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La Iunzione dell`inconscio ne Lo spirito vero della Fenomenologia hegeliana e nelle Le:ioni

sullestetica.
Franco Chiereghin
Premessa
Il processo di Iormazione del concetto di inconscio e dei contenuti di sua pertinenza ha in
Hegel il suo primo punto di maturazione nelle meditazioni svolte sull`essenza della grecita nella
Fenomenologia dello spirito; l`individuazione, invece, delle dinamiche che sono caratteristiche
dell`inconscio emerge con particolare incisivita dalle riIlessioni hegeliane sul simbolismo inconscio
nella tradizione indiana e nella religione dei parsi, contenute nelle Le:ioni sullestetica. Tra questi
due momenti, che Ianno dell`inconscio hegeliano un tipico prodotto indo-europeo, si collocano le
trattazioni dell`inconscio contenute principalmente nelle varie redazioni della FilosoIia dello spirito
soggettivo dell`Enciclopedia e nell`abbondante materiale presente negli Zust:e all`Antropologia e
alla Psicologia.
Gli studiosi che si sono occupati speciIicamente della genesi dell`inconscio in Hegel hanno
concentrato le loro analisi quasi esclusivamente sui testi enciclopedici
1
, ma gli importanti risultati
che essi hanno raggiunto credo debbano essere integrati con l`esame dei due momenti ora
menzionati. Come spero di poter dimostrare, essi sono punti di riIerimento essenziali per una
ricostruzione dell`importanza e insieme dei limiti del concetto hegeliano di inconscio.
Le pagine che seguono saranno pertanto dedicate soprattutto alla trattazione de Lo spirito vero
nella Fenomenologia e del Simbolismo inconscio nelle Le:ioni sullestetica. In entrambi i casi si
cerchera di mostrare come il tratto caratteristico delle indagini hegeliane consista nella capacita di
ricavare, dall`analisi di epoche storiche determinate, strutture che trascendono, illuminandole, le
situazioni culturali da cui provengono e di Iare emergere cosi alcuni caratteri universali delle
dinamiche psichiche umane. Nelle pagine conclusive, si cerchera di saggiare l`eIIicacia
interpretativa dei risultati raggiunti da Hegel, allargando l`orizzonte d`indagine al di la degli aspetti
che egli ha esplicitamente tematizzati. Il tentativo sara volto all`individuazione degli eventi
originari che improntano la genesi dell`inconscio e, con esso, l`orientamento e il senso
Iondamentale del nostro agire.
1. Introduzione.
L`aggettivo unbewut e la sua Iorma sostantivata Unbewut (inconscio) sono tutt`altro
che Irequenti nella Fenomenologia dello spirito e tuttavia la dove compaiono, in particolare

1
Per una ricostruzione dei materiali relativi allo spirito soggettivo si veda il lavoro svolto da M.J. PETRY, Hegels
Philosophie des subfektiven Geistes/Hegels Philosophv of Subfective Spirit, edited & translated with an introduction &
explanatory notes by M.J. Petry, 3Voll., Dordrecht/Boston 1978 (ora e possibile Iare riIerimento anche a G.W.F.
HEGEL, Schriften und Entwrfe I (1817-1825), Gesammelte Werke, Bd. 15, hrsg. von F. Hogemann u. C. Jamme,
Hamburg 1990, pp. 207-249 e 301-304). Di particolare rilievo sul tema speciIico dell`inconscio, le ricerche di G.
SEVERINO, Inconscio e malattia mentale in Hegel, Genova 1983; gli studi di D. Berthold-Bond ora raccolti in D.
BERTHOLD-BOND, Hegels Theorv of Madness, Albany 1995, di E.E. HARRIS, Hegels Anthropologv, Owl oI
Minerva, 25 (1993), pp. 5-14, di S. KELLY, Individuation and the Absolute. Hegel, Jung and the Path toward
Whollness, New York 1993, Iino al recente lavoro di J. MILLS, The Unconscious Abvss. Hegels Anticipation of
Psvchoanalvsis, Albany 2002. Il testo di Mills, che si attende esplicitamente un rinnovamento della psicoanalisi
dall`accoglimento dell`insegnamento di Hegel, e Iinora il piu completo nella ricostruzione della trattazione sistematica
dell`inconscio hegeliano; la Fenomenologia viene presa considerazione relativamente al momento Autocoscienza`,
delle cui Iigure viene Iornita un`interessante interpretazione psicoanalitica; i riIerimenti al mondo greco contenuti ne
Lo spirito vero` sono invece del tutto marginali e manca qualsiasi riIerimento alle Le:ioni sullestetica.
nella sezione de Lo spirito vero, leticita
2
, dedicata al mondo greco, essi mostrano di avere
una complessita di struttura che conIerisce loro un peculiare rilievo tra i concetti-chiave
dell`opera. Ad esso si aIIiancano termini quali Bewutlosigkeit (assenza di coscienza) o
bewutlos (privo di coscienza); quest`ultimo termine, in particolare, ricorre con molta
maggiore Irequenza rispetto a unbewut e in parte copre la sua stessa area semantica, in
parte ha un`estensione maggiore, in quanto puo connotare anche cio che e estraneo all`ambito
dello psichico, come, ad esempio, le Iorze puramente naturali che sono prive di coscienza
3
.
Il termine unbewut costituisce per piu di un rispetto la negazione dei concetti cui e
naturalmente correlato, bewut (conscio) e Bewutsein (coscienza), ed e dal conIronto
con essi che possono cominciare a emergere i tratti caratteristici del suo modo d`essere.
Nell`intraprenderne l`esame, vale appena ricordare che coscienza e inconscio sono termini
cosi ricchi di signiIicati che e diIIicile tenerli liberi da precomprensioni suggerite da quanto la
storia ha stratiIicato in essi. Per ottenere la loro valenza speciIicamente hegeliana e, in
particolare, Ienomenologica, occorre innanzitutto richiamare brevemente la posizione e la
Iunzione che nella sistematica hegeliana ha la coscienza, nei cui conIronti cio che e inconscio
delinea, per contrasto, la propria struttura.
Preliminarmente e opportuno richiamare che in Hegel non c`e equivalenza tra l`ambito dello
psichico o (piu hegelianamente) dello spirito in generale e la coscienza. L`ambito dello spirito
comprende ben di piu di quanto viene alla luce nella sIera relativamente ristretta della vita
cosciente, sia nel senso di cio che precede e sta al di sotto della coscienza sia nella direzione
del suo oltrepassamento. Su questo Hegel e molto chiaro: quello che esiste eIIettivamente
nello spirito, non ha bisogno di essere posto in modo esplicito nella sua coscienza
4
e questo
perche la coscienza ha in Hegel un carattere ontologico e una valenza epistemologica
inconIondibili rispetto ad altri livelli dell`attivita dello spirito. E` suIIiciente ricordare come
nel sistema della maturita la coscienza occupi una posizione intermedia tra l`immediatezza
naturale dell`anima e la compiuta mediazione razionale dell`intelligenza. La coscienza si pone
cosi come il punto di passaggio che collega il lavoro precosciente dell`anima, impegnata a
Ioggiarsi nella corporeita il proprio strumento espressivo, con l`attivita dell`intelligenza, in cui
l`estraneita del mondo oggettivo si rende progressivamente trasparente al pensiero.
Secondo i caratteri delineati nell`Introduzione alla Fenomenologia (e mantenuti anche
nell`omonima sezione dell`Enciclopedia), la coscienza e ontologicamente una struttura di
relazione. Cio che la costituisce nel suo essere e inIatti la relazione a qualcosa d`altro ed e di
qui che discendono le sue caratteristiche ontologiche piu rilevanti. Innanzitutto la coscienza e
Iinita, in quanto viene limitata proprio da quell`altro cui necessariamente si rapporta. In
secondo luogo, dal momento che essa non e autosuIIiciente, ma ha in qualche modo bisogno
dell`altro al quale e rivolta, si trova esposta alla contraddizione che, secondo Hegel, e insita in
generale in ogni relazione non accidentale: inizialmente la relazione mostra di collegare due
entita (qui, la coscienza e il suo altro), che sono presupposte come dotate di una propria
esistenza indipendente; successivamente la relazione, proprio perche non e accidentale, ma

2
G.W.F. HEGEL, Phnomenologie des Geistes, hrsg. v. W. Bonsiepen u. R. Heede, GW, Bd. 9, Hamburg 1980, pp.
240, 27-260, 23 (citata in seguito con PhG)
3
PhG, 245, 12 (Fenomenologia dello spirito, introd., trad., note e apparati di V. Cicero, Bompiani, Milano 2000, p.
607). J. Mills (The Unconscious Abvss cit., p. 3) distingue 6 signiIicati di inconscio` ricavabili dall`insieme dell`opera
hegeliana: 1) cio che appartiene all`ambito della natura e che di principio non puo essere reso conscio; 2) uno stato o
condizione dello spirito non conscio di se; 3) un ambito che e altro e dialetticamente opposto alla coscienza; 3) cio che e
attualmente estraneo allo spirito o come potenzialita non ancora realizzata (vedi punto 2) o come la negativita stessa che
costituisce un aspetto centrale dello sviluppo dello spirito; 5) cio che apparteneva alla coscienza, ma ne e stato
cancellato; 6) l`abisso o il Iondamento inconscio prerazionale da cui scaturiscono tutte le maniIestazioni dello spirito.
4
G.W.F. HEGEL, En:vklopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), GW, Bd. 20, unter
Mitarbeit v. U. Rameil, hrsg. V. W. Bonsiepen u. H.-C. Lucas, DsseldorI 1992, 398, Anm. (Enciclopedia delle
scien:e filosofiche in compendio, trad. it. B. Croce, Bari 1907, p. 364); citata in seguito con Enc. C.
costitutiva dell`essenza di entrambe le entita, porta ad annullare tale indipendenza e a
instaurare tra esse un vincolo necessario alla loro esistenza (la coscienza e costitutivamente
coscienza-di-qualcosa e l`oggetto e tale perche e un Gegen-stand, uno star di contro alla
coscienza).
Queste caratteristiche ontologiche hanno un`immediata ricaduta sulla valenza
epistemologica dell`attivita conoscitiva della coscienza. In quanto ontologicamente essa e un
essere-in-relazione, epistemologicamente il suo carattere Iondamentale e di essere sapere
di cose oggettive in contrapposizione a se stessa e di se stessa in contrapposizione a quelle
5
.
Il sapere della coscienza consiste nel connettere cio che essa stessa ha separato, e un`attivita
sintetico-diairetica che si sviluppa all`interno di una struttura originariamente oppositiva e
quindi Ionte di distinzioni che dalla semplice diIIerenza si acuiscono Iino alla contraddizione.
Non meno rilevante e l`aspetto pratico della coscienza. Essa inIatti agisce e l`atto scinde,
divide. Una volta che l`atto e eseguito, esso si separa dall`agente e inizia il suo cammino nel
mondo indipendentemente dall`intenzione di chi lo ha voluto; esso si trova immesso in una rete
di relazioni e origina una catena di reazioni che ben presto sIuggono alle possibilita di controllo
dell`agente. Ma non basta. Ogni decisione comporta che di Ironte a una pluralita di scelte
possibili, solo una diventi reale; anche se le altre possibilita possono pretendere un eguale
diritto all`esistenza, esse vengono sacriIicate e restano inattuate. L`atto deciso ha dunque in se
questa negativita dirimente, perche esso puo aIIermarsi nella sua positivita solo mettendo a
tacere gli altri possibili modi in cui, in quelle determinate circostanze, il soggetto potrebbe
realizzarsi. Cio non signiIica, tuttavia, che le possibilita sacriIicate siano ridotte a nulla. Al
contrario, esse continuano a circondare e accompagnare l`atto come la condizione negativa che
ne ha permesso la realizzazione.
In tale contesto, la relazione ad altro, che costituisce la coscienza nel suo essere, nel suo sapere
e nel suo agire, ha la sua prima realizzazione in un Anders che non e tanto da identiIicare con
un`oggettualita Iuori della coscienza quanto in quell`Anders che essa ha originariamente in se e
che e l`altro da se stessa, l`inconscio. Ontologicamente, quindi, la coscienza e primariamente
relazione costitutiva all`inconscio come al suo opposto piu proprio; epistemologicamente, il suo
sapere si rapporta necessariamente all`abisso di non sapere che da ogni lato la assedia; sul piano
pratico, le possibilita rimaste inattuate, a vantaggio del singolo atto che si e realizzato, e le
conseguenze incontrollabili dell`azione stessa limitano e condizionano (le une dall`interno le
altre dall`esterno) il potere decisionale della coscienza.
L`atto, come vedremo, risulta di particolare rilievo per la genesi dell`inconscio. Anche se nelle
pagine della Fenomenologia, che ora verranno esaminate, Hegel rimanda ad altro momento la
chiariIicazione dei concetti di Tat (atto) e Handlung (azione)
6
, e tuttavia chiara la diIIerenza che
egli pone tra tali termini. L`atto concerne tutti i mutamenti di cui il soggetto agente e il motore
primo, sia quelli derivanti dal proponimento consapevole sia quelli imprevedibili, non voluti e
quindi non coscienti; l`azione, invece, si riIerisce a cio che l`agente si e deliberatamente proposto
di compiere e ha quindi scientemente voluto
7
. Si potrebbe essere tentati di pensare che quelli che
nell`atto costituiscono gli aspetti inintenzionali e inconsci possono essere tralasciati come
irrilevanti ai Iini della comprensione e della valutazione dell`attivita dell`agente. Ma non e cosi,
perche l`attivita del soggetto deborda dall`ambito della coscienza e connette questa al suo
Anders, all`inconscio. Esemplare e quanto Hegel aIIerma al proposito in relazione alla civilta
greca. Egli sostiene che i greci non hanno distinto tra atto e azione e questa mancanza puo essere
giudicata il Irutto di una mentalita arcaica, incapace di sollevarsi a quel grado di sviluppo della

