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.

COLIIZJONE DI

KONOGRAFIE
ILLU'TRATE* * *

mm

PIETRO TOESCA

^ ^ TORINO 4

Collezione

di

/fonografie illustrate

Serie

ITALIA ARTISTICA
CORRADO
RICCI.

DIRETTA DA

1.

RAVENNA
FERRARA
con

di

Corrado

Ricci. VII Edizione, con 156 illus.


di

2.

e 138 illustrazioni.

POMPOSA

Giuseppe Agnelli.
Ili

Ili

Ediz.,
illus.

3. 4.

VENEZIA di Pompeo Molmenti. GIRGENTI di Serafino Rocco;

Ediz.,

con 140

da

SEGESTA
di

NUNTE
5.
li

di

Enrico Mauceri.
DI

II

Edizione, con

a SELl 101 illustr.

LA REPUBBLICA

SAN MARINO
II

Corrado
116
II

Ricci,

Edizione, con 96 illustrazioni.


illus.

6.
7.

Ediz., con URBINO di Giuseppe Lipparini. LA CAMPAGNA ROMANA di Ugo Fleres.

Edizione,
e

con
8.

12 illustrazioni.

LE ISOLE DELLA
D. Mantovani.
Il

LAGUNA VENETA
di

di

P.

Molmenti

Edizione, con 133 illustrazioni.

9.

10. 11.
12.

13.
14.

15. 16. 17.


18.

Ili Ed., con 153 illustrazioni. Giuseppe Solitro, con 128 illus. SAN GIMIGNANO di R. Pntini. II Ediz., con 153 illus. PRATO di Enrico CoRRADiNi; MONTEMURLO e CAMPI di G. a. Borgese, con 122 illustrazioni. GUBBIO di Arduino Colasanti. II Ediz., con 119 illusi. COMACCHIO, argenta e le bocche del PO di Antonio Beltramelli, con 134 illustrazioni. PERUGIA di R. A. Gallenga Stuart. II Ed., con 168 ili. PISA di I. B. Supino. II Edizione, con 156 illustrazioni. VICENZA di Giuseppe Pettina, con 147 illustrazioni. VOLTERRA di Corrado Ricci, con 166 illustrazioni.

SIENA
IL

d'ART. Jahn Rusconi.

LAGO

DI

GARDA

19.

20. IL

PARMA di Laudedeo Testi, con 130 illustrazioni. VALDARNO DA FIRENZE AL MARE di Guido
rocci, con 138 illustrazioni.

Ca-

21. 22. 23.


24.

L'ANIENE di Arduino Colasanti. con 105 illustrazioni. TRIESTE di Giulio Caprin, con 139 illustrazioni.

CIVIDALE DEL FRIULI di Gino Focolari, VENOSA E LA REGIONE DEL VULTURE


I.

cor. 143 di

ili.

Giuseppe
ili.
ili.

25. 26. 27.


28.

De Lorenzo, con 121 illustrazioni. di F. Malaguzzi Valeri, con 155 MILANO, Parte MILANO, Parte II. di F. Malaguzzi Valeri, con 140 CATANIA di F. De Roberto, con 152 illustrazioni.

TAORMINA
con 161

di

29. IL
.30.

GARGANO

di A.

Enrico Mauceri, con 108 illustrazioni. Beltramelli. con 156 illustrazioni.


di

IMOLA E LA VALLE DEL SANTERNO


illustrazioni.

Luigi Orsi.m,

31.

MONTEPULCIANO, CHIUSI E LA VAL DI CHIANA NESE di F. Bargagli-Petrucci, con 166 illustrazioni.


NAPOLI,
Parte
di

SE-

32. 33.
34.

35.

I. di Salvatore di Giacomo, con 192 iU. Antonio Lorenzoni. con 122 illustrazioni. NICOSIA, SPERLINGA, CERAMI, TROINA. ADERNO' di Giovanni Paterno Castello, con 125 illustrazioni. FOLIGNO di Michele Faloci Pulignani, con 165 illustraz,

CADORE

36.
37.

L'ETNA

di

ROMA.

Parte

Giuseppe De Lorenzo, con 153 illustrazioni. 128 illustrazioni. I. di Diego Angeli, con

Collezione
38.

di

Monografie

illustrate

L'OSSOLA

di

Carlo Errer, con

151 illustrazioni.

39. IL

40.
41.
42. 43.
44.

45.
46.
47.

con 155 illustrazioni. con 160 illustrazioni. AREZZO di Gian.mna Franciosi, con 199 illustrazioni. PESARO di Giulio V^accaj, con 176 illustrazioni. TIVOLI di Attilio Rossi, con 166 illustrazioni. BENEVENTO di Almerico Meomartini, con 144 illustraz. VERONA di Giuseppe BiXdego. con 174 illustrazioni. CORTONA di Girolamo Mancini, con 1S5 illustrazioni.

FUCINO di Emidio Agostinoni, ROMA, Parte IL di Diego Angeli,

SIRACUSA E LA VALLE DELL'ANAPO


ceri. con

di

Enrico Mau-

180 illustrazioni.
di

48.

ETRURiA MERIDIONALE
illustrazioni.

Sante Bargellini, con 162


di F.

49.

RANDAZZO
BRESCIA
BARI
I

E LA Roberto, con 148


di

VALLE DELL'ALCANTARA
illustrazioni.

de

50.

51. 52.

di Antonio Ugoletti. con 160 illustrazioni. Francesco Carabellese. con 173 illustrazioni.
di

CAMPI FLEGREI
illustrazioni.

Giuseppe De Lorenzo,

con

152

53.

VALLE TIBERINA. Da Montauto


genti

alle Balze. Le sor158

del
di

Tevere,

di

Pier

Ludovico Occhini. con


129 illustrazioni.

illustrazioni.

54.
55.
56.

LORETO
TER.XI
di

Arduino Colasanti. con

Luigi Lanzi, con 177 illustrazioni.

FOGGIA

LA CAPITANATA
di

di

Romolo Caggese.
illustrazioni.

con

150 illustrazioni.
57.
58.

BERGAMO
IL
di C. A.

Pietro Pesenti, con 139

LITORALE

MAREMMANO (GROSSETO-ORBETELLO)

59.
60.

BASSANO
LA

NicoLOSi. con 177 illustrazioni. di Giuseppe Gerola. con 160 illustrazioni. MONTAGNA MAREMMANA: Val d'Albeg-NA - La

61.

Contea Ursina. di C A. Nicolosi. con 181 illustrazioni. IL TALLONE D'ITALIA: LECCE E DINTORNI, di Giu-

62.

TORINO

seppe Gigli, con 135 illustrazioni. di Pietro Toesca. con 180

illustrazioni e 2 tavole.

TRADUZIONE
Serie

IN

LINGUA INGLESE
Italy

Artistic

RAVENNA

Corrado Ricci. VENICE by Pompeo Molmenti.


by

Translated by Alethea Wiel.

TRADUZIONE

IN

LINGUA TEDESCA
Italien
I.

Das Kunstland
VENEDIG von Pompeo Molmenti
TRIEST von

Deutscii von F.

Briiuer

G. Caprin. Deutschi von F. 1. Brauer. DER GARDASEE von Giuseppe Solitro. Deutsch Brauer.

von

F.

COLLEZIONE
DI

MONOGRAFIE ILLUSTRATE

Serie

1^

ITALIA ARTISTICA
62.

TORINO

PIETRO TOESCA
f

;5
V.
\

f.

TORINO
CON
180 IT JXTSTR AZIONI

'//,

,,-.l\<

TAVOLE

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m mm^mlffimimvimilm^i^^

li^
\

B E R ( A IVI O ISTITUTO ITALIANO D'ARTI GRAFICHE


igi
I

EDITORE

c^'

\^'

TUTTI

DIRITTI RISERVATI

Officine dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche

Bergamo.

INDICE DEL

TESTO

Accademia Albertina: G. M. Spanzotti, 41; Defetuleiite

Chiesa

di

S.

Lorenzo: costruzione,

68.

Ferrari,

44;

Filippo
di

Lippi,
e

136; F.
B. La-

della
del

Francia, 13b; cartoni


nino,
136.

G. Ferrari

Madre di Dio: costruzione, 100. Monte dei Cappuccini: costruzione,


Trinit: costruzione, 56.
e

55;

dipinto del Mazzuchelii, 72.

Albini A.: 40.

della

Architettura e architetti

Torino:
del

nell'et

roalla

Decorazioni

decoratori

Torino:

oreficerie

mana, 14
line del

e segg. sec.
:

nell'et

romanica, 23;
Caprino,
A.
33;

barbariche, 22; mosaici di pavimento, 23; terrecotte del sec.

XV

Meo

nel

XV, 37;

nel sec.

XVII, 74;

adi

XVI

XVII sec:

F., Pacciotto,

Vittozzi,

razzi di faiibrica torinese,

91;
9b.

porcellane

C. e A. di Castellamonte,

F.

Lanfranchi,
:

G.

Vinovo, 95

nel

sec X\'I1I,

Guarini, 54 e segg.; nel sec.


Ricca, 76 e segg
101.
;

XVIU
del

F. Juvara,
sec.

Della Rovere Domenico: 34.

a principio

XIX,
48;

Duomo:

costruzione, 35; portali e pile dell'acqua-

santa, 37;
di

Archivio

Stato: messale di

Amedeo

\'III,

tombe di Amedeo e .Antonio da Romagnano, 37 mausoleo detto di Giovanna


;

codici di

Domenico
113,
e nel

della Rovere, 49.

d'Orli, 39;
dipinti di

mausoleo

di

CI.

di

Seyssel,

39;

Armeria Reale:
Arte a Torino
18;

Defendente Ferrari,
136.

42, 44; cappella

Piemonte

nell'et

romana,
QuattroXVIII,

della S. Sindone, 68; statue del Legros,

100.

nel

periodo romanico, 23; nel

Ferrari Defendente: 42,

cento, 32; nel

XVII sec,

55; nel

sec.

Guarini G.

64.
76.
:

76; nell'et di Carlo Alberto, 106.


Basilica di Superga: costruzione, 77; sculture, 95.

Juvara F.

Lanfranchi F.

64.
108.
3().

Beaumont C.

88.
:

Marocchetti
messale di

106,
:

Biblioteca Reale

Amedeo

Vili (cod.

Meo

del

Caprino
:

168), 48; cod. 186, 49; cod. 84, 53; disegni. Il 2.

Miniature

nel cod. degli

Statuti di
Vili, 48;

Torino, 28;
nel

Borgo Medioevale:
Case del
100.

31.

nei messali di
classico,
di

Amedeo
della

messale
libro
di

XV-XVI

sec, 30; del periodo

Domenico

Rovere,

49; nel

preghiere di Margherita di Francia, 5^.

Castellamonte: Amedeo, 66; Carlo, 56.


Castello del \'alentino
zioni,
:

Monumento
decoraberto,

di E,

Filiberto,

106;

di

Carlo Al-

costruzione, 61;

108;

del

Conte Verde,
di
<

108.

74.

Museo
62.

(R.)

d'Antichit: sculture romane trovate a

della
di

Veneria Reale: costruzione,


37.
S.

Torino, 18; bronzi


pellettile

Industria, 19; sup-

Vinovo: costruzione,
di

barbarica, 22; antichit egizie, 136.


22, 138; sculture

Chiesa

Agostino: mausoleo Del Pozzo, 74;


di T.

Museo Civico: mosaici romanici,


romaniche
e del

mausoleo
di

Mai Hard,

lOJ.

sec

.XIV,

138; codice
di

degli

della Consolata: costruzione, 69;


S.

campanile
sacello,

di

Statuti di Torino, 28;

messale
in
l'arda,

Domenico
31,

del

Andrea, 23. Corpus Domini

della RoNcre, 49; intagli


:

legno,

138;

primitivo

39

stalli

della badia di

Sta

142; sarcofago

facciata. 59.

di

F.

\'agnone, 38; scidture del Rinascimento,

di di

S. Cristina: facciata, S.

81; statue, 100.


e restauri,
di

142; dipinti di Defendente Ferrari, 136;arazzo

Domenico

costruzione

27

di

fabbrica torinese, 94; porcellane


di

di N'inovo,

alTreschi del sec.

XIV, 28; affresco

G.

M.

9t; bissona
Vitt.

C. Emauiele IH, 141; busto di


III,

Spanzotti, 42.

Amedeo

100; vetri dorati,

144.

INDICE DEL TESTO


Ospedale
di
S.
:

Giovanni
54.

64.

Raffaello,

124: scuola olandese,

135;

Sodoma,

l'acciotto F.

120; G.

M. Spanzotti,

41; G. B. Tiepolo, 128;

Palazzo dell'Accademia delle Scienze, 65.

Tmtoretto, 125; O. Vernet, 113.


Pitture e pittori a Torino
nel sec. IX, 23; nel
:

Carignano,
di Citt,

65.

nell'et

romana,
28;
nel

18

64.

sec.

XIV,

XVXVII

Levaldiggi, 64.

XVI sec:
romane,
Io;

A, Albini, G.
Pigino,

M.
;

Spanzotli, Defen-

Madama:
ciata, 86.

torri

avanzi

del

sec.

dente Ferrari, 40 e segg.

nel

XVI
G.

XIII, 27; costruzione del

sec.

XV,

27:

fac-

sec: G. Caccia.
lone, Cairo,

Mazzuchelli,
Zuccari,

NuvoCarrasec.

Bianchi, F.

S.

Marzano, 88.
:

cha, G. Miei, D. Seyter, 69 e segg.:


e

nel

Reale
di

costruzione

facciata,
de!

60;

affreschi

XX'III: C. Beaumont. Crosati,

De Mura,

Gia-

D. Seyter, 72: affreschi


tesoro.

Beaumont. 8^;
112;

quinto, C. van Loo, C. Pecheux, 88 e segg.

saletta del
armeria, 113.

112;

biblioteca.

Porcellane di \'inovo: 95.

Quartieri militari antichi: 87.


Sculture e scultori
nel
a

dell'Universit, 87.

Torino: nell'et romana, 18;


e e

Piazza di S. Carlo: 58.

Pinacoteca

(R.): sue

vicende,
125; B.

114;

B.

Angelico,
128:

sec IX, 23; nel ser. XV, 37 Sammichele, 39; nel sec. XVT
:

segg.;

M.
72; La-

XVII,

141: Giov. Bellini.

Bellotto,

A.

nel sec X\'1II

Cametti.
;

I.

F. Collini,

Bronzino, 124; Michelangelo


130; G. Caccia, 70; Desiderio

da

Caravaggio,
131:

datte, Legros, 95 e segg.

a principio del sec.


s.

da Settignano,

XIX

Marocchetti, Palagi, Sangiorgio, 108 e


:

120; A. V. Dyck, 135; U. e G. v. Eyck,


:

Spanzotti G. M.

40.

Defendente Ferrari, 44; G. Ferrari, \\^ Franciabigio, 124; Giampetrino, 120; Macrino d'Alba, 46; A.

Mantegna,
Pollaiolo,

125;

Paolo
P.

Veronese,
P.

neir alto Torino: nell'epoca romana, 13 e se^ medioevo, 21 nel medioevo, 23; nel sec. X \T e XVII, 54; nel sec. XVIII, 76; nel sec. XIX,
;

114; A. e P.

121;

Rubens,
del
\'ie

101.
:

134; G. Schiavone,
sec.

124; scuola bolognese


del
Botticelli,

da porta Fibellona a

porta

Segusina,

30;

XVII,

130;

scuola

122; 133;

via

Nuova (Roma),
:

55, 58; via di Po,

88; via

scuola fiamminga, 132; scuola

francese,

Doragrossa (Garibaldi), 88,


Vittozzi A.
55,

scuola lombarda del sec. XVII, 130; scuola di

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

Accademia
dente
:

(R.)

Albertina

Ferrari Defen46
S.
.

Armeria Reale
Balia
del sec.

Stucchi

93

La Nativit

e santi

di S. .Antonio di

Ranverso

Affresco

Un devoto, S. Francesco e Agata 49 Francia F.: S. Giovanni Battista .137 Spanzotti G. M.: Madonna col Bambino 40 Armeria Reale Affreschi C. Beaumont 92, 93 Armi di principi Casa Savoia .116 Calci di fucile 118 F'iasca da polvere 100 Impugnature di spade 120 Interno della Galleria 117 Lingua di bove XVj 120 Pistola 118 Scudo di ferro lavorato a sbalzo e ad
.
.

XV

32
78

Basilica di Superga (F. Juvara)

Biblioteca Reale

di

Cesare

da Sesto: Disegno 115


51

Crocifissione (miniatura di im messale del


sec.

di

XV)
:

Ferrari Gaudenzio: Disegno

114

(sec.

a-

115 Leonardo da Vinci Disegno Campanile del Duomo, Palazzo Reale e cu54 pola della S. Sindone romanico della distrutta chiesa di S. Andrea 24 29 Case antiche (sec XV-XVI) 29 Ingresso Castello Medioevale

gemina

(arte

lombarda)

119 120

Stiletto

del Valentino, visto dal Po Camera della Magnificenza

b3
Soffitto

73

INDICE DELLE ILLUS TRAZIONI


Castello del Valentino

Camera
N'ittozzi)

dello Zo/

Museo
3

(R.) di

Antichit

diaco

Soffitto
.

creduto

di):

Amore dormente
.
.

Michelangelo (gi ....


. . .
.

148
21
17

Chiesa dei Cappuccini (A.

57

Oreficerie barbariche

della Consolata

68

del

^7 Corpus Domini della Gran Madre di Dio e monumento a 102 Vittorio Emanuele 1 72 di S. Agostino INIonumento Del Pozzo

Putto (da

<

Industria

>]

Statue egizie
Statuette femminili in bronzo (da
)
In-

135

dustria

18

Suppellettile barbarica rinvenuta a Te-

Monumento
di S.

di T.

Maillard

....
77,
. .

96

stona

20
<

Carlo
Juvara)

90
90
145

Torelli in bronzo (da

Industria

>)

17

di S. Cristina (F.
di S.

Museo Civico
torinese

Arazzo istoriato

di fabbrica

di

e monumento a Ca\ our Interno S Domenico

Croce

(Beaumont) e fasce decorative


95
:

27
.

dei Gobelins

Spanzotti G. M.:

Un

santo vescovo

41

Arte svizzera Base


di

Vetrata dipinta

.138
99

di S. Filippo (F. Juvara) Interno di S. Lorenzo (G. (Juarini) Interno


Corso del Valentino
del
e

67 8-

leggio
in

Battente

bronzo

74 99
.

Cupola.
ai

61, 75

Bissona veneziana di Carlo Eman. IH

62

Busto

di Vittorio

Amedeo
:

III

100

monumento

Caduti
105
105

1821

Vittorio
(II)

Emanuele
.

Duomo

33 64

Cappella della S. Sindone (G. Guarini) Ferrari Defendente battesimo di Cristo Madonna e santi Legros P.: Cristina S. Teresa Mausoleo di Claudio Seyssel
:

31 Cassoni intagliati Ferrari Defendente Crocifissione .137 44 Madonna col Bambino Sposalizio della Vergine .... 47 Frammenti del monumento Gastone
.

di

Il

48
43

di

Foix (Bambaja)

140
37

S.

98 98

Fronte del sarcofago di Filippo \'agnone Vetro a oro con Lorenzo monaco
:

graffito

1-^3

38
37

Miniature
della

del

messale

di

Domenico
51,

Monumento
Porta
Scuola

sepolcrale

Rovere
di

52
28

Pila dell'acquasanta (sec.


e scala della S.

XV)
((.

....
(uarini)

34
66 53

Miniature degli Statuti

Torino
della

Sindone

Mosaico

del

presbiterio
(?)

chiesa
-5

Scultura lombarda

(sec.
:

XV)
della

del S. Salvatore

piemontese
.

La famiglia
di

_
42

Paliotti in legno intagliato (sec. XIII e


.

Vergine
Sigilli

XIV) -

1.^9

delle

tombe

Amedeo
e

e di

An36

Porcellane di Vinovo

......
.
. .

