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A.A. 2006-07
Prof.ssa M. Ragosta
Laboratorio di Fisica
Alla base di ogni indagine scientifica c il cosiddetto postulato di INVARIANZA SPAZIO-TEMPORALE ovvero i fenomeni
naturali sono indipendenti, a parit di condizioni, dal momento e dal luogo in cui vengono osservati La conoscenza dei fenomeni naturali deve avvenire, per quanto possibile, in maniera OGGETTIVA, indipendentemente dalla persona e dalle procedure utilizzate. Nell indagine scientifica quindi necessario seguire un metodo che tenga costo delle esigenze suddette. Il metodo pu essere cos schematizzato Individuare e definire il fenomeno che si vuole studiare. Individuare un certo numero di sue caratteristiche o propriet, ognuna delle quali deve potersi valutare
quantitativamente. In altre parole di devono individuare le grandezze fisiche caratterizzanti il fenomeno in studio e le procedure sperimentali per poterle misurare. Risalire, dalle osservazioni effettuate, a come sono legate fra loro le diverse grandezze ovvero stabilire le leggi fisiche. Verificare che le leggi invidiate descrivano bene il
fenomeno osservato. La fisica la scienza delle misure, ma fare misure non cos semplice come lesperienza quotidiana potrebbe suggerire. Infatti non solo importante acquisire la misura ma saper valutare lACCURATEZZA con cui essa stata realizzata.
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Errore = sbaglio ?
oppure
Errore = Incertezza ?
In qualsiasi misura inevitabile che ci sia incertezza nella determinazione del loro valore esatto. La miglior cosa che possibile fare fornire un particolare valore della misura, detto valore pi attendibile o probabile X, con la garanzia che il valore "vero" sia quello stesso numero, pi o meno una certa quantit, chiamata X errore assoluto o massimo Il risultato di qualsiasi operazione di misura deve essere dato nella forma
X X
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Er =
e di
X X
Er % =
Si noti che, mentre l'errore assoluto ha la stessa unit di misura della grandezza misurata, l'errore relativo adimensionale. E evidente che una misura tanto pi accurata quando pi piccolo lerrore relativo e percentuale.
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Gli errori sistematici pi comuni sono quelli dovuti al cattivo funzionamento della strumentazione utilizzata. Un'altra fonte di errore sistematico si ha quando lo strumento di misura interferisce con il funzionamento dell'apparato su cui si sta misurando una grandezza. Infatti questa diversa con e senza strumento di misura applicato. Gli errori sistematici, una volta individuata la causa, possono essere eliminati.
errori casuali sono quelli dovuti Gli all'operatore ed alle condizioni sperimentali della particolare misura. Questi errori modificano casualmente il risultato della misura. Tali fluttuazioni sono dovute allimpossibilit di riprodurre esattamente in ciascuna operazione di misura le stesse condizioni sperimentali.
Gli errori casuali possono essere minimizzati ma non si possono mai eliminare del tutto.
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Si indichi con X una generica variabile aleatoria, cio soggetta soltanto ad errori casuali, e si supponga di effettuare su di essa un numero N di misure.
Il valore pi probabile X quello letto sullo strumento e l'incertezza suggerita dalla sensibilit dello strumento; si parla pertanto di errore di sensibilit. Questo caso si presenta quando la misura fatta con uno strumento poco sensibile. Lerrore di sensibilit un errore massimo che assorbe tutti gli errori casuali.
la
pi
piccola
variazione
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2 Caso - Si eseguono alcune misure (N piccolo) e queste danno valori diversi tra di loro. In questo caso il valore pi probabile il valore medio. Una stima piuttosto pessimistica dell'errore assoluto la semidispersione definita come
X max X min 2
Una miglior stima dell'errore assoluto pu essere ottenuta considerando gli scarti ovvero le differenza fra la media e ciascuna misura Xi
i = X X i
la media degli scarti zero e non ci serve a caratterizzare le variazioni delle misure intorno alla media. A tal fine si pu invece definire
X =
X X
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3 Caso - Si eseguono molte misure (N grande) e queste danno valori diversi tra di loro. In questo caso il valore pi probabile ancora il valore medio. La stima dellerrore assoluto la deviazione standard
(X
i
X )2
N 1
X
E' definita, inoltre, varianza la quantit 2 Quando il risultato di una serie di misure dato si intende dire che la nella forma probabilit che, ripetendo una singola misura, essa cada nell'intervallo
X = X
X < X < X +
del 68,3%, oppure che il 68.3 % delle misure eseguite cade in tale intervallo.
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Esempio
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E stato osservato che, se si effettuasse un numero infinito di misure e se il sistema di misura non presentasse limiti di risoluzione, listogramma degli scarti tende a divenire una curva continua f(X) chiamata distribuzione limite. La funzione di distribuzione tipica la "distribuzione normale" o "Gaussiana" la cui espressione matematica :
1 f (X ) = e 2 ( X )2 2 2
Il coefficiente davanti allesponenziale detto coefficiente di normalizzazione. Il un parametro di larghezza della distribuzione e ne il valore atteso La deviazione standard ha il significato di parametro di larghezza della funzione di distribuzione. Essa la met della larghezza della funzione ad unaltezza pari a 0.607 dellaltezza massima della funzione stessa.
