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LO STRETCHING: UNA VISIONE CRITICA


9.1 Introduzione Lo stretching si pu sicuramente annoverare come una delle metodiche dallenamento maggiormente utilizzate nellambito delle pi svariate discipline sportive, la sua capillare diffusione non ha infatti conosciuto soste, sino dal momento in cui la sua pratica stata diffusa e razionalizzata sopratutto da Anderson (Anderson, 19 !", senza dubbio il pi noto dei suoi promulgatori, tanto da esserne praticamente considerato come il #padre fondatore$ ma anche altri Autori, come ad esempio %&lveborn (%&lveborn, 19!'", oppure (e)*ard ((e)*ard, 19!+" hanno contribuito alla sua promulgazione, -uttavia, nonostante .uesto sua crescente diffusione e linnegabile successo riscosso nella maggioranza delle discipline sportive, lo stretching oggi loggetto di numerose controversie intrepretative che ne stanno mettendo in discussione sia lefficacia, che leffettiva utilit/, 0l termine di #controversie interpretative$, non stato utilizzato casualmente, in effetti molte delle divergenze di opinione sullefficacia e lutilit/ della pratica dello stretching, nascono da una diffusa #confusione concettuale$ che molti dimostrano di avere nei confronti delle basi fisiologiche e metodologiche dello stretching stesso(,12&r3lund e coll,, 4551" Lo scopo di .uesto capitolo appunto .uello di cercare, per .uanto possibile, di fare chiarezza, in termini metodologici e fisiologici sullo stretching, mettendo a confronto le due #linee di pensiero dicotomiche$ oggi esistenti a .uesto riguardo, soprattutto chiarendo sia .uello, che .uanto, sia giusto attendersi da una pratica regolare e razionale di .uesta metodica, 9.2 Il concetto di le!!i"ilit# 6er poter ben comprendere i meccanismi dordine fisiologico che sono alla base dello stretching, non ci si pu esimere da una chiarificazione dal concetto di #flessibilit/ muscolo7articolare$, 6er flessibilit/ muscolo7articolare sintende la capacit/ di movimento di un muscolo e8o di un articolazione nellambito della loro totale estensione di movimento 7 full range of motion 7 (Alter, 1999: 12&r3lund, 1999", -uttavia, molto spesso il concetto di flessibilit/ viene assunto come sinonimo di elasticit/, il che costituisce, da un punto di vista biomeccanico e fisiologico, un grossolano errore, ;eccanicamente infatti lelasticit/ definibile come la propriet/ di un corpo, che subisce una deformazione causata da una forza esterna, di riprendere, almeno parzialmente, la forma ed il volume iniziali, 0n ambito fisiologico .uindi lelasticit/ muscolo7tendinea la capacit/ dellunit/ muscolo7tendinea (<;-" di elongarsi nel corso della fase eccentrica del movimento (.uindi possedere una sufficiente compliance" ed immediatamente dopo, grazie ad un adeguata rigidit/ (ossia stiffness", poter effettuare una repentina fase di contrazione concentrica, restituendo in tal modo, sotto forma di lavoro meccanico, lenergia elastica potenziale accumulata nel corso della fase eccentrica, Lelasticit/ muscolare .uindi il risultato di un giusto compendio tra la stiffness e la compliance del complesso muscolo tendineo, ed assume particolare importanza in tutti i movimenti che prevedano una fase eccentrica immediatamente seguita da una contrazione di tipo concentrico, ossia nel corso di un ciclo, allungamento7accorciamento 7 stretch7shortening c)cle = (1isciotti e coll,, 4551: 1isciotti, 455'", >hiarito .uesto basilare concetto, appare ovvio come da un piano di lavoro basato sullo stretching, sia logico poter pensare di ottenere un aumento della compliance muscolare, in altre parole dellestensibilit/ dell<;-, e non della sua elasticit/ come molte volte si e.uivoca, a meno che ovviamente la risposta elastica del soggetto non sia limitata da uneccessiva stiffness, ?ltretutto importante ricordare come non sempre unaumento dellestensibilit/ dell<;- comporti parallelamente un aumento delle sue caratteristiche elastiche, molto spesso infatti si verifica lesatto contrario (1isciotti e coll,, 4551: 1isciotti, 455'",

9. $ Le "%!i i!iolo&ic'e dello !tretc'in&: l% re!i!tenz% (ecc%nic% %ll)elon&%zione @el corso dell allungamento muscolare si distinguno due fasiA nella prima lallungamento sarebbe pressoch totalmente a carico dei miofilamenti di actina e miosina che si presentano facilmente elongabili, mentre nel corso della seconda sarebbero i filamenti di titina a ricoprire il ruolo principale nellallungamento della fibra muscolare, divenendo i principali responsabili dellelongazione del sarcomero e .uindi della resistenza che .uestultimo presenta nei confronti dellallungamento stesso, definita con il termine di #resting tension$ (Alter, 1999: 12&r3lund, 1999", <na caratteristica costante dellarchitettura muscolare costituita dalla posizione centrale dei filamenti di miosina allinterno delle due linee B, .uesta posizione mantenuta anche .uando il sarcomero allungato, come durante lo stretching, Cuesta centralit/ della posizione del filamento di miosina resa possibile dalla presenza dei filamenti di titina, La titina una proteina elastica di alto peso molecolare, da 4,D a ' dalton (;aru)ama e coll,, 19!+: Eurzban e coll,, 19!!" che costituisce una terza classe di filamenti, oltre a .uelli di actina e di miosina, allinterno del muscolo scheletrico e rappresenta circa il 15F della massa totale della miofibrilla (-rinic3 e coll,, 19!+: , Gang e coll,, 1991", ?gni molecola di titina si estende dalla linea B (ossia la parte finale del sarcomero" sino alla linea ; (che costituisce la parte centrale del sarcomero stesso", La porzione di titina che si trova nella banda A (ossia larea scura osservabile allinterno del sarcomero" si comporta come fosse rigidamente legata al miofilamento di miosina, mentre la regione della molecola di titina che legata alla linea B, presenta un comportamento di tipo elastico(Hurst e coll,, 19!!: 0toh e coll, 19!!: Ghiting e coll,, 19!9", Iurante lallungamento della fibra muscolare varierebbe .uindi la lunghezza della porzione dei miofilamenti di titina connessi alla stria B, al contrario durante la contrazione muscolare, laccorciamento dei sarcomeri comporterebbe una detensione dei miofilamenti di titina stessi (Alter, 1999", 0l comportamento meccanico della titina, potrebbe forse in parte spiegare la particolare estensibilit/, od al contrario la tipica rigidit/, di alcuni gruppi muscolari, tuttavia per poter dare una risposta certa a .uesto tipo di domanda si renderebbe necessario un ulteriore miglioramento degli attuali metodi dindagine molecolare (Alter, 1999: Alter, 1999", Alcuni studi hanno dimostrato che il sarcomero pu essere allungato sino al 1D5F della sua lunghezza di riposo (Gange coll, 1991" anche se occorre sottolineare che simili allungamenti sono registrabili solamente nel corso di sperimentazioni effettuate in vitro, mentre nel muscolo in situazione di attivazione naturale, anche in atleti dotati di particolari doti destensibilit/ muscolare, difficile registrare allungamenti del muscolo superiori al 1+5F (,Giemann e (ahn, 199 ", Cuindi, gli elementi contrattili del muscolo, ossia i sarcomeri, non potrebbero ovviamente costituire un fattore limitante lallungamento del muscolo stesso, .uando .uestultimo si trova in uno stato di rilassamento, 0n effetti, in tal senso il pi importante fattore limitante sarebbe costituito dal tessuto connettivo che avvolge il muscolo nei suoi vari livelli di organizzazione architettonica (le fibre, i fasci e la totalit/ del ventre muscolare", ossia dall endomisio, dal perimisio e dallepimisio, -uttavia, a .uesto proposito occorre comun.ue ricordare che alcuni Autori minimizzerebbero il ruolo del tessuto connettivo in .uanto fattore limitante lallungamento muscolare ((utton, 19!+: ;agid e La*, 19!D" ed altri ancora indicherebbero la titina, ed i ponti actomiosinici residui, presenti anche in condizioni di rilassamento muscolare, come i maggiori fattori responsabili della tensione passiva del muscolo (G)dra, 199 : 6ros3e e ;organ, 1999: Giemann e Elee, 4555" 6articolarmente interessanti a .uesto proposito, risulterebbero alcune sperimentazioni nelle .uali si dimostrerebbe che la tensione passiva del muscolo non subirebbe nessun cambiamento sostanziale anche in assenza del sarcolemma e del tessuto connettivo (;agid e La*, 19!" (endomisio, perimisio ed epimisio", Cueste ipotesi sarebbero avvallate anche dal fatto che in seguito ad un lavoro di tipo eccentrico si verificherebbe un danneggiamento sia della titina, che della nebulina, una proteina ad alto peso molecolare implicata nella regolazione della lunghezza dei miofilamenti di actina (,-rappe e coll,, 4554" Ad avvalorare ulteriormente .uesta teoria concorrerebbe il fatto che, a 4+ ore di

