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mqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwer tyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyu iopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop Universit degli studi di Genova S.S.I.

S asdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd fghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfgh jklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklz xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcv bnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbn mqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq Andamento di una curva nel piano e costruzione delle rette wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwer ad essa tangenti tyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyu Specializzandi: iopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiop Brazzoduro, Colucci, La Rocca, Masnata, Molinaro asdfghjklzxcvbnmrtyuiopasdfghj klzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklz xcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcv bnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbn

Brazzoduro, Colucci, La Rocca, Masnata, Molinaro

Premessa
Questo corso di Storia della Matematica ha rappresentato per alcuni di noi la prima esperienza di approccio storico alla Matematica. Dal confronto delle nostre riflessioni in merito, emersa limportanza di questo aspetto nella didattica, al fine di mostrare agli studenti che la Matematica non una disciplina dove tutto funziona, ma un artefatto umano, e per raccontare loro le difficolt che negli anni i pi grandi matematici hanno riscontrato. Siamo infatti convinti che scoprire e studiare la storia che ha caratterizzato la matematica permetta di sviluppare pensieri profondi su concetti che da sempre si sono solo manipolati ma mai studiati attentamente. Abbiamo capito quanto sia importante per noi docenti riflettere sulle tappe che hanno caratterizzato lo sviluppo di alcuni concetti matematici per soffermarci sulle difficolt che si sono riscontrate e di conseguenza non sottovalutare le difficolt che i nostri alunni riscontrano. Si pensi per esempio al passaggio dallalgebra operazionale allalgebra strutturale. I fatti storici indicano che lidea della dualit operazionale-strutturale fu difficile anche per importanti matematici. Noi docenti dobbiamo prestare parecchia attenzione a questaspetto perch quando riusciamo a superare questa difficolt, facile dimenticarsene. Per chi ben disposto alla manipolazione, presto le difficolt diventano impercettibili per abitudine. Non si deve per sottovalutare che nelle classi le difficolt esistono e quindi abbiamo lobbligo di comprendere il divario fra noi stessi e gli allievi con minore esperienza, senza dare per scontato concetti facili solo per chi ormai li ha acquisiti. Unaltra motivazione che pu portare a studiare la storia della matematica la curiosit di scoprire cosa c dietro ai concetti con i quali siamo abituati a lavorare. Ad esempio la retta tangente. Al di l della pura formuletta che ci aiuta a trovare analiticamente lequazione della retta, quali pensieri e quali meccanismi si nascondono dietro questo concetto? Pensiamo sia importantissimo per un docente essere mossi dalla curiosit di comprendere sempre di pi e sfruttare questo lavoro per approfondire e scovare nuove modalit di insegnamento utili a motivare i ragazzi. In questo mestiere importantissimo per non morire avere la passione che motiva la crescita professionale del docente e, come per tutti gli altri aspetti della vita, non sentirsi mai arrivati. La stessa importanza che si rileva allo studio della storia va assolutamente data all applicazione della matematica alla realt per renderla pi umana e motivare il pi possibile gli studenti.
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Il nostro mestiere bellissimo ma ha un pesante rovescio della medaglia. Se ci si arena a seguire un programma e finire il libro di testo, ogni giorno lentusiasmo che caratterizza i docenti allinizio di questa professione si spegne, fino ad affrontare il lavoro solo come un dovere. Ed importantissimo che questa professione piaccia e, nonostante le difficolt che sincontrano, non sia solo un dovere ma anche un piacere. Parecchi di noi prima di seguire alcuni corsi alla SSIS (si veda anche Fondamenti della matematica) erano esattamente nella situazione in cui si trovano adesso i nostri alunni. La domanda da porsi : Quale contributo abbiamo ottenuto di fronte a queste riflessioni?. Bene, ovvio che il nostro bagaglio culturale si arricchito notevolmente. Allora abbastanza ovvio dedurre che anche i nostri alunni debbano sapere alcuni fatti storici, ma in realt, rimaniamo un pochino perplessi. Prima di tutto ci chiediamo se le loro capacit cognitive riescano a dare il giusto peso alla storia che ha caratterizzato la matematica. E insieme a questaspetto importante lenorme responsabilit dellinsegnante in cattedra, che deve interpretare e spiegare certi argomenti. Si pensi alla storia che comunemente si studia a scuola. Quanti di noi hanno apprezzato lo studio delle antiche civilt? Tranne qualche appassionato, la storia in generale diventa pesantuccia da studiare quando ancora non si ha la testa per comprendere certi fatti e certi meccanismi e quando, importantissimo, linsegnante che ormai ha acquisito certi concetti non riesce a fungere da mediatore ma diventa un puro trasmettitore di conoscenze. Allora il nostro compito di fare storia a scuola assai delicato. E necessario avere la sensibilit di capire cosa uno studente riesce a comprendere e quale contributo pu ottenere non dimenticandosi del fatto che far comprendere a loro come certi concetti si siano evoluti nel tempo importantissimo per lacquisizione di alcuni argomenti e per la loro motivazione da tenere costantemente sotto controllo.