97

tonio da

Romagnano
Mole Antonel-

Giardino del Palazzo Reale


liana

_
_

101
e

.141 Porta del castello di Lagnasco 30 Sala di stile piemontese (sec. XVI) Scuola tedesca: Vetro dipinto e dorato

di

Piazza Carlo Felice

Stazione

di

Porta
147

(sec.

XVI)
in

1-^3

Nuova
Maschio (II) della Cittadella Mercato di Porta Palazzo Mole Antonelliana
{V.

Sportello di tabernacolo

ferro bat1^1

Pacciotto)

55
145

tuto (sec. X\')


Stalli del

coro della Badia di Stafiarda 136


col

101,

146
105

Tino

di

Camaino: Madonna
((J.

Bambino

142

Monumento

ai

Caduti del 1821


. . .

Palazzo Carignano

Guarini)

67

di Carlo Alberto (Marocchetti) Particolari a Cavour di Emanuele Filiberto (Marocchetti) all'Esercito Sardo (V. Vela) a Vittorio Emanuele
I

.110
Ili

Chiesa

di S. Filippo,

Palazzo dell'Ac.

cademia

delle Scienze (G. Guarini)

67
65

145
. .

di Citt (F.

Lanfranchi)

I09 144

Lev aldi gi

(F.

La porta detta
Juvara)

del

Diavolo
79,
.
.

96 83
26
81

Madama
Atrio

102
13

colle torri medioevali (sec. .\Vi.

Monviso
^luseo
(da

(11)

(R.) di

.Antichit
>)

l'auno in bronzo
19

Scalone

Industria

Paesana

La porta

........

...

80
84

Fibula barbarica

22

Reale (A. Castellamonte)

54, 59

IO
l^'alazzo

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI


Reale e cupola
di S.

Lorenzo

75
71

Pinacoteca
digo

(R.)

Guercino:

Il

figliuol pro-


C.

Affresco di Daniele Seyter Affreschi di Camera della Regina

....

130
d".-\lba
:

Beaumont
Saletta del Tesoro

91


di
di

Bacile con smalto


^^^
11-2

Limoges

Madonna in gloria e santi 50 .126 Mantegna Andrea Madonna e santi


Macrino
:
.

Pollaiuolo A. e

P.:
I

Il

viaggio di Tobiolo 125


133
.

Potter Paolo

tori

Reliquiari San Marzano Atrio dell'Universit (arch. Ricca) cortile


11

Schiavone G.: Madonna col Bambino.


Spanzotti G.
^NL:
il

124

So
85
85

Madonna
giovane
:

col
I

Bambino
I

39
133

Teniers David
ghilterra

giocatori

Van Dyck Antonio

figli di

Carlo

d'In-

Panorama

della citt nel 1777 (da

una stampa) SS,S9


103
107

132

della parte centrale


della parte occidentale

Ritratto di

Tommaso

di

Savoja-Cari-

gnano

(tavola).

Piazza

Castello

alla

fine

del sec.

XVII

(da
t>9

Sacra Famiglia

131
121

un dipinto)

\^ernet Orazio: Ritratto di Carlo Alberto

col Palazzo Madama Reale Castore (A. Sangiorgio) S. Carlo (C. Castellamonte) ..... Vittorio Emanuele Pinacoteca (R.) Albani Francesco: L'ele.
.

83
108

^'eronese Paolo
riseo

La cena
Saba

in

casa del Fa127

56
106

La regina
presso
(II)
il

di
E.:

127
figlia del

Po

Vige-Lebrun
(II)

La
I

Porporati
.

134

Castello del Valentino

60

mento dell'acqua

128

Ponte
Ruderi

Vittorio

Em.

colli

suburbani 102
.

Bazzi G. A. (Sodoma): Lucrezia


Bellini

Romana

123

Porta Palatina, prima dei recenti restauri


della

14

Giovanni
Il

Madonna

col

Bambino 129
76

torre

dell'

angolo

N.-(3.

della

Bellotto B.:
giardini

Palazzo Reale dal lato dei


sul
Il

cinta

romana
:

15

Sovraintendenza dei monumenti

Bassorilievi
16

Veduta dell'antico ponte Botticelli Sandro (scuola):


Tobiolo

Po

87

romani

viaggio di
.
.

12d

NIarmi del sec. VIII-IX (dagli scavi presso


il

Duomo)
Nuova
. .'
.

23
147

Caccia G. (detto

il

MoncalvoI

Le

stim-

Stazione di Porta
70
129

mate

di

S.

Francesco

Teatro romano Torino nel 1640

.15
58

Crespi G. B. (Cerano):
Desiderio

Madonna e santi da Settignano Madonna col


:

122

vista da

Superga

(tavola).

Bambino

\^ecchi quartieri militari


\'u.

.......
....
e
S.

82

Ferrari Defendente:
Ferrari G.:
Calliari

Madonna
in

santi

43
123

(jaribaldi, gi di

Doragrossa
di

90

Madonna
Bacco
e

trono

Roma
S.

Le

chiese

Cristina

di

B.:

Arianna (bozzetto per


.

Carlo

.90
.

un sipario del Teatro Regio)

Q4

Vinovo

Cortile con fregi di terrecotte

35

TORINO

IL

MONVISO.
(Fot.
1.

I.

d'Arti Grafiche).

1.

Monumenti

della

<>

Aiignsla Taurinoriim
i

le

mura
^>.

e le porte,

il

teatro,

avanzi di
basilica

pitture e di sculture:
cristiana.

bronzi di
:

Industria

Tracce di un'antica

Vestige barbariche

la necropoli di Testona.

'^^^:EL
Mj ^IJ! Wd;=^^\

invernali, ma profondamente fecondo, dinanzi al montagne, ora remote nelle brume, ora grandeggianti nel chiarore dei tramonti, era una gente che forse aveva avuto

piano, aspro

pei

geli

mutevole

aspetto

delle

nome
liquia d'arte

dalla forza torbida e indomita dei suoi armenti.


nelle

Confusi ricordi di sue gesta guerresche balenano

storie
la

ma

non

v' re-

che ne perpetui

la

vita.

Soltanto nel tempo in cui

Romanit s'impafigura
concreta,
co-

dron anche della regione subalpina quella


fusa

gente
citt

prende

per noi

entro

l'

impronta romana

quando
1'

la

dei

Taurini

fu simile alle altre

Roma. Dove il fiume, perduto suo cammino lunghissimo


lonie di

tutto

impeto

alpestre,

si

volge pi ampio e quieto


rive
dell 'Eridano,

al

e ancora lo vigila di lontano l'aerea vetta del

Monviso

sorse tetragona la

citt

romana.

Non

proprio

sulle

ma

in

luogo poco discosto, ove


protetti dal fiume
<(

il rialzarsi del terreno dava di dominare il piano circostante, maggiore e dalla affluente Dora. Augusta Taurinorum non occup che una breve area della citt attuale. L' Misurava soltanto m. 720 nei lati maggiori, e m. 660 nei lati minori del suo rettangolo. Le sue mura, delle quali rimangono alcuni ruderi, e molte vestige si ritrovano
>>

negli scavi, furono costrutte con sapiente

pratica
di

muraria, formate

per

gran parte
mattoni, la

(che

in

molti tratti

non hanno rivestimento)

due

poderose

pareti, di

14
cui intercapedine riempita di

ITALIA ARTISTICA
un conglomerato
le

di ciottoli e di calcina attraversato

da frequenti
in tratto le

strati di laterizi

che

collegano in una solidissima struttura. Di tratto


;

mura erano munite


conservata, libera

di torri

e in ogni lato del loro rettangolo

avevano,
che forse

secondo la consuetudine castrense,

una porta.
subite,

Ancora

ormai dalle manomissioni

quella

LA PORTA PALATINA, PRLMA DEI RECENTI RESTAURI(Fot. Alinari).

era la pi sontuosa delle quattro porte della citt, la porta detta poi o palatina >\ volta a settentrione, verso la sconfinata pianura. Due alte torri di sedici lati la fian-

cheggiano

quattro

fornici

di

diversa

ampiezza

s'aprono

nell' interturrio

alla

cui

fronte l'architettura della prima et imperiale

romana diede un aspetto sobrio e severo. Le molte arcate che in doppio ordine come nelle porte romane di Verona e di Treviri e, pi tardi, nella porta del Paradiso a Susa danno leggerezza ali ardua costruzione, non erano senza scopo di certo vi si accedeva dall' interno

^_i

luijiiii

miiiiuui {jjji[ijj.[iiyij

RUDERI DELLA TORRE DELL'ANGOLO

N.-O.

DELLA CINTA ROMANA


(Fot. dell'ing. C. Bertea).

PRESSO

IL

SANTUARIO DELLA CONSOLATA.

IL

TEATRO ROMANO (DA MODELLO

IN

GESSO).
(Fot. dell'in^. C. Bert?a).

i6
della cinta

ITALIA ARTISTICA
s

potevano difendere le porte. X diverso ufficio avevano le molte finestre arcuate delle torri laterali che in antico erano divise in molti piani per mezzo di tavolati. Ma anche pi protetto era l'accesso alla citt romana per la
che dall'alto
si

SOVRAINTENDENZA DEI MONUMENTI

BASSORILIEVI ROMANI.
(Fot. dell'ing. C. Bertea).

struttura interna della porta, munita

come
di

la

porta praetoria

di

Aosta

di

un recinto chiuso

di

un secondo ordine

fornici.

Simili alle torri della porta palatina sono quelle

del

vecchio

castello,

ora

nel

centro della citt, nascoste dalla facciata costrutta da Filippo Juvara. Ouivi passava il lato orientale delle mura, e fra quelle torri si apriva la porta che gnardava verso
la

bassura del Po,

TORINO
Come
giori

nel

castrum
le

romano, due vie mag'-

congiungevano
,

quattro
k

opposte porte,

intersecandosi nel centro della

Augusta Tauil

rinorum
fitto

e fra

esse

si

stendeva

reticolato
la citt

delle vie

minori che dividevano


"

in

molte

insulae

quadrate, dandole sin d'allora

l'aspetto regolare che

doveva poi mantenere nel


restituirono
ve
alla

suo continuo accrescersi.

Ritrovamenti
in molti luoghi
gli

fortuiti

luce

avanzi delle

stricate di

grandi

selci,

romane, lapro\'Aste anche di cloa-

non concessero d'indagare l'aspetto delle che, abitazioni e degli edifici maggiori della Augusta Taurinorum sinch l'opera costante di A. d'Andrade non liber dalle macerie che lo nascondevano uno dei pi importanti monumenti pubblici della citt romana, scoperto casualmente:
((

ma

il

teatro.

Occupava esso una


le

intiera

insula

presso
R. ML!StO UI ANllCHITA. PUTIO. DAGLI SCAVI DI < INDUSTRIA
>.

mura, l'ampia gradinata rivolta a settentrione,


forse
lo
il

verso l'esterno della citt ove


degli
spettatori
della scena e la cerchia

sguardo
recinto

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

poteva spaziare oltre

murale sino
secondo
teatro

alla

corona

delle Alpi lontane. Costrutto

lo

schema comune a
probabilmente
Poi, in diverse

tali

edifici,

ma non
civilt

senza
della

particolarit sue

proprie,

il

sorse

gi

nei

primi tempi

colonia

romana

fu segno, e forse
la

anche mezzo potente, della

nuova
fu

che petra-

netrava nella regione e

univa a

Roma.

riprese

ampliato,

sformato, in parte distrutto durante l'et imperiale.

Era intanto

all'intorno la quiete del

dominio

romano che aveva

estesi

suoi

R.

MUSEO

DI ANTICHIT

TORELLI IN BRONZO, RINVENUTI A

<

INDUSTRIA
(Fot.
r.

.
I.

d'Arti Graficlie).

i8

ITALIA ARTISTICA
confini

ben lungi

oltre le

Alpi

e nel continuo e

sempre

pi profondo irradiarsi della cultura romana dovette essere attiva, sebbene a noi ora oscura fuor che per la tenue

luce gettata dalle antiche epigrafi

la vita della

Au-

gusta Taurinorum
nelle
Il

in

quei secoli, non inoperosa

nemmeno
che orna-

arti.

suolo ha restituito avanzi delle sculture


la citt nei suoi edifici, nei fri
:

vano
di
riale,

allora

un frammento
del secolo
I

bassorilievo

rappresentante forse un'allocuzione impe-

nel quale traluce ancora l'arte

romana

un'altra scultura,

meno

bella, nella quale raffigurato

legionario presso

un cavallo
anche
i

vasta teoria di figure armate

mente

scolpita, e

frammento forse d' una panoplia, eleganteframmenti d'una statua equestre,

un una

di

bronzo, ch'era stata innalzata in onore di qualche con-

siderevole cittadino.

La
nella

pittura stessa ha lasciato traccia della sua attivit

Augusta Taurinorum
che

)>

in certi avanzi

di

un

af-

fresco, ora quasi svanito,


R.

ornava una

parete, di cu-

MUSEO
(Fot.

STATUETTA RITROVATA A
I.

DI ANTICHIT. FEMMINILE IN BRONZO

bicolo o di portico,

INDUSTRIA

adiacente

al

teatro

I.

d'Arti Grafiche).

romano.

Nei
di

quali

un
era circondato d'un fregio
eseguiti
di

fondo
a
ornati

rosso

intenso,

smalto,
vegetali,

con

tanto naturalismo e con

tecnica
.secolo
I.

cos sicura

da potersi credere opera del

le arti industriali,

sebbene ne siano state

poche tracce, dovettero pur fiorire com' da pensare mentre se ne rinvengono preziose opere in luogo non lontano dalla Augusta Taurinorum , e forse meno importante di essa un tempo. Di fronte alla confluenza della Dora Baltea e dell' Eridano, sorgeva nell' et romana un municipio il cui nome .stesso sembra ricordare l'attivit prosperosa degh abitanti: Industria ,
ritrovate
nella citt,
((

Monteu da Po. Abbandonato verso il principio del secolo V, forse dinanzi a un improvviso pericolo, quel luogo
nel territorio dell'odierno
fu ricoperto dal terreno
le
;

poi vi

si

estesero sopra

colture pareggiando tutto


di

all'

intorno

oc-

cultando sotto
fici,

s le tracce degli antichi ediR.

gli

avanzi delle suppellettili che scavi forsinora,

MUSEO

DI ANTICHIT.

tuiti,

o poco regolari

hanno

in

parte

STATUETTA FEMMINILE IN BRONZO RITROVATA A r INDUSTRIA >.


(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

esplorati e ritrovati.

TORINO
La copia

19

d'Industria ( tanta che pot suggerire dei bronzi rinvenuti nel lungo furono salvata dalla officine di fonditori. Fra i bronzi che siano fiorite col delle figurette di tori, diverse e molte sun-. d'Antichit'i. dispersione nel Museo torinese

R.

MUSEO

DI

ANTICHIT

FAUNO

IN

BRONZO, RINVENUTO A

<

'^DUSTRIA

^.^

^^^^^^_ grafiche).

forse offerte votive, nelle quali

sero magnificare la

pu esser fecondit delle gregge o


si

volestentati a credere che gli abitanti


il

nome

delle

vicine

popolazioni

per maestria di statuetta di fauno, mirabile per empito bacchico e non servisse sebbene che, velata putto e certa figura di danzatrice
;

modellatura
che
di

una un
;

orna-

20

ITALIA ARTISTICA
di

mento

qualche suppellettile,
fittili

rispecchia negli

atti

e nella

grazia

l'arte

delle

pi

leggiadre figurine

di

Tanagra.

Forse

in

avvenire qualche fortunato ritrovamento mostrer che,


,

come

nella pros-

sima
arti,

Industria

anche

nell'

<(

Augusta Taurinorum
di

>

per

attivit locale o

per opere portate dal

fuori,

largamente le mentre anche alle altre


fiorirono
la

citt

remane

della regione subalpina, ad Aosta, a

Susa esse diedero cospicui monustoria

menti. Per ora non abbiamo elementi bastevoli a tracciare pi sicuramente

della citt e della sua attivit artistica nei secoli dell' Impero, della quale tuttavia p-

I
R.

km
MUSEO
DI

ANriCHlIA

SUPPELLETTILE BARBARICA RINVENUTA E TESTONA.


(Fot.
I.

1.

d'Alti Grafiche).

trebbe far qualche congettura chi seguisse accuratamente


teatro

le

vicende subite allora dal

romano,

in

ampliamenti e diminuzioni successive sinch tutto non fu arso nel


detriti.

crepuscolo della civilt antica, e ricoperto dalle ceneri nerastre e dai

L'

'(

insula

che prospettava

il

teatro romano, dove


nella citt
il

sorgere

il

Duomo, sembra

essere stata

centro

dopo molti maggiore

secoli

doveva
cultura

della

nuova che soppiantava l'antica, della fede e del culto cristiano. Forse essa accolse dapprima le spoglie di qualche martire, e richiam perci pi d'ogni altro luogo la

TORINO
venerazione dei
fedeli.

21

Recenti scavi hanno

ri\'e]ato

che gi

in

et molto
al

antica

fu

costrutta in quell'area
tore, divisa in tre

una grande basihca, navate mediante due file

intitolata

probabilmente

Santo Salva-

di pilastri rettangolari.

zione della

tomba
il

appunto presso

del vescovo Ursicino (562-609), ora murata nel luogo ove doveva trovarsi l'abside di quella primitiva basilica.

La grande iscriDuomo, fu rinvenuta


Che

R.

MUSEO

DI ANTICHIT

OREFICERIE BARBARICHE.

(Fot. del Museo).

presso

le chiese,

secondo

la
il

luogo ove gi era sorto


tristezza dei tempi.
Si

nel nuova consuetudine, si adunavano le sepolture; e tombe, umili teatro romano si stratificavano ora le tombe
:

composte di mattoni antichi, prive

d'ogni

suppellettile

funeraria,

come voleva

la

mente

continuadisfaceva ormai all'intorno la cultura antica, sempre pi, percossa luoghi nei vittorioso dalle incursioni di genti barbare, poi dal loro insediarsi

gi tenuti dalla Romanit.

22

ITALIA ARTISTICA
nella regione

Anche

subalpina

sono

frequenti

vestigi del

passare e del

per-

manere di quelle popolazioni barbare, nei primi secoli del Medioevo, non dissimili da
quelli ch'esse lasciarono nei molti luoghi percorsi e occupati

oltralpe

fra

noi.

Testona, presso Torino, sulla riva destra del Po, venne scoperta una vasta necropoli

barbarica la cui suppellettile ora raccolta nel ]^Iuseo di

Antichit.
l'etc.

Come

in

altre
il

tombe barbariche

delle quali difficile definire

esattamente

e pi ancora

popolo cui spettano

nelle

tombe

della necropoli di Testona, che

mata nel corso

del secolo VI. sono riuniti oggetti che attestano di

pu credersi forcommerci L .ntani

o di depredazioni

patere di vetro variegato, collane di paste


i

vitree

con

altri

oggetti lavorati dagli artefici che

barbari avevano pur fra

di
;

loro,

per

apprestare
vetro
ri-

quanto servisse ad ornamento della persona

rozzi pettini

fibule di
di

bronzo grosdi

samente ornate
cucite sulle vesti

di

intrecci,

di teste belluine, o

ricoperte

tutte

lamelle

entro alveoli; puntali di fimbrie; piccolo croci di foglia d'oro che dovevano essere
;

grossi coltelli a

un fendente o

<(

scramasaxi

"

quali attestano

dello spirito confuso e informe di quelle genti, aliene del tutto dalla cultura classica

della quale la l(jro presenza affrettava la fine. Pi sontuosa di quella della necropoli di

Testona,

ma
le

non diversa,

la suppellettile d'

una tomba trovata recentemente quasi


e
l'antica

agli odierni termini della citt, ricca d'armille d'orecchini e di grandi fibule d'argento.

nuove popolazioni signoreggiarono quasi ogni parte dTtalia colonia romana divenne sede di un ducato lonof'ibardo.
Poi

R.

MUSEO d'antichit

FIBULA BARBARICA,
(Fot. del Museo).

SOVRAINTENDENZA DEI MONUMENTI

MARMI DEL

SEC. VIII-IX. DAGLI SCAVI PRESSO IL

DUOMO.

II.

