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Universita di Torino

QUADERNI DIDATTICI
del
Dipartimento di Matematica





Quaderno # 38 Aprile 2006







PAOLA FAVRO - ANDREANA ZUCCO

Esercizi di Geometria Analitica


























I





PREFAZIONE

In questo quaderno sono raccolti esercizi assegnati nelle prove scritte dell`esame di
Geometria I per il Corso di Laurea di I livello in Matematica negli anni 2002-2005.
Gli esercizi si riIeriscono agli argomenti trattati nel Quaderno Didattico del Diparti-
mento di Matematica #25 delle stesse Autrici.
Ogni esercizio viene completamente svolto e vengono talvolta presentati piu metodi
di soluzione. Sono inoltre segnalati gli errori piu Irequentamente riscontrati nella correzio-
ne, allo scopo di agevolare gli studenti nella preparazione della prova scritta.

Torino, Marzo 2006










INDICE

PREFAZIONE - INDICE.............................................................................I

CAPITOLO I - CALCOLO VETTORIALE.......................................................................... 1
Soluzioni........................................................................................................... 5

CAPITOLO II - GEOMETRIA ANALITICA PIANA ....................................................... 19
Soluzioni ...................................................................................................... 21

CAPITOLO III - PIANI E RETTE ....................................................................................... 33
Soluzioni ...................................................................................................... 35

CAPITOLO IV - SUPERFICIE NOTEVOLI ...................................................................... 47
Soluzioni ...................................................................................................... 51

CAPITOLO V - CONICHE................................................................................................... 73
Soluzioni ...................................................................................................... 75
II






















Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 1
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica

CAPITOLO I

CALCOLO VETTORIALE


1.1 - Nello spazio vettoriale M
2,2
delle matrici quadrate di ordine due sui reali con le con-
suete operazioni, sono dati i sottoinsiemi:
H
1

R b , a /
1 b
a 0
H
2

R b , a /
b b a
0 a
.
Dire quale e sottospazio vettoriale e determinarne una base.

1.2 - Quali tra i seguenti insiemi Iormano una base di R
3
?
i) B
1
(1, 2, 0), (2, 1, 3)};
ii) B
2
(1, 2, 2), (0, 0, 0), (1, 3, 1)};
iii) B
3
(1, 2, 1), (0, 2, 5), (1, 1, 0), (6, 0, 2)};
iv) B
4
(2, 1, 1), (6, 3, 3), (1, 1, 5)};
v) B
5
(1, 2, 1), (2, 1, 3), (3, 3, 0)}.

1.3 - Nello spazio vettoriale reale delle matrici M
2,2
ad elementi in R e dato il sottoinsieme
H delle matrici del tipo
b 3 a 0
b a
+
:
i) veriIicare che e sottospazio vettoriale e trovarne una base;
ii) considerate le matrici
4 0
2 2

,
2 0
2 1
dire quale delle due appartiene ad H ed
esprimerla come combinazione lineare della base scelta.

1.4 - Nello spazio vettoriale R
3
sui reali con le consuete operazioni si considerino i vettori:
(1, 0, 2) (1, 3, 0) (0, 1, 2) (2, 1, 4).
i) Dire se sono linearmente indipendenti.
ii) A partire da tali vettori costruire una base di R
3
.
iii) Esprimere il vettore (1, 0, 1) nella base scelta.

1.5 - Nello spazio vettoriale R
4
sui reali con le consuete operazioni sono dati i sottospazi
vettoriali :
i) H
1
{(a
1
,a
1
, a
1
, 0) / a
1
R};
ii) H
2
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
1
a
2
a
3
0, a
2
2a
3
0};
iii) H
3
L (0, 2, 1, 1), (1, -2, 1, 1), (1, 0, 2, 0) ~.
Scriverne una base ed individuarne la dimensione.

1.6 - Nello spazio vettoriale R
2
|t| dei polinomi di grado minore od uguale a 2 a coeIIicienti
reali su R con le consuete operazioni si considerino i seguenti sottoinsiemi:
i) A 1 t, 2t t
2
, 1 3t t
2
};
ii) B 1 2t, 3 t
2
, 1 t t
2
};
iii) C 3 2t t
2
, 2 t t
2
};
iv) D 3 2t t
2
, 5 t, 2 3t t
2
, 2 4t
2
}.
Di ciascuno dire se l`insieme e Iormato da vettori linearmente indipendenti, se e un insie-
me di generatori, se e una base di R
2
|t|.
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
2
1.7 - Nello spazio vettoriale reale M
2,2
delle matrici quadrate di ordine 2 a coeIIicienti reali
con le consuete operazioni si considerino i sottoinsiemi:
A

+
R b , a /
b 2 a b
0 a
B

+
R y , x /
2 y 0
y x
.
Di ciascuno dire se e sottospazio vettoriale individuandone, in tal caso, una base e la di-
mensione.

1.8 - Nello spazio vettoriale reale M
2,2
delle matrici quadrate di ordine 2 a coeIIicienti reali
con le consuete operazioni si consideri il sottospazio:
A L
2 1
1 0
,
2 3
1 0
,
1 1
2 0
,
3 2
1 0

~:
i) determinare una base e la dimensione di A;
ii) veriIicare che la matrice
3 1 1
3 0
+
appartiene ad A esprimerla nella base scelta.

1.9 - Nello spazio vettoriale reale R
3
|t| dei polinomi di grado minore od uguale a 3 nell'in-
determinata t con le consuete operazioni si consideri il sottoinsieme:
A p(t) p
0
p
1
t (2p
1
p
0
)t
3
/ p
0
, p
1
R}.
i) VeriIicare che A e sottospazio vettoriale di R
3
|t|.
ii) Determinare una base di A.

1.10 - Nello spazio vettoriale reale M
2,2
delle matrici quadrate di ordine 2 a coeIIicienti
reali con le consuete operazioni si consideri il sottospazio: A L
2 0
2 0
,
1 0
1 2
,
1 0
3 2

~.
i) Determinare una base e la dimensione di A.
ii) Considerata la matrice
2 0
1 3

appartenente ad A esprimerla nella base trovata.



1.11 - Nello spazio vettoriale R
4
sui reali con le consuete operazioni, sono dati i sottospazi
vettoriali:
H {(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / 2a
1
a
3
0};
K L(1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 0), (3, 1, 6, 1)~.
i) Determinare una base e la dimensione di H e di K.
ii) E` possibile aggiungere alla base di K un vettore di H in modo da avere una base di
R
4
?

1.12 - Nello spazio vettoriale R
4
sui reali con le consuete operazioni, sono dati i sottoin-
siemi:
i) H
1
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
2
a
3
a
4
0};
ii) H
2
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
1
a
4
1 0}.
Dire quale e sottospazio vettoriale e determinarne una base.

1.13 - Sia V uno spazio vettoriale:
i) dare la deIinizione di sistema di vettori linearmente indipendenti;
ii) dare la deIinizione di sistema di generatori;
iii) dare la deIinizione di base di uno spazio vettoriale;
iv) dimostrare che se ogni vettore di V si esprime in modo unico come combinazione
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 3
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
lineare di {v
1
,.,v
n
} allora {v
1
,.,v
n
} e una base di V;
v) dimostrare che se {v
1
,.,v
n
} e una base di V, ogni vettore di V si esprime in modo
unico come combinazione lineare di {v
1
,.,v
n
}.

1.14 - Sia V uno spazio vettoriale su R. Fissati m vettori di V, v
1
, v
2
,., v
m
, viene indicato
con L v
1
, v
2
,., v
m
~ l`insieme delle loro combinazioni lineari.
Dimostrare che L v
1
, v
2
,., v
m
~ e un sottospazio vettoriale di V.

1.15 - Sia V uno spazio vettoriale su R e siano H e K due suoi sottospazi vettoriali. Il sot-
toinsieme S i cui elementi sono del tipo x y dove x varia in H ed y varia in K si dice
somma di H e K.
Dimostrare che S e un sottospazio vettoriale di V.

1.16 - Enunciare i due criteri per stabilire se un sottoinsieme non vuoto di uno spazio vetto-
riale e un sottospazio vettoriale e dimostrarne l`equivalenza.

1.17 - Siano u, v, w tre vettori aIIini. Dire quali delle seguenti espressioni sono vere:
i) u ( v) v u;
ii) u (v + w) (u v) w;
iii) u 2 v 2(u v);
iv) u v w u v w;
v) u v w v u w;
vi) u
2
u u.

1.18 - Dati nella base ortonormale (i, j, k) i vettori:u 2i j 3k , v i 2j 2k:
i) calcolare |(u 3v) v| u;
ii) trovare un vettore parallelo e concorde al vettore u e di modulo coincidente con il
modulo di v.

1.19 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari, rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori :
u 2i j
2
1
k, v
2
1
i j k, w 2i 4j 2k.
i) VeriIicare se u, v, w Iormano una base di S
3
;
ii) costruire un vettore ortogonale a u e v;
iii) trovare un vettore parallelo a v, concorde con v e di norma 3.

1.20 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari, rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u 2i 3j k, v 3j k, w i j 3k
i) Calcolare ((u 2v) v) w;
ii) costruire un vettore ortogonale a u e v;
iii) dire se i tre vettori sono linearmente indipendenti.

1.21 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari, rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u 2i j k, v i 3j - k, w j 3k.
i) Dire quali sono ortogonali Ira loro;
ii) considerati due vettori ortogonali costruirne un terzo in modo da Iormare una base
ortogonale.
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
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4
1.22 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u 2i j 3k, v 6i j, w i j k.
i) Dire se sono linearmente indipendenti;
ii) calcolare (2u v) (v w);
iii) trovare un vettore ortogonale ad u ed a v ed avente lo stesso modulo di w.

1.23 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u i j k, v 3i j k.
Trovare un vettore parallelo ad u ed avente lo stesso modulo di u v.

1.24 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u i 2j k, v 3i j k, w i j k.
i) Calcolare (u 3v) .w;
ii) determinare il volume del tetraedro individuato da u, v, w.

1.25 - Nello spazio S
3
dei vettori ordinari, rispetto alla base ortonormale (i, j, k) sono dati i
vettori:
u i 2j, v 3i 4k, w i j k.
i) VeriIicare che Iormano una base B' di S
3
ed esprimere il vettore k nella base B';
ii) calcolare il modulo del vettore (u v) w.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 5
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Soluzioni

1.1
Nello spazio vettoriale M
2, 2
sui reali con le consuete operazioni un sottoinsieme non vuoto
H e sottospazio vettoriale se soddisIa, ad esempio, al primo criterio dei sottospazi, cioe:
1) per ogni x ed y appartenenti ad H anche x + y appartiene ad H;
2) per ogni x appartenente ad H ed ogni reale anche x appartiene ad H.
i) il sottoinsieme H
1

R b , a /
1 b
a 0
e Iormato da matrici aventi termine a
11
0 e
a
22
1. H
1
non sottospazio in quanto, ad esempio, non contiene il vettore nullo, cioe la
matrice nulla
0 0
0 0
, che ha termine a
22
0, od anche perche sommando due matrici di H
1

si ottiene una matrice che ha termine a
22
2 e quindi non appartiene ad H
1
.

ii) il sottoinsieme H
2

R b , a /
b b a
0 a
e Iormato da matrici aventi termine
a
21
a
11
a
22
. H
2
sottospazio in quanto:
1) considerati due suoi elementi x
1 1 1
1
b b a
0 a

ed y
2 2 2
2
b b a
0 a

anche x + y
appartiene ad H
2
. Risulta:
x + y
2 1 2 2 1 1
2 1
b b ) b a ( ) b a (
0 a a
+ +
+

2 1 2 1 2 1
2 1
b b ) b b ( ) a a (
0 a a
+ + +
+
che ap-
partiene ad H
2
in quanto il termine a
21
e del tipo voluto.
2) considerato un suo elemento x
b b a
0 a

ed un numero reale anche x appar-


tiene ad H. Risulta x
b b a
0 a


b u ) b a ( u
0 a u


b u b u a u
0 a u

che appar-
tiene ad H
2
in quanto il termine a
21
e del tipo voluto.
Le due matrici di H
2
che si ottengono ponendo una volta a 1 e b 0 e l`altra a 0 e
b 1,
0 1
0 1
e
1 1
0 0

, ne costituiscono una base in quanto sono linearmente indipendenti


(perche i loro termini non sono in proporzione) e lo generano in quanto ogni matrice di H
risulta loro combinazione lineare:
b b a
0 a

a
0 1
0 1
b
1 1
0 0

.


1.2
Lo spazio vettoriale R
3
ha dimensione 3 quindi ogni sua base e Iormata da tre vettori li-
nearmente indipendenti.
i) L`insieme B
1
non una base perche contiene solo due vettori.

ii) L`insieme B
2
non una base perche i tre vettori non sono linearmente indipendenti
in quanto uno di essi e il vettore nullo.

Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
6
iii) L`insieme B
3
non una base perche contiene quattro vettori che in uno spazio di
dimensione 3 sono sempre linearmente dipendenti.

iv) L`insieme B
4
e Iormato da tre vettori, ma questi non sono linearmente indipendenti
in quanto (6, 3, 3) 3(2, 1, 1). Quindi B
4
non una base di R
3
.

v) L`insieme B
5
e Iormato da tre vettori: vediamo se sono linearmente indipendenti
cioe se l`unica loro combinazione lineare che da il vettore nullo e quella a coeIIicienti tutti
nulli.
Sia x(1, 2, 1) y(2, 1, 3) z(3, 3, 0) (x 2y 3z, 2x y 3z, x 3y) (0, 0, 0).
I numeri x, y, z sono le soluzioni del sistema omogeneo

=
= + +
= + +
0 y 3 x
0 z 3 y x 2
0 z 3 y 2 x
che ha solo la
soluzione nulla in quanto il determinante dei coeIIicienti e det A
0 3 1
3 1 2
3 2 1

30 = 0.
Nello spazio vettoriale R
3
di dimensione 3 tre vettori linearmente indipendenti sono anche
generatori quindi B
5
una base.


1.3
i) Considerato il sottoinsieme H delle matrici del tipo
b 3 a 0
b a
+
per veriIicare che e
un sottospazio vettoriale occorre provare che:
1) la somma di due matrici qualunque di H appartiene ancora ad H. InIatti:
b 3 a 0
b a
+

' b 3 ' a 0
' b ' a
+

) ' b 3 ' a ( ) b 3 a ( 0
' b b ' a a
+ + +
+ +

) ' b b ( 3 ) ' a a ( 0
' b b ' a a
+ + +
+ +

appartiene ad H in quanto, indicando i termini con i simboli standard, risulta
a
22
a
11
3a
12
.
2) il prodotto di un numero reale per una matrice di H appartiene ancora ad H. InIat-
ti
b 3 a 0
b a
+

) b 3 a ( 0
b a
+

b 3 a 0
b a
+
e elemento di H in quanto
a
22
a
11
3a
12
.
Una base di H e Iormata, ad esempio, dalle matrici
1 0
0 1
e
3 0
1 0
che appartengono ad H.
Esse sono linearmente indipendenti, inIatti x
1 0
0 1
y
3 0
1 0

0 0
0 0
se e solo se x y 0
e generano H in quanto ogni matrice di H si puo scrivere come loro combinazione lineare:
b 3 a 0
b a
+
a
1 0
0 1
b
3 0
1 0
.

ii) La matrice
4 0
2 2

appartiene ad H in quanto il termine a


22
e del tipo voluto:
4 2 3(2).
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 7
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Nella base scelta in i) la matrice si esprime come
4 0
2 2

2
1 0
0 1
2
3 0
1 0
.
La matrice
2 0
2 1
non appartiene ad H in quanto il termine a
22
non e del tipo voluto:
2 = 1 3(2).


1.4
i) Lo spazio vettoriale R
3
ha dimensione 3 quindi quattro suoi vettori non possono es-
sere linearmente indipendenti.

ii) Proviamo se tre dei quattro vettori dati sono linearmente indipendenti.
Consideriamo ad esempio i primi tre vettori (1, 0, 2), (1, 3, 0), (0, 1, 2): sono linearmen-
te indipendenti se x(1, 0, 2) y (1, 3, 0) z(0, 1, 2) (0, 0, 0) implica x y z 0.
EIIettuando i calcoli risulta (x y, 3y z, 2x 2z) (0, 0, 0) da cui

= +
= +
=
0 z 2 x 2
0 z y 3
0 y x
.
Si ha un sistema omogeneo di tre equazioni nelle tre incognite x, y, z che ha sempre la so-
luzione nulla ed ha solo tale soluzione in quanto
2 0 2
1 3 0
0 1 1

6 2 8 = 0.
I tre vettori sono quindi linearmente indipendenti e Iormano una base di R
3
.

iii) Per esprimere il vettore (1, 0, 1) nella base scelta si devono determinare i coeIIi-
cienti x, y, z tali che:
(1, 0, 1) x(1, 0, 2) y (1, 3, 0) z(0, 1, 2) (x y, 3y z, 2x 2z).
Si ottiene il sistema

= +
= +
=
1 z 2 x 2
0 z y 3
1 y x
che ha soluzioni x
8
5
, y
8
3
, z
8
9
.


1.5
i) Considerato nello spazio vettoriale R
4
il sottospazio vettoriale:
H
1
{(a
1
, a
1
, a
1
, 0) / a
1
R}
si osserva che il generico elemento di H
1
si puo scrivere come a
1
(1, 1, 1, 0) quindi e com-
binazione lineare del vettore (1,1, 1, 0) che costituisce la base cercata. Risulta dim H
1
1.

ii) Considerato nello spazio vettoriale R
4
il sottospazio vettoriale
H
2
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
1
a
2
a
3
0, a
2
2a
3
0}
osserviamo che tra le componenti del generico elemento vale la relazione a
2
2a
3
, da cui
sostituendo nell`altra condizione si ottiene a
1
a
2
a
3
a
1
2a
3
a
3
0 ossia a
1
a
3
.
Il generico elemento di H
2
e quindi del tipo (a
1
, 2a
1
, a
1
, a
4
) e si puo scrivere come
a
1
(1, 2, 1, 0) a
4
(0, 0, 0, 1). Poiche i vettori (1, 2, 1, 0) ed (0, 0, 0, 1) sono linearmente
indipendenti (in quanto le loro componenti non sono in proporzione) e generano H
2
costi-
tuiscono la base cercata e risulta dim H
2
2.

iii) Considerato nello spazio vettoriale R
4
il sottospazio vettoriale
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
8
H
3
L (0, 2, 1, 1), (1, 2, 1, 1), (1, 0, 2, 0) ~
i tre vettori dati costituiscono un sistema di generatori di H
3
. Una base di H
3
e costituita da
quanti tra questi sono linearmente indipendenti. (0, 2, 1, 1), (1, 2, 1, 1) sono linearmente
indipendenti in quanto le loro componenti non sono in proporzione, (1, 0, 2, 0) e linear-
mente dipendente dagli altri due in quanto risulta (1, 0, 2, 0) (0, 2, 1, 1) (1, 2, 1, 1).
Una base di H
3
e quindi (0, 2, 1, 1), (1, 2, 1, 1)} e risulta dim H
3
2.


1.6
Osserviamo anzitutto che lo spazio vettoriale reale R
2
|t| dei polinomi di grado minore od
uguale a 2 a coeIIicienti reali ha dimensione 3 perche la base standard e: 1, t, t
2
}.
Ricordiamo che k vettori sono linearmente indipendenti se l`unica loro combinazione line-
are che da il vettore nullo e quella a coeIIicienti tutti nulli. Il massimo numero di vettori li-
nearmente indipendenti di uno spazio vettoriale coincide con la dimensione dello spazio.
k vettori Iormano un insieme di generatori dello spazio vettoriale V se ogni vettore di V si
puo esprimere come loro combinazione lineare. Il minimo numero di generatori coincide
con la dimensione dello spazio.
Una base di V e un insieme di vettori linearmente indipendenti che generano V. Il numero
dei vettori della base e la dimensione dello spazio.
i) Consideriamo ora l`insieme A 1 t, 2t t
2
, 1 3t t
2
}.
I vettori sono linearmente indipendenti se risulta a(1 t) b(2t t
2
) c(1 3t t
2
) 0 se
e soltanto se a b c 0. EIIettuando i calcoli si ha (a c) (a 2b 3c)t (b c)t
2
0
da cui si ottiene il sistema omogeneo

= +
= + +
= +
0 c b
0 c 3 b 2 a
0 c a
che ha sempre la soluzione nulla; ha
altre soluzioni se il determinante dei coeIIicienti e uguale a zero.
Nel nostro caso
1 1 0
3 2 1
1 0 1
2 1 3 0 quindi esistono combinazioni lineari dei tre vet-
tori che danno il vettore nullo a coeIIicienti non tutti nulli.
Ne segue che i tre vettori sono linearmente dipendenti.
Notiamo che si puo anche direttamente osservare che 1 3t t
2
e la somma di 1 t e di
2t t
2
; quindi i tre polinomi sono linearmente dipendenti.
I tre vettori non Iormano un insieme di generatori perche essendo solo due indipendenti
l`insieme delle loro combinazioni lineari e un sottospazio di dimensione 2 e non coincide
con R
2
|t| che ha dimensione 3. Quindi non Iormano una base.

ii) Consideriamo ora l`insieme B 1 2t, 3 t
2
, 1 t t
2
}.
I vettori sono linearmente indipendenti se risulta a(1 2t) b(3 t
2
) c(1 t t
2
) 0 se e
soltanto se a b c 0. EIIettuando i calcoli si ha (a 3b c) (2a c)t (b c)t
2
0
da cui si ottiene il sistema omogeneo

= +
= +
= + +
0 c b
0 c a 2
0 c b 3 a
che ha sempre la soluzione nulla. Poi-
che il determinante dei coeIIicienti
1 1 0
1 0 2
1 3 1
2 1 6 = 0 questa e l`unica soluzione ed i
vettori sono linearmente indipendenti. Un insieme di vettori linearmente indipendenti in
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 9
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
numero eguale alla dimensione dello spazio e anche un insieme di generatori ed una base.

iii) Consideriamo ora l`insieme C 3 2t t
2
, 2 t t
2
}.
I due vettori sono linearmente indipendenti in quanto le loro componenti non sono in
proporzione. I due vettori non possono generare un spazio di dimensione 3 quindi non sono
un insieme di generatori di R
2
|t| e neppure una base.

iv) Consideriamo ora l`insieme D 3 2t t
2
, 5 t, 2 3t t
2
, 2 4t
2
}.
In R
2
|t| di dimensione 3 quattro vettori sono sempre linearmente dipendenti. Si vede che
(3 2t t
2
) (2 3t t
2
) 5 t quindi lo spazio generato da D e generato anche da
3 2t t
2
, 2 3t t
2
, 2 4t
2
}. Come nei casi di A e B vediamo se questi tre vettori gene-
rano R
2
|t|, cioe se ogni polinomio a bt ct
2
si puo esprimere come:
x(3 2t t
2
) y(2 3t t
2
) z(2 4t
2
).
EIIettuando i calcoli si ha (3x 2y 2z) (2x 3y)t (x y 4z)t
2
a bt ct
2
da cui
si ottiene il sistema

= +
= +
= + +
c z 4 y x
b y 3 x 2
a z 2 y 2 x 3
che ha sempre una ed una sola soluzione poiche il
determinante dei coeIIicienti
4 1 1
0 3 2
2 2 3

36 4 6 16 =0.
Riassumendo D e un insieme di vettori che generano R
2
|t| ma sono linearmente dipendenti
e quindi non formano una base.


1.7
Per provare che un sottoinsieme A e un sottospazio vettoriale di M
2,2
, applicando il primo
criterio dei sottospazi dobbiamo vedere:
1) se considerate due matrici X ed Y di A anche la matrice X Y appartiene ad A;
2) se considerato un numero reale ed una matrice X di A anche la matrice X appar-
tiene ad A.
1) Le matrici X ed Y di A sono del tipo X
b 2 a b
0 a
+
ed Y
' b 2 ' a ' b
0 ' a
+
con a, b,
a', b' reali. Risulta X Y
b 2 a b
0 a
+

' b 2 ' a ' b
0 ' a
+

) ' b 2 ' a ( ) b 2 a ( ' b b
0 ' a a
+ + + +
+

per la deIinizione di somma di matrici.
Ma in R (a 2b) (a' 2b') (a a') 2(b b') quindi la matrice X Y e
) ' b b ( 2 ) ' a a ( ' b b
0 ' a a
+ + + +
+
ed ha il termine del tipo a
22
che e somma del termine
a
11
e del doppio del termine a
21
ed appartiene all`insieme A.
2) Considerato un numero reale ed una matrice X
b 2 a b
0 a
+
di A risulta:
X
b 2 a b
0 a
+

) b 2 a ( b
0 a
+
per la deIinizione di prodotto di un reale per
una matrice
b 2 a b
0 a
+
in quanto in R (a 2b) a 2b. Quindi X ha il
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
10
termine del tipo a
22
che e somma del termine a
11
e del doppio del termine a
21
ed ap-
partiene all`insieme A. A un sottospazio vettoriale.
Per individuare una base di A si possono considerare le sue due matrici L
1 0
0 1
ed
M
2 1
0 0
. Esse sono linearmente indipendenti in quanto i loro elementi non sono in pro-
porzione e generano A in quanto per ogni matrice X di A risulta:
X
b 2 a b
0 a
+
a
1 0
0 1
b
2 1
0 0
quindi L, M} e una base di A ed A ha dimensione 2.
Consideriamo ora il sottoinsieme B

+
R y , x /
2 y 0
y x
. E` immediato veriIicare che
B non un sottospazio vettoriale in quanto, ad esempio, non contiene l`elemento neutro
che e la matrice nulla. Scegliendo inIatti x y 0 si ottiene la matrice di B
2 0 0
0 0
+
.


1.8
i) Per costruzione A e generato dalle quattro matrici
2 1
1 0
,
2 3
1 0
,
1 1
2 0
,
3 2
1 0

:
esse ne costituiscono quindi un sistema di generatori. Una base di A si ottiene individuan-
do il massimo numero di matrici linearmente indipendenti tra quelle date. Si vede che
2 3
1 0

3 2
1 0

1 1
2 0

quindi la terza matrice e combinazione delle prime due.


Consideriamo ora le tre matrici
2 1
1 0
,
1 1
2 0
,
3 2
1 0

: esse sono linearmente indipendenti


se l`unica loro combinazione lineare che da la matrice nulla e quella a coeIIicienti tutti nul-
li. Cerchiamo dei numeri x, y, z tali che
0 0
0 0
2 1
1 0
z
1 1
2 0
y
3 2
1 0
x = +

+ . Sviluppan-
do i calcoli si ottiene il sistema omogeneo

= + +
= +
= + +
0 z 2 y x 3
0 z y x 2
0 z y 2 x
. Esso ha solo la soluzione nulla
x y z 0 se e solo se il determinante dei coeIIicienti e diverso da zero. Risulta
2 1 3
1 1 2
1 2 1
2 6 2 3 1 8 0 quindi il sistema ammette soluzioni non nulle

=
=
=
k 5 z
k y
k 3 x
e si ha:
2 1
1 0
5
1 1
2 0
3 2
1 0
3 =

+ .
Tra le quattro matrici solo due sono linearmente indipendenti: scegliamo, ad esempio,

3 2
1 0
e
1 1
2 0

. Esse sono indipendenti in quanto i loro termini non sono in proporzione


e quindi Iormano la base cercata. In modo analogo due qualunque Ira le matrici date po-
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 11
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
trebbero essere scelte per Iormare una base di A e risulta dim A 2.

ii) Considerata ora la matrice
3 1 1
3 0
+
per veriIicare se appartiene ad A vediamo se
e possibile esprimerla nella base scelta cioe determinare coeIIicienti incogniti x ed y per
cui risulti :
3 1 1
3 0
+
x
3 2
1 0
y
1 1
2 0


y x 3 y x 2
y 2 x 0
+
+
da cui

+ = +
=
= +
3 1 y x 3
1 y x 2
3 y 2 x
.
Il sistema di tre equazioni in due incognite e compatibile in quanto la terza equazione e
somma delle altre due ed ha soluzione:
5
1 3 2
y
5
2 3
x

=
+
= , .

