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Numeri algebrici e trascendenti Autore: dott.

RUGGIERO Domenico

Numeri algebrici e trascendenti.


1.1 Numeri algebrici e trascendenti: definizioni ed esempi.
1.1.1 DEFINIZIONE Si dice che un numero x algebrico se esso soddisfa lequazione algebrica Pn ( x) = 0, n 0 essendo Pn ( x) = a n x n + a n1 x n 1 + .... + a 0 = k=0, 1, , n . Un numero non algebrico detto trascendente. Evidentemente gli ak della definizione 1.1.1 sono supposti non tutti nulli in quanto Pn ( x) = 0 unequazione e non unidentit che, altrimenti, sarebbe verificata da qualsiasi numero. Senza perdita di generalit, si possono supporre gli ak della DEFINIZIONE 1.1.1 come interi relativi poich, se cos non fosse, basterebbe moltiplicare ambo i membri dellequazione per il mimino comune multiplo dei denominatori (minimo comun denominatore) per avere una equazione a coefficienti interi equivalente a quella data. Supponiamo, dunque, che ak , k=0, 1, , n salvo diversa specificazione. 1.1.2 DEFINIZIONE Si dice che un numero x algebrico di grado n se soddisfa unequazione di grado n ma non una di grado minore. In altre parole x algebrico di grado n se Pn ( x) = 0, n 0 e non esiste alcun m<n tale che Pm ( x) = 0 ovvero se n il pi piccolo numero naturale (non nullo) per cui Pn ( x) = 0 . Esempi 1.1.3 (1) Ogni numero razionale algebrico di grado 1. Infatti, considerato x =
a b
k =0

ak x k con ak

(b0),

evidente che x verifica lequazione bxa=0. (2) Il numero (reale) irrazionale x = 2 algebrico di grado 2 in quanto soddisfa lequazione x 2 2 = 0 . Pi in generale ci vale per ogni numero x = a , a in quanto un siffatto numero verifica luguaglianza x 2 a = 0 . (3) Ogni immaginario puro del tipo x = a = i a , a algebrico di grado 2 in quanto

soddisfa lequazione x 2 + a = 0 . (4) Tenendo conto degli esempi (2), (3) si conclude che ogni numero x = n a , a algebrico di grado n poich verifica lequazione x n + a = 0 . (5) Il numero x =

1 2 2 = cos( ) + i sin( ) = (1 i 3 ) algebrico poich verifica 2 3 3 2 lequazione x + x + 1 = 0 . Il suo grado di algebricit 2. In modo analogo possibile determinare altri numeri complessi algebrici. (6) Se x, y sono due numeri algebrici allora anche x+y ed xy sono algebrici. (7) Sia x=e (numero di Neper). In questo caso non possibile ottenere Pn ( x) = 0 comunque si scelga n. Dunque, il numero e trascendente. Analogo discorso vale per x=.
1

3 i e2

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Altri esempi sui numeri trascendenti ed approfondimenti su quelli introdotti nellesempio precedente (punto (7)), vengono dati in seguito. Adesso richiamiamo un risultato riguardante i numeri algebrici che consente di verificare laffermazione fatta nellesempio (6) precedentemente trattato. Indichiamo con A linsieme dei numeri algebrici. 1.1.4 PROPOSIZIONE A un sottocampo di . Per la dimostrazione di tale risultato rinviamo, ad esempio, a [PC] (teorema 6.1.18, pag. 316) od anche ad [He] (teorema5.1.4, pag. 231). Si noti che la proposizione 1.1.4 vale anche sostituendo a linsieme dei numeri reali che un suo sottoinsieme (ed anche un suo sottocampo). Nel seguito tratteremo, in particolare, numeri reali anche se, salvo diversa specificazione, con numero sintender indifferentemente numero reale o numero complesso. 1.1.5 Osservazione Dalle considerazioni svolte precedentemente evidente che il concetto di algebricit (sancito dalla DEF. 1.1.1) relativo alla scelta dei coefficienti ak nellequazione Pn ( x) = 0 . Infatti se, ad esempio, scegliessimo gli ak , k=0, 1, , n, si avrebbero e, algebrici di grado 1 poich annullerebbero le equazioni (di grado minimo tra le possibili): xe=0; x=0. Nella DEF. 1.1.1 (cui continuiamo a far riferimento nel seguito) si sottinteso algebrico sui razionali.

