper exhibitnquicunque ab e ifdem quatuor Conci Ilis abfoluti [unt, me rum ej]e confido, ejje Ortbodoxos habiturum , nec umquam in vita mea, Deo no< in omnibus vera pradicatiors corum auiioritate miprot egente, aliquid de [ancia , venero? nitele. Sed& Canones, quotScfs s.dpofloltca fufeepit , fequor, Beo adjuvante defendo i nequeveldehac profeffione reticere , autdifeedere aliquando promitto . EpiffUs. etiam beata recordationis Tapa Caleflini , pr a omnibus Beati Leonis, ne e non etiam fuccefforum ejus Hilari, Sixti, Simplicu , Fclicis , Gclafi, Jlnafiafii , Symmachi , Hormifda Joannis , Felix is ^Agapcti pr defenfwne Fidei Catbolica , pr Bomfacii , Joannis alter ms, contra hareticos , tam ad firritate Juprafcriptarum quatuor Synodorum IllyriTrimipeSy qum ad Epifcopos , vel quoslibet alios pcrOrtcntem, cum, atque Dardaniam , aliafqueTrovincias diverfis temporibus miflas tnpioomlabiliter, adjuvante Cbriflo Domino noflro , me cuflodire profiteor nes quos ipfi damnaverunt , b abere damnatos ,.& quos ipft receperunt , praapu Ibam, meinterOrtbodoxos venerarti venerabile* Epifcopos Tbeodoretum > fpcs, qua in me dono mi[ertcordia Dei efl pr qua liac efl igitur jides mea , maxime paratos nos efie debere [ e ] Beatus Tetrus pracipit, ad rcfpondendum Ptu $~

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di lui Succellori per

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owu

Capitolo
ornai pofcenti nos rattonem
:

X
.

1x3 &

Pelagio.

Cum bac profefjione me vivere opto , cum ipfit . Tribunal Cbrifii afjjlere por hanc peccatis meis abfolvi me credo , ante ad dexteram gloria divina Mifericordia deportandum Qiticunque autem almd fenfcrit , credidert , pnedicaverit , hunc anatbemati\at fanti a , univerfalis Ecclefta Dei. Deus vos incolumes cuflodiat filii diletlijjimi , .Amen. Cos il Pontefice Pelagio. E tanto vigore prefe.la fama malamente divulgata dagli Scifmatici Italiani contro l'innocente Pontefice > che paflando i monti, e giungendone il fuono fin' alle orecchia diChildeberto R di Francia, fpedi queftiun'AmbafciadoreRoma, per renderli certo di qual Fede foffe Pelagio, e s'egli approvale, rigettale la Lettera di S.Leone, ch'era un dire, il Concilio Chalcedonenfe:[ a] Chil- \.fiJ* debertus , dice l'Annalifta Francefe , I\ufinum in Italiam ad Telagium Hptnanum Tontificem miferat, rogtum y an Catholic Leonis Tomum adverfus Eutychetem fequeretur . Telagius refpondit , Librum illum Ecclefta probari ;
ipfeque
,

a!f*'

fidei formulam fcripftt. Qual nuova a d b ] nella Lettera refponfiva di Pelagio nn J,**JJ5J ? Childeberto , confezione degna di un tant* Autore e degno monu- nm"i*. mento dell'antichit di que' tempi.

ut

forinola di

Hex Fede

poftularat

novam
[

leggefi inferita

A-

Giov.IiL

124

Secolo

VL
XI.

CAPITOLO
li

Giovanni Terzo Romano, creato Pontefice


27.

Luglio ss 9

Prevaricatone d Giufniano. Acciecamento , e difgraqe di 'Bellifario Editto Imperiale a favore degli Heret.

ci
'

Imorrutticoli . Violenta e barbara procedura di Gii

fliniano contro

Vefcovi renitenti

Sua morte

Succef-

fione all'Imperio di Giuflino IL Suoi "Bandi contro gli

Her etici. Longobardi


natura
,

Crriani in Italia* Loro origine,


.

irruzione

e fierezza

folo con l'accennato fcifma nel corpo della Chiefa dimoftr Dio , quanto poco gradile il zelo improprio di Cefare nel tirare fine con tanta agitazione degli no. Ecclefiaftici quel combattuto Concilio ; ma con inaudite calamit , che fieramente fconvolfero con l'Oriente tutto l'Occidente , volle in un certo modo come punir tutto il Chriftianefimo di una colpa non fua , e per la reit del Capo laico colpevole , che fi Giuftiniano , caftigar l'innocente corpo di quafi tutti i rimanenti popoli dell'Europa. Precorfe al colpo Ks44tktS /.jr. del flagello l'horrore di uno [a] fpaventevole terremoto, che dirocc gran parte della Citt di Coftantinopoli , e di cui trafmeffe noi notizia l'Hiftorico Agathia , che riferifce lungo r^roVi/me * *P avento e a l'opinione allora di molti , i quali atterriti dall' horridezza di quel moftruofo fcuotimento, grog nofticavano maggiori li futuri cali, allevando voci , e fingendrfTvTfioni , che profumo folte l'ultimo terriPefte. Et mundi banc macbinam qum concitatifbile giorno del Giudizio, [a fim e ollap[urani. Al tremre' della terra fegu l'abbattimento de' corpi b Idem ibidem divorati da crudeliilma pefte , che [ b ] mfinitam fubftidit multitudinem. Onde Giuftiniano efpofto, quanto ogmaltro, alla sterza dell'ira Divina, public la Novella fettantefima fettima, in cui da Predicatore pi tolto , che da Imperadore , eforta i popoli placar lo fdegno accefo del Cielo , imponendo tutti , [ e j JL deliftis abflinere , C Nruell. 77. [equi eos , qui bene vivunt . Dei timorem in corde aecipcre , Ma mentre cofe tali egli predicava , con iftrana contrariet viddefi allora quel vario Principe precipitato in abominevoli peccati , tantoc Prevaricnxion.' maggiormente in lui vicuperofi , quanto che havendo tutta fua vita di Giufiiniano pallata in formar Leggi , e promulgar Canoni con rigore di efecuzione , e riverenza di efempio , allor che vecchio piegava ali* et oramai
Caflighi di Dio corttroGiuftinu'
'

Non

];

&

&

Capitolo
dure rendeva apprelfo

XI.

1x5
&

Giov. III.

oramai decrepita, come dimenticatoti* del pattato , con laide procei popoli avvilita la dia fama anche del benfatto. h ornine s ejufmodi ef[ a ] In fcorta, auri^afque, dice di lui Agathia,

a "'**

ia

ctr.

fceminatos, ac delicns deditos , militare ftipendium infumebat . Per la qual cofa rkrovoffi ben toflo non folamente lo flato, ma la Citt metropoli dell'Imperio obbrobriofamente efpofta cos violenti. ineurfioni de' Barbari, che quel Giuftiniano , cheter flato il terrore de'Perfiani in Alia , de' Vandali ni Africa , e de' Gothi in Europa , rimirofH come e Barbri [a] affediato dagli Himni fin dentro le porte di Coftantinopoli. [a] Belli- contro 'di lui.. far lus , foggiunge Agathia, clariffmus olim Trafettus , etft pr fenetlute in curvitatem jam declinateti mittitur tamen per Imperatorem inboftes, co armorum habtti circumatlus, quibus pueritia jam infueverat. Id namque illi ultimum certamen fuit in vita , che haverebbe ancora con la medesi-

ma

folle

terminata, f Giuftiniano doppo tanti ecceffi di colpe non ancora traboccato in una cotal forte di fierezza contro eli liti , [b] Ut omnem belluinam immanitatem longc fuperaret Nel fuo ritorno
felicita
.

b Euagr.u.c.n.

ricevuto Bellifari braccia aperte dal popolo di Coftantinopoli , e da Cefare in particolare , Acdecamento ai [e] ilui percufio nummo in altera parte [e , in altera parte Bellifarium arma- ^^itenincbrun, tum ejfinxit cura infcriptione bc , Bellifarius Rpmanorum decus . Ma il troppo honore, [ d ] il fontuofo trionfo, con cui egli entr in Co- d Ptocep jt ^ff flantinopoli, gli partor l'invidia de' compagni , e il fofpetto del Princi- iitmui<.t. pe; onde incolpato di tradimento contra la vita del Monarca, fu per ordine di Cefare degradato dalle dignit, privato de' beni, e come alcuni [e] vogliono, anche degli occhi, e ridotto in fine con rincrefee- e crnit.dehontfl. vole fpettacolo mendicare il pane per le Piazze, con gran pregiudizio *{"'" /,tJ, if'f eziandio della fama di Giuftiniano, che con talcafligo orfufc il pregio LAtiVnMuthrtt delle fue belle imprefe, con rendere deplorabile la memoria di quello, /"*"" cilene fu l'Efecutore, e'1 Comandante.
dall'Italia, carico di gloriofi meriti era flato

&

[f \

Ifle Bellifarius

Imperato)-

Maximus

cLTsZ'umbh
qm nftrt Bnnn,
wajtfi..*.

Juftinianeis exiflens temporibus Imperator jld omnem quadrantem terr cum explicuiffet viciorias 3 Tofle invidia excacatus ( fortunam inftabileml) detinens clamabat <plebi in fladio , obulum date Imperatori Quem fortuna quidem clarum fecit , exccavit invidia . *Alii dicunt Chi -onici , non excacatum fuiffe bunc, Ex honoratis autem infamem profet fatlum effe. Et iterum ad revocationem aftimationis venife prioris . Cos di lui cant piangendo un Greco Poeta, bench gli altri Greci Autori preterifehino il racconto dell'acciecamento, lo giuftifichino dall'indegnit dell' accufa, con rihabilitarlo per comandamento del medefimo Cefare allofplendore del prillino flato, come immeritevolmente calunniato , f fi riguarda la di lui innocenza del machinato tradimento, ma guittamente punito, f con pi alta, e feria confiderazione vorr il Lettore ridurli memoria i patimenti , e la morte del Santo Papa Silverio, tirannicamente da lui degradato, e miferabilmente morto nell'efilio. Ma fu leggiero il caftigo di Bellifari, f fi paragona con quello, che prefe Dio adirato contro Giuftiniano.
Bellifari

Toculum ligneum

Infiac-

Giov.

III.

IZ $
f

Secolo
di

VI.
&

Religione, hor di Codici, Infiacchito nelle contefehor irritato medefimo dalla fua Tempre sfrenata curiofiti di voler fapercofe nuove,

CiufiinUno cade
1

e poi nella novit delle cofe fempre titubante , e fempre proclive ad abbracdar , rigettar quelle , che pi gradevoli , fpiacenti gli fi rapprefentavano
alla dottrina che non poffedeva , haveva Monarca l'ottantefimo fecondo anno di vita, e trentafettefimo d'Imperio quando col cader vituperofamente in Herefia , macchio il
al

riKor^utckoii?

genio

>

cne lo dominava , non


,

pattato quefto

t.

ndcorinth.ii.

i parziali comprovolle nulle appreffoquei, che altro fine nongliprognofticarono, che il folito di coloro, i quali [a] Zelum babcnt , fed non fecundim fcientiam Sin dai tempo , in cui

luftro delie fue egregie doti appretto

fotto lo fpeciofo prete ito di comporre le diiferenze della Chiefa, egli cominci coltivar la communicazione con gli Heretici, non fenza gran difpiacere de' buoni avvenne, che porgendo L'incauto Principe orecchia alle loro efecrandc befemmie , rimanelfe prefo allaccio di non fanadottrina, ed efiendo ordinariamente gli Heretici tra f medefimi difcordi anche nelle maflime cattive, luna delle parti lo itrafcinafl al fuo partito, con renderfelononfolofeguace, ma eziandio protettore . Eral'una, e l'altra parte rampollo della fetta Eutychiana, cioi'una de'Corrutticoli, l'altra degl' Incorrutticoli . Softenevano i primi li fentimenti dell'empio Severo cio havcr il Divin Verbo prefa carne humananeceilariamente foggetta al'''"" S& modo tale , che [ b ] Etiam fi nolmfet , tllis infervire cogere* e pacioni > L^T' tur i e li fecondi difendevano l'aflbnto di Giuliano Halicarnaffeo , che preiticorruptibilcm , &paflionHmexpertempenit$Chrtflcarnem 3 c idem eoa. anno dico , [e ]Sic num.i. ut tamen fi voluiffet , eamdem fubjiccre paffionibus valuifiet; delle quali due d sotte ii Pentii Herefie riabbiamo noi altrove fatta, commemorazione , [d] e dimoftrarm ditiormifid* tQ * qualfia il fentimento Cattolico~ fra quelli due eftremi viziofi Giufti-igni) ito />.(( > 1 ., mano, che 111 tante congiunture eraii tempre arrogatal autorit di decider '-75- ter 2. le queftioni delia Fede, non volle perder queita, che glifi prefent cos pronta, in materia cotanto confiderabile; onde fenza n richieder' oracolo dal Pontefice, n decifione da alcun Concilio, e n pur configlio da alcun Vefcovo , ciecamente fidandoli nell'antica guida di Theodoro Cefac n ' " "' 5<^* 'c rienfe , che forte [ e ] perfuafegli l'attentato , cadde vergognofamente nelli E*ne formar la folla dell'Herefia . Conciofiacofacheimbevutoi pienamente della mafhm'a no J 6 fona degl'Incorrutticoli , [fjltaebrius fatluscji , dice di lui il Baronie, ut hvm,?. mente wotus , quid de ea (ententiavellct , ut miverfa Cattolica fentiret Ecclefia , confcripfertt Editlum ; e l'Editto vicn notificato , e compendiofamente g Bv4gK;.i.+c.3. deferitto da [g] Evagrio con quelle parole , Jufiinianus dtcium fcripfit-,. quo affermi , Corpus Domini non fuiffe obnoxium intemecioni , neque affeblionumillarum , qux.naturaliter infitte funt , mquenullam incunuutrcprebenfioDominumeodem modo ante faffionem cornedifie, quo nem, particeps efie; corpus ejus fantlijjimum nullam converfiopojt re-fune Uionem comedit ; nem, mutationcmvevclex format ione, qua in matrice fatta ej, yelexvoluntariis , naturalibufvc affelionibus accepifse , imo ne pfi refurretlionem qui! '

'

.....
.

&

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&

&

h iemtbiitr.

rifeppefi la di lui Imperiale determinazione i perfuadere, & eziandio[/;] di forzare iVefcovid' Oriente fottofcriverlo ; al qual' effetto ne trafmeffe copie tutti con minaccie d' irrcmiflbili pene in cafo di renitenza.

quando

Capi ntoio
2a
.

XL

1x7

Giov.

III.

viddero forf giammai gli Ecclefiaftic Greci in maggior angliper l'incompetenza del comando, come per l'acerbit de' (uccelli, che previddero imminenti alle loro Chiefe, acconfentiffero, contrariaffero al Bando, dal che ne farebbe inevitabilmente provenuta la perdita della Fede, lo feempio de' Fedeli. Mi animati in Dio, frapo- codanzade'Ve. nendo i Santi Vefcovi offequii Cefare, e feufe al comando, per guada- fcovi cattolici, gnare il beneficio del tempo rifpofero , voler'efl attender prima l'oracolo ui Anaftafo Patriarca di Antiochia, e dal parer di un tanto Ecclefiaftico mifurar le loro deliberazioni, [a] Orme s f Alnaftafi Epifcopi Antiochia a i em ibidem. fententiam expetlare refpondendo , primum Cafaris conatum repulerunt Era Anaftafo Perfonaggio cos accreditato dal merito della virt, e dalla fama della dottrina, che benpotevau* da lui fondatamente compromettere, e libert nel contradire, ecoftanzanelfopportare,[tf]^tf/fo/?*w> e di Anafbfo An t> qutdem erati fo^giunge di lui Evagrio, cum in facrarum liner arum cogni- f^"C * tota vita rat ione ade exquifitus , tione apprimdjcrtus , tuminmoribus , ut etiam rerum levicularum magnarti curam baberet , inque tllis nec confi

Non

ine

riftretti s

&

Janti,

momenti
ita

animi fui proposito decedere vellet nedum a rebus max imi & ponderis & qua ipjumDeumvderentur attingere. Quin etiam &
(labili
y ,

fuum temperava ingenmm , ut neque propter levitatem animi , atqm comitatemnimis facile bis rebus , quaminusrationi confentientes erant , cedereti ncque propter feveritatem , dr inclementiam agre bis , quas re&a ratio
.

ut poflulabati afkntiretur Ac rebus feriis audiendis e]us patebant aures t perfpicax fermone profluens , ita in quajionibus difjolvendis acutus , rebus autem incpts, nullius momenti ovcluft aures ; linguam vero jic filentium loquela frano cobtbuit , ut c> fermonem ratione moderaretur , prajabilius efficcret Cos Evagrio di lui. Ma Giuftiniano innamorato del fuo impegno , e refo oftinato nella fua opinione , non fi pu dire , quanto gioiffe della risoluzione de'Vefcovi , fperando che l'abbattimento di un folo recar ben prefto doverle la vittoria di tutti Onde tanto maggior-

&

&

&

&

difpofe all'opera , quanto pi l'opera gli Ci affacci di facilirlmanufcita, dovendo elio potente, e glonofo combattere contro un Veprefto fi avvidde della fua mal concepita fperanfeovo folo, inerme . za. Conciofiacofache egli trov Anaftafo cosi ben proveduto di feienza, e cos forte nel zelo della purit della Fede Cattolica , che venne difperar del fucceffo anche fui bel principio del dife^no, [b] Anaflafius ftc divina quadam animi celfitate elatus fuit , ut Jufliniano peritteras fuas libere, " aperte contradiccreti tum perfpicue admodum , tum difert oflcnderet , ApoJtolos, c> SanciosTatres confi fjos effe , atque ade tradidiffc , Corpus Domini internecioni obnoxium cjje , cr ajjttlionum , qua funt natura in animis impreca , quaque reprebenfone carente particeps. Eodem modo etiam Monaibis majoris, minoris Syrta de bac re fcifcitantibus fententiam , refpondit: omnes confimi ava, mcntes ad certamen ineundum praparavit In Ecclefia demque leclitavit quotidie illam Tauli Vafis eletlionts fententiam Si quis euangeli^vct prxter id y quod accepfiis , etiam fi Angelus de Calo fu ,
fi

mente egii

&

Ma

r im uidti\
i

&

anatbema
fidei

Quibus omnes , paucis exceptis , afknfi t jimile jtudium erga . Trabocc allora l'animo irritato di Giufti- sdegno d.ofare niano in aperta fierezza , e il primo , che provonne gli efftti , fu il pi proffi- "<. E coia a molui, cio il Vefcovo della fua Imperiai Citt di Coftantinopoli. Gran cinopoiitano. latto invero, e degno di ftupore chi confider un Giuftiniano, che in
ejo
.

defcnfioncm dcclararunt

fatti

Giov.

III.

Ix g
&

Secolo

VI.

fatti, e in parole tanto erafi pregiato del bel titolo di difensore, foftenitore , e propagatore della Fede Cattolica, divenir' hora un Diocleziano per

un fecondo [a] Arcadio per ingiuftizia nella condannazione i^rcAJihdtpuf,, crudelt, '^' vitiiperofiflma di un de'piriguardevoli Prelati d'Oriente, la cui
criflftoJa'

memo-

prefentemente fra Santi dal Martirologio delle dueChiefe Greca, e Latina foliti effetti di chi cadeinHerefia, e di chi perdendo il lume della Fede , perde eziandio quello pi fendibile della ragione Giub inoiRU s.Eu. ftimano dunque chiam f Eutychio, [ b ] ajfumpta cbarta, in qua ufaffd^Sm deteftanda illius opimo , qud Domini Corpus ex Divina natura copulazione tomi. incorruptibile fuit, continebatur; cum eam Divino Eutycbio Imperator pera San " Cuffragio fuo illam comprobaret . Il k&ffet ' fl^gubat , ut fententia , fo Pa t'riVrca! Santo tra collante, & offequiofo dottamente lungo efpofegli l'infulfiftenza dell'affranto, e la contrariet, chehavevacon le mafime Cattolie ibidem, che, [e] Ternctofa omnin peflis eft, egli diffegli, affermare incorruptum fuiJJ'e Domini nojirijefu Cbriji Corpus ante I\efurretlionem . Quis adc fiultus eft, ut Domini Corpus ex co, qud cum divinanatura opulatum fuit , incorruria fi confacra
:

&

&

ptum afierat-.cum hoc confer , colligendum fit , neceffari fiblam , fimulatam humana carnis fufceptionem extitifte ? Quomodo enim mcorruptum Cor*
pus pati potuit-, aut circumcidt, aut pannis invoivi, aia latte nutriri ? Qua illam vita largitrccm carnem fubiife credimus crucem item , clavorum for amina, lancea vulnus confiteri oportet Incorruptum igitur de ilio dici non potefl nifi per hoc verbum intelligamus corpus illius nulla unquam fuiffe peccati macula contaminatum , aut in fepulcbro non effe diffolutum . Cos gli atti allegati. Ma nulla giovando n i configli chi era rifoluto, n le ragioni chi perfifteva oftinato, gittando il Santo Vefcovo tutto il penfierodisnellemanidiDio, rivoltoti! francamente Giuftiniano, e d itaftseims, con le parole, e con lo fpirito di S. Paolo, [d] Se nibilutiliumomififfe, foggili nfe, quodnon nuntiarit, atquc impoftcrum ita f confirmavit , ut pr C bri/ti fide vellet omnia perpeti; Certo , inquiens, fcio , nec mortem , nec yitam, nec prxfentia , nec futura , nec affiiclionem , nec angufliam , nec famem , nec nuditatem , nec gladium , nec exilium pofie me fep arare cbarltate Dei, qua eftiiCbrifioJefu Domino noftro E cos detto fi part. N guari and, che mentre il Santo offeriva il divin Sacrifcio nella Capella di ePrcop.dexdyic. S. Pietro, dal mt defimo [e] Giuftiniano inalzata dentro il fuo Imperiai luftiniani mper. Palazzo, fu tutta la di lui famiglia violentemente prefa da' Soldati , & egli medefimo per ordine di Cefare , nudo , e maltrattato , deporto dalla Sede condotto da'vilifTmiMiniftridiGiuftizia hor' in un Monafterio, hor' in che Ha Giuft. nianoignomino- un'altro, trofeo di gloria perla Chiefa Cattolica, e monumento eterno nt d'infamia per la memoria diGiuPciniano. Volle l'iniquo Cefare cohonepoflo 'e!iicra Mto. Itare il fuo empio fatto con una forma di giudizio molto pi barbaro della fentenza , e chiamati parecchi Vefcovi feguaci dell'adulazione, richiefe da ern" il confenfo per la depofizione feguita e per la pena ordinata dell'efilio ; e le acciife , che contro il Santo furono addotte ( indegnit miferia di lin Monarca Cattolico prevaricato ) furono le feguenti, [/] Qud unclusf Et's " au eflet y qud avculas comedijjet , qud multas boras gcnibus flexis oraftet alia id magis a.huc ridicula. Ma procefs meglio Dio la Santit del fuo Servo con infiniti miracoli, co' quali accompagnollo in ogni paffo del fuo efilio, he fono lungo riferiti dagli Atti citati, quali noi non fDlotrala(ciaino per brevit, ma per defiderio ancora di giunger pienamente a
fi

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'

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defer-

Capitolo itolo
defcrivere

.Ai. XI.

no
&

I "io

Giov.

il tremendo caftigo, che prefe Dio adirato contro Giuftina- Morte improw& diGuRfnano. toglierlo improvifamente di vita nel medefimo tempo del fuo efiho Coaciofiacofache non contento della depofitione , . I ,u i S. Eutychio , mentre alla medefima pena [a] egli condanna l'illuftre l tffi}'''' Anaftalo Antiocheno con.tutto il Clero di quella Chiefa, [b] inviabili

no , con mal fare

plaga ex bac vita difccjfit . Evagrio Soggiunge, [ e ] Ex improvifo perculfus ex bac luce migravit ; e come ci rettifica Corippo , [d] Media con maggior' horrore di parole , e di fenfo conchiude in [e] notte. altro [f] luogo il fopracitato Evagrio Hiftorico prefente queftifuccefac tumultu complevifict , fi , Juftinianus igitur cum omnia omnino turba , mercedemque bis debttam in extremo vita fua tempore reportafiet , ad ftpflicia , jujio Dei judicio , apud Inferos luenda profetili; eft . E noto ci, che attefta Niceforo, [g] ch'ei fi pentifledel fallo, e che nel fuo teftamento ordinato* e la rivocazione dall' efiho del Patriarca S. Eutychio ; onde quindi crediamo, che proveniffero le immenfelodi, con le quali ceil Pontefice [ lebrano la memoria di lui San Gregorio [ /; ] Papa , ] S. Agathone , e la divota ] k ] commemorazione , che di lui fi faceva in Efefo tuttavia ficcome il fuo noognfanno in Conftantinopoli , me rendefi honorevole nel bene che fece, cosida[iJ molti vien ricevuto
iftus

%!&.&%&.

bus infimi in>i*r*.

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sjnod. a &.4.

come
avanti

efecrabile nel male che


il

oper, esclamando pur troppo vivamente fJSiSyls'


Tribunale del

cofpetto di

Dio

e'1

mondo

il

fangue di

S. Sii-

. 4. */9-

*%

""*** Vigilio, l'efiio di tanti Ecclefialtici , l" oppreffa vedo, libert della elezione Pontificia , la Fede conculcata con 1' Herefa , la mEvagr crudelt efercitata co* Sudditi, l'avarizia, e la rapina, con cui [m] fpogli le cafe degl'Innocenti per albaga d'inalzar Tempii ai Santi, e tutgli ftrapazzi di

4<r ' 29,


'

to
di

fa fortemente temere di eflerfi avverato il detto che [ n ] Juftinianus cum omnia omnin turba , tumultu compievijfet , ad fupplicia , jujlo Dei judicio apud Inferos luenda profe-

ciinfomma, che ci
,

Evagrio

&

n lJ* ml -S'

c*

ftus eft

L'Imperio dunque, che un Giuftino havea

lafciato Giuftinianotran-

quiliffimo, e fiondo nella Cattolica Religione, lafci Giuftiniano un* altro Giuftino perturbatiffimo , e divifo in fazioni , feifmi, &Herefie, in modo tale che per ricomporlo richiedeva!! un fecondo Giuftino , che nella piet pareggiafie, poco lungi andaife dal primo. Effondo che havendo l nuovo Cefare ritrovato agitato l' Oriente negli accennati tumulti, con fuo Editto ripar fubito ad ogni nuovo moto di discordanza, prohibendo ogni que[ o ] generalmente tutti ogni qualunque difputa di Religione , itione particolarmente, che concerner potefle all' ineffabile adorando Mifterio della Santifllma Trinit . Quindi fped gente d' armi in Alexandria perfedare i feoncerti, chefempre inquieti follevavano col li Fazionanti

succeifione ali* di G,u "

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suoiEandi con-

"0 gii Heretici.


Ev *& r%
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hordiun'Herefia, hor dell'altra; richiam dall' efilio S. Eutychio, econ memorabile fentenza rifpofe agli Heretici, che intimorir lo volevano con
fofpctti di guerre , e minaccie di follevazioni

[p] Fgs Romana Dei eft: terrenis non eget armisi Jure pio yivit Bellum non ingerii ultr ,
:

* taHd,bH,I^"

?m'!$f!***j.m:
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Sufcipit illatum
il fuo Imperio farebbe flato il Chriftianefimo , f nuovo feorrimento di Heretici Barbari in Italia con feiagure prefenti non haveffe rinnovatele calamit paffete.

E felice fotto

Tomo IL

Ri-

,,

Giov.

m.
He "
*

Secolo

VI.

reS!uni?ii taw

PaKiHsDiac.de

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io*n\m.& libi,
ti

Richiamato da Giuftino Narfete alla Reggia di Coftantinopoli per godere ivi il frutto delle riportate vittorie, mondarono i Longobardi l'Italia, e con l'innata fierezza delle popolazioni Settentrionali aprirono in quella deliziofa parte dell'Europa un'horrido Theatro di barbare crudelt.. Chi chiamaffe coftoro, e qual fofle la tromba , che li eccitaife tale imprefa, non noftro pregio indagarne il vero, dibattuto eziandio, & o.fcuro apprelfo gli Autori medefimidiquel tempo. I Latini vogliono , [a] che reclamando Cefare i Romani dall' jnfopportabile rapac * ta de' Greci della 9 Lia e come Capo efs' incolparono Narfete , Giuitino rkhiamaife Nsrfete , e Sofia Augufta Conforte anche con imprope^

rio gli fcrivefe, che tornaife Coftantinopoli, e (come ch'egli era Elinuco ) [ b ] Cura puellis in Gynxceo lanarum penfa divideret ; del qual rimprovero infofferente Narfete, [e] refpondifie fertur, talem fe impe"''idemibd. ratrici telam orditurum , qualem ipfa , dum yiveret , detexere non pofet , accennando lachiamata, ch'ei haverebbe fatta , come dicefi ch'eifacefa lAnaft.M.hc fe e foggiunge [d] Anaftafio , che Isfarfes 9 de' Longobardi in Italia ; l\pma non poj multum temporis mortuuseft. gli fcrittori Greci egrejfus molto lungi vanno da tal racconto ; e dicono, che havendo Giuftino pacificamente foftituito Narfete nella Prefettura d' Italia Longino , fi partiffe Narfete gloriofo da Roma , e pi gloriofo giungeffe Coftantinopoli tctdrcn.inchron. dove molte fabriche [e] inalzale, caro alla Corte. Il [/] Cefare, f conpp. uccr. c fe fe yero ^ a ^ cacj^ j a ca i unn j a del mac hinato tradimento, e refta intatta la bella fama di Narfete, d cui molto deve Roma, l'Italia, e tutto il Chriftianefimo per lo fcacciamento feguito de'Gothi Arriani, del quale lafci ai Romani una non men nobile , che deliziofa memoria ornella coftruzione di Ponte Salaro , riftabilito da lui , ampliato , nato eziandio con la vaga ikrizzione , dinotante la fabrica , e la VitPaul.

duc. he

Ma

&

&

toria,

Qum
Et

bene curvati direfta efl femita pontis Jltque interruptum continuatur iter ! Calcamus rapida? fubjebTi gurgitis undas,
libet irata cernere

murmur

acjux

vidcArot,.4t,no
ii.

56i.n.

& anno

O
te

gaudia reflra Quirite* Et TSlar/m refonans plaufus ubique canat . Qui potuit rigidas Cothorum fubdere mentes> Hic docuit durum Rumina ferre jugum machinaffe dunque Narfete il tradimento, come
Ite igitur faciles per
.

pu

crederli

la bella Italia

5<J8.r.io.

Lorficer*ia,e fcorrene.efede.

paui.
'

duc.

de

f'SfSS
563.
'

fj!'*"'

1' 1 '

innocente fertilit , con la niere, per efier'efia lucanamente depredata dalla loro ingordigia; certa cofa fi , che vi traboccarono dalla Pannonia i Longobardi fotto il i oro r Alboino con s numerofo efercito i Gente indomita, e barbara , che reca fpavento leggerne nell' Hiftorico , [b] anche doppo tant * Secoli , il fucceffo. E fama, che nel d [i] folenne diPafquaeglino penetraflero nel Trevigiano , e che Felice [ ^] Vefcovo di quella Chiefa , nulla atterrito quel mondo di nuova gente , con Apoftolica coftanza fi prefentafle avanti Alboino , intimandogli da parte i Dio la guerra , fe alle cofe di Dio , e di quella fua Chiefa menoma offefa recafle la fua venuta ; e che il fiero R divenuto humile , e manfueto

[ g ] verifimilmenmedefima fi tradifle con la fua quale ha fempre allettato le Nazioni ftra-

da

fe

Capitolo
f ueto ,
[

XI.

per fuum b Procop. de beli, fu facultates pofiulant concefjt , Gath.l.%.& S. Gre. pragmaticum pojlulata firmavit. Erano [b]i Longobardi la maggior par- gor.in Dial.lib. J. te Arriani, bench [e] molti perfeveraftero ancora nel culto della Genti- cap. i 3 e IdemS.Gree. e. lit; ma popolazione cos indomita, e terribile, che f dimenticare agi' i6.& 28. Italiani ogni pattata afflizine de' Vandali , e de' Gothi ; e S. Gregorio [ d ] d Idtml..c. j. chiamala ufeita dalle porte dell'Inferno, efpeffo deplorale immenfe miferie, che fopportava Roma, e l'Italia dalla loro fierezza. Entrativi dunque, come furie, la faccheggirono tutta, [e]Etdificiaipfainjuflcre- e Procop. dt itti, mabant , fluprumque feeminis , vim infer ebani facras in &ies refugienti- Gotb.l.j, bus; con quel feguito di horridi avvenimenti, che in loro proprio luogo foggiurtgeremo , dedotti non tanto dal Longobardo Paolo Diacono, che nella fa Hiftoria troppo [/] favorifee i fuoi Compatrioti , quan- (Panl.Dlde.de gLongiburd.t.l. to da autorevoli Autori prefenti ai fuccefli , e da S. Gregorio in par- ftis H. cap. ticolare , che a lungo li deferive $ [e Tempre fi duole della loro inhunana condotta
a
]

Ownf s

Ecclejix

&

Giov.
a

III.

Idem

ibid.

&

A-

.
Beotdet-; j -

TO.

l^Z

Secolo

VI.

CAPITOLO
Benedetto

XIL
li

Romano

creato Pontefice
573.

16.

Maggio

'Barbara incurfione de" Longobardi Arrani nell9 Italia , e miracolofi

avvenimenti in confermazione Fede Nicena*


51

della

Soggiunge 1'Hifiorico, Liguriam inpr&ter eas qua in littore maris , !?0<J^j e San Gregorio proliflamente riferifce fuga de* Monaci jxav65^ poftta funt , cepit cafinenfi a Re IjJggJSjM la difolazione del Monafterio di monte Calino, che incelidiarono i Longobardi , diripientes [ b ] omnia ; d'onde ribs'.Grtg.ni>ia'. virMmTrS fiigiatifi que' Monaci a Roma , furono ricevuti dal Pontetm ,4.eptf.M. iu''7' e i ce B ene(^ ett0 ne i a t e rano , [ e ] alimentati lungo tempo con caritatevole fuifidio fpefe della Camera . Ma inhorriditi della loro mede lima fierezza , e come odiando il loro medefimo alpro naturai governo , doppo la morte dei due R Alboino, e Cleffb, patando dallo flato Monarchico all' Ariftocratico , fi divifero i Longobardi gli acquifti e di un fol corpo formandone trentafei piccole Provincie > allignarono ciafeuna i eife per governadore un Nobile con titolo di Duca , chepi propriamente Tiranni poterono chiamarli, che Duchi j eoncioiiaco *** LZ> Mt,i,u fache , f d 1 His diebus multi nobilium Mmanorum ob cupiditatem Ducum reliqui vero per partes divijt ternana partem frugum Longointerferii funt bardis perfolverunt > tributarti efjciuntur . Torra bis Longobaj-dorum Dae facchegga'

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totius genti , expoliatis Ecclecibus , feptimo anno ab adventu ^ilboini , feUis, Cvpitatibus fubrutis , populifyue, qui more fcy Sacerdotibus inter fi** getum exereverant , extintlis in is regionibus y quas Silboinus ceperat , Ita-

&

maxima ex parte capta a Longobardis fubjugata efi . E San Gregorio apertamente attribuifee miracolo di San Pietro , che non cadefle anche Roma allora nelle loro mani , ritrovandoli quella Citt Iproveduta bella formidatis foccorfo, [e] Si vero gladios Italia , e s Grtf.ti7.c2f. d* &ente > e di Afflizione dlia* (crille il Santo Rufliciana , folicit debetis afp'uere , quanta Beati Tetri chie& Romana. ^p fl i orum Trincipis in bac Urbe protefio efi, in qua fine magnitudine poita

&

militum , tot annos inter gladios (ilafi , Dea auclore y loggiunge il medefimo San Gregorio in altro , fervamur f s.GrtgMftW? fpelfi donativi , co' quali l ritrovarono obligati li Papi d [f] luogo , ai V^u%"uT.' redimere dagli Arrani Longobardi la loro ChiefadiRoma, [g] Vigintijam, g idcnuLid. &feptcm annos ducimuSy qud m bac Urbe inter Longobardorum gladios vivimus , quibus qum multa bac ab Ecckfa quotidianis diebus erogantur e di Roma. Mi s'eglino non s'imut mter eos v i Pere poffmus, fuggerenda non funt padronirono giammai di Roma, non per non defolarono barbaramente i di lei contorni, mandandone lacco le cafe, le Chiefe, e fin ricupitli
,

fine adjutonis
:

Gran merc

cendo

Capitolo
<endo
in ftallc
di

XII.

133

Bbnedet-

* venerandi Cimiterii, che principiando cjual fotto le .aura della Citt andavano nafeofti ferpeggiando per le circonvicine campagne , [ a ] Cum per evoluta annorum jpatia diverfa ? ?ti,dui ?*/* S-tnclorum Cbrifti Martyrum , atque ConfeJJorum ejus foras muros hujus "l e ?*afZ?ut l{oman Urbis [ita Camcteria negletta antiquits fatis manerent diruta ^/f/"^'*^ r tontigtt pojlmodum ab impia Longobardarum gentium impugnatone fundi- \im aliquanta tpforum ejfodientcs Martyrum Qui etiam ts efie demolita C miter ade'san. impi devafiantes , quorumdam Santtorum fecum depopula- ti ridtti in ftaiftpulcbra , Et ex eo tempore omnin dejidios , lc> ta auferentcs deportaverunt corpora Islam ( atque negligente)' eis debitus venerationis exhibebatur bonor diverfa ammalia m aliquantis eijdem quod ditta nefas efl ) etiam illic eorum exijlebant fepta Santtorum Cosmeteriis aditum habebant , egerebant fquallorem Perloche i piti pietol, bovilia, in quibus fatoris e zelanti Cattolici infofferenti di cotant' oltraggio a que* riveriti Sepolcri, chilifero 1 loro fotterranei ingreffi con nuove mura , ricuoprendo i Cimiterii, e le mura con molta terra, acci feonofeiuti rimaneffero immuni dall' accennate infolenze: e quindi avviene, che di molti ne fia perdutala traccia, e la memoria, quale fol talora da fotterra riporta a noi la cafuale induftria de'lavorieri , che nelle vicinanze di Roma fcavando faffi, piantando vigne s'incontrano fortunati render luce, e fama a' que' Beati Santuari! , d'onde gli antichi Martiri , come con nuova vita, ritornano al Mondo nelle loro Reliquie, che quindi fi traggono alla venerazione del Chriltianelmo Un moderno erudito Scrittore , [ b ] for- b MMihn. fub f con buon fine , ma con poca avvedutezza , rende incerto , e fofpetto aa^alrti^il. il culto di effe , come eftratte da' Sepolchri communi ad ogni antico mm'ctttu? ! Chrifhano , e confeguentemente non provate per delle con quella forza di ragioni, che render poffono lodevole l'adorazione, che loro l porta da' Fedeli ; e prefentemente appunto, quando quelle cofe fcriviamo , ci giunge fama, di haver'egliin altre fue opere ritrattata queft' afferzione ; contro la quale accorfe fubito con dotta e] Apologia Aleffandro Plovvie- e ^p, er ip ^Ux, rio , che non men difefe da tal' inopinato manto le Sacre Catacombe i Ro- F v" ier *#* /" tis* Qt" ni3, che la Chiefa Romana, eruditamente egli efpnendo il di lei inaltera- rTm? bilecoltume, ifquifita diligenza, e rigorofo efame circa ia Canoni zazione de' Santi incogniti, la diftribuzione delle loro Reliquie, eie forti teftimonianze, eh' ella richiede, del Martirio , della Santit di efl, onde confermili il Religiofo culto de' Martiri, e rendali efente da ogni calunnia

Giumenti

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la favia

Non manc
la

condotta de' Pontefici Romani per Dio in tanto grave bifogno alla fua Chiefa e con folita fchiera di miracoli aprendo l'arfenale della fua Onnipotenza,
: r
,

1' Herefia, la vinfe. S. Cerbonio , quel celebre [ d ] Vefcovo AveduiPmf dPiombino, che cos valorofamente haveva combattuto vivo con To- ngiii, '} t 05 com 2 tila, e con gli Orli de' Gothi , vinfe morto i Longobardi , e'1 loro Duca. [ e ] Eral ritirato quel Venerabile Vecchio carico di meriti , e di e SGr( ittD anni nella proflma Ifola dell' Elba , per non veder co' proprii occhi lo m..c$7m. '*

confufe

di

'

fpettacolo lagrimevole della fua Chiefa


.

faccheegiata

e diroccata da'

Longobardi Il dolore di vederf rapita , e profanata la fua facra Spofa Miracoiofofuc. fogli pi acerbo della morte , che quivi ben torto lo fopraggiunfe , e 'Sf5 *<}' per conforto quanto fol' ordin a' fuoi Chierici, che quindi trafportaffero . a fuo Cadavere Piombino nella fepoltura, eh' ei gi vivendo l era

Tomo

II.

'

quivi

Benedeta

almeno morto in feno di lei, Cui , dice il Sacro Hiftorico di quello fucceflb, Clerici cum dice[ ] rent , Corpus tuum illuc qualitcr deferre poffumus , quia Longobardi; ubique Mie eos difeurrere feimus RifpofeS. Certeneri loca eadem , bonio , Efducite me fecuri: nolite timere; [ed feflin fepelire me curate': moxque ut fepultum fuerit corpus meum , ex eodem loco fub omni fe/linatone recedite . Efeguirono pronti il comando i fedeljffimi Chierici y e nei breve trafporto di quelle dodici miglia di mare tri l'Elba, e Piombino , cos impetuofa grandine cadde per tutti que' contorni, che niln Longobardo n vidde lo sbarco, f pur' il vidde, vi fi oppofe ; e ci h'ibitt, con tanto maggior prodigio, quanto che [h J Circa utraque navis latera in navem una pluvia gutta non cecidit . procellosa pluvia defeendit , Adempito da' pietofi Miniflri 1' ufficio della conimela fepoltura , improvifamente [ e ] Gummar Longobardorum Dux crudelijjimus advent , c j,.ur. ex cujus adventu Virum Dei Cerbomum babuijje Spiritum Tropbetia claruit , quia Minijlros fuos [epultura fua loco fub feftinatione difeedere pracepit. Quel Dio, che honor in Piombino un Santo Vefcovo Cattolico, is.Grti.nDmi. pun in Spoleti un' empio Vefcovo Longobardo Arriano . [d] Nonritro/. , e. z 9 vando quelli Chiefa aperta per efercitar'i fuoi ufficii , minacci d'invader caftigodiim vt- quella de' Cattolici , dedicata S. Paolo, che uon era molto lungi dall' covo Arriano Epifcopio . Seppelo il Sacreftano y Et [ d] feflinus cucurrit , Ecclefam claufity fens munivit , lampades omnes extmxit, feque in interioribus abfcondtt Il feguente mattino fopravenne il Vefcovo .Amano con gente d'armi, e mazze di ferro per gittar violentemente terra la porta, ed alla di lnicomparfa fi aprirono da s aprirfi l'ingreilb nella Chiefa. medefimele porte, fi accefiero da s medefime le lampadi, e l' Arriano Altri miracolo^ [d] Quivim fatlurus advenerat , fubita eccitate percuflus eft , alienis macomprov.xioac nibus ad fuum babitaculum redutlus . Soggiunge r ingegnofiflmo S. Greddia nofra Fg 0r j 0) [ d jtfjro mo d res gefla cfl , ut\uia ejufdem siriani caufa JLamtiemibid i..c pades in Ecclcfia B.Tauli fuerant extincla , uno eodemque tempore ipfe
UtmWt.

Secolo VI. 54 quivi divotamente preparata, per ripofar'


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Mi

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fid^Ud.'iii.
cap.21.

gidtribid.ii.}.
37 "

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ceni dislsantuio

in Eccle/a lumen rediret . Di[e) altri Longobardi lumen perderet , Arriani fa menzione in altri luoghi il medefimo S.Gregorio, invalidai Demonio, perche tentarono di maltrattare i Cattolici , & in [/] particolare di due Santi Monaci, cheuccif da loro, e lafciati appefi ad jun albero, pur tuttavia alternativamente il Divino ufficio cantavano, come ie vivi ancora fodero; e di [g] un Prete in fine di Norcia, che ben pot ^irfi * n <VLie tempi flagello , e terror degli Arnani Chiamava!! quello gran Servo di Dio Santulo, ameni/lmo fempre
'

&

&

contro gu

Ama- ^j aro ie , di volto, e di animo, e che con l'opere rapprefentava mirap bilmente bene la piacevolezza, e divozione del fuo nome. Entr ei una volta , dove alcuni Longobardi fpremevano /otto il torchio le Ulive per colliquarne l'oglio; e bench fi avvedefl fubito, che que' miferabili invano fudavano fui trave per la ilerilit delle LTlive fmtmte , e fecche dalla ilagione avverfa,.pur tuttavia con lieta faccia falutando-i glie lo empieliro li , cav fuori un' Otre , richiedendo loro , che per carit
*

di quell' oglio. Avviliti dalla fcarfezza del frutto,


irritati dalla

&

hora maggiormente

incompetenza

della richieila,

con

nacele di

fatti, tra

dileggiando, e bravando,

ingiurie di parole, e midifpettofamente rifpofero

Capitolo
'

XIL
;

35

Benedet-

M ei replicando graziofamente la Sacerdote domanda , e rinovando i Longobardi g' improperii , viddefi Santulo come coftretto i giulHficare appreilb di loro le fue ragioni, delle quali molto ben proveduto giva accattando l' oglio non tanto per f, quanto per i poveri della Chiefa di Norcia. Onde perfuafo , che la fterilit delle Ulive rendeife impazienti qne' Barbari, prefe dell' acqua in abbondanza, e beneditela , e rovesciandola pofeia con le fue proprie mani fopra il empiete V Otre mio di oglio per i potorchio , Spremete adefto , dille loro , verelli di GicsCbrrfto: [a]Vrotinus , dice S. Gregorio > tanta ubertas olei erupit , ut Longobardi , qui din incaffum laboraverant , non folm fua vafcula omnia, [ed utrem quoque , quem vir Dei detulerat , tmplentes, gratias agerent , quia is , qui oleum pctere venerai , benedicendo dederat , quod poftutabat. Mi con pi miracolofo fuccefb multiplicando Dio il pane, divulg la fantit di quello Tuo Servo, [a] Havevano i Longobardi diroccata la Chiefa di S. Lorenzo i Norcia, e Santulo tutto il fuo patrimonio {'pendeva per riedificarla Manc una fera il denaro i Santulo, e il pane a' lavoranti mi providdelo fopranaturalmente Dio di unfolo pane, cos in f medefimo fertile, &abbondante, bench dipefo, efiguraordiria, che [a] Fatlum efl, ut per dtes decem omnes UH artifices , operari ex ilio pane fattati , hunc quotidre ederent , ex eo quotidie , quod edi ofkt in craflinum , fupcrejet ; (te fragmenta panis illius per efum crejcerertt, c/bum come dentium ora repararent [a] Incontroffi egli un' altra volta con unafehiera di Longobardi, che arrotavano appunto allora il ferro per dar morte un Diacono Cattolico loro prigione Accorfe egli al hinelto fpettacolo , e tanto dirle, tanto feongiur, che ammoll que* duri cuori, i quali fi contentarono dilafciar'in vita il loro Schiavo, pur eh' egli fubentraffe mallevadore della di lui libert in luogo fuo, [a] Ut fi Uh fugeret Santiulus pr eo moreretur Accett volentieri il gran partito il quale non cos tolto vidde opprefi li Longobardi il pietofo Santulo nel fopore di alto fonno , che [a] Excitans Diaconum, Surge, dixit, concimi Difficilmente acconfentiva il Diacono fuge: liberct te omnipotens Deus alla fuga, rapprefentandoglifi nella propria faiute la morte certiflma del fuo cortefe benefattore ; mi Santulo , [a] Surge, replic, vade: te omnipotens Deus eripiat ; nam ego in manu cjus fum tantum in me pofiunt facere, quantum ipfe permiferit ; e perfuadendo , & eziandio ftimolando egl'indiiiic finalmente il Diacono alla fuga . Ed ecco che avvedutili li Longobardi del tradimento, incontanente prefero Santulo , e fopra un gran palco l' acco nodarono in atto di morte, per rendere tutti pi vifigii Herctici al Templi ce
.

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titm^i,

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bile, & horndo lo fpettacolo del taglio della di lui tefta. Mi quando ci vidde il Manigoldo alzare rifoluto il braccio per francargli il colpo della fpada fopra il collo, S anele Jo arine s , efclam con fuon di voce alta , intelligibile, fufeipe tllam e a quelle parole [a] Carnifex bracbium deponete nullo modo potuit nam repente diriguit , " ereclo in Ccclum gladio, bracbium injexibile remanfit Con nuova apparenza di feena accorfero allora humiliati li Longobardi, genufletti pregar Santulo, che liberar volctle il fuo Carnefice, e reftituifTe il moto quel braccio, checonfeiiarono purtroppo temerariamente armato, emolfoal di lui danno; al contrario Santulo viddefi diritto sii i pie preferivere leggi , imporre comandi, e ricever tributi di olcquii , come f i Longobardi fodero irei, &e{foil Iolo I 4

&

Benedet-

to.

13^

Secolo

VI.

a idtmitd^

:
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HZ) ' al '

J,f.yf.'

loro Giudice. Conciofiacofache egli non acconfentigli la grazia richiefia, f prima il fu o Manigoldo non giur , come fegu, di non dar pi morte ad alcun Cattolico , e non reftituiffero i Longobardi lui tutti li prigioni , che fri eil allora fi ritrovavano, [a] Fa6lumqueeft* conchiude il Santo, ut omnes captivi cum eo dimijj fwt , atque fuperna grafia difponente , cumfe unus pr uno morti obtulit, multos amorfe liberavit. Pafs S. Santulo ftretta amicizia con S.Gregorio, onde quello gran Pontefice ne pianfe la morte con tenerezza di affetto, e tramand i Pofterinon meno il nome d ^a che il fuo dolore con quefte parole , [b]*Antehosiiesferqadragnta vidijii apud meeum, cujus fuperis memoriam feci, venerabili* Vita Tresbyterum Sanblulum nomine, qui ad me ex *Nurft Trovinola annis fingulis venire confuevit . Sed ex eadem Trovinola quidam Monachus ante triduum ve-

nit, quigravis nuntii meerore me perculit, vit . Cos S Gregorio diSantulo *

quiaemdem

virumobiifie nuntia-

C -

T a 1

n
'

CAPITOLO
Pelagio Secondo
,

PELAGIO IL

XIIL
Un.

creato Pontefice
577.

Novembre
Qualit
,

Cariche
.

Pontificato

Alagno avanti il Notizia delle Origine del Ferragofto


di
S.

Gregorio

Chiavi miracolofe di S. Pietro Tiberio Imperadore , e Difputa di S. Gregorio contro Eutychio di fua virt FaCofantinopoli [opra la 2{efurr elione della Carne tiche y e Scrtti del medefimo Santo per la eflirpazjone Arriani nelle Spagne Afiracolofo avdello Scifma venimento in confermazione della Fede Nicena Difputa di S. Gregorio Turonenfe contro uri Arriano Aiartirio di S. Ermenegildo 2{ecaredo 2^ di Spagna, Concilio di Toledo e fue virt
.
.

Entre dunque devaftavano li Longobardi le vicinanze di Roma , [ a ] multa vaftato ab eis in Italia fiebat , fu a ^naji. Ubi. h pd * JI aflunto al Pontificato Pelagio II. , che con gran follecitndine accorfe alla riparazione di qrtegT imminenti mali , che prefagivano proflima e la mina della Citt , e In quefto , e lo fcempio in Italia della Fede Nicena affari del Pontificato egli fervili! fempre dell' ope- Qualit, & opere negli altri pi gravi Gregorto s ra, e della perfona di S. Gregorio , che per i fuoi egregii meriti meri- jj ' di fuccedergli nel poffo di Pontefice , anche col Titolo di foflfpapa t eziandio Magno. Era Gregorio per vanto di {angue Pronepote [b] di Papi, e Fi- J */jji t glio, e Nipote di [e] tr Sante; per laurea di dottrina [d] Litteris Gram- ^is.Griorh^ts.

&

'

'

maticisy Diale fticis, atque Bjpetoricis ita excultus, ut nulli in urbe ipfa vi- J^aJ'jJjJS deretur efle fecundus ; per fublimiti di cariche annoverato fra Senatori, iG*tg!tJKo. e nobilitato [e] nell'impiego della Prefettura Urbana di Roma ; e per J |; c n u Santit di vita cos efemplare, che anche diftratto in tanti publici affari, non folo fei Monafterii di Monaci havea fondati nella Sicilia proprie fpefe, ma ridotto in Monafterio la propria Paterna Cafa, che quella, dove hora s'inalza in Roma il Tempio confacrato al fuo nome nel Clivo Scauri , in cui finalmente abbandonata ogni mondana grandezza profefs in habito Monacale la Regola , e l'Iftituto di S.Equizio con tanta attinenza di cibo, vigilanza di orazioni, ed aflduit di digiuni , [f] ut infirmato f C , rtTw | W(;;> ftomacbo vix confijere poffet . Da tal Santuario dunque tolfe Pelagio tal Santo in fervizio della Sede Apoftolica oppreffa in que' tempi dalla perfecuzione , e fierezza de* Longobardi , e creatolo Cardinal Diacono di
S.

Chie-

%
Pelagio
***

j^g

Secolo VI.

S. Chiefa , inviollo fuo Nunzio all' Imperadore , certo che un tanto Soggetto laverebbe non meno ritenuto in Fede i Cattolici , die con l'efempio , e con la dottrina convinti gli Heretici . N fi pu dire , quanto pienamente co" fatti adempiile S.Gregorio l' efpettazione con-

**ijf'fa*

habiliti . Conciofiacofache affacciandofi al Pae grand' affare del fuo Pontificato il porre riparo alle incurfioni de'Longobardi , fped i S. Gregorio dimorante in Coftantinopoli un Notaro Apoftolico , per mezzo di cui incaricogli paffar con Cefare premurofiffime richiede di pronto foccorfo , f non voleva veder di nuovo l'Italia dilacerata dalla rapacit" , e prepotenza di gente barbara, e ftraniera , e manometta la Religione Nicena dall' empiet degli Arriani, [a] Loquimini ergo , fcrilfe il Pontefice nella Lettera inviatagli per l'accennato Notaro , tradiate pariter , quando no-

cepita, della fua vafta


,

pa per primo

&

quia ita bc coangujata e(i Fgffubvenire periculis publica , ut nifi Deus piijjimi in corde Trinctps tnfpiravertt , utinfitamfibi mifericordiam fuis famnlis largiatur , fuper illam diacopofin , vel unum Magijrum Militum , unum Ducem dtgnetur concedere , in omni fimus angufiia deftituti quia maxime partes Bimana omni pr<e(dio vacuata vdentur . Et Exarcbus fcrbit , nullum pofe nobs remedium facere quippe qui nec ad Mas partes cuflodiendas f tejetur pojfe fufficere. Imperet ergo Mi Deus , nofiris velociter periculis fubvenire , antequam nef'andijjma gents exercitus loca, qua, adbuc Republica denentur Deo fibi contrario ( quod abfit ) pr &v ale ant occupare . Cos egli. im potente > non curante di dar' il richrefto foccorfo l' Imperador Greco ,ni ti d liorigine, eMira accorfe S. Pietro alla difefa della fua Roma con le medelme chiavi "" dduchiavi che havevagli Chriito confegnate in ficurezza , e difefa di quella Chiefa . Per la cui intelligenza non far forf difpregievole la notizia, che fogJris celcriter pofjtis
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giungiamo Da Giovenale Vefcovo di Gierufalemme furono donate ad Eudocia moglie di Theodofo Juniore quelle due catene , con le quali fu da [b] Herode in Gierufalemme legato S. Pietro .Eudocia [e] ne fece efporre una nella Chiefa di S. Pietro in Coftantinopoli , e mand in moglie dell' Imperador dono l'altra Roma ad Eudoxia fua figlia Valentiniano Queiia gran Dama in nulla inferiore nella piet a' fuoi Augniti antenati, con tanto gaudio ricev quella dolorofa veneranda memoria del Principe degli Apoftoli, che da fondamenti inalz fubito un fontuofo Tempio nel Colle Efquilino > dove [ d ] collocolla , e dove prefentemente ancora fi venera, con la variazione del nome, che muil quale prima dcevaf titolo di Eudoxia, & t il Tempo al Tempio hora dicefi S. Tietro in V inculi E' fama , [ e \ che alla catena di Herode, per Divina virt, con celeite fimpathia fi congiungeife quella di Nerone , con cui fu legato il medefimo S. Apoftolo nel carcere Mamertino fotto il Campidoglio di Roma , e che di ambedue ne diveniffe una , inanellate & unite inieme fenza applicazione di fiumana m, .

la collocazione di quefte due Relique, e la dedicazione del loro Tempio fuccefle appunto nel primo giorno di A gofto, lohFvMsoiZ*' volle il Pontefice S. Silfo, che regnava allora nel Pontificato Romano, con miglior'augurio render celebre quel giorno , e quel mefe con la. memoria di un tanto fucceifo , -confacrandolo alle catene di S. Pietro,

duftria.

E come

che

le

Capitola
Se quali
l

XIII.
.

139

Pelagio
"*

che hora Noi con pi abbreviata , , diciamo Ferragoflo E non lenza gran mifterio par^ mi corrotta parola ve, che voleie Dio abbattere il fatto di Augurio Imperadore con leca^ tene, e ferri di S. Pietro.; conciotacofachc ie Kalende di Agofto erano di gi dapprima dedicate dalla Gentilit alla felice ricordanza di quei Monarca , che in tal giorno era flato la prima volta dichiarato Confole, haveva molti trionfi riportati , foggiogato l'Egitto, e terminata la onde per publico decreto del Senato lunga Iliade delle civili difeordie non pi [a] Sextilis fu denominato quel mefe , ma Augujlus . Di quefte catene dunque , che rimafero fempre in gran venerazione del Popolo
dittero
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Ferri di Jlgofla

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Chriftiano , fervironf fpelfo li Sommi Pontefici per render facra , e pregiata qualche loro dimoftrazione verfo alcun Principe benemerito del Chriftianefimo, includendone poca limatura dentro piccole chiavi d'oro arme i S. Pietro ) le quali riponevano pofeia ( che fono l'infegna , iopra lurna prcziola, ove npota nel Vaticano il di lui Corpo: e qumdi hora una ne mandavano un R, hor l'altra un' Ecclefaftico , preziofiffimo regalo, atteftato egregio di divozione , e di affetto . Multi etiam, dice di quefte facre chiavi Gregorio Turonenfe, [b] claves aureas ad referandos Cancellos Sepulchri B. Tetri faciunt, qui eas ferentespro benedizione priora accipiunt , quibus infirmitatem tribulantium medentur : omnia tmm fides integra prajlat. E fpeiTo un miracolo avveniva degno di fpecialiflmo racconto , e che il medefimo S. Gregorio con quefte parole deferive, fcrivendo CoftantinaAugufta, [e] De catenis, ex quibus multa miracula in populo demonflrantur , partem aliquam vobis tranfmittcre

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Tur. de

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tamen banc tollere limando pravaluero : & immediatamente cagione di quella fua dubbiet , Quia dum frequenter ex catenis eifdcm multi -veniente s beneditlionem petunt , ut parum quid ex limatura accipiant , a/fifiit Sacerdos cum lima; aliquibus petentibus , ita concit aliquid de catenis ipfis excutitur ut mora nulla ftt; quibufdam vero petentibus , diu per catenas ipfas ducitur lima , tamen , ut aliquid exinde exeat , non obtinetur. Cos egli. E leggefi, che il Pontefice S. Gregorio mandalfe una di quefte miracolofe Chiavi ad Anaftafio Patriarca di Antiochia, [d] lAmatoris veftri B. Tetri ^ipofloli Urbis Claves tranfmifi, qua
feftinabo
;

fi

rapporta

la

&

&

s.g^m.i.

fuper gros pofitm multis folent miraculis corufeare, un'altra ad Andrea riguardevole Personaggio della Corte Imperiale , [.e] SanclffmamClavem >S. Tetri jlpoftoli Corpore vobis tranfmifi , qu<e fuper agros multjs miraculis folet corufeare
-,

epifi - 25 '

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nam etiam

altra

Colombo Vefcovo

della

de ejus catenis interim babetur , [f] un'. Numidia, un'altra [g] d Theodoro Me-

ld*mui>>* *t-i7*

< /;.<?.*/.. 25,

dico dell'Imperadore, Huomo pio, e familianflmo del Santo , e della cui opera in affari di Religione fi era [b] fervito S.Gregorio in molte occa- ^'m.i.'Mj. fioniprelfoCefarv, un'altra al R Recaredo di Spagna con quefte parole,

Recipe Clavem parvulam, quamd facratiffimo^B. Tetri ^Apojoli Corpore, Ideml7 tP- I - s vobis pr ejus benedizione tranfmifimus , in qua inej fcrrumde cattnis ejus inclufum, ut quod collum illius ad Martyrium Itgaverat, veflrum ab omnibus peteatts folvat , [4.J un'altra al R Childeberto di Francia, & [/] un al- k idem in. . tra Theo&iito Cavalier Cattolico, e Balio del Figlio dell'Imperadore. ld!m,,b 6 P ' Maurizio, che fu quella medefma, per cui fcefe S. Pietro in difefa di Roma , e della fua Chiefa , con 1 miracolo , che fiamo pur hora per aggiungere, per il cui intendimento riabbiamo qui pofta quefta forf non ingrata
[1]
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digief-

, , .

Pelagio

j^ q

Setolo

VI

idem hd,

digreflone. Infuriando dunque in cotal guifai Longobardi per l'Italia l AnthariloroRritrovoifiairimprovifo colto da Dio, e corretto adofl'equiar la Chiefa Romana con le catene medefime di S.Pietro. Cosracconta il fucceffo S.Gregorio , [a] Dum Clavem B.Tetri quidam Longobardorum,

Civtatem ingrefjus Tran/padani; partibus , inveniffet , quia S, Tetri Clavis effet, difpiciens, fed pr eo, qud auream vidit, facere [ibi ex 'dia aliquii aliud volens, eduxit cultellum, ut eam inciderei ; qui max cultellum , cum quo eam per partes mitterevoluit , arreptus per Spiritum, ftbi in gutture defixit, eademque bora defunBus cecidtt. Et dumillc E\ex Longobardorum Antharisy atque alii multi ejus homines adeffent, is, qui f percufjerat, feorfum mortuus , Clavis vero hac feorfum jaceret interra , faUus efl omnibus vebementijjimus timor , ut eandem Clavem de terra levare nullus prafumeret Tunc quidam Longobardus Catbolicus , qui feiebatur orationibus, eleemofynis deditus ( Minulphus nomine ) vocatus efl , atque tpfe banc elevava de terra . Antbaris vero pr eodem miraculo alam auream Clavem fecit , atque cum eapariter ad fantla memoria Tradeceflorem meum ( che fu Pelagio fecondo ) tranfmifit, indicans, quale per eammiraculum contigifet . Cos S.Gregorio. Unadi b ^tnajt. BUi.h Gregorio in. quefte Chiavi mando [b] S. Gregorio Terzo Carlo Martello , e Leone [e] *"' Terzo Carlo Magno , e [d] Gregorio Settimo ad Acone R di Danimarca nZtitf"' d rtgcr. vu.ib. altri ad altri 7.epij.s, j^ gli affari degli Heretici Longobardi, e la premura commefla dell' ^plortofoccotfo' furono foli a render celebre apprefb il Mondo, egloTiberio Coli a #' GiuftMra atfr riofa per la Sede Apoftolica la Nunziatura di S. Gregorio neh" Imperiai imperio. Corte di Goftantinopoli . HavevaGiuftino dichiarato ftio Collega nell'Imperio Tiberio , Thrace difehiatta, e Principe, che nonfolo guidamente le che cosi fpeifc gli vengono contribuite [e] dai Scrittori, SSl U* merit laudi, zzarli nan ma i miracoli eziandio, co' quali , anche lui vivente , refeio illuftre il nai.p.i, Cielo. Zonara attefta , che [/] Tiberio in fomnis Angelus pradixit nomine Sanfttf Trinitatis , Tyrannos , ipfo imperante , Jmperium non invafuros ; e rrlcSVmibi Gregorio Turonenfe ne foggiunge due, degni da tramandarli alla memo* Poveri . ria de'Pofteri , e di eflere regiftrati lettere d'oro fopra le foglie de'Regnanti, e fopra ituguriide'poveri, per rendere gli uni, e gli altri nciGreg.Turon.in tamento al bene fare confperanza certa del divino foccorfo ; [g] Cum Tig ffiftjjt.to.f9, berius dic'egli, multa de thefauris, quos Juflipus aggrega? it , pauperibus Augufta dia eum frequentis incrcparet , qud T^empublicam erogarci, redegijjet in paupertatem , diceretque , Quod tgo multis annis congregavi

&

&

&

&

parvum tempus prodig difpergis ; ajebat ille , 7vo deerit fifeo nocaptivi redimantur: hicefi tantum pauperes eleemofynam accipiant , firo: enim magnus thesaurus , dicente Domino , Tbefauri^ate vobis tbefauros in ubi furesnoneffodmnt, Cesio y ubi neque arugo , neque tinea corrumpit , nec furantur. Ergo de quo Deus dedit, congregemus per pauperes in C celo, ut bominus nobts augere dignetur in jacula. Et qui ( utdiximus) Tiberius
tu infra

&

&

verus Cbriflianus erat , dum hilari diflributione pauperibus magnus , r opem praflat , magis ac magis Dominus ei fubminiflrat h[am deambulans per Talatium , vidit in pavimento domus tabulam marmorcam , in qua ait: Cruce tua , Domine, front em nojiram Crux Dominica erat fculpta, ecce Crucem fub pedibus conculcarne . Et dillo pcclora , munimus , citis juffit eam auferri dcffofaque tabula , atque eretta , inveniunt fubtus
.

&

&

&

&

&

aliata boc

fignum babentem: nmtiantefque

juffit auferri:

qua amota,

repe-''
,

riunt

Capitolo
rlunt& tertiam,
jujfuque ejus

XIII.

141

Peiagio
A1,

&b<ec aufertur , qua ablata inveniunt magnum tbefaurumhabentemfupramille ami centenaria , fublatumque aurum pauperibus adhuc abundantiusiut confueverat)fubminiftrat,nec Dominus aliquid deficere permittebat pr bona voluntate fua . Quid ei Dominus in pojierum tranfmiferit
,

non omittam

T^arfes
Italia
:

Me
cum

Dux

Italia

cum

in

ibique in multis tbefauris , domo fua occultam cifternam magnam fodit, in qua multa millia centenariorum auri , argentique repofuit , ibique interfetlis confciis uni tantummoda fcni per juramentum condita commendava . Dcfunboque Tsfarfete hac fub terra latebant. Cumque fupradiBus fenex bujus eleemofynas ajftdu cerneret,

quadam Civitate domum magnam haberet in egrejjus ad fupr memoratavi Urbem advenit

pergit ad eum dicens, Si ( inquit ) mibi aliquid prodeji, magnam rem ubi Cafaredicam. Cullile: Die , ah, quodvolueris: proderit enim tibi , fi quiddamnobis profuturum feiens narraveris Thefaurum ( inquit )l*{arfetisreconditum babeo, quo! in extremo vita pojitus celare non pojfum . Tunc Tiberius Cafar gavifus mittit ufque ad locum pueros fuos Tracedente viro fene pervementefque ad ciflernam deopertamque ingrehi fequuntur attoniti qua tantum aurum, argentumque reperiunt , ut per multosdies diuntur: in vix evacuar etur portanttbus. Ex hoc ille amplius hilari erogazione difpenfavitegenis. Cos Gregorio Turonenfedell'Imperador Tiberio. Animato dunque da tali, e tante accoglienze del Cielo, governando con favia condotta infieme con Giuftino l'Imperio, egli richiam alla Sede Coftantino* politana il Patriarca Eutychio dall' efilio, dove ingiuftamente era ftato rilegato daGiuftiniano; ilqual ritorno fu cos fontuofo tanto in riguardo dell'applaufo degli huomini , quanto di quello pi ftrepitofo de' miracoli coni quali [^accompagno Dio il viaggio del fuo Servo, che con ragione uaSSS^t, pu allmigliarf gli altri, che fecero dal loro efilio e S. Athanafio in Alexandria, e S. Gio. Chnfoftomo in Coftantinopoli Ma Noi defiderofidi veder cozzar'infemepcr la Fede Cattolica quello grand' Ecclefiaftico, e S.Gregorio, bench mal volontien ne pretermettiamo il racconto, che prolitfamente potr ritrovare il Lettore regiftrato nell'accennato Tomo del Surio. Hor dunque mentre Eutychio con opere di gran fama attendeva all'educazione del fuo Popolo , incautamente avvenne , ch'egli componenHeretici provava do, e divulgando un libro , in cui contro i Gentili, la Refurrezione della Carne, inferiife, & approvafle il fentimento di Origene, cio che la Refurrezione de'Corpi feguir non doveva in carne palpabile, e vera, ma in globi aerei, e fottilifiimi , come [b] Noi riabbiamo b Vedi u Pontificaaltrove fpiegato Dimorava allora S.Gregorio nel fuo pofto i Nunzio todiZtjrinete.t. pa Pontificio in Coftantinopoli, invigilando non meno negrintereffi temporali D uhnz di s. della Sede Apoftolica , che in quelli maggiori della Fede Romana, appreffo Gr j6 nri ''V pro " particolarmente quel vafto popolo, e quella volubil Corte, fempre per Soiw dciKcS l'addietro proclive all'Herefie onde non cos tofto cotal perniciofa novit egli rinvenne ne'Scritti di Eutychio, che con Apoftolica coftanza, e forte nervo di dottrina gli s'oppofe , dimoftrando l'infuflftenza dell' opinione, e la veracit, che profelfavau* da'Cattolici circa l'articolo della Refurrezione de'Corpi. E come che il Santo Vefcovo apr volontieri l'orecchia al mono della verit, facilmente fucceffe, che doppo breve difputa egli non folamente ritrattale l'errore , ma confegnafle il fuo libro pubicamente eziandio alle fiamme. Eia difputa quali argomenti conteneffe, e
. . : .

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quanta

Pelagio
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b Tg^I' maral M.14.C19.

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aperte pellis diritta, omnis dubitano v'erarefurretlionis aufertur : neque ficut Eutycbius Conftantinopolitana Urbis Epjfcopus fcripftt , Corpus noflrum in la refurre&ionis gloria erit impalpabile ventis , acreque fubtilius . In ilio, enim refurretlioms gloria erit corpus noflrum fubtile quidem per effeblum fpiritualis potenti*, fed. palpabile per veritatem natura . Unde etiam Rgdemptor nofter dubitantibus de [u refurretlione difeipulis oftendit manus, latus, palpandaofa, carnemqueprabuit dicens: [e] "Palpate, videte , quia fpiritus carnem , offa non babet, ficut me vidtis> babere . Qui cum eidem Eutycbio in Conftantinofolitana Urbe poftus boc Evangelica verhatis teftimonium protulifiem, ait: Ideino Dominus boc fecit , ut dubitationem refnrreblionis fua de difcipulorum cordibus amoveret. Cui, inquam , mira ejl res vald, quam aftruis, ut inde nobis dubietas furgat, unde difcipulorum corda dubietate fanata funt . Quid enim deterius dici potefl, qum ut boc nobis de ejus vera carne dubtum fiat , per quod difcipul'iefus ad fidem ab omni funt dubietate sparati} Si enim non hoc babuifje aflruitur, quod, oftendit : unde fides dtfcipulis ejus confirmata efi , inde noflra deflruitur. Qui adjungebat etiam dicens : Corpus palpabile babuit , quod oftendit ; fed poji confirmata corda pdpantium omne illud in Domino ,- quod palpavi potuit, in fubtilitatem eft aliquam redatlum. Jtd bac ipferefpondi, dicens: [d] Scriptum eft, Cbriflus refurgens mortuis jam nonmoritur, mor siili ultra; non dommabitur. Si quid ergo in ejus corpore pofl refurretTionem potuit immutari contra veridicam Tauli fententam , pofl refurretlionem Dominus rediit ad mortemi quod quis dicere vel ftultus prafumat, nifi qui veramearnis c' us refurretlionem denegati Tunc mibi objecit dicens: Cum fcriptum fit, [e] Caro , fanguis I{egnum Dei poffiderenon pofiunt: qua ratione credndum efi refurgere veraciter carnem? Cui, inquam, in facro eloquio aliter caro icitur juxta naturam , atque aliter juxta culpam , velcorruptionem caro.quippe juxta naturam , fcut fcriptum c(l [f] Hoc nunc os ex offibusmeis , babitavit in nobis caro de carne mea ; &, [g] Verbum Caro facium efi , vero, juxta culpam , ficut fcriptum efi : [b] J^onpermanebit in bominibut Caro iflis fpiritus meus, e quod funt caro. Et ficut Tfalmus ait, [i] Memoratus non rediens . Unde Dtfcipulus efi , quia caro funt , fpiritus vadens , Taulus dicebat : [ k.] Vos autem in carne non eflis , fed in fpiritu ; neque enim in carne non erant quibus in epiflola tranfmittebat , fed quia paffiones carnalium defidcriomm vicerant. Quod ergo V aulus jlpoflolus dicit: Quia caro, <jr fanguis Psegnum Dei poffiderenon pofiunt: carnem vult fecundm. culpam inteligi, non carnem fecundm naturam. Unde&mox, quia carnem fec undm culpam diceret, oftendit fubdens J^eque corruptto mcorruptelampofftdebit . In illa ergo cceleflis regni gloria caro fecundm naturam erit , fed fecundm paffionum defideria non erit, quia deviclo mortis aculeo, in aterna incorruptione regnabtt . Quibns ditlis idem Eutychius confentire f protinus refpondit .. Sed tamen ahuc corpus palpabile refurgere pofk denegabat. Qui etiam in libello , quem de refurrectione fcripferat , Tauli quoque teflimoniumindideratdicemis: [/] Tuquodfeminasnonvivificatur, nifiprius quod feminas, non corpus quodfuturum eft , feminas, fednudum moriatur: zranum . Hoc nimirum oflendere ftftinam , quia caro vel impalpabilis , vel
'

Dum

gli argomenti , ci piace qui defcriverne il corfo con rifteflfk penna i S. Gregorio , che commentando ne'fuoi Morali quel patio diGiob, Et rurfus circumdabor pelle mea, cos egli ne rapporta ilfucceffo, [b]

^% quanta forza
x

Secolo VI.

&

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&

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ipf(L

Capitolo
ipfa non erit
,

XIII.
futummeji jeminas
,

143
fednudum gracum culmo, &foliisnafci-

Pelagio

quod futurumejl,

dum Santlus Jtpoftolus de rejurretlionis agens gloria, non corpus , feminar dixerit Scd ad bu citiks refpondetur: T^amTau.

lus tApojlolus dicens: T^oncorpus quod

mmi

hoc infnuat, quodvidemus: quia granum

foltis femmatur . Ille itaque in augmento gloria retur, quod [me culmo, furreionis non dtxit grano feminis deefe quod erat, fedadeffe quod non erat. Jfle autcm dum rerum corpus refurgere denegat , nequaquam dicit adeffe quod dcerat , fed deejie quod erat . Tunc itaque de bac re in longa contenone

&

produfti, graviffima ccspimus nobs fmultate reftlire . Cum pia memoria illum fufcipiens , quod InTibertus Confiantinus Imperator fecret me , agnovit , partis allegationespenfans , utriufque ter nos discordia verfaretur , tundem librum , quem de refurretlione fcripferat, juis quoque allegationibus

&

&

deliberava, ut flammis cremari debuijjet. Jt quo ut egrefj fuagritudo valida, eundem vero Eutychium agntudo , &morsprotinuseft fecuta. Quo mortuo, quia pene nullus erat, quiejusdi&afequeretur, dtjjmulavi capta perfequ , ne in fapillas vidererverba jaculari. Dumtamen adbuc viveret, ego validifjmis febribusagrotarem: qmcumque noti mei adeum falutationis gratiapergebant ( ut eorumrelatione cognomi) ante eorum oculos pellcmmanus fua tenebat, dicens: Confiteor, qua omnes in bac carne
defiruens
,

mus , me

&

refurgemus ; quod (fcut ipfefatebatur


s

omninoprius negare confueverat Co.

S.Gregorio, rammemorandola difputa, ch'eflb hebbe co'l Patriarcha Euty ehio fopra la refurrezione de'corpi Da Coftantinopoli convenne poi i S.Gregorio far ritorno alla Corte di Fatiche, e ferirti Roma agitata quanto mai fiata folle per l'addietro dalla divifione compaf- S^^fo ^ fionevole delle Chiefe d'Occidente, che riprovavano la condannazione ac- oSciifma.
cennata de'tr Capitoli . Infuriavalofcifma, e nell oftinazione perfifteva-

no moltifime Chiefe d'Italia, e quelle lontaiiiflime deH'Hibernia,che riputaConcilio Chalcedonenfe , & avvilite le decifioni di quei facrofato congrelfo e da Vigilio , e da i di lui fucceflori , che nel foftenere il valore del quinto Sinodo venivano malamente conculcar le ragioni del quarto. Grandi agitazioni invero, egran principii di futuri feoncerti, f non vi havefle applicato tempo la Santa Sede pronto riparo Conciofiacofache non pi agitavafi la queitione, f condannar' , approvar i dovettero li tre Capitoli ; mi da'Scifmatici piena bocca fi chiamavano iPapi Refrattori de' Sacri Canoni, e Contradittori tri loro medefimi in materie confiderabiliflmediFede. In tal perturbazione di cofe non trov Pelagio foftegno pi valido per la Religione Cattolica, che l'appoggio di S. Gregorio, dalla cui profonda dottrina ben fi potea comprometterti Chriitianefimo ogni avvantaggio per la dilucidazione del vero. Egli dunque gl'impofe, che contro gli Scilmaticifcriveffe; e dettatura diS.Gregorio hi la celebre [a] lettera, che leggefi fotto nome di Pelagio diretta ai a tuctxtat */>*<* Vefcovi contumaci deiriftna, la quale ficcome libro, tomo di Pelagio /?"' <w* w *? dicefi per laprolifltdeldifcorfo, cos Dottrina Angelica devedirfiperla robuftezza degli argomenti, coni quali ribatte, e convince gli Scifmatici. Quefto libro, tomo, lettera traini effe pofeia il medefimo S.Gregorio, quando pervenne al Pontificato, i Vefcovi Scifmatici dell' Hibernia, acci con tal lettura eglino fi rendettero perfuafi ritornar ne'fentimenti della Chiefa Romana, ad approvar lacondanna feguita de'tr Capitoli, conchiudendo [b] Si pofl Imjus libri letlionem in ea, qua ejiis, volue- b$>Gt'i.*.*t>#,

vano contrariato

il

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ritis

Pelagio

j^
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Secolo VI.

r^.Diae.
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de
5.

gcfiuung. m,
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ritis deliberatane perfijere, fine dubio non rationi operam , fed objinationi vos dare monflratis Cos egli. Ma non contento Pelagio di maneggiar la caufa di Dio con le fole parole , ad efempio di Pelagio primo fuo predeceflbre, che coftrinfe i contumaci con la forza della potenza fecolare di Narfete, pafsanch'eipremurofiffimeiftanzeconSmaragdo Exarcho , e Vicario di Cefare in Italia, acci con la durezza de'caftighi ammollile laferrea cervice de'Scifmatici , e rendeffe l'unit, e pace alla Chiefa. E nefegu, le non un pieno, almeno un favorevole effetto, che die principio quel noto aggiuftamento > che lungo deferive [a] Paolo Diacono nella fuaHiftoria.

tici,
lo

riaVoR d spa-

gna. suaPerifcuiione

comroi
taf. 38.

cattoii-

h brig.Tnr.Ub.s.

jdcm-bd

duro giogo de'LongobardiHereScifma, feoppi nelle Spagne il tuono di una perfecuzione, che fu delle pi crudeli, che na ail ^ amma ^ c i tate g u Arriani contro i profeffori della Fede Nicena Regnava col Leovigildo, che zelantiflimo della fua empia Setta s'impegn di propagarla conar'unicamente fiorir nella Spagna l'Arrianefimo . Diedero pronta molla al di lui animo inclinato al male le potenti domeftiche perfuafive di Goifumtha fua Regia Conforte , donna famofa per l'odio contro 1 Cattolici , e per [b] il caftigo , con cui punilla Dio con farle faltar fuori della caffo repentinamente un'occhio in pena della fua perfidia, [b] Di lei raccontali , che havendo Leovigildo congiunto in matrimonio Hermenegildo fuo figliuolo con Ingundi figlia del R Sigiberto, Donzella non men bella di corpo, che di animo puriflmamente Cattolico
cos
l'Italia

Mentre

gemeva

fotto

il

& afflitta giaceva la Chiefa dilacerata dall'accennato

prendeffelaGoifuintha [e] &/<*(/ fermonibus, ut rebaptr^aretur in *Arriana Harefi, e che [e] lio, virtliter reluttans , francamente refpondeflcle [c\ Sufficit fatis me ab originali peccato baptifmo falutarifemelablutam effe, Santtam Trtnitatem jn una aqualitate confeffam Hac me credere ex toto corde confiteor, neque unquam ab bac fide ibo retrorfum: per lo cheinfu[e] apprchenfaw puellam per riaffe l'animo ineforabile di Goifuintha, concidit, din calcibus verberatam, ac fanguine comameapitis in terram cruentatam juffit fpoliari, pifiina immergi , fed nunquam animumjuum nojlrareflexit. Leovigildo cotali oltraggi vedeva, & approvava , e afide con difplicenza di cos heroica coftanza , come di vivo prefente rimproveHenreieg.Mo ro della fua Fede Arriana, fotto honorevole prefetto f la tolf e d'avanti, fjio fittiio abiura affegnandolei , &alloSpofo una Citt lontana dalla Corte Paterna, [e] l'Arn, ncfi.no refidentes regnarent . Ma col regn meglio Dio in effi, che eglino n in quel Principato, conciofiacofache ccepit Ingundis predicare -piro fuo , ut relitta Harefs fallacia, Catholica fidti veritatem agnofeeret; quod ille diu refutans, tandem commotus ad ejus prcedicationcm converfus efi adlegem Catbolicam Quefto colpo fer il cuore Leovigildo ; onde dicel'Hid Grtg.Tur.in ftorico [e] anno in Hifpania Chriftianis perfecutio fuit , mul, [d] Magna eo uft.Fran- .iib.s.c. ^. ex ilus damnati, facultatibus privati, facie decotti, carceri mancipatt 58 E pi lungo di verberibus affetti, ac dtverfis fuppliciis trucidati funi 'a i Tfd '" eh r6 "' Leovigildo foggiunge Ifidoro, [/] Leovigildus perfidia furore repletus, in Catbolicos perfecutione commota , plurimos Epifcoporum exilio relegayit , prrpilegiatulit , multo fque terroribus fuis inylriaEcclefiarumredditus , peftilentiam impulit , plerofque fine perfecutione illettos nam barefim , auro , rebujque decepit . *Aufus quin etiam tnter estera barefis fua contagia non folmex plebe , fed etiam ex Sacerdotali*rebapti^are Catbolicos, Ordina

&

&

&

&

gLT

&

&

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Capitolo

XIII.

145

Plagio

Ordini* dignitate, ftcut Vincentium C&farauguflanum de Episcopo Apofiatam tanquam de Coelo in inferno, projeclum fattura , m c,, non mai pi pronto fcende Dio alla difefa de'fuoi Fedeli , che ^ ^ v c n i quando i fuoi Fedeli fono oppreffi dalla fierezza de' Tiranni; onde adin- contro gii Arri*. "* viene, che (ccomei tormenti fono gli argomenti della loro barbarie, cosii miracoli, diceS.Agoftino, fono le autentiche onnipotenti, e chiare, [a] Quibus Ecclefademonfratur, e peri quali [b] Toffumus digito demonftra[unterei, qui eamnonrident; eflendo cofa, che per elfi m$re Ecclefiam , [e] Extat Ecclefia cunclis dar, atque confpicua ; e[d] Sic omnium etiam InY/Z^li'V'fconi>. .*.}<;. fidclmm oculis exbibetur , utclaudat etiam ora Taganorum . [e] Entrati ho-

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ftilmentegliArrianinelMonalteriodiS.Martino^preifo Carthagena , uno rur.it diefll, che fu il pi infoiente, bardito, nell'atto di lanciar'un colpo di r'e '*M- c 1 *per- 1 fpada fopra l'Abate, cadde morto, e [e] Fgliqui hacvidentes timore temti fugerunt. [f] Altercando con oftinatadifputa un Cattolico con un' iUtHb. Heretico Amano , e non potendo il Cattolico franger la dura cervice dell' Heretico ne con teftimonianze della divina Scrittura, n con altra pi valevole prova , Experire , iic , virtutem SancJiffmd Trinitatis , & in cos dire egli fi traffe dal dito un'anello, e gittatolo fopra un gran fuoco , quivi dentro lafciollo, fin che fuoco anche l' anello divenifle al colore , al calore, & alla villa. Quindi animofamente fpintofi rilevarlo, Immenfa TrinitasDeus, egli replic, e prefelo con la mano , fi quid dignum Te credo, oftende. Certe fi reUa eft fides mea, nihil prdvalebunt hac incennibil eft no^ ablatum inde anulum diutiffimc palma fufitnuit, dia fava; citus ; (ed magis confufo Raretico Catbolicos omnes fervore fu<e Fidfi robot avit. Con [g] egual'invito, mconpiftrepitofoappreftamento un Diacono m "gzdtmd*&un rtUb cXl Cattolico cit un Sacerdote Amano al Tribunal de' Miracoli, e pi fontuofamente eziandio grad Dio la rifoluzione, & abbracci la difefa della fuacaufa; Gettiji, diife il Diacono, mi Anello in un gran caldajo di acqua bollente, e chi di noi fen^a offefa del braccio quindi lo efraber, guadagner autenticher la verit della fua Fede Fu accettata dal Sala conte/a, cerdote Heretico la propofta, e ftabil ita perii feguente mattino nella publica Piazza la prova, [b] SedFidei fervor, per quembtfc pr imam Diaconus h idtmiii, protulerat , ccepit, inimico infidiante , tepefeere ; conciofiacofach'egli timo* rofo del fuccelfo , dubbiofo del futuro miracolo , [h] Surgit dilucul, brxcbium infundit oleo , unguento confpcrgit , fed tamen loca fancia circumit,<& Dominum deprecatur. Qiud plura Giunge l'hora: concorre il Popolo: accendefi il fuoco: bolle fpumando a grandi onde l'acqua del caldajo vi fi lancia dentro l'anello: e tremando il Diacono fnudafi il braccio per immergervelo ; ma nello fnudarfelo efclamal'Heretico, e con l'Heretico tutta teTinbadecitcoftant'uSon magic , fon incanti cotefi tuoi promefji miracoli , Cattolico il tuo braccio unto d'infoliti unguenti ti rende reo , bench muto . Va mago, va ingannatore, e muta Fede , f vuoi falvar il braccio, cangia bwcu , fc vuoi far prova della verit della tua Fede Mentre cos irrifo, e beffato da iffchi degli aftantiritrovavafi tutto confufo il mifero Diacono, la Providenza del Cielo , che non perde mai lefuecaufe, guid fpenfieratamente per quella (tracia un'altro Diacono di Ravenna, intento non so qual fuo affare ; e perci quindi paffando, parte non attendendo, e parte non curando quella moltitudine di gente , e quell'infolito bisbiglio. Ma Dio, che di colafacevalopaifare, Campione oeftinato a foftener'in Tomo IL quel K
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Pelagio
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Secolo VI.

quel cimento la fua Fede , fecelo tornare alquanto indietro , framifchiarfi atti curiofi indagar la cagione di quel fra la turba, e con domande, tumulto, e di quella infolita novit; fugli tutto da un'Heretico volontieri

&

che non cos toftohebbe egli che infiammato di Dio , e forprefo da inopinato violente furore, che fu zelo di veder come perditricein quella tenzone lafuaFedeNicena, fattoli largo , rompendo la folla col petto, e eonlefpalle, enelmedefimo tempo denudandoli con la finiftra mano il ddtro braccio , giunfe al caldajo, e mutolo di parole, mi eloquente di fatti, gi final fondo ve lo immerfe , e tanto tempo tennelo dentro il bollore di quelle acque , quanto ve ne volle per rintracciare impadronirfi di quel piccolo anello , folle vato , e sbattuto nor qua, horl, come paglia, dall'impeto delle onde . Quindi eftrattolo, moftr in alto al publico l'anello , e'1 braccio , e ditte , Ecco la t Ucm ibi*, -verit della, mia Fede, etantobaftl. Irritato dal fatto , [a] &valdeconfufusHvreticus, foggiungel'Hiftorico, iniicit audax manum in aneo dicens , mihihec fidesmea ; ma con dirimile riufcita [a] protinus ufque Traflab't ad ipfa ojfmm nternodia omnis caro liquefatta defluxtt . Altri molti nobili b Grrg. Tur. d t attesati di noftra Santa Religione foggiunge ne' [b] fuoi aurei Libri Gregogior.marty. r io Turonenfe, feguiti pur'allora nelle Spagne , durante la perfecnzione i.Utmbi.ih.5. accennata di Leovigildo, [e] di un Sacerdote Heretico , che in difpregio cap&o. di un Sacerdote Cattolico, volendo elfo benedir le vivande nella communemenfa di un'albergo, ove di paflaggio ambedue infieme fi ritrovavano, nel mandar gi il primo boccone, mand fuori l'anima, che gli s'intorz A liemibd. nellagola, &aftbgollo, [d] di un Chierico, che crudelmente fruttato per f4 %' Mende ghr. comandamento , einprefenzadelR, non fenti alcun dolore di battiture, confi/r.cap.!? [ e ] diunVefcovo, che qual nuovo [f] Cirola, baldanzofamente oftentar volendo la virt de'miracoli, f divenir vero cieco uno , che da lui cort/I'fw;'r irti Mi..^. 575rotto con denari , volle fingerli tale, [g] d'altriinfine, che Noi a bella pori 4?i'*fi.f. fta trai afeiamo per intervenir' una difputa, ch'ebbe il medefimo Gregorio Turonenfe con Agilane Heretico Arriano A mbafeiadore di Leovigiido, difeorfo non ingrato regiftrarfi per ammaeftramento del Lettore, e per pregio dell'opera, e quale Noi riferiremo con le parole medefime h Grtg.Tur.'HiH. dell'Autore, che fu Hiftorico infieme , e parte del fucceifo , [h]Leovigddus Frane iib.s.ci. ^ ^ Cg\iScc, ^igilanem Legatum ad Cbilpericum mittit , virum nullius ingenii, aut difpofitwnis rattorte peritum , fed tantum voluntate in Catholica c g^rio Turonenfe, Lege perverfum . Quem cum via Turonos detultjjet , lacefiere nos de fide , & Agilane Hereimpugnare Ecclefiaflica dogmata capti Iniqua enim ( inquit ) fuit annco mano. tt q uarum Epifcoporum lata fententia, qua aqualem ajferuit Ftlium Tatri . "Namqualtter ( inquit ) poterti effe aqualis Tatri in potfiate, qutaity Tatcr major meef? T^on efl ergo aquum , ut et fmilis aftimetur, quo [e minor em
riferito e ilcorfo, e l'efito di quella disfida;
,

rifaputa

&

dteity quitriflitiamortis ingemuit, cui poliremo moriensfpiritum quaft nulla

praditus potevate commendat

Videi? atre cum, atate , poti fiate paterna minorem. tAdhacego interrogo: Si crederetjefum Cbriftum Fdium Dei efie ? Si eundemque effe Dei fapientiam, fi lumen, ftveritatem, fivitam > ego: Die fi juflitiamfatereturt Quiait: Credo kac omnia efie Fdium Bei. Et ? Quando fine ergo mibi Quando Tater fine fapientia ? Quando fine lumine vita} Quando fine ventate? Quando fine uflitia fuerit Sicjut enim Tater Dofine F ilio efie non potuit , quamaxim fine ifiis efie non potuti , ita ubique , fi Fdium minici tNomitiis Myfterw coaptmtur-, /ed ncc Tater efiet non
.
:

&

&

&

&

Capitolo
:

XII
.

l.

147
&

Pelagio
**'

non haberet . Quod autem eum dixiffe ais Vater major me efl : fcias eum hoc ex afjumpt carnis bumdttate dixiffe , ut cognofcas non potevate, [ed humilitate te fmfferedemptum, T^am tuquidicis, Tater major me efl, oportet memimje, mortis timor , Tater unumfumus T^am commenquod alibi att : Ego dano fpiritus ad nfirmttatem corporis efl referenda, utficut verus Deus , ita.

&

&

&

verus homo credatnr . minor efl : femper Filius Et Me Cujus quis implet voluntatem , eo minor efl Tatre , quia ille facttvoluntatem Tatris, nec Vater illius voluntatcm facere comprobatur . Ad hac ego Intellige , quia Vater in Filio , *3" Filius in Vatre in una femper Dettate fubfiftit ; nam ut cognofcas , Vatrem Filli facere voluntatem: fi tu te fides Euangelicamanef, audi, quidipfejefus Deus nofler , eum ad refufeitatum venit La^arum , alt Vater gratias ego [ciebam , quia femper me audis : fedproago t ibi, quoniam audiflime , pterturbam, qua circumflat, dixi y ut credant, quia tu me mififli. Sed eum ad paffonem venit , ah Vater clanfica me claritate , quam habui apu temetipfum , priufquam mundus fieret . Cui Vater de Calo rejpondit : Et tterum clarificabo: JEqualis efl ergo Filius in Deitate , non clarificavi, minor , fed neque aliqutdminus babens; nam fi Dtum confiter is, necefle e(i integrum fatearis , &nihil egentem; fi vero integrum effe negas , Deum efie noncredis. Et ille , Ex affumpto homine ccepit Filius Dei vocitar; nam erat, quando non erat . Et ego , Audi David die entem; Ex utero ante Luciferum gemi te . EtJoannes Evangelica at: In principio erat Verbum , Verbum erat apu Deum , Deus erat Verbum, hoc Verbum caro fatlum efl, dP babibitavit in nobis; per quem facla funt omnia . I^am vos cacati veneno perfuafionis nihil dtgnum de Deo (tntitis Santlum Spiritum Deum dicitis , aut aqualem Et ille: Ts^umqud Vani, Filioque deccrnitis Cui ego, Unam trbus efl voluntas, poteflas , operano : unus Deus in Tr innate, &trinus in Unttate ; tres Verfona , fed. unum F^egnum , una Majtflas, una Votentia, Omnipotentiaque . Et ille; Spiritus Sanclus , inquit , quem <xqnalem Vani profrtis , ac Filio , utrinque minor accipitur, quia dVatre legitur miftus Filio promifius, nemo emm promittit, nifi quod fu domtnationis fubfiflit : 'nemomittit, nifitnferiorem f, fuutipfe ait in Evangelio: Isljfi abjero , Varacletus ille non veniet: Bene Filius ante fi autem abjero , mittam illum ad vos . Jid hxc ego refpondi paffonem ait: quia nifi ille ad Vatrem vitlor remeaverit , ac proprio [augnine redempto Mundo dignum Deo ex h ornine prpararet habitaculum , non potefl Sanclus Spiritus idem Deus in pectore phanatico y (^-originai is criminis labe infetlo defeendtre: Spiritus emm Sanclus ( ait Salomon) effugiet ficlum. Tu autem fi fpem aliquam rcfurretlioms habes, noli loqut adverfus Spiritum Santlum quia juxta fententiam Domini , Spiritum Santlum blafpbemanti non remittuntur, neque in hoc faculo, neque in futuro . Et ille: Deus efl, quimitttt: non efl Deus, quimittttur. *Ad hac interrogo , fi crederei doilrinam Vetri , Vauli Apoflolorum ? B^efpondente eo , Credo , adjeci : Cum argueret Vetrus Jtpoflolus *Ananiam prafraude fundi, vide quid dicati Quia enim tibi vifum efl mentir i Spirimi Sanclo 7s(on es mentitus hommibus fed Deo. Et Taulus cum gratiarum fpiritualium diflingueret gradust Hte omnia, inquit, operaturunus, atque idem Spiritus , dividens unicuique jicut vult . Qui enim quodvoluerit , facit, in nullius r edigit ur poteflatun, .^am&vos, ut fuperins dixi, nihil recl. de Trimtate jancla fenims
:

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qui:

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Pelagio
**"

I4 g
quam
iniqua
fit

Secolo VI.
hujus fetta perverfitas
,

pftus %Auttors veftri, ideft

Mi

exprefjit interitus

Jld bac Me: Legem, quam non colis, blafphemare noli nos "per qua fi non credimus, non tamen blafpbemamus , qua nondeputatur crimini, fi fila, ili a colantur: [te enim vulgato Jermone dicimus; T^on effenoxium, fi inter Gentiliumaras, DeiEcclefiamquistranfiens utraque veneretur . Cujus ego jlultitiam cernens ajo Ut video , Gentilium defcnforem, hareticorum affertorem te effe manifeftas , cum cjr Ecclefiaftica dogmata maculas , Taganorum fpurcitias pradicas adoravi Satius , inquio, faceres, fi ea te armaret fides, quam Abraham ad ilicem, Ifaac in ariete, Jacob in lapide , Moyfes videt in fente : quam ^Aaron portavit in logio, David exnltavit in tympano, Salomon predicarti in intellettu: quam omnes Tatriarcha , Tropbeta , five Lex ipfa , vel oraculis cecinit , rei facrificiis figurarti: quam nunc prafens fuffragator Martinus nofler , velpofcredit is,

&

&

&

&

&

&

&

tu converfus crederes tnfeparabilem Trinitatem, accepta nobis benedittione, purgatoque amala credulitatis veneno pettore delerentur iniquitates tua . Jst ili e furore commotus , nefeio quid quaft infanus frendens , ait xAnt anima ab hujus corporis rincults emtgret 3 qum ab ulto religionis veftra Sacerdote benedittionem accipiam. Et ego: T>{ec nojram Bgltgionem Dominus , five fidem ita tepefeerefaciat, ut difiribuamus Santtumejus cani bus , ac pretiofarum Margaritarum facra porcis fqualentibus exponamus. jtd hac ille relitta alter catione furrexit, abiti. Sed poft hac cum in Hifpanias reverfus fuiffet, infirmitate tiMttfcatHf t ad nojlram religionem , necejjtiate cogente, converfus efi . Cos Leovigiido incima la guerra ad Gregorio Turonenfe . i maggior miracolo , e la pi forte difputa, che Hcrmeneg.ido fegmtte nell'accennaca agitazione delle Chiefe di Spagna , fu la cruda guerra , che motte Leovigiido al fuo Figliuolo Hermenegildo , e la barbara morte, che in fine gli f dare, per cui egli divenne Martire gloriofo della Religione Cattolica , e valido protettore appreilo Dio della Nazione Spagnuola. Dalla narrata commozione dell'animo di Leovigiido contro il Figliuolo, ne nacque in breve la guerra , combattendo dalla parte del Padre la fazione pi potente degli Arriani, e dalla parte del Figlio quella pi debole de'Cattolici . Ma Hermenegildo conofeendofi inferiore di forze , bench la pi ginfta caufa efb difendette della Fede Nicena, fped in Oriente all'Imperador Tiberio S.Leandro Vefcovo di Siviglia , implorando foccorfo contro il Padre favore delle cofe cotanto afflitte del Chriftianefimo in quelle Chiefe ; inqueft'occafionef, che ritrovandofi allora Nunzio S.Gregorio nella Corte dell'Imperadore, trdlui, e S.Leandro fi ftringeife quella grand'amicizia, che continu pofeia con quella dotta corripondenza di lettere , che pur'hora leggiamo nell'Epifilario di quel Pontefice. a Grt.Tnr.tipor. Fr*ncM.$.c. 38. Per il foccorfo richiedo fu troppo fcarfo , e poco fedele: [a] conciofiacofache per trenta mila foldi venderono i Greci la loro Fede all'Inimico, Prigionia, e mor- e venuti battaglia abbandonarono Hermenegildo , trahendofi dalla parte S HcrmeDe ' di Leovigiido, cjie vittoriofo della giornata, fpogli il Figlio de'Regj gdd paludamenti, e rinferrolloinofcuriflmo carcere, doppodinaverdinuob s.crtg. indiai, vo invano intraprefo ogni pi forte mezzo per opera [b] di un Vefcovo

fedit in pettore, vel oflendit in opere: ut

&

&

&

Ma

&

'

.'

ub.i.c.

iu

Arriano

communione , affinch nel giorno di Pafqua egli ricevette la nel rito Arriano ; e poi condannollo , comelegu, al taglio della tetta, nel cui atto udifi nel carcere una dolce invisbile melodia di fuoni, e canti
cclefti

Capitolo
celefli, e
fi

XIII.

14.Q
il

Ph agio
*
aiahJi vS
1

viddero

inufitati chiarori di luce,

che circondando

morto

del Martire, lo refero in queir iiteia prigione venerabile eziandio i medefimi Ardami . In cotal guifa infierito Lcovigildo nel fangue dellefuevifcere, efili da'tiioi fiati S. Leandro di Siviglia, e'1 di lui Fratello

Corpo

feovi cattolici.

Emerita, Severo di Malaga , Liciniano di Carthagena, Giovanni di Girona, & altri degni Ecclefiaftici, che anche nelle loro relegazioni feppero combattere, e vincere I'Arrianefimo. Eifendoche di S.Leandro dice l'Hifiorico , [a] Hicinexiliijuiperegrinatione compofuit duos adverfus Hareticorum dogmatalibros eruditione

VeTcovo

di

Maufona Arcivefcovo

di

fj^**

"^*

as.i/idor.dtfm'p. EcCl 'f> c - lS -

Santlarum Scrpturarum ditijfimos , in quibus vehementi (iylo ^Ariana U&ojicndens jalicet quid contro, rejis confodit atque detegh impietatem , Catbolica Eccleja, vel quantum diflct ab ets Religione , vel eofdem habeat aliud laudabile ejus opitfculum adverfus inExtat Fidet facramentis vrianoruw, m quo propofiris eoruin diclis , fuas refponfiones apponit. ftituta Et ilmedefimo Autore di Severo foggiunge, fb] Sevems Malactan Sedis
!

&

b idtmibdtm,
cap ' l '

ediditlibrum unum adverfus Vincentium Cafarauguftana Urbis Epifcopum, qui ex Catbolica Fide in *Ariavam pravitatem fuerat devolutus . E conchiude in fine di Giovanni, [e] hic opiniHunc Bex cum ad nefanda Harefs crudelitatcm competleret , no refifleret , exilio trufus y Barctnone relegatus , perdecem annos multas infitAntifles, Collega
,

& Socius Liciniani Epifcopi

&

perfecutioncs ab Jbrianis perpefus cfl Qid pofiea condidit Monaquod nunc Biclaro dicitur , ubi congregata Monachorum focietate cuntlis Deum timentbus fcripfit regulam ipfi Monajerio profuturam , jed in libro Cbronicorum ab anno primo Juflini fatis necejjariam . jLddidu Junioris principatus ufque ad annum oblavum Mauritii Trincipis Bimanoquartum Becaredi B^egis annum biflorico , e omp ofttoque fermone v alrum y do utilem biftoriam. Cos S.Ifidoro. Ma chi pi graziofamente, e con Martirio dis.viu. mcn forte motivo mofir intrepidezza degna i Heroe Cattolico, fu un cen * oMonato divoto Monaco chiamato Vincenzo Quefti non potendo pazientemente foffrire, che Vincenzo Vefcovo di Saragozza con rinegar la Fede Nicena havefie avvilito il nome di Vincenzo, ch'efl dalla nafeita portava, ufc fuori dal fuo ritiro, epublicando , ch'ei chiamavafi Vincenzo, echefeendeva nell'arena di afpra tenzone per vendicar l'affronto , che tal nome vittoriofo havea recato l'infame Vincenzo di Saragozza/ predic valorofamente da per tutto con s franco zelo la Confuftanzialit del Divin Figlio contro gli Arriani , che [d] jinte fores Monaferii ab lArianis irruentibus s*r an.$^.n.io. crudeltffim peremptus efl Legione , undecima mnfis Septembris , nel qual giorno eziandio fi celebrala fua commemorazione nel Martirologio de' Santi. Dicefi, chcfipentiffel.eovigildo dell'eccedo feguito contro il fuo e s.Grtg. inaia!. medefimo Figliuolo ; mS.Gregono [e] foggiunge, cheil fuo pentimento 'jJj'^-J' & r' H non fofie baitante rimoverlo dalla profetata he refia: nde rimane efe- Fr*acU&Xc.Hkf crabile la di lui memoria i Pofteri, &inquefto folo gradita, perch'egli die al Mondo, alla* Spagna due Figli, l'uno Martire, l'altro Rditai Cattolici coftumi, che forf niun'eguale pu vantarne nel zelo della Fede

dias,

&
,

fterium

&

&

&

&

quel nobilitiamo

Regno.
C
r

quefti fu Recaredo , che doppo la morte del Padre , moffo dall'efem- nJ converii} t" alIa for " pio del fuo maggior Fratello, e convinto dalla multiplicitde'Miracoli ^a ^' chiamati s li Vefcovi della Setta Arriana , in cui fin allora egli era Va^^Tm-lkicrefeiuto, cos fama, che loro parlalfe , [/] Cur inter vos , ^Sacer- ftr.Fr*nc.i.9*.s.
,

&

Tomo IL

dote:

Pelagio
illi

qui f Catholicos dicunt, jugiter fc andata propagante? Et cum , per fidem fuam ftgna multa oflcndant, vos nibiltale agerepoteflis ? Qua, de re convenite, quafo, Jmul, difcuffis utriufque parti s credula at ibm qua vera funt , cognofeamus Et tunc aut accepta tlli vobis ratione , pa credant , qua dicitis ; aut certe ab illis veritatem cognofeentes , qu< pradicaverint, voscredatis. Cos egli. Fbreve, marifolutalapropofta, etanto pi rifoluta, quanto che dichiarofll il R molto maravigliato deTuoi Vescovi Arriani , che non mai in alcun tempo efli haveffero autenticatala a vtdiQtitji*- loro Fede con dimoftrazione di publico miracolo , anzi che al contrario r m ? " '^ cat0 un di loro per voler renderfi miracolofo, haveiTe [a] ultimamente in vece t\s f d'illuminar'un cieco, acciecato un che godeva perrttifima vilt; quando che nei Cattolici feorgeva giornalmente una virt fopranaturale, per cui cgt no facevano pi miracoli, chepaffi, lafciando ovunque parlavano, teitimonianze chiare dell'incontrovertibilit della loro Religione. Argomento potentiflmo , e valevole a render reo di oftinata infleilbilit chiunque fuor della Chicfa Cattolica prefume trovar vera Fede, e che fu i tal forzai quell'alta mente di S.Agoftino, che protetto quefto per un de'prmqipali motivi della fu a converilone, e fi refe feguace di quella Religione, che fola vanta fopra tutee Principio, Progreio,& Augumento miracolob s.^ittg.confrip. fo, ed"> vino, [b] Multa funt, qua me ju0IJm tenent in Ecclefia Catbolica fun m,.ca]>.$. gentmm : Tenet auHoritas Miracugrespio: Tenet confenjio populorum, Tenet ab ipfa lis ine boat a ? fpe nutrita, ebaritate autla, vetuflate firmata Sede Tetri \ApojlQlt ufquc ad prafentem Epifcopatum fucctfjto Sacerdotum, Cos S. Agoitino. L'ordine Regio dunque, la Regia inclinazione, emolc ^.58j. topi'la G^iullizia della caufa [e] adun iVefcovi dell'una, e dell'altraparte, animai Cattolici, e convinfe facilmente gli Arriani, i quali nella difputa , che^ agit , riin afero perniali dalla verit degli argomenti j onde il faggio d Grtg.Tur Hjfio R [d] cognovit veruni Deum fub difiintlione coli Terfonarum trium , idefl ria Frane. lii.y.c.; Spiritus Sanili , nec minorem F ilium Tatre , Spirituque SanTatris, Filli, ilo, neque Spiritum Sanlum minorem Tatre, vel Ftlio , [ed in una aqualttate, atque omnipotentia batic Trinitatem verumDeumfateri In efecuzioaccepto fignaculo ne i quefta credenza , f Catbolica legi fubdidit , Converfion dt Sanila Crucis cani Cbrifmatis unllione , credidit Jefum Cbriflum Filtum Dei SpagnuoliArriani Spiritu Sanilo regnantem in facula faculorum . Fu aqualem cum Tatre, cospublica la confezione di Recaredo, cos fontuofa la funzione, e cos gloriofa la converilone, ch'ella tir feco tutto il partito degli Flerctici. dotes illos

x ^

Secolo

VI.

&

&

&

'

&

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idem

ibid.

jy c ^ f

ligione forFrir non


Jiano' decapo a'i muro per rab
biade* cattolici.

cJnciEo di Toledo fotto Reca

Athaloco Vefcovo Ardano leggefi , che tal mutazione di Repotendo nella Spagna, die per rabbia di capo nel muro, rimanendo m orto , vittima del Diavolo, e rifo della Plebe. Ma non contento il R di haver riporta con la fua converfione nel Soglio Reale la p e(jeNicena, f eziandio non eftirpava affatto da'fuoi Regni P Arrianefimo, volle ft.ibilir'il ben fatto con la rifoluzione di falutevolifime Leggi , per il cui effetto [f] convoc da tutte le Provincie s foggette un Concilio nella Citt di Toledo, che fu uno de'pi celebri e memorabili, che l nelle Hiftorie Ecclefiaftiche tanto per il concorfo de'Vefcovi riferifcaho chepafs il nr. -e-o di fettanta, quanto perche da quei tempo in avvenire
j

jyj

per molti fecoli perfever quali del tutto incorrotta la Religione Cattolica nella Spagna, con eterna laude di que'Monarchi, che l'hanno dominata , e che con l'eminenza del bei titolo eli Cattolici la fignoreggiano ancora con
la

I
Capitolo

XI L
S.

Pelagio
A

fa pi

candida pariti della Fede

Romana.

Leandro Vefcovo

di Siviglia

e dignifllma fu la , anche come Legato di Papa Pelagio; Confezione di Fede , che nell'apertura del Concilio pubicamente profefs il pio R Recaredo nella individuai credenza del Mifterio della Santiflma Trinit, nel tenore, eforma>chefegue, [a] ConfitcmurVatrem,quigenuit cotfternum non tamen ut idem fit ex fubftantta fua Filium fbicoxquakm natus, &genitor, feci perfona alius fitTater, quigenuit, alius fit Filius qui fuerit generatili , /'y M'we uterque fubfiantid in dvinitate fubfiflat: Taprefied tutti
,

&

a Ttllf> to.z.concit.

f<

/ftjfRccafedo.

ter, ex quo fit Filius, ipfe vero ex nullo fu alio: Filius, qui habeat Tatrem, coatemus fed fine initio , fine diminutioncin ea, quaVatri co&qualis , pr#di~ efl, divinitate fubfiflat'. Spiritus Santlus a nobis confitendus efl , cum Tatre , candusVatrc, Filio procedere, Filio unius efie fubJiantia; tertiamvcr mTr innate Spiritum Santium effe perfonam, qui tamen Fiiiodiv innati s efjcntiam. Uaec enim Sancommunem habeat cumTatre, Filius, Spiritus Santlus , cujusbonitlaTrinttas unus efl Deus, Tater, fatefommslict bona ft condita creatura) per affumptam tamen Filio fiumani habitus formam , damnata progenie reformamur in beatitudinem priflinam. Sed jicut vera falutis indicium ef , Trinnatem in unitale , unitatem in Trinitate fentire ; ita crii confumata juflitia , fi eandem fidem intra univer<Apoflicam unitatem in jtpoflolico pfiti'fonjalem Ecclefiam teneamus , damento fervemus . Cos egli. Profegu quindi il R a deteftar con Arno tutte le di lui Herefie, accettando li primi quattro Concilii Generali, autenticando tanto egli, quanto Badda fua' Regia Conforte la Confezione efpofta con la fottofcrizzionede'loro nomi in quefto tenore, [b]Egol{ecavcram Confefjionem , quam unam per redus Rgx fidem hanc fantlam , rbcm Catholica confitetur Ecclefa, corde retinens , ore affrmans , totum

&

&

&

&

&

&

&

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b lbiAem "

&

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meadextera, De protegente, fubfcripft ; & immediatamente doppo, Ego Badda gloriofa Bigina hanc fidem, quam credidi, fufcepi , manu meade Doppo queft faufti principii deput il Concilio un foto corde fubfcnpfi Vefcovo, alHn che in nomedel Sinodo interroganti Prelati, fofpetti di adherenzaco'GothiArriani, per rinvenire, f la loro Fede folle tinta da

&

alcun neo di errore,- e ritrovata in tutti purit di fenfo, e di parole, profe-

guirono gli
ne

atti

di ventitr

con la condannazione dell' Arrianefimo , e con la formazioCanoni , che facilmente ritrover il Lettore ne'Compilatori

dell'allegato Concilio

CAPI-

Gregorio

Magno.

I$Z

CAPITOLO
applicazioni
Sciamatici

XIV.

Gregorio Magno Romano, creato Pontefice li 3. Settembre 590.


,

e
c*

Scritti

di
.

S. Gregorio

Papa
del

contro

Heretici
il

Pretensione

Patriarca
.

Greco

nell* arrogarci

titolo

di Patriarca Universale
s

Contradizione di S. Gregorio
cazione di tal Vocabolo
gorio
.
.

[piegatone
infigne

e fignifi-

Humilta

Calunnie oppoftegli
y

Gredagli Heretici, Celibato Ec~


di

S.

cleftaflico

fua Antichit,
bene haveva combattuto

A
Nuove
matici
fatiche di

chi cos

in

Oriente

contro

San Gregorio P.tpa contro i Sci f-

Qrigenifti , merit di paiar gloriofo in Occidente inalzato all'alta Sede Pontificia , 'per feguitar contro gli Heretici le battaglie egualmente , e le vittorie . S. Gregli

m
a s.GrtgAb.i. tp.

b'udXim
c
t

io

idtj

prima qua-

di cui dovendo Noi in quefto luogo malagevole imprefa ci riufcirebbe il defcriverne i fatti , per cui dall' Antichit merit il nome di Magno , f la noftra Hiftoria non ci reftringefle que' fuccefl folamente , che concernono al corfo delle Herefie , li quali bench fano una piccola parte della di lui vita, nulladimeno apparirono , e fono foggetto grande d' Hiftoria Primo oggetto della fua Apoftolica cura fu quello medefimo, eh' ei riconofceva in qualche modo come parto delle fue fatiche , cio 1' eftirpazione de' Scifmatici , difuniti dalla Communione della Chiefa Cattolica per la condanna accennata de' tr Capitoli , contro la prefunzione de' quali egli haveva di gi molto fcritto ? e molto operato di ordine , come ( difle , del fuo Predecefibre Pelagio Secondo . Avanti dunque di fpingerfi contro loro con la forza della dottrina , e con 1' efficacia del comando , premette per tutto il Mondo come foriera delle Cue rette intenzioni una lettera Circolare 3 cui , tralafciando Noi di riferire quelle divine Maflme , che lo rendono eminente nella difefa della Sacerdotale Dignit , cos foggiung neh" appartenenze della Fede, riconofeiuta da lui per fondamento tutto il Cattolico edificio, [a] Trxterea quia corde [b] ereditar adjufiiti arri , ove autem confeffio efi ad fallitemi ficut Sancii Evangelii quatuor Li-

gorio fu quefti

far

menzione

Mt'Concilia gent y ros veneravi me fat cor , tota devotione ita quatuorf e] Concilia fufeipere , comp lettor, integerrima appvobattone cujiodio Cosi egli. [d\ S. Stefano nopacar. 1'*' 1 b& membro della Chiefardi Napoli, udita la promozione al Pontificato di tpiftff?"*
.
'

&

Capitolo
un tanto celebre Prelato
zione
,
,

XIV.
i

153
lui

Gregorio

portofl i
s*ei

di lui piedi

proteftando
,

che

fubentrava per

con humile raffegnamallevadore con Dio

MAGNO

e fuflflenza del quinto Sinodo , eflb haverebbe incontaabbracciata V uniti con la Chiefa Ronente rinunziato allo fcifma , Gregorio, dileguandogli l'ombre de' mal concemana. Afficurollo San piti fofpetti , e ritorn Stefano i Napoli, tromba di gloria della SantiApoftolo di predicazione per la conversione de' fuoi t del Pontefice, ingannati fratelli . Havea [ a ] egli fin dal fuo primo ingreflb nel Pontificato ottenuto da Maurizio, ch'era fucceduto Tiberio nell'Imperio, un Imperiai' Editto , che tutti li Vefcovi Scifmatici dovettero portarli i Roma , per dir loro ragioni avanti la prima Sede , attender da lui l'oracolo della decifione impegnati nella difubidienza i Vefcovi, e fconvolto lo flato politico dell' Italia dalle fpeffe incurfioni de' Londella validit

&

&

a idtmiiu.ep'lf. t6 '

&

Ma

gobardi

non mai
il

forti

Scifmatici contro

reclamando gli la convocazione accennata , Papa pretto l' Imperadore con doppio loro danla

no

refi rei di
,

colpa enorme per

oftinazione nello fcifma

e di

con cui caftigolli Dio , riducendo Severo cT Aquile) loro Capo , ramingo fuori della fua Chiefa incendiata , & arfa da' Longobardi , & elio eziandio impotente foftentar con 1' elemofinc la vita nella qual grave neceilt di queir afflitto popolo , bench fcifmatico , accorfe San Gregorio con tutta ampiezza della fua Apoftolica cariti , ricomperando fchiavi , e Sovvenendo poveri , & accompagnando il pietofo fatto con 1' aureo detto [ a ] Mifericordia prius Fidelibus , ac pojtea Ecclefia Hofiibus eft facienda Contro i rimanenti refrattori , contumaci egli oper eziandio con 1' arme dell' Efarcho Imperiale , dimostrandone San Gregorio non fol contento , ma gradimento , e rendimento [b] di grazie Giovanni Vefcovo di Ravenna, b s.G,tij..wi{f al cui favto mpulfo C\ era accefo , e moffo lo fdegno dell' Efarcho Ad al- 6u tri che ingannati pi torto, che ingannatori ricufavanodi ricevere il quinto Smodo come riputato contrario al Chalcedonenfe , tal nobile lettera
feveriflma pena
:

1'

quello tenore, [e] Exeuntes maligni bomincs turbaverunt animos non intelligentes , ncque qua loquuntur , ncque de quibus affirmant , aftruentcs quod aliquid de fancla Cbalcedonenfi Synodo pia memoria Juftiniam temponhus fit iramiautum, quam omni fide, omnique devotione veneramur . Et fc quafuor Synodos fancla univerfalis Ecclefta , fcut quatuor libros finfii Evangeli! recipimus . De perfonis vero, de quibus poft terminum Synoi aliquid aclum fuerat , ejufdem pia memoria Juftniani temporibus eft vcntilactm ita tamen ut nec fides in aliquo violar etur , nec de tiffcriife in
"pejiros,
:

tidtml.i.tpji^io.

qum apud eandem fantlam Chalce, donenfcm Synodum fuerat tonjiitutum idnatbcmaTamus ergo , fi quis ex definitione fidei , qua in eadem Synodo prolata eft , aliquid minuere prafumit , vel quaft corrigendo ejus fenfum mutare fed fi cut illic prolata eft, per omnia cuftodimus . Te ergo, fili chariffime, decet ad unitatem Sanila Ecclefta remeare , ut finem tuum valeas cum pace concludere , ne malignus fpiritus , qui contra te per alia opera prevalere non poteft , ex bac caufa invemat, undetibt in die exitus tuiin adituT{egnicoeleftis obfifiat. Cos San
perfonis aliquid aliud ageretur
.
:

dem

della validit del quinto Sinodo E perche Vefcovi dell' Hibernia fottometterfi i (inceri fentimenti del Pontefice, furono eziandio li pi fortunati, che conosciuta la
in finceraaione
li
.

Gregorio

furono pi docili

verit

Gregorio

ver j t j j fe pperQ da i loro cuori , e dalle loro Chiefe abolire affatto lo fcfma. Quefti inviarono fuppliche San Gregorio per la dilucidazione di 2 queir intricata materia, [a] &angufliapre$, dice L' Hillorico ad RgmalumT'*"^ namEcclefam litteris datis clamant . UdilliS. Gregorio , e come Maeftro", e come Padre cos loro rifpofe, illuminando inunfubito le tenebre di quel b s.Gregja.tpijf. mal' apprefo Concilio con il chiarore di convincentiflmi argomenti,[]Sc ri1 ptaveftrafumma cum gratulatane fujcepi , fed erit mme ubcrior vald latitici , firmili de veflra comigerit reverfione gaudere Trima itaque Epiflola ve/tra front graverai vos pati perfecutionem innotuit . Qua quidem perfecutio , dum non rattonabiliter fujimetur , 'nequaquam profitti ad falutem . r^am nulli fa$ ejt retributionem pramiorum expetlare pr culpa . Debetis enim fcire ( ficut Beatus Cyprianus dixit ) quia Martyrem non facit pcena , fcd cauja Dum igtur ita ftt , incongruum nimis eft de eavos, quam dicitis, perfecutione glorari, per quam vos conjat ad eterna premia minime provehi . B\educat ergo chartatem vejram tandem integritas fidei ad matrem , qua vos generava, Ecclefiam. Trulla vos animorum intentio concorda nnitatc difJociet: nulla pcrfuafio rependo vos a retto itinere defatiget . l^am in Synodo s in qua de tri bus Capitulis atlum ej, aperte liquet nihil de fide convulfum effe , vel aliquatenus immutatum ; fcd ficut fcitis , de quibufdam illic folurn' ,.

MAGNO.

Jf*^

Secolo

VI.

mod
tis
e
,

perfonis eft atltatum , quarum una dine Catbolica fidei deviabant , non injufi

Htt.ix*

quia ex ilio tempore inter alias non b c ad e HS debetis intorqucre opprobrium

evidenter rettituQuod autem fcribiTrovincias maxime flagellatur Italia:


,

cujus

fcripta
ejt
.

damnata
,

quoniam fcriptum

eft

[e

Quem

diligit

Dominus,
,

pit. S igtur ita eft

flagellai autem omnem filium , quem reciut dicitis: ex co tempore magis dileUa ejlapud Deum ,
cajigat
:

&modis omnibus approbata, ex quo Domini fui meruit fuflinere flagella. Quia
vero non ita fu
,

quemadmodumvos
.

inejus infultationc affirmare conamini, ra-

twnem

Toftquam recordanda memoria Vigili in-Papa in Urbe regia ^icephalos damnationis proconftitutus, contra Theodor am tuiic jluguftam , captivata eft. mulgavi fententiam: tunc Bimana Urbs abboftibus adita, Ergo bonam caufam babuerunt ^Accpbali, cjr injuft damnati funt , pofl quorum damnationem taltacontigerunt ^bft: hoc enim nec noftrm-quempiam j
attendite

&

&

qui Catbolica fidei myfterns infiituti funt , vel dicere, vel aliquoHis denique cognits , ab hac quandoque ]am dciiberaigtur de tri bus Capitulis animis veftris ab Ut a dubietate , poftione recedile Ut
ziee ali os,

modo confitert conventi


.

ft fatisfatlio

abundanter infund

lbrum

quem ex hac

re fantine

memoria

vobis utilem indicavi tranfmitte, re: quem fi deporto voluntaria defenfionis ftudio, purovigtlantique corde jaadunitatem noftrampis volueritis reegere , eumvos per omnia fecuturos , reverfuros nibilominus effe confido. Ton autem fi pofl hujus libri leUionem , in ea , qua ejis , volueritis detiberatione perjftere ; fine dubia non rationi operam , fed obflinationi vos dare demonftratis . Unde iterm habita locutione , chartatem vejram admoneo , ut quoniam Deo fuffr agame fidei noflra integritas in caufa trium Capitulorum inviolata perwanfit , mentis tumore depofto ad matrem veftram A s.qpgM.epift. Ecclefiam redeatis , dum ab ea expetlari cognofatis .[d] Cos egli. Con l'iltelfa 5efficacia egli adoproffi per eftinguereilmedermomale, che ferpeggiava per la Francia, e ne'medefimi fentimenti [e]fcrille alla Regina de' Longom 3 bardi Thcodolinda, pervertita anch' ella da' Sciamatici , e con pi forte
fcripferat

Vr adecefor meus TelagiusTapa

&

'

''

nervo

Capitelo

XIV.

155

nervo di efprefiionc Coftanzo Vefcovo di Milano, cuieglihaveacommetta la cura di difingannar quella fedotta Principer, [ a ] Is^os autlore ;/. ].?//,}. ventate, tefte cun\cicutia-, fatctnur , nos fidem fanti* Chalcedonenfis Synodi per omnia illxbatum cuftodire, nirilque c)us dcfimtioni adderc , nibilque fub-

Gregorio AGN

Sed fi quis contra cam , ejujdemque Synodi fidem , five plus mmufve ad fapiendum appetit ufurparc , eum , omni dilatione pofpofita , anatbemati^amus , atque finu matrs Ecclefa ahenum efie decernrmus Qitem igitur ifta mea confejjo non fanat, nonjam Cbalcedonenfem Synodum dUigit fed matris Ecclefi* finurn odit . Si ergo eaipfa, qua audere vifi funt, fupercfl, ut bac fatisfaHione fufeepta , ad 'Zelo loqui anima prafumpferunt fraternitatis tu* umtatem redeant , ftque Corpore Cbrifli ( quod efi fanti a E perche contro il medeuniverfahs Ecclefa ) non dividant . Cos egli fimo Coftanzo fiera mortala fazione Scifmatica, caufando novit, e torbidi in quella Chiefa , con favio , e temporaneo provedimento S. Gregorio impofe tutti tlenzio (opra l'agitata materia conil motivo [b] Qutain b/im /.}.</><;?. 35. quinta Synodo de perfonts tantummod , non autem de fide aliquid geflum de bis perfonis , de quibus in Chalcedonenfi Concilio nibil continetur ejl , extrema atlio de perfonis venfed pof expreffos Canones falla contentio, tilata ejl. [e] lAbfit enim, egli foggiunfe in altra lettera Theodohnda, cidemi.\%.tfift,i. che moftr di maravigliarli di lui , perche approvava un Concilio ftimato contrario al Chalcedonenfe , jLbfit enim , nos cujuslibet Haretici fenfum recipere, vela tomo Leoni s fanti* memoria Tradecefioris nojri in aliquo deviare ; fed quacumque fantlis quatuor Synodis funt definita , recipimus , qu*cumque reprobata funt , condemnamus . Qu,ali atteftati del zelantiffimo Pontefice ridondarono in tanta gloria della Fede, utile de' Fedeli, che abjurato loScifmamolti Vefcovi dell' Iftria, e Sicilia fupplicarono di elfere di nuovo ammefl nella communione Romana, accolti perci da S.Gregorio con cos paterna compafiionevole benignit, che [d] tutti d/^ /.*.</></?. 3 s. egliaflegn un' annua Ecclefiafticapenfione per loro fowenimento, ede- ** & -wcoro. Preferire eziandio loro la Profetinone di Fede , che premetter dovevano alla riconciliazione con la Sede Apoftolica , nel tenore , che fie^ue [e] Q demU ,0 *t lfi* Quoties cordis oculus nube errris obdutlus , fupcrna lluftrationis lumine fit fcrenus , magna cautela mtcndum ejl , ne latenter autlor febifmatis irruat vjr ab unitatis radice eos , qui ad eam reverft fucrant , telo iterhm erroris abfondar Et ide ego tllc Civitatisillius Epifcopus , comperto divifionis laqueo, quotenebar , diutmamecumcogitationepertratlans, prona, cjrfpontanca voluntate ad unitatem Sedis <Apoftolica , divina gratta duce , reverfus fum . Et ne non pura mente , feu fmultate reverfus exiftimer , fub mei ordinis cafufpondeo, anatbematis obligatione , atque promitto ttbi , per te Sanilo Tetro .Apofulorum Trnap, atque ejus y icario Bestfjmo Gregorio, vel Succefforibus ipfius , me nunquam quorumlibet perfuajonibus , vcl quocumque alio modo ad fcbijma, de quo Rcdemptoris noflri mifcricordia liberante creptus fum , reverfurum , Jed femper me in unitate Sanila Ecclefi* Catbolca, communione RpmaniTontificis per omnia permanfurum. Unde jurans , dico per Deum Omnipotentt-m , bac fanlla quatuor Evangelia, qua in manibus mets teneo , faluctra gentium , atque illuflrum dominorum njfirorum l\empublicam gubemantium , me in imitate ficut dixi ) Ecclefa ( Catbolca , ad quam Deo propino fum reverfus , '& communione Romani Tontificis femper , fine dubio permanere . Quod fi (quod abfit ) aliqua
tr abere

audere

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

excufa-

. ,

Gregorio

AGNO

x ^

'

untiate divifero , perjuri reatum inexcufatione , -pel argumento currens, aterna pcena obligatus invernar, cum au fiore fcbifmatis habeam

Secolo ab hac me

VL
&
&

portionem . Hanc autem confejfonem , promijfionifque me<e cbartulaml^otariomeo cum confenfu Tresbyterorum , Diaconorum, atque Clcricorum , qui me in bac unitatc obligantes in fuprafcripts omnibus prona fimul voluntate fequuti , atque proprtis manibus fubfcripturi Junt , fcribendam drciavi , propria manu fubfcribens ubi tradidi . jIUa in loco ilio, die Confulibus fuprafcripts E taf era la fottofcrizione del Vefcovo Ego Me Epifcopus Civitatis illius buie confezioni, promtjjonique me<, prefitto de confervandis fuprafcripts omnibus facramento , fubfcripfi . Cos
in futuro faculo

&

&

S.Gregorio.
ferit

converfione de Scifmatiei parve preludio di Monophyfiti, che attratti dalla verit ediverfi'SeTe'ticV. della Fede, e dalla fama del Pontefice, fin dall' Oriente [a] Ci portarono a B a ron.nr,o6oz. x Roma per deteftar' avanti li di lui piedi l' Eutychianifmo Onde da quefti primi profperifucceffi animato egli Tempre a nuovi maggiori, non fi pu dire, quanto vigilantemente per tutto il Mondo rivolgere la fua pi feria attenzione , per eftirpare , per raffrenare la baldanza dell' Herefie Ad bS.Greg.i'j.fpifi. ^ j a fe i Arcivefcovo di Salonichi invi doglianze , eminaccie, rimproverandolo , che negligentemente havefie lafciati impuniti due Sacerdoti, che conpublicitfcandalofafi vantavano di contradire al Concilio cApttaBa.rm.p- Chalcedonenfe [ e ] repreflei Manichei, che ripullulavano nella Sicilia, 7 9 ds cr"& i'"/pift. e [rf]fiaumentavano nell'Africa: [e] band dalla Francia la Simonia, or25dinando [/] ai Vefcovi di quel Regno la convocazione di un Sinodo , manus tllicito munerepolluit 11 1 iTi.'nj .'114! efclamando contro uno di elfi [g ] Trob nefas
Altre opere
,

La contentezza

della

a s.Greqo quella

di molti Eutychiani, detti

j"

'

i idtmiib.i.tpifi.

%UemL9.epii}.w.

, e fulminar contro i Simoniaci ogni pi formidabile condanna Ma contro i Donatifticon pi forte vigore egli adoperom", perche pi e particoiarmente comro Donagagliarda cura richiedeva il loro male . Erano quefti cos fmifuratamente Udir L1.epifi.7s moltiplicati in Africa doppo il difeacciamento feguito de' Vandali da quelle Provincie , che nella Numidia in particolare contrattarono [ i ] co' Cattolici per il Primato , & ottennero di riftabilire il deplorabile abufo , che in ogni Citt rifiedeifero due Vefcovi, l' uno Cattolico del popolo Cattolico,l'altro Donatiftadel Donatifta: nonfenza eterna macchia eziandio de' Vefcovi Cattolici, alcuno de' quali cede alla pretenzione degli Heretici con [ 4J le iie>Ub,i.epifi. 3> ricever da loro in ricognizione , in prezzo di venduta giurifdizione grofiafomma di monete. Qualdeteftanda Simonia refe tanto deplorabile lo ftato di quelle Chiefe, che per mezzo ancora del denaro liDonatifti riceverono la libert di poter ribattezzare i Cattolici loro talento All' avvnodi quefti efecrabili facnlegii arfedifanto fdegno l'animo invitto di S. Gregorio, e ftimando non men' obbrobrio del nome Cattolico, cheaffrontodel fuo Pontificato l'intollerabile audacia di quegli Heretici, [/] I UcmU.'pftZi. m lm'ub^pifi' maud nella Numidia, e per tutta l' Africa, come Giudice Ecclefiaftico di commifilonicosrigorofe tanto in riguardo iJi\0$hi?u Somiglianti caufe Hilano con '& i quali [ m ] rimprover la loro fiacchezza in vedere > 'iti. 'i Vefcovi Cattolici,

h idtmi.io.epft. 3,i

cum ipfe jam fu propria iniquitate con i medefimi fentimenti egli ambitione captivus fuhjratus , fua fi efpreffe contro i Vefcovi Africani macchiati della medefima acremente p ecCj trafmettendo [/;] col da Roma uno fpecial Miniftro Pontificio con
alios f benedizione credit erigere
:

&

&

facolt di convocar' un Sinodo

'

efoifrire

Capitolo

XIV.

I57

Gregorio

(offrire cotanti cecefli , fcommunicandonc i colpevoli , & inculcando agi' innocenti ogni pi attenta vigilanza , quanto in riguardo i medefimi GiudiciSecolari, che [a] pafso eziandio con Cefare efficaciffime doglianze *tdmM,$.e{iA i% dellatacita connivenza, con la quale fi fopportavano i Donatifti in que' Regni non fenza discapito, e vilipendio de' Bandi antichi, e del governo moderno al qual' effetto egli fcriile ancora all' Elarcho , eccitandolo con efficaci perfuafive ad ogni pi forte provedimento , acci eziandio con l'arfuperbas eorum cervice* jugoreftitu- b idtmiib.i.epj}. me [b]Conatu*eorum comprimat ,
;

MAGNO

&

dinis

premat .

7?"

Stefe quindi la fua Apoftolica cura con tanto ardore di animo Copra tutto il rimanente Chriftianefimo , che raro fu quel Pontificato , in cui non efendo nata alcuna nuova Herefia, meglio fi combattettero le vecchie.Reddonfi celebri le fue Lettere ad [e] Anafiafio Antiocheno per la depreflione degli Eutychiani , ad Eulogio [ci] Alefiandrino per la converfione degli Agnoiti, a [e] Maflmo di Salonichiper il falvo condotto, con cui eflb afficura tutti gli Heretici , che per rinvenir la verit della Fede prendervoleffero rifoluzione di portarfi perfonalmente Roma , [/] Theodofia forella di Maurizio Imperadore per dilucidazione di molti dubii di Fede , [g] i Vefcovi dell' Hibernia per iftruzione del modo , con cu i dovevano* ricevere nella communione Cattolica gli Eutychiani , Neftoriani , Montanifti , e Bonofiani, [b] al popolo Romano in riprovazione dell'Herefia de' Sabbathiani , introdotta di nuovo in Roma dagli Hebrei , da' Greci . Cofe tutte, che tanto maggiormente refero meritevole S.Gregorio del Nome di Magno, quanto che cinto^empre d' apprelfo dagli Arriani, feppemaravigliofamente bene combattere con i proflmi , e vincere i pi lontani prima di avvicinarli a Roma circondata da Herefie , armi , fi di vopo di portarfi in Spagna , e narrar le ordinazioni, che S. Gregorio fece coli in que' Regni per l'abolizione dell' Arrianefimo . Nella converfione feguita de'Gorhi Arriani delle Spagne, nacque in dubio, f battezzar fi

Egeneraimenr

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dovettero li figliuoli con una, con tr immerfioni nell'acqua. Decife il dubio l' Arcivescovo di Siviglia S. Leandro, e confermonnela Deci(one S.Gregorio con la feguente Lettera, che glifcriife, [i] De trina merfione ponderi verius potefl , quamquod ipfi fenfflis quia in una baptifmatis nil ref fide nibil offi.it Smela Ecclefu confuetudo diperfa. Tslps autem , qudterti mergimus trlduana fepultura facramenta fignamus ut dum temo infans ab aquis educitur , refurretlio triduant tempori* exprimatur . Qud fi quis forte etiam pr fumma Trinitatis veneratone aflimet fieri , neque ad hoc aliquid obfifiit , baptiT^ando fernet in aquis mergere quia dum in trib* Ter* foni* una fubflaatia e(i reprebenfibile effe nuilatenus potefl , Jnfantem in baptifmate m aquts pel ter , vel fernet immergere , quando in trib* merftonibus Verfonamm Trinit*., in una potefl Divimtati* fmgularitas defi* gnari Sed quia nunc ufque ab Hnereticis Infans in baptifmate terti mergebatur , ficndum apud vos efle noncenfeo; ne, dum merftoncs numerant, Dipimtatem dividant, dumque , quod faciebant , faciunt , f morem noflrum vicifle glorientur . Cos San Gregorio, tramandando i i Poderi un gran documento , che n pure nelle cofe fante , e buone devono talvolta i Cattolici convenir con gli Heretici, quando quelli con la loro prava intenzione rendono infetta, e viziofa qualche , per altro commendabile, funzione Nel medefimo parere, bench in differente foggetto , concorfero molti Vefcovi adunati
:

idmi&it.eptfi

4*.

&

&

Gregorio
ni contro gli

j-g
fe S uent i

Secolo

VI.
cio Se
;

a<^ linat i in Sinodo nella Citt di Saragozza , Aicr^wdJr^zio. do alla Fede Cattolica, dovejjero riordinarfi He-

i Tret miniarti venen, e decifero il punto con i tr

zTalt'a Unusver.
io ctntfi'j'di'sEL ra> annodi,

Preti abiurato l' Amanefi modi nuovo fi riorfi ribenediceflro dal Presbiterio, emanata prima la Profeifione della vera Fede con prometta di perpetua cattiti; chele reliquie di quei, ch'eran tenuti Santi dagli Arriani, Ci abruciaflero, cio fi provaflero col fuoco , venerando quelle, che ne rimaneflero intatte; ed in fine che leChiefe confacrate da detti Hereticifotto
i

Canoni, [a] che

dinallero, e

come precifamente dicefi,

nome di Tempii Cattolici , di nuovo fi riconfacrai ero da' Sacerdoti , e Vefeovi Cattolici . Cos i Padri di Saragozza per appendice alle maggiori difpofizioni del terzo Concilio Toletano; e foggiunge [ a ] l'allegato Scrittore , Che con ragione pigliarono que'Tadri la riferita deliberatone di riordinar i Treti Arriani , emendo che gli Heretici di quella Setta , bench validamente batte^ajiero altrove, in Spagna per il facevano nullamentc , mentre battezzavano in nome delVadre per Filium cum Spiritu S anelo ; e cos dovendofi ribattc%%are per ordine diS. Leandro con tolleranza di S. Gregorio Tapa , conveniva poi ancora > che i Tretifi riordinafiero . li refero San Gregorio molto pi (enfibili , perche pi profiline , le agitazioni delle Chiefe dell'Italia, e di quella in particolare di Roma , manomeffe tutte dalla violenza de' Longobardi Arriani . Public [ b } Anthari loro R un'efecrando Bando , che nella proffima Pafqua niun Paroco ardimento prendeife di battezzar i Figli nazionali Lettera di S. Gre foprl^u de' longobardi col Rito Cattolico , e fuggill il Bando con il terrore Bnte fimo degi. di horribiliifime pene ai trafgreffori . egli tu il primo punito , per-

Ma

Mi

e Pani.
cap.uit.

Diaci,

j.

s.Grtg.i.t.epift.
*7

Roma

hifettsta m

d/ i^ngTbardi!

che fu il primo colpevole, che irrit Dio alla vendetta; conciofiacolache non ginnfe i veder' il giorno dellaproflma Pafqua, [e] chiamato da Dio all' altra vita i render conto del fuo Bando. S. Gregorio che tutt' occhi vigilava alla falute dell' anime , in tal' occafione quefta nobile lettera feri l e tu tri li Vefeo vi dell'Italia, [d] Quoniam nefendifjimus *Antbartsin hac , qu# nuper expleta efl > Tafchalt folemnitate , Longobardorum filios in fide Capr qua culpa eum divina Majefas extinxit, t boi tea baptiiari prohihwt , ut (olemmtatan Tafchalem ulteris non videret , vefiram Fraternitatem decet cuntlos per loca veftra Longobardos admonere , ut quia ubique grava mortulitas imminet , eofdem filios fuos in .Ariana H#re( bapt'iTatos ad Catholicam Fidem concilient , quatenus fuper eos iram Domini Omnipotentis placent ; quos ergo potejiis, admonete ; quanta virtute valetis , eos ad fiaternam eis vitam fine cefiatione predicate dem retlam fuadendo rapite ut cum ad difirifii vencritis confpetlum Judicis , poffnis ex veftra foliciTheodolmtudine lucrum in vobis ojientare Tafioris Cos San Gregorio di Garibaldo Rdi Baviera, Vedova di Antban, da intanto degna figlia invitato per fuo Conforte nel letto con) ugale, e nella Fede Cattolica Agilulfo Duca di Torino , ineft nel fangue Longobardo la Religione Nicena onde l'efempio del nuovo R, eheabjur l' Arrianefimo, tir feco dietro nella medefima credenza gran parte de' Longobardi , con eterna gloria del fello feim'nile, da cui in quella et viddefi vinto l' Arrianefimo , cio in Franciada Chrotilde, in Spagna da Ingunde, edaTheodoUndainltalia. Ma l'allegrezza concepita della converione del R de' Longobardi fu cost framifchiata da' torbidi accidenti di guerre , che S. Gregorio quafi in ogni foglio delle fue opere piange , e deplora lo flato miferabile dell' Italia
: : .
.

e di

Capitolo
e

XIV.

159

Gregorio

ben non foggetta giammai al comando (tramer di quella gente , hi tuttavia Tempre foggetta al terrore del Sacco , e degl' inceneri, \ a] Ubique luclus afpicimus, dice il Santo ubique gemitus audtmas. Definiti* urbes , everfa funt cajra , depopulatt agri , in folitudinem

diRoma, laqualc,

MAGNO.
\ h M%";l*J

terra redatta

rcmanftt

& tamen

efi:

nullus

agrts incoia

pen nullus

urbibus habitator

ipfa-parva generis
;

quia captivitatem duci r Quid efi ergo , quod in hac vita alios detruncart , altos interfici videmus talem adirne mundum diligimus, non jam gaudia , mei ? fi libeat fratres fed vulnera amamus . Ipfa autem , qua aliquando mundi domina effe videatur , qualis remanferit Roma , confpicimus . Immenfs doloribus multipliatcr attrita , defolatione civtum , tmprefjione hoftium , frequentia minarum , ita ut in ea completum efe videamus , quod contra urbem Samariam per bunc eundem Tropbetam E^ecbielem long fuperis dicitur: [b]Tone b Ezuh. 24. congere frufla ejusinea. mitte in ea aquam , ollam, pone , viquam , Et in altro luogo fcrivendo S.Eulogio, [ e ] Quanta nos Longobardo- cs,Greg.i.s,tfifi, 6o rum gladus in quotidiana noftrorum Civium depradatione , vel detruncatione , atque interim patimur , narrare recufamus , ne , dum dolores nofiros loquimur , ex compafjione , quam nobis impenditis t veflros augeamus . Onde con ragione defiderava il Santo Pontefice di terminar predo una cos travagliofa vita, ripetendo fpelfo quelleparole, ch'eglifcrifTe all'Abate Elia, [ d ] Ter omnipotcntem Dominum rogo , ut affiduas preces pr nobis f tdemM^tfifl. tribulationibus , faciatis , quatenus de peccata , quibus obligatus teneor , Tatria cceleftis gaudiis perfruar; qutbus premor , citis abfolvar , al VelcovoSebaftianocon piingegnofariflefione, [e] Quamvis enim ina- e utmtu,'*.epift. i5 ftimabilis ft Caeftis Tatria dulcedo, qua trahat; multi tamen in hac vita dolores funt , qui ad amorem Calefiium quotidi impellant ; qui mihi in hoc ipfo folm vehementer placent , quia piacere in hoc mundo aliquid non per* mittunt. Ma' pur trov San Gregorio fra tante agitazioni di pronomi mali follievo, e gaudio per f, e per il fuo popolo di Roma nella folenne, e chiefadi s.Aganuova dedicazione della Chiefa.di S. Agatha, porta nell'antica Regione "Greo"ra tad * detta la Suburra , ma prefentemente Monte Magnanapoli , tolta dalle mani de'Demonii, che vi albergavano fin dalSecolo trafeorfo, [/] in cui Ri- tvtdai Penti/, di cimer deftinolla al fervitio, e culto degli Arriani. Bench quel picciol %l at *m *'?* Tempio foife ftato da molto tempo abbandonato da'Gothi, giudicollo tuttavia ii Santo Pontefice contaminato dall' empie ufficiature di quegli Heretici, infetto dalle orazioni indegne di Ricimero . Onde determin di riconfacrarlo , con nfoluzione applaudita da' Romani, e fefteggiata co' miracoli dal Cielo , riferiti dal medefimo S. Gregorio nel tenore che fiegue, [ g] Sed neque hoc ftleam , quod ad ejufdem siriana Hare- g s.Grtg.inDiaL ,c feos damnationem inhac quoque Urbe ante biennium pietas fuperna monflravt, '* ;3 Ex bis quipp , qua narro , aliud populus agnovit , aliud autem Sacerdos , e miracoli fucce<& cuflodes Lcclefa f audifie , vidifk teflantur , *Arianorum Ecclefia'm dut in tal fun x,onc l\cgione Urbis Ma , qua Suburra dicitur , cum claufa ufque ante biennium rcmanfifftt , placuit, ut in Fide Catholica t mtroduttis illue Beati Stephani , Santta Martha Martyrum F{cliquiis , dicari debuifiet quod fablum efi . T^am cum magna populi multitudine venientes , atque Omnipotenti Domino Uudes canentcs, eandem Ecclejiam ingrejfi fumus . Cumquc ea jam Miffine cefiatione feruntur
cctlefiis jufiitia
,

non babent flagella corretta funt atlionis culpa . jLlios nec inter flagella
.

& jinem

immani reliquia adhuc quotiate,

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Gregorio
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folemnia celebrarentur
:

Secolo
,

VI.
loci anguftia popul f turba

& fra ejufdem

quidam ex is , qui extra Sacrarium flabant , porcum fubit intra fuos ped.cs bue illucque difeurrere fenferunt . Quem dum unufquifque juxta f flantibus indicar et , idem porem Ecclefia januas petit fentret, omnesy per quos tranfut, in admirationem commovit , fed vrderi nullo potuit , quamvis Jemiri potuifkt Quod ideino divina pietas ofiendit , ut cunttis patefeeret , quia de eodem loco immundus habitator exiret . Teratta igitur celebratione M'tflarum , receffimus . Sed adirne notte eadem maynus
comprimeret

&

&

in ejufdem

curreret

tettis flrepitus fattus efl , ac fi in eis aliquis errando difSequenti autem notte gravior fonitus exerevit , ac fubit tanto terrore mfonuit , ac fi omnis Ma Ecclefia fundamentis fmfiet everfa ; nulla illuc ultcns inquietttudo antiqui hoftis apparititi protinus receffit,
.

Ecclefu

&

&

fed per terroris fomtum , quem fecity innotuit , quod ab eo loco y quem dia tenuerat , coattus exibat . Tofi paucos -per dies in maglia feremtate aeris fuper altare ejufdem Ecclefia nubes ccelits defeendit , fuoque dlud velamine operuit , omnemque Eccleftam tanto terrore , ac fuavitatis odore replevit ut patentibus januis , nullus illuc prafumeret intrare . Sacerdos quoque, bi y qui ad celebranda Mijfarum folemnia venerant , rem videcuflodes y bant y ingredi minime poter ant , fuavitatem mirifici odoris trahebant Die vero alio cum in ea lampades fine lumine dependerent , emiffo divnits lumine funt accende . Toft paucos iterm dies , cum expletis MiJJarum folemniisy extmttis lampadibus, cujlos ex eadem Ecclefia egreffusfuiffet, pofl paululum imravity lampades, quasextinttasreliqueraty lucentes reperiit : quas negligenter extinxtfk f credens , eas jam folicitus cxtinxit , exiens Eccleftam clauftt : fed poft borarum trium fpatium regrefius y lucentes lampades, quas extinxerat, iterm accenfas invenit , ut videlicet ex ipfo lumine aperte clarefceret , quia locus die a tcnebris in lucem venijjet . Cos S. Gregorio. Quali glonofe memorie dell' Antichit vedevanfi imprel nelle pitture laterali di detta Chiefa, che poi lacere, e.cadenti furono con pi vago ornamento confacrate alla memoria , e martirio di S. Agata -^ a R ma cl trafporta Coftantinopoli nuovo emergente di torbidi j^rS^Gretl fopra il titolo di accidenti, follevati Tempre dalla invecchiata albagia de' Greci, che inviUniverfaU. diando alla Chiefa Romana li Privilegii conferiti da Chriito San Pietro, perderono vituperofamente i proprii , e per mordere altrui , rimafero eglino dilaniati, e dilacerati da' Cani della Thracia , che hanno ridotta in detenizione del mondo il loro Imperio, Sin Scalla la loro Chiefa, a ^5?7. in cui regnava Pelagio Secondo nel Pontificato Romano, dal [ a] tempo Gregorio Patriarca Antiocheno caduto inodiode'popoli fefoggetti, fu da loro calunniato d' incetto, e di adulterio con la Sorella maritata, e dib Bt.ttm..ccn* chiarato [b] violatore, e perturbatore della publica quiete della Citt tit. Non manc egli di purgar canonicamente la fua fama per mezzo del giuramento^ con rappellazione,che frapole, al rimiro General Concilio; ma come che il cordoglio di cos acerba pei lecuzionefecegli parer lecito ogni ricorfo, non lafci i farlo prefentemente con pregiudizio dell'eminente qualit della fua Sede Patriarcale , porgendone fupplica unfemplice Vefeovo, qual' era allora quel di Cofantinopoli, che chiamava!! Giovanni. Quefi radunato un Concilio neiia medefima Imperiai Citt, dichiar innocente Gregorio, ma offufc il chiarore , che potea recargli quell'atto di guiUzia i con la temerit , in cui mont per vederfi riconofuuto Superiore

&

&

&

&

&

&m

alla

Capitolo
alla

XIV.

61

Gregorio

Sede Patriarcale di Antiochia, affumendo quindi il titolo di Patriarca Ecumenico, & Univerfale, [a] Sanila memoria Velagli Traetecelo- a s.ateg.1.4. ty. 5 Coepifcopus nofler J Cannes * ris mei tempore, dice San Gregorio, Frater, inConflantinopolitana Urbe ex caufa alia occafionem quarens , Synodum fccit , in qua [e Umvcrfalcm appellare conatus eli Quod mox idem Tradeccjfor meus ut agnovit , dretJis litteris ex aucloritate S. Tetri *Apojoli , ejufdem Synodi alla cafavit; e Pelagio non folo calfolli, ma prohih, che alcun Patriarca Orientale fi arrogale tal titolo , [ b ] Kfullus enim Tatriarcbarum b FiUg.tpp, 1. hoc tam profano vocabulo unquam utatur quia fi fummus Tatriarcha Univcrjalis dicitur , Tatriarcbarum nomen cateris derogatur Sed abft hoc , abfit Fidels cujufquam mente , hoc fibi -pelle quempiam ampere, unde honorem fratrum fuorum imminuere ex quantulacumque parte fideatur e foggiunge S.Gregorio, [e] Quod fi quilibet ex quatuor Tatriarchis fecijfet, c s.Grtgj.2. p. 7 (ine gravi/fimo fcandalo tanta contumacia tranfir e nullo modo potuifiet. Non Elfendo che fu per quefto ne' Greci principio di novit, mi progreffo habbiam veduto Anatolio fin dal tempo di S. Leone arrogarfi fuperiorit fopra tutte le Chiefe del Chriftianefimo doppo la Romana , Acazio cozzar coni Pontefici Felice, eGelafio, e formar feifma per ftabilirfi nel Trono della fua fognata fuperbia , e Giovanni in fine alfumerfi il Titolo di Patriarca Ecumenico, e Vefcovo Univerfale, nome, che in quanto fignificaVefeovo della Chiefa Univerfale fol proprio di S.Pietro,e [d] fuoi SuccefTori, J gg Jf jjjNJ i quali fu commetta da Chrifto la cura dituttala Chiefa, econceduta la/^.59. preeminenza fopra tutti li Vefcovi delChriftianefimo onde chiunque , fuori del Romano Pontefice, tal nome fi ufurpa, mofruofamente confonde la Monarchia Ecclefiaftica, e divien'Heretico in materia confiderabilifima i Fede, [e] In ifto enim vocabulo confentire, nibilefl aliud, qum fidem e s.Crtg.i.^. i9 perdere. Cos S.Gregorio. Ma non perci punto fi rimoffe Giovanni dalla fua facrilega pretenzione , anzi coltivolla con tutti cjue' mezzi , che feppe fuggerirgli la sfrenata ambizione di vederla fua Chiefa Capo delle altre com'era la Citt di Coftantinopoli Capo dell'Imperio & aggiungendo al nome li fatti, per rendere accreditato il fuodifegno, egli eccit Co (iantina Augufta richiederei S.Gregorio il Capo di S. Paolo, per render cele-

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'

bre Coftantinopoli col depofito di quel gran pegno , com* era celebre Roma con quello di S.Pietro . Conobbe S.Gregorio non folo l'incompetenza della richiefta, ma eziandio la malizia, diretta fine di render lui diffidente allTmperadrice con la negativa, maggiormente baldanzofi li Greci con la concezione. Per lo che Coftantina il Santo rifpofe con s favia avvedutezza, con s profonda humilti, econs Apoftolicacofanza, che il tenore delia Lettera rendei! degno per molti Capi di regiftrarfi in queft parte della nnftra Hiftoria, [/] Serenit! vefira pietatis, die' egli, I{eligionis fludio , SanbJitatis amore confpicua, propter eam, qua in honorem SancliTauliiApofloli mTalatio adtficatur, Ecclefiam, caput ejufdem Sancii Tauli, aut aliud quid de corpore ipjius fuis ad f juffionibusme pracipit debere tran/m itti . Et dum illa mihi defiderarem imperari, de qutbus facillimam obedientiam exbibens, veflram erga me amplius potuiffem gratiam provocare major me moeflitta tenuit , quod dia pracipitis , quafacere nec poffum , nec audeo. T^am corpora Santlorum Tetri, Tauli ^ipofolorum tantis in fuis Ecclefts corufeant miraculis, atque terroribus, ut neque ad orandum fine m^gno illue timore poffn accedi. Deniquedum beata recordationis Decef-

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Tomo

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Gregorio NO j-or
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Secolo

VI.

metiSf q U ja argentum, quod fupra facratjjmum corpus Beati Vetri\Apojtolierat, long tamen ab eodem corpore fere quindecim pedum [patio , muta* revoluti, fignum ei non parvi terroris apparuit < Sed& ego aliquid fimiliter ad facratijfimum corpus Sancii Tauli Jtpofloli meliorar evolu quia necejje erati ut juxta fepulcbrum hujufmodi ejfodt altius debuijfet, Trapoftus loci ipfus offa aliqua , nonquidem ipfi fepulchroconuncla, reperiti qua quoniam levare prafumpft, atque in alium locum tranfponere, apparentibus quibufdam triflibus fgnis, fubita morte defuntlus efl. Trater bac autem fantine memoria Deceffor meus itidem ad corpus Sancii Martyris quidam meliorare defderans , dum nefcttur , ubi venerabile corpus ipftus ejet collocatum , effoditur exquirendo, fubit fepulcbrum
:

&

i, qui prafentes erant, atque aborabant, apertumefl : Monachi , Manfonarii, quia corpus ejufdem Martyris viderunt , quod quidem minime tangere prafumpferunt , omnes intra decem dies defuntli ita ut nullus vita fupereffe potuiflet, qui fanclum jufti corpus illius funt viderat. Cognofcat autem tranquillijjima Domina, quia I{omanis confuetudo non efl, quando Santlorum I\eliquias dant, ut quicquam tangere prafumant de corpore, [ed tantummod inpyxide brandeum mittitur , atque ad facratiffima corpora Santlorum ponitur; quodlevatum, in Ecclejia , qua efl dicanda, debita cum venerai ione reconditur , tanta per hoc ibidem virtutes fiunt , ac fi Ulne fpecialiter eorum corpora deferantur . Unde contigit , ut beata recordationis LeonisTapa temporibus ( ficut majoribus traditur ) dum quidam Graci de talibus reliquiis dubitarent , praditlus Tontifex hoc idem brandeum , alla:is forficibus , inciderit , ex ipfaincifone fanguis effuderit In {omanis namque, yel totius Occidente partibus omnn intoler abile efl , atque facrilegum, fSanflorum corpora tangere quifquam fortafje voluerit: quod fi prafumpferit, certum efl, qua bac temer itas impunita nullo modo remanebit . Tro qua de re Gracorum confuetudinem , qui ofla levare Santlorum (e ajferunt , vebementer miramur , vix credtmus . T^am quidam Monachi Graci bue ante biennium vcmentes, notturno filentio, juxta Ecclefiam Sancii Tauli corpora mortuorum in Campo jacentia effodiebant atque eorum ofia recondebant , fervantes fibi, dum receder ent . Qui cum deprehenft &curhoc facerent, ddigenter fuiflentdijcufj, confeffi funt , quod illaojfaad Craciam effent tanquam Santlorum B^eliqmas portaturi. Ex quorum exemplo ( ftcut pradiclum efl ) ma]or nobis dubietas nata efl, utrmverum ft, quod levare ver ac iter ofia Santlorum dicuntur . De corporibus vero Beatorum lApoflolorum quid ego ditlurus fum, dumeonflet, quia eo tempore, quo pajji funt, ex Oriente fideles venerunt , qui eorum corpora ftcut civum fuorum repnercnt ? Qua dutla ufque ad fecundum Urbis milliarium, m loco , qui dn'itur ad Catacumbas , collata funt ; fed dum ea exinde levare omnis eorum multi tudo conveniens nitereiur, ita eos vis tonitrui , atque fulguris nimw metu terruit , atque difperfit , ut talia denub nullatenus attentare prsfumerent. Tunc autem exeuntes Romani, eorum corpora, qui oc ex in locis, quibus funt condita , Domini pie tate meruerunt , levavcrunt , pofuerunt. Qtus ergo nunc , Sereniffima Domina, tam temer arius poffit exiftere, ut bac fetens , eorum corpora non dico tangere , fed vel aliquatenus prajumat infpicere Dum igitur talia mihi vobis pracepta funt, de quibus parere nullatenus potuiflem : quantum invenio, non veflrum efl ; fed quidam bomines contra me pietatem ve/tram exctare potuerunt, ut mihi (quod abftt)

ipfus ignoranter

&

&

&

&

&

&

&

volun-

Gregorio XIV. 163 MAGNO.. \>oluntatisvejlr# gratiam fubtrahercnt & proptere gutfiverunt Capitulum, Omnpotente Domino de quo vobis quaji inobediens invenirer Sed do, quia nullo modo benigniffima volumetti furrepetur, & Sanftorum jlpoCapitolo
,
.

in

confi-

mente diligitis , non ex corporali ftolorum virtutem , quos toto corde , pr&fentia, fed ex protezione femper habebitiS. Sudarium vero , quod ftmiliter tranfmittt jujjiflis, cum corpore ejus efl , quod ita tangi non potefl , ficut nec ad corpus illius accedi . Sed quia Serenifjm< Domina tam religiofum deftderium effe vacuum non debet , de catenis , mias ipfe SantlusTaulus Apojloius incollo , in manibus gejlavit, ex quibus multa miracula in populo demonjrantur , partem aliquam vobis tranfmittere feflinabo , fi tamen hanc tollere limando prdvaluera . Quia dum frequenter ex catenis eifdem multi vementes beneditlionem petunt, ut parum, aliquibus petenquid ex limatura accipiant, affftit Sacerdos cum lima ,

&

&

&

tibus , ita concit aliquid de catenis ipfis excutttur , ut mora nulla ftt ; quitamen ut alibufdamver petentibus , din per catenas ipfas due itur lima , quid exinde exeat , nonobtinetur . Cos San Gregorio. non credibile,

&

Ma

di

ContradiIiorle s.Creg.aii'ac-

nnata prenegl' inforgeffe contro Giovanni autore , e promotore dell'impegno. Ammonillo prima pi volte per mezzo del fuo Nunzio, e pofeia ancora con piti (offerente pazienza gli fcrifle, [a] Ego perrefponfa- *s.G r eg.i.A. tp. Ics meos fernet, bisverbis humilibus hoc , quod in tota Ecclefta peccatur ,

con quanto zelo

&

corrtpere (ludui-.nunc

non ornifi
.

fed

fi

permeipfum fcribo. Qjticquid facere bumiliter debiti inmea correptione defpicior, reflat , utEccleftamdebeam

adhibere Hac itaque dicens , Omnipotens Deus fratermtati ve/ira indicet , quanto circa vos amore conjringor, quantumque in hac caufa non contravos , fed pr vobis lugeo . Quid ergo , frater chartfftme , in ilio terribili examine
venicntis Judicis ditlurus es, qui non folm Tater, fed etiaml b~\ Generali* b t* parola Ecu* Pater in mundo vocari appetis f T^jdlus unquam tali vocabulo appellart Greca jtgnfic* Ge ~ voluit , nullus fibi hoc temer artum nomen arripuit; ne, fi fibi in Vontifica* ^"J^'^'J tus gradu gloram fingularitatts arriperet, hanc omnibus fratribus denegafj'e

videretur ; insinuando in un'altra Lettera


dire(Te

che nel medefmo propofto

egli

fi&^jjjjj
'

'

all' Imperador Maurizio, che eziandio i Romani Pontefici fuoi delia" voce uni. Predeceffori havevano ricufato tal Titolo , quando denota Angolarit, con veriaIe la ragione che foggiunge, [e] J^e dum privatum aliquid daturuni, honore c s.Gng. i.^.ep, debito Sacer dote s privarentur univerf . [d] Poich niiiiin Papa ricus quea card. PaUv. fioritolo di Univerfale, quando quello titolo importi, il Papa elle r Hifi.u.c. 17. n.\. Vefcovo della Chiefa Univerfale, cio in quanto non l confider la Chiefa divifa in varie Diocefi, ma fi prende come una, e richiede un Capo viabile, che la governi; e non far difficile di rintracciare di tal titolo gli cfcmpii prima di San Gregorio , da chi offerver le due Lettere di S. Sifto I. martirizato nel fecondo Secolo , in una delle quali l legge Univerfalis ^po~ ftalica Ecclefia Epifcopus , in libro de Tudicitia di Tertulliano, [e] ove chiama * caf- 1 E 9 il Papa Maximum Epifcopum Epifcoporum , il Sinodo Generale Chalcedo- ai euIx*, ltg d nenfe, che bene fpeilb appella S.Leone Sanc1i/fmum& BeatijfimumUniverifi 79 'a ^ t^ falem Tatriarcham , e le Lettere dello ftefib S.Leone [/'] col titolo, Leo Epi- &?is(? T. p feopus Hgmanx , Univerfalis Ecclefta &c. fj?"| Tutti per lo ricufarono , s rift v L,udSfm L r ntm in baer Mo' _ ..,-. ^-, . v. j; come dice San Gregorio, quando quella intitolazione potene fgniheare, rf s. Leoni*
-

'

'

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&

tu-

Papa, fccomediRoma, cosi folle Vefcovo di ogni altra Chiefa mentre in tal fenfo parerebbe , che gli altri non foller Vefco; vi, eche[h] Dum pripatum aliquid datur uni, honore debito Sacerdotes pril

che

del

mondo

Sd^rJmprt Mtm
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varen-

Gregor.o
.

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Qual dottrina fi) molto chiaramente Spiegata, indi da Innocenzo III. in una rimile congiuntura contro un' altro UL Giovanni Patriarca Coftantinopolitano con quelle par ole, [a] Ecclefia dnabus de caufis Univerfalis vocatur dicitur Univerfalis Ecclefia dia una, qua de univerfis confiat Ecclefiis , qua Graco vocabulo Catbolica nominatur , fecundm banc acceptionem vocabuli Ecclefia Bimana non efl Univerfalts Ecclefia , fed pars Univerfalis Ecclefia , prima videlicet precipua velut caput in e orpor e: quoniam in e a plenitudo poteftatis exifiit ; ad cateras autem pars aliqua plemtudinis derivatur Et dicitur Univerfalis Ecclefia lla una , qua fub f contiuet Ecclefias univerfas; fecundm banc nominis rationem Fumana tantum Ecclefia Univerfalis nuncupatur , quoniam ipja fola fingularis privilegio dignitatis catcris efl pr alata. Sed Deus Univerfalis Dominus appellatur, nonquafidivifus in fpecies, aut fpecialijjimas , aut fub alternasi fed quoniam univerfa fub ejus dominio e ontinentur . Efl enim una generalis Ecclefia, de qua Veritas inquit ad Tetrum TuesTetrus y fuper liane petram adificabo Ecclefiammeam . Et funt multa particulares Ecclefia,
Univcrfi.
,

varmur

j 4

Secolo

VI.

feicent' anni

&

&

&

&
:

&

de quibus jlpofiolus

ah

:lnfiantia

mea

quotidiana, folicitudo

omnium

Eccle:

fiarum. Ex omnibus una confifiit, tanquam ex particularibus generalis una praeminet omnibus , quoniam cum fit unum corpus Ecclefia , de quo dicit jlpofiolus, Omnes enim unum corpus fumus in Cbrifto, illavelut caput cateris membris excellit Cos Innocenzo III. della Chiefa Romana , e de'Papi Vefcovi di tutta la Chiefa UniverfaledelChriftianefimo; e cos San Gres.Grtp.in pfai, gorio medefimo , quando fende [ b Hac Sedes Bimana fpeculatorem fuum , ] 5?<sMt. novas Confihutiones omnibus mittit, autenticando amtoto Orbi indicit, piamente co' fatti quello fuo ampio Dominio di Vefcovo di tutto il Cbriftianefimo. Onde chi dir vuole, haver San Gregorio ricufato quello Titolo, come non dovuto alla Dignit Pontificia , non hi occhi per leggere le di lui Epiftole , nonhhabilitper intenderle. Mi Giovanni divenuto pi albagiofo per la contradizione dell'Avverfario , rifpofe al Papa con s arro ^fx s. Greg. gantitermini,chenellaLettera[c] f pen per omnemverfum cecumenicum '4 </:/?. 39. Tatriarcham nominabat; per lo che ftomacato foggiunge San Gregorio, is.Grtg.wx. che tal Lettera accenna, [d] Sed fperoinOmnpotentem Deum , quia bypocrfirn illius fuperna manus folvet. Adempite dunque le parti pi piacevoli di Ammonitore , e di Padre , fcefe S.Gregorio quelle pi rigorofe di e idemUd. Giudice, ordinando [e] prima al fuo Nunzio, cherompelle con lui ogni commercio, e quindi lui medefimo fcrivendo in tal fuonodiafpra rif idem /,4. ep.iS. prensione, [f] Eo tempore, quo fraternitas veftra in Sacerdotalem honorem provetta efl , quantam Ecclefiarum pacem , atque concordiam invenerh , recolit. Sed quo aufu, quove tumore nefeio , novum fibi conata ej nomen ampere, unde omnium fratrum corda potuiffent ad fcandalum pervenire . Qua in re vehementer admiror, quia ne ad Epifcopatum venire potuifies ,
.

&

&

fugijje velie te

memini ; quem tamen adeptum exercere ita defideras , ac fi ad eum ambitiofo defiderio cucu,rifses. Qui enim indignumte efse fatebaris , ut Epifcopus dui potuifses ad hoc quoque perduUus cs , ut defpeclis ftatribus, Epijcnpus appetas folusvocari. Et quidem hac de re fantla memoria Dccefforis mei Velagi> travia ad SanUitatcm vcf'ram faipta tranfmifsa funt , in confacerdrcis nojri quibus Synodi, qua apud vos de fratris quondam , Gregoni caufa congregata efi , propUr vefandum elatiouis voi.abub.tm afta, Jlrchidiaconum , quem juxia morem ad vcftigia daminorum' difsolvit ,
:

&

&

tr animi-

tranfm'iferat,

-per obitum

16% Mifarum vobifcum folemnia celebrare prohbut cum indignus ego ad Ecclefia regimen addutlus fum &
Capitolo
:

XIV.

Gregorio

pofl ejus

MAGNO.

ante

B^foonfalesmeos, &nunc per communem filium meum Sabinianum Diaconum alloqui fraterntatem veflram , ut tali f prdfumptione compefi emendari noifceret, non equidem [cripto , Jed nudo fermone curavi letf eum Mifarum folemnia cum fraternitate veflra celebrare prohibui, ut quaSantJitatem veftram prius fub quadam verecundia reverentia pulfarem tcnus fi emendari nefandus , ac profanus tumor verecund non pofjet, tuncad a debuiffet, qu* funt diflritla, atque canonica, pervenire. Et quia refecanda vulnera prius levi manu palpanda funt : rogo , dequanta poffum dulcedine expofco , ut fraternitas veflra cuntlis precor , fbi adulanti bus y atque erroris nomen defercntibus contradicat, nec fluito , ac fuperbo vocabulo appellar i confentiat . Vere enim flens dico , atque ex intimo vifcerum dolore peccatis meis deputo , qud illemeus frater nunc ufque ad bumilitatem reduci non valuit , qui ad hoc in Epifcopatus gradii conflituius efi , ut aliorum animas ad bumditatem reducat : qud ille , qui veritatem docet alios , femetipfum docere, nec , me quoque deprecante, confenfit. Terpcnd-e, rogo, quia in bac prafumptione temeraria pax totius turbatur Ecclefw, <r grati* contradicitur communiter omnibus effufa . In qua nimirum ipfe tantum crefcere poteris , quantum penes temetipfum decrevefluiti vocabuli ufurris. Tantque major cfficeris, quanto te fuperbi , patione reflringis; atque in tantum proficis, in quantum tibi non fludueris , derogando fratribus , arrogare . Humilitatem ergo , frater cbariffime , totis vifceribus dilige , per quam cuntlorum fratrum concordia , fanti* univerfalis Eccleft* unitas valeat cuflodiri. Certe Taulus Apoflolus cum audiret quofdam dicere, [a] Ego fum Tauli, ego apollo, ego vero Cepba : banc dilacerationem corporis Dominici , per quam membra ejus aliis quodammodo f capitibus fociabant , vebementiffvm perhorrefcens , exclamavit dicens T^unquid Taulus pr vobis crucifixus efl , aut in nomine Tauli hapti^ati efis ? Si ergo ille membra Dominici corporis certis extra Chrifum quaficapitibus, ipfis quidem *4poflolis fubjici particulariter evitavit, tu quid Chriflo univerfalis Santi* Ecclefi* capiti in cxtremi judicii es ditlurus examine, qui cuntla ejus membra tibimet conaris Univerfalis appellatione fupponerc * Quis, rogo, in hoctam perverfo vocabulo, nifi ille ad imitandum proponitur , qui defpecJis ^Angelorum legionibus fecum focialiter conflitutis , ad culmen conatus efl fmgularitatis erumpere , ut nulli fubefie , folus omnibus praeffe vderetur * Qui etiam dixit [ b ] In ccelum confcendam , fuper aflra coeli exaltabo foItum meum. Sedebo in monte te/lamenti, in lateribus Aquilonis . ^ifcendam fuper altitudinem nubium, fimilis ero Altifjimo . Quid enim fratres tui om-

per

alios

&

-,

&

&

&

i.

con

i.

&

&

&

b ifa j*

14.

ncs univerfalis Ecclefia Epifcopi , nifi aflra coeli funt t quorum vita fimul , lingua tnter peccata , errorefque bominum, quafi inter noUis tenebras lucent. Quibus dum cupis temetipfum vocabulo elationis pr*ponere , eorumque

&

tui comparatione calcare , quid aliud dicis , nifi, In ccelum confcenfuper aflra coeli exaltabo folium meum s* *An non univerfi Epifcopi nu, be* funt, qui vcrbis pradicationis pluunt, honorum operum luce, wiraculis corufcant ? Quos dum veflra fraternitas defpiciens , fub f premere conatur, quid aliud dicit, nifi hoc quoi ab antiquo bofte dicitur : <Afccth

nomen

dam

&

&

&

dam

fuper altitudinem nubium*

Tomo

II.

Qu4

,, ,

Gregorio
1V1AGNO
.

j
Qy a cm fta eg augentur lacryma
cum
fl ens

Secolo
confpicio
,

VI.

&

occulta Dei judicia pertimefc

qud Me vir fan, gemttus f m meo corde non capiunt , tlijjmus Dominus Jo annestante abjlinentia , atque humilitatis , fuorum familiarium feduzione linguarum ad tantam fuperbiam empiti ut in appetita perverfi nominis UH effe conetur fimilis y qui dum fuperbc effe fimilts Deo voluti, etiam donata fimilitudinis gratiam amifit , veram beatitudinem perdidit , quia falfam gloriam quafivit . Certe Tetrus Jtpoffolm primum membrum fanti* univerfalis Ecclefia efl Taulus , ^Andreas , Joannes quid almd , qum fmgularmm funt plebmm capita * tamen fub uno capite omnes membra funt Ecclefia, jttque ut cunla brevi cingulo locutionis aflringam , fantli ante legem , fantli fub lege , fantli fub gratia , omnes hi perficientes corpus Domini, in membris funt Ecclefia confiituti , nemo f unquam umyerfalem vocare voluit. Vejlra autem Santlitas agnofcat , quantum apud f turneat, qua ilio nomine vocari appetiti quo vocari nullus prafumpfit, qui vraciter fantlus fuit. '^unquid non ( (icut vejlra fratcrnitas novit ) per venerandum Chalcedo-

&

&

&

&

nenfe Conctlmm hu'jus ^ipoftolica Sedis *A~ntiftites , cui Deo dif ponente defervio, unverfales , oblato bonore, focati funt ? fed tamen nullus unquam tali vocahulo appellari voluit , nullus fibi hoc temerarium nomen arripuit : ne fi fibi in Tontificatus gradu gloriam fingularitatis arriperet, banc omni-

bus fratribus dene^affe videretur . Cos S. Gregorio . E per render chiari e publici per tutto il mondo i fuoi Apostolici fentimenti, al medefimo Imperadore fc riffe in deteftazione di Giovanni con quelli gravi termini anelo, oma s. Grtg, 1.4. [a]Cunclis Euangelium fcientibus liquet y qud voce Dominio a f upfi. ji. nium lApojlolorum Tetro Trinapi *Apofiolo totius Ecclefia cura commifia efl . b ia>m. i. Ipfi quipp diatur [ b ] Tetre, amasme ? Tafce oves meas . Ipfi dicitur e Lc. 22. CCe satanas expettit cribrare vos, ficut triticum, ego pr te rogavi c j Tetre, ut non deficiat fides tua, tu aliquando converfus confirma fratres d Uatt 16. tuos . Jpfi dicitur :[d] Tu es Petrus , fuper banc petram adificabo Ecporta inferi non pravalebunt adverfus eam Et tibi dabo clcfiam meam , quodeumque ligaveris fuper terram, erit ligaturn claves B^gniCcelomm : quodeumque folvens fuper terram, erit folutum& inCalis . in Cais ; Ecce claves Regni Caleftis accipit potefias ei ligandi, ac folvendi tribuitur : tamen univerfalis principatus committitur , cura et totius Ecclefia , vir fantliffmus confacerdos meus Joannes vocari jlpoflolus non vocatur tempouniverfalis Epifcopus conatur. Exclamare compellor , ac dicere ra , mores l Ecce cunla in Europa partibus barbarorum juri funt tradita defrutla urbes , everfa caflra , depopulata provincia , nullus terram cultor dominantur quotidi in necem Fidelium eultores inhabitat favmnt , in e mere flentes jaceJdolorum, tamen Sacerdotes , qui in pavimento, novis ac profanis vocabure debuerunt, vanttatis fibi nomina expetunt, lis gloriantur. J^unquid ego hac in re , piiffime Domine, propriam caufam non magis caufam Omnidefendo ? I^unquid fpeciaem injuriam vindico , potentis Dei, caufaui univerfalis Ecclefia f* Quis ifie, qui contra fiatata Euangelca, contra Canonum decreta novum fibi usurpare nomen prafumit f* Cos egli : Coftantina Augufta con pi forte, e tenero motivo, e s. Greg. i. 4. [e] Et peccata Gregorii tanta funt, ut pati tutta debeat ; Tetri tamen ,Apofi tf'fi-4. fon p eccata ua fmt j ut veflris temporibus pati ifla mereatur. E certa-r mente quefto gran Pontefice nell' accennata dif fenzione con il Vefcovo di

&

&

&

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&

&

Co-

Capitolo

XIV.

167

Gregorio

Coftantinopoli, moftrfempre cos foprafina humilt di par ole, e di fatti, che, pur che toglieife dalla Chiefa lo fcandalo di talnoviti, eglifi abbaf- Humilt in/igne so fin' pregiudicare in un certo modo al fu omedefimo diritto, conricu- di*. Gregorio, fare [a] elfo medefimo il titolo di Ecumenico, fol perche tal parola cors.chig. /. 4 ? reva allora in fimilcontroverfia, come parola faftuofa , fuperba , econtra- *'/*1* ria all' humilt Chriftiana N ci gli fri di gran pena per il motivo preponderante del publico bene , quando per altro ricus L ifteffo titolo di Sacerdote, e neg eziandio di elfer tale, fol perche conofcevafi immeritevole diquelgrado, [b] ScdetfiSacerdosnon fum, difs'egli fcrivendo all'Impe- b rdml.4ttp.ii. radore , fcio gravem effe hanc mjuriam Sacerdoti , ut ventati ferviens , fallax credatur imitando in ci con raro efempio l'Apoftolo San Paolo, [e] che fi diffe indegno di elfer chiamato Apoftolo , bench in [ d ] altr'occa- c d J^jJ^SJJiJ; fione replicatamente fofteneffe il nome , e'1 valore dell'Apoftolato . Ed invero la fuperbia di Giovanni non potea cozzare con pi frte rincontro, che con l'humilt di Gregorio , e confeguentemente non poteva ella incontrare maggior' oftacolo , che da lui , che nelle parole , e ne' fatti fu un de' pi grandi, e* de' pi humili Santi del Chriftianefimo. Perche Sant'Eulogio Patriarca di Aleffandria in una lettera, che direttegli, fervivafifpelfodi queftafrafe, Come Foflra Santit comanda, San Gregorio riputando ad affronto la convenienza e non accettando n feufa di obligo , n obligazione di dovere, bench infermo , refcriffegli tutto affannato dal letto, ove s rtg. 1.7. giaceva, [e] Hocverbum juffionis, peto, meo auditu remove , quia feio f( f " ' l i0 quis fum, cr qui ejiis : loco enim mihiFratres ejtis, monbus Tatres. 7S{on ergo juffi, fed qua utilia funt , indicare curavi . A RufticianaNobil Dama, e fu a Parente , che in una lettera fi fottoferiffe conforme il commun'ufo, Serva diVoftra Santit, invi San Gregorio pi tolto doglianze, che gradimenti, [/] ALgr fufeepi, die' egli, quia fap dicebatur cincill Vejra, f idmiii,. 9 ep;ji, cincill Feftra; egoemm, qui per Epifcopatus onera fervus fum omnium fa- j8 Bus, quaratione f dia mibi Ancillam dicit , cujus ante fufeeptum Epifcopatum propinquus fui Et ide rogo per Omnipotentem Deurn , ne hoc verbum aliquando ad me in fcriptis veflris invemam Giovanni Mofco appreffo Sofronio riferifee di San Gregorio fueceifo tale , che eccedo di humilt in un Pontefice, [g]Terreximus , dice, ad<AbbatemJoannemTcrfam. l$ar- fi^sf^f hfAn ravit nobis de Gregorio beaci(fimo Bimano Urbis Eptfcopo dicens : Cum viffem J\pmam , ut adorarem ad fepulchrum ^Apofolorum Vetri Tauli , flremque die quadam in medio Cvitatis, audio Tapam Gregormm per illuni locum tranfiturum . Cogitavi itaque adorare ilhim . Cum autem prope me efset Tapa, videretqueme progred, ut adorarem illum (loquor, tejte Deo, fratres) primus ipfe proflravtt f burn coramme , neque ante furrexit , qum me primo furrexifse cernerei: cum multa humilttate fzlutans me, marni fua mibi tria numifmata tradidit, Rubens nubi dari quacumque erant neceffaria . Glorificavi itaque Deum , qud tantam UH contulerat humtlitatem , mifencordiam , &charitatem ad omnes . Cos egli. Per lo che maraviglia none ) che nell' accennata congiuntura ricufafe San Gregorio quel titolo pien di fafto e cos fortemente fi fcagliafle contro quel fihiofo Millantatore. Anzi eh' egli convincendo le parole co' fatti, d'indi in poi nelle lettere, che fenife, s'intitol [h] Servus ServorumDei, nobil fregio ne' ^taet^iaCni. Pontefici di humilt Chriftiana, e ricco appanaggiamento di Apoitoi: 1 Dignit ne' Succeilbri di S.Gregorio. Ma Giovanni che non volle gian>
.

MAGNO

'

&

&

&

L 4

mai

Gregorio

j ucj] re j e ammonizioni del Servo de' Servi, ud forzofamentela voce tremenda del Signor [a] de' Signori, che [b] chiamollo snelfervor maggiore del fuo mal prefo impegno. N conia di lui morte haverebbe e vtdiqutfof-atu havuto fine la rnbfacontroverfia di queft'odiofo Vocabolo, f [e] Foca fotta Pontif d Succeilbr di Maurizio nell'Imperio non navette repreffa l'albaeia de'Vefco<iue{io Temo vi Coitantinopolitam, con dichiarar la ragione a favor de Pontefici Roman ip e r mezzo di una Tua Imperiai Cofhtuzione fotto il Pontificato di Poca inpndoK fopra tal contro- Bonifazio Terzo [d] Bonifacius , dice Anaftafio, obtinuit apud Tbocam 'Principem, utSedesApoflolica B.Tetri Apofloli Caput e/Jet omnium EcclejiaYlUnft. siti, in rum, idej Rimana Ecclejia: quia EcclefiaConjlantinopolitana primam f om$nif. in. e Paolo Diacono, [e] Thocaslmperator , roe Paul. niac. de nium Ecclefarum Jcrtbebat gcflh Lcngoij. i,h. gante Tapa Bonifacio , flatuit Sedem Romana , jpoflolica Ecclef* primam 4ii. e ejj ^ cumprisConftantinopoUtana f primam omnium fcriber et. E cos un* Imperador Greco defin contro i Greci la queftione, &hoggidun'Imperador Turco lu ridotta quella Chiefa, che fi vantava la prima del mondo 3

MAGNO. ma

jgg

"Secolo

Vi.

a t.adTimoth.6. b v4o 596.

ii

&

<-*/

elapiumiferabiledel Chriftianefimo Chiefa Romana e cl ." & depreflone dell' Herefie, molto ancora fi affatk arono gli Heretici is.GrcgSio ne' futuri Secoliper renderne e diffamato il nome, e corrotta la dottrina. E notoria la perverfione, che fecero i Greci delli di lui Dialoghi. Papa Zaccaria trafportolli il primo dall'idioma Latino nel Greco, e non cosi torto egli divulgolli nella Grecia per ammaeftramento di quelle Genti / che quelle Genti ne viziarono il fenfo in materia confiderabiliflma di Fede, per accreditare il loro errore fotto la protezione, e l'aura di un tanto Pontefice . Nel fine del fecondo Libro parlando il Santo della terza Perfona della Santiflima Trinit, dice, Cum enim conflet , quia Taracletus SpiriFilio , cur f Filiusrecefiurum dicit , Mille tus Tatre femper procedati veniat i Sottrafero i Greci la parola, Et E ilio, frapponendo effi contai [Z0.pi4e.in vita detrazione di render reo S.Gregorio della loro Herela. [/] Quos libro* .Grtg.i.^. c.75. cj ice de' Dialoghi di S.Gregorio l'autor della di lui vita, zacebarias Sanftrt Ecclefiaz Rimana Epifcopus Graco Latinoque fermone doftijfmus temporibus Contamini Imperatori! pofi annos ferme centum feptuagintaqumque in Gracam linguam conr?ertens , Orientaltbus Ecclefts divulgavit quamvis afiuta Gracorum perderfitas in commemoratione Spiritus SanftiTatre pra$?""*''" 4 d cedentis , nomea Filii fuaptim radens abflulerit h s.Greg. i.j.ep. La temerariet de' Greci pafs quindi fra' Latini, e [ g ] Durando ac4 Affc'1'0 cus di errore San Gregorio , perch' egli fcrivendo Giovanni Vefcovo di c-s.Greg.i.a.tp.. Cagliari, [b] permettente ai femplici Preti di poter conferir'il Sacramento Hd %A nlZ.?iu"m della Crefima, che per ragion divina a' foli Vefco vi appartiene onde des.Grrgt.j. tpifl.9- duce un' altro i] Autore , che il Papa poffa errare nella definizione de' Mi[ """" fterii della Fede. Ma contro di em ben decretarono i due Concini [AJ iji.S!* i^drUnAnqutft. Fiorentino, e Confirmationis ordinarium Miniflrum ejle [ / J Tridentino, lrmanone Epifcopum , e cOnfeguentemente pofie extraordnari , come ben nota il art. u f k conca Fhrent. c it a to Bellarmino, etiam non Epifcopum e(ie Miniflrum hujus Sacramenti t effendoche, bench il Sommo Pontefice non polla ne Sacramenti mutar ntritm. T li 1 C a^ cuna c o&, che appartenga all'effenzadieffi, e non elfendo il Miniftcn cm u it m s iner.'advtrf. rio Epifcopale effenzialmente neceffario quello della Crefima, ma , LHdf.r. quem cipotila Sacerdoti; } qumadlecome attefta S.Girolamo , L J Ad honorem '. tat Baron.an, 594. _, ..... i \m\ r n f nx/r gis neceffitatem, quindi s nterilce , che per gravi , e guiite caule polla tal Mib*m 5 niikrio
Calunni? eppo-

la pi tiranneggiata,

Ma f molto oper San Gregorio in iftabilimento della

&

'

'

'

nifterio difpenfarl dal

Captolo XIV. Romano Pontefice come


:

169
in fatti
in frontibus bapti^a-

Gregorio

l'efempio in S.Gregorio Magno, che fcriffe al Ubi Eptfcopi defunt , concedimus , ut Tresbyter etiam
tos

ne habbiamo fopraccennatoVefcovo,

MAGNO

Cbrifmate tangere debeat ; con queia differenza per , che la Confermazione conferita da'Vefcovi fempre valida , bench illecita , in riguardo a'fndditi non fuoi , quando che la Confermazione conferita dal Sacerdote fol valida in riguardo quei , fopra li quali hi egli ricevuto la fpecial podefl dal Supremo Pontefice onde ben conchiude il menzionato Bellarmino , Hcfpondco , non beatum Gregorium, fed Du~
:

randum
rit

potius y

& *Adrianum

errajje.
,

Con maggior

sfacciataggine per di calunnia


,

e obbrobrio di vec'
*

\i[a] Magdeburgenf divulgarono una fuppofta lettera di S. Udal- !,$*$*' rico Vefcovo di Augnila fcritta com' eglino afferifcono al Pontefice Niccol in quello tenore , Beatus Gregorius Magnus Tapa Trimus ali-

quando fuo quodam Decreto Uxores Sacerdotibus ademt . Deinde paul pft curri idem Gregorius jujfjkt ex pifeina fua Tifces aliquot capi , Tifcatores pr Tifcibus [ex milita Capitum Infantum fuffocatorum repererunt . Quam cxdem Infantum cum intelligcret S. Gregorius ex occultis fornicationibus , vel adulteriis Sacerdotum natam effe , continu revocavk decretum , peccatum fuma digms pcenitentia frutlibus purgavit . Cos egli, per meglio dire, cos eglino. Lettera pi comporta di bugie, che di lettere, e fol degno teiimonio dei loro fall, e sfrenati fentimenti Conciofiacofache [ b ] Niccol Primo mor pi di venti anni b .**&;. vira H 1' avanti, che nafcelTe S.Udalrico, e Niccol Secondo fu affluito al Potig*i* tihI tificato ottant' un anno doppo la morte del menzionato S.Udalrico ; .onde rendendoli infetta l'origine della prova , cade in f medefima tut-

&

ta la forza
tudini
,

dell' aiftinto

Ma

tralafciate le infuflftenze

&

inverifimili-

che per convincer di fallita quella lettera , a lungo rapporta [e] l'eruditimmoBaronio; in maggior confutazione e della lettera, edegli Heretici moderni , che la cavaron fuori dal niente del lor cervello, Noi defideriamo di ribatterla con la fchietta narrazione dell'antico coflume della Chiefa Cattolica nell'oflervanza del Celibato Sacerdotale in ogni Secolo, e in ogni Concilio venerato , e comandato da tutti li Pontefici, e da tutti li Santi Padri, quali , intollerabile arroganza farebbe il fofenere, che un Pontefice cos tenace delle antiche tradizioni, cos profondo in dottrina, e cos efemplare in fantit , qual iti
S.

\^

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rt 'J

Gregorio Magno, havelTe contrariati,

vilipefi, e conculcati

con un

decreto pofuvamente derogatorio, quando per altro foggiungeremo, quanto l adoperaiie quello Santo Pontefice nella cultura illibata della Vigna del Signore E per render chiara l'intelligenza della noftra prova , ci convienricor- 8| ne J3J rere al Capo della Chiefa, che fu Gies Chriflo, il quale [d] infilino il ^ITsKerdo'ca". Celibato agli Apoftoli, che furono 1 primi Sacerdoti del Chriilianefimo . lc ^ ^ Poich certa cofafi , che i Santi Apoftoli, per feguir Chriflo, lafciaron TrtJm)u 'rt* tutto , Ecce [e]nos reliquimus omnia , fequuti fumuste , dalle quali parole Magde b^f,'Ji!" " c arguifce [/] San Girolamo, ch'eglino lafciaffero anche la Moglie; & il tjtt tuu\ h 9 medeimo Gies Chriflo nell'enumerazione di tutte quelle cofe, ch'efli : ffw t t '&4 ai havevanolafciate, annoveralaMoglie, canonizzandoli per Celibi , & f- iM*m\ '*d4B **** ferendo , [g ] che nilfun'eirer poteva fuo Difcepolo , Apoftolo , f non lal'fj^l

&

'

!,

feiava

Gregorio

MAGNO.

j^

Secolo

VI

c java \\ commercio della moglie . Dal che deducefi , chegliApofloli, li quali furono le Trombe degl'infegnamenti apprefi da Chrifto, non hebbero moglie, fequalch'un diefilpurl'hebbe, rinunciolla nell'ufo del Matrimonio , offervando inviolabilmente nel Sacerdozio perfettifima conti-

s.Mer.'JPdmepift.

nenza

machmm
b Mtth.
s.pttr,.

a
.

] lApofloliy

dice S.

Girolamo

vel Virgines , vel pojl nuptias

50.

in

vita

e T*rtuii. iib.de

Tr. Hur

*jvrf

lovin.ub.i.

ginl YJ.L' cp.".

Ts attlni

pa

iblj.T^Zognit.

g i.adcarinth.s.
Ubi
7.

Cos S.Pietro, che prima era \b\ congiunto in Matrimomo con la Nipote di San Barnaba, e da quella riaveva ricevuta la proj e jj una figliuola , che dicefi , ella fofle Santa Petronilla , fubito eh* egli fu affunto all' Apostolato , abbandonato ogni carnai commercio , v iffe conia Moglie in offervante caftit, come arfermano[c]Tertulliano S.Girolamo, [d]e da celefti rivelazioni iftrutta pi volte Santa [e] Brigida. Conduflela egli poi feco, come Sorella, e Compagna delle f"e lunghe peregrinazioni , come attefta [/] S. Gemente Papa , e par C ^ e f^] accenni S. Paolo, e viddela [h] quindi andar' ella gloriofa al Martirio, Marito, e Padre di Sante. Onde al fopracitato Tefto foggiunge pi chiaramente l'allegato S. Girolamo, fi] Epifcopi , Tresbytec nt mente s

Snom.
nb.
1.

&
hifi.

ri,
-

Diaconi , aut Virgines eliguntur , aut


pudici , in conformit del

?iaui,

ufc b.

in

atemum

Canone fecondo

aut certe poft Sacerdotium del Concilio Car:

s.Hr.ioc

/*.

klJu.'soo

thaginenfe fecondo celebrato vivente effo S.Girolamo [ A.] Omnibus placet, ut Epifcopi, Tresbyteri, Diaconi, vel qui Sacramenta contreblant pudicitia cujtodes etiam ab uxoribus f abfiineant ut quod jLpofloli doctterunt, &ipfa fervavitantiquitas, nos quoque cufodiamus. Dalla qual'Apo:

ftolica infimi azione

provennero pofeia que'


li

lV

f Jnilcim\
deimo

ut

ant * A Pft n ^ a* [ ' non interrotto confentimento , e L Stcoi a d e \\a tradizione, il valore dell' offervanza, incorrerebbe nel rimpro*
'

e quelle uniformi fentenze di tutti

e!r

^ mo a

J*

'

Canoni de' Condili , primo Secolo proln oft ro prefente, con cos collante , e ] che chi contrariar voleffe la validit
fpefll

Santi Padri dal

s'Mugl'tp.'iii.

ti

&
,

vide

b, iiam-

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vero di S.Agoftino, che in fomigliante propoito dilfe, [m] Infolentiffimec infama efl disputare, an factendum fit, quod tota per Orbem frequentat Ecclefta. Non perci vogliamo Noi generalmente alferire che il CeliDato Ecclefiaftico fui [] precetto Apoftolico, e non configlio; poich f precetto univerfale egli folle , certamente non fi tollerarebbono da' p ont efi c j Romani li Matrimoni! de' Greci, a' quali fi permette il commercio con la moglie prefa avanti la loro Ordinazione nell' efercizio fteflb de gli Ordini Sacri. Solamente intendiamo Noi di provare il coftume antichiflimo delia Chiefa Latina, che feguitando l'ufo, e la tradizione della pi pura, e Capo di tutte le altre, la Chiefa Romana, ha fempre inviolabilmente foitenuto il Celibato Ecclefiaftico , come trafmeflb a' Poderi dall' efempio fteflb degli Apofloli, e dalla Legge, e tradizione lar feiata in Roma da S.Pietro; [o] N(oftriSacerdotes Ca-libes efsedebent, dice il Bellarmino, feiundm Return Ecclefta punoris ; & altro nobile [p] Autore foggiunge , Epifopis ac majoribus Clericis plenam caflitatem exemRimana Ecclefia S.Tetrus impofuit , pl commendaverunt omnes ^Ap ufi oli ,
,

&

ntntu.

e, Fumana, ac omnis Latina Ecclefta Eoijcopos, Tresbyteros, ac Diaconos S.TetrHs*s4pofiJus omnino compulit ad plenam continentiam , ad antea etiam dulia uxoris :>fui rtnuntiandum , ik in fine dell'allegato Capitolo, Omnis Latina Ecclefta ex S.Tetri Ltge accepit plenam fui major is Cleri caftitatem* E comprovali la Legge , e l'Apoltolico configlio dalla tradizione unifor-

me

di tutte l'et,

come damo pur' hora per

foggiungere.

Nel

Capitolo
Nel primo Secolo
leggel
il

XIV.

171

Gregorio

celebre Canone , [ a, ] detto degli Apo^c7^ a itoli > T^e (JHS Eptfcopus, aut Tresbyter , aut Dtaconus uxorem fuam pra"' textu Bflgionis abjiciat , cio, come fpicgano 1 Dottori, [6] ut Epifco- * f %7^/ pi, 4f Trcsbyter, aut Diaconus uxorem fuam, quarti debet cajt regere, coluti. Sacr. ca'*%"* non relinquat. Concioiacofache abbandonandoci in que' primi tempi da ^ ?% n Sacerdoti la moglie, bene fpeflb provenivane fcandalo ne' buoni, molti occalone di prevaricazione nelle derelitmormorazione ne* trilli,' te Conforti. Quindi fi, che per eflirpar tal radice di male , prohibiffi in quel Canone, che non l abbandonarle la Moglie in tal maniera, che con vituperio dello Stato Sacerdotale del Manto, per foftentarfi col vitto , folle la miferabile forzata a foccombere condizioni contrarie all'honefl. Al qHal divieto pare , che alludelfe S. Paolo, quando dille, [ e ] Si quis fnorum, maxime domejticorum curam non habet , z\.adjimoth.%. ej mfideli deterior E quelle tali, come [ d ] in altro tatfd's'.Til fidem negarti , luogo riabbiamo detto , chiamavano Epifcopefse , Tresbiterefse , e Dia. w.i. ?*j.k>. conefse, col nome del grado del Marito. Nel fecondo, e terzo Secolo, bench per la fierezza della perfecuzione de' Gentili, pochi Sinodi di Ecclcfiaitici l ritrovino celebrati, nulladimeno quali in ogni carta di queft' Hilloria riabbiamo veduta feveramente punita da' Pontefici, e da' Padri di que' tempi l'incontinenza degli Ecclefiaflici , e mantenuta fempre in vigore la fincerit illibata, del loro flato, [ e 1 Tresbyteri, five Diaconi , ad Dommica tales eligantur ofH- HaBetm mdifl, Jr _ ^ J e- T r. cri o /v- I. c.Minijiri. eia, qui contincnuam fervent , cosi decreto S.Lucio Papa; [f] e S.Cits.cjfrUn.di priano, che vilfe nel terzo Secolo, Flos efl die Ecclefiaflici germinis , de- n.b.vtTg. cus, atque ornamentum gratin fpiritalis , Utaindoles, laudisi- honoris opus integrum atque incorruptttm , Dei imago refpondens ad fanUimoniam Domini, illuflrior TortioCregisChrifli . Caudet per Virgines , atque in Virginibus largiter flortt Ecclefia Matris gloriofa fecunditas quantque plus copiosa Virginitas numero fuo addit, tanto plus gaudmm Matris augefeit e del collume di ambedue quelli Secoli parl S.Girolamo, quando contro Vi?s.Her.advtrJ gilanzio efclam, [ g ] Quid facient Orientis Ecclef ? Quid ALgypti, g Sedis ^4poflolic?Qu# aut virgines Clencos acciptunt , aut continentes ; aut ,.!' come in altro luogo pi dil- h s m fi uxores babuerint, mariti tfse defijlunt fufamente egli parlando deiiavira de'Chienci, [/?] Hofpitiolum tuumaut ad Ntptt7un.de vfta Cl,ric '"rt"' nunquam, aut raro mulierum pedes terant omnes puellas, FirgmesCbri(i aut aqualiter ignora , aut aqu^iiter dilige nec fub eodem tetto rnanfe*

GNO

&

&

&

&

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'

&

ris, nec in preterita caflitate confidas , quia nec Davide fanior, nec Salomone fapientior potes efse JEgrotanti tibi fantlus quilibet Frater afjijlat r Germana, vel Mater pcnculos tibiminijirat cujus vultum frequenter attendis. Cave omnes fufpicientes quidquid probabiliter fingi potejt, ne fingatur , ante detona E fenvendo ad Oceano , Trima tentamenta Clericor um funt faminarum frequentes accefsus ifte fcxus reprebenfibiles exhibet Clencos Quid ubi re vera cum feemmis, qui ad altare cum Domino fabularis Te in publico cunfti , te in agro rullici, aratores ac vinitores
.
: :

&

<*

quotidie lacerabunt,
dis
.

rum Nel quarto Secolo rendei celebre il Canone trentelmoterzo del Concilio di Elvira, e molto pi terribile l'ottavo , come[/] altri vuole, il De-

contra depofitum fidei cum faminis habitare contenMibi crede, non potefl toto corde habitare cum Domino , qui fceminaacceffxbus copulatur. Cos S.Girolamo
fi
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Gregorio

MAGNO,
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397.
23.

del medefimo Concilio , in cui difponcfi , Si qtts EpiSacerdos , aut Diaconus, machia crimen perpetrarti, eam in fine f v i t corporis Cbrifti communione privetur ; il Decimo di Ancyra [a] , il Primo, e l'Ottavo [ Z> ] del Neocefarienfe , l'Ottavo del Concilio [e ] oraan ? ^otto S.Silveftro, il Terzo [d] del Niceno, il Secondo [e] di Arles, il Sinodo Romano [ / ] fotto Sincio, il Canone [ g ] Secondo Concilio di Cartilagine, l'Ottavo di Torino [b], ilDecimofettimo di un'altro [ i ] Carthaginenfe, e il Terzo del [ ^J Carthaginenfe quinjj
i

D ec mo terzo
,

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Secolo

VI.

e opus

accorda la [ / ] Dottrina di Orin ] , di Papa Siricio [ ] , e di fkO!& 9. altri Sant i Padri, e Pontefici viffuti in quel Secolo. tuffi s:'*fii;n e 5. Nel quinto rimane confiderabiliflmo il Canone Primo Terzo, Quarto > e Nono del [ p ] Concilio Primo Toletano, ii Treutefimofettimo Q^slr'k.ef 4. co. dell' [ p ^nno 400. q ] Africano , il Decimoquinto del [ r ] Chalcedonenfe , il Secondo di [x]. Angers, ii Primo, Secondo, e Terzo di [t] Tours, e le unifortll*nl'%*i. f ^i>no 4Hmi fentenze di tutti quei gran Lumi, che rifplenderono queftoSecolo ella Cliiefa di Dio , cio di [] S.Epifanio, di S. Gio. [x] ChrifoIf''plfZr.jy. &;t,crr;,. ftomo, di S. [y] Ambrogio, di S. [X] Girolamo, diS.[<w] Agoftino, r di S. [bb] Innocenzo Papa, e di S. [ce] Leone. fjmfud'tid> > & S eco * inculcano l'ofiervanza del Celibato Sacerdotale il v's' mbi.bi de [dd] Canone Duodecimo , come altri vogliono, il Trigefimonono offiicZt.&'fp^. s-Mtr.*.v.Vi- del Concilio [ ce ] Agatenfe , il quale non folamente prohibifee i Sacerdoti le nozze, ma eziandio l'affiftere alli conviti Nuziali, il Sello, tantum!''" S i e Settimo di [ jf ] Girona, il Vigefimo fecondo di [gg] Eppadona , il d) 'i 'tn'J" >1 g Primo del [ bb ] Toletano Secondo, il Settimo dell' [ ii ] Aurelianenfe e' ut." b / P * - Terzo, il Quinto del [/&] Toletano Terzo, il Primo di [//] Saragozza, J i/' **a* ce* s!ut ep/ii. un'altro Concilio [ mm ] Toletano non annoverato dagli Antichi Com!%1 Spa\%tiS P^ ator i ne ^ numero de' Predetti, i due Canoni dell' [mi Ocenfein quendili itfertur bk gna, & oltre alle Dottrine di tutti li Santi Dottori , e Pontefici di c T AV &J'' b "A Ua ^o Secolo, S. Gregorio Maeno, cio quedi medefimo, che vien'incolpato da Magdeburgenfi di contraria opinione, Pontefice cosi tenace eie34. e cutore delle narrate Derilioni, che per la morte di Fortunato [oo] Vefcovo ff JfiT$i? di Napoli volendo il Clero di quella Citt eleggergli Succeflbre un Giovang g JL 5 17. d*' n i y egliriprovonne la rifoluzione, folo perche Giovanni ritrovava!! una t Jtiih' 'JiwioWopiccola legitima figliuola, teftimonianza prefente, e chiara della ma non lonea continenza ; cos divoto, verecondo, ezelante, che di lui dicefi, )l "7 :?!-, c,v.o vide B.ir.a>i. Urne jub Cre[ pp ] Clerum Ecclejix Fumana fu reformafse , ut talis efset B B. orl P enes Urbem Ecclcfa Romana, qualis fub Santlis Upoflolis , tS"vlfitor cuu g, diToiUo an.ii>7- Marco apud Acxandriam Tbdone commemoratur utque radices vtio9 P yirtutes plantarct, cubiculo fuo omnes feculares arnoar^dlk In.n .29. ^ um evelleret , 00 s.Grig. ui>. i'.~yit 9 Clencorum, Rgligtoforum , vel Monachorum prudentijjmos familiare* confiUorios fociavit-, di cos profonda Dottrina, [qq] ut exclufts om'vv'i^an.DUcin fuaHflori* ubA. nium virorum illuflrium comparatonibus , nibil UH fimile demonfrant antk vieti enm fanlitate Jlntontum , eloquentia Cyprianum , fapientia ^qs^'iidephonfus quitto ti:virs iiiuflr.cz. ^Auguflinum , merc che fpeffo [rr] m veduto un'Angelo in forma humaalle fttiiu'i^firm!dt na afiftergli nella celebrazione della Meda, e [ ff] lo Spirito Santo wefin&it. orecchia in forma di Colomba, dettandoci le compofizioni, infpirandogli ienrenze aite, edivine; e cosi in fine per tutti li capi venerato da i u.ccp.t,?. X Nemici pili fieri del:Ca;tolichifmo,che Calvino ifteifo [ tt ] non feppeglinedoh!lm^dM gStC d Ciacc, in Qreg.
ifril'hmil
in
i

t0 >

<juali tatti

mirabilmente bene

fi

m'm.

gene

di Eufebio

di S. Bafilio

e.

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<>,

&

&

&

Capitolo

XlV.

173

Gregorio

il fregio di vero , e gran fucceiTore di S.Pietro, confefgare il pregio, fandolo per ultimo Pontefice della Chiefa Romana . Come dunque dicono * inCtnt.cihg. i Magdeburgenfi , cheS.Gregorio[4] continu revocava decretum ? Non leggefi forf nelle di lui Epiftole l'orbine Apoflolico, ch'egli trafmeffe c eg r, r tutti li Vefcovi del Chriftianefimo , [b] ut nullum Subdiaconum facere pra- *J' " ' fumanti nifi qui vitturum e afte promiferit ? Non trovali forf [e] confer- 'e'idem w. 3. mato pi volte il medefimo ordine in altre fue Lettere ? Quante [d] volte, ^^timl' tf Sc quanti egli inculc l'oflervanza dell' antichiffimo Canone circa la co- idem Li'ep. so. habitazione di Donne fofpette co' Chierici ? Non configli egli ad Agoftitbal'i^:^ no fuo Legato in Inghilterra [e] Ut pollutus in fomnis Sacerdos ex crapula e 'uimiib'.xinprxcedentiabftineat [acri celebratone myfterii ? Non replicoglipit volte ['fl^pudBar.'ln. il divieto, [e] T^e permttat uxores ducere Clericosin SacrisOrdinibus con- 59-. *.2o.
'

&

MAGNO

'

'

<i

ftitutos ?

[f] riprefe afpramente Genaro Vefcovo di Cagliari, perche fu negligente punire il fuo Archidiacono caduto in peccato di carne ? Non fofpefe [g] dalSacerdozio il Vefcovo di Taranto, incolpato di fcandalofo commercio con una femina ? Non implor anche! autorit

Non

"**m>3>**9>

hi tm

i.z.

^.4.

del braccio Secolare [ h ] de' Principi contro li Sacerdoti fregolati ne' coftumi, e diffamati per diffolutezza di lufliiria ? Non [ i ] rmvienfi il Canone daini formato nel Concilio Romano, Si quisTresbyter, aut Diaconus , uxorem duxertt , jlnatbema fit ? [ AJ Illud firmier ftatuens , come conchiude un graviflimo Autore, ut qui poj fufeeptum facrum Ordnem incarnii peccatum lapfus efset, nunquam amplius ad ^ltaris Minifterium admtteretur . Che invenzioni dunque, che temerariet fono quelle, per feiorre il treno al peccato , tacciar di menzognera ogni pi veneranda

h idi

i.i.ep.u.

^pud Bar..
'" im zo
-

59u

k Bar.ahm J94.
T&dfpfUdrffufa*
minte <}e/!am*-

^Z'dZ'iml
duodecimo
,

deiu

* carta dell' Eccidi-attica [/] Hiloria ? Summa eft delitti , [ ] nolentium m Tt,tH.;n^?o. agnofeere , qua ignorare non pojsunt . Forf pi cautelatamene Ci dimoftrarorio maligni que'tali, che per "Imma di' Tr.mviver male, e morir bene pretefero di render potenti le Orazioni li- j? f* vramente f berar le Anime anche dall' Inferno , con l'efcmpiodi Traiano fottratto , cUU*inferno* per

H,flor,a

com'em" dicono, da quelle pene per merito delie preghiere di S.Gregorio. Ci che fia , che dir fi poffa fopra cotal fucceib, Noi , che iamo Hiitorici di verit fondate, e non di vane parabole , bada folo accennare, che quello fatto ripieno [] d'infinite inverifimilitudini , e contrariato da lo) nobilitimi Scrittori, a' quali volontien rimettiaino la curioiita del Lettore. Sol ci giova 1 accennare, che S. Gregorio

r jres " 0,

***"'

dl

^ um
?
2.

n vide Bar. anno


.-i-

art.i.can*s

difeefe all' Inferno, haver liberate alcune anime dannate, che lo confefiarono per Dio. Il che doppo di haver' il Santo provato con le autorit di S. Filatoio, e di S.Agoftino, cos foggiunge fcrivendo~a\ Giorgio, e Theodoro, l'uno Prete, e l'altro Diacono della Chiefa dCoitantinopoli , [ p ] Hxc itaque omnia pertrattantes , nibil aliud teneatis , nifi quod vera fides per Catholicam Eccleftam docet quia defeendens ad
:

oreg.

...

rti '
efift.'ij.

Dominus illosfolummodo ab Inferni clauftris eripuit, quos viventes per fuam gratiam in fide, bona operat ione ferrava Quodcnim per Euangelmm dicit , Cum exaltatus fuero terra , omnia traham ad me omnia videlicet eletta Kfam trahi ad Deum poj mortem non pQpfum tutty qui f Leo male vivendo fcpar avit
Infcros
in carne

&

S.Gio.

Gregorio

Magno.
a S. lo. cdp.90.

174
S.

Secolo
fa
,

VL
,

Damafc

Gio.Damfceno [a]

mati Tbnetopfycbiti
Inter ire

che aderivano

b Idtm e*/. 87.

cum

corporibus, di

commemorazione di alcuni Heretici chiaHominum animus infar pccudum altri detti Heiceiti, che foflenevano [ b ] Deum

Idem

cajf.^z.

d i^pudOtt.
ttt* fcftii ftp

la

'

Viris laudandum cum tripudiis in feeminarum coetu, di altri nominati Theocatagnofli, i [ e ] quali reprebendebant quidam in Deo , e di altri in fine accennati col nome di Gnofimacbi, quafi feientiarum [d] inimici, I 1** damnabant fcientiam omnem , ac erudttionem , jub fpecie exagerandi ftudium honorum operum : quali tutti riferir Noi polliamo l'otto il prefente Pontificato , rimanendone per altro tanto ofeuri gli Autori, e'I tempo, quanto indegna la dottrina.

SET-

SETTIMO SECOLO
CONTIENE

LI

PONTIFICATI
D
I

Sabiniano, Bonifazio III. , Bonifazio IV., Deusdedit, Bonifazio V. , Honorio, Severino, Giovanni IV.,

Theodoro , Martino , Eugenio, V italiano , Adeodato , Dono , A gathone , Leone II. , Benedetto II. , Giovanni V. , Conone , e
Sergio j
E
L'

R E

De'Monotheliti.

Saniti

i*]6

Sana Ecclefiafubtlus in fua femper erudizione inflruitur


9

dum H&reticomm
impugnatur
.

quaftionibus

S.Greg.lib.7. epift.3.

SE-

177

Sabinia-

NO.

SECO

LO

SETTIMO.
I.
1.

CAPITOLO
Fune/li fucceffi in Occidente , di Narfete.

Sabiniano di Volterra, creato Pontefice il Settembre 604.

&

in Oriente

morte

Gregorio Magno fi refe deplorabile al e per la perdita di un tanto Pontefice, e per Prenunzi lagn, 1* inondazione di quei tanti mair, eh' hebbero forbire il Chriftianefimo con l'Herefiafpietatadc'Monotheliti,, ti. Precorfero ad effa formidabili annunzii, fra quali da' Scrittori fi annovera quel maflmo di una fpaventofa careftia, che prima degli animi, abbatt li corpi dei Fedeli, [a] Futthyems frigida, dice Paolo Diacono, Paul. Dite, Uh. emortua funt vites pene in omnibus locis, mefjefque percufa medine paflim cap.9. evanuere : e conchiude , Debuti Mundus famem , fttimque pati , quando decedente tanto Dottore , cio S. Gregorio Magno , animas hominum fpu ritalis alimonia penuria , fitifque aridit: invafit . E Sigiberto riferifee, [b] che in cotanta deplorabile penuria di viveri domandando un povero bsigii,i chrn* l'elemofina ad alcuni Marinari, e rifpondendogli con difpetto li Marinari, **.& Deftje eleemofynam petere nobis , qui nihilprater lapide: habemus, fogr giungeffe 1* afflitto Povero , Omnia ergo vertantur in lapidei . Et quicquid man?
ns52

morte

di S.

Mondo,

SiSf;

&

ducabile in l^avi crat>

m lapides

converfum

eft, colore

& forma rerum e&

dem permanente.
Alla fpietatezza della fame in Occidente fi accoppi la fierezza delle incurfioni in Oriente,devaftato [e] da' Barbari fotto la condotta del R Colc me habtnut droa, che tolfe non meno dagli animi la Fede, che le Provincie a Foca inC *rtn* & in Utt ** m Imperadore, pi tofto Tiranno , che Principe. Narfete, che infondente %?"'*' di tanti publici aggravii glifi era ribellato, ricev innocente la pariglia Morte diNarfet*?.
,

d'inhumana vendetta ; e richiamato da lui al commando de' fuoi Eferciti fotto giuramento di perdono , fu dall' empio Cefare fatto abbruciar vivo, con horrore de'medefimi nemici, che femprene ammirarono il valore, e con alta indignazione de' Romani , che amarono fempre il loro Narfete,

come debellator degli Heretici,

e reftauratore della libert, e quiete

di Roma.

Tomo

1J.

A-

, , ,

Boni* aci IH.

I7 g J

Secolo

VII.

CAPITOLO
Febraro 606.
Decreto di Foca circa
il

IL
li

Bonifacio Terzo, creato Pontefice

12.

Titolo di

Vnvverfak
Papi.

Sinodi

Romano
&n\* violili
*

circa la fucceffione de

univerfafe! *naji.iBon,f.

le lP^SP^l A ^tn am Tirannie ^1 Romando c e di giuftiz3 verfo

SkA/Pl

^^/mM

il

pur rifplend in Foca cmalPontificato Romano . [ a ]

Hic obt'muit , dice Anaftafio di Bonifacio III. apud Thocam Trincipem , ut Sedes ^tpofiolka Beati Tetri lApofioli
caput

\*?Ilm.
q.cap.n.

efiet omnium Eccleftarum , idefl , Bimana Ecclefia : quia Ecclefa Conflantnopolttana primam f 'omnium Eccleftarum fcribebat ; e Paolo Diacono [b] di Foca, Hic Imperator , rogante

Tapa

Bonifacio

fiatuit

Sedem Romana,

& ^ipofiolica Ecclefta primam

ef-

fe y cwn.prias Confiantinopolitana f primam omnium fcriberet . Mi il grano fu mefcolato con paglia , e bench fofle retto il giudizio di Cefare non ne fu retta l'intenzione, che procede da vendetta pi tofto, che da e ctdr.ina, 606. zelo . [ e ] In non so qual commozione di Popolo Coftantina Augnila Vedova dell'Imperador Maurizio con tr fue figliuole ritiroffi nella Chiefa per isfugir l' ira indomita di Foca, che volevate morta per colpa di mac binata ribellione . Ne pot egli haverla nelle mani , fin tanto che eflb obligatofi con giuramento al Patriarca Cyriacodi non offenderla, la f racchiudere in Monafterio , d' onde poi doppo un' anno [ d] la traffe per condurla , cod Mifceiu lb. 17. me fegu, con le figlie al fuppli ci del taglio della tefta. L'oppofizione che in quefto fatto fegli Cyriaco per difefadeha immunit della Chiefa, efacerb talmente l'animo infocato di Foca, chefnecedendo pur allora la richiefta Pontificia, che il Patriarca Coftantinopolitano non fi denominaftitolo egli proprio del Pontefice Roffe universale, eifendo che quefto mano , acconfent fubito Cefare alla iftanza , pi per odio contro Cyriaco che per compiacimento verfo Bonifacio ; e decret , non che il Pontefice Romano dir fi poteifeVefcovouniverfale, quafi che da quel tempo [e] e e vide Bar. an, in virt di quefta Imperiai decisione, come vantano [f] gli Her etici mom C derni, laChiefa Romana folte dichiarata fuperiore alle altre, poich ella f L'Jh f' oteft Magi era tale fin dalla fua fondazione, come apparifee da ogni Carta della Ecclev*? \
*

Vm'in'uyfe'ri'o
YnVqumu trrjr .
p
g
Pro-

fiaftica Hiftoria;

vedi iiPontif.di
lo. t

ma che il Patriarca Coftantinopohtano deliftefie dalla pretenzione di denominarli uni verfale in competenza del Romano, al quale unicamente era dovuto quefto nome per le prerogative in [g ] altro luogo accennate Onde ben conchiude il [ h ] Bellarmino , Thocas tdfanxit , decla.

om.T rondo; &aJ]erendo>, tion-itifUtuendoaliqmdnovi. fag ti stilar, de \ m g Bonifacio non tanto grato all' Imperiai condifeendenza , quanto zelan7 per dar' ordine alle s'ndo*'Rma no te di adempir' alla grandezza di quefto titolo , fopra r Eiezione chiefe del Chriftianelimo , convoc in Roma un Sinodo , nel quale approda Pontefici. van j i a Coftituzione de'fuoi Anteceifori circa la elezione de' Pontefici
.

e de'

Capitolo II.
fopra

jrjg

c de' Vefcovi , e corroborando la ritrattazione del Chirografo gii fatta ***<*& tal materia dal fuo Anteceffore Bonifacio Secondo [a] Confltutum it***' fecit, dice Anaftafio, in Ecclefta Beatri Tetri , in qua federunt EpifcopifeClerus omptuaginta duo , Tresbyteri Romani triginta quatuor , Diaconi nis, fub anathemate , ut nullus , Tontifce vivente, aut Epifcopo Cipitatis fua, prxfttmatloquide fuccefiore , aut partes [ibi facer , nifi tenia die de-

BONIFACI \

&

pofitions ejus ,

adunato Clero, filiis Ecclefix , tunc de elio fieret ; quem baberet licentiam eligendi fibi Scerdotem , Cos egli . Pontefice veramente umverfale e nel nome, e ne' fatti
quifque voluerit
,

&

&

A-

Bonifacio IV.

l8o

Secolo

VII.
III.

CAPITOLO

Bonifacio Quarto Romano > creato Pontefice li 1 8. Settembre 607.


Prodigio del dibattimento
Itone di
delle

Croci

Affun*

Heraclio alF Imperio ,


di

f morte ignominiofa

Foca,

li prodigii , e come forieri della proflma Herefia Monothelitica atterrivano gli animi tica. "*S3 ^^^i con la efpettazione de' mali prefagiti fucceifi. [a] Nelle Parti della Galazia * [ b ] Cum fupplicationes ficrent t dice b S.ntfim spud 3urMmn,^ifril. Cruces gejiarentur , cio mentre facel'HiitOrico , vano gi fin da undici Secoli addietro quelle Procefloche vengono nera efecrate , e contradette da* ti nel Chriftianefi.no * moderni Heretici Riformatori della veneranda Antichit ; mentre dunfi viddero di repente le Croci qua Proceffionl anti- que facevano* cotali Procefloni 3 , che horribile fpettacolo 1' una batterfi con geflari folent , con iftrepitofo, P altra , e tremar tutte infieme con tal concilinone di moto vario , e foaventofo , che n* hebbero fvenir i riguardanti , e per la novit , e per 1 horridezza del fatto . S. Theodor Siceota , che ritrovoffi prefente al gran Cuce elfo , Deum s filli , ditte , precibus placate , quoniam magna mundo imminent calamitate: ; ed interrogato da Foca, Quid fignum llud portenderet ? egli rifpofe , Ex Crucium concuffione multa grana , moleftaque pranuntari Sgnificat enim plurimos a Religione noflra defefturos , &- Sanclas divini cultus, atque Imperli interi tum , adverEcclefias defertum iri, appropinquare: E cominciarono pretto ad avveratigli anfar ti adventum nunzii . [e] Heraclio acclamato in Africa Padrone dell' Imperio , opee Theoph. in Htr' elio *n. l & C car- rata in Mare la fortuna della Guerra, con forte armata invafe Coftantiibi*. nopoli, e mentre ne attende la refa , gli vien condotto avanti con lacrimevoAi. milione di Heraclio all' Im le, ma meritato fpettacolo il crudeliflmo Foca, fpogliato delle veft Imperio, eoiorce d periale , riveftito di negro ammanto , e per maggiore oftentazione di Foca difpregio con ceppi a' piedi , e ferro al collo . Viddelo sfarzofamente Heraclio, ed, Oh mifer abile, diflegli, cos governaci la P^epublca Nulla fmarrito Foca ne agi' infiliti , n all'improperio , Hor tu governala meglio , rifpofe, e tacque, [d] Illicoautem I-leraclius jubetmanus, crpedes t mox d *An, Ci. trunci quud repudenda amputari , tandem caput birn eros , Cos mor il Tiranno lijuum fuit , Milites in foro Bovis combufjerunt e Ctir. ' i-m Foca , di cui dicendo una volta Dio un Santo Monaco , [e] tur tam impium Cbriftianis impofutfet Jmperatorem ? udiffi terribilmente rifpon dere.

filer prodigio in prefagiodefi'He frefia Monothcli-

N tanto multiplicavanfi
&

wM

&

&

&

&

&

Capitolo

I IL

hoc mcrufle dere , Deteriorer ilio alium itiveniri potuifle nullum , Conjlmtinopolitanorum flagitia . Ma bench morifle cjuefto pi empio Huomo del Mondo , non perci manc al Mondo di che dolerli nell* conciofiacofache macchiollo egli all'unzione all' Imperio di Heraclio
:

&

18

B ONIPAcio IV.

Cubito con l'inceftuofo Matrimonio, che contrafle con Martina fua Niintervento del Patriarca Sergio , cio pote , col confenfo eziandio , i colui , che porger ben prefto Noi dolorofo racconto di nuova

&

tk efecrabiLe

Hereua.

Tomo IL

A-

DeusdeDIT.

l8z

Secolo

VII.

CAPITOLO
Deufdedit
In<vafione de' Perjiani
prodigiofe di S.
,

IV.
li

Romano, creato Pontefice Novembre 6^14.


e prefa

13.

di

Gierufalemme
,

Virt
detti
>

Giovanni Elemoftnario
,

e [noi

e fatti centro gli Heretici, Terremoti , e Pefie

in Ita-

lia

Santit del Pontefice

e [ho decreto circa la Co-

gnazione Spirituale
fi dovea prima diroccata , e vinta da' BarbaSanta Citt di Dio , quando ben prefto veder dovevafi attaccato da Sergio il facrofanto Mifterio dell' Incarnazione di Gies Chrifto . E la prefa di Gierufalemme folle anch' ella prefagio dell' Herefa de'Monotheliti , fucceflb prefagito dalli pattati annunzii ; certo fi a *An,6n. arfa con quel!" , eh' ella da' Perfiani [a] fu vinta , faccheggiata , horrore nel Chriitianeimo , che fuoi recar ad una Chiefa 1* incendio del Santuario . Cofdroa fu il condottier degl' Invafori , non so f vinto , vincitore del Santo Legno della Croce , trafportato da eno da Gierufalemme in Perfia , ma riportato in trionfo dalla Perfia Gieb Vide Teoph. rufalemme all' Imperador Heraclio , che ricuperollo [b ] dalle mani Ctdr. & alias in quelle memorabili vittorie , che riduflero finalmenHtTAClii de' Barbari doppo iii. Imp. te Cofdroa al miferabile fine di vederi! dal figlio fepellito vivo denMorte horribile tro un profondiamo ofeuro poz^o , dov' egli teneva riporti li fuoi di Cofdroa, gran tefori , nel quale ricev prima g' infiliti di elfo , che dicevagli [e] Comede aurum , quod incafum collegifi , prpter quod etiam multos g Cidr.luc.cit. fame necafii , mundumque delevifli ; e poi le ingiurie de' fuoi nemici , ed in fine la morte , faettato in quel pozzo da' Cacciatori, come una fiera . Memorabili furono cotali fuccem" , che Noi tralafciamo alla penna di altri Scrittori , per ammirar fra le calamit communi un Virt, e fatti de fatto particolare di S. Giovanni fopranominato l'Elemolinario , che degrillimi teftapropriamente fi rende di regiftrarfi in quella noftra Hiftoria , ed mento, morre,e gno documento mtracolofa le- confifione degli Heretici , ad erudizione de' Laici , poItiiradiS. Gio. degli Ecclefiaftici . QuefY ammirabile Prelato fu alTunto al Patriarcato lemofinano. di Alexandria per opera dell' Imperadore Heraclio neh" anno medefimo, in cui quelli fu afllinto all'Imperio, e fi trafcelto come il pi meritevole di tal dignit fra tutti gli Ecclefiaftici non folamente del Regno di CondotCipro , di cui egli era nativo , ma di tutto il fuo Imperio d Leontus in vita to forza quel Soglio , [ d 1 tutta fua indulto , e forza pofe d So loan. apttd Stt~ rium die zi. /- Schiantar dal terreno di quella Chiefa molti mal nati germogli dell' Henutrii refia Euty chiana, ed havendovi ritrovati fol fette Oratorii de' Cattolici, accreb- -

Gierufalemme

Ben veder
ri la

prefa da Cofdroa.

&

tt.

&

&

Capitolo

IV.

omne contulit fludum f ut qui capti fueaccrebbeli fin" fettanta , converterentur ad pietatem . E perche 1' Herant omne genus harcfbus , refia [a] Simoniana haveva col pi altamente fiffe le radici , per con }$%%'$ ma ffa ior lena di fpirito egli fi die ad eftirpar quelle da' cuori de'fuoiEc- fiausmtnuu.j. in Ordinationibus , ut ea quidem '***"! e* clefiaftici , [ b ]fuit vebementffimus nulla earum fieret extra examinamuneribus , pura efient lucris , fatto avvenne , in cui Dio applaud al zelo del fuo Servo tionem . E

&

183

DeusdeD1T#

&

&
.

&

con voci
.

di miracoli

Un

Chierico ambiva

il

Diaconato

ma

per

irre-

golarit contratta dalla

Bigamia era

fiato pi volte efclufo

da quel gra-

Tuttavia ne rinov aleutamente le iftanze in congiuntura , che il do Santo Patriarca efaufto di monete e di grano per il caritatevole fuffidio, eh* eflb cotidianamente fomminiftrava ai Cattolici fugitivi della Paleftina per l'inondazione feguita de'Perfiani, era ridotto in tali angurie di denaro , che havendo ancora confumate mille libre d* oro da effo prefe ad interefi'e da alcuni; Mercanti dell' Egitto, [e] ^igitabatur s Dei orabat benicome dice V allegato Hiftorico, magna, folicitudine , Mi avanti che gnitatem , ut in rebus dubiis aliquam viam exeogitaret provedimento richiedo , il Chierico facendo caaprifle Dio la ftrada al

Ltontmdoc.cn,

&
.

ch'egli era riechiffmo in facolt, allora le fue nuove richie, e ben proveduto di efibizione di molte migliaja di rubbia di grano , e fte con la potente di cento cinquanta libre di oro , dicendo S. Giovanni , [ d ] Eas vepitale della miferia
,

commune

come

frumento

accompagn

Umib&w*

lim per ts dare Chrijto , fi tamen ]udicatm fuero dignus ejus Diaconatu per fanclam tuam Ordinationem ; inpentum ejt enim , altcubi dicium fuiffe apud lApoJolum , [ e ] Ex necefftate , Legis quoque fieri translationem ..- e Hdr.1, Alla bombile propolta francamente , ma pur paternamente diportofeum feorfum accerftt Tatriarcba , non volens mulil fi Santo , dicit ei : Tua quidem obla* tis pr&fentibus eum afficere dedecore , buie tempori necejfaria , fed efl vitiofa , tio , fili , efl magna , propter hoc ipfum non admittenda . l^on ignoras enim , quod oves , qua ex leve [f] ofjcrebantur , fi non efient: magna , non poter ant admitti ad * *** facripcium ? Qua de caufa nec mimer [g\ Cain Beo fuerunt accepta . g cen. 4 . Illud autem , ex necefjate [ b ] etiam fieri Legis translationem , hoc ab h Htbtl% jLpofiolo dicium effe fcimus de Lege veteri . Quid enim tibi videtur , quod fcriptum ejl r apud Fratrem Domini Jacobum Sic autem habet , [i] Qui j lMti totam Legem impleverit , in uno autem lapfus fit , effe omnium reum . Fratres autem nojiros pauperes , etiamfi nos -perfemur in inopia , qui alutt Deus ufque in hodiernum diem > ipfe eorum quoque de cmero curam geret , fi modo nos ejus mandata fervemus immobilia . Quid enim quod facere non poffit aut quid fit difficile ei > qui qutnque [k] panes in defer- k imi tf# to aliquando multiplicavit , fi decem modios , qui funt in meo horreo , benedixerit , eos in magnam augere multitudinem ? Quamobrem tibi , conveniet id , quod Simpni ditlum efl in atlis , [ / ]. Istori eji tibi \ ^# ert j. fili , pars , neque fors in hac parte . Non ancora il Patriarca terminate haveva le parole, del. gran rifiuto. , che inafp.ettatamente giunter nel Porto di Aleiudria due gran Navi dalla Sicilia cariche di grano in fovvenimento del Patriarca, che uditane prima confufamente la nuova da un poblico gaudio , in cui potere fi diede tutto il popolo , poi da replicati meffi > |che ne annunziarono le particolarit , e la certezsa, 4

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DeusdetLM.itidem.

PMm.

uciuWdm

idemibd*

a ]TrocidensadgenuaDeoegitgratias> dicens, Qiti quarunt te Domi, non minuentur omni bono : quamobrem ma, gnifico fanllijfimum nomen tuum , qud non permiferis fervo tuo , ut tuant gratiamvenundaret pecunia . E conchiude con meritato Epifonema 1* Hiflorico, [a]Sicqmdemin angufliis dilatatus fuit inclytus, qud non proufu rerumnecefiariarumprodiditaccuratam reguU obfervationem . N erano lui cofa nuova li miracoli del Cielo , poich elfo medefimo era un miracolo cos pronto, e vivo di fantit, che pareva, che faceflero gara elfo, e Dio , in chi potette maggiormente efaltare l' un l' altro nell' amminiftrazione di quella Chiefa, e nel provedimento de' Poveri* Egli faceva immenfe elemofine con quella gran maflma , eh' eflb non tanto riguardava ^ bifogno de'Poveri , quanto la ricchezza di quello, il quale implet [&} omne animai benedizione , e di cui proprio il non mai farli vincere dalla liberalit de' fuoi fervi onde maraviglia non fu , eh' ei fomminiftrafle cotidiano alimento a tutti non folamente fuoi Diocefani, ma tutti li Vefeovi, tutti li Miniftri Cefarei, tutti gliEcclefaftici, e tutto il Popolo, che in grannumero in Alexandria erano concorfi, come publico Afilo , rifugiati dalla perfecuzione horribile de' Perfiani . [ e ] Cum Terfa populati ejient univerfam Syriam , qui eorum manus potuerunt ejfugere , tum laici y qui magiftratum gerebant , privati, tum Clerici cum Epifcopis confugiunt *Alexandriam . Quibus omnibus dives il le , minime angujlus ionpivator quotidie fuppeditabat , qua erant ad ufum necejjaria. TS{ec ballenus conftitit ejus commiferatio , fed mitt etiam Chryfippum quemdam virum alia alimenta, fium, tradens ei multum ami, frumentumque , indad ea yebenda jumenta plurima , tum ut afpiceret vaftitatem % menta , tum etiam ut eos , qui remanferant ex captivitate , Jatis per ea , qua dilla fuerunt , recrearet . Traterea autem Theodor um quoque Jdmatbuntis Epijcopun, JinaflafiumVrafeUum Magni Montis cintomi, Gregorium Eptfcopum Banocurorum emittit ad eos recipiendos , qui abduUi fuerant in captivitatem , vim auri prabens prop innumerabilem . Soggiunge il citato Autor della di lui vita, [e] Tanta et in curandis indigentibus tnfatiabilitas , mhil omnino par cere pecu&proclrvitas erat, ut non poterai comprimi, niis, ade ut etiam fape adfundum ipfum perveniret. Oltre a'publici Edifieli eretti lor foftentamento, egli fond fette cafe per il ricetto delle Donne parturienti, acci foife loro fomminiftrato il bifognevole per tutto lo fpazio del Puerperio, e cotidiana era tutti la porzione del pane, e quefta non folamente a' Laici , mi eziandio a Veicovi fuoi Suffragatici , [ d ] tal' effetto egli ordin, Qtiibus fumptus minime fuppetebat ad viUum . che fi deferiveflero ad uno ad uno tutti li fuoi Signori, e richiedo da'Minifin, quali foffero quefti fuoi Signori , [d] Quosvos, eglirifpofe, Taupeadjutores nomendicos foletis appellare , eos ego Dominos meos , res , mino; nam ii jolimibi pojjunt optmferre , ut Chrifli Regno nonexcidam; ed (Tendone fiati numerati fette mila, e cinquecento, egli [d] juflt umeuiqu eorum dari fumptum diurnum . Due volte poi la fettimana , cio la Domenica, eilMercord, nell'Atrio del Tempio con l'affiftenza depili accreditati , e vecchi del Clero egli dava udienza publica indifferentemente X tutti, dicendo, [d] Sinobis, qui fumush ornine s , licct omnino ad de quibus volumus eum rogare : Deum accedere abfque allo intereefore , quomodo non ipf quoque nofiris confervis portas aperuerimus abfque ullo im~

za > ne y

jg 4

Secolo

VII.

& fervant tua mandata

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pedi-

Capitolo

IV.

DIT. non cuilibet, cui ejl opus , benignavi aurem prabuerimus > pedimento? eandem nos effe menfuScimus enitn eadem menfura qua menfi fuermus , ram vicijfm accepturos . Ed avvennegli un giorno , che non effendo accorta alcuno da lui, che flava tutti afpettando, egli lagrimante, emefto da'fingulti le parole fi partifle dall'Atrio, ripetendo fpeflb framifchiate Romano Imperadore , [a] Hodi non regnavimus, quoniam di quell'antico neminem affecimus beneficio; ma eflendogli con ficurezza fuggerito, che la fua gran carit haveva di gi ridotta in tanta quiete, concordia, e ficurezza la Citt , che ciafcun proveduto di tutto non haveva pi che chiedere al fuo Patriarca, egli inalzarle le mani al Cielo, e benedicefle Dio, che tal grazia havefTe conceduta al fuo Servo. Ma la fua morte fu maravi*M' m,ild gliofaperilteftamento, emiracolofaperlafepoltura; [a] CuminfuamCivitatem pervenifiet Amatbuntem , jujjt fcribis , ut fcriberent teftamentum, quod fic habebat Joannes humilis quidem Servus Servorum Dei , propter autem mibt impofitam Tontificatus dignitatem grafia Cbrijii liber , ago ubi gratias , Domine Deus meus , qud me dignum cenfueris , qui tua tibi offerrem, qud ex mundi bonis ntbil aliud jt mihi reliquum , nifi tenia pars nummi, quamipfam jubeo quoque dari pauperibus , qui fuut mbi fratres in Chrtflo . Quando enim Dei pcrmifjione creatus fui Eptfcopus ^Alexandria , inveniin meo Epifcopatu circiter obl milita librarum auri ex oblatione autem piorum collegi denis millibus plures bis pecunias, quas cum cognofcerem efie Cos il Cbrifli, Cbrijio etiam dare votui, cui nunc quoque trado animam fuo maravigliofo Teftamento E circa la fua miracolofa fepoltura, dovendo effo elfere riporto in un'Avello , dove parimente ritrovavano" fepelliti due Vefcovi , quefti all'entrar del nuovo Hofpite con grave moto devotamente alzaronfi, e prima riveritolo, poi quinci, e quindi fi ritirarono , per ricevere in mezzo , come in luogo pi degno , quel meritevole, Jdartjrth eraroEcclefiaftico, [b] che con il zelo contro gli Heretici, e con la eie- b mofina verfo i Poderi, feppe , e pot, come'con due grand'armi , foggiogare 21 l" n lar "' il Cielo co'miracoli , e il mondo co'ftupori Alle feiagure accennate dell' Oriente andarono di pari quelle dell' Occidente, e mentre le armi degl'Idolatri feotevano la Paleftina, e l'Egitto, horribiliflmi Terremoti feoflro l'Italia , e [e] Roma, quafi la natura me- c unno 615. deiima fi rifentifle in due mondi alla vicina comparfa dell' Herefia Mono-

&

185

Deus de-

'

&

'

'

>

thelitica

Fra la perdita degli Atti del Santo Pontefice Deufdedit di cui fi racconta , [ d ] che fanalfe un Lepprofo col folo bacio , refta come avanzo pre- d Martyroi. %r. ziofo dell'Antichit , il Decreto , ch'elfo fece circa la cognazione fpi- dit 8 Nov T^'^ rituale , degno diregifrarfi in quella noftra Hiftoria per pregio di erudi- de SccIkiJ a lozione, e per autentica di tradizione, tramandata da elfo in una lettera Gor- Baione spi^ diano Yefcovo delle Spagne nel tenore, che fiegue, [e] Tervenit ad nos dufla*.* Diaconus vejer , fantltatis vejira epifolam deferens , qud quidam viri , e**tGTfm.i. ac mulieres preterito Sabbatbo Tajchah die , pr<e magno populorum incurfu, nefeientes , proprios filios fufeepifient ex lavacro fan&o cupis ergo feire > fi pr tali accidenti ratione debeant viri ac mulieres ad proprium ujum redire, an non} T^ps vero mcejli bac in re inquifivimus priorum Tatrum noflrorum diUa Invenimus autem in arebiviis hujus jLpofiolicx Sedis , jam talia comgijk in Ecclefiis Ifauria , Epbefiorum , fmulque Hierofolyma , aliarumque Civitatitm ; Epifcopis etiam earitm Civitamm ab bac ^Apofiolica Sede
-

yolen-

DeusdeD1T

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&

Secolo VII.

iVHtGomaittt:
4.d C
co g nat.spirit.

! \il'.?.'dl<7'dim.matrim.dift. bNatl'i.^ux.ftc. el fded c'vid ) "'ii lp*d!pifl!Grglr\

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'

gs.Th

in j.d. 4 i.q.

k&llhiltX'

volentibus fcire , utrmviriae mulieres redirent ad proprium thorum: bea* Ceelejlinus cum Epu t memoria SancliJJimi Tatres Julius , Innocentius , Sacerdotum confenfuinEcclefia^ipoftolorumTrinfcoporum plurimorum , confimaverunt , ut nullo modo [e cipis prohibentes talia, perfcripferunt , in conjugium reciperent mulieres , ac viri , quicumque aliqua ratione fufceperim natos proprios y fed fepararent /e, ne fuadente Diabolo , tale vitium innotefcat. Scitis y quia quomodo feptem funt dona Spiritus Sanili , ita funt feptem donabaptijmi primo pabulo [aerati falis, tngrefiu Ecclefaufque ad conjummationem SanBi Spiritus per ebrifma ab hoc ergo primo SanU Spiritus dono ufque ad feptimum nullus Cbrtflianus fuam commatrem in qui prxjumpferit , tandiu vinculo anathemaconjugium fufeipere debet posnitentiam dign egerit . Cos Graziano , che il vero tis religetur , donec contenuto della lettera rapporta fenza L' aggiunta di altre parti colorita, che vengono come [a} apocrife rigettate; ma tutta come fuppofitizia ella rigettali da Natale Aleifandro 3 che [b] aiferifee, la cognazione fpiritualetifere fiata la prima volta annumerata tra gl'impedimenti Canonici del Matrimonio circa la met dell'ottavo Secolo, deducendone egliTafierzione dalla celebre lettera [e ] di S.Bonifacio Apoftolo de'Germani. Ma noi non ritroviamo in effa alcufta menzione della cognazione fpirituale, ma bens della carnale della qual cognazione medefimamente fi parla nel Capitolo fefto del Concilio Romano fotto il Pontefice Zaccharia, che cadde appunto circala met dell'ottavo Secolo nell'anno del Signore 743. Fece bens il fopracitato Pontefice lunga menzione della cognazione fpirituale nella [d] lettera, ch'egli fcrifle Pipino, e [e] fiifleguentemente Stefano Terzo nella rifpofta [/] al quarto Quelito de'Monaci di BretiFrancia; minquefte lettere fempre fi parla di effa, come di cofa n y. antichifllma ; onde refti provato il detto di Papa Deufdedit, che ne accenna * decreti fin da'tempi di Celefino , d'Innocenzo, e di Giulio, approvati eziandio nel decorfo del tempo da un Sinodo Romano, cheilmedefimo Natale Aleifandro [g] rapporta fotto il Pontificato i Gregorio Secon do. S.Tomafo [b] riferiice 1' origine antichifima della cognazione (pinture ex Ecclefi* ftatuto, e foggiunge ilSanchez precifamente in quella materia, Santini Thomas efi ab omnibus receptus.

&

&

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A-

187

Bonifacio V.

CAPITOLO
Bonifacio Quinto Napolitano
li
,

V.

creato Pontefice

14.

Decembre6i7.

Calunnie degli Heretci moderni contro 'Bonifazio Quinto.


