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Attivit prenormativa per la cogenerazione: una proposta per l'incentivazione della piccola cogenerazione Pre-normative Activities on Cogeneration: a Proposal to Incentivate Small Cogeneration Plants
LIVIO DE SANTOLI*, GIANFRANCO CARUSO**, FRANCESCA BONF***
* - SAE - Servizio di Ateneo per l'Energia - Universit di Roma, La Sapienza ** - Dipartimento di Fisica Tecnica, Universit di Roma, La Sapienza *** - Dipartimento CITERA, Universit di Roma, La Sapienza

RIASSUNTO L'obiettivo di questo lavoro di analizzare nell'ambito normativo italiano quali ostacoli ancora si frappongono alla penetrazione degli impianti di cogenerazione a piccola scala (piccola cogenerazione: al di sotto di 1 MW di capacit elettrica) e quali soluzioni innovative potrebbero essere offerte dal mercato liberalizzato dell'energia per il loro sviluppo. La fattibilit economica di schemi cogenerativi convenzionali e innovativi esaminata sulla base dell'esperienza attuale effettuata su impianti esistenti presso l'Universit di Roma La Sapienza, dove stato proposto un interesse specifico verso la cogenerazione di piccola taglia conseguente alla convinzione che la deregolamentazione del mercato energetico possa portare a un sistema di generazione diffusa dell'energia in alternativa alla generazione centralizzata con unit rappresentate da grandi impianti. Partendo dalla descrizione della situazione normativa vigente per la cogenerazione, l'obiettivo del presente lavoro quello di fornire materiale utile per completare l'iter normativo nel settore. In particolare, dopo aver approfondito gli effetti della nuova normativa sugli impianti per la piccola cogenerazione distribuita, viene avanzata una proposta operativa per la sua incentivazione. ABSTRACT The paper analyzes the actual Italian regulatory framework related to the measures for energy efficiency, to highlight the obstacles for the market penetration of CHP, in particular for the penetration of small scale cogeneration systems (installed capacity below 1 MWe), and to contribute in finding solutions that could be offered from the liberalized energy market to promote their development. The economic feasibility of

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conventional and innovative cogeneration plants is discussed on the base of the experience carried out on the installed system at the Sapienza University of Rome, where a specific interest towards the small scale cogeneration has been pursued, as a consequence of the conviction that the deregulation of the energetic market will lead to the diffusion of distributed generation of energy in alternative to the centralized generation using large power plants. After the description of the actual normative for energy efficiency regarding cogeneration plants, the objective of the present paper is to provide useful material in order to complete the regulatory actions in this field. In particular, the analysis of the effects of the new normative for small distributed cogeneration plants is presented and a proposal to incentivate these systems is discussed. 1. INTRODUZIONE La Legge 239/04 Marzano, il comma numero 71, abbinato al suo decreto applicativo, il decreto 24 ottobre 2005 aprono una serie di prospettive per l'incentivazione della cogenerazione. Il concetto di fonte assimilabile alle rinnovabili stato eliminato dal decreto Bersani, ma nei fatti il citato combinato legge-decreto lo reintroduce agli effetti dell'incentivazione, soprattutto sulla base di quanti sostengono che il risultato complessivo imposto dal protocollo di Kyoto non sia raggiungibile senza affiancare ai macrointerventi anche un numero significativo di piccoli interventi su scala locale. Da anni la Comunit Europea ha sottolineato che l'uso di energia pulita e la riduzione dei consumi energetici attraverso interventi per migliorare l'efficienza, trovano nella generazione distribuita dell'energia e quindi della cogenerazione una delle misure pi efficaci. Quello che attualmente manca per rendere operativa una forma di incentivazione seria per la cogenerazione la pubblicazione delle regole per la qualificazione degli impianti e per la loro conseguente incentivazione, che siano comunque in grado di controllare puntualmente anche l'effettiva efficacia del risultato in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni. Il programma formulato in tema di generazione distribuita dell'energia presso l'Universit La Sapienza di Roma e le esperienze applicative in corso permettono al Responsabile dell'Energia e ai suoi collaboratori del Servizio di Ateneo per l'Energia di formulare una serie di proposte di incentivazione della piccola cogenerazione cosi come auspicato dalla normativa comunitaria. Partendo dalla descrizione della situazione normativa vigente per la cogenerazione, l'obiettivo del presente lavoro quello di fornire materiale utile per completare l'iter normativo nel settore. In particolare, dopo aver approfondito gli effetti della nuova normativa sugli impianti per la piccola cogenerazione distribuita, viene avanzata una proposta per la sua incentivazione.

