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Liceo Artistico Teramo

Appunti del corso di Architettura prof. Rocco Garibaldi

APPUNTI DEL CORSO B

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Appunti del corso di Architettura prof. Rocco Garibaldi

APPUNTI DEL CORSO DI ARCHITETTURA


Premessa Gli appunti seguenti fanno parte della ricerca progettuale per una didattica della architettura nel Liceo Artistico Statale di Teramo. La necessit di individuare una metodologia didattica che permetta di mettere a punto un processo educativo efficace e soprattutto controllabile, stata accentuata dalla riforma degli esami di maturit (adesso di Stato). Con essa, infatti, attraverso l'introduzione della terza prova e del colloquio su tutte le materie, viene ampliato il campo di intervento didattico. In pratica non pi sufficiente perseguire l'obiettivo esclusivamente pratico/progettuale ma diventa altrettanto importante una adeguata assimilazione degli aspetti teorici (storia, tecnologia, tecniche di rappresentazione, ecc.). Ci, a mio avviso, valido se si rifiuta lidea che la riforma della scuola debba necessariamente portare ad un impoverimento dei contenuti educativi disciplinari e si voglia mantenere le finalit sperimentate in precedenza1. Con questi presupposti diventa scontata l'osservazione che un percorso difficile rischia adesso di diventare arduo. Confidando nellinteresse degli allievi ed essendo convinto che bisogna fare almeno un tentativo per salvare il livello degli obiettivi specifici della materia ritengo pi opportuno evitare lamenti inutili e cominciare ad operare direttamente cercando, attraverso opportune selezioni di argomenti, di raggiungere gli obiettivi prefissati. Lobiettivo didattico principale di mettere in condizione lo studente di utilizzare un metodo adeguato per affrontare il progetto, con la consapevolezza che la difficolt iniziale, quando ci si trova di fronte ad un foglio bianco (di carta o elettronico) armati di sola matita/mouse, spesso quella pi difficile da superare. Soprattutto se, come spesso accade, una volta formulata una risposta alle richieste del progetto, si rimane aggrappati fermamente ad essa, perdendo la necessaria capacit dialettica e quindi di giudizio. La realt della progettazione formata da un lungo processo di analisi, confronti, esclusioni e scelte che conducono al risultato finale. In ambito didattico il processo progettuale acquista maggiore valenza soprattutto per il suo contenuto metodologico: la acquisizione di una procedura, un metodo per affrontare e risolvere in maniera per quanto possibile controllata il problema del progetto non solo spendibile a qualsiasi livello di scala, ma per il suo carattere logico deduttivo costituisce la necessaria spinta verso lo sviluppo di una maggiore creativit.

In verit, a giudicare dai testi delle ultime prove desame e da quanto proposto nei vari progetti sperimentali guidati, sembra effettivamente reale la volont di spostare in ambito post-secondario o universitario un percorso educativo specifico, relegando alla secondaria superiore il semplice compito di un approccio superficiale con connotazioni diversificate e poco approfondite.

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Approccio disciplinare La didattica dellarchitettura, finalizzata alla progettazione, non pu prescindere da una definizione iniziale delloggetto della disciplina. Gi in passato stata definita architettura qualunque operazione umana che tende a modificare il territorio.. Si tratta di una definizione accettabile che per nella sua generalit non permette di focalizzare gli aspetti che, seppur personalizzati, influiscono notevolmente nella definizione complessiva delle caratteristiche professionali di chi opera nel campo architettonico-progettuale. Dal punto di vista del politico l'architettura il risultato, buono o cattivo, a seconda della posizione del politico stesso, dell'uso che il potere ha fatto, in un certo periodo, del territorio e degli interventi su di esso. Guardata con l'occhio dello storico, l'architettura anche la documentazione delle capacit di una cultura a rappresentare se stessa. Esaminata con l'ottica selettiva dello storico dell'arte, l'architettura soprattutto una delle manifestazioni del genio artistico di chi ha operato meglio degli altri in un determinato periodo. Al critico interessano le realizzazioni nelle loro valutazioni relative, indipendentemente o quasi dai procedimenti seguiti e dalla storia del loro processo progettuale, ed interessa, con le figure dei grandi architetti responsabili di quei monumenti, l'evolversi, il susseguirsi delle varie scuole e dei vari movimenti. Vissuta in prima persona da chi architetto o lo sta diventando, l'architettura dovrebbe interessare, oltre che per quanto detto fin qui, come il risultato di un'attivit naturale dell'uomo, che cerca di provvedere ad umanizzare lo spazio naturale con i mezzi che la cultura cui appartiene gli mette a disposizione. Operazione che le culture pi evolute e articolate hanno condotto servendosi di particolari figure professionali, a seconda dei casi artigiani, maestri d'opera legati insieme in un gruppo specializzato ed organizzato, funzionari di corte o di una pubblica amministrazione, artisti, professionisti, impiegati. Per tutti, in ogni modo, c' sempre stata una parte comune: il mestiere. Ed delle regole dell'arte, in altre parole del mestiere di progettista che, come corso di Progettazione, dovremo occuparci. Si pu progettare una ricerca, un piano urbanistico, una strategia politica, un intervento economico, un libro, uno spettacolo, una vacanza. In genere la procedura, o meglio la metodologia progettuale, si sviluppa su di un filo conduttore di carattere generale : Raccolta dati - Obiettivi - Ipotesi di risposta- Progetto di massima - Progetto esecutivo - Realizzazione. Tale sequenza doperazioni riferita in modo specifico all'architettura o comunque a quelle attivit progettuali che utilizzano risorse materiali per produrre beni d'uso a soddisfacimento dei bisogni pi diversi (la penna per scrivere, la scuola per studiare, l'automobile per spostarsi, l'ambiente per poter continuare a vivere). Se l'attivit progettuale professionale necessita di un vasto accumulo di conoscenze ed esperienze, l'attivit progettuale didattica trova un suo profondo significato formativo come momento unificatore di metodo, creativit, tecnica e linguaggio. Saper progettare vuoi dire saper intervenire criticamente nel reale e saper dare risposte tecnicamente valide a problemi concreti. La proposta della progettazione architettonica non allora semplicemente un dovere disciplinare, ma una scelta consapevole che consente di sperimentare uno strumento dintervento sulla realt. L'architettura resta infatti l'indispensabile strumento che da forma concreta all'ambiente umanizzato, in relazione alle scelte socioeconomiche e ai contenuti culturali. Ognuno di noi nel formare la propria intelaiatura culturale procede,empiricamente, cercando di organizzare tra loro le informazioni che via via, dal giorno della nascita, veniamo accumulando alla rinfusa nel magazzino della memoria. Ad aiutare questorganizzazione dovrebbe tendere l'educazione, quella delle scuole primarie e secondarie e quella universitaria poi. Anche per la formazione dell'architetto necessaria una disciplina didattica, che sappia 3

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costruire nello studente quella griglia di cui necessita per orientarsi nellacquisizione delle informazioni e delle esperienze. Nell'architettura, anzi, oltre alla necessit di mettere in relazione la cultura disciplinare della materia con la cultura pi vasta che uno possiede - e nella quale l'architettura deve essere collocata al posto giusto - esiste la necessit di evitare di ridurre l'architettura ad una parte sola di essa. Compito specifico di questo corso biennale quello di contribuire alla costruzione dellintelaiatura cercando, nel frattempo, di sviluppare una metodologia progettuale che, ferme restando eventuali soggettivit, possa essere utilizzata dalla maggior parte degli allievi. A tal fine, considerando la brevit dei tempi a disposizione, si rende necessaria una trattazione parziale, degli argomenti che costituiscono le componenti della progettazione. La riduzione del numero delle componenti che debbono intervenire nella corretta progettazione era gi stata chiarita, anche se con mezzi critici lontani dai nostri, nell'unico o quasi dei molti trattati di architettura prodotti dalla cultura greco-romana, e cio nei dieci libri sull'architettura di Marco Vitruvio Pollione, architetto romano del periodo, augusteo. In ogni costruzione si deve tener conto della solidit (frmitas), dell'utilit (utilitas), della venust (venustas) . Cosi Vitruvio; ma noi potremo dire meglio che l'opera architettonica risulta innanzi tutto dallo studio dei contenuti sociali, delle ragioni istituzionali per le quali una determinata societ o potere richiede un'opera architettonica (utilitas), e che queste ragioni umane debbono fornire la base d'ogni buona progettazione; diremo poi che la struttura spaziale che l'architetto avr immaginato come la pi idonea per rispondere alla domanda sociale dovr essere pensata in termini costruttivi-tecnologici (frmitas), cio realizzata attraverso l'impiego di materiali opportuni, perch possa resistere staticamente e possa proteggere dal caldo, dal freddo, dal rumore, dal sole, da occhi e da mani indiscrete; e diremo infine che queste due operazioni dovranno essere fatte d'accordo servendosi delle capacit di controllo fornite dalla cultura architettonica, tesa appunto a che utilit e resistenza annullino le loro incompatibilit reciproche, e azzerino addirittura la loro originaria identit per trasformarsi semplicemente, intimamente fuse, in quello che si chiama architettura, cio la risultante estetica (venustas). Nella nostra trattazione semplificata manterremo le tre componenti con la denominazione di funzione, tecnica e linguaggio. In particolare studieremo l'aspetto funzionale. Riferito al rapporto tra uomo e ambiente l'aspetto tecnologico. Riferito ai materiali e alle tecniche specifiche dell'architettura l'aspetto del linguaggio. Inteso sia come comprensione/acquisizione delle strutture formali di lettura e rappresentazione delle forme, che come rapporto tra l'architettura e la comunicazione (denotazioni e connotazioni in rapporto alle principali tendenze architettoniche). In quest'ultimo punto anche contenuto l'aspetto "estetico" , nella sua doppia valenza di risposta ad esigenze culturali (di gusto) ed esigenze psicologiche. Resta da precisare che i primi due aspetti appartengono alla sfera razionale della conoscenza e, in quanto tali, sono pi facilmente controllabili e didatticamente trasmissibili. Laspetto del linguaggio, cio la conoscenza culturale della venustas, appartiene per una parte alla sfera razionale e per una parte a quella irrazionale. Alla genesi compositiva appartengono contemporanee manipolazioni, a volte razionali e coscienti, a volte irrazionali, di tutto il materiale che il progettista trae via via dal magazzino della memoria, e intervengono, in queste manipolazioni, modi e regole nuove, immagini trovate al momento, come integrazione ed elaborazione di immagini gi possedute. Questultima precisazione serve a far capire che c un unico modo per avvicinare, per conoscere e imparare, la realt della progettazione: progettando appunto, entrando direttamente, col fare larchitettura, nel vivo dellarchitettura stessa, dellarchitettura allo stato nascente. 4

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Cap. I La funzione Gli oggetti che luomo usa e lambiente costruito per le sue necessit dipendono principalmente dalle misure medie del corpo umano: una porta poco pi alta di due metri (2,15 ) perch luomo in media alto m.1,75 e raramente raggiunge i due metri. Per lo stesso motivo le misure di un sedia si avvicinano a quelle fondamentali: il sedile alto circa 45 cm., lo schienale 80 cm., i braccioli 70 cm., e lingombro orizzontale si aggira intorno a cm. 50 x 50. Ci per non ha condizionato la progettazione e produzione di sedie: ne esistono infiniti modelli con variazioni pi o meno rilevanti delle misure indicate.

