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UNIVERSITÀ DI PISA
Facoltà di Ingegneria
Appunti di Chimica
r
I, La struttura dell 'atomo
l. LA COMPOSIZIONE DELL'ATOMO
Gli atomi sono costituiti dalle tre particelle subatomiche fondamentali: protoni, neutroni ed elettroni,
aventi carica elettrica c massa:
I protoni e i neutroni sono contenuti nel nucleo (nel nucleo è concentrata la maggior parte della massa
dell 'atomo).
Gli elettroni si muovono nello spazio intorno al nuclco.
Gli atomi elettricamente neutri contengono lo stesso numero di protoni e di elettroni .
Il numero di protoni nel nucleo di un atomo (numero atomico Z) detennina l' identità chimica di
quell ' atomo (elemento chimico).
li nucleo di un atomo è anche descritto dal peso atomico (o massa atomica), somma del numero de i
protoni e dei ncutroni.
Atomi con lo stesso numero atomico ma diverso peso atomico vengono detti isotopi (in tal caso il peso
atomico esprime il valore medio) .
Sono noti 109 elementi chimici, dei quali I3 ereati sinteticamente: il tecnezio, il promezio e gli
clementi transuraniei (aventi numero atomico maggiore dell ' uranio). Ciascun elemento è indicato eon
un proprio simbolo (fab. 1.1).
2. LA TAVOLA PERIODICA
1 109 elementi possono essere organizzati in una tavola periodica (Tavola di Mendeléeff) (Figg. LI).
Gli elementi sono ordinati secondo il numero atomico crescente.
Le colonne verticali vengono chiamate gruppi (numerati da 1 a 18 da sinistra verso destra).
Appartcngono allo stesso gruppo gli elementi con proprietà chimiche simili (ad eccezione del primo
elemento, l' idrogeno, da considerarsi un elemento a se). Tradizionalmente, ad ogni gruppo e stato
assegnato un numero romano seguito dalla lettera A o B.
Le righe orizzontali sono dette periodi (numerati da l a 7 dall'alto verso il basso).
1 109 elementi della tavola periodica si possono suddividere in tre categorie: metalli, non metalli c
semimetal li (o meta1 loidi), aventi diverse proprietà fi siche. La suddivis ione tra metalli e non metalli
nella tavola di Fig. 1.1 è indicata con una linea «a gradini» più marcata.
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Tabella LI, Numero atomico, nome, simbolo e peso atomico degli elementi,
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1. La struttura de ll '~
Gruppi
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2 La conducibilità lemlica rappresenta il flusso di calore trasmesso per unità di tempo (J/s o cal/s, lcai == 4,184 1), per unità di
superficie (em 2) e per gradiente unitario di temperatura (Klcm).
La conducibilità elettrica rappi"e5ellta la carica elettrica trasferita per unità di tempo (Cis), per unita di superficie (cm 2) e per
gradiente unitario di potenziale eJenrico (V/cm).
L La strunura dell'atomo
Affinché l'elettrone descriva una traiettoria c ircolare, è necessario che la forza centrifuga IIIIll r e la
forza centripeta eli'; (forza coul umbiana3 con e .. 4,8.10.10 statC ) siano uguali:
r
= r' [2]
Ricavando dalla fl ] il valore di ?, sostituendo nella [2} e semplificando, si ricava l'espress ione
h'
r =n 1
• -,-,--,.
4;r1 me }
[3]
4
e, introducendo nella [3] i valori noti di h, ]f, m, e, si ottiene
r = ° , A=n1 . r,
n1 . ,53 · 10-scm=n1 . 053
La quantizzazione del momento della quantità di moto porta alla quantizzazione de i raggi delle o rbite. I
valori dei raggi delle orbite pennesse in funzione del numero quanti co principale sono:
11= l r, =0,53 A = ro
11 = 2 r2 == 22 . 0,53 A = 4· ro
11=3 r3 = 3 2 .0,53 A =9, ro
A ciascuna orbita può essere associato il valore dell 'energia che ]'elenrone possiede quando la
descrive .
5
L'energia di un elettrone su un'orbita (E) è data dalla somma della sua energia potenzialc -ilr e di
l
que lla cinetica mu l2:
) La forza che si csercita ne! vuoto tra due cariche puntifonni q/.q1 a distanza r è data dalla Icgge elettrostatica di Coulomb
(cariche di ugual segno si respingono c cariche di segno opposto si attraggono):
F - k .q/q !
f r !