Ueflo Pontefice
fi

chiamato dall'Antichit [a] Munificus,

JEquus, e dagli Heretci MoSapiens, Caflus, Sincerus, Ignorante , perch'egli b Mugdtburg.c.j. derni, [b] Empto, I\eprebenfibile , cap.xo. nella [e] Lettera, che fcrilfe ad Eduino d'Inghilterra, al- c^pudBedaml.z. Ior quando il Santo Padre efort quel R rinunziare agi' cap.io. Idoli , foggiungefe una famofa Herefia in quefte poche parole, jtecedite ergo ad agnitionem ejus, qui vos creava , qui in vobs Calunnie contro ilPon fice Bonivita infufflavit fpiritum , qui pr veflra F^dcmptione Filium fuum unige- facio V. nttum mijtt, ut nos ab Originati peccato eriperet , ereptos de poteftate Diabolica nequitia corteflibus pramiis muneraret. Perloche inferifeono li Magdeburgenf , haver' afferito Bonifacio , che Chrifto ci ha liberato, e redento dal folo peccato Originale. Primieramente il Santo Pontefice mai non vi pofe quella parola folo. Secondariamente, che Bonifacio non habbia quivi fatta menzione di altri peccati, che dell' Originale , giuflo fi , che dir fi poffa, che il peccato Originale il principal peccato dell' Huomo , per la cui Redenzione principalmente Chrifto morto ; onde in S.Giovanni, dove fi legge [d] Ecce oignus Dei , ecce qui tollit peccata d hd. 1. mundi, rinvienfi nel Greco Tetto, Qui tollit peccatumillud mundi, cio il peccato Originale, chefolamentecommuneituttoil mondo . Poich [e] moltifUmi, come i Fanciulli, muojono fenz' alcun peccato attuale ; ma non mor alcuno fenza l'Originale , del quale rimane fola efente la e ViieBt'arm.l. q.del^m. rtnr. e. Beatiflma Vergine per ifpeciahflmo privilegio , non per in maniera io mjtnt. ch'ella comprefa non fia nella Redenzione del fuo Unigenito ; anzi che la Redenzione di lei, per eiTer'ella Redenzione di Prefervazione , fu per efTa tanto pi nobile della Redenzione di Liberazione , quanto pi degna di pregio fi l'Innocenza giammai non perduta, che la Grazia riacquiftata doppo la contrazione della colpa . Mi di quefla materia , e della Concezioi VedU Ptntif.d ne immacolata di Maria, altrove [/] lungo parleraffi. sAltJfand. Vlt.1.^.

&

a antta. Infcript, in append. pag.

&

&

A-

HONORIO.

88

Secolo

VIL
VI.

CAPITOLO
Honorio
di

Campagna, li 13. Maggio

creato Pontefice 626.

Notila in generale delVHerefia de* Monothelit Suoi primi prncpii Fraudolenza d Sergio di Cofantinopdi, e di
.
.

Ciro di Alexandria

Conciliazione propofa
.

celebre

Lettera di Papa Honorio a Sergio Vero fentimento di detta Lettera, e difefa di quejlo Pontefice dalle calunnie
degli Hereti.

Atempoomai,

che dall'effigie paffiamo

all'effigiato,

e dai

prefagiialla prefagitaHerefiade'Monotheliti,

machina inten-

tata dagli Kutychiani contro il Mifterio facratiffimo dell'Incarnazione . E ben profet di Gies Chrifto il Santo Vecchio
a Lue*
:.

Simeone, ch'egli farebbe pofto [a] tnfignum , cui contradicetur; effendo che niflmo articolo di tutta la noftra Fede fu maggiormente dagli Heretici contradetto , che quello della Incarnazione; e

%^1'tifi.ftrra.

ade
Se!iri

come dice Sant' Agoftino , [b] non vi Hereiia , che non repugni al Verbo Incarnato. Tralasciamo le inezie del corpo fantaftico de'Simoniani , e del Nun impercettibile di Bafilide ; tutti li feguaci di Apollinare , di Neftorio, e que'piii numerofi , epoderofidi Eutycfie, gli Acefali, iSeveriani, gli Hefkanti,liJacobiti,liTheopafchiti, i Corrutticoli , g' Incorrutticoli , & altri infiniti doppo di effi , non in altro Soggetto errarono , che in Gies Crinito, gli uni afterendolo di Corpo fenz'Anima, i fecondi puroHuomo, gli altri puro Dio , con quelle varie, ed egualmente efecrande efplicazioni, che riabbiamo altrove riferite, con le quali ciafcuno pretefe di definirlo , di descriverlo , e di conoscerlo, non qual'egli era, mi qual'em* lo volevano , rendendolo oggetto a tutti compafonevole di contradizione . Quindi fu , che non paghi gli Eutychiani di haverlo fin' hora dilacerato neh" Humanit del fuo fanti/fimo Corpo , f non portavano gli Mono ' attacchi fin dentro la di lui Anima , furfero per altra parte con fraudolentiffima intenzione negargli le due volont alferite da' Cattolici, perfuafi , che ottenendo elfi il confenfo dalla Chiefa per la fingolarit delle volont , potettero quindi concludentemente dedurre la Propofizidhc direttamente contraria al fenfngolarit delle Nature delle due Nature in il quale per la intiera perfezione fo Cattolico , Chrifto , richiede, che ciafcuna di effe habbia il fuo Capo , eh' la volont diftinta , fenza la quale ficcome non pu dirfi in iftato perfetto l'Huomo, cos non potea fenza volont humana edere Chrifto vero
viri,
5

,,f ' 7.

"

Huomoj

'

Capitolo

VI.
Di

189
cotal*Herefia

Honorio.
,

Huomo,
i

e fenza volont Divina vero Dio.

dunque

cui legnaci fi dittero Monotbelti * che pi fu celebre nel Chriftianefmo per violenza di fuccefl, che per durazione di tempo , d'uopo prefentemente defcrivere l'origine, i progred, e la condanna , con quegli horridi avvenimenti, che anche col fuo horrore renderano dilettevole il raccon-

to di quefta Hiftoria
perverfo dogma fu SerJacobita, il quale doppo la *Theopbt w armai. Vefcovo Tommafo fu afiunto [b] alla Sede di Coftantino- b ^o 608. morte del Santo poli , portatovi in et ancor frefca non tanto dall'acclamazione del popolo quanto dalla fama della fua incorrotta bont, che cotanto celebre rifplen- Qualit di Sergio cotonatoli, dea fra tutti gli Ecclefiaftici d'Oriente, che S. Theodoro Siceota confoland il Clero Coftantinopolitano per la feguita perdita deldefunto Papufilli animi dolere, triarca, hebbe dire [e] 2^o/*Yc modica fidei Hommes , lHS ;nv ;t c Elettj conqueri ; qui tnm futurus efl Tatriarcba, non minus nos diligiti ed il rww/>*<j suMi medefimo Santo rivolto lui , allorch fij egli promoflo al Patriarcato , [d] r r l* "' Ideino* differii, tib{ juveni tantum Deus onus impofuit, ut majori virtute, d uid. moleflias impendentes id quod Tradeviribufque fujtineas eulamitates, robxceffor tuus (ibi praflare non poffe videbatur . Confirma igitur te , jius fis, atqueviriliterage ; Deo enimeonfifus fpero, adminifrationemtuam praclaram fore Mqual [e~\ Sanile degenerando ben diuturnam, tofto.Sergio dalla conceputa afpettazione in escrabili fucceffi , [/] ex opti- B*r!*n 6&.n.jt Dux fablus eji Monotbelitarum Poich no nequjfmus reddhus , Caput che col latte egli haveffe fucchiato da'Genitori il veleno dell'Herefia* e covato nel cuore* per quindi tramandarlo per la bocca; che l'ingegno pervertito dall'audacia , con lagrmevole accoppiamento lo trafportaffe cofe nuove , e perieolofe , e con i'aliunzione quel Trono erger lo facefle in fuperbia di renderli Capo di nuova fazione; che malamente ravvifalle di /$W$*m* 3 poter'unire in una fola credenza gli Apollinarift, li Neh^oriani , e gli nocheiufcV. Eutychiani( tr Sette, li cui errori tenevano miferabilmente allora agitate, e difcordi le Chiefe dell'Oriente ) determin i ftabiiirl'aiferzione di una fola votanti in G.esChri ito f fperanzaco, che ficuramente viconcorrerebbono gli Apollinarifti, li quali in Grillo ammettevano il Verbo in luogo dell'Anima, 1 Neitoriani , che tra Dio e l' Huomo fofknevano l'unione di puro arfetto e volont , e gli Eutychiani, che la fola Divina Natura confettavano in Gies Chnfto. E fu feoperta quefta intenzione di Sergio dall'Angelico S.Tommafo , che de'Monotheliti diile , [g] Jld hoc STh p ,* ponendum diverfmod moti ejj<. videntur ; Jtpollinaris enim non pofuit ani- ? & xs.'mI*?* mamintelleblualeminCbrifto, fcdqud Verbum ejjet loco anima, vel etiam ind>fP t >rjrrho* loco intelleblus. Unde cum voluntas fit in ratione ( utTbilofopbus dicit in terno de anima ) fequebatur, qudin Cbrifio non ejjet voluntas bumana , Et jimiliter Eutycbes, ita in eononeffet, nifi una voluntas omnes , qui pofucrunt unam naturam compofitam m Chriflo , cogebantur ponerc unam voluntatem in eo T^ejlorius etiam , quia pofuit unionem Dei , bominis fatlam folm fecundm ajfeftum , voluntatem , pofuit unicam voluntatem inCbriflo. A tal fine dunque cominci Sergio fpargerc il veleno occulto della fua Herefia per molte Chiefe dell' Afia, dirigendone lettere [ b ] A oYM*/m.?ji/Sm "** Vefcovi con s maligna orditura di fenfi , e con tal fraudolente tenitura ^ti'S^*3 d'inganno, che gli fu facile, come avvenne, di forprender molti prima con rfjjn.jrjT"''

O Autore

principal Propagatore di

un

gio, figlio di Genitori infetti

[a]

di Herela

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jf

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un di-

Honowo.
sue ranich eper prop/gj"i.

Secolo

VI L

Qualit di Hera.

dio imperadore.

a sergius n

tptft.

JnwIwIS.
tj. fext* synodi.
'

i^luLm^L. a u naroft anno


6i 7 ..is.
'

iuaFede. Poichegh vago di agitar idubn della Religione conquellafStShS/Sw. ftto^diwmiiJ, come difponeva degli affari dell'Imperio, prima [e] nell' Armenia hebbe difeorfo con PaoLo,e poi in Edeft [d]con Athanafio Patriarca de'Jacobiti, huomo di maggior fuperbia,che fama, & ambedue macchiati
di Eutychianefimo
,

un dubioffo rifleffo , e pofcia con una ferma credenza , inducendoli nell' afferzione propofta di una volont, nel medefmo tempo ch'elio appreso tutti avvantaggiavafi nell'opinione di dotto per la novit, e fottigliezza della propofizione , e nel pregio di zelante Cattolico perildefiderio, e ftudio di pr moverla . Ma come che l'Herefia fenza l'aura del Principato una gran Nave in calma fenza vento, altro maggiormente non defider Sergio, che l'appoggio, almeno l'applaufo di Heraclio , che , come fi difTe, reggeva allora l'Imperio d'Oriente con fama di valorofo Soldato, e di prode Heroe non meno nell'armi contro i Nemici dello Stato, che nella difefa della Cattolica Fede contro i Nemici di Chrifto effondo ch'egli haveva debellato , e vinto il forte Regno di Perfia, ricuperato da Cofdroa il Santo Legno della Croce , confiatati , e rigettati in parecchi rincontri i feguaci di Severo , e la parte Acefala [a] degli Eutychiani, edifcacciati taChiefii [b] di E dell a iNeftoriani, introdottivi da Cofdroa in difpre* gio , odio de'Cattolici ; imprefe tutte grandi, e belle, mchefervirono di ornamento pi tofto alla fua fama, che di teftimonianza (incera alla ._ ! i" i w t\ i* u /*
:

&

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e fecreti partitami di Sergio, da'quali gli fu iftillata per modo d'interrogazione, e di difeorfo , l'afferzione accennata dell'una volont di Gies Chrifto, in maniera tale che Cefare, pio per altro, ma di genio malamente inclinato rintracciare curiofamente gli occulti MifteriidellaFede, bench, comediife [e] l'Hiftorico , egli cidtmibid. nmmeiTe vocis novitate confternatus , pur tuttavia prefe faggio, ma male e fuo pervenirne-, avventurato configlio di fcrivere fopra l'efpofta controverfia Sergio, e toneii-Herefia. r o, l'uno Patriarca di Coftantinopoli, l'altro paffato dal Vefcovadode' Lazori al Patriarcato di Alexandria , il primo , come fi diffe , Autorprinci*rn.*,& 9 .nA. pale della nuova Herefia , il fecondo fedotto dal primo [/] far fazione nella fetta de'Monotheliti. N tali Maeftri poterono defiderar pi famofo Dif cepolo , che Heraclio , n tal Difcepolo pot avvenirli in peggiori Maeftri, che in Sergio, e in Ciro; poich'eglino ben ravvifando di elfer poggiati alfommo de'loro derderli per la fola richiefta, che almeno indicava in Cefare dubiet, e fofpezione, non furono pigri ad urtar il di lui animo gi titubante, refcrivendogli unitamente , che in Gies Chrifto doveva crederi! per dogma Cattolico una fola volont, & una operazione: &in e Totambochabe- corroborazione dello fcritto [g] convoc incontanente Ciro un Sinodo in 1 ^'*'* Alexandria, nel quale ftabil in nove Capitoli il Monothelifmo, ma con 's^'ld*?' infinuazione di cos confumata malizia , e trama occulta di herefia, che il Canone , ch'ei form , poteva egualmente da' Cattolici dirfi Cattolico, e dagli Heretici Heretico . Previdde ben'egli , come finiffimo in fagacit , arino fono aro," che l'univerfit de'Fedeli non haverebbe altamente ricevuta l'afferzione fuo canone . femplice dell'una volont , come difeordante dalla definizione Chalcedonenfe delle due Nature, onde l'infiftervi con aperto impegno farebbe pi tofto ridondato in pregiudizio , che in vantaggio della fua caufa ; e perci con aftuto configlio affer in Chrifto una loia volont Deivirile, perfuafo di poter con quefto termine fodisfare i Cattolici , e nel medefmo tempo aprir laftrada agli Heretki di ftabilir'in Chrifto una confufa, e noa
nell'animo,

come

'

due

Capitolo
due
diftinte

VI.

191

Homomq.

volont, onde poi convincentemente fi potefic dagli Euty favore de'quali maneggiava!! quella caufa, addurre, e concluchiani, dere una confala, enonduediftinte nature in GiesChnfto; ecco le parole del Canone , [a] Si quis unum Dominimi noflrum Jefum Chrifium in iMd*>. duabus confiderari dteens naturi! , non eundem unum de Trinitate confitea-

facuii

[empitemi- quidem ex Tatre genitum DeumVerbum, noviffimis autem temporibus eundem mearnatum , atque genitum ex fan&iffima , intemerata Domina noflra Dei Genitrice , femperque Virgine Maria , fed non unum , eundem que fecundm fapien'alterum alterum huncnofeity tiffimumCyrtllum in Dettate perfetlum , &in humanitate eundem perfetlum, non exbocque foto in duabus contemplandum naturis , eundem paftm,
tur
,

&

&

,&

pattcnaltud, ficut idem Sanblus Cyrttlus ait, paffum fecundm aliud , quodhomo eft, permanentem vero tem quidem bumanits carne , fecundm impajjbilem ut Deum in paffionibus propria carni* , eundemque unum Chrihumana una Deivirili operath' Filmm operantem Deo decibilta, fium , ne-, fecundm SanQum Dionyfum , fola contemplatone dtjcernens ea , ex inquibus minio fatta efi bac intellettu confiderans , inconvertibiltter fecundm fubftjentiam unittonemmanenconfuse pofl eorum naturatemi tia, in bis , qua indivise, atque infeparabiliter unum eundemque Cbriflum, 2" Filium recognojeens , juxta quod duo ad invicem inconfuse convenienza pbantafam, confderat intelleftu caufativam eorum contemplationcm ,

&

&

&

&

&

&

&

&mn

mendacium

atque inanibus mentis figmentis , nullatenus vero disjungit , quafi perempta jam illa, qua in Deocfl, fetlione propter inejfabilem , cjr mexeogitabilem unittonem , dicens fecundm SanJum Jitbaineonfufam , najium , fimul enmearo, fimul Dei Verbi caro, fimul caro animata ratoanimata rationalis , fed ad divifionem per ftalis , fimul Dei Verbi caro anatbema fit . Cosi il Canone. E certa- spiegatone deipartes bujufmodi afumit vocem il lignificato dell'allegata iapwoUDeivinmente dubio non vi , che il mezzo termine, voce di una volont Deivirile , Theandnca,pofla dirli buono, e Cattolico, le ogni qualunque volta prendali in fignificazione delle due volont di Gies Chrilo tendenti ambedue all'unico, e folo fine del buono, ed efcludenti tra effe la contrariet dell'effer'una proclive al male, l'altra al bene, Quod
,

&

&

[b] enimindivifa fitutriufquestura operatio, ficut ej indivise conjuncla


<jr

bfi4r.411.tfij.11.44.

unum ambo vclmt 'Natura bonum, &tendanttn unum, una erit dicendaChrifli voluntas, dice un grave Autore ; ed in quefto fenfo appunto S.Dionifo Areopagita [e] chiam l'operazione di Chnfto Theandrica , e Deivirile, ed in quefto fenfo unaladfePapa Honorio nella celebre Let

D!ori

/(/? ""dcIfUm,

in quefto fenfo l'apprefero tutti liTheologi rera, chefoggiun^eremo, tjfc^fl'd^Z ' con quella, che cniamafi Communi e anione d'Idiomi, e particolarmente in o'rtbod.i.i.e.'o. quella et , la quale non ancora ridotta in fofpetto di una cotal voce , e non ancora corrotta dalla fopraveniente Herefia de'Monotheliti , non folo non temeva di profenr'il termine di una volont Deivirile , ma abbracciavalo e caminava ficuram ente per la ftrada gi calcata da altri Dottori, che ammettevano, e profetavano in Chrifto queft'una volont Deivirile nel fenfo da noi di fopra (piegato , in riguardo ad un'operante , ad un volente, quando per altro confeifavafi daefl la propriet delle due nature Divina, Humana. Ma non in quefta fignificazione prendevala Ciro, che di gi pervertita da e, corrotto da Sergio anhelava alla divulgazione dei Monothelifmo , come r Gl'impegno aperto, in cui pofeiaegifi pofe, e dal dichiararli Antefi-

&

&

&

&

gnano

, ,

Honorio.

T
gnano

gZ

Secolo

VII.

di effi, chiaramente apparire dal racconto degli avvenimenti 1 che feguirono. Stabilito egli dunque 1' accennato Cnone , affine di corroborarlo con la uniformit delle communi approvazioni, invionne
mcpip.habtttir la
*"*#* i'>sji-

e da Sergio.

Divulgammo

dei
.

Monothelifmo

ibidem.

oppo/ixjone,che
e
rc

fo'fronio."

<,,

n,9.&9.

r.ici

maneg S i
.

contro i-Herefia

d Tttumhtchabt

wrlpdjiZ.
ia

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s 'noti

*u. C "

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>er6 '
'

copia [a] Sergio di Coftantinopoli, acci egli medefimamente nella fuaDiocefilodivulgaife, com'elfohaveva fatto ampiamente per la fua , trafmettendolo pel mondo col decorofo nome di Termine Conciliatorio, incuiunirfipotefferoegli Heretici infieme , e li Cattolici. NSergio pot giungere dottrina pi acconcia al fuo intento , s per confermar la fiianafcoftaherefia, come per confermar nella fua nafcofta herefia l'animo deirimperadoreconlaprontaepublicateftimomanzadi un Patriarca cos jfamofo, com'era quello di Alexandria, e con la multiplicit de'voti di un intiero Sinodo quivi adunato di Prelati qualificati, che componevanouna non difpregievole parte del Chriftianehmo . Onde il veleno occulto, che dal capo diffondevafi nel corpo delle due gran Chiefe Aleffandrina e Coftantinopolitana, andavai poco poco prendendo quel vigore, che r ^ jj r r /r ne corpi de malati pare forza , ma e nientimento di pronima morte . ti Il primo [b] che quefti moti furgefle in difvelamento degl'involucri hereticali , e che nell'arenafcendeffe a difefa della Cattolica Religione , fu il celebre Sofronio, Monaco fra 1 pi divotj il pi zelante, e fra i pi dotti il pi accreditato, il quale prevedendo l'ampiezza del danno anche dalla piccolezza del feme , fofpettofo di quefto nuovo Termine Conciliatorio , edubioo , come in effetto fegu , di fraude velata fotto la fpeciofit di equivoche parole, fcrife prontamente [e] Sergio di Coftantinopoli , comeEcclenaiheo riputato Cattolico , ca Patriarca cofpicuo si per la dignit del porto, come per l'aura dell'amicizia Imperiale, acci egli cotal Conciliazionenprovaffe , aboliife cotal Canone, e con esplicita, oppofta Confeffion p to^{{^e a \ publico la dualit delle volont , che gli emuli della Chiefa, i contradittori del vero cercavano d'involgere fra dubbiofi termini di una volont Deivirile, di una operazione Theandrica, qual bench fpiegata in fenfo buono fi potefle ammettere , tuttavia per la contradizione per il tempo, per ilcafo, allora pare va, che fi dovefle rigettare , come ami eno fofpetta di male , habile ad edere malamente apprefo da'Cattolci; equindi [d] per corroborar la morta voce della Lettera con la viva della lingua, elfo medefimo con lungo giro portoni da Sergio Coftantinopoli per invertir pi d'appreffo il Patriarca Aleifandrino con l'eccitamento dei Coftantinopolitano Ma in quefto abboccamento prevalfero le arti del finto Cattolico al zelo del Santo Archimandrita, e cos bene feppe Sergio proporre Sofronio la neceit di fupprimere in alto filenzio la motivata controverfia } per non involgere ilChriftianefimo nella nuova difcuilione di un punto, che poteva aiterar Chiefe, convocar partitanti , rinovarfcifmi, e fare come di nuovo rifufeitare da morte vita la gi quali fuppreila Herefia degli Eutychiani, che finalmente lo perfuafe defiftere dalla contradizione , proponendogli con Chriftiana prudenza , che pi giovevole riufeirebbe al Chnftianefimo, il credere ci, che fi era finallora fenza dibattimento creduto, che il dibattere ftrepitofamente ci, che col fuo dibattimento potea recar 'agitazione, e forf pericolo alla Chiefa Per infinuando il medefimo termine deli'Areopagita della Volont Deivirile , gli propofe comepronto, e falutevole espediente il filenzio fopra l'aflerzione dell'una, delle due volont, condonando al bene publico noa tanto
.

>

>

&

&

Capitolo VI.

I93

Motorio,

tanto la verit del dogma, quanto l'importuna difcuflione di elfo. Fu dunque quello progetto ricevuto da Sofronio, che Cattolico, efchiettodi mafime, vi acconfent col motivo principalmente dell'antico coftume della Chiefa, (olita nelle cofe non contrariami apertamente alla Fede v fupprimere pi torto, che a difcutere quelle queftioni, che fono pi atte a follevare tumulti con la contrariet delle efpofizioni , che tener'in quiete eli animi con la uniformit della credenza; e condonando egli allora ogni
altro rifleflb alla concordia, epacede'Fedeli,
fi

part di ritorno Gierufu egli dichiara'

falemme, dove morto Modello Patriarca di quella Chiefa

to Succeifore al Patriarcato, come Soggetto prefcelto fra tutti li concor- r ricevuto da Sofronl0 renti quel pollo. Ma preflo apparve, quanto fondata folfe l'oppofizione di Sofronio , quanto fraudolentemente fofs' egli ingannato da Sergio , e quanto dell'inganno ei potentemente fi rifentilfe, allora che riconobbe ildiluifilenzionon temperamento del male preveduto, ma eccitamento Fraude maligna; hma Sers '* E tale appunto fu l'intenzione di Sergio, di nuova, & efecrabile Herefia cio proporre il filenzio per invertire cheto , e muto con traditorio aflalto la Fede Cattolica, efottofpeciofo pretefto legar le lingue, acci non difvelandofiilmale, non forte poi pi tempo il rimedio, onde ne diveniife maligna, & incurabile la piaga Animato egli adunque dalla propofta riufeita di quello primo maneggio, follevofll inanimo, e poi in iiperanza di forprendere ancora il Pontefice Honorio con le irteUe acmi, con cui feliinvi la cemente haveva combattuto contro Sofronio, &luifcri{Te, feguente Lettera , quale bench prolilla, pur darnoi con diftinte confiderazioni fi efpone all'occhio del Lettore, acci il Lettore pienamente apprenda, quanto bene Capette Sergio comparire Cattolico avanti il Pontefice, e quanto innocentemente potette il Pontefice acconfentire alle richiefte di im'Heretico Era Sergio non folamente riputato buon Cattolico nel Chrifeianefimo, ma, come di fopra fi dille, era flato laudato per ottimo da S.Theodoro , e di lui correva communemente fra'fedeli opinione non ordinaria di fapienza, edifantit: ed h ora aggiungendoli alla celebriti del nome la dimoftrazione pubiica del zelo della concordia, di cui eglimoftravafi infiammato, e molto pi l'abboccamento feguito con ilfamofo Sofronio , e la loro unione nel medefimo fentimcnto circa l'affetto filenzio, con quefte larve di concetto prevenuta la fama del fuo fcritto, egli prefentofi ad Honorio tanto-Laudabile, & imitabile nella efpofizione deTentmenti efprefl nella Lettera, che non die luogo n pure di dubitare della fua Cattolica credenza; [a] Cum ifla Sergius ad Honorum fcriberet, dice di a s,tr.4...^.. luiilBaronio, nec levis quidem fufpicioerat de Sergio, qud Hareticus efiet, qui in hanc ufque diem fummo, cum laude abfque vel levi fufpicone erroris fedem dlam pie ( utiCatholicus ) fanclquerexerat, qui fuis litteris fpeciem reddere videretur Columbi illius, qua po/l diluvium fignum pacis ore geflavit ; & altrove, [b] Conftat quidem , Scrgium , (jr fi poflea fuerit ^ Idcml* e dt n --^ dctetlus Hareticus , condemnatus , prafenti tamen tempore non tantum
' . .

&

&

'

&

Ortbodoxum creditum

magna quidem
norium, ter multa
fiit
.

Occidentalibus , fed edam fuifie ab Orientalibus , exijlimatioms Epifcopum babitum quod facile cognofees exditlaepiflola Sopbronio Epifcopo Hierofolymitano hoc ipfo anno ad Ho:

&

qua pra- Pontdk"^ 3 al alia in laudemejus ditta , in fine preces ipfius vehementer expo- no, La Lettera dunque di Sergio ad Honorio in quello tenore fu concepu(

& ad ipfum Sergium


II.

uthabet fextaSynodus

fcripta

in

Tomo

ta,

s, ,

Honorio.
ta,
aa.i.ftxt4Sjnodi
'

& efpreUa, la] In tantum vobis janBiffimis in omnibus unanimitate fpintus conflringttur , ut Jtudeamus omnium conjtliorum nojrorum , atJionum

j4

Secolo

VII,

vos facratijfimos haberc prafidentes , nifi plurimum locorum diflantia fejungeret, hoc utique quotidie gereremus , vejlra honorando , unanimi fque fratcrnitatis munito, muratoque nofmetipfos circumfepientes confultu. jLttamen quoniam nobis etiam fermo, atque abfquc labore Intera, quod jludemus, impertit: confejlim ea, pr quibus hoc fcribmus , enarramus: equi fu'l bel principio procacciandoli il maligno la eitimazione , e l'affetto del Pontefice, ottopone quanto egli per dire, alla prefidenza, al configlio di Honorio : quindi narra l'incontro , e* difcorfo di Celare con Paolo Severiano il di lui Quelito Ciro prima di Lazori, e poi Vefcovo degli Alelfandrini intrecciando verit di racconti , e fallita di fuccefl, inlinuaun Libello di Menna Patriarca Coftantinopolitano , acclamatolo di Vigilio Pontefice Romano , nel quale afwtamente fa venire in fcena quel fanto Ecclefiaftico bvidfBaron.w.o favore de'Monotheliti , come s'egli havelfe foftenuta, alterit una fola operazione in Gies Chrifto: qual[6] Libello fu poi nel fefto vM*fextam%'no volont, dttmaa.-). Concilio pienamente da'Padri rinvenuto alterato, e corrotto; JLnte aliquod certum tempus, fieguela Lettera, cum adverfus Terfas Deo confir* magnus viUor , matus Dominus no/ter, Imperator promovebat exercitum , propter certamina Dea fibi eredita Chrtjlo amabilis ^eipublica , ad partes Armenia Provincia perveniffet , unus ex principibus impia partii Severi execrabilis , nomine Taulus, in illis locis apparens , ad ejus pietatem accejjt , fermonem pr fua errabunda harefi proferens , in hoc profetl dumtaxat fatisfaciendo , in quibus piifjma ejus , ac regalis magnammitas ( cum cateris enim donis Dei etiam divinorum dogmatum locupletar ifeientia meruit ) dum redargu/jet , atque depompaffet pravam ejus impietatem profanis ejus ajutiis , fancia nojlra Ecclesa ( ut verus ejus propugnator ) retta atque immaculata e diverfo protulit dogmata, inter qua unius operationis Chrijli veri Dei noflri mentionem effecit Tofl aliquodverb tempus idem Deo confirmatus Imperator in Trovmciam Labrum adveniem recordatus eji difputatioms , quam (. ficut diximus ) fecerat adverfus Taulum hareticum cum prajentia Cyri fanclijfimi , tunc Chriflo amabilis Labrum "Provincia Metrophtanam Sedem tenentis , nunc autem magnam jLlexandrinam regeatis . Pr aditi us igitur fantliffimus vir, bis auditis , ejus Scrematati refpondit , nefeire jubtdtter, utrm unam, an duas operationes chrijli veri Dei nojlri ajlruere neceffe fit. Ergo per jufjionem ejus pietatis per litteras proprias interrogava nos praditlus jantlijjmus vir , utrm unam operationem , an duas in Salvatore nojlro Chriflo necejie fit dicere , fi quofdam nofeamus Santlorum , ac Beatijfimorum Tatrum unam dii entes operationem . Unde nos , qua nojlra erant fc lentia, per nojlra refcripta ci fgmficavimus , dirigentes etiam fermonem acclamatorium Menna fantlijjmi quondam Patriarche hujus Deo confrpanda I{egia Urbis porreclum ab eo hc prafenti

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

Figlilo [ancia

memoria

prociecejiori Santlitatis vejlra,

una voluntate Sa Ivatoris nojlri Cbritejlinoma paterna de una over adone , fti veri Dei noflri. Dalla diverfit degli altrui pareri difeende Sergio allo ftabilimento del proprio, alla efaggerazione delle laudi i Ciro Aleflandnno, al Canone da lui riabilito, e da noi di fopra accennato dell'una volont Deivirile di desi Chriflo , &alla oppofizione , che vi fece Sofronio, foggiungendo , "inibii tamen proprium pentus in hujufmodi nojlri
reffri-

&

babentem

&

diverfa

Capitolo
refcriptis

VI.

promulgai imus , ftcut fuppetit nofie vos , eorum , qua mifia funt , exemplarta . Et filentium quidem mes , ex ilio tempore bujufmodi fufcepit Capitulum . Quia tgitur ante parvum ad temptts , cooperante gratin Dei , qui omnes homines vult fahos fieri , aynitionem veritatis venire , pio T^elo fortiffimi ac invilijfimis magni Imperatore cxcitatus Cyrus fintUffimus Alexandrina magna Civtatis Tacommunis frater nofler , Confacerdos Deiy amabiliter , triarcba ,
relegentes

195 facrtifjmos & unani-

Honor-o,

&

&

&

&

modejl adhortatus ejl eos, qui in magna Civitate Alexandria Eutychets , Juliani funt Deoodibiltum barefi langucntcs Diofcori, Severi quoque , labore*, pofi multai difputationes ad Catbolicam Ecclefiam accedere : faluberrima dtfpenfatione in hac caufaimpvnqnos cum ntmia prudentia, dit, hoc quod feflinabat, per jupremam gratiam ordinavit . Fataquc funt Inter utrafque partcs dogmatica quidam Capitula , in quibus omnes , qui antea quidem in diverfas portiones divifi fuerant , adverfus Diofcorum , atque Severum harettcos fcribentes, coadunati funt cum Sanbliffmo, ac founus grex Cbr ifli veri Dei nofri , omnis Cbrijio amala CatbolicaEccle(a } pene univerfa cum eis ALgyptus , CJT* Alexandria populus fatlus ef , bile catter JEgyptiaca difpofttionis regiones , quas olim Libya , Tbebais , confiderabant ( utdiximus ) in innumerabilem copiam barefum multitudine fludio praditli fanbliffimi Alexandifafj-is, nunc autem beneplacito Dei ,

&

&

&

&

&

&

& &

&

&

drinorum Antiflit is unum labium falli funt omnes, una vox ,


fpiritus retla Ecclefa

&

in unitate
dttla funt,

dogmata

confitentur.

EX

bis

autem, qua

exiflit Capitulum de una operazione Cbrifli magni Dei, His itaque provenenttbus , Sopbronius venerabilis Mo^ nachus , qui ( ut ex nunc auditis didicimus ) Hierofolymorum Traful efl ordinatus ( nedumenimbabenusejus ex moreSynodica fufcepimus ) apud Alexandrinum tunc temporis pofitus cum pr afato Sanbliffimo Tapa , quanto (uf diximus) admirabilem illam circa eos , qui dudum bardici fuerant , Dei beneplacito unitatem componebat , atque cum eo iifdem Capitulis pertracontradixit ad unius operationis Capitulum , (labat , adverfatus efl , duas omnino opcrationes Cbrifi Dei noflri dignum inquiens cenferi . Tranominato autem Sanbliffmo Tapa prajertim teflimonia ei quorundam Sanclorum Tatrum proferente, difperfim in quibufdam Opufculis fitis unam opeex abundanti inquiente , quod rationcm affereniium : ad hac quoque , Sancii T atr es nofri, ut lucrarentur plurimarum animarum falutem, multoties dum alia emerger ent Capitula , Deo placttis difpenfatiombus, ac plachis ufi difuiffe videntur , nibil de fubtilitate Ecclefa dogmatum exagitantes , centes, quod oporteat ut etiam in prefenti , dum tantorum millium populorum falus pra manibus ponitur , nibil de boc per contentionem altercavi , idcircquod ( ficut diblum efl ) ettam quibufdam Sacris Tatribus vox huj/ifmodi ditlaefi, nihdque de boc ladatur retta fidei ratio memoratus Deo amabilis Sopbronius talem difpenfationemnullatenus accepto tulit. Palla egli poi all'aboccamento , per meglio dire al dibattimento da erto havuto conSofroniofopral'efpolta queitione dell'una, delle due volont ,

& Salvatore

atque (labilit,

unum
,

noflri

&

&

&

&

accettando primieramente il Tomo di S.Leone, efphcitamente confermando le due Nature in Chrifto , fecondo il fentimento del Concilio Chalcedonenfe, moltra diifapprovare come pellegrine, fcandalofe, e perturbatrici dellaChrilbana quiete, tanto l'opinione dell'una volont, quanto quella delle due, per concludere poi pi awantaggiofamente la publicazione 2

&

Honorio.

g$

Secolo

V IL

zione del flenzio fopra una tanta materia, allegando ragioni in contrario, eperl'unaparte, e per l'altra, affine di forprendere l'animo del Pontefice nella dubiezza diambedue, per tarlo pi prontamente condifcendere al ripiego conciliatorio del propofo flenzio, come avviene Huomo, che prudentemente fi ritira da forte impegno, efcieglieil partito pi confacevole di una meno buona pace, al confronto di quello pi ftrepitofo, & azardevole di una guerra utile, ma calamitofa . Quiaigitur, egli foggi unge, per hoc cum liner is ejufdem Santliffimi Comminijiri ad nos conjunxit, de hoc quoque etiam apud nos fermonem movendo, infiflms, ut detalibus adimerctur Captulis poji [anclam uniti onem vox unius operationis durum nos hoc arbitrati fumus . Quomodo enirn non ejjet durum, vald onerofum, quando hoc refolvere, evertereque erat futuram qutdemomnem illam concordiam , atque unitatem , qua bene fuerat effetla tam apud sAlexandrinam magnamCivitatem, qum per univerfas fub ca Trovincias , qua nullo, tempore ufque nunc acquieverant nomen faltem ftmplex divini , atque laudabilis Tatris noftri Leonis, aut J aneli, magni, atque univerfalis Chalcedonenjs Conctlii mentionem facere, nunc vero preclara, magna voce in divinis MiJJ'arum arcanis hoc pradicantes ? Multis igitur nobis de hoc motis fermonibus adpranominatumvenerabilem Sophronium , poftrem adhortatieum fumus , tefiimonia nobis proferre Santlorum , ac probabilium Tatrum, iltorumvidelicet , quos omnes communiter Dotlores confitemur , quorum dogmata legem [ancia Dei cognofeunt Ecclefta , duas nominatim ipfis verbis operationes inChrifto dkendas tradentia ille autem hoc facere penia ^pud contU.%6* tsnonvalutt ( Ma ment Sergio , poich Sofronio [a] ritornato Gieb Martin$ rufalemme public due Libri con feicentoteftimonianze de'Santi Padri fofurt/.z pra le due volont di GiesChrifto. ) TSfos vero confederante s ine ipientem ex feientesqud femperex hoc inter quofdamhc contentionem exardefeere % hujufmodi decertationibus UU harefum dijknttones effela funt ; neceftariurn judicavimus, omne ftudmm ponere ad fedandum, atque amputandum talem ad fap ditlum fanBiffmum ^Alexanfuperfluum verborum conflitlum, Tatriarcham fcripjmus, ut poftquam unitatem cum bis , qui pridem dria reparabantur , Deo auxdiante , compofuit, de catero nullum permittereunam, aut duas profene operationes tri Chrifto Beo noftro magis autem ficut fanla univerfalia tradtderunt Concilia, unum , eundemque Filium Unigenttum Dominum noflrum Jefum Chrijum, verum Deum operatum confituri, tam h ornine dignam divinam, qumque humanam, &omnemDeo decibilem, opcrationem , ex uno , eodemque incarnato Deo Verbo indivise procedere , ad unum , eundemque redigere ; e qud unius quidem operationis vox , quamquam quibufdam fanti is ditla efi Tatribus, tamen peregrina videperturbare aures quorundam fufpicantium , ad peremptionem hanc retur, proferri ine onfus, atque fecundm fubffientiam unitarumin C bri(io Deo noquod non eft unquam , nec fuit Similiter autem ftro duarum ^tturarum C^ duarum opcrationum dicio multos fcandal^et , utpote nullo fantlorum confequens et eft, preac probabilium Ecclefa inftitutorum edita. Infuper dicare duas voluntates , contrarietates circa invicem babentes tanquam Deo qudem Verbo falutarem volente adimpleri pafjionem , humanitate vero perinde duo contraria volenejiis obfiftente ejusvoluntati, refi/lente; tcs introduci: quod impium eft . Jmpoffibde quippe eft , in uno eodemque fubja* Tiam centi duas fimul, erga hoc ipfum contrarias fubjftere voluntates

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

faluta-

Capitolo
fnlutaris

VI.

197
&
& corpus noflrum regi' & rationali anima noflra
,

Honomo

gerentium Tatrum dottrina oper pretium inftruit : quod ex appetita nunquam intellettualiter animata Domini caro jeparatim , contrario numi uniti fibi fecundm fubfifltntiam Dei Verbi naturaproprio quantam ipfc Deus Verlem motum fuurn effecit, fed quando, &qualem,
burn volcbat ornatur, tur,
:

Deum

ita

& &

&

&

Ut

piema dicatur

quemadmodum

dijpontttr

ab intellettuali ,

in

Domino

Cbriflo tota

humana
:

ejus confperfio ab ipfius Verbi Deitate

Jet per in

, fecundm J^yfenum Gregorium Sccundm quod Deus erat Filius , impaffmmortalis // qua autem pafjio de eo in Evangelio dicitur , bilis mique ef per buuiatutatem profett quo Jufcipiebatpajfonem , bujufmodi operatus efl.

omnibus mota , Dei mobilis erat

dtcentem contra

&

Eunomium
,

ita
:

Operatur quippe vere Deitas per corpus, quod circa ipfum efl, omnium falutem , ut fit cann* quidemp afflo , Dei autem operano . liane igitur ( ut dicium cji ) contentionem incipentem accendi videntes , necefjarum judicavimus, attritas potis Santtorum Tatrum voces, Synodic definitas [equi; <& neque qua raro quibufdam Tatribus ditta funt , non circa hc ininambiguam deeis dottrinarsi expotentionem habentibus , quafi planam, mrent, ad reguUm legem per omnia dogmatiram reducere , quale efl quod de una operatone ab eis dittum efl neque iterimi , qua nullatenus ditta funt probabilibus Tatribus, nunc vero quibufdam Tatribus proferun tur, duas, inquam, operationes, tanquam dogma Ecclefiaflicum proferre . Et ad ultimum fletit, ac placuit, quatenus prdittus Sopbronius venerabili! nullum fermonem de estero de una, five duabus operationibus movere debeat fed et fufftciat pr Afata, cautaque, ac trita Santtorum Tatrum retta traditio, atque dottrina . His itaque contentus pepe nominatus venerabilis vir , hc cuflodire certificans : petimur nos autem per epiflolam de bis ei prbere refponfum , quatenus bujufmodi epiflolam ( ut ait ) otyendat iis , qui

&

&

&
:

&

&

&

forfltan interrogare

egimus, ille quidem m bis bine enavigavit . T^uper autem piiffimus, Deo coronatus Dominus nofler apud Edeffenam demorans Civitatem , pios ad nos apices fecit , prcipientes , ut paterna illa teflimonia defloremus , qua conttnentur in libro dogmatico ( ficut dittum efl ) fatto fanti a memouna voluntate , cjr rio Menna ad fanttifjmum Vigilium de una operatone , hc Deo tnflrutt ejus Serenitati dirigere deberemus : quod ad effettum perduximus Conchiude egli poilaLettera con immenf attediati di Fede verfo il Concilio Chalcedonenfe , e di venerazione verfo il Pontefice , fottoponendo ogni proprio detto al di lui Oracolo, con podeft di emendare , {cancellare, aggiungere , e rifecare , amplius, minufque, ci cheffo dice, dimoftrandofi in tutto il refto figlio ubbidiente della Chiefa Romana , e zelante Miniftro della Cattolica, "Hos autem, qua dudummota funt, con quefte parole egli termina la fua Lettera, memoria retinentes, tumultum, qui ex bujufmodi motione capit, fcientes, fuggeffimus ejus piifjim Serenitati per mediocrem noftram fuggeftionem , fcripta ad Excellentiffimnm Sacellarium Imperialem confequenter bujus Capituliomnem fubtilitatem , borumque , quo nobis per hoc attuata funt; quod non oporteat de ejufmodi inqHifitione perferutari , fed permanere in attrita Tatrum dottrina , quam omnes confonanter confitentur de bujufmodi quflione , confteri unigenitum Filtum Dei, qui veractter Deus fimul homo efl , eundem operari divina , birmana , ex uno eodemque incarnato Deo noflro ( ficut qutd IL occur3

&

eum

de prditta quflione voluerint

Quod

& alacriter &

&

&

&

&

&

&

Two

&

&

&

Honorio.

gg

Secolo

VII.

occurrentes jam fumus eflati ) infeparabiliter , atque indivise omnem divibumanam operationem procedere. Hoc namque nos Leo inflittiti, nanti manifeft perhibens; agit cnim utraque forma cum alter tus communione , quod proprium habet. In quibus refcriptum pia jufjonisabejiismanfuetiffma fufcepimus fortitudine, qua Beo confervandam ejus ferenitatem coni Vedi a fora in qHtjo rontificato. decent, continentem . Cos egli al Pontefice, cio Sergio [a] riputato allora, e laudato dall' Antichit per degniamo, e Cattolico Prelato, ad Hosentimenti dei nono ignaro ancora de'prefenti moti, e molto meno fofpettofo de'futuri, pontefice Honc for p re fQ a n ra dal tenore di una Lettera, che non (blamente efprimeva le due Nature in Chrifto nel fenfo Chalcedonenfe , non (blamente abbracciava il Tomo di S.Leone, ma f in alcuna cofa ella errava, prontamente ogni errore fottoponeva alla cenfura della Chiefa Romana. Ricev dunque

&

Honorio la lettera,

alla buona fama di chi caminava per (incera nel Mondo, ed era molto lontana da ogni fofpezione di Herefa, non ravvisando in effa n finzione, n malizia, ma apprendendola tutta in fenfo fano, e Cattolico, con duplicata rifpofta refende Sergio, collaudandola di lui prudenza

& attendendo principalmente

l'havevafcritta, la quale ancora

nel rigettare la novit de'vocaboli, che in materia di Religione benefpeffopartorifee novit di dilfenzioni, e dilaceramento di Fede: efermofempre, e coftante nella dottrina Chalcedonenfe delle due Nature in Chrifto, e degno eziandio di lode per l'approvazione del propoftofilenzio, cos Sergio rifpofe con Lettera non meno infaufta al fuo nome, che alla Chiefa , per cui converr noi per lungo corfo di tempo fra odiofi contraili non tanto narrar l'Hiftoria di Honorio, quanto accorrere alla difefa di Honorio , con ragioni dedotte dalla verit dell'Hiftoria , fopra i cui rifleffi unicamente noi appoggiamo inoltri racconti. Hor dunque la Lettera di bHac tp.extat att. Honorio Sergio in quefto tenore ella fu ftefa: [b] Scripta fratermtatisvei,jext4Sjodr. novas vocum quafiones fl r(e fufcepimus, per qua inventiones quafdam, cognovimusintrodutlas perSopbroniumquendam tunc Monachimi, nunever ex auditu Epifcopum Hierofolymitana urbis conflitutum, adverfus Fratrem t /u rifpofta nojrum Cyrum Alexandria <Antiflitem , unam operationem Domini nojlri Sergio Jefu Cbrijii converfis ex haref pradicantem. Qui denique ad vefiram fraternitatem Sopbronius veniens , querelamque hujufmodi deponens multiformiter eruditus, petiitde bis, qua vobts fuerat injirublus , paginalibus fibi fyllabis refecan . Quarum litterarum ad eundem Sopbronium diretlarum intuente s fatis provide , circumfpeUbque fraternitafufe ip tente s exemplar , tem vejtram fcripfjje , laudamus novitatem vocabuli auferentem , quod pofiet fcandalum (mplicibus generare . Is^os enim in quo pervenimus , oportet ambulare . Enim vero , duce Deo , pervenimus ufque ad menfuram retta funiculo extendefidei , quam Apofloli veritatis Scripturarum Sanclarum

&

&

Hominum runt, confitentem Dominum Jefum Chriftum mediatorem Dei media bumanitate Verbo Dei naturaliter unita , eundemoperatum divina , queoperatum humana ineffabiliter , atque fmgulariter affumpta carne difcrete, inconfus, atque mconvertibilner piena divinitate. Et qui corufeavit in piene Deus , carneus effe Bus , carne piena divinis mtraculis , ipfe ejl
c oan.x.

&

hominum in opprobria patitur unus mediator Dei Taffioncs, babitavit in nobis, ipfe Fintrifque naturis, Verbum [e] caro faclum Uus bominis de ccelo defeendens , unus atque idem ( ficutfcriptum ej)crucifixus Dommus Majeftatis , dtm confiet divimtatem nullas pojfe perpeti humanas

Uomo.

&

&

&

&

&

&

paffio-

Capitolo
paffoncs,

VII.

I99

Honorio.

de [ancia eji afiumpta caro Dei genitrice , fed Evangelio ita inquity [a] T^ullus afcendit.m Coelum, ?s(am per nifi qui defcendit de Calo Filius hominisy qui efi in Cesio ; profecl nos infiruens, qud divinitati unita efi caro pajfibilis ineffabiliter > atque fingulariter, ut discrete, atque inconfus, fic indivise videretur conjungi , ut ninni" rum fupenda mente , mirabiliter manentibus utrarumque naturarum differentiisy cognofeatur untri . Cui Apofiolus concinens , ad Corintbios ait , [b] bi. Cora. Sapientiam loquimur tnter perfeclos , fapientiam vero non hujus facuii , neque Trincipum hujus peculi, qui defiruuntur ; fed loquimur Dei fapientiam in Myflerio abfconditam , quam pradeftinavit Deus ante facula m gloriam nofiram, quamnemo Trincipum bujus facuii cognovit. Si enim cognoviffenty nunquam Dominum Majefiatis crucifixifient : dum profecl divmitas nec fed propter crucifigi potuit, nec paffones humanas experiri , vel perpeti nbique ineffabilcm conjunclionem humana , divinaque natura , ideino

&

non de

coelo

f Veritas in

unam voluntatem Divinitate afiumpta efi noflri natura , non culpa ; Ma profecl * qua ante pcccatum creata eft , non qua pofl pravaricationem vaiata . Chrifius enim Dominus in fimilitudinem carnis peccati veniens , peccatum mundi abf tulitj de plenitudine ejus omnes acceptmus, formam [e] fervi fufei:

&

Deus

dicitur pati

&

&

humamtas ex cedo cum divinitate fatemur Domini noflri Jefu Cbrifli

defeendifie

Unde

quia profecl

&

&

c Philipp.

t,

quia fine peccato conceptus de Spiritu P'.ens y babitu inventus efi ut homo Immaculata Virgine S anelo y etiam abfque peccato efi partus de Sanila , Dei Genitrice , nullum experiens contagium vitiata natura. Carnis enim vocabulum duobus modis facris eloquiis boni , malique cognovimus nominari, [d] K[on permanebit fpiritus meus in hominibus ifiiSy J Ge "'^' ficut fcriptum efi: quia caro funt . Et apofiolus [e] Caro <& fanguis regnum Dei non pofjidebunt Etrurfum, [ f] Mente fervio legt Dei , carne autem legi peccati . Et \t^^.' captiVideo aliamlegem in membris meis repugnantem legi mentis mea, vummetrabentem in legem peccati , qua efi in membrismeis . Et alia multa . hujufmodi in maloabfolut folent intelligi, velvocari. In bono autem ita Ifag s adorabit in confpctlumeoy jadicente: [g] Fernet omnts caro in Hierufalem , alias , [/] Videbit omnis caro Job, [b] In carne mea videbo Deum; h lh alia diverfa . T^pn cflitaque afiumpta (ficut pr afati fumus) \ Lue. j. falutareDcr, Salvatore vitiata natura , qua repugnaret legi mentis ejus ; fed vcmt quarere , falvare quod pericrat , tdefi vitiatam immani generis naturam nam lex alia in membris , aut voluntas diverfa non fuit vel quia fuper legem natus efi humana conditionis . contraria Salvatori Et fiquidem fcriptum efi y [ k] T^pn veni facere voluntatem meam , fed ejus , "*"' qui miftt me , Tatris . Et , [ / ] Islpn quod ego volo , fed quod tu vis , l M<ltt 16' Tater ; alia hujufmodi T>{on funt ha diverfa voluntatis , fed difpenfationis humanitatis affumpta . Ifa enim propter nos dicla funt , quibus dedit exemplum, ut ajfequamur vefligia ejus , pius Magi/ter Difcipulos imbuens , ut non fuam unufquifque nofirm , /ed potius Domini in omnibus pr aferat voluntatem Via igitur regia incedentes ? dextrorfum , vel finiftrorfum venatorum laqueos circumpofitos evitantes , ad lapidem pedem nofirm minime ofjendamus Idumais , id efi , terrenis atque barettcis propria relinquentes , ne e ve/ligio quidem peds fenfus noftri terram , id efi , pravam eorum dotlrinam omnimodo atterentcs , ad id y quo tendimus , hoc efi , ad fine s patrios pervenire poffimitS) ducumnofrorum femitagradientes . Et fi forte
:

&

&

&

&

&

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quadam

L
Honorio.

aoo
quadam balbutiate:
(

Secolo
ut ita dicam

VI
funt proferente* exponere
,

) nifi

forman-

te! f in fpeciem nutvitorum , ut poftent mentes imbuerc auditorum , non cportet ad dogmata hac Ecclefafltca retorquere , qui tteque Synodale: apices fuper hoc examinantes , neque aucloritates canonica nifa funt explanafie ,

a Thm. ?.

t,c<rr.ix.

e Efhtf. 4.

ut imam vel duas energia: aliqui: prafumat Chrifli Dei predicare , qua: neque Evangelica , rei jLpoflolica littera , neque Synodali: examinatio fuper hi: babita , vifa funt terminale: nifi fortafji: (ficitt prafati fumit: ) quidam aliquct balbutiendo docuerunt , condefcendsnte: ad informanda: mente: , atque intelligentia: parvulorum , qua ad Ecclefiaftica dogmata trabi non debent , qua unufquifque in fio fenfu abundan: videtur fecundm propriam fententtam expltcare . Islam quia Dominu: nofler Jefu: Cbrifus Filiu: ac Verbum Dei , per quem fatla funt omnia , ipfe ft unm operator divinitati: > atque humanitati: , piena funt Sacra Littera luculenti: demonfrante: . humanitati: , gemina operatioUtrum autem propter opera divinitati: , ne: debeant derivate dici, velintelligi: ad no: ijia pertinere nondebcnt, rclinquent e: ea grammatici: , qui folentparvulhexquifita derivando nomina vendicare . 1Slo:cnim, non unamoperationem, vel dui: Dominum Jejurn Chrflum, ejufque Sanclum Spiri tum , Sacri: Luteri: perccpimu: , fcd multi formiter coguovimu: operatum . Scriptum efi enim [a] Si qui:fpiritum Chrifli non habet , Ire eju:noneji. Et alibi: [b] Iberno potefl dicere, Domimi: Jcfus , nifi in Spirita Santlo . Divifone: veY gratiarum firn: , idem autem Deus , qui operatur omnia inomnibu:. Si enim divifone: operationum funt multa, ha: omne: Dcu: in membri: omnibu: pieni corpori: operatur : quanto magi: Capiti noflro Chriflo corpus unum fir perfeDomino hac pofjunt plenifjim coaptari ut caput, cium , ut profetl occurrat (fcut fcriptum e(l [e] In virum peri., cium , in m enfu-

&

&

&

i ^id.ij.

ram

atati: plenitudini: Chrifli, Si enim in aids


,

idefl, inmer,..bns fui: fpiri-

tnquo[d] vivunt , moventur, funt: hominum piene, acperfbft quanto magi: per femetipfUm mediatorem Dei ,
tu: Chrifli multiformiter operatur

multifque modi:, ineffabilibu: confiteri no: commumone utriufque natura condecet operatami Et no: quidem fecundm fantlione: divinorum tioquionim tiportet fapere , vel fperaye , illavidelicetrefutantes , qua quidem novavoces nojcuntur Sancii: Dei Ecclfii: fcandala generare : ne aut dy.arum operationum vocabulo off enfi, fcclantes N^jloriano: , no: vefana fapere arbitrentm : aut certe Ci rurfn: unam oper ationem Domini riapri Jefu Chrifli fatendam ejje cenfuerimu: , fluitarti EuiychUinityaum attoniti: auribu: dementimi faUri puter mur; pracavente: , ne niorum inania urmacombufia funt, eorum cince:, redivivo: igne: flammivomarum denu renovent quaflionum ; fimplicher , atque veraciter confitente Dominum nojlrkmjefum Chrflum unum operato em divina , humana natura ; eleciu: arbitrante: , Ut vani naturarum ponturgidi advermm no: infonent vocibus raderatore: , otiosc negoitante: , narum Vhilofopht , qum ut fmplice: , burnite: fpiritu populi Chrifliani pojjint remancre ]e]ur. TS^dlus enim decipiat per philofophiam , manem Eorum enim doiriaa.n fequente:, omnia faltaciam Difcipuh: "Ptfcaiorum Argumrnta fcopulofa d'fputatiom: callida, atque fiuti ivaga intra eorum reea nosvobiftta funt coHifa. Hac nobis fraternit: veflra pradicet: ficut xum unammiter pr^dicamu:, hortantc: vo:, ut umu:vd "emina nova vocis indutlum operaomi vocabuluw aufugiente: , unum nohifeum Dominum Jefum Cbriflum Filium Dei vipi , Deum veriffimum in du ibus naturi: operamutate Catbolka pratum divinit:, atque hnmanit: Fide Crtbodoxa ,

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

diccti:

Captolo
dicctis.

VI.

XOI
.

Hono
RIO.
a Nl!us

Deus te incohimem cuftodat, dilcftijjme, atque fanUiffime Frater egli, contro il quale latrano da lungi molti [a] Heretiei, e d'appreiCos fo molti [ b ] Cattolici , chiamandolo Heretico , perch' egli tanto nella lettera Sergio, quanto in altra, che riferiremo, fcritta al medelmo Serrio s approvale la di lui dottrina circa l' una volont, eia dilu condotta onde poi nel fefto fufleguente General Concilio f'olfe egli ioprailllenzio tra gli altri Heretiei Monotheliti annumerato, e condannato. Ma bene fpeft il vizio dell' occhio rende deforme il foggetto, e lamaladifpofizione de' tempii e de' luoghi fa apparir' alla vifta manchevole, e difettofa la figura e ci che fuccede chi ftrambo , che pitofto travede, che vede, - chi nell'onde ravvila pieghevole un fodo legno, chi in diftanza rimira impicciolita una gran montagna, ch fra le ofcurit della notte lapprefentau* fpaventevole anche un dipinto Leone ; accadde ancora quei,
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TfUftifci

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rum diverfitatis ,

quali [e] Islulltimrationem babentes, come dice ilBaronio, nec tempo- c Bron.annt6n* nec rerum, condannarono Honorioper ci, che Hona- "-i 1 ' feguiario havevaferitto cinquantanni avanti la fulminata condanna . prefentemente il corfo- dell' Hiftoria, e rimettiamo la difefa di quello d ^*' ujj** ** Pontefice pi opportuno , [d]c confacevole luogo * Mentre dunque con larghi giri difponeva Sergio da Coftantinopoli la ^ftfi^iZlulmaligna trama eie' fuoi orditi dilegui, confido impegno dilatava Ciro da di^gathmc'.
i

Ma

mo

Alelndria la predicata maffima

dell' una volont in Gies Chrifto ; e mentre da Roma rkhiedevafi il filenzio per ben de' Fedeli, ogni lingua in Oriente fcioglievafi ili difeorfi, in approvazione dell'afferro Canone zdodScfrono, Aleiandnno , in modo tale che il ripiego propofto parea propofto ad ecci- ^" *J{/|7i? ul tamento pitofto- del* tvale, chea rimedio v Sofronio, che pur' allora era refi*. allefo alla dignit di Patriarca in Giernfalemme, e che come in mezzo ad Alefandria ed a Coltannnopoli rimirava qiunci, e quindi tumultuante il Chriftianeiimo , e che come Eeclelaftico fantiffimo di Fede , e zelantiiiionclfoitenerla, molto pi prevedevadi quanto vedeva, fidolfe fu,

bi:o de) confenfopreltato Sergio fopra l'accennato filenzio, e giudicando non tanto ingannato s, quanto tradita la Fede, ritorn incontanente, anzi con pi vigore che mai , ne' fentimenti di prima : e llccome s' era egli oppoito il primo Ciro contro il Canone dell' una volont , cos fces' egli il primo nella publica arena contro Sergio, e Ciro, e con determinata rifoluzione alz egli il primo la bandiera-delia Religione Cattolica contro quegli occulti inimici, che con fraudolenti futterfugii volevano introdurr re nella Chiefa quella nuova Herefa. poppo molte ragioni dunque, e molte ammonizioni , che riufeirono inutili , e non valevoli far tornar' im dietro , chi gi tanto nel corfo li era avanzato , due libri egli divulg fo~ prail dogma Cattolico delle due volont di Gies Chrifto, ne' quali efib [e J prontamente feicentofentenze de' pi accreditati Padri della Chiefa in anzi (limando poco il lampo della confutazione della nafeente Herefta dottrina fenza il fulmine della condanna, armatoli di quella autorit, di cui Dio l'haveva proveduto in grado di Patriarca in quella gran Chiefa, [f] Congregati* fitb f degemibus Epfcopis, tmpium, ideji unam voluntatem
:

~*p* cor.en. H M4r '"" Jtc7n. 2.

tthtaph,in*w
al
'
,

do?mat7antmm >

mandandola

tra- 1 \, ..* Suoi libri in tlifen j i /"ii r -i- ^ t -nnotizia di queltariloluzioneatuttili Patriarchi del Chriftia- <a delia Fede, e
,

Nlomtbelitamm dorma mucrone anathematis percutit,


,

nelmo nella letteraSinodica, che ad elfi egli fcrifle, e con pi premurosa ^SIShk*^?' attenzione trafmettendo un Legato al Pontefice quefV effetto . Era di gi
nota

,, ,

Ho nosuo ri rf C

%oz

Secolo

VII

nota Sofronio l' approvazione , che Honorio haveva fatta al filenzio proPontefi"e Koma. pofto; mi non gi erano note ad Honorio la malizia di Sergio, ediCiro, no le agitazioni delle Chiefe Orientali , e que' moti che per la 'diftanza de' luoghi non poterono cos prettamente fentirfi nelle parti pi lontane dell' Occidente. Onde Sofronio ogni fua cura pofe farne consapevole il Pontefice , che come capo della Chiefa doveva pi potentemente di tutti inforgere control Nemici di effa. E per render pivigorofa, & accreditata la Legazione, e pi fedele, & infervorato il Legato , chiam afe Stefano Vescovo di Dori fuo Suffraganeo , e condottolo fui Calvario nel medefimo luogo, dove fu crocifitto GiesChrifto, quivi ambedue inginocchiatili 7 9 "" T.wS/fart "" t*l-T* dabts, dille Sofronio Stefano, rationemipfi, qui propter nos fecundm carnem in hoc [anelo loco fpont crucifixus efl Deus, quando cnm //f7.2."
"

gloria in terribili ejus adventu judicaturus efl vivos , mortuos , fi difluleris , poflpofueris fidem ejus pcriclitantem , lici ego hoc facere corporaliter (ut nofli) propter emerfam ex noftris peccati! incurfwnem Saracenorum prapedior . Quantocis ergo de finibus terra ad terminos ejus deambula , donec ad jLpoflolicam Sederti y ubi Orthodoxorum dogmatum fundamentaexiflunt, pcrvenias, non femel , non bis , fed mult fapis aperiens facris vrs

&

&

ibidem conftflentibus omnia fecundm veritatem , qua in ftis partibus mota non quiefeas , inflantis expetens y atqueexoranseos , doneeex ^Apoflolica prudentia , qua in Deo efl , ad viclortam judictum perducere debeant , noviter introdutJorum dogmatum perfetlam faciant fecundm Canones b t.Tm.i. deflru&ionem , ut ne ( fecundm quod B. jLpoflolus ait) [b] Sicut cancer, paCos egli fcua in amplius inveniant , depafeentes jmpliciorum animas il Legato in viage cos detto, egli fi part di ritorno per la fua Chiefa, c *Apud ccndu gio per Roma Ma il [ e ] viaggio fu pi pericoloso , e {tentato per le infidie \m.ibidtm. e tradimenti degli Heretici , che per la navigazione , e patimenti delle ftrade ; effendo cofa che dovunque egli pafs , trov Sicarii , che gli tramaordini per tutte le Provincie, che fi trattenere legato, e fi Legato di Sofro rono morte, io, fuo viaggio, tramandante prigione alla Reggia . Non cos torto per egli giunfe falva& operazioni ]" mento in Roma, che ammeilo ai piedi del Pontefice, quivi a lungo efpofe tutta la lunga, e dolorofa narrazione de' feguiti feoncerti, tutta la fraudolenza di Ciro, tutto l'inganno di Sergio, i tumulti dell'Alia, la perverlone dell' Egitto , e qualmente gii dal fumo feorgevafi accefo un fuoco , che di nuovo minacciava incendio, e mina alla Chriitianit d'Oriente. Sognilo] uzioni dei giunfe, la ritrattazione di Sofronio dal confenfo predato al filenzio , l'opPontefice. pofizione, i libri, le ammonizioni, e il Canone da lui formato control Monotheliti, e tutto ci per cui inafpettatamente apr ad Honorio una horribile , e fpaventofa feena di fconvolgimenti prefenti , che predicevano d Frf ne. Marche- proffimi, e molto pi atroci che mai li futuri Dicefi, [rfjcheapprovaffe n f iHm dWuf.c. Honorio la rifoluzione di Sofronio, il fuo Canone, e la condanna, ch'egli 5. & 6. fece , de' Monotheliti ; ed apportar! per gran ragione la morte di [ e ] Sofromo feguita prima di quella [/] di Honorio , al quale confeguentemente f ^tnnltlt g Th,oph.cedr. deve attribuirli ci , che per errore molti [g] Greci Scrittori attribuifeono m """"' al Pontefice Giovanni Quarto, cio che quello Pontefice approvale [h] &"aiii. VldtT gr ^"' \- gli atti Sinodali di Sofronio, il che in niun conto potrebbe verificarli per mt r l'allegato motivo, che Honorio fopraviffe Sofronio, e non Sofronio ad (crut .'i.%.t. Honorio, onde gli atti Sinodali di quel Patriarca ricevelferola Pontificia cui fi fpedita la Legazioconferma fono Honorio , che allora viveva ,
junt;

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ne,

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Capitolo
1

VL

R* ne , e non Cotto Giovanni Quarto , che doppo Severino fuccefle nel Pontificato ad Honorio, in tempo che di gi da molti anni addietro era morto Sofronio. Mconbuonapacedel Venerabile [a] Francesco Marchefino- fffilffif^. m llrocariffimo, e riverito Cugino, non ci fi rapprefenta di tanta forza l'ai- m* u srf pl d't. u ^ a lm *& iHt legato motivo , che per elio ripigliar fi debbano di errore tanti accreditati Greci Annalifli , quando particolarmente fenza alcun pretefo inconveniente polla folenerfi il loro detto, che Giovanni Quarto approvale gli Atti Sinodali diSofronio. E' forf neceflano, che fi approvino fubito da' Pontefici gli Atti Sinodali de' Vefcovi minori? E'eglidifcapitodiFede, i fuperi oriti Pontificia il fempliceraente tramandare la confermazione di uu punto, bench' egli ia un punto di Fede, e di Cattolica verit? L'innocenza di Honorio non ha bifogno di mendicare difefe anzi Noi fo freniamo che egli ricevuta la Legazione diSofronio [b] perfiflefle nel medefimo fen- h Surf''4Prthnt timento di prima, giudicale ancor neceflano il filenzio, e non difTapro- gESFp!!$L / vando, n rigettando la dottrina di Sotronio, femplicemente ne flimaffe ?*/* #* importuna, e non confacevole allora la publica divulgazione, fperanzato u*fa<d* pun* tuttavia di poter' eflinguere il fuoco della nafcente diifenzione pi conia r *** H trio * ^ ch'egli poi in quello fuo radatjbferitu'l fuppreflone , che con lo sfogo delle contefe pendere s' ingannale, l'inganno fu effetto di humana condizione, e non di suaperfeveranz Pontificia pravit; e come che la lode, il biafmo delle rifoluzionidipen- n"iia" Vocimi de bene fpelfo dall' efitoprofpero, awerfo, eh' elleno fortifcono,mara- *j ne del filea* viglia non , che da' malevoli egli s'incolpi per il foflenuto filenzio, perche il filenzio in quello flato di cofe riufe nocevole , quando Honorio

2,03

Hono

s'inalzerebbe alle (Ielle, f il predicato filenzio fofTe allora riufeito giovera a vole. Mi tornili alla Hiftoria, che ben ponderata la pi potente difefa, Ciro".* che darfipofla alla condotta di Honorio. Egli adunque ricevuta la lettera, e la Legazione diSofronio, fcriile incontanente Ciro, che onninamente deliftelie dall' aflerzione dell' una, delle due volont, &oflfervaffe il filenzio fopraqueflo punto, ballando allora alla indennit della Fede Cattolica la fola confezione delle due Nature di Gies Chriflo fecondo il fentimento di S. Leone , e del Concilio di Chalcedonia , allegandone la ragione, acci la nuova queftione delle due volont non opprimeffe, conrbndeflela vecchia decifone delle due nature, Quatenus , quello uno feorcio dell' accennata [ e ] Lettera , eiendone il reftante rimatlo ofeuro fra cjfmZl betltr ?*>*>"> le tenebre dell' oblivione, nove adinventionis unius , vel duarum operanonum vocabulo refntatOy dar Dei Ecclefarum preconio, nebulofarum concer- liifd'sfrgi^Z' tationum caligine offundinondebeant, velafpergr. ut profetl unius , velgemi- c ^'*<MW *'*" {""' ne operationis vocabulum noviter introduUum predicanone fdeieximatur. * l^am qui beedicunt, quid aliud nifi juxta unius vel gemine natura CbrifliDei vocabulum , ita& operationem imam vel geminam fufptcantur? Super quod clarafunt divina teftimonia Unius autem operationis vel duarum efe vel fuifte bominum Dommumjefum Cbrijum, fenti^e, mediatorem Dei , promere fatis ineptum efl: & il medefimo Honorio fcrivendo di nuovo Sergio fopra Efanuovaler. il medefimo foretto, e rapportando nella fua lettera quel tanto, che habl teraaSergio. n,t->xt -r 1i- c -ribiamo Noi rilento, haver egli fcnttoaCiro, loggiungeinefphcazione, confermazione, &ampliazionedelfuofcntto, [d] Et hoc quidem , quan- d Honor tPt2tA tum ad injruendam notitiam ambigentium , fantliffime fraternitati veflre per $trginm> qH*\>* eaminfinuandumprevidimus Ceterum quantum ad dogma Ecclefiajlicum per- tturlot c,t tinet, qua tenere, velpredicaredebemuspropter fimpliatatem bominum ,

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ampu-

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iG*ut.$. b Coi, 2.

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& hominum fed utrafque naturas unoCbrifto untiate naturati copulatas cum alterus communtone opeatque operatrice* debemus rautes & divinata quidem qua Dei operaniem funt & humana qua carnis funt exequcntem: non divise ncque confuse, aut convertibiliter Dei naturam hominem & nec humanam Deum cornerfam edocentes fed naturarum integras Unus atque idem humilis & fublimis, aqualisTatri, & minor V atre [a] ante tempora natus tempore per quem faUa funt facula fa&itsinfacu & q U legem dcdit faclus b ]fub Lege ut eos quifub erant redimerei ipfecrucifxus, & chirograpbum quoderatcontra nos evacuans Cruce de potefiatibus & principttwus triumpbavit Jluferentes ergo
unam vel duas opcrationes in mediatore Dei ,
in
,

mputandas inextricabiles quaflionum ambages

z0 ^

Secolo

FU.
( ftcut fuperis

dixmus
,

non

definire

confiteri
,

in

in

differentias

confitente*
,

ipfe

in

efi:
[

ejl

efi
,

lege

ipfe

in

non nos oportet unam, ) yel duas operationes definientes predicare fed pr una f quam qni lam dicunt) operatione , oportet nos unum eperatorem Chriftum Dominum in utrfque naturis veridico confiteri , pr duabus operatiombus , oblato gemma aperatioms vocabulo , ipfas potius duas naturas , id efi, dvinitatis , carnis affumpta in una Verfona Unigeniti Bei Tatris inconfusb, indivise, atque. inconvertibiliter nobifeum predicare propria operantes Et hoc quidem beatiffima fraternitati veftra nfinuandum pravidimus , quatenus unius confeffonis propofttum unanimitati veflra Sautlitatismonflraremus , ut profet in uno fpiritu anhelantes pari fidei documento mfpiremus Scribentcs etiam communibus fratribus Cyro, Sophromo sAntifiibus , ne nova vocis, idefl, wiws vel gemina operationis vocabulo infiflere , vA immorari videantur; fed abrafa hujufmodi nova vocis appellazione , unum Chriftum Dominum nobifeum in utrifque naturis divina, vel humanapradicent operantem Quamquam hos, quesadnospraditlusFrater, &CoepifcopusnoflerSophroniusmifit, inftruximus , ne duarum operationum vocabulum detneeps pradicare innitantur: quod infiantifjim promiferunt , praditlum virum epe fafturum , .fi etiam Cyrus Frater , Coepifcopus nofter ab umus operationis vocabulo dtfcefiert Onde appare, che non altamente Honorio approvale gli atti Sinodali di Sofronio, mprefeindendo da eil , inliftefle feoipre nella incubazione dell' accennato filenzio , eh' egli allora giudic pi neceflario ai bifogno , e pi ut ^ e a ^ a Chiefa. Ma' g indegni due Satelliti d'Inferno, Ciro, e Sergio Nuovefraudoifnie etramedi applicando lor vantaggio il prudente temperamento del Pontefice, mociro,t di Sergio che apparteneva all' obliquo fl. rarono di applaudire al di lui oracolo in ci , della propofizione di Honorio, cio all'una, alle due volont ; ma non giinci, che riguardava il retto di ella, cioilllenzio; edeitorcendoin mala parte il primo punto, contradicevano apertamente il fecondo, e col difeorfo vietato andavano come minando fecretamente la rocca della Chiefa , per rovinarne poi .con aperta oppugnazione le fondamenta . In quella fchiettezza di operare perfever Honorio ne' cinque anni che fopraviffe nel Pontificato ; einquefta fraudolenza di maliziofa condotta perfever Ciro, e Sergio nel medefimo tempo, in cui fu cos terribilmente feoflb 1* Oriente dalla Guerra de Saracini } i quali devaftata la Paleftma , con lungo attedio di due anni prefero, [e] e foggiogarono la Santa Citta di AitiM Gierufalemme , che fra lo Crepito fpaventevole delle armi non fi ud pi alcun nuovo disparere di Religione, e fra chi oppreflb dal iogo , chi dallo (pavento, non l legge in alcun* Autore, chepii dibattette la menzionata
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{ftcut diximus

fcandalum novella aiiuventiouis

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que :

Capitolo
queftionc, e debolmente
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FI.

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parl dieffa, forzofamente fi tacque. E Honorio, quafi ben' navette pr veduto con l'importo filenzio alle ragioni della Fede, fin alla morte attefe ad opere grandi, conforme adetfe lo portava il fuo zelo, e'1 tuo genio, tramandando Predicatori in lontanifime [a] Provincie per propagazione della Fede, ripigliando [b] iScozzefiper l'inolfervanza della Pafqua fecondo il ricevuto computo Niceno, adope-

Honono, iua
morte,

Hono * ^
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randofipollentementeper ifcacciar dal Regio Trono de' Longobardi il R Arriano Arionaldo , e per riporvi il deporto Cattolico Adalualdo, [e] de-

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Jpuil ant
upud Bar. n>

gradando dal Patriarcato Gradenfe l'Heretico Fortunato, ed inalzandovi in fuo luogo il Cattolico Primogenio , [ d ] riducendo con foaviffmi mezzi all' unione della Chiefa Romana leChiefeScifmatiche dell' Iftria, imprefa infelicemente [e] tentata da Gregorio Magno, e nfervata dal Cielo ad Honorio primo, ed arricchendo le Baiiliche di Roma di cos pregi atitefori , che nella loro enumerazione fianco ili eziandio la penna di quell'Hiftorico , che li prefe deferivere il quale doppo di haverne moltiflmi regiftrati, [f] Sed& multa alia fecit,ioggiimgQ, qu# enumerare longum eft: onde maraviglia non , f , eflb morto , infolentemente avidi li Greci ne faccheggiaflero gran parte con que' funefti fuccefi , che fotto il feguente Pontificato fi riferiranno.Per lo che gi ultamente fu egli dagl'Hiftorici encomiato con
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fpeciofi, e meritati titoli di [g] Catholica fidei ajertor , profefior , defer- % Baro .anno 31 propugnator , ed efaltato eziandio con atteftazioni di miracoli, di-'"""' for,
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cendofi di lui, Honorus Tapa mir pietatis fuit', cujus tunica D^moniacus
liberatus e(l Cos di Papa Honorio Giovanni di quidam indutus fuit, Archidiacono di Barcellona , & Auditor dell' Apoftolica Camera, Polemar nella fua Orazione aiPadndiBafilea, [b] allorquando egli per tr intieri h ^oi^j. giorni confut il quarto articolo de' Bohemi de Civili dominio Clericorum propofto, efoftenutodaPietroPayna[*]Inglefe. Contro dunque un cos zelante, accreditato , e magnifico Pontefice L *J?.n.cSk. inforgono le folitemaledicenze degl'Inimici [fQ della Chiefa Cattolica, i """^J^jf*'/"' tm e quali a piena bocca lo chiamano Heretico j perch' egli nelle fue due accen% minM*gdt*
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nate lettere approvaffe la dottrina, &ilflenzio di Sergio. Neil* aflerzione *rg.&Min. concorrono non fenza nortra gran maraviglia [ / ] molti Cattolici Scrittori , cmtu Be<t* i quali non vogliono, non fanno efimere Honorio da commefla colpa ^f*''^^*;^" ** Hereticale , fia perch' egli adheriiTe al fentimento di Sergio , perch' egli tiUu accettafle con nocevole connivenza il flenzio proporto da Sergio Noi certamente , che come Hiltorici , obligati Solamente fiamo alla lincer rapprefentazione de' feguiti avvenimenti, e mal volontieri volgiamo lo rtile dalprefilfo racconto ; nulladimeno in quefto fatto, in cui riconofeiamo tanto offefa la verit, e tanto conculcata l'innocenza, non poifiamo contenerci di non convertir l'Hiftoria in Apologia, per cui fi renda chiara, e provata la fana Fede di Honorio, e la maldicenza peffima degli Antihonoriani E primieramente fui bel principio della proporta materia , cofa ftrana ci fembra , che cadefle Honorio in Herefia , e per [ m ] cinque anni , ch'ei m Epi/r.Ho,?. * fopraviifealla fuppofta caduta, non fol non folle dalla Chieia dichiarato Sngm fcr'im decaduto dal Pontificato , ma n pur' ammonito , n ad alcun divenuto fo- ZtrLTmVruZ fpettoj anzi al contrario fin' alla fua morte da tutto il Chriftianefimo efal- />.*ji. d IZ n * tato , applaudito , e venerato Argomento noftro credere cos forte , che rio'. bifognadire, che tutto il Chriftianefimo s' ingannale con Honorio,
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XC(5

Secolo

Vii.
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fcovo , di qualche Chiefa, di qualche fedele, per cui almeno appanfea, che in que' cinque anni, che feorfero dalla data delle fue Lettere alla Tua morte , non folfe gradita , e confequentemente approvata la ma dottrina EccleiafHco canonizzato [a] per Santo dalla Chiefa, ri^^SJ/.?'"* Sofronio fteffo, putato infigne Theologo per tutto l' Oriente , primo contradittore di Ciro e Sergio, e nuovamente impegnato contro l'afierzione dell' una volont, e contro il filenzio con la formazione del menzionato Canone, e con la fpedizionedel Vefcovo di Dori fuo Legato a Roma, e che come Patriarca di una cos famofa Chiefa , qual' eraGierufalemme , haverebbe dovuto e potuto fraternamente ammonire jil Pontefice , ogni qualunque volta quefti haveiie deviato dal retto fentire della Pontifcia amminiftrazione, tuttavia non fol di lui non l rinviene fatto , detto contro Honorio , anzi che Iheofane Greco , e fanto Annalifta narrandone la morte , e collaudando le di lui egregie operazioni contro i Monotheliti, dice, cheSofronio valentemente combatt fempre contro li Monotheliti , nella enumerazione b xhtofh. in an- eie' quali tutti egli vi ripone , fuorch Honorio, [b] Sopbronius obiit , egli '"' affi* Hierofolymitanam ornavit Ecclcftam , qui corina dice y qui verbo , Fratrum ejus Monotbelitamm , Sergii fcilicet , Heraclium , Cyri decer tavit errorem . Certamente f Sofronio haveife feoperto mala Fede in Honorio , contro lui farebbe infurto , come contro Heraclio , Sergio , e Ciro ; e tanto pi fortemente contro Honorio , quanto che Honorio farebbe itato inimico pi accreditato, epotente, e perci pi valevole a render vincitrice la fazione . Ma pai piti oltre la verit , e la forza dell' argomento. Sofronio fpedifee a Honorio una Legazione, rappreienta g' inconvenienti fucceduti, fiftanzadi dovuto pr vedimento, propone l'abolizione del iienzio, e la publica dichiarazione delle due volont: e Honorio riceve il Legato , apprende l' efpofto, accorre al rimedio , ma perfiite nelfilenzio, e rigetta la novit delle parole dell'una, delle due volont Quefta Pontificia determinazione certamente dovette effer nota Sofronio . Hor ci pollo, rifpondaf, Sofronio acconfent ad Honorio , ad elfo l oppofe ; f l oppofe, rinvengali l'oppoizione ,ch'ei gli fece, e pot haver e LaLtxaventdi tempo di riaverla fatta , mentre elfo mor [*], tr anni doppolafpedita Le2 ** /Tr gazione : acconfent , e rimane provatala noifra aiferzione , che il medea ^n t c'alio l'ib. limo Solfonio approvaife la fana Fede, eia favia condotta di Honorio, uaBt.*n,ct. a i me no non la giudicane contraria al fenfo Cattolico della Chiefa. Ma che reftringer la telf monianza dell' incorrotta fama di quello Pontefice aila teftifk azione delfolo Patriarca di Giernfalemme ? quando in Occidente d cond. Toitr.4. tr Concilii rf jcelebraroni nella fo la Citt di Toledo , in cui intervennero [ 70 in que' cinque anni, chefcorfeio dalla fuppoft a caduta alla fua morte, li Z'.^m.'S.'
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u\\ e &lnr C *a neii'"ch it"a

Honorio ben fentifle con tutto il Chriftianefimo Non habbiamo fin hors, potuto rinvenir' Autore , n Heretico,n Cattolico ne contemp; raneo ad Honorio, n pofteriore ad elio , che rifenfea alcun lamento di qualche Ve-

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e nella chiefa di cento tre tftatr, nel *.ana. glia, , e fucceifor di S.

pi inlgni Prelati della Spagna , e delia Gallia Narbonenfe in numero primo ae'qualipreledS.Ildoro Vefcovo di SiviLeandro ; afllterono fra gli altri S. Ciuffo di Tole-

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,,,.68.

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liaicnciM.

do , S. Stefano Emeritenfe , S. Monito di Girona, S. Conanzio di Valenza S.Baulio di Saragozza, e dall'antichit fu chiamato [e] Concilio Genera e e nel [/] fecondo, e terzo (ed come Capo S. -Eugenio Vefcovo, e friniate della medefima Citt di Toledo, & in efl u pur' un lamento
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Capitolo
iidifi
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VI.

X0 7
di Santi
,

Ho no& 10

dalla fana dottrina di

Honorio, quando in congrefl

aduna-

dacosriguardevoli, e principali parti del Chriftianefimo , dovevano eflere altiffime le doglianze, s' eglino haveflero riconofciuto mancante di lede il Capo della Chiefa. Forf puoffi in loro allegare ignoranza in un fatto agitato per cinque anni tri un Papa, e due Patriarchi , cio '[tri le prime perfonedel Chriftianefimo , e fopra materie importantiflme di Fede? Forf puofl fupporre , che vilmente taceifero Ecclefiaftici cotanto fanti, cotanto dotti, che con tanto ftento di viaggio per zelo della Religione Cattolica tr volte in cinque anni fi adunarono in Concilio, folper materie leggieriflme i comparazione di quella di Honorio , quali furono la riforma della Ecclefiaftica Difciplina circa i Riti , la provinone "di allontanar gli Hebrei , &i Pagani dallo fcambievole commercio con i Chriftiani? Anzi che ci attefta un' Autore Oltramontano, che la fama di Honorio era allora venerata da tutte le Nazioni, [a] Erat venerabili* Tra- unu Manachw n a Ber ol<ti fui Honorius , dice di lui Giona Scozzefe , fagax animo , vigens confilio, J}* s dottrina clarus, dulcedine , humilitate pollens ; ed hora lo chiama Santo, edhor Beato; e S.Maffimo luminare delle due Chiefe Greca e Latina, non nomina Honorio fenza una profonda venerazione alla memoria di lui bench egli dalla Grecia ne veniffe, allor quando in Africa lafuadifputa hebbecon Pyrro. Mi dalle Chiefe lontane pattiamo alle profiline. Se in alcuna parte del Mondo furono maggiormente note le rifoluzioni di Hono- E particola menno, certamente elleno furono in Roma, dov' egli ricev le lettere di Sergio, Roma.'* " la Legazione di Sofronio, ed'ondeferiffe le due accennate epiftoleal Vefeovo di Co ftantinopoli, cofe tutte di lor natura ftrepitofe,e che in una gran corte malamente poifonfi tener celate, anche quando fi vogliono. Eptire il Clero di Roma in nulla oft, non mai reclam, tutto applaud, e tramand ai Pofleri teftimonianze authentiche del fuo applaufo negli Epitaffi ttatvM* *?*! [b] eh' erefle alla memoria di lui, paragonandolo nel zelo al gran Pontefice *' 4 S. Gregorio , con 1 degni titoli di ^cZ/f' Bonus .Antijles, Dux plebis Honorius; collaudandolo, perch'egli
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Dottrinis

jlbfiulit exattis

meritifque fuis de faucibus boflis jam peritura modis;

augurando

alla fna fant'

Anima il merito della Gloria del Cielo


perennem
;

JEternrf lucis Cbrifto dgnante

Cum
fogginngendo

patribus Santtis poffide jamque diem

His ego Epitaphiis merit ubi carmina folvi, Qud Tatris eximii firn bonus ipfe memor . Quali laudi in vero non haverebbe il Clero Romano attribuite ad Honorio , anche doppo la fua morte , f Honorio foife bruttamente in vita caduto , e morto in Herefia; anzi non Solamente egli nonl'havrebbe con dipinti encomii efaltato , mi incontanente eziandio con precifo decreto dichiarato ipfo fatto decaduto dal Sommo Pontificato di Roma . Poiche f il Clero Romano alla fola , e lontana fama della caduta di Liberio, la quale in foftanza non fi errore [e] hereticale, ma errore apprefo hereticale dal commini delle genti , cos fortemente riferitici , che con non udito efempio non volle pi riconofcerlo per Pontefice, cecrollo, e procede alla adorazione di un nuovo Papa, che fu S. Felice Secondo; co-

c Vedi ' lp ">'-<*"""'

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Hono

RIO#

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Secolo

VII.

medirpuoffi, eh' egli voleffe non pur compatire, ma lodare Honorio caduto in colpa manifefta di Herefia, intempo poi, e congiunture tali, che men compatibile di Liberio poteva egli renderti, elTendo che in tempo di

Roma

Honorio godeva la Chiefa tranquilliffimapace, efotto Liberio inferocita infuriava pe'l Mondo la perfecuzione di Coftanzo ? Mancavano forf in allora Ecclefiaitici dotti, e fanti, chehaveffero refiftko in faccia una cos ftrana, efcandalofa perverfione, quale fiata farebbe il veder

confermata l' Herefia dall' Oracolo di un Pontefice? Chi rinvenir vuol, di qual forte petto fofTe in queir et fornito il Clero Romano, legga la fua meoncuffa coftanza nel deplorabile facco , che diedero all'pifcopio Lateranenfe gli avidi Greci fottoil feguente Pontificato di Severino, legga le fue lettere , le fue oppofzioni alla Herefia de'Scozzefi, le provifioni, eh' egli prefe nella Sede Vacante dell' accennato Severino per mantener' illibata , & intatta la purit della Fede anche nelle lontane Provincie del Chriitianefimo, e quindi deduca la fua attenzione per cuftodirla fincera nella propria Chiefa di Roma Onde il fupporre caduto Honorio, e tacito, connivente , diffimulanteil Clero di Roma, farebbe un fupporre caduto il Sole, e ferrai nel loro naturai moto li Pianeti, nella loro nativa luce le In oltre aggiunStelle, e in nulla manchevole nel fuo fiftema il Mondo gati , che non folamente Honorio non die motivo ne pur remoto di fcandaa sAntf.n Kontr. \ a l Clero Romano , mi di lui diffe un del medefimo Clero , [ a ] Hic erudiyit Clerum , lafciando egli ad eflb Clero non motivi di Herefia , ma efempii di Fede, e di dottrina. Ma dianfi pur di trascurate, di menzognere, di nulla curanti della Fede , le Chiefe di Oriente , li Padri dell' Occidente , il Clero di Roma , e quanti Autori hanno fentto in lode , in difefa di Hobefteme nella opinione, norio; potrafl giammai proferir da bocca Cattolica la efecranda c anemone di' habbiano mentitoli Vicarii di Chrifto, li Succelfori di Honoche { 3iJ ris se?cffSf rio ? Non fcrifre forf il Pontefice .A gathone all' Imperador Cofantino Pois ^tgath. tpifl.u in advergonate, [b] Hac eft vera Fidei regala, quam& inprofperis , Adimper. ter tenuti , atque defendit hac fpiritualis Mater veftri tranquiliffivtvac j mt Imperli , jLpoftolica Cbrifti Eccltfia , qux per Dei omnipotentis gratiam tramite Apostolica traons nunquam errafte probabitur , nec hareticis fed , ut ab exordio Fidei Chriftiana pernovitatibus depravata fuccubuit
.

&

centi ab autloribus fuis jt.poftolorum permanet , fecundm ipfuts Domini


e f.i2.

Cbrifti prtnciptbus

illibata Fide tenus

divinam pollicitationem , quam fuorum difcipulorum Trincipi in Sacri* Evangdiis fatus cft , [ e ] Teire , Tetre , inquiens , ecce Satanas expetivit vos , ut cribraret ficut trititu aliquando cum ; ego autem rogayi pr te , ut non dejiciat fides tua , Confid?ret naque veftra tranquilla cleconverfis tot/firma Fratres tuos . Salvator omnium , cujus Fides eft , qui Fimentia , quvntam Dominus , dem Tetri non defcluram promifit , confirmare eum Fratres fuos admonuit, quod jLpoftolicos Tontifices meo, exiguitatis pr adeceffores fecifte femper , cunSalvators

&

&

ei is eft

agnitum? Non fpggiunfe egli nella medeiima lettera, doppo di riaver nominati, &efecrati Ciro, Sergio, Pyno, Paolo, Pietro, e Theodoro, Eximenda proinde, ac fummis conaubus liberanda eft Sancla Dei Ecara Orclesia de talium Boftomm erronbus, ut Evangclicam atque jlpoftolic qua jundata eft fuoer firmam petram hujus thodoxa fidei rrtlitudinem , prafidioab B. Tetri ^ipofioloram Principis Ecclefia , qua eius gratia s atque immexus , Cleri , ac Topi^ ornili errore illibata permanet } omnts Trafulum

lomm

Capitolo

VI

log

Honorio,
a

lorum nobifcum confiteatur ac pradicet ? Non replic egli , [a] ^ipoflolca memoria mcx parvitatis Trrtdeccffores Dommicis dotirinis infinteti , ex quo novtates hareticas in Cbrijli immaculatam Ecclefiam C onfantinopolita-

h>m,

tarli ut

Ecclefue Tnefules introducere conabantur, nunquam neglexerunt eos hot' apravi dogmxtis haretico errore faltem tacendo defijlerent, ne ex

hoc cxordium diffida in unitate Ecclefia facerent : mea humilitatis pr&dcceffores commonuiQe > rogale , increpajfe , objurgaffe , arguire , quateas medelam poffet recens vulnus accipere ? Non fu quella Lettera da tutto approvata nell' il Sello General Concilio replicatamele ricevuta , azione ottava, e decima ottava con la degna enunciativa, Tetrum per *dgathonsm loquutum fuife ? Se Honorio fu heretico Monothelita, con qual faccia Agathone difputando di quella medefima Herefia pot dire, '^tdlum fttorum pradecejjorum unquam errajje ? e la fola Chiefa Romana femper illibatam permanse ? con qual bocca tutto un'intiero ConciIo Cattolico attefl le parole di Agathone parole di S. Pietro , e Tetrum per jigathonem fuijje loquutum f Forf Honorio non fi uno de'predeceflbridi Agathone ? Forf Agathone ft necefitato sfacciatamente mentire ? Forf il Concilio con efecrabile adulazione atteft per Oracolo di S. Pietro una falfit di Agathone ? Niccol il Grande , quel gran Pontefice fopranominato dall' Antichit [b ] Jllter Elias , e dall'ottavo Sinodo nuovo [e] Finees, nuovo Daniele s e nuovo Martino, fcrivendo all' Imperador Michele, e parlando de' Romani Pontefici fuoi predeceflri, [d] Hosenim, dice, nec tennis faltem rumor afperfit aliquando , cum prava fapientibus fapere , quanto mins concertare f efoggiunge, [e] *ApoJlolica memoria noftri pradeceflbresnondeftiteruntpradicisviris , cio Theodoro, tam roganSergio, e Ciro, diverfs temporibus confultijfim fcribentes, tes , qum regulariter inerepantes , quatenus proprium emendar ent novitatis commentum Hor com'egli vero elfer potrebbe il detto di un tanto Pontefice , fcritto ad un'Imperadore del Mondo , e che and publico per l'Oriente, e per l'Occidente , le non ancora feorfi due Secoli poteffe rinvenirli un Pontefice macchiato di Herefia? Forf quel Chriftianefimo , che haveva havuto cuore di condannare per Heretico Honorio, non hebbe giammai lingua per riprovar come menzogneri Agathone, e Niccol Magno ? Ma da quefte generali congetture della incorrotta fama di Honorio pafiamo alle ragioni particolari, che convincentemente e comprovano, e ftabilifcono la fana dottrina, e lafavia condotta del fuo Pontificio governo . Due fono l'armi , con le quali li maldicenti fi Scagliano contro lui, ambedue prefe dalla medefima armeria di Honorio, cio dalle Lettere fcritte da eflb Sergio , quali Noi riabbiamo di fopra registrate . Nell'una egli diffe, [f] Unamvoluntatem fatemur Domni nojlri J efu Cbrijli t nell'aitra [g] 'Non nos oportet unam vel duas operationes definientes predicare , rinnovando il filenzio di gi inculcato, raccommandato, e comandato nella prima. Onde dagli Anti-Honoriani fi deduce, che contro il dogma Cattolico confeflaffe Honorio una volont in Chrifto, e contro l'obligazione flrettadiconfeffarlaFede, fotto perniciofo, e fcandalofo filenzio fupprimeife la verit dell'Euangelio L'armi fono defle, leoppofizioninonfono calunnie, e vera ( l'alferzione di Honorio dell'una volont in Chriilo, evera fi i'impofizione, ch'eglifece, delfilenzio. Mohnonmai abbairanzaefeciatamaignita degli Heretici i ohfempreviva, eperniciofamenTomo II, te viva,

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Honorio.

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te viva
,

Secolo
!

VII.

temeraria baldanza , perverfa fagacit , & involucri pi tofto , che Tanto lontano fi , che Honorio proferirle Herefa nel confeflare in quella lettera una volont in Gies Chrifto, che s'egli in quellafoggetta materia di difcorfo ne haveffe confeffate due, haverebbe certamente detto un'Herefa. Leggafi da chi hi occhi in fronte , e mente in teda libera da vii paffione , e ben fi apprenda ci , che cosi bene fi fpiega. Honorio allora parlava della Natura fiumana affunta dal Verbo , e non delle due Nature di Gies Chrifto unite nel fuppofto Divino ; onde fu di vuopo , eh' egli conferiate , ficcome una Natura affunta, cos una volont. Le fue parole fono chiare , e fuori di ogni immagi*$'Md>c,i,i tpji. nabile pretefa efpofizione , e da eife , come da oculare ifpezione [a] S.Maf, fimodeduife l'innocenza, e la fana dottrina di Honorio, ed elleno fono quefte, Confitemur unamVoluntatem Domini noflrijefu Cbrifli, ed eccone la ragione, Quia profet divinitate affumpta efl noflri natura, non culpa, illa prefetto, qua ante peccatum creata efl , non qua poji pravaricationem vinata; efiegue, Chriflus emm Dorninus in fimilitudinem peccati veniens, peccatum Mundi abflult, de plenitudine e]us omnes accepimus- , forb phi. 2. mam [b] fervi fufcipiens , habitu inventus efl ut homo quia fine peccato

argomenti di deteftabile perfdia

&

&

conceptus de Spiritu S anelo

etiam abfque peccato

efl partii s

de

fantla&

e p t ug. Papa
ijiri*.

immaculata Virgine Dei Genitrice , nullum experiens contagium vitiata natura. Non neghiamo, che pi chiaro farebbe flato il fenfo, f pi chiaramente egli haveffe efpreffo il fuo fentimento ma perche il folo Honorio deve effer privo di quella non folamente graziofa, mi eziandio neceffaria interpretazione , che da tutti li Dottori Cattolici largamente fi concede agiferitti, edettide'SS.Padri, & alla medefima Sacra Scrittura, le cui parole fono apici di Divinit , e devono pi tofto venerarfi , che fpiegarf ? E tutti accorrono prontamente, e di buon'animo dare favorevole efplicazione all'una Natura incarnata di S.Cirillo, allepropofizionidiS.Agolino dell' eccefjva libert dell'arbitrio, allora quando il Santo Padre difput contro i Manichei, alle afferzioni di San Dionifio Alelfandrino, di San Bafilio, di San Gregorio Taumaturgo fopra il Mifteno della Santiflma Trinit, alla una Hipoftaf afferita da San Girolamo nelle divine Per fone, alla volont Deivirile tante volte replicata dall'Areopagita, all' Unit afferita da Gies Chrifto tra Elfo , e il Padre, all'altra Unit voluta da Elfo tra fuoi Difcepolifimilitudine di quella, ch'effohavevacol fuocelefte Padre, e mille altre propofizioni, regiftrate ne' libn de' SS. Padri, e in que'medefimi della divina Scrittura; e poi tutti non folamente Heretici, ma confufamente fra efJl eziandio Cattolici invertire unitamente Honorio come refragatore dell' Euangelio, conculcatore della Fede, violatore del Pontificato , e ribelle fra Chriftiani, folo perch' egli confefs per necefana illazione nel fenfo, in cui parlava, una Volont di Gies Chrifto ; e volerne pi tofto dilacerare , ftorcere , e travedere , che unire , fpiegare, e vedere il retto intendimento della fua Pontificia confezione ? Quando i. anch'ella (offe dubiofa , fofpetta , le] Nonne rcs , qua dubietati fubjacet , jemper m partem mterpretanda eji melwrem i Qual demerito contrals egli mai col Chriftiane'fmo, che ad effo folo habbiafi negare quella indulgente interpretazione, che la benignit della Chiefa difpenfa prontamente ad ogni qualunque, anche meno accreditato , Scrittore ? E forf regola nuova, e non animella nelle Scuole , che tanto nella efplicazione della di vina Scrit:

tura

Capitolo

VI.
patti ofcuri
1

XII
chiari
tiri

Honorio.

tura, quanto nella .fpofizione de' Santi Padri, i garecol confronto de' chiari, e non involgere
fteriofe degli ofcuri

le

debbanfi fpietenebre mi-

? Hor qui appello i contradittori di Honorio, i calunniatori del Pontificato , i conculcatori della verit; aggrada ad eifi il fapere, quale fiala vera, lanon ofcura, la non contro verfa, la Cattolica confezione di Honorio ? eccola impunto, [a] Utrafque TSlaturas in uno Chriflo, in imitate naturali copulatasi cum alterius communione operantes,

a Honort; epifl.*.

Sn& ,p>m

Divinam quidem , qua pei funt , qua carnis funt, exequentem non divise) neque confuse , aut convertibiltter Dei naturam in hominem , nec bumanam in Deumconverfamedocentes, fcd naturarum differentias integras confitente s ella quefta confezione Cattolica, Herefa? Certamente [b]lUc con- ^tfSSf/' Monotbelitarum barefirn fefjo , atteftail Bellarmino , CatbolicbiJJma ef , penits deflruens Hafl dunque da fpiegare quella chiara confezione con l'altra fuppofta ofcura, la fuppofta ofcura con quefta chiara? Il dire altamente un confondere i termini per confondere la Fede, un rigettare il vero per attenerli aH'inverifimile , un tramu tare i (end per rehdere rei li fentimenti , e gli Oracoli di un Pontefice In oltre f l'una volont confidata da Honorio fofle quella una volont aderita da'Monotheliti , e non quell'ima della Natura humana affinit dal Verbo , corne^Noi veniamo pur hora di dire ; dunque quell'Honorio , che cotanto appafiionatamente intim il filenziofopralauna, le due volont , in quella medefim fua Lettera contradittore f medefimo , refrattore dell'importo filenzio, decret con oracolo incontrovertibile Unam in Chriflo Voluntatem Come mai nel contefto della medcfima Epiftola, nell'atto medefimo della promulgazione del filenzio , pot egli f medefimo contradire , e nel medefimo tempo prohibire le nuove voci di una , due volont , e incontanente confettarne una ? O fupporrc dobbiamo, che un s dotto Pontefice dimeutichevole di f medefim o fi con *on dette vilmente neirafTerzione di due oppofti contrari^ confettar dobbiamo, che fi confondano coloro, che per non intendere ci, che fi dice, adenfcono ci, che ripugna. Se Honorio havelfe intefo di confettare in Chrifto quell'ima volont , che dibatteva!! allora da* Monotheliti in Oriente , certamente non folo potrebb'egli efi^ere ripigliato di debolezza in cos aperta contradizione, qual' era, l'imporre il filenzio ed effo romperlo il primo; ma eziandio d'ignoranza cos grolla, cratta, e per cos dire , puerile che non mai alcun rozzo Difcepolo fotte incolpato di fimigliante nella fcuola delle fcienze; poich fin tanto che Honorio navette confettato una volont, & una Natura in Chrifto , none dubio, ch'egli farebbe ftato HereticoEutychiano, ma pure tai'Heretico, che fuppofto il falfo principio di Eutyche, haverebbe bene dedotte le confeguenze fecondo le regole della naturai Filofofia ; eifendoche[c]i^o- e s.h.D*m4.d* rum natura eademcfl y borum aflio eadem , quorum una efl aiio > ho- }'* '**' h rum quoque una efl efientia e di ci la ragione fi , chela volont, eia operazione feguita la natura , e non la perfona , altamente nella Santi/lima Trinit dalla pluralit delle perfone arguir fi dovrebbe la pluralit delle vo.., ,, l u S. Max. in di] p, rji '. ; ! *?> * ,-r r r ontajfej Sicumoperationibus , diceS.Mailimo, inferuntur perfona, igi- cttmPjrrbo. tur cum perfonis ut confequens efl , inferemur operationes , coatti eritis vefiras regulas fecuti, aut propter unam operationerafanfa Deitatis ,unam ejus
atque operatrice^ confiteri debemus
:

operantem;

& bumanam,

&

&

s*

&

&

&

perfonam

di cere

aut propter tres ejus perfonas , tres quoque ejus operationes ; 2 e il

,,

Honorio.

iI2<

Secolo

VII.

e il fopracitato S.Gio. Damafceno , Si una cum perfona aU'io induritur , con* fentaneum viciffim e(l, ut una quoque cum perfona aclio etiam rnvebatur . JLtque ita fiet , ut quemadmodum tres Verfona , hoc ej tres J ancia Trmtatis Hypo/afes funt , fic tres quoque atliones fint aut contr , quemadmodum una auto, ita una quoque perfona, &Hypoflafis. Hor'ammettatal'incontrovertibile dottrina, f Honorio navette aderito in Chrifto una volont, & una natura, non farebbe incorfo in altra taccia, che in quella di Heretico Eutychiano , e frante il primo errore di Eutyche circa la tngolarit delia natura, ben egli haverebbe argomentato la Angolarit della volont; m; havendo egli aderite cotanto chiaramente , e cos individualmente non tanto nelle due accennate Lettere, quanto quafi in ogni Lettera di effe, le due Nature ih Gies Chrifto fecondo il fenfo Cattolico , il fentimento del Concilio, e il Tomo di S.Leone, non pu giammai da huom faggio dedurli, haver'egli intefo, che due Nature poffano havere una fola volont poiche altrimente farebbe egli flato non folamente Heretico , ma il pi ignorante Heretico di tutte l'et paifate , e in fuo paragone dovrebbe dirli feufabile Eutyche , il quale almeno f ammetteva in Chrifto una fola volont, fupponeva ancora in lui una fola Natura. Onde la forza dell'argomento, e la necent futteguente dell' atturdo induce incontrovertibile l'illazione , che l'ima volont confeffata da Honorio non fia quella allerta e decantata da'Monothelit, perche, come l dille , Honorio fi farebbe troppo incompatibilmente contradetto, e troppo grottolanamente ingannato, a tea, Monaib. quando pure fappiamo, che quel Pontefice [a] fuit fagax animo, ingens conjilio, dottrina darus In oltre note pur troppo fono le tr ingegnofe congetture del Tamagnino , che Honorio diceffe Ts^ovam , e non Unam , fondato forf in fimiglianteperverfione, che Ciro fece del teflo diS.Diod * unam pr nova aderendo, * Areopagita, [b] TS^oyam immutando, Mmtth'. tffi. fcrut.f..2. della qualcorruzionefurono poi ed elfo, e Sergio meritevolmente riprefi S.Martino nel Concilio di Rom a . Nulladimeno Noi non ci ferviamo lfb$5! iZ da ttr. ftcr. }. di elle per giungere al pregio propofto del noftro intento , anzi volentieri le tralafciamo, come non rinvenute fuflftenti, e dal Venerabile Francefeo Marchefe noftro Cugino, e prima di lui da S.Maflmo iftcflb Infittendo dunque Noi nella propria forinola dell'una volont aflerita da Honorio , fccome habbiamo provato, quanto inconveniente cofa farebbe ftato,s'egli havefTe confettato una volont, e due Nature; cos medeimamente qual maffmo inconveniente farebbe flato, s'egli parlando allora dell'attunzione, che fece il Verbo della humana Natura, navette confettata attinta una Na* tura, e due volont ? E quando pure Ci voglia, ftrercainente parlando, ch'egli confettane una volont di Gies Chnito, anche nel fenfo contradetto dagli emoli, non ella queftala forinola tante volte ufatadallaSacra Scrittura, che fpeflb prende l'unit non entitativc, comefpiegano le Scuole, ma pr uniformitatc ? Non dicer Una la Volont di Dio , e quella de'Santi , folo perche i Santi ,\ uniformano alla Volont di Dio ? Non fcriifel'Apoftolo, [d] Qui adharet Domino, unus fpiritus efl ^ e S. Luca [e ] dc ,n 6 ttth ' anima una ? Non fpiegafi da' Cattolici quel Crcdtiitium erat cor unum, e ld." &ego unum do 6 ,vid,i\r detto di Gles " Chrift, [fi %Pgo s utlli unum fmt,ficuttu d'intelligenza, defidepiicationt di qtu- fumus , con la interpretazione di unit d'accordo, e %!*'"' ? EpcichefpiegarnonpuoflnldettodiHocumrnt r^tadaefio fra fnoi Difcepoli ' nodo con la meddma lignificazione di unit di concordia, ratione finis risi'. tom.7!"
: :

&

&

>

'

&

con

Capitolo VI.
con cui le volont divina ,
fine del

%1
&

Honorio.

& fiumana , tendenti ambedue all'unico , e folo efcludevano tri loro la contrariet dell'eflere una proclive al male, e l'altra al bene ? Nel qualfenfo appunto diffele una Deivirile, e una tutte a s.Dion. ^no?. Theandrica [ a ] S.Dionifio Areopagita , una [b] S.Sofronio, le Scuole de' Sacri Dottori con quella, che chiamali CommunicaTJone fJl^hfuT.'t Idiomi. E fomiglianti parole non chiaramente efpreffive del concetto fono *?> Tempre (tate dalla Chiefa ricevute per Cattoliche in bocca de Cattolici, pJ^'^Sff per Heretiche in bocca degli Heretici. La feconda [e ] Frmola di Sir- frin* aecanfenti* s mio comporta dagli Arriani fopra l'eterna divinit del Figlio, fdaS.Hi- "i vtH un'ft'r lario rinvenuta per Cattolica , f bene rigettata dalla Chiefa come Hereti- Sp^SLfiS ca, folo perche in bocca degl' Heretici, eh' efcludevano la Confuftanzia- lag'w'.rlmY. lit, anche la verit era falfa. Laformola, [d] che lo Spirito Santo pr- 'J "^ *%f J* ( cedefle dal Padre, fdaPapaHadriano dichiarata in f Cattolica, ma He- m^1 cip'. 2. reticanelfenfo de' Greci, che aderivano la Procedenza di eflb dal folo j^'r*[! ** a Padre Hora dunque non havendo Honorio confettata Unicam Volitatatem, miUnam Voluntatem , con tante circoftanze adiacenti efplicative del fuo fano fentimento Cattolico, perche cos sfacciatamente ripigliar di Heretico un Pontefice, di cui fu fempre cotanto illuftre, eflb vivente, la fama, cotanto applaudita la Perfona, e da tutto il Mondo cotanto laudata la morte? Ma dal detto di Honorio partiamo al fatto, cio al confentimento da' E ^ a d eflb predato al filenzio propofto da Sergio s dell'una, come delle due norio nella impovolont, per cui egli s'incolpa di pernici ofa connivenza con gli Heretici fifone te filtn z in un tanto affare della Cattolica Fede . E prima ponderiamone cos breveniente il riftretto. Sergio Ecclefiaftico riputato allora zelantiflimo Cattolico propone al Pontefice Honorio il partito delfilenzio fopra un punto non mai per l'addietro in quefti efpliciti termini controverfo , ne dibattuto nella Chiefa conia diverfit de' pareri, in cui confettavano tutti li Padri inChrittounfuppofto, e quindi due volont, femplicemente una in riguardo all' unit delle operazioni chiamate Theandriche , tendenti ambedue ad un fine, e che considerato in se medefimo poteva allora col fuo moto accender difeordie , & al contrario con la fua fuppreflione quietarle ; e Honorio condifeende , e replicatamente bandifee dalle bocche de'Fedeli la novit di cotali parole efprimenti s l'ima , come le due volont , dichiarando fuificiente in quelle circoftanze alla credenza Cattolica la folaefplicita confezione del Concilio Chalcedonenfe, e confeguentemente nulla variando circa l'eflenza del Mifterio propofto. Quefto il poco di quel tutto , per cui Honorio vien publicato come Heretico Dunque f e ] fu he- e vt di i PmtiRretico anche Zefirino, perche sleg le lingue de' Fedeli in nuova difcuffio"SL./^.uoT ne dell a caufa di Montano , per maggiormente renderla diffamata , eflendo che ben fi conclude contraris , e tanto importa il fupprimere fotto filenzio un dogma di Fede, quanto l'agitar' in difputa una Maflma di Herefia onde s'inferifee, che f pu ci pratticarfi , ogni qualunque volta la difputa non fia per rivocare in dubio un punto decita , ma folamente per maggior conferma di ef fo , potr ancora il filenzio imporfi , quando egli Ci giudichi mezzo opportuno al foftentamento delle definizioni Cattoliche, e iVtdi u ?anti$. Conciliari: Heretico fu [/] Aniceto, Sotero, &Eleutherio, perche dop- a* di va ur p il DecretodiPi, f non commandarono con le parole, offervarono /"*1,100 tom,lt o' fatti un perfe ttiflmo filenzio fopra l'efpofta contr overfia della Pafqua *
buono
,
.

'

f^ ^1
-

'

Tomo

II.

in

, ,

Honorio.
V
di

XI4
in

Secolo

VII.
:

[ 4 1 ^ n tanto cne PPf lo Vittore con la ftrepitofa condanna de' Quartodecimani: Fu [6] Heretico il CleroRomano, chea S.Cipriano commatipag'.'iol'. V P f di FLL tTm i m ^ ^ filenzio fopra l'agitata materia dell' affoluzione de' caduti Heretico S. [ e ] Gregorio Magno che [d] fatto confapevole da Coftanzo Vefcovo di m^j^' Vd ^^^il^no 4i s r %. iug ^J 1 animo della Regina Xheodolinda contrario al Quinto General Concilio, effo feri vendo ilei fotto un'alto filenzio fupprefle quel punpag.iii.tnm.z. l ? > cne agitato allora , poteva non convertire , ma maggiormente perveripifi.ffifvi'i n gncftoTomo fag. tire quella Regia Principer Heretico il Concilio Efefino, che nella conl55t danna del Libro del Mopfueftenio non volle includere la perfona dell' Au* s-cyrii.apud xore[e]Tropter diff>enfationem, ne quidam, come dice S.Cirillo, adaftipart *' rnationem viri refpicientes ff ab Ecclefiis fepararent Heretico [/] Zofimo fLtltT Vfdiil Fontif- perche [g] Donec Coelejlius , fi fieri poffet , refipifceret , maluit eum Jenfim J. Z n

vhJ

ton tm*!

'

'

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'

'

'

' fa* interrogationibus alligar , qum dijritla ferendo fententta , in illud abrut*g S B^.^ug.deorig. ptuniy quo jam propendere videbatur y impellere; foggiungendo il citato p c

jdtmtii,.'z.ad
c..

Bomf.

S.Agoftino fopra quel fucceffo quefte gran parole [h] Quidquid levius aflum efl cum Cceleftto , ferrata dumtaxat anttquijfim* , robuflifiinu

&

fidei firmtate

iriSt frS'io.

fifl*

ma

correftionis fuit clementiffma fuafio , non approbatio exitiopr*itatis : Heretico in fine [*] S.Bafilio Magno, che per ridurre
,

li Macedoniani accord loro il filenzio fopra la divinit dello Spirito Santo , S.[k] Athanafio che impofe il filenzio fopra il Miftek sdth. voi. i. defi<.a fuga, e vedi rio del gran Sacramento dell'Altare , Etbnici non intelligentes irrideant aut Catecbumeni curiofiores faUi fcandali^entur ,[l] Paolo V.[m] che fenza ulfpontuft. vedetta Non*. alcuna definizione lafci libero alle parti , de gravi ilio, controversa, qu<e d libero arbitrio inter fitklemeim'agitata fuerat de gratin divina auxiliis , jfayJtm.f.' m carriere in Dominicanos , Jefuitas , ut utrifque , donec aliud decemeretur , liberum *n e@et > uam * n fbolis mode/le tueri, fed fine damnatione altertus partis : piti"'?*""'

inUudt'ms.B*/- alla fana dottrina

Ne

&

&

parvuli aut duarum operationum vocabulo offenfi , fcBantes J^eftorianos nos vefana fapere arbitrentur ; aut vero, fi rurfus unam operationem Domini noftriJefuChriJli fatendam efe cenfiicrimus , flultorum Euty e hianilarum attoniti! auribus dementiam fateri judicemur. Non fono quefte parole chiare , per cui egli dimoftra di caulinare per la medefima ftrada , di gi calcata da" fuoi maggiori , e che poi caminarono fin' a' tempi noftri li fuoi fucceffori ? Forf il tacere le voci fi il medefimo, che il negare i lignificati ? Se ci x>TAmagJot,ctt. vero f {fe> comefuppone [o] il Tamagnino, oltre che tutti gli allegati Santi Padri farebbono colpabilmente Heretici , perche propofero il filenzio fopra altiilme materie di Fede, Honorio haverebbe uiperati tutti li pi efecrabili Herefiarchi del Mondo , perch'egli non folamente haverebbe negate, ma replicatamente rinegate le due volont in due lettere con doppio impegno: onde non dovrebbe riporfi fra i fautori de'Monotheliti. fra p Trtne cmb,js quali fi compiacque di annumerarl o [ p ] il Combefs , ma fra gli AntefignaM""" ni de Monotheliti , come pi empio di eifi . Poich Honorio nella contheiullm difeendenza al filenzio ravvis la fraudolenza di Sergio, nonfcoprilla ;
.

Htn, Ser& '

tpft.

ad

Heretico l'ifteffo S.Sofronio , anche apprett g' inimici laudato per Sauto, perch'egli acconfent al filenzio di Sergio ; e mille altri in fine Papi , Concini, Dottori, e Santi, che per toglier Io fcandalo, per indurre la quiete, fuppreflero fotto mifteriofo filenzio anche le pi alte verit , non che le voci efplicative della Cattolica Religione . E forf che Honorio non hebb'egli la medefima intenzione , che gli allegati Dottori , e Santi , e Pontefici ? Udiamone da lui le fue parole: Egli impofe l'accennato filenzio, []7S(e

,'

'

non

Capitolo
f
ri

VI

^I5

Honrio;
Notai. yAltXt *t.7. dihr.*.fi

di

non rvvifolla, come pur confefla un de'medefimi [a] Contraditto Honorio ; dunque Honorio in nulla pecc , poich fu egli ingan,

come fu ingannato Aniceto da Montano , Liberio da i SemiarriaConcilio di Diofpoli da Pelagio, contro il quale, che fi gloriava con temeraria baldanza di effere flato da cjue' Padri ricevuto come s.^g.entr t Cattolico , S. Agoftino potentemente fi fcagli, [b] dicendo, Quando e nonea Cartolici Epifcopi fic intelligebant } Pela^ t,2 sS* tibi tlla damnandaobjiciebantur , ide cum illa damnares , Catbolcum te effe credebant . Troptere tgitur quod te tilt faperc exjiimabant , abfolvendum fuit; quod vero tu fapiebas , damnandum fuit . T^pn ergo tu abfolutus cs , quia damnanda tenuifii; fed illud egli ravvis la mala intenzione, e il abfolutum, quod tenere debuifti . pefimo impegno di Sergio , e in quello cafo acconfent al filenzio per evitar maggior male, che quindi farebbe proceduto, f incontanente fcommunicava , almeno contradiceva a Sergio , e non pot dirfi riprenfibile , n pure per colpa di Herefia materiale, di cui lo taccia l'allegato Tamagnino ; [e] conciofiacofache non pu alcuno ricevere e Tamagn, ,io. oflinazione fCM** giuda condanna di Heretico fenza quella formata feienza, nel male, che rende l'huomo reo nella verit della Fede; pure egli approv il filenzio propoflo con piena feienza della oppreffione della Cattolica Religione, e, come veniamdidire, farebb'egli ilato tanto pi colpevole di Sergio , Ciro , e di qualunque pi detestabile Monothelita , quanto maggiormente l'augufla dignit, ch'eglifofleneva, rendeva ogni fuo detto venerabile, e facro il che non giammai alcuno ha aiferito Mi del prudente filenzio di Honorio ci converr far nuova menzione allora, [d] quando il Typo di Collante ci porger nuova materia di difeor- Vtiniftntif.A fo. Intanto [e] fi omnia exagerare volumus , qua in HonoriiVapa excufa- V'jfnlfi'u'im tionem colligere poflv.mus , facils cbarta y qum fermo deficiet. Onde ci s am pan. s.
nato
ni,
il
*>
' '

&

rimettiamo volentieri neil'incominciata ftrada dell'Hiftoria , la cui fernetta narrazione far 1 a p i p o tente prova della innocenza di Honorio.

fit * * i0 '

CA-

Severino.

%i $

Secolo

VII.

CAPITOLO
Severino

VII.
li ...

Romano

creato Pontefice Ottobre 638.


,

Prattiche di Sergio a
to

Imperiale detto
.

favore de* Monotheliti , thefis in confermazione


.

&

Edit-

dell' He,

refta

Morte

di Sergio

Infoiente de* Soldati Greci


,

che faccheggiano la

Chiefa

*/

Palazzo del LateraClero

no

Morte

del

Papa. Coflanza del


i

Romano,
,

e e

fua Lettera a
Pelagiani

Scoz&eft

contro

Quartodecimani

que* cinque anni dunque , che fcorfero dall' intimato morte di Honorio, bench in alto filenzio fi fupprimefle la motivata queftione delle due volont , anche dalla parte de' Monotheliti j nulladimeno in elfi l'ubidienza al Decreto Pontificio non f effetto di conformiti, e disunione, mi machina di tradimento, com* flito di chi infidia alla vita di un paffagiere , che tace nafcofto Baidanxa, e ma1 "* de* Mono. fra le fiepi, per colpirlo in palfando pi ficuramente alle fpalle. Pafallora Sergio come libero s Honorio da quefto Mondo all'altro, dal rimprovero del contradittore, sleg maliziofamente la lingua non tanto in lde, quanto in depravazione del filenzio, predicando , diaderendo con oppofta intenzione , che il filenzio covulgando , mandato da Honorio fli approvazione , non fuppreffione della novit ; travolgendo, e confondendo i termini, e ritorcendo fuo vantaggio il detto, e'1 fatto del defunto Pontefice, come s'egli in una queftione, in cui prohib la novit delle voci, navette approvato il lignificato di elle, e confelfato queir iftelfo, di cui non voleva , che n pur fi parlale . In animi di gii imbeverati di Herefia , e di gi difpofti divulgarla, fece cotanta imprelfione la maliziofa trama di Sergio, che non pi difcorrendofi del filenzio, pubicamente per l'Oriente parlavafi della vietata materia , appunto come f Honorio haveffe lafciato WlV de ^cr ^ tto ch'elfo morto , lafciava libere le lingue all' efercizio dell' HeAtt"r jMon mtro di n re fj a> j n fcn fat i Monotheliti , perche vantare Honorio voftro feguace egli decret il filenzio infenfo e non feguirne voi le ordinazioni ? heretico, e come voi li orimi lo rompete ? decretollo provifionalmente, e in fenfo Cattolico, e come vantate lui approvatore della voftra Herefia ? egli fu Monothditacon voi, e voi tacer dovete con lui; contro voi egli fu approvatore della Fede Cattolica , e voi dir lo dovete vofilenzio alla

&

&

ftro

Capitolo

VII.

-L 1

Severino:

ftrocontradittore, e non parteggiano . Tacefte, elfo vivente, per iftrepitar', elfo morto, contro quel medefimo Decreto , che voi fraudolentementeeftorcefte, e comparifte Cattolici per tradir pi ficuramente la Fede fottol'infegna, el'habitode'Fedeli : feguifte il coftume de' voftri progenitori, e cofa nuova non fu nella Chiefa di Dio, l'autorizzare la yoftra Herefia col credito di un Pontefice, per farla comparire tanto pi degna di feguito , quanto pi era autorevole quello, che la feguiva. Cos [a] gli Origenifti vantarono loro feguace S,Girolamo, i Predeftinaziani S.Agoftino, iSabellianiS.Bafilio, i Pelagiani Sifto III., e cos parimenaura di te voi nobilitar volefte il voftro Monothelifmo fotto l'autorit ,
alios vult erra] mmis perverse f ipfum amat, qui re y ut error fuus lateat e voi con gli atri vapori dellavoftra diabolica malizia giungere s a ricoprire il Sole, ma non deformarlo , giungere ad attaccar' il Pontificato Romano , ma non ad abbatterlo , e nella fofla precipitante da vqi [e] preparata alla fama di Honorio, e in quel
:

* li *

W*

Honorio

mi

[b

&

&

bs.^tuz.tp.i.a

*'"

mim *

c ?f*i-7.

mareviannegafte, per le cui ftrade [d] corrette temerarii ad invertir' il Popolo di Dio; onde diali pur lode alla verit della Hiftoria, chefoggiungiamo, ne' cui continuati racconti apparir tanto pi bella, quanto

a Exd.

14.

pi contrariata l'invitta innocenza di quell'oltraggiato Pontefice . Dunque smafcheramewo egli fu morto, cheruppefida Sergio il defiderato filenzio, dc'Mouothditi. e tuttala fazione de'Monotheliti, non pi cauta, e guardinga, non pi tacita, e modella, ma petulante, empia, temeraria, e menzognera, aflfer come dogma di Fede luna fola volont di Gies Chrifto, e per autorizzarne l'allerzione public le lettere di Honorio , come s' egli approvata l'havefTe con quelle parole cotanto ben ponderate, e fuflftenti , con le quali una egli confefs la volont di Gies Chrifto, quando parl, come habbiamo detto , dell' afTunzione , che il Verbo kcc della humana natura . L'antico prurito degli Heretici di annumerar' un Papa fra elfi, la novit della calunnia, eia temerariet della imprefa talmente forprefe il Chriftianefimo , che fin dall' hora farebbonfi fentitequek le gran rifoluzioni , che poi in Roma fi prefero tanto in difefa della Fede , quanto in difearico del Pontificato Romano , f i Monotheliti all' empie beftemmie accoppiando fubito efecrabiliflimi fatti , haveffero dato tempo all'unione degli Ecclefiaftici , al maturamento delle rifletfoni . Conciofiacofache con follecitudine eguale alla grandezza della malizia, rapprefentand Sergio all' Imperador' Heraclio l'articolo dell'unica volont , come mezzo potentiffimo per confeguir la conci- subornamento di liazione delle Chiefe, di cui Cefare moftravafi defiderofimmo , efpofe- Cefare gli, che in elfo era concorfo e Honorio da Roma, e Ciro da Alejandna, ed effo da Coftantinopoli , e Sofronio da Gierufalemme , cio tutti li Patriarchi del Chriftianefimo : ond' efier necelfaria l'Imperiai confermazione di uji' Editto univerfale, per cui e la cognizione del dogma Ci publicafle, e colf impronto della Cefarea fottolcrizione fi venerale indiftintamente per' tutto il mondo. Heraclio, ch'era Principe di vario ingegno , e perci di varia inclinazione , altrettanto facile all' approvazione , alla diffapprovazione del male , vago di giungere al fine della gi da tanto tempo motivata queftione , fped prontamente un Editto col nome di Etlbefis , che lignifica Expofi^ione , in cX ' cui efponeva l'affetta Herefia dell'una volont come dogma Cattolico,^/,

non cos tolto

&

&

&

f^^^l

&im-

,, .

Severino.
a cncii

%xg

Secolo

VII.

tutti la credenza. Sereio fu l'Autore quello eziandio , che perfuafe Cefare, che tal' Editto fi .Mt.'stt7et.}. [a] dieflb, e trafmettefle fubito all' Efarco Imperiale in Italia , per ottenerne dall'eletto b Bron.ton,6 } %. Pontefice Severino la ratificazione, al qual fine [b] fi fofpefe dalla Corte num.s. Imperiale la confermazione della di lui elezione al Pontificato, fintanto che ne fegiuife pubicamente l'atto con autentica ftipulazione . E l'Editto e me h,i>etur in ni conceputo in quefto tenore , [e] Expofttto Orthodoxa Fidei fafta piif*rs consii.-Koin. fimo , Deo confervandonofiro Domino Magno Trincipe Heraclio, propter mnaSiemeryam a jj aliquibus altercationem pr requifitione operationis, confonans cret, ?. in omnibus fantlis , univerfalibus quinque Conciliis , quam cum multa fagra-> ti sfatlione, gratta excepermt Vatriarcbalium Sedum Trafules,
-Km r
b

& iniponevane indifferentemente

&

&

&

&

tanter eiconfenferunt, utpote

mus in Tatrem , Filium , Spiritum Santlum , Trinitatem confubfiantialem imam Deitatem , fivenaturam, &ejjentiam, virtutemque , potefiatem in

&

&

pacem

fantlis DeiEcclefiis inferentem. Credi-

&

tribus fubfifientits five perfoms , cognofeentes uniufcujufque fubfifientia familiaritatem , unitatem in Trinitate, Trinitatem in unitate , unitatem quidem

&

fecundm

Deitatis rationem , Trinitatem autem fecundm fubnec enim unum fecundm efjentiam confitentes , fijlentias five perfonas
efieutta five
d'fferentia
,
:

perfonarum

excedimus : neque autem Trinitatem perfonarum confitentes, unam denegamus Deitatem : v.nus Deus Pater, unus Deus Ftlius, unus Deus Spiritus Santlus unus hac trta , Deus in eadem , immutabili ratione 1s[am perfonarum differentia , Deitatis five efientia non infert divifonem . Unam non in igitttr confitemur Deitatem familiaritates inconfufas fervantem , unam perfonam tribus nominibus nuncupatam ajjerentes hac trta , fecundm Sabellium ; neque autem in tres effentias unam Deitatem dividente , aut extraneum facientes Tatris effentia Filium , aut Spiritum Santlum, fecundm infaniam Jtrii . Unum enim ejl in tribus Deitas , ut dicit Magnus Gregorius in Theologia, tria unum, in quibus Deitas, five (ut verijfim dicatur ) qua Deitas. Confitemur autem unum Santi* Trinitatis untgenitum Filium Dei , Deum Verbum a Tatre progenitum ante omnia facula , lumen de lumine fplendorem gloria, vultum paterna fubflantia, per quem omnia fatta funt, propter noflram falutem defeendere de in extremis diebus propter nos, Ccelis, dignariquein intaclo utero fantlifjma Dei Genitricis , femper Virex ea conglomerantem fibi carnem in una fubfianginis Maria habitare, Pki, animam habentem rationalem atque tntelleualem , natum e(Se ab ea, femper manentem perfetlum Deum , eundemque fieri perfetlum hominem "Patri fecundm Deitainconfus atque indivise, conjubftantialem Deo , per omtem , confubfiantialem nobis eundem fecundm bumanitatem , duas nativitates ejufdem Unigeniti nia fimtlem nobis fine peccato . linde incorpoDei Verbi confitemur, unam ante facula Tatre fine tempore, rabiliter, alter am ipfius in extremis diebus fartela, intatlaque Dei Genitrice , Cr femper Virgme Maria cum animato intelletluali ejus corpore . Quanimis laudabilem femper Virgtnem Mariam reBe, propter fanttam, veraciter Dei Geniricem pnedtcamus non quia Dei Verbum tnitium ab eo accepit, ut e[fet-, fed in extremis diebus ine amata s ex ea immutabiliter homo fatlus efi, pajfionem pr nobis fpontaneam carne fuftinuit. Compofitum autem Chriflum glorificamus , Sanclorum Tatrum fequentes dotlrinam . confuTro Myfieno enim , quod in Chrifio efl, per compofitonem unitio proprietatem t ftone?a divifonem ejicit, fervat quidem tttraque natura
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Capitolo
tnam autem
fubflant'iam
,

VII.

& unam Terfonam Dei Verbi cum animata


,

119
intei*

SvmNQ

neque quaternitate nobis pr Sanfta Trinitte introdutla abftt : ne e enim quarta Terfona additamentum Sancia Trinitas fufcepit, incarnato uno ex ea Deo Verbo, 7{eque autem alter erat, qui miracuta operabatur ftcut Deus , alter autem qum 10f , quipafjones fuflinuit ; hominem, unum fed unum, eundemque Filium confitemur Dcum fmul, fubfifientiam , unam Terfonam , pajfibilem carne , impajjibilem Dettate yperfeipftus mir acuta paffiones clum Dettate , perfeclum eundem bumanitate , ex duabus naturis unum Chrifium quas Ipont fuflinuit corpore . Unde confitemur, unum Filium, unumDommum, unamTerfonam, unam fubfianunam naturam Dei Verbi incarnatam corpore animatiam compofttm , in duabus nato intelleblualiter , ftcut Cyrillus magnus fapuit , docu.it , turis eundem effe glorificante s , ut in Dettate, bumanitate unum Dominum. noflrum Jefum Cbrtflum verum Deum cognitum effe confitemur , differentiam perbunemodum folm fignificantes naturarum , pr quibus inconfus ineffabilis unitas falla efl . Isfec enim Deitas tranfmigravit in carnem , neque caro pr uniufcujufin Dcitatem tranfmutata efl ; fed in proprietate naturali, que fubfiflcntia mutate utrumque permanftt . Unde unum feimus Filtum Dominum noflrum Jefum Chriflum ex inttium non babenteTatre, ex intatta Matre eundem ante (acuta , in extremis diebus conflitutum impafftbikm , atque pajfibilem , viftbilem , inpiftbilem , unius ejufdemque mir acuta, omnem divinam bumanam operatiopaffiones pradicamus , nem uni , eidemque incarnato Deo Verbo tribuimus , unam ei offerimus venerationem [ponte, exurgenti veraciter propter nos crucifixo in carne , ex mortuis, cjr in Ccelos accendenti, refidenti in dextera Tatris , iterum venienti judicare vivos mortuos : nullo modo concedentes alicui ex omnibus unam rei duas dicere, fve docere operationes in divina Domini incarnatane , fed magts ( ftcut fancia , univerfales tradiderunt Synodi ) unum eundemque Filium Vntgenitum Dominum noflrum Jefum Chriflum verum Deum confiteri, operari Divina , Humana, omnem Deo congruam , bomini operationem ex uno , eodemque incarnato Deo Verbo indiin unum eundemque fortiri; e qud unius vise, inconfus procedere, quidem operattonts vox tic et ab ah quibus Tatribus dia efl , tamen turbat, exterret quorundam aurei arb:trantium in interttum eandem prolatam effe duarum naturarum , qua in una fubftflentia unita funt in Cbriflo Deo duarum operationum vocem multos fcandali%are , noflro . Similiter autem utpote nemine ditlam fantlorum pracipuorumTatrum : fed fequiin eo , ut duas confiteamur voluntates contrarie ad invicem venientes , Deo quidem Verbo volente faluberrimam paffionem explere , incarnationem autem in eo fafam obviam cuntem ipfiusvoluntati , oppugnantem , exinde duo contruria volentes introduci ; quod tmpium efl , extraneum Chrifliani dogmatis . Si enim infanus J^efiorius, lict dividens divinam Domini
leclualiter ejus carne oflendit
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bumanitatem , introducens filios duos , voluntates iflorum dicere non efl aufus contrario autem confonantem voluntatem in eo, formatis duabus perfonis , confeffus efl-.qumodo pofjibilc efl, Ortbodoxam confitente^ Fidem , unum Filium Dominum noflrum Jefum Chriflum verum Deum glorificantes , duas bas contrarias voluntates fufeipere ? Unde fantlos Tatres in omnibus in hoc fequentes , unam voluntatem Domini noflri Jefu Cbnfli veriffimi Dei confitemur, utpot in nullo tempore animati intellecluanoflri
-,

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liter

Severino.
l'iter

%%q
Deo Verbo in una

Secolo

VII.

ejuscorporis fep arata, necex proprio impeti* contrario motu, unito ei fubflantia , naturalem ejus producere motionem , fed quanqualem, quantam ipfe Deus Verbum voluerat. H&c pietatis dogdo, mata tradiderunt no bis , qui ab initio pr&fentialiter viderunt , miniflri

&

&

Verbi falli funt, corumque Difcipuli ,

infpirati Ecclefd Dotlores , idefi, fantine

edam , &in hanc regiam Civitatem ,

cedonam , iterum in Conftantinopolim in quinto congregati Conclio . Et hac in omnibus fequentes, divina eorum fufeipientes dogmata, omnes , quos exceperunt, excipimus, omnes, quos ejecerunty ejicimus, &anathemati^amus , precipue, Ts^ovatum, Sabellium, jLrium , Eunomium, Macedonum , yApollinarem , Origenem , Euagrium , Didymum , Theodorum , Mopfueftenum, T^efiorium , Eutychem , Diofcorum , Severum , impia [cripta Theodorctiy qudcontra r edam F idem, Ephefnam primam Synodum, duodecime'apttula Sancii Cyrilli, quanti proThcodoro, T^eflorio confcripferunt, nuncupatam lb<e Epiftolam hortamur omnes Cbriflianos fc

&

& & Succeffores ,quique fequenter a Deo & univerfales quinque Synodi nec non Ephefum primum & Chal,

7<lj~

in

in

& &

fapere, fc glorificare, nibil addentes bis , nihil fubtrahentes , nibiltranf wutantes , fecundm quod fcriptum ejl . Definitiones aternales Deo infpirati Ecclcfia Saccrdotes ad falutem cuntlorum prafixerunt Heraclius Fidelis injefu ChriftoDco Trinceps fubnotavit . Cos 1 Eclhefs , ed avanti ch'ella Roma a h.Papa ep.4. ad fi trafmetteife , approvoila [ a ] Sergio in un Sinodo di Vefcovi in Coftanticonfiaminum. nopoli , i quali adulatori al Principe , refrattori Dio, intimoriti Approvatone dalla volont di Cefare, minacciati dallo fdegno di Sergio, quello Decr eto fonmrono in comprovazione di elfa, [b] I\ele bla nunc magni Save/covfonentili. pientiffmiTrincipisEclbefis, fecundm veritatem, JLpoftolica confonat pr<eh ud B n a "' dicationi . Hac junt Tatrum dogmata bac funt pmfidia Ecclefia hac Ortbon \ xT dox<e Eidei flabilitas h#c fantlorum quinque Conciliorum Symbola hxc unitatem Chrifli dilecli orbis terrarum (abiltunt populi : hdc fimpliciorum infirmitatem confirmant , perfeclos dtligentiorefque tuentur hac gener aleni humamtatis operantur falutem. Sic nos confirmamus : bis 'nos credimus : hac Morte di Sergio. nos confetti imus . Sergio, mentre cjuefte trame ordiva, viddele recife da Dio con fubitaneo taglio , con cui ruppe il filo alla Tua vita , moren:

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Unno

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do egli nel [ e ] medefimo anno


che

mefe della promulgazione dell'Efthefi

l'Sefis*

fu l'Editto foriere dell'herefiaMonothelitica oppofi^ione dei Appunto allora era ftaco inalzato al Pontificato Severino , quando Contr l'Efa rco Ifocio P er ordine di Cefare preferitogli l'Editto , con richiederglie-

ne prontamente la confermazione ; e con l'Editto giunfero appunto


in

allora

calunniofe voci fparfe in Oriente dell' acconfentimento di Honorio al dogma de'Monotheliti, l'ardordi Cefare nel divulgarlo, e l'impegno della parte nel foftenerlo ricche il nuovo Pontefice forprefo da cos ftrane , fubitanee , e non prevedute novit , con un fol atto riprov inCtmV..T{tm. tutto , ed irritato alla fola richiefta della fu a Pontificia fottoferizione, [d] fubs. Mmino ft - anathematizz l'Echefi in faccia all' Efarco, condannandone prontamencra. j. te 1' utore , e l o fcritto , con animo rifoluto , e fermo di procedere ad ogni pi vigorofarifoluzione tanto circa la fama di Honorio, quanto circa la pi ftrepitofa abolizione dell' Editto di HeracJ io, f la fierezza de' Greci Baidanradc'Gre. haveffedato tempo all' efecuzione de' premeditati rimedii; poich inferoPontefice , e fotto preted\o ti'EpifcJ! cito l'Efarco concitele Truppe danno del pio Lateunenfc. fto che il di lui Aiiteceflore Honorio havefle accumulato gran teforine^
le
:

Roma

Palai-

Capitolo

VII.

2,

XI

Severino.

Palazzo Laterano > non atterrito n dalla fantiti del luogo, n dalla maeft dell' habitazione, hoftilmente vi entr , Taccheggiando de' pi preziofi mobili la guardarobba della Chiefa, afportandone 1 Sacri Vai , e riempiendo gli animi degli Ecclefaftici, e del popolo i fnbitaneo fpavento Quindi all' ingordigia fubentrando la vendetta , egli difcacci da Roma tutti li Cardinali e '1 Clero, e pofcia gittatoi di nuovo a rapir le rimanenti foftenze dell'Epifcopio Pontifcio , parte ne trafmeffe a Cefare, e parte dettino al pabulo dell' avarizia fua, e de'fuoi Greci. Nella qual confufione aggravato Severino dal cordoglio de'feguitifconcerti [a] fpir l'anima nell'ifleffo primo anno del fuo Pontificato, gloriofo, e a -<* ^. di eterna memoria per effer'egli flato il primo, che con rifoluzione, e Morte dei Papa. cuore veramente Apoftolico , lacerante l'Eclheit , e ne malediceffe , e condannante l'affinit [b] Hujus Severini temporibus , dice Anaftafio , binali, bibi. in Stver no devaflatum efl Epifcopium Lateranenfe Maurino Cbartulario , Ifacio "Putrido, eodemque Italia Exarcho, cum adbuc eleclus effet Domnus Severinus . Sed antequam veniret Ifacius Mauritius dolo dutlus adverfus Ecclefiam Dei , confitto inito cum quibufdam perverfis homirubus incitaverunt exercitum Rgmanum dicentes, Qutdrtibil prode/i, qud tanta pecunia congregata funt in Epifcopio Lateranenfi ab Honorio Tapa , miles ifte mbil exinde fubventus babet, dura voga veflra , quas Domnus Imperator vobis per vices mandavit, ibi funt fartelo viro recondita. His anditi s exarferunt omnes adverfus Ecclefiam Dei , venerunt amnes 'minimo concitati t omnes armati, qui inventi funt in civitate Romana, puero ufqu ai fenem, in Epifcopium Lateranenfe non potuerunt manu militari introi.
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Domno Severino. Tunc quia nibil potuerunt facer , dolo dutlus feat ibi exer, citum refidere intra Epifcopium Literanenfe , fuere ibi dies tres . Toji triduum autem introivit Mauritius cum Judkibus , qui inventi fut cum ipfo in Concilio , figillavere orane veftiarium Ecclefia , feu Cyliim Epifcopii , qua divcrji Conflianiffimi ImperatoreS , feu Tatricii , Confules pr redemptione animdrum fuarum Beato Tetro ^tpoflolo reliquere , ut pauperibus jingulis temporibus pr alimonia erogarentur , Jeu propter redemptoncm captivorum Et poflmodum miftt Mauritius epiftolas fuas ad Ifacium Vatricium Ravennam de hoc , quod atlum efl , quomodo ipfe cum exercitu (g'llafet orane vefiarium Epifcopii , quia fine alqu.t lafione oranem fubjiantiam fap ditlcim potutfknt depradari. Cmque bau veris cognoviffet Ifacius, venie in civitatem Romanam , mifu omnes primates Ecclefia fmgulos per fwgulas civitates in exilium , ut non fuiffet, qui refi'fiere dcbuifkt de Clero. Et pofl dies aliquantos ingreffus efl Ifacius in Epifcopium Lateranenfe , fuit ibi dies otto, ufque dum omnem fubjiantiam illam deprxdaretur. Eodem tempore direxerunt exinde ex parte ex ip/a fub (lamia in civitatem Regiam ad leraclium Imperatorem . Cos Anaitaio Bibliothecano del facco ciato da' Greci all' Epifcopio Lateranenfe. non andarono lungo tempo gloriofi di cotal facrilegio gli emre, quia reflit erunt eis *, qui erant'cum Santlijfmo

videns Mauritius

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Mi

Comandanti. Conciofiacofache [ e ] l'Efarco Ifacio, e'1 Tenente c **nir. ricrei. Maurizio nel medefimo anno furono ambedue uccifi in Ravenna, l'uno cL"! ifslvni da perfona vile nel publico di una ftrada, l'altro da'fuoi medefmi Sol-
pii

dati, che meritamente lo trucidarono, gettandone sfarzofamente i lacerati pezzi per le piazze. Si refe per ammirabile in tanta coflernazio-

ne di

Severino.

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^

Secolo

VII

nano.

ne animi, e di cofe l'invitta coftanza del Clero Romano, il quale, benche fenza Capo, e sbandato chi qua, e chi l dalla indolenza de' Greci, e dalla barbarie degli Heretici Monotheliti , pur contro gli Heretici egli fi un con s forte vigore , come f (ottenuta foie la Chiefa Romana da po"tentiflmo appoggio, e non manometta da furor' hoftile, & avvilita con a Btds i.i. c.ig. funeftiflmo oltraggio [ a ] Ricorfero a Severino i Scozzefi per configlio, e decifione, fopra alcuni nuovi motivi di Herefie , che col fri effi forgevano , eccitati , e promoffi da' Quartodecimani , e Pelagiani . La lettera trov morto il Papa, onde ricevuta dal Clero, da eflb quee fua lettera zi ^ a no il rif^ofta riportarono i Scozzefi ; Scripta, qua per Latores ad scorza. fantla memoria Severinum Tapam adduxerunt , eo de bac luce migrante , reciproca refponfa ad ea, qua poflulata fucrunt, fluerunt. Quibus referatisy ne diu tanta quaftionis caligo indifcuffa remaneret , reperimus quojdam provincia vejlra contra Ortbodoxam Fidem , novam ex veteri harefim renovare conantes , Tafcha nojrum , in quo tmmolatus eji Cbrifius , nebulosa caligine refutantes , quartadecima luna cum Hebrais celebrare nitentes . nuperrim temporibus illis Quo Epiftola principio manifeftc declaratur, banc apud eos harefim exortam, non totam eorum gentem , [ed quofdam ex cis bac fuiffe tmplicitos Expofta autem ratione Tafehalis obfervantia , hoc quoque cognovimus , ita de Telagianis in eadem Epiftola fubdunt qud virus Telagiana harefeos apud vos denu revivifcit quod omnin hortamur, ut ve/iris menti bus bujufmodi venenatum fuperflitionis facinus auferatur. Ts(am qualiter ipfa quoque execranda bar efu damnata eft, latere vos non debet quia non folm per iflos ducentos annos abolita eft , fed quotidie nobis perpetuo anathemate fcpulta damnatur. Et bortamur, ne quorum arma combufta funt apud vos-, eorum cincres fufcitentur. "^amquis imptum dicentium , Tojje fine non execretur fuperbum eorum conamen non ex gratia Dei i Et peccato hominem exifiere ex propria voluntate, primum quidem blafpbemia , ftultiloquium eft dicere , effe hominem [me bominum hopeccato, quod omnin non poteft , nifi unus mediator Dei

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b pfai.so.

partus. T>{am cateri Chriflusjefus, qui fine peccato eft conceptus , bomines cum peccato Originali nafcentes , tcjiimonium pravaricationis *Ada (etiam fine peccato atluali exiftentes ) portare nofcuntur , fecundm Tropbetam dicentem [ b ] Ecce enim in iniquhatibus conceptus fum , (ir in peccatis concepit me mater mea . Cos il Clero di Roma in proveidimento di Fede alle Chiefe lontane della Scozia
:

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C A

xx3

Giov. IV.

CAPITOLO
Giovanni Quarto
fice
li

VII!
639.

della
31.

Dalmazia, creato Ponte-

Decembre
,

Intrepidzza heroica del Pontefice


theliti
.

che condanna

li

MonoHo-

T e^ificazjone
.

del 'vero [enfio della lettera di

norio

Condannazione

de* Aionothelitiin dwerfie farti del

Affondo
.

Editto nuo*vo di Heraclio re^vocatorio deWEtrhedi Heraclio Imperadore


,

fii

Adone
,

di Ciro di

<+4lefifian-

dria

e di Athanajio di Antiochia

tanta imperturbabilit di animo il Clero Romal'Herefie lontane de' Scozzef , con molta maggior' attenzione egli attefe follevar' al pofto i Pontefice un Soggetto di cuor' Apoftolico , che oftar potette agi' infiliti pi proflmi de' Monotheliti ; e l'elezione cadde appunto in uno , il cui coftante zelo merita certamente le pi eccelfe laudi de' Scrittori . Quefti fu Giovanni , che nulla fgomentato dagli efilii de' Cardinali , dai faccheggiamenti di Roma , dagli oltraggi del fuo Anteceffore , ancora , per cos dire , cinta la Citt dalle nemiche fquadre , ancor fremente l'Efarco , e tremante Roma , nulla rimettendo del Sacerdotal vigore , in faccia tanti pericoli, e minaccie , con risoluzione fermijffima, [a] Colletto Epfcoporum Concilio, Monotbelitarum Harejm anatbematiT^avit , dando egli il principio a quella gran ferie di oppofzioni , che con tanti Concilii fece poi il Chriftianefmo contro l'Herefa de' Monotheliti fopra il fondamento di quefto, che convoc Giovanni nella fua Chiefa di Roma . Et accioch il Concilio foffe pi pieno ne'fuoi Decreti , e pi pienamente fofener potefle e la Fede Cattolica, -e'1 Pontificato Romano, luna , e l'altro oppugnati dagli Heretici con l'aiferzione del dogma, e con la calunnia di Honorio , doppo di riaver' egli condannato il primo , difcefe alla feconda , e per rendere immune la fama incorrotta di quel fuo venerato

E con

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imrepidetxa hc1 dl G,ov * n jj

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volle che nel Concilio entrafle il medefimo Secretano che haveva fcritta la lettera , e ponderati , avanti eh' di , egli la fcrivefle, li Pentimenti. Gran providenza invero del Cielo fu allora la vita , e l'atteftato di un cos accreditato Miniftro , che folo fri tutti poteva affenre , qual foffe flato il vero fentimento di Honorio circa la confezione da lui fatta dell'una volont ! e bench

Anteceilbre

Honorio

egli non foffe fopravivuto quefto Sinodo e la fola innocente dettatura del Pontefice potefs' elfere fufficient' efplicazione della interino,

ne di

Glov IV
-

'

114.

Secolo

VII.

ne di elfo, nulladimno cotal'authentica fi di cos gran pefo alla verit controvcrfa, che considerata in femedefima, in qualunque Tribunale del mondo haverebbe deafo ogni qualunque lite , difpetto di ogni qualunque Contradittore, che forte men' arrogante , men pertinace dell' Heretico Il luogo, ove fegu la teftificazione , fu Roma , in un Concilio di Vefcovi, in cui prefedevala Maeftidel Pontefice come Giudice, l'adunanza de' concorrenti affifteva come Sacra, la Salititi della Bafilica rendeva formidabile ogni detto, & il foggetto della materia era cos anneffo al gran foggetto della Fede, che ogni equivoco degenerava in facrilegio , e ogni ombra di menzogna haverebbe irritata contro il menzognere ogni alta vendetta del Cielo l'Attore dir vogliamo, il Teftimonio di cos ponderofo efame, fu un'Ecdefiaftico fopra ogni eccezione grande, accreditato, e venerabile, di cui un mede fimo Scrittore Greco , ma Scrittore di mente fana, d faniflma a smmx tv- in aX difput c'm Pj7. dottrina, e di fantiflma vita , diffe, [a] Qui totum Occidentem cm alis rho yirtmibus , tum pwtatis dogmatilus illuftravit ; e chi riferifce l'Hiftoria di quefto Sinodo, fu Autore contemporaneo quefti fuccef, e che divulg pe'l mondo quefto fatto in quella medefimaeri, in cui s'egli navette mentito , farebbe potuto eflere ftato rimproverato da tante Rocche, quanti huomini allora vivevano nella Chiefa Greca, e Latina. Quefti dunque, cio il celebre Martire San Maflmo Abate cos rapporta il b Idtm ihd. racconto di cotanto confiderabile emergente, [b] Quis futi fide ,
.
:

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&

ejus interpres i Is qui eam ex perfona Sancii Uonorii fcripfit, adbuc fuperfies , qui totum Occidentem ehm aliis w>tutibus, tum pietatis dogmatibus illuftravit ; an hi , qui Conftantinopoli ex

autloritate 4'ignus epifloU

fuo corde loquebahtur ? Is igitur , cum ad Divum Conftantem Imperatorem rurfus ex perfona Joannis 'papa de bac epijiola fcriberet , dixit Vnam voluntatem diximus in Domino , non divinitatis ejus , humanitatis , fed humanitatis folius. Cum enm Sergius fcripffet , qud quidam dnas voluntates in Chriflo contrariai dicerent : rejcripfimus , Chriflum non duas voluntates contrarias habufe , carni t inquam, fpiritus, ficut nos habemus pojt peccatum ; fed unam tantum , qu naturaliter humanitatem e'jus fignabat. Hoc autem ita efte, argumentum evidens ej meminijfe memcarnis s qua: quidem in divinitate non lcet intelltgcre . Cos brorum, egli. Seunatalteftimonianzaf equivoca, dubbiofa, fofpetta, mancante di autorit in riguardo di eh; riferirla, de'Teftimonii, che v'intervennero, dicafi, Perche non fu ella da qualche Autore di quell'et rigettata, annullata, almeno riprefa ? Forf que' Monotheliti , che vantavano Honorio per loro feguace, morirono egli con Sergio ? Forf quei che furono cos pronti calunniare quel Pontefice , il diedero per vinti nell'atto di dover foftenerne la calunnia ? SanMaifimo, che tal verit public fopra fogli, che in un'iftante volarono per tutto il mondo, non fopravifle egli diecifette anni , fenz' eflere giammai ripigliato di menzogna ? Ment loife il Pontefice, ment il Concilio, ment il Secretano, San Maflmo , e tutto il Mondo , che applaud all' innocenza di Honorio, almeno tacque al profeguimento della oppofta calunnia ? Se cos , com'egli verifico, allatto antico noi qui citiamo que' moderni Scrittori , che fi pregiano di vedere da Luigi pai acutamente i, che d'appreifo non feppe vedere tutto il mondo un da dieci fecoli addietro,
:

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&

Capitolo

Vili-

2x5

Giov.1V

dietro, eallorodifpettofiaciqu lecito con dovuta acclamazione ringraziare il Poncefice Giovanni, che fcppe provedere al Chrifianefimo una cotanto flabile prova della innocenza di Honorio, come f quel Santo Papa bavelle da lungi prevedute, non tanto le maldicenze degli Heretici allora
viventi , quanto de' futuri Mentre quelle cofe fuccedevano in Roma, come in preparamento de' proflmi conflitti, i Vefcovi dell'Africa ad efempio del Sinodo Romano [ a ] Mauritaniam convenientes , Monothelitas penes Bi^acium , T^umidiam ,

1
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""^"^tnnal

modo tale che , feoperto 1* inimico, tutto il Monotheiiti cnalla di f fa della Fede Cattolica, dannatilo divera Chrifianefimo accorfe alla di lui fuga, Concl odiato pel andandone vituperofa per le Chiefe la memoria di Sergio, mondo il nome di Heraclio. Mi quefli vergognofo del fallo , vogliofo Heraclio /ne*a i tori! dalla faccia l'obbrobriofa macchia di Heretico, ftimprovedere Amore deli* ealla fua fama con un nuovo Editto, che [Jpromulg per l'Oriente, e per b j^*4o. l'Occidente, in cui egli dichiarava, che r E<5thefi divulgata in fuonome non era fiata altrimentefua invenzione, ma dottrina, eimpulfo di Sergio, daluipromoira, e per le di lui iftanze da f firmata con l'Imperiai Sigillo, affin eh' ella rice velie fra popoli autorit, venerazione, e forza, [e] Ille c & aaispM(i] enim cum fentiffet , cos di Heraclio fcrifle San Maflimo, nonnullisinOcci- s. Mnm dm
Atiatlemate perculerunt: in

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dente probrum [ibi afpergi, editto Je liberarti omni Ecclefiajtica reprebenftone , Jrall/iZ^'ann b&cque fcripftt : Etthefis mea non eft, nec ego dittavi, aut fieri lujji: rerum 640. *>% cum Sergius Tatrtarcba quiuque ante annis condidiffet, qum ab Oriente redi-

rem , ora-ptt me , poftquam ad hanc felicem Urbem adveni , ut nomine meo promulgaretur cum fubfcriptione . Ejus hortatu id feci . Tfunc vero cum cognoverim eam nonnullis oppugnati , decloro ad omnes , non efie meam . Hoc jufum fectt ad beatumjoannem Tapam , qud damnarat Etthefim in iis , qua tum ad Tyrrbum {cripta funt , *Ac Sergii ex ilio tempore Etthefts habetur : e haveffe voluto Dio , cheficcomedeflrufle, cos navette Heraclio edificato , cio in quell'ultimo , altro Editto navette promulgata una nuova, Morte n Hera . fchietta, e lincer confezione di Fede Cattolica, della quale il fuonome, elio, J Annt6 ^ 1 ' e la fua anima haveva pur troppo di bifogno: conciofiacofache indi [ d ] i pochi meli con dolorofifima, e meritata morte fin di vivere, Imperadore gloriofo fin tanto che fi fedele Dio , e di abominevole memoria quando ribellatoli a Dio fife feguace dell' Herefia, ofeurando lefuegran vittorie temporali con le feonfitte fpirituali del Chrifianefimo . Lo pre vend Ciro d Akfne di pochi giorni nella difeuffione dell' opere avanti il tremendo Tribuna- fandria le di Dio l'infame Ciro Aleffandrino, e queir Athanafio Patriarca de' Jaco- Edi Athanafiodt biti, da cui Cefare era flato fedo tto, e il quale da Cefare haveva ottenuto Anc och '*in rimunerazione il Patriarcato di Antiochia: onde nel breve termine di quattordici meli fi viddero dalla Divina Giuflizia horribilmente recifi dal mondo tr Patriarchi, un' Imperadore , Sergio , Ciro, Anaflafio, Heraclio , nomi infaufli allaChiefa , e primi Autori, e Promotori del Mo*
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nothclifmo

Tomo IL

A-

THEODORO.

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Secolo

Vi7.
IX.

CAPITOLO
Theodoro Gierofolimitano,
li

25.

Novembre

creato Pontefice 641.


%icorfo de-

U Imperador Coftante

in favor de' Monotheliti .

gli Eccleftaftici al Pontefice , e provedimenti prefi

da

lui.

S.Maffimo Abate , fue qualit , edifputaconPyrro y e converftone di quefti . Calunnie contro SMafimo. Attentati de Monotheliti in Coftantinopoli , e loro nuove condanne . Typo di Coftante Imperadore , efuo contenuto . Condanna Pontificia di Paolo Coftantinopolitano e del Typo Ri,
.

caduta di Pyrro nel Monothelifino ,


ca contro di lui

eformidabile [communi-

Later,fub S.Mart,

Sergio di Coftantinopoli fuccefle Pyrro , ; Ciro di Alexandria Pietro, adAnaftafio.di Antiochia Macedonio, ad Heraclio il Figlio Coftantino [ a ] Imperadore i quattro mefi, Coftantino Heracleona di fei, adHeracleona Coftante figlio di Coftantino ,\Cefari macchiati della medefieccitati propagarla dalli tr menzionati ma Herefia , Patriarchi Pyrro,Pietro,eMacedonio.M Pyrro incolpato di machinato tradimento contro il Padre di Coftante , fottrattofi dalla Reggia, cede la Sede Epifcopae ad un' altro Monothelita, che ii Paolo, inalzato da Cefare Cortame Imperacredibile, comebaldanzodor, e fuoi primi quella Dignit doppo la fuga di Pyrro. Non pafl favor degli fa allora fotto tali Capi d'iniquit alzafle le corna l' Herefia, e quanto deHeretici. plorabile fi rendefle lo ftato della Religione Cattolica per tutto l'Imperio d' Oriente . Coftante vogliofo di tirare fine Jf impegno malamente prefo daHeracliofuo Avo, dichiarofli rifoluto i favore dell' Ethefi, ericonofeendo nelle Sedie patriarcali Soggetti habili foftenerl'imprefa, introdulfe Heretici anche nelle minori , che vacavano , riempiendo eziandio tutte le Citt di Governadori, e Magiftrati Monotheliti I Prelati CattoFuga Romade' lici al follo impetuofodi quefta nuova perfecuzione , timorofi di rimaPrelati Ctttolict nerne opprefl , defiderofi di fai vare la loro Fede, con follecito viaggio da molte differenti parti fi portarono unitamente Roma, come in porto ficuro dal commutile naufragio, lafciando Lupi nelle Greggi, cheledeLettera del Me- folarono tutte con indegnit di dottrine , e difunioni di Sette . Ma i tropolitano di Vefcovi di Cipro con pili ferma coftaiiza attendendo il cimento fermi ne' Cipro al Papa loro pofti , fcriflero per commun follievo una fupplichevole Lettera al Pontefice Theodoro , cui in nome di tutti in quefti fentimenti parl Serb Hac tpift.'exttt in fecrtt..Concil. gio Metropolitano di quel Regno . { b J
peradori Heretici Monotheliti. a Theopht in tannalo

Patriarchi,

&Im-

&

Sanfiif

Capitolo
Sanftiffitno

IX.

%%rj
Tatrum

Theodo
RO.

Beati/fimo Deo honorabili Domino meo Tauri , universali Tapa Domino Theodoro, jLrcbiepifcopo , Sergius humilis in Domino falutem

&

&

FIrmamentum mam fidei ,

immobile , atque tituli formam lucidiffi Deo fixum , vejlram Jtpofiolicam Sedem conflituit ( face r vertexj Chriflus Deus nofier . Fermifi qui' occhio del Lettore, anzi rivolga il Lettore 1" occhio , e la bocca contro chi aiferifce Honorio caduto in Herefia, e con quella piena Tanta libert, chea ciafcuno fomminiftrala verit* rivelata, dicapure con giufto rimprovero, come li Vefcovi di Cipro , e perefl il loro Metropolitano tutti contemporaneiad Honorio, chiamano la Chiefa Romana ferma, fifla, immobile, e forma fplendida di Fede, quando pure poc anzi Honorio n' era ftato indegno ribelle , e publico Re* frattore? Congiunganfi li fenfi, e s'ingannarono tant' illuftri Vefcovi, che videro fui fatto , s' ingannano gli Anti-Honoriani nel pervertire cos fraudolentemente il fatto . Tu enim es ( ficut divinum veraciter pronunciai [ a ] Verbum) Tetrus , fuper fundamentum tuum Ecclefia columna a claves Ccelorum commift ; atque Itgare folvere confirmata funt . Tibi in Ccel'S funt , promulgava . Tu profanarum poteflativ , qua in terra dotJor orthodoxa , &immaculatx barefumdepoftorexiflis, utprinceps, fidei. Igitur non defpictas Tatrum tuorum , Tater y fidem afiuantem , &abaliquibus baretias ventis violentatam , net non periclitantem . B^folve nebulam mfip iem tu m lumino tua divina fcientia , Sancltffime: abfcinde blafpbemias , " jatlamiam vandoquorum noviter emergentium Hareticorum dotlorum . T^jbil mibi ctenim minus e(i Orthodoxa , ^ipofolica veflra definitioni , atque traditimi, quatenus augmentum aliquod fufciptat nobisfides. 1b(os autem Santlorum ^ipoftolorum Confabulatore s , Deo infptrati , Confacerdotes , qua fapu:mus y confile mur , confeffi fumus priflmis temporibus , &exipjs cunabulis fecundm Sanclum ac BeatiJJimum Tapam Leonem , pradcantes omnibus , O" confitentes , qud operar ur utraque natura cum alterius communione ; cum quo bcaciffmo viro, &omnes Deo infpirati , Sancii Tatres fatentur . Et bac quidem nobis humillimis fervis ve/tris , atque difeipulis profequuta e ontr adizione m adverftriorum non admittimus : funt muUiloquium autem quia paratifumus pr Ortbodoxa fide , auxiliantibus vobis SanciiJfmis , orantibusy martyrium fufcipere Ei fi quidem voluerint ea y qua nunc ad confumpttonem animarum dogmata , hoc eft , ad interitum doBrina , confeffionis Santlorum Tatrum y gloriofi, atque precipui Papa Leonispropofitafunt, in regia Urbe deponere ( quorum contraria fapientcs nos exi/iimus ) fufficit hoc , atque amica Deo pax Sanclis Ecclefiis intercedit y omnis divifo Eciltfiarum de medio abfijlit , nec non febifmata difiolvuntur ad unitatem denu reflaurandam . Si autem nolnermt hoc facere , jLpoilolicos vos Tatres fequcntes , infripto, fine [cripto eos anatbematT^amus . T^pnejlenim , non cfiDeo placitum , neque jujiitm , propofitape(lilentia harefum , anathematis blafpherniis, ver bis contendere. Honorem igitur rationem, erubefeant Deum , ejitfmodi blafpbemias fubtrahere fejlment , in quocumque voluerint loco , vei tempore, de quibus exiftimantjapcre , movemus dogmata . Compendiosi- autem, Sancli(Jimc y diemus. La, ^naad everfwnem, difpof.tionem Deo

&

&

&

Mattb.it,

&

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infpiratorutn

Tatrum ,

& SadtliJfimiTapa Leoms

&

necnonveJlraDco/apien-

tu

Theodo
DA
bus
:

^g
tiaconfcriptafunt
,

biiDommis no/iris,
tes in

& Deo mfpiratis Tatribus, percutimus anathemati& nunc motionesde quaflionibus eorum & fantina facemus fperanyefiram Deo placham & beatam proteblionem quoniam non reveremur
eos
,

Secolo deponantnr nam&nos


:

VII
"

(ficntdittumeft ) jubentibus foe er


,

ncque formidaturifumus timore , ubi non efi timor , propofito Deo, &Ortbodoxarequifitione Ufque adbanc i^itur diem difpenfationem aliquam quarentes tacuimuseis, arbitrante* ad melior a eos immutare proprias doclrinas Sic etenim& fantlijfima memoria Thius nofter jlrcadius fapuit , ve/tram Orthodoxamfequensdotlrinam, cujusvejiigia nos omniVirtute fequi oramus , confonantes Orthodoxa , Deo infptrata dottrina vefira fantlijfima Dominano* nis, atqueVaternitatis. Ulterius autem jam nonpatimur , feminantibus eis^j\ania, fcandala ( ut ita dcamus ) inomnemmundum Hi funt nojiri Sanili Concila intelletus Deoinfpirati adfed& tomum beata memoria, mittit ampletlitur Leoni: , jicut anchoram falutiferam Ortbodoxia detinet, &y>ejris divina fcientialataturdogmatibus, nibil omnino minuens ; um ea Orthodoxa Confezione proficifei ad Domnum , terribili ejus exorat
. .

&

&

&

&

&

&

&

&

litanie de'Vefco.

P
v!fini!

ch

u Pa-

pa ne prende .

Deus tgitur Creator omnium confervet longavum SantliffiOrnoflrum ad flabilitatem Sanftarum ejus Eccleftarum , thodoxa Fideiy vos Taflorem bonum, qui pr fpiritualibus ovibus tuam animampones, atquepafloralibaculo Lupos rapaces expelles . Omnes, qui digni Deo bonorato Domino meo, ego&quimecum funt ajjftere fanftiffmo, Domino beneplacifunt, plurimum in Domino falutamus . Jncolumem me tumora, SantJiJfimeTatcrTatrum . Cos Sergio di Ciro in nome di tutti li Vefcovi di quel Regno. N con minor fiducia li Vefcovi della Paleftina fpedirono di nuovo Roma il Vefcovo di Dori , una volta gi Legato di s. Sofronio , rapprefentando efl al Papa la lagrimevole invasione, che i Mc^
sfjftere judicio
.'

mum Dominum

&

&

&

notheliti havevano fatto nella Chiefa di Gierufalemme, introducendovi per Vefcovo quel di Joppe Heretico oftinatiffimo , e fanguinario. Eprovidde

a fi4r.M54?. ' tMu*. u.

Theodoro alla lua patria, e quella Chiefa, rimandando col il medefimo Vefcovo di Dori in qualit di Legato [a] latere, con mena facolt di poter deporre Vefcovi,fcommunicare Heretici,e ricevere penitenza i riavveduti Cattolici , con maraviglia di quei, che confideranno , di quanta eftimazione , autorit foffe , anche in queir et cos corrotta dall' Herefie , in Paefi cos remoti da noftri , la Maeft del Pontefice Romano

&

&

s.MaflimoAb-te * efucquaiir*.

Afia reft manomette dalla violenza de' Monotheliti laReligioneCattolica, ella trionf in Africa nella celebre difputa di San Maffimo, e

Ma f

iti

converfione famofa diPyrro. Fu San Maffimo un de' Luminari maggiori, che rivendettero nell'Oriente in quel Secolo, e chea beneficia della Fede trasmettendo raggi di fantit , e di dottrina per tutto l'Occidente , meritane di renderli con infigne laurea benemerito dell'uno, e dell'altro mondo chiudendo fua vita con la gloiiadd Martirio per la confeflione de' dogmi forti Orthodofli contro i Monotheliti In Coftantinopoli , ove egli nacque , noda antico legnaegio nobiliilmi natali, accrefeendo pregio alla nativa eflbrepngnante, fu bilt con il fregio di proiondiflma dottrina, per cui, alpoftod'Hiftodall' ImperadoreHeracho chiamato alla Corte, inalzato pi lecreti r-co Regio, e Secretano, & ammeflb alla partecipazione de' de' Monotheliti, configli dell' Imperio. Ma invafa la Reggia dall' Herefia Reggi a difdegnaad egli il loro conforzio , ufeinne , abbandonando con la Chry lopoli * dove eziandio il mondo , nel miro del prommo Monafterio di
.

in

,,

Capitolo
in breve fu da que'

IX.
&
il

zzg
Abate. Quindi egli

Tmecd-

Monaci

fcorgendo Tempre

coftituito Prefidente, pi invigorita 1' Herefia fotto

RO

comando

di Cefari

pervert, e di Ecciefiaftici fcommunicati , [a] cum mtelltgeret, feniorem iJfjfJ^.Zl'. piaculo carere, prefe rifoliuione di coli portarli per 6 4 i..<j. fymam tali feelere non vedere b'proprh occhi la desolazione, e lo fcempio della Fede nella fua Patria, e nell'Oriente. E come che gli ardeva nel cuore fpirito di zelo, & impeto di fede, con lungo giro egli volfefuo camino per l'Africa, defiderolo di confermare que'Vefcovi nelle maifime Cattoliche, e prepa- Sq amiclx i acon , rare quivi un forte antemurale alle fcorrerie , che prevedeva, de' Mono- p y rr. theliti. E quivi appunto gli cadde in forte d'incontrarli con Pyrro, che fuggito da Coftantinopoli fi era in Africa ricoverato , conofcente , e conosciuto da lui s per prattica della Crte, come per profeflione del Monachifmo , eh' egli haveva profelfato nel medefimo Monafterio i Chryfopoli avanti che folle alfunto al Vefco vado di Coftantinopoli . La conoscenza infinu facilmente i difeorfi , e i difeorfi caddero ben prefto fopra punti di Religione , inclinando Pyrro al Monothelifmo , e foftenendo Mammo il fentimento fano de' Cattolici. Molte furono le contefe,e vigorofi li ragionamen- Loro contefe h* ti, che fcambievolmente tra l'uno e l' altro feguirono; e come che non vi f"^ !'Moul disunione pi ftrepitofa, che la contrariet della Religione , facilmente their.i. avvenne , che dalle domeftiche mura ufeendo nel publico la fama della contradizion e di due cos riguardevoliPerfonaggi, gli Ecclefiaftici delllAfrica, & il Prefidente medefimo Imperiale intimaife loro un Congreg publico nella Metropoli di Carthagine, con la prefenza di Giudici, concorfo P di uditori, & aiftenza di Copifti, che gli atti notaffero , e fedelmente crs Kkno/c propofte , e rifpofte referiveflero , argomenti, conclufioni, e materie . E cer- Vy"o, tamente quefto fpettacolo f non fuper, uguagli l'altro almeno, che haveva nel terzo Secolo rapprefentato Origene in Alexandria [b] Cajo ^Yoiintontif.d '^* in Roma, quando dal primo furono vinti tutti li Secoli di Valentino, dal I !?' fecondo tutte le ProfeteiTe, e Profezie di Montano. E perche per beneficio de' Pofteri fri tante lagrimevoli perdite i fcritture hi confervata il Cielo intatta quella, incili fi contiene la famofa difputa di San Mailmo Abate con Pyrro fopra le due volont di Gies Chnfto , quindi noi giudicandone da una parte non folo dilettevole la notizia, mneceflaria l'intelligenza per intendimento delle maifime Cattoliche, e dall'altra diver> tendoci dall' efporla in quefta noftra Hiftoria laproliffit non ordinaria , in cuiellafiftende, habbiamo r>refo configlio di fupplicare chi legge, volerla rinvenire , e leggere , inferita dal Baronio doppo il tomo Ottavo de' fuoi Annali Non per vogliamo noi tralafciare la nobile atteftazione che S.Maflimo fece non tanto Pyrrho, quanto tutta l'Udienza, che concorfe alla fua difputa, e con Pyrrho tutta l'Africa, anzi tutto il mondo, della fana Fede, della innocenza, e della non mai fofpettafama i Honorio , di cui egli dilfe , e detto certamente non haverebbe , quando poteife edere ftato in quei medefimo Congreifo ripigliato di mentitore , di temerario , [ e ] Honorum non diffiteri -poluntatum dualitatem in eptfto^ c s Max. u dv-,. la , quam fcripfit ad Sergium , co qud unam dixmt\t>oluntatem , fed hanc Clim py^<> potis confiteri , hanc fon affis coijabilirc Forf fono pi proifimi i et ad Honorio, pi dotti del Theologo S.Maflimo, pi illuminati da Diodi quel gran Santo, quei moderni Anti-Honoriani, che fenza rifpetto della generabile Antichit , fenza venerazione al Pontificato Romano , fenza bi-

&

!t

..

&

Tomo IL

lancia

Theodo
RO.

7q 2,30

Secolo

FU.

lancia n pure di mediocre giudicatura incolpano, chi fu efalrato dalla pi fana parte della Chiefa Greca , [e Latina ? Il fine , che forti la difputa , fu quel medefimo, che poteafi fperar dalla giuftizia della caufa, cio la vittoria Converfione di diMaflmo, e la converfione di Pyrro, che convinto dalla forza degli ary men t i > co quefte parole dichiaro*!! profeflbre della Fede attolica, [ a ] a ind;f ut. m*x. g9 P cumPyr.apuiBa- si non eft alius modus prater buine , pluris faciens Jalutem meam, qudm ca" mMm tera omnia, praft fum adfaciendum hoc cum omni fatisfacilone . Hoc folm v f. rogo, ut dignus habear in primis Templorum jipoftolorum , acpotius ipforum Trincipum Apoftolorum adoratione , deinde ut vdeam faciem Santlijfjimi Tapa, cique tradam libellum eorum, qua abfurd fatla fint . Attefta S. Maffimo, [a] In hac celeberrima Urbe R]pma, cum Tyrrhus adefiet nobifcum, promijfum praftitit, damnavitque dogmata impia expoftionis , feque per re6lam profejjonem cum Santla Catholica , JLpoftolica Ecclefia conjunxiti efoggiunge T Annalifta Greco , [b] Tyrrhus cum peryemfet in jlfricam, bTheefh.inaHHai. mutuis cum fantlijjmo Maximo videtur afpetlibus , qui bum redarmtum

&

e ^4fi, bbUn

Thnd.

I{gmam adTapam Theodorum dir exit QuiOrthodoxo libello Tapa, abeo receptusefl; e conchinde Anaftafo , [e] Ipfis temporibusTheodoriTontificisvenit Tyrrhus ex ^Africa, qui fuerat Tatuar cha Con.

& perfuafum,
tradito

ftantnopolitanus , in

urbem

Bpmam

adlimina Apoftolorum

Qui

ingrefius,

libellum obtulit
cunbli Cleri,

populi, condemnans in eodem libello omnia, qua f, vel Decejjoribus fuis fcripta , yel affa funt adverfus immaculatam Fidem noftram Hts itaque ab eo peraUis , fecit eum Tontifex munera erogare in populo , Cathedram ei poni juxta altare , honorans eum ut Sacer doter Beche portai Re g^ civitatis . Cos Anaftafo* Gran trionfo in vero fu queftoperla Religione Cattolica , e gran preda toife dalle unghie degli Heretici S. Maflmo Onde meritamente il Pontefice accolfe il convertito Patriarca con tutta AccogUenTe^he pienezza di affetto, reintegrollo, efclufo Paolo, nel iuo primiero pofto
.

&

cum fua

fubfcriptione JLpoftolica noftra Sedi in prafentia

&

fi

ncevc dai papa


.

ci Fx tp',ft.\6. Martim Paj*,

s.

dell'Imperiai Vefcovado , e trattollo in fine con quelle grandi efibizioni di honore, che veniamo pur' hora di deferi vere, riferite da Anaftafo, e che palei! eziandio fi rendono dalle nfpofte, che diede San Martino fucceffor diTheodoro a Demoftene Miniftro Imperiale, allorquando fi quel Santo Pontefice condotto prigione in Coftantinopoli , e con quefte parole riconvenuto di violenza ufata per la converfione di Pyrro ; [ d] Dicit ad Martinum Tapam Demofthenes Befcriptor : Die nobisea, qua de Tyrrho hc Bpma fubfequenter gefta funt : Tro qua caufa obiit Bpmam ? jujfus an proprio propojtot Befpondens Santlus Tapa dixit: Troprio propoftto . iAit Demofthenes : Libellum illuni quomodo fecit ? compellente aliquo ? F(efpondit SanUus Vr : Tremine , fed propria propofitione . Demofthenes inquit Veniente Tyrrho Hpmam , quomodo eum fufeepit Santlus vir Theodorus Tradccefor tuusTapa uti Epifcopum Befpondtt equanimis Tapa: Uti Epifcopum. Et quomodo non , fi priufquam veniret Tyrrhus Rpmam , manifeft fcripfit Bea-

&

tus Theodorus
rius

thronum

-peftigia

alteadTaulum, utpot ad eum qui Jupplantationem fecit , deinde eodem Tyrrho veniente Bgmam fpont fua ad honorare, utBeati Tetri, quomodo non haberet eum fufeipere,

&

invafit

&

pot Epifcopum? Befpondens Demofthenes dixit: Vere vcritas ftc je habet. Unde autem fumebat ea , qua ad ufum fui corporis erant necefiaria i Dicit Beatus manifeft De Tatriarchio Ramano . Ait concertator : Qualts panis dabatureii ^efpondithonorabilis vir: VosDominimeincfcitis Ecclefiam %o:

manam .

, ,

Capitolo
manam. Dicoenim
ri,

IX.

2,31
homo
boppita-*

vobis, quiaquijquis venit illuc miferabils


ei y

TheodoRO.

omnia adufumprabentur

& nullum immunem

fuis donis

trus repellit

venicntium illuc ; fed panis mundifjimus , dantur non folm ei , fed bommibus et pertinentibus . Si ergo in miferabilibus bominibus bac fiunt: qui venit bonorabilis ftcut Epifcopus, qualesfumptus habet fufeipere Con quefta regia fplendidezza trattava la Chiefa Romana fin da' primi Secoli gli Hofpiti foreflieri ; onde maraviglia non fia fene'prefenti apra Roma infiniti ricetti a tutte le Nazioni del mondo, e dir'ellafi pofla con maggior fondamento di verit pi torto forefteria , e

&

SantlusVevna diverfa

patria dei ChrifUanefimo , che de' Romani , Dick ad eum Demoftbenes fiegue l'incominciato efame , Ts{os didicimus , quia Tyrrbus vi fecit libelmulta dolenda paffus efl . I{efponquia rincula lignea fufinuit lum Hgma , dit ille Beat us , &dixit: 'Njhil tale faftum efl . Islam fi qui d formidine aliqua tenentur y non pojfuntforte loquiveritatem: hcfunt Conflantinopoli, quitunc erant I\pma, drfeiunt, qua ibtgeflafnnt : ex qutbus interim fuperefl Tlato Tatricms , quitunc Exarchus erat , quique direxit hominesfuos tunc ad Tyrrhum Egmam: per contamini eum de bis, fimentior. f altri imputarono a violenza la converfionedi Pyrro, non manc

&

,&

Ma

u
s fM a

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chi imputale S. Ma/fimo familiarit,e communicazione con un'Heretico : tuttavia baftantemente il Santo fi purg dalla calunnia della fparfa voce , fcrivendo ad alcuni Monaci della Sicilia in ulcerazione del

qual fu Pyrro

fuo retto operare, anche con uno, che dir fi poteva tinto, e macchiato di infetta, [a] Tyrrhus eum ad nos prtus librum magnum * 4M fr. peceHeretica, n '' 9 'vald nos ( nefeio quomodo ) honoraffet , in eoque inqui- *>' fcripftffet y rendo , non pronuntiando de una , ',& duabus operationibus wiius , opinionem de utroque requiejufdem dijjeruijfet , noflramque fententiam, reret , accerfeeret nos f ut par erat , eumetiam in procemio epiflola viciffm bonoravimus , fcut Apoflolus [b] nos bortatur, Honore invicem prave' b fyw.ii. nientes , atque eos , qui aliter babent , vel ad nosferibunt , diligere , benedicereeis jubet divina Scriptura [ e ] Simul etiam (iudiumfuit mibi , non cxafpe- e uim *. rare , fed magis lenire vrum laudibus ad afientiendum iis , qua me pie fecundm do tir inani Santlorum Tatrum tradita erant . Unde fic confitebar mtellexifje me , qua ab ilio mibi fcripta erant fecundm ea , qua ego illi fcripferam , incitans eum (utdixij mvitans ad ajfenticndum pia dotlrina , qua falutem maximam UH compararet , fi eam amplexus , nobifeum unius Chrifli Dei ( ftcut fcripfvmus ) confiteretur , idefl , duas ejufdem , noflri fecundm naturam operationes , fcuti duas etiam naturas fine confufione , humanam , mcreatam cjr creadiviftonc copulatas , divinam eandem utramque difiam . ?s(o enim dotlrina Vatam , fed non unam , trum, ftdpotius haretica efl dotltina de una eadcmque operatione , vel voluntate, vel natura in codem> uno Domino Dco noftro . lllius gitur me adTyrrhum laudationis bac fuit ratio, ac modus, eum vellem fenfim eum , contraria opinione abducere , ad reclam intentionem Fidei transferre. Cos San Maflmo. N meno grave, fenfib/le al Santo fT altra fparfa menzogna, eh' ei in una fua lettera diretta d un Prete di Cipro haveffeaffe- fr'VoK* 2 rito in Chrifto tr volont, cio due delle due nature, e la terza come chrifto. rifultante dall' unione Hypoftatica della perfona, che San Dionilo havea chiamata Deivirile. Dai medefimi Monaci Siciliani fu egli fatto confapetole di quella vanaTOce, che fra Fedeli vagava; ond'ei, che tant' era a(-

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fertore

TheodoRO#

^>ud Bar. anno

645.*, 22.

fertore de' Dogmi Cattolici, quanto zelante Miniftro di predicarli fenza ombra di heretica pravit , ftimando obligato non tanto s s , quanto s al publico delle genti, in quello tenore rifpofealli Monaci Siciliani fuoi corrifpondenti , [ a ] Marinum quidemTtesbyterum varie , &dediperp s capit y us Scriptura fcripfimus : non tarnen ullo quo-pis modo de contrarli* dogmatibus dicium efl, aV una, inquam , de duabus , idefl, quas ipft fin-

% ^%

Secolo

VII.

Ad

b CaUt..

gunt in eodem uno Chriflo tres operationes , vel voluntates , quafi nos has in eodem fmiliter, ut ipfiy confituamus , aut confiteamur Marino, aut ulli prorfus . Si enim qrne deftruxi , hac rurfus edifico , tranfgrcflorem me confthuoy ut ait vas eletionis . [b] Unde epiflolam, quam ftc quidam proferunt tanquam nobis ad Marinum mijfam idefl fingunt , tanquam alienam omnin, non noflram nos ipfi abjicimus, cuntlos fmiliter , atquenos,

&

&

&

&

ut abjicant, qui pie Dominum confitentur , obfecramus : ut omnem occafionem adverjartis intercipiamus , qui excufant excufationes mpeccatis, (ludium contradicendi calumnia contegunt , quos quia non commendat ratio proprio impetu veritatis fratta , aditum fallacem fmpltciortbus ad f conf-

&

moliuntur Sed aditum ad eos non [ibi reperient , qui veritatem, quam nos defendimus y mendacio antepofuerunt Cos egli. Qual prava dottrina di tr volont in Giesi Chrifto par , che in quel medefimo Secolo atferiffe, inferifle Giuliano Vefcovo di Toledo nel Libro da lui
tti* litteris
.
.

compofto De tribus fubftantiis , e che la medefima materia di nuovo cadette in difcorfo fra i Cattolici delle Spagne , fuppreffa nel fuo medefimo na^Hdar.anne (cere dalla vigilanza de' Pontefici [e] Benedetto Secondo , e [d] Sergio
tt"dm4um,m.
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s*Th.i tp*r&}9.

Primo, e quindi pofeia profondamente difeuffa nelle future et dal Maee 3 ^ e ^ e S entenze e ^ a ^' Angelico [f] San Tommafo , alle cui fcuole [ volentieri rimettiamo l'erudito Lettore. La difputa dunque , e la converfione accennata di Pyrro anim in

^ ro

modo tale li Vefcovi dell' Africa, fpettatori autentici della grancontefa, che non mai forf fi viddero pi uniti condannar l'Herefia pi coAttentati de' Mo- ftanti , e fervorofi deteftarla. Ed al loro zelo porfe nuovo ftimolo la C " contumace arroganza de'MonothelitiCoftantinopolitani , che irritati dall' ftsnrinopoif. abjura di Pyrro, havevano affiffi fopra le porte delle Qhiefe principali alcuni Cedoloni in detenizione del di lui fatto, e della di lui perfona, come di ribelle Cefare, &Dio. Alla qual novit opponendoli con egual vigore tutti gli Ecclefiaftici del mondo, ciafeun Primate dell'Africa uni i dc"Monoth*iiS! Vefcovi f f oggetti, & in molti Sinodi concordemente condannarono iMonotheliti, cio Stefano con quarantadue Vefcovi della Provincia Bizacena, Colombo con i fuoi della Numidia, Reparato con altri fei della Mauritania, e feifantotto della Provincia Proconfolare di Cartilagine; e eTbttpL w.nnnai, perche [g ] per emergenze di flato fu impedita laro la tvafmiflone di un LekNl%l^"ti at0 Coltantinopoli, fupplirono Con una ponderatiifima [h] Lettera,
.

ir.fecct.i.csHcd.

m an"""
6^6.,:. .

1
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f* b S

eh' eglino fcnlfero Cefare

innotificazionede'loro Cattolici fentimenti

'

i^pld Bar. anno

due volont di Gics Chrifto, & altra ne direifejro al Papa, col titolo di [ / ] Domino beatifjmo y Apoflolico culmini [ubltmato, SantoTatri fummo omnium Tr<tfulnm Totitifici. Macon Tatrumy ThzodoroTap<e , pi fonoro tuono di calde eforcazioni , e con fentimenti pi vivi di Apoftcn lica foilccitudine eglino tramandarono un' altra lettera Paolo Vefcovo di Coicanti.opoli, che oftinatonellaprotezionedegliHeretici, conduceva al Drecipizio con il fuo Gregge tutto il rimanente popolo dell' Oriente.
fP r a le

&

Capitolo

IX.

%33 &

Theodo

Leggefi ella riferita nel fecondo Secretarlo del Concilio Lateranenfe fot- Conf n e di fe . toS. Martino Papa, nobil monumento dell'EcclefiafticaHiftoria, &atta de de- Padri Afr. render pregio alla noira* con riferirne almeno la confezione di Fede, ch'eglino v'inferirono nel fine circa le due volont di Gies Chrifto, in chtiito. vera Fides , fcut quello tenore Hoc antera quod fartela fufeepit , retta , tenemusy fatetur umvcrfalis immaculata Ecclefia , colimus , prtdicavtt , Splritum SantJum infeparabilem] efie Trinitatem % Ftlium , Tatrem unum Deum: unum autem [ancia TrinitatisFitium Dei, ideftChriftum Doinminum noftrum carnem vere habere bumanam cum JLnimarationali ,

'

J^^J&gJ

&

&

&

&

&

tellettuali nullatcnus Dettate

diminuta ; fed eundem Domihominem confitemur dicentes , &dinum noftrum J e) um ChriftumDeum, operationem , ut Deum habere perfettam % vinam naturam, voluntatem,
amijja

quod eft hominis eundem ipfum [me quolibet dumtaxat peccati, vel conoperationem habere cupifcentU modo , ftmiliter naturam , voluntatem , Domino noftro Jefu Chrifto duas efie naturas > ideftinDeo, plenijftmam, duas operationes , duas quoque voluntates naturales , fcut Catholica docuit , CJr docet femper Ecclefia . Ut autem etiam exemplis fanttorum Tatrum , qua pramiffa funt, mult amplms roborentur , eorum exempla buie nofiro epistolari eloquio ex multis pauca inferi curavimus . Ex libro fantti JLmbrofii E qua lungo eglino ftendevanfi nella recitazione delle dottrine de'Padri, operazioni di Gies e del vero fenfo Cattolico delle due volont,

&

&

&

vel

&

&

&
,

Chrifto.

provinomi, che prefe il Papa contro Paolo , furono e pi premurofe, epiftrepitofe, epi atte eziandio ad intimorire, e farravvedere il reo. Eccitato Theodoro dalla pervertita di quel Vefcovo , delibe^ r , per dar maggiore fpirito alle fue future rifoluzioni , di fpedire in Oriente alcuni Nunzii, fra'quali egli fcielfe la perfona di S. Martino, che poi gli fu fucceifore nel Pontificato, confegnando ad effi una lettera di gravifle

Ma

T<

-v

Efortailoni , gat i, e lettere da 0loM * a

Lo

^ ^ehu 110;

fimi fentimenti , in cui efortavali il Patriarca non traviar da'fentimenti Cattolici, e a non cagionare fcandalo pi grave nella ChiefadiDioj e quindi per colpirlo pi fenfbilmente , nel fin di ella feommunic generalmente tutti coloro , che contrariavano alle due operazioni, e volont di Gies Chrifto in conformit delle dottrine de'Santi Padri giudicando il Pontefice, che al folo lampo di cos fpaventofa faettadovelTe, potette atterrirli Paolo, ritrattarli. Egli fraudolentemente rifpofe [ a ] con *mce?!/i. txut termini di humiliflimorifpetto, mconfrafi cos ambigue, irrefolute 'Z^Lf/Z^'. r circa il punto dell'Herefiade'Monotheliti, che quindi fol dava apertamen- uJ." niU,one dl te divedere la fua protervia nel difenderla . Conciofiacofache preve- Pa oo' dendo concitato contro di s lo fdegno del Pontefice, egli ferini, eie maledizioni della Chiefa Africana, e di tutta l'Occidentale, con rimedio peggior del male rifolv, e conclufe per un finto fine un peflmo mezzo, cio per farli riputare innocente, renderfi doppiamente reo, nella trama dell'editto del typo, di cui egli fu l'Autore prelfo Cefare . Perfuafe Editto imperiale e yp dunque Collante, chefegnatTe, comefegu, un'Imperial Bando, in cui imponevali ad ogni perfona di qualunque dignit, e grado, che nell'accennata contro verfia delle volont, operazioni di Gies Chrifto , fi dovette onninamente tacere , comandando all'una parte , e all'altra filenzio fopra la materia propofta , come fe non giammai ella caduta folle in difeorfo . E per dar' efecuzione il primo all' Imperiai' editto , volle che dalle
:

&

'

&

'

Porte

Theodo
tup*/J" '*"' ar
6t%
n.z,

b ibidem.

toglieflero que'Cedoloni , ne'qual? fi alleriva l'He[a] ea idagens callide, come dicefi negli atti di S. Maffimo, ut quoquomodo , vel filentio faltem damnari videretur de duabus voluntatibus expreffa fententia, loggiungendofi negli allegati atti, [b]

Porte delle Chiefe

x g4

Secolo
fi

VII.

refia de'Monotheliti,

mententi , artem fuife fubdolibominis, afta Concila LateraMartino Tapa declarant , ubi Tatres de Tanto ifta locuti funt , His etiam neceffitate quadam annuire Imperatorem , qubd videret omaes %Africanos Epifcopos cjus ej]e fententU co tempore , quo adverfus Impcrium rebellafjet Gregorius , qui eam Trovinciam adminifirabat , ratus nimirum
nenfts fub
, qum aperta dcfenfione hxrefes amplius ut barefis fcriptis prodita in vaivi s Ecclefi<e adtempus fileret, amotis fcriptis illis dolose prxcepit . Incitato dunque Coftante dalle fraudolenti perfuafioni di Paolo, e vago di renderfi arbitro enore eiTypo. degli affari della Chiefa, com'era di quelli dell'Imperio, fegn, e public

Hanc quidem

&

necefle efc ipfos mitigare potis

concitare ,

quorum grafia ,

&

il Bando , il quale in voce Greca fu detto Typo , il cui tenore , traslatato dal c fw4.SiS1.l0 Greco, rendefi alquanto ofcuro all'intelligenza de'Latini; [cJConfuetudinem ter fub s. Man. habentes de omnibus curam agere, intendere , qua refpiciunt ad utiliti
.

&

maneat carum differentia fecundm naturas , eunbumana : ex Chrifium naturaliter operari divina , hoc in multam diffenfionem , contentionem * noflram Cbriflianfjmam I{emex hoc fecunpublicam per duci, utdifcordmtes tnvicemnonconvenirent, dm multos modos eam laedi oportere . Igitur arbitrati fumus, ab omnipotente Deoinfpirat, (e ut t aleni accenfam difeordia flammam extinguere, non concedere eam ulteriks Immanas animas depafei . Quaproter Jancimus , immaculata nofira Cbriflianobis fubfeftos, qui confifiunt in Orthodoxa, norum Fide, qui funt Catbolic&^ipofiolic<e Ecclefia , ntn habere licentiam invkem a prxfenti de una voluntate, aut una operati one , aut duarumvoluntatum , aut duarum operatonmn qualemcumque proferre altercattonem aut contentionem , aut rixam . H^c autem fancimm , nihil altud intercipientes penitus depiiffimis dogmatibus , qux fantlis probabilibusTatribus de difpenfatione incarnati Dei Verbi dogmatista funt , fed ulterius contentionem, qua gratia propofittequscflionisortaefi, cefiarepraciptentes, &tantradtummodo deeis fequi, fufficienter habere divinai Script uras , fine quaConciliorum , fmplicibus tiones fanftorum quinque univerfalium ftione fanftorum probabilum Tatrum utivocibus, quorum dogmata , regula \Apofiolic& Ecclefa confifiunt , nihileisadlego Sancite Dei Catholica, neque minuentes, aut per fuam intentionem eas interdentes proprium, pretantes, fed priorem habitum ubique cufiodiri , fiotti ante quam procederei contendo praditlarum qu^fiionum, quafi nulla de eis exorta contentio. Trulli de
ut
falvetur
,

&

precipue qu<e feruntur ad immaeulatam noflram fidem, per quam nobis omnia prospera fieri credimus , cognovimus in multa perturbatone effe nofirum Crthodoxum populum, utpote dicentibus quibufdam unam voluntatem in difpenfatione magni Dei , Salvator is noflri Jefu Chrifli , ut eundem ipfum op erari divina , bumana \ al-iis autem dogmati-^antibus duas voluntates y duas operationes ineadem difpenfatione Incarnati Verbi , <Zr illis quidem in fatisfaftionem propter unam perfonam efe Dominum nofirum Jefum Chrifium in duabus naturis indivise volentem , operantem divina , inconfusi , bumana : aliti autem propter conveniente* naturas indivise in ipfa una perfona ,
Chrifiianifiimx noftra Fgipublica,

tem

&

&

&

&

&

&

&

&

dem ipfum unum

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

Capitolo

IX.

unamoperationem, de omnibus , qui ufque ad prafens unam voluntatem, duas operationes dogmati^averit , fub qualemcumquc autduasvoluntates, querelam bujus gratta , aut accufationemfacito , nifi tantummodo qui ex fan-

&

&

%3

Theodo

'

tlis

qumqueuniverfaltbusConciliis ,

&

cateris Orthodxis probabilibusTatr-

&

bus c'ietti funt b eretici cum imptis eorumdogmatibus , atque fcriptis , &(ut compendiose dicamus ) quod Sanila Catholica ,& ^ipofolica Ecclefianon accepit, fed abjecit. Jld perfeam autcm nmtatcm Sanblarum Dei Ecclefiarum, ut nulla occafo relinquatur s , qui [me fide communem concordiam,

&
.

&cbartas, qua pofita fuerunt inls^arthica faniliffima magna Ecclefa bujus Dco confervanda {egia ntftra Urbis , qua contmet prediti as quafiones juffmus levari Qui autem eaprafumpferint prevaricar! , primum qutdem fubjaceant judicio terribili omnipotentis Dei , deinde autem etiam qualemcumque regalem indignationemrevereantur per quem, ftquidem Epipolunt contendere ,
,
:

scopi, aut Clerici funtt fui Sacerdotii , five fui Cleri modis omnibus excidant: alieni firn de fuislocis: fin autem dignifin autem Monachi, fegregentur, aut cingulum, autmilitiambabeant , nudentureis: fin autem ftti pritatem, vati, ftquidem nobiles confifiunt , fuarum fubftantiarum profcriptionem patian-

&

tur: fin autem ignobile s confifiunt, non folm in corporeverberentur , fed ex iutomnes timore Dei comprefji, comminata eis dilio perpetuo cajlgentur
:

gna fuppliciareverentes , immobilem, fine turba pacem Santtarum Dei Ecclefiarum cuflodiant . Cos il Typo 3 ^*" 1 L'attentato di quella nuova Imperiai Coftituzione apparve cos rinf^?"^ypo pral crefcevole, e deteftabile al Chriftianefimo , che maraviglia none, che contro lei inforgeffero con Theodoro tutti li Pontefici Romani , e con i Pontefici Romani tutti li Padri, eChiefe d'Oriente. Poich, bench il Typo contenere la medefimaimpofizione di filenzio prefcritta da Honorio nelle accennate [a] fu e lettere, nulladimeno era molto diverfa la con- *vedaiPotifM HonoriQ P a&- *** federazione dell'un tempo dall'altro. Efiendo che prudentemente , e piamente pot comandarfi da Honorio il filenzio forer l'ima, le due volont, & operazioni di Gies Chrifto in que'principii, in cui cominci dibatter" la queftione, mentre non tutte le difficolt , che dalla curiofit degli huomini vengono agitate, e morie, di vuopo, chelaChiefa intrometta la fua definizione, rimanendone anche prefentemente molte inde>-*d'H>. t%. cife, fecondo l'avvertimento dell'Apoflolo, [b] Ts^onplus fapere, qumopor*
*>

&

&

tetfapere, fed fapere ad fobrietatem, cio contentarli di credere quel tanto folamente, che ritroviamo rifoluto , e definito dalla Chiefa. [e] Satisnam- C *r.*.6$n\.

que ad fobrietatem fapere erat, foggiunge


in Cbrifto T^aturis afierere,

il

dottiffimo Baronio

deduabus

qua Sacro fanclo

definita.

Ma

quando poi
,

il

comandato

Concilio Chalcedonenfi furant filenzio fu temerariamente vio-

adrta pubicamente l'Herefia con leaffiffionide' Cedoloni alle Chiefe , e con le definizioni facrileghe de i Conciliaboli di Alexandria , e di Costantinopoli, il filenzio fi refe nonfolamenteintollerabile,m peccaminose per non parere di foccombere i Monotheliti, diadherire ad elfi, eraneceifariodifeiogliere, e non legare le lingue per la confezione di quella Fede, che tale non , f nonfiprofefiapalefemente; e aprire, e non chiudere le bocche per condannare il falfo, e predicare il vero. Oltre a che efecrabile rendevafi il Typo per involucro di pa i Infecret.5.Conrolefofpette, e per fallacie di fentimentinafcoiti, quali difvel d pieno al. Lattr. fnb S pieno t ^.Martino nella Lettera Sinodale del Concilio Lateranenfe, dicendo , [d] Maru
lato dagli Heretici

&

Ter

Theodo
R

Ter hnpijjimum Typutti , fui ex maligna infigatione illorum faBus efi contr immaculatam nojiram Chriftianorum Ftdem Sereni (fimo Trincipe , definientes in eodem Typo , nec uttam , nec duas voluntates , aia operationes , hoc eft , nequedivinam, ncque human am voluntatem, operationem in ipfo Salvatore noftroquempiamomninconfiteri. Hoc autem praedicaverunt , ut non folm in humana ejus natura , fed etiam in utraque omnino cum fine voluntate , opera-

^6
efi

Secolo

VII.

&

lione, hoc
Pao?o e del? P o' a 6 t U r<j

h
inThVod'

BibUoth '

abfque natura , effentiaeffedenuntient, quatenus cum perfidis "*w*icw Orthodoxos Tatres abiiciant . Cos S. Martino . Tutte quefte cofe, che provarono concludentemente reo Paolo, [ -*-Jf.-diedero giufto mot ^ vo a ^ Pontefice di procedere alla condannazione formale del Typo, e dell'Autore . [ b ] Santtiffimus Tapa Theodorus , riferifee Anaftafio , feri-

&

&

&

Taulo Tatriarcbd I{eg Civitatis, tamrogans, qum regulariter increnec non per Apocnfarios ( ut ditlum efl ) per hoc maxime deftinatosprx, conteflans , quatenus proprium emendar et commentitm, fentialiter admonens , atque ad Orthodoxam Fidem Catholtca Ecclefx remearet Et neque rogantes , neque increpantes potuerunt eum fuo conamine quoquomodo revocare , propter quod juftabApoftolicaSedeipfedepofitionisultione perculfus eft. Cosi Anaftafio. E la demolizione , e la condanna feguin un Sinodo in Roma, in cui fu efecrato il Typo , confermata la mafima Cattolica, e di nuovo riprovato l'errore de'Monotheliti Mnella terminazione del Smodo, inopinato avvifo turb s altamente Nuova ricaduti cn Fmho neir l'animo di Theodoro , che raro far quel fuccelfo , per cui pifenfibilmente fi ritrovafle irritata la Maeft de Pontefici Romani con dimoftrazioni d caftigohorribile, e fpaventevole . Pyrro, che s bel faggio haveva di s dato e nell'Africa, e in Roma, e che gloriofo andava per le honorevoli accoglienze ricevute da Theodoro, ingannato, adefeato, perfuafo dall'Efarco Greco di Ravenna, volfe di nuovo le fpalle alla Chiefa , e ripudiato il Libello di Penitenza, che in ritrattazione dell' Herefia avanti il Sepolcro deSanti Apertoli in Roma egli haveva con tanta pompa prefentato al Pontefice , profefs in Ravenna la fentenza de'Monotheliti, ritorindigna- nando al vomito , divulgandone publica Icrittura , nella quale afieriva ti aita *ioe dei Pome- \ t i oro maflme, e dichiarava feguirne la Setta More cani s> dicedi lui Anac ^.i.rw. ftafio, [e] ad proprium impietatisvomitumTyrrhusrepedavit; eTheofane Ti7tcph\in*nnai. Ravennam perveniftet , ut cans ad jyj Tyrrus cum Roma difceffijjet , Per la qual cofa egli fece fuo ritorno Covomitum fuum reverfus eft ftantinopolihonoratoda Cefare, & acclamato dal Popolo, Soprayenne tal dolorofa notizia Theodoro , appunto quando elfo era in iftato di chiu^ere l'accennato Sinodo onde concitato alla pi rigida indignazione , che in annai e n up h .nanna o mer car p 0tc ffe una CG s vituperofa ribellione , [e] ad fepulchrum vertici: divino calice expoftulato, ex vivifico fanguine in jtpoftolorum accejjh) ita propriamanu depofitionem Tyrrhi excommuniftillavit , atramentum B r,eth Anaftafio riferifee la condanna; mi pretermette il racconto capi fecit. [f] inTbtf/ dell'infulone del Sangue confacrato nel calamaio: il che pafla eziandio fotto filenzio il Pontefice S.Martino, quando nel primo Secretano del fuo Concilio Lateranenfe egli fa menzione di tale fcommunica. Per lo che f preftar fede vogliamo ai fcpracitato Greco Annalifta, di gran terrore i i
pjt

pam

&

&

& &

'

'

colpevoli infieme,
e Nicnat invita o.'fwii,

& -agl'innocenti fu

oocita horribile condanna

non

o-iammai nell'et trafcorf'e pratticata ualla Chiefa Latina , ne giammai imi. fepur dir non aggrada con un'altro [g] Greco Hiftorko* au fa^ fa ... che
i

xm

Capitolo
condanna di Fozio, che

IX.

X57

Theod-

che pratticaifela l'ottavo Concilio Ecumenico nella fottofcrizione della VtltiiPmtifir* [a] fuo luogo riferiremo. La riprovazione del hSh^umZT. Typo, la detronizzazione di Paolo, e la fcommunica di Pyrro furo*:*fw/r. no pabulo al fuoco , di cui ardeva l'animo irritato di Collante , che precipit fubito in terribili riferimenti, e in ifpaventofe minaccie contro il Papa, e generalmente contro tutti li Cattolici; & ad efempio del Principe traboccando l'infolenza de'Settarii contro i pi proflmi, asfaltarono in Costantinopoli il Palazzo di Placidia, folita Refidenza de' Miniftri Pontificii, che appena falvarono la vita doppo lungo , e funefto corfo di barbari avvenimenti Poich con isfrenata baldanza confufamente Heretici , e Soldati, e la Turba tutta de'malcontenti [b] jLltare fancla b s. M*rt. pap* Scdis in domo Tlacidia fubvertens diripmt , prohibens, ne adorandam y m!jZ%pu~ immaculatam hofliam , idefl facram celebrationem *Apocrifarii nofiri ibidem De ojferr valeant , vivifica divina communionis Sacramenta percipiant . Quos videlicet quia ex prxceptione ^ipoflolica autloritatis commonuerunt
.

&

&

ut de tali b&retico intenti* recederet , perfccutionibus diver/s cum aliis Ortbodoxtsviris, vcnerabilibus Sacerdotibus infequutus eji eos , quofdam eorum cujodia retrudens, alios in exilio deportans t alios autem verberibus fubmittens. La morte, che[c] fopragiunfe Theodoro alcuni mefi dop- c^tnw. p il feguito faccetto, tolfe lui la palma del Martirio, rifervata dal Cielo

cum ,

&

alfuoSuccefire S.Martino.

A-

Martino.

x gg

Secolo

VII.

CAPITOLO
Martino
Operazioni

X.
il
i

di

Todi

creato Pontefice Luglio 649.


,

mara<vigliofe
i

di

S,

Martino
:

e fuo Concilio
,

limano contro S travi,


Ra Martino
Prime
r'rfolutio-

Monotheliti

Prigionia

Efilio, e Martirio.

Ecclefiaftico di gran cuore e perci contradittore acerrimo de' Monotheliti , de' quali haveva poc' anzi co' proprii occhi mirato le perturbazioni , e li

nr del Pontefice contro i Mono.


Eh elici.

tumulti

quando Miniftro
.

di

Papa

Theodoro

rified
il

Nunzio

in Coftantinopoli

penfiere di Sciogliere il volont di Gies Chrifto dalle catene del filenzio , con le quali non oftante la condanna publicata dal fuo anteceifore , tuttavia tenevalo ancora

Onde fubito egli atfunfe dogma Cattolico delle due

avvinto l'editto Cefareo del

Typo

Ma

per procedere con maturit

ir-

a Tfetph.m Annui.

reprenfibile in un tanto affare, in cui havevali fronte la protervia di Collante, e la pertinacia de'Vefcovi Orientali, egli determin di raccogliere un Sinodo nel Laterano, che ritrovofl numerofo di cento cinque Vefcovi de'pi riguardevoli dell'Italia, fra li quali S.Mafimo, che [a]

fede tra gli Abati. Fu eccitato Martino follecitamente ne'primi mefi della fua elezione alla celebrazione di quefto Concilio, dal motivo di troncare con manifefta rottura ogni trattato di maneggio con Cefare, che perfuadendofi di ritrovare il nuovo Pontefice inchinevole, e facile alle fue voglie , nell'atto della confermazione concedutagli nell'amminiftrazione del PonConcilio celebre tificato havevalo pregato di fottoferivcre il Typo , come mercede donel Laterano vuta chi col fuo Imperiale beneplacito havevalo iftituito nell'efercizio del pofto di Primo, e Sommo Vefcovo di tutto il Chriftianefimo . Onde s in riguardo di una cotanto heroicarifoluzione, come per la quantit, e qualit de'vocali, e per la gravezza, & importanza della materia, fu queb ExSurotemi. fto Concilioehiamato da'Scrittori [b] Eccellentifjimo , e[c]Generale. Egli Concil. contenne cinque feiloni, che con inufitato vocabolo furono dette Secrec S. Matt. intp ad ^mandar tarli , forf perche convocarono* li Padri nel Secretano del Palazzo LteraSuo v 01T0, e rifo nenfe in quella guifa, come accadde nel Sefto General Concilio, in cui l luiione. adunarono i vocali nel Secretarlo del Palazzo Imperiale di Coftantinopoli, ch'era una gran Sala coperta di volta in forma femi circolare, che nel noftro linguaggio dicefi Tribuna, e nel Greco Trullo , onde il Concilio d y. O3ob .I49. fi dille Trullano . Kor dunque adunato [d] ilconfefib, prefedendo tutti perfonalmente il Pontefice, efpofto venerazione de' Padri, fecondo il il Primicerio de'Notari Apoftofolito, il libro de'Sacrofanti Evangelii lici come con fonora tromba invitando tutti alla facra guerra contro gl'iniC loel.i. 1. mici della Fede, cos ad alta voce inton [e] Canne tubata Sion, ululate vi C'Iettate hoc , fuf nate Bl Ilamonte far; cito meo quia >enit d'n s Domini
. .

tores

Capitolo IX.
tores

z39

Martino.

arma portantes cuntlafanttiSpiritui in defcnjionetn Catbolica Eccleft* , dcftruclionemtotius iniquitatis. Quindi ripigli il Pontefice medefimo una breve, e proporzionata Concione, in cui deplorando lo ftato miferabile
e lo fconvolto , e diflpato facrofanto Mifterio della fantilfima Incarnazione dalla fcelerata prefunzione degli Heretici Monotheliti, dichiar Autori de'feguiti ("concerti Ciro di Alexandria, e Sergio, ePyrro, e Paolo i Coftantinopoli, i quali profetarono una fola volont in Chrifto, adducendo in necelfaria illazione una fola natura, bench con le parole fi vergognaflero quegli Heretici di palefare chiaramente
della Chicfa d'Oriente
,

&

quello loro fentimento Fermato dunque con concludentiflme ragioni il dogma Cattolico delle due volont, & operazioni per mezzo delle Sacre Scritture, e degli atteftati de'Santi Padri , egli fi ftefe pi con le lagrime , che con le parole deferivere le crudelt pratticate da 1 Monotheliti contro i Miniftri della Sede Apoftolica , delle quali effo medefimo era ftato fpettacolo, e fpettatore in Coftantinopoli; e perci dichiarofil ftimolato non folo dal proprio debito Paftorale, ma dalle querele ancora, che da tante Provincie Cattoliche giornalmente Roma giungevano, porgere rimedio s gravi malori, & chiedere da'loro voti , configlio, e provedimento per refiftere alla tempefta imminente, e riparare i quella inondazione, che minacciava proflmo il naufragio tutto il Chriftianefimo. [a] Ideoque noftri pradeceftores non defiiterunt dotti s viris diverfs temporicontebus confultiffm fcribentes , rogantes , increpantes admonentes , flantes , quatenus proprium emendarent novttatis commemum , atque ad Ortbodoxam fidem Catholica Ecclefu remearent. Cos S. Martino a Padri del Sinodo. E qui dicali come in pattando; Fu egli Honorio uno de'predeceflbri di S. Martino? Certamente come tale da tutti irrefragabilmente fi attefta Dunque ment S.Martino in dichiarare 1 fuoi predecefiri eterni contradittori de'Monotheliti, Honorio fi uno di elfi . Hor tornili all'Hiftoria Infiammati in tal guifa li Padri ad ogni pi ardua rifoluzione, fi die principio alle cinque fenoni , che fi reftrinfero nell'efame, e condanna di divert Vefcovi Monotheliti , fra quali come confalonieri , e capi furono annumerati Ciro, Sergio, Pyrro, e Paolo; e nella lacerazione, edeteftazionedeH'EthefidiFIeraclio, e del Typo di Collante Nella feconda di elfe comparve il menzionato Vefcovo di Dori, che fu Legato di S.Sofronio ad Honorio, che riordinando la narrazione della fua fpedizione quel Pontefice , &iprincipii de'moti inforti nella caufa corrente della Fede, termin il fuo difeorfo con alzare le mani al Cielo in ringraziamento Dio, che haveva proveduto di forte vigore tutti li prcdecelfori d Martino contro la lorgente Herefia; il che certamente non havercbb'egli allento in cos tremenda adunanza, quando appretta il Mondo , appretto lui , apprelfo Sofronio folfe Honorio apparfo mancante nella Fede. \b] Tacque defpexerit Deusprecescumlacrymis oblatas fupplicum fuorum , fedexcitavit non equidem mediocriter praceffores , ^ipoftolicofque Trafitte* in commonitione , necnoncontejiatione pradittomm virorum , tic et nullo modo eos flettere potuerunt Nella terza l anathematizz Theodoro Vefcovo Faranita, huomo celebre per empiet di ferirti, da i quali come da lorgente beverono il loro veleno li Monotheliti ; eflfendo che per iftabilir'egli una volont di Gies Chrifto , con nuova, impercettibile, e non pi udita Herefia, aflerillo ufeito dall'utero materno fenza corpo. Efecrati dunque
.

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Martino.

glifcrittidiTheodoro, di Ciro, e di altri Heretici Monotheliti, dichiarofliilfenfo della volont Deivirile aflerita da San Dionifio Vefcovo di Athene, detto l'Areopagita, i cui Libri furono in quelcongreffanominaj vai iar. am. ti , riveduti , [a] approvati fenza alcuna contradizione n pure degli Heretiri di quell'et , in rimprovero de'Moderni, che ~>i arroganti degli antitiiyil^fjp. vide laur 'e wam chi negano la loro authentica autorit . Termino/Ti in fine il gran Concilio

z ^q

Secolo

FI l

&

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""**"

Condannazione
delrEthefi'c dei e,,L e

Typo.

con la formazione di venti Canoni concernenti alla Fede, oc al Mifterio e con la finale condanna di chiunque ( ci , che riufc pi grave, e fenfbile alla Corte di Coftantinopoli ) havetfear^ imcnto con Lettere , Libelli , Scritture , Editti , profeflare , fentire diverfamente, prohibire ad altri di credere, e tenere, quanto veniva ingiunto da'Padri di quel Concilio. E i Canoni, e la condanna fu conceputa nel tenore, chefiegue, degna fcuola i Cattolici della loro Evangelica dotdella Santiflma Incarnazione
trina , Si quis fecundm Sanftos Tatres non conjtetur proprie , veraciter Tatrem, &Filium, Unitatem Spiritum Sanclum , Trinitatem in Untiate ,

&

&

&

Trinitate, hocefi, unum Deum intribus fubfijientiis confubflantialibus aqualis gloria , unam eandemque triiim Deitatem , naturam , fubftantiam , virturem , potentiam , Bggnum , Imperium , voluntatem , operationem inconin.

,&

ditam, fineinitio, incomprehenfibdem, tmmutabilem , creatricem omnium proteclricem : condemnatus fit . Si quis fecundm Sanclos Tatres non conjtetur proprie, fecundm veritatem ipfum unum fanlla, confubveneranda Trinitatis Dcum Verbum Calo defcendifte , ftantialis, Maria femper Virgine , incarnatum ex Spiritu Sanilo , hominem facium , crucifixum carne , propter nos fpont pafium , fepultumque , refurafcendiffc inCoelos, atque fedentem in dexteraTatris , yexife tertia die, venturum iterum cum gloria "Paterna , cum afjumpta ab eo , atque animortuos: condemnatus mata ntelleflualiter carne ejus, judicare vivos , fecundm fit . S quis fecundm Sanclos Tatres non conjtetur proprie, Jmmaculatam Sanclam femper Virginem , veritatem Dei Genitriccm veraciter, qui Dea Mariam, utpote ipfum Deum Verbum fpecialiter, omnia fecula natuseji, in ultimis feculorum, abfque femine conTatreante incorruptibiliter eum genuife , indiffolubili percepifie ex Spiritu S anelo , partum ejufdem Virginitate condemnatus fit . Si quis fmanente poft fecundmveritatem ipfius , cundm Sanclos Tatres non conjtetur proprie, Dei Jefu Chrifti duas T^ativitates , tam ante fier unius Domini nojiri , fempiternaliter , qumque de Sanila cula ex Deo Tatre incorporaliter , Virgine femper Dei Genitrice Maria corporaliter in ultimis feculorum , Deum Jefum Chriflum conatque unum, eundemque Dominum nojlrum ,

&

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fubjlantialem

mini

&

confubjlantialem hofecundm Deitatem, Matri fecundm humantatem , atque eundem pafjibilem carne ,

Deo ,

&V

&

atri

&

mpaffbilem Dettate, circumferiptum corpore , incircumferiptum Deitate , Ccelejiem, vifibilem, eundem inconditum , &conditum, terrenum, incapxbilem, ut toto homine, eodemque mtelligibilem , captibilem, Deo, totus homoreformaretur , qui jub peccato cecidit: condemnatus fit . Si

&

&

&

& & &

quis fecundm Sanclos Tatres non conjtetur proprie

tem unam Tfaturam Dei Verbi incarnatam , per hoc , indiminut, abfque tantummodo nojirafubjiantia perfelle in Chrijo Deo , Si quis fecundm Sanclos Tatres non peccato , fignijicata condemnatus fit fecundm veritatem ex duabus& in duabus TS(aturi$ confitetur proprie,

&

fecundm verita, quod incarnata dicitur

&

&

fubf-

Capitolo
fubflantialiter

X
,

& indivise, unum eundemque Docondemnatus Si quis fecundm San& & fecundm veritatem eo falvatam condemnatus ferentiam naturarum inconfus, & proprie, & fecundm quis fecundm SanUos Vatres non & inconfus eo veritatem naturarum fubftantialem unitionem quis fecundm SanUos Vatres non cognitam: condemnatus proprie, & fecundm veritatem naturala proprietates Deitatis & deminor falvatas condemnatus humamtatis indiminuttn eo, & proprie quis fecundm SanUos Vat#s non & fecundm
umtis
,

z^j

Martino.

inconfus,

effe

Deum Jefum Chriflum minum Uos Vatres non conjitetur proprie,


ft. Si

ft

fubflantialiter dif:

indivise in

conjitetur

indivise

in

ftt.

Si

confitetur
,

ejus

fine

atione

ft

Si

confitetur

veritatem duas unius, ejufdemque Cbrifli Dei noflri voluntates coharenter unitas, divinam humanam, ex hoc, qud per utramque ejus naturarti voluntarius naturaliter idem confiflit noflra falutis : condemnatus ft . Si quis fecundm SanUos Vatres non confitetur proprie, fecundm veritatem duas unius , ejufdemque Cbrifli Dei noflri operationes coharenter unitas, divinarsi humanam, ab eo, qud per utramque ejus naturam operator naturaliter idem exifiit noflra falutis : condemnatus ft . Si quis fecundm fccleratos Hareticos unam Cbrifli Dei noflri voluntatem confitetur , imam operationem in pcremptionem SanUorum Vatrum confe/Jonis , abnegationem ejufdem Salvatoris noflri difpenfationis : condemnatus ft . Si quis fecundm fceleratos Hareticos in Cbriflo Deo in unitate fubflantialiter falvatis , SanUisVatribusnoflris pie pradicatis duabus voluntatibus ,

&

&

&

&

&

&

&

contradoUrinam Vatrum, unam voluntatem , atque unam operationem confitetur: condemnatus ft Si quis fecundm fceleratos Hareticos cum una voluntate, una operatione , qua
ditabus operationibus, divina,

&bumana,

abharetics impi confitetur, duas voluntates , pariterque operationes, hoc efl divinam , humanam, qua in ipfo Cbriflo Deo in unitate falvantur, SanUisVatribus Ortbodoxe in ipfo pr^dicantur , denegat , recondemnatus ft . Si quis fecundm fceleratos Hareticos Deivirilem : fpuit operationem unam operationem infpienter fufeipit , non autem duplicem effe confitetur, fecundm SanUos Vatres, hoc efl , divinam, humanam , aut ipfam Deivirilis, qua poftaefl, novam votabuli dtUtonem unius efe defgnativam , fed non utriufque mirifica gloriofa unitionis demonfirativam: condemnatus ft Si quis f'-.undm fceleratos Hareticos in peremptione falutis in Cbriflo Deo eflentialiter mumtione , SanUisVatribus pie predicati? duabus voluntatibus, duabus operationtbus, hoc efl , divina, humana, divifones infpienter, Myflerio difpenfationis ejus inneUit , difenfones , proptere Evangelicas , Jlpoflolicas de eodem Salvatore voces non uni, eidemque perfona, effentialiter tribuit eidem ipf Domino, Deo noflro Jefu Cbriflo, fecundm B.Cyrillum, ut oftendatur Deus effe , homo idem

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

& & naturaliter condemnatus quis fecundm SanUos Vatres non tur proprie, & fecundmveritatem omnia, qua tradita funt & pradteata SanUa Cattolica & *Apoflolica Dei Ecclefa perindeque Sanlis Vatribus, & venerandisuniverfalibus qutnque ujque ad unum apicem verbo, & mente, condemnatus quis fecundm SanUos Vatres confonanter nobis, pariterque nonrefput, & anatbemati^at anima & ore omnes, quos fpuit, & anathematr^at nefandiffimos Hareticos cum omnibus impiis eorum ufque ad unum apicem SanUa Dei Ecclefa Cattolica, &\Apofiolica{hoc fanUa, & univerfales qutnque Synod, & confo:

&

&

&

ft

Si

confite-

Conciliis

ft.

Si

fide

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confcriptis

efl

Tomo

li.

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nanter

Martino.

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,

Secolo

VII
)

nanter omnes probabile! Ecclefa Tatres

idefl,

Sabellium

jLrium

Eu-

nomium , Macedonium , Apollinarem , Tolcmonem , Eutycbem , Diofcorum , Timotheum JElurum , Severum , Theodofium , Collutbitm , Themiflium > Taulum Samofatenum , Diodorum , Tbeodorum , K[efiorum , Tbeodulum Didymum , Evagrium, compendiose omnesrcliquos Terfam , Origenem

&

Hareticos, qui Catholica Ecclefia reprobati, atque ab j etti font , quorum dogmata diabolica operations funt genimina, &eos, qui fimilia cum bis ufque ad finem objlinat [apuerunt , aut fapiunt, vel fapere reperiuntur: cumquibus merit numeramus , utpote fimiles eis parique errore praditos , e# &#$ doimati^arenofcuntur , proprioque errori vitam fuam determinante! , fcoc e/2, Tbeodorum quondam EpifcopumTbaranitanum, Cyrum ^ilexandrinum' SergrumConflantnopoiitanum , vel ejus Succefores , Tyrrbum, Taulum /' omnia impia dlorum confcripta , eoy , </&' / perfidia permanente! , fimilia cum Mis ufquc ad finem objlinat j'apuerunt , aut fapiunt, vel fapere fperantur, boc efi, unum voluntatem , c&" ^w operationem Deitati!, bumanitatisChrifii, Juper bac impiifjimam Etlhef.n , qua perfuafone ejufdem Sergit fatta efi ab Heraclio quondam Imperatore adverfus Ortbodoxam jidem , unam Chrifli Dei voluntatem, unam ex conemnnatione definientem operationem venerar! ; fed& omnia, qua proeaimpi ab eis fcriptavel aclafunt, &illos , quieamfufcipiunty vclaliquid de bis, qua pr eaferipta velatila funt; .& cum illis denu fcelerofum Typum, qui ex fuafionc pr adititi Vanii ituper fatiti! efi Serenijjimo Trine ip e Conftante Imperatore contra Catboiuam Ecclefiam, utpot duas naturala voluntates , operationes , divinam , bumanam , qua Santlis Tatrtbus in ipfo Chriflo Deo vero , Salvatore nofiro pie pradicaunir , cumunayolmtate, operatione,qua ab bareticis impii in eo verter atur , par iter denegare, taciturnitate conflringi promulgarmi ; propterea cum Santlis Tatribus fcelerofos Hareticos ab omni reprehenfwne , condemnattone injufi lib erari definientem , in amputationem Catholica Ecclefia definitionum , feu regula Si quis igitur juxta quod dicium efi, confonanter nobis omnia bac imphjfimaharefeos iliorum dogmata, ea, qua pr illis aut in definitone eorum quolibet impi denominato! Har etico! , Tbeodorum dicimu! , Cyrum , confinata fimt, anathemati^at , utpote CaTaulum nonrefputt &Sergium, Tyrrbum, tholica Ecclefia rebelle! exifientesx aut fi quis ifquem de bis, qui ab illis, vel (mtlibu! eorum in [cripto , vel fine fcripto , quocunque modo, vel loco, aut tempore temere depofiti funt aut condemnati , utpote jimilia eh minime credentem, fed Santiorum Tatrum nobifeum conjucmem aotlrinam , uti condemnatum babet, aut omnino depofitum , fed non arbitratur bujufmodi quique fuent, hoc efi, five Epifcopm, aut Trabyter, vel Diaconu! , five tcrius cujufcumque EcclefiafiiciOrdinis , autMonachus, velLaicus, pium , #* Orthodoxum, Catholica Ecclefia propugnatorem , atque in ipfofirmii confolidatum ,, in quo vocatu! efi d Domino ordine, illoiautem impios, atque invalida! , detejiabilia eorum pr boc judicia , vel fententia! vaiuas , reprob abile! magi! autem r fona* , exect'abile! , vel atque infirma! , arbitratur: bujufmodi condemnatu! ft. Si qui! ea , qua fceleroj Haretici fapiunt , indubitanter profefiu! , atque inteliigem , per inanem proterviam

W-

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&

..

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&

dicit ha-, pietat! efie

dogmata, qua tradiderunt ab


,

Mimfiri yevbi, boc

lumniam

efi dicere utique ipfos Sanilo!

fantia

Tana ,

& &

initio fpeculatore!

&

univerfala quinque Synodi , camemorata! fanclas quinque Synodos

Capitolo

X
&

^43
:

Martino.

dosindeceptionefimplium, velfnfceptione fua profana perfidia bujufmodi condemnatus fit. Si quis fecundm fcelerofos hareticos quocunque modo , aut verbo , aut tempore , aut loco terminos removens Miche, quos pofuerunt firmis univerfales qmnque Synodiy Sancii Catbolica Ecclefia Tatre? , idejl, fanti* fidei alter ius expofitiones , aut Typos , vel lenovitates temere exquirere, ges y autdefinitionesy aut libello* 3 aut epiflolas, aut confcripta , autconfcriptiones y aut tefiimonia falfa , autSynodoSy aut gefiamonumentorum , autorEcclefiafiica regula incogmtas , d /oc/ fervaturas in. dinationesvacuasy compendiose , fi quid aliud impiijjimis hacongrua* , d# irrationabiles ; callide reticis confuctum efi agere y per diabolicam operationem tortuose agitcontrapias Grthodoxorum Catbolica Ecclefia , hoc efi dicere paterna: Synodales pradicationes , ad eve^fionem fine erifilma in Dominum ejus ufque in finem fine poenitentia permanethac Dcum nofirum confsffioms, mpib agens: kujufmodiin facula feculorum condemnatus ft. Et dixitomnispopulus: Fiat, fiat. Chiufo il Synodo , Martino ne trafmefle gli atti i tutte le Chiefe del Mondo Cattolico con una lettera [a] Sinodica , ecircolare degna di un tal Pontefice , e degniflima di eflere perpetuamente tra-

&

&

&

&

&

&

Marr

'

et"*'''

mandata a iPofleri in ogni carta d'Hifloria, f la proliffit non ci coltriligeffe di tralafciarl a in quefla noflra con accennarne (blamente nel margine
l'indicazione e in quello foglio l'atteflazione, ch'egli come Pontefice fa in detta lettera i tutto il mondo , che Jlntecefioresnofiri Tontifices non deflicontefiantes recedere fua, terunt admonentes' eos ( cio i Monotheliti ) fanam do&rinam ampleti . Hoc autem conjultiffibujufmodi barefi , Cos mc non folm ipfi effecifie nojcuntur, fed &c. Martino, alle cui parole Noi brevemente foggiungiamo ; la dotSan trina di Honorio Anteceffore di Martino fu ellafana, e non s'incolpi Honorio per Heretico; fHeretica, e come vien ella laudata per Cattolica,

Letteraefr

re

dfs'.ManinoV^

&

&

Martino , Pontefice ammirato per grande , acclamato per Santo &atteftato per Martire fin dagl'iflefii Heretici contradittori di Honorio > Con la medefima dettatura di Cattolici fentimenti altre molte lettere egli fparfe, come fcintille di fuoco, per tutto l'Oriente diverfi Vefcovi , e memorabile fopra tutte rendefi quella diretta Paolo Vefcovo di Salonichi
e Santa da

non fol'Heretico Monothelita , mi promotore dell'Herefia in quelle parti. Haveva Paolo mandato i Martino una confezione di fede affatto heretica, eprava; quale rigettata dal

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Papa, i di lui inviati promeffero, che il haverebbefottoferitta quella, che fua Santit haveife Lui loro Vefcovo proporla Mi tanto lungi and l'effetto dalla promefl , che in vece di profeffarfi Paolo Cattolico, Paolo pervert i fuoi proprii Miniflri Cattolici,
.

falsificando la

Confezione trafmeffagli dal Papa , edimoflrandofinelmedefimo tempo Heretico, ingannatore, e falfario. Onde commoffo da alta , e giuda indignazione , in quello fulminante tenore fcriffegli Martino pervenit ufque ad [b fi LJ Curavimus Babylonemy .., non eJ fCanata: quoniam r rn- ri' ' I . J r . Ccelos judicium ejus TS[on folum enim ipje incorreclus manfijti , fed memora.
.

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b Mart

quarn fnfius Vide


per extenfum
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"

quod afiutus ferpens fecit adverfus Jldam , defertorem una fecum eum conflituens , qui Domino mandatum acceperat. Tu enim fimili modo ut ferpens eos induxifli ac perfuafiflt , utextenderentmanum, ac proeo, ut caperent de fcripto nofiroadtein modum formula mifio , non malum quendam ac promifeuum gufinceram fantlofi um y ut Mie t idefiy del'gnotranfgrejfionis, fedpuram,
tos jLpocrifariosnofirosdccepifiiy idque erga eos fecifiiy

"^w.Panr.

&
2

Q_

rum

Martino.

hanc enim pie ei [cripto inferuimus ad anima tua : correclionem; tum etiam te repulifli , proqueea adulterine fubjecifii abfurditaiis tua dottrinami quo manum adiiccrent , qim omnino tibinonprofuerunt: tametfi vijuseseos irretire multis fermonibus, blanditiis labiorum prtraxijh eos ; e qui lungo terribilmente egli Ci ftende , rimproverando l'em-

rum Tatrum confeffionem

Secolo

VI I.
&

?^p on teficc"
Martino.'
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sdegno

di

Co-

dante imperado.

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s.

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in

pio Vefcovo di doppia malvaggit, per cui egl'involgeva nella fna colpevole reit anche gl'innocenti . Cos S.Martino . N minore fu in quefto granPonte ficelacoftanzade'fatti, che la dottrina delle parole; conciofiacofache chi porre vorr fua confiderazione alli motivi, &allecircoftanze, che accompagnarono la celebrazione di quefto Concilio, elafpedizione di quefte lettere , non potr non confettare la di lui inconculTa fortezza, e Sacerdotal vigore in intraprendere, e terminare un'azione, che andava direttamente ferir colui, che reggeva allora l'Imperio del Mondo , e dal quale unicamente elfo potea comprometterli vantaggio, vendetta; fenz'altro ftimolo ci fare , che il zelo di mantenere illibata la Fede Cattolica nel Chriflianefimo , e di dichiararli con aperta dimoftrazione inimico de'fentimenti Imperiali, fol perche quefti non fi confacevano con le mafime dell'Evangelio. Dall'altro canto Coftantie non fu tardo al rifentimento, refo tanto pi acerbo , efpietato, quanto pi parvegli, che la condanna feguita del Typo ridondale tutta fuo fcorno , e vituperio , benC^Q jj p ap a s e 'i sinodo confavia avvedutezza haveflroro verfciata l'iniquit della compofizione dell'editto , e dichiaratone Autore , non tanto Coflante, quanto il Patriarca Paolo , Heretico gipublico, e dilfamato . Ma nulla curando Cefare la collufione de'nomi in un fatto , che pur troppo chiaramente appariva fuo , conprecipitofarifoluzione ordin al fuo Efarco Olimpio , che uccidelfe Martino ; [ a ] Olympus , racconta Anaftafio volens adiml'efecrabile aifaffinio, veniens in Civitatcm Rgmanam ,

Martino mira- P^ ere ea > clofamente l- fubreptitio


beraco dalia mar.

%**&

jufjafunt,

&

&

quodnonpotuitpermanumarmatam

faccre y

modo per Mifiarum folemnia nifus ej implere. In Ecclefaenim n e icenitricis Maria ad Trafepe, dum ei communionem porrigeret SantlifjiScd tnus Tapa , voluit interimere eum , ut demandaverat fuo Spatbarto ab fuosOrtbodoxos circumtegere, Deus omnipotens , qui folituseft fervos non fi omnimalo eripere, ipfe excacavit Spatbarium Olympii Exarchi y permiflusvidereTontificem , quando Exarcho communionem porr exit y vel paCatbolica Dei Ecclefta Harefi fubcem dediti ne fanguis ejus effunderetur , jugaretur Quodpojimodum pradttlus Jirmiger diverfis cum jurejurando pro-

&

&

&

fefiuseft.

ciwnum'Znd!.
vi&trtiin Gtia-

Per la qualcofa Paolo V.doppo otto Secoli f dipingere nella famofa Capella della Madre di Dio in S.Maria Maggiore l'imagine di S.Martino fra le altre di S.Gelafio, di S.Gregorio , e di S. Leone Quarto, Ponte& c celebri [b] per fucceffi feguiti in quella Chiefa Ma di tal temerario tremendo eccello pagonne ben tofto il fio il traditore Olympio , uccifo nel me.

uZ'&l^"
sua fomma man-

c"Xr"v#.j-.

l'alto cuore di Marticofapenfando, fiior che alla vendetta dell'Autore, tutto fol'intento all'avvantaggio della Fede di GiesChrifto, e nulla curante della fua medeima vita , con paterne ammonizioni una lunga [e] lettera fenile all'Imperador Collante , in cui elfo moitrofl folamenteoffefodaluiperleorFefe, ch'egli faceva Chrifto, e alla Chiefa , e tutto fi ftruggeva in calde-saccommandazioni di protezione , e di

defimo anno dai Saracim nella Sicilia N perci punto fi efacerb , fi no > che nel tramato tradimento ad ogni

commoHe

altra

rifpet-

Capitolo

2*45

MART1Nfir

tifpetto verfo i Cattolici, e di venerazione verfo le antiche dottrinede' Santi Padri, anche col motivo della profperiti, e quiete dell'Imperio, che non mai pi potentemente, e pi rovinofamente fi agita, che con la contrariet della Religione: Soletenim, difs'egli, una cumOrtbodoxa Fide

difpreggiando Collante motivi i Fede, fti* di parole , apprendendo indegnit di riputazione il permetter calpeflato il fuo editto, e perci imperverfaudo per ogni parte, e fremendo di fdegno in ogni atto, riempiva la corte di minacele, i Cattolici di (pavento, e il Mondo di efpettazione . Quindi Nuovi ordini bar di * dalle parole premette come foriere del fuo implacabile fdegno precipitando ^ n tro s m[", in barbare rifoluzioni, fped in Italia nuovo Efarco Theodoro Calliopa, no. con feveriflmo comando, che conduceffe il Papa incatenato, e prigione Coftantinopoli. E perche anche all'empio di vergogna l'empiet, con pretello di zelo cohoneil la deteffcabile cattura, piiblicando Martino reo di Fed^violata contro Dio, e contro Cefare, per haver'egli divulgata una tal nuova fentenza contraria al culto della Madre di Dio, e tenuto corrifpondenza co'Saracini per introdurli al devaftamento della Sicilia, [a] De *M*rt.tp.ni falfisaccufatwnibus, quas Haretici faciunt, cos difcolpofl pofeia il medefimo Santo Pontefice di quelle oppofte calunnie, fcrivendodal luogo dell' efilio ad uno fuo antico corrifpondente , abiicientesveritatemCbriftiDei, qualem omnino poterunt hominibus veritatem loqui , qui Dei ventati refiflunt ? Tibi igitur rationem reddo , dileclijfme frater , per eum qui judicaturusejl reddet unicuique fecundm opus fuum' mundum iflum per ignem, qui Ego altquando ad Saracenos nec Ittteras mifi , nec quem dicunt tomum qualiter credere debeant , aut pecunias unquam tranfmij , exceptis dumtaxatquimodicum quid bufdam Mie vtventibus Servis Dei caufa eleemofyna , quibus prabutmus, minime ad Saracenos tranfmiffmn Vorr de Domina no[ira gloDominum nofirum Jefum Chririofa femper V irgine Maria , qua Deum , CatholiciVatres DeiGemtricem appelfium peperit, quam omnes Sancii, lant t utpot qua Deum hominem genuit , falfum contrame, imo contra fuas ipforum animas iniqui viri teflificatifunt "^am quifquis beatam j'uper omnem creaturam bumanam , abfqueeo qui gcnitus ex ea y venerabilem femper Virginem Matrem vidclicet Domini noflri non bonorat , atque adorat , anatbemaft, infuturo . Sed homines occafones quar ente s fc ondala in prvfenti [acido , obiiciuniadfcandali^andummultos , Dominus te incolumem cufiodiat , amati*
flatus

PK eipublica florere.

Ma

moli di ravvedimento,

&

ammonizioni

'

&

&

&

&

&

&

tiffime Fili.

Cos egli.

l'efecuzione de'Miniftri , che il comando di Coflante: poich fu egli incontanente condotto in efilio con quegli horribili ftrapazzi, che porter fecoannemMlcorfo di quella Hiiloria. [b] <Arduum b s.mer. f p;ft.d p efly dice S.Girolamo, ut qua malia lingua bene ditta funt, eundem decorem pZ*"*7c intranslatioue conferyent onde, ef fendo che il medefmo Santo colitene- tornanti.
fu
t :

meno pronta

rezza

infleflbilit di fentimenti ne deferive lungo il dolorofo di parole , fucceflb, Noi da lui lo traremo con quel candor di periodi, chenonpoifo- carcerazione dei no fenza lagrime leggerli da occhio Chriftiano , [e] 'Hoflevoluit beata veftra VlLrt. v :fi.is, diletlio, egli fenfle dal fuo efilio al VefcovoElitero, qualiter de Sede Sancii Tetri lApojoli , ficitt unus papier folitanus ab edificio raptus fuerim . Et miror,

&

quia fnper hoc me inqu irete volwjii, cumpradixerit Dominus nofler de nequam temporibus iftis, Difcipulisfuis: [d] Quiaindiebusilliserit tribulatio , qualis d Mrttb.i* nonfut ab origine Mundi u/que nunc . Hoc in paucis de ^intichriflo dicitur: nam

Tomo IL

&San~

Martino.

Santlus Taulus fecundm datam ftbi grattarti fpirtus pronuntiavit dies ijios Difcipulo fuo Timotheo dicens: [ a ] Innovtffimisdiebus difcedent ho ventate auditum avertetti , [e ipfos amantes avari. Et mines fide, crede mibi, defideratiffmeFili, non videndum tempus aliud nifi hoc manifeft, in quo ftnt initia dolorum, quemadmodum Dominus pradixit adventum

&

^5
:

Secolo VII.

&

etenimveritatem dicere necefjariumvifum eft y antequam in tota finem curfus accipiat . E certamente , infelicit d queftj tempi quelli furono appunto quegl'infelici tempi predetti dal Pontefice S. Gregorio, in paragonanza de'quali pot dirfi beata quella di lui et , bench fchiava gemefle l'Italia fotto la Tirannia de'Gothi , e deplorata giacefle b s.$rtg, ut. s. fotto le fpade de'Longobardi ; [b] Foris a gentibus , ditie S.Gregorio, V'/Mtntus Judicibus conturbarne fednolite de talibus omnin contriflart^ quia qui poft nos vixerint , deteriora tempora videbunt, itaut in comparatone fui temporis felices nosafliment dies babuijje. Conciofiacofache viddefiin quefti tempi da unTmperador Chriftiano pratticata cofa deteftabile eziandio in quegli odiati Cefari, che dieci periecuzioni moffero contro la Chiefa di Chrifto , e con diverfi Martini venticinque tefte recifero di Pontefici Romani,* e quefti fi Collante, che vago di por termine agli eccelli della barbarie di tutti li trafcorfi Imperadori Gentili , fuggill con efecrab. le impronto le fierezze ancora deglTmperadori Heretici , emulando il furore di Coftanzo, la ferocia di Theodorico , e l'ingiuftizia di GiuftiniacVediiiPcnrific*- no , che [e] tr Ponteficitolfero dalmondo, portando egli feco l'empio f S vanto di haver'arricchita la Chiefa del quarto Pontefice Martire per la fou, c'o^nx'Js. do. Prim 'foro confezione della Fede Cattolica contro gli Heretici. Ma per tornare alla trafportazione del Santo da Roma Coftantinopoli , cos egli medefimo swtrfJf'uGt^. 0mi*n9. ne profeguifce nell'accennata fua lettera il lagnmevole raccont, [d]lgid dublus fum RomanaVrbe , nil falfum aas > <?*<$*& fublatus , TrffJortfone *HY ut f dei santo Co- audies . Jlccidentium omnia prafcivi per multum temporis , qua meditaftanunopoli. bantu? inimici veritatis. Et fegarato me ipfo cum omni Clero meo, privatus manff in Ecclefta Salvatoris nofiri Jeftt Chrifti , Qua cognominatur Conjlantiniana, flabilitaeftd beata memoria Confammo imperatore-, &eftuxta Epijcopium. lllic omnes nos feorfum morabamur dieSabbathi: quando CalTheodor o cubiculario introtvit in Civiliopas cum Ravennate exercitu, tatem, Mif ergo in obviam ei quofdam ex Clero: quibus fufceptis in palanon invenfme cum eis adefie. Cum autem quafifiet , tto, aflimavit fet , dixit primis Cleri: Quia nos eum voluimus adorare , fed cras, quod falutabimus eum, quia bodie non fufficieftDominicapieSy obviierimus, mus. Vorr Dominico die diclis Mtjjsin pradifta Sancii Dei Ecclefta , fufpicatuslle turbam multam colligi propter diem, nuntiavit hoc : Quia multum fatigati fumus ex itinere , non poffumus occurr ere bodie, fed cras omnibus moadorabimus Sanblttatem veflram . Ego vero ipfs gravidis occurremus, ter tnfirmus eram abOtlobriomenfe ufque ad pradilum tempus , ideftufque ad decimum fextum Kalendas Julias . Ergo feria fecunda diluculo miftt Quia arma praquofdam ex objequio fuo dicens Cbartularium fuum, multitudinem lapidum collegi/li, cjrboc armatos habes intus , parafii, neceffariumnon efi, nec aliquid tale fieri permittas. Cumque prafens audiffembac, necefiariummagis non habui, qualiter bos certos redderem , qum mittere illos gyraturos per totum Epifcopium fi arma vel lapidem vidifmhil invenifient, frnt, ipjttejiimonium fcrbiberent. Cum autem Uffent ,
*Antichrifti

Mundo pravaleat Judicium

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

fubin-

Capitolo X.
fubtntuli eis per verba, qud

nunquam aliter aliquando , fed femper per cir~ accufationem incederent adverfumnos , fallacem cumplexionem , in adventu infami* Olympii vani cujufdam hominiscum armismehincpotius meum repellere faterentur . Ego itaque ante altare Ecclefia lettulum in quo jacebam, &nondum tranfatta media bora, exercitus cum habebam, fpathasfuast cis veniens in Ecclefam, loricati omnes, tencntes lanceas, fatta funt Mie, quanec qum&arcus fuos paratos unicum fcutis fuis, dicenda funt. Quemadmodum namque in by emali tempore , vento valido flante , folia ex arboribus concuffacadunt ; ita percutiebantur armis candela audiebatur revulfa excutiebantur in pavimentum, Santi* Ecclefia y fonitus, qui in eadem fiebatEcclej.a velut tonitruus quidam horribtlistam ex collisone armorum , qum ex multitudine candelabrorum ab eis confrattorum. Quibus cum faflu introeuntibus , juffo Callopa porretta efi Tresbyteris , e^ Diaconis , in qua bumilitatis me a abjeclio continebatur , qud irregulai iter y noneffemin^ipofiofine lege Epifcopatum fubnpuiffem , UcaSede dignus infitm , fed omnimodis inbanc regiamUrbemtranfmitti, fubfperoqud rogato in loco meo Epifcopo : quod needum aliquando fattum efi, nec aliquando fiet: quia in abfentiaTontificis jLrcbidiaconmr; JLrcbipresbyTrimicerius locum prafntqpt Tontificis. Dum ergo moventur , qua ter, geja funt , jam manifefavivobis. Qud autem preparati non fuede fide rimus ad repugnandum , melius judicavi decies mor , qum unius altcujus fine periculo, bocgeflumefln fangumem in terram fundi: quod quidem y paucis y qui non placuerunt Domino , malts affettis. Eadem itaque bora dedt meipfum ad exbibendum Imperatori , <& non reftflendum . 'Porro acciamantibus mibi ( ut vcritatemdicam ) 'quibufdam e Clero, ne facerem hoc: nulli corum accommodavt aures, ne fubtt fierent bomicida, fed dixi HHs : Smite mecum venire ex Clero , qui ne ceffoni mibifunt , Epifcopos vdelcet Diacono?, Cjr Tresbytcros , abfolut qui tnibividentur . I{efpondtCalliopas: Quotquot voluerint venire y cum bono venient : nos cuiquam necefj' tatem non facimus . I\efpondi ego : Clerus in pot/late mea efl . Exclamantes autem quidam ex Saccrdotwus , dieebant Cum ipfo vivimus , cum qui cum ipfo erant: ipfo morimur . Toft hacccepitdicereper feCalliopas, Veni nobtfcum ad Talatium . J^ec hoc facere recufavi, fedexivicum eis in tenia feria venit ad me omnis Clerus , palatium . Eadem fecunda feria , multi erant qui f paraverant ad navigandum mecum , qui etiam rcs fuas immiferant in eas, qua vocabantur , naviculas, in quibus onera ex littore in naves majores , vel ex eis ad litus tranfportantur . jLli quoque nonnulli praparabantur Clerici , ac Laici , qui feflinabant venire ad nos Eadem ergo notte, qua illucefct in feria quarta, qua erat decima tenia, Kalendas Julias , circa boram quaf fextam nottis % tulerunt me depalatio, retrufis omnibus, qui mecum erant in Valatio ufque ad res diverfas , qua mibi bc erant neceffaria , non nifi cum fex puerulis , uno cancellulo duxerunt nos ex Urbe . Et cum immiftftent nos in unum eorum , qua dtcebantur levamenta, circa boram [a] plus mihus quar- a tam dici ad portum pervenimus .(Efi parti S. Martino in quel giorno appunto da Roma, 111 cui t partenza dal Mondo il fuo gloriofo antecedere S.Silverio, cfil iati ambedue, e morti dagli Heretici in confezione della Fede ) In ea fan bara , quaegreffi fumus ab Urbe Roma yflatim, ut erant obferata porta, herum eas obferavemnt, fic remanfcrunt in Ctvitate aliqui 4

X 47

Martino.