Fig.1: Una serie di sedie disegnate da Bruno Munari

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Basta osservare la figura qui sopra per rendersi conto dei motivi di una offerta cos vasta per un singolo manufatto: alla funzione principale che quella di permettere alluomo di sedersi si risponde in maniera diversificata poich oltre ai diversi modi di sedersi (per pranzare, studiare, rilassarsi, ecc.) si tiene conto di altri fattori come i materiali con cui si fabbrica la sedia, il luogo dove la si usa, le connotazioni estetiche, e cos via. Il discorso fatto sulla sedia in qualche modo si presta ad essere esteso allarchitettura: gli edifici costruiti dalluomo rispondono alla funzione principale per cui sono realizzati, ma non sono tutti uguali perch tante altre funzioni debbono essere soddisfatte. Ognuna di esse costituisce una variabile di cui tener conto in fase progettuale ed alla quale dare una risposta in maniera pi o meno soddisfacente. Il Movimento Moderno ha effettuato una importante rivoluzione nella cultura architettonica dei primi decenni del secolo: le funzioni di un edificio diventano l'elemento principale su cui si articola il progetto . Ed inoltre tali funzioni diventano elemento di riconoscibilit della stessa architettura. (Un edificio neoclassico pu essere un teatro, un tribunale, una chiesa, ecc.; un'architettura moderna dimostra invece immediatamente la sua funzione). E' per questo motivo che mentre gli architetti neoclassici iniziavano il progetto dallo studio dei prospetti, il movimento moderno studia per primo l'elenco delle funzioni da cui poi ricava lo schema distributivo che trova la sua formalizzazione nella pianta dell'edificio. Possiamo chiarire meglio questo procedimento se lo applichiamo alla progettazione di un alloggio: la funzione principale cui questo deve rispondere si indica con una sola parola, abitare, con cui per si sottindende un complesso di azioni che si svolgono di giorno e di notte in ambienti diversificati, per dimensioni e destinazioni duso, collegati tra loro e separati dallo spazio esterno. Studiare lelenco delle funzioni di un alloggio significa individuare linsieme di azioni che in esso si svolgono e che permettono di realizzare quella complessa sfera di rapporti (privati, famigliari) che lo configurano come tale2. Ovviamente non esiste un unico elenco valido in tutte le situazioni, ma, di volta in volta va studiato in funzione del nucleo abitativo e commisurato, poi, alle altre variabili di progetto. Alcune funzioni hanno carattere generale: mangiare, riposare, soggiornare, curare ligiene del corpo, cucinare, studiare, ecc., altre possono derivare da esigenze particolari: contenere e proteggere particolari collezioni, privilegiare degli hobbyes, raggruppare pi funzioni in uno stesso spazio, ecc.
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La ricerca dellarchitettura moderna considera lalloggio come unit minima da studiare e progettare per suo conto: la porzione di ambiente pi piccola e relativamente pi semplice, che per ha un significato funzionale abbastanza preciso ed organico.

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Una volta stilato lelenco si verificano le compatibilit tra le funzioni e si passa alla individuazione degli ambienti relativi. Qui esaminiamo alcune funzioni per rendere pi chiaro il procedimento di analisi. La cucina

Fig.2: Studio organizzativo/funzionale di una cucina

Lo studio in figura dellarch. Maurice Barret, pubblicato nella seconda met degli anni Trenta. Esso nasce da una accurata analisi delle funzioni e da una razionale organizzazione dei percorsi, mettendo in evidenza la necessit di organizzare scientificamente un servizio cos essenziale.

Lanalisi di una singola funzione non porta a soluzioni univoche ma, in relazione con il contesto, pu assumere diverse configurazioni. Nelle figure seguenti vedremo alcuni esemplificazioni.

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Fig.3: Armadio-cucina

Soluzione di minimo ingombro adatta per spazi molto piccoli o soluzioni provvisorie o particolari. In questo caso le esigenze economiche sono considerate unica variabile determinate e per questo motivo vengono accettati gli evidenti inconvenienti che si generano dalla promiscuit ambientale

Fig.4: Cucina in nicchia

Soluzione simile alla precedente si configura come un vero angolo cottura. Risolve problemi di spazio minimo e, se isolata da elementi scorrevoli, consente di evitare promiscuit tra funzioni diverse.

Fig.5: Cucina Soluzione adottabile quando lo spazio disponibile consente il posizionamento di tutti gli arredi utili al suo scopo. E evidente che il corretto funzionamento della cucina dipende anche dalla collocazione allinterno dellalloggio: un posizionamento errato potrebbe conferirle valori estremamente negativi.

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Fig.6: Cucina tinello

Questa soluzione sovrappone in un unico ambiente due diverse funzioni. Viene in genere privilegiata per motivi di relativa comodit e praticit nella vita dellunit famigliare anche se si dispone di un altro spazio da dedicare alla sala da pranzo. In molti casi, per, nasce dallesigenza di dedicare maggiore spazio ad altre funzioni che altrimenti non troverebbero adeguata soluzione.

Il soggiorno L ambiente di soggiorno

, nella organizzazione dellalloggio, lo spazio pi interessante suscettibile di variazioni sia dimensionali che planimetriche. Esso pu articolarsi in locali diversi o in un unico ambiente, deve garantire l'affaccio verso particolari vedute esterne e, nello stesso tempo deve essere collegato con altre funzioni cui possono corrispondere specifici ambienti, come la cucina e il pranzo. Una volta stabilita la posizione ottimale di questo "centro propulsore" dell'alloggio resta da vederne l'articolazione interna perch in essa si riflettano abitudini e modi di vita della famiglia, che possono esprimersi sia in un ambiente di piccole dimensioni che in grandi spazi con funzioni molto differenziate tra loro. La dimensione minima prevista dalla legge per questo ambiente di 16 mq (compresa la zona pranzo): sar comunque opportuno, considerando che questa una misura-limite, riservare al soggiorno almeno 20-24 mq il che possono essere ulteriormente differenziati in spazi destinati a mangiare, sedersi per riposare, vedere la televisione, leggere, lavorare, studiare, ascoltare la musica, ecc... Queste funzioni possono essere risolte nel progetto aggregandole o separandole in spazi diversi; e bene quindi che queste zone siano tra loro comunicanti ma articolate in modo da avere da esse delle prospettive diverse verso la zona giardino e all'interno della casa stessa. spesso l'articolazione del soggiorno pu essere concentrata attorno ad un elemento d'arredo significativo, che potr essere il caminetto, il tavolo da pranzo, la zona dei divani o anche un serramento aperto verso una vista significativa dell'esterno. Nella zona conversazione le dimensioni dei mobili e gli spazi necessari per spostarsi da un punto all altro del locale definiscono di massima lo spazio da destinare a questa funzione; si dovr tener conto anche della distanza ottimale di conversazione tra due gruppi di sedute contrapposte (circa 2 m) e l'opportunit di prevedere nella medesima zona anche l'ascolto e la vista della televisione. La distanza a cui opportuno mettere l'apparecchio data mediamente dalla diagonale dello schermo (in centimetri) moltiplicata cinque volte; la visione ottimale naturalmente quella diretta; opportuno anche che l'illuminazione non sia diretta sull'apparecchio. La presenza di un caminetto pu contribuire a definire una zona particolare che sar diversamente articolata a seconda che il camino sia a parete, d'angolo o come elemento isolato al centro del locale. In questi casi sar opportuna una distanza delle sedute poste di fronte al camino pari a circa 2-2,50 m; un camino in nicchia potr essere organizzato con pi facilit anche con zone di sedute laterali; infine un camino isolato assumer generalmente la funzione di elemento di separazione di due zone e potr quindi essere organizzato secondo una grande variet di soluzioni. Di seguito esaminiamo alcuni esempi tratti da alcuni manuali:

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Fig.7: Soggiorno passante Lambiente soggiorno comprensivo dellarea di ingresso e svolge la funzione di disimpegno generale. Costituisce una soluzione di massima concentrazione del nucleo abitativo, resa possibile dalla riduzione al puro essenziale delle superfici occorrenti per i disimpegni diurni e notturni.

Fig.8: Soggiorno indipendente Con questa soluzione, il maggiore sviluppo delle superfici destinate ai disimpegni, consente una minore concentrazione del nucleo abitativo ed una separazione dei percorsi giorno/notte

Fig.9: Soggiorno con disimpegno misto Con questa soluzione non si ha separazione dei percorsi ma si ottiene un maggiore spazio nellambiente soggiorno concentrando sullingresso lo spazio dei disimpegni diurno e notturno

Ovviamente gli esempi precedenti non esauriscono le infinite possibilit organizzative e spaziali di un soggiorno. Esse dipendono dalle tantissime variabili che influiscono nella progettazione e possono portare a configurazioni come quelle della fig.10 in cui le funzioni che si svolgono allinterno dellambiente trovano una loro precisa collocazione spaziale di tipo funzionalista, a soluzioni in cui lo spazio del soggiorno lunico, oltre ai servizi igienici, dellalloggio (monolocali), o a soluzioni su diversi livelli, a doppie altezze, con spazi esterni incorporati, ecc. Gli esempi riportati hanno lo scopo principale di evidenziare i diversi significati che assumono le scelte progettuali, e le implicazioni che poi comportano sia a livello organizzativo generale del manufatto architettonico e sia, fattore certamente pi importante, nella vita privata dei fruitori dellarchitettura. Fig.10: Soggiorno passante

Dallanalisi funzionale allo schema distributivo


Abbiamo visto come le caratteristiche di una stanza dipendano dalle funzioni in essa esercitate. Possiamo anche dire che dipendono dagli spazi occorrenti per la collocazione degli oggetti (mobili o immobili) che consentano lo svolgimento di tali funzioni. Allo 10

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stesso modo le caratteristiche di un alloggio nascono dallaccostamento delle varie stanze. Dagli esempi visti in precedenza possiamo dedurre che uno dei criteri importanti 3 da adottare nellaccostamento degli ambienti quello distributivo: il corretto funzionamento dellabitazione4 dipende da unanalisi approfondita dei percorsi e quindi della collocazione degli spazi funzionali.

