Sunteți pe pagina 1din 4

BOOK

REVIEWS

489

the enmity between the natural man and God in Kierkegaard, an opposition overcome only by the death o f nature and rebirth in faith. Nor is it very accurate to present Kierkegaard simply as a Lutheran thinker (io6). Particularly in his later entries in the Journal, Kierkegaard becomes very critical o f the Lutheran reformation. He accepts it as a corrective to the preceding mediaeval Christianity, but becomes very suspicious o f Lutheranism as a compromise position which can so easily be misused to enable us sly human beings to do what we always naturally wanted to do anyway--exist the other six days a week in purely secular categories. And by "reason" Kierkegaard means Hegel's rationalism, not usually Luther's quite different, purely theological, use of the term (IO8). The facile identification o f Luther's thought with St. Paul's begs many a question (i 07). Nor is Westphal's historical scholarship on the highest level: illumination in St. Augustine has nothing to do with supernatural gifts of grace or faith (97). According to Augustine, every human mind is illuminated by eternal ideas in that the Word of God is present to every human person. Westphal's attempt to moralize about society or politics on the basis of Kierkegaard strikes this reader as unsuccessful. Kierkegaard's objections to membership in society as an evasion o f every person's duty to become an individual are independent of any particular time or place or social arrangement 005). Kierkegaard is not concerned with political philosophy as such, but only with the disastrous effects of membership in the group or herd. Such grouping together is misused as a narcotic against the Godrelation, which is always individual. Professor Westphal's collection of essays provides readable meditations on many of Kierkegaard's categories, without using those categories with the greatest theological or philosophical rigor. PAUL J. W. MILLER
Williamstown, Mass.

Francesco Tomasoni. Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione genetica delressenza della religione con pubblicazione degli inediti. Florence: La Nuova Italia Editrice, i986. Pp. xv + 343. Paper, L 46.6. Come ~ noto, la fortuna critica di L. Feuerbach ~ passata attraverso alterne vicende; periodi di grande lavorio teorico e di ricerca storiografica intorno al suo pensiero si sono succeduti a periodi di pressoch6 totale oblio. Nel complesso, tuttavia, il n u m e r o degli studi dedicati al filosofo tedesco, alia sua produzione in genere o ad alcuni aspetti di essa, ~ oramai assai coapicuo. In Italia, perlomeno nelrultimo trentennio, l'attenzione verso Feuerbach si ~ mantenuta costante. * In linea generale, si ~ teso a marcarne Si segnalano, al proposito, alcuni studi tra i pill re=end: Claudio Cesa, Il giovane Feuerbach (Bail: Laterza, 1963); Enrico Rambaldi, Le origini della sinistra hegeliana: H. Heine, D. F. Strauss, L. Feuerbach, B. Bauer (Firenze: La Nuova Italia, 1966): 182-~16; Claudio Cesa, Studi sulla sinistra hegeliana (Urbino: Argalia, 197~): 167-~48; Leonardo Casini, Storia e umanesimo in Feuerbach (Bologna: I1 Mulino, 1974); Claudio Cesa, Introduzione a Feuerbach (Roma-Bail: Laterza, 1978); Aldo Zanardo, lntrocluzione a Engels-Marx, La sacra Faraiglia (Roma: Editoil Riuniti, 197~ [~]): xi-lxix.