1.9
i) In R
3
|t| il sottoinsieme A p(t) p
0
p
1
t (2p
1
p
0
)t
3
/ p
0
, p
1
R} e Iormato da
polinomi p(t) p
0
p
1
t p
2
t
2
p
3
t
3
con p
2
0 e p
3
2p
1
p
0
. Esso e sottospazio vettoria-
le se soddisIa alle due condizioni del criterio dei sottospazi:
1) p(t) A e q(t) A p(t) q(t) A.
Considerati due polinomi di A: p(t) a
0
a
1
t (2a
1
a
0
)t
3
e q(t) b
0
b
1
t (2b
1
b
0
)t
3

risulta: p(t) q(t) a
0
a
1
t (2a
1
a
0
)t
3
b
0
b
1
t (2b
1
b
0
)t
3
(a
0
b
0
) (a
1
b
1
)t
|2(a
1
b
1
) (a
0
b
0
)|t
3
A in quanto risulta p
2
0 e p
3
2p
1
p
0
.
2) p(t) A e h R hp(t) A.
Considerati h R e p(t) a
0
a
1
t (2a
1
a
0
)t
3
A risulta hp(t) h|a
0
a
1
t (2a
1
a
0
)t
3
|
ha
0
ha
1
t h(2a
1
a
0
)t
3
ha
0
ha
1
t (2ha
1
ha
0
)t
3
A in quanto risulta p
3
2p
1
p
0

e p
2
0

ii) VeriIichiamo che i polinomi di A, 1 t
3
e t 2t
3
, ottenuti rispettivamente per p
0
1
e p
1
0 e per p
0
0 e p
1
1 Iormano una base di A.
I due polinomi sono linearmente indipendenti perche i loro coeIIicienti non sono in pro-
porzione e generano A perche per ogni polinomio p(t) di A risulta:
p(t) p
0
p
1
t (2p
1
p
0
)t
3
p
0
(1 t
3
) p
1
(t 2t
3
).


1.10
Considerato il sottospazio A L
2 0
2 0
,
1 0
1 2
,
1 0
3 2

~ di M
2,2
:
i) per costruzione il sottospazio A e generato dalle tre matrici
2 0
2 0
,
1 0
1 2
,
1 0
3 2

:
esse ne costituiscono quindi un sistema di generatori. Una base di A si ottiene individuan-
do il massimo numero di matrici linearmente indipendenti tra le tre date. Si vede Iacilmen-
te che
2 0
2 0

1 0
1 2
1 0
3 2

quindi le tre matrici non sono linearmente indipendenti.


Le matrici
1 0
1 2
e
1 0
3 2

sono linearmente indipendenti in quanto i loro termini non so-


no in proporzione e quindi Iormano la base cercata. In modo analogo due qualunque Ira le
tre matrici potrebbero essere scelte per Iormare una base di A e risulta dim A 2.
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
12
ii) Considerata ora la matrice
2 0
1 3

esprimiamola nella base scelta cioe determi-


niamo coeIIicienti incogniti x ed y per cui risulti:
2 0
1 3

x
1 0
3 2
y
1 0
1 2


y x 0
y x 3 y 2 x 2

+ +
da cui

=
= +
= +
2 y x
1 y x 3
3 y 2 x 2
.
Il sistema di tre equazioni in due incognite e compatibile in quanto la seconda equazione e
somma delle altre due ed ha soluzione: x - 1/4 ed y 7/4.


1.11
i) Considerato in R
4
il sottospazio vettoriale H {(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / 2a
1
a
3
0} rica-
vando dalla condizione che lo deIinisce a
3
2a
1
possiamo scrivere il generico elemento di
H come (a
1
, a
2
, 2a
1
, a
4
). Poiche ci sono tre parametri il vettore generico si puo ottenere co-
me combinazione lineare dei vettori di H: (1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 0), (0, 0, 0, 1) che si otten-
gono ponendo uno dei parametri a
i
uguale ad 1 e gli altri due uguali a zero:
(a
1
, a
2
, 2a
1
, a
4
) a
1
(1, 0, 2, 0) a
2
(0, 1, 0, 0) a
4
(0, 0, 0, 1).
Tali vettori sono linearmente indipendenti in quanto
a
1
(1, 0, 2, 0) a
2
(0, 1, 0, 0) a
4
(0, 0, 0, 1) (0, 0, 0, 0) se e solo se a
1
a
2
a
4
0
e quindi costituiscono una base di H e risulta dim H 3.
Considerato il sottospazio vettoriale K generato da (1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 0),
(3, 1, 6, 1) una sua base e Iormata dal massimo numero di vettori linearmente indipenden-
ti tra i generatori.
Risulta (3, 1, 6, 1) 3(1, 0, 2, 0) (0, 1, 0, 1) quindi una possibile base e Iormata da
(1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 0) se sono linearmente indipendenti.
Risulta x(1, 0, 2, 0) y(0, 1, 0, 1) z(0, 0, 1, 0) (x, y, 2x z, y) (0, 0, 0, 0) se e solo
se x y z 0 quindi i tre vettori sono linearmente indipendenti ed una base di K e:
(1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 0)} e dim K 3.

ii) R
4
ha dimensione 4: ogni sua base contiene quattro vettori quindi, per costruirne
una a partire dalla base di K si deve aggiungere, se possibile, un vettore della base di H li-
nearmente indipendente dagli altri. Esaminiamoli separatamente:
(1, 0, 2, 0) appartiene alla base di K e quindi non puo essere utilizzato.
Consideriamo ora (0, 1, 0, 0) e proviamo se i vettori (1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 0) e
(0, 1, 0, 0) sono linearmente indipendenti. Risulta:
x(1, 0, 2, 0) y(0, 1, 0, 1) z(0, 0, 1, 0) t(0, 1, 0, 0) (x, y t, 2x z, y) (0, 0, 0, 0)
se e solo se x 0, y t 0, 2x z 0, y 0 quindi se e solo se x y z t 0.
Quattro vettori linearmente indipendenti di uno spazio di dimensione 4 ne costituiscono
una base. Una possibile base e: (1, 0, 2, 0), (0, 1, 0, -1), (0, 0, 1, 0), (0, 1, 0, 0)].


1.12
Applichiamo, ad esempio, il secondo criterio dei sottospazi: H e sottospazio R
4
se scelti
comunque x ed y appartenenti ad H ed e reali anche x + y appartiene ad H.
i) il sottoinsieme H
1
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
2
a
3
a
4
0} e Iormato da quaterne la cui
quarta componente e del tipo a
4
a
3
a
2
.
VeriIichiamo se H
1
e un sottospazio cioe se considerati due suoi elementi:
x (a
1
, a
2
, a
3
, a
3
a
2
) ed y (b
1
, b
2
, b
3
, b
3
b
2
) ed i numeri reali e anche x + y ap-
partiene ad H.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 13
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Risulta x + y (a
1
, a
2
, a
3
, a
3
a
2
) (b
1
, b
2
, b
3
, b
3
b
2
)
(a
1
b
1
, a
2
b
2
, a
3
b
3
, (a
3
a
2
) (b
3
b
2
))
(a
1
b
1
, a
2
b
2
, a
3
b
3
, (a
3
b
3
) (a
2
b
2
))
che appartiene ad H in quanto la quarta componente e diIIerenza della terza e della secon-
da.
I vettori di H
1
(1, 0, 0, 0), (0, 1, 0, 1), (0, 0, 1, 1)} ne Iormano una base in quanto sono
linearmente indipendenti e lo generano poiche risulta:
x (a
1
, a
2
, a
3
, a
3
a
2
) a
1
(1, 0, 0, 0) a
2
(0, 1, 0, 1) a
3
(0, 0, 1, 1).

ii) Il sottoinsieme H
2
{(a
1
, a
2
, a
3
, a
4
) / a
1
a
4
1 0} non e un sottospazio vettoriale
in quanto, ad esempio, non contiene il vettore nullo (0, 0, 0, 0) poiche le sue componenti
non soddisIano la condizione a
1
a
4
1 0.


1.13
i) Si dice che m vettori v
1
, v
2
,., v
m
dello spazio vettoriale V su un campo K sono un
sistema di generatori di V se ogni vettore di V si puo esprimere come loro combinazione
lineare. In simboli v V, a
1
, a
2
, ., a
m
K tali che v a
1
v
1
a
2
v
2
. a
m
v
m
.

ii) Si dice che m vettori v
1
, v
2
,., v
m
dello spazio vettoriale V su un campo K sono li-
nearmente indipendenti se l`unica loro combinazione lineare che da il vettore nullo e
quella che ha i coeIIicienti tutti nulli.
In simboli: a
1
v
1
a
2
v
2
. a
m
v
m
0 a
1
a
2
. a
m
0.

iii) Si dice che m vettori v
1
, v
2
,., v
m
dello spazio vettoriale V su un campo K Iormano
una base di V se sono linearmente indipendenti e Iormano un sistema di generatori.

iv) Se ogni vettore v di V si scrive in modo unico come combinazione lineare di
v
1
,.., v
n
} e immediato che v
1
,.., v
n
} sia un sistema di generatori.
Inoltre esprimendo il vettore nullo mediante v
1
,.., v
n
} si ha:
0 x
1
v
1
x
2
v
2
. x
n
v
n
0v
1
.. 0v
n
.
Per l`unicita della scrittura deve essere x
1
0, x
2
0, . x
n
0 e quindi i vettori sono line-
armente indipendenti. Un sistema di generatori linearmente indipendenti e una base di V.

v) Supponiamo che v
1
,., v
n
} sia una base di V e proviamo che ogni vettore v di V si
scrive in modo unico come combinazione lineare di v
1
,., v
n
}.
Se v avesse due scritture: v x
1
v
1
x
2
v
2
. x
n
v
n
x
'
1
v
1
x
'
2
v
2
.. x
'
n
v
n
si avrebbe
(x
1
x
'
1
)v
1
(x
2
x
'
2
)v
2
. (x
n
x
'
n
)v
n
0.
Poiche v
1
,., v
n
sono linearmente indipendenti l`unica loro combinazione lineare che da il
vettore nullo e quella a coeIIicienti tutti nulli. Ne segue che x
1
x
'
1
, x
2
x
'
2
,..., x
n
x
'
n
.


1.14
Sia V uno spazio vettoriale su R. Fissati m vettori di V, v
1
, v
2
,., v
m
, viene indicato con
L L v
1
, v
2
,., v
m
~ l`insieme delle loro combinazioni lineari, cioe dei vettori del tipo:
v a
1
v
1
a
2
v
2
. a
m
v
m

dove a
1
,., a
m
sono numeri reali.
Vogliamo dimostrare che L v
1
, v
2
,., v
m
~ e un sottospazio vettoriale di V. Allo scopo ap-
plicando ad esempio il primo criterio dei sottospazi dobbiamo provare che:
1. se v e w sono vettori di L anche v w appartiene ad L;
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
14
2. se e un numero reale qualunque e v un vettore di L, anche v appartiene ad L.

1 Se v e w appartengono ad L sono del tipo v a
1
v
1
. a
m
v
m
e w b
1
v
1
. b
m
v
m
.
Risulta v w (a
1
v
1
. a
m
v
m
) (b
1
v
1
. b
m
v
m
)
a
1
v
1
. a
m
v
m
b
1
v
1
. b
m
v
m
(per la proprieta associativa)
a
1
v
1
b
1
v
1
. a
m
v
m
b
m
v
m
(per la proprieta commutativa)
(a
1
b
1
)v
1
. (a
m
b
m
)v
m
(per l`assioma II
2
della deIinizione di spazio vettoriale)
e questo e un elemento di L in quanto combinazione lineare di v
1
, v
2
,., v
m
a coeIIicienti
reali, essendo a
i
b
i
un numero reale per i 1,.m.

2 Se e un numero reale qualunque e v a
1
v
1
. a
m
v
m
un vettore di L risulta:
v (a
1
v
1
. a
m
v
m
)
(a
1
v
1
) . (a
m
v
m
) (per l`assioma II
1
della deIinizione di spazio vettoriale)
(a
1
)v
1
.(a
m
)v
m
(per l`assioma II
3
della deIinizione di spazio vettoriale)
e questo e un elemento di L in quanto combinazione lineare di v
1
, v
2
,., v
m
a coeIIicienti
reali, essendo a
i
un numero reale per i 1,.m.


1.15
Sia V uno spazio vettoriale su R e siano H e K due suoi sottospazi. Vogliamo dimostrare
che il sottoinsieme S Iormato dai vettori del tipo x y dove x varia in H ed y varia in K e
un sottospazio vettoriale di V. Allo scopo applicando ad esempio il primo criterio dei sot-
tospazi dobbiamo provare che:
1. se v e w sono vettori di S anche v w appartiene ad S;
2. se e un numero reale qualunque e v un vettore di S, anche v appartiene ad S.

1 Se v e w appartengono ad S sono del tipo v x y e w x' y' con x e x' H ed y e
y' K.
Risulta v w (x y) (x' y') x y x' y' (per la proprieta associativa)
x x' y y' (per la proprieta commutativa) (x x') (y y') (per la proprieta asso-
ciativa).
Ora poiche x e x' H ed H e sottospazio vettoriale anche x x' appartiene ad H e poiche y
ed y' K e K e sottospazio vettoriale anche y y' appartiene a K; quindi v w e somma
di un vettore di H e di uno di K e quindi e un elemento di S.

2 Se e un numero reale qualunque e v x y un vettore di S risulta: v ( x y)
x y (per l`assioma II
1
della deIinizione di spazio vettoriale).
Poiche x appartiene al sottospazio H anche x appartiene ad H, poiche y appartiene al sot-
tospazio K anche y appartiene a K quindi v e somma di un vettore di H e di uno di K e
percio e un elemento di S.


1.16
Il primo criterio per i sottospazi vettoriali aIIerma che:
J e un sottospa:io di J se e chiuso rispetto alle due opera:ioni. Ossia.
1) J e J J,
2) J e J.
Il secondo criterio aIIerma che:
J e un sottospa:io di J se. J, J e , J.
Dimostriamone ora l`equivalenza.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 15
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Supponiamo che il sottoinsieme V' soddisIi al primo criterio e dimostriamo che soddisIa al
secondo. Considerati due suoi vettori u e v e due numeri reali e applicando la condi-
zione 2 del primo criterio risulta che anche u e v appartengono a V'. Applicando a tali
vettori la condizione 1 del primo criterio risulta che anche u v appartiene a V'.
Viceversa proviamo che se il sottoinsieme V' soddisIa al secondo criterio soddisIa anche al
primo.
Considerati due suoi vettori u e v qualunque scegliamo come numeri reali 1: per
l`assioma II
4
della deIinizione di spazio vettoriale ed applicando il secondo criterio anche il
vettore 1u 1v u v appartiene a V'.
Considerati due suoi vettori u e v qualunque scegliamo come numeri reali qualunque e
0: ricordando che 0v 0 ed applicando il secondo criterio, anche il vettore u 0v
u 0 u appartiene a V'.


1.17
i) u ( v) v u; Vera: e una proprieta del prodotto esterno.
ii) u (v + w) (u v) w; Falsa: risulta u (v + w) (u v) (u w).
iii) u 2 v 2(u v); Vera: e un caso particolare di u (v) (u v).
iv) u v w u v w; Vera.
v) u v w v u w; Falsa: risulta u v w v u w.
vi) u
2
u u; Vera.


1.18
i) Considerati i vettori u 2i j 3k, v i 2j + 2k calcoliamo:
u 3v 2i j 3k - 3(i 2j + 2k) i 7j - 3k
(u 3v) v
2 2 1
3 7 1
k j i
8i j + 5k.
Si puo anche osservare, ricordando la proprieta distributiva del prodotto vettoriale, che:
(u 3v) v (u v) 3(v v) u v
2 2 1
3 1 2
k j i
8i j + 5k e quindi:
|(u 3v) v| u
3 1 2
5 1 8


k j i
2i 34j + 10k.

ii) Un vettore parallelo e concorde ad u e del tipo u' a(2i j 3k) con a reale posi-
tivo.
Il modulo di v e
2
v 4 4 1 + + 3. Risulta
2
' u a
2
(4 1 9) 14a
2

2
v 9 se
e solo se a
14
3
. Quindi u'
14
3
(2i j 3k).

Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
16
1.19
i) I tre vettori u 2i j
2
1
k, v
2
1
i j + k, w 2i 4j 2k dello spazio S
3

Iormano una base di S
3
(di dimensione 3) se sono linearmente indipendenti e quindi se il
loro prodotto misto e diverso da 0.
2 4 2
1 1
2
1
2
1
1 2

4 2 1 1 8 1 1 = 0. Formano una base.


ii) Un vettore ortogonale ad u ed a v e parallelo ad u v
1 1
2
1
2
1
1 2
k j i


2
3
i
4
7
j
2
5
k. Il vettore cercato e quindi del tipo x (
2
3
i
4
7
j
2
5
k).
iii) Un vettore parallelo a v e concorde con v e del tipo x v (
2
1
i j + k) con
~ 0.
AIIinche x abbia norma 3 deve essere x ) 1 1
4
1
( u
2
+ + u
2
3
3 da cui u 2.
Dovendo essere positivo risulta 2 e x 2(
2
1
i j + k).


1.20
i) Per calcolare ((u 2v) v) w applichiamo la proprieta distributiva.
((u 2v) v) w (u v w) - (2v v w) u v w in quanto il prodotto esterno
di due vettori paralleli e nullo.
Considerando i tre vettori u 2i 3j k , v 3j k , w i j 3k risulta:
u v
1 3 0
1 3 2
k j i
6i 2j 6k e u v w
3 1 1
6 2 6


k j i
12j 4k.

ii) Un vettore ortogonale ad u ed a v e parallelo ad u v 6i 2j 6k.
Il vettore cercato e quindi del tipo x (6i 2j 6k).

iii) I tre vettori dati sono linearmente indipendenti se il loro prodotto misto e diverso da
zero. Calcoliamo u v w
3 1 1
1 3 0
1 3 2

18 3 3 2 26 = 0. u, v, w sono line-
armente indipendenti.

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 17
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
1.21
Consideriamo i tre vettori dati nello spazio S
3
: u 2i j k, v i 3j k, w j 3k:
i) due vettori di S
3
sono ortogonali se il loro prodotto scalare e nullo. Calcoliamo:
u v 2 3 1 0 i vettori u e v sono ortogonali;
u w 1 3 / 0 i vettori u e w non sono ortogonali;
v w 3 3 0 i vettori v e w sono ortogonali.

ii) Considerati ad esempio i vettori ortogonali u e v si ottiene una base ortogonale
costruendo come terzo vettore il loro prodotto esterno.
u v
1 3 1
1 1 2


k j i
4i + j + 7k
u, v, u v } Iormano una base di S
3
perche sono in numero eguale alla dimensione dello
spazio e sono linearmente indipendenti in quanto non complanari essendo a due a due or-
togonali.


1.22
i) I tre vettori u 2i j 3k, v 6i j, w i j k dello spazio S
3
sono linear-
mente indipendenti se il loro prodotto misto e diverso da 0.
1 1 1
0 1 6
3 1 2

2 18 3 6 13 = 0. Sono linearmente indipendenti.



ii) Risulta (2u v) . (v w) (2i 3j 6k) . (7i k) 14 6 8.

iii) Un vettore ortogonale ad u ed a v e parallelo ad u v
0 1 6
3 1 2

k j i

3i 18j 8k.
Il vettore cercato e quindi del tipo x (3i 18j 8k). Determiniamo in modo che sia
x 3 . Risulta x 64 324 9 u + + 3 se
397
3
.


1.23
Considerati i vettori u i j k e v 3i j k, un vettore parallelo ad u e del tipo
w x(i j k). Per imporre che abbia lo stesso modulo di u v calcoliamo dapprima tale
vettore: u v
1 1 3
1 1 1
k j i
2i 4j 2k. Risulta v u 4 16 4 + + 24 w

2 2 2
x x x + + se 3x
2
24 da cui x 2 2 . Quindi w 2 2 (i j k).


1.24
Capitolo I - Calcolo Vettoriale
Universita di Torino
18
Considerati i vettori u i 2j k e v 3i j k, w i j k:
i) (u 3v) w (i 2j k 9i 3j 3k) (i j k) (8i 5j 4k) (i j k)
8 5 4 17 in quanto in una base ortonormale il prodotto scalare di due vettori e il
numero che si ottiene sommando i prodotti delle componenti omonime dei due vettori.

ii) il volume del tetraedro individuato da u, v, w e un sesto del valore assoluto del pro-
dotto misto dei tre vettori, quindi u v w
1 1 1
1 1 3
1 2 1


2 e V 2
6
1

3
1
.


1.25
Considerati in S
3
i vettori u i 2j e v 3i 4k, w i j k:
i) in S
3
, di dimensione 3, tre vettori Iormano una base se sono linearmente indipen-
denti, cioe non complanari, e quindi se il loro prodotto misto e diverso da zero.
u v w
1 1 1
4 0 3
0 2 1

8 4 6 2 0.
Esprimere il vettore k nella base B' signiIica determinare tre numeri reali x, y, z tali che ri-
sulti k xu yv zw x(i 2j) y(3i 4k) z(i j k) ovvero
k (x 3y z)i (2x z)j (4y z)k.
Uguagliando i coeIIicienti dei vettori i, j, k si ottiene il sistema

= +
=
= + +
1 z y 4
0 z x 2
0 z y 3 x
che ha so-
luzioni
3 z
2
1
y
2
3
x
e quindi risulta k
2
3
u
2
1
v 3w.
ii) Per calcolare il doppio prodotto esterno calcoliamo dapprima
u v
4 0 3
0 2 1
k j i
8i 4j 6k poi (u v) w
1 1 1
6 4 8


k j i
2i 14j 12k.
Il modulo di tale vettore e: (u v) w 144 196 4 344 .

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 19
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica

CAPITOLO II

GEOMETRIA ANALITICA PIANA


2.1 - Nel piano cartesiano sono date le rette r: 4x 3y 10 0, s: x 5y 6 0 e
t: 3x 2y 1 0. Determinare:
i) perimetro ed area del triangolo da esse individuato;
ii) l`equazione della retta contenente, a scelta, un`altezza del triangolo.

2.2 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le cir-
conIerenze o
1
e o
2
di equazioni rispettivamente:
o
1
: x
2
y
2
2y 9 0 e o
2
: x
2
y
2
3x y 10 0.
Nel Iascio di circonIerenze individuato da o
1
e o
2
determinare:
i) l`equazione dell`asse radicale;
ii) le coordinate degli eventuali punti base;
iii) l`equazione dell`asse centrale;
iv) l`equazione della circonIerenza del Iascio avente raggio minimo.

2.3 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le cir-
conIerenze:
1
: x
2
y
2
2x 4y 5 0 e
2
: x
2
y
2
12x 23 0:
i) veriIicare che sono secanti;
ii) scrivere l`equazione della circonIerenza passante per i loro punti comuni e per
l`origine del riIerimento;
iii) scrivere l`equazione della retta tangente a
1
nel suo punto A(4, 3).

2.4 - Fra le circonIerenze passanti per A (1, 0) ed ivi tangenti alla retta x y 1 0 si tro-
vino quelle di raggio
2 2
1
.

2.5 - Data la circonIerenza : x
2
y
2
2x 2y 3 0 ed il suo punto A(0, 3) determinare:
i) centro e raggio di ;
ii) la tangente a in A;
iii) gli altri vertici del quadrato inscritto in avente un vertice in A.

2.6 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati i punti
P(1, 2) ed A(2, 0). Determinare:
i) l`equazione della circonIerenza di centro P e passante per A;
ii) l`equazione della retta tangente a in A;
iii) l`equazione della circonIerenza tangente a in A ed avente centro sulla retta 2x
3y 0;
iv) l`equazione della retta BC dove ABC e il triangolo equilatero inscritto in ed a-
vente un vertice in A.

2.7 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico si consideri il
Iascio di circonIerenze: (x
2
y
2
5x 3y 6) (x
2
y
2
3x y) 0. Detrminare:
i) l`asse radicale, l`asse centrale ed i punti base A e A' del Iascio;
ii) l`equazione della circonIerenza del Iascio avente raggio minimo;
Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
20
iii) l`equazione della retta BC dove ABC e il triangolo equilatero inscritto in ed
avente un vertice in A.

2.8 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati i punti
A(1, 0), B(3, 4) e C(2, 3). Determinare:
i) l`area del triangolo di vertici A, B, C;
ii) l`equazione della generica circonIerenza passante per A e B;
iii) l`equazione della circonIerenza circoscritta al triangolo.

2.9 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico di origine O,
sono dati la circonIerenza di equazione x
2
y
2
2x 4y 0 ed il suo punto A(2, 0).
Determinare:
i) l`equazione della retta tangente a in A;
ii) l`area di un triangolo rettangolo inscritto in ed avente come cateto OA;
iii) l`equazione della generica circonIerenza tangente a in A;
iv) l`equazione della circonIerenza avente centro sulla retta x y 0 e tangente a in A.

2.10 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati i
punti A(2, 1), B(3, 2). Determinare:
i) l`equazione di tutte le circonIerenze passanti per A e B;
ii) l`equazione della circonIerenza di raggio minimo tra tutte le circonIerenze pas-
santi per A e B;
iii) l`equazione della retta tangente a in A.

2.11 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare
l`equazione delle circonIerenze passanti per i punti A(1, 2) e B(1, 4) e che determinano
sull`asse x una corda di lunghezza 8.
Tra le due circonIerenze trovate, una ha centro C(3, 2): determinare l`area del triangolo
ABC.

2.12 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati la
circonIerenza o di equazione: x
2
y
2
5 ed il suo punto P(2, 1). Determinare:
i) l`equazione della circonIerenza o' passante per l`origine e tangente a o in P;
ii) l`equazione della tangente in P comune a o e o';
iii) l`equazione delle rette contenenti i lati del quadrato circoscritto a o ed avente un la-
to passante per P.

2.13 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare le
equazioni delle parabole di asse la retta r di equazione x y 0, direttrice la retta d di e-
quazione x y 2 0 e passanti per il punto A(0, 8), precisandone Iuoco e vertice.

2.14 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati: la
circonIerenza di equazione: x
2
y
2
2x 2y 2 0, il suo punto P(3, 1) e la retta r di
equazione: x y 0. Determinare:
i) l`equazione della circonIerenza tangente a in P ed avente il centro sulla retta r;
ii) l`equazione della retta s tangente a in P;
iii) l`equazione ed il tipo della conica avente Iuoco in P, direttrice relativa a P la retta r
e passante per il punto A(2, 2);
iv) l`area del triangolo avente un lato su r, uno su s ed uno sulla congiungente P con il
centro C di .
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 21
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Soluzioni

2.1
i) Considerate le rette r: 4x 3y 10 0, s: x 5y 6 0, t: 3x 2y 1 0 deter-
miniamo i vertici del triangolo intersecandole a due a due.
Il sistema Iormato dalle equazioni di r e di s

= + +
= +
0 6 y 5 x
0 10 y 3 x 4
ha soluzione
2 y
4 x
quin-
di r ed s si intersecano in A(4, 2).
Il sistema Iormato dalle equazioni di t e di s
0 6 y 5 x
0 1 y 2 x 3
ha soluzione

=
=
1 y
1 x
quindi t
ed s si intersecano in B(1, 1).
Il sistema Iormato dalle equazioni di r e di t

= +
= +
0 1 y 2 x 3
0 10 y 3 x 4
ha soluzione

=
=
2 y
1 x
quindi
r e t si intersecano in C(1, 2).
Determiniamo ora le lunghezze dei lati: AB 1 25 26 ; BC 9 4 + 13 ;
AC 16 9 + 5 ed il perimetro del triangolo ABC risulta: 26 + 13 + 5.
Per calcolare l`area S del triangolo ABC, detta AB la base, l`altezza e la distanza di C dalla
retta s che passa per AB. dist(C, s)
26
6 10 1 + +

26
17
.
Quindi S(ABC)
26
17
26
2
1

2
17
.
ii) Determiniamo le equazioni delle tre rette contenenti le altezze.
La retta contenente l`altezza relativa al lato AB e la retta per C perpendicolare ad s quindi
parallela al vettore ortogonale ad s (1, 5)
Essa ha equazione
5
2 y
1
1 x
=

da cui 5x - y - 3 0.
La retta contenente l`altezza relativa al lato AC e la retta per B perpendicolare ad r quindi
parallela al vettore ortogonale ad r (4, 3).
Essa ha equazione
3
1 y
4
1 x +
=
+
da cui 3x - 4y - 1 0.
La retta contenente l`altezza relativa al lato BC e la retta per A perpendicolare a t quindi
parallela al vettore ortogonale a t (3, 2).
Essa ha equazione
2
2 y
3
4 x

+
=

da cui 2x + 3y - 2 0.