5
PhG, p. 23, 9-11 (p. 79).
6
CIr. ivi, p. 254, 23-26 (p. 631). Uno dei luoghi classici di tale chiariIicazione e in G.W.F. HEGEL, Grundlinien der
Philosophie des Rechts oder Naturrecht und Staatswissenschaft im Grundrisse, mit einer Einleitung hrsg. v. B.
Lakebrink, Reclam, Stuttgart 1970, 118 Anm. (Lineamenti di filosofia del diritto, con le aggiunte compilate da E.
Gans, trad. it. F. Messineo, Laterza Roma-Bari 1979, pp. 125-126).
7
CIr. F. MENEGONI, Soggetto e struttura dellagire in Hegel, VeriIiche, Trento 1993, pp. 93-96.
soggettivita, nel quale l`individuo Ia valere il proprio diritto di vedersi imputata solo la Handlung
e quindi solo cio che egli si e deliberatamente proposto di Iare. E` tuttavia una componente
essenziale della grandezza degli eroi tragici antichi il Iatto che essi, non operando tale
distinzione, si attribuivano la responsabilita della totalita dei mutamenti indotti dai propri atti,
anche di quelli non saputi, non voluti ne prevedibili. Da questo punto di vista, essi mettevano in
gioco, nella valutazione delle conseguenze del proprio agire, non solo il potere della coscienza,
ma anche quello del lato oscuro e sotterraneo dell`inconscio. Se il Iatto di non aver saputo e non
aver voluto non scagiona dall`imputabilita delle conseguenze dell`azione, cio signiIica che
proprio questo non-sapere e non-volere non si riducono a nulla, ma, al contrario, risaltano come
modi d`essere costitutivi dell`attivita del soggetto, di cui occorre tener conto come di possibilita
eIIettive dell`esistenza umana, anche se, nell`agire, rimangono celate e sottratte alla coscienza.
Sono queste le caratteristiche generali che occorre avere presenti nell`aIIrontare il tema
dell`inconscio cosi come esso e sviluppato nella sezione della Fenomenologia dedicata a Lo
spirito vero, leticita. Com`e noto, si tratta di una sezione densa di riIerimenti storici e
aIIollata di Iigure concrete, individuali e comunitarie, appartenenti all`eta greco-romana.
Delle tre sottosezioni, in cui la sezione si articola, ci soIIermeremo sulle prime due, dove il
tema dell`inconscio viene sviluppato in connessione col mondo greco. Si sa che nella
Fenomenologia i riIerimenti a persone, Iormazioni sociali, accadimenti sono in generale
impliciti. Se Hegel non nomina nessuno (nel testo che esamineremo Ia eccezione,
signiIicativamente, Antigone), questo costituisce un`indicazione ben precisa per il lettore: i
protagonisti, nei quali si determina di volta in volta l`esperienza della coscienza, intervengono
in quanto essi incarnano in modo esemplare strutture teoretiche speciIiche di tale esperienza,
le quali trascendono, per universalita, la singolarita delle Iigure storiche di riIerimento. La
loro appartenenza a un determinato mondo (qui al mondo greco) non comporta che il
signiIicato speculativo delle vicende di cui sono protagoniste sia limitato al momento storico
in cui hanno recitato la loro parte. Il mondo storico e i suoi attori simboleggiano piuttosto
delle traiettorie di essenze
8
, le quali entrano a costituire in maniera tutt`altro che transitoria
l`esperienza della coscienza: esse le appartengono una volta per tutte e costituiscono i diversi
livelli stratiIicati della sua struttura. Proprio per questo possono Iungere da chiave di lettura
speculativa di maniIestazioni storiche anche del tutto diIIerenti da quelle di origine,
ogniqualvolta si ripresentino in posizione dominante le relazioni caratteristiche di un
determinato livello coscienziale. Per cogliere la portata e delimitare il signiIicato
dell`inconscio all`interno della presentazione del mondo greco, Iatta da Hegel ne Lo spirito
vero, dovremo allora cercare di leggere in controluce il presentarsi di strutture speculative
che, esempliIicate con particolare intensita da quel mondo, non si esauriscono in esso, ma
sono costitutive della coscienza come tale
9
.
2. La Iamiglia e l`elemento Iemminile come Iigure dell`inconscio.
Per comprendere il signiIicato speculativo delle analisi svolte da Hegel ne Lo spirito vero bisogna
prestare attenzione al modo in cui in esse si riIlettono le caratteristiche generali del momento Lo
spirito, di cui Lo spirito vero e la prima Iigura. Con Lo spirito il cammino Ienomenologico della
coscienza giunge inIatti a un tornante decisivo. Hegel aIIerma esplicitamente che tutte le Iigure

8
L`espressione e di L. RAUCH & D. SHERMAN, Hegels Phenomenologv of SelfConsciousness. Text and Commentarv, Albany
1999, p. 104.
9
Hegel non si stanca di ripetere che in ogni modalita di esistenza della coscienza e presente la totalita dello spirito e
tutti i momenti del suo contenuto.
presenti nei momenti precedenti (coscienza, autocoscienza e ragione) sono astrazioni dello
spirito
10
, la loro singolarita astratta solo ora diviene reale, in quanto appartiene a un mondo, anzi
ora e l`individuo che e un mondo
11
. Comprese non piu isolatamente per se, ma all`interno della
vita di una comunita o di un popolo (tale e inIatti cio che Hegel chiama mondo), queste Iigure
diIIeriscono dalle precedenti perche sono spiriti reali, realta vere e proprie: non si tratta
semplicemente di Iigure della coscienza, bensi di Iigure di un mondo
12
. D`ora in avanti, quindi,
tutto cio che si mostrera come appartenente alla vita e alla costituzione propria dell`esperienza della
coscienza va considerato non come il carattere accidentale di un singolo, avulso dal suo
Iondamento reale, ma come una stabile determinazione dell`essenza di tutti e di ciascuno.
Come opera l`individuo cosciente di se all`interno della comunita etica di un popolo? Il suo sapere
e il suo agire possono essere rivolti tanto verso l`universale quanto verso il singolare. Quella tra
universale e singolare e la partizione originaria che l`autocoscienza introduce nella vita sostanziale
di una comunita e ogni suo sapere e volere s`iscrivono necessariamente all`interno dell`una o
dell`altra sIera. Al tempo stesso in cui scinde, l`autocoscienza e anche il crocevia o il medio, in virtu
del quale cio che e singolare puo ricongiungersi con cio che e sostanziale e acquisire cosi un
signiIicato universale; e altrettanto cio che e sostanziale, l`universale, puo calarsi in cio che e
singolare e ottenere cosi concreta realta
13
.
Le prime speciIicazioni e realizzazioni di tale partizione originaria si hanno quando da un lato
l`universale si conIigura come legge umana che organizza la comunita di un popolo, dall`altro la
singolarita da origine alla legge divina che s`incarna nella Iamiglia. E` a questo secondo
momento che occorrera prestare particolare attenzione, perche proprio la Iamiglia e il luogo al cui
interno sorge e ottiene realta l`inconscio. Fin dall`inizio, inIatti, il carattere del vincolo Iamiliare che
Hegel mette in evidenza e che il concetto, la struttura razionale che ne esprime il signiIicato, e der
bewutlose noch innre BegriII, e il concetto ancora interno, privo di coscien:a
14
.
Quello che nella Iamiglia e essenziale non e cio che a tutta prima s`intende quando ci si
rappresenta tale istituzione; anzi, se si trascura quanto Hegel si preIigge, e cioe mostrare il nesso
che lega la Iamiglia alla legge divina, cio che egli indica qui come il Iine speciIico della vita
Iamiliare potra apparire sorprendente. Il carattere proprio della Iamiglia, quale nucleo di eticita
naturale, non consiste inIatti ne nel sentimento o nella relazione amorosa, ne nell`acquisizione e
nella conservazione della potenza e della ricchezza, ne nel reciproco aiuto e servizio tra i suoi
membri, ne inIine nell`educazione del singolo alla virtu e alla vita comunitaria. Tutti questi Iini o
sono in balia dell`accidentalita o sono in vista di un universale (lo stato) che va al di la della
Iamiglia stessa e non possono quindi esprimere il Iine sostanziale ed esclusivo di questa. L`azione
della Iamiglia, secondo Hegel, e rivolta al singolo, si prende cura dell`individuo, ma non in
qualcuno dei modi ora ricordati, bensi dell`individuo quando esso si e puriIicato da ogni
accidentalita, si e sottratto a ogni possibile dispersione nell`esteriorita ed e divenuto una singolarita
che vale al tempo stesso come universale e totale, perche in essa tutti i membri della Iamiglia si
riconoscono e s`identiIicano. Quand`e che un membro della Iamiglia acquista tali caratteri?
Evidentemente, solo da morto. Nella morte, inIatti, egli entra a Iar parte dei Penati ed e quindi come
culto dei morti che la legge divina trova attuazione nella Iamiglia
15
.
Al Iondo dell`attivita Iamiliare vi e dunque la morte, suo Iine e il morto, perche solo come tale il
singolo si sottrae completamente alla realta sensibile e, Iacendosi identico a un`essenza universale,
si raccoglie dalla dispersione dell`esistenza sensibile nell`unica Iigurazione perIetta che e l`ombra
irreale ed esanime
16
. Lasciato a se stesso, il morto apparterrebbe unicamente alla natura e alle sue

10
PhG, p. 239, 16 (p. 591).
11
Ivi, p. 240, 2 (p. 593).
12
Ibid., 5-7 (p. 593).
13
CIr. ivi, pp. 240, 30-241, 2 (pp. 597-599).
14
Ivi, p. 243, 2 (p. 601).
15
Ivi, pp. 242, 32-244, 13 (pp. 601-605).
16
Ivi, p. 244, 12-13 (p. 605).
Iorze irrazionali, tese a dilaniarlo e distruggerlo. Da un punto di vista semplicemente naturale, la
morte e das reine Sein, il puro essere
17
, l`immediate::a naturale dellessere-divenuto, non
l`attivita di una coscien:a
18
e non ha quindi in se ne conciliazione ne consolazione. Queste
possono essere opera solo della BlutsverwandtschaIt, della consanguineita di quanti
appartengono al medesimo ceppo Iamiliare. E` essa a non permettere che la distruzione del morto
venga portata a termine unicamente dalla natura; poiche la distruzione del Iamiliare, il suo divenire
un essere puro, costituisce una necessita, la consanguineita prende su se stessa l`atto della
distruzione
19
e procede alla sepoltura. Essa percio tiene a Ireno le Iorze scatenate della natura,
subentrando loro con la propria attivita, e nel consegnare il morto all`individuo elementare, alla
terra, essa lo solleva cosi Iino all`universalita inconscia (in die bewutlose Allgemeinheit)
20
:
questo dovere ultimo della Iamiglia costituisce dunque la legge divina perIetta, l`azione etica
positiva rivolta al singolo
21
.
E` importante sottolineare che la morte del singolo non e centrale solo nell`attivita Iamiliare,
rivolta al mondo sotterraneo degli inIeri, ma anche nella comunita che realizza la legge umana alla
luce del giorno. Riprendendo e sviluppando tesi gia esposte nel saggio jenese sul diritto naturale,
Hegel mostra come l`attivita della comunita si esplica da un lato in relazione a cio che ha attinenza
al governo e al lavoro per l`universale, dall`altro nel permettere l`organizzazione di cerchie
particolari, legate all`interesse di gruppi o d`individui, intenti a salvaguardare la propria autonomia,
proprieta, lavoro e godimento dei beni prodotti. Proprio in relazione a tali organizzazioni e per
evitare che il loro impulso all`autonomia diventi principio disgregatore della comunita, e necessario
che il governo le scuota di quando in quando con le guerre e altrettanto nei conIronti degli
individui, che tendono egualmente a staccarsi dal tutto, aspirando all`inviolabilita della persona e
alla sicurezza della proprieta, il governo deve Iargli sentire, mediante l`imposizione del lavoro
della guerra, il loro signore, cioe la morte
22
.
La morte in guerra del singolo e cio in virtu di cui la comunita evita di degradare a esistenza
puramente naturale, sollevando la legge umana alla coscienza della propria liberta e della propria
Iorza. La comunita mostra cosi di realizzare, nei conIronti della morte, un movimento sia aIIine sia
inverso rispetto a quello della Iamiglia. AIIine, perche sia nella comunita sia nella Iamiglia il
comportamento di Ironte alla morte ha la Iunzione di sottrarre entrambe a una riduzione
naturalistica della loro eticita. Inverso, perche mentre nell`estinzione del singolo la legge umana
aIIerma la propria universalita, la legge divina, sottraendo il morto alla degradazione puramente
naturale, eleva la sua singolarita a universale nel culto dei Penati. Questo processo di
universalizzazione della singolarita, che costituisce il proprio della Iamiglia, e anche cio che
conIerisce al lato inconscio una sorta di priorita ontologica e veritativa (che vedremo ribadita anche
in seguito) nei conIronti della legge umana della comunita: la comunita ha dunque la verita e il
raIIorzamento della propria potenza nell`essenza della legge divina e nel regno sotterraneo
23
.
Se la comunita mostra di avere in se sia le diIIerenze del governo e delle cerchie particolari sia le
articolazioni della loro organizzazione interna, altrettante mostra di averne la Iamiglia, ma di natura
aIIatto diversa. Le diIIerenze sono inIatti quelle tra marito e moglie, genitori e Iigli, Iratello e
sorella, e il carattere piu saliente delle relazioni che s`istituiscono tra queste coppie e che i membri
delle prime due si rapportano tra loro in modo asimmetrico, mentre la relazione tra Iratello e sorella
e perIettamente simmetrica. InIatti, secondo Hegel, il rapporto tra marito e moglie, al di la del
reciproco riconoscimento e della pieta (Piett) dell`uno verso l`altra (che sono comunque

17
La prima determinazione dell`itinerario logico, das reine Sein, e dunque la morte? Si potrebbe rispondere che, data la
trasmutazione reciproca tra il il puro essere e il nulla in sede logica, il modo in cui das reine Sein appare` alla
coscienza, in sede Ienomenologica, e appunto la morte nientiIicatrice.
18
PhG, p. 244, 14-16 (p. 605).
19
Ivi, pp. 244, 39-245, 4 (p. 607).
20
Ivi, p. 258, 13-14 (p. 639).
21
Ivi, p 245, 18-19 (p. 609).
22
Ivi, p. 246, 20 (p. 611).
23
Ibid., 25-26 (p. 611).
transeunti, perche scompaiono con la morte), ha la sua realta eIIettuale non in se, ma nel Iiglio che
assicura la continuita della specie
24
. Altrettanto l`amore del Iiglio verso i genitori e segnato dalla
consapevolezza che egli raggiunge la propria maturita solo separandosi da essi: questi due rapporti
restano dunque nell`ambito della transizione e della disuguaglianza tra i lati che li costituiscono
25
.
Al contrario, la consanguineita perviene alla sua quiete e al suo equilibrio nel rapporto puro,
privo di desiderio, libero, qual e quello tra Iratello e sorella: la sorella si riconosce nel Iratello in
modo puro, senza la commistione di un rapporto naturale
26
. Se, come vedremo, l`essenza della
Iamiglia e la legge divina che la governa possono trovare la loro espressione adeguata nell`elemento
Iemminile, cio puo accadere non quando questo si trova nella relazione di moglie o di madre, ma
solo in quella di sorella
27
. Cio che e caratteristico dell`elemento Iemminile e che la legge divina
Iamiliare non si presenta in esso nella Iorma di un principio autocosciente, ma in quella del
presentimento (Ahndung), il quale non giunge alla coscien:a e alla realta di questa essenza; la
legge della Iamiglia, inIatti, e l`essenza interiore, essente-in-se, che non emerge alla luce della
coscienza, ma resta sentimento interiore e divinita sottratta alla realta
28
.
La caratterizzazione della Iamiglia come luogo dell`inconscio e quindi legata alla Iunzione
predominante esercitata in essa dalla donna, la quale e la custode della legge divina
29
. Al tempo
stesso, pero, e proprio la relazione pura di essa, in quanto sorella,al Iratello a portare alla luce il
limite della Iamiglia, che e costituito dall`impossibilita di mantenersi come totalita chiusa in se
stessa. Il Iratello, inIatti, e destinato ad abbandonare la vita Iamiliare, a passare dalla legge divina
alla giurisdizione della legge umana per conseguire e produrre la vita universale della comunita
cosciente di se. Ne la comunita ne la Iamiglia possono sussistere indipendentemente l`una dall`altra
e tuttavia nel delineare questo rapporto di implicazione reciproca Hegel non sembra caratterizzarlo
in modo simmetrico. Nonostante egli riconosca che la legge divina, operante nell`inconscio,
consegue esistenza e attivita grazie alla legge umana autocosciente, egli ribadisce che dal punto di
vista genetico e la legge umana a procedere da quella divina cosi come il conscio deriva
dall`inconscio: ne la Iamiglia ne la comunita, prese isolatamente, sono in se e per se. Nel suo
movimento vivente, la legge umana procede da quella divina, la legge che vige sulla terra proviene
da quella sotterranea, il conscio dall`assenza di coscienza (das bewute vom bewutlosen), la
mediazione dall`immediatezza: e tutto cio ritorna sempre alla sua origine. La potenza sotterranea, a
sua volta, ha la propria realta sulla terra, e diviene esistenza e attivita (Daseyn und Thtigkeit)
mediante la coscienza
30
.
Nel loro compenetrarsi reciproco queste due potenze sono dapprima in un equilibrio perIetto,
poiche trovano proprio nella complementarieta delle loro caratteristiche costitutive la garanzia e la
conIerma del proprio sussistere. Nella loro unita immediata, esse Iormano quello che Hegel chiama
il regno etico, un mondo immacolato, non attraversato da nessuna scissione, nel quale
l`individualita dell`uomo congiunge lo spirito autocosciente con lo spirito inconscio (der
bewutlose Geist), mentre l`elemento Iemminile, in cui lo spirito inconscio ha la sua esistenza,
costituisce il termine medio grazie al quale questo spirito emerge dalla sua irrealta alla realta, dal
non-sapere e non-essere-saputo al regno cosciente
31
Questo equilibrio e tuttavia destinato a
spezzarsi: esso si mantiene Iin che il movimento della vita che lo attraversa puo essere riconosciuto
genericamente come attivita (Ttigkeit/Tun), ma non ancora come atto (Tat) o azione (Handlung)
nella durezza del loro potere dirimente. Quando cio accade s`innesca un destino terribile che