&

cum&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

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20.

lunUto.

&

Q^

,,

Martino.

qui ne venirent ad nos in portum , donec illinc navigafemus . linde necefftasnobis efletta efl, ut omnium eorumres, qua in levamento mtjja fuerant mox eadem die moveremur 3 in ditto portu dimitteremus : pervenivi tts

^
:

Secolo

VII.

&

&

quo erat navis , idefl , career . T^on autem non tantum in Terra Labori? , qua Mifeni tantum , fed in Terra Laboris, in pluribus Infularum , in quifubditaefl magna Urbi F{pmanorum, fed busnosvel tranfmififemus , peccata impedierunt , nullam compajjionem adepttts fum excepto dumtaxat in Infula l^axia ( quoniam ibi annum fccimus ) meriti lavari duobus, vel tribus balneis , apud Urbem manf in hofpitio quodam. E quanti duri ftrazii, e quante diverfe pene di morte pi tofto, che di martino fopportafle quivi S. Martino, un de'fuoi Compagni cos ^rivendo defenffe al Clero Romano, [a] jLfflittiones , meerores , lacryty/?is.Surt. mas , communemque fine cefiatione , ac moefliffimamvocem, qua in dolore ex intimo prolata efl cordis , puto autem , quia profertur Domino ab bis , qui in omni loco dominationis ejus degentibus fanfunt J\oma, adirne autem Bis famulis Dei, fidelibus populis, ex quo fatta efl perfecutio adverfidelem Sacerdotum fus Santtijjimum Tatrem noftrum Deobeatiffimum , Trincipem , ^poftolicum univerfalcm Tapam , ac per hoc adverfus Catholicam Ecclefiam, puto autem, hattenus hunc eundem meerorem retineriin multam folicitudinem habere vos , feire quomodo exulatus efl , vobis, Hac in mente haperfecutione pulfus Bgma navigio ufque By^antium peccator famulus vefler , quadam quidem exteris folibens ego humilis citudine multa addifcens , plurimorum autem proprie contemplator fattus
,

Kalendis Julii Meffanam

in

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

reminifei,

indignus Minifterii beatiffimi, pretioft Sacerdotis noflri indicavi litteris nota facere, claraque conftituere vobisbenedittis, ac per vos omnibus fidelibus, &%elumbabentibus cultura divina: quatenus cognofeen-

&

&

itrem, 9 ,

tcs ,

cum

cordis maflitudine

mecum fermonem propheticum [b]

oculismtis fontem lacrymarum Et ploomnium Cbriflianorabo die, nottu contritionem Catbolica Ecclefta , rum, imo perditionem, propter ea qua atta funt inbeatum Deo plenum Duccm veritatis , &pradicatorem. yerumtamen Deo glori?. , qui deditvrr>uis dabit capiti

&

meo aquam,

&

proferatis

&

fufficientiamftabilem intentationibus, qua Jupervenerunt et conviriliter dimicando pr cuiviris, in expugnando , traria virtutibus, tu Deiirrefragabiliter , fpe firma ufque admortem ponens animam fuam, utpote imitatus eum, qui eum conflituit atbletam, Dominum ejus adinformationem pr ventate dimicare. Ea quidem, qua l\oma gefia funt in bea-

tutem,

&

&

&

&

tum Martinum
tis
,

fpiritualem Tatrem , Sacerdotumque Trincipem , vosfciacut&s qualibus pcriculis luttatus efl. Vidcns ergo gladio s vibratos, confertos , ad invicem tcntos , pluribus Militibus paratum babentibus inficer
enfes,
,

& &

1*4/1.10.

in circuitu altaris adfantiprivare vita beatum Epifcopum, Tempio Catholica Ecdefa R$ma , qua cognominatur Conflangrabato ipfo beatiniana, in qua Sacerdotio fungensrecubabatin foribus, artubus conflriclus , impulfus, quomodo contritus armis , tus ager, extrattus ex lApoftoltcotbrono > in quo Dominus eum expuljus, raptus, conflituit infpettorem loco fui *Apoftolum, &TricatorcmOrtbodoxutnver ritatis. Sedverifle non fecit animam fuam pvetiofiorem je , fedpofuit eam ufque ad mortem, imitatus ( ficutdittumefl ) Dominum fuum d:centem,[c] Bonus Taflor animam fuam pontt pr ovibus fuis , qua falvaretubique err-intem, perditam plebem ab infurgentibus nojtris temporibus bar eticts Tra-

bus

& &

&

in toto

&

&

&

&

&

&

dttrir

Capitolo
iilur ergo
lis,

X
&

X49

Martino.

F{oma de Cattolica Ecclefia Santti Joann'ts potentibus hujus [acuii


,

qui hoc erant mniflerio dignt

Minijiris, atque Cuflodibus, depofitusefi

navigantibus (ficut [citis ) eunticonjeblusefiin lembum: ad portum y inin[ulam y qua vocaturT^axon y non corte efierunt beato bu[que cum additate
JLpofiolico viro Cuflodes , penitus contingere terram , dolentibus prorjus Mi quiefeerent . Hi autem, qui pcdbusejus, cum ipfi per loca conferrent t

&

&

UH

cateri Fideles regionis tpfius y dirigebant mimeper loca erant Sacerdote! y UH cau[a utilitatisejus , non parva multottes quantitatis: quas quir Beato quantitates Cuflodes bejliales continu corani eo didem diretlas [pecies , amara plurima congerentes in cum. Eos autem , ripiebant, improperio[a ,

&
,

&

&

qui munufcula dttulifjent


dicentes ad eos
:

injuriis

& verberibus
diligitis ifium

afficientes
,

dimittebant

Quontam quicunque
ei

inimici eftis B^eipubli-

ca; nunquid non


infirmiate
,

hoc [olum valebat inferre dolorem incomparabilem [uper


*

coraggiofo il Santo , ralii- e fua maraviglio. a uurq" " a nando s-la cote de' ftrapazzi la fua invincibile coftanza, inoperabile non (blamente fempre fi refe nel fofferirli , mi con franco ripudio ad ogni lulnga de'Miniftri Cefarei , loro predicava la verit della Fede Cattolica con volto cosfereno, e fentimenti cos alti , come f in mezzo alla pace della Chiefa nella fua Sede fedefle del Laterano. [a] Interim dilatione in- s.^ud.nvits. '!'"'!' tercedente, cos di lui lafci fcritto il gran Vefcovo di Roano Sant'Audoe- ^[[f; ?' Dtmbru. no, che ville, e ferine in quelli medelmi tempi, mimicus bumam generis acrisincitatuspulfabatfortttermurum Ecclefiaper homines perditos y ac turrim valtdijfimam omni oppugnationis genere infeflabat Martinum perpetuis affiitionibus , illum Epi[copum ad [e infleclere cupiens . Sed quamvis impurus [piritus omni nifit pugnar et armatus , attamen refiflebat Martinus Chrifli virtute repletus : ac veluti [i [ago immobili undarum fiutus illigratta , dantur , ita virili animo dilla refipuebat Hareticorum garrientium . Cos S. Audoeno. Terminati gl'incommodi della navigazione fopraggiunfero Nuove afflizione, cAra P a7Z1 gr infoiti della Corte; poich giunta coli la nuova del profilino arrivo del Santo Pontefice , ufei come fuori di s tutta la Citt di Coftantinopoli non per riverenza , per gaudio di un tanto nuovo Hofpite , ma per oltraggiarlo come ribelle di Dio, e di Cefare, [b] proferens adver[us eum pluvi- b &** *#A. <# rebellem Domino , Deique adverfarium proda- Martinif&7xrat ma mala , Hareticum , *?'/ dkli [ubvertentem univerfam terram Rpmanorum raantes , E pi efprefivo * ep Mart 6 fi il rapporto i un tal barbaro accoglimento , che ne fa uno de 1 di lui medefimi Compagni , che ogni noftra qualunque mendicata lagrimevole tenitura di parole [ e ] Cum tandem Beatus ille Martinus pervenifiet By^antium c ll/id decima[eptima die T^ovcmbris in portu juxta Euphemiam y juxta lircadiam
* 1

qua eum valde deprimebat

Ma

&

,-

&

&

'

'

'

'

'

nos reliquerunt mane mini/tris ujque ad boram decimam recubantes in grabato navis . Eratque (ficut diclum eft ) [petlaculum omnibus oingelts , bominibus. Accedebant entmvarii homines , quospropter ferale s morcs lupaces dixerim , &[ubrogati (ut conjicio) talta contrafantum Tapam agebant , qualia Cbrifiianis dici non oportet . Morantibus nobis in littre eram incedens dolore plenus , amaritudine e qud viderem talem [anttum virum ita de]eclum y nonjolm autem, [ed talta eloquia qutbufdam Ethnicts prolata contra eum nihil aliud quarebant , nifi ut auferretur anima ejus . Dchinc circa [olts occafum venit quidam Jcriba, nomine Sagoleva y cummultis excubitoribus, auferentcs de lembo, po[uerunt in gefiatorio , duxeruntque in cujlodiam Excubitorii, qua cognommatur Trandiarea y fectt eum includi [ub

&

&

&

&

multa

s ,

Martino.

%^Q

Secolo

VI I.

multa cuftodia, pracipiens Excubitorii cuflodibus, ut nullus penitus far et cu vitatis , quia eft in eodem excubitu . Soggiunge qui il Santo il dolorofo threno de' fuoi gloriofi cruciati , hiftorico e teftimonio , fpettatore e fpeti infupraeit.tpifi .tacolo, foggetto e oggetto del racconto, [a] Et ecce quadraginta feptem S dies funt bodie, ex quo non memi valida, ne e frigida aqu a rigare me, &effluMarf.%*ift.75 xi, refrigui totus , quoniam ventris fluor , in navi, in terra ufque ad prafentem horam inib requiem non dedit , in ipfa quoque necejjtate mea , bora qua conguftaturus fum , totus conquafatus corpore , ea qua necef faria funt percipere ad confortandum naturam non habeo : tdet me fumere cum id babeam penitus infaflidium . Sed credo in virtute Dei , qui omnia confpicit, quia cum de pnefenti vita fjbdutlusfuero , exquirentur de bis omnibus, qui me perfequuntur , ut fublatus firn , ut faltem fic ad panitentiam ducli ab iniquitate fua convertantur . Jncolumem te cuftodiat Cbriftus DoFrame del PonceCf minus fili dulciffime. Cos egli. E f fu tormentoso l'arrivo, e barbaro il fke. foggiorno , molto pi vergognofo , e crudele apparve il ludibrio , a cui fi fottopofto il primo Pontefice del Chriftianefimo nell'ingiufto efame de* Giudici laici della Corte, con eterna macchia di coloro, che temerariamente intraprefero , e tacitamente viddero, e foffrirono un tanto ecceflb. titat. S: fiw [b] Manftt ergo idem jLpoftolicus Clavus, fiegue il fopracitato di lui comtpiji. 16, pagno defcriver gli Atti del martirio di S. Martino , fine particivatione
'
.

&

& &

&

&

penitus fermonis alicujus nonaginta tres dies . In ipfa vero nonagejtmatertta die , qua eft Tarafceve , mane tulerunt eum de cuftodia eonftituendum in
cella Sacellarii, jubentes pridie convenire
.

omnem Senatum: quod


,

introduxerunt in portatoria eft fella . Erat enim penitus ager , precipue autem in illis diebus pra navigattone , cjr afflizione cuftodia per tot dies effetto . Intendens autem in eum primus, qui prafidebat , Sacellarius cum reliquis rincipibus d long, juffit eum furgere ferculo , adftare . Dicentibus qubufdam Miniftrorum , non valere eum ftare : turbatus pra ira Sacellarius , exclamavit . Tunc autem quidam de cuftodia furgere eum , adftare cenfura fubnixum bine inde juferunt: quod fatlum eft . Sacellarius inquit ad eum Die mifer, quid

Jufferunt autem eum introducendum

&

& fatlum

&

&

mali mtulit Imperatori Tulittibialiquid Opprejjt te vii ille autem tacebat . Tum ah ad eum Sacellarius imperativa voce : Ecce nunc ingrediente accufatori tui . Et continu cum fermone introdurli multi accufatores contraeum-. omnes autem erant mendaci filii , difpuli eorum qui D.T^ Jefum Cbriftum negaverunt . Contradicebant vero fanfio Viro , quemadmodum pramoniti fuerant , erant enim voces eorum premeditata . Jnquibus quidam eorum paul ante interrogati , ut teftimonium perbiberent, tentabant continu turbati , qui pratendebant ccrdicere ventatem , ficut mos eft : tamen , incipiebant validismins increpare eos , donec fuaderent eos proferContemplatus jufli Viri . re , qua erant conpenientia in mortem beati ,
tibi

&

&

&

&

&

introeuntes teftificart , fubridens dxit : Jfli funt tcquidem milites, ftes, ficuthabetordo? Erant enim primi ingredientes nomine quidam eorum qui erant Olympii, beftiales fententia , lupaces autem , Undreas, qmfuerat l^otarius; erant enim intra accufacum quibus erat reliqui numero quafi vignti, priore Erinus , tores infelices imerites, Jurabant autem ad fantla Evangelia , reliqui accufatores . milites , Dorotheus Tateftificabantur . Trimicerius fan omnium accufantium erat

ergo S.

Tapa Martinus

& &

&

&

&

&

&

tricius Sicilia

qui adjurans dixit 1

quoniam 50. capita

fi

haberet Martinus s

Capitolo
nus
,

X
&

251 &

Martino.

perdi ait univer0 oportet eum vivere , e qud foltts fubvertit , revera unius confitti fuit cum Olympio, delevit; sum Occidentem, Bimana urbamtatis . Videns ergo Juimmicus , homictda Imperatoris , jurantes fine parafate tefitficatores , compajjus introeuntes eos , lius Vir perditioni animarum eorum , alt ad cos , qui prafidebantTrincipes , Obfecro vos per Dominum , nolite preparare tllos jurare , fed abfqu e jur amento dicant qttxcunquc volunt , vofque facite quecunque vultis . Et quid opus eji tefiimoetiam jur and perdere illorum animai ? lugreffo equidem uno , Milites prepantum dtcente , quoniam conjurationes fecit cum Olympio , rava , ut jurarent : interrogatus Deo prctiofus Vir , fi hec ita [e baberent, ccepit dicere : Qgando ille , Si vultis audire veritatem , dico vobisfequentia , direftus Bpmam ab Imperatore. Et hoc tantum dicente faftus e/i Typus, beato ilio , aliud non concefiumefi loqui, fed continu ante omnes incipienscum clamore Troilus, wquit: T^on inferas nobis bc de fide : de duello nunc fcrutaOrthodoxi. Et refpon$it Romani, &nos Cbrijliamfumus ns , quoniam iifdem vir jufius : Utinam : veruntamen invemretis me inilla die tremendi judiciiexaminis tejlem etiam in hoc. Deinde inter accufantes tefies ait ad eum audiens talia Troilus Trafcftus : Qualis es tu homo , quoniam cernens , Olympium , non prohibuijii eum, contra Imperatorem nitentem effodiendum fed contr confcnfiftiei* Ad quem dixit ipfe Apofiolicus Tapa, Die Domine nos audivtmus ) Georgtus MagiTroile, quando ( ficutfeitis etiam vos, taqui erant ex Monadi is , ingrefjus efi tunc inUrbcm Cajiris s firatibus , lia ver b a locutus efi, fecitque res tales, ubieras, aut qui erant tecum , qui quos voluit palatio exulanonrefiitijisy fed contr concionati^ efl vobis vit , <& p) oh ib un ? Iterumque cum Valentmus cum pracepto Imperatoris tndutus efl purpura , confedtt ei ,qu teratis vos ? {on eratis ittica Cut ergo non prohibuiftis eum dicentes , T^e attingas res non opportunas tibi ? Isonne omnes contr convenijlis ei ? Quomodo habebam ego tali viro adverfus fiare , habenti precipue bracbmm univerfe militia Italia ? An potius ego illum feci Exarcbum ? Veruntamen denuo obfecro vos per Dominum, quodcu ique vultis definitis fieri in me , citis explete . <(ovit enim Dominus maxima mibi dona tribuitis , quacunque me clade jugulaveritis . Tercontatus eum quidam de miniflmntibus Sagolevx videlicet Sacellarius : Sunt foris etiam atiquij qui debeant teflificari? Rejfoondit fcriha: Sunt , Domine , plurimi alii . Deficientes autem hi qui prafidebant fanfto , venerabili atlante viro in conjpttlu eorum , poti(fimum cum Spiritu Sanftoeum confirmante , dixerunt fufficere tefies . Erat quippe interpres eorum , qua

&

&

&

&

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&

Smfto dicebantur

ab Africa , cum mterpretaretur ea , qua beato viro dicebantur , nonferebant . Vidensjudex ignita jacula Sanfti Spiritus Deo bonorabili viro contra eos prolata , ait ad Innocentium cum furore : Cum nobis interpretaris qua dicit y noli dicere qu& dicit. Surgsns ergo continu Sacellarius cum plurimis , qui confederant ei , ingrefius efl nuntiare Imperatori , quaque ipfe voluit . Eduxerunt autem S. Apofiolicum vrum de loco judicii , magis autem ex aula Caipbe , ingefiatorio fedtli fedentem , fiatuerunt eum in medio atrit, quod erat ante cellam Sac citar n, Imperialis fiabuli , quo confueverat omnis populus convenire , exfpetlare Sacellarii ingrefium . C/rcumdederunt eum excubitores , atque fir omnibus fpeftaculum formidabile turbis. Tofi paululum ergo jufiemntemn inferri m folanum difpofitwnis , ut

&

verborum Innocentius Confularis

filus

Tbom*

qui erat

&

&

&

efjent

Martino.

%^ %
effent ibi

Secolo
,

VI I.

quoufque profpiceret Imperator per Cartcellos triclni qua erant faturi . Erat itaque multitudo populorum fui , , ufque ad Hippodromum convenientium Mie . Statuerunt ergo Rgverendijjimum virum in medio Solarti difpofttionis inprafentiatotus Senatus fubniinde. Fabia eft ergo confirpatio fubit non minima-. xum bine, exiens ab Imperatore Sacellarius , apertis januis trillimi , ut videret univerfum populum , venienfque ad Saniffimum venerabilem virum Martinum jpofolicum , dixit ad eum Videquomodo Dominus te adduxit , trad dit
jufjurus^ fieri

baBenus^

&

&

&

in

manus

nofiras

Tu

dercliquijli
,

Tu nitebaris contra Imperatorem Dominum dereliquit te Dominuf


.

&

Quid

tibi fpei erat ?

continu exclamans

quendam adflantium excubitorum confortem pracepit fine mora Jlpoflolici , atque precipui Taforis omnium auferre pfacbmon fummi , Cbrifianorum, qui Orthodoxam Sanclorum Tatrum , Synodorum Confefnovi erroris exortos auUores , nofionem, hoc eft, Fidem confirmavit , vo* videlicet bareticos cum impits dogmatibus eorum Canonico, Synodicc anatbemati^avit Cum erga incidijjet pfacbmon [a] beati viri excubitor , aPfach>i,n,Barn. *y65i.num.it. corrigiam compagvaorum ejus , fatimtradidkeum SacellariusTrafcBoUrbis , continu membratim incide illum . tbi " cfe"nr dicens: Tolle cum, domine TrafeBe, fnppicationes,vyJ- Cum bis autem omnibus juffit adfiantibus , anatbem ausare eum quod g memoria l$on refponderunt autem hujufmodi voci viginti virorum anima: eceY unt f fed omnesqui eumvidebant, &fciebant, quia ef Dominus in e celo infpeBor eorum, qu&fiebant, demfjo vultu cum multa mcefitudine recedebant turbati . Sufcipientes ergo eum carnifces , exuemnt eum pallio Sacerdotalis fiofeindentes alas tunica , qua erat interius , fummo ufque deorfum , la , circumpofuerunt ferrea v'incula in fanBam ejus cervicem , per omne coranimam pus trabentes eum vi , non concefierunt ei alicubi refidcre ,
Sacellarius

&

&

&

&
:

&

&

&

&

refocillare

fed Talatio duxerunt

Mm '-t'

gladius coram eo Erat autem ei doper medium Civitatis ad pratorium , infirmus pra tantis.incommodis , fulor magnus: oppidvnimfeftus erat, tenuitate corporis. jLtta-^ turusrelinquere ammani prefura paffionum , vi quo magis afflizione , men gaudens fpe confortabatur in Domino , multa confiantia anima fuftus , trahebatur , e fereno obtutu , duBus cu m fine emcum uno folummodo indumento fummo difeiffo in duas partes , gratta Domini cintlus . Heu , proh dovir tantus fide , porio fequebatur cerneres virum Deo plenum , tanto opprobrio fubjeclum , ut interiora lor ejus quodammodo nuda panderentur . Multifarie quidem continu populo~ rum confpeBus , videntes qua fiebant , gemebant ( ut veritatem dicam ) fubfannalacrymabantur fauci autem miniflrorum Satana gaudebant , capita tranfeuntes ( ficut fatptum [ b ] ef) movebant , dieentes: bant,
.

& &

eum

publicantes

& & & dehonefantes


&

&

&

&

&

&

&

&

ubi fides ejus , ubi dottrina ipfius ? Qui cum Dominus ejus, carnificibus inculcatus , conjcTratorium dehoneflitus , veniffet in cerunt eum in ima carcerum cum homicidis . Et quafi pof unam boram tranfpofuerunt in ea , qua dicitur , Diomcdis cutulerunt eum inde ,

ui

efl

&

&

&

&

ftoda , eum vinculis

in

Tratorio Trafei

Tanta autem
,

nexum

ut diliniarentur crura

, efjiueretper afe enfurn feda ejufdem cufodia: flint valde, ac penits in altum porretli gradus . Erat autem ipfe Beatus prafenjam in carcere fuppliciis anima deficiente ante gi* tis vita fini proximits , diurni cum non valer et contendere cum f trahenfibus . Introducentes erga

& vi trabebant & poplites ejus & [angui* emm fcopuloft & afperi
injantia
,

eum

Capitolo
,

z*$
:

Martino;

eum quomodocumque in cujodiam , decidentemfapist acfurgentempojuerunt catenis Tunc enim quando traditus eft d Caipha eum infcamno indutum ferro Pilato, ut cruafigeretur, hoc eft, Trxfetlo: continu exuerunt eum carnifices

&

graviter enim angoribus vexabatur ; erat enim intolerabilis byems impofuenullus aderat eibominum ejus proprius , runtquc e i gravi/firn a ferri pondera, excepto'unofolummodo Clerico adolefcente, qui eum manfiffet incufodia, fuperfans lamentabatur magifirum , ficutiTetrus Dominum. Erat autem conjunftus magijier cufiodia eidem Beato quoniamfic erat mos , utfuturuspati per

&
:

&

gUdium

notle . Erant ergo dua mulieres, geconjungeretur magiftro cufiodia claves tenentes: quoque afpicientes imnitrix&nata, prenominata cufiodia port abilem dolor em ("aneti illius , qui inter tot panarum genera algore quatiebatur diriffmo , mota compafjiombus , quarebant aliquam exhibere mifericordiam
,

Ma

ei

& contegere eum ;fed non audebantpropter conjuntlmn & cuftodientem


,
.

car-

nificem, putabant enim attutimi venturam cenfuram , ut trucidaretur Tojl quafdam vero horas quidam ex ordine militari vocabant ab imo magiflrum vigilia carcerali* . Difcedente eo , una mulierum ergafiulorum illorum ^Apopietatis vifeere dua accedens , ampie flenfque bellatorem Chrift, Jolicum Tapam , portanfque reclinavit eum in proprio iboro fuo , contegens manftt autem ufque ad vefperam fine voce Veutiliter y Cf involvens fpere autem fatto > mifitad eum Gregorius Trafetlus eunuebus ex cubiculariis In tribuMajoris domus fua eum paucis cibarus , qui refecit eum , dicens lationibus confidimus in Dominum , non morieris . In quo magis aggrapatus Me Beatus tngemuit Jlbfiulerunt autem ferrea rincula continu abeo. \_a\ iiVtd.jncit.tpijt. l6 S Dicefi, che il medefimo empio Patriarca di Coftantinopoli Paolo piangef- f ijlmi\ Coftante, che come gloriandof al ragguaglio di quello fucceflb, raccontogliene il corfo tutto , tutto mefto rifpondefle, Heimihi, fene, hoc adabundantiamjudiciorum meorum atlum efi e Richiedo da Cefare della caufa di s grave doglianza, 7s{um Quidnam Domine, egli replicale non efl miferabile , talia pati Tontificem ? e fcongiuraflelo a' defirtere dal pi tormentare un cos venerabile Pontifce . Qual cofa rifaputa da San

&

'

'

&

&

Martino, pemts mcefius effe&us eft, vedendoti" inopinatamente ritardata palma del Martirio [b] Fefiinabat enim explere bonum ccrtamen , ahi- b ibidem, re ad Leum, quem defderabat . Ma le preghiere di Paolo furono tarde, perche [e] indi a otto giorni fu elfo chiamato al Tribunal di Dio per ren- c umtisu der conto alla divina Giuftizia, di haver fatto chiamar' il Papa al TribunaMo/te di Paolo le di Cefare. Pyrro, che gli fu Succelfore nel Polio, reintegrato da Cogli fucceffe eziandio in meno di un anno d ftante nella priftina dignit, ] ftSoopoU. [ nella medehma qualit, e forte di morte , ambedue oftmati nel male, d ' 6 t E y "{* Et multa commotione fatta, fieguono gli Atti Heretici, & impenitenti citati del Martirio di San Martino, dirigitur ab Imperatore ad Diomedis cula
:

&

'

fiodiam

cellarii,

Demoflbenes referiptor, collaborator SaIntrantes vero dixerunt ad eum, Dominator nofier eximius Imperator raijit nos ad te , dicens: Ecceinquantagloria primus confiftens, inqualemordinem te ipfum duxifti. Iberno tibifecit hoc, fed tu ipfe tibimetipf . Ipfe autem nih tirefpondit, nifi folrn hoc Gloria, graliarum actioper omnia foli immortali I{egi. Dicit ad eum Demofthenes referiptor Die nobis ea qua de Tyrrbo bc , \>ma fubfequenter gefla funt? pr qua caufa abut Bgmam , juflus , an proprio propofito ? I{efpondens Sanctus Tapa dixitj Troprio propofito Alt Demofthenes; libellum illum quomodo fecit?

admagnammum Tapam

& Libellitius eum eo.

&
:

&

&

com-

I
Martino,
tione

%j^
compellente aliquo
.

j^/ V L
?

Bgfpondet SancJus vir: Ibernine

[ed propria propofi-

...

Demofihenes inquit: Veniente Tyrrbo I{omam , quomodo eumfufcepit [anclus vir Tbeodorus Tradeceffor tuus Tapa ? uti Epifcopum ? Bjfoondit aquanimisTapa-, Uti Epifcopum , quomodo non, fipriu[quamveniretTyrrhus Hpmam , manifeft [cripft Beatus Tbeodorus ad Tantum , utpote ad eum alter ius thronum invafit Deinde eodcm Tyrqui [upplantationem [ecit , rbo veniente Bgmam [ponte [u ad vefigia Beati Tetri , quomodo non babereteum [ufiipere, honorare utpot Epifiopum %e[pondcns Demofihenes, dixit: Ververitasficbabet Unde autem [umebatea, qua ad u[um [ui corporis erant neceffaria? Die it Beatus mhifej DeTatriarchio Romano. Jtit concertatori Qualis panis dabatur ei Bffipondit bonorabilisvir: Vos, 3 Domini mei , nefeitis Ecclejiam Bjmanam ; dico enim vobis, quia qui[quis venit illucmi[erabilisbomo bo[pitari, omnia ad u[um prabentur ei , r nullum imffiunem [uis donis Sanblus Tetrus repellit venientium illue; [ed panismundiffimus , vina diverfa dantur non [olm et, [ed hominibus ei pertinentibus Si ergo in mifirabilibus hominibus hac fiunt: qui venit honorabilis [cut Epifiopus, quales [umptushabet [uftipere* Dicit ad eum Demofihenes: T^os didicimus , quiaTyrrbusvi [ecit libellum B^pma , <& quia v'incula lignea fufiinuit , dixit : Inibii tale faBum multa dolenda pafius ef Bgfpondit ille Beatus , K[am nifi quia [ormidine aliqui tenentur , non poffunt forte loqv.i veriefi . tatem bc [unt Conflantinopoli plurimi , qui tunc erant Bgmtf , [ciunt, qu<$ ibi gcfla [unt ex quibus interim fupereflTlattoTatrictus, qui tunc Exarebus erat, quique direxit bomines fuos tunc ad Tyrrhum Rimani . Terconta?nin eum de bis , fi mentior . Veruntamen quid volumus plura quarere t quodeumque vultis confummare , Ecce in manibus ve/iris retinetis me ;

&

&
.

&

&

&

&

&

&

Domino

indulgente, in veflra
[icu\i

carnem meam,
invenietis

Trafetlo
.

Ecclefix, Conflantinopolitana

Utique fi membratim incidatis eum me traderetis, non communico Eccehc[um, examinate me, tentate,
efi

poteflate
,

juffifis

&

&

interim Tyrexperimentum gratin Dei fidelium [ervorum ejus rhus in medio veniat , tottes anathemati^atus , denudatus honore diadmirans [uper hanc vocem vino Stupefatlus Demofihenes referiptor , aquanimis Tapx audaciam, atque confiantiam , pr Cbrifio velie voluntari mori , quia ad hoc pofitus erat calix pafjioms, [imiliter& ii qui corife quenter erant cumeis fudentes , accepto libellario, [eriatim cuncla, qu diti a erant Fccit ergo F^verendiffimus Tapa [anelo viro con[cribentes , recefierunt Diomedis ergafulo ocJogmta quinque dies pofi primos nonaginta in eodem tres, hoc efi, omnes centum [eptuagmta otto. Venit igitur Sagoleva [criba , trans[erre indomummeam, dicens: Quia jufsus [urn , au[errc te bine , Interrogante eum duos dies dirigere te , quo juferit mihi Sacellarius pofi Bpgabat noluit ei dicere quo ducendus efiet , vel in quem locum Tapa , ad Santlus ille , ut laxaretur in eadem cufiodia, quou[que exularet , er?o
.

&

&

&

&

eam horam
ca[um

au[crretur de cufiodia

& nec hoc conceffum

&

[clis dicit venerabilis Tapa iis, qui erant in hac diquia ecce nunc aderit , qui auferetme bine: vel [aciamus tres , cente eo , bibe unt fingali eh aritatis grada calie em . Et [urgens [ereno vultn gratiarum atione , dicit ad unum concurrtntium eum multa conftantia ,
:

Sed circa ocergafulo: Accedite, Fraefi ei


.

&

&

[ibi diletlum

qui erat ibi

Veni Domine Frater

porr pracordia Fratris


(

tllius

( ficut ip[e

Ut conjicio)

Difiipuli illius

, da mihi pacem . Erant mihi referebat ) in Ma bora , qualia Cumque contemplane Dominum m Cruce
.

o[cu-

, .

Capitolo

Xj^

Martino.

cfculum prabcret Sancliffimo Tapa, pranimia charitatis abundantia, copio, vero qui aderant , Limentani ter. fiffim Inter (e lacrymas fuderunt . Omnes JLnxiatus in hoc virbeatus, flagitabat omnes, ne hoc faceribile faciebant impofitisvcncrabilibusmambusfiiperverticem rent, fcreno vultu diccns, ejus fubridensait: Bonafuntb.ee> Domine Frater, bc flint opportuna, &non oportet te fiere , fed magis gaudere fuperme. Adquem iliic cum contritione quia dicordis refpondtt , Dominus novit , famule Cimili , Utor in gloria Dominus nofler propter nomen fuum bac te omnia pati gnatus efl Chriflus fed declamor omnium perditionem . Salutantes ergo omnes eum, receflerunt
.

&

Veniens ergo continu fcrib a

& auferens

cum, mtulit

pofldies aliquot cognocium efl ergo, quia in Cberfonam exulaturus ejjet, vimus, quia illue clancul navigio tranfveclus efl Sancliffimus lApoftolicusvir. Cos gli Atti Trasportato dunque [a] carico eli catene, di patimenti, e di merito il gran Pontefice S. Martino nell' efilio del Cherfonefo, da queir erme folitudini fenile ad un fuo fecreto Corrifpondente , notificandogli

&

in

domum fuam.

Di-

l^j*/ ^ .
n3

rd _

l'ertremamiferia, in cui elfo giaceva, e'1 deplorabile abbandonamento humano foccorfo, [b] Indie amus germana ebar itati tua, Domine b artt f/,^ iI7> Frater, quiapoflquam egrejj fumus ex eo , quod jeron die itur, Conflantinopoli navigantes (ancia quinta feria Corna Domini pertranfivimus Farum , per diverfa loca tranfmeantes Idibus Maji Cberfonam pervenimus . Ergo gerulus barum , qui prafentatus nobis tradidit epiflolam , pofl triginta dies gavifl fumus fuper advenpofl nos partibus By^antii venit Cberfonam , tu ipfius , aflimantes , quod expenfa ab Italia efient nobis mi/fa in terram hanc, qua deberent nos eo veniente confolari . Et cum interrogafjemus , cognovimus ab eo , quod nihil bue detulcrit de Italia: miratus fum, glorificavi Dominum ', etiam in boc , quoniam ficut feit , tribulationes noflras neceffitas talis efkt , ut pani s difpenfat, maxime cum fames in hac terra, in ea tantum nommetur , non tamen potis videatur, quoniam nifi mittantur nobis ex partibus illis fumptus , vel partibus Tonti, bic vivere omnin nequtmus [ e ] Spintus enim promptus ej , caro autem infirma , ut etiam ipfe no - e Man. 27. ncque enim difpenfat io quavis p: efl m bac terra ullatenus invenir i in fli ; folatium faltem modici fumptus . Si ergo ( ut dicium efl,) tranfmiflum fucrit alia quadam, quomodo tupotueoleum, Mine[rum cntum, cr vinum, ris , fedina mittere nobis . Isfeque enim Liijufcemodi mala ( ut reor ) non in qui funt Ecclefa illius , ut ufque ofleudi fantlis , qui ibidem funt , prajertim cum *Apoflolus [d] Thi- d phl**' ade mandatum Domini parvipendennt lippenfibus fcripferit gratias agens cis , quod Tbefialonicam Jemel , bis in ujum [ibi mifcrint, ubi fubdit : Habeo autem omnia, abundo. Si enim Teregrnos illic , tdefl Rgma, ita reficit Sanctus Tetrus , quid dicemus dcnobts, qui proprii fervi cjus fumus, faitem ad moment nm miniflravimus in tali exilio, ei, afflizione confflimus { Cognitionem autem feci ad dileclionemveflram quarundam fpecierum, qua comparar i debent Ulte , borum ( quafo te ) more folito curaw babeto, ut nofli, ad cmendum, mittcndum nobis propter multasnecejjitates , frequemes infirmitates . Ma furono vane le preghiere del Pontefice , perche vani riuscivano 1 tentativi del Clero Romano di porger follievo ai fuo angufHato Pontefice ; elfendo che Coftante per toglierfi dal volto l'obbrobriofa macchia di Tiranno, interditele ftradead ogni preveduto provedimento, acci il Santo mancarle
di

ogni

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

& &

di fa-

Martino.

di fame, pi torto morto , cheuccifo. Ma con pi compaflionevole rapporto de' fiioi intollerabili patimenti ne profeguifee il medefitno PontefiiSmZ'***'**' ce il racconto in un altra lettera diretta , [a] come credefi, d qualche Nuove miferie Perfonaggio del Clero Romano, non apparendo il rincontro del nome, bMarTfff.k. per tema forf, che intercetta non foffe da' Mmiftri Imperiali, [b]Omne t defderium habemus , die' egli , femper litteris noflris charitatem veflram relevandi vos folichudine, qua vobisdenobtsefl, vobifeum confolandi, vero omnes Sanblos fratres noflros , qui curami noflram propter Deum in prafentiarum fcrbo vobis qua coartlant nos gerunt Ecce enim veritaten dico in nomine Domini nofiri {{emoti enim ex ornai mundana turbatione fepofiti pece atis noflris , ecce ipfavita caremus. Siquidem hi, quiinbac regione babitanty omnes Gentiles exiflunt, Gentiles mores acceperunt hi*

^$
&
.

Secolo

Vi!.

&

&

&

&

&

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-.
a

qui Ine habitare nofeuntur , nullam charitatem prorfushabentes, quamjugiter bominum natura inter ipfos quoque barbarci crebra compafjione demonftrat. Ts^ovit itaque Dominus , qud nifi ex navicuhs , quavenmntexpartibus Romania (ut hi, qui bc funt , nuncupantur ) nec fernet de regione ija ufque ad unum trimiftium frumenti potut comparare , [ed necalterius cujufque generis fpeciem , nifi ( utpraditlumefl) ex navi<ubs, qua bue raro veniunt, ut faleonufla recedant, fic potuimus emere unum madium tritici quatuor numifmatibus ufque ad prafentem menfem Sepumbrem . Miratus. jum autem , incompaffionem omnium , qui quondam mihi adhuc miror indiferetionem , amicorum , ac proptnquorum , quia fic funditus infelicttatis pertinebant, mea obliti funt , nefeire volunt ( ut invenio ) five firn fuper terram , fve non firn; miratus fum quoque mult magis eos , qui funt SanbliJJimi *Apoftoli Tetri Ecclefia : quoniam tanta deberent operari de carpare , ac membro fuo , idefl fuper dileUionem noflram ad reddendos nos fine folicitudine , faltem fuper corporalis ufus quotidiano fumptu . l^am fi aurum Ec eiefi a San&vmo, aliis necefiarns expenfa non cacii Tetrinonhabent, frumento, rent per gratiam Dei , ut modica faltem exhibitionis curarn gejffijjcnt . Qua* lem putas confcientiam habemus exhibendi ante Tribunal Chrifli , accufantirationempetentibus , reddentibus homimbus , qui ex codem lubus omnibus , confiflunt * Qua formido efl , qua cecidit fuper bomines ad manmafia to, acienda , aut timor, ubi non efl timori an fubtratlione ufque data Deiminimef adfpiritusi num ita inimicus omni plenitudini Ecclefia apparuit , noflri ad verfarius illis ? Veruntamen Deus , [ e ] qui vult omnes falvos fieri , agnitionem ver itatis venire, perintercefjionem Sancii Tetri flabiliat corda eoadverfaconfrmet contra omnem Hareticum , rum in ortbodoxafide, immobiles cuftodat , pracipuc Taflorem, riam Ecclefia noflra perfonam, qui es nunc praejj monflratur , qud in nullo prorfus decidentes , vel decli-

&

&

&

&

&

&

&

&

&

& &

&

&

&

nante s, aut dimhtentes eorum, qua in confpeclu Domini, &Sanclorumjlnlelorum ejus in fcripts profeffi funt ufque ad pufillum quippiam, unajcum Immilliate mea coronam percipiant juflitia Orthodoxa Eidei de manu DomiSalvatoris nofiri Jefu Chrifli . De burniti namque hoc corpore meo^ ni

Phl

ve in modico refrigerio [ ] Dominus enim prope efl , 0- quid folicnus fum ? f* (pero quippe in miferationes ejus , qud me tradet incum , quem jufierit cur~ omnes, qui propter amorem ejus funi. Omnes propter Dominum falutate , Dominus exceljus potenti manufua protegat vos vinculis meis compaffi funt falvet in regnumfuum, Cos egli, autenticando di omni temanone ,
.

&

&

ipfi

Domino

cura erit

ut fibi placet

gubcrnare

five in definationibus

&

&

il

fuo

Capitolo

X.

xj7
-,

Martino.
t

il fuo dire un degli allegati Compagni, che con le feguenti preghiere ime -fl**i* %" a */j JJ#. plora fbccorfo di pane al relegato Pontefice , [ a ] Venien: ergo Cherfonam, pofl die: aliquot fcripfit epijiolam in Byzammm ad quondam, quem S.Marrab

ipfum propter Dominum, &reclam Fidem amabat cum ejet in magna tribulatione, <jr exilio idem Jlep ditlu: Tater nofter fantlifjmu: conftitutus % frequenta graves poftulan: aliquarum fpecierum fubfidia propter multa:, agrimonia: corporale:, angufttajque omnimodas regioni! illm: , e quod nibil ibi mveniretur , precipue triticum , quod quidem Mie tantum nominaba-

&

parum unde jurejurando fcripfit, quia naviculario illuc veniente , habente ad commutattonem falis , vix potuerit emere ex eo unum modiwn tritici quatuor follai: , air cum multi: hoc precibus . Diverfa: autem anguflias , fcripfit [ancia e]u: anima pati f ibi non foium corporadominanttum ibi malis oppref libus anguftii: , fed etiam babitantium , ita ut penitus contritu: malis , pen jam moreretur, fuafione videlicct fus : dominantium Byzjintio . Quamobrem , quafo vo: , humilis peccator , CJT famuhs vcfter Deo honor abile: Tatre:, ut quemadmodum ego rifa mihi audita diligentifjimdeclaravivobi: , hoc eft , imminente: tentationes beati ffimo Tapa propter r etiam confejJQnem in C bri/io Domino , Cr propter anatbematifmum in novo: faclum barctko: , quamquam pauca ex multi: per piani , qua potui dirigere , fcripfi ita vo: Telum habentibu: culture
tur
:

&

tritici

&

&

-,

Dei explicate eadem

&

&

commini eum

imitari

,
,

&

traditione: Sanblo-

non communicare omnino contrarie fenticntibus , ob [cerante: etiam pr me indigno famulo, qui fcripfi , quod cum eo , C9" robifeum fit mifericordia Chrifii Domini Jimen. N and guari a lungo il fuo penare ; conciofiacofache noflri eftenuato da' patimenti , nel terz' anno di Efilio vol al Cielo con quella bella palma di Martirio , che refelo gloriofo per il merito Dio, & ammirabile per la coftanza al Mondo , [ b ] Simulent nunc Haretici , efclama qui il gran Vefcovo Sant' Aijdoeno , quantum voerubefeant a f Martyrem faclum , quamvi: in lunt ; confundantur , quamvi: non f interemptum , fed cxbalajfe animam clamitent pace eum propria jingunt morte defunclum, quaft non eum pcena confumpferit 3 in quo pana conjumpta eft Qui fi in prafenti nunc adeffent , hac me pr Martyre verba audir ent ; fi imminente carnifici: gladio mortuus non fiat , in coniudefezione tamen Cattolica Fidci in exilium relegatu:, pofl continuum,, profeffionem gloriofum morti: exitum meruit , jcque ad Deum fuum refejfam deuntem erniefli: aula Martyrem fufeepit 'hfequeenim virt: eju:, authonov minor eft, quo mina: Beati: Martyribus aggregetur quia (quantum in ipfo ) aquanimiter toleravit quicquid ei adverfitati: oblatum eft. TS(am ficut quidam teftatur, non eftinferior gloria, fed potiu: excellentior, fuftmere Mariyrium pr eo, ne fcndatur Ecclefia failacii: bareticorum , qum eft Ma , ne immoletur Idoli: impulfu Taganorum In Taganorum namque perfecutione unufquifque tantum pr anima Jua , in Hareticorum vero pr untverretinere

rum Tatrum

fecundm imitationem eju:

9*

E morte, e laudi.'

bs.^Kdoen.i vhaS.EUgu c.^.


a

&

g? J b e

ur '

"

&

&

fali patitur Ecclefia


lentior ,

Ideino potiorem eum dixerim , qui proculdubio excelmagifque eximius comprobatur Hxc pauca de tanti viri memoria Eligii vita (ibi inferta babeat, loquaturque ea , ubicumque Eligii vita legetur per facula, quantum Martinu: Fidei dogmate claruerit Qua quidem nos dile elioni: grafia hablenu: narrale fufficiat, ut fic tameximii viri memoria, qui utique Collegi: mei: va Urbe Fumana multa impendit bona , quamvis in w
. .
.

Tmo

IL

Orien

Martino.
> vinaji.bibi.

2 -g

Secolo

VII.
.

m diente frequentetur , non ufquequaque in Occidente oblivioni tradatur Cos "S.Audoeno. Soggiunge Anaftafio, [a] Direflus efl in exilium fupradiclus vir fancliffimus in locum , qui dicitur Che/fona, ibidem (ut placuit Deo ) b ii. Novembrh. vitam finivit [b ] in pace Chrifli Confeffor, qui multa mirabilia operatur ufque ed hodiernum diem e con degno elogio conchiude S.Gregorio Seconc Gremii, cp. ad do y fcrivendo a Leone Ifaurico Imperador' Heretico d'Oriente, [e] Beaw*. fa tum Martinum cfle SanBum, teflatur Civitas Cberfonenfs , Bofpbori , in quam relegatus efl , &totusSeptemtrio, atqueincoU Septemtrionis , qui ad jepulchrum ejus confluunt, morborum curationes experiuntur , atque ittinam faxitDeus, ut nos Martini vi am ingrediamur , eandemqiie fortem fubeaM*gd.cj.c.iQ.mus, Mi non cos di un tanto gran Pontefice [d] li Magdeburgenfi, che apertamente lo ripigliano macchiato di Novazianifmo , perch'egli[e] ine s. u ir:, in ad d ^e na ^e > 'HP n efe dandam veniam Tresbyteris velDiaconis pofl ordinanoc^T''- " 1 untaci Madc- nem fuam peccantibus Ma fon' eglino quegli, che deteftano la Confefliou ne S<*cranientale, enonS.Martino, il quale nella citata epiftola non parla ii santo Porc fi delperdono de' peccati, ma della reftituzione al Sacro Minifterio: volence/" do il pio, e dotto Pontefice, che i Preti, e Diaconi per grave peccato fieno deporti dal loro grado , e f contriti domandano il perdono , fia loro conceduto, niinonmaipoffanoefTerereftituitiairefercizio de' loro gradi , in conformit della dottrina commune della Chiefa Relegato dunque S. Martino non tanto come vivo fra' morti , quanto come morto fra' vivi , comand Collante al Clero Romano , che nuovo Succefibre egli eleggere nel Pontificato Facerbo, e duro il comando, ma pronta, e forte la refiftenza; effendo che non volle il Clero giammai ammetter' altri nella Sede Pontificia , vivente quegli , che guidamente la poffedeva, bench ingiuftamente ne foffeftato fcacciato. Ma per non foccombere alla violenza di un Imperadore precipitato nel male, erifoluto ne!l'efeguirlo, dubbiofo eziandio, che con fcandalofo feifma di qualche mal ponderata elezione non aggiungere Cefare nuova piaga al dilacerato arn.anno6si. Chriftianefimo , con favia avvedutezza egli acconfent di promuovere [f] .ii. in fine. q\ p fto di Vicario Pontificio Eugenio , Ecclefiaftico accreditato nella piet, che poco tempo viffe, m;i purfopravifTe a S.Martino, e perci doppo di lui fri adorato dal mondo per legitimo Succeftbre nel Pontificato Mi in quello breve tempo del Vicariato di Eugenio, fatto in Roma fucceflfe di fingolartifimo documento ai Poderi della fede, e zelo del popolo, e g ^najt. bibi. in Clero Romano. [ g ] Hujus Eugenii temporibus , dice Anaftafio, Tetrus Eugenio Tatriarcha Conflantinopolitanus direxit Synodicam ad Sedem Apoflolicam , ultra regulam , non autem dejuxta confuetudinem omnino obfcurijjimam , dar ans operazione s aut voluntates in Domino noflrojeju Cbrijlo . Et accenfus Clerus , eh qudtalemSynodicamdirexifset, qu minime eji fuefl populus feepta , (ed cum majore flrepitu eli Sanila Dei Ecclefia projeBa ut etiam nec eundem Tapam dimitteret populus vel Clerus Mifsas celebrare in Baflica S ancia Dei Genitricis femperque Virgmis Marine , qu appellatur ad Trfepe , nifproCos Anaftafio, al miffsct iis ipfe Tonti/ex minime eam aliquando fufeipere h saf a.as)6s. quale degnamente foesiun^e lb] ilBaronio, Exquibus piane innot mi Impesatori, imponibile efsebarejimmEcdefia Romana plantare , cum perjpicue
Man.
'

& &

&

&

r.

'r-v

'

"

&

&

Senatus populufintuereiur, qudnonVontifex tantum, fedClerusomnis, execrari , quicquid fu* mte tigni auvs ade liber ingenucque deteflari folerent j'picionem baberet h<eretic# prayitatis

&

&

A-

*$9

Vitalia-

CAPITOLO
Eugenio

no.

XI.

Romano

creato Pontefice l'Anno 654.


,

Vitaliano di Segni
3.

creato Pontefice Agofto 655.


,

li

Succejfi, Efilio, Difpute


te
.

e Martrio di
,

S.MajJmo
,

t*Aha-

Calighi

di/grafe

e morte di Cojante

e fuccef

ftone all' Imperio di Cofiantino Pogonate .

Ottante in tanto riconofcendo


la fua

il

Typo come
.

figlio del-

(ottenerlo cotto di osni ^'"1^'f,^-"1 ' P rio di S.Maflmio v r nerezza , e di ogni pi barbara giammai non prattica- Abate ta crudelt , haveva ancora rifoluto di togliere affatto dal mondo , chiunque ottava all' Imperiai Decreto , e ardimento prendeva di contrariarlo . Due erano li Contradittori , che gli refero obbrobriofa la fama , e detefabile la memoria ; uno di elfi San Martino , honore , e gloria della Chiefa Latina ; l'altro San Mafmo , che viveva in famofo per la difputa , e vittoria riportata da Pyrro , fplendore , e fregio della Greca , ambedue impugnatori eterni de' Monotheliti , e confeguentemente eternamente fottopofti allo fdegno ineforabile di Collante Era ttato San Mafiimo col Monaco Anaftafio fuo Compagno per ordine di Cefare condotto anche elfo prigione Coftantinopoli * prima eziandio , che vi giimgeife San Martino; un Autore di [a] a ^pud baxmm "** quei tempi riferendo 1 fucceffi di quetto nobile Prigioniere , Appe- 6 na , dice , ei approd quella Regia Metropoli , che gli fi fecero avanti alcuni armati fatelliti ex foto vultu animi acerbitatem ojiendentes i i quali baldanzofamente , e sfacciatamente lo fpogliarono nudo, e per le publiche vie lo ftrafcinarono dentro un'ofcuro ergaftolo , feguitato dal fuo Difcepolo Anaftafio , che piangente , e muto accom-

empiet r ..

, '

rifoluto di
.

Roma

&

fin alla porta del Carcere , dal quale fu egli poi efclufo * acci la divifione de' Compagni rendette pi fenfibile l'acerbit delle miferie . Doppo alcuni giorni fu il Santo Vecchio introdotto nel Palazzo , Senatu univerfo fedente , ac truculcntum aliquid , furens in eum intuente. Quale quivi fotte l'arroganza de' Giudici, quanta la confufione del Santo , quale la malizia delle interrogazioni , quanta la magnanimit delle rifpofte , quale il terrore delle minacele , ooayita la cottanza nel difpregiarle , e quale , e quanta in tutti la fec:. compaflone di vedere queir emerito Archimandrita in et proli

pagnollo

&

alla

Vitalia,

NO

x
&

Secolo

VII.

a va* [cripta

in-

mfs Earon. ann


*57. .jo.

.. *ApHK.\r. turno 6;o,n.3t.

9 idem

n, 3*.

allaottogenaria, Greco di Nazione , Secretarlo una volta delimperadore Heraclio, e che per fama, e publiche gerta haveva illuftrate tutte le tr illuminate le Scuole dell'una e l'altra \ a 1 Chiefa con p art i jgi Mondo , libri di proiondiflima dottrina , rimproverato allora , qualvilimmofantaccino, ditradimenti, diribellioni, e di ogni pi enorme delitto , invertito con pronta attcltazion e di mendicati, e fall teflimonii, e per maggior' onta di avvilita innocenza, dir' egli Ina caufa fol tanto non nudo, quanto ricoperto, e cinto di catene, meglio efprimer non puofl, checonlefue medefme parole, che conungranfofpiro egli lanci fuori dal cuore in rifpofta, appellazione, e prova della iiia caufa \ bl dicendo, Gratias avo :r ' s -^ ja r . ir r i Deomeo, quod inmanusvcjlras JimtradituSy talibufque crimmibus petar ,ut bis involuntariis , qu<xt>oluntateme commifia funt, deleantur, atque ut fitti meamaculas afpergam . Cos egli faviamente delufe l'iniquo Giudizio, s per non irritare i Giudici con la contradizione, s per non fomentarne l'audacia con l'approvazione degli oppofti delitti, come per non inferocirli maggiormente col difpreggio del filenzio Ma incalzate le accufe , fu egli ripigliato di haver detto , [c]7>{efasejje, nec ramni confentancum , l{egem Sacerdotem appellari . E qual delitto , rifpofe, egli queflo , l'baver aderito ci , che il non confefare farebbe peccato { Forf a I{ appartiene , definire panem Ccelefem offerungere , manus imponere , de dogmatibus ,

re,

&

&

altari affifere

& & quacumque &

&

alia agere,

qua

diviniora flint, facra-

mentaque fublimiora ? E con invitta prontezza ratificando il fuo detto , nulla


atterrito dalli horribiliminacciamenti de' preparati tormenti , H#c elocununc loquor . Obb<cmequivisvelabjolvat,vel tusfum, egli foggiunfe,

damnet; neque enim


graviffima patiatur
.

incuria

homo ab homine

affici

potefi,

quamvis omnium

Ma quelli furono preparamenti pi torto del Giudizio,


:

che il Giudizio ordito, e difpofto contro il Santo onde con animi doppiamente irritati difeefero finalmente i Giudici a ci, che pi ad efll premeva, cio Pyrro, alTypo, alle due volont, &allaFede; e perche fremendo eglino diflero , Tu cagione fofli, che Tyrro a for^a di cruciati rtTiun^iafe al dogma Cattolico dell'una volont di desk Cbrifko, e nella Chiefa
Ternana l'Herefia profefafie delle due volont ? Cos fi opprime la verit fi violenta la credenza i Cos fi pr attica fra Chrifliam f negando il Santo l'afferta calunnia, fu egli allora gittato a terra co* calci, calpeftato co' piedi, invertito co'fchia, percoffo co'baftoni, lordato co'fputi, e con acclamazione d'improperi tolto dal Tribunale, e ftrafeinato pi torto , che ricondotto nel Carcere, d' onde doppo breve dimora di nuovo eftratto, ci nuovo accufato per Origenirta di martme, per fubornatore di Pyrro, percontradittoredelTypo, ed egli fempre con fereno volto , e con forti ragioni rigettando il falfo, e foftenendo imperturbabilmente il vero , viddefi allora un fpettacolo forf giammai non veduto in Coftantinopoli , trionfar nuda , e bella la verit , e confufa in f medelma con tanta dimoftrazione d evidenza la malvaggit, la tallita, el'Herefia, chemuti, e cheti fi partirono quindi li Giudici, il Senato, e gli Accufatori , e portatifi dirittamente da Cefare , loro mal grado confeffarono , [d]Maxi34. mus in fermonibus efi invitlus , nec ei quifquam perfuadere potefi , ut nobis
Cos
iftigati da Ceafkntiatur , tametfi conetnrquis fnpplicio eum afficere. fare ritornarono ben torto gli empii Minirtri nelle furie di prima, e rtrettolo al punto, Tu, [e] diflero, cujus es Ecclvfu ? Si Catbolica esEcdef<e, conjuu-

<=

tim .
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Ma

u,

w.jy.

Capitolo
g
te

XI.

z6l

V Italia-

nobifcum, ne, qu<e non expeftas, patiaris ; ed allora fi i , che in cos^ bella occafione pioferiffe S. Maflmo quella nobile Confezione della fu periorit della Chiefa Romana, fondata da San Pietro, e Madre, e Capo ditutteleChiefe, la cui fede deve tenerfi da tutti li Fedeli, come notorio diftintivo, e regola del Chriitianefmo , Dominus , egli dilfe, cum Cathoicam Ecclefiam, refam, falutarem Vdei Confefjionem e(ie dixit, idcirc Tetrum , qui bene confeffus erat , beatum dixtt , fuper quem talem f adificaturum Ecclefiamy un\verforum Dominus pronuntiavit. Eglino allora rinforzarono l'argomento, e differo Infegnandoft nella Cattolica Chiefa , che due fiano le operazioni di Gies Chrifio propter differentiam , ma una propter umtionem , perche dunque Tu non concordi con 7s{oi ? Spieghift pi chiaramente il voftro detto , foggiunfe fubito San Maflmo , e nulla pena-

&

vo di efierc tutto con Voi', Duas propter jtnitionem unam dictis fattas effe , ac praeter eas aliam ? l^pn, rifpofero gli Heretici, fed duas unam propter unitionem. Allora come vittoriofo il venerabile, e dotto Vecchio , liberati fumus omni negotio , qui nobts ipfis fidem injubfiftentem , ac Deum fine exifientia finxerimus . Tjam fi in unam confundimus duas propter adunationem , ac rurfum in duas dividimus unam propter differentiam , nec unita; erity ttee dualitas operationum y qu invicem f tollunt , ac facunt operationis expcrs id , cui inhterent , omnm non exiflens , nullum habens ex natura motum , qui auferri non poffit , qutquc nullo converfionis modo alteretur, ac mutctur. Omni igitur ejjentia privatum erit, fecundm Tatres, non habens operationem efjenttaliter , qua ipfius charatler ftp . Hoc igitur dicere non pojjum , nec hoc edoblus fum Sanblis Tatribus confiteli. Quod Fecero gli Heretici , igitur vobis videtur, qui poteftatem habetis , facite f non ci che volevano, ch'era il dargli la morte, ci che giudicarono peggio della morte , cio il prolongargli la vita nelle miferie dell' efilio, conducendolo Bizia, fuoi Compagni a Perba, luoghi barbari, non meno di nome, che di Gente. Relegato dunque San Maflmo in Bizia di Tracia, vifs'egli col degno Campione della Fede (ei anni , fra continui patimenti, negletto , e dimenticato anche da' fuoi medefimi inimici , che col martirio dell' eftremo abban donamento filmarono di renderlo eziandio rincrefcevole smedefmo . nulla giovando per fmuovere quel faldo cuore n l'acerbit de' cruciati, n il difprezzo della Corte, nladefolazione'del penofiflmoeflio, con ingegnofa crudelt rifolv Collante di abbatterlo co'l colpo di una lancia,

&

&i

Ma

che bene fpeffo atterra i petti , che hanno dell' Heroico , e del Grande . Dettinogli una fontuofaAmbafciaria di due Cavalieri patricii, Theodofo e Paolo, aggiungendo allo lplendore della nobilt de' Meni la forza dell'eloquenza nella perfona di Theodofo Vefcovo diCefarea, huomo potentifTmo nell'arte del dire, e prattichiflmo di quella pi fina dell' ingannare. Le commifloni furono offerte, dignit, titoli, ricevimenti, ricchezze, &honori, f Maflmo cedeffe:& al contrario minacele, ftrapazzi, ingiurie, tormenti, e l'irte (fo martirio, s'egli faldo perlfteffe nel propofito. [a] Mittitur ad Santlum in exilium degentem, dicono gli Atti authentici di quefto fucceffo , Theodofiusille C<efare# Bithyntd Epifcopm , &Vaulus, &Theodoftus alter, uterque Tatr ictus, Troconfulari dignitate, veniuntque ad cum, ut ab Imperatore , Tatriarcha Conftantinopoleos pijf. Hi multos variofque fermones beato viro pr&tenderunt , modo adu-

^pudBat.Amt

6 ^'"-i-

&

&

Tomo

II.

lantes,

V ITALIAal

z6z
lantes
,
.

Seco l
,

yiJ
aliquid fctfcitantcs , atque interro,

modo comminante!

modo etiam

gantes

E perche le interrogazioni furono di s alte materie


le rifpofte, ci

e di s profon,

da Theologia

pervadiamo, che

col regiftro di elfe

polla

.,..

Lettore tanta utilit recarne l'intelligenza, quanta attediamo haverne ricevuta noi in leggerne , e ponderarne li fentimenti Sieguono dunque gli atti accennati, Cumigiturad [a\ eumveniffent , confederane, eique , ut federet, permiferunt , cum videi icet una cum tis By^ja ejjet Epifcopus Theodoftus itaque et dicit ut te habes Domne iAbbas Maxime * *Ad quem Me , ut ante omnia [acida prafinivit Deus vita mea aclum ex ejus provtdentia pendentem , fic habeo. ^it Theodoftus , quid igitur , inquit, ante omnia J acuta res uniufcujufque noflrm Deus prafinivit ?
. . ,

opeMaxmus, pracognitio, inquit, cogitationum efl , fcrmonum, vum , qua in nofra funt potevate prafinitio vero determinano efi eorum , qua eveniunt, in nobis non (ita, Tum Theodoftus , quanam poteflatis nofra funt, quave non funt? Cui Maximus omnia cognofeens dominus meus , explorandi caufa cum
:

&

&

fervo fuo loquitur. jlt Theodoftus , per Dei veritatem, ignorans ignoravi, ac difecre volo , quid diferiminis ftt inter ea , qua in no/ira potejate funt , quomodo alia in prafeientiam Dei cadunt, alia in prafinitionem . Et Maximus , in nobis ftta funt voluntaria omnia , ut virtutes , atque vitia nofra vero non funt poteflatis , pccnarum , qua nobis accidunt , irror gationes , aut contrariorum . ^Jeque enim poteflatem habemus pumentis morbi , aut jucunda fanitatis , fed caufarum , qua hac efficiunt ; ut morbi caufa efl tntemperantia , temperantia bona valetudmis , B^gnt Calorum caufa efl mandatorum cujlodia , quemadmodum horum pravaricatto

&

&

ignis aterni

Theodoftus, quid, inquit, affligeris hoc exilio ? qud quadam hac calamitate digna perpetraris ? Jit Maximus, Deum oro, ut hoc incommodo definiat eorum pcenas , qua
in

eum

Tum

deliqui tranfgrcffone ufli(]imorum mandatorum Theodoftus , an non probattonis cattfa multis calamitai infligituri

Maximus , probatio Sanclorum efl , ut perferendis incommodis vita hominum oflendatur eorum erga ea, qua natura honefla funt, fimul declarans ipforum omnibus ignoratas virtutes , ut in Job , Jofeph nam ille ad

&

demonflrandum occultam fortitudinem tentabatur ; hic probabatur, ut fantlificans oftenderetur temperantia . Et quivis Sanclorum involuntartc in hoc [acuto afflclus , oh quandam totem difpenfationem affltgebatur , ut per <Apofiatam infirmitatem , qua ipfts permittebatur inferri , fuperbum , conculcarent Draconem, idefl Diabolum. Tatientia enim probattonis opus in unoquoque Sanclorum. efl, confiteor Theodoftus vero, per veritatem Dei, inquit , bene dixifli, p.tilitatem , ac velltm in talibus femper vobifeum loqui e poco doppo il medefimo Theodofio foggiunfe, Quid mali confitemttr , ut nofra communione te fegreges* *At Maximus , qud unam operationem dicentcs Divinitatis Salvatori; noirt Jefu Chrifli , confunditts Theologia difpenfatioms verbum . quorum una efl operatio , T^am fi credi oportet Sancii s Tatribus dkentibus,

&

&

&

&

eomm

Capitolo
eorum
tfe

XI
,

%&7>

v itau a
NO

"

effentiam unam , Quaternitatem facitis San&am Trinitatem , ^a/i e/^ incarnatio fuerit Verbo connaturali! , #c difceferit cognata cum Sanila Dei Gefecundm naturarti identitate , quarn nobifcum ,
nitrice babet. Rjtrfum

dum
,

tollitis

operationes

& & [amiti

unam volunta-

humanitatis , detrai) itis et honorum diflributionem . Si cmm operationcm nullam babet , fecundm eos , <?/ affirmarunt, videlicet, quamvts vela mifereri , ora potefl , derogata et bonorum operatitene : ftqmdem abfque operatione , C^" efficacia naturali, nulla res operar i, aut agere nata eji. Caterm carnem facitis voluntate quidem opificem omnium feculorum , omniumque rerum una cum Tatre , vjr Fitto , &" Spiritu Sanilo , natura vero creatam , aut verius dicendo voluntate experte prinapii ( fiquidem divina voluntas fine principio eji , ut Deitate principiane non battente, ) naturam vero recentem quod omnem non folm amentiam exuperaty fcd etiam impietatem. TSJo enim dicitis folm fmpliciter unam voluntatem y fed hanc divinam. Divina autem voluntatis nemo potefl principium cogitare temporarium , aut finem , quandoquidem ncc natura divina , cujus efl effentialis voluntas . Item aliam inducentes novitatem , detrabitis omnin Cbriflo omnes notas , charatleres , quibus nofatamus divinitatem ejus, humanitatem , qui legibus , ac typis fancitis, ne una , neve dua in ea voluntates , aut operationes dicantur : quod efl rei minime exifientis Entium enim nullum y fve intelligibile (it , caret volendi facuita-

tem Divinitatis

ipfius

<&</

&

&

&

&

te

, operatione jenfus , fve prorjus inanimum , &omnisexpers vita operatione, qua fecundm b abitum dicitur , &aptitudine idque oflendunt bac omnia , qua fcnfibilia comprebendunt fenftbus fuis ; eorum enim, qua fentiuntur, atlus efl, qud fubjiciuntur , vifui quidem per propriam fupeificiem auditui per fonum , olfatlui per odorer quemdam IHnatum , guflatui quibufdam faporibus , tatlui per renifum. Quemadmodum enim operationcm dicimus vifoms , videri aliquid , catera omnia eodem modo Jebabere pirfpicimus Si igitur nullum ens omni prorjus operatione vafuum efl , Dominus autem , ac Deus nofler nullam babet naturalem voluntatemy. aut operationcm in alterutro corum, ex quibus, in quibus, qua ipfe efl; quomodo pojjumus efie , aut vocare Dei cultores , affirmantes nullo modo facui:

& operatione, fve fenflbde


,

&

&

&

tatene voendi , aut operandi babere Deum , qui nobis adoratur ? Tlan enim SanHis Vatribus docemur , docenttbus, quod enim nullam facultatem babet, id neque efl, nec alla cjns omnin poftio; e piti fotto, falfosJLpo(iolos , faljos Doclores , folos cogito Hareticos, quofalfos Tropbttas, rum fermones, ratiocinationes. pvrverfa junt . E perche S.Mafilmo cit il Sinodo di Roma contro i Vlonotheliti, e Theodoiio nfpofe , T^on efl valida Synodus babita Rgma , qua Imperatore falla ft injuflu. Soggiunte Maflmo in tal degno tenore, f Synodos faclas Begum Imperia firmant, non pia fides recipe Synodos , qua contra Homoufon funt babita Imperatorum juJJu, nempe primam, qua Tyrt , alter am, qua Antiochia , tertiam, qua Seieucia, quartam, quaConflantinopoli fub Eudoxio siriano, quintam, qua Tsljcaa Tbracia, fextam, qua Sirmii, ac multis pfl temporibus, feptimam, quaEphef, cnjusVrinceps Diofcorus fuit ; nambas omnes iufla Imperatorum congregarunt attamen damnati funt omnes , proptere quod fancita in illisdogmata fine Deo falla, Deo adverfabantur tur autem e am non repudiatis, qua Taulum Samofatenfem.depofuit , babita fub SanUis BeaR 4

&

&

&

&

Vitai.ia-

NO

Gregorio ThauBeatis Dionyfio Tapa T\pma y Dionyfio Alexandria , maturgOy qui ejus Synodi Trinceps fuit ? quia jujfu Imperatori* fatta non fanttas Synodos pius Ecclefia Canon, quas reefi t Illas novit probas y tti tu do dogmatum probavit. Et fan (ut novit dominus meus, alios dota ) bis in anno Synodos in unaquaque "Provincia fieri Canon jubet , juffioidque ad munimentum Salvatoris nofira Finis regia nulla mentione fatta emendationem eorum , qua pertinent ad id , quod divinum Ecclcfia dei y

&

^ 4

Secolo

V1T.

&

&

&

&

caput

efi.

Ibi vero

E poco doppo. Unam Theodofms


:

inquit

operationem Chrifti bypojlaticam

debemus addere.

<At Maximus : Videamus quid mali ex eo nafcatur, fugiamus peregrinare hanc voccm, bac enim efi folkm bareticorum , qui plures Deos inducane . Islam fi bypojlaticam C bri/ti dkimus unam operationem , Verbum au-

&

tem non convenit fecundm hypoflafim Tatri, Spiritui , ac videlicet ne fecundm bypojlaticam quidem operationem cogimur autem ut Filio , ita Tatri , Spiritui bypojlaticas operationes tribuere fecundm vos quatuor operationes habebit beata Deitas; tresy qua determinane perfonas , in qui bus unam communem , qua ftgnificet communionem fecundm naturam efi ; ac fecundm Tatres ( fiquidem eorum dottrinam accipitrium bypofiafeon mus ) morbum contrahemus opinionis quatuor deorum naturalem enim , non
-,

&

&

&

&

bypojlaticam omnem operationem effe dicunt . Quod fi hoc verum ej , ut fan quatuor deos inter f byefi y demonfirabitur nos dicere quatuor natura? , natura differente s. Ettamenquisunquamdixity aut contemplata pojlafiy efi propriam operationem cujusvis carum rerum , qua fub aliquam fpeciem reducuntur , qua natura fub communem definittonem fpeciei ponuntur ? Tsiunquam enim quod natura commune efi, alicujus unius , 0- folius proprium nam hypoflattca Jignacula y qua perfonam defignant t ut aduncus nafus , efi a ut ftmus , aut glaucus color , determinandi vim habent numero inter f difmaxime propria , difiinguuntur ab iis, qua communia funi) ferentia t communiter dicuntur y ut animai rationale , mortale , quod efi ejus rat ionis y rationabiqua generalis efi omnes enim ejufdem vita participes fumus , titatis fiuxusy defiuxus fedendi , Jlandi , loquendi, tacendi, &videndi y audiendi, qua ejusrattonis funty qua communiterin nobis confideratur . Quamobrem ea vox innovanda non efi , qua vim nullam habet , quaque nec Scriptura cfiy nec Patribus, fed peregrinam exifiimare debemus , ac perversate inventam eam fan ofiende mibi pofitam apud quemvis Tatrem , ac rurfus quaramus fententiam ejus , qui eam dixerit. Quid igitur ? ait Theodofius , nullo modo in Chrifio unam operationem dici oportet* SanttisTatribus nihil hujufmodi diEt Maximus facra Scriptura, cendum accepimus fcd quemadmodum duas Cbrifi naturas } ex quibus efi y operationes conveniente? ei 3 qui natura naturales ejus voluntates , ita

&

&

&

&

&

&

&

&

A
:

&

Deus

confiteriy nobis permijjum efi. efiy credere , nos confitemur , naturas , differentes operatiosAt Theodofius Sic nes y defidivinam y &humanamy ac ejus divinitatemvolendivimhabcntem,
:

& &

homo

&

&

&

&

&

itidemque humaniratcm ; quandoquidcm fine voluntate anima ejus non erat : duas vero nejdmuSy ne eum fccum pugnantem inducamus. Tum Maximus Cur igitur numcrus naturis ajfignatus non dividit', cum operationibus dkitur , vim dividendi habet $ vero in voluntatibus 3 Theo:

&

Capitolo
:

XI
:

6 X
numerum
:

VlTALIAin

ncc Tatres In bis omntno babet diviftonem Tbeodofius operationibus dtxerunt , diviftonem fugientes voluntatibus , humanam duplicem , ut ipfi dixerunt , aliam divinam,

NO.

&

&

&

&

[ed aliam
dico
,

&,

te/ti fie or.

Cui

Maximus

Ter Deum,
:

fi

quis ubi dicat aliam

& aliam &


:

qmt

intelligis Z

duas vero non dico. Trincipes , dixit Ter Dominum , fi unam , ^f &w duo , d#f 5 quinque : 7/fil intelligentes audtetis unam , refpondetis ita dicentibus ? dixerunt y Quoniam adjurajii nos y unam , unam-, duas intelligimus duas quoque y aliam , c^ aliam bis duo y quatuori bis quinque , rfccew . f ^Mrf/ verecundus Tbeodofius illorum refponfo , diQuod Tatribus dtttum non efl y non dico. E qui egli quafi convinto , Jrt
Tbeodofius vero Scio, Tunc converfus Abbas
inqu.it
,

quomodo intelligam

&

Maximus ad

&

perfnafo, e come f per forza, per convenienza ottener voconfenfo dall' avverfario fopra un punto non folo dubiofo , ma apertamente contrario alla Fede , foggiunfe , l^ullomodo dicis unam voluntatem y unam operationem in Cbrifio? dico cauMaflmo allora rifpofe T^on capit me hoc unquam dicere ; fam ; Quia peregrina hac ejl Santtis Tatribus vox , duarum differentium omnimonaturarum unam voluntatem y operationem . Detnde vero occurrentem Trido qui hoc dicit , invenit ex adverfo abfurditatem fibi mtm enim , fi dicam naturalem , timeo confufwnem Secund y fi bypoflaticam , divido Tatre , Spiritu Filium , ac tres voluntates videbor inducere non convenientes inter Je y quemadmodum bypo/afes. Terti , fi diunius Tatris , operationem , cogor cam , ut unius unam voluntatem , operationem; unius Spiritus dicere , tametfi nolim , unam voluntatem , ac fermo incidere invenietur in multos deos. Quarto , fi dicam , per cognationem, ac necefjitudmem , amicttiam relativam , Ts^eflorii perfonalem divifionem induco Quinto , fi dicam , prater naturam , corrumpo exiflentiam volents natura enim corruptela ej y quod eft contra naturam, fcut Tatres
lente
il

ma non

&

&

& &

&

&

&

&

& &

&

dixerunt
Ibi Tbeodofius, Unam propter unionem , inquit , Salvatoris noflri voluntatem omnimodo debemus dicere , quemadmodum Tyrrlms , Sergius pulebr (ut arbitror ) intelltgentes fcripferunt. Et Maximus Salvatoris noflri ( ut Si propter unionem una Dei , Tyrrlms , Sergius, Taulus fcrtpferunt ) fatta efi voluntas primo alter ms voluntatis , fecundm eos , Filius erit y qum Tater y qui propter naturam voluntatem babet , non propter unionem , qua in Filio quandoquidem non idem ejl unio , natura . Item fecund , fi propter unionem una , fecundm eos , Salvatoris noflri fatta efl voluntas caufam ejus habebit omnino unionem , neutram vero earum , ex qutbus efl naturarum amici tia , familiaritatis relationis , fecundm eos y aperte erit voluntas , non natura naturam enim , non relationem , veritatis novit fermo Terti , fi propter adunationem (ut dicitis ) una Salvatoris fatta efl voluntas; qua voluntate ajunt pfu.n fatlam efie unttionem ? T^onenim (fi veritas iis efl cura, O" volunt effugere , quod prater rationem efl ) dixernt ea , qua per ipfum efi fatta . Quarto , fi propter unitionem una Salvatoris fatta voluntas efl ante uniti onem videlicet aut multas voluntates habebat, aut pcnits nullam. jLt fiquidem multas habebat , diminutionem multarum fubit , in imam contra-

&

&

&

&

&

&
:

&

ttus

Vitaiia-

NO

z fifi
ttus

Secolo
,

VII.
,

voluntatem

&

converfionis aperte recepii pafjionem


ei

imminutiomm

riempe multarum voluntatum , qua voluntate, potiorem qum naturarti

naturditer merant

Sin erat abfaue

oflendit unionem effe , ex qua voluntacu]us natura erat indigens , ac rurjum convertibilis appatem adeptus efl, ruit , relatione td confequutus , quod per naturam non inerat Quinto , fi propter unionem , Salvatoris nojri voluntas fatta efl una , fecundm utrum.

idem propter unio, voluntate expers prncipii , manens , quod imponibile efl, ne dicam impium. Sext , fecundm naturam recens cur eandem ob caufam , ob unionem fatici efl naturarum voluntas una fi naturarum fatta non eji una natura f Inter pdlans autem longiorem horum Quid igitur propter unitionem faprogreffum Tbeodofius Epifcopus , dixit ctum efl , fi ob eam nibil horum fuit ? Maximus vero Oflendit eum , inquit , qui fine carne erat , veraciter fu(ie in carne ; eum , qui natura Deus erat, omnium opifex , prabuit aperte naefl
:

que eorum , ex quibus

fiat

Deus voluntate recens

nem natura manens aternus


:

ac

homo

-.

&

hominem factum , non converfione natura , aut diminuitone ullius eorum , qua natura erant , fed vera afumptione carnis intelligenter animata , five indeficientis humamtatis, omni perpurgans contratto fecundm naturam crimine prinoum parentum <& ratione mutua connexionis , admirabilem vere rem, ac fiupendam fecit , totum inter homines Deum , eundem integrum manentem in propriis , eundem totum in divinis hominem , totum manentem commeatus enim , in propriis, nec us excidentem commerctum naturanaturalium, qua iis infunt, ex DciloquaTatrum noflrorum inter ipfas,
tura
:

&

&

rum

dottrina
efl

prium

non tranfitio ob unionem , nec mutatio fatta e(l ; quod pro, eorum , qui veritatem interpolantes , unitionem ficiunt confufio,

nem

flabilitatis rationis

ac ideirc multimodis verfantur in novitatibus Jua ptos perfequuntur


audiffet Tbeodofius Epifcopus
,

ac propter inooiam
cateris

Hac eum
eo aderant
,

vifus

efl

eum
:

qui

eum
.

rurfumque ad Santtum dixit Fac charitatem Quid illud efl , quod nobis dixifli , neminem fecundm hypoflafim operari , unumquemque jecundm naturami mihi enim illud, propterea quod non in*
ea probare
:

tellextrim,

officit.
:

quifquam fecundm hypoflafim , fed feTaulus aliqmd faciunt , fed non Tetric, Taulic, veruni humanits ambo enim naturaliter homines juxta communem ex definitione comprehenfam rationem natura at non bypofi-rtic juxta id, quod proprie quale efl. Eodemque modo Michael, Gabriel funt ambo enim in opere , fed non Michaelic , aut Cabrielic , fed ^Angelici' angeli. Stcque in omni natura, qua multo numero pradicatur, communem mtuemur , non fingularem operationem Quamobrem , qui hypoflaticam , perfonalem operationem dica, inducit ipfam naturam, qua una efl, fattam a f ipfam differentem fecundm multitudieffe operationibus mfimtam, nem individuorum , qua fub ipfam reducuntur Quod fi pule br f habere accipiemus , in omni natura rationem , quomodo ea efl , corrumpimus Cos S. Maifimo . Ma la difputa degli argomenti doppo molti raggiri and terminare nella fohta comlufione degli Heretici, cio nella frza de* tormenti. Gran fatto invero, e degno di rapprefentarfi nel maggior Theatro del Mondo, il veder' un debole Monaco, Vecchio ottogenario, abbattuto da' patimenti di un lunghifimo eflio , contrattar' intre7>fon operatur
:

&

Et Maximus cundm naturam

ut Tetrus

cir

&

&

&

pide

Capitolo

XI,
,

z6*J

V ItaliaNO
*

pido con Imperadori, Vefcovi, Miniftri, Giudici, e carnefici, contai che rari altri fuccefli facoftanza di animo, e fublimit di fentimenti corfo di diecifette Secoli, pi glorioranno certamente avvenuti nel si per la Chiefa, pi avvantaggio!! per la Fede , pi rimarcabili per gli accidenti mirti di facra dottrina , e di Apoftolica intrepidezza.

Heroica coftanza Maffimo


|be*.

Fu
tile

rilafciato egli

adunque dopo l'accennata difputa

qual corpo inu -* J7

dell'Imperio, nel fuo nobile efilio della Thracia; mi non cosi tofi partirono, che egli i Coftantinopoli [ a ] fu richiamato da Coftante , e da' fuoi Giudici di nuovo riporto fotto il torchio di rigorofiifimo [b ] efame, imputato di nuove calunnie , e rimproverato di non mai fognati delitti . Inflefbile di animo, e di voce , e ne'medefimi fentimenti di prima , attefe egli fempre e le teftimoniante de'falfani, e le accise, de' malevoli, e g' improperi degli Heretici, e l'incolpamento de' tradimenti, e le finzioni de' fogni, eie battiture del fuo Difcepolo Anaftafio , e quanto folamente fpeflfo ripet quefte belle parole, [e] Gratias ago Deo purganti voluntaria mea hoc involuntario fupplicio. Quindi ripigliato di haver perfuafo al Pontefice, che non fottoferiveffe il Typo df Cefare, egli forridendo rifpofe , [d] K(Qn patiuntur Bimani tolti una cum impurorum Hareticorum voctbus tucem gerentcs Santlorum Tatrum voces , aut cum mendacio extingui veritatem , aut lucem confociare cum tenebrisi e perci terribilmente riprefo, come parziale de* Romani, e come inimico de' Greci, egli coftantemente foggiunfe , [e] lungo fi Diligo Promano* ut ejufdem fidei, Grxcos ut ejufdem lingua ; \f\ lefe riferir la fanta condotta de' Pontefici Romani nella caufa fin' allora agitata de Monotheliti, con tanta energia di parole, profondit di ragioni, e copia di argomenti, checonfufi, efmortituttigli aftantinerimafero, e come dicono gli atti, [g] T^ullus Tatriarcharum quicquam locutus efl . Ma f manc Fa voce chi tacitamente dichiaron convinto alla forza degli argomenti, non manc la fierezza chi fdegnando di eifer vinto, volle parer di vincere con l'oppreflone della verit, e con lafor r za dei tormenti [h] His ditlis , fieguono gli atti , cum fanclutn Senem paulm fubmovijjent , Judices confilium capiunt , vitam quidem ad fpeciem clementi^ non adhnentes, ut bomines inbumam per bumanitatem facere viderentur , morte vero acerbiora bis jupplicia infligentes : e li fupplicii furono tali, cheneftupifeono gli attiftem, che cos ne riferifeono il prodigioso, e celebre Martirio. [/'] Conduffero li manigoldi il Venerabile S.Maflmo nel Pretorio , eundiefl non fenetlutem miferatus, non membra fquallida , rugis contracia , non corpus illud jejunio , laboribus con[umptum, denudollo fin della camicia, ecosfpietatamentefruftollocon fodo nervo di Bue , che ne corle rivi in terra il fangue , e non rimafe alcuna parte del corpo, che non ne folfe tutta lacera^ epefta. Quindi poi eftrattolo , pofero lui , e '1 fuo Compagno Monaco Anaftafio fopra due viliflmi giumenti, e in giro per la Citt rinovarono ad ambedue e le battiture, e gl'improperii, con un trombetta che precedevali, capo di ogni ftrada vociferava quefte parole, Qui I{egiis Sanclionibus non parent , in contumacia perfiflunt, digni funt y qui ha;; patiantur Nel feguente mattino furono eglino dalla prigione condotti nella publica Piazza pi corto gl'Inviati

gm".'^^
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e/^-- 2 Jf vide Bar. *n,cit.

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di

Maifim

&

&
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li

morti ufeiti dall'avello, che come rei vivi nfervati al fupplicio, domanigoldi nec [ibi temperarunt , quin alia pecora eis facereut , naturam

Vitalia-

%6 %
turam penitus afpcrnantes.

Secolo

VII.

Mi accorfe fubito ai ftrazii de' Tuoi Martiri l'Autor della natura , e quel Dio , la cui potenza non fi reftringe dentro i cancelli deboli dell' humana fiacchezza, miracolo oper cos prodigioso, publico, e forprendente in difefa di efl , che non poliamo qui Noi
non contenere i ftupori, e con i ftupori gli encomii della Fede Romana> a ^ or [ a ^ quando udimmo parlar fenza lingua tutti gli habitanti di deUe^Lh'Tne) mUnprmtumt, Typafe , e vedemmo trionfar la Fede di Gies Chrifto in Africa contro fg'579' gli Arriani, come prefentemente la vedremo trionfar' in Coftantinopoli contro i Monotheliti. Hor dunque, fieguono gli Atti parlando diquedoMiMc^oSe"'le

Lingue.

^ ran {ucce ffo> Linguam illam Theologam [aneli Max imi , quoque fer monibus fluviorum influir fcaturterat, faucibus ufque , contigua epiglottide Haretici fcelefliffm pracidunt , ut vocis adempto inflrumento , doflrinaque ei quoque , fermones eriperentur , pofleaque conticefceret , mutus effet. Idem Difcipulo JLnaflaflo fecerunt, ejufquc linguam introrfus practderunt Ma, follecita premura del noftro Dio ne' grandi affari della fua Chifa, e nella pronta difefa de'fuoi fervi non mai abbaftanza efaltata fiducia di effi, quand'eglino valorofamente difefa prendono della Chiefa di Dio Recife le due gran lingue , non mai meglio parlarono quelle bocche, che allora; e di S. Maffmo foggiungono gli atti, Trater opinionem loquebatur , fermonefque emittebat magis , qum antea articulatos ; e di S. Anaftafio , Deus eadem ipfum corroborava gratta, fermonem dans abfque loquentis inflrumento , eumque uberem , inopinatum, copiofum. Vadan'hora gli Heretici difputar con mille lingue della loro Religione, che Noi baita il non haverne alcuna per render provata, e publica la veracit della noftra. Alla recifione delle lingue fi aggiunfe ad ambedue quella della deftra mano , quafi prendendo vendetta di que' due membri, con cui li Cattolici fanno cotanta guerra agli Heretici , e con la predicazione, e con gli fcritti. Cos laceri , e mutilati , hos lingua manus expertes ejiciunt pretorio , trahunt circumducunt per forum, excifa membra oflcntantes, clamoribusutentes

&

&

&

&

&

&
ili

&

incerts

eofque ludibriis ,

& di&eriis appetentes

Tum

poft inhoneflam

il-

lam circumduttionem ,
ftafo

bi 3. ^K&ufi; eco.

ab ornai cura, ope defertos, &nudos fine calceis, fine cibo, orn, vita facultate privatos, procul mari propter mifcricordem hommumviS.Maffitationem, ( quod omnium gravijfimum ) inter f disjuntJos . fimo, contro cui maggiormente incrudel l'odio degli Heretici, inhar bile foftenerfi sii i piedi, fi condotto al fuo efilio, come fopra Carro di gloria, fopra una bara contefta di farmenti , ftrapazzato pi tolto , che trafportato in Schimari piccolo , e remoto Cartello dell' Alania , dove tr anni non tanto vjfle, quanto in continui dolori di morte [b] trafe al fine i fuoi giorni, accorrendo al paffaggio di un s famofo Martire il Cielo medefimo, che volle applaudirne il trionfo con lo fplendore di tr miracolofe torcie, (he per una intiera notte arfero con fuochi di gioje fopra il miracolofo Sepolcro

&

ex'iho

longmquo tradunt una cum *Apocrifario Jlna-

&

Ma

cafUghi difgraiit, e morte di te coitame.


,

Cefare pag il fio del fuo facrilego impegno, per cui giuftamenefclam contro lui il fangue fparfo di un Pontefice avvilito, ediunSacerdote oppref , in vendetta, e giudizio della lor caufa. Poich furfero efecutori della Divina Giullizia li Saracini, e de vallato l'Imperio lo coftrinfero ad una vituperofiiTma fuga nella battaglia, ch'egli ricev, q diede

Ma

diede que' Barbari ut lmperator , dice Theofane tur notte Ma vifum , videlicet
connettori

Capitolo nel Mar della


,
,

XI
effe
.
:

l6g
Vorr cuidam

V ITALIAN *
,

cum

Licia ; [a] Cumque futumm effet , ipfo navtgio prdiaretur, contempla-

op

'''

nat"""

apud Tbeffalonicenfes

lmperator , expergefattus narrat vifionem. Qui ait : nam, Thesallo nicin, inutinam nec dormiff'esy ne e /omnium afpex'iffes terpretatur , Alteri cede vicoriam, idefl, ad nimicum tuum vittoria vertitttr . Sed lmperator mni metuens ad pralium T^avalis pugna , Bgma-

fomniomm

norum claffes perduxit ad bellum . Quibus in akerutrum irruentibus , jfuperantur Bimani , commixtum efficitur mare fanguine Bpmanorum . Indmt autem lmperator alium vefle fua , infiliens prxdittus buccinatoris

&

&

aliam navim tranfImperatoria naviy multos occidit y mortique f ipfum pr Imperatore contradidit . Hunc praterea boftes circumdantes , in medio retinentes , putabant ipfum efie Imperatorem . Vojquam autem multos occiderunt , interfecerunt hofles una cum eis ipfum , qui portai at Impcratoriam vejiem . Jlff, lmperator taliter in fugam verfus falvatur , derelitfis omnibus napigavit Conjantinopolim . Cos l'Annalifta . Mi fu pi fiero lo fpavento della cofeienza, che quello della fuga , incontrando egli nella Citt di Coftantinopoli oftacolo pi duro, che nel Mare della Licia ; ellendo cofa che fatto uccidere il Fratello, e quindi egli vedendolo [b] ogni notte in fogno comparir' horribile, come porgendogli un b C(dr(nJ Comi Calice pien di fangue , e dicendogli , Bibe frater ; mhornditoli alla /*, vifione, e datoli in preda ad una tenaciilma malinconia, fempre mai tremante , fpaventato da' fogni , e fofpettofo di f medefimo , avido di trovar' alleviamento alla difperazione , in cui poter finalmente tutto fi diede , rifolv , qual nuovo Caino , cambiar Paefe , e portandoli con lungo giro in Italia , nel partirli da Coftantinopoli rivoltoffi indietro verfo la Citt , e difpettofamente verfo lei lanci uno fputo in obbrobrio , e detenzione del fuo miferabile Imperio. [ e ] De Be- e^nafi. bbi. ,, v>t*tt*o gi per littoralia ^Atbenas , exinde Tarentum , inde Beneventum , I^eapolim , pojlmodum venit Bomam ; ma appena egli [ d ] vi giur- d ^o *<jj. f, che funeft quella Regia con inaudite marche di rapine, e di facrilegii , involando dalle Sacre Bafiliche gli argenti deftinati al culto di Dio , e fin dalla Cuppola della Rotonda le tegole di Bronzo , delle tbt quali era ricoperto quel Tempio , imbarcandole per Siracufa , [ e ] * *imJin^' ' d ch'egli haveva deftinata per nuova refidenza del fuo Imperio, [/] Tctiu e . Ubi vitam ageret , ubi flatuit Imperium Bpmanum transferre , cum pend
filius in

Begiam fcapham y Imperatorem arripuit, duttum inopinate falvavit. Vorr ipfe fortiffmus

&

in

viriliter infijem

&

&

&

&

&

&

'

iavifus effet ob Monotbelitarum Harefm , aliafque pravas de Religione fententias . Quali tegole , nobile avanzo della Romana magnifi-

cenza , rimafero [ g pofeia miferabile preda de' Saracini , che indi ] fei anni faccheggiarono Siracufa , e la Sicilia . Vojlmodum venientes
Saraceni in Siciliam
,

s ^>">ft bbu
-

Adtl>dat0

dice Anaftalio

dam nimiam fecerunt , as , quod illuc de Bimana Civitate delatnm fuerat fecum tollentes , Mexandriam reverfi funt Ma m Siracufa trov Collante non tanto il fine desiderato de' fuoi mali ,
, .

&

obtinuerunt Syracufas

&

pra-

quanto

mo

principio dell' eterne pene , proditoriamente uccifo da huomentre fpenfierato egli lavavafi nel bagno Refpir il diri- Co itianefimo con la morte di un tanto inimico , e con l'efaltazione aU nate all'imperio
il

vile,

ESoiw

l'Im-

V ITALIANO.
* C tir,
in

Z^O
: .

Secolo

VII
&

Ccmp.

l'Imperio del di lui figliuolo Coiantino, [a] Catholica t^lgonis pridemque ob barbam ditlus Togonatus , qud fcilket By^antio folfefsor Sicilia promifsam bar barn vetulifvens tenera adhuc lanugine fuerat , E quelli fu quegli, che riordinato lo flato politico dell'Imperio, fet riordin ancora quello della Religione nei gran Concilio , che riferiremo fotto Papa Agathone, nel quale condannati li Monotheliti, viddefi doppo fiera tempefla ridotta felicemente in Porto la Nave inoperabile della Fede.

A-

X7i

Deodato

CAPITOLO
Deodato Romano
,

XII.
li

creato Pontefice Aprile 669.


,

9.

Sinodo zAuguflodunenfe in Francia , e Canone gioni y che il Simbolo Athanafiano fia


comfofiTJone di S. Athanafio
I fette

'Ra-

anni del Pontificato di Deodato corfero felicitinel Chriftianefimo fotto l'Imperio del buon Pogonaaltrettanto ofcuri nelle Hiftorie per la fcarfezte , za de' Scrittori , per lo fmarrimento de' fcritti . E bench eglino fi rendettero ai gloriofa ricordanza per le inti-

mi

ma

in Spagna, Principe benemeri- Canone Auguftogni gefta del R dunenfe fopra ii Ecclefiaftica difciplina; nulladito della Religione Cattolica, e della Simbolo Achana> nieno Noi non ritroviamo in efl monumento di erudizione pi confa- fiano cevole, e forf ancora necelfaria alla noftra opera, che il Decreto formato dai Padri Augnilo dunenfi in Francia fotto la prefidenza del famo- a Vide Martyrum fo Martire S. Leodegario >.[<*] che era Vefcovo di quella Citt , nel SLeodtgari apuli quale doppo favie , e fante ordinazioni fi ftabilifce un Canone, che Sur'wm die 2. OH. nella collezione de' Canoni della Biblioteca di S. Benigno Divionenfe dicefi il Canone primo Auguftodunenfe in quefto tenore, [b] Si quis b *Apud Latte t, 6,Concil,n,6jQ, Tresbyter , Diaconus , Subdiaconus , vel Clericus , Symbolum quod infpir anfidem S. uithanafii Trafulis irte Sanilo Spirtu , Apojloli tradidemnt , reprchenfibditer non reccnfuerit, ab Epifcopo condemnetur . Quefto rifentimento de' Padri rende palefe , che fin da queir antichiffimo tempo regnava in Francia anche fra gli Ecclefiaftici del Regno quella maifima , che poi lungo hi pretefo di comprovare [ e ] il Vomo , e in qualche e Vofsiusdetr.ibttt Symb. parte doppo il Vofio il [d] Du Pin, che li due Simboli Apoitolico , Dtt Pin inntva Athanafiano non fiano compofizione, e dettatura verbale di elfi . biblietheca Dell' Apoitolico fi fece altrove proporzionata menzione fotto [e] il e Vediti prim no* Pontificato di S. Clemente; mi dell' Athanafiano Noi ne habbiamo ap- ftro tom f,\6. portatamele ripofte in quefto luogo quelle riflefloni, che ci najono convenienti all' alferzione maggiormente commune, accreditata, la quale comprova, che ficcome errano i men' accorti moderni, cos parimente errarono ipi temerarii antichi , che vollero motivare nella Chiefa dubbiet cotanto fcandalofe , che da' Padri Cattolici riceverono anche nel loronafcere il pronto caftigo della depofizione, della condanna, e deila feommunica. Egli verifimo, ed Noi note fono le ragioni contrarie, allegate lungo dal [/] Cabaffuzio, T^on ritrovarli il Simbolo Mh/inafia- f CaUfs.diJTtr.i2. no negli antichi Codici delle opere di S.*Atbana[io, r,on farfi commemora- de SjrnboloiAthan, tone di cfso da autori contemporanei del Santo , compoftori della Ragioni che di lui vita,, non rinvenirfi in cfso la voce confutandole , e h' era la ban- onci Simbolo non diera, e Hn/'egna del Santo contro gli bimani , non faperfi il tempo, in cui fia compofitione di S. Athanafio.
.

Wamba

&

&

&

egli

Diodato.

2>7x
egli l'babbia compofio

SeCQ i

y IL
U

, e l'argomento chiamato dal citato Cabafluzio Talmare , cio che ne S.Celefiino , n S. Cirillo contro 'h^efiorio K n S. Leone contro Eutyche ftanf giammai ferviti di alcuna fenten^a di ejfo in confutazione di quell' Herefie , che coflr infero li Cattolici di quelle et ricercare minuta-

mente tutte le autorit de' "Padri circa la fmgolarit delle perfone , pluralit delle nature di Giesu Chrijlo , quando f fofie fiato allora cognito

t %^m.tnmp*g.

opinione
co

e ratrarie

l'n"'a ., !! celi /titore,

b De

symi>.

'fJdSschTu^c^'. dt fncef. spirit.

BonlnZ^fviL
puimodiacap.ij.

%tL^. fo.'n
rtfp'.adfecundum,

Jl*%l1*,:

Rem ' .'

il Simbolo lAtbanafano , da efo come da fornitiffima armeria produr fi ponevano armi valdifjme contro l' empiet di quegli Herctci. Egli vero, che le ragioni fono grandi, ma fondate tutte, non nell' evidenza del vero, con g ettura fo\ yerifimile. In altro [ a ] lnogo fi difie, che quello Simboio rimafe per molto tempo fmarrito , occulto , e quali affatto perduto nelle rivoluzioni , che cotanto fpeflo ha patite la Citt di Roma, nel cui Archivio fi es:Ii riporto fin dal tempo di Papa Gi* * -^ no onde qual detrimento di venta quindi proviene , f iti tempo de due Concilii Efefino , e Chalcedonenfe ancora ignoto giaceva fra le tenebre della ofeurit ? E poi [b] la tradizione non ha ella forza fuperior 9 ad ogn' imaginabile congettura di contraria efpofizione ? E la tradizione, che quello Simbolo fia compofizione di S. Athanafio, none ella antichiflima fin dal citato Concilio Auguftodunenfe celebrato in Franeia nel Settimo Secolo della Chiefa e fin d'allora riputato incontrovertibilmente compofizione di S. Athanafio, mentre que' Padri con lafferzione dell'Autore condannano chiunque ne afieriffe l'oppofto? E tal tradizione non perfevero ella fempre durevole, inconcuffaper undici Secoli, [e] fin all' et noflra ? Certamente la Chiefa Romana con tale denominazione lo diftingue ne'Breviarii dagli altri Simboli Conciliari , e non haverebbe ella ci fatto fenza l'appoggio di quella tradizione , che rende authentica ogni teltimomanza, e venerabile ogni rito. E poi s'egli non di S. Athanafio, perch'egli non Ci trova nelle fue opere ; potr ancora dirn% non elfere di alcuno, perch'egli non fi ritrova nel-

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,
,

...

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Vedi

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14*

le opere di alcuno pi un [ d] fomigliante argomento fervi/fi S. Girolamo contro quei, che negavano l'Epiftola ad Hebraos di S.Paolo, perch'ella non portava feco nel titolo il nome di S.Paolo, [e] Si propterca

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tpau ^ t non >, dice il Sauto, quia ejus nonhabet nomen; ergo nec alicu]us e xit , quia nullius nomine intitulatur Poco rilevano le circoftanze del fatto, quando fulticientemcnte Ci prova la fuflilenza di elfo; e le partico.

fervono di ornamento , non di argomento del fucceflb Onde il il Simbolo Athanafiano fri le opere di S. Athanafio, non rinvenirli il luogo, dove egli fu compofio, il pretermetterli quivi la parola di confufhnziale, tanto prova, che quel Simbolo non fia compofizione di quei Santo, quanto proverebbe, che l'Eneide non folle compofizione di Virgilio, perche non Ci si, dove la componente Virgilio , cio f in Roma, in Napoli, non trovali in quale Hiftoria contemporanea quel Poeta ella venga citata, e non mai in effa fi nomina il <la lui venerato nome di Mecenate
larit
.

non

ritrovarli

CA-

2,nl J
/

gat?ioNJ.

CAPITOLO
Dono Romano,
Agathone

XIII.
il

creato Pontefice Novembre 676.

i.

Siciliano, creato Pontefice

Tanno
'Buone difpofizjon d

578,

Cefare per la convocazione di un Conaduna in Coftantinopoli , ed cilio Generale 1 )Che fi il Coftantinopomano Terzg-, ed Ecumenico Sefto. Suo
corfo
,

deci/toni

Calunnie

nuova

difefa di

Papa

Honorio .
Etiche dunque fotto V Imperio di Coftantino venite funettato il Mondo per ogni parte con dolorofi avvenimenfaccomettendo i Saracini con ti di atrociffimi fuccefl , i Longobardi la Gallia horribile barbarie la Sicilia , Cifalpina ; nulladimeno prevalendo nel pio Cefare la venerazione alla Fede Cattolica manometta dal Padre, e dall' Avo , andava follecitamente fempre divifando le forme pi proprie per dar regolamento alla credenza commune in rifarcimento delle pattate fciagure , e moftravafi rifolutiflimo di voler ne' fuoi Sta-

ffgfSE??
fare
beneficio dclIa ReI, s ,one

&

unico efercizio della Religione Romana. Mi quefti fanti fentimenti fi opponeva con frodi quegli medefimo , che era in obligo di ec- contrariate dagli H<rrctkl citarli, e promoverli, cio Theodoro Vefcovo di Coflantinopoli. Morto Pyrro nella ottinazione della fua Herefia, e nella continuazione della fua fcommunica , era fuccedut Pietro nella Sede Augufta di quella Citta\ huomo promotto dagli Heretici Monotheliti , ma inclinato in modo tale d dimoftrarfi Cattolico , che non volendo n efacerbare gli uni , ne inimicarli gli altri , havea trafmeifa Papa Eugenio una confeflone di Fede talmenzelo dei clero te ambigua, cfofpetta, che non poteva n laudari! dagli Heretici , nap- Ronuno provarli da Cattolici;ond'era ella ftata,come [ a ] fi diife,rigettata dal Papa, a ve diup M ufM e con ammirabile coftanza impugnata, e maledetta dal Clero di Roma. A ^*'*/m, Pietro fubentrarono nel Patriarcato fucceffivamente []Tommafo,[c] Gio- e Za l%\ vanni , e [ d ] Coftantino , i primi due [ e ] riputati di ottimi coitami , ma di d *"""" 6C^ fofpettafede, il terzo da tutti acclamato Cattolico di faniffima dottrina. -Z^LB^' Soprabondantemente tuttavia compens le virt di quefti tr Vefcovi la malizia di uno , e Theodoro, che [/] fucceflei Coftantino, fu l'Archi- f ^iw. tetto iniquo di efecrande malvagit , onde fu chiamato [ g ] Hareticus BA ran666n i omnium tmpudentiffimus , fubdolus verfpells , malorum omnium concinnator egregius, Monotbelitamm Se<c propugnator audaafjmus Correva il Malvagit del terzo anno della fua Sede, quando il nuovo Cefare Coftantino fu aflunto Padana Theoti
1'
'
-

Tomoli.

all'Im-

doro

'

Imperio ; Cicche nella buona difpofizione di dare avviamento alla premeditata riunione , non trov egli maggior' oftacolo , che il Patriarca , il quale baldanzofo ne veniva dalla frefca protezione del defunto Coftante , con cui era andato tanto unito , e nelle maflme , e nella empiet . Si era dunque (erettamente collegato Theodoro con 6311 l' altro Patriarca Monothelita Macario di Antiochia , & ambedue prefimp^ridore favano Cefare , acci , ad efclufione di Papa Honorio , che vantavano per loro feguace , fi cancellale ogni altro nome de' Pontefici Romani da' Sacri Ruoli della Chiefa , e {penalmente quello di Vitaliano , come macchiati tutti i Herefia , perch' eglino aderirono due volont , e due operazioni in Gies Chrifto . Refft Coftantino alla facrilega domanda , e quanto folo , per non efacerbare maggiormente la parte avverfa nel profeguimento delle future rifoluzioni , che beneficio del ChrifUanefimo elfo haveva concepite , con decreto provifionale rimeife al futuro Concilio la loro richiefta , ordinando che prefentemente allora fi foftenefle il nome di S. Vitaliano , defunto poc'anzi con fama incorrotta di bont , anche appreilo gli Heretici . Il che n pure fi efeguito dagli oftinati Patriarchi , non fenza di cheignomino fcapito dell' Imperiai nome , e accrefcimento in loro di protervia, amence.iodepo nc| e fi na mente ne m Theodoro da Cefare giustamente punito e 1 deporto daila Sede , che haveva fin allora profanata , alla quale Co7 Giorgio nuovo fantino afunfe un (oggetto fimile f , e ne fentimenti della ReligioPatriarcj di Co ne cio Giorgio , che vedremo nel , e nel zelo del ben commune , anemopo . p ro fl mo General Concilio foftener' invitto la Fede Cattolica contro 1* urto , e pertinacia dell' Herefia . Con quefte prime publiche dimoftrazioni di animo divoto , e (incero anticipando 1' Imperadore appreilo il

AgathoN

i7 ^

Secolo

VII.

all'

'

Mondo
maneggi
Lettera ni Cefare per U

la

concfh
a

~4pd Bar. <n n o

6ji. nurn. 4.

al defiderato fine gli affari contro verfi , del Ghriftianefimo nella difpofizione di un Concilio Generale , che era ? lirnco gS etto delle f e brame , e 1' unico riputato rimedio de* feguiti malori . Egli fcrifTe perci un' oifequiofiflma [ a J Lettera al Pontefice Dono , eh' ei ancora giudicava vivo , ma che paifato di frefeo ad altra miglior vita ie luogo ad Agathone fuo fucceffore di riceverla, in cui alli confueti titoli dovuti al Papa aggiungendo quello di Papa Univerfale , lungo poi fi ftende in riverenti fuppliche, acciocch

fama conceputa delle che condur poteano

fue rette intenzioni, die principio que'

dalla Santa Sede di Roma fi fpediilero Legati Coftantinopoli con istruzioni confacevoli per terminare in concorfo commune di tutti gli Ecclefiafici del Mondo la fin' allora tanto contrattata materia delle due volont di
provinone, e zeJodei Pontefice.

Gies Chrifto Quefta lettera dunque , e li fanti fentimenti , che l' Imperador Co*j,j ant p gonate in ella efponeva, commofie altamente gaudio l'animo del Pontefice Agathone, che non frapofe dimora alcuna fecondare la mente del buon Principe Ma ad effetto, che Legati dafpedirfi in Oriente feco recaffero le materie ben ventilate, e difenile, fenile egli a tutti li Vefcovi della Chiefa Occidentale, ricercandoli del loro configlio circa la materia corrente de' Monotheliti: e conseguentemente ogni Metropolitano chiam appreiTo di f il Sinodo della fua Provincia , e per quanto poteffl. . i

fero eifere varii ligenii, eie inclinazioni di tante nazioni, fu tuttavia uniforme la maflma della Fede , e la deteftazione de' Monotheliti . In quello

per,

Capitolo

XI IL

zqz

Agatho-

per, che convoc Theodoro Arcivefcovo Dorovornenfe Primate d'Infhilterra, concorfe particolarit degna di rapporto . Conciofiacofache oppo un' OrthodoffaConfeffione delle due volont di Gies Chrifto,eftendendof nelle laudi della Santiffima Trinit, bench Greco di Nazione , confettala Proceffione delio Spirito- Santo dal Padre, e dal Figliuolo ; il che non haverebbe certamente egli fatto , f anche in que' tempi la Chiefa Greca non havefle profeffato quell'articolo, da lei impugnato pofcia ne

NE

Confe flrone d un vefcovo Na-

n al
ra

fa

PVcef.

fione delio spirit0 Sant0 '

Fiuiflequenti , [ a ] Glorificames , egli dice , Deum Tatrem fine initio > a ^pud Btdam gcneratum ante facuta > Spiritum Santlum tfM^*7 lium ejus unigenitum ex Ta.tr e Filio inmarrabiliter , ficut pradicaverum Sancii procedcntem ex Tane ,

Upofloliy

& Trpobcta

&

&

&

la fpedizione de' Legati in conclio con vo Papa to loro induzioni al qual' effetto nell* [ b ] aprirli la ftagione %**} le della Primavera celebr il Pontefice un Concilio di cento venticinque Ve- b ^. 680. fcovi, congreffo celebre e per lagravit dell'affare, e per la lantit de' Congregati Prefed tutti il medefmo S. Agathone , e dalle parti Oltramarine dell' Europa [e] v'intervenne in nome di tutta l' InghilterraS.Vilfri-. c Bedaiib.5. ci*, do Vefcovo di Yorch , e dalle Oltramontane rapprefentanti le Chiefe della Francia Felice di Arles, Adeodato di Leuci, e Taurino Diaconodi Leone. Ma dall' Italia molti pi ne concorfero , il nome de' quali prefentemen- Graziofb furcefte annoverali fra Santi , S.Manfueto di Milano, S. Barbato di Benevento ^n^nx-.S^' S. Decorofo di Capua , S. Felice di Spoleti , S. Anaflafio di Pavia , e un santo veico* ... ; S. Giovanni di Bergamo , del quale Paolo Diacono racconta nella fua Hins 1 .c> . ratti, vtac.iio, n itoriaquelto graziole [uccello: [dj Ter idem quoque tempus Joannes Epi- />.</>. 8. feopus Bergomatis EcclefiaVir mira fantlitatis: extititi qui cum F{egem Curiiben iitn m convivio , dum fermocinarctur offendifet , %ex ei ad bofpuium indomitum , qui immenjo fremuu fuper Je ferevcrtenti equum feroiem , illidere folebat , praparari fecit cui cum Epifcopus fuperfedifdentes terra manfuctus extitit , ut cum blando incefiu ufque ad domum propriam fety ita deportar et Quod I{ex audiens , Epifcopum ex eodie honore debito- cotuit* et fuum equum , quem fua feffwne dedicaverat , dono largitus e /2 Non rimane di quello gran Concilio Romano altra memoria i Pofteri, che Deputazione d.* una formidabile condannazione della HerefiaMonothelita, eladeputazio- Legati in oriente ne de'Legati in Oriente, chetrono Giovanni Vefcovo diporto, il quale fuccelfe ancora nel Pontificato col nome di Giovanni Quinto , [ e ] Vir valmL *k dcftrenutis, &fcientiapraditus , Abondnzio di Paterno, & un' altro Giovanni di Reggio Oltre quelli tr fi deputarono , come Legati , come confultori, Theodoro, eGeorgio Preti della Chiefa Romana, Giovanni Diacono, e Coflantino Suddiacono. Si divifero li Legati in due Claiii, & una di effe rapprefent la Legazione della Sede Apoilolicain nome di Agathone, e l'altra quella del Concilio Romano: e perci furono loro confegnate due Lettere , una del folo Pontefice, l'altra di lui unitamente, e del Concilio, ed tutti fimpofla con precifa irruzione la vigilanza nelle materie attenenti alla Fede , ma tutti egualmente interdetta ogni qualunque autorit nella decillone approvazione delle cofe incerte , e dubiofe. [/] La lettera di Agathone conteneva poi fentimenti cos alti lxAgttth in tpi a di f^irito divino, & argomenti cosi vividi dottrina Apoilolica , che ben *dcfim. dir l poteva dettatura di quello, [g] Qui linguas infantimi, fecit difenas Sa ent c 10 difendo cofa che deplorabili furono que' tempi per lafcarfezzadihnoniini B ^ z. S. dotti
:

In Roma Oriente , e per

&Doc7ores. ordinavano le cofe per intanto


,

y,
ci

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Agathotefice
er a ,e lett^adeVpon au ine.

z 6

Secolo

VII
& &

dotti, erari erano quegli Ecclefiaftici, che pofatamente attender poteiTero coltivar le fcienze , opprefi tutti dalle fpade, incurfioni, e facchegndon giamenti de' Longobardi , quali lungo deplora il meddmo Pontefice a tAtHt&m.otm nellalettcra , che foggi ungi amo; [a] Confiderantimihiy die* egli feri vendo 6Z<,nu 6, alI'ImperadorCoitantino, human* vita diverfos angores , ante Deum,
t

b fnv.%.

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f<tr.S:

quunusy &vcruseft 3 cum vebementiafletuum ingementi y ut confolationem anima fluttuanti divina miferationis impertiret injlmttus , de profondo meeroris, anguftia y potentia fua dextera fublevaret, magnani atipie mirabilem , cum indefinenti gratiarum attione , Sereniffimi Domini Filli , confiteor y confolattoms opportunitatem exhibere dignatus eftpiifjmum tranquilla manfuetudinis vefra propofitum , quod ad Jlabilitatem divinits commiffa Bgipublica Cbriftiana ejus conceffu dignativ , ut Imperialis virtus atque dementtade Deo, per quemBggcs [b] regnant, qui Bgx regum, Dominus dominantium e/I, curet > quarat immaculata fidei veritatem , ut ab Apoftolis atque Apoftolias eft Tatribus tradita , inquhcre vigilanter , atque , ut vera traditio continet , inflantiffm defidcret in omnibus Ecclefis Et ne quemauam tam pia lateret intentio audientium , humanave btinere non piena feftifpico per tener et, aflimantium pot/late noi effe compilifot , " %Apofiolica no/tra fidei prarenitate ad fatisfaciendum fuper Evangelica , dicationecommunitosy divales apices ad ^ipoftolica Memoria Donum Tontificem noftra puftllitatis pradeceforem , cunttis popults ac gentibus per noflrum minifterium patefecerunt , ac fatisfaciunt , quos gratta Sancii Spiritus Impecommonentis , non rialis lingua calamo de puro cordis tbefauro dittavt , opprimenti! ; fatisfacientis , non perterrentis ; non affligentis , fed exbortanad ea, qua Deifunt, fecundm Deum invitantis Quia ipfe contis y ditor omnium ac Rgdemptor cum poffet in fua divinitatis majeftate in faculum veniendo mortala pcrterrere , humanitate magis tnaftimabilis demenredimere. tia bumiliter ad nojlra dtfeendens quos creapit , dignatus eft quod expettat Qui fpontaneam de nobis vera de f fidei confejjionem [c]Tafcite, quiinvobiseft, BcatusTetrus lApoftolorumTrincepscommonet y gregem Cbrifli non coatte , fed [ponte , fecundm Deum exhortantes . Hisitaad fpem que manfuetiffimi rerum Domini divalibus apicibus antmatus , de profundis angoribus elevatus , fum mei tori refettus conficonfolationis bis , qua per manfuettjjma fortitudine vcftra Sacram denza paulatim , ut perpracepta funt , ejficaciter promptam obfequentiam exhibere dudum qui notar fi deve la deplorabile miferiadi quegl' infelici tempi, fonasy (e ne quali l'Italia non men opprefla giaceva fotto le fpade de' Longobardi, che fotto le tenebre di una profndiffima ignoranza, per cui appena ritro-

&

&

&

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&

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&

&

&

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&

&

&

tiri Ecclefiaftico mediocremente tinto di feienza ; onde avvenne foggiunge il Pontefice Agathone , che anche a i Miniftn delle Chiefe come folle necefiario per guadagnarli il vitto V efercizio quotidiano del lavoro, effetto folitonon men della guerra, che dell'ignoranza) quale s fecundm temporh hufus defettum ac fervili* provineia qualitatem poterant invenirt, cum confilio e onfamulorum meopr obedentia fatisfatti&ne inquireremy rum Epifeoporum tam de propinqua bujus ,Apoftolica fedis Synodo, qumque fequenter de Bfligofis de familiari clero amat&res Chrifiani Imperli , Scrvis Dei , ut piiffima tranqmllitatis veftra vefiga proptrarent , hortarer. Et nifi longus provine larum ambitusy in quibus humilitatis noftra Con-

avafi

&

&

cilium conftitutum

eft

tanti temporis protelationem ingereret

oliai Itoc

quod

,,

IpttOlO A.A1I. Capitolo XIII,


quod vix tandem nimc
.

*Lnn Z<77

AgathoNE,

famulatus imSei dura de dtverfs provinciis familiare nobifcum Cancilium congreplcfict dum perfonas quafdam quidem de hac fervili veflri Sercniffmi gatur t Trincipatus Ternana Urbe , vel proxima dirigere procurarmi? , quafdam de long pofitis provmcii? , in quibu? Verbum Cbrifiana fidei ab ^pofolici? exiguitatis mea Tradeceforibu? mijj pradicabant , remeare praftolamur non parvus temportim curfus elapfus e/i : ut corporales agritudine? mei famulatus filentio tranfeam, quibus nec vivere licet, ncc libet ajfiduis a?yimoIdeoque Chrtftanfjmi Domini Filli fccundum piifjitnam niis laborantem jujfionem Beo proteenda manfuetudinis vefra, pr obed lentia, quam debuimus , non pr confidentia eorum fcieutia , quos dingimus , prafentes famulo* nofiros lAbundantium , Joannem \everendiffimos Fratres r>[oflro? Georgium DilecJiffimos Filtos ls(pftro? Tre?byteEpifcopos , Theodorum , Contamino Subdiacono ros cum DileUiffimo Filio Tsfoftrojoanne Decano , nec non Theodorum fantine buju? Spirituali! Matris Jpofiolica Sedis , Tresbyterum Legatum Sancii Ravennati? Ecclefia , & R\eligiofos Servo? Dei nam Monachos cum fcripturarum cordis devotione curavimu? demandare de labore corporis quotidianum apud homines in medio gentium pofito? , viUum cum fumma bafttatione , vel exercttatione conquirentes, quomodo ad
fieri potuti
,

fudiofa obedicntia noficr

&

&

&

&

&

&

nifi qua regularitcr Sanvenerabilibus quinque Conciliis fine ambiguitate Ta, tribus tradita fidei confervamus , unum , ac pracipuum bonum babere femper optante? atque fludente? , ut nibil de eis , qua regulariter deverbi?, finita funt, minuatur, nibil mutetur, vel augeatur , fed etiam , fenfibus illibata mbis cufiodiantur f Quincji egli doppo i haver raccommandato Cefare con calde fuppliche l' indennit della Fede , e leperfone

plenum poterti invenir i fenpturarum feientia


atque jLpoflolicis Tradecefioribu? , , cum fimplicitate cordis definita funt ,

ti is

&

&

&

&

quefta nobile contesone foggiunge di Fede Cattolica Evangelica , Jtpoflolica Fidei , regularijque traditio, ut confitente? fanclam , infeparabilem Trinitatem , id efi , Tatrem , Filium , Santlum Spiritum , uniu? effe Deitati? , unius natura , fubfantia five cfjentia, uniu? eam pradicemus , naturalis voluntati? , virtuti? x operationi? , dominai ionis , majeflatis-, poteflati? , gloria. Et quicquidde cadem Sanila Trmtiate efentialiter dicitur fmgulari numero , tanquam de una natura trium confubfiantialium perfonarum , comprebendamu? , regulaCum vero de uno earundem trium perfonarum ipfius Sanri ratione inflittiti de myfierio admiranda eju? fecunala Trinatati?, Filio Dei, Deo Verbo, dum carnem difpenfationis confitemur , omnia duplicia uniu? ejufdemque Domini Salvatori? nofiri Jefu Cbrifti fecundm Evangelicam traditionem afterimu? , id efi , dua? ejus naturas pradicamu? , divinam fcilicet , bumanam , ex quibus in quibu? etiam pofi admirabilem atque infeparabilem unitionem fubfiflit unamquam^ue eju? naturam proprietatem naturalem habere confitemur , habere divinam omnia , qua divina funt , humanam omnia , qua bumana funt , abfque ullo peccato , utrafque unius ejufdem Bei Verbi incarnati, idefi, bum anati , inconfu?, infeparabiliter , immutabiliter efe cognofeimu? ,.fola intelligentia, qua unita funt , difeernente? aqualiter commixtionis detefamur blafpbemiam Cum dua? autem natura? , duafque naturales voluntate? , dua? naturale? operanone? confitemur in uno Domino twflrojefu Chrifio , non contraria? ca? me Tomo ih s advsr?
de' Legati
,

igitur flatus efi

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AgathoMC

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Secolo
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kMatth.i.

adverjas ad alterutrum dicimus (jtcut via veritatis errantes Jlpojlolicam traditionem accufant : abjt hac impietas fidelum cordibus ) nec tanquam feparatas in duabus perfonis vel fubfijientis , fed duas dicimus, unum eundemque Dominum nojrumjefum Cbrijlum, jtcut naturai , ita naiurales operationes babere , divinam fcilicet , in je voluntates humanam di' pinam qudem voluntatem, operationem habere ex aterno cum coejjentiali Tatre communem ; humanam , temporaliter ex bis cum nojra natura fufceptam . Hac ejl ^ipojolica atque Evangelica traditio , quam tenet fpiritttalis vejiri felicijjimi Imperli Mater ^pofolica Cbriji Ecclefta: haceji mera conftjjo pietatis hac ejl Chrijliana I{eligionis vera , atque immaculata profefjio , quam non bumana adinvenit verjutia , fed Spiritus Santtus per <Apojolorum Trincipcs docuit : hac ejl forma , irreprehenfibilis Santtorum sApofolorum dottrina , cu]us ftncera pietatis integritas quo ad ufque libenter vradicatur in Hepublica Chrifttana , vejira tranquilhtatis Imperium tuebitur jlabilitum , exultans, felix (ut profett confidmus ) demonflrabit . Credite bumillimo mihi, Chrijlianiffimi Domini Fili , quia pr (labilitate exultatione ejus bus cum fletibus preccs ejjundo. Et Ime (lict exiguus ) jnceriter diligendo , profumo confulere , quiaveftra tndignus , Deo concedenda vittoria , noflra falus ejl : vejira tranquilla atis felicitas, no/Ira latitia ejl : veflra manfuetudinis fofpitas , nojra parvtatis fecuritas ejl . Et ide cum corde contrito , projluentibus lacrymis , mente projlratus exoro , porrigere dignemini clementijftmam dexteram Apojlolica dottrina , quam cooperator piorum laborum vejrorum Beatus Tetrus ^Apojlolus tradidity non ut fub modio condatur , fed ut tuba claris in toto orbe pradicetur: quia ejus vera confejfw Tatre de Cceliscjl revelata, pr qua Domino omnium [a] Beatus pronunciatus ejl Tetrus , qui fpir itale s oves Ecclefta ab ipfo Bgdemptore omnium tema commendatane pafecndas fufeepit . Cujus

&

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&

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&

&

hac ^Apojlolica ejus Ecclefta nunquam via. veritatis in , cujus auttoritatem , utpote Apoflolorum qualbet erroris parte deflexa ejl univerfales omnium Trincipis , jemper omnis Catholica Cbriji Ecclefta , Synodi fdeliter amplettentes , in cunttis fequuta funt , omnefque Venerabiadnitente praftdio
:

&

amplexi , per quam &probatiffima Ecfantti quidem Dottores Ortbodoxi venerati atque fequutifunt , bar etici autemfalfts criminationibus ac derogano num odiis infequuti Hac ejl ^Apojlolorum Cbriji viva traditio, quamubique jducialiter ejus tenet Ecclefta , qua pracipu diligenda atque fovenda , Cbrijio pradicandaej: qua per veridicam confeffionem Deo conciliat , qua
le* Tatres lApojloltcam ejus dottrinam clefta Cbriji luminaria claruerunt ,

&

&

&

qua clementia vejra Cbrijlianum conjervat Domino commendabilem facit qua Cali Domino largas vittonas vefira pitjjma fortitudmis Imperium
:

qua comitatur in praliis , <& expugnat adverfos qua vejrum Deo propagatum Imperium ubique, ut murus inexpugnabilis , protegat, qua qua ira divina percellat terrorem in contrarias nationes immittat , bellis triumphales palmas de hojium dejettione atque fubjettione ccclits
conjirmat
: :

&

&

bilarem vejrum fdeliffimum Trincipatum fecurum , in profferir, enim vera fidei regula , quam femper cufiodiat . H#c ejl Mater veltri tranin adverfis vivaciter tenuit, ac defendit hac fpiritualis quillijfimi Imperli ^Apojlolica Cbriji Ecclefta, qua per Dei omnipotentis gratiam tramite ^pojoltca tradttionts nunquam errajie probabitur , nec barcticis novitatibus depravata fuccubuif, fed ut ab exordio fidei Chriftiana
tribuat
,

&

in pace

&

&

&

per-

Capitolo

XI IL
,

i*jg
illibata fine te,
,

Agatho
NE.
a

percepit ab auUor'us fus Jipoflolorum Chriji principibus

nus permanet fecundm ipfius Domini Salvator is divinam pollicitationcm

quam fuorum Difcipulorum Trine ipi in Sacrs Ev angelusfatus

efl,

[a]Tetrc

ut%u

Tetre , inquiens , ecce Satan expetivit , t cribrar et vos , ficut cribrat trititu aliquando concurri', ego autempro te rogavi, ut non defciat fides tua: verfus confirma Fratres tuos . Confider itaque veflra tranquilla clementia, Salvator omnium , cujus fides efl , qui fidem Tetri quoniam Dominus ,

&

&

non defebluram promift


flolicos Tontifices

confirmare

eum fratres

fuos admonuit

quodApofemper
,

mea
:

exiguitatis prade e efior es confidenter feciffe

cunflis efi cognitum

quorum

&

pufillitas

mea, lictimpar

& minima, pr

fufeepto tamen divina dignatione minifierio pedifequa cupit exiftere . Va enim mihierit, fi veritatem Domini mei , quam UH fmeeriter pradicarunt , predicare neglexero . E qui egli fi (tende in fentimenti nobili, alti di fede, di humiltd, e di zelo. La lettera poi del Concilio fmen'prolifla, ma egualmente grave, eze- e lettera dei Con. lante, partecipando Cefare la deputazione de' Legati con i medefimila- 1,1,0 grimevoli fentimenti efpreffi in quella del Papa per la deplorazione di que' miferabili tempi, in cui ogni dottrina di feienze conculcata giaceva fotto r -** la tirannia de' Longobardi , [b] Igitur, in effa dicevafi, quia tranquilliffi- \^P"**

&

veflra Clementia perfonas de Epifcopah numero dirigi juffit omnium fcripturarum praditas : de vita quidem puritates quamvis quif quam munditer vixerit , confidere tamen non profumiti
vita
,

ma fortitudine

atque feientia

perfetta vero feientia,


ritatis cognitio: fi

fi ad vere pietatis fcientiam redigatur , folius efl veadeloquentiam facularem , non aflimamus quemquam temporibus noflris rcperiri poffe , qui de fummitate feientia glorietur : quandoquidem in noflris regionibus diverfarum gentium quotidie afluat furor , nunc confligendo , nunc difeurrendo , ac rapiendo . Unde tota vita noflra folicitudinibus piena efl , quos gentmm manus circumdat , de labore corporis vitlus efl , e qud priflina Ecclefiarum fubflentatio paulatim per diverfas

&

calamitates definendo fuccubutt

&

fola

efl

noflra fubflantia fides noflra

cum qua nobis vivere fumma efl gloria', pr qua etiam mori, lucrum aternum efl. Hac efl perfetta noflra feientia, ut terminos Cattolica, atque ^Apoftolica fidei , quofque baclenus Apoflolica Sedei nobifeum dit, tota mentis cuflodta confervemus , credentes in Deum.

& tenet, & traCosi


i

Padri del

Concilio

Romano

fi rende la reftrizzione, eh* eglino fecero ai Legati, di nondifeutere, n porre ad efame i fentimenti Cattolici contro le cavillofetergiverfazioni degli Heretici, femplicemente proporli, infi*

confiderabiliilma

ma

Terfonas autem de noflra humilitatis ordine pravidtmus dirigere ad veflra Deo protegenda fortitudini s vefligta, qua omnium noftrmr, idefl, univerforum per Septentrionales, vel Occiduas regione s Epifeoporum fuggeflionem , in qua JLpoflolic a noflra Fidei ConfeJJionempralibavimus , offerre debeant , non tamen tanquam de incertis contendere, fed
{lerci,

&

ubidirli,

[ e ]

mitm,

&

atque immutabilia compendiofa definitione proferre ; fuppliciter ut Deo coronato veflro Imperio f , avente hac eadem omnibus pradicar, atque apud omnes obtincre jubeatis fuggiliando 1' efpofto con tale indelbile, e ferma rifoluzione, [ d Quicumque protnde Sacerdotum d lbiimt ] qua in hac noflra humilitatis confeffone continentur , nobifeum fmeeriter predicare defderant; ut noflra Apoflolic a Fidei cencordes, ut Confacerdotes , S 4 Miniut certa
,

obfecrantes

&

AgathoNE
*

%g

Secolo

VI I.

(ut fimpliciter dicamus) ut fpir itale sfr atre s , &* Minifiros ejnfdem fidei , Coepifcopos nojiros fufcipimus . Qui vero hac confiteri noluermi , ut infejios

&

Catholica , atqne .Apojolica confejfwm, perpetua condemnationis reos effe cen~ femus: nec aliquando tales in nojira humilitatis collegio, nifi corretlos fufcipere patimur Cos eglino Stabilito dunque il bifognevole pel tragitto de' Legati , pervennero foinuoArrivo, e ricevimento quelli in Coftantinopoli nell' entrar [a] dell' Autunno /Furono eglino lufo ^Jt^fiTsibi. m bito ammefli- all' udienza dell' Imperatore , che li accolfe humaniflmaugattiin. mente dentro l' Oratorio dell' Imperiai Palazzo , ordinandone l' alloggio in quello di Placidia, folito albergo de' Miniftri Pontificii , ove a fpefe i b aidm. Cefare furono fplendidiflmamente trattati Anzi [b]in certa folennitd di Proceffione, che celebro 111 nella Chiefa della Madre di Dio diBlanchermis, furono proveduti di Deftrieri belliffimi dell'Imperiai Palazzo , fu^^perbamente bardati , per trafportarvifi fra una gran moltitudine di Popolo Oonvoc3z><fe che li acclam con lieti/lime voci . Quindi Cefare fped l'editto per la j dei concilio convocazione del Concilio Generale , mediante una lettera diretta GiorlApnd Barano gi Patriarca di Coftantinopoli nel tenore, che fiegue, [e] Quamquam
. .
,

r.

io.'oitm, .

j'olicitudmibus
in

tam
:

militaribus

qumque civihbus

indefnenter no/Ira fno/irne

Retpublica caufequendo Chrijiianam nojiram Fidem ponentes , quam in bcllis propugnatricem tam nofri , qumque Cbrifto dileclorum noflrorum exercituum habemus , neceffarium judicavimus prafenti no/ira pia Sacra ad veftram Taternam Beatitudmcm uti , per quam ahortantes eam , fancimus congregare veflram Patcrnam Beatitudinem omnes , qui ad e]usSanclijJimam Epifcopos in hanc Deo Sedem pertinent , Santliffimos Metropolita! , quatenus cooperante omnipotente , nojiram regiam Urbem confervandam fiat , inquifitio dogmatis nojiro , diUgentijfima mfericorde Deo operatane in ohm ante multum tempus exortum eji de voluntate quod
renitas coarcletur

attamen omnes Chrijlo amabilis

fas

&

&

&

&

Domini neflri Jefu dfpenfatione non minimum per quafdam perfoquod Chrijii veri Dei nojri , diffidium Macario Innotefcere quoque fuper hoc , nas Sancii Dei Ecclefa intulit ipfe de venerabili jlrchiepifcopo antiochena magna Civitatis , quatenus
mearnationis unius de Sanila Trinitate

&
.

Epifcopos praparatos fapropria Synodo Deo amabiles Metropolitanos , ciat pr hoc ipfo Ime congregari . Jam enim fuper hoc adhortati fumus per Domnum Sanbltffimum pios nojiros apices adhuc inter vivos exijentem ilio de hoc faculo migran* *Apojlolica Sedis antiqua Bgma Trafulem te Agatho Santlus nuper ordinatus Tapa in Apojlolica Sede^ praditla antiqua P^oma hujufmodi nojiros pios fufeipiens apices, dejlinavit in prafenti propriamejusindutosperfonamTheodorum, <T Georgium Deo amabiles Tresbyteros, &Joannem Deo amabilem Diaconum, ex perfona vero totius ejus Joannem venerabiles Epifcopos cum Abundantium, Conciliijoannem, Monachis , qui debeant invenire in pradiBo Capitub catcris Clericis , nunc ad noflra convenerunt vejigia , porrigentes nobis quafiionem : qui etiam duas fuggejiones , unam quidem ejufdem Sancliffmi Agathonis Tapa , aliam vero Concilii ejus . Scicns igitur veftr Taterna Beatitudo , quia pripracip uum ( utpradiximus ) hoc Orthodoxa exiftit Capitulum , mwm nobis , celcriter advenire fftinet pradtlos Venerabiles Metropolitanos Epifcopos quatenus pradiclum in hanc Dee confervandam nojiram Regiam Urbem , maorum donomm datore, atque coronatore nofiro tratletur Caoitulum ,
:

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Deo

Capitolo

XIII.

x8l
ac Beatifjme

AgathoN
E

Deo cooperante , cufa , atque Orthodoxa definitio hujufmodi dogmati imponatur,


Tacer . Divinitas te fervet per multos annos , Sancliffime , fi fcelfe il luogo per la ceCos egli al Patriarca. Seguita l'intimazione , lebrazione, equeftif l gran Sala dell'Imperiai Palazzo, detta il Secretario, che all'ufo di que'tempi era una gran Camera coperta a volta in forma femicircolare, vogliamo dire di mezza Cupola , che da' Greci chiamali 7W/o; onde fi dine quello Concilio, che fu il fello Generale, Trattano , cio celebrato nel Trullo . Qual forte di Copertura femicircoe partilare vedefi prefentemente in Roma dentro molte antiche Chiefe in quella dei Santi Cofmo e Damiano, della quale fenile colarmente Damiani Sergws fuAnaflalo, [a] Trulltm Ecclefi* Sanclorum Cofm chartis plumbei* cooperati . Cominciarono per tanto a comparire da tutfis to l'Oriente li Vefcovi, evariof il parere de'Collettori de'Sacri Concila circa il loro numero , aierendone [b] altri ducent'ottanta, altri centocinquanta , & altri cento fettanta .Fu diipofto l'ordine del Confeiro col Trono in mezzo, foprail quale, conforme l'ufo antico, fi ripofe il Libro de'Sacri Evangelii, e qivi appretto le f die per l'Imperadore , Senato, e Giudici Conofcitori. Quinci, e quindi l vedevano collocate quelle de' Vocali, fedendo nella fini/tra [e] parte , come in luogo pi degno , fra li Orientali , li Legati della Sede Apoitolica, e nella delirai Patriarchi Giorgio di Coftantinopoli, Macariodi Antiochia, &i Legati dell' AlefTandrino, e del Gierofolimitano, impediti di venire in perfona per le incurfionide'Saracini, che tenevanqoppreifa col terrore, e con l'armi tutta la Paleflina. in dieciotto Seflioni fi eilefe il Concilio, ciafeuna delle quali rendei! confiderabiliilma per avvenimenti feguiti , per punti decifi La prima [d] fi apr con le parole de' Legati Apoftolici , che rivolti all'Impei adore cos dilfero , [e] Reliviofiffimo Signore , fecondo anello che * n .. r* -rr r n bavete lignificato al antijjimo Tapa , jiamo jtati mandati a -poltri piedi
,

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f^fJioJ e
Trullo,

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concilio, detto il

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Numero de'Ve^Lnagi. cond. ctftMt.i.M*.


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e numero disef*'

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68 -

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D Sfitta Bar. ann


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Seflonc

per efibirvi
tafei anni,

le lettere

che

ci

da che cominciarono

fono fiate confegnate . Sono di gi fcorfi quarang' Innovatori dijjeminar [entimemi con-

mina. P" r

furono Sergio , Taolo, Ty\ro , Tietro, e Theodoro yefeovi di quejavoftra Imperiai Citt, e Ciro di Mefiandria , introducendo nel Chrijtianefimo l' opinione che fia una fola volont , una. fola operatione in Giesit Chriflo. Treghiamo perci lavoflra Coronata Serenit ad ingiungere, che ci fia narrata la cagione, addotti li motivi di cotal novit. Allora l'Imperadore impofe ai due Patriarchi di Coftantinopoli , e di Antiochia , che in rifpofla efprimeffero ai Legati li loro ferimenti. Fu pi follecitorifpondere, perche pi colto fui vivo, Macario l'Antiocheno, Corifeo, ed Antefignanode'Monotheliti, che alzatoli in piede con alcuni fuoi Suffraganei , e con Stefano Prete , fuo Difcepolo nella dottrina, e nella o umazione, diife, Ts^on convenirfi titolo di nuova quella fenten^a infegnata ab antiquo da huomim fantiffimt , da' Concilii umverfali, e magnamente da Trelati Coflantmopolitam Sergio , Taolo , Tyrro , Tietro, e Theodor 0, e fin da Honorio Tapa dell'antica I{oma, e da Ciro di Meffandna. Volle allora l'Imperadore, che in mezzo al Conieifo fi portatemi volumi de'Concilii Generali, e particolarmente dell' Efefino, ad effetto che Macario efibife le autorit pretefe. N guari and, che nella
trarii ai fenft Cattolici, e quefli
,

&

&

lettura di quell'ultimo riferendoli le parole di S.Cirillo, E(l emm ejus om~ mpotensvoluntas, efclarn fubito Macario, che ci importava lo fieno

che

unica voluntas ,. Ma furono pronti ribatter laiferzione i Leche una, Apoftolici,dimoftrando, che il principio del ragionamento di San Cigati rillo potea render palefe , di chi egli parlalfe , e rinvenutoli che parlava della Divinit del Verbo Incarnato ; enondiGiesn Chrifo Humanato, ben fuffifteva, che glifi attribuire una fola volont, com'effi medefimi volentieri confentiv ano, e come appunto approvarono li Giudici conofeitori. Confufo in quello primo palio l'Antiocheno, pur'animofamante infift pronto nel fecondo, pretendendo di allegare altre prove ; ma l'hora inclinata al tardi die fine alla prima , e rimette l'affare alla Sezione feconda N in quella [a] moiir Macario minor'arroganza , che nella prima, e convinto dalla recitazione del Concilio di Chalcedonia, e dalla lettura delle lettere di S.Leone, con fraudolente tergiverfazione ricorfe all'antico rifuaio de'Monotheliti, aderendo [] con S. Dionifio Areopaeita una .^'/J-,'" f"}? toi sa Dion,/;* De rpiYile volont Crinito , & una Theandrica operazione . Ma mterron gato da Cefare , diqual'erficacia foffe quella parola, protetto l'Aftuto di HL7ofg!4x. a to>. 2. non darne altra fpiegazione, che quella alfegnatale da Ciro nel Concilio tenuto in Alexandria fin dal tempo di Papa Honorio. In tal dibattimento tStft di fenfi equivochi, [e] furfe di nuovo orgogliofo l'Antiocheno, e con argomento in apparenza formidabile cit una Lettera , ch'ei allever , eflere icritta Papa Vigilio da Menna Vefcovo di Coflantinopoli, in cui afferivafi chiaro il Dogma dell'unica volont nel Signore , e produflela iniquo dagli atti medefimi del quinto Sinodo, che fu il Colantinopolitano fecondo fotto l'Imperio di Gmftiniano . A prima faccia atterr veramente i Cattolici cotal non appettata autorit ; ma i Legati Pontificii efclamarono fubito corrotti gli atti , e falfa la lettera, allegandone per incontraftabile prova la morte di Menna fucceduta quattr'anni avanti la celebrazione di quel Concilio, e l' oculare infpezione di quegli atti, che furono inconS 4 B alln!'fnn'o tanente quivi recati i ordine di Cefare per confrontarne il vero , [d] Etin8o..47. fpicientes tampujfimus Jmperator , qumgloriofijfimijudices una cum quibuf-

AgathoNE#

z$ %

Secolo VII.

&

'

cjr aperientes ac difeernentes , invenerunt tres quatemiores in principio libri additos , non habentes fubnotationemnumeriy qui fecundm confuetudinem affigitur in quaternionibus , [ed in infequenti quaternione fecunquarto quaternione habente primum numerum , dm , tertium , atque quartum fubfequenter alias vero diffimiles effe litteras eorundem in exordiisfubmifforum quaternionum , in quibus e ora ine batur fermo , qui dicitur Menna ad yigilium> ex litteris, qu<e priusfcriptd erant in eodem codice . L'ideila impolura di fallita fu rivelata da'Legati Pontificii nella corruzione fatta da'Monotheliti del coflituto di Vigilio , aggiungendo gli He-

dam ex Sanala Synodo Deo amabilibus Epifcopis ,

&

&

&

retici
U Bar '* nno 6itn t
t
*"

Mopfuelienio , perche quelli non confefinChriftounafolaPerfona, le feguenti due parole, Etunamopcraava tionem . Onde caduti li Macariani dal concetto , dalla caufa , e dalla promefall'anathematifmo contro
il

fa esibizione di rinvenire

il

loro

dogma ne'Concilii Generali della Chiefa, gli

fu
f j/r

conceduto il tempo, e l'agio di rinvenirlo ne'Santi Padri,per renderli maggiormente rei convinti, e palefi con la confrontazione autentica de'Teili ' Ma [/] prima ad iftanza del Patriarca Coftantinopolitano furono pubicamente lette nel Concilio le due lettere di Papa Agathone, e del Concilio Romano, di gi trafportate dalla lingua Latina nella Greca, quali ben ponderate renderono indubitabile l'ailerzione delle due volont, & operazioni di Gies Chrifto

AgathoCapitolo XIII. x8 3 NE Confermato dunque il dogma Cattolico col fentimento del Pontefice Regnante e con l'efpofizione de'Padri del Concilio Romano, [a] con s f.$,&c.
* , f

nuova temerariet produffe Macario, eprefent al Sinodo due Volumi, una Scrittura in forma di Codicillo, aggiunta, in cui lungo allegavano" molti detti de'Santi Padri confirmatorii della fentenza Monothelitica , mi tutti mutilati , alterati , corrotti . Inhorrdironfi li Legati alla sfacciataggine dell'Antiocheno , che prefumeva rendere rei di Herefia i pi riguardevoli Dottori della Chiefa Cattolica, e riverentemente rivolti Celare, [b] T^oncongruitOrtbodoxis y eglino dittero , itacircumtruncatasSan-b md.fef.s. Hereticorum potius hoc efl . Ipfa teflimoClorura Tatrum voces deflorare nia , qua protulerunt coram veftra pietate , ac Sanala Synodo , detrune averum-. qua adTrinitatis quidem pertinenti rationem de una voluntate, pr incarnationis dtfpcnfatione Domini noflri Jefu Chrifti protulerunt: qua vero conveniunt, qua proprie pr ejufmodi incarnationis difpenfatione Domini noflri Jefu Chrifli pofita funt , tam fenfum , qtim verba detruncaverunt . linde petimus veflram piijjmam fortitudinem , authenticos Codices prolatorum ab eis paternorum teflimoniorum proferri ex Venerabili Tatriarcbiohujus demonftrabimus , alma Civitats , conferri cum codicibus ab eis oblatis : qua ab etsinhis fatta eficelatio . [ e ] Parve ragionevole all'Imperadore la e Stf.7. riemerta, e nella fettimaSeffione rincontrati, e confrontati originalmente gli Scritti allegati de'Santi Padri , non fenza immenfa confufione degli Heretici, furono tutti ritrovati ofeuri, mutilati, alterati, corrotimpazienza . Soggiunge ti; ond'eglino fi rigettarono con rifa infieme, Anaflafio , che prefentafie allora Cefare al Patriarca Giorgio di Coftantinopoli li volumi, el'Herefia quivi alferita dall'Antiocheno , richiedendolo di qual fentimento egli fofle , e qual Fede egli abbracciane, la Cattolica di Agathone, ola Monothelitica di Macario, [d] Quirefpondenspetiit, d ^nM * 6iLin ut accepta liccntta in fcriptis , qua opportuna efient , rifponderet : in bis ~*g*th, recedentes die decima feptimamenfis Februarit , die Dominico, intra Oratorium Sancii Vetri intra Talatium convenere; adflante [e] Syncello fimulcum e Synceiiusjrad9 Tatriarcha Legatus ^Apoflolica Sedis fufeepit relegens fuggeflionem pr eo- )htSZanT S! rum condemnatione Sancii/fimo Tapa Agathone diretlam . Qui G&orgius fi**-*i** futura Pa!,l " s Santliffimus Tatriarcha profejjus eft eo die in fcriptis duas naturas , duas voluntates, operationes credere, pradcare , ficut Sedes lApofloltca, anathematixans eos, qui unamnaturam, voluntatem, operationem in Domino Jefu Chriflodicunt . [f] Et in efecuzione della fuafottoferitta Fede fu f SejfB dal Patriarca Coftantinopolitano prefentata ai Padri la conforme teftimonianza di tutti li Dottori Cattolici nell'aiierzione delle due volont, operazioni di Gies Chrifto, appunto com'erano fiate recitate, e prodotte dai Legati della Sede Apoftoiica , af quali con grande applaufo volferoilorogiuftiencomii tutti UVefeovi, e quel diPrufiade Domizio per bocca di tutti cos ad alta voce parl , Direclas fuggefliones Tatre noJiro Agathone SancHjflmo *Archiepifcopo ^Apoftoiica , &principalis Sedis antique Bgma ad Deo coronatum , manfuetijjimum nofirum Dominum , magnum Vitorem Imperatorem, tanquam ex Spiritu Sanalo ditlatas per os Sancii ac Beatiffimi Trincipis Jtpoflolorum Tetri, digito ter Beatiffimi TapasAgathonis fenptas, fufeipio, ampie>tlor y ita credo. Quindi rigettate le vane protette di Theodoro Vefcovo di Melitene, che fotto pretefto di non capir'i termini Theologici , propofe il partito, difolamente pr:

&

&

&

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Agatho

z 2a.
profetare ci

Secolo

VII.

AinaEfhapudBar.<i)0<s8i. .c.

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ron.Tnnolunn.

un*jt. *Agath.

bbi.

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che di gi era flato definito dagli altri Concilii Generali , fenza menzione di una, di due volont di Gies Chrifto , richiefe il Coftantinopolitano , che il nome del Pontefice Vitaliano rafo da'Sacri ruoli vi fi riponete , come bandiera di riunione della Chiefa Orientale con la Occidentale . Il che immantinente fu efeguito. E per dar qualche avviamento alla ventilata Queflione, fu da Cefare intimato Macario , che pubikafle di qual Fede egli foffe, e f acconfentiffe alla lettera recitata di Papa Agathone circa le due volont di Gies Chrifto . Confefs allora l'Heretico la corruzione fatta de'luoghi allegati de'Santi Padri, prendendo per ifcufa il fuomedefimo impegno, che difperatamente poiftrafcinollo in una diabolica oftinazione , efclamando con fuon di voce altiero , difpettofo, e torbido, anche ad onta della verit conofciuta, [a]1slondicoduasnaturalcsvoluntates, aut duas operationes naturales in Incarnatini mtdifpcnfatione Domini nojlri Jefu Chrifii, ne e fi membratim incidar , tarinmare. tali parole, [b] S anela Synodus exclamavit, Hareticum [e ipfum manifeftc demonftrayit , novo Dio/coro ^Anathema : Hujufmodi deponatur: l^ovum Diofcorum foras mitte : ifyvOiApollinario malos annos: Merit Epifcopatu alienetur: "hltidetur circumpofto ci pallio. Et denudato eo, atque in medio adjante una cum Stepbano ejus Difcipulo, Theofanes venerabilis Tresbyter, ^dbbas Monajerii Bajas interrogava eofdem , MacaStephanum feilieet: Habuit voluntatem humanam Dominusnofler rium y &c. e qui profeguir volendo Theofane convincerli, riprovarli, interruppe Cefare il corfo alle parole, rimettendo i fatti alla futura nona Soffione: [e] Eahora, foggiunge Anaftafio , S ancia Synodus una cumTrincipeejus [d] Oraria auferri juffit . EtexiliensBafiliusCretenfisEpifcopus, ejus Orarum abftulit . Jlnatbemat'vzantes eum , dcebant: Foras Synodum procetbronum ejus; Stephanum autem Difcipulum ejus cervidami fmutyue cibus Sanila Synodo Clerici Bimani eiicientes , expulerunt . Ea bora tanta tela arane arumniger rima in medio popul ceciderunt , ut omnes mirar entur , Deo auxiliante , unita Junt S ancia e qud fordes harejeos expulfa efent , Dei Ecclefia . Scacciato dal Concilio l'Heretico , li pi riguardevoli Prelati con efplicita, e lunga Confezione ad uno ad uno riceverono, accetta-

&

&

&

&

&

,,

*'*?**

J jj,

ibid.MV&,

rono, & approvarono le lettere di Agathone, & il contenuto di ette, e p j mtt j conciliarmente [e] Surgentes cateri omnes exclamaverunt dicenEt nos mtionem accipientes fuggefionis dircela ad manfuetijjmam vetes ftramfortudinem ( cos elfi rivolti Cefare ) ab agathone Sancliffimo , ac fequentes Jenfum, qui in ea continetur, Beatfffimo Tapa antiqua Bpma, omnes qui docuerunt , &dtcunt &credimus } profitemur, fic fapimus, Cbrij , anatbemat^amus , cio anaunum voluntatem Domini noflrijefu tematizziamo tutti li Condannati nella lettera di Agathone , fequentes qui in ea continetur: E quella fi la prima condanna, che , pre[enfimi dente Cefare , fu fulminata da'Padri contro Sergio , Ciro, Pyrro, e Paolo nominatamente efecrati nell'accennata letrera di Agathone, il cui fenfo profetarono li Vefcovi 5 come Oracolo e norma di decifione Quindi feJtgatbom Ortbodogti roo upplaufi al Papa con replicate acclamazioni , [f] midtos annos xo 'Papa Romano
:

&

&

&

cifa

profgu pofckheUa fegufijtfe [g Sefiione alla depofizione di Maalla preo , 6c all'natheiriatzzazipne dei di lui Difcepolo Stefano , odi' HcrefiaMonothclita,fguendone acclamazioni ,. nazione

&

ali

In>

Captolo

XI IL
&

2,8

* esecrazioni al deporto Antiocheno, lanciando F Padri ,., all'Imperadore a7 "" w contro Stefano quelli horribiliimrnoperii, [a] Hareticum foras mine , novo Euty ebeti malos annos , novo *Apollinati malos annos , Hareticum foras mitte: foras miffus eji <& impulfus eft Stepbanus Difcipulus Macarii, [b] ricevuto per Cattolico il Vefcovo di Nicome- c Confeguentementc I* dia gi adherente Macario, e rilette [e] le lettere nemicali dell'Annocheno, l'Imperador Coftantino per gravi affari, che richiedevano altrove la fua prefenza , licenziosi dal Concilio, foftituendoin fuo luogo li PaAnaftafio , e li Pro-Confoli Poletto, e Pietro , che trizii Coftantino , intervennero [ d ] in qualit' di Affilienti Imperali alla duodecima Queftio- d stf.i*.&xti> c u nc ^' *** ne, in cui agitatali lungo la caufa del Pontefice Honorio, fu finalmente i i nella feguente ftefa , e formata la fentenza contro i Monotheliti in quefto tenore: [e] SanttumConciliumdixit, Secundum promifjionem , qua nobis c scf.iu ad ve/tram gloriarti fatta efl, retrailantes dogmatieas epifiolas , qua Sergio quondamVatriarcbabu]us Deo confervanda regia Urbis [cripta funttam ad Cyrum , qui tnne fucrat Epifcnpus Vbafdis , qum ad Honorum quondam epiftolam ab ilio , idefi , Honorio Tapam antiqua ^oma r ftmtiiter autem referiptam ad eundem Sergtum bafque inveniente s omnin alienas exifiere ab definitionibus Santforum Conciliomm , cunlApoflolicis dogmatibus , toru-m probabilium Tatmm, feqi vero falfas doilrinas hareticorum: eas tanquam anima noxias execramur Quorum autem omnin abiicimus, nomina Sanila {idefi, eorundem ) impia execramur dogmata , horum Dei Ecclefia proiici judicavimus, idefi , Sergi quondam Trafulis hujus Beo confervanda regia urbis, qui aggreftus efl de bujttfmodi impio dogmate qui ipf' pr afficonfcribere, Cyri ^Alexandria, Tyrrhi, Tetri, &T.tuli, lata funfti funt in fede btifus Di-o confervanda chitatis , fmilia eis fenfeTbeodon quondam Epifcopi Tbaran. , quarum omnium furunt ad hac praferiptarum perfonammmentionem fecit AgathoSaniliffimus, ac ter Bea;, tiffimus "Papa antiqua l\gma in fuggefftone , quam fecit ad piiffimum , Magnura Imperatorem , eofque Dco confirmatum Dominum nofbrum , abiicit, utpot contraria rctla fidei fentientcs , quos ^fnathemati fubmttti definimus . Cura bis vero fvmul proiici Sanila Dei Cattolica Ecclefia, ftmulque Honorium , qui fuerat Tapa antiqua I\oma z anathemati^art pr avidi mus co qubd invenimus pt>r fcripta , qua ab eo falla funt ad Sergium , quia in impia dogmata confimi avi t . Cos omnibus efus mentem ftquutus efl, il Concilio nella fua decimaterzaSefione, alla quale ritornaremo con quelle uccellane rifleiloni fopta impunto cotanto confiderabile, qual fii la condanna di Honorio, doppo che haveremo deferitte le rimanenti Sefloni, accioche il ragionamento del difeorfo Apologetico non divertirai! Lettore dall'Hiftorico. Hor dunque [/] nella decirnaquarta difenili diligentemente altri f s,f. r 4 propofti (critti r fi apr [g] nella decimaquinta la feena di unofpettaco- | s *f* Io ftramilmo di un'MonacoMonothelita, chiamato Polycronio , il quale d\u"reKX

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illufo dal Demonio, acciecato da prefunzione, fi efib di far cono- ne . feerc ai Padri del Concilio la verit della fentenza Monothelitica con la"
t

ro

"

* Ai

prova malfima
gli atti
,

di nfufcitare un

nunciatum

Jufius ingredi,
ita.

&

ef

morto, [b] Cum adveni(ient Tatres , dicono h pr foribus adfiare Tolycbronium expe&antem audiri . qu,d de fide fentiret , rogatus Judicibus cognitoribus y
fidei

l!/iA

r efp onditi

Eguexpoftioncm

mea do in opere

mortili 7 rogati s pr eo

Filium

Agatho
NE.

x g5

Secolo VII.

Filium Dei, ut fufcitet eum . Sin autem non refurrexerit, ecce Corte tlium , Sanclum Concilium dtxit : Jmperator , qua eis placuerint , in me faciant Qualem expofttionem fidei vis fupra mortuum ponere , ut refurgat , agnojeerevolumus* Tolycbronius B^eligiofusTreshyter , Monacbus dixit: Ego po.

&

expoftionemmeam fupramortuum , tunc eam relegetis Sanclum Concilium dixit: Ecccmortuus praparatus efl . Expofttionem ergo fidei tua profer, qua debeat fuperponimortuo , ut fufeites eum, ftcut dxifli. Et protulitidem^eligiofusTolycbroniuschartulam bullatam, bulla exprimentc monogrammum TolychroniiConfeforis, qua babebat hanc fuperfcrtptionem ConSapienttjjmo Magno Trincipi Tolycbronius tamino Deo Coronato, Et dixit: In hoc efl fidesmea, itamibi oflendtt Deus, ut ponam cam fuper
rto
.

&

&

&

mortuum
tula,

Concilium,
gatur;

& &
,

&

fi

non furrexerit, ut pradixi


jufferint, judicent.

ecce

qui Imperato)disbulletur

efl

&

quomodo

Sanclum Concilium

dixit: Cbar,

& disbullataefl bujufmodi cbartula quam accipens lAnttochus giofus Letlor Tatriarcha Conflantinopoleos & Kfotarius
,

qua prolata efl Tolyc bromo

Bgligiofo

Monaco,

ac releI{eli-

SantliJJimi

relegit

praditi amcbarculam habentem bis verbis ita: Conflantino Deo Coronato , ac Manfuetiffimo Magno Trincipi. Ego Tolycbronius tanquam prafens faluadoro. Et quia vidi multitudinem virorum , to , candidatorum, medio virum, cujns virtutem narrare non valeo, dicentem mibi Quia nodie Imperatori Conflantino vam fider componis feflina , TS{pn facias novam fidem , neque acquiefeas Et veniente me ab Heraclea Cbryfopolim ,

&

&

&

,.

&

&

ftante

me

in folario (

candidatum vald , unam voluntatem ,

autem

dixi:
,

Hoc

voluntatem

Deo placet. Edicat Tolycbronius rcligiofus Monacbus, filmer, qua in prafenti contmentur cbartula , propria ejus manus exiflunt , f ipfa efl cbartula qua debeat fuper mortuum poni, refufeitare eum. Tolycbronius

&

&

Quia qui non diccns coram me & operationem non & Dei virilcm Cbriflianus Ego & Confantinus Saptentiffimus Impcrator prxfnivit imam
fletti
,,

boraeratquaft feptima dtei


,

vidi

virum

terribilem,

cortfitetur
.

efl

Deivmlem operationem

llle

autem

dixit

Multum bene

&

&

us religiof
ifla
efl

cbartula

Sanclum , ut cbario) ioftffimi 'udces , tula, quareletlaefl, fuper mortuum poni debeat ab eodern Tolycbronio uxta propofttionem , qua ab eo fati a efl, extra hoc Sacrum Talatium, in loco punico, in prajemianoflra, &plebis, quaque inventa fuerit, ad fatisfaioCbriflo amabilis populi, qualiter Deus veritattm demonflret . Et egreplurimo popu. dientibus tam gloriofi/ftmis Judicibus x fanelo Concilio, lo congregato in atrio publici lavacri, quod dicitur Zenxippus , appofnus efl

Monacbus dixit: Ita efl, Domini: propria mea manus exifiunt qua debeat me fuperponimortuo, eumque refufeitare J Concilium dixerunt: Travidimus
,
,

&

&

nem

&
;

&

eiin argenteo exequial feretro mortuus

ftmiliter

coram

gloriofiffims Judici-

bus , <iT us, qui erant ex S anelo Concilio, plurimo Cbnfio amabili populo ibidem invento, fuper affiflens idem Tolycbronius, pofuit fupra. ipfnm morinfufurtuum ejufmodi fideifua cbartulam perqueplures borasperfeverans , ransei, mbil horum, qua .-'.beo ftohd ac blafphem promtfa fuerant , valens peragere , idem TolycbrcniusdLis.it: "^ullatenu.s f pojje mortuum fufeitare. Topulus itaque ,, qui ibidem aderat, exclamav.it, dicens: ISfovo Simont jLnatbe.mav ^oiycbromo jedutlori populianatbemA. Et iterum ingredientes Sanclum ac Umverfale Concilium in Secretano, Glorwfiffimi Judkes , S^criTaltii, quodappdUturTtullus , prafente eodern religiofo Trsbyter^
:

&

&

&

&

-M'ir-

Capitolo

XIIL

%$*j

Agatho-

Monacbo, dixerunt: Edicatiterm Tolycbronius Monacbus, fi confitetur duas naturale! operationes in Incarnations dna* ntturales voluntates, difpenfatione Domminoftri Jefu Cbrifti veri Dei noflri, qui unus eft de SanclaTrinitate* Tolycbronius religwfus Monacbus dixit: Sicut continet cbartupofii fupra mortuum, ita credo unam voluntatem , la, quamobtuli, alter um quid non dico. Glortoftffimi Judices , Dcivirtlemoperationem, SanUum Concilium dixerunt: Cbartam y quam obtulifti , quis fcripfit ? Tolycbronius dixit Tropria mea manus exiftit . SanUum Concilium dtxit Toftquam Tolycbronius Monacbus in proprio errore ufque in fenium perfeveravit; nunc autem etiam nobis commonitus , quomodo fentat de humanttate Domini no/tri Jefu Cbrifti veri Dei noflri , conatus eft tentare Spiritum Sanblafpemam componens thartulam , obftinanter affatus eft ponere Uum, ad firmitatem blafphcmi* , qu& m ea fueratfcripta eam fuper mortuum , (utnondicamus {idei ) bu]ufmodi mortuum refurreBurum: nos, juxta quod diftum eft S.Taulo ^ipoftolo [ a ] Jlnathcmati jam hunc fecundum animam fubmifimus : fed ad fatisfaclionem Cbrifto amabtlium populorum , quorum plurimos pr Mentis temporibus tam ipfe , qum ejus consentanei deceperant , pcrmifimus talem ejus pnefumptionem , dmoniacamque ac temerariam promortuum, quem quaferat , in medium deduci in poli tionem publicb fieri, multitudmis Cbrifto glorioftffimorum Judicum , prafentia noftra , amabilis populi. Ille propofuit , tale ejus impum fcriptum fuper ponens, plurimam horam , quantum ipfe voluit , fuper ajjiftens eidem mortuo , fuper fufurrans intra femetipfum , quoque putavit , donec dixit: T^pnfepofte

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facerc

Quomodo namque ejjct poffibile , blafpbemantem in Deum virtutes deceptooperane Unde prxvidimus, hunc tanquam feduBorem populi , manifcflumbeereticum, omni Sacerdotali ordine, officio denudarem, vi Et depofito eo, SanUum Concilium exclamavit, Tolycbronio haretico , Stepbano ftmilibus Tolycbroconfentaneis ejus anathema: Macario , nio anathema: Trinitas iftos tres depofuit Sin qui gli atti, il fucceffo, e la condanna di Polycronio Nella [b] decimafefta, Coftantino Prete della Chiefa di ApameaMonacoMonothelitapropofeun partito come conciliatorio tanto degli Heretici, quanto de'Cattolici, cio che cattolicamente dir C\ potevano in Chrifto due operazioni , ma una volont , dfendo che desi Chrifto nel morire sii l Croce haveva totalmente eziandio lafciata la volont humana Sentenza heretica , conofeiuta da' Padri come proveniente dalla Scuola de'Manichei, e perci rigettata infieme con l'Autore, e condannata con Anathematifmi, e feommunica. Nella [e] decimafettima Seffione finalmente , nella quale , ficcome nella decimaterza, non intervenne [d] perfonalmente Cefare , minfuo
.

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e stf. 17.

nome, &[e]

d
*

lm,

r *.6.con-

ex perfona ejus pr<efentibus, atqueaufcultantibusConfulibus,C\ lefie di nuovo ad alta voce dal Notaro del Concilio la profetinone della tede, e l'anathematizzazione de'Monotheliti nel medefimo tenore di fenfo, come fli notato nella decimaterza Seffione, ripetendoli nominatamente le condanne di Cyro , Sergio, Pyrrho, Paolo, Honorio nella lezione, che quivi fi fece della confezione Cattolica , che incomincia Unigenitus DeiTatrisFilius &c. Qiial definizione del Concilio , vogliamo dire , confezione di Fede infieme con le fottoferizioni de'Vefcovi rinvienfi ancora appreffo gli efemplari Latini nella decimaottava Seffione, eiendo che

*//>.?.

iio.

ld<mihid -

&

la de-

Agatho-

x gg
la decimaottava appreflb

Secolo
li

VII.

a idem ld. p+g. 101 2 *

i Latini venendo annumerata da'Greci per deLatini hanno unite quelle due Sezioni in una, ole hanno divife con la ripetizione fotto ciafcuna della medcfima contefione . Il che viene accuratamente notato nel margine [a] dal Labb > che al confron-

cimafettima,

to del Tello Latino ripone il Greco con rifleffione molto confacevole alla dilucidazione della Hiforia . Onde maraviglia non , f alcuni Scrittori Latini nella Verfione Latina di quefti atti habbianoreplicatamente riporta la condanna di Honorio nella decimaottava Sezione, quando ella riporre fi dovea propriamente nella decimafettima, chetale appreflb li Greci fi quella, che appreflb li Latini viene annotata per decimaottava . E diligentemente noi ne avvertiamo il Lettore, acci egli refli ben perfuafo , che Honorio ffolamente condannato da'Padri nella decimaterza, e decimain quefio fetmaSefllone, alle quali, come fi detto, mai non intervenne l'Imperar li k^ Tatov^'o!i%f dore,econfeguentemente, come [b] fidivi, la di lui condanna mai non
t

^.mAo

tranafi

approvata

da Agatone

ziint che"J,g"Zne fece di queft,


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cTrj]u.

^pitd Bar. -<


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"tiogtfdi apa
,

AgathoiK:

deilo/fi un alto applaufo da tutte le lingue de Padri al Religiofifimo Coftantino , che ritrovom* predente i quell'ultima Seflione, terminazione del Concilio, inherendofi fempre alla riverita Tetter di Agathone, chefnorma, e.termine delle loro rifoluzioni: [d] Summus autem , dicono efii di Agathone , nobifcum concertabat *4poftoloSeds ^uccefiorem habuimus fautorumTrinceps illius enim imitatorem , divini Sacramenti myjierinm illuflrantem perlitteras confejjionem tirem ,

Dunque ci fatto [e]

&

&

dogmatum diem bia Deo infcriptam Ma Romana antiqua Civitas obtulit, atramentum yidebatur , fed per vefpertmis partibus extulit ; cbarta , cum onnipotenti Conregnatore pius lmtAgatbonemTetyus loquebatur s decernehastu, qui Deo decoratus es . Et Simon quidem refupei'ator fimtd

&

&

&

pimis volutatus corruebaty fiat ruma cjus Jatua : fides vero refurgit , pi e bjjq Ue concordia inpropriumrefituitur decus. Cos li Padri. Macario inn altri parteggiani dell'empia Setta c^\aJi" ML in tanto, l'Abate Stefano , Polycronio, g appellando dallaSentcnza del Concilio al Pontefice Romano, [e] furono i t% e nutr f ^.'^. xJaCefare ben cuftoditi trafmetf Roma, [f] e de Sacerdotali dignitate refi** pulf , probationi Sancliffimi Tapa traditi funt ; come in altra Letterali medefimo Celare fignifc San Leone fecondo Succeflbre di Agathone, deprecati Jpfi autem fcriptis precwus ferenitatem nofiram communiteromnes
Mor.ofchciir^
tfi^

&

&

g jtetf.Hu, ' '


Leoni u.'

in

funt, utfeadvcftramBeatitudinemmitteremft-s: fic igitur fecimus , eofquead vos mijmus, veftro paterno judicio omnem ipforum caufam permttentes . Se bene fenza frutto di emenda, poich [g] come oflinati furono tutti dal

%%'fu.'"*"'' Succeflbre di Agathone rinchinfid-ntro divert Monafterii, [b] ricufando Lettera deicon. eziandio Macario l'antica dignit del Patriarcato, che paternamente ofief^Blranno rigli Benedetto fecondo, ogni qualunque volta egli haveffe rinunziato iiinfa allaprofeflata Herefia de' Monotheliti ; [/] Tater nofier Benedtftus, dice
l'alleato Teflo, deliberaadi fpatium per triginta dies Macario conceffit ; quodam tempore Bonifacium Conjiliarium ad eum miftt, quo verbis ad-

&

inftrueret : rerum ad meliorem monitione plenis ex [aera Scriptwa mentemhauquaquam perduri pauit . Id autem Tater Beatus ob idegit, quo illum rurfus in priftiwm fiatum recperet. Quindi li Padri follecitamente trafmeflero, con la (pedizione di alcuno de'Pontitcii Legati, per altro elio quell'effetto , gli Atti Conciliari al Pontefice Agathone, deilinato oflequiofa Lettera, in cui richiedeva" la con?ccompasnati con lunga ,

Uhm

&

ferma-

Capitolo

XI IL

ago

Aga T
S

r *.

&rm&ionedie(fi; ond' pregio dell'opera riferire f non in tutto, almeno


inpartelifentimenti quivi efpreifi e in dignit della Romana Sede, e in di'icidazionedell'Hiitorico racconto, [a] Maximi morbi major ibus vidigent auxiliis , utfcitis , beatijjimi ; atque ideino Chriflus verus Deus nofler, vrttus vere rerum omnium conditrix , <& gubernatrix, fapientem dedit medium, veflram Beo bonoratam fanttitatem, contagia bar etica luis fortiter propulfantem remediis Ortbodoxia , ac valetudinis robur membris Ecclefia largientem Itaque ubi ut prima Scdis lAntifliti univerfalis Ecclefia , quid gercadum fit , pramittimus flauti fupra frm-am fidei petram , acquiefeentes vera tonfeffionis litteris vejlra Taterna beatitudine ad piiffmum Impevatoremmiffis , quas ut fummo lApoftolorum vertice divinitus fcriptas agno fcimtts: per quas exortam nuper wultiplicis errors b&reticam feclam depulimus , Conflantino nobis ad decertandum hortatore , qui divine imperat , feeptraque clcmentiffim regit, quo adiutore , impietatis errorem evertimus, hareticorum nefariam doblrinam quaft obfdione adoni . Inde fondamenta execranda eorum harefeos prorfus convellente* , eofque armis fpiritualibus paternifque aggredientes , <& linguai eorum , ne nter f accomodate loque~ rentur, confundentes , extruttam ah iis impiiffimabarefis turrim fubruimm acipfos, ut lapfos circa Fidem ac peccatore: extra cajra atriorum Dei ( ut Davidico loquamur ) anatbematibus interfecimus ex fententia per facras veflras litteras de ets lata , videlicet Tbeodorum Epifcopum Tbaran. Ser.

*^ udBar

''inno

gium, Honorium
Jjis,

,
,

Cymm

Vaulum
,

Tyrrbum

,
,

Tetrum

lfon

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in

venerabile

Chriflum taturnos, ut, ftcut bonos decet , Sacerdotalium ipfius legum fimus imitatore: conciliatrias gubernationis formamque obtineamus pafloralis ejus Sed ad pcenitentia converfionem tum Serenifjimus Imperator , tum nos eos va-

&facrum Caput edotti fumus quiunivrfttatis Dominum humanum, ac fumm bonum, benignum habemus, qui&bor-

&

&

&

rie adbortati fumus , omniaque geffimus religione , diligentia fingulari , non commoti grada , non odio quemadmodum ex iis cognofeere poteflis , qua in unoquoque negotio funt pertrattata , relata in commentano: , in prafentia adveftram Beatitudinem mittuntur: ac intelligetis Vicariis Sanciitatis veflra Tbeodoro , ac Georgio dileclis Deo Tresbyteris , Joanne reConflantino venerabili Hypodtacono , veflris fpiriligiofiffimo Diacono , tualibus filits, noftrifque dileclis fratribus; tum ab iis , qui [ancia ve/Ira Synodomijfi funt, fanclis Epifcopis, qui rel ac probe ex vejlra disciplina in primo Fidei capitulo una nobifcum decertarunt Sic nos fanelo Spiritu illuflrati, veflraque in(lituti dottrina , infefla dogmata impietatis depulimus , rcttiffimam Ortbodoxia femitam complanantes , piijfimo ac ferenijjimo noJro Imperatore Conflantino fapienter , divinitus confovente nos, ac tuente; deinde uno ex nobis regnantis hujus Conflantinopoleos Santliffimo Tra fide ajfent lente in primis miffovobis ad p'ajfimum Imperator em Ortbodoxia fcripto , ut in omnibus convenienti probabilibus Deo inflitutis Tatribus , ac fanclis , univerfalibus quinque Conciltis. Et quidem nos omnes, Chriflo Deo continente adjuvante, quod fludebamus , facile confecimus Deus
:

&

&

&

&

&

&

&

&

coronabat conjeffum . iflinc igitur in nos Sancii Spirtus gratia illuxit , poteflatem largiens per affduas veflras preces cuntta 7/^ania, omnemarborem non factentem fruttum bonum excidendi, in igne confumendi . Et corde nos, lingua, marni conveniente s , omnis er-

emmmovebat, Deus

&

&

&

&

ransexpertem, ccrtamquenec Tomo IL

falleni em dejinitionem, T

vivifici Spiritus ope

edidi-

L
Zg Q
Secolo

Ag atho-

VI
& & &
&

edidmus, non transferentes ( ficut fcriptumeji ) termnos antquos , abft , aubloritatibus permafed in Santlorum probabilium Tatrum teftimonis , in duabus naturi s divinitate ncntes , ac dtfinientes , ut ficut exduabus , ex quibus exijit, Cbriftus atque bum annate , ex quibus compofitus efl , yerusDeus no/er pradicatur nobis glorificatur infeparabiliter , inconvertibiliter , inconfuse y cir indivise; ita duas naturales operationes indivise , inconvertibiliter , inconfuse y impartibiliter pradicemus : quemadmodum in iis, qua nobis Synodaliter definita funt , declaratum efl quibus Deum imitantis Imperatoris noftri poteflas annuens , propria manu Jubfgnapit: abiicientejque ( ut diblumeft ) tmpiifjimam , imaginanam de una. voluntate, unaque operatione in difpenfatione incarnationis Cbrifii veri Dei nojriy condemnantes bare firn , ex eo confundentium ac dividentium turbas compreffmus y inflammatamque procellam caterarum barefeon extinximusy Orthodoxa autem Fidei fplendidam lucem vobifeum dare pradtc animus qitam edam ut per bonorabilia ve/Ira referipta confirmetis , veftram oramus paternam Santlitatem: per quam bona fpe in Chrtflum freti, confidimus , mifericordem ejus benignttatem largituram Bimana Bgipublica clementijjimo Imperatori nojiro commifia perennem ftabilitatem , exornaturamque diuturnis jugibufque viUoriis fcrenam ejus manfuetudinem : veftram autem Dei imitatricem Santlitatem , qua rebus noftris affuerty ac defenderittremcndamejus voluntatem, fncereque ac vere F idem confefia ft y tueatur incolumem , confervantem creditos ipfi Beo Ortbodoxos reges , univerjamy qua cumveftra efl beatitudine in Cbrifto fraternitatem , nos , quinobifeum funt y plurimum falutamus . Cos li Padri del Concilio al Pon^nafi.in^gatb. tefice gathone . Soggiunge [a] Anaftafio , che per dimoftrazione publisanto gaudio de' ca di feguita concordia , foller iiofamente rafe dalle Chiefe le imagini, e cattolici ptT la dalli Ruoli li nomi di Ciro, Sergio, Pyrro, e Pietro, e , com'egli rifenfee, ad ^ e latitiamVopuliy Giovanni Vefcovo di Porto cantalfe (biennemente la Meicondilo'. orafa Latina dentro la Chiefa di S. Sofa coramTrincipCy Tatriarcba y jies unanimes in laudes , viUorias piifjmorum Imperatorum idem Latinis vocibus exclamarent ; e che per pienezza di gio;a alle Lettere Conciliari de'PaAbolitioncdei tnbuto cefarc dri aggiungeffe Cefare una fua Divale al Pontefice, in cui egli ordinava con a I P erJal condifeendenza l'abolizione del pecuniario tributo , che gli empii xion e de"pome R Gothi Arriani havevano prima impofo i Pontefici nella loro creazioci ne per ottenerne la confermazione , e di cui poi , elfi eftinti , havevano continuata l'efazione gl'Imperadori Greci d'Oriente. e E tale fu il qorfo del fefto General Concilio, da alcuni voluto corAlicor"opra ia 3 no^ f^ult^ri Totto ne ^ atti per efimere Honorio dalla feguita condanna, da altri aifequvlto concfiiol rito fincero per maggior confermazione della reit di Honorio , ma da noi riputato pi probabilmente incorrotto , fenza per che quindi provenga lefone alcuna al Pontificato Romano, alla fama, e nome di quel Pontefice. Propolizione quanto pi vera , tanto pi bifognofa di vere pruove , alle quali noi con grand'animo ci accingiamo, fpcranzofi che ficcome fia1 um.fJl^t mo felicemente ufeiti dalle Sirti horribili della [b] caduta di Liberio, cos perla Dio grazia faremo fortunatamente per fuperare ancora quefte meno formidabili della condanna di Honorio, due fcogli, dove potentemente urta, ma non per fi frange la nave infuperabilc della Chiefa. Per degnamente trattar dunque un cotanto arduo punto , ci convien premettere,
:

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&

&

&

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&

'

'

come

cofa certa per le atteftazioni, chefoggiungeremo, che nilTun Concilio

Captolo
citio forf profefs

XI IL

zgi

con termini pi chiari l'infallibilit Pontifcia, cheilfefio di cui parliamo; n forf mai li Padri Greci fi dimoilrarono pi concordi nella venerazione alle Derilioni Romane, cheli congregati in Coftantinopoli in quello fello Sinodo , che da'malevoli vieti ripigliato per contradittore alla infallibilit de' Papi nella non ben'intefa malamente eftortafeguita condanna di Honorio. E primieramente producali in mezzo il loro medefimo fatto, e la loro medefma confezione, eh' l'argo-

AgathoN ^*

mento pi potente ,

di cui valer

fi

polla ogni qualunque Tribunale in deri-

lione delle liti. ScriiTe Agathone all'Imperadore ( e ne riabbiamo di fopra riferita la lettera ) e come fondamento , e bafe di quant'eglifcriveva, quelle maiJme in elfa efpofe e Cefare , e al Concilio , e al Mondo, cio llc

via veritatis
Cbriji Ecclefa

di cui Agathone parlava, nunquam , ^Apoflolic a Ecclefa, cio la in qualbet erroris parte deflexa efi ; di pi , H#c ^ipofolica

Romana

per Dei omnipot enti s gratiam tramite lApoftolcd traditio-

nis

nunquam erra/te probabitur, nec Hareticis novitatibus depravata fuccubuit; e di nuovo, e pili fpeciricatamente di prima, Confiderei vejra tranquilla Clementia, quoniam Dominus , qui Fidem Tetri non defeBuram promifit, confirmare eum Fratres fuos admonuit , quod *Apoflolicos Tontifices

mexexiguitath Tradecefiores confidenter fecifie femper , cuncliseficognitum : minima, pedijjequa cupit exifiepuftllitas mea, lict impar, quorum re; e de'medefimifuoiPredecelforifoggiunge, J^ecpoft inoliti erroris din. turnitatemcommonitione filuerunt, fed femper hortati flint, ac contefiati , exbortantes eos cio li Monotheliti , in Ortbodoxte Fidei unanrmitate reme ante s ampie eli; e, Indefmenter ab iApoJiolicisme humilitatis Tradecefatqne commoniti ufque ha&enus diflulerunt ; & in fine foribus exbortati Chiefa Romana egli replica, e conchiude, Ecclefa Bimana , gradella fia, atipia prafidio Beati Tetri , ab omni errore illibata permanet. Li periodi

&

&

accennati di quella lettera di Agathone letti nel publico Confelfo de'Padri, furono eglino incontanente cos pienamente ricevuti , cos concordemente approvati cos incontro vertibilmente confeflati , anzi cos profondamente venerati, che tutto il Concilio come con una voce proferita da -molte lingue efclam, Ver lAgatkonem [a] Tetrus loquebatur, ed elfer'eglino flati dettati ad Agathone dallo Spirito Santo per bocca di San Pietro, Tanquam
,

Sff- li i'

exSpiritu Sanilo diclatos per os Sanili, ac Beatiffimi Trincipis Jtpoftolorum digito ter Beati ffim Tap# ^gathonis Jcriptos . Sono quelli fentiTetri, menti di chi controverte l'infallibilit de'Papi, di chi quali con trom-

&

ba Evangelica la denunzia al mondo, la conferma al Chnitianefimo, e la venera come verit dettata dallo Spirito Santo ? Inoltre, terminato il Concilio, cio doppolacondanna di Honorio, limedefimi Padri con lettera Sinodica rifpondono ad Agathone, e formano la rifpoita cos chiara in confermazione della loro credenza fopra la infallibilit Pontificia , che meglio non haverebbonofaputo parlare gl'iftem" Papi in tellificazione del loro divino privilegio. Poich nella loro rifpollarapprefentano il Pontificato Romano come un grande, & universale Medico di tutto il Chriffifa^ nelmo, contagia haretica luis fortiter propul/antem, ac valetudini! rebur memhris Ecclcjixlargientcm, l'efaltano coi pregio di Trtma Sedis, 'iAntlfl is univerfalis cdefia, lo venerano con l'ali 'erzioie di primo e pblieo Dot core della Chniliant, dalla cui Carcera tutti li popoli rnflutt d&rvdm apprender debbano, quid gerendum fw ratificano le lettere fcritte d& 3
.

2.

Po.:,-

NE,

^2,
Pontefici

Secolo

VII.
corrent-e materia del Monoin virt delle ,

Romani, fopra particolarmente la

thelifmo, ut

fummo *,4pojlolomm verti ce dvnits fcriptas

quali exortam nupev multtplicis erroris hreticam feclamdepulimus, con il cui infegnamento , &ajuto impietatis errorem evertimus y htereticorum nefariam dotlrinam cjuafobftdiom adoni-, confettano li Papi in Salititi quali eguali Dio, DeiimitatricemSanftitatem; ond'efilinfine lo pregano , ut per bonorabiliarefcripta confermi gli Atti di quel loro augnilo Confett . Si quella rattifica della loro prima confefiione, pure atteftato eterno della loro vera, &in alcun tempo non mai dubiofa, inalterabile credenza della infallibilit Pontificia * Puoifi con pi incontrovertibili termini rapprefentareiaftiraa , e la venerazione loro del Pontificato Romano ?

&

'Horci, non tanto fuppofto, quanto provato, fi profeguifca in fecondo luogo il difcorfo , e fi ponga in moftra , coin in opp otta facciata, la condanna, ch'elfi fecero di Honorio Certamente ciafcuno rimarr forprefo da una contradizione cotanto concludente, che giuftam ente pare che dir fi potrebbe , che li Padri del fello Sinodo credettero nel medefimo tempo , e non credettero,profef fattero, & efecrattero, concedettero, e negaflero l'infallibilit de'Pontefici; il che non dovendoli, n potendoli fupporre , rimane il Lettore iempre pi tenacemente avvinto da nodo indittblubile di ammirazione: onde alcuni per difcioglierlo con taglio egualmente rifoluto, e penetrante, hanno alietiti corrotti gli Atti i quel Concilio e con ingegnofa, e Tanta induftria hanno provato fraudolentemente inferito da' malevoli di Roma il nome di Honorio fra i condannati Monotheliti ; ed altri con mala elezione, e con pi che peffima intenzione, gittandofi all' eftremo della maldicenza contro il Pontificato Romano, hanno efultato alla condanna di un Pontefice, fenza punto curarli di condannar la Fede di cento felTantacinque Vefcovi Cattolici congregati in un Concilio , che cattolicamente ha condannata una delle pi poderofe Hercfie, che iano
. ,

giammai inforte nella Chiefa di Dio


Per ufcir da un cos intricato labirinto , noi diciamo due cofe , e quefte: atterir fi deve , che i Padri del Concilio foller Alogi, cio privi di mente in concedere nel medefimo tempo due contradittorii; dar fi deve alli due preter oppoii un fenfo congruo e alla indennit della Fede da etti profettta, e' alla infallibilit de' Pontefici da etti attenta , onde da huom prudente venga fpiegarfi il fenfo ofcuro con la interpretazione del chiaro , e non ad involgere il chiaro fra le tenebre palpabili dell'ofcuro. Dunque non rinvenendoli poffibile in tanta variet di fentenze fcieglierne una in maniera , che rimangano del tutto difciolte le dittico Iti dell'altra, noi alcune ne riferiremo, e lafcieremo libert al Lettore di appigliarfi quella, che pi gli aggrada, pur che inetta retti del tutto illefa, e l'innocenza di Honorio fin'hora da noi con evidenza provata, eia infallibilit Pontificia ne' Decreti, e decisioni di Fede, edicoPcumi, che dal Vicario di Chrifto fi pronunziano ex Cathedra. Quindi foftenendofi gli Atti del Concilio incorrotti ( il che l reputa da noi pi probabile ) parendoci cofa moralmente imponbile , che que'Padri cotanto tenaci aifertori della infallibilit Pontificia , riabbiano nel cornetto della medefima azione confettati infallibili li Papi, e fallibile Honorio, i.ecettariarnente deve dirli, ch'eglino lo condannafle.ro, pera forf;i,.i Turrecf. JJZYicuTs"'' ct'.c non bene intendefifero le di lui Lettere, e, comedice j>] il Turrecrcmata,

brevemente,

Capitolo

XIII.

Z9

Agatho~*
.

, raata, exfdfamformatone, perche [a] non legitidicalferofcritte con pienettadiApoftohca autorit, macon dettatura di Dottor privato , e ^. ? j l7 bBMi.ib.p*&. 31$. particolare, che noi condannaflero [b] com'Heretico,ealTertore d'Heautor illus vide- c quimitiusagens, eam voluti palpar et , de fic f refia, fedut ,,,,, retur, ancor che in fola apparenza, chela [e] condanna di eflononfof- Boiu^ds^ti^ tcaffoliita dogmatica, mi criminale, come dottamente fpiegafi il Bete- fi^'SZSioi mino nella difefa della Bolla ^dSanftam, cheAleflandro Settimo fece con- . *rf,>x.

a^
'

troliGianfenifti. Che i Padri dunque non ben penetr affer il fano, e giufto fenfo delle lettere Honoriane, chiaro fi rende, s perci che noi diungo habbiamo detto fotto il Pontificato di Honorio, quando adverbum fpiegafimo tut- d BelUr ti^m. to il contenuto di effe , come per quello , che foggiunge il Bellarmino , [S\ PontM.cn. Eas epiflolas melis effe tntelletlas Joanne Quarto, Martino, ab *Agathone, ^{icolao Summis Tontifiqbus , &toto Concilio Fumano fub Martino congregato , qum Gracis in Concilio fexto . E l'origine di quefta loro inavvedutezza , trafeorfo pot certamente in efl provenire dall'infelice antico prurito di competenza, ediaftio in veder condannati tanti loro Patriarchi , fenza che fra efl inferito vi fofle alcun Pontefice Romano onde forf avvenne, cheoffufeato il lume della ragione dal fumo della pancone , ciecamente non feppero , maliziofamente non vollero aprir gli occhi alla verit conofeiuta , e precipitarono in rifoluzione fcandalofiffima, quale [e] fu il condannare un Papa anche come Dottore privato, evidtBeiUrM.de m- Ptnt'^*c '^ inefcufabiliffima, quale ft il non bene intendere le di lui lettere. Mfpeffo ^i accade, che f/1 periram, come dice San Gregorio, fap lentia perditur, ut e ? r ,, quid, quove ordine faciendumftt , nefciatur . Ch'eglino poi ex falfa infofmatione non giudicaflero le lettere fc ritte dal Pontefice Honorio ex Cathedra, come publico Dottore del Chriftia_

41

nefimo
rir
fi

ma da Honorio come Dottor privato


medefima

e perfonale

par che

infe-

poffa dal la forinola

della loro fentenza, in cui eglino

non

individualmente, e femplicemente Honorum, qui fueratTapa antiqua Roma: oltre a che come mai eglino condannar poterono Honorio come Papa, quando pur'allora ne venivano dalla proteftazione cos incontrovertibile di Agathone, che Ecclcfa Fumana nunquamviaveritatisinqualbet errors parte deflexa efi , e chela medfima tramite lApoftolica traditionis nunquam errafje probabitur? Onde ben concludefi con il Torrenfe , il quale concorrendo nella medefima opinione , che veniamo pur'hora noi di ailerire , foggiunge , [g ] Trvatas line- s fr*ne.Twmf:t rasadSergiummiferatHonorius; e ben conclude, l^eque vero fi quid Tonti- ZTAfi&htli fex private tradit , id continu impingendum efl , ajjignandum Tetra , de qua "> ^ptz- prl illud , Torta Inferi non pravalebunt adverfus eam J3, ** Che parimente li Padri Coftantinopolitani non condannaffero Hono- *"** **> rio com'Heretico , mfolamente come fautore di efi] , noi prendendo le armi dalle mani degl'iftefl Avverfarii citiamo le lettere di Leone Secondo, [h] Je quali, anche ammette per legitime,& incorrotte (nel che noi (VI non br**upmif.4i concorriamo; pur-tnttaviafTprovano, che Honorio [fQ oipoflolicamEc- vv'^^Sf^. cleflam profana tradit ione immaculatam maculari permiftt, ech'egli \t\ Flam- kLe n <"-'p'ft-i mam H amie idogmatis non, ut decuit Jlpoflolicam auttoriatem , extinxit, fed lZJt 'T'" m P " &*& ?(/i.\*** negligendo confovit * f" J '' H fi ar E finalmente che \a condanna di Honorio folle criminale , e non forno U. T 3 dogma-

condannano Tapam Honorium ,

ma

&

'

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Agathoa

Btiur d'ciiom

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Ili?'

bvediii Pomif.di 11
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i&cfmfx/
e

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Di/efa

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Boi/a

lAdSanltm
Bandoni pag.

dogmatica, almeno che per tale fofle creduta dal Bellarmino, quand'egli avvanz dire , che [a] Concilium errare poteft in quajlionibus de fatto, dottamente viene mfinuato nel poc'anzi citato Libro del Bandoni, in occahone che ivi fi rifponde ai medefimi Gianfenift , i quali [b] fotto l'autor d quell'Eminentifimo Scrittore cercano riporre come in ficuro l'oftinata loro pretenzione contro la infallibita Pontificia nel definire le propofizioni nel fenfo , in cui le hanno proferite gli Autori di effe [e] II Bellarmino ha fuppoflo , cos dice il Libro fotto il finto nome del Banfi

2p4

Secolo

VII.

flmnfmfdZu- doni, che la condanna di Honorio


cinto

[offe gi dal Concilio dettata in un Giudi^jo non dogmatico , ma criminale Ter intender come ci vada , devefi avvertire, che, giufla t communi prncipii prefuppofli in quel luogo dal Cardinale, dadifiinguerfinella Cinefa l'auttorit infallibile di definire coni Heretici li dogmi , dalla potej fallibile di condannare per Heretici gli huomini. L'uria, e l'altra rimira e gli huomtni , e i dogmi; ma fotto diverififfimo afpetto . Impercioche la prima riguarda gli huomini per ordine ai dogmi, la feconda confider i dogmi per riferirli agli huomini. La pri-

dagli huomini piglia il fignificato , /;/ cui cenfura i dogmi ; la feconda da' dogmi prende il delitto, per cui condannagli huomini. Dal che fi feorge, che i medefimi dogmi potino ejfcre trattati e dalla infallibile, e dalla fallibile Todcfi del Concilio, e del Tapa: Si trattano da quella fen^a rijchio d'inganno , mentre f ne vogliono far Canoni da proporre al Tublico della Chiefa: Si maneggiano da quefla con pericolo di fallire, quando fi adoperano dar fenten^e, che s'indirizzano aprivate perfone: Ivi il dogma fotto l'occhio del fovrano ^Arbitro della Fede , che dichiarando non pu e\rrare\ .Quivi il dogana in mano al fupremo Giudice delle criminali controvkrfie , che dicendo pu ingannarfi Il fe{lo Sinodo nell'Anione trediceftma f procefo ad Honorio su la lettera da lui ferina Sergio, e per lei lo preferire da Monothelita. Quefla per f fiefj comparifee una femplice caufa Criminale , in cui non fi pretefo ,

ma

Chiefa fpeciale affijlen^a dello Spirito Santo nel giudicarne. Di qua , che fovrafalfirapporti, non bene imef allegagioni , efentture, pu ella condannar come reo un'innocente , ed infamar da miferedente un'ortodoffo* E cos fu di Honorio , dice il Bellarmino , nella cui condanna non intefeil Concilio far' una mafftma d'uni verfiale credenza per i Fedeli, ma s unftngolare efempio di terrore a'Tontefici : ed in ci non gran fatto , che aiutale precipitare il Giudizio in alcuni l'invidia, in altri l' ine onfidcr anione, taIl Bellarmino cendo intanto per minor male gli *Apoflolici Legati
ch'io fappia
,

che

fia nella

ei(m,

ont

certamente ha favellato del Giudizio criminale ( quefto egli intende perQueflione di fatto, ficcome f ne dichiara in fin da principio del Capitolo fecondo del medefimo [d] Libro quarto ) in cui fenten^iafi dirittura Jul reato degli }JU Q m j n i. non del dogmatico, quale fi provato il Giudizio, in cui decretaf cantra la fomenta degli Scrittori ; errando per avventura nel credere la caufa di Honorio decifa nel primo, non nel fecondo genere di Giudizio, ma non gi nel fermare alcun principio , che pofia valer di feudo alle intefe degli *Avverfarih Cos egli, che lungo fi fknde su que fio fatto N maraviglia recar deve il filenzio mifteriofo de'Legati Pontificii, j quali ben confapevoli del fecreto aitio de'Greci contro i Latini, e Chiefa Romana, cemp azionandone l'eccello, amarono meglio il difmuare col
filenzio, che l'irritare

con la contradizione, e non rifpofero , non oppo-

fi

Capitolo

XI IL

NE* oppofero , e ( come cofa apertamente erronea far convienfi ) ne delufero l'arroganza con pr vida taciturnit, rimettendone ad altro pi confacevo* Tanto pi, quanto che dal favio Pontefice emenle tempo l dilucidazione ad efl interdetta ogni qualunque autorit delle materie dubiofe , do fiata non appartenenti alla Fede, eglino [a] yerebantur, replica il citato Bellar- a BtlUfm L ^ clltr mino, fi reclamar enti ne impedtretur definitio retta fidei, &nonpofiet tolti dt'fym.Pmt. fchifma, quod annis fexaginta jamduraverat. Islam damnabantur in eo Concantiocheni , quorum lio Tatriarcha multi Conjtantinopolitani, <Alexandrini, Succefiores non facile acquievijfenty nifi etiam Honorius damnaretur ; e conchiude , ldfatlum effe ad evitandum majus malum Dal qual motivo perfuafo medefimamente Agathone oper con una maravigliofa foprafina prudenza, e nulla curante dell'attendato de'Greci contro la perfona di Honorio , maggiormente attefe alla indennit della Fede, & al ravvedimento de'Figli, che all'eftrinfeco decoro medefimo della fu a Sede. Poich feguitando la fua condotta con la prattica antica della Chiefa Romana, di non [ b ] far cafo de'fuoi privati difcapiti , ogni bw;^i. qualunque volta il fuodifcapito ridondi in gloria della Fede, riprov co' Jf/$i*SJJgJ fatti, quanto li Greci riavevano riabilito con le parole; e tanto lungi fu di tntoUdinnivtrf* le inoltrare alcun rifentimento della propria offefa , che nella medefima conformiti , come approv S. [e] Damafo il Concilio primo Coftantinopolitano, e S.[d] Leone il Chalcedonenfe nelle fole materie appartenenti alla F.
'

i9 5

Agatho

&

..

de,

approvando elfo quello terzo Coftantinopolitano, dichiarollo Ecume- 310; nico, e confermonne gli atti con tale fpecifcazione di parole, che quindi ultliL^'ists ben ciafeuno pot comprendere , quanto lungi folle la fua intenzione dall' approvarne l'enunciata condanna [e j Ita fiifcepit , dice di lui un'antico e u cc tat March. Breviario della Chiefa Romana fextarn Synodum uteofdem anat he matita- ciypeo forti*
;

^X^'!^
;

ret

^ eadem Synodus prafente Con/tantino anatbemati^averat e , come [/] riabbiamo detto, nell'undecima Seffione licenzioii Coftantino f^i '* qml19 dal Concilio, enelladecimaterza, [g] e decimafettima, elfo alfente , %'LMto.a.pag. fegu la condanna di Honorio. Conferma la medefima aiferzione un'altro %*&3flSi antichiffimo Breviario della Chiefa Gallicana [h] agatho fextarn Synodum h*Ha* extlt in al,

quos

di ert i c ' 13-

" "" h Va/l relu quos Sanila Synodus r ; prafente Confan- na,ZT snatura. ) 1 r ii >> tino damnaverat . Concorda con em il [*J ramoio Humberto Cardinale di March.uc. >. Selva candida, che in una fua celebre dilbuta contrattando Greci un L0 'omo /otto il ^*i!i?%l& r /j~ r r certo Canone daeiii preteio o formato , o confermato da Agathone , rifpo- ptif. di Leone f , [ K] De Tapa agathone omninfeimus , quia necfexta Synodo per f ipjum {cif,to,$.amci. prafedit, nec aliquibus Capitulis ejus fubfcripfit , nifi qua promulgata fue- L*a. Anaftafio ftello , Autore forf runt adverfus Monothelitarum harefim ; pofteriore al Cardinale Humberto, attefta non haver potuto Agathone confermare gli Atti di quello Concilio Coftantinopolitano in altra maniera , che in quella , con cui San Leone, e San Gregorio confermarono quelli del Chalcedonenfe [/] l^evideamury dic'egli, tamfantlam ytamque vene* randam Synodum ateufare, -pel temere reprehendere y licere nobis opinamur yy4na^' inC l,it ^' de dia fentire , qua SanElos Tatrcs nofiros de Chalccdonenfi magna Synodo fenfjfe non ignoramus , quorum unus Santlus videlicet Tater Gregorius ufque ad prolatiomm tantammod Canonum hanc fufcipiendam [ore ftgnavit N quindi ficgue, che non riavendo approvati Agathone quegli Atti , a' quali non era Celare intervenuto , ficcome non approv la condanna di

ita fufeepit, r

& eofdem anathematiTavit


*~>

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'

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&

''

Honorio,

cos

parimente non approvane quella

di

Ciro, Sergio, Pyrro,


e Paola

T 4


Agatho-

%g

Secolo

VII.

a vedi

q ej!6
ttava

SS'i/."

a Paolo condannati dal Concilio nelle medefime Seffioni decstmaterza , e decimafettiina unitamente con Honorio . Conciofiacofa eh' eglino furono antecedentemente anathematizzati, e nella lettera di A gathone , e nell'ottava Seflione da'Padri , che profetarono [ a ] per condannati tutti li condannati da Agathone, fra quali certamente non fu giammai Honorio. Onde nella conferma di Agathone li rei furono involti fra le efecrazioni de' Padri , e Y innocente tramandato , affoluto Mi quando anche niuna memoria a noi reflalfe nelle carte degli antichi Scrittori, che Agathone haveflediffapprovata la feguita condanna di Honorio ; la fola confider azione, che il nome di Honorio non mai in alcun tempo da alcun Pontefice fu fcancellato dal Ruolo de'Papi, e dal Regiftro delle Chiefe , ci foprabbondantemente dimoftra , quanto collantemente
.

, e tutti li Succeflbri di Agathone habbiano rigettata quella decilone Conciliare , e quanto da effi fia fiata giudicata fana la dottrina , e l'innocenza di quel Pontefice , quando per altro fi sa, che la Chiefa Romana per qualche tempo rafe da'fuoi Dyptici il nome di Liberio , folo ttiUr.it'R.cm. rnuv/'C*. 9. perche Liberio per qualche tempo, interpretative , [b] come dice il Bellarmino, fu giudicato caduto nell'Arrianefimo . Onde effendo vero , com' e socrau 1. a.cij. egli veriflmo, l'affioma di Socrate , [e] Trohibere Ecclefiaflicum Canonem, ne decreta abfque Jententia fiumani Tontificis in Eccleftis fancirentur, e che Concilio, che non riceve il fuo valore [ d ] dalla cml!!?. non mai fia valido quel ' Pontificia conferma, ben fi conclude, che havendoil fello Sinodo conf.11. dannatala perfona di Honorio, come Dottore privato, e non elfendo nell' approvazione di effa giammai concorfa la fentenza del Romano Pontefice , la condanna refli fempre infufliflente , e pi tolto ridondi in macchia de' Giudici , che in colpa , in riprovazione del prefunto Reo . E quanto fecero i Greci per toglierli dal volto quella macchia di appafionata giudicatura ! Conciofiacofache , non col purgarcene con giufta , e prudente ritrattazione , come pi faggiamente far potevano; ma con mantenerfi fempre nella orinazione dell'impegno, ne rinovarono continuamente ne'fuffeguenti Concilii la condanna, e con la fola fperanza di poterne una volta

fempre e Agathone

ottenere la bramata confermazione , fi difruifero hora con lettere oifequiofiflime, hora con raggiri perverfiffimi, hora con violenze indegniffierMiuftguenu me, ed hora fino con innalzar' [e] al Pontificato Romano per lo fpazio di su,io. poco pi di mezzo Secolo nove Ecclefiaftici Greci di nazione, acci alcuno di elfi per debito d'inclinazione , per rifpetto di Vaflallaggio condifeendefie una volta alla loro fpafimata richiefla . Ma chi una volta afeende alla Sede Romana, non pu mai quindi difeendere per, federe co' ipfai.u maligni [/] nel Concilio degli empii, nella flrada de'Peccatori , e nella ^libata la SeCatena della peftilenza. Onde fempre rim alla gloriofa, al contrario odiofa, e difereditata la mala de, e Fede Pontificia, e fempre condotta de'Greci, che aggiungendo i vecchi errori Herefie nuove , e nuovi Scifmi , perfeverano ancora ad onta , in difpregio decaloghi i Dip ad elfi ripetere fi debnella protervia della loro pertinacia, ondediefli, " ' Terdidiflis utilitatem calamitata: miba l'aureo detto di S.Agoflino, [g]

&

&

ch!%\

&

feri fatti efin

pcfimipermanfifiis , chi per non gradifee quella noflra pi probabile fentenza circa la fincerit degli atti di quello Concilio , potr attenerli alla opinione di quei che ne atteflano corrotte le Sefoni dalla malignit de* Mo-

&

nodie-

Capitolo
hotheliti
,

XII I.

zg*}

Agatho
NE

che vollero fra effe intrecciare la condanna di Honorio , per render colpevole anche a difpetto della innocenza la fana dottrina di quel Pontefice. Poich l'ima, d'altra di eife pu riceverli, fondandoti la prima nella evidenza degli atti, che riabbiamo; la feconda nella dimoftrazione delle congetture , le quali fono cotanto convincenti, che per pervadere il Lettore , elleno forf non fono di minor forza dell' evidenza medefima. E per dare qualche faggio di quella fuppofta corruzzione degli atti, ella fortemente, & unicamente fi deduce da due gran ragioni, cio dalla innocenza provata di Honorio , e dalla fraudolenza oramai divenuta famiPoich, come da un' intiero Sinodo di Padri, inprefenza liare de' Greci
.

di tanti Legati Pontificii

non comprovate

le

aceufe

non

dibattuta la

materia, non conteftato il Giudizio, pot giammai condannarfi un Pontefice da' Prelati zeantiffimi della Fede , foftenuta pur' allora da elfi con la forza di horribili anathemi fulminati contro gli Heretici, non reclamanti que'medefimi, che come inviati Pontificii potevano, e dovevano ribattere cos ingiuriofa menzogna, e con si precipito/a rifoluzione, che maggiore accuratezza farebbei certamente adoperata, f fi havefle havuto a condannare non un Papa , non un Vefcovo , non un femplice Ecclefiaftico ma un fantaccino viliffimo della Plebe Chriftiana ? Quando mai da Concilii fi ripofero fra il numero di Heretici quei , che non opinarono nell' Herefia? Honorio, bench' egli foffe caduto, perfever forf fin' alla morte nella contumacia del fuo errore ? E perche dunque fottoporre alle pi tremende cenfure della Chiefa il primo Ecclefiaftico dei Mondo, quando egli provali* anche ammetta la fua intermedia caduta , per viffuto , e morto nella Communione de' Fedeli ? Una tanta difconvenienza di termini , una tanta enorme ingiuftizia, una tanta non mai peri' addietro pratticata giudicatura non puoffi ammettere ne pure fra le Sinagoghe de' Satinatici* non che fra un Concilio venerato di tanti degni Prelati nel medefimo tempo, eh' effi inalzarono la gran Bandiera della Fede contro l'Herefiade'Monotheliti
.

Onde

il

ritrovarli inferito

il

nome

di

Honorio fra

principali

Hereiiarchi Monotheliti,non pot effere dettatura dipenna Cattolica > ma tiro di mano Greca Heretica, che con facnlega prefunzione volle non meno infamare la Fede Pontificia, che la Cattolica . E mancavano forf Greci in quella et, che faceffero pompa di profeffare l'arte abominevole df falfiricare le pi accreditate Scritture de' Santi Padri della Chiefa? S.Leone, [a] efo vivente, lagnoffi, che da effi foffe fiata corrotta la fua ammiSf' rabile Lettera dell' Incarnazione del Verbo ; S.Gregorio [b ] palesemente a/paUjh?Jf.' b s.Grtg'i&.$* attefta li Greci Corruttori del Concilio Chalcedonenfe, &Efefino; Niccol Magno [ e ] rimette l' Imperador Michele alla Lettera di Papa Hadria- '^'itoiAHtM*no, efoggmnge, SitamennonfalfataymoreGracorum, e/; Vigilio fu [ d } ,?* > tpfi. *i falfato da' medefimi nei fuo Conitituto; cos medefimamente Menna ne' ff$Zl$$' fuoi Scritti; eper non dilungarci dal prefente Concilio, quanti tefti de' ^///m hSanti Padri fur ono in elfo ritrovati adulterati, quante fentenze eftorte, *\ di fuppreife, quanti fcritti mutilati, aggiunti? Theodoro quel facrilego Vefcovo di Coftantinopoli , chefdaCefaredepofto, e che terminato il Concilio, e morto Giorgio, fu dal medefimo Cefare, che volle dar fede alla di lui finta penitenza, di nuovo aflunto al Vefcovado, quegli fteffo non pot forf cancellare dagli atti Conciliari il nome fuo, che ritrovar dovevafi fra condannati , e riporre fri effi quello di Honorio, con

doppio

honore per f , e di difcapito per il contraditto, che la fola penna di un Vefcovo habbia potuto alterare, e corrompere gli atti trafcritti da tutti li quattro Amanuenf Patriarcali , perche replicare non puoifi , elfer' eglino flati corrotti nel corfo ifteffo del Concilio da i medefimi Notari Patriarchali , con indegno accordo d' inferire fempre il nome di Honono , ogni qualunque volta menzione fi facefle de* loro condannati Patriarchi ? Legga chi vuole eie immenfe fallacie de' Greci, e le convincenti prove della falfazione di quefti atti nell'accurato volume diFrancefco Marchefe (tto il a Bave. s.EHa titolo di Clypeus Fortium , e nell'aureo Opufculo del Maeftro Bonaventura n et " li ?; ll y{', Loncili S. Elia, intitolato {al Synopfis Canciltomm , in cui troverafl inferita una Letturn vero. ) conjiant. ttnum tera dell erudito Eccleuaftico Giovanni Paftnzio,emento Lettore di Theo* logia Polemica nel Collegio Urbano de Tropaganda Fide diKoma. t fcritta da elfo fin dall'anno 16S6. al menzionato Maeftro Bonaventura S.Elia, b in lucer Relgofo [ b ] benemerito della facra erudizione , e venerato da Noi come luuuuZ\dtcon. Maeftro nella dottrina , dal quale queftanoftraHiftoriariconofce l'abbeltiii. limento di molte degne notizie, in modo tale che s'ella alcun pregio in f contiene, egli pu dirfene l'Autore pi tolto , che'IRevifore. lneffa rinverr il Lettore una diftinta , e compendiofa notizia di tutti gli accidenti, corruzioni, e frodi, per cui gli atti delSefto Sinodo pollano dirfi adulterati ond' ella merita di efiere tramandata alla memoria de' Pofteri fopra ogni carta di Hiftona , con rendere utilit , e fplendore prefentemente ancora alla noftra nel riferirne il tenore nella conformit , che fegue , di nuovo riveduta, corretta, & accrefeiuta di altre nobili erudizioni dall' Autore medefmo, chef ha comporta.
*

AgathoNE

i9 g
doppio fuo vantaggio , e
?

Secolo
di

VII

re

E quando pure

vogliali per imponbile

r\

r\

Egregio

&

Dotto Viro A.

"R^

P.

M.

F. 'Bonaventura
>

S. Elia Panormitano S* Theologia Lettori

Joannes

Paftritius Spalatenfis, Sac. Ledror, Sai.

Theologix

Nlhil magis arduum


rere poter as
,

, atque a/perioribus falebris implicitum ex me qtwVir omatijjme , quarti quod nuper mihi etiam relutlanti folvendum fummo fludio propofuifi. De Honorio Tont.Max. in fexta Synodo mter Monothelitas numerato tot faculis vigens controversa , nodus eft ncque Quicquid in hoc argomento dicaipfo gladio abrumpendus , ut Me Gordius tur, pluribm fuheji anfratlibus , ita ut fieri ncqueat , ut proferatur in medium aliquid, quod omnem penits lapdem dimove at , adeo qualibet in hoc genere periculi. Incorrupta aliqui tuentm atta fexta Syfunt piena obfcuntats , nodi. Sed eaabaliisin fufpicionemvocantur , fecs enimvel Tontifexde bainiquitate, imo re fi culpandus ipfis videtur, vel Concilium de errore, irreveinconfiantia . Hi corrupta effe propugnata . Sed ab illisde fitlionc, rentia erga veterum facrofan&a monumenta accufantur: inde enim putant , antiquorum Scriptorumfidem totam vacillare ; mordicfque tenent defendendam finceritatem atlorum, quoufque evidenti ratione, vel antiquorum codicumteJimonio defiruatur . I{cponunt vero adverfx partis autlores , quod ad fidem
.

&

&

&

&

[cripto

Capitolo
[cripto
[uifie
,

XIII.

29 9
mendacium

Ac

vel autlori denegandam


:

[uffictat in aliquibus partibus

t~ NE.

qui enim folet delinquere , cenfetur edam in eo , de quo quxflio efly deliquijje. Quapropter agnofcentes facilitatem Gracorumadcorrumpendum textus, ipfo quoque tempore Sexti C ondili in ufu pofitam , negant

deprehenfum

Monotbelitas abflinuifk manum depravatane Joannes Gamer'tus fibi vifus eft otnnem litem componere editione Codici s, quem anno 1680. Tarifiis evulgavit infcripfitque , Librimi D-iurnumRomanorum Pontifcum, quem cenftcolIctlumanno 715. In eo enim Codice profeffionem Bimani Tontificis fecundam legit , in qua pofiquam exprejjit dotlrinamjfexta Synodi babet ea verba Audoresver noviha?reticidogmatisSergium, Pyrrhum, Paultim, &Petrum Conftantinopolitanos una cum Honorio, qui praviseorum atfertionibus fomentimi impendit . linde colligit, non damnatumf uifie Honoriumtanquam ita in prafatione num. 9. gloriahareticum , [ed tanquam barejis fautor em ; tur [e omnia conciliare , ita ut ncque finceritas atlorum , ncque Synodus fexta
. , :

&

accufetur,

culpa caruiffe putandus

nequeHonorius, quamvis omnin fuerit puriisMonothelifmi, fit Sed Hadriani IL teflimonium quod in notis ad eam
.

lapfum profejjionem adduciti Monotbtiifmum in Honorio videtur Jupponere , mharefim, de qua erat accufatus ab Orientalibus . Deinde quo patio vult Garcateros admittere pr [incero librum DiurnumRpmanorum Tontificum , cum num. 19. prafationis fua ipfemet fateatur interpolatorem vlia* JLlius ergo jure [ufpicabitur ilquemdam forte inferuifle recentio^a lum mterpolatorem , vel alium profejjionem, ubica verba [unt, inferuifie , vel Invenerant Ivo Camotenfis , Gratianus, xAntonius jtuguflinus , &Bapitiaffe
nerius
,

&

ab

ipfo editum

&

, profeflonem, quam primeva ex fuo Diurno vocat tamen abfque itila dubitatione hic loquitur Eam omnes il li Garnerius , profeflonem acceptam tradunt ex libro Diurno, fednemo tamen eam refert puram , ut hc eft , fed ad ufum noni famuli au&am , atque interpolatam cateris rependere G arner io ,quoad fecundam Cwc idem non licebit is omnibus , precipue , dum ipfefatetur ,fuum Codicem in aliquibus efic nterpolatum dar veritatis facies non ap2. Cum itaque res in ancipiti videatur, pareat , fed probabiltatis majoris , vel minoris [emita terantur ipfique

ronius

doclijfimi fan viri

&

&

&

^ipojolica Sedis defenfores non conveniant , [ed bine, &inde militent , dum qui[quu in [u quidem fcatentia conciliari putat omnia, in oppofta vero fieri

prajudicium Romani Tontificis prerogativa, qua Catholicis adversus baillam viam comparanti pi acuit de corTibi batic, reticos propugnatur alii graves , dotlique viri propofueruptione atlorum [ententia , quam runt . JLgatbonis enim SantliJJimi Tapa firmiffima dilla de meorrupta dovigilantia omnium piane fuorum pradecefiorum Tatribus Synodi ttrina fexta magna cum venerazione recepta , non facile Jlare videtur , fi nomen Honorii Synodofuiffe Monotbelitis connumeratum concedatur . TS[eque por:

& &

&

aut novum eji antiqua [cripta in aliquo interpolata affirmare , vel fufpicionem vocarc , ob abfurda qua [equi videantur , ttamfi Codicum teflimonio deftituantur Et ita non defuerunt , qui in Flavio Jofepbo Judao, ubi de Jefu T^a^areno loquitur ; in Sybillims oracults , ubi de nofra: B^eligionis myjcriis clanffimaverba [onant; tnque pluribus aliis, imtmpfs vetuftifjimis Divini Verbi Hebratcis textibus ajiumentum exifimarunt llli ipfiy qui detre&ant admittere corruptionen> in Sinodo fexta , UH ipfi multis Ecdefiajlica antquitatis monumentis admijfis ab Ecce;,a , ma?na cum reverentia decantatisi non verentur [idem adimereex integro, vel ex parte,
r

mirum
in

[altem

&

intcr

Agatho-

^OO
&
. .

Secolo

VII.

hymnusTe Deum tributus comititer qua D. Athanafti SymbolumFidei, ^Augujmo, qu^aliis auBoribus pofterioribus admuniter D. D. Ambrofto y judicantur Quamobrem qua ab aliquibus in Ecelefta , ut certa affirmantur, aliis fufpeBafunt Ideoque fi ex aBis Conciliorum arguerequis velit, validiffimum argumentum defumere dicendus noneft, nifiexiislocis, quanonfnt jur e merito controverfa: fecs vero fide integritate textus dubtetur, dubium quoque , vel probabile , non inelnBabile conficiet argumentum 3. Qui aBorum (nceritatem admittunt , h&retici quidem contendunt , lapfum fmfie in perverfum dogma HonoriumTomifieem etiam ex Cathedra loquentem. Catholicorum verpnomuUiemn docutfjeharefimconcedunt , nontamen ut Magiflrum univerfa Ecelefta , fed ut privatum DoBorem; inquonullum fequi prajudicium Sedi Rimana arbitrantur. %4lii ab errore in fide eum vindicantes , in economia fve ob indiBum filentium , quod dogmati Catbolico erat noxium, five ob communionem cum hareticis errafie dcunt, ideino Inter hareticos juxta antiquam Ecclefia confuetudinem recenfitum . *Alii nullumin Honorio errorem agwfcentes , Tatres erraffe defendunt , qudexleBione Honoriana Epiflola , Sergiana eandem eodem modo fententiam utrique ineffe per errorem infaBo collegerint , cum pof examen diligentius Honorio alia mensy qum Sergio, fuifie confiner * q. Qui -vero corrupta aBa tenent , non eandem ineunt viam . Et hi quidem depravationemfubfecutamaffirmant., fucceffu fcilicefrtemporis Moyiothelitis fa&am , ut in Tatrum fcriptisfap contigit *Aliiver in ipfo Conabfentibus Legatis faBum . Sedcumtibi lio tumultuanti)} us Tatrtbus, .corruptiouem tum conjeBuris , tura argumentis probabilibus adflruenti non placeant qua hucufque proflant apud vulgatos jLuBorcs , quaras commodiorem viam ad folvendas dtfficultates , qud depravano non modo fexta alias auditam ex me rafed aliarum quoque Synodorum affirmanda effet , tionem quamdam evadendi , vifus.es libensampl.eBi } eamque poflulas ubi ex-

&

&

&

&

&

plicatis pronuntiari.

^..Obfequarea fan qua decet erga alios rever enfiai non enim meo fidens ingenfaaufusfumiffariquidquam, nifi commumeato cum doBis viris conftlio , ecrumqtte votis auiitis H}c ergo non ipfam corruptipnem textus Synodici miht comprobaniam fufeipio HocipfetuisdoBrinis ingenios praflitifii . SedhypothefifaBadecrr.uptione,affirn;<inda s modum exponam , quo nifalior, mul. .

ta conciliantur facflis . 6. Mie vero tft: Si fixum jtt, Houorium neque erraje in dogmate, neque debuifie damnayi ob indiBum filentium ; fi conftiterit probari non pojie cordato viro , qud cum damnarint tot gravitimi Tatres in fexta Synodo pr#fentibus *ApojioliC Sedis , V^manque Concilu Legatis , SanBiffimo ^igathone piene inflruBis quoad ejufdem Sedts tuendam pr vmbus dignitatem ; ade 0-

que

in

hocpunBo integritatemaBuumefe violatami hac enim omnia tus con-

quid aliud reliquum efi > argumentis hucufque fiatuifl jeBuris qum ante veCpofl hujufmodi aBuum evulgationem contigiffe depravationem ? Qud fi ca depravano a Tatribus eft removenda, inter quos nullus fuit lAnatolius, fed omnes obfequentes Romano "Pontifici ^Agathoniy ita ut Macarius Jlntiochenus Vatriarcha ettamfi Throno Conftantinopolitano addiBijJimus, quia tamen obfccutus Jtgathom non fuerit , anathemate perculfus fit 3 ficut 0~ quilibet ejus temer itatem imitantes : quid fequitur , qum Clerifis Conflantiiopolitanis , foc'ufque Synodi Tiptariis efje faBam i Sed quonam
:

&

tempore *

Coitolo

XI IL

3OI

GATHO.
N
E

tempore ? Tofi attonum abfolutionem , lettionem atque relettionem , Imper<tfow confenfum , Tatrum fubfcrptionem , # po/2 epiflolam Synodicam ad Hgmanum Tontificem , rfw exfcnbebantur exemplaria pr qmnque Tatriarchalibus Thronis juXtamorem tradendo,. Enea via, quam ubi indie averam y quam debeo per partes explicare Sedne putes> me Ubi eamvel antiouis codicibus , vel irrefragabili auttoritatis pondere confirmaturum . In tenebri omnes verfamur Iberno lucem , aut veram certitudinem exbibuit . Conjetturis utimur: &bi quidem hancviam , alti aliam ut probabilem , magifque vero frmilem pr difpoftione animorum varia f quuntur . Quamobrem licet cuique calculum fuum adjicere y femota vittori* jattantia . Quifque putat [e /lare,fui* ex partibus mcliorem veritatis conditionemreperiri . yiabac-, quibufdam aliis arridete quam tib explicandam fufeipio y mibi, tibique, pluribus adhuc arridebit. Et quamvis ex aliarum fententiarumex* forte etiam cluftone, opus non ftt mibi aliis arguments- adeamvel percipiendam , vel com-

&

&

&

probandam, tamen adminicula quidam adjeci, ut tuamens conquiefeat


7.

fuavitts in deletta fententia

H&c

in tpfis fontibus eft agnofeenda. Legimus enim teftimonia complura Tatrum , qui pofl fextam Synodum interfuemnt aliis proximis Synodis , in aitum feopum collimantes recitale quafdam ex e a particu-

%rapbis,

& vulgatis: fed

attor

um

corruptio non potuit efie in exemplaribus tantum apo-

las r

cateris Monothelitis Honorii

proutinArchiviisTatriarcbalibushabebantur: iniisver clara-erat cum Rimani damnatio l videre efl in Trullana Synodo Qumifexta r in Tbeodori Hierofolymitani profefjione fidei edita in Synodo Hierofolymitani, in Conflantinopolitana Synodo , qua efl feptima, ubi Taraji Tatriarcha Confiantmopolitani Att. 3. legitur profcffio , mque aliis y Fuife autem aufos quofpiam atta dia autographa in Tatriarchaliut nofli bus quinque Archiviti latitamia corrumpere , quis fibi in animum inducat, cum apo^rapha tantum exemplaria diffitis in locis exifientia corrupta effe ut quid Incredibile objecerit Beffano Crucis , qui depravationem in textibus Tatrum Latinis produttorum de proceffwne Spiritus Sancii in Concilio Fiorentino conclamabant i Antequam ergo in Bibliothecas , feu Cartopbylacia, codices afferrentur > feu ante ipfam traditignem vitiata fuifie atta [atuen.
.

dum efl
8.

Ton

ante

ab eo in Galltas, Hifpanias mijja; quicqmd ambigant y alh auttores > ut colligkur ex vita ejufdem Tontificis in Tonificali , quod vulgo tribuitur Anafiafio Bibliothecarh, cum tamen totum opusfitfuccejjive per plures auttores confettum , ut optimi probat ScTelflratius Tom. 1 Jintiq. leonis juremerko habetur in preillufir. differt.5. Vita vero Agathonis, tio tum ab antiquitatem , tum ob finceritatem , lict immune librar iorum incuria non fn hoc opus, ficut nec estera antiquhatis monumenta. mendis In vita Leonis II. initio auttor fcribit Hic fofeepit fantam fextam Synodum , qua? per Dei providentiam nuper in Regia Urbe celebrata eft Grseco eloquio . Illud nuper modicum temporis lapfum indieat , adeoqne Scriptorem hujus vit temporibus illis Bpma vixife . Et quoniam alio modo gefa. Synodi VI. refert in vita jlgathonisy alio in vita Leonis , cum fit fdelis , idem auttor utnufque vita , ut mox patebit , alia gefa , atta Concilii venerunt ad jLgatbonem , alia ad Leonem . In prionbus non fit mentio Graci eloquii y nec Honorii intcr damnatos Har ethos y ffcut in poferoribus . Ut
dcuntur atta

&

Symi ejufdem feXta abfolutionem ad Agathonem periata

&

&

&

&

&

moda

AGAfHc*

~
tinetury

QZ

Secolo

VII.
.

modo legimus in Conciliorum Tomis trattario VI. Synodi attionbus i S. conqnarum ultima 16. Septcmbris eft celebrata At in vita ^gathonis Eatum prima 22. T^pvembris Indittionis 9. fex attionibus gefla referuntur
.

adeoque Anno Chrifli <58i. refponde( incpientis in Grecia Septembri , Italis adhucS. fluente , anno 6S0. ) Secunda zittio 12. bat; fed Barnes, Decembris . Tertia 12. Februarii (Occidentalibus incepta Bimani s in Januaro 9. Indici. ) Quarta 14. Februarii . Quinta 17. Febr nani. Sexta 25. Februarii . Igitur ultra non procedebant , adeoque ante abfolutionem Concilii mifia funt attiones , qua non omnes . ibidem refertur ea fexta > qua contigt die 25. Februarii , Macarium Antiochenum pervicaccm in barefi fuif depofitum per orarli fublatwmm , ejettum focietate Fedefia , tnque lo cum ejus ordinatum Tatriarcham Ecclefia Antiochena Stcpbanum (altalettio in margine Theophanum habet melis ) turn vero fubdit: Macarius vero cum fuisamatoribus, ideft Stephano, Anaftafioex Presbyteris , Leontio ex Diaconis, Poly chronio, Epiphanio ex Presbyteris , incluis in exilio , in Romanam diresti funt Civitatem . In margine pr inclufis in exilio, habeturtmti in exilinm . Sed per inde eft; nempe qudimultlati cxho ab Critntalibus ByCgtonibus diretti funt Bimani ad Tontificem , ut includer cntur > vel traderentur in Monafleriis , quod erat veluti carceri manapari. Si Macarius cum fuis amatoribus diretlus eft B^omam tempore A.gatbonis , utquc cum Legatis Tapa faltcm aliquibus Idque praterea liquet ex eo quod jequitur in eadem vita Idgathonisi Hic fufeepit divalem juflonem fecundmfuampoftulatione!ii> per qiiam relevata eft quantitas>qii2e lolita erat dari pr Ordinatione Pontificis facienda Ver quo/nani fufeepit , nifi per eosLegatos, per quos miferat pofulationem* Ea igitur occafione, qua fufeeatta Synodi VI. eo modo, quo fuperis dittimi (fi. pit divalem , fufeepit exemplaria miftin Gallias Agatbo , Forum Hifpanias , quin ad alias Occidcntis Ecclefias. Sed perierunt Epiftola A-gathonis ilice; tantummodo in Bibliothcca Flonacenfi extat epiftola ejus ad Edittum Airchiepifcopum Viennenfem edita intcr Viennmfes antiquitates joanne Leureo Bofco , in qua jieloquiiurTontfexi TuusDonatusinSynodo, ubi centum pene Epifcopi aildebant,. Roma* de tuafanctitatenosla^tificavit, cui rem geftam apud Coniantinopolim ficut Legatinoftri detulerunt, Sancitati tua; deferen. dam dedimus. Ubireperies Antiochenum Epifcopum pr errore fuo da. mnatiuTi.HcPC tu Frater chariillme cum percurreris,omnibus Galliarum Epi feops legenda, &cavenda, acteftandatranfmitte. Sciasautem loco ejus Theophanum Epifcopum ordinatum . Quatto bene concordai hac epiftola cum vita ^.gatbonis Et confat exea, Pcmificem poft Legatorum adventum

& & anno 681.

&

& &

&

&

&

&

&

" attorum fufeeptionem congregajfe magnurn Concihum , cui eadem communi e avit Ad. Hifpanos ftrpta epijlola non extat , fed ex Leonis II. Succeffons ad cofdem mifja, qua legnur in Tornii Conciliorum y colligi poteft Islam
. .

quod con-perjo attorum Concilii Sexti Greco in Latif Innuunt bac , num fermonem tempore indigens non potuert cit expediri Hifpanos imperfetta atta Synodi bahuifki fed impatienter expet'ufe compleInterim in vita Leonis l. habetur initio , non ti a Succeffione Agatbonis fotios , fed jam antea fuifie tempore illius B$mam direttos Macarium fciltcet tempore A-gatbonis. Eri verba: Veruntamenfupr deferipti defenibres malorum huTicfeos , dum nollent ifuo recedere propofito , per diverIn hac vita Leonis fuprd fcripti non erant, fe, fi Monaftcria funt retrufi
ille

ibi

excujat

&

,,

in vit.&

Capitolo
n vita ^Agatbonis
.

XIII.

igtur auttor utriufque vtU ; quos in antecedefenfore* jam diretto* in Rgmanam Civitatem exudenti retulerat harefeos les ex Oriente , non repetit in hac vita efie diretto* , fed folkmait efieretrufos per Monafieria . Confirmat igtur quo ante , dtretlos dio* fuiffe Bomam

idem

&

303

A n moin.

ad ^igatbonem

& pervenire

,
.

adeque Legatos etiam cum

Sincera illa fan, Condili po/t menfem Februarium Secsemm portentum effet exiflimare, qud ille tia.

& atta & depravationis experipfis


,

adefuorum Trtidecefiorumfidem

Tapa , qui eviden* e]ufdemfdei dedecus Gallis , Hifpanis , ctenfquepopulis [ito Tatriarcbatuifubjerei qud inter aetero* Epifcopos Motti* in damnatione Honorii evulgarit
,

& indemnitatem extulerat


:

Beatiffimus
,

cxemplaribu* fupprefqud nomine Synodi enuncripta legebat, netiaffety quod Synodus aliter judicafjet. Totis fi ea qua f quaquam arridebant , ad ipfam Synodum remittere par erat , ut corrigerent Tatres , qua ipfe corrigenda Tontifica autloritate ducebat . Imo indignatone plenas litteras ad eofdem fcripfijjet , utpot fuarum litterarum contemptores y nec abflinuifiet Legatorum punitione , quibus ea gravifjima negotia commendarat . Damnatwnem itaque Honorii miffa ad ^Agatbonem atta non babebant . Duplici* generis atta agnofeenda funt , ut diximus alia miffa ad lAgatbonem , alia tradita Tatr larcbis , veleorumVicariis ante ipforum difeeffum y ubi corruptio concedenda y fi eam contigiffe fixum fit. Triora atta five miffa Legatis Bgmam , five ab aliquo eorum periata , Latino fermone expaprefta effe debuerunt Secs enim neque Rgma y neque in Galliis , Hif rili* fiajfent intelletta Tofieriora Grc fonamia interprete indigebant, Illa Legati* Latini* cum veracitate , ifia Gracis T^otarii* Confi antinopoIlla ob innumera* Barbarorum incurlitanis Clerici* cirm fraude concinnata Hifpaniam 3 <T Italiani perierunt: tfta in Oriente , Cr ex Oriente adfionesin buc permaner . 9. Clerici* Conftantinopolitanis culpam banc depravationis tribuo . l^am cum attorum vitiatio fit admittenda fatta in Concilio , fi Tatres crimine funt immune* , in Clerico* ejicienda ef culpa . Bietta enim ratio dittat , ut addutti* in fceleris cujufpiam fufptcionem nobilibus plebeji* } feu domini* mini/tri* , poti* in pofieriore* , qua m in priore s cadat pondu* accufaItaque quamvis id aperte ofendere non valeam , tamen multa per* tionis pendens ad id affirmandum inducor . Trimm enim occurrit vetus &mulatia
notbeltta* legens
ferity de infidclitate

Hononum damnatum

& partium ftudio culpandu*,

eum

mijjis

&

&

&

Gracorum cum Latini*; deinde Graca , Orientali* Ecclefa cum Occitum Conjlantinopolitanx (poflquam nova Bpma cccpit appellari) ; cum antiqua Bgma , ita ut non modo in edifici is , Imperli fafeibus , fed in Ecclefiaflica digmtate pruriret T^ovimu* , qum cit nempe vix 50.
,

&

dentali

&

Metropolitica prerogativa non contcntus By^antinus Epifcopus antea Metropolitano Heraclecnfi fubjettus , fecundum locum , nempe primum pojl Bpmanum , fibi ufurpare non fit veritus in Secunda Generali Synodo y eorumqueTatrum calculo confirmare } irritatum vero Bgmams votum iterum in Cbalcedonenfi Synodo Generali Quarta reflaurare , prxripiendo dignitatemipfi Mexandrino1?atriarcb<y &inde perpetu urgere . InT^eflorio , Jlnatbolioy JLnthimoy faflumnovimusy inque cateris dejpicientibus Fgmanam Sedem , ac fententtam , modo fere fupra Tetri Solium fefe efferentibus , cum precipue tam tpj y qum Imperatores bar efirn tuebantur ; modo faltem dignitatem coaquantibus addita [ibi nomenclatura Oecumenici . Cum igitur
annis elapfis
,
-

&

in dua-

AgathoNE

j
in

04
&

Secolo

VII.
:

duarum Ecclefiarum aontentione , vel amulationc ferventis afluet in Cle quonam patio fuflineret ro ? qum in ^Antiflite fuo amplitudini* ambitio Clents Covflantinopolitanus fua Sedis Tamar eh as quatuor Sergium , TyrVetrum nommatim in fexta Synodo legi damnatos in rhum 9 Taulum ,
Clericorum ejufdem Urbis Conflantinopolitana deferiptis ; Sedis vero amula Bimana neminem , eum tamen Honorius Rgmanus amicitia junclus y dogmate , Sergio Conflantinopolitano , ~& vidcretur , vulgo.retur ? io. Quid plura ? Rane Synodum fextam Imperato? Cmflantinus Togonatus f convocatam profitetur in fua [aera Divali ad tollendum difjidmm Inter utramque Ecclejam %pma veteris nova . En prima, verba Divalis diretta ad Tapam Donitm, fed data *Agatkoni: Per omnia novit veitra paterna Beatimelo, plures veftra? Sancite Ecclefia? antiqua? Romse , ex quo jufllt Deus principaliter nos imperare, dum voluhfent multoties quidem
atis marni
_

&

& &

&

&

motionemfaceredeverbis, dequibus
jnter partes

tam

Sancta: veltri Ecclefia?,


:

Dei Eccle&e,

ut ambigerent

&

contendo, pr dogmate pietatis qumque hujus Sancii Magnac hoc^rohibuimus fieri tempore non adeft

mittente, cognofeentes, qudexpartiailari (jGrac {jliqaxa; ) inter parte contentione non folmunitas fieri non pofiet, fed magismalum accrefeeret. Et poft pauca Ad generalem collectionem faciendam utrarumque Sedium. Et: Namnonacquievere, utmemorenturPatriarchsc,quipoftmodum fueruntin prsedicta Sanfta Romana Ecclela^ donec conquiitio, fatisfacio prov'eniat verborura , de quibns contenditur inter utrafque Sedes . *Auget amulationem Imperator ornaps eifdem titulis Santifimi , Beatiffimi, &Oecumenici utrumque Antiflitem tamRpmanum, qumConflammopolitanum JEqua lance f fervare fuam mentem hoc dijfidio teftaxur Per Deum Omnipotentem non eft apud nos partis cujushbet favor, feda?qualitatem utrifque partibus confervabimus Inhac animorum contentione Clerus Conflantinopolitanus fuos Taftores Monotbelitas fecutus alte imbiberat venenum h-ar etici dogmatts , qua Monotbelitis fve falfa autioritas , indufive vera vulgabantur , Inter qua Honorii confenfus Cum vebi affirmabat , augebatque in dies odium in I\omanam Ecclejam ro pax Ecclefiarum conciliata futt in Synodo , ita ut Georgius Conflantinopolitanus Romana parti uncum Tatrtbus adbarerety &~cederevitoriamcogequis ftbi non fuadeat , bos retur Ecclefia Confianttnopolitana Sedi Romana non quafiffe modum ad deturpandam factem amula Ecelefrf , dum maClericos rerum geftarum narmtio erant deferibenda f nu eorum ata , ad carruptionem proni quidam ex ipfis ad favendum Monothc1 1 Jam
:

&

&

&

&

ltarum dognati corruperant afta pracedentts quinta Synodi Generali , quod in bac eadem Synodo Ac"tione 14. fafj funt Georgius Monachus, ConSergius Diaconi , f id egiffe partim juftu Tbeodm, dumejjet fiantinus , Conflantinopolitanus Tatriarcha , parttm prafentis Macarii %Antiocbeni , partim Tauli Conftantinopolitani mandato . Jam ejufdem antiocheni Tresbyter , dum legeyet coram toto venerabili Confefju Tatrumteflimonia.) adulterare non eft veritus in ipfa pronuntiatione addendo verbum , eum accufantibus de corruptione Legatis l{omanis: teftimoma vero in fcriptis dilata , repertextus corrupti , Qiimvafer > qum verfipellisy qum t a funt mutila efie, ptrvicax bareticus , qum facilis depravator Macarius Sed qum Cleri-

&

&

tis Conflantinopotitsmis ojficofus

quam pinUus

illis

In fuprd

memorata
Di-

Capitolo

XIII.
&

305

Agatho
NE *

Dival Impcrator fcribit ad Tontificem de Tbeodoro Conflantinopotitano : beatifimum Patriarcham , Se Interrogavimus eundem fanftiffimum,

Macariutn fan&iflmum, & beatiffimum Patriarcham Civitatis Theopolitarue, quaenam eflet difficultas, qua? pervenerat inter veftram paternam Beatitudinem, feti veftram Apoftohcam Sedem, & ipfos. Cvnfmwa igu Macarii ^Antiocheni conti a Bgtur erat caufa Conflantinopolitanorum , tnanam. Aclione quoque 1. hujus fexta Synodi Epifcopus T<Jjcomedia , Epifcopus Clanei dicuntur verba facientes tam pr Sede hujus fan&a? magna; Ecclefia: ( Conflantinopolitana ) quimque pr Sede Antiochia? . Ma* carius hic Tatriarcha Jlnochenus per Theodorum Epifcopum Melitina dem fan rufiicanum ,Acl. 8. fruflr petierat, ne damnarentur , qui dogma nondum ab ulta Generali Synodo proferiptum docuerant . Interrogata , quifnam ei ebartam illam petitionis tradidifct ? refpondit , prater Epifco-

&

&

&

JLnaStephanum Diaconum & Cancellarium & Monachum, nec non Stephanum Antiochenum Tresbyterum Quos equidem non magna familiarit^ favorem Monothelifmi, fet ^Antiochena Sedi & Confiantinopolitano Clero
tde/l

pos

aliquos quoque fuiffe ex Secretano SS, Tatriarcha Conjantinopolitani,

Georgium Diacpnum
.

ftafium Tresbyterum
,

rctulifiet

nifi

intcrceffif

in

Unde it Diaconi in fufpicionem additeli fpecialiter profiteri coatti funt , Tatriarcha Confiantinopolitanus *AtJ.i6. pofi expulfum Conflantinum Tresbyterum Jlpameenfem hareticum fruflra Tatres de retteendts nominibus fua Se* dis ^Antiflitum in ^Anathemattfmts rogaverat, Georgius Archiepifcopus hujus Deoconfervanda? Regia? Urbis dixit Ego& quidam pauci, qui fub Sede mea funt Venerabiles Epifcopi , propter difpenfationem rogamus ut fi potbile eft, nominatim non anathematizentur perfona? in exclamar tionibus, ideft Sergius , Pyrrhus , Paulns , & Petrus. Hoc certe votum erat quidem ardentius Cleri Conflantinopolitani , imo eo urgente propofitam hujufmodi petitionem fuifie credibile eft , Sanda Synodus dixit : Eos qui femel condemnabiles demonftrati funt, &fecundm fententiamiwftram jamdudum ( Grac h<P , jam ) eje&i de facris diptychis, oppoYtunum exiftit etiam in exclamationibus hos nominatim anathematizari .
:

&

Synodi fententia Tatriarcha Georgius, qui facile etiam pofi collatam Epiftolam sAgathonis , in eandem confenferat, Georgius SS. Archiepifcopus hujus Regia? Civitatis dixit: Quoniam multitudmis
CcJJit

cum exemplanbus

multorum ubique confilium obtmet , neceifarium eft nominatim memoratas perfonas anathematizari . Iniquo tamen animo Clerici Conjlanlive

tinopolitani

rent

& ne I{oma nova dedecus exprobrare antiqua piena ne jitlorum abfolutas a&iones & confirmationem & fubfcrtptianes
,

rem tulere, ut
pol

verifimile eft. Itaque ne fua fpe penits excidepoffet , in deferiptio,

tum Tatrum, tum Imperatoris,

collato Inter f confdioT^otarii Conflantino-

politana Sedis, df focii y inter Monothelitas Honorium quoque ubique damnatum recenfere funt auf, reticendoea, qua ad defenfionem ejus gefla diblaque fuerant ad amula antiqua Bgma jam vitlncis infamiam , nova vero jam villa minus dedecus: fperantes y dolum non ita facile tunc detegendum , futuro vero tempore fidem fuis artibus conciliandam
12. Habes fceleris autloresy habes eorum feopum , habes tempus; fi vis occafionem , accipe . ^ntiochenus Tatriarcha Macarius Monothclitici
erroris praapuus afiertor in hac Synodo , antequam damnaretur , auditus pepe fuit, &quacumqueprofc, pr fuo dogmate fcripferat , &attulerat ' Tomo II.

&

&

dili-

AgathoNE.