1.2 Lesistenza di numeri trascendenti.


Anche se abbiamo gi introdotto due numeri trascendenti, in questa breve sezione proviamo lesistenza di numeri non algebrici per poi procedere alla dimostrazione della trascendenza dei numeri e, e a fornire altri esempi di numeri trascendenti. Per procedere occorre premettere la seguente definizione. 1.2.1 DEFINIZIONE Si definisce rango (rank) dellequazione Pn ( x) = 0 la quantit: N=n+ a0 ++ a n = n +
k =0

ak

Il minimo valore di N 2. Infatti evidente che le equazioni a coefficienti intere di rango minimo sono: x=0; x=0. Qui di seguito, proviamo alcuni risultati che ci consentono di avere informazioni sullinsieme A dei numeri algebrici e su quello dei numeri trascendenti. 1.2.2 TEOREMA Linsieme A numerabile.
(1) ( 2) Dimostrazione C solo un numero finito di equazioni E N , EN ,....., E N ( mN )

di rango N dove

(i ) la notazione E N indica li-esima equazione tra tutte quelle di rango N. Possiamo ordinare tutte le equazioni a coefficienti interi in un aggregato (insieme) secondo la seguente sequenza:

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(1) ( 2) E2 , E2 ,....., E 2 ( m2 ) (1) ( 2) , E3 , E3 ,....., E3 ( m3 ) (1) ( 2) , E4 , E4 ,....., E 4 ( m4 ) (1) , E5 ,...............

per cui possibile stabilire una corrispondenza (biuniovoca) tra gli indici di questi insiemi e i numeri naturali cosicch linsieme delle equazioni a coefficienti interi (razionali) numerabile. Ma ogni numero algebrico corrisponde ad almeno una di queste equazioni ed il totale dei numeri algebrici corrispondenti ad ogni equazione un numero finito. Poich lunione finita di insiemi numerabili numerabile, si ha la conclusione. In modo pi sbrigativo, il teorema 1.2.2. pu essere provato dicendo che, poich linsieme delle equazioni a coefficienti interi (razionali) numerabile e ad ogni equazione corrispondono un numero finito di soluzioni ed essendo numerabile lunione finita di insiemi numerabili, ne segue che A numerabile. Come conseguenza di questo risultato si ha che il complementare di A ha la potenza del continuo (cardinalit di ) ome stabilisce il seguente risultato cui fa seguito una dimostrazione pi elegante di quella appena data. 1.2.3 COROLLARIO Quasi tutti i numeri sono trascendenti. Dimostrazione Per il teorema 1.2.2, linsieme A numerabile cosicch esso ha misura di Lebesgue nulla. Ci non vale, pertanto, per il suo complementare che linsieme dei numeri trascendenti che ha, dunque, la potenza del continuo. Ne segue la tesi.

1.3 Il teorema di Liouville. Costruzione di numeri trascendenti.


In questa sezione dimostriamo il teorema di Liouville che consente di costruire numerosi esempi di numeri trascendenti detti, appunto, numeri di Liouville. Da un altro lato questo teorema costituisce una variante alla teoria della frazioni continue (cfr., ad esempio, [HW]) nello studio dellapprossimabilit di numeri irrazionali mediante razionali. Per una migliore comprensione di tale risultato, richiamiamo il concetto di approssimabilit di irrazionali mediante razionali. 1.3.1 DEFINIZIONE Si dice che un numero (irrazionale) approssimabile mediante p K ( ) razionali allordine n se la disequazione < n ammette uninfinit di soluzioni e q q dove K=K() un numero dipendente solo da e p . q

Ci premesso possiamo enunciare il teorema che ci eravamo proposti di dimostrare. 1.3.2 TEOREMA (di Liouville) Un numero reale algebrico di grado n non approssimabile ad alcun ordine maggiore di n. Dimostrazione Un numero algebrico di grado n soddisfa lequazione algebrica Pn ( ) = 0 e, cio, a n n + a n1 n1 + .... + a 0 = 0 a coefficienti interi. ) limitata Poich Pn un polinomio si ha che la sua derivata prima (che indichiamo con Pn in un intorno di . Dunque, un numero M=M() tale che
3

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(*)

( x) < M Pn
p q

xI:=(1, +1). unapprossimazione di (chiaramente p ). Supponiamo tale q

Sia, adesso,

p I e che sia pi vicina a di q ogni altra radice dellequazione Pn ( x) = 0 ; dunque Pn ( p q ) 0 . Risulta approssimazione abbastanza vicina a in modo da aversi

q qn poich il numeratore un intero positivo. Inoltre per il teorema di Lagrange (teorema del valor medio), si ha: ( x) (***) Pn ( p q ) = Pn ( p q ) + 0 = Pn ( p q ) + Pn ( ) = ( p q ) Pn
per ogni x compreso tra p q e . Da (*), (**) e (***) segue, allora, che Pn ( p q) p 1 = > ( x) q Pn Mq n
p K > n cosicch non approssimabile ad alcun q q ordine maggiore di n. Ne segue la tesi.