Introduzione
Nel 1658 B. Pascal band un concorso a premi destinato a non passare inosservato nella storia della matematica del XVII secolo a causa, non tanto del filone dindagine che esso contribu ad alimentare, quanto per le polemiche cui dette origine.

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Qualche mese fa, quando incominciai ad interessarmi della cicloide mi imbattei in molti problemi la cui risoluzione sembra presentare notevoli difficolt. Ora li propongo allattenzione dei geometri di tutto il mondo stabilendo un premio per coloro che otterranno di questi i risultati esatti: ci non per ricompensarli della fatica, ma per esprimere loro la mia ammirazione e rendere pubblico omaggio al loro ingegno [B. Pascal] Nel bando non solo si chiedeva di prendere in esame alcuni problemi legati alla cicloide, ma venivano anche dichiarati i premi che avrebbero ricevuto i vincitori. Il risultato della gara fu imprevedibile: per un motivo o per laltro i singoli concorrenti furono tutti o invitati a ritirarsi spontaneamente o eliminati dufficio; nessun premio venne quindi assegnato e la somma stanziata ritorn a Pascal. La vera polemica esplose quando Pascal pubblic i primi risultati relativi ai temi proposti nel concorso dichiarando di averli determinati lui stesso da parecchio tempo. Ma cosa sintende per cicloide? Sia assegnata una circonferenza di diametro essa tangente nel punto il percorso del punto ed una retta ad

. Si immagini che la circonferenza rotoli

senza strisciare lungo la retta mantenendosi tangente e si consideri considerato solidale alla circonferenza. Tale percorso una linea che chiamiamo cicloide.

Motivazioni della scelta e obiettivi educativi


Ci piacerebbe proporre ad una classe la cicloide e il problema della determinazione della retta tangente alla cicloide per diversi motivi: La cicloide rappresenta la traiettoria di un punto fisso sul copertone di una ruota ed ha diverse applicazioni. Essa spesso chiamata la bella Elena della matematica non solo per le sue numerose propriet e per la sua perfezione estetica, ma per essere stata oggetto di numerose dispute tra

