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Marxismo Rivoluzionario

n. 9

- I trimestre 2014

rivista teorica del Partito Comunista dei Lavoratori

LENIN NOVANTANNI DOPO

Torna Marxismo Rivoluzionario


la rivista teorica del Pcl
di E. Gemmo e F. Grisolia
Dopo una lunga interruzione, ricompare qui, per il momento in forma elettronica (in ogni caso stampabile) Marxismo Rivoluzionario, che fu la rivista teorica della sinistra trotskista conseguente del Partito della Rifondazione Comunista, organizzata nella Associazione Marxista Rivoluzionaria (AMR), e poi, sia pure per un solo numero, del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori, che visse tra la nostra rottura con il PRC, nel maggio 2006 e il 1 congresso del Pcl, a gennaio del 2008. La sua mancata pubblicazione, come rivista teorica del PCL, dovuta prevalentemente a difficolta tecnico-organizzative, e stata certamente una grave mancanza per il nostro partito. In parte ad essa ha supplito, inevitabilmente, la pubblicazione di articoli semiteorici sul nostro foglio periodico, il Giornale Comunista dei Lavoratori. Con la ripresa Marxismo Rivoluzionario si ritorna ad una pi logica strutturazione della nostra stampa, con un organo teorico e un giornale prevalentemente di propaganda e, ove possibile, di agitazione. E vero che nella storia delle organizzazioni marxiste rivoluzionarie, privilegiando un giornale di propaganda e agitazione, non e stata rara lesistenza di un partito privo della pubblicazione di una rivista teorica. Cosi accadde, ad esempio, ai nostri compagni del Partido Obrero argentino, che, alla fine degli anni 90, interruppe per alcuni anni la pubblicazione della sua rivista teorica En defensa del Marxismo. Ma si e sempre trattato, al di ladi ogni valutazione specifica, di una scelta discutibile e obiettivamente negativa. Naturalmente ogni articolo o anche volantino di una forza conseguentemente marxista rivoluzionaria, contiene elementi di teoria; ma uno sviluppo complessivo in articoli privi di limiti di spazio ristretti e tesi non a presentare in maniera semplificata e popolare le nostre teorie ma a riesaminarle, approfondirle e , se necessario aggiornarle; e ad analizzare, in maniera compiuta gli avvenimenti odierni, proprio alla luce della teoria marxista, e certamente cosa molto diversa. A questo serve dunque Marxismo Rivoluzionario: a chiarire al Partito ( e, nellambito di un quadro piu vasto, allInternazionale) le nostre posizioni programmatiche, per formare su di esse in particolare i nuovi militanti e gli aderenti al partito e renderli cosi in grado di meglio saper intervenire, da quadri marxisti rivoluzionari, nella lot-

Sommario:
pag 1. Torna Marxismo Rivoluzionario La politica di Lenin di Marco Ferrando pag 6. Una vita per la rivoluzione di Tiziano Bagarolo pag 18. Natura e funzione del partito di Franco Grisolia pag 23. Coscienza spontanea e coscienza socialista di V. Lenin pag 25. Lenin sconosciuto: la rivoluzione sovietica e lecologia di T. Bagarolo pag 38. Lenin e la lotta contro Stalin di Eugenio Gemmo pag 41. Lettera al Congresso il Testamento di Lenin pag 43. Il partito leninista uno strumento ancora attuale di Piero Nobili Marxismo Rivoluzionario n. 9 - I trimestre 2014 Direttore Responsabile Francesco Moisio Condirettori Franco Grisolia Eugenio Gemmo Giacomo Cei Hanno collaborato Marco Ferrando Piero Nobili
supplemento al giornale comunista dei lavoratori

di E. Gemmo e F. Grisolia pag 3.

Senza teoria rivoluzionaria non ci pu essere movimento rivoluzionario! Lenin


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Progetto grafico

ta di classe. Come scriveva Lenin Senza teoria rivoluzionaria, non ce movimento rivoluzionario. Questo numero di ripresa e un numero speciale dedicato proprio al grande teorico marxista e dirigente della rivoluzione russa del 1917, Lenin. Cadono infatti allinizio di questanno, e precisamente il 21 gennaio, 90 anni dalla sua morte. Ricordarne il contributo essenziale, al contempo, appunto, teorico e pratico, al marxismo e un dovere per un partito come il nostro. Cosi come ricordare che a partire dal momento della sua grave malattia, nel 1923, e poi della sua morte, si sviluppo il lungo processo della controrivoluzione staliniana, che massacrer la grande maggioranza dei quadri dirigenti della rivoluzione del 1917 e, con un lungo percorso, porter fino alla restaurazione del capitalismo in Russia e negli altri stati che, sia pure in forma distorta, erano sfuggiti al controllo del capitalismo, sempre sulla base della spinta propulsiva della rivoluzione diretta in primis da Lenin. E se alla base della controrivoluzione staliniana, ci furono fenomeni oggettivi ( il fallimento dellestensione della rivoluzione socialista allEuropa occidentale, larretratezza sociale ed economica della Russia, etc.), la sua morte favori enormemente linstaurazione di tale processo contro-rivoluzionario. Gli articoli qui presenti sono, in maggioranza rielaborazioni di quelli pubblicati su Marxismo Rivoluzionario n. 3 pubblicato 10 anni fa, in occasione dellottantesimo

anniversario della morte, ad eccezione dellarticolo sullattualit del Partito leninista come strumento rivoluzionario e di quello sullultima battaglia di Lenin contro Stalin. Che si ripubblichino tali articoli e logico, in quanto nulla e cambiato della nostra analisi politica del leninismo e di Lenin. Daltro canto

si, Sorini, etc, e anche, in questo modo, cercare di educare politicamente quegli elementi, centristi di sinistra , che, con grande confusione teorica e ideologica, per il loro impulso rivoluzionario sostenevano, tra mille dubbi, il nostro documento nei vari congressi del PRC ( compagni, che in buona misura, salvo alcune importanti maturazioni, si sono poi persi per strada nel periodo tra il 2006 e il 2008). Oggi quelle esigenze non sono pi presenti e gli articoli, pur restando in larga misura uguali, hanno perso quei riferimenti datati. Nel riprendere la pubblicazione di Marxismo Rivoluzionario, ci sentiamo in grado di prendere un impegno. Questo numero non sara una tantum. Quello che abbiamo affermato allinizio di questa nota introduttiva ci obbliga ad essere coerenti. Non sappiamo dire se gi il prossimo numero, che uscir prima dell estate, sara stampato o ancora in forma telematica. Ma lobbiettivo di mantenere questa voce teorica del trotskismo conseguente in Italia lo dobbiamo realizzare e, per quanto siano le difficolt, crediamo proprio che lo realizzeremo. Per contribuire anche con questa rivista a rafforzare lunico partito in Italia, che si pone realmente , nella tradizione di Marx ed Engels , di Lenin e di Trotsky e del Partito Comunista dItalia del 1921, la rivoluzione socialista nel nostro paese, nellambito dellobiettivo strategico dei Comunisti fin dal Manifesto del 1848: la rivoluzione socialista internazionale, con la costituzione della repubblica mondiale dei consigli dei lavoratori.

-oltre al fatto che una rivisitazione di un articolo pu sempre permettere di affinarlo, chiarendo meglio i concetti e i fatti o aggiungendone di trascurati- un articolo teorico marxista non e un testo astratto, ma, in larga misura uno strumento di battaglia e formazione politica legata alla situazione in cui ci si trova. In particolare 10 anni fa la AMR era una corrente organizzata allinterno del PRC. Per questo era importante argomentare la difesa e spiegazione del leninismo sia di fronte alle posizioni neo-socialdemocratiche di sinistra di Fausto Bertinotti, che a quelle neo-staliniste dellala capeggiata da Gras-

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LA POLITICA DI LENIN
di Marco Ferrando

Principi e tattica per la rivoluzione


Luxemburg e Lenin nella bat- Se i socialisti fossero determinantaglia internazionale antire- ti per una pi avanzata maggiovisionista ranza politica di governo un loro
Lautonomia di classe del movimento operaio dalla borghesia la base stessa del marxismo. Tutta la politica di Lenin parte dalla riaffermazione di questo principio basilare. E non in termini astratti, ma nel vivo della battaglia politica allinterno del movimento operaio internazionale e della socialdemocrazia russa. Lungo il corso della sua evoluzione storica, gi nel primissimo Novecento la II Internazionale aveva visto riaffacciarsi al proprio interno tendenze apertamente revisioniste: che mettendo in discussione la prospettiva stessa della rivoluzione socialista, attaccavano il principio dellindipendenza politica di classe e legittimavano scelte di collaborazione con governi borghesi. Se la via realistica al socialismo passava ormai attraverso la progressiva modifica degli equilibri parlamentari e istituzionali, perch mai continuare ad opporre unobiezione di principio allingresso di propri ministri nei governi borghesi progressisti? disimpegno e isolamento propagandistico non favorirebbe forse le forze reazionarie a tutto danno del movimento operaio?

Autonomia di classe e battaglia per legemonia, intransigenza dei principi e duttilit della tattica: sono questi gli elementi essenziali della politica di Lenin sia sul versante russo, sia sul versante internazionale. Con una precisa avvertenza: nessuno di quegli elementi in qualche modo isolabile, ed anzi ognuno di essi trova il suo stesso significato proprio nella relazione dialettica con linsieme degli altri fattori. E questa relazione a sua volta governata dal fine: il rovesciamento della borghesia, la conquista proletaria del potere. Tenere presente questo insieme, razionalizzarlo, assimilarlo condizione decisiva per comprendere il leninismo nella sua profondit e attualit. Rimuoverlo o disperderlo significa fare, fosse pure involontariamente, la caricatura del leninismo; e prestarsi a quelle innumerevoli e interessate deformazioni di cui stato oggetto da parte della socialdemocrazia, dello stalinismo, del centrismo.

Eduard Bernstein aveva dato corposit teorica a queste sollecitazioni, ben presenti nel settore parlamentare della socialdemocrazia tedesca e nelle sue rappresentanze istituzionali regionali (lander). E il caso Millerand in Francia nel 1900, con laperto ingresso di un parlamentare socialista in un governo borghese, testimoniava che la questione era tuttaltro che una questione teorica. Queste posizioni furono inizialmente combattute dalla maggioranza delle forze dellInternazionale. Ma in termini e da angolazioni significativamente differenti. Kautsky e il suo centro svilupparono un contrasto debole, segnato dalla preoccupazione dominante di una possibile scissione della destra parlamentare della socialdemocrazia: un contrasto che finiva col ridurre la questione,

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fondamentalmente, alla necessaria riaffermazione dellautorit del partito nei confronti dei suoi gruppi parlamentari ma che sminuiva il carattere politico e di principio del problema. Era lesordio storico del centrismo, e il presagio della sua deriva futura. Fu invece la sinistra rivoluzionaria dellInternazionale a partire da Rosa Luxemburg a sviluppare contro il revisionismo una battaglia politica di fondo e di principio. Riforma sociale o rivoluzione, scritto dalla grande Rosa nel 1898 in diretta risposta a Bernstein, sotto questo profilo un testo magistrale che demolisce lintero impianto teorico del revisionismo e ne sviscera impietosamente le implicazioni politiche e pratiche: innanzi tutto labbandono dellindipendenza politica di classe a favore del ministerialismo. E non si trattava solamente di una risposta teorica. Luxemburg denunci con vigore tutti i sintomi della cancrena che si avvicinava: dalle combinazioni governative tra socialdemocrazia tedesca e centro borghese cattolico in alcuni lander regionali sino al voto a favore da parte di settori parlamentari socialdemocratici a stanziamenti governativi per la spesa militare. Ed estese la battaglia al terreno internazionale: contrastando con due bellissimi articoli il cosiddetto esperimento belga, che nel 1902-03 aveva visto il sacrificio delle potenzialit di lotta indipendente del movimento operaio ad un inammissibile blocco politico, fosse pure transitorio, tra la socialdemocrazia belga e il liberalismo borghese in nome di una riforma (oltretutto contraddittoria) del sistema elettorale. Fu proprio questa vigorosa battaglia contro le prime manifestazioni della deriva emergente, a rivelare agli occhi di Rosa la timidezza opportunistica del centro di Kautsky, il suo rifiuto di una battaglia vera, e quindi ad affrettare la sua rottura col kautskismo nel 1908 (con lo scritto Teoria e prassi). La tendenza bolscevica della socialdemocrazia russa fu parte della battaglia della sinistra rivoluzionaria della II Internazionale. E vero: Lenin comprender pi tardi di Rosa la natura politica del centrismo kautskiano (e quando la comprender la sua contrapposizione al centrismo kautskiano

sar semplicemente spietata). Ma la sua opposizione al revisionismo fu dallinizio caratterizzata da unargomentazione di principio intransigente che andava ben al di l dellobiezione kautskiana. Valga per tutti larticolo del 1908 dedicato interamente alla denuncia del fenomeno revisionista e alla difesa dellindipendenza politica del proletariato internazionale: Lesperienza delle alleanze, degli accordi e dei blocchi col liberalismo socialriformista in Occidente e col riformismo liberale (cadetti) nella rivoluzione russa ha dimostrato in modo convincente che questi accordi non fanno che annebbiare la coscienza delle masse, non accentuano ma attenuano limportanza effettiva della loro lotta, legando i combattenti agli elementi pi inetti alla lotta, pi instabili e inclini al tradimento. Il millerandismo francese, che lesperienza pi notevole di applicazione della tattica politica revisionista su grande scala, su scala veramente nazionale, ha dato del revisionismo un giudizio pratico che il proletariato di tutto il mondo non dimenticher mai Il fine nulla, il movimento tutto, queste parole alate di Bernstein esprimono meglio di lunghe dissertazioni lessenza del revisionismo. Determinare la propria condotta caso per caso; adattarsi agli avvenimenti del giorno, alle svolte provocate da piccoli fatti politici; dimenticare gli interessi vitali del proletariato e i tratti fondamentali di tutto il regime capitalista, di tutta levoluzione del capitalismo; sacrificare questi interessi vitali a un vantaggio reale o supposto del momento, tale la politica revisionista. (Lenin, Marxismo e revisionismo, in Opere scelte, vol. II, p. 10). E non fu un testo isolato. Basti pensare a quanto Lenin scriveva, ad esempio, gi nel 1899: Che cosa hanno introdotto di

nuovo in questa teoria i chiassosi innovatori che hanno al presente sollevato tanto rumore, raggruppandosi attorno al socialista tedesco Bernstein? Assolutamente nulla: non hanno fatto fare un solo passo avanti ala scienza che Marx ed Engels ci hanno raccomandato di sviluppare; non hanno insegnato al proletariato nessun nuovo metodo di lotta; non hanno che ritirarsi, prendendo a prestito frammenti di teorie arretrate e predicando al proletariato non la teoria della lotta, ma la teoria dellarrendevolezza; dellarrendevolezza nei confronti dei peggiori nemici del proletariato, dei governi e dei partiti borghesi... (Lenin, Il nostro programma). Detto di passata, la riscoperta di questi articoli di Lenin gi di per s sufficiente a smentire radicalmente la tesi tanto diffusa di una natura esclusivamente russa del bolscevismo, di una sua estraniazione dalla storia del movimento operaio europeo. La verit opposta: nonostante lindubbia specificit delle condizioni russe, nonostante le specificit delle condizioni di vita della socialdemocrazia russa del primo Novecento, condannata ripetutamente alla clandestinit, Lenin e il bolscevismo trovarono naturale partecipare attivamente alla vita

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secondario) circa la dinamica della rivoluzione russa e, in essa, circa il rapporto tra misure democratiche e misure socialiste, quindi tra proletariato e masse contadine. Era, per cos dire, una formula algebrica, non priva di rischi, che solo lo sviluppo della rivoluzione del 17 e la battaglia di Lenin avrebbero tradotto come vedremo in termini conseguentemente rivoluzionari. Ma equivocare tra tale questione e il rapporto del bolscevismo con la borghesia liberale una colossale mistificazione. dellInternazionale e, in essa, alla battaglia per il marxismo rivoluzionario e per lindipendenza politica di classe. Socialdemocrazia e stalinismo, per ragioni diverse hanno cancellato questo Lenin internazionalista del primo Novecento. E bene che i marxisti rivoluzionari lo riportino oggi alla luce. Al di l delle sue contraddizioni irrisolte la formula della dittatura democratica degli operai e dei contadini non solo escludeva nel modo pi netto ogni blocco politico con la borghesia liberale russa ma si basava esattamente sulla rivendicazione della rottura pi radicale con quella borghesia .

della Russia, con il suo parlamento e le sue istituzioni liberali; e solo quando questo accadr potr iniziare la lotta della socialdemocrazia per il socialismo, che tappa storica successiva. Questa concezione generale che interpretava il materialismo storico in termini positivisti, secondo una visione sempre pi dilagante nella II Internazionale finiva con il teorizzare di fatto una politica di blocco con la borghesia nella rivoluzione democratica: quindi una sospensione della lotta contro la borghesia nel quadro di tale rivoluzione. Ebbene: il bolscevismo si svilupp contro questa concezione e questa politica. A partire da una concezione per molti aspetti opposta della rivoluzione russa e della sua prospettiva. Lenin riconosceva il carattere democratico dei compiti immediati della rivoluzione (riforma agraria e assemblea costituente). Ma non per questo riconosceva un ruolo egemone della borghesia nella rivoluzione. Al contrario. Lenin analizzava meticolosamente i mille intrecci tra zarismo e liberalismo russo, tra borghesia industriale e propriet fondiaria, tra borghesia russa e capitale internazionale. Perci stesso comprendeva che la borghesia russa non solo non si sarebbe posta alla testa di una rivoluzione democratica ma temeva la rivoluzione popolare pi di ogni altra cosa: il suo obbiettivo massimo era il superamento dellautocrazia zarista in direzione di una monarchia costituzionale, ma proprio per disinnescare la miccia di una possibile esplosione rivoluzionaria antizarista. Del resto: lo stesso liberalismo borghese nella rivoluzione francese del 1789 o nella rivoluzione inglese della met del Seicento, o nel risorgimento nazionale italiano, non si era forse sistematicamente contrapposto alla trascrescenza popolare della rivoluzione per non mettere a rischio il proprio ruolo sociale? Il giacobinismo francese, gli indipendenti di Cromwell, il mazzinianesimo italiano, le tendenze piccolo borghesi radicali delle rivoluzioni borghesi: non si erano forse scontrate, persino al di l delle loro intenzioni iniziali, con il carattere controrivoluzionario della borghesia liberale? E se ci era accaduto persino in epoche storiche non ancora segnate prevalentemente dalla contraddi-

Il bolscevismo contro lalle- In definitiva, tutta la concezione anza con la borghesia libe- leninista della rivoluzione russa, rale e tutta la battaglia del bolsceviMa soprattutto nella vicenda russa che la battaglia leninista per lautonomia del movimento operaio si dispieg in tutta la sua ricchezza come asse centrale del bolscevismo. Tanta parte della vulgata staliniana ha teso a ricostruire la storia del bolscevismo russo, come storia di una ricerca di blocco con la borghesia liberale in nome della necessit della rivoluzione democratica: una ricerca che poi sarebbe naufragata per il disimpegno della borghesia russa. Non era questo il senso essi dicono della vecchia parola dordine bolscevica della dittatura democratica degli operai e dei contadini? Nulla pi lontano dalla verit. La formula della dittatura democratica degli operai e dei contadini, varata da Lenin alla vigilia della rivoluzione del 1905, rivelava vero un problema irrisolto (e non

smo contro il menscevismo dal 1903-05 sino allottobre del 17 ruotano attorno a questo nodo strategico cruciale: la lotta per lindipendenza del proletariato russo dal liberalismo borghese progressista. La concezione menscevica della rivoluzione russa, in incubazione dal 1902-03 ma sviluppatasi compiutamente alla vigilia del 1905, si basava su un assunto molto chiaro: la prossima rivoluzione russa sar una rivoluzione borghese in virt dellarretratezza della Russia feudale e zarista, quindi il compito della socialdemocrazia sar quello di rispettare questa naturale tappa storica, rispettando legemonia borghese sulla rivoluzione, ed anzi incoraggiandola attivamente: perch solo se la borghesia si decider a prendere la testa della sua rivoluzione, superando incertezze e tentennamenti, si potr avviare una vera modernizzazione capitalistica e occidentale

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zione di classe tra capitale e lavoro e dello sviluppo del movimento operaio, quale ruolo rivoluzionario avrebbe mai potuto esercitare la borghesia russa a fronte di una classe operaia in rapida espansione e in un contesto internazionale segnato dallascesa sociale e politica del movimento operaio? La conclusione di Lenin era inequivoca: La borghesia russa e sar controrivoluzionaria sullo stesso terreno democratico. Il suo modello di riferimento diceva Lenin sar la via prussiana: un compromesso politico con lo zarismo attorno a un progetto di modernizzazione autoritaria, controllata, dallalto, senza la partecipazione popolare e contro le rivendicazioni operaie e contadine. Per questo unautentica rivoluzione democratica capace di realizzare in modo conseguente una radicale riforma agraria e di conquistare lassemblea costituente potr essere realizzata solamente dagli operai e dai contadini russi contro la borghesia russa. La formula della dittatura democratica operaia e contadina rifletter precisamente questa prospettiva di rottura col liberalismo russo in aperta contrapposizione al menscevismo. Aggiungo che la stessa concezione leninista del partito in contrapposizione alla concezione menscevica quale fu codificata nel II congresso del Posdr aveva una precisa connessione con le diverse concezioni delle due tendenze circa la prospettiva della

rivoluzione russa e il rapporto con la borghesia: il menscevismo ricavava dallinevitabile egemonia borghese sulla rivoluzione democratica una funzione sussidiaria della socialdemocrazia russa che doveva limitarsi a rappresentare le rivendicazioni economiche degli operai lasciando la politica alla borghesia. Da qui anche la famosa rivendicazione avanzata da Martov di un partito largo cui potesse appartenere ogni scioperante. Il bolscevismo ricavava dalla necessaria egemonia operaia e contadina sulla rivoluzione, in contrapposizione alla borghesia, la necessit di un partito davanguardia di militanti e di quadri radicato nella classe e tra le masse, capace di esercitare un ruolo rivoluzionario indipendente ed egemone. Infine la diversa concezione della rivoluzione russa in ordine al rapporto con la borghesia coinvolge lintero confronto tra bolscevismo e menscevismo attorno alla tattica elettorale. Il menscevismo rivendicava tradizionalmente (e praticava) le alleanza politico-elettorali con il liberalismo russo, ci che nei fatti significava ladattamento del menscevismo alla piattaforma liberale. Il bolscevismo si oppose ai blocchi elettorali con i liberali rivendicando lautonoma presenza della socialdemocrazia russa alle elezioni (e ammettendo invece la possibilit di accordi elettorali tecnici nelle cosiddette elezioni di secondo livello, riservate ai soli grandi elettori).

La politica leninista nella rivoluzione russa: lopposizione di principio ai governi borghesi


Ma fu il 1917 la cartina di tornasole decisiva della politica del bolscevismo. A seguito della rivoluzione di febbraio, che aveva rovesciato lo zarismo sotto londa durto di una gigantesca sollevazione popolare, i dirigenti menscevichi e socialrivoluzionari largamente maggioritari nei soviet si predisposero a sostenere il governo borghese provvisorio, dominato dal partito borghese dei cadetti e dal partito degli ottobristi. E a partire dal maggio 17 entrarono direttamente in un governo di coalizione con la borghesia. Non era forse borghese la rivoluzione russa? Non erano forse democratiche le rivendicazioni centrali della rivoluzione di febbraio? Occorreva consolidare la tappa democratica della rivoluzione e lunit democratica con la borghesia, evitando di spaventarla con rivendicazioni socialiste storicamente immature. Questa era la politica del menscevismo. La posizione di Lenin fu esattamente opposta. In aperto contrasto con la stessa posizione contraddittoria e incerta di una parte del gruppo dirigente bolscevico, Lenin svilupp una battaglia decisiva per affermare controcorrente lopposizione di classe del proletariato russo nei confronti del nuovo governo borghese. E vero, affermava Lenin, le rivendi-

UNA VITA PER LA RIVOLUZIONE


1870 Vladimir Ilic Ulianov nasce il 10 aprile a Simbirsk, citt sul Volga. Il padre, Ilja Nikoleavic Ulianov, un coscienzioso funzionario dellamministrazione scolastica di idee moderatamente progressiste. La formazione del giovane Lenin influenzata dal rigore della madre, Marija Aleksandrovna Blank, anchessa insegnante, e dallesempio del fratello maggiore Aleksandr (Sasa) che giovanissimo diventa militante dellorganizzazione populista Narodnaja Volja (Volont del popolo) ed giustiziato a ventanni per aver cercato di attentare alla vita dello zar. Vladimir si distingue negli studi che completa brillantemente presso il liceo cittadino (presieduto dal F.I. Kerenski, padre del futuro capo del governo provvisorio). Passa spesso lestate nel villaggio di Kokuskino, nella provincia di Kazan, dove ha modo di rendersi conto delle condizioni di vita dei contadini.

di Tiziano Bagarolo

1886 Il 12 gennaio muore il padre. 1887 Il 1 marzo viene arrestato Aleksandr, fratello maggiore di Vladimir, che con altri giovani rivoluzionari stava preparando un attentato contro lo zar Alessandro III. Processato, rifiuta il pentimento e viene condannato a morte; giustiziato l8 maggio. A settembre Vladimir si iscrive alluniversit di Kazan. In dicembre arrestato per aver partecipato alle proteste studentesche ed espulso dalluniversit. E costretto a risiedere a Kokuskino. 1888 Inizia privatamente gli studi di legge; intanto legge i testi dei rivoluzionari della generazione precedente; studia il Capitale di Marx. 1889 In primavera si stabilisce a Samara, dove rester per quattro anni. E un periodo di formazione e di studio, ma anche di incontri e di discussione

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cazioni di febbraio erano di carattere democratico. Ma il governo borghese scaturito da febbraio e sostenuto dal menscevismo si opponeva non a caso alla loro realizzazione: negava la terra ai contadini, rifiutava di convocare lassemblea costituente, continuava la guerra imperialista in totale contrapposizione alla rivendicazione della pace. Il problema non era premere sul governo borghese perch rispondesse alle richieste di massa. Il problema era di spiegare alle masse, sulla base della loro stessa esperienza, che nessun governo della borghesia e di coalizione con la borghesia poteva soddisfare le rivendicazioni democratiche elementari. E che solo rompendo con la borghesia e concentrando nelle proprie mani, cio nei soviet, tutto il potere era possibile realizzare le rivendicazioni di febbraio. Questa soluzione, a sua volta, avrebbe intrecciato inevitabilmente il completamento della rivoluzione democratica con la rivoluzione socialista, e la rivoluzione socialista russa con lo sviluppo della rivoluzione socialista internazionale. Nelle Tesi di aprile, Lenin sviluppa cos sino in fondo quel principio di indipendenza dalla borghesia che gi la formula della dittatura democratica degli operai e dei contadini conteneva; ma lo sviluppa contro le ambiguit di quella formula e in opposizione a chi si aggrappava ad essa per difendere una politica di sostegno, seppure critico, verso il governo

borghese provvisorio. La vittoria di Lenin nella battaglia interna al bolscevismo su questo punto cruciale fu determinante per la stessa sorte della rivoluzione russa. Questa politica di indipendenza di classe fu peraltro difesa e affermata da Lenin in un altro passaggio decisivo del processo rivoluzionario del 1917: il passaggio dellagosto. E un vero passaggio di scuola per la politica rivoluzionaria. Nellagosto 17 il governo borghese di Kerensky, che un mese prima aveva colpito e represso il partito bolscevico schiacciandolo nella clandestinit, fu apertamente attaccato e insidiato da destra, per opera di una controrivoluzione militare guidata da un generale zarista (Kornilov). Non si doveva dunque dismettere, fosse pure temporaneamente, lopposizione di classe al governo Kerensky, e passare al sostegno politico del governo democratico contro la reazione zarista? Non era questa la condizione stessa della difesa della rivoluzione di febbraio dal tremendo pericolo della controrivoluzione militare? La pressione sul bolscevismo fu fortissima e apr brecce in settori dirigenti del partito. Ma Lenin mostr unintransigenza inflessibile. Certo, si doveva combattere attivamente e in prima fila la reazione controrivoluzionaria con la pi ampia rivendicazione dellunit di lotta di tutte le forze operaie e popolari. Ma questo non significava affatto sostenere politicamente Ke-

rensky. Al contrario, occorreva dire la verit alle masse, nel momento stesso dellunit dazione: proprio la politica di Kerensky aveva aperto le porte a Kornilov, proprio la negazione delle rivendicazioni di febbraio e la repressione antioperaia e antibolscevica aveva allargato il margine di manovra della controrivoluzione. Dunque la lotta per la terra, per larmamento del popolo, per lassemblea costituente era pi che mai attuale proprio per indebolire le basi sociali della controrivoluzione, approfondire le sue contraddizioni e sconfiggerla: ci che implicava esattamente la continuit dellopposizione politica al governo, non la sua rimozione: E anche adesso non dobbiamo sostenere il governo Kerenski. Verremmo meno ai nostri principi. Come, ci si domander, non si deve dunque combattere Kornilov? Certamente bisogna combatterlo. Ma non la stessa cosa. Vi un limite tra le due posizioni, e questo limite alcuni bolscevichi lo sorpassano, cedendo al conciliatorismo, lasciandosi trascinare dal corso degli eventi. Noi facciamo e faremo la guerra a Kornilov come le truppe di Kerenski, ma non sosteniamo Kerenski, anzi smascheriamo la sua debolezza. Qui sta la differenza. E una differenza abbastanza sottile ma essenziale e che non si pu dimenticare. (Lenin, Al comitato centrale del Posdr, pp. 273-74). Questa posizione di principio che riaffermava lopposizione comunista al governo di centrosinistra non ostacol la battaglia contro

politica nel circolo giovanile locale organizzato attorno a lui o con esponenti populisti. 1892 Sostiene privatamente a San Pietroburgo lesame di laurea in legge che consegue a pieni voti. Inizia lattivit di avvocato difendendo i contadini poveri di Samara. 1893 Lascia a fine agosto Samara e si stabilisce a San Pietroburgo. In questo periodo sviluppa una battaglia politica in difesa del marxismo e di critica del populismo. E in contatto con i circoli operai del quartiere Nevskaja Zastava. 1894 In luglio scrive Che cosa sono gli Amici del popolo e come combattono contro i socialdemocratici, rivolto contro i populisti e a favore del socialismo marxista. 1895 A fine aprile parte per un viaggio in Europa dove incontra i rivoluzionari russi esiliati, fra cui il pi noto dei marxisti russi, Georgij Plechanov, lea-

der del gruppo Emancipazione del lavoro. A dicembre assieme a Martov (Julij Osipovic Cederbaum) fonda a San Pietroburgo la Lega di lotta per lemancipazione della classe operaia, uno dei primi nuclei del Partito operaio marxista in Russia. Conosce Nadezda Kostantinovna Krupskaja. Progetta con Martov la pubblicazione della Rabocaja Gazeta, giornale operaio illegale, ma l8 dicembre arrestato a San Pietroburgo; viene condannato a 15 mesi. 1896 Passa lintero anno in carcere studiando e scrivendo. 1897 A febbraio esiliato a Susenskoe in Siberia, dove pi tardi raggiunto da Nadezda Krupskaja. 1898 Nel marzo si svolge a Minsk il congresso di fondazione del Partito operaio socialdemocratico russo (Posdr).

