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ISTAT
METODO
Al fine di eseguiere unindagine il pi oggettiva possibile, i dati sono stati recuperati da fonti attendibili, quali l Istat (istituto nazionale di statistica) e il Sistan (sistema statistico nazionale). Inoltre, per procedere in modo ordinato la strategia adottata stata quella di raccogliere i dati suddividendoli nelle tre categorie: demografia, economia e patrimonio edilizio. Per ognuno dei campi elencati si proceduto in tre fasi. La prima , la pi lunga e meccanica, stata la raccolta dei dati e la loro catalogazione. Questultima in particolare, stata organizzata attraverso una gerarchizzazione degli argomenti, partendo da unanalisi regionale, a una provinciale, per poi arrivare a una riguardante i comuni e i singoli borghi. In questo modo si ottenuta una visione completa, da una scala pi globale a una pi specifica, capace di cogliere le peculiarit tipiche del territorio Abruzzese. Terminata la prima fase, si proceduto con la seconda: la selezione dei dati e la loro tabellizzazione eseguita secondo una specifica logica. Questultima, infatti, prevedeva la raccolta di dati riguardanti un determinato argomento, analizzato in un periodo storico prestabilito, per poi approfondirlo per lultimo anno preso in riferimento. In questo modo si ottenuta una raccolta di dati organizzata per localit e arco temporale che ha permesso di mettere a confronto pi dati, cos da ottenere un quadro chiaro e sintetico sullAbruzzo Nella terza e ultima fase, individuate le conclusioni, si passati poi a darne una rapprentazione grafica al fine di rendere la lettura dei dati pi immediata e chiara evitando cos di ricorrere a un semplice elenco di numeri.
OBIETTIVI
Questo lavoro si fonda sullintento di comprendere le cause di abbandono dei borghi abruzzesi, attraverso una approfondita indagine del territorio e delle sue trasformazioni. Tale indagine si svolta attraverso una raccolta di dati volta a descrivere in modo oggettivo aspetti quali landamento demografico, leconomia e il patrimonio edilizio a pi scale territoriali, da quella pi ampia, la regionale, alla pi piccola dei borghi. Una volta resa la descrizione sintetica dei dati, questa diventa strumento per individuare i fattori che hanno portato al sempre pi diffuso fenomeno dellabbandono dei borghi storici. Per ciascuna categoria sono stati poi individuati dei sotto- obiettivi che ci permettessero, in modo specifico e con gli adeguati supporti - tabelle, schemi grafici - di leggere in maniera chiara i dati raccolti, avendo come fine ultimo lindividuazione delle potenzialit e delle problematiche su cui intervenire. Demografia Lobiettivo individuare il cambiamento della distribuzione della popolazione attraverso una rielaborazione di dati tramite linfografica. Questi ultimi permetteranno di avere una lettura chiara e immediata della dinamica demografica e risalire al periodo storico specifico in cui si sono verificati i principali fenomeni di spopolamento. Lindagine demografica non si fermer solo allaspetto quantitativo ma andr ad analizzare i vari aspetti caratteristici della popolazione ( indice di vecchiaia, indice di dipendenza strutturale, pendolarismo, occupazione, presenta di stranieri), al fine di individuare le cause del fenomeno. Economia Lanalisi di dati economici ci permette di individuare i settori maggiormente attivi, la loro localizzazione sia a livello regionale sia a livello comunale e linfluenza di questi sulle aree circostanti. Inoltre questa indagine ci permette di individuare i prodotti e i settori di punta dellAbruzzo. La ricerca indaga principalmente sui settori dellagricoltura, dellindustria, dei servizi e del commercio. Patrimonio edilizio Lanalisi del patrimonio edilizio mirata a individuare la quantit di edificato e sopratutto quello non utilizzato cercando di capire le cause che hanno portato al non utilizzo. Questo utile per capire se questi edifici possono essere rifunzionalizzati.
