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Dall atomo..

.alla Cellula

Il viaggio verso la Vita!

Appunti di scienze

Classe: 2^A a.s. 2012/2013

Codice progetto: Vj81F9xC4


Fonte immagini copertina: https://www.google.it/imghp?hl=it&tab=wi

Indice

Capitolo 1

Latomo

Capitolo 2

La Tavola Periodica

Capitolo 3

Le Molecole

11

Capitolo 4

Chimica Organica

14

Capitolo 5

Lacqua

18

Capitolo 6

Carboidrati, Proteine e Lipidi

20

Capitolo 7

La Cellula

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Capitolo 1 Latomo
Latomo la pi piccola parte di materia che pu esistere liberamente senza perdere le propriet caratteristiche di quella materia Latomo costituito da: c ciao Protone: una particella subatomica composta da due quark up e un quark down dotata di carica positiva elettrica. Elettrone: una particella subatomica con carica

elettrica elettrica negativa. Neutrone: una particella subatomica costituita da ciao due quark down e un quark up, con carica elettrica elettrica netta pari a zero

Fonte: fisica.cattolica.info

1.1 Gli orbitali Per descrivere il concetto fondamentale di orbitale ricorreremo a semplici esempi. Un ragazzo al centro di un grande piazzale gioca a lanciare sassi intorno a se; ne lancia a diverse distanze alcuni vicini, altri lontani. Noi non sappiamo a quale distanza sar scagliato il prossimo sasso per possiamo fare una previsione: calcoliamo la distanza entro la quale troviamo il 90% dei sassi gi lanciati e vi sar la probabilit del 90% che il prossimo sasso cada entro tale distanza. Anche se possibile che tale sasso venga lanciato pi lontano vi una probabilit molto bassa che ci avvenga. Esiste quindi un area in cui altamente probabile essere colpiti dai sassi del ragazzo. Lelettrone, particella e onda, gira continuamente intorno al nucleo, si avvicina, si allontana e non possibile determinarne posizione, velocit e cammino. Possiamo per determinare la distanza dal nucleo in cui c il 90% di probabilit di trovarlo. Questa distanza ci aiuter a determi nare il volume di una sfera entro la quale esiste la probabilit del 90% di trovare lelettrone. come se lelettrone che gira intorno al nucleo formasse una nube di elettricit negativa con contorni non ben definiti e noi possiamo stabilire un contorno convenzionale che racchiude un volume sferico in cui c pi del 90% di probabilit di trovare lelettrone. Si definisce orbitale quella regione dello spazio intorno al nucleo di un atomo entro la quale vi per lo meno il 90% di probabilit di trovare lelettrone. 1.2 Numeri quantici Gli orbitali sono diversi per dimensione, forma, orientamento nello spazio e sono contraddistinti da tre numeri interi numeri quantici: Numero quantico principale: si indica con la lettera n con 1 n 7 ed indica il volume e lenergia dellorbitale a cui si riferisce(un orbitale con n=1 ha energia e volume inferiori ad un orbitale con n=2) Numero quantico angolare: si indica con la lettera l e pu essere 0 l (n-1) esso indica la forma dellorbitale (l=0 orbitale di forma sferica) Numero quantico magnetico: si indica con la lettera m con l m +l ed indica lorientamento dellorbitale nello spazio 4

Esiste inoltre un quarto quantico (numero quantico di spin) che serve ad indicare la rotazione dellelettrone intorno al proprio asse e si indica con mi ; esso pu assumere soltanto i valori +1/2 e -1/2 a seconda che il senso di rotazione sia orario o antiorario. 1.3 Principio di Pauli In un unico orbitale non possono esserci pi di due elettroni e se ce ne sono due devono avere spin opposto. Secondo questo principio due elettroni possono coesistere nello stesso orbitale a patto di essere dotati di senso di rotazione opposto Fig. 1 rappresentazione schematica degli orbitali: orbitale vuoto , orbitale con un elettrone, orbitale con due elettroni di spin opposto

1.4 Orbitali s, p , d, f Gli orbitali s hanno l=0, per ogni valore di n vi un solo orbitale s (1s; 2s) Gli orbitali con l=1 si chiamano orbitali p .Per ogni l=1 esistono tre orbitali p che differiscono tra di loro per il valore di m (-1; 0; +1) Gli orbitali con l= 2 si chiamano orbitali d. Per ogni valore di n esistono cinque orbitali d (m pu infatti assumere i valori -2, -1, 0) Infine gli orbitali con l= 3 si chiamano orbitali f e sono 7. 1.5 Livelli energetici lenergia di un elettrone in un orbitale dipende sia da n che da l, cio sia dal numero quantico principale che dal numero quantico angolare. Generalizzando si pu dire che i tre orbitali p o i cinque orbitali d o i sette orbitali f che hanno lo stesso numero quantico principale, hanno la stessa energia. Livelli energetici K L M N O P Q Orbitali s s; p s; p; d s; p; d; f s; p; d; f s; p; d; f s; p; d; f Fig.2 Nello schema accanto troviamo indicati i vari orbitali in ordine crescente di energia.

1.6 Forma degli orbitali Un orbitale s una nube elettronica di forma sferica. Lorbitale 1s lorbitale pi piccolo, lorbitale 2s ha un raggio circa tre volte maggiore di quello precedente e lorbitale 3 s ancora pi grande. Quindi n determina il volume dellorbitale.