Fig.11: Schema distributivo

Lo schema della figura qui sopra illustra i criteri distributivi tra le diverse zone con

lindicazione dellorientamento.
Fig.12: Due alloggi con lindicazione dei percorsi diurni e notturni. Le soluzioni distributive diverse mettono in evidenza la pi razionale distribuzione della seconda pianta

Sicuramente tra i criteri possono essere inseriti altri fattori come lorient amento, gli aspetti economici, particolari aspetti costruttivi, la stessa tipologia costruttiva, ecc. 4 Le Corbusier definisce la casa una macchina per abitare

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TIPOLOGIE EDILIZIE ABITATIVE


La necessit che, fin dai tempi preistorici, luomo ha avuto di modificare lambiente naturale per procurarsi uno spazio entro cui svolgere una parte delle sue funzioni vitali, ha portato a soluzioni molto diverse. Limitando il discorso alla edilizia abitativa possiamo osservare come, gi solo in Italia, vi siano delle notevoli differenze tra le case del nord e quelle del sud. Ci dipende sia da particolari esigenze funzionali, dovute al clima e alle abitudini culturali, e sia dalle caratteristiche locali legate ai metodi costruttivi, al reperimento dei materiali, ecc. Una prima generale classificazione pu essere riferita al grado di individualit: case unifamiliari e case plurifamiliari. Entrambe le categorie possono poi essere suddivise secondo criteri morfologici. Nella tabella seguente riportiamo uno schema, necessariamente semplificato, di tale classificazione. Tab. n. 1: Classificazione delle case dabitazione
Sono destinate ad ospitare un solo nucleo famigliare, Caratterizzate dal fatto di essere libere da ogni lato.. Questi hanno in comune tra loro soltanto un muro perimetrale, mentre gli altri tre muri sono completamente liberi. Spesso, in questa tipologia, le piante dei due alloggi sono identiche ma orientate in maniera speculare rispetto al muro in comune Sono case costituite in genere da quattro alloggi accostati assieme in modo da aver ognuno due lati liberi e due muri in comune. Anche in questo caso si trova spesso ununica pianta riflessa su due assi di simmetria. I singoli alloggi sono caratterizzati dal fatto di avere due muri in comune con quelli adiacenti (tranne ovviamente allinizio e alla fine della schiera). La schiera pu avere una diversa morfologia: schiera longitudinale, trasversale, obliqua, sfalsata, a dente di sega, ecc. In genere si tratta di una casa a due piani con un alloggio per piano di cui quello superiore servito da una scala.

singole

Ad uno o pi piani

Con alloggi abbinati

Con alloggi raggruppati

Case unifamiliari
associate

Con alloggi a schiera

Con alloggi sovrapposti

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isolate

Case plurifamiliari contigue

In linea

A blocco

Sono dei fabbricati liberi da ogni lato in cui i singoli alloggi sono disimpegnati da ununica scala Si tratta di edifici in cui i diversi elementi sono collegati tra loro da muri in comune e si sviluppano in linea con due o pi scale al servizio degli alloggi. Edifici che in pianta assumono una forma poligonale, chiusa o aperta, racchiudente al suo interno uno spazio libero: il cortile .

Ad integrazione di quanto esposto in tabella citiamo le Case Collettive: ci si riferisce con questa denominazione a quelle case plurifamiliari composte da numerose cellule abitative, in genere di piccole dimensioni, e fornite di unampia dotazione di servizi comuni. Esempi illustrativi di alcune tipologie di abitazioni:

Fig.13: Casa unifamiliare isolata A.C.Williams Oakland 1939

ad

un

piano.

Arch.

Nella figura accanto si pu osservare una soluzione con ingresso sul soggiorno da cui vengono disimpegnati sia il complesso giorno che la zona notte, attraverso un ulteriore disimpegno di piccole dimensioni.

Fig.

14:

Corbusier, Completa

Le Opera

Nella figura14 una scheda di Le Corbusier che illustra una soluzione con due alloggi abbinati mediante ribaltamento, con accesso sul soggiorno e con servizi igienici in posizione centrale. 13

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Fig.15:Casa a schiera, pianta di un alloggio. Arch. E. Sundhal, Stoccolma 1932

Fig.16: foto della schiera

Fig.17: Case multipiani Arch: F.Albini e altri

Nella figura qui sopra vediamo le piante di quattro alloggi del quartiere DAnnunzio costruito a Milano nel 1942. Le case hanno quattro piani e per ognuno di questi gli alloggi sono raggruppati a quattro a quattro su ogni colonna di scale (casa multipiani in linea).

Fig.18: Case multipiani a ballatoio. Arch. A:BrennerFrancoforte 1930

In figura un particolare con le piante degli alloggi tipo, associate mediante ribaltamento e serviti da un ballatoio per piano.

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Concludiamo questa carrellata sulle tipologie5 abitative con una soluzione ormai storica appartenente a Le Corbusier: LUnit dabitazione.

Fig.19:Le Corbusier, Unit dabitazione, Marsiglia. Sezione e piante di due appartamenti

Fig.20: Unit dabitazione, veduta della facciata.

Il termine tipologia significa studio dei tipi. Nel nostro caso lo studio dei tipi architet tonici nasce dallesigenza di classificare le varie risposte morfologiche e funzionali che storicamente gli architetti hanno dato in risposta a certe esigenze.

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LUnit dabitazione di Le Corbusier oltre ad essere il pi famoso esempio di casa collettiva resta ancora il pi interessante. Ledificio lungo 130 metri e alto 56. comprende circa 330 alloggi disimpegnati da strade interne (in fig. 19 indicata con il n.1). Pu contenere un massimo di 1791 abitanti ed ogni appartamento si sviluppa su due piani (la famosa tipologia a pipa), contenendo un soggiorno a doppia altezza. A met altezza delledificio si trova il centro dei servizi, con negozi, bar-ristorante, ecc. mentre altri servizi, ambulatori, asilo nido, palestra, sono situati allultimo piano e sul grande tetto terrazzo. Ledificio di Le Corbusier, pur accostandosi alla tipologia della casa a torre costituisce lesempio pi importante del pensiero dellarchitetto svizzero. Tra le sue proposte pi interessanti, infatti, c quella della citt costituita da grandi unit dabitazione, in cui concentrare un alto numero di abitanti. In tal modo si riesce ad ottenere ampi spazi liberi, malgrado coefficienti di densit abitativa6 abbastanza elevati. Vedremo meglio in seguito, discutendo del linguaggio dellarchitettura quali e quanti apporti importanti abbia dato Le Corbusier allo sviluppo dellArchitettura Moderna. In questa prima parte si cercato di mettere in evidenza il rapporto tra lanalisi delle funzioni, con il conseguente corretto dimensionamento degli spazi relativi, e lorganizzazione distributiva, con ladeguato studio dei percorsi. Dai due aspetti precedenti si giunti alla classificazione delle tipologie di abitazioni vedendone alcuni esempi. Lo scopo principale stato quello di mostrare una serie di passaggi che potessero essere adottati in fase di elaborazione di risposte propositive come una vera e propria metodologia progettuale. Ovviamente non si ha la presunzione di considerare universalmente valida la procedura indicata ma essa v Fig.21: Sezione dellUnit dAbitazione considerata solo una proposta per meglio focalizzare i di Marsiglia problemi (nel nostro caso decisamente ridotti) relativi al progetto. La qualit di un progetto viene valutata alla fine di tutto il processo che ne ha generato i risultati, resta quindi al singolo individuo verificare e trovare il percorso pi adatto alle sue capacit.

La densit abitativa data dal rapporto tra il numero di abitanti di un dato territorio per larea di questultimo e si misura in abitanti/metroquadro.

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Cap. II

LA TECNOLOGIA

IL PROBLEMA DELLEQUILIBRIO E LE CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

fig.22: Tutti sappiamo che la torre di Pisa si inclina perch cede il terreno su cui poggiata. Pochi, per, sanno cosa accade dal punto di vista della fisica meccanica.

In questo capitolo tratteremo, attraverso brevi cenni, due argomenti, tra loro complementari, che stanno alla base della teoria delle costruzioni: o il problema dellequilibrio, ovvero cercheremo di rispondere alla domanda: perch le case stanno in piedi?, o le caratteristiche dei materiali legate anche alla tipologia formale con cui sono impiegati. In pratica ci occuperemo di analisi strutturale ma cercheremo di farlo in maniera intuitiva o, meglio, cercheremo di capire quali sono i meccanismi che stanno alla base di tante esperienze della nostra vita quotidiana , come ad esempio il corretto posizionamento di una scala a pioli affinch non scivoli via o la giusta scelta di una corda per sollevare un peso. Cominciamo subito col dire che una struttura pu essere definita come un qualsiasi montaggio di materiali destinato a sostenere i carichi; se vi guardate bene intorno vi accorgerete che siamo circondati da strutture, sia organiche che inorganiche. Ma torniamo al problema dellequilibrio. Potremmo chiederci perch riusciamo a stare in piedi, senza sprofondare nel pavimento o, che lo stesso, perch Marina, ogni volta che cade con il motorino, non sfonda il manto stradale? La domanda suggerisce una prima risposta molto facile: perch la strada ha resistito al peso che l ha sollecitata! Cio se ha ricevuto una spinta ad esempio di 50 chili riuscita a rispondere con una forza uguale e contraria; cio ancora 50 chili ma stavolta verso lalto. Il problema ; come ha fatto? E se la risposta fosse stata di 110 chili, cosa sarebbe successo? 17

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Il pavimento, come le strade, risponde al peso che scarichiamo attraverso i piedi con una forza uguale e contraria. Allo stesso modo una edificio esercita una pressione sulle fondamenta e, affinch tutto sia in equilibrio, le fondamenta devono esercitare la stessa spinta contro ledificio. Fin qui tutto semplice, anche perch avete incontrato qualcosa di simile nella terza legge del moto di Newton in cui si afferma che azione e reazione sono uguali e opposte. Il che vuol dire, traducendo in tibetano, che una forza non pu andare persa: sempre ed in ogni situazione a ogni forza deve corrispondere una forza uguale ed opposta in ogni punto della struttura.