RIFERIMENTI
www.densitydesign.org www.visualcomplexity.com http://feltron.com
PARTE 1
DEMOGRAFIA
1334675
1106266
858424
ANDAMENTO DEMOGRAFCIO
abruzzo
282473
309131
ab/kmq
60
laquila
319209
128409
ab/kmq
260
pescara
396497
ab/kmq
297246
151
chieti
309838
150296
teramo
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2009
ab/kmq
152
1961
BILANCIO DEMOGRAFICO
1.323.987
Popolazione al 1 Gennaio 2008
+ + + +
+ 54823
13720 27349 1773 1293 morti canc. per altri comuni canc. per lestero altri cancellati
- 44135
1.334.675
FASCE DETA
13,5%
65,3%
21,2%
13,3%
65,3%
21,4%
15,4%
67%
17,3%
13,1%
65,7%
21,4%
Percentuali delle fasce det in Italia e succesivamente in Abruzzo. La prima fascia det va dai 0 ai 14 anni; la seconda dai 15 ai 64 anni e la terza dai 65 a 100 anni e oltre. (istat 2009)
INDICE DI VECCHIAIA
157
161
118
162
151 156 161 162 E il rapporto tra la popolazione di 65 anni e pi e quella tra i 014 anni, moltiplicato per 100. Questo indice esprime il grado di invecchiamento della popolazione. 100 esprime il valore di equilibrio tra anziani e giovani, allaumentare di questo valore gli anziani prevalgono sui giovani. Molti comuni dellabruzzo hanno un indice di vecchiaia elevato che fa presupporre una totale assenza di future generazioni e di conseguenza una morte del comune. (istat 2009)
109
117
125
132
140
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
53
53
49
52
fasce det 0 - 14 14 - 64 65 +
Lindice di dipendenza strutturale il rapporto tra la popolazione in et non attiva (0 -14 e 65+) e la popolazione in et attiva (15-64). Lindice di dipendenza d unidea del rapporto tra la popolazione che sostiene (ovvero la popolazione tra i 15 - 64 anni) e la popolazione che deve essere sostenuta (giovanissimi e anziani). Valori oltre i 100 mostrano una situazione in cui gli inattivi prevalgono sulla potenziale classe lavoratrice. Lindice per lAbruzzo 52, un p pi alto del Mezzogiorno (49). (istat 2009)
OCCUPAZIONE
1.262.397 ab. nel 2001 in abruzzo
59%
occupati
13,9%
13,6%
14,1%
59% laquila
agricoltura industria altri servizi
58% teramo
3% 58% 38% 4% 63% 33%
46,6% pescara
3% 59% 38%
76,4% chieti
5% 61% 33%
Lanalisi occupazionale ha individuato che il 59% della popolazione totale risulta occupata. Specificando i dati per le quattro province si evince che la provincia di Chieti, con il 76,4% detiene la percentuale di occupati pi alta. Inoltre la percentuale riscontrata nelle 4 province, stata ulteriormente suddivisa nei settori dellindustria, agricoltura e altri servizi.