//

periodo romanico
vatore (?).

il

campanile di S. Andrea
:

il

mosaico della basilica del S. Sal:

//

periodo ootico

il

castello di Lodovico d' Aceda

la ciiesa di

San

Domenico. La pittura nel Trecento: affreschi e mini alare. L'architettura


il

civile:

Borgo medioevale.

^I"ASI

per tutto

il

Medioevo non restano a Torino che poche,


penuria
di

non impor-

tanti,

tracce di attivit artistica, anche nelle epoche


nella regione circostante
:

che lasciarono opere


soprattutto
antichi

cospicue

dovuta

sul

da

supporre

a distruzioni e

dispersioni

monumenti
la

avvenute
culto

nei secoli pi recenti per dare

un nuovo aspetto
secolo

alla citt.

Vi bens ricordo come, nel


delle immagini,
il

IX,
il

agitandosi

controversia

vescovo Claudio deplorasse


;

gran numero d'iconi sacre ch'erano


o
disse-

nelle chiese torinesi

restano anche, murati nel campanile della cattedrale,


dei
al

polti negli scavi recenti,

frammenti

di

marmi

lavorati con intrecci, e dei capitelli

che

si

possono attribuire
dell'et

secolo VITI o al secolo IX,

ma

nessun

monumento

ri-

mane

romanica, del tempo

in cui l'architettura fior

mirabilmente nella regione

subalpina e popol di sue chiese le colline del Monferrato, e innalz audace la grande

mole della Sagra di S. Michele, quando diffondeva forse anche lontano la propria opera. Soltanto il campanile della antica chiesa di S. Andrea, presso il santuario della Consolata, ricorda nelle sue robuste forme romaniche quel glorioso periodo dell'architettura.

Che anche a Torino


nei secoli

allora fosse la multiforme attivit artistica, che era diffusa,


dalle

XI

e XII, per ogni luogo d'Italia, attestato


il

recenti

scoperte

nel

terreno fra la cattedrale e


silica

teatro romano, ove era stata costrutta la primitiva ba-

del Santo Salvatore, I.a quale, in quel tempo, ebbe

non soltanto modificata

la

ITALIA ARTISTICA

sua disposizione interna,

ma

fu ornata, nel suo presbiterio, di

uno
in

dei pi importanti

mosaici pavimentari che siano ancora nellTtalia superiore.

Composto
tessere rosse,

di

tessere

marmoree bianche
il

nere,

avvivato

qualche

parte

di
si

di terracotta,

pavimento

istoriato,

ora frammentario,

e lacunoso,

CAMPANILE ROMANICO DELLA DISTRUTTA CHIESA DI

S.

ANDREA, PRESSO

IL

SANTUARIO DELLA CONSOLATA.


(Fot.
I. I.

d'Arti Giafiche).

stendeva

ampio quadrato dinanzi all'altare. Lo circonda all'intorno una fascia di Nel suo mezzo sta la Fortuna, delineata con tessere nere sul fondo bianco incoronata, essa in atto di imprimere moto a una ruota entro cui segmenti sono figurati gli stati diversi del destino umano. La ruota della Fortuna addentata da grandi maschere demoniache ad essa si annodano altri dischi con figure di animali, quasi in preziosa stoffa orientale. Tutto racchiuso da un grande
in

ornamenti
:

diversi.

MUSEO CIVICO

MOSAICO DEL PRESBITERIO DELLA CHIESA DEL

S.

SALVATORE

(.-').

(Fot. dell'ing. C. Bertea).

26

ITALIA ARTISTICA

PALAZZO MADAMA COLLE TORRI MEDIOEVALI (SEC XV).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

cerchio di zone bianche e nere, ondeggianti

l'Oceano, cH certo, che fra le


delle

onde
del

leggono
saico,
Il

nomi
i

delle isole oceaniche, della Scozia e della liritannia,

Orcadi e

dell'ultima Tuie. Sul mare, dai quattro punti cardinali, dai

quattro

angoli

mo-

soffiano

Venti.

numerosi monuPiemonte stesso, in Aosta, a Ivrea, a Vercelli, a Novara, a Casale, in Acqui, a Grazzano di Monferrato, e si ricollega cogli altri molti ancora esistenti nella Lombardia, nell'Emilia e in altre parti d'Italia, sin nelle estreme Puglie, composti nel secolo XI o nel XII, al quale esso pu venire attribuito, per diversi argomenti, con maggiore probabilit. Simile nello stile ad altri mosaici dell'Italia superiore, il mosaico torinese singolare per contenuto iconografico, adunando esso insieme la fig'urazione, quasi popomosaico, ora trasportato e ricomposto nel
in
altri

Museo

civico, trova

menti

affini

pavimenti

istoriati

che

si

conservano

nel

laresca, della

Ruota

della Fortuna, sovente ripetuta dalla nostra arte


scientifica

romanica, con

rappresentazioni pi elevate, che riflettono la cultura


le epigrafi

medioevale,

poich
isole

inscritte presso le figure dei Venti, e quelle


(e

che

si

riferiscono

alle

dell'Oceano

accennano anche alla diffusa credenza che nella Scozia non potesse campare nessuna serpe) sono derivate da scritti di Is'doro di Siviglia e d'altri an-

tichi autori.

TORINO
Del secolo XIII, nel quale
le sorti della citt si

27

alternarono fra

il

libero

reggi-

mento e diverse

signorie, sinch

non s'impose

il

dominio dei conti

di

Savoia,

sono

alcuni avanzi dell'antico castello, detto poi Palazzo

Ancora Torino era chiusa


dell'antica porta che

nella sua forte cerchia

Madama. romana

ma

dinanzi alle torri

guardava verso il Po venne allora costrutta, da Guglielmo di Monferrato, una domus de forcia che sbarr l'antica porta romana, mentre nell'attigua cortina delle mura gi si apriva una porta minore. Di tale costruzione, e
di successivi
,

rimaneggiamenti, restano tracce nell'attuale castello ampliato, come ora

nel principio del secolo


torri angolari

XV, da Lodovico

d'Acaia

edificio
le

imponente per
torri

le

sue

due

che imitano nella loro pianta polig"onale

dell'antica

porta

romana,
anche

pittoresco

nelle

missioni
to

manoche n e
lo
pri-

sconvolsero l'aspetesterno,

varono della merlatura,


di lo

copersero
tetto

un grande

sconnesso.

Anche

la chie-

sa di S. Domenico,
della quale recente-

mente
glio

fu posta

me-

in luce la for-

ma primitiva,
alla

spetta

seconda

del secolo

met XIII o al

principio del

XIV

ed

Tunica opera

notevole rimasta
nella
citt
dell'ar-

chitettura gotica che


lasci anch'essa nel

Piemonte molti nobilissimi monumenti.


Il

restauro del-

la chiesa di S.

Doresti-

menico

ci

ha

tuito le sole pitture

del Trecento che Torino oggi possieda


la
:

decorazione d'una
CHIESA DI
S.

cappella dedicata a

DOMENICO

INTERNO.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

San Tommaso,

di-

28

ITALIA ARTISTICA

MUSEO CIVICO

MLNIATL'RE DEGLI STATUTI DI TORINO.


(Fot.
I.
I.

d'Art; Giafiche).

pinta

probabilmente

alla

fine

del

penultimo quarto
la

di

quel secolo.

Gli

affreschi

che raffigurano alcuni Santi, l'Annunciazione,

sentata alla ^Madonna da S.


la cui

Tommaso

sono opera

maniera pu essere comparata con quella dei


presso Chieri, rappresentanti
il

del committente preun mediocre pittore locale dipinti nel chiostro della Badia

famiglia
di

di \'ezzolano,

il

"

Contrasto

dei

tre

vivi

dei

tre

morti

l'Adorazione dei Magi,

Cristo

in

gloria.

Nelle opere dei pittori della chiesa di S.

Domenico

e del chiostro di

Vezzolano
nel

appariscono frequenti caratteri


in

stilistici

affini

a quelli dell'arte oltramontana, la quale

ogni tempo, in misura varia di luogo in luogo, estese la

sua

influenza

Pie-

monte.

E
il

ad

esse

si

possono bene
di

riunire,

con

altre miniature,

anche
nel

quelle che

ornano

codice degli Statuti

Torino

solennemente pubblicati

1360, essendo

sindaco e massaio della citt


Il

Giuliano di Veniano.

codice, ch' certamente l'autentico,

dopo essere
assicurati)

rimasto
le

esposto

per

secoli

nell'atrio del palazzo del

Comune, ove era

con

catene delle quali anminiati

cora munito,

si

trova nel

Museo
i

civico.

Reca

a principio due fogli

con

lo

stemma sabaudo,
arti.sti

l'impresa e

santi tutelari della citt dipinti

rozzamente
credere
il

con

stile

affine a quello degli affreschi di S.

Domenico,

che

possiamo

proprio

agli

piemontesi quasi indifferenti

all'arte dei pittori

che durante

Trecento

pur

CASF.

AMICHE

fShX. XV-.\VI,).

(Fot.

I.

r.

d'Arti (ri-alUhe).

INURESSO DM. CASTELLO MEDIOEVALE.

,I''ul.

I.

I.

a'Aru GraficIicU

30

ITALIA ARTISTICA

MUSEO CIVICO

UNA SALA

DI STILE PIEMONTESE (SEC. XVl).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

vennero anche
scana,

in

Piemonte da

altre regioni d'Italia, pi fortunate

nell'arte

dalla

Toil

donde pass

in servizio dei

conti di Savoia, sul principio del secolo

XIV,

fiorentino Giorgio d'Aquila; dalla

regione subalpina

e forse lavor nella vicina Rivoli

cando una maniera

di colorire,

Lombardia; dall'Emilia donde venne anche nella larnaba da Alodena rea forte chiaroscuro, pi progredita che non fosse nei

contemporanei
Il

pittori toscani.

codice degli Statuti torinesi, jDrezioso per la storia


utili

del Diritto,

non contiene
curiose

che poche indicazioni

chi voglia rievocare la vita della citt


si

del Trecento in

qualche suo carattere particolare. Vi


per le botteghe dei beccai, per
quali tutte
i

ritrovano

disposizioni
la

talora

le
il

pescivendoli,

per

nettezza delle
la

strade, fra

doveva essere
di

la principale quella

che univa

porta Fibellona, presso


gli Statuti

castello, alla

porta Segusina, che ad essa soprattutto provvedono


siepi

proibendo

che fosse fiancheggiata


coperti di paglia.
'

ordinando che non

vi pi^tessero essere dei portici

pochi avanzi di anticlie case ritrovati nelle


tali

jjarti

pi

vecchie

della

citt

non

sono

che concedano d'immaginare quale aspetto l'architettura

civile

avesse dato
si

a Torino nel corso del Medioevo.

Ma

in molti altri luoghi del


il

Piemonte
e
il

conser-

v^ano ancora tante abitazioni private costrutte tra

secolo

XIII

XVI
quelle

che

da

esse

si

pu ragionevolmente indurre quale forma

dovessero

avere

torinesi,

TORINO
provviste certamente di portici

31

il

come

le

case di Avigliana, di Cuneo, di Alba


laterizi,
si

e decorate, nella loro semplice muratura di

con terrecotte lavorate a stampo


e di altri luoghi

intorno alle finestre e nei


in

fregi,

quali

vedono
tipi

case di Rivoli, di Moncalieri


diversi

delle quali

L^iemonte ebbe

suoi propri,

da

quelli,

pi raffinati, della Lombardia.

Giova a supplire

alla

penuria

di

monumenti

dioevale costrutto nel 1884 sulla bella riva del Po.


giudiziosa cura, alcuni dei pi singolari edifici
e vennero riuniti con gradevole effetto.

Medioevo a Torino il borgo meFurono riprodotti in esso, con privati che si ritrovino in Piemonte
del
;

Oglianico diede
Avigliana, Pinerolo,
tici
;

il

modello della torre d'ingresso nel


alle

Borgo

P)Ussoleno,

Alba,

Mondov fornirono esempio


il
il

pittoresche case munite di por;

la valle di
di

Susa offerse

tipo della bella fontana

castelli

valdostani

di

Is-

sogne,
parti a
lo

Verrs, di Fenis.
il

castello della

Manta presso Saluzzo diedero diverse


il

comporre

castello signorile che doiuina

borgo, e

anche
le

le

pitture

che

decorano.
Degli arredi poi, ch'erano entro
le case,

colte nel

Museo

civico torinese

possono dare idea

suppellettili

rac-

le

quali

provengono per gran parte

dalla
gli

Valle
inven-

d'Aosta
tari

e pi esattamente, per

quanto riguarda Torino

e la sua corte,

quattrocenteschi del castello di porta Fibellona, abitato dai principi sabaudi.

JTmtm

ifllfiillilil

MUSEO CIVICO - CASSONI

INi

AGLIAI

I.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Gralichc'

BADIA

S.

ANTONIO

DI

KANVEUSO

AFFRESCO DEL SEC. XV.


(Fot. dc-U'incr. C. Bertea).

UT.

//

Piemonte
G. M.

/'

arte del

Quattrocento.

//

Rinatici mento a

Torino.
il

La

cattedrale.

Sculture di maestri toscani e lombardi.

La

pittura tra

secolo

XV

e
:

il

XVI

Span cotti. Defendente


il

Ferrari,

Macrino d'Alba.

La miniatura

codici

vari:

messale del cardinal Domenico della Rovere.

^^^r^IEL Quattrocento, quando in ogni regione d'Italia l'Umanesimo trionfa e diffonde nuovo stile del Rinascimento iDonendo termine alle forme go^I^IJ Jk5^ tiene, quando le innumerevoli variet regionali della nostra arte, pur dif.si

il

ferenti assai tra di loro,

tutte

da uguali
si

tendenze,

il

non

unisce che a rilento, e


stile

sono unite da tali affinit che le rivelano animate Piemonte sta in di.sparte, quasi chiuso in se stesso, e molto tardivamente, al grande movimento comune.
nostre

Lo
forme, e

gotico che nelle altre regioni

cede presto

dinanzi

verso la met del Quattrocento intristisce anche nei luoghi ove

pi vivace, nel Piemonte persiste tenacemente sino alla fine del


oltre,

nuove sembrava secolo XV, e anche


alle

sia nell'architettura

che nelle altre

arti.

Era lontana
;

la

regione subalpina

dai

centri

ove

si

svolgeva pi vitale

l'arte del

Rinascimento

e se

potevano

le

forme

nuove esserle trasmesse dalla vicina Lombardia, che presto le accolse e cos avvenne a Novara, a Vercelli, a Casale, terre invero piuttosto lombarde che piemontesi,

nell'arte
il

esse vi trovavano ostacoli pi forti che altrove, pi inerte e pi rastile.

dicato

E non senza Per cultura, anche per relazioni


vecchio
transalpini, nella

speciali ragioni.
politiche,
I
il

strettamente legato coi paesi d'oltr^dpe.

.suoi

principi

Piemonte nel Quattrocento era univano ai piemontesi altri

assai
vasti

domini

Savoia e sul lago

di

Ginevra; avev^ano una corte informata

T (3 R I N O
piuttosto alla cultura francese che
all'

35

italiana.

Ci poteva facilitare l'avvento in Piel'influenza delle

monte
al

di

opere e

di artisti stranieri o,
il

almeno,
si

forme

artistiche di

oltralpe.

Le

quali per tutto

Quattrocento

mantennero
e

fedeli allo stile gotico sino

largo rifluire in Francia

dell'arte italiana nell'epoca di Carlo Vili e di

Francesco
il

che ebbero presso


il

di s schiere di artisti nostri

maestri

sommi, come

Mazzoni,

Solario,

il

Celli ni,

Leonardo da Vinci.

Le influenze della tarda arte gotica francese che nel Quattrocento penetravano in Piemonte vi rendevano adunque pi forte la resistenza delle vecchie forme al diffondersi del Rinascimento, come pi chiaramente appare nei luoghi che pi erano aperti
a quelle influenze cento impronta
di
S.
:

nella valle d'Aosta, nella valle di

Susa, nel
alla

marchesato
fine

di

Sa-

luzzo ove lo stile gotico predomina quasi senza contrasto, e


di s
il

del

Quattro-

priorato di S. Orso d'Aosta,


di

il

castello d' Issogne, la cappella

Giovanni nella cattedrale

Saluzzo.

Torino ebbe,

sul

finire nel

Quattrocento, forse

il

primo

edificio

di

schietta

ar-

chitettura del Rinascimento che sia sorto in Piemonte.

Nel 1490, per far luogo a un nuovo Duomo,


chiese che sorgevano contigue

si

pose

mano

a demolire tre antiche

in un'area ristretta, fra le quali era la

vecchia

basi-

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

34
lica decorata, nel

ITALIA ARTISTICA
suo presbiterio, del mosaico pavimentano test ritrovato. Aveva orcostruzione di una nuova pi ampia cattedrale il cardinal Domenico della
di

dinato la

Rovere arcivescovo
sontuose basiliche
di

Torino, cui la lunga consuetudine della corte papale

e delle

Roma

doveva rendere

intollerabile

la

vetusta

povert

della

DUOMO

PILA DELL'ACQUA SANTA (SEC. XV).


(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

mapfgior chiesa torinese, nella quale persino

il

pavimento non era che


ecclesiastiche

di terra battuta.

Domenico
in

della

Rovere

che, per le alte cariche

cui

Sisto

IV

lo

aveva chiamato, risiedeva da molti anni neh' Italia centrale, non cerc oltralpe o Piemonte gli artefici della nuova chiesa, li ebbe anzi dalla Toscana. Nel 1401 egli mandava a Torino otto scultori, o scalpellini, di Firenze; nel 1492 egli faceva con-

TORINO
tratto con
u

35

d^ogni parte mastro Meo del Caprino da Settignano per la fabbrica come a maeSettignano a Meo, o Amedeo, da del Duomo. I documenti accennano diil soltanto ed assai probabile che a lui sia stato affidato non stro dell'opera l'architettare l'edificio. Il quale, con rara alarigere i lavori di costruzione ma anche
;

VINOVO

(.:ORnLE

CON

hRF.GI DI

TEHRECCTrE.
(Fot. Alin;u-i).

critc,

era gi condotto a termine nel 1498.

La
dalle

cattedrale di

Domenico

della

Rovere

se

si

ponga a paragone con


l'arte si

le archi-

nelle quali tetture dell' Italia centrale sulla fine del Quattrocento,

tramutava

maturit del Cinquecento, da stimarsi opera ogni parte l' impronta secondaria e quasi arretrata. Essa ha tuttavia nitida e pura in all'esterno di aurea semplidell'architettura toscana del Quattrocento. Ogni forma cornicioni e pilastri sobriamente profilati, con

prime pi sobrie forme

alla florida

cit,

nei

due ordini della facciata con

36

ITALIA ARTISTICA

due leggere volute che, secondo il consueto artificio quattrocentesco, congiungono il corpo centrale a quello delle due navate laterali nel transetto, che risalta molto alla
;

vista,

con membrature

di pilastri e di cornici le
;

quali

bene derivano

dall'arte

del

Brunellesco e di L. B, Alberti

nella timida cupola poligonale

sulla cui lanterna la

DUOMO

SIGILLI

DELLE TO.MBE DI AMEDEO

E DI

ANTONIO DA ROMAGNANO.
(Fot.
I.
I.

(l'Arti Grafiche).

banderuola ancora traforata con l'impresa della querce dei Della Rovere.
L' interno della cattedrale

appare

men

bello per le

brutte decorazioni
di

moderne
corri-

che

lo ricoprono,

ma

nella

sua struttura

di pilastri,

d'archi e

volte

bene

sponde

alla sobria,

e quasi sparuta,

semphcit deircsterno.

Gli scalpellini che

Domenico

della

Rovere aveva mandato da Mrenze non

lavo-

TORINO

37

iWUStO CIVICO

[RONIK

lti.