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2. QUADRO NORMATIVO SULL'INCENTIVAZIONE DELLA COGENERAZIONE Attualmente la cogenerazione in Italia regolamentata dal decreto legislativo n. 79/99 (decreto Bersani). I caratteri principali previsti dal decreto per la cogenerazione sono: esonero dall'obbligo di acquisto dei certificati verdi previsto per i produttori e importatori di energia da fonti non rinnovabili per produzioni annue superiori a 100 GWh (art 11, comma 2) precedenza nell'ambito del dispacciamento rispetto all'energia prodotta da fonti convenzionali (art 11, comma 4) le imprese distributrici hanno l'obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta, senza compromettere la continuit del servizio e purch siano rispettate le regole tecniche nonche' le deliberazioni emanate dall'Autorit per l'energia elettrica e il gas in materia di tariffe, contributi ed oneri (art 9, comma1); defiscalizzazione sull'acquisto del gas per la quota pari a 0,25 Sm3/ kWhe prodotto, al fine di evitare una doppia imposizione. Il valore economico di tale intervento pari a circa 0,04 /kWhe, calcolato sulla base dell'accisa prevista per il gas naturale. Il decreto legislativo da mandato all'Autorit per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG) di definire a quale condizioni la produzione combinata di energia elettrica e termica pu definirsi cogenerazione e godere degli eventuali benefici di legge. L'AEEG con la delibera n. 42/02 definisce le condizioni affinch la produzione combinata di energia elettrica e termica sia considerata cogenerazione e possa accedere ai vari benefici: IRE (indice di risparmio energetico) > 10% LT (limite termico) > 15% Tale metodologia stata successivamente aggiornata dalla delibera AEEG 296/05 e AEEG 307/07 che introducono i valori per il calcolo di IRE e LT, il criterio verr sostituito dal Risparmio di Energia Primaria (PES) secondo il recepimento della normativa 2004/8/CE a partire dal 01.01.2011. La delibera 34/05 in particolare definisce le modalit e condizioni economiche per il ritiro dell'energia elettrica. Per gli impianti di potenza nominale elettrica fino a 1 MW prevede l'esclusione dall'obbligo di stipula del contratto di dispacciamento in immissione, al fine di semplificare le condizioni di accesso alla rete per detti impianti non collegati alla rete di trasmissione nazionale, per i quali sia la direttiva 2001/77/CE, che la direttiva 2004/8/CE, nonch la legge n. 239/04 (legge Marzano), prevedono procedure di accesso alla rete e autorizzative semplificate. Il decreto 08.02.07 n. 20 recepisce la direttiva 2004/8/CE ed, oltre ad uniformare le modalit di verifica a quelle europee (introduzione della formula di calcolo del PES, Risparmio di Energia Primaria), semplifica le procedure amministrative ed introduce l'emanazione di criteri per l'incentivazione della cogenerazione ad alto rendimento. Inoltre delega al GSE di emanare la disciplina completa per regolamentare lo scambio