Fig. 23 : Il peso del mattone, che agisce verso il basso, deve essere sostenuto da una forz a verso lalto uguale e opposta, cio dalla tensione dello spago

Immaginiamo di appendere un peso al ramo di un albero (fig.23), mediante una corda; il peso del mattone, come la mela di Newton, dovuto alla forza di gravit, cio allattrazione continua che la gravit terrestre esercita sulla sua massa. Affinch il mattone non cada esso dovr essere sostenuto a mezzaria da una forza verso lalto continua, uguale e opposta. Questa forza verr esercitata dalla corda sottoposta a trazione: se la corda abbastanza robusta potr sopportare anche due mattoni e forse anche una persona (cercasi volontari!), altrimenti si spezzer. Il vostro intuito vi star suggerendo che anche il ramo sar sottoposto allo sforzo ma per ora vi invito a tralasciare il ramo e a concentrarvi sulla fune: come fa a sviluppare la forza accorrente? Un esempio diverso pu essere utile per rendere pi chiaro il problema: nel caso rappresentato in fig.24, a sinistra, la coda del gatto sottoposta a trazione da una parte dalla bambina, e dallaltra parte dallattivit biologica dei muscoli del gatto che esercitano unattivit uguale e contraria a quella dei muscoli della 24 bambina. Se per caso la coda del gatto fosse attaccata non al gatto ma a qualcosa di inerte, come il muro in figura, allora sarebbe stato il muro a dover esercitare la trazione necessaria. Per la bambina (e per la coda) non fa nessuna differenza che a tirare dallaltra parte sia il gatto o il muro. 18

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Nella figura accanto la sollecitazione di trazione interessa uno sfortunato verme. E facilmente intuibile che la reazione al tiro delluccello viene dalle fibre muscolari dellinvertebrato, cio da un essere organico. Ma la materia inorganica? Ed ecco quindi il problema: come fa una cosa inerte e Fig.25 passiva come un muro o una corda, o una trave o una cattedrale a sviluppare le forze di reazione che sono necessarie allequilibrio? La risposta ci stata fornita da Hooke gi nel 1679 (ma in seguito poco seguita anche a causa del suo pi famoso nemico Newton). Essa pu essere condensata in due frasi: ogni tipo di solido si deforma, accorciandosi o allungandosi, quando viene sollecitato da una forza meccanica; questa deformazione che permette al solido di sviluppare unazione contraria alla spinta.

Tutti i materiali e tutte le strutture si deformano quando viene loro applicato un carico (con linguaggio pi appropriato diremo: quando sono sollecitate). Nel caso illustrato nella fig.26 vediamo che il ramo sollecitato dal peso della scimmia si incurva, provocando un allungamento delle fibre superiori ed un accorciamento di quelle inferiori (ricordate lesempio della gomma?). In pratica quando sollecitiamo un materiale provochiamo un allontanamento o un avvicinamento delle sue molecole e dei suoi atomi. Il legame fisico/chimico che lega gli atomi gli uni agli altri molto resistente quindi le sollecitazioni agiscono sui milioni di legami che formano il materiale e che reagiscono alle deformazioni. Questo spiega da dove viene la forza reagente allinterno delle strutture. Ovviamente ogni materiale ha caratteristiche di resistenza diverse che con facilit possono essere misurate per mezzo di prove meccaniche, sottoponendo dei provini alle diverse sollecitazionima di questo abbiamo gi parlato fin troppo per cui mi limito a ricordarvi il grafico 19

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Sforzo

Deformazione

Fig. 27: un tipico diagramma sforzo/deformazione

Lo studio delle sollecitazioni e delle reazioni causate ai materiali sta alla base della scienza delle costruzioni. Le strutture in genere vengono sottoposte contemporaneamente a diverse sollecitazioni ma queste possono essere indagate singolarmente. La trazione Abbiamo gi visto esempi di trazione. Qui ci limitiamo a darne una definizione: la trazione lo stato di sollecitazione nel quale le particelle di materiale tendono a distanziarsi luna dallaltra

Fig28 sollecitazione di trazione

Le particelle della fune (fig.6) tendono ad allontanarsi luna dallaltra a causa dellazione della forza esercitata dai due uomini. A causa della forza di trazione la fune subir un allungamento: lallungamento il fenomeno tipico dello stato di trazione. Lallungamento di una unit di lunghezza si chiama dilatazione o deformazione unitaria di trazione. LA COMPRESSIONE E una sollecitazione per cos dire reciproca della trazione, infatti si definisce compressione lo stato di sollecitazione in cui le particelle di materiale tendono ad avvicinarsi luna allaltra. Un pilastro che sostiene un carico compresso e la sua altezza, anche se in maniera non osservabile ad occhio nudo,diminuisce sotto il carico. Laccorciamento di una unit di lunghezza si chiama deformazione unitaria di compressione. Gli elementi strutturali che lavorano a compressione sono assai comuni, poich in ultima analisi tutti i carichi debbono venire trasmessi al terreno di fondazione. Alcuni materiali con scarsa resistenza a trazione presentano spesso una elevata resistenza a compressione: ad es. la pietra, la muratura, il calcestruzzo. Linvenzione del cemento armato, cio linserimenti di unarmatura di 20

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ferro allinterno del conglomerato di calcestruzzo, ha consentito di sfruttare contemporaneamente le diverse caratteristiche dei due materiali. Un fenomeno importante, dovuto alla compressione quello dellinflessione al carico di punta: con laumento del carico si raggiunge un valore per il quale lelemento sottile invece di accorciarsi si inflette ed in genere si spezza. Questo valore detto carico critico di punta.

Fig.29 :inflessione per carico di punta

IL TAGLIO Il taglio lo stato di sollecitazione nel quale le particelle del materiale tendono a scorrere luna rispetto allaltra.

fig.30: sollecitazione di taglio La tronchese della fig. 9 lavora a taglio perch tende a far scorrere il fil di ferro lungo due sue sezioni adiacenti. Un parallelepipedo retto, sollecitato a taglio si deforma in un parallelepipedo sghembo e la sua deformazione viene misurata rispetto alla variazione dellangolo retto. Nel caso del taglio, quindi, la deformazione non consiste in un allungamento o accorciamento bens in uno scorrimento. Le forze che provocano questa deformazione, agiscono sui piani lungo i quali si verifica lo scorrimento ed il loro valore unitario si chiama tensione di taglio. LA FLESSIONE La flessione uno stato di sollecitazione in cui si hanno contemporaneamente stati di compressione e di trazione in diverse fibre dello stesso elemento strutturale. La flessione costituisce la sollecitazione pi importante dal punto di vista strutturale. Infatti la sua azione deriva dal prodotto di una forza per la distanza alla quale questa agisce (ricordate chi ha detto datemi una leva e sollever il mondo?).

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E proprio a causa della flessione che i templi greci venivano costruiti con cos tante colonne a poca distanza luna dallaltra: una distanza maggiore avrebbe causato la rottura dellarchitrave in pietra a causa del suo stesso peso. Vediamo in particolare cosa accade con la flessione. Consideriamo una tavola poggiante su due pietre, con due sbalzi uguali alle estremit (fig.31). Se Ugo e Ivan (considerati dello stesso peso) montano sulle estremit della tavola, queste si abbassano mentre la Fig. 31 : giochini intelligenti. parte di tavola compresa tra le due pietre si inflette verso lalto: la curva formata dalla tavola fra le due pietre un arco di cerchio. La tavola, inoltre, ha un certo spessore e tutte le sue fibre debbono incurvarsi: le fibre superiori si allungano, quelle inferiori si accorciano e quelle centrali restano della stessa lunghezza (asse neutro). Pertanto la flessione della tavola provoca una trazione nelle fibre superiori e una compressione in quelle inferiori e inoltre la trazione e la compressione aumentano con laumentare della distanza delle rispettive fibre da quelle centrali (neutre). Certamente ricorderete lesempio fatto in classe con il foglio di carta: una volta piegato a fisarmonica riusciva a sopportare il peso della matita senza piegarsi. LA TORSIONE La torsione lo stato di sollecitazione in cui le particelle di materiale tendono a ruotare luna rispetto allaltra. Gli effetti della torsione sono simili a quelli del taglio: ogni sezione del materiale sottoposto a questa sollecitazione tende a ruotare rispetto a quella adiacente. Nell esempio della fig. 32 vediamo in maniera semplificata quello che avviene, ad esempio, nei balconi: il carico sulla trave a sbalzo, sollecitato a taglio e flessione, si trasmette al travetto perimetrale provocando in questultimo una sollecitazione di torsione. Le deformazioni prodotte dalla torsione sono deformazioni di taglio e le forze che le producono sono le stesse tensioni lungo i piani di deformazione. La prova dellesistenza di queste forze tangenziali risulta evidente quando si strizza un panno bagnato per espellere lacqua.
Fig. 32 : esempio di torsione.

Per adesso ci possiamo fermare qui. Nelle prossime puntate riprenderemo il discorso dellequilibrio che non basta mai. 22

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SOLUZIONI STATICHE DI EQUILIBRIO Un edificio pu assumere diverse forme e dimensioni , secondo le scelte progettuali effettuate. Alcune variabili incidono in maniera determinante sulla morfologia definitiva, altre sono poco caratterizzanti da un punto di vista della forma ma hanno una loro priorit di diverso ordine.In tutti gli edifici, comunque, possiamo riconoscere delle parti che lo compongono e, attraverso esse, esaminare la funzione tecnica che svolgono. In pratica quello che vogliamo fare in questo capitolo rispondere ad alcune semplici domande: come fatta tecnicamente una casa? Quali sono gli elementi che la compongono? Qual la loro funzione? Cerchiamo di rispondere alla prima domanda dicendo che una casa o meglio una costruzione il risultato dellaggregazione di una serie di componenti secondo alcune regole. Certamente non una bella risposta ma ci consente di operare una semplificazione, individuando due ordini diversi di problematiche: le regole, che possiamo meglio definire il sistema costruttivo ed i componenti, legati ai materiali ed al loro uso. Analizzando meglio queste due tematiche troveremo le risposte anche alle altre domande7.

I sistemi costruttivi
Volendo dare una definizione, possiamo dire che un sistema costruttivo linsieme delle regole che applicate su un dato materiale portano alla realizzazione di una qualsiasi costruzione. In questa definizione evidente lindipendenza del sistema dal materiale, infatti uno stesso materiale pu essere impiegato in diverse maniere. Dire una casa in pietra non identifica il sistema costruttivo che invece potr essere il sistema architravato o quello archivoltato. Possiamo invece definire un sistema costruttivo ottimo quando utilizza pienamente le caratteristiche specifiche del materiale impiegato ( evidente che un arco in cemento armato non sar ottimo come sistema costruttivo ma trover la giustificazione della sue esistenza nella forza espressiva dellimmagine che propone). Per molti secoli i materiali di base delle costruzioni sono rimasti immutati: legno, pietra, laterizi e, a partire dalla fine dell800, il ferro e poi il cemento armato. Ci ha fatto si che anche i sistemi costruttivi, dalle prime civilt ad oggi, non siano cambiati molto.
Fig.33: Il sistema trilitico della Porta dei Leoni a Micene

Risposte certo non esaurienti, visto che siamo in un liceo Artistico e non in un istituto per Geometri ma speriamo almeno di fornire qualche utile elemento di conoscenza da approfondire poi all universit.