SAKCOl AO(J

DI

11

ll'l'O

VAGNONE.
(l>'ot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

rarono soltanto a tagliar conci nelle cave di Bussoleno e a profilare

dei cornicioni,
ornati,
so-

ma

decorarono anche

tre portali della facciata di sculture pi eleganti negli

nei fregi vegetali e nelle grottesche, che nelle

figure, di

cherubini
le

d'angioli,

vente trattate con

grande rozzezza. Opera loro sono anche

due

belle pile dell'ac-

quasanta, che un tempo erano segnate dello


cardinale medesimo, l'architettura del Ri-

stemma

del cardinale della Rovere,

Frattanto nel vicino castello di Vinovo, appartenente

appunto

alla famiglia del

nascimento si manifestava forme certamente per opera


bardi. I

in

altre

sue

di artisti
il

lomdel

quali

decorarono

cortile

castello

tanto simile a cortili lombardi

di terrecotte

ben diverse dai

tipi anti-

con fregi g'oticheggianti, quali ancora erano usati in altri luoghi del Piequati,

monte, e

simili alle terrecotte

lombarde,

soprattutto nei dischi fregiati di quei profili

imperiali

che

si

ritrovano frequenti

nelle decorazioni di edifici


fine

lombardi della

del Quattrocento.

La
pere
in

del Quattrocento, la quale

lombarda dello scorcio ha lasciato opi luoghi del Piemonte nelle


scultura

cattedrali di Acqui, di Alba, di Saluzzo e

altrove

appare in

alcuni

Duomo
deo da

nel sigillo della

marmi del tomba di Ame-

Romagnano vescovo

austera opera di
figura giacente di

che riposa, vestito

di Mondov, Antonio Carlone, nella Antonio di Romagnano di broccato, con le mani


"'^*^^

conserte sul libro e sulla spada, sorridente


nel vecchio viso bonario.

~ monumento
(,1'ot.

sepolckalf.
I.

I.

d Arti uraliche).

\8

ITALIA ARTISTICA
Pi incertezza sentiamo nell'attribuire a scultore lombardo
il

sarcofago del poeta

Filippo Vagnone, ora nel


cui ridotto.
Il

Museo

civico torinese, a cagione

anche del pessimo stato


il

bassorilievo d'

una

delle sue facce, rappresentante


si

Parnaso, mostra
della

certo aspro pieg'are dei panni che

accorda per tutto con


il

lo

stile

scultura
diffe-

lombarda

ma

quello della opposta

faccia, raffigurante

mito

di

Perseo, ne

MAUSOLEO

DI

CLAUDIO SEVSSEL.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

risce alquanto per

il

fare pi

tondeggiante delle

figure e

per

la

forma schematica

degli sfondi.

Un'altra corrente

stilistica,

un'altra infiltrazione d'arte oltramontana, denunciata


altri

da una tomba che non possiamo credere, come


delle figure, escludono ch'essa sia

dalla demolizione della vecchia cattedrale, perch la sua maniera, e

lavoro

del

nuovo Duomo costume stesso Quattrocento, anzi indicano la prima


vuole,

provenga

ai

il

TORINO
..,

39

di figure di donne dolenti, rammenta met del secolo successivo. TI sarcofago, fregiato e anche la statua della devota ingi pleurants le tombe francesi con figure di d'Orli morta nel 1474;. Povera di canocchiata (che dubitiamo assai sia Giovanna

^la in molte lapidi cinquecente.sche rattere e di vita, richiama all'arto francese.

con-

PI

R.

PINACOTECA

G. M. SPANZOTTi;

MADONNA

COI.

BAMBINO.
(Kot.
I. r.

d'Arti Gr.ificliO.

servate nel

Duomo

.si

riafferma lo

stile italiano

nel mausoleo di Claudio di Seyssel, entro la dal quale stamente attribuito allo scultore e architetto veronese Matteo San michele poi miseSacramento, del la citt ebbe anche un nobile edificio, il primitivo sacello Domini. ramente distrutto per ccstruire in suo luogo la nuova chiesa del Corpus

del principio del Cinquecento, e pi sagrestia della stessa cattedrale, giu-

40

ITALIA ARTISTICA

IMentre cos nel Piemonte

di

e a Torino in
architetti e
di

particolare
scultori

l'arte

del

Rinasci-

mento

si

mostrava

con opere

non piemontesi,
artisti locali,

la pittura,

merc
e,

l'attivit di
le

vi lasciava

lentamente

vecchie forme goticheggianti,

mantenendo caratteri suoi, diventava sempre pi affine a quella delle altre


pur
regioni nostre.

Non
ritrovano

a Torino degli
i

ma

nei suoi dintorni

si

affreschi

importanti
di

del

Quattrocento
nel periodo

quali

danno

determinare

che carattere avesse


sorsero

la pittura in

Piemonte
cui

che antecedette
Spanzotti,

quello in

lo

Defendente Perrari,

Macrino d'Alba. Sono i singolari affreschi della Badia di S. Antonio di Ranverso e quelli, ad essi molto affini, della cappella
di S. Pietro di

Pianezza presso
riunire

Torino,
altri

ai

quali

se

ne

possono

di

epoca

diversa

sparsi in pi luoghi del


gli

Piemonte (soprattutto notevoli


del castello di

affreschi

Manta

e dell'oratorio di Vil:

lafranca, nel Saluzzese)

e tutti

dimostrano

come

nel corso del Quattrocento fosse prol'

fonda e prevalente
che

influenza della pittura

oltramontana nel Piemonte, anche in opere


si

posson

credere

eseguite

da

artisti

piemontesi, e quanto vi persistessero tenaci


i

convenzionalismi

del

tardo

stile

gotico

dai quali, nelle altre regioni, la pittura ita-

liana

si

liberava prestamente n era gi sgom-

bra del tutto.

Nel periodo che sussegu a quello cui


apparteng"ono
ACCADEMIA ALBERTINA. spanzotti: madonna col bambino.
U.

siffatti

affreschi,

supponiamo
il

abbia avuto non poca importanza


G. M.

pittore

e miniatore
che, fra
il

Am.edeo Albini da
1470
e
il
il

Aloncalieri

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

1492, lavor

per

la di

corte di Savoia, e anche per

Duomo

Torino
sua. L'artista che sinora
ci

ma

non abbiamo pi nessuna opera

appare come pi attivo nello svolgersi della pittura nel


Quattrocento e nei primi decenni del Cinquecento Gian
bottega passarono di certo Defendente Ferrari e
al
11
il

Piemonte

sullo scorcio del

Martino Spanzotti, nella


segno,

cui

Giove-

none, attingendone elementi


il

loro

stile,

e pass anche,

ma

senza recarne poi nessun


Casale,

giovinetto Sodoma.

pittore,

che mor prima del 1,528 a

donde

TORINO
egli era nativo,

41
attivit

sembra aver

esercitato

la

sua
sola

soprattutto

a Vercelli, ove

tenne bottega, a
noi

Chivasso, a Torino.

Ta

sua

opera

firmata che sia giunta a


attribuirgli

lavori

d mezzo di una Madonna della Pinacoteca torinese una tavola dell'Accademia Albertina di Torino, opera
figure di
putti,

ahnmi
di

altri

pi

precoce

quella,
rij^eii-

che certe

dai

corpi

atrofici,

di

modellatura flaccida, fanno

CH:ESA di

S.

DOMENICO

G. M. SPANZOTTi:

UN

S-.NIO VtSCOVO.
(I-'ot.
I.
I.

(l'Ani (;raficlie\

sare alla vecchia scuola

lombarda che

il

pittore pot conoscere a Casale, ove


;

aveva

lavorato

il

cremonese Cristoforo Moretti

forse con l'aiuto di discepoli


tratti

un

vasto

ciclo

di

affreschi

eseguiti

nella chiesa di S.

Bernardino dTvrea, nei quali molti


lombardi estranei ancora
alTor-

ricordano lo

stile

di

altri

pi

recenti

pittori

bita di

Leonardo.
dipinti ci

Tah

inducono

ad

attribuire allo Spanzotti

un

affresco

recentemente

42

ITALIA ARTISTICA

ritrovato nella chiesa torinese di S. Domenico, rappresentante un santo vescovo che


largisce elemosina a due putti, che
di questi,

ha somiglianza cogli affreschi dTvrea e, al pari pu credersi eseguito dal maestro nell' ultimo periodo della sua arte. Se Defendente Ferrari deriva dallo
Spanzotti molti caratteri del suo
egli
stile,

ha tuttavia

una maniera ben


del
alla

di-

stinta da quella

maestro

casalese.

meno prossima
italiano, quasi

pittura lombarda,

anzi effusa sovente di

un sentore non
tipi

che

nei

delle

sue

Madonne,
nei
suoi

nelle

composizioni
racconti

ornative,
il

fantastici

pittore

talora attingesse dall'arte oltramontana.

Un
mune
di

atto del

1530, col quale

il

co-

Moncalieri dava commissione


Ferrari
di

a Defendente

Chivasso

di

eseguire un'ancona per l'altare maggiore della chiesa di

Sant'Antonio

di

Ran-

verso, rivel la personalit del pittore,

da molto tempo dimenticata, condusse


a

riconoscere

l'opera

sua

talvolta

commista

a quella di ignoti

collaboradi-

ry
.^Sm

''ViJ^^I^V*^^'^''^^'*'!"
.ri

^"^

^'-^^'^

"^ ^^^^ copiosissima serie di

**

>^f|^^^H. ^^fSmm^ ~

J%

pinti conservati

ancora

in diversi

luoghi
(ov'
1535).

del

Piemonte

ad Avigliana
Ciri, di

quello con la data pi recente:

a Ba\'eno, a Chiv^asso, a
neo,

Cu-

Leyn, nella

Sagra

S. Mi-

chele, a Susa, e

anche altrove

di-

spersi in collezioni pubbliche e private.

Torino possiede non soltanto opere


di

Defendente
altre

di varia

provenienza,
eseguite
le

ma

anche
stesse.

che

furono

dallo

operosissimo maestro per

sue chiese
quei
l'arte

nella

numerosa

serie di

dipinti facile di riconoscere

come

DUOMO SCUOIA

PIEMO.NTESE LA I-AMKJI.IA DELLA VEKOINE.


(Fot.
I.
l.

ilWrii Grafiche).

Defendente Ferrari, se non pass per fasi stilistiche molto diverse fra loro, non
di

fu tuttavia

immobile

in

una

sola forma,

ed ebbe pure un certo suo tramutarsi.


In molte
gotici,

opere

prevalgono

gli intenti

decorativi, vi

sono

ancor copiosi

elementi

appaiono pi frequenti accenni

all'arte

oltramontana. Cos nel


torinese, ove

trittico dell'altare

dei
rita
alla

SS. Cri-spino e Crispiniano nel

Duomo

anche

la cornice

ha una
centrale

fio-

forma

gotica, diversa dalle cornici di altri dipinti di Defendente, tutte informate


del

ornamentazione

Rinascimento. La

Madonna

che, nella parte

del

TORI X
trittico,

( )

43

raffigurata in atto di nutrire

replicata dal pittore,

ma

forse

il Bani]:ino, ripete una composizione sovente non espressa mai con altrettanti finezza come in una

DUOMO DEFENDENIE

lERRARl

MAOCNNA

E SANTI.
([<"ot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

tavoletta

lasciata,
la
il

con molti

altri

dipinti, dal senatore


si

Fontana
di

al

Museo

civico

di

Torino. Quivi
cesi,

figura della Vergine

direbbe ritratta da antiche miniature

frantali

mentre

Bambino sembra
si

inspirato da

opere

maestri

lombardi;

ma

elementi eterogenei

fondono pienamente

nell'arte

ingenua e semplice del

pittore.

44
In altre opere

ITALIA ARTISTICA
Defendente
P'errari si

imperava
lasciando
ralistico,

in tutta
o-li

la pittura italiana:

mostra sempre pi attratto dallo stile ci: ne accetta non soltanto l'ornamentazione, ma,
sue composizioni un aspetto sempre pi natu-

intenti decorativi,
gli

alle

aprendone

sfondi a prospettive di architettura o alla luce del paesaggio.

AlL'SEO CIVICO

DEFENDENTE FERKAIU

MADONNA COL BAMBINO.


(Fot.
I.
I.

d"Arti Giaficlie).

giungendo anche a potenti rappresentazioni dell' individualit umana, come certa tavola raffigurante un devoto inginocchiato, conservata nell' Accademia in Albertina. Tale si mcstra il maestro in una Nativit della stessa Accademia, che altri attribuisce a Gerolamo Giovenone, e pi in uno Sposalizio di Maria, del Museo civico, e in una grande tavola della sagrestia del Duomo torinese, ove il battesimo
talvolta

K.

PINACOTECA

DEFENDENTE FERRARI

MADONNA

SANTI.
(Fut.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

46

ITALIA ARTISTICA

R.

ACCADEMIA ALBERTINA

DEFENDENTE FERRARI: LA NATIVIIA

E SANTI.
(Fot.
T. I.

d'Arti Grafiche).

li

Cristo nobilmente
l'arte di

composto entro un
Defendente
ci

amplissimo

paesaggio.

Ma
il

pi

che

alle
di-

grandi opere

attrae ai piccoli dipinti nei quali

maestro

mostra una fantasia ingenua, talvolta quasi puerile,

ma

fresca e piacevole, e sovente

adopera audacie imprevi.ste


del

di colorito,

di luci, di espressioni.
si

Intanto un altro pittore piemontese

era appropriato
intenti,

pi

interamente lo

stile

Rinascimento, partecipando anzi degli


pi

dei concetti e dei mezzi di tecnica


:

ch'erano nell'arte delle regioni

progredite

d'Alba, del 1498, ora nella Pinacoteca torinese, cui


suscita in noi la stessa larga
tori

onda

di

la grande pala di Macrino pervenne dalla Certosa d'Asti, sensazioni che ci danno le opere di altri pit-

d' Italia

della fine del r)uattrocento, della

Lombardia,

dell'

Emilia, della Toscana.

Ma

l'atti-

TORINO

MUSEO CIVICO

DEFENDENTE FERRAKI

SPOSALIZIO DELLA VERGINE.


(Fot.
I.

[.

(l'Arti Grafiche).

Macrino d'Alba, che pur si estese anche a Pavia, non ha lasciato tracce di s a Torino se non per opere che vi furono raccolte poi da vari luoghi, le quali unite alle altre ancora esistenti nel Piemonte e giova ricordare una grande tela, tuttora
vita di

ignota, della chiesa di S. Maria


l'arte del

Nuova ad
si

Asti

valgono a mostrare

come
di

nel-

maestro, sebbene eclettica,

es]ilichi

un

temperamento

originale,

una

austera severit.

Nelle miniature di molti codici che ora


si

si

conservano

nelle bil)lioteche di

Torino
pit-

potrebbero rintracciare vicende


il

stilistiche parallele

a quelle che

furono nella

tura piemontese tra

secolo

X\"

e X\'I,

il

persistere

tenace

delle

forme gotiche,

48

ITALIA ARTISTICA
il

quasi rinv-igorite dall'influenza dell'arte oltramontana, poi

loro cedere lento dinanzi

a quelle che dominavano ormai dappertutto, in


ricordare che
i

Italia,

nella miniatura.

Ma

giova non
miniato

documenti pi cospicui
sul principio del

di tal fatto.
artisti

Come, gi

Quattrocento,

oltramontani avevano

DSFENDENIE FERRARI:

IL

BATTESIMO DI CRISTO.
(Fot.
I. 1.

d'Arti Grafiche).

perla corte sabauda l'Apocalisse, ora nella"' Biblioteca dell' Escuriale, ultimato poi nel 1482 dal francese Jean Colombe, cos miniatori d'oltralpe ornarono messali di

Amedeo
n. le

Vili

papa Felice

conservati a Torino nella Biblioteca Reale


squisita di diversi artisti francesi

(cod.

168) e nell'Archivio di Stato.

Opera

sono anche

miniature di un messale della seconda met del Quattrocento passato dal

Duomo

T O RINO
diChierialla stessa Biblioteca Reale (cod.
n. i86),

49

per Claudio de
Ja sua famiglia.

Villa, patrizio di Chieri,

il

che fu eseguito, a quanto sembra, quale vi anche ritratto, ginocchioni, con


della Rovere,

Nei codici eseguiti per

il

cardinal

Domenico

ora

nell'Archivio di

R.

ACCADEMIA

AL-JF-RIINA

OElF.NDr.NrE

KKKAKI

UN DF.VOK).

S.

FKANCESCO

E S. AGAIA. (Fot. Anderson).

Stato,
liane
;

si

trovano miniature di
il

artisti

oltramontani gi

compenetrate d'influenze

ita-

ma
il

ornare
libro

maestri toscani, per prelato che a costrurre la cattedrale si era valso di che fece di quel suo italiano miniatore valente proprio messale si giov d' un
dei capolavori della miniatura

uno

nostra

del

Rinascimento. Si
il

trova ora nel


:

Museo

civico,

dove venne

dalla

Cattedrale torinese,

magnifico

volume

sopra

50

ITALIA ARTISTICA

putti, entro uno dei suoi fogli, fra gli stemmi e le imprese roveresche, tra figure di benemerito tanto una ghirlanda carpofora reca la mite figura del cardinale che fu fogli levigati quasi avorio, il miniadell'arte nella sua citt. Di carta in carta, sui

tore

profonde

la

sua fantasia nel variare degli ornati

grottesche di vivaci colori.

PINACOTECA

MACRINO D"ALBA

MADONNA

IN

GLORIA E SANTI.
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

talvolta SU fondi nereggianti,

entro

le iniziali

preziose, ove le

apre la vista a sconfinati paesaggi fogliami trasparenze e splendori di cose hanno tinte le ove e nelle vignette, cammeo. di lavoro forme sono precise come in

gemme,

La miniatura maggiore,
per
la

composizione. Bene

il

raffigurante la Crocifissione, la pi bella pei suoi fregi, Venturi vi ravvis negli atti violenti e nervosi delle fi-

52

ITALIA ARTISTICA
l'arte dei

gure grandi somiglianze con


che qualche gruppo, come

vecchi

maestri ferraresi,

affinit

cos strette

quello della

Madonna

fra le altre dolenti,

potrebbe credersi

MUSEO CIVICO

MINIATCRA DEL .MESSALE DI DOMENICO DELLA ROVERE.


(Fot.
I. I,

d'Arti Grafiche).

semplato dal miniatore sopra opere ora perdute


nato,
il

di

Ercole de' Roberti.

anche

fu fortu-

Venturi, nel congetturare che l'ignoto maestro sia da ricercarsi fra artisti par;

migiani che, sulla fine del Quattrocento, risentirono l'influsso della scuola di Ferrara

ma

non possiamo consentire nel credere che questa miniatura

altre

molte del

TORINO
messale, eseguite certamente dalla
del

53

medesima mano siano, com'egli suppone, lavoro parmense Gian Francesco de' Alaineri, che dipinti di codesto pittore e miniatore non hanno il disegno incisivo, l'energia ch' nelle miniature del messale. Crediamo anzi che la Crocifissione, e la maggior parte delle altre miniature del prezioso volume, possa con tutta probabilit essere attribuita ad un artista parmigiano sinora quasi ignoto, ma molto celebrato e dal \'asari e da iscrizioni del codice ch' segnato del
i

un Petrarca della Biblioteca di Cassel che alcuni versi contenuti nel mamedesimo proclamano esser opeia meravigliosa per le miniature dipintevi dall'artista parmigiano Marmitta. Al quale pensiamo sia da attribuire, insieme col messale di Domenico della Rovere, anche un codice purpureo del Museo civico di Genova le cui miniature sono affini a quelle dei codici di Cassel e di Torino. Ma bL'nch il cardinal Domenico della Rovere avesse lasciato a Torino cos misuo
:

nome

noscritto

rabile opera della miniatura italiana, nel Cinquecento prevarr ancora nei manoscritti

piemontesi

l'arte dei miniatori d'oltralpe.

E
Il

quando,
libretto,

nel

1550,

il

patrizio

Cristoforo

Duch
Reale
l'arte

offerse

a Alargherita d Francia, sposa di

Emanuele
il

Plliberto,

un

libro di ora-

zioni, lo fece

ornare da

artisti

francesi.

che custodito nella

Biblioteca

(cod. n. 84), fu decorato

da due diversi miniatori,

migliore dei quali, derivando


il

sua da Francesco Clouet, vi dipinse fra altro, con tutta finezza,

ritratto della

duchessa e del duca vittoriose.