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sul posto per impianti di potenza sino a 200 kWe In via generale devono essere pubblicati provvedimenti (in corso di redazione a cura AEEG, vedi doc. 31.07.07, n. 30) in cui verranno regolamentate le condizioni economiche del servizio di scambio sul posto tramite apposite Convenzioni tra Richiedente e GSE. Il DL definisce innanzitutto cosa si intende per micro e piccola cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e calore): unit di microcogenerazione: un'unit di cogenerazione con una capacit di generazione massima inferiore a 50 kWe unit di piccola cogenerazione: un'unit di cogenerazione con una capacit di generazione massima inferiore a 1 MWe Viene recepito quello che la Direttiva 2004/8/CE definisce inoltre come cogenerazione ad alto rendimento, cio quella basata sulla definizione di un indice di risparmio energetico PES; in base alla direttiva gli stati membri dovranno riconoscere i benefici solo alla cogenerazione ad alto rendimento. La direttiva europea prevede fino al 2010 gli stati membri possano ricorrere a metodi alternativi di calcolo per la definizione di cogenerazione ad alto rendimento (cfr in tal senso gli allegati della direttiva). Poich l'IRE e i criteri di individuazione dei rendimenti di riferimento sono congrui con quelli stabiliti dalla direttiva e, in particolare con i criteri di calcolo stabiliti dalla delibera 42/02, si ottiene un IRE >10% e pertanto stato ritenuto opportuno che l'Italia fino al 2010 utilizzi tale metodologia, evitando cos variazioni di normative troppo frequenti. I criteri di sostegno definiti dalla direttiva europea all'art. 6 sono: 1. rilascio della garanzia di origine per l'elettricit prodotta in regime di cogenerazione di alto rendimento solo per produzioni annue >100 MWh. Tale soglia garantisce il diritto di accedere a tale prerogativa anche per gli impianti di potenza fino a 20 kW (includendo la microgenerazione). La garanzia d'origine consente ai produttori di dimostrare che l'elettricit venduta di origine cogenerativo. Il GSE deve concordare con il Ministro dello sviluppo economico le procedure per il rilascio della garanzia d'origine. 2. diritto all'incentivo riconosciuto per interventi che conseguono un risparmio di energia (Titoli di efficienza energetica TEE). Il valore del TEE fissato dal decreto ministeriale del 2004 prevede una soglia minima (differenziata sia rispetto al soggetto attuatore dell'intervento che rispetto alla metodologia di determinazione del risparmio misurato in TEP: standardizzata, analitica, consuntivo): i progetti standardizzati devono avere un conseguito un risparmio non inferiore a 25 TEP/anno. i progetti analitici devono aver generato nel corso dei primi dodici mesi di misurazione dei parametri, un risparmio non inferiore a 100 TEP e un risparmio non inferiore a 50 TEP . i progetti a consuntivo devono aver generato nel corso dei primi dodici mesi della misura un risparmio non inferiore a 200 TEP e un risparmio non inferiore a 100 TEP. La durata dei TEE di 5 anni per gli interventi e il loro valore di 100 /TEP.