' distanza da un lavoro eccentrico, a carico del vasto esterno, si registrerebbe una diminuzione sia della titina, che della nebulina, pari rispettivamente al '5 ed al 1DF (G)dra, 199 : Giemann e Elee, 4555", %empre a .uesto proposito, anche la desmina, unaltra proteina il cui compito sarebbe .uello di mantenere i sarcomeri in parallelo, risulterebbe danneggiata in seguito a contrazioni eccentriche ripetute (Lieber e coll,, 1991: Lieber e coll,, 1999", Alla luce di .uanto sopra, apparirebbe .uindi pi che giustificato ipotizzare che il ruolo del tessuto connettivo, in .uanto fattore limitante lallungamento muscolare, possa essere sinora stato sovrastimato, mentre, al contrario, potrebbe assumere una maggior centralit/ nel fenomeno il ruolo ricoperto dalla struttura muscolare stessa,

Figura 1: visione schematica dellarchitettura del sarcomero in funzione dei miofilamenti di miosina, actina e titina.

9.* Il ruolo de&li or&%ni tendinei del Gol&i e dei u!i neuro(u!col%ri La muscolatura scheletrica possiede due diversi tipi di recettori nervosiA gli organi tendinei del Jolgi (?-J" ed i fusi neuro muscolari (H@", Jli ?-J, nei Kertebrati superiori sono degli organi di senso presenti nello spessore tendineo od a livello della giunzione muscolo7tendinea, Ial punto di vista anatomico, consistono in un gruppo incapsulato di minute fibre tendinee, riccamente innervate da fibre sensitive e dun.ue di tipo dendritico, Jli ?-J risultano disposti in serie rispetto alle fibre muscolari e la loro funzione fisiologica .uella di rispondere alle variazioni di tensione del tendine causate dalla contrazione muscolare, oppure da stiramenti di tipo passivo, come ad esempio durante lo stretching, -uttavia, occorre sottolineare che gli ?-J, risulterebbero essere maggiormente sensibili alle tensioni generate dalla contrazione muscolare piuttosto che dallallungamento passivo del complesso muscolo7tendineo ((ou3, 19 1: ;oore, 19!+", per .uesto motivo la loro funzione assume un ruolo molto rilevante in tutte .uelle tecniche di stretching, come ad esempio la facilitazione propriocettiva neuromuscolare, (6@H, tecnica che verr/ descritta in seguito", che prevedano la contrazione del muscolo da allungare, 0noltre, bene ricordare che per attivare gli ?-J ed ottenere una risposta da .uesti ultimi, necessario uno stretching particolarmente intenso, Jli ?-J intervengono al fine di ridurre leccessiva tensione muscolare, attraverso un meccanismo che va sotto il nome di #inibizione autogenica$ o di #riflesso miotatico inverso$, che si esplica sia

+ attraverso unazione inibitoria nei confronti della muscolatura agonista e di .uella sinergica a .uestultima, che tramite una facilitazione della muscolatura antagonista (1arr, 19 9: Eandel, 19!1: ;oore, 19!+", Iurante .uesto compito gli ?-J sono assistiti sia dai meccano7recettori articolari, che da .uelli cutanei (;oore, 19!+", Lo scopo ultimo dellinibizione autogenica espletata dai ?-J, .uello di esercitare .uella che la maggioranza degli Autori definisce con il temine di #funzione protettrice$ nei confronti del complesso muscolo7tendineo, Cuestultimo infatti, potrebbe subire degli insulti traumatici nel caso in cui dovesse sopportare delle tensioni, attive o passive, eccessivamente elevate, 0l processo contrario rispetto allinibizione autogenica, viene definito con il termine di #disibinizione dei motoneuroni agonisti$, e consiste nella minimizzazione, o comun.ue nel ridimensionamento, dellazione inibitrice dei ?-J, Cuesto tipo di meccanismo, come suggerito da alcuni Autori (1roo3s e Hahe), 19! " potrebbe assumere una notevole rilevanza nellambito della massimalizzazione delle capacit/ di forza esplosiva e di forza massimale dellatleta, Le funzioni degli ?-J, non sono tuttavia del tutto chiare, alcuni aspetti particolari, come ad esempio il meccanismo di feedbac3 inibitorio della contrazione muscolare nellambito della propriocezione cosciente, andrebbero ulteriormente approfonditi (Lami, 1994", 0n ogni caso, il riflesso miotatico inverso, presenta delle importanti implicazioni nellambito dello stretching, 0nfatti, nel momento in cui un atleta mantiene una posizione di allungamento, esercita una notevole tensione a livello del gruppo muscolare interessato, se .uesta tensione fosse annullata, latleta potrebbe raggiungere delle posizioni di allungamento ancor maggiori, <tilizzando una metodica di stretching denominata #contrazione7rilassamento$ (che verr/ descritta in seguito", possibile indurre un rilassamento nella muscolatura coinvolta, ottenendone un maggior allungamento, %e ad esempio si cerca di allungare un muscolo sino al punto in cui un suo ulteriore allungamento viene di fatto impedito dalla tensione esercitata sul muscolo stesso, unulteriore contrazione volontaria di .uestultimo, per un periodo compreso tra i 9 ed i 1D secondi, induce gli ?-J a promuovere il meccanismo di riflesso miotatico inverso, il cui effetto permetter/ lallungamento del muscolo al di l/ del punto critico precedentemente raggiunto, 0 fusi neuromuscolari, sono organi di senso, presenti nei muscoli volontari e costituiti da un fascio di sottili fibre striate specializzate che vengono definite intrafusali, le cui estremit/ sono inserite nella guaina delle comuni fibre muscolari circostanti, Le fibre intrafusali sono innervate da assoni motori di tipo gamma e presentano due estremit/ sensoriali afferenti, una primaria e laltra secondaria, 0l fuso neuro7muscolare pu essere considerato a tutti gli effetti come un recettore di tensione sensibile allo stiramento del muscolo: stato individuato per la prima volta nella rana e successivamente confermato negli Amnioti1, Lestremit/ primaria del fuso ha due tipi di risposta, una fasica e laltra tonica, in altre parole, ha la capacit/ di rispondere sia ad un allungamento muscolare di tipo fasico , ossia dinamico, che di tipo tonico, al contrario, lestremit/ secondaria ha la possibilit/ di rispondere solamente a stiramenti di tipo tonico (Alter, 1999", 0l riflesso miotatico da stiramento (stretch refleM", di cui i fusi sono responsabili, una risposta muscolare di tipo contrattile, nei confronti di un repentino ed inaspettato aumento della lunghezza del muscolo, rivolta alla sua salvaguardia strutturale, Cuesto tipo di meccanismo ha indotto molti Autori, Anderson (Anderson, 19 !" tra i primi, ad indicare come potenzialmente pericolosi tutti .uei tipi di allungamento muscolare effettuati sotto forma dinamica attraverso movimenti di tipo balistico e8o #rimbalzante$, -uttavia, come vedremo in seguito, innegabile che .uesti tipi di movimento, oggetto di .uesta sorta di #messa al bando demonizzante$, siano comun.ue parte integrante di molte discipline sportive, e che per .uesto motivo dovrebbero trovare una giusta collocazione nellambito di un programma specificatamente rivolto al miglioramento della flessibilit/,