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la reazione monarchica che fin sconfitta, col concorso degli stessi bolscevichi. In compenso cre le migliori condizioni perch un mese dopo il bolscevismo apparisse lunico possibile riferimento alternativo per lavanguardia di massa degli operai, dei contadini, dei soldati a fronte del fallimento del governo di coalizione. Era la premessa decisiva dellOttobre. E appena il caso di osservare che la rivoluzione dOttobre si realizz rovesciando un governo di centrosinistra, frutto di una rivoluzione democratica e sostenuto dai vecchi partiti di sinistra: bene ricordarlo ai tanti teorizzatori di un Lenin precursore dei fronti democratici e dei governi progressisti. La lezione della rivoluzione russa circa la necessaria indipendenza politica dei comunisti fu estesa da Lenin alla III Internazionale comunista. Le fondamenta programmatiche dellInternazionale, gi al primo congresso del 1919, furono al riguardo inequivocabili: il rifiuto di ogni coalizione con la borghesia, di ogni sostegno, diretto o indiretto, ai governi borghesi fu assunto dallintero movimento comunista internazionale delle origini come discriminante di fondo nei confronti del riformismo e del centrismo. Peraltro, proprio il rifiuto di ogni sostegno ai propri governi di guerra e la rivendicazione del disfattismo rivoluzionario aveva rappresentato il terreno della rottura definitiva col socialsciovinismo

riformista della II Internazionale e della costituzione della III Internazionale. Successivamente in occasione del secondo congresso dellInternazionale, il rifiuto di ogni forma di coalizione o sostegno ai governi della borghesia, anche dei pi democratici, rientr tra le 21 condizioni formalmente poste per ladesione allInternazionale: e quindi rappresent in quel contesto uno dei terreni di demarcazione di principio da ogni forma di centrismo conciliatore. La stessa critica dellestremismo, malattia infantile del comunismo (su cui torner) contrariamente al diffuso luogo comune seminato ad arte dallo stalinismo non ammorbid affatto lintransigente opposizione ad ogni governo borghese. Al contrario, proprio nellEstremismo possibile co-

gliere, di passata, lampia argomentazione di Lenin in replica ai comunisti inglesi su come meglio prepararsi a rovesciare un possibile futuro governo laburista, governo di furfanti e della borghesia, entro la pi totale indisponibilit a qualsiasi attenuazione della critica dei comunisti nei loro confronti. Cos come nel quadro della difesa della politica seguita dalla sezione tedesca (criticata invece dalla sinistra interna) Lenin non manc di rigettare largomento teoricamente e politicamente sbagliato secondo cui sarebbe stato possibile entro la democrazia borghese, un governo di sinistra al di sopra delle classi quale passo transitorio verso la dittatura del proletariato: no, diceva Lenin, entro la repubblica borghese ogni governo, quale che sia la sua composizione politica, altro non sarebbe di fatto che

Il 10 luglio sposa Nadezda Krupskaja. 1899 Pubblica il lavoro, composto in gran parte in carcere, Lo sviluppo del capitalismo in Russia, imponente studio sulle tendenze dello sviluppo sociale della Russia. 1900 A febbraio, terminato lesilio in Siberia, si stabilisce a Pskov. A luglio lascia la Russia e inizia la sua attivit pubblicistica. A settembre si stabilisce a Monaco, in Germania. Esce a dicembre il primo numero del giornale Iskra (scintilla) con cui vuole contribuire a organizzare il partito, fortemente colpito e disorganizzato dalla repressione, su basi politiche marxiste e rivoluzionarie. Collaborano al progetto Plechanov, Zasulic, Akselrod, Potresov e Martov (e dalla fine del 1902 anche il giovane Trotsky). 1901 A maggio la moglie lo raggiunge allestero dopo aver terminato di scontare il proprio esilio a Ufa, in Siberia. Nel dicembre usa per la prima volta lo pseudonimo Lenin, probabilmente ispirato al

fiume siberiano Lena. 1902 Pubblica nel marzo il saggio Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento, in cui critica la comune sottomissione alla spontaneit del terrorismo e delleconomismo e rivendica la costituzione di un partito centralizzato e disciplinato, capace di unire le forze e conquistare le masse a unazione politica rivoluzionaria. 1903 In aprile, dopo un breve soggiorno a Ginevra, si stabilisce a Londra, dove a fine luglio si riunisce il secondo congresso del Posdr. Si verifica in tale occasione la spaccatura fra bolscevichi (maggioritari) e menscevichi (minoritari). Perde il controllo dellIskra. 1904 Nel maggio pubblica Un passo avanti, due indietro, in cui torna sui problemi politici e organizzativi affrontati nel secondo congresso. A fine dicembre a Ginevra inizia la pubblicazione

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un governo della classe borghese per il quale i comunisti non possono portare alcuna responsabilit. E proprio la denuncia di ogni governo come comitato daffari della borghesia anche nella repubblica pi democratica al centro dellelaborazione leninista di Stato e rivoluzione, del Rinnegato Kautsky e di centinaia di articoli. Infine il principio della rottura con la borghesia e il rifiuto di ogni forma di governismo borghese fu riaffermato in relazione al contesto dei paesi coloniali e semicoloniali: dove il Congresso internazionale dei popoli oppressi di Baku (1920) e le Tesi dellInternazionale sulla questione coloniale distinguevano nettamente la possibile convergenza dei comunisti con movimenti nazionali di liberazione radicali e rivoluzionari a guida piccolo borghese (vedi la propo-

sta dei fronti unici antimperialisti) dallaperto respingimento di ogni blocco con le forze della borghesia nazionale indigena, agenzia dellimperialismo presso il popolo oppresso. Su ogni terreno e da ogni versante lantigovernismo bolscevico rappresent il recupero pi coerente della tradizione rivoluzionaria di Marx e di Engels. Solo la malafede o lignoranza possono negare o nascondere questa verit.

darne unimmagine semplificata e poco formativa della politica di Lenin. Magari unimmagine cara al bordighismo e a qualche setta ultrasinistra, ma semplicemente non vera, non corrispondente alla realt. Per Lenin la difesa ostinata e prioritaria del principio dellautonomia di classe e del rifiuto di ogni coalizione con la borghesia non fu mai un fine a s, una semplice linea di confine, un puro atto di autodemarcazione. Fu sempre in funzione della prospettiva rivoluzionaria reale. Quindi fu sempre connessa e dialettizzata alla politica di conquista della maggioranza delle masse politicamente attive, che condizione decisiva per la conquista proletaria del potere. E, a sua volta, lazione di conquista della maggioranza la politica tesa a strapparla allinfluenza di quei partiti e direzioni (riformiste, centriste, nazionaliste borghesi o piccolo borghesi) che controllano le masse in funzione della democrazia borghese e/o imperialista: la lotta per unaltra direzione, unaltra egemonia nella/della lotta di massa. Questo un punto davvero essenziale della politica di Lenin. Una lunga tradizione, particolarmente forte nel filone togliattiano dello stalinismo, ma soprattutto nella nuova sinistra italiana ha teso spesso a contrapporre Gramsci e Lenin nella questione strategica dellegemonia. Secondo questa lettura, Lenin avrebbe incarnato in buona sostanza una tradizione ri-

La conquista della maggioranza della classe: la lotta di lenin contro lestremismo


E tuttavia una lettura del bolscevismo semplicemente e solo come difesa dellautonomia di classe e intransigenza dei principi, pur cogliendo un elemento essenziale di verit, finirebbe anchessa per

di un nuovo giornale, Vpered (avanti). 1905 Con la domenica di sangue (9 gennaio) a San Pietroburgo comincia la prima rivoluzione russa. Ad aprile si svolge il terzo congresso del Posdr, a cui i menscevichi non partecipano. Scrive in giugno Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica, in cui discute in modo sistematico le divergenze con i menscevichi. In novembre torna a San Pietroburgo dopo lamnistia per i prigionieri politici e gli esiliati proclamata dal governo. 1906 In aprile si svolge a Stoccolma il quarto congresso del Posdr, detto di unificazione perch vede la partecipazione dei menscevichi. E eletto nel presidium.

1907 A gennaio si reca in Finlandia, a Kuokkala, per ragioni di sicurezza. A maggio si svolge il quinto congresso del Posdr. Lenin rieletto nel presidium. Ad agosto partecipa al congresso di Stoccarda dellInternazionale socialista. Assieme a Rosa Luxemburg presenta una risoluzione sulla guerra che viene approvata; vi si sostiene, qualora il proletariato non riesca a impedirla, la sua trasformazione in lotta rivoluzionario contro il capitalismo. 1908 A gennaio si stabilisce a Ginevra. Ad aprile visita Maxim Gorkij a Capri dove incontra anche Bogdanov. In autunno completa lo scritto Materialismo ed empiriocriticismo, in difesa del materialismo marxista e contro la tendenza machista fatta propria da Bogdanov e da altri importanti esponenti della sinistra bolscevica come Bazarov e Lunaciarskij. La polemica filosofica, tuttavia, solo laltra faccia della battaglia politica che oppone Lenin alle

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voluzionaria operaista-economicista in qualche modo espressione dellarretratezza russa, del carattere semplificato di quella societ civile e della particolare debolezza di quello Stato (il tutto secondo un inquadramento esclusivamente russo del fenomeno bolscevico). Viceversa Gramsci avrebbe incrnato un marxismo creativo, vitale, occidentale, espressione della maggiore complessit della societ civile europea e quindi capace di superare la vecchia rozzezza delloperaismo e delleconomicismo russo in direzione del concetto dellegemonia. Questa rappresentazione falsa da cima a fondo. Da un lato deforma il pensiero e la politica di Gramsci per avallarne un inesistente antileninismo (tema che non rientra nelleconomia di questo scritto). Dallaltro ignora soprattutto un aspetto essenziale dellintera politica di Lenin: che per lappunto la battaglia per legemonia. La battaglia per legemonia nel pensiero e nella politica di Lenin si pone a due livelli distinti e intrecciati: la battaglia per legemonia nella classe e la battaglia per legemonia della classe sullinsieme delle masse oppresse e sfruttate, sul blocco sociale dellalternativa rivoluzionaria. Sul primo terreno Lenin svilupp una polemica costante contro le posizioni, generalmente estremiste (e spesso settarie) che si atte-

stavano sulla pura e semplice petizione comunista e rivoluzionaria di tipo identitario senza curarsi della conquista delle masse. Queste posizioni, apparentemente radicali, hanno, secondo Lenin, un risvolto teorico e pratico disastroso. Sul piano teorico contraddicono lessenza stessa del marxismo come guida per lazione rivoluzionaria, ostile per definizione alla semplice passivit propagandistica. Sul piano politico sanciscano la rinuncia alla costruzione di una direzione di massa alternativa e quindi favoriscono la tenuta del controllo burocratico riformista (o centrista) nelle masse stesse. Il bolscevismo si quindi costruito e affermato contro queste posizioni sul piano nazionale e internazionale. E nel corso di tutta la sua storia. E relativamente nota la polemica di Lenin contro il rifiuto di lavorare nei sindacati di massa e contro il rifiuto alla partecipazione ai parlamenti borghesi. Meno nota la natura dellargomentazione di Lenin e il fatto che quella battaglia sia stata sviluppata nello stesso contesto russo e ben prima della precipitazione rivoluzionaria del 17. Dopo la sconfitta della rivoluzione russa del 1905, e in particolare negli anni 1908-1910, Lenin fu impegnato nelle fila stesse del bolscevismo in uno scontro politico durissimo contro le tendenze dellotzovismo e dellultimati-

smo. Queste tendenze rispondevano alla sconfitta della rivoluzione e alla diffusa demoralizzazione con una radicalizzazione formalistica delle posizioni: Che senso ha lavorare in sindacati in larga misura controllati da Zubatov e dalla polizia zarista? Che senso ha partecipare ad elezioni truccate, entro regole elettorali vessatorie e umilianti per la socialdemocrazia russa? Che senso ha puntare a partecipare a una Duma reazionaria, puntello dello zarismo, frutto della sconfitta della rivoluzione? La proposta era semplice: uscita dai sindacati e boicottaggio della Duma. Una proposta che faceva proseliti nel bolscevismo perch appariva pura, intransigente, frontalmente contrapposta a quel liquidazionismo menscevico che puntava alla legalizzazione della socialdemocrazia entro una sorta di costituzionalizzazione dello zarismo. La polemica di Lenin fu durissima contro tali posizioni. E non, come potrebbe intendersi, da un versante per cos dire moderato, di chi si preoccupa semplicemente di salvaguardare la presenza istituzionale del partito. Ma dal versante della prospettiva rivoluzionaria. Proprio perch la rivoluzione stata temporaneamente sconfitta, proprio perch il movimento di massa ripiegato, proprio perch i rivoluzionari sono pi deboli e isolati tra le masse, proprio per questo il problema decisivo per i rivoluzionari non quello di arrendersi al proprio isolamento, costruendovi sopra una

tendenze estremiste del partito che, nella fase di riflusso della rivoluzione, propongono una fuga in avanti (il boicottaggio delle elezioni alla Duma zarista) che Lenin giudica sterile e pericolosa perch separa il partito dalle masse. A novembre si reca a Parigi. 1910 Si riunisce a fine gennaio a Parigi il comitato centrale del Posdr con lo scopo di cercare una riunificazione delle tendenze, senza risultato. Conosce la rivoluzionaria franco-russa Inessa Armand, con cui intreccia una relazione sentimentale per il resto della vita. In agosto partecipa alla conferenza di Copenaghen dellInternazionale socialista. 1911 In estate organizza e dirige la scuola di partito di Longjumeau, nei pressi di Parigi. 1912 A gennaio si tiene la conferenza di Praga

del Posdr. I bolscevichi si organizzano di fatto come un partito separato. Ad aprile esce in Russia il primo numero della Pravda. Allinizio dellestate Lenin lascia Parigi per Cracovia, per essere pi vicino alla Russia, dove si assiste a un risveglio delle lotte operaie. 1914 Il 4 agosto inizia la prima guerra mondiale. Si assiste al crollo dellInternazionale socialista i cui partiti si affrettano a sostenere le rispettive borghesie. Per Lenin il colpo inaspettato ma la sua reazione immediata: la seconda Internazionale morta, c bisogno di una terza Internazionale. Lenin arrestato dalle autorit austriache. Liberato dopo tre settimane per lintervento di Friedrich Adler, si trasferisce a Berna, in Svizzera. 1915 Ad agosto partecipa alla Conferenza di Zimmerwald dei socialisti che si oppongono alla guerra, sostenendo la necessit di trasformare in rivoluzione la guerra imperialista e battendosi per rifondare linternazionalismo proletario rivoluzio-

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crazia borghese, alle burocrazie dirigenti dei sindacati, allopportunismo riformista e centrista. Larga parte della polemica contro lestremismo nel 1920 si appoggia proprio sullargomento della maggiore complessit della rivoluzione in Occidente rispetto alla vecchia Russa: e basterebbe questo riferimento semplice per smentire tutta la vulgata ricorrente sulla cosiddetta angustia nazionale del bolscevismo russo. Ma lopportunismo parlamentare e sindacale, cos diffuso in Occidente, non mostra forse il carattere corruttivo del parlamento e dei sindacati verso le forme del movimento operaio? Non questa una buona ragione per tenersi fuori da quelle sedi? Cos argomentava con sfumature interne diverse, il grosso dellestremismo antileninista. Ma la risposta di Lenin (e di Trotsky) demistificava nel metodo lequivoco di fondo di quella obiezione. Certo: il parlamentarismo borghese esercita una posizione corruttrice. Cos come lambiente della burocrazia sindacale. Pi in generale tutta la politica rivoluzionaria e tutti i rivoluzionari, quale che sia il loro ambito dintervento, sono esposti alla pressione quotidiana della societ borghese, delle sue istituzioni, delle sue agenzie nel movimento operaio. Ma pensare di ovviare a questo rischio, sottraendosi alla politica di massa,

razionalizzazione teorica e una retorica formalistica ma, allopposto, quello di rimontare la china utilizzando tutti i possibili canali di rapporto con le masse, anche i pi distorti e deformi, anche quelli offerti dallodiato zarismo: perch solo cos possibile utilizzare a pieno ogni spazio per sviluppare controcorrente la coscienza dei lavoratori e della masse, contrastare la sfiducia dilagante, inserirsi in ogni contraddizione e fermento di ripresa, contrastare la presa del menscevismo liquidatore e opportunistico. Tutte condizioni decisive per favorire il rilancio rivoluzionario e, in esso, legemonia della socialdemocrazia rivoluzionaria. E utile ricordare che proprio il dispiegamento di questa politica permise ai bolscevichi di conquistare alla lunga posizioni egemoni in

importanti sindacati nel momento della ripresa delle lotte (1912-14) e anche di guadagnare una presenza modesta ma preziosa nella Duma, che si riveler efficacissima nellagitazione disfattista contro la guerra. Non a caso nella polemica dellEstremismo, dieci anni dopo, Lenin richiama questa esperienza del bolscevismo e la sua attualit tanto pi nel contesto europeo occidentale. Perch tanto pi in un contesto segnato, a differenza che in Russia, da una tradizione storica della democrazia borghese parlamentare, dalla presenza di forti e radicati sindacati di massa, sarebbe del tutto assurdo, dal punto di vista della politica rivoluzionaria, voltare le spalle per principio a questi ambiti di intervento. Tanto pi in Occidente, quello sarebbe il pi grande regalo alla demo-

nario. Pubblica a Ginevra Il socialismo e la guerra. 1916 Gennaio-luglio. Scrive Limperialismo, fase suprema del capitalismo, in cui traccia la caratterizzazione della nuova fase del capitalismo mondiale marcata dallemergere dei monopoli, dallo sviluppo del capitale finanziario, dallesportazione del capitale, dalla competizione per la spartizione del mondo in aree di influenza, dalla tendenza interna al parassitismo e alla formazione di una aristocrazia operaia e dalla tendenza alla guerra nelle relazioni internazionali. A febbraio si stabilisce a Zurigo. Ad aprile partecipa alla seconda conferenza di Zimmerwald che si tiene a Kienthal. 1917 L8 marzo, secondo il calendario europeo, comincia in Russia la rivoluzione di febbraio. In pochi giorni essa porta alle dimissioni dello zar e alla formazione del primo governo provvisorio che concentra il potere nella mani della borghesia. In

tutto il paese nascono e si diffondono i soviet, organi di organizzazione e di lotta degli operai e dei soldati (e in seguito dei contadini) in cui, tuttavia, i bolscevichi sono inizialmente in netta minoranza. Il 2 aprile Lenin arriva a Pietrogrado, dopo aver attraversato la Germania in un vagone piombato. Presenta immediatamente le cosiddette Tesi di aprile che chiamano al rovesciamento del governo provvisorio, rivendicano tutto il potere ai soviet e chiede il cambiamento dle nome del partito in partito comunista; ingaggia e vince la battaglia per conquistare il partito bolscevico a questa strategia. Ai primi di maggio si svolge il settimo congresso del Posdr (bolscevico) in cui Lenin gioca un ruolo preminente. Confluisce nel partito bolscevico anche lorganizzazione interrionale di Trotsky e Lunaciarsky. A giugno si riunisce a Pietrogrado il primo congresso panrusso dei soviet degli operai e dei soldati.

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significava semplicemente rinunciare alla rivoluzione. Ben altra doveva essere la risposta: quella di costruire un partito capace di ricondurre il carattere multiforme della propria politica di massa in ogni sede del suo esercizio, ai principi della rivoluzione, alla tensione verso il fine. Capace di subordinare il lavoro parlamentare alla prospettiva di rovesciamento del parlamento borghese, contro ogni adattamento alle sue regole del gioco. Capace di subordinare il lavoro sindacale alle prospettive della conquista proletaria del potere, contro ogni logica di puro sindacalismo di sinistra. La risposta di Trotsky a Gorter, dai banchi della III Internazionale resta da questo punto di vista esemplare. E mostra una volta di pi che per il bolscevismo non esisteva alcuna questione tattica separata a s stante (la questione parlamentare, la questione sindacale) ma diverse articolazioni tattiche di ununica politica per la conquista del potere. E che, a sua volta, proprio lunicit e il rigore della politica rivoluzionaria poteva governare la molteplicit della tattica evitando la deriva dellopportunismo.

per il potere. Anche in questo caso, contro le resistenze dellestremismo e partendo dallesperienza viva della rivoluzione russa. Di cosa si trattava? Si trattava intanto di unelaborazione tattica che poggiava sullanalisi marxista della realt obiettiva e sulle necessit obiettive della lotta di classe: quelle della pi ampia unit di lotta dei lavoratori contro le classi dominanti. E al tempo stesso della stretta relazione, nella dinamica della lotta, tra gli obiettivi immediati della mobilitazione di classe e la necessit di rompere con il capitalismo in crisi. Uniamoci nella lotta comune attorno ad una piattaforma indipendente che risponda alle comuni esigenze della nostra classe. Uniamoci nella comune rottura con la borghesia, dentro una lotta comune per il potere dei lavoratori. Perch nessuna delle rivendicazioni elementari della nostra classe compatibile con questa societ: e ognuna di esse richiede una rottura anticapitalistica. Questo approccio, rivolto innanzitutto e sempre alle grandi masse, era traducibile in unimpegnativa articolazione tattica. Quella della sfida alle direzioni maggioritarie del movimento operaio, riformiste e/o centriste, perch rompessero con la borghesia, realizzando con i comunisti lunit dazione contro di essa sulla base di una piattaforma di classe. Perch questa articolazione tattica? Perch era quella pi funzionale a smasche-

La tattica rivoluzionaria del fronte unico e del governo operaio


La tattica del fronte unico e del governo operaio rispondeva da un altro versante alla medesima questione: la conquista delle masse

rare e a compromettere le vecchie direzioni agli occhi dei settori pi avanzati e combattivi della loro base proletaria e cos di allargare presso quella base, linfluenza alternativa dei comunisti. Non a caso il terzo congresso dellInternazionale che var la tattica del fronte unico indic la conquista delle masse (alle masse!) come motivo ispiratore della politica dei partiti comunisti. Questa innovazione tattica tanto pi suggerita nel 22 dalle difficolt della rivoluzione europea, dalla possibile stabilizzazione capitalistica, dalla permanente influenza di massa della socialdemocrazia e del centrismo incontr la forte resistenza del bordighismo italiano, del Kapd tedesco, del tribunismo olandese. Una resistenza diversamente motivata: nel caso del borghismo da una visione essenzialmente passiva e propagandistica della politica rivoluzionaria; nel caso del Kapd e del tribunismo da una concezione della politica rivoluzionaria come offensiva lineare e permanente. Ma, pur partendo da angolazioni diverse, gli argomenti finivano spesso col convergere. Che senso ha aver fatto la scissione e aver creato i partiti comunisti se poi si ripropone lunit dazione con lopportunismo? Perch si deve ripiegare su tatticismi da politicanti quando i comunisti sono gli unici a vantare la nettezza e purezza di una lotta anticapitalistica per il potere? Come si pu proporre lunit dazione a partiti che hanno tradito il proletariato e votato i crediti

Hanno luogo a luglio a Pietrogrado manifestazioni seminsurrezionali che passano alla storia come le giornate di luglio. Il partito bolscevico giudica liniziativa prematura ma resta in mezzo alle masse. Si scatena la repressione del governo provvisorio contro i bolscevichi, accusati di aver istigato a rovesciare il governo. Molti dirigenti di primo piano, fra cui Trotsky, sono arrestati. Lenin costretto a nascondersi e a riparare in Finlandia. Comincia a scrivere Stato e rivoluzione in cui recupera le idee di Marx e Engels sulla necessit di distruggere la macchina dello Stato borghese e di sostituirla con la dittatura del proletariato e lautogoverno dei produttori. In agosto fallisce per la reazione delle masse il tentativo di colpo di Stato reazionario del generale Kornilov. I bolscevichi sono in prima linea nella mobilitazione. Ci consente loro di conquistare un enorme capitale di fiducia. Il partito ottiene la maggioranza alle elezioni municipali delle due capitali e delle principali citt industriali e conquista la maggioranza assoluta nei soviet. Dopo la sconfitta

di Kornilov, Lenin, che coglie la svolta del momento, afferma che sono mature le condizioni per una nuova insurrezione che rovesci il governo provvisorio e il potere della borghesia e consegni tutto il potere ai soviet degli operai, dei soldati e dei contadini e si batte per convincere il partito ad organizzarla. Non mancano dissensi e resistenze. Ai primi di ottobre Lenin ritorna segretamente a Pietrogrado. Si adopera per convincere il comitato centrale del partito ad organizzare uninsurrezione immediata. Nel comitato centrale del 15 ? ottobre che d il via allinsurrezione Kamenev e Zinoviev si oppongono e portano allesterno il loro dissenso . Nella notte fra il 24 e il 25 ottobre, sotto la guida del Comitato militare rivoluzionario del soviet di Pietrogrado controllato dal partito bolscevico, comincia linsurrezione. Il governo provvisorio arrestato ma Kerensky riesce a fuggire. Il 26 ottobre si riunisce il secondo congresso panrusso dei soviet degli operai e dei soldati che assume tutti i poteri e approva la costituzione del primo governo sovietico. Lenin il Presidente del consiglio dei

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di guerra? Tali obiezioni rivelavano in realt, dentro linvolucro di unintransigenza formale, unincomprensione profonda della politica rivoluzionaria e della sua complessit, sostituendola con laltisonanza della frase o con la retorica del sentimento. Il problema replicarono insieme Lenin e Trotsky non semplicemente riaffermare la propria fede nel comunismo e nella rivoluzione: il problema conquistare le masse alla rivoluzione. Il problema non semplicemente la denuncia del tradimento delle direzioni riformiste e centriste: ma distruggere la loro influenza sulle masse quindi sottrarre la masse alla loro influenza. Non sta qui il senso stesso della tattica? Ancora una volta fu proprio lesperienza del bolscevismo ad essere indicata come prezioso laboratorio ed esempio. Nel luglio del 17 i dirigenti socialrivoluzionari e menscevichi, che partecipavano ad un governo borghese e di guerra, avevano represso frontalmente lavanguardia del proletariato russo e il partito bolscevico. Ma ci non aveva impedito ai bolscevichi un mese dopo, di fronte alla minaccia controrivoluzionaria di Kornilov, di rilanciare la proposta sfida agli altri partiti operai e contadini perch realizzassero con i bolscevichi lunit dazione contro la reazione, naturalmente nel quadro della propria perdurante opposizione al governo borghese. Anche cos i bolscevichi uscirono dallisolamento, avvicinarono

la base dei partiti riformisti, allargarono la propria influenza rivoluzionaria. Del resto: la parola dordine tutto il potere ai soviet aveva rappresentato la parola dordine centrale della politica bolscevica nel 17. Ma poich socialrivoluzionari e menscevichi detenevano la maggioranza nei soviet sino al settembre, quella parola dordine aveva un solo significato: chiedere pubblicamente a socialrivoluzionari e menscevichi di rompere con il centro liberale cadetto e di prendere il potere attraverso i soviet e sulla base dei soviet. Non era stata proprio questa tattica politica sistematica, incalzante, ad aver logorato la credibilit delle direzioni riformiste agli occhi della loro base di massa? Ad avere dimostrato alle masse non attraverso la sola denuncia, ma at-

traverso la loro esperienza pratica, che le loro direzioni preferivano perpetuare la coalizione col centro liberale cadetto in opposizione alle rivendicazioni di febbraio, piuttosto che unirsi ai bolscevichi per realizzare quelle rivendicazioni rompendo con la borghesia? E a chi obbiettava che quella tattica poteva andar bene in Russia ma non nella moderna Europa, Lenin e Trotsky replicarono che proprio il radicamento infinitamente pi saldo e sperimentato del riformismo occidentale rispetto al riformismo russo chiariva che tanto pi in Occidente il problema della conquista delle masse non poteva essere affrontato semplicemente con la denuncia o con la propaganda; ma richiedeva la complessit della manovra e della tattica e, quindi, lassimilazione profonda dellesperienza vittoriosa del bol-

commissari del popolo. I primi decreti Sulla pace e Sulla terra proclamano la cessazione della guerra e lofferta di pace a tutte le parti in causa del nuovo governo degli operai e dei contadini e lesproprio delle terre dei proprietari fondiari e la loro distribuzione a coloro che le lavorano. Immediatamente dopo viene avviata la pubblicazione dei trattati segreti in cui sono descritti i veri scopi delle alleanze e della guerra. Viene stabilito il controllo operaio sulle fabbriche. Il governo di Lenin annuncia infine che non riconoscer e non pagher i debiti contratti dal regime precedente. 1918 29 gennaio, su ordine di Lenin, viene sciolta lAssemblea costituente. Il 5 marzo firmato per iniziativa di Lenin il trattato di pace di Brest-Litovsk che mette fine alle ostilit con la Germania, al prezzo di pesanti cessioni territoriali e di una forte discussione nel partito (e nel governo, da cui si dissociano i socialisti rivoluzionari di sinistra).