-q

Secolo

VII.

diligenter cufiodta difcufia funt , collataque cum codcibus authenticis ex Cbartophylacio Confiantinopoltano , a? confiat ex JLtl. 8. C^ /*^. J/tfer ilio, producebatur Epifiola Honorii ad Sergium . Isleceffe itaque fuit ectm publiclegi. Letla efi Jltl. 12. JLderant in Concilio Romani Legati non pauci . Islam lict Imperator in fua Divali miffa ad Confiantinopolitanum Georgium numeret tres nomine Tap , Tbeodorum , Georgium , Joannem , duos riempe Tresbyteros, terttum Diaconum ; tres nomine Synodi Fumante, Joannem , jlbundantium , alterum Joannem , omnes Epifcopos ; primum quidem, ut ex fubfcriptionibus patet , Epifcopum Sancii Tortuenfis Ec eie (iti , undecimo loco [ubjcriptum Legatum totius Concilii Sanca? Sedis Apoftolica? Urbis Roma; ; fecundum Epifcopum Sanciti Ecclefiti Civitatis Tempranti , decimo quarto loco fubfcriptum Legatum totius Condili San&a? Sedis Apoftolica; Urbis Roma?; tertium Epifcopum Sanciti Ecclefiti \h egitanti , decimo quarto loco fubfcriptum Legatum totius Concilii Sanca? Sedis Apoftolica Urbis Roma? : tamen in ifdem fubfcriptionibus legimus prtiterea decimo tertio loco fubfcriptum Bafilium Epifcopum , Metropolitam Chitatis Gortynti InfuU Cretti , Legatum totius Concilii Apoftolica? principalis Sedis antiqua? Roma?; quadragesimo quinto loco fubfcriptum Joannem Epifcopum ^Atbenarum, Legatum Sancii Concilii Apoftolica? Sedis prifca? Roma? imo ottavo loco fubfcriptum Joannem Epifcopum Tbeffalonicenfis Civitatis, ftmiliter Apoftolica? Sedis Roma? Vicarium, & Legatum duodecimo loco fubfcriptum Stephanum Epifcopum Corimbi, Legatum Apoftolica? Sedis antiqua? Roma? . Certe dum examinaretur latina epifiola Honorii, eam contuliffe refertur Jltl. 13. Joannes Tortuenfis unus ex Legatis . Itaque lict ad Jigatbonem profctlum dicamus aliqucm ex ifiis , reliqui erant non unus, nec duo. 13. Dum legeretur Epifiola Honorii jam toties vulgata ab Htireticis, ioties dcfenfa Catholicis-, non eandem in animisi? atrum fententiam fuijje conjiciendum efl , fic enimin re ardua contingit . Trima enim facie Sergi antiEpi-

&

&

&

&

&

&

&

&

&

ftolti re

verbis videtur congruere , difcorfque proinde mterceffit locutio . Jtmbiguitas pluribus vifa , aliquibus certa btirefis pronumiatio Tslunquid locutum neminem pr Honorio putemus <* *Abft . Saltem tot Legati caufam ^ornanti dignitatis agere debebant . Oud fi jam palam convitlosdamnatofque Tatrarcbas Conflantmopolitanos Georgius eorum in Sede fuccejfor pr ejufdem Sedis decore una cum aliquibus Coepifcopis petut , ut modo vidimus , ne faltem quis credat , Legatos fyin *.natbematifmis eorum nomina pronuntiarentur mariosneverbumquidem protuliffe pr futi Sedis dignitate tuenda ? Troculdu. :

&

bio aliquos Tatres libere taneas Epiflolas Sergii ,

votum fuum enuntiaffe crediderim

& Honorii; fed proculdubio quoque crediderim


,

videri (ibi confen Le,

gatis Jtpofiolicis cciterifque Epifcopiscnodatas difficultates lutus , faltem non damnatus Honorius appareret
.

ita ut fi

non abfo-

14. In Lateranenfi Concilio S. Martini contra Monothelitas letla fuit EpifolaTauliConfiantinopolitani, in qua Honorius dicebatur confentire Sernibilomins indagio, neque legitur qutfquam ff quoad hoc oppofuijje; mnatione btiretcorum nullatenus confociatus Sergio fuit Honorius. Mult magis in fexta Synodo Generali letla Honorii Epifiola , etiamfi aliqut Ta-

&

trum

affimi arint congruere (ibi mutu utrumque; Sergium contradicentibus Legatis vel abfolutus Honorius, vel nibilde

&
:

Honorium
definitum.

ilio

Id colligo ex verbis ejufdem Concilii Jltl. 13. de jigathone

Imo magis, edam

Capitol

XIII.

307
:

A A '
N
E

etiam declaraviteos , qui fimilia fenferunt cum Sergio , qui exorfus eft novitatem vocis cacodoxam , & blafphemam introducete in Catholicam Ecclefiam dotrinam Unde etiam hos cum propriis eorum fcnptis prajfatus SS. Papaprojecit. CuiTatrum fententia (crefponfumeji Gloriofiifimi Judices dixerunt quanquam in omnibus- orthodoxa ft fiiggePcia SS. Agathonis Papa; , & ventati conveniens &c. Quoniam vero Jigatho numerat patet , Tatres cateros , non Honorum Sergio confententes Tyrrhum , quoque Inter confententes Sergio non retulifie Honorium . votorum ambiguitas , qua etiam 15. T^bilomins d'fputatio quidam, ex tandi vulgata fama apud Monotbelitas augebatur , rifa eji Clericis
.
:

&

&

Conflantinopolitans fufficere, ut fi ipfin confcrbcndis atlis in alter am partem inclinafjent lancem, facile confenftffent tum zi Epifcopiy qui pr concordia Sergi, & Honorii locuti fuerant , tum alii fortaffis , dum legerent

juntlum Sergio reltquis Honorium Rgmanum Tontificem . Sed Imperatorisy Epifcoporum diligentia in conquirends omnibus , imo in relegendis Expegeflis antecedentium .Atlionum Synodi non fmebat quidquam vitiare 1 8. Impetlarunt ergo omnium abfoluttonem , Eidei definitionem lAl. 1 7. ratoris afienfum , Epiflolam ad Tontificem Quibus jam exatlis , ad conficienda pr quinque Tatriarchalibus Sedibus , ut in ultima Celione dicium tam Legatorum fuerat , exemplaria , accmxerunt f fraudis artifices , Romana Sedis fermones in letlione Hunonana Epiflola, Epifcoporum varia vota y rationes omiferunt referre (fiquidem plura folent omitti, ut in hoc Concilio GeneraliTatriarcha Antiocheni cleio in locum Mac ani ) qum Atl. 13. additionem fpuriam fic inferuerunt : Cum his vero fimul projici Santa Dei Cathoica Ecclefia , fimulque anathematizari providimus Hononum, qui fuerat Papa antiqua: Roma?, e qud per {cripta , quas ab eo f'aca funt ad Sergium, quia in omnibus ejusmentemfequutuseft, & impiadogmata confirmavit Stmilia in Epiflola Imperatori! mferta funt, nec non ub'cunque hareticorum fit mentio 16. Exijimarunt il T^otarii , ea Alla non efie conferenda , examinanda vel a Judicibus , vel ab Epifcopis, imo neque elegenda , e qud jam nota fuerunt omnibus qua ditla geflaque fuerant, imo fapis perlela audiverant . Ocadentalibus vero communicata Acla ab ^Agatbone Latinis litteris exarata jam noverant , ideque non curaturos Latinos novam ALblorum Gracorum explicationem , novum laborem interpretis, quidem long.majorem exigentium. K(pta crat confuetudo, qua femper viguit, Allanoneodem patio ab omnibus in Concilio deferibi qudfi etiam unica eligerttur editio, primm non omnia communteari, fed fieri novas novas accefjones .

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

Sic Ephefini

Alla

Concilii jejuna viderunt noftr Majores.,

qu& nos piena

le-

gimus. Sic Tridentini ( ut catera taceam) feffones apud me babeo paucis pagims abfolutas, prout in dics prodibam , quibus alia alia accedere, do-

&

fic depravata in ipfis originalibus arcbivus fngulorum recondita funt y nequaquam tunc Iella Tatribus , fed futuro ufui refervata Hmc mirum non efi , qud fi quis ex autbenticis Atlis excipiebat Monoielitarum Catalogum , videret cum exteris Honorium , fideliur referens cadem verba exfcribsret , ut eontigit Orientalibus Synudis , audanbus . Sed abfurditatem rei animadvertentes aliqui afiumentum cxjti.

nec plemffima confpttla fit editto. 17. I{es bene fucceffit ex animo

Alla
in

traditis cuilibct Tatriarchali

Tbrono

&

&

mar uni

Agatho
WEs

^
marunt
-,

Secolo

VII.

ut auBor de feptem Synodis Thotius, qunullam inter MonotfdHonorii mentionem facit in decreto Synodi VI. Mii etfi dubitarmi , Utas (amen prout legerant, fidciiter retulerunt verbo, , mentem fuam aliis in Loris exponentes, "pel differente; tratlatonem , quoniam tempus non fuppetebat examinis . Hadrianus Tapa II. pervulgatam in Oriente , Occidente inveniens leclionem ex jlrchiviis acceptam , vifus eft fuppofuiffe Honorum damnatum ob harefm Concilio ; ideoque afferuit Tontijicem damnari mn pofie nifi in cafu harefis, forte fequens eam fententiam, quod, fi fuit in errorem lapfm tlle Papa , ut dottor peculiari* erraverit ; quod accidit abfque Sedis Romana prajudicio 18. Clamant adverss bac iUa quidam , ac fi totius Orbis Chrifiiani Fides corruifiet : quia per plures annos totus Orbis Cbriftianus, Tontifices, Tatrcs etiam in Conctliis crediderunt ita contigifc : ima in Ecclefiafiicis tabuli s, fcilicet Breviarii Romani leclionibus in ffio S.Leonis IL idem habebatur . Conqueruntur de novitate > adeoque de falfitate fententia . Sed quid ifli dicenti cum de epiflolis veterumTontificum , de Dionyfii Areopagita fcriptis, de Conflitutionibus Canontbus jLpofiolorum , deque fexcentis aliis interrogentur ? Et Tontifices , Concilia per plures annos produxerunt illos Canones Conflitutionum 8. libros fub nomine idpofiolorum:pofialiquot facula in dubium revocarunt eos baretici nafutuli ; Catbolci vero initio non tam firmi , deinde vero exacliori fallo examine eos libros , lict alias rituum antiquorum defcriptione commendabiles , ob multa tamm abfurda iiscomprehenfa, imo ob ip\am conficlionem^abfonam , indignos non tantum sApofiolis, Clemente Romano , fed quolibet egregio viro {udicarunt; ideoque easConClementi appellant , cum refeftitutiones vel fals tributas Apoftolis , tunt earum tefiimonia; vel aliis ver bis idem innuunt . *Alii, ut jacent, verha titulos fideliter exfcribunt. Quis inde aut de falfitate arguat banc fententiam quia non anquam , ve l quia primo mala fidei homimbus propoftam ? Epiflolarum Tontificum ufque ad Siricium ab Ifidaro quodam , vel Iftdori nomine colleclarum confitlionem primus vutgavit David Blondellus, re-

&

&

&

&

&

&

&

&

&

cens auclor,

quamvis

& Hincmari

aitate lis

p emaciata

"Nofris temporibus eruditi nobis in

tes cenfuerunt,

eodem calamo eas

fuiffe

effet mota, non tamen bac controverfia adverfanexaratas UT quamvis ea, qua inde
:

quidam

defumpferunt media atatis , vel antiquiores , vel recentiores Tontifices , auUoritatem habere fateantur qua fpetlant ad jus; tamen qua fpeantabifioriam , nemp qud ea verba fenpta fuerint ab iis Tontificibus , quorum nomine circumfermtur , rejiciunt ut fpuria. 19. Ideino dignus efi commendatane , etfi primus , etfi pluribus annis pofierio-/, quifquis in jlclis Synodi fexta nobis vitium indicava. Sed mukts faculis nobis remotus IS^ieolausTontifex Magnus, ^Agatbonis fen~ tentiam renovans in affamando, quod nullus fuorum pradecefiorum in barefim lapjus fit , ofiendit fan , f non credidiffe ^icla Synodi fexta fincera . Traterea fi admififsent abfque ulla dubitatione Romani Tontifices poft ^igatbonem definitionem Synodi fexta de Honorio hareticis connumeradotlrma fana quonam patio epitapbia Honorii, ubi tnulo fantlhatis to decoratws public kgebatur, amota non fuifsent, imo deleta t Et tamen reeentior in vitas. Tontificitm a Ciaconio colleclas commentator exfcribit in Honorio duo epitapbia vald praclara , in quibus babet curarminibus quidem ea rudi atate dignis :
:

&

Queni

..

, .

Quem

facra regala vit Pontificem pariter fanxit habere decus San<5HIoqui femper in te commenta Magiftri

do&rina

Capitolo potens, quem

XI li.

309

Agatho
NE.

Emicuere

Namque
eterna?

tui tamquam fecunda niinis, Gregorii tanti veftigia jufti

Dum
Cum

fequeris cupiens,

&

meritumque

geris 9

iucis Chrifto

dignante perennem Patribus Sanctis pofide jamqtie diem.


Coivi

His ego epitaphiis merit tibi carmina Qud Patris eximii firn bonus ipfe

memor

Et quod plus e/2, in portis argenteis Bafilica S. Vetri illud etiam legebatur s pra cateris te/le Canijo Tom. 6, antiq. ledi, in appendice Sed bonus Antiftes Dux plebis Honrius armis Reddidit Ecclefiis membra revulfa piis Dotrinis monitifque fuis de faucibus hoftis Abftulit exactis jam peritura modis. Qud fi quis refert id ad annos, qui pracejferant ejus epifiolamad Sergium,
rus Epitapbii

Epitapbii verbo, fuperioris de falftate eum redarguunt ad tumulum e]ufdem Honorii Tecum Virginitas ab incunabulis vixit :

ficut

&

alia alte-

Tecumque

Veritas ad

vita?

metam

permanfit.

20. Sincere admiferunt Bimani Tontifices decreta Synodt Sexta cum Honorii damnatione tanquam Monothelita juntti Sergio , anathemati^at tamen non eraferunt ea encomia dottrina , veritatis , piena Synodo , fed in portis Beati Tetri y cui inconcuffa fides promifla fuit> permanere concefferunt in Bimana Sedis dedecus ? Credant hoc alii y ego fan non credam . Uaque cum citarunt aliqui verba Concilit ; ut jacebant , non ut credebant , rctulerunt . Urgent . In Bimani Breviarii lettionibus id legebatur , adeoque public ab Ecclesia Bimana credebatur . Sed animadvertant ifti velim , paucis [acuii s le elione s S. Leonis IL appofitas : deinde lict Bimani Brevia-

&

&

fidelibus magna fit habenda -peneratioy quamdi funtVontificis calculo aut connhentia confirmata ; tamen in illis Sedem *Apofiolicam proptereanon concidere Orbis Chrifiiani Fidem , non obligare fuam fidem y quid falfi aliquando deprendatur fuiffe infertum . Olim Ecclefa , qua fi vera efie credebat , contigiffe exijtimabat quod non contigerat , legebat , quod infettum. Quodnam bine fidei prajudicium ? Quis ignorat , fattum qua identidem correzione , utibi fidelibus proponi, qua vulgata funt y pot peculiaribus viris commendata , qui aliquando etiam falfa commi/cere non dubitarunt , fuccejju temporis deteta ? Inter ilio, numcratur etiam Honorii mentio nter Haretcos. Qud fi afta ipfa Synodi fexta corretta non fnt y id inde contingit , qud adbuc veritas ad plenam lucem non ejl perdutta y ficut etiam in Breviario non corriguntur y qua adhuc d viris dotlis faltem aliquot defenduntur . Satis ergo fuit in hac caufa Honorii y ut Bimana
rii lettionibus

&

&

&

Ecclefa in fuis li bris Ecclefaflicts corrigeret Honorii mentionem tanquam haretici , non tamen fatis , ut atta ipfa apud Gracos , Orientales magno in pretto babita corrigeret , in Ecclefiis majores turbas excific taret .

&

&

li. Sed Leonis IL Cracis

&

Latms

ltteris eruditi

Epifiola confir-

Tomo

II.

mans

Agatho
N
E*

g
mans

IO
&

Secolo

VII

atta fexta Synodi ad ipfum tranfmiffa, mortuo fclicet ^Agathone , eam Honorii menttonem exprimens , ac eorumdem attorum Latina interpretatio abipfo edita, fatis convincere videtur, [incera omnia fuiffe, qua ad tempus Hadriani II. ^Anafaf Bibliothecarii B]pma permanferant inarcbipiis : neque ullam corruptionem fufpicatum fuiffe; potius agnovifie damnattoms aquitatem : aliter vel afta projeajfet fine confirmatione , vel in Latinum fermonem convertere exborruijfet . Sirduam fan dtfficultatem effe non diffiteor ,

&

forte

nis Epiflolam

palmam adverfa pani concederem , fi iifdem verbis Latinam babuimus , , quam ipfe fcripfit , non quam ex Grada

&

Leoin

Gracia corruperunt Clerici in eadem Urbe , in qua afta vitiaverant , licct alio tempore , prof erre poffet una cum illis commentar iis . Dicuntur Vontifices confirmafe fecundam Synodum , quartam , non tamen Canones f confrmafe profeffi funt Cur ergo Leo IL qua: quoad fidem dogmatis , quoad perfonas juxta ^Agathonis Epijolam fancita fuerant , confrmajje dicendus non efi , cateris hoc patto ab ea diflentientibus denegans firmitatem jiliter deteviflet epitapbia fupr laudata Honorii. Epiflolam, quam legimus Leonis II. non admttto tanquam fnceram T^ovi querela* Leonis I. fcribentis ad Epifcopos Talaflina , qud f adbuc vivo in Oriente faifata fuifet Epijlola fcripta ad Flavianum . Item Incoiai I. qud ad ipfum remittcbantur pradecefforum , imo fui ipfius Epiflola vitiata . IJjovt Vbotii aflus in adulterandis Epiflolis Joanne Vili, ad ipfum , ad cxteros Epifcopos confcriptis. T^pvi aliquas Latinas Tontificum liner as baberi apud nos, fed ex Grecia allatas , ex Graca interpretatione conyerfas In bac ipfa Synodo fexta Gamerius, qui atta tuetur incorrnpta, in fuo Diurno Rfim.Tont. pag. 48. in notis ad profeffionem tertiam Tontificis fatetur, Jlgatbonis Epiflolam fecundam ad Imperatorem Confiantinum , quam babemus , fuifie Gracis adulterai am in verfwne, delcndo proceffionem Tatris ettam ex E ilio. TSfovi tempore *Ana(afii Bibliotbeearu hujufmodi Epiflolam Leonis non fuiffe; aliter non aufus fuiffet vir litteratus docere , quod de Synodo fexta , de Honorio docuit. T^ovi pofl Leonem II. fattas verfiones Synodi fexta. Labbaus de Script. Ecclef. in ^Anaftafio affirmat ^Anaftafium Bibltotbecarium vertiffein Latinum fermonem Synodum VI. Quorfumr, fi totam Synodum Leo vertifjet ? Tuto eum vertice , fed qua vitiata fuerant non vertife , alios pofleriores td egifie . Tuto, eum confirmafe dia atta, non ea ranone qua legimus tumulin Epifola, fed tali patto ut veritatem docentibus non officer , tui non excitaret . Id de Martino V. noftris faculis contigiffe nimis aperte vidimus . Ita enim Conflantienfem Synodum confirmavit , ut quadam refervatio fatis appareat. Idem dicendum de Leone II. confirmante atta Concila fexti Generalis per Epiflolam , in qua debuit efie aliqua refervano , demirumnon ejl, yud ea Rgma quam pofl.modum Oraci adulterarunt : non extarit, dum vver et ^inaflafms , potis alia in ^ircbrviis , qua fucceffutemporum, incurfione Barbar orum, vel aliar atone flammis abfumpta fit Si vidifet Jlnaflafius Leonis II. Succefforis Agatbonis epiflolam , ubi dicit Honorium Apoftoiicam Ecclefiam (kpmanam) non Apoftolica? traditionis dodrina luftraife, fed profana proditione immaculatam fidem fubvertere conatum effe; vel aliam epiflolam, quavideturoppofita, ubifcribit, qud Hononus flammam hseretiei dogmatis, non ut decuit Apoftoiicam aucioritatem, incipientem extinxit, fed negligendo confovit fi inquam fuo

&

&

f*

&

&

&

&

&

&
:

tempore notas

legjfset

hujufmodi epifiolas , nequaquam fufcepifset defenden-

dam

Capitolo
dam

direttis Honorii caufam in collettaneis , Cardinalem editis jacobo S fanttifjmi dottiffimt rnterpretis ac approbatoris

calculo confirmafset

Qud

fi

311 ad Joannem Diaconum fuis innondo fed fentcntiam Synodt VI. & ejus ac Tontificis fuo Leonis Maximo .Abbate & cum Joanne IV. &
S.
,

XI l.

Agatho.
NE.

Martyre maluifset Honorii tueri innocentiam ; tunc ficut Synodum VI. nolens accufare utpote fanttam, tamen in hoc afseruit non efse fequendamdta forde Leonis epiflolis cum reverenda debita dxifset , eas non accufandas te Id tamen finniter non affirmo , quia aliter de Tonefse , fed non fequendas Certe accufatum ab tificibus , aliter de Conciliis loquebatur Anaflafius Orientalibus fuifse Honorium de bar efi non potuifset fcrihere tempore otta-

&

Magiflro Ecclefia totius . va Syuodi j fed etiam ab Qcctdentalium Tatre , Traterea vir acuto ngemo vidifset pugnantia in illis epiflolis nam in una proditorem defcribi animadvertifset Honorium ; in perfidttm hareticum altera folm negligentem , fautorem barefis. Sufpicatus fuifset ab emunimis afluante profetta ilit verba, ideoque facile Clericis latore aliquo Conjlantinopolianis concinnata Sed cum ne verbum quidem de illis epijlolis faciat, puto Mas ejus tempore non extitifse , feu iterum Grada non fuiffe ddatas Atta Synodi VI. qua vertit , forte in Archivio Romano , quod in ejus cujiodia erat, invenit, abfque Leonis IL verfione , vel cum imperfetta interpretadone , fine aliis Epijlolis quantumvis vitiatis Leonis Tapa , ut ex modo, dittis liquet. Vel eo tempore perierant etiam attamtfsaad Agathonem y fed fufcepta Leone ; undc Grada tantum atta babuit, qua utpote Bibliothecarius exofculatus tanquam veneranda monumenta antiquitatis , noluit in fufpiconem corruptionis vocare , alia via ratus pofse defendi Honorium Quod cateris non fuit fatis , nec nobis , qui perpenfis bine inde momentis, ad tribuendam corruptoribus corruptionem propendimus l^ecaccufamus de crimine innocuos , fed noxios , ima corrumpere alias eo tempore confuetos 22. Hac mea mens efl, hac illa via, quam a me ubi expon po(lulabas x in qua profefsns fum non ojenfione mi , fed conjetturis , ea rat ione me adduci , qud in bare/m lapfum Honorium fuifse nullacenus credam , cum sprnam Tontificis privilegium loquemis ex id evmcant promijfo Chrifli, Cathedra y Agathonis Epijlola admifsa Conclio tanquam ventati in omnibus confentanea qud ob filentium fuifse dannatum , fitapudme monflrum , cum id ex Concilio probart nequeat , concedere damnatum Tontficem, [ed non ob bar efirn, fu Tapam fub jic ere Concilio , quo aures Ternana abhorrent qud fi atta (incera dicerentur , alterum ex rejettis eji ajfirmandum; nam dicere quid medium, nemp in fatto errafse Tatres, ejl eos de ignorantia , imprudenti a accufare , Legatos vero Bgmanos mutos in fua cauja , qui loquaces fuerant in aliena. Corruptio itaqiie admittenda efi , quidem in fondbus , idenim fuadent, qua attuli. Si in fontibus , alia via depravationis intelligenda mihi non efl. ade probabilis, qum qua proposta, modo efl; hac enim omnia corte iliat Id jam unico quarimus, non qumodo probetur, fed quomodo fcopulos effugiamus liberis. Sicmagnamadificiimolem non evtrtimus ex Concilio Generali folm fex attioncs pr legitimis admittendo, fed lapidem identidem interjettum, non ade coharentem Sic ex nobiliffimo carpare ad ejus integritatem reflituendam non membra pracidimus, fed membrorum quifdam minimas particulas totius: corporis fpirlW: x ut. videtur , non anunatas.. aj. Sed 4
:

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Agathow
*

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nem
to ,

Secolo

V IL

23. Sed praterea multa produx, qua aliquam faciant fidm amutatonova in hac caufa; nova Clericos exarfjfein exaltaIronia veteris, conjuntlos ^ntiocbenoVatriarcba damnationem Monotbelitica barefeos,

&

ad [u Sedis Conflantinopolitana decus reticeri nomina quatuor fuorum Tatriarcbarum. Unde intuli non mirum y qubd Clerici ad minucndam vittricis Bgma gloriam auf fuertnt patrare nefas , quod ipfs illis temporibus audebant etiam ubi publica fides requirebatur . Ex epttaphiis quoque Honorii Tapa illujiribus , fanam ejus dottrinavi ufque ad vita metam teflantibus intuli, l\pmanam Sedem nunquam admiffse fnceram [riffe Honorii damnati mentionem tanquam vere faclam Synodo . Id enim fmffet jidem maculare , quam apud f intemer atam femper cujlodiri faff funt
,

& fruenti

&

petiifse

&

Immani

Tontifces

.
:

24. jit nimis prolixus ubi videbor brevis tamen mibi videor fuifse pr tanta rei dignitate. ISleque pomi tibi cupienti fcire quid fentiam , non quomodo fulciam meam fententiam , jejun pronuntiare , quod ab alio jejun propofitum non admififsem . Hac doflis viris debetur reverentia, quod nudus , piane incomptus fermo coram ipjs non producatur , fed aliqua faltem probabili ratione veftitus . Fortajfs alti pretioforibus veftibus banc fen-

&

ad ejufdem fundamenta firmei lapidibus fuot pragrandes adjungent : quodque me fubobfcur dittum eft, eorum luce corufcabit. Ex Colleg. Urbano de Trop. Fide vi. Kal. Decemb. Clj lo. C LXXXVI. Cos egli Hor dunque , chi foftiene l'accennata corruzzione degli atti foggiunge , efler'eglino flati inviati (inceri ad Agathone dal Concilio fenza la menzionata condanna, unitamente con la lettera Sinodica, che riabbiamo riferito, e quel Pontefice haverli approvati, ed eziandio trafmem" alle Chiefe lontane della Francia, e della Spagna edeflernefeguitapoi l'alterazione nella dimora, che i Legati fecero inCoftantinopoli, prima eh' eglino foller da Cefare rimandati Roma fotto il Pontificato, che fogtentiam tenuiter
expoftam exornabunt',
tnis jacienda exigus ingenioli
.

me

&

giungiamo ,

di

Leone

A-

3H

Lione

II,

CAPITOLO
Leone Secondo
Nuova
Siciliano
,

XIV.

creato Pontefice i|. Agofto 683.


a quefto Pontefice
s

trafmijfione degli Atti Conciliari


e

[u Lettera apocrifa*

Er tornare dunque allaHiftoria , d'onde ci partimmo , approvati da Agathone gli Atti del feflo Sinodo nella conformiti, reftrizione, e modo, che habbiamo derto , furono eglino di nuovo trafmeffi al Pontefice Leone Secondo in Lingua Gre- 'gKiTco ca, e confegnati i Legati con l'occafione del loro-ritorno ciliari Rom*. Roma doppo il tedio dilunga dimora, che ad iftanza di Cefare erti fecero in Coftantinoppli e pervennero gli Atti in Roma con la enunciativa della condanna di Honorio, e con nuove iftanze per la loro confermazione , forf perche i Greci non paghi di quella condizionata , e riftretta di Agathone , ne tentarono dal SuccefTore di lui una pi ampia , e deciforia. Regnava allora nel Pontificato Romano Leone Secondo pure i Nazione
|
1

a] Fireloquentilfimus, indivinis Scripturis fufjicienter inflrutus , t .Anna. mot. in Lt in earum Graca Latinaque lingua eruditus , cantilena pfalmodia prxcipuus , m 11 e fu e fenjbus fjbtitiffima excrcitatione limatus , lingua quoque fcbolaficus , eloquen- buone qualit di major i lecitone polita ; exbortator omnium honorum operum , plebiqite florenerga inopum provifionem tijjimam mgerens feientiam > paupertatis amator , noafolm mentis pietate , fed &jludiifui labore folicitus Cos di quello Poi> teficeilBibliothecario Anaitafio. lui dunque prefentarono li Legati gli Atti , ch'egli incontanente traife in Lingua latina , ed approv eziandio , mi nella conformit pratticata da Agathone fuo Anteceffore . Qual noflra affezione deducefi non tanto dalla prova del vero , quanto dalla riprova del flfo. JEffendo che l'antichit non porgendone quella notizia,che di ragione richiederebbe un tanto arfare,ier/^mr,comB dice il Baronio,[6j in profunda b **rm* <r.<J8j. *"""'** rerum obfcuritate ; onde ad huom'accorto convien caminare pi deliramelite con le maniche con li piedi . Ma non perci che manca la teftimonianza descrittori, il lume del vero r manca giammai all'Hillorico l'autentica delle congetture e la riaccola del verilmile . Egli venflmo, che non rinvienfi , che Leone, come Agathone, confermale gli Atti Sinodali con la do- Confcrm.-ti<jne 8* vuta reftrizione , che habbiamo altrove accennata ; anzi al contrario fi prcScHiait ducono lettere,nelle quali efpreffamente egli confermagli Atti,e la condan- ponderazione nam Honorio con ter mini cotanto chiari, che, f veramente foller fuoi, pi^i^ffa? f" haverebbonoil titolo d'incontrovertibili ; [e] Tariter amthewkiti'zamus nov-i e un* u. tpyk fiMt C *^ erruris mventores , idej.Tbeodorum Tbalaritanum Epifcopum , Cyrum Mexan*mT drinuvi, Sergium y Vyrrbum y Taulum, TetrumConflantinopoiitance Ecclefw Succefsoresmagis, qum Prafules , necnon Honorium , qui hane Jlpoflolicam Ecclefiam non *Apofiolu\e traditionis dottrina luflravit , fed profana traditone mmaculatam fidati fubvertereconatusejl Etomnes, qui in fuo errore defunli funi, fmiliter anathematr^amus . Cos egli Dunque tutti liSucSiciliano

&

&

&

,.

'

'

&

ceflri

cefbri di

Honorio fin' a giorni noflri fono flati foflenitori della di lui fama
dottrina, ammiratori della di lui fantiti, e il fola vituperonne il nome , efecronne la Fede , e conculconne la melui

veneratori della di

qualneceffitihavevamai Leone di dfcreditare un fuo antecelfore , quando anche quello fbffe ilaro colpevole , con parole cotanto afpre, e con termini cotanto pungent/? Qual ragione, qual timore non tanto diveitillo dalla flrada poc'anzi calcata dal fuo anteceflbre, quanto precipitollo in un profondo d'improperii , con cui egualmente ripiglia e la memoria del Pontefice, e la Santit del Pontificato? In oltre, come Leone pot annoverar' Honorio fri gli Heretici , qui in errore fuo defungi funt , effendo ch'egli dice, Similiter anatbemati^amus omnesqui m errore fuo defungi funt ? i orfe Honorio, bench cadelfe , mor anch'egli nella orinazione dell' Herefia ? Aggiungali, con qual fondamento di verit fufliflere a itAtfi^u Leo- polla quella fnpp olla Lettera, in cui [a] fi fi aderire a Leone, haver'effo *d Sum cl}aZ ricevuto h' Legati, e la Divale Imperiale nel mefe di Luglio, quando [b] <in* $*rjmium nel mefe di Luglio dell' anno 683 non ancora egli era flato creato Pontefta 6 Luglio dell'anno 6S4. egli di gii era morto ? Dunque non uon '//. fi, ce * e ne * me ^r cr, rop'sp<i 1) 15. fuffifeendo il fondamento degli A vverfarii n in riguardo alla convenienza S del" tratto, n in riguardo alla teffitura dell a Lettera, n in riguardo alla "r1'h27 /bi^L 684. Chronologia dei tempo , rovina.certamente la loro pretefa alferzione , che ^Leone Secondo in virt di ella approvale il Concilioanche nella condanna di Honorio. Onde cos ci aggrada difeorrere; vi altra congettura deli'acconfcntimento di Leone circa il particolare di Honorio, ed ella l citi, perche (innova non apparifee; , rigettato l'argomento prefo dalla Lettera, non ne rimane alcun'altro; e perche dir vogliamo, cheunPontelHni '" Q ^ Ce [ c J vcnerato sli gli Altari per Santo adheriffe pi tolto alla fofpetta pafiurnrd. fione eie' Vefcovi Orientali, che alle venerate teftimonianze di tanti fuoi macchia alla fua d ~ipHd Btr.anno riveriti anteceflbri ? Perche trafmetter'[d] egli una tanta 6'i-n.ii. Sede Romana fin agli ultimi termini dell' Europa, quando Toledo tramandonne.gli atti i un Concilio intiero di que' Padri ? Perche que' Padri ne ringraziarono il Pontefice, e di una circonftanza cotanto rilevante,
?
;

Leone moria

II.

Ma dicali,

'b

&

tl

'

quanto era l'approvazione della condanna di Honorio, non fecero alcuna parola di condoglienza, dimemoria, tanto nelle loro lettere, quanto ne'loiodifcorfi, e nel regiflr delle loro Seioni ? Perche in fine li malevoli detrattori della fama di Honorio nonvogliono confeffare , che S.Leone Secondo divulgarle gli atti del fedo Sinodo con la medefima approvazione di S. Agathone , quando cos ampiamente concorrerebbe nella loro confezione, e la verifimilitudine, e la convenienza, e la taciturnit de' Padri Toietani elapubiica, e notoria faifiti, corruzione delle Lettere L alcun A iPui&s JpT<t i[e] quello degmfjimo Pontefice , & al contrario eglino non hanno loro fuppoflo ? Replica il Bellarmino , che anche am".i 9 Tar. n.m. certo fondamento del per vera la menzionata Lettera, [f] Epifiola Ma W$*rmJu.0*. meda per lincer, ontif.U.c,iu pars quidam Cene UH cenfttur , &cumpjo Concilio circumfertur; e per ultimo in foprabbondanza di fodisfazione a i Vantatori della condanna Honoriana, il medelmo Eminente Dottore, bench tutto conceda a loro vo,
'

Um

Una.

ma

glia, pure tuttavia nulla quindi aflenfce deducibile in pregiudizio della faai Honorio, e conchiude, [g] Certe Leo fcquutus efi judkium Legata-

rum jLgathoms,

ne diftiubaret negocium jam confetlum tolo di lemplice relazione da noi v ien rapportato

il

che i puro

ti-

C A-

315

Benedet-

CAPITOLO
Benedetto Secondo
li

to IL

XV.

creato Pontefice 20. Agofto 684.


Imperiale per
la Confe-

Romano,

zAholizjone della confermazione


1

crazjone

de Pontefici. Succejjone di Giufliniano Secon,

do alt Imperio
degli

fue qualit

Errori

&

Htrefte

Armeni.

Tempre vigilante alla difefa del Pontificato Romano, permeffe allora, che menio e tre gli Ecclefiaftici Greci con la condanna di Honorio ne co fe e offufcarono in un certo modo lo fplendore, gl'Imperado- naie perla Conde ri Greci medefimi ne ftabilitfero l'independenza, e'1 cui- g23g to. Si dille, [a] che Foca aggiudic il Titolo di Univer- a Vmtatptnifji b "/'"'-p*-^fale al folo Papa di Roma, con l'efclufione totale dell' emolo Patriarca Coftantinopolitano , e che [b] Coftantino Pogonate con generofa , e bvediiip<, nt f.d ^* thtine giufta magnificenza condon al Pontefice Agathone, ea'fuoiSucceffori nel Pontificato l'antico tributo, folito fin dal tempo de' R Gothi da elfi pagarli alla Imperiai Camera per la conferma della Elezione. Hora non contento Coftantino , anzi non pago il Cielo , di rendere giuftizia alla prima Cathedra del Chriftianefimo con l'alferta remiifione di tributo , con Imperiale Coftituzione ordin ancora , che gii eletti al Papato efercitaflero liberamente il loro ufficio fenfa il confenfo de' Cefari , che ,nBtnt' fin' allora haveano continuato in quella ufurpata giurifdizione , [e] Hic , dis,a' dice Anaftaio di Benedetto Secondo, fufeepit Divale s Juffones clementifpopulum , acfimi Conftantini Magni Trincipis ad venerabilem Clerum ,
la
,

Providenza di Dio

che

alfifte

X^
:
-

&

que fcltci/Jmum Exercitum Fumarne Civitatis , per quas


ri! ,
.

conceffit

ut perfo-

qua eletta fuerit in Sedem lApoflolicam , vefligio abfque tarditate Tomi/ex ordinaretur Da quello fatto Lutero raccoglie , [ d ] che il ^Z'J.'pZ^' Primato independente della Chiefa provenire ne' Papi da quella Imperiai coftituzione di Coftantino Quarto detto il Pogonate ; ma grofpoich il Decreto di Coftantino non fu lolanamente egl'mgannolfi circa la podeft del Papa, ma circa l'elezione, ed egli non intefe di confermare a Papi il Primato , mi di rimettere , e di abolire quella ufurpata giurifdizione de' Cefari per la confermazione di elfi , altamente pianta da San Gregorio [e] fin da quali due Secoli addietro . SE?/jj5K
:

ftiniano
rilit
,

poich, elfo [f] morto, fuccelfegh all'Impera Secondo, Principe leggiero nella giovent, crudele nella

vi-

{'

^
yr"

&
,

$;

in tutto

de' Papi

&

refto della fua vita inimico invidiofo de' diritti eziandio fautore occulto dell' Herefia . Sii i principi! del
il

8 lhc<h siculi

governo

egli die

un grande atteftato di Religione , e

abbruciar g*''^' '"'


'

mm

vivi

Bbnedet-

TO

gjg
vivi, quanti
dall'

Secolo

VII.

***

a san. an.6S$. um. i.

Manichei ritrovarono* nell' Armenia, effendo appena campaincendio univerfale un Capo die/fi, chiamato Paolo , da cui li Mato nichei furono poi denominati Paoliciani, in venerazione di quefti, che fu infigne propagatore dellaloro Setta. MciinGiufHnianofpitojfto lampo, che fuoco di Fede; eifendochead onta de' buoni efempii del Padre , non tanto (Van in lui la piet , quanto l'empiet l'accefe contro il Pontificato Romano , eh' egli di nuovo oppreffe con duriflma legge Effendo cofa che havendolo Coftantino ridotto in libert di elezione, anche rifpetto del confenfo Imperiale , egli per altra ftrada riduflfelo alla primiera e forf pi tirannica foggezzione , ordinando [a] VtnoncreareturVomifex abfque Exarcbi confenfu. Il che fu cagione d'infiniti feoncerti, e di moltiplicati feifmi , rinvenendo ciafcuno la ftrada aperta all'ambizione fotto il comando degli Efarchi, hora venali di animo , hora parziali di genio , e Tempre armati follevare al Trono Pontifcio chi pi gradir poteva alle
.

voglie Imperiali

b vedi Barn.
./****'

an.

Armenia patirono folamente allora la lue Manigiogo barbaro de'Saracini infalvatichirono, per cos dire , in mille errori , fra quali annoverane , che [b] confacravano nel Calice il folo vino, non ammettevano al Sacerdozio alcun' Hebreo, ilquale non difeendeffe da Profapia Sacerdotale, nel tempo di Quadragefma m anle

Ne

chea,

ma

Chiefe fotto

dell'

il

nieni'"

girano cafeio,

e vedi

ii

ptntf.

ft&w/di
'" *

'se/-

& uova ne' giorni di Sabato, e di Domenica, Stall'uianzaHeuraicaarroftivano le carni sii gli Altari, e quindi al Popolo le diftribim ano incibo: onde contro effi furono moki Canoni ftabilitinel Sinodo -Quinmfefto qualibenche non [ e ] approvati dalla Chiefa Romana, tuttavia cimoitrano l'hcrrore , che fi haveva contro le novit fcandalofe i queita nafeente Herefia Ma dell'Herefie degli Armeni ci converr in altro luogo fare pi lungo , e proporzionato il difeorfp
.

A-

3^7

CONONE

CAPITOLO
Luglio 68 j.

XVI.
li

Giovanni Quinto Siro, creato Pontefice

22.

Conone Thrace,
Srcvc
none
Pontificato di
,

creato Pontefice Ottobre 686.


Giovanni Quinto
il
.

li

20.

Succejjone di Co-

e principii di per<verfione dell* Pontificato

Imperador Giufti-

niano Secondo contro

Romana.

Iovanni Quinto i grado di Diacono fu uno de* Legati i Papa Agathone [a] al fefto Sinodo, Vir vald flrenuus , ac Q^itfm.6^ e in omnibus rebus moderatus; ma dopfcientia praditusy dl Conone * p un'anno di Pontificato cede con la morte il luogo d Conone, Soggetto raro e in virt, e in fapienza, [b] In ^w/,wo M m quo vere afpettus Jlngelicus , veneranda canicies , fermo verus y provetta atas, fmplex animus, quieti mores, religiofa vita, qui nunquam [e in caufis , aibufque fecularibus immifcuerat . Mi aflunto al grave incarco del governo Pontifcio fu egli neccffitato ad ingerire forzofamente nelle caufe, e negozii co' Secolari, &in quelli particolarmente dell' Imperador Giuftiniano, Principe non fol proclive, mi di gii traboccato nelle laidezze del fecolo, e nell'aborrimento della Religione . cnrer/ lone deir f Gl "" Poich egli dall' avverfione contro il Pontificato Romano degenerando, ftlKoii? come folito, nell' avverfione alla Fede Cattolica, gi fin d'allora cominci tacitamente riprovare la fantaFede del fuo defonto gran Genitore, e come dice [e] Cedreno , Formam Con/tantino patre confer- c Ct *r,<uioc%7, ptam y per Juflmianum reprobatam , Spedigli fubito Conone alcuni Legati per trattenerlo dal corfo della empiet , per divertirlo : ma egli doppiamente reo del proprio fallo , e dell'altrui inganno, feduffe li Legati, ^ vi wven*. che prevaricarono nelle Commilitoni, e nellaFede; onde prefe motivo fo' delPonte " Niccol Magno di rimproverare gl'Imperadori Greci di una tanta perverfiti, quando fcrivendo all' Imperador Michele, egli s'invehifee contro cotali Seduttori, dicendo, [d\ Tanta falutis oblato Miniflros dupli- *Jtia.if4gm

&

ci modo interemiflis, partteipes ilos fui erroris ajfeftos fpiritualiter oc- 'itmnt^u^' ciderunt, ficut tempore reverenda memoria Cononis contigit. non mai

&

Mi

meglio, pi veramente, non mai peggio dimoftrofli Giuftiniano avverso alla Chiefa Romana che nel Sinodo Qunnifefto > che piir'hora nel feguente Pontificato accennaremo
,

A-

Sergio

g 1 8

Secolo

VII
XVII.
li

CAPITOLO
Decembre
Sinodo Quinnfefto
,

Sergio della Siria, creato Pontefice


687.
,

26.

fua 'validit

di C-efare contro
a Bare. a,i.6(*

il

Canoni Papa.

"B^fentimmto

num,

4. j.

Perfide qualit del PatriaicaCallinico.

b Baron. an. 691.


n
c
4. in

fini

il pervertito Imperadoreporgendo[a] orecchiai i fentimenti de' Monotheliti , fi era finalmente refo altrettanto fofpetto i Cattolici , quanto benemerito coloro, che malamente foffriv ano queir ampiezza di Podeft del Pontefice Romano fopra tutte le Chiefe del Chriftianefimo, e fopra quella in particolare di Coftantinopoli , i cui Patriarchi agitati Tempre dal prurito antico di competenza , andavano giornalmente, come difltterrando machine, inventando otfefe per abbatterla. E Callinico uno di eff reggeva appunto allora quel gran Vefcovado, [b] Homo novaridarum rerum fludiofffimus , e [e] Info-

Unqtie

&

Idem anno 692, lentis conjpirationis antejgnanus num, 8. con

& confu/onis

eretta turris architeclus

Conciofacofache l'infiiflftente motivo , che i due ultimi Concila Generali celebrati in Coftantinopoli fodero terminati fenza Decreti, Canoni attinenti alla riformazione de'coftumi, & al riftoramento della difciplina Ecclefiaftica, come che que' Padri tutta la loro applicazione ha-

d lAnno 692,
Sinodo , Quinni' ltfto,eiuo coti,

veano pofta in definire gli Articoli della Fede , la differenza de' quali li haveva col adunati, parve fufleguentemente lui cofa efpediente il far' un'aggiunta come fupplemento i detti Concilii Generali quinto , e fefto per il cui effetto [d] egli convoc in Coftantinopoli un numero riguardevoliflmo di ducento ventifette Vefcovi Orientali, con intenzione di formar, comefegu, cento due Canoni, chiamati Trullam dal luogo , ove
,

que' Padri adunaronfi, che fu

il

Trullo

nel quale fu celebrato l'ultimo

e Baron. an.6yi. alii. CaLaf. i Nat. xAltx.S&c,

&

VlI.dfs.l.n.i.Filav. rat.ttmp.p.i

i.$.c.3.&

a' il

Concilio Generale, intitolandoli la Congrega, che li divulg, Sinodo Quinmfefto , cio Sinodo in fupplimento del quinto , e del fe(lo . Non mai alcun altra adunanza di Ecciefiaftici fu pi controverfa da' Scrittori e circa il tempo del Congreflb , ecircalaperfonadel Prefidente. Molti [e] l'atteftano congregata fotto il Pontificato di Sergio l'anno 69 2. altri [/] fotto quello di Giov. VII. l'anno 703. e confeguentemente altri fotto laPreilcknza di Callinico, altri fotto la direzione di Paolo ambedue Patriarchi di Coftantinopoli j altri con l'intervento i Bafilio Arcivefcovo Gortynenfe Legato Pontificio , che ritrovali fottofentto al Sinodo con quefte parole, Baplius Gortyncnfs Locumtenens totius Synodi Sanffa Ecclefi Promana; altri rigettandone i'afterzione come falfata , interpretata almeno in fenfo, che foffe bens Bafilio Vicario Pontificio in Oriente, ma non Legato deftinato a quel Concilio Ma comunque fuffifta la verit di quefte difeordanti opinioni, confglifi il Lettore con i compilatori de' Concila, ihe noi per render ragione della noftra opera, ben dir polliamo , chetale e
.

cos

Capitolo
cos copiofo

XVII.
,

319

Sergi -

bench rapprefentaflero un Congreffo molto riguardevole, nulladimeno come membra abbandonate dal Capo, e come Concilio, in cui non intervenne, n perfonalmente, n per mezzo de' Legati, il Pontefice Romano, non oper n con giuftizia, n e validit. con proporzione n con validit onde meritevolmente radunamento fu chiamato da Scrittori Smodo Erratica. Per la qual cofa que' Canoni non furono giammai ricevuti dalla Chiefa, n pattarono per autorevoli nel Chriftianefimo in virt per di quello Sinodo poich per altro negar' non pitoni che molti di effi non Mano degni di lode , e non vengano fpelfe volte citati da' Romani Pontefici, i quali fono (tati Tempre fol iti di abbracciar quelle regole, e que' Decreti, ch'eglino hanno giudicato conformi alla verit, & alla difciplina Ecclefiaftica, in conformit dei detto di S. Ambrogio, la] Veritas quocumque dicatur Spiritu Sanilo eft. Nulladime- *s.*iMr.intf.t, no nella maggior parte di emdifcuoprefi il livore antico de Greci contro la Sede Romana , ch'eglino , appafllonatamente fenza n pur freno di riverenza, nominatamente calunniano, ripigliano, &accufano. Eprimieramente nel primo Canone come Trofeo di vittoria ripongono con perverti- E Canol1i nel fecondo la conta intenzione la decantata condanna di Papa Honorio fermazione di ottantacinque Canoni degli Apoftoli , in odio [ b ] della Cen- c^ZmL'utTupJg. fura di Papa Gelafio, cheli ripofe fra gli Apocrifi, e framifehiando poi jy. quitto dice. " u caftita ne' Vefcovi , e diffolutezza [ d ] ne' Prelati , adulazione [ e ] i [f/*,f [e ] Principi, e riverenza agli Ecclefiaftici, rinovazione [/] di riti antichi nell' c an 13. 6 imporre la continuazione dell'aftinenza de'fufrbcati , & abolizione de'pre- \ %*"[ \ fenti[] nel prohibir il digiuno del Sabato, e l'Imagine[ h] di Chrifto in s c*. ss[i] ab antiquo ufata dalla Chiefa, & in fomma paglia i***?*^*, figura di Agnello con grano , oro con piombo , e ci che lungo rinvenire fi pu ne' [ IQ no- * rti Compilatori de' Concilii, enei [/] Baronio, il quale per la validit, ciif^lhiZiun. ^<j:. invalidit de' detti Canoni coftituifee per regola infallibile l'ufo, elapratP tica della Chiefa Romana , dicendo , [ m ] Tarn de bis Canonibus Quinnijexta m/dm'an >.

numero di Ecclefiaftici

'

Synodtnominatis , qumdeillis y qui nomine feruntur <Apoftolorum , Santtam l(pmanam Ecclefiam eam confuevifle ferrare regulam , ut quos feiret e(e fecundm decreta Romana Ecclesia , atque SS.Conciliorum fancita f nonrefpuerety fed ut verit.u confintientes ampletteretur , non qud ex QuinnifextaSynodo baberent aliquid auloritatis , fed qud veritas , ubicumque reperiatur , quocunque ditta fit fui firmitate fubftjiit , robore fuo permanet reliquos -per Canones bis decretis adverfos , ut execrabiles , detejlata fempcr fat S. Romana Ecclefia , contrarioque ufu f procul abefe jugiter efl profefja , ut fancitis bujufcemodi ab illis regulis quoquo modo confenferit : toeravit tamen in eis ca , qua antiqua Ecclefiaftici disciplina effent adverfa* ut connubia Clericorum , dummod per viamOrtbodoxa dottrina t Catbo-

'"""-w-

&

&

licaque fidei graderentur Conitituiti dunque da que' Padri il numero degli accennati Canoni, richiefero al nuovo Cefare, che dal Pontefice Sergio eglineriportaffela

Rigettati daiponceftce

confermazione , fenza la quale eglino farebbono flati negletti , infuffiftenti e di nifliin valore Ma il Santo Papa rinvenendo in effi molto del temera.

Romano

rio , e moltifiimo di contrario alla cenfuetudine antica della Chiefa Cattolica, rifolutamenterigertolliconcenfura cos fevera, che non pot non irritare l'animo di quel Monarca di gi proclive alla crudelt, e fiflb nell' impegno di foilenere i fentimenti de'fuoi Greci. Perlo che con precipi-

tofa

Sergio.

tofa fece prima carcerare alami pi qualificati Ecclefiaftici, e poi traboccando in eccetto d'empiet procur la carcerazione medem^ ^ ma a dclTiftefib Pontefice, con determinazione di accoppiarlo nll *Lt>ng!bj'' MUic4e'fttiie la caufa e nel merito S. Martino, fccome eflb ritrovavafi difpoftiffimo contro vimpef- ac* "aitare nei furore e nella beftialitd il Tuo bifavo Coftante. Ma acdore. corsero le milizie Italiane alla difefa del Pontefice, fcacciando vituperosamente il Protofpadario Imperiale, ch'era venuto ad efeguire il barbaro comando , con ignominia de' Greci , e gloria degl'Italiani , de' [b] H#c prima vis Italica bctcJnSJtrgh, quali lafci Scritto un moderno Hiltorico gcntis pr Vontificibus Hpmams adverfus impotentem Caefarum dominationem f'uit. N fu tarda l'ira di Dio (opra l'iniquo Cefare, che dal difpreggio udite fierezze contro i e in*;.n.:i.Gr*co- del commun Padre [e] precipitando in non pi rtmapKd'sar.an- fuoi proprii Valfalli, merit in fine di vederli ribellato l'Imperio inva& ^&i?% * da Leonzio, che recifogli il nafo, relegollo nel Cherfonefo. Ma' riduflelo di nuovo il Cielo fui Trono, non tanto per renderlo felice nella ricuperata grandezza, quanto per coftituirlo fuo braccio di vendetta contro ^ Patriarca Callinico, che pofto dal furibondo Cefare fra il nuAccee n mero de' Ribelli, fu fatto acciecare , e condurre incatenato Roma , di Caiiinico. come in luogo di efilio lui acerbiifimo, mentre quivi, bench cieco, riavrebbe da vicino veduta la Maeftdel Pontefice Romano, cotanto da lui oltraggiata nell' accennato Conciliabolo frullano
:

^ 2Q risoluzione

Seco i

yn

Fine del Secolo Settimo

OTTAVO

V
3xi

OTTAVO SEGOLO
CONTIENE

LI

PONTIFICATI
D
I

Giovanni VI.,Giovanni VII.,Sifinio, Coftantino , Gregorio II. , Gregorio III., Zaccharia, Stefano IL ,
Stefano III. , Paolo, Stefano
I
.

& Hadriano
E

lino

all'

anno 795.
E

V H

R E

E
Clemente
5,

Degriconoclafti , di Aldeberco e di Elipando e Felice.

*
Tomo IL

Tlequc

3zx

Neque enimnat&funt Harefes &* qu&daw dogmata perverftatis , illaqueantiaanimas , (f


,

inprofundumpr&cipitantia

>

nifi

dum

fcriptura bona intelliquntur non

bene *

intelligitur
y

non bene & quod tiam mere & audaer


in eis
j

te-

ajferitur
S.

Auguft. trat

8.

in Joannem.

SECO-

SECOLO OTTAVO.
CAPITOLO
Giovanni Sello della
Pontefice
li

3*3

SlSINIO

I.

Magna

Grecia, creato

29.

Decembre 701.

Giovanni Settimo

della

Magna
Marzo
,

Grecia, creato
705.
li

Pontefice
Sifinio

il 1.

Antiocheno
18.

creato Pontefice
708.

Gennaro

Coflanza de* fopradett Pontefici "Romani nel rigettare i Canoni Trullani .


^2f}Stinati dunque li Greci nell'impegno della tentata im- violente u^te prefa di ottenere da' Pontefici Romani la confermazio- ?oc5'riTpap?per ne de' Canoni Trullani, non credibile , con quanti Uconfsrmazione do Qi'"1 * raggiri eglino lapromoveffero e di minaccie aperte, e ;lf/e ft i fecrete trame . La violenza ufata daGiuftiniano contro Papa Sergio fu preludio dell' altra intentata contro Giovanni Sello da Tiberio, ch'era fucceduto nell'Imperio a Leonzio ; e la pronta difefa , che le milizie n 1' Bibl '" Italiane lomminifharono al primo, [a] continu eziandio foftenere il ) 'f fecondo, con tanto maggior vituperio della Greca potenza , quanto maggiormente viddefi allora protettala ragione dalla forza, & afficurata l' indennit della Sede Apoftolica dalle arme fedeli degl' Italiani , & in un certo modo li Greci meuefimi divenuti Latini , foitenitori dei Celibato de' Preti , e de' Diritti della Chiefa Romana . Conciofiacofache non vi fu et, in cui pi lungamente regnalTero nel Pontificato li Greci in Roma, promoffivi dagl'Imperadori i Oriente con intenzione dihaverli parziali ne' dogmi della Fede , facili condifeendere alle loro richiefte, come dipendenti li rimiravano e per qualit di vaffallagio, e per inclinazione di nazionalit . Quindi avvenne , che doppo Benedetto Secondo fedclfe nel Trono Pontificio hora Giovanni Qumto Siro, hora Conone Thrace, hora Sergio Siro, hora Giovanni Setto, e Settimo della Magna Grecia, hora Sifinio Antiocheno, hora Coftantino, e Gregorio Terzo medefimamente Siri , & hora Zaccaria Greco , in modo tale , che nel lungo coifo di ottantafette anni , i dieci Pontefici appena un Papa folfe non Greco , che fi Gregorio Secondo Romano . Ma quel Dio, che [ b ] tranjh per medium K[ationum , e che gi ditte , [ e ] T^ationes b Dtut mihi erum fubditx , timcbu.it me audientes B^gei borrendi in moltitudine e s*?itnS* 2 videbor

'

Sisinio.

3x4
vdebor bonus,

Secolo

Vili.

in bello fortis, dilegu talmente le mal concepite fpeGreci Monarchi, che non mai forf maggiormente 'con lande i ranze de' pi Apoftolicacoftanzafi oppofero iPapi a i tentativi de'Grecr, che quando eglino Greci di Nazione prefero contro loro la protezione delle giufiiime ragioni della Chiefa Romana. Onde da orgoglio!! , e minaccevoli divennero loro mal grado cos humili, erimeffgl'Imperadori, che non altrimente che tocchi da iftinto fopranaturale , eglino fi vidderofupplichevoli richiedere oracoli dalla PrimaSede , e non gii pi forzad' armi, di machinati tradimenti, mi dimoftrazione di riverentiilma, e publica foggezzione, profrarfi con l' animo , e col corpo a' loro piedi,come render palefe il corfo dell' Hiftoria , che foggiungiamo [a]Juflinianus %f!*u' !tI Imperatori dicer [6] Anaftafio, proTomis, quos ante fub Domno Sergio ^Apo.

&

tero, reaf ime di

floltca

V'^tnafaMbi/in han.7.

memoria Pontfice'^gmamdirexerat in quibus diverfa Capitala Rpmana Ec e lefi a contraria inerant (e quefti Capitoli erano gli accennati Canoni TrullaniJ duos Metropolitano^ Epifcopos demandavit , cio Giovanni Sacram , per quam denominatum Tonttficem Settimo , dirigens per [eos
conjura-pit

& quacumque
ret.
1*

& adbortatus

&

ejl ,

ei vi/a effent, ftabtlirct y e*

ut ^poftolica Ecclefa Concilium congregar et , qua advcrfa, renuendo exclude-

il Papa, e con favia avvedutezza , per non efaccrbare Cefare con una pofitiva condanna, rimandoglieli perii medefimi meffifenz' alcun fegno di approvazione; eflendoche [e] eosnotirece-

Ma

rigettoili

animo

di

*<M.M7eft pifie, videri poterai condemnafle.


5*,

nrit.

A-

3*S

Costantino.

CAPITOLO
Marzo
Piaggio del

IL
li

CoftantinoSiro, creato Pontefice


708.
,

7.

Papa da Roma a
i

Coftantinopoli

[u coftanza

in rigettare

fue ree

Canoni Trullani. Filippico Imperadore, e qualit , berefia> e morte. Succejfone all' Imperio

di Anaftajio.
'

Efito
ti

ritare Cefare i

poco favorevole dell'accennata Legazione in vece d'irun publico riferimento, eccit in luifecreil

ftimoliiprofeguire per altra parte

fuo difegno; e per-

vadendoli nella variazione del Pontificato variati li ferimenti de* Papi , fcrifTe un* honorevoliflma Lettera Coftantino, ch'era fucceduto Sifinio, invitandolo con calde preghiere portarli Coftantinopoli , affine di ftringerlo maggiormente con la efficacia della preienza all' adempimento de' fuoi defiderii per la confermazione desiderata de' Canoni Trullani. Non pofe in difeor- viaggio dei p dP3 lo Coftantino di compiacere alle voglie di Giuftiniano, anzi giudicando a Coitanctnopou. in un certo modo neceifaria la fua perfona per la terminazione di un tanto affare , fatti preparare nel Tevere i Navilii , nel quinto [a] giorno ^nojo*. di Ottobre falp dal porto di Roma, pattando quindi in Sicilia, ove diSM in cefi, [b] che col folo tocco egli rendette falute a un nobile infermo. Ac- h ^f' c *Jant * compagnarono il Papa due Cardinali Vefcovi , cio Giorgio di Selva Candida, e Niceta di Porto, tr Preti Michaelio , Paolo, e Giorgio, e un Diacono Gregorio , che col nome di Gregorio Secondo gli fuccelTe poi nel Pontificato , e molti Principali Miniftri dalla Corte Pontificia il Sotto [e] Decano del Clero , il Decano degli Avvocati [d] Conci- e StcunictriHt.\ rimHt Dtftn% (tonali , il [ e ] Teforiere , il [/] Secretano de Memoriali , & il Da- fJ. e uctiurius tario, [g \ con altri del Clero non [ h ] pauci * che davano egualmente , e ricevevano venerazione , e grandezza dalla Maeft prefente del gJSSRiic Pontefice . Quindi egli radendo i lidi di Reggio , e di Cotrone paf- vid e HUrotix.Ma, c so a Gallipoli , dove per morbo contratto rimafe morto il Cardinal i Una&,m* Niceta , & avvanzandofi la ftagione nel freddo fu elfo coftretto di pattare in Otranto 1' Inverno lllic , foggiunge Anaftafio , Tontifx figillum Imperiale per Theophanium Bggionarium , continens ita , fufeepit ut ubi denominatum contngeret adeJJ'e Tontificem , omnes Judces ita eum bonor:fic fufeiperent , quafi ipfum perfonaliter Imperatorem viderent Da Otranto fatt' alto per Levante , corteggiando la Morea , pervennero all' Ifola di Coo , dov' egli ricev gli offequii di due Cavalieri" della Corte , deftinati da Cefare complimentarlo Mi fi pi fontuofa la pompa della Cavalcata , che da Coftantinopoli ufeigl* incontro , quando rifeppefi profumo il fuo arrivo. Tiberio il Figlio
'
.

Tomo IL

dell'

Costa*'

^26
c eI1
'

Secolo

Vili.

iUOiid

bcamaurt,de<j t tr 9

c*LiM%m,
.vi t>A4fl.

&
.

Morturcoi.vero
,

Im P eratore con tutt0 ** Senato , Ciro il Patriarca della Citt con tutto Clero, e confufamenteHuomini, e Donne, Nobilita, e Plebe ,[ a] omdiemfeflum agentes , fette miglia fuori delle mura , difpoiti nes Utantcs , in vaga ordinanza attendevano il Pontefice , e precedendo i Deftricri di Palazzo [a] cum SellaribHS Imperialibus , [elfo &fr#nis inauratisi fmul mappulis , fu accolto Coftantinoconimmenfe acclamazioni, e in mezzo al Figlio di Cefare , & al Patriarca di Costantinopoli , cum[b] Camelaugo, uteftfolitus R^ma procedere , entrando nella Citt and pofare nel fuo Palazzo di Placidia [b] Dominus autem Juftinianus Imptrator, fiegue Ana a fj Qj aU(ijem e jus advcntum , magno repletus gaudio, T^caa Bithynia ut debuiftet Tontifex occurrere mift facram gratiarum attiene plenam , Tsjjcomediam , quod fatlum eft . In die autem , ipfe venirci "T^jcrta qua f invicem viferunt , %Auguftus Chriftianiffmus cum E^egno in capite fefe
'

il

&

&

&

&

&

proftravit , pedes ofculaus Tontificis : deinde in amplcxum mutuum corritee conferenzequi- runt . Et falla ef Utitia magna in populo , omnibus afpicientibus tantam
te
c

"

Cefrf!"

cid,minGrtg.n.

a vtdiii Ponti/. d strgi$i tfnjjtgtttn-

c ^naji.Eibi.in covftanr.

humilitatcm boni Trincipis . Die vero Dominico MiJJas Imperatori fecit y communicans Trinceps ab ejus manibus , proque fuis delitlis ut deprecaretur , Pontificavi poftulans , omnia privilegia Ecclefia renovavit , atque Sancii ffimumTapam ad propria rev erti abfolvit . Quali conferenze , e quale fcambievoledifcorfopalfatfe Cefare col Papadoppo un fatto cos celebre , un viaggio cos lungo , & un ricevimento cosi nobile , bench per fcarfezza de' Scrittori non ne rimanga a' Pofteri chiara la notizia, nulladimenodaci, che in [e] altro luogo foggiunge il fopracitato Analiafio, rendef palefe , rinvenendoli l'urgentiffima richiefta di Giuftinianoperla confermazione accennata de' Canoni Trullani, e l' inoperabile coltanza i Coftantino nella ripulfa di elfi cGnque' forti motivi , che habbiamo [d] altrove accennato , e che al primo loro fuono diedero per difperata Cefare l'imprefa. Sicch fi part il Pontefice con laude degna di tutta la Poilerit, checoniderollo non infiacchito dagli honori, n prefo ai laccio degli appiani! , quali negli animi nobili fanno pi forte breccia, che le minaceie [e] Egrefius igitur l^icomedia , conchiude l'allegato Scrittore, crebrisvalctudinibus Tontifex attntus , tandem fofpitatem Domino tribuente , in.

&

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\Tco[h.inam,i.

maximamTopuli I\pcolumis adportitmCajet\pervenit, ubi Sacerdotcs manireperit multitudincm: acvigefmaquarta diemenfis Oclobris [f] Etmani omms populus exultavit , atque Utatus eft . ingreftus ef , Terminato il viaggio , udifli lo feoppio della nuova tempefta , che fufcit nel mare della Chiefa il nuovo Heretico Imperador Filippico. [,g] Toftmenfestres, dice Anaftafio, lugubre nuntium per fomiti, qudjujintanus Orthodoxus Imperator trucidatus e(l,& Vbilippicus HjreCbridianiffimus , ticus m Imperiali promotus eft arce . Fu Filippico Huomo di vana fortuna Soldato di profefione, [ h ] cognomento Bardanes , in colloquio facundus , induftriaulla atque prudens habitus, fedinatlionibusfuis abfque gravitate , vivens,extnmam [ibi infamiam parans . Conciofiacofaverfans, turpiterque prenunciatogl da un Monaco A ftrologo Monothelita l'Imperio, che
,

&

&

&

per renderfegli grato giur di abolir dal Mondo la memoria iftelfa del It avyefefto Sinodo , e di riftabiire in Oriente 1* Herefa de' Monotheliti nei primo punto, avveroila ei pofeia troppo pieEfModcrandi rata dal cafo la prometta <-" namente ancora nel fecondo; poich acclamato Imperadore t Cancelei
.

[/]

lare, e radere dalle pareti tutte le Pitture rapprefentanti nonfolamentcil


fello

Capitolo
Tcfto

IL
,

Sinodo , ma tutti gli altri cinque Concilii Generali, una confezione di Fede affatto heretica, efacrilega, come foriera delle fue mal concepite intenzioni Tal principio i empiet che oltrepaffava il fine di o?ni fceleratezza, commoife talmente l'animo del Pontefice, che Commozione dti opo ' per disfar ci, che Filippicohavea fatto in Oriente, f dipingere in molte foKaiIi? Chiefe d* Occidente , e particolarmente in quella i San Pietro l'Hiftoria de* fei Concilii Generali, ribattendo ilfacrilegio del nuovo Cefare con armi opporte di venerazione agli accennati Sinodi, ediabborrimentoalfuccedato attentato . Alla [a] favia rifoluzione del Pontefice concorfe volont- ,$ riamente ancora il popolo Romano, che band dallo Stato le monete con l'impronta di lui , e le di lui medefme imagini , efecrandone eziandio l'ombra, e la vilt. PerlaqualcofafeguironoinRomafrCefarei, e Romani uccifioni, e tumulti. Ma non curante Cefare di quefte Iterili dimo.
;

Costan& al Papa mand TI NO

327

, tutto il fuo penfere pofe profeguir imprefa dello stabilimento de' Monotheliti in Oriente , aggiungendo fproni chi gi da s correva, il Mago feduttor Monothelita, con prenunciargli lungo , e felice V Imperio , s' egli aboliffe dalla Chiefa il fefto Sinodo . Per lo eh' egli , che vogliofo ritrovavfi di goder lungamente l' aura di quella fornma grandezza, accalorendof vigorofamente all' opera, diedele ben torto principio con efecrabilirfimi mezzi . E cominciando dal Capo per abbatter pi facilmente tutto il corpo, depofedal Trono di Costantinopoli il Cattolico Patriarca Ciro , rilegandolo in eslio , fotto pretesto perch'egli foffe

ftrazioni di fdegno negli Occidentali

l'

Mo'noVheiticoi
croi cattolici.

intronizflato promoffo quella dignit dal crudeliflmo Giustiniano; della fua fazione , e sfacciato , e perfido Monothezovvi Giovanni

&

Huomo

quindi pofeia in ogni Citt depofe Prelati Cattolici, inalzovvi Heretici ; onde intimoriti gli Ecclefaftici dal furor della nuovaperfecuzione, per non abbandonare il porto, abbandonarono vilmente la Fede, e ftrana faccia mutarono tutte le Chiefe d'Oriente. Pervertiti in tal guifa li Vefcovi , egli allora convoc in Coftauunopoli un Concilio per contraporlo al fefto Generale , eperiftabilirl'Herefiaconapplaufo, e pompa. Vi convennero con gran concorfo gli Ecclefiaftici , i quali presiedendo il Costantinopolitano , fu in eflb concordemente condannatala fentenza delle ue volont Gies Crinito , fenza che alcun' oliarle i feiorre la voce in difefa della cau/ Cattolica . Ma in tanta mutolezza i lingue appaflonate , e timide ferii fentir Dio con quell' hornbil fuono, che riabbiamo tante volte udito nel lungo corfodi quella Hiftoria, sbalzando dal Trono Imperiale mVi^'d?" Tipichi cos facrilegamentehaveva profanato l'Ecclefi artico, con tanto mag- co gior horrore , quanto che , non ancor prFati fei meli dal mentovato Conciliabolo, fu acciecato Hlippico da' Ribelli, e relegato in luogo, di cui npurgiunfe noi memoria, e fama del nome, [b] Biennio Imperli Thi- \>Tht*pi ittArmi. lippici tranfaflo , dice Y Annalifta Greco , C ir coque natali t io cura Trafmiviciffent , vifuni eft Imperatori , Sabbato Tentt coftts equitem cum fufeeptione , ac organis ingredi , lavar i in publico balneoZcuxippi, cum civibus profapia antiqua prandere . Cum autem meridie requiefeeret , repente ad auream portam introtvit Rufus primus (iratornm bfequii , cognomento Euramphi , Tbeodorus Tatricius Myancii cum tixatis , quos babebat in Tbracia ibernatisfui; fc(ltnaris in 'Palatium invenitTbihppcum meridie quiefeentem , comptehenfum eum duxa furfum inOratonum Trafmorum , illiccjus aculos eruit, nullo fetente . In craftimm autem , idefi Tentecofte , coacervato
lita:

&

&

&

&

& &

inma-

CostaTINO
ffi
l

^g
in

'

Secolo

Vili.
Artmiut a fecretis
il

magna

Ecclefia populo eoronatus efi

diftus

mutate
gli

5npe"o
ftafio.

di

nomine ^fnaflafus . e Tolto dunc ue Ana


I -

&

mezzo

l'

Imperador' Heretico ,

Cattolico, che

faccefle, die fubito lampi di fincerifiuna Fede , dichiarandola incontanente con Editti publici , e con una fana confeifione ,'xh' egl' invi al Pontefice
bui.
i

a ^tnafl.

per

enfi**.

il fuo ifteflb Efarco d' Italia . [ a ] T^pn poft multo* dies , racconta quefti {uccelli Anaftafib Bibliothecario , [cripta venere SicUienf infitta , qua

nuntiaverunt , qud Thilippicus Hareticus principali vertice depulfus efet, *Anaflafus Orthodoxus jtugujlus feeptra regalia gubernanda fufeepifiet # Tunc Orthodoxis exultatio magna , tenebrarum autem dies cuntlis Hareticis fuperfufa efi . Tofl aliquod vero tempus Scbolafticus Cubicularius Tatricius ,

&

&

Exarchus Italia venens%pmamdetulit[ecumSacram lAnajafi Trincipisy per quamver feOrthodoxa Fidei pradicatorem , Sancii Sexti Concili confer rem efe omnibus declaravit; quam ita peri'exit J^rPontifici obtulit , vennam . Cos Anaftafio . Il Papa al lieto annunzio della morte dell'empio, e della efaltazione delgiufto, fped fubito a' Co/lantinopoli in qualit i Nunzio il Cardinal Michaelio , per paifare ufficii di gaudio col nuovo Cefare , e per aprire Tribunale di remiflone a i Vefcovi caduti , i quali riabbracciarono la Fede con la medefima faciliti, con cui X havevano abbandonata , rallegrandoli communemente tutti , che eftinto il Tiranno , riforgefle vigorofo in quelle parti il Cattolichifmo

&

&

&

A-

. .

CAPITOLO
Gregorio Secondo
,

3 xy
rt

*m

Gregorio
li

III.
li

creato Pontefice Maggio 714.

n
.

Culto delle Sacre Imagin antichiffimo , e provato


autori

Primi

Leone Ifaurko Imperadore , fue aifpofizjoni contro i Manichei , e conS* Germano Vefcovo di Coftanti* tro le Sacre Imagin
della

Herefia

de$

Iconodafti

e fue Virt, Decreto Imperiale in abolizione delle Imagin . Opposizione del Popolo di Coftantinopoli .
nopoli
,

Libraria famofiffimad Perfecuzjone contro i Cattolici Costantinopoli . Miracoloji avvenimenti in confermazio.

ne del Culto delle Sacre Imagin


.

Operazioni

Scritti

Lettere di S. Germano. Gregorio Secondo , fua Santit, t Dottrina Alienazioni de* Rimani , e degFltaliani contro

Leone
.

Mnaccie di Leone

contro

il

Papa Due
.

cele-

Secondo [opra il Culto delle Imar gini Nuovo Editto Imperiale contro le Imagin . %gvoluzjone degl Italiani , e Congiure machnate da Leone conbri Lettere di S.Gregorio
1

troilPapa.

fyma

liberata dall' idjfedio de* Longobardi

per opera di S. Gregorio Secondo * Nuove crudelt di incendio di tutte le Imagin . Hijloria del taLeone, glio della mano d S. Gio. Dama/ceno . Depofizjone violenta di S. Germano dal Vefcovado d Coftantnopol

&

Generoftt delle
9

Donne Cofiantinopoltane. Scommunca conagtItaliani di pagare iT ributta Ce] are .


'

trol Imperadore, e Vefcovo intrufo di Cofantinopoli, e prhibizjone Pontificia

hora contro *<*. [a] il Padre, hora contro [b] il Figlio, horatontro [e] lo SpfJ JSta* rito Santo, e con eguale beftemmia contro [d] Gies Chri- * Ntftort,&'E** fto,idilui[]Sacramenti,e[/]Gra2a, fejecontrola Virgimta, e Madre di Dio ;difperata finalmente di poter abbattere p*i*gio. C ecs? alti mifterii , fi rivolfe quafi fianca con pi baffo , ma non *;?'{* h j*"}9nu St*meno empio dileguo ad oltraggiarne le Imagini, eccitando quindi nella Ch iefa una delle pi durevoli , e formidabili perfecuzioni , che haveffe final- St '5t lorafcatenato l'Infrno contro il popolo de'Fedeii. [ h ] Hincconcufla efifi*m,&B*/iiim.

51'Herefia, che ne'fette Secoli trafeorfi incrudel

?t^
f

^X

Mun-

Gregorio
Herefia degi'ico C
nociafti
,

^q
&
rectpitur is , cujus

Secolo

Vili.
:

Mun ^HS ^ Ice un ^znto e S rave Autore , negatus eft Cmftus pervenerandam Deipara , Sancii omnes per Imagnii enim receptionem Jmaginem fuam ,

&

eft Imago, ftcut contra,per rejeclionem rejicitur. Hinc ebullit perfecutio3 &Tatriarcba rclegatuseftySacerdotes, atque Epifcopi, Monachi,

S oculare s fantliflmi,
que cruciati
cisy
:

alii exilio

& carceribus

&

addifti, alii verberibus

fame-

nominili etiam enetJi . Hinc extorres in montibus , in fpeluncavernis terra , qui Deo mortale nihil pratulerunt . Hmc diruta tempia , Sacra profanata , divina donarla igni tradita , clamoreque, ut paucis dicam ) direptione piena omnia. Dovendo Noi dunque tal (

&

&

&

&

racconto ordinare , necelfaria cofa reputiamo di premettere la notificazione del dogma controverso, onde maggiormente chiara apparifca l'empiet degli Heretici, e la giuiUziade'Cattolici, e refti
il

Lettore non

meno

ammaeitiatodagl'infegnamenti, che informato daifuccdl, chefoggiun-

giamo
a

F " tant antica T adorazione delle Imagini nella Chiefa di Dio , Inc hc n'e iuch<e u degli Hebro. quanto fu antica la Chiefa di Chrifto nella Imagine, che di effa rapprefent Dio al Mondo nella Chiela degli Hebrei, Ondeleggiamo il comane x 25. do del fupremo Legislatore, che[#] fiponeflerofopra l'Arca le Imagini da de'Cherubini che [b ] s'inalzaffe il ferpente di bronzo , e fi veneraffero con
-

n v

divota rimembranza eziandio molti corpi , e fegni materiali , inanimati, cio l'Arca, il Propiziatorio, il Tempio, i libri facri, la Terra del Rovo di Mos, il primo, e fecondo giorno del primo mefe, come cofe indirizc s.*A*g.m>.ie zate tutte al fuo culto, delle quali elegantemente dille S. Agoftino , [e] Hotrink.eof.io. norem tanquam Religicfa pofiunt h-xberc y ftuporem tanquam mira non pofExod.io.& ami. f t. E f alcuna volta pare che [d~\ vietalfe Dio agli Hebrei qualunque Ex''Th!oTorttu culto alle Imagini manufatte, [e] cifii, perch'egli prohibtal'Imagiq*ft.\s. Ex.& ni l'adorazione di Latria, ch'blo dovuta al Sommo Dio, perche preci^Sul'h'Ts'. famente parl degl' Idoli , alla cui venerazione erano inclinatiflmi gli Hebrei. Effendo che altra cofa fi Idolo, altra Imagine: L'Idolo rapprefenta una imaginazione falfa di oggetto non vero , e non degno di adorazione, quale fu Giove, e gli Dei della Gentilit, i quali non mai furono, f pure furono nel Mondo, viffero fri mortali fenza cognizione del vero Dio, fenza honeft di coftumi, e fenza imaginabile fondamento , onde rendere loro fi debba venerazione divina, culto fopranaturale ; e peri i.ACrinthX ci dille S.Polo, [f] Idolumnihileftinmundo, & altrove [g] Quid ergo ? a Mi* 10. Dico, qudldolumjh aliquidi eS.Agoftino [h] Sicfunt, qui colmi Idola , ^'. quomodo qui in fomniis vident vana, e pi diungo [ / ] S. Girolamo affovfra^tc"! i s.Hier.incap.i. miglia l'Idolo alla Herefia , dicendo , che ficcome l'Herefiaunafalfaimatac *' ginazione, cosldlouna vanarapprefei-tazione . E tale forte di rap : %z*7haT. prefentazione appunto prohib Dio negli allegati precetti , e non le Imagini di oggetti fuiilftenti } veri, e di perfone degne di honore per l'eccellenza fopranaturale della grazia confumata , e della gloria , che pi perfettamente le congiunge Dio , eleriferifce Dio, quali fono le Imagini di Gies Chrifto, della fua Santiflma Madre, e de' Santi, cui con ogni forte di fegni efteriori di rifpetto fi rende honore, non afolutamente in loro feife, poich eilendo elleno inanimate, non fono capaci di meritare tale oifeqmo; ma unicamente per relazione agli originali, che rapprefentano, la loro venerazione, \?fr!mbT? coronati di gloria da Dio, al quale in fine fi rifenfee * Tofulus Cbriftianus memortas culto. E per ben difle S. Agoftino ] e r D Marty-

&

'

Capitolo
Manyrum
nem
men,

III.

fed ipji Deo Manyrum facrificemus , quamvisin conflituamus altaria . Quis enim lAntiflitum in locis memorias Martyrum Santorum corporum afjjlens altari aliquando dixit Offertmus tibi, Tetre aut Taule, aut Cypriane t Sed quod offertur, offer tur Deo , qui Martyres coronavit , apud memoria* eorum., quos coronava , ut ex ipforum locorum
ut nulli

&

ad excitandam imtatioBgligiofa folemnitate concelebrat , eorum confocietur , atque orationibus adjuvetur ; itataut meriti*

&

331

Gregorio
**

Manyrum,

admonitione major ejfeftus exurgat. Cos egli, il quale in altri [a] luoghi lungo defcrive, quanto differente fia il cortame de' Cattolici nelle adorazioni delle Imagini, da quello de Gentili nell'adorazione de'loro Dei. E Te avviene , che dipingali fotto imagine corporea la Divinit incorporea del Padre , del Figliuolo, dello Spirito Santo, l'uno in forma di Vecchio, l'altro i Giovane, e il terzo di Colomba , di Fuoco > di Vento, verointgura [b] di belliffimi Donzelli alati que'Beati Spiriti , che Angeli chiamiamo ; ci proviene, non perch'eglino habbiano corpo ma perche fotto tali rapprefentazioni ci vengono molte volte deferitti dalla Sacra Scrittura, efoctotali forme fono moke volte apparfe agli huomini le perfone della Santiffim a Trinit > e gli Angeli per noltroammaellramentoj Quod [e] Scripturafacitverbis , dice il Valdenfe, cur Jtrtifex non facet Jfwiis % Jtn mans peccatum circa hanc rem invenit peumcillus , qum L ,H -s^xi/r n r r penna? Imago, quam Luterai Onde liegue, che \d\ bench non ha un ciprelfo dogma di Fede, n da alcun Concilio comandato, chefidipinga la Santiffima Trinit fotto tali figure , tuttavia non fi deve porre in dubio , ellere diretta dallo Spirito Santo la Chiefa nel rapprefentarla fotto la forma, ch'ella ha prefa, fenza che perci fi pretenda di efprimere la Natura Divina, la quale non fi pu dipingere, come fi dipingono le cofe Corporali, in conformit di quanto infegnaronoi Padri [e] dei Concilio Tridentino, che impofero i Vefcovi l'iitruire i loro Popoli, Che le Hifiorie della Sacra Scrittura non fi propongono fine , che giudicare fi debba la Divinit corporea, e materialmmte foggetta alla potenza vifiva, come malamente iiftputa a'Cattolici Calvino, [/] lungo riprovato, e convinto dal dottinmo Bellarmino, [g] Nel qual propofito pu grullamente cadere in dubio, da qual tempo ufaife la Chiefa di dipingerei! Padre Eterno in forma di Vecchio, e lo Spirito Santo in figura di Colomba, con efporne le imagini alla publica venerazione de'Fedeiij' Dubio forf o non giammai promof1

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(o, nonbenefciokodachHpropofe. UBaronio, [h] nelle annotazioni hvidtBar.an.717dei margine alla feconda Lettera di S. Gregorio Secondo d Leone Ifaurico, afferma, che in tempo di quel Pontefice non erano in ufo tali pitture. Tofiea ufuvenit, dice egli, ut pingatur in Ecclefia Deus Tater, Spiritus Sanius in forma feniorts , fub imigine Columbi e forf ci egli dille col fondamento delle parole dell'allegato S.Gregorio Secondo, che iscrivendo aU'Iconodafla Imperadorc Leone Ifaurico foggiunge , Cur Tatrem Domini Jcfu Chrijii non oculis fubjicimus , ac pingimus\ "sfontani quis e% non novimus : Deique natura fpetlanda proponi non potej, acpmii. Ma Noi al contrario in quella nortra Hiiloria riabbiamo altrove narrato, che fino Vt ,i!p <>n' ifi^' dal [ i'\ Quinto, \\(\ e Sello Secolo, cio cento, e quafi ducento anni avanti il Pontificato di S.Gregorio Secondo, il perfido Xenaj a alienile, Effepue- rL..p%'! ?ntf\rilis animi fatum , fingere in Columbi Idolo ter adorabilem Spiritum San- k ;.' t~Um\ e che l'empio Severo Columbas aureas , argentea* informam Spi- "u&t/Z^M.

&

&

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&

rittis

Gregorio
**
.,
.
.

^^Z
ritits

Secolo

VI IL
;

v r iclibTl mata in Mofaico qualche Imagine[ a ] rapprefentante il Divin Padre, alqfium meno una ano indicante la Potenza del Padre Eterno il che dimoftra i'elil'*" V t tali fi re molto anteriore alla et allerta dal Baronio , & ali'after&XiT&f% fte^ a & dthaer<i%ayna* zione medefima di Gregorio Secondo . Onde Noi vogliamo credere, che : tSSrSSru ilcoftume di rapprcfentare Dio Padre in forma di Vecchio, e lo Spirito runa Santo in forma di Colomba fia antichifimo nella Chiefa , e fin da'primi Secoli piatticatoda'Fcdeii, f bene raramente, per la ferocia delle perfe-

altana appenfasftbi appropriava; &inal; Sanciifapercimaalavacra, fondate avanti l'et di S. Gregorio Secondo vedef fordi cune Chicfe

&

Roma

tf.

, per lafcarfezza delle publiche Chiefe, o per qualche arcano nella %ui-azionedunMifterio, che dagl'Idioti potea fmboleggiarf in pervertimento della femplcit della eifenza Divina, e della tnultiplicit* delle perfone ; per lo che pot aflerire quel Pontefice , e commentare il Baronio, non effer'elleno allora in ufo, com' folito dirli, non eflerein ufo una tal cofa, checommunementedatuttinoniefercita, parcamente da pochi fi prattica . Quel tanto dunque , che habbiamo notato nella Chiefa antica degli Hebrei , con non interrotta durazione continu in quella de' Chrifiiani , e per cofa memorabile leggefi nelle Hiftorie , che Gies Chrifto h Jfid?onbub. medefmo mandane la fua propria Effigie all'Abagaro di Edeira, [b] HiflorU ' 4.*.i 7 quoque prMtitmeflidke S.Gio.Dmjifceno, cum .Abagarus Edefttf Hex ee no~ imagmem exprimeret, nequeidpiclor oh plen* GuSIcS/hlfin' mine pittore w mififlet , ut Domini abantiquo. doremexipfmivuUomanantemconfcquipotmfiet, Dommum ipfum divina fu#,

cuzioni

'

e imprejjffe , fcque ilutipfius cupidha fatisfaceret > mififfe. Cos S.Gio.Dac mos vdtapud mafceno , e cos altri [e ] molti autorevoli Hiltorici , che narrano quello fat&ar.*n.\i.H.6i. t0j e j e jnfigni Vittoriexiportatedaldh oto popolo di Edeffa contro Cof-

ac vivifica faciei pallnm admovjje , maginemque fuam

ludadlAbagarum

i MAtth. 9.

M%f 'J

i*%

droa R di Perda in virt di una tanta Imagine . N meno illuftre fi refeper prodigiofi fucceffi la Statua di Rame , che Gies Chrifto erger fece nella Citt di Paneada , detta Cefarea di Philippo , quella Donna, che dal [d] medefimo Gies Chrifto fu miracolofamence fanatadai fluffo di fangue, [e]
Mulierem tllam fangumis profluvio affliefatam , quam SanBorum Evangeliormi tefiimonio a Salvator suojtro morbi rem ci um tnvemjje cognovimus , ex eaCivitateoriundam, illufqne

domum ibi ftendt ,


,

quafi trophxa ad hoc tempus durare memorante in eam beneficii monumenta manibus domus dlius meam mulieriseffigiem fiexisgenibus, Troforibus emm in anterwrem partem extenfts , fuper editimi lapidem collocanftar [uppUcamis tavi buie regione* viri ereclam imagmem ex eadem materia confatam , veftitt* ad talos demifjo decenter ornatam>& manum mulieri porri^c/ucm, ad cujuspedes m ipja loft pertgrimm quandam , inufkatam berbafpt clan enafe 3 quam qui:

&

& admirabilia quadam Salvator &

is

&

dem 3 ubi ad xneiveflitus fimbriam exereverit , morbi t ujujque generis medicandivim facuii atem babere.Hancfiatimm, effigicmjcju exprimeredkunty quam adnoflram ufqueatatem manentem , ipfiad cam Civii atem profecli oculis cernebamus. T^ec piane mirum, eos } qui ex Gcntiitbus prognati, Salvatore , dum inter

&

bencficis affetti fuiffent, ita fecife*, cum&nos Tetri , Cbrift ttiam ipfus imagines in pitiims colorum varie* Tauli lApoflolorum, Cos Eufebio ; qual nobile motate expreffas , confervatafque afpexerimus numento di facra Antichit tu abbattuto pofeia dal perfido Giuliano Apo-

bominesvivebat,

&

&

''

r\
'

che fece [/] riporre in luogo di eifa la fua efligie, la qualefinconunfubitaneo fulmine, chetutta rinveifolla, tronca tancntecol 1 ta
ftata,
-

piedia

Capitolo 111.
piedi, e di teda.

333

Gregorio
.

N i primi Chriftiani furono men pronti , e divoti Tert ]. n * rapprefentarc l'Effigie del Salvatore [a] foprai Calici in figura i Pallore, )Jk,c.i\&\o. che portafopra le fpalle la Pecorella fmarrita, quella della fantifima fua Madre , di altri Santi Apoftoli , come in teftimonianza del culto Religioso, che fin d'allora fi portava alle Sacre Imagini. Anzi non folamente nelle prime et rapprcfentavafi , &adoravafi Gies Chrifto in forma diPafto>fl4r.*.fc:.M4. re, ma eziandio in forma [b] di Agnello; e perche con la lunghezza del tempo l'ufo pattando in abufo dipingcvafi un'Agnello in croce in luogo di Gies Chrifto Crocififfo, e fpefie volte un'Agnello dirimpetto S.Gio. Battifta, che coldito dimoftrandolo, come f quello folle il vero Verbo Incarnato, diceva, Ecce [e] jLgnmDey quindi [d] fu che i Padri del fefto j JM-'Sinodo prohibirono, non che non fi dipingerle pi l'Agnello per rappre- u. %*!$"$. tentare Gies Chrifto , ma ch'egli non fi dipingeffe pi dimoftrato col dito ad c*r "L> % 2 da S. Gio. Battifta, vero pendente nella Croce in luogo del Grociftfto; d'?ccn/tlr,d.\ .c'. evie [e] chi prova con fondate ragioni > la confecrazione, benedizione %*v*t' s b<>delle Cere con l'impronto dell'Agnello rapprefentante Gies Chrifto effe- nardi""de antiq\ ^gnusDti. re antichiflma Tradizione Apostolica , e perci fin da quella prima et venerata, epratticata da'Fedeli, tutto ci che [f] dica l'empio Calvinifta Philippo Morneo , che chiama molt'Ecclefiaftiche cerimonie, e tra le al- j}tr .Z^uitath lp. r tre quefta della Cera bvnedettZjSacramema Antichrifli , e riferifee la benedi- a^ s f' /J %. e t em zionedell'^wa* ad AkfTandro Quinto, allora quando quefto Pontefice[g] 1117. "oqLf/m
.

^^

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0? ~

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'

mandonne tr in dono a Giovanni Paleologo Imperadore


li
.

di

Coftantinopo-

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d,a&
^j'

li moderni Iconoclafti per l'abolizione delrapportano un [h] Canone dell'antico Concilio di Elvira, in cui le Imagini que'zelantimmi Padri prohibirono le Pitture de' Santi in parietibus de Tempii: nulladimeno, qualunque fufiftenza di verit habbia l'allegato [r] Canone, eglino le prohibirono non nelle Tele, nelle Tavole, che facilmente fottrarre fi potevano agl'infulti degl'Idolatri, mdipinte nelle mura de'Tempii, ed infepar abilmente efpofte al furore de' Gentili, che le oltraggiavano , come nel C ,'odice [ tQ prohib Theodofio , che non fi fcolpifle in Terra la Santa Ci oce, per renderla immune dal calpeftamento de'piedi. Oltre che travagliando allora la Chiefa nella depreffione della Idolatria, che ancora durava nella fua forza > ella volle togliere i pi femplici convertiti Idolatri quella pronta occafione di fcandalo nella rapprefenta2one di oggetti la cui venerazione potea pervertirfi in Idolatria, particolarmente dipingendoli il Padre, il Figlio , lo Spirito Santo , i^c , [ / ] come dice il Mendoza, vefano Etbnicorum errore putarent vel ipfa Gentes , rei Liith olici fimpliciores , Deumnoflrum, verum, aternum, invifibilem ,ut quidecporeum, idolorum fluita imtatione pngi debere , autpofe y ideoimagines invifbilis Dei in Ecctefis ptngi , Hifpani Epifcopi interdixerunt . Dal che pu parimente dedurli, che li VefcoviSpagnuoli non prohibiflero gneralmente tutte le Imagini , ma quelle folamente , che efprimevano le Perfone divine, pi facilmente habili ad eifere apprefe per Dei dagl'Idolatri , e per corporee da'pi femplici Chriftiani Ma ci che rende pi chiara la
,< .

Ma con pifottile malignit

("jaLmu
Eiibn.an.'.

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Mfndo^uS'..c.s v cari ca'pijrc.u


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efplicazione

e fenfo dell'allegato

Canone,

fi

l'ifteflo

fatto de' Fedeli,


il

quando, havendo la Chiefa pienamente trionfato del Gentilefmo fotto

Gran Coftantino ,

e ricuperata tutta la fua libert nella profetfone publica della Fede di Chrifto, fi viddero allora per tutto fabricati Tempii , inalzati Altari i efpofte Imagini j collocate ftatue facre alla venerazione

com-

ma ne

Gregorio

li di tutti gl'Imperador , Santi Padri, e di tutto il Cielo medefimo che per mezzo loro ha operato in ogni et infiniti miracoli, chefarebbe un eftrema ignoranza, una horribile malizia l'accufare d'Idolatria quello divoto culto , emendo cfa notiflma , non riconofcerfi in querce Imagini

Secolo Vili. gg^ confentimento Pontefici, mune con


tal

di tutti
li

di tutti

li

Concilii, di tutti

alcuna Divinit, ma folo il merito de'loro Prototipi, che li rende noftri interceiroriappreilbDio, al quale relativamente, e terminativamente riducefi ogni loro preftato oflequio , e venerazione, con quella diftinzione di culto, cheammettefi da'Cattolici, cio di Latria al folo Dio in dimo{trazione di fupremo dominio, di Dulia generalmente a'Santi in religiofo culto delle loro perfone, e d'Hyperdulia que pi eccellenti Santi, quale fi la Vergine Santiffima Madre di Dio , in fegno di maggiore offequio verfo reccellenza del fuo merito. In quefto ftato dunque di cofe riavendo continuato li Cattolici con Comma divozione per il lungo corfo i quali otto Secoli , di repente furfe l'Herefa degllconoclafti , che abbattute le facre Imagini , e rinverfate le ftatue , abolirono eziandio la invocazione de'Santi , con quegli horrendi avvenimenti, chepur'horaNoi, come in Cuo proprio luoc ' accmi art0 di deCcnvere Foriere di cotanta novit nella Chiefa di Dio fu da [ a ] alcuni riputato l'empio [b] Manete, dalla cui Ccuola uCciife poi ad infettare ii Mondo b%W/;7 p Ja d L'tycbfZy'f. [b] l'oftinatiflmoFaufto, e l'empio Xenaja, [e] e quindi nel fefto Secolo Sereno VeCcovodi Marfiglia . Ma Manete non parve, che impugnarle ledili ponfi c 4iFt\L riLfag. immediatamente le Imagini, ma intanto le riprovale, perche aderendo ! e ^' che Chrifto non havelfe vero corpo , infer conCeguentemente, non dti&b'd*caifra
a

fattdt

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c.uit.di"im*iin:

nofla capo , econdottieredeqriconomachi; eSereno di MariT^i^r.ml mente dir fi k +s iu ed pruni r\ i'i figlia fri pi tolto apprefo, che convinto per Iconoclaita. Poich egli abbtt qualche Imagine, ma per eccedo di zelo , afnn d'impedire, che alcuni Neofiti novamente convcrtiti dalla Idolatria non le adoraffero come Idoli, e l'alfe Divinit; econfeguentemente S.Gregorio Magno lodandofregolamento, e gl'ingiunfe di riftabil irne, ed inci e?res" 7 ep ^e il zelo , ne biadino lo e t fegnarne al fuo popolo l'ufo Canto, e permeilo dalla Chiefa. [f] Indico y ni'. ditdum ad nos pervenire , feritegli il Santo , qud fratermtas vcflra quofdam imagmum adoratore s afpiciens , eafdem Ecclc'fm imagine s confregit , atque projecit Et quidem yelum vos , ne quid man afa cium adorari poflaudavimus: [ed frangere eafdem imagincs non debufk-, ]ufet babiffe dicamus. Ideino entm pitlura in Ecclefm adhibeiur , ut br, qui litteras nefeiunt , faltem in parietibus vider.do hgant, qux legere in codicibusnon abearum adorata popuilio, ferrare, vfileni. Tua ergo fr.Uirmtas, Interarmi ne/cu haberent , unde feieaquaterna Ittni probibere debuk populus in pi ciurme adoratone minime peccatiam Infiorile coligercnt , cimento di s Yet c os s. Gregorio Sereno, in conformit di quanto inCegna la ?uhtd?ii?iml Chieda Cattolica, ciocche non fi debba adorar la Imagine, Ce nona cor?" relazione del Prototipo, ch'ella rapprefenta Qual maiTimahaveva gi il medefiino S.Pontefice inculcata all'Abate Secondo , che gli havevanchiemin.7-*r-54ft a l'effigie del Sai vadore dei Mondo, refcrivendogli io quefto tenore, [g] mifimus Iwagnes, quas ubi dirigendas pei Dulcidium Dinconum rogaji
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jLonocum

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1!

Wide

Capitolo
:

III.

3 3 j

Gregorio
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tfwte vi/t/c ho&/s *#<* poflulatio placuit quia illum toto corde , tota intentione queris , c/* imaginem pr< oculis habere dcfideras , ut te rifio corporalis
illius vides, ad illum aniridere defideras *Ab re non facimus, fi per mo inardefcas , cujus imaginem vifibdia inrifibilia demonfiramus. Sic homo, qui almm ardcnter ridere de-

quotidiana reddat exercttatum:

utdum pitluram

fiderat, aut fponfam

amans ridere conatur, fi contigerit eam ad balneum, aut ad Ecclefiam ire , (lattm per riam incedendi f preparai , utdevifione qud imaginem Salratoris noflri non Scio quidcm ejus bilaris recedat quafi Deumcolas, fed utrecordatione Filli Dei in ejus amore ut ideo petis Et nos quidem non quaft recalefcasy cujus te imavinem ridere confideras dtrinitatem ante iltam profernimur , fed illum adoramus , quem per ante imaginem , aut natum, autpaftum, auttnthrono fedentcm recordamur:
. , , .

&

nobis ipfa pittura, quafi fcriptura, in memoriam Filium Deireducit , animumnoflrum, aut de refurretlione Utificat, aut de pajjone demulcet : Sancite Ideoquedireximus tibi Sartarias duas, Imaginem Dei Salratoris, Dei Genitricis Marine , Be.itorumquejtpoftolorwm Tetri &Tault continente s ,

dum

&

unam crucem , clarem per fupraditlum Filium noflrum Diaconum , etiam pr benedici ione Sancliffimo Corpor e Vetri ^ipoflolorum Trmcipis , ut per ipfum maligno defenfus permaneas , cujus ftgno munitum te effe credisi Moemrer, thymiama, flyracem, &baljamktn Santlorum Martyrum u e brei rimiic<s. P corpor ibus offerenda, latore pr efentium deferente, tranfmfimus . Cos egli, nodafti. Perloche Noi giudichiamo, cheli primi Iconomachiiiano itati li Giudei , li quali nel loro Thalmud, che ufc alla luce nell'anno 6j6. apertamente alfenfcono, [a] che le Chiefe de'Chriftiani fono tante cafe d'Idolatria . vWai.n*t>r*ri. Onde la prima volta [b] leggonf contro di eifi acerbe doglianze di S.Simo- **# 'v** 2 neStyhtaJuniore, fpettatore di funefti abominevoli ecceil de'Samaritani, 7 io. cheinvafaunaChiefa di Cattolici, ne oltraggiarono , e calettarono le
.-

&

come nuovi Idoli del Mondo, fervendone il Santo con quefti dolorofi. accenti all'ImperadorGiuftino [e] Qui* dabit oculis mets fontem lacrymarum, ut omnibus diebus miferce vite mene fatis ex corde fleam ? Tanta enim , refra feremtate pietate regnante , tanta fcelera , impietaImagini,
tes

Extat Mtp ifi, '*ft-i.ctncn.2.


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i.

ab impiis,

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&

&

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'

execrandis Samaritanis in fantlum

templum, quod devo-

ta tua Majeflas extruxi juffit , defignata funt , quali a nunquam funt audita . Dico autemeos, qui caflra babent prope Civitattm Torpbyrionis: h<ec autem

qux

funt falla , breriter, tenuiter cognofeat veflraSerenitas in bis, quee noflra bumilitas per Sancliffimum Epifcopum Orientalem Tatriarcham , qui non leriter ex hoc fungitur , ad vefiram Majeflatem fcripft . J^ec lapides
fufficientes funt ferre , fi omnem illam impietatem exclamet , jais ditlut Santlifjmus lArchiepifcopus vidit citis enimmortem
:

&

quam
,

&

oculis
interi-

qum iterum calia mihi mrrari audire . , enim blafphemiam excellit improbum hoc fatlum , quod in Deum Verbum pr nobis incarnatimi > ejufque Glonofam Marrem, Venerandam, Santlamque Crucem defignarunt Hanc rem cum cogita nus , ad divinas refiras aure s nos ref>rimus: nam cum videamu* pias leges vefras , eos, qui imaginem , aut fatuam Jmperatoris ignominia affciunt , extremo jufio mortis fuDplicio pi Bere; qua tandem pana pun endi funt qui in Imaginem ,
noflra tenuitas expeteret

tum

Omnem

&

&

Domini no\ln, cjufque Matrem itfando facinore graftati funt Trofecl non video, quidmibidicendum fit. Tantum enim fcelusefl commijjum, utnec ulUbumanitatismica amplius fupereffe credatur . Quamobrem obfecramus vclorio

Gregorio
**

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liJ*Jti

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^tn.e,rciter64o.

e/> mfericordia oftndGorofam veflram potentiam , wec a//d p/? tur, ncque impliusparcereillsqufpiam veliti neque ullam apologiam , a? excufationemillorumnomine acctpere , ne pofi h<ec pejora aggrcdiantur . Cosi lo Stylita . Eripreffe [<z] Giuiino con feverifhmi cafiighi l'infolenze di que'Sacrileghi , fottomettendoli alle pene di rigoro fi Aimo Bando . ci fi

j^fo

JP7//.

te

aggiunfe la Setta pur 'allora [b] di frefco flirta de'Mahomettani, che ne'loro b c^uoran.c.i}.& Tempii[ e ] nonpermettevano alcuna Imagine , i apertamente,

&

come

Giudei, chiamavano li Chriftiani Idolatri. Mgli attentati di Manete, di Faufto , di Xenaja , lo {regolamento pretefo del Vefcovo di Marfiglia , e i manifefti oltraggi de'Samaritani, eMahomettani furono piccole zufe , f fi paragonano con le maggiori, con cui l'Imperador Leone Ifaurico disfid,
a Eimttinus in Mft-S' r * c llL '
'

come guerra aperta, tutto il Cielo


,

Regnava [d] nella Siria il Calilo de'Saracini Giezida primo di queflo nome , quando due Hebrei della Fenicia Maghi Aflrologi , Impoftofacendo profefone di predire le cofe future, arriichiarono di dirgli, c h'egli regnarebbe felicifEmamente quarantanni , pur che aboliffe in tutte le lue Citt le imagini di Gies Cnrifto, dellafua Madre, e de'Santi, adorate da'Chriftiani Impercioche gli Hebrei interpretando male il primo precetto del Decalogo, che prombifce folamente gl'Idoli, aborrifcono ogni forte d'imagini, ed altronde li R Saracini lafciavano libero ai Chriftiani l'efercizio della loro Religione, come coftumano prefentemente li Turchi nel loro Imperio. Abbagliato Giezida dagli fplendori di una promeffa cotanto avvantaggiofa, non efit punto prometter loro, quanto volevano, e non manc poi di ftendere un furiofo editjzo, col quale comandava, che fi rompeffero tutte le Imagini, e fi cancellaiTero tutte le pitture, che fi trovavano nelle Cfriefe de'Chriftiani . Ma Dio ferm il corfo quefto R del fuo furore, che rumoreggi guifa di tuono , ma fenza fcoccare U fulmine , che tanto terribilmente minacciava. Eflendo cofa che prima che fotte l'editto publicato, Giezida, che intraprendeva la guerra
ri,
.

O1e2.idaSarace.10

abbatte

k imagi

-Efuamorte.
e sAnno6Z6.

Dio P er regnar quarantanni, fpir [e] infelicemente il primo anno, che non era ancora il terzo del fuo Regno. Moavia recentemente fucceduto
'

adr. '
.

in aunai.

M.
b

incontro di due

Padre voleva vendicarne la morte col fupplicio degl' Impoftori , quelli [/] falvando tempo con la fuga la vita, prima paffarono per la Ci: licia, e .quindi per l'Ifaurja Provincia dell'Alia Minore in faccia all' I-fola di Cipro . Quivi [g per Comma difgrazia della Chriltianit eglino s'incontraal
]

ma

ftStifwu"* rono in un Giovanetto, che conduceva un' Afino carico di alquante Merci, e che franco dal viaggio , affino prefib il Giumento , refocillava le forze con poco pane . Miraronlo fiffo li due Hebrei , e riconofciutolo fotto quella ruvidezza de'panniperhuomononfolodibeH'afpetto, ma diaria nel volto maeflofa , e nulla conforme all'impiego vile ch'egli efercitava , fattigli!! arditamente avanti, e richieftolo prima del nome, Patria, e condizione, e fempre pi iorprefi in f medefimi da un non so che di nobile , che fi affacciava nel volto di lui , non ottante l'arte negletta ch'efercitava, contrafegno vifibile della ofcurit dello fuo ftato difpregievole , non poterono in francamente [b] ^NaSivliiffimi fine contenerfi di fignificargli la loro meraviglia, e da Leone. [ore ut Romano Imperio potiretur . Conone chiapranuntiaverum ei , mavafi queflo Giovane, nativo di quella medefima Provincia d' Ifauria, povero di naf cita, ma induftriofo di natura, premunendofi contro la mifegiorno ria con quel piccolo traffico, col quale fperava di poter divenir un

Capitolo

II7

357

Gregorio

Mercante. Onde all'annunzio di una tanta grandezza, fentendofi egli nel fondo dell'anima un fecreto deiderio di adempire cos bel dettino , doman-

d loro molto rifolutamente , che cofafar effo dovefle per rendere verace lapredizione; Mutate prontamente nome , (^impiego, nfpofero gli Hebrei, e feguttate la fortuna tutta pronta condurvi fui Trono; n noi del noflro prefagio altro richiediamo, f non che ci promettiate con giuramento , che quando vedrete compiuta la noflra profezia , allora per ricompenfa del beneficio facciate una folacofa, che ci riferimmo domandarvi, quando voi farete in iflato di concedercela . [a] Ritrovava!! quivi preffo una Chiefa dedicata al Marcire S.Theodoro , dove Conone prontamente entrato , in prefenzaloro giur l'adempimento della prometta; e quindi feparatofi dai due Hebrei lafci torto ifuoi parenti, il fuo traffico , ed il fuo nome, che volle mutare in quello di Leone con infaufto prefagio della fua futura fierezza, con cui , divenuto Imperadore,egli dilacer terribilmente il feno alla Chiefa . [b] Tofl b&cfaftum, foggiunge Cedreno , ut Leo Siftnio Tatrici in militiam adfeiJceretur, Juflinianoautem Spati) arius crear etur, ab ^inaflafio vero Trafetlura Orienti! infigmretur ; e portato femprefopra le ali della fortuna a polli di maggiori grandezze, fofle finalmente follevato quello fupremo[c]d'Imperadre, doppo che Theodofio Quarto hebbe rinunziato l'Imperio , ri^ tiratofi vita [d] Ecclenaftica in Efefo, dov'egli mor, riavendo quivi paffato il reftante di fua vita in efercizii di piet con fama eziandio di miracoli nel fuo Sepolcro , fopra il quale per ammaeftramento de'grandi , e per e onfolazione degl'infelici, egli comand, che s'incidelfe quefta compendiata ifcrizione Sanitas , perefprimere, che folo i Defunti avviene, ottener la perfetta fanit , e pace dalle pafloni molefte dell'animo- , e del corpo , che nel corfo della vita in vano fi cerca da' viventi Non havendo pi dunque Leone Ifaurico alcun'oflacolo , che fi opponeffe alla fua fortuna, entr in Coftantinopoli nel vigefimo quinto giorno di Marzo , e prefe il pofleffo dell'Imperio , al quale fu inalzato per un'impenetrabile fecreto de'Giudizii di Dio , che permefte avverata la predizione de i due Hebrei fatta per danno , e mina della fua Chiefa; onde hebbe ad efclamare un grave Autore, [e] Dabolusnterdumveradct t utmendacmmfuum r ara ventate commendet . Ed in fatti non mancarono gli Hebrei di portarli incontanente Coftantinopoli per richiedere da Leone i\ compimento della promelTa, giacche quello , ch'efl haveano predetto , era tutto pienamente compiuto. [/] Hebrei Leons rc-nuntiatione cognita , dice Coftantino Manaffe Hiftorico Greco, mox ad Imperatorem advolant , ut pr ornifio fatisfaciat, orant: non tamen tilt vel aurum, vel argentum, vel gemmas petebant, fed fantlarum imagnum , pitluramm , flatuarum veneratone dignarum laboUtionem , hoc efi , ipfam religtoji cultus everfionem, cujus turres, atque mumtiones hoc fatto de fondamento fubrui oportebat . Leone, che credeva haver luogo di temere, che quegli Hebrei foffero tanto potenti sbalzarlo dal Trono, quanto erano flati abili follevarvelo, e fentendofi domandare una cofa, da lui tenuta per niente , e che collare non gli doveva, che un femplice comando, faciliffimamente promeife di compiacerli, afficurando loro (otto la fua Imperiai parola, che non '(blamente eiloperobligodicorrifpondenza haverebbe abolite le Imagini in tutto il fuo Imperio , ma per dovere eziandio di giuflizia , fine di liberare la Chiefa dalla Idolatria, che con l'adorazione delle Imagini fi era cos vituperav

Acuivmpre.
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e ne ottengono P romefla *

Tomoli.

famcn .

Gregorio

famente, e tanto ampiamente introdotta tra Chriftiani. Tuttavia egli fo^giunfe , che il voler Sollecitar la rifolu\ione , farebbe certamente un rovinare l'effetto; che prolungata fin tanto , cbeejjo fi fofe ben consolidato nell'Im, riufe irebbe pi frepitofa, e confeguentemente pi facile e profperofa: per doverfi diffimular qualche altro anno per addormentar gl'incauti, onde eglino fofiero colpiti da un fulmine tanto pi irreparabile, quantomeno previfio. Sodisfatti gli Hebrei di quefta Imperiai promifione, tutto fi difpofe Leone celar la fua empiet fotto una profondiffima diffimulazione , contrafacendo il Cattolico zelantiflmo , acci che non fi potette pigliar alcuperio

^g

Secolo

Vili.

fi

concu .p e rfsg!"'
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Mani.hu.

i lui A tal'effetto egli fi pofe fa] perfeguitar cos horribilmente i Paoliciani, feguaci di Paolo principal Settatore de'Manichei , che finalmente fcacciolli affatto dall'Armenia , e dalla Frigia , impre& digiti tentata e non mai felicemente fortita, da altri Imperadori, bench b vide Br a 721.''. &fe l Giuftiniano Secondo [b] ne faceffe arder vivi una grandiflima quantit, e vediinquifiof.2. ne difpergefle al vento le ceneri Ma la principal fua cura fu di guadagnarli la ftima del Patriarca S.Germano, afliinto due anni avanti dal Vefcovado SnoPafria^Sdi *P Cizica quello di Coftantinopoli, acci in quella Reggia egli riftabir coitanunopoii lifTe la vera Fede manomeffa poc'anzi dalla memorata Herefia de'Monotheliti. E certamente era quefti un Prelato di pr fondiilma Santit, e *z,ar.incflan. perci di akiflma riputazione [e] Il fuo Padre, che chiamoffi Giuftiniano, incolpato per complice nella congiura, uccifione di Coftante , fu fatto uccidere da Coftantino Pogonate , edeflo, ancor tenero in et, con lacaftrazione inhabilitato alla propagazione della Cafa, ch'era allora in odio al dominante . Quindi datofi al fervizio della Chiefa,egli pafs per tutti li gradi con fama Tempre uguale di fantiflma vita, onde afeefe prima al Soglio di Cizica, e quindi, come fi diffe, quello di Coftantinopoli, che nobilit fubito nel giorno medefimo , che ne prefe poflfio , con il feguend 7" te atto ft ll P en d $ Profetia [d] Cum eximius Vir Germanus in Tatriarchia "^l'/iZ' P n*amlf* qv.l 'rt~ cum thronum afeenfurus efet , plebs ingenti fr e quentia ad maximum Sanila Softrt Bar. 4.7>4 phiatemplum ipfiusvidendi cupiditate concurrebat erat enim ille virtutis , illujlris, atque in omnium linguis non fine voluptate vernomine clarus , fabatur. Una autem cum omnibus praclarum itlud parentum Stephani par occurrens , fcamnum quoddam occuparat , quo cum , quem cupiebat , e fuperioriloco intucr pofjet. Cumigitur ille per Ecclefiam tranfiret, ftatim mutVediUPintific*- Uer, quaStephanum [e] gejabat in utero ( ipfam enim ejus quem gejabat in ' ***"" utero, cura concitabat ) Benedic, Domine, id, quod in utero meo efl, clama'(f'Z'1 re ccepit. ille autem perfpicaci anima oculoeum, qui utero gejlabatur, intuens: Benedicat hunc Dominus per primi Martyris interce/Jones , refpondit. *Apudomnes porr mulier affirmabat, feea bora, qua hoc audiffet, igneam fiammam ex divino ilio ore profilientem vidiffe. Utigiturin lucem editus e fi, ftatim eum , ut magnus Germanus pnedixerat , Stephanum appellarunt . Cos
iTheot>h.i annai.

na precauzione contro

&

&

gli atti citati

^"atuS
Gcrmano
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16

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Confiderando dunque Leone , che quello Santo Patriarca era infinitamente amato dal popolo , fece ogni potbile sforzo per impegnarlo nel fuo partito. Nell'atto della incoronazione, ch'egli volle che daluifiefeguilfe , giur folennemente , che haverebbe confervata la Fede nella fua purit , e che non farebbe ftato giammai per foffrire, che s'innovafle cofa alcuna nella dottrina della Chiefa , e nelle tradizioni ricevute da'Santi Padri. E come che l'unica Herefia, di cui fi temeva in quel tempo, era quella de'Mo-

1
Capitolo 1

&

339

e'Monotheliti , che ancor durava potente per qualitd, e numero -de" Parteggiani, e perci tutta la cura degli Ecclefiaftici era intenta premunir contro di lei l'animo del nuovo Cefare; cos Leone, che tutt'altro riaveva in cuore , che di riftabilir'i trafeorfi errori , hebbe i caro di dimoftrarfi in quello buoniffimo Cattolico, onde pubicamente dichiaroifi inimiciflmo de'Monotheliti , & infleflibile a prender partito in quella Setta Il Pa- ilPa a ,E P triarca contentiffimo di tali dimoftrazioni di piet, ch'ei credeva (incera col qnale egli teneva ilrettiflm a cornon manc di darne avvifo al Papa, rifpondenzzaj il Papa [a] rallegroffenein modo, che non folamenteap- %!%%,%,&. prov la confezione di Fede , che l'Imperadore havevagli trafmefla , ma "*** i<" em * fcrivendo da per tutto favor di lui, oper che in Italia, e particolarmente in Roma gli fi rendeflero ftraordinarii honori, e fecondo il collume fi rice veffero le di lui Imagini in dimoilrazione , e gradimento di un cos Cat-.
.
-

Gregorio **

tolico

Monarca.
di venire

difilmulando , perche lo fiato delle cofe ad alcuna innovazione di Religione . b c<mfl*nt.Ma[b] Execrabilis Imperator, dice l'Hiftorico , parturebat Ma quidem abfurda, novaque confitta contra Chrifium , [ed factum improbitatis nullo modo vlfee di Leone parere poterat: qipp timidus animus eum ab infitutorevocabat ; elfendo conuotsar acini, che feoppi allora contro di lui una hprribile guerra , che gli moller i Saracini , portandogli l'attacco fin fotto Coilantinopoli con quel lungo , e famofo afledio tanto celebrato dagli Autori [e] Greci , e [ d ] Latini . La fortuna e rhuph.in annai. s di Leone fu la felice riufeita, che fortirono le barche incendiarie fpinte J a T"re x \ ta contro la Flotta nemica di cento dieciotto Vafcelli, ripiene di fuochi arti- fini ! i>*i<L o^c.ho..c.^. fidali, che ardono anche nelle acque, chiamate Grechi, perche li Greci fonaftati li primi a fervirlene circa quarant anni avanti, quando [e] 1 Ingegnere Callinico d'Eliopoli nella Siria ne trov la fpaventevole invenzione Solimano Califo de'Saracini , che comandava l'Armata Maritima, non havendo preveduta quella forte di attacco, non fi era precauzionato contro quell'artificio, di cui egl'ignorava la forza, onde ne prov ben tofto un terribiliflmo effetto. mperochejyj infinuatofi fbito il fuoco ne'Va-. iidtmibu. ("celli del primo ordine, quelli s'intricarono con gli altri del fecondo , e divenuti tutti machine ardenti, e navi di fuoco, communicando alle rimanenti per una ftrana contagione il mal , ch'elfi ricevevano , miferabilmente rapprefentavano un nuovo incendio nel mare , mentre li Greci feorrendo bell'agio attorno a loro, lanciavano da tutte le parti que'fuochi volanti,

Con quell'arte andava Leone

non comportava ancora

a'quali l'arte haveva dato cojane


l'altra tutta in

un fecondo elemento nelle acque, [g] Cosi la maggior parte di quella grand'Armata per nelle fiamme, falvatafi

g &>*"** *' 5
'

Ht.u

dilordine nelle Ifole vicine dell'Arcipelago, dove Solimano difperato per un cotanto {nillro fucceflb, [/;] mori pochi giorni doppo la ~47i8. in quella gran Vittoria volle havere il principal trionfo la (confitta. ^'contro^nbe Madre di Dio. Concioliacofache nnovatofi l'afedio fotto Malfamas al- 'temmuto/e dei. tro comandante Saracino, fforprefa [/] lanuovaFlottadaunaprodigio- 5I*/,!2i fa tempeilamifchiata di grandine infocata, che lanci Dio contro di lei ltt "' incaftigo delle hornbilibeltemmje, che il perfido Saracino haveva vomitate contro la Imaginedella Vergine Santifima, elevata [k] fopra le porte } ortg.ii.epi,jt.4. Ann zi. *'* di Coilantinopoli . [/] Cum Saraceni tranfiflent JEgeum Telagus, k$ l'Hi^. ftorico, repente pervenit in es terribili* indignano Dei; grando namque ignea defeendens fuper eos , aquam maris ebullire /ecity pice liquefaci*

Ma

&

uaves

Gregorio
**"

*^

Secolo Vili.

nates ftmul cum hominibus inducla funt in profundum. Sicch accordandoli l'acqua , il Cielo , e'1 fuoco per vendicar l'oltraggio fatto alla Madre di Dio , a idem Hid, p er^ ji Saracino con tutti li Vafcelli , eccettuati dieci , cinque de' quali [a] annuntiaturipotentiam Dei portarono al Califo Omaro fucceifor di Solimano la nuova del feguito naufragio, incendio, e gli altri cinque furono b TnMtniiGrdc. prefidai Greci, che rifolverono, come [b] fegu, di rendere grazie foBajtuinptr. * J enn i a n a Vergine fantiffima tutti gli anni alli quindici di Agofto, giorno della fua trionfante Affunzione , che fu quello e dell'arrivo de'Saracini fotto la Citt, e della loro infelice partenza. Qiiefto miracolofo effetto della potenza della Madre di Dio , la cui Imaginehaveva fervito di potentiffimadifefa quella Reggia, poteva, e

e vide nifi.

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zlnlr.'^'iis^'

Nafdta

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ThtophjnannAl.
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doveva toccare il cuor di Leone per fargli mutar l'empio difegno di abbattere non folamente quella di Maria, ma tutte le rimanenti Imagini faere del fuo Imperio , f la feliciti del faccett non l'haveffe talmente acciecato, che non fu pi buono riguardar altro , che la fua profperit , come ficuro pegno della promeffa, che gli riavevano fatta i^ue Hebrei , pur ch'elio manteneffe loro la parola Quindi da une vento, [e] favorevole fcaturendo , come da fonte, un cumulo non ordinario di felici avvenimenti fi trov guifa di afiicurato della fua fortuna, tra li cui felici effetti non minore quello di vederli nato un figliuolo, che fu chiamato Cofiantino> e fu battezzato da S.Germano, mconfuneftoprefagio della fua immondezza di corpo, e brutalit di animo , fporcando l'acque battefimali con un fubitaneo profluvio eferementofo di ventre, ond'egli riport il vii cognome di Copronimo [d] Anno tertio fui Impera, dice l'Hiftorico,
.

, qui magis ilio impius fuit 3 dtlus ^ntiefiegue, Cum Germanus Summus Sacerdos Conflantinum Imperli Succejiorem bapti^aret , dirum quiddam, nequitia Genitorum, & feedum parvulus Conflantinus exbtbuit argumentum, ftercus emittens in Sacrum Lavacrum ; ita ut Germanus Sanftiflmus propbetic diceret Gonflat Ecclefuemaximimaltpereum efficiendi, hoc fignum efe futuChriftianiSy rum. La ferie continuata dunque delle accennate contentezze rendendolo fempre maggiormente anziofo di adempire alle promette fatte ai due e Edi'c:o ! Leoni- Maghi Hebrei , lo fece finalmente nfolvere [e] promulgar l'horrendo contro is Uac C(\itto in abolizione delle facre Imagini per tutto l'Imperio. Nel facrile-**.>._. -Imagini &( attentato di quell'opera egli d fervi principalmente di due federati Mijo . nella empiet, e lo portarono poi ad eftreme niftri, che lo confermarono Theofilo Vefcovo di Nacolia Citt della Frigia , t*rh*i'-Zr violenze. L'uno [/] fii ignorantiflmo , fenza &c)iiru!um Huomo rovinato nelle delizie , e confeguentemente eifendo che l'anno avanti i.aa.^fedlhTv?- honore, lnza cofeienza, e fenza Religione Califo de'Saracini, adefempio di Giezida pripTrfiduiSutrlfe havendoGiezida fecondo i mo confuitori Bando rigorofiflimo in abolizione di tutte le Imagini promulgato un , ^c&2f. a ^cre efiftenti nel fuo Regno perfuafione di un'altro Hebreo Principe del~*i: s. la Sinagoga di Tiberiade , [g ] chiamato Sarantapechys , l'infame Vefcovo ne intraprefe la efecuzione nella fua Chiefa di Nacolia con tanto ecceffo di furore, come s'ei fotte ftato un Saracino. Ma rivocato il comando dal fuccefbr di Giezida, e refo libero il culto delle Imagini in tutti que'contorni, i Popolani di Nacolia gli fi f olle varono contro; ond'egli non potendo recar'ivi altro nocumento alla Religione Cattolica, and fpargere il fuo veleno nella Corte di Leone , con un'altro empio fuo confidente , forf pi

natus efi Leoni

filius

Conftantinus

ebrifli prrfcurfor;

&

&

.........

'

Capitolo

II L

341

Grfgomo
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pi federato ancora di lui. Chiamavafi|>]coftiii Bezero, Chriftianorinegato , e perci perfidiffimo Saracino , il quale oltre all'ingegno , pofledendo una forza ftraordinaria di corpo, che lodiftinguevadalcommune degli hiiomini > entr con tali mezzi in grazia di Cefare , particolarmente allora ch'ebbe Cefare feoperto in lui li medefimi fentimenti contro le Imagini, quali , come Saracino , non poteva non abborrire al pari degli Hebrei Aqueftiduehuomini, per meglio dire, quefti due Satelliti d'Inferno fcuopr Leone il fuo difegno , ricercando loro ci , che far'efl dovette per ottenerne profpera la riufeita. Conciofiacofache awiarlo felicemente, medefimamente [b] di fua natura affai timido , comeifendo egli politico , e prendeva molto bene il pericolo di voler pervertirlo ftato della Religione fopraunpuntonondifemplicefpeculazione, come gli altri s ch'erano Itati decifine'fei precedenti Concilii Generali, ma dipratticauniverfale, e di ufo generalmente ricevuto in tutta la Chiefa da tanti Secoli, e che coftituiva una gran parte della divozione de'Fedeli. Sapeva, efiere principalmente quefta divozione radicata, e coltivata in Collantinopoli Citt pofta [e] dal gran Coftantino fotto la protezione della Beatiflma Vergine, le cui Imagini fi vedevano in mille luoghi eminentemente collocate fopra le porte della Citt , e che quel Monarca diftruggitore degl'Idoli tra gli altri magnifchi monumenti della fua piet haveva [d] fatto ergere nel mezzo delle Piazze molte ftatue del Salvador del Mondo fotto la forma del buon Paliore, e quella del Profeta Daniello tra li Leoni. Di modo che quantunque rifoluto folte Leone,tuttavia fui punto della efecuzione egli tem unfollevamento generale , f veniile particolarmente dare al popolo unpretefto tanto plaufibile, quanto era la confervazione dell'antica Fede, el'honore del gran Coftantino . Mcomechepi rifcalda un carbone di fuoco vicino, che tutto il Sole lontano, Theofilo, eBezero, che Tempre gli {lavano d'appreifo, havendolo lungamente adulato su la grandezza della fua potenza , gli perfuaderono di cominciar brufeamente l'imprefa con gran rifoluzione, & ardimento, perche cos egli forprenderebbe il Mondo , il quale non haverebbe havuto tempo di riconofeerfi , e di pigliar li mezzi per opporli un fatto , che farebbe prima efeguito, che faputo. Cotal rifoluzione dunque prefe Leone: e fenza pi dubitarne, fece convocarci Senato, dove doppo haver detto con poche, egraviparole, che in ricognizione di tanti beneficii ricevuti dalla mano di Dio, elio abolir voleva l'Idolatria, che s'era infenfibilmente introdotta nella Chiefa, dichiar poi la fua volont affoluta, Che fi abbattefiero , e cancellaffero tutte le Imagini di GiesCbriflo , della fua Madre , e de Santi emendo che quelle erano tanti'Idoli. Quindi ufc dall'Aflemblea, ch'eilafci in un profondo sbigottimento, and dar gli ordini neceffarii per la efecuzione di una cos frana, e barbara intraprefa. Cum ad decimum Imperii annum y dicono gli atti allegati, Leo Ifauricus [e] pervenijfetj neejameamb arefirn diutis animo premere, ac continerepofiet, feeleratum foctumedidit: accitaque, coatta Senatorum clajfe , abfurdum illud, impium evomuit , Imaginum pitturas formam quandam idolorum retinere, inquiensy neque us cultum adhibendum efle, ne alioqui Dei loco imprudente^ idola veneremur. In modo tale che allorft, che cominci l'hornbil'Here-

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radoreHerefiarchadel Chrifianefimo. Tomoli,

Dj

Gregorio
*.k.

^4.1

Secolo Vili.

Dichiarata in tal modo la fua volont nel Senato, [a] egli mand ale barer' "feci, cuni Ufficiali con guardie per rinverfar di mezzo giorno alla villa di tutti ra e iione che rifiedeva eminente fopra la gran porta del ^ a ITiagine del Salva.dore , infde sai i[ Palazzo Imperiale, e diceval il Salvador di Piarne , eflendo egli tutto rivTdlrc'. coperto di foglie di rame indorate , eretto gi da Coilantino il Grande , e
i

w tg. fommamente venerato dai Coflantinopolitani per miracoli feguiti, fra'quali riferifcefi quello di una Donna Emoroifla, che havendolo toccato con c lITs'. viva fede, ricev la medefma grazia di [e] colei, che tocc il lembo della ve ^ e di Gies Chriflo Non cos tolto dunque divulgoffi per la Citt la a zniffvS&tph. iun. fama di cos hornbile novit, che [d J Ingens tumultus Vlebe excitatus efl,
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codinus de
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ac maflitia nubes Ortbodoxorum Ecclefiam obtegebat . Pervenne alle orecchia di Leone il fuono dell'eccitato tumulto, e come ch'egli era di natura altrettanto furiofo, che timido, non volendo da una parte pregiudicare

ibidem,

allafualmperialdeterminazione, e dubitando dall'altra d'irritar'il Popolo qualche itrana rivoluzione, lenza rivocar l'ordine, giudic di poter placare la Plebe con farle intendere, nonefferefua intenzione di rinverfar con obbrobrio le Imagini, mi voler folamente collocarle in luogo pi alto, \e~\ neeasorequifquamcontingat , atque ita quodam modo rebus honorem dignis contumtliam mferat . [ e ] Quorfum hoc tandem , efclama qui l'Autore degli atti allegati , quid moltens ? nimtrum ut eas nobis longc collocando, ac procul ab oculis noflris removendo, nec eas facile aut cernere , aut contingere queamus , paulatim ( ut fep nobis in bis , qu#amamus, ufuvcnit)

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Poooio 'e'gene

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Barbara fiere*ia
di

Leone conyo

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oblivionem ineidamus , eafque ebaras babere dedifeamus , atque ita fenfm , Cltrd tumu ^ tum hocnobis obtineatur , ut eas non adoremus , nec honore ajficiamus . Ma non perci punto fi ritraile il popolo , che irritato accorfe i n arme da tutte le bande, per opporli all'efecrabile attentato della demohzine della Imagine, egittofl inopinatamente fopra i Soldati con tanta furia, che li cottrinfe ad abbandonar l'imprefa, doppo di haverne lafciati parecchi morti su la Piazza. N fu minore il zelo delle Donne, che quello degli Huomini: [f] conciofiacofache mentre gli Huomini combattevano contro le Guardie , le Donne affamarono Giovino Ufficiale Imperiale , che pi ardito , e temerario di tutti gli altri era montato fopra una fcala per abbattere la Imagine del Salvadore, "alla quale gi egli haveva dati tr colpidifcure: el'aHlto, e la vendetta fu cos tutto una cofa, che dato elleno di piglio alla fcala, enelbollor del zelo ecceflvo, che le trafporta* va , sbalzatala rovinofamente in terra , gittaronfi quindi fopra quel miferabile gi tutto rotto dalla caduta, e gli diedero tanti colpi, che finirono ditorglilavita. Leone oftfo dall'ardimento degli huomini, e dalla nobile ferocia delle femmine, inferocito anch'egli dalla refifienza d'entrambi, fece prontamente occupar da'Soldati tutti li polli principali della Citt , e quindi chiamati f 1 Soggetti pi qualificati in nobilt, e in dottrina, e ritrovatili collanti nel mantener l'antica tradizione de'loro Maggiori circa il culto delle Imagini , ordin , che agli uni fi recidettero le mani, agli altri fi cavalfero gli occhi; rapprefentando di tutti una delle pi borribili carnitcine, che fi leggano nelle Hiftorie degli antichi Tiranni: [g] *Adco ut, foggiunge l'Hiflorico , multi eorum pr ventate punirentur membrorum rerum jatluris, maximque tilt , detruncationibus , &flagris, &exiltis , di alcun de' quali fa degna qui nobilitate, ac verbo ilari efie videb-antur commemorazione il Menologio Greco con tal'Elogio , [ h ] l^atalis Beatoin

&

&

rum

Capitolo
rum decem Martyrum
,

II L

34}
nofirij e-

Gregorio
***

qui proptev Santlam

Imaginem Salvatori!

fu Cbrifti in area Tona conjtitutam martyrwm paflfunt. Quorum nomina bxc funt: Julianur, Marcianus , Joannes y Jacobus , Jilexius , Demctrius , Maria Tatricia. Omnesbi fub Leone ImpeTbotius, Vetrus , Leontius, pr defenfioneS antlarum Imaginum multas arumnas perpeffi , ratore impio variis tormenti! fuperat't!, poliremo gladio percuffi , Martyrio coronati funt. Doppo di haver cos ciecamente sfogato il fuo furore contro que'valenti Campioni fo (tenitori del culto antico della Chiefa, giunfe Leone al colmo della crudeltcon un'atto pi brutale, e pi barbaro di cui fi fia giammai parlato nelle perfecuzioni della Gentilit , e che deve rendere la di lui memoria eternamente efecranda tutto il Mondo . Defcrive l'empio fatto Coftantino Manaffe , da cui noi ne trarremo fedelmente il racconto. Vi era inCoftantinopolinon lungi dalla Chiefa dedicata alla feg^de'Dottori Sapienza di Dio * che dicevai Santa Sofia, un Collegio eoo magnifico diCoftaiinoporu Palazzo fabricato dal Gran Coftantino , ove fi mantenevano Huomini dotti per ammaeftratnento della Giovent in ogni forte di Scienza. Il Rettore di elfo, che feieglievafi fra i pi confumati in dottrina da tutte le parti del Mondo, nominavafi il Maeftro Ecumenico , per lignificare, ch'ei haveva la cognizione univerfale di quanto deve , e pu fapere un'Huomo habile, e letterato. Egli havevafottodife dodici altri Dottori infigni in ogni forte di proiezione di fiudio , deftinati ad infegnarle , come facevano, con utile di tutte le Provincie dell'Imperio. Quinmaravigliofoconcorfo, in s alta eftimazione , che g' Imperadori fteil non di que'Maeftri erano f amo fif intraprendevano arfare di confiderazione fenzailloro configlio; e perci R m ?d eotlm' finda'tempi antichi gli havevano contribuito preziofi contraiegni della "p ' fiima , che ne facevano ; il che appariva da i Superbi ornamenti , e vafi d'oro, di cui vedevafi arricchito quel Collegio, e Sopra tutto d'una incomparabile Libraria, che gareggiando nella multipliciti , e fceltezzade'volumi con quella antichiiima di [a] Ptolomeo Filadelfo , dir'allora fi poteva il pi a VediUPotifM raro teforo dell'Oriente Poich dicefi, che fotto l'Imperio di Bafilifco, z/- *'. avanti ch'ella patifle quel funefto incendio, di cui fi parla [b] nelle Hifto- ^3j;. , B *fit. rie, folle comporta di feicento mila Libri, e prefentemente allora fotto quello di Leone pur fi ritrovava ripiena [e] di trecento tre mila volumi , c confi nuManaf. fra'quali vedevafi quel gran miracolo dell'arte, controverso da molti eruditi, ina alfeverato da [d] molti Hiftorici, cio l'Iliade, e l'Odiflea dita z*nar.i* sa/il. Homero Scritte ambedue diftinmffimamentc in lettere d'oro fopraun folo S^Vc/ ctmp " 3 ""' budello di un Drago di cento e venti piedi di lunghezza. Credendo dun- aitu que Leone , che f potelfe ridurre nel fuo Sentimento Huomini cotanto celebri, quali erano riputati li profeflri di quello Collegio , fuciliflmamente eflb giungerebbe al fine defi derato del fuo difegno , i fece un gio no chiamare, e con loro impieg quante ragioni, lufinghc minacele, epronisf* fepotfuggerirgli l'immenfo defiderio, che havevadi obligarli al fuo partito. Ma eglino molto alieni di piegare alle ingiufte voglie di un Pr.r;ipe acciecato , doppo di riavergli francamente difialb con evidentiljBaie ragioni la deteitabileimprefa, portorono liberamente la generosit del loro parlare a quell'ultimo fegno , dove giunger poteva , minacciandolo de'giudiziidiDio , e protestando , che morirebbono pi tolto mille volte prima di acconfentire ad una s efecranda empiet , alla quale eziandio elfi l opporrebbono con tutte le forze fin'all'ultimo refpiro della lorv.ita,

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&

&

'

Non

Gregorio
* * .
burnente e

credibile , quanto furiofamente Leone fr<iimoftrafle fdegnato di una da ieoi cos generofa reilftenza , e per dar'efempio di terrore , che faceffe tremare tutto il Mondo,incontanente fece racchiudere que'profeflori dentro il loro Collegio, e circondare il Collegio di legna e paglia, e con horrendo fpettacolo brucciar tutti quivi dentro vivi con il loro Palazzo , e libraria . Fenici gloriofe ridotte in cenere per la Fede , e quindi riforte pi rinomate che mai nella pia memoria de'Fedeli.M la perdita de'librif irreparabile, e deplorabile in ogni Scolo , in cui rimarra fempre deteinata la memoria della beitialita inaudita di quello efecrando Imperadore, che con quello fatto comprov, che li pi deboli fare il bene, fono bene fpefi li pi potenti fare il

*^ Non

Secolo

VI IL

Anm

727#

b Ttuphjn amai,

male. Mentre infuriava cos fpietatamente Leone con tanti eccelli d'inhumana crudelt, accorfeDio a confolare i fuoi fervi con due prodigiofi avvenimenti Riparate [a] le paffate perdite, e perci inferociti di animo, e forti di milizie fi gittarono [ b ] i Saracini fopra Nicea Citt Metropoli dell' Afa minore ; e come che di tal molla non s'hebbero nella Citt altre novelle , che quelle ch'ella medelma ne port , prefentandofeli avanti all'improvifo li Saracini final numero di cento mila non tanto vifla,quanto ad onta, e terrore, nefdaquelPopolodifperatafubitoladifefa, f non haveife fufcitata
.

Nicea liberata da' Saracini "p^r u


cuito delie

Dio quella occafione per fare rifplendere la fua Potenza, liberando quella famofa Citt in riguardo della di lei divozione alle Imagini de'Santi , alle quali Leone faceva la guerra con tanto furore. Inalzava!! prefl alle mura di Nicea un gran Tempio confecrato alla venerazione di quegl'illuftri Santi Spiridione> Pafhuzio,Potamone, Niccol di Mira, Giacomo di Nifibe , e degli altri Padri , che difefero la Divinit di Gies Chrifto nel primo Concilio Ecume-

quella medelma Citt contro Arrio, e i Saracini appunto riavevano attaccate le mura da quella parte,ch'era congiunta alla dettaChiefaje bench vi haveiro fatte grandinarne breccie , dati fieriffimi aflalti , e folte deboliffimo il Prefidio , fu tuttavia quella fpaventofa moltitudine d'Infedeli fempre refpinta fenz'avanzar pur'un palio, merc che nell'atto degli aflalti, e nel calore de'combattimenti , i Santi Protettori della Citt fi fecero loro vedere in atto minacciofo,e rifoluto;ondefpavtati li Barbari dalla irrana apparitione di quegli huomini fconofciuti,che gli gittavano nell'animo un fenfibile terrore , abbandonarono quell'imprefa , alla quale era accorfo Dio con la Indagine de'fuoi Santi, che quattrocento anni avanti riavevano cos valorofamente combattuto per lui contro gli Arriani . Quindi con altra nuova meraviglia fu confermata la credenza de'Cattolici verfo le Sacre Imagini. [e] Conflantinus e idem ibidem . Altro miricoifo quidam, foggiunge Theofane , videnslmaginem Dei Genttrtcis flantem , apv M contrivit >&cum cecidifet , calu luko did prebenfum lapidem adverfus eam projecit , dicentem, Klofthqum icnagioi cavit.Et vidit in fommsfibi flantem Dominam noflram, fortern caufamin me operatus fueris ? Verm contra caput tuum hoc fecifti . Tuageretur belfica vero dum Saraceni adverfus mururn congreffonem facerent , um , currens ad murum , utfortis miles , infelix die eiicitur lapide tranfmiffo ex facies , dignam impietatis fux, retribucontritum eft caput ejus , mangone , tionem percipiens . Cos Theofane. Udiva pur Leone cotante maraviglie , che operava Dio per mezzo delle Imagini di fua Madre , e Santi , e pure o/rinato perfifleva nella determinazione di abbatterle . Onde flupor non , che rendendoli fordo voci cos chiare, n pur daife orecchia quelle, che giornalmente gl'intonava il Patriarca S. Germano

ima. n j co

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Senti-

. .

da altifimo dolore 1* defolazione della fua Chiefa, e faceva tutti gli sforzi nel veder eftrema potbili per ritirar V Imperadore da quello fpaventofo abiffo di empiet , nel quale eglifi ritrovava difperatamente precipitato, [a] De hoc impieSentivafi quefto Sant'
tate, dicono
gli

Capitolo III. Hnomo penetrata V anima

345

Gregorio
* *

muU s "{hrll\ on dis> multum abflrufa , Atti altre volte allegati, qua tum item aperta xbfurditatis babebat , cum certior fatlus fuiffet Germanus, Germano per d e L vir libera acque intrepida pietate praditus , per quendam ex pracipuis Ec JjflJ^M e ^J"e . clefia miniflrnhac ei mandai: Haudquaquam oportebat , Imperator, te, qui t tum vitam , tum Impermm Deo accepifie* , adverfus Conditorem tuum infolenter extolli , atque (ut vulgo dicitur ) non movenda movere , Tatrumque terminos , quos UH antiquits pofuerunt , transferre fludere . Etenim pura Virgine fufeepta , cum orntmmana forma Dco Verbo ex fantta ili* damonum cultus extinclus efl, tum omnis idolorum adoratio abfcejjit : at vecorTheandrica (uicfl Deivirili*) fimilitudinis Imago Cbrijli adoranda, lenda perfpicu tradita efl , itemque illius , qua eum modo omni fer mone praflantioripeperit , cjr Santlorum , quorum vita ipfi grata, atque accepta fuit Ex quo enim ille in forma no/Ira ad nos acceffit (ab bine autem Jeptingentri triginta fex anni jam effluxerunt) Tatres in terra.) ac Dotlores , quorum fumma virtus fuit , venerandarum imagnum cultum nobis perfpicu tradiderunt . "H? long abeam , pofl Chrifli in coelum afcenfionem , mulier lla , qua fanguinis profluvio laborabat , ab eo fanitati reflituta , ipfius imaginem , veluti acceptum beneficium referens , exculpfit . Jlc prius etiam ab ipfomet Chrijio ipfijjima Tat* tmagine, divino linteo facies ejusimprefia efl, ac Tetrarcha Jlbagaro id postulanti Edefam mifia . Demum ab Evangelifta Luca pitia efl , qua ab Hierofolymis quoque Virginis Dei Genitrici* imago mifSacro/ancia Concilia variis temporiob eamque caujam divina ja efl bus , ac locis coacla, non ut ea calcar entur, fed ut adorar entur , dixerunt Cos S. Germano, non per dimoftrando, che alcun Concilio Generale H culto delie havelfc decretata con Canone pofitivola venerazione delle Imagini, ma {blamente inferendo , che non havevano giammai li Concila condannata oTdC^TakiM queft'antichiflmaprattica della Chiefa circa il culto delle Sacre Imagini, concilio con al

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, /

a ais[clt. s.

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la quale certamente non fi pu negare , che non folle allora generalmente be"s? approvo ricevuta da tutti li Cattolici: onde i Conciliicolnonhaverla condannata, co't,

r havevano indirettamente approvata con il tacito confenfo , e direttamente eziandio con il proprio loro fatto, mentre in quelle Sale, Chiefe, ov' eglino fi erano adunati, vedevano" collocate imagini, e pitture facre rapprefentanti Gies Chrifto , la fua Santifima Madre, e i Santi, le quali
ancora furono efplicitamente lodate con pregiatifimi encomii da [b] moltiflimi Padri concorli in Coftantinopoli medefima in forma bSyn.gHMH.p4g. di Concilio. Ma nulla pervadendo quefte forti ragioni l'animo rifoluto di Leone, il Santo patriarca in pi forte tuono gli foggiunfequeft'Apoftolica protetta, [e] Velim hoc feias , Imperator, qudfi niquumhoc dog- c inanisitid. ma confirmare , atque conflabtlire in animum induxeris, me primo nullo modo afjcntientem habiturus es, fed promptum , ac paratum, qui pr Chrifli imagineanimam meam profundam, pr qua ille, ut collapfam atque proftratam imaginem meam mflauraret , cruorem fuum effudit perfpcuum ed enim , Scritti, e lettere c J *. i'r. <. ^1 ,iignomimam eam, cr contumeliam , qua Cbrifli imagini mfertur , in exem- dis.oermanoper lktle Ouocirca nobis factendum efl, ut gratorum fervorum piar ipfum redundare i ma fjn[ io fungente* , pr Domini honor e pcriculum adeamus . Udillo Celare con ffic
tal volta
:
.

no-

Gregorio

Cond. Me*.

2.

ma il zelo invitto di quello Santo Pa; contenne nelle fole parole, ma con ardor di animo nvincibile egli diffufe co' fcritti per tutto V Oriente , non tanto i fentimenti fuoi, quanto della Religione Cattolica , tramandando lettere, ove pi fcorgeva il bifogno i confermare i popoli s foggetti , d' iftruiin littens facris eruditus fuit , re i lontani [ a ] Germanus diflero di Ini i Padri del Concilio Niceno fecondo , velut Samuel d puero Deo dedicatus divinis Vatribus femper adbafit ; quare dialogis llus , qui
noja, e licenziollo con difpetto
triarca

^46
non

Secolo
fi

Vili.

&

per totum terrarum Crbem vulgati funt , par efi acqukfcere altttudo enim Dei in ore illtus , enfes ancpite! in manibus illius , fcindentes eos y Converfione dd qui Ecclefiaflica traditoii adverfantur Et forza di potentiffime ragioni ^e covo .Naco. ^ anto Patriarca di guadagnare ai partito Cattolico queir infame Vefcovo di Nacolia, che fii il direttore di Leone nell' empia rifoluzione , trafmettendoeibmedeiimo la narrazione del fucceflb Giovanni Vefcovo di Sinnado con una dilinta dottrina concernente all'adorazione, e culto delle Imagini , che gran pregio della noftra Hiftoria far il riferirla per ammaeftramento di chi la legge , [ b ] Epiflolam Sanclitatis tu* ^numl'* Taracius gloriofus Tatricius nobis tradidit , in qua de Tbcopblo Epifcopo Tracolla fcriptum fuit Significamus autem hoc, prrufquam Sanclitatetua accepfiemus Utteras , nos ipfum Theopbilum convtniffe , pcrfcrutatofque , quanam illius mens , quave fententia in caufa ilio. de qua audieramus , enei Hanc autem nobis apologiam objccit ( oportet autem , ut tua Santltati omnia pr mediocritate mei ingenii fcribam ) Dicebat f inflrutlum Sacra Scnptura dicente , T^ullam facies fimilitudnem ad aderandam illam , ncDeinde dixit: T^ow oportet manuque calo dcjuper , ncque fupcr terram qua marni bomtnum elaborata funt Efclama qui fatta adorare , hoc efi e Litm\bu, C on degna ammirazione il Cardinal Baronio , [ e ] Vix aliqua alia Harcfis ejt tnvemri , qua majorem fibt vendicet ex Divina Scriptum autloritatem , cum fexcent a fere fit numerare loca , in quibus de non adorandis Qgindi (oggiunge la fu a manufatls expreffum fit divinum mandatum dotta Lettera S. Germano, Cum vero SantlosChrifti Martyres , verasCbriintere effiones eorum pofufli margarita*, omni honore dignos arbitremur , Chrifiianorum ttaque fidem , cultum, non potai UH non refpondere lemrus " folum Deum confifiere dixi ( quemadmodum c* adorationem in unum , intelligentibus incorpofcriptum efi ) tum ab iis , qui in Calo funt , Sanblis , qui interra funt , quotquot ventati sviam novereispotefatibus, tumabiis, glorificatiti' Quemadmodum in omnibus Ecclefis fintla laudatur , runt Quemadmodum nos unum dettate Trinitas in unica dominatione , aliquis eflprater eum, qui ex vote (late illius domiDeum confitemur (neque tiatur per fecula , qui ex non ex.flentibus cunla produxit , tam qua vifi biSanaum Spirili'a funt , qum quainvifibdia ) hoc efi Tatrem, Filium, vivificantem Trmitatem , in qua cr edente $ y tum, fancHam confubflantialem

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confitentes baptiTati

fumus

Quemadmodum

tradtdit

x,

7^*. a*

Dominus noincarnatum , unus ex fanfa Filli, Spiritus Sancii .Eie fan nomine Tatris , fler Jefus Cbriftus, in neque cultum divina Dommationi debitum creaturas non adoramus , abfit neque Trincipes , aut fygem fuper terram in confervos deducimus , abfit adorantes , aqualem illis. cum Deo adorationem praftare videmur J^am quanVropbeta [d] ls{atban apparti , in terra cum efiet , David adorafe
incomprehcnfibili Trinitate

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;

Deus Verbum

cxiflens

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quam.

Capitolo
quam hominem
t

III
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efl,
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347
qud homi,

Gregorio

T{egem; neque tamen ob td reprehenfus


.

colore effigianonem juxta Deum adoravit Vjeque imaginum ex cera , T^on enim mvifbilis nem in errorem perfeclionis divini cultus fufeipimus Deiimagincm , aut fimilitudincm antfiguram, aut formam expreffam quin
,

etiam tpforum Sanclorum ^ingelorum praftantes ordmes ncque intelligere , neque invefiigareomnin poflumus: fed quando unigenitus Filius, qui in fnu Tatris exifens , fuam Creaturam ex mortis addizione revocando , Tatris , Sancii Spiritus beneplacito homo fieri dignatus ef , non aliter ac nos carnem, ut inquit Magnns Jlpofiolus , [a] Ter omnia nobis C* fanguinem afiumens , fimdis fatlus , excepto peccato . Igitur humanitatis illius characlerem , juxta carnem indi/creta hominis forma imagnem figurante* , ipfius incomprehenfibilem deitatem , atque invifibilem ( unde ea qua noflra fidei pracipuafunt, nafeuntur ) oflenderenequivimus. Tsjonenimjuxtaphantaftam, timbratici' noflram naturam ftbi univit , ut quidam ex veteribus Hareticis errantes tradiderunt vermre ipfa, verque homo perfeclus per omnia, excepto (quodnobis ab hofle infitum efl ) peccato, fatlus efi. Ob hanc caufam in fide certi fantla illius carnis characlerem imaginibus deltneantes falutamus , honore omni , quo decet , dignamur , nec ob aliud nifi in recorcultu , divinitatis ejus vivifica , dationem exprefja humanitatis . Eadem ratione y intemerata ejus juxta carnem Matris Santla Deipara Firginis fimilitudinem referitfflts , hoc modo oflendentes , qud mulier juxta naturam exiomnia nofira mafia haudquaquam aliena, Deum invifilem, flens , hominum , Angelorum exiflimatiomarni fua continentem ultra omnium , ex f incarnatumgenuerit . Etcnim ob id eam nem in ventre fuo conccperit , <& vere , proprie veri Dei Matrem veneramur , quavis magnificamus , vifbili, <& inviabili creatura fuperiorem reputamus . +Ad hacSanclos Marveros Deimmtyres Chrifli, ^ipoflolos , Trophetas , confervos noftros , divina pradicatione veritatis , itemperpeffione pr , bonis operibus , flros ipfo Deo affliilionum gloriojos , amicus Dei veros, quibus etiam ipfe magnam beatos pradcamus , nec non adreloquendi confidentiam dedit , admiramur , retlam pr Chriflo fervitutem , fimilitucordationem fortitudinis eorum, dines eorum dcpingimus: non qud de divina natura par ticipent , per hoc degloria monftrare volentes , neque debitum tantummod divina poteflati , honorem illis tribuentes ; verm dejdcrium noflrum , amorem , quo erga cos affetti fumus , ita declarantes Islam qua per auditionem tanquam vera crcdimus , hac etiam per pingibilem imitar.ionem ad jlabiliorem noflram inflrutlioncm collocamus Quando ipft Sancii Dei in unum folum Deum cultum adorationis , glorificationem , ac procreationem confervantes , pr vera confeffions coronam accepeChriflo fanguinem fuum effuderunt , runt Hac imaginum apparatus ratio efi , non qud nos adorationem in fpiventate mtomprehenfbili, ritu, invefligabilt Deitatt deccntem in manufaclas imagmes , aut in opera hominum arte falla, aut in ea, qua fubfunt Deo, livevifibiliafint , fivemvifibilta, transferrefludeamus, rerum ut dileclionem noflram , quam jufl in fantlos Dei fer~vos habemus , per iflum modum exhibeamus . Et per honorationem llorum , in eum qui per illos glorificata efl, quique illos glorificava in confejfionem potcntia fua, ad Chrflum glorificationem , cultum referimus , ita ut nos imitatores fortitudine eorum, dileblionis erga Deum per honorum operum contra pajjones refiflenfiam fiamus . Hunc autem efie imagmum in Ecclefia Dei ufum unufquifque per

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Gregorio

^48

Secolo

Vili.
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Pnv.

o.

per hanc inftrutlionem cognofcat , neque aliunde nos fpem falutis five in hoc mundo, five in futuro faculo expeclare , nifi ab unigenito Filio Dei, qui fimul Spiritu Sanilo divina dona largitur cum Tatre, non enim aliud nomen, per quod falvari queamus , ab bominibus dicium efi. *At fi Domini, &Sal~ vatoris noftri , item intemerata matris ejus vera Deipara , nec non Santlorum imagines falutamus confcftim etiam fidem , difpofitionem mentis erga illosbabemus: fed unum Deum fine principio, fine fine, qui omnia in manu fua habet , fatlorem noflrum , omnis Creatura , vere Salvatorem habentem poteflatem in ccelo , in terra , pr genere humano hominem faCium agnofeimus, ^ncillam autem, &. matremillms exifientem , vere pr genere nojtro mtercedentem prafentiffime , ita ut Domnus quidem nofier falutem dijpenfet , Ma vero materno affetlu pr nobis pofeat , agnofeimus . Santlos demque omnes tanquam confcrvos nofros , <& ejufdem'nobtfcum natura participes , gratiffimos Dei minijros (ut diUum efi, ) bac grada Deo donatos , ut beneficia Deo data nobis minijlrent , curationes inquam morborum, periculorum Uberationes , quando per memoriam eorum invocatio Dei fit , quattnus nobis in bymnodiis , glorificationtbus poffibile efi (memoria enim eorum cum encomio celebratur , .ut ait Scriptura , [ a ] ) agnofeimus Hac igitur omnia Theophilo Tracolla Epifcopopropofuimus: qua fan ut divina confeffus e/i f fervaturum , neque quidquam fufeepit , amplius diclurum , aut fafturum , quod altis pofjt efle offcndkulo , aut tu-

&

&

&

&

&

&

&

&

&

&

multum

excitare
nifi in

Hac

igitur cognofeens vefira Sanila Congregatio

[illum

amplius,

eundem errorem labatur, vexarenon pergat, fed tamipfum

noflris tranfmifjum , fatisfaclionem tllius condefeendentia contenta efi: Trapotentiffimis noflris Dominis, Imperatoribus , utqum diutiffim vivant , viclores declarentur , precetur : oret etiam, ut Cbriflianorum populo pax Dei contingafi , qua omnem mentem exuperat.
litteris
,

cum

&

accipiens

&

&

'

Sin qui S. Germano della converfione efimera delVefcovo di Nacolia, il qual Prelato tanto pi rincrefcevole fi refe alla Chiefa , quanto pi fu odiofo a Dio per il ricadimento nel peccato . Quelli nobili effetti <iel zelo di S. Germano , e la pronta difefa eh' egli prefe della Fede Cattolica, f bene

irritarono 1" animo inesorabile i Leone , tuttavia non meritarono allora al Santo la felice forte di quegi'illuftri Martiri, la cui generofk cos perfettamente egl' imitava; e foffe in Cefare fperanza di poter una volta vincerne la coftanza , timore di non efacerb.are il popolo con gli ftrapazzi di un s venerato Patriarca , diffimulazione per giunger pi facilmente alla efecuzione del fuo difegno, non folamente non lo maltratt, ma inoltr in un certo modo eziandio di gradire, quanto ei gli dille . Non per S. Germano nonnot in Leone un' animo rifotntiflmo di profeguire f imprefa, ond' elfo riconnobbef obligato di render conto al Papa di quanto fino al-

lora era fucceduto. Regnava nel Trono Pontificale Gregorio Secondo , { b ] Vir cafius, b *4naft. bui. in cttgor.ii.' conflans animo, Ecclefiaftidivina Scriptura cruditus, facundus loquela, contrariorum fortiffimus impugnator . E certarerum defenfor, doKdo?t%T" canini
s

&

&

quaiiti,evirti.,

mente con

dato da Dio al Chriftianefitempi , quando richiedevafi nel Capo della mo Chiefa uno fpirito invitto, una pazienza Apoftolica, una fortezza inoperabile , congiunta con altrettanta cognizione della fua fuprema autorit quali cofe tutte feppe maravigliofamente bene far' egli nfplcndere tanto
ifpecialillma providenza parve egli
in quelli travagliofiilmi

negli

Capiitolo III.
,

349

Gregorio
*
**

lui negli avvenimenti della Religione , quanto in quegli dello ftato . con lunga lettera diftefe il lagrimevole dunque il Patriarca San Germano ra^uaglio dell'Editto publicato, della Imagine lacerata del Salvatore, della crudelt ufata contro i Dottori di quella Imperiai Univerfit, le maffime di Leone , e la fua oftinazione in eseguirle , richiedendolo di provedimento fupremo , come fupremo era il male , che fo vraftava al Chnftianefimo. Rimafe fenfibilmente turbato San Gregorio alla nuova inafpettta di cos efecrabili fucceffi , e vivamente fendili commoffo contro Leone e per la malvaggit di lui propria, eperlofcandalo immenfo, che ne ridondava alli Fedeli. Rifpofe[#] al Patriarca in termini rifolutiffimi di non poterli tollerare fenza macchia della fede cotanti ecceffi, e perci egli ammollo dal canto fuo ad ogni pi pronta , e vigorofa refiftenza . Quindi non parendogli di poter differire un tanto {"concerto il confueto rimedio * che prefcrive la Chiefa per togliere la eftiuiazione, e'1 feguitoalle fentenze here-

"f J*P e a*c "1 c dciie imagun

a 'sGrt&'*fi>4*

ticaliconlapublicacondannazione,l'ifteffo[6] anno convocati in Roma approv [ e ] in forma di Sinodo moiri Vefcovi Occidentali , reintegr , ii Qilto delle Sacre Imagini, dichiarandolo conforme agli antiehiffimi riti della Chiefa Cattolica, e condann come Heretico, chiunque operarle diverfamente, nominando efprelfamente nel Decreto Leone Canone IJ"aurica Imperatore. [d]Gregorius , quitum F^omaveteris Ecclefiamgubernabat , dice Zonara , repudiata focietate Trafdis nova Bpma , Leonis jedicet ImperatoriSy nec non eorum qui illum [equerentur , illos una cum Imperatore Synofatti fubito che i rifeppe in Occidente dico anathemate obftrnxit. Ed 1* la dichiarazione, che haveva fatto Imperadore in Coftantinopoli nel Se* r -v r* t J-1 nato, el enorme facmegio da lui coni meno contro la Santa Imagine del Salvadore, Roma, e le altre Citt d' Italia riconofeenti il di lui Imperio>tantos'inhorridironodiun'atto cos detefato , che tutte fi follevaronO contro lui, rinverfandone le Imagini, che gli erano fiate inalzate,- quando egli fu proclamato Imperadore , e conculcandole in vendetta della ingiuria; eh' egli haveva fatta quella delSalvadore del Mondo; come fece tra gli altri Luitprando R de' Longobardi, il quale port il rifentimento eziandio affai pi avanti. Poich' egli fervendoti del prefente pretefto per ingrandire il fuo Stato , prefentofl repentinamente fotto Ravenna , quale gi tumultuava contro i' Efarco , che voleva efeguire gli ordini efecrandi i Leone , ed alleviatala [ e ] per terra , e per mare,f e ne refe Padrone in p ochiffimi giorni , doppo di havere [f] feonftta l' Armata Navale , che fi era moffaperfoccorrerla. Manifeft allora Gregorio la grandezza del fuo animo j e bench' egli foffe flato indegniffimamente trattato in alcune lettere , [g ] in cui Leone l' haveva minacciato di deporlo dalla Sede, e di trafmetteflo in quel medefimo efiliodelCherfonefo, dove l'Imperador Collante haveva relegato Papa Mattino , Che haverebbe mandato levare dalla Chiefa di San Pietro la itatua di bronzo , eh' era fiata eretta al Santo Apoftolo , quale prefentemente [/?] vedefifituata fotto l'arco della cupola preffo la Confefione di detto Santo , e Che in fine apparteneva lui , come Imperadore , 1* eifere anche Pontefice , & arbitro degli affari della Religione tuttavia il ; favio Pontefice fperando fempre , che Leone fi farebbe finalmente ravveduto , fece ogni poffibile sforzo per impedire una generale rivoluzione contro lui di tutta l'Italia; ed tal' effetto egli pafs [h] potentiflmi ufficii con li Veneziani, affiti di riftabilire 1' Efarco in Ravenna, come quegli pronta-

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prontamente fecero , doppo havere riprefa la Citt a forza d' armi con gloQmndi credendo il Papa , che ria immortale di queir angufta Republica Leone farebbe flato riconofcente di una mediazione cotanto confiderabile , fi pofe follecitarlo pi fortemente che mai , alfine che abbandonate la fuaingiuftaimprefa, e rientrate nel fuo dovere, contenendofi ne' limiti, che Dio gli havea prefcritti , quando graziofamente gli diede Imperio Ma inferocito pi tolto , che ammollito il duro cuore di Leone dalle patern ^ nmoftranze del paziente Pontefice, allora fu, che Gregorio gli ferite quelle due gran Lettere, che il Padre Frontone del Duca, celebre Theolo g della Compagnia di Gies, ha date allapublica luce, eftratte dalla Libraria del Cardinal di Lorena Arcivefcovo di Reims , che le haveva ricevute tradotte da' Greci nella loro lingua, e che queir erudito Religiofo hi refo di nuovo Latine con dottimene otervazioni, la cui Scrittura alquanto profitta fard da noi riferita nel rapporto , che ne facciamo
vejlra Deo cufiodita majeflatis , ac fraternitatis per ^JuguflaSpatharo candidati* mifias accepimus , imperante te , Inditlione quartadecima, ipfus etiam 14. 1. &2.&$. 6. &j. 4. &<,.

Lltteras

&i%.& & & tuas /ancia Ecclefia & 9. Inditlionum acceptas ac Trincipis Ldpoftolorum Tetri limine & f amantium pradecefiorum tuorum, qui pie) genter fervamusy ubi & utque Imperatorem Cbrijianorum decet obfervaturum ac cuftoditururq perpetuum omnes Santlorum Tatrum noflrorum & Dotlorum admonitiones tua & non aliena promififti. In primis autemac precipue qud Imperatoriis obfgnata & accurate intus fubfcriptiones per annabarin propria manu tua ut mos Imperatoribus fubfcribere tlque admodum ac confeffionem inculpata & ortbodoxa Fideino-

km

&

8.

epiflolas

in

repofitas
dilt-

in

Confeffionis

aneli

glorio/i

Cbrifti

te

in

littera

figil-

lis

diligenter ejjent
,

efl

re-

religiose

fira edidi(ti

execrandum

A rf*i.77-S7'

fed&fcrpfilli, eum y quifolvit, acdifjolvit terminos Tatrum , Cumque fthac accepifjemus , gratiarum atlioms hymnos Deo obtulimusy qud Deo tibi piane donatum efiet impcrium Et curri retlb curreresy quis auribus tuis infonuit cor pervertir vclut arcum pravum y in ea [a] qua tergo funt refpexiflti Dccem annos Dei bcmgmtate rel ambulaci , ncque facrarum Imaginum mentionem ftcfii mine autem eas dit

effe

&

&

b Lue.

17. 2-

C Exo.lQ*,

cis idolorum locum implere , atque illos, quieasvenerantur, idololatras cfe neque judicium teque ad eas evertendas , pentufijue deflruendas convertici cum fcandala in bominum corda non fidelium modo 3 fed Dei reformidafli , Atqui denuntiat tibi Cbrtftus, [b] ut ne unum de puinfidelium ingruerent ob exiguum fcandalum mgnem atcrnum immifium in: andai i^es y f II isfc at tumundum totum fcandali^afli , ut qui mortem nolis fubire , atque infelcem rattonem reddere ? Scnpfijli autem non eje manufatla veneranda , ncc ullam effigiem ad (militudinem effitlam , ficut dixit Deus , [e ] ncque in adocalo y neque in terra ; e*r demonftra mihi quis tradiderit veneranda tumegOy Dei efie mandatum , fattbor Quarevertanranda epe manufatla , caput Chriflianorum fapientes non percontatus es , qui quam Imperator ab ipfisedoceripotuijjes , propter qua manufatla Deus experientia pollenty commifceres bumles populos, atque b'ac dixerity priufquam confunderes Veruntamen Santlos Tatres noftros , ac doBores rejecifii , ac ccnturbares . irepudiagli y &foras amandaftiy quibus marni propria fcnptifque tuis te par
>

&

&

&

&

&

&

turum

eofque fequuturum promifiji

Scrittura nojra lux

& falus nojra


fantli

, ,

Capitolo IVI.

hoc fex inCbrtfto SyDottore; noflrifunt; fanti i ac Deo pieni Tatres t eorum teftimonia non accipis. T^ecefje habemus nodi nobis tradiderunt , indotta fcriberc , ut indottiti es <& craffus , fed revera tamen crafja ubi virtutcm, ac veritatem Dei in f continent . Ter Deumte obteftamur, utar-

&

&

351

Gregorio
**

&

&tu

fuperbiam , qua circumftuis , multaquc cum immilliarogantiam deponas Flettat animum tuum Deus ad veritatem te fmcer nobis aures actomodes . fermonum fuorum efficacitate . Tropter idololatras enim , qui terram promifargentea, l'igne aque , fonis occupabant, verba faciebant; qui aurea, omnem creaturam adorabant , &volantes avesomnes, ac dicebant: Iji funt exealius Deus non eft. Tropter hac manufatta diaboli noxia dtinoftri, cranda dicebat Deus , ne ea adoraremus . J^arn quia funt manufatta quigloriam Dei, cumpeculiarempopulumfuumHebraodam ad minjlerium , rum fanttificatummtroducere vellet, proutant Deus ^Abraham, Ifaac, Jacob promiferat, f terram illis promifjonis daturum , poffefiores ac baredcs poffefjonum idololatrarum itlos reddtturum , ac gentes Mas concifurum aerem iniquitate fua , quam perpetrapenitufque deleturum , quia terram verant, contaminar ant , pradicebat Deus , acpramuniebatpopulumfuum, ne in eorum adorationes prolaberentur . In populo Ifraelitico viros duos felegit Deus, acbcnedixit eos, fanttificavit, ut opera manufatta fabricarentur , verm ad gloriam miniferium Dei in monumentum generationum ipfoOoliab ex primaTribu Dan . Dixit Moyfi [b]\ X ',\l\ rum; [a] Befeleel, inquam, Jg Deus: Tracidetabulasduaslapideas, &affermibi: cumque pracidifiet , adimmortalia verba fcripfit Deus . digito fuo decem vexit , vivifica , Serapbim, inquit Deus, Deinde fac [e] Cherubim , c Ex.zi, [ d] fac menfam d Ild arcam fac de lignis imputribilibus , ac deaurato intus foris , impone teflimonia tua in arca in memoriale generationum vefrarum , hoc eft tabulas urnam , virgam , mannam . Sunt ne bue figura , ac fimulacra manufatta , an non ? Veruntamen ad gloriam miniferium Dei . Moyfes die magnus timore correptus cum figuram vellet ftmulacrum intueri , ne forte erraret , orabat Deumdicens: Oflende mibi teipfum manifefl, ut videam te. Etrefpondit [ e ] Deus: Sividerisme , morieris; fedafeendeperforamenpetra, &vi- *. j?. de bis pofteriora me a . Oftendit ei Deus in vifione myferium faculis abfconditum, generation'ibus . Verm noftrarum generationum atate in noviffimis temporibus manifeflum feipfum , pofteriora fimul , anteriora perfette nobis oftendit . Cum vero genus hominum in perpetuimi perire vidtffet Deus figmenti fin mifertus , Filium fuum ante facida genitum mift, &decce^

&

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,

& feminis lumen fattum caro & injordane bapti^atus & nos quoque bapti^avtt Indciorum nobis pignora dare nefallamur & Hierofolymam mgreftus ccenaculo fantta & gloriofa myftica facrum nobis Corpus fuum & nos Sanguine fuo potavit lavit, & cum & pedes bibimus contrettaverunt & familiari; & comedimus & ipfum manus & manifeftata nobis verit; & qua circum& cramus, aufugit, & medio fub atque omnem terram exivit fonus terra verba & Caperunt ab univerfo rum orbe homines velut aquila advolantes Hierofolymam venire prout Evangeliis Dominus [f] Ubi corpus congregabuntur &
rm lumen
ccepit

lis

defeendens in ventrem Virginis


eluxifiet
,

Maria

ingreffus eft,

cum in

ejus utero ve-

loco

eft

fiuvio

eft

in

Sion in

ccena
.

obtulit

pretiofo
nofter

lllic

noflros

ipfo

noftra

effattus,

eft

error

caligo,

fuft

ejus

in fines orbis

lata eft, ejus

in

terrain

dixit

fuertt

llic

M*tt.%\,

aquila, Cbriftusautem cadaper, aquila

m fublime

volante; religiof funt ho-

mines

, ,

Gregorio

i
:

Secoo

yIIL
:

qui Dominum cum vidijfent , prout viderant mnes e?* Chrifli amantes fpetlandum ipfum proponentes depinxerunt : cum Stephanum Trotomartyrem vidijfent , prout yiderant , fpetlandum ipfum proponentes depinxerunt ut uno verbo dicam , cum facies Martyrum , qui fanguinem pr

&

derata, vidijjent , depinxerunt &'his Orbe homines, Diaboli adorationibus derelitlis, bas ebxibuerunt non latria,
:

Chrfto feconfpeilis deinceps in toto terrarum

Ts^um tibijuflumvidetur Imperator, bas imagines venerari, an errorts diabolici t Cum Hierofolymis ageret Chriflus, Abagarus, qui tum temporis dominabatur, I{exerat Urbis Edejfenorum, cum Chrifli miracula inaudii(kt, epflolam fcripfit ad cbrtflum ; qui manu fua refponfum fa, crani gloriofamquc faciem fuam ad eum mifit . Itaque ad illam non manufailam imaginem mine , ac vide congreganti^ illic Orientis turba populoorant alia multa funt tales manufatta , quas Chrifli amantes , peregrinantium catusconfervant, qui ad fpettacula e]ufmodiconfiuunt, qua circumfpicis Cur tandem Tatrem Domini efu Chri^>/JJ5?i'K quotidi venerarti, J cUfiaDms Parer fl non oculs fubjicimus ac pmgimus ? quqniam quis fit nonnovimus , Deique n onm'd%ffufaf. natura fpetlanda proponi non poufl , acpingi. Qiid fi eum intuiti effemus, ac fpi&umcadantyftd novijjemus , prout Filium ejus y illum quoque fpetlandum proponere potuifleiliius imagnem idolum appellares . Obteft^mur te, %vinn7c%'turl M us > ac pingere , ut tigmtw fub fot- tamquam fratres in Cbriflo , ingredere rurfum ad veritatcm , unde exivtjii; pertinaciam tolle , atquead omnes fcribe quoquoTmagml'llLmt: excute fpirtus elatos ,
fed h abitudine
.

&

&

mm

&

&

&

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eofque, quibus offendutilo fuifli , erige , quofqueexcacaflr. tametfi flupiditate illud pr nihtlo habes . T^pvit Cbaritas Chrifli , do T cmplum S aneli Trincipis lApoftolorum Tetri invredimur , Sancii q mflarimbns & pennuti!; ita piclam Imagmem contemplami , compuntone per cellimur, cce ^ ^ acry ma noflra funduntur . Chriflus vifum cacis reflituit : Tu iiMk*lstVwA fluente cos , quireil videbant, excacaflt y ohflaculo illis fuifli , tametf pr nibilo
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,

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& bominum cuyfum & imperi ,retlumque &fludnerga prhafli & vigiliarum loco ^atque ac precibus Deum infomnum & dormitationem & incuriam humdes populos Et ac precipite; noslapides, & parietes ac tabellas adorare ut a excitetur, & ut Imperator; fed ut memoria altum provebatur per nda, & imperita crafaquemensnoflraerigatur & eos quorum bac nomina, & quorum appellationes & quorum ha funt imagihabeZ non cnim fpem nes, & nontanquam Deos uttp inqus; Dei Domini, dicimus: 'ominejefu mus; ac fiquucm imago fuccurre & falva nos. Sin autem san&a Matris ejus, dicimus: Sanila Dei
iflud

babcs ,
,

tos reddidifli
,

in

interrupfli

ipfos

ajfiduitatis

devolvijti ,
.

egifli

dicls,

"Kfon ita eji

dici s,
,

noflr

fio-

in

abfit:

in

illis

ftp

Cbrifle Fili

5,, l8 '

Cenitrix Domini Mater intercede apud Filium tuum rerum Deum noflrum, ut falyas facias animas noflr as. Sin vero Martyrisi Sanile Stepbane , qui pr Cbriflo fanguinem tuum fudifti , qui ut Troiomartyr loquendt confidentiam habes, intercede pr nobis Et de quo>;s Martyre, quipajfus efl martyrium, ita dicimus , tales per illospreces offerirnus: necitaefl,utidicis , Imperator, quaf Deos Martyres appellemus . averte cogkatwnes tuas malas % execrationbus , qui bus ab libera animayntuam fvandalis teobteflor; timverjo mundo incefleris , quandoquidem vcl puerults parvis illuderis. Obito fcbolas corum , qui elementi s imbuuntur , &dic: Egojumeverfor&perfequutor irnaginum . Et confeflim tabellas fuqs in caput tuum projicient 5 quodque fapientibus minime doctri potuifii , ub wfipientibus edoccbere . Sic ad nos fcnpjifti ; [a] O^ias Rex Judaomm pofl annos oclingentos ferpentem
.

&

&

aneum

Capitolo III.

353
Uhm

Gregorio

ineum tempio ejecit ; ego vero poft annos oclingentos Idola ex Eccleftis pr a- xiflim Ucut ejec. Fer&Oyas* fratererattuus, &eadem erat, qua tu , pertinacia b c de r ftqur* illiufque tempori* Sacerdotibusvim afferebat, uttufacis. ditusy in fx t dem ferpentem fanttificatus David una cum arca {ancia in templum inve- C o **,> mend** xit . Quid enim illud erat nifi confecratum Deo neramentum , propter Zi'olZf/idEZ ferpentibus Ufi ? ut populis demonjlraretur is , qui th\asf*tt\qnfer* qui tum agri erant, Hevne peccatum fuggefferat, ipfum {E'^JSiS primo figmento Deo formato Marno inmedelam peccatorumconftituit sAttu, prout gloriar is , poft annos demum .ad Gregorio oclingentos beneditlionem ex Eccleftis ejecifti, ac Martyrum fanblificationem , j|! fgj, *J fiditi reft mitio confeffus es, data opera, non ex altana necefjitate ; p- oy*;ftd&>pjx ftrem autem manu propria fubfcribens in caput tuum ip forum execrationem ti"?ftYioVfilpoteftatem atque autlo- rio m frtmpm ef. detorfifli. Doluimus&nos, utpotqui facultatem

&

&

&

&

ritatem S anelo TetroTr ine ipe Apoftolorum habeamus , ubi pcenam irrogare; fy E^iZZffr'. fed quoniam in te ipfum execrationem ingeffijii , ubi habeto, illam cum conftlia- p*num * ne m Qualem quafo nedifcatiomm& curfum eorum , IToierent "\ctnriistuis, quos completleris quiretlcurrebant, irruptjii * Tfovit charitas Chrifti Tips ipft cum Ecclefiam f -*? *,
. :

mgredimur
cjr fantine

&

miraculorum Domini Jeju

Chrifti

piUuras contemplamur

,'e^i^

***

Matris ejus Dominum , Deumque noftrum lablantem in ulnis habentis, angelo fque circumftantes , ac ter fantlum bymnum canentes -.non fine luget ftmiliter compunzione regredimur. Ecquis enim non compungitur , intuens cjr vafa lavacri , Sacerdotes in orbem circumftantes , myfticacorum lluminattonem , cam canam , Labari exfufcitationem , leprofi, ac paralytici curationem , recubitusin berba, copbinos , fportas , reliquias , Montis Thabor transfiguratwncm , crucifixionem Chrifti, fepulturam ejus , Spiritus Sancii deBifune ti ionem , fantiam jtfcenfionem , gladium pueri cervicibus immifeenfum ? Quis pitluram jtbrahte cernens , collacrymatur ? <& in univerfum omnes Domini nentem , non compungitur , pajjiones Expediret tibi, Imperator , duobus propofitis, ut hnereticus potis, qum perfequutor, pitlurarum, imaginum everfor hiftoriarum , jLtquimalum eft , mmimque commotura cir pajfionum Domini appellarens te htreticum appellavi ve rum tbiego refram , quam ob caufam . * H<ereticus ^Zd'Jm'ii notus dicitur , quando paucis eft notus , non wultis diffidila funt offendi- el*$i* Marettecu la, fent enti ncque intricata , neque dijudicari facile pofunt itemquequido-^ZodTftiT^rtl tlrmam fpargunt , quj bumilitate pr aditi non funt, ob imperitiam, atque *4*m '*>&' caecitatem tpforum flatim labuntur ; neque tanti crimmis tilt funt, quanti tu, damnandi Tueaqua cognita funt, fpeclata ut lumen, aperte infeclatus es, Ecclefias Deidenudafti quas fanciTatres conveftierant, &ornarant, tu fpoliafti , atque denudafti ; tamctfi talem babebas Tontificem , Dominum inquam Germanum fratrem noftrum comminiftrum , cujus debebas tanquam patris ac dotloris , tanquam femoris , multaque rerum cum Ecckfiafticarum , tum vilium experientia pollentis , confdiis obtemperare . jtnnum etenim agithodievirille nonagefimum quintum , fngulis Tatriarchis, &lm^ Hoc tft a p***/"*' peratoribus inferviens perpetuque fuit occupatus , quod utripjue rebus ve- nHm l l ' rune exilttntem , j' .*** 'JC 1 l'I' vi. 1 ir ^ ,ii rendis mirific utilis, aptus ejjet. Illum tgitur omittens lateri tuo adjun- n n ad algori, gerc , improbit illum Ephcfmm lApfimari filium , ejufqueftmiles audifti . Cam ^fif^J'X enim Dominus Germanus, quique tum tempons Tatriarcha erat dominus * [*?, ^i u^lendi

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Gregorius, fuggeffifeat

mani
vof,

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patri

ut

F{omam

->

alia * perfuafiffentque Conftantino, Conflantis filio , fufti- *?> nTurpitus invilii. r "t n ad nos fcriberei , ftc interposto iure arando fcripftt ad Kr a T^mmU
i

,,....
mine-

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Ita

&n<J bifcmnegit ) Tomo IL

ut ad univerfalem

Synodum congregand^imvirosutiles ?f' ific l'T

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Gregorio
A
**

mitteremus

^^
:

Secolo
ncque cum
tllis
,

Vili,
,

inquit

tanquam Imperator fedebo , aut impe-

prout flatuerint Tontifices , e^o , eos , <pi vette loquuntur , admittemus ; eofque , <?/ wu/ /oexequar ; quuntur, expellemus , exiliis relegabimus. Si pater meus quidpiam ex intemerata, puraque Fide pervertenti ego primus illum anatbemati^abo Tum nos Deo benevolente mifimus cum pace fexta Synodus celebrata efl Scis, Imperator, fanUxEcclefix, dogmatanon Imperatorum effe, fedTontifiriose loquar; feci
ills

&

tanquam unni ex

&

&

&

cum

Tontifices reipublica negotiis abjlmentes

qui tut afolent dogmata tradere. Idcirc Ecclefiis prapofiti funt Imperatore^ ergo fimiliter ab qua ftbi commifja funt, capefiant . Conftlium autem Eccleflaflicis abfmeant }
,
:

&

&

commune

Chrifli

amantium Imperatorum , 'piorum Tontificum , confenfufque


:

cum pace, atquecbaritateres adrniniflrantur . Scripfut Concilmm umverfale cogeretur nobis inutilis ea res vifa efl. Tu Ji, nobis perfequutor es imaginum , conti.-meliofus , everfor cefla , hoflis hoc largire, uttaceas : tum Mundus pace pcrfruetur , andata ceffabunt . fc Finge, nostibi paruijfe, univerfo terrarumOrbe Tontifices congregatos
virtus efl una, quando

&

&
:

&

&

&

&ex

efe, Senatumque, ac Concilmm confedijfe ubi efl Chrifli amator , acpiusrnperator , qui de more in Senatuconfderedebct, &eos } qui recl loquuntur munerari, eofque, qui aliena a. ventate blaterant , amandare, cum tu Imperator vacilles, ac barbar os imiteris ? T^on animadvertis, bum tuum conatum , quo adverfus imagines infurrexifti, facinus efe turhulentum, infolens , fuperbum * Cum Ecclefa Dei alta pace fruerentur, tupugnas, odia, quiefce , tum Synodo minime opus exit . fcandalafufcitafli. Cefa, Scribe ad omnes , <& in quafcunquc regione* Orbis tcrraru-m, quibus ofjendit il-

& &

&

&

&

Gregorium Taio fuifli, Germanum Tatriarcham Confl.antinopolita.num, pam Rgmanum circa imagines peccafe, nos ab hac cura quietum te pne-

&

&

flabimus, ne peccatum aut lapfus ullus fttuus , utpotqui Deo poteflatem , terrena folvendiaccepenmustTeflts efl Deus, quafcunquemi&cceleflia, fifli ad nos cpijolas , auribus , cordibufque Rggum Occidentis obtulimus , pacem illorum tibi, ac benevolentiam conciliantes , teque laudante s, ac mirifico efferentcs , prout te ante converfantes intuebamur Idcirc etiam Laurata tua

&

lyegibus h onore affici convenite idque , cum nongtn b quo adverfus imagines infurrexifli , au"n um inceptum hoc, conatumque tuum , imp!ratolum mini dvijfent Proyincias cum vero dtdicerunt, certiorefque funt fatti te Jovinum Spatbaro confringendum Salvatacandidatu?n adCalcopratia mifife ad evertendum , ubi miracula multa fiunt , inventa rem , qui appellative jtntiphoneta ,
*

Laudata dUt- * receperunt , ut I\egcs


>

illarum amuU, qua unguenta ferebant, funt Mie mulieres%elo fuccenfe, qua Spatbaro candtdatum orarunt :Kle , obfecramus, ne hoc facias , ajebant . Ille vero preces earum non admittens creola fcala confeendit : cumque ter inifecuri faciem imaginis Salvatoris penuffiflet , hoc videntes mulieres , attraila fcala fuflibus concifum Mie necaquum illud facinus non ferentes , runt. Tum tu mali <emulator miffis fatcllitibus mulieres nefcioquot illic occiex Francia , ex Vandalis , ex difli, aflantibus utilibus viris \omanis , ut generatimdicam, ex toto interiori Occidente. Mauritania, ex Gotbia, in fuis I{cgionibus finguli juvemliatua, puenliaCum autem adveniffent , faciem tunc projecla Laurata tua conculcarunt , que fatla narraflent : Sarmata, exterique qui deletlu habito Longobardi , tuam conciderunt; ac

&

&

&

&

& &

&

&

&

ad Septentrtonem habitant , miferam Decapolim incurfionibus infeflarunt e]eUis Magtdratibus tuis ipfamque Metropolim H&vennam occuparmi >

&

pr-

Capitolo
proprios conjlituere Magifiratus Homam fc trattare fiatuerunt,
;

III.

&

555
,

Gregorio

vicmas nobis fedes regias


:

ipfamque

tu nos defendere minime pofjs . Etimo at enim nos perterrefacis , aifob imprudentiam , ac Jiultitiam fuflinuifii invaginer Sancii Vetri confringamy fed Qregoque y \omam mittam,
curri

&

&

rium Mine Tontificcm vintlum adduci curabo , ficut Martinum Conftans adduac pr certo babere , Pontifica , qui pr temci jufjt. Scire autem debes extiterint conciliando paetscaufa, federe tanquam parietem intepore Rpma Occidente ac pacis arbitr* , gerrimum y feptumquemcdianumOrientiSy moderatores effe quique in hoc componendo pacis certamine defudarunt . minas inttntes , non ej nobis ne e effe teQud fi nobis mfolenter infultcs , viginti jladia fecedet m regioJldquatuor in certamen defecndere ncm Campania B^omanusTontifex tum tu vade ventos perfequere. Tradecefior nojier Martinus Tontifex ad pacem cohortans fedebat ; ideino maliHarettcis , gnus die Conjians de fide Sanbla Trinitatis malcfentiens , Taulo, Tyrrbo, mifjs Tontifcibus proferiptis , adflipulans , Sergio, By^antmm tyrannica violentici abduxit , multifque fatellitibus rapii tt Uhm , bujus mala obfeffum in exilium amandavit Quin etiam Maximo Monacho , La^icam in exilium mifit . difcipulo jtnaftafio mala multa exbibuit , in peccato fuo mortuus ej. *,4t Conjians , qui eos relegar at, mterfetlus , TSfe^euxius enim , qui tum Comes obfequii ejus erat, ab Epifcopis Sicilia certior fatlusbareticumeumefie , pfum mtus in Tempio trucidavit, in pec,

&

&

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am

&

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&

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&

&

&

&

cato fuo interit

beatum -per efic Martinum tejatur Civitas Cberfonis , in quamrelegatusej, &Eofpbori, totufque Septentrio Incoia Septentrionis, curattones acapiunt . jLtque utinam qui ad monumentum ejus accurrunt, Dei munere nobis contingat , ut per Martini viam tncedamus, tametf ob piebis utditatem vivere volumus, fupervivere, quandoquidem Occidens univerfus ad bumiUtatem nofram convertit oculos ac licettales non fmusnos, illi tamen magnoperc nobis confidunt, in eum , cujus denuntias te imaginemeverfurum, * atquc dcleturum , Sancii feilieet Tetri, quem omtf.Occidentis Bggnavelut Deumterreflrem babent. Qud fi hoc velis experiri, piane
:

&

&

&

&

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Bronzo
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parati funt Occidentalesulafct etiam Orientales, quos injuriis affcciji . Verumtamen per Dominum te obfecramus, juvenilibus , ac puerilibus fatlis avertere. Scis , Rpmam ulcifei Imperium tuum non poffe , nifi forte Jolam urbem propter adjacens Mi mare , ac navigia. Ut enim ante diximus, fi ad

d s.Pied C Par ~ <k fopra

l\pma fuerit egrefusTapa, nihtl tuas mmas extiqud agrefles , barbari manfucti , fianty ferus. Totus Occidens Santlo Trincipi^fpojiolorum Fidei frutlus offert . Qiwd fi quofpiam ad evertendam imaginem miferis Sancii Tetri , vide , proteflamur ubi , innocentes, fumus fanguine , quem fufur funt ; ver km in cervices tuas , in caput tuum ifta readent 'K(uper fquidem ab interiori Occidente preces illius , quem Septetum appellant > accepimus , qui vultum expetit nojlrum Dei grafia , ut ad tmprtiendum ei fantlum baptifma illue proficifeamur : ac ne focordia , negligentiaque noJira ratio nobis reddenda fit , ad iter nos accingimus . Deus autem ttmorem fuumincortuumimmittat, te ad veritatem\onvertat abiis , qua in mundum perperm invexifii, tuafque litteras qum primmauipium, qua nobis tuam annuntient converfonem At is , qui de ccelis defcendit Deus , in uterum Sacra Virginis Dei Genitrici s propter nofiram faluwm intra -.t , inbabitet in corde tuo, citque abigat eos , quitetnbabitant, fcandau vequatuor,
.

& viginti ftadia


efi
,

mefeit

Unum

&

quod nos male habet tumanfuetus contr agrefiis ,

&

&

&

&

&

&

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1

2.

bit.tt

Gregorio
*
*

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A

Secolo

Vili.
fiectf'

hunt, pacemque cunttorum Chriftianorum Ecclejis largatur in facula lorum, *Amen.

Ccepimusveflri beo [a] confermati Imperli , atque in Chriflo fraternittn l ltteras P er H&finum Legatum vefirum delatas meque prorfus vita mea taduit , qud fententiam non mutaris, fedin eifdem malis perfeveres , necea, quaCbriflifunt, fapias, ut fanttos , ac celebres miraculorum effettoresTatresnofiros, ac Dottor es fetterts , &imiteris. Islequever fimpliciter dottores peregrinos profero, fedeos tantum qui ex urbe , ac regione tua prodierunt . Ts{um fapientiores funt Gregorio miraculorum effettore , Gregorio Joanne Chryfofiomo * 'H.yffeno, Gregorio Theologo , Bafdio Cappadoaa, 7^e infinita miltiaSanttorum illis fimilium , ac Deo plenorumTatrum, Dottorumque noftrorum commcmorem . Sed obfecutus es pervicaci animo tuo , ac domefticis perturbationibus , fcripfj Imperator fum , &Sacerdos. Enmver qui ante te fuerunt Imperator es , hoc opere, ac fermone demonftrarunt , quicondiderunt, curam gefferunt Ecclefarum una cum Tontificibus cupiditate , igloque incenfi , rettaque fidei veritatem pervefligantes , Conflantinus Magnus , Theodofius Magnus > Valentinianus Magnus , Conflantinus Juftniani pater , qui fexta Synodo interfuit . Imperatores ifii religiose imperarunt, cumTontificibusunoconflio, ac Jententia Synodos congregante s , atque veritatem dogmatum perquirentes , fanttas Ecclefias confittuerunt , sk sacerdote! ornarun t . Hi funt * Sacerdote! , Imperatores ' qui id opere demonflra, J J * * hos Imperatores y n c y ,>omwat,qubd if io runt : tu vero ex quo Imperium occupafu, definitiones Tatrum perpetuo non
a Seconda ietter

*tnmpZdorL"'ntifurco.

"*

&

&

&

&

&

&

&

'.

C ujlodijii , fedcuM fanttas Ecclefias fimbriatis aureis vefiibus convefiitas, variegatas invemfjes , eas ornatu privaftt , atque vaftaft . Quid enim nojtra m r Hnt Ecckfi* - nonne res manufatta, lapides ,ligna , pale a, lutum,&calx* w7c*iu! CatfdZ f Cbr ifii Taf Inonftrat afur* verm pitturis , hiftoriifque miraculorum Santtis editor um, e > ac fantta gloriofa Matris ipfius , Santtorumque ^Apoflolorum cxori"Tor 'immlfce fi ant Fidei dog. nata funt in hifiorias , ac pitturas homines facultates fuas infumunt, f b S p^cros parvulos nuper bapti^atos inulnis fuistenentes, itemque florentes atau\ cl mAnt.nu]

Sacrdotat infw.
.

&

luretuos

Cate-

&

omm

a*

sactrdortm te
.

tantum jpellet

& ]uvenes, & ex gentibus


:

&

diverfis profettos viri , acmulteres, indicatis di-

gixobifioriis , eos icdificant 3

gunt . *At tu ab bis abfltnere

i. Cor, 7.

corda furfum adDeumeribumtles populos in otiofs fermontbus , nugis tris occupafii , pr gratiarum atttone , ac citbaris , crepitaculis , tibiis , bmeditatem cum illis babeto , celebratone ad fabulas illos traduxifti infatias blaterant. Jludi humilitatem cum iis qui inutilia fabulantur , fanclam Ecclefiam fequere, prout inventai , noftram, Imperator ; ceffa, atque accepifi. ISfon funt Imperatorum dogmata, fed Tonttficum : [b] quo-

eorumque mente s,

jufj'o s

&

& &

&

&

&

fenfum nos habemus ; alia ej Ecclefiaflicarum confitutionum alius fenfus facularium in adminifiratonibus facuii . Militacrafjum , in fprntualibus dogmatum rem , ac ineptum quem habes fenfum Ecclefarum adminiflrationibus balere non potcs. Et ecce ttbi palatii, falvare , Tontificum agnofce illud , fcribo dijcrimen , Imperatorum nec contentiofus eflo Si quis te regia indumenta , purpuram , diadema caobfcquiiordines ifuturumeft, ut ab hominbus pitis, trabeamabflulerit,

niam

Cbrifi
,

i'njtitutio

&

&

&

&

&

turps, deformis,

quod enim

quem in ftatum Ecclefias redegifli ? non babes, fanttas Ecclefias ornatu privafi, deformefque reddidfi. Islam quemadmodum Tontifex introfpiciendi in Talatium poteftatcm non habet, ac dignitates regias defereni , fic neque Imperator in Ecclefias inno:

& & abjeclus babearis

ipfe

Capitolo
tntrofpciendi

III

elefiiones in Clero peragendi, neque confecrandi, vel fym, boia fantlorum myfieriorum admini/randi , fed neque participandi , abfquc operaSacerdotis. ( Quali parole un moderno [a] Autore fi compiaciuto ^J.Ji'^uSS' ^.' di eftorcere in fenfo non proprio , cio che Gregorio IL con il riferito feti- pa 99 batimentohabbia ftabilito, Se ejfere inferiore all'Imperatore, ed eflonon meritevolmente vien egli ripigliato ve? facolt alcuna fopra li Bggni.
.

&

357

Gregorio A*

Mi

daunHiftorico [&] pi moderno, e pi Cattolico di lui, allor quando ri- b Batt^un Ctn battendo con le medefime di lui armi l'oppofta calunnia, foggiunge, Non ai. 2. *, pfl fi ricorda l'Autore fudetto, che altrove egli fcrive nella ifteffa Hiftoria [e] TulmMX,Md. degl'Iconoclafti, che il Pontefice Romano fenza dirlo fi diport da vero ttg.n*. 14*. Superiore, e Giudice contro l'Imperador Greco, quando egli rapporta con verit, che riconofeiuto per Heretico Leone Ifaurico , lo feommunic, ed ordin a Popoli, Roma, edalrefto della Italia di non riconoscerlo , & ubidirlo pi come Principe , e di non pagargli pi tributi ? Il che non poteva mai farfi da chi non Superiore , e non ha podefti giurifdizionale Cos il Battaglini contro il Maimbourg. ) [ d J Sed unufquijque noflrm, d Eadem t inquavocationevocatuseflDeo, mea maneat. Fides, Imperatore Tontifi- Greg. fi, Imperatorumdifcrimen? Si quifpiam te offenderti, domumejus publicum, fpolias, folam illivitam retinquens, tandem que illum etiam -pel fucas , ab fpendionecas , vel capite truncas, velrelegas, eumque longliberis, amicis fuis amandas Tontifices non ita ; fed ubi peccaomnibus cognatis,
.

&

&

ritquisy

&

&

&

corifeffus fuerir,

lium
in

rcrucem
y

in fecretaria

fic

& Catechumena ablegant ac vifeeribus eorum jejunium ocdifque indicunt. Cumque probe probque fame & laudationem illum Santum pretiofum UH Domini Corpus impartiunt, & acimmunem peccati guine potant & cum illum vas ad Dominum purum infontemque tranfmittunt Fides Imperator EcImperiorumque diferimen Imperatores qui pie, & Chriflo clefiarum vixerunt, EcclefarumTontifictbusobedire minime recufarunt, neceosvexarunt-.tuver, Imperator, cumtranfgrefius fueris, ac perverfus evaferis & ipfum fubjiciens manu propria fubfcrtpferis & fueris eum
,

fufpendii, velamputationis capitis loco Euangecircumponunt , eumque tanquam in career em facrorumque vaforum oraria conjiciunt , inEcclefa Diaconia ,
ejus cervictbus
,

vigilia?,

ejus ori

cajigarint,

afflixerint ,

j"anelo

eletlionis reflituerint
?

in

te

confefjus

qui terminos

tuses

Tatrum tollit execrabilem effe ; m hoc proprio judicio condemnaacSpiritum Santlumte alienajt. Terfequeris nos , ac tyrannic ve,

xas, militari, carnaliquemanu. Ts{ps inermes , acnudi, qui terrenos , ac carnale* exercitus non habemus , invocamus Trincipem exercitus omnis creatura jedenterninCoslis, Cbriflum, qui efl fuperomnes exercitus fupemarum virtutum x ut immittat tibi damonem, ficut ait *Apoftolus, [e] tradere ejufmodi fatane in interitum carnis , ut fpiritus falvus fit Fides , Imperator , quo impudenti^ , atque inbumanitatis te ipfum provexeris ? jlnimam tuam in barapr dirupi a loca pracipitem egifi, qud bumiliari nolueris , duramthra, ene cervie em tuam jubmittere. Islam ubi predava commonitione adbibita , dottrina, Tontifices Deo exibuerint Imperatores irreprebenftbiles , &mundos peccatis , ac dclitlis magnam apud Deum laudem , gloriam obtinent in fantam T\efurrectionem magnam , quo tempore res nofras occultas, opera noftra in lucem prolaturus efl in confejfionem nojlram coram ^Angelis fuis . Fero futurum efl , ut nos humiles erubefeamus , qud te propter tnobedienU.amtuam lucrati non fuerimus, cnmilli, qui ante nos fuerunt Tontifices, eos
.

e r. cor. j.

&

&

&

Tomo

il.

qui

Gregorio
AA *

qui fuis temporibus imperarunt , Beo obtulerint quoi nobis bumiltbus pudorem incutiet, qui temporum noftrorumlmperatorem non offeramus gloriofum , &celebrem, [ed ignominiofum , adulterinum . Eccenunc quoque te hortamur, panitentiam age , convertere, atque ad veritatem mgredere : ficut itivenifli, &accepifli y cu/iodi , honore ajjice , glorifica Sanftos ylorifos Tatres nojiros , *zc Dottor es , ,^i cacitatem cordibus , oculifque nofyris fcundm Deum difpiderunt , eifquevifum reftituermt . +At enim fcripfjii : Qui fit, ut in fex Conciliis de imaginibus nihil (tdittum ? Enimver, Imperator, ne de panequidem, aqua dittum ed quidquam , ft ne comedendum , an non
-,

^58

Secolo

Vili.

&

&

&

,&

&

comedendum ; bibendum , an non bibendum quandoquidem hac antiquits , principio ad vita humana cotifervationemhabes tradita ficetiam imagi-

&

nes tradita fuerant , ipfique Tontifices imagincs ad Concilia deferebant , ne e ullus ex Cbrfli amantibus , ac religio(s hominibus iter peragens , abfqueimaginibus peregrinationes obibat , utpot qui virtute pr aditi , atque apud Deum probi efcnt* Hortamurte, ut fis Tonti/ex , Imperatore prout ante fcripftadregiones fti. Qudf te pudeatj hoc tibi ipfi tanquam Imperatori.mbuere omnes , quibus fcandalo fuifli , fcribe , Gregorium Tapam Bgmamm circa imagines errare , itemque Germanum Conjlantinopolitanum Tatriarcham ; nosculpam peccati recipimus, utpot qui potefiatem Domino acceperimus , auttoritatem terrena, calefliaque folvendi , ac ligandi; teque ab haccura quietum prafiabimus . l^eque volutfti, neque vis nos, ut rationem Chriflo Domino reddituri , monita, atque documenta tibi adbibuimus , prout Domino edotti fumus : at tu refugifli, atque obedire nobis humilibus recufafli, fimulque Germano Trafuli, fanti is , atque gloriofis miraculorum effettoribusy dottoribus Tatribus noflris, fecutus perverfos, pravofque dogmatum magiftros, qui ventate aberrant. Habeto partem cum tllis : nos , prout ante jcripfmus tibi, viam ingredimur Dei benigniate inextremas Occidente regione s verfus illos , qui fanttum baptifma efflagitant. Cum enim illuc Epifcopos mififfem, fantta Ecclefia noflra Clertcos , nondum addutti funt , ut capita fua inclinarent,& baptT^arentur eorumVrinctpes, qud exoptent, ut eorum firn fufeeptor . Hac de caufa nos ad viam Dei benigniate accingimus , ne forte damnationis incuria no/ira rationem reddamus. Det tibi Deus ? prndentiam, ac pcenitentiam , ut ad veritatem convertaris , qua defeivifli; in unum rurfufque reflituat humilibus populis in unum paftorem Chriftum , ovile Orthodoxarum Ecclefiarum , ac Trafulum , pacem Dommus Deus nofler prabeat univerf ferrar um orbi nunc, facula facufemper, lorum, jlmen. Cosi con formidabile dettatura fcrivevano allora i Papi di quel tempo i primi Imperadori del Mondo a Ecd.i. cum dormiente [a] loquitur , qui enarrat fluito fapientiam : conpri^onu e Lec j fi aco facne jj Legati , che quefte lettere portarono , furono [ b ] vituperobBaron.anno 7 z6. famente villaneggiati, affretti d terminar la loro vita in ofcurilfimo carnHm i% cere , fenza convenienza di rifpetto , e fenza rifpetto al diritto commune dell' humano commercio anzi aggiungendo ai maltrattamenti de' Legati una eftrema ingratitudine verfo il fuo benefattore , rifolv di trovar modo di liberarfi ancora dal Pontefice , la cui inconcufla coftanza gli era divenuc ^inap. Bm. in ta infopportabile . tal fine egli ordin [e] molte congiure in Roma tri Cr alcuni fuoi Ufficiali , alcuni Miniftri medefimi di Gregorio , affin eh' eglih congiure ma. chinate contro il no Tuccideifero , lo faceffero prigione, perhaver quindi effo la conPapa ' giuntura , e modo di follevare al Pontificato altro Soggetto pi conface-

&

&

&

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&

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Mi

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vole

Capitolo
vole alle fue federate intenzioni
.

UT.

Ma
e

359

Gregorio
A A#

anim

li

Romani

alla di lui difefa,

Dio , che proteggeva il fuo Servo , le mode prattiche (vanirono nel

trattato,

furono repreffe dalla forza con il fupplicio de' complici , e con horrore , e vituperio della fama di Cefare , che fi accrebbe l'indignazione degl'Italiani con il feguente fatto, che avvenne. Havendo ei ben conoil

che haveano fortito gli ordinati tradimenti , ladall' impegno , che fenza confederare, che l'autorit difarmata di forze poco, nulla giova foftener la maeft, e riverenza de' Regii Bandimenti , comand al fuo Efarco di far publicare in Editto cefareo cui egl' Roma, ed in tutte le Citt dell' Imperio in Italia l'Editto , J'JSBeSlS imponeva , che fi togliefTero dalle Chiefe le Imaeini , perch' efTe rap- icaiu prefentavano una fpecie d' Idolatria , promettendo) ogni favore al Papa, f obbedire, & al contrario dichiarandolo reo, e decaduto dal a tm Pontificato, ogni qualunque volta contradicefTe ; [a] JuJJionibus mifjis , dice Anaftafio, decreverat Imperatori ut in nulla Eccltfa Imago cujuslibet Sanili, aut Martyris, aut ^Angeli haberetur ( maledilla entm omnia aJJ'ereR fiff en " de iY bat ) ac Jfi acauiefeeret Tontifex , vratiam Imperatoris haberet , ( hoc r r ,. Italiani, e loro ri-.\ ,* J % r v, e < fieri prapedtret, a fuo gradu decederet. Non fi vidde mai pi pronta, ne volutone. pi generale, ne meglio concertata rivoluzione di quella , che univerfalmente fi fece, e principalmente in Roma, fubito che fu publicato taT Editto. Poich vedendo Gregorio, che Leone non offervava alcuna mifura nel male, n moftravafifolamente offefo di lui, ma eziandio della medefima Religione Cattolica, ch'ei apertamente attaccava, impieg allora tutta l'autorit Pontificia, elearmifpiritualidelfuo Minifterio per fermare il corfo di cotanta empiet , & impedire che un s deteftabile Editto non foffe ricevuto nell' Italia. Egli adunque feommume [b] allora ^ na B B'J 1 0th ' f' l' n " folamente l'Efarco , e tutti li complici, e poi mand lettere Apoitoliche alli Veneziani , al R de' Longobardi , e loro Duchi, e alle Citt dell' Imperio, nelle quali efortava[r] tutti refiare immobili nella Fede Cattoli- e Miem. ca, & ad opporficonleloro forze alla esecuzione dell'Editto. Quelle lettere fecero tanta impresone negli animi, che tutti li Popoli d'Italia bench di partiti differenti, Veneziani, Romani, e Longobardi, compofero un folo Corpo animato da un medefimo fpirito , per difendere la Fede Cattolica, e la vita del Papa, proteftandotutt'infieme di volerla conservare con la perdita della loro propria per caufa cotanto nobile , e gloriofa Ma come eh' dilficilifiimo nel caloredi un primo moto il confervarele giufte mifure anche nel bene, cos facilmente avvenne, che que' Popoli non fi contenelfero ne' limiti di una Iegitima difefa. Imperoche non folamente i Romani, e quelli della Pentapoli , che hoggi dicefi Marca d Ancona , prefero le armi , e fi unirono alli Veneziani ma portando il loro zelo pi avanti di quello , che pretendeva il Papa, feoffero apertamente il giogo, e calpeftandoneleimagini , ed efecrandone il nome , Ci fcelfero di propria autorit nuovi Magiftrati per governarli nell' interregno , ch'efl pretendevano fucceduto, determinando eziandio di creare con l'arme alla mano un'altro Imperadore, e di condurlo Costantinopoli per metterlo in luogo di quello, che di Protettore della Chiefa n'era divenuto Perfecutore, Tiranno, &Herefiarca. Ma il Papa, che fperava fempre la converfione di quello miferabile Principe , non potendo approvare arfatto cotal'intraprefa , vi f cosi forte [d] oppofizione , eh' ella non hebbe alcun'effetto , bench h^T^Z'
fciuto
finiftro effetto,

rdoni talmente trafportare

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reftaffe-

Gregorio
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re ft au ero fempre rifolutiflmi li Popoli di rinunciare alla dominazione di unh. Bibiuth Leone, f Leone non rinunciava alla Herefia degl'Iconoclafti; [a] l^ifi cre^u, Vopulos Itali* probibuijjet Vontifex , dice Anaftafio diligentiilmo annotatore de* Papi, Imperatorem fuper f conjituere fuiffent aggrefji Cognita ergo Imperatortsnequitia, omnis Italia confiltuminiit, ut fib eligerent Imperatorem , ducerent Confanttnopolim . Sed compefcuit tale confilium Vontifex, fperans converfionem Vrincipis. Ma quel tanto, che agi' Italiani diffuafe allora Gregorio, fegu pofcia in altro pi confacev ole tempo; e la loro ribellione folte volontaria rivoluzione de' Popoli, pi alta mofdi Dioiche volle fmembrare da' Greci s nobil parte d'Imperio, e punire que' Cefari delle loro perpetue Herefie con trafportare ad altre Nazioni la Monarchia, certo fi , che poco tempo trafcorfe, chefucceflero accidenti tali, che terminarono finalmente di rovinare le cofe dell' Imperadore in Occidente, [b] Ipfis tnterea diebus , foggiunge l'alleb idm bd. UZO at0 Hiftorico, Exhilaratus T^eapolis Dux, deceptus diabolica infitgatione it'aiu e* jiuove congiure cum fuo filio ^Andriano Camp ani partes tenuit, feducens populum, ut oberet ImP eratori * occideret Vontificem. Tunc Romani omnes euminfequupe" operi di ileoti comprehenderunt, e cum fuo filio occiderunt , poj bac Vetrum Ducem, dicentes turbati, qud contraTontificem quoque ftrtpfijjet. Igitur diffenfione falla in partibus Ravenna , alii confentientes pravttati Imperato.

fl

Vili.

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ar

'

&

&

&

ris

alii

cum

Tontifice

&

ejus Fideltbus tenentes


.

inter eos contentione

idem

bd,

mota , Taulum Tatricium Exarchum occiderunt Longobardis vero ALmiliae Caftra , Moncella , Venafrum cum fuis oppidis , Buxo , Tentapolis quoque cum *Auximana Civitate f tradiderunt Gran documento per li Principi, che pretendono di alterare ne' loro Stati lo fiato antico della vera Religione; effendo che ci efeguire non puofi, fenza dare fcoffe violentitfme i i loro Regni , de' quali ella il fondamento [ e ] Vofi aliquod vero tempus, replica Anaftafio nuovi horribili tradimenti contro la perfona di Gregorio , Eutycbium Tatricium Eunuchum , qui dudum Exarcbus fuerat , Tsfeapolim Imperator mifit , ut illud quod Exarcbus Vaulus , Spatbarii quoque, esteri malorum confutatore s facere nequiverunt, die perficeret i fed nec fic , jubente Deo , latuit miferabdis dolus ; fed e lami t cuntlis
. .

&

perdere cunpejfmum conftlium , quo Cbrifii violare conabatur Ecclefas , Cumque mitteret hominem proprium Romani diripere omnia loca tlos ,

&

&

cum

fcriptis fuis

in

qmbus continebatur ,

ut Vontifex occideretur

cum

Opti-

idem

ibd t

matibus I{pmanis ; agilit, crudeliffima infanta , protinus ipfum Vatricium miffum occidere voluerunt , nifi defenfio Vontificis nimia pnepediQet . Verm eundem anatbem attuar unt Eutycbium Exarcbum , fefequc magni cum paxvts conftringentes facramento , nunquam Vonttficem Cbrifiiana fidei %elotem, cjr Ecclefiarum defenforem permittere necari, aut amoveri , fed mori effent pr jalute illius omnes parati . Dai tradimenti , e congiure pafso Leone alle fraudi, ricorrendo all'arte indegna di fubornare gli Amici per rendere imbelle il Pontefice alla propria difefa [ d J Munir tunc bine inde t{egi 3 polluens plurima, ut juvaDuctbus Longobardorum funtmijj, mine defifterent Vontificis , per fuos Legate s Vatricius ille fuadebat Qui ex Jcriptis detefiandam viri dolofitatem dtjpicientes , una f , quafi fratres , catena fidei conjlrinxerunt Etmani , atque Longobardi , defiderantes cuncli
:

&

mortem pr

defenfiane Vontificis fufiinere gloriojam

perferre moleftiam, pr fide vera,

&

nunquam illum

paffuri
,

Cbrifii anorum certantes falute

Ma

troppo

, . ,

Capitolo
troppo fortemente rmofli
il

II7.
g' infiliti

3<Si
intollerabili di

Gregorio

Santo Padre contro

jpa

qua

repericbat

deprecabatur ; fpeque tja manebat femper fultus plus-, quarti ab hominibus Gratias tamen voluntati populi referens pr mentis proposto , blando omnes fermone, ut bonis in Deum projicerent aclibus, fide perfijlerent , rogane defjerent ab amore , bat ; Romani Imperli admonebat . Sic cuntofide dolor es continuos mitigabat . Caduto dunque Leone rum corda molliebat , dall' alienazione de'fuoi facnleghi attentati, ne intraprefe uno nuovo, che giudic il pi potente di tutti , ma che per pr videnza del Cielo ridon-

&

&

&

&

d tutto in gloria egregia del Pontefice , e in fomma venerazione delie Sacre Imagini, e della Chiefa di Dio. Impieg egli dunque tutta la fua deprezza , e politica per iftaccar Luitprando R de'Longobardi dall'mtereffe p **^ &** 4* del Pontefice , e de'Romani , per impegnarlo ne'fuoi Era [b] lenza dubio Luitprando uno de' Principi pi compiti del fuo tempo, in tutte le forti di f'c "p. II." perfezioni defiderabili in un R per la Pace , per la Guerra , e commendabililfimo tanto per 1 fuoiproprii coitami, quanto per i vantaggi della Luitprando i.oninalzati paReLgione , al cui fine egli haveva fondati molti Monafterii , e | ^^ch e^f ^ recchi Tempii , fra quali iannoveraquellofuperbiflimo di Pavia, oveha- miracoWamence veva fatto riporre il Corpo di S.Agoitino, ricattato da lui a prezzo di oro liberata dai papa, dalle mani de'Saraam , che havevano invafa , e foggiogata la Sardegna Mi non oliatiti tutte querce belle qualit , eh' egli poffedeva , negar non fi pu che quando gli i prefentava l'occaione d'ingrandirli , la politica non gli lacefTe moire volte preferir il fuo utile i tutte le confiderazioni della giuitizia, della buona fede , della honefta civile , eziandio della Religione Leone ch'era altrettanto politico , e che conofeeva il debole de'Principi , attacc LuitpLandodaqueftaparte, e vi fece tanta breccia, chefinalmente lovinfe, piegandolo fuoi voleri, [e] Gli f rapprefentare dal Patrizio Eutychio, e ^na/i,BiUn che Cefare offeriva lui tutte le fue forze , acci unite con quelle de' Lon- Gr 's n gobardi elleno Ci portaffero a'danni delli Duchi di Benevento , e di Spoleti che i erano a lui ribellati ; mi che quindi poi unitamente ancora le medefime armi i volgellero contro i Romani , s per foggiogarli alla ubbidienza di Cefare , come per prendere rigorofa vendetta della perfona medefima del Papa Acconfent iiibito l'ini auto R alle lufinghe Imperiali , e con fubitaneaincurf ione occupati facilmente gli itati del DucaSpoletino , e Beneventano , porto quindi velocemente il fuo Lfercito all'alfedio di Roma, accampandolo [d] neile Praterie di Nerone, quali fi {tendono tra il Tevere , eia d idem ibidem Chiefa di S.Pietro in faccia al noto Cartello di S. Angelo. Larifoluzione, che preie S. Gregorio in quel grand' emergente , fu la medefima, che haveva gi prima ifpirata Dio a S.Leone [ e ] contro Attila, e Genferico , con e vedi n rontifi medeiimi eiiecti di miracolofa aiftenza del potentiifimo fuo braccio . c * d '-"' ' 545 547 Concioiacofache fenza confulto di prudenza bimana, efenza ritegno di humano timore , armato folo di f medefimo , e dell' augufto carattere del fuo Supremo Pontificato, prefentoglifi avanti il Pontefice, eique prafentatus , JtuduL (ut potuit ) Eggismollirc animum commonitione pia Anaftafio, che quello gran fatto ^acconta, lafcia la confiderazione al Lettore, di quanta efficacia fodero le ai lui parole;e folamente vuole,che fi comprenda dagli effetti, che elleno fecero, i quali furono miracolo!], e ftupendi . EiTendo eh'
t

'

&

&

'

'

'

"

egli

Gregorio
tm * idem 1 idtm
1

fi z
fterneret e]us pedibus,

Secolo

Vili.
dalla

c $ l *"m ^ c ^ e " ma ne(Te talmente tocco Luitprando ^ e j Pontefice , e dalla forza delle dilu ammonizioni , [ a ]

& promitteret

ut

Maeft B^x [e prad


,

nulli inferre

Ufonem.

Mque fic
,

tantum compunttionem

arma exueret
theum
>

& ante Corpus ^pofloli poneret


,

ipfe piis monitis flexusefl, ut, queis fuerat indutus


,

mantum , armillam

bal-

b idem

Mia

idem ibidem

Nuove

crudelt

cndio* tutte f
imagini.

d idem ibidem

e Utm. fiidem

atque enfem deauratum , ncc non coronarti auream , cir crucer avgenteam* Tofi orationcm fab~lam obfecravit Tontificem, ut memoratum Exarchum ad pacis concordiam fufcipere dignarctur , quod factum cftt fa rece/Jt , \ege declinante malis , quibus inierat conflium cum Exarcho. Cos Anaftato. E perche Gregorio fperava Tempre, cheLeor ne haverebbe un giorno riconofciuti li fuoi errori , per quefto capo acconfent volentieri alla riconciliazione conl'Efarco, e paternamente fece ogni sforzo per rivocare i popoli dalla ribellione, e conservare le miferabili reliquie dell' Imperio Romano in Italia . Al quale effetto [ b ] egli moftr eziandio la grandezza del fuo animo, unendo lefue genti d'arme con quelle dell'Efarco contro un'impoftore , che facevafi chiamar Tiberio, e che dicevah* della ftirpe degl' Imperadori , con haver felicemente fedotti alcuni popoli della Tofcana , che lo proclamarono Augufto . fi quefto falfo Tiberio per opera del Papa, e dell'Efarco aifediato, e prefo in un Caftello , d' onde fu mandata la di lui tefta Leone Qudte autentiche teftimonianze di Apoftolica fofterenza dovevano ammollire l'indurato cuore di Leone , e diftorlo dall' impegno malamente prefo del fuo peccato . [ e ] poft h<ec , foggiunge Anaftaio , claruit lmaliti a > qua profequebatur Tontificem j e perch' egli non pot peratoris mai offendere lui, ch'era il capo della Chiefa, precipit con tutto il fuo fdegno contro il corpo Cattolico di Coftantinopoli , ponendo il colmo alli fuoi precedenti delitti con un' horrendo facrilegio, che riemp tutta la citt di fangue , e di fpavento . Percioche [d] fece cancellare quante Imagini facre il vedevano nelle Chiefe, e volle, che f ne rimbiancaflero le mura, per abolirne affatto ogni veftigio. Quindi egli public un bandimento, in cui ingiungeva a tutti gli habitanti di Coftantinopoli, principalmente quei , che riavevano cura delle Chiefe , di riporre nelle mani de' fuoi Ufficiali tutte le Imagini di Gies Chrifto , della Beatiflma Vergine, e de'Santi , accioch'eifo poteife in un momento purgare la Citt dalla Idolatria, con farle tutte abbruciare nel mezzo delle Piazze. Queft' ordine, che cagion fra Cattolici un'horribile cofternazione , fu efeguito con eftrerigore. Li Miniftri, e foldati Imperiali correvano come altrettante furie per le Chiefe, e per le cafe; onde i pi timidi perii timore della morte preferite erano forzati congegnare le Imagini , ad altri erano elleno rapite viva forza , e quei che hebbero cuore di refftere , furono trucidati con horrendo fpettacolo d'incifione di membra , e laceramento di corpo affine di far perdere anche i rifoluti il penfiere di opporli vanamente quello, che non pot vano impedire, [e] Et quia pkrique , dicel'Hiftorico , in ejufdem Civitatis populo tale jcelus fieri prapediebant , aliquanti capite truncati, alti parte cerporis abfciffi pcenam pertulerunt . Di maniera che que'furiofi Miniftri, havendofuperataper quelle terribili vie tutta la refiftenza di quel povero popolo, fecero nel mezzo della gran Piazza di Coftantinopoli una gran pira delle Imagini del Salvadore del Mondo, della Vergine fua Madre , e de' Santi , e vi accefero il fuoco , riducendole in cenere s e

fpatbam

&

&

Ma

Ma

mo

Capitolo III.

363
.

Gregorio

re , e vomitando contro di efle mille efecrande beftemmie , mentre il palzava al Cielo lamentevoli ftrida, per dopolo ftruggevafi in lagrime, mandare Dio vendetta di cotanto abominevole facrilegio Ed allora forf avvenne , come con buone congetture provati da un erudito [a] Scrittore , a Bmtd. muih che fecretamente da Cattolici di Coftantinopoli fofle trafugata Roma la JJJi"3f f e celebre Imagine[&] AchiropcetaCamulianefe, cos nominata da Camulia- r*.*.rf8. no Terra della Cappadocia, rapprefentante il Saivadoredel Mondo , che Jt^SjjjJ adoravafi [ e ] con particolar culto di divozione in quella Citta' , e che fu poi ** f*&* riporta in Roma dentro l'Oratorio di S.Lorenzo preflb il Laterano , prefen- t ^u'shuii m temente detto il SantlaSanttorum. Vi per [k] chi dice, e ricavali det- du^.&n.^Hroda due [e] manoferitti Greci, ripieni di molte inverifimilitudini , che l iUiat*r%fm* S. Germano doppo una lunga refiftenza fatta Leone , coftretto finalmente gww-.gr 1 * cedere al tempo , epartirfenedallafuaChiefa, portafle feco due Ima- fJ^S*,* raru. gini , luna della Madre di Dio , e l'altra del Salvadore , e che giunto al Por- " w BU to di Amanzio, che prefentemente dicefi Sidar , faceffe un forame pref- biLhtc v*lk*nl folamano deftra del Salvadore, un' altro fopra il Capo della Santiflima -375-^*'47. Vergine , e riponendo in effe due lettere di ragguaglio al Papa della eccitata perfecuzione gittafle quelle Imagini divotamente in mare, dicendo, Magiftcr falvaTe, &7{ps', e eh' elleno dirizzandoli in piedi, caminaflero velocemente fopra le onde verfo Roma, dove il Pontefice avvifato in fogno del loro proffimo arrivo con quelle parole, Va ricevere il R , Va ad incontrar la Regina , egli dal letto forgelfe , imbarcato fui Tevere , dalla riva del mare le vedeffe venire , come volando , gittarfi nelle fue braccia; e ch'egli attonito alla maraviglia, proceffionalmente quindi le portafle nella Chiefa di S.Pietro , e dalla data delle lettere conofeefle , elleno nel folo fpazio di ventiquattr' hore haver fatto quel lungo tratto di mare da Amanzio a Roma A chi aggrada il rinvenir la infuflftenza di cotal racconto, legga il citato [f] Millini, che i ungo riprova un tal fuccelfo. Dop- ^ idtm Miirinmt c c t,n '* K '"? p dunque queft'efecrande barbarie contro Dio , contro li Santi , e contro I Cattolici, Leone fi mofle contro due, che parevano lui li pi forti contradittori della fua Herefia, e li pi invitti Campioni in Oriente della Religione Cattolica L'uno fu S.Giovanni Damafceno , l'altro il fno Pa- Jj* ^Jjj ^J" triarcaS.Germano, d'ambedue de' quali ragion vuole, che fi faccia di- di s.Go^Damaftinto ragguaglio , e perla cofianzaefercitata ne' tormenti, e per la virt fceno efaltata co' miracoli. Era [g] S.Giovanni nativo di Damafco , Citt altre volte capitale della Siria, che giaceva allora fotto il Dominio de'Califi Saracini, fituata ***s- **l D m " in una grandifiima pianura preflb il Monte Libano, e bagnata dal gratini%ift a l mofiumicelloChryforas, cio Corrente d'oro, cognome [h] che quei ffW/**. hThtB nMn * 1 ' di Damafco diedero poi S.Giovanni lor Cittadino, comparandolo per l'aurea fua dottrina, eloquenza al loro fiume. SantJusTater nofter Joannes cognominami efi Chryforas propter auream fulgidam Spiritus Sancii gratiam, qua in ipfo tam verbo , qum in vita ablu efftoruit : cos di lui dice il citato Annalifta de' Greci Theofane. Nacqn egli di Parenti Chriitiani, dellaprima, e pi ricca nobilt della Citt, mmolto piconfiderabili per la loro eccellente piet, rifpettata talmente dalli Principi eziandio Saracineschi , che confidarono ad efi li principali impieghi della Corte II Padre, che non haveva altri figliuoli, che Giovanni, educollo fotto la difciplina di un tal Cofmo Italiano, huomo di tutta virt, e che doppo di haver

&

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J^^hJ^

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GitooMb
mana

^64.
haver ben prefto iflrutto
>

Secolo
il

Vili.
di feienza divina,

Giovane in ogni forte

di que'Monafterii, de' quali molti, e grandi n'erano in quella Provincia della Siria. Doppo la morte del
fi

ritir alla vita

Monadica m un

& fiu-

H
iV."cZ'

ib'.di.:ft

Padre, volle il Califo, che non /blamente Giovanni fuccedefle alla Carica del defunto , ma che foife il primo del fuo Configlio , e che prendeffela cura di Prefetto , e Governadore di Damafco ; quando appunto cominci Leone muovere con maggior furiala guerra contro le Sante Imagini , per iftabilir viva forza quella nuova Herefia nell'Imperio. E come che S.Giovanni Damafceno era verfatiflmo nelle antichit della Chiefa, e nelle Theologiche Queftioni, e che non haveva meno di ardore, che di lume per difendere a vera dottrina ricevuta da' Cattolici fin dai tempo de* gli Apoftoli, quantunque egli foife nel Mondo , e negli affari di Corte impegnato , pur intraprefe di opporli quefa horribil' empiet , per ritenere i fedeli nella Fede de' loro Padri A quello fine egli fcriife per tutte le parti alli fuoi amici eruditilSme lettere, in cui fpieg chiaramente, e fondamente l'intenzione della Chiefa circa il culto delle fante Imagini , che loro dovuto per relazione agli originali, i qualiterminal'adorazione:eci fece con s fortunato fucceffo, che f bene non pot tutti fcrivere , nondimeno paffando le me lettere di mano in mano , communicaronfi per tutte le Provincie, e le Citt, quafi tutti li Sudditi dell'Imperio. Di maniera che li Cattolici n'erano maravigliofamente confermati, e gl'Iconoclafi e onfufi , & irritati Onde di lui dilfe , [a] chi ne fcriife la vita ; Joannes Vanii injaromnemcorreclionemadhibcbat, ut fi non pedibus, at certe per Epiftolas terram univerfalem veritatis predicanone in orbem compleeretur . Leone, che non poteva fofferire, cheun'Huomo di s alto grido in tutta l'Afia, Ci opponefie apertamente al fuoxiifegno, non riavendo podeft di rovinarlo fotto il flagello de' caftighi, per non eifer egli Vaifallo foggetto al fuo Imperio, con indegna rifoluzione ricorfe ad un vergognofo artifcio, e coramelle la pi vile, e infame azione, di cui pofla eifere capace ogni rio , & abominevole fantaccino ; eifendo chehavendo elfo ritrovato alcune Lettere di lui , ne kcc cos bene imitare il carattere da uno Scrittore habiliffimo nell'arte di contrafarlo, che fembrava imponbile diftinguere la vera dalla falfa. Sopra tal fraudolente ripiego egli poi mand al Califo la feguente Lettera, come f S.Giovanni medefimo glie l'havefie fecretamente mandata [b] Salve Imperator Majeftati tua hoc nomine gratulor , qud eandem nobiflum fidem teneas , tuaque Imperatoria pracellentia cultum, ac veneratiomm quam debeo, trtbuo. Eaque de caufa illud ubi [ignifico , urbe m hanc njflram negligente)' omnin cujiodiri , atque ^Agarenorum Quare per Deum te obinfir mum eje prafidium , quod hc ej , exiguum jlrenua hu)us Civitatis commifer attorie afjicaris> atque ingenti , ieftor, ut manu prater omnem expelationem miffa , qua ali fife proficifei fimulet , urbem fine ullo labore obtinebis Mi id enim ipfe quoque non mediocrem opem
. .
:

&

&

cibidtm.

regio univerfa in mea pene potevate tibiafferam; quandoquidem& urbs , conformiH riavendo contrafatto in quella lettera il carattere, ej In tal egli invioiiaperun fil condente al Califo di Damafco con una lettera dVei m:. lefi'-no gli fcule in 4ue.1o tenore [e] T^ihil pace beattus atque
.
:

&

amicicia fortunatms
bile,

effe cn>>eo

ac

procrea pacis

fceder
:

acDeo granimeli. Troihde nihil anf.qus duco , qum quod team fanxi , firmum atque mviolatum confervare quamquam ad 4

ferrare , laudaamicit'm fadus ,


illud

clam

Captolo
tlam infrngcndum
,

III

365

Gregorio
*
*'

ac verfut violandum , Cbrijiano quodam , qui fub tua dit ione, atque Imperio eft, crebri s ipfus Inter is incitor ; quibusillud certo confirmat , femihi adurbemtuam in meam poteflatem redigendam , ingentem opem allaturum e(ie , fi ingentem exercitum e mifero . Unde etiam imam ex ipfis admemifjsepiflolisadtemifi) ut iis qua ad te fcribo, fdem concilienti , fimul atque intelligas , qum in tuendts amictiis vera ac [incera fidei firn etiam ejus, qui ad me bac fcribere aufus efl , improbitatem ac fraudem perfpeclam babeas. Cos Leone Ifaurico al Califo . Perfaper, qual forte impresone faceife nell'animo del Califo quella maligniflma invenzione , ne:

reputiamo di fottoporre all' occhio del Lettore la natura , i vieie inclinazioni di quello avaro, e fofpettofo Saracino, di cui per altro non fi parla ne nell' Hifloria di Giovanni Gierofolimitano , n in altre pi vulgate ae' noflri tempi . Quello [a] Califo dunque chiamavafi Ifiam , fratello di Giezida Secondo, che fu ingannato, come il Primo, daun'Hebreo chiamato Sarantapechys , di anni allora Copra i quaranta , de'quali egli ne haveva regnato otto fui Trono. La fua naturalezza era comporta da un miflo di contrariet gelo fflimo dello flato, mfcialacquatimmone'piaceri : avariUmo per toglier l'altrui, ma prodigaliflmo per ifpendere il proprio in ifpefe inutili , & ecceflve , onde andava fin' alla pazzia nelle profufioni prodigiofe , che faceva , tanto in riguardo del fuo capriccio , quanto in rilpetto della fua perfona . Peroche [b] dicefi , eh' ei folle ricco di fettecento guardarobbe ripiene delle pi doviziofe velli di tutta l'Afia, e che quando marciava , con inufitata pompa faceffe Seguitar' il fuo bagaglio da feicento Cameli carichi de'fuoihabiti, e della fua biancheria, nella quale annoveravanfi dodici mila camicie fniflme. Mi il miferabile, quando mori nell' et di cinquant atre anni tutto corrofo dalle delizie , e fracido di animo, e di corpo , non pot fri tante fuperbe tele ottener' il pietofo ufficio di un folo {traccio per eferrie ricoperto , riavendo Valida fuo fuccefibre, &herede frigniate le guardarobbe, aifin che non rimanefiero preda de* domellici, onde vilmente ne fu feppelheo ignudo il cadavere. Eflendo egli dunque di tal natura, voluttuoso, avaro, fofpettofo, e prodigo, fu facile , come avvenne , eh' egli inciamparle nel laccio tefogli da Leone , e parte avido di applicare al fuo ffeo le ricchezze di S.Giovanni, parte inclinato a giudicar , che S.Giovanni come Governador della Citt , e Chriitiano di ede havefVe facilmente potuto commettere fomigliaute tradmento, e parte ancora incitato da' Cuoi Miniftri Saracini, che nonpotevrno non odiar S.Giovanni, come di Religione a loro contraria, e loro competitore ne' pi nguardevoli polli del comando , conchiufe fubito , che
ceffaria cofa
zii,
:

e'**. ttfi. Sa-

pfl.UrHm'c.it,

b idem Eimac.
oc, loc

cu.

l'accufato folfe reo , e ilimolato dalla calunnia, dalla gelofia dello flato, dalla invidia, e dall'avarizia, precipitofamente ordin, cheglifoffe tagliata la man delira , come complice primaria del misfatto , efpofla nella

&

Piazza fopra un Palco


fin
la fua

alla vifla di tutta la

barbaramente l'ordine , innocenza , e fi orferiife tutto pronto fcuoprir la vile trama di Leone , e l'ingiufla accufa de' nemici fuoi e delle Sante Imagini Ma chi non tu udito dal Califo , fu troppo foprabbondantemente efaudito dalla Madre di Dio con una maraviglia , eh' hebbe tanti teflimonii d' occhio , quanti
, . ,

Citt, efeguendofene da' Minibench replicatamente proteflafle S.Giovanni

v'erano allora Chrifliani, e Saracini in Damafco, e che fi torto divulgata eziandio per tutto il Mondo . Percioche doppo un s vergognofo fupplicio
ritira-

Gregofio *"

il

Secolo

VI IL

ritiratofi

Santo nella Tua cafa , e giudicando ammorzato nel Calilo Tao

a^w

Httr.

Padrone l'impeto terribile della collera, incili egli era montato, ertolo kcc humilmente fupplicare , che haveife almeno la bont di fargli reftitiiirelafuamano, alla quale era fiata imputata una cosefecrabile calunnia . 11 Calif'o, che gi, come accade, doppo lo slogo condannale lafua paffione, che intenerito lode da cotal domanda di un'huomodi s alto merito, fenzadifficultglielaconceffe. Allora il Santo, proftrato innanzi ad una Imagine della Vergine nel fuo domeftico Oratorio, applicando la mano recifa al polfo nel luogo, dov' ella doveva naturalmente dar he co n ocata t con impeto interno di cuore, [a] Dei Gemtrkem ad mifericordiam propenfijjmam bunc in modttm obfecrare capit Domina , cafliffma Mater , qua Deum meum peperifi , divinarmi Imaginum caufa dextera mibi manus amputata efl ncque enim te fugit, quid Leonem in furorem conjccert Quare qum cclcrrim accurre , manui meo, medicinam adhibe Dextcra Excclfi , qua ex te incarnata efl , per tuam intercefjionem virtutes multas efficit . Tuo itaque rogatu meam quoque dexteram , obfccro , fanet , ut tua<; , quemadmodum conceffcris , Filiique ex te incarnati laudes
:

&

&

fi

idtm ibidem

modulo concentu , Dei Cenitrix, litteris confgnet , atque orthodoxo cultui adjumento flt Totes enim, quicquid lubet , ut Dei Mater. Perfeverando coftantemente S.Giovanni in quella preghiera, fu infenfibilmente forprefo da un dolce fonno, in cui parvegli, che la Sacra Vergine approflmandofi lui nella medefima figura rapprefentata in quella Imagine, e riguardandolo con grato forrifo gii dicene , [ b ] Ecce fanitati efl reflituta ma.

nus tua

lam

Santo trov la fua mano perfettamente riftabilita, come prima quando ne riaveva l'ufo libero, e fano , f non quanto che appariva nella commiffura del polfo un piccolo circolo , che dinotava il luogo , dov' ella haveva ricevuto il colpo del taglio. Avvertita la Citt da quegli, che l'havevanofentito cantare tutta la notte le lodi Dio nella fua cafa, accorfe la mattina quefto ftupendo fpettacolo Il Califo volle vederlo , e chiaritene da le fteffo ; e non potendo refiftere alla verit, che fi naanifeftava con troppo fplendore , fuo mal grado egli confefs la fua precipitata ingiuftizia; e detestando l'infame tradimento dell' Imperadore, refe l'honore, che doveva alla innocenza di S.Giovanni, e fece ogni poflbile sforzo per obligarlo ripigliare il fuo luogo nell'honor del comando, e nell'efercizio delle cariche. Ma il Santo vinfe li di lui sforzi con humiliffime preghiere, ottenendo licenza di confacrarl al ferviziodi Dio nel famofoMonafteriodiS.SabanellaPaleitina; dove ricevuto il Sacerdozio egli compofe contro gl'Iconoclafti quelle tr eccellenti Orazioni delle Imagini, che prefentemente riabbiamo nelle di lui Opere, e dalle quali il [e] ha eftratte , come in compendio, le pi notabili fentenze in , anno -ne Baronio *.$. & f?. confermazione del culto loro dovuto , e in detenzione dell'empio Hered The tph.in nnai. fiarcaLeone Joannem , foggiunge di lui Theolane , [ d ] Conflantinus Copronymus impius Imperator annue propter emmentem Ortbodoxiam ejus , anathemati fubjiaebat, pr Manjur ejusavnum nomen fenfujudaico Marnar yocitabat. Per la cui intelligenza devefi fapere , che Manfur in lingua Arabica lignifica Vittoriofo, e Marnar nella Hebraica Baflardo; onde nel e Dmer. tj. Deuteronomio leggeri, [e] l^on tngredietur Marnar, hoc efl ex [corto.
effice. Svegliatoli
il
.
.

ea fcribe,

& velociter fcribentis calamum

ergo fine ulta cunUatione

quemadmodum nunc

pollicitus es

'

natus

Capitolo
natus
y

III.

367
.

Gregorio

Domini ufque ad decimarti generationem vuoto il tentativo pi lontano di Leone contro S.Giovanni Damafceno , con fortunato fucceflb intraprefe quello pi profll.no contro il Patriarca S. Germano. Lo fece egli dunque venire nel fuo Palazzo, & al primo incontro apertamente gli dilfe, T^pn poter' efo foffrir pi lungo
in Ecclefam
,

Caduto

tempo , che il "Patriarca della Citt Imperiale feducefie il [no popolo , e fi rendefse protettore della Idolatria , fojlenendo l'adorazione delle Magmi , l'interceffone de' Santi , e lavener anione delle loro Reliquie : Tr cofe che Leone [a] negava, come negano prefentemente li Proteftanti della Ger-

Thepb.in an*i.

folte ignorantiffimo, e nonfapelle comprende- d!s*Ger. infinita, che vi tra 1 nonore aflluto, che fi deve rende- mano dal ptnar. re la differenza " Cofta ""' ai Santi, e quello, che fi rende alle Imaginiper re (blamente Dio, p O J. relazione ci, che per effe: fi rapprefenta; impiegava per arditamente le parole, e le fentenze della Sacra Scrittura, e diceva , che tutti li Santi Tadriy tutti li Tontefici , e tutti g' Imper adori Chrifiiani fuoi predeRifpofe il Santo con i fentimenti altre volte cefsori erano fiati Idolatri enarrati , e deplorata la cecit degl' Iconoclafti , e provata di nuovo la (labilit del dogmaCattolico, foggiunfe flebilmente, Efserviquejla lagrimevole predinone , che nella Chiefa di Cojlantinopoli fivederebbono un giorno con bombile Sacrilegio abbattute le Sacre Imagini , ma non poterfi verificare /otto il di lui Imperio. Precipitofamente Leone richiefelo del nome di quell'Imperadore, fotto il quale dovelfe avverarli la Profezia ? Al che il Santo ria-

mania. E bench Leone

&

vendo rifpofto, chefchiamarebbeConone, ripigli allora tutto feftante Leone, [b] pevera ex baptifmo mihi Cononnomcneft; JL Dio non piaccia , ripigli allora tutto forprefo S. Germano, ut per Imper ium tuum iftudmalum
perficiatur

b ldem iiidm

plcturus efly

eflendo cofa che ^Antichrijlt Trdcurfor eft , qui hoc adimA quelle parole accefo furiofamente in collera Leone, fcaricogli [ e ] bruttamente uno fchiaffo, e c s han.Damafc. caricandolo di mille ingiurie, e minacele fcacciollo dalla fua prefenza, e orat 2 de tmA&Palazzo. Quindi nfolutodi fpoflefirlo della dignit Patriarcale, fuborn un Prete confidente di S. Germano, chiamato Anaftafio , acci deponete contro lui mille fallita; e per obligar quello fcelerato ad un tradimentos vile, eglipromclfegli di collocarlo nel luogo di lui foprail Trono Patriarcale . Si awidde S.Germano della machinata congiura , e come che da Dio era favorito di lumi rtraordinarii, in enigmatici termini fece baldanza conofeere al traditore Anaftafio il caftigo , che afpettar doveva del fuo tradimento . [d] Conciofiacofache un giorno, che fi portava il Santo dTheoph.i*nat: al Palazzo, havendogli Anaftafio porto cafualmente il piede foprail lembo della verte, voltoglifi freddamente il Santo, e dilfegli [e] T^on ef- e Wmu.der. *8 fugiettempus te ingrediendi Duppin [f] Era quello un luogo, Piazza ^w.T **"" 7 publica pi frequentata, e nobile della Citt. Ma non penetrato allora il detto del Patriarca, n dal traditore Anaftafio, n da chi feguivalo , fu refo chiaro nel progrelfo di quindici anni, quando Anaftafio, cheprefeil Vedlp .* partito di Aruabafda contro [g] Coftantino Copronimo , hi prefo, e lacera- 1; zae'bariaT tocon i flagelli per l'Hippodromo, e quindi nudo, infanguinato fopra un Afino [h] con la faccia rivolta verfo la coda vergognofamente condotto h nnphjn annui. per quella medefima Piazza accennata da S.Germano , obbrobrio, e rifa del

& divina Incarnationis everfor.