La costantc di intcrazione ko (costante c!ellrostatiea di Coulomb del vuoto) dipende dalle unità di misura usatc per la carica
elettrica e per le altre grandezze che compaiono nell'equazione. Nel sistema CGS elettrostatico si assume ko adimensionale e
pari al; in tale sistema.la carica elettrica unitaria è la carica puntifonne che posta nel vuoto alla distan:ta di 1 cm da una carica
uguale, la respinge con la forza di I dina ( 1 dyn = 10-5 N ). Tale unita di carica viene indicata come SIa/C. Nel Sistema
Internazionale (S I) viene usata come unità di carica elettrica il coulomb (C). definita assumendo nell'equazione di cui sopra ko
- 8.987.10 9 N·ml -C- 2• Risulta quindi:
l suztC - 3,336·jU/oC
• h - 6,62'10. 27 erg's; lf - 3, 14; m - 9, 11·1 0.1'; e - 4,8'10-10 state.
1 L'energia potenziale dell'elettrone alla distanza r dal nucleo rappresenta il lavoro, preso eon il segno meno, che è necessario
fornire al sistema per far passare (in condizioni di equilibrio dinamico) l'elettrone da una tale distanza ad una distanza infinita.
In base alla legge di Coulomb l'energia potenziale risulta: r, (e' Ir ' )dr .: -e' Ir .
4
J. La struttura dell 'atomo
e' mu 2
E=- - + - - [4]
r 2
Dalle [2] e [3] si ottiene:
[5]
L'energia dell 'elettrone nelle varie orbite è quindi quantizzata (Fig. 1.2) c i valon di energia associati
alle orbite penncssc in funzione del numero quantico principale sono:
n= l TI = ' 0 EI =
-&,
I
n =2 '2 = 4ro E, = --E
4 •
I
n =3 ')= 9ro El = - -9 E•
----- - - ---
Quando n = l l'atomo si trova nel suo stato fondamentale, cioè nello stato in cui possiede la minima
energia.
Quando n > l , l'atomo si trova in uno stato eccitato.
Quando n = co, l'energia del sistema è zero (elettrone a distanza infinita dal nucleo).
Dallo stato fondamentale l'elettrone può saltare ad un livello superiore n solo fornendogli, sotto
qualsiasi forma, la quantità di energia corrispondente alla differenza E,, - El.
,
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-V'
-- - "
~
•
)
-<d'
,
5
- =
I. La struUura dell'atomo
Il significato fi sico della VI. chiamata anche orbitale, è da ricercarsi nel suo quadrato. Infatti ~(x, y. z),
dena funzione di probabilità, rappresenta la densità di probabilità di trovare l'elettrone in un punto
dello spazio di coordinate x, y, z ( vldV = probabilità di trovare l'elettrone in un piccolo volume
dV = dX'dY'dz centrato nel punto x, y. z).
Altro modo di interpretare la fu nzione di probabilità è quello di considerare l' elettrone come una
nuvola di carica di densità variabile: se distribuiamo la densità di questa nuvola in modo proporzionale
a lla fun zione di probabilità, abbiamo una rappresentazione della nuvola eleuronica intorno al nucleo.
Le funzion i d'onda SOIlO caratterizzate da tre numeri quantici correlati tra loro e indicati con n (numero
quantico principale), , (numero quantico secondario) ed m (numero quantico magnetico). Tali
numeri possono assumere i seguenti va lori:
n "" 1, 2, 3, 4, .. .
I~O,I, 2,3, ... (n - l)
m = O, ± 1, ± 2, ± 3, ... , ± l
Per ogni vaJore di n si possono fonnare n2 teme di numeri quantici.
L'orbitale con numeri quantici n. /, In viene rappresentato con 'l',,lm o anche con lettere a seconda del
numero quantico secondario ( s per l = O,p per l "" J, d per 1 ::& 2,/per 1 = 3) precedute dal numero
quantico principale (Tab. 1.2).
n l m Orbitale
1 O O '1'100 Is
-
{~ f~
O 'l' }OO 2.'
2 'l' ]1./
'1' 210 2p
+1 VI 2//
O O 3s
'l' "'"
{~+1
VI Jl. /
1 'l' JIO 3p
3 'l' J ll
-2 VI J 2·2
-I 'l' 12·/
2 O 'l' JJO 3d
+1 'l'J2/
+2 'l'm
Tabella 1.2. Orbitali possibili per n = l , n '" 2, n = 3.