Il 10 marzo il governo sovietico sposta la sua sede a Mosca. Il 30 agosto, al termine di un comizio in una fabbrica di Mosca, la socialista rivoluzionaria Fanny Kaplan spara tre colpi di revolver contro Lenin, che rimane seriamente ferito. Scrive La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky. 1919 Dal 2 al 6 marzo si riunisce a Mosca il primo congresso della Terza internazionale (Comintern). 1920 Scrive Estremismo, malattia infantile del comunismo, contro il settarismo di alcuni partiti dellInternazionale. Il 24 settembre a Nalcik, sul Caucaso, muore di tifo Inessa Armand. Sar sepolta a Mosca presso le mura del Cremlino. 1921 Si sviluppa dal 23 febbraio al 17 marzo la rivolta della fortezza militare di Kronstadt. Dopo

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scevismo russo. Ancora una volta proprio la maggiore complessit della rivoluzione in Occidente veniva invocata contro la semplificazione dellestremismo.

Legemonia proletaria sulle masse oppresse: lantieconomicismo di Lenin


Ma la concezione dellegemonia, in Lenin non riguardava unicamente laspetto pur essenziale della conquista della maggioranza del proletariato. Riguardava anche lo sviluppo dellegemonia del proletariato sul pi ampio blocco sociale della rivoluzione. Solo conquistando a un programma anticapitalistico linsieme della masse oppresse il proletariato poteva veramente candidarsi al potere: questo era un punto centrale della politica di Lenin, contro ogni forma di grettezza operaistica ed economicistica. Il fatto che Lenin sia stato rappresentato lungamente come economicista ed operaista dimostra solamente la potenza geometrica dellincontro tra lignoranza e la mistificazione. Proprio il Che fare? solitamente indicato come la massima espressione del ristretto operaismo leninista in realt la pi ampia argomentazione leniniana nella necessit di superare ogni economicismo operaistico. Alle posizioni delleconomismo incubatore del menscevismo che sosteneva la necessit che la socialdemocrazia si limitasse alla lotta economica, il Che fare? opponeva tutta

la necessaria ampiezza della politica rivoluzionaria del proletariato. Che per essere tale doveva allargare lo sguardo allinsieme alle masse oppresse, rivolgersi ai contadini oppressi dallaristocrazia fondiaria, alle minoranze nazionali schiacciate dallo zarismo grande russo, alla giovent studentesca e alle forze intellettuali private dei pi elementari diritti di libert; e ricondurre linsieme delle oppressioni e delle contraddizioni che investivano la societ russa alla necessit del rovesciamento rivoluzionario dello zarismo e della conquista del potere da parte degli operai e dei contadini. Solo una classe operaia capace di elevarsi al di sopra della propria spontanea coscienza tradunionistica avrebbe potuto ricomporre attorno a s lintero blocco delle masse oppresse e guadagnare la testa della rivoluzione russa. Viceversa una classe che si fosse limitata allangusto economicismo avrebbe affidato alla borghesia liberale legemonia della rivoluzione e dei suoi sbocchi, a tutto danno non solo del proletariato ma dellinsieme delle masse oppresse. Da qui la funzione decisiva della socialdemocrazia rivoluzionaria, e dellavanguardia proletaria in essa raccolta, per sviluppare la coscienza del proletariato russo sul terreno della rivoluzione e, con essa, la sua egemonia alternativa. Peraltro, tutta la politica del bolscevismo russo per quasi ventanni stata la testimonianza vivente

di questa ispirazione politica antieconomistica ed egemonistica. La stessa formula della dittatura democratica degli operai e dei contadini al di l della sua algebricit non era forse la misura della centralit del rapporto tra proletariato urbano e masse contadine? Conquistare al proletariato della citt i contadini salariati, sottrarre la maggioranza contadina piccolo proprietaria e non sfruttatrice allegemonia della borghesia liberale: questo era per Lenin il compito strategico centrale della politica bolscevica in Russia. Legemonia proletaria sulle masse rurali e la rottura con la borghesia erano dunque le due facce della medesima politica, entrambe contrapposte al menscevismo. Questa politica dellegemonia proletaria sul blocco sociale alternativo non si limit al contesto russo ma si estese alla politica internazionale del bolscevismo. NellOccidente avanzato dellEuropa capitalista la III Internazionale contrast ogni deriva o suggestione operaistico-sindacalista. La polemica leninista con lanarco-sindacalismo internazionale nei primi anni venti aveva esattamente questo segno. Ma bench poco conosciuta, questa battaglia politica di Lenin e di Trotsky pass anche attraverso le fila della stessa III Internazionale, talora intrecciandosi con la battaglia contro lestremismo. Il tribunismo olandese e il kapdismo, in particolare (e in una certa misura anche

inutili tentativi di dialogo, il governo sovietico decide per la repressione, per il rischio che la rivolta riaccenda la guerra civile e consenta ai bianchi di rialzare la testa. Nei giorni della rivolta e della repressione di Kronstadt si riunisce il decimo congresso del partito che approva lavvio della Nuova politica economica (Nep); si tratta di una ritirata strategica, una parziale e provvisoria ripresa delle relazioni di mercato e delliniziativa privata a favore dei contadini e del settore del commercio, al fine di consentire una pi rapida ripresa economica dopo la fine della guerra civile e del comunismo di guerra e per consentire al paese di resistere nellattesa della rivoluzione in Occidente che ritarda. Lenin insiste nel contempo sul rafforzamento del settore industriale statale, sullavvio dellelettrificazione e sullo sviluppo della cooperazione. 1922 Il 3 aprile, allindomani dellundicesimo congresso del partito, Stalin nominato segretario

generale del comitato centrale. Lenin commenter successivamente la nomina con queste parole: Questo cuoco ci cuciner piatti troppo pepati. Il 25 maggio colpito da una paralisi che riduce seriamente le sue possibilit di lavoro. Malgrado ci, si impegna nei mesi successivi in diverse battaglie che lo vedono sempre pi contrapposto al segretario generale. I temi principali di questo scontro sono la difesa del monopolio del commercio estero, la lotta contro la burocrazia che accresce la sua influenza nello Stato sovietico e nel partito, la lotta contro lo sciovinismo grande russo, che si evidenzia nel progetto di costituzione dellUrss elaborato da un organismo sotto la guida di Stalin, e il rispetto dei diritti di autodeterminazione nazionale, violati da Stalin nel caso della Georgia. Il 20 novembre pronuncia il suo ultimo discorso pubblico. Il 12 dicembre informato da Dzerzinkij dellaffare

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il bordighismo) polemizzarono pubblicamente con la concezione bolscevica della rivoluzione in Occidente rimproverandole una visione eccessivamente estesa del blocco sociale rivoluzionario. In Russia eravate costretti a un blocco sociale con i contadini data larretratezza di quella societ. Ma nellEuropa capitalistica la rivoluzione deve essere esclusivamente operaia. Perch tutto il resto della societ, inclusa la piccola borghesia impiegatizia, la piccola borghesia commerciale urbana, la piccola borghesia rurale, organicamente legata al capitale. Rivolgersi a questi strati significa compromettere la rivoluzione. Gorter in particolare si era distinto per questa polemica nella sede del terzo congresso dellInternazionale comunista. E proprio a Gorter giunse la replica di Trotsky, a nome della maggioranza leninista dellInternazionale. Una replica teorica e politica. La replica teorica contestava a Gorter loperaismo gretto dellantico Lassalle, il quale aveva affermato che al di fuori del proletariato il resto della societ rappresentava ununica massa reazionaria; gi Marx aveva polemizzato contro questa concezione, nella sua Critica del programma di Gotha. E questa critica restava attuale, non solo relativamente ai paesi coloniali e semicoloniali, ma anche nel contesto del capitalismo dellEuropa occidentale. Tanto pi in una societ capitalistica strutturata e complessa segnata da un domi-

nio plurisecolare della borghesia, il proletariato non potr realizzare la rivoluzione se non sapr intervenire in tutte le contraddizioni: sottraendo allinfluenza della borghesia capitalistica settori inferiori di classe media, neutralizzandone altri, intercettando fasce di piccola borghesia impoverita dalla crisi del capitale, sia nella citt sia nelle campagne. Naturalmente questa posizione non aveva nulla a che spartire con quella che sar togliattianemente la cosiddetta politica delle alleanze condotta dallo stalinismo. Che cercava, come nellesperienza del Pci, di legarsi a interessi medioborghesi privilegiati (vedi il ceto medio emiliano) per subordinare ad essi il proletariato e negoziare meglio la collaborazione di classe con la grande borghesia. Allopposto: la politica dellegemonia proletaria sugli stati inferiori della classe media per Lenin e per Trotsky era parte integrante della politica di rottura con la borghesia e di costruzione delle condizioni di successo della rivoluzione. Era un caso che proprio Lenin nel 1915, nellindicare i requisiti di una situazione rivoluzionaria, citasse tra questi lo spostamento a sinistra delle classi medie? In realt Lenin dimostrava una volta di pi una visione complessa della dinamica rivoluzionaria e della linea di frattura di una rivoluzione proletaria: che non era riducibile semplicemente alla linea divisoria, economicamente

intesa, tra capitale e lavoro, ma al processo vivo della lotta di classe, alla costruzione e scomposizione dei blocchi sociali, allintreccio tra fattori sociali e avvenimenti politici, alla lotta multiforme tra le classi fondamentali sul terreno dellegemonia sociale politica, culturale. Peraltro, proprio la storia europea del Novecento col fenomeno del fascismo e del nazismo avrebbe dimostrato, seppur a negativo, il peso della piccola borghesia negli equilibri della lotta di classe nellOccidente avanzato smentendo ogni economicismo semplificatorio e confermando la necessit di una politica rivoluzionaria capace della pi ampia egemonia di classe.

Socialismo e liberazione nazionale: la complessit della rivoluzione socialista


Infine, il concetto di egemonia del proletariato sullinsieme delle masse oppresse trov in Lenin una espressione di carattere mondiale. Uno degli sviluppi pi profondi del marxismo rivoluzionario da parte di Lenin fu rappresentato dalla comprensione dellenorme importanza dei grandi sommovimenti anticoloniali dei popoli oppressi, a partire dallAsia, e della sollevazione di tutte le nazionalit oppresse dallimperialismo ai fini dellaffermazione della rivoluzione socialista internazionale. Gi in Russia la politica di pieno sostegno del bolscevismo al di-

georgiano e ne rimane sconvolto; subito dopo colpito da una serie di attacchi che gli paralizzano la gamba e il braccio destro. Il 24 dicembre il politbur, su richiesta di Stalin, ordina lisolamento di Lenin, ufficialmente per evitargli ogni affaticamento, nei fatti per impedirgli di interferire con gli affari in corso del segretario generale. Il 30 dicembre ufficialmente proclamata listituzione dellUnione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss). 1922-23 Fra il dicembre 1922 e il gennaio 1923 Lenin detta una lettera indirizzata allimminente congresso del partito e nota come Lettera al congresso o anche Testamento, in cui raccomanda la sostituzione di Stalin nel ruolo di segretario generale. 1923 Il 2 marzo Lenin completa larticolo Meglio meno, ma meglio, sulla riorganizzazione del

governo sovietico. Il 5 marzo propone a Trotsky di formare un blocco in comitato centrale con lui per difendere il monopolio del commercio estero e sollevare la questione georgiana. Il 9 marzo colpito da un ulteriore attacco che lo priva della possibilit di muoversi e di parlare. Il 12 maggio trasferito nellospedale di Gorki. 1924 Il 21 gennaio Lenin colpito da un ultimo attacco e muore a Gorki. Milioni di semplici russi partecipano alla cerimonia funebre; Stalin vi pronuncia una sorta di giuramento di fedelt; non presente Trotsky, sorpreso dalla morte di Lenin lontano da Mosca e al quale viene impedito di rientrare in tempo da una bugia intenzionale di Stalin. Il corpo di Lenin, contro la sua volont, viene imbalsamato ed esposto in un mausoleo presso le mura del Cremlino.

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ritto di autodeterminazione delle nazionalit oppresse dallimpero russo aveva concorso alla vittoria dellOttobre. E proprio questo sar uno dei primi punti dattacco di Stalin alla tradizione politica del bolscevismo, come rivela il durissimo contrasto tra Stalin da un lato e Lenin (e Trotsky) dallaltro, attorno alla questione georgiana. Ma sul terreno mondiale che la questione assumeva un carattere rilevantissimo, in particolare dopo lOttobre. La vittoria della rivoluzione, congiunta agli effetti della prima guerra imperialista, e alla spartizione coloniale che ne segu, fu un potente impulso allo sviluppo del movimento anticoloniale su scala internazionale: in Asia, a partire dallIndia e dalla Cina, in Medioriente e nellintera nazione araba, nel cuore stesso dellEuropa, a partire dallIrlanda e dai Balcani. Il marxismo rivoluzionario secondo Lenin doveva assumere quel vasto moto come un riferimento essenziale. I comunisti rivoluzionari dei paesi delle nazionalit oppresse dovevano prender parte attiva al sommovimento anticoloniale evitando ogni ripiegamento propagandistico e attendista, e battendosi apertamente al suo interno per uno sbocco coerente antimperialista e socialista, in contrasto aperto col nazionalismo borghese e incalzando le contraddizioni delle forze nazionaliste piccolo borghesi pi radicali. Ogni rinuncia alla battaglia per legemonia proletaria nel movimento anticoloniale, magari in nome dellarretratezza economica sociale di quei paesi, avrebbe significato riproporre, nella sostanza, limpostazione del menscevismo

russo. Proprio la rivoluzione dOttobre aveva dimostrato, contro ogni lettura positivistica del marxismo, che un paese arretrato pu essere pi maturo per la rivoluzione proletaria di un paese avanzato. E che la rivoluzione socialista in quel paese arretrato poteva a sua volta sospingere lintero processo rivoluzionario mondiale. Analogamente, i partiti comunisti dellOccidente capitalistico e dei paesi imperialisti erano chiamati dalla III Internazionale ad un pieno e incondizionato sostegno ai sommovimenti anticoloniali delle nazioni oppresse. E quindi a combattere non solo ogni socialsciovinismo a sostegno del proprio imperialismo contro la nazione che esso opprimeva, ma anche qualsiasi neutralit pacifista tra nazioni dominanti e nazioni dominate. Costruire nel proletariato delle metropoli dOccidente la coscienza della convergenza di fondo con le ragioni dei popoli oppressi dal proprio imperialismo, sostenere la loro rivolta contro il proprio imperialismo, era per Lenin, un compito prioritario dei partiti comunisti dEuropa e dAmerica. Anche per favorire nei movimenti coloniali una cosciente indentificazione nel comunismo e quindi la battaglia di egemonia dei comunisti delle nazioni oppresse. In questo quadro, e in questo spirito, la III Internazionale assunse la rivendicazione del diritto allautodeterminazione di tutte le nazioni oppresse (ivi incluso il diritto alla separazione). Un diritto gi rivendicato dal movimento per la III Internazionale, e in primo luogo dal bolscevismo russo, nel pieno corso della guerra imperialista. Questa impostazione incontr

obiezioni e resistenze lungo il processo della sua maturazione. Non solo da parte del riformismo e del centrismo, com naturale, ma anche nel campo del marxismo rivoluzionario. Se i comunisti sono per il superamento delle nazioni, come possono sostenere i diritti nazionali, sia pure di nazioni oppresse? Se i comunisti sono i rappresentanti coerenti della classe operaia che non ha patria come possono combinare lindipendenza di classe col sostegno a movimenti nazionali non proletari per di pi guidati da forze nazionaliste? E ancora: Il concetto di autodeterminazione nazionale non forse contraddetto dalla natura stessa dellimperialismo che nega ogni possibile indipendenza reale delle nazioni soggiogate? Lunica risposta vera alle istanze nazionali dei popoli oppressi la rivoluzione proletaria e non la rivendicazione di diritti nazionali esclusivamente formali. Queste e altre obiezioni schematicamente riassunte venivano poste alternativamente o da tendenze diverse dellestremismo o da tendenze che inclinavano verso posizioni centriste. In un caso, autorevolissimo, dalla marxista rivoluzionaria Rosa Luxemburg, seppur negli anni relativamente lontani del dibattito sulla questione polacca. Lenin (come la maggioranza dellInternazionale) replic energicamente a questi argomenti critici con un vigore proporzionale allimportanza cruciale che tale questione a suo avviso rivestiva per i destini stessi della rivoluzione socialista internazionale. Il testo di Lenin Contro leconomicismo imperialista , tra gli altri, un efficace compendio di tale replica. E vero, diceva Lenin, i comunisti sono i veri custodi dellindipendenza proletaria ma, proprio in ragione della propria prospettiva indipendente, devono far proprie tutte le ragioni di emancipazione delle masse opresse, ivi inclusa lemancipazione nazionale dal giogo coloniale. Non farlo sarebbe questo s la rinuncia alla propria prospettiva, a unico vantaggio dellimperialismo e delle stesse borghesie nazionali dei popoli oppressi, votate al compromesso subalterno con limperialismo. E vero, diceva Lenin, i comunisti rivendicano il superamento storico delle frontiere nazionali dentro la prospettiva della repubblica

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proletaria mondiale. Ma questa prospettiva di libera federazione dei popoli del mondo implica la rottura di ogni sudditanza coatta delle nazioni oppresse alla dominazione imperialista. A sua volta, nessun popolo pu essere libero se opprime altri popoli. E ancora, in risposta alla Luxemburg: E vero, lautodeterminazione nazionale piena e stabile delle nazioni oppresse incompatibile con la natura economica dellimperialismo. Ma proprio per questo, come altre rivendicazioni democratiche, il principio di autodeterminazione nazionale va connesso alla prospettiva proletaria socialista: e pu contribuire ad avvicinare a tale prospettiva, proprio sulla base dellesperienza concreta della sua incompatibilit con il capitalismo mondiale, masse grandi dellumanit. Viceversa, il rifiuto di quella rivendicazione significherebbe voltare le spalle alle aspirazioni di emancipazione e di libert di quelle masse oppresse e per di pi proprio nel momento del loro levarsi di fatto contro il giogo coloniale. Ma al di l di ogni replica specifica, Lenin trae spunto dal confronto sulla questione nazionale per riproporre una lezione di fondo sui caratteri stessi della rivoluzione proletaria. La rivoluzione proletaria internazionale secondo Lenin (e Trotsky) non poteva che riflettere il carattere ineguale e combinato del capitalismo mondiale. Chi pensa alla rivoluzione socialista come a una linea retta e uniforme, semplicemente e unicamente

proletaria, scambia la realt con la propria immaginazione. Tanto pi nel quadro internazionale. Ecco cosa scriveva Lenin a commento dellinsurrezione irlandese del 1916 e contro la sottovalutazione della sua importanza: Credere che la rivoluzione sociale sia immaginabile senza le insurrezioni delle piccole nazioni nelle colonie e in Europa, senza le esplosioni rivoluzionarie di una parte della piccola borghesia, con tutti i suoi pregiudizi, senza il movimento delle masse proletarie e semiproletarie arretrate contro il giogo dei grandi proprietari fondiari, della Chiesa, contro il giogo monarchico, nazionale, ecc. significa rinnegare la rivoluzione sociale. Ecco: da un lato si schiera un esercito e dice: Siamo per il socialismo, da un altro lato si schiera un altro esercito e dice: Siamo per limperialismo, e questa sar la rivoluzione sociale! Soltanto da un punto di vista cos pedantesco e ridicolo sarebbe possibile affermare che linsurrezione irlandese e un putsch. Colui che attende una rivoluzione sociale pura, non la vedr mai. Egli un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione La rivoluzione socialista in Europa non pu essere nientaltro che lesplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente senza una tale partecipazione non possibile una lotta di massa, non possibile nessuna rivo-

luzione e porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il capitale, e lavanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verit oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potr unificarla e dirigerla, conquistare il potere. (Lenin, Risultati della discussine sullautodecisione, p. 353).

Conclusione
Riscoprire la verit del bolscevismo, liberandolo dalle sue caricature, non significa solo onorare la sua storia ma investirlo nel futuro del movimento operaio e dalla sua giovane generazione. Anche oggi, come un secolo fa, si dischiude una svolta depoca profonda, segnata dalla crisi del capitalismo internazionale, dalla rottura dei vecchi equilibri sociali e politici, dalla ripresa delle contese imperialistiche e delle corse coloniali, dallacutizzarsi della lotta di classe e dello scontro tra imperialismo e popoli oppressi. Anche oggi, come un secolo fa, le vecchie direzioni del movimento operaio consumano la crisi del proprio riformismo, si associano sempre pi strettamente ai governi liberali controriformatori e coloniali, moltiplicano le contraddizioni con la propria base sociale. Anche oggi, come un secolo fa, necessaria una battaglia internazionale per una nuova direzione del movimento operaio e per il rilancio della prospettiva rivoluzionaria e socialista, quale unica vera alternativa alla barbarie del capitalismo. E cos, come un secolo fa, la riscoperta da parte di Lenin del vero Marx, riscattato dalle deformazioni riformiste, fu decisivo per il rilancio della prospettiva rivoluzionaria, cos oggi il recupero del vero Lenin, liberato dalle deformazioni staliniane, socialdemocratiche e centriste, decisivo per la rifondazione di un partito rivoluzionario. Perch, tanto pi oggi, solo il recupero dellintransigenza dei principi e, insieme, della complessit della rivoluzione, pu armare la lotta per la conquista del potere.

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NATURA E FUNZIONE DEL PARTITO


Lo strumento della soggettivit cosciente
di Franco Grisollia
Senza il partito, al di fuori del partito, aggirando il partito, con un surrogato di partito, la rivoluzione proletaria non pu vincere, cos afferma Trotsky nel suo scritto Le lezioni dellOttobre pubblicato nel 1924. Senza il partito bolscevico la rivoluzione russa sarebbe stata inimmaginabile. Per oltre due decenni (un periodo relativamente breve ma intensissimo) una lotta politica e teorica forgi lo strumento che fu capace di dirigere le masse operaie e, sotto la loro egemonia, quelle contadine alla presa del potere e allavvio di un processo di trasformazione socialista. Questi dati storico-politici elementari vanno tuttavia compresi e riportati ad elemento di strategia politica per loggi. Perch la costruzione odierna di un partito comunista e rivoluzionario non pu prescindere dallo studio e comprensione dellesperienza bolscevica.

Dateci unorganizzazione di rivoluzionari e rovesceremo la Russia! Lenin, Che fare? 1902


Lenin teorizz la necessit della chiara battaglia politica di frazione in quello che uno dei suoi testi pi importanti e quello fondamentale rispetto alle concezioni sul partito: il Che fare?, scritto nel 1902 e di cui riproduciamo, a seguito di questo articolo alcuni brani. In esso Lenin afferma: Senza teoria rivoluzionaria non vi pu essere movimento rivoluzionario. Non si insister mai troppo su questo concetto in un periodo in cui la predicazione opportunistica venuta di moda accompagnata dallesaltazione delle forme pi anguste di azione pratica bisogna essere ben miopi per giudicare inopportune e superflue le discussioni di frazione e la rigorosa definizione delle varie tendenze. Dal consolidarsi delluna piuttosto che dellaltra tendenza pu dipendere per lunghi anni lavvenire della sociademocrazia russa. sentato dalla reviviscenza delle tendenze rivoluzionarie non socialdemocratiche. Tendenze che furono importanti nel movimento popolare russo e, in realt, dotate di un sostegno di massa (in primo luogo tra i contadini) superiore a quella dei bolscevichi. La loro rappresentanza politica essenziale fu il Partito socialista rivoluzionario (che ader anche alla Seconda Internazionale), spesso diviso in correnti, di cui quelle pi radicali si situarono spesso, insieme agli anarchici come ricordano sia Trotsky nella sua Storia della rivoluzione russa sia Zinoviev nella sua Storia del Partito bolscevico ([2]) a sinistra (almeno nei metodi) dei bolscevichi, rivendicando insurrezioni immediate, organizzando guerriglie e attentati. Tuttavia, bench col loro radicalismo attirassero anche militanti operai e studenteschi precedentemente aderenti alla socialdemocrazia, il loro rivoluzionarismo restava piccolo borghese e incapace di sviluppare positivamente un progetto di trasformazione socialista. Una delle caratteristiche della costruzione del partito che guid la rivoluzione russa fu dunque il rifiuto di quel deleterio concetto della unit dei rivoluzionari che anche oggi viene cos spesso ingenuamente ripreso. Lunit che Lenin realizz fu quella dellavanguardia che si riconosceva nella teoria e nella prassi nel marxismo rivoluzionario. E da notare ci che ricorda Trotsky nel capitolo "Larte dellinsurrezione" della sua Storia della rivoluzione russa: Pi di una volta gli opportunisti della socialdemocrazia internazionale presero le difese della vecchia tattica socialrivoluzionaria mentre era sottoposta ad una critica spietata

Una tradizione di lotte di frazioni


Occorre, innanzitutto, ricordare che il partito bolscevico nacque nel quadro di una costante e aspra lotta politica allinterno delle forze che si richiamavano alla prospettiva del socialismo e della rivoluzione sulla base del marxismo. Le ripetute critiche al frazionismo, alle discussioni astratte, tanto frequenti anche nel Partito della rifondazione comunista esprimono di per s stesse un approccio antirivoluzionario e anti comunista. Esse riflettono le tradizioni staliniste e semistaliniste della sinistra italiana e anche dellestrema sinistra sviluppatasi a partire dal 68. La storia del movimento socialdemocratico (cio marxista nei termini precedenti alla rivoluzione dOttobre) russo fu infatti storia di una continua lotta di frazione, che sola permise alla frazione bolscevica di diventare, raccogliendo finalmente in s tutto il meglio della social democrazia il partito della rivoluzione ([1]).