24
Ivi, pp. 246, 30-247, 2 (pp. 611-613).
25
Ibid., 11-12 (p. 613).
26
Ivi, p. 248, 3-5 (p. 615).
27
CIr. ivi, p 247, 11-16 (p. 613).
28
Ibid., 17-21 CIr. OLIVER, K., Antigones Ghost. Undoing Hegels Phenomenology oI Spirit, 'Hypatia, 11 (1996),
pp. 67-90.
29
PhG, p. 248, 19 (p. 617).
30
Ivi, pp. 248, 39-249, 5 (p. 617). Sulla possibilita di richiamare a questo proposito la nozione di inconscio collettivo`
di Jung cIr. S. KELLY, Individuation and the Absolute cit., p. 62.
31
Ivi, p. 250, 20-29 (p. 621).
inghiotte nel proprio abisso sia la legge divina sia la legge umana e coloro che conIerivano esistenza
a entrambe
32
.
3. La colpevolezza originaria dell`azione all`origine dell`inconscio.
Cio da cui prende l`avvio questo processo e l`ambito dell`agire, in virtu del quale la soggettivita
autocosciente diviene reale e puo conIerire realta sia alla legge divina sia a quella umana. Come
coscienza etica, il soggetto sa cio che deve Iare ed e risoluto ad appartenere o alla legge divina o a
quella umana
33
. Con cio la coscienza etica mostra di essere essenzialmente carattere
(Charakter) che si maniIesta nella risolute::a (Entschiedenheit) con cui essa decide di
appartenere a una sola delle due leggi, riducendo l`altra a realta Iuori legge, che deve essere
assoggettata con la violenza o con l`astuzia
34
. Dal punto di vista del singolo, il diritto sta solo da una
parte e il torto dall`altra e altrettanto accade dal punto di vista della sostanza (e cioe della comunita
dei cittadini e della Iamiglia). Gli ordini del governo, che sono il senso universale, esposto
pubblicamente alla luce del sole, sono patiti dalla legge divina della Iamiglia come una violenza
estranea e accidentale; oppure la volonta della legge divina, che e il senso sotterraneo, racchiuso
nell`interno, appare agli occhi della legge umana come la caparbieta e la tracotanza di chi vuole
negare il diritto dello stato
35
.
Il mancato riconoscimento del carattere vincolante di una delle due leggi costituisce la
trasgressione originaria che provoca nella coscienza il contrasto tra cio che essa sa e cio che si
sottrae al suo sapere e nella sostanza l`opposizione tra il lato pubblico, solare, aperto di cio che e
conscio e il lato sotterraneo, notturno, chiuso dell`inconscio: attraverso questo processo, nella
coscienza sorge l`opposizione tra saputo e non-saputo, cosi come nella sostanza emerge quello tra
conscio e inconscio
36
. All`origine di tale opposizione vi e in ogni caso l`atto, die Tat: e l`atto (non
la Handlung) che contiene in se sia gli aspetti volontari e coscienti sia quelli inintenzionali e
inconsci, ciascuno con le sue proprie leggi, simultaneamente presenti eppure incompatibili, cosi che
l`adesione alle une comporta necessariamente la violazione delle altre, che si ergono contro l`agente
come nemiche ed esigono vendetta. In quanto de-cide, l`atto spezza e scinde il mondo
immacolato dell`eticita immediata, rinnegando una delle due componenti della sua essenza. Per
questo l`atto, in quanto porta alla luce (Ent-) una scissione (-schiedenheit), non e mai innocente, ma
si conIigura sempre come colpa (Schuld): innocente, percio, e soltanto la non-attivita (Nichttun),
cioe l`essere di una pietra, nemmeno quello di un bambino
37
. La colpa, che concerne tutto cio che
puo essere ascritto al soggetto come conseguenza del suo agire, si conIigura poi anche come
crimine (Jerbrechen), in quanto si concretizza materialmente nella violazione della legge
38
.
Nello sviluppo cui Hegel sottopone questa costellazione di concetti, cio che ora importa
evidenziare non sono tanto l`interpretazione e l`uso che egli Ia delle grandi tragedie di Eschilo,
quali le Eumenidi o I sette a Tebe, e di SoIocle, l`Edipo re e Antigone. Si tratta piuttosto di rendere
il piu possibile trasparenti quelle traiettorie di essenza che delineano, a questo livello della
Iormazione della coscienza, il nesso strutturale tra l`agire del soggetto e l`inconscio. La chiave di
lettura Iondamentale, a questo riguardo, e la seguente aIIermazione di Hegel: l`attivita (das Tun) e
essa stessa questo sdoppiamento (Entzweiung) del porsi-per-se e del porre-dinanzi-a-se una realta

32
Ivi, p. 251, 18-23 (p. 623).
33
Ivi, p 252, 7-8 (p. 625).
34
Ibid., 15-26 (p. 625).
35
Ibid., 26-34 (p. 625).
36
Ibid., 35-36 (p. 627).
37
Ivi, p. 254, 17-18 (p. 629).
38
CIr. ibid., 7-8 (p. 269).
esteriore ed estranea (Iremde uerliche Wirklichkeit zu setzen); e aggiunge: che vi sia una tale
realta, dipende dall`attivita stessa ed e mediante essa (da eine solche ist, gehrt dem Tun selbst an
und ist durch dasselbe
39
. Si badi bene: cio che e ostile e che sembra sorgere di Ironte al soggetto
agente come qualcosa di estraneo non ha una propria esistenza, indipendente dal soggetto, ma e il
Irutto dello sdoppiamento interno all`atto. E` l`atto che, de-cidendo, pone la realta degli opposti. La
coscienza agente e quindi interamente responsabile non solo di cio per cui essa ha preso partito, ma
anche della realta del non-saputo e del non-voluto, che deriva inconsciamente dalla sua decisione.
Se al soggetto questa realta appare come qualcosa di trovato, d`indipendente dal suo volere e
sapere, d`inquietante e sinistro nella sua estraneita, cio non signiIica che gli sopravviene
dall`esterno, ma unicamente che proviene dalla parte non cosciente di se e ha quindi le sue radici
nell`inconscio: in tal modo l`autocoscienza etica e perseguitata da una potenza nemica della luce,
che irrompe solo quando l`atto e compiuto e la coglie sempre in Ilagrante
40
. Ma, di nuovo, questa
potenza puo venire oggettivata e sentita, da chi la subisce, come qualcosa d`indipendente solo
perche gli rimane nascosta l`origine, che e in lui stesso. Come i sogni sono subiti passivamente,
perche l`attivita della psiche che li produce rimane completamente nascosta al soggetto, altrettanto
la totale dipendenza della potenza ostile dalla negativita immanente alla decisione resta nascosta
alla coscienza, abbagliata solo dal lato positivo del proprio operare: l`azione scorge alla luce del
giorno solo il lato della decisione in generale; ma questa e, in se, il negativo che contrappone
all`azione un altro, un estraneo a lei che e il sapere
41
.
Proviamo ad applicare tali direttive ermeneutiche a Edipo, cosi come Ia Hegel, pur senza
nominarlo. Egli aIIerma: la realta tiene dunque nascosto dentro se il lato estraneo al sapere, e non
si rivela in se e per se alla coscienza: al Iiglio non rivela il padre in colui che l`ha oIIeso e che egli
ha ucciso, ne rivela la madre nella regina che egli ha preso in moglie
42
. Ora noi sappiamo che la
realta, che tiene nascosta a Edipo la verita del suo agire, non e un`entita estranea, ma e posta da lui
stesso, e opera sua; c`e quindi un modo d`essere della soggettivita, l`inconscio, le cui operazioni, e
le condizioni che le governano, restano sottratte alla coscienza, ma non per questo sono meno un
prodotto del soggetto stesso che le subisce. Si potrebbe dire di Edipo quello che Hegel, nelle Le:ioni
sullestetica, dice di Macbeth: le streghe nel Macbeth appaiono come potenze esterne che
predeterminano a Macbeth il suo destino. Ma cio che esse annunziano e il suo intimo e piu segreto
desiderio, che in questo modo, solo apparentemente esterno, giunge e si rivela a lui
43
. Il soggetto e
quindi contemporaneamente passivo e autore della propria passivita nelle attivita inconsce. Esse
possono Iaticosamente o per una rivelazione improvvisa aIIiorare alla consapevolezza, che le
apprende con terrore e con pieta, cosi come possono continuare a restare inaccessibili e tuttavia
avvertibili nella loro esistenza mediante i conIlitti che esse producono a livello cosciente.
Altrettanto accade quando non e la singola autocoscienza a essere scissa tra il sapere e il non
sapere, ma, come nel caso di Antigone e Creonte, sono due autocoscienze a incarnare,
unilateralmente, la legge divina e quella umana. Anche qui l`uno e l`altro carattere sono sdoppiati
in un conscio e in un inconscio (in ein Bewutes und in ein Unbewutes); e poiche ciascun carattere
produce questa opposizione, e mediante l`atto anche il non-sapere e opera sua, ecco allora che il
carattere stesso si pone nello stato di colpa, che lo strugge
44
. Non solo Creonte, che nella sua
ostinata diIesa della legge della citta, si trova di Ironte la realta del suicidio del Iiglio e della
sposa, ma anche Antigone che, attraverso il dolore, deve riconoscere il suo opposto come realta

39
Ibid., 15-17 (p. 629).
40
Ivi, 255, 13-15 (p. 631).
41
Ibid., 7-10 (p. 631).
42
Ibid., 10-13 (p. 631).
43
G.W.F. HEGEL, Jorlesungen ber die Aesthetik I, Werke, AuI der Grundlage der Werke von 1832-1845 neu edierte
Ausgabe. Redaktion E. Moldenhauer u. Michel, FrankIurt a.M. 1970, Bd. 13, p. 300 (Estetica, trad. it. N. Merker e N.
Vaccaro, ed. it. a cura di N. Merker, introd. S. Givone, Torino 1997, p. 260); citate in seguito con VA. CIr.D.
BERTHOLD-BOND, Hegel on Madness and Tragedv, 'History oI Philosophy Quarterly, 11 (1994), pp. 71-99.
44
PhG, p. 256, 26-28 (p. 635).
propria, deve cioe riconoscere la propria colpa: e perche soffriamo che riconosciamo di aver
sbagliato
45
.
Da un lato, dunque, lo spirito cosciente di se entra in conIlitto con lo spirito inconscio e consegue
la vittoria della legge umana universale sulla Iamiglia e sul principio dirompente della singolarita.
Ma la sua vittoria non puo essere completa, perche la legge divina, cui si oppone, e una componente
essenziale e ineliminabile della totalita etica di un popolo, alla quale egli stesso appartiene:
riportando la vittoria sulla Iamiglia, cioe sul principio sedizioso della singolarita, l`universale ha
ottenuto unicamente di entrare in conflitto con la legge divina: lo spirito cosciente di se (der sich
selbstbewute Geist) e entrato in lotta contro lo spirito inconscio (mit dem Bewutlosen). Questo
spirito inconscio, inIatti, e l`altra potenza essenziale, la quale percio non e stata distrutta, ma solo
oIIesa da quella opposta
46
.
Dall`altro lato, questo spirito inconscio, che aIIida la propria realta al culto dei morti, sembra
inizialmente talmente debole da non poter arginare in alcun modo la Iorza prevaricante della legge
solare dello spirito della comunita; tuttavia, quando tale legge Iinisce per spogliare lo spirito
inconscio dell`onore e della Iorza che gli vanno riconosciuti, essa ha tagliato le radici del suo stesso
essere e ha decretato cosi la sua Iine: contro la legge il cui vigore si dispiega alla luce del giorno,
lo spirito inconscio puo attuarsi realmente solo grazie all`aiuto dell`ombra esangue. Percio, come
legge della debolezza e dell`oscurita, esso e inizialmente sottomesso alla legge della luce e della
Iorza, perche quel suo potere vale sotto terra, non sopra la terra; quando pero l`elemento reale ha
privato l`elemento interiore dei suoi onori e della sua potenza, allora ha consumato con cio anche la
sua essenza
47
.
In deIinitiva, nel muovere l`immoto mondo immacolato dell`eticita originaria, l`atto porta a
realizzarsi cio che in quel mondo era solo una possibilita racchiusa in se stessa. Producendosi alla
luce del giorno, l`atto mostra di trarre con se, come una zona d`ombra ineliminabile, l`ambito
notturno e sotterraneo dell`inconscio, rivelato da lui stesso nella sua esistenza: l`atto connette cosi
l`inconscio con il conscio, il non-essente con l`essere (das Unbewute dem Bewuten, das
Nichtseyende dem Seyn). E` in questa verita, dunque, che l`atto emerge alla luce del sole; - esso si
mostra come qualcosa in cui il conscio e legato all`inconscio, il proprio a un estraneo (ein Bewutes
einem Unbewuten, das Eigne einem Fremden), come l`essenza sdoppiata di cui la coscienza
esperisce l`altro lato, e anche quest`altro lato come il suo, ma come una potenza da lei violata e resa
ostile
48
.
Cio che emerge conclusivamente in questo rapporto del conscio all`inconscio e che, a dispetto
dell`apparente debolezza dello spirito inconscio, e esso il nascosto Iondamento di tutto cio che si
dispiega alla luce del giorno, e lo spirito cosciente a essere debitore all`inconscio della sua potenza:
lo spirito maniIesto ha dunque la radice della propria Iorza nel mondo sotterraneo. La certe::a del
popolo certezza che e sicura di se e rassicura se stessa ha la verita del suo giuramento in cui
Tutti sono vincolati in unita, soltanto nella sostanza inconscia e muta di Tutti (nur in der
bewutlosen und stummen Substanz Aller), solo nelle acque dell`oblio
49
.
4. L`esistenza dell`inconscio.
Se questi sono i risultati cui Hegel perviene nella trattazione de Lo spirito vero, quale valore essi
hanno per una ricostruzione della sua concezione dell`inconscio in generale? Ma, ancor prima, e
legittimo attendersi da queste analisi hegeliane qualcosa che valga per l`inconscio in generale? Se
la tematizzazione dell`inconscio viene Iatta all`interno di quella particolare esperienza della