17,4%
PROVENIENZA STRANIERI
68,3 %
7,3%
13,2%
10,9%
0,2%
1,9%
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
5,2%
romania albania macedonia marocco cina ucraina polonia bulgaria senegal kosovo serbia tunisia brasile regno unito moldovia germania russia nigeria filippine francia grecia argentina venezuela india rep.dominicana cuba pakistan bangladesh colombia per lituania stati uniti slovacchia spagna algeria rep. ceca bosnia iran egitto eritrea croazia etiopia belgio ungaria svizzera montenegro sri lanka bielorussia ecuador paesi bassi israele canada uzbekistan giappone libano lettonia australia portogallo turchia bolivia austria camerun cile
romania
albania
ucraina
polonia bulgaria Kosovo
macedonia
marocco
senegal
tunisia
nigeria
egitto
cina
australia
samoa
nuova zelanda
india
filippine
brasile
giappone
argentina
venezuela
rep.dominicana
EUR OPA
AFRIC A
O CEANIA
ASIA
AMERIC A
LAQUILA
TE R AM O
PESC AR A
CHIE TI
28% 30%
18%
24% ABRUZZO
DENSIT POPOLAZIONE
51
200
54
CONSIDERAZIONI
La densit di popolazione, anche se aumentata negli ultimi decenni, ben al di sotto della media nazionale. Nel 2009 ci sono stati, infatti, 124,4 abitanti per km quadrato in Abruzzo, a fronte di una media nazionale di 200,2 ab/Kmq. A livello di provincia, la situazione molto varia: la Provincia di Pescara la provincia pi densamente popolata (260,1 abitanti per km quadrato nel 2008), mentre, allaltro estremo, LAquila la meno densamente popolata (61,3 abitanti per km quadrato nel 2008), anche se ha la pi grande area provinciale. Dopo decenni di emigrazione dalla regione (principalmente dal 1961), dal 1980 cominciata limmigrazione dai paesi del terzo mondo. Lincremento demografico dovuto al saldo migratorio positivo, in quanto dal 1991 sono state registrate pi morti che nascite (ad eccezione per il 1999, quando il loro numero era pari). Lo squilibrio demografico pi grave tra le aree montuose dellinterno e le aree della fascia costiera. La pi grande provincia, LAquila, si trova interamente allinterno e ha la pi bassa densit di popolazione. Il movimento della popolazione dAbruzzo dai monti al mare, a seguito di una forte industrializzazione, ha portato alla quasi completa urbanizzazione della fascia costiera e al quasi totale svuotamento delle zone interne montuose (eccezione fatta per i grandi centri come LAquila, Avezzano e Sulmona). Nel 2009 i nati sono stati 11.402, i morti 14.597 con un saldo naturale di -3.195 . Le famiglie contano in media 2,48 componenti. Il 31 dicembre 2008 su una popolazione di 1.334.675 abitanti si contavano 69.641 stranieri (5,2%). Rispetto a questi dati gli immigrati provengono principalmente da Romania, Albania, Macedonia, Marocco, Cina, Ucraina, Polonia e Bulgaria. Su un totale 305 comuni abruzzesi 54 di questi, situati per lo pi in zone montane e lontane da poli, hanno un popolazione inferiore ai 500 abitanti. Le cause dellabbandono di questi paesini sono, principalmente, la mancanza di servizi di prima necessit, mancanza di lavoro e la troppa distanza che li separa dalle citt attive. I pochi abitanti che popolano i borghi sono per lo pi anziani.
PARTE 2
ECONOMIA
PIL
abruzzo
18,3%
25,3%
agricoltura
2,4%
industria
costruzioni
7,1%
servizi
65,2%
ANDAMENTO ECONOMICO
1995 - 2006 (milioni di euro) Negli corso degli anni, lAbruzzo ha scavalcato molte regioni italiane ed oggi ha il PIL procapite pi alto del Mezzogiorno. PIL pro capite abruzzo: 19.723 mln euro. (istat 2009) PIL pro capite mezzogiorno: 16.119 mln euro. (istat 2009)
16.457
servizi
10.330
6.386
industria
4.020
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2796
2539
1854
abitazioni
531
2254
470
91
72
23 tabacchi 25 istruzione 52 co m
unic
san
po
azion
it
307
alim
ri nta
tem
5 12
en
lib
236
sp or ti
er gi a
ero
129
189
mo bili
tra
abbigli
ni
-ele
altri be
ttro
amento
d.