2.2
i) Il Iascio di circonIerenze individuato da
1
e
2
ha equazione:
(x
2
y
2
2y 9) (x
2
y
2
3x y 10) 0.
Poiche le equazioni delle due circonIerenze hanno i coeIIicienti di x
2
ed y
2
uguali ad uno
l`equazione dell`asse radicale (che e l`unica retta del Iascio) si ottiene ponendo,
nell`equazione del Iascio, 0 ossia . Risulta 3x + y 1 0.

ii) I punti base del Iascio sono gli eventuali punti comuni a tutte le circonIerenze del
Iascio e quindi anche ad una delle circonIerenze che le individuano, ad esempio
1
, ed al-
l'asse radicale. Le coordinate di tali punti sono quindi le soluzioni del sistema:
Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
22

= +
= +
0 1 y x 3
0 9 y 2 y x
2 2
da cui

= + +
=
0 9 x 6 2 ) x 3 1 ( x
x 3 1 y
2 2

che ha soluzioni:
2 y
1 x
e

=
=
4 y
1 x
.
Quindi i punti base sono A(1, 2) e B( 1, 4).


iii) L`asse centrale e la retta dei centri delle circonIerenze del Iascio ed e la perpendico-
lare all`asse radicale passante per il centro di una qualunque circonIerenza del Iascio.
Indicato con C
1
(0, 1) il centro di
1
l`asse centrale, scritto come perpendicolare all`asse ra-
dicale per C
1
, risulta x 3(y 1) 0 ossia x 3y + 3 0.

iv) Poiche tutte le circonIerenze del Iascio passano per i punti base A e B la circonIe-
renza di raggio minimo e quella di diametro AB. Essa ha come centro il punto medio di
AB: M(0, 1) e raggio AM 10 .
La sua equazione e quindi x
2
(y 1)
2
10 ossia: x
2
+ y
2
2y 9 0.
Notiamo che questa e l`equazione di
1
come si poteva dedurre essendo C
1
M.


2.3
i) Per veriIicare che due circonIerenze sono secanti non e necessario determinare i lo-
ro punti comuni, e suIIiciente veriIicare che, detti C
1
ed r
1
e C
2
ed r
2
rispettivamente i loro
centri e raggi, risulti
2 1
r r C
1
C
2
r
1
r
2
. In questo caso risulta C
1
(1, 2), r
1
10 ,
C
2
(6, 0), r
2
13 e si ha 13 10 C
1
C
2
4 25+ 29 13 10 .
Quindi le circonferenze sono secanti.
Si noti che sono necessarie entrambe le condizioni precedenti: se non e soddisIatta la prima
una circonIerenza e interna all`altra, se non e soddisIatta la seconda le due circonIerenze
sono esterne.







ii) Le circonIerenze passanti per i punti comuni a
1
e
2
appartengono al Iascio da es-
se individuato di equazione (x
2
y
2
2x 4y 5) (x
2
y
2
12x 23) 0.
La circonIerenza del Iascio passante per l`origine si ottiene per valori di e che soddi-
sIano l`equazione: 5 23 0 ottenuta sostituendo nell`equazione del Iascio ad x ed y
le coordinate dell`origine. Scegliendo, ad esempio, 23, 5 si ottiene l`equazione del-
la circonIerenza cercata: 28x
2
+ 28y
2
- 106x - 92y 0.
A
B
C
1
C
2






C
H
r
1

C
2

C
1


r
2

r
1

C
2
C
1


r
2

r
1

C
1


C
2


r
2


C
1
H ,r
2
r
1
,
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 23
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
iii) L`equazione della retta tangente a
1
nel suo punto A(4, 3) si puo ottenere con la
regola degli sdoppiamenti: 4x 3y (x 4) 2(y 3) 5 0 da cui: 3x + y - 15 0.
La retta tangente in A si puo ottenere in altro modo come la retta per A perpendicolare al
raggio AC
1
ossia al vettore A C
1
3i j.
I parametri direttori del vettore sono i coeIIicienti a e b dell`equazione cartesiana della ret-
ta: 3(x 4) y 3 0 da cui 3x + y - 15 0.


2.4
Per determinare le circonIerenze tangenti ad
una retta r in un suo punto A e di raggio as-
segnato si puo procedere in piu modi.
Si puo utilizzare la teoria dei Iasci di circon-
Ierenze: tutte le circonIerenze tangenti ad r in
A appartengono al Iascio individuato dalla
retta r (asse radicale) e dalla circonIerenza di
centro nel punto A e raggio zero.
Nel nostro caso:
(x 1)
2
y
2
k(x y 1) 0 da cui x
2
y
2
(k 2)x ky 1 k 0. La generica cir-
conIerenza ha centro nel punto C


2
k
,
2
k
1 e raggio r k 1
4
k
2
k
1
2
2
: dobbia-
mo determinare per quali valori di k risulta r
2 2
1
. Eguagliando le due espressioni ed e-
levando al quadrato si ottiene: k 1
4
k
k
4
k
1
8
1
2 2
+ + + = da cui k
2

4
1
, k
2
1
.
Le circonIerenze cercate hanno equazioni:
x
2
+ y
2

2
3
x +
2
1
y +
2
1
0 ed x
2
+ y
2

2
5
x
2
1
y +
2
3
0.

Come altro metodo si puo ricordare che tutte le circonIerenze tangenti ad una retta r in un
suo punto A hanno centro sulla retta per A perpendicolare ad r.
Nel nostro caso essendo r: x y 1 0 la perpendicolare per A ha equazione (x1)y 0,
quindi il centro delle circonIerenze cercate e C(a, a 1) al variare di a in R.
Determiniamo a in modo che il raggio CA ( )
2 2
) 1 a ( 1 a + valga
2 2
1
.
Si ottiene ( )
2 2
) 1 a ( 1 a +
2 2
1
e quadrando 2(a 1)
2

8
1
da cui a
4
3
oppure a
4
5
.
Le circonIerenze cercate hanno centro C
1


4
1
,
4
3
e C
2

4
1
,
4
5
ed il raggio assegnato
2 2
1
.
Le loro equazioni sono quindi:
8
1
4
1
y
4
3
x
2 2
=

+ +

e
8
1
4
1
y
4
5
x
2 2
=

.
Sviluppando i calcoli si riottengono le equazioni precedenti.


2.5
i) La circonIerenza di equazione x
2
y
2
2x 2y 3 0 ha centro nel punto
C(1, 1) ricordando che tali coordinate si ottengono dividendo per 2 i coeIIicienti rispet-

A
r
Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
24
tivamente di x e di y dell`equazione normale della circonIerenza (che cioe ha i coeIIicienti
di x
2
e di y
2
uguali ad 1).
Il raggio risulta r u
2 2
+ dove e sono le coordinate del centro e e il termine
noto dell`equazione della circonIerenza. Nel nostro caso r 5 3 1 1 = + + .

ii) L`equazione della tangente alla circonIerenza in un suo punto si puo scrivere con la
regola degli sdoppiamenti e si ottiene x (3 1)(y 3) 0 da cui x + 2y 6 0.

iii) I vertici del quadrato inscritto nella circonIerenza ed avente un vertice in A sono:
A, il simmetrico A' di A rispetto al centro C e gli estremi del diametro BB' perpendicolare
alla retta AA' ovvero parallelo alla tangente in A. Per determinare le coordinate x, y di A'
imponiamo che C sia il punto medio del segmento AA'.
1
2
x 0 +
da cui x 2 e 1
2
y 3+
da cui y 1 e A'( 2, 1).
Il diametro parallelo alla tangente e (x 1) 2(y 1) 0 ossia x 2y 1 0.
Le coordinate di B e B' sono le intersezioni di
tale retta con la circonIerenza e si ottengono ri-
solvendo il sistema

= + +
= +
0 3 y 2 x 2 y x
0 1 y 2 x
2 2

da cui

=
=
0 y 10 y 5
y 2 1 x
2
che ha soluzioni

=
=
1 x
0 y

e

=
=
3 x
2 y
. Quindi B(1, 0), B'( 3, 2).


2.6
i) Considerati i punti P(1, 2) ed A(2, 0) la circonIerenza di centro P e passante per
A ha raggio AP 4 1+ 5 .
La sua equazione e quindi (x 1)
2
(y 2)
2
5 da cui x
2
+ y
2
- 2x + 4y 0.

ii) L`equazione della retta tangente a in A si puo ottenere con la regola degli sdop-
piamenti: 2x (x 2) 2y 0 da cui x + 2y - 2 0. Allo stesso risultato si perviene scri-
vendo l`equazione della retta per A e perpendicolare al vettore A P (1, 2).

iii) Tutte le circonIerenze tangenti a in A hanno il centro sulla retta per A e perpendi-
colare alla tangente a in A (e quindi parallela al vettore A P). Tale retta ha equazione:
x 2
2
y
ossia 2x y 4 0. Il centro della circonIerenza tangente a in A ed avente il
centro sulla retta 2x 3y 0 si trova come intersezione delle due rette

= +
=
0 y 3 x 2
0 4 y x 2
e
risulta C

1 ,
2
3
. Il raggio risulta AC 1
4
1
+
2
5
.
L`equazione della circonIerenza cercata e
2
2
3
x

(y 1)
2

4
5
da cui:
x
2
+ y
2
- 3x + 2y + 2 0.
B'
B
C
A'
A
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 25
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
iv) Il triangolo equilatero ABC inscritto in ed avente un
vertice in A ha il lato BC parallelo alla tangente in A a e
passante per il punto medio H del raggio PA', (dove AA' e il
diametro passante per A). A' e un punto della retta per AP ta-
le che P sia il punto medio tra A ed A'. Le sue coordinate
soddisIano alle condizioni 1
2
x 2
' A
+
da cui x
A'
0 e
2
2
y 0
' A
+
da cui y
A'
4, quindi A'(0, 4).
Il punto medio H tra P ed A' ha coordinate

3 ,
2
1
e la retta per H parallela alla tangente
x 2y 2 0 ha equazione x
2
1
2(y 3) 0 ossia x + 2y +
2
11
0.

Vediamo ora un altro metodo per determinare l`equazione della retta BC. La retta BC e
l`asse radicale del Iascio individuato dalla circonIerenza e dalla circonIerenza di centro
A' e raggio r 5 . InIatti considerato il triangolo ABA' rettangolo in B, l`angolo BAA'
misura 30 (essendo il triangolo ABC equilatero), l`angolo BA'A misura 60 e quindi BA'
e un lato dell`esagono inscritto in e misura 5 .

La circonIerenza di centro A' e raggio 5 ha
equazione x
2
(y 4)
2
5, il Iascio individua-
to dalle due circonIerenze ha equazione:
(x
2
y
2
2x 4y) (x
2
y
2
8y 11) 0.
L`equazione dell`asse radicale BC si ottiene
ponendo 0 e risulta 2x + 4y + 11 0.


2.7
i) Considerato il Iascio di circonIerenze:
(x
2
y
2
5x 3y 6) (x
2
y
2
3x y) 0 l`equazione dell`asse radicale si ottiene
ponendo 0 e risulta x + 2y - 3 0.
L`asse centrale di un Iascio di circonIerenze e la retta cui appartengono tutti i centri delle
circonIerenze del Iascio ed e perpendicolare all`asse radicale. E` quindi suIIiciente scrivere
l`equazione della retta per il centro di una delle circonIerenze del Iascio, ad esempio
C
1

2
3
,
2
5
centro di x
2
y
2
5x 3y 6 0, e perpendicolare all`asse radicale e si ottiene
2


2
3
y
2
5
x 0 da cui: 2x - y -
2
7
0.
Gli eventuali punti base del Iascio sono i punti comuni a tutte le circonIerenze del Iascio,
quindi anche ad una delle circonIerenze ed all`asse radicale; si ottengono quindi risolvendo
il sistema:

= +
= + +
0 3 y 2 x
0 6 y 3 x 5 y x
2 2
da cui:

= + + + +
=
0 6 y 3 y 10 15 y y 4 y 12 9
y 2 3 x
2 2
,

=
=
0 y 5 y 5
y 2 3 x
2
che ha soluzioni

=
=
3 x
0 y
e

=
=
1 x
1 y
.
I punti base sono quindi A(3, 0) e A'(1, 1).
A

C
B
H
A'
P
A
C
B
A'

Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
26
ii) La circonIerenza di raggio minimo nel Iascio e quella avente diametro AA'. Il suo
centro e il punto medio tra A ed A' quindi C
0

2
1
, 2 ed il suo raggio e la distanza di C
0
da
A:
2
5
. L`equazione di risulta: x
2
+ y
2
- 4x - y + 3 0.
iii) Il triangolo equilatero ABC inscritto in ed
avente un vertice in A ha il lato BC perpendicolare al
diametro AA' e passante per il punto medio H del rag-
gio C
0
A'. Il punto medio H tra C
0

2
1
, 2 ed A'(1, 1) ha
coordinate

4
3
,
2
3
e la retta per H perpendicolare alla
AA', che e l`asse radicale, ha equazione 2


4
3
y
2
3
x 0 ossia 2x - y -
4
9
0.


2.8
Dati i punti A(1, 0), B(3, 4) e C(2, 3):
i) per determinare l`area del triangolo di vertici A, B, C si puo procedere in vari modi.
Ad esempio utilizzare la Iormula che esprime l`area del triangolo come meta del modulo
del prodotto esterno dei vettori C A e B A.
Risulta C A i 3j, B A 2i 4j e quindi: (C A)(B A)
0 4 2
0 3 1
k j i
2k da cui:
area (ABC) ) A B ( ) A C (
2
1

2
1
2 1.
Un altro metodo, piu lungo, potrebbe essere quello di calcolare la lunghezza b del lato AB,
determinare l`altezza h relativa al lato AB come distanza del punto C dalla retta per i punti
A e B e poi calcolare l`area come
2
h b
.
ii) Tutte le circonIerenze passanti per A e B appartengono al Iascio di circonIerenze
avente come punti base A e B. Tale Iascio si puo individuare mediante l`asse radicale, cioe
la retta AB, ed una generica circonIerenza passante per A e B, ad esempio la circonIerenza
di diametro AB.
La retta AB ha equazione
4
y
2
1 x
=

ossia 2x y 2 0. La circonIerenza di diametro


AB 5 2 20 16 4 = = + ha raggio 5 e centro nel punto medio di AB: M(2, 2); la sua
equazione e quindi (x 2)
2
(y 2)
2
5 ossia x
2
y
2
4x 4y 3 0.
Il Iascio di circonIerenze cercato ha quindi equazione:
(x
2
+ y
2
- 4x - 4y + 3) + (2x - y - 2) 0.

iii) La circonIerenza circoscritta al triangolo e la circonIerenza passante per A, B, C
quindi e la circonIerenza del Iascio trovato al punto precedente che passa per il punto C.
Sostituendo nell`equazione del Iascio ad x ed y le coordinate del punto C si ottiene:
(4 9 8 12 3) (4 3 2) 0 da cui 4 0. Possiamo porre 1 e 4.
La circonIerenza cercata ha equazione: x
2
+ y
2
- 12x + 11 0.
A

C
B
H
A'
C
0
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 27
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
2.9
Considerata la circonIerenza di equazione x
2
y
2
2x 4y 0 ed il suo punto A(2, 0)
osserviamo anzitutto che il centro della circonIerenza e C(1, 2).
i) Per determinare l`equazione della retta tangente in A a si puo procedere in vari
modi. Ad esempio utilizzare la regola degli sdoppiamenti e si ottiene:
2x 0y 1(x 2) 2(y 0) 0 da cui x + 2y - 2 0.
Un altro metodo, piu lungo, potrebbe essere quello di determinare la tangente cercata come
retta per A perpendicolare al raggio AC.
La retta AC ha equazione
2
y
2 1
2 x

, ossia 2x y 4 0 e la tangente, come perpendico-


lare per A, risulta (x 2) 2y 0.

ii) Notiamo inizialmente che esistono due triangoli rettangoli inscritti in di cateto
OA a seconda che l`angolo retto sia in O oppure in A. Tali triangoli hanno, ovviamente, la
stessa area.












Osservando che il cateto OA sta, per costruzione, sull`asse x l`altro cateto risulta parallelo
all`asse y. Scegliendo,ad esempio, il triangolo rettangolo avente l`angolo retto in O il cate-
to, diciamo OB, sta sull`asse y e B e una delle intersezioni dell`asse y con la circonIerenza.

= + +
=
0 y 4 x 2 y x
0 x
2 2
per cui B(0, 4).
I due cateti risultano quindi OA 2 ed OB 4 e: area(AOB)
2
2 4
4.
Allo stesso risultato si puo arrivare calcolando l`area del triangolo come meta del modulo
del prodotto esterno dei vettori individuati da due lati. Un altro metodo consiste nel calco-
lare la lunghezza dell`ipotenusa eguale a 2AC e l`altezza relativa all`ipotenusa come di-
stanza di O dalla retta AC.

iii) Tutte le circonIerenze tangenti in A a appartengono al Iascio di circonIerenze in-
dividuato, ad esempio, da e dall`asse radicale che e la retta tangente calcolata al punto
(i). Il Iascio di circonIerenze cercato ha quindi equazione:
(x
2
+ y
2
- 2x + 4y) + (x + 2y - 2) 0.

iv) Tutte le circonIerenze tangenti a in A e quindi appartenenti al Iascio trovato al
punto (iii) hanno il centro sull`asse centrale del Iascio che e la retta per A perpendicolare
alla tangente, cioe la retta AC la cui equazione, calcolata al punto (i) e 2x y 4 0.
Il centro della circonIerenza cercata e quindi l`intersezione della retta AC e della retta
A
B
O
A
B
O
Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
28
x y 0:

=
=
y x
0 4 y x 2
.
Si ottiene P(4, 4). Il raggio e PA 16 4 + 20 .
La circonIerenza ha equazione: (x 4)
2
(y 4)
2
20 ossia: x
2
+ y
2
- 8x - 8y + 12 0.


2.10
i) Tutte le circonIerenze passanti per due punti A e B appartengono al Iascio indivi-
duato dalla retta AB e da una circonIerenza passante per A e B, ad esempio quella avente
AB come diametro. La retta AB ha equazione
1 2
1 y
2 3
2 x

ossia 3x y 7 0.
La circonIerenza di diametro AB ha centro nel punto medio M di AB


2
1
,
2
5
e raggio
MA
4
9
4
1
+
2
10
.
La sua equazione e quindi
4
10
2
1
y
2
5
x
2 2
=

+ +

da cui x
2
y
2
5x y 4 0.
La generica circonIerenza per A, B ha quindi equazione:
(x
2
+ y
2
5x + y + 4) + (3x + y 7) 0.

ii) La circonIerenza di raggio minimo passante per A, B e quella di diametro AB.
La sua equazione (vedi punto i)) e quindi x
2
+ y
2
5x + y + 4 0.

iii) L`equazione della retta tangente a in A si puo calcolare o con la regola degli
sdoppiamenti oppure come la retta per A perpendicolare al diametro AB.
Risulta
3
2 x
y 1 da cui: x 3y +1 0.


2.11
Determiniamo le circonIerenze richieste in due diversi modi.
Le circonIerenze passanti per due punti A e B hanno centro sull`asse del segmento AB cioe
sulla perpendicolare ad AB nel suo punto medio M(0, 1). La retta AB ha parametri direttori
proporzionali alle componenti del vettori B A, quindi (2, 6) ossia (1, 3); la perpendico-
lare p passante per M ha equazione x 3(y 1) 0 ossia x 3y 3 0.
Le coordinate del centro C della generica
circonIerenza passante per A e B devono
soddisIare l`equazione di p quindi sono del
tipo (3t 3, t) al variare di t in R. Il seg-
mento di perpendicolare CH da C all`asse x
individua con l`asse x e con il raggio pas-
sante per un estremo P della corda un trian-
golo rettangolo CHP.
Dobbiamo determinare il parametro t aIIin-
che la circonIerenza determini sull`asse x
una corda PQ di lunghezza 8: il triangolo
CHP deve avere il cateto HP di lunghezza 4.
A
B
M
C


H
P
Q
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 29
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Il raggio della circonIerenza generica e CP CA
2 2
) 2 t ( ) 4 t 3 ( + + , la lunghezza del
segmento CH e ,t, (cioe la distanza di C dall`asse x) ed applicando il teorema di Pitagora ri-
sulta CP
2
CH
2
HP
2
ossia (3t 4)
2
(t 2)
2
t
2
16 da cui 9t
2
20t 4 0 che ha ra-
dici t
1
2 e t
2

9
2
.
Si ottengono i centri C
1
(3, 2) e C
2

9
2
,
3
7
ed i raggi r
1
20 ed r
2

9
13 10
.
Le equazioni delle due circonIerenze sono:

1
: (x 3)
2
(y 2)
2
20 ossia x
2
+ y
2
- 6x 4y 7 0

2
:
81
1300
9
2
y
3
7
x
2 2
=

+ ossia x
2
+ y
2
+
3
14
x
9
4
y
9
95
0.

Usando invece il metodo dei Iasci sappiamo che le circonIerenze passanti per due punti A
e B appartengono al Iascio avente come asse radicale la retta AB e come punti base i due
punti. Tale Iascio puo essere individuato mediante l`asse radicale ed una qualunque circon-
Ierenza passante per A e B, ad esempio quella del diametro AB.
La retta AB ha equazione 3x y 1 0. La circonIerenza di diametro AB ha centro nel
punto medio M(0, 1) tra A e B e raggio r AM 9 1+ 10 : la sua equazione e quin-
di: x
2
(y 1)
2
10 ossia x
2
y
2
2y 9 0. Nell`equazione del Iascio di circonIerenze
per A e B possiamo usare un solo parametro in quanto non vogliamo individuare l`asse ra-
dicale: tale equazione e quindi x
2
y
2
2y 9 k(3x y 1) 0.
Per determinare le circonIerenze del Iascio che soddisIano all`ulteriore condizione data
calcoliamo le coordinate dei punti di intersezione tra una circonIerenza del Iascio e l`asse x
risolvendo il sistema:

=
= + + +
0 y
0 ) 1 y x 3 ( k 9 y 2 y x
2 2
. Si ottiene l`equazione risolven-
te: x
2
3kx 9 k 0. Le soluzioni del sistema sono x
2
k 4 36 k 9 k 3
2
+ +
, y 0.
Determiniamo ora i valori di k per cui la distanza dei due punti trovati, cioe la lunghezza
della corda, sia 8.
2
k 4 36 k 9 k 3
2
k 4 36 k 9 k 3
2 2
+ +

+ + +
8 da cui 9k
2
4k 36 64.
L`equazione 9k
2
4k 28 0 ha
radici k
1
2 e k
2

9
14
. Per tali
valori si ottengono ancora le cir-
conIerenze

1
: x
2
+ y
2
- 6x 4y 7 0 e

2
: x
2
+ y
2
+
3
14
x
9
4
y
9
95
0.
Per determinare l`area del trian-
golo ABC possiamo calcolarne
la base AB 36 4 + 2 10
e l`altezza come distanza di C
dalla retta AB.
A
B
M
C
1

1
Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
30
Risulta: h d(C, r)
10
1 2 9 +

10
10
10 e quindi: S(ABC) 10 10 2
2
1
10.


2.12
i) Tutte le circonIerenze tangenti a nel suo punto P appartengono al Iascio indivi-
duato da e dalla circonIerenza di centro P e raggio nullo di equazione:
(x 2)
2
(y 1)
2
0.
Il Iascio ha quindi equazione (x
2
y
2
5) (x
2
y
2
4x 2y 5) 0. La circonIeren-
za del Iascio passante per l`origine si trova per i valori di e che si ottengono sostituen-
do nell`equazione del Iascio ad x ed y le coordinate di O. Risulta 5 5 0 da cui
e l`equazione della circonIerenza ' e 2x
2
2y
2
4x 2y 0 e, sempliIicando:
x
2
+ y
2
2x y 0.

ii) L`equazione della tangente comune a e ' si puo determinare come tangente ad
una delle due circonIerenze, ad esempio , in P usando la regola degli sdoppiamenti e si
ottiene: 2x + y 5 0.
Tale tangente e l`asse radicale del Iascio considerato in i) e quindi la sua equazione si puo
anche ottenere dall`equazione del Iascio ponendo ottenendo ancora: 2x + y 5 0.

iii) Osserviamo anzitutto che e la circonIerenza di centro l`origine e raggio 5 . I lati
del quadrato circoscritto a ed avente un lato passante per P appartengono rispettivamente
alla tangente t a in P, alla parallela a t per il punto P' simmetrico di P rispetto al centro O
di ed alle due rette p e p' perpendicolari a t ed aventi da O distanza uguale al raggio.

Il punto P' ha coordinate (2, 1) e la retta t'
ha equazione: 2(x 2) (y 1) 0 ossia
2x + y + 5 0.
Le rette perpendicolari a t hanno equazione
x 2y k 0 al variare di k in R. Deter-
miniamo per quali valori di k le rette hanno
distanza 5 dall`origine.
D(p, O)
5
k
5 da cui k 5 e le rette
p e p' hanno equazioni: x 2y 5 0.


2.13
La parabola e, per deIinizione, il luogo dei punti equidistanti da un punto Iisso, detto Iuo-
co, e da una retta Iissa, detta direttrice. Mediante i dati del problema cerchiamo le coordi-
nate (, ) del Iuoco. Il Iuoco appartiene all`asse della parabola; quindi le sue coordinate
devono soddisIarne l`equazione: 0; ne segue che . AIIinche il punto dato A
appartenga alla parabola la distanza di A dal Iuoco AF
2 2
) u 8 ( u + deve essere uguale
alla distanza di A dalla direttrice cioe
1 1
2 8
+
+
. Elevando al quadrato si ottiene la relazione
P'
P
p'
p
t'
t
O
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 31
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
2
2
16 64 50 ossia 2
2
16 14 0 che ha radici:
2
28 64 8

2
6 8
.
I Iuochi delle due parabole sono F
1
(1, 1) ed F
2
(7, 7).
Determiniamo ora le equazioni delle due parabole come luogo dei punti P tali che
PF d(P, d).
Considerando il Iuoco F
1
si ottiene (x 1)
2
(y 1)
2

2
2 y x
2
+ +
e sviluppando i calcoli:
x
2
+ y
2
2xy 8x 8y 0.
Il vertice e il punto di intersezione della parabola con il suo asse. Le coordinate sono le so-
luzioni del sistema

=
= +
0 y x
0 y 8 x 8 xy 2 y x
2 2
quindi V
1
(0, 0).

Considerando il Iuoco F
2
si ottiene
(x 7)
2
(y 7)
2

2
2 y x
2
+ +
e,
sviluppando i calcoli:
x
2
+ y
2
2xy 32x 32y + 192 0.

Le coordinate del vertice sono le so-
luzioni del sistema:

=
= + +
0 y x
0 192 y 32 x 32 xy 2 y x
2 2
quindi V
2
(3, 3).


2.14
i) Determiniamo l`equazione della circonIerenza in due diversi modi.
Utilizziamo per primo il metodo dei Iasci di circonIerenze.
Tutte le circonIerenze tangenti a in un suo punto P appartengono al Iascio individuato da
e dalla circonIerenza di centro P e raggio nullo che ha equazione (x 3)
2
(y 1)
2
0
ossia x
2
y
2
6x 2y 10 0.
L`equazione del Iascio risulta (x
2
y
2
2x 2y 2) (x
2
y
2
6x 2y 10) 0.
Possiamo supporre 0, in quanto la circonIerenza cercata non e ridotta al solo punto P,
quindi possiamo dividere per e porre k

.
L`equazione della generica circonIerenza del Iascio diventa:
x
2
y
2
2x 2y 2 k(x
2
y
2
6x 2y 10) 0 ossia
(1 k)(x
2
y
2
) 2(1 3k)x 2(1 k)y 2 10k 0.
Il centro della generica circonIerenza e C
k

+
+
1 ,
k 1
k 3 1
; determiniamo il valore di k aIIinche
C
k
appartenga alla retta r imponendo che le coordinate del punto ne soddisIino l`equazione.
k 1
k 3 1
+
+
1 0 da cui 1 3k 1 k 0 e risulta k
2
1
. La circonIerenza ha equazione:
2
1
(x
2
y
2
) x y 7 0 ossia: x
2
+ y
2
+ 2x 2y 14 0.
Come altro metodo possiamo ricordare che le circonIerenze tangenti a nel suo punto P
F
1
F
2
V
1
V
2




Capitolo II Geometria Analitica Piana
Universita di Torino
32
hanno in P la stessa tangente di ed hanno centro sulla retta a passante per P e per il centro
S(1, 1) di . Tale retta ha equazione y 1 in quanto i due punti hanno la stessa ordinata 1.
Il centro C della circonIerenza deve appartenere a tale retta ed alla retta data r.
Le sue coordinate sono quindi la soluzione del sistema

= +
=
0 y x
1 y
quindi C(1, 1).
Il raggio di e CP 16 4 e la circonIerenza ha equazione (x 1)
2
(y 1)
2
16 os-
sia: x
2
+ y
2
+ 2x 2y 14 0.

ii) L`equazione della tangente a in P si puo calcolare con la regola degli
sdoppiamenti o si puo ottenere ricordando che e la retta per P perpendicolare all`asse
centrale y 1 determinato al punto precedente. La sua equazione e x 3.

iii) Un conica e il luogo descritto da un punto B che varia in modo che le sue distanze
dal Iuoco P e dalla direttrice r conservino un rapporto costante e, detto eccentricita.
Calcoliamo il valore di e sapendo che il punto dato A(2, 2) appartiene alla conica:
e
) r , A ( d
AP

2
2 2
1 1
+
+

2
1
. Essendo l`eccentricita minore di 1 la conica e un`ellisse.
Determiniamo ora l`equazione dell`ellisse applicando al generico punto B(x, y) la deIini-
zione di conica:
2
1
) r , B ( d
BP
= ossia (BP)
2

4
1
|d(B, r)|
2
.
x
2
6x 9 y
2
2y 1
4
1
2
) y x (
2
+
da cui: 7x
2
+ 7y
2
2xy 48x 16y + 80 0.

iv) La retta s e la retta a congiungente P con il centro C di sono le due rette perpendi-
colari x 3 ed y 1 determinate ai punti precedenti. Il triangolo PCQ, dove Q e il punto di
intersezione di a con r, e rettangolo in P.
Per determinarne l`area calcoliamone i cateti.
CP e il raggio di quindi vale 4. Le
coordinate di Q sono la soluzione del sistema

=
= +
3 x
0 y x
quindi Q(3, 3) e PQ 4.
Risulta S(PCQ)
2
1
4 4 8.