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Per ci che riguarda il diritto ai certificati verdi acquisiti dagli impianti cogenerativi (abbinati al teleriscaldamento secondo quanto indicato nella legge n. 239/2004), attualmente limitato a quegli impianti che hanno ottenuto il diritto in data antecedente all'entrata in vigore della Finanziaria 2007, si rimane in attesa di una normativa sostitutiva. L'articolo 1 comma 71 della Legge 23/08/2004 n. 239 ha introdotto il diritto alla emissione dei certificati verdi anche per l'energia elettrica prodotta con celle a combustibile, quella prodotta con l'utilizzo dell'idrogeno (vettore energetico prodotto a partire da altre fonti primarie, anche fossili), nonch per l'energia prodotta da impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento limitatamente alla quota di energia termica effettivamente utilizzata per il teleriscaldamento (anche in questo caso la fonte primaria pu essere fossile). In attuazione di tali disposizioni, con D.M. 24/10/2005 (Direttive per la regolamentazione dell'emissione dei certificati verdi alle produzioni di energia di cui all'articolo 1, comma 71, della L. 23 agosto 2004, n. 239) sono state individuate le modalit di rilascio dei certificati verdi alle suddette categorie di impianti. Successivamente la legge finanziaria 2007 (L. 27/12/2006 n. 296, art. 1 c. 1120) ha abrogato l'art. 1 c. 71 della L. 239/04. La normativa ha tuttavia salvaguardato il diritto ai certificati verdi per gli impianti o i progetti di impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento che si trovino in un determinato stato di avanzamento prima della legge finanziaria 2007. Infatti, l'art. 14 del D.Lgs 08/02/2007 n. 20, relativo alla promozione della cogenerazione, definisce i requisiti di tali impianti: siano gi entrati in esercizio nel periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore della L. 23/08/2004 n. 239 e il 31/12/2006; siano stati autorizzati dopo la data di entrata in vigore della L. 23/08/2004 n. 239 e prima del 31/12/2006 ed entrino in esercizio entro il 31/12/2008; entrino in esercizio entro il 31/12/2008, purch i lavori di realizzazione siano stati effettivamente iniziati prima del 31/12/2006. Ai sensi dell'art. 6 del D.M. 24/10/2005, il GSE ha predisposto e sottoposto a MSE e MATTM le procedure tecniche per la qualificazione ed il rilascio dei certificati verdi agli impianti individuati dall'art. 1 c. 71 della L. 239/04. In attesa dell'approvazione delle procedure, al momento non ancora stata presa in esame nessuna delle circa quaranta richieste pervenute al GSE (cfr Bollettinoi GSE al 30-6-07), in quanto il rilascio della qualificazione richiede chiarimenti tecnici di dettaglio non rinvenibili nel D.M. 24/10/2005 e, per questo, rinviati alle procedure in approvazione. 3. EFFETTI DELLA NUOVA NORMATIVA SUGLI IMPIANTI PER LA PICCOLA COGENERAZIONE DISTRIBUITA L'evoluzione della normativa sugli incentivi, a partire dal DL 16 marzo 1999, n.79 fino al recente DL n. 20 del 2007, ha reso necessaria una rivalutazione della convenienza economica nell'installazione di alcune tipologie di impianti di produzione combinata di energia elettrica e termica. Malgrado i benefici della semplificazione introdotta, la cancellazione dei certificati

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verdi, in particolare, pur parzialmente mitigata con la possibilit di emissione dei Titoli di Efficienza Energetica (certificati bianchi) eventualmente estesi a periodi pi lunghi di quanto inizialmente previsto per la cogenerazione ad alto rendimento, penalizza allo stato attuale l'adozione delle tecnologie emergenti particolarmente adatte alla generazione distribuita dell'energia quali, ad esempio, la tecnologia della microturbina a gas. La microturbina allarga i benefici della cogenerazione a pi ampie categorie di utenze. Semplicit d'installazione e d'uso, basso costo di manutenzione, elevata affidabilit e durata rendono questa macchina interessante anche per consumatori medio-piccoli di energia elettrica e termica. L'esperienza fin qui accumulata porta ad affermare che, nei confronti dei tradizionali gruppi di piccola cogenerazione con motori alternativi ed in presenza di una tecnologia con notevoli prospettive di ulteriore sviluppi, le microturbine presentano i seguenti vantaggi: rendimenti elettrici ad oggi confrontabili ma con notevoli margini di ulteriori miglioramenti con il progredire di nuove tecnologie che prevedano l'uso di materiali ceramici; emissioni di NOx, CO ed idrocarburi incombusti notevolmente ridotte; costi specifici di acquisto concorrenziali e tra loro confrontabili; manutenzione notevolmente ridotta e con costi sensibilmente inferiori; maggior compattezza, minor peso, assenza di vibrazioni e ridotta rumorosit; grande flessibilit di utilizzo in assetto cogenerativo potendo produrre vettori termici anche a temperature superiori ai 100 C; possibilit di impiego di diversi combustibili; grande flessibilit ad operare ai carichi parziali. Il buon rendimento elettrico (26-33%), il basso costo di manutenzione, l'estrema flessibilit del funzionamento ai carichi parziali senza penalizzazioni sul rendimento, l'elevata flessibilit di produzione termica, i bassissimi livelli di emissione di NOX e CO, la facilit e semplicit di installazione, fanno della microturbina una unit cogenerativa estremamente versatile in numerosi impieghi sia nel settore civile che in quello industriale. La disponibilit di acqua calda a bassa temperatura, acqua surriscaldata, disponibilit diretta dei fumi ad alta temperatura la rendono estremamente versatile in molteplici applicazioni, tanto pi se si considerano anche i vantaggi offerti da un pi efficiente accoppiamento a sistemi di produzione del freddo tramite assorbitori di calore a bromuro di litio per la trigenerazione. La diffusione di tale tecnologia ad oggi ostacolata dai costi, relativamente alti rispetto a tecnologie pi tradizionali, a causa della ridotta diffusione sul mercato. L'assenza di una politica di incentivazione dedicata per questa tipologia di impianti, soprattutto in assetto trigenerativo, rischia di impedirne la diffusione, limitando quindi i benefici di risparmio energetico e tutela dell'ambiente che il legislatore vuole perseguire. 4. UN CASO STUDIO: L'IMPIANTO TRIGENERATIVO ALLA SAPIENZA DI ROMA Un primo passo nell'implementazione di un nuovo programma energetico all'Universit Sapienza di Roma stata la realizzazione presso una delle isole energetiche in cui stata suddivisa la Citt Universitaria, di un sistema trigenerativo,

