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Calabria Pesca Online Manuale di Beachledgering

Calabria Pesca Online [www.calabriapescaonline.it] Maggio 2010

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Prefazione1
Il Manuale di Beachledgering, nato da unidea di Nonnoroby, stato redatto a pi mani da alcuni degli iscritti al Forum di Calabria Pesca Online, che hanno voluto mettere a disposizione le loro esperienze per tutti quei giovani che si stanno appena avvicinando al meraviglioso mondo della pesca sportiva in mare, con particolare riguarda per quelli che intendono affinare la branca del Beachledgering, che in Italia conta un numero di appassionati sempre crescente. Il Beachledgering, da noi, non ha origini troppo lontane. Quando in Inghilterra esplose il Surfcasting, il nostro connazionale Roberto Ripamonti, appassionato della pesca sportiva in tutte le sue forme e grandissimo esperto in tutte le discipline sia di acque dolci che salate, ebbe l'opportunit di frequentare i pi grandi surfcasters anglosassoni di allora da cui riusc a carpirne anche i pi profondi segreti. Al suo rientro in Italia ne parl con lamico Sandro Meloni, che gi per conto suo aveva cominciato ad intuire come anche nel Mediterraneo la pesca effettuata in determinate condizioni meteo marine poteva riservare gradite sorprese sia in termini di qualit che di quantit di pescato. Il Meloni, universalmente riconosciuto come il pap' del Surfcasting italiano, svilupp ulteriormente le sue intuizioni integrandole con i suggerimenti del Ripamonti, adattando i metodi del surfcasting oceanico alle condizioni meno favorevoli del mare italico, che non soggetto allessenziale influsso della marea oceanica che alle fondamenta del Surfcasting nell'isola britannica. Dopo il Meloni, anche altre 'firme' del surfcasting italiano contribuirono al diffondersi di questa nuova disciplina ed in breve tempo, grazie alle riviste di settore, ai libri sull'argomento e alla creazione dei surfcasting club in tutta la nazione, il Surfcasting esplose contagiando una grandissima moltitudine di pescatori amatoriali, sino a diventare una vera e propria mania, un modo tutto particolare di concepire la pesca, in poche parole nacque la filosofia del surfcasting. Per i produttori fu una manna dal cielo: ci fu un proliferare progressivo di canne ripartite in grado di lanciare pesanti zavorre a distanze sino ad allora impensabili, di mulinelli fissi e rotanti adeguati, di abbigliamento specifico, di accessori nuovi e rivoluzionari e tanto altro. I surfcasters erano considerati dal resto dei pescatori amatoriali come pescatori appartenenti ad un mondo completamente speciale, tutti ammiravano estasiati i loro stili di lancio, il loro modo di concepire la pesca sportiva, le prede importanti che riuscivano a catturare, laurea esoterica di cui si circondavano (e le molte arie che ci davamo, aggiungo io, mettendomi il primo in lista).
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Prefazione di Nonnoroby

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La conseguenza fu che migliaia di pescatori 'normali' si riversarono su questa disciplina per cercare almeno di imitarli e di assaporare in qualche modo il fascino irresistibile di quel mondo ritenuto fantastico. Ci fu la corsa agli armamenti: canne speciali (ripartite o meno) e mulinelli rotanti andarono a ruba. Verso la fine degli anni '90, per, la mania del surfcasting inizi ad entrare in crisi. La stragrande maggioranza dei pescatori cominci a rendersi conto che le condizioni meteo marine indispensabili per praticare il surfcasting erano nel Mediterraneo alquanto scarne, poco continue o che comunque si potevano verificare magari in giornate nelle quali si era impegnati con il proprio lavoro. Quando lentusiasmo dei tanti cominci a scemare, si cominci a ragionare con mente pi fredda in termini di resa e ci si rese conto che erano troppi i giorni del fine settimana o festivi in cui ci si trovava in spiaggia con condizioni di mare piatto e con attrezzatura assolutamente surdimensionata e quindi inadeguata a quelle condizioni. Man mano che gli anni passavano, col primo entusiasmo ormai alle spalle, una moltitudine di pescatori sempre crescente si ritrov a trascorrere in riva al mare una lunga serie di giornate armati di cannoni inadeguati alla giornata, e la noia la faceva da padrona. In tanti cominciarono a disaffezionarsi al surfcasting. Era il periodo in cui i 'puristi' di questa disciplina cominciarono a fare affari d'oro acquistando per due soldi le sofisticate attrezzature dismesse dai pentiti. Finch qualcuno non intu qual era il problema di fondo e non vi pose rimedio. Cos come era avvenuto per il surfcasting tramite il Meloni, anche la diffusione di questa nuova intuizione dovuta ad un grande profeta, il commerciante di articoli da pesca grossettino Mauro Balestri, il 'pap' del Beachledgering italiano, che con i suoi articoli ed i suoi libri ha fatto scoprire un nuovo modo di concepire la pesca anche quando le condizioni meteo marine erano pi indicate ad una stagione balneare che ad una pescatoria. La disciplina del Beachledgering, pi adatta alle condizioni meteo marine che si verificano pi di frequente nei mari italiani, si sta rivelando un tipo di pesca tra le pi redditizie in assoluto, nel campo della pesca a fondo.

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Sommario Articoli ed Autori
SEZIONE COPERTINA: Pag. 1

Copertina: Nonnoroby
SEZIONE PREFAZIONE: Pag. 2

Prefazione: Nonnoroby
SEZIONE SOMMARIO: Pag. 3

Articoli ed Autori: Nonnoroby


SEZIONE INTRODUZIONE: Pag. 6

Introduzione al beachledgering: Nonnoroby


SEZIONE CANNE: Pag. 7

La canna da beachledgering: Nonnoroby SEZIONE MULINELLI: Pag. 11 1. Mulinelli da beachledgering: Nonnoroby 2. Alcuni modelli di mulinello: Ivo SEZIONE PIOMBI: Pag. 14 I piombi da beachledgering: Nonnoroby SEZIONE LENZA MADRE: Pag.15 La lenza madre: Nonnoroby SEZIONE SHOCKLEADER: Pag. 18 1. Lo shockleader: Nonnoroby 2. Shockleader conici: Ivo SEZIONE NODI: Pag. 21 I vari tipi di nodo: Nonnoroby SEZIONE TERMINALI: Pag. 29 1. I terminali da beachledgering: Nonnoroby 2. Nodino di stopper per finale con tecnosfera: Danieleesposito70
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3. Bracciolo: Enzo 4. Mini-Trave: Spaghitu 5. Terminali flotterati per sgallare l'esca: Danieleesposito70 6. La coda di topo: Oltremare SEZIONE AMI: Pag. 48 1. Gli ami: Nonnoroby 2. Come velocizzare la cattura dei gronghi in gara: Greybear SEZIONE PASTURAZIONE: Pag. 52 1. Importanza del pasturatore a beachledgering: Nonnoroby 2. Come si usa il pasturatore: Minosse 3. Pasturazione con i sacchettini in pva: Ivo SEZIONE ESCA: Pag. 56 Esche da beachledgering: Nonnoroby SEZIONE ACCESSORI: Pag. 60 Elenco degli accessori di maggior utilizzo: Nonnoroby SEZIONE FAI DA TE: Pag. 74 1. Spiralina porta star light: Nonnoroby 2. Carrellino da spiaggia: Nonnoroby 3. Oval split: Nonnoroby 4. Elastici per il cannolicchio: Nonnoroby 5. Autocostruzione dei flotter: Surfmaster76 6. Come creare facilmente le asole tutte uguali: Cuccosan SEZIONE SUGGERIMENTI E TRUCCHI: Pag. 94 Tattica e strategia: Greybear

La stesura del manuale stata curata da Nonnoroby.

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Introduzione al Beachledgering2
Il Beachledgering un tipo di pesca a fondo che caratterizzato dalla leggerezza di tutto linsieme: canna, mulinello, lenza madre, travi, braccioli, snodi e piombi. Ci non vuol dire che il beachledgering sia rivolto alla cattura di sparlottini o trigliette, tuttaltro: questa disciplina rivolta alla cattura di esemplari di taglia consistente, e come effetto collaterale, data la sua leggerezza, particolarmente catturante con gli esemplari di piccola taglia: bisogna aver pazienza e liberare delicatamente i piccoli pesci in attesa che abbocchino quelli di maggior interesse, che con questo tipo di pesca non si faranno attendere. Il beachledgering si pratica prevalentemente con mare calmo o poco mosso: per dare un'idea delle condizioni di massima mobilit che deve avere il mare per inquadrarlo ancora sotto il termine di beachledgering quando un piombo di 80 gr non pi in grado di tenere in pesca terminali e lenza madre, che vengono trascinati a riva: per evitare ci, bisognerebbe aumentare il peso del piombo, ma questo ci porterebbe fuori dal beachledgering, in quanto canna, mulinello, lenza madre, terminali e braccioli potrebbero non essere pi adatti. La presenza sul mercato di nuove attrezzature in grado di sostenere zavorre pi pesanti pur restituendo una sensibilit pari a quelle specifiche da beachledgering, ci consente di estendere questo tipo di pesca anche pi in la, per (cos come avvenuto per il surfcasting) rischiamo di snaturare anche questa disciplina specifica. Per i pescatori generici ci non riveste particolare importanza, ma per i puristi del beachledgering si.

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Sezione CANNE
La canna da beachledgering3 La canna classica da beachledgering quella che consente la rapida sostituzione di un suo cimino con un altro mediante l'innesto a baionetta. In una canna telescopica, quindi, il cimino non una sezione estraibile ma un pezzo a se stante. Di solito i produttori dotano di serie queste canne con due cimini, altre (a seconda del modello) con tre e addirittura quattro. I cimini possono essere in carbonio, in nylon od in fibra di vetro, a volte misti (la parte pi grossa in carbonio, l'apicale in nylon). I cimini si differenziano per il cast, per lo pi un cimino ha un cast sino a 50 gr, l'altro sino a 100 gr. Per conto nostro possiamo ampliare la dotazione comprando a parte altre cimini con range pi specifici (10/20 gr, 20/40 gr, 40/60 gr, 60/80 gr sino ad arrivare a potenze ben superiori). I cimini in fibra di vetro, oltre a costare meno di quelli in carbonio, sono dotati anche di una sensibilit maggiore, che si mantiene anche quando sono sotto tensione segnalando comunque le toccate anche pi lievi. Oltre che nelle canne telescopiche, possiamo trovare i due cimini anche nelle canne ad innesto (definite 2+2, cio canne composte da due pezzi ad innesto pi due cimini, oppure 3+2, cio canne ad innesto in tre pezzi + due cimini). Altre volte le canne telescopiche da beach hanno un unico cimino a sua volta telescopico, come pure le canne ad innesto possono essere composte da due soli pezzi oppure da tre pezzi, senza cimino separato. In questo caso il cast di queste canne ha un range pi ampio (p.e. 10/60 gr, oppure 30/120 gr), quindi meno specifico. L'estrema variet della tipologia esistente tra le canne da beach ci pone in imbarazzo su quale modello puntare, imbarazzo particolarmente sentito da chi alle prime armi. Chi ha disponibilit finanziare taglia la testa al toro: si compra 2 o 3 modelli diversi e risolve il problema. Chi deve fare i conti col proprio budget si rode invece le dita, potendo acquistare solo 1 canna. Chi dispone di pochi soldi (paradossalmente) il pi avvantaggiato, dal punto di vista dello stress: con 50 si porta a casa una cannetta da mormore pi che dignitosa. Finch il mare calmo o poco mosso, avr tutte le chance per divertirsi a beachledgering. Io mi azzardo a dare un suggerimento, ma solo perch la posseggo da lungo tempo e quindi posso descriverne pregi e difetti: la Dreaming della Italcanna. Iniziamo subito dai difetti (che poi solo uno): troppo cara. Il suo prezzo reale, secondo me, potrebbe scendere anche di 80 . Pregi: tutto il resto sono solo pregi. Qui sotto trovate la foto e la descrizione che ne fa la casa:

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La Dreaming una canna per il Beachlegering unica nel suo genere: infatti nel realizzare questa canna non volevamo scendere a compromessi fra sensibilit e prestazioni di lancio, cos grazie allinnovativo impiego di vette leggere molto corte in carbonio e nylon, abbiamo ottenuto prestazioni eccezionali. Inoltre a differenza di altri prodotti dove laccoppiamento tra vetta e fusto cilindrico, per realizzare linnesto di queste vette abbiamo brevettato un sistema a conicit inversa che coadiuvato da una rettifica di precisione assicura un innesto preciso con affidabilit e durata anche dopo migliaia di cambi. La Dreaming costruita interamente in carbonio alta resistenza, portamulinello affusolato. Anelli in SIC. Sezioni 5; mt. 4,00; Vette 2: gr. 25/50 e 50/100

Personalmente ho acquistato a parte numerosi cimini in fibra di vetro in varie potenze (adattandone la base con la carta vetrata e legando da me gli anelli passafilo), per cui la posso 'sfruttare' da mare forza olio sino ad un mare da 120 gr. Riporto poi sotto altri 3 modelli della Italcanna (questa casa non mi ha pagato per farle pubblicit, tranquilli...), solo per farvi vedere come difficile a volte scegliere tra un modello e l'altro, quando il budget limitato (traduzione= se avessi i quattrini, comprerei anche questi modelli, in aggiunta):