C
Q
r
a
s
P

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 33
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica

CAPITOLO III

PIANI E RETTE


3.1 - Date le rette r:

+ =
=
+ =
3 t z
t y
1 t x
ed s :

= +
= + +
0 2 y x 2
0 5 z y x
ed il punto P (1, 0, 2) determinare
il piano per P e parallelo ad entrambe le rette.

3.2 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare:
i) i parametri direttori della retta di equazioni

= +
= + +
0 2 z x 2
0 6 z 2 y x 4
;
ii) l`equazione del piano parallelo ai vettori: u 2i j 3k, v i 2j 2k e passan-
te per il punto A(1, 2, 1)
iii) le componenti di un vettore ortogonale a tale piano.

3.3 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati il
punto P(1, 1, 2) e la retta r di equazioni:

= +
= + + +
0 z y x
0 1 z 2 y x
. Determinare:
i) i parametri direttori di r;
ii) la retta per P parallela ad r;
iii) l`equazione del piano passante per il punto P e per la retta r;
iv) l`equazione del piano passante per il punto P ed ortogonale a r;
v) l`equazione del piano per P parallelo ad r e perpendicolare al piano x z 0.

3.4
Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati i vertici
A(1, 1, 1), B(1, 1, 1), C(1, 1, 1), D(1, 1, 1) di un tetraedro regolare determinare:
i) il volume del tetraedro ABCD;
ii) la superIicie del tetraedro;
iii) l`equazione del piano passante per i punti B, C, D;
iv) le equazioni delle tre rette che contengono i tre spigoli uscenti da A.

3.5 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati il
punto P(3, 0, 0) e la retta r di equazioni:

+ =
+ =
1 y z
1 y x
. Determinare:
i) le equazioni della retta per P parallela ad r;
ii) la distanza di P da r;
iii) le coordinate del punto P' simmetrico di P rispetto ad r.

3.6 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la retta
s di equazioni

= +
= +
0 2 z y 3
0 z y 2 x
. Determinare:
i) le equazioni di una retta parallela ad s;
ii) l`equazione del piano per s e per il punto P(1, 2, 1);
Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
34
iii) l`equazione del piano passante per A(0, 1, 1) ed ortogonale ad s;
iv) le intersezioni di s con i piani coordinati.

3.7 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico date le rette:
r:

=
=
0 z 2 y x
0 y 2 x
, s:

=
= +
0 1 z 2 y x
0 z y x
, t:

=
=
0 3 z 2 y x
0 1 z 4 x
:
studiare la loro mutua posizione, cioe dire se sono tra loro sghembe, parallele od incidenti.

3.8 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le
rette r ed s di equazioni: r :

+ =
=
1 z y
1 z 2 x
ed s :

+ =
=
3 z 2 y
5 z 4 x
:
i) dire quale delle due e la retta passante per P(3, 1, 2), appartenente al piano di
equazione x y z 0 ed incidente la retta t di equazioni:

+ =
=
2 x z
1 x y
;
ii) trovare la distanza di P da t.

3.9 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati il
punto P(1, 1, 2) e la retta r

=
+ =
z 2 y
1 z x
. Determinare:
i) la distanza di P da r;
ii) le equazioni della retta per P parallela ad r;
iii) le coordinate dei punti di intersezione di r con i piani coordinati;
iv) le equazioni della retta per P, ortogonale ad r e parallela al piano di equazione
x y 1 0.

3.10 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le
rette r:

= +
=
0 z y x
0 1 y x
ed s:

=
= +
0 z x
0 2 x y
:
i) trovare i parametri direttori di entrambe le rette;
ii) veriIicare che sono sghembe;
iii) trovare la retta complanare sia con r che con s e passante per il punto A(1, 2, 2).

3.11 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r di equazioni:

= +
= + +
0 1 z y x 2
0 z y x
. Determinare:
i) le equazioni dei piani passanti per r e paralleli agli assi coordinati.
ii) l`equazione del piano passante per la retta r e per il punto P(1, 0, 1).
iii) l`equazione del piano passante per la retta r e parallelo alla retta p di equazioni pa-
rametriche: x t 1, y 2t 2, z 3t 1.
iv) se la retta r e la retta s di equazioni

=
= +
0 1 y 3 x
0 z y
sono sghembe.
v) se la retta r e contenuta nel piano 3x 2y 2z 1 0.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 35
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Soluzioni

3.1
Per scrivere l`equazione del piano per P parallelo alle rette date determiniamo anzitutto i
parametri direttori di tali rette. La retta r e scritta in Iorma parametrica, i parametri direttori
sono proporzionali ai coeIIicienti di t nelle equazioni quindi r(1, 1, 1).
I parametri direttori di s sono proporzionali alle componenti del vettore n n' dove n ed n'
sono due vettori ortogonali ai piani che individuano s quindi n(1, 1, 1) ed n'(2, 1, 0).
Risulta s
0 1 2
1 1 1


k j i
i 2j 3k e l`equazione del piano per P e parallelo ai vettori r
ed s risulta
3 2 1
1 1 1
2 z y 1 x +
0 da cui x 1 2y z 2 0 ossia x 2y + z + 1 0.


3.2
i) Per determinare i parametri direttori di una retta si puo procedere in piu modi.
I modo - Una retta r data come intersezione di due piani r e parallela al prodotto esterno di
due vettori ortogonali ai piani che la individuano. Nel caso della retta r data

= +
= + +
0 2 z x 2
0 6 z 2 y x 4
i vettori ortogonali ai due piani sono n
1
(4, 1, 2), n
2
(2, 0, 1) quindi la
retta e parallela al vettore r n
1
n
2

1 0 2
2 1 4

k j i
i 8j 2k ed i parametri direttori
sono proporzionali a (1, 8, 2).
Da questo ragionamento seguono le Iormule l
' c ' b
c b
, m
' a ' c
a c
, n
' b ' a
b a
che e-
sprimono i parametri direttori di una retta generica di equazioni

= + + +
= + + +
0 ' d z ' c y ' b x ' a
0 d cz by ax
.
Nel nostro caso risulta: l
1 0
2 1

1, m
2 1
4 2

8, n
0 2
1 4
2.
II modo - Per calcolare l, m, ed n si possono determinare due punti A e B su r: un vettore
parallelo ad r e B A. Ad esempio ponendo z 0 nelle equazioni di r si ottiene il sistema

+ =
=
=
6 4 y
1 x
0 z
che individua il punto A(1, 2, 0), ponendo x 0 nelle equazioni di r si ottiene
il sistema

+ =
=
=
6 4 y
2 z
0 x
che individua il punto B(0, 10, 2). I parametri direttori sono propor-
zionali alle componenti del vettore B A (1, 8, 2).
III modo - A partire dalla retta data come intersezione di due piani passiamo alla Iorma
parametrica: i parametri direttori sono proporzionali ai coeIIicienti di t nelle tre equazioni.
Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
36
Nel nostro caso l`equazione del secondo piano contiene soltanto x e z: ponendo x t si ot-
tiene z 2t 2; sostituendo tali espressioni nell`equazione del primo piano si ottiene y in
Iunzione di t. 4t y 4t 4 6 0 da cui y 8t 10.
Le equazioni parametriche di r sono

+ =
+ =
=
2 t 2 z
10 t 8 y
t x
ed i parametri direttori sono (1, 8, 2).

ii) Il piano passante per A(1, 2, 1) e parallelo ai vettori u 2i j 3k, v i 2j + 2k
ha equazione:
2 2 1
3 1 2
1 z 2 y 1 x


0 da cui 8(x 1) (y 2) 5(z 1) 0 ossia:
8x - y + 5z + 5 0.

iii) Le componenti di un vettore ortogonale ad un piano sono i coeIIicienti di x, y, z
nella sua equazione cartesiana quindi: n( 8, 1, 5).


3.3
i) Per determinare i parametri direttori della retta r

= +
= + + +
0 z y x
0 1 z 2 y x
ricordiamo che
r e parallela al prodotto esterno di due vettori ortogonali ai piani che la individuano
(1, 1, 2), (1, 1, 1) quindi r
1 1 1
2 1 1

k j i
3i j 2k ed i parametri direttori sono propor-
zionali a (3, 1, 2).

ii) La retta passante per un punto P(1, 1, 2) e parallela al vettore r(3, 1, 2) ha equa-
zioni:
2
2 z
1
1 y
3
1 x

=
+
=

.

iii) Tutti i piani contenenti la retta r appartengono al Iascio di asse r che ha equazione
(x y 2z 1) (x y z) 0. Il piano del Iascio passante per il punto P si ottiene per
i valori di e che risultano sostituendo ad x, y e z le coordinate del punto nell`equazione
del piano generico: (1 1 4 1) (1 1 2) 0 da cui 5 4 0 che e soddisIatta
per 4 e 5. L`equazione del piano risulta quindi: -x + 9y + 3z + 4 0.

iv) L`equazione del piano per P ed ortogonale ad r si scrive immediatamente ricordan-
do che i coeIIicienti di x, y e z nell`equazione cartesiana del piano sono le componenti del
vettore r ortogonale al piano: 3(x 1) (y 1) 2(z 2) 0 da cui: 3x + y - 2z + 2 0.
v) Il piano per P parallelo ad r e perpendicolare al piano : x z 0 deve essere
parallelo ai vettori r (parallelo ad r) ed n(1, 0, 1) (perpendicolare al piano ).
La sua equazione e:
1 0 1
2 1 3
2 z 1 y 1 x

+
0 ossia (x 1) 5(y 1) (z 2) 0 da cui:
x - 5y - z - 4 0.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 37
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
3.4
Dato il tetraedro regolare di vertici A(1, 1, 1), B(1, 1, 1), C(1, 1, 1), D(1, 1, 1):
i) il volume del tetraedro ABCD e 1/6 del valore assoluto del prodotto misto dei tre
vettori B A, C A, D A.
Risulta: B A 2i 2k, C A -2j 2k, D A 2i 2j e quindi:
vol(ABCD)
0 2 2
2 2 0
2 0 2
6
1




6
16

3
8
.

ii) Poiche il tetraedro e regolare la sua superIicie si calcola moltiplicando per quattro
l'area di una Iaccia. Ad esempio l`area del triangolo ABC e la meta del modulo del prodot-
to esterno dei vettori B A e C A.
(B A) (C A)
2 2 0
2 0 2


k j i
4i 4j - 4k e quindi area(ABC) 3 4
2
1
e l`area
totale del tetraedro risulta: 4(2 3 ) 8 3 .

iii) Per determinare l`equazione del piano passante per i punti B, C, D possiamo proce-
dere in vari modi.
I modo - Usare la Iormula del piano per tre punti:
B D B D B D
B C B C B C
B B B
z z y y x x
z z y y x x
z z y y x x



0.
Sostituendo le coordinate dei punti dati l`equazione del piano e:
2 2 0
0 2 2
1 z 1 y 1 x

+ +
0
ossia 4(x 1) 4(y 1) 4(z 1) 0 da cui: x + y + z + 1 0.

II modo Procedere per condizioni: considerata l`equazione ax by cz d 0 del pia-
no generico determiniamone i coeIIicienti a, b, c, d (dati a meno di un coeIIiciente di pro-
porzionalita) imponendo il passaggio per i tre punti. Sostituendo nell`equazione le coordi-
nate di B, di C, e di D si ottiene il sistema:

= + +
= +
= + +
0 d c b a
0 d c b a
0 d c b a
. Operando per sostituzione
si ottiene a b c d e l`equazione del piano e a(x y z 1) 0.
Scegliendo a 1 si riottiene: x + y + z + 1 0.

III modo Possiamo considerare il Iascio di piani avente come asse la retta per due dei tre
punti, ad esempio B e C, e determinare poi il piano del Iascio passante per D.
La retta BC ha equazioni
2
1 y
2
1 x
=

+
e z 1 (poiche i due punti hanno la stessa quota).
Il Iascio di piani di asse BC ha equazione (x y) (z 1) 0.
Il piano del Iascio passante per D ha i parametri e che si ottengono sostituendo nell'e-
quazione del Iascio ad x, y, z le coordinate di D: (1 1) (1 1) 0 da cui .
Si ottiene nuovamente: x + y + z + 1 0.

Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
38
iv) Determiniamo ora le equazioni delle rette che contengono i tre spigoli uscenti da A.
Si e calcolato al punto i) il vettore B A 2i 2k quindi la retta AB ha parametri diretto-
ri (2, 0, 2) o anche (1, 0, 1) ricordando che i parametri direttori sono individuati a meno
di un coeIIiciente di proporzionalita.
La retta AB ha quindi equazioni parametriche:

+ =
=
+ =
t 1 z
1 y
t 1 x
.
Eliminando il parametro t si ottiene la retta come intersezione di due piani

=
=
1 y
z x
.
Notiamo che quando uno dei parametri direttori della retta e zero non e lecito usare la Ior-
mula
A B
A
A B
A
A B
A
z z
z z
y y
y y
x x
x x

perche si avrebbe uno zero al denominatore.


In modo analogo la retta AC ha equazioni

=
=
z y
1 x
e la retta AD ha equazioni

=
=
y x
1 z
.

3.5
i) La retta r

+ =
+ =
1 y z
1 y x
si scrive in Iorma parametrica ponendo y t :

+ =
=
+ =
1 t z
t y
1 t x
.
Essa e quindi parallela al vettore r(1, 1, 1).
La retta per P e parallela ad r ha equazioni:
1
z
1
y
1
3 x

= =

ossia

= +
+ =
0 z y
3 y x
.

ii) Per calcolare la distanza di un punto P da una retta r si puo procedere in vari modi
che risultano piu o meno agevoli a seconda della Iorma in cui e data la retta: ne presentia-
mo alcuni riIeriti agli stessi dati iniziali.
I - Possiamo utilizzare la deIinizione di distanza di P da r come distanza di P dal punto H
piede della retta per P perpendicolare ed incidente ad r.
Per determinare le coordinate del punto H possiamo procedere in due modi.
Determiniamo H come intersezione di r con il piano per P e perpendicolare ad r.
Il piano per P perpendicolare alla retta r e quindi al vettore r ha equazione (x 3) y z 0.
Le coordinate di H sono le soluzioni del sistema

+ =
+ =
= +
1 y z
1 y x
0 3 z y x
. Sostituendo la seconda
e la terza equazione nella prima si ottiene y 1 y y 1 3 0 da cui y 1.
Il sistema ha quindi soluzione

=
=
=
0 z
1 y
2 x
da cui H(2, 1, 0).
Risulta: d(P, r) PH 1 1+ 2 .

Le coordinate di H si possono anche ottenere come
coordinate di un punto R che varia su r e tale che la
retta passante per P e per R sia ortogonale ad r.




P
r
H
P'
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 39
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Utilizzando le equazioni parametriche di r un generico punto R di r ha coordinate
(t 1, t, t 1). La retta per P ed R ha parametri direttori proporzionali alle componenti
del vettore R P ossia (t 2, t, t 1). Tale retta e ortogonale ad r se i due vettori r ed
R P sono ortogonali, cioe se (t 2) t (t 1) 0 ossia t 1 e si riottiene il punto
H(2, 1, 0).

II - Un altro metodo per calcolare la distanza di P da r consiste nel considerare due punti
arbitrari A e B su r, determinare l`area del triangolo ABP e calcolare inIine la distanza di P
da R come altezza relativa alla base AB del triangolo ABC: d(P, r)
AB
) ABC ( S 2
.
Le coordinate di un punto di r date in Iorma parametrica si ottengono assegnando un valore
arbitrario al parametro t. Ponendo t 0 si ottiene A(1, 0, 1), ponendo t 1 si ottiene
B(2, 1, 0). L`area del triangolo ABP e la meta del modulo del prodotto esterno dei vettori
A B (1, 1, 1) e P A (2, 0, 1).
(A B) (P A)
1 0 2
1 1 1


k j i
i j 2k ed S(ABP) 6
2
1
.
Essendo ,A B, 3 si ottiene d(P, r)
3
6
2 .

III - Un ulteriore metodo per calcolare la distanza punto-retta nello spazio consiste nel de-
terminare il piano contenente il punto e la retta e successivamente il piano ' passante per
r e perpendicolare a . La distanza di P da r e la distanza di P dal piano '.












Utilizziamo tale metodo nel nostro caso. Tutti i piani contenenti la retta r appartengono al
Iascio di asse r che ha equazione (x y 1) (y z 1) 0. L`equazione del piano
passante per P si ottiene per i valori di e che risultano sostituendo ad x, y e z le coordi-
nate del punto: (3 1) (1) 0 da cui 2 0 che e soddisIatta per 1 e 2.
Il piano ha quindi equazione x y 2z 3 0.
Il piano ' contenente r ed ortogonale a si ottiene a partire dall`equazione del piano gene-
rico del Iascio che si puo scrivere x ( )y z 0 per i valori di e per i
quali i coeIIicienti dell`equazione del piano generico soddisIano alla condizione di perpen-
dicolarita con i coeIIicienti dell`equazione di : 2 0 da cui 0.
L`equazione del piano ' e quindi x y 1 0 e la distanza di P da r e:
d(P, ')
2
1 3
2 .


r

P
'
Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
40
iii) Il simmetrico P'(x, y, z) di P rispetto ad r e il punto della retta per P ed H tale che H
sia il punto medio del segmento PP'.
Risulta 2
2
x 3 +
da cui x 1, 1
2
y
da cui y 2 e 0
2
z
da cui z 0, quindi P'(1, 2, 0).


3.6
i) Considerata la retta s di equazioni

= +
= +
0 2 z y 3
0 z y 2 x
determiniamone anzitutto i pa-
rametri direttori. Ricordando che i coeIIicienti dell`equazione di un piano sono le compo-
nenti di un vettore ad esso ortogonale, un vettore s parallelo ad s, e il prodotto esterno dei
due vettori ortogonali ai due piani che individuano s, cioe s
1 3 0
1 2 1

k j i
i j 3k e pos-
siamo scegliere come parametri direttori di s: l 1, m 1, n 3.
Tutte le rette parallele ad s hanno parametri direttori proporzionali a (1, 1, 3).
Ad esempio la retta parallela ad s e passante per l`origine ha equazioni x y
3
z
.

Un altro metodo per individuare una retta parallela alla retta s data come intersezione di
due piani e consiste nel considerare due piani paralleli rispettivamente ad ed a .
Ad esempio il piano x 2y z 3 0 e parallelo ad ed il piano 3y z 7 0 e paralle-
lo a quindi la retta di equazioni

= +
= +
0 7 z y 3
0 3 z y 2 x
e parallela alla retta s.








ii) Ogni piano per s appartiene al Iascio di piani per s la cui equazione e la combina-
zione lineare di due piani per s. Nel nostro caso (x 2y z) (3y z 2) 0; il piano
del Iascio passante per il punto P si ottiene per i valori di e che risultano dall`equazione
del Iascio sostituendo ad x, y e z le coordinate di P.
Si ha: (1 4 1) (6 1 2) 0, da cui 4 7 0 e l`equazione del piano risulta:
7x + 2y 3z 8 0.

iii) Ogni piano ortogonale ad s ha vettore normale parallelo ad s quindi i coeIIicienti a,
b, c della sua equazione cartesiana sono proporzionali ad 1, 1, 3. Il piano per A ortogonale
ad s ha equazione: x y 1 3(z 1) 0 ossia: x + y + 3z 4 0.

iv) Per determinare le intersezioni di s con ciascun piano coordinato si deve risolvere il
s'
s


Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 41
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
sistema Iormato dalle equazioni di s e dall`equazione del piano.
Intersezione con il piano xy:

=
= +
= +
0 z
0 2 z y 3
0 z y 2 x
che ha soluzione

=
=
=
3
4
x
3
2
y
0 z
quindi Z

0 ,
3
2
,
3
4
.
Intersezione con il piano xz:

=
= +
= +
0 y
0 2 z y 3
0 z y 2 x
che ha soluzione

=
=
=
2 x
2 z
0 y
quindi Y(2, 0, 2).
Intersezione con il piano yz:

=
= +
= +
0 x
0 2 z y 3
0 z y 2 x
che ha soluzione

=
=
=
4 z
2 y
0 x
quindi X(0, 2, 4).


3.7
Considerate le rette: r:

=
=
0 z 2 y x
0 y 2 x
, s:

=
= +
0 1 z 2 y x
0 z y x
, t:

=
=
0 3 z 2 y x
0 1 z 4 x
per
studiarne le mutue posizioni puo essere utile scrivere r in Iorma parametrica:

=
=
=
2
t
z
t y
t 2 x
da
cui si ottengono immediatamente i parametri direttori di r (2, 1,
2
1
).
Calcoliamo ora i parametri direttori di s ricordando che s e parallela al prodotto esterno di
due vettori ortogonali ai due piani che la individuano (1, 1, 1) e (1, 1, 2) quindi
s
2 1 1
1 1 1

k j i
3i 3j (3, 3 ,0).
Poiche i parametri direttori di r e di s non sono in proporzione r ed s non sono parallele.
Vediamo se sono incidenti risolvendo il sistema Iormato dalle loro equazioni:

=
= +
=
=
0 1 z 2 y x
0 z y x
0 z 2 y x
0 y 2 x

E` immediato veriIicare che tale sistema e incompatibile in quanto sottraendo la quarta e-
quazione dalla seconda si ottiene 1 0 quindi r ed s non hanno punti in comune, non es-
sendo neppure parallele r ed s sono sghembe.
Determiniamo i parametri direttori di t. t
2 1 1
4 0 1

k j i
4i 2j k ( 4, 2, 1).
Tali parametri direttori sono in proporzione con quelli di r quindi r e t sono parallele.
Possiamo ancora osservare che r e t sono rette distinte e non coincidenti in quanto appar-
Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
42
tengono ai piani paralleli x y 2z 0 e x y 2z 3 0.
Consideriamo inIine le rette s e t: non sono parallele in quanto i loro parametri direttori
(3, 3 ,0) e ( 4, 2, 1) non sono in proporzione e non sono neppure incidenti in quanto
stanno su piani paralleli: s su x y 2z 1 0 e t su x y 2z 3 0.
Si potrebbe anche veriIicare come prima che non hanno punti comuni in quanto il sistema
Iormato dalle loro equazioni e incompatibile. Quindi s e t sono sghembe.


3.8
i) VeriIichiamo quale delle due rette soddisIa a tutte le condizioni poste.
AIIinche un punto appartenga ad una retta le sue coordinate devono soddisIarne le equa-
zioni. Considerato P(3, 1, 2) esso appartiene ad r in quanto sostituendo le sue coordinate
ad x, y, z nelle due equazioni di r si ottengono le identita: 3 4 1 e 1 2 1 ed appar-
tiene ad s in quanto 3 8 5 e 1 4 3.
VeriIichiamo ora contemporaneamente se le altre due condizioni sono soddisIatte.
Un retta appartenente al piano ed incidente la retta t deve passare per il punto T di inter-
sezione di con t, le cui coordinate sono la soluzione del sistema:

+ =
=
= +
2 x z
1 x y
0 z y x
ossia

+ =
=
= + +
2 x z
1 x y
0 2 x 1 x x
da cui

=
=
=
1 z
0 y
1 x
e T(1, 0, 1).
T appartiene ad r in quanto sostituendo le sue coordinate nelle equazioni di r si ottengono
le identita 1 2 1 e 0 1 1 mentre T non appartiene ad s in quanto, procedendo allo
stesso modo, si ottiene 1 4 5, il che e assurdo.

ii) La distanza di P da t e, per deIinizione, la distanza di P dal punto H piede della retta
per P perpendicolare ed incidente a t.
Per determinare le coordinate del punto H possiamo procedere in due dei modi gia visti.
Determiniamo H come intersezione di t con il piano per P e perpendicolare ad t.
Scriviamo le equazioni di t in Iorma parametrica

+ =
=
=
2 t z
1 t y
t x
ed i parametri direttori di t
sono proporzionali a (1, 1, 1).
Il piano per P perpendicolare alla retta t e quindi
al vettore t(1, 1, 1) ha equazione:
x 3 y 1 (z 2) 0 ossia x y z 0 e
quindi coincide con il piano . Il punto H e quindi
il punto T(1, 0, 1) determinato in i).
Risulta: d(P, t) PH 1 1 4 + + 6 .

Le coordinate di H si possono anche ottenere come
coordinate di un punto R che varia su t e tale che la
retta passante per P e per R sia ortogonale a t.
Utilizzando le equazioni parametriche di t un generico punto R di t ha coordinate
(t, t 1, t 2). La retta per P ed R ha parametri direttori proporzionali alle componenti
del vettore R P ossia (t 3, t, t). Tale retta e ortogonale a t se i due vettori t e P R so-


P
t
H
R

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 43
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
no ortogonali, cioe se t 3 t t 0 ossia t 1. Il punto H ha quindi coordinate (1, 0, 1) e
quindi, come sopra, risulta: d(P, t) PH 1 1 4 + + 6 .


3.9
i) La distanza di P da r e, per deIinizione, la distanza di P dal punto H piede della retta
per P perpendicolare ed incidente ad r.
Per determinare le coordinate del punto H possiamo procedere in due modi.
Determiniamo H come intersezione di r con il piano per P e perpendicolare ad r.
Per determinare i parametri direttori di r scriviamo la retta in Iorma parametrica

=
=
+ =
t z
t 2 y
1 t x
,
i parametri direttori sono proporzionali a (1, 2, 1). Il piano per P perpendicolare alla retta r
ha equazione (x 1) 2(y 1) (z 2) 0 ossia x 2y z 5 0. Le coordinate di H
sono le soluzioni del sistema

=
+ =
= + +
z 2 y
1 z x
0 5 z y 2 x
. Sostituendo la seconda e la terza equa-
zione nella prima si ottiene z 1 4z z 5 0 da cui z
3
2
.
Il sistema ha quindi soluzione

=
=
=
3
2
z
3
4
y
3
5
x
da cui H

3
2
,
3
4
,
3
5
.
Risulta: d(P, r) PH
2 2 2
3
2
2
3
4
1
3
5
1

'

'

'


9
16
9
1
9
4
+ +
3
7
.