Un orbitale p ha la forma di due gocce dacqua unite per la parte pi stretta Per ogni valore di n abbiamo 3 orbitali p. 5

Per ogni valore di n (eccetto n=1 e n=2) vi sono 5 orbitali d. Gli orbitali f sono 7 e hanno forme pi complicate di quelle degli orbitali d. Fig. 3 Rappresentazione della forma degli Orbitali

s (l=0 )

p (l=1)

d (l=2)

f (l=3)

m=0

m=0

m=1

m=0

m=1

m=2

m=0

m=1

m=2

m=3

pz

px

py

dz2

dxz

dyz

dxy

dx2y2

fz 3

fxz2

fyz2

fxyz

fz(x2 fx(x23 fy(3x2


2 y ) 2 y ) 2 y )

n= 1

n= 2

n= 3

n= 4

n= 5

...

...

...

...

...

...

...

n= 6

...

...

...

...

...

...

...

...

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n= 7

...

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...

...

Fonte: www.wikipedia.com

1.7 configurazione elettronica totale La disposizione degli elettroni negli orbitali fondamentale per il fatto che da essa dipendono le propriet chimiche e fisiche dei vari elementi. Per indicare in modo pi semplice questa disposizione si indicano con le notazioni s,p,d,f i vari orbitali che contengono elettroni e come esponente al simbolo di ogni orbitale si mette il numero di elettroni che essi contengono. Con la notazione 1s2 2s2p63s2 p5 si indica che latomo preso in esame ha due elettroni nellorbitale 1s, 2 nellorbitale 2s, 6 nellorbitale 2p,2 nellorbitale 3s, 5 nellorbitale 3p. Se si sommano gli esponenti si ricava il numero totale degli elettroni dellatomo che in questo caso 17, si tratta del cloro (che ha appunto numero atomico 17) Torna allIndice

Capitolo 2 La Tavola Periodica


2.1 Il sistema periodico Nella seconda met dell ottocento il chimico russo Mendeleev fece un elenco dei vari elementi conosciuti in ordine di peso atomico crescente. Esaminando la sua tabella si accorse che vi era una periodicit nelle caratteristiche chimiche. Nel 1869 pubblic una tabella chiamata tavola periodica degli elementi. Ora che sappiamo come fatto un atomo possiamo renderci conto del perch alcuni elementi hanno propriet simili ed altri no, e perch vi una periodicit nelle propriet degli elementi. 2.2 Lettura del sistema periodico In ogni casella del sistema periodico vi il simbolo chimico di un elemento, al di sopra vi il numero atomico (Z), al di sotto vi il numero di massa o peso atomico (A). Le sette righe orizzontali sono chiamati periodi, i simboli che appaiono allestrema destra del sistema periodico indicano gli orbitale che man mano si riempiono in quel periodo. Leggendoli dallalto al basso abbiamo ancora lordine di riempimento degli orbitali. I numeri allestrema sinistra sono i numeri quantici principali n degli orbitali s e p di ogni periodo. Il sistema periodico diviso in quattro grandi blocchi incorniciati da colori diversi: allestrema sinistra il blocco degli orbitali s, allestrema destra vi il blocco degli orbitali p, al centro del sistema periodico vi il blocco degli orbitali d, (gli elementi di questo gruppo sono definiti di transizione) in fondo al sistema periodico vi sono gli elementi del gruppo f. 2.3 La regola dellottetto Tutti gli elementi dellottavo gruppo sono gas straordinariamente poco reattivi, essi esistono solo in forma monoatomica, reagiscono molto difficilmente ed hanno pochissimi composti: sono i gas nobili. Essi hanno un alta stabilit e una bassa energia perch hanno tutti otto elettroni negli orbitali pi esterni (struttura elettronica esterna s2p6 = ottetto). Ogni elemento nelle sue reazioni tende a raggiungere la configurazione esterna s2p6. 2.4 Anioni e Cationi Siccome tutti gli atomi tendono a raggiungere la configurazione dellottetto alcuni di essi tendono a perdere elettroni altri tendono ad acquistarli. Tendono a perdere elettroni tutti quegli atomi che nel guscio esterno ne hanno pochi, cio gli atomi dei primi gruppi del sistema periodico. Tendono ad acquistare elettroni gli atomi degli elementi degli ultimi gruppi, poich a questi atomi bastano pochi elettroni per raggiungere lottetto. 8

Se un atomo perde un elettrone la carica positiva di un protone non pi neutralizzata e quindi latomo acquista carica positiva. Un atomo con una o pi cariche positive si chiama catione o ione positivo. Gli elementi del primo gruppo tendono a dare cationi monovalenti (cio ioni positivi con una sola carica positiva),quelli del secondo gruppo cationi bivalenti e quelli del terzo gruppo cationi trivalenti. Un atomo dotato invece di carica negativa si chiama anione o carica negativa. 2.5 Metalli e non metalli Gli elementi con basso potenziale di ionizzazione si chiamano metalli. Essi a temperatura ambiente sono tutti solidi, lucenti e hanno particolari caratteristiche meccaniche Gli elementi rimanenti che si trovano al di sopra e a destra della linea nera hanno un alto potenziale di ionizzazione si chiamano non metalli o metalloidi e non conducono elettricit e quindi sono isolanti. 2.6 Elettronegativit Si definisce elettronegativit di un atomo la tendenza che ha questatomo ad attirare verso di se gi elettroni di legame. Lelettronegativit inversamente proporzionale al volume dellatomo. Poich lelettronegativit di un elemento uno dei pi importanti fattori che regolano le propriet dei composti chimici: Lossigeno (O) dopo il fluoro (F) il pi elettronegativo di tutti gli elementi; Gli elementi di transizione hanno raggio atomico pressoch uguale e quindi hanno un valore molto vicino di elettronegativit; Nei primi gruppi tra gli elementi dello stesso gruppo vi una piccola differenza di elettronegativit, negli ultimi gruppi questa differenza maggiore; quindi le propriet del litio, sodio, potassio, rubidio e cesio sono molto simili, mentre le propriet del bromo, cloro e iodio sono meno simili (il cloro un gas, il bromo un liquido e lo iodio un solido). Fig. 5 Rappresentazione della tabella delle elettronegativit (3D)
Fonte: scienza materia.blog.tiscali.it