AmniotaA dal greco amnion, agnellino, sacco per la raccolta di sangue sacrificale, %uperclasse che comprende i -etrapodi i cui embrioni sono provvisti di amnios e di allantoide (Nettili, <ccelli e ;ammiferi", capaci di riprodursi e compiere il loro sviluppo embrionale nellOambiente aereo,

9.+ L)inner,%zione reci-roc% <n .ualsivoglia movimento, normalmente, prevede il coinvolgimento sia della muscolatura agonista, che di .uella antagonista, 0 muscoli che effettuano il movimento stesso vengono definiti agonisti, mentre .uelli che, da un punto di vista biomeccanico, mostrano unazione opposta al movimento effettuato, vengono definiti con il termine di antagonisti, >osP nel movimento di estensione dellavambraccio sul braccio, il tricipite riveste il ruolo di muscolo agonista, mentre il bicipite interpreta .uello di antagonista, in altre parole, mentre il tricipite si contrae, allo scopo effettuare il movimento di distensione, il bicipite rilassato, Cuesto tipo di pattern di attivazione neuro7muscolare possibile grazie ad un meccanismo nervoso che viene definito con il termine di #innervazione reciproca$, con il .uale sintende la reciproca strategia collaborativa che, nellambito del movimento, la muscolatura agonista ed antagonista adottano, Ia .uanto sopra, scaturisce il concetto di #coattivazione$ o #co7contrazione$, che sottintendono lattivazione simultanea di due gruppi muscolari biomeccanicamante opposti, agonista ed antagonista, ad un elevato livello per il primo ed a un grado notevolmente inferiore per il secondo (,%olomono* e IAmbrosia, 1991" A .uesto proposito, gi/ nel 194D -ilne) e 6i3e (-ilne) e 6i3e, 194D" definirono la coordinazione muscolare come #un meccanismo dipendente principalmente dalla relazione di sincronia contrattile nei gruppi muscolari antagonisti$, 0n anni pi recenti, diversi studi hanno fatto luce sui meccanismi di controllo, centrali e periferici, che sono alla base dei patterns di attivazione neuro7muscolare di agonisti ed antagonisti in numerosi tipi di movimento (Nao, 199D: Eudina, 19!5: Ie Luca, 19!D", 0l meccanismo dinnervazione reciproca, alla base di alcune tecniche di stretching particolarmente avanzate, 0n effetti la contrazione del muscolo antagonista pu indurre un maggior rilassamento del corrispondente muscolo agonista che in .uel momento viene sottoposto ad allungamento, %e ad esempio sintende allungare il muscolo bicipite femorale, la contrazione del .uadricipite, grazie al meccanismo indotto dallinnervazione reciproca, pu comportare un maggior rilassamento del bicipite stesso, facilitandone lallungamento, 9.. Il ruolo del te!!uto connetti,o 0l tessuto connettivo un tessuto dorigine mesenchimale che svolge funzioni di sostegno, trofico e meccanico, e di connessione tra i vari organi e tra le loro parti, Q costituito da una sostanza amorfa eMtracellulare di natura mucopolisaccaridica, detta matrice, da fibre, egualmente eMtracellulari, di natura proteica, soprattutto collagene, e da cellule con caratteristiche proprie, a seconda dei vari tipi di tessuto connettivo (fibrociti, condrociti, osteociti, ecc,", 0l tessuto connettivo pu essere classificato in alcune categorie particolari, in base alla sua struttura ed alle funzioni svolte, %ostanzialmente due tipi di tessuto connettivo possono costituire un fattore limitante il range di movimento di un atletaA il tessuto connettivo denso ed il tessuto connettivo elastico, 0l primo composto principalmente da collagene4, mentre il secondo da tessuto elastico, @elle strutture in cui prevale il tessuto connettivo denso, il range di movimento limitato, al contrario, una struttura ricca di tessuto connettivale elastico, permette un ampio range di movimento, Attraverso un programma specifico, ed ovviamente allinterno di certi limiti, dato che le caratteristiche del tessuto connettivo presentano una certa plasticit/, possibile ottenere un miglioramento del range di movimento (Alter, 1999", >on il termine di #fascia$, tecnicamente, sintendono tutti i tessuti connettivali di tipo denso che circondano il muscolo a vari livelli strutturali, ossia lendomisio, il perimisio e lepimisio, La resistenza opposta dal muscolo decontratto allo stiramento, originata dalla
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>ollagene o collagenoA proteina semplice, fibrosa, contenuta nei tessuti connettivi, in particolare nelle fibre collagene e reticolari, ai .uali conferisce una notevole resistenza meccanica alla tensione, 0l collageno costituito da unit/ di tropocollageno, caratterizzate dalla presenza di aminoacidi rari .uali lOidrossiprolina e lOidrossilisina, associate in strutture superiori ordinate, 6er ebollizione in ac.ua d/ luogo alla formazione di gelatina,