Lesigenza di chiarezza teorica


Per Lenin il partito che avrebbe dovuto e potuto sviluppare il processo rivoluzionario in Russia non poteva che essere marxista rivoluzionario. In effetti il partito bolscevico, e prima di esso la socialdemocrazia rivoluzionaria ricordiamo che i bolscevichi furono dal 1903 al 1912 una frazione, sia pure largamente autonoma, allinterno del Partito operaio socialdemocratico russo (Posdr), fondato nel 1898, ed in cui Lenin aveva gia iniziato, in particolare con il Che fare?, la battaglia contro lopportunismo si svilupp in opposizione e critica alle correnti rivoluzionarie non marxiste. Cosi nel Che fare? Lenin lega la necessit della chiarezza teorica anche al pericolo rappre-

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nella foto: la riunione del comitato centrale bolscevico del 20 Ottobre 1917 che pianific linsurrezione di Ottobre da parte dei bolscevichi. Ladattamento alla propria borghesia non contraddetto dal richiamo al rivoluzionarismo generico e populista di altri paesi (specie lontani e totalmente o parzialmente non democratici). Cos oggi in Italia Fausto Bertinotti e Paolo Ferrero utilizzarono il sostegno allallora rivoluzionario non marxista Marcos per difendere la loro politica opportunista e lottare meglio contro il marxismo rivoluzionario. dei cosiddetti economisti (o economicisti). Questi sostenevano che al centro dellazione della classe operaia dovesse essere la lotta per le proprie rivendicazioni specifiche (di fabbrica) e che la socialdemocrazia dovesse rappresentare la coscienza spontanea dei lavoratori, espressa negli scioperi e nella lotta economica in generale, che, a loro giudizio, aveva per sua natura un carattere socialista. Lenin svilupp contro leconomismo una fortissima polemica, argomentando che (si vedano i brani del Che fare? riprodotti in seguito): la coscienza spontanea della classe operaia, come prodotto diretto della sua lotta sul terreno economico, non coscienza socialista e rivoluzionaria, ma solo coscienza tradeunionistica, che cio mira ad ottenere migliori condizioni nel quadro dellattuale societ e dellattuale ordinamento politico (La storia di tutti i paesi attesta che con le sue sole forze la classe operaia in grado di elaborare soltanto una coscienza tradeunionista, cio la convinzione della necessit di unirsi in sindacati, di condurre la lotta contro i padroni, di cercar di ottenere dal governo determinate leggi necessarie agli operai, ecc., in Che fare? iI capitolo, "La spontaneit delle masse"); pertanto compito dei marxisti quello di portare nella classe operaia dallesterno la coscienza socialista tramite il loro intervento. Questa concezione leniniana la pi contestata e rimossa non solo da riformisti, populisti, centristi (cio n riformisti n veri rivoluzionari ma intermedi), ma anche da molti di coloro che si richiamano al marxismo rivoluzionario va intesa chiaramente nel suo duplice significato. Essa implica sia il fatto che la coscienza rivoluzionaria sia portata nella classe attraverso lazione e lisegnamento dei militanti di avanguardia marxisti, sia il fatto che essa sia portata dallesterno della lotta economica, e cio educando le masse ad agire sul terreno della lotta politica contro il regime politico e ogni tipo di oppressione. E dalla congiunzione di questi due aspetti che nasce un approccio rivoluzionario allintervento nelle masse. Lenin afferma, sempre nel Che fare?: Non si ripeter mai troppo che lideale del socialdemocratico non deve essere il segretario di una trade-union, ma il tribuno popolare, il quale sa reagire contro ogni manifestazione di arbitrio e di oppressione sa generalizzare tutti questi fatti e trarne il quadro completo della violenza poliziesca e dello sfruttamento capitalistico; sa approfittare di ogni minima occasione per esporre dinanzi a tutti le proprie convinzioni socialiste e le proprie rivendicazioni democratiche, per spiegare

Partito e coscienza esterna


Un altro elemento centrale della teoria e prassi leninista del partito il concetto della lotta contro la coscienza spontanea delle masse e contro quello che oggi si chiama spontaneismo e/o movimentismo. Quante volte ci si sente ripetere anche da compagni/e che si ritengono rivoluzionari, marxisti o leninisti (e che seguono in particolare le tradizioni che discendono dallestrema sinistra spontaneista italiana del 68) che i rivoluzionari devonto rappresentare la volont delle masse o che le idee giuste vengono dalla classe. Se i bolscevichi si fossero basati su concetti di questo tipo la rivoluzione russa non si sarebbe mai realizzata. Al contrario, essi basarono la propria azione sulla lotta contro tali concezioni. Lorigine del Che fare? leniniano esattamente questa. Il libro nacque per sconfiggere linfluenza sviluppatasi in seno alla socialdemocrazia marxista russa

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a tutti limportanza storica mondiale della lotta emancipatrice del proletariato. Ecco il militante rivoluzionario che il partito deve costruire, cos diverso da quello della tradizione dellestrema sinistra italiana del 68 e anche dei marxisti rivoluzionari inconseguenti, che il pi delle volte si limita ad unire il radicalismo sul terreno economicosindacale con la discussione politica tra soli comunisti, invece di cercare di presentare alle masse non solo il proprio impegno sul terreno immediato ma anche la propria prospettiva politica alternativa socialista e rivoluzionaria. Dal concetto leninista del partito su cui si costru il bolscevismo appare evidente la vacuit delle ricorrenti affermazioni della tradizione centrista italiana sulla necessit di costruire un partito che sia espressione dei movimenti oppure per usare una formula cara ai compagni (trotskisti molto inconseguenti) di Bandiera rossa (e della loro corrente internazionale) un partito che rispetti lautonomia dei movimenti. Rispettare lautonomia dei movimenti significa o lasciarli in mano a demagoghi opportunisti o, al meglio, tollerare senza lotta che essi rimangano sul loro terreno spontaneo del tradeunionismo (o equivalente economicismo per altri settori diversi dalla classe operaia), cio, per usare le parole di Lenin, della loro coscienza borghese. Invece il partito della rivoluzione socialista il partito che interviene nei movimenti di massa con le proprie proposte, per realizzare la propria egemonia politica e costruirsi come direzione e punto di riferimento, lottando per lorganizzazione democratica (due termini inseparabili) contro spontaneismo e movi mentismo, proprio perch questa la migliore condizione per lo sviluppo della coscienza e per la lotta per legemonia rivoluzionaria. E in questo quadro che si crea un rapporto fecondo tra spontaneit e direzione politica di classe, rapporto che lelemento chiave per lo sviluppo positivo della situazione rivoluzionaria (che il partito non crea Lenin, Trotsky e tutti i marxisti russi restarono sorpresi dallo scoppio delle rivoluzioni sia

del 1905 che del febbraio 17 ma che pu favorire nel suo sviluppo con la propria azione). E questa la grande lezione della rivoluzione dellOttobre 17, nel legame dialettico tra il movimento di massa organizzato nei soviet e il partito bolscevico.

Un partito di militanti attivi


Dalla concezione del rapporto ricorrente tra spontaneit e direzione deriva anche la concezione della composizione del partito rivoluzionario. Il concetto, cio, del partito davanguardia formato da rivoluzionari di professione. Se senza teoria rivoluzionaria non esiste movimento rivoluzionario, se compito del partito quello di permeare il proletariato della coscienza rivoluzionaria, chiaro che esso dovr essere formato da militanti che si pongano sul terreno di quella teoria e che si propongano questo compito. Per teste forti in materia di organizzazione bisogna intendere come ho gi detto pi di una volta solo i rivoluzionari di professione poco importa se studenti o operai di origine. (Lenin, Che fare?). Naturalmente si tratta di comprendere bene il significato del concetto leninista e dialettizzarlo. Esso infatti ha un determinato senso nel quadro di una situazione di clandestinit, un altro in quella di un regime di democrazia borghese. Ma lelemento essenziale rimane: il partito rivoluzionario stato nellesperienza bolscevica, e dovr essere in ogni caso, un partito composto da militanti attivi e solo da essi che fanno coscientemente della rivoluzione lo scopo e lattivit prioritaria della propria vita (da ci il termine di rivoluzionari di professione). Ed anzi il partito in quanto tale che deve porsi il compito di trasformare in rivoluzionari di professione i militanti, in particolare giovani, che vi aderiscono. Aggiungiamo che il partito formato da militanti attivi il pi democratico, perch quello che tende a rendere pi maturo, approfondito, concreto e non personalistico il dibattito. Sia pure con molte eccezioni, i militanti tendono maggiormente a decidere in base alle proposte cos come le interpretano alla luce delle loro conoscen-

ze teoriche e della loro esperienza pratica. (Si confronti invece il quadro totalmente diverso in cui si svolto il terzo congresso del Prc: le posizioni rivoluzionarie trovarono ampio sostegno, sia pure di minoranza, tra i militanti attivi del partito, mentre la quasi totalit degli iscritti inattivi che partecip alle votazioni si espresse senza reale conoscenza delle posizioni a confronto per Bertinotti e Cossutta.)

Un partito proletario
Il partito che Lenin e i suoi compagni costituirono non fu, per, un generico partito davanguardia. Fu un partito proletario. Anche qui si tratta di comprendere questo concetto. Nella sua Storia Zinoviev racconta come nei primi anni del secolo la maggioranza dei militanti bolscevichi non fossero operai. Solo successivamente in particolare con la rivoluzione del 1905 questa situazione si trasform portando il partito bolscevico ad avere una maggioranza assoluta di aderenti operai industriali. Ma la questione dellorientamento verso il proletariato venne posta come elemento centrale fin dalla nascita della corrente marxista nel movimento popolare russo e su questo essa si differenzi dal movimento populista. Il conflitto tra marxisti e populisti, che prendeva forme diverse da un punto di vista dottrinale, si riduceva alla questione del ruolo della classe operaia Nel 1889, a Parigi, in occasione del primo congresso della II Internazionale, Plechanov, allora capo indiscusso dei marxisti rivoluzionari russi, dichiar: La rivoluzione russa vincer come rivoluzione della classe operaia o non vincer. (Zinoviev, Storia del partito bolscevico). Questi concetti non rimasero astrazione e si collegarono dialetticamente con quello della coscienza portata dallesterno. Fin dallinizio i quadri marxisti rivoluzionari, anche se in maggioranza studenti o intellettuali, indirizzarono la loro azione verso le fabbriche per costruire in esse i quadri operai rivoluzionari, per dare insime a loro coscienza socialista al nascente proletariato russo, per sviluppare le sue lotte economiche e soprattutto come detto il suo intervento nellarena politica.

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acuta nel 1907-1909, quando Lenin fu in aspro contrasto (mentre lottava nellinsieme del movimento operaio russo contro lopportunismo di destra) con larghi settori ultrasinistri, in particolare sulla questione della partecipazione alle elezioni per il parlamento zarista e anche della partecipazione ai sindacati, diretti da riformisti (o peggio). Cos noi vediamo Lenin ad una conferenza nazionale del partito nel 1907 (allora ancora unificato; la rottura finale e formale sar nel 1912) che vota, unico tra i delegati bolscevichi, insieme ai menscevichi per la partecipazione alla terza duma (parlamento zarista), eletto con i criteri reazionari gi ricordati (anzi con alcune altre clausole negative). Con lobbiettivo quindi di costruire un partito non solo programmaticamente ma anche organizzativamente proletario. Un partito che lottasse per legemonia del proletariato nella rivoluzione ([3]), dopo aver realizzato la conquista della sua maggioranza al partito rivoluzionario stesso. Maggioranza che effettivamente il partito bolscevico riusc a conquistare nel periodo precedente la prima guerra mondiale. Infatti, nel 1912 tutti i sei deputati operai eletti al parlamento nazionale (sulla base di antidemocratiche elezioni per circoscrizioni uninominali e classi sociali in cui il voto di 1 proprietario terriero equivaleva a quello di 45 operai!) furono bolscevichi, mentre nel partito la maggioranza assoluta degli aderenti era ormai costituita da operai e operaie dellindustria. Tuttavia i bolscevichi persero questa maggioranza nel corso della guerra mondiale, anche per il massiccio afflusso di nuova classe operaia dalle campagne, nel quadro dello sviluppo della produzione di guerra. Ma essi la seppero riguadagnare nel periodo tumultuoso tra il febbraio e lottobre 17 e portarla allalleanza egemonica con i contadini e alla vittoria. Come scrive Zinoviev nella sua Storia: Il nostro partito non ha svolto un ruolo decisivo nella rivoluzione di Febbraio, e non avrebbe potuto svolgerlo, visto che la classe operia era per la difesa nazionale. In cambio, nei mesi seguenti esso ha realizzato il capitale investito nel movimento operaio per un quarto di secolo e, sulla base dellidea dellegemonia del proletariato, ha liberato la classe operaia russa dallinfluenza dei menscevichi e degli s-r [social-rivoluzionari ndr], portandola alla vittoria definitiva sulla borghesia. Nella sua Storia Zinoviev racconta: Lenin, con alcuni altri, difese la partecipazione, ma la maggioranza [dei bolscevichi, ndr] era contro di lui. Gli si rimproverava di evolvere verso la destra consigliando agli operai di entrare in quella che sarebbe stata unassemblea arci rea zio naria Per un certo periodo la tendenza antisindacale ebbe la meglio nella frazione bolscevica Lenin pensava che dovessimo rimanere legati alla massa operaia Se gli operai stavano nei sindacati, lo do vevamo fare anche noi. Se potevano inviare alla duma zarista anche un sol uomo, bisognava farlo: avrebbe detto agli operai la verit e noi avremmo stampato e diffuso il suo discorso Se in quel momento la tendenza antileninista avesse riportato una vittoria, il partito [la frazione bolscevica, ndr] si sarebbe trasformato in una setta. Ed di fronte a questo rischio che nel 1908 Lenin progett addirittura di abbandonare la frazione bolscevica e di costruirne una nuova, ci che non accadde perch finalmente riusc vincitore nello scontro interno. Ugualmente nella primavera del 1917, rientrando dallesilio, Lenin dovette sviluppare una battaglia controcorrente nel partito, non solo contro il gruppo dirigente Kamenev-Stalin che teneva un atteggiamento ambiguo (n sostegno n opposizione) verso il governo prov vi sorio di centro-sinistra, ma anche verso quei quadri dirigenti pi radicali che proponevano lopposizione al governo ma senza trarne tutte le conseguenze

Nessun feticismo della forma-partito


La teoria leninista del partito, quale sopra esposta, configura forse un feticismo della forma partito? Per nulla; anzi esattamente il contrario. Non c movimento rivoluzionario senza teoria rivoluzionaria. Il partito necessario ma solo se mantiene chiaramente il suo carattere marxista e rivoluzionario. Esso uno strumento, non un fine. Lenin dimostr nel concreto il contenuto della sua concezione del partito durante tutta la sua vita. Si dimentica quasi sempre, in primo luogo, che egli costru il partito della rivoluzione proprio distruggendo, con unaspra lotta di frazione, il suo partito originario, cio il Posdr, e che per questo egli fu condannato come settario, dogmatico, distruttore e frazionista non solo dai suoi avversari in Russia, ma anche dalla larga maggioranza del movimento socialista internazionale. Ma anche rispetto alla frazione bolscevica Lenin subordin sempre lunit alla chiarezza politica. La storia della frazione bolscevica essa stessa storia di lotte di tendenze. Essa fu particolarmente

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di progetto rivoluzionario immediato. E fu solo questo riorientamento del partito che permise ad esso di svolgere il ruolo che svolse nellOttobre. Non fosse riuscito nel riorientamento Lenin avrebbe certamente cercato di raggruppare su un nuovo asse organizzativo le forze conseguentemente rivoluzionarie. Sono dunque la socialdemocrazia classica e lo stalinismo che fanno del partito della classe operaia un feticcio, un fine in s a cui tutto subordinare. La lezione di Lenin al contrario che il partito proletario davanguardia uno strumento indispensabile ma pur sempre uno strumento in vista del fine: la presa del potere da parte del proletariato. Ma se cos , e se Lenin dovette riorientare il partito addirittura nel 17, non si deve concludere che la questione centrale non tanto il partito proletario quanto il suo gruppo dirigente, o addirittura il suo o i suoi leader? Porre la questione in questo modo significherebbe non cogliere la dialettica che permise il trionfo dellOttobre. Lenin dovette s ri orientare il partito ma riusc a farlo perch esso era quel partito, e per questo, daltra parte, esso riusc a dirigere le masse.

data da ogni nuovo avvenimento. Questi elementi dellattivo fanno meravi glie in una situazione rivoluzionaria, cio in circostanze di acutizzazio ne della lotta di classe. Il partito alline la sua politica in accordo alla concezione di Lenin, che armonizzava con lautentico corso della rivoluzione e perci trov saldo appoggio in decine di migliaia di operai davanguardia. In pochi mesi, basandosi sullo sviluppo della rivoluzione, il partito fu in grado di convincere la maggioranza della classe operaia della correttezza della propria impostazione: questa maggioranza, organizzata in soviet, pot a sua volta attrarre soldati e contadini.. Questa la grande lezione del bolscevismo da studiare e di cui riap pro priarsi dopo tanti decenni di tradimenti, errori e confusioni anche nel seno dellavanguardia del

movimento operaio. Per costruire in una inevitabilmente lunga lotta, sulle basi conseguenti del marxismo rivoluzionario contro ogni opportunismo ma anche contro le spinte settarie dellautoisolamento dalla classe quale nella realt un corpo organizzato coeso ma in continuo dibattito e confronto interno di migliaia di quadri rivoluzionari inseriti profondamente nel movimento operaio, in lotta contro linfluenza del riformismo ma anche del puro economismo e spontaneismo; un partito in lotta costante per guadagnare la maggioranza politica della classe ad una prospettiva anticapitalistica e portarla, al maturare delle condizioni obiettive, alla conquista del potere.

Note
1) Basti pensare che nel 1912 il Partito operaio socialdemocratico russo (Posdr) si divideva, secondo un elenco steso da Rosa Luxenburg, in 12 frazioni. Quella bolscevica era la pi importante ma lungi dallessere egemone. Il partito che diresse la rivoluzione nel 1917 fu in realt il prodotto della congiunzione ai bolscevichi di cinque altre frazioni (tra cui quella diretta da Trotsky) e di minoranze significative di ulteriori tre. 2) La storia del partito bolscevico di Zinoviev, edita in volume nel 1923, stata recentemente pubblicata in edizione italiana dalla Graphos con il titolo La formazione del partito bolscevico 18981917. Il testo basato su un ciclo di conferenze tenuto da Zinoviev, allora segretario dellInternazionale Comunista, nello stesso 1923 in occasione del XXV anniversario del Partito operaio socialdemocratico russo. E un ottimo testo popolare sulla storia del partito bolscevico e sui problemi politici legati al suo sviluppo che consigliamo ad ogni compagno di leggere e su cui pensiamo di tornare in un prossimo futuro con una recensione. 3) E diffuso in Italia un mito secondo cui il concetto di egemonia una inno vazione teorica peculiare del pensiero di Antonio Gramsci, che lo distaccherebbe dal rigido dogmatismo della III Internazionale leninista. In realt il grande rivoluzionario italiano non ha fatto che riprendere un concetto proprio da decenni del marxismo rivoluzionario russo (I promotori dellidea dellegemonia del proletariato nella rivoluzione sono Plechanov e Lenin: cos Zinoviev nella sua Storia, 1923); Gramsci, con grande brillantezza, ripropone questa tematica centrale in Italia. Per altro, lutilizzo del termine egemonia pi vago, a prima vista, di altri nel periodo del carcere costituiva per Gramsci anche un elemento di prudenza rispetto ad ulteriori misure repressive dei suoi carcerieri fascisti. 4) Ecco cosa afferma Trotsky in una lettera del 21 allo storico comunista Olminsky: Soltanto il bolscevismo, con la fermezza irriducibile della sua linea, ha raccolto nelle sue file gli elementi veramente rivoluzionari dei vecchi intellettuali e dellavanguardia della classe operaia.

Il ruolo di Lenin e quello del suo partito nellOttobre


Come ricorda in varie occasioni Trotsky, senza Lenin non ci sarebbe stato il trionfo dellOttobre, ma senza il partito cio un corpo formato da migliaia di quadri e militanti operai, forgiato in anni di lotte politiche interne ed esterne ([4]) Lenin non sarebbe stato in grado di dirigere la classe operaia alla vittoria. Ecco come Trotsky riassume tutto ci due decenni dopo il 17 nel suo scritto Classe, partito e direzione: Che vi era allattivo del bolscevismo? Allinizio della rivoluzione, solo Lenin manteneva una concezione rivoluzionaria chiara e profonda. I quadri russi del partito erano dispersi e notevolmente confusi. Ma il partito godeva di autorit tra gli operai davanguardia. Lenin godeva di autorit tra i quadri del partito. La concezione politica di Lenin corrispondeva allo sviluppo reale della rivoluzione, ed era convali-

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Coscienza spontanea e coscienza socialista

di Vladimir Ilic Lenin


Senza teoria rivoluzionaria non vi pu essere movimento rivoluzionario. Non si insister mai troppo su questo concetto in un periodo in cui la predicazione opportunistica venuta di moda accompagnata dallesaltazione delle forme pi anguste di azione pratica. Ma per la socialdemocrazia russa, in particolare, la teoria acquista unimportanza ancora maggiore Innanzi tutto, il nostro partito ancora in via di formazione, sta ancora definendo la sua fisionomia ed ben lungi dallaver saldato i conti con le altre correnti del pensiero rivoluzionario, che minacciano di far deviare il movimento dalla giusta via. Anzi, proprio in questi ultimi anni ci troviamo di fronte ad una reviviscenza delle tendenze rivoluzionarie non socialdemocratiche. In siffatte condizioni, un errore, che a prima vista sembra senza importanza, pu avere le pi deplorevoli conseguenze;

e bisogna essere ben miopi per giudicare inopportune e superflue le discussioni di frazione e la rigorosa definizione delle varie tendenze. Dal consolidarsi delluna piuttosto che dellaltra tendenza pu dipendere per lunghi anni lavvenire della socialdemocrazia russa Ricordiamo le osservazioni di Engels (1874) sullimportanza della teoria nel movimento socialdemocra tico. Secondo Engels, esistono non due forme della grande lotta socialdemo cratica (politica ed economica) come si pensa abitualmente fra noi , ma tre, ponendosi accanto a queste anche la lotta teorica. [] Lesperienza rivoluzionaria e la capacit organizzativa sono cose che si acquistano. Basta voler sviluppare in s le qualit necessarie! Basta aver coscienza dei propri errori, coscienza che, nelle questioni rivoluzionarie, equivale gi ad una mezza correzione! Ma il mezzo male diventa un male effettivo quando questa coscienza comincia ad oscurarsi quando c della

gente che pronta a presentare le deficienze come virt e persino a tentare di giustificare teoricamente la propria sottomissione servile alla spontaneit. E tempo di fare il bilancio di questa tendenza, molto inesattamente definita col termine di economismo, che troppo ristretto per esprimerne tutto il contenuto. [] Ogni sottomissione del movimento operaio alla spontaneit, ogni meno ma zione della funzione dellelemento cosciente, della funzione della social democrazia significa di per s non importa lo si voglia o no un raffor zamento dellinfluenza dellideologia borghese sugli operai. Tutti coloro che parlano di sopravvalutazione della ideologia, di esagerazione della funzione dellele mento cosciente, ecc., immaginano che il movimento puramente operaio sia di per s in grado di elaborare ed elabori in realt una ideologia indipendente; che ci che pi conta sia che gli operai strappino dalle mani dei dirigenti le loro

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sorti. Ma questo un profondo errore Per completare quanto abbiamo detto sopra, riportiamo anche le seguenti parole di K. Kautsky, profondamente giuste e importanti La coscienza socialista quindi un elemento importato nella lotta di classe del proletariato dallesterno [von aussen hineingetragenes], e non qualche cosa che ne sorge spontaneamente [urwchsig]. Il vecchio programma diceva dunque molto giustamente che il compito della socialdemocrazia di introdurre nel proletariato [letteralmente: di permeare il proletariato] la coscienza della sua situazione e della sua missione. Non occorrerebbe far questo se la coscienza emanasse da s dalla lotta di classe Dal momento che non si pu parlare di una ideologia indipendente, elaborata dalle stesse masse operaie nel corso stesso del loro movimento, la questione si pu porre solamente cos: o ideologia borghese o ideologia socialista. Non c via di mezzo (poich lumanit non ha creato una terza ideologia, e, daltronde, in una societ dilaniata dagli antagonismi di classe, non potrebbe mai esistere

una ideologia al di fuori o al di sopra delle classi). Ecco perch ogni menomazione dellideologia socialista, ogni allontanamento da essa implica necessariamente un rafforzamento dellideologia borghese. Si parla della spontaneit; ma lo sviluppo spontaneo del movimento operaio fa s che esso si subordini allideologia borghese perch il movimento operaio spontaneo il tradunionismo, la Nur-Ge werk schaftlerei [puro economicismo], e il tradunionismo lasservimento ideo lo gico degli operai alla borghesia. Perci il nostro compito, il compito della socialdemocrazia, consiste nel combattere la spontaneit, nellallontanare il movimento operaio dalla tendenza spontanea del tradunionismo a rifugiarsi sotto lala della borghesia; il nostro compito consiste nellattirare il movimento operaio sotto lala della socialdemocrazia rivoluzionaria. [] La coscienza della classe operaia non pu diventare vera coscienza politica se gli operai non si abituano a reagire contro ogni abuso, contro ogni manifestazione dellarbitrio e delloppres sione, della violenza e della soperchieria, qualunque sia la classe che ne

colpita, e a reagire da un punto di vista socialdemocratico e non da un punto di vista qualsiasi. La coscienza delle masse operaie non pu essere una vera coscienza di classe se gli operai non imparano a osservare, sulla base dei fatti e degli avvenimenti politici concreti e attuali, ognuna delle altre classi sociali in tutte le manifestazioni della vita intellettuale, morale e politica; se non imparano ad applicare in pratica lanalisi e il criterio materialistico a tutte le forme dattivit e di vita di tutte le classi, strati e gruppi della popolazione. Chi induce la classe operaia a rivolgere la sua attenzione, il suo spirito di osservazione e la sua coscienza esclusivamente, o anche principalmente, su se stessa, non un socialdemocratico, perch per la classe operaia la conoscenza di se stessa indissolubilmente legata alla conoscenza esatta dei rapporti reciproci di tutte le classi della societ contemporanea, e conoscenza non solo teorica, anzi, non tanto teorica, quanto ottenuta attraverso lesperienza della vita politica. Ecco perch la predicazione dei nostri economisti, i quali sostengono che la lotta economica il mezzo pi largamente applicabile per trascinare le masse nel movimento politico, cos profondamente reazionaria nei risultati pratici. [] La coscienza politica di classe pu essere portata alloperaio solo dallesterno, cio dallesterno della lotta economica, dallesterno della sfera dei rapporti tra operai e padroni. Il solo campo dal quale possibile attingere questa coscienza il campo dei rapporti di tutte le classi e di tutti gli strati della popolazione con lo Stato e con il governo, il campo dei rapporti reciproci di tutte le classi. (tratto da Vladimir I. Lenin, Che fare?, Editori riuniti, Roma 1974, pp. 55, 61, 71, 74, 105-106, 115-116.)

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Lenin sconosciuto
di Tiziano Bagarolo

La rivoluzione sovietica e lenergia


Lenin fu lispiratore delle prime iniziative del potere sovietico in campo ambientale. E non per caso. Le prove della sua attenzione per i problemi della natura si possono rintracciare in diversi scritti. E questo un lato inedito del suo pensiero e della sua opera e la conferma che unaltra via di sviluppo era possibile per lUrss e peril socialismo. Anche in campo ecologico, lo stalinismo fu la negazione delleredit leniniana e delle potenzialit rivoluzionarie dischiuse dallOttobre.