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matematici, come la famosa Elena che fu la causa della guerra di Troia. Come Galileo stesso scrisse: Quella curva arcuata, sono pi di cinquantanni che mi venne in mente il descriverla, e lammirai per una curvita graziosissima per adattarla agli archi di un ponte. un esempio di problema legato alla determinazione della tangente ad una curva . Nel XVII secolo i maggiori matematici lavorarono a questo problema, e, proprio dai contributi di Roberval, Pascal, Fermat, Torricelli, Newton alla questione della tangente a una curva ebbe origine il calcolo infinitesimale. Linviluppo delle tangenti a una curva determinano la curva stessa ->collegamento con il concetto di funzione Presenta la possibilita di collegamenti importanti con la fisica Ma perch dunque il problema della tangenza ad una curva pu considerarsi cos significativo in chiave storica? Ovviamente perch il problema lo stato decisamente significativo dal punto di vista storico, ma anche perch in esso pu vedersi levoluzione di concetti e metodi che si ritrovano (verrebbe da dire ontogeneticamente) nella carriera dello studente della scuola italiana: o, per lo meno, questo stato il nostro percorso scolastico. La prima volta che ci stato presentato il concetto di tangente stato in riferimento alla tangente ad una circonferenza quale retta avente un solo punto di intersezione con essa, per cos dire contrapponendo la tangente alle rette secante ed esterna (biennio scuola superiore). Lidea intuitiva che vi soggiace in realt pi fine rispetto a quella di retta con una sola intersezione con la circonferenza, perch infatti quando tale concetto di tangenza si ripresenter pi avanti nel nostro percorso scolastico di studenti, desso avremo acquisito quella che, detto con linguaggio pi avanzato, si caratterizza come un propriet locale, ossia quella desser s unico punto di intersezione ma anche intersezione che asseconda landamento della curva stessa. In verit questo concetto correlato allassecondare pu considerarsi per tutti come una acquisizione intuitiva personale poich non supportata da nessun rinforzo da parte dellinsegnante. Il momento successivo in cui le tangenti si ripresentano nella nostra vicenda scolastica l dove le due concezioni (unicit del punto di contatto da una parte e andamento della retta adeguato alla curva dallaltra) non si sovrappongono per nulla, ed quando, con lintroduzione al moto di un punto lungo una qualsiasi traiettoria da una parte appunto, e la Geometria Analitica dallaltra, malgrado la massima distanza tra le due concezioni, per qualche ragione le nostre menti fondono nel
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crogiuolo dellintelletto i due concetti. E soltanto pi avanti ancora che ci verr data, pur dopo la parentesi nuovamente occulta della ripresentazione della tangente, questa volta legata alla derivata di una funzione in un punto (occulta perch la definizione di derivata come coefficiente angolare della tangente al grafico della funzione data nulla fa presagire di nuovo sulla natura dellesser tangente) una definizione per cos dire definitiva che inerisce alla caratterizzazione pienamente differenziale del concetto; tale caratterizzazione era stata s nuovamente re-intuita appunto con lintroduzione della derivata e del differenziale (momento determinante!) ma sempre al di l del detto da parte dellinsegnante. Pure, la caratterizzazione differenziale del concetto di tangente che emerge dai corsi universitari, per la natura stessa dei corsi in questione, prescinde dalla spiegazione, da quel mettere sotto gli occhi dello studente in modo chiaro un fatto, un dato, giustificando e mostrando quanto lesperienza e la comprensione del docente ha raggiunto. Di nuovo spetter a noi integrare in un tuttuno le varie fasi delle nostre acquisizioni ed elaborazioni, ed infine, come docenti, rielaborare, appunto integrando le varie fasi e i vari aspetti, la concettualizzazione del concetto di tangente ad una curva per proporre, questa volta ai nostri studenti, quanto nella sua globalit deve, e talvolta pu, venir mostrato. E qui ci si accorge che, malgrado il passaggio degli anni dal momento in cui noi eravamo al di l di quei banchi che ora ci troviamo di fronte, per i nostri studenti la situazione non cambiata affatto: anche loro hanno seguito lo stesso iter, anche loro hanno della tangenza unidea personale, che, grosso modo, quel che era stata la nostra. E noi cosa facciamo, cosa possiamo fare? Ovunque ci si trovi, si sia cio insegnanti di Geometria al biennio, o di Fisica e/o di Matematica allinizio del triennio, o pure docenti in procinto di condurre una classe alla Maturit, ben si vede la difficolt di cucire il passato al presente dei nostri studenti riguardo la tangenza, e ben si comprende che meglio sarebbe stato, per loro e per noi!, che si avesse potuto seguire un unico percorso ben tracciato e delineato sin dallinizio, per evitare ora di dover mediare in una sorta di compromesso, le varie intuizioni, le varie concezioni e misconcezioni, le necessit del momento. A volte una piena e soddisfacente realizzazione della cosa difficile per gli svariati motivi che si frappongono tra le buone intenzioni e lazione stessa; ma la costruzione di un progetto in tal senso possibile e doveroso, proprio per evitare che quella parte di studenti le cui intuizioni e agir dellintelletto sono pi pigre di quanto fossero le nostre ai loro tempi possano rimaner confusi o rallentati. Pertanto lidea che soggiace Lidea che soggiace al nostro progetto quindi
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quella di proporre alcune pagine storiche sul concetto di tangente ad una curva per ripercorrere con gli studenti le tappe fondamentali che hanno portato alla soluzione del problema, le difficolta e i limiti di ogni proposta con lidea, gia anticipata nella premessa, che lontogenesi di un concetto possa essere aiutato dalla filogenesi dello stesso.

Collocazione temporale del progetto


Il progetto stato sviluppato pensando ad una classe terza di un liceo scientifico. Come anticipato nellintroduzione, gli studenti incontrano il concetto di tangente ad una curva nel primo biennio nellambito della geometria sintetica (tangente a una circonferenza); cercheremo quindi di confrontare i concetti che gia i ragazzi hanno acquisito e lidea comune di tangente con il lavoro di Roberval e Fermat sulle tangenti per formalizzare il concetto di tangente ad una curva e di curva stessa e porre le basi del concetto di derivata. La nozione di limite non costituira prerequisito al progetto, ma sfrutteremo lidea intuitiva di infinitesimo insita nel lavoro di Fermat. Prerequisiti

Definizione di coefficiente angolare di una retta.