9 resistenza del tessuto connettivale, Anche altre strutture anatomiche costituiscono dei fattori limitanti nei confronti dellelongazione, oltre al tessuto connettivo, che rende conto del +1F della stiffness totale, la capsula articolare ad esempio responsabile del + F di .uestultima, mentre i tendini e la pelle , rispettivamente del 15 e del 4F (Lohns e Gright, 1994", >i nonostante, al fine di un possibile incremento del range di movimento, il tessuto connettivo merita una particolare attenzione per due sostanziali motivi, in primo luogo le fasce ed il muscolo presentano una maggior plasticit/ in termini di adattamento allelongazione, in secondo luogo, dal momento che i tendini presentano una minore elasticit/ rispetto alle fasce muscolari, non consigliabile indurre in .uesti un eccessivo rilassamento (Jarfin e coll,, 19!1: ;anheim 19!9", %ottoporre la struttura tendinea ad un eccessivo overstretching, pu infatti comportare un eccessiva flessibilit/ che potrebbe a sua volta rivelarsi un fattore destabilizzante a livello articolare, >ome comun.ue gia ricordato precedentemente, il ruolo limitante del tessuto connettivo potrebbe essere di fatto sovrastimato (6ros3e e ;organ, 1999: G)dra, 199 : Giemann e Elee, 4555", -uttavia, alla luce delle attuali conoscenze occorrerebbero ulteriori approfondimenti sperimentali che chiarissero in modo ine.uivocabile il ruolo ricoperto dal tessuto connettivo stesso e dalla struttura muscolare nel corso dellelongazione, 9./ L% tr%!(i!!ione dell% ten!ione (u!col%re %l tendine Q importante ricordare come la trasmissione della forza generata dal muscolo scheletrico al tendine, avvenga sia per via diretta, ossia in serie, che trasversalmente, come dimostrato da 6atel e Lieber (6atel e Lieber, 199 " e (ui2ing (,(ui2ing, 1999", 0l collegamento tra le fibre di collagene del tendine e le miofibrille, avviene attraverso la lamina basale ' e principalmente grazie a due gruppi proteici (;onti e coll,, 1999" la distrofina7distroglicano7laminina (come visibile nel ri.uadro A della figura 4" e la talina7vincolina7integrina7laminina (mostrato nel ri.uadro 1", 0n entrambi i casi il contatto con la miofibrilla avviene grazie allactina terminale,

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Lamina basaleA struttura strettamente accollata al plasmalemma di alcuni tipi cellulari, specialmente delle cellule epiteliali sul versante connettivale: nel caso dellOepidermide rappresenta una componente del complesso giunzionale definito membrana basale, La lamina basale costituita da proteoglicani e glicoproteine,

Figura 2: visione schematica della trasmissione della forza generata dal muscolo scheletrico al tendine. 9.8 I possibili adattamenti conseguenti alla pratica dello stretching 7;olti Autori hanno cercato di dimostrare, o .uantomeno ipotizzato, numerosi effetti adattivi conseguenti ad una regolare pratica dello stretching, 0 sette punti che che seguono, sembrerebbero rappresentare, tra tutte le le ipotesi, .uelle maggiormente accreditate e dimostrabili, 7Attraverso una pratica assidua e regolare dello stretching, il punto critico al .uale sinnescherebbe il riflesso da stiramento, potrebbe essere #resettato$ ad un livello superiore, >onseguentemente a ci il muscolo si manterebbe rilassato per livelli di allungamento superiori a .uelli precedenti la pratica sistematica dello stretching, Cuesta ipotesi sarebbe supportata da alcuni indagini scientifiche che dimostrerebbero la plasticit/ adattiva del %@> nei confronti di una possibile modulazione della soglia dellintensit/ della risposta del riflesso miotatico da stiramento, soglia che potrebbe essere sia accresciuta, che diminuita, grazie ad un training specifico (Golpa* e >arp, 1995" 7La pratica regolare dello stretching potrebbe favorire laumento del numero dei sarcomeri in serie che compongono le fibre muscolari, Cuesti nuovi sarcomeri si aggiungerebbero alle estremit/ delle miofibrille stesse e sarebbero i responsabili del possibile aumento della lunghezza del muscolo sottosposto ad un programma di stretching reiterato nel tempo (Joldspin3, 199!: Gilliams e Joldspin3, 19 1", Alcuni Autori, a .uesto proposito, avanzano lipotesi che i muscoli di contorsionisti ed acrobati posseggano fibre muscolari pi lunghe e .uindi un maggior numero di sarcomeri in rapporto alla media (Azemar, 19 !", -uttavia .uesta ipotesi necessiterebbe ancora di ulteriori dimostrazioni sperimentali,

! 7Lo stretching potrebbe indurre un semipermanente cambiamento della lunghezza delle fasce che avvolgono il muscolo (epimisio, endomisio e perimisio" ma anche di altri tipi di tessuto, come il tendine, i legamenti ed il tessuto cicatriziale (Alter, 1999", 7Allo stretching si attribuisce la possibilit/ di aumentare il range di movimento passivo e lestensibilit/ dei gruppi muscolari allenati, -uttavia, numerose ricerche negherebbero che lo stretching permetta .uesto tipo di adattamento funzionale del muscolo grazie ad una diminuzione della sua stiffness: lincremento dellestensibilit/ muscolare sarebbe infatti da attribuirsi piuttosto ad un aumento della tolleranza allo stretching stesso (stretching tolerance" ((albertsma e J&e3en, 199+: (albertsma e coll,, 1999", 7Alcune ricerche dimostrerebbero che le cellule muscolari potrebbero operare un controllo, e conseguentemente modulare sia la stiffness, che il proprio limite elastico, grazie allespressione di una specifica isoforma di titina che costituirebbe una sua variante strutturale (,Gang e coll,, 1991", Jrazie a .uesto meccanismo adattivo, il muscolo tenderebbe ad iniziare la tensione ad una lunghezza sarcomerale maggiore, raggiungendo in tal modo il proprio limite elastico ad una lunghezza del sarcomero maggiore, sviluppando contestualmente una minor tensione, Cuesto tipo di controllo funzionale potrebbe in effetti essere influenzato dallallenamento basato sullo stretching, 7Alcuni Autori avanzano lipotesi che lo stretching possa stimolare la produzione e la ritenzione di glicosaminoglicani+, acido ialuronicoD ed ac.ua, Cuesto permetterebbe una sorta di #lubrificazione$ delle fibre del tessuto connettivale, che riuscirebbero in tal modo a mantenere tra loro una distanza ottimale impedendo di fatto leccessiva formazione di cross7lin3ages (A3eson e coll,, 19!5", 7%tudi radiografici hanno dimostrato come lallenamento specifico della flessibilt/, in particolari categorie di atleti come i danzatori, possa indurre una modificazione a livello delle strutture articolari (@i3olic e Bimmermann, 199!" 9.. 0u%nte e 1u%li !ono le tecnic'e di !tretc'in&2 Jli esercizi di stretching sono praticati attraverso innumerevoli modalit/, soprattutto dettate dal grado dallenamento dellatleta a cui vengono proposti, nonch dalla specificit/ della disciplina sportiva praticata, Q comun.ue possibile classificare lo stretching in sette categorie tecniche che prevedono modalit/ esecutive diverse tra loroA -Lo stretching statico

JlicosaminoglicanoA polisaccaride acido complesso, generalmente costituente la catena polisaccaridica di un protidoglicano, 0 glicosaminoglicani sono costituiti prevalentemente da catene polimeriche di unit/ .uali lOacido glucuronico, lO@7acetil7glucosamina, lO@7acetil7galattosamina, lO@7acetil7galattosamina esterificata in posizione + o 9 da residui di acido solforico, ecc, Qssi sono per lo pi sostanze acide altamente idratate, gelatinose e viscose, presenti soprattutto nella sostanza connettivale fondamentale, nella cartilagine, nellOosso, nel li.uido sinoviale articolare, nellOumor vitreo dellOocchio e sui rivestimenti cellulari esterni, 0 principali glicosaminoglicani sono lOacido ialuronico, il condroitinsolfato, il dermatansolfato, il cheratansolfato, lOeparansolfato e lOeparina D Acido ialuronicoA principale glicosaminoglicano della sostanza fondamentale del tessuto connettivo, Le molecole di acido ialuronico sono polimeri .uasi lineari di peso molecolare molto elevato (15D7159 dalton", la cui unit/ ripetitiva costituita da un residuo di @7acetilglucosamina unito con legame b71,+7glicosidico a uno di acido I7glucuronico, CuestOultimo unito con legame b71,'7glicosidico alla successiva unit/ disaccaridica, LOacido ialuronico presente, associato a proteine, anche nel corpo vitreo dellOocchio, nel li.uido sinoviale e nella cute, La sua demolizione catalizzata dallOenzima ialuronidasi

