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Impianti Tecnici Ambientali 1

Ingegneria Meccanica, La Spezia

4. Le caldaie: fondamenti e componenti


SOMMARIO 4.
4.1. 4.2. 4.3. 4.4. 4.5.

LE CALDAIE: FONDAMENTI E COMPONENTI..........................................................1


Cenni storici ........................................................................................................................................................ 2 Classificazione e componenti delle caldaie ....................................................................................................... 6 Bilancio termico e scambio termico nelle caldaie .......................................................................................... 13 Cenni a tecnologie innovative: boiler Once-Through e super-critici ........................................................... 13 Esercizi applicativi ........................................................................................................................................... 13

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I ORA

4.1.

Cenni storici

Nell'accezione generale, viene detta caldaia un recipiente riscaldato contenente acqua (o eventualmente altro liquido), che quindi aumenta di temperatura per effetto di un riscaldamento esterno. Come caso particolare, se tale apparecchiatura destinata a provocare il cambiamento di stato dell'acqua, da liquido ad aeriforme, in modo continuo e in condizioni controllate, viene meglio definita generatore di vapore. La prima caldaia di cui si ha notizia la sfera di Eliogabalo, costituita da un recipiente metallico cavo di forma sferica, chiuso salvi alcuni ugelli tangenziali; posta sulla fiamma, l'acqua contenuta vaporizzava e, per effetto dell'espansione conseguente, il vapore fuoriusciva dagli ugelli tangenziali ponendo la sfera stessa in rotazione; si era in presenza quindi di un assieme caldaia - motore a vapore. La sfera di Eliogabalo non ebbe seguito pratico, n vi furono tentativi concreti di sfruttare il vapore fino al tardo XVII secolo; le ragioni di ci essendo la mancanza di utilizzatori e la mancanza di combustibile adatto (il legno, specie se verde, ha bassissimo potere calorifico e non adatto alla generazione di vapore se non con particolari accorgimenti, relativamente pi recenti). Nel XVIII secolo, quando iniziarono le applicazioni del vapore come produttore di energia meccanica, si svilupp anche la tecnologia delle caldaie. Dai primi modelli, non differenti nel principio dalle moderne pentole a pressione (recipiente chiuso posto su una fiamma esterna, con uscita su cui agisce una contropressione controllata), si pass al tipo, ancor oggi usato anche se solo sporadicamente, caldaia Cornovaglia (vedi figura 1). Le caldaie da riscaldamento odierne (che per non sono generatori di vapore) sono molto simili al tipo Cornovaglia.

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Figura 1: Caldaia tipo Cornovaglia Con l'aumentare dell'uso del vapore, tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, il semplice focolare della Cornovaglia, che non permetteva grandi superfici di scambio, venne gradualmente sostituito da sistemi a fascio tubiero che, oltre ad aumentare la superfice di scambio, consentivano un migliore controllo del moto convettivo dell'acqua: le caldaie a tubi di fumo (vedi figura 2). Questo il modello generalmente usato nelle locomotive a vapore. Verso la fine del XIX secolo, nel 1867, gli statunitensi George Babcock e Stephen Wilcox concepirono la caldaia a tubi dacqua, da loro definita non esplodente in cui all'interno dei tubi, anzich i fumi di combustione, veniva fatta circolare l'acqua da vaporizzare, creando cos migliori coefficienti di scambio e, dato che si potevano usare tubi pi piccoli e tortuosi, maggiori superfici di scambio, ottenendo cos caldaie pi piccole a parit di produzione; ulteriori vantaggi erano il ridotto volume d'acqua, che consentiva un avviamento molto pi rapido, e le dimensioni minori delle parti a pressione, che venivano cos ad avere minori spessori (da qui il nome non esplodente) (Figura 3).

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Figura 2: Caldaia a tubi di fumo

Delle caldaie a tubi d'acqua vennero anche realizzati in quel periodo tipi particolari, in cui la circolazione viene assicurata da una pompa esterna: le caldaie a circolazione forzata, di cui il tipo principale la caldaia tipo La Mont. Il sistema oggi largamente usato, specie nelle grandi caldaie destinate all'alimentazione di turbine per produzione di energia elettrica. Parte dell'evoluzione delle caldaie dovuta all'evoluzione dei combustibili. Dal legno dei primordi, si passati al carbone verso il XVIII secolo, e questo rimasto per un secolo e mezzo il combustibile principe; la combustione avveniva nel focolare, sostanzialmente una griglia, su cui veniva posto il combustibile solido, in modo pi o meno meccanizzato e da cui venivano evacuate le ceneri, anch'esse in modo pi o meno meccanizzato. Nel XX secolo il carbone stato gradualmente soppiantato dai combustibili liquidi; ci ha richiesto la sostituzione del focolare con altri sistemi, in grado di iniettare miscele combustibile liquido - comburente gassoso nella camera di combustione. Tali dispositivi sono detti bruciatori.

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Figura 3: Caldaia a tubi d'acqua

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4.2.