Le coordinate di H si possono anche ottenere come coordinate di un punto R che varia su r
e tale che la retta passante per P e per R sia ortogonale ad r.
Utilizzando le equazioni parametriche di r un generico punto R di r ha coordinate
(t 1, 2t, t). La retta per P ed R ha parametri direttori proporzionali alle componenti del
vettore R P ossia (t, 2t 1, t 2). Tale retta e ortogonale ad r se i due vettori r ed R P
sono ortogonali, cioe se t 2(2t 1) t 2 0 da cui t
3
2
e si riottiene H

3
2
,
3
4
,
3
5
.

ii) Ricordando che un vettore r parallelo ad r e (1, 2, 1), ed utilizzando la Iormula del-
la retta per un punto e parallela ad un vettore, la retta per P parallela ad r ha equazioni:
1
2 z
2
1 y
1
1 x
=

.

iii) Calcoliamo le coordinate del punto A intersezione di r con il piano xy di equazione
z 0 risolvendo il sistema

=
=
+ =
0 z
z 2 y
1 z x
che ha soluzione

=
=
=
0 z
0 y
1 x
, risulta A(1, 0, 0).
Capitolo III Piani e Rette
Universita di Torino
44
Calcoliamo le coordinate del punto B intersezione di r con il piano zy di equazione x 0
risolvendo il sistema

=
=
+ =
0 x
z 2 y
1 z x
che ha soluzione

=
=
=
1 z
2 y
0 x
; risulta B(0, 2, 1).
Calcoliamo le coordinate del punto C intersezione di r con il piano xz di equazione y 0
risolvendo il sistema

=
=
+ =
0 y
z 2 y
1 z x
che ha soluzione

=
=
=
0 z
0 y
1 x
; risulta C(1, 0, 0) che coincide
con A, come si osserva direttamente.

iv) La retta s per P ortogonale ad r e parallela al piano di equazione x y 1 0 si
puo vedere come intersezione del piano per P ed ortogonale ad r, cha ha equazione
x 2y z 5 0 (come calcolato al punto i)) e del piano ' per P parallelo a . Poiche il
Iascio di piani paralleli a ha equazione x y k 0 il piano del Iascio passante per P si
ottiene imponendo che le coordinate di P ne soddisIino l`equazione 1 1 k 0 da cui
k 2 e l`equazione di ' e x y 2 0. Le equazioni di s sono:

= +
= + +
0 2 y x
0 5 z y 2 x
.

Un altro modo per ottenere la retta cercata consiste nell`osservare che deve essere ortogo-
nale al vettore r(1, 2, 1) ed ortogonale al vettore n(1, 1, 0) ortogonale al piano .
La retta s risulta quindi parallela al vettore r n
0 1 1
1 2 1
k j i
i j k ed ha equazioni:
1
2 z
1
1 y
1
1 x

.
Notiamo che la stessa retta s viene rappresentata come intersezione di piani diversi rispetto
alla soluzione precedente, ma ovviamente appartenenti allo stesso Iascio di asse s.
Ad esempio considerando
1
1 y
1
1 x
=

e
1
2 z
1
1 x

la retta s e data come intersezione


dei piani

=
=
0 1 z x
0 2 y x
ed il piano x z 1 0 appartiene al Iascio di asse s come combi-
nazione 2(x y 2) (x 2y z 5) 0 dei piani dell`altra rappresentazione.


3.10
i) Per trovare i parametri direttori di una retta si puo procedere in vari modi, a secon-
da del tipo di rappresentazione della stessa.
Considerata la retta r

= +
=
0 z y x
0 1 y x
data come intersezione di due piani, un vettore paralle-
lo alla retta si ottiene come prodotto esterno dei vettori ortogonali ai due piani, i quali han-
no come componenti i coeIIicienti di x, y e z nell`equazione del piano.
Quindi r
1 1 1
0 1 1

k j i
i + j + 2k ovvero r (1, 1, 2).
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 47
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica

CAPITOLO IV

SUPERFICIE NOTEVOLI


4.1 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati la
sIera : x
2
y
2
z
2
2x 4y 1 0 ed il Iascio di piani perpendicolari al vettore n(1, 1, 1).
Determinare:
i) le equazioni dei piani del Iascio che risultano tangenti alla sIera;
ii) il piano del Iascio che interseca secondo una circonIerenza massima;
iii) le intersezioni di con gli assi coordinati.

4.2 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la cir-
conIerenza o di centro C(1, 1, 3) e raggio 2 appartenente al piano x y 0. Determinare:
i) l`equazione della superIicie sIerica L contenente la circonIerenza e passante per il
punto Q(1, 2, 2);
ii) l`equazione del piano tangente a L in Q.

4.3 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la cir-
conIerenza C intersezione del piano: x y 0 con la superIicie sIerica L di equazione:
x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z 0. Determinare:
i) l`equazione del piano tangente a L nell`origine;
ii) l`equazione della superIicie sIerica avente C come circonIerenza massima;
iii) l`equazione della superIicie sIerica concentrica a e tangente alla retta

=
=
0 z
y 2 x
.

4.4 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la cir-
conIerenza C intersezione del piano: x y 4 0 con la superIicie sIerica L di equazione:
x
2
y
2
z
2
2x 4y 1 0. Determinare:
i) l`equazione del piano tangente a L nel punto P(1, 0, 0);
ii) centro e raggio della circonIerenza C;
iii) l`equazione della superIicie sIerica passante per la circonIerenza C e per l`origine.

4.5 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati il
punto P(1, 4, 1) e la superIicie sIerica L di equazione x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z 0.
Determinare:
i) la distanza del punto P dal piano di equazione x y z 2 0;
ii) l`equazione della circonIerenza di centro P e tangente alla retta r di equazioni:
x y z;
iii) il punto della superIicie sIerica L piu vicino a P;
iv) l`equazione della superIicie sIerica tangente a L nell`origine e passante per P.

4.6 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la cir-
conIerenza di equazioni:

=
= + + +
0 z x
0 1 y 2 x 2 z y x
2 2 2
. Determinare:
i) l`equazione della superIicie sIerica passante per e avente centro sul piano di
equazione y z 0;
ii) le equazioni della retta tangente a nel suo punto P(1, 1, 1);
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
48
iii) le equazioni dei piani paralleli al piano : x y z 7 0 e che intersechino la
superIicie sIerica x
2
y
2
z
2
2x 2y 1 0 secondo circonIerenze di raggio
3
3
.

4.7 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare:
i) le equazioni della circonIerenza del piano yz avente centro nel punto Q(0, 1, 1) e
raggio 2;
ii) le equazioni della retta tangente a nel suo punto P(0, 1, 3);
iii) le equazioni delle superIicie sIeriche passanti per la circonIerenza e tangenti alla
retta r di equazioni z 0, y 4 0.

4.8 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le
superIicie sIeriche
1
e
2
di equazioni rispettivamente : x
2
y
2
z
2
3y 9z
2
17
0 e
x
2
y
2
z
2
4x y z
2
19
0. Determinare:
i) l`equazione del piano che contiene la circonIerenza intersezione di
1
e
2
;
ii) l`equazione della superIicie sIerica che passa per ed ha centro sul piano y 2 0.

4.9 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date la
retta r

=
=
+ =
t 2 z
t y
1 t x
e la circonIerenza o

= + + + + +
= + +
0 3 z 2 y 2 x 2 z y x
1 z y x
2 2 2
2 2 2
:
i) veriIicare che la retta e contenuta nel piano della circonIerenza o;
ii) trovare i punti di r che distano
3
2
dal centro della circonIerenza o;
iii) determinare l`area del cerchio o.

4.10 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati: la
superIicie sIerica x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z 0 ed il piano x y z 0. Determinare:
i) centro e raggio della circonIerenza o loro intersezione;
ii) le equazioni delle due diagonali del quadrato Q inscritto in o ed avente un vertice
nell`origine.

4.11 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e dato il Ia-
scio di superIicie sIeriche : x
2
y
2
z
2
(2 k)x (4 k)y kz 4 0. Determinare:
i) l`equazione della superIicie sIerica del Iascio passante per Q(1, 1, 1);
ii) se esiste una superIicie sIerica del Iascio con centro (1, 0, 2);
iii) se esiste una superIicie sIerica del Iascio con centro (2, 1, 1) calcolandone il raggio;
iv) i centri delle due superIicie sIeriche del Iascio di raggio 1.

4.12 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date la
circonIerenza di equazioni:

= + +
= + +
0 3 z 2 y 2 x
0 8 z 2 x 8 z y x
2 2 2
e la superIicie sIerica di
equazione x
2
y
2
z
2
7x 2y 5 0.
Determinare centro e raggio di e veriIicare che la circonIerenza e contenuta in .

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 49
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
4.13 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r di equazioni 2x y 3x z 3 0:
i) scrivere l`equazione del cono generato dalla rotazione di r attorno all`asse z;
ii) dire a quale dei seguenti piani appartiene la retta data:
x y z 3 0; x y z 3 0; 2z 2x 2y 5 0.

4.14 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la
curva L di equazioni x t
2
, y 2 t, z 1 2t:
i) scrivere l`equazione del cono di vertice V(0, 0, 2) e direttrice L;
ii) la curva L e piana: dire a quale dei seguenti piani appartiene:
2y z 5 0; x y z 3 0; x y z 5 0.

4.15 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la
circonIerenza di equazioni:

= + + +
= + +
0 1 z 2 y 2 z y x
0 1 y 2 x 2 z y x
2 2 2
2 2 2
. Determinare:
i) l`equazione del piano contenente o;
ii) l`equazione della superIicie sIerica avente come circonIerenza massima;
iii) l`equazione cartesiana del cono avente come direttrice o e vertice l`origine.

4.16 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la
circonIerenza di equazioni:

=
= + +
0 z
0 y 2 x 4 y x
2 2
. Determinare:
i) l`equazione delle superIicie sIeriche di raggio 3 che tagliano il piano xy secondo la
circonIerenza o;
ii) l`equazione cartesiana del cono avente come direttrice e vertice V(0, 0, 5).

4.17 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determina-
re:
i) l`equazione del cono rotondo di vertice V(1, 3, 0) con asse parallelo all`asse y e
passante per il punto A(0, 2, 1);
ii) le tracce del cono sui piani coordinati indicando di quali coniche si tratta.

4.18 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r di equazioni x y z 1 0, 2x y z 1 0. Determinare:
i) l'equazione della superIicie L generata dalla rotazione di r attorno all'asse y;
ii) il raggio della circonIerenza intersezione di L con il piano di equazione y 3.

4.19 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r

= + +
= +
0 3 z
2
3
y 2 x
0 6 z 3 x 2
. Determinare:
i) le coordinate del punto di intersezione di r con l`asse z;
ii) l'equazione della superIicie generata dalla rotazione di r attorno all'asse z;
iii) la lunghezza del raggio della circonIerenza di situata sul piano z 0.

4.20 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e dato il
piano di equazione x y 2z 4 0. Determinare:
i) l`equazione della superIicie sIerica di centro l`origine e tangente a ;
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
50
ii) l`equazione cartesiana del cono di vertice V(0, 0, 3) tangente alla superIicie sIerica
trovata al punto precedente.

4.21 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare
i) l`equazione del cilindro di generatrici parallele al vettore u 3i j k e circoscrit-
to alla superIicie sIerica di equazione x
2
y
2
z
2
4;
ii) l`equazione del piano per A(1,0,1) parallelo ad u ed alla retta x y z;
iii) la posizione del piano trovato rispetto alla superIicie sIerica.

4.22 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le
superIicie sIeriche
1
e
2
di equazioni rispettivamente x
2
y
2
z
2
8x 2z 8 0 e
x
2
y
2
z
2
7x 2y 5 0. Determinare:
i) l`equazione del piano radicale del Iascio da loro individuato e veriIicare che tale
piano e secante le due superIicie sIeriche;
ii) l`equazione del cilindro circoscritto alla superIicie sIerica
1
ed avente generatrici
parallele all`asse z.

4.23 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare
l`equazione cartesiana del cilindro avente come direttrice la circonIerenza

= + +
=
16 z y x
0 x
2 2 2
e generatrici parallele alla retta

=
+ =
2 z
1 x y
.

4.24 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r di equazioni:

=
=
0 1 y 2 z
0 1 y 3 x
:
i) veriIicare che la retta e sghemba con l`asse x;
ii) scrivere l`equazione della superIicie generata dalla rotazione di r attorno all`asse x.

4.25 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date le
rette r di equazioni

=
=
y z
y x
ed s di equazioni

=
=
+ =
t z
t 1 y
1 t x
:
i) veriIicare che sono sghembe;
ii) scrivere l`equazione cartesiana della superIicie generata dalla rotazione di s attorno
ad r.

4.26 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la ret-
ta r

=
+ =
z 2 y
1 z x
. Determinare l`equazione della superIicie di rotazione generata dalla rota-
zione della retta r attorno alla retta s

=
=
1 y
0 x
.

4.27 - Nello spazio riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare
l`equazione del cilindro rotondo avente asse

=
+ =
2 z
x 1 y
e passante per A(2, 1, 4).
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 51
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Soluzioni

4.1
i) Le componenti di un vettore normale ad un piano sono i coeIIicienti a, b, c del-
l`equazione cartesiana del piano. Il generico piano ortogonale al vettore n ha quindi equa-
zione x y z k 0 ed al variare di k varia in un Iascio di piani paralleli. La sIera di
equazione x
2
y
2
z
2
2x 4y 1 0 ha centro C(1, 2, 0) e raggio r 1 4 1 + + 6 .
I piani tangenti alla sIera hanno dal centro distanza uguale al raggio. Determiniamo i valori
di k per cui d(C,
k
)
3
k 2 1 + +
6 da cui 9 k
2
6k 18 ossia k
2
6k 9 0 che ha
radici k -3 3 2 e le equazioni dei piani sono: x + y + z - 3 3 2 0.

ii) La circonIerenza massima cercata si ottiene come intersezione di con il piano del
Iascio passante per il centro C. Il piano contiene C se le coordinate di C ne soddisIano
l`equazione: 1 2 k 0 da cui k 3 ed il piano ha equazione: x + y + z 3 0.

iii) L`equazione della sIera si puo scrivere (x 1)
2
(y 2)
2
z
2
6 usando il cen-
tro ed il raggio trovati al punto i). Gli eventuali punti di intersezione di con l`asse x sono
le soluzioni del sistema Iormato dalle loro equazioni:

=
=
= + +
0 z
0 y
6 z ) 2 y ( ) 1 x (0
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
52
Q si ottiene per i valori di e ricavati imponendo che le coordinate di Q soddisIino l'e-
quazione del Iascio: (1 4 4 2 4 12 7) (1 2) 0 da cui 2 0.
Scegliendo 1 e 2 si ottiene l`equazione di : x
2
+ y
2
+ z
2
4x 6z + 7 0.

ii) L`equazione del piano tangente a in Q si puo calcolare con la regola degli sdop-
piamenti: x 2y 2z 2(x 1) 3(z 2) 7 0 da cui x 2y + z + 1 0.
Il piano tangente a in Q si puo anche ottenere come piano per Q perpendicolare al vettore
A Q dove A e il centro di di coordinate (2, 0, 3). Risulta A Q (1, 2, 1) ed il piano
tangente ha equazione (x 1) 2(y 2) (z 2) 0 da cui x 2y + z + 1 0.


4.3
L`equazione del piano tangente alla superIicie sIerica L nell`origine O si calcola con la re-
gola degli sdoppiamenti, avendo osservato che O appartiene a L in quanto le sue coordinate
ne soddisIano l'equazione. Si ottiene: x + y + z 0.

i) La superIicie sIerica avente C come circonIerenza massima appartiene al Iascio in-
dividuato da L e dal piano di equazione x y 0 che ha C come circonIerenza base.
La superIicie sIerica cercata deve avere il centro su .
Il Iascio ha equazione x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z k(x y) 0 ossia
x
2
y
2
z
2
2(1
2
k
)x 2(1
2
k
)y 2z 0
Il centro della generica superIicie sIerica del Iascio e P(1
2
k
, 1
2
k
, 1) ed appartiene a
se le sue coordinate ne soddisIano l`equazione. Si ottiene: 1
2
k
1
2
k
0 da cui k 2
e la superIicie sIerica cercata ha equazione: x
2
+ y
2
+ z
2
- 2z 0.

ii) Tutte le superIicie sIeriche concentriche a hanno equazione:
x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z h 0 al variare di h in R. La superIicie sIerica tangente alla
retta data si ottiene intersecando la superIicie sIerica generica con la retta ed imponendo
che le due intersezioni coincidano

= + + +
=
=
0 h z 2 y 2 x 2 z y x
0 z
y 2 x
2 2 2
.
Sostituendo le prime due equazioni nella terza si ottiene 4y
2
y
2
4y 2y h 0 ossia:
5y
2
6y h 0. Tale equazione di secondo grado ha due radici coincidenti se il suo di-
scriminante e nullo:
4
A
9 5h 0 per h
5
9
.
La superIicie sIerica cercata ha equazione: x
2
+ y
2
+ z
2
- 2x - 2y - 2z +
5
9
0


4.4
i) L`equazione del piano tangente alla superIicie sIerica L x
2
y
2
z
2
2x 4y 1 0
nel punto P(1, 0, 0) si calcola con la regola degli sdoppiamenti, avendo osservato che P ap-
partiene a L in quanto le sue coordinate ne soddisIano l`equazione.
Si ottiene: x (x 1) 2y 1 0 da cui y 0.

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 53
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
ii) Osserviamo anzitutto che L ha centro S(1, 2, 0) e raggio R 1 4 1 + 2.
Il centro A della circonIerenza C e il punto intersezio-
ne del piano di equazione x y 4 0 e della retta
per S e perpendicolare a . Tale retta e parallela al
vettore (1, 1, 0) perpendicolare a quindi le sue equa-
zioni sono z 0, x 1 y 2. Le coordinate di A sono
quindi la soluzione del sistema :

= +
=
=
0 4 y x
1 y x
0 z
da cui:
A

0 ,
2
5
,
2
3
.
Il raggio di C si calcola mediante il teorema di Pitagora: r
2
R
2
(SA)
2
4

+
4
1
4
1

2
7

da cui r
2
7
.

iii) Tutte le superIicie sIeriche passanti per la circonIerenza C appartengono al Iascio
individuato da e da di equazione x
2
y
2
z
2
2x 4y 1 k(x y 4) 0.
La superIicie sIerica del Iascio passante per l`origine si ottiene per 1 4k 0 cioe per
k
4
1
ed ha equazione: 0 y
4
15
x
4
7
z y x
2 2 2
= + + .


4.5
i) Per determinare la distanza del punto P
0
(x
0
, y
0
, z
0
) dal piano di equazione
ax by cz d 0 si usa la Iormula d(P
0
, )
2 2 2
0 0 0
c b a
d cz by ax
+ +
+ + +
.
Nel nostro caso, essendo P(1, 4, 1) e di equazione x y z 2 0, risulta:
d(P, )
1 1 1
2 1 4 1
+ +
+

3
2

3
3 2
.

ii) La circonIerenza di centro P e tangente alla retta r di equazioni: x y z e
l`intersezione del piano individuato da P e dalla retta r e della superIicie sIerica ' di cen-
tro P e tangente ad r ed avente quindi come raggio la distanza di P dalla retta.
Per determinare l`equazione del piano si considera il Iascio di piani per la retta r:
(x y) (y z) 0 e si determinano e in modo che il punto P appartenga al piano
(3) (3) 0 da cui . Il piano ha equazione: x - z 0.
Per determinare l`equazione della superIicie sIerica ' calcoliamone il raggio cioe la di-
stanza di P dalla retta r. Il generico punto R di r ha coordinate (t, t, t) e la retta per P ed R
risulta:
1 t
1 z
4 t
4 y
1 t
1 x

.
Un vettore parallelo ad r e r (1, 1, 1); esso e perpendicolare alla retta PR se il prodotto
scalare di r e di R P e uguale a zero, ossia (t 1) (t 4) (t 1) 0 da cui 3t 6 0
cioe t 2. Il piede della perpendicolare da P ad r e il punto R
0
(2, 2, 2) corrispondente al va-
lore del parametro t trovato ed il raggio cercato e la lunghezza del segmento
r

A
R
S



Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
54
PR
0

2 2 2
) 2 1 ( ) 2 4 ( ) 2 1 ( + + 6 .
L`equazione della superIicie sIerica ' e (x 1)
2
(y 4)
2
(z 1)
2
6 ossia
x
2
y
2
z
2
2x 8y 2z 12 0 e la circonIerenza cercata ha equazioni:



= == = + ++ + + ++ + + ++ +
= == =
0 12 z 2 y 8 x 2 z y x
0 z x
2 2 2
.

Un altro modo per determinare l`equazione della superIicie sIerica ' di centro P e tangente
alla retta r e quello di scrivere l`equazione della generica superIicie sIerica di centro P:
(x 1)
2
(y 4)
2
(z 1)
2
R
2
e di determinare poi R in modo che la retta r abbia con la
superIicie sIerica generica due intersezioni coincidenti. Si considera il sistema:

=
=
= + +
z x
y x
R ) 1 z ( ) 4 y ( ) 1 x (
2 2 2 2
la cui equazione risolvente e 2(x 1)
2
(x 4)
2
R
2
,
ossia: 3x
2
12x 18 R
2
0.
Le due radici dell`equazione sono coincidenti se il discriminante dell`equazione si annulla.
4
A
36 54 3R
2
0 da cui 3R
2
18, R
2
6. La superIicie sIerica ' ha equazione:
(x 1)
2
(y 4)
2
(z 1)
2
6 ovvero x
2
y
2
z
2
2x 8y 2z 12 0.
La circonIerenza cercata ha equazioni:

= + + +
=
0 12 z 2 y 8 x 2 z y x
0 z x
2 2 2
.

iii) Per determinare il punto della superIicie sIerica L piu vicino a P si considera la retta
s passante per P e per il centro C(1, 1, 1) della superIicie sIerica. La retta s interseca la su-
perIicie sIerica in due punti A e B; uno di questi e il punto di piu vicino a P. La retta s
ha equazioni:

=
=
1 z
1 x
ed i punti A e B hanno come coordinate le soluzioni del sistema:

= + +
=
=
0 z 2 y 2 x 2 z y x
1 z
1 x
2 2 2
da cui

= + +
=
=
0 2 y 2 2 1 y 1
1 z
1 x
2

= + =
=
=
3 1 2 1 1 y
1 z
1 x

quindi:
A(1, 1 3 , 1) per cui AP
2
) 3 1 4 ( 3 3 .
B(1, 1 3 , 1) per cui BP
2
) 3 1 4 ( + 3 3 + .
Il punto piu vicino e A(1, 1 + 3 , 1).

iv) Tutte le superIicie sIeriche tangenti a L nell`origine O appartengono al Iascio indi-
viduato da L e dalla superIicie sIerica di centro O e raggio nullo di equazione x
2
y
2
z
2
0.
Tale Iascio ha equazione: (x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z) (x
2
y
2
z
2
) 0.
Nel Iascio la superIicie sIerica passante per P si ottiene imponendo che le coordinate del
punto soddisIino l`equazione: (1161282) (1 16 1) 0 da cui 6 18 0.
Possiamo scegliere 3 e 1.
Sostituendo tali valori nell`equazione del Iascio si ottiene l`equazione della superIicie sIe-
rica cercata: 3(x
2
y
2
z
2
2x 2y 2z) (x
2
y
2
z
2
) 0 da cui:
x
2
+ y
2
+ z
2
- 3x -3y - 3z 0.

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 55
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
4.6
i) Tutte le superIicie sIeriche passanti per la circonIerenza di equazioni

=
= + + +
0 z x
0 1 y 2 x 2 z y x
2 2 2
che e data come intersezione di una superIicie sIerica e di
un piano, appartengono al Iascio individuato da e dal piano e quindi hanno equazione
x
2
y
2
z
2
2x 2y 1 k(x z) 0. Notiamo che possiamo usare per semplicita un so-
lo parametro in quanto cerchiamo una superIicie sIerica e non il piano radicale.
Riscrivendo l`equazione del Iascio come x
2
y
2
z
2
(k 2)x 2y kz 1 0 risulta
che il centro della generica superIicie sIerica e C


2
k
, 1 ,
2
k 2
.
Esso appartiene al piano y z 0 se
2
k
1 0 da cui k 2.
La superIicie sIerica cercata ha quindi equazione: x
2
+ y
2
+ z
2
- 2y - 2z + 1 0.

ii) La retta tangente a nel suo punto P(1, 1, 1) e l`intersezione del piano contenente
che ha equazione x z 0 e del piano tangente in P ad una superIicie sIerica contenente
, ad esempio che ha equazione: x
2
y
2
z
2
2x 2y 1 0.
Per determinare l`equazione del piano tangente a in P si puo applicare la regola degli
sdoppiamenti: x y z (x 1) (y 1) 1 0 ossia z 1 0.
La stessa equazione si ottiene anche osservando che il centro di e Q(1, 1, 0), il vettore
P Q ha componenti (0, 0, 1) ed il piano tangente a in P e il piano per P ortogonale al
vettore P Q. La retta tangente cercata risulta:

=
=
0 z x
0 1 z
.

iii) Per determinare le equazioni dei piani paralleli al piano e che intersechino la su-
perIicie sIerica secondo circonIerenze di raggio
3
3
osserviamo che essi devono avere
dal centro Q di una distanza QH che e la misura del cateto di un triangolo rettangolo il
cui altro cateto e il raggio della circonIerenza assegnata, cioe
3
3
, e l`ipotenusa e il raggio
R di .
Risulta R 1 1 1 + 1 ed applicando il
teorema di Pitagora si ha QH
2 2
r R

3
1
1
3
2
.
Considerando il generico piano
k
del Ia-
scio di piani paralleli al piano di equazio-
ne: x y z k 0 dobbiamo determinare
k in modo che la distanza dal piano a Q sia
3
2
.
d(
k
, Q)
3
k 1 1 + +

3
2
da cui (2 k)
2
2 che ha radici k 2 2 .
I piani cercati hanno quindi equazione x + y + z 2 2 0.

r

H
R
Q

k

Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
56
4.7
i) La circonIerenza del piano yz avente centro nel punto Q(0, 1, 1) e raggio 2 e l'in-
tersezione del piano yz di equazione x 0 e della superIicie sIerica di centro Q e raggio
2 che ha equazione x
2
(y 1)
2
(z 1)
2
4 quindi ha equazioni:

=
= + +
0 x
0 2 z 2 y 2 z y x
2 2 2
.

ii) La retta tangente a nel suo punto P(0, 1, 3) e l`intersezione del piano contenente
che ha equazione x 0 e del piano tangente in P ad una sIera contenente , ad esempio .
L`equazione del piano tangente a in P si puo ottenere con la regola degli sdoppiamenti:
y 3z (y 1) (z 3) 2 0 ossia 2z 6 0.
La stessa equazione si puo ottenere osservando che il centro di e Q(0, 1, 1), il vettore
P Q ha componenti (0, 0, 2) ed il piano tangente a in P e il piano per P ortogonale al
vettore P Q. La retta tangente cercata ha equazioni:

=
=
0 x
0 3 z
.

iii) Tutte le superIicie sIeriche passanti per la circonIerenza appartengono al Iascio
individuato, ad esempio, da e dal piano yz contenente . Utilizzando un solo parametro,
possiamo scriverne l`equazione come x
2
y
2
z
2
2y 2z 2 kx 0. Per determinare
le superIicie sIeriche del Iascio tangenti alla retta r intersechiamo la superIicie sIerica ge-
nerica con la retta e determiniamo il valore di k per il quale il sistema ha una sola soluzione
doppia.

=
=
= + + +
0 4 y
0 z
0 2 z 2 y 2 kx z y x
2 2 2
sostituendo si ottiene l`equazione risolvente
x
2
kx 6 0. Tale equazione ha due radici coincidenti se il suo discriminante si annulla:
k
2
24 0 da cui k 24 2 6 . Le superIicie sIeriche cercate hanno quindi e-
quazione: x
2
+ y
2
+ z
2
2 6 x - 2y - 2z - 2 0.


4.8
i) Considerate le superIicie sIeriche
1
e
2
i loro centri sono C
1


2
9
,
2
3
, 0
e
C
2


2
1
,
2
1
, 2
ed i raggi entrambi 14 . Essendo C
1
C
2
30 2 14 le due circonIe-
renze sono secanti. La circonIerenza intersezione e la circonIerenza base del Iascio di su-
perIicie sIeriche individuato da
1
e
2
ed e contenuta nel piano radicale.
Essendo le due superIicie sIeriche scritte in Iorma normale l`equazione del piano radicale
si ottiene Iacendo la diIIerenza Ira le equazioni di
1
e
2
e risulta: 2x + y - 5z + 9 0.

ii) Ogni superIicie sIerica che contiene la circonIerenza appartiene al Iascio indivi-
duato da
1
e
2
od anche da
1
e dal piano radicale determinato al punto i).
L`equazione della generica superIicie sIerica del Iascio si puo quindi scrivere:
x
2
y
2
z
2
3y 9z
2
17
k(2x y 5z 9) 0.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 57
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
AIIinche il suo centro appartenga al piano y 2 0 l`ordinata del centro
2
k 3 +
(che si
ottiene dall`equazione del Iascio) deve essere 2 e quindi si ottiene k 1.
La superIicie sIerica cercata ha equazione: x
2
+ y
2
+ z
2
+ 2x + 4y - 14z +
2
35
0.