[7]
Gli orbitali possono essere rappresentati tridimensionalmente mediante superfici limite (o di contorno)
a isodensità elettronica, che delimitano un volume al cui interno la probabilità di trovare l'elettrone è
del 95% o maggiore (ma inferiore al 100%) (Fig. 1.3).
6
Figura 1.3. Rappresentazione degli orbilali s, p e d (il segno positivo o negativo indicato nelle
superfici limite si riferisce al segno deUa ,,).
5. LO SPIN ELETTRONICO
Poiché una particella carica che gira su se stessa genera un campo magnetico con un polo sud c un polo
nord, due possibili rotazioni generano due campi magnetici orientati in direzioni opposte. Ad ogni
elettrone viene quindi associato un quarto numero quantico di spio (m,) che può avere solo due valori,
mi = ±. 1/2, in relazione alle due possibili rotazioni intorno al proprio asse (Fig. 1.4).
N S
Figura lA. Le due possibili rotazioni dell' elettrone intorno al proprio asse.
7
•
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4p
4,
numero atomico Z
•
7. PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI
Un orbitale non può contenere più di d ue elettro ni e q uesti devono avere spin opposti, oppure in
un ato mo non vi possono essere due elettroni con tutti i numeri qu antici n, l, m e mi uguali.
8. REGOLA DI HUND
G li orbitali degeneri vengono dapprima occup ati tutti singolarmente d a elettr oni con spin
par allelo e solo successivamente da altri elettroni che si accoppiano con i precedenti.
'.
7 \ 8
I. La struUurn dell'atomo
Valore di l
Valore di n
l
2
3
4
5
6
7
Figura 1.6. Ordine di successione delle energie degli orbitali.
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[Hcl 2s 2
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Con il neon si completa lo strato L.
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I. La struth.lra dell 'atomo
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A Z=19 l' energia dcU' orbitalc 4s diventa più bassa di quella degli oroitali 3d (Fig. 1.7). Pertanto ncl
potassio e nel calcio si ha il riempimento dell ' orbitale 4s, poi inizia la p r im a serie di tra nsizione
caratterizzata dal riempimento ritardato degli orbitali 3d (transiz.ione 3d).
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Si ha dapprima il riempimento degli orbitati 5s, poi dei 4d, in modo da completare la seconda serie di
transizione (transizione 4d). Infine si ha il riempimento degli orbitali 5p.
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l. La struttura dell 'atomo
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6° Periodo : Z da 55 a 86 (indicata con [Xc] la configurazione elettronica dello Xenon)
Si ha dapprima il riempimento degli orbitali 6s e successivamente, poiché gli o rbitali 4f e 5d hanno
energie molto simili, il primo elettrone addizional e va ad occupare l'orbitale 5d, mentre il successivo va
ad occupare l' orbitale 41
Gli ulteriori elettroni completano gli orbitali 4f dando origine alla prima serie di transizione interna
(transizione 4j).
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10 [Xc] 4Jufu·: .H- tHdH·dt it ti-
; , L, 11\0:1 4{' · 5d '6.r' il ti -éi "H -lo fdl t- - - - - #
Solo dopo il completamento degli orbitali 4f gli elettroni addizionali completano gli orbitali 5d, in
modo da costituire la terza serie di transizione (transizione 5tf) . Dopo i 5d si completano gli orbitali
6p.
I.
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11
l. La strullura dell 'atomo
Oli clementi del Gruppo 18 (VITTA) Hc, c,_Aro c, Rn_(gassosi _a temperatura c pressione
ambiente) hanno le seguenti configurazioni elcttroniche :_
Hc ls'
Ne (Hel 2s1 2p6
Ar [Nc] 3s' 3p'
Kr [Ar] 3d" 4s' 4p'
Xc [Kr] 4d/ o 5i 5p 6
Rn [Xc] 4j' 5dl ' 6s' 6p'
Hanno c ioe tutti gli orbitali completi c, a parte l'Hc con l'unjco orbitale Is, tenninano con gli orbita!i
ns e np (configurazione a attetto).
Tali strutture risultano stabili, conferendo agli clementi grande inerzia chimica. Per tale ragione sono
detti gas nobili .
Per elettroni di valenza si intendono gli elettroni al di fuori dcI guscio stabile di tipo gas nobile o
pseudo-gas nobile.
Tutti gli elementi di ciascun gruppo hanno un uguale numero di elettroni di valenza e presentano
pertanto proprietà chimiche simili (ad eccezione dell 'atomo di H dci Gruppo I):
11 12
1. La struttura dell'atomo
Il numero degli elettroni di valenza di un elemento è uguale al numero del gruppo per gli elementi dei
primi 12 gruppi, ed è uguale al numero del gruppo meno lO per gli elementi dei gruppi successivi .