Concetto di retta esterna, secante e tangente ad una circonferenza derivante dalla geometria euclidea Equazione della retta passante per un punto. Concetto di funzione reale di variabile reale. Rappresentazione grafica di funzioni elementari.

Obiettivi cognitivi

Conoscere lequazione della retta tangente al grafico di una funzione in un suo punto. Saper discriminare un punto stazionario, di flesso a tangente verticale, di cuspide e punto angoloso sulla base delle proprieta della tangente alla curva in questi punti

Conoscere le proprieta approssimazione della curva Obiettivi operativi


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della

retta

tangente

di

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Trovare lequazione della retta tangente ad una curva in punto. Analizzare il comportamento continuit, ma di non derivabilit. della funzione in punti di

Riconoscere,dalla lettura del grafico, i punti stazionari e punti di flesso di una funzione. Contenuti

Problema della cicloide: Roberval e il metodo cinematico le tangenti

Problemi che conducono al concetto di derivata: ad una curva. Definizione di rapporto incrementale.

Punti stazionari, punti di di flesso a tangente. verticale, punti angolosi, punti di cuspide. Introduzione al calcolo della derivata nel caso di curve polinomiali Derivata di alcune funzioni elementari.

Metodologia

Lezione frontale. Lezione interattiva dialogica mediante le schede di lavoro

Esercitazioni guidate, grafiche e numeriche (uso di CAS come TI-Nspire o Geogebra) Sistematizzazione degli argomenti.

I contenuti del progetto


Il concetto di retta tangente Prima di introdurre le fonti storiche, necessario capire approfonditamente le preconcezioni degli studenti sul concetto di tangente, confrontando cio che hanno acquisito nellambito della geometria euclidea con lidea intuitiva di tangente. Scheda 1: la tangente ad una curva "Tangente" un termine usato nel linguaggio comune: si usa dire che una persona, nella foga di una discussione, "parte per la

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tangente" quando incomincia a divagare, proseguendo lungo la direzione che il discorso ha preso al momento. Da cosa deriva questo modo di dire? Si puo spiegare il modo di dire pensando a cosa succede se faccio ruotare un oggetto attaccato a un filo e ad un certo punto questo si spezza: loggetto prosegue lungo la tangente alla traiettoria che aveva fino allistante prima della rottura del filo. Analogamente una moto che perde il controllo della strada in una curva tende a proseguire in modo rettilineo lungo la tangente all'arco di circonferenza. In geometria euclidea nel piano gli studenti hanno studiato che una retta che "tocca" la circonferenza senza attraversarla viene detta tangente alla circonferenza. La parola "tangente" deriva dal latino "tango = io tocco". La retta tangente perpendicolare al raggio che passa per il punto di contatto con la circonferenza. semplice tracciare la tangente in un punto P ad una circonferenza, se ne conosciamo il centro: basta tracciare il raggio che passa per P e la retta per P perpendicolare a tale raggio. In questo caso la tangente lunica retta che tocca in un solo punto la circonferenza, ma questo sempre vero? Come si pu descrivere e come si pu tracciare la tangente in un punto ad un altro tipo di curva?

1) Guarda la figura 1 che segue e

prova a rispondere alle domande:

possibile descrivere la tangente nel punto A della figura 1 come la retta che ha solo il punto A in comune con lellisse?
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E se si considera solo la porzione di curva disegnata nel rettangolo? In questo caso allora come si potrebbe descrivere la tangente? 2) Guarda ora la figura 2: - La tangente nel punto A ha le stesse proprieta della tangente in A della figura 1?

Secondo te si puo dire in generale che come la retta che ha solo quel punto in comune con la curva e lascia il resto della curva dalla stessa parte rispetto a s stessa? Prova a rispondere analizzando la retta tangente in B e C.

Alla luce di questi esempi come si potrebbe descrivere la tangente a una curva? Prova a descriverlo con le tue parole.

3) Guarda ora la figura 4 e ripensa al significato intuitivo di "partire per la tangente". Cosa succederebbe a un veicolo che, seguendo una traiettoria come quella rappresentata, perdesse improvvisamente il controllo della strada mentre passa per A. Quale delle due rette dovremmo considerare tangente?