C un aspetto, certo non dei maggiori ma neppure trascurabile, del pensiero e dellopera di Lenin che resta sostanzialmente sconosciuto ai militanti, e anche alla maggioranza degli studiosi, e che invece merita di essere recuperato e conosciuto, non per mero scrupolo storico ma per ragioni sostanziali. Si tratta del contributo teorico e soprattutto pratico che il rivoluzionario russo ha dato nel campo della politica dellambiente. Questo Lenin sconosciuto una smentita di una certa rappresentazione convenzionale che stata data molte volte delluomo e del dirigente rivoluzionario come insensibile a tutto ci che non fosse lotta ideologica e azione immediata per il potere. Rappresenta anche la rivelazione di una precoce e insospettata attenzione del potere dei soviet per i problemi ecologici, che proprio da Lenin ebbe un significativo incoraggiamento, e la confutazione di diffusi luoghi comuni quali la cecit del marxismo nei confronti della natura o linevitabile fallimento ecologico del socialismo. La ricostruzione di questa dimensione inedita del grande rivoluzionario russo ci consente inoltre di rispondere, con solidi argomenti e precisi riferimenti ai fatti storici, allimputazione rivolta in anni recenti ai padri del marxismo, e segnatamente a Lenin, per il preteso divorzio fra il marxismo (e il socialismo) e lecologia, divorzio che avrebbe contribuito agli esiti disastrosi sul terreno ambientale delle prime societ post-capitalistiche e che pi in generale avrebbe provocato il ritardo con cui il movimento operaio arrivato a fare i conti teorici e pratici con la questione dellambiente. Come vedremo, vero esattamente il contrario. Non solo Lenin, nel suo sforzo di analisi delle contraddizioni del capitalismo, manifest fin dai primi anni del Novecento unattenzione non comune per temi che oggi diremmo ecologici ma, una volta alla guida del po-

tere sovietico, pur nelle condizioni estremamente sfavorevoli della guerra civile, si preoccup di impostare una strategia di protezione della natura e di gestione razionale delle risorse naturali che avrebbe dato per oltre un decennio risultati pi che positivi. E che prefigurava la possibilit di un socialismo ecologico che non si tradotto nella realt non per congeniti vizi ideologici del marxismo o del leninismo, come alcuni pretendono, ma per linvoluzione staliniana della Russia post-rivoluzionaria, nelle condizioni tremende create dalla degenerazione burocratica, dalla sconfitta della rivoluzione in Occidente e dallisolamento internazionale del primo Stato operaio.

Lenin e la politica sovietica di protezione della natura

Fino a una ventina danni fa, in Occidente si conosceva ben poco della politica di protezione della natura attuata nei primi anni del potere sovietico e gli studiosi occidentali giudicavano pura propaganda le affermazioni degli storici sovietici che attribuivano a Lenin lispirazione di tale politica. Va aggiunto che la disastrosa situazione dellambiente in Urss, venuta alla luce con lincidente di Chernobyl e con la crisi del regime burocratico, nonch note vicende di repressione politica contro studiosi di primo piano, come il famigerato caso Lysenko-Vavilov negli anni quaranta, non incoraggiavano certo a pensare allUrss come a un modello nel campo dellecologia e delle politiche ambientali. Un quadro affatto diverso e una vi-

cenda storica di estremo interesse, invece, stata rivelata dagli studi dello storico americano Douglas Robert Weiner che, approfittando delle aperture del periodo gorbacioviano, ha potuto condurre una ricerca approfondita negli archivi sovietici riportando alla luce documenti originali da decenni interdetti anche agli studiosi sovietici (1). La ricerca di Weiner non solo ha confermato il ruolo diretto svolto da Lenin nella promozione delle politiche ambientali del potere sovietico ma ha altres consentito di apprezzarne il valore intrinseco e di comprendere un dato storico fondamentale: limpulso e lispirazione di Lenin hanno consentito allecologia e alla conservazione della natura di sperimentare in Urss un periodo di progressi e di risultati straordinari, allavanguardia a livello mondiale, per tutti gli anni venti. In seguito, il rovesciamento di quella ispirazione, che comincia bruscamente allinizio degli anni trenta nel quadro delle complessiva staliniz zazione del paese, ha comportato un drammatico arretramento dellautonomia degli studiosi, lemarginazione di idee e impostazioni davanguardia sul terreno delle relazioni economiaambiente e una drastica perdita di efficacia delle politiche ambientali. Di qui il disastro ecologico che accompagna nei decenni successivi limpetuoso ma irrazionale sviluppo industriale dellUrss staliniana e che prolunga le sue conseguenze fino alla crisi del regime burocratico negli anni ottanta. Il movimento per la protezione della natura aveva mosso i primi passi in Russia gi prima della guerra, sulla scia dei paesi occidentali pi avanzati in questo

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campo, Stati Uniti e Germania in particolare. Gli studiosi russi avevano avanzato idee davanguardia sulla protezione della natura (2) e proposto un piano di parchi naturali, rimasto ovviamente senza seguito. Non c dunque da stupirsi se anche fra i conservazionisti prevaleva lopinione che la Russia avesse bisogno di urgenti e radicali mutamenti politici e sociali (3). La caduta dello zar fu perci accolta con favore e nei mesi che seguirono la rivoluzione del febbraio 1917 sorsero nei maggiori centri del paese nuove societ geografiche e naturalistiche (4). Tuttavia, al momento della presa del potere da parte dei bolscevichi, le simpatie nei loro confronti erano scarse. Osserva Weiner che lapproccio del partito di Lenin nei confronti della conservazione era unincognita politica. In effetti, il partito bolscevico non aveva mai discusso in precedenza e adottato una chiara posizione in materia. Anche per questo la posizione personale di Lenin assumeva unimportanza decisiva. Bench anchegli non avesse mai affrontato in modo organico e complessivo i temi dellambiente, fra i dirigenti bolscevichi Lenin era uno dei pi consapevoli in materia (vedremo pi avanti alcuni suoi scritti degli inizi del secolo). In lui la convinzione circa lurgenza di incrementare le forze produttive del paese si accompagnava a una chiara consapevolezza della necessit di rispettare le leggi naturali. Lobiettivo dellefficienza nella gestione delleconomia socialista includeva, e non ignorava, lesigenza di una gestione accorta delle risorse naturali e della loro preservazione e quella del rispetto delle leggi ecologiche, come si pu vedere in questo passo tratto dallindirizzo ai delegati comunisti del Consiglio centrale panrusso dei sindacati dellaprile 1919: Per proteggere le fonti delle nostre risorse dobbiamo agire in accordo con le leggi scientifico-tecniche. Per esempio, trattando del rendimento delle nostre foreste, dobbiamo stare attenti che lindustria forestale agisca correttamente. Trattando del petrolio, dobbiamo attrezzarci per prevenire gli sprechi. E neces-

sario insomma sforzarsi di applicare le leggi scientifico-tecniche e un criterio di sfruttamento razionale. (5) Questa consapevolezza e la percezione realistica dellarretratezza storica della Russia in cui, allindomani della conquista del potere da parte degli operai, prevalevano le sterminate masse contadine e la gretta burocrazia statale ereditata dallo zarismo (6) rafforzavano in Lenin la radicata convinzione che la nuova Russia doveva far tesoro della migliore eredit culturale e scientifica della borghesia, per cui era necessario cercare unintesa con il mondo accademico e con gli specialisti borghesi disponibili a collaborare e, pi in generale, promuovere

ricorda anche qualche aneddoto della vita privata di Lenin che testimonia la sua sensibilit naturalistica: la passione giovanile per la pesca e le escursioni lungo il fiume Svijaga presso Simbirsk e, pi tardi, sulle alture lungo il Volga a Zhiguli; le escursioni con la moglie Krupskaja sulle Alpi, sui Giura e sui Tatra, durante lesilio in Europa occidentale; la sua netta preferenza, in materia di tempo libero, per il partito dei progulisty (i naturalisti) contro i kinemasty (i cinefili). Abitudini conservate, per quanto possibile, anche durante gli anni frenetici del potere (10). Ben pi importanti sono, naturalmente, le azioni politiche concrete. E qui significativo il fatto che le prime leggi sovietiche di protezione della natura portano tutte la firma di Lenin, e non certo per un mero fatto burocratico (1 1). Dopo il decreto sulla terra, dei primi giorni della rivoluzione, che mise nelle mani dello Stato tutte le risorse naturali, sottraendole allo sfruttamento dei privati e creando le premesse per una loro gestione razionale, due sono i momenti salienti dellavvio della politica sovie-

con ogni mezzo lo sviluppo delle scienze teoriche e applicate per elevare il livello culturale e quello tecnologico del paese e creare le condizioni per un rapido incremento della produttivit (7). Guidato da queste convinzioni, nellaprile del 1918 Lenin concludeva laccordo con lAccademia delle scienze: il governo sovietico riconosceva lautonomia delle istituzioni scientifiche e universitarie in cambio della loro leale collaborazione con il nuovo potere. Con lo stesso spirito, ma forse con la percezione di unurgenza particolare, lavorava per la collaborazione con gli esponenti delle scienze della natura e dei circoli conservazionisti. Sono molte le testimonianze di contemporanei che attestano una particolare sensibilit di Lenin per i problemi di protezione della natura (8). Sappiamo che nelle settimane trascorse a nascondersi dopo le giornate di luglio del 1917, egli lesse alcune opere di argomento ecologico (9). Weiner

tica nel campo dellambiente. Ed entrambi portano limpronta di Lenin. Il primo, gi menzionato, fu laccordo fra il governo sovietico, nella persona del Commissario del popolo allistruzione Anatolij Vasilevic Lunaciarskij, e lAccademia delle scienze, con il quale il potere sovietico riconosceva lautonomia delle istituzioni accademiche e scientifiche in cambio dellimpegno a una leale collaborazione. Si tenga presente che lorientamento ideologico dei leader dellAccademia era tuttaltro che favorevole ai bolscevichi (e alle tendenze socialiste in generale). Ci nondimeno, laccordo ridusse la conflittualit e rese possibile una collaborazione che diede nel tempo frutti importantissimi, soprattutto dopo la fine della guerra civile. Come vedremo pi avanti, lecologia e le scienze naturali in generale beneficeranno in modo particolare di questo quadro favorevole. Il secondo evento meno noto. Si tratta dellincontro del gennaio 1919 fra Lenin e Nikolaj Nikolaevic

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Podiapolskij, agronomo bolscevico di Astrakan, citt nella regione del Volga, incontro che segna il punto di partenza della politica sovietica di tutela della natura. Vale la pena di riferire estesamente lepisodio cos come lo racconta Douglas Weiner. In quei giorni il governo sovietico era impegnato in una battaglia di vita o di morte contro larmata del generale bianco Kolciak che aveva superato gli Urali e minacciava il cuore del territorio rosso. Malgrado la difficile situazione, il 16 gennaio Lenin trova il tempo, su sollecitazione di Lunaciarskij, di ricevere al Cremlino Nikolaj Podiapolskij, responsabile del Commissariato del popolo allistruzione ad Astrakan, giunto a Mosca per perorare due proposte: aprire una universit nella sua citt e istituire una riserva naturale (zapovednik, in russo) nel delta del Volga (essa sar in effetti la prima area naturale protetta istituita dal potere sovietico, l1 1 aprile 1919). Racconter pi tardi Podiapolskij che, dopo averlo ascoltato e dopo avermi fatto qualche domanda sulla situazione militare e politica della regione di Astrakan, Vladimir Ilic diede la sua approvazione a tutte le nostre iniziative e in particolare a quella che riguardava il progetto di zapovednik. Dichiar che la causa della conservazione era importante non solo per la regione di Astrakan, ma altrettanto per lintera repubblica, e che egli la considerava una priorit urgente. Lenin propose pertanto a Podiapolskij di elaborare subito un progetto di legge sulla conservazione da applicare a tutto il paese. Costui, gi il giorno successivo, dopo aver lavorato freneticamente con laiuto di alcuni legali e di alcuni attivisti di Mosca, consegn il testo per il parere di Lenin e, con sua grande sorpresa, lo ricevette indietro nella giornata stessa corredato dalle osservazioni del capo del governo. Successivamente il provvedimento venne inviato per lapprovazione definitiva al Commissariato del popolo allistruzione. Non si tratt di una scelta casuale. Con acuta lungimiranza, Lenin voleva che la responsabilit per la protezione della natura fosse affidata a un organismo senza interessi diretti nello sfruttamento delle risorse naturali per garantirgli il massimo di autonomia e di efficacia nellespletamento dei suoi sco-

pi istituzionali. Una scelta molto oculata, osserva Weiner, carica di conseguenze positive (12). Dopo aver superato vari ostacoli burocratici, sollevati non a caso dai ministeri economici, con un ritardo di due anni, il 16 settembre 1921 il decreto Sulla protezione dei monumenti della natura, i giardini e i parchi, firmato personalmente da Lenin, divenne legge dello Stato. Punto qualificante: lattribuzione al Commissariato allistruzione delle competenze in materia di protezione della natura e della facolt di istituire parchi nazionali (zapovedniki) in qualsiasi parte del territorio della nazione giudicato di particolare valore ambientale, scientifico o storico-culturale. Nei parchi nazionali, inoltre, veniva proibita ogni attivit economica (caccia, pesca, prelievo di uova o di piante, ecc.) non espressamente autorizzata. Un secondo risultato dellincontro del gennaio 1919 fu la creazione nella primavera dello stesso anno della Commissione provvisoria per la conservazione, in seguito ribattezzata Comitato scientifico o Comitato statale per la protezione dei monumenti della natura, con alcuni tra i pi noti accademici e scienziati russi, come il geografo Anuchin, il mineralogista Fersman, gli zoologi Kots e Ognev, gli ecologi Severtsov, Kozhevnikov e Zhitkov. A capo della Commissione venne posto lastronomo bolscevico Vagran Tigran Ter-Oganesov. Una delle prime realizzazioni di questo organismo fu listituzione del primo parco nazionale della Russia sovietica, lIlmenskij zapovednik, nella regione di Miass negli Urali meridionali (13). Il decreto istitutivo venne firmato da Lenin il 4 maggio 1920. In conclusione, la presenza e lintervento di Lenin nellavvio della politica sovietica di protezione della natura rivestirono un ruolo molto importante se non decisivo. Il punto qualificante degli atti legislativi che si susseguirono fra il 19 e il 21 fu lattribuzione al Com missariato del popolo allistruzione (Narkom pros) delle competenze non solo della gestione dei parchi nazionali ma dellintera politica di conservazione. Questa attribuzione fu tuttaltro che scontata e tranquilla. Viceversa, fu fonte di ricorrenti conflitti interbu rocratici con il Commissariato allagricoltura (Narkomzem) che a pi riprese reclamer a s la gestione delle aree protette per poterle sfruttare

economicamente. Senza riuscirci, almeno fino al 1934. Poi, come per il resto dellUnione sovietica, la musica cambier. Fortunatamente, il periodo di Lenin aveva lasciato solide fondamenta su cui costruire, il giudizio finale di Weiner, con cui non si pu non consentire (14).

Lenin, Bogdanov e lecologia

Anche se il ruolo di Lenin nellavvio di una avanzata politica sovietica dellambiente ormai, dopo le ricerche di Weiner, un fatto storicamente accertato, non mancato chi in anni recenti ha voluto interpretare in modo affatto diverso non tanto lopera (che fuori discussione) quanto la filosofia di Lenin in relazione alla ricezione dellambientalismo in Urss e pi in generale nel marxismo. Si segnalano in questo senso i saggi di due studiosi che hanno la pretesa di definirsi ecosocialisti: Juan Martinez-Alier, che non era al corrente dellopera di Weiner quando ha formulato la sua tesi; e Arran Gare, che invece utilizza in modo a dir poco discutibile, parziale e tendenzioso le ricerche di Weiner (15). Juan Martinez-Alier (16) in Ecological Eco no mics, un lavoro del 1987 per altri aspetti originale e pregevole, mette sotto accusa Lenin per la polemica filosofica condotta in Materialismo e empiriocriticismo (17) contro Alek sander Bogdanov (18) e i machisti russi. Egli vede un rappor to di causalit fra la posizione critica di Lenin nei confronti dellener getismo di Wilhelm Ostwald e della sua versione russa e marxista di Bogdanov e las serita insensibilit del marxismo nei riguardi delle problematiche ecologiche e in particolare della dimensione energetico-entropica dei processi produttivi (19). Arriva ad affermare che, attaccando Bogdanov, che aveva suggerito una connessione fra disponibilit di energia e forze produttive, Lenin si sarebbe spinto quasi a respingere lo stesso concetto di energia.La critica di Lenin a Bogdanov e a Ostwald, inoltre, sarebbe stata una vera iattura perch con essa la nube del sospetto leniniano... si addens intorno al concetto di energia, e ancor pi allenergetica sociale (20). Di queste pesanti affermazioni di Martinez-Alier c sostanzialmente

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una sola cosa da dire: sono lopposto della realt. Per un verso egli travisa malamente la posizione di Lenin sullenergia e sullenergetismo. Per un altro, il suo giudizio sul valore e il significato di questultima corrente filosofica fortemente squilibrato. In ogni caso, storicamente infondato il ruolo che egli attribuisce a questo scritto di Lenin e alle posizioni in esso sostenute. In Materialismo ed empiriocriticismo Lenin non si sogna affatto di negare il concetto di energia; anzi, in via dipotesi egli non rifiuta neppure la possibilit di fare dellenergia, invece che degli atomi, il concetto base per linterpretazione del mondo fisico; per Lenin questo un problema empirico che va lasciato interamente agli sviluppi della ricerca scientifica. Ci a cui si oppone linterpretazione in chiave idealistica di questa sostituzione, come se la scomparsa della materia (ossia la crisi della nozione meccanicistica di materia invalsa fino ad allora nella fisica) comportasse la scomparsa del mondo oggettivo; e come se quello di energia non fosse anchesso un concetto materialistico. La questione discussa con chiarezza nel quinto capitolo intitolato La rivoluzione moderna nelle scienze naturali e lidealismo filosofico, dove si esamina laffermazione di alcuni fisici secondo cui le ultime scoperte della fisica (in particolare la scoperta dellelettrone e della divisibilit dellatomo) avrebbero comportato la scomparsa della materia. Lenin non ha problemi ad ammettere tale affermazione, se essa riguarda i modelli di interpretazione del mondo fisico. Cosa diversa attribuire ad essa un valore ontologico per negare la realt del mondo obiettivo, come fanno invece Mach e Avenarius, pi confusamente Ostwald e, pi ambiguamente, Bog danov (21). Nel sesto capitolo, Empiriocriticismo e materialismo storico, Lenin prende in esame le ner getica sociale, o per dir meglio la revisione bogdanoviana del materialismo storico. Anche qui, la sua critica non rivolta allener getica come tale, ma allapplicazione esteriore, pasticciata e confusa della terminologia energetica al materialismo storico, ci che

contribuisce a confondere le idee piuttosto che a portare un arricchimento analitico reale (22). Partendo dalle tesi di Martinez-Allier, Arran Gare, ha cercato di trovare la chiave di spiegazione storica della vicenda dellambienta lismo sovietico (23). Egli collega lo sviluppo dellambientalismo a Bogdanov e alle sue idee in campo filosofico (lenergetismo) e sociale (il Proletkult) e stabilisce invece un nesso di continuit fra Lenin e Stalin. Mentre il materialismo e il centralismo di Lenin sono responsabili, per Gare, del modello

movimento di cultura proletaria ispirato da Bogdanov. Ma difficile, o meglio impossibile, vedere una qualsiasi affinit, per non dire un rapporto di causalit, fra i due fenomeni (25). In breve, le interpretazioni di Juan Martinez-Alier e di Arran Gare non stanno in piedi. Se da un lato travisano completamente il senso della posizione di Lenin, attribuendo invece a quella di Bogdanov un significato che storicamente non ha avuto, dallaltro sono smentite in concreto dalla verifica storica a cui, dopo lOttobre 1917, vennero sottoposti tanto gli uomini quanto le idee che furono al centro di quella polemica filosofica. Il materialismo non solo non imped ma semmai motiv limpegno di Lenin a favore delle scienze naturali, dellecologia e di una politica di conservazione della natura. Il rifiuto dellenergetismo filosofico, daltra parte, non gli imped di giudicare fondamentale e prioritario per lo sviluppo economico e socialista del paese lo sforzo per lelettrificazione (sintetizzato anche in uno slogan famoso: Il socialismo uguale ai soviet pi lelettrificazione). Per altro, il gi bogdanoviano Lunaciarskij ma trotskista nel 1917 ebbe dal materialista Lenin non solo lincarico di Commissario del popolo allistruzione ma, proprio in virt di quel ruolo, ebbe anche il compito di occuparsi della pro-

nella foto: Alexander Bogdanov di socialismo ultra-industrialista e antiecologico prevalso sotto Stalin, allapproccio di Bogdanov viene invece attribuita la paternit di una via alternativa la cui sconfitta avrebbe avuto per lUrss e per il socialismo le ben note conseguenze. Lesposizione fatta da Gare di alcuni aspetti poco noti del pensiero e dellopera di Bogdanov interessante ma non dimostra affatto la sua tesi. Il procedimento di Gare consiste nel sovrapporre alla vicenda storica una lettura ideologica precostituita volta a dimostrare una causalit ideale che, per il resto, non confortata da nessun elemento di fatto (24). In Gare, lunica parvenza di un argomento storico la concomitanza fra la fioritura dellecologia e la parallela esistenza del Proletkult, il

tezione della natura che Lenin volle, con sguardo lungimirante, sottratta allinfluenza dei dicasteri coinvolti direttamente nello sforzo economico. In questo compito delicato Lunaciarskij ricevette da Lenin il massimo appoggio per ladozione di misure davanguardia a favore della conservazione e della ricerca ecologica. Ancora: nei conflitti ideologici che presero forma nella seconda met degli anni venti furono i materialisti dialettici del gruppo di Deborin coloro che seppero meglio dialogare in modo fecondo con le scienze naturali e con lecologia (26). Viceversa, un motivo tipicamente bogdanoviano la contrapposizione di una pretesa scienza proletaria alla scienza borghese divenne allinizio degli anni trenta il tema portante dei normalizza-

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tori staliniani, protagonisti prima dellattacco allecologia e alla conservazione e, pi tardi, dellassalto alla genetica mendelliana (27). In conclusione: le posizioni filosofiche che si scontrarono nel dibattito del primo decennio del secolo sullempiriocriticismo non solo non offrono una chiave di spiegazione della liquidazione da parte di Stalin, due decenni dopo, dellecologia e dellambientalismo in Urss, ma neppure gettano una qualsiasi luce sul tema sollevato da Martinez-Alier, ossia le ragioni del divorzio intercorso fra il marxismo e lecologia. Nello specifico, del tutto infondata lindividuazione di una responsabilit filosofica di Lenin in tal senso. Occorre cercare in tuttaltra direzione. Al contrario di quanto pretendono Juan Martinez-Alier e Arran Gare, lecito affermare invece che, non solo Lenin possedeva una chiara percezione dellesistenza di problemi ecologici, ma la sua posizione politico-filosofica lo predisponeva a comprenderne la rilevanza. Lo si pu ricavare da un esame pi ampio dei suoi scritti filosofici, esteso ad esempio ai Quaderni filosofici (28), e soprattutto da alcuni saggi dei primi anni del Novecento, raccolti in volume col titoloLa questione agraria e i critici di Marx, in cui sono esplicitamente trattati alcuni temi ecologici di rilievo, come il degrado dei suoli ad opera delle tecniche capitalistiche di coltivazione o lantagonismo fra citt e campagna, e dove Lenin ci ha lascia to le sue opinioni sul modo in cui il socialismo avrebbe dovuto affrontare tali questioni (29).

del mondo naturale, o quella dei processi spirituali come prodotto della materia organica e non di una Ragione o di uno Spirito disincarnati. Non occorre fare qui unanalisi approfondita di questi materiali. Ci limitiamo a richiamare alcuni passaggi pi significativi. Negli appunti (redatti dopo il 1909) sulle Lezioni sullessenza della religione di Feuerbach, Lenin riporta numerosi passi del filosofo materialista tedesco in cui affermato il carattere originario e onnicomprensivo della natura, il suo essere corporea, materiale, fondamento della vita delluomo, complesso di forze ed enti sensibili in costante rapporto di interazione (30). Si veda, ad esempio, questa citazione da Feuerbach dal forte sapore olistico, sorta di anticipazione filosofica del punto di vista ecologico: Ci che infatti luomo chiama finalit della natura non altro che lunit del mondo, larmonia delle cause e degli effetti, la connessione generale in cui esiste e opera ogni cosa della natura. (31) Osservazioni interessanti sulla natura e la conoscenza umana della stessa intessono gli appunti di lettura (del 1914-15) dellaScienza della logicadi Hegel. Riassumendo alcuni passaggi della filosofia dellessenza, secondo la sua precipua lettura materialistica di Hegel, Lenin fa in realt la sintesi del proprio punto di vista in termini che meritano di essere qui riferiti perch consentono di apprezzare le affinit esistenti fra la visione filosofica dellessere proprio del

materialismo dialettico e la visione della natura propria dellecologia scientifica: Se non sbaglio, c molto misticismo e vuota pedanteria in questi ragionamenti di Hegel, ma geniale lidea fondamentale: delluniversale, onnilaterale e viventeconnessione di tutto con tutto e del rispecchiamento di questa connessionenei concetti delluomo, che devono essere altres affinati, elaborati, duttili, mobili, relativi, reciprocamente connessi, essere uno nelle opposizioni, per poter abbracciare il mondo. La prosecuzione dellopera di Hegel e di Marx deve consistere nellelaborazione dialettica della storia del pensiero umano, della scienza e della tecnica. (32) Pi avanti un passo che riassume il valore e i limiti della conoscenza umana della natura: Luomo non pu afferrare = rispecchiare = riflettere la natura intera, completamente, nella sua totalit immediata, ma pu solo avvicinarsieternamentea questo, creando astrazioni, concetti, leggi, unimmagine scientifica del mondo (33) Ma Hegel fornisce a Lenin spunti significativi anche sul rapporto uomo-natura, e in particolare sul ruolo della tecnica in relazione alle leggi di natura. A tal proposito Lenin estremamente chiaro nel porre le leggi di natura come fondamento e limite dellattivit umana: Le leggi del mondo esterno, della natura sono il fondamento dellattivitfinalisticaumana. Nella sua attivit pratica luomo ha dinnanzi a s il mondo oggettivo, di-

Limmagine della natura nel materialismo dialettico leniniano

Negli appunti sparsi e discontinui dei Quaderni filosofici non possiamo trovare una elaborazione originale e sistematica; possiamo tuttavia rintracciare, nelle sottolineature e nelle osservazioni di assenso o di dissenso annotate da Lenin in margine alle sue letture filosofiche, molti elementi del suo pensiero sulla natura e sul rapporto uomo-natura. Essi non ci offrono nuove scoperte: ci confermano semmai il particolare debito del materialismo dialettico leniniano verso Engels (e verso Feuerbach e Hegel) per ci che riguarda la concezione delluomo come parte

nella foto: Lenin gioca a scacchi con Bogdanov

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pende da esso, determina per suo tramite la propria attivit Due forme del processooggettivo: la natura e lattivit ponentesi unfine. Correlazione di queste due forme. I fini delluomo sembrano dapprima estranei (altri) rispetto alla natura. La coscienza delluomo, la scienza rispecchia lessenza, la sostanza della natura, ma al tempo stesso un che di esteriore rispetto alla natura (non coincide con essa immediatamente, semplicemente).La tecnica serve ai fini delluomo appunto perch il suo carattere (essenza) consiste nella sua determinazione da parte delle condizioni esterne (leggi della natura) In realt i fini delluomo sono generati dal mondo oggettivo e lo presuppongono: lo trovano come un dato, come presente. Ma alluomosembrache i suoi fini siano fuori del mondo e da esso indipendenti (libert). (34)