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parzialmente finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, costituito da una microturbina a gas da 100 kWe e 167 kWt ed una macchina ad assorbimento a fumi diretti (110 kWf). Lo schema di principio dell'impianto trigenerativo mostrato in Fig. 1.

Fig. 1 - Schema semplificato dell'impianto di rigenerazione della Sapienza

I principali componenti dell'impianto di trigenerazione sono la microturbina TURBEC T100 PH S3 e la macchina ad assorbimento BROAD BDE10 IX 270-K-15, alimentata direttamente dai fumi di scarico della microturbina. La Microturbina Turbec T100 Power and Heat (T100 PH) produce 100 kWe netti con un'efficienza del 30% in condizioni nominali, oltre a 167 kWt tramite uno scambiatore fumi/acqua installato all'uscita del recuperatore, in grado di produrre acqua calda fino ad una temperatura massima di 130 C (in funzione della portata e della temperatura di ingresso). Nella presente applicazione, il valore previsto 70 C. I gas di scarico, dopo aver subito una prima riduzione di temperatura dopo il rigeneratore, essendo ancora caratterizzati da una notevole temperatura (circa 260-270C) vengono inviati allo scambiatore gas/acqua che trasferisce il calore all'acqua del circuito utilizzatore. Un sistema di by-pass consente di deviare i gas di scarico verso l'assorbitore, in caso di produzione di energia frigorifera. L'utilizzo combinato dell'energia elettrica e termica prodotte porta l'efficienza dell'impianto all'80%. L'impianto in questione installato presso il Dipartimento di Farmacologia dell'Universit, di cui sono state rilevate le curve dei carichi elettrici e termici, con riferimento all'anno 2006, periodo in cui il nuovo impianto rigenerativo non era ancora installato. Inoltre stata ipotizzata una curva dei carichi frigoriferi, attualmente compensati da installazione di piccole macchine ad espansione diretta nei singoli uffici. Le fig. 2, 3 e 4 mostrano le curve suddette, evidenziando, nel caso dei carichi elettrici, la suddivisione in fasce orarie. Nel caso in questione, i consumi sono concentrati nei giorni feriali e durante l'orario lavorativo, con un consumo elettrico annuale di circa 650000 kWhe (con un costo di oltre