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Fig.34: Evoluzione del sistema trilitico

Il sistema trilitico un sistema costruttivo costituito da tre componenti: unarchitrave poggiante su due pilastri, gli elementi verticali di sostegno, che sopportano i carichi di compressione mentre larchitrave resiste alla flessione8 (la scarsa resistenza della pietra a flessione spiega la notevole vicinanza delle colonne nei templi del passato). Con la sostituzione dellarchitrave in pietra con le travi di legno, resistenti meglio alla flessione ed anche pi leggere, si poi ottenuto il vantaggio di poter aumentare la distanza dei pilastri. Il sistema trilitico ancora alla base di tantissime costruzioni, dai viadotti autostradali alle comuni case dabitazione.
Pilastro

Fig.35: sistemi costruttivi tradizionali9: A) impiegato nel passato; B) impiegato attualmente.

Lintroduzione dellarco ha fornito un ulteriore possibilit nel controllo delle sollecitazioni di flessione sulle travi semplicemente appoggiate, trasformando la sollecitazione in compressione pi una spinta laterale. Anche nelle coperture a falde si creava una spinta laterale e per questo ancora oggi si usano le capriate. In esse un tirante annulla tali spinte e permette al tetto di poggiare sui sostegni senza sollecitazioni laterali.

Fig.36: Una trave sollecitata a flessione

La compressione e la flessione, cos come il taglio e la torsione sono chiamate caratteristiche di sollecitazione e servono a descrivere gli sforzi cui sono sottoposti i materiali. Se possibile approfondiremo largomento in seguito. 9 Vengono chiamati sistemi tradizionali anche quelli basati sullarco e le volte (sistemi archivoltati)

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Fig.37: Schema del funzionamento statico dellarco

Nella fig.37 viene esemplificato il funzionamento dellarco: questo raccoglie i carichi verticali e li tramuta in laterali. Questi seguono la curva dellarco e sono sostenuti dalle spalle dellarco. Levoluzione logica della struttura ad arco ha comportato soluzioni a volte anche complesse con Diversi tipi di arco ed estendendo luso a superfici maggiori: coperture a volta. Qui accanto (fig.38) si possono vedere gli archi rampanti che contribuiscono a trasformare le spinte laterali in sollecitazioni di compressione. Unaltra funzione importante quella dei pennacchi e delle statue, collocate sui ritti di imposta degli archi: lo schema del loro funzionamento illustrato nella fig.39.

Fig.39: schemi di funzionamento dei pinnacoli Fig.38: La cattedrale di Reims (da Violet-le-Duc)

Luso delle volte stato preceduto dalla falsa volta: una struttura che sostanzialmente funziona sviluppando il sistema trilitico. In essa si ottiene una copertura curva o rastremata verso lalto con il solo appoggio degli elementi costitutivi, sempre pi aggettanti verso linterno.

Fig.40: sezione schematica del Pantheon

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Con lintroduzione dei nuovi materiali, lacciaio ed il cemento armato, si sono sviluppati sistemi costruttivi nuovi: la classica struttura a trilite viene sostituita da quella a telaio, in grado di sopportare anche spinte orizzontali. Le differenze di comportamento statico sono illustrate nella fig.41 dove sono indicate le forze che sollecitano il telaio e, tratteggiata, la linea di deformazione del suo asse.

Fig.41:Confronto tra gli schemi statici del trilite e del telaio solidale

Fig.42: Edificio uffici provincia Udine

per in di

Il sistema costruttivo in cemento armato (c.a.) costituito da: Scheletro (o ossatura o gabbia o intelaiatura), composto da pilastri e travi; Solai e soffitti e copertura composti in laterizio armato; Tamponature e divisori in murature leggere in laterizio. Nella fig.42 si pu osservare il rustico in c.a. di un edificio non proprio tradizionale in quanto i piani intermedi sono sospesi alla copertura per mezzo di tiranti in c.a. e questa, a sua volta, sorretta da grossi pilastri. Per quanto riguarda questi ultimi ovvio che le loro dimensioni dipendono dallo sforzo che debbono sopportare. Nelle esercitazioni didattiche abbiamo usato pilastri di sezione 30x30 cm con laccortezza, per, di non superare la distanza (luce) di 5 metri tra un pilastro e laltro. Abbiamo poi indicato un sistema (del tutto arbitrario, senza fondamenti scientifici ma solo 26

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indicativo della presa datto di un problema) da usare in caso di necessit: ogni qualvolta risulti necessario sopprimere un pilastro si avr laccortezza di raddoppiare una dimensione a tutti i pilastri adiacenti, su cui si immagina che poggino le travi o la trave sorretta dal pilastro eliminato.

Fig.43:Sede di unagenzia grafica di Amburgo costruita da un sistema portante in acciaio

Le costruzioni in acciaio utilizzano anchesse il sistema costruttivo elastico ( del telaio solidale) Con lovvio vantaggio di una maggiore elasticit e resistenza alla flessione: i principali grattacieli usano questo sistema. Un sistema costruttivo particolare, che impiega funi di acciaio in tensione, viene in genere denominato sistema funicolare ma spesso si identifica con il prodotto del suo impiego : tensostruttura. E un sistema che permette di ottenere strutture portanti leggerissime, ancorate al suolo ed in grado di coprire luci grandissime. Esso pertanto adatto per coprire edifici di notevole estensione. Le funi di acciaio hanno permesso la costruzione di moltissime strutture in passato impensabili. Il futuro (si spera) ponte sullo stretto di Messina, verr sospeso a cavi dacciaio del diametro di due metri, composti da fili intrecciati di piccole dimensioni ed avr ununica campata, la pi lunga del mondo. 27

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Fig.44: Otto Frey, schizzo per la fiera di Monaco

Un ultimo cenno lo riserviamo alle strutture pneumatiche. Si tratta in genere di membrane pretese dalla sola pressione interna, opportunamente regolata, che racchiude completamente uno o pi volumi separati. Questo genere di struttura viene, per esempio, impiegata per le zattere di gomma: lanello esterno gonfiato sufficientemente rigido e agisce come anello compresso di sostegno per la membrana che forma il pavimento della zattera. Sono largamente utilizzate per coperture di piscine o impianti sportivi e la stessa tecnica viene utilizzata nella costruzione di gusci sottili in cemento armato, usando le strutture pneumatiche come casseforme.

Fig.45:Padiglione Fuji ad Osaka,

Nella figura qui sopra riportato un disegno del padiglione Fuji costruito da Murata allesposizione internazionale di Osaka del 1970. Ledificio ha una copertura curva di una luce di 50 metri realizzata per mezzo di anelli gonfiati, in materia plastica, nei quali si poteva far variare la pressione interna per aumentare la stabilit della struttura in presenza di vento forte. 28

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CENNI SU ALCUNI ASPETTI DELLA TECNICA COSTRUTTIVA Coperture


La funzione della copertura quella di proteggere ledificio dagli agenti atmosferici e contemporaneamente di assicurare una discreta protezione sia alle basse che alle alte temperature. In pratica tra il clima del luogo ed il tipo di copertura c una stretta relazione. La tipologia del tetto, e quindi di una delle principali caratteristiche stilistiche dellarchitettura, in qualche modo legata ai fattori climatici del posto in cui si costruisce. Infatti siamo tutti in grado di distinguere immediatamente il prospetto di una casa di montagna da quello di una al mare. Ovviamente la tecnologia attuale ci permetterebbe di fare una copertura a terrazza anche in alta montagna ma, a parte la violenza del linguaggio, quale sarebbe il vantaggio se non un maggiore dispendio economico? Ma torniamo ai vostri amati tetti. Abbiamo detto in classe che il territorio diviso in zone climatiche per ognuna delle quali sono previste le inclinazioni delle falde; a proposito, siamo sicuri che tutti sappiano cosa sia una falda? Cerchiamo di vedere meglio come si chiamano i vari elementi che compongono un tetto:

Fig. 46 : nomenclatura degli elementi dei tetti


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1 - falda : elemento di tetto che ha un'unica pendenza10 2 - linea di colmo: incontro di due falde 3 - linea di gronda : linea coincidente con linizio della falda 4 - compluvio : incontro di due falde a pendenza convergente 5 - displuvio : incontro di due falde a pendenza divergente 6 - pendenza : angolo tra la retta di massima pendenza11 ed il piano orizzontale dimposta della falda 7 - gronda : parte della falda che sporge dai muri 8 - cartella : superficie verticale delimitata tra due falde 9 - conversa : lastra impermeabile a protezione dei compluvi

Quando si parla di pendenza ci si riferisce sempre a quella massima. Cio quella misurabile con la retta di massima pendenza. 11 La retta di massima pendenza di un piano generico , rispetto ad un piano orizzontale la retta intersezione tra il piano ed un piano proiettante in e perpendicolare ad (cio con la prima traccia perpendicolare alla traccia prima di ).

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10 - colmi : pezzi speciali della copertura 11 - bocche di lupo : aeratori 12 - canale o doccia : elemento per la raccolta dellacqua piovana 13 - cicogne : ferri di sostegno della doccia 14 - tubo pluviale: tubo che convoglia lo scarico delle acque 15 - comignoli o sfiati : elementi terminali dei tubi di scarico di gas o fumi 16 - abbaino : elemento di interruzione della falda con la funzione di permettere la verifica e la manutenzione del manto di copertura nonch di illuminare il sottotetto

Le coperture a terrazzo possono essere assimilate a dei solai ma se proprio siete curiosi o meglio se volete rendere pi gradevoli le vostre sezioni, potete osservare la prossima immagine in cui vi propongo due esempi tra i tanti possibili.

Fig.47:particolari in sezione di due coperture piane

Le coperture a falde inclinate possono essere ottenute in diversi modi. Nella figura seguente vengono esemplificate diverse soluzioni per una stessa pianta: partendo da sinistra in alto si vede:

fig.48: diverse soluzioni di copertura a falde inclinate su una stessa pianta rettangolare

un tetto a falda unica (a una falda), a doppia falda a pendenza costante (a capanna), a falde interne, a capanna con teste di padiglione, a padiglione, a falde disuguali. 30

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Per edifici a pianta pi complessa le soluzioni diventano ancora pi numerose ma per non complicarci la vita ed evitare pericolosi errori preferibile adottare sempre la soluzione a padiglione a pendenza costante e a gronda costante. Nelle esercitazioni, quindi, chi avr la bont di evitare la copertura a terrazzo, si potr rifare alle semplici regole della geometria per individuare le soluzioni adatte al proprio caso.

Fig.49: soluzioni geometriche dei tetti a padiglione a pendenza costante e a gronda costante su piante irregolari.