Sui problemi ecologici dellagricoltura capitalistica

Troviamo invece le prove dellattenzione precoce di Lenin per i temi ambientali in alcuni saggi degli inizi del Novecento, composti e pubblicati fra il 1901 e il 1907 e successivamente raccolti in volume col titolo La questione agraria e i critici di Marx. In questi scritti occasionati dalle polemiche seguite alla pubblicazione nel 1898 del voluminoso saggio di Karl Kautsky Die Agrarfrage (la questione agraria), che riproponeva e aggiornava autorevolmente le posizioni marxiste in materia (35) Lenin esamina criticamente le posizioni dei revisionisti tedeschi (David, Hertz, ecc.) e dei critici russi di Kautsky (Bulgakov e Cernov). Questi, sulla scia degli economisti borghesi, tendevano a negare lo sviluppo capitalistico dellagricoltura e ad attribuire al carattere conservatore delle forze della natura e alla cosiddetta legge della fertilit decrescente della terra larretratezza delleconomia agricola e limpoverimento dei contadini, cio ad eludere o a negare le vere cause sociali e storiche di questi fenomeni. Lenin, in effetti, non si limita a una difesa dufficio di Kautsky o della teoria marxista, compito che comunque porta a termine con la ben nota implacabilit, demolendo i critici nel me rito e nel metodo e dimostrandoad abun dan tiamla loro inattendibilit scientifica. Ri-

prendendo spunti e idee della sua opera precedenteLo sviluppo del capitalismo in Russia, egli ripropone proprio alla luce delle novit introdotte dallo sviluppo storico e dallavanzamento delle scienze naturali, lintatta validit delle posizioni di Marx e di Engels sulla rendita, sulla penetrazione dei metodi capitalistici nelle campagne, sulle tendenze alla concentrazione della propriet agraria e alla rovina dei piccoli produttori indipendenti e cos via. Su due temi in particolare Lenin difende appassionatamente Kautsky e le posizioni dei classici: 1) lanalisi delle conseguenze antiecologiche dei metodi della moderna agricoltura capitalistica, che provocano il depauperamento del suolo, compromettono la salute dei lavoratori e comportano linquinamento delle citt e dei fiumi; 2) la soluzione socialista di questi problemi, che passa necessariamente per leliminazione progressiva dellantagonismo fra citt e campagna da un lato e dallaltro per lutilizzo di tecniche di coltivazione attente a preservare la fertilit dei suoli (sostenibili, diremmo oggi). Nel quarto dei saggi che compongono il volume significativamente intitolatoLeliminazione dellantagonismo fra citt e campagna. Questioni particolari sollevate dai critici dopo aver duramente replicato a Cernov e alle accuse da questi rivolte a Kautsky di ignorare i risultati delle pi recenti ricerche scientifiche (36), Lenin ribadisce il punto di vista gi espresso negli scritti di Marx e di Engels. Osserva in particolare che lutilizzo dei fertilizzanti artificiali sarebbe un palliativo in confronto allo sperpero degli escrementi umani dovuto allattuale sistema di fognatura delle citt... E chiaro che la possibilit di sostituire i concimi naturali con fertilizzanti artificiali e il fatto che questa sostituzione venga (parzialmente) gi praticata non intaccano minimamente la verit che irrazionale sperperare senza utilizzarli i concimi naturali, infettando tra laltro coi rifiuti i fiumi e laria nelle zone suburbane e vicine ai centri industriali... I fertilizzanti artificiali dice Kautsky ... permettono di far fronte alla diminuzione della fertilit del terreno; ma la necessit di impiegarli in quantit sempre maggiori significa soltanto che nuovi pesi si aggiungono ai molti altri che gi gravano sullagricoltura, pesi chenon sono una necessit naturale, ma

derivano dai rapporti sociali esistenti. (37) Si noti che Lenin difende la concezione socialista delleliminazione dellantagonismo tra citt e campagnacontro i critici (Bulgacov e Hertz) che lavevano definita pura fantasia e utopistica,per motivi fondamentalmente ecologici: Ma laperto riconoscimento della funzione progressiva delle grandi citt nella societ capitalistica non ci impedisce affatto dincludere nel nostro ideale (e nel nostro programma dazione) leliminazione dellantagonismo tra citt e campagna. Non vero che ci equivalga a rinunciare ai tesori della scienza e dellarte. Al contrario: ci indispensabile per rendere questitesori accessibili a tutto il popolo, per eliminare quellisolamento dalla civilt di milioni di abitanti della campagna che Marx ha giustamente definito idiotismo della vita rustica. E oggi che lenergia elettrica pu essere trasmessa a grandi distanze, che la tecnica dei trasporti giunta fino a permettere di trasportare i viaggiatori, e con minori spese (di quelle attuali), a pi di 200 verste allora[una versta pari a km 1,07; ndr], non esiste assolutamente nessun ostacolo tecnico a che tutta la popolazione, disseminata in modo pi o meno uniforme per tutto il paese, approfitti dei tesori della scienza e dellarte accumulati in alcuni centri nel corso dei secoli. E, se nulla si oppone alleliminazione dellantagonismo tra citt e campagna (e non si deve certo immaginarla nella forma di un unico atto, ma in quella di tutta una serie di misure), non certo il solo sentimento estetico a richiederla. Nelle grandi citt gli uomini sono soffocati, secondo lespressione di Engels, dal fetore dei loro propri rifiuti[Lenin fa qui riferimento a un passo di Engels ne La questione delle abitazioni, ndr], e tutti coloro che possono fuggono periodicamente dalla citt alla ricerca di aria fresca e di acqua pura. Anche lindustria si dissemina per tutto il paese, perch anchessa ha bisogno di acqua pura. Lo sfruttamento delle cascate, dei canali e dei fiumi per produrre energia elettrica dar nuovo impulso a questa dispersione dellindustria. Infine, last but not least, lutilizzazione razionale dei rifiuti della citt in generale, e degli escrementi umani in particolare, tanto importanti per lagricoltura, esige anchessa la soppressione dellantagonismo

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tra citt e campagna. (38) Infine e chiudiamo con questo lesame di questi scritti, che in verit presentano molti altri spunti di attualit (39) meritano di essere riferite alcune osservazioni di portata generale relative al rapporto uomo-natura che Lenin inserisceen passantnella trama del suo ragionamento perch, fra laltro, smentiscono il luogo comune che accusa il marxismo e i marxisti didisconoscere il posto della natura nei processi produttivi in virt di unerrata valutazione del lavoro umano come unica forza produttiva. Questo, invece, proprio lerrore che Lenin, sulla scia di Marx, contesta a Bulgakov che .scade al livello delleconomia volgare, chiacchierando di sostituzione del lavoro umano alle forze della natura, ecc. Sostituire il lavoro umano alle forze della natura , generalmente parlando, altrettanto impossibile quanto sostituire ipudagliarsin [la prima una misura russa di lunghezza, la seconda di peso, ndr]. Nellindustria come nellagricoltura luomo pu soltanto utilizzare lazione, se la conosce, delle forze della natura e rendere pi facile a s stesso questa utilizzazione per mezzo di macchine, attrezzi, ecc. (40) Questa osservazione, apparentemente marginale, ci dice in verit due cose importanti: 1) che sul terreno analitico Lenin presta grande attenzione alla dimensione fisica, concreta, dei processi produttivi (che quella nella quale si manifestano in prima istanza i problemi ecologici, perch questi sono per lessenziale problemi del ricambio materiale organico fra le societ umane e il loro ambiente naturale); 2) che sul terreno filosofico pi generale Lenin riconosce nella natura un ordine predeter minato e irriducibile alla volont umana, un ordine che luomo non pu pensare di alterare. Si tratta di una posizione, come per altro quelle di Marx e di Engels, che rientra indubbiamente nella tradizione dellantro pocen trismo che convenzionalmente si fa risa lire a Francesco Bacone, ma di un antropocen trismo prudente e saggio, consapevole delle relazioni, e delle responsabilit, che connettono le societ umane al proprio ambiente naturale (41). Si potrebbe osservare a questo punto che la posizione di Lenin che scaturisce dal nostro esame non particolarmente originale: egli, in fin dei conti, si limita a

ribadire concetti e orientamenti gi proposti da Marx e da Engels e riproposti da Kautsky. Questo vero, ma il punto che ci premeva sottolineare qui non era loriginalitdi Lenin in relazione allelaborazione marxista, ma piuttosto il fatto che, ben prima dellOttobre 1917, egli aveva assimilato e rielaborato personalmente questi temi cos da possedere di questa materia una chiara consapevolezza politico-teorica. Ci significa, in altre parole, che linteresse con cui Lenin accolse Podiapolskij al Cremlino ed esamin le sue idee in materia di protezione della natura, in quelle convulse giornate di guerra civile del gennaio 1919, non fu un fatto casuale e neppure il frutto di una mera sensibilit di indole personale. Quellinteresse nasceva da unacuta consapevolezza dei problemi da affrontare, che a sua volta aveva una solida base teorica e filosofica. Questa base era il marxismo o, se si vuole, lo specifico marxismo di Lenin, alieno tanto da interpretazioni economicistiche quanto da letture idealistiche, rafforzato dalla frequentazione delle medesime fonti filosofiche di Marx e di Engels e forse reso pi avvertito nei confronti della natura dalla passione per le scienze naturali appresa dal giovane Vladimir sui libri del fratello maggiore Aleksandr. Lesame storico e teorico qui condotto, ci ha consentito di delineare la figura, per certi aspetti inattesa, di un dirigente marxista rivoluzionario in possesso di una non comune percezione dei problemi ecologici e delle loro cause, nonch di idee ben precise sul modo di affrontarli e di un raro senso dellopportunit sui passi concreti da intraprendere, stante il difficile contesto generale, obiettivo e soggettivo, per inserire la conservazione nel disegno della trasformazione socialista. Questo, anche se misconosciuto, il contributo prezioso che Lenin ha lasciato in un campo in cui allora tutti, non solo il giovane potere sovietico, muovevano i primi passi. Nella tragedia complessiva dellinvoluzione staliniana della rivoluzione sovietica, rientra anche il capitolo della tragedia dellecologia sovietica. Limpulso geniale dato da Lenin in questo campo fu non solo soffocato e tradito nella pratica, ma anche pressoch cancellato dalla memoria. E a questo tradimento e a questo oblio, in verit,

che dobbiamo imputare, almeno per quello che riguarda la sua causa zione ideale, il divorzio durato a lungo fra il movimento operaio e lambientalismo. Anche se questo non il luogo per ricostruire lintera vicenda dellecologia sovietica, utile riferire qui sommariamente il seguito della sua storia e in particolare il modo in cui lo stalinismo, anche in questo campo, ha rovesciato e negato leredit di Lenin.

Leredit di Lenin e la tragedia dellecologia sovietica sotto Stalin

Abbiamo gi visto il giudizio di Weiner sullazione di Lenin: Per fortuna, il periodo di Lenin ha lasciato solide fondamenta sulle quali costruire. I provvedimenti degli anni 1918-1923, per quanto in parte inapplicati, costituirono infatti la base per le significative realizzazioni della seconda met degli anni venti, quando leconomia sovietica riprese rapidamente slancio. Fu questo il periodo doro dellecologia e della conservazione in Urss. Vennero creati varie decine dizapovedniki, la cui area totale raggiunse i quattro milioni di ettari nel 1929. Cattedre di ecologia vennero istituite nelle principali universit. Nacque un vero e proprio movimento per la conservazione della natura, dotato di larga autonomia dal governo, dal quale riceveva comunque incoraggiamenti ed appoggi attraverso il Commissariato allistruzione e il suo titolare, Lunaciarskij. Nel 1924 venne creato dal Commissariato allistruzione la Societ panrussa di conservazione con lo scopo di promuovere con tutti i mezzi lattuazione pratica della conservazione... e di risvegliare linteresse della societ. La protezione della natura divenne parte dei programmi scolastici e vide la luce la rivista Okrana Prirodi (Conservazione della natura) dedicata a questi temi con unapertura internazionale. Nel 1925 presso il medesimo Commissariato venne istituito il Goskomitet, comitato statale incaricato di sovrintendere e coordinare la politica di protezione e la gestione dei parchi nazionali. Negli stessi anni si sviluppa il ruolo in questo campo di unassociazione creata nel 1922 sotto legida dellAccademia delle scienze,

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lUfficio centrale per lo studio delle tradizioni locali, vera e propria organizzazione di massa diretta da scienziati, giunta alla fine degli anni venti a contare sessantamila iscritti e pi di duemila circoli locali. Secondo Weiner, ebbe successo in questo periodo il dialogo fra gli esponenti pi attenti e aperti del nuovo potere sovietico (oltre a Lenin e i gi citati Lunaciarskij e Podiapolskij, vanno ricordati Smidovic e Ter-Oganesov, che ricoprirono a lungo posizioni di vertice in organismi legati alla conservazione), e lala avanzata degli ecologi e del movimento conserva zionista (Kozhevnikov, Severstov, Shillinger, Alechin, Stanchiskij, Kashkarov, Makarov). I primi, sulla scia dellinsegnamento di Lenin, giudicavano importante una saggia gestione delle attivit produttive e delle risorse naturali ai fini di unarmonica edificazione socialista, e facevano conto per questo sulla collaborazione con gli ambienti scientifici. I secondi, che rappresentavano la giovane generazione di studiosi, molti dei quali prima della guerra avevano avuto modo di viaggiare e studiare allestero e di partecipare ai dibattiti internazionali, condividevano lispirazione moder nizzatrice del regime e in materia di protezione della natura non partivano da pregiudizi anti-industriali, presenti forse nella precedente generazione, ma da un approccio scien tifico. Questa collaborazione diede risultati straordinari sia in campo scientifico (42), sia, come abbiano detto sopra, in campo realizzativo.

Ma questo quadro favorevole cambi radicalmente tra la fine degli anni venti e la met degli anni trenta, in coincidenza con lavvio dei piani quinquennali e la definitiva affermazione del potere di Stalin ai vertici della burocrazia. Erano gli anni terribili dellindustrializzazione a tappe forzate, della crisi dei rapporti con le campagne e della collettivizza zione coatta. Sul piano politico furono gli anni dellespulsione di Trotsky dal paese, della liquidazione di tutte le opposizioni, dellavvio delle grandi purghe. Il rapporto dialettico fra il regime e gli studiosi, instaurato da Lenin e garantito da Luna ciar skij, venne meno. Al dibattito relativamente libero fra diverse posizioni scientifiche e filosofiche, che aveva caratterizzato gli anni venti, subentr la bolscevizzazione delle scienze e della cultura, ossia lobbligo per artisti e studiosi di uniformarsi ai criteri ideologici imposti dallalto, senza molto rispetto per le regole dellarte, della ricerca e della verit (43). Agli ecologi, in particolare, venne chiesto di smetterla di discutere gli obiettivi dei piani quinquennali e di assoggettarsi agli imperativi di crescita fissati dai burocrati dei ministeri economici. Di fronte agli effetti negativi sullambiente dello sviluppo industriale accelerato (inquinamento e degrado del territorio, sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, ecc.), gli ecologi avevano infatti reagito denunciando gli obiettivi irrealistici, reclamando attenzione per i limiti naturali e avanzando idee innovative come quella di valutare anticipatamente limpat-

to ambientale delle scelte economiche (44). Ancora nel 1931, nel primo manuale sovietico di ecologia scritto da Danijl Kashkarov, uno stretto collaboratore di Stanchinskij, si poteva leggere unintelligente difesa dellecologia come guida essenziale per una pianificazione razionale dello sviluppo economico socialista (45). Ma laffermarsi della dittatura totalitaria di Stalin al vertice dello Stato e il potere dei suoi scherani nel mondo accademico (nel 1929 Lunaciarckij lasci la guida del Commissariato allistruzione) lasciarono pochi spiragli agli ecologi. Fra il 1932 e il 1934, Isai Izrailovic Prezent e Trofim Denisovic Lysenko (che pi tardi diventeranno famosi per la persecuzione contro Nicolaj Vavilov a la genetica mendel liana in nome di una improbabile scienza proletaria (46)) fecero le prove generali della nor ma lizzazione proprio con lecologia. I recal citranti furono rimossi dai loro incarichi, molti arrestati. Sorte che nel 1934 tocc anche a Vladimir Vladimirovic Stanchinskij, in quel momento il pi originale teorico russo dellecologia e il pi tenace difensore della politica di conservazione. Fin cos lo straordinario esperimento che aveva visto per tre lustri la feconda collaborazione fra il regime sovietico e un settore di nuova intelligentsijae che aveva prodotto risultati di grande portata il cui significato storico andava oltre la Russia e gli anni venti per investire una delle questioni vitali della nostra epoca. Col prevalere dello schema staliniano del socialismo in un paese solo, fin per prevalere anche unidea dello sviluppo e del rapporto con la natura di marca grettamente economi cistica. I passi in avanti del socialismo vennero misurati in base ai milioni di tonnellate di carbone e di acciaio prodotti o alle dimensioni ciclopiche delle realizzazioni industriali. Simbolo del periodo divenne lHidroproject, lente di Stato incaricato di realizzare in tutto il paese canali, dighe e impianti idroelettrici, che forse favorirono a breve termine la rapidissima trasformazione industriale del paese, ma al prezzo di uningente devastazione ambientale. Alla preoccupazione di una prudente gestione dellambiente naturale ispirata a criteri scientifici, subentr la pretesa di trasformare la natura e di correggerne gli

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errori millenari, come suonavano le affermazioni di Stalin. Pi grave ancora, lannullamento di ogni dialettica democratica allinterno della societ sovietica lasci alla burocrazia dominante le mani libere per ogni arbitrio. La stessa normativa ambientale molto avanzata, varata nei primi anni del potere sovietico, fin per restare lettera morta e le istanze della protezione dellambiente vennero emarginate e soffocate per almeno un ventennio (47). In queste condizioni, la soppressione della propriet privata della terra e delle risorse naturali, che aveva reso possibili le realizzazioni degli anni venti, non fu sufficiente per impedire lo sfruttamento irrazionale delle risorse e del territorio, la devastazione delle aree vergini, gli effetti nefasti di uno sviluppo economico la cui logica rifletteva le miopi priorit dei gruppi burocratici dominanti a livello centrale e locale. E questo il quadro che produrr in seguito misfatti come linquinamento del Lago Bajkal, la morte del Mare dAral, il progetto di invertire il corso dei fiumi siberiani, la catastrofe nucleare di Chernobyl ... E in questi sviluppi politici, non certo nella polemica filosofica fra Lenin e Bogdanov dei primi del Novecento, che vanno cercate le radici reali del disastro ecologico del socialismo reale, ossia nella perversione dellidea di socialismo che storicamente porta il nome di stalinismo. Anche in questo campo, dunque, Stalin ha rappresentato la negazione, non certo la continuit, delleredit di Lenin.

Note al testo

(1) Oltre a numerosi saggi pubblicati su varie riviste, sulla storia dellecologia in Urss dalla rivoluzione a Gorbaciov D. R. Weiner ha scritto due fondamentali volumi: Models of Nature. Ecology, Conservation, and Cultural Revolution in Soviet Russia, Indiana University Press, 1988; e: A Little Corner of Freedom. Russian Nature Protection from Stalin to Gorbachev, University of California Press, 1999.I lavori di Weiner hanno stimolato linteresse degli studiosi in Ucraina e in Russia e nuove ricerche su aspetti particolari hanno visto la luce nellultimo decennio. Purtroppo nulla di tutto questo disponibile in italiano.

(2) Nel 1909 lo zoologo russo Grigorij Aleksandrovic Kozhevnikov aveva proposto lidea, del tutto nuova nellambito del movimento conservazionista internazionale, di istituire riserve naturali completamente isolate da ogni attivit umana (zapovedniki), non solo per motivi protezionistici ma anche per scopi scientifici, per poter disporre di modelli (etaloni) del funzionamento della natura vergine. La sua sensibilit davanguardia si rivela anche nel seguente episodio: nel 1913, alla Conferenza internazionale per la protezione della natura di Berna, Kozhevnikov si batt quasi isolato per la protezione non solo della natura ma anche dei popoli primitivi. (3) Questo appoggio [ai cambiamenti, ndr] si sarebbe pi tardi trasformato in collaborazione col nuovo regime sovietico scrive Weiner con riferimento in particolare a Kozhevnikov, esponente di punta del movimento (op. cit., p. 21). (4) La Commissione permanente per la conservazione della Societ geografica organizz unimportante Conferenza della conservazione a Pietrogrado dal 30 ottobre al 2 novembre, dove si incontrarono alcuni dei pi importanti naturalisti russi del periodo prerivoluzionario, come Borodin, Kozhevnikov, Taliev, Andrei e Veniamin Petrovic Semenov-tianshanskij. Nel corso della conferenza fu presentato da Zavadskij un disegno di legge per la creazione di unautorit governativa centrale preposta alla conservazione con ampi poteri di esproprio. Nella stessa occasione V. P. Semenovtian-shanskij present il primo piano per una rete nazionale di zapovedniki concepiti sul modello dei parchi nazionali americani. Nel tardo autunno avrebbe dovuto riunirsi a Mosca anche la prima assemblea della Societ moscovita di conservazione (il 12 novembre, secondo il nuovo calendario), ma lappuntamento venne annullato perch le strade erano insicure per i combattimenti. Daltra parte la guerra e i rivolgimenti sociali nelle campagne avevano avuto un impatto devastante sullambiente naturale e ci non preoccupava solo i conservazionisti. Weiner riferisce un episodio significativo. Nellestate del 1917, il soviet di Kronstadt, preoccupato

per la possibilit che venisse devastata la famosa riserva naturale di Askania-Nova in Ucraina meridionale, vot una risoluzione per chiedere al governo provvisorio di intervenire e questultimo invi ad Askania-Nova il botanico Pachoskij (che vi sarebbe rimasto fino al 1923) e il generale Kozlov. (5) Weiner, op. cit., p. 23, nota 24. (6) Su queste questioni si veda il rapporto al VII congresso del partito (marzo 1918)I compiti immediati del potere sovietico: Laumento della produttivit del lavoro esige anzi tutto che siano garantite le basi materiali della grande industria Unaltra condizione per elevare la produttivit del lavoro in primo luogo lo sviluppo educativo e culturale della massa della popolazione. in Opere scelte, vol. IV, p. 671; si veda pure ilRapporto sul programma del partito allVIII congresso (vedi nota successiva). Si confronti con lo scritto di quattro anni dopoMeglio meno, ma meglio(marzo 1923), inOpere scelte, vol. VI, pp. 745-757. (7) Pensare di poter edificare il comunismosoltanto con le mani dei comunisti puri, senza laiuto degli specialisti borghesi, unidea puerile Questi ultimi hanno fatto progredire la cultura nel quadro del regime borghese; arricchivano cio la borghesia dimmense conquiste materiali, delle quali al proletariato non riservavano che uninfima parte. Ma essi hanno fatto progredire la cultura. Era questa la loro professione. Nella misura in cui vedono che nella classe operaia emergono strati organizzati e progrediti che non soltanto apprezzano la cultura, ma aiutano a diffonderla tra le masse, essi cambiano il loro atteggiamento verso di noi. (Lenin, Rapporto allVIII congresso del Pc(b)r (marzo 1919), inOpere scelte, vol. V. p. 240 e 259). Sulla stessa linea Trotsky: [Occorre]trarre dalle vecchie istituzioni tutto quello che hanno di buono e utile per adattarlo alle nuove esigenze In fondo [non farlo] sarebbe come rinunziare alle macchine che sono servite fino ad oggi a sfruttare gli operai. Sarebbe una vera follia. Reclutare specialisti competenti tanto indispensabile quanto avere al nostro attivo tutti i mezzi di produzione e di trasporto e, in generale, tutte le ricchezze del paese. (Rapporto alla Conferenza di Mosca del

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marzo 1918). (8) In parte, probabilmente, eredit dellambiente famigliare e dellinfluenza ricevuta in giovent dal fratello, Aleksandr Uljanov, studente di scienze naturali. (9) Fra questi M. N. Bogdanov,Dalla vita della natura russa, che faceva parte della vasta collezione di testi di biologia, agronomia e agricoltura appartenente alla sua ospite e futura segretaria, Maria Fofanova, e Vasilij Sukachev,Paludi, formazione, sviluppo e caratteristiche. Si sa che egli comment il libro con la Fofanova, rimarcando in particolare la possibilit di utilizzare la torba delle paludi russe come combustibile per lelettrificazione del paese, ma possiamo supporre, osserva Weiner, che Lenin rimanesse pure colpito dallo spirito olistico ed ecologico del testo di Sukachev, unopera pionieristica nel campo delle comunit ecologiche. (10) Tutte queste informazioni in Weiner, op. cit. p. 23. Del suo amore per la natura ha scritto anche la sorella Anna: Durante lestate, specialmente dopo i congressi, le conferenze o le grosse polemiche in seno al comitato direttivo, cercava di andare a riposarsi a contatto con la natura, sulle rive del mare o in montagna. Sceglieva sempre un luogo solitario e selvaggio, la pensione pi semplice e pi economica. Questo amore per la natura, a contatto della quale ritrovava la serenit, lo accompagner per tutta la vita. (daAutobiografie di bolscevichi, a cura di G. Haupt e J.J. Marie, Samon e Savelli, Roma 1970, p. 49). (1 1) I provvedimenti principali, oltre a quelli di cui si parla nel testo, sono la legge Sulle foreste e quella Sulla caccia. In proposito si veda la scheda in queste stesse pagine. (12) Weiner, op. cit., pp. 26-27. (13) Si tratta di un parco mineralogico interamente dedicato allattivit scientifica, il primo del suo genere in tutto il mondo, creato sulla base di un progetto avanzato gi prima della guerra e caldeggiato dai maggiori geologi russi dellepoca, fra i quali Fersman, Vernadskij e Fedorovskij.

(14) Weiner, op. cit., p. 39. (15) Negli ultimi quindici anni, si avuta unattenzione crescente di studiosi di orientamento in senso lato marxista per le questioni ecologiche. Si sono avuti anche numerosi tentativi di nuova lettura e nuova valutazione delle posizioni dei classici, se non di vera e propria riformulazione teorica di alcune categorie fondanti del marxi smo. Non c qui lo spazio per fare un quadro esauriente di questi sviluppi. Elenchiamo soltanto alcune opere di riferimento: James OConnor, Lecomarxismo. Introduzione a una teoria, Datanews, Roma, 1989 (ed. orig. Capitalism, Nature, Socialism: A Theoretical Introduction, 1988); Juan Martinez-Alier, Economia ecologica. Energia, ambiente, societ, Garzanti, Milano, 1991 (ed. orig. Ecological Economics. Energy, Environment and Society, Basil Blackwell, Oxford, 1987); Reiner Grundman, Marxism and Ecology, Oxford University Press 1991; Elmar Alvater, The Future of the Market, Verso, New York 1993; Ted Benton (a cura di), The Greening of Marxism, The Guilford Press, New York London, 1996; Paul Burkett,Marx and Nature: A Red and Green Perspective, St. Martin Press, New York, 1999; John Bellamy Foster, Marxs Ecology: Materialism and Nature, Montly Review Press, New York, 2000; eEcology Against Capitalism, Montly Review Press, New York, 2002. Merita una segnalazione lo scritto dello studioso italiano Michele Nobile,Mercenatura ed ecosocialismo. Per una critica del capitalismo reale, Erre emme edizioni, Roma, 1993. Ci permettiamo di segnalare anche alcuni nostri contributi: Tiziano Bagarolo,Marxismo ed ecologia, Nei 1989;Marx-Engels-Podolinskij: una traccia teori ca perduta?, in Giano. Ricerche per la pace, n. 10, Roma, 1992;Marxismo e questione ecologica, Edizioni Punto rosso, Milano, 1993. Molti di questi tentativi, per, presentano, a parere di chi scrive, due seri limiti: il prevalere di tentazioni reinterpretative in chiave ideologica, a scapito di uno sforzo di ricostruzione analitica e di verifica scientifica del pensiero dei classici; lo scarso interesse per la storia del movimento reale dellultimo secolo e mezzo, spesso liquidata secondo schemi ideologici aprioristici. Due difetti presenti anche nei lavori di Martinez-Alier e di Gare.