32 mila 28 mila 24 mila 20 mila 16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila 32 mila 28 mila 24 mila 20 mila 16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila 100 mila 90 mila 80 mila 60 mila 40 mila 20 mila 0 mila
ANDAMENTO SETTORI
imprese
unit locali
UNITA LOCALI
u.l 96.915 (istat 2001)
AGRICOLTURA 1,1%
INDUSTRIA 13,3%
COSTRUZIONI 12,7%
SERVIZI 72,9%
SETTORI PRODUTTIVI
0,6% 0,01% 0,2% 10,3% 0,3% 14,4% 31,9% 8,6% 3,8% 2,4% 16,3% 0,33% 4,9% 6,0% 57% silvicoltura e utilizzazione di aree forestali 100% estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra 15% industria del legno e dei prodotti in legno
81% 82% attivit legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 79% 74% servizi di lavanderia, saloni di bellezza
commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attivit ausiliare delle assicurazioni
LAQUILA
0,7% 0,8% 0,1% 16,6% 0,9% 13,9% 29,5% 7,4% 3,4% 2,1% 14,4% 0,3%
attivit connesse allagricoltura estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie conciarie e prodotti in cuoio
commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attivit ausiliare delle assicurazioni attivit legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi servizi di lavanderia, saloni di bellezza
TERAMO
3,5% 7,0%
0,37% 0,37% 0,1% 11,1% 0,1% 10,8% 34% 4,7% 4,3% 2,7% 19% 0,5% 4,9% 6,9%
attivit connesse allagricoltura estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande
45% 62% attivit legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 68% 75% servizi di lavanderia, saloni di bellezza
commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attivit ausiliare delle assicurazioni
PESCARA
0,7% 0,2% 0,1% 14,1% 0,1% 12,1% 32,7% 6,2% 3,9% 2,3% 15,4% 0,4%
attivit connesse allagricoltura estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande
commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attivit ausiliare delle assicurazioni attivit legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi servizi di lavanderia, saloni di bellezza
CHIETI
4,8% 6,8%
estrazioni di minerali
attivit manifatturiere
istruzione
AGRICOLTURA
prodotti tipici
INDUSTRIA
metalmeccanica alimentare del trasporto delle telecomunicazioni chimica del mobile dell artigianato tessile
COMMERCIO
TURISMO
parchi
localit balneari
martinsicuro alba adriatica tortoreto giulianova roseto degli abruzzi pineto silvi montesilvano pescara francavilla al mare ortona san vito chietino rocca san giovanni fossacesia torino di sangro casalbordino vasto Fossacesia Francavilla Al M. Giulianova Martinsicuro Montesilvano Ortona Pescara
18
localit sciistiche
gran sasso teramano gran sasso aquilano altopiano delle rocche monti simbruini valle del saggitario alto sangro altopiano delle 5miglia majella chietina majella occidentale
POLI ATTRATTORI
305
comuni teramo pescara laquila chieti poli attrattori
atessa avezzano
lanciano
54
6,3%
83,1%
8,2%
70% 3,7%
17,4%
8,8%
1,9%
0,5%
2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 5000 10000 15000 mln di e.
2007 ABRUZZO
IMPORT .
4 280mln 4,7%
0,2%
0,1%
EXPORT .
7 316mln
0,4%
0,1%
AGRICOLTURA
PESCA
0,3%
95% 0,1%
MANUFATTI 98,8%
ALTRI SETTORI 0,1%
MINERALI
0,7%
CONSIDERAZIONI
Dai grafici riscontrabile che il settore pi incisivo sulleconomia abruzzese quello legato ai servizi, tanto da ricoprire il 65% del prodotto interno lordo ed essere dotato del maggior numero di unit locali diffuse su tutto il territorio. Questo risultato rispecchia la realt abruzzese fortemente legata al turismo, attivo grazie alla variet morfologica del territorio che presenta sia localit balneari, sia localit sciistiche, sia grandi parchi di elevata qualit naturalistica: il Parco Nazionale dAbruzzo, Lazio e Molise; il Parco Nazionale della Majella; il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e il Parco Nazionale del Velino Silente. Nostante lAbruzzo si distingua per la produzione di particolari specie ortofrutticole (carota, patata) e di uva da vino, il confronto dellandamento nelle decadi a partire dal 1971 a quello del 2001 evidenza come ci sia stato un calo della presenza di unit locali nel settore primario, a favore di quello secondario e terziario, in cui si registra un costante aumento. La successiva analisi suddivisa nelle tre categorie, imprese, unit locali e numeri degli addetti, consente di notare come non ci sia corrispondenza tra settore con pi imprese e settore che necessit di maggior forza lavoro. (vedi manifatturiero, vendita al dettaglio). E da sottolineare come, mentre il settore terziario si sviluppa lungo tutta la fascia costiera, ricca di servizi commerciali e di istituti di credito; lo sviluppo industriale si concentra principalmente nella zona del teramese e chetina che presentano rispettivamente, una, un grande numero di piccole e medie aziende nel settore tessile e calzaturiero; e laltra, diverse sedi di multinazionali. Quanto rilevato si riscontra anche nellapprofondimento riguardante le singole provincie, infatti nonostante per tutte e quattro il settore trainante sia quello legato al commercio allingrosso e al dettaglio dei beni legati alla persona, notiamo che Teramo si distingue per lindustria conciaria e dellabbigliamento; LAquila per lattivit edilizie; mentre Pescara e Chieti per lindustria alimentare e per le attivit legali e di consulenza. Una volta raccolti i dati e trasferiti sulla mappa territoriale, si vengono ad individuare sette poli attrattori, dotati di servizi, imprese e infrastrutture la cui propulsione influenza anche i comuni circostanti mantenendoli vivi e attivi. La crescita economica della regione indagata, anche legata al suo commercio con i paesi esteri, in particolare con lEuropa (80%), con i quali scambia principalmente prodotti dellindustria manifatturiera.