Non facile definire in generale il concetto di retta tangente in modo che rispecchi il significato che intuitivamente gli attribuiamo. Allo stesso modo non facile trovare lequazione della retta tangente a una curva in generale. E opportuno far riflettere gli studenti circa lesistenza o meno della retta tangente nei diversi punti di una certa curva. 4) Esiste una curva continua che non ammetta tangenti in alcun punto? (curva di Helge von Koch (o a fiocco di neve)). Scheda 2: tangenti Roberval e la costruzione cinematica delle

Nel 1637 venne pubblicato in Olanda il Discours de la Mthode di Ren Descartes. Uno dei saggi che illustravano il Metodo era la Gomtrie (opera rivoluzionaria nella quale algebra e geometria si fondono per dar vita alla geometria analitica).
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Tra i problemi posti nella Gomtrie, quello delle tangenti alle curve ebbe un posto di rilievo. Descartes, Fermat, Roberval e Torricelli si interessarono del problema, affrontandolo ognuno in un modo diverso. Descartes lo aveva risolto nel caso di curve algebriche, cio esprimibili come zeri di un polinomio. Allo stesso risultato era giunto Fermat con un metodo che si applicava ad alcune curve trascendenti (metodo per praticamente inservibile quando lequazione della curva, a causa della presenza di molti radicali, diventava troppo complessa). Roberval e Torricelli affrontarono il problema attraverso un metodo basato sulla generazione cinematica delle curve (e che non distingue tra curve algebriche e trascendenti). A immagine di Archimede (che defin la spirale come luogo di punti che percorre con velocit costante una semiretta, la quale ruota intorno ad uno dei suoi estremi con velocit angolare costante), Torricelli e Roberval considerarono le curve generate dalla composizione di due movimenti di cui si conoscono le velocit. Considerando il parallelogramma delle velocit dei due movimenti che generano la curva, la velocit risultante la diagonale del parallelogramma. In ogni punto della curva la tangente assume il significato di direzione istantanea del movimento del mobile immaginato come composizione di diverse forze. Il metodo cinematico di Roberval e Torricelli richiede da una parte che la curva sia data mediante composizione di movimenti (o come si dice oggi, in forma parametrica) e dallaltra che sia possibile calcolare le velocit e le direzioni dei movimenti componenti. Tale metodo presuppone quindi la conoscenza della scomposizione cinematica della curva a cui si vuole tracciare la tangente; di conseguenza si pu applicare solo a determinate curve. Nel caso della parabola (studiato da Roberval), un punto si allontana dal fuoco con la stessa velocit con cui si allontana dalla direttrice Nel caso della spirale (studiato da Torricelli) un punto ruota intorno all'origine con la stessa velocit con cui se ne allontana, fatto gi noto ed utilizzato da Archimede Il metodo di Roberval si basa sull assioma o principio d'invenzione in base al quale la direzione del movimento di un punto che descrive una linea curva la tangente alla linea curva in ogni posizione di quel punto. Da qui discende la regola generale da seguire per il tracciamento delle tangenti: Per le propriet specifiche della linea curva (che vi saranno date) esaminate i diversi movimenti che il punto che la descrive ha nel
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posto dove voi volete tracciare la tangente: componete tutti questi movimenti in uno solo, tracciate la linea della direzione del movimento composto e avrete la tangente della linea curva. Gli studenti del terzo anno di un Liceo Scientifico conoscono la definizione di parabola (Luogo dei punti del piano cartesiano equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una data retta detta direttrice). In base a tale definizione riteniamo utile proporre agli alunni di utilizzare alcuni software di geometria dinamica (quali ad esempio Cabri) al fine di determinare la tangente alla parabola al variare del punto di tangenza. Cos possiamo portare gli studenti in laboratorio e proporre loro la seguente attivit con Cabr: 1. Disegnate una generica parabola ed indicate con F il fuoco e con V il vertice. La retta passante per i punti V ed F rappresenta lasse della parabola. 2. Disegnate la direttrice d della parabola 3. Sia A il punto di intersezione tra lasse della parabola e la direttrice 4. Prendete sullasse, dalla parte opposta ad A rispetto a V, un punto B e tracciate da esso la retta perpendicolare allasse stesso. 5. Tracciate larco di cerchio di centro F e di raggio uguale alla lunghezza del segmento AB; tale arco taglia la perpendicolare appena costruita in un punto C. 6. Osservate e verificate come al variare del punto B, i punti C cos costruiti risultano equidistanti dal fuoco e dalla direttrice e descrivono quindi la parabola. 7. Tracciate la retta passante per uno dei punti C e parallela allasse della parabola; tale retta incontrer la direttrice in un punto H. 8. Osservate come, nel descrivere la parabola, il movimento del punto C risulta composto da due moti rettilinei: quello lungo la direzione CF e quello lungo la direzione CH. Tali moti, inoltre, hanno uguale velocit, in quanto in ogni istante la distanza di