(16) Juan Martimez Alier uneconomista catalano; dirige la rivista Ecologa politica sorella in lingua spagnola della rivista ecosocialista di OConnor Capitalism Nature Socialism; ha il merito nello scritto citato di aver richiamato lattenzione su una galleria di precursori pressoch dimenticati della moderna critica ecologica, studiosi che hanno scritto con approcci diversi sulle relazioni fra societ e ambiente tra la fine dellOttocento a la met del Novecento; il personale punto di vista di Martinez-Alier, per egli condivide fondamentalmente lapproccio energetista , falsa completamente molti suoi giudizi; ne fanno le spese, ingiustamente, anche Engels e Lenin. (17) Lopera fu scritta da Lenin nel 1908, durante lesilio, e fu pubblicata lanno seguente in Russia. (18) Su Bogdanov vedi la scheda biografica in queste stesse pagine. (19) Secondo Martinez-Alier, Lenin sarebbe stato la causa di un secondo passo falso nella falsa partenza tra marxismo ed ecologia, essendo stato il primo la reazione negativa di Engels a un saggio del socialista ucraino Podolinskij che nel 1880 aveva proposto di riformulare la teoria del plusvalore in termini fisici (Juan Martinez-Alier,Economia ecologica, Garzanti, Milano, 1991, pp. 304-305). La nostra ricostruzione del caso Podolinskij in Tiziano Bagarolo, Marxismo ed ecologia: unoccasione perduta?, nel Calendario del popolo, nn. 547 e 548, 1991; e inMarx-Engels-Podolinskij: una traccia teorica perduta?, in Giano, n. 10, aprile 1992. (20) Ivi, p. 305. (21) Quando i fisici dicono che la materia scompare, vogliono dire che finora le scienze naturali riducevano tutte le ricerche sul mondo fisico a tre nozioni ultime: la materia, letere, lelettricit; oggi invece restano soltanto le due ultime nozioni perch si pu ridurre la materia allelettricit e si pu rappresentare latomo come un qualcosa di simile a un sistema solare infinitamente piccolo, nel quale gli elettroni negativi e positivi gravitano a una velocit determinata Le

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scienze naturali conducono dunque allunit della materia: tale il significato effettivo dellaffermazione che la materia scompare o che lelettricit si sostituisce alla materia, ecc. affermazione che disorienta cos tanta gente. La materia scompare: ci significa che scompare il limite al quale finora si arrestava la nostra conoscenza della materia, significa che la nostra conoscenza della materia si approfondisce; scompaiono certe propriet della materia che prima ci sembravano assolute, immutabili, primordiali (impenetrabilit, inerzia, massa, ecc,) e che ora si dimostrano relative, inerenti soltanto a certi stati della materia. Poich lunica propriet della materia, il cui riconoscimento alla base del materialismo filosofico, la propriet di essere una realt obiettiva, di esistere fuori della nostra coscienza. (Lenin, Opere scelte, v. III, pp. 213-214); Ostwald ha tentato di schivare questinevitabile alternativa filosofica (materialismo o idealismo), adoperando in modo indeterminato la parola energia Se lenergia movimento, voi non avete fatto altro che trasferire la questione: si muove la materia? nella questione: lenergia materiale? Avviene una trasformazione dellenergia fuori dalla mia coscienza, indipendentemente dalluomo e dal genere umano, o si tratta soltanto di idee, di simboli, di segni convenzionali, ecc.? La filosofia energetica si rotta la testa appunto su questo problema, su questo tentativo di rimediare vecchi errori gnoseologici ricorrendo a una nuova terminologia. (ivi, p. 222); La trasformazione dellenergia considerata, nelle scienze naturali, come un processo obiettivo, indipendente dalla coscienza delluomo e dallesperienza umana; in altre parole, essa considerata materialisticamente. In molti casi, e probabilmente nella grandissima maggioranza dei casi, lo stesso Ostwald intende per energia il movimentomateriale. (ivi, p. 223); Lenergetica di Ostwald ci offre un bellesempio della rapidit con la quale una nuova terminologia diviene di moda e della rapidit con la quale ci si rende conto che qualche modificazione del modo di esprimersi non elimina affatto le questioni filosofiche fondamentali e le tendenze fondamentali della filosofia. Il materialismo filosofico e lidealismo possono

essere espressi (pi o meno coerentemente, beninteso) nei termini dellenergetica La fisica energetica la sorgente dei nuovi tentativi idealistici di concepire il movimento senza la materia, in seguito alla scomposizione di particelle di materia finora ritenute non scomponibili e alla scoperta di nuove forme finora sconosciute di movimento materiale. (ivi, p. 225). (22) A Bogdanov Lenin rimprovera innanzitutto di ridurre lessere sociale a mera coscienza sociale: questo idealismo, non materialismo, osserva Lenin; in secondo luogo lo accusa di usare come vuote frasi i riferimenti alla biologia e alla selezione naturale applicati alla societ; in conclusione gli rimprovera di aver operato un travisamento idealistico del marxismo assorbendo linfluenza di una corrente antimaterialistica borghese, il machismo. Bogdanov non si impegna affatto in unanalisi marxista, ma travisa, con una terminologia biologica ed energetica, i risultati precedentemente gi ottenuti per mezzo di questanalisi. Questo tentativo, dal principio alla fine, completamente inutile, poich lapplicazione dei concetti di selezione, di assimilazione e di disassimilazione dellenergia, di bilancia energetica e cos di seguito, al campo delle scienze sociali, vuota fraseologiail trasferimento di concetti biologici, in generale, nel campo delle scienze sociali, solo una frase. Che questo trasferimento venga effettuato con buone intenzioni, o nellintento di convalidare conclusioni sociologiche false, la frase rimane tuttavia sempre vuota. E lenergetica sociale di Bogdanov, la dottrina della selezione sociale da lui associata al marxismo, per lappunto una frase di questo genere. (ivi, pp. 271-272). Per chi fosse interessato: un buon testo sul ruolo dellenergia nelle societ umane e sulla connessione fra sistemi energetici e forze produttive il seguente: Jean-Claude Debeir, Jean-Paul Delage, Daniel Hemery,Sto ria dellenergia. Dal fuoco al nucleare, Edizioni del Sole-24 ore, Milano,1987 (ed. orig. Les servitudes de la puissance. Une histoire de lnergie, Flamarion, Paris, 1986. Il testo contiene anche una trattazione della politica energetica dellUrss. (23) Arran Gare, Soviet environ-

mentalism. The Path Not Taken,in Capitalism Nature Socialism, vol. 4. n. 4, 1994, ora in Ted Benton (a cura di),The Greening of Marxism, Guilford Press, New York London 1996, pp. 1 1 1-128. (24) Per comprendere laffidabilit dei giudizi storici di Gare, basti questo passaggio dedicato alla liquidazione della Nep da parte di Stalin: Stalin abbracci la causa degli operai i quali, delusi dal contrasto fra il declino delle proprie condizioni di vita e la crescente prosperit dei contadini, guardavano alla Nep come a un tradimento della rivoluzione. Rispondendo alle richieste di questi operai, egli diede inizio a una rivoluzione culturale per purgare la societ delle forme borghesi di pensiero. (p. 1 19)! (25) Weiner, che ha studiato lo sviluppo dellecologia in Urss negli anni Venti sui documenti originali, non solo non fa parola di una possibile rapporto fra il Proletkult e lecologia o lambientalismo, ma anzi presenta le posizioni del Proletkult sulla scienza borghese come una minaccia per lecologia scientifica (Models of Nature, p. 19). (26) Vale la pena riferire quello che si scrive in proposito uno studioso che ha dedicato molte fatiche e notevole acume a indagare i rapporti fra scienza, ideologia e potere sovietico, Silvano Tagliagambe. Confrontando latteggiamento dei dialettici e dei meccanicisti osserva: Al sostanziale rispetto dellautonomia della ricerca scientifica e alla difesa delle sue acquisizioni da troppo marcate e vincolanti valutazioni di natura ideologica, a cui si attennero i dialettici, fa infatti riscontro, da parte dei meccanicisti, una decisa condanna delle teorie sopra ricordate[la teoria della relativit, la meccanica quantistica, le genetica ecc., ndtb],che vengono bollate come espressioni degenerative della cultura borghese e quindi presentate come contrarie agli interessi del proletariato. Mentre cio in Deborin e nei suoi seguaci riscontriamo un netto rifiuto di ogni accezione della filosofia, e della dialettica in particolare, nella quale questultima somigli ad una concezione aprioristica che, sulla base esclusiva di ragionamenti logici, pretenda di rendere

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possibili scoperte scientifiche ed escluda cos ricerche concrete, o si sostituisca completamente ad esse (Deborin, 1930), Timiriazev, e con lui altri meccanicisti, si fa portavoce di una violenta campagna contro le fondamentali acquisizioni della fisica dei primi due decenni del XX secolo. (Silvano Tagliagambe,Scienza e marxismo in Urss, Loescher, Torino 1979, pp. 46-47). Aggiunge Tagliagambe qualcosa di molto significativo sul rapporto fra meccanicisti e Proletkult: Le radici di questo atteggiamento negativo del gruppo capeggiato da Timiriazev nei confronti della teoria dei quanti e della teoria della relativit ristretta di Einstein stanno in un aspetto, gi da noi segnalato e posto in rilievo a proposito del programma del Proletkult. I meccanicisti, infatti, si pongono in linea di continuit con tale programma in ordine allistanza riduzionistica generale Degli strumenti e delle elaborazioni teoriche di Bogdanov e del Proletkult pot valersi, con il massimo profitto, proprio chi, in opposizione al piano leniniano di modernizzazione culturale e allapertura, da esso prospettata, nei confronti degli apporti pi significativi della cultura occidentale, spingeva invece in direzione di una chiusura sempre pinetta entro i confini della tradizione e delleredit culturale russa. (ivi, pp. 47 e 48). (27) La polemica contro la genetica classica, il cui principale esponente in Urss era Nikolaj Vavilov, si svilupp tra la fine degli anni trenta e linizio degli anni quaranta. Essa contrappose a Vavilov il giovane agronomo Trofim Lysenko (spalleggiato dallo storico della scienza Isai Prezent e dallapparato del partito), balzato alla notoriet per aver scoperto (casualmente) la tecnica di vernalizzazione del grano (tecnica utile a ottenere unelevata produttivit in climi freddi), sostenitore di una visione lamarckiana dellevoluzione (ossia lereditariet dei caratteri acquisiti). Lysenko venne esaltato per oltre un decennio in modo grottesco come rappresentante luminoso della nuova biologia proletaria in contrapposizione alla sterile scienza borghese. Nel 1940 Vavilov fu rimosso dai suoi incarichi e deportato in Siberia. Lepisodio lasci pesanti conseguenze negative sulla genetica e sullagricoltura sovietiche (cfr. Zhores A. Medvedev, Lascesa e

la caduta di T. D. Lysenko, Mon da dori, Milano, 1971; e David Joravsky,The Lysenko Affair, Harvard University Press, Harvard, 1970). (28) Con questa denominazione sono stati pubblicati una serie di scritti inediti che coprono un arco di ventanni (1895-1915) e sono costituiti essenzialmente da appunti di lettura. In Lenin, Opere scelte, vol. III, pp: 301-900. (29) Lenin, La questione agraria e i critici di Marx, Editori riuniti, Roma 1976. (30) La natura non ha n principio n fine. Tutto in essa in rapporto di interazione, tutto relativo, tutto insieme effetto e causa, tutto onnilaterale e onnicomprensivo.; in Lenin, Opere scelte, v. III, p. 352. (31) Ivi, p. 354. (32) Ivi, p. 417. Il tema dellinterdipendenza universale della natura torna in connessione alla causalit: causa ed effetto sono solo momenti dellinterdipendenza universale, della connessione (universale), della reciproca concatenazione degli eventi, sono solo anelli della catena dello sviluppo della materia. (ivi, p. 428). Il tema dellunit e della connessione reciproca di tutti i fenomeni della natura torna frequentemente: ad esempio nelle note di lettura degli Scritti filosofici di Joseh Dietzen, redatte nel 1908 durante la preparazione di Materialismo ed empiriocriticismo(ivi, pp. 659 e 671), o negli appunti sullaFilosofia modernadel francese Abel Rey dellanno successivo (ivi, pp. 779 e 793), autore apprezzato da Lenin per la sua capacit di interpretare le implicazioni filosofiche dei dibattiti scientifici contemporanei. (33) Ivi, p. 447. (34) Ivi, pp. 451-52. Pi avanti Lenin commenta con un nota bene e con lespressione germi di materialismo storico in Hegel la trattazione che il filosofo tedesco fa del lavoro e dei suoi scopi e che si chiude con queste parole Mediante i suoi strumenti luomo domina la natura esterna, mentre per i suoi scopi le rimane invece subordinato. (ivi, p. 453). (35) Gi lo studio di Karl Kautsky

considerava en passant alcuni problemi che oggi definiremmo ecologici. Affrontava in particolare i problemi dellesaurimento della fertilit del suolo e delluso dei fertilizzanti chimici. A tal proposito Kautsky riprendeva ci che avevano scritto Marx nel Capitale e Engels nellAntiduring e, pur valutando importanti ed utili le scoperte della chimica agraria che avevano portato allintroduzione dei fertilizzati azotati, faceva presente che il loro utilizzo si rendeva necessario perch lagricoltura capitalistica tendeva a depauperare la fertilit naturale del terreno; sarebbe stata preferibile invece una riorganizzazione socialista dei rapporti fra citt e campagna che consentisse unagricoltura sostenibile (diremmo oggi). Una verifica dellattualit di questa linea di analisi in John Bellamy Foster e Fred Magdoff,Liebig, Marx, and the Depletion of Soil Fertility, in J.B.Foster,Ecology Against Capitalism, Verso 2002, pp. 155-170. (36) A questo proposito Lenin cita per esteso un passo dellAgrarfrage che smentisce Cernov. Vale la pena di riportare qui questo passo perch illustra gli sviluppi dellagrobiologia alla fine dellOttocento e dimostra lattenzione dei teorici marxisti per questi temi: Nella seconda met dellultimo secolo si scoperto che le leguminose..., al contrario delle altre piante coltivate, prendono quasi tutto lazoto che loro necessario non dal terreno, ma dallaria, e che invece di rendere il terreno pi povero dazoto, al contrario, lo arricchiscono. Ma queste piante possiedono tale propriet soltanto se nel terreno sono presenti certi microrganismi che si fissano alle loro radici. L dove mancano, possibile, mediante unappropriata inoculazione operata nel terreno, mettere le leguminose in condizione di arricchire il terreno dellazoto, cio in certo qual modo di concimarlo s da renderlo adatto alla coltivazione di altre piante. Di solito combinate con fertilizzanti minerali adatti (fosfati e concimi potassici), esse aumentano al massimo, e in modo durevole, il rendimento del terreno senza bisogno di ricorrere ai concimi animali. Soltanto con questa scoperta lagricoltura libera ha avuto una base completamente sicura. (K. Kausty,La questione agraria, Feltrinelli, Milano 1959, p. 66).

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(37) Lenin, La questione agraria ecc., p. 65. Lenin aggiunge in nota che Kautsky non pensa che i fertilizzanti artifi ciali debbano scomparire del tutto in unagricoltura socialista; ritiene per che, invece di servire per reintegrare la fertilit depauperata del suolo, essi saranno utilizzati per migliorare i terreni l dove ce ne sia bisogno. (38) Lenin, ivi, pp. 63-64. (39) Ad esempio lesa me degli effetti sociali della penetrazione capitalistica nelle campagne. (40) Lenin, ivi, pp. 13-14. (41) A differenza da quello che pensa una certa vulgata ecologi sta, Francesco Bacone nutriva un profondo rispetto per la natura che considerava a ra gione ontologica men te superiore allessere uma no. Bacone, vero, giudicava che la scien za conferisse alluomo un grande potere sulla natura, ma questo po tere poteva esercitarsi solo nei limiti delle leggi della natura stessa e luomo, per lui, poteva comandare alla natura solo ubbidendo ad essa. Engels riprende questa idea in un famoso passo dellaDialettica della natura(passo pubblicato da Kautsky nel 1896 nella rivista teorica della socialdemocrazia tedesca Die Neue Zeit, e dunque probabilmente noto a Lenin): Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non dominiamo la natura come un conquista tore domina un popolo straniero soggiogato, che non la do mi niamo come chi estraneo ad essa ma che noi le apparteniamo con carne e sangue e cervello e vi viamo nel suo grembo: tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacit, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di conoscere le sue leggi e di impie garle nel modo pi appropriato. (F. Engels, Dialettica della natura, Editori riuniti, Roma 1971, pp. 192-193). Si tratta di un approccio ben diverso dalle pretese di trasformare la natura, che divenne unleit motivcorrente dellideologia staliniana, allorch la burocrazia si prefiggeva di usare la natura e gli uomini come fossero cera molle nelle sue mani in vista dei suoi progetti megalomani. (42) Tra la met degli anni venti e i

primi anni trenta, gli ecologi sovietici partecipano al rinnovamento delle scienze ecologiche con contributi di primo piano: Vladimir Vernadskij pubblica nel 1926 i saggi in cui propone il moderno concetto di biosfera; Georgij Gauze, allinizio degli anni trenta, propone il principio di esclusione competitiva che sviluppa le intuizioni proposte pochi anni prima dallitaliano Vito Volterra e dallamericano Alfred Lotka; Vladimir Stanchinskij, tra il 1929 e il 1933, propone un nuovo modo di rappresentare i sistemi ecologici, fondato sui livelli trofici e sui flussi energetici che legano gli organismi viventi fra loro e con lambiente; un punto di vista che anticipa di un decennio il modello dellecosistema che sar formulato nel 1942 dallamericano Raymond Lindeman (43) Tra il 1930 e il 1932 si registr, sul terreno filosofico e culturale, una svolta che port alla liquidazione dei responsabili delle principali riviste teoriche e scientifiche del paese, in gran parte selezionati e scelti da Lenin, e alla loro sostituzione con una nuova leva di quadri, fedeli interpreti ed esecutori della linea del segretario generale[Stalin, ndr].Ne segu un ribaltamento della linea che lo stesso Lenin aveva tracciato e del programma culturale che egli aveva contribuito a elaborare. (Silvano Tagliagambe, Introduzione a Georges Labica, Dopo il marxismo-leninismo (tra ieri e domani), Edizioni Associate, Roma 1992). (44) Il primo congresso panrusso per la conservazione della natura, tenutosi a Mosca nel 1929, cos si espresse: Lattivit economica delluomo sempre in un modo o nellaltro uno sfruttamento delle risorse naturali La natura e il ritmo della crescita economica possono essere correttamente determinate soltanto dopo uno studio dettagliato dellambiente e una valutazione delle sue capacit produttive al fine della sua conservazione, sviluppo e arricchimento. Questo ci di cui si occupa[il movimento per]la conservazione[della natura]. (citato da Weiner, in Gare, p. 124). (45) Daniil Nikolaevic Kashkarov fu dal 1931 direttore con Stanchinskij della prima rivista sovietica di ecologia teorica, Zhurnal ekologii i biotsenologii (giornale di ecolo-

gia e biocenotica). Il suo manuale Sreda i soobshchenstvo (ambiente e comunit) fu tradotto nel 1935 in inglese sotto gli auspici dello State Museum di New York diretto dal grande ecologo Charles Adams. (46) Nicolaj Ivanovic Vavilov (1887-1943), botanico e genetista russo di fama mondiale, principale esponente del darwinismo in Urss, fondatore dellAccademica Lenin di scienze agrarie, autore di ricerche pionieristiche nel campo delle variet vegetali (porta il suo nome listituzione dellUnesco incaricata dello studio e della protezione della fitodiversit), fu attaccato da Trofim Lysenko in quanto esponente di una corrente borghese in genetica e deportato in Siberia. (47) La stessa memoria della straordinaria esperienza dei primi anni del potere sovietico fin per essere quasi cancellata. Tuttavia la tradizione di studi ecologici non and del tutto perduta e singole personalit, come lecologo Vladimir Nicolaevic Sukacev, si batterono controcorrente anche negli anni successivi, specie dopo la morte di Stalin. Nel 1959, intervenendo al congresso dellAssociazione per la protezione della natura dellUrss, Vera Aleksandrovna Varsonofeva, che vi aveva lavorato fin dai primi anni venti, cos ricord limpegno di Lenin a favore della protezione della natura: Lenin sapeva bene afferm, che con lo sviluppo del giovane Stato socialista sarebbe stato necessario un gigantesco sfruttamento delle risorse naturali ma egli sapeva altrettanto bene che per uno sfruttamento appropriato era essenziale comprendere tutte le complicate interrelazioni che esistono fra le varie parti della natura Sulla base di questa comprensione si svilupp il grande programma scientifico che venne attuato negli zapovedniki. Lassociazione per la protezione della natura, nella sua forma originaria, partecipava largamente al lavoro scientifico. (D.R. Weiner,A Little Corner of Freedom, p. 197).

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Lenin e la lotta contro Stalin


di Eugenio Gemmo
Sin nel primo periodo rivoluzionario Lenin aveva duramente polemizzato con Stalin riguardo alla posizione assunta da quest'ultimo come responsabile, insieme a Kamenev, della Pravda nei confronti del governo Borghese di Kerenskij: "La nostra tattica completamente suicida, nessun appoggio al governo Kerenskij..." [1]. La Pravda di Stalin pubblicava articoli dal chiaro contenuto collaborazionista con il governo borghese: "fintanto che continua sulla strada di soddisfare le rivendicazioni operaie" e a "difendere le recenti conquiste democratiche... "[2]. La "Pravda", diretta da Stalin, si era rifiutata nei primi mesi del 17 (si potevano gi intravedere i metodi che in futuro caratterizzeranno Stalin) di pubblicare tre delle quattro "lettere da lontano" scritte da Lenin in esilio. In questi testi Lenin sosteneva che non bisognava appoggiare il governo provvisorio, ma occorreva preparare la rivoluzione proletaria, trasformare la guerra imperialista in guerra civile e rifiutarsi di cadere in un atteggiamento "socialpatriottico". Lo stesso Molotov, uno dei pochi sopravvissuti alle purghe staliniste, racconta: "Tu (Stalin si riferisce a Molotov) nel periodo iniziale di aprile sei stato pi di tutti vicino a Lenin". Insomma un'implicita ammissione da parte di Stalin della sua politica conciliazionista a sostegno di Kerenskij[3]. Nelle sue memorie Suchanov scrive: Nei bolscevichi in questo periodo, oltre a Kamenev, compare Stalin. Durante il tempo della sua modestia attivit nel comitato esecutivo (egli) produceva, non su me solo, l'impressione di una macchina grigia, che a volte dava una luce smorta senza conseguenze. Di lui in sostanza non c' pi nulla da dire. In pi, riguardo al ruolo di Stalin nella Rivoluzione Russa, en passant interessante ricordare la documentazione del testo di J.Reed (I dieci giorni che sconvolsero il mondo). Nel libro, vidimato da Le-

nin, si dipinge in modo corretto la figura di Stalin durante la Rivoluzione Russa; Stalin viene appena citato...

La lotta contro la burocrazia.


Sin dal 1919, il partito bolscevico, per evitare il crescente lievitare duomini dapparato, burocrati all'interno del partito, istitu il Rabkrin (Commissariato del Popolo per l'ispezione operaia e contadina). Al vertice di questo commissariato il Partito Bolscevico mise Stalin per le sue capacit organizzative mostrate in passato. Lenin quindi gi dal 1919, a meno di due anni dalla Rivoluzione, avvertiva un pericolo di burocratizzazione del Partito. Uomini estranei alla rivoluzione, molti di essi senza principi, perfetti aspiranti burocrati, si stavano attrezzando per salire sul carro dei vincitori. Nel 1922, il pericolo di deviazione burocratica agli occhi dei Lenin si fa pi pressante: "IL nostro programma di partito, un documento che l'autore dellABC del comunismo conosce bene (riferito a N. Bucharin), dimostra che il nostro stato uno stato operaio con distorsioni burocratiche"[4]. Lenin nota, anche prima di Trotsky, il pericolo dinvoluzione del partito. Si avvicina a Trotsky e propone a lui di formare un blocco politi-

co contro Stalin. Trostky racconta: Lei (Lenin a Trotsky) propone di iniziare una lotta non solo contro la burocrazia di Stato, ma anche contro l'Ufficio organizzativo del Comitato Centrale? Io mi misi a ridere, sorpreso. L'ufficio organizzativo era l'anima dell'organizzazione staliniana. Pu darsi. Ebbene (continu Lenin), io le propongo un blocco contro la burocrazia in genere e, in particolare, contro l'ufficio organizzativo. un onore (risposi) formare un blocco buono con una buona persona"[5]. Cos ha inizio l'ultima lotta di Lenin. Uno dei primi scontri con Stalin Lenin lo ebbe sulla questione del monopolio del commercio estero. La maggioranza dei massimi dirigenti del Partito, con Stalin in testa, erano favorevoli all'abolizione o al forte ridimensionamento del monopolio del commercio estero. La politica del gruppo dirigente guidata Stalin supponeva che una ripresa degli scambi economici con l'estero avrebbero favorito la NEP (New Economic Policy: fu l'ingresso dell'economia capitalistico statale nella societ sovietica). Trotsky si espresse contro questa politica. Secondo Trostky questa scelta non avrebbe fatto che indebolire lo stato operaio sovietico nei confronti degli avversari di classe. Le-

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nin concorda con le posizioni di Trotsky. Ma gli avvenimenti precipitano. Durante la riunione del comitato centrale del 6 ottobre del 1922 (Lenin assente) si scelse di adottare, sotto la spinta del Commissario del Popolo alle finanze Sokolnikov, delle deroghe al monopolio del commercio estero. Lenin rimase di stucco. Secondo la testimonianza di M. Lewin, "consider il fatto come un vero e proprio colpo contro di lui"[6]. Lenin, per reagire a questo duro colpo, si mise prima a discutere con alcuni membri del partito, tra cui Trotsky, poi invi una lettera di protesta a Stalin in cui "proponeva di aggiornare tale scelta alla prossima riunione del Plenum del Comitato Centrale"[7]. Ma la resistenza di Stalin si fece pi dura del previsto. Stalin scrisse: "La lettera del compagno Lenin non mi ha fatto mutare idea sulla giustezza della decisione del Comitato Centrale del 6 ottobre in merito al monopolio del commercio estero"[8]. Tuttavia la questione non fu liquidata cos. La questione del commercio estero sarebbe stata discussa nel successivo comitato centrale. La battaglia si avvia e Lenin si prepara allo scontro e discute con Trotsky la linea politica da adottare. I due concordano sull'importanza del monopolio del commercio estero. Lenin scrive a Trotskij: "Penso che ci siamo messi pienamente d'accordo. Vi prego di dichiarare all'assemblea plenaria la nostra solidariet. Spero che la nostra decisione sar approvata. Se contrariamente alle nostre aspettative la nostra decisione sar respinta, ci rivolgeremo alla frazione del congresso dei Soviet e dichiareremo di sottoporre la questione al congresso del partito"[8a]. Allo stesso tempo Lenin scrisse una lettera a Stalin e ai membri del comitato centrale: "Mi sono anche accordato con Trotsky per la difesa delle mie opinioni sul monopolio del commercio estero. Sono convinto che Trotsky sosterr le mie opinioni non peggio di me[9]. Lenin e Trotsky vinsero la loro prima battaglia contro Stalin. Il 18 dicembre il Comitato Centrale annull la precedente decisione. Lenin scrisse a Trotsky : "Sembra che siamo riusciti senza colpo ferire, con un semplice movimento di manovra. Propongo di fermarsi e continuare l'offensiva"[10].

Stalin come commissario del Rabrikim stava praticando una politica completamente diversa dall'idea che Lenin aveva di esso. IL georgiano invece di porre un freno all'ingresso dei nuovi uomini di apparato, rimosse e promosse personale a suo gradimento. Mise nei posti chiavi del Partito "comunisti" a lui devoti per aver ricevuto un avanzamento di carriera. Nel 1920 Trotsky aveva notato e evidenziato i "difetti" del Rabkrim e le sue pericolose oscillazioni burocratiche. Lenin, nel primo periodo della "reggenza" di Stalin, non comprese subito l'entit del problema che si sviluppava nel Rabrikim, ma poi muta idea e si fece avanti per dare battaglia anche su questo punto: "Questa idea fu suggerita dal compagno Trotskij, sembra un bel po' di tempo fa. Allora io ero contrario, ma dopo aver osservato la questione in modo pi approfondito trovo in sostanza che sia un'idea sensata"[1 1]. Ancora Lenin sempre sul Rabrikin: "Diciamolo pure, il Commissariato per il popolo e l'ispezione contadina e operaia non gode ora di nessun prestigio. Tutti sanno che non esiste peggior organizzazione dell'ispezione operaia e contadina e che, nelle condizioni attuali, inutile pretendere da questo commissariato del popolo qualcosa."[12]. Ora il terreno di lotta si sposta sulla questione "georgiana". Lenin indirizzava le sue dure critiche a Stalin riguardanti il suo metodo di direzione. La questione "georgiana" fu una sorta di catalizzatore per Lenin, il quale aveva capito che con Stalin non avrebbe "combattuto" di "fioretto". Decise di scrivere quello che fu soprannominato il "Testamento". IL 30 dicembre del 1922 Lenin scrive: L'apparato che diciamo nostro ci di fatto alquanto estraneo; un guazzabuglio borghese e zarista e in mancanza dell'aiuto degli altri paesi non c' possibilit di disfarsene[13]. Lenin si rese conto con chi aveva a che fare solo verso la fine del 1922, quando ebbe chiaro i metodi che Stalin usava per silenziare il dissenso dei compagni georgiani. IL ruolo di regista di Stalin, in questo puzzle burocratico, divenne chiaro. Senza che Lenin e, ancor peggio, il Politburo ne fossero a conoscenza, Stalin, insieme a Dzergenskij e Orgionkidze, aveva

realizzato un vero e proprio colpo di Stato nel partito georgiano. Lenin dett, dal suo letto, una serie di note riguardanti questa vicenda, ma non si limit a definire la politica di Stalin come un errore di percorso, bens come una scelta frutto del peggior nazionalismo grande russo: "Non c' dubbio che la percentuale infinitesimale dei lavoratori russi affogher in quella marea di gentaglia sciovinista grande-russa come una mosca nel latte"[14].