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La probabilit che una singola misura cada in un dato intervallo [a,b], data da:
P ( a X b) =
1 2
e
a
( X )2 2 2
dX
La probabilit che una misura cada entro una deviazione standard data dallintegrale:
1 P (entro ) = 2
( X )2 2 2
dX
P (entro ) =
1 2
+1
y2 2
dy = 0.68
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generico
[-t<x<+t]
P (entrot ) =
1 2
+t
y2 2
dy
Il grafico mostra che il 68% di un numero elevato di misure di una grandezza, presenta una deviazione inferiore a ; il 95,4 % delle misure ha un deviazione inferiore a 2, mentre il 99.7 % delle misure ha una deviazione inferiore a 3.
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A.A. 2003-04
E quindi necessario distinguere in una misura le cifre significative da quelle non significative.
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A.A. 2003-04
Esempio: La lunghezza di un campione misurata con un righello millimetrato di 9,7 cm. La sensibilit del righello del decimo di centimetro, ci significa che la lunghezza reale compresa tra 9.6 e 9.8 cm. Pertanto la lunghezza del campione dovrebbe esprimersi correttamente in (9,70.1)cm e non avrebbe senso scrivere 9.70 cm perch ci avrebbe comportato luso di uno strumento sensibile al centesimo di cm cio (9,700.01)cm; in tal caso la misura assumerebbe una cifra significativa in pi perch lo strumento pi sensibile. Se si ripetesse N volte questa misura, osservando una distribuzione di valori caratterizzata da una media e da una deviazione standard, sarebbe lecito assegnare agli errori statistici (deviazione standard) un valore di un ordine di grandezza migliore di quella dellerrore massimo (errore di sensibilit o semidispersione).
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Caso 1 L = 9,70.1 cm Se il risultato di una misurazione e L=0.1 cm lerrore di sensibilit dello strumento Caso 2 L = 9,70.1 cm Se il risultato di poche misure ripetute, 9,7 il valore medio e L=0.1 cm la semidispersione o la media degli scarti Caso 3 L = 9,780.05 cm Se il risultato di N misure ripetute, 9,78 il valore medio e L=0.05 cm la deviazione standard. E ragionevole non indicare nella misura pi cifre decimali di quante ne ha la sua incertezza. Si ha cos la regola generale: Lultima cifra significativa del risultato di una misura deve essere dello stesso ordine di grandezza dellerrore.
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Si tenga presente che il numero di cifre significative del risultato di unoperazione di pi misure deve essere uguale a quello della misura meno precisa.
Esempio: Supponiamo di sommare le tre masse 31.4 g + 2.36 g + 0.527 g. Il risultato fornito dalla calcolatrice 34.287 g Non tutte le cifre dopo la virgola hanno senso fisico, poich almeno una delle grandezze iniziali limita la sua precisione alla prima cifra dopo la virgola. La risposta corretta quindi, arrotondando per eccesso, 34.3 g.
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dz z dx z dy = + dt x dt y dt
questa anche la formula di derivazione delle funzioni composte. Se dalla espressione precedente togliamo la dipendenza dalla variabile t si ottiene il differenziale totale dz
z z dz = dx + dy x y
E noto infatti che il differenziale di una funzione rappresenta la sua variazione infinitesima per variazioni infinitesime delle variabili indipendenti x, y.
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Errore massimo di una misura indiretta. Le misure dirette sono quelle misure effettuate dal confronto diretto con una unit di misura presa come riferimento. Si considerino invece le misure indirette, cio le misure di quelle grandezze ricavate attraverso relazioni analitiche in cui compaiono pi misure dirette. Per determinare lerrore su una misura indiretta si deve partire dalla valutazione degli errori sulle misure dirette. Se la funzione z = z (X1, X2, X3, ) dipende dalle misure (X1, X2, X3, ) ricavate con operazioni sperimentali, ci domandiamo qual lincertezza con cui noi conosciamo z tenendo presente lincertezza sulle misure X1, X2, X3, ?
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Il differenziale totale di z :
z =
i
z dX i X i
Se consideriamo che gli errori massimi delle grandezze dirette Xi rappresentino piccole variazioni delle variabili indipendenti, allora possiamo stimare lerrore della grandezza derivata tramite il differenziale totale della funzione z = z (X1, X2, X3, )
z
i
z X i X i
Si vede chiaramente che l'errore da cui affetta una misura indiretta sempre superiore a quelli di cui sono affette le misure fatte direttamente.
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A.A. 2003-04
La presenza del modulo nella relazione precedente giustificato dal fatto che alla base della teoria degli errori, vi la condizione per cui lerrore di una qualsiasi grandezza ricavata con misura indiretta, non pu essere minore del pi elevato tra gli errori delle grandezze componenti. In base a questa propriet, anche se lapplicazione della formula precedente darebbe luogo a operazioni di differenza sugli errori, tali differenze vengono trasformate in somme (principio di additivit degli errori). In questo modo si combinato leffetto dei Xi nel pi pessimistico dei modi proprio per ottenere lerrore massimo possibile anche sulla misura di z.
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A.A. 2003-04
Quando le incertezze X sono indipendenti e casuali , la somma precedente pu essere rimpiazzata da una somma in quadratura ottenendo una valutazione meno pessimistica per lincertezza nel valore calcolato di z.
z 2 z = X i X i i
Se le misure Xi sono governate da distribuzioni normali indipendenti, con deviazione standard xi allora anche i valori z sono distribuiti normalmente con deviazione standard data dalla
z =
z 2 X Xi i i
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