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C dal fuoco F deve essere uguale alla distanza CH di C dalla direttrice. A questo punto faremo notare agli studenti come il moto risultante avviene lungo la direzione del vettore velocit che si ottiene sommando vettorialmente le velocit dei due singoli moti. Per lassioma sopra enunciato, tale vettore giacer sulla tangente alla curva. Poich il vettore somma coincide con la diagonale del parallelogramma individuato dai due vettori che si intende sommare e poich nel nostro caso questi ultimi sono di uguale lunghezza, la direzione risultante del moto coincider con la direzione della diagonale di un rombo. Tale direzione coincide quindi anche con la bisettrice dellangolo individuato dalle direzioni dei due moti, ovvero da FC e CH. Costruendo la bisettrice di tale angolo, quindi, si sar costruita la tangente alla parabola.

Scheda 3: Fermat

2) Fermat e la sua retta tangente


Fino al 1600 il problema della costruzione delle rette tangenti fu concepito come un problema essenzialmente geometrico; soltanto nel diciassettesimo secolo acquist una certa rilevanza dal punto di vista fisico, in quanto la direzione del moto di un corpo in un determinato punto della sua traiettoria coincide con la direzione della tangente alla traiettoria nel punto stesso. A partire dunque dal 1637 vennero prese in considerazione nuove curve (non solo di tipo algebrico) e quindi si dovettero individuare nuovi percorsi per la soluzione al problema.
In questa ricerca un contributo fondamentale fu dato da Pierre de Fermat, magistrato di Tolosa, appassionato studioso di classici e in particolare cultore delle opere di Diofanto. Nel gennaio 1638 Fermat scrive a Padre Mersenne una lettera in cui espone il suo methodus ad disquirendam maximam et minimam suddiviso in due parti: a. la prima rivolta a spiegare il metodo per la determinazione dei massimi e dei minimi di una curva b. la seconda intesa a ricondurre a questo metodo la inventionem tangentium ad data puncta in lineis quibuscumque curvis 29

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a. Il suo metodo per la determinazione dei massimi e dei minimi, detto anche delle adeguaglianze si basa sul fatto che una curva in un intorno di un punto in cui ammette o massimo o minimo diventa stazionaria , cio, usando le parole di Keplero, le variazioni della curva sono insensibili.

Metodo delle adeguaglianze


Ricordiamo brevemente in cosa consiste questo suo metodo Sia, per esempio, f(x) la funzione di cui deve determinare il minimo o massimo.

Partendo da f(x) calcola il valore di f(x+E), dove E rappresenta un incremento arbitrario della variabile indipendente. Stabilisce quindi una adeguaglianza fra i valori cos ottenuti: f(x)

f(x+E)

id comparo.. tamquam essent aequalia, licet severa aequalia non sint, et huyusmodi comparationem vocavi adaequalitatem. Quindi nei due membri di questa adeguaglianza esegue tutte le semplificazioni possibili ottenendo alla fine una adeguaglianza contenente lincognita E. Divide questa adeguaglianza per E o per la potenza minima con cui compare E Pone infine E = 0 e risolve quindi lequazione cos ottenuta rispetto a x. Le radici della equazione danno i valori della x in corrispondenza dei quali la funzione ammette massimo o minimo. In questo procedimento, svolto con tecniche di calcolo puramente numerico, non difficile scorgere un procedimento che solo dopo qualche decennio porter Newton e Leibniz alla formulazione del calcolo differenziale.

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b. Osservando che la differenza tra una curva e la sua retta tangente ha nel punto di tangenza un minimo o un massimo egli arriva alla determinazione della retta tangente alla curva.

ESERCIZIO: usando il ragionamento ed il metodo di Fermat prova a dimostrare che la


2 curva y = x ( 3 x ) ha un massimo in x=2.

b) Tangente ad una parabola


Il metodo di Pierre de Fermat in sostanza quello che viene usato oggi per trovare la tangente ad una curva. Le tangenti non verranno studiate che verso la met del XVII secolo. La concezione di tangente nellantichit una retta che tocca la curva in un sol punto- di portata pratica ristretta e, salvo qualche costruzione isolata come quelle della tangente alla spirale di Archimede, non basata sul metodo generale. Vediamo il procedimento seguito per trovare la tangente alla parabola y=f(x) nel punto B (x0,y0) riferendoci alla figura seguente. All'epoca, per determinare la tangente si passava attraverso la determinazione della sottotangente CT che sar ora la nostra incognita.