'

&

popolo Mfvan ben torto l'artificio della trama fecreta, perche fervili! Leone apertamente della forza, e adunati li principali di Coftantinopoli
.

nella

, ,

Gregorio
a

idem ibidem
crerf.ub.i'.ob

fcr.incod.t.ij.

magnifico Palazzo , chiamata da [ a ] Theofane Tribne ^ a S ran ^ a ^ a nal decem novem cubitomm, cio [b] delle diecinove Tavole letti, percioche nel giorno del Santiffimo Natale dentro quella Sala trattava

^g ^ &

Secolo

Vili.

c Titoph. he. eh.

l'Imperadore tutti li Grandi dell'Imperio in dieciotto tavole, oltre alla fua, dov eglino mangiavano, non afifi come negli altri giorni, mi protrati fopra letti all'ufanza degli antichi Romani, inetta Cefare volle, che fi trovaffe ancora S.Germano con alcuni altri Vefcovi, chehavevano vilmente traditala Fede . Quivi comparve Leone con fontuofo fafto , e fubitamente rivolto S.Germano, richiefelo bruscamente, s'egli era ancora rifoluto di fottofcrivere il fuo editto contro le Imagini ? Il Santo tra modefto, e collante , fenza punto sbigottirli rifpofecon fermezza, [c]iAbfque univerfali Synodo innovare fidem , imponibile cfl mibi fecundm jlpoflolicam Dottrinava^ patemam traditionem , Imperatori e moftrofi rifolutiflldi morir mille volte pi torto, che deviare dagl' infegnamenti antichi

mo

&

dice S. Giovanni Damafceno, [d] alaps complures alii T?atres y quorum nomina tgnoramus . Quindi Cefare dichiar Patriarca il traditor' Anaftafio , che gli haveva prometto di eiterminar le Sacre Imagini dalla fua Chiefa . Heu Vae conflant. Ma- ftorem Lupus , efclama qui [e] un'Hiftotico Greco, heu furens Cerberus naf" piitem Gregis Ducem Ecclefia pellit , exturbat 1 Ne fi commofle punto la coilanzainfuperabile del Patriarca S.Germano, che fra gli accennati Strapazzi udita l-'ingaifta fentenza, quanto fol' inchinofl a Cefare, e dilfe , f Theeph.i* annai. [f j 5/ eg j-;m j onas t mine me in mare : Et abiens , foggiunge Theofane , ad locum quiduitr Tlatanum, in parentali domo fua quieti operam dedit. anche quindi fcacciollo Leone, e fecelo gnominiofamente condurre in efiMAttyr. ^j m. lio da i fuoi Soldati , i quali finalmente dentro un remoto Monaftero [g] lo g **" Ma, firangolat ono met di quaf cent' anni . Prelato veramente di cuore invitto, e di vigor degno del tempo degli A portoli Doppo un' atto d' ingiuftizia cos violenta, e pnblica, Tempio Anacenerofo fatto * e D'* n C ^ au vo ^ e pigiar pofleflo con folenni cerimonie dell'ufurpato Vefcovado. fi ntn quella nuova dignit hebbegli coflar la vita nel medefimo primo control Patriarcaiconociafta. giorno dej fuo ingrdlb nella Chiefa ; conciofiacofache quelle valorofe Donne, le quali fenza temer gii Officiali e Soldati dell' Imperadore riavevano ammazzato quelle , che abbatteva la Imagine del Salvadore fopra la porta di rame , intelala deposizione di S. Germano , e l'intronizzazione h in jms s. deii'Icoiiodafta Anaitafio, rapite [b] tutte dall'ardore di un eccepivo Suph.iunoTis, zelo, fenza che n la temenza, n la vergogna, ne la debolezza del felfo Letrntteneffe, cotfero tutta iena verfo la Chiefa, mentre facevafi la cerimonia della confecrazione, ed entratevi incaica, e in tumulto, armate di fatti, ne francarono una terribile grandine fopra il falfo Patriarca, chiamandolo Mercenario, e Lupo travertino da Pallore; di modo tale che gli Ufficiali fretti caricati anca etti da tutte le bande da percome , e da ingiurie ad aprirgli l'adito allo fcampo, molto penarono trailo dal pencolo, per fuggirtene , come fece , femivivo dalla paura , e livido dalle battiture verfo l'Imperadore , cui Anaitafio infpiro tanto furore , concitandolo alla vendetta, che Leone vi mand fub lamentele guardie, dishonorando learmi, e la milizia conun he ribile macel|o , ch'elleno fecero, di quelle Ponne, iniprfaaffattp indegna d'Hiiomin d guerra. 11 r 3P a feommu. il Papa incanto quelli ultimi effetti di-ila empiet di Leone, giudic >
d orM.zdcimng. della

Chiefa: TuncB.Gtrmanus
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percuJsHs, inexilmm mifsus

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Coitolo

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Gregorio
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che doppo haver fatto tante volte s grandi sforzi in damo peu convertirlo , vanamente attender poteva da lui ravvedimento, emenda, venne finalmente anch' effo alle ultime eftremit di rigore, per impedire, che non Ci faceffe neh" Imperio d' Occidente ci , che vedeva fatto con fommo (Lio dolore in quello d' Oriente . Perci havendo adunato li Vefcovi circonvicini in un Sinodo , condannata di nuovo l' Herefia degl' Iconoclafti , e confermato il culto delle facre Imagini , egli dichiar Anaftafio fcommunicato com'Heretico , & ufurpatore della Sede Patriarcale ; e quindi minutamente efpofti gli enormi lacrilegii di Leone , la fua perfecuzione contro la Chiefa, li fuoi attentati contro la per fona del Papa, finalmente fcommunicollo[tf]com'Herefiarcaconofciuto, dichiarato, & incorrigibile Indi oprando con la medeima pienezza di podeft del fupremo Pontificato, approvando ci , che havevafempre fin' allora diffapprovato, prohiballi Romani, ed tutto il refto degl'Italiani di pagargli tributo , ritirandoli dalla ubidienzadi lui, com'Heretico ribelle alla Chiefa di Chrifto. [b] Gregorus, diceZonara, -petligalia , qua ad id ufque tempus Imperio inde pendebantur , inhibuit \ e Theofne [e] parlando di Gregorio foggiunge , I{omameum tota Italia ab illius Imperio recedere fecit [d] Dtgnum exemplum, conchiude il Baronio , ne in Ecclefta Chrifli regnare fmerentur Haretici Trincipes , fi [ape moniti in errore perfiflere obflinato animo inveuirentur , E alla dichiarazione aggiunfe eziandio Gregorio la forza , e la precauzione per renderli afficurato dalle armi di cos fiero, & empio contradittore. Conciofiacofach' egli conchiufe Lega con Carlo Martello, che governava allora la Francia , Capitano celebre per mille gloriofe fpedizioni , & Heroe [e]Eo tempore , dice V Hiftorico , bis I{qinvitto nella difefa della Fede
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co'Francefi.

mana Sede S. Tetri ^Apojoli Beatus Tapa Gregorius claves venerandi fepulmuneribus magnis , infinitis , legationem chri cum vinculis S. Tetri, anteanullis auditis , aufpifis temporibus fuit) memoratoTrincipi , cio {quod Carlo Martello , deftinavit , eo patio patrato, ut ad parteslmperatoris receder et, &I{pmanum Confukum pr afato Trincipi Carolo fanc ir et . Ipfe itaque magnifico honore ipfam Legationem recepit , munera Trinceps mirifico , pretiofa contulit , atque cum magnis pramns cum fitis fodalibus mjfis GrimoSigeberfum F^eclufum Bafilica nem jLbbatem Corbojenfis Mona/ierii , Sancii Tauli dejiiS. Dionifii Martyris Rgmam ad limtna Sancii Tetri navit. Cos l'Autore allegato. Quindi Gregorio accurata la Chiefa con s potente Confederato, andofiene ricevere nel Cielo il premio delle fue eminenti virt, che-gli hanno meritato in terra gli honon ? che folo fi rendono i Santi. Li [f] Magdeburgenfi , e Natale [g] Aleflndro fi oppongono al mentovato racconto ; e 1 primi concedono il fatto , e negano la ragione ; ilfecondo nega unitamente e la ragione, e'1 fatto. Ond' d'uopo, che per chiarezza della Hiftoria noi agli uni, e all' altro rifpondiamo. E primiera-

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mente li Magdeburgenfi acremente riprendono quefto laudato Pontefice,

perch fenza podeft tale attentato egli efequifl, con haver prohibito Ce- d"orienre \\ u\. fare li tributi; ed piena bocca lo chiamano traditore di Roma, e dell'Itacalunnie contro lia, quafifoffe traditore della Patria per haverla liberata dal giogo della a* Pontefice , e Tirannia, e dalla fchiavit della Herefia. Non vi Scrittore antico, che (uadifefa
'

^f^Vc

tal fatto rapporti


c'1 forte

efalti' invitta coftanza, , petto di Gregorio Secondo contro un' Imperadore inferocito nel

echenelmedefimotemponon

Tomo IL

male 3

Gregorio

rj

Secolo

VI 1 1.

male, e Leone non men di nome, che di fatti contro la Chiefa di Dio, e contro l' Italia. E meritamente [' efaltano, poich' egli fervifi allora di amrnaJuZdTfnl bedue !>] quelle fpadefpirituale, e temporale, di cui forn Chriftolifuoi $9, .tom fami Vicarii, e delle quali fecero come pompa li Santi Apoftoli avanti l'ifteifo FrfigMtatf.fr*. chrifto, quando dittero, Domine, ecce [b] duo gladii hc ; fervendofi il Lue* l. b faggio Pontefice dell' uno conia fcommunicaEcclefiaftica, dell'altro con la pena temporale della fottrazione de' tributi Non vogliamo Noi entrare nella difeuffione delle alte, e gravi ragioni , che compravano una coc V' dl Bt U tanta autorit nel fupremo Pontefice; e non mancano Eminenti [ e ] Autori, p'onti %'!umpLt>Tl. che profondamente la ftabilifcono , & incontrovertibilmente la provano &cap.6.&f<4f. con quelle rifpofte eziandio agli argomenti poftumi ad effe, che fi compiace di allegare l'accennato Natale Aleflandro. I noftri Argomenti fono 1 Hiftoria, che femplicemente narrata, convincentemente definifee ogni d 2. varali]?. 16. contro verfo litigio.[(i] Il R Ozia fi fcacciato dal Pontefice Azaria non folo dal Tempio come facrilego, ma dalla Citt comelebrofo, econfeguentemente dichiarato decaduto dal Trono Regio , nel quale fucceffe , elfo vi.

ibidem xi.

l Thtcdoretus 5.cap. i 7 .

lb.

vente, Joathamfuo figliuolo. Il [e] R A thala fu privato del comando e della vita dal Pontefice Jojada, come ufurpatore del Regno, e prevaricatore della Fede . L' Imperador Theodofio [f] non folo fu feommunicato $. Ambrogio per la nota uccifione de' Theflalonicenfi , ma da elio co,

ftretto formare , comefegu, una Legge temporale , chelefentenzedi vita, di morte non foffero valide , f non trenta giorni doppo la publicazione di effe , acci il precipitofo fdegno , in cui era traboccato Theodofio .

havefTe in lui , e ne' fuoi fucceffori il freno del tempo per il giudizio del retto . Hor f i Pontefici degli Hebrei , eh' erano figura di que' de' Cattolici, per giuftecanfe deponevano R, e difponevano gli affari fecolaride' Regni, f li Vefcovi di Chiefe minori obligavano i Maflmi Imperadori formare nuove Leggi temporali in beneficio del Mondo , perche quefto'jus controverter fi deve al Pontefice Romano, che l'Originale della figura Hebraica, ed ilVefcovo de' Vefcovi di tutto il Mondo Chriftiano? In oltre, f Gregorio Secondo fi il Primo de' Papi, che tale autorit efercitaffe nel Chriftianefimo , non per fu l'unico, elfolo: feguirono il di lui efempioZaccharia, che dal Regno di Francia depofe Childerico, edinalzovvi Pipino, Leone Terzo , che trasfer l'Imperio dei Greci ne'Francefi Gregorio Quinto , che ftabil li fette Elettori perla Elezione degl' Imperadori , Gregorio Settimo , che priv dell' Imperio Henrico Quarto , e confe-

Ridolfo , Giovanni XXI. , che depofe il Bavaro , Innocenzo Terzo Umilmente dichiar decaduto dall' Imperio Ottone Quarto , Innocenche zo Quarto , che fomigliante'fentenza public contro Federico II. , & altri
rillo

molti , che coftituifeono cos generalmente applaudita , e provata l' autoanche nello flato Imperiale de' Prncipi Chriftiani, quando lrichiegga il vantaggio della Fede, lacorrezzione^e'coftumi, che rendefi oramai imbelle la oppofizione degli Heretici , i quali nelle loro doglianze poffono edere pi torto compatiti, chefeguitati. In quefte femplici, e prattiche ragioni, che riabbiamo non tanto defcritte, quanto accennate, potr rinvenir pronta rifpofa Natale AlelTandro a fuoi argomenti, co' quali egli fi sforza [g] diprovare, cheiljus tanNat ita, in " to diretto quanto indiretto de' Pontefici fopra lattato del Chriftianefimo Vijfm.m**, , fia non folamente contrario alla verit dell'Hiftoria, ma eziandio alla Sai*rit Pontificia
tit

Capitolo
titi dell'

III.
:

g^j

Gregorio
* 1*

Evangelio , & alla tradizione de' Padri n Noi poniamo indurci i credere, che di que'paifi della Scritturar edique'detti de' Sacri Dottori, eh' egli lungamente cita, ne Ciano (late ad efTpn note l' efpofizioni , el ferita , che a S. Gregorio II. daini medefimo m[a] altro luogo laudato col de-

u m s*tt.S.im
,

Gng.u. ino elogio di Sancivate, dottrina , [acundia , conftantia , fi udr pr fi dei f rebus fpeclatiffimus , prattichiflmo degli affari dell'Occidente, Ecclefia

&

e dell' Oriente fpettanti all' uno, e all'altro foro Civile, e Canonico, per li minifterii , che il medefimo Natale confetta , haver quel Pontefice efercitati diBibliothecario, e Teforiere della Chiefa Romana fotto Papa Sergio, e di Conigliere, e Primo Mmiilro di Papa Coftantino nel viaggio di

Coflantinopoli, dove egli folo ( fono parole dell'accennato Natale )Jufti' niano Imperatori de pluribus difciplinx Capitulis, occasione Trullanorum Canonum, quxflionem moventi, pr fuaeruditione [ecerat [atis. Qiyndi il Na-

d&Wjus impugnato difendendo al fatto, quella conclufione flabilifce contro il rilento avvenimento: [b] Gregorius Secundus Tontifex Maximus Leonem lfauricum tributorum exatlione nonprivavit, nec Rgmam, Italiani, totumque Ocadcntem ab ejus obcdicntia abfiraxit, aut ab eo defecit ipfe: e per prova della fua afferzione rapporta molte congetture dedotte dalle due lettere del medefimo Gregorio , in cni egli fcrivendo all' Imperadore fi dimoflra humiliflmo nelle preghiere, alienifimoda i negozii temporali prontiffimo partirli da Roma per isfuggir litigii d' Imperio,poverifliaio di foftanze, e inerme, e nudo di potenza, einfommalontaniilmo dal poter intraprendere una cos grand' imprefa, quale fiata farebbe , il fottrarre tributi, e popoli dalla divozione di un Cefare . Quindi rapporta un detto [cJdiPaoloDiacono, in cui quell'Autore dimoftra, che meditando! ppoli follevazioni di Dominio, le fupprimeffe, e non le fomentaffe Gregorio;
tale

Idem

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'*.

6-

/w. Diaci*. ^g'A Longob.


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in c-reg.
-

d] Bibliothecario ,che il medefimo afierifee in fimil fatto; e foggiungendo poi quelle medefime ragioni, che appartengono al Jus , quale habbiamo Noi di (opra accennate , chiama apertamente favola quella noflraattefbzione. Mi non cos Zonara ,Theofane, Cedreno,Sigeberto, e Platina feguitati da' pi infigni moderni Baronio, [e] e Sellarmino , [/] che precifamcnte atteilano , quanto Noi veniamo pur'hora di dire . Zo nara [g ] in pi luoghi alferifce , Gregorius Tra/idem l\pm& una cum Imperatore Synodico auatbemate obftrmxit ( equi notifi, che il fudetto Natale non folamente impugna la rilalfazione de' tributi, ma eziandio che Leone [ b ] folle feommunicato da Gregorio ; anzi talmente efalta la bont , e l'humilt del Pontefice verfq Cefare, chenon Tappiamo, come quell'Autore fi fia contenuto dal dire, che Leone Ifaurico fofle ancora dichiarato da Gregorio (no Vicario Apoflolico in Oriente) vetligalta , qu ad id ufquetempus pendebantur , inhibuit, itlo cum Francis [cedere; efoggiungc, Gregorius defecit ab ilio Imperatore impio , eique tributum pendere recufavit: \ i] Theofane Autore dell' Ottavo Secolo, Gre?OruS Romani, atQUe Itau -"*. ^' -j ) li /-w t / j r r liam, totumque Occidentem a Leoms obedientia tam Civili, quam Ecclejiaflica ab ejus Imperio fubtraxit: Cedreno, [k] Gregorius Leone ob ejus impiepatio cum Francis iblo, tributa Leoni denegavit: Sigeberto, [/ ] tatem defecit,
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&

tefto di Anaftafio

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Gregorius Imperatorem Leonem erroris redarguit , populum Romanum , vetligalia ab eo avertiti [ ] Platina, Gregorius Leonem Imperatorem Imperio , communwne fidclium privavit. Quelli paffi fono fpiegazioni

&

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ingegnofe, veretellimonianze? Perverfiom, atferzioni della Hilloria? Aa a Se

, , ,

Gregorio
* *

^ 2/

Secolo

Vi IL

Se il Natale vuol' efler creduto per verace, porti tefti chiari , come li noftri e non congetture ideali, come le fue. Egli veriffimo ci, che dicono Paolo Diacono, &Anaftafio; mi elfi allora defcriffero le primefollevazioni degl' Italiani , che veramente Gregorio con paterno temperamento e Sacerdotal pazienza procur di fupprimere, per obligarfi con tal* atto r animo implacabile di Leone ; n ci ripugna , che divenuta poi immedicabile la cancrena , egli non applicaffe il potente rimedio del taglio con la fottrazzione de' tributi,e del Vaflallaggio: anzi T eflerfi dimoftrato lungo temalieno dal dovuto po il Pontefice pietofo, compaffionevole , humile, rifentimento , fu cagione pofcia, eh* egli tanto pi altamente fi rifentifle, quanto pi palefemente vidde e oltraggiato Dio ne' fuoi Santi, e non curata la Pontificia Clemenza nel fuo Vicario ; onde , com' folito , aggravata la pena dalla dilazione del caftigo , feoppi quello tanto pi formidabile quanto pi differito, e tanto pirifolutonellapunizione del, reo, quanto pi al reo neceflaria la punizione per il ravvedimento del fallo

&

A-

GlW ORIO

CAPITOLO

in.

IV.
li

Gregorio Terzo Siro, creato Pontefice Febraro 7 3 io


Martri fono Leone Ifaurico
ta
* .

ie,

Gregorio Terzo

&

fue quali^

attenzioni per

la eflirpazione

degl* Iconoclaji.

Naufragio dell'Armata Navale di Leone, Irene Immoglie di Cojantino Copronimo , peratrice Cattolica Morte di Leone , Caftighi di Dio [opra l' Imperio .
,

facce (Jone del Copronimo , e fue hrutali qualit

horrendi

Editti y

0*

efecrabili

beflemmie

rivoluzione dell'Italia, e la Lega accennata del Papa R ife nt mentocn refero nel rifentimento tanto pi efacer- Leon e strage , * de c * ttoI ?< bato Leone , quanto pi parve Leone vilipefa " Iraperiale autorit , e non temuta la potenza . Onde per vendicarli del Papa , e de' Romani , mentre da un cani

co' Francefi

poto egli preparava la Guerra coli' allenamento di derofa Armata Navale , dall' altro fece fcempio cos crudele del popolo Cattolico del fuo Imperio , che fembr in lui riforta la ferocit degli antichi Perfecutori del Chriitianefimo . S. Emiliano [<*] !nMlluifir^. Succeflbr di San Germano nel Vefcovado di Cizica , due Nicchi, %.ji*gfi* r uno [ b ] Patrizio, 1* altro Vefcovo [e ] di Apollonia, Gregorio [d] \]S^!ii. Cittadino di Decapoli , [ d ] Simeone , Michele [ e ] Metropolitano j *o. uovtmb. di Sinnada , Theoflato [/] di Nicomedia , Tfreodoro [ g ] i Gra- J pfi , Paolo , e Theoftericto , furono chi condotto in efilio , chi cru- g 17. Marta. ciato con acerbiflmi tormenti , tutti Martiri gloriofi della Fede Cattolica , fra' quali infigne fi refe per invincibile intrepidezza il Santo Monaco Theofilo , di cui il Menologio Greco con tal degno encomio celebra il nome, e la virt: [b] l^atalis Sanili Vatris noftrtTbcopbi* h -..oifoi, timens Deum fub Leone Ifaurico , qui fut Monachus religiofus , li y execrabile odium in venerabiles Santlorum Imagicujus impietatem , nes evertendas , e]us hareftm in faciem exprobrans , redarguit , ipfum im*4nticbrifti pnecurforem ', Cbrifii proditorem appelpium, nefarium, lans , aliaque fimilia objtciens . Quibus Me ad tram incitatus , )prm verin carctrem conjci unde pojlmodum edutlus Santlas berari eum ]ujjit , magmes abnegare cogitar ; quod omnino renuens facere , in txdum mifus eji , illic prafentem vitam reliquit Ma nella coftanza de' Martiri incrudelendoli Tempre pi maggiormente il furor di Leone , egli afeefe fegno , che guidamente, per paragonarlo Diocleziano, altro forf non manca che

%i

& & &

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Tomo Ih

l'et,

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Gregorio
III.
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Stfittnb.

b 14.4.

IlMenologio Greco di molti fa commemorazione, per l'et, render' egualmente vituperofa la fama di lui , e gloriofa la memoria de' fuoi connazionali Cattolici , [ a ] Commemoratio Sanclorum Tatrum , Martyrum Hypatii Epifcopi , .Andrea Tresbyteri , dice di eli 1' accennato Menologio , qui cum Santlarum Imagmum cultum valide propugnarent , audiens ifta Leo , ad f Epbefo venire jubens , detrufit in canerem , excarnificari prdeepit; infuper capitis cutem extrahi, defuperque pitlas tabellas congeftas accendi , barbamque pice liquente confpergi , ftc incendi. Siafue per Conjlantinopolitanam urbem difiratli, ad parte Xeropbli perditeli iugulati funt , expofttaque ipforum cadavera canibus : E fotto altro giorno [ b ] il medefimo Menologio foggiunge , Commemoratio Sanili Tatris nojri Gregorii Limiota , qui puero in monte Olympico

374 e'inome.

Secolo

Vili.

&

&

&

&

Monaflicam vitam exercuit , fub Leone Imperatore facras Imagines fran* gente , venerandas Sanclorum reliquias comburente , cum libere admodum veritatem pradicaret, atque Tyrannum redargueret impietatis y in fumma fenetlute ( annum enim agebat nonagefimum quintum ) multiplices cruciami perpefius , poflrem abfciffis manibus , combufio capite , gratias e VJ.VtbrUT agens Deo , ipfi fpiritum commendavi? . Procopio , [ e ] Bafilio , Sergio ij Mafi. e x.^Affl. [d] Macario, [e] Eudemone [/] di Lampfaco , Gregorio [g] di Melif 14 Afjurtii. zia, Bailio [h] di Pario, altri infiniti, che inoltrarono la medefima K J.y^prlltS. h xi.^ifril sprilli intrepidezza nella confeflone delle Sacre Imagini, riceverono la medefima palma di Martirio confumato, di atrociffimi tormenti, refi a loro tanto pi acerbi , quanto eh' eglino durarono fopportarne le ferite fin' alla vecchiaia, che terminarono poi con placidifiimo fine, Martiri in Vita, e Confeflbri in Morte. Non hebbe per Leone l'ardimento dipaffarla cos bruttamente con Giovanni Vefcovo di Poliboto , che dalla Frigia f n' era venuto fin dentro il fuo Palazzo rimproverargli l' Herefia i *Ap* Mtnl. e la crudelt j poich inqueftaoccafione al furore prevalfe il timore . [/] Gutumiit $.Di etmb. Come che quello ammirabile Ecclefiaftico haveva un dono di miracoli cos Splendido , e conofeiuto da tutto l'Oriente, che glie ne fu dato il glorioso cognome di Thaumaturgo, Leone tem d'intricarli con uno, che difponeva de' flagelli di Dio fua bala, ed cui poco coftavano li prodigai, per paura di addoffarfene qualcheduno, che gli riufcilfe funelto , ed il quale nel fuo caftigo rendefle eziandio il Santo pi celebre. Fero facendo un grande sforzo per fupprimere lo fdegno , che gi cominciava trasportarlo, rimandollofaviamenteallafuaChiefadi Poliboto, dove il Santo fin' alla morte conferve fempre il popolo nella integrit della Fede , e nel-

&

&

&

&

Qualit, t virt di

Gregorio

111.

Imagini Quefte dolorofe novit, che fi Spargevano per tutto il Mondo, e principalmente per Roma , amareggiarono eftremamente il nuovo Pontefice il quale fin dall' ingreflb del fuo Pontificato haveva rifolutodi tentare ancora tutte le fue imaginabili forze per fare rientrar Leone in se, e nella Chiefa Cattolica , e poi nel poifeflb eziandio di tutto quello , eh' egli haveva perduto nell' Italia . Era quelli Gregorio Terzo Siriaco di Nazione
la venerazione delje

~**/, mCrtg,

HI.

vald Japiens , in divinis fcripturis fufjcienter infiru[k] Vir mitijjmusy Grca Latinaque lingua eruditus , Tfalmos omnes per ordinem meftus t in eorum fenjbus fubtilijjima exercitatione limatus , moriter retinens , lingua quoque in letlione politus, cxhortator omnium honorum operum, plebi fiorer iffim [aiutarla pr&dtcans
,

& &

Fidei Catholic*

&

tApofiolic* im-

muti-

Gregorio 375 Ali. OrthodoxtZ perenniter fuo moniti* corda corroborans mutilate confervator amator & erga ac defenfor fortifjimus Ftdei amidator labore cafed non folm mentis pietate pes provifor orpbanorum quoque & viduarum lar^ttor, ptivorum ettam redemptor amator Chrifiana norma & necefana tribucns & Dei timorem habentibus fuis prxcordiis direblor volentibus vivere
Capitolo

IV.

pattpertatis

ino-

fiudii fui
,

[oltcitus

retigtofitatis in

religiose

in

, feu omnis populus magno ad parvum divifubit cum cjus decefior de hoc facido migrajjet dum in obfequio fui antecefforis eflet intentus , vi abjiollentes , in Tontifcatus ordinem ekgerunt . Cos Anaftafio . Soggiungendo del medefimo Santo

exiflens

Quem

Viri

Romani
,

na infpiratione permoti

Pontefice un' altro Autore, [a] De Gregorio Tertio veluti inauditum quid- a rvaifrdutaf, novum refertur , qud omnes Pfalmos tenuerit . Ubi intclligi da, tur , paucos priorum ita Tfaltertum didicifie . Non cos tofto dunque fu egli all'unto al Pontificato , clie [b] mand Coftantinopoli un Sacer- b i,m i^itm , dote della Chiefa Romana chiamato Gregorio, con ordine di prefenta- e/ operazioni cre re all' Imperadore alcune lettere, nelle quali egli ammonivalo da Padre, EeonY"*' e da Pontefice, rinonziar l'Herela , che farebbe ftata caufa delle fue eterne , f non Thavefle prontamente abj tirata. difgraaie temporali, Ma il buon Prete fu troppo timido , ed impaurito prima dalla fama, e pofeia dalla prefenza iftefla di Leone, ritorn Roma, nonefeguiti gii ordini del Pontefice ; per il che appena pot eflere placato il Papa non procedere contro lui con rigorofilTimo caftigo,contentandofifolamente , che col di nuovo egli fi riportafle , come fece , con li medefimi monitorii -fc ben da Cefare, che ne rifeppe t' arrivo , fu fpogliato de'ricapiti , e doppo un' anno di prigionia nella Sicilia , mandato vergognofamente in efilio in lontaniffime parti . Quale inurbanit di tratto us eziandio Leone con altri Legati, che due altre volte con pazientiflma tolleranza

dam

&

&

fpedigli

Gregorio unitamente,
la

&

il

Popolo Romano,

[ e

violando, e

ihr ^tmfd

publica ragione delle genti con il maltrattamento degl'In- ** quali tiranniche procedure difperando onninamente il Papa viati. Per le ogni altro ravvedimento nel Reo, imitando il zelo del fuo anteceffore congreg [d] prontamente in Roma un Concilio di novantatr Vefcovi d idtmbdrm. dentro la BaiilicadiS. Pietro, in cui quefto Decreto egli form Utftquis Nuovo CorK ,i i(> demeeps antiqui confuetudinis , Sipofloliae Ecclefix, fidelem tifato conte- Romano mnens y adverfus eandemvenerationem facrarum Imagmum , videlicetDct, Domini noftrijefu Cbrijli , Genitricis ejus femper Virgwis Immaculata , atque Glonofa Maria , Beatorum <Apoflolorum , " Santlorum omnium depoprofanator , vel hlafphemus extiterit , (ttextorris rtar atjue deftruclor, Corpore, Sanguine Domini nojrije fu Cimiti, vel totrus Ecclefia unitate, atque compage . Corroborando il Santo Pontefice con tal decreto i decreti de'fuoiantecelfori, e ponendo come in falvo da tutte le bande l'indennit della Religione Cattolica circa il eulto delle Imagini ; onde di lui dille Papa Hadriano fcrivendo all' Imperador Coftantino Nipote di Leone; [e] Inmagnamtribulationem [f] uterque Gregorius Bimani TontiHtes perca tempora SanEtiffimi coniceli funt . S&pius etiam proavum ve/ira f- ,p*t; jd c'o^'i. rcntatis admonucrunt , ne fineret venerandas imagines de jlatufuo dejict: ve- ?"/' rum Ulorum [aiutifer<e preces nequicquam fufa funt, animumqur illius ncqna- ein. qiiam cominopcrunt . Quindi per riparar in qualche modo nell' antica Roma li focrifegii a 4 co tu-

calpestando

&

&

&

&

&

, .

Gregorio
a

^fi
mo

Secolo

Vili

> egli [ a ] aggiunfe alle fei Colonne di MarParto , che circondavano il Sepolcro de' Santi Apofoli, fei altre di n Porfido , fopra il cui Architrave , cri era coperto i laftre di fino argento, ^?i/i,i al sepofcr jdi s. fece intagliare lelmaginidiGiesChnfto, e degli Apoftolida una parte, ptro, e dall' altra quelle della Madre di Dio, e di molte Vergini, confopragigli grandi di argento , dinotanti la purit di quelle Vergini, la lega fatta dal fuo anteceffore co'Francefi. Egli poi tutto fi die ad edificar Tempii, collocar' Imagini, adornar Chiefe, e cornea far pompa di quel culto, che cos fpietatamente oltraggiava Leone nella effigie de' Santi ; Anaftafio ne b itimh'd, [ 6]tefie lungo Catalogo coniftupore di quei, che confiderano , in quanta fcarfezza di rendite, e in qual turbolenza de' tempi erogale Gregorio tefori cosi copiofi in lode, e gloria di Dio, e de' fuoi Santi . E famoio allora fi refe l'Oratorio, ch'egli fece edificare prefb la Chiefa di S.Pietro, dove ripofe con facra pompa di proceffiom molte Sacre Reliquie,coftituendo diftintamente il numero delle Meffe, che in honoredi que' Santi cotidianamente celebrar fi dovevano da alcuni Monaci , aggiungendo doppo le parole del Canone , Et omnium SanBomm tuorum , quelta nuova claufula quorum folemnitas hodie in confpeffu tua Majefiatis celebratur , Domine Deus nofier , intotoOrbe terrarum. Ma quefta orazione fu ftituita per quel folo Oratorio, come ben nota [e] VValafrido, il dottiflimo Cardinal Bot vvi/r.c.i. na, [d] il quale attefta doppo haver feorfi, e riletti una copiofa moltituKwilSl52i!; dinediMelfalimanofcritti, in un di elfi folamente haver ritrovata tal' ag' giunta, equeftieflereunMelfale, cheprefentemente i conferva nella famofa Bibliotheca Barberina. Ma Cefare acciecato dalla prefunzione delle fue forze, edaldefiderio ven dicarfi degl'Italiani, vedendo la fu a Armata Navale potentiifima, Armata Navai d Leone* "comr & in iftato di fodisfarlo , come fi credeva, la fpinfe rilolutamente contro Roma, e itaUa y i ta ij a y n0 n feorgendo ancora per i Romani alcun' ajuto capace per difenderli dalle fue armi, perche non volle j non pot penfare quello, che preparava loro il Cielo con la miracolofa vittoria , che Raggiungiamo Sciolfe [ e ]Y armata da Coftantinopoli fotto il comando di Manes Cat iIoNal'^g'o! pitanodi efperimentato valore, e corteggiata la Grecia, e l'Epiro entr ella nel Mare Adriatico per far lo sbarco in qualche Porto, che ritenevano ancora i Greci nel Paefe degli Antichi Calabrefi , che prefentemente dicel Terra d'Otranto. Quivi Dio confufe l'orgoglio degli Heretici in maniera tale , che non fu di bifogno agi' Italiani di pigliar l' armi per opporfi s potente Nemico; poich in un fubito fi follevarono li Venti, e'IMare con s terribile temperta, che in poche hore molte Navi fi ritrovarono iubiifate

m.

sAnat na
'

,n

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comme ^ ^a Leone nella nuova

'

&

&

l'

Corte de' Promontori, li quali il viduna parte , e dall' altra tra l' Epiro , e l' Italia da' rotdero tutti ricoperti da tami di uno fpaventofiflimo naufragio. Irritata la cruda Beftia di Leone dallo feorgere rovesciato fopra di f il caftigo preparato contro i Romani, f Thteph. ibidem con vii vendetta [f] applic al fuo Fifco ci, che chiamavafi nella Sicilia", mezL TalLto il Patrimonio de' Principi degli Apoff oli,confiftente in tr [g] talenti,e fommano poco pi Z o d'argento che l mandavano ogni anno Roma in fovvenimento de bii rimal' "onffcfi. fo^ni temporali del Papa: e quindi dilatandola fu a avariziafopra r'nje ponc.fi nenti fuoi Sudditi Italiani , oppreifecon nuovi tributi li popoli particolartie nel dh Sicilia; mente ^iia Calabria, eh' egli tratt come Schiavi, facendone pigliar'efattamente il numero i tutti li maichi ancor lattanti, fopra il quale impol e
nelle

onde,

altre conqualfate nelle

ipar-

Capitolo IVfpartitamente ima intollerabile


d'intraprendere.

377

Gregorio
->

taffa: cofa, cheeziandio [a] li Saraeini, Tht0 ? h da'quali ei haveva tratta la fua Herefia, non riavevano giammai ofato

\ (
'

Micio, che fi refe d Leone infopportabile, fu il veder copropriioc- Matrimonio tra chi la verit Cattolica, &il culto delle Imagini trionfar gloriofamente ;ii dentro il fuo medesimo Palazzo, fenza fpcranza di poter' havere almeno Irene b Utm T' lo sfogo della vendetta. Haveva [b] gli fotta Lega col R degli Avari, popoli parte Idolatri , e parte Saraeini , detti dagl'Hiitorici hora Cazari ,

^!SuSk

ednoraScithi; e per renderla pi durevole, eftretta, haveva voluto , che Coftantino fuo Figliuolo prenderle in matrimonio la Figliuola di quel Principe con condizione, ch'ella fi faceffe battezzare dal Patriarca Iconoclasta di Costantinopoli. Seguirono le Nozze, & ilBattefimo, ricevendo la nuova Imperatrice il nome d'Irene. Ma ci che dalla prudenza humana era flato incominciato per confiderazioni meramente naturali, rattificollo torto Dio conterminarlo per una maravigliofa ftraordinaria condotta della fua Grazia. Conciolacofachc Irene, Donna di ani- i) 0t maraviglio. mo grande, egenerofo, edifpirkofolidisfimo, &acutii!mo, prima di- e v!"' c h "" fpreggiando di eifere Christiana per ragione di fiato , volle poi havere una piena istruzione de'noltriMifterii, perla quale abbracci con tutto ilfuocuoreilChriftianefimoinifpirito, eventi fecondo la fana dottrina dell'Evangelio, ch'ella trov eifere nelle fue Massi rie, e Leggi , ragionevolidmo. Di modo ch'ella molto aliena dalPadherire agi errori del Suocero, e del Marito circa il culto delle Sacre Imagini, arditamente con tutta la fua forza ripigliava que'due Principi della loro empiet , chea Leone , che l era adoperato inutilmenlei fu fempre in cfecrazione te, quanto haveva potuto, affin di pervertirla, ne concep un estremo dispiacere . Ma perche temeva d'irritare il di lei Regio Padre, fu forzato divorare internamente ii fuo fdegno, e fu d'vopo, ch'egli , e'1 fuo Figliuolo, bench fceleratiifimi , ed impunsTmi , pazientemente foftrilfero, chela piet d'Irene, la quale perfever fempre costantemente nella Fede delle Sacre Imagini, riluceffe pompofamente nella Corte difpetto loro, e della loro'deteftandaHerefia. Quefto per fu un principio de' /.^rJ^smpSC difgulti di Leone, che hi finalmente percofib da Dio con li pi terribili i Pefte , Fame cGuetr ** flagelli della fua giuftizia. La fame defol primieramente tutto il fuo Imperio, e quindi la Peite, e pofeia la Guerra, che molfegli il R lim de'Saracini , finirono di devastare tutte le foggette Provincie dell' Afia ; e perche questi tr horribili caftighi non fecero alcuna impreflone nel dilu olti iato cuore, fcaricogliene Dio un'altro fopra, che fcolTe finalmente anche le pietre e quefto fu uno fpaventofo Terremoto , che c ,. .,., r lem.m tutto di rovine, particolarmente nella Thracia, e nella Bithima . Terremoto. Corniti :i egli in Costantinopoli [e] un Mercord vigefimofeito giorno c ^ t740 di Ottobre alle otto hore della mattina, Et [d] corruerunt Ecclefue , d **** Monelleria, diceTheofane, Topulufquemultus extinclus ejl. Ceadit autem dittali portarti Magni Cojtantini una fi nulicbmm, quod (abat fuper titulus Arcadii, qui fupra Xeropbil columna fiabat, cum tpjo .Attahy funulacbrtim majoris Tbeodofn , quod fuper auream portam videbatur , nccno terreni urbis muri , Civitates , VilU in Tbracia , J^icomedia , in Bitbynia , Vrmetus , l^crtA , in qua falva tantum remanf.c Ecclefa . Fngit autem mare , tcrminos fuos m qui, ,

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Gregorio
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tffdam locis y
de'fafi nel

& perduravi* Terrxmotus menfibus duodecim


Leone

Ma indurito pi
colpo

impldre

fuo mal prefo impegno,

tir (opra di s l'ultimo

Dio ; imperoche ancor tremante il Mondo per l'accennato Ter* 18. Gimin* 741. remoto, egli[<i] mor di due contrarie malattie, ciod'Hidropifia, e di Diflenteria; e, come attefla [b] l'Hiftorico, Mortuus eft Leo tum anib Thtofh.ibid. ma y tum corporis morte. Ragionevolmente per rimane in dubio, f peggiori calamit recalle ESuccefloneaiiLeone al Mondo vivendo , morendo, mentr'egli lafci un Succeflore all' t!n co ronlmo opronmo. j rn p er | ^ c h e fUp e rollo infinitamente nelle ree qualit per le pi deteftabiii^celeratezze, alle quali polla giungere la malizia di un'Huomo. Quelli t vti n Pomi f. di cr g. 11. i quifi* fu Coftantino detto Copronimo per l'infame [e] prefagio, ch'egli die al
dell'ira di
" t

*.tom,

Mondo di fua vita nell'atto del Battefimo,


brutale
.

e che nella deformit del cor-

po inoltrava vifibilmente gli horribili {"regolamenti


ne?an ,m 'nSrtoi"
sii.
'

' 1*
"

'

di un'anima totalmente Conciofiacofache oltre alla Herefia del Padre , fofenne ancoratlltte ^ e pi empie beftemmie di Forino , e di Nelorio contro Gies Chruo, elafuaSantiffimaMadre, imbrattandoli fin dalla pi tenera et nel fango di una impudicizia abominevole , con abbandonarli eziandio in preda tutto ci, che di pi efecrabile fi trova nella Magia , invocando iDemonii, ai quali facrificava Vittime, del cui fangue ungevafi il corpo; e come s'egli haveffe voluto rinunziare alla natura fiumana , e fpogliarfi della qualit diHuomoper veftirfi di quella di una Belila, ne venne fina quell'ecceflb horrendo di beftialita fenza efempio , con pigliarli diletto, e goja di cuoprirfi tutto
il

obligando
oltre al
dTbttph,in*im*ule gli

fare

il

medefimo
:

tutti quegli,

nel favore della fua grazia

Fetidiflma,

&

corpo di fterco di Cavallo, che volevano haver parte abominevole Creatura, che
Caballino
[
:

Copronimo fi merit quello di reit per fua infamia nella memoria delle Hiftorie
di

cognome

dice i lui Theofane , pemiciofiffimus , ferus , tyrannice , nec legitiintemerata Matre ipfius , m abnfus Imperio , primo quidem Deo , luxuriis , cruenab omnibus Sanclts abfcedit, magicis maleficiis , tifque facrificiis , caballinis fterecribus atque lotto ddeBatus , mollitiebus , ac damonum invocationibus gaudens , atque omnibus animas corrumpentibus adinventionibus tenera atate cenvivens . Cos Theofane; ma pi chiaramente Theoferito Scrittor di quelli tempi nel fuo Niimpurim cujujque rei odore malo deleceta, Tantoper fordium, eos , qui clabatur , ut animalium brutorum ftereoribus je illmeret , cum ilio erant, id facere juberet , quos amabat , ob idque benigne accipiebat , qud rebus male olentibus fuperdeleclaretur . Il primo atto Horrendo Editto dunque di comando , che quella Beflia efercit, quando fi vidde recopronimo onare fra eli Huomini, fu un Editto , nel quale non folamente egli di > tontro le Imagi- t> . i-a j> ir- invocarli , e ni, e le Reliquie, condannava le Imagim de Santi, ma di pi prohibiva d di dar loro quel gloriofo Titolo di Santi , del quale la Chiefa li honora. Quindi facendoli tralportare da quel!' arrabbiato fdegno, che fa incrudelir l'Huomo contro le ceneri , e le olfa morte dell' Huomo , eSmdts hvt* tutti gli oltraggi pof[ e j ordin, che alle Sante Reliquie fi facelfero c,i-onjm. fidili, gittandole per terra, fminuzzandole in pezzi, e caricandole di fputi. Eccello non mai tentato dal medefimo Leone Ifaurico, che di-

&

qua, Hic enim ,

&

&

&

&

&

&

rocc

le

Imagini de'Santi

ma

non

volle infuriar contro

le

Reliquie

di eflu

La

Capitolo
,

IV.

379

Gregorio
Anti Jv:' delIe luiwuit vsa riti, e loro provato

La venerazione alle Reliquie fu non meno antica nella Chiefa di Dio, che l'adorazione delle Imagini edieffafin da longhiffimaet f ile

rapporta la teftimonianza del culto, [a] Mos nel fuo partir col popolo dall'Egitto, riverentemente port feco il Corpo del Patriarca Giofeppe a*rf.ij. nellaTerradiPromiffione. L'ifteffoDio, come dice San Girolamo, JionorilCorpodi [b] Mos, dandogli fepoltura con le fue proprie mini. bDmter.^.&s. Le offa [e] di Elifeo col folo tocco reftituirono la vita ad un Defunto. Il fJjjg%?*?' a R [d] Jofainfranfe, abbrucci, e difperfc tutti gl'Idoli, e le offa de' cV*t* '*.' Veneratori di elfi, ma quelle di alcuni Profeti di Dio fece honorevolmen- "4-w*!teconfervare intatte in luogo feparato , e decente. Prediife [ e ] Ifaja, che farebbe fiato gloriofo il feplocro medefimo delMeflia, [/] flptv f f'JSaUn.i che haverebbe toccato il Corpo del Salvadore del Mondo ; onde horri- tpift. *d Marci. u bilmente beftemmia Lutero , dicendo , [ g ] Deo non majorem curam effe L uttr ) {b j f de Sepulcro Domini , aum de Bobtts Dalla Chiefa antica pafs alla mo- ^(<f^/. infiniti fono li Tefti de'Santi [h] derna la venerazione delle Reliquie, Padri, che in ogni Secolo hanno comprovato fempre cortame il culto di JJf* *' jftj! effe. Ondementifcono gli Heretici moderni, che pretendono introdotta ^itS^etlrStU nel Chriftianefmo la venerazione alle Reliquie de'Santi, fol dal Quinto **! Secolo della Chiefa; e molto pi mentifeono li Magdeburgenfi , [ i ] e t Calvino, che fi beffano de'Cattolici, perche per elfi [4] Cvperunt exan- i-ptra* 4; c alibi& \ !? L" tot. & ?; , ,. r r fr -b- J\T' /TT r 1 1 divino bonore affici , e, [ l ] k a/^**. ; guia, femicorrofa offa coli, invocar i, rat /b/#w SantlosChriftilocoadorari, [ed eameorum ofa , Vf/to, calceos, i$' VHtim M de fmulacra: effendo cofachenon mai da'Cattolici n fi adorano le Re- mceffitt* ','/,/msndd Ettlef"' liquie con culto divino, elleno s'invocano con implorazione di preghiera: mfolamentefihonorano, e fi baciano, come facri pegni de' noftri Protettori, e n le adoriamo come Dio, n le invochiamo come i Santi, [m] Se minore cultu veneramur, come dice il Bellarmino, qum Sanblo- m Beiur.de reiij. rum Spiritus , nedumqumDeumipfum, come molto prima del Bellarmino n'smtlT'tuitr. ' tifpofe San Girolamo [n] Vigilanzio, e molto prima di San Girolamo ^7 *' chi mal fentiva delle Reliquie de affr.fr' li Difcepoli di San Policarpo, [o]
'

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Santi

primo, che nella Chiefa di Chrifto le riprovaffe, [ p ] al parer di San P s. Hhrn. m* Girolamo, fu [q J E cinomio e [ r ] Vigilanzio , dalle cui Scuole ap- "^f'7, "' tom f prefe il Copronimo ladeteftabileherena, con quella differenza, cheque- 288.' gli pervertirono pochi con gl'infegnamenti, ma quefto oppreffe tutti con r **'-** E noi ne'fuoi proprii luoghi depriveremo atroci fucceffi , Rimi Autori <fcila potenza
TI
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,
,

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apprezzabile ? Accenando ogn'uno con gefto difpreggiante il poco conto , che in quello ftato far di lei f ne doveva, Sappiate dunque, replic allora l'empio Befemmiatore , che Maria fu degna di qualche honore tutto quel tempo, che port Gies Chnjio nel fuo Penne; ma doppo che l'hebbe partorito, fu ridotta alla condizione delle
diffe, ella cos\vuota tuttavia ancora

cd inaudite barbarie contro le venerate Reliquie de' pi infigni Santi, e d3e iie P r v "i[ut s n Martiri della Chiefa Orientale, dandone egli, appena falito fui Trono , qui/, per primo affaggio della fua fierezza ordini rigorofflimi, come veniamo pur'hora di dire [ /] Quindi dalla conculcazione delle Imagini, e delle fntojitriffmt . Reliquie paffando al Neftorianefmo , un giorno alla prefenza di tutta la S*i?ltff j] Corte egli prefe una borfa piena di moneta di oro, e dimand , Quanto ^pniu, *),'""" da loro fofie ftimata quella boriai Moltiffimo, facilmente da tutti li &>fgJ!' Nefhriantfmo fpofe . Allora ei vuotandola, e di nuovo rimoftrandola , E ben, eiH del c P ron,mo
.
'

Donne

Gregorio
^
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^g Q
]

Secolo

VII I.
.

.manna.

Donne ordinarie , [opra le quali ella non ha pi, alcun vantaggio Un'altra vo tac ce fi , che egli replicale , l^e [a] cxijiimes, FiliumDci ejc y quem genuit Maria, quique dicitur Cbrifius, fed purum Hominem. Maria autem eum peperity flemme peperit Maria mater mea Quindi qual forfennato
jj
.

b idtmibd.
.

baccante movendo guerra aperta contro la Madre di Dio , ne prohib efpreflamente le fefte , la invocazione, e la implorazione del fuo ajuto: \P s i quifquamy dice Theofane, corruens y vel dolens , folitam Chriflia-

cTheojf.iocdt.

didtnihdtm.

norumvocem emitteret , dicens, Dei Genttrix java , aut vigilias agens deprebenderetur , aut Eccledis a(uetus , aut cum religione vivens , aut non p afimmemofini juramentis abutem, ut mimicus Imperatoris damnabatur , rabilismemorabatur. Onde con ragione chiamalo un grave Autore [e ]

&

' Jht0P h -"l

Jud#us y con la ragione, che apporta , [ d ] domicilium elegit, gloriofifjmam , inquam , fuam Matrem omnibus aliis rebus creatis fuperiorem , omnium hominum falutem, mundi patrocinium , qu propter virginitttis fu<e pyxjlantiam prope Deum verfatur: hujus, inquam, venerandumnomenmultismodis ab Ecclefta expellere fluduity e]ust>erintercef]onesy per quas Mundus conflituit, illas ne nominare quidem voluity cum diceret, nemini eam pojje opitular. E perci * nnaL meritevolmente da' [e] Scrittori fu egli riconvenuto col nome di Pazzo
jjabituchriflianus, mente

Quam enim Chrijlus fibi

in

Achab, epifacrilegodijezabeko

A-

38

ZACHARIA.

CAPITOLO
Zaccharia della
ce
Vittorie
,

V.

Magna
li 5.

creato PontefiOttobre 741.


,

Grecia

e crudelt

del Copronmo
.

Vfficii del Pontefice

Caflghi di Dio [opra V Imperio > e per farlo ravvedere Hereje nella Germania bombile e jlrana peftilen^a
.

di Aldeberto e
Pontificia [opra

Clemente

e loro

condanna

Decisione
.

una formala corrotta di llattefimo Quando fia Herefia ajferire gli antipodi , b uri* altro

Mondo

imperfcrutabili glialtifecretigiudiziidiDio, che nella fortuna, cheaccompagnfemprequeftidue federati Imperadori , elevando ella Leone da viliffima condizione al Soglio Imperiale , e feguitando Coftantino quali in ogni fua intraprefa tanto nelle Vittorie control ribelli, quanto nelle Guerre control nemici. Idilui abominevoli vizii, che facevano horrore tutto il Mondo, lo refero cos odiofo i fuoi Sudditi , che finalmente molti di loro congiurarono per toraclo dall' Imperio, che con una vita tanto infame egli dishonorava ; clamarono [ a ] contro lui Artabalca fuo Cognato , Principe valorofo, e pio, ma sfortunato, perche non cos tolto egli fi mone, che da Coftantino fu vinto , e per sfarzo di vittoria privato degli occhi infieme con due figliuoli, compagni nella disfatta, e nella pena del Padre. Il falfo Patriarca Anaftafio, che compiacimento di Leone per occupare il luogo di San Germano fi era dichiarato Iconoclafta , vedendo mutate le cofe , e la fortuna dell'Imperio , chei affecondava fopra ogn'intereffe di Religione , adher anch' elfo ad Artabafda , onde anch' effo foggiacque allo fdegno di Cefare , che fecelo vergognofamente [ b ] condurre per tutte le Piazze fopra un' Afino con la faccia rivolta verfo la coda, doppo di effere flato crudelmente baftonato alla vifta del Popolo , in conformit della predizione [ e ] fatta da S. Germano . Quindi divampando il fuo furore indiferetamente contro tutti li ribelli , [d] alias ex primoribus peremit; innumer abile s oculis y Multosy alias manibus , feu pedibus ablatos debilitavit . Tracepit autem externis militibus, qui fecum ingrejfi funt , introire domos , rapere familiares Civimnres. Multa quoque , &alta, quin innumera mala urbi monjlravit. ci, che f conofeere l'empio Copronmo come privo di ogni fentimento di humanit , fu un'atto del tutto barbaro , e che orfefe eziandio le leggi pifante della natura.
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A non mai forf maggiormente dimoftraronfi

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Empio fatto dei CoP ron mo


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Zaccha-

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che il corpo del Patrizio natnra rane fatto da Ini uccidere fri il numero de'Ribdli, foife flato fotterg rato dentro un Monafterio , fece col ftrafcinare la di lui Moglie, e fenza alcun rifpetto alla qualit , et , e feffo feminile , n a (acro vincolo del Matrimonio , la coftrinfe diffotterrarlo , & portarne effe medefima le offa fpolpate dentro la fua verte , & gettarle in fine
nel luogo obbrobriofo deftinato alla fepolttira de malfattori . Quefto fangunofo, e fiero trionfo , che riport il Copronimo da Artabafda, ft foriere dell [b \ altro , eh egli ottenne contro 1 Saracini , i quali prefe forza Melitina, e THeodoria, e quinci tutta 1' Armenia, trafportandone gli habitatori in Coftantiuopoli , i quali come Saracini non potendo non odiare le Imagini , refero formidabile la fazione hertica degl'Iconoclaiti

Secolo Vili, Peroche havendo egli rifaputo, [a]

bTto^^i

Oiialt

di

Papa

Swaciotfperia
converfione
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comroii CoproD " no '

Mentre quefle cofe fuccedevano , e che la fortuna portava profperaniente siile ali della felicit Coftantino , haveva il nuovo Papa fpediti Coftantinopoli alcuni fuoi Legati, per inffler i nuovo nella converfone di quello Principe. Era allora di frefeo afllinto nella Catedra Pontificale Zaccharia , [e] Vir mitijjimus , aeque fuavis, omnique bonitate ornatiti, amator Cleri , totius Topuli Romani , tardus ad irafeendnm , velox ad miferendnm , nulli malum pr malo reddens , ncque vindici* fbi merttum mifericors tempore ordinationis fuse omnia omnitribuens , fed pius , bus faclus , etiamiis, qui anteafui fuerant perfecutores , bona pr mallsreprovehens , fimul dtdity eofque bonoribus promovem , facultate ditvit. Hor dunque , come che quefto fanto Pontefice haveva conceputo dalla fua parte qualche fperanza di guadagnar Coftantino.,- e di ritirarlo dalla fua Herefa per mezzo degli urficii, ch'eidefgnavadipallareconlu, fubito che fu inalzato al Pontificato and in Perfona Pavia per divertire Tarmi , che Luitprando R de' Longobardi havea moffe contro l' Efarco Imperiale di Ravenna, e tanto oper con la fatuit del difeorfo, e con la efficacia delle preghiere, che oblig quel Giovane Principe ritirare le fue Quindi egli ftimandof degnamente meritevole genti da quell'imprefa di effere almeno udito dal Copronimo, fped lui alcuni Legati per difporlo amichevolmente rientrare nelle communione della Chiefa. Ma i Legati nel loro arrivo Coftantinopoli riavendo trovata tutta foffopra la Corte per la nuova acclamazione feguita i Artabafda, furono coftretti afpettar l'efito di quella guerra, doppo la quale il vittoriofo Copronimo ricevellihonorevolmente, erimandolliconifperanze grandi, mi che per fuo danno riufeirono ben prefto ancora vaniifime. Il che fu caufa, che il Papa [d] gli fcriveife poi parecchie lettere, e che reftaffe anch' ei miferabilmente eziandio ingannato Chi per feoprinne il cuore , non reft altrimente ingannato, ma con la sferza di fpaventofidifaftricaftigonne la fraudolenza con pena di que'medefmi, che del peccato di Copronimo erano afratto innocenti [e] *A quarta [f] ^Augufli, diceTheofane, ufque adO* ^nno fexto Imperli Conftanttttobris Kalendas tenebra fall* funt e aliginof circa Jordanem, &_ totam terramotusmagnus mTaUftina , n j y fatlus efl innumemulta milita , quin Syriam, menfe J armario , bora quarta ,

&

&

&

&

&

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corruerunt , rabilia bominum mortua flint: Ecclcfiaque in maxime pena eremum Santi* Civitatis Quindi [ g ) furfe un'hornbile sZ!n traode s'.punne. tempefta, contagione , infezione di fpinti maligni, che cominciando
,
.

& & Monaferia

&

&

dall'

Captolo V-

385

Zaccha-'
RIA *
n coS^nelfilo-

dall'eternit della Calabria, e dalla Sicilia, fi fparfe per l'Epiro , per la Grecia , e per tutte le Ifole dell'Egeo, e venne in fine terminare nella Citt Imperiale , dove ella fece per[a]tr anni fpaventofe rovine . Impercioche

p.imicramentevedevanfifopraglihabiti di quelli, che ne dovevano eflere vj &horrKe!" peicotfi, alcune Croci olivaftre, cerulee, e quindi doppolalorocomparfa leguivaneuncarboncello , che miferabilmente ben torto li confumava. Se ne ritrovarono eziandio molti, che tocchi da cos ftrana malattia , che pailava dal corpo allo fpirito , fi elevavano fubito come in una forte di eftafi,dal quale trafportati,rimanevano molto tempo immobili fenz'alcun fentimento , e in quello fiato vedevano certi fpaventevoli fantafmi , e he fi avvicinavano loro vifibilmente , e difeorrevano familiarmente con loro di molte cofe, delle quali eglino poi fi ricordavano benillmo con Dicevano fpeflb di riferirle agli altri , quando riforgevano da quel ratto haver veduto entrare que'fantafmi in alcune cafe, di cui nominavano i Paentrate ferirvi , ammazzarvi gli habitanti; e ci, che v' d'indroni, comprenfibile , e di ftrano, fi avverava minutamente, quanto daeffi veniva predetto Infiammofl cotal pelle in tal maniera nella efiate del terz'anno, che non rimanendo quafi pi viventi per fotterrare i defunti , appariva quella gran Citt un vafto campo di cadaveri con manifeftiflmo fegno della vendetta, che prendeva Dio di quel Popolo per le profanazioni delle Imagini, eifacrilegiidell'Herefia: [b] *Annoetiam[c] eodem , foggiunge bThiofahaun*;.
.

&
.

ingens, acterribilis cafus, unTheofane, terr&motus fablus eflinSyria, de Civitatum alia quidem penitus exterminata funt , alta -per mediocriter, alia autem mont.tnis ad JubjeBa campeflria cummuris, babkatoribus

&

c 74? *

falva, quaftadmilliaria fex , vel etiammodifuis in: egra migraverunt , cum quid ultra. Denique afeverarunthi, qui propriis viftbus trram Mefopo, in longitudine difruptam fujje ad mlliaria duo, ex profundo eius afcendijje aliam terram nimis albam, arenofam, de cuj tts medio afecndtt animai mulinum incontaminatum , loquens humanavoce, cjr pronunciavi* gentis incurjonem ab eremo adverfus lirabas quod fatlum efl. Scoteval dunque il Mondo, e piangeva il Cielo , e la Terra con la- Herefie<r.A?<?e. grime di (angue , e di fuoco, quando l'accennata Herefia cominci ezian- bcrto,eCiemtc. dio dilatarli in Occidente, per mezzo di quei due primi Forieri degl'Jconoclafti nella Germania Aldeberto, e Clemente . Reggeva que' Popoli nella condotta della Fede Cattolica l'Apoftolo della Germania San Bonifacio in tempo, che col feminaronoiloro errori li due nominati Heretici con feguito di Plebe , aura di nome , e concetto di fantit Eglino furono la d prima \d] volta condannati in SoifTon, nella qual Citt \e\ C\ unirono li Vefco- e t-abbe to.6 Cene. ?*!$.' 74 /^ L A 1 J . _. i11 vi di quelle circonvicine Provincie , che ne anathematizzarono 1 detti, e loro condanna, eleperfone: Et ut I-larefis amplius in populo nonrefurgat , fono loro parole nel fecondo Canone da efi formato , ficut invenimus in ^Aldeberto barefim , quem publtc ter unavoce condemnaveruntvigmti tres Epifcopi, alti multi Sacerdotes , cum cotifenfu Vrmcipis , populi , ita condemnarunt ipfum Aldebcrtum, ut amplius populus per falfos Sacerdotes deceptus non pereat ; enei fettimo decretarono, che foller confegnate al fuoco tutte le piccole Croci, ch'eglino, come fi dir, per inganno del popolo riavevano maliziofamente erette per li campi, [/] Simditer conjittuimus , ut illas Cruciculas, [ uidtm. quas Mdebertus per Tarochiam plantaverat , omnes igne confumantur . Ma per-

&

&

tamia contemplati funt

&

&

&

&

&

Zaccha-

perche uno di efii, cio Aldeberto, in perverfone de 'femplici , md con diabolicajattanzahaveva comporto, e divulgato un Libro, che contene-

gg^

Secolo

VI I L
li

va

l'Hiftoria della fua vita, e

promoveva audacemente

primi tentativi

[a] Prete della fua Chiefa con lettere rapprefentanti novit, e la empiet degli Herefiarchi, lofcandalo, e la fowerfione di quelle Provincie, e la neceifrtd di recidere tal pelle con ladecifioneauthoMa prim3 i venire quello formai giudiLenera ddPon revole della Sede Apoflolica tefce denotante zioreferiffe il Pontefice San Bonifacio confermando la feguita condanna d Ald coi tenore di quefta lettera, dalla cui lezione pu cominciarfi i comprenbertoj* dere , quali foller le mafime hereticali di quelli due fatelliti d'Inferno, n h cne dall'Oriente portarono i primi l'Iconomachia in Occidente, [b] t^tuli*l%'fn 'o{'lr. 7;r^N.u"SifxT^ fiisnobis, dice il Pontefice, qubd duosTfeudoprophetas in eadem Francorum Ssc!;i,x.c,2rr.2. Trovine ta mveniffes Ex quibus unum quidem novum Simonem, juxta tenorem tuarum jyllabarum repirimus, qui Sacerdotium fbi vindicabat luxurta nummi' f continebat , feducens populum , inania pradicans, populorum corda in intenon folm fucini aaimamjuri diaboli tradens, fed ab Ecclefia Dei eos Jedutlionibus fuis abflrahens, rnimi demergens. Qratoriola ad feducemum populum inftituens, cruces in canpis ftatuens , public a} que , <& antiqua! EccUjtas relinquens , Santlitatis nomine [e voin fuo nomine Ecclcfias confccrans, nomina etiam ^Angelotar i faciensy rum, imo magis damoniorum f feire affirmans xAlium vero ita luxuri<e duos ex ea filios procrear et , (Ttamen ded'tnm , ut concubmam baberet , Sacerdonum Jjbi vmdiiabat: affirmans , hoc jujlum effe juxta traditionem yeteris tefiamenri , ut defuntli fratris fuperjles frater dutat uxorem , quia Cbrijus refurgens ab inferis nullum ibi reliquifiet , fed omnes inde abfQua omnia b<c detejabdia , traxijjet fceleja judicamus . Bene autem in tua S ancia Fraternitas juxta Ecclefiafluam B^egulam eos damnavit , optim vocavit ^inicbrifli Minijiros , Trdcurfores cuflodiam mifity Ravvisando dunque il Pontefice la materia degna di ogni pi inaellofo apc Unnfj^. parato di giudizio, raccolfe [e] folleatamente un Sinodo i fette Vefcovi, diecifette Preti, e molti Diaconi dentro la Bafuica_ di Theodoro efiflente R nell'ambito del Palazzo La.teranenfe, dove furono in tr Seflioni riferiti , no <!n,o Adbenone cUmie' cfaminati , e condannati gli errori dei due Heretci con quella nobilt di cerimonie, e con quella iodezza di fentenze, chenonmeno pervaghezza
iom....duyiHn
i
.

a in vita s Bnf /.i.c.37 .tpuds'ur.

San Bonifacio l'adunanza di pi famofa Affemblea, acci pi altamente ne foffe (coperta la malignit , & abominato il maligno Nel Sinodo Romano , che descriveremo , ancora fi rinviene un fragmento dinotante il principio deila vita di Aldeberto in quello abominevole tenore, Incipit vita Sancii, Beati Dei famuli, preclari, atque per totum fpeciofi, decitone Dei nati , Sentii jLldebert Epifcopi. De fimplicibus parenttbus futt procreatus , de gratta Dei eji coronatus: quiadum muter Matris fua erat, ibidem gratia Dei espiti antequam pervemjfet beatiffima nativitas ejus, (te vidit genitx ejus quaf per vifionem , egredimtem vitulum de dextero atere fuo , qui vitulus ill defignabat gratiam illam, quam ab jlngelo acceperat, antequam exiret de vu ^ va C S1 & facrilego Libro . San Bonifacio dunque fpedi al Pontefice
.

della predicata herefia, giudic neceflaria

&

&

&

&

&

ZacchanaBeneardo

la

'

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>,

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.

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inviras.Bewf. W.2.L4.

diracconto, cheper ammaeftramento de'Lettori qufoggiungiamo conle n,. deli me parole, efentimenti, che [d] ritroviamo efpoili nella relazione di queito Concilio Tropo-

Capitolo V.
Tropofits in medio facrofantlis

33 j
,

Zaccha*
:

Evangcliis

lusy cuntloque Clero, Gregorius Ragionar ius , neardus religiofus presbyter Legatus Santliffimi Arcbiepifcopi Trovimi* Gev petit in* mania dircela: ad veftrum fantlnm Apoftolatum , pr velo eft,

&

aftantibus

quoque DiaconiKlpmenclator dixit De

&

Reverendi(fimi FraArchiepiscopi nobis detulifti, per quas nobis ea> qua optris noftri Bonifacii Quid ergo denu nofiris Secretariis te in~ portuna vifa fuerant, indicavit gredi poftulafti? Deneardus religiofus Tresbyter dixit: Domine mi , dum
: .

grcdi. Quid praciptis? Dicium Zacharias Santlus Tapa dixit

ef

Ingrediatur.

Cumque

ingreffus fuiffet

Unte hos

dies liner as

juxta vejri Jlpoftolatus praceptum Dom'mus meus Bonifacius Epifcopus farepepietatis veftra in "Provincia Francorum Synodum aggregar et, fchifmaticos , ideft, jLldebertum, rifiet illic falfosSacerdotes , hareticos, " Clementem , Sacerdotio privans una cum principibus Francorum , retrudi fecit in cuftodiam . Illi autem non in pcenitentia degunt , ut judicatum eft , hanc epifiolamprafati fed contrario , adbuc pbpulum feducunt. Tro quo Domini mei, quarn manibus gero , vefiro fantlo Apoftolatui m'ifius effero , ut

mulus

&

&

&

eam coram
coram
gionarius

no/ira prafentia

Sacellarius relegit in bis fermonibus : Excellentiffimo Tatri , , atque Apoftolico Pontifici Zacbaria Tapa Bonifacius exiguus Servus Servorum Dei, optabileminChriflo ebarhatis falutem . Toftquam me ante+annos proptriginta fub familiaritate , fervitio Apoftolica Scdis, annuente, veneranda memoria Antiftite Apoftolico Gregorio, anteriore voto conjubente ftrinxi , quicquid mibi latitia , vel triftitia accideret , Apoftolico Tontificifolebarn indicare, ut in latis fimul laudaremus Dominum , intriftibus ejus nunc mibi liceat indicare , precor , ficut fcriptum roborarer . Ita confilio annuntiabittibt-, majorestuos, &atcent eft: [a] Inter rogaTatremtuum, tibi. T^otum enim fit Taternitati veftra , quia poftquam indigno mibi mandafiis in Provincia Francorum , ficut ipfi rogarunt , Sacerdotali Concilio , Synodali conventui praefe, multas tnjurias, perfecutiones paftus fum adulteris Tresbyteris , feu Diacontbus , fafis Sacerdotibus , fornicamaxitnus tamen mibi labor eft contra duos hareticos peffimos , riis Clencis Catholicam fidem . Unus, quidicitur *Aldeblafpbemos contra Deum, bcrtus, natio ne Gallits eft; alter qui dicitur Clemens, genere Scotus eft,fpecie quidem erroris diverfi, fed pondere peccatorum compares . Contra ipfos obfecro autloritatem vefiram , ut me defendere , adjuvare , populum Gallorum per fcripta veftra corrigere ftudeatis , ne bareticoFrancorum, rum fabulas , vana prodigia,ac figna pracurforis Anticbrifii fetlentur ; ad Canonica jura, ad viam vera dotlrina convertantur , fed ut per verbum veftrum iji duo haretici mittantur in carcerem , nullufque cum eis communionem habeat, ne forte fermento dotlrina illorum fermentatusaliquis pereat, fed fcgregati vivant, &\uxtaditlumjLpoftoli, [b] Traditi Satana in interitum carnis, ut fptvitus falvus fit in die Domini: [e] fi Eccleftam non audierint, fint vobis juxta Evan\elicum praceptum , (cut Etbnici , Tublicani. Troptcr iftos enim perfecution.s, inimicitias , C* maleditliones

&

fantlo Concilio legi faciatis . Dicium eft Sufcipiatur epftola , relegatur . Et accipiensTbeophanius T^otarius
:

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3.

Dati

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Matth, 18.

&

multorum patior , Ecclefa Chriflt impedimemum dotlrina reti* Juftinet . Dicunt enim de Aide berr , qud eis Santliffvmum Apofolum abftulertm , patronum , oratorem , vtrtutumque fatlurem , & fignorum oftenfoem abftraxerim Scd pietas veftra audiens vitam ejus , jttdicet ex frutlu unum

&

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Tomo

IJ.

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veki-

Z acch a^I
*

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nis
,

Secolo

VI IL
,

vefimentis ovium indutus, intus lupus rapax fuerit igitur atate bypocrita fuit, dicens qud fib angelus
attulerit:

d non ? J primato,

Domini in fpeciehomi-

a Tim. j.

de extremis finibus mundi, mira, fedtamen incerta fantlitatisreliquias exinde potuerit, omnia quacunque popofcerit, Deo impetrare. Hac ergo fimulatione ( ficutbeatus Apoflolus pradixit )" [a] penetrava multorum domos, captivas duxit pofi f mulierculas oneratas peccatis, qua ducebantiiY variis defdertis , multitudinem ruflicorum dicentium , qud praterea feduxh Epifcopos indottos , tpfe efet vir Apoflolica Santlitatis qui f contra pracepta Canonum abfolutc ordinaverunt : unde in tantam fuperbiam elatus efl , ut f aquipararet Apoflolo Chrijli; dedgnatus in alien jus lApoftolorum , -pel Martyrum honor Ecclefiam confecrare, in proprio h onore dedicarci oratoria , yel ( ttt yerius dicam ) fordidaret , Ad hac etiam improperans , cur voluiffent hommes viftare Limina Santlorum Apoflolorum ? fe-

&

&

&

&

cit eis cruciculas

videbatur , .juffit ibi publicas orationes celebrari , in tantum ut multitudines populorum fpretis cateris Epifcopis , dimiffis antiquis Ecclefiis , in talibus locis conventus agerent , dicentes: Merita Sancii Jlldeberti adjuvabunt nos Unguias quoque fuas , .atque pilos dedit ad honorificandum , portandum cum reliquiis Sancii Tetri Jipofolorum Trincipis . Tantis itaque flagtiis involutus prafumpfit quoddam , quod maximum fcelus , blafpbemia contra Dominum effe videtur , Venienti enim populo , procupienti confteri peccata fua , dixit : Scio trato ante pedes ejus , omnia peccataveflra, quia mihi cognita funt occulta veflr a, ideoque non efi opus confiteri ea fecuri ergo , dr abfoluti de peccatis veflris prateritis , rebis fimilia , Qua Santlum vertimini ad domus veflras cum pace hac igitur, hypocritas fatluros effe teflatur , idem Aldebertus fuo babttu , Evangelium ncefu, moribufque folet operari . Alter autem bareticus qui diciturClemtns, refutans Canones contra Catholcam contendit Ecclefiam , abnegans feilieet ,
.

&

0- oratoriolain campis ,

& ad fontes, &

-pel

ubicumque

fibi

&

&

& &

&

&

facros, tratlatus,

expofitiones Santlorum Tatrum, Hieronymi , xAugufli&Gregorir, Synodalia etiam jura fpernens affirmat f pcfl duos filios in ni, adulterio natos , efie poff legis Chrifiiana Epifcopum Traterea Judaifmum
.

&

&

introducens, juflum efie dicebat Cbrifliano , ut fi voluerit , viduam fra tris defuncli accipiat uxorem. Ipfe etiam contra fdem Santlorum Tatrum contenda dicens, qud Cbrifius Filius defeendens ad inferos , omnes quos inferni incredulos , nec non career detinuit, inde libcraffet , credulos videlicet ,
contraria fidei CatboMulta quoque alta horribilia, lica de pradeflnatione Dei affirmat. Quapropter precor, utlitterasveftras de hoc haretico mandare curetis Duci Carolom&nno , ut mittatur in cufodiam , ne femina Satana latis femnans , una ovis morbida totum gregem
cultores idolorum.

& &

polluat

gaudere in Zacharias Tap a dixit: Audiftis, ebariffimi Fratres , quid in Epiflola leclum fit ex facrilegis illis, qui f ad fuam condemnationem jlpoflolos nominare prafumpferunti Sancii venerabile s Tresbytertrefponderunt: Audivimus certe per omnia Epifcopi, Tracurfores ^Antichifli . Quis enim non jlpoflolos , fedMiniflros Satana, aliquando Apofolorum, velquilibet Santlorum ex capdlis fuis, autungulis pr Santlitate populistributt , ut ipfos perniciofus agere conatuscfAldebertus ? Sed hoc fcelus fantlo vcflro jLpotyolatu refecandum eft , tam de ilio, qum etiam detranfgrefiore Clemente , qui Sacros Canones fprevit , atqut
.

Valere fantlitatem veflram

&

profperis profeclibus

longitudine dierum

optamus

Cumqueletla

efiet epiflola,

&

&

expofi-

expofitiones Santlorum p/f ambo itaque juflam


:

Capitolo V. Tatmm, jlmbrofii J.uguflini ,


,

387
ceterorumque
ref-

ZacchaRIA *

, dignamquetranfgrejjontbusfuisfufcipiantfententam* Santlus Tapa dixit : Quia jam tardior bora efl , -perituro fecretaZacbarias rio de confcripta vita, &oratione, quam fibtexponit Mdebertus , rei e {etecommun confenfu, mediante Deo, ri* ejus %eflis, cum nobis letla fuerint, quid fieri debeat, pertratlabimus . Cumque in codem die Santlus Zacbarias Tapa, ceteriqueEptfcopi, nec non Tresbyteri fupradibii, alique clerici con-

ventflent in prenominatam Bafdtcam , Gregonus !>{otarius Regionarius , J^omenclator dixit: Juxta fantliveflri Apoflolatuspreceptum , quodin preterito fecretario juffitis, Dcneardus religiofifjmus presbyter adefl pr velo. Quid precipitisi Dicium efl: Ingrediatur Cumque ingrefus effet , Zacba.

&

nefandiffmi idldcberti , fve e etera ejus! [cripta, que preterito fecretario inmambus gerebas , corani prefenti ConciSacellio pornge legenda . Etaccipiens Tbeopbanms T^otanus Regionarius ,
rias Santlus

Tapa dixit:

Jltlus

UH

&

larius legit

vitam

illius

cujus initium

Beati Aldeberti Eplfcopi ex decitone Dei de gratta Detcoronatus . fimplicibus parentibus fuit procreatus , nati. De Quia dum in mero Matris fueefet, ibidem gratta Dei ccepit in eoretineri.
Chrifli. Incipit vita Sancii,

&

efl

In nomine

Domini

noflri

Jefu

&

Et antequam perveniflet beatijjma nativitas cjus, vidtt gcnitrtx ejus per


viflonem quafi egredientem vitulum de dextero latere fuo . Qui nimirum vitulus defignabat illam gratiam, quam accepit ab angelo, antequam exiret de vulva. Cumque hic libellus ufque ad fnemletlus fuiflet, Zacbarias San-

Bus Tapa

dixit

Quid ad

batic

blafphemiam refpondetis

tres * Epipbanius Epifcopus Ecclefie Sanile Silve candide


isfpoflolica,

latus

ut

& divina profetl mfpiratione-motum eflcorveflri Sancii Apo prxdiclum Bomfacitim Santliflimum Epijcopum & Francorum
,

jancliflmi ftaDamine dixit


:

flo-

Trincipes commoneretis , in partibus tllis pofl longa tempora Concilium congregare Sacerd^tum, nehec fcbifmata, drbUfpbemie /anelo veflrojlpoflolatui celar entur . Zacbarias Santlus Tapa dixit: Si quid adbuc habet Deneardus religiofus Tresbyter nobis porrigere adlegendum , porrigat. Denear-

flola

& & per manus Saeandem cerdotis nomine Icore ipfaepifloU fuitcxcmplata: & tranfmifit Sacerdoti Thalaffio, & Tbalajfius epiflolam ad Germanie Civitatem Sacerdoti Leoban & ipfe tranfmifit illam ad Arabie Civitatem Leoban epiflolam iflam ad Vetphamiam Civitatem, & recepit eam Montem Santlum Arcbangcli MiMacrtus Sacerdos Dei & tranfmifit
Domini noflri Jcju Cbrifli Filii Dei, que
in

dus Tresbyter re fpondit: Ecce, Domine, cpiflola , quautebatur Aldebertus quam dtvulgabat eflejefu, fibique de Calo veniffe . Et accipiens ThcopbanusTslotarius ligit, tujus mitium erat: In nomine Domini. Incipit epi-

&

Hierofolymam

cecidit

per Micbaelem

Ar eh angclum inventa efl in porta Ephraim ,


alio

ipfe

ipfe
,

alio

tranfmifit

in

T per manus .Angeli Dei pcrventt ad Romanam Civitatem ad Sepulcbrum Sancii Tetri , ubi clavcs Rogiti Caiorum conflitute funt Et duodectm Tapatt, qui funt in Romana Civitate, triduarias fecerunt vigilias in jejumis, cetera ufque ad firiem perlecla orationibus , zacbarias Santlus Tapa preditlus Aldebertus in mfaniam dixit: Tro certo, e bar (fimi Fratres , om/ies qui bac utuntur commentata eoiflola, parvulorum converfus efl, more abfque fenfufunt, muliebri errore infaniunt Sed ne Icviores ampltus decipiat , indifcufjam , abfque fententia caufam hanc rclinquere non poflurnus . Sancii Epifcopi, <& venerabile* Tresbyteri refpondcrmt Ex divina b 2 B
ebaelis
,
.

&

& &

&

&

&

Zaccha^ IA
*

ggg

Secolo Vili.
cor farteli vefiri opoflolatus illuminatimi adminiflratione Spiritus Sanili emanarunt fuerit
, 3 .

promulgetur . nvbis folis pravifum fuerit , fed pariter cum Sanclitate vefira , ut Domino placuerit, in futuro Secretano efl pertraQandum. Cum autem tenia viceineodemdie Sanclus Zacbarias Tapa , caterique Epifcopi, nec non Tresbyteri fupraditli , fed <& alti Clerici conve:

divina illuftr adone cognofcimus , qua vobis dicla [unt , ex Et ideino ut vobis pravifum Zacbarias Tapa dixit 7>{on ut

&

in utrofque fmtentia

nifient in

l^omenclator dixit

pranominatam Bafilicam , Cregorius Ts^otarius Regionarius , Secundm quod veftro fanelo Apoflolatu praceptum
:

&
eji

ut Deneardus religiofus Tresbyter hc f vejirs prfentaret obtutibus , praft efl pra fori bus. Quid precipitisi Dicium eji: Ingrediatur . Cumque ingreffus fuifkt , Zacbarias Vapa dixit Habes adhu e ex facrilegorum illorum confcripto altquid , quod coram Concilio proferre debeas ad legendum ? Deneardus religiofus Tresbyter refpondit : Etiam Doin preterito Secretarlo
,
:

h an a,

mine mi j orationem, quam fibi Aldebertus componere mfus efl: ecce in manibus eam gero, jubete eam fufeipi . Moxque fufeepta efl, lecla oratio, cujus inittum taleerat: Domine Deus Omnipotens , Tater Domini noftri , qui fedes fuper feptimum tbronum , <& fuper Che*, Jefu Chrifti , rubim , Serapbim , pietas magna , dulcedinis fatis efl apud te , Tate r Santlorum Angelorum , qui fecifli Calumi Terram, Mare, omnia , qua clamo, invito fuper me miferrimo, quiatudignus ineisfunt: te invoco, fuifli dicere: [a] Qnodcunque petieritis Tatre in nomine meo , dabit voDomino Chriflo confido animam meam . Cumbis tA te peto, ad te clamo, que per ordiner legeretur } pervenitad locum a ubi ait: Trecorvos, confupplicome ad vos, Angelus Uriel, Angelus Baguel, Angelus jurovos, Tubuel, Angelus Michael , ^Angelus Adimis, Angelus Tubuas, Angelus Sabaoth, Angelus Simibel. Dum verhacoratio facrilega ufque ad finem perQuid ad h#c Sancii Fratres icola fuifiet, Zacbarias Santlus Tapa dixit venerabiles Tresbyteri refponderunt Quid refpondetist Sancii Epifcopi, aliud agendum efl , nifi ut omnia, qua colarti nobis lecla funt , igne concrementur; aublores vero eorum anathematis v'inculo percellantur Celo enim nomina Angelorum , qua in fuaOratione ^Aldebertus invocapt , non Angelorum, pratcr Michaelis, fed magis damonum nomina funt , quos ad praflandum fbiauxilium invocava. 1>{os autem, ut veflro fanclo Apoftolatu edocedivina tradit aucloritas, non plus qum trium angelorum nomina mur, Zacbarias Sanclus Tapa agnofcimus , id efl, Michael, Gabriel, Raphael dixit, Optim provifum efl vcftra Sanclitate , ut confcripta illius omnia igne concrementur. Sedopportunum efl, ut ad reprobationtm in fcriwo noflro conferventur ad perpetuam confufwnem . I^unc vero , quia omnia peratla funt, de utrorumque fententia , quorum fupcruis menno facla efl, periratlandum efl. Univerfum Concilium dixit-. Aldebertus, cujus nobis atlus , qui f Apoflolum cenjuit nominar i, dr nefaria commenta lecla funt,

& &

&

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ungulas fuas populis pr fMilitate tribuit, quique fub obtcntu ^Angelorum damones in fitum auxiiium invocat, fit ab omni officio Sacerdoamplius jampopulum mitali ali enus, agens pamitentiam pr commi(Jis , populum amnime feducat. Sin autem in bis erroribus perfevcraverit , aterno Dei judiciocondtmnetur, omnifque plius feduxerit: fttanatbema, ejus dotlrinam fequutus fuerit, aut adjunclus panzer, qui ei conjenferit, Clemens, qui per jnam ftultitiam SS.Tatmm flatuta , fuerit. Smilitcr omniacapillos,

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Zagh* 389 Judaifmum dum mniaque Synodaliaaclarefpuit, inferens etiam infuper & Dominum defuni acciperepofleuxorem pradicat fratrem omnes pios, & impios exinde praJefum Chriftum defcendentem ad nudatus & anathematis rinab omni Sacerdotali dicat
Capitolo V.
Chriftiants
;

fratris

in/eros

abflraxife
t

officio

fit,

culo obligatus

pariterque Dei judicio condemnatus , &omnis, qui ejus facrilegis confenferit pradicationtbus . Sin qui gli Atti di quel Concilio , in conformitde'qualiftefe [a] Carlo Magno ne'fuoi Capitulari l'infrafcritto bandubiti narrationes , vel qua omnino contraCadimento, Tfeudographa ,

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M^iTch^"

falfiffima, quam tranfatlo anno tholicam Fidem funt, ut epistola peffima, in errorem mittente! , qud de Calo cecidiftet: nec dicebant alqui errante* , credantur, neclegantur, fedcomburantur, ne in errorcm pr tali [cripto poSanftorum Catholici tratlatus, pulusmittatur: fed foli Canonici libri, tradantur f autloritates , &ditla legantur, f fu commendabile il zelo di San Bonifacio nell'accufa feguita de i dueHereticiAldeberto, eClemente, non fu egli per dal Papacommen- Battefimoa teM . dato nella commiflone, che il medefmo Bonifacio diede a Virgilio > e to nelle parole Sidonio fuoi Comminiftri nella predicazione dell'Evangelio , che ribat- er js" iua '* tezzafferoquei, che da un Prete ignorante erano frati battezzati con quefta buonodi Papa, Filia , SPiritua Sanila. formola corrotta , Baptiip te in nomine Tatria , Effondo che per tal commifllone infurfero contro lui li due accennati Operarii, portandone lamenti al Papa, che con la feguente Lettera riconvenne, e nprefe San Bonifacio, [b] Reverendiffmo , ac Sanblifjmo Fratria zacb.epft.4.& ' Sido- '?Z'l? Bonifacio Coepifcopo Zacharias Servus Servorum Dei . Virgilius , nius viri religiofi apudBoariorum Trovinciam degentes, fuis apud nos litteris nifi funt , per quas intimaverunt , qubd tua reverenda fraternitas ei$ injungeret , Cbriflianos denu bapti^are , Quod audientes , ntmis fuimus conturbati. Et in admirationem quandam incidimus , fi habetur , ut dittimi efi . Rgtulerunt quippe, qud fuerat in eadem Trovincia Sacerdos , qui Ladum baptvraret , nefciens Latini elotinam linguam penitus ignorabat, Baptirp te in nomine Tatria , Filia , c* quii, infringens linguam diceret: Spiritua Sanila . Et per hoc tua reverenda fraternitas confideravit rebaptT^are. Sed, Santljfime Frater , fi ille , qui baptvzavit, non errorem introducete ad barefm , fed pr fola ignorantia Romana locutionis infringendo linguam , ut fupr fati fumus, bapt'vzans dixifjet , nonpoffumus confentire , ut denu bapt'vzentur quia ( quod bene tua compertum habet f ancia fraternit? ) qmcunque baptvzatus fuerit ab bareticisinnomineTatris, &Filii, Spiritus Sancii, nullo modo rebapti'zari debeat, fed per folam manus impofttionem purgari debeat, ^am, fanliffimc frater, (i ita e(i, ut nobis relatumeft, nonamplius te ills pradicentur Imjufmodi , fed ut Tatres Sancii docent, pradicant, tua SanUitas fludcat confervare. Cos il Pontefice Zaccharia, feguitato pofcia in quefta medefima et dal fuo Succeffore Stefano Terzo, che [e] decret valido il Battefmo miticamente da unSacerdo- iJ^r^'11 *' te Idiota conferito con quefte parole : In nomine Tatris mergo, Filiimergo, SS MnuJSa <T Spiritus Sancii merio e quello frfl medefmamente da altri conferito/ j iran "; a " *?* nomine Sancla Trtmtatis , cio come pochi anni avanti haveva fpiegato in c*uunsupb.ia, un fomigliante propolto Gregorio Secondo in una fua Epiftola , che per [e] tir^'/Ll?' errore citafifotto nome di Gregorio Terzo, Qitifquisin nomine Tatris , en* ,pi%uH dn, Spiruus Sancii bapwzatus efi , rebapti^ari eum minime licet . emm in nomine bapti^antis , fed in nomine Trnitatis bujus gratta do- 7*.n.tf.&4?t gtyn

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Zaccha|Jr

eflendoche, come foggiunge l'allegato S. Tommafo , tal mutazione non apprender! fuftanziale, pecheappreifo ogni huomo prudente 418 r * t ^ ne ^ me defimo fen f > che ha la forinola preferitta da Gies Chrifto e Tomi "nell'Evangelio, fenza la quale, come dice S.Agoftino allegato [e] da noi in altro luogo queftopropoito, Certa funt verba Evangelica, fine quibus non potefl Baptifmus confecrari onde avviene, che f alcuna volta rinvieni! qualche Decreto Pontificio, qualche detto di Santo Padre, confermatod vediho.i.pag. rio, declaratorio della validit del JBattefimo[c(] conferito dagli Apoftoli innomine Cbrfli y ci deve intenderli de jure extraordinario , e per partic l are difpenfazione di Dio , ut Chrifli [e] nomcn divulgarctur , che il lrf/1'JK*' '* Bttefimo in nomine Chrifli dir fi voglia il Battefimo in fide Chrifli , finalmente , che il diri! in nomine Chrifli non fia efclufivpdelle altre Perfone , ma efpreffivo della Incarnazione del Verbo In nomine Tatris, Filijefu ChriSpiri tus Sancir, poich cte iure ordinario, [f] Certa funt verta Evan$l ^VowfSTXl gelica, fine quibus non potefl Baptifmus confecrari, e in elle deve pi tolto attenderfi il uiono del fenfo conforme allaiftituzionedi Chrifto, che delle
intentioni:
:

.T.

num percepita Ne'medefimifenumentifcriffelungo il Dottore Aiv gelico, provando, che in quei Sacramenti , che richieggono parole certe, 66.m2&8.''* eprefcritte, non deve defumerfi la loro determinazione dalla qualit del fuono, edellefillabe, ma dalla loro fignificazione, fecondo l'oracolo di h cattfi'mut p*p* Papa Celerino, che diffe, [b] t^on debet aliquis verba confiderare , fedinten4 ** *""'" tlonem > Mvoluntatem: quia non debet mtentio ver bis defervire , fed verba
u m
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290

Secolo

VII I.
[a]

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&

fillabe

Cos dunque Zaccharia San Bonifacio. quefti troppo zelante pel bene, troppo credulo nel male, port nuove accufe avanti il PonteSan Virgilio, le quali non furono ritrovate fuffiftenti nelle ^^Mrl'VsT SsWBVM&G I?J t aJaGrn.'ixyi pruove; e tri efle riguardevoliffima era quella di haver Virgilio afferito d 74? Luna, alii Homines fub terra funt, aliufqueSol, * T int" * ty] *Altus Mundus, hvit"BoYfj.i.c.%. Qual proporzione , fefpiegaficon la fignificazione, indicazione degli Antipodi, cio che in quefto vifibil Mondo fiano viventi diametralmente iuraifcrfr JiAn. tipod, pii M- contropofti , e fottopofti noi nella rotondit della terra , non Herefia ; di ma f intendefi di ftabilir pi Mondi , ci repugna evidentemente alla Sacra i Baron.amoiqS. mani fefta Herefia [/'] Dubitofte de ^intipodis, noneflHeScrittura., n.n.tn margine. j- ^ pl ures flatuifie mnndos , divina repugnat Scriptura , ac proinde y k B*nn.4net. Harejts fjk convincimi'. Cos l'allegato Scrittore. IlBaronio \_K] attefta pertotum. falfe quefte accufe apportatela S.Bonifacio Papa Zaccharia contro Virgilio, e dice, effere flato Virgilio per merito di Santit inalzato al Vefcovado Salisburgenfe , e doppo morte honorato col culto di Santo Natale 1 N4tyiiex.s*e.t. Alefl'andro [/] riferifee il Padre Le Cointe [m] ne'fuoi Annali Ecclefiaftici Francia, che in contrario dice , efferediverfoS. Virgilio Vefcovo Salifmuefinteina. di noi la divertita reca fol n*i.*P7$fh burgenfe da quello accufato da S.Bonifacio.

Ma

&

&

&

Ma

uasalTone

del

Regno

di Francia

mutazione di nome, e non di racconto.. Non per reca mutazione di nome , e non di racconto l'oppofizione, che fafii i un fatto di Zaccharia , provato vero dall'antichit con la teftimonianza di t2nteatteftazioni, quanti fono flati gl'Hiftorici, che fopra tal materia hanno fcritto Rapportiamo brevemente il fucceflb , eciafeun fia giudice dei ver>. Morto Carlo Martello, due faoi figliuoli fuccelfero al'heredita
.

etfneiRptpiJ;;

paterna, Carlo
Prefettura del

Manno nell'amminiftrazione del Principato, e Pipino nella Regno i Francia Regnava allora in quel Trono Childerico
.

detto

Capitolo V.

R1A detto lo ftupido della famiglia Clodovea , e tanto eflb , quanto i fuoi pi del governo al reggimento de'Preproulmi Antenati rimefla tutta la cura fetti, tutt'altro attendevano , che al provedimento de'publici negozii, contenti di moftrarfi una talvolta l'anno al Popolo, R di titolo, e Sardanapali di tatti , e di coftumi , con quel grave difcapito nella Monarchia Francefe, tanto negli affari civili, quanto ne* Religiol, che cagionar fuole in uncorpolaftupidezzadel capo. Reclamarono iFrancei, e porfero le loro fuppliche al Papa per elTerefi liberati dal giuramento, affin di trasferir la podeft del Regno da Childerico a Pipino, che di gi per Pautoriti di Prefetto potevafi dir R, e per la prudente , e felice condotta dell'amminiltrazione meritava un tanto honore. Condifcefe Zaccharia, e aflblv dal giuramento i popoli, e follev alla dignit di Regnante Pipino , che in SoilTons fu unto R , e coronato da S. Bonifazio Vefcovo di Maqonza, e poi Santi/lmo Martire , con applaufo de'Francefi , e con tal avvana Carrhri inZA* taggio della Francia,che un Autor Francefe hebbe dire, [ a J Minime nega- charia ti potefly felicemtunc fuijjenon folm Gallu, fed Cr Orbi Cbrijiiano barn translattonem Fggni Zaccbari. Quello il poco del tutto, elofcorciodi una Hiftoria , cos generalmente comprovata per vera dagli Hftoric i tutte leti , che il Bellarmino non dubit di aderire , effer ella affermata da // vtfam tuttti quotquot [b] hanc Hijloriam fcrtbunt tam Graci , qum Latini , Magdeburgenfi medeiimi , che ne atteftano ^. '/' eziandio dagli Heretici [e] anch'elfi la verit, ma ne negano la giuftizia, incolpando di temerario e M*gdtb.ctnt.t. Zaccharia nella feguita traslazione, ficcome riavevano incolpato d'ingiu- Spugnato dagli fto Gregorio Secondo per la liberazione [d] accennata de'trjbuti . Hor y,ieret c] J. * dunque contro una fcuola cos famofa, e grande d'Hiftorici tanto CmH4ani'u. Heretici , inforge Natale Alell'andro , e quella concilinone ftaci, quanto bilifce, l^ec Zacbarti , necStepbani Tertii Fgmanorum Tontijicum aufloritate Fggnum Francorum Cbilderico Tertio ad Tipnum transtatum eli . Apporta [e] per prova della fua aiTerzione alcuni divani i Chronologia e Nat ~*ii* s* cX d'^trt * nel tempo, di Topografia ne'luoghi, di Amfibologia ne' infi , e dice , Haver tutti g' Hifiorici prefo il racconto da Eginardo, il quale err, e fu e aufa ad effi di errore. Ma f al fuo parere Eginardo err, che fi Autor contemporaneo Carlo Magno, figlio di Pipino, e non fu giammai ripigliato di errore da pi di dodici Scrittori, [f] che narrarono, com'egli, quello fat- iHosvide *f*A to; molto pi noftro credere potr errare il Natale, che fcrive , e vive s'lt*r*io*Mt. nove Secoli doppo un tal fucceflb . A noi bala con quelli pochi periodi haver dato faggio della verit dell'Hiftoria, e renduta ragione all'autorit del Pontificato Romano maggiormente impugnato in s fatte cofe da alcuni Cattolici moderni, che, per cos dire , da tutti gli Heretici antichi
.

391

Zaccha-

&

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'

Bb

Stefano
III.

39*
Stefano Secondo

Secolo Vili.

CAPITOLO
Romano
Romano
1.
,

VI.
li

creato Pontefice

27. Marzo 752,

Stefano Terzo
il

creato Pontefice
7 $2.

Aprile
>

Morte

&
lAnaflJnSttph,

e del Patriarca odnaftafio Perfecuzjone del Copronimo contro li Heligioft . Celebre

di Stefano Secondo

efecr abile Conciliabolo di CoftantinopoU contro le Sacre

Imagini .
Tefano Secondo tr giorni doppo
la fua elezione

quam

fortino furgeret,

ret, fubit,

um

& fedens familiares caufas difponefederet, alienatus obmutuit & fequentidie


,

[a]

poft-

b lAnnc 7ja.

e Thttfh.in Annal.

Morte del fai fo Patriarca Anaita-

do.
*Ann*
1l>

C Theefh.il/id.

Mia. Elezione al Paf Theph

triarcato
iti; ino.

dell'

Iconoclafa Co-

e fuccedendogli nel Trono Stefano terzo, lo fcelerato Copronimo ne ravveduto dalle accennate traverfie, n grato Dio, ediSautisperlanafcita [b] di un figlio, che dal nome dell'Avo fece chiamar Leone, come per le continuate vittorie, ch'egli riport quindi pofeia contro li Saracini, irritato da' fucceffi avverfi , faftofo periprofperi, fece [e] tener alcune particolari aflemblee da molti Vefco vi Iconoclafti, per dolcemente difporre in tal guifa gli fpiriti ricever ci, ch'ei voleva poi far decidere in un'Affemblea generale contro le Imagini . Per giungere felicemente alla esecuzione di cotal' empio difegno , egli determin di eleggere il Succeffore ad Anaftafio, che poc'anzi [d] era morto di quella horribile malattia, che i Greci chiamano Cordapfos , per la qual tramand dalla bocca gli eferementi pi fetidi degl'inteftini . [e] Dignam exohit vindiclam contra fuum Magiflrum 5". pr audacia feilieet , quam contra Deum Throno Conftantinopolitano prafuit . Sal federate Cermanum exhibuity egli dunque un giorno fopra la ringhiera del finiftro lato dell'Altare nella alla prefenza de'fuoi Vefcovi prefo per la mano Chiefa in Blachernis, un certo Monaco nominato Coftantino, ad alta voce grid, [f] ConftanEra Coftantino un' infame Motino universali Tatriarcba multos annos diftoluta vita , fcacciato gi dalla Citt di Sileo naco di fcandalofa, e nella Panfilia, di cui era ftato Vefcovo; il quale come capace di ogni piindegna fceleratezza, l era faciliiTmamenteaccommodato al genio del Copronimo , e perci da lui giudicato per degno Succeffore ad E fenz' altra cerimonia , forma Ecclefiaftica lo follv Anaftafio al Patriarcato , acci che almeno dir fi potette , che un Patriarca folte intervenuto nel futuro General Concilio, ch'egli haveva in animo di condefmftus
efi;

&

&

&

Capitolo VI.
convocare
.

393

Stefano

*'* Stabilito il capo della fazione, tutto allora il Coproninio avanti que' contradittori , che potevano lui oftare, con fi die la intrepidezza della Fede, con la fodezza della dottrina, fra quali li " n0 Religioni di Coftantinopoii erano riputati li primi , e perci contro di loro p on1mo contro liRehgiofi. arfe primieramente il di lui fdegno, e la furia della perfecuzione . Contentoni egli allora di metterli in difpregio, &inderifoal vii popolaccio, n ** " ****** chi amandoli [a] Immemorandi , veftiti d' ignoranza , e di tenebre , Idolatri , *A
torfi d'

^[^"^"cf

obligando tutti anche con publico giuramento e perverfori delle genti , fopra il Santo Legno della Croce, e con il tatto de'Sacri Evangelii, [kj b i&nttm, Tjemincm nec communionem qudem Monacbis accepturum , nec [aiutantibus quicquam humamtatis viciffim exhibiturum . Quindi egli feorgendo facile l' incauto popolo ad affecondare a quefti fuoi perverti* fentimenti , fece un altro paflb , non gi riftretto in ingiurie , e parole , ma che fu il principio di quella fpietata perfecuzione , che contro i Monaci molle , e che Noi[c] fuo luogo foggiungeremo . Impofe rigorofiflmamente a tutti, c viJunpntifiea* che incontrandoli carnalmente , appoftatamente con alcuno di effi , non '^"/A^y \' n folamentefeguitarlodovelfero con improperi^ ffchiate,chiamandolo [d] / /BS**. OT Idolorum cultorem , ma eziandio (bor- in 8 ibidem, Tenebricofum, immemorandum, rendumfurorem , ingentem tuam, Chri/le, patientiam, aclenitatem [) lapidibus ipfum appetituros Afficuratofi dunque il Trono di Coftantinopoii fotto un Patriarca He- candli-oio & reticolconoclafta, e con la diffamazione dello (tato Monacale refof in un * andcoonU certo modo come libero dalla oppofizione di que'zelantiflimi Religiofi , e m'o perci fuoi potentiflmi nemici, egli convoc un copiofo Concilio di Vefeovi in Coftantinopoii per porre l' ultima mano all' abolizione delle Imagi ni con ogni pi efecranda maniera, e rifoluzione . [ e } Ve ne concorfero trecento trent' otto , tutti Orientali , e tutt' Iconoclaft , ben' accommodati , e difpofti per una vile , e rea compiacenza alla volont del Principe [ e ] Quo- e rhtipb, ibidtm . rum primi erant Ephefmus, Tergenfis, nullo prtefente ex Catlwlicis fedie biu, Bimana f ilicet , vel ^Antiochena , xAlexandrina,autHicrofolymitana. Volle, che fi congregale l'adunanza nell' Imperiai Palazzo d'Hieria, e che Coftantinofuo falfo Patriarca prefiedefle al conciliabolo, che dur f KAnno 7S4 dalli dieci [/"] di Febraro fin'all otto di Agofto. Non vi hi certamente forf nella Chiefa di Dio congrega di Ecclefiaftici , pi deplorabile di quella per la fiacchezza de'Vefcovi, pi federata per la sfacciataggine delle beftemmie , pi horrenda per la enormit de' fuccefl , che refero eziandio fpaventoquei, che da lungi ne udirono il racconto. Difpofti il Copronimo i Decreti, e i Canoni dentro l'accennato Palazzo d'Hieria, per rendere pi pompofo il fuo facrilegio, trafport i'Aflemblea nella gran Hiflotfa e fcf. hottndi Chiefa della Madre di Dio in Blachernis, che fece antecedentemente or<n Cohcil,abo nare con apparato degno di tal fefta ; conciofacofache [g] Injgne illud Deipara templum eximia quadam , ac pene incomparabili pulchritudine , s in*stus.Sttph. lapillis aureis in utroque paride arte fv.mma cxornatum abraft , immutava, deleis vidclicet omnibus imaginumformis Etenim eximio per-

&

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divina ipfus miracula , , ac denique per tpfius Crucem in nfernum defeenfus, refurretlio pitia Mie erant. Quibus omnibus borrendum Jn modum abrafis , atque delctis , ille perditionis filius Conflantinus Imperator arborumfpecies, atque omnis generis aviumformaseorum loco fupplen-

crudito artificio carnalis Cbrift nativitas

&

& &

&

venerandorum myfieriorum

&

traditio

d<s

Stefano
*

*** cttraplt ' ** tum fer quifpiam non incommod illud Davidi; dixifet , [a] Venerunt gentes in hareditatem tuam , polluerunt Templum fanclum tuum , pofuerunt Hierufalcm in pomorum cuftodiam pofuerunt morticma fervorum tuorum efcas volat'dibus cali , carnes Sanclorum tuorttm befliis terra ; hoc eft veneranda; , ac facras Martyrum reliquias , quas parttm igni , partim mari , panini denique (facinus orbi univerfo damnumferens ) pracipitiis tradiderunt E quefto fii il primo degli empii decreti , che quivi l ftabilirono, cio che tutte le Imagini de' Santi foflero chiamate Idoli,? i loro adoratori Idolatri. Quindi fi procede al fecondo, cio alla fcommunica loro, riponendo nel decreto in primo luogo S. Germano, che anathematiz2arono col vituperio di Idololatram Ugnorum cultorem , e poi unitamente con lui S. Giovanni Damafceno , e Giorgio Vefcovo di Cipro con qucfte [b] Germano bilingui, ac animo duplici, adoratori Ugnorum , *Anab /* ah s. Srt~ parole phani. Iberna: Georgio confentienti UH , faifar io paternorum dogmatum , *Anaiberna SarAcenico , jinathema Dottori [ e ] Manferen ignominiofo , < cofuchiam.to s. Giovanni Da- impietatis , ac perverfo interpreti divina Scriptura Man/eri , *Anathema : Gli atti citati di S.Stefano riferiscono, che fi ^HtfTfnondo 'te. Trinit; bos tres abftulit . a p mi ficaio di ftabilifle quivi ancora un Canone contro la Madre di Dio , dicendo fi P *g di effa, eh' ella non haveva alcuna autorit d'intercedere per Noi, bench lTinfine', invocata, n in alcun modo poteva ella giovarci ne'bifogni: per lo che l'Autore de' menzionati atti non pot contenerli di non efclamare, Quonam patio , Cbrifie , lemtatem illam tuam , qua nullis verbi* explicari pteff, nonadmirer* Quonam patio benignitatis tua, qua vm fermonis omnem fuperat , abyjjum exponere queam ? jldbuc porr audaciffima ille lingua e proruperunt , ut ingens quoque iftud , improbum eloqui non dubitarint, nimirum tllam ipfam Dei Genitricem Virginem, inutilem quandam pofl mortem, commodi omnis expertem rem ef, nec cutquam omnm adjumento, ac prafdio efie pofe. Ma quefta fu pi tolto beftemmia dique' Vefcoviin compiacimento del Copronimo, che Canone in aflcuramento della loro d Kat. ^tirx. in dottrina; e il Natale [a] AlefTandro bene averte, eh' eglino riprovarono S bens ne' loro difeorfi particolari, ne' quali ogni uno fuo piacere beftemtl".fdlTs\'cili r(.'i..i. miava in adulazione del Principe , l'invocazione di Maria , e de'Santi, ma non gi ne ftabilirono Canone anzi egli ne rapporta il feguente formato daefil con quefe parole in confermazione della di lei invocazione, S quis non confitetur fantlam femper Vrginem Mariam , proprie ac vere Dei cum Genitricem , fublimiorem effe omni vifbili , ac invifibili creatura , /incera fide ipfius non expetit intere effiones , tanquam fiduciam babentes ad Deum noftrum , qui ex ili a genitns eft , jlnatbema . Si quis non confitetur omnes Santlos , qui Saculo ufque nunc funt, cuique ante Legem, in Lege, corpore ; in Gratta Deo placuerunt , honor abile s effe coram ipfo , anima vel borum non poflulat orationes , tanquam fiduciam babentium pr mundo Cos egliintercedere, fecundm Ecclefiaftjcam traditionem , ^Anatbema ilrefto empii ,e temerarii Poich prohibirono ancora no , bench in tutto cheli dafleil nome di Santi agli Apoftoli, alli Martiri, & tutto il rimanente facro numero di Confeflri, e di Vergini; e nobilitarono il facrilegio diquefte loro decifioni col venerando [ e ] titolo di DefimtioSancla e in;*8sttt. Magna , Univerfalis Synodi. Quale ifcrizione meritamente fu efecrata dal Settimo Concilio de' Padri Cattolici con quelle parole, [f] Quomodo cw. Me*, j, ina nie $. univerfalis, quam neque receperunt , neque concordaverunt i g

^^

Secolo

VI I L
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reli-

Capitelo

VI.

reliquarum prafules Ecclefiarum , fed anathcmati hanc tronfimiferunt ? habuit enim ad]utorcmilliu* tempori* Bgmanorum Vapam, veleos, qui circa ipfum funt Sacerdote! , wec efttfw er Vicario* cjus , ^e per Encyclicam /<?rf ce confentientes fibi Epiflolam , quemadmodum lex edicit Conciliorum Tatriarchas Orienti*, Alexandria feilieet , Antiochi a, ac Sanila Civitatis,
:

395 7v(p

StEF * no
*
4*

vel comminifiros ,

& fummo* Sacerdote*

qui

cum ip fi*

extfunt

Ton

fe~

ptima quomodo, qua non concordava cum pracedentibu* fex fanElis, ac venerabilibus Synoi*} Di ordine poi di Cefare fi abbracciarono tutte le Sacre Imagini, come trofeo , e vittime della efecranda conventicula; e congravifjmum machiudono gli atti, Denique quod poflremum illorum , vinca Cbriji exitiof Saderdotes, de quibusTrolumefi, fceleratt certe,

&

&

pheta pradixit
:

Egreja

ef

iniquit* Sacerdotibu* Babylonis

ac rur-

Dan.

*.

vineam meam, conculcaveruntpartem b Hit.n. fum [b] inter fantlum , profamm minime diflinguente* , meam ; hi , inquam , ilio confefu exurrexerunt , populum ipfum, quipofteum poflquam peflilenti a retta dottrina aberrarat , manu* in altum tollere jubente* , latum firepitum excitarunt , atque horrendum illud , atque magnum furorem excedens protulerunt Hodie falus Mundo , quandoquidem opera tua , Imperator , profana* lingua* , qua nefariam illam vocem emiIdoli* liberati fumus ferunt Seguita cotal' acclamazione , il Copronimo [ e ] Multitudinem cintisSJttpb. populi in concionem advocat , ac veneranda Crucis Ugna una ctm Divini* Sanguinis Myfleriis, atque omni labe puri* Evangeltis Dominici Corporis, palam proponit , atque per univerfo* jurejurando aflringit , nunquam f Divina* Imagines ador aturo*, qum eapoti* Idola vocaturos . Cofa, che re- Jjj*^ f*jj|JJ ca ammirazione mfieme, e compaflone della cecit miferabile di que'pri- vefcoVi. mi Iconoclafti, i quali in quella occafione refero tant'honore alla Santa Croce, che vollero giurar fopra quel Sacro Legno unitamente conl'Euchariftia, e con gli Evangelii, non avvedendoli, che da smedefimieffi fi diftruggevano ; poich la ragione , che l' obbligava ad honorare una Croce d' oro , d' argento per relazione a Gies Chnfto , quella medefima provava , e pi concludentemente , Y honore, che deve renderli alle di lui Imagini, che immediatamente lo rapprefentano d che per certo non ta la Croce. Ma la fola verit (i conferva fempre uniforme ne' fuoi dogmi e l' empiet , e la menzogna, che trionf in quefto efecrandojconciliabolo divenne Tubi to cos palefe, edeteftabilepertutto il giro del Mondo, che non mai forf alcun altro nell'et paffete hi tanto concordemente aborrito, deteftato, e condannato da tutte le rimanenti Chiefe del Chriftianefimo; Antiochia, ac Rierofolymorum , Alexandria, dico- & mtm [ d ] jntiflitc* I{pma, no gli atti pi volte citati , non modo dogma iflud, ac dogmatis autlorem gra- lo"!|n cond'nI
Taflore* multi demoliti funt

&

&

&

&

l,

Imaginem male ac peftifer concitatum . Ma delle Lettere accennate di Papa Stefano , fuppreife da' maligni, corrofe dall' antichit , non giunta Noi che la fama, venendo fol' encomiato dagl' Hiftorici il componitore con il degno elogio di [e] Traditionum Ecclefiaflicarum firma {labilitverbi Dei magna conflantia pradicator , te confervator , fortijjmus ovili* fui cum Dei virtute defenfor . Poich' egli hebbe combattere con due potentifimi nemici della Chiefa , cio con Copronimo Imperador de' Greci in Oriente > e con Aiftulfo R de' Longobardi in Occidente, che

viffimo odio profcquuntur , fed etiam per nvetJivas epiftolas de ipfo triumpha- nato da cune le "* runt , Apoflatam Copronymum , ac Dei hoftem vocantes , utpote adverfu* Cbrifli soffino Ch

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Stefano
III.
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BWU
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**

e quindi nel medcfimo tempo dilaceravano il Chriflianefimo , e lo itato della Chiefa Romana con la empiete dell' Herefie, e con la ferocia dellearmi: onde di lui [a ]leggefi,cheper placar l'iraDivina, epercom-

396
,

Secolo

Vili.

quinci

b vedili
e

Pontsfi-

u.tmA.tIgf\6i. c Frane turchel J deif^t7o s7nt7'.

il popolo di Roma vera penitenza de' peccati, piedi nudi porproceilonalmente dalla Bafilica di S. Giovanni a' quella diS. Maria tafle Maggiore Copra le fue proprie fpalle la [b] Venerabile Imagine del Salvador, afpergendo, in pattando , il capo delle genti di cenere , inteftimonianza di pentimento , eperinterceflonedigrazie. Nella [e] qual devota funzione (eguirono gran miracoli, tra' quali non confumaronfi le candele di cera, che itavano accefe nella Chiefa di S. Maria Maggiore, dove folevafi lafciare la Imagine del Salvadore preffo cjuella della B. Vergine per tutta la notte.

mo vere

A-

397 3y /

Paolo.

CAPITOLO
Paolo

VII.
li

Romano,

creato Pontefice
7 57*

1%.

Maggio
Progreffi

degV Iconoclafli in Oriente, e nuova perfecuzjone


i

contro
<verfo

Religiofi

Pietofo

fowenimento
.

dei

Pontefice
,

di e [fi. Martirio di S*

Andrea Calybita
S,

di S.

Stefano Juniore , e di altri Cattolici

barbarie del Co-*


.

fronimo contro
brobriofa

le

2{eliquie di

Eufemia

Morte
.

ob~

del Patriarca Co/tantino Iconodafla


tutti
li

Abbatti"

mento di

Adonaftern di Coftantinopoli.
in

tal maniera 1' Herefia dali' efecrabili Deciaccennato Conciliabolo , ella baldanzofa ne and per tutte le Provincie dell' Imperio d' Oriente , e impunemente eziandio alz le corna contro il Cielo medefimo nelle riverite Imagini de' ftioi Santi . Onde avvenne , che non rimanendo pi alcun veftigio di piet in que' popoli , degl' Iconoclafti lafciafle fcritto S. Giovanni Damafeeno, [ a ] Qud Sacras Imagines cum ignommiofiffim trattavijfent , eafdem in minuttffimas parte s comminuerent , in ignemque projicerent , qua in parktibus erant depitta , partirti aqua calida , partim calce , vel atramento obliterarent ; e perci quegli Heretici furono chiamati Timor leonti, [ b ] $am Timoleontes ditti funt, foggiunge il detto Santo , qud data potejlate , cum fettam furore armaverant , eos , qui facras Imagines

Sficurata
fioni

Pro^fd
oriente*.**'

deoi*

In

dell'

&

S.roan.Damafc. deH^tf.nfine,

b idembidim

excepijient

atque falutaffcnt

plagis

& fuppliciis

fine

modo

afficiebant

Delle quali empiet fa lungo Catalogo un Autor prefente que'luccdfi, che fu il medefimo, che tramand pofeia Noi il racconto degli Atti, e del Martirio di S. Stefano Juniore, dicendo, [e] Cernere erat audaciffima Ma faanora, atque tmpietatem omnem cxcedentia, qua fine ullo metti perT^am Jacrofantta vafa ob venerandarum imaginum pittupetrabantur templorum decor , ptdibus obterebantur , pulchrtudo , quam faras ci-arum imaginum pittura pariebant, partim abradebatur , partim calce illinebatur: etenim ubi Chrijii , aut Matris illius , aut Santtomm imago erati vel in ignem conjiciebatur , vel etiam albario opere inducebatur Jt ubi arborum , aut avium , aut befiiarum effigies , aut etiam crcus , ac venationes pitia erant , hisnimirumparcebatur , aefumma cura prof piciebatur Quando
.

e in attis

s.Stc

P hanilftn '.

&

&

&

& Ecclefiatoto eoornatu quem ipfa facra Imagines ajferebant, fpoliabatur, & tanquam fponfa conjuge orbata, moefla & fqualida atque meompta cerne,

batur

Quis autem tempora


,

Qua

lingua
3

placide

calamitatene fatis dign deplorare queat ? ulla ratione compietti poffit} Qua auris dr fedat bujufmodi narrationem excipiet f Tempeflivum fcilicet
illius

qua perpetrata Junt

tunc

Paolo
aMich.r,

pfi, 7i .

[a] Veriit fanttut tunc erat Tropbeta verba cum lacrymis ufurpar qui bonum agat Inter bommes non efi fa terra , [ b ] In fecuri enim afcia Ec defi di Chrijit portas confi egerunt , atque igne fancluarium ipQuanam alio ,myfiico fenfit porta h\c effe queat , qua.ni fus incendermi divinarum imaginum pittura f J^am ea menti aditum ad exemplar aperti , ac per ea , qua in fenfum caduut , ad ea , qua intellettu perciptuntur , introducit . J^am alioqui materiam non adoramus , quemadmodum impiis facere vtdemur . Sed fpritalem adorationem ad eam rem ,

^gg

Secolo

VI 1 1.
: .

&

&

qua

rior (

figura exprimitur , per pitturam referimus . Siquidem imaginis hout cum Bafilio loquar ) ad exemplar ajeendit , atque hac oratione

ex quacumque tandem materia confimela fit , adorare ita didi, cimus y ut non ipfi materia , [ed ci affixo cultum tribuamus Hujus porr veneranda Crucis imago efi omnis ad exemplar is formam depitta materia . T^eque enim tllud dumtaxat lignum , cui Cbrifius affixus efi , adorare didwimus , verm alia quoque omnia , qua ad Crucis formam expreffa funt . Quamobrem aut divini tigni forma cultus negetur , aut etiam Chrifii , <jr Sanblorum imagimbus bonor babeatur . jLtque hac me veluti per dtgrefjionem ditta fint , ut ifios ab Onbodoxa dottrina procul abere *A[>ud sur. He rare demonfiremus . Soggiungono [ e ] gli atti i S. Andrea Calybit3 , 7 Confl antmus ottus maligno fpiritu juffit per omnem terram , qua fub E niSperfecusione Calo , ipfi tamen fubjctta Imperio , procedere , contro ad extremos fines Cattolici. pertranfire alienum hoc edittum , omne genus fupplicii omni generi , sfratati afper minitans , fi quis fuo decreto non parerei , promptoque , alacri animo illud non exciperet , imo fi divinam aliauam figuram verbo tenus videretur bonorare . Tropter bas ergo afperas , '& favai m'tnas , licebat tunc videre Civitates effettas in folitudintbus ; effe autem piane defcrtas Civitates propter multitudmem eorum , qui ad eas veniebant foli-

Crucem

&

&

tudines
Ec in particolare
foner
li

"slimis

tronibus ( proh dolor


Rci.gio-

artta reddebantur cufiodia ) non expilatoribus ,

bominibus , fed viris piis ac reltgiofs , tanta crilcj e i t . fi diport il Copronimo generalmenre contro tutti li Catnon fi pu dire , con quanta fierezza egli Ci fcagliaffe particotolici , larmente contro li Religiofi , da lui di gi avanti V accennato Concie rafi eziandio dalli aD l con publico editto dichiarati [ d ] infami , li vauptn ifd effndo cofa eh' Fap* s'ttflnl'li/, la memoria del Mondo col titolo i Immemorandi ; tom.i.p*g. 9 i. tratt0 ni a iia difperata con tutta quella forte i oltraggi , che poe gjj Un [ e ] giorno nell' Hippodroterono effere inventati dal fuo furore e inaifhs Stt h tff " /! mo , dove rapprefentavani li fpettacoli al popolo , fece portare > efporrc alcuni habiti Religiofi alle rifate degli fpettatori , facendoli profanare con ingiuriofiilime maniere da'fuoi comedianti, chenecalpeitarono le cocolle , e ne lacerarono i cordoni , chiamandoli Satanei laquei funcs , degni di elfere avvolti al collo di que' , che li portavano ' Q.inncl eftratti [ /] parecchi Monaci da i nafcondigli de" loro kinannai (rt Monafterii li kce girar per la Piazza con una sfacciata Donna per quale il e fcherno della infolenza del popolo , le mani , ludibrio , per afTecondar 1' humore barbaro i Cefare > fputava loro nel vifo Doppo tali , e tante incaricandoli di mille efecrabili maledizioni ebe ninno ardimento decenti barbarie egl* interdiife in pena [di vita , affinch g Bnn+m7it. prendere di farfi l\tiigwfo , ] ad Monachtfmum omms via
m

&

replebantur carceres non laaut aliis bujufmodi maleficis Dominum timcntibus . Se con
,

'

'

&

'

Capitolo

VII.

399

Paolo.

frxclufa pentus eftet ; ond'hebbe d dire Theodoro Studita nella fua Orazione de S anelo Tintone-. Conflantinus die impiis cogitationibus fervens , malitia domicilium, multorum capitum draco , cjus hxrefis propugnator , qua Santtis Imaginibus bellum mdixit , Monaflici ordms accrbiffimus perfecutor quifnam noflrorum T^a^araorum , ideft Monachorum non tunc regnabat . exterminatus ? Autquis latcns non in medium prolatus* Quifpe eorum, fuit qui et refiftebanty non ad impietatis barathrum detraftus ? Ita ut fi cubi ali-

tanquam fcintilla quidam utpromortuohabereturapui eos, qui adhuc fupererant Quindi fuccclle, che abbandonatili Monaleni , per non perder la Fede fi eiponeflero que* beati fervi di Dio ad immenfi sovvenimmo patimenti nelle tane de' Deferti, nella fuga delle Campagne, nella 4el Pa P a ai a elic lunghiffima pellegrinazione di Paefi incogniti, e lontani ; ed un grandini- iS^Ttal! !" mo numero di loro , pi torto nascondendoli , che ritirandoli , fi portaffero a Roma , implorando dal Pontefice provvedimento , foccorfo, & habitazione . Et allor fi , che in fowenimento di que' raminghi foftenitori della Cattolica Fede , fi fpropriafie Papa Paolo della fua medefima paterna habitazione, convertendola in un ampio Monafterio fotto la invocazione di S.Stefano Papa, eMartire, eh' egli alfegn loro con molte rendite, affili che quivi eglino continualero cantare i divini ufficii nelmedefimo Linguaggio Greco, com' erano foliti in Oriente: [a] Monachorum Congrega- a BiUt in Gr<eca modulationis pfalmodiam Cce- ?**i> tionem conjimens , dice Anaftafio, nobium effe decrevit , atque Domino nojro onnipotenti fedul > ac indefinenIn quello Monafterio egli colloc molte inter laude s fat uit perfolvendas figni reliquie , che dai cimiterii antichi trafport , come in trionfo , dentro Roma, nelmedefimo tempo che il Copronimo ne oltraggiava la memoria, e le offa in Coftantinopoli, l'uno venerando le Reliquie, l'altro efecrandole, el' uno ricoverando iReligiofi, l'altroperfeguitandoli. Mi di quei, che reftarono efpofti alla crudel barbane del Tiranno , due furono principalmente i pi celebri, fopra i quali par, che Copronimo diletto fi
quii eorum
in occultOy

& obfcuro locojacens,


.

qui infignes erant

reliftus fuiffet

italatuert,

'

&

^^

prendeffe di fcaricare tutta la fua rabbia

che denominafi Calybita , perche haveva Il primo fi S. Andrea , pallata tutta la fua vita in una Capanna nell'Ifola di Candia dentro il fondo ff" S lr' di un' horribile Deferto, [b] Quelli all'udir la terribile perfecuzione de' cIht I"t Ts' Kr,% Cattolici, abbandonato l'agio della fua difagiata habitazione, tanquam >7-ph" ci di generofus Mhleta , nec metum Magfiratuum , ne e aliquid aliud fortis ,

&

s.'

mm,

dentro la iftefia Imperiai Citta' blu. grave reputans, portofi animofamente di Coftantinopoli, e con franca coftanza , Jmperatoris , eorum , qui erant ex ejus parte , palam fettam libere arguebat , honorem , qui divinis debebatur figuris , docebat, Jatuebat , fic dicens y Dcbet coli Deus, fc cenerari Imagines Quindi un giorno , mentre Costantino faceva tormentare alcuni Martiri alla fua prefenza innanzi alla Bafilica di S. Mammas, inoltrandoli egli coraggiofamente fra la folla , e aprendoli con le braccia la via, e, come dicono gli atti, animo fauciatus, &pro Domino fp trans virttem, ripetendo fra f con balla voce quelle infuocate parole, Domine ferva, Domine dirige, giunfe per mezzo delle guardie fin fotto al pie del Trono Imperiale , e rivolto Cefare con occhi pieni di zelo , [ e ] Cur , inquit , c in ffiuir. Imperator , fi es Chnjlianus , b<ec mala machinaris adverfus Chrifli Imagifin

nd?ca a

ci * ay

&

&

&

&ejusfcrvorumt Dicefi, [e] che Copronimo forprefo dal generoIo ar-

Paolo.

haUhcu

di fo ardire di , la cui fola vifla era Muiinfopportabile, fenz' altro dir, 1' abbandonale alla discrezione delle Milizie, le quali [a] cxdem (pjrantibus manbus in eum irruentes , alii quidem ejus caput , alii antera manus apprebendentes , alii vero fuperbumealii tunicam per fummam contumeliam , &utei, quijujjerat, magis rale, gratificarentur, eum burn de jiciunt , quierat animo exceljo ; ncque prius^effarunt eum trabere , donec ipfe Imperator , poflquar/i fatisaltus effet dicendi libertatemathlet, volens utique videri clemens , jufft eum relax ari Quindi d f chiamatolo, Quale audacia , difle, quale ignoranza % qual paTgji albagia di farfi conofeere fa quefla ? Infultare in tal guifa un Cefare nel fuo foglio} Muta fentcn^a, mifer abile, muori . [a] Ad bac Andreas Me admirabilis, Tsl^on, inquit , audacia , nec infeitia motus, Imperator, net ut ubi notus , tua evaderem potenti^ , bue veni Quid cnim mibi rei eji eum tuis Similiter autem pofjum omnino etiam dicere eum tis, qua funt hujufmodi , quo quidem jam olim defpeta funt tanquam fomnium fola autem , fola grata efl quies , feorfum verfan eum Deo . Sed poftquam accepi, te fentire aliena Fide Ortbodoxa , privare Cbrifianos honore, qui debetnr divinis imaginibus , fu quidem perturbare eos , qui tuo parent Imperio , conturbare autem etiam Ecclefiam , non potui baneferre injufiitiam : fed pa~ meis , tantum maris fpatium emenfus , venio magno cordi* tria relitta , vel vos ab boc errore liberaturus , vel pr meoCbrifo meam "Zelo incenfus animam pofiturus , quifuam, etfi eftet Dommus , pr me pofuit, &fua imagine; e in quefto dire alzati, e fifl gli occhi al Cielo, con fervore interno, che infiammogli il volto, e la voce, [a] TS(ontcnegabo f diffe, Chrifle Salvator: nontcpulcbrafruftrabor confeffone: nontuamcontemptui babebo tmaginem e di nuovo rivolgendo gli occhi, e l parlare verfo il Copronimo , [ a ] Cccdatur , foggiunfe , meum corpus , Imperator , lingua fecetur , pedes excindantur ; paratus fum , omnia pati potius , qum meum Cbriflum vel umbratmius vilipendere , quem babeoprx omnibus , &quem olim folumfequi ignorante, Idolatra, efclamo allora il Copronimo, adorare conflitui. un Dio di legno , conpro il primo Trecetto del Decalogo render foggett a la Divinit fuprema una vile materia [a] efecrandum caput ripigli fubito con intrepida coflanza contro l'ImperadoreS. Andrea, TJontibivideneque ad primum exemtur pati pr Chrifo , qui pr illius forma patitur plum credis tranftre ignominiam , qua imago afficitur i Et quomodo vos eos fap, quiImperatoriascomii'Mcliaaffeceruntjiatuas, perindeaceos, quilmperatorem ipfum funt infettati , ultimis affeciflis fupplicits { quos quidem ego

Secolo Vili. ^ oqqueir Heroe ricoperto habito Monacale

&

&

&

& &

&

&

noviinftatus
ftuppis
,

pulvis,

& cras non


,

mtos &ligms,

&

vel

alia vili,

cflis

'pemodum tamquam
runt ftatuas

d'u vultis

& abjella materia. Qud vos, quinunc ,ac imagmibus &profuturi, fu ador amini, ador ari, & eos, qui Imperatorias pcccavcfi

euam aureos exmnfecus

pice intus effe repletos


,

eflis

flatuts

in

acerbiffim punitis
effe

adverfj.s Cbrifli

jacram aliquid adire

imaginem, nonreputatis

archetypo ipfius exempluris ignommiam f T^ec eos , qui funt parati pr eo pati omnia , ajiimatis periculum adire pr veritate} E doppo tali parole mentre cominciava ribattere l' empia allegata fpic^.ziCi ii* del primo Precetto, interruppe Cefare le parole co' fatti, ordinandoalli Manigoldi, chegli di'aceraffero ileorpo conflagello diBue, rro fpetatatnente ;fu ignea torrenti. Meglio farefli, diifegli iodiybitacou una imperturbabile franchezza, penfare alla gu.>u;
de'

Capitolo
ti

V IL
.

40 X

Paolo.

ie'Saracini, che muoverla contro Chrijlo, e fuot fervi. Fa pur ci, che pi, aggradi y che io altro mnti f adire, f non che contalviolen'^a ti fi romperanno ben preflo iti mano le redini dell' Imperio I Manigoldi in tanto lo fcamificavano co' colpi [ a ] adeo crudcliter , ut fluerent rivi fanguinis ex

a / aff ut.

fubjetlum folum fieret purpureum : partim autem pretiofo ilio corpore , gladios accipientes , irruebant ad interficiendum atblctam : multi etiam lapi-

&

omnibus modis incuria afjiciebant. feorgendodei in ipfum jaciebant, loCefare, qual force rocca, invincibile agli urti del fuo furore, fecelo di nuovo fchiatfeggiare con guanti di ferro , quindi ferrare in horribile carcere carico di ferite , e di catene, e finalmente poi reiteratamente frullare , e con funi alli di lui piedi avvinte fpietatamente ftrafeinare per tutto l'Hippodromo ; nella cui gloriofa carriera [a] pattando egli pretto un banco di

&

Ma

unvilvenditordipefci, fuglidaquefti perdifpregio, per rabbia recito un piede con gran coltello diaccia) o, fic fiflit Martyri curfum , eique conciofiacofache refe allora l'illuftre Martire imponit certaminis finem

&

l'anima Dio, rimanendone pretto i Pofteri immortale la fama, e veneu rato il nome, con il diftinto titolo di S.Andrea in Chryfi, dal luogo [b] co- \*"lu "2?* s chiamato della fua fepoltura. ci che Coftantino fece contro un'altro celebre Solitario, porta Atti e Martiri fecofenzadubio un carattere molto fuperiore di malizia, e di crudelt , rf; s. Stefano in. che fupera eziandio anche la imaginazione . Quefto [e] maravigliofo Servo "Tinphin *nna!. di Dio fu il famofo S. Stefano Juniore, che da lungo tempo nella Bithinia viveva vita celefte , e miracolofa fopra la fommita del Monte S. Auienzio pie del quale egli haveva fue ipefe fabricati due gran Monafterii per le perfone dell'uno, e dell'altro fetto, che fi confecravano a Dio nella ***"S.Stek. profeffione della vita Monaftica. [d] Copronimo, che deiderava arden- Iunior ? * n ,. r m _r tirar al ino partito un huomo di si alta riputazione per tutta temente di l'Afia, richiefe al fuo Patriarca Coftantino per mezzo di Theodofio Vefeovo di Efefo, di Coftantino di Nicomedia, di Niccol diNicolia, di Lifinio , e Bafilio , l'uno cognominato Paftilla , l'altro Tricabo , e di Callifto Patricio , huomo eloquente nel male , e accorto nel proporlo , accompagnato con ComboconeNotaro di Palazzo, e Marfaras Saracino diReligione, e perci confidente di Cefare, affinch il Patriarca medefimo unitamente con efl , tutti da Stefano fi portattero per pervertirlo con le ragioni, con gli allettamenti, con le minaccie ad affecondar ai ferimenti degl'Icnoclafti nella depreflone , abolizione delle Imagini , Ud il Patriarca la propofta , e l'avvifo ; ma come forprefo da fpirito fuperiore, profet rifpondendo, [e] ^Andate pur Voi quefl' imprefa , fratelli , e e in affa tir. figliuoli, perche io troppo lungi mi rieonofeoda poterla felicemente terminare ; efiendo che bench ravvift in me maggior eloquenza di Stefano, Stefano tuttavia ripieno di quello Spirito di Dio, di cui io affatto fono privo. E gli eventi verificarono ben tofto l'annunzio. Andarono gl'infelici inviati nel

Ma

>

&

Proconnefo,dove antecedentemente Cefare haveva relegato quefto S.Huomo, e ritrovatolo in una piccola Cella, parl il primo il pi arrogante , che fu Theodofio di Efefo , il quale ironicamente rimproverando Stefano laSantit, e la fama del di lui nome , \f]Quonammodo, ditte, Homo Dei, Animum mduxtfli , nos omnes in H<ereticorum numero reponere , teque fupra
Imperatores
,

t ;y,, icm

fupra 'Patriarchas

fupra Epifcopos

ac c&teros Chrrfliaaos

fflpcre judtcafli f

placidamente nfpofe Stefano con quelle cele:::

iole

Tomo

li.

Ce

, .

Paolo.
a s.Bafd. /</

m.

^ ox
de

Secolo
[

Vili.
,

di S.Bafilio,

Quidquid antiquitate praftat

veneratane dignum

efl

vehMenter abfurda, atque imbeclU funt, perfpicu adulterini Ecclefa Catholica fcetus funt e qui con breve, mi
V^centiabxc ,
c2r adfcititia,
:

&

ef-

ficace dimoftrazione egli fi ftefe , rapprefentando l'ufo antico della Chiefa nell' adorazione delle Imagini , e l'efecrando attentato delle novit preb
f" r fe

in mSs dt.

Convinto Theodofio , e perci irritato dalla inopinata refiftenza, impetuofamente dalla fua fedia, [b] atque nihil calcitronibus afinis diverfum faciens , adverfus fanllum vrum impetum fecit , eique burn fedenti calces in facicm incujjit All' efempio di un Vefcovo di Sede cos primaria, prefo animo la turba della famiglia, fu fopraal divoto Anacorefenti.
.

chi infultollo co' pugni nelle e chi in fine calpeftogli il ventre co' piedi, rimanendo eziandio in pi luoghi ferito il petto del Santo , che da cos fpietato incontro nulla sbigottito , cantava lodi Dio , che lo

ta

e chi co' calci gittollo refupino in terra


,

parti pi delicate, e vergognofe del corpo

c^d
d in

rbilipp.
attit

dt.

mdem.

rendeva degno di patir que' ftrapazzi per l'adorazione delle Sante Imagini Theodofio, e repreffala col cenno, e con la voce, fi rivolfe Stefano, ediffe, eleggi in quejo i. punto l'abjura delle Imagini, ola morte, [e] Mibi vivere Cbrifusefl, rifpofe fubito Stefano, ac pr veneranda ejus Imagine mori, lucrum. [d] Quocirca femel jamdixi, &rurfum dicam, quicquid mibi fanguinis efl, id pr Cbriftofundatur. Quindi in atto di contradir pi tofto, che di udire, richiefe, che gli fi leggefie il Decreto del Conciliabolo tenuto poc' anzi dal Copronimo in Cofantinopoli contro le Imagini Il Vefcovo di Nacolia, che portavafotto il manto preparato l'empio volume, non cos tofto intefe la richiefla, che prodottolo fuori , nell'incominciarne la lezione con quefte parole, Decreta Sancii, &Oecumenici feptimi Concila, fu interrotto impenfatamente da S.Stefano, che foffrir non potendo il primo fuono di cotali [e] fingularemendactum efclam, Quonamenim mofacrileghi accenti , do fanum exijlimari queat , quod fantla profanare minime dubitavit ? Quid enim ? ^in non fantla vobis protrita funt ? Jln non adjetlivum hoc Santlus , ab omnibus juflis , ab omnibus Jlpoflolis , Trophetis , Martyri-

Non piacque ai Senator Callido cotal baldanza di

bus , piifque viris abjecijlis ? Sancitum enim vobis efl , generofi viri , ut cum quifquam ad borum aliquem adret , ex eoque quareretur , quo abiret ? reitifponderet, ad ^ipojlolos, ad Quadraginta Martyrcs; ftve unde veniret dem rcfponderet , ex tempio Martyris Theodori , ex tempio Manyns Georgi! Quonam ergo patio qui Jantla profcripfftis , fantlum Concilium coegi<?
.

Quindi infervoratoli maggiormente nel fenzahumano riguardo, havendofol' avanti gli occhi la luce della Fede, [e]QuomodoOecumenicum illud Concilium , egli foggi unfe , vocari queat, quodnec Bgmanus Antifles ( citra cu'jus auBoritatem nullo modo fieri pot fi, utresEccefiajlic& ad normam redigantur ) gratum babuit, nec
fiis f

jingularem abfurditatem

difeorfo, e

jllexandrinus comprobavit , nec Jlntiocbenus , nec denique Jerofolymitanus ? Ubinam eorum libelli funt ? *Aut qumam per diverfa loca miffi funt , quibut faljum veflrum Concilium confirmarctur , ut hac ratione Oecumemcum cenfeex priora Concilia ri poffit^Tunc autem, quomodo feptimum dictur, quod f

minime feqmturi Quicquid enim feptimum efl, fextum , rquintum, &ca, qua antesedunt , fequatur , necefte ejl , ut feptimum effe queat Cum igitur quamobrem Concipos fex Conciliornm fantliones abrogaveritis , quid efl lium vejrim feptimum appelletis ?E qual Decreto de fei paffati Concila t
.

repli-

Capitolo

VII

403

Paolo

replic Tricabo , fiato giammai dal^oi annullato ? Tutti, rifpofe francamente (libito S.Stefano, foggiungcndone per prnova la Tegnente ragione, [a] Anr.on fex omnia Concilia in SacrofanttisTemplis coatta funt ?" Trimum nimi-um in 'Njcaa Metropoli , atque amplifjmo urbis illius tempio , fecundum Conflantinopoli in SaruoTacis tempio, tertium in pulcherrimo ilio Tbeot

****>.

Tempio, quod in Epbefna Metropoli fitum efl , quartum in fanttijjima Metropolitana Chalcedonis ade, quintum autem, ac fextuminTalatii ade , quam Ovatum vulgo appellant. Quid igitur ? JLn non in omnibus bifee Templi* Imagines pitia erant ? Quodnam autem ex pr adibii s Conciliis , quemadmodum vejiritm , dejiciendas eas , ac delendas effe cenfuit ? Rffponde ad hoc , Epifcope . Ci detto, elevati gli occhi , e le mani al Cielo, con alta voce interrotta dami' interno fofpiro quelle gran parole profer , [a] Si quis Dominum Jefum Cbriftum in imagine , quantum ad bumanitatem attinet , circumfcriptum non adorat , amtbema fit , cum iifque partem babeat , qui diefacerbati li xerunt Tolle , tolle , crucifige eum . Confufi egualmente , mefl , fatelliti d'Inferno , comandarono , che A rinferraife il Santo in ofeuriflmo carcere , e con infelice riufeita ritornando eglino Codantinopoli per bocca di tutti parl Callido all' Imperadore in quelli termini , [a] Fili fumus , Imperator , vili fumus . Magnus enim in dottrina vir ile e/t , magnus in disputando , tncomparabilis ipftus virtus eft , animus mtrepidus , non modo minis fuperior eft , [ed ipfam quoque mortem contemnit. Callido [b] per fodisfare Cefare, cuihaveva promeno di fvolgere il Santo, di avvilirlo almeno nella riputazione del concetto commnne del Popolo, fuborn fall teftimonii, che sfacciatamente depofero , eflfere fiata da lui corrotta una Dama di qualit, chiamata Anna, la quale infiammata dell'amor di Dio Ci era refa Monaca in un di que'Monafterii , che riaveva Stefano fondati , incolpando l'ima , e l'altro di facrilego com mercio dentro le medefime facre mura del Chioftro ; ma l'invincibile codanza di quella calla , e generofa Dama , pronta a foflener l'innocenza del Santo , e la fua, anche per mezzo di crudeliifimi cruciati, per la violenza de'quali ella finalmente fpir , fu una tellimonianza molto pi forte della Santit dell' uno , e dell' altra , che Dio fece maggiormente ancora rifplendere per la terribile vendetta, che prefe di una Donna, falfa atteftatrice del fuppodo Sacrilegio . [e] Conciofiacofache quella infame havendo havuto due Gemelli del Marito, che le fu dato per ncompenfa del tradimento,que'fighuoli agitati fubito daun'eflremo furore , e quali invafati dallo fpirito maligno , fi avventarono alle di lei mammelle, con tanta rabbia, che non fu giammai poflbile di (laccameli , fin che havendolafatta morire , (Iracciaronla , e dilacerarono con fpaventofa maniera , perendo miferabilmente eglino (ledi con lei , come f non havellero ricevuta la vita, che per privarne la Madre . Quinci havendo Copronimo faputo , che tutti li Monaci della Montagna di S. Auflenzio riavevano feguitato S.Stefano nel fuo gloriofo efilio del Proconnefo e ch'egli ad efempio de' famofi Stiliti fopra una Colonna operava infinite maraviglie mediatiti le lmagini del Salvador del Mondo , e della di lui Santiflima Madre , chi amollo finalmente Coftantinopoli , dove il Santo alla presenza di lui, e di tutta la fua Corte tramand ai Poderi una memoranda azione per convincere fenfbilmentegi'Iconocladi delia loro ollinata empiet Coinparve egli avanti Cefare , il quale havendo antecedentemente apprefo il fuo contradittore per hiiomo grande, e alla fama della Santit,
logi
:

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, , ,

Paolo.
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de' miracoli, edhor veggendolohumile, e mendico, in habito e difpreggie vole , non ( pot contenere di rimproverare f medefla fua ingrandita imaginazione , e , cum eum vidit , [a] exclamare ccepit Ovimmihullatam calamitatemi arrogantiam ! ridete quonam Imperium meum contumelia afficitur quonam ludibrio babetur ] Cum autem vir fanblus, fogginngono gli atti, mhil omnino refpondifiet , rerum burn defxus barerei , Tyrannus eum iracund profpiciens , igncmque fpirans , atque ut ipfi in more pofitum erat , manum in orbem contorquens , altque exclamans , ?<(on mibi refpondes , inquit , fceleflum caput ? Allora il Santo modeftamente , ma argutamente rifpofe , Se qui mi bai chiamato , Ccfare per condannarmi , condannami ; f per ascoltarmi , a quo animo interroga , audi; e perche lo haveva Celare rimproverato d'Idolatria nell'adorazione delle Imagini, ISfon, foggiunfe dottamente S. Stefano , cum Imagine s adoramus, materia cultum, aut renerationemtribuimus; verum Imaginum bonor ad exemplar tranftt , quemadmodum Bafilio ditlum eli Ecquis enim mortalium, qui qutdem mentis compos fit, Divinitatis naturam, qua e> materia caret, omnem mentis captum fugit , coloribus ex materia conflatis pingi poffe dixerit ? Cujus enim forma ne mente quidem delineari potejl , quonam tandem modo ipfa coloribus exprimi queat ? Atnos cum Chri-

dono
,

^^

Secolo

VI IL

vile

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i.

ioan. i.
20.

exo..

Hebr. 9.

in Imagine pingimus , divinitatis naturam baudquaquam pingimus , rerum Theandricam eam formam , qua in noflra fpecie apparuit , quamquemadmodum alicubi ait Tbeologus que Apoflolica manus contreUarunt manus noflra contretlaverunt Qud fi Joannes [ b J Quod vidimus , mihi ditlum illud Moyfis [e] in medium protuleris T^on facies tibi fimilitudintm ulliusret tam ex iis qua in Calo, qumque ex iis qua in terra funt ; hunc tibi Moyfen oflendo , duorum Cherubini effigiem auro efficientem Qui-

flum

&

busderebus ad bum quoque modum divinus Apoflolus differuit [d] Et Cherubim obumbrantia propitiatorium Quin ipfum quoque propiiatorium , S ancia Santlorum, an non cceleflium figuram Tabernaculum teflimonti, exprimebant ? quemadmodum idem Apoflolus rurfus ait Umbra cceleflium defervivimus . Quid igitur fceleris admittimus , cum Chrifli formam humaQuid autem ? An cum adoramus mtus afpetlam in imagine pingimus , Crucem etiam , ex quacunque tandem materia confetta flt s adoramus , rei condita cultum adlnbtre videmur , adorationem materia tribuentes ? Sed Tempia fantla facrofantla vafa nobis adornata nullam nobis reprehenflquidem ea per Chrifli invocatonem in Santla ftonis notam inurunt Sanguinis mutavi , perfuafum babemus. Quid ? An tu quoque Corporis, veram figuram proferibes, ut qua imaginem, Chrifli antitypa ab Ecclefia ofculamur , c> eorum perceptione fantliadoramus , teneant ? qua Vos igitur inter fan&um , ac profanum minime dflintatem confequimur guentes , Chrifli imaginem non fecs , atque Apollinis flatuam , Deiparaque ttern^ non fecus ac Diana idolum, appellare minime borruiflis , quin ipfum exujjiflis . Cos egli. Ma feorgendo, che quoque pedibus pron iviflis y Celare non comprendeva la forza delie ragioni pi alte, e fonl'ignorante damentali , egli fi appigli ad una dimoftrazione pi chiara , e materiale ed eitrahendo fuori della fua faccoccia una moneta di argento effigiata con medefimoCopronimo, [e] Cu]ufnam y inquit, cflhac Imal/Manhe'i^ la Imagine del fuperferiptio ? E rifpondendo gli aitanti, ejjcre l' Imagine di C efare go Regnante, foggiunfe fubito S.Stefano, E qual pena meritar ebbe colui, che
:

&

&

&

s*

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&

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&

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,&

la cai-

La maffima della l'ita, conchiufero unita frapor tempo alla domanda ed allora Vir fanftus gravem quemdam ex imo pctlore gemitum emittem , ac cum maimmnnem , tnquit , ccitatem Si pr morgno animi dolore exclamans talis Imperatore forma , effigie graviffmas panas irrogandas efte dxla calpeflaffc
,

& oltraggiale
, ,

Capiitolo k
?

VII.

405
;

Paolo

mente

tutti

fenza cftare

&

fiis,

Matris quas tandem pcenas fubiturum efie putatis , qui Flii Dei , conculcare , ignique tradere maxime dubitarit ? E ci detto trafportatodazelo, che in quefta congiuntura dovette certamente elTere animato da uno fpirito particolare, e confeguentemente non imitabile, egli gitt per terra la moneta di argento , e calpeftolla , per moftrare agl'Iconoclafli, che, f fecondo i loro principii non era oltraggiare Gies Chrifto il maltrattare la di lui Imagine , potevafi altrettanto fere di quella dell'Imperadore , fenza che l'Imperadore poteffe havere il diritto di ragionevolmente dolerfene. non permettendo l'humana politica di approvare co' fatti una s giuda comparazione, i Cavalieri aftanti , gli ufficiali, e le guardie gittaronh* in tumulto tutti fopra S.Stefano per precipitarlo in queir iftante medefimo nel mare : qualcofa feguita farebbe, f Copronimo, che voleva fargli foffrire un pi lungo, e crudele martirio , non l'havele fatto condurre carico di catene nelle publiche prigioni , nelle [a] quali di gi teneva trecento quarantadue Monaci , che per i cruciati fofferri vantavano gloriofi contrafegni della loro generofa confezione nelle ferite , eh' eglino havevano ricevute perla confezione, e difefa delle fante
ipfus effigiem

&

Ma

a rhe^h.in&nn^i.

Imagini

Finalmente non potendo Cefare comportare , che quefto illuftre

Solitario trionfaffe eziandio nella prigione, divenuta per lui un Chioflro di Angeli, che giorno, e notte rifonava di Cantici in lode di Dio, abbandonollo al furore de' fuoi Soldati Iconoclasti , quali lo ftrafeinarona barbaramente con funicelle legate alle dita de' piedi per tutte le ftrade di Costantinopoli , e quindi lo trinciarono in pezzi , gittandone gli avanzi del

dilacerato corpo nell'infame fepolcro del Pelagio Era il Pelagio un luogo, ove fi feppellivano i cadaveri degl' infedeli, e de'rei, fopra le rovine del Tempio del Martire S.Pelagio, che Copronimo haveva fatto demolire per deftinarlo in un'ufo cotanto vergognofo , infame . [b] E non contento di b Theophjide* efferii cos ferocemente incrudelito controia perfona di S.Stefano, egli volle eziandio perfeguitarne la fama, e'1 nome con horribile carnifcina E di altri diecidi diecinove Cavalieri Cattolici , folo perche quefti havevano lodata nove Cavalieri Catcohc '' l'alta coftanza di quel Martire. Poich' egli li fece dishonoratamente condurre in giro per Coftantinopoli ripieni di catene , e di oltraggi , efpofti lino agli fputi della vile canaglia , che per compiacere all'indegno genio del Principe non fu villania, che in quell' occafione contro di loro non proferifle, ninfulto, che non pratticafTe . E perche neh' atto, in cui fu loro troncata la tefta, alcuni buoni per piet accompagnarono con alquante lagrime la loro morte, fi fcagli il Copronimo contro il Prefetto della
.

&

giuftizia

come s'ei foffe colpevole dell'altrui compaffione dishonorando


,

quella mano, chereggevaloScetro del Mondo, con avvilirla in ifchiaffeggiare il fuo innocente Miniftro . [e] Fece pofeia tagliare ad altri il capo , cavare ad altri gli occhi , e. cos ciechi condurre in afpri , horridi luoghi , che deftinava loro per efilio, edovefpefb, cio quando gli fi rifvegliava

e id<t n;j tn
!
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S Cattlici.
.

J* j

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gnopoh /eparati carnefici, con ordine di slogargli le olfa con fa


Tomoli.

memoria della loro Cattolica Fede, fpediva appoftatamente da Coftancento colpi


di

Ce

, .

Paolo.
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S iOf!h?i's

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Vili, Seco ^ q6 per ciafcuno. Sono [a] piene enervo Bue


l
di
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le carte degl' Hiftorici degli

a"!an" '66'. n.i4. horribili effetti della crudelt di quefto fpietato 7

Imperadore , che Noivo-

ent* er * lafciamo di riferire per rapportarne uno , che affatto lo refe privo e tnanlttlubcon^""V e o/'rolj- di riverenza verfo il Cielo, edihumanitverfogli huomini; efiendoche * prefela contro le offa medefime della illuftre Martire S.Eufemia, gloria, e e monumento egregio di divozione, e di , antichit in quelle parti. In eo tempio, quodefl propeid, quod dicitur Hipb ^pud Metaph, podromum , racconta [ b ] il fucceffo un' Autore incognito di que' tempi , Br"a\iedi*Co- trfB ejufdem Beat iffima reliquia integra , intatta, illafa. E Cbalccdonc enim protmo contro cum arca translata fuerantConlantinopolim , propteream, qua tunc fuerat , le Reliquie di S. m r j' r r 11 r Terjarum tncurfionem in arca autem fuerat divina ara collocata , qua fuEufemia per fanttiffimasbabebat reliquia; . Super eam autem peragebatur intemerati Corporis, Sanguini! Domini Jefu Cbrifli Deinojlri incruentum myflermm In eadem vero arca erat parvum foramen , quod etiam fiat nunc ufque in hodiemum diem, quod intus ferre poteflquafimanus bominis magnitudinem in qua cum figo quoque indignus aliquando aufus efem manum inferre , loculum tetigiffem , fenft bonum odorem , gratiam apprebendi . Dicam autem quoque caufam foraminis , quod divino confilo , providemia fattura miraculorum effettrices reliquia erant efi. Quando enim yenerabiles , Chalcedone , cum impii Terfa eum locum occupafjent in diebus Heraclii Imperatoria, moti invidia diaboli quem colebant, cum pale a, lignorummagnum acervum circa arcam congtffiffent , eam flatuerunt comburere cum venerabilibus , qua in ipfa erant , reliquiis . Sei nibil valut eorum barbaricum , pfal, a. damoniacum meoeptum : cum Deus ( prout fcriptum ef ) [ e ] fervet omnia offa eorum, qui propter ipfum decertarunt . Ofiaergoejus igns omnin non tetigit ; nifi folmqud cum ex arca forma globi refdiiffet , providit, ut facilior daretur ingreffus ad reliquias iis , qui volunt baurire gratiam curationum, nempe per priusdittum foramen. Erat magna fides eorum qui habitabant Confantinopoli ( ut fuperis diximus ) in tempio , reliquiis omni ex parte beneditta Eupbemia : * confluebant omnes mftar fluvii baurientes curationem : ex pretiofis enim e]us reliquiis e xibat fanguis plenus bono odore qui quidem tanquam unguentum Deo fuppeditatum dabatur grotantibus

iplendore della Chiefa Greca

&

&

&

&

&

&

&

&

&

erat quidem fidelibus miraculum terribile, iisquialiter fentiebant, dedecus , autem,

&

execrandus , permeiofus Imperator temeraria ufus audacia, nottu ingreffus cum quibufdam , qui erant fua fetta, mpetum fecit in reliquias omni ex parte beneditta Martyris cum loculo, qui eas continebat . Cum parata autem cum eam rurfus baberet alia offa mortui exiccata, ea ject intra arcam , texifiet , receffit . Venerandas autem beneditta Eupbemia reliquias cum ligneo loculo depofuit in quadam domo oratoria ex iis, qui illic erant in Bfilumigia. Quamobrem ejus forores, filia, aromatibus , unguentis , miraculorum clanculum propter infgnem gratiam , nibus id adorabant magnitudinem . Cum hac refe iviffet fceleratus , trajecit in Bucoleontem , ferreum carcerem projecit in fluttum maris . Et die fequenti ccepit advcrftts execrandam linguam , benedittam Eupbemiam movere fuam fceleratam , ridete quantum errabant , quidicebant, eam mfettans, dicens Jlbitc , eas after ebant integras beneditta Eupbemia reliquias , efie favas, vidiffent non efie in carne effundere unguenta. Illi autem cum abiifient , pretiofas Eupbemia reliquias , fed arida , qua ab ipfo progetta fuerant offa : ea

&

& venerandum & ignominia. Tunc autem Me


:

infidelibus

&

&

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&

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con-

Capitolo
tonfpuerunt
>

VII
.

407
& & & &

Pa0I *

Ommpotentts Dei ejidam mtjius fm> admirans lenus lacnmis , 7p7m%o*m. 'Et hc quidern fitta funt tempore pretti virtutum , quimvittam ha-impii Imperltoris. Sei quoniam Domnus efl (Deus emm revera no ? vires , qux fubfannart nequeant betpotentiam providit in rehquiis benedir irridetur) audtamus, quid Chrtflus Deus nofler providentta Dei jumm B* EuphemU. Kant dume* jattat* funt in mare, virorum piorum egreditur fratrum mtferteordis , cymba quorundam duorum parumqutd por tu navigarli , portuSopbiarum, * dteuntur , &dumipf

tur folta, illtcexonerabant. eo fornace,, fecerunt domum aciliberaliumartiumarttfices, cum fixijfentm templum. In [anelo autem fuggeflo, iitpo(tcularem, qu altquando fuerat exerementa eorons deponebant t loco occulto, requifitacorporisfacientes, quoque poflquam vtdi,totus O mi Chnjie, tuam tunc patimtiam H*c ego
!

ludifrxudem aupem , cum arcam evertermi, brium,& Eduxerunt vero arcam extra eaaram fanttam, templumque deferuermt qui non erant bapti^ti, veroni fJeflum, quoderathabitaculumvirorum, Zegi&dabanbello capti ex gentibus , inauditi. Los autem, qui erant fordidamm, Mii autem armorum opifices,

maledittis funt infesti. Cm mera, nugas dixtfet efie curattones,

&

VZlmP^l

&

tote-

>

&

ligneum fuiffe dicium efl) qui cum fluentadefeendebat, repofitus in a vtris illis Pus , fuit prope navem . Extrattus itaque futt mundanum aliquem ferre thefaurum. Subnavico, ipfis extflimantibus , f ut exirent in Oflio Jlbydi. Cum autem par um latti?autem velis navigarunt, fuavi odore replett , futa advident reliquias , aperuifent loculum , folummodo mvocabant Domiratt, neque feiebant, quid agerent, nifi qud Illa autem minum, ut ets revelaretur , fanttum num effet , an commune ,
ecce loculus

Cquem

&

&

cum Beo glofuperato periculo, inventi funt in loco tranquillo, tribuere reltquus . jlngebantu? autem , rixm emijtfient , convenicntem honorem notte acceperunt dubitabili , cujufnam effent Sancii reliquia. Illa autem ejusnominis enuntiationem In dia entm Infula revelationemreliquiarum per
titi us
,

acctdtt eis ma, Toflquam autem vemffent in nfulam, qtu dicitur m quo fuitajper cum incidtflent in promontormm InfuU, ina tempeflasy Cum Deus aupiene aptus ai naufragutm, de falute defperabant locus, compuifet navem una cum fiutem per interceffionem benedici* Euphemi

viros candidis cereo; , lumina , notte Vident vloriam maximam , odore repten natii* Chrtflum laudante;. F#rfufque bono veflibus indutos, gaudio affetti , ciani eas effe fantlas reliquias . Magno ergo aznoverunt , fuarn patriam . ferrent profefli funt proptermctumTyranni, ut thefaurum

&

&

&

&

Lemnos

&

&

&

&

Santi* GlycerU la CbrifliMartyrGlyceria, &b*c exierat, Salx*. Etcumdtxifset, qu ex infula erat egrefsa , et, quanavi f invicem falutafsent, furfum ve Martyr Chnflt Eupbemia benedttta , gemitibus prerecedebant. Tunc fomno excitati, cumlacrymis, per f loculum funt amplexi preclari nauclen Sertiofas acceperunt reliquias autem dies , gius, &Scrgonas ( h*c enim erant eorum nomina , ) cum fuifset ufque ad vienavtgarunt, volentes ire in fuarn patriam. Et cum proceffijsent funt vimi etretter militarla , vento spirante contrario , vel inviti reyerft pofldiebusexperirivoliufsent, ocum t unde folverant . Bprfus vero cum paucis bis, uterenturne fecundanavi*atione, iterumreverfi funt. Hoc cum fernet,
.

jacebant reliquie

Ditta autem notte vifa efl egredi ex infunaviextifse, f invicem efse compie-

&

&

&

&

pofsentin terme f probafsent, neculomodo c J 7

fuarn ire patriam, reverfis,

&ad

Ce

portum

f,

Paolo.

portum appulfis, Ma notte vifa efi illis Cbrifli Martyr Euphemia , dicens: illue circumagere i nolo ulterius progred , neque Cur contenditi^ me bue ,

40 g

Secolo

Vili.
,

&

bine e proficifei, quo

me vultts ducere. Hac curri dixifet

rurfum dixit eis

^on
jec~la

fatiseifuit, quod Chalcedone translata firn Byzantium , rinmareprobc fleterim ? Cur autemmevultis circumagere inpartes infefuerim ,

&

'Aeri non potefl . Troike hoc facere , [ed facite , ut bc quiefeam. Hac cum audijfent, bonum capientes confilium , quod jubebat Martyr , impigr exequi flatuentes , adificaveruntdomumoratoriam, cum omne onus navigli confumpfiffent , <& fuas facultates Deo, Martyr i obtuUfient , feipfos totonderunt , dicentes : ISfon dimittemus , benedica Martyr , tuas venerandoli reliquias , fedhc ujque ad vii;a terminum tuis reliquiis divini ftmis afjidebimus . His ita geftis , fantlffimus Lemni Epifcopus venerandum templum adtficarat in illis temporibus . Vifum ejt ergo , ut Ulte portar entur faera benedicite Eupbemia reliquia ad dedicationem templi , quod ab eo confirulum fuerat . Et cum fupplex fudjjet preces , venifset adreliquiasbenedicla Eupbemta , illic totam noblem tranfegij"set , ab eo vi fa ejl in fomnis Martyr Cbrifiy dicens , 7s(e aggrediaris facere, quod ftatuifli o obediam enim bac in re tua fanffitati ; fed abi ad fororem meam , in Martyrio fociamClyceriam, ego illam rogabo ipfaenim jetibitradetadboc , utimpleas, quod defideras. Experreclus autem fantlffimus Epifcopus fecit ut ei jufserat benedilla Cbrifli Martyr . Cos l'Autore allegato, nella cui ammirazione concorre Theotne , che tal (uccello racconta col degno encomio

riore s ? hoc

me quidem

& &

&

&

&

&

&

di Jlupendum,
a
.

& fcriptura dignum miraculum,

in

pronta confermazione.

di quelle glorie,
pr' <v/m.

Altri

Barbari
e

ef-

itiolfi'd e f co-

pronimo

bThnph.m anhai.

con le quali folitoDiodi ravvivarlafamade' fuoiferv i, chiamate gi da San Pietro , [a] Tofleriorcs glorias. Al pari delle Reliquie preziofe diS. Eufemia egli difperfe tutte quelle, Gnc rmvemr P ot de'pifamofi Santi, che cotanto hanno illuftrato l'riente con lo fplendore delle loro virt , e che l rendevano venerabili eziandio alle infenfate creature con i numero!! prodigii , ch'eglino ogni giorno operavano in follievo de' fnpplicanti ; e quindi da i morti rivolgendoci i vivi come fa i vivi u* era prima fcagliato contro i morti, [b] Mios per platea*

e idem bidem,

ti

idem ibidem

lapidibus aggravans , eruensoculos , in pelajujft , aliosvinciens , gus jaclari pracipiebat , nares ab/cindens fflagellis excorians , cromnem tormenti fpeciem adverfus eos , qui pie vivebant , exeogitans ne' quali dolorol, fpettacoli, qual' altro Nerone [e] citbara deletlabatur fonitu , atque confaltationibus , accrefeendo acerbit a torviviisy turpibus fermontbus , menti con la oppofizione del diletto , che egli l prendeva in veder tormenSi [ d J quifquam , foggiunge il medeiimo Hiilorico , cortat * g 1 innocenti
projici
:

&

&

'

ruens vel dolens , folitam Chrijttanorum vocer t mitteret , dicens , -Dei genitrix juva , aut vigilias agens deprebenderetur , aut Ecclefiis afsuetus , aut e um Religione vivensy autnon pajfm juramentis abutens , inimicus Imperatore damnaimmemorabilis memorabatur e come f aflcurar l volelfe di tutto batur ,

&

idem ibidem

j|

poteife , eterna la fua Hereia , [ e ] Jusjurandttm etiam generale ab omnibus fub Imperio fuo degentibus exegit , ne quifquam adoraret lmagmes , cumquibus& Conflantinum falfmomimsTatriaubam fuper jurare fccit, quod non exaltare pretiofa Ugna , ambon-jm afeendere, cfsetexeiSy qui adorar et lmagines . Qual facrilego giuramento egli richiefe la terribile giuftiziadi fpciTo, e dal fuo Patriarca, e da' fuoi fudditi . Dio vendicoifi ben predo de'Sacrilegii commetti da queiVefecrabile Eccle,

monc[o per rendere

&

&

Ma

fiafti-

Capitolo VII.
fiaftico,

409

Paolo.

che prov efecutore de'divim caftighi quegli medefimo, ciiefha- Mpr '/f^' veva follevato al foglio , e da cui eglihaveva ricevud ftinioli, epremii per p"t ricaCoiUi" tino, il mal fare. Conciofiacofache che quello indegno Patriarca divemilc rivelato fecreto, fi volefie Cefare toglier d'avanti fofpctto Cefarc di a i^mid. colui, al quale oltre [a] moke altre pciimefue intenzioni haveva comunivoler'eilb riitabiiir in Oriente il Netorianifmo , doppo nicata quella [a] di di haverlo difcreditato nella riputazione, & avvilito appretto il Pubico con vituperolifimi comandi , fin con coltringerlo [bi promettergli b r/^,; **/. (ci che l'empio fece per compiacergli) di rinuntiarl'habito, e'i digiuno

Monacale, il quale li Vefcovieftratti, com'egli, da'Monalterii inviolabilmente offervavano, finalmente efiliollo dalla Corte, depofelo dalTrono , e con tremendo efempio que' Vefcovi , che antepongono la Reggia allaChiefa, eCefareDio,condannolloiunamorte la pi obbroonola
di quante f ne leggano nelle Hiftoric, defcritta da Theofane in quello nore, [e] mirino vigefimo feptimo Imperli Conft.uinm, Conjtantinus falj
te-

no-

tdtxtijd,

minis Tatriarcha dutlus e/i nona Otlobris fexta Indizione Trincipe infida : quem c&cidit Tyrannus , quod evadere non valer et . Jujjt autem in foro paruri locum, cundem federe in gremio Ecclejx magtu , eratque fecretis cum eoconfcrens chance tomumy inquoerant /cripti bujusexccfsus . Omni ergo populo ex pracepto I{egts Mie congregato , videntc , kgebatur ebano, totms Topuliy per (iugula capitala Jccretis percutiebat faciem e]us , intuente. Tojbacvcr cum imKfJcetaTatriarcba fedente in confezione, retlum ftarc fecifsent, acccpit ISQcetas ebarpofuifsent eum in ambonem , tam , mifit Epifcopis, crablato fupcrbumeraliejuSy anatbemati^averunt eum y "bunc fociu.a *,4brron e ogno minante , abEcclefia abfiraxerunt . Tollera vero die cum ludi Circcnfes agerentur , raferunt faciem ejus , barbavi denudavernt , capitifque , J'uperciliorum pilis ablatis y indutum bunc laneo brevi, ac fine manicis vejti'nento , federe fecerunt fuper afnum fagma fereriteniy deduxerunt per Dppium in Hipiodroipfms tenere caudam y mum y cuntlo populo imprecante Hit mala , confpuente trabebat autem afinn m Conjtantinus nepjs ejus nafo recifo. dunque venijsent ad vulgusy defcenUerunt, &conJpuerunt , cr pulverem jecerunt fuper illum:& dura abduxfsent cum ad conjiftorium , dejecerunt eum de afino , ca'.caverunt Jiper collimi eius , &coUocatuscontravulguSy audiebat abillisludicra verba ujque adabfolutionem ludorum equejirium Eodem quoque merif mifjs impius Imperata Tatiu ciis, (gnijicat ei dicens : Quid dicis de fide nojira, c> Concilio , qued fccimus Conjtantinus Tatriarcha fenjibus ad vamtatem convcrjis refpondebaty Bene , inquiens, credisy &CQncdium operatus es; putans f ob bue illum fibi placare . Et confejiim UH refpondentes dixerunt b{os hoc audire voluimus ab ore tuo poiluto ex boc ergo vade in tenebras Et fu accepta fenteutta, dejcendit ad claujtra ferarum , decollatus ejt Et caput quidem pei aures ligantes tribus diebus in Millo fufpenderunt ad ojtenjiouem plebis e rpus vero rejie pede ligato traxerunt per piate as ujque ad loca "Pelagli , & fociaudum biotbanatis Jtatuerunt caput ejus poji fimiliter tres dus illuc deiatum projecerunt . irrationabilitatem , crudeiitatem , apque nnmijericordiam tmmittjfmx bejti non ejt veritus mifer fantlum Lavacrum Duos eni/n filwscjusex tertia con]uge ipjus inulnas fuas fujceperat. Si quidem Jemper feralibus moribus, immanfuetus cfse probaatur. Cosi Theofane dell'empio Icorioclafta Patriarca Coftantino. Succcilbre nel

&

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&

Paoio

4.IO

Secolo

Vili.

*Tktot>b.in4nnl.

nel pofto d'ordine del Copronimo afcefe l'ignorante Eunuco Heretico Niceta , il quale Cubito per inoltrarli grato del benefcio con la conformit del genio, [a] Iconas ex mufivo fatlas , qua in Tarsiare Ino Secreti minor is

Imagines magni Secreti , qua fculpt.se erantin Ugno, depin *Abrabamio fimiltter caterarum Imaginum facies delinivi , fuit , Abbattimento d fecit . Nel medelmo tempo per giungere al colmo della fua infaziabile l contro le Sacre Imagini , e contro l'Ordine Monadico , ilCor!i di coEtluo- avverinone poii pronimo f fpianare quanti Monaiterii di Verginelle rimanevano ancora intatti in Coitantinopoli, convertendo quei de'Religiofi in Italie di BeU c * * n alloggiamenti de' Soldati, [b] ir i quali annoverano* li famof c v/d? ! pontif. a eh. 'u. tmli. di Dalmazio, e di Calliftrato, e [e] l'antichifllmodiDio.
erant, eraftt,

&

&

&

A-

,, ,

CAPITOLO
Stefano Quarto Siciliano
,

tM
T T

Stefano iv.

Vili.
li

creato Pontefice Agofto 76%.


,

$.

Celebre Concilio di Roma contro g' Iconoclafti


giofi
Rattanto
rafie
il

e continuazioi

ne della perf cupone del Copronimo contro


,

Reli-

e contro

Cattolici

il rumore, che faceva per tutto il Mondo quefta horribile perfecuzione, e la voce fparfa, che [a] fi prepa- p * $''h !$ m

Copronimo ad invader
affin di

l'Italia non

men con le armi>

aputtpanvinum.

ricuperar con le une il dominio di quella nobili/lima Provincia, e d'infettar con l'altra quelle coftantiilme Chiefe , oblig il nuovo Pontefice Stefano _ Quarto prevenir g' infiliti minacciati con rinovare la condanna de' loro b m [b] tal' effetto egli convoc suph.iv. errori publicamente, e finodicamente. un Concilio nel Laterano , in cui intervennero molti Vefcovi d'Italia, e n^ R jJ! B dodici Prelati Francefi delle Chiefe pi celebri di quel Regno, i quali ne nodUfti. venivano poc' anzi dall' haver condannata l'Herefia degi' Iconoclaiti nel Sinodo di Gemigli , e che furono efpreffamente Roma chiamati dal Papa come Ecclefiafiici dottinomi, e di fantiflma vita. In elfo dunque , doppo molte favie ordinazioni fopra la elezione de* Papi, trattoli! molto efattamente dell' articolo corrente delle Imagini. [e] Il Papa, che erat vir Itnwipuiltn.

che con l'Herefia ,

butus

&

in

eomm

obfervationibus conjiantijjimus perfeverator

havendo

TJrdumMagnHm.

primieramente allegati molti tefti della Sacra Scrittura, e de' Santi Padri, per inoltrare la infinita differenza, che vi tri gl'Idoli, e le Imagini, e che i primi folamcnte venivano prohibitinel Decalogo , e non le feconde conferm folennemente il culto di quefte per antica tradizione rimontando fino agli Apoftoli , ed Gies Chrifto medefimo, il quale per contentare il podefderiodiAbagarodiEdeffa, haveva lui mandato il fuo Ritratto miracolofamente imprefo fopra una tela. E bench il culto delle Imagini non fia n prohibito, n comandato nell'Evangelio, foggiunfeil in 4" c Papa con buoniflimo fenfo, aflcurare [d] il medefimo Evangelio, che/w! Gies Chrifto haveva fatte, e dette moltillimecofe, non comprefe dagli Evangelifti ne' lorofcritti; onde farebbe imprefa certamente Arana voler contradire ci, che altronde fi faputo, appoggiato a teftimonianze che ragionevolmente non fi polfono rigettare Quindi fi leffe un'Epiftola Sinodale , che i tr Patriarchi di Oriente havevano trafmeffa alla Santa Sede di Roma, contenente lunghe prove della dottrina della Chiefa circa le Imagini, dedotte dalla Scrittura, da' Santi Padri, e dalla tradizione ; e Sergio Arcivefcovo di Ravenna molto dottamente fpieg [e] l'Epifto- S^^'M-Sl* la di Sant' Ambrogio , in cui quel Santo alfienra , che quando li Santi Martiri Gervafio, e Protafio gli comparvero la terza volta, egli li vidde ac.

corri-

,,

compagnatidaun'Huomo venerabile, che parvegli tutto fomigliante all' Aportolo San Paolo, come commuriemente andava rapprefentato nelle fue Imagini Qualteftimonianza fu prodotta da San Giovanni Damafceno nella feconda delle fue Orazioni per una prova manifefta dell'Antichit delle Imagini nella Chiefa. Mi Vefcovi della Francia, come quegli che ne venivano allra dal Sinodo di Geritigli, celebrato pur allora in Francia in comprovazione del culto delle facre Imagini , foiennero valorofiffimamente quanto ogni altro con fortilUme ragioni quello fant'ufo; e perciie a Vedi ti prtnepio pareva che [ a ] S.Gregorio il Grande in [ b ] una delle fue epillole l'havetfe riti l'oliti/ di Grig. riftretto alla fola ifruzione de' Miierii rapprefentati per la informazione , ll.ta.z.pag.m s.GrtiZj'stre. che di elfa fi concepifce nel vederle , e non approvaffe l'honore , che ad effe ^ <^ eve > Enulfo Vefcovo d Langres per autorizzare quello culto col teflispiqfizioife di' rc Sa " mon i de! medefimo S.Gregorio, produffe la di lui Lettera Secondino , '>."' G r nella quale inviando S. Gregorio quel Solitario le Imagini d GiesChriSeif.no Vele di Manglia fto, della Vergine ma Madre, e degli Apofoi S. Pietro e S. Paolo, gli dice , Non doverli inginocchiare avanti allalmagine del Salvadore , come innanzi ad una Divinit , ma doverli folamente adorare quello , che la Ima ginerapprefenta, nafcendo, morendo per noi, fedendo fopra il fu o Trono. Finalmente il culto delle fante Imagini fu cos fortemente inabilito, che concordemente da tutti fi anathematizz il Conciliabolo di Coflantiiropoli , e gli Heretici , e l'Herefia degl' Iconoclafti Quinci il Papa e tutti li Padri accompagnati dal Popolo, dal Senato, e dal Clero fi portarono in Proceilone piedi fcalzi alla Chiefa di San Pietro , ove , letti ad alta voce dal Segretario Leonzio li Decreti , e Canoni riabiliti , l Vefcovi di Porto , d' Albano , e di Tivoli pronunziarono dalla Tribuna la fentenza di fcommunica , contro chi ardimento prendere in alcun tempo di contrariare alle determinazioni prefeda quel facro Concilio, nel quale, fi pu credere che formaffe ancora Stefano quel Decreto che riferifee Anaiafio C ^Auafl. BUI. in [e] Bibliothecario, di alquante Meife da celebrarli fopra l'altare di San Stefh.lV. Pietro dalli fette Cardinali Vefcovi circonvicini di Roma, & affilienti al A Baron.anno'jGf). Papa, li [d] quali in quefraoccafione la prima volta fi trovano nominati iiurn
.

Stefano IV.

4IZ

Secolo

Vili.

t>

'

'!',

''

.1

2.

Primo
utili'

rincon.i Hitorie

ne' Regiflri della Chiefa

dtlli fette

Vefco-

vi circonvicini

Roma
la

Rinov-axione delpericciizioiK contro i Rcii


.

giofi

Tl.eoph. in nr.nal.

contro g' Iconoclafti, infuriava horribilmente Copronimo contro i Cattolici d'Oriente, fcaricando principalmente il fuo furore fopra i Religiofi, i quali havevaconceputo un' e dio implacabile, perche quelli fi opponevano fempre con invincibile coraggio alla fuaeTi piet. Fece [e] precipitare dalla fua Colonna il venerabile Pietro, il quale rinovava nel fuo tempo le maraviglie, che altre volte erano fiate vedute con iftupore in que'famofi Stiliti Daniele , e Simeone , eh' erano flati l'ammirazione di tutto il mondo e perch' egli rifeppe che quel Santo era ancor non fol vivo , ma non offefo dalla caduta i s alto precipizio , fecelo inhumanamente flrafcinare per i piedi per tutte le ftrade di Coflaiitinopoli , fin che ridotto il dilu Corpoin pezzi, fu gettato nel
:

Mentre tali cofe operava

Romana il PapainRoma

Pelagio con

li

Cadaveri de'mal fattori


fafi,

Ne kcc poi rinferrare molti dentro

f ]*." 77'.

e precipitarli nel Mare ; ad altri mozzare il nafo, ad altri con le canne cavare gli occhi dalle loro caff , altri lacerare con baftonate ; onde[/] Belati reperuntur in tabulai Ecclefafiicas duodecima Ja-

ficchi ripieni di

wm.ix.

niuini quadraginta duo tore,

& vigt'jlma

Monachi Martyres Epbefi fub eodem Copronymo Imperaoclava '^oyembris poji Stepbanum jimiorem, Baflium x Tetrum

Capitolo
Vetrum,

VI II.
&

atque aliorum trecentorum triginta novem monachorum rccenfta corona martyrit, qui fub eodem Imperatore paffi funt ; die vero decima feptimaMartii babent natalem diem Sanai Tauli, qui per ignem fub aliainnumera eodem Imperatore Martyrii coronam paritcr adcptus eft. Sunt indevicloriisChriftimilitumtuncereclatrophaa, qua fcript or um inopia,

& Jlndream,

413
&

Stefano
* *

curia tcmporumremanfcrunt incognita.

E perche il crudeliffimoCefare non

potea trovarli da per tutto per far efercitar da per tutto le medefime crudelt, che pratticavainCoitantinopoli, pofe per le Provincie Governadori, della cui inhumana perversit era molto ficuro, nulla dubitando , cheladilorononfuperafleanchela Tua. [a\ Mand tra gli altri nella Provincia del Tema de' Tracefiani Michele Laconodragone, di cui non poffbile raccontar le carneficine, gliftrapazzi, e C barbarie, che indifferentemente fece ditutti li Religiofi di quella Nobile Regione; conciolacofache [ b ] Omnem Monacbum , Monachum in Themate Thracicnfium congregavit, eduxit eos in campum, Qui vult Imperatori , ac nobis ait obedirc, albawduaturvefie, &uxorem hac fumat bora; at qui hoc facere parvipenderint , privati lumimbus in Cyprum exilio damnabuntur Tuncque opus pariter cum verbo confummatum eft , malti oftenfi funt Martyres . Multi vero deficientes , enervati perierunt , quos& familiares fibi Draco faciebat Venundabat omnia monafleria virorum ac mulierum , omnia vafa [aerata, libros, horum pecora , qua patrimonium corum erant , pretia "Principi dctulit Quotquot autemmonacbicos , paternos libros , in qutbusvita erant San&orum Tatrum, reperii, igne combuffit fcubi Lipfauum, hoc eft, veneranias Bgliquias Sancii cnjufquam habens apparuiffet ad cuftodiam , hoc quoque nibilominus igni tradrbat; eum vero qui habebat illud, ut impic agentem puniebat Et multos quidem monachorum tnterfecit verberibus, quofdrm etiam glidiis trucidava Traterea innumerabiles oculorum vifbus rivavit , oleo perunquoruniam quidem barbas cera, gens ficc.vdebat igne , ita tam facies eorum , qum capita cremabat . Torio pojl alios cruciatus etiam exiliis deftinabat poliremo intoto The-

iThtfh.inami.

&

&

Utm

'"'

'

&

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&

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&

&

hominem unum Monaftico fchemate amiflum. Q^wd cum didiciffet Imperator , bonum femper exofum habens fcripfit ei %ratias , dicens Inveni hominem fecundm cor meum , qui facit omnes voluntates meas Hunc ergo imitantes esteri fimilia perpetraliant Cos Theofane. Onde meritevolmente conchiude il Baronio , J.JjEjfi'I7 [e] In tanto Mona/Ha Ordmis in Oriente naufragio, vix aliquis remanfit Moeft

mate , hoc
,

provincia fibi fubjecla non deferuit

bras quantantes

nachus, qui ab eodem non fuent ddditlus fupplicio alti fubterraneas lateab hominum oculis penits f fubduxerunt. Fra' quali fu , S. Piatone Abate de' Monaci del Monte Olimpo, Archimandrita famofo per fantit, e per dottrina.
:

A-

HadriaNO.

Al f *T
Hadriano

Secolo

Vili.
IX.
li

CA P

T O L O
,

Romano

creato Pontefice

9.

Febraro 772.
Alone fpaventofa
di

del Copronimo
.

Succefjone ali* Imperio

Leone Quarto

Vita
Irene

e cojumi di
i

Santa Anthufa

Nuova
di

perfecuzione contro
.

Cattolici

Adone

prodigiosa
.

Leone Quarto

e Coflantino

Imper adori

Loro
,

applicazioni per

il

riflabilimento delle Imagini.

Alone
-

penitenza fiupenda del Patriarca Paolo. Elezione flr aordinaria di Tarafio al Patriarcato di Cojantinopoli
lic azione
,

c*

del
,

Papa

al Concilio
corfo-,

Concilio
.

Niceno feconHerefta in Oc,

Ecumenico e fuo adente di Elipando ,

e definizioni
.

e Felice
.

Concilio di Francfort

(incero racconto del fuo corfo

Libri Carolini, e loro con-

tenuto. Ammirabile prudenza di

Hadriano
.

negli affari

del Concilio di Francfort


a

>

(u morte

Dan. 4. Morte fpavento


di

Oppo un cumulo
ce Figil 3

fa

Coltantino

& Sanblus

cos grande

di fceleratezze , [ a] Ecclamavi* fortiter dicerts , Succiane ar,

Copronimo.

borem

pracidite ramos ejus

&

difpergite fruclus ejus

Coftantino con ifpaventofa morte la fua empia vita, condannando*! elio medefimo alle pene dell'Inferno , anche prima che fpirafle l'anima bThtoph.inannai. dal corpo [b] Anno trigefimoquinto fui Imperli , dice Theofane , mendecima tenia Indizione extvit cantra Bulgaros Conftantic^inno^s. f JLugufto, [e] nus , qui divinits eft in cruribus plaga percuffus , qua Grac jlntbrax appellatur . Et bine febre validijjma detentus , ^Arcbadioyolim redtit a fubjetis bumers in letlum delatus. Et veniens Silimbriam , navem incumque Strongylum pervenifjet Caftellum , mijerabiliter in Chegrejfus eft Vhens adirne , igni fum nextinguidicens landio moritur , clamans , Dei Genitrkem laudari expofeens , bili traditus ; [antJamque Virginem , cum fine fadere ejus fuerit inimicus . Ma pi individualmente , e pi horribilmente deferivene la morte Cedreno con le Tegnenti parole , cord ctir. in Con- [d] Tsfavigio ufque ad Caftellum Strongylum veclus , ibi animai ,
elfendo
:
:

cofa che termin

&

&

&

>""*'

poris

Se tnexting'abtlt igni traatque dicens exinde bonorari , ac celebrari -pere ditum propter Mariam , jubens eam Deiparam . Moriens , fuamque ultimam voluntatem teftatam faciens , hac pronuntiavit : Incolume efto magnum templum divina Sopbia : Incolumi! eflo xdes Sanblijfima Deipara in Blacbernis : Incolumis efto Ecclefia ejuf-

mortem

obiit

voctferans

dem

Capitolo
de m
in Cbalcopatriis
:

IX.

415
:

Hadria-

mis eflo ctiam giunge il fopracitato Theophane, Ita vitam difsolvit Conflantinus fangui,

Incolumi; eflo <edes Santtorum ApofloloYum Incolti* Senatus : Incolumis ejlo fili mi Imperator , atque Urbs , Tbeopbanes , cui magnum meum arcanum crcdidi . Quindi fog-

N0

&

ntbus multis infeclus

& d<emonum

invocationibus
,

,
,

ttonibus quoque Santlarum Eccleftarum

retlaeque

-piolationibus Monafteriorum , Monacborum peremptionibus , necnon malifque variis fupercrefcens , non minus , qum Diocletianus , vel aliquis Tyramorum . Cos Theophane. Principe (enza contradizione pi barbaro, e brutale di quanti l'Hiftoria riabbia fatta giuftizia alla poftent precettandone le opere , e la memoria , per dichiararli pubicamente infami tutto il Mondo percioche non vi forte di abominazione , di cui egli non Ci rendette colpevole , fenza che mai in lui comparile alcun vcftigio di virt Li Greci fletti non ne hanno mai parlato, f non * [a] come di una Beftia feroce, di un' Antichrifto , e di un Demonio vili- *JJfr '"* Com bile. Onde non fembrei ftrana cofa , che l'Imperador Michele Terzo , an * 77S ' b efterminata l'Herefia degl'Iconoclafti, ne facette eftrarre [ b ] il corpo dal Sepolcro, dove giaceva, nel Tempio de' Santi Apoftoli , e pubicamente lo confegnafle alle fiamme nella Piazza maggiore di Coftantinopoli ad efempio , e terrore de'Principi , accioche apprendalo , che anche in quello Mondo sa ritrovar Dio Miniflri di Giuftizia per vendicarli di quell'empiet , delle quali eglino fi adulano di ftar come coperto per la prerogativa delle loro dignit Morto queft'horribil moftro di fierezza, fu proclamato il di lui figlio < *<" [e] Leone all'Imperio, giovane allora di anni ventifei, il quale nel fuo governo prefefubito una condotta affatto contraria quella del Padre; ed f/l*!^u" che la fpaventofa rimembranza della di lui funefta morte gli faceffe paventare i giudizii di Dio , ch'egli temette rivoluzione de'Popoli nella continuazione delle maflme paterne , che non potevano non eflere odiate c a mi communemente da tutti , certa cola li e , che bench ei fotte Heretico Ico- fiau fede noclafta, come lo dimoftrarono i fuccefi , chefoggiungremo, tuttavia dichiarofl in quella prima comparfa inclinato a'Cattolici, [d] Etvifus eft dT^eph.in ann*i. brevi tempore piuscfse, fancl^que Dei Genitricis, Monacborum amicus , Monachos Metropolitanos Epifcopos creans in fummis Sedibus collocaunde rti , fra'quali hi S.Platone , che eletto da lui al V efeovado di Nieomedia ., rigettonne l'offerta, amando meglio il faticofo impiego di Predicatore
: .
'

&

&

& perfecu& immaculat* Fidei


facrificiis
,

J'

&

&

Apoftolico, cheilfublime, epercolofopoftodi Vefcovo. E finalmente ci, che ftabiligli ancora maravigliofamente la riputazione di Cattolico , fu il forfrire , che Anthufa fu a forella ne profettafle la Religione con pubiici- vita, e coftumi d rdU a t, e pompa di divozione. E quella' fu una delle maraviglie, che Dio, dL A Leon iv il quale si cavar dal male un maggior bene , fece rifplendere nel tempo della defolazione di quella Chiefa fotto Copronimo , che le due Principeffe , che dovevano eflere pi care a quell'empio Principe , non ottante tutto lo sforzo del di lui furore , faceflero trionfar la Fede , e la piet Chriftiana fin dentro il fuo Palazzo . L'Imperadrice Irene fua prima Moglie , e Madre dell'Imperador Leone Quarto.vitte, e mor Cattolica ; & Anthufa fua figlia, che Copronimo hebbe da un'altra Moglie , non (blamente viife Cattolica ma divenne, e mor una delle pi celebri Sante della Chiefa Greca. Habitava[ e] fuori di Coftantinopoli ima Venerabile Romita chiamata medef- \m^u\^im\
.

mamen-

,. , .

Hadriatit ,

4I
.

Seco l

Vili.

inamente Anthufa, che viveva nella folitudine in grande opinione di San h onorata eziandio da Dio con fegni ftraordinarii di rivelationi , e miracoli L'Imperador Coftantino , che faceva allora guerra e rudele alle Sante Imagini, riavendo intefo, che quefta fanta folitana non celiava di honorarle, e di raccomandarne il culto tutti quegli, che vietavano il fuo Romitorio , la fece prima quindi eftrarre, epoiinhumanamente flagellare , e cosi tutta grondante di (angue chiudere in ofeuriflimo carcere rifervandola pi atroci tormenti per vincere la di lei immobile coflanza Mi fucceffe intanto , che l'Imperadricc Eudoxia trovandoli nelle agitazioni del parto domand iltantemente , che condotta le foffe la Santa Romita, dicuihavendo ella fentite riferire tante maraviglie, iperava ancora poter' ella ottenere l'interceifione in (guelF imminente pencolo di fua vita Ne reft delufa nel fuo penderei conciofacofa he la Santa doppo breve orazione fi rivolt poi verfo di lei con una ceri' ria di ficurezza, e di autorit, che la fola Santit pu dare e, Volita Maefi> dilfe, r ingrazii Dio t
, ,

perch ben

tofto partorir felicemente

due Creature?

l'un

mafcbio

e l'altra

femmina. Ci che fuccelfe in conformit della proraefa. Sorpreia Eudoxiadatalmiracolofo avvenimento, ottenne dah' Imperatore ino Conforte la libert alla Santa, eh' ella honor fempre in avvenire come fua Madre , e volle , che la Figliuola , ch'effa haveva ottenuto per le di lei preghiere, foife chiamata Anthufa , come la fua benefattrice, fotto la cui presidenza fu allevata poi, e crefcmta, onde con gl'infegnamenti di una tal in eod. Mend. Maeflra ella per venne finalmente ad un' altiffim o grado di Santit' . [ a }Imui-j.^.bnhs. p er p C }ie t qualunque folle lo sforzo, che facelfe il Copronimo per maritarla , fperando di farle perdere con gli allettamenti del nuovo fiato la divozione, elaFede, eliarimafefemprefoda nella generofa rifoluzione di non ha ver mai altro Spofo , che Gies Chriflo ; onde divife le fue regie facolt in quattro parti , la menoma rifer v per f , e per il mantenimento della fua .Cala in una gran rnodeftia di trattamento ; impieg la feconda alla riparazione de' Monaiterii diflrutti, e delle Chiefe rovinate , al cui ornamento deftin ancora tutte le fue magnifiche vefti , e preziof mobili \ con la terza ricompr gran numero di Schiavi dalla Tirannia de' Saracini , e ftabil la in particolare de'Figliuoli efpofti quarta per foltentamento de Poveri, da' loro Parenti , in ufo de'quali ella edific una commoda habitazione con provedimento di vitto , e di educazione P^fecuiione di |yj^ finalmente Leone fi tolfe in un tratto la fnta mafehera di devoC omr zione, e repentinamente precipit in furore non difugualed quello di fuo i ,cTuoiic'i Padre contro li Cattolici, cominciandone la carnificina dai pi proffimi, ciodaque'medefimi, eh' erano nel pi alto porto di fervizio nel fuo Palazzo Quantunque quello Principe in tutto quel tempo, eh' ei diflmul non permettere , che l moleltaffero Ji Cattolici , npur permeffe dall'altra parte, che fi nftabililfero le Imagini, perche in effetto egli era in quefto punto ne'medefimi errori di fuo Padre, onde abolir non ne voleva nei Decreti n la memoria In m odo tale che , bench molti principali Ufficiali delia Corte foftenelfero fecretamente i'antica-dottrina della Chiefa, tuttavia il partito dominante era quello degi'Iconoclaiti, eflendo quello dell' Im^rradoremedefimo, il quale doppo la morte dell'Eunuco Nicetapofe Vioin patriarra fufTrono Patriarcale di Coitantinopoli Paolo huomo Heretico non di anidi c.ftannopom0 in^ fa communione , eiiendo che bench internamente egli folle inclinato

&

Capitolo

IX.

NO * nato al culto delle Sacre Imagini, nulladimenopernon incorrere nella incognazione del Principe moftrava eftrinfecamente di aifecondare alla parte pi potente degl'Iconoclafti: L'Imperadrice Irene ftia Moglie molto pi di Paolo manifeftamente Cattolica, pur lotto qualche fecretezza nafeondeva la fua inclinazione , e con gran rifervo di publicit da alcuni pi confidenti Cattolici della Corte riceveva Imagini per honorarle, quando nel refto diffimulava fecondo il tempo per non irritare l- animo dell' Imperadore , da erta profondamente feoperto rifolnto di foftenere le maflme del Padre; bench il fatto poi dimoitrafle, che la ragione di flato haveva ben ta3C rtn inCem lora intepidito ilfuozelo, ma non mai depravata la Fede'. Hor[<z]fuccef- n '/ i/imperadri f, che in un giorno di Qnadragefima , mentre che l'Imperadriceera applicata pi divotamente nelle confuete orazioni, l'Imperadore avvifato, Kne velfera fel " le fofpettofo entrarle precipitofamente nella di lei Camera per forprenderla , rumente Ims ini enonfcorgendoalcun rincontro d' Imagini in quella ftanza, ne ricercarle ogni pifecreto nafcondiglio , e finalmente due ne rinvenirle nafeofte fotto il guanciale del letto , che rapprefentavano l' effigie di Gies Chrifto , e della fua Santiflma Madre: perloche mont Cefare in s furiofa collera, che richiedendo prima chi haveffe col portati quegl' Idoli, e quindi rotte in pezzi minuti/fimi , e calpeftate quelle Sacre Imagini , cadendo il fofpetto fopra quattro Cavalieri della Corte , Papias , Giacomo , Strategio , e Theofan feceli tutti inhumanamente tormentare con horribili torture , e lacerare crudelmente da battiture, e cos infanguinati condurre fopra gli Afini perleftrade, e Piazze di Coftantinopolifin'allapublica prigione di Preto* rio, dove Theofane morendo delle fue piaghe termin la vita con un glorioso Martirio , e gli altri tr , non fi si come , doppo molto tempo liberati dal Carcere , morendo al Mondo Ci confecrarono Dio in altrettanti Monafterii, Martiri di defiderio, e Confelfori di merito . Irene, che non era cos profondamente divota, cornei fuoi fedeli Corteggiani, echevoleva fol* effer Cattolica di nafeofto , per non recar nocumento alla fua fortuna neg fempre arditamente di haver havuta parte alcuna nella delazione pe di quelle Imagini fotto il fuo guanciale, e rimproverando ai Malevoli delq j la fua grandezza quel tramato artificio, avvicinoffi Cefare, come per Manco, mitigarlo; ma Cefare non ofTervando mifurandi convenienza, n dite^ nerezza , n di giuftizia , acciecato dal furore f la tolfe d' avanti con afpre, e faftidiofe parole , trattandola da Donnicciola fenz' Honore , fenza Religione, efenzaFede, e da quel tempo egli non volle pi n trattar con lei, n vederla. Quefta fpecie per di divorzio dur pochi giorni poich Iddio vo- jjtteprjjgjr prolungar la triegua, che haveva goduta la Chiefa doppo la morte lendo delCopronimo, ritir ancora il di lui figliuolo Leone da quello Mondo con una forte di morte non meno horribiledi quella del Padre, [a] Era *Thcph.inannu Leone fortemente invaghito di Pietre preziofe, che molte volte egli procacciavafele non folo prezzo immenfo di denaro , ma eziandio con quello connaturaliflmo a perverfi Regnanti, di rapina. Vidde, adocchi egli una volta una Corona di oro arricchita di Carbonchi, e di Diamanti, che Hmpcrador [b] Heraclio haveva confecrata Dio nella Chiefa di San- b <*<* h ta Sofia, ed abbagliato dallo fplendore di quelle gemme fece toglierla c!aU""/ Tempio per incoronacene le tempia , fenza molto curarfi dell' ecceifo di s fiorrendo facrilegio , che fu immediatamente punito da Dio con la morte ;
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Vili.
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pompofamente per la Citt con quella Corona in teche in un' 1 dante

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cos torto rientr nel Palazzo la fera , e depofcla

a 8. Stptembr.1%0.

ufcirono in giro per la tetta una quantit d'infiammati carboncelli,come rapprefentanti una mortifera corona,che corrodendogli! capo,e trafiggendolo con doloroflfime punture , lo tolfero [ a ] (ubito di vita con ifpavento de'domeftici, e degli eftranei, che conobbero in lui avverato l'oracolo

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Sap.c.w.

e Thttpb.m amnai. irerie, e.oftanti.


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Imperadori.

Divino, [b]Terquapeccatquis, perbac&torquetur. Tunc [e] Irene piijfima dice Theohine cum filio fuo Conjiantino gloriose mperium dhinitns accepit Di modo che quefta Principeffaperuna ful l r ,. r j n> rij n blime mutazione di fortuna paiso m un momento dall elmo , dove ella era peri' accennato rifentimento di Leone, al pi alto grado dell' Autorit fovrana, divenendo Padrona afloluta dell'Imperio nella puerile et del Fi'
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gliuolo, il quale non palfava allora li dieci anni. Per [djprima azione del fuo nuovo governo , ordin , che da Lemno fi trafportafle in Coftantinopoli, comefegu, il Corpo della Vergine Santa Eufemia, ed ella poi fi port pompofamente al Tempio di Santa Sofia , e per acquifarfi alto pregio di riputazione preifo il Popolo, offer Dio quella ricca Corona, che Leone fuo Marito haveva rapita, e eh' ella haveva renduta ancora pi magnifica Malica d' Irene con aggiungervi gemme di fingolanflmo prezzo quindi eleife per fuo primo Miniftro il Patrizio Staurazio, huomohabiliffimo, che fpoifempre eftremamente fedele lei perilfervizio, e Dio per la Religione; eifendo che Irene era veramente Cattolichiffima di animo, ed haveva buon fondo in gran parte dall' ambizione, dalla quale in fine,[ e] e Vedurmif.d di piet; mi corrotta Leo>u ih.nqutfio come fi dir , s fece vilmente ftrafeinare ad indegni Ili me rifoluzioni tuttavia allora, eh' ella non pi di alcuno temeva, e nconofeevafi beii'aifodata verbum Domini dilatare , nel Soglio, [f] Ccepit fiducialtter agere , (fui f idemibid. ione mundoabrenuntiare, volebant falvari, fine prohibit glorificationem Dei exaltare, atque omne bonum manifejtare ; e pi precifamente Thcodoro Studita, [g] Toftea vero quarti ccepit regnare Cbrifli cultrix Irene , qux Thted StHdtn re, attult, incujus I\egno cum aliis bopacem ipfa, ut cognomento, ita fiat. Monajlic avita adeundafacultas, &janua pJtefacla eft, quaolimab nis, impio Imperatore claufa fuerat, quemadmodum ab Imperatoribus, qui Gr<e~ corum fuperfiitionem fequebantur , Chrifliana Ftdei aditus pracludebatur : exeo, inquam , tempore quo Irene ipfa regnare ccepit, noflratota eorum , qui rebus terrenis renuntiaverant , familia Monaflica vita obedtentiam profitebasuedifpofirjonj tur Cos Theodoro d' Irene , la quale volendo riftabilire con deftrezzalo er me nt de"ie ima- .ftato della Religione, per non esacerbare con violenza la parte avverfa, e Ri ni coftringerla trapalare in un' iftante da un eftremo all'altro, contentoil nel principio di lafciare ciafeuno la libert di Seguitare la credenza, che glipiacefie circa l'articolo delle Imagini, fenza per ordinare con editto ch'elleno fodero riftabilite, rivocando Solamente quegli di Leone IfauSicch rico, e Copronimo , acci non fodero maggiormente avvilite noniolamente ella permeife a' Cattolici di profetare fenza timore laver Religione, ma foftr inoltre, che pigliatfero la libert di foftenerla, di predicarla pubicamente nelle Chiefe, di difputare contro quegli , che voleflero impugnarla, e di pratticare liberamente tutti gli efercizii di piet, ch'erano in ufo avanti la prima perfecuzione di Leone Ifaurico . Ed ci condifeefe Irene con publico Editto in nome fuo, e del fuo Augufto NuInlmJ!""'' Figliuolo in quefto tenore, [b] Damtts unicuique libertatem, ut fine omnl
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iidtmihid.

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far-

Capitolo

IX.

419

Hadria-

formidine ealoquantur, qua fecum animo deliberaverinty quo -peritai magis , intrepida voce audxntur,fimulque etiam ut ex multis Ec- y "^ cmfid magis que elucefcat, clefts dijjidium auferatur , pacifque copulatio , e2* conftantia in omnibus connetlatur . Quale Imperiai condifcendenza giov infinitamente a quella Citt la cui maggior parte era ftata pervertita dallatemenza, dalla" compiacenza al Principe , mentre per altro erano li Coftantinopolitani inclinatiflin particolare nella Vergine Santimomi ad honorare Dio ne' fuoi Santi , nia , Protettrice antichiffima di quella Metropoli quel tempo , che maravigliofaSuccetfe medefimaoiente un fatto mente ravviv la piet ne' Fedeli, e la divozione di tutti verfola Madre Contadino nel lavorar fotto le lunghe mura della Thracia, Thcph .;nanai. di Dio. [a] fcuopr un antichiffimo Avello di pietra, nel quale egli ritrov un Cada- Sigb.&Gtntbrwverehumano di (mi furata grandezza con quella fcrizione foprala Lapide ^2- pIIldu". in grolle lettere , Chriflus nafeetur ex Virgine Maria : credo in eum fub /*.}. t Dicefi, lami Contadino. Con/tantino , Irene Imperatoribus , Sol , itcrum me videbs [b] che folle quello il cadavere di Platone , onde tal Vaticinio di cuor pr- card.sfndr. P^ (etico iii fommamente gradito da' Coflantinopolitani , i quali prognoftica- ^, 12. Irene abolizione rono fotto il fantiflmo Imperio di Coftantino , dell' Herefia, e nuovo ftabilimento della Religione Cattolica in quel*

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Mcio, che fugill l' affare, e che die il crollo agl'lconoclafti, fla generofa penitenza del Patriarca Paolo, cheporfeuna pronta, ebellaoccalone alla Imperadrice di rovinare affatto il partito Heretico, e di prmovere apertamente quello de' Cattolici Quefto Patriarca , eh' era un' Huomo virtuofiifimo, e fapientillimo, fingolarmente amato dal Popolo per la fua gran carit verfoi Poveri, e ftimatiifimo dalla Imperadrice, e da tutta la Corte per 11 fuo gran talento, trovandoli alquanto cagionevole, edindifpoftodi falute, hi [e] cos fortemente tocco di pentimento dell' errore da lui commeifo nel cedere alle follecitazioni del defunto Imperadore , che fenza communicare ad alcuno il fuo difegno , abbandonato il Trono , repentinamente ritirolT nel Monafterio di Floro , in cui veffc 1' habito Reigiofo , rifoluto di paifar quivi in penitenza qu'e' pochi giorni , che gli recavano di vita Imperadrice molto forprefa da cotal non preveduta nfoluzione vi fi condufle infie^e con 1' Imperadore per obligare un' Huomo lei, & all' Imperio cotanto uccellano, acci fi ricirafle da una cosftrana determinazione. Ma il Patriarca tutto liquefatto in lagrime, fenza dar tempo alla Imperadrice di produrre pi avanti le fue dimoiranze , con accento lamentevole efclam interrompendola, [d] Utinam ne unqiiamin Sacerdoti! throno fediffem , Eccleja Dei Tyrannidempatiente , prafertm cumfcifiafit reliquis univerfalibus fedibus , la quale comprefe molto bene il gran vantr anathematixata . Irene taggio, eh' ella dedur poteva da quelt' accidente per le cofe della Religione, f fubito chiamare s li Patricii , e li Senatori pi impegnati nella Herefia, fingendo di haver di bifogno dell' opera loro in quefta occafione, pregandoli voler paffare col Patriarca ogni pi calda, e viva iltanza, affin di pervadergli ripigliar la cura della fua Chiefa Ma il Santo , fubito che li vidde entrare con tuon di voce fopranaturale , [ e ] l^fi Synodus Univerfalis fiat , dille loro, error , qui eji in medio vefiri , corrigatur , falutemnonbabebitis. Ma perche dunque , ripigliarono i Senatori, fegnajie
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fcrittura alla preferita dell' Imperador Leone , e rinuntiaje al culto delle Imagiui* Al giufto rimprovero prima con un profondo fofpiro, e poi con quelle flebili parole rifpofe l'afflitto Patriarca, [ a] ideino lamenti* affiewr,
flri non

^ 2Q voila

Secolo

Vili.

dotem judicet

& cucurri ad poententiamdeprecaturusDeum, nemefcutSacer& crucitt qui tacuerim ufque nunc & pr# timorefavoris ve, ,

pnedic aver im veritatem: e fopra i ci duplicando lagrime, e fofpiri con fentimenti penetranti, e vivi di perfetta contrizione, quello maravigliofo penitente fi fend di dolore il cuore , e refe l' anima in quell'iftante al fuo Creatore . Una prova della verit della Fede Cattolica s autenticamente fuggillata con la morte tanto ftraordinaria di un Patriarca di quella riputazione, e eh' era adorato da tutta la Citt, fece tanta impresone fopra gli fpiriti , particolarmente de' Patricii , e de' Senatori, che la Imperadrice non dubit punto di poter ficuramente intraprendere, per riflabilir la Fede, tutto ci, eh' ella volerle . Perci ella fece congregare immediatamente una generale Alfembleadi tutti gli ordini della Citt nella gran Sala del Palazzo in Blachernis, dove pompofamente comparve iniemecol piccolo Imperadore, e tutti li Grandi dell' Imperio; e quando ognuno hebbeprefo il fuo luogo, e che dall'alto, e rifpettofo h> lenzio, che in un'iftante fi (qcq da tutta quella numerofa, e nobile Congrega, venne dimoftrato il defiderio, che fi haveva d'intendere ci, che proporre fi dovea, quefta Principer , ch'era eloquentiflma , e come Atheniefe , e come dotata di un grandiflmo fpirito , doppo di haver' efaggerata la perdita di un cos ammirando Patriarca , fece comprendere la ixione iara. neceflt di dargli un Succeflbre, che pienamente pofledeffe la gran quatfucaTafi**" ht i quell' illuftre Defunto, e potette fo (tenere un cos importante, e difficile carico , particolarmente in tempo , in cui gli fpiriti erano tra di lo* b Thttpb. exas ro cotanto divifi fopra i punti della Religione. E qui [b] lungo ella Ci 1 B ftefe^lode di un Soggetto, che finalmente nomin, epropoieall'Adum-***' "& 7 fiw.j.< nanza, e quefti fu il fuo Secretano Tararlo . Non cos tolto udiffi proferire dalla Imperadrice il nome di Tarafio, che tutta l' Aflemblea, la quale gi applicava le lodi efpofte alla perfona, e al merito di lui, come con molte voci ufeite tutte da una bocca, con grandi [e] acclamazioni fece e ^0784. rifonarne il nome', gareggiando ciafeuno di proferirlo pi alto del fuo Compagno, e proteftando tutti unitamente , che Tarafio dovette ettere Patriarcale. Infatti [d] era Tarafio ignatim Mme* allora incontanente elevato al Trono tkxt vna. Th a . un Soggetto di maravigliofa virt per tutte quelle qualit defiderabili in un r P d Sur 2S grand' Ecclefiafiico, benchefofle ancora Laico, com'era S.Ambrogio, ar ii . Qualit uiuftri di quando fu fcelto con pari confentimento del Popolo per il Vefcovadodi T.rado. Milano: di Profapia poi nobilifima, del fangue de' Patricii , figlio di un Padre, che haveva efercitata la carica di Prefetto, Governadore di Coftantinopoli; ecomech'eglifuperava ancora lifuoi Maggiori per la integrit de'coflumi, per lo fplendore delle virt, per la profonda capacit in lotte le forti clifcienze, per lume di fpirito, e per maravigliofa accortezza nei maneggio degli affari , doppo la dignit Confolare era flato inalzato air importante carica di primo Secretario distato; nella quale haveva fapuro cos ben aggiuftare g' intereil del Principe con la potenza del fuo Ufficio nel far bene ad ogni forte di perfone, ch'egli facendo il fervigio dell' Imperadore acquiftofi l' affetto di tutto V Imperio L' Imperadrice adunque , che 1' haveva riconofriuto tale , quale

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Hadri.v

Capitolo

IX.

il primo luogo e nella Chiefa, enella Corte. Miegli, che non Capeva ancora il fecretodifegno d'Irene, le havea molto chiaramente rifpofto, che giammai elfo nonacconfentirebbe, f non veniva prima alficurato di convocare un Concilio Generale per ristabilire la Chiefa di Coftantinopoli in un buono (tato, purgandola dalia Herefia Iconoclaftica , della quale da tanto tempo ella era infetta; ed allora, che fu nell' accennata Affemblea acclamato dalla Nobilt e dal Popolo , infift vigorofamente ne' medefimi fentimenti di alienazione, e di rifiuta, f non gii fi prometteva prontamente la convocazione di un Concilio, che terminar dovefie la gran controverfia delle Imagini. E quefto appunto era ci , che Irene pretendeva , e che finalmente fuccefle ; poich nell'efporre Tararlo quelta fuarifoluzione, ficcome tutta l' Affemblea l' haveva gi acclamato Patriarca , cos tutti parimente di un commune fentimento fenza hefitazione acclamarono, che era neceffario un Concilio Generale, e riverentemente lo dimandarono Coftantino , ad Irene Allora Tarafio [ a ] contento!!! di accettar la dignit propongagli , e fu quin- * Tbeophj annali di confacrato Vefcovo nel giorno della Nativit diGies Chrifto. Perfua prima operazione fcelfela riforma del Clero negli habiti, e ne* coftumi \_b] Multis enim ex iis qui erant relati in numerum Clericorum, dice Igna- ^ U*<**Mn*chm zio Monaco nella di lui vita , qui fuos lumbos T^pnis cingebmt aurei* > (S'ornati erant variis pretiofis veflibus fericeis , aurum quidem ademit , fecit autcm [accingere lumbos cingulis contextts ex pilis caprarum : bis vero qui excogitat toto corpori ex tifdem filis purpureas vefles habebant contextas , delie tis , tunicas remotas curiofitate nimia, qua effent veftitus bone,

pur' hora veniamo dal rapprefentarlo , l' todi accettarla dignit i Patriarca, che gli dava

4 1I haveva ancora fortemente prega-

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fti,

& convenirent

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qui

Deo

fervire flatuerunt

& profitentur humilita-

tem. Cos l'Autore accennato. Subito dunque , ch'ei fi vidde ftabilito nella Sede, fcriffe al Pontefice Hadriano alcune lettere, che contenevano gU il racconto della fua elezione, lafua richieda di un Concilio Generale, e c hXdono a ipV'" la profetinone della fua Fede. L' Imperadrice parimente in efecuzionedel- u* condilo c* " erale la prometta, invi Roma Coftantino Vefcovo de' Leontini nella Sicilia, pregando il Papa di venir' egli fteffo in perfona Coftantinopoli per presiedere al Concilio Univerfale, [e] Tanquam verus prmus Sacerdos-, qui in ^aVf.fJS'rfti
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iocoy
ella,

& Sede

fatteli,

& fuperlaudabilis lApofloli Vetri fedet:

aggiungendo

<-*n*ft.

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che f fua Santit non potette portarvi!!, fi degnaffe almeno di man- ^.t^'"" 1" dar Legati dottifllmi,e di grande fpirito , per tenere il Ilio luogo in quei Generale Congreftb.

Pontificale di Roma Papa Hadriano , [ d ] Vir d ^ aafi- f^t. , paldc praclarus, ex nobilitimi generis profxpia ortus , expotentiffimisV\oma- ^ nisparentibuseditus , elegans nimisfutt perfona decorabilt conjlansetiam atquefortiffimusOrthodoxa Eidei, ac patria fua , &plebisfibi commifia de- Qualit, virt, e fenfor, viriliter fuavirtute immicis S ancia Dei Ecclefia, ac I\eipublica im- ^ rin d Pj P a a un ' pugnatoribusrefiflens , pauperum, ac indigentiummifertcordifjmus , ac copiofus confolator: Ecclefafica namque traditionis, San&orum Tatrum conjhtutionum obfervator . A lui dunque pervennero le lettere eli Tarafio, e

Regnava

nel

Trono

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degli Augniti, e nninenfa fu la confolazione, che riemp l'animo di lui in udire le favorevoli difpoiizioni tanto di Patriarca quanto dell' Impera- Condizione, con , orice per il riftabilimento delle Imaginiin quell'Imperio. te bene parve, P 'Vi.>d ch'egli fi dimoftraflc paco fodisfatco della eiezione di Taiaopiwirvf b rarfio

-T

Tomo IL

dailo

Hadria-

4ii
&

Secolo

Vili.

dallo ftato Laicale all' Episcopale contro l'ordinazione antica de' Sacri Canoni, tuttavia la fperanza di maggior bene fupprefle allora ogni altra confide razione , e contentofl Hadriano di approvarne l' affunzione conquefta a Eiu. apH condizione , eh' egli efprefle nella lettera refponfiv*, che lui direffe, a si [ ] Br.mn.tts.n>i*venerabiles Imagines illis in partibus non reftitueris, confecratiofacras, nem veftram modis omnibus recipere non audemus , maxime fi feftatus fueris cos , qui non credunt -peritati Quapropter cum fummo labore , amore fidei , atque agone in bis omnibus mdubitanter veftram venerabiliflmam fantlitatem convenit , Sacrofanblas Imagines Domini Salvator is noflrijefu Chrifti, fanti* ipfius Genitricis , femperque virginis Maria , feu fanclorum Apoftolorum , omnium fanclorum Trophetarum , atque Martyrum jmul, Confefjorum illis in partibusin antiquo erigere ftatu: quatenus uno confenfu digne prophetcum canamus canticum dicentes [ b ] Domine falvos e fi IV fac piijjimos Heges , exaudi nosm die, quainvocaverimus te: [e] quia dilexerunt decorem domus tua , locumtabernacult gloria tua . Della qual'efprefla condizione refe eziandio teftimonianza nel futuro Secolo Papa Niccol Icrivendo a Foziointrufo Patriarca di Coftantinopoli, che da Laico eflendo ftato inalzato al Trono, e pretendendo i convalidar la fua ElezioNaijftpift. ne con l'efempio di Tarafio, cos a lui rifpofe il Pontefice, [d]DeTharafti fiquidem promotione , qui fimiliter ex Laicali ccetu ad Tatriarchatus extempl culmen promotus eft quam vos quafi in auUoritattm veftra defenfio nis afiumere vultis fantlam , qua apud vos tempore fancliffimi viri Hafi driant Tap a celebrata eft , Synodum diligentis fermati fuer itis , atque attentis intender itis, invemetis , quid in ea idem fanti iffimrn Vir confultus decreverit ; qud dum ejus confecrationis penderet atlus , motrorem f pr tam prafumpta acTione nimium fuftinere profiteretur : dicit enim: Qud atque ilnifi in erigendis imaginibus ferventis contra Ularum depofitores , larum conculcatores , ut verus miles Chrifti refifteres , nequaquam veftra Dottiffirm lettera confecration ajjenfum praberemus , aut in ordine Tatriarchatus veftram 81 A "' iletlionem fufeiperemus . Ma zelantiflma egualmente , e premurofa , e gufu?" dotta fu 1' altra lettera , che in rifpofta mand Hadriano agli Augufti conciofiacofache doppo riaver' egli rionorato l'Imperadore, eia Impera drice col nome di nuovo Coftantino , enuovaHelena, e fondamente provato il Primato della Chiefa Romana fopra tutte le Chiefe del Chriftianefr mo, eforta vigorofamente que' Principi riftabilire il culto delle Imagitr fecondo la dottrina ricevuta da' loro Maggiori , e in conformit delle teftii monianze di moltiflmi Santi Padri , i cui detti egli alleg , e noi riferiremo, per loro, e noftro ammaeftramento nel tenore, e forma, che fiegue d e &pul, ,/pJ%ud c [ e ] Sicuteximius Trophetarum David cecinit dicens, [/] ConfeJJo, eii.Nicz.aS.z. chritudo in confpetlu ejus idem ipfe: Domine dilex decorem domus tua , iterum adventum redemptionis no/tra , locum tabernaculi gloria tua atque incarnationem ipfius Filii Dei annuntians , magnoper vultum ejus fecundum humanitatis ipfius difpenfationem adorari pramonuit inquiens [g] gpyw.ij. Vultum tuum Domine re quiram . Etpft: Vultum tuum deprecabuntur omnes divitesplebis. Etrurfum: [h] Signatumeft fuper nos lumen vultus tui, Doh P/V.4. optimus Door in fuis mine . Hinc& Beatus ^ugufttnuspracipuusTater , admonhionum fermonibus ait Quid eft imago Dei , nifi vultus Dei, in quo fi-

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gnatus eft populus Dei ? Traterea Beatus Gregorius T^yJJems Epifcopus inter plura , qua infermoncha-

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Capitolo
ne babety quem de

IX.

4x3

Hadri.v

ita dixt: Vidi multoties confcriptionon fine lacrymis vifonem preterii > opere art'ts nem imagini* "Paffioni* , ad faciem aderenti* bifloriam. Deinterpretattoneeju* in Cantica Canticorum: Sicut [cripta dottrina dtcit , materia quidam ejl omnin diverf* tincluris , qua complet anima imitationem: ita qui ad tmagtnes confpict , exeadem arte per colore* completam tahulam y nontintturi* prafert contemplationem , fed

Abraham inflituit y

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ad vifonem depittam confpicit tantummod , quam per colore* Magifler demonftravit . Et in Epiflola Bafilii ad Julianum tranfgreflorem miffa refertur : Secundum id quod Beo bar editate poffidemu* , noflram tmmaculatam' Fidem credo inunum Deum Tatrem omnipoCbriflianorum confiteor, &fequor, tentem , Deum Filtum , Deum Spiritum Santtum , unum Deum , bac trta F Hit ine arnatam difpenfationem adoro, glorifico . Confiteor autem Dei Genitricem , qua fecundm carnem eumgenuit , Santtam Mariani . Sufcipio vera fanelo* Apofiolos , Trophetas , Martyre* , qui ad Deum deprecationemfaciunt , quia per eorum interventionem propitiator mbi efficitur miferemijjionemmibt facinorum donati pr quo ricordtjjmus Dominu* , fiadoro, veneror fpecialiter : hoc enm gurai Imaginum eorum lyonoro , 'traditumefl Sancii* *Apoftolis\ nc eflprobibendum: ac ide in omnibus Ecclefiis noflris eorum defignamus bifloriam belItem ejufdem de fermone in fanttos quadraginta Martyres : Klam fermonum confcriptores multoties pilorum triumpho* , ac vittoria* , quidam quidem verbts adornantes , quidam vero tabulis ttore* figntficant ; multos utrique ad virlitatem excitarunt . Qita enim fermo prafignantes btfloria per auditum depinxtt , bac confcripta filens admonitioper imitationem demonftrat. Item Beati Joannis archiepiscopi Cenflantinopoltani , qui Chryfoflom de parabola fementis: Indumcntum Imperiale fi contumelia affeceris , nonne ei, quimduitur, contumelia* irrogasi T^efcis, quia fi quis imagini Imperatori* injuriam infcrt, in ipfum Imperatorem , idefl m ipfum principalem , ad ejus dignitatem refert mjuriam ? T^efcis , qud fi qui* imagini , qua ex lignoy coloribu* efl, maledicit, nonpidrcetur, velutt fi contra inanima tum

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quiddam prafumptuos gefierit, fedtanquam is y qui\contra Imperatorem egerit , ( dupliciter enm in Imperatorem contumcliam infert ) Et iterum de fermone e jujdem parti* b abito in quinta feria Tafcha: Omnia nofha fatta funt propter gloriam Dei , ttfum noflrum ; nube* ad imbrtum minijlerinm , terra adfruttuum abundantiam ; mare navigantibu* abfque invidia efl ; omnia famulantur homini, magi* autem imagini Dei: neque enim quando Imperiale* vultu* , <& Imagmes in Civitate* introducuntur , obviant judice* , plebe* cum laudibusy tabulam honorant , vel fuperfufam cera fcripturam \ fed figu-

&

&

&

fiera

Sic creatura non terrenam fpeciem bonorat , fed caleipfamfiguram reveretur Stmilittr& Beati Cy filli ex interpretatione Sancii Evangelii fecundm Mattbaum fermonem profertmns Dcpinxit enim fides, qud in forma Dei extttit Vevbum, (kut& noflra vita redemptio oblata efl Deus fecundm nos carne indutu*, &fattu*bomo. Idem tpfepoflpauca: Imaginum nobi* e xplent opu* parabola jgwfcantes virtutem, ac fi oculorum adbitione, palpati* marni* figger ant etiamca y qua in exilibus cogitationibu* invifibiliter babejit contemplationem .
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rane Imperatori*

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Item

Hadria-

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:

Secolo

Vili.

Item Sancii Athanafii Epifcopi jllexandrini de humanatone Domni, cujus Sufficienter quidem de multis paucafumentes intimavimus . Etpoft'-, eft Etipfa, qua Jcrtbuntur in Ugnis abolita forma per exteriores fordes, iterum unire ei, cujus ej forma, ut r evonecefieeft, dipfum in omnibus fumer e, elemento: per eandcm enim formam, tari poffit Imago in eadem materia, atque materiam ubi& confcribtur , &non dejicitur, Jed meaipfa configurainitium

&

&

tur &c.

Item Beati *Ambroftiad Gratanum Imperatorem ex lb.^.cap. 9. 1S{umquid Camem adoramus , dvdimus Chriflum ? aut ne quando Deitatem Dei imaginem , crucem adoramus , dvdimus eurnt quando in ipfo

&

&

&

abfit
:

Item S anelli Epiphanii Conftantia Cypri T^unquid enim Impera tor pr eo quod habet imaginem , duofuntlmperatores ? non fan: fedlmperatorunuscft etiam cum imagine. Item Sancii Epifcop Stephani Boftrorum de lmagine Santlorum De Jmaginibus vero Santlorum confitemur, quonam omne opus , quod fit in Dei nomine , bonum eli , fantlum aliud eft enim imago , aliud fimulacrum , ideft , parva ftatua . Quando enim Deus .Adam plafmavit , ideft Faciamus bomiuem ad imaginem , tondidit , dicebat fmilitudinem nohominem ad imaginem Dei . T^unquid enim quia imago Dei fecit ftram , impietas ? nequafft homo , ide fimulacrum , ideft tdolorum cutus , quam fiat . Si enim Adam imago damonum eftet , abjetlus utique , inacceptabilis eft. Omnis enim imago in nomine Domini y aut ^ngehrum, &Trophetarum, aut\Apoflolorum , aut Martyrum , autJuftorumfatla,fanclae( 3 non enim lignum adoratur , fed id, quod in Ugno confpicitur, memoratur , honorificatur . Omnes enim nos adoramus Trincipes, .falutamus , lict peccatores fiat cur ergo non debemus adorare Santlos Deifervos , in meerigere imagines eorum , ne oblivioni tradanmoriam eorum con/lituere , tur? Seddicis, quia pfe Deus iuterdixit adorare manufatta . Die itaque, Judae, quid eft fuper terram, quod non fit manufatlum , cum Deo fit faBum? IXunquidjLrca Dei, qua ex Ugnis Setim fabrcata , atque confimela propitiatormm , urna , in qua erat fuit , manufatta non eft} altare, candelabrum , tabernacttlum interim , manna , extcmenfa , rius, nonfuerunt exhominum operibus manuum , qua Salomon fecit? Et cur fatla Santlorum vocantur manufatta exiftentia TJunquid Cherubim, &fenarum alarum ammalium , qua in circuitu aitar is erant, nonfuerunt imagines tAngehrum opus manuum Domini i Et Quomodo non abjiciuntur? Quia vero hac amper praceptum Dei imagines fatla funt Angelorun, fancia funt , malia erant: etenim Idola Gentium, quia imagines fuerunt Damonum, Deus condemnavit ea Tsljis autem ad memoriam Santlorum Imagines depofiut, reliquorum facimus , jlbraba vdelicet , Moyf , Elia, Ifaia, Zacharia , Martyrum Santlorum , quipropter Deum inTrophetarum 3 Jlpoftdorum , teremotifunt: ut omnes 3 qui vident eos in imagine , memoremur eorum , adorano 3 glorificem Dominum, qui glorificava eos. Dccct enim eos honor , e om mendato fecundm juftitiam eorum , ut omnes , qui vident eos , feftinent &ip( imitatore* effiii atlionis eorum; qualis tram eft adorationis honorato, veneramur nos peccatores adoramus , nifi tantum quemadmodum Imaginem Domini noftn diletlionem Ita alterut um per honorem , contremifeimus , quia imago eft glorificami , non aliter adoramus ,
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Capitolo
fmilhudns cjus , quidem agunt ,

IX
:

bonum Ergo quicunque pii funt , Santlorummemoresfunt, nec probibent benefacientes , nec fervos Dei; quinim potius memofc andai'i^ant eos , qui honorant Sanblos , eorum , mercedem bonam ex bona operattoneperctpient ttjtz vero , ferantur cundmquodcogitaverunt, habebunt confujonem inhonorationis , pr <?o quod Tropter mcmonam itlud , quod erat juftum , neglexerunt , dr Deo recefkrunt honorantur ficutSerenim Santlorum etiam \magmes pmguntur , adorantur , Dignum efl enim commepr nobis divinitatcm deprecantium vorum Dei,
in

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4^5
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H ADRIA^
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ea ipfe depitlus

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:

morar! prdpofitorum noflrorum , cjrgratias re/erre Deo nojro. De Sermone B. Hieronymipresbyteri Hierofolymitani Etenim ficutpcrmfit Deus adorare omnem gentem manufatta , Jud&os autem tabulas, quas dolavi? fic nobis Chriflianis donavit Crucer Moyfes, &duosCbembtmaureos: demonvenerar 1, bonarum operationum imagmes pingere, Cjr adorare, (rare opus nojirum. Cos il Papa agli Augufti. E quefta lettera fu loro portata da'due Legati, ch'egli fped al Concilio, acci infuonome vipreiedefiero, cio da Pietro Arciprete della Chiefa Romana, e da Pietro Pre-

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,&

Legj, t j p olui ficti


si

Conclio,,

te

& Abate del Monallerio di S. Saba


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Intanto l'Imperadrice Irene, e'1 Patriarca Tarafto inviarono alcuni Legatiallitr Patriarchi di Alexandria, Antiochia, e Gierufalemme , inviCoftantandoli al Concilio, che havevanodigi gli Augufti intimato Ma gl'Inviati truovarono quella Chriftianitd in una lacrimevole tinopoli . fchiavitii lotto il famoioCahfo Aaron, che bench [a] belhffimo diafpetto, avvenevole di genio, riverente di animo verfo Dio, inginocchiatidoli cento volte il giorno per adorarlo,e mifericordiofiffimo verfo i Poveri, di quali egli divideva conie proprie mani cento monete di argento il giorno ; tuttavia privo della vera virt, perche privo della vera Fede, opprimeva ifeguacidiChriftoconuna fpietata perfecuzione onde i Chriftiani, i Religiofi timorofi di peggio perfuaderono i Legati di non paflar pi oltre, affiti che Aaron gelofo di quello loro pafiaggio non li faceiTe morire con il rimanente de'fedeli , che quivi fi trovavano . [b] Eglino per li affiatarono nel medeimo tempo, chedarebbono loro teftimonianze autentiche della credenza orthodolfa de 'tr Patriarchi , in virt delle quali potrebbe il Santo Concilio rimaner pienamente informato . In efecuzione della qual cofa deputarono al medeimo (poncilio due Monaci Giovanni , e Tommalo, l'uno domeftico del Patriarca di Antiochia, l'altro di Alexandria , e per maggior ficurezzaconfegnaronp i due meffi la lettera Sinodica, che Theodoro di Gierufalemme defunto poc'anzi in efilio haveva mandata alli Patriarchi di Antiochia , e di Aleifandria , continente la di lui protezione di Fede , e la reciproca nfpofta di quefti lui , perfettamente conforme al fentimento Cattolico Con quefti ricapiti dunque, e con la compagnia dei Legati accennati ritornarono a Coftantinopoli gl'Inviati di Tarafio, e d'Irene. Ma come che tal deputazione pareva in un certo modo non canonica , n perfetta , indi pochi meli con ifpecial chirografo furono eglino dichiarati validamente per loro deputati, cio Tommafo da Poliziano Patriarca di Alexandria, e Giovanni da Theodoro di Antiochia, e da Elia di Gierufalemme, attentandone la verit un' [e] Autor contemporaneo quefti fucceffi, il quale fi merita maggior fede di coloro, che aderirono li tr Patriarchi non haver effettivamente havuta alcuna parte nel Concilio f-

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Hadria-

Apriffi dunque doppo gli accennati preparamenti il Concilio nel Mefe a ] <& Agofto <j e ntro la Chiefa de'Santi Apoftoli , dalle cui Gallerie volfero gli Augufti veder la ceremOnia dell'apertura: [ b ] E quella fi fece, ^"cfn'c.Nilfec. " fecondo il coftume con alcune Orazioni, doppo le quali fi prepararono gli Apertura del efami per la difcuilione delle materie ; quando un'inopinato, e fpaventofo concilio in co rumore , che udiffi fuori della Chiefa, turb gli animi, interruppe li di*

NO

Secolo

VII I.

a ^tnno 7 86.

&

cTgnatMmJ.c. fegni de'Padri . Vi [e] erano nell'Affemblea alcuni vecchi Vefcovi IconoTumuito degli claiti , li quali trentafei anni avanti havevano affittito al conciliabolo di

Copronimo, allora havevano fatto ogni poffibile sforzo per impedir , e fraftomare il nuovo Sinodo, ch'efl prevedevano non folamente contrario al loro nelle maffime , ma eziandio alle perfone , in cui eglino farebbono fiati obligatifottofcrivere a\la loro propria condanna; onde maciullarono fecretamente con gli ufficiali delle guardie , amatori della memoria , e della Herefia del Copronimo, acci aperto il Concilio, tumultuaffero e terribilmente minacciando alla Porta della Chiefa intimaffero a'Padri , che non giammai foftrirebbono , che fi dishonoraffe la memoria , e fi aboliffero i decreti, e la fede di Leone, e di Coftantino Qual cofa fu efeguita da' partitanti con tanta furi a, e baldanza, che giunfero minacciar di morte il Patriarca, e tutti li Vefcovi, f alcuna cofa immutaffero dalla inabilita abolizione delle Imagini. Irene forprefa da un accidente, ch'ella nonhavea preveduto , invi incontanente alcuni fuoi pi rifpettofi Miniftri fupprimere il tumulto. Ma il tumulto refo fequietare le Soldatefche, efeguito della prima dichiarazione, li Soldati difpregroce dal tentativo
.

&

&

e la Maeit degli ordini Imperiali , coftrinfero nella Chiefa , moftrandofi eglino pronti eziandio di entrari mell falvarfi vi con le armi alla mano, felalmperadrice, che ben conobbe la neceffit di cedere, non haveffe licenziato il Concilio, perprofeguirlo poipificu-

giando l'autorit de'miniftri ,

la vendetta, che prenderebbe de' contumaci . In tanta animi, e di armi , intrepido il Patriarca Tarafio [d] adSadi cram Aram accedens , timor is nullum fgnum prxferens , incruentum incipit Piuur'ti'xrrailo! myjlica commvniom peratla domum revertitur . Termini, Sacrificium , parole proprie dell'allegato Hiftohco nell'Ottavo Secolo, nel quale i e moderni Protefianti non vogliono ammattere, che i Greci haveffero havuto, come Noi, il Sacrificio della Melfa. Li Vefcovi Iconoclafti, e li Soldati , riufeito cos felicemente il loro difegno , infunarono infolenmente il Patriarca, & i Cattolici, celebrando ad alta voce la vittoria, & illorofalfo conciliabolo , del qual'effi inaiarono haver fedamente fiabiMala prudente Irene trov ben torto lita l'autorit con quefta violenza le vie per tirar vantaggio di tale affronto , e di rendere per l'avvenire al Pnttaf&avl' Concilio ogni piena libert Impercioche [V}fubito, ch'ella fi viddeficura ve-dtment d'ire- delie Legioni di Oriente , ch'erano allora acquartierate nella Thracia, e "c delle quali Stauracio le Iiaveva guadagnati tutti gli ufficiali , accortamente fece fpargere la voce, cheiSaracini, rottala pace, marchiavano prontamente contro di loro. Il cheoblig le Soldatefche ammutinate di Coftantinopoli panare anch'effe lo Stretto per condurli nella Bithmia, ad unirli con le Legioni Orientali ; ma quefte accortamente avvifate, per altra brada entrarono in Coltantinopoli , occupando il poftq , e la guardia del Palazzo, avanti che Soldati Iconoclafti n pur haveffero indizio, tempo di avvederti dell'inganno. Allora l'Imperadrice mand comandar loro 4a

ramente doppo
confufione

d idtmUdem,

'

&

Captolo

IX.

4x7

Hadkia-

da parte fua , e dell'Imperadore , che deponeffero le armi, e ciafcun Ci ritirafie dalla Citt: qual improvifo comando talmente forprefe li Soldati ribelli, che vedendoli foli, fenza viveri, fenza denaro, fenza Citt di ritiro , temendo che tutta l'armata di Oriente non li tagliafle in quel punto pezzi , loro mal grado foreofamente ubidirono , & in un tratto fi dileguaro- Tras at one dei no. Quindi conofeendo Irene , che il Popolo di Coftantinopoli prepotente concilio dco. in n " opoU di numero, e ripieno di Heretici non haverebbe tollerata in faccia propria fc c a la condannazione ftrepitofa di que'Decreti, che credeva venerabili, deliber di trasferire il Concilio nella Citt di Nicea di Bithinia, celebre gi per radunamento del primo Concilio Ecumenico contro gli ArrianifottoCoi
i

NO

ftantino

il

Grande
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condufTe dunque Tarafio nel mefe di Settembre con i Le- a ^^ feGii Augngati del Papa , i tre deputati de* Patriarchi d' Oriente iti vi mandarono i loro principali ufficiali per avviare , e foftenere 1' ordine, e tra gli altri [b] il celebre Niceforo , ch'era fucceduto Ta- big.Mon.Ucy,t. rafio nella carica di primo Secretano , e che pofeia eziandio gli fuc- Je'vefc^vi^che cefTe nella dignit di Patriarca . L' Affemblea fu numerofifima di tre- vmtervennero. cento [e] feifantafette Vefcovi , molti de' quali portavano ancora li lu.^iil'.^mt glonof contrafegni del loro invincibil coraggio in difefa della Fede Memi. BapiuimP r nella perfecuzione del Copronimo . Riluceva fopra tutti S. Euthymio l ln Me oLGrtc [d] Vefcovo Sardicenfe, il partito del auale hebbe nel Concilio quella *- M* rtn. venerazione, che era dovuta alla fua Chriftiana virt, e fortezza. Vi comparirono ancora , come rifufeitati dalle loro caverne , dove li haveva quafi feppelliti la perfecuzione di Leone, e di Coftantino, que' fanti Monaci, per foftenere ancora con la voce il culto delle fante Imagini, per la cui difefa rapprefentavano tutti con nobile fpettacolo la moftra delle loro piaghe . Fu veduto fra quefti quel maravigliofo Abate del Monte Olimpo S. Platone, che ricus il Vescovado di Nicomedia [e] offertogli dall'Im- e Vedi in a fJu Pont '^cat0 peradore Leone Quarto, e che rifervava Dio molti gloriofi combatti-

Vi

fi [

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menti contro

altri

Imperadori Iconoclaftij

l'illuftre S.

Theofane, [/]

il

quale effendo giovane, e il pi nobile, e ricco di Coftantinopoli, vifTein virginit con la fua Spofa, come in un Monafterio, diftribuendo le fue facolt i poveri, bench alla follecitazione del fuo Suocero , che non potea foffrire cotanta aufterit nel Genero, l'Imperadore Leone Ifaurico l'havefie minacciato di fargli cavare gli occhi, e relegarlo, e chetrovandofi poi fcioJto dal legame del Matrimonio doppo la morte di quel Principe , prefe l'habito di Monaco , e pervenne ad un'altiifimo grado di Santit, che Dio haveva gi fatto rifplendere per fegni mqlto ftraordinarii di miracoli, ed al quale li Padri del Concilio vollero rendere in quefta occafionehonori incomparabilmente maggiori di quelli, chela fua nafeita, le fue dignit , & impieghi gli haverebbono potuto meritare nel Mondo , s per la fama della fua divulgata virt, come per l'humilt pratticata nel convenire co'Padri nel Concilio, deformaci dall'Autore allegato della di lui vita con quefti termini: [g] Cum enim Isljcaa Synodus fccunda coatta efet, 8 iM*m. ad eam ipfc quoque Santini Theopbanes cum aliis Tatribus vocatus efl . Cumque omnes equis prtllant bus , fplendtdis veflimentis ornati venirent, tpfe vcfte /olita indutus lacera, aftrue injidens Uto animo iter fufeepit: fed cum omntsviurenteum, qui prius omnium divitiarum copiis ahuniiaverat, fcindatum, majorem ex ilio qum ex reliquis militate m accepe-.

(ie' utv;ta apud f Sar An * s 7- n ''


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runt,

Hadria-

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Secolo

VI IL
:

runt , ingenti tranqullitate animi repleti funt ipfe vero veritatem ampleerrores afpernatm , maximavirtutum opinione infigns rcdiit . E quexus, lli quegli mcdcfmo, che vediamo s fpeifo nel margine di quella nofra aiAbavnozZiMf. Hifloria, e che compofe gii Annali di cinquecentovent'otto anni , cioM zu,*dwum%ii dal primo anno di Diocleziano fn'all'ultimo dell'Imperio dell' Imperador
7

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rranslat.2. Coiteli.

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Michele Curopolata. Fu desinato dunque [ b ][il giorno vigefimoquarto di Settembre al folenneaprimento del Concilio Niceno Secondo, in ordine degli Ecumenici il Settimo, nella gran Chiefa confecrata alla Sapienza increata fotto il titolo di S. Sofia. Surfe il primo il Patriarca Tarafio, il quale ficcome haveva dato eccitamento all'adunanza, cos volle darle ancora il principio, favellando [e] al maeitofo Congreflb con una breve Orazione, per avvalorare tutti alla difefa delle Imagini, e della caufa di Gies Crinito, e de'fuoi Santi Quindi foggiunfe i' Imperadrice in nome fuo , e del fuo Figliuolo Coftantino quelle rimarcabili parole, \d] Quoniam tototerra J ,. ^^ rir n r rum Orbe collegit vos Deus, conjiuum fum jtatuere volens ecce propojitis fanblis Evangeliis , <& inteUigibititer clamantibus fiate Juf indicate fiabiles pietatts propugnatores , omnem novitatem vocum , noviterapparentem fedittonem recidere procurate , quemadmodum .& Tetrus primus Trinceps Coltegli .Apoflolici qui ferrili* deceptionis amentia percuffa , Judaicaauditionis fenfum gladio abflu it: extendne fecurim fpiritus, omnem introducete novitatis , aut cirborem gcrminantem fruclum tontentionis ,
.
, i

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&

&

&

Magiflralibus vocibs tran/piantate , aut Canontas increpationibus concidi?ebenna tranfmittite&c. Lette pofcia le Lettere Imin ivnem futura o y~ a !,.c rr j ir j ^ Prima arnione te , da Concilio, penali, e Pontificie della convocazione del Concilio, per prima temone
,

&
.

s'mtraprefe i'efame delle caule di que'Vefcovi , che nella pallata perfecuzione erano caduti nella empiet i frangere le Sagre Imagini, e nella debolezza di ubidire agli editti Imperiali. Dimoravano quelli, come public! rei , fequeftrati dall'ordine del congreflb in mezzo ai pavimento ili i Padri inclinando ad efauatto d fupplichevoli oratori per il perdono, dirli per demenza, vollero, ch'eil l meritali ero la grazia per giuflizia, imponendogli la defecazione della Herefia. Allora Bafilio Vefcovo di Andra humilmente porfe al Concilio il feguente Libello con nove Anathematifmi, ne'quali i moderni novatori Iconoclafli fi devono riconofeere condannaci da que'medefimi, che furono i pi potenti promotori della loro Herefia . Doppo dunque la confezione della Santifirna Trinit cos intenejfioncm tntemee ofpud a**. efponevaf nel Libello, [e] Ipfe expetens ctiam ^j.n.n.&fnrata Domina nofra Sanila Dei Gemtricis Maria , Santlarumque , c> Caleomnium Sanclorum, atque fanti* , pretiofa Lipfana fium virtutum, honorabiliter adoro, fidem haeorum cum omnibonore fufeipiens, J aiuto, venerabils Imagibens illorum particeps fieri fanbUmonia . Similiter nes tum dijpenfationis Domininoflri Jefu Cbriji fecundum quod bomo fatlus intemerata Domina nofra Sanila Dei Geniefl propter falutemnofram,

&

&

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&

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&

trias, atque Sanclorum ^ipoflolorum fimul SanSlorum , falutans par iter,

atque admonitionem, qua anathemati^ans patina ad honorem, impcndens: proiiciens nibilomiuus , dementia ex tota anima , 3' ex tota mente Synodum , qua ex jloliditate , cowjtzata, &feptimaSynodus nominata efl; ab bis -per, qui reel fapiunt,

& ampletlens,

Trophetarum

Mar tyrum,

& omnium

&

&

Tfeudofyllogus Ugaliter

&

regulariter appdlatur

tanquam qua

Potati

piet-

Capitolo
ptetatis ftt alienai

IX.

contra divinit* traditam Eccleftaflicam legis litiofanttas , ac temere , quinpotius abfque Deo latraverit, nem audatter ha* practperit auferri appetiertt , fed venerabile* Imagines convieni Sancii* Dei Ecclefiis . Cujus dux fut Theodofius faifi nominis Epbcfius , Si-

,&

&

429
&

Hadria-

NO

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,

(nnius

Verga cognominata , Taflillas, Bafilius, Tafidius improbus ille coqui fuerat onominatus Tricabus, quosevomuit fettator mifer Conflantinus
Vatriarcha.

cordi* y

& retta mente

Hac

ita confiteor,
,

ideino in fimplicitate Deo mihi tefimonium perhibente , fubjettos anatbeajjentior


,

& bis

&

matifmos facio.
Cbriftianorum calumniatoribus
id ejl
,

imaginum confrattoribus

anaite

thema.
His, qui affumunt eloquia , qua divina Scriptura adverfus idola funi*
venerabile* icona*
,

anatbema

venerabile* imagines, anatbema , His , qui appellant facras icona* ftmulacra, anatbema. His, quidicunt, qud ficut ad Deos , Cbrifiiant ad imagines accedunt , anatbema. exbonorant veHis , qui communicant feienter cum iis , qui convicantur , nerabiles iconas, anatbema His, quidicunt, qudpraterChrifiumDominum nojirum, aliquis ab Idoli* nos liberaverit , anatbema . traditiones Cattolico His, qui fpernunt Magifleria Sanclorum Tatrum, afiumentes voce* Jlrii , J^ejtorii , Euty cheti* , Ecclefa, pretendente* , novo tefiamento fuerimus perbibentes , qud nifi de veteri , &Diofcori, edotti, non f quimur dottrinas Sanclorum Tatrum, ncque Santtarum Synodorum,atque traditionem Catholica Ecclefia , anatbema His, qui dicunt, qud diabolica argumentationis inventofit fattura Imaginum 3 non Sanclorum Tatrum nofirorum traditio , anatbema His, qui prafumunt dicere , Catbolicam Ecctefiam Idola aliquando [ufeepifie^ anatbema anima , hi* ajjentior, ex toto corde, Hoc quidem ita confiteor , mente pronunto Si vero ( quod abfit ) ex diabolica immijfione , aliquo tempore ve luntar t velnon voluntari averfus fucro ab ijis , qua jam proSpiritu Santto, atqueCatbolica fefus fum, anatbet/afim Tatre, E ilio, Cos Bafilio di Ancira nell'atto Ecclefia fen Sacro Ordine penitus alienus publico della fua penitenza La medefima confezione conlimedefimi ientimenti di cuor contrito, e dolente efpofe l'altro penitente VefcovoTheodoro di Mira ; ma con maggior'irnpeto di fingulti fi proftr avanti tutti Theodofiodi Amorio, implorando con quefte parole perdono da Dio, e Deohonorabiles Do- 3 da'Padrl del fuocommelfo delitto, [a] Santtiffimi, u< em d omms Sacra Synodus , bac&egopeccator , &miferabilis, mini, fedu- i^-n^s. ttus , qui multa mala locutus fum adverfus venerabiles iconas, agnitaveri* reprebendi memetipfum, tate, recognovi, anathemati^avi , anatbemati^o qua male docui, locutus fum in hoc mundo. Etobfecro, rogo Santtam Synodum veflram cum omnibus Chriflianis , ut recipiatis *

His, qui non fal-utant fanttas ,

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me indignum fcrvum vefirum. Laudata dal Sinodo la di lui penitenza 3 produiTe egli fuor il fuo Libello, ritrattando in quefti termini la fuaHerefia, [b] Santta, venerabili Synodo Theodofius Chriftanus exiguus . Confiteor, polliceor, &recipio, ampletlor, atque adoro princpaliter inte-

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b VAtm.

rner-

Hadria-

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Secolo Vili.

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meratam iconam Domni noflri Jefu Cbrifli veri Dei noflri, iconam Dei auxilium, Genitricis, qua illum fine [emine peperit viri, protctlionemejus, Cy intere e(Jones illius maquaque die, ac natie invoco ut peccator inadjutorium meum, tanquam eam qua babeat confidentiam apud Chrijum Dominum nojrum , quicxea natus efl. Tari modo Santlorum, laudabiles fantlorum jLpoflolorum Trophetarum, &Martyrum, cjrTatrum, cultoadoro, non tanquam Deos, abft; fed affctlum , rum e jus iconas recipio , amorem anima mea, quem habebam priusineos, etiam nuncoflendens,

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&

rogo cuntlos illos ex toto animo, ut interced-ant pr me adDeum, quatenus dei mibi per intcrceffiones eorum inveirne mifericordiam pencs f in die judicii . Similiter Lipfana Santlorum adoro , bonoro , ampletlor acceperintgratiam ab tpfo ad fantanquam qui decertarint proCbrifto, languores curandos , dxmones eiiciendos , quemadmotates efficicndas,

& &

&

&

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&

Ecclefia Cbriflianorum fufeepit Santis ^Apoflolis , Tatribus , ufque ad nos . Tingi autem confentio in Ecclefs Santlorum principaliter

dum

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vedv,r[fifi,t

wejttPtnttgta-

iconam Domini noflri Jefu Cbrifl, Santla Dei Cenitricis ex varia materia ami, argenti, omni colore , ut carnis difpenfatio ipfis omnibus innotefcat Smiiliter pingi convefatianes fantlorum , &" famofiffimorum *Apofiolorum, Trophetarum, ac Martyrum, quo innotefeant certamina , agones eorum in brevi Jctiptura , ad excitationem , magiflerium populorum , maximbque fmplicium S enim Rggum laureatas , <* iconas miffas ad Civitates , velregwnes obvii adfunt populi cum cereis , &mcen(s, non cera perfufam tabulam, fed Imperatorem bonorantes ; quanto magts oportet in Ecinteclefis Cbrifli Domini noflri iconam depngi Salvator is Dei noflri , BeatorumTatrum, merata Matris e]us, omniumque Santlorum, fluSantlus Baflius alt J^am opera dtoforum vrorum { quemadmodum pitlores defgnant ; UH quidem fermone ormagna bcllorum fcriptores, multos ad fortitudinem erexerunt nantes , ifli vero tabulis exarantes ; utrque Et rurfus idem ipfe Qiiantum laborafli utique bomo ut invenire unum ex Santlis obfccrantem Dominum , qui pr te fcilicet apud ipfum intercederei. EtCbryfoflomus dicit: Santlorum enim gratia non reciditur morte , nec hebes aliamulfitobrtu, fed poflquam defuntlifuermt , vivis potentioresexifluut; coram taimmenfa. Et ideoorovos , Sancii, &clamo: Teccavmcalum , latrovobis. Sufcipiteme, ftcut fufeepit Deus prodigum , c^meretneem , nem. Quariteme , ficutCbriftusquafivit ovem, qua periit, quamque fuper fiat gaudium coram Deo, ^ngelisejus pr faluhumeros fuos fuflulit, te , pcenitentia mea per interceflionem veflram, Santliffmi Domini . His, qui non adorant venerabiles iconas , anatbema His, qui audentdetr abere, blafpbemare venerabiles iconas, velvocare illas Idola, anatbema. His, qui non docent dilgenter cuntlum Cbrifli amato-rem populum adoadorandas omnium Santlorum , qui rare venerabile^ iconas facras , faculo Deo placuerunt , anatbema. Cbriflianorum calumntatoribus, id efl, Quindi feguirono le abimagines confngentibus , anatbema. Cos egli juredi altri Vefcovi, fri le quali fu quella di Coftantino VefcovodiCoftanza in Cipro, che ( fecondo alcuni Scrittori ) fii la Pietra di fcanfa\o del Concilio di Francfort; [a] onde Noi in fuo luogo ne riferireino jj contenuto per convincere l'affunto, e dilucidarne l'errore. Non fu per cos agevole la fpedizione della caufa di fette altri Vefcovi pari-

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&

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&

&

&

&

meli-

Capitolo

IX.