2.7 Propriet chimico-fisiche Le propriet chimiche di un elemento dipendono dalla configurazione elettronica esterna e quindi dal gruppo a cui lelemento appartiene. pi facile togliere un elettrone da un atomo di un elemento del primo 9

gruppo che da un atomo del secondo gruppo; un elemento del settimo gruppo tende a prendere un elettrone mentre un elemento del sesto gruppo tende a prenderne due. Le propriet degli elementi di uno stesso gruppo sono molto simili, ma non uguali, questo perch gli atomi degli elementi di uno stesso gruppo hanno diverso volume atomico e quindi differiscono in tutte quelle propriet che dipendono dal volume atomico. Le propriet fisiche dipendono dalle propriet chimiche e quindi anchesse dipendono dalla posizione dellelemento.

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Capitolo 3 Le Molecole
Tutti glie elementi in natura, a parte i gas nobili, sono instabili ovvero non completano i propri livelli energetici. 3.1 Le molecole La stragrande maggiora della materia che ci circonda formata da molecole. Una molecola formata da due o pi atomi legati fra loro da un legame chimico, essa pu essere formata da due o pi atomi identici(O2;H2), o diversi (H2O).
Fig. 6 Rappresentazione molecola dacqua
Fonte: sculegrosio.it

Ogni tipo di molecola differisce da unaltra per il numero e per il tipo di atomi che la compongono e per lordine con cui sono legati tra di loro. 3.2 Rappresentazione delle molecole Una molecola formata da due o pi atomi legati insieme da un legame chimico; la formula chimica di una molecola ci indica quali e quanti atomi fanno parte della molecola. Per scrivere la formula di una molecola scriviamo i simboli dei vari elementi che formano la molecola e alla destra in basso un numero che ci dice quanti atomi di quellelemento troviamo nella molecola in oggetto. Scrivendo H2O intendo che la molecola composta da due atomi di idrigeno e uno di ossigeno. Le formule come NaH e HCl sono dette formule grezze, mentre se vogliamo indicare con pi precisione la struttura di una molecola usiamo le formule di struttura 3.3 Valenze
La valenza indica la capacit degli atomi di combinarsi con altri atomi appartenenti allo stesso elemento chimico o a elementi chimici differenti (vedi legame chimico). In particolare essa esprime il numero di elettroni che un atomo guadagna, perde o mette in comune quando forma legami con altri atomi

3.4 Legami Esistono differenti tipi di legami tra cui abbiamo: Un legame esistente tra due atomi uguali quando si forma un orbitale molecolare si chiama legame omopolare. Se lorbitale molecolare circonda da tutti i lati la retta ideale che congiunge i due nuclei il legame viene chiamato legame . Un legame formato da un orbitale molecolare che ai due lati della retta ideale congiungente i due nuclei si chiama legame . 11

Solo gli elementi che hanno un piccolo raggio atomico riescono a formare doppi legami, gli atomi pi grandi no. Riescono a formare doppi legami solo gli atomi di carboni, azoto, ossigeno,zolfo. Fig.7 Rappresentazione di una molecola di idrogeno omopolare
Fonte: www.larapedia.com

Un legame chimico che si forma tra due atomi che hanno tra di loro una piccola differenza di elettronegativit si chiama legame covalente. Fig. 8

Fonte: www.bassilo.it

Il legame dativo si ha quando un atomo che ha gi raggiunto lottetto fonde un suo orbitale, contenente un doppietto, con un orbitale completamente vuoto di un altro atomo. Questo secondo atomo ora utilizza il doppietto del primo atomo per raggiungere lottetto.

Fig. 9 Legame dativo


Fonte: Inx.didascienze.org

Mentre il legame covalente si forma tra due atomi che hanno una piccola differenza di elettronegativit il legame ionico o salino si forma tra due atomi che hanno una grande differenza di elettronegativit. Due ioni Na+ e Cl- avendo due cariche di segno opposto si attirano tra di loro con una forza di attrazione elettrostatica. Questa forza determina un legame chimico che detto legame ionico, perch avviene tra due ioni, o salino, perch tipico dei Sali. Fig. 10 Legame Ionico
Fonte xchimica.blogspot.com

Il legame che si forma tra uno ione e una molecola polare un legame elettrostatico, cio dovuto allattrazione tra cariche di segno opposto: questo legame ione -dipolo.

Fig.11 Legame Ione-dipolo


Fonte: www.larapedia.com

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Legame idrogeno o ponte idrogeno indicato da tre punti messi in fila, non un legame forte ma molto importante: se non vi fosse lacqua bollirebbe a -80 C e non vi sarebbe vita. Quando lidrogeno legato covalentemente ad un atomo molto elettronegativo come lossigeno gli elettroni del legame covalente sono attirati su quellatomo che acquister una parziale carica positiva. Questa parziale carica positiva conferisce allatomo di idrogeno unalta densit di carica e quindi unalta energia. Per diminuire questa energia latomo di idrogeno tender a legarsi con un altro atomo con parziale carica negativa. Nel caso dellacqua un atomo di idrogeno di una molecola si legher allatomo di ossigeno di unaltra molecola dacqua. Fig.12 Legame a Idrogeno
Fonte: www.wikipedia.it

I metalli hanno un basso potenziale di ionizzazione, un metallo allo stato solido costituito da un insieme ordinato di cationi e elettroni. Ogni elettrone, essendo attirato contemporaneamente dai cationi circostanti, lega questi cationi tra di loro con un particolare tipo di legame detto legame metallico. Il corpo metallico costituito quindi da un reticolo di cationi immersi in una nube elettronica che comprende tutto il corpo come se fosse una enorme nube ad elettroni delocalizzati.
Fig.13 Legame metallico
Fonte: it.wikipedia.org

