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18 AZIENDE/TERRITORIO

30 lug.-9 sett. 2013

POLITECNICO MILANO/ Analisi dellOsservatorio Ict sullimpatto dellintroduzione della Cce

La cartella web salva 1,4 mld


Investimenti nel 67% delle strutture - Potenzialit ancora poco sfruttate

n miliardo e 39 milioni di risparmi per il Sistema sanitario nazionale. Questo limpatto legato allintroduzione della Cartella clinica elettronica (Cce) nelle strutture sanitarie del nostro Paese, secondo le analisi condotte dalla Ricerca 2013 dellOsservatorio Ict in Sanit del Politecnico di Milano. Benefci enormi per il Sistema, riscontrati attraverso lanalisi di numerosi casi di studio e riconducibili da un lato al recupero di efficienza dei processi interni alle strutture e alla riduzione dei tempi per lo svolgimento delle attivit medico-infermieristiche, con un risparmio complessivo di 30 minuti al giorno per paziente sia per i medici che per gli infermieri, a seguito delladozione della Cce in reparto; dallaltro alla riduzione dei costi di stampa delle cartelle cliniche, nellipotesi di giungere a una loro completa dematerializzazione e conservazione sostitutiva per gli utilizzi interni alla singola azienda sanitaria. Ma a che punto si trovano attualmente le strutture sanitarie nellimplementazione di queste soluzioni? Le analisi condotte dallOsservatorio mostrano una forte attenzione allintroduzione di soluzioni di Cartella clinica elettronica, soprattutto da parte delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie, con lobiettivo di garantire unampia accessibilit delle informazioni sanitarie per tutti gli operatori, allinterno e allesterno dellazienda. Inoltre, la Cce gi da anni tra i principali ambiti di investimento per gran parte delle strutture sanitarie italiane, e oggetto di attenzione da parte di alcune Regioni, per i benefci ottenibili in termini di efficacia e di efficienza dei processi interni. Dallanalisi statistica condotta nella Ricerca 2013 emerso, infatti, che nel 2012 il 67% delle strutture sanitarie ha effettuato delle spese in questo ambito per un valore complessivo pari a 52 milioni di euro, con un tasso di crescita del livello di spesa previsto per il 2013 del 4,9 per cento. Il 52% delle cartelle cliniche presenta per solo alcune componenti in formato elettronico (tipicamente la lettera di dimissione) e soltanto il 21% delle aziende del campione ha adottato Cce complete di tutte le funzionalit, attive almeno in un reparto. Infatti, a fronte di funzionalit basilari che sono pi diffuse e con un buon livello di supporto alle attivit (figura 1) - come quelle relative alla visualizzazione delle informazioni del paziente e del ricovero o ai trasferimenti interni e alle dimissioni da reparto (entrambe presenti in oltre il 60% dei casi con un livello elevato di copertura delle attivit) - spesso mancano le funzionalit pi caratterizzanti della cartella clinica, come la gestione clinica di ricovero (presente con un livello elevato di copertura delle attivit solo nel 25% dei casi per gli aspetti medici e nel 15% per gli aspetti infermieristici) e la gestione della farmacoterapia (presente con un livello elevato di copertura delle attivit solo nel 19% dei casi). Inoltre, i benefci della Cartella clinica elettronica non sono sfruttati appieno se le applicazioni non sono supportate da dispositivi mobili, che consentono la gestione a bordo letto della documentazione clinica del paziente. I molteplici benefci legati allutilizzo in mobilit della Cce sono riconducibili principalmente a tre categorie:

Figura 1 - Livello presenza e informatizzazione delle funzionalit di Cce

Figura 2 - Livello presenza e informatizzazione attivit di gestione dei farmaci

G aspetti gestionali: benefci legati alla riduzione delle inefficienze di processo, abilitati dalla migliore accuratezza e completezza nella gestione dei dati e alla riduzione delle tempistiche di alcune attivit; G aspetti clinici: la Cce al letto del paziente consente di ridurre gli errori clinici che non si manifestano sul paziente ma che causano dei ricircoli interni; G aspetti di sicurezza: benefci di riduzione degli errori clinici che si manifestano direttamente sul paziente, con la conseguente riduzione delle spese legali e assicurative sostenute dagli ospedali. Tra le componenti della Cce merita unanalisi a s stante la gestione informatizzata della farmacoterapia, che rappresenta un ambito importantissimo non solo per gli impatti in termini di efficienza e controllo dei costi, ma soprattutto per gli aspetti

legati alla riduzione del rischio clinico. Le soluzioni per la gestione informatizzata dei farmaci rappresentano un ambito di investimento non trascurabile per le strutture sanitarie: nel 2012 il 65% delle strutture sanitarie ha effettuato delle spese in questo ambito, per un valore complessivo stimabile in 30 milioni di euro e con un tasso di crescita previsto per il 2013 del 9,2 per cento. Come mostrato in figura 2, le funzionalit di gestione informatizzata dei farmaci pi diffuse nelle aziende del campione sono quelle relative alla preparazione dei farmaci in farmacia e alla prescrizione delle terapie (presenti almeno con livelli di informatizzazione limitati in circa il 50% del campione, e con un livello elevato di copertura delle attivit in circa il 16% del campione), mentre sono meno diffuse le soluzioni a supporto della somministrazione dei farmaci (presenti alme-