431

Hadria-.

mente rei, prcfentatifi chieditori efl ancora dell' afioluzione; attefo che non effendo appretto de'Padri cos limpida la loro Fede, apparendo eglino fofpetti di frode, troppo invecchiati nel peccato, parve efpediente, edecorofo il procedere con maggior maturit al loro ricevimento; ed efprefiene la cagione il Patriarca Tarafio con quefto aureo detto, [a] Diuturntores pafjionesdifficiliores funt

a 7 Sejr.i. conci,

ad curandum,

ftc

& anima,

[curo eftHarefeos , lumen Ortbodoxm difficile recognofeit . b [b] la rigidezza de'pi zelanti Prelati dalle interceffioni de pi miti , furono anch'elfi riporti nel confetto de'Padri, e [e] quindi unitamente tutti c

Ma

qua in ob- SonVfeconda, ammollita e Terza.


Sejr 1 '
'

s,f'

fifottofcritteroallaletteradelPapaconquefU precifi termini , Sequimur admittimus . Allora li Legati Pontificii pronunziarono l'anafufcipimus, thema in nome dc'trecento dieciotto Vefcovi del Primo Concilio di Nicea que'che haverebbono fentimenti diverfi dagli efpofti nella lettera del Papa: ci che fu immediatamente confermato da tutti li Padri, che fi fottofcniVero parimente a queft'anathema Difpofte come, preambulo le accennate materie, fdeitinatoilprimo giorno di Ottobre per la quarta feflione , affiti di esaminare con la maggiore celebrit potbile i luoghi dellaSacraScrittura, e de'Santi Padri circa la venerazione delle Sacre Imagfni, per coftituire al Decreto , che doveva feguire , un fermiflmo fondamento a confutazione degli Heretici . Furono [d] per tanto recati in mezzo del confetto i volumi , e fu da Tarafio prontamente [e] indicato il capo vigelmo quinto dell'Exodo, il Settimo de' Numeri, il quarantefimo di

&

Se(Iione

uaru

J y$?'f fiut bs u initeatiann

Paolo adUebrxos, alcuni patti di S.Giovanni Chrifoftomo, ch-S.GregorioNitteno, di S.Girillo, di S.Gregorio Nazianztno, di S. Athanafio, di S. Bafilio> & il Canone ottantaduefimo del Concilio Trullano, e l'ufo antico della Chiefa per le maraviglie che fi era compiaciuto Dio di operare in virt delle Sante Imagini , per eccitare la divozione de'Fedeli verfo quegli, ch'elleno rapprefentavano, eper mezzo delle quali eglino fi honoravano: fu prodotto particolarmente da Costantino Vefcovo di Coftanza in Cipro il miracolo accaduto due annnnnanzi alla celebrazione del Concilio. [/] .Ante bienntum , diffe, na- NfJ 'j[\ 4 n vi?avcrunt viri Cypru in duabus navibus in digitate Syri<$ , qua vocatur Cabala , fecundm confuetudmem fagittarii^igarenorumdefcenderuntadmavenientes quidam eorum Cabalam, divertunt in quoddam temritima, Civitatis. Torr unus ex ^fgarenis videns maginem in pariete de calplum Quid prode/i imago culis , interrogava qucmdam Chrtflianum , qui aderat bc t lAdquemChrifiianusait: Qutaiisquidem, qui eam bonorant , prodefi :
Ezechielle,
il

Nono della Epiftola

fenT&Jlnli

di S.

Conci! '
'

& &

bisautem, qui eam inbonorant , nocet. Et Saracenus: Ecce ego, tnquit , efextendens fodtam oculum ejus , &videbo, quid mibi noceat. Hac dixit , contum fuum , imagtnis oculum dextrum ejjodit Vrotmus ergo fuusdexter oculus in terram exilnt ; idemque ignea ejl febre detentus . Hi autem, qui fmul cum ilio aderant , acute eum agrotantem vtdentes, tulerunt , ad Civitatem ipfius reduxerunt . Htfc nobis retulerunt viri , qui remearunt ad Cyprum numero trigitita duo. Ma fu pi ftrepitofo il fuccettodel miracolofo avvenimento fucceduto [g] in Berito Citt della Siria fotto l'Imperio degli Augniti Conforti Irene , e Coftantino Copronimo , efpofto da un Vefcovo in publico Concilio con le parole medefime di un Sant'Athanafio, chetramandonne ai Fedeli il racconto nella conformit, che foggiungia.

& &

&

g^in.^s.ut apni
n s nm p*;* * 7'
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oMiraco

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cifnfto in
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[h] Civitas

eft,

Berytusvocata,

in

confimbus Tyri,

& Sidnis

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fita

C itJ,U.

An-

Hadriarum

'^Antiochia fubdita. Inhac Civitate Beryto multitudmes erant copiofa Judao-

^^
&

Secolo

Vili.

Torr juxta Synagogam ipforum , qua vald magna efte videbatur , Chrijtanus quidam cepit ad penfwnem cellulam a quodam , in quababitans, cantra accubitum fuum fixit Jmagmem Domini noftri Jefu Cbrifti honeft deintegra ftatura babentcm Dominum nojirum Jefum Cbriflum piclam , pratere modico tempore , perquiftvit manjionem majorem Me Tranfatto indigebat . Hoc autem Domini noftri Jefu Chriftianus , qucmadmodum gratta difpenfavit ( ut credo ) qui vult omnes falvos fieri, radagniCbrifti tionem -per itatis venire , ofiendensmiracula fua f colentibus, omnibus in credentibus in redargutionem impiorum, ftabilitatem fidelium. Qua. f
. .

&

&

&

fivit ergo Cbrifiianus

( ut dixi

majorem domum ,

& invenit m quodam

lo-

adorno, qua erat juxta Synagogam Judaovum fublatis omnibus fuis , per oblipionem , difpenfatione tamen Dei , Ima' ginem Domini dimiftt, oblivioni ( utprafatusfum ) traditam . Quidam vero Judaus accepit domum illam ad penfwnem , in qua Imago Domini ftabat: intromifjis autem omnibus fuis permanebat in domo, minime contemplatus iconam Domini qubd ftaret ihc neque enim conjderavit locum dlum , fed Tgrefjus manebat Quadam vero die invitavit Judaus unum ex contribulibus fmsadprandum, cum prandertnt , elevatts oculis Judaus , qui iti"pitatus fuerat , vidit iconam Domini noftri Jefu Cbrifti , dicitei, quifein"vitavrat: Tu cum fis Judaus , quomodo Imaginem hujufmodifehabentishabes? convicia plurima quoque, nefanda emittens adverfus Dominum , qua non audeo fcribere, abfit, qua dixit contra Salvatorem, is qui fuerat Abiit nutem adSummos Sacerdotes fuos, nvitatus accufat Judaum , qui domo manebat, in qua Imago erat, dicens, Qida ille Imaginem habet Jiav^arenividelicet in domo fua. Qui audtcntes dixere, Si potes hoc oftendere. Quia oftendam hoc in domo cjus. Illiver repleti furo*At ille affirmavit re , vefpere quidem fduemnt . Mane vero fatto, Stimmi Sacerdotes eorum, atqueTresbytcri, afiumpto eo, qui Judao detraxerat , turba multa gentis jua , pergunt ad domum Judai , in qua Imago Domini ftabat . Terverentes autem ad locum Summi Sacerdotes infiluerunt, feniores cum eo, qui indicaverat , vident Imaginem Domini ftantem . lune vehementer irati ineum, quihabitabat in domoilla, extra Synagogam facientes cxpulerunt , Imaginem vero Domini noftri Jefu Cbrifti dtponentes dixerunt Quia ficut nos illudamus ei . Tunc incepeTatres noftri illuferunt ei aliquando , ita dare alapas coram runt confpuere in faciem jantta Imaginis Domini ,
co Civitatts: &tranftulit fc
:

illuc

&

&

&

&

&

&

& &

&

his

qui convenerant , bine


:

&

&

inde

Imaginem Domini confpuentes, atquedi-

centes

Quacunque feceruntTatres noftri, faciamus&nos Imagini


,

dicunt: jludivmus
Infinitis ergo

quia illuferunt ei ,

& hoc ipfum nosfaciamus, &


& &

ejus

&

vos

demus
pedes
:

Dande
hoc

&

ludibrus illujerunt iconam Domini , qua nos neque dteerc audicunti Jludivmus , quia clavis infixerunt manus ejus, <* nos faciamus ei. Tunc in manus , pedes Imagini Domini
.

Iterum favientes dixerunt : jLudivimus , quia accepto aceto* fecerunt apnos; felle potaverunt eum cum fpongia: faciamus ei ponentes ad os Imaginh Domini fpongiam aceto plenam. Bprfus dicunt : Ddicimus, quia percujjerunt caput ejus arundine Tatres noftri: id ipfum& nos accipwntes calamum percuficrunt caput Domini . Caterw o* faciamus; vijfim dicunt ( ut liquidis edoennur ) qubd lancea latus ejus aperuerunt; vibil pratemhtamus, fed addamus hoc . Et facientes deferii lanceam^
infixerunt clavos

&

&

&

&

Capitelo IX.

percutere contro, latits Imapraceperunt cuidam fuorum tollcre lanceam , aqua ab ea. Cbrifte , ginn Domini. Mox manavit multitudo fanguinis , gloria tibt. Quisficuttu Deus} Quis prater te gloria tibi incomprehenfibilis , flupenda ? O miraculum majefiatis Salvatori? Deus faciens tembilia , veraciter fuper hoc etiam fuperna Virtutes tua . immenfum \ Horruerunt quantus es Domine ad humanitatem , quantus ad longanime atem , quanpropter falutem nojram tus es admifcricordiaml Tius enim propter nos, carne , incamatus es ex Virgine Maria . Crucifixus es in illa cum efies fine carne, cum efies ipfe impajjibilis in Dettate . K(unc vero iterum in Imagine omnium incredulorum, crucifixus es , Domine, inredargutionem impiorum , atque jabilitatem eorum , quiveraciterinte credunt . Sed gloria tibi , DomiTatre, atque cum rie, qui folus omnia potes una cum benedillo Deo noflro,

&

433
&

Hadria^'

&

&

&

&

Jtmen. Vos autem, filli, audite reliqua, qua difpenfata funt ab eodem Domino ; ipfius enim erat permiffio. Denique pofquamperemanavit fanguis', cuffum efi lancea latus ejufdem imaginis Domini , aqua ( ut fuperms diUum efi ) dicunt SummiSacerdotes eorum feniores: Qiioniam fufurrant colentes eum , qud fanitates multa? fecerit ; fumamus deferamus ad Synagogam , colliaquam , ergo fangutnem bunc, ungamus eos ex ilio , videamus, gamus omnes qui male habent inpopulo , Uteri icona Domini vas fecunfi vera fint , qua dicuntur . Tunc afferentes
Spiritu Sanilo,

&

&

&

&

&

&

aqua, dmlocumpercuffionis lancea, unde exivit fanguis , inferentes illudebant , ut ampullam fecundm locum jugulationis lancea , injuriis appeterent ( ficut putabant ) coram omnibus univerforum Dominum. ante omnes paralyticum, quem a Et collctlis omnibus qui male babebant, nativitate noverant, adducentes unxerunt, flatim fubflitit, exiliit faipji vifum recepemnt. nus homo penitus . Deinde cacos adduxerunt, qui Damonium vero patientesmox adunati funt . Turbatio quoque magna , infinita per totam Civitatem effeUa efi , cunllis confluentibus propter infinita miracula. Commota autem funt omnes multitudines Judaorum: plures enim Civitatem babitabant . Currebant ergo ferentes eos , quos in domibus fuis babebant languentes , aut paralyticos , aut debiles , aut aridos , aut leprofos : omnes accurrerunt , ita utneque Synagoga eorum, licei magna fuerit, caperetillos , nequelocus, multitudine infiniti popuii propter miracula concurrenfeniores, &populus Judaorum, te . Omnes autem Trincipes Sacerdotum , mulierum crediderunt in Dominum Jefum Cbrijlum virorum , puerorum , clamantes: Gloria tibi, Cbrife, quem Tatres noflri crucifixerunt , qui a nobis Domine crucifixus es in Imagine tua. Gloria tibi Fili Dei, qui tanta fecifii miracula-. Tibicredimus: propitius efio nobis , fufeipe nos . Hoc da. mabant lugentes omnes, &yocesemittebantur, miracula perficiebantur >

&

&

& & & repleverunt &

&

&

&

&

&

&

&

&

Summis Sacerdotibus ungentibus, cunllis vivificatis . Tofiquam autem omnes fanati funt , confeftim ad Epifcopum fanciijjima conflitutaillic Ecclefia, qui, jam qua fuerant falla, didicerat, multitudine s e oncur* rebant dicentes, clamantes: Unus, unus DcusTater, unus Deus Filius , ipfe unigenitus , unus Chrifius , quem Tatres nofiri crucifixerunt , ipfum

&

& curatis, & &

&

Deum novimus buie nos credimus Multis itaque laudtbus glorificaverunt Deum imaginem Jlrcbicpifcopo demonfirantes , annuntiantes qua fecerant
:

imagini Domini, quali ter acqua exierunt elatere imaginis , fanguis, nec non infinita miracula, qua falla funt . Ita omnes multitudines , ut gancio Baptifmo dgni fierent, fupplicabant . Quos Epifcopus una cum Clero

&

&

&

Tomo

II.

Ee

fino

HadriaNO.

fuoafumptos, omnes bapti^avit per multos dies

434

Secolo

VII I.
&

Synagogam eorum Ec~ , cleftam Salvatori noftro Chrifto dicavit. Illis autem rogamtbus, etiam cteras Synagogas eorum Martyria fecit. Et fc gaudium magnum fa&um eft in Civitate Ma, non folm corporibus fanatis, vivificatisi [ed anime-

&

&

Seflione quinta,

ftfa.

SegliAngelihabbiarto alcun cor-

po.

P/<i/.ioj.

Civ. Dei

e. 14 15d Orig.in l'eriar.

&

tib.i.c. 2. J.
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7>rCar

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ir alti

multi

tjuos reftrt.

Fr.Io. Bapt.Truiltot in fua Tabula


Jiift. Chronol.Contiliorum .

e S.Thom. p, 9,
SO.arr.l.&feq. Seflione /efta.

bus invitarti mortuis redeuntibus aternam . Soggiungono gli atti, che tutti li Padri del Concilio tal racconto copiofe lagrime gittaflero dagli occhi, inteneriti come allarapprefentazone di una nuova Paffione di desi Chrifto. Efaminata dunque fondo la dottrina Cattolica, e con la Scrittura, e coni Santi Padri, ecolteftimoniodellaChiefa, e de'miracoli , dichiarararono tutti liVefcovi la validit dell'ufo delle Sante Imagini, erinovarono gii anathemi pronunziati contro gl'Iconoclafti nella precedente feffione. Siproced [a] pofeia alla quinta, incili Tarafio dimoftr la loro Herefianata da'Saracini, e Samaritani, che pofitivamente aborrivano le Imagini come Idoli, e dalli Manichei, che per un'altra ragione non ammettendo in Gies Chrifto corpo , ne prohibivano ancora la Imagine e fopra quefto foggetto egli fece pubicamente leggere l'Epiftole di Papa Gregorio Secondo, e del Patriarca S. Germano fcritte nel principio diquefta forbente Herefia in tempo di Leone Ifaurico , e fenopr la vergognofa fraude degli Heretici Patriarchi Coftantino , & Anaftafio , i quali per non effere convinti di fallita , havevano falfificati, & eziandio abbrugiati tutti que'Hbri, incuitrovavanfteftimonianze, e prove della virt Cattolica. Stufe infitte, che fi procedette al rico quello dire il Vefcovo diCoftanza, nofeimento di altre dottrine de'Santi Padri , d'onde dedurre fi potette la fallita degli Heretici, che le havevano alterate. Si alleg dunque S.Cirillo nella Aia Catechefi , l' Epiftola quinta di S.Simeone Stilita ad Imperatorem Juflinum, e con pi accurato efame un'opufculo di S.Giovanni Vefcovo di Salonichi , in cui fi defenve una difputa , che quel Prelato fece con un Gentile fopra l'ufo delle Sacre Imagini Fu letto l'argomento del Gentile derifore dei coftume Chriftiano in effigiare gli Angeli con corpo humano , quando eglino fono foftanze meramente fpirituali al che rifpondeva il Santo, Nittuna cofa elfere fenza corpo, fuor che Dio, e bench gli Angeli non l'haveflero materiale , l'havevano tuttavia aereo , igneo , minvifibile, e non comporto i elementi, come il noftro, addicendone per prova quel patto della Scrittura, [b] Qutifacis ^Angclos tuos fpiritus ,& miniflros tuos ignem urentem: Qual propofizione , perche immediatamente non fpettante all'ufo delle Sacre Imagini, ch'era lo feopo unico del Concilio , non fu allora cenfurata da i Padri , tanto pi che dedotta [cjdalla Scuola di Platone, era ftatafeguitata da molti Santi, [d] e Dottori Greci , e Latini , e fol doppo molti Secoli corretta dal Concilio Latcranenfe quarto, ne'cuifentimenti infittendo [VJpruov pofeia lungo S. Tommafo inelfere gli Angeli creature puramente, e femplicemente fpirituali, tellettuali. Con le allegate dottrine termin la quinta feffione, feguendo li foiiti anathemi fulminati nelle antecedenti. Quindi fi die principio alla fefta deputata da'Padri per la confutazione del Conciliabolo i Coftantinopoli tenuto dal Copronimo contro le Imagini . Si ordin dunque
;

&

&

Gregorio Ve/covo di Neocefarea, che leggefle ordinatamente tutta la ferie di quegli atti , ed al Diacono Epifanio, che ne ribattette le decifioni con le dottrine de'Cattolici, gi da prima concertate tal'effetto da i Vescovi dei Concilio, con le quali venivafi intieramente diftruggere quanto ha-

Capitolo

IX.
,

435
a
,

tempo , e quanto preoppongono li moderni Calvinifti contro l'ufo delle Sacre Imafentemente che havevano gini [a] Cominci il Vefcovo di Neocefarea dal titolo magna , unigli Heretici al loro Conciliabolo di Definitio fantine prefiifo Synodi quando fui primo dir di quefte parole alzoifi in piedi Epiverfalis fanio, contradicendo vigorofamente all'allegata efpofizione con fermiffico havevano potuto proporre gl'lconoclafti di quel
.

HadriaN

s *JT-s.

&

me prove, che [b] nullum Eptfcoporumconventum mereri nomen Qecumenic Synodi , cut non interfuert Fgmanus Tontifexprafens , nec per Legatos , nec per Liner as Sy nodale* .

bBar.an.^.n.^.

il zelo , e la dottrina de'Padri, fecero alla recitazione di quel paflfo, in 3 cui gl'lconoclafti ftabilivano, niifuna Imaginc doverli adorare da'Cattoli- no^ 5"j"j? ^ ci, fuor che la Sacra Euchariftia, ch'era, com' eglino dicevano, la vera imagine del cor. Imagine di desi Chrifto. Non pot il Concilio fopportar n pure il mono Hofmvelffor! di tali parole, e furgendo con la voce, e conladeteftazione in nome di poeimedefimo. c **& 6 tutti Epifanio , [e] K(ullus , egli ditte, aliquando turbarum Spiritus, Santlorumviddicet Apoftolorum , aut illufirium Tatrum noflrorum , incruentum omnis Sacrifiaum noflrum , quod in commemorationem cbrifii Dei nojtri , difpcnfationis ejus efjicitur , dixit Imaginem corporis ejus : neque emm acceperunt Domino (te dicere, vel confiteri y (ed audiant Evangeliftam dicenIoan 6 biberitis ejus San- d tem, [d] ^tft manducavertis Cameni Filii homims, tri B^gnum Calorum ; qui rnanducat meam Cargttinem , non intrabitis acapite , manducate, [e] hoc eft e Lm "' bibit meum Sangumem; nem, comedite Imaginem Corporis . E Corpus meum . Et non dixit , Jlctip\te , incontrovertibili dedotte dalia Sacra Scrittura , doppo altre molte pruove ironicamente de^i'iconoclaft cos egli foggiunfe , Ton y ir t forte s volente s vcnerabiltum Imagtnum demolir i vifionem , aliam Imaginem introduxeS angui s . At fi Imago eft , non porunt, qua non eft imago , fed Corpus, tejl efte bue divinum Corpus. Ergo bine inde circumdutlis , invalida omnin manent , qua ab illis fnjurrata [unt . Cos Epifanio . I Calvinifti moderni allegano, come oracolo, la rede degli antichi Iconociafti, che nega-

Ma

in nulla
nella

maggiormente

rifcaldofl

quanto

oppolzione,

ch'etti

'

&

&

&

&

&

"

'

&

&

'

&

reale del Cor^o di Chnfto nel Sacramento della Eucharie Natale Aieflandro per non concedere il pregio dell'antichit all'errore de'Calviniiti lungo [f] prova, che gl'lconoclafti non mai negarono

vano la prefenza

ftia;

Naui. ^tUx,

desi ( 'hrifto nella Euchariftia , ma foiamente l'afferirono Imagine, Habtta ratione Incarnationis , feu modi fmgu lari ter mirabilis , quo format um fuitCbrifti Corpus: quia fteutex puriffimaVirginei
la

prefenza reale del

Corpo

ai

*'$<"'*' s*"* 1 *'

fanguinis portionc

nulla intercedente operatione bominis

Sancii virtute, Corpus Chrifti

tiapams, abfque bumana


fita defcendentis virtute

, fed fola Spmtus fuit: ita in Euchariftia, exjubftanoperatione, fola Sancii Spiritus jkperdona propo-

formatum

, fit Corpus t brilli . Quod tamen fubftantiam , proprietatem Corporis Cbn(ii fpetlat , utrobique eamdem agnofeebant Iconomacbi, in Incarnatane nimirum, in Euchariftia: adeoque Eucbariftiam imaginem fuperfitie tenus , acctdcntariamcfic nolebant Corporis, Sanguinis Cbriftt , fidconfubftantialem , qua tpfitm quidem reprafintat , fpetlata fetundum ex ternani, ac viftbilem fui partem ipfamet autem Corporis Cbnfli fubftantia eft, cum fpecl-itur fecundum partem interuam, inviftbilem, prout non fenfum, fed fidai objetlum eft. Ma bene, male fen-

&

&

&

&

&

tiflcro gl'lconoclafti del

Sacramento Euchariftico,

nulla rileva ai Calvim-

Ee

fti,

H AdriaNOa
fti,

191

l^o.&^t''
b lApudS. Htr*
njm.tpift.6o.quam

ir-

4.

Stffione

fettima

ri

s,/; 7 .

Procfl"o /ie d'Ji G

eglino ben fentirono, e iCalvinifti mentiscono nella loro afferzione , mal fentirono , e i Calvinifti nofi faftofi , ma vergogno!! andar dovrebbono nel rigettare il fentimento commune della Chiefa Cattolica per attenerfi al particolare di pochi Vefcovi Iconoclafti , uniti lotto un Copremmo nel pi facrilego Conciliabolo del Mondo. Si difeefe pofeia a capo per capo alla confutazione degli argomenti degli Heretici, alla diludazione [a] de'libri dei Santi Padri, da loro fuppofti , da loro corrotti , in particolare di quel fatto tanto controverfo , e perci famofo dell'antico S. Epifanio, di cui [b] dicefi, ch'egli vedendo fopra la porta di una Chiefa rurale una lampada accefa , che pendeva avanti un velo dipinto , rappreientante la Imagme quali di un Crinito , o di un Santo , egli Squarciarle impetuofamente quel velo in mille pezzi, infofferente di mirar co* proprii occhi, inEcclefia Chrifii, Hominis pendere Imaginem. Qual fuccefo dedotto dagl'Iconoclafti in queftafeifione, fu rigettato [e] convincentiflm amente da'Cattolici, come apocrifo, inverilmile , attefe le teftimonianze in contrario di moltiiimi Santi Padri contemporanei di S.Epifanio, che non folamente ne pretermettono il racconto, ma col racconto di contrarli fucceffi ne confermano la fallita , ne fpiegano il fenfo con laefpofizionepiverifimile, econveniente, applicando faviamente il zelo di S.Epifanio contro una Imagine profana, che pendeva fopra la porta di quella Chiefa , come s'ella folle quella di Gies Chrifto , di qualche Santo, nella conformit delle allegate parole, che fi adducevano nella rapp^fentazione di quel velo , T incium, atque depitlum , habenslmaginemquafiCbrijii, vel Sancii cujufdam , e poco doppo, In Ecclesia Cbifii , Hominis pendere Imaginem. DifauTe dunque in primo luogo le perfone, poilecofe, e quindi le fallita della parte avverfa; per procedere ordinatamente nella ferie delgiudizio, fiadunarono [d] finalmentei Padri la fetultima volta, e confermati primieramente tutti li decreti de'fei tima, Concilii Generali, e rinovatele condanne, che da que'Padri erano fate contro diverfi Heretici fulminate, efpofero in fecondo luogo una folenne profeffione di Fede ; e perche gllconoclafti [ e] furono li primi, cheprohi-

4 g poich

Secolo

FI IL

&

&

&

&

&

Se

dal Padre unitamente, e dal Figliuolo , perci nell'accennata confeflone chiaramente attendarono la divina procemone dello Spirito Santo con quefte parole, *ATatre f Gtnnad.pnctn- Filioque proceda . Gennadio attefta , [/] che la formola precifa di Tarafio ra quella materia forte concepita nel feguente tenore , Et Spiri'tia'rSiStm fP tum Sanclum , qui ex Tatre per Filium procedit Confeflone foflenuta per
giiuoio.
' :

fi che lo Spirito Santo procedeva e^M r DU ono > che dicefTe,

%iuirAnepift. a d " caroiumc't.


ti

s.Tbm.p.i.qtt.

it.art.}.
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sjpu

Bar. a.

787. .40-

Cattolica da moltiflimi SS. Padri , chea lungo [g] cit Papa Hadriano nellungo eziandio difputata, e dila fua famofa Lettera a Carlo Magno , fenda ne'fuleguenti fcoh dali'Angehco[/>jS.Tommafo.Premdfarapprovazione deprimi fei Concilii, e laprofeflione accennata di fede, formarono i quello fenfo , [;] His ita [e habentibus Padri il loro decreto fopra le Imagini regia quaficuntcs femita, fequentcs divmtts mfpiratum Santorum Tatrum Catbolica traditiohem Ecclefia ( nam Spiritus nojtrorum Magiflerium , Sancii banc efe novimus , quinimirum in ipfahabetur ) definivimus in omni vivifica Crucis , ita diligentia , f.cut figuram pretiofa ccrtitudine , taxillis, venerab:l:s, ac fantlas Imagines proponendas, tamde coloribus facris vafis, qum ex alia materia, cengruenter m fanclis DciEcclefiis , inparretibust acintabuis, dumibus> aeviis, tamvidciket ac vcjibus, ima-

&

&

&

&

&

&

&

Capitolo
Smaginem Domini Dei , Domina noflra Santi a Dei

IX.
.

&

437"
,

Hadhia*

Salvatoris nofln Jcfu Cbrtfi, quarti intemerata


Genitrici* ejus , honrabiliumque Jlngelorum

almorum virorum Quanto emm frequentts omnium SanUomm fimul , imaginalem formaonem videntur , tanto qui has contemplante alaper ai defiderium , cris enguntur ad primitivorum earum memoriam, batic bonorariam bis adorationem tribuendam: non t amen ad veojculum,

&

&

&

&

&

ramlatriam, qua fecundm fidem efl , quaque folm divinarti naturam decet, tmpertiendam Ita ifiis, ficuti figura vivifica Cruciti cjr fantlis Euanluminum oblatioad aerati s monumenti! incenforum, geliis, rliquis f antiquis pia harum honorem efficiendum exhibeatur , quemadmodum qui adoaonfuetudtniserat. Imagtnis enim honor ad primitivum tranft, rat imagnem , adorat in ea depitli fubftflentiam . Sic enim robur obttnet Santorum Tatrum noftrorum dottrina , ti efl , traditio S anela Catholica Ecclefa, qua finibus ufquead fines terra fufeepit Evangclium . Sic Taulum, prijiinam omnem divinum Apoflolicum ccetupt , qui Chrtflo locutus efl , fantlitatem fequimur , tenentes traditiones , quas accepimus . Hinc triumphalisEc e lefia propbetic e animus hymnosx [a] Gaude fatis filia Sion; pradicafi* i&g&fc tatare ex tota corde tuo . jlbflulit Dominus liaHierufalerni jucundare, Doinjuflitias adverfantium tibi : redemit te de manu inimicorum tuorum pax in te in tempus minus Rgx in medio tui: non videbis mala ultra , docer , fecundm [celeflos aternum. Eosergo, qui audentaliter Japere,

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novitate qualibet exeogitare, hareticos Ecclefaflicas traditiones fpernere, pel proiicere alt quid ex bis, qua funt Ecclefa deputata, five Evangelium, imaginalem picluram , ftve fantlas reliquia* ftve figurata Crucis, flve prave , Marty rum , aut exeogtare afiut fubver tendi quarti cunque ex Ecclefa Catholica, vel edam quafi communilegitimis traditionibus , ftve bus uti facrs vafis , aut venerabtlibus minifleriis, fl quidem Epifcopi, rei

& &

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&

&

Laicos commudeponi pracipimus Monacbos autem , Quale anathematifmo fu chiamato dal Dalleo Calvinista anathema dementijfimttm [I0] Cos definirono i Padri del fecondo Concilio
Clerici fuerint nione privar i.
,
; .

&

Niceno

circa l'articolo delle Sacre Imagini

rori eglino condannarono quello degl'Iconoclafti , che onninamente rigettavano il culto delle Ima* gini, come d'Idoli ; contro la quale afferzione dichiara il Sacro Concilio non (blamente elleno poterfi , ma doverli efporre alla publica venerazione, conforme l'ufo antico della Chiefa: il fecondo fu quello di coloro, che confentivano , che fi efponeflero le Imagini, non per rendere loro alcun honore, ma folo per ornamento , e per la memoria di ci, ch'effe rapprefentavano; contro il quale fi vuole, e comanda, che in alcune occafioni con ogni forte di legni efteriori offequiofi fi renda loro l'honore, nonafllutamenteinsftefle, ma unicamente per relazione di loro prototipi, originali: e il terzo di que'tali , che precipitando nella eftremit tutta oppofta al primo errore, attribuivano alle Imagini quel culto di Latria, chefolodovutoDio, onde [e] porgevano occafione a'Saracini di acca- * s.Udn.D*ma<r. ****'*' fare li Chriftiani d'Idolatria; contro la qual maffima ilSanto Concilio '"*! efclude fempre dalle Imagini tali adorazioni di Latria, chiamando l'honore, che loro fi de ve, Adorazione honoraria, e culto religiofo . Nel rima nente, poich quefto Concilio non parla punto delle Imagini rapprefentajitile Perfone Divine , non ci rimane in virt del prefente Concilio obliTorno IL go Ee 3
:

nella qual definizione tre eralla verit Cattolica contrarii il primo fi


:

b ndl *^- &' cap,il '

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Hadria;
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CAninLi ut
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j^/ JZ/ / ^ g^ ^. non effendo quello /. S M P Chiefa introdotta ma una confuetudine


rec
di
ll

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articolo determinato di Fede,


fra fedeli
,

folo

della

come vuole [b]

767 ''"
margin/lTefift.l
*d

^Baronie doppo l'Ottavo Secolo, come [e] altri,

e forf meglio, fino

LniTmirir
e vedi
ii

Pontif.

da'Secoli proffitiii a'Santi Apoftoli ; onde temerariet farebbe il condannare lu ^ dl ra PP re ^entar*l e fa quella figura, e forma, ch'elleno bene fpeflb hanno prefo nelle numerofecomparfe, che hanno fatte nel Mondo , come
il

iijLttiniSZ
'

Divi " Padre di

tom

2."

Santo

iim'x.'
f Matth.
j.

S^ a

di [/] Colomba , di Vento , [g] e di [b] Fuoco ; quando dire non fi voc ^e una confuetudine ab immemorabili in materia di Religione, au-

W Vecchio

il

Divin

[e]

Figliuolo di

Huomo

e lo Spirito

h aid'tm.
Fine dei Conci.
acc
'"

thenticata dal confenfo di tutti li Papi , e di tutte le Chiefe , fufficientemente bafti fondare un dogma di Fede, nel qual cafo non folo farebbe temerariet il contradirla , .naHerefia, almeno fofpezione di Herefia. Stabilito il Decreto , fi eccitarono da'Padri le folite acclamazioni con li

xioin.

feguentima.thema.[mi:SantlaSynodusitaexclamavit: Omnesitacredimus : id ipfum fapimus Omnes confentientes fubfcripfimus Hac ej fides Hac efl JLpofiolorum Hac efl fides Tatrum Hac efl fides Onbodoxoritm

Omncs
,

fides

qua orbem terretrum Jabilivit Credentts in unum Deum in Trinitate laudandum , bonorabiles imagines ofculamur Qiii fic non febabent, anatbema fint Qui fic non fentiunt , procul ab Eccefia peilantur Tslos antiquam legislationem Eccefia Catholic fequimur Is(j3s leges Tatrum cufiodimus
: . . . . . .

Is^os eos, qui addunt , -pel adimi.nt de Ecclefia , anatbemati^ami'.s ^os I^os fubindutlam novitatem Cbrijianos accufantium anatbemati^amus venerandas imagines recipimus. l^os eos, qui fic non f babent , anathematifmis fubmittimus <[o$ iis, qui afiumunt ditta, qua divina Scriptura dicimus anathema centra Idola proferuntur ? in yenerables Imigines , His , qui dicunt , quia His , qui vocant facras Imagines Idola , anatbema ut ad Deos Cbrifliani ad Imagines accejjerunt, anatbema, His , qui comcontumeliam venerabilibus Imagimunicant feienter iis , qui injuriam , nibus inferunt , anatbema . His , qui dicunt , quia prater Cbrifium alius eximit nos ab Idolis, anatbema. His, qui audent dicere Catholicam Ecclefiam aliquando Idola recepirle , anatbema . Multos annos Imperatoribus Irena Matri ejus Multos annos Vittoria Imperatorum . Conflantino , Multos annos novo Conflantino, nova Helena , aterna memoria-. Dominus cujodiat Imperium eorum, Caleftis I{ex terrenos cuflodi. Omnibus haFrementi Concilio contr-a venerabiles Imagines , anatbereticis , anatbema ma. Tbeodofo falf nominis Epifcopo Ephefmo, anatbema. Sifimo Epifcopo cognomento Taflilla , anatbema Bafilio , qui obfcana pronuntiatione Tricabus appellatus efi , anatbema . Trinitas horum trium dogmata depofuit . lAnaftafio, Conflantino, &?^jceta, qui per fuccejJionemTbrono ConflantinopoDiofcoro , anatbema. Sanlitanoprafederunt, ac [movo Jtro , ISleftorio, ila Trinitas horum trium dogmata depofuit Joanni Micomedia , Conflantino Tracolla barefiarebis , anatbema. jLdnibilum deduxeruntimaginem Domini , Santlorum ejus: ad mhilum deduxit eos Dominus Si quis b artfeos Cbrijianos accufat, vel in ea barefivitam fuamtranfigentem defendit, anatbema. Si quis Evangelicas narrationes titulis , pitlurifque fatlas non admitSantit, anatbema. Si quis non ofculatur bas tanquam nomine Domini, tlorum ejus fatlas, anatbema . Si quis omnium traditionem Ecclefiafiicam five fcriptam , fivenonfcriptam , irritamfacit , anatbema. Germani OrtbodoGeorgii atema memoria Tradicatornm verixi aterna memoria Joannis ,
.

&

&

&

&

&

&

&

tatis

Capitolo
tats

IX.

439
&

aterna memoria . Trinit* ho* tre* glorificat : quorum difputationes magni Tontifici* Cbrifli grati a primi , /equi mere amur miferatiombu* , Domina noftra Sanila Dei Genitrice , Dei noftri, intercedente intemerata omnibus Sanili* e ju* Fiat. ^imen. Cos li Padri. Quindi furono fp edite le a tutte le Chiefedel Chriftialettere Sinodoli al Papa, agl'Imperadori , giorno della terminazione di un s grave affare nefimo , inferendoli il faufto nel [a] Menologio con quelle parole, Sanila feptima Synodi trecentorum fexaginta feptem Tatrum commemorano Sanila feptima Generali* Syncdus Irena ipfjus Genitrici*; ImpeIsljcaa fecund conflata fuit fub Conjtantini , ConflantinopoliTatriarcbaTharafius Santliffimu* Detfcr Tater rio , cnm effet nofier. Sanili namque Tatre* numero trecenti fexaginta feptem adverfus in fcriptis omnem Imagmum impugnatore* convenerunt Trincipis jujju omnes Icnomachos, barefeos principe*, exeommunicaverunt barefina, Sautlas non adorans Imagines , efl ab Ortbocuntlis eadem voce dicentibus doxorum alienus fide . Et Imaginis bonor ( ficut Magnus inqmt Bafilius ) veneratur , in ea ad primitivum refertur . Qui namque colit Imaginem , adorat . Et cum ita ftatuifjent , &in fcriptis veneratur picli fubftantiam , Ortbodoxam firmafjent fidem , ab Imperatore bonorati, ad fuum quifque mifus

HadriaNO

&

&
Lettere sinodali,
a

&

inMtnoi.Baft.
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d,t ll - oailr,s

&

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&

& &

&

&

Eptfcopatum Irene in tanto ben paga dell'efito felice del Concilio , e defiderofa di contribuirli maggior fplendore , e forza , volle efTa medefima affiftervi col fuo Figliuolo, per confermarne folennemente con la fuaprefenza le de- b t M cifioni. [b] Diede ella dunque commiflone a Tarafio di condurrei Padri J; f f rw/'v"'"' Coltantinopoli , dove furono ricevuti con dimoftrazione di honore , e magnificenza di tratto Quivi come in una ottava Sefiione eglino fi adunarono sottofenzione al Palazzo in Bla- Auguft! de * U il giorno vigefimo terzo di Ottobre nella gran fala del cherms, in prefenza degli Augufti , che v'intervennero, ad alta voce leffero il decreto Conciliare circa l'articolo delle Imagini. Allora Irene domand , f cotal decreto foffe ftato formato di confenumento commune di tutta l'Aflemblea; alla qual comanda rifpondendo unitamente li Vefcovi , quefta efiere ia vera fentenza Cattolica da loro fegnata, rinovarono medefimamente tutti gli anathemi fulminati contro gl'Iconoclafti, e tutte le acclamazioni ch'e/I havevano fatte in Nicea , e quindi prefentarono Cofiantino, ad Irene il medefimo decreto, fupplicando leloroMaeiH di honorarlo con la Imperiale fottofenzione. Il che fubito da i Religiof Cefari fu efeguito ; e Stauracio havendo rimetto il decreto fegnato nella mani del Patriarca, rimbomb di nuovo tuttala Sala dalle acclamazioni de'Padri, edituttalaCortediCefare, [e] e riftabilironf immediatamente le e idim tidim. Imagini nel Palazzo , nelle Chiefe , nelle ftrade , e fopra le porte della Citta" ; e tutti li Vefcovi rimunerati di ricchi donativi , che i'ecc loro la fempre magnifica Imperadrice , Ci riconduffero alle proprie Chiefe, per rendere agli Altari quegli ornamenti, de'qualirhavevafpogliatil'Herefia, diitruggendo, abolendo le Sacre Imagini Ma quello Concilio cosi felicemente terminato in Oriente hebbe impenfatamente una feofla nell'altro , che fi tenne alcuni [d] annidoppo J ^*o.7P4nella Citta di Francfort in Occidente, per la cui intelligenza conviene vitrairealquanto indietro il nofro racconto. Felice [e] Vefcovo diUrgel in f.^"? 8'ZH' ,. Spagna fu richiefto da Elipando Vefcovo di Toledo Citt di quel medefi- uV&Ut n^&'S! mo Regno, Se Cbrtfio come Huomo dir fi doveffe Figlio di Dio Tropro , pMo Toleuno.
efl
.

&

&

&

^Adotti-

Hadriax^ b!udsLu dunenfainM.Si,'- [a]

SpagnuoliEcclefiaftico di gran fama, come di Leone, ripigliando coloro, qui mtraFdkem Vrgc cmt admirantes vtam pradifti Felicis cuncla , qu* , probanda putabant dixerat: nefeientes, quia non ex vita bomtms mttienda efi fides, fed ex fide probanda efl vita . Quanquam enim multi bene credentes , male vivendo pereant: nullus tamen male credens , bene vivendo jalvatur . Alla richiefta fc^wrf. inan. r jfp fe \\ Vefcovo di Urgel affettivamente , e in prova dell'afferzione [b] egli trafmeffe ad Elipando un libro , in cui molte ragioni agglomerava concludenti tutte , che ben dir fi poteva, Gies Chrifto come Huomo, Figlio adottivo di Dio . il male di quelli due Vefcovi provenendo forf da altra pi ( ecreta infezione , conviene a Noi pi profondamente fcuoprir ne la cancrena, per rendere nel medefimo tempo pai efe la loro empiet, e chiara una controverfia, che fin da longhiflmo tempo agitafi nelle Acca* Cernie de'Dottori. [ e ] S. Tomafo con la fua fcuola apertamente nef'^-'lfV' l'ul'Z'dc^pJc'a. ga, che Gies Chrifto, come Huomo, poffa egli dirli Figlio adottivo di &i> e rapportafi per grande argomento l'ifteffo Concilio di Francfort, &t7S*'ch $% che fu adunato contro Felice, e Elipando, in cui cos diceva la Lettera Mijp.174.il>.!. J me tia tx del Pontefice Hadriano ' \d 'NpmenTaternum tunc manifeflavit hominibus, , L * v. j j tant ini.tom.Ctnj .- _,.. _, tii.p.i. cum feTatris Fdiumverum ,& nonputativum ipropriummnotuit, &nonadoe ibidem fot. 150 ptum &il medefimo Concilio, [e] Ideo pofeimus , ut cognofeatis Deum, Dominum noflrum Jefum Chrijum inutraquc natura effe, unigenitum , f .itm foi.isi. gj. primogenitum , non adoptivum , fed magnum Deum : e ] jLdoptivus [ / ftquidem non habet aliam ftgnificationem , nifi utjefus Cbriflus non fit prprius Filius Dei , necexVirgineei in Filium genitus, fed nefeto ex quo fervo adoptatus in felicitatemi ut vos dicitis: unitas perfonte, qua efl in Dei Filio, FilioVirginiSy adoptionis tollit injuriam ; fi ego Deus verus eft, qui de Virgine natus ejl> quomodo tunc potejl adoptivus ejje, vel fervus ? Deum
'

^d ttlv0

Secolo Vili.
Era Felice preff
li

attefta

Agobaldo Arcivefcovo

Ma

&

&

&

enim nequaquam audetis confiteri fervum , vel adoptivum Quindi rivolgendofi li Padri Francofordienfi al Vefcovo Felice, [g] Ubihocnomen didicifli oflende: Tatriarcba nefeierunt, Vropbeta non dixerunt, Apofloli non prxdicaverunt, fancli traftatores hoc nomen tacuerunt, Doclores fideinojlne non docuerunt, forte in tertium Ccelum raptus fuifli ? Ne' medeimi fentimettti a lungo Ci ftende S.Paolino Vefcovo i Aquileja nel fuo Sacro-Syllabo, i cui molte volte faremo menzione nel progreflb i quello racconto ; l'ifteffo comprova la pi alta confderazione, che queito titolo di adozione non pu giammai cadere, terminare alle Nature, ma alla Perfona di Chrifto, laqual'efendo l'ifteffo Verbo, che Figlio proprio , e naturale i Dio , efclude fuffeguentemente ogni concetto i adozione , come *# cajMo quella che definita viene, [h] Gratuita afiumptio alicujus perfona extrane^adbareditatem. Non per fi nega da'Thomifti, n da alcun Dottore Cattolico, che l'Immanit di Chrifto [i] fiacofa creata, e perci Chrifto i s numi? ? 4t 2^r.^*Yi.' * come Huomo convenga, non l'adorazione di Latria, ma quella folamente h ''" S Hyperdulia, quantunque,come ben nota [ f^] il Gammacheo , non devefi Th?udt? ci infinuare alle perfone idiote , poco capaci di s fatte preciioni , ne forte
.

g ibidtm.

'

&

^bdifdtincAr-

come dice un'altro


.

[/] Autore, occaftovel fcandalt, vel erroris aliquibus

nat.c.i.fes.i.

prabeatur N pu giammai opporfi all'Angelico S.Tommafo, che fi come a Chrifto conviene l'adorazione d'Hyperdulia , cos ad elfo convenga il termine dell'adozione . Effendo cofa che , come poc' anzi fi mfinuato , l'adozione fecondo gl'infegna menti del anto Dottore cotanto pr-

&
Capitolo
.

IX.

441
a

Hadri-

propria della perfona , che per ragione di effe Ci adatta pofcia la denominazione tutto il fuppofto Non cos l'Hy perdulia, che competendo di Tua natura alla Humanit affluita , per ragione di effa Humanit unita hypoftaticamente col Verbo s'applica poi all'intiero fuppofto: [a] Hortor adorationis,dic

N
s.Thm.

he. eit.

amen ratio honoris potefl effe aliquod pnpter quod adoratur Terfona, cui illudinefl Perloche fi adori nonfubfiflens, Chnfto con adorazione di Latria per ragione della Divinit, d'Hyperdulia per l'affunta Humanit, Tempre con una fteffa adorazione fi adora tutto il fuppofto divino,fenza efclufione di alcuna delle partii onde della Latria fcriffe S. AtanafioJM JLdoi aturi non fepommus Ferbum carne; ed il Concilio Ere/* vi n r *f* fino inlegno , doverli Chnfto adorare [e] Una adoratione e come pi chiaramente fpieg S. Cirillo, [ d ] In Cbriflo non efie unam naturavi , qua adoretur,& altera, qua nonadoretur,fed utramque (mul adorari unica adoratione, in confermazione di quanto prima diS* Cirillo, e prima del Concilio Efefinohaveva dichiarato il fecondo General'Ecumenico Concilio,(e ] Si quis duas aorationei introducit , non una adoratione Vcrbum Incamatum cum propria carne
egli ,propri debetur Hypoftaft fubfiftenti
,

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T-'" contrai *siyi anos

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tCencii.Ephtfa.8. i uhb 1 **

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adorat ,Anatbemafit . E della Hyperdulia parimente s avvera, adorarli tutto il fuppofto di Chrifto in vigore della di lui Humanit , [f]ommgratiarum f s. Th,t. un. ldtmit d " munere perfetta . Sicch il fopracitato S.Tommafo conchiude, [g] Q^d & una, eadem TerfonaCbnfti adoratur adoratione Latria propter fuam Divinitatem > adoratione Dulia propter perf clionem humamtatis e pi chiaramente nell'articolo precedente, [h] Cum in Cbriflo ftt alia operano divina , &bu- h i*tM*rta mana rt^atura , videtur, quod alio honore ftt veneranda HumanitasChrifli, alio ejus Divinitas Poich altrimente verrebbefi cadere nell'errore di Por-

&

&

firio,

da noi in altro luogo [/] accennato.


i

WtHiiMjtrotm.

Ma non cos,come Thomiltragiona f\] Durando,& altri molti Dottori, & in qualche fenfo ancora [/} Scoto, quale replicatamente pare che in[
il
,

fcSKSifa M
'4? io- 4/,?*

fentenza, che Giesu Chnfto formalmente come Huomo, ben J&KiJ";^ dir Ci polla Figlio adottivo di Dio; con la ragione [m] che la filiazione 47. -fa. naturale nonfumirurin creatis perfona, [ed natura. Eglino tutti oppon- m!St$^ffn gono in difefa della loro afferzione le ftelfe armi, di cui l vagliono gli l.fy/pondt; . Avverfarii, e foftengono, che Felice, Elipando foffero da-i Concilio m%!icljnh*m condannati precifamence come l^efonani, enon come adottivi. Appor- Ue.ck.n.&. t?.no le parole del Concilio di Francfort, f ] Itaque in Beo , &Hominezc ., l n Cotteti. Francria,.' r j r n r r. min* fnbjtentia , fed non gemma perfona efl , quia perfona perfonarn confi- fin.fit.15t. mere potefl, fubjiantia vero fuiflantiam non potefl , ftquidem perfona res juris eft , fubjiantia res natura . Rifcrifcono il teftimonio di Alcuino Autor conremponneo quefti fucceifi, e Maeftro di Carlo Magno, Ideo[o~\ ^icuhmdtTricur, Taire Spiritu Sanilo unusefl Deus, nonnuncupativus , fed Hifpanica nit l '' c '9' r harc is, cio l'Herefia di Felice, e di Elipando, mpia tementate affermare prafu-vpftt , afierens Dei Filium in Divina J^atura Deum efie -perum , in bumanu nuncupativurn , ftmilter in divina natura proprium Filium Dei , in humana adoptivum dividens unam perfonarn Filii cum T^eflorio in duas perfmas, ideftveri Filii, adoptivt, cum certiffime confletin illam perfonarn , quam babuit atcrnaliter genitus , Dei Filium bumanam afumpfiffe naclini alla

&

,&

'

&

turam ; quam nemo Catholicus fide confirmatus adoptivam efie aufus fu di.'./ cere : Deus DeiFilius bumanam itjurnyjtt naturam, non perfonarn . E finalmente i>m) vnrHtw ijvmiunu.uk afumpftt u. uni um, nuuyiijo/i-im v. nnaimente
1

producono il citato Sacro-Syllabo, [p]^ffermtigttur i cos quivi


Felice
,

? dicefi di p SacrO'SyU.

e i Elipando

fed faljts ajjcniombus irretiti

Dommum

'aulirti

noflrum Jj ol.

fot.

14J.

2,

Jcfum

, ,

Hadria-

*^%
.

Secolo

Vili.

Jefum Cbrifum adoptvnm Dei Filhim de Firgine natum , quod divinis nequeunt approbare documentis Hc igitur dicentes, aut in utero Virgnis eum fufpi-

cantur adoptatum : quod dici nefas e/i: quia de Beata Firgine inenarrabili ter fumpftj non adoptavit Cameni: aut certe purum eum hominem fine Deo naaltrove, [a] Tro^pui eundem tum > quod cogitare impium eft> necfe efl fateantur ; pter quod Deus exaltavit illuni , donavit tlli nomen . Si igitur juxtt b#foiAtf.td.t. reticos adoptivo nomine cenfetur, ut nos puri, ingrati homines: quo ergo patio lApoftolus eum nomenperhibetfuper omne tiomen babere? Jldoptwietenimnomen non ej fuper omne nomen, fedeommune , infra nominum teneturmenfuram. Quidclarius? Quindi eglino l dilungano in altre prove di b c afimut ita. gran valore, qual' il noftro Lettore potr facilmente rinvenire nell'I" b] alt*rt.*.. fx. legato Caftillo. Di dette due opinioni:! noi non appartiene il darne la rifoluzione finale, pretendendoti {blamente da chi fcrive quefte cofe , il riferire l'Herefc., e non il cenfurare i fentimenti probabili de' Dottori Cattolici Tanto pi che la divertita di elle, quando ben Ci confideri, non dogmatica, efoianziale, mi (blamente proviene da i diverti principii, co' quali gli uni, egli altri difeorrono; aderendoti da' primi, che l'adozione non convenendo alla natura , ma alla perfona , non pu Chrifto affermarti Figlio adottivo i Dio, perche in quetiocafo egli verrebbe dirti perfona eiranea; efoftenendoi da' fecondi , convenir l' adozione alla natura , e non alla perfona , da effi ti difeorre dell' adozione quafi nella ftefTa conformit, come dellaHyperdulia riabbiamo di foprainfinuato, e perci ficuramente eglino chiamano Chrifto Figliuolo adottivo intieme , e naturale ; adottivo per l'edere eh' egli ha , di Huomo ; naturale per la Divinit , eh' egli ha dalla Hypo/tati . Quello per che indubitabilmente deve crederti in quetia materia fenza recar pregiudizio alle fentenze permeile dalla Chiefa Cattolica, fi , che Felice, &Elipando veramente, e realmente erraffero nel chiamar Chritio Figliuolo adottivo di Dio , perch' eglino foriero formalmente Neftoriani, con ammettere in eflbdue diftintePerfonalit, (come par che fi deduca, oltre al fin' hora accennato , da quanto fiamo per accennare ) perche con detta denominazione pretendeiTero di efcludere lacommunicazione degl' Idiomi, per laquale la figliolanza naturale di Diofi rende commune alla humana natura, per altro fomigliante motivo alieno da' dogmi infegnati Il fecondo errore foltenuto da i detti Vefcovi Felice dalla Cattolica Fede confeguenza del primo, cio che Gies Chrifto era fer&Elipandof in
ti

&

&

&

&

&

e ca/},iufp,i7.q.

fj.mm.c
.

condannata da Hadriano i medefimi Padri di Pontefice nella fua Lettera a' FrancfortnelfenfointefodaElipando, che come occulto Neftonano pretendeva dividere Chrifto in due Supporti. Poich altrimente fi fana, e Cattolica la propofizione, Chriftus, ut Homo efi fervus Dei , [e] fervidi
hi

vo condizionato

Dio. Qual propofizione

Padri di Francfort, e da

tute oppofitalibcrtati, come fpiega il citato Caftillo, ficut refpecluDci funt fervi esteri homines puri: come deduce dapi alta ragione S.Tommafo,
'
1

*"'

if.Tn?*."'

dicendo [d] Servitus, vel fubjcclio ad Deum non folm refpicit ptrfonam , fed etiamnaturam: onde l'Angelico deduce la disparit, perche Chrifto poffa dirti fervo , e non figlio adottivo di Dio, allegandone per motivo, che fcrvitusad Deum non folm refpicit perfonam , fed etiam naturam quod nonpotefidicidefiltatione, cio dell'adozione, che al fentimentodilui riguarda , e termina folamente nella perfona
:

Que-

Capitolo

IX.

443

Quefti dunque furono gli errori de i due Vefcovi Spagnuoli , per i quali l'Arcivefcovo Agobardo acremente ripigliollr, attendando, haver' eflo nfaputo doppo la morte di Felice, che quello mi f r abile Prelatohavefle <*''*'*. pi voice alTerito, [a] Deum Dei Tatris Filiumnullatenus dici debere paf- *//'" ab eo hominem ajfumptum: confirmare hoc mtens finn, aut critcifixum, fed exempio Ifaac , qui Tatre dutlus ad immolandum, non ipfe, fed ar ics pr in ariete Fieo efiimmolatus, tanquam in Ifaac figuratus fit Filius Dei, autem faciebatfepc ditus Felix , quia nullatenus acquieline hominis Hc fetbat fentire , nec fuadere ftbimet ita valebat , ut crederet in uno Domino noflrojefu Chriflo duaritm naturar um unttionem fubflantialiter fatlam , Deum Verbum (ecundm fubfijientiam carni unitum , ficut liquid in confo- bpUt invitaHa , quentibus ex verbis illus apparebit . Al fopradetto errore [b] aggiunge!! da irim'.i. Lnnemaiciinil'Iconomachia, come f Felice haveife foftenuta l'abolizione delle tY/.cafi'r" fdvltf'. Imagini ; mi forf eglino s* ingannarono , e l' origine del loro inganno in effi h*r.ttt.imagi p ra l "*' provenne , perche nel Sinodo di Francfort , i cui hor' hora parlerai , con- rai!"&lui' vocato contro Felice, fi agit la materia degl'Iconoclafti. Non cos tolto E orocon *""* dunque fi refe celebre l'empiet di Felice, e di Elipando con la promulgazionede'lorofcritti, e con la predicazione della loro Herefia, chefquec ^inn ^ 9U fta da San Paolino Vefcovo di Aquile; a condannata [e] in un Sinodo da lui congregato in quella Citt, nel quale Ci defin, che lo Spirito Santo procedeva dal Padre unitamente , e dal Figliuolo , e che Gies Chrifto era vero , e proprio Figlio di Dio nell' una , e nell' altra Natura , e non altamenalter Dei, dice il Simbolo iLabbin cond. te adottivo, [d] Tslon alter Hominis Filius, tA t Lamt 79 comporto da' Padri di Aquileja, fedunus, idemqueDei, Uominifque Filius, i' humana Deus Homo verus non in utraque natura , divina fcilicet , quia nunputativus Dei Filius , fed verus non adoptivus , fed proprius quxmfuit propter hominem , quem ajjumpft, Tatre alienus . Come nel Sinodo Aquilejenfe , cos in altro [e] Ratisbonenfc furono li due Vefcovi con- e ^tnnt^i. * dannati alla prefenza di Carlo Magno, il quale [e] mand Felice Roma, Jjanuova condan acci abjurafle il fuo errore avanti il Papa, come fuccefle, e dal quale fu egli riftabilitonel fuo Vefcovado, d'onde l'haveva deporto il Sinodo di Ratisbona. Ritornando tuttavia Felice al vomito, &inforgendo Elipando pioftinatamente di prima nella protervia de'fuoi fentimenti, fin con ifcrivernein prova unalunghiffima lettera al R Carlo, &alli Vefcovi di Francia, giudic quefto gran Principe per efterminare affatto tal Peftedi convocare un Concilio Generale in Occidente, che era quafi tutto allora fotto la fua dominazione . Ne fcrilfe perci al Pontefice, inviandogli tal'effetto [/] parecchi mefl, acci egli concorreffe con la fua Apoftolica auto- fmepifl.c*r<>i.Ar. rit alla celebrazione di queir Affemblea, eh' elfo richiedeva, eche digi *dEiipdHm\ haveva dertinata in Francfort Citt della Francia , fopra le rive del MeConcilio <* no, commoda per il trafporto de' viveri, e per la vicinanza delle Naziop randort ni, che portar ivi fi dovevano. Non pot Hadriano ricevere con maggior confolazionequeftairtanza di Carlo, s per il zelo diveder diffamatigli Autori, per meglio dire i rinovatori della Herefia Nertoriana, con una Canonica fentenza di tutti li Padri di Occidente ; come perche parvegli una bella occafione di far comniunemente ricevere dagli Occidentali il fecondo Concilio Niceno, da [g] molti di efi, ingannati dadiverfe maleapprefe %vtB*rn.kna 8 efpofizioni, non ancora riputato Ecumenico. Conciofiacofache bench Ha- " j 9 '^f,'^ drianolo riputafle valido , e col fuo particolar beneplacito l' approvale,

HadriaN

&

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Hadriqutmcitat.Baron.
nno-j94.Ti.41.

b vedi ii Font;/, d, rtg,u ..*. p*s.


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Cwiumug.

u 'pifi.H4dr.ad

haveva edi canonicamente ancora confermato .Tal poich al Re Carlo, non haveva giammai nfpofto alla Lettera degli Augniti di Coftantinopoli fopra quefto punto, perche quefti fi inoltravano reftiid reftituire alla Sede Apostolica quelle rendite, che coiHtuivano parte del Patrimonio de* Papi nel Regno di Sicilia, applicate [ b ] al Fifco Imperiale dagl' Imperadori Iconoclasti Leone Ifaurico , e (joftanrino Copronimo;e differiva con alto configlio il prudentiflmo Pontefice Hadriano di far quefto palfo , e di fcrivere loro fopra quefta materia perch' egli prevedeva in elfi refiftenza nella reftituzione , e in quefto cafo e veniva obligatod fcommunicarli, efacerbazione di animo, e temer potea riftabilimento deel' Iconoclasti in Oriente; quali due cofe erano ugualmente perniciofe al oene publico, & alla Religione: [e] TSlos vero adbuc de eadem Synodo , die' egli neh" accennata Lettera, nullum refponfum hatlenus eidem Imperatorireddidimus, metuentes, nttdecrum reverterentur errorem. Dudum qutpp, quando eos pr Sacris Imagmibus erigenda abortati fumus , fmili modo de Dicecef tam udrchieptfeoporum , ftim etiam ommonenpifcoporum Sanila Catholtca , 4poflolica Bimana Ecclt/A tes, quafvimusreflitui eidem Sanila Cattolica, 0- jlpoiUiiica {(amanti Ecquando fairas Jmagines clefa, qua tunc cum patrimomu noflris abflulerunt nec refponjum quodlibet exinde dederunt depofuerunt Et in hoc vflenditur , quia ex uno CapituLo ab errore rever funt , ex aim duobus in eodem permaSi enim ubique Chriflianorum Ecclefia canonico ntatlas fuas nent errore
l'

^ 44 tuttavia non
egli

Secolo

VI IL

come

medelimo lignifico

&

&

&

>

&

quanto amplis Sanala Catbolica , ^pofiotna Romacaput omnium Ecclefiarum , fua Dicecef, videlicet >Arpatrimona pr luminarium conpifcoporum , imo cinnatione, atque almomis pauperum , irrefragabili jure tenere, poffidere omnibus modi s deb et linde fveflra annuerit Deo protecla regalis exin prijicelUntia , eundem adhortamur , meepta pr facris Imaginibus , iumflatum eretlione gratiam agente $ . Sed de Dicecef Sanila noflra Bimana Ecclefia tam.Arcbiepfcoporum, qum pifcoporum, feu de patrmoniis iterum mcrepantes commonemus . Et fi noluerit ea Santi a nofira Promana Ecclefiarejiituere, baretcum eum pr bujufmodi erroris perfeverantia effe de.cupimus falutem animarum, recla Eidei jabitimeneMqjfcro'de'v- cernemus; plus enim feovi nel conci- tumeonfervare , qum bujufmodi habitum mundi poffidere . Cos Hadriano; io ai Fraiuforr. j Q c j 1 gjj defiderofiilmo per doppio capo della convocazione i quefto nuovo richiefto Concilio, non folamente vi acconfent, mi per renautorevole v'invi Legati liVefcoviTheofilato, e derlo pi maefofo, in fuo nome prefiedeffero all' Affemblea numerofa i circa Stefano, acci d Bar.an.w.n.i, [d] trecento Vefcovi , onde meritevolmente fu denominata dagl' HiftoriCi e ] Sinodo Tlcnario . Due principali incumbenze furono dal Papa ap[ dtmibid poggiate ai Legati , l'una la condannazione di Elipando , e di Felice, per al procedo, che ne hala cui esecuzione il Papa fi rimetteva alle prove, formato i Padri i Francfort ; l' altra l' accettazione del Concilio verebbono Niceno fecondo , per il qual' effetto haveva loro confegnata [f] una verf h cm he tit "' fione latina di quegli Atti. E quefti due punti appunto furono lungotratmi circa il fecondo fono ftate alla pofterit PanicoUrhdd tati > e dfcuffiinFrancfort; la lettera di ei- trafmefie molto ofeure le notizie dagli Scrittori , onde rimane d noi , che ne a contVned7pa'- priviamo i fucceffi , obligo pi precifo d diftintamente riferirli dr dei concilio. E primieramente adunatoli [ e ] il Concilio fui principio della Eftate?
pojfidcnt Dcccefes
:

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na Ecclefa, qua cbiepifeoporum ,

&

efl

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..

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Capitolo
il

IX.

445

Hadria-

volle farne l'apertura con unaelegantiffimaorazione, doppo la quale egli ordin, che in publico Congrettb fi leggette la Lettera , che il temerario Elipando haveva lui trafmeifa in comprovazioin confezione della fua Fede, [a] Diceva in efne della fua dottrina,

R Carlo medefimo

NO
a ibidem,

&

Elipando: Confitemur, &credimus, Deum Dei Flium.antc omnia tempoconfubfiantialem , non adoptiora fine imtio ex Tatre genitum , coaternum , creConftemur , genere . Quindi poco doppo foggiungevafi ne, fed dimus eumfaUum ex muliere , falumfub lege , non genere effe Filium Dei, feci adoptione, fedgratia, &c. Quindi pretendendo di autenticare il fuo errore con renderne colpevoli lifuoi Predeceflbri nella Sede Toletana, [b] Trxde- b ibuum. cefior es nojri , egli replicava , Eugenius * Ildefonfus , Julianus Toletana Seda tAnttfiites in fuis dogmatibus ita dixerunt in Mijja de Ccera Domini* Qui per adoptivi homims paflionem , dum fuo non indulfit corpori. Item in Mifa de Jlfcenfione Domini , Hodie Salvator nofter po( adoptionem carnis Sederti rcpetivit Deitatis &c. Della quale indegna calunnia non poterono" allora fchermire i Padri di Francfort , 1 quali troppo dittanti da Toledo non hebbero il commodo di confrontare V efpotta menzogna con i Rituali e Mettali di quella Chiefa, e folamente fi contentarono di rigettare l'Heretta coni loro allerti Autori, referivendo ad Elipando in quetto tenore, [e] c Ep'ni sjmd.Con. Francai eh* Meliuscfly teflimomo DeiTatris credere de fuo Filio, qum Ildefonfi veflri, tm'' qui tales vobis compofutt precesinMiffarum folemniis , quas univerfalis , fan Ha Dei non habet Ecclcfia, net vosintllis exaudiri putamus Etfi Ildefonfus vejier in oranombus fuis Cbriftum adoptivum nominavit , nofier vero
fa
,

&

&

"''

&

Cregorius Tontifex Bimana Sedis clariffimus toto orbe Doclor in fuis oratiomolto meglio nibus femper eum ungenitum nominare non dubitava &c.

Ma

pot Elipando elfere convinto d' impoitura dalle opere medelime di S. lldefonfo , il quale tanto fu lontano dall' aderire ne'luoi fcritti cotal proporzione , anzi che in etti con efpreliilmi termini egli prova, e fottiene il contrario, come f fcrittohavett^apottatamentecontroElipando;[rflCw^//^ ...-, fitDeus,^j auudHomo , cut" egli nel Ino Opiucoloae Virgimtate sanit Ma- a.devirg. alter Homo , fed unus eft Dominus meusjefus ria , non tamen e} i alter Deus Homo; e poco doppo parlando della Santiifima Chriflus, idem Deus, Vergine, [e] Ita, eglifoggiungeindividualttfimameiue,*w/tfr<z^e?Mtar4 e ntm m^, n, unumgenerans Filium , ut idem jit Filius Dei , qui Filius Hommis , nec alter ft Filius Hominis qumjit Filius Dei; replicando il medefmo Santo nel medelmo Opufculo con chiaritimi termini la medefima fentenza con tal'efpreflonc difentiinenti, che fuperflua appare ogni altra efeufazione appretto chi prender diletto , e cura di leggere quel di lui aureo volume Onde con fondamento di maggior verit potea alferir' Elipando , haver' elfo apprefa cotal' Herela da f heodifeo [/] falfo Vefcovodi Siviglia, che fu il f ^^.nitt. de primo Rinovatore del Neftorianifmo[g] nelleSpagne; eche deporto, & r*t>.nifp\u.c.2o. & efiliato dal R Chindafuindo , pafs ne' Paefi , e nella Legge de' Maometta- 5.,$ mMw\ ni, come conforme alla fua all'erta bettemmia. Letta dunque, e ripro- 25. vata da' Padri la peitifera Lettera, fiaccinfero tutti per ordine del R Carlo i confutarla con dottiiimi fcritti, fegnalandofi fopra li Vocali per eminenza di fapere Paolino Vefcovo di Aquileja, che fi prefe l'aflunto di ttenderc una piena confutazione degli errori dei due Herefarchi Elipando, e Felice, come fegu, esibendola al Concilio in nome de' Vefcovi Italiani pcrtrafmctterla ai Popoli, e Chiefe della Spagna. Chiamofli queft'Opu-

&

&

fcolo

Hadria-

un' eccellente raccolta de' luoghi della Sacra Scritfcolo Sacro-Sillabo , Santi Padri fopra la diftinzione delle due Nature di Chrifto tura, e de' Humana, e fopra l'unione in una fola Perfona di veroHuomo, Divina, e vero Dio, non adottivo, itnaginario, ma vero, e reale; nel cui fine infer Paolino la fentenza contro i due Vefcovi Heretici Eliminata dal Sinodo in quefto tenore : Elipandum , atque Felicem novos bofies Ecclefa, Condannazione fed veternos facie perfidia pollutos, nifi ab bac ftultitia refipifcant , per ,edi recl^ Fde fatisfatlionem lamentis [e abluant pcemtmt'm , indignos , inPc-iic?*" grato! eos etiam . qui pojl batic tam faluberrimam definitronem y quam plenaria Synjdus Sanilo afflata Spirita concorditer fubtili fnceritate terminavit , falfiffimii eorum affertionibus ftve clam > jive in publica voce prxbuerint affenfum fmilt eos jententae vinditla fancimus efie pletlendos , refervato per omnia juris privilegio Summi Vontificis Domini , Tatris no/iri Hadriani prima Sedis Beatijjmi Tap* . E qual la cotal privilegio , lo fpiega a Baron.annp^. \\ Barcnio, [a] cio illud nimirum , qud novas condemnare Harefes, 7* il. m fine. Hxrcjarchas , effet folius Promani Tontificis: vel illud fon afte , quo Romana Ecclesa Conc'.liorum omnium affa cognofeit, probatque, vel improbat. Cos b ^ao vunntnf.s la condanna di Felice , ediElipando, i qualipoi [b] morironocon ignoin chr an uo & bil forte di morte, e dubia fama di penitenza, come nel corfofr] appanra di queita Hiitoria vftido-chronu, cvtdiitpintif.di Terminata la prima cau fa della condannadi Elipando, e Felice, fi diqs>eio fcefe alla feconda del Concilio N^ceno, eh' era quella , che forf pi premez.'TmJ!'"' d p va a* Pontefice , il quale mo (travati defideroliflmo di farlo ricevere da n c^rfaf rT" circa quefto punto far noi una zio^Tdefconcu tutte le Nazioni dell Occidente. C diflciliffima imprefa l' efaminarrc efattamente le circoftanze ; eifendo che iprau cn Si" in tanta confusone di relazioni diverfe, di Autori appaflonati , che Nicenoii. hanno pretefo chi falvar'il Concilio di Francfortcon negar la condanna, che in elfo fegu del Niceno, chi abbattere il Niceno con aderirne la condanna in quello di Francfort , noi brevemente ci atterremo al racconto degli uni, e degli altri, e ne lafciaremo il giudizio alla intelligenza del Lettore, che fi prender grado di attenerli ci > che gli fembrera pi vero , pi (incero, pi venfimile , in un fatto per altro de' pi aftrufi, che occorrer portano a un' Hiftorico nella narrazione de'fuccefida noipropofH in quello Libro . Avanti dunque di entrare pi precifamente nella rifoluzione prefa dai Padri di Francfort fopra la validit del fecondo Concilio Niceno per l'adorazione quivi (labilit delle Sacre Imagini, conviene da' pi alti principii dedurre quelle notizie, che fono atte a ben dilucidare la materia, per la narrazione accennata di quella fentenza, che foftiene condannato nel Concilio di Francfort il Concilio fecondo Niceno . Paifava allora tra il R Carlo di Francia , eh' era V Arbitro in que'tempi dell' Occidente , e la Imperadrice Irene di Coftantinopoh , e generalmente parlando dTbccph.inanna'. tra Francefi , e Greci , non folamente poca intelligenza, ma eziandio [ d] &c*dr.&ai. g rave f fp ettocjjproJima rottura. Poich havendo Irene conclufo ilMatrimonio del fuo figliuolo Coftantino con la Principefla Rotruda figliuola delRCarlo, e quindi ella pofeia pentitali dell' Alleanza Francefe, eprolungandone laefecuziune con maligni raggiri, difpiacque tal cofa al R Carlo , e difguftcHo a fegno , eh' egji inoltro ili nfoluto d' intimare a' Greci Eg,*r<tutnvi- la Guerra, enefeguironoiprincipii, [e] invadendo h Francefi il Ducato t carta Magni, ^j Benevento , che rimaneva in Italia fotto laprotezione de' Greci, i quali
*

NO

^6
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Secolo

VI IL

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Ma

olla-

, , .

Capitool IX.
Olarono con
l'

armi

vitlores extiterunt

ma indarno, etfendoche [a] Fugati funt Graci, & Frettici. A tal' efacerbamento politico di animi ag,

447

HadriaJ

~ e ^ &"" '" Mn4


'

fi

il pi forte della credenza ne' Francefi non intieramente conforme alle Decifioni del Concilio Niceno nel punto delle Imagini. Tutti B fi li Padri Occidentali [b] Francefi convenivano per veritd condannare l n,l'Jj! g Iconoclasti, ed a ricevere le Imagini; ma te ben erano molti coloro, che sinodi disvili. volevano anche honorarle, & adorarle, come que' dodici Vefcovi della Francia che fi fottofcrilfero al Concilio di Roma fotto Papa Stefano , trovavanfi tuttavia non pochi i quali per impedire la fuperftizione non potevano foffrire, ch'elleno fodero honorate, pretendendo, che fervir dovei! ero folamente di ornamento di memoria e d' iiruzione, fondandoli fopra l'Epiiola altre volte [e] allegata di San Gregorio Magno Sereno Ve- *?$?;$ e feovo di Marfiglia.Altri non ifpiegandofi, per non voler eiTere intefi, per f<*b Gregor. a.t*.

giungeva

&

Z'Wintendere, foftenevano il mezzo fri quelli, che disnonoravano le Imagini rigettandole, lehonoravanopi del dovere, fenza dichiararli, s'efl intendeifero , che non fi conferire loro il culto di Latria, fol dovuto a Dio , f voleffero , che non fi rendefle ad effe alcun' honore Quindi fuccedeva, che ficcome veniva rigettato ilfalfo Concilio Greco tenuto in Collanti nop oli fotto Copronimo, perch'eglifi era gittato nella prima elremit , cos parimente credevafi , che quello celebrato da Irene e Coftantino in Nicea havetTe dato nell'altra , deferendo honori Divini alle Imagini. Onde fra i difpareri[rf] di Stato, e di Religione i Francefi dita Bar. an.794. num i5 infofpettitifi de' Greci , con altiflme querele havevano difereditato apprelfo il R Carlo Magno il Concilio Niceno , i cui non havevafi allora , che una infedele Traslazione, la quale finalmente fu la pietra di fcandalo di tutto quello affare Poich fra i Vefcovi penitenti , che nella terza Sefione implorarono mifericordia ai Padri Niceni , uno fu Coftantino di Coftanza in Cipro , il quale in quefto tenore porfeal Concilio la fua abjura, [e] Sitfcipio, ampleftor veneranas Imagines: adorationem autem, qua e idem anno 794.

non voler

farfi

1 -t a

'

'

&

fit

tantummod fuperjantali , vivifica Trinitati >&conjervo : ma la verfione accennata infedele , che correva allora per le mani de' Latini, congrandifgraziadi quel Secolo ignorante della Lingua Greca, alterando 111 poche filabe un punto eflenzialiimo di Fede, leggeva cos, Qui Imaginibus SanJorum, ita ut Deifica Trinitati fervitium , aut adoratione.nnon impenderet, *Anathema judicetur . Dal che procede generalmente in tutti li prelati della Francia, che havevano dato fede quella verfione , non folamente avverfione , ma eziandio horrore al Concilio Nifteundm
Latriam

&

ceno, coliuppofto, che que' Padri havefiero ricevuta una Confezione facrilega di quel Vefcovo Penitente , il quale ammeffe adorazione di Latria ficcome Dio, cos ancora alli Santi: ondei Francefi giudicando da quello ratto particolare errante, pariment' errante la definizione, e le rifoIuzioni di quel Concilio, haveanofofterto, che f ne facefle una confuLibri carolini
1

*' tazione, eh' contenuta in quattro Libri, che vanno fotto nome di Libri tXoAcS&T Carolini, de' quali fecondo l'opinione i alcuni [/] dicefi Autore Carlo (*?*r.~nex}stjg. Magno, e fecondo la fentenza di altri [g] qualch'Heretico Iconoclala; onde falfamente f ne attribuire la compofizione al R Carlo , perche il R llb.l.cA Carlo, terminato il Concilio di Francfort , trafmefleli Papa Hadriano ,'da

J&l^cw.

cui ne ricev
lli

come aggiungeremo adequata rifpoila contenevano que,


:

Libri ottantafei

Capi

di

accufa contro

il

fecondo Concilio Niceno


termi-

in

Hadria'

atroci , che ben dal folo loro fenfo comprender cos ingiurio* , potevafi, quanto lontano fofle l'animo pio di quel Principe dall' efferne 1# 'cfr'^'f" Autore. Hincmaro [a] Arcivefcovo diRems atteftahaverli ritrovati, e letti nel Real Palazzo di Parigi , quando egli giovane dimorava col al fervizio della Corte; mi quindi pofciafmarriti, celati, reftarono nelofcurit [ 6 ] fino ali' anno 1549. quando havendoli rinvenuti un celebre b ^ipui Mtiml.i. la .Hij.honoci. Luterano in un'antico Manofcritto, li pofe di nuovo alia luce con una prefazione fotto nome di Eli Filii , nella quale borribilment' egli declama contro il culto delle Imagini. Con tal finiftro concetto dunque delNiceno entrarono i Padrinel Concilio di Francfort, e nella inquifizione della di lui validit. Onde nonni cofa molto difficile doppo quattr'annidi cotale e ^Apu.i tuntm impresone ( eflendo [ e ] che quattr'anni avanti quello Concilio di Francie t. fort furono pnblicati li libri Carolini ) che ne fuccedefle quella riprovah,s vide apud zione , quale atteftano molti d] antichi , e dotti Scrittori, regiftrarfi nella [ b^. an.jw- n 4 o. p re fazlone f medefimi libri Carolini, quando il R Carlo li mand poi noe a.;.u. cond, Papa Hadriano con quefte parole, [e] *Alhtaeft in medium quaftw de Franf. over ree- ^a Gracorum Synodo , quetm de adorane s Imagmibus Conjlantinopoli fece*^/uMam'.'hc'. r<Mti in qua fcriptum habebatur , ut qui Imagimbus SanBorum , ita utDeifif't. e a Trinitati fervitium, aut adorationem non impendert, anathema indicaretur . Qui fupr Sancliffimi Tatres noflri omnimodis adorationem , fervitutemeis impendere renuentes , contempferunt , atque confentientes condemCos il Canone primo, come [f] altri vogliono, fecondo t Btrgi: coneii. narunt . Frane an.jytf.s; ^ e \ Concilio Francfordienfe . Reclamarono frtemente li Legati Apog Mngdcbv.rg.cent. ftolci, come atteftano [ g ] li medefimi Heretici Iconoclaftici moderni , con r u motivo delle iftruzzioni , eh' elfi havevano dal Papa ; [ h ] ma invano ; efh jja* "L \7t' fondo che la prevenzione della paffione , l' imprefli.one concepita , che il Concilio Niceno approvale il culto di Latria verfo le Imagini de' Santi, l' ignoranza di que' tempi fu s grande, che que' Padri non vollero, non feppero rinvenire, appigliarfi al vero fenfo dell' Originale Greco , che veramente allora in Occidente non vi era , f vi era , non s' intendeva , ma potevafi rintracciare , finceramente traslatore anche con difpen'

44 g termini

Secolo

VI IL

&

ti

&

&

dio

di

tempo in una materia cos confiderabile


.e

& in un'affare

cotanto pre-

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4 "'" 794

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vedi

u n< tera di
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jmp era~dfr'cl. a!' Uno Pogon.'.te


lBar.*n$oz.n.i4.

chel'oicitanza di que' Padri fofle inefeufabile, l' attefta [ / ] il Baronio, e rcndefi chiara da quefto ifteflb, che per non mandare prendere i MefTali , e i Regiftri della Chiefa d Toledo , eglino non dubitarono come fopra riabbiamo veduto , di condannare S. Ildefonfo come complice conElipando, e Felice neh' aiferzione pretefa della Herefia Neftoriana. Qual' immenfa trafeuraggine da noi [AJ fpeflb confederata non pu riferirli ad altra cagione , che alla crafla Minervadi quel Secolo , e di que' tempi nrecifam ente , de' quali dille un! Eminente Autore , [ / ] Tlurmurn Carolo debet qud bonas litttras pemts collapfas reflituit. E namque pro\)QC faulum,
funi merfi erant, ut fi quis ncbilioris ingenti "pellet addifeere , Magiftrum non invemret, quidoceret. Carolus Magnus auttrn effecit, ut fdentia obruta jgnorantiafurgerent: e [m] pi fotto, Ut mirum non fit, fi eo tempore, imbequi doiorcs effe videremur, itdem juxta [n] ^Apoflolum , infirmi, dormiri ine caco ignor ami a fonino , ut non fuerint ullatecille sextiterint, nusaffecuti, qua de facris Imaginibus Tsljcmium Oecumenicum Concdium ftaBimana Ecclefia vomprobafet. Anzi eglino non folamente non tuifiet,

murofo;

mzbid.num.iy
n ''cor. i
xj.

in

&

&

&

penetrarono

il

fentimento vero

<}i

quel Concilio,

ma

nella

formazione
dell'ai-

, , ,

Capitolo
ciell'

IX.

449
rendono degni

Canone fuppofero quel Concilio celebrato in Coitantinopoli, enoninNicea; e quando pure vera foffela Confezione accennata del Vefcovo di Coflanza, la riguardarono come fentenza difEnitiva del Concilio, e non, come fiata in verit farebbe, una enunciativa femplice di un Veallegato
,

HadriaN
*

feovo particolare

Quali cofe tutte come erranti

in fatto

di feufa in jure qu^' Padri, mentre di efl dir fi pu , e fi deve con ogni fondamento di ragione , eh* eglino condannaflero il Concilio Niceno come rapprefentato loro in quella verfione, ch'era degna di condanna, e che perci il loro Concilio di Francfort rimanga ai Pofleri fotto quella cenfura che gli fu data dall' Eminente [ a ] Controverfifta del Secolo trafeorfo , cio a card.seiurmj. Concilium Francfordienfe parum confirmatum fuifie ab Hadriano Trimo , *-d*cnc.&Ecci. partim reprobatum : confirmatum in ea parte , qua definit , Cbriftum non H*d/. f*b \Addidum ex errore feptimam Syno- f * -**' v,a* m effe adoptivum Dei Filium ; reprobatum , dum damnat. Ma condannollo Hadriano con unaimmenfa cautela per li motivi , e caufe , che foggiungiamo . Haveva Carlo Magno inviato al Papaper Anghilberto Abate di San Procherio gli accennati Libri Carolini che per contener Capitoli contro il Concilio Niceno, furono detti con altro nome Capitolano di Carlo Magna: nel fine de' quali aggiunfe il R un Capitolo di fuo proprio motivo , coherente al fentimento de' Padri di Francfort quello tenore, [b] Ultimum Capitulumef, ut feiat Domnus b ^pM d &*.** Tater nojier , &cuntta fmul ^pmanorum Ecclejia, utfecun- ^,.nm ^,. lApoflolicus , dm quod continct epijiola Beatijjimi Gregorii , quam ad Serenum Maffilienfem Epifcopum direxit , permittimus Imagines Santtorum^ , quteunque eas formare voluerint tam in Ecclcfia , qum qu extra Ecclefiam propter Santtorum ejus ; adorare vero eas , nequaquam cogimus, amorem Dci y qui noliterint ; frangere >el dcftruere eas , fi quis voluerit, non permittimus Et quia fenfum Santtiffmi Gregorii fequ in hac epijiola univerfalem Catholicam Ecclefiam Deo plachamo indubitanter libere profitemur . Ricev il Papa quefli Capitoli con dimoflrazione di due differenti paffioni, una di horrore , V altra di compiacimento ; e come eh' egli era dottiflmo , flefe fubito una lunga confutazione contro tutti gli efpofli Capi, dimoftrando[c] e >;/?. mir.u chiaramente, quanto lungi foffe flato il Concilio Niceno dall' approvare Car l -M aS: l'adorazione di Latria verfo le Imagini, fuppofla da 1 Padri di Francfort, mentre l'oculare ifpezione della definizione di Fede inabilita da' Padri Niceni rendeva temerario, efalfo chiunque afferiffe il contrario; e circa la Confezione fallace di quel Vefcovo di Cipro, doverfi quefla confiderare, come fatta da un particolare ; e perci egli foggiungeva, che in quefla fu a confutazione non pretendeva foflener ci , che detto haveffe ogni Vefcovo particolare nell' Affemblea di Nicea,m folamente feguire l'antica tradizione della Chiefa, e la dottrina de'fuoi Predeceffori . Confutati li Capitoli con evidentiflme ragioni , fcefe Hadriano laudar queir ultimo che noi habbiamo di fopra accennato , e che folo fu dettatura , opera del R Carlo, [d] Hocfacrum, venerandumCapitultim, dice, muitum ... d *m difiat totis fupradittis Capitulis ideirc eum agnovimus vefroe Deo fervati , Qrtbodox&que regalis exccllentu effe proprium in eo , ubi retta Fidei piena penits corifeffa ejl, fenfum Santtiffmi Gregorii fequr e qua luny go dimoura la credenza Cattolica di San Gregorio Papa fopra il culto delle Imagini, quale chfiegue, non pu conieguentemente contrariare alla dottrina de' Padri di Nicea; e perche il Concilio di Francfort dichiarava!!

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e feguitare il fentimento di S.Gregorio in quefto particolare perci fenza riflettere, confderare pi minutamente altre particolarit, Hadriano n' efalta la Fede , chiamando il Capitolo accennato del R Carlo Sacro , e Generando. Che Hadriano poi nulla toccalfe quelle parole, che parevano contrarie al culto delle Imagini, efpreflenel Capitolo di Carlo, ^Adorare vero ea; nequaquam cogimus, qui noluerint, provenne da una foprafina, e fanta prudenza, che in quella contingenza di cofe, etempiperfuafelo tollerare un fatto , che non era n un punto fondamentale di Fede, n una malizia provata di chi alfenvalo; effendoche i PadridiFrancfort condannarono gl'Iconoclafti, diedi reggevano le Imagini, i temerarii , che adoravanle con culto di Latr.a , e fol riprovarono il Concilio Niceno in quella mafchera , in cui egli era loro apparfo nella verfione falfa che di fopra habbiamo recitata, [a] B^atio id tempori; poflulabat, dice il Baronio di Hadriano, ne cogendo fcifma aliquod conflaretur; cumejus fententia cffent Viri , qui fcientia in hoc rudi faculo eminere viderentur. Videbatenim prudentiffimu; Totitifcx, eos nondum ventati* ejus effe capace; ; in difefa di un tanto Pontefice divinamente egli foggiunge , Veriim ipfe Hadrianu; oblique verba Ma reprehendit , dum laudat Sancii Grcgorti Tapa fententiam, ex qua colligeretur , imagines quidem non efie adorandas , quafi eadem efient dti quidam , [ed tantum effe veneranda; ob rclationem , quam Sanilo;, quos effigie repr afentant; ide caute Ha habent ad Cbriflum , drianus non laudat omnia, qua habentur in ultimo Capitulo Epiftola Caroli fed ea folm, qua pertment ad fententiam Sancii Gregorii , quam recpi tum Carolo , tum ab adverfariis ( ut profitebantur ) Synodi locante vidcbat Sic enim loquitur Hadrianus : Et ideirc eum agnovimus , veflra Deo favata , Ortbodoxaque regalis excellcntia efie proprium , in eo ubi recla FiVifum efi dei piene penitus confefia efl , fenfum Sancitimi Gregorii equi autemSummo "Pontifici ad tempus di/Jmulare in eo, ut iidem non cogerentur Sacra; Imagines , quas habere folerent , adorare, equdfic errante; nondum Inter baretico; erant annumerati ficut Iconoclajla , fed tolerabantur , quanCome noi diu divina grada lumine illujlrarentur , quod pojtea fatlum efl
5

4^ di attenerti,

Secolo

Vili

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&

&

ancora b ] fuo luogo foggiungeremo C s * deferi vono il corfo di quefto Concilio, fra gli Scrittori cento, lfi,juf!tlJ'' e ^mrnus anno e pi anni pofteriori al Concilio , [e] Amoino, Reginone, l' Abate Ur9 fra i Moderni [ d J Genebrardo , il Ba%ff ^;^/ /; fpergenfe , Adone , & Aventino , e & ^ido Zchron' ronio , e'1 Bellarmino Ma al contrario , comeoflervail Vafquez,[e]quei *'" H contemporanei, quali contemporanei alla celebrazione del Concilio, twtZ G*n h*r. am,o Giona Aurelianenfe , Paolo Diacono, Eginade, & Hadriano nel referit3wi2 nXcnct. to delle Imagini contra gl'Iconoclafti, neifuna menzione fanno dell' abba'* anzi di pi, n pur l'iftefl Claudio glio prefo da i Padri Francfordienfi difFut per le Provincie confinanti alle Alpi la fu a di [/] Torino, che dilfemin fv* "" di Iconomachia, pochi anni doppo quefto Concilio , non mai alleg fuo fa7 "7 .'**'" vore l'autorit del Sinodo Francfordienfe, che molto avvantaggiar poteva le fuepretefe ragioni. Onde ci giova credere, che dal componitore de' Libri Carolini, il quale certamente non pot altri elfere, cheun'oftinato Heretico Iconoclafta, provenire l'adulterazione di quegli atti, e la mentovati condanna del Niceno fecondo; dalqual fonte bevendo Hincmaro il medefimo errore, allor quando egli giovanetto s' incontr leggere quei Libri nella Corte di Parigi , ne tramandalfe ai Pofteri il contenuto,
vedili pr,tf. ci
i

'

f1

'

".'"''

'

Capitolo
.

IX.

45

nuto, ed ingannato propagale il fuo inganno fra launiverfalit de'Scrittori, che lo feguirono Certamente l' accuratiffimo [a] Sudo, ildottiffi- , Laure . sK rius ino [ b ] Labb , li Padri [ e j'del Sinodo Senonenfe , e tutta quella [ d ] lunga *dm<,it. ad u *r * ferie di Scrittori diligentemente annotata da Raimondo Cardinal CapifuctSuV Jf, co, non folamente pretermettono l'allerta condanna del Concilio Niceno pan.u coutil. fecondo feguita nel Fraflcfordienfe, ma con termini del tutto contrarii \t^MJcInttun. atteftano confermato nel Francfordienfe il Decreto Niceno, rincontro- 794C vertibilmentc provano la perverfione fatta di quegli atti per opera dell' al- dJ^dcard%te legato Autore de' Libri Carolini. Ed in vero, come mai prefenti li Le- mHnd, e f'fJ *T' Pontefice , fotto il 'quale fu celebrato il Concilio Tckl FrMtf. gati di quel medefimo Niceno fecondo , ed efecrata Y empiet degl' Iconoclafti con tanto applaudo di tutto il Chriftianefimo, pot da' Padri di Francfort ignorarfil vero fenfo del Niceno cotanto publicato pe'l Mondo nella nuova erezione che fi fece delle Imagini efpofie alla venerazione de' Fedeli, da efl efecrarfi una cos venerata Aflemblea, coni' errante in un punto cotanto ventilato, deli ci e rato , & approvato da tutto il Chrifbanefimo? Forf unacofafi fceinNicea, e un'altra ne fu rapportata Roma, e da Roma trafmefla Francfort ? Forf cos poco premeva d un Pontefice zelantifiimo, qual fu Hadriano , un tanto negozio, che cold que' Padri mandaffe un fafcio di carte apocrife di Sinodo Municipale, e non efemplariauthentici di un Concilio Generale Ecumenico , convocato doppo una coshornbileperfecuzione, e doppo tanti aifanni di tanti Pontefici Romani , e doppo tanta fovverfione di tutti li Fedeli ? Pu mai cadere in lubioad unhuomo, che hfennoin tefta, che Hadriano non feieglieffe per Legati Francfort li pi accreditati, zelanti, edotti Soggetti dei Clero Romano? Efecos, come quelli, che ne venivano da Roma, dove fi fecero felle di gioje per la feguita Decifione Nicena a favore del culto delle Sacre Imagmi, ch'erano (lati fpettacolo, e filettatori del felice fucceflb, e che tutti pieni di divota ambizione di far pienamente ricevere in Occidente le fante rifoluzioni dell' Oriente , fi erano col portati bene informati, e meglio perfuafi di quanto defideravafi dal Papaj dal Chriftianefimo, e dal Mondo, poterono cos perderli di cuore, & avvilir" di lingua, che n pure un fofpiro tramandafiero, n pure un fiato faceifero, controchi cos francamente, cos leggiermente, e cos malziofamente invettiva la riputazione di un Papa, la gloria di un Concilio, e la Derilione di tutto il Chriftianefimo? Chi vago fu di fcuoprire al fondo cotal verit, legga l'allegato Eminenttifimo Capifucco, chea lungo rapporta tutti originalmente li pafl dei menzionati Autori contemporanei quello Concilio, Giona Aurelianenfe, Paolo Diacono, Eginade, & Hadriano; e quindi concludentemente deduca, che maggior fede certamente fi mentano gli Scrittori , che poflbno dirfi quali intervenuti a i fucceffi, ch'eglino riferifeono, che que' lontani dall' et degli avvenimenti riferiti, quali tanto pi fono fottopofb all' inganno , quanto pi facilmente s'inganna nella relazione de' fatti, chi li racconta uditi, di quello che li attefta

HadriaN

veduti.

Comunque fi andafle il fatto , certa cofa fi che tutto ridond in gloria del Pontefice Hadriano ; poich feguifTe in Francfort la condanna del Niceno, la conferma, ver delufa i' oftefa , allcurata la
egli fu

difefa

degniflmodi lode, per riaOnde dir l pu , che quelli

2.

due

Hadria-

NO
*

^n7pj.

di Nicea, e di Francfort fiano ftete le due grandi opere di Papa Hadriano, il quale doppo di haverli concordati tutti e due con tanta prudenza per bene della publica pace, [a] and godere nel Cielo la ricompenfa delle fue gloriole fatiche, che l'hanno renduto un de* pi celebri Pontefici, che con il loro merito habbiano illuftrata la Santa Sede. Ond' egli regn con gloria, e felicit poco meno di ventiquattro anni, lafciando doppo di se memorie cos cofpicue in ornamenti di Chiefe , e in abbellimento di Roma, che l'antica non haverebbe potuto afpettarc magnificenza maggiore da' fuoi Imperadori ; e la di cui fola dinumera-

45* due Condili

Secolo

Vili.

abbaglia zione, che ne fa Anaftafio, forprende, per la fola idea di tante maraviglie sbigottimento

&

gli fpiritiopprefidi

Fine del Secolo Ottavo.

NONO

NONO SEGOLO CONTIENE


LI

45

PONTIFICATI
D
I

Leone IH., Stefano V. , Pafchale , Eugenio IL, Valentino , Gregorio IV-, Sergio IL , Leone IV. , Benedetto
III.

Niccol il Grande , Hadriano IL, Giovanni VIIL,


,

Marino

Hadriano

III.,

Stefano VI., Formofo, Stefano VII. , fin' ali anno 900,


E

I/HER.ESIA, E SCISMA
di

Fozio.

Tomo

11.

fi

454
Firmi fisime
tris

tene
<

& nullatenus

ubites , quemlibet

H&reticum ifive Schifimaticum in Nomine Va,

&

Filii y

&
,

Spiri tus Santti

bap%a-

tum ,

fi Catholca Ecclefia nonfuerit agy

gregatus

quantafcunque

eleemofiy-

nasfecerit

& pr

Chrijii no-

mine etiam fianguinem fuderit


,

nullatenus

pofi-

fe falsari S. Fulgentius in lib. de Fide ad Petrum e.

39.

SECO-

* ^

Leone

III*

SECOLO NONO.
CAPITOLO
Leone Terzo Romano,
Succefjione
all'

L
li

creato Pontefice 26. Decembre 795e

Imperio , ree qualit

Michele Curop alata Imperadore , tro gli Hereticilconoclafli) e Manichei. AJ] unzione ali* Imperio di Leone ^Armeno . Sua perder/ione per opera e fraudedi due Hehrei . Suepr attiche fraudolenti a favore Celebre Congrego di Vefovi Cattolici e degl* Iconoclafli di Vefcovi Heretici Zelo ammirabile di San Theodoro
,
.

morte di Niceforo . efuoi 'Bandi , e pene cony

Studita

Pcrfecuzione contro

Cattolici
.

Traslazione dell*

Imperio nella Perfona di Carlo Magno

L primo oggetto
ci
al

di contradizione , che fi affaczelo invitto del Pontefice Leone Terzo , fi il menzionato Felice Urgelitano , che pertinace nella Herefia profetata torn al vomito dop[ a ] lo la feguita abjura nel Concilio di Francfort , e dove fu convinto con in quello di Aqiufgrana, lunga difputa dal dotto Alcuino . Havevalo Alenino Abate di San Martino della Citt di Tours con

z vtAitvntfM
*********
fi 9 *- ttw-P a
'

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i-^ 6

Ricaduta di Fei.

Chriftiana , e forte prontezza acremente ripigliato con fette libri, che contro lui fcrilTc , e con altri quattro contro Elipando , quanto lungi andafle la loro aflerzione da quella della Chiefa, e quanto remiferamente eglino errati ero nella Confezione della Fede .

Urgeiuno.

Ma

difpreggiando gli Scritti , e lo Scrittore , die [ b] motivo Leone di citarlo Roma , e di convincerlo avanti quella medefima Chiefa , la cui fana dottrina egl' impugnava, di anathematizzarlo con tanto pi itrepitofa , e puquanto piti maeitofa , e venerabile fi la Sede Roblica "condanna Intim dunque il Pontefice un Sinodo in Romana fopra le altre ma in cui concorfero cinquantafette Vefcovi > e moltiffimi Ecclefaitici d' interior condizione , e grado , i quali prima con gli argomenti convinfcro 1' Heretico , e poi riceverono da lui in piena Affrattario Felice
alla

palefata verit

^ nMm

femblea

la

ritrattazione

degli errori

la

prometfa della emenda Ef 4 con-

E ful nuova co . i*anianeis*uoda

Ron,ano

Leone

III.

Secolo

X
&

con la ritrattazione , che fece della fua Herefia nel tenre , che fegue, e che poi regiftr j1 fopranominato Alcuino nel fuo primo Liro contro Elipando , Trafente Leone jLpoftolico , cum eo cateri 3 r" Epifcpi numero fi. refidentes , plerique Tresbyteri , ac Diaconi cum cramJfoneT

&
,

es in
iftas
tici,

Domo

Beatijjimi Vetri ^Apojoli

jam
,

diclas fcntcntias noftras

per quorum omnium aucoritatem : non qualibet ( ut dicium efl ) violen,

[ed rat ione veritatis

ad univerfalem Eccleftam , Deo [avente , ex tato corde noflro reverf fumus , non qualibet fimulatione , feu velamme falfitatis , ficut dudum , quod Deus [ed ut dixi , vera cordis credulttate , Jcit oris professione . Quod ctiam in confpetlu multorum Saccrdotum , Monacborum profejji fumus , pcsnitudincm gerentes de priftino errore , facramento , quod pr bac intentwne olim pravaricatus fura : profitentes non deinceps , adoptionem carnis in Filio Dei , ftve nuncupationem in bumanitate , nullo modo credere , vel predicare , fed , fecundm quod dogmatibus Sanbtorum Tatrum informamur , eundem Dominum noftrum Jefum Cbriftum in utraque T^atura , Deitatis videlicet , e> humanitatts , proprium , ac verum Filium profitentes , Unigemtum videlicet Tatris , unicum Filtum ejus , falvas tamen utriufque datura proprietates . Cos egli , mi con dubia fama di fncera penitenza. [ a J Felix Vrgelitanus Epifcopus , dice Ado;'y Chron, <s4do ne , b&reticus deprebenfus , adoptivum , non proprium Filium Dei Dominum nojlrum Jefum Cbriftum dogmati^ans : qui ad prafentiam Hadriani Tontificis Bimani dcduclus , harefim verbis folummod abdicavit . Syno1 fua tnoree dus iterum fatla contra fupradiBam barefm in Francofurt , Lcgatis Sedis jipoftolica prafidentibus , Theopbilaclo , Stefano Fpifcopis : damnatus eft iterum Felix cum autoritate Santiorum Tatrum convitlus, errore fuo , perpetuoque exilio apud Lugdunum relegatus eft . Quemferunt in b ^Agobari. Lugeodem ipfo fuo errore mortuum . E pi diffufamente [b] Agobardo, Toft un, in intio Libri tontra Fclictm, obitum Feltcis illitts , qui fuerat quondam Epifcopus in Sede Urgelitana , inreventa eft nobis quidam fcbedula ab eo edita fub fpecie interrogationis , fponfionisy quam cum legentes confideroremus , infpeximus bominem dligenfraudolenta- inftaurajfe, quantum in f fuit, omnem pravitatem dogter , convittus, propter quam ab matismi, in qua dudum fuerat detetlus , honore Epifcopatus depofitus. Qui lict aliqua verba, qua pris imprudenter ejferebat, poftea fupprefterit , aliqua tamen nunc addidit, qua tane reticuit. Quam fcbedulam ego, ut potui , juxta veritatem Fidei cum reprebendijjem vel reprebendendampublicajjem, quidam ex Fratribus , ut comper, indign non perverftate animi , ut puto , fed fimplicitate ingenti arbitulerunt ; trati funt, me non id fecifle %elo fidei , fed telo invidentU ; ficut moris eft eorum , qui inanis gloria cupidi , ideino boms detretlant , ut f illis fupertotius Ecclesia univerfalis confenfu convitti
,
:

veritatis

&

ut oportuit

excluferunt

Quorum

&

autloritate

& & &

ai

&

&

&

li

&

&

&

&

&

C Thtofb.t'n ttr.nal

ponere nttantur . dall'Occidente tornir! in Oriente per veder quella Chieia in nuovo pericolo di rovinare nelle diffenzioni tra la Imperatrice Irene, eCoftantino fuo figliuolo, l'uno [e] fatto acciecare dalla Madre, per il qual tormento egli mor, l'altra sbalzata dal Trono da Niceforo gran Cancelliere

Mi

cheufurpato Niceforo Impera- della Corte, dor , e Ine ree Religione. Poich
qualit.

Beo

l'Imperio, fin di precipitare g' interefl della hnomo egli era, che nec crede bat Deum , nec credebat qualit , che ponderate dall' Angelico nec credebat in Deum ;
S.

Tom-

Capitolo
[a]
f

I.
.

457
& theifta E tale appunto
ma

Leone III.
1
'

S.Tommafo, rendono l'huomofenza fede,


f
fi

'

'

H'J'Z'"'
*
.

hNiceforo:
di
i

riguarda alle parole, prfeffore della Fede Cattolica;


f

'

fatti,

non ( sa [b] felconoclafta,

Manicheo, feAtheo, mentre

""*'**

'

primireftitu la libert della profetinone della loroSetta, de'fecondi, [b] *AmicusfcrventiJ]muscrat, refponfis eorum femper , immolationibuscongratulatusy e de'terzi tanto temerario feguace, ch'egli

diceTheofane,

&

burlavafi apertamente degli Evangelii, e di Dio, faccheggiando Chiefe, profanando Ecclefiaftici, in' coitringerli fervire a i fuoi ulHciali in qualit di fervi, dishonorando il nome, e la (ee dell'Imperio Romano conabominevoliflmifacrilegii. [e] Militare! Trincipes , foggiunge di lui inferioris Ordinis Clel'allegato Theofane, more fervorumuti Eptfcopis ,
rici! juffit

Idtm

ibidtto.

dum

Monaficria tributarti impofidt perfolvenJldituris Epifcopia , argentea Ecclcfix vafa improbabat , eademque lict [aerata Jturea ,
.

&

&

&

procommumbusbabebat, illud Jud& de unguento exbibito Domino ufurpans Quindi avvenne, che dimostrandogli un fuo confidente l'eforbitanza dell' eltorfioni, eildifpregiodelcultodiDio, rifpondeffegli freddamente, Che havendogli Dio indurato il cuore , come Faraone , efo non poteva non operare talicofe\ E bene in verit egli per come Faraone nel fuo peccato, effendo

E Morte.

che hi [d] nella propria tenda ammazzato da Crummo R de'Bulgari, Utmbd. avanti che havefTe tempo di ravvederli , con horrendo fpettacolo tutti li Pofteri, i quali Crummo lafci del di lui cranio una tazza per fottazzarfi ne'convitti, in obbrobrio della di lui memoria, e in deteftazione de'fatti. e ldtmil/i-l. [e] Caput ijjcepbori Crummus recifum [ufpendit diebus multis in Ugno in oflenconfufoacm omnium noflrm. Toft tationemad fevcnieuriumJ{ationum i denudanti argentoque forinfecus induens , ac biberc hac autem accipiens illud ,

&

&

in ilio

Sclavinorum Trincipes fccit gloriatus

succeffioneaii' il male, che apporr Niceforo alla Religione, fu in gran parte ricompenfato dal bene , che rec alla Chiefa Michele Curopolata , Suocero SSScnropJaw del defunto , che fu acclamato Imperadore , il quale havea tutte le virt,

Ma

e tutte le perfezione contrarie alii vizii dell'antecelfore, humano, liberale , Religiofo , e fopra tutto purilfimo Cattolico ; onde fubito egli fece la profeflione di fede in conformit delli fette Concilii Ecumenici, fottolcrivendola con promeffa di mantenere fempre intatta la venerazione , e culto delle Imagini. Il Patriarca [f] Niceforo, eh* era fuccedutodTa- (Thnph.i*nn*i. rafio, ne fcrilTe con termini di fantiflmo gaudio Papa Leone Terzo , che ne god parimente con dimoftrazioni viviifime di contentezza . Applicoffi e fue applicalo, B dunque con grande ardore il nuovo Cefarefar rifiorire la Fede Cattolica nodX! in Oriente, e primieramente per raffrenare l'infolenza degl'Iconoclafti, egli procede con feveriflmicaftighi, fin [g] con far recidere la lingua un falfo %idcmLd. Eremita , che haveva havuto ardimento di oltraggiare una Imagine della Santiflma Vergine; relegando il compagno di lui, che inoltr pentimento del fallo, in un Monaiterio, perterrrinare quivi la vita in conti- E cone roiMani.

mio digiuno. Mfpifenfibile, epiftrepitofoilrifentimentodiMichelc contro iPaoliciani, Attingani, eCorbeani, che fotto Sergio loro capo infettavano, & infettavano laFngia, e la Licaonia con la dottrina velenofa de'Manichei. Feceli egli tutti morire, condannandoli con efpreffo Bando
al

chci.

taglio della tefta, per purgare


"%elo
[i]

Multo fan divino


mine

il Mondo datalpefte di Herefia: [ b ] hThnph.mannd. Imperator piiflmus motus contra Manicbxos , qui sieditHPauU Taultcianidicuntiir , Lycaonia degen- ttrnmtomt. %Attinganos in Tbrygia,

&

&

-,

tes

Leone III.

^g
&

Secolo
.

IX.

S
'

M
'

Mpd B ar.asi i
..

tes capitalem animadverfionem l^jcephori Santliffimi Tatriarcha, &aliorum piorumpradic amento promulgava Cos di tal Bando Theofane, nobile Hi^ orico e teflimonio di que'tempi ; e pi efpreflamente un'altro [a] grave qui poji eum ReAutore, Videns ergo MichaelTaterpiiffimusImperator, indigni s modis infettar i ab Harefi Cbrijianos , mif gnimi tenuti Leo , variis fs in omnes Bimani Orbis partes litteris , omnes nefarta Setta participesnecari jufierunt. Quareuttn ^irmemam perlatum efl regium ediUumadTbomam Ipifcopuml^eocafarea , &Taracordacem perfetlum , occidebantur regio jufu quotquot morte digni ex ijlis ducesreperiebantur Repreffain tal guifa la Herefia dal ferro, e dal timore, la Fede, e la Piet cominci da per tutto rifor-

&

nuovo fuppreifa con ternbiliflimi Quello fu la depofizione di Michiele , el'aiunzione all'Imperio di Depofirione di Leone Armeno, che imitando nel nome, e nella empiet l'Ifaurico\ abol " fu.Sone t*. * e I maS m e ridurle nel primiero flato di defecazione quelle Chiefe. Era Miper.o di Leone* chele quanto divoto di animo,tanto timido di natura, e perci cos inclinato Armeno. eziandio alla quiete, cos lontano da ogni moto di agitazione , e cotanto bcedr.nComptn. grande inimico della erfufione dell'humano fangue, che fu (olito dire, [b] /' qumguttam unam ChnEfer'eflo pronto pi toflo di cedere ad altri Imperio tTbeopb.in anni. am fanguinis fufam cernere Hor faccette, che per cafo, come[VJriferifce fti Theofane , per tradimento , e malizia di Leone Armeno , che comandava d^ccdre.;com. [d] come attefla Cedreno , ricevendo Michele una l e Truppe di Oriente notabiliflmafconfittadaCrummo R de'Bulgari, e venendo nel medesimo tempo da'Traditori acclamato Leone all'Imperio egli fi ritiralfe fpontaneamente dalla Corte nel Monafterio della Madonna del Faro , lafciando fenza contrailo il diadema in capo e'1 governo in mano Leone , che divor in un'iflante la plebe di Dio, e manomeffe lagrimevolmente lo flato ritorto della Religione. E bene previddene il Santo Patriarca Niceforo gli [e] vfum fibi e ctdrtn.bidtm, eventi, effendo che quo tempore diadema capiti cjus impofuit fuerat fpinis actribulismanum compungi , idque omen malorum qudpoftea
gere,
f
.

flrano accidente non l'havetfe di

fucceffi

'

eflent
di

eventura

interpretatus fuerat
ii

Stabilitoli Leone nell'Imperio ne contrVi! Figi" Michele. dianzi djimulata, fuppreifa, e


'

rivefl di tutta la ferocia,

chehaveva

,.., C tir. m Leene


.

er <au

per primo barbaro oggetto dellafuainhumanitu fcelfe l'innocente Michele , eflrahendolo con la Moglie da quel Monafterio , ove egli l era ritirato , afportandolo quindi relegato nell'Ifbla lontanirllma del Trincipe infieme con Theofilato, e Ignazio fuoi figliuoli , quali egli fece prima caflrare , per inhabilitarli allafucceilone dell'Imperio. Quindi tutta fua cura pofemriilabilire l'Herefia degl'Iconoclaflinel medeche ei fi propofe fin, o flato , in cui ella hi fotto l'Imperio di Leone Ifaurico efattamente d'imitare. Mperrapprefentarediflintamente quali foffero la cagione, la condotta, l'efecuzione, il progreilb, il feguito di taldifeeno,"conviene da pi alti principn indagarne! origine, per Drofeguirneaccul a .. r ri ratamente il racconto. [/J Quando Niceforo invafe l'Imperio, Bardanes, ch'era Generale delle Truppe di Oriente, richiefe ad un divoto Volitano , famofo in que' contorni rella predizione delle cofe future, s'elfouna volta potde afpirareal Trono, con profpera riufcita delfucceilo. J^onFoiy rifpofe l'Eremita, w quel Soldato, che vi fiegue ( edaccennollocoldito, ) ha desinato Dio l'Imperio. Era quello Soldato Leone, il quale doppo molti anni vedendo avverata la Profezia, grato di un tanto prognoftico, mando al Solitario
, ,

ricchi!-

Capitolo

tir '" L """ ricchiflmitloni,&ampliifimeeribizioni.[<i] Mi l'Inviato havendo trovato *J morto l'Eremita, offer il donativo a Sabbazio , ch'era fuccedntoaldefun- tieni, e fatti d u" to nella heredit della Cella, e nella profeflione di Profeta, mnonginel- nnLa"%' "" re la fchiettezza della coscienza , e nella purit della Fede ; poich fuperbiffimo refteo di fpiriti jmulabatur Divinitatem , come in fbmigliante propolito fcriffe Tertu\\izno,dumfnrabaturdivinationem, [b] fceleratiffimo di comuni, amicifll- b Tenui, de premo de'Manichei, e perci tutto dedito alle magie, & agl'incanti , e fopra tot- f*"?-"-*3 to oftinatiflmo Iconoclafta, co'quali in altri tempi haveva fatta razione, con renderli eziandio guida, e capo de'fedizioi, e ribelli. Quefti non cos torto vidde l'offerta, e riconobbe dalla prefenza del meflo la maeft di quello, che la mandava, che brucamente rifpofe con atto affettato da Profeta , e da Santo , ctefio non riceveva doni da uri Imperadore Idolatra antiche , foggiunfe, f Leone non muter fede con difruggere gl'Idoli , sbaL Zerallo Dio dal Trono in breviffimo tempo , e con funeflifjimo efempio. Leone dubitando, che la Profezia del maeftro defunto non potefs'eflere mallevadrice di quella del difcepolo vivente, cominci sporgerli tal credenza , qual'folito nel principio render l'huomo incerto, efofpefo, ma che ben torto ella divenne in lui ftabile, erifolutaperlaimpoftura d'un'altro Iconoclafta, non meno empia, e fraudolente, che la prima. Effendo che Leone nella dubbiezza del difegno, incautamente fcuopn la fua agitazione interna ad untalTheodotoMelifleno, che fotto l'Imperio del buon Michele A troingjnno di haveva ceduto al tempo, e che bench folle Iconoclafta antico, fimulata- un Corteggiamo Herct,co mente allora faceva profeflione della Fede Cattolica peraccommodarfi, alla Religione del Principe. fecondo il coftume, al genio della corte, Quefti nconofeiutofi aggraziato della confidenza di Cefare, con doppia malizia efagger d Leone la graver della materia , da cui dipendeva il pi importante affare dell' Imperio , qualera quello di mutare la Fede , lampade de popoli , e fondamento della publica quiete ; per non flimarfi effo habile consigliare fua Maeft fopra un punto cos delicato al governo*, ritrovarfi bens in un Monaflerio di Coflantie cos neccffario alla falute nopoli un I{eligiofo di eminente fantit, dotato. da Dio di lumi ftr aordinar lidi profezia, al quale potrebb 'egli portarfi in habito feonofeiuto , acci la Maeft de 'paludamenti Imperiali non abbaglia/f la libert del conigliere. Piacque _ Leone il ripiego, epromeilel'iiteifaferadi efeguirlo. Mafupifollecito Theodoto, che cauto Leone conciofacofache prevenendo quegli l'arrivo ^ .j in nno di Cefare, prontamente inform il falfo Monaco di tutta la ferie del con- cico. ccrtato, edellaperfona, ch'ei doveva foftenere nella rapprefentazione di quella comedia, nella quale l' Imperadore andava lervir di giuoco a due impoftori. E'1 giuoco cominci con una ftupendaferiet, poich alla comparfa di Leone , con tutto ch'elio nafeondeiie la ftia Imperiai prefenza fotto un ruftico manto, fubitorimafe immobile, & inatto di ertali il Monaco Iconoclafta , e quindi doppo breve tempo , quafi ritornando dal Cielo, rivoltone a Leone, e riguardollo finamente con un dolce fornfo, che dava ad intendere, non effere facile, come Cefare s'imaginava, il forprendere un huomo diretto, & iftrutto dallo Spirito di Dio, [e] Istori rette, inquit, c Ctdr hd(Tn abs te faclumeft, lmperator, qudnos privato babitu decepifli , intusoccultans tuam perfonam. Sed quanquam tu hoc agis , tamen grafia divini Spiritus non diutis eft pafia te falli. Leone lontaniflimo dal fofpettar frode in un fatto cos lincer , efecreto , fu talmente forprefoda quefte parole, che
'

459

Leone III*

'

&

ll

LeoneIII.

che non

Secolo IX. 4^ quell'indegniffimo dubitando punto della fantit


di

Monaco,

gii

fcuopr pienamente tutto il fuo cuore, eia difficolt, eh' elfo haveva fopra il culto delle Imagini, promettendogli di ricevere come oracolo, quanto egli gli haverebbe fuggerito, e d'impiegare tutta la fua potenza per farlo ben toio ancora efeguire. Allora l'Impoftore con aria di Profeta cos parlogli, Che f non caminafe fopra. le orme di quello , di cui portava il nome , e che haveva efterminata l Idolatria rovinando gl'Idoli , e le Imagini , perderebbe quanto prima l'Imperio, e la V'ita ; ma f feguitando il di lui efempto , ne imitale il %elo, diftruggendo le Imagini, che rendevano Idolatri ItChrifliani, Dio gli confervar ebbe l'uno, e l'altra in una fioritiffima profperit . Riflettendo dunque Leone , che due Religiofi creduti da lui Santi , e Profeti , convenivano nella iftefl'afentenza, e vedendo di gi compiuta una profezia nella fuaperfona, determinoflifenzapieltare, e propofe d'imitar Leone Ifaurico in ogni rifoluzione, lino con far mutar nome Simbates fuo Figlio , che volle farlo chiamare Coftantino , come il Figlio dell'Ifaurico . Cos in lui "' "*'"* 1 ingannato dagl'ingannatori fi ademp la fentenza di Seneca, che diffe [a] lafllf. Multi mentiuntur, ut decipiant : multi, quiidectpti funt. Macon quanti arteficii , con quante fottigliezze, tergiverfando, e mutando continuamente forma , e figura quefto mio vo Cefare fi preparale ali'efecrando tradimento della Religione Cattolica contro le Sacre Imagini , conviene ordinatamente riferirne i fuccefl , acci fi apprenda , con quanta ragione folfe Leone Armeno per la fua fempre varia, e perfida malizia, da'Cattolici chiamato
1

Camaleonte
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Arm.no

favore dcgii Herttic .

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~4r.no

e Tktoi h.in An nai

che conobbe fri poteva compromettere feguito ^Popolo, e partito pronto dconoclafti. Era il popolo di Coftantinopoli affezionatiflmo alla memoria del Copronimo per la gran cura, che queir Imperadore haveva havuto di mantenere l'abbondanza anche in copia per tutto il fuo Imperio , e particolarmente nella Metropoli , cne in tempo del fuo governo racchiudeva nelle fue mura gran parte degli habitatori di tutte le Provincie dell'Alia , e dell'Europa ; onde dall'affetto della perfona ne derivava in molti venerazione eziandio alla fede , ch'ei haveva profelfata circa il culto delle Imagini, & una cieca credenza quanto di facrilego erafi fabilito nel fuo Conciliabolo di Coftantinopoli : Sicch alcuni [b] anni avanti l'Imperio di Leone fuccelfe un giorno , che mentre [e] il Patriarca implorava procelfionalmente col Clero foccorfo da Dio contro le armi di R della Bulgaria , che con profiima armata minacciava di efterminar l'Imperio , e la Citt di Costantinopoli , alcunconoclafti trovarono modo di aprire le porte de'cancelli del Tempio de'Santi Apoftoli, dov'erano li fepolcri degl'Imperadori, & inginocchiatili avanti l' Avello del Copronimo, e quindi rilevandoli precipitolamente, fi pofero gridare con tutta lena di voce Miracolo Miracolo ; e dicevano, come rapiti fuor di s fteffi, che havevano veduto Coftantino Copronimo ufeire armato a cavallo dal fuo fepolcro per andar' combattere alla tefta dell'Armata Imperiale que'Barbari, ch'egli haveva tante volte debellati, evinti in fua vita. Bench quefto fucceffo non folfe aflftito da alcuna verifimilitudine , n po-

Primieramente dunque
jj

egli afficuroff di tutti quei,


fi

proclivi alla Herefia, ede'quali

Oummo

tefs'ticrepigrofilanamente inventato, non manc tuttavia di follevare un momento tutta la Citt , con fare progred affai grandi in pochiffimo tempo negli fpinti di quegli, che lo credevano, lo volevano credere
in

che

Capitolo
che dubitavano almeno,
la

461

Leone III.

f lo dovettero credere. Ma pretto tu repretta temerariet, e la credulit del Popolo con feveriffimi caftighi, e cefs il tumulto , ma non gi la pattfone , che ciafcuno moftrava verfo la memoria, e la credenza del Copronimo. Sicch fu facile, come avvenne, che cominciando Leone dubitare della Fede Cattolica , e proteggere fecretamente i fautori dell'Herefa, riforgefle nella Plebe l'antico defiderio di riftabilire la fazione degl'Iconoclafti , che prevedeva^ favorita dall'Imperadore , e dall'Imperadore eziandio coltivata con la libert , che concette, di poter parlare liberamente fopra il punto delle Imagini, come f tal materia non fotte giammai ftata decifa da un Concilio tanto fanto , e rinomato, come fi il fecondo Niceno . Afficuratofi dunque Leone dell'animo, e dell'aura del popolo , e di parecchi grandi nella Corte, giudic di effere in iftato di fare un patto pi ardito , che lo port finalmente allaeftremit dell'ultimo precipizio Ci fu, [a] che fece chiamare f il Patriarca Ni- a THeoSerifiut , ceforo con tutti que'Vefcovi, e Abati, che fi ritrovavano in Coftantino- **jftt * *?"* ** poli , affine di fentire da etti le ragioni fopra la materia delle Imagini , al con- cngr^flb'di vefronto di quelle, che haverebbono allegate in un publico congretto molti *y\CjU0 HC r ceovl Iconoclafti, ch'ei appoftatamente riteneva nel fuo Palazzo. Commofle l C . grandemente e il Patriarca, e tutti li Cattolici un tale inopinato comando, per cui non fattamente etti fi vedevano efpofti fottoporre nuovo efame un'articolo di gi cos fedamente ftabilito dalla Chiefa TJniverfale nel Concilio di Nicea , ma eziandio rimanere foprafatti dalla violenza degli avverfarii, refi arditi dalla compiacenza del Principe. In un tanto dubio prefero la rifoluzione pi propria, che convenir potette e alla qualit di Vefcovo Cattolico , e alla Santit delle loro pcrfone. Vennero al Congrego non per difputare dell'Articolo , ma per proiettarlo con quella franca libert , chefol rende forti uno fpirito fuperiore di coftanza , e di kdc Oltre al Patriarca v'intervennero fra' Vefcovi pi celebri Emiliano di Cizica, Michele di Sinnada nella Frigia, Theofilato di Nicomedia, Pietro di Nicea, &Euthymio di Sardi, efri pi confpicui Abati ilfamofo Theodoro Abate del gran Monafterio di Studio , Huomo de'pi fanti , e de'pi dotti di quei Secolo. L'Imperadore, che col Senato, e con la parte avverfa degl'Iconoclatti era intervenuto maeftofamente nella gran Sala, fu il primo parlare, e le fue finte parole furono poche, equefte, [b] Scuote Tatres , b idtm ibidem. me idem fentire quodvos, ( e in cos dire fi tolfe riverentemente dal feno una piccola Imagine, edivotamente bacciolla ) fentio quodvos, ut videtis , neque vobis diffideo Vertm quidam furrexere , qui aliter do* ccntesy eamviam rettam effe dicunt, quam ipfi tenente Trodeant igitur corani vobis , materia hc intervos inquiratur. Et fi quidem vobis perfuaferint, ejud ipfi re tic dicant , neque vos , quod bonum cji , impediate Si vero ipfi vobis perfuaft fuerint, quod res novas doceant , defijant prava dottrina, retti dogmatis fententiavigeat , utantea. Ifam fide alia aliqua re minoris momenti ad me relatum efjet, neque ita deceret , meeamremtacitam preterire, quomodo de EcclefaJicaqujione tacuerim? Cos Leone a'Padri . poa^S'veico^ Mnoncos li Padri Leone: conciofiacofache infofferenti, chi del gi- cattolici. dice, chi de'contradittori, chi del luogo iftettb della queftione, furfe il primo Emiliano di Cizica, e [e] Si quajio , inquit, Ecclefiaftica lm- t'UUm , perator , bacefl, utdixifti, in Ecclefa inquiratur, ut mos eji. jl principio enim ipfa Ecclefafiictf quxfiones in Eccleftis , non in Talatiis I{egiis mquir mi tur.
.
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Leone III.

Ibidtm

figlio della Chiefa , ripigli l'Imperadore, n con altro ho qui chiamati, che per conciliarvi nella Fede di una mede[ima Chiefa. [a] Si nos conciliare vis, foggiunfe fubito con franco zelo, e con Apoftolica libert Michele di Sinnada, quare non id facis , quod conciliantem decet facere ? Quippe qui alios quidem va Talatio occultos dettnes , ad te congregas , quibus excitatis , impiorum dogmatum docendorum facultatem

runtur.

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ali

Secolo IX.

Edio fono

fine io vi

&

vero neque in angulis aliquid loqui audent, ubique editlis tuis tyranmdem inferentis judicium . 7<lon fon tale , replic Cefare, quale voi vi figurate , ma Cattolico, come al principio vi difji. Kl so ritrovar la cagione , per la quale voi sfuggiate il cimento della difputa , alla quale invitano tanti contradittori , Forf vi mancano prove per foftenerla? Interruppe Theofilatto di Nicomediaquefte parole , e tutto pieno di facro fdegno , che infocgli gli occhi , e la voce b Ibidtm, [b] Tefiis Chriflusejl, difle, cujus effigiemvides ante oculos imprimis defiriptam, infinitis teflimonis nos abundare , quibus id confirmare poffimus ; ncque dubitamus , ut tu fufpicarts , Jcdnonhabent ifti aures audundi, ob idquenihilillos juvaremus ; potentia enim , imperio nos oppugnamur . Quindi doppo di havere infittito ne'medefimi fentimenti Pietro i Nicea, alC Ibidem zofll in piede uthymio di Sardi, e [ e ] liberiori ufus voce , fic Imperatorem *Audias Imperator . Ex quo tempore Chriflus in terram dcjccnajfatus ejl dit, ufque ad hunc diem per oblingentos annos , amplius in Ecclejiis , qux ubique gentium funt , Chriflus ipje depingitur , in imagintbus adoratur. Et quifnam tam arrogans , qui audeat totam vocum traditionem Sanclis lApoflolis , Martyribus, ac piisTatribus profetlam difiolvcre, velpauluz.Thffal.t. lm moverei jLpofiolo ipfo dicent e , [d] State i^itur Fratres tenete traditiones , quas edotti efiis five per fcrmonem, ftve per epifolam no/tram ; e Gal.i. alio loco [ e ] Quamvis .Angelus de ccelo evangeli^et vobis pr ter id , quod accepiflis, eflo anathema. Quamobrem adverfuseos qui ante nos harefim hanc exeogitarunt , Synodus apud 1\ic<eam in Urbem iterum colletta efi fub Irene, Confiantino pits Imperatoribus . Hanc Synodum ipfc Dei Filius proprio digito Jignavit Quicunque audebit ex ipfa movere , vel expungere , anathema eflo. Malamente l contenne Leone non prorompere in acerbo rifenf *Jpx-d Suthk ibid. timento per cotanta libert di parlare , ma come ch'era [f] ftmulata mentis, divor il fuo fdegno fotto palliata diflnvoltura , inoltrando non fentire ci che pur troppo afpramente fentiva , e con la medefima finzione egli haverebbe licenziata l'adunanza, f il gran Theodoro, [g] Dux Studitarum, Ibidem &vehcmens Ecclefm Magifler , fattori in mezzo tutti non haveffe tenuto an^or fufpefo l'Imperadore con quefte potenti parole , Ts[e t ente snunc, Imh tiCorintb.li. perator , Ecclefiafiicum fiatum difiolvere: ait enim ^poftolus [/>] Quofdam quidam pofuit Deus in EccU:{a, prinm ^Apojlolos, dande Trophetas, tcrti Tibi Taftcres, Dottore s ad perfctlionem Sanclorum ; non dixit F eges y exercitus i oramifius e/i . Hoc igiquidem , Imperator , civibs flatus , Dottor ibus ( ut ait Apofiolus) dctur cu, a. Ecclefiam autemT afhribus , xelmque. ^dt fi non vis hoc facere ; fi quis pervertendo fidei noftro caufa deCeeloTicbis aliquid annuntiaverit , ipfum non audiemus , tantum abeli , ut te audituri fimus . E perche Leone internippe il parlare di Theodoro conalMichel s-.udi- legare d favore degl' Iconoclasti il primo Precetto del Decalogo , [/] vna " Tanquam arcem quandam , replic Theodoro , ad legem veterem te cons'n'd.
perterrefatli . T^on efi hoc conciliantis , [ed

prabes:

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verti s

Imperator

utique inde ar^nmenta tibi defumas

quod mbil creai um mbil

Capitolo
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I.

463
&

Leone III.

mhd denique alind tx bis , qua fimlitudine effinguntur t a ut ullo penitus honore colendum fit . In quo illud primm ampleUenium te cogitare oportebat , Imperatori adveniente gratta , legem cefafie, quam obfervaflenunc, fumma demcntia foret alioqui circumctdi nos conventi, alia qua funt [cripta fac ere, nelegcmvideamur dimidiafabbata colere, tam tantum obfervare. Deinde hoc etiam cogitandum crat, legem hommibus datamfuifje, qui ex JEgyptonuperegreJJ , ad ALgyptiorum amulationem propan fo fludio ferebantur . JEgyptii autem omnium , qui tdola finxerunt , infelici fjimi fuerunt , ut qui viliffmts rebus, &altarum gentium fenfu turpiffmis divinos honores tribuerunt Unde Tropbeta cum leges daret iis , qui apud illos educati fuerant , omnis forma fimtlttuinem interdixit, tanquam homintbus
manufatlum ,
,
;

&

manufatlorum cultui inhiantibus Ts(eque ad deceptionem parattfjimis , tamenid femper obfervaffevifus eft , cum in tabernaculo Cherubini fabricatus Et in illis quidem magno cum hoftt , eademque in propitiatorio collocarti admiratwne. Cos Theodoro, che trafportato da'zelo nore bacerant, diungo pofcia fi ftefe dimostrare l'antico coftume della Chief'a nell'adorazione delle Imagini, dicendo, [a] Idem tpfe Salvator nofter fua ipfius faciei formam admoto ad factem linteo cxprefft, atque cffinxit, petentique intcr Edeflenos prmarius ) mifit. Quidivinam Abagaro ( vtreratfidelis, illam effigiem complexus, incredibilem ejus vim mox fenfit , omnibufque patefccit, diuturno, atque incurabili morbo, quo tenebatur , Uberatus , nec magis corpore , qum animo corroboratus Lucasver, qui facrum compofuit plurimi Evangelium , cum Domini pinxiflet imaginem , pulcbemmum, aliique deinceps quamplurimi imagines faopus pofleris reliqutt faciendum publtc confignatum eorum cultura confervarunt . cras affatim effingendo T^ec locus ullus eft , non I^egio non domus , in qua divina imagines eorum quippe omnibus reverenda , minimque pudenda res eft, cui affixa non ftnt autloritas honorem conciliarunt. Jirmis igitur oJtngentemporis lapfus, ab omnibus receptam, atque confirmatam tis , e amplis promulgatam , propaimagtnum venerationem , jamque una cum Chriftianifmoautlam, imagigatam ( uno fiquidem , parique gre(u incefferunt Chriftianifmus , num efformatio ) tu nunc temporis momento, folaque pr animi tui libidine cum dedecore explodenda , qua laudem, hotollendam medio cenfuifli noremque merebantur ? l^leque ipfum falutare nomen reveritus es , ut Idola quo ( verborum perverfttatem ) facras imagines appellares ? Unde , docius ? Jlut quifnam eft , qui te docuit , imagnis , atque Idoli unam efte vocem? Hoc enim nec Tatrum ullus unquam fenfit, nec vero resipfa ferunt, ut dicaQui enim t cum infinito fpacio inter f dijjideant , non nominis folm tur appellatane fed multo magis archetypi fubfiantia Idolum enim eft , appellatur, quod Damonis, aut alter us cu jufpiam ex iis, qua Gentiles turpiter pr diis coluerunt , fpeciem reprajentat , fadt fadius , mali deterius . Qualis enim caufa , tale prorfus eft caufatum*, cujus abominandum eft prototypum, nibilomins abominanda efl imitatio Imaginis autem bonorandum efl archetypum ; Sancii enim alicujus , aut Santlorum Domini figu.
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Idem

itid.

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ne.

depingit,

Hac

qua in tabula depifta eft effigie s, digna tiem animadverfiofiquidem fincerum veritatis fimulacrum , illud vero mendacii, fal;

&

lacifque doli fimilitudo


difiinguere

fic

enim harum rerum peritis vifum

eft

hac nomina

qui Idolum falfi mitationem efie dixerunt , imaginem veri ex, prefam fimilitudmem . Sed quoniam vobis, Imperator , imaginis quidem

honor

Leone III.

bonor odio e(y Crux vero veneratiom digna cenfetur , primm tllud capere non poffum, cum jam utriufquc honor conjunffus ft ( fntiti enim imago, fmul Crux, quando qmdem Domini adventus gloriam utriqu attulit ) mine vobis alterum ab altero fecemitur, ita ut alteri fors melior obtigerit , alterimi repudietur, contemnatur . Deinde quaram , veteris Scriptur<z interpres , quomodo cum lex cxecratione dignam Crucem vocet Maledtclusenim, ah, [a] quipendetinea-. Tu qui Crucem colis , legtm vilipendere nonvideare* imo vero devotis inter f contrariis obnoxius teneris, qui nec legi ufquequaque confentias , cujus tu cufos perpetuus , in hoc nobifcum media ex parte fentias, quos omnibus modis infetlari decreveras: cumoporterette, quando impius effe flatuifti, nec Crucem, nec Jmaginem confiter ,

^^

Secolo

IX.

&

&

&

b idimiiid.

consentanea tibifacer e , congruentia legi, quam obfervas , fc poffes %At enim ratiocinari nefeit improbitas , ipfa fecurjn pugnans , quos imperio fuo fubmiferit, ab omni honefiate procul evocane. Cuitu quoque femelmancipatus, nullampofteaoffici, nec decoris rationemhabuifti, abisfolis, qui tua obfcrvant , induclus adulatoribus , feurris , uni voluptat , utrifque commodis fervientibus . Mihtver mirart venitinmentem, quomodo eos ad judicium vocaveritis , qui fc animo, conflio comparati eflts . Ecquis enim erit, quiinter utrofque dijudteet Quis de vicloria fententiam ferat , cum occupati vobis omnes , potentiaqueperculffuerint fuppliciorummetu? minfquidem, tormenta iis proponuntur, qui partibus veflris nonfavent. B^tl Jane quidam majoribusnoftrts, primum hoc bonum efie dixit, vobis longiffm recedere, humana fpecieferas , hdreticosvocans , eorumque fermones, atque injlituta perniciofa epe docens , ac penits exitiofa , quos devitare omni ope oporteat, acneoccurrere quidem ilis, fi fieri potefi. Ex quo fequhur, cum ets colloqui quoquo modo non folm fuperyacaneum, fed damnofum piane, valdque noxium cfe . quefie parole furfe in alto fdegno l'animo irritato di Leone , che con terribile voce , e fiero afpetto rivolto Theodoro, [b] Cos, dirle, fi parla con un Imperatore? Sono io forf Heretico? E fcacciar tu forf mi vuoi dalla Cinefai 7{onego, ripigli fubito Theodoro, fed te te ipfe fatlis tuis ab Ecclefa ejeafti . >ud fi redire ad illam , iterumque ingredi, eft animus, perfla nobifcum , qui veritatempraflicamus, Cbriftique Jmaginem veneramur . E in cos dire ufc intrepido dalla gran Sala, e dietro a lui tutti li rimanenti Ecclefiaftici , che lo Seguirono, acclamandolo per degno veramente della gran fama,che di lui correva pe'l Mondo . Egreffi Beati omnes una cum Tatriarcha magnum ambuint Theqdorum , hominem labris grafmul atque animis deofculantes , ejufque in dicendo libertatem pariter tam collaudantes , qud Tyrannum tamfortiter , tantoque pudore affeciffet . appena fi furono eglino quindi partiti , che ciafeuno fopragiunfe l'Imperiai
ut

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&

&

&

&

Mi

tidtmikd.

Comando ( che fu la prima tromba della nuova perfecuzione ) continente quelle precife parole, [e] T>{eminem prorfus cum aliis traclare , necinter f corifene , aut doccre , aut de Fide prorfus . Ricevello anche Theodoro , che
'al

metto, che glie'l rec, non folo cos rifpofe,


'pf

talrifpofta portane all'Imperadore,


Zelo ammirabile
di s. St Ka
"

ma preg, &impofe,che ALquum neefivobis, an Deo parere >

^ os

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ratioiie

xfhmantes diate.

Theodoro
'

g u is potius amputatis carere,

qum

T>{obi? vero fatote certum effe, linut Fidei noftra tefimonio defmus, nec

illam, quapoffumus , verborum ope propugnemus .' >u<e enim ratio */?, Vos conar i defendere deteriora , &Tfos in mult meliorc caufa filento im}\Quare popur noncommittemus, ut vel adboram fermonem abditum teneamus ,

&

lum

lam

preferiti ejut utilitate

Capitolo L fraudemus. E per comprovare


ulcifci pofct,

a6^j
il

&wiBL
,

[a] remexcogttavit,

qu& boflcs fimul

& aliosmagis,

detto co'fatti

mct-

gifque confirmare . Monacbos enim omnet , qui in ejus Monafterio erant , imagines accipere jubety atque manibus fublimes ge/are, totumqueCcenobii ambitum circumre, hymnum lllum dicendo, Immaculatam Imaginemtuam adoramus, bone Jefu. Quindi ufcendo dal Chioftro per le {brade, e per le Piazze , congruentia omnibus conflanter fuggerebat , hos vocans , illos
adienst alias litteris confirmans
,

abjetlofque

&

projlratos animos erigens

ammirabile Copra tutto fi la lettera, che ^, verbifqueexcitans pr virili; h HJBa Mi egli [b] Ccrife ad alcuni Monaci, eVefcovi, che timorofi dell'editto Ce- 814.C4. fareo, ritirati nelle proprie Celle oflervavano il filenzio impolio Copra ii culto delle Imagini ; provando cos chiaramente per i tetti della Sacra Scrittura , e per le Centenze de'Padri , e per gli eCempii de'Santi l'obligo, che ha il Pallore di perCeguitare i Lupi per difendere l'ovile, che riprendendo tutti animo, e forze dalli di lui Ccritti , uCcirono anch' elfi fuo-

&

'

come Leoni contro Leone con la predicazione della Fede in comprovazione delle Imagini . E il Patriarca Niceforo , fattofi capo di tutti , t giurare tutti ogni pi perCeverante coftanza nella confeCiione del Secondo Concilio Niceno , proteftando egli eziandio in voce all' Imperadorc, che prima era pronto di farfigittre in Mare, che tradire in quello punto la Religione di Chriito. Ma CeCare imperverCato nel male, depoCe il Patriarca dalla Sede, e mandolto relegato nel Proconnefo. Nel partirli convoc Niceforo il Popolo, e, [e] Tslavigwmconfcendity&venit ineumlocum, in quem exul ducebatur Illic autem in jejuniis y acprecibus multa patientia ufque ad eum diem permanfit , quo filentio, tolerantia s adDominum fuu?nmigravit, che fu dodici anni doppo la dia ingiufta depofizione. Damnanturpariter exilio , Coggiunge l'allegato Hiftorico , ^o^ot erant in T?resbyteris Ortbodoxi , quibus unicum crimen pietas fuit. Liberato daqueftioltacoli, edalvivo rimprovero di tanti illuftri Ecclefiaftici , die Leone ogni libert agli Heretici di dire, e fare, ci , che il furore fuggerirebbe loro contro le Imagini, permettendo eziandio, che una truppa di fcelerati , vomitando dalla bocca horribilifiime beftemmie , gittaflero fango, e Cad contro la rinomata Imagine del Salvadore, inalzata Copra la Porta di Rame, dove il gran Coftantino l'haveva fatta riporre, e che Irene havevariftabilita, doppo che da Leone Ifaurico ella era fiata abbattuta. Quindi elelfe al Patriarcato di Coftantinopoli il fuo diletto Theodato, huomo indegnifimo di Fede , e di cornimi , che adunato Cubito un Conciliabolo di VeCcovi Comiglianti lui nella empiet, condann il Secondo Concilio Niceno, approvando la definizione delle Imagini, & ordinanri
.

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Perfecuxiqne contro i Cacali.


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done l'eCecuzine. Allora Leone, come Ce operatfe per autorit di un Concilio Generale > fece un decreto fimiliflmo quello di Leone iCaurico, e di Coflantmo Copronimo , ed armandofi del medefimo furore fece cancellare, abbattere , mettere in pezzi , gittare nelle fiamme , e nel mare tutte
Imagini, efercitando ogni pi horribile violenza, contro chi preCe ardiMa perch'egli voleva pi torto riCervare nuovi tormenti, che occidere quegl'illultri difenfori della verit Cattolica,' doppo di haver fatto forfrire loro infiniti mali in horribili prigioni, li relegava nelle Ifoje, dove erano oppreffi da miferie pi inf opponibili della morte fteffa. Meritarono la Cqrte di fopportare lunghi cruciati Theoflato di NiTomo IL comele

mento di oftargli

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Leone III.

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Secolo

IX.
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uloaTr'fl'f'

b ctirtn.numptnd.

comedia, TheofilodiEfefo, Pietro di Nicea, Giofeppe di Theflalonica, Cofino di Chalcedonia, gli Abati de' pi celebri Monafterii pnncipalmente Niceta [^] parente della Imperadrice Irene, che di governadore Imperiale della Sicilia, abbandonato il Mondo, haveva profetata in un Chioftro vita Monadica, e Theofane Abate del Monafterio di gran lampo, infigneperfantit, e per dono di Profezia, di cui [b] dicefi, cheoltrepaflando il Patriarca Niceforo nel viaggio al fuo Efilio alcune miglia lontano dalla di lui Cella, ei fuora ne afciiTe infieme conifuoi Monaci concerei accefi, e thuriboli ripieni d'incenzo per honorare s nobile viandante, bench ne da lui, n da'fuoi Monaci veduto e che parimente Niceforo, che n lui veder poteva, nglihonori, che gli fi appreftavano, nel medefimo tempo verfo quel Monafterio s'inginocchiale benedicendo Theofane, e li Monaci, e dicendo quei, che fi maravigliavano di cotal'
; ,

veva in quel medefimo iflante,

atto, Ch'ei rendeva il (aiuto ali'Illuflre Confefiore Theofane, dal quale lo ricee che Dio Sbaverebbe tra poco tempo honorato di

una Corona Rimile alla fua . Quefte furono le risoluzioni precipitofe di Leone , ma non quefte lie ^ e P iu giufte del Cielo ; poich mentre in tal forma gl'Imperadori dJ'iSpelioneL l la perfori* die/ Greci manomettevano in Oriente la Religione Cattolica, ne difpofe horribilmente Dio il caftigo con manomettere in Occidente il loro Imperio, ce!cFu> contrasferendolo [e] Gente tn Gcntem propter injuflitias, injurias , Cominci cotanta mutazione di ftato dalla diverfos dolos tumelia* , rivoluzione accennata de popoli fotto S.Gregorio Secondo nell' Imperio di Leone Ifaurico, e termin pofeia con la rifoluzione heroica di S.Leone Terzo, che delufo , difperato $i guadagnare l'intelletto de' Greci
]

&

&

&

d Iertm.i,
e Eghintr. invita

c^oii Magni.
f ^Anno 800.

Monarchi conia dottrina, l'ollequio con l'autorit, l'aftttoconla gentilezza, l'humiliazione col terrore , e perfuafo della loro avverfione non tanto alla Sede Romana, quanto alla Religione di Chrifto, chiam Roma il R Carlo di Francia, Soggetto benemerito della Fede , e nella Bafilica Vaticana folennementecoronollolmperadore, avverando vantaggio, e gloria del Pontificato l'antica Profezia di Geremia, [d] Conflitui P e hodie fuper Gentes,& R^egna^t evellas,& defiruas,& difperdas,& dijfipes,& piante . [e]Fgmamveniens, [f] dice del R Carlo Magno il fuo ddifices,

&

Secretano Eghinardo , Imperatore , &^Augufli nomen accepit, quod primo tantum adverfatus efl , ut affirmaret, feeodie, quamvis precipua folemnitas
efiet,

binali. in

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Ecclcftam non intraturumfuiffe , fi confliumTontificis prafeire potuifUcntfet. Ma pi diffufamente [g] Anaftafio , jLdveniente die fatali Domini nofriJefuChrifii, in jam ditla Bafilica Beati Vetri Upoftoli omnesiterum congregati funt, <& tunc venerandiffmus almificus Tontifex manibus fuis propriis prettofijjima corona coronavit cum . Tunc unir erfi fideles Bimani diletJionem , quam erga Sanam Bgmanam videntts tantam defenfionem , ejus Vicarum habuit, unanimiter altfona voce , Dei nutu , Ecclefiam, atque Beati Tetri clavigeri Bggni Coelorum exclamaverunt, Carolo piifjmo vittoria . Unte Jlugufio Deo coronato , Magno pacifico Imperatori vita , confcjjonem Beati Tetri ^Apofloli plures Santlos invocantes , ter difacram cium efi ab omnibus , conflitutus efl Imperator Hpmanorum . Illico SanexcellentifTontifex unxit Oleo Sanilo Carolum , tliffimus Jtntifles , fimum Filium ejus R^gem , in ipfo die fatali Domini nofiri Jefu Chrifi . Nell'atto della magnifica funzione obligofl il R Carlo con giuramento

&

&

&

&

&

&

alla

alla difefa della

Chicla

Capitolo /. Romana con quefte parole

467
[

Leone III.
<

In nomine Chriji

Beato Tetro fpondeo, atque polliceor Ego Carolus Imperator coram Deo, defcnforem forc hujus Santla Bimana Ecclefta jipojlolo , me protettore , in omnibus utilitatibus y quatenus divino fultus fuero adjutorio, prout fctero , poteroque. Qual formola di giuramento da quel tempo fu inviolabilmente poi Tempre fino a giorni noi tri ollervata , e praticata dai fucceflri di Carlo nella loro afliinzione all'Imperio Quefta breve indicazione pi tofto, che racconto di un tanto fucceflb oftefe talmente Matthialllyrico , che con inefcufabile temerariet diede alla luce un libro contro la evidenza di quello tatto , folo perche quefto fatto concludentemente provava in fatto l'autorit fuprema del Pontefice Romano fopra tutte le podeft Laicali dell'univerfo . Ma egli nel fuo racconto fi merita quella fede , che potrebbe meritarfi un corrotto teftimonio nel Tribunale del Mondo . Non aggrada lui la verit di quefto fucceflb ? Siafi pure, chea Noi nulla rilieval'objezione di pochi Heretici in riguardo al confentimentopublico di tutti gl'Hiftorici per il lungo fpaziodiotto Secoli. Se Carlo Magno non fu dichiarato Imperadore dal Papa, dicafi da chi? Fors' egli heredit l'Imperio ? Forf acquift quefto nobile titolo dTmperadore

&

&

*^m *'$u
l

p*tuvi*'*&*nrii 0"t> n <

con le armi? Oacclamollo il popolo, eviconcorfeil Papa, veramente acclamolloilPapa, e vi concorfe il popolo ? Fu quefto forf efempio nuo, fottrarre[&] tributi Cefare, creare [e] mip~ %^'^ff^f^, de'popoli , in avvantaggio della Fede imporre [d] c Vedi d'poZlf.d'i cttria p 9 ' nuove Leggi, e riformare il Mondo nella fuperiorit del governo? Contro l'Illyrico fcriife il fuo nobile commentario il Bellarmino , e noftra temer- vide Bar.an.2ao. riet farebbe il volere aggiungere nuove prove un tanto Scrittore , debo- J*** $'$?% lezza il traslatarne nel noftro idioma le fue. Natale [e] Aleilndro intefti- tranhaone imptmonianza , che gl'Imperadori non riconofeono la loro autorit da i Ponte- J*^ [t3Ft d ;rfici Romani, rapporta due celebri palli di Tertulliano, uno inferito ncll* fert.17.mmft.BeApologetico, l'altro adScapulam y in quefto tenore, [f] Inde efl Imperator, f&?5tS?i{ Sen- log. unde& homo ante quam Imperatori inde UH poteflas, unde [piritus tiunty Deumejje folum, in cujus folius pot'fiate funt , quo funt fecundiy poflquem primi , anteomnes Deos y fuper omnes bomines ; e, [g] Colimus Im- g idem *d Scap. lam nobis licet , peratorem fic , quomodo ipfi expedit , ut hominem Deo fcundum, quidquidefiDeo confecutum , folo Deo minor em . Hoc ipfe volet. Sic enim omnibus major efl, dum folo vero Deo minor efl. Termi liano fu di molti Secoli anteriore alla transazione dell'Imperio in Occidente feguita fotto Leone Terzo, ond'egli parlando allora degl'Iraperadori non fatti da'Papi , ben dille ci, che di efli veniamo pur hora di riferire: il che certamente Tertulliano non haverebbe afferito prefentemente , quando dalla fola autorit del Papa hebbe la fua origine la fucceflone accennata di Carlo Magno nell'Imperio d'Occidente

vo nel Pontificato
vi

Romano

& in beneficio

'

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&

&

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&

Ma

Gg

CA-

g
Stefano
V.

46
Stefano Quinto
li

Secolo

IX.

CAPITOLO
Romano
,

IL

creato Pontefice
816.

22.

Giugno

Santit di qucfto Pontefice , e calunnie oppofegli dagli Hereticiy e fuadifefa*


Endef celebre il breve Pontificato di Stefano Quinto per il fuo viaggio in Francia, e per gli honori, che nella tua dimora in quel Regno egli ricev dal Chriitianiflmo Imperador Ludovico , col quale [ a ] Quamdiu ibi erat Beatifflii Ludovici e, 16. & ftq. fmus Tater, quotiate colloquium babebat de Militate Sanft Dei cclef* e per i miracoli, con cui illuftrollo Dio nel b xAnafl. inSttpb. fuo ritorno Roma, riferiti dall'allegato Hiftori co , e da [b] Anaftafio , i (uccelli . Ma l'empio Morneo [ e ] non curane Mormctis in M)* che ne compendia le virt , jitrio inifutatit do n fantit, n miracoli, lo ripiglia, anzi Tefalta, come fubordinato frogrejff 24. Cefare , e nell'acconfentimento di fubordinazione lui per l'accettato Pon idtm Thtg.bid. tificato, e [d] per il giuramento, ch'egl'impofe a'Romani , di fedelt all' r C0i)U4H ;n fuo '-i'itimornto an- Imperadore. IlCoqueo [e] con pronto antidoto di difeifrata menzogna tidoto cantra diaccorre nel fuo Ariti- Morneo al Mifterto dell' Iniquit propofto da quel Calviiu/n progriffum nifta Scrittore, e prima di lui [/] ilBaroniocon profondo taglio di lincer fpiegazione riceve il detto del Thegano, e dice, havere Stefano comandato i Romani il giuramento di fedelt, ut tumultuari [oliti Bimani in B$manorum Tonttfce ( ut vidimus in Leone ) eo faltem modo coerceri pojjent. Onde il provedimento di Stefano fu plenipotenza di dominio, e non con-,

&

fezione di valfallaggio

A-

469

Paschale.

CAPITOLO
Pafchale

III.
27.

Romano

creato Pontefice Gennaro 817.


,

li

2{e legazione

tormenti

e ferini

di S.

The odoro
e

Studita,
Confejfo.

Santit
ri
.

miracoli di altri

llujri

Martiri ,

Leone Armeno Affandone ali* Imperio di Michele 'Balbo Sue Qualit e 'Bandi. Commercio con gli Heretici ricusato da Vefco evi
Aforte borritile
dell' Imperadore
.

Cattolici

nuo'va perf cupone diquefli

alla

per tornare alla fierezza dell' Imperadore Leone , ed Reiegatione,tor. crudel perfecuzione contro i Cattolici veneratori ^hidoro^'tudelle Sacre Imagini , niifuna relegazione fu pi ftrepi- d'u, tofa , n pi gloriofo alcun combattimento , che quello di S. Theocloro Studita
.

E certamente ficcomc per Generali fufeit Dio contro Arrio S. Athanafio, contro Macedonio S. Girolamo , contro Neftorio S. Cirillo , contro utyche S. Flaviano , contro gli Origenifti neh" approvazione del Quinto Sinodo S. Gregorio , e contro i Monotheliti S. Maffimo; cos parve, che contro gl'Iconoclaftidafle al Mondo S.Theodoro , per opporlo con forza heroica quella empiet, che fotto Leone Armeno prenunciava di nuovo l'efterminio alla Fede, & a'Fedeli. Fra i nobili Contefforiefiliati in lontanimene regioni^ uno fu egli, che non fol fu relegato, miracchiufo ancora in ofeuriflmo carcere nella [a] vii Terricciola a Mir!> tl std. u vaaTht9d-* d di Mefopa prefl la Citta di Apollonia. Softenne il Santo l'acerbit della pena con coftanza invincibile di animo, e perinde ac fi novinibilaccidifiet, ita totus in docendo eretti partim bos cordm allocutus, erudiens, partim tanquam ex mentis tabulis ad illos atr amento, manuque ftylum exercens , dilla promens aliis dcrnum altter, prout temporis ratio dabat , omnibus autem fuumfrutlum, utilitatemque tribuens , ita ut ex tpfo carcere omnesufitataejus colloquia, dotlrinamque perciperent E celebre fu la di lui Lettera [b] Dogmatica, che dal carcere egli fcriiie tutti li Confeflbri efiliati, b Thud.stud.ub. ripiega di cos profonda fapienza, e di cos forti fentimenti, che ficco- z.'p.s.juamrfftr't me ella confort mirabilmente i Cattolici nella coftanza, cos altamen- Bar an ^ n ^' te irrit l'animo di Leone, che volle haverla nelle mani per fuo maggior rimprovero , e per fuo maggiore incitamento-di fdegno contro il compofitore Poich feorgendo egli, chenelle numerofe lettere, chedaquel carcere S.Theodoro fcriveva, fpargeva per tutto l'Imperio fiamme di fuoco , & accendeva ciafeuno alla gran pugna contro gl'Iconotlafti , relegolk> Bonita, lontanjfimo Deferto , dove lo f gittare in un fondo T.omo II. fpa$
la dikfa degli altri Concilii
.

'

&

&

l 'i-

Gg

Paschale.

470
Ma

Secolo

IX.
,

fpaventevole di altiflma Torre , d' onde non vedendo luce e non havendo altro commercio , che col fuo carnefice , non potette pi communicare con alcuno , n pur per mezzo delle mute parole della
v"a

ThMlud.

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ibAtm

e s.The ,d. ub.


efifi '

i,

''"

Y anguftia del carcere farebbe potuta renderli comcarta .[**] portabile, f alle miferie, che feco ella portava, non haveffe fatti aggiungere Leone altri fpietati tormenti per abbatterlo . Haveva egli comandato Niceta cuftode del carcere, che con ogni pi fiero ftrappazzo lo cruciaife, e lo awiliffe , fomminrftrandogli fol tanto pane , quanto baftafle non farlo morire pi torto , che a vivere , alla fcarfezza di cibo compenfaffe con la copia delle battiture , al qual effetto voleva eziandio il crudo Cefare, che aflfteflero prefenti li cuftodi delle altre carceri, come teftimonii della esecuzione della fua barbara fiereznel denudare quel venerabile corpo, fentiffi Niceta cos vivaza. mente tocco da piet, e divozione , che con iftrana mutazione elfo divenuto carnefice di f fteffo , con tutta la forza fcanc i colpi de* flagelli fopra una pelle di Agnello, che quivi d cafo trovofl, e quindi cavato f medefimo il Sangue con la puntura di una lancetta, ne infanguin una fpaventofa sferza, moftrandola nell'ufcire quei , che affiliavano alla porta, i quali bench per natura, e per ufficio crudeli , pur non potendo Sopportare la vifta prefente della carnificina di un tant'huomo, lungi da effo udivano preffo il carcere il rimbombo orribile della flagellazione. Ma non fempre trov Theodoro benigno il cuftode, e ingegnofa la barbarie del fuo carnefice Conciofiacofache fu egli pi volte fottopofto alle sferzate , per il cui effetto fi mutavano bene fpefl'oi Satelliti, come fubentrando l'uno all'altro quel crudele ufficio, facendo a gara, chi di effi potelfe renderli pi benemerito di Cefare nel dilacera mento di quel corpo . Nulladimeno il di lui vigore era troppo grande, perche onnipotente era il cibo, che lo foftentava. Dicefi, [b] che in tutto quel penofo tempo di carcerazione, e di flagelli, ogni mattina il Santo f\ cibaffe della divina Euchariftia, che feco port in tante piccole particole , dal cui folo nutrimento egli riceveffe forza proporzionata, non Solamente Soffrire que'replicati tormenti , ma fcrivere dalle carceri, come un'altro S. Paolo ne'ceppi, una infinit di lettere ad ogni forte di perfone, per ammaeftrarle nell'articolo delle Imagini, perconfolarle ne'patimenti , per animarle al Martirio , per prevenirle in Fede durante la tempefta di una s terribile perfecuzione, per implorare foccorfo di Orazioni per il rimanente popolo de'Fedeli. In tal fenfo una , e quefla , [e] ne dirette al Papa , degno Specchio del fuo zelo , e degno monumento della Ecclefiaftica Hiftoria.

&

Mi

Tafcalt Tapte

I{om&.

omnibus

fumma

virtute pradito, lumini


.

magno

J Num.14.

Trimo , Domino noftro ^ipoftolco Tapa Jam I*>^ fuprema vefira beatitudini ea, qua propter peccata fiam invafere . Etenim falli fumus in parabolam ,
geiitibus, ut

, Trimipi Sacerdotum fere audita funt omnino

& proverbium omnibus


terni-

nofra in noftram Eccle-

[d] loquar : non tamen par eji rennnti+tio, per epifiolas . Quare nos minimi, etf membrum corporif qua fitexilitr y Cbrifii ultimum fumus , tamen capite noftro comprebenfo , atque iis, qui fra-

fecundm Scripturam

&

Capitolo III.
ternitate excellunt
,

471
&

PaSCHAT.F.

illuc diffipatn , potuimus quodammodo ex eo mutuarti ftgnificationem in unum fieri fpiritttm % per quod prop fimus , hac tametft confidenter . Jtudi jLpoftolicum caput, verbum, fcribentes Deo prapofitm Taftor Ovium Chrifli , janitor Pregni Coelorum, Tetra fidei,

&

&

bue atque

'

fitper

Tetrus emm tu , Vetri Sedcm . gubernans . Lupi grava irruperunt in aulam Domini , porta inferiy utolim, rupta funtinipfam. Quid hoc? Terfecutionem patitur CbriSiquidem contra Imaginem incurfus , proMinifiris fius cum Matrc , exilia, &rele~ totypi eft perfecutio. Urne detentio Tatrtarcbalii capita , Sacerdotum , Monacborum , Monachagitiones Jtrcbiepi[coporum , v'incula ferrea , tormentaque , dr ad extremum compedes, rumque , bombilem auditionem veneranda Imago Salvator'u nojlri Dei , mon . ludibrio babita eft , quam damonei perhorrefeunt , eontumehis affetta , opptdo. ^Altana non Jolm in Fregia Urbe, verm etiam in omni regione , deleta funt , Tempia deflrutla, Sacra profanata, effufui eft fanguis , exilia eorum, tffunditur eorum , qui retinent Evangeli um . Terfecutiona , qui adirne rcliqui funt. Conticuit omne pium os metumortis , aperta eft adblafpbema lingua . Commota eft ornris caro in ambiguitate verfaria, verfans . Heimihi, inquitTroptyta. [a] quiafatlifumui ,ut qui colligit cala- a MiJi.t.y. muminmeffe, &racemuminvindemia, cumnonfitbotrus. Innos, beate , hac omnia facla funt . Qua quii non agre tulerit, in feipfo proximi damna confideram Quii autem non ratiocinatus fuent, ej]e adventui JLntichriftt pr alitata , tantum differ ernia , quantum ab exemplan imago , in quam etiam ne repelinfanitur? Huc igitur ab Occidente, Cbrift imitator , refurge, lai in finem. Tibi dixitCbnftui [b] Deui nofter : Et tu aliquando conver- b .". Ecce tempm , ecce Iocu opitulare nobii , qui fui confirmafratrei tuoi Deo ad hoc ordinatui, porrige manum, quantum fieri pot eft. Habei poteftatemDco, e quod omnium Trincepi a, in quo poftuid. Terreto, fuppltcamui, hareticai fcrai calamo divini Verbi tui . Taftor bone, pone animam pr vibui , fupplicamui .Audiat Ecclefta, qua fub e celo eft, quod nobii anathejam SancloiTatranofroi anathemat'vxantur per Synodum ,. qui hac auft, Sanciti gaudium , contbemm-^ant . Hoc fuerit acceptum ^Angela, cupii firmamentum, fundatn ftabilimen , lapfii refurreclio , omni Ortbodotua certe celfttudinii fecundm eoi , qui antiquixorum Ecclefta exultatto , ti praceferunt, aternum monimentum . Qui fimilibin temporibus cumfecertnt ea , qua nobii peccatoribui nane pctuntur , Spiritu Sanilo afflati " commemorante, beati babitt funt. Trorfui autem credimui, confidimui , qud mifericordia mtferationum flexui , noftram tenuem fcripturam acctpiei, Cbriftum imitatui , qui Deui omnium non recufavit ab Jibagaro epaccepta referibere . Cos S. Theodoro; il quale in alftolam acciper'e, tra occafione fcrivendo al medefimo Pontefice, quefto nobile atteftato ... infer nella lettera della incorrotta Fede della Chiefa Romana, [e] He ipfa %$,!].' cognovtmui, manifeftum ^{poftolorum Trtnciph fucceforem Bimana Ecclefta praftdere, certque nobii perfuaftmui , Domintim Ecclefiam noftram minime deferuiffe , cui unum , folumque vobis auxilium , hatlenus , atque ab ipfo cxordio in occurrentibui moleftiii Dei providentia conceffum eft. Voi igitur fmeerui ab initio foni Orthodoxa veritatii, Voi adverfus ornnem hareticam procellam tranquilla fepofttui portui Ecclefta untverfa , Voi Deoelecla Civitai refugii falutis . Sed quomam temerarium eft, nobii mifetii eneo

quam

exornam,

&

edificata eftCatbolica Ecclefta

&

&

&

&

&

&

&

&

& &

&

&

&

&

&

&

&

&

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&

*'
'

Gg

mia

Paschalf.

47x
.

Secolo IX.
.

a lAnafljnParck.

mia congeri divino nomini vefro, quod divina olim lingua beatum pradica* rum, pra\iat ut ad arumnas noftras deveniamus J^ecefe fiquidem efi> eum , qui credere nolit, verbernm , aliorumque fuppliciorum panis fubiici . CoRicev Paichale la lettera , e 1' Inviato con si S. Theodoro Studita honorevoliflmi trattamenti , e per i Monaci Greci che dalla horribile perfecuzione fi refugiarono in Roma , egli edific, dot, & orn un fontuofo Monalterio[V]prefloS.Praflede; quando al contrario vitupero* amente ri,

15 e

'

<v/rw

t.i in

studiVitas.Thtttt.

gett i meffi del Patriarca Iconoclafta di Coftantinopoli, prohibendogli eziandio l'avvicinarfiRoma, come s'eglino contaminare la poteflero col folo fiato dell'Herefia. Non pregio della brevit della noftra Hifona regiftrare in quefto luogo o le lettere , li nobili fentimenti , che transfiife S. Theodoro nelle fue Epftok, che furono laconfolazione, ilfoftegno, l'iftruzione , il nutrimento , l'oracolo , e le arme de'Cattolici di Oriente in quel terribile tempo di guerra, per dare loro forza contro gl'intuiti della empiet, e per combattere generofamente in foftentamento della Fede. E veramente volle Dio in [ b ] altro tempo honorarle con una maraviglia ftraordinaria, e proportionata all'effetto, ch'elleno haveano prodotto. Racconta il fatto l'Hiftorico della di lui vita nel tenore che fegue: [e] fjarrabat praterea divino Sophronio Mulier quadam genere nobilis miraculum , quod l'ibi acciderat y in hunemodum: Invaferat (inquit) domum meam, qua in Bjpabdoefiy incendium^ quam circum totam complexo igni , prorfus nibil erat , qum ut omnes meas facultates flammis abfumi viderem T^ec injela vis aqua , nec machina ulla ad rejinguendum apta domare flammas poter ant , tanto impetu cunbla comprehenderant . In hoc rerum, articulo [ubiti animum, Tatris epiftolam, quam ad me nuper miferat , pera tollere , ttque in ignem iniicere , fi forte Ulani reveritus , vehementem illum impetum venerandas litteras fiamaliquo modo repelleret Ut ergo ad rem veni , ma injecit hoc fimul inclamans: S anele Theodore adjuva periclitantem fawulamtuam: videremox fuit, atrocem illam vim ignis rcflinfam fubito languore, accinerem folm, fumumque pofl f relinquere. Quisnofra, aut ulta unquam memoria tantum ex parva epiflola miracjtlum audivit ? Inibii eft , fi cum hoc conferatur , quicquid ufpiam miraculorum fingi , aut excogitaripotcfl.
. .

&

Quare aquumnonefl 3 utreimagmtudmem


amplitudo.
AivipMi Ar.anuo

deferat tenuttas orationis-

omnem
,

enimdicendivim, atque artemvincit , longque fuperat operum dignitas

&

... c f Santit, e Miraco.

li

di

ai* iiiuitri ,c Co ""

fdorf
e Bar.an.SziM.5t

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'

tund.ioc.

^ph B*r*Mu.

S15.rt.64.

N con minor forza di zelo fi diportarono in quello duro conflitto di perfecuzione due Monaci, [d] che dalla Paleftina fi portarono Coftantinopoli per riprendere Leone, come feeu, della fua empia perverfione; tr ', 3 ' r I K. K. tC x _. c igenei'oficonfeilon Niceta, Theodoro, eTheorane, che carichi di menti, e di catene terminarono gloriofamente la vita nelle loro relegazini; il gran Joannicio, [e] Decus *Anachoretarum , facuii bujus ornamentum , cjr fudiofffmus cultor Sacrarum Jmaginum y di cui dicefi , [f] che col Segno della Santa Croce iberafle una fua Sorella Cattolica daunagraviflima malattia, enelmedefimo tempo con altro Segno di Croce le faceffe divenir cieco il Manto , che Iconoclafta di Religione non approvava la Fede della Moglie, e del cognato; e che venerabile, efamofo crefeefe fempre nell'et egualmente, e ne'miracoli, fra'quali ftupendo li rende quello, che racconta l'Autore [g ] della di lui vita, che ritrovandoli molti Cattolici fchiavi , e prigioni in potere de'Bulgari,egliinYfibi!e alle guardie nella loro prigione
. ,

*i

entraf-

, .

Capitolo
entrafl'e
,

III.

473

Paschai.e.

e dalla prigione eftraeffe tutti que'miferabili, equal'altroMos, liberatili dalla fchiavit, li ricincefle fani , e liberi alle lorocafe, e quindi ei fi riportale poi alla fua folitudine nel Monte Thricalice, ove termin [a] decrepito la vita in et di cento, e quindici anni: e moltiflmi in fine , che abbandonate le Patrie , e li Congiuriti fi rifugiarono
la

prigione aprirle

^8^.

con fomma piet [b] affegn il Pontefice un corninopreiTo a Santa Praflede di cui d lungo [ e ] fa menzione do Monafterio Anaftafio. . ^ chi pecc contro la Fede , ricev ben torto da Dio la meritata gli pena d vederli infedeli o Amici, e ribelli li Vaflalli, che lo trucidarono * *. . ... n , in fine avanti il medefimo Altare, lecuilmagini egli riaveva cosi (acrilegamente profanate [ d ] E tragico il racconto , ma altrettanto necefiaria la notizia. Michel Balbo fu uno de' pi appaflonati Promotori dellafortuna di Leone, e confeguentemente uno de' pi partecipi dlia confidenza i lui . eh' ei nella grandezza privata s' innamorale di falire pi oltre , fi pentifie di riaver' follevato l' amico all' Imperio, al quale poteva elfo poggiare , prima form il difegno , e poi fi accinfe alla rifoluziooe di sbalzarlo dal Trono , per mezzo di tradimento , per via pi aperta di publica folletal' effetto egli ord la trama, mfpiftolidonella orditura, vazione. che empio nel tradimento; conciofiacofache, come eh' egli era abbandonato in preda ad ogni forte di crapola , e perci fpefle volte guaito dal vino , incapace di moderar le parole, che facilmente efeono dalla bocca ne* rifcaldamenti de' conviti, cominci vomitare il veleno, che covava nel hora eziandio in detti cuore, hor motteggiando, hor minacciando, concili vituperando l' Imperadore , in modo tale che T Imperadore fecelo arreftare, etrovatolo in brevi interrogazioni colpevole di cofpirazione, fu da' Giudici condannato vivo alle fiamme nella fornace de' Bagni del Palazzo. Conducevafi dunque Michele al fupplicio , quando l'Imperadrice Theodofia forprefa da una cotanto itrana novit gittoni a' piedi i Leone, e parte con preghiere, parte con rimproveri ottenne la dilazione della/entenza col motivo, che cadendo in quel giorno la Vigilia del Santiflmo Natale , era un profanare la Feita l' efeguire cos terribile giuftizia Fu perci Michele cuftodito nelle Carceri, carico di ceppi , de' quali volle il medefmo Imperadore tener le chiavi per un certo prefago timore, che internamente prenunciavagli grand* infortunio dalla vita, dalla fuga di queir huomo: anzi rivolto Theodofia, fama, che tutto penfierofo, e metto egli le dicere, [e] Feciquod jujjiflt, Mulier , tus perfuafus bacebatiombus proles noflra , quid eventurum fu (ed tu mox cernes , e cos detto pafs il reito del giorno, e tuttala notte in una eftrema inquietudine, rammentandoli alcuni faitidiofi prefagii, quali prima eflbhaveva difpregiato, ma facevano allora gagliarda impresone fopra il fuo fpirito. [/] Vi eranella Libraria Imperiale un vecchio Libro ripieno di Oracoli, che li dicevano delle Sibille , nel quale fi vedevano alcune Imagini Enigmatiche, che applicavanfi ad altrettante mute profezie degl'Imperatori,

Roma,

ai quali,

bs^.*,**..**. e ^y?.' b, **fehaU '

Ma

a (l'affinamento.
morte dcirimperaaore Leone Ar.

meno
A
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ArAn

Cm? m

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Mi

&

&

&

IdtmiM

f Ctdr. toc. est.

che regnar dovevano in Costantinopoli tra le quali trovavafene una, interpretata ab antiquo Che un' Imperadore nominato Leone farebbe flato ammalato dal fuo nemico nel giorno di Issatale . Ricordava!! di un fogno
: :

in cui fua

Madre haveva veduta nella Chiefa

della

Madonna fantiffima
veftiti di

in

Blachcrnis una

Dama

con corteggio

di

molti Giovani

candidine-

, ,

Paschaif.

di/fime vefti , chele faceva prefentare un vafo pieno di fangae , invitandola beverlo , e che havendone ella moitrato horrore , fdegnofamente rifpona litmUid. jeffele la Dama, [a] Ergo Filius tuus non dcfinet , f multo cruore implere, eoqueme&FiliumDeummeum irritare? Perlaqual vifione la fua Madre havevalo fpefTe volte {"congiurato a celiare dalla perfecuzione de'Catb id<mibiJt>,& tolici, e ritirarli dalla Herefadegl'Iconoclafti. Elfomedefimo, [6]al,nvt"> quanti giorni prima, haveva veduto dormendo il Santo Patriarca Taraio ThS^iT che approffimandofegli con voce terribile, e minaccevole gridava, Michele ammalalo , e che un'huomo tutto fomigliante Michel Balbo trapaffavaio con una lancia . Bis omnibus terroribus atlus Imperatore foggiunge e ctdr.bid. animo flutluabat , eamque notlem in[e] Cedreno, metu concutiebatur , fomnem exegit : onde repentinamente egli alzoffi dal letto, e per una porta {ecreta andoffene folo alle Carceri , e volle di perfona riconofeere 1 ferri fra' quali il miferabile Michele ritrovava!! avvolto, e come anziofo fofpiraffe la luce del feguente giorno per veder compita la fentenza conia morte del reo . troppo impenfatamente torn /opra lui il male , che affrettava al fuo inimico, e con troppo tragico avvenimento viddefi avverato in quel giorno il prefagio infaufto della fua morte. Haveva Leone conceduto il commodo Michele della Confezione Sacramentale avanti l'efecuzione del fupplicio, e Michele pronto a smedefmo in quell'ultimo gran cimento , e fempre fperanzofo non folamente della vita , mi eziandio

^^^

Secolo

IX.

&

Ma

Ctttr.

cit.

dell'Imperio, perilmeffo, che dovea chiamargli il Confeffore, fcrifleun a' fuoi confidenti, in cui loro fignificava, Che /coprirebbe all' Imderadore la loro complicit nel tradimento , f con generofa rifolw^jone la mede/ima mattina non havefiero efeguito la congiura contro la perfona di Leone. Tanto baft per far determinare tutti al confaputo homicidio, che fegu prontamente nella conformit, etempo, che aggiungiamo Nella mattina del Santiflmo Natale entrarono fecretamente nel Palazzo Imperiale per la porta,che chiamavafi '^ivorio^i Congiurati travediti di habito e framifehiati con i Cantori , che dovevano in quella Solennit ufficiare nella Cappella dell' Imperadore Concertarono , che alla intonazione delciafeuno dalla fua parte l' Hinno Spremere fummi cuntla amore Trmcipis , Intonoffi il canto, doveffe asfaltare Leone con armi corte, e finirlo [d] Et tunc conjurati confe/iim impetum dederunt , qui eos initto per errorem in Cleri Magtflrum tulit> five qud is corpore Imperatori adfimilis erat y five qud caput fimili vefle velaverat; erat emm tempore eo magnumgelu y idequequis caput fuum denfwre pileo tetJum non denudabat. Sed is qmdem pilto detratto , oftenfa calvicie , periculo f fubtraxit . Imperator infdias fen~ direpta thuribuli catena , aut (ut alit tiens , in penetrale altaris f fubduxit , ancia Cruce, ifus percujjorum excepit . Verm i non fnguli, perhibent ) S [ed fatlo cuneo irruente s, alms capiti , ventri altus> alius alia corporis "parti plagas intentabant Leo aliquamdi. Cruce f defendit ttlibus gladiorum reTandem quendam pulfis , donec fera injar undequaque impetitus fuccubuit gigants fimilem inferre itlum cernens , per inhabitans temimmani corpore Fuit nobilis ifle plum illud K[unien iratum obfecratus eft , ut fibi parceret oriundus , ac dicens , T^on juramentorum effe hoc , fed Crambontarum fiirpe cadis tempus , gravi itlu manum Leonis abfcidit clavicula , fimulque comu ad terram fubfidtnti quidam caput Crucis . Tandem vulneribus viclo ,
biglietto
. : .

&

&

aniputovit*

Cos

, ,

'

Capitolo
Cos mor [a] l'Imperador Leone

III

'

475

Paschale.
,

Armeno doppohaver regnato fette

Unnt t tm

anni , e cinque meli , in vece di quel gran numero di anni prefagitigli da'fuoi falli Profeti, s'egli fi rendeva Iconoclafta; e mor a' pie degli Altari, ch'ei havevafpogliati di ornamenti per la fua Herefia. [b] Doppt* la di lui mor- b Ctdr.iUi. te , li Congiurati andarono direttamente alle Carceri , d' onde trafportarono Michele nella gran Sala dell'appartamento Imperiale, equivifenza ne llt ^?'""" 5r c iliu pur levargli li ceppi, de' quali Leone teneva le chiavi, havendolo pofto c 'ffi Balbo, lopra il Trono , lo proclamarono Imperadore, mentre un' altra parte de* loro Compagni trascinavano il corpo di Leone per l' Hippodromo , per far vedere al Popolo, che non vi era pi di che temere di lui, e che la Citt i Coftantinopoli doveva, e poteva affettare un' altro Principe. E cos appunto fucceffe ; poich Michele fenz' afpettar di eifere pofto nel Bagno t tutto ricoperto di fuccidume , con i medefimi habiti, co' quali doveva elfere bruciato vivo , quanto fol fi f rompere col martello li ferri, che gli tenevano ferrati li piedi , fi conduffe nel gran Tempio di Santa Sofia, dove effendoaccorfo da tutte le bande il Popolo per vedere un s ftrano fpettacolo, egli ricevette la Corona Imperiale per mano del Patriarca, e fenz' alcuna contradizione prefe poiTeflb dell' Imperio , bendi' ei ne forte meno de1

gno di ciafcun' altro

d'Amorio Citt dell'alta Frigia, nato di ofeudauna Vecchia Hebrea nelle fuperftizioni della fua Setta, e in una profonda ignoranza di ogni forte di feienza, non fapendo n pur leggere fcrivere , e non potendo , f non con gran tempo , e fatica
Era
[

e] Michele nativo

Htmuu.
'

riliimi natali, allevato

Sue i ua,ita

del fuo Nome, che pronunciava , come le altre parole balbettando per un difetto naturale di lingua, d'onde egli tralTe il cognome di Balbo. Nel rimanente huomo quanto fenzacofeienza, tanto ardito, intrepido , e fortunato nella guerra, per i cui gradi militari era afeefo poi

formare

le lettere

malfimo dell' Imperio. La prima cofa dunque, ch'ei fece, fu il rilegare Imp^radrice Moglie di Leone nel Monafterio detto dei Signori , e li quattro figliuoli Coftantino , Bafilio , Gregorio , e Theodofio nell' Ifola Prota dove comand , eh' eglino folfero fatti Eunuchi , per togliere loro ogni fperanzadi potere un giorno riftabilirfi nel Trono. E Bafilio, [ rf] che in quel!' atto perde la favella, ricuperolla pofeia perintercefione ai San Gregorio Nazianzeno, la cui Imagine era divotamente riverita dal Popolo di queir Ifola. Per il qual miracolofo fucceiTo riduifefi Cattolico Bafilio^etion molto tempo doppo anche la Madre > ad ambedue li cnjalklireife SanTheodoroStudita una [e] nobiliflma lettera in dimoftrazione di gaudio della loroconverfione, & in authenticheteftimonianze della Fede Cattolica fopra il culto delle Imagini Quindi Michele, nafeondendo una parte delle fue ree qualit , per conciliarli l' affetto popolare , intraprefe una condotta di governo in tutto contraria quella di Leone, il quale Ci era renduto odiofiflimo per la fua crudelt verfo i Cattolici, che non volevano rinunziare al culto delle Imagini. [f] Public per tanto un'Editto, pe'l quale richiam dal loro efilio tutti quei, che Leone haveva relegati per la Fede; fra i quali gloriofidimoft il ritorno di San TheodoroStudita, e per l'acclamazione de' Popoli, e per ileoncorfo de'fpettatori, e per la magnificenza
al
l'
.

d cedr.it id.

l.tp$'-m<-

suoi Editti,

*****
'

**

Tb " d

de'ftupendifimi [g
li

miracoli,co'quali volle

Dio accompagnare quali li paf-

medefimi di quefto fuo gran Servo , rendendoli fopra tutti ammirabiliiJi- * p* Bar. *n. mo quello di fermar [b] l'alluvione di un rapidiflmo Fiume con piantarvi tluH*/'9
su

g Ltge

hts

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'

Paschalh.:
siila

quelle acque, che non pi trapaffaf. Doppo l'indulgenza dell'accennato Bando il nuovo Cefare oblig li Vefcovi Cattolici conferire infieme unitamente con gl'Iconoclaiti li mezzi pipropriiper confeguire la pace con intiera fodisfazione di ambe le parti. i, Cattolici rifpofero P conuna l un g a > l a e conveniente lettera ( che noi habbiamo tra quelle di .z.tjji nSdY g an Theodoro Studita che ne fu eziandio giudicato il Compofitore ) per mezzo della quale gli dirnoftrarono , chefecondo la Sacra Scrittura, e li Sacri Canoni non era loro lecito di haver commercio con gli Heretici, f non per correggerli, ammaeftrarli, enefluno affatto per conferire con efl le materie gi decife della Fede; foggiungendo eglino una molto conti cnnad. expof. fiderabile particolarit , di cui in altro luogo ferviffi [b] Gennadio per dic U rent F inoltrare tempre ffcabile, e non mai interrotta la fuprema autorit de' Pontec[\ .r! f . 7 C l) r fp'ft. et. fci Romani fopra tutta la Chiefa, cio [e] Qudfiquod efl hujufmodi , deTheed. quo ambigat, aut dfjdeat magnificentia veftra , a Patriarcba difolvi pofle : jubeat magna ipfius, Deo confirmata manus ad communem utilitatem vetere B^oma fufcipi declarationem , prout olm , ab initio paterna traditone tranfmiflus mos fuit hxc entm , Chrifli amule Imperatori fuprema eft Ecclefiarum Dei, in qua Tetrus Sedem primus tenuit , ad quem Domtnus dixit: Tu es Tetrus, fuper banc Tctram adificabo Ecclefiam meam, porta Inferi non prxvalebunt adverfus eam . Perci li Vefcovi Cattolici humiliffimamcnte conchiudevano , fupplicando Cefare non violentarli ad intervenire cotal' aifemblea . Michele, che voleva pi tolto lapacefua, che quella della Religione , ficcome fimulatamente haveva richiefto quefto Congrego, cos con fomma facilit parimente condifcefeallarichiefta de' Cattolici, e con sfarzo di Religione rifpofe loro, che Io pregarono per il egregia, boneftafunt , quadi Muh^i s:ud. riftbilisinto delle Imagini: [d]Tamctfi tnvhaThtod. ampleclenda , qui baclenus imagitwm nullam coxifls > at mibi nequaquam vos me <cquum efl , eummanere , qui fui, lui, vel adoravi. Quocirca, vejtras [equi. Ter me enim pariter prijiinum (iatum retinere , opinionefque licebtt; nec cuipiam obftflam , nifi qud imagines in regia urbe pobis erigi ubicunque volueritis . Cos Cefare: prorfus nolo, fed extra eam procul, onde i Vefcovi fi ritirarono dal paffare allora pi oltre, giudicando dihaver guadagnato molto, come in venta non era poco, f havefle Michele fe procedure finceramente operato . Ma egli non parl in quefta forma , f non per trattecontro cartolinerg con yane p aro j e gjj fpj r i t i de'Cattolia , attendendo l'efito della pericccedr.mcompend. i fa guerra , che e gli follev nell' Imperio un fuo Ribelle, doppo la quale [ ] felicemente terminata fi fcuopr palesemente Heretico pi oftinato del fuo PredeceHbre,e nemico pi pericolofo della Religione Imperoche, Haud zoncr.m annai. mult pfl, Soggiunge Zonara , [/] animo fuo dee lavato , Ortbodoxos oppugnavi!: , ac prater multos alios crudelitcr traUatos , etiam in Sanclum MethodiuP grafiatus , Euthymium Sardium jlrchiepifcopum ob fanclarum Imaginurn cultumin exilium mifit: deinde Metbodium in levita concluft. Incly-

Secolo ^ 76 Croce, comandando a rivauna


come
legni, quel venerabile

IX.

fero,

Segno

Ma

l%&
.
.

'

&

&

&

&

&

&

&

imn -vero Euthymium filius ejus Theophdus crudeliter flagris cafum in Judtis Martyrum numerum retuit Copronymum in omnibus imitatus ,
.

&

E^furretlionem mortuorum non credebat, additlus Sabbata jejunari jubebat Trophetas imdebat , damones effe pernegacoque futura bona fugillabt , bat , feortattonem peccatum non judicabat , jurandum fefe Deum univcrfi
.

&

v.cderatorem monebat

Juda falutcm ommabatur

inter Beatos

eum mnur
tncrans

Capitolo
merans
.

III.
.

47 7
.

Paschale.

Et attefta in oltre Tafcha alieno celebrar! tempore affirmabat Cedreno, [a] che con ifpecial' Editto egli prohibifle, che niffundi quei, aceJr.iTbeopi>ih ch' erano venerati da' Cattolici , fi chiamaflero Santi , aderendo convenire Ma quefto trion- b Earn.annoS29. ta\ titolo zi Colo Dio ;'[b] Ita delirane in omnibus impms fo di Michele fu pet un giufto giudizio di Dio accompagnato da una de- E^'nTgh.diDio.
:

Colazione quafi generale di tutte le Provincie dell' Imperio: Ts^eque -per malorum impetus, dice [ e ] Cedreno , hoc modo ceffaturus erat fed cura dua continente: y Europamdico y atque^ifiam> velati caput &cauda, divinits caftigarentur (tametf id non intelligerent ) ira Dei eis cades y incendiai terramotus, latrocinia, civiles turbai urbium inexpeclata excidia , fgna in tandem miferas quoque infulas veluti medium Ccelo, &in aere immittente corporis ( quo nulla ejus pars plagis careret ) mala mvaferunt Sed nimirum comgi non poter ant , qui Dcibominisformam ador andata negarent. Cos Cedreno , che tante difgrazie aggiunge quella maffima della perdita di Creta occupata da' Saracini delle Spagne , dove quefti rinverfarono non folamente le Chiefe il governo e Y Imperio , [ d ] ma eziandio il nome , fabricandovi la Citt di Candax, da' cui fu poi denominata tutta flfoladiCandia, la quale di nuovo foggiogata da' Chriftiani,di nuovo nel Secolo trafeorfo ricadde fotto la tirannia de' Turchi con quegl'infauftifucceffi, che [e] noi riabbiamo altrove deferitti, volendola divina Giuftiziacaftigare i noftri peccati col flagello de* Barbari , s com' ella havea puma puniti quegli de' Greci con la sferza terribile de' Saracini
;

cCcdr.in
d,0t

emp*-

d Ctd>- ifi ***U

e vedi tenere me morie Hft.part.i, in Cltmtnte IX,

A-

Eugenio IL

478

CAPITOLO
18.

IV.
li

Eugenio Secondo Romano, creato Pontefice

Maggio
dell'

824.

Ambafciaria fraudolente
rador Luigi 'Buono
,

Imperador Michele
.

aW Impe-

e* al

Papa

pra
te di

il

culto delle Sacre


,

Imagini ,

Collazione Parigina foCi?* Herefia di Claudio

Vefco'vo di Torino

ambedue riprovate dal Papa MorSan Theodor S t udita , e [u confezione di Fede foculto delle Sacre Imagini,

pra
lettera fraudolente df Mhhele

il

perdita dell' Ifola , e Regn*> di Creta , antemurale for Imp*.rador tiffimo dell' Imperio di Oriente , atterr Michele , che Luigi Buono fotemendo di effere attaccato anche dalla parte di Occipra il culto delle Imagini. dente , tent di divertirne il danno con rinovare la confederazione co' Francefi , e la corrifpondenza col Papa, per le allegate ragioni haveva giudo motivo di il quale mal fodisfatto della di lui condotta negli affari della Redichiararli quefto fine egli fped Ambafciadori all'Imperadore Luigi ligione . prefentandogli lettere amichevoli di lincer arfezzione , che Buono , per iftringere pi fermamente col vincolo della Fede , efprimevano oreziandio una confezione di credenza Cattolica tutta pura , thodolfa , alla riferva folamente dell' articolo delle Imagini , che fi contemperato con molta deftrezza , fupprimendoviii il vero fenfo , che Michele covava nel cuore , e diifimulandovif tutto ci , che da hoc ve/ira Chrtflo a Epfi.Mkh.im lui era ftato ordinato in contrario ; [ a ] Sed ama 1 dilezioni manifeflamus , diceva la lettera , quia multi de Ecclc^imM^tarm Laicis vms alieni de jLpojfohcis traditwnibus falli , *<> 824. n. i6."' (afticis , feu neque paternos terminos cuflodtentcs , fatti funt inventore* malarum revivificas Cruces de facris Temrum . Trimurti qudem bonorificas , ad eadem loca imagines jatuebant , ponebantquc plis expelltbant , incenfum adolebant , atque eas in tali iucernas coram eis , fimul vivificum lignum , in quo Cbrihonorc babebwt , jicut bonorificum , ftus verus Deus nofter crucifigi dignatus cji propter noflram falutem . adorabant , 4t]ue ab iifdem Jmaginibus auxilium peteTfallebant , bant : plerique autem lintear.nnibus eafdem Imagines circumdabant , c* filiorum fuorum de Baptifmatis fonte fufceptrices faciebant . Mii -pero relgiofum babimm Monafticum jumere volentes , religiofwres perfonas pojl adhiitis ponebant , qui pris comam capitis eorum fufeipere folebant
all'

&

&

&

&

&

&

&

&

&

imaginibus , quafi in fnuffi earum decidere capllos Ulorum finebant . Clericorum colores de Imaginibus radenQuidam vero Sacerdotum , vino , ex bac obi at ione po[ Mifoblatiombas , tes immsjihirunt

&

&

&

farum

Captolo IV.

479
&

Eugenio
* *

forum celebratonem dabant , communicare volentibu* ; alii autem Corpus Domini in manus Imaginum ponebant , unde communicare volente: T^onnullt vero fpreta Ecclefa in communibus domibus accipere fecerunt Et fuper cas facrum myfletabuli* Imaginum pr altaribus utebantur
. .

rium celebrabant

&

alia

multa bis fimilta

ili ic ita ,

fapientioribus viris contraria in Eccleflis fitbant , quti dottioribu* , fatis indigna efie videbantur .' Vropterea (latuerunt Orthodoxi Imperatore* * ad inquifttionem fuper dotliffmi Sacerdotes locale adunare Concilium , qui in idtpfum convenerunt , Sanilo Spintu infpirante . bis babendam : Imagines de humilioTalia ubique communi confilio fieri prohibuerunt , eas , qu<e in fublimioribu* locis pofitti ribus locis efferri fecerunt ,

&

noflrti Religioni

&

&

&

erant

ut ipfa pitura pr fcriptura haberetur , in fui* locis confjere infirmioribus adorarentur , neque permtferunt , ne ab indotlioribus , neque incenfum adolerent , prohibuerunt . eis lucernas accenderent , tenemus , abjicientes de Quemadmodum nos nunc fentimu* ,
,

&

&

&

hujufmodi maligni* inventionibus fludent . Cos l' Imperadore di Oriente , Lodovico Pio d' Occidente ; m conpeflma fraude; poich con la riprova giuda della fuperftizione Greca circa il culto delle Imagini , dedurre voleva la riprova ingiufta del culto Religiofo di elle . E non dubio, che il difordineera confiderabiliflmo , e gl'Iconoclafti, ficcome erano empii nel controvertere il Religiofo culto Difordini con rea il delle Imagini , cos ragione havevano di "querelarfi , che alle Imagini fi cu^"^'^!^! preftaflfe un culto tale , quale era quello fommo di Latria affoluta dovuto gl'ai? alfoloDio, quello improprio ripieno di fuperftizioni, qual* era l'altro accennato dall' Imperador Michele nella fua lettera ; e che li Greci fofEcclefa
Chrifl

eos

qui

fero inclinatiflimi a cotal fuperftizione , non folamente rinvieni! dagli attesati de' Scrittori di queft'et, e da i veridici lamenti dell' Imperadore, ma trovafi atteftato da' Scrittori eziandio del decimoterzo Secolo , chg dicono anche in quel tempo tanto lontano da' primi Iconoclafti , che li Greci fi facevano per Commari le Imagini con quegli atti, e riti riferiti a lungo dal Religiofo Pantaleone dell' Ordine de' Predicatori nel trattato da elfo comporto contro li Greci fin dall'anno 1252. nel qual' egli attefta, Quod in magno Conflantint Talatio diligentifjim obfervatur hoc , Latino* fadente s coarguunt in Ecclefa utique ditti Talatii , ubi Jantta conftflunt Reliquia , Santit Dei Genitrici* Imago pofl ^Altare fita , quam quodam excellenttti privilegio vocant , flatim capite jejunii in Conclavi claudtur ufque ad Magnum Sabbatbum ; panno tllius porta operiuntur ; ftmiliter autem fantli Mantelli* , fantlique Koromidi* locos Quadragefvmti tempore , ufque ad illud Sabbatbum , velaminibus tetto* cuflodiunt . Sanciti Dei Genitrici* Imaginem , ut filio* parturiat , compellunt, eaque mediante , ipfam Domini Matrem , ut commater fiat , accerfuntj hoc modo: Imagini fndonem tonnettunt , ut baptv^atum puerum de manu Sacerdoti* ipfa ut commater accipiat . Quam fuperftttionem f fieri , frmone profitentur . Sed quod Imago loquatnr , aut fidem fpondeat pr puero , aut tefimomum reddat Baptifmi , nifi Deum contemnat , qui* audeat afierere i T^ullam fuperflit ioni* fpeciem volente* omittere s vero* fratte* habente* odio , Santtos per fua*

&

&

Imagines invito*
in Ecclefa

factum .... JEre conducunt Sacerdotem , cm cantatur Miffa , funduntur pr execr abili fraterna ate preces non exaudiendti . jinimalis enim efi hujufmodi fraternit* , non fpirttualis .
fbi fratres

Cerci

Eugenio

^O
& &

Succio

f X.

Cerei ad minus ccenduntur duo , pemngitur eleo fiftus frater , fanBarn ampletlitur Imaginem , quam aufus eji dicere fratrem &c. Ma per tornare alla lettera dell' Imperador Michele , diflendevafi ella poi in lunghe, affettate preghiere, acci egli perfuadeffealPapa, che difcacciaffe da Roma tutti que' Greci , che fraponevano oflacolo alla riconciliazione delle dueChiefe, offertagli alcuni doni in pegno diamicizia, fri quali il pi pregiato erano i Libri di San Dionifio Areopagita , che l' Imperadore Luigi don ad Ilduino Abate di San Dionifio per trafportarli dal Greco nel Latino Per conciliarli poi l' animo del mede-fimo Pontefice , lignificava al me.

&

&

S p a pa,& ai"? lpe! rador'c Luigi.

dejmo Luigi Buono , haver' elfo commeff a'fuoi Ambafciadori i portarfi Roma , e di prefentare ad Eugenio una letterafopra ilmedefimo foggetto delle Imagini, &allaChiefadiSan Pietro alcuni donativi, cio un Calice d'oro con la Patena, arricchito di pietre preziofe, e un Libro i Evangelo" ricoperto pure d' oro , e digemme con i nomi di Michele , e fuo

Figliuolo Theofilo incifi fopra quelle offerte, eh' efl facevano al Principe Rifpofe [ -' ] l' Imperador Luigi agli Ambafciadori corte. i f ^enlente c * rca richiefla della confederazione , e circa Y articolo delle ImaJrJ!'?t'J?"' gini li a-flcur di farli condurre a Roma per ricevere dal Pontefice Eugenio l'Oracolo, come farebbe anch' effo medefimo in un' affare cosi importante di Religione. Et in efecuzione del difegno Luigi invi ad Eugenio Freculf Vefcovodi Lifieux, Adegario per chiedergli la permiffione di radunare, non un Sinodo, come vantano i moderni Iconoclafli, ina alcuni Prelati , e Dottori Francefiin forma di collazione per confermare il vero antico fenfo della Ghiefa circa il culto delle Imagini, affine di trafmettere poi Sua Santit T eilratto della conferenza . Dal qual fatto b Utm iod. Mno degnamente deduce il Baronio , [b] l^on folm non licere Imperatoribus num.}!. infint . $y no dos celebrare inconfulta *Jpoflolica Sede , fed nec intcr fuos familiaritcr Ecclefiaflicam difeiTrattati ddi' rm- de bis difputare , qu fpeclant ad fidem Catholicam, Liuti peradore pUnam impenna ab nifi impetrata ab ip(o Romano Tontifce licentia , J ..v r r r r.
TotumkccbaU- degli Apofloli

&

&

vero riceve Eugenio paternamente quella filiale fommiffione , concedendo all' Imperador Luigi la conferenza richiefla, coliamone di Pa. P er doverne poi inviare gli atti a Roma, efottometterne i fentimential n S ft Xuigi giudizio del Pontefice. Ma fi cofa certamente flrana, eh- di tutti queP fT delie ima gl'Hiitonci, che hanno fcritti con tanta cura li gefti i Luigi Buono, e g'D. che non hanno preterito di riferire, eh' egli fece condurrei Roma gli Ambafciadori di Michele, e che quelli Ambafciadori riavevano luipropoflo il punto accennato delie Imagini > pur non vene fia alcuno, che habbiafolo da lungi accennata., ^trafmefla a'Pofleri la notizia almeno di quella pretefa conferenza di Parigi , la quale ci farebbe medefimamente ancora incognita , ie nell' anno 1 5$><5. [ e ] non ne foffero flati Stampati in Francfort alcuHi e Scorci , quali, dicefi , eflere flati ritrovati in un' antichifimo manuferitto Srtd!vv%1S! a cui falfiffimamente flato impoflo il Titolo di Sinodo i Parigi, quando in verit non pot effere , f non una femplice conferenza di huomini dotti per fare un'eflratto de'Tefli principali de' Santi Padri, che l' Imperadore voleva mandare al Papa. Qual filenzio di preffo otto Secoli dimoflra chiaramente , che tal conferenza , collazione fofle fiata fatta privatalotn. vali**!, mente , e fenza flrepito ; e qualunque fiafi l' intento di quel [ d] Calvinifla che l'ha cavata fuori dalle tenebre della oblivione, del fuo cervello, <ertofi, die glie f ne deve grand' obligo, mentre le fallita, leinverifiipfo auclorttate
.

col Pontefice

>

Ed

&

in

ri

mili-

Capitolo IV.

48

Eugenio
**

militudini, le incongruenze, e le contradizioni, ch'eifa contenere in quefto Sinodo da lui prodotto innova luce, fono cos compatfonevoli,

e offendono cos apertamente la veriti, che bafta folamente leggerlo per rinvenire la cagione , per cui non fi parl mai nelle Hiftorie di una conferenza [a] cos poco ragionevole^ che non hebbe altro effetto, f non quello di farfi difpregiare . Non fi si il numero de' Dottori, che vi affifterono; mi quefti non poterono edere altri, cheque'pretefi malcontenti Catto-

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che fotto l'Imperio di Carlo Magno non ammettevano le Imagini i honorarle fecondo il fentimento del Concilio Niceno , mi folamente i fine di fervirfene per memoria, per ornamento, e per iftruzione fecondo il fenfo da loro male (piegato di San Gregorio. nde meritevolmente fu Tempre rigettata dalla Chiefa Cattolica l' empia fentenza della indifferenza del culto verfo le facre Imagini, come i lungo prova conladiftinzione di feiCapi il Cardinal Bellarmino nell'Appendice al Trattato del culto delle alleo , che con facre Imagini , [ b ] e Natale Aleffandro contro il Calvinifta i' attcftato di quefto pretefo Sinodo volle provare il culto indifferente delle Imagini, per meglio dire , riprovare femplicemente il culto di effe . Tuttavia , come che la Francia allora inclinava alla indifferenza del culto delle Imagini per le ragioni da noi accennate, quando trattammo [c] del Sinodo di Francfort, dilatoffi Quindi il male come il fuoco, il quale per quanto iterile che fia, nonlafcia di havere una infelice fecondit per multiplicare f fteflb nella produzione continua di nuove fiamme. Onde Y errore , in cui fi ritrovavano alcuni Prelati di quel Regno , fece nafcere in quel tempo una nuova Herefia, che inoltrofl pi avanti ancora di quella degl' Iconoclafti , ed il cui primo Autore [d] fu Claudio VefcovodiTorino Era quefto Spasnuolo di Nazione , e nella fua prima giovent Difcepolo di Felice d'Urgel, di cui fu fedeliffimo feguace in Francia, inltalia, 8c in Germania, quando [e] in quelle Provincie fpargeva il veleno del Neftofranifmo Felice unitamente , &Elipando. Doppola condanna del fuo Maeftro feguita , come fi diffe, nel Concilio di Francfort , egli finfe di rinunciarne gli errori, e defiderofo di avvantaggiare la fua fortuna,ffeppe cos ben regolarli ne' coftumi , che doppo la morte di Carlo Magno trov modo di entrare al fervizio di Luigi Buono , dal quale fu ammeffo tra i preti , e Cappellani del Regio Palazzo e come eh' egli era foprabbondantemente fornito di fpirito, e di ftudio nelle facre Lettere, e che haveva naturalmente faciliti , e grazia per ifpiegarle , fi die al minifterio della predicazione , principalmente nella Corte , appreffo la quale crebbe in s alta eftimazione che fu riputato per uno degli huomini di quel Secolo, che meglio intendeffe, Perci elfendo vacato il Vescovae faceffe meglio intendere Y Evangelio do di Torino , ei vi fu acclamato , e promoffo con confentimento uguale alla eftimazione, in cui fenza eccezione appreffo tutti era falito . Mi s'egli non haveva havuto ardimento di propalare l'Herefie dell' antico fuo Maeftro circa la Perfona di Gies Chrifto , haveva almeno feguitato 1' errore, ch'era allora tollerato in Francia , circa l'adorazione delquali da molti non fi adoravano , bench da tutti Ci renle Imagini , dere adorazione alla fola Imagine della Croce . Vedendoti egli poi elevato ad un Porto , che parca gli rendeife liberti di farla da Maeftro fopra la dottrina del la Fede, fi pofe ad efaminare due principii, che facilmente trov fri f medefmi contrarli . Peroche le medefime ragioni, che
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Secolo

IX.

allegano contro l'adorazione delle Imagini , militano contro l' adorane della Croce , onde ammettere fi deve 1' adorazione delle une , e dell' altra niffuna in modo tale che era d' uopo per neceffit di concili dere, che f conviene adorare la Croce, conviene altres adorare la Imagine del Crocifiiro , e f non lecito di adorare la Imagine del Crocififlo non deve parimente effer lecito adorarne la Croce Egli certo , che Claudio doveva attenerfi alla prima delle due confeguenze , effendo che la conclusione proveniva da due veriflmiprincipii, quali fono la parit delle ragioni, che uniformemente provano l'adorazione della Croce, el'adode razione delle Imagini , e l' antica [ a a Grttfnus prattica della Chiefa , che fin dal tem] de' Santi Apoftoli con mille teftimonianze ha ricevuta l' adorazione delf.i 3ftf.S P & s. la Croce . Ma Claudio preoccupato dal falfo principio , che d* alcuni fi ammetteva per indubitabile nella Francia , cio di non doverfi adorare le Imagini , ragion di una maniera tutto contraria , ma ( prefuppofto cotal falfo principio ) pur legitima, &fuo danno cnclufe, Se none lecito adorare le Imagini , n pur deve efer lecito adorare la Croce. Quindi impreflonato di quefta mafima , vifitando la fua Diocefi , predic apertamente contro l'ufo fanto della Chiefa, eh' ei chiam Idolatria, e f levare da tutte le Chiefe, e da tutte le Piazze, quante pot rinvenir Imagini, e Croci. Theodemiro fanto, e dotto Abate di que contorni vedendo, e piangendo queft'horribile difordine , chetraboccavaeziandioaldildi quanto havevano atten tatolipifuriofilconoclafti di Oriente, i quali nelle abolizioni delle Imagini havevano pur nfervato l' honore alla Santacroce, fcriife Claudio unafortiffima lettera, per ritirarlo da quello fpaventofo abiffo di empiema queflo altrettanto agile di t , in cui egli fi era ciecamente precipitato penna , quanto pronto di lingua, in rifpofta contro di lui fcriife un' Apologe.
:

tico , dal quale i Moderni Proteftanti hanno apprefi li loro errori , e il modo didifenderli, contro la Croce di Gies Chrifto > le Imagini de' Santi, eie loro reliquie Giona di Orleans , bench macchiato anch' elfo del corrente errore di non ricevere le Imagini , f non titolo d' irruzione , e di memoria , pure ferirle contro lui dottiffim amente , ma non con ftile di degno Ecclefiaftico, effendo che ne' fuoi libri volle egualmente convincere, e morci fucceffe dere V avverfario con ditterii acculeati , e pungenti parole .
.

Ma

sentimenti del

confeifnra'pirV gin, e rHereda d. ciaud.o


.

Mone di s.Theodoostudua,

lungo tempo doppo la morte di Claudio, non havendo n la conferenza di Parigi , n l' Herefia di Claudio operato altro effetto , chel'efferearnbedue difpreggiate e condannate. Poich il Pontefice Eugenio ad efempio j e ^uo p recj ece {for i contentandofi di fopportare con caritatevole toleranza la debolezza di que' Prelati Francefi , che non ammettevano il culto delle Imagini , f non per fola irruzione , rimafe fempre faldo , & invariabile nella dottrina del fettimo Concilio Ecumenico, rigettandogli Ambafcadori Greci , e le lorp richiefte, con egual coftanza ,* e zelo , ben perfuafo della mala fede dell' Imperador Michele , che con tale Ambafciaria haveva tentato di forprenderlo , con la diffimulazione de'fuoiveri fentimenti, che pur troppo fi palefavano empii e federati dagli effetti. Conciofiacofache trattenendo egli li Cattolici di Occidente con vane Ambafciarie , continuava fpietatiffimamente perfeguitare quei di Oriente con vere , e fanguino fe carnificine, respingendo fempre dalla Corte e dall' Imperio in lontaninomi efiliili pi celebri Difenfori della Fede, fra i quali and a ricevere in Cielo la corona, chefieraacquiftatainterra, quell'ammirabile Ceno,

biarca

Capitolo IV-

biarca San Theodoro Studita, che [a] mor nell* Ifola Calcita in et di anni fetfantaf ette , doppo di havcre inferito nel fuo Teftamento una (incera Contesone della venerazione , eh* ei portava verfo le facre Imagini , per [b] Omnem il cui culto haveva fin* allora fopportati tanti atroci tormenti, H&retica communionis errorem , egli diceva^ averfor t &abominor, fex Sacris Oecumenicis Synodis inharens , nec nomili , qua inJsficaa Civitate iterm amplettens contro. Chriftianorum accujatores coafta nuper fuit , adorans , veneranda! , facrafque Imagines Domini noftrijefu Chrifti , Deipara , jipoomnium Sanclorum , atquejujlorum . flolorum y Tropketarum, Martyrum y Quin etiam facras illorum intercefjiones , qua propitium Deum reddunt , expofeo. Sanftifjmas etiam rcliauias, ut Dei gratia refertas , cum fide, ampleftor . Cosi San Theodoro in confermazione del culto umore colo , delle Sacre Imagini.

48 3

Eugenio IL
a

ti.Novtmr.an

ti6.

Bar. b ^pudw. anno 82<s.n.5i.

&

&

&

&

Hh

Gregorio
IV.

484
Valentino

Secolo

IX.
V.
li

CAPITOLO
Romano,
11.

creato Pontefice
827.

Agofto

Gregorio Quarto
li

Romano,

creato .Pontefice

24.

Settembre 827.

Afone

e ferini di S.

Niceforo Patriarca di Coftantinopoli. Spo-

falizjo dell'

Imperador Michele con una Monaca, efeiagure,


.

e perdite dell' Imperio


3

Sua morte

Succejjonc di Theofilo

J u buone qualit, e fede. Qualit diTheo dorafua Conforte Suafavia diffimulazjone nel culto delle Imagini. Nuova per cuzjione contro i Cattolici, e parf
ali Imperio
,
.

ticolarmente contro
ro Pittore
,

Pittori d*

Imagini Sacre
.

San Labae mira-

efua illuflre

coflanz^a

San Methodio ,
:

colofo diffeccamento de*fuoi genitali

Perfeguitato, e tor-

mentato da Theofilo per la venerazione delle Imagini. Martirio di San Theodoro > e Theofane Morte di Theofilo Imperador e Ifituzjone della Fefla di tutti li Santi. Studio della Imperadrice Theodor a per il riflabilimento delle
.

Imagini. Difputafra gli Her etici ,


to facrilego di

&

i Cattolici

AJfun.

zjone al Patriarcato di Coftantinopoli di S.

Methodio

Fat-

un

Iconoclafta

Hjflabilimento delle fiacre

Imagini. Canoni di S. Methodiofiopr a i caduti nella Herefia:

Efefe
Morte,efcrlttidi

convito di allegrezza per il feguito fucceffo

Niceforo Patriar cadiCollancino


poli. a Thecph. in tvtf . dt txitic S. Nicefh.

compagno
*

di San

Theodoro
1'

lio

e nella

morte

nella confezione, nell\'efialtro illuflre Campione della Fede

Cattolica il Patriarca [ a ] San Niceforo , che doppo quattordici anni di penofa relegazione ricev anch' egli il premio in Cielo della fua Apoftolica coftanza . [ b ] E b Vtdi lVtnfM certamente non pu honorarfi baftanza un s degno Ltpnt HI. Ecclefiaftico , eifendo eh' egli congiunfe ad un eminente lantit una c B t iur.d t fcript. profondatila feienza , di cui [ e ] ci! hi lafciate fplendidifime teftimoli il. nianze nel fuo Compendio della Hiftoria da Maurizio fin' Coftantino figliuolo l'Irene, nella fua Cronologia tripartita de' Principi Hebrei, Greci , e Romani , nelle fue Epilole a P apa Leone Terzo , e fopra tutto ne' fuoi

Capitolo V.
fuoi Opufculi contro
la
g'

485
&

Gregorio
*

Iconoclafti, eh' ei

Tempre combatt in vita, e con

*'

voce, e con la penna. Liberatofi dunque V Imperador Michele da quefti due potenti contra- JJJjJjjfMSJi? pe dittoriSanTheodoro, e San Niceforo , il cui coraggio , fapienza, e virt ani difordini fpaventofi erano direttamente oppofti alla iua empiet , vita, trabocc pofeia in horrendi facrilegii , fino con [a] lofpo- a e ir. & Zoar. della fua "' Hift fare una Monaca, ch'eglieftrafledalMonafterio dell' Ifola del Trincipepzv follevarlaalToro, e Trono Imperiale. Il che tir feco dietro infinite feiagure per queir afflitta Chriftianit , e con pi formidabile colpo la vendetta di Dio, che fece pattare i Saracini danno dell'Imperio; ondeinvafa, e sciagure,* perdi* tc e Imptno* fggiogata la Sicilia, fi refero eglino padroni della maggior parte di quegli Stati, che pofledevano ancorai Greci nella Calabria, nelja Puglia, e nelle Piazze maritime della Dalmazia . In modo tale che li Greci , a* quali l'Herefia Iconoclaftica haveva tolto fotto Leone Ifaurico, e Coftantina Copronimol'Efarcato di Ravenna, elaPentapoli col titolo dell'Imperio di Occidente , per la empiet di Michele Balbo parimente Iconoclafta perderono quel poco dominio, che ancora loro rimaneva, e che gli havereb'
'

befor/c potuto fervire un giorno di riforgimento.

Documento grande

Principi , che ficcome la Religione il fondamento pi fermo , che foftiene b'iIo . i grand' Imperii, cos l'Herefia ia machina pi potente rinverfarli . E con le Provincie fu tolta ancora da Dio Michele la vita [b] con morte b annoti?. obbrobriofa per la memoria, afeiando di lui dolorofa per il corpo, fcrittoZonara, [e] Haud mult pjl Michael animo juo declarato Ortbodo- c -?.w. fe*, xos oppugnarti , ac prster multos altos crudeliter trafitto: , etiam in Sanclum Methodium grajjatus , Euthymium Sardium ^drchiepifcopum oh SanBaxum Jmagtnum cultum in exilium mifit : deinde Methodium in ferita concluftt.

bSSmSS

&

lnclytttm vero
in

Euthymium filius ejus Theophylus crudeliter flagris c<efum , Martyrum numerum retulit . Copronimum in omnibus imitatus , &Jud*is Bgfurre tonem mortuorum non credebat, addiclus Sabbata jejunari jubebat

Trophetas irridebat , dtemones efepernegaeoque futura bona fugillabat , bat, feortationem peccatum non judicabat, jurandumfefe Deumuniverfmaderatorem monebat , Judx, falutem ominabatur, inter Beatos eum annumerane

&

b~l

Tafcha alieno celcbrari tempore affirmabat. Se l'apparenza delle cofe non fotte per lo pi ingannatrice , haverebbe dato luogo di credere, che Theofilo, che faccette ai Padre nell'Iniperio, fotte per eflere.il reftauratore della publica quiete, e della Fede Cattolica in Oriente: tanto egli apparfe nel principio, [d] giufto negli ordini , lever co' rei , benigno , e liherale co' meritevoli , e religiofo .eziandio verfo Gies Chrifto , e la Santiffima Vergine , portando [e] fempre pendente al collo una Croce d' oro , bench per una ftrana impresone egli non potette (offrire la Imagine del Crocifitto nel qual punto fecretamente perfifteva ne' medefimi fentimenti degl'Iconoclafti, Ma ci, che accattivogli maggiormente 1' affetto de' buoni, la efpettazione commune delle Genti, fu, cheoblig EufrofinafuaMadregna[/] ritornare nel Monafierio , d' onde Michele l' haveva rapita, acci eh' ella cancellatte con la penitenza il Sacrilegio di un Matrimonio condannato, & aborrito da tutte le Leggi . Quindi per una Imperadrice , che licenti dalla Corte, e dal Trono, follevonne un'altra, ch'era deftinata da Dio far trionfare la Fede con la intiera eftirpazione della Herefia IconoHafta.
:

a,i

fUQ

suc"

ibr.

dro.curopoUt*
Tht f h
-

UoGrltm 'nat '

f /*. curati, Tl"i b


-

^ contorce.

F di Theodor

Tomoli.

Hh

Theo-

. ,

Gregorio
v
a
*

^6

Secolo

IX.

uoGrammat.

b u.cr$p.itc.cit.

Theodora fu quella, ch'egli fcelfe per fua Conforte tra molte belle Pritr cipelfe, [a ] come la pi bella, Figliuola di Marino , [ b ] e di Theodicta , en-, trair,bj cjj nobili famiglie della Paflagonia, ch'erano itate Tempre collanti
nella profeiione della Religione Cattolica , e negli efercizii della Piera Chnftiana , coltivata da Theodora con tutta la pienezza del fuo cuore , ben-

ch inalzata al foglio le convenire alquanto dirfimulare il culto delle Imagini, fenza per offendere in nulla la purit della Fede, per non efacerbar maggiormente l' animo violento del Conforte , che nella materia delle Imagini dimoftrofll finalmente infleflbile . Ed in fatti non lungi and, che favia cUffimn su lazione circa cafo avvenne per cui ella ntrovoffi in cimento di perdere (e , il Conforte, e e lma l'Imperio, e la vita, f dal cimento non la fottraevaun tiro finiffimo di g"ni! prudente diflnvoltura , non parendole necelfario di efercitare in tutte le occafioni ogni forte di azione di piet, [e] VierainCorteunNano,chiamato c Uemibd. Danderis, gratiflmo Cefare, e per la bruttezza del corpo, e per la vaghezza dello fpirito , facendo, e dicendo cofe, chenon elfen do afpet tate, maravigliofamente forprendevano con una piacevolezza naturale gli animi della Corte. Colini , chehaveva la libert di andar per tutto, entr un giorno repentinamente nel gabinetto della Imperadrice , mentr' ella orava avanti alcune di vote Imagini , che confervava molto fecretamente a quell'ufo. Il Nano non folito di veder cofe tali , domand fubito, che cofa elleno fofjero ? A cui Theodora alquanto forprefa rifpofe , eh' erano Tupaie , eh' ella haveva fatto preparare per le fue Figliuole. Quindi il Nano partitori , e portatori fecondo il colmine alla tavola dell' Imperadore, e richiefto da lui , donde egli veniife, DaMana, diflegli ( che cos ei chiamar foleva l' Imperadrice ) ed oh, foggiunle, quanto belle Tupaie ho quanto Mana le accare-^a quanto le bacia vedute e con quanto rispetanckegeiufefia , e protrata fui pavimento. Theofilo, chefofpettalle, to ches'imaginafleilvero, forprefo dafubitaneo furore, levandoli impctuofamenfce di tavola, fi port, & entr con furia nella Camera di Theodora, e fenza accertarli del fofpetto, richiedere difcolpe, traboccando in eccefTo di parole , chiam Idolatra la Moglie, e minacciando giur, eh' elfo non forFrirebbe giammai cotale abominazione nel fuo Palazzo.Con un dolce forriio ud placidamente Theodora il rifentimentodi Cefare, al quale doppo haver dato campodiunpien sfuogo, cos ridendo tutt' in un tratto ella rifpofe , Oh come , Signore , vi fiete lafctato ingannare da quel Matto il quale prima b ingannato f, e poi Voi. Et mi trov allo fpecchio con le mie Donzelle , e domandandomi , che nuove forme foffero quelle , che
.1
,
i

rapprefentava

Di quefa bella nuova

effere Tupaie , che fi acconciavano , gli rifpofi , io medefima /' b Stipoi venuto regalarvi , molato , acci eziandio Voi ancora in quefa credenza lo manteneffivo . Theofilo moderato prima lo fdegno, e dando poi facilmente fede una cofa, che parevagli piacevole, e totalmente adatta al genio di Danderis, anch' ei ne nfe, rimproverando f medefimo il fuo fubitaneoinfulto. l' Imperadrice , che tanto deliramente Ci era tirata fuori da s cattivo paifo temendo di ricadrvi un'altra volta, fece contante battiture caftigare il
lo

fpecchio
ci

&

Ma

d litmib'dtm,

Nano , acci irrrparafle parlar meglio delle Pupazze de' Prencipi , che per giuoco domandandogli 1 Imperadore alcuna volta delle Pupazze della Imperadrice , [d] egli admota labiis dextera manu , refpondebat , tace de
imagunculis, Jmperator.

Ma

Capitolo V-

IV. chi trabocc cos flranamente contro i Congiunti per l'adoraziolmagini, none credibile, quanto horribilmente fi fcagliaf- ?"eoffl , contri ne pretefa delle Cattolici, f indifferentemente contro tutti gli Eftranei, Sacerdoti, Monaci, e Reimmaculatas colunt Imavines , dice di .... In eos , qui fanttas, limoli. Tdl Hiftonco , admodum j.tvus fiat , tjr au/terus , quippe qui fupenores lui 1

487

Gregorio
,

Mi

&

Superiora enim fuerunt Leo , omnes crudelitate vincere conteudebat Michael Balbus ijius pater , quorum alter editto fanxtt , ut in nulla pitiarum imaginum , ubicunque pitta efient , bac vox , Sanctus , imprimeretur , qua fi non alii bac vox , qum Deo foli conveniret , haud rette conjetturans Cum enim Deusbancvocem, Deus, bominibusmpertitusft qua mult excellentor efi bac voce adjettiva, Santlus ( nam long bumilior eft y Sanius ) non utique ipfam nobis mterdixiffet Veruni bocille, utdixi, legefanxit. AtLeo, Verm Tbeopbilus qui ante ipfum regnava, nequaquam ipfas coli confenfit bumde talibus effici ne color ibus quidem forni ari voluit , abjettum enim, dcins , f folam veritatem contemplar 1 Igitur detrahebantur eo tempore ab aves mfculpebantur , qui omni tempio [aera lmagmcs, pr quibus fera , Hmc facrofancia opes illtus immanem , fervilemquc dementi am coarguerent
:

&

&
:

&

bine carceres facinoqui in honore facras Imagines baberent , Monabis, qui eas depmxifent: pieni jam montes erant , cbs , Epifcopis , Tafloribus, fcehrum patratores fame , fpelunca iis , qui ut fures , fui interfetti fuerunt . K[am cum Monachis juffiftet , ad urbes aditus intercludi , eofquc
repoftta
ro forum
,

in

forum projetta , contumeliose illudebantur


,

iis

complehantur

&

&

&

&

omnino expelti,
,

ut Monaferia , cr folitaria loca mul, hominibus compier entur Quippe cum facri Viri virtuatque pcrfpicuis ti* nollent indumentum, imm mallent fame , c> calafacrum tem prodere , mitatibus opprejfi vitam finire , aliqui negligentes habitum , ideino perirent: pluresautem ex iis, qui per dcfidiam vitam agerent , remiffam, ac diffolutam cantionibus , ab ipfo babitu vitam amplexatieffent, (acri s bymnis , Eteuim ne bos quidem conventus paagi Tyrannus conpenits abfiiuentcs cefjit , qui perfap vel foli pojjunt fcrvare , <& velini franimi quoddam epe Veruntamen ne tunc libertas iis , qui cupiditatibus dediti temere labuntur quidem loqucndi ex bominibus prorfus receffu , fed quidam audacwrts , multi per fc , al 1 qui et 1 am firn idi atti, Ubere ad eum accedames loquebantur , ojicndebantque ex dittis Tatrum nojtrorum , Dionyfii , Magni Herotbei , frenai, non beri y aut paul ante Monacborum rempublicam admventam, ftatum , fed antiquata , atque adt prifeam, quinettam fanttarum Imaginum figurai cum jLpojolis viguijfe demouflrabant Siquidem Santtus sApofolusLucas Dei Genitrici* formarn cxprejjit , ipfe Cbrifius Dominus , ac Deus noficr ju.im in quodam linteo depittam cffigiem non marni confettam nobis reliquit Cumque ei Ifli igitur facrofintti Viri Tyranni infeitiam redarguerunt immamtatem ( quod admodum libere loquebantur ) objeafjent , pof multas plagas, &verbera, atque tormenta < x urbe cxterminati fuere. Qui cum ad facrum Tracurforis Tcmplum in Euxino Tonto fitum pervenifknt , flagellorum plagis confetti ccelejii quiete tandem dignati funt . Quorum veneranda corpora in terram infepulta progetta, integra, falva diutis permanfere , quoad fideles quidam fufeipuntes ftpelienda curarunt , vanoque bonore certatim ajjccerunt Santtos , qui pr Cbrijio Deo Martyrium fubtere . Cos di Theofilo il Curopalata. Ma tra gli altri mezzi, crTei invent di nuovo per dilatare la fuaHcrtiia, diede ordine a tutti gli Efattori Imperiali, che
editto fanxifief. effecit
.

&

&

&

& &

&

&

Hh

obli-

, .

Gregorio
*

^gg

Secolo

IX.
&

obligafl'ero i debitori rinunziare al culto delle Imagini fotto pena di carcerazione in cafo di renitenza, come f fodero rei di non pagato tributo

Qualcofaf cagione, che molti fingeflero di abjurare la Fede Cattolica allora parimente fu, che il per liberarli da una cos terribile veflazione: a in asfhs.hann. [a] famofo Anacoreta Joannicio , celebre per dono di profezia,difle ad uno ^Anachor. di quegli Efattori , che era il pi fiero , e fpietato di tutti , che avertiffe bene a quel che faceva nella efecuzione diunacos barbara commiffione, perche l'Imperadore in quella fettimana rilaverebbe chiamato per rivedergli li conti i ed in quella fettimana conobbe il miferabile havergli l' Anacoreta parlato dell' Imperadore del Cielo, perche morto repentinamente nel fuo peccato , egli and ricevere nell' altro Mondo ci , che meritava il fuo faecuiione crilego miniftero . Di pi oltrepaflando Theofilo la empiet del fuo Padre coltro li Pittcr licJIelm S"^'. il quale lafci intatte le pitture fin di ornamento, e non di culto, ei non ere. fol amente fecele tutte cancellare , abbruciare, con porre in loro luogo figure di ogni forte di animali; ma moffe una crudeliflma guerra alli PitS.Laiaro Pittore, tori, minacciandoli di morte , f per moflrare la loro rifoluzione di non ino Martirio e pi dipingere Imagini facre , eglino non vi fputaffero fopra , e non le calpe."oitanza. ftaffero co' piedi . Il che refe illuftre la confezione di un Santo Religiolo chiamato Lazaro , eccellente Pittore, e degno certamente dell' ammirazione di tutti li Secoli: [b] Tyrannus> dicedi Theofilo il fopracitato Hiftorilo.Curtpt, le .:. co , facris imaginibus infeftus , properabat Ticlorcs omnes perdere , rei fi
,
r>

, jubebat , ut ipfas expuentes , tanquam profana quidam pedbus in terram projetla conculcarent . Prater alws comprebenfus eft item la^arus Monackus , qui tunc pingendi arte Celebris erat ; ac prius Me Theophilus Deo repugnans, obfequiis ipfum devincere tentavit, fed ubi omni

vivere mallent

adulatione prajlantiorem eum vidit , ad infitam fibi vim converfus ef, tantifque tormentis ipfum exeruciavit , ut nec fupereffe quidem pofie exiflimaretur . Et ita corpore male habentem concludu in carcere . Sed pojquam illum convaluifie audivit , rurfumque imagines depingere , laminas ferreas

admoveri. Igitur carnes depafeebatur ignis , quoad animo tandem defetlus Jttbleta jacuit femimortuus . Verum oportebat divina gratia bum fervari , ut pofleris ejjet irctamentum . Qiiare Tyrannus , ut extremum jam fpirare Sanclum didicit , Regina precibus die cum quibufignitas ipfuis palmis jufft

dam

ahis

qui

(ibi

maxime propinqui

erant

carcere liberatur

&

Tempio Tracurforis , quod ita vocabatur , formidabile occultatusejy atque ut Jefe babebat plagn male affeclus , Trrtcurforis expreffit Imaginem , qua
dia confermata fanat dgrotos
:

atque htfc ita tunc gejia funt

fopraviiTe

S.Mivsti;o(io,efiia

Santit

lungo tempo Lazaro Theofilo in continuo efercizio della fua divota profeflone, riftaurando le perdite delle facre Imagini coli' accrefeimento di nuove Pitture , fra le quali fi refe celebre la figura del Salvadore del Mondo, che fi polla fopra laporta di Ramein luogo di quella, che altre volte era fiata quindi tolta, & abbattuta Ma la pi degna Imagine di Santit, ohe riiplendeffe allora inCoftantinopoli, era San Mechodio, contro il quale ade pi vivamente ancora lo fdegno ineforabile di Theofilo. Haveva quello gran Serve di Dio non folamente contratti gran meriti con li Cielo per la bont di fua vita, e per
le

perfecuzioni altre volte fotiferte dagl' Imperadori Iconociafti ; ma eziandio fi eca procacciata una grand' eitimazione cornmunemente appreflo tutto il Mondo per ia fua rara dottrina, e per lacarica degnamente foftenura di Le-

mandollo il Patriarca * Legato al Pontefice r nel quale impiego cofa Semento de trattare alcuni affari di Religione S.Niceforoper prodigiofa gli avvenne, che comprovogli il concetto conceputo difantit, Genitaiidis.Mee d'innocenza. Racconta egli medefimo il fucceiVo e dice, [a] Se cum \ PX^n Uhh
di
;

Capitolo V. Pafchale, quando Roma

489

Gregorio

degeret mifius e ad Tapam ob intentata TSljcephoroSanclijJimoTatrixrcbx crimina, vexatum fufje camisfludiofomalo genio r fme intermifrei venerea appetitum excitante. fione dies notlefque ipfum titillante , Jtaque [e ardentem ea cupiditate , ac tantum nonei fuccumbentem , Tetro

Fgm

m-

&

jLpo\iolorum Trine tpi fededereflatuifie, multifqueabeo precibus contendile, Hti f libidine dia liberaret . Hunc notiti afittijfe , ac virilia fua marni dex-

teratangentem, combujjific

fmulque

dixijje: Inibii efie,

qitodin poflerumji-

bi ab tftxmetueretvoluptatis concupifcentia: f ob vebementem dolorem fomno foggiunge [b]ii Cuexcuffum , talem repertum fuiffe , qualem tpft vidifient .

t,

itMt t

Wll ^: t

ropolata, che per convincere

di fallita

una femmina, che accufollodi

adulterio, S. Methodio lapis offenfonis nolens efie Ecclefm , mbil bominum frequentiam veritus, rejetJa vefie , in confpetlu omnium, qui fpetlatores reverenti^ dignus: dia omniaderant , pudenda nudat, omnibonore r bus confpctla funt ita morbo qudam confumpta, ut naturali* pr orfus effent allor fu, ch'egli virtutis expertia, qudcivirdia membra contabuiffent: richiedo della cagione di tal morbo, raccontalfe al popolo la miracolofa vifione del Principe degli Apoftoli, che riabbiamo di (opra riferita. Bora un tant'Huomo venerabile per fantitd , e per dottrina havevafm'allora condonato Theofilo gu'infulto* tollerando fotto gli occhi proprii la profetinone public a, ch'ei faceva, di venerare le facre Imagini fecondo il Rito de'Cattolici . Ma partendofi egli dalla Citt contro i Saracini, vollefeco d *"*' condurlo, s [e] per non lafciare in Coftantinopoli nella fua alfenza nn fog- r*Jw, getto, che appreffoi Cattolici era venerato per Oracolo, come perch'effendo Methodio famofo in fottigliezza d'ingegno , e in perfpicacia di configlio, voleva Cefare ferviri della di lui opera in una tale importante ipedizione Ma nufcitagli infelicemente la guerra , egli rifent tanto dolore dellaperditadell'Efercito, e tanta vergogna di f fteflo , che non fapendo chi accufarne, (caric brutalmente il fuo furore contro di lui, incolpandolo F" r re di The n tr0 autore della difgrazia dell'imperio > perch'egli manteneva in eflb l'Idolatria M e'thod con la deteftabile dotcnnauel culto delle facre Imagini Perci leccio prima cos fpietatamente ichiarfeggiare con guanti di ferro, che Glica attelta, Metyodii mala propter facrarum Imaginum propugnationem contundendo neceflebabebat > ut eas tenui quadam fafeia linea (afa, folutaque fuerunt , obligaret; e perche anche quando fu egli adunco al Patriarcato di Coftantinopoli , ferviv ali di cotali rafeie in foientamento delle ganalfe , foggiunge il fopracitato Hiltorico , Unde mos inolefcit , bodieque durat, utTontifices ab anteriore parte lineas fafcias alligatas habeant . Quindi inventando il crudo Cefare un nuovo genere di fupplicio , ordin , ch'egli folle fotterrato vivo in un fepolcro , inlieme con due publici alfaflni , fotto la cuitodia di un pefeatore , che portavagli ogni giorno una fcarflflma mifura di pane: nel qual dolorofo carcere con maggiore horrore avvenne , che ellndo morto un de'ladrom fuoi compagni, eiforFerilfe il cruciato intollerabile del puzzore di quel cadavere, e che quella prigione divenilfe una vera fcpoltura, dove il morto tormentale il vivo. Pur tuttavia in queir horrcndoiiipplicio egli hebbe qualche motivo di confolazione nel palleggio ,

&

&

&

>

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'che

Gregorio
"'

che di col fecero i due illuftri fratelli Confeflbri di Chrifto Theodoro , e Theofane, che furono gli uni all'altro di conforto per la uniformit de'patimenti, e perlagenerofa coftanzanelfopportarli. Erano quelli Monaci del celebre Monafterio diSan Saba nella Paleftiua , d'onde da Tommafo Patriarca di Gierufalemme erano fiati inviati a Coftantinopoli per tenere in Fede quella Chriftianit nelle perfecuzioni accennate contro le Imagini, e perquefta caufa eglino havevano fopportati, come gli altri Rei igofi, $ infiniti difagi , battiture, &efliofotto Leone Armeno, Michel Balbo , e TijXro Theofane. Theofilo, il quale li haveva parimente efiliati. Nulladimeno adulandoli egli di poterli vincere con l'amorevolezza, con le ragioni, haveali %d"Lr.Zi"\ richiamati dalla relegazione, e [a] con tutte le forze erafi adoperato per H.i.&feq. guadagnarli. Ma accortoli finalmente, che la cortefia non li allettava, e le ragioni ridondavano tutte in fua propria confufione teceli villanamente 8 ^' battere, & indi [b] intagliargli fui volto Ch'aleggiare e crudelmente n^'&J'""' punto d'aco alcuni verf efprimenti, ch'elfendo eglino flati fcacciati da Gierufalemme per loro empiet , per la medefima caufa erano efiliati ancora da Coftantinopoli, rimandandoli con tali fegni irremiffibilmente condannati nel loro efilio; dove mentre fi conducevano, facendo viaggio preffo la fepoltu radei vivoMethodio, Theofane, ch'era eccellente nella Poefia, fcriffe al fepolto Santo quefti verfi in lignificazione di fallito, ei conforto
,' , :

^q

Secolo

IX.

Qi

Inter vivos efie defit, prabet mortuus , terram incolens Tolumque obit, -pinolo gravati vmculis
-prvus

Vnamque

Frontesy

ei

E S. Methodio gradendo
ccatore fuo Carceriere

fcribuntque infcripti liner is . il cortefe rincontro , inviogli per


la rifpofta

il

medefimo pe'.

con altrettanti

verf di

quello tenore

Quorum

libris

infcripta funt calejibus

l^omina, piaque fiontes infcript notis t Fos, qui fepultus ante fumts efi furnn y
Vintlos falutat ipfe vinculis gravis . In tal maniera incoraggitif que'Santi con reciprochi incitamenti di heroica
jfollevato all'Arcivefcovado di
reftituita la pace alla Chiefa, fu Theofane Nicea, e Methodio prima refb'tuito alla Corte dal medefimo Theofilo , e quindi poi inalzato al Patriarcato di Coilantinopoli , meritevoli ambedue di reggere le prime Chiefe del Chriftianefimo, e di applicare a loro vantaggio il detto del Salmifta, [e] Lapis , quemrepro-

&

generofit

doppo lungo penare

e pfat.

117.

ba-perunt xdificantes

hic Jacus eft in caput angult

^a

s 4 >.

ftMhltf'

cpd

Br.<tH **i.n.&.

Theofilo refe giuftizia Methodio con ammetterlo di nuovo al fuo fervizio doppo fett'anni di penofa fepoltura , doppo fett'anni altres Dio r& fe gj u fti2ia a Theofilo con [d] toglierlo di vita nella orinazione della fua herefia, e con la infamia di efiere ei fiato l'ultimo Imperatore Iconoclafta dell'Oriente. Alcuni [e] vogliono ammetterne laconverfionenel'eftreilo tu fua vha per le orazioni di Theodora iua Conforte: ma f vale molto lo fpetare nell'ampiezza infinita della mifericordia di Dio, fopra cui fondanti le rivelazioni, che ci aflcurano della di lui falvazione, egualmente ci umane a temere nella confiderazione della certezza delle di lui opere catf

Ma

tive fin' quell'ultimo punte , ovepu (tenderli il giudizio humano, non lceito deciderete gran queiiione, che agitali avanti il Tribunale

cui
tre-

ni cucio

Captolo
mendo di Dio
le
f
.

F
il

49

Gregorio
*
'

Ma mentre in Oriente erano cos empiamente perfeguitate


tutti
li

Pontefice Gregorio loro honore della Fella di tatui Santi, decretatainviolabilmente tempre lotto il primo giorno di Novembre, nel guai giorno have va di gi Bonifacio Quarto ftitu ita quella di tutti li Martiri , ch'eiefe poi Gregorio generalmente a tatti li Sanapplaudita rifoluzione volle in un certo modo anche ti. Qual degna, imitare la pia Imperadrice Theodora nel riiabilimento , e culto delle facre Smagali, chefiamo pur'horaperdefcrivere. Morto Theofilo, veggendofi Theodora non meno afToluta regnante, che libera Padrona de'fuoi pii fentimenti, fubito determino/fi correggere i difeonci della Religione Cattolica alterata ne'riti delle facre Imagini, e concertato l'affare con Theotiflo gran Cancelliere, eCuftodedell'incbioflro di color purpureo , del quale li foli Imperadori fi fervi vano nelle loro fottofenzioni, e con Manuele Generale delle Armate, e gran Maeftro dell'Irciperial Palazzo, nominati dal defunto Celare per tutori nella educazione di Michele fuo figliuolo in et allora di preffo quattr'anni, fu concordemente fra efl rifoluta la effettuazione del conceputo difespo, bche al principio repugnalfe Manuele una tanta novit, ma poi [b\ con pi avveduto configlio non folo v'inclinalfe , ma {limolane eziandio Theodora all'opera, fpinto ci fare dall'effere ei guarito da una mortale infermit, in cui ad eccitamento di alcuni Santi Monaci Studiti egli promefle Dio ogni pi viva attenzione al riflabilimento delle facre Imagini , f , come fegui , foffe liberato da quel male Onde fi procede fpeditamente alla publicazione di un'editto per offervanza del Concilio Niceno Secondo, e con tutto che i tutori di Michele fodero tutti ferventi in quefta brama, nulladimeno contrariandofi apertamente l'affare dal Patriarca Giovanni, protervo Iconoclafta, deliber Theodora di coftituireunabafe, fopra la quale fondandoli l'Imperiale coftituzione , non temette il crollo della oppozione degli Heretici; e perci ella convenne con Theotifto, e Manuele di far precedere alla publicazione del Bando una folenne deputazione fra'Cattolici , &Iconoclafti con intervenimentode'Prelati,edegriftefl Regnanti. [c]F dunque convocata l'Affemblea nefi'Imperial Palazzo in forma di Sinodo, nella quale periftruzione, e fodisfazione di quelli, ch'erano viifuti nell'errore degl'Iconoclafti, fi efpofe l'antica dottrina della Chiefa per li tefti decanti Padri, che n'erano itati teftimonn, edifenfori, allegandoli dagli Heretici le medefime obiezioni, erifpondendofi da'Cattolici co'medefimi argomenti, co'quali fu gi ventilata, e difeuifa la materia nell'ultimo Concilio diNicea. Allor'f, checonobbefi, che l'Herefia non haveva fatte granconquifte, e che i caduti erano flati fpinti chi da debolezza, chi da timore, e chi da violenza, li cui effetti non fono giammai lungo tempo durevoli. Percioche la maggior parte di quegli Ecclefiaiici , e molti eziandio di quegli medefimi , che gl'Imperadori Iconoclafti haveano follevati al Vefco vado, non cos tofto furono entrati nella AlTemblea, che come rapiti dalla forza della verit , la cui confezione allora riconofeevano libera, ad alta voce efclamaronoanathema coloro, cheli havevanofedotti per farli dichiarare loro commilitoni nella empia guerra contro li Santi. Ma per ordinare il corfo delle risoluzioni, e dare un capo Cattolico alla Chiefa di Coftantinopoli , in primo luogo fi depofe l'efecrabile Pa-

Imagini, e li titoli di
fa] trionfarne la

Santi, in Occidente

memoria con la (bienne iftituzione in

^".'

viit

iv.& ca,r lcre , c Mif'' n ^nif!iv

&

rheodora rmpcdtoper'u rlftabu


itmento delie sa-

"VXcl^.
'*'*

icSoSBi
catto'ki
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delIe

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a Ima "

-*> 8 ^>

'

triarca

Gregorio
Eledone' e
di s

tr ^ arca

^z

secolo
,

IX.

Giovanni eleggendoli in fuo luogo l'ammirabile Methodio , che p.

Methodio
triarcato

ai Pa-

di

Co-

iiantmopoji,

zccd heamtBd impn


'

r" iilftf "cono"


ciafta.

zona?. ma,

nifhbir.tnento
delie sacre ima-

8 "1

*
'

canoni

di

s.Me

thodm
duri

fopta e

neiiaHerc-

cExuntinBi
ll:or att.t07n.6.

tei.6i6.
,..

refufcitato , ufcito vittoriofodalfuofepolcro,etutto coperto di piaehe , delle quali davano teftimonianzapublica le faiciemer * .1. f. r defime, con cui teneva legate le gote, fcompaginate dai feniani per la diQuefta elezione fu feguitata dagli applaufi di tutto il Monfefa della Fede do , ed in particolare della Imperadrice , che la conferm con tutto il cuore, P erc ^ ?e ^ era -quegli medefimo , ch'ella haveva deftinato quell'alta dignit, per riftabilire la pieti, e la Religione nell'Imperio. Mail falfo[4]Patriarca Giovanni cos acerbamente rifent il colpo, che fi in procinto di ucciderli con le proprie mani,e terribilmente minacciando , e fortificandoli Palazzo Patriarcale, fu neceflario, che con le truppe delle guardie Barda fratello della Imperadrice ne lo fcacciaffe , trafportandolo quindi inunMonafterio, dove fubito authentic la liia empiet con un'hot libile facnlegio . [b] Imperciocch havendo vedute in quel Monafterio alcune Imagini di Gies Chriito , della Vergine Santiffiraa, e dei Santi Angeli elevate in alto , vi f montare il fuo Diacono , cui comand , che tutte , come fegu, cavaffe gli occhi , beftemmiando contro loro , anche con obbrobrio di beffeggiamento , e dicendo, ch'eifendo elleno prive della facolt vifiva, aon occorreva, che haveflero occhi , rimanendo inutile , e vana quella potenza, che non pu produrre il fuo effetto. Ma egli ne pag fubito il fio, ordinando Theodora, che incontanente lui fi cavaflero gli occhi ; il che farebbe feguito , f tifando mifericordia anche con gl'indegni, non riaverle ella moderata la pena, con fargli dare ducento Itaffilate , cheloriduffero j a iftato molto pu lagnmevole di quello , ch'egli haveva ridotte le ImagiDi un fomigliante cafo fa mentione Cedreno nel fuo compendio , calini gato da Dio con pi fpaventofo flagello , Conftantinopoli Vittori cuidam aggrego Chriflum forma Jovis fingere , manus exaruit. L'Affemblea intanto havendo un capo della forza del divino Metho* dio, dmuovo conferm li Decreti del fecondo Concilio Niceno, eftabil * altro, che fi doveifero da per tutto rialzare le Sacre Imagini , e che li Preti eVefcovi, che non voleflero rinunziare alaHerefia, cederebbono i loro ac Ecclefiaftici Cattolici s quali entrarebbono invece de'Lupi a reg^Q gere il grege del Signore. Ma dall'altra parte per oflervare il rigore della difciplma Ecclefiaftica, doppo breve contefa fu rifoluto, che quelli che rientrallero nella Chiefa , fodisfaceffero al peccato commefTo con publica penkenza,conforme li differenti Canoni formati da S. Methodio nel tenore, iegue \c] Methodi Santtiffimi Tatriarcb* Confiantinopolitani de iis , f 3 L J *j , r 1* r ti atates . [d] Si puer quidem comprequi abnegarunt , per diverjos modo* ,
,

revacome:un morto

/-r>

^
.