3.5 Ibridazione degli orbitali Per formare legami covalenti o omopolari un atomo deve avere un singoletto, invece vi sono atomi che pur senza singoletti formano tali legami. Si dovuto allora introdurre il concetto di ibridazione e di orbitali ibridi: dire che due orbitali si ibridizzano significa dire che due orbitali diversi danno due orbitali tra loro uguali con caratteristiche diverse da quelle degli orbitali di partenza. 3.6 Gli ossidi Gli ossidi sono composti binari formati dallunione di atomi di ossigeno con atomi di un altro eleme nto. Gli ossidi degli elementi dei primi gruppi reagendo con acqua, danno delle basi e si chiamano quindi ossidi basici o semplicemente ossidi per esempio ossido di sodio Na2O +H2O----> 2NaOH che si chiama idrossido di sodio. Gli ossidi degli elementi degli ultimi gruppi reagendo con lacqua danno ossiacidi e quindi si chiamano ossidi acido o anidridi per esempio anidride carbonica CO2+H2O----> H2CO3 acido carbonica. Gli ossiacidi hanno il suffisso oso quando il composto contiene meno atomi di ossigeno ed il suffisso ico nel caso della presenza di un numero maggiore di atomi di ossigeno. Per esempio HNO 2 acido nitroso, HNO3 acido nitrico. Se un elemento forma pi di due acidi si usano anche i prefissi ipo e per. Per esempio HClO acido ipocloroso, HClO2 acido cloroso, HClO3 acido clorico, HClO4 acido perclorico. Gli idracidi sono composti binari che lidrogeno forma con gli elementi molto elettronegativi, questi elementi attirano su di se gli elettroni di legame con lidrogeno che pu venir cos ceduto sotto forma di H+ ad una base, mentre lelemento assume una carica negativa per ogni H+. Tra gli idracidi ricordiamo HF acido fluoridrico, HCl acido cloridrico, HBr acido bromidrico, HI acido iodidrico, H 2S acido solfidrico. Torna allIndice 13

Capitolo 4 La Chimica Organica


Il termine chimica organica indica la chimica dei composti prodotti da organismi viventi. Tutti questi composti contengono atomi di carbonio, di conseguenza la chimica organica la chimica dei composti del carbonio.

4.1 Idrocarburi Gli idrocarburi sono composti organici formati solo da atomi di idrogeno e atomi di carbonio. Possono essere divisi in due grandi gruppi e in sottogruppi.

4.2 Gli alcani Gli alcani sono idrocarburi saturi a catena aperta. Tutti gli atomi di carbonio hanno unibridazione sp3 e non vi sono doppi legami. Essi hanno la formula generale CnH2n+2 e il loro nome termina con la desinenza ano. Togliendo da una molecola di un alcano un atomo di idrogeno si ha un radicale R, che prende il nome dellalcano di partenza (CH4 metano, CH3- metile). A temperatura ambiente i primi 4 alcani (Metano, Etano, Propano, Butano) sono allo stato aeriforme, dal 5 al 16 sono allo stato liquido e gli altri allo stato solido. Gli alcani sono composti chimici straordinariamente poco reattivi perch: 5. I legami C-C e C-H sono fortissimi e difficili da rompere 6. Tra carbonio e idrogeno vi una piccolissima differenza di elettronegativit e quindi i legami sono poco polarizzati. 7. Latomo di carbonio ibridato sp3 molto stabile. Le sole reazioni che possono subire gli alcani sono reazioni di sostituzione e di combustione.

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4.3 Gli alcheni Gli alcheni sono idrocarburi a catena aperta, ma insaturi, cio ogni molecola di alchene contiene , per lo meno , un doppio legame tra due atomi di carbonio ibridati sp2 . Hanno formula generale CnH2n (con n maggiore o uguale a 2) e il loro nome termina con la desinenza -ene. Gli alcheni sono caratterizzati dalla presenza del doppio legame e quindi sono molto pi reattivi degli alcani. Danno due tipi di reazione: addizione e auto addizione. In ambedue i casi si ha la rottura del legame e la formazione di legami singoli. Esempi di reazione di addizione alletene sono: CH2=CH2+H2 CH3 CH3 etano CH2=CH2+Cl2CH2Cl -CH2Cl dicloretano CH2=CH2+HClCH3-CH2Cl monocloroetano Nelle reazioni di autoaddizione pi molecole di alchene si legano tra di loro per formare un polimero; per esempio: n(CH2=CH2) CH2=CH-(CH2-CH2)n-2 CH =CH2 Il polietilene appunto un polimero delletilene, come il polipropilene un polimero del propene. Per polimero si intende una macromolecola formata da unit uguali tra di loro, che si ripetono, in una catena, per centinaia o migliaia di volte. Molte materie plastiche sono formate per reazioni di auto addizione di alcheni. La fonte principale di alcheni il petrolio. 4.4 Gli Alchini Gli alchini sono idrocarburi a catena aperta insaturi. Ogni molecola ha un triplo legame tra due atomi di carbonio ibridati sp. Hanno formula generale CnH2n-2 e il loro nome termina con la desinenza ino. Possiamo avere le reazioni di addizione alletino: HCCH+H2H2C=CH2 etene HCCH+2H2H3C-CH3 etano HCCH+H2OCH3CHO acetaldeide Letino (HCCH comunemente detto acetilene ) il pi semplice alchino; un gas incolore che reagendo con lossigeno produce una forte luce e un forte calore ( usato per la fiamma ossiacetilenica per saldare). Letino impiegato per molte sintesi chimiche e, specialmente per la preparazione di materie plastiche. 4.5 I Gruppi Funzionali Il gruppo alcolico OH il gruppo funzionale degli alcoli e dei fenoli. La presenza di questo gruppo in un composto ne aumenta la solubilit in acqua ( per la possibilit di formare ponti di idrogeno ) e la reattivit (perch la presenza dellatomo di ossigeno, molto pi elettronegativo dellatomo di carbonio, provoca una separazione di cariche nella molecola). I composti contenenti il gruppo OH hanno la desinenza -olo dopo il nome dellidrocarburo di partenza.