Una semplice regola per la determinazione delle falde nelle coperture a padiglione quella delle bisettrici degli angoli delledificio. Sar infatti su di esse che ci saranno le linee di colmo; il procedimento alquanto semplice : si comincia da un lato (imposta della falda o linea di gronda) e, girando sempre nello stesso senso si trovano di volta in volta le bisettrici con i lati successivi fino alla chiusura completa della falda in esame; si procede poi con la prossima fino a chiusura completa del tetto. Per i pi curiosi rileggiamo il procedimento secondo i principi geometrici: il tetto a padiglione che abbiamo visto in forme diverse nella fig.49, ha due caratteristiche geometriche importanti: a gronda costante cio laltezza della linea di gronda uguale per tutte le falde, o meglio: tutte le falde hanno origine sullo stesso piano orizzontale; ci significa che ogni falda ha su tale piano una traccia che coincide con la linea della propria gronda; a pendenza costante cio tutte le falde hanno la stessa angolazione rispetto al piano orizzontale (di gronda); ci significa che ogni piano inclinato caratterizzato dallorigine della falda, la traccia, si incontrer con gli altri lungo le rette intersezione, lungo, cio, le bisettrici di ogni coppia di tracce. Le due osservazioni precedenti hanno chiarito che il problema quello geometrico dellintersezione tra piani, in particolare tra coppie di piani generici. Unultima osservazione va ancora fatta sugli aspetti rappresentativi, in particolare in sezione. Nella figura seguente due particolari del tetto, sezionato, rappresentano due possibili esempi.

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Fig.50: due particolari di sezioni di gronde

Scale Funzione principale della scala quella di collegare verticalmente due diversi livelli della costruzione. Per assolvere tale funzione essa deve necessariamente occupare uno spazio notevole che in altezza occupa tutti i livelli coinvolti mentre in pianta le sue dimensioni dipendono dal numero di gradini e dalla tipologia utilizzata. Ma vediamo prima quali sono gli elementi che costituiscono una scala: 1. il vano scala, costituito dallo spazio occupato dal complesso delle varie strutture che compongono la scala; 2. la rampa, definita dallinsieme di gradini consecutivi; 3. il gradino, elemento della rampa caratterizzato da pedata, alzata e lunghezza; 4. il pianerottolo, costituente la zona di sosta tra due rampe. Pu essere intermedio o di arrivo; 5. il pozzo o tromba della scala, costituito dallo spazio in mezzeria compreso tra le rampe; 6. la ringhiera di protezione; 7. il corrimano, costituito da una struttura dappoggio per la persona in genere sulla parte alta della ringhiera, se la scala non Fig.51: nomenclatura delle scale adiacente al muro. La determinazione della misura di una scala relazionata alla lunghezza del passo umano che diminuisce con laumentare della pendenza.

:
Fig.52:lunghezza del passo al variare della pendenza

La misura della scala determina il rapporto tra pedata ed alzata che, secondo quanto mostrato in fig.52, viene espresso dalle seguenti relazioni: a + p = 45-48 2 + p = 62-63 32

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e cio la somma tra alzata (a) e pedata (p) deve variare tra 45 e 48 cm mentre la somma tra la pedata ed il doppio dellalzata deve essere 62 o 63 cm. Per quanto riguarda la larghezza della rampa (lunghezza del gradino) il problema della dimensione viene risolto in maniera simile commisurandola alla dimensione umana. Lingombro di una persona media di circa cm60 per cui la larghezza della rampa pu assumere i valori indicati nella fig.53

Fig.53 : lunghezza del gradino in rapporto al numero di persone servite

La soluzione migliore per quella che consente il passaggio simultaneo di due persone poich nelle soluzioni pi larghe mancano gli appoggi mentre quella pi stretta ha degli inconvenienti evidenti. Allinterno degli alloggi comunque consentita una larghezza di un metro. Una volta stabilite le dimensioni dei gradini e la larghezza della rampa resta da decidere la forma geometrica delle scale. Le soluzioni possibili sono ovviamente tante quante se ne riesce a disegnare e dipendono dalle necessit spaziali e distributive di ogni singolo caso. Possono essere adottate scale ad una sola rampa,sia essa diritta o curva, solo se si pu superare il dislivello con un massimo di 14 gradini, in tutti gli altri casi bisogna prevedere un pianerottolo intermedio. Nella fig.54 osserviamo: a) scala a due rampe diritte cin pianerottolo intermedio; b) scala a due rampe affiancate con pianerottolo intermedio e piccolo pozzo scala; c) scala a due rampe ad L con pianerottolo intermedio sullangolo. Nella figura 10 vediamo altre soluzioni a pi rampe, usate in genere quando il dislivello da superare molto grande e non sono sufficienti le soluzioni precedenti. Resta comunque inteso che per particolari motivazioni, funzionali o solo estetiche, possono comunque essere utilizzate.

Fig.54 : tipi di scale a due rampe

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Fig.55:tipi di scale a tre e quattro rampe

Cap III
La rivoluzione Industriale

IL LINGUAGGIO

APPUNTI DI STORIA DELLARCHITETTURA

Con il termine Rivoluzione Industriale si intende quel complesso fenomeno di trasformazione dei sistemi produttivi che ebbe la sua origine nell'Inghilterra della seconda met del Settecento e di l si diffuse, a distanza di tempo talvolta anche notevole, nei paesi dell'Europa continentale e negli Stati Uniti. Laspetto principale di quella vicenda riscontrabile nel progressivo abbandono dei tradizionali metodi di lavorazione artigianale a favore di un sempre crescente inserimento della macchina nei pi diversi cicli di produzione. Ci segn, a sua volta, l'inizio di una lunga serie di trasformazioni nei campi economico, sociale e politico, ossia di una vera e propria reazione a catena della quale avvertiamo ancora oggi le conseguenze, positive e negative. Gli insediamenti industriali, dopo linvenzione della macchina a vapore (James Watt) tendono a concentrarsi attorno ai vecchi insediamenti urbani e spesso ne creano di nuovi. La loro forza di attrazione verso le masse contadine (con lofferta di lavoro) tale che ben presto il fenomeno dellurbanesimo assume proporzioni incontrollabili. Nello stesso tempo si comincia a registrare un aumento vertiginoso della popolazione. Linsieme dei due fattori provoca notevoli conseguenze sulla citt. Negli ultimi decenni del secolo molte citt inglesi risentono gravemente dei mutamenti avvenuti: gli insediamenti periferici sono in continua crescita , sempre pi affollate e squallide, costituite dai quartieri operai (gli slums ), formati da schiere di misere case, tutte uguali, affiancate le une alle altre e prive dei pi elementari servizi igienici. Tali alloggi, peraltro, affollati in maniera inimmaginabile, privi di rete fognante e di un adeguato sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi, contribuiscono in maniera determinante ad incrementare il gi altissimo livello di insalubrit causato dagli scarichi industriali.

Fig.56: case operaie a Manchester Planimetria.

Fig.57: Abitazione operaia a Glasgow

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E proprio in seguito alla Rivoluzione Industriale che si forma un tipo di citt classista, nata in funzione della classe borghese, che esclude dal suo interno non solo la campagna ma anche le attrezzature industriali e le abitazioni del proletariato urbano che sono collocate in periferia, vicino alle nuove fabbriche. La situazione drammatica di molte citt industriali (resa ancora pi grave dalle frequenti epidemie che le colpivano) diventa oggetto di interesse e di impegno sociale e politico per molti personaggi importanti dellOttocento, come il filosofo Friedrich Engels12 (1820-1895) e il romanziere Charles Dickens13 (1812-1860). Daltra parte, altri personaggi, i cosiddetti utopisti, proposero nuovi modelli di insediamento come alternativa alla citt industriale. Mi riferisco soprattutto ad Owen e Fourier ma prima di analizzare il loro contributo meglio evidenziare in maniera sintetica quali furono i cambiamenti principali dovuti alla Rivoluzione Industriale che maggiormente ebbero effetto sullarchitettura.

CAMBIAMENTI PRINCIPALI
Aumentano le quantit poste in gioco e nascono nuove tipologie edilizie: laumento della popolazione e le migrazioni richiedono nuove case, strade e canali pi grandi. La crescita delle citt richiede impianti sempre pi estesi mentre i moderni sistemi di produzione fanno nascere nuove tipologie: fabbriche, magazzini, depositi, porti, ecc. I progressi scientifici e linsegnamento Tutta una serie di studi (da Galileo a Coulomb) vengono coordinati e completati nel 1826 da Navier che considerato il fondatore della moderna Scienza delle Costruzioni. Da quel momento essa diventa un bene pubblico mettendo i grado molte persone di risolvere alcuni temi prima riservati ad una minoranza. Essa inoltre produce una separazione tra impegno pratico e teorico. La Geometria descrittiva formalizzata da Gaspar Monge e ladozione del sistema metrico decimale facilitano la comunicazione e lelaborazione delle opere. Listituzione dellEcole Polytechnique (1794-95) che, attraverso linsegnamento tecnico, consente una generalizzazione delle conoscenze Il perfezionamento dei sistemi costruttivi tradizionali Verso la fine del 700, in Francia, le costruzioni di strade, canali, ..., che prima erano compito di progettisti irregolari, verranno affidati agli ingegneri. (In Inghilterra linsegnamento verr istituito verso la fi ne dell800); i materiali tradizionali vengono lavorati in maniera pi razionale e distribuiti pi facilmente; si diffonde luso di macchine edili; la stampa permette una maggiore diffusione dei vari contributi, elevando il livello generale delle conoscenze I nuovi materiali - la ghisa, che viene utilizzata nella costruzione di molti ponti si diffonde anche nelledilizia, sotto forma di travi e colonne che permettono di coprire grandi spazi con strutture relativamente esili; si sviluppa luso del ferro e del vetro poich i progressi nella produzione consentono un abbassamento del prezzo;

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F.Engels, La questione delle abitazioni, 1872 Ch. Dickens, Tempi difficili, 1854

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con la scoperta di Abram Darby (che sostituisce il coke al carbone vegetale) ed i successivi sviluppi si migliora la produzione e la qualit del ferro. Il primo ponte in ferro quello di Wilkinson costruito nel 1777-79 sul fiume Severn a Coalbrookdale; I progressi tecnici delledilizia comune si diffonde luso del vetro per le finestre al posto della carta e del cotto o dellardesia al posto della paglia, per le coperture; si iniziano ad usare le travi di ferro (allinizio di sezione rettangolare) nella costruzione dei solai al posto del legno; a partire dal 1849 si comincia a sperimentare in Francia luso del cemento armato. Gli utopisti Il rifiuto sia della disordinata e ingiusta citt industriale e sia della citt che laveva prodotta induce alcuni pensatori a proporre nuovi modelli alternativi di insediamento. I pi importanti furono linglese Robert Owen (1771-1858) ed il francese Charles Fourier (17721837).Entrambi, anche se in forme diverse, immaginarono sistemi di vita che presupponevano una completa uguaglianza degli abitanti e di una convivenza di tipo comunitario. Owen, forse il pi importante dei due, uno dei pionieri della legislazione sul lavoro, del movimento cooperativo, delle organizzazioni sindacali. Dopo una esperienza conclusasi con la crisi economica del 1817 egli propone i Villaggi dArmonia per i quali prevede il numero degli abitanti (tra 800 e 1200), lestensione della terra da coltivare (un acro a testa) e lorganizzazione edilizia e funzionale (il parallelogramma). Fourier propone unabitazione modello chiamata falansterio, ideata per ospitare 1620 persone. Furono, in entrambi i casi, fatti dei tentativi ma con scarso successo. Restano importanti comunque poich essi furono gli iniziatori di una nuova linea di pensiero e dazione da cui comincia effettivamente unazione consapevole per la riforma del paesaggio urbano e rurale. Idea base dellarchitettura moderna.