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77000 Euro/anno), e termico di 355000 kWt (costo di oltre 17000 Euro/anno). Ai fini del confronto, per i carichi frigoriferi viene ipotizzato, invece che l'attuale presenza di singoli apparati nei locali, la presenza di un chiller a compressione con COP pari a 3. Un parametro importante nello sviluppo dell'analisi economica il numero di ore di funzionamento del nuovo impianto con microturbina. Sono state effettuate diverse ipotesi di funzionamento, in base alla copertura dei carichi elettrici nelle ore pi onerose dal punto di vista dell'acquisto dell'energia dalla rete, variando tale valore da 1850 ore a circa 3900 ore di funzionamento: il valore minimo determinato dalla copertura dell'intera fascia F1 ed il 50% delle fasce F2 ed F3, aumentando via via l'incidenza in queste due ultime fasce fino ad una loro copertura totale e con un massimo del 10% di copertura in fascia F4, sempre con funzionamento a piena potenza dell'impianto. Ai fini dell'analisi economica tesa ad individuare il tempo di ritorno dell'investimento (TRI), il costo dell'impianto stato assunto pari a 140000 Euro per la microturbina, 55000 Euro per l'assorbitore e 47000 Euro per tutti gli altri costi (progettazione, installazione, altri costi). Inoltre stato ipotizzato un costo di manutenzione conservativamente pari a 1.5 Euro per ogni ora di funzionamento. L'energia elettrica eventualmente in eccesso viene rivenduta ad un prezzo pari al 75% e l'85%, a seconda dei periodi e delle fasce orarie, di quello di acquisto. Sono stati inoltre considerati gli aspetti di ammortamento in 10 anni ed un tasso di attualizzazione del cash-flow del 4%. Infine si considerata una quota di defiscalizzazione del gas naturale pari a 0.25 m3/kWhe, con un costo pieno pari a 0.55 Euro/m3 che diventa, defiscalizzato, pari a circa 0.38 Euro/m3.

Fig. 2 - Curva di carico elettrico

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Fig. 3 - Curva di carico termico

Fig. 4 - Curva di carico frigorifero

La Figura 5 mostra l'andamento del TRI nella situazione prevista dal decreto Bersani (Certificati Verdi, valutati 108.92 Euro/MWh) e quella attuale (senza certificati Verdi). Si consideri che comunque la Delibera 24-10-05 fissa gi valori superiori per il 2007 (130 Euro/MWh).

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Fig. 5 - Andamento del TRI secondo la precedente e l'attuale regime di incentivazione

Il TRI, in base alla precedente legislazione, di circa 7 anni per un periodo di funzionamento medio dell'impianto di 3000 ore. Nel caso in esame, il tempo di ritorno dell'investimento sale a 15 anni in assenza di Certificati Verdi. Inoltre, al crescere del numero di ore di funzionamento, il TRI in assenza di benefici aumenta per effetto del fatto che si vanno man mano a coprire le ore nelle fasce orarie a minor costo dell'energia elettrica. Risulta evidente che tale situazione penalizza l'utilizzo di una tecnologia con notevoli pregi dal punto di vista ambientale e gestionale. 5. PROPOSTE PER L'INCENTIVAZIONE DELLA PICCOLA COGENERAZIONE (< 1 MWE) Alla luce di quanto detto in precedenza, sono stati ipotizzati alcuni interventi di incentivazione e si valutato il loro impatto sulla riduzione del tempo di ritorno dell'investimento. Tali interventi di incentivazione non sono da considerarsi fra loro alternativi, ma opportunamente modulati, potrebbero condurre ad un beneficio complessivo che possa premiare un utilizzo efficiente e pulito dell'energia primaria mediante queste tecnologie anche per piccole taglie di impianto. 1. Acquisizione dei Titoli di Efficienza Energetica. Gli impianti di piccola cogenerazione per un numero di ore di funzionamento limitato (812 ore/giorno) e nell'ipotesi di totale utilizzo dell'energia termica utile, conseguono un risparmio di energia primaria che non consente di acquisire i TEE, in base alla dimensione minima ora prevista. Nel caso in esame, si otterrebbero da 8 a 16 Tep per i TEE di tipo I (Riduzione dei consumi di energia elettrica) e da 2.5 a 6 Tep per i TEE di tipo II (Riduzione dei consumi di gas naturale).