no con livelli di informatizzazione limitate in circa il 36% del campione). Il livello di informatizzazione delle attivit attualmente raggiunto risulta quindi ancora limitato, anche se si osservano trend interessanti di crescita nella gestione informatica della somministrazione dei farmaci (il 29% delle aziende del campione prevede di introdurre tale funzionalit entro il 2013). Come anticipato, il maggior beneficio derivante dallintroduzione di soluzioni Ict per la gestione informatizzata dei farmaci consiste nella riduzione degli errori, sia nelle fasi di prescrizione e allestimento della terapia (ad esempio tramite la standardizzazione di alcune attivit e il controllo automatico della completezza e correttezza delle informazioni inserite), sia in quelle di preparazione e somministrazione del farmaco (a esempio grazie allintroduzione di controlli automatici e verifiche incrociate durante lo svolgimento del workflow di processo). Concentrandoci solo sui benefci di riduzione del rischio possibile ipotizzare uno scenario di adozione nelle strutture sanitarie di sistemi Ict per la completa gestione informatizzata del processo di farmacoterapia, con supporto decisionale e prescrizione informatizzata, integrata con il rifornimento alla farmacia sulla base del prescritto e utilizzo di soluzioni di identificazione automatica (codice a barre, Rfid ecc.) al momento della somministrazione. Con questo scenario si potrebbero ridurre le reazioni avverse ai farmaci (Adr, Adverse drugs reactions) di un tasso pari almeno al 50%. Inoltre, studi nazionali e internazionali mostrano che il 6,5% dei ricoveri causato da Adr e, chi incorre in Adr, ha una durata media di ospedalizzazione di 6,5 giorni pi lunga rispetto a coloro che non vanno incontro ad Adr. Considerando che nel 2011 ci sono stati in Italia circa 10,7 mln di ricoveri si pu stimare, nello scenario sopra ipotizzato, una riduzione delle giornate di degenza corrispondenti a circa 860 milioni di euro di risparmi per le strutture sanitarie. Inoltre, valorizzando il costo opportunit del tempo che i cittadini potrebbero risparmiare evitando lallungamento dei ricoveri causati da Adr, si ottengono benefci rilevanti anche per i pazienti, con un risparmio complessivo di circa 170 milioni di euro. Emergono quindi numeri e impatti troppo importanti perch le strutture sanitarie e i decisori chiave del Sistema sanitario possano permettersi di ignorarli. tempo di abbandonare il pregiudizio che in Sanit le nuove tecnologie siano un lusso, utili per modernizzare lassistenza e i servizi, ma costose e destinate ad aumentare le spese, e quindi da rimandare a tempi migliori. necessario comprendere e ribadire nella pratica che linnovazione digitale la principale leva da utilizzare per rendere la qualit dei servizi compatibile con la loro efficienza e sostenibilit economica. Paolo Locatelli Marco Paparella Francesco Maria Donato Osservatorio Ict in Sanit School of Management del Politecnico di Milano
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I PROBLEMI APERTI DEL TERRITORIO

Cure primarie: in Lombardia sono abbandonate

iudichiamo grave la situazione di disinteresse e di abbandono che vive lassistenza sanitaria territoriale nella nostra Regione. Numerosi sono i problemi aperti che devono essere affrontati se si vuole dare una risposta in questo momento di crisi economica e di carenza di risorse ai bisogni delle aree pi fragili della popolazione lombarda. Ogni giorno una novit: G Una Asl pronta a chiudere una postazione di guardia medica G Lannuncio sottotono che in autunno la campagna antinfluenzale non vedr coinvolti i medici di famiglia

Una convocazione dei direttori generali delle Asl della sperimentazione Creg (unimportante sperimentazione di gestione dei pazienti cronici che vede coinvolte le Asl di Milano, Lecco, Como, Bergamo e Melegnano, circa 700 medici di famiglia organizzati in cooperativa e 70.000 pazienti) senza alcun coinvolgimento di chi si occupa in assessorato di cure primarie G Disinteresse per le iniziative di telemonitoraggio domiciliare e telemedicina che permettono di controllare fuori dalle strutture ospedaliere (a casa o presso gli studi dei medici di famiglia) pazienti particolarmente critici
G

Mancato pagamento delle attivit aggiuntive effettuate nel 2012 (allungamento orario di studio, apertura del sabato, aumento ore di personale di studio) G Sostanziale chiusura a Monza e a Pavia delle iniziative di diagnostica negli studi medici e nei gruppi di cure primarie G Lannoso problema dellAdi gestita da un assessorato alla Famiglia non sempre in sintonia con quello della Sanit. La realt che in Lombardia, a differenza del Veneto, della Toscana e dellEmilia Romagna, manca un disegno
G

di ri-costruzione dellarea delle cure primarie: uno scenario drammatico quello che ci troviamo di fronte, uno scenario che, in assenza di un sostegno e di unazione forte di coordinamento tra tutti gli attori presenti sul territorio e dei medici di medicina generale in particolare, prefigura lo sfascio e la decomposizione della Sanit territoriale. Come medici di famiglia siamo pronti a fare la nostra parte, aspettiamo un cenno di interesse e unazione di coinvolgimento reale. Fiorenzo Corti Segretario regionale Fimmg Lombardia

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