Fig.58: Robert Owen, disegno di un villaggio a forma di parallelogramma Le grandi Esposizioni Internazionali - Il primato dellingegneria e il Neo-Classicismo A partire dalla seconda met dellOttocento i paesi allavanguardia nel settore industriale cominciarono ad organizzare, quasi annualmente, quelle grandi fiere nelle quali venivano esposti i prodotti pi significativi di tutte le nazioni. La prima Grande Esposizione Universale venne 36

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realizzata nel 1851 a Londra. In questa occasione venne realizzato da Joseph Paxton il famoso Palazzo di Cristallo.

Fig.59: Una veduta del Palazzo di Cristallo Questo costitu la risposta moderna alla domanda presentata dalla nascita della nuova tipologia: il padiglione per le esposizioni. Esso infatti da considerare il prototipo di grandi opere realizzate con elementi prefabbricati (elementi di ghisa e lastre in vetro) realizzati in fabbrica e montati sul posto. Ledificio, con il suo grande volume trasparente e con la quasi totale assenza di ornamentazione, contribu notevolmente a creare il linguaggio estetico dellarchitettura moderna (prevalenza dei vuoti sui pieni e continuit tra spazio interno e spazio esterno), ma ci non avvenne se non dopo lungo tempo. Nell Esposizione di Parigi del 1889, infatti, viene realizzata unopera ancora pi rivoluzionaria di quella di Paxton, la Galleria delle Macchine progettata da Victor Contamin.

Fig.60: La Galleria delle Macchine del 1889: esterno.

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Figg.60 e 62: La Galleria delle Macchine del 1889: interno

Si trattava di una grandiosa struttura in ferro costituita da una serie di archi a tre cerniere che coprivano una luce di 115 metri per una lunghezza di 420 ma linsieme della struttura venne coperta da unarchitettura eclettica, colma di decorazioni. Per la stessa esposizione venne eretta, contro il parere della cultura dominante e nonostante le incessanti polemiche, la torre in ferro di 300 metri di altezza progettata dalling. Gustave Eiffel (1832-1923). La realizzazione della Galleria delle Macchine emblematica del rapporto ArchitetturaIngegneria. Mentre gli ingegneri operano attivamente nei campi di loro pertinenza senza in fondo preoccuparsi molto dei problemi estetici, ma apportando tuttavia un notevole contributo nel settore della sperimentazione tecnico-costruttiva, gli architetti, come gi si accennato si isolano sempre pi nel loro mondo fatto di forme inutili, prive di ogni contenuto reale. Di fronte alle mutate esigenze di una societ fortemente dinamica alcuni tentano di individuare la via di un possibile rinnovamento, ma ogni risultato positivo per essi precluso, perch la cultura del loro tempo non li ha assolutamente preparati a questo difficile compito. Anche i migliori progettisti, quindi, sono costretti a rifugiarsi in una ripetizione sterile degli stili del passato, facendo soprattutto riferimento all'antichit classica , sulla scia dellenorme sviluppo degli studi archeologici i quali permettono di conoscere, per la prima volta, in maniera concreta ed esatta, i monumenti delle antiche civilt mediterranee. Nasce cos l'architettura neo classica una architettura che si ricollega senz'altro alla lontana tradizione greco-romana, rifiutando, nel contempo, la tradizione recente del Barocco e del Rococ. Con il termine Neo-Classicismo ci si riferisce al periodo che va dal 1760 al 1830 ma durante la sua evoluzione bisogna distinguere diversi atteggiamenti: nella seconda met del Settecento, dopo una prima fase di assimilazione, si soliti individuare sia un atteggiamento ideologico e sia uno empirico. Il primo sostenuto dai teorici come il Winkelmann ed il Milizia ed sostenuto dallAccademia, preoccupata di mettere in salvo lautonomia della cultura artistica; esso si fonda sul principio generale di Arte e si ricorre al linguaggio classico perch in esso viene identificata la perfetta rispondenza a supposte eterne leggi della bellezza. Ancora atteggiamento ideologico quello della generazione coinvolta nella Rivoluzione, degli architetti Ledoux (1736-1806) ed Etienne-Louis Boulle (1728-1799) per il quale si invocano ragioni di razionalit e di contenuto, cio le forme classiche appaiono agli architetti dell Ottocento come le pi assimilabili alle nuove 38

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tecniche di costruzione: il pilastro e la trave in ferro vengono facilmente visti come gli eredi pi diretti della colonna e dellarchitrave degli antichi ordini, inoltre si ritiene che larte debba inculcare le virt civili e che luso delle forme antiche faccia ricordare i nobili esempi storici. Latteggiamento empirico quello che si giustifica pi facilmente poich si usa il linguaggio classico perch, semplicemente, si attribuisce ad esso una esistenza di fatto per via della moda e delle abitudini. Latteggiamento ideologico, sostenendosi su tesi filosofiche e politiche avr scarso seguito poich pu facilmente essere affrontato sul medesimo terreno da altre tesi e sostituito con queste (neo-gotico), molto pi tenace risulter invece il Neo-Classicismo empirico. LART NOUVEAU I motivi di carattere generale che hanno determinato le esperienze di avanguardia, culminata con la nascita del nuovo linguaggio Art Nouveau si possono riassumere in quattro gruppi: 1- le nuove teorie sullarte. (la pura visibilit) Fiedler pubblica nel 1887 il suo saggio sulle origini dellarte in cui pone una decisa antinomia tra bellezza e arte. Secondo Fiedler la prima confinata nella sfera pratica e pu venire da oggetti naturali oppure artistici ; la seconda invece eleva lintuizione sensibile alla coscienza . Larte assume quindi un valore conoscitivo cio rappresenta uno dei mezzi dati alluomo per appropriarsi del mondo (come il linguaggio parlato o quello delle scienze). Da ci deriva che lartista far da mediatore verso la conoscenza della natura e larte assumer una funzione ordinatrice e chiarificatrice al posto della vera imitazione. 2- la generale insoddisfazione per leclettismo. Abbiamo visto in precedenza come diversi fattori anno influito in tal senso . Ricordiamo qui gli apporti di Morris , Ruskin, Violet Le Duc e non ultimi gli apporti delle opere degli ingegneri. . 3- lesempio dei pittori. (in particolare: i post-impressionisti e i simbolistii ) Gli aspetti pi importanti furono: a) la reazione al naturalismo: lImpressionismo, pur separando gli elementi ottici della rappresentazione da quelli concettuali, rappresenta la conclusione del naturalismo in quanto riflette tutta la realt (Cezanne vuole oltrepassare le apparenze naturali ed arrivare alla verit nascosta). b) la tendenza a teorizzare : i simbolisti teorizzano lassociazione tra forme e stati danimo, in accordo con le stesse teorie estetiche che influiranno sullArt Nouveau. 4- la convinzione sociale e limpegno personale. Le migliorate condizioni economiche , nei primi anni del 1900, favorendo le inclinazioni riformiste della classe dominante, aumentano le occasioni di lavoro per gli artisti davanguardia e favoriscono inoltre la diffusione delle esperienze. A quanto sopra si devono aggiungere gli apporti derivanti dalla influenza del Gotic Revival, del movimento delle Arts and Crafts, dellesempio dei pittori, della moda degli oggetti orientali. LArt Nouveau nasce quindi da una serie di apporti che vengono sintetizzati nel nuovo linguaggio solo nei primi anni del nuovo secolo. Aspetti del nuovo linguaggio : 1 - fu uno stile internazionale; 2 - costitu un affrontamento dalle forme del passato; 3 - realizz lunificazione tra arti maggiori e arti minori superando il dualismo industria-artigianato. Considerando gli elementi formali che caratterizzano lo stile, bisogna rilevare che in genere si usa distinguere due famiglie morfologiche: la prima si riferisce alle forme concavo-convesse, usate da Horta, Van de Velde, Gaud; la seconda rappresentata dalle forme geometriche usate da Wagner, Mackintosh, il primo Wright. 39