Classificazione e componenti delle caldaie

Si possono classificare le caldaie secondo:


il profilo di circolazione dell'acqua e dei fumi (a tubi d'acqua/tubi di fumo) la circolazione dell'acqua (naturale, assistita o forzata) il contenuto d'acqua in rapporto alla superficie (grande, medio, piccolo, piccolissimo) la pressione massima di esercizio la produzione massima oraria di vapore il tipo di combustibile

Si possono inoltre classificare per:

tipo di installazione (fissa, semifissa, locomobile, locomotiva) La maggior parte delle caldaie sono concepite per uso continuativo e definito, e vengono installate in un punto preciso definito in base a considerazioni pratiche. Sono quindi installate in modo permanente, e possono essere rimosse solo dopo importanti lavori di demolizione. Queste sono le caldaie fisse. Esempio: generatori di vapore a tubi di fumo per la generazione di vapore di processo per lindustria chimica o petrolchimica. Alcune caldaie, pur essendo installate in punti definiti da altre considerazioni, hanno una relativa facilit di spostamento; tipicamente la caldaia in quanto tale un monoblocco completo di accessori, esclusi l'alimentazione del combustibile ed eventualmente accessori esterni quali il camino. Queste sono le caldaie semifisse. Esempio: caldaie a biomassa per alimentazione di rete di teleriscaldamento. Esistono poi caldaie che contengono in s tutti gli accessori necessari al funzionamento, incluso un serbatoio del combustibile (solido, liquido o gassoso), e che spesso hanno mobilit facilitata, essendo montate su ruote e quindi trainabili; utilizzate ad esempio per usi di cantiere. Queste caldaie sono delle locomobili. Esempio: le vecchie (XIX secolo) caldaiemotori-a-vapore utilizzate dai pompieri per il pompaggio dellacqua. Infine, una caldaia locomobile in cui l'energia di spostamento data dalla caldaia stessa grazie all'installazione di un motore a vapore detta locomotiva. Ne ovviamente un esempio la motrice a vapore dei treni.

tipo di focolare (a combustibile solido, a combustibile liquido, a recupero). Vale la pena di citare anche le caldaie a recupero. Molti processi industriali avvengono con forte sviluppo di calore, sia prodotto dal processo stesso, come la combustione dello zolfo per la produzione di acido solforico, sia apportato dall'esterno al processo, come la fusione dell'acciaio in cubilotti e forni elettrici. Da questi processi si liberano dei fumi a temperature elevate, che possono essere raffreddati facendo cedere loro calore all'acqua, che quindi vaporizza in una vera e propria caldaia. La particolarit di queste caldaie a recupero la mancanza di focolare o bruciatore. Un caso particolare di caldaia a recupero quello presente nelle centrali elettriche a ciclo combinato. In queste, parte dell'energia elettrica viene prodotta da alternatori collegati a motori endotermici, di solito turbine a gas ma anche grandi motori alternativi marini. I fumi di combustione uscenti dai motori passano in una caldaia a recupero (denominata HRSG, Heat Recovery Steam Generator) , in cui si pu produrre vapore ad elevate pressioni (>150 bar), che pu essere inviato a turbine a vapore, che a loro volta azionano altri alternatori. Note alla lezione Le caldaie: fondamenti e componenti 6 di 13

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Alcuni esempi di focolari in caldaie convenzionali sono riportati in Figura 5-6, mentre focolari non convenzionali sono riportati nelle successive figure 8-11. Nella caldaia si distinguono essenzialmente:

il focolare (fig. 1) o il bruciatore (fig. 4), che costituiscono l'organo di ingresso dell'energia termica. Sul focolare, o grazie al bruciatore, si costituisce una miscela quasi perfettamente stechiometrica tra il carbonio contenuto nel combustibile e l'ossigeno contenuto nell'aria, in modo da realizzare una fiamma tale da trasmettere il calore sia per convezione termica tramite i fumi caldi di combustione, sia per irraggiamento. il corpo cilindrico (fig. 2 e 3) o evaporatore, che nelle caldaie a tubi di fumo l'involucro contenente la caldaia stessa; in quelle a tubi d'acqua ve ne di norma due o pi, uno inferiore avente la funzione di collettore dell'acqua calda non vaporizzata per favorirne il moto convettivo, e uno o pi superiori, nei quali si ha la separazione tra la fase liquida e la fase vapore. Nelle caldaie a tubi di fumo, la funzione del corpo cilindrico superiore compiuta dal duomo, in cui si ottiene, anche a mezzo di schermi, la separazione delle gocce dal vapore saturo. Un esempio di evaporatore industriale a tubi dacqua riportato in Figura 7. il fascio tubiero (non presente nelle caldaie tipo Cornovaglia), ossia un assieme di tubi che collegano, nelle caldaie a tubi di fumo il focolare al camino, e in quelle a tubi d'acqua i corpi cilindrici. Il fascio tubiero ha la funzione di aumentare per quanto possibile la superficie di scambio tra fumi e acqua. il camino, condotto esterno di evacuazione dei fumi di combustione esausti.