9 Le tecniche di stretching statico, talvolta erroneamente confuse con .uelle di stretching passivo, sono basate sul raggiungimento ed il mantenimento, per un certo lasso di tempo, della massima posizione di allungamento possibile da parte dellatleta, Cuesto tipo di tecnica, che presenta delle forti attinenze con la tecniche praticate nella disciplina dello hatha )oga, presenta alcuni innegabili vantaggi che sinteticamente possono essere elencati nei seguenti puntiA 7Q sicura, di facile apprendimento e daltrettanto semplice esecuzione, 7Nichiede un dispendio energetico molto contenuto, 76ermette di b)7passare la problematica inerente il riflesso da stiramento, 7%e praticata in modo sufficientemente intenso, pu indurre un rilassamento muscolare riflesso indotto dallazione degli ?-J, 76ermette dei cambiamenti strutturali, in termini delongazione, di tipo semi7permanente, 0l principale svantaggio che lo stretching statico presenta, la sua mancanza di specificit/, 0n effetti la maggior parte delle discipline sportive contempla dei movimenti dinamici di tipo balistico, durante i .uali l<;- deve sopportare delle elongazioni violente e repentine, Lo stretching statico, pertanto, si presenta come scarsamente specifico nei confronti di tali situazioni, 0noltre, occorre ricordare come il muscolo possegga due tipi recettori, di cui i primi misurano sia la velocit/, che la lunghezza dellelongazione, mentre i secondi sono sensibili solamente ai cambiamenti di lunghezza, per .uesta ragione gli esercizi dallungamento statico andrebbero complementati con .uelli basati sullallungamento dinamico (Nosenbaum e (ennig, 199D", <nulteriore problematica legata allutilizzo, ma forse sarebbe pi appropriato il termine di abuso, dello stretching statico, costituita dal suo possibile effetto negativo sulla produzione di forza muscolare, Le capacit/ contrattili del muscolo sottoposto ad un eccessivo carico dallungamento, verrebbero infatti diminuite a causa sia di un cambiamento della #damping7ratio muscolare$ (ossia della capacit/ da parte del muscolo di assorbire e dissipare lo shoc3 derivante da un carico esterno imposto", che della sua stiffness (,%iff, 199'", -Lo stretching passivo @ello stretching passivo, latleta completamente rilassato e non partecipa attivamente al raggiungimento dei diversi gradi del N?; (range of motion", che invece sono raggiunti grazie allapplicazione di forze esterne create manualmente, come nel caso daiuto da parte di un terapista o di un compagno, oppure meccanicamente, grazie ad una strumentazione specifica, Cuesto tipo di tecnica normalmente utilizzata in ambito riabilitativo, soprattutto nel caso in cui lesensibilit/ del muscolo sottoposto ad allungamento sia limitata dallazione degli antagonisti e dal tessuto connettivo, -ra i vantaggi che lallungamento passivo presenta possiamo elencareA 7La sua efficacia nel caso in cui i muscoli preposti allallungamento attivo, ossia la muscolatura agonista, risultino troppo deboli per poter svolgere detto compito, 7%i dimostra particolarmente efficace, .uando altri tentativi, effettuati con differenti tecniche dallungamento, hanno fallito nel tentativo di ridurre le tensioni muscolari presenti, 76ermette un allungamento che pu andare al di l/ del N?; attivo, -ra i possibili rischi dellallungamento passivo, possiamo annoverare il rischio di lesione che pu presentarsi nel caso in cui la differenza tra il range di flessibilit/ attiva e .uello di flessibilit/ passiva sia cospicuo (,0ashvili, 19!'" come possibile osservare in figura ', 0noltre, dal momento che il livello di flessibilit/ passiva non risulta correlato con il livello di attivit/ sportiva (0ashvili,

15 19!'" .uestultima deve necessariamente essere supportata da un parallelo programma di lavoro costituito da esercizi di flessibilit/ attiva,

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Figura 3: se la differenza tra il range di flessibilit attiva (riquadro ! e quello di flessibilit "assiva (riquadro #! risulta eccessiva, "u$ aumentare il rischio di lesione durante lallungamento "assivo. -Lo stretching balistico e lo stretching dinamico Lo stretching balistico prevede una tecnica esecutiva di tipo ritmico e #rimbalzante$, il cui scopo .uello di forzare il movimento stesso verso i limiti massimi del N?;, Cuesta metodologia di allungamento la pi criticata, vista la sua potenziale pericolosit/ in termini di possibili danni muscolari provocabili, 0 principali svantaggi di .uesto tipo di pratica sonoA 7Lesiguit/ del tempo dallungamento non permette di fatto un adeguato adattamento dei tessuti nei confronti dellelongazione stessa, 7La repentinit/ dellallungamento comporta il manifestarsi del riflesso miotatico da stiramento, che a sua volta comporta unobiettiva difficolt/ nellottenere una soddisfacente elongazione del tessuto connettivale,