(**)

Pn ( p q) =

a n p n + a n1 p n1q + .... + a 0 q n
n

da cui, posto K:=1/M, segue che

Come conseguenza del teorema 1.3.2, dimostriamo il seguente risultato. 1.3.3 COROLLARIO Il numero :=

10 k! = 10 1 + 10 2 + 10 3! + ............ trascendente.
k =1

Dimostrazione Sia n la ridotta n-sima della serie che definisce (ha come somma) e, cio,

:= 10
k =1

k!

=
n!

10 n! 10
n!

10 k! con n>N arbitrario.


k =1
n!

Posto q = 10 , p = 10 Risulta
0<

10 k! , si ha che n = q
k =1

ed un numero razionale.

p = n = 10 k! = 10 ( n+1)! + 10 ( n + 2)! + ............. < 10 ( n +1)! (1 + 10 1 + 10 2 + .......... = q k = n +1

= 10

( n +1)!

k =0

10
= q

=10

( n +1)!

k =0

10 k

1 10
( n +1)!

1 1 10 2 2 = ( n+1)! < ( n +1)! = n!( n +1) = 1 1 / 10 10 9 10 10

(10 )
k =0

2
n +1

n! n +1

<

2 qN

avendo sfruttato, nellordine, i fatti seguenti: (-)

10 k

una serie geometrica di ragione compresa tra 0 ed 1 che, pertanto, converge a

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1/(11/10); 10 (-) < 2 com evidente; 9 (-) (n+1)!=n!(n+1); (-) (xm)n=xmn ed, infine, di com stato definito q e del fatto che n+1>N. Dallultima disuguaglianza trovata segue, allora, che trascendente perch, se fosse algebrico, lo sarebbe di grado N in quanto approssimabile mediante razionali allordine N. Larbitrariet di N risulterebbe, per, incompatibile col teorema 1.3.2; ne segue la tesi. 1.3.4 Osservazione Il fatto che considerato nel corollario 1.3.3 un numero segue dal fatto che la serie che lo definisce convergente, per il criterio del confronto tra serie numeriche, dato che risulta definitivamente 10 k! < 10 k e

10 k =
k =1

10 1 1 = . 9 9

1.3.5 Osservazione Sempre mediante unapplicazione del teorema 1.3.2 si dimostra (cfr. 1 1 1 trascendente. [HW], pag. 162) che il numero = 1! 2!! 3! 10 + 10 + 10 + ..... La notazione usata per definire quella che di solito si usa nella definizione delle frazioni 1 1 1 1 continue: a 0 + ...... = a0 + 1 a1 + a 2 + aN + a1 + 1 a2 + a3 + .....
+ 1 aN

per N. 1.3.6. Osservazione-Definizione Evidentemente, sostituendo 10 con qualsiasi altro intero positivo diverso da 1, si varia la costruzione in molti altri modi. I numeri appena introdotti vengono anche detti numeri di Liouville. Si noti, infine, che non tutti i numeri trascendenti sono numeri di Liouville come, ad esempio, e, .

1.4 Trascendenza dei numeri e, .

In questo paragrafo dimostriamo che i numeri irrazionali e, sono trascendenti. 1.4.1. TEOREMA Il numero e trascendente. Dimostrazione Osserviamo preliminarmente che, se f(x) un polinomio di grado m (a coefficienti reali) e se I (t ) = e t u f (u )du dove t un numero arbitrario (anche complesso),
0 t

mediante ripetute integrazioni per parti prendendo sempre e t u du come fattore differenziale, otteniamo:
5

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m m

(1*) I (t ) = e t f ( k ) (0) f ( k ) (t )
k =0 k =0

dopo m+1 integrazioni per parti. Denotando con f ( x) il polinomio ottenuto da f rimpiazzando ogni suo coefficiente mediante il relativo valore assoluto, risulta: (2*) I (t ) e t u f (u ) du t e f (t ) .
t 0 t

Passiamo, adesso, alla dimostrazione del teorema. Supponiamo (per assurdo) che e sia un numero algebrico. Ci significa che (3*) a n e n + a n1e n1 + ....a0 = 0 ( a 0 , ...., a n coefficienti interi). Consideriamo, adesso, la quantit J = a n I (n) + .... + a0 I (0) dove I(t) definito come sopra con f ( x) = x p 1 ( x 1) p ( x 2) p ....( x n) p essendo p un numero primo abbastanza grande. Da (1*) e (3*) otteniamo:
m n