Per la descrizione di queste canne vi rimando al sito della Italcanna, se qualcuno fosse interessato. Tutti e quattro i modelli, tutti adatti al beachledgering, si differenziano anche considerevolmente tra loro: ecco perch difficile fare una scelta, che pu essere influenzata anche da 'gusti' personali. Per esempio, se potessi tornare indietro, personalmente punterei sulla Stinger, perch le due pezzi mi fanno letteralmente 'sbavare'. Altri invece, per svariati motivi, preferiscono le telescopiche.
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Naturalmente esistono tante altre case e modelli di canne, alcune Made in Italy, altre prodotte allestero. Qui propongo solo alcuni dei tantissimi modelli esistenti: Colmic - Modello Vigorosa. Canna costituita da quattro elementi ad innesto, prodotta in carbonio super alto modulo. E una canna caratterizzata da unottima bilanciatura e maneggevolezza. Garantisce ottime prestazioni di lancio anche ai pescatori meno esperti. Ha una potenza di lancio compresa tra30 e 100 gr. Viene fornita con due cimini intercambiabili, (soft e heavy actions) in carbonio, da sostituire in base al peso impiegato, ed alla corrente. presentata con anelli in simil sic doppio ponte, placca portamulinello a vite in grafite. LUNGHEZZA MT. 4,20 - Sezioni : 3 + 2 vette - Potenza 30- 100 gr. - Peso canna gr. 360 - Prezzo indicativo 155

Mitchell - Modello Mediterranee Beach. Canna da beach in tre pezzi famosa, carbonio inguainato super alto modulo radiale, 5 anelli fuji sic sul fusto + 3 sulle cime (dotata di due cime da 60gr e da 110gr) impugnatura antiscivolo placca a vite. Ingombro 147cm - Potenza 30-110gr - Fusto super sottile solo17mm Lunghezza mt. 4,23 - Sezioni 4 Prezzo indicativo 194

Colmic - Modello Teknica Pro. Canna costituita da quattro sezioni ad innesto, prodotta in tessuti di carbonio U.L.A.F. super alto modulo. Ha una potenza di lancio massima di 100 gr. Viene fornita con tre cimini intercambiabili, (soft, medium, heavy actions) in carbonio, da sostituire in base al peso impiegato e alla corrente. presentata con anelli Fuji, placca portamulinello a vite in grafite. Il COLMIC Joint Line ed il COLMIC Low Tension assicurano e confermano la qualit di primo ordine di questo prodotto. Lunghezza 4,20 mt Prezzo indicativo 185
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Tecnofish - Modello Three Cast Finder. Canna molto sottile con possibilit di intercambiare le cime per ogni esigenza di pesca. Ideate da STEPHAN ACKET CAMPIONE MONDIALE di surfcasting. Lunghezza mt. 4,20 - Potenza 80-160 gr. - Cimini 2 - Ingombro mt. 1,40 Materiale carbonio super alto modulo - Sezioni 4 - Anelli doppio ponte alconite Fuji Prezzo indicativo 230,00 Daiwa - Modelli Aqua Sea AQSEA S42T e AQSEA S39T. Canne realizzate in struttura telescopica in composito di carbonio, con anelli a doppio gambo con o-ring protettivi e porta mulinello anatomico. Grezzo sottile e reattivo, con sensibile vetta, disponibile nelle misure di mt 3,90 e 4,20. Modello : AQSEA S42T, lunghezza mt. 4,2, numero sezioni 5, ingombro cm 136, potenza gr 30/120, 55 Modello : AQSEA S39T, lunghezza mt. 3,90, numero sezioni 5, ingombro cm 124, potenza gr 30/120, 49 Bad Bass - Telescopiche - Modelli Lancetto, Maxima 498, Orion 1, Phoenix 1, Phoenix 2, Phoenix Pro Bad Bass - 2 Sezioni - Modelli BB Rose, Iber Trio 75. Maver - Telescopiche - Modelli Elite surf tele 70, Elite surf tele 90 Maver - 3 Sezioni - Modello Elite surf 3 pz 90 (cima 1: 50 gr; cima 2: 90 gr)

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Sezione MULINELLI
Mulinelli da beachledgering4 Il mulinello da beachledgering deve avere queste caratteristiche fondamentali: 1. Dimensioni contenute. Le canne da beachledgering sono dei 'fioretti': potenti ma leggere. E' necessario quindi che ad esse vengano abbinati modelli dalle dimensioni contenute, e quindi con un basso peso, in modo da non squilibrarle. Diciamo che, a seconda della casa produttrice, le misure variano da un 3000 ad un 5000. 2. Bobina larga di forma tronco-conica. Avendo a che fare con zavorre leggere, non possiamo fare affidamento sul solo piombo per la buona fuoriuscita del filo dalla bobina. La forma conica della bobina favorisce notevolmente la fuoriuscita del filo. Non necessario che sia in grado di contenere una grossa quantit di filo: 200 mt sono pi che sufficienti (ovviamente 200 mt di 0.18, oppure 200 mt di 0.22). 3. Avvolgimento a spire incrociate. E' un'altra caratterisca molto importante per la buona fuoriuscita del filo dalla bobina: abbinata alla forma conica, evita qualsiasi problema. 4. Frizione progressiva millimetrica. Avendo a che fare con lenze dello 0.18, assolutamente necessario poter calibrare con la massima precisione la frizione al carico di rottura del filo. Le frizioni che ad ogni scatto si induriscono rapidamente, se possono essere tollerate con fili sostenuti (da 0.30 in su), sono assolutamente deleterie con le sottili lenze madri da beach. 5. Rullino guidafilo. Deve avere le massime dimensioni possibili, per ridurre al minimo gli attorcigliamenti del filo durante il recupero. Assolutamente indispensabile poi che scorra su un cuscinetto a sfere garantito al 100% inox: un indurimento del guidafilo dovuto alla presenza di ruggine nei cuscinetti, pu rovinare irreparabilmente la lenza madre. 6. Un rapporto di recupero medio alto. Diciamo da 4,5:1 a 5:1 va benissimo. Queste sono le caratteristiche principali a cui dobbiamo puntare per prime. Poi ovvio che migliori sono le qualit degli ingranaggi, maggiori saranno le rese complessive del mulinello. E' di fondamentale importanza la manutenzione del mulinello: il primo nemico da abbattere la salsedine che si deposita in tutte le parti del mulinello. Dopo ogni battuta, per quanto brevissima, bisogna fare il 'bagnetto al bambino' con
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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 11

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un getto abbondante di acqua dolce corrente. Il metodo pi efficace di sottoporre il mulinello alla doccia a telefono della vasca da bagno o qualsiasi altro congegno similare, dirigendo il getto su tutte le parti del mulinello. A fine doccia, smontare la bobina e lasciarla immersa in un secchio d'acqua per un paio d'ore in modo che lacqua possa penetrare in profondit tra le spire della lenza madre. Nel frattempo scuotere energicamente il corpo del mulinello per scrollargli di dosso quanta pi acqua possibile, quindi con un panno morbido asciugarlo per bene insistendo sulle cromature, che sono pi soggette a trattenere il calcare. Mettere una goccia d'olio sull'albero ed una nel cuscinetto del rullino guidafilo, dopo averlo smontato. Ogni 6 mesi o al massimo un anno (dipende da quanto intensamente usiamo il mulinello), smontarlo completamente e ripulirlo dal grasso vecchio usando benzina rettificata (reperibile nei ferramenta) oppure benzina normale, se non la trovate, usando un pennellino da pittore con le setole morbide. Terminata la pulizia, accelerare l'evaporazione della benzina con un fon e poi usare un panno morbido: guanti di lattice e mascherina di protezione sono altamente raccomandati. Quindi ingrassare, oliare e rimontare. Se ancora non conoscete alla perfezione il vostro mulinello, non potete fare a meno del planner (il disegno dell esploso") allegato a tutti i mulinelli. Suggerimento: siccome i planner sono spesso disegnati in modo approssimativo, dovete memorizzare il pi possibile la posizione dei vari pezzi durante lo smontaggio, in modo particolare la posizione delle piccole molle di richiamo. Se smarrite il planner, su Internet potete trovare quelli dei mulinelli pi diffusi. Alcuni modelli di mulinello5 Per quanto riguarda i mulinelli per il beachlegering consiglio di orientarsi su misure non al di sopra dei 5000 altrimenti si andrebbe a sbilanciare il pi corretto assetto con la canna che deve avere un peso abbastanza contenuto. Io mi sento di proporre alcuni tra i modelli che io adopero di pi partendo dallo Shimano Super GTM 4000 con doppia frizione posteriore (a mio parere se si vuole pi potenza e precisione si sceglier il modello con frizione anteriore) dove andremo a tarare la frizione primaria sul carico di rottura del monofilo e la seconda la useremo per il combattimento che comunque con un velocissimo gesto, escludendola, ci riporter al settaggio di partenza. Sempre restando sulla misura del precedente attrezzo ci si pu spostare su un altro modello che lo Shimano Stradic 4000 sempre con doppia frizione posteriore che rispetto al precedente modello si colloca su un gradino pi alto per differente numero di cuscinetti, diverso rapporto di recupero che offre qualche cm in pi (ma il precedente offre pi potenza di recupero), differente peso, ecc.. Lo Stradic ha ovviamente un prezzo maggiore rispetto al compagno e comunque entrambi li uso e quindi ne consiglio luso su attrezzature telescopiche con zavorre che si aggirano nellordine degli 80gr. Passiamo adesso a ci che uso in situazioni un po pi gravose che possono essere causate da un po di mare, come anche da una zavorra pi pesante per cercar distanza. Premetto subito che anche se un po pi pesantuccio, ma
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Articolo scritto da Ivo Pag. 12

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abbastanza compatto nelle dimensioni, dei precedenti il seguente mulinello lo adopero su una 3 pezzi; si tratta del Daiwa Emcast Plus 5000, ormai fuori produzione ma sostituito ora dai Daiwa Spormatic oppure dal Daiwa Proshooter (questultimo leggermente inferiore allo Sportmatic). Come dicevo appunto in precedenza anche se pi pesante dei 4000 abbinato da me ad una tre pezzi con range superiore alle telescopiche sopracitate, ma per condizioni pi gravose, mi ha sempre fatto sentire al sicuro in fatto di potenza, frizione e affidabilit in generale, per non parlare del discorso della distanza che vista la forma della sua bobina (in linea con quelle dei mulinelli da Surf) regala dei bei metri in pi rispetto hai due compagni illustrati precedentemente. Questo modello non teme di dover recuperare prede di generose dimensioni abbinate a zavorre di 100gr e perch no accompagnate da un po di mare. Come prezzo siamo pressappoco al livello dello Stradic pocanzi illustrato, infatti lo consiglio solo se si intende avere pi prestazioni rispetto a quelle sopraindicate. Come ultima raccomandazione consiglio di acquistare in ogni caso mulinelli con cuscinetti ceramici e/o sigillati anti salsedine e corrosione.

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Sezione PIOMBI
I piombi da beachledgering6 Per citare una frase del mio maestro 'putativo' Mauro Balestri (nel senso che non l'ho mai conosciuto di persona ma ho appreso tantissimo dai suoi articoli), "non bisogna mai usare un grammo in pi di piombo rispetto a quanto sia necessario", e seguendo i suoi consigli ho sperimentato che nel Beachledgering il range ideale va da 10 gr ad 80 gr massimo. I piombi possono essere scorrevoli o fissi: tra i fissi meglio utilizzare quelli che hanno una girella incorporata. Chi appassionato del 'fai da te', se non dovesse trovarli da proprio negoziante, pu facilmente incorporare una semplice girella: vedremo come fare questo ed altre cose nella sezione Fai da te del manuale. Esistono varie forme di piombi: a pera, a sfera, con le alette, con i rostri, affusolati, elicoidali, ecc. Si possono mettere in cassetta alcuni esemplari in varie forme per usarli a seconda delle condizioni del mare che ci si ritrova quel giorno. A parte il peso, comunque, la forma dei piombi assume un ruolo secondario nel Beachledgering, dato che si pratica in prevalenza con mare calmo o poco mosso che non richiede una particolare forma per rimanere in pesca. Se non siamo 'mangia-piombi', sono da preferire quelli plastificati che costano un po di pi.

Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 14

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Sezione LENZA MADRE
La lenza madre7 Si intende per lenza madre il filo avvolto nella bobina del mulinello. Per chi alle primissime armi con la pesca a fondo in generale, sempre meglio iniziare con un diametro sostenuto: 0.22/0.23 mm. Questo diametro consente di gestire meglio il filo rispetto al diametro canonico 0.18 sia in fase di lancio che di recupero (per un errore di lancio che pu spezzare il filo, per eventuali parrucche o nodi, per incagli sul fondo), oltre a mettere al riparo da eventuali sorprese (pesce di taglia) che l'emozione potrebbe spingere a forzare il recupero. Quando si acquistata familiarit con lanci e recuperi (non ci vuole molto), si potr scendere con maggior sicurezza a diametri inferiori. Certi pescatori scendono a diametri cos sottili che a me personalmente fanno venire i brividi, forse anche perch scottato, nel passato, di aver perso buone prede per aver voluto 'fare il figo' con gli amici (immaginatevi le tonnellate di sberleffi). Da tanti anni, ormai, non scendo mai al di sotto dello 0.18, ma ci non vuol dire che lo debbano fare anche gli altri (a qualcuno potrebbe anche venire la passione dell'agonismo, dove alcuni, per trovare la 'bava', poco ci manca che debbano usare la lente di ingrandimento...). Con una madre dello 0.22 si possono gestire lanci di piombi sino a 30 gr senza usare lo schokleader. Per piombi con grammature superiori si a rischio, per cui conviene interporre lo shockleader tra lenza madre e terminale. Molto efficace a Beachledgering l'utilizzo del filo conico, che sembra fatto apposta per essere usato con i microscopici anelli passafilo delle canne da beach. La misura ideale inizia con un diametro 0.20 e termina con un diametro 0.40 mm. Siccome a beachledgering si usano fili molto sottili, non bisogna lesinare sulla qualit della lenza madre: molto meglio spendere qualche euro in pi che piangere sulla perdita della preda della nostra vita. Il carico di rottura un parametro importante, ma da solo non basta a far qualificare quel filo come il migliore. Un filo da bobina deve essere morbido, per modellarsi meglio nella gola della bobina: un filo rigido (ottimo per i braccioli) oppone pi resistenza durante l'avvolgimento, in quanto le spire tendono a dilatarsi, con l'inconveniente che durante il lancio esse tendono a 'gonfiarsi' e quindi a fuoriuscire dalla bobina anzi tempo, anzich aspettare che sia il piombo a trascinarsele dietro: spire cos 'gonfie' possono attorcigliarsi intorno agli anelli o formare mini-parrucche di cui ci accorgiamo di solito solo al momento del recupero. Un filo rigido, inoltre, pi soggetto a conservare la 'memoria meccanica', quel fenomeno per il quale il filo mantiene la forma delle spire che si formano sia nel rocchetto di vendita che nella bobina stessa (per attutire il fenomeno, le
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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 15

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migliori case avvolgono il filo in rocchetti di grande diametro e di forma allargata). Una memoria meccanica elevata tende col tempo a far avvolgere sempre di pi il filo su se stesso, rendendo molto difficoltoso il lancio ed il recupero del filo stesso. Anche il colore vistoso del filo fuori dall'acqua agevola il suo controllo in tutte le condizioni di scarsa visibilit, pur conservando l'invisibilit sott'acqua (dove, teniamolo presente, il colore rosso il primo a scomparire dopo una certa profondit). I fili fluorescenti sono quelli che garantiscono la maggior visibilit fuori dall'acqua. Pertanto, nella scelta della lenza madre, non basiamoci solo sul suo carico di rottura, anche se la prima caratteristica che istintivamente andiamo a controllare. Un ultimo suggerimento: il nylon molto soggetto all'usura (a volte visibile, a volte meno), e risente molto dell'azione deleteria dei raggi ultravioletti, per cui bene sostituirlo con regolarit (pi il nylon sottile, maggiore la frequenza con cui andrebbe sostituito). Un'ottima casa italiana (e forse anche unica) produttrice di fili da pesca la DP (Asso di cuori, Asso di quadri, ecc.), ma anche in questo settore la parte da leone la fanno i giapponesi. Utilizzo del filo conico come lenza madre. Nel beachledgering, a causa del piccolissimo diametro degli anelli passafilo del cimino, si rivela molto utile l'utilizzo del filo conico come lenza madre, in quanto l'assenza del nodo presente nello shockleader classico favorisce notevolmente la fuoriuscita del filo durante il lancio ed il suo rientro in bobina durante il recupero. Il filo conico caratterizzato dal fatto chi i suoi ultimi 15 mt vanno progressivamente ingrossando dal diametro iniziale del resto del filo (p.e. 0.20) sino a terminare con un diametro pi grosso (p.e. 0.40). Esistono varie 'combinazioni' di filo conico (0.23/0.47, 0.25/0.50, ecc.), quindi adatte a varie situazioni. La scocciatura che non sempre la quantit in metri del conico contenuta nei rocchetti di vendita coincide esattamente con il bordo bobina: o troppo lungo o troppo corto. Non ci si pu fidare neanche delle indicazioni del contenuto scritte sui rocchetti e sulle bobine, perch queste indicazioni sono quasi sempre indicative, mentre noi vogliamo che a fine avvolgimento la lenza madre termini esattamente a 1-2 mm dal bordo bobina. La soluzione del problema comunque esiste, anche se un po lunga e laboriosa. Col filo conico si possono presentare 3 casi: 1 caso: finito lavvolgimento in bobina, il filo conico arriva esattamente a bordo bobina. Il lavoro finito.

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2 caso: finito lavvolgimento in bobina, il filo conico non arriva a bordo bobina, per cui bisogna fare unaggiunta. Bisogna prelevare da un altro rocchetto di filo qualsiasi, meglio se dello stesso diametro della parte non conica, uno spezzone di filo ed avvolgerlo anche manualmente sul filo conico sino ad arrivare a 1/2 mm dal bordo bobina. Svolgere dalla bobina questo filo aggiunto ed avvolgerlo in un rocchetto che metteremo da parte. Svolgere poi dalla bobina l'intero filo conico ed avvolgerlo in un secondo rocchetto. La bobina adesso vuota: legare ed avvolgere nella bobina vuota lo spezzone da aggiungere, poi, tramite un nodo di sangue (blood knot) congiungerlo al filo conico e quindi avvolgere anche il filo conico. A fine lavoro il filo conico arriver esattamente a 1/2 mm dal bordo bobina.
Nota: il filo aggiunto former una base fissa da sfruttare quando un domani dobbiamo sostituire il filo conico logorato con uno nuovo (naturalmente con gli stessi diametri e lunghezza), per cui non saremo pi costretti a fare tutti questi travasi.

3 caso: finito l'avvolgimento in bobina, il filo conico arriva a bordo bobina prima di arrivare a fine rocchetto ( cio pi lungo di quanto la bobina ne possa contenere), per cui bisogna tagliarne un pezzo dalla parte iniziale non conica. Con un metro si misura la parte eccedente e se ne prende nota su un pezzo di carta. Si riavvolge nuovamente tutto il filo conico nel rocchetto originale. La bobina adesso vuota. Col metro si misurano quindi tanti metri di filo quanti ne avevamo segnato nel pezzo di carta, tagliando l'eccedenza con le forbici. Tagliata la parte eccedente, legare ed avvolgere il filo conico in bobina: a fine lavoro il filo conico arriver esattamente a bordo bobina.
Nota: conservare il pezzo di carta da qualche parte, cos quando si dovr sostituire il filo conico logorato con uno nuovo (naturalmente con gli stessi diametri e lunghezza), non si dovranno fare tutti questi travasi.

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Sezione SHOCKLEADER
Lo shockleader8 Lo shockleader (che potremo liberamente tradurre come filo che si fa carico di sostenere lo shock dovuto al lancio, o, molto pi semplicemente, parastrappi) uno spezzone di filo che si interpone tra lenza madre e terminale per evitare che la madre, durante la violenza del lancio, si allunghi oltre il suo carico di rottura e si rompa. Lo schokleader quindi deve avere un carico di rottura ben maggiore della lenza madre: il metodo pi semplice e pi sicuro che ci garantisce un maggior carico di rottura quello di usare uno spezzone di filo con diametro superiore a quello della lenza madre (se si usa il nylon), oppure un filo di materiale speciale, per esempio il multifibra. Un nylon da 0.40 mm, come pure un multifibra da 0.10 mm, pi che sufficiente per sostenere il lancio di piombi sino a 80 gr. Una regola generica per la lunghezza dello shockleader quello di farlo lungo il doppio della canna: pertanto se la canna lunga 4,50 mt, lo shock deve essere di 9 mt. Ma per chi ha la pazienza di fare aggiustamenti fini, questa misura canonica pu essere accorciata, sino a trovare la misura minima indispensabile (in condizioni normali, meno lungo, meglio ; in condizioni di mare mosso con gradino di risacca molto alto, invece meglio il contrario). L'uso dello shockleader comporta che anche il trave abbia il suo stesso carico di rottura (altrimenti lo shock regge ed il trave potrebbe spaccarsi): se come shock e come trave si usa il nylon , sufficiente che il trave abbia lo stesso diametro dello shockleader; se come trave si usa il multifibra, un diametro 0.10 va benissimo (per piombi sino a 80 gr). Resta il problema di quando non si vuole usare lo shockleader: scartata l'ipotesi di togliere e rimettere in continuazione lo shockleader, l'unica soluzione rimane quella di usare un mulinello dotato di 2 o pi bobine (3 sarebbe meglio, 4 l'ideale). Sono rari i mulinelli che hanno 3 bobine in dotazione, inesistenti quelli che ne hanno quattro, per scoprirete che se il beachledgering diventer il vostro tipo di pesca preferito, farete di tutto per ordinarvi a parte le bobine aggiuntive: pi bobine si hanno, maggiori saranno le combinazioni tra lenza madre e shockleader. Con due sole bobine, uno schema potrebbe essere questo: per chi proprio alle prime armi con la pesca: montare sulla prima bobina una lenza madre dello 0.22 senza shockleader (per piombi sino a 30 gr), e montare sulla seconda bobina una madre sempre dello 0.22 con shockleader in nylon dello 0.40 (oppure in multifibra dello 0.10); per chi ha gi familiarit con lanci e recuperi: montare sulla prima bobina una lenza madre dello 0.18 armata di shockleader in multifibra dello 0.10, sulla seconda bobina una lenza madre dello 0.22 con shockleader in nylon dello 0.40 (oppure in multifibra dello 0.10): una volta arrivati sul luogo di pesca, se
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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 18

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trovate mare un po mosso, visto che avete gi un po di esperienza, sarete in grado di valutare se rischiare ad usare la bobina dello 0.18 oppure quella dello 0.22. Shockleader conici9 Come Shock Leader parliamo anche di conici suddividendoli in due categorie: spezzoni che generalmente misurano 15mt e lineari continui, sempre conici, che misurano 220mt. Partiamo dagli spezzoni che come dicevo in precedenza la maggior parte misurano 15mt e, a seconda della marca, ne troveremo da 5 a 15 per ogni bobina. Quelli che adopero pi di frequente per il beachlegering presentano la seguente conicit: 0,18-0,50 oppure 0,20-57 e 0,23- 0,57 per zavorre pi importanti, dal mio punto di vista oltre questi canoni dovremmo parlare di unaltra disciplina. Partiamo col dire, a chi intender adoperare questa tipologia di Shock Leader, che la miglior cosa da fare prima di annodare lo Shock alla lenza madre sar buona norma eliminare il primo metro e mezzo, o massimo due, di conico dalla parte pi sottile; questo perch durante le misurazioni che effettuo dopo ogni acquisto con il micrometro mi capitato pi volte di rilevare un diametro inferiore da quello dichiarato con cause, in fase di ferrata, che tutti possono immaginare. Mi spiego meglio: se il conico sarebbe dovuto partire con un diametro di 0,20 misurandolo appunto col micrometro risultava di 0,18/0,19 e dopo un metro circa arrivava alla giusta misura procedendo perfettamente fino alla fine. Questo non mi successo con tutte le marche che ho provato, ma per non saper ne leggere ne scrivere preferisco adottare questo metodo, anche perch se anzi che 15mt ne usassimo 13/13,5 sono ugualmente pi che sufficienti anzi, in alcuni casi anche troppi e se cos dovesse essere i metri in eccesso ovviamente li andremo a tagliare dalla parte pi spessa. Ho testato le seguenti marche: Asso: che non mi ha convinto per via del diametro diverso dal dichiarato e dal prezzo molto elevato visto che parliamo di 15 per soli 5 spezzoni. Grauvell: preciso nel diametro, buona resistenza al nodo e buono il carico di rottura, ma purtroppo per mio gusto personale, di colore trasparente ed io preferisco invece che sia ben visibile, il prezzo di 19 per 15 spezzoni Rekord: questo ad esempio uno dei modelli da cui elimino il primo metro e mezzo circa per via delliniziale diametro diverso dal dichiarato, anche questo ha una buona tenuta al nodo ed buono anche il carico di rottura, di un visibile colore rosso rubino brillante, il suo costo di 16 per 10 spezzoni Trabucco: diametro preciso, ottima resistenza al nodo e ottimo carico di rottura, purtroppo trasparente, il suo costo di 12 per 10 spezzoni Shimano: anchesso ha bisogno delleliminazione del primo metro (a volte mi capitato di trovarlo come se fosse schiacciato, appiattito), ottimo carico di rottura e ottima tenuta al nodo, di un visibilissimo colore arancione, il costo di 15 per 10 spezzoni. Questultimo lo preferisco agli altri.
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Articolo scritto da Ivo Pag. 19

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Passiamo adesso al filo conico continuo che a mio parere molto utile qualora si dovesse disporre di una canna con anellatura di ridotto diametro, questo perch non dovremo effettuare nessun tipo di nodo. Questo tipo di conico viene solitamente confezionato in bobine da 220mt e presenta la sua parte conica da entrambi i lati. Questultima prerogativa consente di poter utilizzare tutti e due i capi conici in caso uno dei due si dovesse usurare o spezzare; ovviamente questoperazione si effettuer scaricando la bobina del mulinello su una seconda bobina di uguale forma e misura per far s che il secondo capo conico, che si trova al di sotto, si trovi nuovamente al di sopra del filo. Una volta che andr a mancare anche il secondo capo conico (sempre a causa di rottura) non andremo a buttare via lintero contenuto della bobina, ma si andr a montare uno spezzone di quelli sopraindicati oppure lo si user come un normale monofilo. Dei modelli continui ne ho testati solo due e sono rimasto soddisfatto da entrambi anche perch molto simili tra loro e sono i seguenti: Shimano: ottimo carico di rottura e ovviamente ottima anche la tenuta al nodo, visto che andremo a crearlo solo dalla parte pi spessa, parte conica lunga 15mt da entrambe i lati di colore trasparente, una volta che il diametro diventa lineare comincia una sorta di multicolor che cambia colore ogni 25mt offrendo al pescatore dei punti di riferimento molto importanti riguardo la zona, pressoch esatta, dove piazzare linsidia, bobina da 220mt del diametro 0,23-0,57 con un costo di 15. Duel: ottimo carico di rottura e del nodo (come sopra), leggermente pi rigido del primo, parte conica di 15mt trasparente, anche questo modello ha la parte lineare in multicolor, la bobina da 220mt 0,20-0,57 del costo di 16. I costi degli articoli illustrati sono ovviamente da considerarsi indicativi in quanto questo quello che ho trovato in commercio nella mia zona, ma ovviamente suscettibile di variazioni.