14 %oprattutto per .uesti motivi, di norma si preferisce adottare uno stretching dinamico piuttosto che di tipo balistico, La sostanziale differenza tra .ueste due metodologie di lavoro costituita dal fatto che nello stretching dinamico, al contrario di .uello balistico, il movimento non prevede unesecuzione #rimbalzante$, e soprattutto nella fase finale dellesercizio, la velocit/ esecutiva globale molto pi controllata, <nulteriore differenza tra stretching dinamico e stretching balistico, consiste nel fatto che, nel primo caso il movimento eseguito in modo controllato sino ai limiti del proprio N?;, mentre nel secondo si cerca di forzare il movimento stesso oltre il N?; naturale, -uttavia bisogna sottolineare, che per ottenere il massimo vantaggio da un programma rivolto alla flessibilit/, occorre che gli esercizi proposti siano velocit/7specifici, in altre parole necessario che la velocit/ dallungamento adottata nel programma di stretching, sia la pi sovrapponibile possibile a .uella che si riscontra durante lesecuzione dei gesti tecnici specifici nellambito della disciplina praticata, 0n osservanza a .uesto presupposto .uindi, lo stretching balistico, nonostante la sua potenziale pericolosit/, presenterebbe una maggiore specificit/ rispetto a .uello dinamico, <na soluzione di #compromesso ideale$ in tal senso, sembrerebbe essere .uella proposta da Bachaze*s3i (Bachaze*s3i, 1995" il .uale consiglia ladozione di un programma di stretching a velocit/ di flessibilit/ progressiva (6KH6, progressive velocit) fleMibilit) program", preceduto da unadeguata fase di riscaldamento, 0n pratica, si tratta di adottare un programma di lavoro in cui, la velocit/ e lampiezza dellallungamento vengono aumentate progressivamente, permettendo in tal modo un graduale adattamento delle strutture muscolo7tendinee, arrivando .uindi ad affrontare i movimenti di stretching balistico minimizzando il rischio dincidente, -Lo stretching attivo Lo stretching attivo, altrimenti definito anche con il termine di stretching attivo8statico, basato sullutilizzo di tecniche che comportano il raggiungimento, ed il conseguente mantenimento, della massima posizione di allungamento, conseguita unicamente grazie ad una contrazione muscolare attiva, Le tecniche di stretching attivo, .uindi escludono .ualsiasi intervento esterno che assista o favorisca il raggiungimento e8o il mantenimento della posizione desiderata, 0noltre lo stretching attivo pu essere ulteriormente suddiviso in altre due categorie, la prima denominata #totalmente attiva$ e la seconda #resistiva$, @ella prima categoria ritroviamo esclusivamente tecniche effettuate senza laggiunta dalcuna resistenza, mentre la seconda prevede lapplicazione di una resistenza esterna nel corso dellesecuzione dellesercizio dallungamento, Qntrambi i tipi di tecniche sono in grado daumentare sia la flessibilit/, che la forza della muscolatura agonista, Q altresP importante ricordare che, durante lesecuzione di unesercitazione di stretching attivo, la tensione della muscolatura agonista contribuisce al rilassamento della muscolatura antagonista (ossia .uella sottoposta ad allungamento", grazie al fenomeno dellinibizione reciproca, Lo stretching attivo si dimostra particolarmente interessante soprattutto per il fatto che la flessibilit/ dinamica in tal modo sviluppata, dimostra unattinenza molto maggiore nei confronti del risultato sportivo specifico, rispetto alla flessibilit/ di tipo passivo (,0ashvili, 19!'", @egli ultimi anni ha preso piede una versione modificata dello stretching attivo, denominata stretching attivo7assitito, nella .uale il N?; viene ulteriormente aumentato grazie allintervento di un compagno o di unapparecchiatura esterna, -uttavia, lo svantaggio che le tecniche di stretching attivo presentano, costituito dallinnesco del riflesso miotatico da stiramento e dalle possibili problematiche ad esso connesse, -Lo stretching isometrico Lo stretching isometrico un tipo di tecnica che comporta la contrazione isometrica della muscolatura sottoposta ad allungamento, pi specificatamente .uesto tipo di allungamento si compone di tre parti distinteA

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70nizialmente si assume la posizione di stretching passivo desiderata, 7%i effettua una contrazione isometrica contro una resistenza esterna inamovibile (generalmente un compagno, oppure il pavimento od una parete" per un periodo di tempo normalmente compreso tra i ed i 1D secondi, 70nfine si rilassa il muscolo contratto in precedenza per un ulteriore periodo della durata di perlomeno 45 secondi, Lo stretching isometrico considerato come una delle migliori ed efficaci tecniche rivolte allo sviluppo della flessibilit/ statico7passiva e si dimostra normalmente maggiormente efficace dello stretching attivo o passivo utilizzati singolarmente (Eurz, 199+", 0noltre, .uesto tipo di tecnica contribuirebbe notevolmente alla diminuzione della sensazione dolorosa associata allallungamento (Eurz, 199+", -uttavia, dato che il forte allungamento muscolo7tendineo che la contrazione isometrica produce, pu costituire un fattore di rischio per lintegrit/ tendinea e connettivale, sconsigliabile ai bambini ed agli adolescenti (,Eurz, 199+", -PNF stretching. Allo stato attuale delle conoscenze il 6@H stretching, considerato come la miglior tecnica grazie alla .uale possibile massimalizzare la flessibilit/ statico7passiva, 0n realt/ il 6@H stretching (6@H lacronimo di Hacilitazione 6ropriocettiva @euromuscolare", costituisce una combinazione tra lo stretching passivo e .uello isometrico, 0l principio di base di .ueste tecniche si basa sullallungamento passivo del gruppo muscolare considerato, che viene in seguito contratto isometricamente contro una resistenza inamovibile ed in ultimo nuovamente allungato passivamente grazie allintervento di un compagno o del fisioterapista, raggiungendo in tal modo un N?; accresciuto, Le tecniche di 6@H stretching maggiormente utilizzate sonoA 7La tecnica di contrazione rilassamento (>N"A nella tecnica di >N, anche denominata hold7relaM techni.ue, il muscolo antagonista viene prima allungato passivamente dalloperatore, in seguito viene richiesta allatleta una contrazione isometrica della muscolaura allungata contro la resistenza fornita dalloperatore della durata di circa 71D secondi, dopo di che il muscolo viene brevemente rilassato per 47' secondi ed infine nuovamente allungato passivamente per circa 1571D secondi, La pausa che occorre rispettare tra due tecniche di >N consecutive di circa 45 secondi, Lassunto fisiologico su cui si basa la tecnica di >N, costituito dal fatto che la contrazione isometrica dellantagonista in grado di promuovere, grazie allazione inibitrice degli ?-J, una successiva fase di rilassamento durante la .uale possibile incrementare passivamente il N?;, Alcuni Autori (;oore e Eu3ul3a, 1991" suggeriscono che, dal momento che la fase di massimo rilassamento muscolare limitata ai primi D secondi che seguono la contrazione isometrica, lallungamento passivo dovrebbe essere inserito subito dopo .uestultima e comun.ue entro i primi D secondi post7 contrazione, Jli stessi Autori indicano che in effetti la fase di massimo rilassamento durerebbe circa 1 secondo e comun.ue un sostanziale incremento del N?;, sia registrabile entro un massimo di D secondi dopo la fase di contrazione, 7La tecnica contrazione7rilassamento7contrazione (>NA>"A .uesta tecnica, conosciuta anche come hold7relaM7contract oppure contract7relaM7antagonist7contract, comporta, dopo una prima fase di allungamento passivo, due contrazioni isometriche, la prima dellantagonista e la seconda a carico dellagonista, in seguito, come nella tecnica precedente, si effettua unultima fase di allungamento passivo, 0l razionale scientifico su cui si basa la tecnica >NA> costituito sempre dal principio