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Gli alcoli possono essere considerati derivati dagli alcani per sostituzione di un idrogeno

con il gruppo

OH: hanno quindi la formula generale R-OH. Lalcol si dice primario, secondario o terziario a seconda che latomo di carbonio cui legato lossidrile OH sia a sua volta legato a 1,2,3 altri atomi di carbonio. Le formule generali di questi tre tipi di alcoli sono quindi:

Fonte: www.wikipedia.com

Alcuni importanti alcoli primari sono: CH3OH CH3CH2OH CH3CH2CH2OH metanolo (alcol metilico) etanolo (alcol etilico) n-propanolo (alcol propilico)

Le Aldeidi hanno formula generale R-CHO e il gruppo CHO chiamato gruppo aldeidico. Le aldeidi
hanno la desinenza ale. Metanale (formaldeide) Etanale (acetaldeide) Propanale ( aldeide propionica)

Fonte: www.wikipedia.com

I Chetoni hanno formula generale O=R-C-R e il loro gruppo funzionale C=O ha le stesse caratteristiche del
gruppo aldeidico. La desinenza one, ma persistono i nomi duso Propionone (acetone); Butanone (metil-etil-chetone); (metil-fenil-chetone)

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Gli Acidi carbossilici hanno la formula generale R-COOH o Ar-COOH ( a seconda se il radicale alifatico
o aromatico). La loro desinenza olco. Acido metanoico (formico) Acido etanoico (acetico) Acido propanoico (propionico) Acido benzoico HCOOH CH3COOH CH3CH2COOH C6H5COOH

Il Gruppo Amminico. Le ammine sono derivati organici dellammoniaca NH3. Se sostituiamo 1,2 o 3
atomi di idrogeno dellammoniaca con 1,2 o 3 radicali R abbiamo rispettivamente le ammine primarie , secondarie o terziarie: Metilammina (primaria) CH3NH2 Metil-etilammina (secondaria) CH3-NH-C2H5 Trimetilammina (terziaria) (CH3)3N

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Capitolo 5 Lacqua
Lacqua costituisce il 75% del nostro corpo per ogni forma di vita. Si tratta con ogni probabilit del mezzo nel quale la vita si evoluta sulla terra. La polarit delle molecole dacqua sono molto polari e gli elettroni che partecipano al legame idrogeno ossigeno tendono a passare pi tempo con lossigeno. Di conseguenza lestremit del legame idrogeno ossigeno rivolta verso lossigeno pi elettronegativa ed indicata con - mentre lestremit rivolta verso lidrogeno possiede una parziale carica positiva indicata con +. Inoltre i due legami che formano tra loro un angolo di 105 circa danno la caratteristica forma a V della molecola dacqua; quind i la molecola risulta fortemente polare, con due parziali cariche positive in corrispondenza dei due atomi di idrogeno e due parziali cariche negative in corrispondenza delle coppie di elettroni libere dellatomo di ossigeno. 5.1 Legame ponte idrogeno Quando due molecole dacqua si trovano vicine latomo di idrogeno di una molecola viene attratto dalla coppia di elettroni dellatomo di ossigeno di unaltra molecola. Questa attrazione chiama legame a idrogeno si manifesta sia nellacqua solida che in quella li quida. Si tratta di legami intermolecolari, cio legami tra molecole diverse che si instaurano solo tra un atomo fortemente elettronegativo di una molecola e un atomo di idrogeno legato con legame covalente polare ad un altro atomo elettronegativo. Ogni molecola dacqua forma quattro legami a idrogeno la cui forza solo il 5% di quella di un legame covalente; essendo per nellacqua i legami molto numerosi la loro forza conferisce allacqua particolari propriet di importanza fondamentale. 5.2 Propriet dellacqua Nel ghiaccio che acqua allo stato solido le molecole occupano posizioni fisse, ordinatamente disposte le une vicine alle altre. Questa disposizione geometrica dipende dalla rigida geometria dei legami a idrogeno. Di conseguenza allo stato solido le molecole dacqua non sono cos costrette le une accanto alle altre come accade invece per lacqua allo stato liquido. Quando lacqua si trova allo stato liquido i legami si formano e si rompono continuamente e le particelle non hanno una disposizione ordinata. Come conseguenza diretta di questa condizione abbiamo il galleggiamento del ghiaccio; cosa apparentemente insignificante, ma in realt, di fondamentale importanza per quanto riguarda la vita sulla terra. Se il ghiaccio si inabissasse gli stagni gelerebbero completamente e la vita acquatica diventerebbe impossibile. In realt il ghiaccio galleggia e forma sulla superficie degli specchi dacqua uno strato isolante protettivo che riduce la dispersione del calore verso lalto, di conseguenza pesci e pian te acquatiche non devono mai sopportare temperature inferiori agli 0. La fusione il passaggio dallo stato solido allo stato liquido ed avviene tramite la somministrazione di calore. Il processo inverso, detto solidificazione consiste nella sottrazione della stessa quantit di calore con conseguente relativo raffreddamento dellacqua. Il calore di fusione dellacqua di circa 80 cal/g. il calore di evaporazione quello che serve per trasformare da liquida a gassosa. 18