0.coi.6i6

ohneva-perit feu metti , feu ignorantia, infatti) isprocn r us futrit > preces feptem diebus accipiat, ottavo die lavetur, &alavamaina, pitmtionis adThted.Baif. cro ^ n ntep accinttus , chrifmate inungatur , ut foknt mungi , qui bapti^antur, ferat vejes novas , fecundm ordinem corum y qui tllummantur. Si autem
f,

a ExfntinBi

&
,

&

&

&

&

fint adolefcentes

vel fenes, feniove confetti ; fi quidem per tormenta negaverunt, dementer ac benigne cum eis agatur , Jed duas Quadragefimas ]e]unenty vacantes orationibus , &genufiiXones affiduafque precesperagentes . Duarum autem Quadragefimarum fine appropinquar te , otto diebus propttiatoriaspreces fufctpant, fub omnibus qui inpmututur cum Sacerdote, qui dicant intenfa voce Kyrie tlcifon , centies. eum placat , eas fuiant , eis

&

&

Et

ficut fuperis ftatuimus, laventur

&

ungan.ur fecundm priorem

confli-

tutio-

Capitolo V.

celebrato Sacrificio Sacrofanttis Myfleriis digni kabeantur , vatutionem; facrorum celebrai ioni otto diebus . Si qui autem fua fponte cantes Ecclef* , adnegandum transfugerunt , H quidemhabent Canonem terriblem, fed prop-

&

493
&

Gregorio
***

&

ter commiferationemduos annos jejunentcarnium, &ovorumefu, &vno robujli quoabflinentes ,genuum inflexiones facientes fi fnt quidemjuvenes ,
-,

tiate

centum diebus, ducenties diccntes, Kyrie

eleifon;

modo fnt perfetti atate. Sinodo , volle la Imperadrice Theodora, che fi daffe pronta efecuzione al Decreto per il riftabilimento delle Sante Imagini con pompa degna della fua piet Si fcelfe quefto effetto la prima Domenica della Quarefima, in cui fi portarono nel Tempio di Santa Sofia il Patriarca col Clero , e tutti li Vefcovi , & Ecclefiaftici , ch'erano intervenuti
,

expletis, ante otto dicspreces propitiatorias accpant, flatutum efl , in ipftsfiant, five fnt viri, ftve mulieres

&

duobus autem annis qua fequuntur,ut prius

^^^^^
e
r

fefie
Cr

Terminato felicemente

il

conviti'
ab,llCe

u
i

Ima B

nel Concilio. Theodora vi conduffe il fuo piccolo Figliuolo col feguito di tutta la Corte, e Magiftrati . Quindi [a] ufc una magnifica Proceflone fino alla Colonna del Militare polla nel mezzo della Citt, con Croci, bandiere, e Sante Imagini, che fi portavano come in trionfo con cerei accefi all' intorno,e con canti di nuovi Hinni comporti allora per quella funzione dall' illuftre Confeffore Theofane , che fi creato Arcivefcovo di Nicea ; dichiarandoli folennemente , quefta effere la fefta della Orthodoxta , che fi fempre poi da quel tempo fotto tal nome in quel medefimo giorno , e con le medesime cerimonie ogni anno rinovata, e prefentemente ancora con felice ri-

a <***'" '" ""'*

cordanza da' Greci folennizzata . [b] IconomachorumHxrefis , conchiude il Curopolata, tali modo terminata efl ( doppo cento venti anni da che Leone Ortbodoxorum Ecclefia fuum recepit ornaIfaurico l'hebbe promulgata )
venerandar umlmaginum reflaurationem . In [e] dimoftrazione di tum , un tanto gaudio imband Theodora un fontuofo convito tutti gli Ecclefiaftici

b ioan.curop,

&

&

mdtm,

nel Palazzo di Curiano, nel fine del quale Affando ella gli occhi nel volto

lacryTheofane, perfpiciens tnfcriptas litteras , fufpiria emittebat t mas. Not Theofane lo ftupore, e la tenerezza della Imperadrice, e modeftamente richiedendola della cagione, ella con un profondo fofpiro, [d] Veflram admiror fortitudinem , rifpofe , quomodo infculptas in ore veftro tot

di

&

&

litteras fufltnuijlis ,

atque infelicem illum cenfeo , qui tanto in vos odio adduttus efl , utbac patrarit. Al che Theofane, Tro bac, inquit , Tittura, Imperatrix, in judicio Dei cum tuo Viro 3 Imperatore indie abi:

& mifereor

iMm

&

mur.

CA-

Sergio

17.

494

Secolo

IX.
VI.

CAPITOLO
Sergio Secondo
li

Romano
io.

creato Pontefice

Febraro 844.
i

T rafportazione
'

in

Coflantinopoli de* Corpi de


.

Santi Ni-

ceforo

del

Jr\

Converfine alla Fede de bulgari applicata ad una dinota Imagine

Theodoro Studita

Manichei , Croce Loro


.

e loro ftranjaganzfi ftrage


,

&

neW

adorazione della

unione co Sar acini a danni de*


Cattolici circa
il

Cattolici

Dubio

inforto

fra alcuni
.

modo

della Nafcita diGiesu Chrijo

ntlnU

ne

deH dk der e,me f'c.

(111111111^

fflHISil

Areggiando dunque il zelo di S.Methodio con la piet della ImperadriceTheodora, tanto pi fervorofo rinovoffi il culto delle facrelmagini, quanto pi facrilega n'era fiatala feconda abolizione, eloicempio. Con folennifima pompa

a ioan.curopai.

Nobile
c et

rifpoft

furono dalla fepoltura de'loro efilii ricondotti in Coftantinopoli li corpi di S. Niceforo Patriarca , e di S. Theodoro Sturitrovaronfi incorrotti anche nelle cicatrici medefimeimprefle dita, che nella loro carne per difefa della Fede ; efaltando tutto il popolo con eccelfe laudi, e cuore fincero que'due gran Campioni, che con la loro polente interceilone appreflb il Cielo riavevano terminato di efterminare l'Herera Iconoclaftica. E certamente concorfe eziandio con miracoli Dio al fanto gaudio della converfione dell'Oriente, col dono di una tranquilli/lima pace fotto l'Imperio di una Donna , che feppe reggerne cos bene il comando col freno della Religione,e con l'abbattimento della Herefia [a] Bogori R de' Bulgari, popoli formidabilifimi i Greci, intim la guerra Theodora , ftimandofi vittorioso anche avanti la pugna, conia fola confiderazione di riavere eflb combattere contro una Donna. Theodoracoraggiofamente
.

rT^bu!"- rifpofe, Efjere effa pronta ad ogni cimento , ma avvertirgli , che infamia pi toflo , che gloria pot a lui avvenire da quefla mojja , mentre vincitore , perdente, fempre fi direbbe , ch'egli bavefie vinto , fofie fiato vinto da una Donna. Sorprefo Bogori dal dilemma, rinov la confederazione co'Greci, e con provedimento di pi alta providenza effo con molti de' fuoi fi eccitato alla vifta di un quafottopofe al Battefimo , intimorito, Che fi converte a'YrdV "peVve". dro rapprefentante il Giudizio finale del Mondo, ch'egli cafo vidalla
l

gari

&

d
di l
I

""J* 'i giorno del


.

G'iidixio

de in una ftanza di un divoto Monaco , da cui voll'effere informato, iftrutto del lignificato di quell'horrendo Miflerio ; trionfando cos Dio di quell' inimico de' Greci per mezzo delle Imagini , che i Greci riavevano- ricondotte , vittoriofe della Herefia , in Coflantinopoli .

&

Con-

Capitolo

VL

495

Sergio IIbvldn p tn tifi.

Convert fubito Theodora quefta vittoria in honore , e gloria , di chi concertela, & incontanente [a] intraprefe di efterminare il rimanente di que'Manichei , detti [ b ] Paoliciani dal nome di due fratelli Paolo, eGiovanni, che fi diclnararono loro capi nell'Armenia, d'onde fi erano fparfi formidabili per tutta l' Afia . Coftoro fra un cumulo immenfo di errori, e di abominazioni , havevano un tanto horrore alla Croce, che le facevano tutti li pi ingiuriosi oltraggi ; e pure , come che non vi Herefia , che non habbia Tempre della pazzia mifta con l'empiet, quando eglino erano oppre (fi da qualche grave infermit, n'applicavano ful'petto ma Croce di legno , come rimedio fopranaturale al loro male; mpoirifanati, la riducevano obbrobriofameite in pezzi, la giravano facrilegamente in terra, calpeftandola indegnamente co'piedi , e profanandola fporcamente co'fputi Parimente eglino adoravano , e baciavano il Libro degli Evangelii, mi incontrando in qualche foglio di efli la Croce, quali forfrire non potettero tra quelle facre pagine tale obbrobriofa figura, rovesciavano ftranamente gli occhi, comeinvafati, forfennati.
.

'$%$}',"'' \pagl\]\.&w.
Manichete
ftr B

loro

enu "n<^

Theodora incoraggita
di

dal fucceffo della

convezione de'Bulgari,

rifolv

procurare quefta ancora de'Paoliciani, e di purgare l'Imperio da fimil Loro ftrage per pefte , anche col ferro , s'eglino l opponeiTero ornatamente alla loro vera Egli per ben certo , che quei, quali ella ne dkde la commi/fio- Ua^peTa Trifelicit ne, fi diportarono contro efli con troppo impeto, mentre in vece di ceTheodora. allettarli di prima con la piacevolezza , di perfuaderli con la ragione, gli fi fagliarono funofamente contro , e [e] crudeliter utentes imperio , alios e itan.cHnpai.
.

lignis

appenfos , alios gladio necandos curabant , alios altts malorum generibus cruciabant , &variis, &dtverfis pcenamm omnis generis modis circtter

centum bomtnum milita interfecere, eorum bonis publicatis. Qual forte di Manichei fi uni predica non convert , ma pervert maggiormente quella canaglia , che f-onoco'smcioi. difperatamenteuniiTco'Saracini, icjuali feppero poi fervirfi molto bene della loro opera contro li Greci Ma l Imperadrice , che non hebbe alcuna parte in cotaleviolenza de'fuoi Miniftri, non lafci di cavarne il vantaggio , che l'Imperio almeno fu nettato da quella pazza mafhada di Heretici mentre durarono li quattordici anni della fua reggenza , co'quali termin ancora la publica felicit, come fi rapprefenter ne'fuccefl, che [d] fog- Botilo m'Ii'.
.

in tanto una nuova, e non difpregievole queftione Nuova Qucftione agitavafi, che forf poteva elfere foriera di nuova, e non difpregievole fP ^.""'J Herefia, s'ella folte fiata trattata da Huomini proclivi al male, poco GW.chVIto. habilifciegliereil bene fra il male. Nella Germania [e] furfe un dubio e
'

giungeremo. Neil' Occidente

con cui Gies Chrifto Bambino ufc nel nafeere dall'Utero Santiifiina Vergine, alcuni negandolo, ed altri affermandolo nato , della ed ufeito al Mondo per laviacommune del parto. Chi afferivalo tale , fVd ... p poteva facilmente ripigliarli con [/] Gioviniano , & Helpidio comeimpu- t^liBamlffm. gnatore della Virginit illibata della Madre di Dio: chi tale non voleva p tH fj dirlo, incorreva con li Cerdonifti, [g] comefeimpugnafl'elaveranafcita, i^lmhtumU^ik e la realt del corpo di Gies Chrifto. In quefta difparit di fentenze , ne 6? giunfe la fama alle orecchia di Ratramno, da altri detto Ratranno, eRotranno,Bertramo, e Bertranno Monaco Francefe, Ecclefiaftico [h]indi- /A?S//' yims Scripturis -pald peritum , in libris fxcularium difciplinarum egrtfopra
il

modo

%AnMrtit( r 84f

'

'

gidoftum, ingenio fubtilem

& & clarum eloquio

nec mins vita ,

qum
ttrina

do-

Sergio

II.

senten ti di i&iuMto''
dt

Urina infignem . Quefti incontanente divulg il fuo parere in un libro de Wjttivitate Chrifti, in cui difendeva la fentenza affermativa, che Gies Chrifto foffe nato per la via commune del parto, [a] Fama efl, egli dice,
Catholicam fupery{ate* Serpensantiquu* perfidia nova venena diffundtt, tivtaie Salvatori* jdem, nefi io qua fraudi* fubtilitate , fubvertere molitur ,

^g

Secolo

IX.

u^Th'iT'

N" r &. Worumdam non contennenda cognovimus relatione , qud per Germania par*

&

dogmati^ans Chrifti infantiam per Virginali* januam vulva, bumanal^ativitatis verum non habuifje ortum, fedmonftruos de fecreto ventri*, incerto tramite, lumini* in aurasexifje. Quodnoneftnafci, federumpi: e per tutto il bjdtmc.s. libro egli fi ftende che Gies Chrifto nato per [b] natura januam , per folemnem parturitionis viam , e, vulvam aperuifie: non per come s'ella corrotta folle , feduteam fuanativitati oftium aperir et, non quo violar et inte gritatem uteri, fedquoventrispalatiumvacuaret . Che Chrifto nafceffe ex utero intemerata Virginis, egli Io prova con molte teftimonianze della Sacra Scrittura: e che poi ilmedefimo Gies Chrifto nel fuo nafcere, vuU /tt 1, v<*m aperuiffet , lo conferma col teftimonio di S.Ambrogio, [e] che dille i5^2555, Qui ergo vulvam fanti ificavit alienam , ut nafeeretur Tropheta, hiceft, qui apcrut Matris fua vulvam , ut immaculatu* exiret ; di S. Agoftino , che fcriffe , [d] Dominus nojlev natus ut Homo , fednongenitus ut Homo : diS.Hia u*g. nSer*. de Nat,v>- lario , che prima di S. Ambrogio , e di S. Agoftino affer , [e] Qui omnia intra quem , per quem cuntla funt , humani partus lege profer't'swur.ub.i.de continet , jrimitMtt. tur: ediS.Girolamo [/] in fine, il quale contro l'obiezione fatta da HelviTurpius efl juxta eos , Deum per Virginis pudenda genttum , wfi7v?d!w. dio Cattolici , qumVirgmcmViro fuo nupfifc p fi partum , cosrifponde,J#wge, filibet , alias natura contumelia* , novem menfibus uterum inolefcentem , faftidia , partum, fanguinem , panno* Ipfe tibi defcribatur infans ttpn ine membranarum foluto convolutus: ingerantur dura prafepia, vagitus parvuli, oliava diei e ir e um cifio, tempus purgationis, ut probetur immundus , non erubefeimu*, non filemus. Quanto funt humiliora , qua promepafuseft, tanto Mi plus debeo . Et cum omniareplicaveris , nihil Cruce contumeliofws proferes , quam in qua de Hofiibus trumpbamus . Sed ut bac , credimus , projitemur ? qua fcripta funt, nonnegamus, ita e a, qua non funt fcripta, renuimus . J^atum Deum efle de Virgine credimus , quia legimus Mariam nupfifie poft partum , non credimus , quia non legimus ; cos S. Girolamo cenfura di VaParve dura , temerana , & empia l'afferzione di Ratramno 1 Pafchafio h b r Roberto, Monaco anch'elfo della medehma Abadia di Corbais,edEcclef raia^fp o f fentenxa di R.* fiaftico erudito , e dotto al pari di Ratramno. Onde incontanente contro cramop. n di lui libro del^ativitateChriftt^i ne compofe un'altro de Tartu Virginis , che dedic a Theodarda Abadeffa , & alle altre Monache di Soiffons , tutto in riprova della fentenza di Ratramno , quale lui pareva , f non direttamente , almeno obliquamente contrariale alla Virginit perpetua della Dicunt, dic'egli in elfo , non aliter B.Virgtnem Mariam g Pafih.tadb. in Madre di Dio. [g] l'hdtPartMvirgi parere potuifk,neque aliter debuijje ,qum communi lege natura , &fuutmos *"' owniumfceminarum , ut vera T^ativitas Clmftipo(Jt dici . Alii autem inquiunt, fi non ita natus efi , ut caten nafeuntur infante* , vera T^ativitas non efl ; ideo ne pbantafia putetur, aufne, ficut aqua per alveum tranfiife, ita per .iterum Virgmis abfque nafeentis ordine natus credatur pium efl fentire, &*' fc eum lege natura natum fuiffe , quomodo cateri nafeuntur infinte*,, c&ca pietas , f*at<m\ cam Ri pipenfje, fc ut reti qua pariuntmulieres. impi
'
t

&

&

'

&

&

&

&

Capitolo
l

497
&

Sergio

II.

impi fcncit de Maria Virgine r caca prafumpuo, qua tara impi loquitur de Cbriflo T^on dico, quddicant, Virginitatemami(fie 3 qua nefciens viVirgo permanft-, [ed quia idipfum, rum Virgo concepita Virgo peperit y quod confitentur , negant, cum dicunt, eam communi lege natura puerperam invejligatores novi , filium cdidiffe . . . *Audiant igitur noti difputatores , intclligant primm quia viri funt, quomoinauditi partus: audiant > fexu mulierum deinde recogitent , do bene disputare queant de natura , communem legem nafcendi, ubi totum div* quid naturam requirunt , ut iium eji , ineffabile , divina virtus , quo d operatur .... Rine ergo col-

&

&

&

& &

&

qud fnperfitiofa ftt tflorum cuntlatio, fuperflua difputatio, qui vulva eum aperuijje , colluvioncs fanguinis , ut cadicunt , oflia ventns , teriomnes, fccundas fpurcitias pojife traxifie, in quibus omnibus gemitus, arumna augentur Quindi egli fi dir dolor multplicantur , triflitia, lunga nel regiftrare molti detti de'SS.Padri, e cita S.Leone, che fcrifle, Cbrifium nova nativitate natum ex Virgine , fine paterna carnis concupfeentia, fine materna integritatis infuria: quia futurum hominum Salvato^ in Jehaberet bumana fuhflantia naturam , rem talis decebatortus , qui bumana carnis inquinamela nefeiret ; di S. Pier Chryfologo, che dilfe, Stulte, unde Jordes in Virgine Matr e , ubi non eft concubttus cum homine Taire? Unde fordesinea, qua nec concipiendo libidinem , nec partendo eftpafa dolorem? Unde fordes in domo, ad quamnullus Hofpes acceffit, fed folusad eam fabricator Dominus venit, veftem , quam non babebat, induit, eamque , fuut invenit , claufam relquit Et ftcut ille natus eji folusintermortuos libtr, fic iflius , ex qua natus efl, Matris pudor folus integer eji ide nemo veflrum judicet humano modo , quod divino gerttur facramento ediSant'Agoftinocheefclam, Quid enim in bomine, qui Salvatore noflro affumptus efl , nonnovum fuit? Conccptus , l^ativitas,Vartus, Infamia, Dottrina, Vita , Virtutes . Doppo le citazioni degli allegati Padri , con nobile Apoftrofe cos fi rivolge San Pafchafio alle Monache Vergini , i cui egli riaveva dedicato il Libro, polite, obfecro, cum iflts perferutari latebras Virligitur,

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&

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:

gine i partus quafi corruptas ; quia timiumvanitatis, qui taliafentiunt

&

ipfi

qualia

defeceruntferutatores fcrutantes fcruDomini Matrem non decent: fed

venite cum gaudio , &videteprocedentemDominum plamfjima fide , tanquam fponfumdetbalamofuo; non, utifligarriunt, doloribus Virgine a membra corrumpentem, nec genitale Matris fecretumviolantem* fed divinits exultantem Cos S.Pafchafio contro Ratramno Ma S.Pafchafio fu trafportato contro Ratramno dal zelo della delicatezza di una queftione, che non pu, n deve ammettere alcuna ombra diofeurit nella fua afferzione conciofiacofache egli non ben comprefe il fentimento di Ratramno, ed egli applica a lui ci, che in niffan conto fi ammetteva da lui, e ci che dalla di lui fentenza non fi pu giammai dedurre , cio che la Beatifima Vergine partorire con dolore , con lefione della fua facra Virginit tramandafle al Mondo il fuo Divino Figliuolo . Egli per ben vero, che con qualche meno atta frafe intendente Ratra.
:

mno di fpiegare
i

il

luo parere,

ma non mai

afleriife

violata la Virginit
a

Maria , aperta la Porta materna alla ufeita del Bambino Gies ; mi folo egli volefle dire, come fpiega un moderno Autore, [ a ] Qud tam vere de vulva exierit, ac fi eam aperuifiet .... Quam auttores laudati Ratramno
effettu intelligunty

Nat^u*. ai
'

non de aperitioneipfa, feddeapentionis

cum camCbriJo
accom-

/''* ?*? 4 IC h
*

Tomo

l.

li

Sergio IL

accommodant; quafi die ant Chriflum via communi natum , integro lcet vulva ut fignificet , ipfum folm proprie apcrujje Matris vulvam virgine a figillo: nafcendoy quia folusclaufam inventi: cum alii infantes proprie non aperianty quam corrupta jam Matris virginitate apertam inveniunt Nulladimeno il Pa-

^g g

Secolo

X
.

&
:

tp.Mabiii.in
pr*f. fteund* Par

4
'l'appi!

Bened
'

jugiter permanferunt e ch'egli fofle allerto re coftante della incorrotta Verginit della Madre di Dio , nonpurivocarfin dubio^aHuocxatr in ub d e Nativi'r.'chr'ij.c 2 mo y che habbia occhi in fronte per leggere il fuo libro [e] Catholica Fides, dic'egli 3 de Virgine Salvatoris Matre confitetur , qud Virgo fuerit ante partum, DifefadiRacram Virgo in partu, Virgo poft partum .. Tropternamqucinviolatam pudoris auno lam, Virginitatem\pradicat& ante partum , in partu, &pofl partum; propter vera nativitats exortum , verum partentis partum confitetur non peperit autem , /. partusaliter, qum per natura jannam procefft: fiquidem jam talis ortus non Virginis efi partus , [ed proprius vtdelicet ipfius infantis egrefius Obmutejcat igitur hujufce commentum falftatis, Catholica Fides inconcuftateneatur, qua vere natum de Matre confitetur Chriflum , vere Virgincm Man am concepire , peperiffe, &pofl partum, ideflpofleditum filium, credit, pradcat, rveneratur permanftfie Virginem; e con degna concinnane termina il libro, efigilla l'alfnnto con quelle parole, Ergo teneamusvera fide, confiteamur ore veridico , Verbum carnem fatlum , per miniflerium vulva naturaliter natum, fecundm rationis confequentiam , fecundum divinarum teftimonia Scripturarum, fecundm Dotlorum non contemnendam autloritatem Satis, abundque , ut aftimo, monfratum efl, DominumSalvatorem de Virgine ftcut hominem natum, non ut integritatem r violar et illa b{ativitas, quia Maria Virgo fuit ante partum, Virgo in partu , Virgo manfit pof partum fedntqui de Virgine corpus affumpfit, * intra gremium Virginale concrevit , per aulam quoque Virgineam naturaliter nafee* retur . Cos egli Onde apparifee , che tanto Ratramno , quanto Pafchafio potentemente difefero la intemerata Virginit della Madre di Dio , e le queftionifrem* furono pi tofto in dilucidazione del vero, che in confutazione del falfo . Poich tutti conchilifero , che Chriftoufc dall'utero della d uan. 20. Madre, come entr nel Cenacolo degli Apoftoli [djjanuis claufis . eonran. apud Ci che in contrario habbia pofeia fcritto [e] Durando, nell'alferire , Dene la Madre dell'Incarnato Verbo fia rimaita fempre Vergine avan^ cne ^"ijiWe'ai:. ti il parto, nel parto, edoppoilparto, non pernefiegue, che il di lei Figliuolo fa ufeito alla luce con perfettapenetrazione del ClauftroVirgfnale, credendoli dall'allegato Autore imponbile una tal penetrazione di due corpi ; perloche egli fu di fentimento , che ci fuccedelfe per una certa dilatazione della parte, in quella guifa appunto, che l'Ange ico feguendo le i s.Thom.pan.. ormediS.Agoftino, fu di [/] parere, che farebbe fucceduta la nafeita de' Bambini nello ftato della innocenza originale: *Ad quartum dicendum ( fo%f.'SiLg*deCivit. Dei m. t4.cap.26. no parole di S.Tommafo in ilio fat u nulla ) qudfcnt *Augufiinus dicit , [g] atc mcdnfn corruptione integntatis tnfunderetur gremio marttus uxoris ; ita enim potuit utero conjugis, falva integritate fcemtnei genitalis , virile femen immitti; fcut nunc potfi, eadem integritate falva, ex utero Virginis fluxus menflrui
: .

tntra

s.Hieron.iib.i. t agtanos.

dreMabillonecenfura, di poco collante , di poco (incero Ratramno , e contro lui dice [a] Si Chriflus vulvam aperuit , quomodo perclaufam ex~ viti Ma contro il Mabillone potrebbe rispondere Ratramno con le parole diS.Gtioiamo [b] Solus Chriflus claufas portas vulva Virginalis aperuit , qua

tamm c imfa

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'

cruoris emitti

Utenimadpariendumnondolorisgemitus , fednaturalis impulfus

Capitolo VI.
.

499

Sergio IL

fusfoemineavifcerarclaxaret, fic ad concipiendum non libidins appetititi, [ed voluntartus u[us naturam utramque conjungeret Cos egli; mi l'improbabilit della opinione di Durando deducefi non tanto dalla contradizione, ch'ella hi, damttiliTheologi, quanto dalla illazione, che in un certo modo ne
iegue
fa,

che la nafcita del Signore appena meritarebbe il titolo di miracolo, perche farebbe ftata Minile quella commune tutti gli huomini nello flato della innocenza originale, e nulla difforme da quella del (angue, nella parit allegata di fopra da S.Tommafo. Onde ceflarebbono li maravide'Padri nell'encomiarla,

gliof ftupori de'Concilii, e

&

efaltarla fenza

rem admirandaml efclam S. Cirillo, Miraculum hoc me flupidum redditi e li Padri di Toledo, [b] Sihaberet exemplum, non effet [iugulare: fateamur ergo Deumaliquid pofej quodnos fateamur, invejligare non pofe perloche con ragione Guerrico [e] Abate conclufe , J^equaquam %ex Gloriti vinculalaxapit, aut dilatavit , con tutte quelle ragioni profondamenteconfideratedalfopracitatoSuarez, il quale nel noftro principale intento dottamente pondera, cheiccome clauderc vulvam nella Sacra [d] Scrittura lignifica lo ileffo nella Donna, che l'elfere ftenle, ed infeconda; cos aperire vulvam per il contrario lignifica conferre fecunditatem ; della quale effendo fiata refa degna la Vergine per virt dello Sprito Santo, non maraviglia che del fuo Unigenito Figlio habbiano detto i Padri , che apeper efprimere la vera e reale fecondit della Madre in maracrit vulvam niera per, che [e] nondum apertam fupernaturaliter aperuit , claufam naturaliter confervavit . Cos S.Euthy mio
efempio.
[a]
:

^f^Slft.ScJn
conc. Epbt'f.

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dcw.10.19.
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30.

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LI

A-

LeoneIV.

^ qo

Secolo

IX.
VII.

CAPITOLO
Leone Quarto Romano,
li

creato Pontefice

12.

Aprile 847.
la liberta della Elezione

Coftituzjone

di
.

Leone Quarto per


Qualit
,

de* Pontefici

&

Herefie ajferte di GottefcaU


intimati
.

Canoni concernenQualit , ti la Predefinazjone , e Prefcien^a divina e ferini di zAmalario , e di Giovanni Scoto Erigena foprala Predejinazione Favola di una Papejfa , inventata dagli Heretici e Scamatici in odio del Pontificato
cho
.

Concila a

tal* effetto

Romano,

fua riprova.

progred della Religione Cattolica in Oriente fi affunto in Roma al Pontificato Leone Quarto , che nel fuo primo paifo al Soglio die faggio di quel grande fpirito , di cui era egli dotato dalla natura arricchito dalla grazia, oftandocon Apostolica coftanzaagl' Imperadori Lothario , e Ludovico , che non oftanti le accennate Coftituzioni degl' Imperadori Orientali pretendevano come ereditaria nell'Imperio la prerogativa di confermare la elezione de' Pona Vtdl Fontif d tefici: [a] diritto ufurpato da'GothiArriani, e doppo la disfatta de' Gofiliceli'. fe.g.^. thi [b] pretefo, efoftenuto ingiuftamente da Giustiniano, mrivocato tom. 2, b Vidi il Pontifi- dalPogonate, e fuoifucceifori. Leone con rifoluta falce recife queft'ale cata di Silverio cotanto infette le radici dal fuo primo nafeere; e non Vigilio pag. %C> e 91 bero, che haveva e d ^Agaliom feg. fol non volle foccombere alla iniqua legge, ma con altra contraria fcan27j.ro. 2. [e] Leo Cofiituzione di cellonne la prima, convenendo co'Cefari nellmfrafcritto tenore Leone IV*. per h Quartus Lothario, Ludovico ^iuguflis . Inter nos -pos patii ferie fiatulibert dell' fclcconfecratio futuri Bimani Tonticonfirmatum , qud eletJio, zione Pontificia, tumej, e Vifi. 6i.c.n. canonico fieri debeat. Ripiglia di f alfa Natale [ d non nifi jujc, fciSi ] d Dat.^lex Sac. BentdUh III. Aleflandro cotefta convenzione , allegando le parole di Anaftafio , che de2.
fra
li

Unque

felici

&

&

& &

&

&

ir.

di Leone Quarto, diClero Romano fped Legati a Lothario , e Ludovico per confermazione dell'Eletto, ut prifca confuetudo pofeebat. Cos Anaftafio rifeeffendo xhe altro fi il rito , mi forf non ben comprefo dall'Aleffandro richiedere Cefare la confermazione , e il notificare Cefare la elezione: come appunto fegu in Benedetto Terzo, di cui Anaftafio non mai dice, ch'egli fupplicalfe Ludovico della confermazione, ma bens, ch'egli notificafte Ludovico la fua elezione

ferendola elezione di Benedetto Terzo Succeffore


ce , che
il

Ma

dalla elezione de'Ponteficipailarno alla elezione de'Beati,


ri

&

alla

pr-

Coitolo VII.

cor

teomlV,

riprovazione de reprobi, e da un fatto particolare ale gran ragioni cella predeftinazione divina , agitata in quefta et con confiderabiliflme rifleflioni da un Monaco Oltramontano , celebre per fama di contradizione, che tir feco allora in diverfi partiti il Chriftianefimo , e che prefentemente ancora vi rinomato per numero di feguaci, eper copia di awerfarii. Noi, come quelli , che da alta Torre rimirano li fanguinofi avvenimenti di gran Battaglia, equindipoi, non trafportati da genio, indifferentemente narrano li veri fuccefl dell'una parte, e dell'altra, riferiremo la gran materia della predeftinazione, edifentimenticircadiefladel Gottefcalcho , e nel medefimo tempo ordinatamente efporremo le fentenze di quegli , che ne ripigliarono heretica la dottrina , e di quegli , che ne foftennero Cattholiche le alferzioni; e prefentaremo all'occhio del Lettore queft'alta questione , con l'avvertenza confiderata da Plinio [a] in alcuni fiori, che da lontano odo- PUnM. . e.-j. rano, ma d'appretto uccidono. Per cominciarne dunque la narrazione ci giova prima di far comparire in Campo il Gottefcalcho affalito, anzi quali che oppreffo da'nemici, e quindi potentemente difefo dagli amici , per lafeiare la libert chi legge, di accorrere anch'egli, fuo piacere , fra gli uni, fra gli altri, fecondo li diverfi rifpetti, con cui fi apprefo il Gottefcalcho, Hi reo , d'innocente Gottefcalcho chiamato da Natale Alefndro [ b ] Vir non fui nomini$ , b Nat.^h*. difperche in lingua Tedefca lignifica quel nome Servo di Dio, oriundo diGer- E7.s?Vr jr mania,fcorfi li primi ftudii delle lettere humane nel Monafterio di Auge fatto la difciplina di Tatone, profefs il Monachifmo in quello di Qrbais della Gottefcalcho, e DioceldiSoiilons, al quale allora preludeva l'Abate Baccone. Per indi- fue qualit, pro* nazione di genio , che riconobbe!! poi pervertito dagl'errori,egli gran parte d!nni caVmic di fua applicazione ripofefopra le facre lettere , e le dottrine de'SS. Pa- edifcie, dri, e fopra quella particolarmente di S.Agoftino, nella quale finalmente incontr il folitofcogl io di chi incauto troppo in alto pretende navigare quel gran mare cio , il fommergervifi dentro , e naufragare nella profondit delle materie . Fu egli erettamente in amicizia congiunto con Lupo Abate Ferrarefe , come apparifee dalla lettera trentefima del fudetto Lupo, e dal Poema Gratulatorio , che lui fcriffe V Valafrido Strabone , che fu fuo condifcepolo eziandio nella celebre Scuola di Tatone. E fama, che fenza dimiflbriale i Rhothado fuo Vefcovo di Soiflbns contro le Regole Ecclefiaftiche egli foffe ordinato Sacerdote [e] daRigboldo Pro-Vefcovo della "4nn ' ChiefadiRhems, nelqual grado intraprefa la pellegrinazione di Roma, molte Provincie feorfe fotto il pretefto di predicare l'Evangelio alle genti,
,

e femin , ovunque fi port , maflme contrarie alla verit Cattolica, circa il punto particolarmente della predeftinazione . Ricondottoli finalmente nella GalliaCifalpina, lungo tempo egli dimor in cafa del Conte Eberardo, e quivi lunghe difpute tenne con Nottingo della doppia prede-

ftinazione degli eletti alla vita , e de'reprobi alla morte. [ d ] Quidam tmncinUb.de Cottefcalcbus , cos defcrivelo Hincmaro, ex Metropoli Eccleft* Bjpemorum %?$,%% Monafterio, quod Orbaci* dicitur, babitu Monachus , mente feriws, quictis impaticns, inter fuos mobilitate noxia fingularis, de omnibus, qua perverse urne tempori* fenfa cognoverat, quatuor [ibi elegerat capitula, omnium pene perverfjtatum illatum feetidas, ccenolentas faces in f continentta, quibus Jimpliaum , &devotorum fenfus pervertere , Magiftn ftbi nomen jtfurpando , poft [e Difcipulos trabere , illfque > qui ad fua vota auribus

&

&

&
li

Tomo IL

pru-

LeoneIV.

^ 0%

Secolo

IX.
,

pruriente* magiflros fibi coacervare decertant , valeret indebite , quonam legitim non poter at , vitale ligiofa, Cattolica dottrina praeffe Qui-

que Monaferio irregulariter cxiens , peragrati* F{egionibu* plurimis in Moguntina Civitate babita Synodo, B^babano jLrcbicpifcopo libellum fui erroris porrigen* , damnatus cum litteris Synoalibus ad Rbemorum Metro,

& &

polirnefi remiftusj ed altrove

il

menzionato Hincmaro

feri vendo di lui al

ld "Z'co^mTa- Pontefice Nicol il grande : minimo [ a ] elatus , egli dice , quieti* impap* a P ud ? r - tiens, novorum verborum cupidus, infatiabili honoris ambinone incenfus ,

d*Ec chf.'\e'm. frotervus


ti6.jic.ij.

tumultuofus , ut inani animi oflentatione , , falfa quadam novitate fui nomini* famam adipifeeretur , adeptam latin* opinionem propagapropagataci ab oblivioni* injuria vindicaret, certo* articulo* omnium ret,

&

&

&

m
fpi/!

ad"')',
Epif.

tlluc difperfa* ejje falfarum dottrinarum , quas t une in bis panibus bue, noverat, elegit, collegit, ut ifiis dlecebris , lenociniis fimplicium, devotorumque fenfus inefearet, incauto* perverteret, Magifri nomen ufurpan*, difcipulos ad f pelliceret , pelletlos feduceretvtta religiofafimulatione; iis praefiet doclrina, qui ventate auditum avertente* , ad fabula* f convertente* , ad fuadefideria magi/ho* coacervant pruriente* auribus e poco doppo fiegue , l^pn ceffat Gottbefchalcu* totos die* integro* non folm fcripturas, quas ad fuamvoluntatem trabit repugnante*, verumetiam Dottor um Catboltcorum fententia* mutilata*, fuo germano fenfu detortas effutire . Eteo modo in fui admirationem , afitmationem rapiebat (mplices, verm etiammediocriter dottos , non tantum idiotas, parum prudente* , qui prafeferebant ^clurn Dei habere , fed non fecundm feienttam, difcretionem Tratereanan folm appetit videri Dottor, Magifler eorum, qui ipfum docenti verm etiam eos , qui cumeo conferunt , fuiscolloquits qud fi nequit convincere , eos fi e dixijje, obfiicallide intercipere contendit nate jurabit, eos inter loquendum nonnulla protuliff , qua fortaffe nondixee hi, qui UH fefe opponunt , mendaces, &fue rmt ut verax babeatur, propria dottrina contrariti conchiudendo altrove [b] il fopracitatoHinc-

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&

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&

Hmcmarum

maro con dena rifleflone , Dum laudari Haretici tannuam de excelienti mgemo cuptunt quaji nova quadam proferunt, qua in antiquorum Tatrum miferis libris non tenentur; ficque fit, ut dum videri fapientes defidcrant
, ,

fui* auditoribus fluititi'a femina fpargant . Hor dunque fornito il Gottefcalcho di~quefti fentimenti , contra fuam R^egulam Monaflicam , fiegue Hincdisjunttiffimas terras peragravt , ut maro, fuo Monaferio egrefius efl,

&

fua falfa dottrina virus evomeret Gli errori , de' quali egli fu incolpato furono pochi in numero, ma cotanto preponderanti in qualit, che dalle loro confequenze provenire poteva danno irremediabile al Chriftianefimo. e tfbAHHi in pr* EojidifTe, te] Tradefimattonem Dei facere, qnd nec Homoadvitam praJ L J J l O fat.ltb. dt Prde n ii*j tdNottingum. deftitiatus pojjit in mortem incidere, nec ad mortem pradejtinatus ullo modo recuperare E quefti de'due fu il primo , e certamente f poffit ad vitam farebbe egli flato il marnino errore, ogni qualunque volta ne havefie Gottefcalcho fpiegato il fenfo , che la divina predeihnazione egualmente cade fopralapena, e la colpa dei Peccatore. Poich chi altnmente porre vorr fua riflefTone fopra l'accennata propofizione, e dire, che chi eletto, certamente eletto , e chi prefeito , certamente prefeito, dir il medefimo, che gi dilfe S.Agoftino parlando della prefeienza , e della preparazione A s. ^ug. in ut. (je'benetcii di Dio, per i quali [d] certiffim liberantur quicumque Uber anturi , v" edinquefto fenfo la Chiefa Gallicana di Leone volle interpretare il detto t\ntu\
.
"

It.

del

Capitolo
del

VII

503

LeoneIV.

Gottefcalcho nel libro de tribus

Vefcovo Remigio,
etfi dliits

comporto dal dotto, e fanto Gottefcalcho conchiude, Quapropter miferabtlis Monachi improbatur levitas , improbatur temerit; ,
epiflolis

nel cui fine di

culpatur importuna loquacitas ; non ide divina neganda eji veritas , quia, juxta pramifam Catholica fidei rationem ( e queftafi lagiefpoftanel medefimo libro infette regole Copra la prefcienza, e predeterminazione jujis, atque di Dio ) omnwotens Deus ante conflitutionem mundi certis ,

&

tmmutabilibus caufis Memi confilit fui quofdam pnedeflinavit ad Bggnum gratuita bonitate fua, ex quibusnemo fit periturus , protcgente misericordia fua , cjr quofdam pradeftinavit ad interitum jufto judtao fuo propter meritum, quodprxfcivit , tmpietatiseorum: ex quibusnemo poffu falvari , non propter perfevepiolentiam aliquam divina poteflatis, [ed propter tndomabilem , rantem nequitiam propria intquitatis . Se in quefto fenfo parl Gottefcalcho, certament'egli non pot dirli reprensibile . Ma' la lettera Sinodica di Raba110 ad Hincmaroattefta, haver'egli aderitala propofizione in quefti altri in malo: termini, cio, qud pradefimatio Dei ficut in bono fu , ita tales fmt in hoc mundo quidam, qui propter pradeflmationem Dei, qua eos cogat in mortem ire, ut non pofjint ab errore , <& peccato f corrigere, quaft pcena obnoxios in interitum ire : Deus eos feciffet ab initio incorrigibiles , il nominato Gottefcalcho in bocca de'luoi feguaci quefte. foggiungendo parole, [a] Quidmihiprodcrit , laborare in fervitioDci? Quia fi pradejli- a inead.tpifl.sia natus funi ad mortem, nunquam Uhm evadam fi autem male egero , &,H,^m^um".' prxdeliinatus fum ad vitam , fine ulla dubitatione ad atcrnam requiem va- b Calv m n niu do. Herefa tutt'efla [b] diCalvino, contro la quale leggali ci, chealtro-, aS.i.&'ftq. n c ve [e] efpofto habbiamo , quando il corfo della [d] Hiftona ci port alla Hef r l' u J5jt*S rela di alcuni allenti Predeltinaziani, contro li quali opponemmo lungo, ctiefln. V A forti ragioni, acci alla impresone del falfoaccorrelfe prontamente la Ct VJmo nm.\ dilucidazione del vero. N in quello luogo portiamo trafandare le alte do- />*?. 4*8glianze degli [e] Heretici moderni, & in particolare di Giacomo Uiferio ^JinS'fufsZ A.eugnano de'Calvinifli Hibernel nel fuo libro intitolato Gottefcal- ro accademico depradcjltnacione controverfta ab co mota Hijtoria, in cui egl'infuita uf&fq.u'"*' chi, li Cattolici Scrittori, pcrch'cglino riabbiano cotal'Hercfia anche ab antiquo opprobno de'Calvinifnppofta in bocca de'Predeitmaziani per odio, fti. Ma ella fuvi nella Chiefa nel primo, nel quinto , in quefto nono Secolo, non mai fuvi: fevif, effi incorrono, come i Predeftinaziani , nella detenizione publica del Chriftianellmo f non mai vi fu , effi li primi faranno li rei di una Herefia, ch'effi medesimi fi vergognano di confeflare, ch'ella laftata alcuna volta aiferita, anche dai pi vituperof Herefiarchi dell'antichit: e cos per tutti li capi eglino diverranno colpevoli, come feguaci , come autori della Setta abominevole de'Prede-

&

&

&

&

&

&

&

ftinaziani
Il fecondo errore applicato al Gottefcalcho, fu in confequenzadel peccatore; , quos proprio fufo fanprimo, cio, [f] Illosomnes impios, gutne Filius Dei redimere vemt , hos omnipotentis Dei bonitas ad vitam pradefiinatos irretratlabiliter falvari tantummodo velit rurfurn , illos om-

&

mtmnr md* {ir


Prade/i.c.^.

nes impios
pfit
,

pcccatorcs , pr quibus idem Filtus Dei nec corpus afiumnec orationem ( ne dico fanguinem ) fudit, neque pr eis ullo modo cru,

&

&

fuit, quippe quos pi Jfimos fitt uroscfje prafeivit , quofque jujlijjim in eterna precipitando* tormenta prafinivit , ipfos omnin perpetim falvari pecifixus

nitus

LeoneIV.
a

Veduip

n'tusnolit. Afferzione iftefliflima, che dalla

^ 04

Secolo

IX.
bocca
di

Gottefcalcho cadde

inne'mtT.t.l

doppo otto Secoli [a] inqueJJadiGianfenio.

Difplicet nobisvald ,fcnlfe

particeps F^edemptionis Cbrifii effetlus eft, perire pofie confirmas , contro. lApoftolum apertiffim pnsdicantem ; e qui lungo egli fi ftende nell'allegazione di molti detti della Sacra Scrittura, e replica, Aut fi non credis devotione per baptifmi gratam regenerantur , omnes , qui vera fide, redemptos , imo in Cbrifti fanguine bapti^atos , lict poftea Chrifli efie fangume plurimi ex eis , rei per Harefes , vcl per alia diverfa crimina percant , msinifeftiffim contrarium Beato "Paulo *Apoftolo die enti &c. Cos egli , che conchiude, Itaque juxtaFidemCatbolicam, jLpoftolicam , Tropheticam Evangelicam , omnes iji fideliter ad baptifmum Cbrijii accedente! , non utique alio pretio, fed Cbrijii fanguine redempti funt. Sed cum plurimi ex eis eamdem gratiamin f irritata fecerint, ideino in xternumpereant , qua fattone rerum ej , neminem perire pofte , Cbrifti fanguine redemptum ? perche quefte Cattoliche ragioni il Gottefcalcho replicava, [b] EcclefiaSahiitmsAtoiiUt. tt.mnrpm. Baptifmi , Chrtfmatis ,& Eucbariftix , ac tramenta, videlicetExorctjmi, manus impofitionts , perfunclori , fruftratoric dari omnibus, quipoftpert jtm, ceptionera eorum pereunt ; e negava [e] Eos redemptos fanguine Cbrifti, fine mania luqnoipfaMyftena y jam non Myfteria , jedquadam velut vacua, dibrra efje , il medefimo Amolone a lungo fi (tende a provare la verit della mum. Redenzione di Chnfto , e il vero effetto de'divini Miiterii [d] etiam in Vis , qui irreparabiliter pereunt e HAcconftant ex Ma pi lungo Catalogo [e] diHerefie oppone a Gottefcalcho Hincmaetl ro di Rhemsfcrivendo al fopracitato Amolone di Lione: "Primo , qudante t%fa 'pffoth '-/>.. quosvoluit, omnia faculaDeus, quos voliti t, prxdeftinavit ad Bggnum, qui pradeftinati juntad interitum , pnedeftinavitadinteritum. Secund, qui pnedeftinatt funt adBggnum, perire non pofiunt. falvartnon poftunt: Tent, c2r Deus non vult , omnes homines falvos fieri, Jed eos tantum, qui quoddicit *Apoftolus , [f] Qui vult, omnes bomines falvos fiefalvantur; fi at ri ''''*' ri, Mosici, omnes, qui tantummodo falvantur . Quarto , Cbriftus non venit, ut omnes falvaret, nec paftus eft pr omnibus , nifi Jow.omodo pr iis, poftquam pumus Homo qui paffionis ejus falvantur myfterio . Quinto , libero arbitrio cecidit , nemo noftrm ad bene agenum, (ed tantummodo ad altrove fcrivendo il medefimo male agendum, Ubero potfiuti arbitrio: g Hincm. inepi/f. Hincmaro al Pontefice Niccol Magno, [g] Si veftra fap lentia Caibolica contra Eidem Ecctefia Gottefc bah bus decere videP*mt''illwJn't articulos feirevelit, quos Frodcardus n f ur quos ex veteri Trddeftinatianorum barefi baufit, vobts ordine expo} ^' m nam , non omnes articulos , quostuetur, fed tantum quondam eorum, qui tauf{.*"}.' mcn maximi m omenti funt . Dicitigitur, qud fuut Deus quofdam pradeftina-pit ad vitam aternam, fic etiam alios ad mortem aternam pradeftinaQi'd Deus non vult , omnes bomines falvos fieri , fed dumtaxat eos, vit qui falvantur. T^am fi omnes non falvantur, quos Deus vult falvari, non ornile fectt , quodvoluit; qud fi velit id, quod non poteft faeere, non eft impotens: attamen omntpotens eft, quia fecit omnipotens, fed infirmus, [b] Scrrpiura . Quod Jcfus Cbriftus nqji fiuf omne, quod voluit, teftante h pfai. 3 4.

&

a Gottefcalcho confutando quella Herefia il dotto Arcivefcovo di Lione Amolone, quoddtcis, after is , neminem perire pojje , Chrifli fanguine redemptum. Hoc enim diclum dupliciter T'idei Catbolica adverfatur: fi aut neminem ex numero Cbriftianorum, pojlquam femelin Cbriflo bapti^atus ,

&

&

&

,&

&

Ma

& &

&

&

&

&

&

&

&

&

&

'

&

cruci-

Captolo
crucifixus
,

VII.

505

Leone IV-

neque mortuus pr Fgdemptione totius mundi , [ed tantum pr bis, qui falvantur: infuper affirmat ; abfit velim , non folm dicam cogitare, fed etiam femel multare, qudferpens antiquus ad feraperepoffitunum eorum, pr cujus Rgdemptione Deo Tatri fuo Dominus Sanguinem fuum pretiojum effudit . 7s[ec mins perniciose, qum audacler defendit id , quod antiqui Trxdeftinatiani non dixerunt , qudDcitas Sancii Trinitatis triptcx fit: e con ragione Hincmaro haverebbe riprefo Gottefcalcho di horribile herefia , f il Gottefcalcho havefle mai in alcun tempo aflerito Triplice la. Deit: effendo cofa che come ben pondera 1' Angelico, [a] Triplicitas fignificatproportionem imequalitatis: efi enim fpecies portionis m&qualis , ideononeftin Deo Triplicitas , fedTrinitas. Ma il Gottefcalcho , come appretto fi dir , non giammai fervidi di quefto termine di Trtplcx Deitas , mi bens di queft' altro Trina Deitas Contro quelli fentimenti efpofti , e divulgati per la Francia dal Monaco Gottefcalcho infurfe l'Arciveicovo di Magonza Rabano,con un'Opufcolo intitolato de Tradeftinatione , che invi , e direflc Nottingo [ b ] Vefcovodi Verona, dal quale antecedentemente egli era flato fatto confapevole della dottrina dilu. Ma il Libro hebbequalch' eccezione in fallo dalla Chiefa di Leone, come f l'Autore havefle fufeitata una Queitione non neceffaria , e rrafeurato havefle il punto primario della controverfia; Jlfiumpfit Me, dice Remigio di Lione Compoitore del Libro de Tribus Epiftolis, non ncceffariam , nec ullatenus ad rem , de qua qumitur , pertinentem difputationem . Quxritur namque in pr&fenti difeeptatione non illud, utrum impios Deus , imquos pradejlinaverit ad tpfam impietatem , iniquitatem ,idefl ,ut impii , iniqui e-fieni, aliud effe non pofjent, quodnullus omnin moderno tempore dicere, vel dixiffe mvenitur; quod eft utique immanis ,& deteflabilis blafphemia, utDeusfuapnedefinatwne, qu.ift auclor (t impietatum, iniquitatum , aliquos impios effe coegerit: fed illud potius quaritur, utrum eos , quosveraciter omnin prafeipit proprio vitio impios , imquos in fuis impietatibus, iniquitatibus ufque admortemperfeverafuturos , turos, tuiojudiciopradejiinaverit, aterno fupplicio puniendos ^Auclor vero tpfius EpijioU , relitta, hac fecunda qutefiione , qua in preferiti apudmultosverfatur, contrapriorem potius impiam opinionem laborat, &totum difputationis fu< fcrmoaem ad hoc dirigit , quod Deus bonus, juftus nunquam aicui pottierit efie caufa vel ongo, vel auclor imquitatis, peccati. Quod omnes , At diri; -m cft , fidelts fidcliter , tndubitanter fatentur . Islullam ta~ men ejje divirum Tradeftihationem erga juflam damnationem eorundem impiorAm , miquorum , tantummod in parte eleclorum efie credendam , ver'-is pr^fati libelli , qui Hypomneficon dicitur , affermare contendit . la Cii.efa Lugdunenfe, e per eila il fuo Arcivescovo Remigio forf non bene poich il fentimento riprovato da Hincmaro , e fuppollo nel Gottefcalcho era quello della doppia Predeftinazione de i buoni alla vita, e de i reprobi alla morte , meritamente ex voluntate Dei : il che direttamente oppugna Rabano nel fuo accennato Opufculo, nel quale non impugna la feconda f cntenza allegata di fopra dalla Chiefa di Leone , ma la prima , che dicef, che foflela vera fentenza del Gottefcalcho, il quale con efla rifufeitaife l' Herefia allerta de' Predeftinaziani , come in una feconda vita , onde poi havefle ancora ringiovenirfi nella perfona di Calvino, e di Gianfenio

zS.nparrt.f*.

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Ma

L'op-

Leone IV.
^
sinodo
di

Secolo

IX.

fotto

E^n"

L' opposizione di queflo dotto Arcivefcovo i Magonza tir, com' MaRa * f nto ne' gran litigii , partitanti da una parte, e dalf altra: e rinvigon'

Gottefcaicho.

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'Id\r*mlto'
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e di chi con, dichfofteneva Cattolico il Gottefcalcho , dannavalo Heretico e fra i primi fi annumerano Perfonaggi i gran vaglia Marcaudo Abate di Prumia, Giona, e Servato Lupo , il quale [a] per non ai inoltr di pienamente adherire al fentimento riferito dei Gottefcalcho. Rabano intanto per altri aifari convoc [ b ]in Magonza un Sinodo, il quale apr pronta la congiuntura Gottefcalcho i prefentarvifi non tanto per l' approvazione della fua fentenza , quanto per renderli famofo nella
ronfi le fazioni
:

oppugnazione del fuo avverfario , tacciato pubicamente dal Gottefcalcno ' t c 3 come Semipelagiano, per le mafTme efprelfe da lui neh' Opufculo, d e pZ77 **-?" tanto in'riguardo alla gemina predeftinazione, quanto alla da se aderta fen74.27? tenza , che Chrifto non forf morto per tutti Apparfo l' inimico non pot da Rabano diffimularfi , differirfi la pugna onde unitamente col fuo SinoI

ut

l,L

a litmntpfi.aA

NuotaHm Papa*,
YilZurmtifiM,
Ecet.7y,tw.iib.'j.c.

nic.

Vsigibtrt.inChrt. a ,moi 9 .
to.

f ^ipud Laib

s.cvnoiiorum.

do, fcefo egli nel Campo, efaminate le dottrine di Gottefcalcho, folennemente le condannaronno , efiliando il reo dalli Reami del R Ludovico e "mettendone la Perfona ad Hincmaro di Rhems Metropolitano di lui, [d] J^e fua prava converfattone alios inficeret. Quefta prima publica condanna Svegli incontanente li [e] Vefcovi in molte Provincie della Francia, i quali congregandofi in un nuovo Sinodo nel Real Palazzo di Crefs, cobrutto su le fponde del Fiume Sara, entro i confini della DiocefidiLaon in Piccardia, con pi rigorofo giudizio ripigliarono il Gottefcalcho con a efecrazione della feguente condanna [/] Frater Gottefcbalche S aerofari<& in tum Sacerdotali! Mimjerii officium , quod irregularitcr ufurpa[ii
,
*

Crcfxi

esondimi
nedi
Gott/fcai-

iho

'

atque perverfis dotlrinis , to batlenus abuti mn P er timuiflt y Judico Spiritus Sancii , cujus gratta munus efi Sacerdotale officium , per virtutem Sanguini* Domini nofiri Jefu Cbri/ij noveris tibi effe , ne ulterius eo fungi prxfumas , penits fi quo modo fufcepifti, fublatum, civili'a negotta contrapropofitum, mterdiblum . Infuper quiaEcclefiafiica, nomen Monachi conturbare contemnens y jura Ecclefafica pra/umpfifii , ducuntlis moribusy
,

& pravis atlibus

&

&

&

rijjimis

verberibus te cafligari

& fecundm Ecclefiafiicas

retrudi, autloritate Episcopali decernimus: ut de estero dottrinale tibi officium ufurp are non prafhmas, perpetuum filentium ori tuo , virtute eterni Verin efecuzione della fulminata fentenza, doppo di effere bi j imponimus:

&

P^egulas ergafiulo

&

di gettare con le proprie mani fu'l fuoco in prefenza de' Padri un fuo Volume, nel quale havevaefpreffe molte fentenze de'Santi Padri in confermazione della fua dottrina, fu ignominiofamente fruttato ne * P UDnco della Pia* 23 > e poi [g] riftretto dentro 1' Ergaltolo di una t^nnoUfCella nel onafterio di Altavilla , nella cni dimora contro Hincmaro comLbro da effo pofe un piccolo libro con la occafione, che foggiungiamo. Cantavafigi comporto nella per lungo corfo i et nelle folennit di alcuni Martiri un'Hinno, la cui n-JSsSia^T. ultima Strofa ricev qualche variazione , mentre appunto allora vagava intonando alcuni Te trina Deitas y unaque pofei l' Herefia di Gottefcalcho, Hincmaro [ h ] nella fua Diocefi i mus , altri , Te jumma Dtitas Rhems prohib, che'per il tempo avvenire non mai pi fi cantaiie, Tetrih Mncub dtntn TrmaDtitMt. na Dtitas , mbens, Te jumma Deitas , col fondamento che aiferire 7>/d non Ci poterle la Deit fenza taccia di Herefia ; e f fendo cofa che Iddio, eh' uno, privo di pluralit, e di numero, che fol fi conviene alle perine. Racramo Monaco Corbojenfe contro la proibizione d Hincmaro fcriC-

egli flato

corretto

&

Capitolo

VII.
& Una la
Deit
.

507
Giunfe
la

Leone IV.

rofcriiTeun gran volume ad Hildegario Vefcovo di Melden, in cui con molte fentenze di Sant'Hilario,e di Sant' Agoftino, diftiifamente prov Dio

ficcome Trino

& Uno

cos Trina

fama

di

cotaldilfenzione alle orecchia di Gottefcalcho, che incontanente contro Hincmaro fcriTe anch' egli un* Opufculo , in cui provava Cattolica l' aflferzione di Ratramo, eSabelliano chi contendevate; effendo cofa che bench naturalmente la Deit Ila Una, perfonalmente ella Trina fecondo il Cattolico infegnamento . Contro Ratramo, e Gottefcalcho fcrifle allora Hincmaro il fuo Libro de non Trina Dettate, in cui cenfura per Arriani li fuoi contraditton . Ma che pi fano foffe il fentimento di Ratramo e di Gottefcalcho , che quello d' Hincmaro , ce ne aflcura la Santa Chief a , che in Sacris Solemniis pubicamente canta 1' Hirjno comporto dall' Angelico Dottore S. Tommafo in quefto tenore : Te trina Deitas unaque pofcimus, Sic nos Tu vifita, (te ut te colimus: Ter tuas femitas due nos quo tendimus,

*Ad lucem

quam

inhabitas.

che ben dir fi poffa Trina Deitas , ma non gi Trin aTrinitas, colla ragione eh' egli apporta in quelle parole, Ideo non poteji dici , [a] qud Trtnitas ft trina , quia fequeretur , fi Trinitas ejet trina, s.Th.pan.u^^ qud triaefient fuppofitaTrinitatis: (cutcm dicitur. Deus efi trinus, [equi- *.*rt.i,*d'f*m """' tur, qudfmttriafuppofitaDeitatis . Cos l' Angelico Mentre dunque il perfeguitato Gottefcalcho gemeva fra i ceppi del Carcere fotto la cuftodia d' Hincmaro fuo contradittore , non tralasciava per egli di altamente dolerli della fua lini ftra, fortuna, riabilita, per cui elfo non era bene intefo, non fapeva ben farli intendere , Onde il Gottefcalcho fu talmente allora communemente publicatoper Heretico , che la fama tramandandone ai Secoli futuri 1* infamia , hebbe fcrive-

Onde inferifee il Santo,

j.

re Sigiberto , [ b ] Cottefcalchus Hareticus F{abano jlrcbiepifcopo rationa, r '"'" , ut vifum ej multis , convincitur ; [ed tamen in fuo perfeveravit crrO' C9 w'il). re. Richiefelo Hincmaro della fottofcrizionealla feguente Confeflone di mala fed mala tantum prafeire , e H*cext*tintpL bona pr&fcire , Fede, [ e ] Deum * l -nncm.iGf cjr pradeflinare : unde prafeientia ejje poteji fine prabona vero prafeire , quia bodejiinationc; prxdeftinatio autem effe non poteji fine pr afe lentia: pradejitnavit ad Bggnum, malos autem prafehit tantum, nos prafeivit, non pradejiinavit : necutperirent, fuapr&fcientia compultt. Cosila forinola della Confezione d' Hincmaro. Frodoardo [d] attefta, che GottefcaliFrodoarii . cho, ricufatane l' approvazione, inviaife ad Hincmaro un'alrra Confeflone ^.?(,^&V di Fede, che fu la feguente , [e ] Credo , confteor, Deum omnipoten- {.{ '/^ incommutabilem prafcife , pradejinafe ^Angelos Santlos , tem , homi- eh c7 & "flrtur t nes eleclos ad vitam gratis ^ternani ipfum Diabolum caput omnium Damo- ^lfr t ' yAl s " * cum ipfs quoque bomtnibus reproniorum cum omnibus jLngelis ^pojiaticis , bis , membrisvidclicctfuis, propter prafeita certiffimipforum propria futura mala merita pradejiinajie pariter per jufiifjimum judicium fuum in mortem merit fempiternam . Cos la Confeflone di Gottefcalcho , da alcuni giudicata non folamente non riprenfibile , mi affatto Cattolica, da altri commentata in fenfo non proprio , come f Gottefcalcho aflerito havefle , che la divina predeftinazione egualmente cadeXopra la pena, e (opra la colpa de' reprobi, in modo tale che il peccatore non polla non peccare, come
.
.

biliter

&

&

&

&

&

& &

&

&

&

quel-

Leone IV.
^

Qg

Secolo

IX.

quello, che da Dio gi predeftinato al peccato. Ma tanto lungi fGotfefcalcho da quello fentimento, anzi che ripigli di Hereticili fuoi Giudici, zK^tan. intp/i. e giudic cotanto Cattolica la fuaConfeffione, che per (ottenerla [ a ] protdHncm, pofe il partito , che chiamava^ allora JudictumDt, cio di entrare ilefo dentro quattro caldai di acqua, oglio, e pece bollente in confermazione dielTa. Efperimentofolito pratticarfiin quella et per la dichiarazione del vero , onde molti efempii l rinvengono difomigliantirifoluzioni; e fri b crwtitti 1.4. e. gl'altri quello [6] cotanto efaltato da parecchi autori, di una inigneDarettificazione della innocenza del fuo Marito prefe, itrinfe, e ^i'chrMieTp^ij.^i che in ottwi il lungo tempo ritenne fra le mani un ferro infocato, come dice [e ] il e m. .,i2. Baronio, che quefto fatto rapporta dagli allegati Autori, (lringit-> ut pov ss , igntum metallum . Queftapruova d' innocenza , di venta dtcevafi ancod vi- Biron.anno rajudicium Crucis ,[d] Examen [d] Crucis , Vur^atio [d] Sacrifici , de' quali So 2} 2 4 in altri [e lluoehi faremo pi proporzionata, e dittata menzione. fr7 , j' r r e Vedutili Indice 7in> La profondit dell agitata materia, lafottigliezza della QutUione, e del nojiro ?. uma ; verbo lud.eium, j a pronta fottenutezza del Gottefcaicho nell aderire Aeoltiniana lafuadotsennment. delia trina, armarono in un tratto tutte le penne della Francia, cheli viddero Sd '" a ^ ora urta rf infieme in ifcambievoli fazioni le quali intorbidarono la , nenk* fopra agitate prrpofi. pace di qualche Criiefa, ma non giammai la Fede; concioiiacofache chi l 1 otrc avvanz nella pugna favore del Gottefcaicho, combatt bens per lui, falcilo*' mi non per gli errori apprefi , eoppoftilui. Frquefti annoveraci la celebre Chiefa di Leone, che patrocinando al Gottefcaicho atteri Cattoliche, Agofinianelediluipropofizionicirca la Predeftinazione de' Reprobi alla pena, e circa la volont di Chrifto in riguardo della fallite commune di tutti gli huomini, e della di lui morte, e redenzione. MdagiiAvverfani del Gottefcaicho dcei , eh' ella s* ingannarle nella confiderazione , che non mai Gottefcaicho navette ammettala Predeftinazione de' Reprobi egualmente al la pena , alla colpa , che in etti Dio havefle talmente impotta la neceifit di dannarli, chenullamente eglino falvare fi pot Aero: ficcome medefimamente ella giudicarle haver folamente Gottefcaicho negata in Dio la volont efficace della falute di tutti gli huomini, e converfione di tutti g' Infedeli . Onde maraviglia non , che nel celebre Libro de tribus Epiflo^ S * a ^hiefa Lione cos fcriveffe circa le propofizioni di lui , [/] Stcut fui n<y nh d ex paterna aucloritate fatts oftendimus , videturnoex divina > tribus%'ift ,c[ 24/ peris, bisfinedubio, qudilla, qu& de divina pr&deftinatione dixit , juxta regulam veridicis Tatrtbus manifefliffim confir* Catholica Videi vera Jnt , mata, nec ab ullo penitus noflrum , qui Catbolicus haberi vult , refpuenda, five damnanda . Et ideo in hac re dolemus , non illum miferabtlem feio Gottefcaicho, ) fed Ecclefixficam veritatem efie damnatam . Inilla autem jtpoflolifententia \ quadeDeo aiti [g] Qui vult omnes bomines Jalvos fieri , a < agnitionem verttatis venire ; putamus eumfenfum Beati Tatris ^Augufini g r. Tim,th.4. in finem f acuii recipiendi , > ab omnifemper Ecclefta venerabiliter receptt , collatis Inter f duobus fecutum fuife ; qui de tanta Quxfiione tratlans , Trophetico, qualiter juxta fanam fidei ieflimoniis, \Apofolico videlicct, inplerifque aliisliintrlligenttam, utrumque verum efie accipiendum ftt ,

&,

-,

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&

&

'

&

&

&

&

&

&

&

&

brorum fuorum

tijjim declaret

eviden, Cujus omuin veridicum fenfum non oportuit fub perfona alicujus hominis Catbolicis Dei Sacerdotibus cendemnari: ne jam non ifle, <^ui errare putatur , fed illc potis > fttjus auUoritatern fequitur , bdreticus
locis
.

& maxime

&

in libro, qui Encbiridion dicitur

effe

Capitolo
efie

VII.

ftoli accepijje

-perla ,Apojudicetur. Etlict alti quidam Sancii Tatres fimpliciter inventantur ; utrorumque tamen fentcntia fuerat honoranda quia ilio, ex divina autloritate vera ej]e nec una pr altera damnanda quadam rat ione non abborrere a vernate fidelitcr monflratur, ifta pia
:

Ma

JO9

Leone IV.

&

&

credttur.

Jam
ije

illud

voluerint ,

de Dominici Sanguinis pretio, quodpro bis tantum, qui credere datumfit , manifeflum efl eorum Beatorum Vatrumfententia , quam
)

(cio Gottefcalcho

utputamus,

& legendo didicerat

&damnare me-

tuebat. Undeetfi inventi fnt alti aqu Tatres , qui illud gloriofum pretium infua impietate perituris , datum efie non etiampro nunquam credituris ,

&

abnuant; melis, utcredimus, utriquehonorarentur, nec pr aliis alii damillud manifefl divina autloritate firmatum eft , &iflud, fi narentur. Quia pifentitur, non eft abnuendum Quod vero dixifiefirmatur , admalctantummod agendum liberum nos balere arbitrium , ad bene vero agendum nonbabere: fiverc ita fenfit , &dixit, hoc vere non e( ex divina autloritate fumptum , neque ex Santlorum Tatrum dogmatibus tracium, [ed aperte ex proprio errore prolatum. Cos la Chiefa Lugdunenfe circa le propofizioni di Gottefcalcho, [a] approvando poi v^%*.frr. nel fine del fuo Libro l'uria, e l' altra efpofizione de' Theologi fopral' Apoftolico detto, Deus vult omnes homincs falvos fieri , cio, fe omnia hominum genera accipiamus y e, feuillosfolosfalvari intelligamus y quos Deus faivare voluerity tdefl y non qud omnes falventur , fed qud nemo y nifi mtferationiscjusvoluntatey falvctur. Il che pi diffufamente ella dimoftra con le feguenti fette regole di Fede fopra la Predeftinazione , che premette come fondamento , e bafe di tutto il fuo Opnfculo La prima fi , Quia Deus omnipotens nibil ex tempore prafcierit, vel incommutabilis pradeflinaverit y fedficut ipfe abfqus ullo intio aternus , efl, ita&ejusprafcientiay ac pradeflinatiofempitcrnay atque incommutabi-

&

&

lis efl.

setteRegoie <n Inibii omnin efie , autfuifje , autfuturum efie poffe in operida bus Dei, qua five in condendis , fiveinregendis, fve in confumandis , vel de- Lugdunenfe finiendis Crearuris agit y quod non ipfe in fuo aterno concilio , atque judicioc?

La feconda

temporale

immobtliter praordinaverit . *Atque ita omne quod veraciter prafeient pradeftinatione praced-t efl , intemporaliter fua prafeient ia ,
,

&

omne

/uod in ejus aterna prafcientia


:

in rebus tffepotefl
cjjepotcft.

quidquid vero

ibi

& & & pradefiinatione difpofitum etiam nunquam & nufquam difpofitum non
:

efi

efl

T^bil enim temere, vel fortuito , fed omnia aterna fapientia fua confiho y &rationefacit. La terza, In operibus omnipotcntis Dei non funt alia prafeita , alia pradeflinata , fed quidquid ibi efl prafeitum , quia totum efl bonum ,

&

juflum

fine

dubio

tum

utique

&
,

etiam pradeftinatum : quidquid pradeflinaprafeitum , quia pradeflinatio fine prafeientia efie non
efl

&

&

potefl

La quarta

Hac duo

in operibus rationalis
,

Creatura

&

diftintl

&

quia feilieet ejufdem Creatura opera alia funt bona, alia mala; quia bona opera ita funt ipfus Creatura, ut fint omnin b *id Philipp.*. principaliter , veraciter opera Creatoris, [b] Qui operatur iti ea velie,
conjuntt intelligi pofunt

&

&

&pertcerepro bona
vxr.itus infpirata
,

&

v Giuntate, rebliffim
gefia
,

&

prafetta

& pradeflinata debent

tanquam vere divina,

idefl d-

intelligi.

Mali

,, ,

Leone IV.

Mala vero opera ejufdem creatura


pitto
,

IO
,

Secolo

IX.

, quia ipfms tantummod funt, ex ejus non ex Dei voluntate, vel operatione procedunt , pr#fcita Deo dici

&

& Trxdeftinatione & impietate pmfcicrit prxfervaturos & ob hoc pradcfinaverit pcrituros ut ex certa prxfaentia & necejjtatem impofuerit utmaluseffet, & alimi ftapradejlinationefua,
La Quinta, Ommpotens Deus eadem prafc lentia
quofdam malos infua iniquitate
ju[
,

pofunt

prxdcflinata non pofiunt .

fua,
,

ita

tpfa

ju-

nulli

effe

non poffet La Setta, Ut in divins Scripturs nequaquarn hoc pueriliter qu&ratur , vel

~4di(om.%.

xigatur, ut ibi folummod intclligatur divina prxfcientia , vel pradeftinat io , ubi b #c ipfa nomina prfdentiti > pradeftinattonis exprefs y proprie poftainveniuntur: fcuteoloco ubi JLpofiolus dteit, [a] Nani quosprxfcivit, pra;deftinavit conformes fieri imaginis filii fui . Sed ubicumque rcs ipfa

&

&

&

ejufdem prafdentiti

ccrtifjimpofta & & prtideflinationem ipfam intelligendam minime dubitemus


,

prtidefinationis

legitur ,pr<efcientia
.

e(]c

La Settima, Ut neque de eletlis Dei ullum perire poffe credamus y neque de reprobis aliquem falvari ullatenus dubitemus . Quale regola , ella foggiunge, non doverli intendere , Ut non poffnt homines de malo ad bonum commutavi , fed quia in melius mutari noluerunt , in peffimis operibus Quod ergo non poffunt falvari y ufque in finem perseverare voluerunt eorum efi vitium , quia noluni\ y non Dei (quod abfit ) aliqua iniquitas , qui

&

ergaillos

verax femper Deus enim nemmem

&

extitit in prtife lentia

fua

&

juftiis in

judicio fuo

prtideflinavit

adpeccatum, fed ad luendum fuppli-

cium pr peccato. Quindi la medefima Chiefa di Leone difeuffa l' altra Queftione de Divina falutis bominum voluntate , difeende alla terza della morte , e redenzione di Chriftoi e bench in erta elladica, che Chriito non fia morto per Nau lt *- d 'f~ tutti , nulladimeno, come [b ] ben'avverte Natale Aleilandro, dalla connefr, t $ 7 Sac 9 *' fione di tutta l' opera comprender! , eh' ella Cattolicamente habbia aflerito &\'o. che Chrifto morto fia per i foli Fedeli, quantum adefficaciam aliquam , atlualem applicationem mortis ipfms pr illis ; e per g' infedeli , e per i repro j bijuffiaenter folamente , cio con fomminiffcrare ad effi tutti quei mezzi che farebbono neceflarii per poter confeguirelafalvezza. Ma tutte l'ombre, diverfit di pareri, e ambigue efplicazioni de' dogmi agitati allora nelle Chiefe della Francia , furono dilucidate al chiaro lunuovamente [e] congregati nella villa c ~4n.%$.it*^j n me della verit Cattolica da' Padri nahtBertinUm, fa Crefs, come Marno pur'horaper foggiungere. 11 Chriitianiilmo R Carlo Calvo infofterente di cotanti {tumulti, ediffenzionifoprauna matec "a cos preponderante, &alta, che teneva in perturbazione tutta la Franc?lfoii delia Divi'na Vredeft t. eia , chiam nella terra di Creisi T Arcivefcovo Hmcmaro,^e molti Vefcovi il cui numero incerto, e comand loro, che in brevi Capitoli "df^sfnodo "! & Abati, Cre(s, detto o'. fpiegaflero, e ftabililTero ci , che apparteneva alle motivate Queftioni, e r.acenfe c j^ ^ c ^ e fa Q fe fentire fi doverle fecondo i Cattolici infegnamenti J Ed i Padri allora doppo matura confiderazione divulgarono que' quattro celebri Capitoli , dedotti non tanto dalle parole , quanto dal fenfo profondo de' 'Santi Padri , rapportati poi dall' erudito Padre Sirmondo nel Tomo terzo de' Concilii di Francia, bench abbaglio prenderle quel dotto Autore in riferirli formati nel Sinodo^ di Crefs, tenuto, comefidiffe, cinque anni avanti, cio quando fu condannato il Gottefcalcho. Ed i Capitoli furono
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Capitolo

VIL
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arbitrio condi-

LeoneIV.

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Tegnenti , bafe, e
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fondamento di tutta
fine peccato

dottrina della divina Predetti-

nazione
dit
,

Deus Omnipotens hominem

rc&um cum Ubero

Taradifo pofuit , quem in fantttate juflitia permanere voluit. cecidit, fatlus efl maffa perdiHomo libero arbitrio male utenspeccavit, juflus elegit ex eadem maftioms totius Immani generis . Deus autem bonus , fa perditionis , fecundm prafcientiamfuam , quospergratiampradeflinavit ad pitam , vitam tlltspradeflmavit aternam ; cateros autem , quos juflitia judtcio in majja perditionis r eliauit ,pertturosprafcivit , fed non ut perirent , pradefimavit panam autem illis , quia juflus efl , pradcflinavit aternam . <Ac per hocunamDeipradeflinationemtantummod dictmus, qua aut in donum pertinct gratta , aut ad retrtbutionem juflitia Libertatem arbitrii in primo homine perdidimus , quamper Chriflum Domhabemus liberum arbitrium ad bonum , pravennum noflrum recepimus gratta , habemus liberum arbitrium ad malum , defertum tum, &ad]utum gratta habemus arbitrium, quia gratta Itberatum , gratta. Liberum autem de corrupto fanatum . DeusOmnipotentes omnes hominesftne exceptione vultfalvos fieri, lici non omnes falventur . Quod autem quidam falvantur , fahantts efl donum: quod autem quidam pereunt , pereunttum efl meritum Cbriftusjefus Dominus nofler, ficutnullus homo efl, fuit, velerit, cujus natura in ilio aflumpta nonfiterit; ita nullus efl, fuit , vel erit homo , pr quo paffus non fuerit , Itct non omnes paffwnis ejus myfterio redtmantur. Quod vero omnes paffonis ejus myflerio non redtmantur, non rcfpicit ad maadnoncredentiumea pretti copiofttatem, fed ad infidelium, guttudinem , fide , qua per dilelionem operatur , refpicit partem , quia poculum humana falutis , quod confetlum efl infirmitate noflra , virtute divina habet quidem in f, ut omnibns profit , fed, fi non habetur, non medetur . Cos li Padri del Sinodo di Crefs . Sopra le quali rifoluzioni , varie furono le [ a J riflefloni , Hac vidt che vi fece San Prudenzio Vefcovo di Troyes, e la Chiefa Lugdunenfe, mt.tAhx.tffmi Nulladimeno tutte le obiezioni furono potentemente fuperate dalla verit ^'*; & ?<**** Cattolica , ed i Capitoli di Crefs riceverono concordi le fentenze de' Padri di Valenza in Francia in occafione di un nuovo Sinodo, che col fi apr, come famo pur' bora per dire. Li Vefcovi delle tr Provincie di Lione,
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nella Cafaadjacente alla Bafihca di San

Vienna, eArles [b] convennero in Valenza, e fi congregarono in Sinodo b ^.s;;./?* Giovanni perdifcutere laCaufadel utimu*rn.
,

di enormiflimi delitti. Quattordici fotonoi Metropolitani, Remigio di Leone , Agilmaro di Vienna, e Rolando di Arles difcufi gli affari del querelato Vefcovo, ventitr concilio di v a * e e, primi {ci appartenevano noni art. a "r'i a Canoni furono da que' Padri divulgati , li cui r L "V? IaPrc-> / rr n>-^ ij r j 11 ialle Queitioni motivate del Gottelcalcho , delle quali gi fi era trattato nel detonazione Sinodo di Crefs , e dalla Chiefa medefima di Lione. Il primo Canone prohibifce la novit delle voci contro Giovanni Scoto, detto l'Erigena, di cui adequata menzione: nel fecondo c vai ihom.i.di [e] in altro luogo faraif pi propria, fi foggiunge, [d'\ Deum prafcire,& prafeiffe aternaliter bona,qua boni erant wfl* infiori* quia pocem Scriptura dicehtis habemus g. ^Sit c mala, qua maltfuntgefluri, fatturi, * 1 [ e ] Deus aterne , qui abfconditorum es cognitor, qui noflt omnta,antequam fiant c Dan '*' Fideltter tenemus , placet tenere, bonos prafeiffe omnin per grattamfuam boper eandem gratiam atemapramia accepturos malos prafeiffe nsfuturos , per

Vefcovo Valentino incolpato


fra quali tr
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Secolo

IX.

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perfuam juflitiam atei na ululone damnandos: ut fecundm Tfalmifiam, [a] Quia potefias Del efi, Domini mi* ferie or dia, ut reddat umeuique fecundm opera J u; ficut jLpofiollca DeBrina f habet -[b] His quidem , qui fecundm patlcntiam boni operis gloriam , honorem, incorruptionem quarunt , vitam aternam bis autem, qui ex qui non acquiefcunt ventati > credunt autem iniquitatl, ira, e ont emione , Indignano, tribulatlo, angustia in omnemanimam hominis operantis malum. In eodem fenfu idem alibi: [e] In revelatione , inquit , Domini nofiri igne fiamma dantis vindiBam Jefu Chrlfii de Coelo cum *Angelis virtutis ejus , bis, quinonnoverunt Deum , qui non obediunt Evangelio Domini noftri Jefu Cbrifii y qm panas dabunt in interitu aternas . cum venerit glorificar} in SanBis fuis, <& admirabilis fieri in omnibus, qui credtderunt . Ts(ec prorfus ulli maloprafctentiam Dei Impofuiffe nteeffitatem , ut aliud efie non poft t , (ed quod illefuturus erat ex propria voluntate, illeficuti Deus , qui noyit omnia antequamfiant, prafetvit ex fua ommpotenti, incommutabili ma jeflute. 7{ec ex prajudicio ejus aliquem , fed ex merito propria imquitatis credimus condemnari. TSlec ipfos malos ide perire , quia boni efie non potuerunt, fed quia boni efie noluerunt , fuoque vitto in mafia damnationis , ve l merito originali , ve etiam acluali permanferunt . ^-| Seci fa fe pradejlinatione Dei placuit, fideliter placuit, juxta auBorltatem Apoflolicam , qua dicit : [ e ] *An non habet poteflatem figulus luti , ex eadem mafia facere aliud vas in honorem , aliud vero in contumeliam ? ubi flati m fubj ungiti [f] Qud fi volens Deus offendere iram, notam facere potentiam fuam , fuflinuit in multa patientiayafa iraaptata five preparata in Inter itum , ut oflenderet divitias gratta fua in vafa mifericordia qua preparava in gloriam fidenter fatemur pradefiinatlonem eleBorum ad vitam, pradefiinatlonem impiorum ad mortemi in damnatione autem periturorum meritum malum precedere jufium Dei judcium . Pradefiinatione autem beum ea tantum ftatuifie , qua ipfevel gratuita mifericordia , vel juflo judiciofaBurus erat: fecundm Scripturam dicentem: [g] Qui fecit , qua futura funt. In malis vero ipforum malitlamprafclfie , quiaexipfisefl, nonprapanam five malum meritum eorum fequentem deflinaffe , quia ex ilio non efi utiDium, qui omnia profpicit, prafavijfe, pradeftinafe , quia jufius efi, apud quem efi, ut SanBus ^Augufimus ait , de omnibus omnin rebus tam fixa fententla , qum certa prafcientia . JLd hoc fiquidem facit Sapientis diBum , [ h ] Tarata funt derljoribus judicla, (grmallei percutientes ftultorum corporibus. pradejiinationis Dei , per quam apud eum De hac immobilitate prafe lentia , futura jam faBa funt etiam apud Ecclefiaften bene intelligitur diBum , [ i ] Cognovi qud qmnia opera , qua fecit Deus , perfeverent inperpetunm : T^pn poffumus bis addere , necauferre, qua fecit Deus ut timeatur . Vermaliquos ad malum pr adeflinatos efie divina potefiate , vidtlicetut quafi aliud efie non poffint, nonfolumnon credlmus, fed etiam fi funt , qui antum mali credere vetint, cum omnl deteftatione, ficut *Arauficana Synodus , illis anathema dicmus Redempttone Sanguinis Chrifii , propter ntmium errorem, Item C ^] qui de hac caufa exortus efi, ita ut quidam , ficut eorum fcripta indicanti etiam pr illis impiis ? qui a mundi exordio ufque ad paffionem Domini in fua imp etate mortui aterna damnatione puniti funt , efiufum eum definiant , coniltra iilud Tropheticum [ / ] Ero mors tua , mors > ero morfus tuus } Inferne fideliter tenendum , aedocendum placet, juxta Evanr ludnobls fimplhiter ,

P er P rQP Yiam malitiam malos futuros ,

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Capitolo

VII.
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^poflolicamveritatem , qud pr illis hoc datum pretium tenia* geltcam, [a] Sicut Moyfes exaltavit mus , de quibus ipfe Dominus nofter dicit ferpentem in deferto , ita exaltari oportet filium hominisy utomnis, qui credit in tpfoy nonpereat-, [ed babeat vitam aternam . Sic enim Deus dilexit rnundura , ut filium fuum unigemtum daret , ut omnis , qui credit in eum , non *Apo(lolus> Cbriftus , inquit , fernet pereaty fed babeat vitam aternam oblatus efi ad multorum exbaurienda peccata Ton capitula quatuor , qua Concilio [Fratrum noflrorum mins profpetl fufcepta funt , proptcr inutilierrorem contrarium -peritati alia tatem , vel etiam noxietatem , fed
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Leone IV.
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xix. Syllogifmis ineptijfim conclufa,

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]atletur, nulla facuari liner a-

turanitentia, in quibus commentum Diaboli potius , qum argumentum alio pio auditu fidelmm pemts explodimus , ut quin Fidei deprehenditur talia , &fimilia caveanturper omnia , autloritate Sptritus Sancii interdicimus ,
,-

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novarum etiam rerum introdulores , ne difiritlms feriantur , e affogando s efie cenfemus Item [ b ] firmiffimc tenendum credimus , qud omnis multitttdo fidelium b Canone ?. ex aqua , Spiritu Sanilo regenerata , per hoc veraater Ecclefia incorin morte Cbrifti bapti^ata t in ejus porata f juxt dotlrinam SZpoflolicam fanguine fit a peccatisfuis abluta , quia nec in eis potuit effe vera regeneratio , vera redemptio cum in Ecclefia Sacramentis nibd ftt cafium , nifi fieret nibil ludificatorium , fed prorfus totum verum-, ipfafui ventate , ac finEx ipfa tamen multitudine fidelmm , e? redemptorum ceritate fubnixum alios falvari aterna falute , quia per gratiam Dei in redemptione fua fideliter [e] Qui perfevtra- e Mith.xo.i.& permanent , ipfius Domini fui vocem in corde ferente s alios quia noluerunt permanere in fa- ^ verit ufque tnfinem , hic falvus erit Iute Fidei t quam initio acceperunt , redemptionifque gratiam potius irritarti facere prava dottrina , vel vita , qum ferv are , elegcrunt , ad plenitudinem ad perceptionem aterna beatitudints nullo modo pervenire In falutis j [d] Quicunque bapti^ati d %m,6. vtroque fiquidem dotlrinam pii dotloris habemus fumus in Chnflojefuj in morte ipfius bapti^ati fumus Et Omnes qui in Et iter m: [e] Jlccedamiis cum e Htb.to. Cbriflo baptr^ati eftiSy Cbrifium induiflis vero corde in plenitudine Fidei , afperfi corda confcientia mala , abluti corpus aqua munda teneamus fpei nofra confeffionem indeclinabilem Et iterum: [/'] Voluntari pcccantibus nobtspof acceptam notitiamveritatis , jam (Midemie. Et terum: [g] Irrttam quis faciens le- g mdtmU. non rdinqi sur pr peccatis boflia gem Moyfis, fine ullamiferatione duobus , aut tribus tefiibus moritur Quanto ma? is putatis deteriora mereri fupplicia , qui Filium Dei conculcaverit , (j7* fanghi ~m 2 efiani. iti pollutum duxerit , in quo fanclificatus ef> fpiritui gratia contum dia fccerit ? It-m [ v ] de gratia , per quam falvantur credentes > fine qua ratio- h Camn.6. nalis cr rara nunquam beate vixit de libero arbitrio per pcccatum in primo homine infirmato , fed per gratiam Domini Jefu fidelibus ejus redimegrato y fide piena fatemur , quod Sanfanato y dipfum conflantiffim , atres auclontate Sacrarum Scripturarum nobis tenendum reliqueliffimi runt: quod ^Africana , quod ,Arauficana Synodus profejja efi ; quod Beati/fimi Tontifices jLpofi'Aica Sedis Catholica Fide tenuerunt fed de natura , gratia , in aliam partem nullo modo declinare prafumentes . neptas ameni aniles pene fabulas quafliunculas , Scotorumque pultes puntati Fidei naufeam infenntesj qua periculofijjirtns, graviffim is temporibus , ad cu-

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Leone IV.

mulum laborum noftrorum , ufque ad fciffionem cbaritats miferabtliter , lacrymabiltter fuccreverunt , ne mentes Cbrifiiana inde corrumpantur , caflitate Fidei , qua cjltn Cbrtjiojefu, penitus reexcidant ftmpltcttate , ut fraterna charitas , cavendo talibus , auditumcafltget, Domifpuimus, ni Chrifti amore monemus. Bgcordetur fratermtas malis Mundi gravifjmis f paleis levium hommum f duriffim [ufourger i, mefjenimia iniquorum,

I4

Secolo

IX.

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fuperfluiscatumpi dogementium non oneret [ed potius certa , cjr vera fide , quod lentium , SantttsTatribus de bis , fimtlibus fufficienter perfecutum efi y ampletfatur . Cos li Padri del Concilio di Valenza Intanto l'ardente Hincmaro molti [a] Libri feriti e contro Gottefcala Fru. as in ha/ " cno > tramandandone alla Pofterit la fama, non tanto come di huomo ui^Tl i-^'4Heretico, e perverto, quanto come di huomo privo d'intendimento, e di b fenn ; e di lui egli racconta, che Gottefcalcho diceva, [b] haver' eflb fcritto i>6?$!rTri!!*ji* '" una Ietterai Dio, ed havergli Dio rifpofto, che non dovette giammai pre* mie! gare per Hincmaro Arcivefcovo di Rhems, il quale morir doveva doppo tre mezz' anni , ed elio dover' eifere atfunto quel porto, e doppo fette anni dover avvelenato morire per la Fede: e che altre volte il mentecatto Gottefcalcho havefle afferito , che primm Filiusin eum intravertt , pofleaTater , deinde Spirttus Santlus , qui in eum intrans , ei circa os barbam uffit ; cjr quia nolebat de veftiario fratrum [ibi communicantium acctpere , nifi pretto compararet , qui pretium non babebat , fedjc vellet ire , ficut Jidam ibat , antequam peccar et ; e finalmente di Gottefcalcho Hincmaro [ e ] conchiude, e indi, che tempre cortame nel male, fenza il refrigerio degli ultimi Sacramenti, d sAnno $67, finalmente egli moriffe , [ d ] e privo eziandio doppo morte dell' Ecclefiaftiabiit in locum fuurn ca fepoltura indignam vitam digna morte fintvit ,
.

cari

Hac vincere ferveat, bac corrigerelaboret ,

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Cos Hincmaro Ma' non cos del Gottefcalcho molti [e] Cattolici Scrittori , che e Ha vide pud contenfounm U. ne difendono coftantemente la ordinazione al Sacerdozio , la efeme fXSe/SS plarit ne' cortumi , e la profondit della dottrina , tanto nell' Arrisacolo della Predeftinazione , quanto nell'altro della Redenzione , con quella folita contenzione che fpetfo cade fopra ogni huomo di vaglia , fommamente vituperato eia' nemici , e fommamente efaltato Onde la memoria di Gottefcalcho apprefb molti viene dagli amici efecrata come Heretica , & appretto molti laudata come Cattolica concludendo il fopracitato moderno Autore doppo una valida
.
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roveri. 15.

s s.zenoib.i.dt a f un genecuriofitas
*

Ex bis omnibus liquid confiat , Goteh' egli di lui intraprende , mult mins tefcalcbum non Tradejimatiana Harefcos infiauratorem , fatorem, [ed jluguflniana , Catholicaque dottrina (irenuiffimum defenforem , p attendo impr jtiflitia, pr vernate, pr gratta perfecutionem pajfum, mortuum . Comunque dunque fi apprenda il riferito fucceifo diQottefcalcho, certo fi , che [f] Quifcrutator eji Majejatts , opprimttur .gloria etfendo che in fomiglianti alte materie, [g] 7{on mtelligtmus miferi , qud
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reum efficit , nonperitum\ e come ben conchiude Sant' Agoftino, [b] l^imia contentionis eji, pradeflinationi contradicere, vel de pradefinat wne dubitare
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Mniifunopifcriffe, n pi infelicemente fcrifle contro la Predeftinazione di Gottefcalcho, cheAmalario, e Giovanni detto da alcuni Scoto, poich fu creduto nativo della Scozia, da altri Erigena , perch' eglino vollero

'

Capitolo
cefi

VII

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Leone IV.
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fero dedurre la di lui origine dalla Irlanda, che in lingua di quel Paefe di-

* Erin: ambedueHuominidifapere,mdiquelfapere[4]no/crf2 di cui gi parl 1* Apoftolo San Paolo, ed ambedue perfuafi a feri- Amaiaroimpu. fcientiam , gno di Gotte. vere da Hincmaro, che bench fotte peraltro Ecclefiaftico violento, e afpro anche nelle cofe ben fatte , nulladimeno con credenza di humile zelo ferini ? cercava commilitoni , e compagni nella Fede contro queir apprefo naAbate, poi Prete, e fcenteHerefiarca. Fu Amalario prima Diacono, finalmente Vefcovo di Metz , nel qual Porto compofe 1* accennato Libro de de Trddeftinatione , contraGotteftalchum, del quale preienTrxfcientia, temente non ne rimane noi altra notizia, che'l titolo, e lacenfura, che di elfo fece la Chiefa di Leone nel menzionato Libro de tribus Epiftolis , dove dicefi , Quod autem inter ctiteros , qui de tanta qujione , divina >*Vradeftinationis , apud eos fcrtpfffe memorantur , delicet Trtfcentia Scotus Joannes ab eis adfcrtbendum compuletiam jimalarius ponitur , fus efie refertur , multummolef,& dolenter accipimus , ut Ecclefiaflki , prudentes Viri tanquam injuriam ftbimetipfis fecerint , %Amalarium de erroverbis, libris fuis , mendaciis, fideiratione confulerent , qui bareticis difputationibus pieni , omnes pene apud ribus, phantafticis , nonmllas etiam aliarum Bggionum , quantum in f Franciam Ecciejias , fuit, infecit , atquecorrupit, ut non tamipfe de fide interrogar i, quarti omnia/cripta ejus, faltem poft mortem pfius, debuerint igne confumi, ne fim'

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pliciores

qmque eorum le&ione


trifo rmi,

qui eos multum diligere, & legendo frequentare dicuntur & inantter occuparentur & perniciose fallerentur & de,

ctperentur. Fra'fuoi cenfurati Libri fi annovera quello de Corpore Chrifli b tripartito , e di elio (i far menzione Cotto il Pontificato di [ b ]

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Benedetto

Nono quando
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Heretico Berengario
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racconto

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di

della fua Herefia Sacramentaria

con pi proffima applicazione le ci. scoto Erige, cenfure de' Padri, eie condanne de'Concilii. Viveva egli fra' Monaci di c&S'lSerShl San Benedetto , riputato in quefto Secolo huomo di gran fapere ; onde me- condannatone rito di eiTere chiamato [ e ] in Inghilterra dal R Elfredo per fare rifiorire le feienzefotto tal Maeftro in quel Regno. Ma in Francia, dove egli prima 8 7 8.k?.62, ritrovavafi al fervizio del R Carlo Calvo , eccitato dall' Arcivescovo Hincmaro contro Gottefcalcho , fcrTe uncopiofo volume deTradeftnatione,
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Ma Giovanni Scoto Erigena

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Gracselingu* J oannes Scotus ALrigena, yirqmdem Tbilofopbi* facularis, peritus , fed Sacrarum Litterarum ignarus . errori dunque annotati da San Prudenzio nel Libro de Tnedefimatione furono i Seguenti. Trm , Quadruplo Fggularum quatuor totius ThilofopbU , omnem qu&flionem [ohi. Secund , Tradejlmatwnem , prafeientiam Dei , ejus efie efjentia , ftcut poluntatem , fapientiam , veritatem . Terti , Tr&feienttam, Trxdefiinationemunum, idem efie, Quarto ,Tradeftinati<h

che conteneva diecinove Capitoli, einem forf pi Herefie, che Articoli. ConciofiacofacheVvenilone Arcivescovo di Sens eftrafl da loro pi [d] di cento propofizionierronee,quali poi da S.Prudenzio Vefcovo di Troyes furono riftrette in trentafei , che qui appreffo Soggiungeremo, oltre agli altri molti errori circa il Sacramento dell' Altare , che meritarono da molti Concilii la condanna [e] de' Libri, e la infamia dell' Autore , come Maeftro, e Padre di Berengario onde ben di lui fcriife un moderno Autore, [f]
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Leone iv.

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Secolo
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IX.

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peccando non amififfe . Sext, liullamnaturamp offe peri-

re. Septim, Felle homin a f per naturam efie; incboare vero, poffe , perficere, nonnifi pergrattam. Ottavo, Deum, fcut neminem competiti peccare , ita nec bene vivere . T^on , 'hjullum peccatum , nullamque ejuspcenam aliunde nafci , nifi propria hominis voluntate , libero male mentis arbitrio . T>ec'rm , Dei pr&fcire , aut procdeflmare peccata , vel mortem , vel pcenas

&

hominum , vel Jlngelorum , contrario tntelligendum Undecima , Omne ejus pccnam efie , &haec nihilefie Duodecimo, Mormalum, peccatum, tem , miferiamque fuppliciorum aternalium omnin nibil efie , oc per hoc

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nec prajciri , nec pr&defiinari . Dccimotertib , 3\o effe Dei pradefiinatioqui preparati funt ad aternam felicitatem . Decimoquart , nifi de bis, pradefimare . DecimoquinlAbufiv, translatque dici, prafcire Deum,

&

omnem pradt'fttnatioefje , Decimofext, Trulla natura naturam punir . Decimofeptim , Inibii aliud effep asnas peccatorum , nifi peccata eorum Decimo ottavo In igne a ter no nibil aliud efi e panam , qum beata f celie itati s abfentiam Decimonon , In ilio igne nullum effe, qui non habeat mfitamfibi naturalitcr abjentis Beatitudmis notionem , ejufque defiderium Vigefim , Habituros veritatis notionem , atque fcientiam , ac per hoc non miferos felicitatis , sfiemferos , necpuniri. V tgefirn upr imo, In primo hominenojipeccafie natura generalitatem , [ed uniufcujujaue tndividuam voluntatem Vigefimof cund , Ex nullo bono malum effe Vigefimotcrti , Deum , nbicunque fuertt prafentia Vigcfimoquurt , Intra hanc domumCcelt, ibi effe habitatione Terra mabonos in athere conflitu Vtgefmoquint 3 Ignem aternum ad los in aere , ^Angelus ejus, non bomines , fattum Vigefimoftxt urendum Dabolum , Diabolus pofquam athere detrufus fit , ubi in atbereo corpore non poterat pcenas fentire , addipum corpus atreum , in quo ignem fentiret Vigefmofeptim, IS^pn efje ignem illum panam , neque ad eam prdparatum , vel pr&defiinatitm. Vigefimo ottavo, Eundem ignem f dem fattum efie impiorum, in quonon mins babitent Beati, qum miferi . Vigefimononb , Miferiam nullam
Omnemprafcientiam Dei prcedeflnationem
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nem prafcientiam

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% s. Prudent. '
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mortem atemam nifi veritatis ignorantiam , efie, nifi mortem aeternam ubi ignoretur veni as , ibi nullam panam. Trigefim, Errorem geminaTnedeflinatiqnis ex liberalium difciplinarum ignormtia , Gracarum litterarum nfcitia ortum effe . Trgefimoprtm , Deum non pradefiinafie mortem, pcenas , quia nibil funt . Trigefmofecund , Inibii appetere impiorum omDiabolinequitiam, nifi ab eo, qui ej fumma Efientia, recedere, innium, tantum ut eorum natura, filex Divina finer et, innihilum rediret. Trigefimoin lerti , Invitos Deo fervire impios , non naturam , quam in eis fecit , eis punk, eh non punit , fed malam voluntatem, quam in eis non fecit , eo , quod ei inviti ferviunt ? puniri f ipfis fua pana : de qua pana quos jufl nonliberet, adeamillos quodammodbpraparet, dum eosad eam feipfos preparare permittat . Trigefimoquart , Ignem aternum efie ipfum quartum mundi elementum : in eo corpora Santtorum in atbeream mutart qualittem y impiorum vero in aeream qualitatem tranfitura . In eodem igne , naturarum intra f mirabile perfici gaudium , malarum vero voluntatum ineffabile tormentum . Trigefimoquinto , Ipfum ignem omnibus corporibus fieri hominum corpora pulgloriam . Trigefimofext , Impiorum JLngelorum , chritudinem , naturalem incolumitatem habitura , refulfura . Cos dell' Uco Erigena S. Prudenzio , il quale nel cominciare a defcriverle , [ a ] Blafpbemias tuasy
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Capitolo
tuas
,

VII

Leone * V.

dice , Joannes , atque impudentias , quibus in Dei gratuitam gratiam, ]ufiitiamqueinficxibilemprocax inveheris , pernicioso tu* perverfitatis libro , quem fub nomine cujufdam Gotte/calchi adverfus omnes Catbolicos effutift, e moleftisaccepi, quo te familiarius ampie ftebar, peculiaris dilioebam : quipp qui intantum vefani* proruperis , ut gravijfimam Sanflarum Scripturarum autloritatem tuispravis interpretatiombus detorqueres, fenfaque Catbolicorum Vatrumperverfis invertendafenfibus edoceres : nel medefimo Libro contro il medefimo di lui Libro San Prudenzio foggiunge , [ a ] De*

**

****** te.

prebendi , quantum divinits infpiratus potui, "Velagli, Calerli, eorumque fequaciS ac defenforis acerrimi Juliani per omnia fetJatorem , Joannem vidclicetScotum, tanta impudentiaOrthodox* Fidei, Tatribufque Catholicis oblatrantem , oc fi unusfpiritus Julianum , Joannemque docuerit , unus idemaue fpiritus in eis fuerit , necdtfpar fpiritusper eorum lnguas tot , tantafque blaf-

pbemiarum naufeas evomuerit onde meritevolmente fu quello Libro condannato dal terzo Sinodo di Valenza, come [b] commentum Diaboli, e b comU. v*i. j. pi ampiamente poi da quel di Langres, come libro inettijjimo , mendaci/^J;^"'^' fimo, arrogante, fallace, imperitiffimo , e [e] non argumentum Fidei , fei can!*.^.'"' potius commentum perfida . Altri Libri fcrifle Giovanni Scoto Erigena d'infetta dottrina, e quello
:

de Eucbarifiia , fu , come

Leone Nono, quello deTSlatwis riprovato dal Concilio Senonenfe, la cui ?'^ /'f M condanna [/] fu confermata [g] da Honorio Terzo, e quello finalmen- f JZV^te della Verfione dal Greco in Latino delie Opere di San Dionifio , accufato ^fZf'^Msi dalle Chiefe di Francia , e molto fofpetto al Pontefice Niccol il Grande , .il eJS* itat. uquale fcrivendo al R Carlo di Francia hebbe a dire , [b ] Bglatum efi >Apo- J* d ^%'.&X flolatui nojlro , qud opus Beati Dionyfti ^ireopagit* quod de Divinis nomini bus, infine. ^M& r*** M*nt t>el Ccelefiibus ordimbus, Gr*co defcripfit eloquio, quidam vir Joannes , ge~ nere Scotus , nuper in latinum tranftulerit . Quod juxta morem nobis mini, nojlro debuitjudicio approbari: pr*fertim cum idem Joannes, lict multe
f

d ] fi dir , efecrato dal

Sinodo Romano fotto

j vai npontif.
.

u
3
'

&

fetenti* efie pr&dicetur , olim non fan fapere in quibufdam frequenti rumore diceretur. Itaque , quod haenus omifum eft, ve/Ira induftria fuppleat , nobis pr*fatum opus fine ulla cunUatione mittat : quatenus dum nofiri

&

Jlpofiolatus judic io fuerit ritate acceptius babeatur


l'

approbatum, ab omnibus incunfianter noflra autoCos il Pontefice Niccol: il quale ancora cit

Autore del Libro portarfi Roma, dov' egli non mai fi condufe, forprefo poi dalla morte . Nel rimanente per non dubbio , che in quefta et fu Giovanni Scoto riputato per huomo di grande ingegno, e confeguente-

troppo biafimato da' quali alcune volte poflbno ammettere reit nel concetto , ma non fempre oftinata perverfione nella perfona . Il Malmesburgenfe efaltalo col titolo di Celebre , e Santo, [i]Joannes Scotus munificenza JElfredi %egis allettus venit in oingliam, apud Monafterium lm%;,u.t! noflrum pueris , quosdocebat, graphiis, utfertur, perforatus , etiamMartyr *fiimatus efi. Quod fub ambiguo ad injuriam Santi* *Anim*non dixerim,
da' benevoli ,

mente per huomo o troppo laudato


nemici
:

ci che dicali de' fuoi

ferirti

, i

&

''

cmcelebrem ejusmemortamfepulchrum

phiiprodantverfusfcabriquidsm, moderni temporis lima carentes, fed ab antiquis non ade difiormes Clauditur hoc tumulo Sanctus Sopbifia Joannes, Qui ditatm erat ]am vivens dogmate miro ;
:

&

in finifiro latere %4ltaris,

& Epita-

Tomo Ih

Kk

Mar-

Leone IV.

j
M,, * ,4,,

Secolo

IX.
pafus ftt
,

Martyrio tandem Cbrifii contendere Rggnum Quo , meruit , Sancii regnane per facua cunei
il

*nfin
bvoiater.i,u.ahthtop.

/5oggiunge con degna rifleflne

Baronio, [a]Caufam cur ea


.

c V Jtc'x. dijTntA\.

r.9.-io..j.

i.Timoth.4.

utMartyrpoJJthaben, nulliis prodit Err bens con groflblano abbaglio il Volterrano, [b] che confufequefto Giovanni Scoto detto Erigena, che vll j e ue j nono s eco i f con Giovanni Duns Scoto Dottor fattile, che fior nel decimo quarto, cui con inefeufabile inavvedutezza il Volterrano attrbuifee l'accennata dolorofa forte di morte. Ma [e] pi di tutti err il fopracitato medefimo Malmesburgenfe ( e fcaufaad altri di errore) che riferiicerefpofto Epjtafio, con malamente attribuirlo Giovanni Scoto Erigena , quando da Gotzelino Autore anteriore Guglielmo Malmesburgenfe yiene pi propriamente appropriato San Giovanni Malmesburgenfe, fopranominato il Sapiente, annumerato fra' Martri, e da lui descritto nel Catalogo de' Santi fepolti in Inghilterra , dato da erto alla luce nel principio del duodecimo Secolo , cio quando ancora Guglielmo Malmesburgenfe non haveva divulgatala fiaHiftoria. Ma' dalla verit delle Hiftorie ci convien paliare alla falfit delle favole, acciche al noifro Lettore poffiamo ancor noi dire coli' Apoftolo , [d] lncptas , aniles fabulas de-

&

vita
e Maria. srotut

Morto il Pontefice Leone Quarto, diccCi, [e] che fufle all'unta al Pontificato una Donna , da alcuni chiamata Giovanna, &Agnefe, daaltri Afferrione di Gilberta, Ifabella , da moltiflmi Margarita, Giuditta, eDorotea, di Nazione da molti alterit Xedefca, daaltri Inglefe, colnome nel Pontifiprov.u^omefa" voia". cato, chi hor di Giovanni Settimo, hor di Ottavo, hor di Nono; foggiungendo altri haver' ella regnato nel Trono Pontificale l'anno 855, altri l'anno 8 54. altri l'anno 857. altri l'anno 858. altri il 904 chi doppo Martino Primo, chi doppo Giovanni Quinto, con tanta diverfit, anzi contrariet di fuccefl , che ben contro i Fabricatori di tal Torre di Babel pnoffi ripetere , [/] Venite , defecndamus , confundamus ibi linguam eorum , ut non f Gm. cap. 1 1. audiat unufquifque vocem proximifui . Autori di queft' aflerzione furono pri%vidtB*r.<m.%si. nia [g ] alcuni Scifmatici, e quindi poi con maggior pompa di temeran.n,& . 60. riet gli Heretici Magdeburgenfi , i quali per Religione meritano tanta fede nel Tribunale della Chiefa, quanta ne riceverebbe ne' Tribunali della Giustiziami capitale, e profetato nemico; e tanto fondamento di credenza appretto il publico, quanta f ne darebbe colui, che sii la fu a parola
inchronko anno

&

&

Vefpafiano, e Tito haver regnato in Roma un' altro Imperaccontale fatti non conofeiuti ,n riconofeiuti da alcun' Hiftorico di que' tempi. Menzogna intollerabile, gi difeoperta, * Sdndtrmi.j. de e derifa da mille [b] egregii Scrittori , mchenon polliamo non accennaM a77u,'. re ancor noi , che non tanto fcriviamo la vera Hifona dell' Herefe, quanto Beiur :.ydc\om riproviamo le falfe favole degli Heretici Tuttavia ficcome iltelfereragioni, edif^o.rfofopralainfuffirtenzadicotal nuova invenzione, farebbe un ^M.ffl&fe^ ain *t>ud tofdem volere aggiungere acqua al Mare , non potendoli dir di pi di ci, che dagli allegati Autori viene riferito; cos noi fol reit di rinovarelaefclamai Bar. m.tit. ,<si z r,e del grande Annalisa , [ / 1 Felix HiftorUcurJus , fi abfque obice fabularum firn tra tantum ferri -per nate daretur E foggiunge, allegandone molti altri t< n difpregievoli commenti,co' quali ritrovafi bene fpeilo intorbidato
afTeriffe, tra

radore

di cui eziandio

jwL

k Uimibim,

il

pure fonte

ela Hiftoria Ecclefiartica

lapfo

FgmaTacis Tempio j tempore

Cbrift:

k] J^am fabula , die' egli , de colortmr, quodmndumfutrat edifica-

tum.

Capitolo
timi, femel afierta
.

VII.

519

Leone IV:

multiplicium haud vulgdrium futjcrptorum dutloritat Trajani preci bus Sancii Gregorii ab inferii revocata comDe anima firmata mentum femel creditum etidm difertifftnos habuit ajjcrtores , imo etiam de"aprine haclenus fabula illa ut bijloria letta efl de Cyriac Tapa fnfores . Coloniam comitante Santlam Urfuldm cum Virginibus undecim miUibus" I\!jm'a cumtamettneeper (omnium quidem ejusnominisTontifex federit in Sede Tetri? De feptem Dormientmm fomno tentis annvs propc ducentos quiddicam, tam Gratis in Orinte i qum Latinis in Occidente bijriam lebldm, atquereceptani t De Sylveflro Tapa Secundo, quod per Magiam Tontifcatum adeptus fuertt , atquedilaceratusin obitu Diabolo? Deobitu Hadriani per muf'camili. ito quid addami De fabularum officina TUrpini, quot jam ex lis in bfioriam tranfierunt , fidem fibi pknijjmam concilidrunt ? Taceo de plurimis aliis , qu vela nob'is fuperioribus tomisfunt confutata , vel crunt tnferis cori-' d'onde traheflc la origine il pcrniciofo comfut arida . Cosi il Baronie mento di quefta inventata PapefTa, da cinque gravi Autori noi ne efpoifremo il racconto. Giovanni -[a] Aventino neriferifee il principio i Gio- a ?.^tf.f< vanni Nono. sAlbertus, die' egli, locupletifjimus Etruria Trinctps Raven- *i'B'f*r"m* nani , Bononiam , Ramarri in potevate habuit . Ejus Socrus Theodor a , feortum nobile, atque imperiofum, Roma dominabatur , JoannemqueTslonurn, amatoremfuum, Bononienfbus primo, deinde Ravnnatibus , pofrem Romanis impofuit, Trimariumque Sacerdotem ere avit unde fabclldm ortm crdiderim, qua temere vulgarit , hifce tempribus fuife, Sacerdotem Maximum feeminam, qua appellata ftt Jodnna . Onofrio Panviio [b] rapporta il princi^ onuphr.Fanvm. pio di quefta favola al Pontefice Giovanni Duodecimo: Viri impuri vita in notlt optatiam manafie crediderim . Isjoaunes per vimTairis Alberici Rimani Tr incipit p-'" tentia, adbuc pene adolefcens , Tdpafatlus, aliquotconcubinas, ut Luitprandus Ticinenfis tllorum temporum fcriptor lib. 6. cap. 6. 7. tradit , habuit . In bis pracipua erantjoanna Raynena , Stephana . ExJeanne igitr Tdpd , ejus item feortojoanna , ad cu] hs forte arbitrum , tanquam Tapa , omnia Rgma pendebant, Joannis feemina Tapa fibula mandvit, qua procefiu temporis ancia , in billoria aucloritatem imperiti ilicujus Scrptoris opera paulatim irrepfit. Il Cardinal [ e ] Bellarmino invernata giudica tal menzogna dal fatto c n e iUr.LiJtT{ . 2 vero, chefuccef'e in Coffantinopoli, cheuna femina regefe il governo **-P*t>*-*4di quella Chiefa, come provato da una lettera [d] i Leone Nono Mi- Epift.Leo.ix.a* chele Patriarca Coftantinopolitano , nella quale quel Santo Pontefice dice * Mlcb c 2j Abfit autem , ut velimus credere , quod publica fama non dubitat afiei-ere , Conftantinopolitana Ecclcfia contigiffe , ut eunuchos contra primum Sancii Concili Tucani Capitulum promovendo', feemindm in Sede Tontifcum fuorum fublim.tftet aliquando . Hoc tam abominabile fcelus , det'eflabileque facinus , etfi enormitas ipfius, vel horror, fratemaque benevolentia non permittit credere , confideratatamen incuria vefira erga fanUorum cenfuram Canonum, quia eunuchos, aliqua parte cor poris imminutos , nonfomad Clericatum, fedad Tontifcatum etiam indifferenter , Jolemniter adhuc promovetis , fieri potuiffepenfamus; onde deduce il fopracitato Bellarmino: Hin/: fortafe nata efl fabula de Joanna feemina ; cum enim rumor effet, quamdam feeminam fuifie Tontificem Confi antinopolitanum , &demde paulatim, omiffo nomine Cofian,

&

Mi

t>

&

&

&

'

'

&

&

tinopolitani , remanfifiet fama , opimo de feemina Tontifice , Tontifice univcrfali, cceperunt aliqui in odium Rimana Ecclefia dicere, feeminam illam Rgmanum Tontificem fuiffe . Et verifimile efl , circa tempora ipfius

&

&

Kk

Mar-

LeoneIV.
^
*Mtiuiup,hntu Martini
tr

zo
*
:

Secolo

IX.

origine di [ ] hancfamam extortam. Il Baroniofa] applica quefta favola alla troppa facilit, con cui Giovanni Ottavo contro li DeIrStSru r* gavt'Mm fJb. creti del Concilio Ottavo Ecumenico ripofe Fozio nella Sede di Coftantinopoli Hinc putofattum , die' egli , ( fi qua tamen veritatis vel faltem fpe* l'ir v 8 7JI, '*' ciesmendacit apertijjimi effe potuit) qudobnimiamjoannis animi facilitatem, mollitudinem , abjetta penits omni yirilitate , fi affusammo, Sacerdotali! conflantia expers , atquerobore enervatus , nonTapa, ufNjcolauSy&Ha* drianusy fedTapfJafuerit contumelia loco ditlus , utpotqud, qui ncc refifiere feir et Eunucho, quique vincer etur femlviro , non vir , fed efiet faentina potius nuncupandus , (grftcnomen contumelia tranfieritpofleris rerum infeii sin veritatis opinionem , atque ita a compluribus decantatumfuertt , Joannem Ottavum Tapamfuiffefceminam ; fuque jaclata vulgo eo modo locum invenerit fabula . Efufmodi piane feemmatibus profeindifap folere levioribus de caufis Fgmanos Tontifices d tnaledicis , otiofis , quis I{oma verfatus ignorai f Leone Allazio [b] riporta la origine di quefto fucceflb i ThiotaDonn3 '*Li3~4iut. Pfeudoprofetefla , che nella et dfLeone Quarto fu condannata in un Sinodo de' Vefcovi in Germania , Temporibus , gli ferirle, quibus in Oriente Jmperator Michael Tertius furit in Sacra, Moguntiaci in Germania Mulier, Thiota nomine f ut tradunt Francorum JLnnales y Sigebertus in doronico, rts Ecclefiaficas perturbabat . Etenimnovam f Trophetiffam vocabat , ufurconcionandi . Urne multi, facra dottrina pabatque public docendi munus , , eam quafi Magifiram ccelits dejlinatam fecutifunt . He pofte detepoflpofta sta, Synodali judicio damnata ef!. Habe, Lettor, quod mihi in animo efi ccr-*' :< tum , necambiguum* Tojierioris faculi homines nonnulli , rudes illtquidem, Benediffum , -pel faltem ilio fmplices , dum audiunt , inter teonem , tempore, feeminam quandam Moguntiacam, non tantum prophetafie, fed pradicafie, obiifieque alia munta , quibus Summi Sacerdotes decorantur, ammutii fcemella , quam nec eogitafle tantum fcelus credunt , avertente! , ad Trincipem omnium Magijram , Tetri Cathedram feiluet, cujus id munus efie Germania in Italiani, d Moguntiaco Rpmam optimi norunt, inducunt , ferunt . Siiti , fcelcfii UH quidem y malitios totum hoc in innocentiffimum trans Germanicam infamiam honoratiffima I{pman Tetri Thronum traducunt,
',

&

&

&

&

&

&

&

& & Ut facilis f Joannam ijlam ^Anglicani Ecclefta poffmt fabulatore* per narvolunt; & Moguntiacam aliunde mibividetur ratwnibus vcftiunt, & compi fucatam exponunt
attribuutit
effe
.

oliere

lepidi

belits

etfi fiffitiis,

?<lec

-perifimilius

qum Moguntiaca
,

ifta

Joannem Moguntiacum originem

cum

tempora refpondeant
;

habuifie
,

s,pr,r.

tro chiam Doftas fabulas

Fingimenti d' ingegni oziofi , che San Pie[e] dalle quali noi pi degni racconti rivol.

geremo

volentieri lo

itile

C-

5 %l

Benedet.

TO

III.

CAPITOLO
Benedetto Terzo
li

Vili.

Romano
Agofto

creato Pontefice

e.

855.

Elezione al Patriarcato di Costantinopoli di S. Ignazio


fue Virt
dor
.

>

ef

Sfrenati coftumi di Michele Terip Impera*


Corte della Imperadrice Theodora
*

Ttytro dalla

Principi di awerfione tra la Corte Imperiale y e S. Ignazio*

Ntantodoppo

morie

di

Metfoodlo

fu in Confanti-

* *<*

^7-

nopoli inalzato alla Sede Patriarcale di quella Citt S. Ignazio, Nipote , e Figliuolo d' Imperadori, ma molto J]'S "ai' d pfi pi celebre per fantit- di vita profeifata per lo fpazio di cmr^^o di co'. e 11 n trentaquattr* anni nel Monafterio di Satiro y dove ei ri{Jj ^Jgjy fugioffi da Giovane, quando infieme col Padre da Leone Armeno fu privato dell'Imperio, & evirato , mutando nello flato Monacale il nome nativo di Niceta in quello di Ignazio. [ b ] Eecleftam io*n.c*w#>Conflantnopolitanam r dice di lui il Curopalata , moderata? efl Ignatiu? T^icepbori Imperatori? ex filia nepos , films autem Mici) deli? Imperatogenitalibus privatus , Eunuria y qui Fggno exciderat; poflquam Bigino , Monajlerii Satyri Trtfeftus ad c fuerat, ebus faftus Monafierium mgreflu? chriftn. Lupus Tatuar ebatu? fedem adducitur E qui avverte il dottiffimo Lupo, [f] che tom.f.eMcria.. non quofvi?, fedfolos femetipfncaftratos Wjcam Synodus extruftt Clero J. 'ZiunhTx^mu Barbar or um , Tyrannorurt, Dominorum , aut quorumvi? aliorum infuria , rei etiam neceflaria medicorum ope excifos permittit permanere in Clero , imo edam ad ipfum afiumi y fitamen fuerint clari virtutibus , &injigniterdigni: e pare, ,, ,, 9/? '* an che tale fia il fentimento ancora de'Canoni, che diconfi degli Apoftoli [d\ Ma forf non mai fi vidde con maggiore contradizione oppofto il vizio alla Santit, che allora, quando fotto la pia Imperadrice Theodora, e fiotto il Santo Vefcovo Ignazio regn in Coftantnopoli un'Imperadoreil pi empio, il pi diflbluto , il pi facrilego, e il pi prodigo' di quanti fignoreggi affer quell'Imperio, & al cui paragone potrebbe dirfi beni' *>

& &

'

^ M

gno, temperato, e meno ingiufto l'iftelfo Nerone. Michele fu queftiy Terzo in ordine degl Imperadori di tal nome , figliuolo di Theonlo, e di Theodora , che ridottoli, in libert dalla reggenza della Madre , e dalla tutela di Theo&ifto , e Manuele , dieffi tutto in potere di un Pedagogo, e di Barda fuo Zio materno, huominifceleratimmi, che corrotta la di lui-Giovent con abominevoli efempii, lo ftrafeinarono irv
fine nel precipizio di tutti quegli ecceffl, de'quali polla effere

_
mi,
b

evreiihom-

^Sl\ iteu"
dor di coiumn P u

capace l'ampia

Benedet-'

TO

Uh

j2%

Secolo

IX.
.

a/4.

europei,

Giovanni Curopalata nodolorofa enumerazione de idiluinefandifllmi coftumi, notandone l'ubriachezza dice, Michael imrator cum [e -pino ingurgitare confuevijjet , quo tempore ebrius erat , abfurdamulta fieri imperabat aliis entm aures amputar i , aliis nares , aliis caput', delle quali cofe fpefle volte Bafilio Prefetto della Camera Imperiale prediletto di Michele, ma huomo favio, e pio, e che merit poi di fuccederli nell'Imperio, con prudente configlio ne impediva, ne divertiva la efecuzione, [a] nontam aliis, come dice l'Hiftorico, qum
:

pj a sfrenatezza di uri Regnante prevaricato tile Hiftorico di que'tempi doppo lunga, e

E ben frequentemente ritrovofl anch'effo in procinto perdere la grazia di Cefare, e la propria vita, per la Tua libert di dire, e per la oppofizione , che faceva alla diflblutezza di lui. [ b ] Conciofiacofache comand una volta Michele ad un cacciatore, die fingendo di lanciare l'hafta contro una fiera, la vibrafle contro Bfili, e l'uccidente ; ma jecit bic baflam , fed aberravit , aique Baflius frvatus e idem eft. [ e ] Pai quale fuccefl irritato maggiormente Michele, e pentitoli di riaverlo deRinato fuo fucceifore nell'Imperio, con viliffimo, & indegno ripiego, non ferens objurgationes , con le quali quotidianamente egli eradaluirimprveratg, BafUicinum quemdam F{egii Dromonis remigemm medium addutlum, purpura indutt , eique diadema imponit cumque cum marni duxijfet in Senatum , talia verbaexorfus efi: Jampridcm oportebat , amici, virum hunc adilluftria Imperli ornamenta per duci potius , qumBafilium, cujus nunc me pa-nitet *Adeftenim ci primmi forma d\gn a imperio, deinde cognata corona, omniaque dgmtati convemunt Hoc faci um efi. Atque hac or atto principimi , &caufafuit, cur die funditks per ir et, poich Bafilio infofrerente finalmente di cotanto oltraggio fiudutt potius aliquid Nu'oi* "Jlgn'/I committere, qum ipfe pati, e, come [d] fi dira , egli difpofe , & efeqn*jt<>mtz. gu la congiura, che tolfe di vita, chiera indegno della vita, e dell'Imperio. E ne fu tanto indegno, che maggiormente egli ftim edere riputato buon Cocchiere, che vigilante Imperadore; onde un giorno, menfibipfimetuens
di
.

Mr

al Tuo folito in compagnia di viliifimi auriganti era tutto intento all'esercizio del corfo de'Carn, agitando, e sferzando elfo medefimo i Cavalli, avvifato da Protonotario Aulico della repentina e formidabieidem. lecomparfa de'Saracini, fino preifo alle mura di Coiantinopli, [e] O quomodo fceleratum caput ! rifpofegli con tuono di voce fulminante , aufus es, de ijliufmodi rebus me alloqui m hoc necefano ludo occupatimi, neque aliud quidquam curantem Jtdeo eratdemens, conchiude l'Hiflorimente captus. Per la qual cofa tanto nfpettava i profeflbri di co, queit'arte, e tanto affetto portava i cocchieri, che ambiva eimedefimo di tenere i loro figliuoli nel Battefimo , per eflere da quegli chiamato Comarricchendoli con tanta pare ; inalzandoli pofeia dignit confpicue, profufionedioro, cheatteftail Curopalata, che il minore regalo, ch'ei faceffe [/] fuoi compari cocchieri, era di cento ottanta libre di oro , che f tdtm . fi valutano pi di vinti milla feudi di moneta Romana; onde maraviglia non , che havendogli lafciati Theodora nell'Erario Imperiale venticinque millioni di feudi , Michele in dodici anni tutti li diilpaffe, e nonlafciaffe al Succeffore pi di trentatr mila feudi, vile avanzo di un tanto teforo , bench eziandio per fupplire alla prodigalit delle fue inette voglie fondefle in gu* Grammati- moneta tutti li vafipreziofi delfuofrvizio, efin.il [g] maravigliofo albero di

tre nel circo

&

&

&

Capitolo
ro
di oro maflccio, cbehavevagli decoro dell'Imperio. Ma ci che

VII L
lafciato Theoflo per

523

refelo

**** iniquo appreflb tutti , fu il cifpregio blico delle cole facre, prendendoli diletto di veder contrafare li divini JViIterii da huomini indegni, hittno-ni, e buffoni, che ben fpeflb eglifaceva veftire degli habiti Sacerdotali con pompa di difp regio anche verfo Dio. b littrtt [b] Del qual Sacrilego ecceffo riprefo una volta da Bafilio Vefcovo di Salonich, eifcaglioglifi contro co'pugni, efehiafficon tal furia, inferii Mi dentes radiata* excuffit , facendolo quindi cos fpietatamente fruttare, ut parum abfuerit, quin mortuus fuerit . [e] Cynados Michael inbono- e ioM.curf*Lm Mlch * ct coleus , dtvinis vero illudens , re babens , dice il Curopalata, infulcblamydes turpiterque, tans , facras vefles auro contextas induit , impur cogebatres divinas peragere , cajifjimaque myferia, iftorum Trincireliquos undecim Metropolipem Gryllum nomine , Tatrarcbam vocans , tas; [ed quoque unum facerdotibus fieri voluit , qui Tr[afui Coloni'< appellatati. Cumque oporteret cos canere , myjleriaque perficere, c'ubar a cantiunculas abfolvebant , nunc fenfm quodam modo , levi voce refonantes , nunc incitata , c^ dar , pertnde atque in facris caremonits Sacerdote! facrorum prebymnorum voces edere conjue-perunt ; habebantque vafa inaurata , finapi implentes, iisqui fumerent , tiofis lapidibus ornata, qua aceto, impolluta myfleria irridenforrigebant , ad bum modum facrofancia , tes; e fiegue poco doppo , Ifte impudenjfimus Imperator Matrem quoque fuam Tbeodoram in Talatio adhuc degentem accerfivit , ut Tatriarcha ( nam iflum efje Beatum Ignatium finxerat ) beneditlionem acciperet Ut igitur boneflifjima mulier fumana religione isxiit , feque in terram proflravit, beneditlionem petens, nibil omnin.fufpicata; quippe cum interim Gryllus os occultaret : furgens Me oppedit , crepitum fedicet ventri? emittit, verbaque proprio ore digna protulit . Ipfa vero graviter , iniquo animo fatlum illud ferens , execrationibus filium infetlabatur , ipfumque propediem divina provtdentia defiitutum tri , quaft Tropbeta , vaticinata efi. Per la qualcofaTheodora, prevenendo il difegno del Figlio, che gi moftravafi infofferente degli avvertimenti della Madre, depofe volontariamente la Reggenza, e lafciando il Palazzo Imperiale , ritiroifi dalla Corte infieme con le fue Figliuole, per non vedere co'proprii occhi il rivolgimento di quell'Imperio , eh'efla haveva cos bene governato . Michele [d] non potendo comportare n pur la vicinanza di una Madre d Id,m ,i,d<m cotanto virtuofa , in occafione che un giorno fecondo il fuo coftume ella fi portava alla Chiefa della Madonna in Blachernis , fecele di repente tagliare i capelli, e sforzofamente racchiudere in un Monafterio, dove [ e ] avanti ch'ella morilTe, la vedremo honorata dai primi Potentati del c vedi n Pontf. MaS" Mondo , come f continuarle fui Trono al governo del Mondo . Libe- Nic ">tomo2" * "' te R ratofi dal rimprovero della Madre ufci allora come fuori di f fteifo, qual torrente impetuofo, l'animo di Michele, in nondazioni facrileghe di difprezzo de'buoni , e di oltraggio aperto delle cofe facre, come s'egli dominarle in una Reggia di Atheifti, e non in un Metropoli del Chrifianefimo. [/] Mcidit quoque, foggiunge l'iftefl Hiftorico , ut impro- * /<* M bus ccetus Cynadorum, quo reprafentabatur Tatriarcba cum Epifcopis, in via occurreret B.Ignatio Tatriarcba cum facro Clero, fupplica.iombus procedenti. Quo Gryllus ( era Grillo uno degli hiftrioni veitito da Pa-

&

appannaggio, e abominevole anche i cattivi, manjfefto , [a] &il derifo pu-

Benedet ^ ***

&

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Benedet-

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111.

^ X4
tefludine y

Secolo
fuis fodalibus

IX.

xxiaxca. ) confpetto, turpiter

cum

empiamente

turpibus probrs laceffebat . Quindi fu , che Michele , che il Patriarca dio era Grillo , e Theofilo, cio due buffoni, e quello di Barda Fozio, e quello de* Chriftiani Ignazio. Onde avvenne, che tanto Cefare, quanto la Corte, egl'Hilos malediftis,
ft

&

impudenter nihl cedens , rcmifl fimul , pebementioribus plaufibus ufus , Sanftos il-

&

folito dire

Jtrioni

in odio il vero Patriarca S.Ignazio, ne prendendo in derifo, feguiffero quei feoncerti , ch'hebbero compagni gli avvenimenti lagrimeyoli, che foggiungeremo

&

A-

5*5

Niccolo

CAPITOLO
Niccol Magno
li

Magno.

IX.

Romano

creato Pontefice

22. Aprile 858,

Racconto dello Scifma di Fazio


fie

di alcune [u
,

Here*
queflo
'Bar-

della perfecuzjone di

S> lgnazjo

della colanin
,

te

condotta
.

del Pontefice Niccolo

Magno

affare

Morte
dell'

della Imperadrice Tbeodora

di

da
rio

Imperadore Michele

Succejjione all' Impe,

di ^afelio
.

Macedone
Herefie

fue fai/ie

e
,

fante

rifa*

luzjoni

Nuove

ne l'

Armenia
,

dal Pontefice in
colo

Roma

Morte

&

condannate
di S. Nic-

elogio

Papa,

alla confiderzione delle cogi dette in quella Hiftoria , trover , che il Vefcovado di Coftantinopoli quanto flato riguardevole per a $.~4tttf*nd>o,t. [a] numero di Patriarchi fantiffimi , tanto fi refo di Gregorio Kazianlagrimevole ricordanza per copia di Prelati fceleratifi- Z'o S Giovanti Chrifefiomo,S.F Inmi, [b] che lo profanarono con 1' Herefie , e con gli viano, S Eutychio, S. Germano, Tara' Scifmi , miferabilmente lacerando il feno non meno quella loro fio S.Nktfor, 5 f alcuno di elfi vero, Methodio, S. IgnaChiela, che tutto il Chriftianefimo . va & altri intrufo Patriarca fi pi maligno nella intenzione, pi facrilego ne' Macedonio, Itee pi temerario nelle intraprefe , certamente Fozio fu def- ftorio.^icncio, yAn* fcritti , rbimo, Fozio, ir alfo , che feppe , e pot talmente impugnare l Religione Cattolica tri molti [fimi I'min Oriente, che f altre volte in quelle parti cadde, e rifarle la Fe- tyibiani ,& leti, ria (ti. de, fotto di lui precipit difperatamente in abiffo di tanti errori , Scato Iagrimev ch'ei deve dirti il maffimo Autore di quel grande Scifma , in cui p>re- le della ChteU Coftair.ii;opol:. fentemente ancora con proterva orinazione giace , e geme la Chiefa una Greca, feparata dalla Latina , e perci con giufto , e tremendo giudizio di Dio , preda de' Cani , ludibrio del Mondo , e fpettacolo horribile chi anche da lungi ravvifane la mutazione non Solamente della Religione , ma eziandio ancora dello Stato politico di quel fioritiflmo Imperio. Sotto dunque un'Imperadore di collii mi traboccati, come Michele , non pot non renderli odiofo alla Corte un Patriarca di fantiflma vita, come Ignazio. Reggeva Barda gli affari, e l'animo di Cefare, e galleggiava fopra tutti per prerogativa di nafcita, per porto di fuperiorit , e per afibluto comando conferitogli da Michele , che ritrovava* rovinato nella cUffolutezza del fenfo, nella ubriachezza del vino, e nel vilipendio fe
,
.

Hi porre vorr fuo Audio

Ma

i>

delle

Niccol
AG
ac ^2va cuTt.w
a
ic
.

medefimo Dio [a] SolusBardas, dice il Curopalaomnia moderabatur ; onde come che la fortuna l'haveva acciecato col fuofblendore, non riguardando pi egli n giuftizia di leggi , n verecondia d tratto, ad onta del proprio fangue repudiata la moglie, fierabruttal perfid mente congiunto con fu a nuora, non fenza macchia di publico, efcandaa lofo incedo . Si oppofe Ignazio con Apoftolica coftanza alla sfrenatezza del Dominante, & ammonitolo prima, e minacciatolo pofcia, lo rigett *'*$*''" vit* finalmente dalla menfa Euchariftica [b] nella mattina dell'Epifania, difJ R.pr"efo",'efcom- cacciandolo dalla Chiefa come palefe, & impenitente peccatore qual rida S folwzione fu in breve caufadei futuri , e maflmi {concerti, chefoggiunSgnnio? geremo . Ignatius [e] Santtiffimus Tatuar cha, racconta il fatto Curopalata, c CKrcp.'iiidtm. Bard# propter uxoris infontis repudium , cum cognita ftbi fponfa confuetudinem, Eccleftam interdixit; fi quidem divinos Canones non curabat . Cui pojquam multum fupplkans Bardas , uteum ftbiplacaret, veniam impetrare non potuit, omnmo defperata re, ad injuriam , ultionem animum aditeti, eumque ex Ecclesia expellendumcurat. Accefo d'ira, & esacerbato dal d Nctt ai tbiitm. fucceflb giur Barda, vendetta contro il Santo Patriarca, accufandolo [d] Rifinimento di prelo Michele , che contrariando agli ordini Imperiali , egli non havefle vo11 * lnto velare forza la Imperadrice Theodora ftto la profeflone Monacaignazio e, alla quale Barda per torfela d'avanti , havevala deftinata, e che pubicamente egli proteggeffe contro Cefare li ribelli dell'Imperio. Dale quali calunnie trafportato con violenza l'Imperadore ad un fubitaneo rientimento , incontanente releg S.Ignazio nell'Ifoladi Therebinto , dove doppo tr giorni fpedigli alcuni Vefcovi del partito di Barda , acci eglino riceveflerodaluila rinunzia del Vefcovado, al quale inalzare voleva un fucceffore , che aflecondafle pienamente alle fue voglie. Mricufandoil e curop. ibidem iatrufione diFo Santo di fottofcrivere il Libello della rinunzia, [e] Vofl multas, atque incredibile* vexationes , cruciatus ad extremum in Copronymi fepulcbro in%o\ coftantino^ vo\. cluditur, impofitis ipft gravibus , crudelifjmifque cujlodibus Et profitt decejjffet vita JanJifftmus hic vir pr& gravifjima vexatione , fummoque dolore, nifipius, ac religiofus quidam vir, cum quibufdam de caufs necefconvenicntem farits inde abiifent cuflodes , fepulcbro cum eduxijfet , UH curam praflitifiet . Quindi dall'empio Barda fu egli con nuova relegazione trafportato ne'Deferti dell'lfola Mitilene , e fatti adunare parecchi Vefcovi, che havevano ceduto chi alle minaccie, chi alle promette, ordin Michele, che fieleggelfeinPatriarchanelgiornodi Natale l'Eunuco Fozio , nepote del Patriarca Tararlo, fratello di Sergio Patrizio, Protofpatnari Legato in Perfia , e Secretano Imperiale, e comedefcrivelo un f Barane 51 grave [f] Autore, Ttfobilitate infignem ,Trotofpatbarium dignitate ,munere
delle cofefacre, e del
.

^^

Secolo

IX.

ta

^J^

'

&

&

'

&

&

Jecretis Imperatori, divitiis pollentem , fcientiis facularibus difertiffmum antiquis etiam hac ex parte comparandum , facrarum vero litterarum expertem, fed qui ferlict, ubi cum invafit libido fpiritualis prafefturve, eam

non qua decet animi fummijjwne


Obliti
p.-rverfe

aggrejjts, nullo uftts magiftro,

magifirum,

diForxio.

qui docere alios pojiet , flatimprofejjus efi, homo gloria appetentijjimus , fexauc dcbus ex laico transformatus in Tatriarcbam; eflendo che , come attenta Niceta, prima die ex Laico Monachus, fecmda efficitur ^nagnofies , tenia Subdiaconus, quarta Diaconus, quinta Tresbyter, fextademque Tatriarcha, fedem Tatriarcbalem confeendens, alta voce populo pacem anrnrn* tiavit , nihil pace dignum cogitans . N fu men vario Fpaio nella condizione

dello

Capitolo

IX,

5x7
&

dello flato; che nella qualit de'coflumi; Erat Vir y dicono di lui gli atti alia cogitane , autentici dell'ottavo Sinodo [a] alia quidem loquens, proponcbat bona , deveniebat autem ad mala , operamdans mendacio , fempcr decipiendum , f oh // /fla* m//>, ec &erat potensad fuperandum,

&

* ~*

Niccol G ^ ^ \
'* "*"" d

&

/jet ullus bominum . Inalzato dunque Fozio al Trono, tutto l diadaflcurarfelo (labile con la rinunzia , che pretendevane da S.Ignazio . perche molti Vefcovi gli oliarono, Bafilio Chortofilacio fece recidere infidelibus ?entibus in pretorio mal fiati funt, fala lingua, ** L J D j -altri cum \b\ . / r t " arci j r j cateris mijerns afflitti ad fecandum marmora proliinis meque, [iti feu damnati funt. iilii autem pr eo ut lignis fer ventar, fpatba percmiebantur , bis qui feriebantnonut Sacerdotes , neque ut bomines caxntm ferentes y

Ma

&

&

U h n ais S J"J" ottava apud B.ir, 4 nn.8j8..j4.

[ed ut inanimata corpora percutientibus lllud -per, quod calcibus fubmittebuie pcenx fubjeftis vifeera evellebant , ut leve tormentum habebanty catenis vinciebat , bant . Idpraterea, quodmonilibus ferreis afficiebat ,
.

&

&

fanumpoftmultosdiesinefcam prabens y bumanitatem multam efe putabat . umbra mortis y in feetoribus mortiferis includeL*uot autem in tenebrisi e acb innante s magna vobanti nectegebant, cumfacerent, Jedgloriantes, ce, nefcientibuscumferitate , atque jafitantia loquebantur ludentes Et rogati, deterius caufaut talibus mifericordiam praberent , magis mfaniebant ,

&

&

&

bantur . jdios etiam in extremitates orbis , in alienigenarum loca fecit exiCos que' Vefcovi medefimi ripigliarono Fozio nel pieno Concilio di . perfezione Coftantinopoli , chefoggiungeremo. Ma quanto pi fpietata foife la per- hombiie contro S1 s"'fecuzione, e quanto pi acerbi li cruciati, che il crudo Fozio contro l'innoccnte S. Ignazio prepar , edifpofe, gl'ifleff Vefcovi ne fecero lunga commemorazione ai Padri convocati nell'accennato Concilio, con quelle parole, [e] TS(onne dentts ejus radiats evulfit, faciens eum facere perenti? c lMtm Isonne pedesejus ferreis vinculis munirti } Isonne eum cum lapfts fugifordibus damnavit , ut moreretur, tempore non tivis fervis in feetoribus, parvo? Isonne denudans eum rejiimentis , qua induebat, vel prima parvula tunica, bujuscrura feidit, &in fcpukbro, quodinmodum rogi fatlum efl, illum detrufum collocar i fecit, lampadum, qua ibi ardebant, aquam profundendo, ne dum fiti cruciarttur , vel ex dia aqua ad f refocilUndum potare pojjet ? Isonne bunc ereclum ftare facicntes , abftulerunt illi virgam , quam tencnstnmanibus ea fulciebatur , fenecJutis fua imberillitatem confolando > potumultos eum dics transigere fecemnt? Isonne exidem Isonne (ine cibo, illum fecit, ubtfiunt frequenta imurfusBarbarorum y <& rapiuntur bomines,
liare
'

&

&

&

gladii cfficiuntur impendium Sedqua ab eo fuquitnillislocisbabitant , jlmuit tanta multituduiis funt, ut dinumerare, invanum laborare ftt: neque emm fermo valebit b*c enarrare Et tum quiserat, quitalia fujlincbat? Imperato Filius , Imperatorum nepos ipje Ignatius , qui jf.ugelicam vitam fubicns babitu monadica converfationis indutus efl, qui Dco placabili* y dr* Angelisreverendus y Damombusmetuendusapparuit. Cos eglino, [d] Mea
.

&

& &

dBar.an.SsS.n.ss,

quidem fententia , foggiunge il Baronio nullus deterior perfecutor itaprojtravit Orientalem Ecclcfam, acTbotius. Mi l'empio, che voleva non folamente perfeguitarla , ma totalmente abbatterla , prefe di mira il capo per colpire tutto il corpose prima con raggiri,e menzogne prevenne l'animo del Pontefice Romano per renderlo fuo commilitone nella machinata imprefa, e poi non riuscendogli l'imprefa, difprcggionnc l'autorit , ne avvil il nome, e difereditonne gli oracoli con tal dilacerazione di ogni diritto , i ogni
le arj e.

Niccol

<*
j

MAGNO
a

xg

Secolo

IX.

n n c videapui er.M.8S9.n.6x.

b
t

vicet** in vita

jgn*tn
ibidem.

gg e y e di gni riverenza , che vennegli finalmente fatto di formare quello eterno fcifma > che fepar non tanto la Chiefa Greca dalla Latina, quanto la parte infetta dalla fana.Rifoluto egli adunque di mantenerli nella intrufa dignit ad ogni corto di facrilegii , fcriffe al Papa lunga, [a] efaftofa lettera, in cui efponend una (incera Confezione di Fede Cattolica, implorava il di lui fupremoajutofotto il nobile pretefto di condannare di nuovo la Herefia degli Iconoclarti, ma con pi fecreto fine di procacciai appretto il Pontefice la fama i zelante Ecclefiaftico per opprimere con maggiore ficurezzala innocenzadi S.Ignazio Bavera autemid curabat, dice[&] l'Hiftorico, utUpmanorum manu , aut autloritate firmiorem redderet Ignatii depoftionem . A tal fine [e] etiam falfa fcribere ad Summum "Ponti ficem non veretur; efcriiTe, che Ignazio propter fenium, &infirmitatem &corporis
:

imbecillitatem

Ecclefix rcnuntiafe prtefetluram


,

&

abillarecejjfe)

quamdam Infulam profeUum


,

in Monaflerio

manere cum omni honore ,

& &

in

cnl-

tu &obfequot tum ab lmperatoribus , tum etiam ab univerfa C tritate habitum. E per corroborare maggiormente la fua pretenzione, egli ottenne
'"'
[d] la fpedizione di alcuni Ambafciadori al medefimo Pontefice, lui richiedeffero in nome di Michele la miflione de'Legati Apostolici in Coftantinopoli per comporre alcune differenze inforte tra i parteggiai^ di Fozio , e que'd'Ignazio

daCefare
efli

acci

Quiiu jfirt,

Reggeva opportunamente

allora la Chiefa di

Dio

nel Pontificato

Ro-

cb\

M^'t^'

c"

tT.-fjr.^pudBar.

mano Niccol Magno * paragonato con ragione e negl'illurtri fatti , e negli egregii titoli S.Leone, e S Gregorio; e del quale diffe Regino, ^fi Beatitm Gregorium ufque inprafens, nullus Traful in Bimana Urbe

*M7r>.'}S.

Tonificali honore fublimatus Tyjcolao videtur aquiparandus merito delle fue grandi azioni , il cui femplice racconto
di grand'elogio

e ci per

il

pu

fol fervile

alfuonome. Hor dunque


di

lui

fpirito fuperiore al naturale degli

cer

suoifentimemi ioz>o .

f Kicoi.,p.t.& i.

Kicot.fpi/i.}.

idem

tpiji. 2,

Michele j e come huomini, fubbito apprefe e la fraudolenza dell'uno, e la coilfpirazione di ambedue contro Ignazio ; onde nelle rifpolte egli regol la lettera in forma di decifione, e non di rifpofta, operandodagudicep torto* che da corrifpondente . Elfendocofa che conce tfe Xefare a fpediziorie de'Legati Aportolici, che furono Rodoaldo Vefcovo di Porto, e Zaccharia d'Anagn; ma a loro impofe, che nulla definiffero circa la cauta di Fozio, e fol come di caufa maflima ne infornialfero la Sede Apoftolica * e intanto trattaffero con lui, come [/] Laico, e nnllamente promoffo alla dignit del Patriarcato . Quindi fcriffe [g] al medefimo Fozio in termini molto foftenuti , e dubbioi della validit della fo j u j c i e2 j one i e poi pi [ h ] proliffamente Cefare , dimortrando la infuflfienza del fatto , perch'egli exLaicorum habitu dehgerat Tafiotem , violati li Canoni Sardicenfi,. e conculcati li Decreti Pontificii i Celeftino, Leoqttm ne, Gelafio, &Hadriano; & in fine degnamente efclamando , pr afumptnofa temeritas Ille praponitur Ovili Dommico , qui nefeit adirne dominari fpiritui fitol T^am qui ignorat dijponere -pitam fuam, per gradua Ecclefia minime dutlus, quomodo corrigere quibit vnam alienam fubit elettasi Si partirono i Legati con le commifloni, e con le lettere efporte; ma prima del loro arrivo precorrendo alla Corte la fama della diffaprovazione Pontificia circa la promozione di Fozio, e ladepofizionedi Ignazio, Michele, Fozio, eBardafollecitamente inumarono un Concilio in Co-

Fozio, e

gli

Ambafciadori

pervennero le Lettere di ch'egli era dotato di uno

ftan-

Capitolo

IT

519

ICCOL
vi

fantinopoli per opporlo alla riloluzione del Pontefice, come f laragkme delle rifoluzioniEcclefiaftichedipendefle pi dalle voci, che dalla giuftizia. Il Concilio fu pieno non folamente di vocali Scifmatici, mfaftofo eziandio per la precifa determinazione di trecento dieciotto Vefcovi; onde gloriosi Cefare della eguaglianza del numero i i trecento dieciotto Padri
Inibii prodej numerus, del primo facrofanto riverito Concilio Niceno . r fpofcgli pofcia il Pontefice , [a] T^jcanorum Tatrum,ubi ab eorum (ententiis " ^quitate denaturi major eft peccatorum cumulus, ubi mitltiplex agmen ef pravaricatorum . Perloche quanto l'uno fu pi fanto, tanto l'altro fu pi empio; onde meritamente quefto fu detto Sinodo [b] Latrocinale, e con pi degna comparazione paragonato all'Alfaflnio Efefno . Volle Cefare, che v'interveniflero li Legati Apoftolici, che gi egli riteneva come prigioni in Coftantinopoli, col prefetto, che trattare quivi dovevafi del culto delle Imagini , mi con occulto fine di malizia per renderlo pi famofo col nome di Ecumenico; [e] Caterum, foggiungeilBaronio,^/eTS[/co/^S' Tapa SynodumbancnecnomenSynodibaberevoluit, in qua omnia ut in fylva metum funt afta , vim facientibus Miniftris Impeper latroncs, pervim, moris legati s *Apoftolic& Sedis , ut depoftioni Ignatti affentirentur Fu cita-

^J^^oci.
c

na'iedi Fox-io

"

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a N,col - tf"*'^'

&

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iW/.*ri/?.8.

Bm.*nM****

&

Ignazio comparirvi, ed egli rispondendo di efiere pronto , folamente richiefe agl'Inviati, [d] Seftocompavirevt dovefie inhabito diVefco- J ajJJJJJ '" ''"* vo , di Monaco , di Schiavo ? ma eifendo lafciato lui 1' arbitrio del portamento , egli vi fi avvi con i paludamenti Patriarcali , come proprii del fuo fiato , f bene da Cefare ammonito deporti , e poi per compiacerlo, compar nel Concilio con la cocolla femplice di Monaco: Edi efla ancora per maggiore ludibrio fpogliato , fu quel Venerabile Santo non tanto efpofto al Concilio , quanto agl'improperi] del Concilio , e del medefimo Imperadore, che infultatolo prima con mordaci/fimi detti, & horribili minaccie, al fine f federlo fopra un piccolo fcabello, conlicenzarche parlare potette con i Legati del Papa. Mi li Legati del Papaadefcati dalle promette , corrotti da'donativi , atterriti dalle minaccie, refi ligii di Cefare , e partitanti diFozio , con horribile prevaricazione del loro ufficio, e dell'impegno publico della Chiefa di Dio , tutt'altro penfarono> che ad efeguire gli ordini del Papa , e vilmente cederono fare fazzione co' pi contro l'innocenza d'Ignazio Poiche'eglino fallitati cortefemente da lui , e richiefti , f alcuna lettera recaflero del Pontefice Romano , [e] e NUttMca't. J^ullas, rifpofero, equdnonadTatriarcham, fedadeum, qui in Trovincia fua Synodo damnatus eft, venerimus , parati omnia ex Canonum decreta definire. Soggiunfe loro intrepidamente Ignazio, Ergo pris adulterum removete: Quod ftfacerenon poteftis, ne indice s quidem eflis Eglino allora indicando col dito l'Imperadore, Itaimperat, dittero, e fricevuto il coftam di loro detto dall'applaufo de'Palatini Cefarei che affollandoli intorno fenato, e/uaap3 * all'oppreffo Patriarca, intimarono a lui allora la fpontanea rinunzia del sedeRoluna ! Patriarcato altrimente la forzofa depofizione da effo con fentenza definitiva, e conciliare. Ma tanto lungi fu il Santo dall'abbatterfi , dal non ribattere le oppofizioni maligne de'contradittori, anzi che alzatofi -,. f Jdl ,p " def0 * in piedi, appellando alla fentenza del Pontefice Romano, [fjEgo, ditte, non comparto, ncque video vos Judices qutdquam ex preferipto Ecclefi* agente* , Tbotio tyrannononejctlo, ad cujus etiam menfam accumbitis , cujus munera procul etiam ftantcs accepiftts .... Hujufccmodi ergo judices Tomo IL non LI

to

S.

<.

,'<

&

'

&

Niccol

Magno.

*3o
-,

Secolo

IX.

a Nictt.loccit.

Tua depofzio

'

ne.

/
Suoi hotribili , ftrani tormenti.
i

non agnofco adTapam provoco; lubens judcum illius fubbo. Quindi con eguale vigore di animo , e di voce domand, che fi leggelero il Decreto d'Innocenzo nella caufa di S.Gio.Crifoftomo, in cui fu decifo, chef offe prima quel Santo reftituito nella.Sede , e poi giudicato ; e il Canone quarto del Concilio Sardicenfe , in cui fu ftabilito, Si quis Epifcopus fuerit depofttus, dicatque f haberedefenfonem , non prts fufficiaturinlocum ejusalus, qum de eo Romana Ecclefia Tonti/ex decernat . Ma le giufte iftanze d'Ignazio furono con derifo , e baldanza rigettate ; ed egli allora Tempre pi prendendo animo dalla contradizione, e forza dall'avvilimento , ripigli que'Padri d'ignoranza , edidifpregio de'Canoni, e che per un Diacono , e per un Laico fofs'eflb Patriarca della feconda Sede citato ad un Sinodo , quando le Leggi Ecclefiaftiche comandavano , non convenirfi n pure un Vefeovo Canonicamente , f non per dueVefcovi, e tre volte: E rimproverandogli lo Scifmatico Fozio , ch'egli era male intrufo nel Patriarcato, indegno di quel porto , [ a ] Si ego , rifpofe , jlrchiepifcopus nonfum , neaue tu yuidem Imperatore neque ifii Epfcopi Omnes enim vostndignismanbus meisy precibufque ejiis confecrati . Md non dandofi luogo alle ragioni , dove regnava la forza , fettanta due tertimonii , gente ligia di corte, prevaricati di animo, e di fama giurarono, eflere flato Ignazio invertito del Patriarcato dalle podeftfecolari, ed haver'egli fino allora tirannicamente retta quella Chiefa , citando un Canone, che dicefi degli Apoftoli , [b] Si quis Epifcopus f&cularibus poteflatibusufusy per ipfas Ecclefam obtineat , deponatur y e quefto Canone che direttamente feriva Fozio , fu malamente ritorto contro Ignazio . Theodulo Vefcovo di Ancira, che impaziente di un tanto aggravio, furfe intrepidamente difenderlo , fu da uno federato Sicario percoffo, e rigettato; e tutto il Conciliabolo allora, e con erto li prevaricati Zaccharia , e Rhodoaldo Legati Pontificii con precipitato , e facrilego giudizio conclamarono condannato Ignazio, che veftito prima delle vefti Patrjarehali, e quindi poi incontanente fpoliato, fu da Profapio Piaco#o per infamiti cu vizii dichiarato di ordine del Concilio depolio dal grado, e vociferato per indegno, e da tutta l'Aflembleareplicatamentecfecrato

&

con il medefimo improperio

d'indegno d'indegno

Barda, eFoziononcontentaronfidelfolo loro facrilegio, f non ottenevano l'approvazione di eff dalla fottoferizione medefima d'Ignazio. Volevano gl'iniqui, che fottoferiveife Ignazio la fua detronizzazione e perci tal fine lo confegnarono fpietati manigoldi , che lo fganaflaffero co'fchiaffi, lo efponelfero ignudo i rigori del verno , lo confumalTero col digiuno in carcere di dueintiere fettimane , e poi pendolon lo poneffero , come fegui, fopra il profondo fepolcro , vogliamo dire, pozzo, dove giacevano le ceneri del Copronjmo , e in taf horrido fito con a i piedi pelanti macigni qua , e l lo dimenaflero per l'aria in urta de'proflSmi marmi in modo tale che gli fi feompaginaflero le oifa , gli fi attiraiferoi nervi , gli fi apriffero le vene j nel quale tormento , fcancandoglifi con fubitaneo flufl di mortale diffenteria il ventre , tanto folo non fpir in quel dolorofo cruciato, quanto che Dio per fua gloria volle miracolofamente allora ferbarlo a'patimenti maggiori. Ma i manigoldi giudicatolo morto, almeno fpirante , Theodoro , uno di effi , prefegli la mano , e nella mano pollagli una penna, fopra una pura carta f fermargli forzofamente una Croce, che fu una vera, e degna ImagmecU quel crocifitto Prelato. Poich fotto
:

Ma

la

Capitolo
la

IX.

*gj

Niccol

Croce incontanente Theodoro fcrifte quefte parole, Ignatius indignus fujfragiis creatum y Ecclefx Conflantinopolitanus confteor, menonle^e, neque bis annis rite, fanl Ecclefam rexifle, fed Thronum invafifie , tyrannidem exercuijfe Mi Fozio non contento f non giungeva la bocca comprovare lo fcritto della mano, doppo ch'ebbe all'Imperadore prefen-

MAGNO.

& &

tatala falfa fottoferizione, inft , che aovefle Ignazio s'l pulpito della Bafilica degli Apoftoli folennemente rinovarla , e confermarla con aggiunindegno . [ a ] ricufando il Santo cogere , Efiere effo unofcommunicato,

&

Mi

omnia h*c h*.


'"

tale ingiufta confezione

e con alta coftanza deludendo le vanefperanze JjJ's'^SS* de'Scifmatici , appena pot fcanfarne il furore , allora quando con fubitanea irruzione effendo eglino entrati nel fuo Palazzo con alcuni Sicarii difpofti, e rifolutii cavargli allora allora gli occhi, etroncarglile mani, fu egli EfuWt con avveduto configlio calato per una corda dalle fineftre della cala , d'onde partendoli in habito mendicato di viliffima verte , con due fporte gipendoloni pe'l traverfo delle fpalle in rapprefentazione di fantaccino domefticodi fervizio, and quindi ritirandoti pi torto , che vagando lungo tempo pe'l Proconnefo , e la Propontide , mendicando il vitto , Apoftolo , Martire , Patriarca, e Confeflbre della fua Chiefa . Fozio arrabbionne i fdegno, e feguitandone le orme per mezzo de'fuoi fpietati Miniftri , mand in traccia di lui fei veloci curforicon comandamento, che in qualunque luogo lo rinvenilfero,ivi lo uccideflero , come perturbatore dell'Imcuftodillo Dio con guardia di miracoli, effendo che perio , e della Fede . i una tanto barbara perfecuzione fi feoflfe tutto il Mondo con terribile e 010 fP * lungo Terremoto di quaranta giorni, che divert altrove li penfieri , e le veiuof. cure anche de'pi federati Satinatici. L'Imperadore , Barda, e Fozio intimoriti i quel gran flagello , timorofi dimagiore, ritirati gli ordini pi
,

Mi

feveripublicarono perdono ad Ignazio con Imperiale condifeendenza, eh' eglipotefle, e doveffe nel fuo antico Monafterio ritirarfi , lontano dal Mondo, dalla Chiefa, e dalla Corte; e'1 Patrizio Petrona , che lo rinvenne in non so qual Grotta fuggiafeo, afficurollo della vita con la confegna della Imperialle Collana, che pofegli al collo in pegno i ficurezza. Ricevella Ignazio , e con efla intrepido prefentoili i Barda con rifoluzione di rimproverarlo de'fuoi antichi , e prefenti misfatti, f s'l bel principio del riminterrotto con quefte parole , provero non l'haveffe Barda prevenuto-, inlocumprofugus oberras} Va mifei'abile , e ricevi Quid fughivi more ex loco in dono la vita t che meglio confervar potrai fra la Cella di un Chioftro, ebefopra il Trono del Vefcovado . Chin Ignazio la tefta, e quanto fol nfpofe , Giudicher Dio la mia caufa, e in quello dire , eflb ritiroifi nel Monafterio , e

&

il Terremoto pe'l Mondo Mapertornare al Sinodo Latrocinale, deporto Ignazio , acci iquel Congrello nulla mancale d'iniquo, furono in elfo lette le lettere[]del Pon-

cefs

b Hat vdt apu4

teficecontalperverfionedifenfo, efalfiti di verfione, ch'elleno parvero Bar.ann.ui.n.ic fcritte da Fozio al Papa, e non dal Papa i Fozio, i Cefare Qiu'ndi come %+* f/J*i perauthentica, e pompa di fede ftabilito in altra Sezione il culto delle facre MUb*tim i^tImagini, aggiunfe Fozio ai Canoni del fettimo Concilio altri [e] diecifette ^ggum di fo. Canoni , ch'egli poi infer nel nuovo Canone per albagia di renderfi elio ze- z dei Nuovo c*ne nel famofo divulgarli

&

lante

formarli, e

nel

'

a t v!dt aJflti

ferocit,

Dunque cos terminato l'empio Sinodo de' Ladroni Orientali, Semcome fi dille, contro il Santo Patriarca la perfecuzione bench
,

flr.a.r;/..i7.

LI

per

Niccol^

MAGNO.
Lettera di s.igna-

zio

ai

Papa

di Fozio parefTe terminato l'affare con la relegazione dell'avversario nell'accennatoMonafterio, rinovoffipichemai afpra la pugna dal zelo invitto d'Ignazio , che infuperabilealle onde avverfe de'perfecutori, fcefe in un fiero campo di battaglia non tanto per difefa della fua pcrfona , quanto per foftentamento della Giufizia , e della Fede. Avanti ch'egli da

$%

Secolo

IX.

p er p ar te

a ^>?Kd Bar. an. 6i..5.

Coftantinopoli fucgifle in habito di facchino, haveva fpedito Roma l'Archimandrita Tneognofto con una lettera al Pontefice Niccol, in cui efponeva tutto il corfo dell'affare, e tutta la ferie d'ella fua perfecuzione, della fua depofizione, e dell'appellazione, ch'effo faceva al fommo Giudizio della Sede Romana, efaltata da lui per madre, e capo di tutte le Chiefe del Mondo . Incominciava la lettera, [ a ] Ignatius tirannide opprefus,

multis tentationibus agitatus Sanftjjmo Domino noftro, &Beatijjimo Tr Afidi , cuntlarum Sedium Tatriarcha, S. Tetri Trncipis ^Apoflolo-

&

oecumenicoTapa'JSljcolao SapientiJJma Ecclefu Romana universa :

rum Succefiori

Epifcopifque illius fantJiJJmis


Sanlliffime

&

me vifcera mijerationum cum Magno *Apoftolo ipfe dicas , Quis infirmata, ego non infirmor Intuere majores tuosTatriarchas Fabianum ,

&

&

Tu

&

Domine ,

oflende in

omnes denique , qui pr fide, " ventate Julium, Innocentium, Leonem, vindex pr nobis tam indigna decertarunt: illofque emulare, inumine t * , ie u exurge. Cos egli. Quella [b] lettera fu da Theognofto prefentata ptfffis *'p'#f al Papa con la narrazione precifa di tutta la caufa d'Ignazio, e del Sinodo latrocinale i Fozio nel medefimo tempo , che giunfero ancora in Rodi fox deii'imperadoVe. maZaccharia, e Rhodoaldo Legati Pontificii carichi d'oro, e di regali , ricevuti in premio della loro prevaricazione, e Leone Secretano del'Imperadore, che rec al medefimo Pontefice lettere di Michele, e lettere di Fozio. Li Legati null'altro efpofero al Papa , ch'era flato depollo Ignazio dal Patriarcato Cofantinopolitano , e in elfo confermato Fozio Il Secretano prefentdue fcritture, luna continente gli atti della depofizione d'Ignazio, e l'altra la confermazione feguita nel Sinodo del culto delle Imagini. EcomefenullainCoflantinopoli Ci foffe operato di violento ,
b

&

hate- viriliter
''

&

i'

d'ingiiiflo, e i facrilego,l'Imperadorefemplicemente richiedeva il Pontefice dell'approvazione , e circa il difcacciamento dell'un Patriarca,e circa l'afsmodo domano, c rifohnfrjne e funzione dell'altro Aprifli allora alla vafta capacit del Pontefice un' amc dd Pon " pia fcena di avvenimenti, che rapprefentarono non men'horndilifucceffi "fice" paffati, che feroci, e formidabili li futuri ; e forgendo col fuo grand'animo e Hxccxtat inur alla riparazione degli uni , & al prevenimento degli altri, lignific Cefaepifl. NiaUi ep. s re f ^on [e] dover effo in alcun conto ricevere Fo^io , e condannare Ignazio: rdpoftaa nonpotendoft fofenere , che fofsegli flato condannato come mvafore di quella celar"*. Sede , in cui dodici anni haveva feduto non /piamente con innocenza di coflumi, ma con approvatone di tutti li Vefcovi, e del medefimo Imperadore : nulla fuffragare all' affun^ione di F 07J0 gli e fempii difettarlo, e di^Ambrogio: raccommandargli, an\\ commandargli , il caftgo de'rei , e la offervanT^a de Canoni, ai quali non poterf contravenire fen\a il confentimento della Chiefa Bimana: molto dolerfi della prevaricatone de'fuoi Legati, e della perverfione delle fue lettere, e dovere Sua Maef rimanere perfuafa, ch'effo nella definizione di una tanto gran caufa non con altro oggetto operava , che col ^elo della Fede, e con la indennit della Ecclefiaflica difciplina . Ma la rifpolta, che il Pontefice diede alla lettera di Fozio, ni tanto pi vigorofa, e prefante, quanto pi la propofla era fiata temeraria , e maligna . Haveagli
'
,

Fozio

-.Capitolo
Fozio per
l'Inviato

Cefareo trafmefla

533 una lettera elegantiffima

IX,

piccolo
[ViAGNo

diiile, tut-

ta carit, fervore, e zelo, e tutta ripiena di quelle fallacie, atte pi tofto ad ingannare, che i perfuadere; in efla egli efaggerava, efs'er'efjoflato follwato quel pojio for^a di preghiere, e contro ogni fua determinazione, e voglia: difendeva il fuo fatto coni' efempio di lattario , di Sant'Ambrogio , diTarafo, e diT^iceforo; e qui ftendevafi in alti fentimenti di obedienza, e di fede, per conciliari! l'animo del Pontefice, ch'egli non poteva non rifpofegli Niccol in prevedere avverfo alle me fraudolenti intenzioni
.

Ma

che dal folo primo periodo ben comprendetegli poteva la Pontificia rifoluzione, con cui chiamavalo non Ecclefaftico , non Vefcovo, mi Laico , [a] Tsljcolaus Epifcopus Servus Servorum Deiprudentiffimo viro Tbotio: dilungavaf inetta foprail primato della Chiefa Romana, alla quale era in obligo di fottomctterfi ogni Patriarca del Mondo, Confat, dicagli, Sacram T\omanam Ecclefiam perBeatumTetrumVrincipem^Apofiolorum, qui Dominico ore Trimatum Ecclefiarum fufaperemerut, omnium Ecclefiarum Caput eftal

tenore

* Mc*i.tfifi,.

B^LmMumm, z0 & te-

Eccleja, atque ordinem in cuntlis utilitatibus , Synodcas , Sanflorumque quas fecundm Canonie ai , Tatrum fanfttones , inviolabiltter , atque irrefragabiliter retineret, exquirere , ac fetlar. Et ideo confequens eji , ut quod ab bujus Sedis Recloribus piena aucloritate fancitur , nullius confuetudinis prxpediente occafione , proprias tantum fequentes voluntates , removeatur , fed firmis, atque inconcusse tene atur ; e, ^ornarne Ecclefu privilegia, Cbrifti ore in B. Vetro firmata, in Santlis umverfalibus Ecclefia ipfa difpofita , antiquits obfervata , nullatenus Synodis celebrata, atque cuntla Ecclefia jugiter venerata , minui, nullatenus mfringi, nullatenus commutari. Quoniam fundapoffunt mentum, quod Deus pofuit, humanus non valet amovere conatus; e, Trividivinits radicata , atque legia ijlius Sedis , vcl Ecclefi perpetua funt piantata funt ; mfringi pofiunt , transferri non poffunt; trahi poftunt, evelli non pofunt; e, Ifa privilegia buie S. Ecclejx Cbrifo donata, a Synodis venerata. Qnindi egli ribatnon donata, (ed jam folummodo celebrata , te gli efempii da Fozio a fuo favore allegati di Nettario, di S. Ambrogio, e di Tarafo, edimoftra, che Nettario dallo (lato Laicale afeefe all'Epifcopale perneceflt, e mancanza di Chierici, S.Ambrogio per teftimonianza di Miracoli, e Tarafo per fare oftacolo col fuo forte petto alla inondazione degl'Iconoclafti quali authentiche di neceffit , di fede , di follecitudinenonrinvenirfiinlui, che, vivente il vero Patriarca, era afcefofrau dolentemente, come mercenario, quel porto. Quindi altra lettera egli N,coLe^-^ fcriffe circolare [b] i tutto il Chriftianefmo, diffamando le procedure di Fozio con Apoftolica condanna, che per rendere pi publica,&autorevoc ^^ "" J " le, conferm pofeia in un Concilio, ch'egli [e] apr in Roma , in cui caffigati li Legati , che prevaricarono^] nel Conciliabolo di Coftantinopoli , d ^pu d Ea,-. un. feommunic folennemente Fozio, eliFoziani, rifervandone libera l'affo- ^j-. luzione nel folo articolo della morte. Procde poi alla reintegrazione di S. Ignazio, confermandolo come vero Patriarca nella Sede Coftantinopo-

fe

& ab ea retlitudinem

ficis inflitutionibus,

&

&

&

&

anatematizzando, e riprovando tutti gli atti emanati contro lui s da Fozio, come da'Parteggiani di Fozio e quindi divulg, efoftenne le rifoluzioni prefe con una maravighofa coftanza Poich Michele prendendo ad onta della fua Imperiale autoritla condannazione di Fozio, fcrilfe e ^pit d Acerbamente [e] al Papa una lettera colma d'ingiurie, che per la fua inde- /. Tomo li. LI 3 Su
litana,
:

tfjt.

70.

Niccol
3
n
r

gniti [a] gnitfdjfi p'ublicamente poi confegnata alle fiamme, & arfa. E rifpofegli Niccolo [b] confuons alto di Apoftolica intrepidezza, che di tutt'altro e ^ dimoftr di fare (rima , che di effere ofFefo dalla di lui Greca baldanza Lemuri' ddVapa airimperadore / Vos fcribentes iticipitis ab injuriis , ditegli , nos ab oratiombus; ros conyicns Magiflram Ecclefiarum omnium loqucntes in nos, imo contra primam, in nomine Domini ad potentiamreftram exordmm facits-, nosinlaudibus , i.a<. 7. fermonernhabituri os aperimus Qyjndi egli paragonandolo al Gigante [e] infultatore di David , gli prenuntia il caftigo , che riport quel fuperbo da David; e difeendendo al rifpetto , che portar fi deve ai Sacerdoti di Dio ,
d

^
'

jv^ /X
_

yZd."a *tfm'.

&
.

&

li

qualefcumque fint , , rererentiam potis, qum injurias exhibere. K{on ergo quales fwtSacerdotcs Domini , fed quid de Domino loquantur , ejl rob;s magnoper praridendum . Klee in Vicariis Beati Tetri ^tpoftoli robis eji attendendum , qui fint , fed quid pr correzione Ecclefiarum , quid pr fallite yeflra fatagant. K{eque emm itlos inferiore s dicetis Scribis , &Tharijais fedentibus fuper Cathedram Moyf, dequibus Dominuspracepit, dicens obferrate ; fecundm opera rcr [ ^ ] Quacumque dixer rat vobis facite, eorum nolite faccre . Ergo , Imperator , confider , fi illos dixit audiendos , qui fuper catbedram Moyf fedebant ; quanto potis bis, qui fuper Cathedram Tetri re/idem, effe exifiimetis obaudiendum ? Et fi illorum non opera , fed objerrare jubet; quanto potis borum, quicumque fint ipfi , dieta facere, ampleffcnda ? Conchiude egli poi monita cujlodienda funt , dilla, con ribattere le calunnie oppofte alla Chiefa Romana , Veruntamen, qua adEcclefta Romana mjuriam, qua ad pjus pririlegtorum immutationern , qua adSedis spojlolica Trafulum derogationem fcripfijlis, quanta pofiumus nullis tcrroribus , nec ullis detratlionibus reflrts conflantia retundemus; reprefj, quanta pojlumus rirtute defiruerc , utpote reritatis inimica , jludebimus. Enell'ardor dello fcrivere, Tririlegia, dice della fua Chiefa Romana, fiius Sedis, rei Eccleja perpetua funt: dirinitus radicata , atque piantata funt: infringi pofiunt , transferri non pofiunt : trahi pojfunt, erelli permanetti hatlenus non poffunt . Qua ante Imperium rejlrum fuerunt, illibata, manebuntque poli vos-, quoufque Chrijlianum nomenpradicatum fuerit , illa fubfi[lere non cejjabunt immutilata . Illa igitur prinlegia buie SanUa EcclefadCbriJo donata, Synodis non donata, fed ]am folummodo celebrata, cjrrenerata, per qua non tambonor r. qum onus nobis incumbit f nos cogunt, nos compellunt , omnem habere folcitudinem Ecclefiarum . E perche Michele minacci il Pontefice di morte , s'egli non aflecondava alle fue voglie, paragonalo il Pontefice un fungo velenofo, che hanch'egli potenza di uccidere ogni qualunque gran potentato del Mondo; Occifurus Imperator , in boccine redatJa eji es hominem ? &hoc fungusfacitmalus. malitia hominis in iniquitate potentis , ut fungo malo comparetur Converrebbe riferire qui tutta lettere d'oro quella cliviniilma lettera , vero fpecchio di un cuore Apoftolico, e vera idea di un Pontefc'e Romano; ma la proliilt ci trafporta altrove per giungere con follecitudine que'puntidi Herefia, che nacquero da quefloScifma, e che folam ente fono opera, e pregio della noftra Hiftoria Tanto pi arfe dunque lo fdegno di Fozio contro il Papa, quanto pi
,

Oportet propter

foggiunge, pietatem veflram Sacerdotibus


,

eum

cui deferviunt

&

&

&

&

&

&

&

lofdegno del Papa and a ferire Fozio nella condanna, e non Michele Uditone quegli il fuono , non credibile , come per rabbia contro il capo
infu-

Capitolo
infun'afle
,

IX.

contro le membra e crudeliffma movefle la c tu ei que'Cattolici, che ubidienti al Pontefice ritornarono, negletto il Tuo, al ^Hi ^fnajt.inrnfh partito d'Ignazio [ a ] Mios dice di lui Anaftafio , privatone honorum, a Syn aliosverproferiptionc facultatum damnati bos exilio longo , &. " digmtatum, carceribus relegata illos tormenta diverfis afficit , atque ( ut brevter omnia, comprebendantur ) nulla profeffio, fexus , veltitas, ab eo impunita deferititi nifi confort fitti communionis inventai adeout communionem cjus dcclinantium nonnullos quibufdam exceptts , qui contemplationi operam dantes , claufi babebantur , ab(lraxerit ; alio* vero tn morite Olympo eremiticam vitam duquendam cente* fugaverit, corumque tuguria, feit fpeluncas igne perdiderit autem fbicommunicarerenuentem, etiamvivum ex inferiori parte itfqite ad dimidiumcorporisfcpelierit. Ma, [b] quodborribiliuse/iy foggiunge Ana- b tdmibi. fafio: Conciliaboium , prtifente Micbaele, colligit; quivi egli rnfe, e propofe mille infamit contro il Pontefice Romano, procede ancora con efecrando efempio [e] allafcommunica di lui, bench vi ripugnarle la mag- e titmni. n gior parte de' Vefcovi anche Scamatici, e con grande ftento ne ottenere eiiSyncui ffom* s.niccola fottoferizione da ventiuno folamente , che riavevano affatto perduto ogni mimica fHmolodicofcienza, efclamando gli altri contro Fozio, come contro un * nuovo Diofcoro , eprecurforedeli'Antichrifto: ma egli per rendere folenne il fuo eccedo , falfific il carattere di mille Vefcovi , inferendo il loro nome fotto la feommunica contro il Papa. Fec'egli di pi giurare tutti, che haverebbono fempre creduto nella Fede di lui , Quafi [d] duti Fides d idem ibiitm. PHme Herefiedi cjjcnty una fedicet Cbrifti, altera Thotn ; rinovando quella Herefia de' S.Agoftino apertamente chiamata pazzia, [e] Magni deli- ^Zfu.g.mUbM Manichei, da
.

jg j perfecuzionc contro MAGNO

Niccol
.

&

'

'

r amenti,
,

&fummti hiquitatis ,& infiniti


,

Thotius ditarum unumquemque hominem animar um con/tare prtiduabat . i ^ na ft.Bii>i.in qual pazzo fentimento venendo egli pubicamente ripigliato daCoftan- .pr*f.sjnd.uuv*. Del tino Filofofo Cattolico di profonda feienza, e fantit, egli rifpofe , [g] z^naftj* pr*f.*d avam Syn0 T^onfludio quemquam Udendt, talia propofui , fedprobandi, quid Tatriarcba ' lgnatius ageret , fi fuo tempore htirefs per fyllogifmos exorta patefeeret E perche le parole folamente ferifeono le orecchia di pochi uditori , volle come metterle le ali, acci sii le carte volaffero, efpofte agli occhi di tutto il Mondo, {tendendole in una prolifla, efacrilega [//} lettera circolarci tutti li hetr.an.tein.w Patriarchi d'Oriente , in cui non vi calunnia, che non inventi, non fallita enumerandone gli S""?"? P f* contro il Papa, elaChiefaLatina, chenonafferifea; egli dice , ojjervarfi da Romani il digiuno del chieia Romana. errori, fuperfH%iofamente al contrario concederft l'ufo delatticinii nella fettimana antecedente fabato

'

'

cio,

come

'

dice n

mAnaftafio i-i

,>

d "*'",s ^ i7,fd"* s
cantra Manich&ns.

&

&

alla Qitadragefima

Sacramento della Crefma; e forfennatamente efclama contro i Latini,perche [/] Spiritum Santlum non ex Tatre procedere , novi ter docenti allegando la cagione, tolm, fedetiam ex Filio r * S Jre /~i ~i -n come egli dice, diuntantoalurdo, Quis emm corum , qui intere brijtianos agunt , ferre pofiet , in SantlaTrinitate duo introduca principia, caufas , Spiritu s Sancii Tatrem caufam aderendo, Spiritusver SanFiliiquidem, itera in duos Deitatis fontes unhatem Dei diviili iterum Filium efe caufam , d.-ndo ? Quindi a lungo egli eforta Patriarchi e Vefcovi Orientali ad adunariin un Concilio Generale contro Niccol, e la Chiefa Latina divenuta Heretica per la menzionata dottrina Alle calunnie oppofte ai Latini da'Foziani, altre ne aggiunfero i partegzio
,

& ai Sacerdoti
ir

prohibirfi dn loro ai coniugati


il

l 'efiere

afiunti al Sacerdo-

poter conferire

il

tmn(t 9 tqu i vedi H P"<'Ar


-,

dGio.VIILdiMar ir><>,tm.i.*<}*fi ""* i ut "' d < tSt -

&

&

&

giani

. .

Niccol

MAGNO.
aBa rt an.S67.n,6<t.

giani di Fozio, _ inutili, cavillofe, temerarie, delle quali fa commemorazione S.Nicol nelle fue lettere , e pi precifamente il Baronio , che ne penitusrelnquamus inta\ G re ftringe ne'dieci capi, chefieguono, [a]

Secolo

IX.

tta

dccemiUa capita , quaGracisobjefta'Njcolaus

ipfe tefiatur,

eakc obi-

ter, breviterque faltem attingamus , atque in primis . Quoti ad Sabbati jejuniim , atlafuit ifia inter Latiuos , atque Gracos controversa ab ipfo ferme exordio nafcentis Ecclefia
,

poft obitumvidelicetjlpofiolorum\ tu vero confulas

qua fufis primo tomo Jinnalium /cripta funt 2 QudSpiritum Santlum Tatre procedere negar itomnino Latina Ecclefia , apertijjmum mendacium efi Qud autem dixerit Tatre , Filio procedere , fincertffima veritas , major ibus omnibus , Damafo incipiendo , Bgmanis Ton.

&

ti'ficibus,

&

aliis ajjerta

Vidi u Pontificati
di tutto

u
1'

Secolo

'

3 QiidcufodiensinSacrtsOrdinibusccelibatum Occidentalis Ecclefia damnet nuptiar,manifejia calumnia efi. "^amClericorumcalibatumantiquifJimum fuifie in Ecclefiatam Occidentali, qum Orientali , temporibus Apoftolorum fervatum, fuo loco fuperis evidenttfjm demonftratum efi, ac par iter declaratum , qum defipuerint Grecia tempore fexta Synodi, commentitiis appofttis canonibus conjugium facrorum minifrorum admittentes. 4 Qud alicubt concefium presbyteris , ut bapti^atorum frontes liniant Cbrifmate, ex magna caufa Jitdifpenfatum: in contrarmm' piane effe vifum ,

ojienditur
5

Qud utatur Ecclesia Qccidentis aqua pr Cbrifmate , omnium

tefificat io-

ne efi manifefa calumnia

6 Qud in Quadragefma cafeo , vel ovis Occidentales utantur EcclefiA , talumma efi, cm in Italia nunquam in ufu fueritj trans montes tamen id ex magna caufa alicubi apparet effe concefium. Sed in bis diverfarum EcclefiarumtaminOriente , qum in Occidente abfque fcrupulo laf Catbolica
Eidei, dverfas fufie confuetudines , exantiquisTbeologis fuperis
efi

fufis

difputatum

7 Qud fuper altare una cum CorporeChrifti

ofjeratur agnus

tempore Ta-

^ ram Pontificato
diLtent l\.tom.}

en (tanza pontefice, dei b ^inafl. in ncol

"

xlo^

, ridenda potis, qum confutarla *. j n fT^ r -n r l r ^ fcbifmaticorum infama , de quoprifiino ufu ab exordio Ec e lejt a nafcentis Bgma recepto , fuo loco fuperis pluribus efi pertraclatum 9 Qud Diaconi non fufceptopresby ter atutranfeant ad Epifcopatum , calumniam effe, Canones occidentalis EcclejU mamfefiant . io Qud libellus fidei exigeretur ab illis Legatis ^Apofloliae Sedis , quod cum nunquam anteaufurpatum fit , pr monftro baveri debet, ficututabeorum Tamar e ha ad Chrijii fide Ics decvetalcs feri ber entur epiJoU Cos il Baronio . E perche ordinariamente le calunnie acquiftano verit dall'autorit del calunniatore oper Michele in modo, che P re gi dovefle Fozio per neceflt effere creduto <ial popolo con porre il popolo Public egli dunque [b] un'editto, x j n ncce tfi v di e {Tere foccorfo da Fozio ogni qualunque difpenfazione di elemofina, & ogni quain cui prohibiva lunque difpozione di pio Legato, ch'ella non venilfe , fi facefle per mano di Fozio, ch'egli coitimi come efecutore generale di tutti li teiamenti . Onde chi per fimolo di honoranza , chi per timore delle leggi , chi per bifogno di fuflidio , e tutti per adulazione al Principe, ricorrevano fozio, che arbitro di cos pingui facolt diriggeva ailolutamente gli ani. .

fchatis , efi manifefa calumnia . g Oarf Clerici Occidentales barbas radant

ri

mi,

Capitolo

IX.

537

Niccol

mi, eglihaveridiquellamiferabile, eopprefiaChriftianit,conqueldanno, che fuol ricevere il Gregge dall' avidit, e mala condotta di un Mercenario Paftore . Onde proveniva fede alle feminate calunnie contro la Chiefa Latina , e gittavanfi que' lontani femi di difcordia , che poi cos ampiamente pullularono in rottura di fcifma Al ragguaglio dolorofo dunque di cotanti eccelli dell' empio Fozio, e del perturbamento horribile della Chiefa in Oriente, inforfe vie pi che mai vigorofo il Santo Pontefice Niccol, implorando prima i'ajuto ptente del Cielo per mezzo di publiche Orazioni , e di larghe elemofne , accioche il gemito de' Poveri portarle avanti Dio le fuefuppliche, & intercederle Fozio il ravvedimento de' fuoi errori [ a ] Hic etenim , Scq di lui Anaftafio, Cbrifli Amicv.s omnium nomina claudorum, exeormn, atque ex toto debilium in Urbe [{orna, confiftentium /cripta apud fe retinens , quotidianum illis viffum minijrare curiose curabat . Islam reliquis pauperibus grefvires babentibus bujufcemodi , ut vici/Jim eos pafeeret, fapientem fum , bas eis reperit modum , feilieet bulias [no nomine titulatas fieri jufjt , dari prxcepit , ut quanti prima feria, quanti f cunda , quanti tenia , fel c&teris aliis feriis prandere debuijjem , per fignum bullarum facilius nofeeretur Et in illis qutdem bulla , qua eis data funt , qui prima feria refici
:
t

MAGNO,

Soiiichudine
Jhi" re ila

Pome-

Ree.

^naji.inNuoi.

&

&

debeant , perfecit fmgulis duoi nodos , fic peromnesufqueinSabbatum, ut quot feria efient , totefient nodi per fmgulas bulias, includens in eis mufeas , ubi nodi fiebant, quatenus nullus pauper baberetur in Urbe , qui -pel uno die de fantlis eleemofyms non eftet refetlus Cosi del Pontefice l' Hi dorico , che
.

&

viifeinque' tenpi. Confidato dunque nella protezione altiffima di Dio, bench feorgeffe Niccolo difperatala cura dell' Imperadore, non tralafci tuttavia di applicare que' rimedii, che gli furono propofti dal fuo viviifimo zelo; eperciconlaoccafione, che [b] fped alcuni Vcfcovi in Oriente b^ 8<?<j. per iftruire nella Fede Cattolica il Popolo della Bulgaria, dettino ancora Legati in Coftantinopoli, per eccitare dal profondo letargo Michele, Barda, e Fozio autori dello Scifma, col tuono di caldiflmeammonizio- Lettere famnfe ni . Furono 1 Legati Donato Vefcovo di Oftia , Leone Prete, e Ma- d s Niccol iwu10 ' riano Diacono, 1 quali confegn molte lettere , di cui ci convien B riferire i principali fentimenti , giacche non ci permefb per la loro proliilit il Sottoporle tutte intiere agli occhi del Lettore , che anche in quefti feorci rawifer quel molto , eh' elleno in f contengono Scrife [e] primieramente all' Imperadore, difrruggendofi tutto in e- mw, </>//f. j>. paterne esortazioni , accennandogli , e rimproverandogli li pervert configli di Barda, e la pelfima condotta di Fozio, e la gran piaga, che da elfi riceveva la Religione Cattolica nel fuo Imperio, Qui babet aures audiendi , audiat, diffegli, undepietatem ve/iram cbfecramus , &coramDeo t *Aiigelis ejus conteftamur , ut obediatis nobis , <jr nos in bac t>ita potius audire curetis , hortantes , atque rogantes , qum beatum Tetrum calejhs Pregni tlapigerum in futuro fent iati s accufantem , atque damnantem "Uam.fi nobisnon ob> dientis, tpfe contemnitur , cujus vicesgcfiamus, auftontate clamamus Vorr fi illuni contemnitis , ipfi ]am confiderate , quid de fobis erit, eel quam in terribili judicio Dei rationem dabitis , qui in tanta fublimitate pojiti , per excmplum vejrum cuntlis fubjetlis veflris ultimi exitus prxcipnium demonfretis ; non folm autem in profetiti tempore , verm etum in futuro x Imperai oribus pidelicet , cunffis mundi Vrincipibus 3
<
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Niccol
XvlAGNO *
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Secolo

/X

fidelibus . Exborrefcite igitur , tot bominum pietatem defiruere . Eormidate, tantarum animarum operavi excmplo vefiro periculum . Tertimefcitc , fidelibus ad falutem tendentibus tantam pernicicm preparare , (2* pr bis omnibus coram difiritlo judice fine quibuslibet excufationis ambagibus de omnibus rationem omnimodam dare quoniam quot exemplo vefiro ad talia fuerint devoluti , de tot animarum difpendio eritis prorfus obnoxii , <& tot proculdubio ( quod non optamus) panas luetis , quot noxia aUionis vefirx forma in inobedientia ebaos demergetis . Qu& omnia , pietate vefira nobis obediente, avertat Domtnus. Islam ifla nos pr exigimus . Wide ne irafearis , fi te tantum falute ve/ha profequimur , diligimus, ut temporale F^egnum, quod afjecutus es , te velimus b abere perenne ; qui imperas nunc bominibus , regnes cum Cbnflo ; 0" qui cras gloriam aternam . E parve profezia il fuo morituruses , vitam percipias s detto, perche non trafeorfeun anno, che Cefare con miferabiliflmo fine chiufeuccifo i Tuoi giorni. N con minore prevedimelo de' futuri eventi a e n Griffe Barda afTomigliandolo un grande albero di Cedro eiea Nicoi.tpiii.it. I b ffaim.ii. vato fui Libano di una grandiflma potenza, come s'egli dir volefle, [b] Fidi impium fuperexaltatum , devatum ficut Cedros Libani , tranfivi, Barda barbaraecce non erat , perche appunto indi pochi meli hi Barda barbaramensTdT^coTgTum! te ammazzato da' congiurati. Quindi doppo la mifteriofa paragonanza , con inchioftro di lagrime , ^evertere fili mi, foggiungegli , reverterc ptiffite revertentem meCafar, revertere, quia Dominus nofier mifericors efi, non efl tantum indiextenfis benignitatis bracbiis clementer ampie tletur , gnatuspro Ufwne, quam Ecclefia llius operatus es , quantum Utabitur , fi Torrigat igitur piequam Ufijii adverfus Ecclefiam adjuvare contenderis tas tua Conflantinopolitana Eccleficc manum , ncc patiatur amplius , fuo jatn meerentem , ac lugentem incedere . Cos dejlitutam rettore fubfjere , Niccol Barda . Altre poi egli ne icriffe [e] ai Clero di Coftantinopoli e ncol tpifl. io. altra di formidabile dettatura [d] Fozio, che comincia Innumerabduim d iAtmlfiff.il] r eper iris pr&v arie ationum obnoxius , altra [e] tutt' animofa, e compaflonevole ad Ignazio , altra alla Imperadrice [/'] Eudofia Moglie di Michele, f altra in fine [/j] allaillufreDaaltra [g] di Senatori di Coftantinopoli, i ideZ'i'/fi'M'. i idtm,pij. 4 Decus , l ornamentum fanclarum fa-mima imperadrice , Theodora , il il rl tEar,an.o66.n,l4. , -> nr -t iin fornace tribulatwnis dm narum , Matrem Imperatoris aabucjuperjtitem , excotlam, &probatam, aurum purijjmum redditum , ab Imperio filiopulam > detrufam in Monafierium , con tale nobil' elogio encomiata dal Barosua lettera ali f imp/radric" W- nio, ma con fondamento di maggiori laudi efaltata dal Pontefice Niccol dova Theodora. con j a Tegnente lettera. J^icolaus [k~\ Epifcopus Servus Servorum Dei dilecTiffima fili a Impc* \ Nhoi. ep;/i.i4. Tator i UO ndam terreno, nunc autem fpirituahter ccelefii conjuntla . Virtutes q vefiras , quibus pradit anteccclentium ~vos *Augujiarum nulli s diebus iftis precipue in caufa pietatis earum neapparuiftis fecund, quibus ctiam mini ejis inferiores inventa, fubtiliter , atque foliate recolentes, Deo cuncjus Bipotenti, cujus munere b<ec percepiflis , grates immenfas re/erre , atque piorum ftndiomm vejlrorum fartelo nomini benedicere non cefiamus , prxconia pr imitatione audicntium inter fidium colloquia jugiter enarramus . Tu quippe etiam "Principe Marito tuo contra Leges Ecclefia fentiente retla defendere non formidafti . Tu , inquam y fnperfiite , fana fapere , tu Orthodoxa religione perfeverans , unicum filium tuum non terreni patris % fed
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@> omnibus omnino

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Capitolo

IX.

fed fupcrccelefiis iter aggred docuijii . Quis autem morum infima , quis corrctlionum tuarum [affa fonia narrare {ufficiai ? Cum enim fola principabarisy Domino cooperante, non folm ab bofie vifibili, verm etiam, nullo mare mfirmior , Ecclefiam Domini ab bofie invifibiliy hocejl ab errore textmirantes inoperabile robur, etici virile petlus , fti . Senferunt in te bar amina fueris , ambiguum habuerunt. Cur hoc, nifi quia Sedis Jlpoflociud f Confiantinopolitani monitaVontificis, cui Romalica dogmatafequebarisy na Ecclefia communicabat , ampleclebaris i Sic enim devoti filii paternum

5 3Q

Niccol agno

&

prorfus ingrati circa par ente s fuos confen? jLpprehendunt , eliciunt . Et quid plura ? Omnno deboneflati fubjiciunt . Sed exempla patientia , quibus ifta illa , qua funt aterni Imperii docearisappeterc, Cbrifiiacontemnere ,

venerantur

aff cium
.

& &

in nullo

tiunt invemri

Sed inimici quid agunt

&

T^am Legifer Moyfes , [a] jtaron fan- a Exo v>abundant duras contumelias , atque fcditionem patiebantur cus Domini murmur , ade diligebat, ut Doab lis y quos velut filios Moyfes in ftnu portabaty mino volenti eos perdere, facere eum in gentem magnam , diceret; Jlut dimitte eis bancnoxam y autdclcme de libro y quem fcripfifli. Sic [b] Beatus b .7^.8. Samuel ab eis , quibus multa praftiterat beneficia, de principatu propcllitur Zacbanas [e] ab co, cui pater finis Hcgnum vendicaverat, 0" ipfe viam fa- * i.pw.j* Sed quid per hominum genus diutius imlutis cflendebat y lapidibus tmpetitur hominum Dominus nofter Jefus moremur , quando tpfe mediator Dei , Cbriftus ab bis , quibus cacos illuminava , languidos plurimos prijlina fanitati mortem Crucis furejiituity mortuos excitavit , probra, fputa, flagella y in ea , qua beatus jlpofiolus pradixit pcriculofa fiinuit ? Devenimus , heu tempora , Taulus cum fcriberet: [ d J Et in novijjmis temporibus inflabunt ^ %tTim<> , erunt homines feipfos amantes , cupidi ubi interpotempora periculofa , fmt ) paantibus non obedientcs , ingrati , fcelefli , fine affezione Imo dedeplorandos dies, in quibus (proh dolor ) juxta ventmus in eos lugendosy quodDominus in Evangelio dicit: [e] Tradetfraterfratrem in mortem, &in- sMar.ij. favientes hofles quid agunt ? Bum furgent filii inparentes Sed baefacientes , cum Udere moliuntur , plurimum profunt privant cupumt obeffe , profunt tyrannic Eseguo temporali , fed donant , licct nolendo , Impcrium fempiternum erunt caleftem beatitudinem Commuauferunt ten cnamgloriam y fed conf pietatis: quotaturcorum argumentum iniquita.tis in inflrumenta falutis , niam quantumlibet faviant amuli , quantumlibet hofles infaniant , diligentibus tamen Deum omnia cooperantur in bonum , nimirum , quia non eftfapientiay non tfi fidenti'a , non eflcor.filium contra Dominum. Ergo , cbarifjma fiin potentia virtutis ejus , in adverfitatibus lia y confort am mi in Domino , unicum Domini folum adite refugium y jlatuentes etiam pedesveflros tnpetra, fuper quam Dominus principaliter confiruere delcgit Ecclefiam , (jr ab ejus communionis foliditate ficut nec h/itlenusy ita quoque ufque infinem, nulli procella alicnamini flatibus J^osvcry qui ejufdem immeriti V icarii fumus tam circa ftatum Ecclefia Conjlantinopolitana , quamque circa recuperaCoepifcopt nofir Ignatii , juxta Mtnifterium nobis creditionem fratris , tum, fegnes incentri , veldefides nullo patio confidite. Quomod autem erga vos y velcrgadileclas filias vefiras agatur , vel forte quid cordi efi, per prafentes Mifios nofiros , quibus nos fuffragari in opportunitatibus petimus , fida mente nobis , indubitabili co?ifaentia, quajurnus intimate . Cos il Ponte- Morte delia im. drkc Tht0 " fce San Niccol alla Imperadrice Thcodora E quella incomparabile Prinnijjma filia
,

fatis

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2ora

cipefla

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, .

Niccoj

cipeta pochi giorni dopo di havere ricevuta la lettera del Pontefice , and ricevere in Cielo la gloria , che la fua fantit le haveva acquattata , lafciandofopra la terra quella, che le fi dar eternamente dalla Hiftoria, e di haver' ella totalmente efterminata l' Herefia degl'Iconoclafti neH'Imperio.Per laqualcofailMenologioGreco dell' Imperdor Bafilio con quello degno Et dogio. elogio fregia la di lei memoria iMnohg. Gr*c [a]Tbcodor Imperatrici;, quarettamfidemreddidit, memoria. BeataTbeodora lmperatrix Tbeopbili fuit Iconomacbi conjux , ipfa autem irVar.
'

MAGNO,

40

Secolo

IX.

Catbolica.
io

Ille

crcavitjoannem hareticum

quidemSanttum MetbodiumTatriarcbam rclegavit, pr ilquifavelas combufft Imagines Illi autem tunc ,


.

&

nonlicebat eas public adorare , fediti cubiculo habens eas occulta: , notte furgebat, adorabat, petens Deo , ut Ortbodoxis miferu vrdiam exhberet Filium vergenuit Micbaelem , quem rettam Fidem docuit Tof viri tranfitum , ftatim Santlum Metbodium revocava, &facram Synodum congregandam cur aviti in qua funt (aera Imagines reflituta. Deinde ab Imperio ejetta , inMonaflerio una cumfliabus pofita , ibi in Domino quievit Legazione Pori Ma cos bene difpofta , e fudata Legazione , dalla iniquit di MiU e a e n t n.u dac 'fa - cne e > e da i raggiri di Fozio , e di Barda, fu refa non folamente nulla re in riguardo al fuo fine , ma vituperosa per V Imperadore , a cui ella era diretta , effendo eh' egli Stranamente abufofli della paterna clemenza del Ponteb >a*$. ^ Mcoi. fice con tratti fieri ,& inhumani ; [ b ] Donatus reverendus Epifcopus , Leoque Marinus ^tpoflolica Sedis Diaconus , dice de' Legati AnaltaTresbyter, dum Conflantmopolim irevellent: ecce interfines Bulgaria, Conjlantinofio, politanorumque , quendam Tbeodorum Marcam Ulani cufodicntem invenere y qui eos ultra non dimifit abire . Qun potius innumeris eos denotar* injuriis, ade tanta Sedis Legatis abufus eft, ut etiam equorum , in quibus fedebant , capita percutexet , dtceretque : Imperator nofier vos necefarios Sed idem Imperator Legatis Bfgis Bulgaria ita fertur dfan non babet per Bulgariam Mi (fi Sedis *Apojlolica vcnfj'ent , nec faciem meam xiffe 'Njfi nec Bimani diebus vita fua viderent . //// vero per quadraginta dies illic refidentes , ut cognovere , quia boc Imperator Gracorum fieri pifierat , terga vertere, Bomam bac eademnunciantcs , coatti reverfi funt . Cos Anaftafio de' Legati Convert per Dio gli occhi della Tua clemenza verfo il apprefs alla parte colpevole quel gran rniferabil fiato de Cattolici, flagello, che colfolofuono [c]Terram facttremere, e col folo Scuotercp/rt/.ioj. fumigant . Tr furono i principali motori della gran lo tangt Montesy Prenunzi di tempefia, Barda, Michele, e Fozio, il primo per altio, ilfecondoperimte e pena con irL'A J?Z\ pegno, il terzo per fuperbia, e tutti e tr riportarono la meritata r Jiorrenda di Bar- r r> ' .. %,$ n da non dubii fegni della divina vendetta , rimanendo li primi due in quello mea vedi il ptm if. di defimo anno trucidati da' complici, & il terzo prefervato [d] pi lungo sttfmtvi. tempo per ricevere pi pieno, ecolmoiicaftigo. Defcrivonolahorribile sogno horribik- morte di Barda Curopalate, Cedreno, eGlica, e con piauthenticateftidi B.^da monianza Niceta,che hi Hifiorico prefente quelli fuccefi, [e] Ego vero non v '" a pwteribo die gli , Barda Cafaris infomnium ; ijle Thilotbeum amicum fatis fiJ.ftMrt/.*" anhelanti vidum ad f ucitu m alloquens , fimilis vali perturbato bomini , vidi , qua mibi omnia contrivit offa, debatur , , Thilotbee , inquit , vifionem omnesnervos rnibi dijjoh It Videbar enim bac notte , acfiprocefjio fieretad m omnibus fenejiris tum magnam Eiclefam , una cum Imperatore ingredi , fuperioribus , tum inferionbus imagines vidcre ^Arcbavgclorum verjustabernaculum

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Capitolo
naculum refpicientes mibi vif fitnt , quorum
:

IX.
,

& cum propc ambonem eflemm


alter

duo

quafi

cum Imperatorem

vintium accepiffet

trorfum traberet

extra conventum ejiciebat , quafi reum , ; cum flatim circumalter vero eodem patio jinijrorfum me expellebat , etnei refptcerem, video in adytis fedentcm virum quendam fenem in omnibus (milem imaginiTrincipis *Apoftolorum Tetri , cmaftabantduo terribile s viri* qui prpofitorum vices gerere videbantur . Video etiam ad genua fenis fedenmultis lacrymis ita e trcumfufum , ut etiam tis Jgnatium procumbentem , ill miferatione motus ingemuerit . Ignatius vero clamabat : Claviger I\egni
,

&

Niccol 541 MAGNO cubicuiivi & dex& damnatum

,
,

&

Coelorum,

& Tetra,

in qua, Chriftus
,

Deusfuamfirmavit Ecclefiam;

fi nofil,

confolare feneUutem meam multa mala pafjam Ille vero ad Ignatium : Oftehde , iaquit , cum , qui te infuria affecit , cjr Et converfus Ignatius dextra Deus facet una cum tentatine proventum .

qud

injuria ajfctlus firn

needum Hic me maxime omnium offenda , dcfimt . llle igitur , qui in tbrono erat , nutu jgnificavit ei , qui dextris aflabat , c2* vald parvo gladio evaginato , dixit , ante ut ab omnibus audiri pofet *AJ]ume Bardam ijum execrandum , illuni membratim concide quamprimm . Itaque trattus ego atrtum Ecclefix
injuriis

manu me ofiendit, me afficere

inquietisi

&

&

ad necem vidi praterea , qud manum vibrans adverfus Imperatorem dixit UH: Impiefili, expeftaparumper. Et itameipfum membratim concifum deinde inflar bepatis vidi Cos Barda al fuo amico Filotheo , che mollo piet delle miferie di Sant' Ignazio, defderofo di fcanfare dal canto di Barda il rivelato caftigo, Tane Domine, nfpofegli, illifenimiferrimo, cr Dei Mi Tribunal ante oculos habeas , ncque mjuft quidquam mali illi facias Barda acciecato dal fonno cella ina orinazione, e dimentkhevoie del fogno feguito, mando Satelliti cuftodire Ignazio, [a] ita ut nullo patio ei ldemi iitt Ticeret , neque jacrum facere , nequt aliquem ad tllum ngredi , nec egredi pcrmitterent Non trafcorlero tuttavia tremefi da queita nuova carcerazione , che in una ipeuizione contro i Candiotti Barda in Candia fu trucidato oda' congiurati, da' malevoli, che in onta della di lui perfona ne portarono come in trionfo per tutto il campo de' Soldati , affiffe fopra lunghe nafte , le parti pi vergognofe del corpo Fozio in nulla atterrito da cos terribile dimoftrazione della divina vendetta, tutto fpumante di diabolica rabbia contro Ignazio, rivoltoli! qualcane a mordere Niccol, dal quale elfo haveva di frefeo ricevuto il colpo della condanna; [b] e perniale all'Imperadore, che congregane, b idtmUdtm, comefegu, un nuovo Concilio, ove non folamente fu rinovata la feommunica al Pontefice Romano, ma con inaudito efempio, per far pompa del fuo facrilegio , furono da Fozio fpediti Roma alcuni Curfori per intimargliela perfonalmente; in oltre egli f limol Cefare, eh' eccitale Ludovico R di Francia fcacciare dal Pontificato, e dalla Chiefa Niccol, NlJ0V ih rrihUi conpromeffa di farlo acclamare Imperadore anche da' Greci, e da tutti attentati di foio "" cro ll i>onufi gli Orientali , che fin' allora riavevano denegato quefto titolo a i Monarchi d' Occidente: e divorando con la fperanza il confeguimentode'fuoi difegni, ogni prattica molle , & ogni pi horribile, & empio accorcio concert coni Vefcovifuoipartitanti, e contro il Pontefice Romano , e contro Ma Iddio volle di nuovo ammonirlo con la morte prefagita Sant' Ignazio di Michele, che pofeun breve termine alle di lui immenfe iceleratezze. Segu [ e ] ella nel proprio Palazzo di San Mamante,e fegu cos obbrobdoia, e ~4nno 867.
. .
i,

clic

Niccol
m Ph^hV
di

~^ z
^ and ^
di fangue

Secolo

IX.

Michele!"

* zonar.inannai.

a " con ^ uelIa ^ el ^ll Zio Bar ^ a > con cin e ^^ fempre :anto [a] Baftlius y racconta Zonarail congiunto , e di fentimenti; ran fucceffo , de mferendanece Micheli confitto cum aliis communicato , cum q denu Michael vino in ccenaobrutus torperet y manuque dutus in cubiculum fre-

gia, quefiad

divi

Mamantis y fonino profundijfimo

fus primm clauflra cubiculi Imperatoci confregit , nefores qui di poflcnt, deinde cum conjuratis advenit. lis autem
y

opprefus jaceret: egref cubiculariis clan-

ante cubiculumex,

cubabant pauci ade

percufores aditu prohibere conantibus


.

orto tumultu Im-

pcratov experrettus y quidam cum /tritio gladio ingrefius manus fujulit , quibus tlliambabus rejttlis > ad aeteros rediit Jlt Michael cum ex vino titubans , ebrietate impediente fugete nonpofet y miferabiliter ejulans jacebat. Inquem alius quidam ex Bafilianis adirne vivere confpicatus infilit , enfemque ita in ejus petlus adegit , ut ventre etiam traje&o, mteftina elaberentur . Cos Zonara; f ben' con la morte di que' due empii viddef fuppreffa allora, non
eftinta la baldanza di Fozio.

Poich Bafilio , che fucceffe Michele Terzo nell' Imperio , faggio giufto, ereligiofo, cangi fubito tutte le apparenze anche della Chiefa , e richiamando quegl' Inviati, fpediti da Fozio per intimare perfonalmente la Scommunica al Pontefice , ritorfe contro lui il fulmine malamente vibrato contro Niccol , difcacciandolo non folamente dalla Sede Patriarb xscttas toc. eh. chale , [ b ] ma rinferrandolo , qual fiera , dentro il Monafterio di Hombra , S 0z ' e mv * tan dc ne * medefimo tempo al Soglio e come riportando in trionfo e , [ r; ("wnffe ] s a Ignazio "ella se- 1' innocente Sant' Ignazio nella fua Chiefa , d' onde la iniquit de' Scifmatici Coftalulno V haveva tenuto lontano con continua perfecuzione di nove anni . [d] Tunc toit e Unno se?. vero Imperator Bafiltus Tatriarcham Ignatium cum ad f a'dvocaflet , d **"*' l*' tit. multis laudibus eum exornafiet ( dics en'im Dominicns erat , vigefimcturti a T^ovembris ) ut quo tempore prmum ejeclus fuit ; pojquam pei ausilio, bonitate novem totos annos pwfeftum certamen pr virtute certavtt, eodem tempore refiituere Ecclefa voluit i Et ita lucerna lucidior accenfa , qumantea y fuper candelabrum collocatur , paflor agnovit oves fuas , fuis ovibus apertis agnofeitur . Cum igitur univerfa Civitas cxultarct pr ejus afeenfu, atque illum deduceret y fequeretur cum exultaone ipfcciuidem per jantlum puteum ( ita locus nominatus ) ad fu peri or em partem afeendit . Dumver ingrederetur per dexteram portarti magna: Ecchfta , illiobviam cum honore fufctpitns. Et fituniverfusPatriciorum ordo, illum venerane y
fuccede all'imperio.
?>tfiiio
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facrum conficiebatur Diaum\autem eft , nequod in introito e ontigit y omittamus. jiliienim afiabant y alii vero venerabantur Sacerdos autem tum facrum facer et in aditis, clamavit Gratias agimus Domino ; jujlum efl. Et ita facer ille Igna&populus continu>r efpondit: Dignum y Ecclefnt gubernacula futms } cumprofperoevcntufedem fuam recepifkt, ab ilio ordinatos y verm fceoijjet, fufpendit facris non folm Thotium, etiam omnes y qui cum in eocommunicaverant CosNiceta. Delfucceduto riftabilimento furono fpedite lettere dai nuovo Cefare , e da Ignazio al Pontefice , quali pervenute al fuo Succelfore , porgeranno a noi la continuazione del racconto fotto il feguente Pontificato Ma non perci tralasciare noi dobbiamo di riferire lo fpoglio, che di e K$tat tot. th. spogimdir-ozio, "Fozio fece l'Imperador Bafilio, infofpettito anche di peggio di quello, fe ,\Te7i ritrova" che co' proprii occhi egli haveva veduto .[e] Non cos torto il nuovo Cefarononc'iucAfa re hebbclo fcacciato dal Trono , e dalla Chiefa, che mandogli dietro Miinfine, utmorisefi,
.
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8' 1 ''-

nitori

, ,

Capitolo
niftri di

IX.

efploraflero , f alcuna memoria di 1' empio furata nella fua partenza dal Patriarchio e fu fcritture havefle j videnza divina , che quello pendere cadette nella mente dell' Imperadopr re , eflendo che non difcoperte allora le cofe, quando era recente la notizia de* fucceffi , poteano doppo lungo intervallo di tempo elleno produrli al publico con detrimento della verit dell' Hiftoria, e con avvantaggio eziandio della fazione contraria de'Scifmatici . I Miniftri efeguirono pron-

Corte, acci richiedeflero

&

543

Niccol

MAGNO.

il comando, e bench Foziooccultaffe ogni qualunque menoma carta, tuttavia dalla diligenza degli Efecutori furono ritrovati fette facchi pieni di fcritti , figillati con impronta di piombo , quali incontanente furono portati Cefare ; e<j aperti , fra gli altri , due gran libri con fuperba coperta al di fuori , miniati d' oro > e d* argento , e fcritti nel di dentro con caintelligibile ; 1* unp di elfi conteneva fette maledirattere molto ornato , che Azioni Sinodiche non mai feguite, e fol dal perfido inventate contro lafantit, innocenza d'Ignazio, nel cui principio capo per capo feorgevanfi fuperbamente dipinti li feguenti pbbrobriofi Emblemi, opera di Gregorio Vef covo di Siracufa , Pittore eccellente , che feommunicato da Ignazio avanti il fuo difeacciamento , fu poi fempre gran fautore de* Scifmatici , e gran contradittore del fuo Avverfario Nel primo emblema vedevafi Ignazio in atto di effere frullato, con il motto di fotto , Diabolus . Nel fecondo , il medefimo Santo tutto lordo di fputi , e di fango con il motto , Trmcipium peccati . Nel terzo , Ignazio degradato dal Patriarcato , con il motto , Filius ini-

tamente

&

&

quitatis

Nel quarto , Ignazio feommunicato , efiliato e fuggitivo , con il motto Simon Magus . Nel quinto, Ignazio rapprefentato carico di catene , con il motto, Extollens fefuper omne , quod dicitur Deus . Nel feilo , il medefimo Santo dipinto in atto di condannato , con il motto, ^ibominatio defolatwnis nel fettimo in fine egli vedevafi effigiato inginocchioni con il capo folto la mannaia, con il motto, ^intichriflus . rabiem infollerabilem dclamaqu 1' allegato Niceta, infaniam opiner exceffum, fuperantem i H<ec quidem ego ingenue fateor , ore proferre in memoriam revocare . Et hoc de caufafilentio omnin prateriijvereox , eorum dpmeflicos non folm nifi viderem eos, qui talia pAtrarunt , fem, canon occultare, fed potius Mi s gloriavi, quinim San&itatis nomen Thotio tribuere . Verax eji tlle , qui dixit : [a] Impius quando venerit in profun- * Pnv.tt. dum malorum , contemnit : cos Niceta : alla cui maraviglia aggiungere ben puoffi la degna nfleffione delBaronio, che paragonandogli Heretici antichi alU moderni , rende quelli al confronto di quegli, tanto pi empii quanto pi in altoeffifcagliano i loro efecrandi improperii contro il Pontificato Romano. Siquidem Vhotius, dice il citato [6]Baronio, lici in b Bimiununist. num,fS * ejufcemodi imaginibus conatus fit infamare nomen Jgnatii: haud tamen aufus pingere de Summo Tontifice 'Hicolao, quamefl talia pr arbitrio fingere , vis bofie infenfiffimo , quem furore per citus , non fuerit veritus exeommu* nicare , reveritus in eo Tonttficiam majefiatem : contra vero levijjimi , fordidijjimi T^ovatores ejufcemodi imaginibus Rpmanos Tontijices pingere,

&

&

&

&

&

orde*

, ,

Niccol
JYIAGNO.

a rfai.-jz.

b Matt.i6.

watu locet.
i

dehoneftare infcrptwnibus in contumeliam Romana Ecclefia his temporibus confuevertnt ; nec folm pingere , Jed elidere , are conflare, alifve modis reprafentare mille ignominia notis efprefos , pr arbitrio quorurnlibet perditiffmorum bomuncionum, qui vantffim putent , illos fic pofte credi , utfingunt , infants inventis inferri prajudicium ventati , ita larvis ifiis fedttcentes fimplices, vecordes . De bis enim illud occinendum Davidicum[a] Quia velut [omnium furgenttum Domine in Civitatt tua imagines ipforum ad mbilum rediges. Stat vero, ftabitque in aternum imago illa, quam Cbrifius verborum fuorum notis mdelebilibus reliquit expreffam in Tetra , qua cernitur fuper Chrifii Cathedram fedens Tetrus , -pel loco Tetri Succeftor Tetri ejufmodi elogio infcripta divinitus, [b] Tues Tetrus , fuper hancTetram adificabo Ecclefam meam , porta Inferi non pravalebunt adverfus eam . Cos il Baronie [e] L'altro Libro poi conteneva Atti falfi fnodichi adverfus Kljcolaum Tapam Bgmanum , omnem videlicet calumniam , abfurdam blafpbemiam ad condemnationem fantli illius viri , dr anathevnatifmum impic> prave conflatum. Quali efecrandi volumi dall' Imperadore prodotti al publico, autenticarono maggiormente la fantit di Niccol, la innocenza d'Ignazio, elamaliziadiFozio, e furono da Hadriano fucceifore di Niccol in onta dell' Autore pubicamente calpeftati

&

^^
&

Secolo

IX.

&

&

&

&

&

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.

arfi

gli affari di Oriente furono foli ad occupare V alta mente di Niccol, e a tener come in continuo moto il fuo gran zelo. Correva allora per l'Armenia una Herefia comporta di mille errori, e di mille fuperftizioni, e 3 gaotiperi'A^me che dire poteafi unmiftode'Theopafchiti, Aftartodociti, Valentiniani nia. Iconoclafti, che fotto nome pi communediEutychiani, Acquarii, cefi Herefia [d] degli Armeni . San Nicone ne deferive i lungo le partirtJfere ffit&ii^rmn colanti , e noi da lui fedelmente ne trarremo il precifo rapporto ; [ e ] Qua fttttn Pontificato abjlrmeriS) die' egli, pratcrrationemfiunt , creduntur , haefunt: bicunt

&

&

iidafo^J.'-'p^
7 8. tp*g.:i6.

rarBa tn.rn.i63.
.44.injtnt.

divinam naturam eftepatbilem, <3* in *Apbthartodocitarum barefirn indutli, Trinitatem pati dicunt . Hoc autem et fi non audent aperte dicere , iis tamen Tres tamen Cruces conjungentes , ejr uni Ugno qua faciunty hoc declarant tanquam jugo affigentes , nominam hoc , Sanala Trinitas . *Adjiciunt autem [anelo , atque ade fanti iffimo hymno illud: Qui crucifixus es pr nois ; nobis quidem afferunt , f de Fitto h oc Tetri Fullonis rabicm [equentes , adjicere: ipfi autem, Deum effe patibilem , aperte [entiunt . Exiftimant quoF'lio minorer ; unde pania ante dittar um que Spiritum efe Tatre , Crucium mediam , minorem ftatuunt , in Sp ir itus typum banc effe revelantes. In paduarum Chrijii naturarum unione confuftonem decernunt Jidem in fantlum calicem aquam non imne quoque myjico utuntur a^ymis , mittunt . Et quinto menfis Januarii vefpere feftum Evangelismi celebrant , tum aliam quoque mjus fefi confequentiam facientes , tum etiatn conmane autem Chrifii J^atalem celebrant , veniens Evangelium legentes Evangelismi die, in divino Sacrificio S ancia Tbeophania . *An autem
.

&

&

&

&

&

&

&

venerabiliffmum Salvatoris noflri TJaidem fuife exiftimantes , hoc feftum celebrent, incertum. Manifeftum autem ej, qudnon fuutnos , carnem Domini in Bei Matris utero formutam effe exiftimant . Quomodo enim fieri innumerabipofitt, ut infans uno die perfeclus , completufque najeeretur* les abfurditates ex eo deducunt . Sin autem exiftimant poft duodecim men-

&

fes

anno

in

eundem reverfo

editumeffe partuminon tam magis

bumanami
nati-

Capitolo
nativitatem ,
malia, poft

IX.
introducunt
:

quam ab

tquis
.

& afmis fimilem

545 bac enim

ani-

w ICCOL W*a<jNO

anmm pariunt In fefto autem Santlorum Tbeopbaniorum non non Evangelio , non bymno , non aliarum fcripturarum letliom utuntur , fed crucem tantum in aquam immcrgentes , hoc fibi fufficere exiftimant. Circumcifimem autem otto dtebus poft Tbepbaniam celebrante* , fainefaentes qud prius circumcifus , deinde bapti^atus eft . Deinde luntur
orazione
,
,

rum magnus Cregorius , qui fuit magna Armenia Epifcopus , caviffet , Armenia Epifcopum nullo effe alio ordinandum , qum ab illius tempors C afaborrendo rea Cappadocia yAnhtepifcopo , ubi ipfe quoque ordinatus eft , anathemaineos fit intentatum qui aliterfaciunt: bac quiexecrationes , dem lli tranfgrediuntur , Syria autem <Amerano univerfali eorum Epifcopus ordinatur. Si autem negante magnum Gregorium bac conftituiffe y often. dantnobis ejus ad filios conftitutiones , &oseis obturabitur Sin autem adhuc dub'.taverint , die ant , fi poffint , cum m cos fententiam anathematis protulimus , quid ab eis fatlum novimus Quando enim univerfalis eorum Epifcopus non ordinatur ex Canonibus , quomodo qui ab eo ordinantur , fide digm habebuntur Vorr autem facris quoque Ev angelus abftulerunt voceni, qua Et fatlus eft fudor ejus ficut gutta fanguinis m terram defecndenis , dicit hoc efie imbecillitatis exiftimantes , non divina majeftatis : fed etiam biftoriam , qua nos docet , qud mulier ad Jefum tanquam adultera additela eft 3 cumis autem dixifiet: Qui non peccavity lapidem in eam projiciaty recejjeruntomnes , nec Chrifto condemnata eft; rejiciunty hanc auditionem mutis in Sabbatis, &in Dominicis efie perni ciofam dicent cs . Comedunt autem butyrum , in primis eorum uniSanila Quadragefima ova , cafeum , Si quis butyrum , cafeum , verfalis Epifcopus , eft apud eos Canon qui dicit &ovum y vino, oleonon aquivalere exiftimet , fu anatbema Septima quoque carne vefeuntur , jejunantes feptimana y qua eft , ante tntcnfs jejuniis, aquam nihil aliud guftantes l'ocant autem banc feptima prater panem , nam jrt7fburtX}a nefciunt tamen , quid fibi vetit vis bujus nominis . Sed nonnulli quidem dicunt fufie hoc cujufdam Sergii jejunium , nonnulli vero T^inivitarum , aliqu vero fidami , quando ex Taradifo deltciarum ejeclus Et bine fine rattone jejunare convincuntur . Quidam autem dicunt , eft videtur verum efie , quod ab eis dicitur , fififie quendam apud eos Epifcopum , qui utebatur catuky cui erat cognomeh ^rt^iburt^es (id autem pra~ curfor > feu pr adeceffor Latine mterprctatuir ) pracedebat enim Epifcopum in Urbem vel vicum ingrefiurum ; quo mortuo , feptem dierum jejunium ab Epifcopo conftitutum eft in memoram laclus , qui fuit propter canem . Sacrum autem celebrantes , non folm capiti tegmen non detrahunt, fed etiam capiti cucullam adjiciunt y lict divinus [a] Taulus aperVenerabiles autem imagit exclamet , detcblos effe debere in orazione . quod magis eft , eorum univerfalis Epifcopus cum nes non adorant , fed reliquis eos , qui adorant , anatbemate percutit T^ec Crucem adorant , clavum in eam immiferunt t ipfam etiam bapti^averint pftquum aunifi bapti^ata Crux fuerit , alterum duorum lignorum tem davo fixa , reli&um fuerit , retlum feiliect vel tranfverfum , id Jolm , divifum , omnia fere , qua funt abolita legalia > Sed quod reliflum eft , adorant adhuc peragunt Jlgnum enim magno Dominico facrificant, limina inungunt t ejus ofia comburente* , fervant cinerem cum fanguine in fignum exr

&

&

& &

&

&

&

&

a l,Ccr

'

l '"

&

&

&

&

&

&

piationis

Tomo

& velut ante Mtare ftatuunt & ttntinnabula li. Mm


,

ipft

&

JLltari

appen-

, .

Niccol

MAGNO,

Co- dannate dai

Nicol.

/>.;?.

7.

appendunt Quin etiam pr mortuis , ovium& boum facrificiaperagunt nec nons , efunUum d'iter fervandum exiftimant, nifi tertiis , quadragefimis ejusdiebus , ejufmodi facrificia perata fuerint JLntequam hujufmodifacrificia peragantur , fai benedicentes , dant befliis in nutrimentum , &fuper eorum etiam capita dicunt quafdam Orattones Si qui autem aliquid horum ntgant: ciim qui hoc fcit , anatbemati^ant . Cos San Nicone. Hor dunque divulgatali ampiamente peri' Oriente tal pefte, volleil Pontefice rinovarne la condanna sii quel punto precifamente , che pi parea, che richiedefle nuova elecrazione. [a] Convoco egli per tanto un Smoao in Roma, nel quale elio medefirno fa commemorazione in unafualettera delle nfoluzion y che quivi fi prefero , edelli Canoni, che quivi fi formarono: [b] Infuper autem , quid in alia Synodo, die' egli, nobis olim collecladecreverimus adverfuseos, qui Divinitatem Domini noflrtjc fu Cbrifticum talentino , MarEutyche fctJatoribus eorum contraprimum Tajorem, co, <Apollinari,
.

Secolo

IX.

&

&

&

&

^ioofiolum , qui Chrijlum carne paftum dicit , paffibilcm ore facrilego in quibufdam regionibus vefiris predicare dicuntur , fubter annexis Capitulis declaratur Veraciter quidem credendum efi , omnimodis profitendum , quia Hedemptor

ftolica

& & Dominusjefus Chriftus, Deus, &DciFiltus, paffionem Crucis tanDettate autem tummodo fecundm cameni manfit ,ut *dpo~ docet autloritas & Santlorum Tatrum dotlrina Hi autem, qui ajunt quia T^edemptor nofier, & Domtnus JefusChriftus (quod tmpium Deus,& Dei Filius,pafJonem Crucis fecundm Denatem Cos egli Doppo & Cdtbolicis menttbus execr abile) anatbema
nofier
,

fufiinuit ,

impaflbilts

litcidtjjima

ofiendit

fufiinuit

efi,

efl.

le

nr
'

^!7.Ti%

che lo refero immortale neh" uno , e nell' altro Mondo, and quefto gran Pontefice a riceverne il premio in Cielo, fregiato in terra del degno elogio, chediluilafcifcrittoReginone, [c]TofiBeatum Gregoriumufque inprafens , nullus Trafili in Rimana Urbe Tontifcali bonore Tyrannis impnavu fublimatusTSljcolao videtur aquiparandus . Regibus , Sacereifqueacfi DominusOrbisterrarum autloritate prafuit Epifcopis, dotibusreUqiofis , ac Domini mandata obfervantibus humilis, vlandus , pius, recto tramite exorbkantibus terribile , manfuetusapparuit; irreligiofis ,
quali gloriofe azioni
,

&
.

&

&

*4&,7.Sj*od.!s.

atque aufieritateplenus extitit , ut merit credatur alter Elias , Deofufcitante , virtute . nofiris temporibus furrexifje , fi non e or por e , tamen fpiritu, Cos Reginone del Pontefice Niccol Magno ; efaltato eziandio [d] dall' ottavo General Concilio col nome di nuovo Finees , nuovo Daniele , e nuovo

&

&

Martino

C A

547

HADRIA-

CAPITOLO
Hadriano Secondo
tefice
li
1

NO

IL

X.
,

Romano
.

creato Pon$67.
Qualit egregie di

3.

Decembre

Lettera di Sani* Ignazio al Pontefice Ricevimento in Hadriano Secondo


.

Roma

de'

Legati d
Spe-

Oriente

Efecrazione di Fozio
,

abbracciamento dei

di Ini Libri
dizione
Concilio
rjr

e della lettera ingiuriofa di


Pontificii
.

Michele

de*

Legati

per la convocazione di un
Coftantinop alitano
.

Generale

Concilio
e

quarto,

Ecumenico ottavo ,
Olta
dalla

fue Sejjoni , e cor fio


:

Chiefa Orientale la cagione dello Scifma , non ne reftarono per intieramente tolti gli effetti ; effendo cola che havendo Fozio per molti anni efercitate le funzioni Epifcopali , haveva ancora ordinati mole Preti , i quali per ragione del loro Proti Vefcovi , motore efofi a' Cattolici , gi promoil da Ignazio , tra gli uni , e gli altri fomentavanf continue prattiche favore de' loro Benefattori , foftenendo ciafcuno il partito , la fede , e le maffme di quello , dal quale riconofceva la fua fortuna onde dilacerato il Clero m pi fazioni , riceveva la Chiefa alte ferite tanto dalla Per lo che 1' Imperador Bafilio parte nemica , quanto dall' amica avido di terminare 1' opera , che haveva cos gloriolamente incominciata , di riunire in perfetta concordia gli animi divif di quel Clero , rifolv d' implorare il foccorfo della Sede Apoftolica , inviando al Pontefice Niccol una nobile Legazione di due Prelati , i quali per giunfero in tempo di Hadriano , con premurofe iftanze di riavere in Coftantinopoli alcun Legato Pontificio per comporre le diffeche vengono fpeffe volte fu'l fatto fomminirenze con que' mezzi che dallo fcritto delle ^eradisam ftrate meglio dalla viva prefenza de' Miniftri , " Lettere , che fono voce morta del Principe Nello iftetfo tenore an- :ffice! cora Ignazio fped akr' Inviati al medefimo Pontefice con una lunga lettera , in cui maravigliosamente bene egli efalta , e defenve li privilegii della Sede Romana in quefto tenore [ a ] Domino Honor abili a ^ri Uva> diletto Fratrt , comminiftro "Jjcolao Santlifjimo Seniori* \om<e I?na- *'><> >-{ itius mifericordia Dei ^rebiepifeopus Conflantinopoleos nova E<om--Eo~ rum vulnerum , atqhe hvorum , qui in membris bommum conjifiunt , multos medkos protultt ars , banc quidem pajfioncm alio acciptnte , alterarti altero, per experiennam amputante , medicante: eorum vero qua in membris funt Cbriftt , Dei Salratoris omnium noflrum iapius y Sponf Catbolictf , lApofolicx Ecclefia , unum , fin2 gularcm,

&

&

&

&

&

&

&

Mm

&

Hadria**

Man.ic.

Secalo IX. ^^g atque Catholicffimum medicum gularem, prxcellentem Trinceps fumfermo & ordinatore & curatore & folusex mus, & fon magiDominus omnium produxit tuam fraternitatem & paternam almitatem. Tropter qua Tetro'[Magno, & fummo ^fpoflolorum [a] TuesTetrus, & fuper hancTetram adificabo Eccleftammeam, & porta non pravalebunt adverfus eam & iterm Tibi dabo claves Bggni lorum, & quacunque erunt & fuper terram & quodeunque foheris fuper terram folutum & calis Tales enim beata* voces non fecundm quandam utiquem fortem xApojlolorum Prncipi & fed per eum adomnes, qui poflillum folm &
,

ipfe

ifjimus

toto

fer

videlicet

dicit

in-

feri

cce-

ligaveris

Itgata
in

in ccelis

erit

circumfcrpjit,

deftinavit,

fe-

cundm ipfum
harefbus],

e fficendi erant fummi Taftores,

'divmijjimi , facrique Tonti-

fices fenioris

& interemptores malorum %i\anioYum agrotantium membrorum multoties fai funt eorum qui fanUitatem & fummam paternitatemtuam Tnncipis Apoftolorum & praceflerunt fuccefiores "zelum qua fecundm Cbriftum imitantes; & nunc
,

Fgma ,

& pravaricationibus eradicatores & tabefaftorum & penitus


,

tranfm'ifit.

Et ideo ab olim , &prijco tempore


,

in exortis

infanabilittr
,

Ulte

fciltcet

illius

in fide,

efi,

nofiris

temporibus Beatitudo tua dign traftavit datam (ibi Cbrfto potefatem Q.ia!iti,e lodi di Cos Sant'Ignazio al Pontefice Niccol che defunto al Mondo lafci il wdrianoii.j ricapito delle lettere , e la continuazione dell' affare al fuo Succeflore; e quefti fu Hadriano Secondo, Ecclefiaftico famofo per nobilt difangue, b lAnafl. in m- che traheva [b] dalla difeendenza di due Pontefici Stefano Quarto, e Sergio Secondo, e cos tenace imitatore, &efecutore de'fentimentidel fuo Anteceflfore , che dai Foziani inimici di Niccol era egli chiamato T^icolai.... tano\ e perci foeeiunee l'allegato Autore di Hadriano: [ci 'Nicolaitam ., nus fenbebatur , pubhcc dicebatur Per lo che da Cattolici d Oriente fu egli per lafuainconcuflacoftanza chiamato nuovo Elia, nuovo Finees , meritevole del primo Sacerdozio della Chiefa. Ad Hadriano dunque pervennero le lettere dirette Niccol 3 e fubito che l' Imperador Bafilio ririctuc fe PP ene l'afllinzione, offequiollo con nuova Legazione in perfona del li RonY Conte Euthymio fuo grande Scudiere , col quale fi accompagnarono altri d* Ignazio , accioche in Roma eziandio alcuni Meffi di Fozio ,

&

'

&

d idtmibid. prafat l 's'*"

'

iideminHAdr.ii.

d] prafente fummo sAntflite alternaiim confligerem , jufitta fujfraganta, aut juftificarent Thotium , aut perpetu condemnarent . [ e ] Ma la Nave che portava g' Ignaziani inieme con il Legato Imperiale giunfe felicemente al desinato porto di Roma, & al contrario quella de' Foziani miferabilmente naufrag sii lofeiogliere dal lido, con morte irremediabile de' Foziani, non campandone di loro, che un vii Monaco, chiamato Methodio , il quale tant' horrore prefe del fucceffo , che trafportato in ecceffo di rabbia egualmente contro ambe le parti, [f] poftmodum neque Tbo' tium, pr cujus parte venerat, neque Ignatium , cantra quem, neque Univerfalis Ecclefia , ad quam venerat, jura fufeipiens , dicendo mal di tutti, & abominando indifferentemente tutti , ili da tutti prima riprefo , e poi
[

&

feommunicato
Ricevimento
.

in

Ro? de- Legati ti' oiienre

Ambafciauia , cio quella fpedita Niccol, el' altra prefent unitamente al Regnante Pontefice, che circondaad Hadriano , fi to mae i]; famen te da' V efeo vi , Cardinali , e Clero ricev g' Inviati nel Segretario della Bafilica di S. Maria Maggiore Ed eglino proitrati avanti di fui cfpofeuo le Manze commelfe con la efibizione di viviime congratulazioni
L'

una, e

l'

altra

, ,

Capitolo

X
:

249

HadraI-

zioni per la fua nuova aflinzicine ai Pontificato Quindi diflero , [ a ] e Terfi " JJJ9JJ ritrovato fra le fcricture del Pfeudo-Patriarca Fozio un volume , fcriti-o da lui , ripieno di menzogne contro la Chiefa Romana , e'i dcfonto Pontefice, il quale fatto figliare dall' Imperadoremedefimo> elfi prefen^vano fua Santit , accioch' egli di quegli empii caratteri pigliaffe quella riloluzione , pJ|fo "j'JoSu. che parefle pi propria alla Giuftizia, e Maefl del Pontificato. Rifpofeil gradone deiaoi Llbr1, Pontefice, Che nonera Fo^io il primo Empio, che bavefe pofla la bocca in Cielo-, allora l'Arcivcfcovo di Sirleo Inviato Cefareo gittogli il Libro ai b ^' dem piedi, e dille, [b] Tu malediclus Confiantinopoli , fisHpm<e iterm maledinovus Simon mendacii compilator aptaftus: te mintfter Diaboli Tbotius vit : te Minijler Cbrifli Is^colaus , novus Vctrus veritatis amator attrivit ; e a quello dire furfe Euthy mio grande Scudiere i Cefare , e sfarzofamente calettandolo , econlafpada percotendolo replic, Credo, [c] c nu*i qudinboc opufculo Diabolus habitat , quia per os complici* fui Thotii ea, qua per f dicere nequit, eruclat. Difculfone poi per ordine del Pontefice il contenuto , e ritrovatolo efecrabile , Scifmatico , Hereticale , convoc

&

'

&

&

&

Hadrianoun numero maggiore di


in

torma di Sinodo,

nel quale
,

trafeori Conciliaboli

&

Vaticana [d] folennementefcommunic Fozio, efecr i ordin, che l'empio Libro fottofentto dall' ImEcclelaflici nella Bafilica

annoici.

perador Michelenel bollore dellefue ubriachezze, e cheappariva fottofcritto eziandio con caratteri fall dell' Imperador Bafilio, folle co' piedi calpeftato da tutto il Clero fuori della porta del Sacro Tempio, epofeia arfo nelle fiamme , come fegu , con applaufo anche de' cattivi [ e ] Dicefi , che nel divampare tramandarle quella empia carta uno flomachevolepuzzore; e bench in queir hora una gran pioggia cadrle dal Cielo, da cui dovelfe il fuoco accefo rimaner' ellinto, tuttavia quella infernale fiamma
.

e idem

au,

come f
:

vigore prendelfe

dall'

oglio, e non contrariet dall'acqua, mag'

giormente ingagliardiife per confumare pi preflo queir abborainevole volume per lo cne'[/] conchiude Anaftafio, In laudes Dei, Sanclijfimique Tapa
focolai ,fimulque Hadriani Summi Vontificis, miraculi fiupor tana Latinorum tjum Gracorum corda refohit Soggiunge il [g ] Baronio , che col Libro di Fozio folle parimente conculcata , & arfa la ingiuriofa lettera , che haveva Michele fentta al Pontefice Niccol; onde, quod faciendum Micbaeli Imperatori T^icolaus antea pr&ceperat , ut [cripta abeo blafpbemiA in ^Apojtolicam Sedem igni darentur cum illefacere contempfifjet , Deus voluit , ut per ejusfuccefforem Baflium eadem mifia Rpmam publicc Synodali judicio , magna fua gloria,
. ,

f llern tbii -

anno

8<sS '

f JJj'JJ;

fedifque ^ipojlolica bonore , laudeque cjufdem Tontificis "Njcolai , cado teflante populo acclamante , orbe Chrijiano gaudente ,perficeretur . Solito coilume della Chiefa Cattolica, e de'Papi nel

confegnare alle fiamme gli Scritti,e i Libri riabbiamo veduto pratticato in tanti luoghi di quella degli Heretici , come Hiitoria fin da' primi Secoli della Chriflianit , anzi fin da' tempi degl'iiteffi Apofloli , a' quali il Baronio [ b ] riduce l' origine del divampamento de'Li- ^Bar.an.^.n^o. bri infetti , allor quando in Efefo di ordine dell' Apoftolo San Paolo furono gittati al fuoco li Libri Magici hereticali,il cui prezzo afeendeva alla fomma [i]denariorumquinquagintamillium E volefle il Cielo, che colmedefimo iwwtf.19. zelo di Fede fi operalfe in quella et da' moderni Cattolici , e fi abbruciafiec ro li Libri degli Heretici,come comandano li Canonie [ ^] le Leggi, e non, ^jfJt'JSf " quafi ad onta della loro Christiana credenza, ne forniffero fecrete Librarie in publico vituperio delle loro cafe
.
-

'

Tomo

II.

Mm

Ma

Hadriasprone de P
Le g ati
cino

Pomfficii

Tene dui" Con' n n


GeocMie.

"torno alla Hiftoria, fi accinfe pofcia Hadriano lcenAmbafciadori Cefarei per Coftantinopoli con ferma deliberazione ^ trasmettere i quellaCorte li fnoi Legati Apoflolici per celebrate un Sinodo Generale in rimedio della difeordia inforta fra le due fazioni Foziana, & Ignaziana; e cadde quefto carico ne'medefimi Soggetti, che furono altre volte mandati in Oriente , cio in Donato Vefcovo d' Oftia, e Marino Diacono , a quali fu aggiunto Stefano Vefcovo di Nepi Riceverono
ziare gli
.

j^ ^ P er ^re

Secolo

IX.

quefti in Iftruzione

fiafi Commonitorio

di acudire alle infinuazioni del

a sAntfi.

ibid.

b Htne

vidi apud B*r.an.te9.n.-x.

.,

cBtr*nte9.n.2i.

._
.57. in fi

Patriarca Ignazio per pacificare la Chiefa Orientale , e di communicare co' Foziani , mi non gi di ammetterli all' efercizio del Sacerdozio fenza confentimento del Pontefice; accomiatati dalle benedizioni del Papa, ci tutta Roma eglino giunfero i Coftantinopoli , [ a ] nelle cui vicinanze furono incontrati da quaranta Cavalli della Italia Imperiale , Acerbamente bardati, e prefentati quindi Bafilio, cheaflfo in fuperbo Trono attendevali circondato da' Senatori, e Magnati dell'Imperio. Alla prima loro comparfa Cefare dirizzoni in piedi, e con maeftofa riverenza baci la lettera del Papa, [b] & i Legati rapprefentando all' Imperadore li fentimenti r i, e r r a rr rr del Pontefice efpofero a lui unitamente, ad Ignazio , effer elfi quivi giunti con ordine di non ricevere i colpevoli, egli Scifmatici, feda loro non fi efibiva un Libello firmato di proprio pugno , la cui minuta era fiata ftecifamente dettata [e] dal Pontefice Niccol per rimedio de' caduti. Qual Libello fu fubito dall' idiomaLatino trafportato nel Greco con tal fodisfazione di Cefare , che incontanente fi applic l' animo all' attuale celebrazione del Concilio. In efecuzione dunque degli appuntati articoli con la Corte di Roma, fu [ d] radunato l' ottavo Sinodo Ecumenico nella Citt i Coftantinopoli dentro il famofo Tempio di Santa Sofia . Il numero de' Padri fu cento , uno, [e] Nec tefcandaliretfubferibentium paucitas, dice Anaftafio , quia

&

>

&

-r

>

&

an.u?.
"'

facratos depofuijjet,

concilio Ecumeftantiopoitano <juarco,e fua dif-

penomnesa pus decefforibus fms dumThotius dmtyrannidem exercuijjet &in loca eorum fautores Juos tantummod provexijet , quorum nullus in hac Synodo receptus ejl iflifoli ex priorum Tatriarcharum HaVerum quotquot fub J^icolao , confecratione fuperftites funt inventi
,
:
.

&

&

drtano $ anelijjimis Tontificibus Epifcopi fuerunt , buie Synodo confenjerunt , ^ofixjone.ccorlict hac paucitas UUgregi pr Jui juftitiacomparetur , cut[f~\ Dominus dicit : duci. polite timere pufillus grex &c. I due [g] Patriarchi di Alefiandria , e di
4 '""

yfnMm^'i.

Gierufalemme follecitamente vi mandarono i loro Procuratori , ma non gi l' Antiocheno , di cui era vacante la Sede Nel primo luogo federono liVefcovi di Oftia, e di Nepi Legati Apoftolici, indi il Patriarca Ignazio
.

nel cui profpetto , e pofcia gli altri Padri in due fila, il Libro degli fotto il Trono il Legno della Santa Croce , feorgevafi Se one e di qua, e di l aflftevano medefimamente il Senato , eliGiuanno #c5 Evangelii, ocitobni'; dici Conofcitori . Si tennero ordinatamente dieci Sefloni, ciafeuna delle quali rendefi riguardevole, e perci degna di particolare, bench fuccinto, rapporto. La prima fi reftrinfe all' appi aufo, che fi diede ai Vefcovi Cattolici coftanti in adherire ad Ignazio anche nel tempo dell' accennata perfecuzione, i quali non furono ritrovati in maggior numero, che di dodici : preziofo avanzo di Cattolica Religione , e perci degnamente efaltati dalli Legati con quefte belle parole , Sedeant fccundm ordiner fuum , ter bentos bos tftimamus. Quindi fi lefleroi beatos, quia dignifunt,
di Coftantinopoli

&

&

&

rica-

Capitolo X.
rcapiti de* Pontefici Inviati
,

&

*** Libello di penitenza trafmeifo dal Pontefice in cuiquefte parole leggevanfi , che molto offendere^potrebbonogli Anti-Hononani: In Sede ^poflolica immaculata eflfemper ferrata F^ligto, in qua eji integra , -pera Cbriflian* fantla celebrata dottrina Religioni* folidUas , e con le folite acclamazioni fu pofcia terminata laSef- seconda, Terza.e uarta fione. Lafeconda, terza, equarta raccolfe i Vefcovi caduti, ed- allora Qpenitenti, ai quali per la loro colpa fu importa la (eguente penitenza, [a] a ^pd Bar.iad.
,

&

551

Hadria-

il

NO

&

Sit

remedium, &falutem anim^ferevs, acvald difcretum[b] Epithimtum , oro. Hi vero, qui fiquidemcarnibmvefcuntur, abfimere carne, cafeo, pifcibus , quarta feria t carnes non comedunt , abjinere cafeo , oro , oler comedcre cumoleo, pauco vino, facere<& parafcere legumina,

&

que genuflexiones quinquaginta per fingulos dies


centies
,

& Domine peccavi &

centies
,

H<ec tibt mando cuflodire ufque ad Cbrijli T^ativttatem . 7^0 autem habcas poteflatem mintfrandt, nec agendi quoquo modo, qua Sacerdoti t funt . Et tunc m T^atalttis magni Dei, Salratoris nofirijcfu Cbrtfi recipies Sacerdotium tuum, miniflrans immortali aterno Deo. RikT mecum eris Sacerdotio fungens , non come Patriarca di Coftantmopoli , ma come cev Ignazio li Penitenti Delegato, e Vicario de' Legati del Papa; ond'hebbe fcrivere l'Autore della fua vita [e] Vatriarchne Ignatio in Synodo non erat authoritas agendt* c Metta* ;n vita. qua -pellet: F{omanis enimpro antiqua Ecclcfiajlica traditone judic aridi pot- s.ignuii. flatem permittebat . Nella quinta fi chiamato Fozio comparire nel Sinodo , e fu citato da' Laici come Laico , e non dagli Ecclefaftici come Ve- QH ima seflone feovo . Egli vi comparve i forza, ufuipando malamente ifuo favore il detu p,aL ,8, to del Salmifta , [ d ] Dixi , Cufiodiam nas meas , ut non delinquam in lingua mea Tofui ori meo cufiodiam , cum confifleret peccator adverfum me e ficcome con le parole , cos ancora co' fatti giur di olfervare in quella fua comparfa un' inviolabile filenzio , f non quanto egli ruppelo per accrefcerela oftinazione del filenzio con la empiet delle beftemmie. Conciolacofache limolato da' Legati a parlare, Vocem meam y egli rifpofe, etiam me tacente, Deusaudit: al che foggiungendo li Legati , Terfdentium noneffuges manifefliorem damnationem , egli arrogantemente replic, Is^ec Jefus tacendo evaftt damnationem . Anzi efortandolo paternamente BaEcclefialHco nane Patrizio Imperiale, che dir volelle in quel Sacro , confetto le fue ragioni , Mene juftificationes , egli dille , non funt in hoc mundo : fi in mundo boc effent, inde rider etis . Maravigliatoli Bahane di una tanta oftinazione, eh' egli volle applicare pazzia, benignamente gli offeri alcuni giorni di tempo per dire fua caufa ; al che egli rifpofe , Spatium quidem non deprecar ut autem emittar vobis , veftr<e pottjlatts eji : onde come prevaricato in diabolica pertinacia fu da Padri fcacciato dal Sinodo qual temerario, indegno, e fol'habilitato i ravvederli nel termine di dieci giorni. LafeftafcommendabililTma per la rara humilt dell' Imperado- > c(i * Sefl">nre , che volle intervenirvi , elio medefimo con fanta eloquenza cooperare alla converlonedi alcuni Vefcovi Foziani, oftinati nella difefa delloro falfo Patriarca; e perche quefti ricufavano ogni qualunque humiliazone al Sinodo, Ego, eglidiflegli, cui Imperii fuperpoftta eji Corona, forhia vobis efficiar bujus optimi bumilitatts Ego, qui imperitus infip'tns jum , honum mitium ero reflrum, qui [apiente s eftts, Ego, qui feientia clan
recenfereque fextum

Tfalmum

& trigeftmum feptimum

& Domine ignofce mibi peccatori centies


.