1+ neurofisiologico dellinibizione reciproca, secondo il .uale la contrazione dellagonista comporterebbe un ulteriore rilassamento dellantagonista (ossia del muscolo sottoposto ad allungamento", La tecnica >NA> in grado, secondo alcuni Autori (;oore e (utton, 19!5" di garantire il maggior guadagno in termini dincremento del N?;, anche se occorre non sottovalutare la sensazione di dolore che possibile indurre nel paziente, 7La tecnica mantenimento7rilassamento7oscillazione (hold7relaM7s*ing techni.ue"A sia .uesto tipo di stretching, che unaltra tecnica similare, denominata mantenimento7rilassamento7rimbalzo (hold7 relaM7bounce techni.ue", costituiscono due metodi di lavoro simili alla gi/ descritta tecnica di >N, La differenza risiede nel fatto che, in .uesti due tipi di stretching, la parte finale di allungamento passivo sostituita da una fase di stretching balistico, La potenziale pericolosit/ insita in .uesti tipi dallungamento non da sottovalutare, ed in ogni caso, .ueste sono da considerarsi come delle tecniche proponibili solamente ad atleti che abbiano raggiunto un notevole grado di sensibilit/ e controllo del riflesso miotatico da stiramento, come ad esempio i ginnasti od i ballerini, 6er ci che riguarda la giustificazione fisiologica che alla base delle tecniche di 6@H, ossia in particolare linibizione del riflesso miotatico da stiramento ed il fenomeno dellinibizione reciproca, interessante notare che alcuni Autori ipotizzerebbero che il rilassamento indotto da tali tecniche sia piuttosto da ricondursi a cause di tipo miogeno piuttosto che neurogeno(>ampbell e La3ie, 199!: 6ros3e e ;organ, 1999", 0n altre parole si ribadirebbe il ruolo centrale ricoperto dai ponti actomiosinici nella tensione passiva del muscolo, ?ccorre anche sottolineare che la risposta del muscolo nei confronti dellallungamento, dipende dalle condizioni temporali precedenti lallungamento stesso, in altre parole la risposta muscolare allallungamento sarebbe diversa in funzione del fatto che il muscolo sia stato precedentemente allungato oppure contratto (6ros3e e ;organ, 1999", Anche lampiezza dello stiramento potrebbe comportare un diverso tipo di meccanismo inibitorio, allungamenti di ampiezza ridotta comporterebbero infatti una diminuzione delleccitabilit/ dovuta ad un meccanismo inibitorio di tipo pre7sinaptico, mentre allungamenti di ampiezza maggiore vedrebbero il verificarsi di un meccanismo inibitorio post7sinaptico (Juissard e coll,, 19!!", -uttavia, alcuni Autori (>ondon e (utton, 19! : Hrei*ald e coll,, 199!" sottolineano il fatto che nel corso di un allungamento, al di l/ del fatto che il soggetto cerchi effettivamente il massimo rilassamento muscolare, si verifichi comun.ue una contrazione muscolare di tipo eccentrico, confermata da un elevata attivit/ elettromiografica, ed inoltre come .uesta tensione muscolare sia ancor maggiore durante le tecniche di 6@H, 9./ Le %--lic%zioni -r%tic'e dello !tretc'in&. Al di l/ dogni possibile polemica o divergenza interpretativa, lo stretching rimane in ogni caso una delle metodiche dallenamento maggiormente utilizzate in ambito sportivo, Q .uindi legittimo domandarsi le ragioni per cui sia giustificato un suo sistematico utilizzo e soprattutto, .uali siano i vantaggi pratici ricavabili da .uestultimo, Affronteremo .uelli che sono a nostro avviso i .uattro campi di maggior possibile intervento dello stretching, ossia il riscaldamento, la prevenzione degli incidenti muscolari, linfluenza sulla prestazione e la possibilit/ di diminuire il dolore muscolare tardivo (dela)ed onset muscle soreness" 9.3 Stretc'in& e ri!c%ld%(ento La temperatura ideale alla .uale il muscolo ottimizza le proprie caratteristiche visco7elastiche, allincirca di '9R >, a .uesta temperatura diminuisce infatti la viscosit/ dei tessuti, migliora lelasticit/ dei tendini, , si aumenta la velocit/ di conduzione nervosa e si modifica positivamente lattivit/ enzimatica, inoltre linnalzamento della temperatura muscolare costituisce unefficace misura preventiva nei confronti degli infortuni riducendo i rischi di stiramento o strappo muscolare

1D (1isciotti, 455'", %perimentalmente su modello animale stato dimostrato come laumento di 1R > della temperatura muscolare sia in grado di ridurre significativamente i danni muscolari a livello degli arti posteriori nel coniglio (%afran e coll,, 19!!", Lo stretching largamente utilizzato nellambito del riscaldamento tuttavia, secondo alcuni Autori, la sua possibile efficacia nel provocare un innalzamento della temperatura del muscolo, sarebbe molto discutibile (,Giemann e Elee, 4555", tanto che alcuni studi dimostrerebbero addirittura un suo effetto negativo in .uesto senso (Alter, 1999", 0n effetti, occorre ricordare che, in ultima analisi, il tipo dazione muscolare che ritroviamo nel corso dello stretching praticamente sovrapponibile a ci che avviene in una contrazione eccentrica (>ondon e (utton, 19! ", Ial momento che nel corso di una contrazione di tipo eccentrico, la vascolarizzazione muscolare viene interrotta ed il lavoro svolto diviene in tal modo di tipo anaerobico, determinando un aumento dellacidosi, oltre ad una marcata anossia cellulare (;iddleton e coll,, 199+" facilmente comprensibile come lo stretching non possa essere considerato come il mezzo delezione nellambito del riscaldamento, <tilizzare lo stretching come mezzo esclusivo sul .uale basare il riscaldamento pre7gara e8o pre7allenamento, sembrerebbe .uindi sicuramente insufficiente e scorretto, -uttavia, integrare razionalmente lo stretching in uno schema di riscaldamento basato soprattutto su altri tipi desercitazione, maggiormente efficaci nel far aumentare la temperatura interna del muscolo, come unidonea alternanza di contrazioni e rilassamenti, sicuramente la scelta pi corretta, 9.9 Stretc'in& e -re,enzione dei d%nni (u!col%ri >ome ampiamante discusso nel capitolo 00, il meccanismo maggiormente correlato al possibile danneggiamento della fibra muscolare, risulterebbe essere la contrazione di tipo eccentrico (>uillo e Barins, 19!': Armstrong, 1995: Jarret, 1995: No) e coll,, 1991", 6er .uesto motivo lo stretching stato sempre considerato come la miglior forma di prevenzione nei confronti dei danni muscolari, -uttavia, recentemente numerosi Autori, a seguito di protocolli di studio specifici, effettuati su campionature cospicue, non hanno rilevato alcun beneficio, derivante da una pratica assidua e regolare dello stretching , nei riguardi della prevenzione dei danni all<;- (Kan ;echelen e coll,, 199': 6ope e coll,, 199!: 6ope e coll,, 4555", <na possibile spiegazione di .uesta mancanza di correlazione tra capacit/ delongazione del muscolo e diminuzione degli incidenti muscolari, potrebbe risiedere nel fatto che in effetti lo stretching provoca una sorta di effetto antalgico, che va sotto il nome di #stretch7tolerance$, nei confronti dellallungamento stesso (;agnusson e coll,, 199!: %hrier, 1999", La pratica dello stretching indurrebbe .uindi una diminuzione della sensazione dolorosa indotta dallallungamento, data da un aumento della soglia dei nocirecettori, permettendo in tal modo allatleta di sopportare allungamenti muscolari di maggiore entit/, situazione che potrebbe anche paradossalmente aumentare il rischio di traumatismi a livello muscolare, %empre per ci che concerne leffetto di #stretch7tolerance$, interessante notare che alcune tecniche di allungamento , come ad esempio lo #stretch & spra)$ (-ravell e %immons, 19!!", trovano il loro razionale scientifico sulleffetto antalgico indotto dallapplicazione del freddo e dalla conseguente maggior tolleranza dellatleta nei confronti dellallungamento, -uttavia, anche ragionevole supporre che un gruppo muscolare possegga un range of motion nel .uale possa elongarsi senza incorrere in alcun rischio di insulto anatomico, Alcuni Autori (-a)lor e coll,, 199 : Ie Gei2er e coll,, 455': Geerapong e coll,, 455+" denominano .uesta particolare zona di elongazione come #@on 0n2ur) Bone$ (@0B", 0l virtuale aumento della @0B, ottenibile con la pratica regolare dello stretching, potrebbe rappresentare, comun.ue, un aumento della zona di sicurezza entro la .uale il muscolo libero di elongarsi senza incorrere in conseguenze di tipo lesionale (-a)lor e coll,, 199 : Ie Gei2er e coll,, 455': Geerapong e coll,, 455+", La considerazione finale sullincidenza dello stretching sul rischio dincidenti a livello muscolo7 tendineo, che comun.ue leziologia di tali eventi traumatici sia talmente multifattoriale da rendere improbabile lipotesi che in .uesto campo la pratica dello stretching possa costituire una sorta di