Lenergia fornita o sottratta sotto forma di calore spezza i legami a idrogeno oppure li ricompone. Tutto questo calore viene sottratto allambiente e questo effetto spiega perch il sudore ci aiuta a regolare il calore corporeo. La superficie libera dellacqua liquida si presenta come una me mbrana elastica sottile ed invisibile e la forza che conferisce tali propriet al liquido detta tensione superficiale. Il calore specifico dellacqua maggiore rispetto a quello di quasi tutte le altre sostanze. Lacqua si riscalda molto lentamente perch le sue molecole sono unite tra loro da legami intermolecolari. Questa propriet dellacqua importantissima per il mantenimento della temperatura interna degli organismi viventi ad un livello costante. 5.3 Le soluzioni acquose Le soluzioni acquose sono miscele in cui lacqua il solvente mentre le sostanze in essa disciolte vengono indicate con il termine soluto. Propriet delle soluzioni acquose: Molte sostanze in acqua vengono scisse e producono ioni. Le molecole dacqua si ionizzano parzialmente. Le sostanze acide in soluzione acquosa cedono ioni H+. Le basi sono sostanze capaci di accettare ioni H+. 5.4 Il PH Nellacqua pura la concentrazione di ioni H+ e quella di ioni OH- si equivalgono. Per misurare lacidit di una soluzione possibile misurare la concentrazione di ioni H + che si indica attraverso la scala del PH. La scala va da 0 (massima acidit) a 7 (neutralit) a 14 (massima basicit). Ogni unit di PH corrisponde ad un aumento pari a 10 volte la concentrazione degli ioni H+.

Fig.14 Scala del PH


Fonte: cultura salute.blogspot.com

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Capitolo 6 Le Biomolecole
Le biomolecole o molecole biologiche sono tutte sostanze esclusive degli esseri viventi. Esse sono molto diverse dallacqua e dalle molecole rintracciabili nelle mondo inanimato; esse sono tutti composti organici cio composti del carbonio. Le biomolecole comprendono proteine, carboidrati, lipidi e acidi nucleici; esse come tutti i composti organici sono costituite da catene carboniose unite ad uno o pi gruppi funzionali e conferiscono loro specifiche propriet.

6.1 I carboidrati Il primo gruppo di biomolecole costituito dai carboidrati che si presentano divisi in quattro principali categorie: 1. I monosaccaridi o zuccheri semplici che contengono cinque o sei atomi di carbonio e sono chiamati rispettivamente pentosi o esosi. Tra gli esosi, tutti con formula grezza C 6H12O6 ci sono tre zuccheri molto comuni: il glucosio, il fruttosio e il galattosio; il glucosio presente sia nelle piante che negli animali ed il principale combustibile cellulare. Gli altri due zuccheri semplici sono fruttosio e galattosio i quali, pur avendo la stessa formula grezza del glucosio, hanno diversa disposizione degli atomi nella molecola. 2. I disaccaridi sono formati da due monosaccaridi tenuti insieme da legami covalenti. Alcune piante uniscono due molecole di esosi dando origine a una molecola di zucchero doppio o disaccaride. La formula chimica dei disaccaridi C12H22O11. Due molecole di glucosio formano il maltosio (lo zucchero del malto). Una molecola di glucosio ed una di fruttosio per formare il saccarosio. Una molecola di glucosio e una di galattosio si uniscono per formare il lattosio. 3. Gli oligosaccaridi sono composti da tre a venti monosaccaridi. 4. I polisaccaridi sono polimeri di grosse dimensioni formati da centinaia o migliaia di monosaccaridi. Ad esempio gli amidi sono idrati di carbonio formati da tante molecole di glucosio unite in una catena . la formula chimica di un polisaccaride (C6H10O5)n . la lettera n sta a indicare il numero di molecole di un monosaccaride che si uniscono che possono andare da una dozzina ad alcune migliaia. Gli amidi vegetali comprendono lamido di patate, lamido di riso, lamido di frumento, lamido di altri cereali. Lamido animale il glicogeno che viene prodotto e accumulato nel fegato e nei muscoli. Quando necessario il fegato trasforma il glicogeno in glucosio lo distribuisce ai tessuti attraverso la circolazione sanguigna. La cellulosa un altro polisaccaride la cui molecola pi grande e complessa di quella degli amidi, essa formata da lunghe catene composte da molte unit di glucosio legate fianco a fianco, questa disposizione conferisce alle fibre di cellulosa una grande resistenza. 6.2 Le Proteine Le proteine sono polimeri formati da monomeri detti amminoacidi uniti a formare lunghe catene chiamate polipeptidi. Esse sono i pi abbondanti composti organici presenti nelle cellule animali. Le proteine strutturali formano le varie strutture cellulari; gli enzimi sono anchessi proteine prodotte dalle cellule e controllano le reazioni chimiche che avvengono negli organismi viventi. Le molecole proteiche sono formate da unit molto pi piccole chiamate amminoacidi; essi sono uniti in una catena e sono solo una ventina, si possono definire i mattoni con i quali sono costruite le proteine. Ogni amminoacido contiene due gruppi di atomi: il gruppo amminico con due atomi di idrogeno e un atomo 20