4.9
Considerate la retta r:

=
=
+ =
t 2 z
t y
1 t x
e la circonIerenza :

= + + + + +
= + +
0 3 z 2 y 2 x 2 z y x
1 z y x
2 2 2
2 2 2
:
i) per veriIicare che la retta r e contenuta nel piano della circonIerenza o determinia-
mo dapprima l`equazione di tale piano osservando che e il piano radicale del Iascio di su-
perIicie sIeriche individuato da due superIicie sIeriche che si intersecano in . Poiche le lo-
ro equazioni sono date in Iorma normale per determinare il piano radicale e suIIiciente Iar-
ne la diIIerenza e risulta x y z 1 0. La retta r e contenuta nel piano se tutti i suoi
punti P(t 1, t, 2t) al variare di t in R soddisIano l`equazione del piano; sostituendo le
coordinate nell`equazione risulta inIatti 1 t t 2t 1 0, che e un`identita.

ii) Per trovare i punti di r che distano
3
2
dal centro della circonIerenza o determinia-
mo anzitutto le coordinate del centro C di . C e l`intersezione del piano radicale con
l`asse centrale del Iascio cioe con la retta passante per il centro di una qualunque superIicie
sIerica del Iascio (ad esempio x
2
y
2
z
2
1 di centro l`origine) e perpendicolare a .
Le componenti di un vettore perpendicolare a e quindi parallelo all`asse centrale sono
(1, 1, 1) e quindi l`asse centrale ha equazioni x y z.
Le coordinate di C sono la soluzione del sistema

=
=
= + +
z x
y x
0 1 z y x
e quindi: C

3
1
,
3
1
,
3
1
.
I punti P(t 1, t, 2t) della retta r che distano
3
2
da C si ottengono ponendo:
PC
2 2 2
3
1
t 2
3
1
t
3
1
1 t

+
3
2
. Elevando al quadrato ed eIIettuando i
calcoli si ottiene l`equazione 6t
2
2t 0 che ha soluzioni t 0 e t
3
1
.
I punti cercati sono quindi (1, 0, 0) e


3
2
3
1
3
2
, , .

iii) Per determinare l`area del cerchio o dobbiamo determinarne il raggio. Consideran-
do ad esempio la sIera del Iascio x
2
y
2
z
2
1 di centro l`origine e raggio R 1 il raggio
r di si ottiene dalla relazione pitagorica r
2
R
2
(OC)
2
.
Essendo (OC)
2

9
1

9
1

9
1

3
1
risulta r
2
1
3
1

3
2
e l`area di e r
2

3
n 2
.



Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
58
4.10
i) La circonIerenza di equazioni:

=
= + +
0 z y x
0 z 2 y 2 x 2 z y x
2 2 2
e data come
intersezione della superIicie sIerica di centro C
0
(1, 1, 1) e raggio R 1 1 1 + + 3 e
del piano di equazione x y z 0.
Il centro di e l`intersezione del piano e della retta per C
0
e perpendicolare a che ha
equazioni

=
=
+ =
t 1 z
t 1 y
t 1 x
; le sue coordinate si ottengono risolvendo il sistema

=
=
=
+ =
0 z y x
t 1 z
t 1 y
t 1 x
.
Risulta t
3
1
e quindi C

3
2
3
2
3
4
, , .
Il raggio r di si calcola mediante il teorema di Pitagora: r
2
R
2
(C
0
C)
2
.
Essendo C
0
C
9
1
9
1
9
1
+ +
3
1
risulta r
3
1
3
3
8
.

ii) Le diagonali del quadrato Q inscritto in ed avente un vertice nell`origine sono la
retta d
1
passante per O e per C (in quanto le diagonali si intersecano nel centro del cerchio
circoscritto) e la perpendicolare d
2
ad OC passante per C.
La retta d
1
e la retta per due punti quindi ha equazioni
3 2
z
3 2
y
3 4
x
= = ossia:

=
=
z y
y 2 x
.
La retta d
2
si puo rappresentare
come intersezione del piano con-
tenente la circonIerenza e del pia-
no ' per C perpendicolare alla ret-
ta d
1
i cui parametri direttori per
quanto visto sono proporzionali a
(2, 1, 1).
L`equazione del piano ' e quindi
2
3
2
z
3
2
y
3
4
x + +

0 ossia
2x y z 4 0 quindi la retta d
2

ha equazioni

= + +
=
0 4 z y x 2
0 z y x
.





4.11
i) Considerato il Iascio x
2
y
2
z
2
(2 k)x (4 k)y kz 4 0 l`equazione del-
la superIicie sIerica del Iascio passante per Q(1, 1, 1) si ottiene per il valore di k che risulta
imponendo che le coordinate di Q soddisIino l`equazione del Iascio:
1 1 1 2 k 4 k k 4 0. ossia 1 k 0, k 1 e l`equazione cercata e:
x
2
+ y
2
+ z
2
- 3x 3y z + 4 0.


C
O
C
0


d
1
d
2
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 59
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
ii) Il centro della generica superIicie sIerica del Iascio e

+
2
k
,
2
k 4
,
2
k 2
. Vediamo
se esiste un valore di k per cui risulti contemporaneamente: 2
2
k
, 0
2
k 4
, 1
2
k 2
=

=
+
=

.
Le equazioni sono incompatibili quindi non esiste nel fascio una superficie sferica di
centro (1, 0, 2).

iii) Con lo stesso metodo del punto ii) vediamo se esiste una superIicie sIerica del Ia-
scio con centro (2, 1, 1) cioe se esiste un valore di k per cui risulti contemporaneamente:
1
2
k
, 1
2
k 4
, 2
2
k 2
=

=
+
=

.
Si ottiene k 2, la superIicie sIerica ha equazione x
2
y
2
z
2
4x 2y 2z 4 0 ed il
suo raggio e r 4 1 1 4 + + 2 .

iv) Esprimiamo il raggio della generica superIicie sIerica del Iascio in Iunzione di k e
vediamo per quali valori di k vale 1: r 4
2
k
2
k 4
2
k 2
2 2 2

+
+


1.
Sviluppando i calcoli risulta k
4
k
4
k
4
k
2 2 2
+ + 2k 1 4 4 1 ossia
4
3
k
2
k 0 da
cui k 0 e k
3
4
.
Se k 0 il centro della superIicie sIerica e (1, 2, 0), se k
3
4
il centro della superIicie sIe-
rica e

3
2
3
4
3
5
, , .

4.12
La circonIerenza di equazioni:

= + +
= + +
0 3 z 2 y 2 x
0 8 z 2 x 8 z y x
2 2 2
e data come intersezione
della superIicie sIerica
0
di centro C
0
(4, 0, 1) e raggio R 8 1 16 + + 5 e del piano di
equazione x 2y 2z 3 0.
Il centro di e l`intersezione del piano e della retta per C
0
e perpendicolare a di equa-
zioni

+ =
=
+ =
1 t 2 z
t 2 y
4 t x
; le sue coordinate si ottengono risolvendo il sistema

= + +
+ =
=
+ =
0 3 z 2 y 2 x
1 t 2 z
t 2 y
4 t x
.
Risulta t 1 e quindi C

(3, 2, 1).
Il raggio r di si calcola mediante il teorema di Pitagora: r
2
R
2
(C
0
C

)
2
.
Essendo C
0
C

4 4 1 + + 3 risulta r 9 25 4.
La circonIerenza e la circonIerenza base del Iascio di superIicie sIeriche individuato da

0
e da ; essa e contenuta in se tale superIicie sIerica appartiene al Iascio di equazio-
ne (x
2
y
2
z
2
8x 2z 8) (x 2y 2z 3) 0. Poiche per le superIicie sIeriche
di risulta 0 si puo porre k / e scrivere l`equazione della generica superIicie sIe-
rica del Iascio con un solo parametro (x
2
y
2
z
2
8x 2z 8) k(x 2y 2z 3) 0
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
60
ossia x
2
y
2
z
2
(8 k)x 2ky (2 2k)z 8 3k 0.
AIIinche appartenga al Iascio deve esistere un numero reale k per cui l`equazione del-
la generica superIicie sIerica del Iascio coincida con l`equazione di , (essendo entrambe
in Iorma normale). Eguagliando i coeIIicienti si ottengono le equazioni:
8 k 7, 2k 2, 2 2k 0, 8 3k 5 che sono tutte soddisIatte per k 1.


4.13
i) Per scrivere l`equazione del cono generato dalla rotazione della retta r di equazioni

= +
=
0 3 z x 3
0 y x 2
attorno all`asse z determi-
niamone anzitutto il vertice cioe l'interse-
zione dell`asse z con r le cui coordinate
sono la soluzione del sistema

= +
=
=
=
0 3 z x 3
0 y x 2
0 y
0 x
.
Risulta V(0, 0, 3).
Il cono e il luogo delle circonIerenze intersezione del piano per un punto generico di r,
P
0
(x
0
, y
0
, z
0
), e perpendicolare all`asse z e della superIicie sIerica di centro nel vertice V e
raggio VP
0
di equazioni rispettivamente z z
0
e x
2
y
2
(z 3)
2
x
0
2
y
0
2
(z
0
3)
2
.
Le equazioni parametriche del cono si ottengono quindi considerando le equazioni del pia-
no e della superIicie sIerica e ricordando che, aIIinche P
0
appartenga alla retta r, le sue co-
ordinate devono soddisIarne le equazioni:

+ + = + +
=
= +
=
2
0
2
0
2
0
2 2 2
0
0 0
0 0
) 3 z ( y x ) 3 z ( y x
z z
0 3 z x 3
y x 2
.
Risulta z
0
z, x
0

3
3 z
, y
0
2
3
3 z
e sostituendo nell`ultima equazione del sistema si ot-
tiene: x
2
y
2
(z 3)
2

9
) 3 z (
2


9
) 3 z ( 4
2

(z 3)
2
da cui 9x
2
+ 9y
2
- 5(z - 3)
2
0.

ii) Per decidere a quale dei piani dati appartiene la retta r data e opportuno scriverla in
Iorma parametrica:

+ =
=
=
3 t 3 z
t 2 y
t x
.
La retta e contenuta nel piano x y z 3 0 se le coordinate del suo generico punto
(t, 2t, 3t 3) ne soddisIano l`equazione. Sostituendo: t 2t 3t 3 3 0 ossia 0 0 che
e un`identita: la retta contenuta nel piano.
La retta e contenuta nel piano x y z 3 0 se le coordinate del suo generico punto
(t, 2t, 3t 3) ne soddisIano l`equazione. Sostituendo: t 2t 3t 3 3 0 da cui 6t 6.
Si trova una sola soluzione quindi la retta incidente al piano.
La retta e contenuta nel piano 2z 2x 2y 5 0 se le coordinate del suo generico punto
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 61
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
4.14
i) Il cono di vertice V e direttrice L e il luogo delle rette VP
0
dove P
0
e un generico
punto di L e quindi le sue coordinate sono (t
2
, 2 t, 1 2t).
Le equazioni parametriche del cono sono quindi:
2 t 2 1
2 z
t 2
y
t
x
2
+

= ovvero:

=
=
) 2 z ( t ) 2 z ( 2 y ty 2
yt x ) t 2 (
2
e per trovare l`equazione cartesiana si deve eliminare il para-
metro t.

+ = +
=
) 2 z ( 2 y ) 2 z y 2 ( t
yt x ) t 2 (
2
Ricaviamo t dalla
seconda equazione: t
) 2 z ( y 2
) 2 z ( 2 y
+
+
e sosti-
tuiamolo nella prima:
2
) 2 z ( y 2
) 2 z ( 2 y
y
) 2 z ( y 2
) 2 z ( 2 y
2 x

+
+
=

+
+
.
Eseguendo i calcoli si ottiene:
3x(2y + z - 2) (y + 2z - 4)
2
.

ii) Per decidere a quale dei piani dati appartiene la curva L data in Iorma parametrica
vediamo quale piano contiene il suo generico punto P
0
(t
2
, 2 t, 1 2t).
La curva L e contenuta nel piano 2y z 5 0 se le coordinate del suo generico punto P
0

ne soddisIano identicamente l`equazione. Sostituendo: 4 2t 1 2t 5 0 cioe 0 0
che e un`identita e la curva contenuta nel piano.
La curva L e contenuta nel piano x y z 3 0 se le coordinate del suo generico punto
P
0
ne soddisIano identicamente l`equazione. Sostituendo: t
2
2 t 1 2t 3 0 ossia
t
2
t 0 che e un`equazione di secondo grado le cui soluzioni individuano due punti di
intersezione tra la curva ed il piano.
La curva L e contenuta nel piano x y z 5 0 se le coordinate del suo generico punto
P
0
ne soddisIano identicamente l`equazione. Sostituendo: t
2
2 t 1 2t 5 0 ossia
t
2
3t 4 0 che e un`equazione di secondo grado con discriminante 9 16 7 0,
quindi non esistono punti di intersezione tra la curva ed il piano.


4.15
i) Considerata la circonIerenza di equazioni:

= + + +
= + +
0 1 z 2 y 2 z y x
0 1 y 2 x 2 z y x
2 2 2
2 2 2
il pia-
no che la contiene e il piano radicale del Iascio di superIicie sIeriche individuato dalle
due superIicie sIeriche del sistema. L`equazione del piano radicale si ottiene Iacendo la diI-
Ierenza delle equazioni delle due superIicie sIeriche che individuano il Iascio, poiche tali
equazioni sono in Iorma normale. Risulta x - z + 1 0.

ii) La superIicie sIerica avente come circonIerenza massima e la superIicie sIerica
del Iascio avente centro sul piano .
Il Iascio puo essere individuato mediante le due superIicie sIeriche delle equazioni di
date inizialmente o, piu semplicemente, mediante una delle due superIicie sIeriche ed il
piano ; la sua equazione e quindi: x
2
y
2
z
2
2x 2y 1 k(x z 1) 0 ossia
x
2
y
2
z
2
(2 k)x 2y kz 1 k 0. Il centro della generica superIicie sIerica di e

P
0
L
V
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
62
C


2
k
, 1 ,
2
k 2
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 63
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Tra il raggio R 3 delle superIicie sIeriche
cercate e il raggio r di vale la relazione:
R
2
r
2
(CC')
2

quindi (CC')
2
R
2
r
2
9 5 4.
I centri C' delle superIicie sIeriche cercate
devono avere distanza 2 da C risulta k 2
ed i centri sono C'(2, 1, 2) e C''(2, 1, 2).
Le equazioni delle superIicie sIeriche sono:
x
2
+ y
2
+ z
2
- 4x + 2y 4z 0.









ii) Il cono avente come vertice V(0, 0, 5) e direttrice e il luogo delle rette VP
0
al va-
riare di P
0
su .
Il generico punto P
0
(x
0
, y
0
, z
0
) di ha coordinate che ne soddisIano le equazioni:

=
= +
0 z
0 y 2 x 4 y x
0
0 0
2
0
2
0
.
Le equazioni parametriche della retta VP
0
sono

+ =
=
=
t ) 5 z ( 5 z
t y y
t x x
0
0
0
.
Un punto del cono deve quindi soddisIare le equazioni

+ =
=
=
=
= +
t ) 5 z ( 5 z
t y y
t x x
0 z
0 y 2 x 4 y x
0
0
0
0
0 0
2
0
2
0
e l'equa-
zione cartesiana del cono si ottiene eliminando i parametri x
0
, y
0
, z
0
, t Ira le cinque equa-
zioni. Risulta z
0
0, t
5
z 5
e quindi x
0

z 5
x 5

ed y
0

z 5
y 5

. Sostituendo tali valori


nella prima delle cinque equazioni si ottiene: 25x
2
+ 25y
2
- 20x(5 - z) + 10y(5 - z) 0.


4.17
i) Il cono rotondo di vertice V(1, 3, 0) con asse parallelo all`asse y e passante per il
punto A(0, 2, 1) ha come asse la retta per V parallela all`asse y: x 1, z 0 ed una sua
generatrice e la retta AV di equazioni:
1
z
3 2
3 y
1
1 x
=

=
+
. Indicato con P(t, 2 t, t 1) il
generico punto della retta AV le equazioni parametriche del cono sono l`intersezione del
piano per P perpendicolare all`asse (di equazione y 2 t) e della superIicie sIerica di cen-
tro V e raggio VP quindi

+ + + + = + + +
=
2 2 2 2 2 2
) 1 t ( ) 3 t 2 ( ) 1 t ( z ) 3 y ( ) 1 x (
t 2 y


r
C
R
C'

C''
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
64

+ = + + +
=
2 2 2 2
) 1 t ( 3 z ) 3 y ( ) 1 x (
y 2 t
sostituendo il valore di t trovato si ottiene:
(x 1)
2
(y 3)
2
z
2
3(2 y 1)
2
da cui (x + 1)
2
- 2(y - 3)
2
+ z
2
0.

ii) Consideriamo ora le tracce del cono sui piani coordinati.

= + +
=
0 z ) 3 y ( 2 ) 1 x (
0 x
2 2 2
si ottiene la conica del piano yz: 1 2(y 3)
2
z
2
0 ovvero
2(y 3)
2
z
2
1 che e un`iperbole.

= + +
=
0 z ) 3 y ( 2 ) 1 x (
0 y
2 2 2
si ottiene la conica del piano xz: (x 1)
2
z
2
18 che e una
circonferenza di centro (1, 0, 0).

= + +
=
0 z ) 3 y ( 2 ) 1 x (
0 z
2 2 2
si ottiene la conica del piano xy: (x 1)
2
2(y 3)
2
0 ov-
vero |(x 1) 2 (y 3)| |(x 1) 2 (y 3)| 0 che e una conica semplicemente de-
genere.


4.18
Considerata la retta r:

= +
= + +
0 1 z y x 2
0 1 z y x
possiamo trovarne una rappresentazione piu
semplice determinando altri due piani del Iascio di asse la retta. Sommando le equazioni
dei due piani si ottiene l`equazione del piano 3x 0 ossia x 0. Facendo la diIIerenza tra
quest`ultima equazione e quella del primo piano dato si ottiene y z 1 0.
La retta data r si puo anche rappresentare come

=
=
0 1 z y
0 x
.
i) Per determinare l`equazione della superIicie generata dalla rotazione di r attorno
all`asse y

=
=
0 z
0 x
vediamo anzitutto se r interseca l`asse y. Le coordinate dell`eventuale
punto comune sono la soluzione del sistema Iormato dalle loro equazioni

=
=
=
=
0 z
0 x
0 1 z y
0 x
.
Si ottiene

=
=
=
0 z
1 y
0 x
quindi le due rette sono incidenti in V(0, 1, 0).
La superIicie e quindi un cono di vertice V. Tale cono e il luogo, al variare di R su r, del-
le circonIerenze intersezioni del piano per R perpendicolare all`asse y e della sIera di cen-
tro V e raggio RV. Le coordinate parametriche di un punto R si possono ottenere dalle e-
quazioni di r ponendo z t e risultano (0, 1 t, t); il piano per R perpendicolare all`asse y
ha equazione y t 1 e la superIicie sIerica di centro V e raggio RV
2 2
t ) 1 t 1 ( ha
equazione x
2
(y 1)
2
z
2
2t
2
.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 65
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Le equazioni parametriche di sono quindi

=
=
2 2 2 2
t 2 z ) 1 y ( x
1 t y
.
Dobbiamo eliminare il parametro t tra le due equazioni precedenti.
Dalla prima si ottiene t y 1 e sostituendo nella seconda si ha l`equazione della superIi-
cie : x
2
(y 1)
2
+ z
2
0.

ii) La circonIerenza intersezione della superIicie con il piano y 3 ha come equa-
zioni:

=
= +
3 y
0 z ) 1 y ( x
2 2 2
. Sostituendo nell`equazione di y 3 si puo rappresentare
la circonIerenza nel modo piu semplice:

= +
=
0 4 z x
3 y
2 2
come intersezione del piano y 3
e di un cilindro con asse parallelo all`asse y che ha come sezione retta la circonIerenza di
centro (0, k, 0) e raggio 2.
Nel piano y 3 si ottiene che il centro della circonIerenza e C(0, 3, 0) ed r 2.


4.19
i) Considerati la retta r:

= + +
= +
0 3 z
2
3
y 2 x
0 6 z 3 x 2
e l`asse z

=
=
0 y
0 x
le coordinate dell'e-
ventuale punto comune sono la soluzione del sistema Iormato dalle loro equazioni

=
=
= + +
= +
0 y
0 x
0 3 z
2
3
y 2 x
0 6 z 3 x 2
. Si ottiene

=
=
=
2 z
0 y
0 x
quindi le due rette sono incidenti in V(0, 0, 2).

ii) La superIicie rotonda generata dalla rotazione di r attorno all`asse z e quindi un co-
no di vertice V. Tale cono e il luogo, al variare di R su r, delle circonIerenze intersezioni
del piano per R perpendicolare all`asse z e della superIicie sIerica di centro V e raggio RV.
Le coordinate parametriche di un punto R si possono ottenere ricavando x ed y in Iunzione
di z nelle equazioni di r e ponendo z t e risultano


t , 0 ,
2
t 3 6
; il piano per R perpendi-
colare all`asse z ha equazione z t e la superIicie sIerica di centro V e raggio RV ha equa-
zione x
2
y
2
(z 2)
2

2
2
t 3 6


(t 2)
2
.
Dobbiamo quindi eliminare il parametro t tra le due equazioni precedenti.
Dalla prima si ottiene z t e la superIicie ha equazione: x
2
+ y
2

2
2
z 3 6


0.

iii) La circonIerenza intersezione della superIicie con il piano z 0 ha come equa-
zioni

=
=

'


0 z
0
2
z 3 6
y x
2
2 2
.
Sostituendo nell`equazione di z 0 si puo rappresentare la circonIerenza nel modo piu
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
66
semplice:

=
= +
0 z
0 9 y x
2 2
come intersezione del piano con un cilindro.
Nel piano z 0 si ottiene che il centro della circonIerenza e l`origine (0, 0, 0) ed r 3.


4.20
i) La superIicie sIerica di centro l`origine e tangente a ha come raggio la distanza di
O da ossia R d(O, )
6
4
4 1 1
4
=
+ +
e la sua equazione e x
2
y
2
z
2

6
16
od an-
che: 3(x
2
+ y
2
+ z
2
) 8 0.

ii) Il cono di vertice V e circoscritto alla superIicie sIerica e il luogo delle rette per V
e tangenti a . Per determinarne l`equazione cartesiana possiamo scrivere le equazioni pa-
rametriche di una generica retta per V ed imporre che sia tangente alla superIicie sIerica ,
cioe che intersechi in due punti coincidenti.
Le equazioni parametriche della generica retta passante per V sono:

+ =
=
=
nt 3 z
mt y
lt x
.
Facendo il sistema tra queste equazioni e l`equazione della superIicie sIerica si ottiene l'e-
quazione risolvente: 3l
2
t
2
3m
2
t
2
3(3 nt)
2
8 0 ossia 3t
2
(l
2
m
2
n
2
) 18nt 19 0.
Tale equazione Iornisce i valori di t dei punti di intersezione retta-superIicie sIerica: aIIin-
che tali punti coincidano deve essere /4 0 cioe: 81n
2
57(l
2
m
2
n
2
) 0 ossia
8n
2
19l
2
19m
2
0.
Ricavando l, m ed n dalle equazioni parametriche della retta si ottiene che l, m ed n sono
rispettivamente proporzionali ad x, y, z 3 e sostituendo nella relazione ottenuta
precedentemente si ottiene l`equazione del cono: 19x
2
+ 19y
2
8(z 3)
2
0.


4.21
i) Per determinare l`equazione del cilindro circoscritto ad una superIicie sIerica con
generatrici di direzione assegnata si puo procedere in vari modi.

I metodo. Scrivere le equazioni parametriche di una generica retta avente la direzione
assegnata ed imporre che sia tangente alla superIicie sIerica , cioe che intersechi in due
punti coincidenti.
Poiche il vettore u non e parallelo al piano xy ogni generatrice interseca il piano xy in un
punto P(p, q, 0). Scriviamo le equazioni parametriche della retta parallela al vettore u e
passante per P:

=
+ =
+ =
t z
t q y
t 3 p x
. Facendo il sistema tra queste equazioni e l`equazione della su-
perIicie sIerica si ottiene l`equazione risolvente: (p 3z)
2
(q z)
2
z
2
4 0 ossia
11z
2
2z(3p q) p
2
q
2
4 0.
Tale equazione Iornisce i valori di z dei punti di intersezione retta-superIicie sIerica: aIIin-
che tali punti coincidano deve essere /4 0 cioe: (3p q)
2
11(p
2
q
2
4) 0.
Ricavando p e q dalle equazioni parametriche della retta si ottiene p x 3z e q y z e
sostituendo nella relazione ottenuta precedentemente si ottiene l`equazione del cilindro:
(3x 9z y z)
2
11|(x 3z)
2
(y z)
2
4| 0.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 67
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Da cui, sviluppando i calcoli, si ha: x
2
+ 5y
2
+ 5z
2
3xy 3xz yz 22 0.

II metodo Determinare le equazioni della direttrice cioe della circonIerenza intersezione
della superIicie sIerica con il piano passante per il centro O(0, 0, 0) di e perpendico-
lare al vettore u. Tale piano ha equazione 3x y z 0 (ricordando che i coeIIicienti di
x, y, z nell`equazione del piano sono le componenti di un vettore ad esso normale) e la di-
rettrice ha quindi equazioni

= + +
= + +
0 z y x 3
4 z y x
2 2 2
.
Il cilindro e il luogo delle rette parallele ad u e passanti per un punto (X, Y, Z) della diret-
trice.
Scrivendo le equazioni parametriche di tali rette e le condizioni aIIinche (X, Y, Z) appar-
tenga alla direttrice si ottiene un sistema di cinque equazioni di parametri X, Y, Z, t ed eli-
minando tali parametri si ricava l`equazione del cilindro.

= + +
= + +
+ =
+ =
+ =
4 Z Y X
0 Z Y X 3
t Z z
t Y y
t 3 X x
2 2 2
da cui

= + +
= + +
=
=
=
4 Z Y X
0 t z t y t 9 x 3
t z Z
t y Y
t 3 x X
2 2 2

= + +
+ +
=
+ +
=
+ +
=
+ +
=
4 Z Y X
11
z y x 3
z Z
11
z y x 3
y Y
11
z y x 3
3 x X
11
z y x 3
t
2 2 2

2 2 2
11
y x 3 z 10
11
z x 3 y 10
11
z 3 y 3 x 2


4.
Sviluppando i calcoli si ottiene: x
2
+ 5y
2
+ 5z
2
3xy 3xz yz 22 0.

III metodo Si puo inIine considerare il cilindro cercato come cilindro circolare retto a-
vente per asse la retta a per il centro O della superIicie sIerica e direzione parallela al
vettore u e raggio uguale al raggio di , cioe 2.
La retta a ha equazioni
1
z
1
y
3
x
= = ossia

=
=
z y
z 3 x
. Un punto P(X, Y, Z) appartiene al cilin-
dro se la distanza di P da a e 2. Per imporre tale condizione determiniamo le coordinate di
un punto H intersezione di a con il piano per P perpendicolare ad a: la distanza di P da a
e la distanza PH. Il piano ha equazione 3(x X) (y Y) (z Z) 0; intersecandolo
con la retta a si ottiene:

=
=
= + +
z y
z 3 x
0 Z Y X 3 z y x 3

=
=
+ + =
z y
z 3 x
Z Y X 3 z 11
quindi:
H
( )

+ + + + + +
11
Z Y X 3
,
11
Z Y X 3
,
11
Z Y X 3 3
.
Imponiamo ora d(P, H) 2:
2
X
11
) Z Y X 3 ( 3


+ +

2
Y
11
Z Y X 3


+ +

2
Z
11
Z Y X 3


+ +
4 che e esattamente la
condizione trovata con il secondo metodo. Sviluppando i calcoli si ottiene nuovamente
l`equazione x
2
+ 5y
2
+ 5z
2
3xy 3xz yz 22 0.

Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
68
ii) La retta x y z ha parametri direttori proporzionali a (1, 1, 1) ed e parallela al
vettore r(1, 1, 1). Il piano parallelo ai vettori u ed r e passante per A ha equazione
1 1 1
1 1 3
1 z y 1 x
0 ossia: y z + 1 0.

iii) Per studiare la posizione del piano rispetto alla superIicie sIerica che ha centro
nell'origine e raggio 2 calcoliamo la distanza del piano da O: d(, O)
2
1
.
Risulta
2
1
2 quindi il piano secante la superficie sferica.