19 #panacea$, molto pi plausibile ed obiettivo considerare lo stretching come uno dei mezzi utilizzabili nellambito di un razionale piano rivolto alla prevenzione degli incidenti muscolari, 9.14 Stretc'in& e -re!t%zione %ono molti gli studi ritrovabili in bibliografia che documentano, in seguito ad una precedente seduta di stretching, una diminuzione della prestazione di sprint (Giemann e coll,, 4555: Giemann e Elee, 4555" una perdita della capacit/ di forza massimale (Eo33onen e coll,, 199!: Ho*les e coll,, 4555: @elson e coll,, 4551" e di resistenza alla forza (@elson e Eo33onen, 4551" oppure di capacit/ di salto, e .uindi della possibilit/ da parte dell<;- di accumulare energia elastica nel corso della fase eccentrica del movimento e di restituirla, sotto forma di lavoro meccanico, durante la fase concentrica dello stesso ((enning e coll,, 199+: JSllich e %chmidtbleicher, 4555: Enudson e coll,, 4551: >hurch e coll,, 4551: >orn*ell e coll,, 4554", Cuesta perdita della capacit/ prestativa in seguito ad un seduta di stretching, che comun.ue deve necessariamente essere di una certa una intensit/, trova sostanzialmente tre tipi di spiegazione, 0n primo luogo, occorre sempre considerare il fatto che lallungamento , da un punto di vista biomeccanico, assimilabile ad una contrazione di tipo eccentrico, la cui intensit/ pu raggiungere livelli di tipo massimale (Giemann e coll,, 4555", 6er .uesto motivo, facendo precedere alla prestazione, una seduta di stretching particolarmente intensa, si corre sia il rischio di produrre dei danni alla struttura muscolare 7 in particolare a livello dei miofilamenti di titina (Qvans e >annon, 19991: Hriden e Lieber, 1994: Giemann e Elee, 4555" 7 che dincorrere in un fenomeno di affaticamento muscolare (Giemann e Elee, 4555: JSllich e %chmidtbleicher, 4555", in entrambi i casi la performance ne risulterebbe ovviamente perturbata, <n secondo fattore che potrebbe, perlomeno parzialmente, spiegare il fenomeno, costituito dal fatto che uneccessiva sollecitazione in allungamento di alcuni gruppi muscolari a discapito di altri, potrebbe costituire un fattore di perturbazione della coordinazione sia tra gruppi muscolari sinergici, che tra agonisti ed antagonisti Alter, 1999: 1isciotti, 4551", <n ultimo, ma non per .uesto meno importante, fattore costituito dal fatto che il tendine, nel corso di un allungamento di una certa intensit/ e durata, attraversa una fase di riorganizzazione delle proprie fibre di collagene che vengono riorientate meno obli.uamente di .uanto non fossero nella precedente fase di riposo, Cuesto fenomeno va sotto il nome di #creeping$ e comporta una diminuzione delle capacit/ del tendine, nel corso di un ciclo stiramento7accorciamento, di poter accumulare e restituire energia elastica (G)dra, 199 : <llrich E e Jollhofer, 199+", Ial momento che il tendine il maggior interprete del fenomeno di risposta elastica, .uestultimo fattore potrebbe assumere un ruolo determinante nella diminuzione delle capacit/ di salto registrabile in seguito ad una precedente intensa seduta di stretching, 9.11 Stretc'in& e -re,enzione del del%5ed (u!cle !orene!! 0l fenomeno del #dela)ed muscle soreness$, successivo ad un allenamento di tipo eccentrico ha un origine metabolica e meccanica ben precisa, .uindi molto probabile che la pratica dello stretching non abbia uninfluenza di tipo positivo sul fenomeno in .uestione, Anzi, alcuni Autori sostengono che una seduta di stretching particolarmente intensa provochi gli stessi danni muscolari, e .uindi la stessa sensazione dolorosa, di una seduta di forza eccentrica (Giemann e Elee, 4555: Lieber e coll,, 4554", 0n bibliografia comun.ue possibile ritrovare alcuni lavori che testimonino di come ne una seduta di stretching effettuata prima di una seduta dallenamento eccentrico (Gessel e Gan, 199+: Lohansonn e coll,, 1999", oppure durante (Giemann e Elee, 4555" o dopo (1uro3er e %ch*ane, 19!9:Gessel e Gan, 199+" la stessa, sia in grado di diminuire la sensazione dolorosa percepita dagli atleti nellambito delle 4+7+! ore susseguenti alla sessione di lavoro, <tilizzare dun.ue lo stretching a .uesto scopo sembrerebbe ingiustificato,

9.12 Conclu!ioni Hermo restando che molti punti, sia di ordine meccanico, che metabolico e neurogeno, che costituiscono il razionale scientifico dello stretching, meriterebbero ulteriori approfondimenti scientifici, alla luce delle attuali conoscenze possibile sottolineare i seguenti puntiA Lo stretching non il miglior mezzo sul .uale basare la fase di riscaldamanto pre7gara e8o pre7 allenamento, .uesto non significa assolutamente che non possa trovare di diritto una collocazione in .uestambito, ma che al contrario debba essere integrato in un piano di riscaldamento basato essenzialmente su esercitazioni di tipo dinamico, che si rivelano senzaltro pi adatte ad ottenere unidoneo innalzamento della temperatura muscolare sino al raggiungimento dei suoi livelli ideali, La .uantit/ e lintensit/ dello stretching proposto durante la fase di riscaldamento pre7gara, deve essere accuratamente gestita e dosata, al fine di non incorrere in un possibile scadimento della prestazione, @ellambito di discipline sportive come alcune specialit/ dellatletica leggera, la pallavolo od il bas3et, alcuni esercizi di stretching, come .uelli riportati in figura + e D, andrebbero utilizzati con moderazione, 0noltre la durata dellallungamento dovrebbe essere limitata ad un massimo di D al fine di ottenere unelongazione muscolare massimale e non incorrere in un fenomeno di contrazione riflessa del muscolo sottoposto ad allungamento (Juissard e coll,, 19!!", @on razionale pensare che sia sufficiente una pratica, anche se assidua e costante, dello stretching per poter prevenire in forma sistematica gli incidenti di natura muscolare, AltresP, data leziologia multifattoriale di .uesti ultimi, non giustificato poter pensare ad una completa inutilit/ dello stretching in .uesto campo, La scelta pi obiettiva e corretta sembrerebbe essere il considerare lo stretching come uno dei molteplici mezzi di prevenzione da adottare nellambito di una strategia preventiva di tipo integrato e sinergico, Lutilizzo dello stretching nella prevenzione del fenomeno del dela)ed muscle soreness apparirebbe ingiustificato e sostanzialmente inutile, 0l ruolo della componente miogena nellambito del fenomeno dellallungamento muscolare, nei confronti di .uella di tipo neurogeno e connettivale, sicuramente da rivalutare, in .uestambito necessiterebbero dun.ue ulteriori approfondimenti scientifici,

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