di azoto (-NH2) e il gruppo acido (-COOH). Gli amminoacidi si uniscono tra di loro mediante legami peptidici che si formano con leliminazione di una molecola dacqua. quando si legano due amminoacidi si forma un dipeptide quando si legano pi amminoacidi in catena si forma un polipeptide. Molte molecole proteiche sono costituite solo da questi polipeptidi a lunga catena, altre sono costituite da catene polipeptidi che parallele unite da legami laterali. Nella formazione di una proteina possono entrare da una cinquantina a tremila amminoacidi. Le proteine differiscono tra loro non solo per il tipo e per il numero di amminoacidi che contengono ma anche per il loro allineamento nelle catene polipeptidiche. Ecco perch il numero di molecole proteiche praticamente illimitato. La sequenza degli amminoacidi nella catena polipeptidica costituisce la struttura primaria di una proteina. La struttura secondaria consiste nella regolare ripetizione di ripiegamenti caratteristici che interessano regioni diverse della catena polipeptidica. Esistono due tipi principali di struttura secondaria, entrambi determinati dalla formazione di legami a idrogeno fra gli amminoacidi che formano la struttura primaria elica, e foglietto pieghettato. La struttura terziaria produce una macromolecola con una precisa forma tridimensionale, con gruppi funzionali in superficie capaci di svolgere particolari reazioni chimiche con altre molecole specifiche. La struttura quaternaria di una proteina il risultato del modo in cui le subunit polipeptidiche si legano insieme e interagiscono fra di loro. La struttura tridimensionale di una proteina, essendo affidata a legami deboli molto sensibile alle condizioni ambientali. Aumenti della temperatura e variazioni del PH non spezzano i legami covalenti per disturbano i legami pi deboli responsabili della struttura secondaria e terziaria. La denaturazione lalterazione della struttura tridimensionale della proteina ed un processo irreversibile (Esempio: cottura di un uovo). 6.3 I Lipidi I lipidi costituiscono un altro importante gruppo di composti organici che si formano nelle cellule viventi. Essi sono biomolecole apolari e insolubili in acqua che contengono prevalentemente carbonio e idrogeno, i lipidi pi abbondanti sono i grassi, gli oli e le cere. Le molecole di queste sostanze contengono atomi di carbonio, idrogeno, di ossigeno, ma il rapporto fra gli atomi di idrogeno e ossigeno notevolmente superiore a quelli di due a uno dei carboidrati, perci un organismo pu liberare bruciando una data quantit di sostanze grasse che non bruciando uguale quantit di carboidrati. Le molecole dei grassi si formano dalla combinazione di una molecola di glicerolo con tre molecole di acido grasso e con la eliminazione di tre molecole dacqua. Durante la digestione dei grassi avviene la reazione opposta: le molecole di acqua reagiscono con le molecole dei grassi, in un processo di idrolisi, e i grassi si scindono in tre molecole di acidi grassi e una di glicerolo. I lipidi pi semplici sono i trigliceridi che se a temperatura ambiente sono solidi vengono definiti grassi, mentre se sono allo stato liquido sono detti oli. I tre acidi grassi di una molecola di trigliceride non hanno una catena idrocarburica della stessa lunghezza: 21

Negli acido grassi saturi tutti i legami fra gli atomi di carbonio sono legami semplici, cio sono saturati con atomi di idrogeno. Negli acidi grassi insaturi le catene idrocarburiche contengono uno o pi doppi legami; tali doppi legami producono un gomito nella catena (EX: acido oleico); questi gomiti impediscono di addossarsi strettamente.

La quantit dei gomiti nelle molecole di acidi grassi determina fluidit e punto di fusione di un lipide. I trigliceridi sono fondamentali nel nostro metabolismo come fonte di energia: essi contengono il doppio dellenergia rispetto a carboidrati e proteine. Con il processo digestivo i trigliceridi passano, come abbiamo detto, in forma idrolizzata, nei vasi sanguigni e qui vengono ricostruiti diventando costituendi delle ipoproteine. Trasportati nelle cellule vengono usati o accumulati come riserva energetica. Altri lipidi contenenti acidi grassi e glicerolo sono i fosfolipidi. Uno degli acidi grassi per sostituito da un composto contenente un gruppo fosfato con carica elettronegativa. Questa porzione della molecola detta testa idrofila mentre le code costituite dai due acidi grassi sono idrofobiche. Quando ci troviamo in un ambiente acquoso le code apolari si radunano le une vicine alle altre mentre le teste interagiscono con lacqua. questo da origine a una lamina dello spessore di due molecole dal cui spazio interno resta esclusa lacqua. Esistono altri lipidi diversi dai trigliceridi. Si tratta di molecole apolari composte per lo pi da carbonio e idrogeno, si tratta di: Carotenoidi, gruppo di pigmenti che assorbe la luce e sono presenti in piante animali. Steroidi, classe di composti organici con uno scheletro di anelli che hanno messo in comune atomi di carbonio (colesterolo). Vitamine, piccole molecole che il corpo umano non in grado di sintetizzare e devono essere assunte con gli alimenti.

6.4 Gli Acidi Nucleici Gli acidi nucleici sono polimeri composti di monomeri detti nucleotidi. Ogni nucleotide formato da uno zucchero pentoso, da un gruppo fosfato e da una base azotata. Le basi azotate: una struttura ad anello semplice chiamata pirimidina o una a doppio anello detta purina. Nel DNA lo zucchero pentoso e il desossiribosio, mentre nel RNA presente il ribosio che ha un atomo di ossigeno in pi; inoltre nel DNA abbiamo quattro basi azotate (Guanina, citosina, adenina, timina) mentre nel RNA al posto della timina c la base uracile. Gli acidi nucleici sono quindi specializzati nel trasmettere e utilizzare linformazione genetica.

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Lossatura della macromolecola del DNA e del RNA consiste in una catena di nucl eotidi uniti da legami covalenti tra lo zucchero di un nucleotide e il fosfato di quello successivo. Mentre le molecole di RNA sono per lo pi formate da un'unica catena, il DNA di solito a doppio filamento. I due filamenti del DNA hanno orientamento antiparallelo e ci permette ai due filamenti di adattarsi uno allaltro nello spazio tridimensionale. Il DNA una molecola informazionale cio contiene le informazioni per costruire correttamente tutte le catene polipeptidiche da cui derivano le proteine di un organismo. Linformazione del DNA codificata nella sequenza delle basi che formano i suoi filamenti. Linformazione non dipende solo dal numero e tipo di basi azotate ma anche dallordine in cui sono disposte. RNA interviene nella traduzione delle informazioni contenute nella molecola di DNA permettendo leffettiva costruzione delle proteine.