45
Ivi, pp. 255, 36-256, 1 (p. 633). SOFOCLE, Antigone, v. 926.
46
Ivi, p. 257, 33-37 (p. 637).
47
Ivi, p. 257, 37-258, 3 (pp. 637-639).
48
Ivi, p. 255, 18-24 (pp. 631-633).
49
Ivi, p. 258, 3-6 (p. 639).
coscienza che e stata compiuta dal mondo greco, non e proprio questo mondo, con le sue peculiari
strutture politiche, economiche, religiose, che e deIinitivamente tramontato e che nessuna Iorza
potra mai richiamare in vita? E` nota l`insistenza con cui Hegel ha sempre marcato la diIIerenza tra
il mondo antico, che non ha saputo sviluppare il principio della soggettivita autocosciente, e
l`irrompere di questo principio (e della conseguente liberta di tutti) sulla scena del mondo grazie al
Cristianesimo. Nella Fenomenologia sono giustamente Iamose le pagine, pervase da un lirismo non
certo Irequente in Hegel, nelle quali egli descrive la scomparsa degli elementi costitutivi della
grecita e l`impossibilita di Iarli rivivere, cosa che non e possibile ottenere nemmeno attraverso le
opere d`arte che ci sono pervenute: con le opere di quell`arte, il destino non ce ne restituisce il
mondo, non ci da la primavera e l`estate della vita etica in cui Iiorirono e maturarono, ma ci lascia
soltanto il velato ricordo di questa realta
50
. A noi rimane la possibilita della ricostruzione storica,
del recupero Iilologico di quel mondo, che non ci permettono certo di tornare a vivere al suo
interno, ma solo di raIIigurarcelo nella rappresentazione: al posto degli elementi interni della realta
etica.la nostra attivita erige l`interminabile impalcatura degli elementi morti della loro esistenza
esteriore il linguaggio, la storicita, ecc. -, e non per viverci dentro, ma solo per rappresentarli entro
se
51
.
Eppure, e Hegel stesso a sottolineare come proprio attraverso le opere d`arte, e soprattutto
attraverso quelle supreme maniIestazioni dello spirito greco, che sono la tragedie, vengano alla luce
strutture dell`esistenza che albergano in ciascuno di noi e che non sono legate alla caducita storica
di quel popolo, ma Iendono la storicita mantenendo intatta la loro Iorza abissale. Il destino che ce le
ha conservate e il medesimo che ci permette d`interiorizzarle e di reimmergerle nella vita,
salvandole dalla dispersione nell`esteriorita. Tutto il patrimonio di Iigurazioni umane e divine, che
agisce nel mondo tragico, viene raIIigurato da Hegel come il Pantheon, nel quale lo spirito perviene
alla consapevolezza della propria essenza: lo spirito del destino, il quale ci oIIre quelle opere
d`arte, e superiore alla vita etica e alla realta di quel popolo: esso e l`interiori::a:ione
rammemorante (Er-innerung) di quello spirito che in tali opere e ancora esteriori::ato: esso e lo
spirito del destino tragico, il quale raccoglie tutti gli dei e tutti gli attributi individuali della sostanza
nell`unico Pantheon, nello Spirito che e consapevole di se stesso come Spirito
52
.
E` allora legittimo supporre che se l`inconscio, com`e emerso dalle analisi precedenti, costituisce
una struttura essenziale delle opere tragiche dei greci, esso non perisce col tramonto storico di quel
popolo, ma possiede un carattere universale che si lascia riconoscere dalla Iorza costrittiva che i
conIlitti, di cui l`inconscio e matrice, esercitano ancora su di noi, come se Iossero i nostri. Si tratta
allora di procedere ulteriormente sulla via di disincarnare il modo d`essere dell`inconscio dalle
concrete Iigurazioni poetiche e storiche, all`interno delle quali Hegel ne ha colto la presenza, per
arrivare a isolare la nuda impalcatura concettuale che circoscrive le condizioni e le modalita del suo
operare.
Del resto e proprio Hegel a disseminare nella sua trattazione numerose indicazioni in questo
senso. I protagonisti de Lo spirito vero, le masse etiche della comunita statale e della Iamiglia, la
legge umana e quella divina, il Iratello e la sorella, l`elemento maschile e l`elemento Iemminile,
vanno sciolti dalla loro Iigurazione concreta o dalla loro contrapposizione naturalistica e Iatti valere
come rappresentazioni o simboli di determinati modi d`essere che non si esauriscono ne negli
insiemi ne negli individui ne nelle loro speciIicazioni. Detto altrimenti: i caratteri qualiIicanti, ad
esempio, dell`elemento maschile o Iemminile vanno letti come dei percorsi di essenze che valgono
di per se, anche al di la delle Iigure concrete che di volta in volta sono messe in scena per
rappresentarli
53
. Cio che conta, e quello che Hegel chiama il signiIicato della loro determinazione

50
Ivi, p. 402, 15-17 (p. 985).
51
Ibid., 20-24 (pp. 985-987).
52
Ibid., 28-33 (p. 987).
53
Basti pensare al parallelo che Hegel istituisce nelle sue Le:ioni sulla storia della filosofia tra il destino di Socrate e
quello di Antigone (cIr. D. BERTHOLD-BOND, Hegel on Madness and Tragedv cit., pp. 86-87).
etica
54
, signiIicato che si dischiude quando lelemento maschile non ha tanto una valenza
naturalistica, ma simboleggia, ad esempio, l`esistenza di un percorso in cui l`esistenza cosciente si
espone al pericolo rappresentato dalle Iorze inconsce, al cui ultimo Iondo sta la morte (il
movimento discendente della realta verso l`irrealta, della legge umana, articolata in membri
autonomi, verso il pericolo e la prova di morte); e altrettanto l`elemento Iemminile vale come
indice di un percorso in cui l`inconscio mostra di avere in se un movimento che lo porta ad aIIiorare
all`esistenza consapevole (il movimento ascendente della legge sotterranea verso la realta
luminosa e verso l`esistenza cosciente)
55
. Inoltre, cio che sembra legato al destino particolare di un
individuo (Edipo o Antigone), non si esaurisce aIIatto nella sua singolarita, ma ha un valore
esemplare universale: non e questo singolo ad agire e a essere colpevole. In quanto e questo Se,
inIatti, il singolo e soltanto l`ombra irreale o e solo in quanto universale.Il singolo e qui la
sostanza come genere che si determina in specie, ma in cui la specie resta a un tempo l`universale
del genere
56
. InIatti uno degli aspetti qualiIicanti del momento spirito e che ogni sua
speciIicazione resta lo spirito nella sua totalita
57
ed essendo lo spirito il fondamento e il punto
di parten:a irremovibile e indissolubile dell`attivita di Tutti
58
, i suoi caratteri Iondamentali si
ritrovano necessariamente anche in ciascun individuo.
Se ora ritorniamo ai risultati delle analisi svolte sopra e li valutiamo alla luce di queste direttive
metodiche, risulta evidente che per Hegel esiste un primato dell`atto relativamente alla genesi e al
signiIicato dell`inconscio. Come si e visto, l`agire umano e sempre colpevole; Iin dalle piu remote
possibilita di esistenza, anche nel bambino, l`atto segna un Irattura irreparabile tra cio che emerge
alla luce del sole e cio che rimane inattuato e consegnato all`inconscio. Vi e quindi una violazione
originaria a cui e impossibile sottrarsi: cio che e essenziale nella simbologia hegeliana della legge
umana della vita cosciente e della legge divina dell`inconscio e appunto l`aspetto del legame, della
doppia costrizione, al cui interno l`agire e chiamato a decidersi. Ma la decisione non ha margini di
manovra ne ha spazio per compromessi: entrambe le ingiunzioni sono necessarie, entrambe
richiedono per se la totalita dell`atto e tuttavia rappresentano due mondi incompatibili che e
impossibile portare contemporaneamente all`esistenza. L`atto che sceglie e decide si macchia percio
sempre della colpa di avere violato un altro mondo, il quale, calato nell`inconscio, rimane pur
sempre una sua creatura e puo dare segno di se in Iorme e modi estranei e inassimilabili alla vita
cosciente.
5. Le dinamiche dell`inconscio.
Per comprendere la necessita e la qualita del conIlitto che oppone l`inconscio alla vita cosciente
occorre rendere evidenti le dinamiche che governano i modi di attuazione dei processi inconsci e
che Hegel propone per lo piu in Iorma allusiva e simbolica. Si e visto come la piu potente e
Iondamentale rappresentazione dell`inconscio sia per Hegel la Iamiglia. Essa e qualiIicata a
simboleggiare i caratteri e le Iunzioni dell`inconscio grazie al modello di relazioni e di attivita che
essa incarna a questo stadio del cammino di Iormazione della coscienza. Se, come si e visto, l`unica
relazione che esprime propriamente l`essenza della Iamiglia e quella tra Iratello e sorella, cio
signiIica che il tipo di relazione dominante nell`inconscio e quella simmetrica, biunivoca e
completamente reversibile. Ogni altro tipo di relazione (rivolta all`allevamento, all`educazione, alla
cura o alla salvaguardia dei membri della comunita Iamiliare) e asimmetrica, unidirezionale,

54
PhG , p. 248, 32 (p. 617).
55
Ivi, pp. 249, 37-250, 4 (p. 621).
56
Ivi, p. 254, 26-32 (p. 631).
57
Ivi, p. 241, 34-35 (p. 599).
58
Ivi, p. 239, 3-4 (p. 591).
irreversibile e cosi come non esprime l`operare essenziale della Iamiglia, altrettanto non caratterizza
il modo d`essere proprio dell`inconscio. La simmetria che caratterizza la relazione tra Iratello e
sorella non ha in se nulla di patologico ed e del tutto logica e conseguente; tuttavia se, prescindendo
dal riIerimento concreto al rapporto Iraterno, essa viene assunta nella sua struttura Iormale come
modello per ogni altro tipo di relazione presente nell`inconscio, allora essa non puo non entrare in
conIlitto con i modi di organizzazione della vita cosciente.
In altre parole, se la relazione simmetrica e la sola a imporsi, essa costringe le relazioni
asimmetriche o a Iarsi da parte come inessenziali o a uniIormarsi a essa, se pretendono di valere
come essenziali. Ma se le relazioni asimmetriche genitori-Iigli, singolare-universale, parte-tutto ecc.
dovessero essere trattate simmetricamente, e evidente che esse genererebbero situazioni
logicamente estranee alle leggi della coscienza e inassimilabili da questa. Come si ricordera, inIatti,
la coscienza e una struttura di relazione oppositiva, e sapere di se in opposizione alle cose e delle
cose in opposizione a se, e la vita cosciente si adopera a tenere sotto controllo questa opposizione
Iondamentale, cautelandosi dalle contraddizioni, amministrando le diverse Iorme di negazione,
distinguendo i diversi riguardi, costruendo ordinamenti gerarchici asimmetrici. Dove invece vige la
legge di simmetria, non possono evidentemente esistere ne gerarchie ne negazione ne distinzioni o
opposizioni, ma tra i termini posti in relazione esiste un`omogeneita assoluta
59
.
Come legge Iondamentale dell`inconscio, la relazione simmetrica, oltre che biunivoca e
reversibile, e anche non surrogabile o, per meglio dire, ha il carattere del o tutto o niente. Quando
Hegel aIIerma che per la sorella la perdita del Iratello e insostituibile (unersetzlich)
60
, si riIerisce
al luogo dove Antigone rivendica l`assoluta giustizia dell`atto con cui ha sepolto Polinice; essa
inIatti non si sarebbe mai gravata di questo dovere di mettersi contro la volonta della citta se il
morto Iosse stato il marito o un Iiglio; a diIIerenza del Iratello, questi sono sostituibili: morto il
marito, ne avrei avuto un altro; e avrei avuto un Iiglio da un altro uomo, se quello mi Iosse venuto a
mancare. Ma ora che mia madre e mio padre sono in Iondo all`Ade, mai piu e possibile che mi
nasca un Iratello
61
. Nella sua valenza simbolica, l`insostituibilita del Iratello signiIica, per la
comprensione della struttura dell`inconscio, che i membri connessi dalla relazione di simmetria si
danno come una totalita indivisibile che non sopporta limitazioni o diversita di punti di vista, ma
che si da in blocco, una volta per tutte, perche ha sullo sIondo l`estinzione deIinitiva di ogni
possibilita sostitutiva (la morte dei genitori).
Assieme alla relazione di simmetria, la morte e il secondo grande tema che si presenta
nell`inconscio hegeliano. E` bene chiarire subito che non e a livello dell`inconscio che la morte si
produce nella sua realta. Essa e reale all`interno della vita della coscienza o come qualcosa che
semplicemente accade o che viene procurata, come Ia lo stato quando, mediante la guerra, Ia sentire
al singolo lo strapotere della morte quale suo signore assoluto. Spetta invece all`inconscio il
prendersi cura della morte e questo e ben comprensibile, perche di Ironte alla solitudine radicale del
morto, per il quale non vale piu nulla dei signiIicati preesistenti, la vita cosciente non puo che
dichiarare la propria resa totale. Nel prendersi cura del morto, l`attivita dell`inconscio, come quella
della Iamiglia, mostra di essere rivolta alla singolarita, ma a una singolarita sui generis, perche essa