J = al f ( k ) (l ) dove m=(n+1)p1.
k =0 l =0

Risulta evidente che f ( k ) (l ) = 0 se k < p, l > 0 e se k < p 1, l = 0 (ci si verifica immediatamente considerando le derivate di f(x)) e, quindi, k, l diversi da p1, 0 rispettivamente, il numero f ( k ) (l ) un intero divisibile per p!; inoltre

f ( p1) (0) = 1 2 3....( p 1)(1) p (2) p ....(n) p = ( p 1)!(1) np (n!) p .


Da questultima, se p > n, segue che lintero f ( p 1) (0) divisibile per (p1)! ma non per p!. Come conseguenza (anche se p > a0 ) si ha che J un intero non nullo divisibile per (p1)! per cui J ( p 1)!. La stima banale f (l ) (2n) m combinata con la (2*), consente, per, di scrivere:
J a1 ef (1) + .... + a n ne n f (n) =
n

aj
j =0

je j f ( j ) c p

per qualche costante positiva c indipendente da p. Le ultime stime trovate sono incompatibili per p sufficientemente grande. Questa contraddizione prova, perci, che e non algebrico. Ne segue la tesi. 1.4.2. TEOREMA Il numero trascendente. Dimostrazione Supponiamo, per assurdo, che sia algebrico. Allora anche il numero :=i algebrico dove i, al solito, denota lunit immaginaria. Sia d il grado (di algebricit) di e, posto 1:=, siano 2, , d, le altre radici, a il coefficiente direttore del polinomio minimale che definisce .

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Dallequazione di Eulero e i = 1 (deducibile dalla rappresentazione trigonometricoesponenziale di un numero complesso) ovvero e i + 1 = 0 , si ha:

(1 + e1 )(1 + e 2 )....(1 + e d ) = 0 . Il prodotto al primo membro dellultima relazione scritta esprimibile mediante una somma
di 2 d termini e dove = k k con k = 0,1 .
k =1 d

Supponiamo che solo n della somma che definisce siano non nulli e denotiamoli come 1 ,....., n . Risulta, allora: (4*) q + e1 + .... + e n = 0 dove q lintero positivo 2 d n . Consideriamo la quantit J = I ( 1 ) + .... + I ( n ) dove I (t ) definito come nella dimostrazione del teorema 1.4.1 ma con f ( x) = a np ( x 1 ) p ( x 2 ) p ....( x n ) p con p numero primo abbastanza grande. Da (1*) e (4*) (e questultima implica che
m m n k =1

= q ), si ha:

J = q f ( k ) (0) f ( k ) ( l ) dove m=(n+1)p1.


Notiamo, adesso, che la somma su l un polinomio simmetrico in a1 ,....., a n a coefficienti interi da cui, mediante due applicazioni del teorema fondamentale sulle funzioni simmetriche (cfr. [HW]) ed osservando che ogni funzione simmetrica elementare in a1 ,....., a n anche simmetrica nei due 2d numeri a ovvero (per quanto ipotizzato) nei numeri a 1 ,....., a n ,0,....0 , che essa rappresenta un numero intero. Inoltre, dal momento che f ( k ) ( l ) = 0 se k < p , il secondo termine divisibile per p!. Evidentemente anche f ( k ) (0) un intero divisibile per p! se k p 1 mentre f ( k ) (0) = ( p 1)!(a ) np ( 1 2 .... n ) p un intero divisibile per (p1)! Ma non p! se p sufficientemente grande. Dunque, se p > q , si ha che J ( p 1)! . Ma, dalla stima (2*), si ottiene (come nella dimostrazione del teorema 1.4.1): J n e
1
k =0 k =0 l =1

f ( 1 ) + .... 1 e

f ( n ) c p per qualche costante c indipendente da p.

Quindi, per p abbastanza grande, sono incompatibili le stime trovate per J . Da questo assurdo segue la tesi.

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1.5 Teorema di Lindmann. Altri esempi di numeri trascendenti.