Fig.15 Struttura DNA e RNA


Fonte: arymatrix.blogspot.com

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Capitolo 7 La cellula
La cellula lunit elementare della vita. Esistono due tipi di cellule : le cellule procariotiche e le cellule eucariotiche. La cellula procariotica pi piccola e a struttura pi semplice rispetto a quella eucariotica. Le cellule sono i componenti di tutti gli essere viventi, ma sono minuscole, il loro volume varia da 0,1 m 3 a 1000 m3. Esistono eccezioni come le uova degli uccelli, alcuni tipi di alghe, i filamenti delle cellule nervose. 7.1 Le Cellule Procariotiche Le cellule procariotiche hanno la stessa struttura di base:: 1. Hanno una membrana plasmatica 2. Allinterno della membrana plasmatica si trova il citoplasma 3. Nel nucleoide si trova il DNA 4. Nel citoplasma troviamo sempre i ribosomi. Esistono cellule procarioti che con caratteri specializzati: 1. La parete cellulare la capsula 2. Le membrane interne 3. I flagelli ei pili

Fig. 16 Cellula Procariote


Fonte: medecorv.it

7.2 Le Cellule Eucariotiche Le cellule eucariotiche sono delimitate dalla membrana citoplasmatica, contengono citoplasma, ribosomi e DNA. Esse per sono caratterizzate dalla presenza di organuli contenenti di specifici enzimi: nucleo contiene il materiale genetico (DNA), in tutte le cellule eucaristiche troviamo il reticolo endoplasmatico, e lapparato di Golgi, i mitocondri, i vacuoli. I cloroplasti si trovano solo nelle cellule vegetali, i lisosomi solo in quelle animali.

Fig. 17 Cellula Eucariote


Fonte: scienzeforpassion.com

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7.3 Il Nucleo Il nucleo il luogo in cui avviene la duplicazione del DNA, e la sede del controllo genetico dellattivit cellulare, contiene il nucleolo dove inizia il montaggio dei ribosomi.

Fonte: www.wikipedia.com

7.4 I Ribosomi I Ribosomi sono i siti dove vengono sintetizzati le proteine secondo le direttive degli acidi nucleici. 7.5 Il reticolo endoplasmatico Il reticolo endoplasmatico ruvido sintetizza membrane proteine, inoltre tiene separate dal citoplama le proteine appena sintetizzate e le modifica dal punto di vista chimico. Il reticolo endoplasmatico liscio privo di ribosomi ,ha struttura pi tubolare, svolge quattro importanti funzioni: la sede della sintesi dei lipidi; responsabile della trasformazione chimica di sostanze tossiche, farmaci, pesticidi; nelle cellule animali la sede dellidrolisi del glicogeno; immagazzina gli ioni calcio. 7.6 Lapparato di Golgi Lapparato di golgi svolge le seguenti funzioni: riceve le proteine dal RE e le elabora; concentra, confeziona e smista le proteine, sintetizzai polisaccaridi per la parete delle cellule vegetali 7.7 I Lisosomi I Lisosomi sono gli spazzini cellulari. Essi sono siti dove avviene lidrolisi del materiale assunto dalla cellula per fagocitosi. Le cellule vegetali non sono provviste di lisosomi. 7.8 I perossisomi e i vacuoli I perossisomi sono piccoli organuli contenenti speciali enzimi che possono demolire i perossidi tossici, sotto prodotto di alcune reazioni chimiche cellulari. 25 e

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Fonte: www.wikipedia.com

I vacuoli sono circondati da una membrana e contengono soluzioni acquose con molte sostanze disciolte. I vacuoli vegetali servono alla cellula come: accumulo, sostegno , riproduzione , digestione. 7.9 I mitocondri I mitocondri producono lATP e consumano ossigeno molecolare O2 : nel loro interno avviene la respirazione cellulare. 7.10 I cloroplasti

I cloroplasti contengono il pigmento verde della clorofilla e sono la sede della fotosintesi. 7.11 Ciglia e flagelli

Le ciglia sono pi corte dei flagelli e di solito sono presenti in gran numero. I flagelli eucaristici sono pi lunghi delle ciglia e di solito si trovano da soli o in coppia. 7.12 La matrice extracellulare

Le cellule animali sono prive di parete cellulare semirigida presente in quelle vegetali, ma molto spesso sono circondate da una matrice extracellulare composta da proteine come il collagene, da proteoglicani, da un terzi tipo di proteine che unisce le proteine fibrose e la matrice gelatinosa del proteoglicano. Funzioni della matrice extracellulare sono: unire le cellule di un tessuto, contribuire alle propriet fisiche dei tessuti, collaborare al filtraggio di materiali in transito da un tessuto allaltro, orientare i movimenti delle cellule durante lo sviluppo embrionale e rigenerare i tessuti lesionati, svolgere un ruolo nellinvio di segnali chimici da una cellula allaltra. 7.13 Cellule autotrofe ed eterotrofe.

Le cellule Eucariotiche sono suddivise a loro volta in cellule animali, o eterotrofe, e cellule vegetali, o autotrofe: le cellule vegetali sono dotate di parete cellulare e di cloroplasti, sintetizzano carboidrati o altre molecole organiche complesse partendo da semplici molecole inorganiche e utilizzando una fonte di energia esterna; le cellule animali sono eterotrofe, hanno lisosomi e sono capaci di movimento, esse ricavano biomolecole ad alto contenuto di energia dagli organismi di cui si nutrono.

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Fig.18 Rappresentazione Schema Cellule Eucariotiche e Procariotiche e le loro differenze.


Fonte: www.wikipedia.com

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