59
Viene spontaneo connettere questa tematica (e quella, come vedremo poco piu avanti, della generalizzazione
dell`individuo a universale) alla centralita che il principio di simmetria ha nella rivisitazione dell`inconscio Ireudiano
operata da I. MATTE BLANCO, Linconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bi-logica, trad. it. P. Bria, Einaudi,
Torino 1981, pp. 43-47 (ed. orig. The Unconscious as Infinite Sets. An Essav in Bi-Logic, G. Duckwortth, London
1975), delle cui Iondamentali analisi e se mai da lamentare la mancanza di un non occasionale conIronto con Hegel
(relativamente ai tentativi operati in questa direzione, per esempio da A. NEGRO, Matte Blanco e Hegel. logica
simmetrica e dialettica, in Bilogica e sogno. Sviluppi matteblanchiani sul pensiero onirico, Franco Angeli, Milano
2002, pp. 33-65 o da M. MONTI, Lontologia di Ignacio Matte Blanco. Un confronto con la dialettica hegeliana, Diss.,
Universita Statale, Milano, a.a. 2001-2002, concordo con la risposta negativa alla domanda su un presunto hegelismo di
Matte Blanco data da D. ZAMPARO, La bi-logica di I. Matte Blanco, Diss., Universita di Padova, a.a. 2002/2003, pp.
81-85). Per l`impiego del principio di simmetria nelle patologie dell`inconscio cIr. piu avanti n. 103.
60
PhG, p. 248, 9-10 (p. 615).
61
SOFOCLE, Antigone, vv. 904-912. Ci sono dubbi sull`autenticita di questo passo che si trova anche in Erodoto (III,
19).
non e rappresentata unicamente dall`individuo, nell`accidentalita delle vicende che lo concernono,
bensi dalla sua singolarita in quanto si e puriIicata dall`inquieta dispersione nel mondo della vita e,
nella morte, si e trasIigurata nell`universalita dei Penati, protettori della casa. Pur senza perdere
alcuni tratti peculiari della sua individualita, il morto vale ora in riIerimento solo alla totalita del
singolo, ai suoi tratti universali
62
e l`azione dell`inconscio si rivolge al morto come a un`essenza
universale che si e sottratta alla realta sensibile e, appunto, singolare
63
.
Il morto, si presenta cosi sotto un duplice aspetto: da un lato, in quanto individuo, esso e presente
nel suo letztes Sevn, nell`ultimo essere
64
; dall`altro, e nel medesimo tempo, esso e un
allgemeines Seyn, un essere universale. Conseguentemente, l`inconscio si comporta esercitando
su di esso una doppia attivita. Da un lato il rito della sepoltura simboleggia l`atto mediante cui
l`inconscio si Ia carico della regressione e della degradazione del corpo organico a materia
inorganica: pur opponendosi alla violenza della natura, che con la Iuria degli elementi e la brama
degli animali Iarebbe scempio del cadavere, l`inconscio non si oppone all`atto di riduzione del
morto a reines Sevn, a puro essere
65
, ma assume su di se il compito della sua distruzione.
Dall`altro, l`inconscio, conIerisce alla morte un signiIicato costruttivo: e ben vero che nella morte
l`individuo e ridotto a ombra irreale ed esanime
66
, ma proprio questa dereiIicazione libera il
morto dalla caducita dei legami spazio-temporali, non c`e piu un dove che lo localizzi ne un
tempo che ne accolga il cangiante divenire, ma, onnipresente, arresta il tempo e consegue l`eternita.
Accanto al principio di simmetria e, in Iondo, come conseguenza di questo, l`inconscio ha cosi il
potere di annullare la distanza tra il singolare e l`universale: il singolo vale per la classe (i Penati)
cosi come i membri della relazione simmetrica sono interscambiabili Ira loro e sono proprio questi
modi di relazione che mettono deIinitivamente in crisi la coscienza. La coscienza e una struttura di
relazione, ma dal Iondo del suo opposto, l`inconscio, emergono relazioni che si sottraggono al tipo
di rapporti che essa e abituata a padroneggiare con successo. Tutto l`armamentario di distinzioni, di
in quanto, di diversi rispetti, mediante il quale la coscienza rende sensata la propria esperienza,
non tengono piu ed essa deve arrendersi ad accettare la presenza dell`inconscio come qualcosa che
strutturalmente resiste a venire assimilato al suo modo d`essere e di comprendere.
Vi e inIine un terzo elemento che caratterizza l`ambito dell`inconscio e che Hegel intreccia
genialmente ai primi due. Come si e visto, l`elemento Iemminile e la rappresentazione simbolica piu
potente dell`inconscio incarnato, nella sua generalita, dalla Iamiglia. Ora l`atteggiamento
Iondamentale che l`inconscio assume nei conIronti della vita cosciente, simboleggiata dalla
comunita, e l`ironia. L`elemento Iemminile costituisce per Hegel die ewige Ironie des
Gemeinwesens, l`eterna ironia della comunita
67
. Non disponendo della Iorza per opporsi al potere
della citta, l`elemento Iemminile corrode la credibilita della legge umana, invertendone il signiIicato
Iondamentale. Se il Iine dell`attivita autocosciente e l`universale e il lavoro per l`universale,
l`inconscio mostra ironicamente che quanto vien Iatto passare per Iine universale puo rispondere in
realta a un interesse particolare: in questo modo trasIorma il Iine universale del governo in un Iine
privato e converte la proprieta universale dello Stato in un possesso e in un vanto della
Iamiglia
68
. Questo Iare oggetto di derisione e di disprezzo la cura cosciente dell`universale
69
,
questo non prendere sul serio la realta della comunita ha un legame essenziale con la morte. Anche
se Hegel non lo evidenzia, e comunque indiscutibile che e il medesimo soggetto, simbolo
dell`inconscio, quello che si prende cura del morto e quello che attua l`ironia: la medesima
dereiIicazione che la donna opera nei conIronti del morto, dissolvendone con la sepoltura la natura
organica, la compie con l`ironia anche nei conIronti della comunita. In questo ironico dileguare dei

62
PhG, p. 243, 29-30 (p. 603).
63
Ivi, p. 244, 6-7 (p. 605).
64
Ibid., 17-18 (p. 605).
65
Ibid., 14-15 (p. 605).
66
Ibid., 12-13 (p. 605).
67
Ivi, p. 259, 4 (p. 641).
68
Ibid., 4-8 (p. 641).
69
Ibid., 10-11 (p. 641).
legami sovraindividuali e contenuto un evidente messaggio di morte che Hegel vede eIIettivamente
realizzarsi nel declino e nella scomparsa della civilta greca.
6. Il simbolismo inconscio.
Se a partire da queste Iigurazioni dell`inconscio, cosi proIondamente legate a situazioni storiche e
individualita concrete, vogliamo trovare ulteriori e piu articolate speciIicazioni dei modi di operare
dell`inconscio, non e piu possibile rimanere entro i limiti della Fenomenologia. Credo valga la pena
tentare di completare quanto e emerso dall`esame de Lo spirito vero utilizzando gli apporti che
provengono dalle opere della maturita. Potrebbe sembrare naturale (e per molti aspetti lo e) che ci si
debba volgere al luogo classico della trattazione dell`inconscio, costituito dall`Antropologia o, piu
in generale, dalla FilosoIia dello spirito soggettivo e dai materiali che Hegel andava elaborando in
vista di un piu ampio lavoro
70
. Relativamente a tale ambito, esistono gia studi pregevoli e
importanti, cui si e gia Iatto cenno
71
. Tuttavia credo che gli aspetti piu signiIicativi e, per certi
aspetti, piu sorprendenti delle dinamiche che attraversano l`inconscio Hegel li abbia evidenziati non
tanto nella trattazione sistematica dei diversi livelli dell`inconscio (la vita intrauterina, il sonno, i
sogni, il magnetismo, la Iollia, la sensazione, la Iormazione della corporeita ecc.), quanto nelle
analisi che Hegel compie sul simbolismo inconscio (die unbewute Svmbolik) nelle Le:ioni
sullestetica.
Si potrebbe obiettare che la sIera particolare dell`attivita dello spirito, che circoscrive il Ienomeno
estetico, reca pregiudizio alla generalita con cui il tema dell`inconscio dev`essere considerato. In
realta, proprio le caratteristiche di cio che Hegel chiama simbolismo inconscio sono tali che non
solo non pregiudicano tale generalita, ma anzi la realizzano in modi di espressione indipendenti e
anteriori rispetto a quelli passibili di valutazione estetica. In altre parole, cio che le pagine dedicate
al simbolismo inconscio presentano e un esempio di eterogenesi dei Iini, perche pur trattando in
esse oggettivamente di Ienomeni legati all`arte, Hegel Iinisce per dare un risalto eccezionale a
dinamiche che sono proprie dell`inconscio in generale.
Hegel tratta del simbolismo inconscio come prima maniIestazione della Iorma d`arte simbolica,
la quale, a sua volta, e cio a partire da cui e possibile cominciare a parlare di arte. Ora, proprio
perche l`attivita simbolica e l`inizio dell`arte, essa sta, per cosi dire, in bilico tra cio che ancora non
ha valenza artistica e quel mutamento qualitativo dei rapporti espressivi che, sia pure in modo
germinale, e gia arte. Cio comporta che sia costitutivo del simbolo un carattere essen:ialmente
ambiguo che lo distingue dal paragone e dalla similitudine, in cui l`ambiguita invece non e presente.
L`alone di ambiguita che circonda e accompagna le rappresentazioni simboliche deriva dal
margine d`indeterminatezza che in esse sussiste tra l`immagine sensibile, che e sempre individuale,
e il suo signiIicato universale. Nel simbolo, inIatti, l`elemento materiale (cosa, animale, persona
ecc.) non va preso come si presenta immediatamente, ma in quanto rappresentativo di un signiIicato
piu vasto e universale
72
. Quando costruisco una metaIora, come, ad esempio, Alessandro e un
leone, trasIerisco a un soggetto il nome proprio di un altro soggetto, secondo un rapporto
analogico. In tale rapporto leone Iunge da simbolo, vale a dire e l`elemento materiale che
rappresenta un signiIicato universale, quello del coraggio attribuito ad Alessandro. Se il signiIicato
simbolico del leone si esaurisse unicamente nella determinazione astratta del coraggio, la metaIora
esprimerebbe semplicemente un paragone o una similitudine. Nel leone, invece, si trovano anche

70
Si sa che Hegel e ritornato piu volte sul progetto di pubblicare una Psicologia come parte autonoma dal sistema.
71
CIr. n. 1.
72
CIr. AE, p. 394 (p. 344).
altre determinazioni, quali la Iorza, la Ierocia, l`aggressivita, ed ecco allora che entra in gioco il
simbolo come qualcosa che rimane essenzialmente ambiguo
73
. Esso si presta, inIatti, a una
molteplicita di letture e questo puo certo signiIicare ricchezza, ma anche indeterminatezza,
incertezza, distorsione. In altre parole, l`impiego del simbolo puo compromettere la chiarezza cui
aspira la vita cosciente, perche esso, cercando di penetrare con le sue universalita prive di
determinazioni in un`esistenza concreta, corrompe e Ialsa le Iorme gia esistenti
74
. Proprio a causa
della sua ambiguita, l`aspetto simbolico dell`espressione spirituale (in particolare, come vedremo
subito, nella sua versione inconscia) mette in condizione di gettare uno sguardo anche sulle
patologie dell`inconscio e sugli eventi che possono stare alla loro origine.
E` a causa di queste sue caratteristiche generali che il simbolo, sia nelle sue attuazioni storiche
sia nella sua valenza concettuale, costituisce, secondo Hegel, solo il momento iniziale dell`arte ed
e quindi da considerare in qualche modo solo come pre-arte
75
. Se quindi gia il simbolo,
collocandosi sul limite che separa il non ancora dell`arte dal suo esserci gia, mostra di essere
ben radicato all`indietro, nel mondo della vita, ancora di piu lo e il simbolismo quando esso rimane
incosciente. Le sue dinamiche, inIatti, non hanno ancora alcun rapporto esclusivo con l`espressione
artistica e la loro validita puo quindi riguardare l`inconscio in generale. Della trattazione hegeliana
del simbolismo inconscio, sono qui rilevanti le prime due Iasi, le cui realizzazioni artistiche Hegel
vede prodursi soprattutto nei paesi orientali: la Iase del simbolismo inconscio vero e proprio,
esempliIicato soprattutto nella religione dei parsi, e quella in cui avviene la transizione all`arte
simbolica, che si ritrova principalmente in India. Come gia per le analisi condotte sul testo della
Fenomenologia, anche qui si cerchera di estrarre dalla particolarita dei riIerimenti storici quelle
connessioni essenziali che delineano in modo caratteristico e esclusivo il dinamismo dell`inconscio
e le leggi da cui e governato.
a) La prima, Iondamentale caratteristica del simbolismo incosciente presenta un aspetto
paradossale e tuttavia cruciale per il modo di esistere dell`inconscio nel suo strato piu proIondo: nel
simbolismo incosciente non esistono simboli. Qui, dove siamo propriamente all`ini:io, il punto di
partenza e costituito da una tale Iusione tra il contenuto e la sua espressione, che in quest`unita,
ancora inseparata, misteriosa ed in Iermento, le Iigurazioni non sono ancora poste come
simboli
76
. Se di Ironte a tali Iigurazioni inconsce noi cerchiamo di deciIrare un signiIicato e di
recuperare cosi la loro dimensione propriamente simbolica, dobbiamo essere consapevoli che questa
e opera nostra, siamo solo noi che vi riconosciamo un signiIicato che acquista la sua espressione
esteriore nell`intuizione
77
. Nell`inconscio, che le ha prodotte, il signiIicato universale e la sua
maniIestazione sensibile sono indistinguibili, le immagini coincidono con la cosa stessa, il segno
non e da deciIrare, ma ha una realta assoluta: in tal modo non si puo propriamente parlare di una
diIIerenza d`interno e di esterno, di Iorma e di signiIicato, poiche l`interno non si e ancora in quanto
signiIicato per se liberato dalla sua realta immediata nel mondo esistente.In questa prima realta,
dunque, non vi e alcuna diIIerenza di anima e di corpo, concetto e realta
78
. Hegel porta come
esempi quei culti in cui un singolo reale uomo, viene immediatamente riconosciuto e venerato
come Dio
79
e pone un`interessante distinzione tra la dottrina cattolica e la conIessione luterana, da
un lato, nelle quali l`unione mistica del credente col corpo e il sangue di Cristo non ha nulla di
simbolico, ma e reale, mentre, dall`altro, e solo con la conIessione riIormata che compare il
simbolismo, in quanto in essa lo spirituale e separato per se dal sensibile e l`esterno viene
considerato come un semplice riIerimento ad un signiIicato da esso diverso
80
. E aggiunge: Anche