Z^

DUOMO

SCL'LTUKA LOMBARDA (SEC. XV;.


(Fot.
I.

I.

d'Arti (iialcln;).

li
.'

'^^

s
-^

IL

CAMPANILE DEL DUOMD.

IL

PALAZZO REALE E LA CUPOLA DELLA SANTA SINDONE.


(Fot. dell'ing. C. Bertea).

IV
I/icreniento della citt nella seconda Dieta del sec.

XVI

e nel sec.

XVII.

Le

cosini-

zioni di Ascanio Vittozzi. Carlo e

Amedeo

di Castellamonte,

Francesco Lanfrancii.

Guarino

Giiarini.

Opere di

pittori,

scultori e decoratori.

S/^^^EBBEXE
fi

la citt

primeggiasse nrmai negli Stati sabaudi, a niezz

il

Cinque-

^^^^-^^

cento, essa era ancora rinchiusa, fuor che in alcuni piccoli "sobboro-hi, nel

,|[^^5i^^

suo ambito antico, entro


sorgere e

le

mura quadrate
il

delle quali la

Romanit l'aveva
non
la cosi

munita, conservatesi attraverso tutto


zioni.
11
il

Medioevo
secoli,

forse senza grandi alteras

disfarsi delle case,


di

per tanti

entro

angusta cerchia

aveva

probabilmente modificato
s

troppo l'aspetto regolare che aveva avuto


i

lonia romana,

che nel suo rapido ampliarsi durante


al

secoli pi recenti la citt

mantenne

fedele

suo

carattere

antico e

si

svilupp con quella regolarit metodica

di vie e d'isolati

che informa anche oggi, non sempre joiacevijlmente.'la sua fisonomia.


e triste periodo,

Quando, dopo un lungo

Emanuele

Filiberto riebbe

suoi Stati,

egli rivolse ogni cura a organarli

con

quelli

ordinamenti

guerreschi

che

dovevano
il

renderli forti, immedesimarsi quasi col carattere delle popolazioni, condurre poi

Pie-

monte, per

vie ch'esso

solo pot

tenere

tra noi, a

un avvenire glorioso piuttosto

nelle armi e nel sacrificio che nella cultura e nelle arti.

Ed

cosa singolare che del


il

principe guerriero

il

pi cospicuo

monumento rimasto

a Torino sia

maschio

della

cittadella ch'egli innalz a difesa della sua capitale

con Tarte dell'urbinate Francesco

Pacciotto, poderosa costruzione militare circondata,

un tempo,

di

grandi bastioni.

TORINO
Ma
da Carlo Emaiuiele
I

55

la cultura,

(^he
;

del tutto trascurata, ebbe grandissimo favore


egli stesso,

neppur Emanuele Plliberto non aveva e Torino, quando intorno al duca, poeta

convennero T. Tasso, G. B. Guarini, il Marino, il Murtola, pot dirsi non merc il mecenatismo del suo principe. Essa cominci allora ad ampliarsi con tale grandiosit di concetto che parve preannunciare il suo vasto sviluppo avvenire. Una delle vie che ancor oggi fra le maginferiore alle pi colte citt dTtalia
giori e pi gaie della citt,
la

Via

Nuova

ora Via

Roma ,

fu tracciata allora

prolungandosi oltre

la

vecchia cerchia, oltre

nuovi bastioni, ed ebbe forma nelle sue


Vittozzi, che
di

prime case dall'architetto orvietano Ascanio parte dei portici coi quali il duca intendeva
castello.
Il

pure aveva disegnato una

sistemare la piazza intorno all'antico

uomo d'arme, fu l'architetto pi adoperati^ dal principe magnanimo, e come nel Santuario di Vico, presso Mondov, anche a Torino egli lasci prove di un ingegno, se non originale, nutrito di buoni studi d'architettura. Notevole
Vittozzi, artista e

sopra tutte

le

sue opere

la

chiesa fondata

verso

la fine del

Cinquecento

sull'altura,

prima occupata da fortificazioni, che domina tutta la vigliosa corona delle Alpi, sul ]\Ionte de' Cappuccini.
Il

vista della citt e della

mera-

corpo inferiore della chiesa, armoniosamente raccolto nelle sue curve, sobriamente costituito all'esterno nelle sue membrature, nei pilastri e nelle cornici di pietra,
nell'alternata

forma

delle finestre, dimostra che


s

il

Vittozzi s'ispir a edifici fiorentini

del principio del Cinquecento,

che riesce

meno

strana l'errata opinione

di

Jacopo

IL

MASCHIO

DFiLLA CITTADELLA

(P.

PAGGIO ITO).
(Fot.
I. I.

d'Arti Granch).

56

ITALIA ARTISTICA
la chiesa sia stata architettata

Burckhardt che
del

da

Meo

del

Caprino, dal

costruttore

Duomo

torinese.

Ma

la

parte superiore
si

dell'edificio,

alterata

probabilmente
l'eleganza

da
di

qualche rimaneggiamento, male


aspetto e di proporzioni.
]\Ieno felice architetto

innesta

sull'inferiore, e

ne

sconcia

appare

il

Vittozzi nell'interno della chiesa della S. Trinit,

anche per i lavori di abbellimento che ne mutarono poi l'aspetto primitivo, mentre assai dubbio che si sia tratto partito dei suoi disegni nel costrurre la imponente, ma

poco bene collegata

insiem.e, fronte secentesca della chiesa del


gli

Corpus Domini.

Nel corso del Seicento

architetti

che pi operarono nel continuo accrescersi e

PIAZZA

S.

CARLO (C CASTELLAMONTE).
(Fot.
I.

I.

d'Arti Gi-aficlie).

trasformarsi della citt furono Carlo di Castellamonte e suo figlio

Lanfranchi

e,

sopra ogni
le

altro,

il

Amedeo, Francesco modenese padre Guarino Guarini. Dei quali se doboggi

biamo indicare
citt

fabbriche principali che

ancora
intero

sono

fra le

maggiori della
,

e in

qualche parte ne
i

compongono per

raspett(3

non vogliamo
l'arte

innalzar troppo
del

meriti,

che conviene ricordare quale

sia stata nel

temjDO stesso

Seicento in altre regioni d'Italia ove essa impront l'architettura ad una originaedifici,

ht di concetti, a un movimento nuovo delle masse degli


riet

a una fantasiosa vae,

che nelle costruzioni torinesi non


Carlo di Castellamonte succedette

si

ritrovano se non diminuiti, timidi

se au-

daci, deformi.
al

Vittozzi

nell'attuare
citt,

progetti di Carlo Eil

manuele

per la riforma e Tampliamento della

pei quali

duca aveva anche

.=^8

ITALIA ARTISTICA

^nx Castello
2 .LoTCDioJt Tealm
5.

de

lo

stesso

cm
cet;:
e

S.Gmairai.

Cattedrale

u
!

S.MlcKtltS.

^. LaTrbili

MaCoraf
nomt

Ajos'foo

itilo slesso
5,

A^ost-ximi Partocia.
i4.

Oiiesidi 5

Mina

Coipus Domini
Sar.to.itlll

JDa!TBjiod:BaTial!ili.

Maddalena
j6. S. 27.

S.LoSpntc
Confraf

IS
iS.

UonaiteraelkOrfiT-S CKiai a

SimoM
di

dello sleiso

iwj

Otalono

S Maun-j;
:ck2
57

7.-S Pietro (UGaB.facocii


ufficiata dalla

a
1

SAidiea ieC-'cirimi
r.f:iMliiSBer-.aido

J8 STootimo.?.
.

LiMimadijli/jiS:'.'.!

ConfMf
3.

eComa-SodeTV

Chiesa

Convento di*

drl
.8.

Sudano SS
del ComuT'ji

Porta Susina

Mi'

iservani

rrancesear.; csierysrA

Piizia

i9. S_.

Croce
de&esojli

M. Porla n
lo.

rifomati
^3.

Torre

,S.S'Mi'lin

S.EsAi
Strada

Le

Convertite.
lo

S DocttlBcodifteicaliiii li .S

U^adi Piana

Ji

;3.P.~:Ur.uova.

forti

TORINO NEL

1640,

istituito

un

magistrato delle fabbriche

Egli seguit a dar forma alla ^Via


di S. Carlo,

Nuova

iniziata dal Vittozzi e architett la

grande piazza

fabbricata poi nel corso

del Seicento secondo

suoi disegni.
case, la

IMalgrado

le

alterazioni subite nelle sue

Via Nuova

dimostra ancor
stata

chiaramente, se pur non

quanto altre

delle principali vie

di Torino, di esser

formata con

v.n

piano prestabilito, per

l'imporsi

d'una

volont unica, e autoritaria.

6o

ITALIA ARTISTICA

sul volere dei privati, esplicazione anch'essa dello spirito dinastico che per pi secoli

doveva foggiare a proprio talento la citt, costringendola nei propri disegni, facendone una delle pi singolari capitali dei vecchi Stati. La piazza di S. Carlo pu dirsi esser una delle pi lodevoli cose maturate in tale strana costrizione d'arte, che nell'ampiezza ^clello spazio, nell'ordinamento delle case pur varia e piacevole sebbene le proporzioni che Carlo di Castellamonte aveva dato ai suoi edifici siano state deformate quando, nella seconda met del secolo XVIII, per maggior sicurezza si rinchiusero en-

IL

PO PRESSO

IL

CASTELLO DEL VALENFINO.


(Fot.
I.
[.

d'Alti Graficlie).

tro massicci e sgraziati piloni le colonne abbinate che sorregg'evano gli archi dei porticati.

Amedeo
come
cui
il

di

Castellamonte, che fu l'architetto preferito di Carlo Emanuele

II,

ebbe,

padre suo, un talento equilibrato, un'arte sobria e robusta, schiva delle audacie

l'architettura nostra

lazzo Ducale
tra le

provava poi palazzo Reale


si

allora in altre regioni.


alla

La

facciata del

nuovo pa-

quale

si

pose

mano

nel 1658 su disegni suoi,


linee,
;

buone fabbriche del

secolo.

Ancora, nella quiete delle sue

nell'armonia

delle proporzioni, essa riflette le

forme architettoniche del Cinquecento

non ha che un
;

imponente e

moderato movimento nel disegno dei due corpi laterali, dei cornicioni, delle finestre forte, sembra significare l'energia raccolta e prudente dei principi del
i

piccolo Stato, e insieme

disegni

magnanimi
i

ch'essi nutrivano.

Il

palazzo, grandioso
claustrali,

anche
allora

nell'interno, ora in parte alterato,


il

austero nei suoi

cortili nudi,
le

fu

da

cuore della

citt,

tenne

destini del

Piemonte maturando

sorti d'Italia.

TORINO
]\Ia

la

corte

ducale

non

risiedeva
ntlle

soltanto a Torino, che intanto


deliziose

s'ingTandiva
ville,
i

sempre pi; intorno


di caccia,
(ria
i

alla citt,

campagne

sorgevano

le

luoghi

castelli dei duchi.

Carlo

Emanuele

aveva avuto nel suburbio, proprio dov' l'odierno campo-

CHIESA DI

S.

LORENZO

CUPOLA

(Ci.

GUARINI).
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

santo,

il

suo mirabile

Parco celebrato da
in

poeti,

ammirato
era

dal Tasso,
corte

l'i

tardi, sul-

r incantevole
sorse
il

sponda del Po,

luogo gi frequentato
1638 esso
costruzione
l'

dalla

nelle sue

cacce,

castello del Valentino: e gi nel


la

abitato. L'architetto

Carlo
supdel
di

Castellamonte ebbe parte nel dirigere


porre ch'egli
castello

ma,
si

per

vero, vi

lo tre

da
stile

stesso

non

ne

sia

stato
delle

ideatore se
altre

osservi

come
in

poco

corrisponda a

quello

sue opere.

Diviso

corpi

2
fabbrica, nella

ITALIA ARTISTICA
parte

che

riguarda

la

citt,

il

castello,

costruzione

di

singolare

movimento

e fantasia, in tutto dissimile dai palazzi della piazza S. Carlo. E, a consitetti,

derare fra altro la forma dei suoi

ragionevolmente

si

portati a
o,

pensare che
ai

il

disegno ne sa stato fornito


stelli

da qualche architetto francese

almeno, ispirato

ca-

e alle

dimore

signorili di Francia.

Un tempo non
ove
i

v'erano che giardini e l'aperta

campagna intorno
i

al

vasto cortile,

duchi tenevano feste e tornei, bello nel suo loggiato, nei terrazzi, nella dispo;

sizione pittoresca

dall'opposto

lato,

che

ancora fra

pi vaghi tratti

del
si

parco

del Valentino, le scalee

discendevano dal castello sino

al

fiume sul quale

davano

INTERNO DELLA CHIESA DI

S.

LORENZO

iG.

GUARINl).

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

anche naumachie
le

Amedeo
i

di

Castellamonte costruiva effimeri

edifici fantastici

per

feste di corte.

Altre residenze
di

duchi avevano nei dintorni della

citt, fra le quali, sulla collina

prospetto al vecchio ponte del Po, la \''igna del principe ^Maurizio

poi detta
ma
Carlo

\'illa

della

Regina

cui diede

opera anche

Amedeo

di

Castellamonte

Ema-

nuele II volle dal suo architetto una sede campestre pi splendida d'ogni altra nel luogo

che poi fu detto


fontane, grotte

<(

la

Veneria Reale

L'ampia descrizione lasciata dal Castellamonte

dei molti e diversi edifici ch'egli

costrusse col
preziosi

palazzi, archi

trionfali,

scuderie,

potrebbe fornire

suggerimenti a rievocare

la vita e gli

usi della corte ducale.

Ora quelle costruzioni sono in gran parte scomparse o alterate n possiamo pi giudicare se fossero tutte sincere le lodi che Lorenzo Bernini, il grande maestro, prodiga loro nel dialogo in cui il Castellamonte lo introduce come
interlocutore descrivendogli a parte a parte ogni tratto della sua opera.

64

ITALIA ARTISTICA

A
meno

Torino, in

altri

edifici,

l'arte di

Amedeo

di

Castellamonte
:

dimostra, sebbene
nel palazzo Trucchi

felicemente, le stesse qualit che sono nel palazzo Reale

di Levaldiff^i,

fantasioso nella struttura

della porta e dell'atrio, e nel

grande Ospe-

:^^

CAPPELLA DELLA

S.

SINDONE

(G. GUARINl).

(Fot. Alinari).

dale di S. Giovanni, cui l'uniformit


raria,

delle linee, e forse pi la cattiva struttura

mu-

danno un grave aspetto


il

di

tristezza.
la

Anche

Lanfranchi impront

sua architettura a grande compostezza

sia nella

chiesa della Visitazione sia nel Palazzo di Citt che conviene lodare per buona distri-

buzione degli ordini differenti nei vari piani della sua facciata.
Chi port a Torino
le

forme

men

belle dell'architettura del vSeicento fu

il

modeedifici

nese Guarino Guarini ch'ebbe in sorte

d'innalzare

alcuni dei pi

importanti

TORINO
della citt e di imporre ad essa,
nei luoghi

65
frequentati, le

pi

linee uggiose ideate

dalla sua stracca fantasia. Poich

quanto

vi di originale, di

zioni dei migliori architetti


nell'arte del Guarini

ben poco troviamo nell'opera sua che si avvicini a tumultuoso ma forte, di nuovo ma ragionevole nelle creadel Seicento, a Roma, a Napoli, a (jenova, a Venezia
;

non troviamo che lo sforzo dell'essere originale, e quasi la curiosa convinzione che per far bene basti far nuovo a qualunque prezzo. Ma non vorremmo far torto all'architetto operoso, e perci osserviamo che ]"a-

PALAZZO

DI CITT

(F.

ANFRANCHI).
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

spetto sgradevole di parecchie

sue

fabbriche

aumentato dal cattivo modo

di

mu-

ratura e dall'esser rimaste, le pareti, prive dell'intonaco che attendevano e che forse

avrebbe dato unit e movimento


delle finestre dei frontoni.
Il

alle

linee,

ora sconnesse e

scomposte, delle cornici

grande Collegio dei Gesuiti


le

ora Palazzo

dell'Accade-

mia
sia

delle Scienze

ch' fra

sue costruzioni pi

ragionevoli,

nell'atrio a C(Uon-

nato e negli spigoli esterni con pilastri marmorei ha certa nobilt di aspetto, sebbene
massiccio
di

forme

nelle altre parti, la

pessima muratura

di

mattoni sgretolati,

di

grosse malte, quasi repugnante alla vista.


L'attiguo palazzo dei principi di Carignano fu architettato anch'esso dal (uarini

66
il

ITALIA ARTISTICA
avendo disegnato anche composto
la

quale,

vicina chiesa di S. Filippo, poi crollata, pot vantratto

tarsi di

aver egli solo

quel

della citt che. per

mole

di

fabbriche.

S^^-fir-'

DUOMO

PORTA E SCALA DELLA

S.

SINDONE

iG.

CLARINI'.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

era fra

non manca certa larghezza di congrande massa del fabbricato sia divisa all'esterno in due ampi ordini sovrapposti che danno unit alla sua struttura ma fra quelle linee sempre! e grandiose non che un tritume di dentellature, di ovuli, di cornici, di ornati
i

pi

imponenti. Xel palazzo Carignano

cetto se

si

osservi

come

la

PALAZZO CARIGNANO

{G. tUAKINI).

(Fot.

I.

I.

d'Arti (rallche).

%>

h
PALAZZO CAKIGNANO, CHIESA DI
S.

FILIPPO, PALAZZO

DELL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE

(G.

GUARINI).
I.
I.

(Fot.

d'Arti Grafiche).

68

ITALIA ARTISTICA

Le superficie si sminuzzano, si spezzano senza ragione, senza gusto, con lagrimevole uniformit, in modo intollerabile, soprattutto se si guardi alla fronte verso il cortile. Lo scalone del paeseguiti puerilmente con mattoni stampati.
in gocciole, in
stelle,

lazzo ideato con fantasia,


nel

ma
il

ci

mezzo

della facciata

con quella

non d scusa sufficiente airincurvarsi lor brutta mossa arrembata.


^''t'I

delle linee

Nelle costruzioni sacre


S.

Lorenzo, che fu ultimata nel 1687,


di

di colonne,

trabeazioni, di

fortunato. La chiesa di suo interno ha movimenti curiosi e nuovi archi nella parte inferiore e begli effetti di luce in quelle

Guarini fu qualche volta pi

CHIESA DELLA CONSOLATA.


(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

sue curve,

ma

la

copertura del grande vano non ha altro effetto che di stupire per un
e

istante soltanto, che la meraviglia pre.sto cessa scoprendosi l'artificio, assai apparente,

della quali

costruzione
il

non

lascia

che

l'

incubo

deforme

delle

linee

degli
altra

archi

coi

(xuarini volle sostituir la cupola, e della luce violenta.

impressione
il

pu dare
1694,
terno,

l'architettura della cappella della


i

Santa Sindone,
rivestita

costrutta fra

1656 e
suo

il

sebbene

marmi
di

preziosi

di

cui

giovino

incutere, nel

in-

un senso

raccoglimento quasi

sepolcrale.

La sua cupola varrebbe a dar


fosse
bella

ragione a tutti gli accademici detrattori del Seicento se l'architettura barocca proprio stata cos povera e puerile nei concetti, e lontana da ogni tradizione

TO
della nostra arte, quale
il

RINO
di

69
intenderla

il

Guarini mostra in essa

Pi ragionevolmente
fra
il

Guarini ide
il

il

disegno della nuova chiesa della Consolata, costrutta


il

1679

grandeggiare della cupola centrale, singolare anche nella sua grande lanterna, sebbene a quella si restringano troppo le altre parti e ne
e

1705, nel quale lodevole

diminuiscano

la

vista.