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Proposta: eliminazione della dimensione minima del risparmio di energia per l'accesso all'emissione dei TEE e aumento della durata dei TEE fino alla met della vita utile della macchina (10 anni). Valorizzando i TEE a 35 Euro/Tep per il Tipo I e 80 Euro/Tep per il tipo II, la Figura 6 riporta gli effetti sul TRI nel caso studio in esame (curva tratteggiata). Si pu notare che l'incidenza di tale intervento (che sembra essere, allo stato attuale, l'unico previsto nelle ipotesi di incentivazione della cogenerazione ad alto rendimento) nel caso della piccola cogenerazione ha effetti limitati, riducendo il TRI solamente di circa 0.5 anni.

Fig. 6 - Andamento del TRI con l'acquisizione dei Certificati Bianchi (TEE) per 10 anni

2. Estensione della quota di defiscalizzazione del gas metano, come attualmente previsto per le tecnologie innovative, per la piccola cogenerazione (microturbine), caratterizzate da rendimenti elettrici inferiori ai grandi impianti. L'attuale quota di esenzioone dall'imposta erariale, pari a 0.25 Nm3/kWhe, studiata per impianti con rendimenti elettrici dell'ordine del 40%, portando in pratica a defiscalizzare (al fine di evitare la doppia imposizione fiscale sul gas consumato e sull'energia elettrica) l'intero quantitativo di gas necessario. L'attuale tecnologia delle microturbine prevede rendimenti che, nelle macchine pi efficienti, sono dell'ordine del 30% necessitando, per parit di trattamento, di una maggiore quota di gas defiscalizzato. Proposta: aumento della quota di defiscalizzazione del metano da 0.25 Nm3/kWhe a 0.31 Nm3/kWhe. Tale intervento comporta benefici economici di apprezzabile entit e l'andamento del TRI si presenta secondo quanto riportato nella Figura 7. Si pu notare che, con 3000 ore di funzionamento, il TRI si riduce da 15 anni a 13 anni circa. Tale incentivo, applicato singolarmente, non comporta quindi benefici tali da sostenere l'investimento necessario.

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Fig. 7 - Andamento del TRI con l'estensione della quota di gas defiscalizzato

Sarebbe auspicabile una sorta di classificazione degli incentivi in funzione della tecnologia utilizzata in termini di rendimento elettrico. 3. Incentivare l'energia termica prodotta e consumata. Si privilegia cos, analogamente al conto energia per il fotovoltaico, la parte di energia gratuita del processo. L'incentivo dovrebbe essere calcolato sul costo per l'acquisto di combustibile che occorrerebbe sostenere se lo stesso calore fosse prodotto con una caldaia tradizionale. Proposta: incentivo di 0.05 /kWh termico effettivamente utilizzato ai fini del riscaldamento nel caso di sostituzione di impianti non cogenerativi, o incentivo di 0.03 /kWh termico effettivamente utilizzato nel caso di nuovi impianti. Gli incentivi dovrebbero avere una durata di 10 anni, pari a circa met della vita utile della macchina. L'entit di tale incentivo di poco inferiore al costo attuale del gas naturale nel primo caso e pari a circa la met di tale costo nel secondo caso. Gli effetti sarebbero quelli mostrati in Figura 8, con tempi di ritorno dell'ordine degli 11 anni nel caso di nuovi impianti e di meno di 10 anni per la sostituzione di impianti non cogenerativi, dell'ordine di grandezza, dunque, della durata dell'incentivo stesso.