73
Ivi, p. 397 (p. 346).
74
Ivi, pp. 390-391 (p. 340).
75
Ivi, p. 393 (p. 343).
76
Ivi, p. 412 (p. 360).
77
Ivi, p. 419 (p. 367).
78
Ibid..
79
Ivi, p.420 (p. 367).
80
Ibid. (p. 368).
nelle immagini miracolose di Maria la Iorza del divino opera come presente in esse
immediatamente e non soltanto come simbolicamente indicata nelle immagini
81
.
b) Un secondo carattere Iondamentale che Hegel individua nell`inconscio e la sua tendenza a
trasIormare e deIormare la Iigurazione individuale di qualcosa in una progressione di
generalizzazioni sempre piu ampie. Cio si veriIica quando il signiIicato e la sua Iorma sensibile, che
dapprima sono inseparati, cominciano a essere distinti, ma in maniera tale che l`inconscio cerca
subito di risanare in maniera fantastica la rottura mediante la compenetrazione reciproca dei lati
separati
82
. Ma dal momento che sia la scissione che l`associazione sono ancora conIuse,
l`inconscio vive in una continua oscillazione tra la generalizzazione di cio che e singolare e la
ricompressione del generale a livello del singolare: la spinta alla diIIerenziazione e
all`uniIicazione e quindi un vacillare che dalle singolarita sensibili in maniera indeterminata e priva
di misura va a Iinire immediatamente nei signiIicati piu generali, non sapendo trovare, per cio che e
colto interiormente nella coscienza, altro che la Iorma completamente opposta di conIigurazioni
sensibili
83
. A livello inconscio, quest`oscillazione puo anche essere vissuta come appagante; in
realta, questo passare senza posa da un estremo all`altro mostra da un lato l`ampiezza e la potenza
dei signiIicati universali connesse in modo del tutto inadeguato al sensibile colto sia nella sua
singolarita che nella sua apparenza elementare; dall`altro cio che e piu universale, quando e esso il
punto di partenza, viene a sua volta a mettersi senza ritegno nel mezzo della presenza piu
sensibile
84
.
Quando dagli strati piu superIiciali dell`inconscio tende a emergere alla coscienza il sentimento di
quanto sia inadeguata la realta sensibile, nella sua banalita, a esprimere i signiIicati universali,
allora la Iantasia sa trarsi di impaccio solo col ricorrere a delle contorsioni, cioe spinge le Iorme
particolari oltre la loro particolarita ben delimitata, le gonIia, le trasIorma in qualcosa di
indeterminato e di smisurato, le separa violentemente e quindi, nello sIorzo per raggiungere una
conciliazione, Iinisce con il portare ancora piu alla luce solo l`opposto nella sua inconciliabilita
85
.
Cio comporta che la coscienza, con i suoi caratteri di comprensione ordinata e di stabilita, si
ritragga nuovamente sullo sIondo, perche ogni cosa viene completamente mutata, immessa in nuove
costellazioni di signiIicati e tutto viene ampliato, esteso Iino al nebuloso, universalizzato, cosicche
si riperde il terreno appena guadagnato e non sappiamo piu dove siamo
86
. In questo modo viene
lasciato libero campo al continuo conIondere e mescolare disordinatamente Iinito e assoluto,.in
un vaneggiamento senza misura del Iantastico, che dal piu proIondo intimo si precipita nella
presenza piu banale, per subito rovesciare e distorcere l`un estremo nell`altro
87
. Quando entriamo
in contatto con queste dinamiche dell`inconscio e ci troviamo a partecipare a esse in modo, per
quanto possibile, coinvolgente, noi viviamo Ira le conIigurazioni che nascono da questo reciproco
rovesciamento di un lato nell`altro come in un mondo stregato, in cui ogni determinatezza di Iorma,
quando speriamo di Iissarla, svanisce e repentinamente si trasIorma nell`opposto oppure si gonIia e
si distende Iino all`esagerazione
88
.
c) Un`ulteriore caratteristica Iondamentale delle dinamiche inconsce concerne il modo in cui
compare in esse la negazione (o meglio sarebbe dire, il modo in cui essa non vi compare o compare
in modo estenuato). Cio e gia implicito in quanto e stato rilevato Iin qui: l`assolutamente universale,
che costituisce uno dei due poli di tale dinamismo, e in se stesso privo di diIIerenze e quindi
totalmente indeterminato; e poiche l`altro polo, la conIigurazione sensibile particolare, si trasIorma
incessantemente nell`universale e questo nuovamente in essa, la negazione non ha mai modo di

81
Ibid.
82
Ivi, p. 430 (p. 377).
83
Ivi, p. 431 (pp. 377-378).
84
Ivi, pp. 431-432 (p. 378).
85
Ivi, p. 432 (p. 378).
86
Ivi, pp. 437-438 (p. 383).
87
Ivi, p. 432 (p. 379).
88
Ivi, p. 434 (p. 380).
Iarsi valere nella sua speciIica Iunzione, che e quella di determinare e di tracciare stabilmente un
conIine.
In tutto cio, riconosce Hegel, si puo essere tentati di avvertire il suono della sublimita
89
. Ma e
solo un`apparenza, che viene smascherata proprio perche in essa la negazione non ha propriamente
il ruolo che dovrebbe avere. E` costitutivo, inIatti, del sublime vero e proprio realizzare la
posizione negativa dei Ienomeni che via via vengono introdotti, nel senso che la consapevolezza
della loro sproporzione rispetto all`assoluto puo sorgere solo perche essi continuano a mantenere la
loro determinatezza e quindi la posizione deIinita del loro contenuto. Al contrario, il simbolismo
inconscio con le sue conIigurazioni sIrenate, con quella smisuratezza e mancanza di limiti crede di
aver cancellato e Iatto sparire la diIIerenza e la contraddizione tra l`assoluto e la sua
conIigurazione
90
. Con cio, pero, esso ottiene soltanto il risultato che la determinatezza e distrutta,
il sublime diviene semplice assenza di conIini
91
. In deIinitiva, quella che nell`attivita
dell`inconscio potrebbe proporsi come negazione, ne ha solo la parvenza, perche cio a cui ci
troviamo di Ironte consiste unicamente o in un`incessante trasIormazione, in cui non e possibile
Iissare alcunche di determinato, o in un vertiginoso processo di astrazione, che nel suo momento
terminale e dissoluzione di ogni diIIerenza: il negativo da una parte e solo mutamento e
trasIormazione, dall`altro solo l`astrazione che mette da parte il determinato per spingersi
all`universalita indeterminata e quindi vuota e del tutto senza contenuto
92
.
d) Un corollario del progressivo dissolversi della capacita determinatrice della negazione si ha
nella parallela estenuazione delle caratteristiche dello spazio e del tempo. Lo spazio, inIatti,
suppone sempre l`esistenza di un limite come principio di contiguita, d`ordinamento, di ulteriorita.
Ma il limite, o la piega originaria, presuppongono, a loro volta, l`intervento della negazione che
determina e traccia un conIine. Nel simbolismo inconscio, invece, dove domina la smisurate::a
delle proprie produzioni, e l`originaria Iunzione spazializzante del limite che viene
progressivamente annullata: le singole Iigure per poter pervenire come Iigure sensibili
all`universalita, vengono sIrenatamente enIiate nel colossale, nel grottesco. InIatti la singola Iigura,
che non deve esprimere se stessa e il signiIicato universale che giace Iuori di essa, non soddisIa
l`intuizione prima che non sia tratta da se stessa Iino allo smisurato, privo di meta e di misura
93
.
Questo aIIondare nell`incommensurabile, non rappresenta una generica tendenza all`esagerazione,
ma ha un compito ben preciso, essenziale nelle dinamiche inconsce, quello di annullare la
contraddizione. La sproporzione tra un signiIicato spirituale universale e la sua raIIigurazione
sensibile, che noi possiamo avvertire come tanto piu stridente quanto piu il contenuto sensibile e
banale e Iatuo, viene sormontata proprio dilatando a dismisura le dimensioni spaziali della Iigura
sensibile, come se questo Iosse il modo per Iarle raggiungere l`ampiezza e l`universalita dei
signiIicati, togliendo cosi di mezzo la contraddizione
94
.
Altrettanto accade per il tempo. Anche al tempo e essenziale l`attivita della negazione, perche
esso separa e divide secondo la scansione originaria del prima e del poi. Ma dove non esiste
piu la negativita di un limite determinato, non e piu possibile individuare l`anteriore, il posteriore e
la successione, mentre il singolo momento temporale viene dilatato Iino a sottrarsi a qualsiasi
possibilita di misurazione. Si produce cosi la piu prodigiosa esagerazione della grandezza sia nei
riguardi della Iorma spaziale che della incommensurabilita temporale
95
e questo sempre al Iine di
togliere la contraddizione tra l`aspirazione a un signiIicato assoluto e la Iinitezza delle Iigure
concrete che dovrebbero esprimerlo.

89
Ivi, p. 439 (p. 384).
90
Ibid.
91
Ibid. (p. 385).
92
Ivi, p. 449 (p. 393).
93
Ivi, p. 436-437 (p. 382).
94
Ivi, p. 437 (pp. 382-383).
95
Ibid. (p. 383).
7. Le patologie dell`inconscio
Credo che, anche senza ricorrere ai ricchi materiali della IilosoIia dello spirito soggettivo, i testi
Iin qui esaminati della Fenomenologia e delle Le:ioni sull estetica potrebbero essere suIIicienti gia
da soli per riservare a Hegel, in una storia della scoperta dell`inconscio, qualcosa di piu del silenzio
o di una citazione del tutto incidentale
96
, cosa di cui gli studi piu recenti hanno Iatto ampiamente
giustizia. Se si tien conto, poi, che nel sistema della maturita l`inconscio appartiene a cio che Hegel
chiama anima, e agevole scorgere come esso venga a svolgere una Iunzione essenziale nello
sviluppo della vita cosciente e delle piu alte attivita dello spirito. Queste, inIatti, restano connesse
all`inconscio dal un legame costitutivo, perche e dall`inconscio che vengono attinti i materiali da
costruzione di ogni realizzazione cosciente: lo spirito ha nell`anima ogni materia della sua
determinazione, e l`anima resta l`idealita identica e pervadente di questo
97
.
Il rapporto che qui Hegel delinea, potrebbe lasciare intendere che un`esistenza equilibrata sia
quella in cui le attivita coscienti e spirituali sviluppano nei conIronti dell`inconscio una Iunzione
determinatrice: l`inconscio e il determinabile, la materia, mentre lo spirito e la Iorma Iormatrice, il
principio determinante. E tuttavia e vero anche il contrario, perche il modo particolare in cui
ciascuno e determinato nel suo interno (quello che Hegel chiama il suo genio`) costituisce il suo
destino (Jerhngnis), una sorta di oracolo interiore le cui sentenze determinano le sue decisioni e
le sue scelte: pertanto, persino la coscienza desta, intelligente, moventesi entro determinazioni
universali, viene determinata dal proprio genio con tale superiore potenza che l`individuo vi
compare in un rapporto di mancanza d`indipendenza paragonabile alla dipendenza del Ieto
dall`anima della madre, od al modo passivo nel quale, nel sogno, l`anima accede alla
rappresentazione del suo mondo individuale
98
. L`individuo e dunque (a dispetto della sua
indivisibilita) in se stesso duplice: coscienza desta, che vive consapevole di se e delle proprie
rappresentazioni universali, e dall`altro energie inconsce che la circondano e la compenetrano,
consentendole di costruirsi solo sulla base di cio che esse gli oIIrono. Puo cosi accadere che
l`inconscio, con progressione insensibile o anche con violenza improvvisa, arrivi a sconvolgere la
vita cosciente assoggettandola in modo esclusivo alle proprie dinamiche, le quali per andamento e
struttura sono per lo piu antagoniste al livello conscio e in gran parte non assimilabili da questo.
L`equilibrio tra la materia e la Iorma delle dinamiche inconsce e della vita cosciente viene allora
inIranto: ora e l`inconscio ad esercitare quasi incontrastato il proprio potere di determinazione e a
impiegare i contenuti della vita cosciente come materiale da utilizzare per le proprie costruzioni e in
base alle proprie leggi. Dal conIlitto che cosi scaturisce tra le dinamiche inconsce aggressive e
quelle coscienti in regressione insorgono le patologie della vita psichica.
Quanto i caratteri dell`inconscio e dei suoi modi di attuazione, individuati da Hegel, possano
costituire una base, certamente limitata, ma signiIicativa, per risalire a maniIestazioni speciIiche
delle malattie psichiche, lo si puo comprendere rileggendo a ritroso le indicazioni emerse Iin qui
tenendo conto di alcune acquisizioni della psichiatria contemporanea. Non per Iare di Hegel un
anticipatore, ma, al contrario, per comprenderlo meglio sia nei suoi limiti (nelle ingenuita, i
moralismi insostenibili, le ovvie insuIIicienze diagnostiche), sia per quegli aspetti che lo abilitano a

96
Cosi in H.F. ELLENBERGER, The Discoverv of the Unconscious. The Historv and Evolution of Dinamic Psvchiatrv,
New York 1970 (La scoperta dellinconscio. Storia della psichiatria dinamica, a cura di W. Bertola, A. Cinato, F.
Mazzone, R. Valla, Torino 1972).
97
Enc. C, 389 (p. 357).
98
G.W.F. HEGEL, En:vklopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse, in Werke in :wan:ig Bnden,
hrsgg. E. Moldenhauer u. K.M. Michel, Bd. 10, FrankIurt a. Main 1970, 405, Zusat:, p. 132 (G.W.F. HEGEL,
Filosofia dello spirito, a cura di A. Bosio, Torino 2000, p. 191)
essere compagno di strada di quanti cercano di penetrare nelle dinamiche del nchtliche Schacht,
del pozzo notturno dell`io
99
.
d) Si puo iniziare da quella peculiare dilatazione dello spazio e del tempo, che porta a
estinguere lo spazio nell`incommensurabile e a eternizzare il tempo presente deprivandolo delle
dimensioni del passato e del Iuturo. E` un`esperienza, questa, che segna in proIondita alcune Iorme
di esistenza psicotica. Il progressivo livellamento delle diIIerenze spaziali, l`assimilazione del
vicino al lontano, l`insoIIerenza per ogni Iorma di delimitazione vissuta come coercitiva, mirano a
togliere la contraddizione tra la Iunzione determinante e opprimente del limite e il bisogno di Iare
spazio, di conseguire attraverso l`omogeneita spaziale, non piu attraversata da diIIerenze, un
simulacro d`illimitata liberta.
Altrettanto il tempo viene livellato a una sola delle sue dimensioni essenziali: o e il passato a
invadere la vita psichica col peso di un destino inamovibile, come avviene nella psicosi depressiva,
o e il presente che sopravvive all`estinzione del passato e del Iuturo, come accade nella
schizoIrenia. In quest`ultimo caso, l`imporsi della dimensione del presente e la sua dilatazione alla
totalita del tempo puo signiIicare, nell`eliminazione di ogni possibilita di misurazione temporale e
quindi di ogni progettazione, il conseguimento di un orizzonte di eternita. Comune a entrambi gli
atteggiamenti e la scomparsa del Iuturo e cioe della dimensione essenziale alla decisione, in cui si
realizza quella dinamica di limite e ulteriorita che e caratteristica di un`esistenza in grado di
progettare se stessa
100
.
Per il conseguimento di un orizzonte immutabile e signiIicativo il ruolo svolto dalla ripetizione
sia nell`ambito dello spazio sia in quello del tempo. L`iterazione nello spazio delle medesime
conIigurazioni, tra loro intercambiabili, tende a conseguire la negazione della diIIerenza,
l`eliminazione dell`imprevedibile e del casuale, in cui si spegne la Iunzione alterizzante del
divenire. Altrettanto la ripetizione nel tempo anche di un solo identico gesto risponde a un bisogno
Iondamentale di rassicurazione: se nessuna novita, nessuna increspatura viene a indicare che il
tempo passa, la morte stessa non puo piu sopraggiungere. L`iterazione diventa allora un modo di
condensare e ridurre il divenire al movimento che si puo dare in un punto, cosi che non si esiste piu
progettandosi in avanti, ma concentrandosi nella puntualita dell`istante e la ripetizione dell`identico
gesto mira a conseguire un`approssimazione all`eterno. Per questo lo schizoIrenico non si annoia
mai della indeIinita iterazione gestuale: in essa egli viene appagato nel suo bisogno d`immortalita,
perche vi trova costantemente sormontata la contraddizione tra il non piu del passato e il non
ancora del Iuturo, le due voragini di negativita in cui e da cui s`inabissa il tempo che passa
101
.
c) Si e visto come l`elisione delle dimensioni, in cui si articolano lo spazio e il tempo, non sia
che una delle conseguenze dell`estenuarsi, a livello inconscio, della Iunzione della negazione. Gia
nel suo breve, Iondamentale saggio su Linconscio del 1915 Freud aveva messo in evidenza come le
dinamiche inconsce Iossero caratterizzate dall`assenza della negazione e, conseguentemente, della
contraddizione
102
. Quando tale assenza tende a invadere la vita cosciente, e evidente che viene
progressivamente meno la Iunzione delimitante della negazione, la sua capacita di distinguere e di
deIinire ponendo Iiltri e argini, mediante cui incanalare e selezionare lo scambio incessante e
costitutivo dell`io con l`ambiente. Quando tale capacita discriminatrice viene meno, tutto tende a
comunicare con tutto e la babelica complessita degli apporti ambientali irrompe e dilaga in modo
inarginabile dentro la soggettivita. Questa reagisce tentando di riversarsi all`esterno e di dare
signiIicato all`incalzante aggressivita del reale, senza che mai tale conIerimento di senso possa
giungere a compimento, a causa del vertiginoso sostituirsi delle provocazioni ambientali le une alle
altre.