Ora, un qualsiasi punto O vicino a B, con coordinate O[x 0+E,f(x0+E)], si potr considerare come appartenente sia alla curva che alla tangente. Consideriamo ora la sottotangente CT ed i due triangoli BCT ed OIT. Usando il metodo dei massimi e minimi, Fermat prova che deve risultare CT = 2 CD. Per far ci egli osserva che per le propriet della parabola (si osservi che, considerando il punto O sulla parabola anzich sulla retta, in luogo del segno = dovrebbe esserci il segno >): CD:DI=BC2:OI2

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poich il punto O esterno alla parabola. Da qui, per la similitudine dei due triangoli BCT e OIT, si ha: CD:DI=CT2:IT2.

Proseguendo come nel procedimento generale per la determinazione dei massimi e minimi: Fermat cerca la tangente nel punto P alla curva .

Dato un incremento E alla x ottiene un punto Q su , successivamente considera la retta secante PQ che interseca lasse delle x nel punto T . Fermat osserva che i triangoli T P ' P e PMQ sono simili, quindi scrive la seguente relazione

T P ' : PP ' = PM : QM
che si pu esprimere anche nel seguente modo

T P' : f ( a ) = E : f ( a + E ) f ( a)
Dalla relazione sopra ricava

T P' =

f ( a ) E f ( a + E ) f ( a)

A questo punto Fermat dice, solo a parole, che pu dividere tutto per E e, ponendo successivamente E = 0 , ottiene la tangente alla curva nel punto P , anzi TP ' . Il ragionamento che Fermat sostiene a parole possiamo schematizzarlo con i seguenti passaggi matematici: se dividiamo tutto per E allora otteniamo la seguente

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Brazzoduro, Colucci, La Rocca, Masnata, Molinaro T P' = f ( a) f ( a + E) f ( a) E

Facendo poi tendere E a zero, che equivale a scrivere

T P' =

f ( a) f ( a + E ) f ( a) lim E 0 E

' ed abbiamo cos TP =

f ( a) . f ' ( a)

ESERCIZIO 1: Dopo aver disegnato la curva di equazione

y = x 3 trova la tangente, nel

punto di ascissa a = 2 , usando il metodo di Fermat descritto sopra. ESERCIZIO 2: Fra tutti i triangoli rettangoli di data ipotenusa AB, trovare quello di area massima. ESERCIZIO 3: Fra tutti i punti della curva di equazione y = 2 + x 1 , trovare quello che x

ha minima distanza dal punto A(0,-1) e determinare il valore di tale distanza. ESERCIZIO 4: Due numeri positivi hanno per somma 100; in quale caso massimo il prodotto del quadrato del primo per il cubo del secondo? ESERCIZIO 5: Dividere un segmento AB in due parti AC e CB in modo che sia minima la somma delle aree dei quadrati costruiti su tali parti. ESERCIZIO 6: Determinare la retta tangente al grafico di ciascuna delle seguenti funzioni nel suo punto di ascissa

x0 :

f ( x) = x 3 5 x +1

x0 = 2

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f ( x) = 3 x 3 x + 5

x0 =1

Curve mirabili

Metodo per tangente.

la

determinazione

della

retta

P1

T Data la curva f(x), siano:

Q1

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-- P( x, f(x)) e P1(x+E, f(x+E)) due suoi punti -- Q(x,0) e Q1(x+E,0) le loro proiezioni sullasse delle ascisse -- PT la retta tangente da determinare essendo T lintersezione della retta tangente con lasse delle ascisse

se PT la retta tangente alla curva in P allora il rapporto QT massimo o


minimo o stazionario fra i rapporti a P.

QP

Q1 P 1 corrispondenti ai punti P1 della curva prossimi Q1 T

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Curve mirabili

Questo metodo permette di determinare la misura del segmento QT ( detto sottotangente) nota la quale si determina la tangente.

Per Fermat dunque la determinazione della retta tangente a una cicloide diventa il banco di prova del suo metodo delle adeguaglianze nella sua massima generalit, ossia applicato sia alle curve algebriche sia a quelle trascendenti.

Fermat e la tangente alla cicloide


Questa la sua dimostrazione.