Mentre
le altri arti

l'architettura era cos favorita dall'ampliarsi della

citt,

dai

bisogni

dallo splendore della corte, e

dava a Torino aspetto e grandezza di capitale, non erano trascurate e se esse non fiorirono molto per opera di
;

anche
artefici

1-

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iiilW^M
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'

PIAZZA CASTELLO ALLA FINE DEL SEC. XVII (DA UN DIPINTO DI l'KOPUIET DEL PROF. FRANCESCO RUFFINO.
(Fot. dell'ing:. C. IJertea)

piemontesi, furono esercitate da

artisti

venuti dal di

fuori,

chiamati

protetti

dai

duchi di Savoia.
I quali,

italiani

del secolo

sebbene non possano essere comparati per mecenatismo ad altri principi XVI e XVII, posero pur mano a grandi lavori non soltanto di

architettura

ma

di decorazione nelle loro fastose dimore, anch'essi

cogliere anticaglie e cose d'arte, facendone ricerca a


dipinti di maestri celebrati,

Roma

altrove, e

amarono di racadunarono
si

dando

cos inizio alle belle collezioni delle quali

adorna

ancora
Torino,

la citt.
i

Tra
il

pittori piemontesi che, fra

il

secolo

XVI

il

XVII,
il

lasciarono

opere a
del quale

pi notevole certamente Guglielmo Caccia detto

Aloncalvo

70

ITALIA ARTISTICA

restano dipinti in alcune chiese, e

altri furono accolti nella Pinacoteca elegante molti fogli in conservati anche nella Biblioteca Reale) disegnatore (tale egli si rivela ma sovente fiacco nel colorire, che ha qualche somiglianza, per studio del chiaroscuro.

con quello dei

pittori

lombardi.

R.

PINACOTECA

LE STIMMATE DI

S.

FRANCESCO

(,G.

CACCIA DETTO

IL

MONCALVO).
I.
I.

(Fot.

d'Arti Grafiche).

Questi furono assai adoperati da Carlo Emanuele


del jMazzuchelli, del

che

si

valse del

Figi no,

Nuvolone e da Vittorio Amedeo I Francesco Cairo da Varese e Isidoro Bianchi da Campione


di altre regioni d'Italia

al cui servizio

lavorarono

mentre anche maestri


si

erano chiamati

alla corte ducale.

Gi Emanuele Filiberto

era giovato pei

ritratti del pittore ferrarese

Giacomo

Vighi, artista singolare nei toni

TO
argentei dei suoi
diiinti
;

RINO
I

71
altri,

Carlo Emanuele
i

adoper, tra
le

anche Federico Zuccari

per decorare una galleria ove adun

quadri e

cose d'arte ch'egli aveva raccolto.


il

N
nel

si
:

erano allentati

vincoli ch'erano
I

sempre
ai

stati tra

l^iemonte e l'arte oltramon;

tana

ed ecco Carlo Emanuele

valersi del pittore

1658, Carlo

Emanuele

11

(^hiamare

propri

servigi

fiammingo Giovanni Carracha un altro fiammingo, (j'.o-

PALAZZO REALE

AFFRESCO (DANIELE SEYTER).

vanni Miei;

poi,

nel 1688, Vittorio

Amedeo

II

assumere a pittore

di corte

il

viennese

Daniele Seyter.

Ma

non

si

sono conservate che

in piccola parte le

opere che quei pittori avevano


distrutta

lasciato nella citt e nelle vicine

residenze ducali.

da

gran tempo
restano
;

la

galleria affrescata dallo Zuccari, della dimora del

quale

Torino
di S.

tuttavia

alcuni dipinti in varie chiese e nella sede della Pia


chelli

Opera
chiesa

Paolo
S.

del
in

Mazzuquella

non rimangono, insieme con alcune

tele (nella

di

Carlo,

72
del

ITALIA ARTISTICA
de' Cappuccini}, che gli affreschi di

Monte

una

sala del Castello di Rivoli

conservata che piccola parte delle decorazioni

della

Veneria Reale
i

ove

non avevano
;

lavorato

Giovan Paolo
il
i

Gian Antonio Recchi,


pi

comaschi,

luganesi
pittori.

Giacomo

Giovanni Casella,

mediocre fiammingo Giovanni Miei, e


dipinti secenteschi

altri

Nel palazzo Reale

notevoli

sono

quelli

d'una

grande

CHIESA DI

S.

AGOSTINO

MONUMENTO

DEL POZZO.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

galleria affrescata

da Daniele Seyter,
di colorito.

arditi

nel

concetto

decorativo
'
,

ma

gonfi

nel

disegno e poveri

..,
XVI
fra loro,

La

scultura dalla seconda met del secolo

alla fine del vSeicento

nella citt tracce

anche minori, e pi slegate


pittura.

che

ha lasciato non siano quelle che vi

rimangono della

CASTELLO DEL VALENTINO

CAMERA DELLO

/()|)IA(,(..

Sol

LfTO.

CASTELLO DEL VALENTINO

CAMERA DELLA MAGNIFICENZA. SOFFITTO.


(Fot
I.
I.

d'Arti Grafiche^.

74
Il

ITALIA ARTISTICA
mausoleo
di

Cassiano dal Pozzo (y 1578) nella chiesa di S. Agostino la sola opera nella quale si rifletta, forse per mano di un artista lombardo, lo stile della fine del Cinquecento. La figura del consigliere di Emanuele Filiberto piena di

-sebbene

suo atteggiamento di stanchezza e di riposo, mausoleo dimostrino che l'opera fu eseguita da un artista mediocre. Poi, per tutto il secolo XVII, bench si abbia memoria di molti scultori che lavorarono per la corte ducale, specialmente a ornare le costruzioni, i giardini, le fontane della Veneria Reale, non rimane nessun lavoro di scultura degno di ridio-nit e di espressione individuale nel
le altre iDarti

del

cordo, se
le

si

tolgono alcuni

soffitti intagliati
il

in

legno nel palazzo Reale


secolo
:

e,

soprattutto,

decorazioni di stucchi che ornano

castello del \"alentino.

Le

sale del pittoresco castello sorto a

mezzo

il

X\TI

sulle rive del

Po

fu-

rono campo specialmente all'attivit di artisti lombardi vi lavorarono Alessandro Casella, Pompeo e Francesco Bianchi da Campione, coi quali era anche il lor padre, Isidoro,

come bene appare

nella

maniera

di alcuni degli affreschi dei soffitti.

nell'inla

terno della magnifica dimora l'arte lombarda dispieg


rilievo degli ornati, nei contrasti di

con l'opera loro tutta animose

sua

ricchezza e vivacit nella decorazione di stucchi, fastosa, talv^olta esuberante, nel forte

movimento

e di espressione delle

figure.

MUSEO CIVICO

BATTENTE

IN

BRONZO.
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

R.

PINACOTECA

IL

PALAZZO REALE DAL LATO DEI GIARDINI

iB.

BELLOTTO'
(^Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

//

Settecento.
coratori.

F. Jiivara

ed

altri

ardii tetti.

Beaumont ed

altri pittori e

de-

Arazzi torinesi e porcellane di Vinovo.

Sculture varie.

^1
j5

1.

Settecento

fu anch'esso epoca fortunata per Vaccrescersi della citt,

per
dai
di

fervore di artisti
francesi,
si

che

vi

convennero. Si aperse con


Carlij

l'eroica
di

difesa

.3MI

svolse quasi intiero, neirenergico dominio

grand'animo

due principi

VittorioAmedeo

II e

Emanuele

III

nella crefe-

scente forza dello Stato, nel nuovo splendore regale della corte, vide
stosa capitale ornarsi dei suoi pi belli edifici pubblici e privati.

la

piccola e

La
tista

Sicilia,

che diede a Mttorio Amedei:)


le

II

il

titolo regio, gli offerse

anche

l'ar-

che lasci a Torino

pi belle e grandiose architetture che la

citt

possieda,

monumento perpetuo
Il

della sua ra pi gloriosa.


il

messinese Filippo Juvara, che


opere

nuovo

Re

condusse

seco

dalla

Sicilia,

di-

mostra nelle sue

torinesi tutta quella

fantasia vivace, varia, addestrata dallo


i

studio e dalla tradizione della nostra migliore architettura, che lo colloca fra
giori artisti italiani del Settecento
i

magil

quali

meglio abbiano proseguito e svolto

rin-

novamento
di di

forme architettoniche ch'era stato nel Seicento. Sull'altura di Superga, nel luogo donde Vittorio Amedeo II e il principe Eugenio Savoia avevano considerato le posizioni nemiche che investivano Torino, prima
delle
la
citt,

scendere a liberare dall'assedio

per

compiere

il

voto

fatto

allora

dal

TORINO
duca, nel
17 17

77

furono

gettate le fondazioni della


1731

sontuosa

chiesa

architettata

da

Filippo Juvara.

gi nel

l'opera era compiuta.


al

L'edificio, nel

raccoglimento della sua pianta rotonda, improntato


collegare ogni parte della costruzione

concetto che
i

da pi
<Tori

secoli attraeva e affaticava in soluzioni diverse, nelle sue infinite varianti,


:

mag-

architetti nostri

un

centro

comune,

CHIESA DI

S.

CRISTINA

(p.

JUVARA).

(Fot.

I.

I.

d'Arti Gnifichc).

coordinarla al grandeggiare della cupola.


quell'idea

E la

forma nella quale


alle

l-"ilippo

Juvara esplic
che
dal
del

degna per

bellezza di .stare nella mirabile serie di simili edifici


creazioni

Quattrocento, dal Brunellesco e dal Bramante, giunge


del

Bernini e

Longhena.
11

problema, per vero, fu molto semplificato dall'architetto messinese, che tutta

la

costruzione ridotta alla cupola, senza membrature minori che risaltino all'esterno e

8o

ITALIA ARTISTICA

PALAZZO MADAMA

SCALONE

(F.

JUVARA.i
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

ad essa

si

colle.^hino.

La parte

inferiore dell'edificio quasi gigantesco basamento, di

forme solide e raccolte, all'ardita mole che si eleva e si sviluppa in linea piena e armoniosa nell'alto. Quivi le f<:)rti lesene, rese pi robuste dalle colonne, i cornicioni vigorosamente risentiti, le nervature esteriori della cupola danno alla struttura un movimento di parti, un aspetto vario, una robustezza di forme mirabile. Ad osservare

TORINO

ATRIO DEL PALAZZO MADAMA

(F.

JUVARA).
(Fot.
I. I.

d"Arli Grjficht;).

quelle linee ragionevoli, ferme, sicure


intelletto d'artista,

si

sente di essere in presenza

cV

un poderoso
!

Pur quanto diverso dalla mente sfibrata e convulsa del (uarini nei due campanili che fiancheggiano la cupola ritorna il combinarsi bizzarro di curve ma anche in tali spezzate, e fantastiche, che il Guarini non avrebbe disapprovato forme Filippo Juvara induce compostezza e solidit, mentre nel grande atrio che pre:

VECCHI QUARTIERI MILITARI.

(Fot.

I.

1.

d'Arti Grafiche).

IMEU.NO DELLA CHIESA

IJI

S.

ILIPI'O

(1.

JUVAKAl.
(Fot.
I.
I.

d'Arti Giaftchc).

84

ITALIA ARTISTICA
la

cede

chiesa, nel colonnato

amplissimo e disposto
linee,

beazione dispiega una quiete grandiosa di


della chiesa di Superga, sia la struttura

nuovo ordine, nella nitida traquasi romana. Per vero molte parti
in

inferiore e l'atrio, sia la cupola

l'ordinamento

del

suo tamburo

ricorda

quella

della basilica di S. Pietro

che nel danno


, ;

chiaro segno dell'educazione artistica che l'architetto aveva avuto

Roma

tutte

PALAZZO PAESANA

LA PORTA.
(Fot. Alinari).

nella loro stessa struttura muraria, eseguita

con tanta accuratezza che non aveva sino


le

allora nessun

esempio nel Piemonte, rammentano

costruzioni romane.
di

Nella facciata della chiesa di Santa Cristina, eretta nel 171S, l'arte

Filippo
incure

Juvara non

meno

robusta

ma

essa tende a effetti pi pittorici.

Il

leggero

varsi delle linee accresce l'animazione

che

le

colonne

le

trabeazioni

sporgenti
al

spezzate danno alla struttura della facciata; e

come

nelle chiese di

Roma,

movimento

PALAZZO DELL'UNIVERSIT

IL

CORTILE (ARCH. RICCA).

PALAZZO ULLL'LMVLKSll (ARCH. RICCA).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

86
delle linee architettoniche
si

ITALIA ARTISTICA
associano
il

le

belle,

patetiche, sculture
dell'architetto:
alto.

barocche. Ogni
porta,
i

parte vi dimostra l'accuratezza e


fregi e la bella scorniciatura del

gusto squisito
in

l'elegante

grande ovale,

Nel medesimo tempo Filippo Juvara attendeva ad un


rivela anche meglio le qualit del suo genio e
il

altro

grande lavoro
dai

che

suo

volgersi

primi

concetti,

pi schiettamente architettonici, che


intenti pi pittorici

avevano informato
alle

la costruzione di

Superga, a

che tolgono talvolta robustezza

sue

costruzioni

indulgono

ATRIO DEL PALAZZO DI SAN MARZANO.


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

a effetti quasi scenografici, secondo portavano


fuse nell'arte.

il

gusto dell'epoca e

le

tendenze
pi

dif-

Ta

facciata del Palazzo

Madeima, costrutta circa

il

1718,

equilibrata di proporzioni ch' nell'esterno della chiesa di

non ha Superga
:

la solidit

la fronte

scesce-

nica di un corpo che manca.

Ma

il

genio

di

Filippo Juvara
torri

ricav
lo

tra

quello

nario e

il

vecchio nucleo

del

palazzo e

delle

romane

spazio

fantastici

e grandiosi effetti nella costruzione di


delle pareti di sfondo che

un doppio ordine di scale e nella decorazione sono certamente fra le cose pi belle e pittoresche dell'ar-

chitettura italiana del Settecento.

TORINO
In
in
altri

87

edifici torinesi, nei

vecchi quartieri militari costrutti da Vittorio

Amedeo

II,

una Reale e nel castello di Stupinigi, si svolse l'attivit instancabile di Filippo Juvara per pi di un ventennio. Vra, le quali opere multiformi giova ricordare soltanto la pi significante, la chiesa di San Filippo che il Guarini, poco accurato costruttore, aveva edificato in tal modo che non tard a rovinare quasi tutta nel crollar della cupola. Filippo Juvara, sui progetti del quale la chiesa venne ricostrutta nel corso del Settecento, mantenne la disposizione dell'interno ideata dal (juarini, quale si vede nelle
scalea del palazzo Reale, in abitazioni private, nella ricostruzione della Veneria

R.

PINACOTECA

VEDUTA DEL'ANTICO PONTE SUL PO

(li.

CELLOTTO).
(Fot.
I.

I.

(l'Arti Grafiche).

tavole dell'

<(

Architettura civile

giata di cappelle egli diede


semplicit, sostitu

che concorda cos

del Padre modenese, ma all'unica navata fianchegmaggiore ampiezza componendone le linee C(_)n schietta al frenetico disordine guariniano una chiara limpidezza di forme bene con la luce piena che invade tutto dalle ampie finestre il

vastissimo vano della chiesa.


Intanto, e nel procedere del Settecento, hi citt
fici.

si

arricchiva di
1

altri

cospicui edi-

Principale fra tutti

il

palazzo

dell' Univ-ersit

fondato nel

sui disegni del


fa-

genov^ese Ricca, che nell'ampio ordinamento del cortile inform la costruzione alla
stosa grandezza dei palazzi di Genova. In altri palazzi
privati
l'arte

del

Settecento

ITALIA ARTISTICA

.>l^s^

PANORAMA DELLA CLIT NEL

1777

DA UNA STAMPA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

dimostra sovente

le

sue migliori qualit di eleganza minuta, di fantasia leggiadra, e


:

talvolta curiosamente frivola

palazzi

poco adorni

all'esterno,

ma

ammirabili per bella


i

disposizione degli interni soprattutto nelle prospettive dei

cortili, fra

quali special-

mente notevole il palazzo S. iMarzano dal fantasioso e scenografico atrio. E si ampliava sempre pi la citt, con una grandezza e regolarit di
di

strade

Costruzioni

che dovette

in

quel

tempo meravigliare,
II,

e renderla singolare.

A
il

prin-

cipio del Settecento fu ultimata nei suoi

portici la \"ia di Po,

che gi nel Seicento


fiume,

era stata tracciata da Carlo


(la

Emanuele

e chiusa al termine della citt, verso

una bizzarra porta

architettata dal duarini, distrutta poi nel pi recente proten-

dersi della citt sino alle rive del Po, e oltre. Che, allora,

non erano intorno

al

fiume,

varcato da un vecchio ponte ruinoso, se non misere casupole. Forti bastioni rinserra-

vano da quel
letto,

lato e lungo
ci

giardini del palazzo Reale,

come torno torno


tele dipinte

in ogni altra

parte, la citt quale essa

appare entro

le

luminose

da Bernardo

Bel-

nel 1745, ora conservate nella Pinacoteca.

Garibaldi, secondo

pur nel Settecento fu tutta trasformata l'antica Via di Doragrossa, ora \'ia un disegno uniforme delle case, non privo di certa bellezza per

l'ordinarsi delle sottili linee delle facciate in

una prospettiva lunghissima che

guida

l'occhio verso le lontananze, alla meravigliosa vista delle Alpi che ne chiude lo sfondo.

La

pittura nel secolo

XVIII ha

lasciato

Torino

opere

non

dispregevoli

in

molti lavori di decorazione.

TORINO

PANORAMA DELLA CITT NEL

177

DA UNA STAMPA.

Fot.

I.

I.

d'Arti Craficlu).

tennio in servigio di Carlo

Beaumont, creato pittore di corte, lavor per pi che un trenEmanuele III profondendo la .sua attivit dappertutto. ili affreschi dei quah egH decor molte parti del palazzo Reale sono certamente fra i suoi pi importanti e ne rivelano bene il talento di decoratore facile e frivolo, non senij^re
Il

torinese C. F.

sicuro nel disegno, sovente scialbo e poco intonato nel colorito.

fra

quali sono notevoli quelli del soffitto della

Appare in quei dipinti e della camera della Regina


)-

R. Armeria

come

il

pittore

si

mantenga

fedele alle forme artistiche


talvolta le sue figure

ch'egli

nella

sua giovinezza aveva apprese a

Roma. Hanno

se

si

osservi
fre-

in particolare l'affresco dipinto nella volta della

camera

della

schezza di

atti e di

forme che rammenta ancora

la pittura

una Regina e Seicento, del romana

spe-

cialmente, le opere del Maratta,

composizioni sono poco bene costituite nelle diverse parti, e svolte piuttosto con un manierismo elegante che con la foga

ma

sovente

le

che

si

ritrova in altri grandi decoratori italiani del Settecento.

L'arte di G. B. Tiepolo, che schiuse tanto


riflessi

ampio e nuovo regno

di fantasia, gett

anche a Torino

per opera del veneziano G. B. Crosati in affreschi del prossimo

castello reale di Stupinigi.


all'arte del

il

Tiepolo nei suoi

effetti

piemontese Bernardino Galliari parve inspirarsi anch'egli audaci di luce e d'ombra, nelle ampie composipur
nel piccolo

zioni fantastiche,

come

si
il

vede
sipario

abbozzo

dell'

Incontro

di

Arianna

dipinto per

del teatro Regio che Carlo Emanuele

III

Bacco aveva

costrutto coi disegni di Benedetto Alfieri, e in affreschi di alcuni palazzi torinesi. Francesco De Mura e CorAltri decoratori diede a Torino l'Italia meridionale

rado Giaquinto

altri

diede l'arte francese

Carlo

Van Loo

e pi tardi Camillo Pe-

VIA GARIBALDI. GI DI DORAOKOSSA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

lA

KO.MA

LE CHIESE DI

S.

CRISTINA E DI

S.

CARIO.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

PALAZZO REALE

CAMERA DELLA REGINA

AFFRESCHI

(C.

BEAUMONT).
(Fot. I.
1.

d'Arti Grafiche)

ARMERIA REALE

AFFRESCO DELLA VOLTA

(C.

BEAUMONT).
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

AUMKKIA

Rl-AI.E

ArrKESCO

(C.

BEAUMONT).

(Fot.

1.

I.

d'Arti

(Jrafielie).