La lotta per la rimozione di Stalin.


La "destalinizzazione" Krusceviana in realt ha rivelato quello che i marxisti rivoluzionari sapevano gi. IL fatto importante delle "rivelazioni" di Krusciov che esse hanno costituito, involontariamente, una conferma sulla veridicit delle documentazioni di Trotsky. Alla fine degli anni 60 M. Lewin afferm che quanto Mosca stava pubblicando era la garanzia delle corrette testimonianze lasciate da Trotskij. Tra questi testi "scoperti" da Krusciov vi sono quelle lettere inviate dal Lenin, soprannominate il "Testamento", tra il dicembre 1922 e i primi di gennaio del 1923. Lenin preoccupato del rischio della scissione del Partito e della coesione del Comitato Centrale. "Io penso che, da questo punto di vista, fondamentali per la questione della stabilit siano certi membri del CC come Stalin e Trotsky. I rapporti tra loro, secondo me, rappresentano una buona met del pericolo di quella scissione, che potrebbe essere evitata ". Passa poi ad una breve caratterizzazione dei due: Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere, e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente prudenza. D'altro canto, il compagno Trotsky, come ha gi dimostrato la sua lotta contro il CC nella questione del commissariato del popolo per i trasporti, si distingue non solo per le sue eminenti capacit. Personalmente egli forse il pi capace tra i membri dell'attuale CC, ma ha anche uneccessiva sicurezza di s e una tendenza eccessiva a considerare il lato puramente amministrativo dei problemi. Queste due qualit dei due capi

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pi eminenti dell'attuale CC possono eventualmente portare alla scissione, e se il nostro partito non prender misure per impedirlo, la scissione pu avvenire improvvisamente. Non continuer a caratterizzare gli altri membri del CC secondo le loro qualit personali. Ricordo soltanto che l'episodio di cui sono stati protagonisti nell'ottobre Zinoviev e Kamenev non fu certamente casuale, ma che d'altra parte non glielo si pu ascrivere personalmente a colpa, cos come il non bolscevismo a Trotsky. Dei giovani membri del CC, voglio dire qualche parola su Bukharin e Piatakov. Sono queste, secondo me, le forze pi eminenti (tra quelle pi giovani), e riguardo a loro bisogna tener presente quanto segue: Bukharin non soltanto un validissimo e importantissimo teorico del partito, ma considerato anche, giustamente, il prediletto di tutto il partito, ma le sue concezioni teoriche solo con grandissima perplessit possono essere considerate pienamente marxiste, poich in lui vi qualcosa di scolastico (egli non ha mai appreso e, penso, mai compreso pienamente la dialettica). Ed ora Piatakov: un uomo indubbiamente di grandissima volont e di grandissime capacit, ma troppo attratto dal metodo amministrativo e dall'aspetto amministrativo dei problemi perch si possa contare su di lui per una seria questione politica. Naturalmente, sia questa che quella osservazione sono fatte solo per il momento, nel presupposto che ambedue questi eminenti e devoti militanti trovino l'occasione di completare le proprie conoscenze e di eliminare la propria unilateralit. La prima riflessione che scaturisce questo testo che Lenin considerava sullo stesso piano Trostky e Stalin con buona pace di Zionoviev, Kamenev, Bucharin, Radek, ecc. Lo stesso Lewin afferma: "Per il posto riconosciuto da Stalin, aveva di che stupire il paese, ferire Trotsky, sorprendere sgradevolmente Zinoviev e Kamenev." Probabilmente, come lo stesso Lewin afferma, Lenin aveva intuito il grande potere che Stalin si era creato. Dunque Lenin evidenza da un lato le capacit superiori di Trotsky e dall'altro le incapacit di Stalin di saper gestire il potere. Ma anche vero che Lenin critica a Trotsky il

suo passato di "menscevico" e le sue posizioni assunte durante il dibattito sul sindacato. Ma questa sorta di giudizio di equilibrio, tra i due (Trotsky e Stalin), in Lenin si rompe. Lenin pensa oramai solamente alla rimozione di Stalin: "Stalin troppo grossolano, e questo difetto, del tutto tollerabile nell'ambiente e nei rapporti tra noi comunisti, diventa intollerabile nella funzione di segretario generale. Perci propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico e di designare a questo posto un altro uomo che, a parte tutti gli altri aspetti, si distingua dal compagno Stalin solo per una migliore qualit, quella cio di essere pi tollerante, pi leale, pi cortese e pi riguardoso verso i compagni, meno capriccioso, ecc. Questa circostanza pu apparire una piccolezza insignificante. Ma io penso che, dal punto di vista dell'impedimento di una scissione e di quanto ho scritto sopra sui rapporti tra Stalin e Trotsky, non una piccolezza, ovvero una piccolezza che pu avere un'importanza decisiva". Ecco cosa successo tra il 24 dicembre del 1922 e il 4 gennaio del 1923. Siamo certi che Stalin non sia stato disposto ad accettare le critiche, siamo altrettanto certi che il blocco politico formato da Lenin con Trotsky lo spaventava. Stalin, dunque, perde il controllo e chiama la moglie di Lenin, la Krupskaija. La riempie dinsulti la colpa della compagna di Lenin sarebbe stata quella di non aver rispettato le indicazione mediche riguardanti il marito. Secondo Stalin, Lenin avrebbe lavorato (scrivendo le "bombe" contro di lui) quando non avrebbe dovuto e questo per la negligenza della moglie. La Krupskaija lo stesso giorno avverte Kamenev, vicepresidente del governo, chiedendo protezione contro le volgarit mosse da Stalin nei suoi confronti. Lenin poco giorni dopo scopre l'accaduto e scrive a Stalin: "Ci che ha fatto, con la sua grossolanit, verso mia moglie, lo considero fatto contro di me". Come sostiene Lewin, l'autore dell'Ultima battaglia di Lenin, da escludere che l'incidente avvenuto tra Stalin e la Krupskaija abbia potuto indurre Lenin ad un atto politico per modificare i rapporti di forza nel Comitato Centrale del Partito. Lenin aveva altre

ragioni. Era una persona che soppesava le parole, sapeva vedere gli aspetti pi importanti delle questione politiche. Era un genio della strategia politica. Aveva fin troppo chiaro che Stalin andava rimosso. Solo il tempo fece precipitare il tutto in modo negativo: Lenin si ammal di nuovo poco prima di morire e fu incapace di proseguire la sua lotta contro Stalin. Rimane convincente la testimonianza di Trotsky nella sua autobiografia riguardo agli ultimi giorni di Lenin: Lenin si preparava ora (dopo il 4 gennaio) non solo a deporre Stalin dalla Segreteria Generale, ma anche squalificandolo davanti al partito. A proposito del monopolio del commercio estero, nella questione nazionale, nella questione del regime di partito, dell'Ispezione degli operai e dei contadini e della commissione di controllo, Lenin impiant le cose in modo da dare al XII congresso il colpo di grazia a Stalin e, insieme a lui, alla burocrazia, alle consorterie, all'arbitrio.

Note:
1. ^ Lenin - Lettere da lontano 2. ^ Pravda 3. ^ Cuev - Centoquaranta colloqui con Molotov 4. ^ Lenin - Opere complete Volume 32 5. ^ Trotsky - La mia vita 6. ^ M. Lewin - Lultima battaglia di Lenin 7. ^ Lenin - Opere complete Volume 33 8. ^ Fotieva Iz Vospominjiamij 8a. ^ Lenin - Opere complete Volume 45 9. ^ Lenin - Opere complete Volume 45 10. ^ Trotsky - La mia vita 1 1. ^ Lenin - Opere complete Volume 36 12. ^ Lenin - Opere complete Volume 36 13. ^ Lenin - Opere complete Volume 36 14. ^ Lenin - Opere complete Volume 36

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Lettera al Congresso
di V.I. Lenin
Consiglierei vivamente di intraprendere a questo congresso una serie di mutamenti nella nostra struttura politica. Vorrei sottoporvi le considerazioni che ritengo pi importanti. In primo luogo propongo di elevare il numero dei membri del CC portandolo ad alcune decine o anche a un centinaio. Penso che, se non intraprendessimo una tale riforma, grandi pericoli minaccerebbero il nostro CC nel caso in cui il corso degli avvenimenti non ci fosse del tutto favorevole (cosa di cui non possiamo non tener conto). Penso poi di sottoporre all'attenzione del congresso la proposta di dare, a certe condizioni, un carattere legislativo alle decisioni dei Gosplan, andando cos incontro, fino a un certo punto e a certe condizioni, al compagno Trotsky. Per quel che riguarda il primo punto, cio l'aumento del numero dei membri del CC, penso che ci sia necessario e per elevare l'autorit del CC, e per lavorare seriamente al miglioramento del nostro apparato, e per evitare che conflitti di piccoli gruppi del CC possano avere una importanza troppo sproporzionata per le sorti di tutto il partito. Io penso che il nostro partito abbia il diritto di esigere dalla classe operaia 50-100 membri del CC e che possa ottenerli senza un eccessivo sforzo da parte di essa. Una tale riforma aumenterebbe notevolmente la solidit del nostro partito e faciliterebbe la lotta che esso deve condurre in mezzo a Stati nemici e che, a mio parere, potr e dovr acuirsi fortemente nei prossimi anni. Io penso che la stabilit del nostro partito guadagnerebbe enormemente da un tale provvedimento. Per stabilit del Comitato centrale, di cui ho parlato sopra, intendo provvedimenti contro la scissione, nella misura in cui tali provvedimenti possano in generale essere presi. Perch, certo, la guardia bianca della Russkaia MysI (mi pare fosse S. F. Oldenburg) (1) aveva ragione quando, in primo luogo, faceva assegnamento, per quanto riguarda il loro gioco contro la Russia sovietica, sulla scissio-

Il Testamento di Lenin

La Lettera al congresso, conosciuta sotto il nome di Testamento, fu dettata da Lenin fra il 23 e il 26 dicembre 1922; unaggiunta fu dettata il 4 gennaio 1923. Per evidenti motivi, Lenin riteneva importante che la lettera fosse portata a conoscenza dellimminente congresso del partito. Fu fatta leggere ai membri del comitato centrale che decisero di mantenere il documento riservato, portandolo a conoscenza dei dirigenti del partito ma non di pubblicarlo. Cos le ultime riflessioni di Lenin rimasero celate per decenni ai lavoratori e ai comunisti dellUrss e di tutto il mondo. Stralci del Testamento furono resi noti negli anni trenta da Trotsky, ma era facile gioco per gli staliniani parlare di un falso. Del Testamento si torn a parlare in occasione del XX congresso del Pcus (1956), quello della denuncia kruscioviana del culto della personalit di Stalin. In tale occasione, per decisione del comitato centrale del Pcus, la lettera di Lenin fu portata a conoscenza dei delegati e poi pubblicata nel Kommunist. (Il testo disponibile su Internet allUrl: www.marxists.org/italiano/lenin/1922/12/testamento.htm). ne del nostro partito, e quando, in secondo luogo, faceva assegnamento, per l'avverarsi di questa scissione, sui gravissimi dissensi nel partito. Il nostro partito si fonda su due classi, e sarebbe perci possibile la sua instabilit, e inevitabile il suo crollo, se tra queste due classi non potesse sussistere un'intesa. In questo caso sarebbe inutile prendere questi o quel provvedimenti e in generale discutere sulla stabilit del nostro comitato centrale. Non ci sono provvedimenti, in questo caso, capaci di evitare la scissione. Ma spero che questo sia un avvenimento di un futuro troppo lontano e troppo inverosimile perch se ne debba parlare. Intendo stabilit come garanzia contro la scissione nel prossimo avvenire, e ho l'intenzione di esporre qui una serie di considerazioni di natura puramente personale. Io penso che, da questo punto di vista, fondamentali per la questione della stabilit siano certi membri del CC come Stalin e Trotsky. I rapporti tra loro, secondo me, rappresentano una buona met del pericolo di quella scissione, che potrebbe essere evitata e ad evitare la quale, a mio parere, dovrebbe servire, tra l'altro, l'aumento del numero dei membri del CC a 50 o a 100 persone. Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere, e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente prudenza. D'altro canto, il compagno Trotsky come ha gi dimostrato la sua lotta contro il CC nella questione del commissariato del popolo per i trasporti, si distingue non solo per le sue eminenti capacit. Personalmente egli forse il pi capace tra i membri dell'attuale CC, ma ha anche una eccessiva sicurezza di s e una tendenza eccessiva a considerare il lato puramente amministrativo dei problemi. Queste due qualit dei due capi pi eminenti dell'attuale CC possono eventualmente portare alla scissione, e se il nostro partito non prender misure per impedirlo, la scissione pu avvenire improvvisamente. Non continuer a caratterizzare gli altri membri del CC secondo le loro qualit personali. Ricordo soltanto che l'episodio di cui sono stati protagonisti nell'ottobre Zinoviev e Kamenev (2) non fu certamente casuale, ma che d'altra parte non glielo si pu ascrivere personalmente a colpa, cos come il non bolscevismo a Trotsky. Dei giovani membri del CC, voglio dire qualche parola su Bukharin e Piatakov. Sono queste, secondo me, le forze pi eminenti (tra quelle pi giovani), e riguardo a loro bisogna tener presente quanto segue: Bukharin non soltanto un validissimo e importantissimo teorico del partito, ma considerato

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anche, giustamente, il prediletto di tutto il partito, ma le sue concezioni teoriche solo con grandissima perplessit possono essere considerate pienamente marxiste, poich in lui vi qualcosa di scolastico (egli non ha mai appreso e, penso, mai compreso pienamente la dialettica Ed ora Piatakov: un uomo indubbiamente di grandissima volont e di grandissime capacit, ma troppo attratto dal metodo amministrativo e dall'aspetto amministrativo dei problemi perch si possa contare su di lui per una seria questione politica. Naturalmente, sia questa che quella osservazione sono fatte solo per il momento, nel presupposto che ambedue questi eminenti e devoti militanti trovino l'occasione di completare le proprie conoscenze e di eliminare la propria unilateralit.

Aggiunta alla lettera del 24 dicembre 1922


Stalin troppo grossolano, e questo difetto, del tutto tollerabile nell'ambiente e nel rapporti tra noi comunisti, diventa intollerabile nella funzione di segretario generale. Perci propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico e di designare a questo posto un altro uomo che, a parte tutti gli altri aspetti, si distingua dal compagno Stalin solo per una migliore qualit, quella cio di essere pi tollerante, pi leale, pi cortese e pi riguardoso verso i compagni, meno capriccioso, ecc. Questa circostanza pu apparire una piccolezza insignificante. Ma io penso che, dal punto di vista dell'impedimento di una scissione e di quanto ho scritto sopra sui rapporti tra Stalin e Trotsky, non una piccolezza, ovvero una piccolezza che pu avere un'importanza decisiva. Lenin 4 gennaio 1923

Continuazione degli appunti


Laumento del numero dei membri del CC a 50 o anche a 100 persone deve servire, secondo me, a un duplice, o, anzi, a un triplice scopo: quanto pi saranno i membri del CC, tanto pi saranno quelli che impareranno a lavorare nel CC e tanto minore sar il pericolo di una scissione derivante da una qualsiasi imprudenza. La

partecipazione di molti operai al CC aiuter gli operai a migliorare il nostro apparato, che piuttosto cattivo. Esso, in sostanza, c stato tramandato dal vecchio regime, poich trasformarlo in cos breve tempo, soprattutto con la guerra, la fame, ecc., era assolutamente impossibile. Perci a quei critici che, con un sorrisetto o con cattiveria, ci fanno notare i difetti del nostro apparato, si pu tranquillamente rispondere che essi assolutamente non comprendono le condizioni della rivoluzione contemporanea. Non si pu assolutamente trasformare a sufficienza un apparato in cinque anni, soprattutto nelle condizioni in cui avvenuta da noi la rivoluzione. E gi abbastanza che in cinque anni abbiamo creato un nuovo tipo di Stato in cui gli operai marciano alla testa dei contadini contro la borghesia; e ci, con una situazione internazionale avversa, rappresenta di per s un fatto enorme. Ma la coscienza di questo non ci deve assolutamente far chiudere gli occhi sul fatto che noi abbiamo ereditato, in sostanza, il vecchio apparato dello zar e della borghesia, e che ora, sopravvenuta la pace e assicurato il minimo necessario contro la fame, tutto il lavoro devessere diretto al suo miglioramento . La mia idea che alcune decine di operai, entrando a far parte del CC, possono accingersi meglio di qualsiasi altro alla verifica, al miglioramento e al rinnovamento del nostro apparato. LIspezione operaia e contadina, cui prima spettava questa funzione, si rivelata incapace di adempierla e pu essere utilizzata solo come appendice o come aiuto, in determinate condizioni, a questi membri del CC. Gli operai che entrano a far parte del CC debbono essere, a mio parere, in modo prevalente non di quegli operai che hanno compiuto un lungo servizio nelle organizzazioni dei soviet (dicendo operai, in questa parte della mia lettera intendo sempre anche i contadini), poich in questi operai si sono gi create certe tradizioni e certi pregiudizi contro i quali appunto noi vogliamo lottare. Gli operai che devono entrare nel CC debbono essere in prevalenza operai che stiano pi in basso di quello strato che entrato a far parte da noi, in questi cinque anni, della schiera degli impiegati sovietici, e che appartengano piuttosto al numero degli operai e dei contadini di base, che tuttavia

non rientrino direttamente o indirettamente nella categoria degli sfruttatori. Io penso che tali operai, assistendo a tutte le sedute del CC, a tutte le sedute dellUfficio politico, leggendo tutti i documenti del CC, possano costituire un nucleo di devoti partigiani del regime sovietico, capaci, in primo luogo, di dare stabilit allo stesso CC e, in secondo luogo, capaci di lavorare effettivamente al rinnovamento e al miglioramento dellapparato. Aumentando il numero dei membri del CC, ci si deve a mio parere, preoccupare anche e, forse, soprattutto, di controllare e migliorare il nostro apparato, che non va affatto. A questo scopo dobbiamo utilizzare lopera di specialisti altamente qualificati, e la ricerca di questi specialisti deve essere compito della Ispezione operaia e contadina. Come combinare questi specialisti-controllori, - dotati delle necessarie conoscenze - e questi nuovi membri del CC? E questo un problema che deve essere risolto praticamente. A me pare che lIspezione operaia e contadina (per effetto del suo sviluppo nonch delle nostre perplessit a proposito del suo sviluppo) ha dato in ultima analisi ci che ora osserviamo, e cio uno stato di transizione da un particolare commissariato del popolo a una particolare funzione dei membri del CC; da una istituzione che revisiona tutto e tutti, a un insieme di revisori non numerosi, ma di primordine, che debbono essere ben pagati (questo soprattutto necessario nella nostra epoca, in cui tutto va pagato, e dato che i revisori si pongono direttamente al servizio di quelle istituzioni che meglio li pagano). Se il numero dei membri del CC sar opportunamente aumentato e se essi svolgeranno di anno in anno un corso di amministrazione statale con laiuto di tali specialisti altamente qualificati e di membri della Ispezione operaia e contadina dotati di grande autorit in tutti i settori, allora, io penso, adempiremo felicemente questo compito che per tanto tempo non siamo riusciti ad assolvere. Insomma, fino a 100 membri del CC e non pi di 400-500 loro collaboratori, membri dellIspezione operaia e contadina, che svolgano funzioni di revisione per loro incarico. 26 dicembre 1923

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Il Partito leninista
uno strumento ancora attuale
di Piero Nobili
Lenin viene ancora oggi attaccato e denigrato. Imbecille congenito, di unintelligenza pedante, psicotica, nichilista che fa venire i brividi. Non aveva nessun senso morale, cos si esprime Martim Amis, lo scrittore inglese sodale di Tony Blair, in unintervista rilasciata alcuni anni fa a un importante quotidiano italiano (1). Nei suoi confronti si sferrato un attacco sistematico teso a delegittimare lidea di rivoluzione e la possibilit stessa di trasformare radicalmente la societ esistente. Anche a sinistra e nel movimento operaio, Lenin stato rimosso e dimenticato. Imbalsamato e deformato dallo stalinismo, svilito e demonizzato dalla socialdemocrazia, le sue concezioni sono state sistematicamente rovesciate nel suo contrario. Il suo lascito teorico e il suo insegnamento politico sono stati cos dispersi, distorti e travisati al punto che, per anni, la politica ufficiale e il circo mediatico hanno considerato la Lega Nord un partito leninista ed hanno equiparato il cerchio magico bossiano a una sorta di cenacolo tardo bolscevico. Anche nel movimento antiliberista il nome di Lenin impronunciabile. In questi ambiti, spesso attraversati dallo stucchevole dibattito tra chi vuole andare al governo con la cosiddetta borghesia progressista, e chi vuole cambiare il mondo senza prendere il potere, il leninismo viene dai pi considerato un reperto archeologico, datato e inservibile, da consegnare al museo delle cere di madame Tussauds. Noi crediamo invece, che la sua teoria e il suo insegnamento siano ancora attuali e che possano nel contesto odierno illuminare lazione politica di chi si batte contro il sistema capitalistico. Per questo di una qualche utilit mettere in evidenza gli elementi essenziali che portarono Lenin a scrivere il Che fare?, il saggio pubblicato nel marzo del 1902, dove le sue idee sul partito rivoluzionario trovano la loro prima esposizione sistematica. alt russa dominata da due elementi: la presenza di un processo ormai irreversibile di sviluppo capitalistico e il ritardo e le contraddizioni di questo sviluppo. Di qui una tendenza, nel movimento operaio, a restar chiuso nel particolarismo dei circoli, nelle rivendicazioni parziali, e nellastratto teorizzare, ma di qui anche limperioso bisogno di superare questa mentalit particolaristica per attingere alla visione politica unitaria che propria del partito(2). In questo contesto prendono piede le posizioni di alcuni giovani socialdemocratici russi, detti gli Economisti, i quali sostengono la separazione tra la lotta politica e quella economica. Agli operai compete lo sviluppo delle lotte per il miglioramento delle proprie condizioni, mentre ai liberali spetta il compito di battersi contro lassolutismo di Nicola II. In tal modo, mentre le rivendicazioni economiche della classe operaia vengono affidate al moto spontaneo delle agitazioni, il movimento socialdemocratico viene

La lotta contro le deviazioni.


Allinizio del 1900, quando Lenin torna dallesilio in Siberia, il Partito operaio socialdemocratico russo (Posdr) si trovava in condizioni organizzative disastrose (2). I circoli locali sparsi per tutta la Russia erano in difficolt, facevano fatica a coordinarsi tra loro e a resistere allurto della formidabile macchina repressiva dellautocrazia zarista. In quel periodo, la re-

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sospinto verso unalleanza con lopposizione liberale. Altro elemento importante del Che fare? la critica delle idee di Eduard Bernstein e dei partiti socialdemocratici occidentali, i quali, iniziando a revisionare il Marxismo, si limitavano alla lotta parlamentare secondo landante: Il Movimento tutto, il fine ultimo nulla. In che cosa consista la nuova tendenza che critica il marxismo, vecchio, dogmatico, Bernstein lo ha detto, e Millerand lo ha dimostrato con sufficiente precisione, scrive Lenin nel Che fare?, riferendosi al socialista francese che tre anni prima era entrato in un governo borghese assieme a Galliffet, il generale che aveva represso nel sangue la Comune di Parigi. Per rimontare questa difficile situazione, Lenin criticando con forza le tendenze opportuniste emergenti, si batte per impostare un lavoro organizzativo sistematico, teso a costruire il partito indipendente della classe operaia. Quale deve essere il programma del partito? Quale deve essere il carattere di questo partito che sostanzia e informa il programma? Sono queste le due domande fondamentali e inscindibili alle quali Lenin d una risposta coerente.

La lotta per il Partito.


Il partito di cui parla Lenin nel Che fare? non un partito qualsiasi, ma il reparto davanguardia del proletariato. Un partito che si organizza e agisce in relazione dialettica con il fine che si propone: il rovesciamento delle classi dominanti e la conquista proletaria del potere. Un partito di quadri e di militanti che, basandosi su un programma rivoluzionario, raggruppa gli elementi pi avanzati e consapevoli della classe operaia: quelli che mantengono permanentemente un livello costante diniziativa politica, coloro i quali hanno sempre presenti, nel pensiero e nellazione, gli interessi storici della loro classe di appartenenza. In questo senso, la coscienza socialista devessere portata nel-

la classe operaia dallesterno della lotta economica, e cio educando le masse ad agire sul terreno della lotta politica contro il regime politico e ogni tipo di oppressione(4). Per Lenin il partito devessere delimitato, centralizzato, fermamente ancorato ai principi del Marxismo rivoluzionario. Ma questi criteri di costruzione si combinano con la massima apertura verso liniziativa esterna tra le larghe masse, nei confronti di ci che si agita nella societ. Uno strumento per la conquista dellegemonia, e non certo com stato spesso dipinto come il rifugio di pochi settari che chiudendo il ponte levatoio se ne stanno seduti sulla torre propagandando le loro teorie e compiacendosi degli errori del mondo. La concezione di Lenin quella di un partito profondamente inserito nella vita della classe, senza per stemperare in essa il carattere peculiare del proprio agire come forza rivoluzionaria. La stessa proposta centrale del Che fare? consiste in unattivit di partito tesa ad avvicinare e a integrare tutte le rivendicazioni sociali, tutti i movimenti che scaturiscono tra gli strati oppressi della societ, anche quelli pi spontanei o settorialmente limitati.

zionarie che sono iscritte in questa fase di prolungata crisi economica del capitalismo ci restituiscono appieno il senso e lurgenza della costruzione di un tale partito. Un partito capace di annullare lo iato esistente tra la maturit delle condizioni oggettive, per affermare unalternativa socialista, e la profonda immaturit del fattore consapevolmente soggettivo che dovrebbe favorire, innescare e guidare questalternativa. Oggi come ieri, il problema dei problemi quello di riuscire ad affermare una direzione alternativa capace di dare uno sbocco politico vincente alle lotte del movimento operaio e dei movimenti anticapitalisti. Una direzione che si pu affermare solo a partire dalla consapevole costruzione di un partito solido e organizzato, programmaticamente definito e radicato laddove si concentrano le contraddizioni di classe. Un partito basato su un funzionamento democratico e centralizzato: massima libert di discussione interna, massima unit nellazione esterna. Un partito, cio, capace di riprendere e attualizzare nel contesto contemporaneo i principi e la tattica del partito di Lenin.

Lattualit di una concezione.


Sapendo distinguere gli elementi essenziali e gli elementi provvisori resi necessari da particolari situazioni storiche oggettive (il Che fare? venne scritto mentre il Posdr era illegale e perseguitato dallautocrazia), le concezioni leniniste della costruzione del partito rimangono tuttora valide. Una concezione di partito che, nonostante da decenni sia puntualmente sbeffeggiato da una vastissima e variegata schiera di soloni, destinato- sullo sfondo del cambiamento depoca che stiamo vivendo- a ritornare di piena attualit. Le stesse ventate di ribellione sociale che si sollevano ad ogni latitudine e le potenzialit rivolu-

Note:
1)La Repubblica 21.01.2004. del

2)Com noto i partiti comunisti dallora, seguendo lesempio tedesco, si chiamavano socialdemocratici. Questa denominazione rimarr in voga fino al 1917) 3)Storia del Marxismo contemporaneo. AAVV. Feltrinelli 1978 4)Natura e funzione del partito. Franco Grisolia da Marxismo Rivoluzionario del 06.2004

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Marxismo Rivoluzionario n. 9 primo trimestre 2014

rivista teorica del Partito Comunista dei Lavoratori

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