PARTE 3
PATRIMONIO EDILIZIO
350
comuni comuni con densit delle abitazioni maggiore di 100
35
54
350
comuni comuni con oltre il 60% delledificato non utilizzato
37
221
CONCLUSIONI GENERALI
LAbruzzo si caratterizza per una densit abitativa relativamente bassa determinata da un territorio prevalentemente montuoso e dalla vasta estensione delle aree protette. Il sistema economico, caratterizzato da una disoccupazione relativamente contenuta, un PIL pro capite crescente e non distante dalla media italiana, si differenzia ormai dalle altre regioni del Mezzogiorno. Dai dati, infatti, riscontrabile una crescita constante del PIL: nel 1951 il reddito pro capite era del 53%, nel 1971 del 65% e nel 2006 arriva al 84,4%. Le aree interne di montagna sono caratterizzate da una sostanziale marginalit, con unagricoltura particolarmente estensiva, un tasso di disoccupazione pi elevato rispetto alla media regionale, una minore qualificazione professionale degli addetti al ciclo produttico. Un punto di forza rappresentato dalla presenza di risorse ambientali e naturalistiche di grande valore (fra tutte il Parco Nazionale dellAbruzzo), che pu rappresentare un elemento strategico per lo sviluppo delle aree interne pi marginali.. Il forte calo di numero di addetti allagricoltura a favore degli altri rami dimostra che la crescita si verificata in corrispondenza del passaggio da uneconomia basata sullagricoltura e sulla pastorizia a una basata sullindustria e sul settore terziario. In particolare il settore secondario organizzato su medie e piccole imprese produttrici di una grande variet merceologica che va dallabbigliamento, ai materiali da costriuzione; dalle industrie metalmeccaniche a quelle chimiche. Nonstante questo passaggio economico abbia portato lAbruzzo ad uscire da una situazione di depressione, l articolazione delle industrie risulta spesso inorganica e poco coordinata. La dislocazione delle aree industriali lungo specifici assi , quali quello della val Pescarae del litorale Aprutino, ha incentivato ulteriormente il divario gi preesistente allinterno del territorio stesso, rafforzando il movimento interno dallalto verso il basso e dai villaggi verso le citt. Questo fenomeno riscontrabile dal forte spopolamento delle aree pi montane ed interne caratterizzate da una morfologia pi complessa e dalla mancanza di servizi e di poli attrattori nelle zone circostanti. I vecchi centri murati, dislocati spesso lungo le pendici degli appennini, in zone difficili da raggiungere, sono stati quindi investiti da questo fenomeno di svuotamento. Inoltre, l.esodo delle forze lavoro pi giovani ha portato queste aree ad avere un alto tasso di inselinimento tanto da raggiungere valori molto elevati dellindice di vecchiaia. Ci fa presupporre una totale assenza di generazioni future e una morte del borgo.