ARMERIA REALE

STUCCHI.

(l"ot.

I.

I.

d'Arti Gralichc).

12

Q4

ITALIA ARTISTICA
le cai

cheux ,
Reale,
i

opere, sulle quali

non possiamo

dilungarci, ornano le chiese,

il

palazzo

castelli dei dintorni della citt.


si

All'opera dei pittori

associ quella di

altri

minori

artisti

che decorarono sontuo;

samente, con tutte

le

grazie del Settecento, l'interno di molti palazzi torinesi

e nelle sale

del vecchio palazzo dei principi di


delicati

Carignano gl'intaghatori rivestirono

le pareti di fragili

ornamenti

nelle sale del palazzo

Del Borgo, nella piazza

di S, Carlo, gli stucchi

delle volte furono composti con sentimento di eleganza cos squisito da doversi sospet-

R.

PINACOTECA

BOZZETTO PER UN SIPARIO DEL TEATRO REGIO

BACCO E ARIANNA (BERNARDINO OALLIARI).


(Hot.
I. I.

d"Arti Graficlic

tare,

in

alcuna parte, lavorati da

artefici

venuti di Francia, sapienti in


nella

ogni

finezza

del loro stile; nelle aule del palazzo

Reale e

Armeria

la

decorazione di stucchi

ornativi e di figure ebbe singolare ricchezza.

Anche

l'arte degli arazzi fu favorita nel

Settecento dalla corte sabauda. Essa tenne

donde uscirono, specialmente con disegni del Beaumont, opere eseguite con tanta cura quale si vede in un arazzo ancora conservato nel Museo civico torinese da potersi comparare coi migliori lavori di manifatture
officina nel palazzo dell'Universit

francesi.

E come

presso molte altre corti, anche a Torino fu allora istituita una fabbrica

TO
di pon-ellanc.

R N ()
I

95
privileoi a

Gi nel 1737 Carlo Knianuek^

III

concedeva

un certo Rosset

che voleva

stabilire nella citt

una

di tali fabbriche.

tezione reale, un'altra faliljrica nel reg'io produsse sin nei primi decenni del secolo
(li

Nel 1776 veniva aperta, sotto la procastello di Vinovo, che, con varie vicende,

XIX

opere

di

rara perfezione di materia e


piacevoli

lavoro: stoviglie decorate con molta variet d'ornati, statuine

per

gra-

MUSEO CIVICO

ARAZZO ISTORIATO

DI FAIiUKICA

TORINESE (BEAUMONI) E FASCE DECORATIVE DEI


(Fot.
I.

<r

GOliFLINS

>.

I.

d'Arti Graliche).

zia e

ingenua riproduzione dei costumi se non per virtuosit


ffrtunata delle altre arti fu,
di

di

lavorazione.

Meno

opere del Cametti, nella basilica

anche nel Settecento, la scultura. Poich le Superga, non sono pi che mediocri; n si pu
ai

dar lode sempre,


Tuttavia non
Ladatte,

nemmeno
manca
a

di

fredda correttezza,

marmi

dei fratelli

Ignazio

Fi-

lippo Collini sparsi nel palazzo Reale, in diverse chiese, nel cortile della Universit.

Torino qualche notevole scultura


lavor con grande

decorativa,

opera

del

che

educato

all'arte francese

finezza di

fusioni

e di ce-

PALAZZO LEVALDIGI

LA PORTA DETTA DEL DIAVOLO(Fot.


I.

I.

d"Arti Grafiche).

CHIESA DI

S.

AGOSTINO

MONUMENTO

PI T.

MAILLAUD.
(Fot.
I. I.

d'.Arti Grafiche).

MUSEO CIVICO

PORCELLANE

DI

VINOVO.
(Fi
t.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

2 o

=
'"ri

lOO

ITALIA ARTISTICA
sello.

probabilmente opera del Ladatte un bu-

sto

di Vittorio

Amedeo
Museo

III

recentemente acquiOriginale
nella
la

stato dal civico

torinese.

composizione e nella scultura

tomba

di

Tom-

maso

Maillard, nella chiesa di S. Agostino, lavoro

d'artefice

ancora

ignoto.

Di

singolare

bellezza,

come pur altre figure che ancora stanno a ornamento della facciata della chiesa di S. Cristina,
sono
le

due

statue

del francese P. Legros

che

furono tolte da quella facciata per esser collocate


nel

Duomo:

nelle

due grandi figure


il

di S.

Teresa
tanta
vita
di

e di S. Cristina l'artista tratta

marmo con
maturit

dolcezza e

vi

infonde

ora

tale

ora tanta morbidit di sentimento da palesare tutta


la
di

profonda azione che aveva

sul

suo animo

l'arte

Lorenzo Bernini.
Cos,

sebbene piuttosto per opera


che
di artefici propri,
la

di

artefici

estranei
l'arte

citt

ebbe dalatte-

del Settecento

monumenti che ancora


il

stano del suo fiorire in quel secolo, della potenza


dello Stato del quale essa era

cuore.

MUSEO
BUSTO
DI
(Fot.

CIVICO.
III.
I.
I.

VITTORIO AMEDEO

d'Arti Grafch

ARMERIA REALE

FIASCA DA POLVERE.
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

TORINO

IL

GIARDINO DEL PALAZZO REALE E LA MOLE ANTONELLIANA.


(Fot. Minati).

VJ.

Crescente sviluppo della citt

nel

secolo

decimonono.
di

L'et di (Jarlo Alberto.

nel

Carlo Alberto e

le

collezioni

artistiche

Torino.

La

sala

del Tesoro

>

Palazzo Reale. La raccolta dei disegni di antichi maestri nella Biblioteca Reale. La Reale Armeria. La R. Pinacoteca e i suoi principali dipinti. La quadreria della
Civico.

R.

Accademia Albertina.

//

R. Museo di Antichit.

//

Museo

^( )CHE
'^A'^'J
^..::zS^ .X

tracce lasci a Torino

il

periodo che interruppe

la

tradizione secolare

del suo essere, cacciandone

sovrani, serrando entro un


tanti

ganismo

politico

il

Piemonte che da
il

secoli

nuovo immane orviveva di una vita sua

propria, e pazientemente preparava

futuro.

Pur

da ricordare fra gli atti della dominazione francese, a principio del secolo
i

passato, la demolizione dei vecchi bastioni che cingevano la citt,


sin d'allora trasformati,
i

quali furono gi

ampi viali che dovevano essere poi fra lineamenti pi belli nell'aspetto di Torino moderna. Quando, nel 1814, intervenne la restaurazione, Vittorio Emanuele I, che ritornava dalla Sardegna con la sua corte nella quale erano sopravvissute usanze e giudizi che la civilt aveva ormai superati per sempre, fu accolto con giubilo dall'antica capitale
in quelli

per buona parte,

che nella presenza dei suoi principi aveva sempre trovato ragione

di sua

floridezza.
i

memoria

di

quell'avvenimento sorse,

di

fronte

al

nuovo ponte che


di

francesi

avevano

fatto costrurre sul Po, la chiesa della

Gran Madre

Dio, opera insipida di

IL

PONTE VITTORIO EMANUELE

I.

COLLI SL'BL'RBANI.

CHIESA DELLA GRAN MADRE DI DIO E MONUMENTO DI VITTORIO EMANUELE

I.

(Fof.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

CORSO VITTORIO TMANUELE.

il'oi.

I.

I.

d'Arti (;rafiche).

CORSO DEL VALENTINO

MONUMENTO

AI

CADUTI DEL

1821.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Gratche).

io6

ITALIA ARTISTICA
met
del secolo

quello stile neo-classico che nella


gusto, molti

XIX

inform anche, con miglior


vecchi
si

altri edifici privati sorti nei nuovi quartieri.

Perch allora
verso
il

la citt riprese

fiume,

si

estese

ad accrescersi

e,

spezzati

regnante Carlo

P'elice

limiti

ch'erano
di

sino al Po, e

ampli

nuovi

quartieri a occidente, per opera di Carlo Alberto.

per la liberazione

tempo ch'essa doveva pi operare, e far sacrificio di s stessa n l'animo pu ritornare senza commozione a quelli anni tante forze e tanti dolori dTtaha. Anche allora non venne quando essa accoglieva
Era imminente
il

comune

PIAZZA VITTORIO EMANUELE

I.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche").

meno
berto
:

l'attivit degli

artisti e

il

favore

che la

corte diede alle arti

anzi giustizia

rammentare
la

ci che sinora
il

meno

noto, o

meno
di S.

considerato, nell'opera di Carlo Alcitt e

cura che

Re

ebbe per l'abbellimento della

cos

per

l'arte.

Gi nel 1838 veniva eretto nella piazza


Filiberto nel quale l'arte del Marocchetti

Carlo quel

monumento

di

Emanuele
di senti-

profondamente improntata

mento romantico, ma equilibrata in un concetto tanto semplice e robusto della forma che nel vivente gruppo del cavaliere e del cavallo sembra perpetuare le migliori tradizioni del Cinquecento. E v' nel viso del duca, velato d'ombra negli occhi, un'espressione intensa che ci richiama alla mente il viso doloroso della statua ravennate
di

Guidarello Guidarelli.

io8

ITALIA ARTISTICA

L'arte del Marocchetti doveva ancora mostreirsi a Torino in forme assai diverse,
pi comiDOste,
alla
di

meno
di

spontanee, nel
:

monumento

eretto molti anni pi tardi,

il

1861,

memoria

Carlo Alberto

opera non felicemente architettata,

molta bellezza, nei bassorilievi, nella statua rigida, e incerta, del

ma Re

ricca di parti
e,

soprattutto,

PIAZZA REALE

CASTORE

(A.

SANGIORGIO).
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

nelle d<jnne

alleg-oriche
di

che siedono
spine

intorno
fra

al
le

basamento, delle
creature
pi

quali

quella

che

protende una corona

pu

dirsi

belle della nostra mo-

derna scultura.
Il

monumento

sorgere nella
la statua del

Emanuele Filiberto fu tra primi dei molti che dovevano poi non il solo eretto da Carlo Alberto, che a lui anche sono dovuti conte Verde opera povera di movimento, sebbene voglia esser tud'
i

citt,

MONUMENTO

DI

EMANUELE FILIBERTO

(M AROCCHETTl).
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

IO

ITALIA ARTISTICA

multuosa,
lati

ma

finemente cesellata

la

di

Pelagio Palagi, e

gli

animosi Dioscuri model-

da Abbondio Sangiorgio per

cancellata della piazza Reale.

MONUMENTO

DI

CARLO ALBERTO (MAROCCHETTl).


(P'ot. I. I. d'Ai-ti Grafiche).

Nel palazzo Reale Carlo Alberto fece


-con l'opera di diversi artefici.

compiere

rilevanti

lavori

di

decorazione

quale gi eccede

limiti

da Lui favorita, la ultimi imposti a questo studio, vogliamo trattenerci bens


all'attivit artistica
;

Ma

non intorno

MONUMENTO

DI

CARLO ALBERTO

PARTICOLARE.

^Fot.

I.

1.

d'Arti Grafiche)

...

1
MONUMENTO
DI

CARLO ALBERTO

PARTICOLARE.
(Fot.
I.

I.

d'Ani

Grafi(lie).

ITALIA ARTISTICA
dobbiamo ricordare
della citt.
altri

Suoi
la

perpetui

grandissimi meriti verso

cultura artistica

Y nella reggia una saletta decorata


tutta
al

tempo
stipi

di di

Carlo

Alberto, e

arre-

data di

scaffali

elegantemente
il

intarsiati: 'col

conservato

medagliere
antichi

che

il

Re
di

raccolse,

sono

custoditi
:

oggetti

d' arte ch'egli

ebbe cari

un grande
bacini

vaso

maiolica orientale, preziosi

PALAZZO REALE. SALETTA DEL TESORO RELIQUIARIO.


:

iFot.

I.

I.

d"Arti Grafiche).

cofani

con smalti

di

Limoges, antichi

re-

liquiari

e ostensori gotici, idoletti (forse

non

tutti di sicura autenticit


Il

recati di .Sardegna.
:

Re aveva animo
documento non
del tesoro
,

di collezionista

e di ci

soltanto

quella

saletta

ma

son prova ben maggiore


la

le

grandi collezioni delle quali Egli dot


patrimonio artistico e possono fornire
stinolo

sua capitale, che ne integrano mirabilmente


il

ad
alta

essa

ed

elementi

una pi

cultura.

Raccolse disegni

di

antichi

maestri.

nella Biblioteca reale ora quella

raccolta,

non ancora bene studiata, ch'egli form. Vi sono nei fogli dei maestri lombardi, tra disegni che mostrano chiaramente la mano del
falsario, carte

segnate da Teonardo ora con


il

quella rapidit che coglie


vita,

lampeggiar

della

ora

nel ritratto

d'un vecchio

PALAZZO REALE. SVLETTA DEL TESORO: RELIQUIARIO.


(,Fot.
[.

con

I.

d'Arti GrafuTieU

TORINO
quella acutezza alla quale nulla dell'essere semlora potersi sottrarre
;

113
vi

sono

squisiti

disegni di Cesare da Sesto. Tra


di

fogli

veneziani

si

trovano disegni del Tintoretto,


i

Paolo Veronese, del Tiepolo, del Guardi, del Canova; tra


Botticelli, della

fiorentini

sono disegni

della scuola del

scuola del Pollaiolo, di

fra'

Bartolomeo, del
di

Pontormo,
i

del Rosso, del Bandinelli, e

forse

da ritrovare un foglio

Michelangelo; tra
altri

piemontesi
recenti.

si

hanno

disegni di (jaudenzio, del

Lanino, del Moncalvo e di

pi

Raccolse armi antiche

traendone dagli arsenali, acquistandone con fortuna, ne

PALAZZO REALE - SALETTA DEL TESORO

BACILE

CON SMALTO

DI

LIMOOES.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

costitu quella ch' fra le pi inqwrtanti collezioni della citt, ricca di preziose

arma-

ture complete, di armi d'ogni genere nelle quali quasi sempre il valore archeologico superato dal pregio della squisita fattura d^irte, sia nelle targhe cesellate, damaschinate, lavorate a sbalzo, sia nelle lame ageminate, sia nelle annida fuoco prezio-

samente

intarsiate e kivorate in di\erso

modo.
istituire la
il

Ma. anche pi benemerito dell'arte fu Carlo Alberto neh'


lezione artistica della citt, la Pinacoteca, ove a
ritratto,

massima

col-

buon

diritto

grandeggia

suo vigorosa

di

da Orazio Vernet. Da molto tempo principi di Savoia attendevano anch'essi a raccogliere opere pittura. Carlo Emanuele I ne aveva adunato un gran numero nella galleria affrefra classico e romantico, dipinto
i

114

ITA]JA ARTISTICA

scata dallo Zuccari nella quale eran anche le grandi tele della Regina di Saba opere e del Ritrovamento di Mos ch'egli aveva ottenuto da Paolo Veronese,

aveva della vecchiezza del maestro, condotte in parte dagli aiuti. Vittorio Amedeo I arricchita ma incendio, un fu decimata da poi. nel che raccolta, 1647. accresciuto quella

BIBLIOTECA REALE

DISEGNO GAUDENZIO FERRARLI


(Fot. Anderson).

nel

1741 col fortunato acquisto dei quadri del principe Eugenio di Savoia.

Dopo

altre

vicende attraversate, alla fine del secolo XVIII, da quelli e dagli Alberto deliber, assentendo
i

altri

dipinti ch'erano nel palazzo Reale, Carlo

ai

consigli

di

Roberto d'Azeglio, di riunire a beneficio della citt tutti dalla Corona; e nel 1832 si apersero le sale del palazzo
collocati.

migliori quadri
ov'essi

posseduti

Madama

erano

stati

^<
'3

^
e

^(T'H'-

\*Ei .^^'^iBaHiaBr?lrv_TBaB;"?;r-'W;B^

ii6

ITALIA ARTISTICA
la

Ora
versale

Pinacoteca ha sede nel vecchio palazzo costrutto da (uarino Guarini pel


altre raccolte, e

Collegio de' Gesuiti, riordinata in

come

modo esemplare da A, Baudi di Vesme. Non uninon ugualmente ricca di dipinti di ognuna delle scuole

ARMERIA REALE

ARMI DI PRINCIPI DI CASA SAVOIA.


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

pittoriche ch'essa accoglie, possiede, fra le altre


tali

minori,

opere di pregio

rarissimo

che la pongono degnamente fra

le

pi belle collezioni artistiche dTtalia.

La

pittura

del Quattrocento e del Cinquecento vi rappresentata in molte delle

sue variet.

Non

si

potrebbe meglio conoscere altrove

la

vecchia scuola piemontese, la quale

Ii8

ITALIA ARTISTICA

ARMERIA REALE

CALCIO DI

FL'CILE.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

come
con

gi

ricordammo,
dipinti, la pi

vi

ha opere

dello Spanzotti. di Defendente, del


di

Giovenone

e,

altri

importante tavola

]\Iacrino d'Alba.

ARMERIA REALE

PISTOLA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

Muovendo

dal

Piemonte verso

la

Lombardia, un'altra sfera

artistica

si

schiudeva,

nel finire del .secolo

XV,

nella pittura, penetrata dell'irradiarsi dell'arte di Leonardo.

ARMERIA REALE

CALCIO DI FUCILE.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

TORINO
e intesa a esprimere quasi un diverso carattere etnico.
Ferrari di Valduggia la Pinacoteca offre

119

in pi
la

opere

di

Gaudenzio
ai

modo

di

osservare

progrediente influenza

leonardesca,

il

trasformarsi della

maniera del maestro

dalle

prime rigide forme

ARMERIA REALE

SCUDO

DI

FERRO LAVORAIO A SBALZO E AD AGEMINA (ARTE LOMBARDA).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafu-he).

capolavori della sua maturit, alla

.Madonna

fra Santi

dinanzi a un fantastico
il

sfondo di frondi, alla

Deposizione di Cristo
e dolcezza.

ove

il

chiaroscuro e

sentimento

hanno tanta profondit

L'arte del vercellese

Sodoma, educata anch'essa


la

nella sfera leonardesca

ma

resa

anche pi complessa per

consuetudine coi grandi maestri

dell'Italia centrale, svela

20

ITALIA ARTISTICA
tutta la sua bellezza, fra altri dipinti, in

un capolavoro: nella
zia
.

<(

Morte

di in
:

Lucrequella

Nulla vi di eccessivo
di

opera piena

sentimento
e

lirico
il

l'emoturbadi

zione profonda dell'eroina, tra

mento dell'animo
tensit
((

il

fermo proposito
diede
e
alla

morte, espressa con

la delicatezza e in-

che

il

Sodoma

sua
lan

S.

Caterina

nell'estasi
al
o

nel

guore ascetico,
di vSiena,
al

Cristo

flagellato

S.

Sebastiano
quali

degli

Uffizi,

figure

tutte ^nelle

l'anima

sembra tremare sui visi. dipinti della scuola lombarda, Fra il Cristo del Giampetrino nella doli
<i

cezza misteriosa delle

ombre

nel pro-

fondo sguardo consapevole dimostra bene


le

qualit variamente possedute dai molti


ARMERIA REALE.
STILETTO.

seguaci milanesi di Leonardo.


Dell'arte fiorentina del Quattrocento
la

Pinacoteca non
di

possiede

opere che
la

diano

potere seguire tutta


ascensione

sua con-

tinuata
maestri.

per

virt

degli

innumerevoli

diversi

Ha

tuttavia dipinti che, importanti per s, indicano

alcuni dei

principali
lo

momenti

del

divenire di quell'arte, e
((

con

essi

anche

squisito

bassorilievo

a stiacciato

nel

quale Desiderio da Settignano espresse tanta purezza e sereARMERIA REALE. LINGUA DI BOVE (SEC.

nit nelle
XV).

forme dehcate ed eleganti

delle figure, nel tenera

ARMERIA REALE

IMPUGNATURE

DI SPADE.

(Fot.

I.

r.

d'Arti Graficlie).