99
Enc. C , 453 Anm. (Iondo tenebroso traduce Croce, p. 413).
100
CIr. E. BORGNA, Come se finisse il mondo. Il senso dellesperien:a schi:ofrenica, Milano 2002, pp. 107-109, cui
rinvio anche per la bibliograIia relativa.
101
CIr. F. BARISON, Sein und Schi:ophrenie, Psichiatria generale dell`eta evolutiva. Rivista di psicopatologia
clinica, 41 (2004), p. 337 (I ed. 1991) e ID., Alterita schi:ofrenica e creativita, ivi, p. 359 (I ed. 1993).
102
CIr. S. FREUD, Linconscio in Opere 1905/1921, trad. it. J. Sanders e L. Breccia, Roma 1995, pp. 836-861.
Il soggetto vive cosi una progressiva distruzione della determinatezza e in questa continua
trasIormazione dell`esterno in interno e viceversa, nella dissoluzione dei signiIicati, nessuno dei
quali arriva a concretarsi in qualcosa di deIinito, il soggetto si sente dominato e soggiogato da
processi di cui non e l`attore, ma il paziente. Come aIIerma Hegel, gli avvenimenti e le azioni,
invece di essere la realta e l`esistenza realizzantesi del soggetto, ricevono il loro contenuto e il loro
signiIicato da altra Ionte; cio porta all`arbitrio dell`agire e dell`estrinsecazione, cosicche
signiIicativo ed insigniIicante si mescolano tra di loro e nessuno dei due lati, che si deIormano a
vicenda, ha il suo giusto posto
103
.
La sola via d`uscita e di diIesa nei conIronti di questo eccesso di mondo sembra allora essere la
Iuga verso livelli di astrazione dal reale sempre piu poveri, desolati e indeterminati. Il presagio
oscuro di qualcosa di universale, che si estenua nei deserti ghiacciati dell`astrazione, non e che
l`altra Iaccia del Ilusso caotico, smisurato e sovrabbondante di rappresentazioni provocato
dall`assenza di negazione. Nell`attivita cosciente apprendere signiIica in gran parte e a ogni
livello, da quello sensoriale e percettivo Iino alle Iunzioni intellettuali superiori, sapere discriminare
e scartare il superIluo per Iare emergere l`essenziale. Ma la dove comincia a essere predominante la
tendenza dell`inconscio a Iare comunicare tutto con tutto e a identiIicare la singola rappresentazione
con classi sempre piu ampie di generalizzazione, allora diventa inarginabile la progressiva riduzione
della determinatezza dei signiIicati all`indeterminatezza dell`assurdo.
b) La trasIormazione proIonda dell`esperienza spaziale e temporale, l`aIIievolirsi del ruolo
delimitante della negazione, l`eliminazione della contraddizione comportano la progressiva
impraticabilita delle strutture di comunicazione proprie dell`esperienza comune. Come abbiamo
visto in Hegel, all`origine dell`allontanamento da una base condivisa di senso vi e la rottura della
solidarieta tra il signiIicato e la cosa reale. Anche se viene subito esperito il tentativo di ricomporla,
il risultato non e piu quella di prima, ma viene creato un legame Iantastico, irreale, in cui un
signiIicato o un comportamento per se comprensibili vengono associati a qualcosa che non ha
alcuna corrispondenza con essi.
Questa ricomposizione inusuale della Irattura potrebbe essere dapprima avvicinata ai modi
espressivi che Ianno uso di metaIore, mentre in realta l`approssimazione e solo apparente. L`aspetto
piu incisivo del linguaggio metaIorico si ha inIatti quando un soggetto individuale noto viene
collegato a un predicato altrettanto individuale, ma inconsueto (l`aurora dalle dita di rosa) e uno
degli ingredienti dell`eIIicacia della metaIora sta nella resistenza iniziale che il senso comune prova
a consentire che quel noto venga collegato all`inatteso
104
. Nei modi di espressione psicotica, invece,
cio che scompare e proprio l`orizzonte condiviso di cio che e noto e il soggetto, per cosi dire, non
protesta piu a essere accostato a un predicato che, di norma, non gli appartiene. Come vedremo con
ancora maggiore intensita relativamente al simbolo, quella che nella vita psicotica a noi puo
apparire ricchezza di metaIore, e in realta poverta, perche la metaIora non viene vissuta nel suo
valore traspositivo di senso, ma identiIica la cosa stessa. Lo schizoIrenico, ad esempio, e incapace
di comprendere correttamente i proverbi, perche ne da un`interpretazione letterale
105
; quelle che a
noi possono apparire, da parte sua, libere invenzioni di metaIore, sono in realta delle necessita a cui
si sente costretto. Dal momento, inIatti che le articolazioni categoriali, atte ad accomunare e insieme
a speciIicare oggetti diversi, sono attraversate da Ialle sempre piu larghe delle idee associative, il
tentativo di ricucire il nesso tra signiIicato e percezione procede a identiIicare realta diverse sulla
base dei predicati comuni ancora disponibili. Ma poiche i predicati sono molteplici, e impossibile
prevedere su quale di essi cadra la scelta che deve produrre l`identiIicazione e quindi i modi

103
AE, p. 440 (p. 386).
104
La metaIora e una Iaccenda che si svolge tra un predicato con un passato e un oggetto che accondiscende
protestando (N. GOODMAN, I linguaggi dellarte, intr. e a cura di F. Brioschi, Milano 1976, pp. 64, cIr. anche pp.
72-73 (Languages of Art, The Bobbs-Merril Company, Inc., 1968).
105
CIr. S. ARIETI, Interpreta:ione della schi:ofrenia, trad.it. A. Bencini Baratti, Milano 1963, p. 197 (ed. orig.
Interpretation of Schi:ophrenia, New York 1955).
espressivi risulteranno strani, diIIicilmente deciIrabili, incomprensibili
106
. Singolarita sensibili tra
loro incompatibili Iiniscono per trovarsi accomunate e identiIicate all`interno dei predicati piu
generali in modo tale che questi, come osserva Hegel, Iiniscono per intromettersi senza misura e
senza ritegno nelle presenze sensibili piu accidentali e una serieta essenziale puo trovarsi Iissata e
espressa nel modo piu Iatuo. Anche se lo psicotico tende continuamente a Iare Iallire i tentativi
d`interpretazione e di comprensione dei suoi atteggiamenti, questo Iallimento non e tuttavia
insigniIicante, ma contiene un messaggio: quando l`inconscio invade con le sue dinamiche la vita
cosciente, allora le Iorme residuali di espressivita sembrano essere impiegate per conIermare che
l`assurdo e il senso ultimo del mondo e che solo con l`incomprensibile e possibile arrivare a
maniIestare l`inesprimibile
107
.
Questo incessante processo di Irattura e di ricomposizione tra Iorme sensibili e signiIicati
universali non lascia indenni gli elementi tra cui si svolge. Se inizialmente i signiIicati del mondo
possono conservare ancora una certa stabilita, la loro progressiva mescolanza e l`interscambiabilita
delle maniIestazioni sensibili di riIerimento producono deIormazioni che dissolvono la
determinatezza sia dei signiIicati sia delle Iorme sensibili. Essi sono sottoposti a contorsioni,
smembramenti, rigonIiamenti che conIigurano, per chi vi si accosta, quel mondo stregato di cui
parla Hegel, nel quale, prima che esso aIIondi nell`astrazione piu vitrea e lunare, e presente
qualcosa di caricaturale, di eccessivo, di manieristico. Si tratta quasi dell`esibizione di un lusso
complementare di movimenti e di conIigurazioni che mira ad alludere e a nascondere piu che a
rivelare. Per non lasciarsi catturare entro uno schema signiIicante o per sviare l`attenzione dal
signiIicato del comportamento, l`atteggiamento manieristico ha lo scopo evidente di sIuggire il
senso diretto deviando continuamente l`accento espressivo su di una cascata di comportamenti
parassitari la cui eIIicacia espressiva viene a sua volta svuotata di senso
108
. Non si tratta
naturalmente di cio che normalmente s`intende per manierismo, di un`imitazione artiIiciosa di
linguaggi o atteggiamenti altrui ne di conIormismo espressivo, quanto piuttosto del tentativo
d`instaurare, con comportamenti mimici o verbali innaturali, di volta in volta compassati,
marionettistici, burocratizzanti, un proprio modello, il piu assoluto possibile
109
e insieme
d`investire la totalita del vissuto con una pervadente ironia.
E a questo livello che possiamo comprendere il valore dell`intuizione hegeliana che nella
Fenomenologia lega nell`inconscio, rappresentato dall`elemento Iemminile, la cura della morte e
l`ironia nei conIronti della comunita
110
. L`apparentamento, che potrebbe anche apparire bizzarro, si
ritrova invece in maniera esemplare nell`esistenza psicotica. Com`e stato detto eIIicacemente,
ironia e morte sono due Iacce dell`assurda messa in opera della verita schizoIrenica
111
. Il senso
di disprezzo e di derisione che traspare dall`atteggiamento dell`individuo psicotico allude al suo
non prender sul serio la realta di tutti; e un modo di smantellare la realta, di toglierle senso e
questa derealizzazione, proprio perche e deIormazione, sia degli aspetti del mondo sia di se stessi, e

106
Ivi, pp. 179-188. Si pensi all`esempio, riportato da Matte Blanco, dello schizoIrenico che, morso da un cane, va a
consultare un dentista. I passaggi possono essere ricostruiti cosi: per il principio di simmetria, essere morsi dal cane
implica mordere il cane e se il cane e cattivo, e cattivo anche il paziente; se egli e cattivo (dal momento che non e
possibile distinguere la parte dal tutto) e cattiva anche ogni sua parte e quindi anche il suo dente e cattivo; non essendoci
poi distinzione tra moralmente cattivo e Iisicamente cattivo, il dente Iisicamente cattivo e cariato e quindi richiede le
cure del dentista (I. MATTE BLANCO, Pensare, sentire, essere. Riflessioni cliniche sullantinomia fondamentale
delluomo e del mondo, trad. it. P. Bria, Torino 1995, p. 54 (ed. orig. Thinking, Feeling and Being. Clinical Reflexions
on the Fundamental Antinomv of Human Beings and World, London- New York 1988)).
107
CIr. F. BARISON, Alterita schi:ofrenica e creativita cit., p. 348.
108
F. BARISON, Il manierismo schi:ofrenico, Psichiatria generale dell`eta evolutiva. Rivista di psicopatologia
clinica, 41 (2004), p. 219 (I ed. 1993).
109
G. GOZZETTI, Commento su. Il manierismo schizoIrenico, ivi, p. 224.
110
CIr. supra 5.
111
F. BARISON, Lironia dello schi:ofrenico, Psichiatria generale dell`eta evolutiva. Rivista di psicopatologia
clinica, 41 (2004), p. 287 (I ed. 1987).
ironia; ma cosi Iacendo, essa e al tempo stesso apparentata strettamente alla morte, perche nulla
piu della morte porta a compimento la Iorma piu radicale di derealizzazione di ogni realta umana
112
.
a) Abbiamo visto come il primo, paradossale aspetto che Hegel mette in luce del simbolismo
inconscio e l`assenza del simbolo ed e questa una delle caratteristiche Iondamentali dell`esistenza
psicotica. I contenuti che dall`inconscio dilagano nella vita cosciente, e che a noi appaiono (o che il
terapeuta assume) come simboli suscettibili d`interpretazione, non sono aIIatto tali per chi li vive
soggiogato dalle psicosi. In lui si produce qualcosa di aIIine alla parola magica che viene
attribuita ai primitivi o ai bambini, in cui la parola s`identiIica con la cosa stessa, per cui le
immagini, i segni perdono la loro capacita di rinviare ad altro e sono indistinguibili dal signiIicato.
In questa petrosita della Iorma sensibile, vissuta come indubitabile, priva di qualsiasi alone di
rimandi, tutto e alla superIicie e sembra non solo sottrarsi allo sguardo che voglia scendere nel
proIondo, ma addirittura negare l`esistenza della proIondita stessa: il mondo esperito del soggetto
psicotico e un mondo solo apparentemente simbolico, e, se guardiamo in Iondo ad esso, un mondo
sen:a simboli, ossia strutturato da immagini sensoriali, allucinatorie, che per noi simboleggiano la
tragedia dell`esistenza del paziente, e per lui sono una realta concreta, indiscutibile alla luce
dell`interpretazione, opaca nei riguardi di un 'signiIicato proIondo, che noi scopriamo in esse
113
.
In Iin dei conti l`opera del terapeuta inizia proprio a partire dalla restituzione della dimensione
simbolica a eventi o immagini deliranti, per trasIormarli in traccia e indizio di Iorme estreme di
realizzazione dell`esistenza. Ma riportare l`individuo psicotico alla riconquista del simbolo e
impresa terribile proprio perche i Iantasmi deliranti non sono simboli per i pazienti, essi sono
'segni di una realta assoluta, tangibile, indiscutibile; le immagini non rimandano a un signiIicato
da scoprire, ma sono signiIicative solo in se stesse
114
. Credo che non s`insistera mai abbastanza
sull`importanza dell`assenza della dimensione simbolica dall`ambito dell`inconscio. E` a essa,
inIatti, che si annodano e da essa derivano tutte le caratteristiche Iin qui esaminate delle dinamiche
inconsce e delle loro patologie. Per comprendere come cio sia possibile, occorre richiamare ancora
una volta il carattere peculiare del simbolo.
Il simbolo condivide col segno, l`immagine, l`esempio la Iunzione dello stare-per (l`impronta
sulla sabbia e il segno che sta-per il passaggio dell`animale, il ritratto e l`immagine che sta-per il
soggetto raIIigurato, l`esempio sta-per una pluralita di casi aIIini ecc.). Rispetto a questi modi dello
stare-per il simbolo presenta uno stacco radicale, perche il soggetto, la singolarita sensibile, non
rimandano piu a qualcosa di altrettanto sensibile e singolare, ma a un signiIicato universale (il leone
come simbolo della qualita universale del coraggio). Per questo si puo sostenere che gli animali
utilizzano segni, immagini o anche esempi, ma non simboli, e che la Iunzione simbolizzante e
prerogativa speciIica dell`attivita della mente umana. Si puo Iorse riconoscere nell`esistenza
animale la presenza di paleo-simboli, in quanto in essi la sensazione non e mai il semplice percepire
alcunche, ma il percepito e immediatamente simbolizzato come qualcosa da aggredire o da evitare.
In cio si mostrano all`opera, sia pure in Iorma embrionale e inestricabilmente Iusa alla singolarita
dell`oggetto, le qualita astratte dell`appetibile e del ripugnante, e tuttavia esse non ottengono
quell`indipendenza per se che consente il costituirsi del simbolo vero e proprio.
Nelle Le:ioni sullestetica Hegel ha una pagina molto bella sulla genesi dell`attivita simbolica.
Come si e ricordato sopra, l`arte simbolica e per lui propriamente una pre-arte e quindi ricercare
l`origine del simbolo signiIica collocarsi su quella soglia in cui il principiare dell`arte attinge la sua
possibilita da una disposizione interiore che precede il Iare artistico. Rinnovando l`insegnamento
platonico-aristotelico, Hegel ravvisa tale disposizione nella meraviglia: l`intuizione artistica in
generale cosi come quella religiosa o piuttosto entrambe contemporaneamente e la stessa ricerca
scientiIica iniziano con la meraviglia
115
. E il senso di tale inizio sta proprio nella scissione che
l`uomo opera tra cio che e presente sensibilmente e cio che si pone come il suo signiIicato,