49 ~

JOURNAL

OF T H E H I S T O R Y

OF P H I L O S O P H Y

~ 7 : 3 JULY

1989

la posizione a u t o n o m a nell'ambito dell'hegelismo e, in specifico, dell'hegelismo di sinistra e ad evidenziarne il reale portato innovativo entro la tradizione filosofica moderna. In un q u a d r o pih immediatamente teoretico, si ~ cercato di p o r r e in luce, della produzione feuerbachiana, alcuni concetti e problemi che sono apparsi maggiormente rilevanti: la corporeith, la sensibilit~t, l'idea di Gattungswesen, la categoria di Natur. T r a m i t e la loro analisi, ~ emersa l'effettiva cesura del pensiero di Feuerbach con le coeve ed anteriori impostazioni "razionalistiche e a s t r a t t e " - - u n a cesura, cio~, interna alia tradizione filosofica moderna---e sono state additate prospettive che gih a muovere dal suo pensiero medesimo si a p r o n o alla filosofia del Novecento che sulle questioni dell'uomo, dell'esperienza ed esistenza nel mondo, si 6 interrogata. 2 In altre parole, centralith ~ venuta assumendo la dimensione ontologica della riflessione feuerbachiana, la d o m a n d a sul f o n d a m e n t o e sul significato dell'esistenza umana. In Feuerbach ~ possibile scorgere la posizione di un duplice Grund: umano/ generico e naturale. La Natur ~ il Wesen ultimo, il Grund, ciob, di ogni Dasein ed anche il Grund della Gattung intesa come Gestalt del Wesen der Natur (o Naturwesen). La Gattung, a sua volta, ~ il Grund del Dasem singolare/individuale.~ E' questo d o p p i o ontologismo--chiaramente inverdto quale valenza fondativa rispetto alia linea Descartes/Hegel---che permise a Marx di parlare, a p p u n t o riferendosi a Feuerbach, di reale "rivoluzione teoretica" entro i p a r a d i g m i della ragione moderna. U lavoro di Francesco T o m a s o n i si rivolge p r o p r i o alia ricostruzione di uno dei d u e lati di un tale duplice ontologismo, alia evidenziazione della categoria di Natur, non nella sua accezione di "natura umana" (Gattungswesen) bensi nell'accezione ultimativamente fondativa di "natura non umana" o natura striae, di quel piano, cio~, che risulta imprescindibile nella considerazione dell'esistenza umana medesima. Non a caso, r a u t o r e si concentra sull'opera del 1846, Das Wesen der Religion, il testo in questo senso forse pih significativo. E' il testo, come lo stesso Feuerbach lo definisce, della integrazione tra dimensione "antropologica" dell'esistenza e dimensione "fisiologica," in quel significato universale "che ebbe nell'andchit~, quando indicava la scienza della natura in generale," non r i t e n e n d o pih sufficiente la delineazione in esclusivi termini ontoantropologici dell'essere dell'uomo e del suo rapportarsi alia Umwelt. Nel 1844, p r e a n n u n c i a n d o aU'editore Otto Wigand il lavoro Das Wesen der Religion, Feuerbach sottolinea il p r o p r i o spostamento----certamente non totale---di interesse: dalla natura umana alia natura non umana, a quella "essenza che sta alia base, e che sta prima, delressenza umana, una essenza che ~ a noi vicinissima, e p u r e lontanissima, che ci ben nota, e p u r e cost misteriosa."4 Tomasoni, nella sua a m p i a introduzione alia trascrizione e traduzione italiana della prima redazione provvisoria di Das Wesen der Religion, lascia trasparire alcuni degli elementi sopra evidenziati. L'autore rileva, a giusta ragione, che anche alia luce dei t Mi permetto, al proposito, di rinviare a Fabio Bazzani, ll tempo deU'esistenza:Stirner, Hess, Feuerbach,Marx (Milano: Franco Angeli Editore, 1987): 95-135. s Cfr. ivi, 97-99. 4 Per quesd argomenti, cfr. Claudio Cesa, Introduzione a Ludwig Feuerbach, Essenza della religione (Roma-Bari: Laterza, 1981); 7-1 i.

BOOK R E V I E W S

491

documenti preparatori allo scritto--il confronto di Feuerbach con il teologo Denys Petau relativamente al d o g m a della trinitY, con il platonico di Cambridge Ralph Cudworth relativamente all'idea di natura, con i dati allora emergenti dalle scienze fisiche e biologiche--non ~ possibile scorgere nella categoria feuerbachiana di Natur un indulgere verso il determinismo, come i suoi coevi critici sostenevano. La lettura delle differenti stesure di Das Wesen der Religion, compiuta da Tomasoni con sicura perizia filologica, dimostra ampiamente questo punto. L'idea di Natur in Feuerbach non solo non ha un portato deterministico bensi ~ anche e soprattutto una netta rottura con le correnti positivistiche e scientistische del tempo e, potremmo aggiungere, anche un potenziale atto di accusa contro le successive metafisiche neo-razionalistiche che continuano a perseguire ideali dualistici; una critica, insomma, a concezioni che ripropongono un'immagine di natura e di uomo radicalmente separate. Le implicazioni teoretiche della riflessione feuerbachiana sulla "natura non umana" risultano esser quindi notevolissime; esse, di fatto, svincolano il filosofo Iedesco dal suo specifico milieu storico e culturale, proiettandolo sullo sfondo di una critica della modernit~ che coinvolge, del pari, pensatori quali Stirner, Marx e, su un altro versante, Kierkegaard e che condurr~, anche se molto spesso tramite una penetrazione sotterranea e segreta, alle interrogazioni di Nietzsche, Bergson, Gehlen, Heidegger--tra gli altri--suU'esistenza umana in una natura stravolta dalla tecnica e matematizzata dalla scienza. Se il volume di T o m a s o n i m p e r l'andamento storico/filologico del discorso che propone--solo marginalmente sfiora questi pur centrali problemi, nondimeno, per la accurata ricerca e per l'attento vaglio dei documenti riportati, fornisce materiali preziosi atti alia ridefinizione del pensiero di Feuerbach quale momento fermo e imprescindibile di una radicale rottura nell'ambito della cultura filosofica e scientifica propria della modernit~t.
FABIO BAZZANI

UniversitA di Firenze

Shlomo Avineri. Moses Hess: Prophet of Communism and Zionism. New York: Columbia University Press, 1985. Pp. xii + 266. $22.5o. The state o f Israel promised more than an end to Jewish suffering. It was to be a land of social milk and honey, a new state in which those ancient dreams which had comforted the Diaspora would be realized through the instrumentality of modern socialism. But after four decades o f unrelieved Arab hostility, Jewish Israelis have found only their suffering refreshed. Its youthful dreams and ideals have been replaced by the hard realism o f policing the very land it occupies. In the words of one sorrowing Israeli, "Israel has lost its soul." Perhaps this is true. But what is this "soul" that now might be lost? No one would be better prepared to answer this question than Moses Hess (l 812-1875). He was indeed what Avineri has called him: the "Prophet o f Communism and Zionism." His thoughts were the first to enter into the theoretical watersheds of both Zionism and socialism,

S-ar putea să vă placă și