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Sezione NODI
I vari tipi di nodo10 Esistono tantissimi tipi di nodi che si possono usare a pesca. Possiamo impararli tutti, ma sufficiente specializzarsi in 4 o 5 per ricoprire le esigenze che ricorrono pi di frequente. Nelle immagini pi avanti sono raffigurati vari tipi di nodi, tra i quali questi indicati qui sotto: Nodi di giunzione tra lenza madre e shockleader. Il pi diffuso il "nodo di sangue" (Blood Knot), ma va subito detto che la sua efficacia si manifesta se i due fili da congiungere hanno pi o meno lo stesso diametro e, soprattutto, se sono di nylon. Per congiungere fili di nylon con diametri differenti, oppure fili composti da materiali diversi, anche se dello stesso diametro (p.e. nylon+multifibra, nylon+fluorocarbon, multifibra+fluorocarbon, oppure multifibra+ multifibra), questo nodo assolutamente sconsigliato , sia perch facilita lo scioglimento e sia perch il nylon pu cedere facilmente. E' di gran lunga pi efficace il nodo Albright Special oppure il Tony Pena, quest'ultimo efficacissimo nella variante studiata dal nostro insuperabile Peppino http://www.calabriapescaonline.it/home/forum/spinning_attrezzature/tony_pe na_con_2_modifiche-t13935.0.html;msg56389#msg56389 Nodo di giunzione tra shockleader e suo capocorda. Si intende come capocorda di un filo un accessorio di metallo che facilita l'aggancio tra due parti di lenza (in questo caso tra shockleader e trave). Il capocorda pi comune costituito da una girella, (nel caso specifico dello shockleader, munita di moschettone), per mezzo della quale possiamo congiungere il trave, ma si pu usare benissimo uno dei tantissimi accessori appositi presenti sul mercato (ottimo l'Oval Split):

Il trave, a sua volta, pu essere munito di capocorda, oppure, se si preferisce,


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di una semplice asola. Tutti i nodi fatti sui capicorda andrebbero poi preservati dall'usura con un pezzetto di tubicino di silicone, con un conetto di gomma o, ancora meglio, con guaina termo restringente che, spinto parzialmente sul capocorda, ha anche la duplice funzione di diminuire i garbugli del filo ed il depositarsi di alghe sul nodo. Il nodo pi utilizzato il Nodo Uni, anche se personalmente preferisco il Palomar, molto pi veloce e (forse) con una conservazione maggiore del carico di rottura originale del filo (ottimo anche per legare ami ad occhiello). Anche questi due nodi li trovi nella raccolta qui sotto:

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Sezione TERMINALI
I terminali da beachledgering11 Il terminale la parte finale della lenza ed formato da trave, braccioli e snodi. Il trave uno spezzone di nylon o di altro materiale (p.e. multifibra) a cui sono collegati i braccioli e gli snodi. Il bracciolo a sua volta costituito da uno spezzone di nylon o di altro materiale (p.e. multifibra ultra sottile o fluoro carbon) a cui attaccato l'amo. Lo snodo un sistema che consente al bracciolo, che collegato ad esso, di poter ruotare su due piani: su se stesso ed intorno al trave. Nella pagina successiva sono illustrati i terminali pi diffusi:

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Schema con piombo scorrevole. E' il pi classico di tutti. Il suo utilizzo indicato con mare calmo, fondo sabbioso e con alghe basse con cespugli diradati ed adatto alla maggior parte dei pesci. Il piombo scorrevole, opponendo una blanda resistenza, consente anche ai pesci pi diffidenti di mangiare senza sentire particolari 'trattenute' dell'esca. Ovviamente, perch ci avvenga, la lenza madre non deve essere tenuta in tensione ma lasciata leggermente in bando (senza esagerare). La lunghezza indicativa del trave pu andare da cm 150 a cm 180: per non stare li a battibeccare sulle lunghezze, diciamo che una bracciata va benissimo
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(cos possiamo fare a meno di portarci dietro il metro). Dopo aver legato una girella come capocorda al trave (oppure aver fatto un'asola), infiliamo un pezzo di tubetto di silicone o un conetto di gomma (vedi pi avanti Sezione Accessori) con cui ricoprire il nodo e met girella. Infiliamo poi un piombo forato a pera o a sfera, quindi un pezzo di guaina di filo elettrico, che funger da batti-piombo e leghiamo infine un'altra girella senza moschettone che funger da capocorda per l'altro capo del trave. A questo secondo capocorda leghiamo infine il bracciolo dell'amo, lungo anch'esso una bracciata, del diametro da 0.16 a 0.18. L'amo, a seconda dell'esca, dal N.8 al N.12. Ricordarsi di ricoprire sempre tutti i nodi con un pezzo di silicone o con un conetto. Schema alla genovese. Il nome ne indica le origini. E' una variazione allo schema con piombo scorrevole appena visto, a cui basta aggiungere un bracciolo nella parte alta del trave (tramite snodo, vedi pi avanti). Si usa nelle stesse condizioni di mare dello scorrevole. Il doppio bracciolo offre pi opportunit per i pesci che sono soliti nutrirsi di bocconi in sospensione in leggere correnti. Come misura va bene mezza bracciata.

Schema con long arm. E' molto simile allo schema del piombo scorrevole, ma il bracciolo collegato al trave mediante uno snodo ed il piombo fisso. Questo consente di tenere in tensione la lenza madre e le tocche dei pesci sono segnalate dal sensibilissimo cimino della canna, che ci consentir di intervenire al momento opportuno per dare una ferrata decisa. Le condizioni del mare e del fondale sono le stesse degli altri 2 schemi. Il long arm (bracciolo lungo) misura una bracciata (ma pu arrivare anche a 2 mt e passa) ed posizionato nella parte bassa del trave. La lunghezza del trave lasciata alla libera scelta di ciascuno di noi, e pu andare dalla classica bracciata a pochi cm (vedi pi sotto l'articolo sul mini-trave scritto da Spaghitu).

Schema con short arm. Del tutto simile al long arm, lo short arm (bracciolo corto) ne differisce solo per la lunghezza del bracciolo, di mezza bracciata o anche meno. Da utilizzare con mare mosso e con forti correnti, perch la brevit del bracciolo evita il suo attorcigliamento sul trave (anche se purtroppo non sempre cos). Anche qui, per la lunghezza del trave, lasciata alla libera scelta di ciascuno di noi (dalla bracciata al mini-trave).

Schema Pater Noster. E' il pi classico dei terminali per il mare mosso, da usare quando siamo costretti a montare il piombo da 80 gr. E' lo schema che meglio si comporta nella turbolenza, regalandoci spesso grandi soddisfazioni. La lunghezza dei braccioli varia dai 20 ai 50 cm a seconda della turbolenza.

Variazione ai terminali "Piombo a Scorrere" e "Genovese". Per rendere ancora pi fluttuanti questi due terminali, si pu aggiungere il "rosario" ed il piombo staccato dal trave:

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Il rosario consiste in una sequenza di perline e spezzoni da 1 cm di guaina (ricavabile benissimo dal filo elettrico), alternati le une agli altri, per una lunghezza totale di 10-15 cm. Per come 'staccare' il piombo dal trave vedi l'illustrazione. Questo sistema libera il calamento dalla costrizione pressante del piombo, che pu quindi muoversi in acqua con pi leggerezza e naturalezza (la magica fluttuazione). Snodi. Quando gli snodi furono inventati, fecero fare un gigantesco passo avanti rispetto ai tempi in cui i braccioli venivano legati direttamente sul trave, cosa che impediva di fatto di poter pescare anche in condizioni di mare mosso, per l'immediato attorcigliamento dei braccioli sul trave. Ma ebbero anche un altro effetto altrettanto importante: conferivano all'esca una fluttuabilit quasi naturale, mascherandone l'inganno. Anche di snodi ne esistono di tanti tipi, mi sono limitato ad illustrarne solo una piccola parte, sufficienti per iniziare. Lo snodo va tenuto tra due perline a loro volta fermate da due nodini-stopper. Le figure sono abbastanza esplicite:

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Tecnosfera. E' lo snodo che meglio rappresenta la 'filosofia' del Beachledgering: leggerezza e fluttuabilit. La Tecnosfera costituita da una perlina in materiale durissimo che presenta 4 fori in perpendicolare: in 2 fori viene fatto passare il trave, negli altri due fori viene fatto passare il bracciolo oppure lo spillo in dotazione alla tecnosfera con cui sagomare un gancetto. Questa seconda soluzione stata superata dal fast connector (di gran lunga migliore), mentre resta valida la prima soluzione, cio quella di far passare il bracciolo direttamente dentro i fori, sul cui capo viene poi fatto un nodinostopper per evitare la sua fuoriuscita dalla sfera. Al grosso vantaggio di avere un apparato ultra-leggero si oppone per lo svantaggio del nodino-stopper che non garantisce una buona tenuta in caso di prede pesanti. Personalmente ho in parte ovviato a questo inconveniente in questo modo (per non ne garantisco la tenuta in tutte le circostanze): scaldo la cima del bracciolo con l'accendino per formare una pallina, quindi faccio il nodino-stopper con un filo di seta e prima di stringere le spire ci metto una goccia di colla cianacrilica.

Fast connector. Personalmente lo considero il miglior snodo in assoluto per il beachledgering (nelle misure pi grandi ottimo anche per il surfcasting): leggerissimo, robustissimo, ultra snodato ed praticissimo. Non c' bisogno di descrizione, in quanto le figure sono abbastanza esplicite.

Micro Murphy. E' una valida alternativa al fast connector. Scegliere quelli col gancetto anzich quelli con l'anellino.

Pulcetta. Altra buona soluzione di snodo. La pulcetta per pu ruotare solo intorno ad 1 asse, anzich intorno a 2 come tutti gli altri.

Joint classico. E' il primo snodo in assoluto che sia mai stato usato a pesca. E' costituito da una semplice girella senza moschettone che ruota su se stessa ed intorno a due perline. E' suggerito il suo utilizzo quando si pesca 'pesante' (trancette di sardina, di muggine, di calamaro, esche voluminose), in quanto il pi robusto di tutti.

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Nodino di stopper per finale con tecnosfera12 1. Si fa passare il finale all'interno della tecnosfera precedentemente inserita sul trave. E' importante rispettare i diametri dei fili utilizzati (sia trave che finale), in base alle misure riportate nelle confezioni delle tecnosfere stesse

2. Sul capo libero del finale si deve formare un nodo semplice che non bisogna serrare e che andremo a tenere tra pollice ed indice della mano Sn

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3. Sempre sul capo libero del finale, bisogna creare un altro loop (in parole povere un cerchietto) che deve essere affiancato al nodo semplice precedentemente realizzato. I due cerchietti dovranno essere tenuti tra pollice ed indice della mano Sn, senza per serrarli

4. Ancora agendo sul capo libero del finale, faremo un terzo loop che affiancheremo ai due precedentemente fatti. A questo punto, tenendo vicini i tre loop, prenderemo il capo libero del finale e lo passeremo all'interno di tutti e tre i cerchietti.

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5. Serrando il tutto (come sempre vale la regola che bisogna umidificare il nodo), si former un nodino voluminoso

Il nodino di fermo andr in battuta con la tecnosfera senza per passarle attraverso. Naturalmente il numero di loop da realizzare inversamente proporzionale al diametro del filo: quanto pi il filo sottile, tanti pi loop bisogna realizzare. Nell'esempio delle foto, con un fluorocarbon dello 0,16 ci sono voluti tre loop. Se avessi utilizzato uno 0,12, avrei dovuto creare almeno 5 loop; con un finale dello 0,20, invece, bastavano 2 loop

7. Soluzione con perlina di sicurezza: alcuni pescatori preferiscono interporre tra nodino di fermo e tecnosfera una microperlina. C' qualcuno che la inserisce e la lascia libera, qualcun altro invece la blocca sul nodino con una goccia di colla cianacrilica.
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Bracciolo13 Come abbiamo visto, i braccioli a cui sono legati gli ami, a Beachledgering, sono alquanto sottili, addirittura sottilissimi se paragonati a quelli che si usano in altre discipline. Questo comporta che non possiamo lesinare sulla qualit del filo da usare per confezionarli: dobbiamo puntare sempre sulla qualit migliore reperibile sul mercato, anche se i prezzi ovviamente salgono. Per lo stesso motivo, per non rischiare di perdere una buona preda, dobbiamo controllarli con assiduit e non indugiare assolutamente a sostituirli se presentano abrasioni, brutte pieghe, attorcigliamenti e cos via. E' buona norma sostituirli anche dopo una cattura 'pesante', che potrebbe averli indeboliti. Essendo molto sottili, i braccioli hanno una rigidit inferiore rispetto a quelli di maggior diametro, per cui tendono a ricadere lungo il trave e ad attorcigliarsi intorno ad esso in fase di lancio o in presenza di forti correnti. Si pu ovviare in parte a questo inconveniente applicando al bracciolo la brillatura, cio creando una treccina di una decina di cm nella parte che si attacca allo snodo. La brillatura, raddoppiando di fatto il diametro del filo, irrigidisce il bracciolo nella sua parte iniziale per cui la tendenza a ricadere sul trave, pur non venendo annullata completamente, viene per diminuita di tantissimo, coadiuvata in questo anche dall'inserimento di uno spezzone di tubicino di silicone. In pratica il bracciolo resta in posizione pi perpendicolare al trave rispetto a prima. Un metodo molto pratico per fare la treccina della 'brillatura' questo: dopo aver doppiato il filo per una quindicina di centimetri, tenere i capi doppiati uno con la mano sinistra e l'altro con la mano destra. Adesso con il pollice e l'indice della mano sinistra far ruotare uno dei capi verso sinistra, mentre con il pollice e l'indice dell'altra mano far ruotare l'altro capo verso destra. I due capi cominceranno ad intrecciarsi in spire strettissime e molto omogenee. Chiudere con un semplice nodo la parte finale della brillatura. Per ridurre ancora di pi l'ampiezza dell'asola e farla di dimensioni veramente microscopiche, infilare uno stuzzicadenti dentro l'asola, ruotare ulteriormente la treccina per ridurre il diametro dell'asola e bloccarla nella dimensione voluta con una goccia di colla cianacrilica. Quando la colla asciutta, bloccare l'asola con un semplice nodo. Non sarebbe poi male qualche goccia di colla lungo la brillatura. Vedi la figura nella pagina successiva:

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Articolo scritto da Enzo Pag. 38

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Mini-Trave14 Quando come terminale si usa lo schema "Short arm" oppure "Long arm", non assolutamente necessario che il trave abbia una lunghezza eccessiva, anzi pu rivelarsi molto utile l'utilizzo di un "Mini-Trave" (valido per tutte le discipline di pesca a fondo). Se si dispone di acciaio armonico inox da 1-2 mm, il mini trave si pu costruire in metallo, altrimenti si pu costruire con uno spezzone di nylon oppure di multifibra. La figura abbastanza esplicita, per cui non sono necessarie ulteriori spiegazioni:

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Articolo scritto da Spaghitu Pag. 40

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Terminali flotterati per sgallare lesca15 In alcune situazioni di pesca sicuramente conveniente alzare le nostre esche dal fondale. Questo per esempio succede quando ci si trova a competere con i granchi, che gradendo i nostri inganni, con le chele tendono a tagliare anche i nostri terminali... Inoltre, nasce l'esigenza di sgallare le esche quando le vogliamo rendere pi mobili e quindi pi "intriganti" per prede tipo le spigole, o addirittura quando miriamo la nostra battuta di pesca a pesci che stazionano nella fascia di mare compresa tra la superficie ed il mezzo fondo; in questo caso andremo ad insidiare pinnuti come per esempio sugarelli, aguglie e lecce stella. Ebbene in questi casi ci vengono in aiuto vari e numerosi accessori che hanno un peso specifico ridotto (tipo il polistirolo): questi possono essere la schiuma pop-up, gli zatterini, i float rig, etc. 1. Esempi di flotterini

Questi accessori, anche se di diversi colori e dimensioni, devono essere comunque tutti inseriti sul filo del nostro terminale, in prossimit delle nostre esche. Addirittura ci sono delle schiume, soprattutto quelle a celle aperte (per intenderci sono quelle come le spugne da bagno), che riescono ad assorbire le essenze delle esche che inneschiamo sull'amo.

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Articolo scritto da Danieleesposito70 Pag. 41

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2. Schema di montaggio flotter

Per poter inserire il pop-up sul filo, di solito si usa un comune ago da innesco. In commercio esistono anche dei pop-up a spirale, che possono essere inseriti e tolti dal nostro finale, in qualsiasi momento lo desideriamo. 3. Pop-up a spirale

Di solito, soprattutto nei calamenti a due braccioli, si soliti flotterare il bracciolo superiore, in modo da insidiare contemporaneamente (magari con esche diverse) delle prede di fondo e, appunto, delle prede di superficie. Naturalmente la grandezza del flotter da usare direttamente proporzionale all'esca che si vuole sgallare: pi l'esca voluminosa, pi deve essere grande il flotter. Mediamente, per sollevare un tocco di arenicola da 6 - 7 cm, basta un flotter da mezzo centimetro

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4. Schema con bracciolo superiore flotterato

Molto utili sono anche i flotterini luminescenti, che grazie ad un fascio di luce indotto (per esempio la luce della lampada frontale), producono un bagliore tenue sul fondo del mare in prossimit della nostra esca, attirando cos anche i pesci pi apatici. Per chi non vuole acquistare gli accessori nei negozi di pesca, pu provare ad utilizzare le palline di polistirolo, magari quelle un po pi grandi. Unico inconveniente che ad ogni mangiata del pesce, queste saltano via e bisogna reinserirle... Variazione con la schiuma pop up (metodo veloce per inserire la schiuma sul finale) Se come flotter utilizziamo della schiuma pop-up e vogliamo inserirla sul finale in maniera veloce, possiamo mettere in pratica le modalit riportate di seguito: 1. Utilizzo di un ago cavo all'interno (vedi foto sotto): con l'ago trapassiamo il ns. flotterino da parte a parte; facciamo passare il filo del terminale attraverso l'ago e trasferiamo il flotter sul filo. L'unico inconveniente che in questo modo esso tender ad avere una certa "scorrevolezza". Se lo vogliamo bloccare, possiamo comunque realizzare un non nodo (o falso nodo)
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2. Flotterino cucito: a) con il ns. amo buchiamo il flotterino al centro di una delle due estremit ed usciamo con la punta di esso da un fianco

b) "cuciamo", ovvero facciamo fuoriuscire tutto l'amo dal fianco e portiamo il flotter sul filo

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c) ripetiamo l'operazione a) ma al contrario; vale a dire che con il ns. amo bucheremo il fianco laterale del flotterino (magari dal lato opposto a quello forato precedentemente) ed usciremo con esso dalla estremit opposta

d) si tira il tutto e si porta il flotter sul filo. Esso potr essere spostato a piacimento sul terminale, ma solo esercitando una piccola trazione

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Piccoli accorgimenti: per "cucire" il flotter sul filo, occorre bucare le estremit quanto pi possibile al centro delle due facce circolari. Inoltre, per evitare che in fase di recupero, il terminale flotterato subisca un effetto elica che lo porterebbe ad ingarbugliarsi al trave, conviene smussare le due estremit del flotterino (bastano le forbici perch non richiesto un lavoro di alta precisione...). Si ottiene cos una sorta di proiettile dei fucili ad aria compressa che si utilizzano nei tiri al bersaglio delle fiere e/o parchi gioco (vedi foto sotto)

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La coda di topo16 Anche nel beach come nella pesca a fondo qualche volta ci possiamo imbattere in situazioni con mare un po pi sostenuto o in correnti birbantelle che ci fanno dannare lanima. Lazione di pesca diventa infruttuosa in quanto ad ogni recupero ci accorgiamo che i nostri finali sono irreparabilmente aggrovigliati. La soluzione istintiva sarebbe quella di accorciare la lunghezza dei braccioli o aumentarne il diametro, ma tante volte questa operazione seguita da un drastico calo delle toccate se non addirittura dalla loro totale scomparsa. La tecnica del beach improntata alla leggerezza di attrezzature e parature ed alla conseguente massima mobilit. Aumentare esageratamente i diametri e ridurre oltremodo le lunghezze ci porta fuori strada impedendoci di gustare le caratteristiche proprie di questa tecnica. C comunque un accorgimento che pu risolvere, almeno in parte, i problemi di tenuta dei braccioli, specie di quello posto in basso che usualmente di lunghezza superiore: la coda di topo. Il termine, mutuato dalla tecnica di pesca a mosca, indica gi di cosa si tratta: un terminale che decresce di diametro man mano che ci si avvicina allamo. Naturalmente non esiste nulla in commercio di simile da adattare al nostro uso quindi dobbiamo costruircelo, operazione assolutamente semplicissima. Dobbiamo prendere due spezzoni di nylon di diversa misura. La differenza fra le due misure sar indicativamente fra 1 e 1,5 decimi di mm. A titolo di esempio, giusto per stare nel leggero della nostra tecnica, per ottenere una coda di topo di circa 150cm. prendiamo uno spezzone da circa 30cm. di 0.20 e 150cm. di 0.30. Uniremo i due spezzoni con un bel nodo di sangue ben eseguito e, sul capo libero del filo pi sottile legheremo il nostro amo preferito. Nelleseguire i nodi (amo e giunzione) di questo terminale verifichiamo preventivamente che la parte pi sottile abbia una lunghezza di circa 15-20 cm. e quella pi spessa intorno 140-145 cm. (compreso la parte necessaria per annodarla alla girella) La nostra coda di topo cos realizzata pu essere utilizzata sia su travi scorrevoli che su travi con piombo fisso. La rigidit del filo grosso creer unazione divergente che eviter laggrovigliarsi del terminale al trave oltre a soffrire in misura minore lazione della corrente. Dal lato opposto avremo un diametro di nylon sottile che insospettir di meno le nostre prede. Ovviamente pagheremo una piccola penale in termini di robustezza per via di quel nodo presente ma se il blood knot sar ben eseguito i rischi saranno minimi. I diametri naturalmente potranno variare in ragione dellintensit della corrente fino ad arrivare ad accoppiare uno 0.35 con uno 0.25 ecc. Oppure potremmo aumentare le lunghezze. In questultimo caso consiglio di mantenere sempre e comunque massimo i 15-20 cm. del filo pi sottile per evitare che la diversa rigidit dei due diametri possa creare un effetto bandiera. Per arrivare al massimo della mobilit potremmo addirittura inserire un flotter sullo spezzone pi sottile, ovviamente prima di eseguire il nodo di giunzione.

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Articolo scritto da Oltremare Pag. 47

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Sezione AMI
Gli ami17 In tutti i tipi di pesca, ci sono due criteri da seguire nella scelta degli ami, ed in molti casi sono in antitesi tra di loro: 1 criterio: l'amo deve essere proporzionale al tipo di esca 2 criterio: l'amo deve essere proporzionale al tipo e alla taglia del pesce. Il caso che meglio rappresenta lo stridente contrasto tra questi due criteri senz'altro l'utilizzo del bigattino nella pesca col galleggiante: il bigattino probabilmente l'esca pi piccola che ci sia, eppure deputato alla cattura di prede di taglia generosa (p.e. spigole e orate che possono abbondantemente superare il kg). Siccome in teoria sembrerebbe impossibile che il microscopico amo da bigattino sia contemporaneamente adatto anche alla preda di taglia, il problema stato semplicemente by-passato e si optato per l'unica soluzione possibile: si scelto il primo criterio con la speranza che vada bene. L'esperienza ha poi dimostrato che per il 90% delle volte ci va bene, perch in caso contrario ben difficilmente ci metteremo a pescare spigole ed orate col bigattino, sapendo che il microscopico amo non adatto allo scopo. Questo amletico problema si presenta anche con altri tipi di pesca, ma per nostra fortuna ci viene in soccorso l'esperienza fatta sulle spalle di altri pescatori che ci hanno preceduto, come avvenuto per il bigattino, appunto. Si potuto cos stabilire che, per la maggior parte delle volte, sar l'esca a guidarci nella scelta degli ami, mentre sono meno frequenti i casi in cui la preda a suggerirci il tipo di amo (o, per meglio dire, questi casi sono pi specifici, p.e. la pesca col vivo o con grossi bocconi di trance di sardina e di muggine). Poi, ovviamente, anche necessario che la 'dea bendata' ci dia una mano e che convinca due delle pi micidiali 'macine' viventi (orata e sarago) ad ingoiare l'amo anzich a triturarlo con la loro formidabile dentatura. Per quanto mi riguarda, a beachledgering io ho scelto di seguire sempre il primo criterio, e quindi di scegliere l'amo in base all'esca. Altri invece preferiscono non rischiare e si basano sul secondo criterio. Morale: solo l'esperienza che ciascuno di noi maturer a pesca potr guidarci, di volta in volta, a scegliere un criterio piuttosto che un altro. Resta il problema di chi sta iniziando e che naturalmente non potr fare affidamento su un'esperienza che ancora non ha maturato: a costoro purtroppo non resta che sperimentare entrambe le soluzioni per poi decidere, pi in la nel tempo, su quale fare pi affidamento. Questa lunga ma doverosa introduzione nasce dal fatto che, come ho premesso nella sezione apposita, l'esca pi usata in assoluto nel beachledgering il verme, perch gli anellidi sono il pasto di gran lunga preferito dalla preda pi comune del beachledgering, e cio la mormora. L'amo da verme deve quindi agevolare l'innesco per evitare di rovinarlo e di conseguenza di mantenerlo vivo il pi a lungo possibile, deve essere leggerissimo e deve poterlo sostenere parzialmente disteso. Questo modello di
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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 48

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amo ha un nome ben preciso: Aberdeen (dal nome della cittadina scozzese in cui stato inventato: non so se lo facciano ancora, ma da loro, agli inizi, questo amo era spesso venduto gi legato al bracciolo e gi innescato con un vermone di cui non ricordo il nome, precongelato, quindi pronto all'uso). Questo il modello Aberdeen:

Se andiamo a vedere le parti che costituiscono un amo:

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possiamo capire subito perch questo modello il pi adatto ad innescare un verme: - gambo dritto lungo e sottile - punta dritta acuminata - ardiglione di piccole dimensioni - curva larga e regolare - occhiello microscopico caratteristiche, queste, che consentono il passaggio del verme senza creargli troppi traumi. Il modello, nato inizialmente per il surfcasting, ha avuto un tale successo che non c' casa produttrice che non lo proponga tra i suoi prodotti. L'amo Aberdeen specifico da verme ha un filo sottilissimo ed ultra leggero (non deve appesantire il verme) e deve avere un numero di misure tali da adattarsi tanto alla delicatissima arenicola quanto al 'gigantone' americano. Anche il Bibi (robusto solo in apparenza, in quanto basta un nulla per svuotarlo del suo prezioso liquido), trova nell'Aberdeen il suo amo ideale. I modelli col filo molto pi grosso, ed ovviamente nelle numerazioni superiori, sono insuperabili per preparare i 'salsicciotti' con le trance di sardina o di muggine, che con l'ausilio del filo elastico possiamo ridurre a misure accettabili per il beachledgering (al contrario di quelle per il surfcasting, di dimensioni ben pi generose). Personalmente sono molto affezionato agli Aberdeen anche perch finora, con una statistica di 9 volte su 10, le orate ed i saraghi che hanno abboccato hanno sempre ingoiando (infatti questo tipo di amo anche definito 'da ingoio'). Altri pescatori hanno magari sperimentato statistiche pi negative. Quello che certo e che chi pratica il C&R non dovrebbe mai usare questi ami. Per innescare l'americano o per preparare i 'salsicciotti', molti pescatori preferiscono usare il modello Beak:

La robustezza di quest'amo proverbiale, assolutamente a prova dei pi micidiali masticatori. Personalmente lo uso quando innesco il granchio e, nelle misure piccole, il cannolicchio intero. I modelli Aberdeen e Beak rappresentano gli estremi della catena di ami usati a beachledgering e tra loro esistono un'infinit di modelli diversi adatti allo scopo. Anche l'uso di un amo al posto di un altro spesso legato, come
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avviene per tutte le altre attrezzature da pesca, anche ai gusti particolari di ciascuno di noi, per cui troverete sempre pescatori che denigrano certe cose che per altri sono il non plus ultra.... Un'ultima osservazione: anche se confezionati in bustine con nomi italiani, nessun amo fabbricato in Italia. La maggior parte degli ami in circolazione sono di produzione giapponese, dei veri maestri in questo settore. Come velocizzare la cattura dei gronghi in gara.18 Mi capitato pi volte di iniziare una gara di surfcasting con mare in scaduta che vai poi affievolendosi sino a diventare piatto con l'avanzare della notte. La luna piena illumina lo scenario di gara: canne ben piantate su picchetti, ma assolutamente immobili. Si fanno ruotare diversi calamenti e si alternano le esche, si spia il comportamento dei vicini, ma ogni cattura sembra compromessa, il tempo passa e si avvicina inesorabilmente la 2^ met di gara. Bisogna fare punti ad ogni costo, bisogna escogitare qualcosa. E nel buio spunta l'idea: nottata ideale per i gronchi. Rapido recupero delle canne e cambio di paratura: sostituiamo il nostro calamento da mormore con uno micidiale supercollaudato per i gronchi. Ci prepariamo rapidamente un trave ridotto di 40 cm da armare a paternoster: fissiamo un primo bracciolo da 30 cm in alto e ne posizioniamo un altro identico appena sopra il piombo, in modo che l'amo poggi sul fondo. I nostri avversari ci osservano, capiscono le nostre intenzioni e si apprestano anch'essi a montare un paternoster, ma non conoscono il nostro segreto: il tipo di amo da usare. Tutti infatti montano i Beak: amo robustissimo, a prova di 'bestia'. Saltano fuori i primi gronchi, i nostri avversari si attardano paurosamente a cercare di slamare le loro prede che hanno ingoiato sino alle viscere, ma noi no. Noi siamo velocissimi nello slamare, nel reinnescare, nel rilanciare, recuperare un secondo grongo e poi un terzo, mentre i nostri avversari non sono ancora riusciti a slamare il primo, per non perdere altro tempo tagliano il bracciolo e ne montano uno nuovo, comunque sono in ritardo. Potremmo svelargli il nostro segreto, ma poi ci tratteniamo pensando con orgoglio alla bella medaglia per il primo classificato e alla prestigiosa coppa destinata alla societ. Terminata la gara, abbiamo pescato un bel numero di gronchi ed i nostri avversari si avvicinano alla nostra postazione e ci chiedono di dare uno sguardo al nostro calamento. Glielo facciamo vedere: <<Ma simile al nostro!>>. Sorridendo lo riavvolgiamo e lo lasciamo cadere nel buio della cassetta, poi gli chiediamo: << Anche l'amo? >>. Ci guardano stupiti e li lasciamo nel dubbio. Eh si, lamo un Aberdeen dal bel gambo lungo: la famelica bestiolina, temendo di perdere il boccone proprio a causa del lungo gambo, prende a masticare velocemente, anzich ingoiare con tutta calma come solito fare, e si allama inesorabilmente sul muso.

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Articolo scritto da Greybear Pag. 51

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Sezione PASTURAZIONE
Importanza del pasturatore a beachledgering19 E' uno degli elementi base del Beachledgering, che rende questo tipo di pesca particolarmente catturante, a patto che si seguano certe regole se si vuole che questo accessorio non solo diventi inutile ma addirittura controproducente. Va per subito detto che sono tantissimi i pescatori che fanno a meno del pasturatore, proprio per evitare l'impegno che esso comporta. Io stesso evito di usarlo il pi delle volte, pur essendo consapevole che sto rinunciando ai vantaggi di un preziosissimo alleato. Fortunatamente per tutti, abbiamo tra gli iscritti del nostro forum un grande esperto della pesca col pasturatore, il grande MINOSSE, persona di squisitissima gentilezza e di grandissima disponibilit, che potr darci tutti i suggerimenti del caso. Basandomi sulle sole mie esperienze, posso dire questo. Anzitutto bisogna conoscere il fondale dello spot prescelto, per evitare di lanciarlo tra le fenditure delle rocce o tra gli alti e folti banchi di posidonia, per ovvi motivi. L'altra regola basilare che venga lanciato, ad inizio battuta, pi e pi volte sempre nello stesso punto per formare uno 'strato' di pastura che faccia concentrare pi o meno in quel punto quanto pi pesce possibile. Personalmente suggerirei di fare almeno una decina di lanci successivi senza esca e col solo pasturatore, appena arrivati allo spot, per poi limitarsi a 'ricaricarlo' solo in occasione del controllo dell'esca o di una cattura. Ovviamente i controlli dell'esca devono essere abbastanza ravvicinati, a prescindere che il cimino abbia segnalato o meno la toccata. Scelto il punto che ci sembra il pi idoneo per far lavorare l'esca, sarebbe molto opportuno, per poterlo centrare in tutti i lanci successivi con adeguata precisione, mettere un segnale sulla lenza madre (una strisciata di pennarello, un fiocco di lana, un pezzo di carta gommata o di nastro adesivo, o qualunque altra cosa vi venga in mente), quindi lanciare oltre quel punto per poi recuperare velocemente sino al segnale posto sulla lenza madre ed attendere che il pasturatore si vuoti. Quindi recuperare, ricaricare e rilanciare per almeno una decine di volte senza esca. Il tipo di lancio che pi di tutti gli altri ci consente di centrare con maggior precisione il bersaglio l'above (cio con la canna posizionata sopra la testa): siccome tutto 'l'apparato' (canna, mulinello, madre, trave e piombo) abbastanza leggero, l'above ci consente anche una discreta distanza, sempre che sia necessario lanciare cos lontano dalla riva. L'undicesimo lancio lo faremo con l'amo escato, per poi recuperare dopo 5-10 minuti per controllare l'esca e ricaricare il pasturatore: questi tempi sono solo a titolo indicativo, sta poi a voi appurare, a seconda delle circostanze, se meglio accorciarli od allungarli. Genericamente possiamo suddividere i pasturatori in 3 tipi, ed ogni tipo a sua volta si suddivide per forme, misure e pesi diversi.

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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 52

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Pasturatore da bigattini. E' il pi diffuso. Composto di materiale plastico, caratterizzato dalla presenza di fori circolari di piccolo diametro che consentono la fuoriuscita delle larve un poco alla volta. Per la pasturazione iniziale, sarebbe pi opportuno servirsi di un pasturatore apposito con i fori pi larghi (che possiamo modificare da noi con una punta da trapano), per favorire l'uscita veloce dei bigattini, per poi passare durante la fase di pesca a quelli con i fori pi piccoli che ne rallentano la fuoriuscita. Sono dotati di zavorra (asportabile) adeguata alla grandezza dell'involucro, per cui si possono utilizzare al posto del piombo. Per questo motivo bisogna prendere in considerazione due fattori: il peso totale in fase di lancio (dato dai bigattini + la zavorra) ed il peso totale a vuoto (solo zavorra) quando i bigattini sono fuoriusciti. Il primo influisce sulla lenza madre priva di shockleader, il secondo sulla tenuta nel fondale: purtroppo solo dopo aver acquisito esperienza saremo in grado di valutare con precisione questi fattori, nei primi tempi dovremo fare affidamento su svariati tentativi per trovare un compromesso tra pasturatore pieno e pasturatore vuoto.

Pasturatore da sfarinati. Composto di materiale plastico oppure di rete metallica. I fori d'uscita hanno un diametro maggiore per favorire la fuoriuscita dello sfarinato che ha una consistenza pi o meno tenace a seconda di come abbiamo preparato lo sfarinato (pi compatto o meno compatto). Per il resto valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza, tenendo presente che lo sfarinato pesa ben pi dei bigattini.

Pasturatore da triturato (termine coniato da me). E' costituito da rete metallica che favorisce l'uscita della pastura formata da sarde o altri pesci grassi triturati e pressati dentro il pasturatore. Di uguale efficacia degli altri due, per caratterizzato da un peso non trascurabile da non sottovalutare. Se non si dispone di un cimino pi che robusto, sempre meglio scagliarlo con lanci 'appoggiati', quindi non un pasturatore da lunghe distanze (che per non sempre sono necessarie...)

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Come si usa il pasturatore20 Dato che col pasturatore ci pesco abbastanza spesso, io il problema a modo mio l'ho risolto, certo non si pu pensare di poter pescare con mare da surf col pasturatore, ma con moderata corrente si pu fare, e soprattutto in spiagge profonde come quelle che frequento io, forse in quelle a bassa energia diventa molto pi complicato perch si ha a che fare con correnti molto pi forti. Io come pi volte citato nei miei post delle catture uso i classici pasturatori 4 fori di forma cilindrica e di colore verde giusto per intenderci. A questi pasturatori tolgo il piombo laterale da 15/20g, e metto una pallina di piombo all'interno dello stesso di peso variabile tra i 30/50g a seconda del tipo di corrente, e con le mie beach molto sensibili, pur svuotandosi il pasturatore continua a tenere il fondo abbastanza bene, senza che il finale si ingarbugli. Questo sistema valido sia usando il pasturatore fisso che scorrevole, se lo si vuole usare fisso, semplicissimo, basta agganciare al moschettone della lenza madre il pasturatore ed il finale di lunghezza variabile tra i 180 ed i 200cm ed il gioco fatto. Se lo si vuole usare scorrevole, non dovete fare altro che preparare un terminale tipo piombo scorrevole, fate passare il filo attraverso il foro centrale del tappo del pasturatore, poi fatelo passare attraverso il foro di una pallina di piombo di 50g e poi i filo fatelo passare nel foro centrale in fondo al contenitore del pasturatore e poi alloggiatevi dentro il piombo, poi dall'altro capo mettete una pallina di gomma salva nodo ed agganciate il moschettone, dall'altra estremit fate un'asola ed il gioco fatto, naturalmente il finale verr agganciato al moschettone sotto il pasturatore. Vi posso garantire che con questo sistema la lenza difficilmente si ingarbuglia sia in fase di lancio che una volta posizionato sul fondo. Per chi volesse usare piombi pi pesanti in commercio ci sono dei pasturatori bianchi, con un diametro maggiore e che girano su se stessi, in questi ci vanno delle palline di piombo anche fino a 70/80g quindi potete fare dei lanci con delle canne appropriate di sicuro pi lunghi, qualora vi servisse. Nel caso ci fosse molta turbolenza ed il finale lungo ve lo ingarbuglia sempre, usate il pasturatore come piombo fisso e realizzate un classico paternoster con due ami, vi posso garantire che in queste condizioni si ottengono risultati insperati.

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Articolo scritto da Minosse Pag. 54

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Pasturazione con i sacchettini in pva21 Vorrei aggiungere una piccolezza che io personalmente per sostituisco al pasturatore. Si tratta del sacchettino in pva (idrosolubile) uguale a quello che uso nel CarpFishing, e visto i buoni risultati ottenuti in questultima disciplina, qualche anno fa ho deciso di provarlo ed usarlo anche al mare per il Beachlegering Praticamente riempio il sacchettino in pva del tipo di pastura che intendo usare e lo peso in modo da non superare il range dellattrezzo in uso poi lo sostituisco alla zavorra che intendo usare in seguito in pesca agganciandolo tramite moschettone e in fine lancio nel punto in cui intendo pasturare. Una volta toccata lacqua bastano 20/30 secondi dattesa per far si che il sacchettino si dissolva e si possa recuperare il filo avendo laccortezza di dare tensione a questultimo visto che la pastura che fungeva da peso ovviamente rimasta in mare. In base a quanto sintender pasturare si eseguir la procedura sopradetta, quando pensiamo che sia abbastanza non faremo altro che riattaccare il calamento con la zavorra al moschettone che reggeva il sacchettino di pastura e metterci in pesca. Un altro accorgimento quello di non mettere allinterno del sacchettino della pastura molto bagnata altrimenti il nostro supporto si scioglierebbe prima di esser lanciato, se comunque dovesse capitare di usare pastura un po troppo bagnata io di solito uso due sacchettini uno dentro laltro e il problema di perdere la mia insidia prima che tocchi lacqua non lho mai avuto.