TORINO
atto del
al

121
cogli occhi

Bambino che
((

si

stringe alla

madre parlandole
sul

mentre

ella sorride

suo

balbettio indistinto.
angioli

Due

azzurri, librati

fondo d'oro,

radiosi nelle carni, sono opera

certa, e di non dubbia autenticit, del Beato Angelico. studio delle espressioni energiche e del mo\'iIl naturalismo sovente brutale, lo

U.

PINACOTECA

RITRATTO

DI

CARLO ALBERTO (ORAZIO VERNET).


(Fot.
T. I.

d'Arti Grafiche).

mento, l'esatta determinazione delle forme che sono nell'arte dei maestri fiorentini che pi si affaticarono ad ampliare il dominio e i mezzi della pittura, si veggono tutti Raffaele nella grande tavola rappresentante il giovinetto Tobia guidato dall'arcangelo la colcon Pollaiuolo Antonio realista dal sommo dipinta fiorentini) caro ai (soggetto
laborazione del fratello Piero. Passano rapidamente
di
le agili

figure dinanzi allo sfondo

una campagna lontana, veduta

dall'alto,

che nelle linee tortuose e nella luce diffusa

122

ITALIA ARTISTICA
agli sfondi

pu compararsi

dei dipinti del Verrocchio e

di

Leonardo

caposaldo nella

storia del paesaggio

nell'arte nostra.
il medesimo soggetto, ma in forma pi maestro fiorentino che giunse nel Quattrocento

L'altra tavola rappresentante anch'essa

svolta e raffinata,

rammenta

l'arte del

R.

PINACOTECA

MADONNA COL BAMBINO (DESIDERIO DA SETTIGNANO).


(Fot.
I.

1.

d'Arti Grafiche).

alle pi

acute, e talvolta morbide, espressioni psicologiche

ma non pu

a buon

diil

ritto

portare
di

come

le altre
:

tavole, fra di loro diverse,

attribuite al

maestro

nome

Sandro Botticelli bens lavoro di un discepolo che imit la maniera giovanile del grande pittore, attenuandone convenzionalmente il colorito, e anche il
sentimento.

o ^

124

ITALIA ARTISTICA
alla Pinacoteca,

X mancano
ricordino,

sebbene non collegati fra


l'arte
di
altri

di loro,

altri

dipinti

che
:

od esprimano degnamente,
della tenda

maestri

dell'Italia
di

centrale

la

Madonna

la quale,

sebbene non inferiore

alla tavola

ugual

sog-

getto nella Galleria di Monaco, non a credere sia pi che lavoro della bottega di

R.

PiNACOTECA

MADONNA COL BAM3INO

(Q.

SCHUVONE).
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche

Raffaello

1'
;

Annunciazione

>

del Franciabigio

il

freddo

ma

fine ritratto di

Eleo-

nora

di

Toledo, del Bronzino.

x\nche vi nella Pinacoteca qualche saggio della mirabile variet di maniere che furono nella pittura dellTtalia superiore durante il Quattrocento in ogni regione, oltre che nel Piemonte e nella Lombardia.
Il

dalla convenzionale

primo rinnovarsi della pittura a Padova, a mezzo il secolo XV, ricordato Madonna dello squarcionesco Gregorio Schiavone il suo ra;

pido svolgersi per opera

di

Andrea Mantegna appare

in

una tavola che, sebbene gra-

TORINO
veniente guasta, non dubitiamo non
sia

12

opera del maestro, che per


riunita
ai

il

suo colore gem-

meo
di

e pel disegno incisivo

pu essere
altra tavola,

suoi primi dipinti, anche al trittico


restauri, traluce l'arte di

S.

Zeno a Verona.

in

bench offuscata da

U-

l'INACOTECA

IL

VIAGdlO

DI

lOBIOLO

(A.

P.

DEL POLLAIIJOLO).
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

Giovanni
della

Bellini, gi libera dalle primitive asprezze, tutta

soave negli

atti,

cos

umani,

Madonna

e del

Bambino.
i>

L'arte veneziana del Cinquecento si rivela soprattutto in una turbinosa Trinit Jacopo Tintoretto con scorciare di corpi e corruscare di luci, nelle grandi tele del Bassano gi possedute dal duca Carlo Emanuele 1 e in quelle di Paolo Veronese. Fra le quali mirabile la grande Cena in casa del Fariseo , gi esaltata dai Vasari.
di

16

R.

PINACOTECA

MADONNA

E SANTI

(ANDREA MANTEUNA'.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche

U.

PINACOTECA

IL

VIAGUIO CI lOBIOLO (SCUOLA DI SANDKO POITICELLI).


(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

R.

PINACOIECA

LA CENA IN CASA DEL FARISEO (PAOLO VERONESE

R.

i'INACOTECA

LA RECilNA DI SABA U'AOLO VllRONESE


(1-ot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

121

ITALIA ARTISTICA
tela,

La

dipinta pel monastero veronese di S. Xazaro nel

1560, cio nella matu-

rit dell'artista,

poi passata a

Genova,
fra
le

fu

trasportata
pi
il

per

volere di Carlo Alberto


della pienezza ultima

nella Pinacoteca, della quale

cose

belle.

Opera
esterno,

della nostra arte, essa riflette vasto limpido


ideale dal pi nobile aperto
edifici

ed equilibrato

spirito

che sorgono nel mezzo della scena, e

ma composto e reso umano. Le forme marmoree degli quelle che si veggono nello sfondo sono
mondo
le

circonfuse e compenetrate di una luce che le anima, che vela


degli spettatori, in alto, con l'azzurro e
il

distanze e

le

figure

roseo dell'atmosfera. Nel gruppo principale.

R.

PINACOTECA

L'ELEMENTO DELL'ACQUA (FRANCESCO ALBANI).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche)

che pel colore intenso campeggiante in


realt,

quello

sfondo chiarissimo ha tanta evidente


si

ogni figura vive di una propria vita, e del movimento in cui essa
vicine
:

compone

con

le figure

l'episodio evangelico occasione a esaltare quell'umanit forte

e serena, possente nei sensi e nell'intelletto, piena di un'antica coscienza della dignit

del proprio essere.

E
centi

con

la

prodigiosa opera del Veronese


veneziani

si

coordinano
le

gli

altri

dipinti di pi re-

pittori

che

la

Pinacoteca accolga,
,

tele di

Sebastiano

Ricci,
i

la

grande composizione del

Trionfo d'Aureliano

di G. B. Tiepolo,

mentre

paesaggi

del Guardi e del Belletto mostrano

come

la

pittura

veneziana

del

Settecento, non

J,

2 3

u ^

i.-,o

ITALIA ARJISTICA
la pittura olandese,

meno che
future.

abbia schiuso all'arte nuove vie e

precorse

le

forme
Pi-

Anche

della pi recente pittura di altre regioni d' Italia sono raccolte


elette.
Il

nella

nacoteca molte opere, e delle pi

Seicento
in
tele

mediocri dipinti dei maestri piemontesi,

ma

mostra non soltanto nei del Caravaggio e di altri pittori


vi
si

lombardi che, tra

il

XV^I

il

XVII

secolo,

mirarono a nuovi

effetti pittorici nei

con-

R.

PINACOTECA

IL

FIQLIUOL PRODIGO tGUERCINO).


(Fot.
I.
I.

d-Arti Grafiche).

trasti della luce e delle


i

ombre, a nuove espressioni del sentimento, come dimostrano

dipinti del Alazzuchelli, del Cairo, del


le

Fra
e

quali alcune opere di

una

Lucrezia

Cerano in numerose tele di pittori bolognesi. Guido Reni e soprattutto un S. Giovanni Battista rivelano il temperamento poetico, squisitamente sensibile alla
;

bellezza, educato all'arte del principio del Cinquecento, che fu proprio di quel
i

maestro;
;

dipinti dell'Albani
I)

sono fra

meno

manierati,
di

pi

delicati,

del pittore

il

Firi-

gliuol prodigo

del (uercino improntato

forte senso

drammatico

e di

una

TORINO
:

131

cerca dei contrasti delle luci che dichiara quanto il pittore debba al Caravaggio. N mancano infine buoni dipinti della bella scuola genovese del Seicento dello Strozzi,
del Carbone, del Castigiioni.

D un aspetto suo proprio alla Pinacoteca torinese la sua ricchezza d'opere di maestri fiamminghi e olandesi, provenienti per gran parte dall'acquisto della raccolta del principe Eugenio di Savoia, procurato da Carlo Emanuele TU.

R.

PINACOTECA

SACRA FAMIOLIA (ANTONIO VAN nVCK).


(l.t.
1.
I.

d'Arti Gnifiche).

],a tavoletta delle


in

Stimmate

di S.

Francesco
a

della quale

si

trova una replica


nell'in-

una collezione

di

j-'iladelfia,

attribuita

Uberto e a (dovanni van Eyck,

certa distinzione delle opere dei due

fratelli,

di indubbia autenticit, prezioso docu-

mento
nuovo

della pittura

fiamminga

del principio del Quattrocento, mirabile per un'acuta


il

visione che tutto discerne e tutto incide sin nelle pi estreme lontananze, per
e intimo del paesaggio, delle luci, della vita individuale, per
difficolt. I dipinti

senso

supera ogni

di

P.

Christus,

di

H. Memmling,

di

una tecnica che B. van Orley,

mostrano come, nel corso del Quattrocento e

al principio del

secolo successivo, la pit-

1.^2

ITALIA ARI ISTIGA


si

tura fiamminga derivi e

allontani dall'arte dei fratelli

van Eyck per proseguire


sono
Y.
Floris

dopo una breve


B. Spranger

stasi nelle

opere

di

pittori

italianeggianti, quali

nel

suo cammino verso una visione sempre pi vasta e intima del Vero

R.

PINACOThCA

FIGLI DI

CARLO

D'INGHILTERRA (ANTONIO VAN DYCK).


(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

in aspetti sovente umili, anche grotteschi,

ma

idealmente elevati per


nelle

la

simpatia
la

umana

che

pittori vi

sanno infondere, come

appare
di

molte opere che


il

Pinacoteca

accoglie dei pittori di genere del Seicento, di G. Breughel


niers, di G. Fyt, di

vecchio, di Davide Te-

H, van Steenwych,

Peter Neef.

R.

PINACOTECA

RITRATTO

DI

TOMMASO

DI

SAVOJA-CARIGNANO (ANT. VAN DYCK).


(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

K.

PINACOTECA

TOKl (PAULO l'UIlLK


(Fot.
l.

I.

d'Alti Crafifhc).

R.

PINACOTECA

GIOCATORI (DAVID TENIFRS.

IL

GIOVANI

I.

(Fot.

I.

I.

(l'Arti Gialiche).

134

ITALIA ARTISTICA

Del maestro che. non senza influsso dell'arte nostra, innalz a creazioni ideali il realismo della pittura fiamminga, di G. P, Rubens, non v' nella Pinacoteca nessuna opera cos scevra dalla collaborazione dei discepoli che possa farne intravedere la forza titanica: ma del pittore che tempr in nuovo modo l'energia del Rubens e non fu mi-

fi.

PINACOTECA.

LA FIGLIA DEL PORPORATI

E.

VIGE-LEBRUN).
(Fot.
I. I.

d'Arti Grafiche).

nore del suo maestro,


che
il

vi

si

trovano opere di bellezza singolare. Certa


tra
il

"

Sacra famiglia

van Dyck esegu probabilmente a Genova,

1621 e

il

1625,

mostra come

sull'influenza del
al pittore la

Rubens
umane.

si

innestasse quella degli antichi maestri veneziani per dare


la

potenza nuova del suo colorito,


Il

grazia delle composizioni e lo studio

delle espressioni

ritratto di

una

figlia di

Filippo

II,

tetra e austera figura,


di

composta dinanzi a uno sfondo

di

severit

monacale,

rivela l'arte

A. van Dyck

ORI

XO
si

135

nell'osservare e illuminare la personalit


ravigliosi ritratti.

umana che

manifesta nei molti suoi meil

Fra
e

quali
il

hanno

altissimo posto la tela rappresentante

principe

Tommaso
mento
duchessa

di Savoia,

che

pittore esegu a Bruxelles nel 1634, impetuosa nel movi-

e nel
di

colore,

l'altra,

dipinta

in

Inghilterra,
i

donde

fu
1,

mandata a
opera
di

Cristina

Sa\oia, nel 1635, rappresentante

tre figli di Carlo

impareg-

giabile freschezza e di rara eleganza di composizione, nella quale Tarte del

van Dvck

ancora robusta, senza le eccessive delicatezze degli ultimi tempi del soggiorno del
pittore nella corte inglese.

R.

MUSEO

DI AN'IICHIIA

SfATUE EGIZIE.
il-"ot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

Dipinti di maestri olandesi

fra

ture di B. Fabritius, di G. Dou, di P. Potter, di


rabile saggio della scuola spag'nuola, opere di
altri

quah un'opera giovanile del Rembrandt. pitqualche non trascuJ. Ruysdael

X. Poussin, di Claudio di
il

Lorena e

di

pi recenti pittori francesi, fra

le

quah

grazioso ritratto della figlia del Por-

porati, dipinto a Torino nel

17^2 dalla Vige-le-Brun, rendono anche pi cospicua la


essere

Pinacoteca.

La quale pu

dirsi

veramente

il

pi

nobile

documento che Re
le
^Vrti.

Carlo Alberto abbia lasciato del suo amore per la cultura e per

tale

da ren-

dere pi venerata a noi


fra

la

Sua memoria.
R. Accademia Albertina,
le

Altri antichi dipinti possiede la citt nella quadreria della


i

quali

sono specialmente notevoli

opere,

gi mentovate, dello Spanzotti e di

1.^.6

ITALIA ARTISTICA
di

Defendente Ferrari, due tavole forse


cezza di disegno e del colore

Filippo Lippi
delle

le

quali

non hanno

la

doldel
in

propria

opere
in

eseguite dalla
l'arte

mano
si

stessa

maestro

un

S.

Giovanni Battista

cui

del

Francia

mostra

aspetto assai diverso che non sia nel tardivo dipinto del maestro eh' nella Pinacoteca, numerosi cartoni di Gaudenzio Ferrari e del Lanino. E altre pitture sono nel

Museo

civico che, per donazione del senatore

T'ontana, possiede

una numerosissima

MUSEO CIVICO

STALLI DEL CO.^O DELLA BADIA DI STAFFARDA

PAKTE CENTRALE(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

serie di

opere di DefendenteFerrari, fra

le

quali pur

un prezioso dipinto d'antica

scuola francese della

met del Quattrocento.

Assai
il

meno

ricca r Torino di opere d'arte classica nel suo

quale ha soprattutto importanza, e grandissima, pei suoi


gi in

vilt e dell'arte egizia,


sciuti

buon numero

raccolti al
di

Museo monumenti tempo di Carlo

di

Antichit,

dell'antica ciFelice, accre-

anche dalle recenti fortunate scoperte

E. Schiaparelli.
della citt
il

In rispetto all'arte nostra prezioso istituto per la cultura

Museo

<
2;

<

1^.8

ITALIA ARTISTICA
chiamato specialmente a raccogliere saggi delle cosidette
arti

civico,
si

minori, pel quale gi


a Torino ove per

pu tracciare pi completa la storia artistica del Piemonte anche tanti secoli essa non aveva lasciato nessun documento.
L'arte romanica, della quale sono rarissime tracce nella
citt,

ha dato

al

Museo

alcuni capitelli provenienti dal chiostro di Sant'Orso d'Aosta, sculture della fine del

MUSEO CIVICO

VETRATA DIPINTA (ARIE SVIZZERA).


(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

secolo

XII

tratte dalla
il

Novalesa e da

S.

Martino

al

Tanaro

e,

insieme col mosaico

ritrovato presso

duomo

torinese, l'antico

pavimento
legno

istoriato della cattedrale di

Acqui.

Accanto a qualche raro saggio donna di Tino da Camaino

della scultura toscana del


gli

Trecento

qual' la

Madi

intagli in

tratti

dalla valle

d'Aosta danno

seguire nel

Museo

civico lo svolgersi della scultura dal

XIII

al
le

XV

secolo in quella
ol-

regione del Piemonte nella quale rifluivano pi liberamente

influenze dell'arte

TORINO

MUSEO CIVICO

PALIOIIO

DI I.KUNO

INIAGLIAIO

(XIII

StC).
(Fot.
I. I.

d'Arti GralicUe'.

TORINO

MUSEO CIVICO:

l'ALIOITO DI

LEGNO (SEC

XIV).

(Fot.

r.

[.

(l'Alti Grafiche).

MUSEO CIVICO

FRAMMENTI DEL MONUMENTO

DI

GASTONE

DI

FOIX (bAMBAJA).
(Foi.
I.

I.

d'Alti Grafiche).

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4J

142

ITALIA ARTISTICA

sulle

tramontana, mentre in pi recenti opere d'intaglio lo stile del Rinascimento si innesta forme gotiche specialmente negli stalli dell'abbazia di Staffarda, del

del secolo XA^I

principio

o appare forse trattato

da

artisti

francesi, quale nella porta del


al

castello di Lagnasco.

Alcune sculture del

:\Iuseo

appartengono intieramente

nostro

MUSEO CIVICO

.MADONNA COL BAMBINO (TINO

DI CAMAINO).

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

Rinascimento
P'ra le

fra le quali,

un

tondi, guastissimo,

che pu essere attribuito ad Andrea

della Robbia, e alcuni

lavorati dal Bambaja per il mausoleo di Gastone di Foix. opere pi recenti, soprattutto notevole la grande bissona che Carlo

marmi

Emanuele

III

fece intagliare a Venezia donde, nel 1731, fu condotta a Torino per


il

il

Po, venendo collocata presso

castello del \^alentino per le feste fluviali della corte.

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ITALIA ARTISTICA
di

Di legature antiche,
di

cuoi impressi, di vetri dipinti, di maioliche, di porcellane,


]\Ia

stoffe

rare

il

Museo

dovizioso.

su

tutte le collezioni singolare e

pn-

MONUM'.NTO ALL'ESERCITO SARDO

(V. VELA).

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

ziosa la raccolta di antichi vetri italiani ornati a oro con graffiti secondo
descritta anche da

una

tecnica,

Cennino Cennini.
:

la

quale d a quei lavori tutta la spontaneit dei

disegni eseguiti sulla carta

e fra quei vetri ve

ne sono

di lavorati

da Lorenzo mo-

IL

MERCATO

ni POiJTA

PALAZZO.

il'oL

1.

d'Ani

(Iraliche).

CHIESA DI

S.

CROCE

MONliMENTO A CAVOUR.

(Fot.

I. I.

d'Arti Grafiche).

LA MOLE ANTONELLIANA.
(Fot.
I.

I.

d'Arti Grafiche).

GIARDINO DI PIAZZA CARLO FELICE E STAZIO> E DI PORTA NUOV/.

STAZIONE DI PORTA NUOVA.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

U8
naco. da

ITALIA ARTISTICA
Amico
d'Aquila, da maestri

veronesi

dell' Italia

centrale della

met del
non

Quattrocento.
Tali collezioni d'arte, delle quali la citt
si

arricchita nel secolo passato,

sono raccolte
lezioni

di

cose
le

sappia destarle,

morte esse adunano invece forze eternamente vive, a chi quali potranno incitare in avvenire l'arte e la cultura. Quelle col;

sono anche segno


i

dell'attivit artistica

che

fior

nella citt durante

il

secolo

scorso, della quale


tano, ci tolgono di

limiti di questo lavoro, rivolto alla storia di

un passato

pi lon-

tracciare

le

vicende.

Ma
della

grande sforzo compiuto nella liberazione ch'essa fece alle nuove capitali del regno,
altro

ben possiamo affermare che, dopo il patria, e dopo il doloroso sacrificio


fu

la citt

operosa nelle

arti

pi che

in

tempo,

che

il

periodo test trascorso,

quello

dalla cui attivit ci piace di

sentirci avvolti, lasceranno

profonda traccia

non

soltanto nella sua storia e nel suo

aspetto,

ma

nelle vicende dell'arte italiana dei nostri tempi.

R.

MUSEO

DI

ANTICHIT

AMOKE DORMENTE

(QIA

CREDUTO

DI

MICHELANGELO'.
(Fot.
I.
I.

d'Arti Grafiche).

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