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Fig. 8 - Andamento del TRI con incentivo sull'energia termica risparmiata

4. Incentivare l'energia elettrica risparmiata per il raffrescamento. Si incentiva quindi l'adozione della tri-generazione con macchine ad assorbimento, in base all'energia elettrica risparmiata rispetto ad una macchina frigorifera tradizionale. Proposta: incentivo di 0.06 /kWh elettrico risparmiato rispetto a macchine tradizionali, nel caso di sostituzione delle stesse, o di 0.03 /kWh elettrico risparmiato rispetto a macchine tradizionali, nel caso di nuove installazioni. Tale incentivo necessita evidentemente di particolari procedure standardizzate di calcolo in base alla misurazione dell'energia frigorifera resa disponibile, al consumo elettrico dell'assorbitore ed al consumo di riferimento di una macchina frigorifera tradizionale standard (nel caso in esame stato ipotizzato un COP pari a 3).

Fig. 9 - Andamento del TRI con incentivo sull'energia elettrica risparmiata per il raffrescamento

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L'entit dell'incentivo ipotizzato , al massimo, pari circa al costo del kWe nella fascia oraria pi economica. Il beneficio, in termini di riduzione del TRI, inferiore rispetto all'incentivo termico (Figura 9), portando il TRI, sempre nell'ipotesi media di 3000 ore di funzionamento, a 13 anni e 11.8 anni nei due casi di nuova installazione e di sostituzione di macchine tradizionali, rispettivamente. Infine viene riportato, in Figura 10, l'andamento del TRI con l'applicazione di tutti gli incentivi proposti, nelle due ipotesi di massima incentivazione (sostituzione di impianti tradizionali) e minima incentivazione (nuove installazioni).

Fig. 10 - Andamento del TRI con l'effetto combinato di tutti gli incentivi

E' immediato rilevare che, nell'ipotesi di massima incentivazione, il TRI assume valori simili a quello calcolato in base alla precedente legislazione, con valori dell'ordine di 7-8 anni. Saranno necessari 1-2 anni in pi nel caso di nuove installazioni, pur rimanendo su valori inferiori alla met della vita utile prevista per l'impianto. Riassumendo, la Figura 11 mostra l'incidenza percentuale media dei diversi incentivi proposti rispetto alla riduzione totale ottenibile del tempo di ritorno dell'investimento. Si nota che l'effetto dell'ampliamento della defiscalizzazione del gas e l'incentivo relativo all'utilizzo dell'energia per raffrescamento incidono per poco pi del 25% ciascuno, quello per il risparmio di energia termica in assoluto l'intervento pi incisivo (40% di incidenza sull'effetto globale), mentre i TEE hanno un impatto minimo sulla riduzione del TRI (7%).

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Fig. 11 - Incidenza percentuale degli incentivi proposti sulla riduzione del TRI

6. CONCLUSIONI La fattibilit economica di schemi cogenerativi convenzionali e innovativi proposti esaminata sulla base dell'esperienza attuale effettuata su impianti esistenti presso l'Universit di Roma La Sapienza, dove stato proposto un interesse specifico verso la cogenerazione di piccola taglia conseguente alla convinzione che la deregolamentazione del mercato energetico possa portare a un sistema di generazione diffusa dell'energia in alternativa alla generazione centralizzata con unit rappresentate da grandi impianti. Il concetto di generazione diffusa caratterizzato sicuramente da un uso efficiente delle risorse, una flessibilit/autonomia/autosufficienza/sicurezza del sistema energetico e da un rispetto dell'ambiente, ma per registrarne uno sviluppo concreto occorre dettare regole che, tra l'altro, riguardino l'incentivazione della piccola cogenerazione; infatti, con la liberalizzazione del mercato energetico (sia elettrico, che del gas) ci si attende in generale che sistemi di cogenerazione su piccola scala possano osservare un trend crescente di applicazione. BIBLIOGRAFIA [1] [2] L. de Santoli, G. Caruso, Impianto di trigenerazione alla Sapienza, Gestione Energia, 1/2007, pp. 47-50. L. de Santoli, G. Caruso, F. Mancini, A methodology to evacuate the economic and environmental parameters of the main equipments in a CHCP system,5th International Conference on Sustainable Energy Technologies, Vicenza (Italy) August 30- Sept 1, 2006.

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