La trascendenza di e, pu essere fatta conseguire dal seguente risultato (cfr. [Ba], teorema 1.4) che, inoltre, consente di provare la trascendenza di altri numeri finora non introdotti. 1.5.1. TEOREMA Siano 1, 2, ., n numeri algebrici distinti e siano 1, 2, ., n numeri algebrici non nulli. Allora 1e1 + 2 e 2 + .... + n e n 0 . Osservazione 1.5.2. Da questo teorema segue subito che e1 , e 2 ,...., e n sono algebricamente indipendenti per tutti i numeri algebrici 1, 2, ., n linearmente indipendenti sui razionali. Adesso dimostriamo alcuni risultati che sono conseguono dal teorema 1.5.1. 1.5.2. COROLLARIO I numeri irrazionali e, sono trascendenti. Dimostrazione Proviamo dapprima la trascendenza di e. Sia n=2 nelle ipotesi del teorema 1.5.1. Allora 1e1 + 2 e 2 0 se 1, 2, 1, 2 sono numeri algebrici con 12, e 1, 2 non nulli. In particolare, scegliendo 1=1, 2=0, 1=1, 2=a (a numero algebrico), devessere e1 + ae 0 = 0 . Quindi, e + a 0 che implica e diverso dal numero algebrico a. Data larbitrariet di a, ne segue che e non uguale ad alcun numero algebrico per cui un numero trascendente. Per dimostrare che il numero trascendente, partiamo dalla rappresentazione seguente: e i = cos( ) + i sin( ) . Per =, si ha lequazione di Eulero: e i = 1 ovvero e i + 1 = 0 od anche e i + e 0 = 0 . Pertanto i trascendente per non contraddire il teorema 1.5.1 (altrimenti dovrebbe esserci il simbolo di diverso nellultima relazione scritta essendo 0,1 algebrici) ed, essendo i algebrico, ci significa che trascendente. Ne segue la tesi. 1.5.3. COROLLARIO (i) Il numero ln( ) trascendente per ogni numero algebrico 0,1 ; (ii) I numeri sin(), cos(), tg() sono trascendenti per ogni numero algebrico non nullo. Dimostrazione Dimostriamo la (i). Posto = ln( ) e facendo lesponenziale di ambo i membri, otteniamo che = e da cui segue e 0 e = 0 che, ponendo 1=0, 2=, 1=,

2=1, pu scriversi come 1e1 + 2 e 2 = 0 . Essendo 1 algebrico (per ipotesi), 1, 2 algebrici, si ha, allora, che 2= trascendente per non contraddire il teorema 1.5.1, da cui la
conclusione. La (ii) si dimostra in modo analogo scrivendo le funzioni trigonometriche in forma esponenziale.

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Allo scopo di fornire altri esempi di numeri trascendenti, citiamo il seguente risultato (cui, per una dimostrazione e per maggiori dettagli, rinviamo, ad esempio, ad [HW], [He] e ai testi ivi citati). 1.5.4. TEOREMA Siano , , due numeri algebrici con 0, 1 e irrazionale. Allora il numero trascendente. Esempi 1.5.5. (i) Dal teorema 1.5.4 segue, in particolare, che e trascendente essendo uno dei valori di i 2i . ln(3) trascendente. Infatti, dalla relazione che definisce , con (ii) Il numero = ln(2) semplici passaggi, si ottiene ln(2 ) = ln(3) da cui segue che 2 = 3 e un numero irrazionale. Applicando il teorema 1.5.4 possibile fornire altri esempi di numeri trascendenti. In accordo con tale risultato sono, ad esempio, trascendenti i numeri i costruibili in modo analogo.
2

(iii)

, 4

ed altri

1.5.6 Osservazione In base alle considerazioni svolte ed al fatto che vi sono numeri per cui non stato dimostrato n che sono algebrici n che sono trascendenti, linsieme dei numeri reali (od anche dei numeri complessi) pu esse suddiviso nei quattro seguenti sotto-insiemi: numeri algebrici; numeri trascendenti di Liouville; numeri trascendenti (non di Liouville) di cui fanno parte e, ; numeri per cui non stata provata n la trascendenza n lalgebricit.

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Bibliografia
[Ba] A. Baker, Trascendental number theory. - London ; New York : Cambridge University Press,

1975.
[RC] R. Courant, M.Robbins, Che cos la matematica? : Introduzione elementare ai suoi concetti e

metodi. - Nona impressione. - Milano : Boringhieri, 1971, copyr. 1941.


[He] I.N. Herstain, Algebra. - Roma : Editori Riuniti copyr. 1982. [HW] G.H. Hardy, E.M. Wright, An Introduction to Theory of Numbers. - 5th edition. . - Oxford :

Clarendon Press, 1979.


[Ni] I. Nirm, Irrational numbers. [PC] G. M. Piacentini Cattaneo, Algebra. Un approccio algoritmico. - Bologna : Zanichelli, 1996.

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