Dapprima individua una propriet caratteristica della cicloide. O

B C

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F E

Considerata la semicicloide FBAEF sia ADE un semicerchio generatore. -- Da C , punto qualsiasi del diametro AE, traccia la retta parallela ad EF che incontra in B la cicloide e in D il cerchio. -- Trasla ora il semicerchio ADE fino a sovrapporre D su B. Per le propriet della cicloide si ha larco BQ = al segmento FQ il segmento QE = segmento BD = allarco AD.

In particolare, qualunque sia C sul diametro AE risulta larco AD = al segmento BD compreso tra la semicirconferenza e la cicloide. E questa la propriet caratteristica da cui parte Fermat per la costruzione della retta tangente alla cicloide in B.

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Curve mirabili

Disegna ora la retta tangente alla semicirconferenza in D, che in grado determinare, e la retta tangente alla cicloide in B ancora incognita.

N A

B C

H K I R S

F E

Sono tutte quantit note le misure di :

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AC = b = h. BC = c PC = d PD = f BD = g DC

mentre incognita la misura di CN = a.

Considerato sulla tangente alla cicloide per B un punto H, porta per la parallela alla retta BC. Siano nellordine K, R, S, I rispettivamente i punti di intersezione di questa retta con la cicloide, la tangente alla semicirconferenza in D, la semicirconferenza e il diametro AE.

Posto CI = e, per la similitudine dei triangoli HNI e BCN si ha HI : BC = NI : NC ossia HI = (BC*NI)/NC = c* a +e a al

Prende in esame ora la propriet caratteristica della cicloide relativamente punto H. Si ha in successione HR

arco AS = arco AD + arco DS = BD + arco DS.

A questo punto Fermat afferma che si possono prendere porzioni delle tangenti gi trovate al posto delle porzioni corrispondenti sulla curva in modo da costruire la adeguaglianza.

Nel caso in esame, sostituendo larco DS di curva con la porzione corrispondente DR sulla tangente si ha : HR

BD + DR

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Curve mirabili

Esprime HR e DR in termini delle quantit note. Per la similitudine dei triangoli PRI e PDC si ha DR : CI = PD : PC ossia DR = e* f d

Inoltre HR = HI RI sempre per la similitudine dei triangoli PRI e PDC si ha

RI : DC = PI : PC da cui RI = h * In conclusione si ha c* a +e d +e f h* g + e* a d d d +e d

Sviluppando e ricordando che c = g+h si ha

c*

e e f h* = e* a d d

ossia a =

d *c f +h

che rappresenta il valore che si doveva determinare.

* Pagina in mostra II.1


Pierre de Fermat De tangentibus linearum curvarum Sia data per esempio la parabola BDN, di vertice D e diametro DC e il punto B su di essa, per il quale si deve condurre la retta BE, che tangente alla parabola e interseca il diametro nel punto E [...]. Per determinare la tangente in B alla parabola, si determina, come d'uso a

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quel tempo, la sottotangente, ossia il segmento CE. Fermat, usando il metodo dei massimi e minimi, prova che deve essere CE=2CD. Per far ci egli osserva che per le propriet della parabola , poich il punto O esterno alla

parabola. Da qui, per la similitudine dei triangoli BCE e OIE, si ha . Indicando allora con D la quantit data CD, con A quantit incognita CE e con E la ``variazione'' CI, si ha . Si prosegue ora come descritto nel procedimento generale per la determinazione dei massimi e minimi: i) l'equazione ottenuta ``adeguagliando'' i due termini della disequazione, viene svolta e semplificata eliminando i termini uguali a destra e sinistra, ii) si divide tutto per E, iii) si eliminano i termini contenenti ancora E. In questo modo si perviene all'equazione , da cui , cio .

Approfondimenti Non si pu concludere un discorso sulla cicloide senza fare cenno ad una sua notevole applicazione: la caduta libera, ovvero l'equazione oraria di un corpo che cade partendo da fermo senza vincoli. Le normali esperienze di caduta libera avvengono in ambiti ristretti rispetto alle dimensioni del campo gravitazionale terrestre, per cui questo viene considerato uniforme, cio l'accelerazione viene assunta come costante. In queste condizioni noto che l'equazione oraria del tipo kt2 e che il diagramma una parabola. Quando l'ambito in cui avviene la caduta libera molto ampio in modo che il campo gravitazionale non pu pi considerarsi uniforme, la trattazione si complica. Ci proponiamo quindi di trovare l'equazione oraria di un corpo libero puntiforme di massa m attratto gravitazionalmente da un corpo fisso di massa M partendo da fermo. Questa l equazione di una cicloide.

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