Oltre a questi componenti di base, si distinguono altre parti essenziali:

la muratura (vedi fig. 3), un'opera edile solitamente non portante, e costituita da strati diversi di materiali fittili: uno strato di laterizio refrattario, resistente alle temperature elevate presenti in caldaia, e in particolare all'ossidazione; uno strato di laterizio o di costituzione diversa, detto isolante o coibente, avente la funzione di evitare le dispersioni di calore all'esterno, e infine, eventualmente, uno strato di finitura portante che pu essere a volte sostituito da pannelli metallici o altre coperture. Nelle caldaie a tubi d'acqua, la muratura comprende anche le chicanes interne destinate a definire il giro dei fumi (vedi fig. 3) le portelle di ispezione, cos dette se realizzate nella muratura allo scopo di evacuare le ceneri o di semplice ispezione visiva, e dette invece passi d'uomo se realizzate nelle parti metaliche. Iniettori di sorbenti o di gas esausti ricircolati in caldaia, allo scopo di controllare e ridurre le emissioni inquinati. i surriscaldatori (vedi fig. 4, fig. 5 e fig. 6). Per comprenderne la funzione, si deve considerare che la caldaia come finora descritta produce vapore d'acqua alla temperatura di ebollizione, cio saturo (punto a destra della curva limite superiore); se la caldaia ben fatta il vapore saturo secco, ha cio assorbito tutto il calore latente di vaporizzazione ed ha titolo unitario. Ma il vapore saturo adatto solo alla fornitura di calore per condensazione; se inviato in turbina, sar allo scarico saturo umido e quindi permetter salti di pressione Note alla lezione Le caldaie: fondamenti e componenti 7 di 13

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relativamente bassi (luscita turbina non pu avere titolo inferiore a circa 0.92 per problemi di erosione delle goccioline sugli ultimi stadi della turbina a vapore di bassa pressione). Si fornisce allora ulteriore calore al vapore saturo, in modo di aumentarne la temperatura a pressione costante. Nelle grandi caldaie per la generazione elettrica condizioni normali di fornitura del vapore arrivano oltre i 250 bar (25 MPa) e 560C (833 K). Per raggiungere queste temperature non possibile sfruttare la sola conduzione attraverso i fumi, e una parte dei tubi del surriscaldatore lavorano normalmente per irraggiamento, sono disposti cio a vista della fiamma e comunque nel punto pi caldo possibile. Per proteggere il primo banco di surriscaldatori la caldaia nella parte superiore dotata del cosiddetto naso, una protuberanza refrattariata che protegge una parte del banco surriscaldatori dalla vista diretta della fiamma.

gli economizzatori. Allo scopo di ridurre il consumo di combustibile, si cerca di recuperare anche il calore residuo a bassa temperatura, attraverso apparecchi detti appunto economizzatori. Questi consentono in pratica in preriscaldamento dell'acqua di alimento fino a circa 5C in meno rispetto la temperatura di saturazione, che costituisce lingresso dellevaporatore (la differenza tra temperatura di uscita economizzatore e la temperatura di saturazione alla pressione data detta Tsubcooling; Tsubcooling deve essere >0 per evitare che la vaporizzazione cominci nelleconomizzatore, con il conseguente stress termico).

Figura 4: Parti costituenti la caldaia

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naso

Preriscaldatore aria di combustione

Collettore inferiore

Qpreriscaldo [kW]

Figura 5: Schema concettuale-costruttivo di caldaia a tubi dacqua con singolo surriscaldamento

Figura 6: Schema concettuale-costruttivo di caldaia a tubi dacqua con risurriscaldamento Note alla lezione Le caldaie: fondamenti e componenti 9 di 13

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Figura 7: Banco di tubi dacqua dellevaporatore di una caldaia industriale e corpo cilindrico con separazione acqua/vapore Note alla lezione Le caldaie: fondamenti e componenti 10 di 13

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Figura 8: Focolari non convenzionali: generatore di vapore con focolare a griglia mobile (o fissa) per la combustione di rifiuti

Figura 9: Focolari non convenzionali: forno/combustore rotante per combustibili ad alto contenuto di umidit

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Figura 10: Focolari non convenzionali: combustore a latteo fluido bollente o ricircolante

Figura 11: Focolari non convenzionali: focolare con camera di post-combustione

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4.3.
III ORA

Bilancio termico e scambio termico nelle caldaie

Presentazione: Bilancio e scambio termico delle caldaie

4.4. Cenni a tecnologie innovative: boiler Once-Through e supercritici


Presentazione: BENSON Boilers for Maximum Cost-Effectiveness in Power Plants. IV ORA

4.5.

Esercizi applicativi

Bilancio Energetico di una caldaia (pag. 359 del testo di riferimento) Testo di riferimento: Boilers, Evaporators, and Condensers, by Sadik Kakac, John Wiley & Sons Inc., New York, 1991.

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