& & & & dicere


,

p p cena

fl]mum
t

,/?

Ecatfiuj.

La?f"

wf"

>

Kyrie eleifon
:

&

&

&

&

&

&
4

M in

in

HadriaA *'

--^
in peccati* volutatus

Secolo

IX.

fum , primus vobistypusfiam, qui mundi eflis, viroperamdatis . o primus memet fuper pavimentum projicio t purpuram diadema parvipcndens , afcendite ad genas meas, fuper oculos rneos incedite : nec reputetis magnum , Imperatori! calcare fcapulas nec revereamini , pedibus tangere verticem , cui fuperimponitur Deo donata corona : omnia pati promptum habeo, agere promptius , qua vobis quidem confumaximam claritatem conferre videntur . fonem , mibi autem gloriam , I^eque enim in hoc curamgero gloria mea, tantum ut videam e omm unioni m > unitatem , unam Ecclefiarum feftivitatem , tantum ne anima detrimentum pattar , gaudeat fuper me ille omnium inimicus diabolus , captivum fumns Quod mibi defiderandum efi , tantum fpei mea lampas infperati non extinguatur , per quam feflmabam communi illuflrari Utita fmul , gaudo. CosCefare: mi[a]fcut afpidisfurda , obturantis auresfuas , non * ?M5?. filafciaronoque'Scifmatici n piegare dalle ragioni, n ammollire dalle efprefioni ; onde col prefiifo termine di fette giorni benignamente conferitogli ravvederfi,furono efclufi dall' Adunanza Nella fettima fu i nuovo introdotto Fozio nel Concilio , e cum introdu6ius effet baculo innixus , Marinus Deo amiciffimus Vicarius dixit , T oline baculum de manus e]us Signum quia Lupus efi enim dignitatis paftoralis, quod hic babere mdlatenus debet non Taflor il che fu prontamente efeguito . Et interrogato da* efi, Legati Pontificii , s' egli era ancora difpofto al pentimento de' fuoi seuima Segone * am ' e * con volto intrepido , e temerario rifpofe , Efjere pi bifoper lo che fu ambitagnof di pemteivza li Legati , perche pi colpevoli mente riprefo , come convenivafi , dai Vicarii de' Patriarchi , e da-

&

&

tuti

&

&

&

& &

&
.

&

&

gli altri

Vefcovi

che inhorridironfi

abominevole sfacciataggili

ne

Di nuovo poi furono


:

in difparte adunati

di lui

Seguaci

ac-

emendazione em porgeffero efempio , e ftimolo ma eglino oftinatiflmi perfeverarono nell' Fozio al ravvedimento impegno ; onde Cefare rivoltogli*! 3 diffe loro , Diche , unde eftis ?
ci con la loro
s' eglino erano governare fi dovevano con il fentimento di quei, che governano la terra , e confeguentemente condannare Fozio dovevano , eh' era flato gi condannato dal Pontefice Romano , e da tutte le riQuindi fi procede alla formale manenti Sedi Patriarcali dell' Oriente condannazione del Reo, ed efib prefente , ella in quefte parole horribilmente fulminofi, Thotio curiali, r invajori sAnathema. Thotio faculari , Thotio Schifforenfi jLnatbema . Thotio J^eophyto , <& tyranno ^inathema parricida jtnathema Fadamnato Jlnatbema . Thotio macho, matico, Inventori perverforum dogmatum *Anaticatori mcndaciorum sAnathema tbema. Thotio novo Maximo Cynico sAnathema . J^ovo Diofcoro sAnathema fautoribus ejus Anathema. TSlovoJuda sAnathema . Omnibus fequacibus , Soggiunge [/>]Niceta, che fottofcnvelferoi Padri quella formidabile con-ius ignSi'* danna con il Sangue ifteffo di Gies Chriilo confecrato nel Calice, nella v mede{maconformit,comedicefi,chepratticaleinFomaPapa[c]Theoe V j--,* Veni il Pentii, a j i> it-.-i ai legato Hiltonco, buie damnaTh<odor,p<i&.ii6. doro contro Pyrro, Subjcnbunt , dice um.z, fed korrendum ditlu ( ut t j om non f pl lcl atramento fatto Chirographo videlicet Salvatore Sanguine calamum ab bis, qui ut norunt , accepi ) ipfo tingemes, ita damnatum Tlmium. Nella ottava con ordine di Cefare, e ottava seffioiK de' Legati Apoftolicifuro.no riporti tutti gli fcritti di Fozio innngranvafo di bron-

De

calo

eflis *

an de terra , in qua nos degimus ? poich

Huomini

della terra,

&

&

&

&

'

iti

Capitolo
di

bronzo, e in mezzo all'Affemblea affi , & inceneriti. Pofcia fi preferitarono ai Padri alcuni Heretici Iconoclalti , capo de'quali era un Theodoro detto Crithino, che neg doverfi adorare le Imagini facre, perche nonri-

553

Hadria-

NO

Al.

trovavafi fomigliante precetto negli Evangeli! ; gli nfpofero, doverli dire precetto di Chrifto , ci che dalla Chiefa di Chnfto veniva definito per tale. Si convertirono i di luifeguaci, che per tenerezza furono ammeffi al bacio dell'Imperadore , e reft Crithino impenitente , e capo fenza membra. La nona Seffioneammeffe penitenza tutti li teftimonii, che Nn* Seffione falfamente haveano giurato contro la perfona, e la innocenza di S.Ignazio, ai quali dal Sinodo fu importa la feguentc penitenza; Definimus , promulgamus TS[os per feptem annos Epithimium habere effe illos duobus analiis duobus intra Ecclefiam audir e divinasScriptu- * ~ ni; extra Ecclefiam, vtd Il H9ras ufquead [*] catecmmenos , non tamenullo modo commumcare , fedab/ii- fn primo nm pu Dominicas ^^ vino quatuor annis prdtcr Dominieos dies, nere carnibus ,

&

&

fejiivitates

&

&

aliis tribus

annis fiarc

cum

fidelibus

& mer
,

&

1 '

eri

divinarne om,

munionemm
quejejunits
y

folis Dominicis folemnitatibus


ita ut tribus diebus
,

cumelcemofynis
e richiedendo

orationibus , at-

bebdomadx , fecundavtdclicet , quarta

colpevoli qualche difpenfa dalla diuturnit di dette pene , fu data dal Sinodo la facolt d moderarle alla piet , e prudenza d'Ignazio . Surfero in tanto li Legati Apoftolici rendere ragione alla Maeft Sacerdotale, vilipefa, e conculcata dalla infolenzadegrhiftrioni, e dalla taciturnit di Fozio fotto il facrilegolmperador Michele, efponendo al publico confetto irei di tanto ecceffo, con publicita di confezione, e di pena. Habbiamo riferito in altro[tf] luogo,quanto temerariamente havefi l'Imperador Michele poftoindenfo le facre perfone , riti, cerimonie, e velfi della Chiefa, con abufarfene in fervizio de'comediantiy & in rifo de'fpettatori; onde i delinquenti furoj'exta feria abjtmeant carnibus
li

& vino:

&

^ Vedili Pontif.di Benedetto in. ^g.

52

""B

2*

[b] connivenza maligna di Fozio , Corte, vedeva* e jion fol foftriva, ma accudiva eziandio s efecrabili misfatti per lo che fu egli chiamato dal Sinodo "Patriarca de' buffoni, econpiprolifl, e meritevoli titoli, [ e ] Thotium fcijjionibus mundum replentem , duasver fidesimpibabentem, animas anImperium multipiciter incidentem , tem duas mortalium dicentem , Compatriarcbam primarium deponentem , alienumque thronum invadentem , mescbiam rurfus omnibus exprimcntem , ignobilcmque populum advoeantem , fubfcribere invitos minitantem, Compatriarcbam mimi exifientem, pauperum orphanorum res confumentem , Clericorum, infontes punientem , fide-

no dal Concilio caitigati, &efecratala


alla
:

Metta Uctit.

che per compiacere

c^nafl.apud Bar

&

n.Ms.n.tf.

&

&

liumque fideminmalediftionemexponentem, l<ljcolai fidemproiicientem , facharium in vicis invenientem , bujusver focios ex jemitis congregan- Decima seflone. fcandalum omnibus excitantem: immicum Dei dixerimus impicagentem, tem. Cos Anaftafio di Fozio. Ma la decima , [ d ] ultima feffione d ^ 87. diede un decorofo compimento al Concilio, perche refe piimaeflofoii confelfo, intervenendovi gli Ambafciadori dell'Imperador Ludovico di Occidente, che giunfero col appunto allora per altriatfari, e fra'quali trovafi annumerato l'Abate Anafiafto , famofo Bibliothecario Romano , d cui la HiftoriaEcclefiaftica rimane debitrice di numerofe notizie, e che fu uno de'Legati fpcditi da Ludovico Bafilio. In tal concorfo di Magnati B ait% v inCxltfacn, e fecolari formarono li Padri [e] ventifette Canoni, fpettanti alla ' ott*v. tntr. Fede, ai Sacramenti, alla riforma, e al foro 3 ftabilirono [/] Ignazio nel {'*[?& t Pa-

&

&

&

&

&

Hadria* Cd

--^
.

Secolo

IX.

m3
'

'

D 417,11. 6

inarcato di Coftantinopoli , efcludendone irremiffibilmente Fozio, le ordinazioni dichiararono nulle, & empie le fcritture, confermarono [a] il culto deile Imaeini , prohibendone ai Scommunicati il poterle dipingere, ' 5 , ri-\ .f e precilamente [b\ anathematizzarono chiunque con Fozio credette , & afferifle due anime nel corpo humano e confermarono , & inculcarono conforti tei mini la venerazione, che portar fi deve ai Pontefici Romani, cottanto mordacemente calunniati dalla maledica lingua di Fozio ; [e] T^eminem debere , dice il vigefimo primo Canone , confcriptiones contro.
ai
i

-.

Tapam fenioris I\pma , ac verba complicare , atque componerefub occafionequaf diffamatorum quorundam crimmum ,quodnuperTbotms ante Dtofcorus Qviifquis autem tanta jaclantiaj feriti audacia ufus /iteriti ut fecundum Tbothimi vel Diofcorum in fcripts , -pel fine fcriptis injurias quafdam contra Sedem Tetri Vrincipis *Apoflolorum moveat y aqualem, eandem quam illi condemnationem rccipiat Ton fi Synodus univerfalis fuerit congregata , falla fuerit ettam de Sanila B^omanorum Ecclefia quavis ambiguitas , controversa oportet venerabiliter , cum convenienti reverentia de propofita quaftione feifeitari^ r folutionem accipere y aut proficere , aut profeclum facere : non tamen audaUer fententiam dicere cantra fummos femoris B^maTontifices. Cosi li Padri. Ma nella relazione degli accennati Canoni ragion richiede, che fi rapporti con pi chiara efplicazione il fentimento delfettimo , in cui diclnaroffi non mai Vefcovo Fozio, e nulle le di lui ordinazioni. Efiendo cofa che non potendoti" giammai ripigliare nulle, & invalide quelle ordinazioni, in cui intervengono materia , e forma ben difpofta, e miniftro ben proveduto di dovuta intenzione, perche da'Padti fu nulla dichiarata quella di Fozio, quando in quella di Fozio concorsero tutti hneceifarii requifiti, efol
Sanllijjhnum

&

&

&

& &

&

&

manc
<f proib n ttm.6. i/i%an"s.

l'olfervanza degl' interftizii

Accorre

al

dubio con pronta rifpofta

juer.

Decr.

d,

d*m

prddtctjfort
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sZ%cfcu""" a pl P p'T i79'

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,,.8.7i.*.ii8.

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cftK.

ildottiffmo Fagnano, che diftinguendo la facolt Sacramentale dalla facolta, almeno dall'ufo giurifdiziale, dice, [d] Intelligi debet , vel quoad ea qua concernunt urifdillionem , vel quoad executionem tantum , quam de fure communi nonrecipiunt-ordinati ab Epijcopis Scbijmaticis , vel pr&cits f a ^ cc ^ efia f feH exeommunicatis. Onde inferifeefi, che il Sinodo decretafle, e pronunciaife, Fozio non eflere giammai flato Vefcovo [e] leghimampoteflatisEpifcopalis executionem , quantum ad jurifdiclionemy. non vero quoad poteftatts collata cbarallerem ; foggiungendofi dall' allcgato noftro Maeftro S.Elia: [/] Verba Canonis bujus interprctanda efe , quafi dilla non ad fcholaflicum rigorem , fed ad communem mtelligcntiam vulgi . Conquefte formidabili decisioni , e condanne termin lottavo Generale Concilio della Chiefa di Dio, ultimo di Coftantinopoli, & ultimo di Mi ci che tutti quei , che fin'hora fi fono celebrati nelle parti di Oriente rec pefo maggiore alle determinazioni prefe hi , che Bafilio incontanente tolfe da Coftantinopoli, e dall'Imperio il turbatore di Coftantinopoli, e dell'Imperio l'empio Fozio, relegandolo in lontaniamo efilio , con determinazione eziandio di non pi udirne il nome j eflendo che rigettonne coftantemente le lagrimevoli [g] lettere, che di col il maligno prefe ardimento difcrivergli in pretefaiincerazione della fua innocenza, inprocacciata commiierazionede'fuoi patimenti: egli fcriffegli, ^iudihumanffme Imperatori J^onobjiconunc veterem amkitiam , nectremi'-ndumjusfUr

&

Yandmm %

Capitolo
randum
,

X.

non conventionem , non impofttonem rtum: non qud ad noflrasmams ac e edens tremenda purifjma participaju myfleria-. nonvmculum, qnp nos egregii filli adoptio afirinxit: nihlhorum dico; fedcommuniabomtnumtibi pretendo jura. Omnes enm Birbari , Gr<ci, quof morte damnant , eos educuntvita: quos autem vivere (nunt t quampluribus aliti malis emori . T^os vero vitam vivimus non cogmtfame , omnibus privati , cognati f , minimorte acerbiorem . Capitivi fatti fumus , firis, familiaribiiSy omni denique bumano cultu . Et quidem divinus Vaulus cnm in vinculis etreumduceretur , amicorum , neceffanomm officiisfrui non prohibebatur ; cum ad mortem duccretury bumanam Taganis Cbriflboflibus confequebatur manfuetudinem . Cos egli, che fi diffufe in miferabili lamenti , quali ritrovarono ineforabile allora l'animo di Cefare alla compaflone. E felice , e pio farebbe flato Bafilio autenticato dalla fama , f come pun, cos perseverato egli havefle nella punizione del reo , che vedremo pur'hora di nuovo inalzato al Patriarcato di Cofhntinopoli da quegli medefimo, che cos gloriofamente ne l'haveva discacciato, efihato.
patta
:

&

&

555 manuum ad Imp


&

Hadria-

NO

II.

&

&

&

&

&

&

A-

Gio.VIII.

Secolo

IX.

CAPITOLO
Romano
, li

XI.

Giovanni Ottavo

creato Pontefice
872.

n.Decembre

zArt di Foiio per ricuperare la grafia d Celare Ritorno alla Corte di Fozio te d S. Ignazio
.

Mor,

che

di

nuovo invade
Oriente

la al

Sede

di
,

Costantinopoli
e
.

Lega-

motivi propofli per accettati dal Ponriflablire Fozio nel Patriarcato Legati fpediti in tefice, che acconfente alla elezione Oriente per tale affare ingratitudine Arroganza , di Fozio Pfeudo-Sinodo Fozjana e fuoi esecrandi dezione di
Pontefice
.

&

creti

Giujo irritamento del


,

Papa

che di

nuovo

con-

danna

fcommunica Fozio.

Arte fotti Vidima di Foiio per ritornare in grazia


di Cefare

due impenfati accidenti tolfero Fozio dair efilio , e con iftupore del Mondo lo riftabilirono nel Trono Nell'ozio della relegazione penetr il maligno il recondito fondo dell'ambizione di Bafilio , il quale nato ofcuramenjte , ambiva la fama di Nobile per dipendenza di
.

a Nc et . in vita S. Ignatii".

Hiftoriam,

& &

fangue

prerogativa di natali
,

Geneah^iam format

&

Perloche Fozio
,

[
,

fingit

eam

qua neque

eft

ne-

que unquam fuit . Thiridatem illum magnum ^Armeniorum Regem , qui tempore magni illius Gregorii Martyris fuit , conftituit biftoria primum originem . Ex ilio videlicet Tbiridate genealogiam nomintauUorem , bus 3 quibus voluit , confarcinans , aliam ex aliis jittam deducit hiftoram . Quando veri) ad Tatrem Bafilii pervenit , hunc fcripfit nativit te ejus nomen Beclas finxit fuifte , meni fetalem, qualis Bafilius fuit, animoffimum bic Tbotius omnium eorum , qui hucufque liciffimum y regnaverunt , futurum auguratur Sexcentis etiam mendaciis , quibus de-

&

&

leiiari novit auditorcs

bifloriam

Ulani

cum

replejjet

vetufltjjmis qui-

dem membrams,

charableribus etiam Alexandrinis pr virili imitatis , talia fcribit , antiquifflmis papyris ab antiquiffimo libro detratlis , omnia ime obvolvit, ac deinde in magna palata bibliotbeca illa deponit .

&

fatto, in opportuna congiuntura un Chierico Regio per nome Theofane, che poi in premio della fraude fu inalzato al Vescovado i Cefarea in Cappadocia, mofr Cefare quel libro , vantandolo

Ci

ripieno di

maraviglio/i fecreti

ma

altrettanto inintelligibile ne' fuoi

enigmi

, .

Capitolo

XI.

557
da Fozio

Gio.VIII-

enigmi ad ogni huomo i fuori che Fozio , che in quefto genere oltrepaflava la capaciti ordinaria degli altri rinomini. Bafilio Stimolato dalla curiofit, fece incontanente richiamare alla Corte il propofto interprete con fperanza, che in-que'gieroglificipoteirecclarfi qualche Sua

nuova grandezza. Ed

in fatti

quando ne

ititele

il

contenuto,

gio come ottenendo ci che unicamente bramava; e tanto atfezio- che lo richianu nofli quel fuo nuovo Edipo> che fatto nobile da Fozio, quando elfo ali* Corte, era ignobile, effo fece innocente Fozio, quando egli era reo. H<c origo amicitu Tbotii curri Bafilio Imperatore , Soggiunge il Niceta , hac Ecprioris confuftonis innovai io. Bine frequentar clefiaftica paets perduto, in Tatatio erat fraudulentus tUe , fuffmando Trincipis benevolentiam , morum artibus . Quindi totumfibi illum devinciendo verbomm lenociniis , poco poco con l'amicizia del Principe Suffurandofi la podeSt di Patriarca, apertapublicamentecafa, e Corte in Costantinopoli nel Palazzo di qu&neque a idcmtid, or dinati onesh ab ebat, Magnaura [a] Exarcbos conjlituebat , erant ad Eccleftx honorem , [ed adcontumeliam, Tatriarcba affliclionem\ interitum anima fuce , impi impiiffimus ille faciebat . Ita Imperatorts omnia, qua ad Imperatori! grattam aucupandam Icnitatem defpiciebat,

&

&

&

&

&

&

&

&

imquitatem , magisqum faciebant, fimulando fuam infitampravitatem , ante a patfaciebat. Ilfecondo accidente, che fi refe luttuofiffimo al Chriftianefimo, fla [b] morte di S.Ignazio, che in et di Settantanni doppo t> ^ 878. tanti travagli pafs al ripofo del Cielo . Tal novit rifvegli fubito in Moedis.ign*. xt0 Fozio l'ambizione antica di aflbluto , e non pi controverso comando nella dignit procacciata del Patriarcato, e cadde eziandio molto opportuna al
'

&

genio di Cefare, che invaghito delle adulazioni di Fozio, non Solamente pTomcifegli , mi adoperofll ancora con efficaciflmi mezzi , per farlo finalmente giungere, ove il Sacrilego afpirava: non ricordandoli Bafilio di ci, ch'effo medefimo haveva annerito i Foziani nell'azione SeSta del Sinodo Generale, cio che non altri, cheil Diavolo, quicuntla violai, haverebbe potuto ristabilire Fozio in quel Trono . Ma egli acciecato dallo Splendore della nobilt conferitagli, avido di Salire pi in alto nel concetto degli Huomini per opera di quel fraudolente millantatore , ord , intrecci e fteSe quella tela, cheaprilproScenio di una tragedia funeftiffima, e per quei che la rappreSentarono , e per quei che da lungi ne rimirarono , e pianSero li Succefl Poich Fozio appoggiato all'autorit Imperiale , invadendo di nuovo, come un Ladrone, quella Sede, inferocito da i pafTati fuccefli, [e] Multos dolofus ille dolo fa lingua calumniando , quafi pr criminibus accufandovexabat ; deinde fi adducerentur , cjr cum ipfo communicaad majores fedes aliquando transrent, iterum verfa vice illos fovebat, ferebat. Et iterum cantra fiquis, ut fuis rebus curam adhiberet , abjineret iterum recipiebat, fi ille ab ejui communione, iterum hunc deponebat ; annueret; tanto deftderio, ajjentiretur , aviditate fcrebatur , omnes infama confundere , facras rcgulas prx fua dominandi cupiditate , violare. *Ante autem omnia nititur Tatriarcxe Ignatii ordinatwncm everter e , omnes , qui ab ipfo fuerant depofiti , in Ecclefiis contea collocare
.

For.o

di

nuovo SedC
,

p"Xrtarcaie

&

cNlce t'

lt

^ c>t

'

&

&

&

& &

&

Sue niI0vec r!u


deit,

coppuf.

Clom '

&

videte quafo, quid agere audebat. Iterum confecrare eos, qui S.Ignatio fuerant ordinati , non dubitabat . Quoniam vero hoc etiam abfurdiffimum videbatur , execerandum; ncque propterea cjus miquitas drfecit, fed pallia, oraria cum eruiffet ,

Quoniam vero b<cc non placebant Imperatori:

&

&

Gio: Vili.

qu#cunquc funt ftgna Sacerdotalium rerum perfetlionis , <gr fuper bis fecret domi orariones dkens ( fi tamen bas dicere orationes licet, potius blafphemias ) ita ftngulishM honoris caufa munera largicbatur, utimmenfum peccatum fieret , ubique jusjurandum, ubique cbirographorum allatioin ordinationibus , indignttatibus, indrpofitionibus , in omnibus, in quibus ipfe ubique propriam gloriam captabat , aliquid beneficii conferve putabat novitatibus gaudebat ; neque per Deum , ncque per ejus fummam providcntiamres fuas firmare credebat , velexpcUabat , [ed potius fuis malis artibus confrmarc, " Jabilire curabat; cum univerfam hoc patio vexar et Ecclcnomen Chrijli blasphemari omnem animam fcandaloaffligeret, ftam ,

&

5g

Secolo I X.

&

&

&

&

ejus malis artibus efficeret: e quindi fiegue il citato Autore descrivere , e piangere la crudele defecazione di quella Chiefa , e le abominevoli ingiuftizie
,

Simonie , e facrilegn , co'quali Fozio profan le cofe facre

e la ragio-

ne medeima delle genti


Qualit di go-

V1IL
a

Eattagi. in con-

Ma pi profanolle Fozio , e con Fozio Bafi Ho nella legazione, cheambedue Spedirono al Pontefice Giovanni. Regnava allora Giovanni Ottavo nel Trono Pontificale , Pontefice , non come altri [a] lo dicono di vii cuoe cadavere di huomo, mi tanto capace degl'intereffi , quanto lluftre lo rendono le controverfie, e gli affari di tr [b] Imperadori , ch'egli coron in quattr'anni, le contefe che foftenne con il Conte di Spoleti , e col Marchefe di Tofcana, le ordinazioni che tece .^ p ranc j a t & m i ta ij a J e precauzioni che prefe contro le armi formiche nelle {piagge del Mediterraneo horribilmenteinfe.dabili de 'Saracini ftavano eziandio il lido Romano,einfomma Papa degno di maggior'elogio, f folle flato pi cauto nel prendere gli altrui configli pi diligente nell' esaminarli, pi felice nella elezione de'mimftri, che furono deputati per efeguirli. Ma perch'egli fu ingannato da Ballilo, che finallora erafi fempre moftrato contrario Fozio , e da'fuoi Legati medefimi , che vituperofamente tradirono Dio,& al loro Principe la fede quindi fii ch'egli incorfe nella taccia degli altrui errori applicandoli a lui quegli de'colpevoli , con lafolita difgrazia> cui Soggiacciono li gran Monarchi, lecuirifoluzioni,
di fpirito

M/f/^M.%?." re > fiacco

humani,

e divini,

b carhcaivo.Lu dvh* Balbo , c a ,i t crafo.

'

vu/

'

cBar<w.2? 9 ns

riefeono felici, s'imputano i miniftri, fenocevoli, ad eiH. Noi non pretendiamo di feufare uno , che viene incolpato [e] da tutti; ma Solo accucc.intfusvita: curatamente diitincuere nelle fue circoftanze il fatto , per il quale appavifea hgu vontif. & la venta del racconto, e rimanga il Lettore con la impreflione del vero,
f
"'"'

ch' l'unico fine della Hiftoria, e che folo l'Hiitona

nl i&o (Tdi Fozi


ai

pontefice

Cefare una legazione al Papa richiedendolo delCattolica per Fozio, e della di lui confermazione nelcommunione *a i a Sede di Coifantinopoli , e con gl'Inviati Cefarei fi unirono tre Monaci, come mefl del Patriarca di Gierufalemme, con la iftelfa iftanza , e Theodoro cognominato il Santabarcno , huomo fraudolentifl,

Mand dunque

R?goni allegate ^r otwnere dai


ne j Foiione! Patriarcato .

mo,

Magia, fpedito dal medefimo Fozio al Papa col Rapprefentarono tutti verit framimedefima richieda tenare della e altiero, Quejtoejjere l unico me^Zp per riunire la. fchiate con menzogne ,
e profeflore di
.

chiefa di Cojlantinopoli , ansile tbief d tutto l'Oriente dilan-rate fino allora dalle due fazioni, una delle quali ridotta jen^acapo per la morte d'Ignazio , volentieri acconfentiva al rifiabilimcnto di Fotto, che non pi combatteva con il competitore, ma era portato al Trono dalle acclamazioni medeftmr de'fuoi una volta avver farti, ed bora concorrenti alla [u rj'aitatone ;
F07.

Capitolo

XI.

559

Gio.VIII.

Fo^io dichiararfi Cattolico, e per tal confezione fpedir e anch''egli li fuoi Legati alla Sede ^ipoftoltca; ne fembrarecofanuovx, che doveffe il Tapa condonare qualche riguardo al publico bene, quando al contrario promettevafi dall' Imperadorela fogge^jone immediata delle Chiefe della Bulgaria alla Sede Rimana ( punto controverfo in quel tempo , e defideratiflmo da'Pontefki) i Tola protesone Imperiale favore del Tontefice contro i Spoletint , un armata mari t ima per discacciare dalle fpiaggie Bimane li Sar acifcani, Dove che negandofi da Sua Santit tal concezione , era doverosa la riflefni fune della continuatone de'[concerti in Oriente , delle turbolente della Bulgaria, della imminenza delle armi Sar acine al di fuori, e de ribelli della Sede ^Apoftoltca di dentro , e l'irritamento umverfale de Greci , che [ a ] re- * curtpaia^.fi di frefeo Tadroni di Benevento, ediCapua, fi affacciarebbono terribili alle mura ftejje di Roma . Motivi tutti di alta confiderazione all'animo del Pontefice, e da giudicarli eziandio potenti per compiacerei un Cefare, f al compiacimento folte feguito profpero il fuccell. Ma perche fu falla la efpofizione, cheldelderaffe da'Cattolici l'alfunzione di Fozio, falfo il di lui efpreifo pentimento , & ingannati da'raggiri delle parti li Legati, chefurono pofeia fpcditi in Oriente ; onde le Iperanze concepite della unione , e del publico bene, nonfolamentefvanirono, mi degenerarono in horribili, e moitruolfcandali; quindi fuccefle, che fu incolpato Giovanni Ottavo di vilt, e fu detto PapclVa , dando egli luogo alla favola, che habbiamo di Con fopra riferita doppo il Pontificato di Leone Quarto. Ricev dunque il Pon- cificiaVei'aflu tefice li Legati, erifpedilh con la concezione della grazia ma con tanta *nediFo*io. cautela, con quanto decoro della Sede Apoitolica, e con quanta accuratezza di fenfi lesconfifcritte [b' le di lui Lettere all'Imperadore , Fo- *"*** s Influ tn Bar. an. .. ... ir r L J j zio, ehdiluicommonitonialliLegati, che adunare dovevano un nuovo ^.n.-j.&^. Concilio in Coftantinopoli per terminare l'affare; e particolarmente quella da elfo fcritta all'Imperadore Ballilo , nella quale molte valide ragioni efpone dell'acconfentimento predato alla reftituzione i Fozio Isfos itaque, c '"</>/? ?. dic'egli, [e] Sevemtatisvejra preces congrua ratione admittentes , quialgnaTatriarcham de prafentivua ]am migrafe cognojcimus: tium pia memoria temporis ratione perjpefta , hoc modo decer nimus adveniam pcrtincre , quod nuperdcipfoThotio, lice tipf abfque confultuSedisnoflra offcium (ibi mterdicliim ufurpaverit , geflum conflat fuifie T^os flatutis ^poflolicis non prajudicantes , nec Bcatorum Tatrum regu-

&

&

&

hi

rcfolventes, quin potius carum auftoritatibus freti, qui Tyjcani Concilii capitulo fccundo apertiffim dteunt , quoniam plura ante per neceffitatem , aut alias cogentibus hommibus , adverfus Ecclefiaftcam fatta funtregulam.

GelafiusTapadicit, qud ubi nulla per urgetneceffitas, conjiituta Tatrum inviolata ferventur . Et SanUus Leo eodem fpiritupracipit, omitmculp.ibilcjudicandum, quod neceffitas intulit . Inde tendumefie, Felix

Mine

&

[d]

Gtla'- ef i^';

&

&

Tra fui

decefior nojler in fua decretali epifiola voce confona dicit , aliter aliter voluntatts . Inde S. Concilium tratlandum effe ncccjfitatis ratione,

&

apud lAfricam geflum capitulo trigefimoquinto jubet , ut Clerici Donatiflarum rnEcclefia, propter Ecclefiapacem &utilitatcm, fi corretto confilio adCatholicam unitatcm tranfire voluerint, fi hoc paci Chrifltana prodefie vifum non ut Concilium , quod in tranfmarinis fuerit , in fuis honoribusfufciptantur partibus de hac re fablum eft dijjolvatur , in quo videlicet Concilio flatutum tfl, ut ordinati in parte Donati, fi ad Catholicam partem tranfre volue,
;

rint

Gio.VIIL
a

Secolo

IX.

ionwt tfifi,

17.

Y fnfcipjantur in bonoribus fuis , de hoc etiam beatus "Papa [a]lnnocen^ tius dictt Captulo quinquagefimoprimo , qud ii , qui Bonofo bar etico ordinati

m
'

mn

funt, propterea firn recepii , ne fcandalum remaneret Ecclefia . Tittnc itaque aliisVatriarcbis , ^lexandrinovidelicet , antiocheno, Hierofolymitano , atque omnibus ^rchtepifcopis , Metropoliti* , Epiftopis , C9" Sacerdotibus , cunbtoque Clero Conflantinopolitana Sedis, qui de ordinatone Beati Methodii , gnatiireverendiffimorum Vatrarcbarum exijunt , #w<r voluntate , parique voto confentientibus , cundem Tbotium fatisfaciendo , /;fericordiam coram Synodo fecundm confuetudinem pojiulantem , * ^f r<* d*7e-

&

&

&

b
e

2. cor.

y.

2.

cor. ii.

4 Matth.

16.

, <tf^#e coraw Synodo mifeconfacerdotem , pr Ecclefa Depace, utilitate, amodo, Chriflof avente, recipimus , habemus . jQa#z #* vor , Chrijliantjfimi Imperatore ^Augufil , ^i fanti* Bgipu// c<e dementiamo affelu gubernatis Imperium, pr Chrijio [b] fungi legatane vtdemini , dum pr pace rogatis Ecclefia ; nos , quibus fecundum ^j t/Lpoflolum omnium Eiclefiarum Dei folicitudo incumbtt, controverfiam aliquam in Ecclefia Deiamplius remanere nolentes , hunc ipfum Tatyiarcbam cum omnibus five Epifcopis , fi ve presbyteris , five c&teris clericis, omnibus laicis, in quo s divini judicii fucrat cenfura prolata, ab omni Ecclefiajlicce fantlionis vinculo abfolvimus , JantJaque Conflantinofolitanae Ecclefajudicamus recipere fedem , Dominicique gregis efe paflorem , illa fellicet poteftate fultt, quamEc defiatato rbe diffufa credit nobts in ipfo jlpofloIprumTrincipe Chrifto Deo no/iro efe concejjam , eodem Salvatore Beato Vetro lApoflolo pr$ aeteris fpecialiter delegante [ d ] l'ibi dabo claves Bggni Ccelorum quacumque Ugavcris fu per terram , erunt ligata m Ccelis qu<cumque folveris fuper terram , erunt foluta Ccelis . Sicut enim ex in bis ver bis nibil conjlat exceptum: fic per ^ipoftoliea difpenfationis officium, totum poffumus proculdubio gencraliter alligare , totum confequenter qbfolvere ; precipue cum ex hoc magis pr&beri cunUis oporteat miferatonis
,

clione fratrem

in Tonificali officio
,

comminiflrum

ricordiamfercndo

&

* pa(orali magifterio

&

&

&

&

&

&

&

&

&

exemplum
ria alla Gliela

'

vSiil'/.t'p*?'* ivediuponrljic.

Cos egli , preferivendo in oltre la reftituzione controversa della BulgaRomana , la proibizione, che niun Laico promoflb efler potette per l'avvenire al Vefcovado , eia precifaimpofizione, che dovette Fozio in mezzo al confetto de' Padri implorare il perdono de pattati tra* feorf , e promettere durevole per il tempo futuro la emenda Pot il Potece pi honorevolmente pi mifericordiofamente , e pi eziandio prudentemente maneggiare un negozio , il cui fine era tutto diretto alla.riunione airaggiuftamcnto delle due Chiefe , alla fupprettone di tatui fcandali totale del Chriftianefimo ? Forf non oper cosi motto dalle medefime ragioni il Clero Romano nella elezione, ch'etto [e] fece, dell'una volta , e
.

L<on.t.i.p^^
%vtdito t \.pag%i.

fa quel tempo facrilego Vigilio al Pontificato Leone il Magno nella [f] confermazione di Anatolio? Aniceto nella Spedizione delle lettere Montano? [g] E tanti altri Papi allegati dal medefimo Giovanni Vili, nella Aia lettera al'Imperador Bafilio un cui feorcio habbiamo noi poc'anzi rapportato^ Perche dunc]ue ripigliar d'imbelle, anzi in un certo modo di prevaricatore un Pontefice, fol perche l'effetto non corrifpofe al difegno, quando il difegno fu retto, e ben ponderato , e tanto fol poi non applaudito , anzi vituperato perche forti un'effetto non preveduto , riputato impoffibile prevederli , ttanti le mimenfe fraudolenze di Fozio , le di lui viziofe
, ,

efibi-

Capitolo
cfibizioni,

XI.

56

G10.VHI.

menzogne, e fallacie, e tutto ci, che pu rendere reo Fozio, che ment per Ingannare , ed innocente Giovanni Vili, che fu ingannato da un mentitore? Lalodedell'humano operare non mai dipender deve dall'
efito del (uccello,

mi dalla rettitudine della intenzione gonfio Fozio del felice avviamento delle fue trame, none credibile', come malamente fi abufaffe della benignit Pontificia in diferedico delfuo medefmo benefattore. Con arti maligniflme egl'involi Legati Pontificii le Lettere col pretefto di traslatarle nell'Idioma Greco, efecrande le fattiti, ch'egli vi appofe, alterando, e fono horribili , pervertendo, e variando tutti que'fenh, da'quali riceve[a] mutilando, r lj * > vit -ir r re poterle o vantaggio, odilcapito il luo intento. Aduno iubito ancora un Concilio, che fu detto Sinodo Fonano, in cui concorfero tutti li di lui Parteggiani in numero maravigliofo di trecento ottantacr Vefcovi. Ci che ivi l fece, fu ci che far voleva, e poteva il pi capital nemico , che havelTe allora la Sede Apoftolica in tutte le parti del Chriftianefimo ; effendocofache, fuor che di Giovanni Vili., quivi fi lacer la fama dei partati Pontefici, fi condann l'Ottavo Sinodo Ecumenico, fi abol dalla ConrclfioneNicena nel Mifterio dello Spirito Santo la fopragiunta parola Filioque, proibendone con ifeommunica la continuazione , e con voti communi hi il medefmo Fozio reintegrato, riabilito nel Patriarcato, e venerato come huomo fantiflmo, acconfentendo, e fottoferivendo le acclamazioni, e gli atti il medefimo Imperadore, e i tr Legati Pontifil Cardinal Piecii, cio Paolo Vcfcovo di Ancona, Eugenio di Oitia, tro Prete della Chiefa Romana, i quali, [b] ut muta pecora , come dice
Dunque
1

Mgratitiijine.ar.

rogala, efrau. 8 di Fo "

JjJ"*

&

iJSt2/l!^ faijatas apua bar. an.cit.n.at.&fiq,


nodo Fonino,
*

Sfiori.

&

b Bar.an.i 79 n .6z.
.

il Baronio, dufti flint, tam fordida, tamque indigna ab <Apofolica Sede Legatio mijja fuerit [ e ] Mane Synodum Grci lambunt, foggiunge il fopracitato Annalifta, hanc ut divinum quoddam oraculum obfervant, atque cujiodiunt, venerantur, efclufione del Sinodo Generale fotto Hadriano II. annumerano & ad quefto fotto Giovanni VIII. fra gli Ecumenici in ordine dell'Ottavo, e
.

magna cumScdis*Apofiolic<e ignominia, utnunquam

cBar an ^i9 --7.


-

&

come f folle
al

prevaricato in herelia

il

Pontificato

Romano per

l'aggiunta

Simbolo della parola Filioque, aflcurano fubentrato nel primo Patriarcato Ecumenico, e Generale del Mondo il Patriarca di Coftantinopoli, come pili pr Aimo al Romano per nobilt di Metropoli, e per aura di potenza [d] Thotius ttaque , conchiude un grave Autore, tempore Magni Tapa Incoiai per pr&textum addita particuU Filioquezw Symbolo coepit ejfutire contraSedemRgmanam , <" arrogare primatum Ecclefia , quafi Fgmanus Tontifex eum amiftfiet ob Harefm de procejjone Spiritus Sancii,
. 1

<j oSav.iade^.fn Cat *itofrium Ee ' t,e' 5 '

adeoque proxim primus, videlicet Conjantmopolitanus , evaffjetinprimum Vatriarcbam totius Ecclefa Tardi fcuopr il Pontefice la fraudolenza di Fozio , ma non cos Aito tffeatimea. tardi, che incontanente non condannale lui, il fuo Pfeudofinodo , e lTinuo^ondan! Legati, che furono fpettatori muti di cos facrilego fuccefl [e]Joannes llJ : ^ oraniU)i;Hadriano in Sedem fucceffit, fcrifle Papa Formofo i Styliano, ana- TJ?^,. ibernate Thotium damnavit, quando Me feduxit Eugenium , ejus fo- ^o'.. cios Cum enim accepi(iet Evangelium , sAmbonem confeendifiet , omnibus audientibus ita dixit ; Quicunquc non habet damnatum Tbotium divina Jententia y ficut pfum rcliquit Tsljcolaus , Hadrianus Sancitami Tap<e ( ^?!t/{ tiindtrn frjdecefloresmei, fitanathema: e de'Legati [/] in altro Codice foggiun- m.*.mj.
:

'

&

&

&

,-..

&

Tomoli.

Nn

gefi,

Gio.VIII.

<6z

Secolo

IX.

gef, Bgmam reverj Joanne in ambone illos anatbemate dannante, fuerunt depofiti. Quindi egli fped il Cardinal Marino , che un' altra volta fotto Hadriano II. era in Coftantinopoli intervenuto come Legato del

Papa, e che poi merit di fuccedere Giovanni Vili, nel Pontificato, con nuova legazione Coftantinopoli per riparare alla ruina fatta dai tr precedenti Legati, dimoftrandofi con le parole, e co'fatti tanto pi follecito al rimedio, quanto pi oppreflb dall'inganno. Onde f Giovanni VHI.f forprefo in riftabilireFozio fui Trono, purg la fua coscienza appretto Dio , e lafua fama appreflb il Mondo , con efempio tanto pi heroico, quanto pi difficile fi ne'Grandi il ritrattare il mal fatto, che il * non farlo

A-

563

Marino

CAPITOLO
Marino
di Gallefe
,

XII.
li

creato Pontefice
882.

27.

Decembre
Degne qualit di Papa Avarino

Nuova

condanna d
.

&

Fozjo

amofa, Rifentiment della Corte Imperiale empia Lettera di Fozjo [opra la Procejjione dello
.

Spirito

Santo

Confiderazjoni

riprove di detta Let-

tera*

N quefta turbolenza di accidenti funefti per le Chiefe d'Oriente, edifguftofiperlaRomana,


il

Clero non hebbecofapi


a

resic a cuore, che eleggere do p p la morte di Giovanni un fog- d P^ ]-^ u getto, di cui effo navette prove baftanti, che forte per etfere tanto pi acre impugnature di Fozio , quanto pi Fozio meritavafi e lo fdegno de'Pontefici , e il difeacciamento dalla communione de'Fedeli. E cadde felicemente la elezione in Marino , Ecclefiaftico accreditato in tr Legazioni d'Oriente fotto Niccol, Hadriano, e Giovanni , *nella prima delle quali fu egli fpedito per fulminare la feommunica Fozio, nella fecondaper deporlo dal Vefcovado nel pieno General Concilio , e nella terza per risarcire i danni della infaufta legazione de i VefcovidiAncona,ediOftia, e del Cardinal Pietro Prete di S.Chiefa Quale incombenza egli accett con cuore s generofo, e pronto, ed efegu con tanta libert d'Apoflolica intrepidezza, che infotferente Cefare divederf disfare in faccia quella Torre di Babel, ch'elfo con tanti Henri have va eretta, contro la ragione publica delle genti , e contro la riverita Maeft della Pontificia Legazione, lo f condurre in carcere, dove trenta giorni lo ritenne, fin tanto che rimandollo a Roma , nel cui foglio havevagli Dio preparato il primo governo del Mondo. E comprov egli pienamente co'fatti la concepita fperanza, eflendo che nel primo ingreflb al Pontificato [a] condan- iBar.an.Rx..i2* n publicamento Fozio , irritando, caffando, & annullando tutti gli atti da lui emanati nel tempo dell'ufurpato Patriarcato, rendendone fempre pi indegna, e vituperofa la fama: onde Bafilio , che haveva prefo con inavveduto configlio la protezione di quell'empio, ricevendo ad onta della mr-j e Imperiale dignit le giulterifoluzioni del Pontefice/criffegliingiurofiifime deihcolceTmpel lettere, intentandone eziandio fotto vani pretefti la depofizione dal Ponti- r,ae * ficato, f maggiormente egli feguivamoleftare Fozio, ch'era allora l'arbitro non meno dellecofefacre, che delle civili nell'Imperio: mfaldo Marino nella {labilit condanna, difpregi le m inaccie di Cefare , e fegu intrepidamente, le orme gloriofe de Tuoi predecelfori lafciando con la vita n z a Stc.

^T^Z

Marino".
'

~fi^
fta alla

Secolo

IX.
il

Morte diM arno fin


'

a Stefano Setto fuo Succeflbre il difcarico delle calunnie, e Lettera accennata dell'Imperadore

pefo della rifpo-

Mentre cos tonavano li Pontefici da

Roma

con lo frepito formida-

bile delle fcommuniche, avvantaggiava Fozio il fuo partito in Oriente , nulla intimorito da'fiilmini lontani dell'Occidente, che ferivano folo que-

che li temevano , e non lui , che avvezzo horamai a fentirne il fuono da , quattro Pontefici, baldanzofamente difpregiava non folo la mina, che ma ^ a potenza , & autorit eziandio di quegli , che li vibrai nacc J avano > Famora & m imr/'di f2o vano; ed in discredito di tutti li pattati Pontefici egli fcrifle appunto allora OC c ue ^ a Lettera , che Ci refe poi celebre per empiet di Herefie , lopra l Profwnt dlio s p,n l ir! . io santo ceflone dello Spirito Santo , della quale per intelligenza della noftra Hiftoria ci conviene di fare diftinto racconto in quefto luogo. Lo Scifma di Fozio cominci nel Chriftianefimo con fciifura di carit , ma non di fede: ma invigoritoli poco poco con la emulazione della Chiefa Romana, e con la contradizione di tutti li Pontefici allora viventi , egli degener in Hetti&nlV. refi, verificandoli l'antico detto i S.Agoftino , [a]TStyllumfcktjnaeJ,nifi de^4poji4t.& He altquam Harefim confingat Furono fenza dubio efecrabili le procedure di Fozio, empii li fuoi Scritti, e Diabolica la temerariet ; ma fempre fi reftrinfe ne'termini di peffimo Chriftiano, e non mai precipit apertamente in alcuno errore di Herefia, bench molte allora ne vagalfero per l'Oriente, f pure tale non vogliamo dire quella da lui [b] allerta, ma non promoffa > tm> pas delle due anime razionali in un medefimo corpo dell'hiiomo . Tuttavia sii' fra le accennate turbolnze die qualche lampo di mala kde (opra la ProceftVeiiitptntficM fione dello Spirito Santo in una Lettera [e] circolare tutti li Patriarchi dm&Stin d'Oriente, e nel fuo Pfeudo-Sinodo Foziano , nella cui fefta, [ci] efettima n<ji.& 7 i, azione egli riprov, ecenfur l'ufo della Chiefa Latina per la nuova aganathematizgiunta al Simbolo della parola Filioque* feommunicando , zando chiunque ardimento prendeffed'inferirvela. Quindi , che impreffionato , che lo Spinto Santo procedette folo dal Padre, e non dal Figliuolo, invaghitoti dell'impegno di haver'eflb altre volte attenta tal maffima, con profperit di faccetti attendeva divulgarla, quando con infaufta congiuntura gli fopravenne una Lettera del Patriarca di Aquileja, cheimbevutofi anch'ei del medefimo fentimento, e refo perci odiofo tutti li Latini, adheriva apertamente agli Scifmatici d'Oriente, e pregava Fozio ftabilire l'aflomacon prove diftefe di qualche Scrittura, in difpregio, onta de'Latini. Gio Fozio all'invito , che rendevalo allora Angolare , e celebre per contrariet di dottrina in tutto il Chriftianefimo , e ftefeuna lunga Lettera al Patriarca fuo corrifpondente , ma che da lui, e dal Patriarca multiplicata in mille copie fi dirfufe poi per tutta l'Europa, come della Herefia di Fozio, ede'Greci. Ella incomincia [e] Tboe h*hc vide pud carta foriera Br.<*nM].n.5. tii Tatriarcba Conftantmopolitam ad jLrcbiepifcopHm Jtqmle]& , videlicet Fenetiarum, de bis , qui blafpbemo ore Spiritum Sanfium Filio etiam procedere ajfirmant. Il contenuto non poteva ettere pi facrilego dell'afiunto, mentre l'affittito conteneva tutta la beftemmia. Onde richiedendofi prove dell'aflerzione , molte ne adduce , della cui notizia Noi non vogliamo privare il noftro Lettore, acci con la debolezza degli argomenti Heretici confronti meglio la robuftezza delle ragioni Cattoliche E primieramente cominciando Fozio dalla tradizione, Quomodo, dice, non erit abfurdum, rei potius quomodo non omnem blafphcmi(e excefjum fuperat , ipfifmet Domi:
gli

SS
'

'

'

&

&

&

ncis

Capitolo

XII.

dottrina refragari , qua nidi verbis adverfarili Traditioni etiam , ubique apud magnai Vatriarchala Sedei viget? Jltque ut ejuipradecefores omittam Leo fiquidem F^omanus Tontifex , tum fenior, tumillumfequutus ^ipoflolica Ecclefia, Santtis Tonjunior , eadem fentirecumCatholtca, ^Apoflolicis Decreti! agnofcuntur Etprior tificibut, qui eos pracefterunt , quidcm Leo in quarta generali fantta Synodo multas audes ejl afiecutut non folm pr facris illitvirii, quos nomine fuo Legatos mift: verm&pro Eutycha damnati fucrunt, in qua Spiritum fua cpijiola, qua T^efiorius , Santtum Vatre procedere pradicavit , juxta pracedentia Synodica decrejunior Leo , qui non folm nomen , veta, non autem F ilio . Similiter dimulatm : hic fiquidem Leo junior pietatis ferruni etiam fidcm illius ejl verti T^eUtor , ut nullo patto barbara lingua corrumperetur immaculata nofira fiati dottrina , Craca lingua , ut mttio ditlum ejl , Occidentalibus celebrandam tradidit Et non foSanttam Trinitatem glorificandam , mandato tdfaciendum curavit, verm etiam quibufdam mlim fermone,
:

&

565
&

Marino.

&

&

&

&

&

&

columnis eretta illam mfcripfit ,cihbus quafi clypeis conflruttii , confpettu omnium flatuem, ad Ecclefia valvai collocava, ut hoc patto facinullo patto iftmfmodi le, incorrupt pofjent omnes pietatcm edifcere, novatoribus pateret aditus depravandi nofiram occulta depravatoribui , fecundam caufam Filium introducendiprxterVaChriflianorum pietatem, dignitate , qua trem Spirititi, Sancii , qui proccdit Vatre , eodem honore , genitus ejl Filius. T^ec hi duo foli facri viri, qui in Occidente micuerunt,

&

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&

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&

pietatem integram confervarunt ( non ita emm Occidentalium Ecclefia Dqclorum copia caret ) verm etiam alus ipforum innumerabilis numerus , qui una cimi fuperis dittis viris pietate prafiant. Cum igitur Bimana Ecclefia conjiteretur , una cum quatuor aliis Vatriarchalibus fedibus eadem fentiret , firmata cfiet Ecclefia ( contra in petra verborum Domini fundat a, quam neque inferi porta, ora videlicet hareticorum portis carentia y itilo patto exquibusnova hac prevalere pofie , ipfamet Venta: confirmavit ) unde, emerfit adverfus Spiritum Santtum blafphemia ? Et quomodo non erit multi s lacrymis digna , atque fufpiriis ? * r, r Cos Fozio; [a] ma f alcuna ragione vale contro di lui, certamente ft a ?e tJraa iquc fi la tradizione, ch'ei temerariamente , fradolentemente allega a zndi a ewtfieafuo favore con fofs mi ingannevoli, fallaciemaligniflme, e argomenti ve- E^tnufvCtimr. ramente dedotti dalla fuafcuola, in cui non tanto egli apprfe di fallare le fcritture , quando di rendere falfa la ftelfa verit . Ammettali pure con Fozio, che da'Pontefici, e Santi Padri Latini nella efplicazione dei Mifterio dello Spirito Santo frtacefTe la di lui procedenza dal Figliuolo, e folfi afferilfe quella dal Padre; dunque, perche fi tacque, ella fi negcW Con tal ragione , dir fi potrebbe dc'Padri Niceni , che perche tacquero nel Simbolo il Mifterio della Euchanftia, eglino lo negafl'ero . Non di ogni verit Cattolica necellaria nel Simbolo la efpofizione , n di ogni verit Cattolica hanno fatto commemorazione ne'loro fcritti li Santi Padri; e ficcomc non negarebbe nel Cielo altre ftelle , chi ailerifle , elfere nel Cielo una Stella; com non negali la procedenza dal Figliuolo, da chi fi confetta quella dal Padre, come ben prova Papa Hadriano nella fua lettera Carlo MaE r prov(.. gno, [b] e S.Paolino Vefcovo di Aquilejanel fuo Sinodo [e] diForl. I- b h**c chat t*r, trecheiluippoftodiFozio tanto falfo, quanto dalla fletta tradizione Tuic'SitBM. i convince, che lo Spirito Santo procede unitamente dal Padre, e dal Fi- n.cu.n. j.
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Secolo

IX.

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Altre ragreni d

Foi,

gliuoio. S.Athanafio fin dal quarto Secolo confefs tal procedenza nel Spiritus Santtus Tane, Filio, non fattus > ncc creatus , nec genitus , feci procederi*. S.Damafo nel Concilio Rornano > [a] Spiritus Santtus non cflTatris tantummodo , aut Filli tantummoio Spiritus ; (criptum eft enim: [b] S quis dilexerit mundum, non eft Spiri' l em fcriptum eft: tHi Patris ini" [ e ] Qui autem Spiritum Cbnfti noti \ habet, hic non eft ejus. laminato itaque Tatre, Filio, intelligitur Spiritus Santtus, de quo Filius in Evangelio dicit, [ d] Quia Spiritus Santtus de meo accipiet , "Pdtre procedit , annuntiabtt vobis . S.Leone Magno [e] ne infinu la confezione alli Vefcovi delle Spagne , che non (blamente ma divulgarono quindi l'aggiunta al Simbolo Niceno deli a profetarono , la parola Filioque per tutte le Chiele ancoratila Francia, con tale olfervanza di Fede , che Carlo Magno port premurofe iftanze Papa Leone Terzo, acci egli voleffe introdurre anche nella Chiefa Romana il Simbolo Niceno con la prefata aggiunta, affinch ne folle commune il canto, come nera commuiie la credenza. Mi Leone tenaciflmo dell'antichit non volle acconfcntirv , e per le ragioni [/] altre volte allegate, ritenne l'ufo in Roma di recitare nella Meda il Simbolo Apoftolico: nel qual proponimento perfeveril Clero Romano fin fotto il Pontificato di Benedetto Ottavo, in cui forf per cagion della contradizione de'Greci [g] s'introdulie anche in Roma la recitazione nella Meffa del Simbolo Niceno con l'aggiunta della parola Filioque . Quindi dall'et di S. Leone Magno prok lier, do * a tradizione, S* Gregorio Magno nel fefto Secolo affer la medefimamafllma: [h] Taracletus Spiritus Tatre fempre procedit Filio . Theodoro Primate dell'Inghilterra e Greco di Nazione nel fettimo Secolo in una fua confezione di Fede [/] altre volte allegata, confefs Spiritum Ftlio inenarrabiliter , ficttt prxdkave$ an ftum procedentem ex Tatre , Tropheta, runt S antti tApoftoli , Dottores . Tarafio il gran Patriarca rfiCoftantinopoli conferm, che lo Spinto Santo [IQ ex T atre per Filtum procediti il che fu efplicitamente atteftato [/] dai Padri del Concilio Niceno s ec0nc o contro gl'Iconoclafti , che furono i primi impugnatori di quefto Cattolico dogma. Come dunque vomit Fozio l'empia beftemmia, La proceffone dello Spirito Santo dalTadre, e dal Figliuolo , traditiont , dottrine refragari Citi egli un Santo Padre Greco, Latino, che impugni efplicitamente cotal verit, fuorch gli Heretici Iconoclafti, che fol poterono fervire lui di teftimonianzaauthentica delie mafme di fede? Quindi dalle menzogne del fatto , follevandofi Fozio all'altezza delle fpeculazioni , foggiunge nell'accennata fua lettera, Dicere Tatre, prinFilio Santtiffimum Spiritum procedere , duas omnino eft caufas, Trinitate introducere , ita Monarchia omnino evanecipa in Santtifjima duas caufas feet ; duas fiquidem aperte dicuntefientias , qui hoc dicunt , quibus etiam fequitur, ut unum principium in duo principia predicanti ex fmul dividatur: hac autem blafpb ernia vertatur in caput adverfanorum . Tr eterea fi perfetta eft a Tatre pr oc effio , quid opus eft fecunda proceffone > Trimum enim qui audet hoc dicere , Santtiffme Trmitati perfettifjime imperfettionem aliquam trtbuit ex duobus emm imperfetlis Spiritum Santtum omnia perficientem conftituit, necnon compofitum ipfum facit, quafi ex duabus quibufdam caufis conflatum , &ita ( linguam meontinentem , &menHtn ftult-aml ) exutroque imperfetto modo Spiritum Santtum procedere . Si rer

(uoramofo Simbolo, dicendo:

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Capitolo
vero
in

XII.

Spiritum Santlufn bujufmodi blafpbcmtam tandem devenicnt , nepotem dicere non erubefcent etfi hanc vocem vitant Ortbodoxorum tamen batic fcntcntiam , utexeis quxdicunt , Iwetconjkere, tuentur. metti Sienim ex Tatre per generati oncm Filius procedit, Spiritus vero Sanctus ex Fitto per proceffionem: ad ncpotts ordmem utique deveniet Spiritus Sanctus. Cbnjianorum numeEt quomodo boc ferendum illis , qui pictatemcolunt , vero mibi , bominum religioffjime , abfurdam ijiorum ro recenfenturt Tu opinionem ex inferi s emergentem, ita argue Si enim cum Filli generatione fimul alter quidem, Filius fc ili ce t gene' procedit etiam Spiritus Sanctus, Spiritus Sanctus ex genito F ilio procediti nibilminsqum ratur , a Iter vero Filius, etiam Spiritus Santlus Tatre proceffionem accijreret per generatioSpiritus Sanctus una cum Filio nem Gencrat jquidem Tater Filium , Si emm aliud tempus in ipfis procedente fimul procedit per generatwnem Tatre per generatwnem procedentem jiatuit , aliud vero Filium qmdem boc confetempus , quo Spiritus Sanctus ex Filio procedit ( fortajje emm quens fingent ) omnino Spiritum Santtum pofleriorem Fitti generatone conpertculum boc cum flttuere necefie erit . Siverbas apertas blafpbemias , perfpexcrint , fua opinwne non rccedent , proculdubio Spiritum Santtum genitum effe fateri cogentur CosFozio, e la (cuoia Greca di Fozio: ma non cos S.Agoftino, elafciiolaSacrade'Dottori Cattolici: [a] SicutTaSpiritus Sanctus, dice quel gran Santo, funt unus creaFilius, ter, Filius funt unicum Spiritus Saniti prinunus Dominus , ttaTater, tor, cipium, non duo principia; e S.Hilario fpiegando quelle parole di Gies Chrifto riferite da S.Giovanni: [b] Cum venerit Taraxlitus, quem ego mittam vobis Tatre, foggiimge, [e] Spiritus Sanctus mittitur Filio , quia efie ab ilio accipit , in conformit delle altre parole di Gies Chrifto , che dello Spirito Santo difle, [d] lite me clarificabit , quia de meo accipiet , gloiVate da [e] S.Ambrogio, da [/] S.Agoftino, e pi individualmente da S.Gregorio, chea(Fenfce, Mifjio [g] Spiritus Sancii e]i ejus procejjio de Tatre , ejr Filio. N vale la contraria alferzione, che nelle facre carte ancora [b] J^jmc mifit me Domiil Figliuolo fi dica Meffo dallo Spinto Santo, Spiritus ejus ; anzi [i] da f fteflb, fecondo il fentimento di nus Deus S.Agoftino, allor ch'egli fcrfe, Filius mittitur f , &Spiritu Sanilo; (fendo cofache prendendoli la Mifjione, oin quanto per ella viene dellgnato efjebtus vifibdts , aut invifibilis , fecundm quam Miffo divina perin tal fenfo t ota Trinitas mittt perfonam mifam , f k 1 ed ?on<e attenditur in confeguenza pu una pedona uenominarliMq/^, da chi non procede , pur che in realt fia di fua natura procedente ; quale denominazione perche non pu ella competere al Padre Eterno , che la prima perfona , quindi ella non pu dirf che [/] mittatur, quantunque effettus gratm fu etiam quia Tatre, qui inbabitat per gratiam , ftcut Filius Spiritus Sanctus t amen non efi ab alio , non dicitur muti; fono parole dell'allegato Angelico, che le conferma conl'autorit di S.Agoftino: Et boc efl quod dicit ^iuguflms Imi qud Tater cum in tempore nuoquam co?nofcitur , non dicitur rniffus ; non emm babet de quo Jit , aut ex quo procedat ; o pur la mifjione
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567

Marino

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dotti di fopra , ed Tww/f conclusone dello ftclfoS.Tommafo; [ n~\ Secundmmrffonew,ut prcejjioejt, non mittitur perjona, mji ab ea , a qua eternante? procedit , ut

'^"" u utprocefjo efl, come facilmente la inteferoli Padri ad- " u n rh in tal fenfo efficaciimo il loro argomento , ed in ter_,

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Filius

Marino.
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ter

Secolo

/X
&

Fitto ; ed altrove, [<*] SolusTaFliusTatre, Spiritus SanBus Tatre , nunquam legitur mijjus ; ed argomento particolarmente concludente ai ^pSi^/.T;'.*' hominem contro li Greci, de'quali avverte un moderno [b] Autore, chea* D.Tho.opfcui. docet Divus Thomas , [e] UH, cio li Greci ,tenent unam perfonam non mini , '*# nifi ab Ma, qua aternaliter procediti quoadmijjo, irrefragabile argumentum contra Gmcos conficitur , adprobandum SpiritumSantlum Fitto procedere, e qud in Scriptum ab ilio mijjus dicatur : -pel loqui de mijjone fecundm auftoritatemperfona mittentis admiffam fcautemfolaperfona, qua alia procedit, illam mittere potej , quia antoritas unius perfon ad aliam denotatrationem principii Qud autem mijjo fecundm auBoritatem Filio refpeBu Spiritus SanBi conveniat , confiat ex illis locis , in quibus dicitur , Spiritum SanBum mifjum auBoritas importa Fitto accipere de ilio i inquibust>erbis orda principii, tur Sic D.Thomas loco allegato ^thanafium nterpretatur , cum lAuguftino componit In quo fenfu optimum argumentum adveritatem ijiam fuadendam ex mifjione conficitur . E molto pi chiara ella fi rende dal medefimo dogma Cattolico, col quale crediamo, noneflere, n poter'eflere nel Padre predicato veruno, che non fia al Figliuolo commune* toltone quello, in cui han.it. relativamente fi oppongono: onde ditte Gies Chrifto , [d]Omnia quacumamuntiabit voque habet Tatermea funt , propterea quia de meo accipiet , bis, caufale per cui ficcome vale la illazione della fletta fopradetta increata Sapienza, che ridotta in forma fillogiftica importa lo fletto, che il dire: Omnia,qu<e habet Tater,meafunt;jed Spiritus SanBus eji a Tane , ergo de meo accipiet ; cos di ugual fermezza fi rende queft'altra confimile confeguenza Omnia, qua habet Tater,funt Filii;fed Spiritus SanBus accipit a patre naturam, ergo illam accipit Filio , che quanto l'aiterir e procede dal Figlio . Ma di quefta e ^*</.j.,7 alta materia pi lungo altrove [e] parleraffi. Qgal differenza poi fia fra la fchltiudiEug. generazione de Figliuolo dal Padre , e la procefione dello Spirito Santo dal Padre , e dal Figliuolo , f ben da' [f] Theologi in qualche modo con varief *w8? t p.wfr'r.2.T{'f. t di opinioni fi fpiega , nulladimeno in gran parte ci viene celata dalla Fede, pondti &j> ttYKrn che fol ci obliga credere la produzzione del Figliuolo effere vera, e fola pxr. 7 i. p (r tota rn. generazione , e quella dello Spinto Santo , non generazione , maprocejjwne ;
Trf>J''c7
J

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&

Generatiomm procejflone differre , f^i^dni' ?' hs^ug./l'l'eli'- mafeeno, fejd quisdifferentia modus, ignoramus; eS.Agoftino, [h]Quidintr.Uximin. 4 i erfn nter nafci procedere , inter illam generatiomm , hanc proceffionem, valeo, non [ufficio Generationem illam quis enarrabit ? distinguere nefcio,non procejjionem hanc quis enarrabit ? E la Chiefa medefima canta su gli Altari ; menefeire fumprofefus , fed fidenondubia. in 'MfiaU Do [1] Quidfitgigni, quidprocefius, mimcAnoram Fozio credere dobbiamo a S. Athanafo , che dice , Fimedio chea fe/to SS. Trhiitt in Onde $eqi*tntu U u s Tatre folo eft,nonfaBus , nec creatus , Jedgemtus Spiritus Sanctus a Ta : h. S.^ilh.lnS-jtni. Fitto , nonfaftm, nec creatus, nec genitus,fedprocedens tre , [K
1
r, i
.

,compertum habemus

diceS.Gio.Da-

&

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CA-

5*9

CAPITOLO
li

Stefano vi.

XIII.

Hadriano Terzo Romano, creato Pontefice


21.

Gennaro

884.

Stefano

Sedo Romano, creato Pontefice li 13. Maggio 885.

Impareggiabile cojanza di Stefano Seflo nella rifpofla alle Aforte di 'Bafriio SuccejjoLettere ingmriofe di "Bafdo
.

ne all' Imperio di Leone Sefto. Detronizzazione di e morte

Fozio,

Iunfero le contumeliofe lettere , che haveva Bafilio fcritre a Papa Marino , e replicatamele ad Hadriano , in tempo che non folo trovarono morto Marino , ma Hadriano eziandio , Papa di breve Pontificato , e di Comanathematizzazione ma coftanza nella efecrazione , Onde Stefano Sefto , che ricevelle , non di Fozio tard punto dare loro quella nfpofta , per cui apparifle , e V innocenza de fuoi Predeceffori , e la deteftazione di Fozio , e 1' ammonizione di Cefare , e il proprio zelo nella continuazione delle con- Stefano vi. alle " 10 6 danne replicatamele fulminate contro queir empio ufurpatore della afillo!' Sede Patriarcale di Costantinopoli , rimanendone degno di eterna notizia ogni fenfo , gravido non meno i Apoftolica intrepidezza , che di libera facondia contro un Monarca, non heretico , ma foi am colpevole, [ a ] Liner as Serenitatis veftra, die' egli, ad HadrianumTra- t^,mJ.7' Et mirati fumus magnificentiam decejjorem noftrum miflas acccpimus tuarn, quomodo talia jeribere potuifti , cum fis juftitia aquilibrium , pnefercim cum retl noverit pia potentia tua , qud manui regia non fubji-

&

^^u^
1 '

jipoftolica noftra dignitas . Licct enim ipfus Chriciatur Sacerdotali* , l.nyeratoris (militudinem in terris geras ; rerum tamen mundanarum > fti cipilium tantum curam gerere debes : quod etiam precamur , ut ad

&

&

terrenis rebus prxefie

multos annos praftare valeas . Quo igitur patio Deo largitus es nobis, ita etiam nos per Trmcipem Tetrum fpiritualibus : rebus Deus prafecit . Recipe , quafo te , benigna fronte , qux fequuntur: datum eft tibi curare , ut tyrannorum impietatem , feritatem gladio potenti^ concidas , ut juftitiam mmijres fubditis tuis , ut leges condasy ut terra , marique militar es copas difponas. Hac eft precipua cura potenti.? , princtpatus tui . Gregis cura vero nobis commiffa eft tanto prJi.tntior , quantum dtfant calo ea , qua in terris fttnt . jtud Dominum dicentem [[b ] Tetro: Tu es Versus , fuper banc petram adificabo

&

&

&

Mmh.x.

Et

e le-

, ,

Stffano
VI.
a Matth. io.

iter,

Secolo I X. 70 bunt adverfus eam De Ecclefiammeam & porta inf non pr av qui occidunt corpus; & Imperio tuo quid [a] aiti lolite timer e
,

r i

ale

pot/late

e illos

b Malthus.

animam vero non pofunt occidere Et iter um de minijlerio nobis commino aiti Oro /ta^/e pietatem [ b ] r/&/ <t>0 c/d^e* Hegnum Calorum , e^ qua fcquuntur tuam, ut inhareas decretis Trincipum *Apoflolorum , ut nomen eorum bonodigntatem Sacerdotiutn omnium, qua in Orbe Infiitutio enim , res, funt , Ecclefiarum , Trincipe Tetro ortum accepit , per quem etiam nos findocemns I{egnumvcr purifjm a dottrina monemus omnes , cerifjima, tuumnon mimmarum rerum argumento adea, qua praflantiora funt, fcrutan.
.

&

&

&

&

dafeerigat; fed animadvertat , quaauttontate bac facere aggreditur . Ille quidem qui adverfus Santtiffimum Marinum facras aures tuas contumeliis maculava adverfus Dominum noflrumjefum Chriflum , qui nutujuo univerfum ortem regtt , blafphemias effutire proculdubio non dubitavit . Quis , inquam, ilefuit, qui adverfus immaculatumejus Jponjum , Sacerdotem , adver:

&

&

Matth.

IO.

fus matrem omnium Ecclefiarmn talia dicere efl aufus? Decipitur profett quicunque putat , qud [e] difcipulus fit fupra. magifirum , fervus fupra

PUlm.

50.

e Pfat>n.iQ/\.

{ Maiacb-,

Obtupefcimus fan , dum tuam perfettam , illufratam prudentiam feduttam videmus, uttalia contra fanblum illum vtrum cogitaverit . Qualis enim illefuerit , lict nos filentio pratereamus , lapide s ifti clamabunt [ d ] Mutafiant labia dolofa qua loquuntur adverfus Deum iniquitatem , vel adverfus jufium . Stovis Deiexijlis ( quodin votis babemus ) ne tranfgrediarislimitesTrincipum Apofolorum Die quafo te: Quis te feduxit , utTonSacram Bgmatificcm Oecumenicum comico more fcommatibus lacefferes, norum Ecclefiam maledittis incefferes, cui cum omni veneratione fubditus effe debes? Jlnignoras , qudhac omnium Ecclefiarum Trinceps exifiit? Quis te Tontificum judicem confituit , quorum facris dottrinis dirigi debes , quibus preces pr te Deo offeruntur ? Scis facrum illud elogmm , quod ait [ e ] inTropbetis meis nolite malignarli Hac de "polite tangere Chriflosmeos , omnibus Sacerdotibus ditta funt Beo te aqualemfacis , qui ejus <Angelos indicare audes Dicitenim ['/"] Tropbeta: Labia Sacerdotis loquentur judicium dr legem exquirentdeoreejus: angelus enim efl Domini omnipotentis Quoqui foli modo judicabis Sacerdotes, qui folius Dei fententia fubjiauntur facultatem habent ligandi, atque folvendi ? Vide ad quodnam profundum te quibus tejlipracipitem dedijit Dicatcelfitudotua, quibus accufatoribus , bus affirmantibusbeatum Marinum feciff , qua tu dicis , illum condemnafli? e sAn ignorai, in primate a na Synodo, qud beatus Stlvefler Tapa proclamaverit per Legatos , prafente ibidem Sanilo Confiantino , ut prima Sedes ncmi.
:

dominum fuum

& &

&

&

&
.

&

&

Ecclefia , ut adverfus eam concitare feduttor ife induxerit T^um juxta antiImguam tuam vibrare , quum moretn , de Synodo Conjantinopoli b abenda , ad te litteras non dedit ? Tium p/ceadem Synodo curam non gjfit> Veto te, cuinam fcriberct I{oma-

ne judicerur^t

Quid

deliquit Sanila

&

Bpmanorum

<*

nomm
fa,

i,'({<inKsno(lra Ecclefia

&

Ecclsfia Laico falicet Tbotio Si enim haberes Tatriarcbam , frequd ifia glorioillum liticris viftaret. Sed bei mibi Deo cuflodta Civitas Conjlantinopolis , Taflonsfolatio efl orbata ,

&

Et nifi amor, quoteprofequimur , cobibuifftf , u-ferremus injuriam noftra Ecdefa illatam , coatti fuiffemus adverfus pr avarie atorem Tbctium , qui contra nos impura evomuit ver ha ,graviores pcenas mfiigere , qum pradeceflores noflri Wjque enim boc dicimus ad tui contuffieliam Te enim in univerfo <>rbe Deo dilettimi pradic amus fed tantum ad noftram
(ola rcf.la tua potcntia illuflratur
j
.

Captolo
ftramdeevfionem
, ,

XI IL
,
,

Stefano

&fapuit Vradecefiore (3" Bo fiore nofiro Santliffmo Tapal^jcolao Et qutdum cum volutt admpiere, qua tlli antca rifa fuerant in maximum devenit apudvos cum noluet fimul duci ludibri um divinus ille Marmi-i \ contemptum
.

& Marini majorem gloriam

qui eadem fenfit ,

(J71

**

&

MajeflateSynodic gefac irrita rcddere, propterea triginta dieferat, id fibi gloria potius tribuens, qum contumelia , bus carcere fuit detentus pr "ventate pati. Sed Junior Conflantine , quumodo non es illum magnum

cumiis, qui aliena fenttebant,


:

& difolvere, & annullare,

& & ouaipfe cor am tua

imitatus Conftantinum , qui Sacerdotum libello! acceptos migne projecit, affimi am f non e(ie dignum, utSacerdotesjudicaret? Te itaquemonemus, fpiritualis nofter fili , ne adverfus Santlam J\omanoYumEccltfiaminfurga,s. Cos Stefano a Bafilio: il quale non hebbe tempo non folo di ponderarne, mi n pure di leggerne li fenfi, chiamato da [a] Dio all' altra vita , avanti ll '^m'/^,' c . Sm che la lettera giungente Costantinopoli Forf queft' Imperadore meglio ,-Xk Ba/Ho,^
.

mor di quel, che vide, 71


*

di fua vita tornarle a

anri do cu : f pur dir non vogliamo, che negli ultimi giorni luoi f r 3 *> menti binati , iit vivere la vita di prima, quando elevato ali Imperio Leone tao f.
'

diede faggio cos authentico della fua religiofa piet: eflendo eh' egli la- s'' '^ fci al Figliuolo , che denominom* Leone fefto , non meno 1" Imperio , che fefiantafei documenti, fra* quali il feguente egli annumer per il primo, come principale fondamento di tutti li fuffeguenti , [b] Sanam habe men- b ^pnd Bar. anm fummo honor e prf que- 88 ^' 12 tcmtnhis, qua ad retta fidei dotlrinam ptrtinent , capiti tuo, ad rematrem tuam Ecclefiam , qua in Spiritu Sanalo te lattavit, laudem , Imperli coronammecum tmpofuit. Si emmquos naDei per Chriflum tura tibt dedit parente s , debes venerari mult magis eos , qui te in Spiritu Sanilo genuerunt , omnipietats officio debes colere. Illi emm duratmam ad tempusvitam liberis per generationem impertiuntur ifli -per aternam perregenerationem largiuntur Honora ergo Ecclefiam Dei, ut tu viciffimabea inhonoSacerdotes ejus reverere , tanquamfpiritualesTatres, dere h abeare , Honor enim , qui Sacerdotibus babetur, m precatores pr nobis ad Deum Dcumrefcrtur, ficut propter te Miniflros tuos in honor e babere jufium efl, in pretio babere , fan&um ita propter Deum Sacerdotes ejus magnificare , Qucmadmodum enim honor qui eis babetur , ad Deum perttnet; ha eorum contumelia, &contcmptus longcetiamgravts ejus iramprovocat Cos Ba- Foz'odi nuovo iilio al fuo figliuolo Leone: e comprov Leone la volont del Padre con la Sporto dai r. 1 pronta efecuzione di cos ponderato documento, la cui importanza gli J2ST" ''* venne opportunamente ancora lignificata dalla lettera, che fopragiunfe del Papa effendo eh' egli hayendola con ponderazioni di dovuti nfleil ben AnWione ai Pj. Co : '" ato letta, incontanente difcaccil' empio Fozio da quella Sede, che fino alloJ d P f ra egli haveva profanata, e relegollo nel Monafterio degli Armeni, inai- s("w zando alla vacante dignit il Principe Stefano fuo fratello, nella cui confecrazione, fatta per maggior pompa di Religione allaprefenza fteffa della fazione Foziana , il divoto Leone quefti nobili fentimenti efprefle , Cefare ver amente Augufto per fuprema autorit, e decorato dall'antichit del pregiato titolo di Sapiente , per la fomma piet, ezelonell'amminiftrazione , & unione della publica quiete, [e] ^oflrumex Deolmperium, difs'egli,
1 -

&

&

&

&

&

&

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'

'

perpenfaveritate, iniquumillumhominemTbotiumSede Tatriarcali ejectt, veflram perfecutionem fedavit necullo patio cogam quemquam vcftrum, ut inviti cum ilio communicetis, quin potius oro pietatem veflram, uteommu-

&

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meetiscum Frane meo

&

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unum ovile

-,

e perche

il

Principe eletto era


flato

Stefano
*

fiato ordinato Diacono da Fozio , egli foggiunfe , Sin autem inconfultis fy>manisy quiTbotium damnaverunt , nolueritis Fratrimeo convenire , quoniam pidelket Vhotio Diaconus fuit ordinati* s , venite, fcribamus, mittamus una I{omam ad Tontificem , ut difpcnfet abfolutionem jLnathematisiis , ^mh Thotio fuerunt ordinati Cos egli mi il Pontefice, bench richiedo da Cefare, fofpefela nfoluzionedela richieda difpenfa, e timorofo di nafcofto inganno differ la elocuzione della graziai migliore informazione, ch'elfo richiefe tanto a Cefare , quanto agli Ecclelaftici di Coftantinopoli, acci

^^

Secolo

IX.

&

con maggior fondamento di retto, e giufto giudizio emanare poterle il de[a] Romana enim E celefia, difs'egli, infiar /peculi , exemplarisrehquis Ecclefiis conflituitur ; quodeumque definierit, infempternum manet incorruptum hac de caufa fententias magna cum inquininone ferredecet. Ma la informazione, elarifpoftatrov in Roma morto Papa Stefano,ondenoifotto il fucceflbre Formofo ne proleguiremo il racconto. Fozio intanto doppo l'ultima detronizzazione fotto Leone Sefto il Sapiente, cos ignoto rimane nelle Hiftorie di que' tempi, che [b] appena b B<trn.4no88<s rc ^ a ^ no * noCjzia ^ ella ma morte .Solito effetto della divina Giuftizia , che "*Mn in bile sn ficcome ravviva fuoi Servi, come con una feconda vita, nella honorevodiFosio'. lezza del nom e cos con doppia morte uccide 1 Rei con l' obbrobrio della loro memoria con la ofeurit dei loro nome Alcuni Greci [ e ] contendono, che Fozio moriffe nella Communione della Chiefa Cattolica: ina il Breviario dell' ottavo Sinodo, che ritrovavafiefpoftoal publico nelle porte della Chiefa maggiore di Coftantinopoli, il cui Autore forlef e M*nueiG*iecas contemporaneo Fozio, rigettane [d] l'aiferzione , e dice, [e] Tho Tapanempe Leone Mu:bu?ntb*A uus quadraginta qumque annis adhodiernum ujque dicm F tn dialogo, Maxi
2 Stfph.vi.tpift.z.

{aerato Decreto

&

&

&

ufque ad 'ormofum , exeommunreatus fuit. i<lam annis undecim adbuc politir aTJi.& *iti*pui cus exeommuncatus fuit , qud curri Cregorius Syracufano communicaret, iutiumdtEcci, alios quatuor fupratriginta annos Etenim Leo, initiatus ej , poflquam facrii Beneditlus , J^icolaus , propter varia* , <&graves noxas anathemate damnai. u"">'.' tlnfmf. ti r>e hac r. v^e Y unt 9 Ubi verThotius damnatoconfecratusefi, cum propter alia ejas faci' ^Allatiumloc. cit. * \ _ L. ri n .. ~ n e Hac Brevar.ei.nora, tum quod facris a Gregorio ejjet initiatus , a novem Tontijicibus l\pmaHrk r a "" Benedillo , T^icolao , Hadrtano , Joanne , Marino , Hadriano Leorw >

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icone'i'xj'o'.'.'

Stefano, Formofo, anathemat tsfulmine efi itlus Cos l'allegato Breviario. Da qualche [/] Scrittore fi afferifee , che per fofpetto di machinata ribellione forf Fozio da Cefare fatto acciecare: ma qualunque fi forf l'efito della fna morte, certamente fu deteltabile il corfo della fua vita per lo Scifma Foziano , che agit mezzo Secolo la Chiefa di Dio, e che fuppreffo col fuo Autore, nfufcit finalmente doppo diecifette Patriarchi Greci nella perfona di [g] Michele Cerulario: ond'hebbei dire SanBerde pertinacia Gr#nardo feri vendo al Pontefice Eugenio Terzo; Ego addo nonfunt, untlifide, pace div ili Quamquam corum, quinobifcum'funt,
.

&

& infide claudicaverunt infemitisfuis

&

&

A-

573

Formoso.

CAPITOLO

XIV.
li

Formolo Romano , creato Pontefice i6. Maggio 891.


.

Qualit di Formofo Sue operazioni per lo Scifma d* Oriente e nuo'va condanna contro Fo\io
.

Stefano Sedo fucceffe


Bgligionis

Formofo Vefcovo
divinar umque

integriate

di Porto, { a ] zLuhpriUuHijt, cap 6 Scripturarum fcientia


' '

clanffimus , come atteda Luitprando Autore coetaneo mol * quedo Pontefice . Egli era irato in qualit di Predicatore , e Legato Apodolico , inviato a i Bulgari da

Qualit di Fot*

Niccol Magno j ma incorfo nella indignazione di Giovanni Ottavo , fu da lui degradato dal Cardinalato , fcommunicato , relegato in Francia , e adretto giurare , che non mai have;Dal rebbe facto ritorno Roma , al fuo Vefcovado di Porto eifendo poi flato adoluto da Papa Marino , egli qual giuramento merito , morto Stefano , di fuccedergli nel Pontificato , e doppo eziandio la fua morte di edere ili u (Irato [ b ] da Dio con avveHor dunque non cos tofto egli fu aflunto alla nimenti di miracoli gran Sede Romana , che fi vidde in obligo di rifpondere alle lettere degli Orientali , che in nome di efl haveva fcritte Styliano Metropolitano di Neo-Cefarea Stefano Sedo fopra la difpenfa della ordinazione fatta da Fozio in perfona del Principe Stefano fratello Rifpofe il Pontefice con tuono di voce non difldell' Imperadore .
. .

St 'fan0

vnup ntifM vil


>

sua ietter agii

" c,ltai *

e [ e ] Tetis mifericordiam , mile quello de' fuoi Anteceflbri , LSS'^iwfSsJ'. non fcrtbis , quomodo fit exhibenda , neque cui Sanila- nnm,6.' egli dilfe , an Sacerdoti . Si enim Sacularem dtxeris , venia dignus ri videltcet , fi vero Sacerdotem diis erit y tanauam Speculari dignitatem adeptus cas , non adhibes mentem , qud dignitatem praebere non potuit , qui dignitatem non habebat . Inibii Potuit dare Thotius prater damnationem , damnationem prabuit . quam babuit per impofitionem obliqua manus , Qjuomodo dignitatem potuit accipere , qui particeps fatlus ejl condemnato ? Quomam pr ordinato mifericordiam obtmere petis , animadverte , qud ordinatorem potius feris, juxta Domini facrum cloquium, [d] Vel fa- 4 uaxxh.ii. frutlus tjus bonos , vel arborem malam , ette arborem bonam , frutlus ejus malos. TJunquid potefl ficus uvam producere y vel pitis ficus* Oportebat igttur iflam Ecclefiam y in qua t alia deprebenduntur falla , graviffimas dare pcenas , ut hujufmodi pesms veftra Ecclefia purgar e tur . Contine t aufratrum dileclio , qua nobis perfuadet , ut alia tem nos benignitas , quidem tolercmus-, alia vero omninoi medio tollamus ; perloch'eglifpediva tr Legati , acci in pubika Chiefa rinovaiero le antiche feommuniche contro

&

&

&
&

&

Formoso

574 contro Fozio


ceverli
li

Secolo

IXcome debbano
gli
ri-

ordinati da Fo*Ltyr.mi$fi* 2 j 0# CosFormofo. MilReligiofifimo Pontefice fcome chiamalo [ a ] Lmtprando) mor in breve, lafciandofama del fuo nome, non meno per egli oper vivendo , [b] che perci, chediluifidifle, e di lui fi. m'fJILfiTsum Cl ^ eh' f, vuI s'tr&i' fece e di lui trattoli! doppo la morte
lU.tt.x

e poi conchiude , eprefcriveil modo, , penitenti, habilitarfi i Gradi Ecclefiaftici

&

A'

575

Stefano
VII.

CAPITOLO
Stefano Settimo
li

XV,

Romano,
Gennaro

creato Pontefice
897.

6.

Perverfione di molti Ecclefiaflici in queja et. Stabilita Origine di cotanto pervertimento della Sede Romana
. .

Intrusone di Papi , e ragioni


leghimi
il
.

perche fi annumerino fra


,

Qualit di Stefano Settimo

fuo fatto contro

Cadavere di Papa Formofo: C'enfurato dagli Her etici , come ed in qual parte difefo da* Cattolici
,

ecco , tempi ,

in cui la

che giunti damo quegli horribili , & Chiefa Romana fi vidde lacerato

infelici
il

feno J^n?
,lact

h
degli
-

non dalle perfecuzioni formidabili degl' Idolatri , n dalmi dalle fcanle beftemmie facrileghe degli Heretici , dalofe operazioni de'fuoi medefimi figliuoli , che ingrati alla Madre , che allattolli , profanarono nel medefimo

ciefiaflici d\

Ecque.

del Santuario Cattolico , e la Maeft del Pontifie noi in un certo modo godiamo , che la fcarfezza de' cato Romano Scrittori rendi ofeura alla memoria de' pofteri l' infamit di quefta et , quale , meglio certamente farebbe , che giacefle totalmente oyprefla fra le tenebre di una eterna oblivione , e non riforgefle ne' Libri degl' Hiftorici tanto pi odiofa , e rincrefcevole , quanto pi in f medefma facrilega , e deteftabile . Per lo che parve , che ben prognoftie ftrepitofa cadu- zBar.an.s^.n.r. calTe il Cielo una tanta mina con [ a ] la repentina , ta di rutea la Bafilica Laterancnfe , che precipit con irreparabile dan-

tempo

il

decoro
:

no dall'Altare maggiore

in<5 alle

porte

rimanendone folamente

intat-

ta la Catedra Pontificia , come f indicafle Dio , rimanere (incera in Roma la Fede, ma fenza Fedeli, ficcome rimaneva allora illefa la Sede della Chiela , ma fenza la Chiefa . Poich chi porre vorr fua confide-

ne ritrover cos rinverfati li , violate le Leggi , cos profanato il carattere , che far coftumi , cos d' uvopo l'affermare, che la Fede vivefle fenza loro, effi fenza la Fede . Chi fcrifle le Hiftorie degli ultimi anni di quello Secolo, e di tiltrazione fopra
la vita degli Eccleiaftici

lungo corfo del tuturo, annumer hora [ b ] un Papa in Roma di diecidotto anni, hora un [e] Patriarca in Coftantinopoli di fedici, hora un [ d ] Arcivefcovo in Rhems di cinque, horaun [e] Vefcovo in Todi di dieci , e in ogni cartadi que' tempi rapprefentamentod'intrufioninel Pontificato , di fimonie nelle ordinazioni , di sfrenatezze nelle luflrie , di publicit nelle irreverenze, e di pompa in ogni forte di peccato
to
il

S^!i.

d*#..ij...

\y.

in

ST

fuo ^tnmverfano.

perfone Ci folle dovuto arguire la Fede, e non certamente farebbe potuto piangerli rovinato il muro d' Ifraele , e precipitato il Tabernacolo della Religione di Chrifto ; onde in cuore divoto cadeffe il medefimo dubio , dal quale gi fu forprefo S. Baa s. Bafii. tpfijju (lio ,[a] sAh Ecclefias fuas prorfus reliquerit Dominus , dum videlicet ( e queb seda homii. m & ddcto iti viurpato at3Srapi modernamente da [b] Beda) nonnunquam Mar. e. 6. Ecclefia tantis preffuris nonfolm afflitta , fed &fadata eft , ut (fi fieri pofiet) Hedemptor ipfius eam prorfus deferuijje ad tempus videretur Ma [ e ] Coelum , e Matth. 24. terra tranfbunt , verba ameni mea non prMtribunt ; e parole di Dio furono quelle , che Gies Chrifto difle San Pietro , [d]TuesTetrus Ucmibii, fuper hanc petram adificabo Ecclefam meam, porta Inferi non praraleFermerzadtiia bunt adverfus eam ; onde avverafi nel pref ente racconto forf meglio, che sedeR.om 3 .,a. altrove , che non la Chiefa regge la Fede , inala Fede la Chiefa. Equefto appunto far lo feoppo della noftra intenzione nel racconto lagrimevole, che faremo, di tutto il corfo del Secolo futuro, in cui vedraf mal'offervata, ma ben predicata la Legge di Chrifto; foftenuticon le parole li Sacri Canoni , e vilipefi co' fatti ; avviliti ne'portamenti li Pontefici , e venerato dal Chriftianefimo quanto in alcun' altro tempo giammai il Pontificato ; e in fomma gran Fede, e pochi fedeli, gran Derilioni, emoltifcandali, gran Religione ne' dogmi, e grande irreligiofit nelle opere, e gran documento a' Cattolici infieme , & agli Heretici , che la Chiefa Romana pu tal* ora travedere con gli occhi , ma non mai perdere la vifta della mente , pu ne' Cuoi Miniftn divenire fcandalofa ne' coitami , ma non mai Heretica negl' infegnamenti, e pu, come la Luna , offufearfi , ma non mai mancare, e s. Leferm,2.h, parche, e Sicutpermanct,quod in Chrifto Tetrus credidit; ita permanete quod [ ]
tale
f dalle
,

VU V11,

SI 6 in modo

Secolo
che

IX.

dalla Fede le perfone

&

&

&

-^

p etrQ Qfjyi^g mftituit


II

ergine diquefto
pervertimento.

fTefempio infaufto, che die la , ChiefaGrecaallaLatina con il conculcamento de' Canoni, con laoppreffione de' buoni, con l'albagia degli Ecclefaftici , con le difeordie del Clero con la intrufione ne' Vefcovadi , con il diferedito , e maledicenza contro il Pontificato Romano , e con tutto ci per cui Fozio, e li Foziani fi refero odiofiDio, efecrabnli al Chriftianefimo 3 .& infami allipofteri. Quindi furfe in albagia il Clero Romano, e quafi emulare volelfe il Coftantinopolitano nella empiet della condotta, forf oltrapaflbllo nella durazione , e perfeveranza del mal fare ; e fubentrando ciafeuno in ifperanza di domirare fua voglia fopra la Cathedra di San Pietro , fra efl urtaronfi con concuifione cos Rombile d'intruficne, che raro far quel Pontefice in tutto il Secolo Tegnente , che non giungere al Soglio Apoftolico forza di potenza , sborzo di denaro , ad appoggio di clientela. Onde maraviglia non fu ,che
acciecati dal fumo della fuperbia , eglino inriampatero nel lezzo della abbagliati dal luftro della fimonia, precipitaflero poi in ogni luffuria, eftremafceleratezza. [/] Itaquidem omnia l{om# tam facra , qum profana faliontbus mifctbantur , ut penes Mara partem eflet promotio ad^pojiolcam Sedem Etmani Tontificis , qua potentior appayeret Ne perci che furono intrufi caie' Pontefici , fu interrotta, mancante la fucceffione legitima del Pontificato Romano conciofiacofache ne apporta dotta , e pronta ragione il Baronio, che dice, ["?] OudautemintruforumTontificumalii, ut Tontifices , pojte a recepti mvemantur , ahi vero penitus abrogati , tme eventi, quod UH quantumlibet tyrannic adepti fuerint fedem , tamen accedente

tonte, onde tanti mali fcaturirono

&

B<r rt.9oo..7-

Papi nrrufi co-

me,

e percbe;fi
eEitl

"

"

confenfu

Capitolo

XV,

577

Sfefano
* **'

confenfu Cleri fatius effe extflimantis eos qualefcunque tolerandos, qum Ecclefiam fchijmate confcitidendam , ut legnimi TontificesnovisComitiis , confuet'i ritibus fint eletti. H*c ut dicantur , illud necefiari cogit , qubd uni-

verfa Ecclefia Catbolica cos ut legitimos Tontifices coluit , iifque obedvit , atque ut Chrifti Vicario! , Tetrique Succcfores cognovit , ac cultu germano Tontifice digno eofdem frequentapit quod nequaquamfatlum fuifiet , nifi de fatta poflea elettione legitima confiitifet . Et altrove l'allegato Scrittore parlando dell' intrufo Giovanni XII. [a] accedente confenfu Cleri, bunctolerandum uteumque perdiditijjma illa temporafuaferunt magis , c\um Ecclefiam fchifmate feindere , cujus vitandi caufa , utpote mali omnium peffimt y uniperfa Cathoiica Ecclefia eum efi venerata Tontificcm , minoris feiens effe mali, monflruofum quantumlibet caputferre, qum duobus caphibus infama:

/<*

*.w.m.

ti

fse ari corpus unum in duo Ed uno di elfi fu Stefano VII. Papa intrufo
.

&

fi

riguarda [^

la

elezione,

b Bven.ibid.

accedente conftnfu Cleri , divenuto in ordine de' leghimi , profan quel pollo con vituperofulimo eccedo Condoli acolache per privati difguiti efacerbato contro la memoria del fuo Anteceflore, cohoneftando il privato sfogo fotto il manto di fpeciofo pretefto , non cosi torto elio fu falito al Soglio , che difleppelito il cadavere di Formofo , e fattolo rivenire di
,
.

mi che poi

Horribile awen-

g^J^JnS".
davere di Formo''

Catedra , come s'egli ancora foffe vivente, panni Pontili cali, e riporre confeiro ripigliatolo di tradimento machinato contro quivi eflb in publico la perfona di Giovanni Ottavo, d'intendimento co' Saracini, ediconculcamento di Canoni per elfere egli paffato dal Vefcovado di Porto quello di Roma e fattolo ignominiofamente fpoghare de' facri paludamenti, con
in
,

inaudita crudelt di vendetta fecegli poi recidere le prime tre dita della delira mano, con la cui indicazione vengono difpenfatele benedizioni, e quindi gittare nel Tevere il Cadavere in pompa di efecrazione, e di difpregio, [e] Formofum fepulchro extrabere , racconta Luitprandol'efecrabile (uccello, atque in Sedem Romani Tontificatus , Sacerdotalibus indumentis ah, CumTortuenfis efes Epifcopus , cur indutum, collocare prteepit ; cui ambttionis fpiritu Vgmanam univerfalem Sedem ufurpafii ? His expletis , facratis mox vefiimentis exutum , digitifque iribus abfcijjs , quibus benedica- e moris efi , in Tyberim pattare pracepit . Cos egli : Quindi Stefano oftinato nell' impegno , aggiungendo al fatto la derilione della fentenza [e] Cunttos, quos Formofus ordinaverat, gradu proprio depoftos , iterum ordinaquanto l rendette abominevole tal facrilego attentato al Cielo va .

i ' f ? r

'

I -

c-

&

Mi

medefimo,fubitocomprovoflconatteftazione di miracolo, ch'indi immediatamente fuccefle , rapportato dal medelmo Luitprando , auditore prefente di tefimonii efiftenti al fatto ; [e] Bum enim, die' eidei cadavere di Formofo , Tifcatoribus pofimodum efiet inventum , atque ad Beati Tetri Apoftolorum Trincipis Ecclefiam deportatum , Santtorum quoque Imagines illud Hoc namque Bgligiofiffimis Roin loculo pofitum venerabiliter falutarunt mana Urbis viris perfep audivi ; avverandoli in quefto fucceflo il detto dello Spirito Santo [d] Condemnat juftusmortuus'pivos impios. Emeritolfi un d s*?.*, miracolo non meno la giuftizia della caufa , che la fantit s famofo & innocenza provata di Formofo , di cui diife Auxilio Autor contemporaneo lui , [ e ] Untverfa Romana Ecclefia , omnes circum- ***/< * f B^egiones, precipua fanttitatis eum fuiffe commemoranti exceptisad- l7oZZ' Epifc.xpofita modumpaucis, qui eum infamare non embekunt. Ma del facrileeio hebbe Un
.

&

".

p--fl-

Tomoli.

Oo

ben

******
,

Stefano
* AA#

^g

Secolo

IX.

bentofto Stefano la pariglia, ftrozzato in carcere da'fuoi malevoli con tanta ignominia di morte , che n pure trovati Autore , che per confolazio-

a B* r .*n.9oo.n.6.

ne della fama ne habbia mandata a'pofteri la notizia, quale folamente ci giunge da un'Epitafio antico rinvenuto nel Vaticano, e [a] riportato lungo dal Baronio in quefto tenore

Hoc Stephani Tapa clauduntur membra

locello

Sextus diclm erat ordine quppe Tatrum

Hic primum repulit Formofi [purea fuperbi

Culmina qui
Concilium

invafit Sedis jLpoflolic*

inftiluit,

prafedit Tafor

&
.

ipjt:

Lege

fati* fefjis jura dedit famulis

Cumque pater multum


Captus,

certaret dogmate fanti*


t.

& Sede pulfus ad ima fui Carceris interea & uno Strangulatus nerbo, exuit & hominem,
vinclis conjriclus,

Toj decimumque regens Sedem


Sergius bue

cum

tranftulit

annum

Tapa, funerafacra

colens.

Jfta quidem pafjus , foggiunge il Baronio , facinorofus homo , quque ut latro mgrejjus eft in ovile ovium , laqueo vitam ade infami\exitu , vindifur ce Deo , claujt . Ita quidem omnia Hpma tamfacra qum profanafaclionibus mifcebantur , ut penes illam partem efiet promotio ad ^fpo/lolicam Sedem Romani Tontificis , qua potentior appareret, ut modo fomanorum proceres t modo EtruriaTrin-

&

cipes intruder et facularis potentia

quem vellet ,

&
.

dejiceret

quem nofet Bfi-

contrariafatlione promotum Qua toto hoc ferme facido funt atlitata^quoufque Germania Imperatore Othones mediiinterceffere utrique

manum Tontificem

parti contrarli , arrogantesltct&ipfifibipariter'Papaelec~iionem cli deetionem . Cos il Baronio


venerato, e rive,

atque

ele-

TalefTingreflbnel Pontificato, la vita, eia morte di Stefano Setti, efecrabile per tutto ci , che riguarda la di lui perfona , ma ammirabile' perleriflefioni, che fopra di ella fece tutto il Cnrifianefmo ConciofiaUtt^duiuaii e ofache bench ciafeuno ne riprovale con efecrazione intenfa la condotta chr&ianefwio tuttavia non vi fu alcuno , che non ne venerande la dignit , bench la dignit b NtttAitxanJt> appariife deformata dalla fceleratezza delle azioni Arnufto [ b ] Arcive'" fcovo i Narbona lui ricorfe , e da lui ottenne la confermazione de' priviftlptanvTu' legii della fua Chiefa, e che 1' Arcivefcovado di ella non poteffe cadere giam-

mo

Capitolo
giammai,
f

XV.

579
:

e che nifTun Soggetto appoggiato io fle alla potenza Regia del braccio fecolare:Anberto[<j] (ucceiforedi Arnufto richiefe,e ricev daini Oracoli Copra alcune differenze concernenti gli Hebrei in quella Tua Metropoli Fulcone lui di protezion e contro gl'infulti,che fi [ b ] Arcivefcovo di Rems fnpplic tacevano allafuaChiefada Rendeboldo figliuolo del R Arnulfo,e permezzo di humiliflmi (enfi con lui fi fcufa , non poter' elfo , n venire Roma a* fnoi facratifTmi Piedi , ne portarli un Sinodo intimatod Ravenna, per la malagevolezza delle guerre e domandagli podeft , e licenza di "annettervi in fuo luogo due Vicarii Ludovico [ e ] Vincitore di Berengario entr in

non (opra un Soggetto di quel Clero,

Stefano v*L
a tdemibid^

potette inalzarvifi, che

jF*4r<<iu/.4.
cal> '*'

c Luitpr.apudBar.

Roma & lui


,

fupplichevole

domand
.

& ottenne la Corona dell'Imperio

B*r*m'yi. **.

[d]etam in Succefforibus indtgnis venerar i Tetrum , atque in Tetro Chriflum Poich certamente non altra rifleflone pot perfuadere tanto oifequio tant' illuftri Perfonaggi, Arcivefcovi, e Imperatori, che un'alta conlderazione della dignit coftituita da Chriito ne' noi Vicarii in terra, refa ad eil venerabile anche in perfona di abominevoli Soggetti. Quali venerandi avvenimenti, e monumenti delle antiche et rendono doppiamente rei gli Heretici moderni, chea vilipendio della Carica attribuifeono la profanazione de'coftumi, come f il peccato del Giudice ridondarle in diferedito della Legge, foggiacele la Legge alla reit de' colpevoli [ e ] Chi ha qualche tintura d' Hiftorie, dice il
in
. :

modo tale che dir puofi,

)J

Cardinal Pallavicino, sa , che gli Ecclvfiaflici antichi portavano il lor vec- tib!' .c.l.n.9*' 9 chio *Adamo , quanto i moderni e piene fono ancora le Sacre Carte , di quanto pefo fano alla fragile humanit le pafiloni non ben domate dell' huomo, per cui egli vien talora ftrafeinato risoluzioni indegniffime, giudicate da elfo in pi fana mente imponbili cadere nelpenfiere, non che pratticarfi con le opere. Del che porfealla pofterita grande infaufto efempio quefto prefente Pontefice Stefano Settimo , trafportato in eccedi di barbarie dall' eccello della vendetta, e dell'odio, [f] Stephanus Septi- icard.BtiUrm.it m M" +C , * mus , dice di lui il Cardinal Bellarmino, magno odio in Formofum mcenjus , ^ vel nefciens , vel non credens eum Marino Tapafuifte abfolutum muramento , publicein Concilio Epifcoporum decernit , Formofum nunquam fuiffe legitimum Tonttficem , ide irrita ejje debere omnia ejus afta qui ab ilio facroi Ordines acceperant, coegit iteritm ordinari, tamquam nihilab ilio accepifjent Difplicuit hoc fattum omnibus Ma non cos li Magdeburgenfi [g] Heretici, che non contenti di efe- g Magd, cmt. 9. crarne la perlona,ne ripigliano eziandio per Hereticale la dottrina , quando c 20 egli volle , che gli ordinati da Formofo loccombeffero nuova ordinazione e di nuovo ( ordinalfero , come f i Sacramenti dipendellro dalla virt delMiniftro, e non dal valore intrinfecod efi, i quali ex opere operato infallibilmente efficaci fono fempre degniflmamente operanti , Ma ' rifponde quefti Heretici il famofo [ h ] loro contradittore ErraJJc Stepbah RelUrm m . 4, malo exemplo , non [alfa do&rina .... ^.Pont'.c.i'. num in quattone fatti , non juris, Klee Stcphanumedidife aliquod decretum, quo de cerner-et , Ordinatos ab Epifeopo degradato , vel nominatim Formofo tanquam degradato , ej]e iterum ordinanaos ; fed folum de fatto juffiffe iterum eos ordinari: qu juffo non ex ignorantia, aut Hxrefi fed ex odio in Formofum procedebat. Nel qua! propolito nota [i] Sigiberto , che rcclamantibus pene omnibus , Stephanum sigiber.mchrtn. pervim exordinajk Formofo ordinatos: e qui interpone degna riflefione il -si
'

tfV!'- j*

'

&

&

&

&

&

Oo

Co-

Stefano
d a Leonardi!*

^g

Secolo

IX.
:

qnauiin %A>itimtr

e"

Coqueo , cio [ a ] che lo Scifmatico Sigibcrto non dice reordinafle ordinato* Fomofo, ma exordinaffe, & in altro luogo exautkorafe il che importa
(blamente, che Stefano fofpendeffe in efl l'autorit, e non pretendente di togliere il carattere : li deponente , non li riordinale li ftim aff affunti illecitamente, nonnullamentej e perci poterli, e do verfi riprendere Stefano d' ingiuftizia come giudice , non . errore come maeftro
:

Fine del Secolo Nono.

E-

581

DECIMO SEGOLO
CONTIENE

LI
IX.
III.
,

PONTIFICATI
D
, I

Romano Theodoro IL
Benedetto IV.
,

Giovanni
,

Leone V.

Chriftoforo, Sergio I IL, Anaftafio


,

Land, Giovanni X- , Leone

VI. , Stefano Vili. , Giovanni XI. , Leone VII. , Stefano IX. , Marino IL , Agapito IL, Giovanni XII., Benedetto V , Giovanni XIII. , Dono IL, Benedetto VI., Benedetto VII., Giovanni XIV. , Giovanni XV- , e Gregorio V. , fino all' anno 999,
.

SECOLO
da ogni

Efente

nuova Herefa,

Tomo U.

Oo

Soli

Sz

Soli

Dei Filiofervabatur > fine deli fio permanere Quid enimfi Epifcopus ^fi Diaconus lapfus a
regula fuerit ? Ideo Harefes Veritatem
'videbuntur oktinere?

Ex per-

fonis probamus fidem

an ex fide
Tertull. in

per-

fonasi lib. de prsefcript.

e. 2.

SECO-

. ,

SECOLO

5*3

D E

0. x

Pontificati DEL Sec -

10.

CAPITOLO UNICO.
Cofiumi prevaricati degli Ecclefiafiici del decimo Secolo nel corfo di tutti li fopradetti Pontificati. Alta provvidenza del
Cielo nel mantenere in tutto quefto Secolo intatta la Cbiefa

da ogni macchia
venerato
y

di Herefia*
[otto

Pontificato
Pontefici

Temano fempre
.

anche

maltaggi

Cenfure degli

Heretici moderni, e loro confutazione

Rofeguiamo dunque

il

racconto de'

funefti

fuccefi

del Pontificato in quefto decimo Secolo , che pur cos funefti porgeranno a noi gran materia di ammirare T alta providenza del Cielo nella cuftodia della Chiefa Romana , la quale bench annegrita dalla pervertita de' prefidenti , e profanata dalla intrufione de' pretendenti , pur fempre fu riputata venerabile nella candidezza- de' Dogmi , e nella delle Leggi ; ond' effe , come, gi la Sacra Spofa , pot di f fantit qud a ca t. t. dire , [ a ] T^tgra fum , fed formofa , e , Troike considerare , perche anche in meTgo al fango de cofiumi , fempre vifji ilfufea firn , libata nella Fede , e fempre ajfijtita dalla protezione del Cielo . Elfendo Providenza dei che in Secolo cotanto corrotto non folo non furfe giammai germo- adudaiaFede." glio di Herefia nel Pontificato Romano , ma n pure nel Chriftianefimo ; e le vecchie medefime andarono cos fenfibilmente feemando , che in tanta impurit di opere non mai fu tanta purit di Fede ed in tempi cotanto tenebrori di coftumi tanto fplendore di Cattolica

credenza , non adombrata n pure dalle macchie di quelli , che per prerogativa di dignit dovevano eifere lo fpecchio del Chriftianefmo Contdcrazione , che fa fmontire gli Heretici preferiti , e chiunque imputa difetto privato degli Ecclefaftici la mifcredenza commune de' Popoli ; poich in quefto decimo Secolo furono fenza comparazione molto pi colpevoli li Sacerdoti , e meno rei i Laici , quando che in quefto decimo ottavo , in cui viviamo , fenza comparazione fono pi rei li Laici , e non folamente men colpevoli , m.innocentiffimi li Sacerdoti . Hor dunque non rinvenendo noi in quefto Secolo alcuna controverfia fopra i Dogmi della Fede ( ad eccettuazione di pochi Antropomorriti

Riprovazione
t
]

ell(
;

c
f

u n "' e
vr
r

[b] valorofamente combattuti dai fcritti del dotto Vefco- rntieuy vodi Verona Rathiero , e di pochi [e ] nuovi Manichei in Filippopo- e*'-^ li ) e ritrovandoli quefta et pi tofto macchiata di vizii nelle perfone, ^Vnlr.M. Oo 4 che
in Italia
'
l

PontifiC ATI DEL 1^

-g^
(ji

Secolo
ci

X.
,

dottrine nell'intelletto,

converrebbe feorrere oltre d pi degni

X.
a

Seco- fucceili, f noi notici (entiffmo ritrarre indietro la penna e comeobligatia fermarci alle [a] vociferazioni degli Heretici moderni, i quali nel LO.
decimo Secolo vantano decadutala Succe/ione de pontefici, e la Fede della Catedra Romana , fol perche li Papi traviati dal retto fendere della Chriftianaoflrvanza profanarono non meno quelficcome non la ed , che il loro Soglio con abominevoliflmi facrilegii . farebbe feufato , chi difpreggiaflb il Senato Augufto degli Apoftoli , perche fra efi fi annumerato Giuda; cos non meritano Tcufa li Magdebur-

^ alibi

Magi. nt. io teifere la Hiftoria del

Ma

genfi, f per la enormit di pochi pretendono incolpare la Santit di tutti, e rendere colpevole tuttala Catedra per la fola reit di un Catedrante. Il che chiaramente dimoftreram* con argomenti Hiftoricide'fucceifi feguiti in quefto Secolo , i cui fatti accenneremo pi tofto , che depriveremo in confutazione de' maligni, ed in eterna laude del Pontificato Romano , f non riguardato alcuna volta dal Chriftianefimo come {ingoiare

^aiitpeffime disergiii,

c.^'j2 rfrS
*** 90*<n.5.
Heret^cT'confro
l

Rfa
il

ibi!lti

Sc j eAp "
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per efemplariti di coftumi , certamente venerato fempre come efemplare per fingolarit di Fede E primieramente prevalendo la forza alla ragione , la intrusone alla elezione, l'intereffe alla Religione, la sfrenatezza alla continenza, doppo li brevi, e lodevoli Pontificati di Romano, Theodoro, e Giovanni Nono , gli ultimi due de' quali annullarono con Decreti Sinodali gli atti Sacrileghi di Papa Stefano contro Formofo , fucceffero al Trono Pontifcio Benedetto Quarto , e Leone Quinto , ambedue di breviflma durazione, quando repentinamente profanarono la Sede Epifcopale Chriftoforo, e Sergio Terzo invafori del Papato, il primo con la prigionia di Leone Quinto , il fecondo con quella i Ghriftoforo . Sergio colpevole nell'ingreifo, [b] e vituperevole fempre nel progrefio, ftimolato vendetta prefentc da odio antico di competenza contro la memoria fteffa di Papa Formolo, condannonne gli atti, e quelli parimente di Tbeodoro, e Giovanni Nono vendicatori della fama di quel Santo Pontefice. quefto fatto inforgono trionfanti li Magdeburgenfi , e dicono, [e] haver' errato Stefano Settimo nella condanna di Formofo , Theodoro, e Giovanni Nono in afTolverlo innocente, Sergio Terzo in confermar j a condanna di Stefano Settimo . Ma con breve rifpofta rifolve il dilemma Sergium ^ Bellarmino , e , [ d ] crrafe , dice, Stefanum Septimum , Tertium malo exemplo , non [alfa dottrina: ne perche alcun pecca , egli ^ eve r ^ Heretico , quando al peccato non aggiunge il volontario errore dell'intelletto, con la oftinazione maligna di pertinace volont. Per^ l cne > con tutto che gli eccefl fcandalofi di Sergio Terzo meritaffero ogni pi alta indignazione del Chriftianefimo, e la di lui peffima vita irritar poteife l' odio , e'idifpregio di tutti li Fedeli ; nulladimeno ne fu cos venerabile in quella et la dignit , che fofteneva nella prima Catedra della Chiefa, che offequiandofi in lui non tanto il Pontefice, quanto il Pontificato Romano , ai due Arcivefcovi Sergio di Colonia , e Rogero di Namburg concefle[e] l'honoredel Pallio, di cui humilmente eglino lo pregarono, refe efente [/'] la Chiefa di Brema dalla podeft, egiunfdizione deirArcivefcovo di Colonia, arricch li [g] xMonaci Caflinenfi di alle lontane Provincie della Francia difriguardevolifiimi privilegii , i Apoftolica dottrina, ordin [b] a' Padri od Conj amp i ionc cnc

&

&

cilio

Capitolo Vnico.

attecilio di Trosl pretto Soiflbns, che riprovato Fozio, e i di lui ftafferoco'dccti, e confermaflero con le opere la Cattolica fentenza della procefone dello Spirito Santo dal Padre unitamente, e dal Figliuolo , co-

58 J errori,

PontifiCATI DEL

X. SECOL 0.
a

incontanente effi fecero nel fine del decimoquarto articolo del loro Capitolano in quefto tenore, [a] Sanquiainnotuitnobis,Sanc~laSedes*Apoblafpbemias cujufdam vigere Tbotii in partibus eolica , adbuc errores , Orientis in Spiritum Santlum , qud non Filio , nifi tantum Tatre , proceuna mecum , fecundatblafphemantis , bortdmur veflram fraternitatem , dm admoniticnem Domni Romana Sedis Trafidis , fngali noflrum , perfpeftis T itrum Catbolicorum fententiis , de Divina Scriptura pharetris acutas proferemus fagittas , potentes ad conficiendam belluam monftri renafeentis , dr ad terebrandum caput nequiffmi ferpentis Quindi li medefimi Padri foggumgono in laude egloria della Romana Sede, [b] Hts ita prelibatiti pie volunt vivere in commnnos omnes generaliter alloquamur , quijufly mone Santtx Ecclefia Catbolica , qua efl unum Corpus Cbrijit , cujus unus efl Dominus, unafides, unum baptifma qua cum generaliter ab uno Capite Chrijio fuperpetram y idcjl juper confejjonem Tetri fit edificata; mantfeflum taHifpaniam , nullum injlituife nte n ej, per omnem Italiam , Gallias , , nifieos, quosvenerabilisTetrus, aut ejus fuccefores conjituerint Ecchfas Sacerdote!. Et quomam Ecclefta noftris quoque partibus ( ut dittum eft) fuper hanc petra folidtatem non tantum fundata , Jed ab eo , ejufque Succejoribus etiam efl edotta; cum Dei gratia, ipftus B. Vetri fuffragantibus mentis, firmitatem fidei, quam primo percepit , badenus inconcuffam fervare fluduir , nullaque perfidorum confortia recepit . Cos eglino. Hor tacciano infolentemente menzogneri gli Heretici prefenti all'atteflazioqui muti , ne delia Chiefa Gallicana, che con tanta venerazione parla della perfona di un'immeritevole Pontefice, quando efi nella noftra et cos fcandalofamente fparlano della perfona di Santiflmi Papi , e la loro condotta riprendono , e la loro Maeit conculcano , come (e le Chiefe antiche foller fiate travianti nell'efempio, manchevoli nel giuilo, e folamente le loro moderne, eFarifaiche degne di applaufo, edifeguito, perche inclinate alla novit , Scempiamente oftinate nella mordacit contro il Pontificato

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Romano
tornii! alla fucceflone de Papi . La morte di Sergio Terzo fu quella dell'Hidra, che f ripullulare nuove tefte danno del Chriitianefimo : poich doppo il laudevole Pontificato di Anaftafio Terzo , furfero li due intrul Land , e Giovanni Decimo, ambedue d'infelice memoria [e] per diffolutezza di coflumi , e Giovanni particolarmente, che [d] promofle all'Arcivefcovado di Rhems Hugone Figliuolo di Heriberto Conte di Aquitania in et puerile di cinque anni , della quale moflruofa eiezione lungo fi duole Frodoardo [e] Scrittor di que'tempi , figliuolo di quella Chiefa , e pretendente ancora quella dignit ; e molto pi di lui S.Bernardo, quando fcrifle, [f] Scholares pueri, impuberes adolefcentuli ob fanguints dignitatem promoventur ad Ecclefiaflcas dignttates , de fub ferula transferuntur ad principandum Tresbyteris Utiores interim , qud virgas evaferint , qum qud meruerint principari : nec tam illis blanditur ademptum, qum adeptum imperium . Nel rileggere certamente [g] quelle cofe [b] fcandali^abuntur multi , e parer , che i\ avveri la Profezia di

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abandonatala

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PontihCATI DEL X. SECO(

-35
Si

Secolo

IX.
.

ta lama nave in preda alle onde, trafcurato ne haveffe il governo omnes fcandali^ati fuerint in Te, Noi, che quefti fatti fcriviamo
ci

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ar.an 912.

8.

icandalizzaremo, anzi pi che mai in alcun tempo cottami nell'avveramento della promefla, [b] Pobifcum fum ufqueadconfummationcm facu k> ben confermati lempre nella verit dell'Evangelico [e] fuccefTo, vedremo bens quafi naufraga in apparente procinto di perire la nave della Chiefa, mineifafempre vedremo Chrifto, che f ben pare, che dorma, ^c ce non dormitabit , neque dormiet , qui cuflodit Ifrael; e la vedremo fempre reggere da lui con infallibile condotta di oracoli, bench talvolta ella veggafipericlitante per la mala condotta di operazioni ne'fuoi MiniFu indegno del gran nome di Pontefice Giovanni Decimo , e come diftri ce ji Baronio , [e] Quis enim feortis hujufmodi intrufos fine lege legitimos

giammai

dicere paff , {gmanos fuiffeTontifices* l^ufquam Cleri eltgentis , rei poftea et confentientis aliqua mcntio . C anone s omnes prtjji filettilo , decreta TontifichAft'anefimoal v.car.o di chri Tontifice

^'e colpevole"
i

ibidem.

g^s>iy.
h Luitpr. nb.
'' ,4#

2.

\sAdAmBremtfis

vetercfque in eligendo Summo profeript* antiqua traditiones , prijinus ufus prorfus extintli. confuetudmes , facrique ritus , ^ tc vendicaverat omnia fibi libido, [oculari potentia freta, infantcns , tifro pere ita dominandi. E, [/] Qualifnam reris deleclosab bifee monflris presbyDiaconos Cardinales fuiffe putandum i Cum mbil tam natura teros , infitumfit, qum unumquemque (ibi fimilem generare? Quosinomnibus its , quibus delecli fuerint , confenfffe dubitare quis poterit ? Imitatofque efie ipfos , fetlatofque eorum vefligia , quis non facile credati Cos egli; e con gran verit. Nulladimeno perche Giovanni Decimo fedeva in quell'augulto Trono , ne fu cos venerata dal Chriftianefimo la dignit , che maggior maraviglia reca Noi la incorrotta credenza de popoli ad un Papa cotantoditfamato, che le infamit medefime di quel Papa. E ben liSantiApoftoli ftefl Pietro, e Paolo accorfero pronti, non tanto al patrocinio di lui, quanto alla difefadel Pontificato, allor [g] quand'egli con Truppe armate fi port contro iSaracini, che preifo Capoa infettavano le vicinanze dello Stato della Chiefa , e di effiriportonnegloriofifima vittoria: [h] Vifi funt Bgligiofis fdclibus , dice Luitprando , in eodem bello Santliffimi *dpofoliTetrus, &Taulus, quorum precibusCbriJianos credimus meruifie, quatenusTcenos ( ita vacati Saraceni, qui ex .Africa venerunt ) fugar ent , ipfivicloriam obtinerent . Ricorfero [7] lui Hurmo Arcivefcovo diHam-

cum fu ocata

&

&

&

JJrduVhc.ci/." k ^pudBar.anno
7..4.

conceife
la

burg, eSeulfodiRhemsperlahonorevolezza del Pallio, ed egli ad etti lo Berengario lo richiefe , ed egli l'unfe R d'Italia Alui[^Jfcri{fe Niccol Myfico Patriarca di Coftantinopoli per concordare la unione tra
:
:

Greca Chiefa, e la Latina, molto tempo turbata dalla deferenza delle quarte nozze dellTmperador Leone Setto, efecrate da'Grecicome fornicazione , e foftenute da'Legati Apoftolici come lecite A lui medefimamente l'Imperador Cottantino Ottavo richiefe la fpedizione Coftantinopoli de'Legati Romani per mantenere riconciliate le parti; il cheprontamente fece il Papa con quel decoro, che rifulta alla Sede Apottolicanel vedere humiliati, efupplichevoliliprimi Principi, e Patriarchi del Chriftianefimo: Da lui furono fpediti Legati S.Giacomo di Galizia alla venerazione di quel gran Santuario, ed lui mandarono Ambafciadori di riverenza, e di oflequio Sifenando Vefcovo di Compottella, & Ordonio R di Caftiglia:E finalmente egli corri pofe come mediatore autorevole^ fupremo Gierarca li gran litigii tra gli Abati Hilduino, e Richario fopra il Ve:

feova-

Capitolo Vnico.
fcovado
di

e grandi , , l'oracolo dell'Evangelio non ci navette prima ammonito, [a] Super CathedramMoyfi federunt Scriba , &Tharifai; facite: fecundm operaieomnia ergo quacumque dixerintvobis , fervate, non factum dicunt enim, r eorum nolite facere Giovanni X. (ucceller Leone Setto dalla fazione degli emoli cac-

Tungres

Cofe tutte cosi famofe

Pontifiche meritavano un CATI DEL

587

Pontefice di pi degno

nome,

X.

Seco
Q
.
?.

&

&

a Matth. ;

Carcere, e Stefano Vili. Religiofo Pontefice, e non Giovann XI1, meritevole di havere per Succettore Giovanni XI. Papa di odiofa ricordanza ; e futteguentemente Leone VII.Stefano IX.Marino Il.e Agapito Il.Pontefici di lodevole Pontificatemi che intermedii tra Giovanni Xl.e Giovanni Xll.innocentemente participarono della reit di quel fecoloj poich l'uno, e l'altro Giovanni furono invafori del Pontificato, ch'eglino relfero inetdaettereretti, e meglio atti ad ettere governati, chea governare, il primo in et di ventiquattro anni, il fecondo di diecifette: onde quefti, anche doppo otto anni di Pontificato , ripigliato da'Romani pretto l'Imperadore Ottone III. di horridi facrilegii, rifpofe Ottone a'Romani, [ b ] b c<,nun*ur. , Tuerefl, facile honorum immutabitur exemplovirorum &fpero, eumobjur- ; uU" ' ndi b 6 J' B h catione honcfla, fuafone liberali , facile ex illis fefe emerfurummalis , dicere- n.&w. "quetunccum Tropbeta, [ e ] Hac efl mutatio dextera excelf ; e foggiun- c W-7 6 f, Si non voluntate verecundia faltem in virum perfetlum fefe mutet , ficqueforfitandeviblus, bene confuvfcere fludebit , bis defuefeere Eleaccufe de'Romani furono molte, e tutte enormi, efpaventofe, [d] J^onclamefl d Utm continua t0Tb,iem populoy dittero eglino all'Imperadore , quod fatemur Teflis efl F{ainerti fui ipftus militis vidua , quam caco captus igne ille , cio Giovanni XII. multis prafetlam urbibus , facrojantlis B. Tetri donavit aureis Crucibus , atque calicibus teflis efl Stepbana e jus amica , qua in effufone, qud ex eo
ciato dal

Peflme qualit di
'

Trono

al

'

>

Qud fi cuntla taceant , Latcranenfe hominem exuit Talatium S antl or um quondam hofpitium , nane proflibulum meretricum, non filebit amicam conjugem Stepbana Tatris concubina fororem teflis omnium abfentium mulierum gentium praterquam I\omanorum qua Santlorum
concepcrat
,

recens

JLpoflolorum limina orandi gratta timent vifere ; cum nonnullas ante dies paucos hunc audicrunt, conjugatas , viduas , virgines vi oppvefjfie tefles fedtotiim funt SanBa lApojolorum Ecclefla , que non (dlatim pluviam ancia Jlltaria imbrem admittunt intnnfecus fupra ipfa cttam Sacrof Ma furono pi efecrande le accufe, ch'efpofero li Padri del Sinodo Romano convocato dall'Imperadore Ottone contro lui ; f pure piena kde dar Ci voglia al continuatore di Luitprando, che le rapporta, Scrittore [e].Addiclif privato fludio ea fmum Ottoni Imperatori, come lo cenfura il Baronio, fcripfijfe in ipfius gratiam , odium verjoannis ; e altrove , [ / ] Adverfarium illum futfje liquet, Schifmaticorum complicem; ed cileno furono le feguenti con il preambulo di quefto efordio, [g] Tane l{omaniTontifices , Epifcopt fctlicet fufjraganei, &Cardtnales presbyteri y ac Diaconi cum universa plebe dixerunt, Miramur fanUiffimam prudentiam veflram nos hoc velie per-contar , quod nec Babylonicos , nec Ibericos nec Indicos incolas latet: ita aperte die, cio Giovanni XII. diabolica pertraUat ne^otia , ut Tunc confurgens Tetrus CardmaUs Tresbytcr , nihil circuitionisutatur f non communicafie , teflatus efl. Joannes vidiffe illum Mifsam celebrale, EpifcopusT^armenfs, Joannes Card, nalis Diaconus, fc vidifie illum Diaconum ordinale in equorum flabulo non certis temporibus , funt profeffi Be:

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e Bar.an. 9 6}.n. infint '


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nedi'

Pontifi-

cati DEL X. Secolo.

<?88

Secolo

X.
dixit
,

neditus cum e Meris Condiaconis ,

tionesEpifcoporumfaceratpretio,

& Tresbyteris f fare, qud ordina& qud annorum decem Epifcopum inTu-

dertinaCivitatc ordinarti . De facrilegio non eft ne e effe per contari, quia plus ridendo, qum audiendo feire potuifemus . De adulterio dixerunt , qud oculis non riderant , fed pr certo feirent , viduam Bainerii , Stephanam iinnam viduam cum neptefua abufum eft , &Santtum Tatris concubmam , Talatium lupanar, profibulum fea(e: venir ationem , dixerunt, public exercuifie Benedittum fpiritualem Tatrem fuum lumine privafje , mox rnortuum efe : Joannem Cardinalem Subdiaconum virilibus amputatis occidiflorica mdutum fuifie, tefati f: incendia fectfie , enfe accinttum , galea,

& &

&

&

&

funt: Diaboliinamoremnnumbibife, omnestam Clerici, qum Laici acclamarunt: in ludo alea , Jovis, Peneri*, caterorumque Damonum auxilium

Canonicas horas eum non cetelrafie , , nec ftgno Crucis f muniffe, profeff funt. E dubitando Otrone della verit di quelle querele , [a] Tunc Eptfcopi, Diaconi, Clerus , cunttas t^omaa lJtmUt>.6.c.%. norumTopulus, quaftvirunus, dixerunt: Si non qua per Benedittum Dia conum letta funt, hifqupturpiora, ampliora Joannes Tapa indigna commifit facinor a , nonnos peccatorumvinculis abfolvat ^ApojlolorumTrinceps Beatus Tetrus , qui verbo Ccelum indignts claudit , juftis aperit fimus anathematis rinculo innodati , atque in die noviffima in finiftra parte pofti . Qud fi Eidem nobis non adhibetis , exercitui Domini Imperatoris faltem debetts credere, cui, ante quinque dies, enfe accinttus , clypeo, galea , lorica indutus occmrit . Solus Tyberis , qui interfluxit , ne fie ornatus ab exercitu caperetur, impedirti. Cos li Romani di Giovanni XII. che .finalmente b I.lnm!st.6.c.it. mor, qual vifle, e [b] quadam notte extra I{omam, dura f cum cujufiam viri uxor e obiettaret , in temporibus adeo Diabolo ( forf meglio d Marito ) eft percuffus , ut intra dierum otto fpatium eodem fit vulnere mor~ tuus . Puoflrapprefentareimaginepihorrida, non di un Pontefice , mi di un' Antichrifto ? JEpure, oh forza maravigliofa di quelle grandi parole e Matth.16. Venerciione al [jc] Ego dico ubi, quia tu es Tetrus, etram adificabo Ecclefuper hanc Pontificato fotte Torta Inferi non pravalebunt adrerfus eam: tibi dabo ftammeam, un'PontefiCe cm. pio. claves Rggni Ccelorum: quodeumque ligaveris fuper terram , erit ligatum inCalis; quodeumque folreris fuper terram , erit folutum in Calis un moftro cos laido , cos efecrato dal fuo medefimo Clero , ricev
popofeifie dixerunt: Matutinas

&

&

&

&

&

&

&
!

&

&

&

&

mtrburg- dtgtfti* [rfJoffequotrfBmevfupplichedaDuriftanoArcivefcovo di Conturberi, che ^ngloryv Pont, ottenne il Pallio; daiVefcovi [e] della Francia, chedigli in Dujiano. all'Arcivefcovado di e %Apud Bar% an vifiin fazione per la nuova intronizzazione di

WHltl. Mal-

domand, &

Hugone

$6*.n

17. i Cantiti. Luitpr,


l...c.S.

Tapa Bimani ; Rhems, dal medefimo [f] Imperadore Ottone, che fcriffegli in termini honorevouniversali Tapa Domino Joanni ed invitanliflmi, Summo Tontifici,
fofpefero ogni risoluzione /</# ad tnterrogationem

&

g Ibdtmt

Gr/tt.dft.6.e.

3 .Tibi

Domino

dolo al Sinodo accennato, contro di lui convocato in Roma, [g] Oramus, foggiunge, Taternitatemreftramobnix, venire; e allor ch'egli ricev da lui la Corona Imperiate humiliato , protrato , e divoto fuoi piedi giur , jurare facio per [b] Tibi Domino Joanni Tapa ego B\ex Gtho promittere , per lignum hoc r ir ifiae CruSpiritum Sanflum , &Filium, Tatrem, perhas reliquias Santtormn, qud fi, permittente Domino, Hpmam cis, te E\ettorem ipfiits exaltabo fecunvenero, Santtam B^manam Eccleftam, nunquam vitam , aut membra , dum meum poffe , pfum honorem^ quem babes, meavoluntate , aut meo confilio, aut meo confenfu, aut mea

&

&

&

&

&

&

&

exhor-

Capitolo

Vnico

in Bimana Urbe nullum placitum, aut ordtnatonem cxhortatone perdei'. faciam de omnibus* qua ad te, aut ad Bgmanos pertinente fine tuo confitto : quidqutd in nojiram poteftatem de terra S. Tetri pervenertt , tibireddam: &cuicumque Fegnum Italicum commisero , furare faciam illum, ut adjutor tui fu ad defendendam terram S. Tetri fecundm fuum poffe. Sterne Deus ad-

&

589

&

PontihCAT1DEL X. SECOq
.

juvet,
foli

& Ime Sanila Dei Evangelia


il

Quindi aggiungendo pronti fatti , che

dicefi .Aureo [ a ] pefo l^ftif.'^ftl con cui egli era mercato ; il cui originale confervafi pre- .i,jvm<4/. dal Sigillo d'oro, fentemente nell'Archivio del Cartel S. Angelo di Roma , in tenore tale , come f un vecchio , & accreditato Papa tali , e tante humiliazioni, e offerte efiggelfe da un giovane Principe, e non da un vecchio, epoderofoMo- b Hoc diplomare. *""' narchaun Papa giovane, e diffamato [b] Sf^if"'

danno

alle

parole,

eman il diploma, che

In

Nomine Domini Dei Omnipotentis


tris,

Pa-

&Filii,

&

Spiritus San6ti.
cum Othonc
glorofo

E
mo

Co Otho Dei
filio

gratin Imperator ^Augufius una

Rege

mus

nofiro, divina ordinante providentia fpondemus atque promittiper hoc paftum confrmationis noftrtf tibi Beato Tetro Trincipi^poflo-

lorum,
mine

clavigero Bfgnt Ccelorum , ejr per te Vicario tuo DomnoJoanniSumuniverfali XII. Tap& , ficut pr&decefforibus vefiris ufque Tontifci

&

&

potevate , atque ditione tenuiftis difpofui/tis Civttatem Rofuburbanis fuis , atque viculis omnibus, termanam cum Ducatu fuo , marttimis, littoribus, atque portubus , feucuntlts ritorio c]m , montanis Civitattbus, Caftellis, oppidis , aeviculis TufcU parttbus, idefi Tortum , Centumcellas , Serem, Bledam , Marturianum , Sutrium , 7-lepem , Caftelin veftra

&

&

&

&

lum Gallifem, Ortem y Toltmarttum, jlmeriam

Tudam

Terufiam cum

tribus infulis fuis, idefi, major e , minore, Tuluenfvm, tamtam, &Utriculum cum omnibus fimbus , ac territorio ad fupraferiptas Civitates perti-

nentibus: necnon Exarchatum Bgvennatem fub integritate cum urbibus , Caftellis, qua pix recordationis Domnus Tipinus Civitatibus, Oppidis Domnus Karolus excellentiffimus Imperator pr&decefiores -pidelicet noftri pradecefloribus veftris jamdudum per donationis pagiB.Tetro jLpoftolo ,

&

&

&

nam

ALmeliam , Bobium contulerunt, hoceft, Civitatem T^avermam , Cefenam, Forum Tompilii, Forum Livit, Faventiam, Imolam , Bononiam

&

Hadnanis atque Gabellum , cum omnibus finiFerrariam , Comiaclum , bus , territoriis atque infulis , terra marique ad fupraferiptas Civitates Tentapolim , vidclicet *Ariminum , Tifaurum , Fapertnentibus , fimul num, Senogalliam, *Anconam, Aufimum, Humanam, Hefirn, Forum SemTerritormm Balnenfe, Calles, Luciopronti, Montem Feltri, Urbmum, Eugubium cum omnibus fimbus , iis , territoriis ad eafdem Chitates

&

&

&

&

&

pertinentibus

Eodem modo Temtorium

Sabinenfe

ftcut

Domno Karolo

Imperatore

antecefiore noflro Beato Tetro Apoftolo per donationis fcriptum conceffum eft fub integritate. Item in partibus Tufciae Longobardorum Caftellum Felicitatisi

Urbem veterem , Balneum

Bggis, Ferentum, Vtterbium,

Ortem, Martam,

Pontifi-

cati del X. Secolo.

Topulonium, Rpfellas cum Juburbanis, atque vtterritoriis ac marmmis , oppidis , armculis , feufinibus omomnibus , nibus. Itemque Ulmus cum infula Corfica, deinde in Suriano t de inde in monte BardoniSy deinde in Berceto , exinde Tarma, deinde in Regio, exinde in Mantua, atque in monte Silcis, atque provincia Venctiarum , Iftria, necnon cunttum Ducatum Spoletanum ,feu Beneventanum una cum Eccleftafantta Cbriftinapofitaprope Taduam juxta Tadum , quarto militano Itemtn partibus Campania Soram, jirces, jtquinum, jlrpinum, Theanum, &Capptam, necnonTatrimoniaadpoteftatem& ditionem veftram pertinentia , ficuti ejl patrimonium Beneventanum , patrimonium T^eapolitapatrimonium Calabria fuperioris , num, infenoris. De Civitate autem

tam,
culs

590 Suanam, Tufcanam,


&

Secolo
,

X.

&

&

/ris illud

& <leapoltana & Territoriis & finibus & infulisfuis per ad eafdem refpicere videntur, necnon patrimonium bus, Deus notradiderit manibus Simili modo Chitatem Cajetam & fundum cum

&

&

Caftellis

fibi
,

t inenti-

ficut

Sicilia
,

fi

omnibus earum pertinentis


Injuper offerimus tibi, B.Tetre Jtpoftole, Vicarioque tuo DomnoJoanniTapa y fuccefjoribus ejus, pr noftra anima remedio , noftrique filit , noftrorum parentum de proprio noftro Regno Ctvitates , oppida cum pifcarusfuis , id efl Rea-

&

&

Marfirn , alibi Civitatem tem, jLmiternum, Furconem, T^urfiam, Baluam, Inter amnen, cum pertinentis fuis , Ras omnes fupraditlas provincias , urbes , Civitates , opptda , CaTerritoria , fimulque patrimonia pr remedio anima tella , Viculos filli noftri, five parentum noftrorum, ac fuccejjorum noftrorum , noftra, pr cuntto Deo confermato , atque- confermando Francorum populo , jam per te V icario tuo spiritali Tat ditta Ecclefta tua , Beate Tetre xApoftole , univerfaliTapa, ejufque fuccefforiDomnoJoanniSummo Tontifici noftro busufquead finem facuii, eomodo confirmamus , ut infuodetineatjure , Trincipatu, atque ditione Simili modo per hoc noftra dclegationis patlum confirmamus donationes , quas pia recordationis Domnus TipinusJ^x, cjr poftea Domnus CaroUts excellcntifjmus Imperator B. Tetro Jlpoftolo spontanea voluntate contulerunt: necnon cenfum , -pelpenfionem , feu cateras dationes , qua annuatm in Talatium Regts Longobardorum inferri folebant five de Tufcia , fve de

&

& &

&

&

&

&

&

&

&

in fuprafcriptts donationibus conttnetur , inter Ducatu Spoletano , ficut Pomnum Carolum Imperatorem confantta memoria Hadrianum Tapam, venit, quando idem Tontifex eidem de fuprafcnptis Ducatibus, id eft, TuSpoletano , fua autJoritatis praceptum confirmavit, eofcilicetmodo, fcano, ut annis ftngulis pradittus cenfus ad partem Ecclefa Beati Tetri lApoftoli perfolvatur , faha fuper eofdem Ducatus noftra in omnibus dominatane , jilii noftri fubjetlione Caterum , fcut dixiillorum ad noftram partem , mus , omnia fuper ius nominata ita ad veftram partem hoc noftra confirmationis patio roboramus , ut in veftro permaneant jure, principatu, atque dineque nobis, nequed fucceftoribus noftris per quodlibet argumentione, tum , five machmatonem in quacumque parte veflra potcftas imminuatur , aut vobis inde aliquid fubtrahatur de fuprafcriptis vidclicet Trovinciis,

&

&

&

&

&

&

&

Urbibus, Civitatibus , oppidis, Caftris , viculis , Infulis , Territoriis , atpenfombus , atque cenfibus , ita ut neque nos ea que patrimoniis , necnon fatturi fimus , neque quibuslibet ea facere volentibus confentiamus. Scd potius omnium , qua. fuper ms leguntur, idejl y Trovincia, Civitates , Urbes ,

&

oppi-

Capitolo Vnico

patrimonio, atque infula , cenfufque , oppida, Caflella, Territorio, Beati Tetri ^Apofoli, atque Tontificum in facrapenftonesad partem Ecclefa tijjima illius Sede rcfidentium , nos in quantum pofiumus defenfores effe teflafruendum, atque difpomuradbocy ut e a in illius dit ione y ad utendum nendum, firmitervaleant obtineri , p/v^ in omnibus potefate noflra, filli confitutione, noftriy poflerorumque noflrorum, fecundum quod in patto , ac promiffionis firmitate EmeniiTontificiis , fucceforumque illius continetur:

&

ag

&

PontifiCATI DEI

X.

SECO
lq.

&

&

&

cfl

Ut.omnis Clerus
fitates Tontificum

, ,

& univerfa popul Bimani

nobilitas propter diverfasnecef-

irrationabiles erga populum fbifubjetlum afpertates retun-

dendas , Sacramento feobligent, quatenusfuturaTontificumeleclio (quantum ut ille qui ad uniufcujufque intelletlus fuerit ) canonici , jufic fiat kocfantlum, atque oipoflolicum regimen tligitury nemine confentiente , confecratusfiatTontifeXy priufquam talem in prafentia Mifiorum nofirorum y vel filli noflri, feu univerfa generalitatis faciat promijjionem pr omnium fatisfatlione,

&

&

atque futura confervatione , qualem Domnus, venerandus fpiritalis Pater noflerLeo [ponte feciffe dignofeitur. Treterea alia minora buie operi inferendo pravidimus y videlicet, ut in elezione Tontificum , nequeliber, ncque fervus ad hoc venire prafumat , utillis l\pmanis , quos ai banc eleclionem per conflitutionem Santlorum Tatrum antiqua admifit confuetudo , altquod faciat impedimentum . Qud fi quii contra liane nofiram inftitutionem ire prafumpferit , exilio tradatur . Infuper utnullus Mifforum noftrorum cujufcumque impedii ionis argumentum componere in prafatam eleclionem audeat y probibemus: nam&bocomnimodts inflttuere placuit y utquifemel fub fpcctalt defenfione Domni ^ipoflolict, five noflrafuerint fufcepti, impetrata juj utantur defenfione Qudji quis quemquam illorum, qui hoc promeruerunt , violare prafumpferit , feiat f periculum vita fu* efe tncurfurum . Illud etiam confirmamus , ut Donino Jlpoflolico jufam in omnibus fervent obedientiam y five due bus, ac judicibus fuis adjuflitiam faciendam. Huic enim inflitutioni hoc necefiari annetlenium efie perfpeximus , ut Mifj Domm ^Apoflolici feu noflri femper fmt confiitiit: y qui annuatim nobis , vel filionofro renuntiare valeant , qualiter fmguli Duces , ac Judices populo jufiitiam faciant. Hanc Imperialem conflitutionem quomodo oh fervent qui Miff , decernimus y ut primum cunftos clamores y qui per negligentiam Ducum y feu Judicum fuerint inventi y adnotitiamDomm*Apofolici deferant.Et ipfeunum duobus eligat y aut fiatim per eofdem Mifios fiant ipfa necejjitates emendato, aut Mifio noflro nobis renuntiante per noflros Miffos nobis diretlos emendentur . Hoc ut ab omnibus fidelibus Sanila Dei Ecclefa , noftrisfirmum efie cre. t

&

propria manus fignaculo, &J^obiliumoptimatum noftrorum fubfcriptionibus hoc patlum confirmationis noflra roboravimus , Bulla noflra imprefdatur
,

& &

fione obfignari juffimus

f Signum Domni Othonis Sereniffimi Imperatoris , ac fuorum Epifcoporum y Jlbbatum y Comitum Signum lAdaldagiHamaburgenfis Ecclefa Jtrcbiepifeopi . Signum Hartbcrti Curienfis Ecdefta Epifcopi Signum Druogoms Ofinabrugenfis Ecclefa Epifcopi . f t Signum Votonis Argentinenfis Ecclefa Epifcopi 7 Signum Otuvini Hilfensbeimenfis Ecclefa Epifcopi.

&

j-

f-

t Sh

. .

Pontifi-

cati del X. Secolo,

oz

Secolo X.
.

t Stgnum Landuvarti Mindonenfis Ectlefa Epifcopi t Signum Ctgeri'lemetinenfis Ecclcfw Epifcopi * T Signum Ge^onisTortonenfts Ecclefta Epifcopi t Signum Hucberti Tarmanenfts Ecclefta Epifcopi. Signum Uvidonis Mutinenfis Ecclefia Epifcopi. } Signum jLttonisEuldenfis Monafierti%Abbatis Signum Gunt barri Herolfesfeldenfis Monafler ti ^Abbatis f Signum Eberarti Comitis. f Signum Gunth arti Comitis
fj-

Signum Burgh arti Comitis.

t Signum Utonis Comitis. t Signum Cronratis Comitis


}

Stgnum Ernuftes.
gilthies
,

ftript.

a Ttrtul. dt pr*' tA,

Hartuviges , oirnolucs , J, BurcharteSy Bgtinges \Anno Dominici Incarnationis nongentefmo fexagefmofecundo , Indizione quinta, menfe Februarii, decimotertio die ejufdem menfiSy anno vero Domai Othoms Impera invittiffimi Imp.vigefimoprimo , fatta eft hac pattio feliciter . Cos la Bolla di Ottone Ammirino gli Heretici moderni nella verit di quelli racconti, come bene l'antichit habbia diitinta l'autorit, e Maeftd del Pontificato Romano da ogni mancamento de'Pontefici; e ceflino prefentemente di latrare contro loro , con pretendere di orfufearne lo fplendore al confronto di piccioliflimi nei , che , come macchie nel Sole, fono pi tolto effetti della vifta manchevole , che difetti dell'oggetto ; e il folo efempio di Giovanni Duodecimo li faccia fmentire , ogni qualunque volta eglino attribuirono colpa di podeft la colpa de'coitumi: [a] Soli Dei Eilio fervabatur , fine delitto permaner e . Quid enim fi Epifcopus , fi Diaconus lapfus regulafucrit Ide Harefes verttatemvidebuntur obtinere? Ex perfonis probamus fidem y an ex fide perfonasi

t Stgnum Tbietheris, B^cdages, Liupen

k>

Magi. Ctrt.

io.

tAp.6.

C BillartJi.4.de 'K^m t Pentt.\z.

Calunnia degli moderni contro Gio. XIII


i

Jf retici

Hor dunque morto Giovanni Duodecimo con V accennata forte di morte, legitimamente fucceffero nel Pontificato Romano Benedetto Quinto, Giovanni Decimoterzo, Dono Secondo, Benedetto Sefto , e Settimo, Giovanni Decimoquarto, e Decimoquinto,e finalmente Gregorio Quinto, che chiufe il Secolo decimo, e dar il termine ancora al noftro tomo. Li [b] Ma^deburgenfi accufano Giovanni Decimoterzo di horrendo errore, perch'gli contro la inftituzione di Chrifto habbia introdotto l'ufo di [e] Mtrum eft fogginnge graziofamente il Belbattezzar?, le campane larmino, tur non etiam dkant, campanai nobis antea catechi\ari , e refpondendo egli poi adequainftrui, ut poffm fidei fymbotum refonare tamente alla objezione, Vel igttur, dice, rem ipfam, vel nomen baptifmt campanarum repuhendunt fi rem; aperte decipiuntur , vel mentuntm dediJ^on enim campana revera bapt'vzantur , fed folm benedicuntur , alta [aera cantur divino cultm eo modo, quo tempia , sharia. Calice* > nulla fit vafa, utpatetex Tonificali , ubi habetur benedittio campana , mentioufquam Baptifmi , nt ->ue dicitur, ego te bapti-^p in nomineTatris , ejr Spiritus Sanili fed folm funduntur preces ad Deunt , ut in aliis filli , beneditttonibus Si nomea reprehendunt , feiant nomen baptifmi non Tonquidem metaphoru accommodatum campanatificibhSi fed vulgo ,
:
,

&

& &

&

&

&

rum

Capitolo 'Unico
rum
benedizioni

S>

Fonti r:-

&

quia nimirum vident , Campana! aqua benedilla ajpergi, , nomina interdum imponi, ut diflinguantur ali* ab aliti. Cos il Bellarmino in confutazione di quelle calunnie , che maggiormente difereditano il Calunniatore, che il Calunniato,
eis

C ATI DEL
X. SECO io

Fine

del

Decimo

Secolo.

7=^ ^^*SJ

in quefio racconto

del primo
,

mllefimo

della

%)

BQvSvl'

mi dfe^ C^K

Chefa di

de su
da

Chrifo

ecco

njifia

di tutti ,

come rapprefentata una fortijjima i^cca,


quale tanti propugnacoli
5*

nella

inalbano

quanti Se,

coli

fi

deferirono

e
>

cui tanti Scudi

pendono

quanti

ond ella giuflamente raffembri l* alta Torre di David ( a) Quas edificata eft cum propu- a mille clypei pendent ex ea , omnis argnaculis matura forrium 0' Cattolico , o Her etico eglifia bavera ben rawifato chi quefli fogli ha letto, come ali af
anni fi enumerano
, : .

cane*.

[alto di leififiano
Tomo
II.
,

ferocemente [pinti nel ffio Secolo con J


i

ul-

ti mo

594
timo
,

e difperato attacco gli


i

Eutychiani
s

nel Settimo con

fubitanea moffa
li

Monotheliti
,

nell

Ottavo con formidabicon aperta ribellione


,

batterie g* Iconoclafli
li

nel

Nono

li

Fozjani,

Greci,

e gli

Soffiatici, che

[nervato nel De-

cimo r antico vigore degli Ecclefiaflici , giunfero quafit a fperarne b la refa la prefa [e quel Dio che di lafsu non havejje inafpettatamente confufe le lingue la dijfende
, , , ,

grande , e moflruofa difperche que nomi cotanto una volta fpaventofi al Chrifione fono al prefente appena vivi nelle morte Carflianefimo te de' Scrittori figgati odiofi di avvenimenti paffati e documento eterno a Pofleri che invano fi batte quel forte , che per privilegio del Cielo giammai non pub effere abbattuto Hor dicafii [e la Fede "Romana fojfe infingimento de' Papi , e non Religione di Chriflo com" Ella mai imnuda d baveri , e sfornita di humane difebelle d armi e non difperfa invejita fe fu combattuta mille anni da potentiffimi Imper adori da numerojtjmi Herefiarchi da Popolazioni intiere dell' Oriente infieme e dell' Occidente , e non offefa ? fa echeggiata nelle Chiefe incendiata
degli ^Aggreffori
y

con

una

nelle Librarie
,

denudata di Supellettili e fin infanguinata nelle Perfine di tanti Pondi tanti Ecclefiafiici perfieguitati di tanti Fetefici uccifii deli martirizzati e non avvilita , e non convinta E'
,
,
,

contradetta nelle Dottrine

egli queflo effetto di fior za


ti

humana

b protezione onnipoten-

Mate. 16.

te di quello,

che gi diffe della Ghie fa

Romana,
,

Por-

tai

pnSI'piS
M.ch.impei.

fa

non prevalebunt adverfus eam? ond'heba aggiungere quel Magno Pontefice (b) Privilegia
Inferi
:

Sedis perpetua flint , divinits radicata , atimpingi pofTunt , transferri non que piantata evelli non pollunt : &c trahi polfunt poffnt
jftius
: ,

s.Bem.cpift.

Innoc

'

Pomif?
d

Luciz.

quoufque Chriftianuni nomen predicatimi fiierit, illa fubfiftere non ceflbunt ( e ) Cui cnim alteri replica S. "Bernardo dicum eft aliquando , Sedi ut non deficiat fides tua ? ( d) Ego pio te rogavi
:

Ter

595
Per
lo

che ilmcdefimo Santo


s

ubiate

forprefo dalla grandez-

za di un

mo

famofo privilegio , ( a ) Sedes Petn , e [eiadeit Petra , in qua Moyies render. , iragrola

cn
ep&-*>

..."

conciliabula elidk , 6c allidit, profanas vocuni novitaces refecac , oc refeinjugulac hiancia , dic , fiip^rrlua confodit , e con avverato Epieclipcica complet , 6c illuftrat

quxque Hxreticorum

&

&

',

fonema egli meritevolmente conclude ; Hxc domina Se cos &C moderatrix totius Chriftianitatis ed com egli verijjimo odafi S. Girolamo Dottore acclamaallor cjuand* egli con to dagl* ifiejj Her etici per Grande
. ,
, ,

ChrijJiana jchiettezza, disvelato

parlo in
tibi,

cjuefto

[ano,

&

fondo del fuo cuore cosi aureo fentimento, ( b ) Breveni


il
,

apertamque animi mei fenrentiam proferam:

y s. Hier. ad verf Liicifei -

quas ab Apftolis fundata ufque ad diem hanc durat . Sicubi ergo audieris, eos , qui dicuntur Chriftiani , non Domino Jefu Chrifto , fed a quopiam alio nuncupari , ut puta , Marcionitas , Valentinianos ,
In
illa e(I

permanendum

Ecclela

Montenfes, feuCampitas,
ranos , Calviniftas ) fato , tti , fed Anti-Chrifti elle
Chi
ci

Luthenon Ecclefiam diripuojji aggiungere


.

Synagogam

Cos egli.

crede

creder a
,

ci

che per tanti Secoli

ha credu-

to la

maggiore
>

diferede
lit,

parte del Chrifianefimo : chi ci (ara ripigliato per un mojro di ofinata incredue miglior

onde di

lui

ben dir
Xyf

digiuni, qui,
role
,

j;

Mundo

fi

pofla r JJ

ey
,

credente

Ipfum efT pr- juftusLypfius r Hift. B. M. f non credit P&v;tg Haiknfo


e

in

che ufeirono

prima dalla bocca


li

d S. Agofno

-,

che

cap 6 '
'

con forza d invincibile proporzione cos argomento


chi
li

temerariamente negava

patenti

&

contro

infiniti

miraco-

fucceduti nella Chiefa di Do in comprovazione della


(

Fe-

miracula fataefl non eredunt, hoc nobis unum grande miraculum fufficit, qud jani Terrarum Orbis fine ullis miraculis credldit. Onde replicar fi debba con IH aurea penna di I(kde "Romana:
)

Si ifta

^cKeS
r-y

Pp

cari

a Richard. s.
I#

cardo di S. Vittore

(a)

Domine,

fi

jeTrfn.c!-.'

decepdfumus: nam tantis fignis quae non nifi per te fieri poflent
note della

a re , confirniata funt,

eft error

quefti fegni

medefime , di _ cui vuftamente f cotanta pompa S. Avoftino quando Jfcrif r n-rr r o.A * S.Aug. coni^ r l uaepUandam./e, (b ) Multa funt quae me juitifiime tenent Ecclefias Catholicse gremio: Tenet confenfio Populorum, 8cGentium: Tenet autoritas miraculis inchoata, fpe nutrita, charitate auta venuftate firmata : Tenet ab ipfa Sede Petri Apoftoli ufquc
,
.

vera Chiefa

d Dio

fono quelle
'

ad praefentem Epifcopatum fucceffio Sacerdotum,


dalla qual fuccejfione ne ricava
\

S. Ireneo
,

J^
S

Ushb '

Her etici dicendo fucceffionem omnes confundi Hxreticos


rg omento contro gli
,

un potentijjmo (e ) Per nane


.

Noi

in-

vero

che quefte cofe habbiamo (crine

viver vogliamo
giammai ben

nella fede
deGuft-,
d Agobaldus Lugmenfis in
jicem urgeiiUrge
catiura
.
.
.

de

Santi

perche morire [periamo colla morte


,

certamente perfuafi
,

che non puh

morire* chi
1

mal crede effendo che ( d ) Quamquam JJ i\ multi bene credentes , male vivendo , pereant : nullus tamen male credens , bene vivendo , faivatur Quindi , che Noi eccitati da un interno fpiritodi
t

non poliamo far di meno, a tanto che habbiamo detto, e ferino in quefta lunga
dilezione
,

di

compajjione

di zelo,

Hiftoria
te

aggiungere ancora quefte poche , ma dtjjntereffaparole , e dire a Voi , che traviati dal fentiere del? an>

tica

credenza

ciecamente
,

al precipizio
e

correte

feguac

di uri Her etico


il

di

un

altro ,
,

corfo

-,

ingannati Settarii
,

non di Chrifto : Fermate per voftro bene fi parla , per

voftro vantaggio fi fcrivc

s.

Aug.epift.

ce f

a Chiefa da

la voftra Salvazione fi ambiVoi altro non richiede , che Voi ; (e)

*-

fed etiam noftra , in pace nobifeum , &c charitate poffidete . Qual cecit quefta Chiudere gli occhi per non vedere
,
,

Utinam Catholici fitis, replicherbvvi qux dicitis vedr &C non folim
fi

con S.Q^goftinOy

il

Sole

2{omperft allo foglio per non faggiamente fcanfar>

597
lo, e

(a) Malie claufis oculis offendere in mon- ^^'"g* tem , qum in eum afcendere Dite f pur rifpofta havete adequata e pronta al noflro dire Quid prodeft (b) Deo, fi juftus fuerit ? aut quid ei confers, fi* job. zi.
.

immaculata
<vofra

fuerit vita tua


,

Dalla

<voftra converfioe

ne altro non f ne [pera

che la voftra

foltezza ;
,

della

falvez&a neffuno meglio pub goderne che Voi > onde maggiormente Voi hifognoji fiete della vera Fede di Chri-

fto, che la di lui Fede di Voi. (e) fiumi qui lecito replicarvi, come gi

Regniim veftrum,
ad
altri Popoli

Oltrauri*

montani
clefiaftico

infetti ai Herefia parlo ne

Secoli trafeorfi

^ Ec-

A P ud^neam
ium
E J e ^;

c*p- *8.

Oratore
,

Regnum

veftrum olim

florentiffi-

oc inter Occidentalia Regna ditiffiomnium homum: Viguerunt hc Religiones , norum artmm ftudia claruerunt Nunc inops Regio eft, concuff, lacera. Cur hoc fan? Quia non poteft Veritas noftra mentiri , dum apud Euangeliftam dicit, Omne Regnum in f divifum, defocadet . Vos labitur, &: Domusfuper
fiiit

mum

&

Domum

non felm invicem


fa Chriftianitatis

divifieftis,

verm etiamabip-

majori parte fecreti , nec Romanam auditis Ecclefiam , quae Mater eft, &c Magiftra Fidelium , neque mandata Conciliorum recipitis. Qudfiunitatem Ecclefias ampleteremini , in Domo Domini ambularetis cum confniu focile Regnum veftrum priftinam dignitatem f fplendoremque fuum refumeret . Quindi l'Oratore rivolto al loro Principe Kg : Tu ergo , qui Regni populos, quo vis , trahis , fac tibi nomen grande, fac , ut te Sedes Apoftolica diligat , redde fibi filios , quos Sathan abduxit . Hauriat ex fonte rivus aquas fuas nec praecifus arefeat . Redibunt omnes , &C Romanam Ecclefiam venerabuntur , fi volueris Te Romanus Pontifex Te Gefar in primis charumhabebunt, TeTutorem, TePatrem

&

Tarn.

II.

Pp

appcl-

59%

appellabit, Tibi

...
maximas
reftitueris
,
,

gratias

tam Provinciam

aget, qui pacaerroribns expurgatam


>

pace quietam , ornatali! moribus fide ferventemj confequerifque Tu non folm gloriam fed Poqui nafcentur ab fteri tui , &C nati natorum , ilis , ob eam rem femper habebuntur honori , fixus eritque memoria tui nominis fempiterna, Trantuae familiae flatus, qui vera ere verit virtute fiturus ex hac vita, ad meliorem migrabis , luciBeatitudinemque perennem das fedes accipies immortalitate veftitus . Omnibus enim qui Padefendetriam ornaverint , auxerint , juverint rint, certuni ed effe in Coelo diffinitum locum , Cos egli ad quo Beati sevo fruantur fempiterno E Noi a Voi che con P csfpojolo conchiudiamo elfi aAdHebr.n. ( a Videte ne recufetis loquentem (b) Videte, ne quis vos decipiat, ejjendo coja che egltjia que-. joan.epin.i. articolo di Fede, ( e ) Omnis , quirecedit > &C fa un non permanet in Dottrina Chrifti , Deum non
;

&

&

&
.

habet.

IN-

INDICE
D

MATERIE
Che
//
fi

PRINCIPALI,
Tomo.
.

contengono nel Secondo


fignifica le pagine del
ti

Numero

Litro
,
,

in tal

funzione

Agathone Pontefice

ivi , e 160. e fue provifioni

,
i
,

e ze-

ABluzione

degli Altari
,

e Tuo antichifl-

lo per un Concilio Generale contro notheliti , p.174. intimazione di elfo

Moe fuo

mo

Rito

pag.8?.

Abolizione del Tributo Cefare perla confermazione de' Pontefici , p.290. Acaciani Scifmatici uccif dagli Hcretici ,
pag.i.
, p.113. loro qualit, e profetfone, p.6j.Connadittori de'Monaci Scythi, , pag.6f. Adozzione di Gies Chrifio in Figliuolo di Dio, f porta aderirli Cattolicamente , p.

Acefali

e loro

nuova condanna

Acemeti Monaci

corfo, p. 27 ?. e feg. come, &inqualfenfo approvarti , e confermafle il Concilio III. Coltantinopolitano in fervenza dell' Autore , p.%91. e come ci feguifleinfentenza d'altri, P312. Agnus Dei overo Cere benedette , chiamate dal Momeo > jintt-Chrijlt Sacramenta , p.
,

S.

Agofhno, e fue Reliquie trafportate dall' Africa in Sardegna , p..


de'

Alboino R
Italia,

Longobardi

fua calata in

440. Aftardociti, e loto herefia Agapito Pontefice riceve ,

p.76.

&

&incurfioni, p.130. e feg. Aldeberto , e Clemente, e loro heiefie, p.


le de-

approva

terminazioni della Chiefa Africana , p. 73. e feg. rigetta dalle dignit Ecclefiaftiche i Vefcovi Heretici anco pentiti , p.74- riceve la Confezione di Fede dell Imperadore Giuftiniano con determinate condizioni , p. 7S. fua partenza verfo Cofhntinopoli per ordine del RTheodato Amano , p.81. fuo p.82. fuo riviaggio , e famofi miracoli
4

383. e feg. loro condanna nel Sinodo di Soiflbn , ivi nuova loro condanna nel
:

Concilio Romano

p.384.

AleffandroPloiivierio, e fuo Libro indifefa de'Cimiterii Romani , p.133. Amalario, fue qualit, fcritti ,e cenfura , p.
514. e feg.

Ampliato Cardinale Vice Signor

di

Roma

in

cevimento in Coihntinopoli , ivi: fue magnanime rifpofie airimp-.-radore Giuftiuia-

no & ad Anthimo, ivi, e eg. confacra Vefcovo di Coftanunopoh Menna , p. 83. depone dal Patriarcato Heretico Anthi,
l

aiftnza di-Papa Vigilio, p.io. Anaftafio Imperadore , e fua fpietata perfecuzione contro li Cattolici di Oriente p.7. fuafeommunica, ivi: fuoi ditteri: contro
,

il

Pontefice

Simmaco

p. 8.

calunnie da

lui

riceve fuppliche da untigli Oiienpurgagli Altari .nfetti dagli Hcelogio , ivi. retici ,p.8>.fua morte , Agapito Secondo , e fua elezione al Pontifi,

mo
tali

ivi

04.

&

Agatha

cato ,p-j85. , cio Chiefa di Santa Agatha ritolta da San Gregorio agli Arriani , e da lui riconfecrata , pag. 159- Miracoli avvenu-

oppolte al Vefcovo Macedonio, p 9. fua nuova perfecuzione contro li Cattolici , ivi fa abbrucciare gli Atti del Concilio Chalcedonenfe per mano di Bo;a iv. promove al Patriarcato di Cofiaitipopoli 1* infame Thimotto , ivi: e quello di Antiochia l'empio Severo, p. io. fuo tentativo ptr fubornar, il Cenobitica Tv. o.lofio, p 1 1. che finalmente lo manda in efiiojp.13. Pp 4 fue
: , :

ndice delle Materie principali.


Tue maligne procedure contro de' Legati di Papa Hormifda , e contro il Papa , p. 22. e feg.e fua nuova perfecuzione contro li Cattolici, p. 24. e feg. Tua horribile morte,p..26. Anaftafo II Imperadore, fua confeffione di Fede Cattolica, p. 328. Anaftafo Patriarca Antiocheno, e fua coftanza contro Giuftiniano , p. 127. Anaftafo III. Pontefice, e luaelezzione al Pontificato, p. 583. Anaftafo Prete , traditore di S. Germano , p. 3 67. profezia del Santo contro di lui , i vi : avverata con pronto fuccefl, p.381. fua

Barda Zio

di

Michele

III.

Imperadore
,

precipitati collumi in ogni vizio

, e fuoi pag. y2i.

fcommimicato da

S.

Ignazio,& inimico im-

placabile di lui, p. <)Z6. efeg.prenunzii, e fogni della fua morte, e morte, p.y4^ e feg. Barfanio Capo de' Barfaniani , e fua herefa ,
P- 77 * r Baflio perfeguitato a morte da Michele III. Imperadore, p. 722. fua fucceffione all'Im-

morte, p. 392. S. Andrea Calybita , e fuo famofo martino in difefa della Fede , p.399. e feg. Angeli, f habbiano alcun corpo , p. 434.
Angeliti, eloroherefie, p. 80.
dalla Imperadrice Theodora al Patriarcato di Coftantinopoli,p.7<5. degradato da quella Sede dal Pontefice S. Agapito , p. 83. Anthufa , fua vita , e coftumi , p. 41 y . e feg. afierzione di ef , quando , e Antipodi ,

perio, efavierifoluzioni contro iScifmatici p y 42. fpedifee Legati al Papa favore di S. Ignazio,p.y48. e fua rara humilt,p. feg. eflia Fozio, e fua coftanza nel ri5 y .e gettarne le fuppliche,p.yy 4. e feg. con quale arte placato da Fozio,p.y y 6. e feg. che lo ri,

chiama

alla

Corte,

p. yj7. e lo rifhbilifce
:

nel Patriarcato, ivi

tefice per ottenerne la

fua Legazione al Ponconferma , pag. y 5 8.

Anthimo promoffo

fua morte, p. y7i. efavii documenti lafciati Leone Vi. fuo figliuolo , ivi
Battelli
,

vedi Gio: Chrifloforo Battelli

&

Battefmocon forinola corrotta da un Prete altre molte forinole di battefignorante,

&

come poffa dirfi herefa ,

p. 3 85.

Antropomorfiti in Italia , p. y 81. Armeni, eloroherefe,p.78. e feg. ep. 316.


544-

e loro validit, invalidit,p.3 8^.e feg. Battefimo delle Campane , vedi Campane. Bellifario Generale dell' Armata di Giuftinia-

mo,

no ,p. 67. fua gloriofa imprefa di Carthagine, e dell' Africa, p. 68. e feg. e trionfo in
Coftantinopoli,p.65?.efeg.fuafpedizionei
Italia contro i Gothi, p.8o. prende Roma, e ne reedifica le mura , p. 86. e feg. ininiftro della facrilega depofizione di Papa Silverio p.89. e feg. fua penitenza, e catighi di Dio fopra di efib,p. 92. fua lettera Totila , ac-

Arrianefimo , e fua divulgazione per l'Africa, e peri' Italia, p. 67. Arriani in Spagna , e loro progreffi , p. 94. improvifo accecamento di un temerario Vefeovo Arriano , p. 134. nuova loro perfecuzione per la Spagna, p. 144. unVefcovo Arriano d di capo al muro per rabbia contro
li

Cattolici, p. 170.

Aftuzia lodevole di Giovanni Vefcovo di Gierufalemme contro gli Heretici , p. 14. Athalarico R de'Gothi, e fua coflituzione contro la immunit Ecclefialtica, p. y o. fuoi bandi contro gli Heretici fmoniaci , p.67. Athalarico R Arriano, e fuoi bandi contro gli Heretici fmoniaci , p. 67. Athanafo Patriarca Antiocheno fubornatore di Heraclio nell' herefa de' Monotheliti ,
p. 190. fua

ci Totila non fpianafle Roma , p. 106. riprende Roma, p. 106. fi parte dall' Italia ri chiamato Coltantinopoli, ivi : fatto accecare da Giuftiniano , e fue miferie , p. 1 2. y. Benedetto Abbate , e fuoi fucceffi con Totila, p. 103. e feg. Benedetto il Giovine , e fuoi fucceffi co Totila, p. 103. Benedetto Pontefice, e corfo del fuo Pontifi-

cato, p. 132. Benedetto II. e corfo del fuo Pontificato , P*


3
1 ?'

morte

p. 22 y.

Aurea Bolla , vedi Bolla Aurea

Benedetto III. e fua elezione


p. y2i.

al Pontificato ,
al

Benedetto IV. e fua elezione

Pontificato Pontificato

B
BAndi
Heretici , p. y. t$. 30. 44. yy. 67. 75- 1*9- 31*Barche incendiarie , e loro origine, p. 119,

p. y8i.

Benedetto V. e fua afTunzione


p. y^i.

al

contro

gli

Benedetto VI. e fua afTunzione to,?, ypi. Benedetto VII. e fua afTunzione to,?. S9U

al Pontificaal Pontifica-

Be-

Indice delle Materie principali


Beftemmiatore della pronto caftigo , p. 339. delle facre Imagini , e Tuo pronto caltigo, p-49 1 Boezio > e Simmaco fatti uccidere da! R Theodorico , p.47Bogori R de' Bulgari convertito alla Fede
di
-

.
,

Gran Madre

Dio, e Tuo

zione nella Chiefa di Dio


feg.
S.

pag. 169. e
,

Cerbonio Vefcovo

di

Piombino

e fuoi

avvenimenti con Totila , pag. ioy. e con li Longobardi, p. 133. egloriofafepoltura


del fuo corpo, p.i34Cere benedette, overo Agnus Dei
te dal
S.
,

Cattolica dalla vilt di un' Immagine rapprefentante il Giudizio Univerfale , p.494. Bolla Aurea d Ottone III. confermatoria della donazione fatta i Papi dagli antichi Imperadori , e fuo contenuto , p. j 87. Bonaventura S. Elia , Maeftro di Scienze , fua erudizione, qualit, e protetta diobligazione , che fa l'Autore al fuo merito , pag. 198. S. Bonifacio Apofrolo della Germania , e fuo zelo contro gli heretici , p.383. fue fervorose denuncie per la purit della Fede Cattolica, p.3 89. Bonifacio II. e fua decretale contro li Semipelagiani , p.6o. fuo decreto per la fucceffione di Vigilio nel Pontificato, e ritrattazione di eifo,p.6z.

chiama-

Morneo Calviniita , Sacramenta aititi.


,

Chrifti, p.3 33.

e fua condotta conp.fi. e 60. Chiavi di S.Pietro, loro etimologia, divulgamento, e miracoli, p. 139. e feg.
tro iSemipelagiani
,

Cefareo Arelatenfe

Chiefa Africana
tefice

efuafommiflone

al

Pon-

p.70. e feg. e fua condanna della herefia Monothelita, p.225 . e fua. confeflione di Fede contro quegli here1

Romano,

tici

Chiefe
ti

p.233. , e Monafrerii diftrutti dal Copiammo, p.410.


,

& abbatto,
.

Bonifacio
re

III.
,

e fua richieda
al

all'

Imperado-

Patriarca Coitantinopolitano l'intitolarf Univerfale , p. 178. fuofinodo, e decreto circa la proibizione della nominazione del Succeffore al Pontificato , p. 1 7 8. e feg. BonifaciolV. e fuo Pontificato , p.iSo Bonifacio V. e calunnie, che gli oppongono gli heretici, cluadifefa, P.1S7.

Foca

che proibifte

Chiefa di S. Agatha , vedi Agatha Chiefa Lugdunenfe , e fuoi fentimenti circa la Divina Predeftinazione , p. j 08. e (uq regole di Fede fopra di effa , e fopra la redenzione del fangue di GiesChrifto, p.
109.
e feg.
al

Chriftoforo, e fua elezione


p.,82.

Pontificato

Chrotilde debellatrice Francia , p 158.

dell'

Arrianefimo in

Cimiterii di Roma profanati da' Longobardi, chiufi da* Cattolici , e difefi dall' Autore

contro alcune moderne calunnie


fue qualit
15)0.
,

p.133.
,
,

Ciro Patriarca Aleffandrino Monothelita


fraudolenze
di
,

e lettere

p.

e feg. fua

morte, p.22f.

Claudio Vefcovo
Patriarca di Coirantinopoli , e fue perfide qualit , p.3 1 8. fatto accecare dallo fteflb fmperadore,p.32o. Campane, e loro battefimo , p.j^i. e feg. Candia, vedi Creta Capitolano di Carlo Magno, vedi Libri Carolini
.

CAllinico

Iconomaco
481. e feg.
S

Tonno Iconoclalta, fueherefe, e condanna, p.


lettere legittime,

&

Clemente Papa, e fue


apocrife, p.63.

&

Clemente , Aldeberto , e loro herefe ' vedi Aloeberto , e Clemente Clero Romano , e fue prudenti riflefloni
per la elezione di Vigilio al Pontificato, pag. 97. e feg. fua coftanza nelle avversit , e zelo contro gli heretici , p.zzz. e 2f8. Cognazione fpirituale , e fua origine^ pag.
i8j.

&

Capo

Paolo richiedo dalla Imperadrice Coltantina S. Gregorio Magno , e da lui negato , p.ii. S. Caflio Vefcovo di Narni , e fuoifuccefli
di S.

conTotila, p.102. Catene di S. Pietro , loro miracoli , e collocazione nella Chiefa di S.Pietro in Vinaila
,

e feg.

p.138. e feg.
,

Cavallo ammansito da un fanto Vefcovo Cattolico


pi75".

Collazione Parigina fotto l'Imperadore Luigi il Buono, e fua riprova, P.4S0. Commonitorii , vedi IiUuzzione

Caticobabditi , e loroherefie, p.8o. Celibato Sacerdotale, fua origine, e continuaCeto*

Indice delle Materie principali.


Di

Roma

fotto

Niccol Magno contro Fo-

Concila*
Cariacenfe , vedi Crefs. Coftantinopolitano Secondo , Ecumenico Quinto , fopra li tre Capitoli fotto Papa Vigilio, puf- e feg. Coftantinopolitano Terzo , Ecumenico Setto , contro i Monotheliti fotto Papa A-

zio, p.?32.

Di Valenza

in Francia fopra la Divina Predeftinazione , il merito del fangue di Gies Chrifto , p.jii. Conciftoro, e derivazione di quefto nome,

&

p.64.

gathone, piif.
Coftantinopolitano di Coftantino Copronimo , contro le facre Imagini , P393. Coftantinopolitano LarrocinalediFozio, p.

Sacramento , e fuo Mini, Ordinario, p. 16S. ConfeflonediFedeprefcritta da Papa Hormifda a gli Orientali, p.23. Conone Pontefice e corfodel fuo Pontificato, P317.
ftro
,

Confermazione

Coftantinopolitano Quarto , Ecumenico Ottavo, contro Fozio fotto Hadriano II.


P-SSo.

&

Conone , vedi Leone Ifaurico Imperadore. Covitagione nuova &r horribile con l'apparizione di alcune Croci Olivaftre, p.383. Copronimo vedi Coftantino Coproniiro
,
.,

Corrutticoli

e loro herefie, p.30.


di Peifia, efuaincurfione nell*

Coftantinopolitano Foziano , p. ?6r. Crefs detto Cariacenfe contro Gottefcalcho


p.<>o6. altro di Crefs
,

Cofdroa R
,

e fuoi

laPredeftinazione Divina , di Gies Chrilo , p.fio. e feg. Di Elvira , e fpiegazione del Canone fopra lefacrelmagini , p.333. Elipando , p. Di Francfort contro Felice ,

Canoni fopra e Redenzione

&

Imperio di Oriente, p.177. prende Gierufalemme, e porta inPerfia il finto Legno della Croce, p.i 82. fua horribile morte, ivi. Collante Impciadore , oftinatiiTmo Monothelita ,p. 226. fuo Editto chiamato Typo , p.233. fi:c horribili m naccie contro il Papa, &ri Cattolici, p.23 7. fuo inflitto contro
ivi
i
:

444. diverft di pareri circa di quefto Concilio , p.44^'

le

rifoluzioni

LegJti Pontificii in Coftantinopoli , fuoi fpaventofi eccelli di furore con-

Di Magonza contro Gottefcalcho Niceno Secondo in approvazione


,

p.^06.
delle facre

tro il Pontefice S. Marmo , p. 244. e feg. fuoi calrighi, difgrazie , e morte, p.268.

Imagini fotto Papa Hauriano, p. 427. efeg. fotto Felice IV. contro li Semipelagiani , p. y 1. Di Parigi fotto titolo di Collazione Parigina fopra ie facre Imagini , p.480. Quinnifefto , e fila validit , cono , e Canoni, p.318. Di Roy*a detto Palmare , contro li Scifmatici

Coftantina Imperatrice, e fu a richiefta

S.
,

Di Oranges

Gregorio Magno del Capo

di S.

Paolo

Lairenziani fotto Papa Simmaco , p.4. e 7. Di Roma fotto Giovanni IV. in difefa di Pa-

negativa, che ne riporta, P.19 Coftantino Copronimo Imperadore , e fila nafeita , p. 3 40. fuo Matrimonio con Irene , p.377. fuo horribile Editto contro le facre Imagini , e Reliquie , p. 378. fu a aifunzione all'Imperio , efetidifimogenio, ivi fuo Neftorianifmo , e beftemmie contro la
:

paHonorio,p.2i5. Di Roma fotto Theodoro contro Pyrrho


p.236.

Di Roma
p.238.

fotto San M'aitino


,

Papa contro

GranMadre di Dio , p 379- efeg. e fue Vittorie controi Ribelli , p. 381. Tua crudelt contro una Donna , ivi , e feg. caftghi di Dio contro lui , pag.382. efeg. fua fiera perfecuzione contro iReligiofi , pag.
393. fuo horrtndo Conciliabolo contio le facre Imagini , pag 35)3. efeg. rinovazione di perfecuzione contro li Cattolici , e Religiofi, p.35>7.e feg. altri barbari effetti della fua fpietata perfecuzione, p.408. nuovi infiliti , e perfetuzioni contro i Religiofi,
p.412. efuafpaventofa morte
,

Monotheliti

Canoni

in elio formati

Di Roma fotto Agathone contro gl'Iconoclafti, p.i75-

Di Roma
ti ,

fotto Gregorio II. contro


III.

li

det-

P349contro
li

Di Roma fotto Gregorio


fimi

mede-

p.414.

Di
Di

p.27?. , Roma fotto


,

deberto

Papa Zaccheria contro AlClemente, P384.


1

fotto Stefano IV. contro g IcoBoclafti, p. 411.

Roma

Coftantino Imperadore fotto la regenza d'Jrene fua Madre, pag 418. fatto accecare dalla medefima Irene, p 456. Coftantino Patriarca Coftantinopolitano Iconoclafta , e fue ree qualit , p. 3^2e feg.

e feg.

&

obbrobtiofa morte, pag. 409.


, ,

Indice delle Materie principali. Dono li. e fua elezzione

al

Pontif. p. f 91.
,

Coilantino Pogonate e (u alTunzione all' Imperio p. 170. Tue buone difpofizioni a beneficio della Religione Cattolica , p. 273. Tua lettera al Papa per la convocazione di un nuovo Concdio , p. 174. fua rivocazione del Tributo Pontificio per la confermazione nel Pontificato , pag. 190. fua abolizione della confermazione Imperiale per la confecrazione de' Papi , pag.3ij. e fua

Durando, e fuo fentimento circa il modo con cui nacque Gies Chrifto , p. 498.

E
ECthefis
,

ficaie di

cio efpofizione, Editto HereHeraclio, p. 217. fuo contenu-

morte

ivi.

Coilantino Pontefice, e Tuo viaggio Co Equipagitantinopoli , fuccefl di elfo, entrata in quella Citt, gio Pontificio,

&

&

to , p. 2 1 8. Elia Vefcovo di Gierufalemme,e fua coitanza nella ConfelTone Cattolica , efilio, p.

&

14-

Elipando

p. 3 2 j. e feg.

fuo ritorno

Roma,

fua coitanza nel rigettare li Canoni ni, ivi: e fue operazioni contro i
theliti
,

26. e Trulla
3

Elipando .. , e Felice, vedi Felice, Elvira, e fpiegazione del Canone di quel Con

&

Mono-

p. 327.

Crefima , vedi Confermazione Creta , invafa , occupata da' Saraceni Spagnuoli , e fua mutazione di nome , p. 477. Crummo R de' Bulgari uccide l' ImperadoreNiceforo, e del di lui cranio ne funa tazza per quivi bere il vino ne' conviti,

&

cilio fopra le Sacrelmagini , p. 333. Eniado Santo Vefcovo, e fua ammirabile coitanza, e magnanime rjfpofte all' Imperadore Anaitaio , p. 2 y. Ennodio Vefcovo di Pavia Legato di Papa Hormifda in Oriente , p. 23. S. Epifanio, e fuo fatto circa il dilaceramento di unalmagine, p. 436. e diverfe opinioni

P- 457-

fopra quello fucceiTo , ivi Erigena, vedi Giovanni Scoto.


Euchariitia detta dagl' Iconoclatli Imagine del Corpo di Gies Chriilo, p. 435-. vigorofa oppolzione de' Cattolici a quello lo-

D
DAmianiti,
e loro herefie
,

ro detto
p. 80.

ivi

Eugenio Vicario del Pontefice


,
,

S.

Martino in

Danderis nano dell' Imperadore Teofilo , e fuograziofo fucceiTo , p. 4S6. Deivirile, e fpiegazione Cattolica di detta parola p. 191. Deodato Pontefice, e corfodel fuo Pontificato , p. 271. D.cufdedit Pontefice , e fuoi miracoli p. 1 82. i8y. e fuo decreto circa la cognazione fpirituale , p. Sj.efeg. Dti Monaci , e loro fondazione , p. 6 j. Diiputa intimata tra Cattolici , Heretici in Africa , e fuo corfo , p. 6. di S Ma/fimo con Pyrrho Monothelita , p. 229. difputa celebre di San Gregorio Turonenfe con Agilane Arriano ,p.i46. di S. Gregorio Magno con S. Eutychio fopra la refurrezzione
,
,

Roma p. 2 5 8. e fua elezzioneal Pontificato Romano p. 2^.


Eugenio
elezzione al Pontificato , p. 478. riceve Ambafciadori, e donativi dall'
II. e fua
, p. 480. fentifopra la conferenza Parigina 3 e la hereia di Claudio di Torino , p. 4S2. S. Eutychio Patriarca Coilantinopolitano , efua coitanza contro Giuitiniano p. 128. depofto, e maltrattato da lui, ivi: richiamato alla Coite dagl' Imperadori Giuitino , e Tiberio, p. 141. fuo trionfale ingreiTo in Collantinopoli , ivi : fuo'errore circa la refurrezzione della Carne, ivi: efuadifputa

Imperadore Michele Balbo


di lui

menti

&

della Carne pag. 142. di Recaredo R di Spagna con gli Arriani p.i 50. tra Vefcovi Cattolici, IconoclaiH di Oriente , p. 46 1 rifiutata ria Vefcovi Cattolici contro g' IconoclaiH di Oriente, p.476 fra g' Iconodalli j &i Cattolici per il culto delle Ima.

con S. Gregorio Magno , che Io convince, elo fa ravvedere, p. 142.

&

FAntafiaftici
Fauflo
cilio di
,

gini, p.4i>i.

, e loro hereie , p.30. 76. e fuo Libro riprovato dal Con,

Dyptici , e loro lignificazione , p. 25?. Dono Pontefice , t fua elezzione al Pontificato, p. 273,

Oranges

p. 50.

Felice IV. e fua conitanza contro ilRAthalarico Arriano , p. 50. intima il Concilio in

Oranges contro

SemipeJagiani

e corfo

, ,

, ,

Indice delle Materie principali.


fo di detto Concilio
,

p.

e feg. e

Cano-

ne

ivi

Elipando , e loro herefe , p. 43 9. Felice , e loro condanna, p.443. Felice Recidivo citato Roma da Leone III. p. 4H. fua nuova condanna, p. 4f. e morte, ivi. Felice Vefcovo di Trevigi , e fuoi fuccefli con il R Alboino de' Longobardi ,p. 130. origine , pag. Ferragoilo , fua etimologia ,

&

&

138.

e feg.

Fello Senator Romano Autor di Scifma contro il Pontefice Simmaco , p. 3. Filiazione, vedi Adozzione. Filippico Bardane inalzato all' Imperio , efue ree qualit, p. 3 z6 fua perfecuzione contro i Cattolici , accecamento, e morte , p. 3 17. Filopono vedi Giovanni Grammatico Flaviano Patriarca di Antiochia , e fua publica confezione di Fede in faccia degli heretici, p. 13. Focalmperadore, e fua coftituzione in corroborazione di privilegio per la Chiefa Romana, p. 16S. e fua derilione foprala voce, e termine, Univerfale, p. 17S. e fua

ilantinopoli , ivi feg. fua legazione ai Pontefice Giovanni Vili. pag. yjS. fua ingratitudine , arroganza, e temerariet contro il Pontefice Giovanni Vili. pag. j6i. fuo Sinodo detto Foziano , efecrabili decifioni di eflb , ivi : fua empia lettera contro la Proceffione dello Spirito Santo dal Padre, e dal Figliuolo, p. J64. e feg. riprova di effa p. 56 ?. e feg. di nuovo deporto dal Patriarcato di Coilantinopoli , accecato, &efiliato, p. 771. fua ignobile

&

morte,

p. 571.

Francefco Marchefe , e fua fntenza ripigliata dall'Autore, p. 203. Francfort , cio Concilio di Francfort , vedi
Concilii
S.

S.

Fulgenzio Vefcovo di Utricoli , e fuoi fuccefl con Totila , p.ioz. Fulgenzio , e fuo memorabile detto in
figniicazione di

Roma trionfante,
,

pag.
efilio

4.
,

fua dottrina, coilanza

nuovo

p..e

feg.

Forbefio

1 80. e feg. e fuo argomento contro la infallibilit Pontifcia, p. <5<5. rigettato dall'Au-

morte ,

p.

tore, ivi.

Formolo Pontefice, e fue fante qualit, p. ? 73.


fu3 Apoltoiica lettera agli Orientali , ivi : fpedifce Legati con nuove fcommuniche

GAjano Capo
gli Origeniili
,

de' Gajaniti Incorrutticot

Vefcovo di Aleifandria , p. 76. Gelafo Monaco, fua condotta, e zelo contro


p.

contro Fozio, ivi. Fozio,tue qualit, e fuperbia, p. y 16. inalzato da' Scifmatici al Patriarcato di Coftanrinopoli,p. ? 17. fuo Sinodo detto Iatrocinale , p. $zp. fua lettera al Papa, p.jj:. fue crudelt, hereie , e calunnie contro la Chiefa Romana, p. S3S> fuaborrjbile perfecuxiont: contro S. Ignazio, ivi, e f.41; fuoi horribili attentati contra il Pontefice Romano , che da lui viene replicatamele fcommunicato , p. *$* e 141. da Bafilio Imperadore vien deporto dal Patriarcato Ignap. J42. fue empieferitture contro S. il Pontefice Niccol, p. 14$. e feg. zio,

105.
del-

Generazione del Figliuolo, e Proceffione


S.

lo Spirito Santo,e diiferenza fra effe, p. j 68.


di Coilantinopoli , fua p.338. fue operazioni fcritti contro g' Iconoclaii ,p-34?. e feg. fua depofizione violenta dal Patriarcato di Coilantinopoli , p. 3 67. Giacomiti, vedi Jacobiti. Gies Chrillo , fuepaffioni , e propafloni , come malamente fpiegate dagli heretici, e ben diftinte da' Cattolici, pag. 76. e feg. s' egli poifa dirli Figlio adottivo di Dio , e diverfit difentenze fopra quefta propensione, pag. 440. e feg. fepofla dirfi Servo di Dio,p. 442. e feg. fua facra humanit con qua! forte di adorazione debba adorarti" , p.

Germano Patriarca
fantit
,

e dottrina

&

nuovo fcommunicato da Papatadriano IL fu* oftinazione, e condanna nel Concidi


lio

Generale di Coilantinopoli,

p.

fsi.ob-

brobriofi titoli attribuiti a lui dagli Scrittofue ordinazioni dichiarate nulle ti, p.f 5 3 e perche , ivi : fuo efilio da Colhn p. j v 4.

440. 441. quellione infuna dal


egli nafeefle , p.
<j .

modo com'
,

duopoli , e compaflonevol lettere all' Imperador B fibo , ivi , e feg. e fue fottiliflme
arti per ricuperare ia grazia di Cefare , pag. 556. fuo ritorno alla Coite, p 557- <ua nuoinuufione nella Sede Patriarcale di Co-

4$ Giezida Rde'Saracini defiruttore delie Sacre Imagini, e fua morte, p. 336. Gilimero R Vandalo Ardano invertito dalle

67.

Armi dell' Imperador Giulliniano , pag. abbandona la difefa di Cartilagine ,


limane prigioniero degl'Imperiali.
ivi:

va

p. 6y.

,,

, ,

Indice delle
,-i
:

Materie principali .
:

fo, ivi e difefa dalle calunnie degli heic condotto in trionfo Coftantinopoli tici , ivi ivi , efeg. fue memorabili parole , p. 70. fua Govanni X. e fua affunzonc , e mala conoftinazione neirArrianefmo , ivi dotta nel Tuo Pontificato , p. <8?. e feg. Gnofimachi rieretici , p.i74Gregorio Patriarca Cattolico di Cofrantino- Giovanni XI. e fua aiTunzione al Pontificato, p.jSj. poh e Tua aTillenza al Concilio CoitanGiovanni XII. e fua all'unzione al Pontificatinopo'itano Terto , p.274. to, p.y8f. Gio. Chriftoforo Battelli Cameriere decreto e Bibliothccario domeltico di Clemente Giovanni XIII. e fua aiTunzione al Pontificato, e fua ditela contro le calunnie de'moXI. p-g. 8?. fua erudizione, religiosit, e
.

fcritti

ivi
,

derni herctici

p. %$i.
al

S.
S.

o. Damafceno del taglio della fua

racconto, e miracolo Giovanni XIV. e fua elezione


p.jtf?

Pontificato,

mano,
,

e feg.

p.?92.

Giovanni Elemolinario fua virt , e fatti Giovanni XV. e fua aiTunzione al Pontificato, p.y^2. degni (fimi , teltamento , morte , e mira'Giovanni Paftritio, fue qualit , erudizione, colofa ftpoltura , p. 1 81. e feg. e lettera al Maellro S. Elia fopra la corruzGiovanni Grammatico , detto il Filopono, e
:

fue herelie

77-

zione degli Atti del Concilio Coltantinopoi

litanoltl contro Monotheliti p.2^8. Govanni Launoyo, e fue malignit contro Giovmni Patriarca di ColTantinopoli , e il Pontificato Runano, pag. y. confutato
,

dall'Autore, ivi.

Giovanni Papa, e fuovhggio Coftantino poli ad iltanza del R Theodorico Arriano,


p.4T. fua

com milione,
di elfi
,

& olTervazione dell'

: deferizzione , e miracoli d_T fuo viaggio p. 46. fuoricevi- Giovanni Vefcovo di Gierufaleinme , e fua fanta alluzia in delufione degli herctici, 14. operazioni in Collantinopoli , men.o , ivi : fuo ritorno Roma , prigionia , lettera Giuliano Halicarnalfeo heretico Incorrutticolo , p.30. 76. circolare, morte , e m mirio p. 47. efeg. Giovanni II. Pontefice , e fua definizione Co- Giuliano Vefcovo di Bofdra , in virt del fegno della Santacroce non orrefo dal vepia, la ptopofizione : De Vno ex Trinitate leno, che beve, pag. 13. palfo , p.6j fue operazioni , e bandi contro Giuftiniano miracolofamente liberato dalla ilnoniaci , p 67. morte ordinatagli dall' Imperadore AnatraGiovanni III. Pontefice , e fua elezione al rlo, pag. 27. fua fommilTone al PontificaPontificato p. 124. to Romano , p. 40- Tua fucceflione all' ImGiovanni IV. Pontefice, e fua intrepidezza perio di Coltantinopoli , p. y?. calamit contro i Monoth liti , p 223. fuo Concilio varie del fuo governo, ivi: fue qualit, conRomano in fefa di Papa Honorio , ivi feflone di fede , bando contro gli heretiGiovanni V. fua aiTunzione al Pontificato , ci , volubilit , genio , e fuperbia , p.ytf. e e morte, p.? 17. leg. fuo fentimento fopra la proporzione: Giovanni VI. fua aiTunzione al Pontificato, e De Cno exTrtn/tatepaJfo , pag.J7. 6$. efeg. fua coltanza nel rigettare i Canoni Trullani, fua famofa fp<dizione contro gli Arriani P-3^3_ m in Africa, p 67. fuo. bandi contro tji heovanni VII. fua aiTunzione al Pontificato , retici ,p.75". incolpato di troppa fubordinae fua coltanza nel rigettare i Canoni Trulzionealla fua imperiale consorte, e danni , lani p.323. efeg. Giovanni Vili, e fua elezione al Pontificato , che quindi provengono al Chrillianefimo fua fpedizione in Italia contro Goivi p.<l6. fue qualit , p-fjS. difefa , che ne prende l'Autore per haveregl riabilito Fothi, e corfo elTa , pag.tfo. fua collituziozio nel Patriarcato di Coltantinopoli , pag. ne contro gli Origenifti, pag. 105. e feg. 1lX. e feg. fua condanna fua coltituzione condannazione de'tre e feommunica contro Fozio , p. 561. fpedifee nuova legaCapitoli , pag. 112 fue difeordie con il zione Colantinopoh per i feoncerti di Pontefice Vigilio e fuccelfi varii nelle quelli Ciiiefa, p 561 materie de' tre Cap toli p.113. e leg. fua Giovanni IX. e fua elezione al Pontificato , prevaricazione in depravati coihimi , p. pag. j 82. fua decifione favore di Forma124. e feg. e finalmente nella herefia de-

Autore fopra

ivi

fua pret nlione nel denominarli Patriarca Univerfale p 1 60. e feg. fua morte , p. 6 8. Giovanni Scoto Erigena , fue qualit , fcritti errori, e condanne, p.yij. efeg. fua morte, p.y 17. efeg.
, 1

&

g'

Indice delle Materie principali.


gl'Incorrutticoli
,

p.i i6. Tue

barbare rifolu

zioni , p.117. dia morte improvifa, p. 115?. e giudizio divcrio, che fi fa della Tua falva-

Roma

Longobardi nelle vicinanze di compiante , e fopportate da San Gregorio ,p.ij^. dio zelo , e fcritti contro
cuifioni de'
,

zione,

ivi

GiuftinianoII. e fuaaffunzione all' Imperio, peflme qiulit , e fin nuova dura legge Copra la e z onc de'Papi , p.31 ?. efeg. ini mico del Pontificato Romano, p.317. Tuoi barbari attentti contro il Pontefice Sergio, p. 51^. efeg. ribellione de' Cuoi Vafulli,

la pretenfone de' Patriarchi Collantinopolitam, cheli volevano chiamare Patriarchi Univerfali , p. 160. efeg. come, e perche egli ricufi il titolo di Patriarca Univerfale , p.i63.i67.perqual ragione egli ricufaffe di

che gli recidono il nafo ond'cgli detto Nafica , e lo privano dell'Imperio , p.<io. dia humiliazione , iihnza al Pontefice Giovanni VII. per ottener da lui la confermazione de'Canoni TruIIani,p.j24.altre Cue iitanze Papa Colf antino per il medefimo effetto^ is. e feg. e Tua morte, p.3 16* Giuibno miracolofamente liberato dalla mor-

concederela teff a di Sun Paolo alla ImpeT radrice Coftantina, pi6i. egli il primo s intitola Servo de' Servi di Dio , p 167. perp. 16S.

&

verfoncde'dilui fcritti fatta dagli heretici impone ifemplici Preti l'amminielfraordinaria del Sacramento della Crefma, ivi: cenfure di queir, oidinazione , e difefa di effa , ivi , e feg, calun-

flrazione

deniato dagli heretici dihaver rivocato creto fopra il Celibato Sacerdotale^ dia diI

te ordinatagli dal "Imperadore

Analhfio,

fefa
ti,

pag.

Cua fucceflione all'Imperio, pag* 17 e feg- dia vita , fede , e bont , operazioni favore de' Cattolici, p. 28. e feg. Cuoi bandi contro gli Heretici , p.2.9. e feg. dia AmbaCciaria al Papa per la riu1.5,

&

Decre69. e feg. fue Ordinazioni , p. e Canoni fopra il Celibato Sacerdotale, p.171. e feg. dio fentimento fopra i'
1 ,

nione delle due Chiefe Orientale , Occidentale , p.30- e Ceg. Cuoi bandi contro Manichei, p,44. contro gli Arriani , ivi
e
t

&

i :

ma motte
li.
,

p.yy.
gli
, Cue buone qualiheretici, p.iiy-

Giuitirio

Imperadore
contto

e bandi

p.i73- dio il e ulto feg. 41 z. Gregorio II. fua fantit , e dottrina, p.348. dia operazione , e zelo per il culto delle Imagini , p. 349. due fue celebri lettere all'Imperador Leone Ifaurico fopra il culto delle facre Imagini p.350. e Ceg. coflanza,diffinvoltura, e prudenza con cui
eternit de'Ie pene dell'Inferno,

fentimento fopra l'adorazione delle facre Imagini , p.3 54. e

&

,,

Gnofimachi heretici , p. 1 74. Goilumtha Moglie del R Leovigildo


deliifima

cru-

Arnana,

p.144.

Gotht

no

tea ciati da , p.8<5. lororitor all'aifedio di quella Citt , p.88. e Ceg.

Roma

infiliti da Leoegli fopporta tradimenti , ne Ifaurico , p 358. efeg. fuoricorfo Dio ne' gravi affari della Religione Cattolica, p. 361. dia eloquenza, e fantit , con cui libera Roma dall'afTedio de' Longobardi , p.

&

loro venerazione alle Bafliche de' SS. Apoftoli, p.8y..

GotteCcalcho , Cue qualit, propofzioni, condanne, calunnie ,edifeCa , p.5or.efeg. Grechi , Corte di Barche incendiarie, vedi Barche incendiarie San Gregorio Magno , Cue qualit , virt , impieghi avanti il Pontificato , pag. 137. e Ceg. Cuoi fcritti contro i feifm arici , pag. 143. Cua celebre difputacol Patriarca Eutychio di Coftantinopoli Copra la refurrezione della Carne, p.141- e feg Cua alTunzione al Pontificato, p. ija. die applicazioni , e fcritti contro SciCmatici di Oc

361. e feg. proibifee a gl'Italiani di rendere tributo Cefare, p. 36^.. fua lega con i Franced , e morte , ivi : fua difefa per l fottrazione fatta de' tributi Cefare , pag.3 69
e k^' Gregorio
III. fue qualit
,

e virt

&

p.3 74.

fue

operazioni contro Leone Ifaurico, Iconoclafli , p.37*. dio Concilio di Roma, e Canone da eflb formato fopra il culto delle facre Imagini , P.37J. ornamenti da elfo fatti molti Tempii di Roma in honore delle fante Imagini , P.37J. e feg, Gregorio IV. e fua alTunzione al Pontificato, p.484. iftituzione della fella di tutti li
Santi ,p.4?i-

&

cidente, ivi, e Ceg. altre Cue egregie operazioni , e Ccrtti contro Manichei , Simoniaci, Donatici , e generalmente contro tuttigli heretici, p.i y 6. e feg. dia decifone Ce li figliuoli battezzar l dovettero coir una , con tre immerfioni , pag-. 177. altre fue ordinazioni contro gli Arriani, p.ijS. ini

Gregorio V.
to ,p.j^i.

e fua alTunzione al Pontificar-

Ha-

Indice delle

Materie

principali.

Di Clemente ,

& Aldebcrto
,

p.3 83.

Delli Corrutticoli

p. 30.

DelliDamianifti , p. 80. Degli Eutychiani, p.174. per tutto

il

Secolo

6.

De'
a!

Fantafialtici

p. 30.

Adriano Pontefice, e Tua afliinzione

Pontificato , p.414. Tue nobili qualit, e rare virt , p. 421. condizioni , con cui egli approva laelezzione diTarafio alPatriar

cato di Coltantinopoli , ivi : Tua Apoltolica lettera agli Atiguiri di Coltantinopoli (opra il culto delle Imagini, p.422. fpedifee Legati Coltantinopoli per un Concilio Generale in quella Citt , p. 41 y. corfo di detto Concilio , p. 427. e feg. e come Hadriano 1* approvante, p. 443. e feg. fuo acconfentimento al Concilio diFrancfort, p. 443. e feorcio di Tua lettera a' Padri di quel Concilio , p. 440. altra Tua lettera Carlo Magno fopra il medefimo foggctto,p.444. e Tua maravigliofa condotta nell'approvazione di effo , p. 4fi. Tua morte, elogio , p. 452. Hadriano II. e fu a elezzione al Pontificato, p. 547. fue qualit, e laudi,p.y 48. perche chiamato da Foziani Nicolaitano , ivi : ticeve

DiElipando, e Felice p. 439. Di Filopono, p. 77. DiFozio , p. 537. De' Giacomiti , Jacobiti, p. 78. Di Giovanni Grammatico, detto Filopono,
png. 77. Degli Gnofmachi , p.174. Degli Heiceiti , p. 174. Degli Ieonoclaiti,p.32i. per tutto e parte oel 9. Degli Incorruttcoli , p. 30. 76. De' Monohfiti , p. 76. De'Monotheliti,p. 17?. per tutto

il

Secolo

8.

il

Secolo

7.

De' Paoliti, p. 80. De' Pietriti p. 80. De' Semidaliti, p.77.


,

&

De De

i
i

Semipelagiani, p. fi
Tetraditi
,

p. 80.
,

De' Theocatagnolti

p. 174.

DiTheodoro

g'

Inviati dell'

Imperador

Ignazio,

p. 548.

e feg. loro

Bafilio,e di Sant' ricevimento, e

Farannita, p. 23^. DeiThnetopfychiti, p.174.

Dei Tritheiti,
pi
1

p.

77.

Siparticolarit quivi fuccedute, p.y4s>nodo Romano, e feommunica di Fozio.ivi:

mo

Heretici repentinamente mutati in Cattolici


4.

e feg.

fpedifee Legati in Oriente perla convocazione di un Concilio Generale, p. y f o. loro


iltruzzioni, e ricevimento in Coltantinopoli , ivi : e corfo del Concilio Generale Co-

Heretico

Ardano divenuto muto


.

nell'

atto

della fua Confeilone di Fede p. 27. S. Hermenegildo , e fuo martirio per la

Fede

ftantinopoIitanoIV. ivi , e feg. III. e fua elezzione al Pontificato, S. Honorato Vefcovo fatto feorticare da Top. <)6p. infitte ne* fentimenti de' fnoi Predetila, p. ioj. ceiori circa V anathematizzatione di FoHonorio Pontefice, e fuoi fentimenti circa zio , ivi. la nuova propofizione de'Monotheliti , e HeiceitiHeretici , p.174. fua lettera Sergio, pag. 198. e feg. riceHeraclio, e fua alTunzione all' Imperio, p.180. ve g' Inviati di Sofronio fopr.t tale rifare, fuo inceluofo matrimonio colla nepote, p.. p. 202. fua lettera Ciro 1S1. fua perverfione nella herefia Monotheimpoftzione di filenzio fopra I' accennata materia de' Molita, p i$io. fua coltituzionecol nome di notheliti , p. 203. e fua nuova lettera SerE&h.iis , p. 217. fuo nuovo editto in qualgio nell' ifteiTo tenore , i vi , e 204. fue opeche parte rivocatorio dell' E&hefis , p. 225.

Hadriano

contro gli Arriani , p. 144. 148. Hilderico R Vandalo , e fua propenfone verfoi Cattolrci, p. 27.

&

iiia

morte,

ivi

re illultri, e fatti egregii, p. 2of. fpiega-

Hcrefie .
Di Aldebcrto
,

Clemente

p. 385.

Degli Aftardociti , p. 76. Degli Angeliti, p. 80.

DegL Armeni,
De'Barfaniani,

p. 7X. 316. 744. e feg.


p. 77.
,

De'Caucobabditi

p. So.

zionedelfenfo delle di lui lettere, e potente difefa della di lui condotta , p. 188 e feg. difefo doppo la fua morte dal fuo Segretario in pieno Concilio, p. 224 condannato dal Concilio Generale Terzo diCoftantinopoli, p.28y. fpiegazione di detta condanna , e nuova difefa che prende l' Autore di quello Pontefice , p. 290. e feg. Hormifda Pontefice , e fua favia condotta contro l'I mperadore Analtafio , p. iS. fua
,

fpe-

, ,

Indice delle Materie principali*


fpedizione de Legati Costantinopoli, e loro inftruzzJone,p.i9 Tua coftanza contro li raggiri di Anaftafio , p. 23. confefllone di Fede da elfo prescritta a gli Orientali , ivi : fua Apoftolica lettera ai fedeli di Oriente perseguitati , p. z?. lue operazioni contro i
, e 43. Tua con e zelo per la riunione della Chiefa Greca fotto l' Imperio di Giuftino p. 3 t. e feg. fuo Tanto gaudio per la felice terminazione di tanto aft"are,p.3 y. e feg. fua condotta per la derilione della propofiVone, De Vno tx Tr innate f affo , pag. 39. efeg. e fua Apoftolica lettera all' Imperador Giuftino p.4i.ePolTelToreVefcovo Africano fopra i Libri di Fallilo, De Ubero arbitrio, gratia Dei , p. 43. fua morte elogio , ivi Humanit di GiesChrifto con qual forte di adorazione debba adorarli , p. 440. e feg. p. 44.
1

ner, fetretaii tnte le facre Imagini, p. 41 7. e

con fuo marito,i vi: fue qualit , e difpofizioni per il riftabilimento delle Imagini , p. 4x8. e fuo editto favor de' Cattolici, p.419. richiede al Papa un Concilio Generale, p. 42 r. che fi convoca in Coftantinopoli per confermazione
j

difgufti per quella caufa

Manichei , p. 27. dottrina , quello degno Pontefice , ivi


dotta
,

& eloquenza di
,

r. e quindi per yafuccefliitrafportainNicea, p.427 1 Ifim Califo de Saracini , /u ftrane de delicaifer tezze , e miiera morte , p. $6 y . Iftruzione di Papa Hormifda a' fuoi Legati,
rii

delle facre Imagini, p. 42

p. 19.

&

&

L Ando
S
S.

Pontefice, e fua elezione

al

Ponti-

ficato, p. 5:83.
di Belli-

Laudere Capitan Gotho prigioniere


fario, p. 86 efeg.

Lazzaro Pittore
per
il

fuo martino, e coftanza culto delle facre Imagini , p. 4S8.


efiliato

loro herefie , p. 78. Iconoclafti, e loro prima origine jp. 334. S. Ignazio, e fua evirazione, pag. 45 8. fua elezione al Patriarcato di Coftantinopoli , p. 521. pollo inderifo dall' Imperadore Michele ,e da Barda ,p.? 22, fuo zelo per

JAcobiti,

Leandro Vefcovo di Siviglia Fede dagli Arriani , p. i*,p.

per la

la

fua

emenda di Michele, e di Barda, p. $16. fcommunica contro Barda, ivi; vien

Legati Pontificii di Hormifda in Coftantinopoli, loroviaggo, ricevimen o, ed abboccamento coli' Imperadore Giuftino, e Patriarca Greco, p. 31. efeg. loro condotta coili Monaci Scythi perla propofizione De Vno ix Trinttate paffo, pag. 39.
:

efeg.

deporto violentemente dal Patriarcato di Coftantinopoli, ivi , e 5 26. fua coftanza , appellazione alla S. Sede di Roma , p. S29. fuoi tormenti , e barbara perlecuzione , p.

Leone Armeno
4^8. fua

&

fua aiTunzione all' Imperio , ecrii(!eltt:ontro li Figli di Michele, pag.

J27. 530. e 54r.

dall'

Imperador

Bafiio

reftituito al Patriarcato di Coftantinopoli

p. J42. fuo gio iofo ritorno in quella Citt , ivi: e fua lettera a! Pontefice, p. 547.

perv^rfione nella herefa degl* Iconoclafti, pag. 4? 8. e feg. fue pratiche favore degli Heretici , p. 460. fua perfecuzione contro i Cattolici, editto conrrola Fede,p. 46r. e Martiri fotto di lui,

&

ivi, e feg

4651. fua horribile forte di

morte

e morte ,p. JJ6. Imagini fante, e loro culto antichiflmo nella Chiefa di Dio, p.330. riftabilimento delle
facre Imagini nella Chiefa Greca, e termine della perfecuzione degl' Iconoclafti, p.492. efeg. Incorrutticoli , e loro herefc p. 30. e 76. Indiculo, vedi Iftruzzione Ingunde debellatrice dell' Arrianefimo in Spa,

P-473-. Leone Ifaurico , prima detto Conone, fua vilenafcita, e condizione , pag. 3,6. e fuo incontro con alcuni Maghi, ivi, e feg. per-

S.

gna, p. 158. Joannicio , e fuoi ftupendi miracoli, p.472.


e feg. fua avverata profezia contro un' Iconoclafta , p. 488.

Maghi nella herefia Iconocla337. perfeguita Manichei , p.338. per accattivarfi l'animo del Patriarca S. Germano, p. 338. e quello del Papa ,p. 339. fue vittorie contro i Saiacini, ivi: efuoedtto contro le facre Imagini, pag. 340. efeg. fua perfecuzione, atti atroci , e barbarie tifate contro le Imagivertito da'
ftica, p. fue arti
i

ni

&

Irene moglie gliofedoti

di
,

Leone Quarto

e fue maravi,

minacele

cChriltiane virt

p-377. vc-

nuove

Cattolici , p. 342. e feg. fua lettera, al Pontefice S. Gregorio, p. 345?. fue crudelt , incendio di tutte

&

le

leTmagini

p. 361.

Indice delle Materie principali. depone S. Germano dal Libri Carolini, e notizia

di

eflf ,

p.

447.

Patriarcato

di Coftantinopoli], e lo tra-

manda

in efilio , p. 367- rifentimento,perfecuzione , e firage de' Cattolici, p. 373. fua Annata Navale contro Roma, p.376. e naufragio, ivi: confifca le rendite Pon-

Libri Hereticali abbruciati avanti le Chife di Roma, p. f. 27. ef4^.

tificie nella

Sicilia, p.

176. e fua

morte
p.

p. 378.

Longobardi, e loro calata in Italia, fierezza, feorrerie, e Fede, p. 130. 132. efeg. Lorenzo Cardinale Arciprete del Titolo di S. Praffede Antipapa contro il Pontefice Simmaco , p. 3. e feg. e fuo efilio da Roma
p. 8.

leone IV. efuafucceflone all'Imperio,


41
Tuoi collumi
,

e finta Fede, ivi: Tua f. perfecuzione contro i Cattolici , p. 416. e


p. 417.

Luigi Buono Imperadore , e fuo ricevimento degli Ambafcintori di Oriente , p. 478.fuoi

prodigiofa morte,

Leone VI. Imperadore depone Fozio


Sede Romana,

dal Pa-

triarcato di Coftantinopoli , e lo efilia , p. 771. Tuoi degni fentimenti in oflequio della


ivi.

con Eugenio IL circa il punto delle Imagini , p. 480. fua Collazione Parigina ne!P articolo di effe, ivi Luitprando R de' Longobardi , e fuo afledio
trattati

di

Roma,

p. j6r,

Leone

II.

Pontefice

p. 513.

come,

&
la

Tue qualit , e fantit in qurl modo confermaf,

fe gli Atti del

Concilio terzo Coftantino-

politano circa

condanna

di

Honorio

p.

313. efeg. corruzzione delle di lui lettere, P- 314. Leone III. Pontefice, e fua alTunzionea! Pontificato, p. 4??- Ricaduta di Felice Urgelitano nellaHwiefia , p. 4??. efeguenti. Sinodo contro di lui, ivi: e Tua nuova con-

M
MAcedonio Patriarca di Cofhntinonofi
fua coftanza
.

e pet&cuzdoni

& efilio,
p. f.

p. 9. incolpato di peccato carnale, e coegli rigetti V accufa , ivi.

me

danna , p. 4? 6. trasferifce nella Perfona di Carlo Magno il Titolo , e Dignit d' Imperadore di Occidente , p. 466. ne riceve da lui il giuramento di fedelt, e didifefa,
p. 4^7. rifoluzione negata, e difapprovata dagli Heretici moderni , e difefa da' Cattolici
,

Manichei carcerati

,&'f

la

Roma,

I010 libri abbruciati pubicamente per 01 dine del Pontefice, ivi: abbruciati vivindP Armenia, p.316. e loro Irrane m
4sy.uccifi con fiera ftrage dai Mi osila Imperatrice Theodora, p. 4^ij. oro unione con i Saracini, p. 49f.
<

ivi

fua Coftituzione per Elezione Pontificia , p.foo. Leone V. e fua elezione al Pontificato, p.$r8i. Leone VI. Pontefice, e fua elezione al Ponla libert della

Leone IV. Pontefice, e

Marino Pontefice , e fue fante qualit p. <6^. di nuovo condanna Fozio , "ivi : fua morte
,

r<54.

Marino IL

e fua elezione al Pontificato, p.

tificato, p. ?8j.

Leone VII.
yS*.

e fua elezione al Pontificato


dell'

p,
il

Leonzio invafore

Imperio
i

che recide

Nafo GiuftinianoII. detto Nafica,p. 32.


Papi per ottener da confermazione r' Canoni Trullani p. 3 13. fua offutii, eie all' Imperio, p. 337. Leonzio, e Nonno rinovatori della Herefia
efl la

e fue violenze contro

Martino Pontefice , e fue prime rifoluzioni contro Monotheliti, e. 238. fuo celebre Concilio contro Monor lai ivi , e feg. fua celebre condanna de' Monotheliti del Erefis , e de" Typo, p. 240 fue lettere di=
i

Origenifta

p. 109.

Leovigild-R Aniano di Spagna, e fua perfecuzione contro li Cattolici di quel Regno, p. 1 44. fa uccidere S. Ermenegildo fuo Figlio Cattolico per la Fede, p. 148 efeg. Libert di Cofcierza , quando, e come lecitamente permeila , p. 4?. Libraria famofiflma di Coftantinopoli abbruciata da Leone Ifaurico con dentro tutti
li

vulgate per il Mondo in difefa di Honorio, p. 243. fuaHeroca coftanza contro gli Heretici , e fua fomma manfuetudine contro gP Infiliti fattigli da'Miniftri Imperiali, p. 244. fua carcerazione, p. 24?. efilio , p. 146. efame, p. 2^0. patimenti , ivi: efeg. Martirio, morte, e laude di lui , ivi : e feg. per tutto il Pontificato : calunnia oppongagli dagli Heretici , e fua difefa
-,

p. S.

2?

8.

Bibliotecharii

p 343. e feg.

Maflmo Abate , fue qualit , Santit , e coifo di vita, p. 228. e feg fua celebre difputa con Pyrro , p.22i>. e calunnie oppo-

Tomo

11.

CLq

fte-

Indice delle Materie principali .


Itegli dagli herctici , e fiu difefa, p. 23 j. fuo efilio , diipute , e martino , p 2 j >. feg. Menna Rel'g'of'nimc Ecclcfialrico creato Fa

inarca di Coihntinopoh, p.83, fua condot ta contro gli Qrigeniiti , p. ioy. e feg. Meila, Cio Sacrificio delia Milla in ufo de Greci fino dall' Ottavo Secolo p.426.
,

N
NArfete
no
,

Generale

dell'

Armi

di Giuftinia,

S.

Mcthodio, e fua Santit ,p. 488. e diffecca mento miracolofo de' Tuoi genitali , p. 48^

fua fpedizione in Italia

qualit

fchiarfeggiato , &c horribilmentetormenta to dagl' Iconoclasti, ivi : fua elezione al Pa tri arcato di Costantinopoli, p. ^z. fuoi Canoni fopra i caduti nella Herefia , ivi Michele Bajbo, e fua Stupenda elezzione ali Imperio, fue ree quajit,e finta Fede, p 47 1 fua perfecuzione contro Cattolici , p. 476 fua lettera fraudolente ali Imperatore Lui
i

divozione verfo la Gran Madre di Dio , p. 107. fcaccia i Gothi da Roma, e libera l' Italia dal loro giogo , ivi falfamente incolpato di haver chiamati li Longobardi in
:

Italia

p.130. e fua

morte,

p. 177.

gi

Buono

p. 478. fua

empiet,

morte, p

48).

Neltorianifmo afTerito da Costantino Copronimo, p.3 79. rinovato in Spagna da Felice Elipando , p. 439. e feg. S. Niceroro Patriarca Coltantinopolitano , fuo zelo contro g' Iconoclasti, efiia relegazione, &efilio per la Fede, p. 4f. fuoi

&

Michele Ciuopajata , e Ina all'unzione all' Im peri o , p. 457* fue applicazioni contro g Iconoclasti , ivi , e contro Manichei , ivi fua violente deposizione dall'Imperio, p 4? 8. fuo memorabile detto , ivi fuo efilio
i :

trafportazione del , e morte , p.484 fuo corpo Costantinopoli , p. 4^4. Niceforo Imperadore, e fue ree qualit, p.
Scritti

4^6.

emorte,p. 4J7.

Niccol Magno Pontefice, e fua aifunzione


i

ivi.

Michele III. Imperadore, e fuoi precipitati coitumi in ogni vizio, p. 5 z 1. e fua horribile

morte,

p. 54??

Miracoli in comprovazione della Fede Cattolica contro gli Keretici,p. 87. e feg. 102. e feg. 13 3. e feg. 14?. e feg. di S Mafimo Abate , e fuo Compagno , che parlarono fenza lingua , p. 268. contro gl'Iconoclasti, p.344? e feg. del CrocififTo di Berito, p. 431. Monaci Acemeti , vedi Acemeti Monaci Diiti vediDiiti. Monaci Scythi, e loro celebre questione De Pno ex Trtnitate puffo , p.38. e feg. due Monaci impiccati dagli Heretici pur fieguono alternativamente a cantare l' Orfcio, p.134. Monaci Studiti , vedi Studiti Monofifiti, e loro Herefia, p. 7 6. Monotheliti , e pretagii della loro Herefia , p. 177. e 180. notizia della loro Herefia , pag. 188. e della fentenza Cattolica delle due volont di Gies Chriito , ivi , e feg. Autori, e Propagatori della Herefia , p. 1 89. e divulgamento della loro Herefia ,p. 216. per tutto il corfo del Secolo fettimo Morti feommunicati , come, e per qual ca,

al Pontificato ,p. 5 2 j. fue qualit , virt , e coitanza , p.528. fuoi fentimenti contro Fozio, ivi: fuo Sinodo Romano contro Fozio, p.532. e fue Lettere al Laico Fozio,p. 533. e fua feommunica contro Fozio , e Foziani p.J33- fue ammirabili lettere ali Imperadore ,p. 534. fua Sollecitudine, elemofine, e preghiere , p. 536. e feg. fpedifee Legati in Costantinopoli in beneficio di quella Chiefa , ivi : fue Apostoliche lettere all' Imperaall'Imperadrice Theodore , Fozio,

&

dora,p. T37.
refia degli

fetto

te,

& elogio,
,

condanna dell' HeArmeni , e fuo Sinodo a tale efconvocato in Roma , p.546. fua more feg. fua
ivi.
dell'

Nonno

Leonzio rinovatoii
p. J31.

Herefia

Origeniita, p. iop.

Novo Canone di Fozio ,

O
, e loro Herefia rifufeitara in Oriente ,p. 108. e feg. loro baldanza , e temerariet, p. 105. chiamano li Cattolici perdifpreggioSabaiti , ivi. Oranges, ;uo Concilio, e Canoni contro li Semipelagiani, p. fiOttone III. Imperadore 3 e fua aurea Bolla,

ORigeniiti

gione
eflb
fi

p. 116.

Muro Torto ,

&

antica tradizione
p. ^7>

che di

ha in Roma ,

p. 590.

Pa*-

Indice delle

Materie

PAaliti e loro Herefe , Paolo, vedi Tefta ,

p. 80.

, e fuehorribil uenorriDin empiet p. 16. Pyrro Vef< ovo Monothelita, e fua difputa con S. Martmo Abate, p 229. fu.i conversione alla Fede, p. 230. e fua profeflone di Fede nella Chiefa Romana > ivi: fua ricaduta nella Herefia , p. 236. e fua morte , p.
,

Pietro Veicovo di

principali. Apamea

Capo di

S.

Paolo

*?3Pittori delle facre

Paolo Patriarca Coftantinopolitano Monothelita, e Tua orinazione , p. 233. Tua condanna p. 236. e Tua morte, p. 25:3. Paolo Patriarca di Coftantinopoli , e Tua Coipetta tede , p. 416. Tua penitenza , gloriola
,

Imagini perfeguitati
,

fiera-

mente
Platone

dall'
,

Imperadore Theofilo

p.

488.

carta fotto l'Imperio di

cadavere ritrovato in una Coltantino, ed' Irene , p. 419. e maravigliofe ifcrizzioni in


e fuo

Confezione , e morte 419. Paolo Pontefice, e Tua elezione al Pontificato, p. 397- fuofovvenimento iReligiof
raminghi perfeguitati , p. 399. Papefla , e favola di erta , (u origine, e
,
1

detta carta

ivi

Policromo,

e fua temerariet nel promette-

ri-

prva p. 5 9. e feg. Parole, e termini tifati , e riprovati in difteren* ti et dalla Chiefa Cattolica , p. 66. Pafchale Pontefice , e Tua elezione al Pontificato
,

p. 469.

PafchafioRadberto , e Tuo fentmento fopra con cuinaftefle Gies Chrifto, il modo


Patriarchi Coftantinopohtani , e loro pretensione di lenominarf Univerfale , pag. 160* origine di detta pretensione, ivi, e 161. Pelagiani ritorti nella Scozia , p. 222 Pelagio Card. naie fupplicaTotila per laprefervazionediRoma, p 106. Nunzio di Papa Vigilio in Coftantinopoli, p. 109. fua condotta contro gli Origenilti : ivi , fua af funzione al Pontificato fotto nome di Pelagio , vedi Pelagio Pontefice. Pelagio Pontefice, e fua condanna contro i Simoniaci , p. Hi. fua conferma del quinto Concilio Ecumenico } ivi: coftante opposizione allo Scifma degli Occidentali per la feguita confermazione j p. 122. fua lettera circolare tutta la Chriftianit, ivi : e feg. Pelagio II. Pontefice , e Tuo zelo contro i Longobardi, e contro i Vefcovi Scifmatici dell'Italia
,

re di far rifufcitare un Morto, p. 28?. Pontefice Romano non 'oggetto ad alcun Sinodo , p. y. f fi porta eleggere ilSuccertb* re,p. 63. fua autorit in degradare qualfvoglia Patriarca fenza previo Sinodo , p. 83. efaltato da' Vefcovi Orientali, p. 227. e feg fua Superiorit fopra tutti gli Stati del Chr ftianefimo , provata coll'efempio di Gregorio ti. che prohib agl'Italiani di pagar tributo all' Imperadore Ifaurico,"p.3 69. di Zaccharia , che depone dal Regno di Francia Childerico , e vi folleva il R Pipino, p 390. di Leone IIL che dichiara Car-

Magno Imperadore di Occidenre * p. 466. e feg. intrufione di diverfi Pontefici nel Pontificato Romano , p. 57? . e feg. venerato dal Chriftianefimo anche fotto la perfona di Pontefici fcandalofi p. 5:78. per tutto il Secolo feguente
lo

Popolo Coftantinopolitano
di riunirf
feg.

con

la

Chiefa

Romana ,

e fuo defiderio p. 28. e

Predeitinazione Divina, editficult, equelione infone nella fpiegazione di erta, p,


500. e feg Portertbre Vefcovo Africano , e fua richiefta al P.^pa fopra la dottrina de' Libri di Fau*
fio, p. 43-.

Pretensione ingufta de'


ceflori di

p. 137. 143.

to^.

19

R Gothi , e loro Succonfermare 1' Eletto al Pontifica107. chiamata daS Gregorio, e

Pene

afflittive

di

corpo contro gliHeretici,

p.27. 30. 67.4*7. 49?. Perfecu7.ione degli Arriani contro li Cattolici dell' Africa , p. 6 e loro coftanza , ivi Pietriti , e loro Herefe, p. 80. S.Pietro Aportolo, e iuaprotezzione fopra la Citt di Roma, e particolarmente del Muto , detto Muro Torto, p. 87. S. Pietro in Vintola , e fondazione della
.

da S. Tommafo Herefia , p. 108. avocata daCoiUiitino Pogonate, pag 315. ma dal


SuccertoreGiuftinianolI. di nuovo limitata, p. Prifcillnn Iti in Spagna , e loro progreSfi ,

u^

Chiefa

di tal

nome >

p. 138.

Proceflione dello Spirito Santo , e generazione del Figliuolo,e differenze fra erte, p J83. S. Procolo, e fua ettera agli Armeni De Fno tX Tnnitate fajjo , p. 3 6. ProQjl *

Indice delle

Materie principali

Proclo celebre Atheilta , p. 77. Procopio nobile Hiftorico , e preferite alle due fpedizioni di Bellifario in Africa , in Italia, p. 68. e 87. Purgazione degli Altari , abluzione di effi p. 8y. differenza trai' uno, e V altro termi

&

&

ne,

ivi.

SSaba,
.

e fuefervorofe operazioni, eripieghi favore de' Cattolici , p. r4. e 30. ricufa di pregare Dio perla fecondit della

QTJartodecimani

riforti nella Scozia , 222. Qiiinnifelto , cio Sinnodo Quinnifelto (u lignificazione, p 318. fua validit, Canoni, ivi, efeg.

Imperatrice Theodora , e perche ? p. 75. Sabbiano, e fuo Pontificato, p. 177. S. Sabino Vefcovo diCanofa, e fuoi avvenimenti con Totila, p. io?. Sacco dato da' Greci all'Epifcopio Lateranenfe, p. 220. efeg. Salvatore di Rame fopra laPorta di Colta ntinopoli , e fuo abbattimento , attentato di Leone Ifaurico per abbatterlo, p 342. Salvatore , e fua antichiffima Imagine ne! Sanca Sanctorum di Roma , p. 363. miracolo di quella Imagine folito difuecedere nella Chiefa di S. Maria Maggiore , p. 39. Santabareno , vedi Theodoro Santabareno. S. Santulo, e fuoi miracolofi avvenimenti con gli Heretici Airiani , p. 134.

&

R
RAtrammo
do
,

Sarantapechys , Hebreo ingannatore, ini, mico delle Sacre Imagini, p. 36 y. Recaredo Figlio di Leovigildo R della Spa- Scommunica vibrata contro i Morti , p. 116. fcritta contro Pyrrho da Papa Theodoro gna , e fua conversione alla Fede , p. iyo. col Sangue confecrato di Gies Chrillo , celebre difputa , eh' egli ha con gli Arriap. 236. fcritta contro Fozio dal Concilio ni ,ivi Concilio da lui intimato in Toledo Generale Ottavo col medefimo Sangue p. 1 y o. corfo , e confeffioue di Fede di eib, confecrato di Gies Chriiro, p. jj2. ivi e feg. Religiofi , e fiera perfecuzione del Coproni- Secretano di PapaHonorio, e fua teltimonianzaindifefadilui , p. 224. mo contro loro, p. 393.398. e 412. Reliquie, e loro culto antichiflmo p. 379. Semidahti, e loroHerefie, p. 77. primi Autori della riprovazione di eife , Semipelagiani, e loro condanna nel Concilio diOranges, p. yi. ivi: Reliquie di S. Eufemia dal Copronimo maltrattate, e gettate in Mare , p. 406. Sergio Patriarca diCollantinopoIi Monothelita, fue qualit, lettere, e fraudolenze , e miracolofo loro ritrovamento , p. 407. e

con

e fuo fentimento fopra il cui nafcefie Gies Crinito

mo,

p.

&

495. efeg.

feg. S.

Remigio

di

Rhems
,

fa divenir

muto un He-

retico Arriano p. 27. Riunione della Chiefa Greca colla Latina fotto il Pontificato di Hormifda , e l' Imperio diGiuitino, p 34. e feg. Rivoluzioni dell'Italia contro l'Imperador

Leone Ifaurico

diftruggitore delle facre


al

Imagini, p. 349.360. Romano Pontefice , e fua aflunzione


tificato, p. 582.

Pon-

p. 185. efeg. e fua morte , p. 220. Sergio Pontefice , fua collanza nel rigettare i Canoni del Sinodo Quinnifelto, p.3 19. foccorfo dalle Milizie Italiane contro g' Infiliti , i tradimenti del Imperadore , p. 320. Sergio Secondo, e fua elezione al Pontificato, p. 494Sergio Terzo, e fua elezione al Pontificato , in qual parte difefo dalle calunp. $82. nie degli Heretici, ivi. Severino Pontefice, e corfo del fuo Pontificato , p.216. fua vigorofa opposizione alla Ecthefis di Heraclio , p. 220. e condanna di elfa , ivi: fua morte, p. 221. Severo Patriarca Heretico di Antiochia ,

&

&

e fua

Indice delle Materie principali


, e (ita lu intrusone nella Chiefa di Antiochia, e perfecuzione cornioli Cattolici , p. 13. e

peflimavita ,econ-.lotta

p.io. eleg.

delia fede contro ivi, eftg.

potendflfini

nemici

feg. fue orribili

empiet
p.30.

p. ij.

efeg.fue

nuove Herefie,

Stefano Quarto , e Tuo celebre Concilio Lateranenfe contro e,l* Iconoclafti pag, 411. corfo , e decifone di detto Conci,

Silenzio propollo fraudolentemente da'Monothcliti , p. 191 e ricevuto prudentemente dal Pontefice Honorio , p. 1 j>8. e feg. Silverio Pontefice rende Roma Bellifario, p.
$6. perfeguitato dalla Imperadrice Theodora, p 89. fua maravigliofacoftanza nel rigettare le di le- richiefte , p.90. fua violente

lio

ivi

Stefano Quinto , fua elezione al Pontificato , e miracoli, P.46S. fua difefa dalle calunnie
del Calviniana

Morneo

ivi

Stefano Seflo , fua elezione al Pontificato , p. 569. fua Apoftolica , e degna lettera in rifpotta alle lettere ingiuriofe dell'Impera-

depofizione dal Pontificato , ivi , e feg. reChicfa per ordine di GiulHeli niano,p.9i. mar gettato, tradito, liatoda Vigilio ivi: fua heroica intrepidezza , p 91. e feg. fua feommunica contro Vigilio, p 91. fovvenimcnti predatigli da
itituito alla fua

&

dor Bafliojivi , e feg. fua ponderazione e prudenza nella fpedizione de' Decreti
P-?7*.

,
,

alcuni pietofi Vefcovi, ivi: fua

morte
dal

Stefano Settimo , e fua elezione al Pontificato ,e perverfionehorribile degli Ecclefiaitici di quella et , p.j7f. e feg. fuo attentato horribile contro il cadavere di For-

miracoli

ivi.

mofo
fatti

Simmaco

Beozio

uccidere

Decreti

Simmaco

, P 47Pontefice , e fua elezione , p.3. fuo Sino io contro li Scifmatici , p. 4- fue operazioni contro i Manichei , p ?. fuo fovvenimento i Vefcovi efiliati dagli Heretici ,

Theodorico

come,

&

p.577. e fua morte , p.578. e fuoi , ivi : calunniato dagli Heretici , e in qual parte difefo da'Cattolici

P.J78. Stefano Ottavo , e fua elezione al Pontificato , p.j8*. Stefano Nono, e fua elezione al Pontificato,
p.fSj. Studiti Monaci
,

p.6. fua feommunica -contro Tlmperadore Anaitafio , p.7. fuo Sinodo Romano , detto Palmare, ivi: fua coftanza , e lettere , e difefa contro l' Imperadore Analtafio
,

e loro fondazione

p. 65".

Superazioni malamente introdotte nell' Oriente circa il culto delle facre Imagini, p,
478. e feg.

p. 8.

fue provifioni perfollievo de'Cat-

tolici oppreffi ,p.io.

Simoniaci, e bandi publicati contro di loro , P 6 7Sifinio Pontefice, e fua aiTunzione al Pontificato, p 323. Simbolo Athanafiano provato dall' Autore compofizione di S. Athanafio , p.27 e feg. Sofionio Patriarca di Gierufalemme , e fua vigorofa opposizione alla Herefia de'Monotheliti , p.201. e feg. Spirito Santo, e fua procedenza dal Padre, e dal Figliuolo , afferita da' Greci fino uh amrquo , p. 275. negata dagli antichi Iconoclalti ,p. <3 6. riprovata da Fozio , p.f<54e feg. alTerita con molta ragione da' Cattolici , p f 6y. e(eg.j83.

Ararlo , e fua maravigliofa elezione al Patriarcato di Colrantinopoli , p. 420. fue illuitri qualit, ivi, e 421. e fua intrepidezza contro g' infiliti degli Heretici ,
_

p.426.

Tegole

di

Collante Monothebta

bronzo involate dall'Imperadore alla Cuppola della


*i

&

Rotonda
Termini
,

Roma,

p.269.

e parole tifate, e riprovate in diffe-

S.Stefano Juniore
in difefa della

e fuo gloriofo Martirio e feg.

renti et dal'aChiefa Cattolica, p.66. Terremoti, e pele per l'Oriente, p.124.

Fede, p.401.

Stefano Patriarca Coftantinopolitano fratello dell'Imperador Leone , p.?72. Stefano secondo , e fua repentina morte ,
p.,92.

Telia di S. P olo richielta dalla Imperadrice Coftantina S. Gregorio Magno , e da lui negata , p.161 Tttrad ti , e loro Herefie , p.8o. Thmiltio , e fua Herefia de'Themiltiani ,
p.30.

Stefano
to
,

Terzo
p.

fua elezione

al

Pontifica-

condanna il Conciliabolo di Copionimo,p.3^y. fua tolhnza inditela


3^z.

Theodato R
della Italia

de'
,

Gothi

fua vilt nella difefa

p. 80. e feg. fua

morte , p S. Theo-

Indicc delle Materie principali.


Theocatagnofti Heretici
nell'Italia, p.i
5:8.
,

p.

7 4.

danna
Arrianefimo
Giuftinia-

di
,

Theodolinda debellatrice

dell'

Typo
ne

Paolo Cofhntinopolitano , e del p.236. Tua formidabile (communi*


,

ca contro Pyrrho

p 23 6.
e Tua eleziop.?82.

Theodora moglie
no
,

dell'

Imperador
,

Theodoro Secondo Pontefice,


al

e fue pefllme qualit


al

p.7j. innalzai'

Pontificato

di Coftan- Theodoro PatriarcaCoflantinopolitano frauAlexandria 1' dolentitfmo Heretico Monothelita,p.273. e empio Theodofio , ivi : ardifce di corromfeg. depoflo dal Patriarcato , p.2 74. pere, e d'intimorire il Pontefice S.Agapito, Theodoro Santabareno Mago inviato di Fo p. 85. (u impenitenza e morte, p.113. zio Giovanni Ottavo, p.ffS. Theodora Imperatrice moglie di T.' T'o e S. Theodoro Studita , e fuo ammirabile zelo fua Tana Fede , p.48y. delude fa*" '-^'t un in difefadella Fede , p.464. fua relegazione, fubitaneo incontro del Mariti ^6. ritormenti , e fcritti , p.469. e fua morte , e

Heretico Anthimo
tinopoli,p.7.

Vefcovado

& quello di
,

ftauratrice, e riitabilitrice del culto delle fa-

telhmento
del fuo

p. 482. e feg. trafportazione

ere Imagini in Oriente, pag. 491 e feg. fua tenerezza nel rimirare le piaghe di tanti illulrri Martiri , p. 493. fua perfecuzione
.

Theodofio Cenobiarca,

contro
fterio
,

Chalcedonenfe , p.12. e feg. e fuoefilio 3 p.?22. p. 15. e fuo ritorno inCoitantinopoli , e Theodoreto , e fua ftatua portata in trionfcritti, e fatti glorio" , p.2 o. fo dagli Heretici , p.jj. Theodofio Quarto Imperatore , fuo ritiro Theodorico R Amano , e fuo nobile referitdall'Imperio, fantit, e morte, p.?37 to in favore del Pontificato Romano , p.3. Theofane, e Theodoro fratelli, vedi Theodoro. fuo ingreflb in Roma , e trionfo , ivi : (u foggezione al Concilio de'Cattolici , ivi : e Theofilo, e fua aiTunzione all'Imperio , p. fue leggi favore del Pontefice Romano 48?. fua varia fede , ivi, fua fiera perfecuzione contro li Cattolici , p.487. 490. ivi : Titoli fpeciofi conferitigli da' SS. Padri , ivi , e feg. fue minacele di vendetta Thnetopfychiti Heretici, p.174. contro li Cattolici di Occidente , p. 44 Thimotheo Patriarca intrufo di Coftantinopoli , Propagatore della Herefia del Gna(pedi(ce il Pontefice Gio. in Oriente, pag. feo yp.9. e feg. 4f. condanna alla morte Simmaco , Boezio, Tiberio collega dell'Imperador Giuftino Seil Pontefice Giovanni, p.47. e temerariacondo nell'Imperio , fue buone qualit , e mente elegge ilSuccefiore al Pontificato , mifficordia verfo poveri , p.140. denari p.49. fua orribile morte , e dannazione , p. fomminiftratigli miracolofamente da Dio 49. e feg. per il fovvenimento de' poveri , ivi , e feg. Theodoro Cefarienfe Origenifta , e fue prattiche per la divulgazione di quefta Herefia , Tiberio Secondo Imperadore, e fue violenze J per ottenere da' Papi la confermazione de pag 105. propone la materia, e la condanCanoni Trullani , p.3 23. na delli tre Capitoli , p.i IO. Theodoro , e Theofane fratelli illuftri per Titoli fpeciofi, e fanti, perche da'Cattolici conferiti a' R Heretici , e malvaggi , p. j. la Confeflone , e patimenti fofferti per il culto delle facrelmagini, p.490. Theofane Typodi Cortame , cio Editto impofitorio difilenzio fopra le volont di Gies Chriinnalzato all'Arcivefcovado di Nicea , p. (10,0.233. e fuo contenuto 224. confider490. fua memorabile rifpofta alla Imperazioni dell'Autore fopra di efib , p.23 y. trice Theodora , p.493. Theodoro Faranita, e fua impercettbile He- Totila R de' Gothi , e fua incurfione per l'Italia, pag. 102. avvenimenti con diverfi refia, p.23 9. fanti Vefcovi , ivi, e feg. fue nuove incurTheodoro Mopfuefienio } fuoigran fcritti , fioni per l' Italia , e nuovi avvenimenti con herefie , p.36.
ritiro dalla

Manichei, e ftrage Corte, Scentrata

p.45>?

in

fuo un Mona-

Coftantinopoli , p.494. e fuo abboccamento coll'Imperadore Analtafio , p.n. e fua coftanza in fortenimento del Concilio

Corpo in

&

&

Theodoro Pontefice
per
li

, e fuoi provedimenti Cattolici perfeguitati da' Monothe]iti,p.2 2^. efeg. fuoi accoglimenti Pyrrho convertito , p.230. fue efortazioni in

altri fanti

Vefcovi
:

p. 104.

e feg.

afTedia

Roma

fue crudelt , e fcorrerie,ivi, e feg. fuo difeg o di (pianar Roma , p.106.


,

p. io?,

ravvedimento del Patriarca Paolo di Costantinopoli Monothelita , p.2.33. fua con-

che prende , e faccheggia , ivi Trajano Imperadore cio l'anima di Trajano Imperadore alTerita liberata dall' Infer,

no

Indice delle Alatene principali .


no perle orazioni
17$. e Tua riprova
,

diS. Gregorio
ivi.
,

Papa,

p.

nadi Coftantinopoli, p.ior. arvenimenti


cal.imitoll del fuo Pontificato
: fuoi , ivi foccorfi mandati a Roma di nuovo attediata da' Gothi , p. 106. concorre Ila confermazione della coilituzione di Giulli-

TrafiimondoR Arriano
dotta contro
,

li

e Tua politica conCattolici, po', e morte, p 2.7.


,

Tre Capitoli notizia , condanna


effi

e corfo di
la

,p.uo. efeg. fentimento diverfo degli


,

Occidentali

e degli Orientali

fopra

conpag.

danna

di detti tre Capitoli, p.112. e feg.fcif,

ma degli Occidentali per detta cauta


11 7. efeg. e

ni.

in Gies Chrifto falfamentefuppofte aflerite daS.Maflmo Abbate,p.23i. e dottrine fopra detta afferzione , p.23 2. Trinit Divina , e Tua figura antichiffima nella Chiefa, pag.331. f pofla dirli Trina Deitas ,

Tre Volont

Trina Tr/mcas , C Triple.x Trtnitas , pag. fof. jo6. efeg. Trullo voce Greca, echecofa propriamente lignifichi, p.23 8,

niano contro gli Origeniili, p.i io. fua partenza per Coftantinopoli , p.113. fue magnanime rifpofte a gli Augufti , ivi : conferma la demolizione diAnthimo dal Patriarcato, e feommunica l'Imperadrice Theodora,ivi: fuoifuccefli , e fuga da Coftantinopoli , p.i 14. fua condotta , e oftituto , e corfo fopra la materia de'tre Capitoli , pag. iiy.efeg.fuadifefa , e morte 118. efeg. Vincenzo Monaco , ftimolato dal motivo, che un'altro Vincenzo Vefcovo rinegatte la Fede, inforge contro gli Heretici , fatto Martire per la Fede, p. 14^. Virgilio Prete Mittionario , torto accufat di herela da S. Bonifacio , p.390. diverlt

&

V
VAlentino
Iro

di

due Virgilii, ivi

affenza di

Cardinal Vicario di Roma in Papa Vigilio , vicn fottopoda Totila al taglio di tutte due le mani ,
al

p.106.

Valentino Pontefice, e fua elezione


ficato
,

Ponti-

p-484

Vandali dell'Africa , e loro fuperbe ricchezze,


pag.65. Vali facri di Gierufalemmetrafportati daGiuftiniano dall'Africa Coftantinopoli , e quindi tramandati Gierufalemme , p.6$>. p
feg.

Vitaliano Pontefice, e corfo del fuo Pontificato, p.i^. Vitige R de' Gothi, e fua infelice condotta nella difefa di Roma, p.8<s. fuo nuovo attedio Roma, p.88. e feg. Univerfale, cio Patriarca Univerfale, Ethimologia ,ediftinzione, e lignificazione di quello nome, p.i 61. 163. e feg. perche , e come riattato da S. Gregorio , p. 163. 167. Vnm exTrmitatepaffus , e dibattuta queftione fopra quefta proporzione, efpiegazione di effa , p.3 7. e feg. e definizione Pontificia 6 r.

Udalrico , e fua fuppolta lettera dagli Heretici contro il Celibato Sacerdotale , p.169. affilienti al Vefcovi circonvicini Roma , Papa nominati la prima volta nelle Hiltorie
S.

&

Ecclefi:ftiche , p.412. Vigilio, e fuo tradimento contro il Pontefice S. Silverio,p.$>o, e feg fue promette Theo-

dora j aa Anthimo , p.92. e feg. fila facrilega elezione al Pontificato ,p.$z. fua lettera in qualit di Antipapa controlli Here tici , p. 94 repentina fua mutazione, che rinunzia fpontn reamente il falfo Pontificato p 97. eviendal Clero affunto al Pon,

&

fia Apoltolica lettera all'lmperadore Giultiniano,ivi,efeg. e Men

tificato, p. 9 8.

e fue operazioni per converlone di Coftantino Copronimo , p.3 82. fua lettera S.Bonifacio contro l'Herefa diAldeberto, e Clemente , pag. 3 84. fuo Sinodo Romano contro li detti Heretici , ivi : corfo , faccetti , e condanne di quello Sinodo , p.38f. fua approvazione di ima forinola dibattelmo proferita da un Prete ignorante, p. 389. trasferifce.il Regno di Francia da Chijdericoin Pipino, p. 390. e feg. fua difefa di alcune calunnie degli Heretici, p. 3^r. Zanzaro Autore della Setta de'Jacomiti, p.78.
la

ZAccharia Pontefice ,

Fine del fecondo Tomo,

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