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Articolo scritto da Ivo Pag. 55

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Sezione ESCA
Esche da beachledgering22 L'esca principe del Beachledgering il verme, arenicola in testa. Vanno bene tutti i tipi di verme reperibili presso il proprio negoziante, tra i quali i pi diffusi: la gi citata Arenicola, Americano, Saltarello cinese, Coreano, Muriddu, Bibi, ecc. Altri sono reperibili per lo pi solo localmente (Tremoligione, prov. di Cagliari; Verme di Rimini; Tremolina, ecc.). Ma i tipi di esca che si possono utilizzare sono tantissimi: Bigattino (specialmente se usato in combinazione col pasturatore), Cannolicchio, Gambero, tranci di Sardina, Muggine e Calamaro, Arsella, Fasolare, Cicala, Cozza, Granchio (meglio se tagliato a met). Escare gli anellidi. Il metodo pi corretto prevede l'utilizzo dell'apposito ago infila vermi (vedi sezione Accessori): con delicatezza si infila l'amo 1-2 cm sotto la testa e si fa scorrere pi o meno sino a met verme, dove viene fatto fuoriuscire (molti commettono lerrore di infilare lago direttamente nellapparato boccale, uccidendo di fatto il verme). Quindi si fa scorrere sempre delicatamente il verme dall'ago all'amo, sospingendolo sino a ricoprire una porzione di bracciolo, lasciando fuori dall'amo, a penzoloni, la parte che non era stata infilata nell'ago (in pratica la coda). Da ci si deduce come sia importante che la paletta o l'occhiello dell'amo siano i pi piccoli possibili, e che anche il filo dell'amo sia sottile. Se il verme particolarmente scivoloso, lo si fa prima rotolare sulla sabbia in modo che i granelli che restano appiccicati al corpo facilitino la presa, oppure si pu usare un panno morbido e sottile. Con questo tipo di innesco si ottengono due vantaggi: il verme resta vivo pi a lungo e la sua parte a penzoloni (la coda) libera di muoversi convulsamente, funzionando quindi da richiamo per i pesci che stanno nei dintorni. Inoltre, dalle ferite dell'innesco, fuoriesce qualche gocciolina di sangue, contribuendo maggiormente al richiamo. Un amo sottile, inoltre, non appesantisce il verme, mascherando meglio l'inganno. Di solito, un tale innesco porta anche i pesci masticatori ad ingoiare l'esca anzich a triturala tra i denti. Un altro metodo di innesco consiste nel passare pi volte il verme con l'amo dandogli una forma a spirale, con spire pi o meno grandi a seconda della consistenza del verme. Un altro metodo ancora, infine, quello di infilare un verme per il lungo ed altri due o tre a penzoloni (a 'calzetta', come si fa spesso con i bigattini). Particolarit dell'americano. L'americano dotato di un apparato boccale alquanto robusto ed i suoi morsi sono dolorosi, ma pi che i morsi (il dolore alla fine passa) sono pericolose le infezioni che pu trasmettere con il morso: prestare quindi sempre la massima attenzione quando si manipolano questi
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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 56

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'serpenti' in miniatura. Un ulteriore suggerimento: anche se vi sono rimasti due soli americani nella scatola, non svuotatela mai dalla sabbia, in quanto serve per mantenere separati i vermi tra loro. Se vengono a contatto, infatti, si possono 'sbranare' a vicenda sino a tagliarsi in due o pi pezzi, con relativa perdita del sangue. E a proposito di pezzi: se incappate in un passaggio di mormore e l'esca sta per finire, potete suddividere l'americano in pi pezzi senza far perdere loro neanche una goccia di sangue, facendoli ruotare con delicatezza tra pollice ed indice sino a suddividerli in 2-3 pezzi. Escare il bibi. Il sistema identico a quello per gli anellidi, solo che preferibile usare l'ago cos detto a 'testa rossa', cio un amo dotato di una minuscola testa di plastica appuntita (di colore rosso, appunto) che agevola moltissimo l'inserimento dell'ago senza ledere la sottile pelle di cui sono circondati. Il bibi possiede due minuscoli fori (uno al centro della 'testa' e l'altro al centro della 'coda') e l'ago va infilato delicatamente in uno dei due fori e fatto fuoriuscire per met lunghezza dall'altro foro. Il passaggio dall'ago all'amo va fatto con estrema calma per evitare che il bibi possa perdere quantit considerevoli del suo prezioso liquido, il cui odore caratteristico la prima fonte di richiamo per i pesci. Un metodo per evitare il difficile passaggio nella curvatura dell'amo, motivo principale dello svuotamento del bibi o della lacerazione della sua pelle, potrebbe essere questo: portarsi dietro uno stendi-braccioli in alluminio (facilmente costruibile in casa) a cui appendere una scorta di ami gi legati ma con l'altro capo privo di capocorda o di asola; per ogni nuovo innesco, si sfila dallo snodo il bracciolo gi usato ed al suo posto se ne usa uno nuovo appeso al tendi-braccioli, che essendo privo di asola pu essere infilato facilmente all'interno dell'ago in cui avrete gi messo il bibi: sufficiente far scorrere il bibi sul filo del bracciolo per evitare il passaggio dall'amo (in pratica si infila il bibi dalla parte alta del bracciolo e non da quella dell'amo). Personalmente, per evitare di portarmi dietro lo stendi-braccioli, ho dotato la mia serbidora di bordini di sughero in cui appunto gli ami in attesa di essere escati.

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Escare il granchio. Per evitare che il granchio si insabbi, bisogna privarlo con le forbici di entrambe le chele, poi vanno ritagliate l'ultima e la terz'ultima zampa di destra rasente il carapace: nei fori che cos si formano si infila la punta dell'amo nel foro superiore e si fa uscire completamente da quello inferiore. Questo sistema consente al granchio di vivere pi a lungo e la salda presa dell'amo permette di forzare il lancio senza paura che l'esca si stacchi. Come tipo di amo suggerito il modello beak. Se avete marcato la presenza di saraghi di taglia inferiore ai 500 gr, pu tornare utile tagliare il granchio a met. Escare i filetti di sardina. I 'sigaretti' di sardina, quando sono di piccole dimensioni, fanno gola a tutti i tipi di pesce. Per la preparazione occorre la serbidora (o altro ripiano di taglio) ed un coltello dalla lama affilatissima. La sardina meglio che sia la pi fresca possibile per evitare che si sfarini durante il taglio o l'escata. Tagliare la testa e la coda, quindi dividere in due la sardina per il lungo rasentando il pi possibile la lisca. Eliminare la lisca e suddividere la sardina in pezzi ancora pi piccoli. Posizionatene un pezzo sul gambo dell'amo aiutandovi con una sottile asta di metallo (per male che vada, usate un ago infila vermi), avendo cura di mettere all'esterno la polpa. Con del filo elastico avvolgete il pezzo di sardina strettamente sino a formare un 'sigaro' sottile. Sulla prima esca potete avvolgere le interiora, sempre col filo elastico, perch costituisce uno dei pi formidabili richiami per tutti i tipi di pesce. Una parte dell'esca deve ricoprire anche una porzione di bracciolo. Anche a beachledgering si pu infilare un pezzo di polistirolo all'interno del 'sigaro' per renderlo pi fluttuante, per tenete presente che ci ingrossa alquanto l'esca. Molto meglio usare un flotter esterno:

Come amo, personalmente uso il modello Aberdeen, altri preferiscono invece il beak o altri tipi di ami. In mancanza di sardina, si pu usare il muggine, che deve per avere carni belle grasse e non asciutte. Innesco del cannolicchio. Il cannolicchio pu essere usato in due modi, con le valve o privo di valve, a seconda che si vogliano insidiare le mormore piuttosto che le orate. Sgusciato si esca come gli anellidi, avendo l'accortezza di dare qualche giro di elastico. Col guscio si usa invece l'apposito ago da cannolicchi:
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si infila l'amo all'interno del guscio sino a farlo fuoriuscire; la punta dell'ago dotata di un gancetto o di un occhiello, a cui agganciare la curva dell'amo, che va poi tirato dentro il guscio sino a fuoriuscire dall'altra parte. Dare qualche giro di elastico intorno al guscio o, meglio, ritagliare dalle dita di un guanto di lattice dei sottilissimi elastici di cui ne infilerete due o tre sul guscio.

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Sezione ACCESSORI
Elenco degli accessori di maggior utilizzo23 A beachledgering gli accessori rivestono un ruolo molto importante, sia perch facilitano moltissime operazioni, sia perch assolutamente indispensabili nella formazione dellapparato pescante. Una delle ditte che costruisce la maggior variet di accessori litaliana Stonfo, della quale riporto nelle pagine successive unampia parte del suo catalogo.

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Sezione FAI DA TE
Spiralina porta star light24 Occorrente: Acciaio armonico inox. Favoloso quello che potete reperire presso i negozianti di articoli da pesca, usato per il finale da traina d'altura. Ecco la descrizione completa della locandina inserita nella confezione:<< American Fishing Wire (AFW) - 44 lb. Test (kg 20) - .014" Dia. (0.35 mm) - No. 5 - 30 Feet (9 metri) - Tooth Proof Stainless Steel Wire >>

Punta da trapano diametro mm 2.5 (per star light da 3 mm), oppure diametro mm 4.0 (per star light da 4.5 mm).

Pinze, Tronchesine.

Avvolgere uno spezzone di filo armonico sulla parte 'liscia' della punta da trapano, in spire strettissime e ravvicinate, formando 7/8 spire. A fine lavoro, venendo a mancare la tensione di torsione sul filo armonico, le spire si allargheranno e si allontaneranno tra loro, assumendo automaticamente le dimensioni adatte alla star light. Fare riferimento alla figura della pagina successiva per la costruzione e l'assemblaggio:

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Nell'illustrazione ho volutamente disegnato la spiralina con dimensioni enormi


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per fare capire meglio la sua struttura. Nella realt un aggeggio cos piccolo che non da il minimo fastidio in nessuna occasione (ne dentro la sacca, ne durante il lancio, ecc. ecc.). Ecco i vantaggi: la star light non fuoriesce neanche con i lanci pi violenti il volume occupato dalla spiralina il pi basso in assoluto di qualunque altro tipo di porta sta light ( praticamente uguale al diametro della star light e molto pi corta) non ci sar pi il tormento di togliere e mettere il porta star light in continuazione, di raddrizzarlo quando si gira per il lancio, di sostituirlo perch si rotto, e cos via. La spiralina resta perennemente attaccata al cimino anche nella pesca diurna senza dare il minimo fastidio, ed al calare del buio l'unica operazione da fare semplicemente... infilare la star light! L'ho inventata circa 10 anni fa ed in tutto questo lungo periodo non c' mai stata una volta che la lenza si sia impigliata nella spiralina. Carrellino da spiaggia25 Innanzitutto mi scuso per la pessima qualit delle immagini. Inoltre il carrellino ha un bel po di anni sulla spalle, per cui l'usura l'ha ridotto un po maluccio. Inoltre, non disponendo di un laboratorio attrezzato e per aver usato materiali di recupero, il lavoro mi venuto un po grezzo. Ma se voi disponete di un laboratorio attrezzato e di materiali di buona qualit, il lavoro vi verr perfetto: il vostro carrellino sar unico, perch neanche i migliori produttori sono ancora riusciti a crearne uno con tutte queste caratteristiche. Occorrente: per la struttura di base: un comunissimo avvolgi-tubo che serve per raccogliere la canna con cui innaffiamo il giardino. Scegliere il modello grande composto da una carrozzeria di plastica nera, in cui sono inseriti un manico ed un piede in alluminio tubolare, dotato di piccole rotelle; per la costruzione delle cassettiere: tavolette di legno da 1 cm di spessore, oppure qualsiasi altro materiale di cui disponete adatto allo scopo (foglio di alluminio da 1-2 mm di spessore, acrilato, plastica robusta, ecc.); per l'assemblaggio: bulloncini in acciaio inox (vite + dado + rondella) del diametro di 4 mm e lunghezze varie (da 2 a 8 cm), oppure rivetti in alluminio; per le prolunghe del manico: tubi di alluminio dello stesso diametro del manico e del piede; per le traverse della serbidora e dello zainetto: alluminio quadrato dello stesso diametro del manico e del piede; per i reggi-canna: spezzone di 50 cm (diametro 50 mm) di tubo in PVC arancione; un contenitore PLANO modello grande; una cassettiera in plastica a cassetti scorrevoli; pezzi di pelle morbida e sottile; altro materiale che salter fuori dalla descrizione dell'assemblaggio.
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Assemblaggio: Smontare completamente l'avvolgi-tubo lasciando solo lo scheletro composto dalla carrozzeria di plastica nera, il manico in alluminio tubolare ed il piede anch'esso in alluminio tubolare.

Sfilare il manico tubolare: nei fori lasciati liberi infilare le colonne di alluminio che servono per sollevare il manico all'altezza che ci viene pi comoda per trainare il carrellino sulla spiaggia. Unire il manico alle colonne infilando tra essi un pezzo di legno cilindrico (p.e. un pezzo di manico di scopa) oppure un pezzo di alluminio tubolare di diametro leggermente inferiore. Rendere solidali manico e colonne con bulloncini passanti o rivetti. Alla base, fissare le colonne alla carrozzeria con bulloncini passanti o con rivetti, in modo che la struttura diventi rigida e solida. Siccome una volta montate le ruote il manico risulter leggermente inclinato in avanti, 'raddrizzare' le colonne in posizione perfettamente perpendicolare facendo una piccola piega sulla base delle colonne (un poco alla volta, senza esagerare).