112
Ivi, pp. 286-287.
113
G. BENEDETTI, Riflessioni sul delirio schi:ofrenico, ivi, p. 250.
114
Ibid.
115
AE, p. 408 (p. 356).
presentito come qualcosa di piu alto e di permanente. La meraviglia, inIatti, comincia ad apparire
solo cola dove l`uomo, strappato dalla connessione piu immediata e prima con la natura e dal
rapporto diretto, semplicemente pratico del desiderio, si ritrae spiritualmente dalla natura e dalla
propria esistenza singola, cercando e vedendo ora nelle cose qualcosa di universale, di in se essente,
di permanente
116
. All`origine, quindi, dell`attivita simbolica vi e lo strappo non solo nei conIronti
della realta naturale, ma anche dell`io nei conIronti di se stesso ed e solo in virtu della lacerazione
di un`unica, omogenea vitalita circolante tra natura e io che puo sorgere il piu alto bisogno di
signiIicati universali. Anche se inizialmente il presentimento di qualcosa di piu alto e ancora
intimamente Iuso con la percezione del mondo esteriore, e tuttavia gia presente una contraddizione
Ira lo spirito e le cose naturali, nella quale gli oggetti si mostrano tanto attraenti che repulsivi. E` il
sentimento di questa contraddizione che, mentre si e spinti a scartarla, e esso a provocare la
meraviglia
117
.
Si puo allora comprendere come la poverta o addirittura l`assenza del simbolo dalle dinamiche
inconsce sia basilare per l`emergere di tutti gli altri caratteri che, quando dilagano nell`attivita
cosciente, contribuiscono a generare l`esistenza psicotica. Dove l`attivita simbolizzatrice e carente o
nulla, manca l`esperienza originaria della scissione Ira io e natura e tra l`io e se stesso, che sta alla
base dell`uso della negazione cosi come, attraverso progressivi aIIinamenti Iormali,
dell`articolazione dei diversi tipi di opposizione. In assenza di negazione e di contraddizione e
evidente che viene meno la possibilita di attivare i Iiltri e la capacita discriminatrice in grado non
solo di arginare l`abnorme Ilusso di sollecitazioni provenienti dal mondo, ma anche l`incessante
trasmutarsi senza misura delle Iigurazioni sensibili nei signiIicati piu astratti e viceversa. Altrettanto
diventa impraticabile l`esperienza originariamente spaziale dell`ulteriorita, dell`al di la del limite,
perche in essa e necessariamente coinvolta la negativita di qualcosa di assente, cui ogni esistente, in
quanto determinato, rinvia. E il tempo, a sua volta tende a schiacciarsi sull`istante presente, dilatato
a dismisura, perche non e piu disponibile la negativita in grado di articolare le due dimensioni del
Iuturo che non e ancora e del passato che non e piu. L`eliminazione della dimensione simbolica
porta cosi a una vita murata nel presente indeIinitamente ripetuto, disertato dalla speranza e dalla
memoria, dal progetto e dalla scoperta, dal ritorno alle radici e dalla pluralita delle interpretazioni; e
tuttavia e un presente rassicurante, perche e liberato dalla nostalgia e dal peso del passato e reso
impermeabile, per quanto possibile, alla paura che qualcosa d`inatteso possa irrompere dal Iuturo a
sconvolgerne l`esistenza.
8. La catastroIe originaria.
Che cosa puo produrre la perdita della dimensione simbolica? Su questo i pareri sono pressoche
unanimi, conIortati da quanto e attestato dalle esperienze cliniche. Si puo ipotizzare che nel passato
di certi pazienti vi sia, all`origine dell`assenza o dell`impoverimento dell`ordine simbolico
dell`inconscio, una sorta di catastrofe, sociale, Iamiliare, intrapsichica, alla cui registrazione ed
elaborazione l`ordine simbolico della psiche non era preparato, certamente in seguito anche a una
vulnerabilita biologica. L`enormita di certi eventi, molto spesso poco appariscenti, i quali stanno nel
dissolversi di rapporti umani di importanza vitale in certe Iragili zone dello sviluppo, sembra
provocare un collasso dellordine dei simboli inconsci
118
. Questo inabissarsi del senso del mondo
e dunque legato ad una catastroIe che per lo piu e avvenuta in tempi anche molto remoti
dell`esistenza individuale, un evento traumatico che ci ha invaso con un`angoscia insostenibile, di
cui non conserviamo memoria palese e che tuttavia ha prodotto una vulnerabilita che dura per tutta
la vita. Tale evento, ospitato nell`inconscio, vi continua un`esistenza latente, che e pronta a
esplodere nella crisi psicotica non appena le circostanze, anche a molta distanza di tempo,

116
Ibid. (pp. 356-357).
117
Ivi, p. 409 (p. 357).
118
G. BENEDETTI, Riflessioni sul delirio schi:ofrenico cit., p. 251.
scatenano, a partire dall`ambiente o dall`interiorita, uno stato di angoscia analogo a quello
originario
119
. Quando lavvenire viene sbarrato dalla certezza di un avvenimento distruttivo e
terriIicante
120
, allora ai simboli si sostituiscono immagini che non rinviano piu a qualcosa d`altro
da se, ma costituiscono per il soggetto la sua unica, assoluta realta. Il delirio diventa cosi una delle
strategie adottate per rendere in qualche modo sopportabile la realta
121
: il delirio allucinatorio e
allora non raramente sia lunico modo come il pa:iente si afferma, trascrivendo la sua esistenza
nell`immagine, neoIormando questa; come anche l`unico modo con cui egli dice implicitamente
l`assurdita della sua esistenza
122
.
Quando cio accade, al centro vi e la ben nota esperienza di Iine del mondo. Tutti i punti di
riIerimento abituali e Iamiliari, tutti i rapporti su cui Iare aIIidamento per orientare il pensiero e
l`azione s`inceppano, entrano in una zona crepuscolare, in cui perdono consistenza e
determinatezza, e inIine vanno in Irantumi e s`inabissano. In questa Iase di transizione, dovunque e
abisso; anche se viene tappato ogni pertugio da cui possa Iiltrare un alito del vento della paura, si
scopre con raccapriccio che al di sotto di ogni cosa, gesto o pensiero vi e solo il Iranare
dell`universo. E come se nel punto di trapasso lo sguardo si Iosse Iissato, anche solo per un attimo,
nel cuore delle tenebre e vi avesse scorto una verita assolutamente intollerabile, il cui esito e solo la
morte. L`unica diIesa diventa allora accettare che il koivo kooo, il mondo comune e
condivisibile, sia estinto e che al suo posto subentri un ioio ko oo, il mondo privato
dell`esperienza allucinatoria e delirante, il piu possibile irraggiungibile e incomprensibile dagli altri:
la soIIerenza non oltrepassa la Iorza umana che quando e permanente.quando una tale
aIIlizione.diviene cosi crudele da riuscire assolutamente insopportabile, Iacendo soccombere
l`individuo, allora la natura, presa da simile angoscia, ricorre alla Iollia come all`unico mezzo che le
resta per salvare la vita; lo spirito torturato rompe, per cosi dire, il Iilo della sua memoria, colma le
lacune con Iinzioni, e trova in tal modo nella Iollia un asilo di salvezza contro il dolore morale che
oltrepassa le sue Iorze
123
.
Certo non si deve pensare che questo mondo alienato sia una sventura che si abbatte
eccezionalmente su casi individuali isolati. Se ciascuno di noi si sottrae alla morte Iin che e in grado
d`impiegare e consumare la propria vita per mantenersi in vita, allora occorre riconoscere che
ognuno e imprigionato dentro la contraddizione di dovere consumare e, alla Iine, uccidere se stesso
per soddisIare la propria Iame di vita: ma in questo modo e la vita stessa che ha in se qualcosa di terribile.
Quella che chiamiamo esistenza normale e in realta un lasciar essere questa irreparabile potenza
distruttrice della vita, simboleggiata dal potere usurante del tempo, opponendole quel tanto di
piccole o grandi nevrosi e ossessioni che permettono di dimenticare la morte o di sottrarsi, almeno
in parte, ad essa, lasciando una traccia o un ricordo di se piu o meno durevole nelle cose o nelle
idee. Cose e idee che appena messe in opera, gia non ci appartengono piu e ci trascendono e
sIuggono in cio che hanno di piu nostro. Tale e la natura sostanzialmente alienata della nostra
soggettivita che la Iollia palesa con evidenza estrema. Se allora i modi di essere di una Gestalt
schizoIrenica si colgono anche nelle ovvieta e nelle scansioni abituali della vita quotidiana; se e
lecito aIIermare che una vita schizoIrenica latente, una Iorma di vita altra-dalla-nostra, sia
nascosta nelle Ialde Ireatiche della condizione umana
124
, occorre riconoscere che comunque e
sempre un evento traumatico deve essersi veriIicato in un tempo immemorabile alla radice di ogni
esistenza.

119
CIr. S. ARIETI, Interpreta:ione della schi:ofrenia cit., p. 169.
120
E. MINKOWSKI, Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia, preI. di E. Paci, trad. it. G. Terzian, Torino
1968, p. 192.
121
CIr. R. BODEI, Le logiche del delirio. Ragione, affetti, follia, Roma-Bari 2000, p. 79.
122
G. BENEDETTI, Riflessioni sul delirio schi:ofrenico cit., p. 251.
123
A. SCHOPENHAUER, Die Welt als Wille und Jorstellung, 36, in Schopenhauers Smtliche Werke, hrsg. v. P.
Deussen, Mnchen 1911-1926, Bd. I, pp. 227-228 (Il mondo come volonta e rappresenta:ione, tr. it. di N. Palanga,
Milano 1969, p. 232).
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Cosi, riIacendosi a M. Bleuler, E. BORGNA, Come se finisse il mondo cit., pp. 44-45.
E in connessione con la presenza di questa catastroIe originaria, da cui deriva la distruzione
dell`ordine simbolico del mondo, che possono essere compresi in tutta la loro potenza rivelativa gli
elementi costitutivi dell`inconscio che Hegel ha portato alla luce nella trattazione de Lo spirito vero
della Fenomenologia. Qui, come si e visto, il nodo centrale e rappresentato dall`agire. Tale primato
deriva dal Iatto che l`inconscio comincia a dare segno di se a partire dal realizzarsi dell`atto; in un
solo istante si pongono entrambi: cio che dell`atto si espone alla luce del giorno e seguito
dall`inconscio come dalla sua ombra. La responsabilita dell`atto nella genesi dell`inconscio si rende
palese quando esso viene assunto non nelle sue realizzazioni parziali e derivate, ma nella sua
connessione originaria alla colpa, a causa della trasgressione e della violenza che gli ineriscono per
essenza.
Come si e visto all`inizio, aIIinche un atto possa venire alla luce nella sua singolarita Iinita,
occorre decidersi per esso e la decisione comporta necessariamente che tra le diverse possibilita di
esistenza una sola ottenga realta e le altre vengano sacriIicate. In questo modo ogni atto deciso e
colpevole della messa a tacere di una moltitudine di Iratelli non nati, commette in un certo modo un
crimine che ha a che Iare con la morte. Il soggetto, che si accinge ad agire, ha dischiusa davanti a se
la totalita del possibile, una pluralita di mondi e di relazioni; ma l`atto Iinito che da lui scaturisce Ia
si che un solo mondo e un solo rapporto diventi reale e riduca tutti gli altri al silenzio. Una morte e
un silenzio che sono tali per i modi di esistenza e per il linguaggio della vita cosciente, ma non in
assoluto, perche le possibilita dell`agire rimaste inattuate vanno a Iormare l`inconscio con le proprie
leggi e col proprio linguaggio. Anche se la coscienza le avverte come qualcosa di estraneo, in realta
esse costituiscono il suo piu potente condizionamento, perche e grazie al loro sacriIicio che diventa
possibile l`emersione dell`atto alla luce del giorno. Per questo Hegel puo dire che l`atto divide il
conscio dall`inconscio e al tempo stesso congiunge l`inconscio con il conscio, il non-essente con
l`essere. E` in questa verita, dunque, che l`atto emerge alla luce del sole; - esso si mostra come
qualcosa in cui il conscio e legato all`inconscio, il proprio a un estraneo
125
.
Se dunque Im AnIang war die Tat
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, in principio era anche la colpa, un principio e una colpa
che, intesi relativamente al corso dell`esistenza umana, riguardano, come sottolinea Hegel, anche i
bambini e quindi i tempi piu remoti dell`origine della nostra vita. L`esistenza dell`inconscio si
lascia riconoscere in connessione con una violazione, la quale non sussiste come qualcosa di
accidentale, che possa esserci o anche non esserci, ne come qualcosa che aIIiori in un qualche
momento del tempo per poi scomparire, ma come qualcosa che Ia tutt`uno con l`esistenza dell`atto e
che gli conIerisce un carattere originariamente tragico. Come Ionte della scissione tra conscio e
inconscio, cosi come del loro nesso, l`atto, in cui ciascuno di noi certiIica la propria esistenza, la
npoli io koi lo /q, l`azione una e intera, di cui parla Aristotele nella Poetica
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, e nella sua
essenza tragica. Essa si trova inIatti al punto di convergenza e insieme di spartizione di due mondi,
da cui provengono ingiunzioni, suggestioni, messaggi ineseguibili contemporaneamente e tuttavia
complementari. Nessuno dei due puo spingersi Iino all`eliminazione dell`altro, entrambi concorrono
a Iormare il corso della nostra esistenza, ma i loro imperativi incrinano l`unita del soggetto in un
contrasto tragico. Per questo Hegel Ia emergere il tema dell`inconscio e del suo rapporto
conIlittuale alla vita cosciente dalle radici piu proIonde della grecita, perche il genio di quel popolo
ha saputo vedere che all`origine di individui, Iamiglie, comunita vi e una catastroIe originaria, la cui
essenza e tragica, e la ha Iissata nelle proprie opere come un carattere eterno dell`agire umano, in
cui riconosciamo noi stessi e il nostro destino.

125
Ivi, p. 255, 18-24 (pp. 631-633).
126
W. GOETHE, Faust I, v. 1237.
127
ARISTOT., Poet. 9, 1451 a 32.

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