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Cinema - Study Guides: Collapse, a review

Collapse - 2009 USA Chris Smith

Collapse una testimonianza profonda e scomodissima che riduce a semplice colore disneyano altre troppo convenientemente condivise verit apparenti. Film intervista diretto da Chris Smith, Collapse propone una serie di previsioni sulle conseguenze del collasso della civilt del petrolio. Nel corso di un lungo monologo, punteggiato dalle domande del regista, il protagonista Michael Ruppert d qui drammaticamente forma alle scomode verit a cui accennava appena, il caso di dirlo, il documentario di Al Gore. E' il marzo del 2009 e, a proposito di una ricerca sul coinvolgimento della CIA nel traffico di droga degli anni ottanta, il cineasta Chris Smith contatta Michael Ruppert come testimone di quegli avvenimenti. Ma il motivo originale dell'intervista solo lo spunto che offrir a Ruppert la possibilit di descrivere scenari pi ampi e sinistri che riguardano il declino inarrestabile della nostra civilt negli anni della crisi energetica ed economica mondiale. Chi Michael? Saperlo necessario al riconoscimento della fondatezza delle sue opinioni. Il senso di lealt ereditato dai suoi genitori uno dei tratti essenziali che contraddistinguono il suo carattere e il suo retaggio dovuto al profondo legame della sua famiglia con le istituzioni statunitensi. Il suo destino professionale sembra segnato e, sorretto dal sentimento naif per il quale

sente di poter cambiare il sistema dall'interno, decide di essere poliziotto a Los Angeles. Nel momento in cui la CIA lo recluta per partecipare ad operazioni poco chiare, si scopre tradito, dal punto professionale e affettivo ed in quel frangente che comprende quanto siano differenti tra loro la realt vera e il racconto che di essa distribuiscono i media. Cos, vittima di minacce ricorrenti, decide di pensare a salvare la propria pelle, rendendo pubbliche le informazioni di cui in possesso. Non un sentimento di rivalsa che lo anima, ma il puro senso della logica a sostenere le sue convinzioni. I segnali che lo spingono controcorrente si diversificano e si amplificano intanto che le fluttuazioni anomale del prezzo dell'oro, insieme con gli sviluppi geopolitici e l'andamento degli eventi economici, intervengono direttamente nella velocit con la quale interi sistemi si stanno disgregando. Nel 2001, quando viene contattato da un geologo di nome Dale Allen Pfeiffer, che lo introduce al concetto di peak oil (il picco del petrolio secondo l'evoluzione temporale della produzione di limitate risorse minerali o fossili), incomincia a focalizzare la sua attenzione sulle questioni relative all'energia. Questo diventa l'impegno pi importante della sua vita, insieme con la passione per la musica e per le passeggiate lungo la spiaggia con il suo cane Rags. I punti essenziali in cui si concentrano le attenzioni di Ruppert, quei punti che necessario collegare l'uno all'altro per comprendere il rompicapo energetico, sono le posizioni che identificano una mappa ideale della crisi globale della nostra societ: il petrolio e il controllo sistematizzato dei luoghi geografici dove sono collocati, o si suppone e si pretende sussistano, gli ultimi giacimenti rimasti, sono fra gli elementi che definiscono il significato di peak oil come circostanza tecnica ed economica che indica che si arrivati ad usare la met dell'intera risorsa e che ormai nessun tipo di investimento pu evitarne l'esaurimento. Michael Ruppert sottolinea anche i paradossi che il collasso energetico rende tristemente inevitabili: l'uso spropositato di energia per accedere a nuove risorse; il casus belli inventato a bella posta per giustificare l'invasione arbitraria di aree proprietarie di residui giacimenti di petrolio; la tendenza incredibile di compagnie petrolifere e di organismi, o societ, o gruppi, quei serbatoi di pensiero che si occupano di analisi delle politiche pubbliche, a tifare perch le calotte polari si sciolgano cos che venga semplificato l'accesso ai giacimenti fossili nelle regioni artiche... Ma il paradosso essenziale identificabile nella corrispondenza del relativo benessere nel Pianeta con l'uso del petrolio e dei suoi derivati, quando il bisogno globale di crescita infinita collide innegabilmente con una disponibilit finita, di energia e di risorse. La crisi energetica ampiamente preannunciata negli ultimi decenni del XX secolo, afferma Ruppert, potrebbe portare al collasso della nostra civilt entro i prossimi 35 anni. Non si tratta di profezie esoteriche. Oltre agli innegabili fatti che si susseguono a ritmo incalzante, sono i calcoli matematici e le scienze, come gi dimostrava Marion King Hubbert con le sue teorie sul peak oil, a comprovare le previsioni del recente passato. Sollecitato da Chris Smith, Michael Ruppert introduce un'analisi sintetica ma incisiva delle opzioni sostitutive dello status quo. In modo sicuro definisce l'appello all'uso dell'etanolo come una barzelletta ricorrente che nega i principi dell'Energia Netta per l'Accrescimento (Net Energy for Gain Neg) e esaspera lo sfruttamento insensato del suolo. Allo stesso modo considera il ricorso all'estrazione delle sabbie bituminose, la cui lavorazione ha un impatto devastante sull'ecosistema. L'elettricit stessa non pu venir considerata come fonte di energia a s stante, generata com' dall'uso di altri tipi di energia. Interrogato sulla scelta di ulteriori possibili alternative, Ruppert ancora pi nettamente esprime il suo giudizio ostile sul consumo del cosiddetto carbone pulito, sul miraggio dell'energia nucleare o di quella ricavabile dalla potenza delle maree. Solo due tipi di energia alternativa offrirebbero un impatto e dei benefici immediati: l'energia solare e quella eolica, anche se persistono decisive

difficolt nell'esportazione di tali forme di energia poich, al momento attuale, hanno valore essenzialmente a livello locale, l dove l'energia viene prodotta. Vista la situazione generale, Ruppert non esita ad invitare le persone a investire eventualmente in beni di valore reale come l'oro ma, pi decisamente, consiglia la preparazione di scorte di semenze che, nel momento in cui le valute non saranno che cartaccia o metalli infimi, potranno dare frutti anche come moneta di scambio. E' un cambio di paradigma radicale quello che invoca Ruppert, citando il pensiero del Presidente Roosevelt. A ogni generazione deve corrispondere una rivoluzione. Una tale rivoluzione deve aver luogo nell'anima e nella mente di ognuno di noi. Collegamenti di interesse: CollapseMovie, sito ufficiale From the Wilderness, a cura di Michael C. Ruppert Nota A: il presente geoarticolo scritto e composto nelle sue varie forma da DASTRA e Hugo Beaumont (uno e due) Nota B: originally published on Source

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