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A questo dualismo morfologico corrispondono perfettamente due teorie estetiche coeve delle quali lArt Nouveau costituisce lespressione pratica. Alla prima famiglia di forme, i colpi di frusta , le onde, le curve sinuose, corrisponde la teoria estetica dellEinfhlung che, sorta dal connubio tra il pensiero idealistico e la ricerca psicologica, fu principale sostegno teorico del nuovo stile. In parole povere, secondo tale teoria dentro ogni individuo preesistono delle forme (colori, linee, ecc,) a cui sono associate delle sensazioni per cui, tra i due fattori si stabilisce una specie di rapporto di azione-reazione: osservando una forma si evoca una sensazione. Alla seconda famiglia (quella delle forme prevalentemente geometriche) si collega la teoria dellAstrazione teorizzata dal Worringer: secondo questi esisterebbe nelluomo unesigenza psicologica che lo spinge verso lorganico, che determina in lui un rapporto di simpatia con il bello di natura, e, una opposta esigenza, sempre di tipo psicologico, che lo spinge verso la perfezione matematica, le forme regolari, lastrazione. Quindi le due correnti hanno una comune matrice psicologica dalla quale deriva una certa intercambiabilit o coesistenza: Wright, ad esempio, usa forme geometriche ma con significato decisamente organico mentre Mackintosh e Gaud vengono sovente accomunati nello stile Art Nouveau. DallArt Nouveau al Movimento Moderno Con la fin della prima guerra mondiale, in Europa, nel 1918, si accentuarono i contrasti fra le classi sociali, linsoluto problema delle abitazioni popolari, il rilancio del movimento socialista in seguito alla rivoluzione russa, larroccamento della borghesia nella conservazione dei suoi privilegi in forte contrasto con il rapido sviluppo della forza contrattuale del proletariato. Tutti questi fenomeni rendevano indispensabile una nuova politica edilizia e urbanistica in funzione della domanda sociale. Data la mancata volont e incapacit del capitale privato a risolvere questi problemi, lo stato, i comuni e le associazioni cooperative avrebbero dovuto essere in grado di affrontare la questione delledilizia che assume il valore di un servizio sociale . I nuovi committenti degli architetti non sono pi ricchi industriali ma enti pubblici e molti progettisti entrano anche nellorganico di questi istituti. Il movimento di architettura moderna che si sviluppa in risposta alle esigenze del dopoguerra muove, in tutta Europa, da principi comuni quali: priorit della pianificazione urbanistica sulla progettazione architettonica; tendenza allo studio dellabitazione minima per riuscire ad ottenere pi abitazioni economizzando sulluso del solo; massima razionalit nelle forme architettoniche; maggior uso della prefabbricazione e della standardizzazione nella produzione dei manufatti per ledilizia. Per quanto riguarda la Germania, Walter Gropius (1883-1969) il propulsore del Razionalismo tedesco, che attraverso la sua scuola, la Bauhaus, sostiene il suo programma di architettura razionalista, coordinato con quello politico della socialdemocrazia tedesca. Gropius riunisce nella sua scuola gli artisti europei pi allavanguardia di quasi ogni corrente, fra i quali: Kandinsky, Munch, Itten, Klee, Feininger, Moholy-Nagy, Albers; il suo scopo quello di integrare larte con la produzione industriale. La Bauhaus era fondata sul principio della ricerca in collaborazione fra i maestri e gli allievi; voleva dunque essere una scuola democratica che doveva rappresentare una societ democratica, non gerarchica, che si autodetemina, che definisce da sola il proprio progresso ed i propri scopi. La dottrina della Bauhaus il Razionalismo che inquadra i grandi e i piccoli problemi; un solo metodo di progettazione determina la forma razionale, dal piano regolatore di una grande citt al progetto di un cucchiaio. 40

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Tutta lopera di Gropius tende alla definizione di una metodologia della progettazione, dimostrata attraverso progetti costruiti, passando dalla scala urbana delle case popolari di Karsruhe del 1928, al Siemensstadt di Berlino del 1929, alla scala edilizia del Bauhaus di Dessau del 1925, delle ville unifamiliari: casa Gropius del 1938, a progetti di design per lindustria.

Fig.63:W. Gropius : Carrozzeria Adler, 1929-3O

Walter Gropius Walter Gropius uscito dallo studio di Peter Behrens del quale era stato primo assistente durante la progettazione la costruzione della fabbrica A.E.G. e in cui lavor dal 1907 al 1910; esord giovanissimo con un'opera eccezionale quella con la quale oggi si soliti indicare l'inizio del razionalismo europeo la fabbrica di forme di scarpe Fagus, realizzata a cominciate dal 1911 ad Alfeld and der Leine. Con questo complesso Gropius dette una prima prova, ancor oggi impressionante, della sua intuizione artistica e tecnica. I muri della zona pi interessante, l'ala degli uffici, sono costituiti da grandi pareti vetrate che permettono una comunicazione visiva diretta tra interno ed esterno. In tal modo l'architetto, oltre ad ottenere un grande risultato estetico, porta avanti anche e un'importante discorso sociale, democratizzando, per quanto nelle sue competenze di progettista, il luogo in cui gli uomini lavorano. Per far ci egli dovette sgombrare il campo dal pregiudizio ottocentesco secondo cui gli ambienti di lavoro devono essere luoghi quasi impenetrabili e privi di ogni collegamento, anche visivo, con l'ambiente esterno. L'edificio che pi di ogni altro dimostra la maturit della nuova concezione architettonica portata avanti da Walter Gropius la sede del Bauhaus costruita nel 1926 a Dessau. Si tratta di una costruzione molto articolata e felicemente rispondente alla complessit di funzione cui era destinata. Comprendeva un corpo di fabbrica per l'attivit didattica di natura teorica ed uno per i laboratori; e i due blocchi erano collegati tra loro da un elemento sopraelevato, destinato alle funzioni amministrative, sotto al quale passava la strada. L'edificio era completato da un corpo alto 5 piani che funzionava da dormitorio per gli studenti. E' un organismo completamente libero da ogni concezione prospettica tradizionale: non esiste infatti un fronte principale, una facciata. E un incastro di volumi chiaramente comprensibili soltanto attraverso un contatto diretto, cio attraverso una visione dinamica e non statica. I materiali in vista sono quelli che diverranno tipici del Razionalismo europeo degli anni Trenta: lintonaco bianco per i piani ed il vetro per i vuoti. Nel 1934 Gropius lasci la Germania nazista e, dopo un proficuo soggiorno di tre anni in Inghilterra, si stabil definitivamente negli Stati Uniti. Abbandonato lambiente in cui si era formato, egli trasforma abbastanza rapidamente il proprio modo di progettare: per prima cosa non usa in maniera esclusiva i materiali tipici del 41

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Razionalismo, accostando allintonaco ed al vetro il legno e la pietra. In tal modo egli dimostra di sapersi adattare alla concezione organica americana secondo la quale deve esistere una totale integrazione tra edificio e ambiente circostante, cos che i materiali devono essere, per quanto possibile, naturali e ricavati dal luogo stesso in cui viene situata la costruzione.

Fig.64: W.Gropius Officine Fagus 1911

Il primo periodo dell'attivit di Le Corbusier. Cos come Gropius anche Le Corbusier si propone di sanare il dissidio sorto nella societ industriale tra tecnica e arte, tra aspetto quantitativo e aspetto qualitativo della progettazione. Ma, mentre Gropius impegna se stesso in una continua opera di collaborazione con gli altri ed offre i suoi migliori risultati teorici nella direzione di una scuola nella quale sta a stretto contatto con maestri ed allievi, Le Corbusier opera da isolato, preferisce porsi al di sopra delle parti e far discendere da questa posizione aristocratica le sue verit. Le Corbusier lo pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret, nato in Svizzera a La Chaux-deFounds, nel 1887 e morto, per annegamento, a Cap Martin nel 1965. Il documento forse pi famoso quello in cui, nel 1926, l'architetto espose i suoi "cinque punti di una nuova architettura". Essi sono: a) I pilotis b) I tetti-giardino c) La pianta libera d) La finestra in lunghezza e) La facciata libera L'edificio in cui Le Corbusier applica per la prima volta in maniera globale i cinque punti dell'architettura la villa Savoye costruita tra il 1929 e il 1931 a Poissy, non lontano da Parigi. Si tratta di un perfetto parallelepipedo a base quadrata, sostenuta da esili pilastri, con quattro facciate perfettamente uguali. Con questa casa Le Corbusier ha dimostrato tra l'altro come la possibilit di concentrare il peso su poche colonne porti come conseguenza principale 42

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una completa libert della pianta. Addirittura l'edificio come svuotato al suo interno e i tre piani sono collegati tra loro da una lunga rampa a lieve pendenza che sale dal pianterreno al cosiddetto tetto-giardino.

Fig.65: Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy

In Le Corbusier non esiste, diversamente da quanto avviene nell'architettura di Wright, un intimo rapporto tra edificio e natura; c' anzi un contrasto o, meglio, una volont di considerare l'architettura come un qualcosa che si impone alla natura. Le Corbusier, gi fin dai primi anni della sua attivit, si impegn nel campo dell'urbanistica. Per lui la progettazione a scala di citt appare fin dall'inizio fondamentale anche perch ci gli permette di superare molte delle limitazioni pi evidenti del movimento razionalista, che spingeva allora molti architetti, specialmente in Germania, a intendere il quartiere come una entit almeno parzialmente autonoma rispetto al contesto urbano. Nel 1925 propose per la

Fig.66: Le Corbusier, progetto per una citt con tre milioni di abitanti

ristrutturazione del centro di Parigi il cosiddetto "piano Voisin". In esso, a parte certe indicazioni abbastanza criticabili quali la sovrapposizione di un rigido sistema viario ortogonale sulla maglia urbana tradizionale, si ritrovano molti dei punti che diverranno tipici dell'urbanistica 43

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moderna : la classificazione delle strade secondo i diversi tipi di traffico, la differenziazione tra le tipologie residenziali, la razionale disposizione del verde. Mies van der Rohe. Ludwig Mies van der Rohe ha sempre ricordato le due principali esperienze che contribuirono alla sua formazione di progettista l'aver lavorato da ragazzo nell'officina del padre, un abilissimo artigiano della pietra di Aquisgrana, e l'aver frequentato come Gropius e Le Corbusier lo studio di Peter Behrens. La prima esperienza gli insegn ad apprezzare l'uso corretto dei materiali, la seconda lo indirizz invece verso il concetto di standardizzazione edilizia. Nella conciliazione di questo apparente contrasto tra la qualit della produzione artigiana e la quantit di quella industriale sta il significato vero della concezione progetturale di Mies van der Rohe. Nel 1927, in occasione della esposizione organizzata a Stoccarda dal Werkbund tedesco, Mies van der Rohe, oltre a redigere il piano urbanistico del quartiere-modello, nella sua veste di vicepresidente dell'organizzazione, realizza un blocco di case in linea a quattro piani con struttura in acciaio nel quale per la prima volta riusc a portare ad un livello qualitativo notevole elementi progettati per essere realizzati attraverso un processo di standardizzazione industriale. L'eccellente padronanza dell'uso dei materiali permetteva a Mies di passare dalla progettazione di un blocco di case a schiera a carattere popolare a quella di residenze unifamiliari estremamente lussuose come nel caso della villa Tugendhat a Brno del 1930. Nel 1937, dopo aver cercato di resistere pi di ogni altro architetto nel drammatico clima in cui si dibatteva la cultura tedesca oppresFig.67: MiesVan der Rohe, casa allesposizione del Werkbund, 1927 sa dal regime nazista, Mies van der Rohe si rec negli Stati Uniti. A Chicago Mies riprende idealmente l'esperienza portata avanti, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, dal massimo esponente della cosiddetta Scuola di Chicago Louis H. Sullivan. Si tratta del concetto di edificio alto, esasperatamente accentuato negli elementi verticali e composto attraverso la ripetizione di elementi tutti uguali tra loro: le cellule in cui si abita e si lavora. Anche in questa esperienza Mies riesce a conciliare perfettamente la scala gigantesca dellinsieme e quella piccolissima dei dettagli i quali raggiungono spesso, come nel caso del famosissimo Seagram Building, livelli di perfezione tecnica e di preziosit forse mai raggiunta da alcun altro architetto.

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