4.22
i) Le due superIicie sIeriche date individuano il Iascio:
(x
2
y
2
z
2
8x 2z 8) (x
2
y
2
z
2
7x 2y 5) 0. Il piano radicale del Ia-
scio si ottiene Iacendo la diIIerenza delle equazioni delle due superIicie sIeriche che sono
date in Iorma normale; esso ha equazione: x 2y + 2z + 3 0.
Per veriIicare se e secante le superIicie sIeriche possiamo limitarci a considerarne una,
ad esempio
1
, e conIrontare la distanza di dal centro C
1
(4, 0, 1) di
1
con il raggio
r
1
8 1 16 + + 5.
Risulta d(C
1
, )
4 4 1
3 2 4
+ +
+ +

3
9
3 5 r
1
quindi e secante le superIicie sIeriche.

ii) Vediamo due diversi modi per ottenere il cilindro circoscritto ad una superIicie sIe-
rica e con generatrici parallele al vettore k, cioe all`asse z.

I metodo - Possiamo considerare tale cilindro come luogo delle rette parallele all`asse z e
tangenti alla superIicie sIerica. Una generica retta parallela all`asse z ha equazioni

=
=
q y
p x

e risulta tangente a
1
se ha con
1
una intersezione doppia.
Le intersezioni sono le soluzioni del sistema

= + +
=
=
0 8 z 2 x 8 z y x
q y
p x
2 2 2
che ha equa-
zione risolvente z
2
2z p
2
q
2
8p 8 0.
Le due intersezioni coincidono se il discriminante dell`equazione di secondo grado si an-
nulla cioe 1 p
2
q
2
8p 8 0.
Sostituendo p con x e q con y si ottiene l`equazione del cilindro: x
2
+ y
2
8x 9 0.

II metodo Possiamo determinare le equazioni della direttrice cioe della circonIerenza in-
tersezione della superIicie sIerica
1
con il piano passante per il centro O(4, 0, 1) di e
perpendicolare al vettore k. Tale piano ha equazione z 1 (ricordando che i coeIIicienti di
x, y, z nell`equazione del piano sono le componenti di un vettore ad esso normale) e la di-
rettrice ha quindi equazioni

=
= + +
1 z
0 8 z 2 x 8 z y x
2 2 2
.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 69
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Il cilindro e il luogo delle rette parallele a k e passanti per un punto (X, Y, Z) della direttri-
ce. Tali rette hanno equazioni x X, y Y.
Scrivendo le condizioni aIIinche (X, Y, Z) appartenga alla direttrice si ottiene un sistema di
quattro equazioni di parametri X, Y, Z ed eliminando tali parametri si ricava l`equazione
del cilindro

= + +
=
=
=
0 8 Z 2 X 8 Z Y X
1 Z
Y y
X x
2 2 2
da cui x
2
y
2
1 8x 2 8 0 ossia
x
2
+ y
2
8x 9 0.


4.23
Il cilindro avente come direttrice la circonIerenza

= + +
=
16 z y x
0 x
2 2 2
e generatrici paral-
lele alla retta r

=
+ =
2 z
1 x y
e il luogo delle rette passanti per un punto P che varia su e pa-
rallele alla retta r.
Osservato che i parametri direttori di r sono proporzionali a (1, 1, 0) ed indicate le coordi-
nate di P con (a, b, c) le equazioni parametriche del cilindro sono date dalle equazioni pa-
rametriche della retta e dalle condizioni aIIinche P appartenga a :

= + +
=
=
+ =
+ =
16 c b a
0 a
c z
t b y
t a x
2 2 2
.
Ricavando i parametri: a 0, t x, b y x, c z e sostituendoli nell`ultima equazione si
ottiene l`equazione cartesiana del cilindro: ( x + y)
2
+ z
2
16.


4.24
i) Ricordiamo che due rette si dicono sghembe se non sono ne parallele ne incidenti.
La retta r data si puo scrivere in Iorma parametrica ponendo nelle due equazioni y t e ri-
sulta

+ =
=
+ =
1 t 2 z
t y
1 t 3 x
. I suoi parametri direttori sono quindi proporzionali a (3, 1, 2) e non sono
quindi in proporzione con i parametri direttori (1, 0, 0) dell`asse x. Le due rette non sono
quindi parallele. L`eventuale punto di intersezione tra r e l`asse x ha come coordinate la so-
luzione del sistema Iormato dalle equazioni delle due rette:

=
=
=
=
0 z
0 y
0 1 y 2 z
0 1 y 3 x
.
Poiche sostituendo la terza e la quarta equazione nella seconda si ottiene 1 0 il sistema e
impossibile e le due rette non hanno punti in comune.

ii) La superIicie generata dalla rotazione di r attorno all`asse x e il luogo delle cir-
conIerenze passanti per un punto R(3t 1, t, 2t 1) di r contenute in un piano perpendico-
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
70
lare all`asse x e con il centro sull`asse. Una tale circonIerenza si puo rappresentare come
intersezione del piano per R e perpendicolare all`asse x, di equazione x 3t 1, e della
superIicie sIerica avente centro in un punto Iisso dell`asse x, ad esempio l`origine, e pas-
sante per R. Tale superIicie sIerica ha equazione x
2
y
2
z
2
(3t 1)
2
t
2
(2t 1)
2
.
Le equazioni della circonIerenza al variare di R su r e quindi al variare del parametro t so-
no le equazioni parametriche della superIicie di rotazione:

+ + + + = + +
+ =
2 2 2 2 2 2
) 1 t 2 ( t ) 1 t 3 ( z y x
1 t 3 x
.
Eliminando il parametro t si ottiene l`equazione cartesiana di . Si ricava t
3
1 x
e sosti-
tuendo: x
2
y
2
z
2
x
2

2 2
3
3 2 x 2
3
1 x

+
+


da cui, sviluppando i calcoli:
5x
2
9y
2
9z
2
+ 2x + 2 0.


4.25
i) Ricordiamo che due rette si dicono sghembe se non sono ne parallele ne incidenti.
La retta r:

=
=
y z
y x
si scrive in Iorma parametrica

=
=
=
t z
t y
t x
ed ha parametri direttori propor-
zionali a (1, 1, 1). La retta s e data in Iorma parametrica ed ha parametri direttori propor-
zionali a (1, 1, 1). Poiche i parametri direttori delle due rette non sono in proporzione r ed
s non sono parallele. Le coordinate di un eventuale punto di intersezione di r e di s si ot-
tengono risolvendo il sistema Iormato dalle loro equazioni:

=
=
+ =
=
=
t z
t 1 y
1 t x
y z
y x
.
E` immediato veriIicare che tale sistema e incompatibile in quanto sostituendo la terza e la
quarta equazione nella prima si ottiene t 1 1 t da cui t 0 e x y 1 che e incompa-
tibile con la seconda z y 1 rispetto alla quinta z t 0. Quindi r ed s non hanno punti
in comune e non essendo neppure parallele r ed s sono sghembe.

ii) Per scrivere l`equazione della superIicie rotonda generata dalla rotazione di s attor-
no ad r individuiamo dapprima un punto di r, ad esempio l`origine, poi un generico punto
S(t 1, 1 t, t) che varia su s (ricordando le equazioni parametriche di s).
La superIicie cercata e il luogo, al variare di S, delle circonIerenze intersezioni del piano
per S perpendicolare ad r e della superIicie sIerica di centro O e raggio OS.
Il piano ha equazione (x t 1) (y 1 t) (z t) 0 ossia x y z 2 t e la
superIicie sIerica ha equazione x
2
y
2
z
2
1 2t t
2
1 2t t
2
t
2
.
Dobbiamo eliminare il parametro t tra le due equazioni precedenti. Sostituendo il valore di
t della prima nella seconda si ottiene: x
2
y
2
z
2
3(x y z 2)
2
2.
Sviluppando i calcoli: x
2
+ y
2
+ z
2
+ 3xy + 3xz + 3yz 6(x + y + z) + 7 0.



Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 71
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
4.26
Per scrivere l`equazione della superIicie rotonda generata dalla rotazione di r attorno ad s
individuiamo dapprima un punto di s, ad esempio S (0, 1, 1) poi il punto R(t 1, 2t, t)
che varia su r.
La superIicie cercata e il luogo, al variare di R, delle circonIerenze intersezioni del piano
per R perpendicolare ad s di equazione z t e della superIicie sIerica di centro S e raggio
RS di equazione x
2
(y 1)
2
(z 1)
2
(t 1)
2
(2t 1)
2
(t 1)
2
. Dobbiamo quindi
eliminare il parametro t nel sistema

+ + + = + +
=
2 2 2 2 2 2
) 1 t ( ) 1 t 2 ( ) 1 t ( ) 1 z ( ) 1 y ( x
t z

e la superIicie ha equazione x
2
(y 1)
2
(z 1)
2
(z 1)
2
(2z 1)
2
(z 1)
2
cioe:
x
2
+ y
2
- 5z
2
- 2y + 2z - 1 0.


4.27
Determiniamo il cilindro in tre diversi modi.
I modo.
Una generatrice g del cilindro e la retta per A parallela all`asse a. I parametri direttori di a
sono proporzionali a (1, 1, 0) e la generatrice ha equazioni

=
+ =
+ =
4 z
t 1 y
t 2 x
. Il cilindro e la su-
perIicie generata dalla rotazione di g attorno ad a.
Per scriverne l`equazione individuiamo dapprima un punto di a, ad esempio C (0, 1, 2) e
poi il punto G(2 t, 1 t, 4) che varia su g.
La superIicie cercata e il luogo, al variare di G, delle circonIerenze intersezioni del piano
per G perpendicolare ad a di equazione x 2 t y 1 t 0 ossia x y 3 2t e della
superIicie sIerica di centro C e raggio CG di equazione
x
2
(y 1)
2
(z 2)
2
(2 t)
2
(1 t 1)
2
(4 2)
2
ossia
x
2
(y 1)
2
(z 2)
2
2t
2
4t 8.
Dobbiamo quindi eliminare il parametro t nel sistema

+ + = + +
= +
8 t 4 t 2 ) 2 z ( ) 1 y ( x
t 2 3 y x
2 2 2 2
. Dalla prima equazione si ricava t
2
3 y x +
; sosti-
tuendo nella seconda risulta x
2
(y 1)
2
(z 2)
2
8
2
3 y x
4
2
3 y x
2
2
+

+
+

+
.
Sviluppando i calcoli risulta: x
2
+ y
2
+ 2z
2
- 2xy + 2x 2y 8z - 3 0.

II modo.
Il cilindro cercato ha come direttrice L la circonIerenza del piano per A perpendicolare
ad a, avente centro nel punto H di intersezione di con a e passante per A. Tale circonIe-
renza si puo rappresentare come intersezione del piano di equazione x y 3 0 e di
una qualunque superIicie sIerica avente centro su a e passante per A.
Scelto C(0, 1, 2) come punto di a, il raggio della superIicie sIerica di centro C e passante
per A e r AC 4 4 + 8 e la superIicie sIerica ha equazione x
2
(y 1)
2
(z 2)
2
8
La direttrice L ha equazioni

= +
= + +
0 3 y x
0 3 z 4 y 2 z y x
2 2 2
, avendo sviluppato i calcoli.
Il cilindro e il luogo delle rette parallele all`asse a e quindi al vettore (1, 1, 0) e passanti per
Capitolo IV SuperIicie Notevoli
Universita di Torino
72
un punto (X, Y, Z) che varia sulla direttrice: tali rette hanno equazioni

=
=
Z z
Y y X x
.
Scrivendo le condizioni aIIinche (X, Y, Z) appartenga alla direttrice si ottiene un sistema di
quattro equazioni di parametri X, Y, Z ed eliminando tali parametri si ricava l`equazione
del cilindro

= + +
= +
=
=
0 3 Z 4 Y 2 Z Y X
0 3 Y X
Z z
Y y X x
2 2 2
dalla prima e dalla terza equazione si possono
ricavare X
2
3 y x +
ed Y
2
3 y x + +
; sostituendo i valori di X, Y e Z nella quarta e-
quazione si ottiene x
2
+ y
2
+ 2z
2
- 2xy + 2x 2y 8z - 3 0.








III modo.
Il cilindro si puo pensare come luogo dei centri C(X, Y, Z) delle superIicie sIeriche tangen-
ti ad a ed aventi raggio la distanza di A dall`asse a. Per calcolare tale distanza consideria-
mo il punto R(t,1 t, 2) che varia su a e determiniamo per quale valore di t il vettore A R
(2 t, t, 2) e perpendicolare ad a di parametri direttori (1, 1, 0). Imponendo la condizione
di perpendicolarita si ottiene 2 t t 0 da cui t 1 ed il piede della perpendicolare da A
ad a e R
0
(1, 2, 2). La distanza di A da a e la distanza di A da R
0
cioe 6 4 1 1 = + + .
Determiniamo ora l`equazione del cilindro come luogo dei centri delle superIicie sIeriche
(x X)
2
(y Y)
2
(z Z)
2
6 tangenti ad a.
Le intersezioni delle superIicie sIeriche con a sono le soluzioni del sistema

=
+ =
= + +
2 z
x 1 y
6 ) Z z ( ) Y y ( ) X x (
2 2 2
la cui equazione risolvente e
(x X)
2
(1 x Y)
2
(2 Z)
2
6 ossia
2x
2
2(X Y 1)x X
2
Y
2
Z
2
2Y 4Z 1 0. Le due radici di tale equazione so-
no coincidenti se /4 (X Y 1)
2
2(X
2
Y
2
Z
2
2Y 4Z 1) 0.
EIIettuando i calcoli si ottiene X
2
Y
2
2Z
2
2XY 2X 2Y 8Z 3 0.
Il luogo dei centri delle superIicie sIeriche di raggio 6 e tangenti ad a e quindi
x
2
+ y
2
+ 2z
2
- 2xy + 2x 2y 8z - 3 0.


g
a
A
H
L
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 73
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica

CAPITOLO V

CONICHE


5.1 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare:
i) l`equazione dell`ellisse avente Iuochi nei punti F
1
(0, 0) ed F
2
(2, 2) e semiasse mag-
giore lungo 3;
ii) il centro e gli assi di tale ellisse;
iii) l`equazione canonica di tale ellisse.

5.2 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica:
x
2
4xy y
2
8x 10y 0. Determinarne tipo, equazione canonica, centro, assi ed asintoti.

5.3 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica
: 2x
2
3y
2
6x 2y 3 0. Determinare:
i) tipo, equazione canonica, centro, assi ed eventuali asintoti di ;
ii) l`equazione della retta polare del punto A(1, 2) rispetto a .

5.4 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono dati la cir-
conIerenza di equazione x
2
y
2
4 ed il suo punto P(2, 0). Determinare:
i) l`equazione del Iascio di coniche tangenti alla circonIerenza in P e passanti per le
intersezioni di con l`asse y;
ii) le coniche degeneri del Iascio e le eventuali parabole;
iii) asse e vertice della parabola non degenere del Iascio.

5.5 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica:
2x
2
3xy y
2
10x 7y 12 0:
i) veriIicare che e degenere;
ii) determinare le rette in cui la conica si spezza e le coordinate del punto doppio.

5.6 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica
C: 3x
2
2xy 3y
2
2x 2y 0. Determinare:
i) tipo, equazione canonica, centro, assi ed eventuali asintoti;
ii) l`equazione dell`iperbole equilatera tangente a C nei suoi punti di intersezione con
l'asse y;
iii) l'equazione della circonIerenza tangente a C in (0, 0) e passante per il punto (1, 2).

5.7 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sia data, al va-
riare del parametro reale k, la conica di equazione x
2
xy ky
2
(2 k)x 3y 3 k 0:
i) dire per quale valore di k si ottiene una parabola;
ii) scrivere tale parabola in Iorma canonica.

5.8 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica
C di equazione x
2
y
2
2xy 2x 2y 0. Determinare:
i) l`equazione del Iascio di coniche tangenti a C nell`origine e nel punto A(2, 0), indi-
viduandone le coniche degeneri;
ii) l`equazione dell`iperbole appartenente al Iascio ed avente un asintoto parallelo alla
retta x 5y 1 0.
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
74
5.9 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la conica
C: x
2
2xy 2y
2
x 2y 0. Determinare:
i) tipo della conica ed equazione canonica;
ii) l`equazione delle parabole per i punti comuni a C ed alla conica C' di equazione
(x y)(x 1) 0.

5.10 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sono date la
circonIerenza di equazione: x
2
y
2
2 0 e la retta r di equazione x y 1 0.
Determinare:
i) l'equazione della circonIerenza passante per l'origine e per i punti comuni a e ad r;
ii) l`equazione della parabola non degenere bitangente alla circonIerenza nei suoi
punti di intersezione con la retta r;
iii) asse, vertice ed equazione canonica di tale parabola.

5.11 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico sia data la co-
nica di equazione: x
2
2xy y
2
4(x y 1) 0. Determinare:
i) tipo della conica ed equazione canonica;
ii) l`equazione del Iascio di coniche individuato da e dalla circonIerenza di equa-
zione x
2
y
2
2x 2y 2 0 ed individuarne le coniche degeneri.

5.12 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la coni-
ca di equazione: 2x
2
2xy 2y 1 0:
i) dire se e degenere, determinarne il tipo, centro, assi ed eventuali asintoti;
ii) nella polarita individuata da determinare il diametro coniugato alla direzione
D

(1, 2, 0).

5.13 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e data la coni-
ca di equazione: 2x
2
2xy y
2
2y 0:
i) dire se e degenere, determinarne il tipo, centro, assi ed eventuali asintoti;
ii) nella polarita individuata da data la retta p di equazione x y 2 0 determinar-
ne il polo (di cui p e la polare).

5.14 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico e dato il Iascio
di coniche: (x
2
xy y
2
x y 2) y
2
0. Determinare:
i) le coniche degeneri del Iascio ed esprimere ciascuna come prodotto di due rette;
ii) le coordinate dei punti base A e B del Iascio;
iii) la parabola non degenere del Iascio.

5.15 - Data la conica 5x
2
4xy 2y
2
6x 1 0:
i) veriIicare che la conica non e degenere ed e di tipo ellittico;
ii) determinarne il centro e gli assi;
iii) veriIicare che i punti P
1
(2, 0), P
2
(3, 4), P
3
(7/5, 6/5) Iormano un triangolo autopo-
lare.

5.16 - Nel piano riIerito ad un sistema cartesiano ortonormale monometrico determinare
l`equazione del Iascio di coniche passanti per i vertici del parallelogramma avente i lati ap-
partenenti alle rette: x y 0; x y 5 0; x 1 0; x 4 0.
Determinare l`equazione dell`iperbole appartenente al Iascio ed avente un asintoto paralle-
lo alla retta x y 2 0.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 75
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Soluzioni

5.1
i) L`ellisse e il luogo dei punti aventi dai Iuochi distanze con somma costante eguale
al doppio della lunghezza del semiasse maggiore, cioe dei punti P tali che:
PF
1
PF
2
2a 6.
Calcolando tali distanze risulta 6 ) 2 y ( ) 2 x ( y x
2 2 2 2
= + + + .
Elevando al quadrato, dopo aver isolato un radicale, si ottiene:
x
2
4x 4 y
2
4y 4 36 x
2
y
2
12
2 2
y x + da cui 12
2 2
y x + 28 4x 4y.
SempliIicando per 4 ed elevando al quadrato si ottiene:
9x
2
9y
2
49 14x 14y 2xy x
2
y
2
.
L`ellisse cercata ha equazione: 8x
2
+ 8y
2
- 2xy - 14x - 14y - 49 0.

ii) Il centro dell`ellisse e il punto medio di Iuochi quindi C (1, 1).
L`asse Iocale e la retta per i Iuochi quindi ha equazione x y e l`asse trasverso e la per-
pendicolare all`asse Iocale per il centro C.
La sua equazione risulta x 1 y 1 0 ossia x + y - 2 0.

iii) L`equazione canonica dell`ellisse si ricava mediante gli invarianti metrici.
A
49 7 7
7 8 1
7 1 8



3969 A
33

8 1
1 8

63 T 8 8 16.
Indicando con LX
2
MY
2
N 0 la Iorma canonica cercata, i coeIIicienti L, M, N devo-
no soddisIare le condizioni

= +
=
=
16 M L
63 LM
3969 LMN
da cui N
63
3969
63 ed L e M sono le so-
luzioni dell`equazione ausiliaria z
2
16z 63 0 che ha radici z 9 e z 7.
Un`equazione canonica risulta quindi: 7X
2
+ 9Y
2
- 63 0 (oppure 9X
2
+ 7Y
2
- 63 0).
Notiamo che in questo caso si poteva ricavare direttamente l`equazione canonica dell'ellis-
se tenendo conto che nel riIerimento canonico essa e del tipo 1
b
Y
a
X
2
2
2
2
= + dove a e la lun-
ghezza del semiasse maggiore e risulta a
2
b
2
c
2
e c e la meta della distanza Ira i Iuochi.
Nel nostro caso a 3, c 2 1 1 = + , quindi b
2
9 2 7 e l`equazione canonica e:
1
7
Y
9
X
2 2
= + .


5.2
Per determinare il tipo e l`equazione canonica della conica x
2
4xy y
2
8x 10y 0
calcoliamone gli invarianti metrici. Risulta:
A
0 5 4
5 1 2
4 2 1



40 40 16 25 71 = 0; la conica non degenere.
A
33

1 2
2 1


1 4 5 0: la conica un`iperbole.
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
76
T 1 1 0: la conica e un`iperbole equilatera.

L`equazione canonica di una conica a centro e del tipo LX
2
MY
2
N 0, dove i coeIIi-
cienti L, M, N si calcolano mediante gli invarianti:

= +
=
=
T M L
A LM
A LMN
33
, nel nostro caso risulta

= +
=
=
0 M L
5 LM
71 LMN
, da cui N
5
71
ed il sistema simmetrico

= +
=
0 M L
5 LM
ha soluzioni L 5 ed M 5 m .
Un`equazione canonica dell`iperbole equilatera data e: 0
5
71
Y 5 X 5
2 2
= == = .
Le coordinate del centro di una conica a centro sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
od anche

0
y
I
0
x
I
.
Nel nostro caso

= +
=
0 10 y 2 x 4
0 8 y 4 x 2
che ha soluzione

=
=
5
3
y
5
14
x
per cui C


5
3
5
14
, .

Gli assi di una conica a centro sono le rette per il centro le cui direzioni soddisIano la con-
dizione
a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2
0
nel nostro caso: 2l
2
2 l m 2m
2
0.
Essendo m 0 possiamo dividere per m ed ottenere l`equazione di secondo grado
0 2
m
l
2
m
l
2
2
= +

che ha soluzioni
m
l

2
4 1 1 +

2
5 1
.
Possiamo scegliere l
2
5 1+
ed m 1 oppure l
2
5 1
ed m 1
Gli assi hanno quindi equazioni
x -
5
14






+ ++ +









5
3
y
2
5 1
ed x -
5
14






+ ++ +








+ ++ +
5
3
y
2
5 1
.

Gli asintoti di un`iperbole sono le rette per il suo centro aventi le direzioni asintotiche. Tali
direzioni si ottengono risolvendo l`equazione:
a
11
l
2
+ 2a
12
lm + a
22
m
2
0.
Nel nostro caso: l
2
4lm m
2
0.
Risulta 1 4 2
m
l
+ = 2 5 e le equazioni degli asintoti sono:
x -
5
14
( (( ( ) )) )






+ ++ + + ++ +
5
3
y 5 2 e x -
5
14
( (( ( ) )) )






+ ++ +
5
3
y 5 2 .
Osserviamo che gli asintoti sono perpendicolari in quanto (2 5 )(2 5 ) 1 0
coerentemente con il Iatto che l`iperbole e equilatera.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 77
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
5.3
i) Per determinare il tipo e l`equazione canonica della conica 2x
2
3y
2
6x 2y 3 0
calcoliamone gli invarianti metrici. Risulta:
A
3 1 3
1 3 0
3 0 2

18 27 2 7 = 0; la conica non degenere.


A
33

3 0
0 2

6 0: la conica un`iperbole.
T 2 3 1.

L`equazione canonica di una conica a centro e del tipo LX
2
MY
2
N 0, dove i coeIIi-
cienti L, M, N si calcolano mediante gli invarianti:

= +
=
=
T M L
A LM
A LMN
33
, nel nostro caso risulta

= +
=
=
1 M L
6 LM
7 LMN
, da cui N
6
7
ed il sistema simmetrico

= +
=
1 M L
6 LM
ha come soluzioni le radici dell`equazione ausiliaria Z
2
Z 6 0.
Risulta Z
2
24 1 1 +

2
3
.
Un`equazione canonica dell`iperbole data e: 0
6
7
Y 2 X 3
2 2
= + .
Le coordinate del centro di una conica a centro sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
od anche

0
y
I
0
x
I
.
Nel nostro caso

=
= +
0 1 y 3
0 3 x 2
che ha soluzione

=
=
3
1
y
2
3
x
per cui C


3
1
2
3
, .
Per determinare l`equazione degli assi si puo procedere in due modi:

I modo - L`equazione complessiva degli assi e
a
12
(x x
C
)
2
(a
11
a
22
) (x x
C
) (y y
C
) a
12
(y y
C
)
2
0
e, nel nostro caso:

+
3
1
y
2
3
x 0.
Gli assi hanno quindi equazione: x +
2
3
0 ed y +
3
1
0.

II modo - Le direzioni degli assi soddisIano la condizione a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2

0, nel nostro caso l m 0. Possiamo scegliere l 0 ed m 1 oppure l 1 ed m 0.
Gli assi sono le rette per il centro aventi tali direzioni, hanno quindi equazioni:
x +
2
3
0 e y +
3
1
0.
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
78
Gli asintoti di un`iperbole sono le rette per il centro aventi le direzioni asisntotiche che si
calcolano risolvendo l`equazione a
11
l
2
+ 2a
12
lm + a
22
m
2
0, nel nostro caso: qVSqVS4u`oLSO99FF,V` LVOP,ZZ,`cLISO7VFFZSAVOVP9Z9P`oLSO,VF,ZZ,`nLSO99FF9P77`IVOVP9Z9PZ,`qVS4u`L` LVOP,ZZ. ,,FVZZ`9O7,7Z,`qLSO,VF,ZZ,`nLSO99FF111F49O7,7P`3LSO99FF,VmL7LVOP,1Z,`cLISO7VFF,V,OZ,VOVP9Z9P`oLSO,VF,ZZ,`nLSO99FF9P77`IVOVP9Z9PZ,`qVS4u`VPO7VZ,`qVS4u`0FO4914,P7.LVOP,Z74LIPO4F,49I9,7cLII1S99Z9PV`RL111FZF1SO7VP9Z7`nLSO9VSS19`dLuSOPPVS,7`rLI,O4ZSZFtI,O4ZSZF`iLI,OZ,4`sLe,9FOSSVSB= ue,,7F,111SPV,,SpLI1SPV,,SpLI1VZ97AB=7F,111VZ97AB= ue,99,1, P~F,V,POS,SF=7ZF1VZF4A FFF1VZF4A uue,,,SF11SPV,,SFPPV1SPV,,SFPPV1VZ97AB=,SF11VZ97AB= ue,99,1, P~F,V,POS,SF=, ue111VZF4A ,,Fe111VZF4A uue,,9,1, P~F,V,POS,SF=,SV7111VZ41A ,S7S111VZ7,,,Suue,,,SSS111S1Z,,SFP9Z111S1Z,,SFP9Z11194O1AB=,SSS11194O1AB= ue,9`GP, P~F,V,POS,SF=,S7S111VZ4Z,,SFSFZ194FSA uue,,,SV1111,9V,,SFP99111,9V,,SFP9911194O1AB=,SV111194O1AB= ue,99,1, P~F,V,POS,SF=,SZ,194FSASFP,V,11,,Z,,Suue,,,S771,9V,,SFPPV1,9V,,SFPPV1SFS,,SFS771SFS,,S ue,99,1, P~F,V,POS,SF=, ,V,11,,Z,,SFPZP1,,Z,,Suue,,,POS,SF= ,SS,V4O774SOS9= `GLPOF,V94`lLI,OZ,4`iLIO4ZFVO,919F`bLVSS,,9Z71,1S4,1,41ZZoLSOVSS44=Z9P`3LSOI1ZoL44=Z9P`mLSOFVZZ`L44=Z9P`lLSO,VF1O4U9O7,7Znn9O7,7uaSaSaionn am
0aBa3dwpBBwBbtaBam
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 79
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
5.5
Possiamo procedere in due modi.
I modo.
i) Una conica e degenere se il suo discriminante A e nullo.
Per la conica 2x
2
y
2
3xy 10x 7y 12 0 risulta A
12
2
7
5
2
7
1
2
3
5
2
3
2


24
4
105

4
105
25
2
49
27 0. La conica degenere.

ii) Per determinare le equazioni delle due rette in cui la conica si spezza possiamo tra-
sIormarne l`equazione in: 2x
2
x(3y 10) y
2
7y 12 0.
Considerata come un`equazione di secondo grado in x si ricava:
x
4
96 y 56 y 8 y 60 100 y 9 10 y 3
2 2
+ + + +

4
) 2 y ( 10 y 3 +
da cui x
2
y 4
e
x 3 y.
L`equazione della conica data si puo scrivere (2x + y 4) (x + y 3) 0.
Per determinare le coordinate del punto di intersezione di tali rette, che e il punto doppio
della conica, si risolve il sistema:

= +
= +
0 3 y x
0 4 y x 2
che ha soluzione

=
=
2 y
1 x
. Quindi P(1, 2).