Una volta che le colonne sono perfettamente dritte ed allineate, incastrare tra esse, all'altezza che vi fa pi comodo, il pezzo di alluminio quadrato che dovr sostenere la serbidora. Per creare l'incastro, ritagliare col seghetto da ferro, per circa 2 cm, due dei 4 lati dell'alluminio quadrato (i due lati opposti): i due lati rimasti formeranno l'incastro. Imbullonare gli incastri alle colonne (vedi nella figura come sono fatti gli incastri e come sono imbullonati alle colonne):

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Esattamente al centro di questa traversa, praticare un foro passante dall'alto in basso per infilarvi un bullone di ottone che servir per tenere la serbidora in posizione orizzontale di lavoro. Come dado, usate un dado a farfalla o a leva (tipo quella che si usa per lo smontaggio rapido della ruota anteriore della bicicletta), che consentir di montare e smontare la serbidora. Per mettere la serbidora in posizione verticale di riposo (in modo che non ingombri durante il trasporto in autovettura), fare un altro foro sulla traversa, a fianco del primo, per stavolta in linea orizzontale, in modo che infilando il bullone in questo secondo foro la serbidora possa essere posizionata in verticale (basta spostare bullone e dado a farfalla dal primo foro a questo secondo foro). Costruite la serbidora. Potete usare una tavola di legno, di compensato, di acrilato, di alluminio o quello che volete, l'importante che sia molto solida e rigida, e che non traballi o si imbarchi quando sopra ci dovrete ritagliare le trance di sardina o di muggine per esca. Sui lati esterni della serbidora incollateci dei bordini in modo che quello che vi viene appoggiato sopra non rotoli a terra. Io ho usato dei listelli di sughero, in modo da poterci appuntare gli ami, gi legati al bracciolo, in attesa di essere escati. Su uno dei lati lunghi, al centro, praticate un foro in cui possa essere infilato il bullone che la fisser alla traversa.

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Poco sotto alla traversa della serbidora, incastrate adesso (con lo stesso sistema) la traversa per sostenere lo zainetto. Lo zainetto utile per riporvi esca, stracci, grembiule, buste per la spazzatura, ecc.

Nella parte posteriore, in basso nella carrozzeria, posizionare e bloccare la cassettiera con i 16 cassetti acquistata al supermercato, dopo avervi incernierato uno sportello per evitare la fuoriuscita dei cassetti. Per evitare che la minutaglia esca dai cassetti, metterla prima dentro scatolette con coperchio. Le cerniere sono costituite da pezzi di pelle incollati o da piccolissime cerniere in ottone.

Costruire e fissare sopra la cassettiera con cassetti un'altra cassetta in cui mettere gli oggetti lunghi: ami infila vermi, forbici, pinze, slamatori, ecc. Applicare nella parte superiore della cassetta un coperchio, le cui cerniere sono costituite da pezzi di pelle incollati o da piccolissime cerniere in ottone.

Nella parte anteriore, in basso, costruire ed inserire una cassetta sagomata in legno, che serve per metterci i piombi. In questo modo possibile portarsi dietro una buona riserva di piombi, in quanto il peso supportato dal carrellino. Inoltre i piombi rendono pi stabile il carrello. Questa cassetta sostenuta, in alto, da un tubo di PVC che va da una parete all'altra della carrozzeria, mentre nella parte bassa sostenuta da una traversa di legno imbullonata nel piede di alluminio. Imbullonare la cassetta al tubo in PVC e alla traversa sotto.

Nella parte anteriore ho fissato due tavolette alla carrozzeria in plastica per fare da base ad un voluminoso contenitore della Plano, che utilizzo per riporvi i mulinelli, le bobine di nylon, gli avvolgi-finali, ecc. Il contenitore amovibile per facilitare linserimento del carrello nel vano portabagagli dellauto, ma una volta sul luogo di pesca si pu fissare saldamente al carrello tramite un bullone in rame con dado a farfalla avvitabile a mano. Il fissaggio avviene in una traversa di legno imbullonata alla giusta altezza tra le colonne del manico.

Ho sostituito le rotelline originali con due ruote pneumatiche gonfiabili, del tipo usato nei carrellini che usano i corrieri per fare le consegne, anchesse facilmente reperibili nei ferramenta. Lasse che unisce le ruote uno spezzone di tubo di alluminio di diametro adeguato al foro delle ruote, che ho fissato alla carrozzeria in plastica con bulloncini. Impedire la fuoriuscita delle ruote, dotate di cuscinetti, inserendo nell'asse, da una parte e dall'altra, due fascette stringi-tubo in acciaio inox. Ingrassare i cuscinetti prima di fissare le ruote. Per rinnovare l'ingrassaggio, rimuovere le fascette e sfilare le ruote.

Ad una certa altezza, su ognuna delle colonne del manico, ho fissato due spezzoni di tubo di PVC arancione del diametro di 50 mm, per reggere le canne in attesa di montarci i mulinelli, le parature ed i piombi, per escare o cambiare i braccioli, ecc. Inoltre, in caso di mare calmo e di pesca leggera,

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sostituiscono egregiamente anche il tripode od i quell'occasione posso anche fare a meno di posizionare.

picchetti,

che

in

Una volta arrivati sul luogo di pesca, metto a tracolla la sacca porta canne, mentre i picchetti ed il tripode li appoggio trasversalmente al contenitore Plano e li fisso tramite cinghie alle colonne del manico del carrello. Tutto il peso e l'ingombro non quindi sulla mia persona ma grava sul carrellino. A questo punto non resta che acchiappare il carrello per il manico e trascinarlo lungo la spiaggia sino ad arrivare allo spot. Nota: per rendere pi agevole il trascinamento del carrello sulla sabbia fine, anzich usare le ruote pneumatiche sarebbe pi indicato montare larghi ruotoni in plastica appositamente creati per questo scopo. Queste le immagini del carrellino assemblato:

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Oval split26

Anche se possiamo costruirci gli oval split con filo armonico inox ed un paio di pinze con becchi tondi, il metodo pi semplice per farcene una scorta a basso prezzo e senza fatica quello di acquistare 1 mt di catenella di acciaio inox della misura adeguata: con un paio di tronchesine, separiamo gli anelli della catenella (un anello si ed uno no) ed il gioco fatto! Elastici per il cannolicchio26 Un' alternativa al filo elastico per tenere chiuse le valve del cannolicchio escato intero quella di usare degli elastici 'auto costruiti' che possono rivelarsi pi validi del filo elastico. Da un guanto di puro lattice ritagliamo a strisce sottili degli anellini dalle dita del guanto: gli anelli ritagliati dal mignolo avranno la misura pi piccola, quelli ritagliati dal pollice la misura pi grande. Una volta escato, posizioniamo un elastico al centro e due alle estremit delle valve ed il nostro amico bello che servito! Una volta infilati, questi elastici diventano quasi invisibili.

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Articolo scritto da Nonnoroby Pag. 87

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Autocostruzione dei flotter27 Al giorno d'oggi facile entrare in un negozio di pesca e trovare tutto ci che ci serve gi bello pronto, dai terminali ai calamenti, ai flotter. La costruzione di questi ultimi molto semplice ed possibile eseguirla quasi a "costo zero": basta utilizzare le scatole di polistirolo delle nostre esche e qualche stuzzicadenti. Da una scatola di arenicola, ad esempio, si possono ricavare decine di zatterini di qualsivoglia misura. Con l'ausilio di un taglierino si possono tagliare delle fascette per la lunghezza della scatola, dopodich ogni fascetta sar a sua volta tagliata per ottenere dei cubetti a cui saranno smussati gli spigoli al fine di ottenere una forma pi o meno sferica. A questo punto basta utilizzare un sottile ago da sarta per far passare il terminale in nylon all'interno del flotter appena costruito, terminale che sar bloccato con un piccolo pezzo di stuzzicadenti. In questo modo si ottiene un flotter che potr essere spostato a piacimento sul terminale ed all'occorrenza potr anche essere tolto, rompendolo a met, senza per questo tagliere l'amo.

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Articolo scritto da Surfmaster76 Pag. 88

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Come creare facilmente le asole tutte uguali28 Vorrei presentare un semplice sistema per fare asole di misure standard. Personalmente uso asole di 1 cm oppure di 2 cm e utilizzando questo piccolo arnese, riescono tutte ben fatte ed uguali. Non sono necessari attrezzi particolari per costruire questa piccola utility, sono sufficienti un pezzetto di legno duro (amo il faggio) tre chiodini senza testa da 2 cm, un martellino, una tronchese ed una piccola lima. Una volta data forma al legno in modo che sia ben maneggevole, (lho fatto ovale e di spessore 1,5 cm) vi introdurremo i tre chiodini per circa 1cm avendo cura di distanziarli di 1 cm luno dallaltro (o di 0.5 cm se vogliamo asole pi piccole). Con le tronchesi tagliamo i chiodini alle misure indicate nel disegno e levighiamo con la lima il punto tagliato in moda che non possa sciupare la lenza durante lutilizzo. Logicamente le misure indicate possono essere variate e adattate alle esigenze personali.

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Articolo scritto da Cuccosan Pag. 89

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Nel modello che ho preparato per me ho inserito quattro chiodini a 0.5 cm l'uno dall'altro che mi consentono di fare asole lunghe da 0,5 mm e suoi multipli fino a ben 4 cm.

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Sezione SUGGERIMENTI E TRUCCHI
Prefazione di Nonnoroby: ho aggiunto questa nuova sezione prendendo lo spunto dall'ottimo articolo scritto da Greybear intitolato Tattica e strategia. Infatti ci capita spesso di trascurare anche le cose pi elementari, che a volte ci possono rovinare una battuta di pesca per altri versi organizzata a puntino (p.e. togliere l'esca dal frigo per poi.... dimenticarcela a casa!). Oppure che si spezzi accidentalmente l'apicale della canna in pesca e non siamo organizzati per ripararlo almeno provvisoriamente. Esistono tanti piccoli accorgimenti che ci possono 'salvare' una battuta se le cose iniziano ad andare male, e vedremo di scoprirli pian piano. Intanto cominciamo ad incamerare la tattica e la strategia suggerita da Greybear. Tattica e strategia29 Questo articolo non si pone come fine la conoscenza dei materiali e il loro uso, ma il modo con cui affrontare una sessione di beachledgering affinch sia una rilassante occasione di svago e non solo una stressante e disperata ricerca di prede. La preparazione di unuscita inizia a casa gi qualche giorno prima della data fissata e prevede alcuni passaggi fondamentali: si comincia col prenotare in negozio o in pescheria lesca da utilizzare, lasciando il proprio recapito telefonico, chiedendo di essere avvisati in caso di intoppi o imprevisti e comunicando quando si passer a ritirarla. Passo successivo lorganizzazione di tutto il materiale necessario alla battuta, meglio avere a portata di mano carta e penna per segnare il mancante da acquistare e il rotto da sistemare: verificare lintegrit delle canne e lefficienza dei mulinelli, il funzionamento della lampada frontale e di quella di servizio se si pesca in notturna, accertarsi della presenza nella cassetta di tutta la minuteria e accessori, sistemare nel borsone stivali e abbigliamento, controllare anche picchetti, indian, sedia, ombrellone, secchio ecc. tutto deve essere funzionante per quando finalmente si sar in pesca. Si passa quindi ad aggiustare o sostituire ci che abbiamo trovato rotto e a rimpiazzare il materiale mancante. Il giorno fissato unultima occhiata alle previsioni meteo, si passa a ritirare lesca, si carica la macchina, senza dimenticare le derrate, e si va fin qui la tattica. Quando arriviamo sul posto, prima di scaricare la macchina, diamo una bella guardata alla riva portando con noi solo il telo per segnare la postazione e su cui poggeremo in seguito la nostra attrezzatura, se vediamo qualcuno che gi pesca ci avviciniamo con educazione e discrezione per sapere come vanno le cose e capire come conviene impostare la pescata, poi due passi lungo la riva per scegliere la postazione osservando il colore del cielo, la direzione del vento, il tipo di fondale, la velocit e la direzione delle onde, la presenza o meno di un
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Articolo scritto da Greybear Pag. 94

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frangente definito, la presenza di imbarcazioni o di reti a poca distanza da riva: una volta fatta la scelta si stende il telo e si torna a prendere lattrezzatura. Ciascuno di noi ha un proprio stile di pesca e imposta la pescata come pi gli aggrada, comunque conviene piazzare due picchetti ai lati della propria postazione ad almeno 5 metri di distanza luno dallaltro per definire idealmente il proprio spazio dazione, se posizioniamo al centro indian e/o T la distanza tra i due i picchetti sar di almeno 8 metri. A questo punto armiamo le canne e facciamo il primo lancio di prova senza ami per sondare il fondo, verificare la regolare fuoruscita del filo e cominciare a sciogliere i muscoli, se notiamo qualche irregolarit facciamo ancora in tempo a correggerla, se tutto va bene procediamo con gli ami innescati e si aspetta. Se la durata della nostra battuta superiore alle sei ore ci sar inevitabilmente unoretta di rallentamento, a cavallo del cambio di marea, di ogni attivit: il momento giusto per prender fiato e dar fondo alle riserve alimentari con le lenze lasciate morbide a mollo, dopo si riprende con pi energia e non raro, al primo recupero, trovare qualche preda che aspettava gi da un po di essere salpata. Per nostra fortuna la tecnologia ci mette oggi a disposizione il telefonino cellulare, se dotato di fotocamera ci sar utile per fotografare le nostre prede gi sul posto, e ci sar ancora pi utile per segnalazioni al 1530 della Guardia Costiera e per richieste di aiuto a 112 Carabinieri, 113 Polizia, 115 Vigili del fuoco, 117 Guardia di finanza, 118 Pronto intervento se possibile inserite questi numeri nella rubrica e ricordatevi di portare il cellulare ben carico e di tenerlo a riparo da ondate, umidit e pioggia. Unultima raccomandazione e passo al confidenziale TU come si usa tra buoni amici: quando finisci di pescare ricordati di recuperare tutte le tue cose, non lasciare in giro e porta via buste e scatole di plastica, grovigli di nylon o altra immondizia e quando sei a casa lava e asciuga per bene le tue attrezzature, butta il filo sfibrato e cambia ami e ancorette arrugginite. Divertiti senza far danno agli altri, all'ambiente e a te stesso.

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