II modo.
i) Una conica e degenere se ha almeno un punto doppio (cIr. Quaderno #25 DeI.
7.2.1) le cui coordinate, scritta la conica in coordinate omogenee, sono le soluzioni del si-
stema

= + +
= + +
= + +
0 x a x a x a
0 x a x a x a
0 x a x a x a
3 33 2 23 1 13
3 23 2 22 1 12
3 13 2 12 1 11
, nel nostro caso

= +
= +
= +
0 x 12 x
2
7
x 5
0 x
2
7
x x
2
3
0 x 5 x
2
3
x 2
3 2 1
3 2 1
3 2 1
.
Il determinante dei coeIIicienti di tale sistema e A
12
2
7
5
2
7
1
2
3
5
2
3
2

0 quindi il sistema
ammette inIinite soluzioni e la conica degenere.
Possiamo osservare che la terza equazione e l`opposto della somma della prima e del dop-
pio della seconda quindi il sistema si riduce a:

= +
= +
0 x
2
7
x x
2
3
0 x 5 x
2
3
x 2
3 2 1
3 2 1
che ha soluzioni:
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
80
x
1

1
2
3
2
3
2
1 x
2
7
2
3
x 5
3
3
x
3
e x
2

1
2
3
2
3
2
x
2
7
2
3
x 5 2
3
3
2x
3
. Il punto doppio P della conica ha quindi co-
ordinate omogenee (1, 2, 1) e coordinate cartesiane (1, 2).
Per determinare le equazioni delle due rette in cui la conica si spezza, che passano ovvia-
mente per P, consideriamo l`equazione di una generica retta per P ed intersechiamola con
la conica:

= + + +
+ =
+ =
0 12 y 7 x 10 y xy 3 x 2
mt 2 y
lt 1 x
2 2
.
L`equazione risolvente di tale sistema e (2l
2
3lm m
2
)t
2
0 ammette radice doppia t 0
coerentemente col Iatto che la generica retta per P e la conica hanno intersezione doppia in
P; l`equazione ammette inIinite soluzioni e la retta e componente della conica se il coeIIi-
ciente di t
2
si annulla, cioe se 2l
2
3lm m
2
0. Dividendo per m
2
si ottiene
2 0 1
m
l
3
m
l
2
= + +

che ha radici
m
l

2
1
ed
m
l
1.
Le due rette cercate hanno equazioni parametriche

=
+ =
t 2 2 y
t 1 x
e

=
+ =
t 2 y
t 1 x
ed equazioni
cartesiane 2x +y 4 0 e x + y 3 0.


5.6
i) Per determinare il tipo della conica 3x
2
2xy 3y
2
2x 2y 0 calcoliamone gli
invarianti metrici. Risulta:
A
0 1 1
1 3 1
1 1 3

1 1 3 3 8 = 0: la conica non degenere.


A
33

3 1
1 3

9 1 8 ~ 0: la conica un`ellisse.
T 3 3 6.
L`equazione canonica dell`ellisse e del tipo LX
2
MY
2
N 0 ed i coeIIicienti L, M, N
devono soddisIare le condizioni

= +
=
=
6 M L
8 LM
8 LMN
da cui N 1 ed L e M sono le soluzioni del-
l'equazione ausiliaria z
2
6z 8 0 che ha radici z 2 e z 4.
Una equazione canonica risulta quindi: 2X
2
+ 4Y
2
- 1 0.

Le coordinate del centro di una conica a centro sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 81
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Nel nostro caso

= + +
= +
0 2 y 6 x 2
0 2 y 2 x 6
che ha soluzione

=
=
2
1
y
2
1
x
per cui C


2
1
2
1
, .

Gli assi dell`ellisse sono le rette per il centro i cui parametri direttori l ed m soddisIano l'e-
quazione: a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2
0 e, nel nostro caso: l
2
m
2
0 da cui l m.
Gli assi hanno quindi equazione: x
2
1

+
2
1
y ossia: x y 0 e x + y + 1 0.
Poiche la conica e un`ellisse non ci sono asintoti.

ii) Tutte le coniche tangenti a C nei suoi punti, diciamo A e B, di intersezione con
l`asse y appartengono al Iascio di coniche bitangenti che ha come coniche degeneri quella
spezzata nelle due tangenti a C rispettivamente in A ed in B e quella doppiamente degenere
nella retta AB, cioe nell`asse y, contata due volte.
Per individuare il Iascio possiamo usare C e quest`ultima conica degenere x
2
0.
Il Iascio ha quindi equazione (3x
2
2xy 3y
2
2x 2y) x
2
0.
La condizione che individua l`iperbole equilatera e: a
11
a
22
0.
Nel nostro caso 3 3 0: scegliendo 1 e 6 si ottiene l`iperbole equilatera:
3x
2
2xy + 3y
2
+ 2x + 2y 0.

iii) Osserviamo che una circonIerenza e tangente a C nell`origine se ha nell`origine
come tangente la tangente a C in O. L`equazione di tale tangente t si determina con la rego-
la degli sdoppiamenti ottenendo x y 0.
Tutte le circonIerenze tangenti a t nell`origine appartengono al Iascio individuato da t e
dalla circonIerenza di centro O e raggio nullo: x
2
y
2
0.
L`equazione del Iascio e quindi: (x
2
y
2
) (x y) 0.
Per ottenere la circonIerenza del Iascio passante per P imponiamo che le sue coordinate ne
soddisIino l`equazione: (1 4) (1 2) 0 da cui 5 3 0.
Scegliendo 3 e 5 si ottiene: 3x
2
+ 3y
2
5x 5y 0.


5.7
i) Le parabole sono caratterizzate dalla condizione A
33
0.
Determiniamo i valori di k nell`equazione della conica aIIinche tale condizione sia soddi-
sIatta: A
33

k
2
1
2
1
1

0 da cui k
4
1
0 ossia k
4
1
.
L`equazione della parabola risulta: x
2
xy
4
y
2

4
9
x 3y
4
13
0 ossia
4x
2
4xy y
2
9x 12y 13 0.
Tale parabola e non degenere se l`invariante A e diverso da zero. Risulta:
A
13 6
2
9
6 1 2
2
9
2 4


52 54 54
4
81
52 144
4
225
0.
La parabola non e degenere.
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
82
ii) Determiniamo ora la Iorma canonica della parabola, che e del tipo PY
2
QX 0,
utilizzando gli invarianti metrici: abbiamo gia calcolato A
4
225
e risulta T 4 1 5.
Risulta

=
=
5 P
4
225
4
PQ
2
da cui

=
=
5 P
225 PQ
2

=
=
5 3 Q
5 P
.
Una Iorma canonica della parabola e: 5Y
2
+ 3 5 X 0 oppure 5Y
2
3 5 X 0.


5.8
i) Considerata la conica C di equazione x
2
y
2
2xy 2x 2y 0 ed i suoi punti
O(0, 0) ed A(2, 0), il Iascio di coniche tangenti a C in O ed in A, ha tali punti come punti
base.
Le sue coniche degeneri sono la coppia di tangenti a C nei due punti e la retta AO contata
due volte. Quest`ultima conica degenere ha quindi equazione y
2
0.
Per scrivere l`equazione del Iascio usiamo tale conica e la conica data C.
L`equazione del Iascio e quindi: h(x
2
y
2
2xy 2x 2y) ky
2
0, ovvero:
hx
2
2hxy (h k)y
2
2hx 2hy 0.

Come gia detto le coniche degeneri sono la retta OA contata due volte di equazione y
2
0
e la conica degenere nel prodotto delle rette tangenti a C in O ed in A le cui equazioni si
possono determinare con la regola degli sdoppiamenti.
Risulta:
equazione della retta tangente a C in O: x y 0;
equazione della retta tangente a C in A: x 3y 2 0;
equazione della conica degenere nelle due tangenti: (x + y)( x - 3y - 2) 0.

Un altro metodo per determinare le coniche degeneri utilizza il discriminante della conica
A. Le coniche degeneri di un Iascio si ottengono per i valori dei parametri che annullano il
discriminante della conica:
A
0 h h
h k h h
h h h

+

h(4h
2
hk) 0, che ha radici: h 0 (doppia) e k 4h.
Per h 0 si trova y
2
0.
Per k 4h, scegliendo h 1 e k 4 si trova: x
2
3y
2
2xy 2x 2y 0 che si spezza
nel prodotto delle due rette (x y)( x 3y 2) 0.

ii) Per determinare l`equazione dell`iperbole appartenente al Iascio ed avente un asin-
toto parallelo alla retta x 5y 1 0 ricordiamo che l`iperbole passa per i punti all'inIinito
dei suoi asintoti.
L`asintoto di equazione x 5y 1 0 ha parametri direttori l 5, m 1: il suo punto al-
l'inIinito e R

(5, 1, 0).
Scriviamo l`equazione del Iascio trovato in coordinate omogenee:
hx
1
2
2hx
1
x
2
(h k)x
2
2
2hx
1
x
3
2hx
2
x
3
0.
L`iperbole cercata e la conica del Iascio passante per il punto R

.
Sostituendo le coordinate di R

nell`equazione del Iascio si ottiene: 25h 10h h k 0,


da cui 16h k 0 che e soddisIatta per h 1 e k 16 e l`equazione dell`iperbole e:
x
2
- 2xy - 15y
2
- 2x - 2y 0.

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 83
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
5.9
i) Per determinare il tipo della conica x
2
2xy 2y
2
x 2y 0 calcoliamone gli in-
varianti metrici. Risulta:
A
0 1
2
1
1 2 1
2
1
1 1



2
1

2
1

2
1
1
2
3
= 0: la conica non degenere.
A
33

2 1
1 1

2 1 3 0: la conica un`iperbole.
T 1 2 1.
L`equazione canonica di una conica a centro e del tipo LX
2
MY
2
N 0, dove i coeIIi-
cienti L, M, N si calcolano mediante gli invarianti:

= +
=
=
T M L
A LM
A LMN
33
, nel nostro caso risulta

= +
=
=
1 M L
3 LM
2
3
LMN
, da cui N
2
1
ed il sistema simmetrico

= +
=
1 M L
3 LM
ha equazione risolvente Z
2
Z 3 0 che ha soluzioni Z
2
13 1
.
Un`equazione canonica dell`iperbole data e: 0 1 13 1 13 1
2 2
= + + + Y ) ( X ) ( .

ii) Tutte le coniche passanti per i punti comuni alle due coniche C e C' appartengono
al Iascio da esse individuato: (x
2
2xy 2y
2
x 2y) (x
2
xy x y) 0 ossia
( )x
2
(2 )xy 2y
2
( )x (2 )y 0.
Nel Iascio le parabole sono individuate dalla condizione A
33
0.
Vediamo per quali valori di e tale condizione e soddisIatta : A
33

2
2



+
0
ossia 2( )

+ +
4


2
2
0 da cui
2
12 12
2
0.
Risolvendo si ottiene: 6
2 2
12 36 da cui (6 6 2 ).
Le parabole cercate hanno quindi equazione:
( 5 6 2 )x
2
+ (4 + 6 2 )xy 2y
2
+ ( 5 6 2 )x + (8 + 6 2 )y 0
( 5 + 6 2 )x
2
+ (4 6 2 )xy 2y
2
+ ( 5 + 6 2 )x + (8 6 2 )y 0.


5.10
i) Tutte le circonIerenze passanti per i punti comuni ad una circonIerenza e ad una
retta appartengono al Iascio individuato dalla circonIerenza e dalla retta (asse radicale).
Nel nostro caso hanno quindi equazione (x
2
y
2
2) (x y 1) 0.
La circonIerenza del Iascio che passa per l`origine si ottiene per i valori di e che si ri-
cavano dall'equazione del Iascio sostituendo ad x ed y le coordinate di O. Risulta
2 0 da cui 2 e la circonIerenza cercata ha equazione: x
2
+ y
2
2x 2y 0.
Notiamo che, non essendo richieste le coordinate dei punti di intersezione tra ed r, il me-
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
84
todo di determinare tali coordinate e di scrivere poi l`equazione della circonIerenza per tre
punti porta a calcoli piu lunghi.

ii) Tutte le coniche bitangenti alla circonIerenza nei suoi punti di intersezione con la
retta r appartengono al Iascio individuato da due coniche soddisIacenti tali condizioni: la
circonIerenza stessa e la conica doppiamente degenere nella retta r contata due volte di e-
quazione (x y 1)
2
0. Tale Iascio ha equazione h(x y 1)
2
k(x
2
y
2
2) 0 ovve-
ro: (h k)(x
2
y
2
) 2hxy 2hx hy h 2k 0.
Nel Iascio le parabole sono individuate dalla condizione A
33
0 dove A
33
e uno degli inva-
rianti metrici della conica. In questo caso risulta A
33

k h h
h k h
+
+
h
2
2hk k
2
h
2
0
da cui k(2h k) 0. Si hanno quindi parabole per k 0 e per k 2h. Per k 0 si ha la
parabola doppiamente degenere nella retta r contata due volte, per k 2h si ottiene la pa-
rabola non degenere cercata, di equazione: x
2
+ y
2
2xy + 2x + 2y 5 0.

iii) Per scrivere la parabola in Iorma canonica PY
2
QX 0 si usano gli invarianti
metrici. A
5 1 1
1 1 1
1 1 1

5 1 1 1 1 5 4, A
33
0, T 1 1 2.
P e Q sono quindi le soluzioni del sistema

=
=
2 P
4
4
PQ
2
da cui

=
=
2 2 Q
2 P
.
Una Iorma canonica della parabola e: 2Y
2
2 2 X 0.
Per determinare l`asse della parabola si scrive anzitutto il complesso dei termini di secondo
grado della sua equazione come un quadrato (ax by)
2
e si ricavano a e b: in questo caso il
quadrato e (x y)
2
da cui a 1 e b 1. Il punto all`inIinito della parabola e (b, a, 0), nel
nostro caso (1, 1, 0). L`asse della parabola e la polare del punto improprio (a, b, 0) per-
pendicolare al punto all`inIinito della parabola, nel nostro caso la polare di (1, 1, 0).
L`equazione dell`asse della parabola e (2x 2y 2) (2y 2x 2) 0 da cui: x y 0.
Il vertice e l`intersezione della parabola con il suo asse: le sue coordinate sono le soluzioni
del sistema:

=
= + +
0 y x
0 5 ) y x ( 2 ) y x (
2
da cui

=
=
4
5
y
4
5
x
e V

4
5
4
5
, .


5.11
i) Per determinare il tipo della conica x
2
2xy y
2
4(x y 1) 0 calcoliamone
gli invarianti metrici. Risulta:
A
4 2 2
2 1 1
2 1 1

4 4 4 4 4 4 16: la conica non degenere.


A
33

1 1
1 1

1 1 0: la conica una parabola.


T 2.

Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 85
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
Determiniamo ora la Iorma canonica della parabola, che e del tipo PY
2
QX 0.
Risulta

=
=
2 P
16
4
PQ
2
da cui

=
=
2 P
64 PQ
2

=
=
2 4 Q
2 P
.
Una Iorma canonica della parabola e: 2Y
2
+ 4 2 X 0 (oppure 2Y
2
4 2 X 0).

ii) Il Iascio di coniche individuato da e da ha come equazione la loro combinazio-
ne lineare: h(x
2
2xy y
2
4(x y 1)) k(x
2
y
2
2x 2y 2) 0 ossia:
(h + k)(x
2
+ y
2
) 2hxy + 2(2h + k)(x + y) 4h 2k 0.
Le coniche degeneri del Iascio si ottengono per i valori di h e k che si ottengono imponen-
do che il discriminante A della conica sia nullo.
A
k 2 h 4 k h 2 k h 2
k h 2 k h h
k h 2 h k h
+ +
+ +
+ +
0 ossia (2h k)
2 k h 2 k h 2
1 k h h
1 h k h
+ +
+
+
0.
EIIettuando i calcoli si ottiene: 2(2h k)(2h
2
3hk k
2
) 0 da cui:
I) 2h k 0 ossia k 2h a cui corrisponde la conica degenere x
2
+ y
2
+ 2xy 0;
II) 2h
2
3hk k
2
0.
Dividendo per k
2
si ottiene l`equazione di secondo grado 0 1
k
h
3
k
h
2
2
= + +

che ha radici
k
h
1 e
k
h

2
1
ossia h k e k 2h.
Sostituendo tali valori nell`equazione del Iascio si ottengono le due coniche degeneri:
se k 2h x
2
y
2
2xy 0 ossia (x + y)
2
0 (gia ottenuta precedentemente);
se k h 2xy 2x 2y 2 0 ossia x(y 1) y 1 0 da cui (x 1)(y 1) 0.


5.12
i) Per determinare il tipo della conica 2x
2
2xy 2y 1 0 calcoliamone gli inva-
rianti metrici. Risulta:
A
1 1 0
1 0 1
0 1 2

2 1 1 = 0: la conica non degenere.


A
33

0 1
1 2

1 0: la conica un`iperbole.

Le coordinate del centro di una conica a centro sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
.
Nel nostro caso

=
=
0 2 x 2
0 y 2 x 4
che ha soluzione

=
=
2 y
1 x
per cui C(-1, -2).

I parametri direttori l, m degli assi soddisIano l`equazione: a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2
0
e, nel nostro caso: l
2
2lm m
2
0 da cui
m
l
1 2 . Gli assi sono le rette per il
centro aventi i parametri direttori trovati quindi hanno equazione:
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
86
x + 1 ( ) 2 1+ (y + 2) ed x + 1 ( ) 2 1 (y + 2).

Gli asintoti di un`iperbole sono le rette per il centro aventi le direzioni asisntotiche.
Le direzioni asintotiche sono le soluzioni dell`equazione: a
11
l
2
2a
12
lm a
22
m
2
0, nel
nostro caso 2l
2
2lm 0 per cui risulta l 0 ed l m.
Le equazioni degli asintoti sono: x + 1 0 ed x y + 2.

ii) Il diametro coniugato a D

(1, 2, 0) e la retta polare del punto D

rispetto a .
La sua equazione si ottiene con la regola degli sdoppiamenti dopo essere passati a coordi-
nate omogenee essendo il punto improprio. Scritta la conica 2x
1
2
2x
1
x
2
2x
2
x
3
x
3
2
0
la polare ha equazione 2x
1
(2x
1
x
2
) 2x
3
0 ovvero y + 2 0.


5.13
i) Per determinare il tipo della conica 2x
2
2xy y
2
2y 0 calcoliamone gli inva-
rianti metrici. Risulta:
A
0 1 0
1 1 1
0 1 2


2 = 0: la conica non degenere.
A
33

1 1
1 2

1 ~ 0: la conica un`ellisse.

Le coordinate del centro di una conica a centro sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
.
Nel nostro caso

= + +
=
0 1 y x
0 y x 2
che ha soluzione

=
=
2 y
1 x
per cui C(-1, -2).

I parametri direttori l, m degli assi soddisIano l`equazione: a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2
0
e, nel nostro caso: l
2
lm m
2
0 da cui
m
l

2
5 1
. Gli assi sono le rette per il cen-
tro aventi i parametri direttori trovati quindi hanno equazione: 2(x + 1) ( ) 5 1 (y + 2).
Trattandosi di un`ellisse non ci sono asintoti.

ii) Per determinare il polo della retta p di equazione x y 2 0 si puo procedere in
due modi.
I modo - Utilizzare il teorema di reciprocita che dice che se un punto A appartiene alla po-
lare di P allora la polare di A passa per P.
Si possono quindi scegliere due punti A e B di p e costruirne le polari a e b. Il polo P di p e
il punto di intersezione delle rette a e b.
Scegliamo come punti di p:
A(0, 2) la cui polare rispetto a e (2x) 2y (y 2) 0 cioe 2x 3y 2 0 e
B(2, 0) la cui polare rispetto a e 2(2x) 2y y 0 cioe 4x y 0.
Le coordinate del polo P sono le soluzioni del sistema

=
= + +
0 y x 4
0 2 y 3 x 2
cioe P


5
4
5
1
, .
II modo - Costruire la polare rispetto a di un punto incognito P
0
(x
0
, y
0
, z
0
) e determinare
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 87
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
per quali valori delle coordinate la polare e la retta p data.
Scritta la conica in coordinate omogenee 2x
1
2
2x
1
x
2
x
2
2
2x
2
x
3
0 la polare di P
0
e:
x
1
(2x
0
y
0
) x
2
(x
0
y
0
z
0
) x
3
y
0
0; aIIinche essa coincida con la retta p la cui equa-
zione in coordinate omogenee e x
1
x
2
2x
3
0 (tenendo presente che le coordinate
omogenee sono date a meno di un coeIIiciente di proporzionalita) deve essere:

=
= + +
=
p 2 y
p z y x
p y x 2
0
0 0 0
0 0
che ha soluzione

=
=
=
2
p 5
z
p 2 y
2
p
x
0
0
0
quindi P
0


2
p 5
, p 2 ,
2
p
.
Scegliendo
5
2
si puo esprimere P
0
in coordinate omogenee come

1 ,
5
4
,
5
1
ed in
coordinate cartesiane


5
4
,
5
1
che e il punto trovato precedentemente.


5.14
i) Il Iascio di coniche dato si puo scrivere x
2
xy ( )y
2
x y 2 0.
Usando gli invarianti metrici, le coniche degeneri si ottengono per i valori di e che an-
nullano il discriminante A della conica A
2
2

0. EIIettuando i calcoli si
ottiene: 2
2
( )
8
1

3

8
1

3

4
1

2
( )
4
1

3

2
1

3

4
9

2
( ) 0 che ha
radici: 0 doppia e .
Per 0 si ottiene la conica y
2
0 che e doppiamente degenere nell`asse x contato due
volte.
Per si ottiene la conica degenere x
2
xy x y 2 0. Per determinare le due ret-
te che la compongono consideriamone l`equazione come Iunzione della x e risolviamola:
x
2
x(y 1) y 2 0 da cui x
2
8 y 4 y y 2 1 y 1
2
+ +

2
) y 3 ( y 1
.
Le due rette sono x y 2 0 e x 1 0 e la conica degenere si puo scrivere come:
(x + y - 2) (x + 1) 0.

ii) I punti base del Iascio sono i punti comuni a tutte le coniche del Iascio. Le loro co-
ordinate sono le soluzioni del sistema Iormato da due qualunque coniche del Iascio, ad e-
sempio quelle degeneri:

= + +
=
0 ) 1 x )( 2 y x (
0 y
2
che ha soluzioni

=
=
0 y
2 x
e

=
=
0 y
1 x
.
I punti base sono quindi A(2, 0) e B(-1, 0).

iii) Le parabole del Iascio si ottengono per i valori di e che annullano l`invariante
A
33
della conica generica del Iascio.
Capitolo V - Coniche
Universita di Torino
88
A
33


2

+
0 da cui ( )
4
1

2
0 che ha soluzioni 0 e 3 4 0.
Nel primo caso si ottiene la parabola doppiamente degenere y
2
0, nell`altro si ottiene la
parabola non degenere 4x
2
+ 4xy + y
2
- 4x + 4y - 8 0.


5.15
i) Per studiare il tipo della conica 5x
2
4xy 2y
2
6x 1 0 si usano gli invarianti
metrici A e A
33
. Risulta:
A
1 0 3
0 2 2
3 2 5

10 18 4 12 = 0: la conica non degenere.


A
33

2 2
2 5
10 4 6 ~ 0: la conica di tipo ellittico.

ii) Le coordinate del centro di un`ellisse sono la soluzione del sistema:

= + +
= + +
0 a y a x a
0 a y a x a
23 22 12
13 12 11
.
Nel nostro caso

= +
= +
0 y 4 x 4
0 6 y 4 x 10
che ha soluzione x 1, y 1, per cui C(1, -1).

Gli assi dell`ellisse sono le rette per il centro le cui direzioni soddisIano la relazione:
a
12
l
2
(a
11
a
22
) l m a
12
m
2
0
e, nel nostro caso: 2l
2
3 l m 2m
2
0 od anche 2 2
m
l
3
m
l
2

0 poiche m 0.
Risulta:
m
l

4
16 9 3 +

4
5 3
.
Possiamo scegliere l 2 ed m 1 oppure l 1 ed m 2.
Gli assi hanno quindi equazione:
(x 1) 2(y 1) ossia x - 2y - 3 0 ed (x 1)
2
1
(y 1) ossia 2x + y - 1 0.

iii) I punti P
1
(2, 0), P
2
(3, 4), P
3
(7/5, 6/5) Iormano un triangolo autopolare se due di
essi appartengono alla polare del terzo, in tutti i modi possibili.
Ricordiamo che l`equazione della polare del punto P
0
(x
0
, y
0
) e:
x(a
11
x
0
a
12
y
0
a
13
) y(a
12
x
0
a
22
y
0
a
23
) (a
13
x
0
a
23
y
0
a
33
) 0.
La polare p
1
di P
1
ha equazione 7x 4y 5 0. P
2
appartiene a p
1
in quanto sostituendo
nell`equazione ad x ed y le sue coordinate si ottiene 21 16 5 0 che e un`identita.
P
3
appartiene a p
1
in quanto sostituendo nell`equazione ad x ed y le sue coordinate si ottie-
ne: 0 5
5
24
5
49
= che e un`identita.
La polare p
2
di P
2
ha equazione 2x y 4 0. P
1
appartiene a p
2
in quanto sostituendo nel-
l`equazione ad x ed y le sue coordinate si ottiene: 4 4 0 che e un`identita.
Favro - Zucco, Esercizi di Geometria Analitica 89
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
P
3
appartiene a p
2
in quanto sostituendo nell`equazione ad x ed y le sue coordinate si ottie-
ne: 0 4
5
6
5
14
= + che e un`identita.
La terza veriIica non e necessaria in quanto, dal Iatto che P
3
appartiene alle polari di P
1
e
P
2
, per il teorema di reciprocita segue che P
1
e P
2
appartengono alla polare p
3
di P
3
.
Volendo comunque eIIettuare la terza veriIica si ha che l`equazione della polare p
3
di P
3
e
4x y 8 0 e le coordinate di P
1
e P
2
la soddisIano.


5.16
Il Iascio di coniche passanti per i vertici del parallelogramma avente i lati appartenenti alle
rette: x y 0; x y 5 0; x 1 0; x 4 0 ha i vertici come punti base.
Le sue coniche degeneri sono le coppie di lati paralleli e la coppia delle diagonali.
Per scrivere l`equazione del Iascio usiamo le due coniche degeneri nelle coppie di lati pa-
ralleli che hanno equazioni: (x y) (x y 5) 0 e (x 1) (x 4) 0.
L`equazione del Iascio e quindi: h(x y) (x y 5) k(x 1) (x 4) 0, ovvero:
(h + k)x
2
- 2hxy + hy
2
+ (5h - 3k)x - 5hy - 4k 0.

Per determinare l`equazione dell`iperbole appartenente al Iascio ed avente un asintoto pa-
rallelo alla retta x y 2 0 ricordiamo che l`iperbole passa per i punti all`inIinito dei
suoi asintoti.
L`asintoto di equazione x y 2 0 ha parametri direttori l 1, m 1: il suo punto allin-
Iinito e R

(1, 1, 0).
Scriviamo l`equazione del Iascio trovato in coordinate omogenee:
(h k)x
1
2
2hx
1
x
2
hx
2
2
(5h 3k)x
1
x
3
5hx
2
x
3
4kx
3
2
0.
L`iperbole cercata e la conica del Iascio passante per il punto R

. Sostituendo le coordinate
di R

nell`equazione del Iascio si ottiene: h k 2h h 0, da cui 4h k 0 che e soddi-


sIatta per h 1 e k 4 e l`equazione dell iperbole e:
-3x
2
- 2xy + y
2
+ 17x - 5y + 16 0.

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