Blocco s
• Bloccop
Blocco d
Blocco!
: .
Figura 1.7. Tavola periodica sudctivisa in blocchi.
13
J
lllliegame chimico
l. ENERGIA DI LEGAME
Quando due atomi sono a grandissima distanza. le forze di interazione tra di loro sono nulle.
AJravvicinarsi dei due atomi , si possono avere due possibi lità:
çaso (a) : preva1gono sempre le forze repulsive tra le nuvole elettroniche e l'energia potenziale.
Pertanto i due atomi non si possono legare (caso dei gas nobili) . '
Caso (b): inizialmente prevalgono le forze attrattive tra le nu~olc elettroniche c i nuclei. A distanze
molto piccole prevalgono le forze repulsive tra le nuvole elettroniche e tra i nuclei. Le forze attrattive c
quelle repulsive si bilanciano ad una certa distanza (distanza di legame), dove si forma un legame
çhimico tra i due atomi.
~ Stati repulSivi
di non legame
l
•O>
(a)
)j) O --
&i
Stati attrattivi ~
a
.ll!'
i di legame
(b)
Energia di
legame
,
-- ~----- ••••• •• _--~ ---- t.
Figura II.1. Curve di energia potenziale in funzione della distarua tra i nuclei.
\3 14
11. Il legame chimico
Nel Caso (h) la curva dcU 'energia potenziale presenta una parte positiva e una parte negativa (in
quest'ultimo caso per portare i due nuclei a distanza infinita il sistema assorbe lavoro). Il legame
chimico si forma in corrispondenza del minimo dell'energia potenziale. La differenza tra l'energ ia del
sistema a distanza infinita e quella del punto di minimo è chiamata energia di legame.
Nel legame chimico sono coinvolti gli elettroni periferici, detti anche elettroni di valenza. Esso può
essere di tre tipi diversi:
• Ionico, che si fonna per attrazione elettrostatica tra ioni ;
• covalente, che si forma tra due atomi che mettono in compartecipazione una o più coppie di elettroni;
• metallico, che coinvolge tutti gli elettroni di valenza degli atomi di un metallo.
Ai tre tipi di legame chimico, caratterizzati da alte energie di legame (generalmente di centinaia di
kJ/moI), vanno aggiunte le forze secondarie di legame. Tali forze sono responsabili degli stati
condensati (liquido e solido) delle sostanze moleeolari. Ad esse sono associate energie di legame
piuttosto basse, che arrivano a poche decine di kJ/mol.
~
~
-
~
~
'e
15
ì
II. Il legame çhinùco
Pcr energia retico lare (negativa) si intende l'energia che viene liberata nella formazione di lll1a mole
di sostanza solida partendo dagli ioni isolati allo stato gassoso.
~ li numero di ioni che circondano uno ione centrale nel reticolo è detto numero dUQOI:dinazione (6 nel
caso di NaCl) .
I composti ionici possono contenere anche atoini poliatomici, cioè ioni costituiti da due o più atomi tra
i quali il legame è di tipo covalente (ad esempio NO; nel nitrato di 5odio).
I composti ionici. per la specifica configurazione elettronica e le intense forze attrattive tra gli ioni del
cristallo che si estendono a tutta la struttura, presentano le seguenti proprietà:
• Allo stato solido, sono duri (non si lasciano penetrare facilmente), rigidi (non si piegano) e fragi li (si
rompono senza deformaTSi). Sono inoltre cattivi conduttori di elettricità.
• Presentano altissime temperature di fusione. Allo stato fu so gli ioni possono muoversi liberamente e
pertanto sono buoni conduttori di elettricità.
• Si sciolgono in solventi polari come l' acqua, dando luogo a ioni solyatati.(circondati da molecole di
solvente) che si muovono facilmente.
4. IL LEGAME COVALENTE
Nel legame covalente due atomi ~n o in compartccipazione una o più coppie di elettroni (dgpietto
di lame .
'Secondo la Teoria del legame di valenza per realizzare un doppietto di legame si sovra ngQ!!Q.. 1
lobi (dello SJess.Q.Jìegno) di..due orbitali.. uno del primo e uno del secondo atomo, ciascuno dei quali, di
solito, porta un elettrone: i due elettroni si accoppiano disponendosi a spio opposti (Fig. Il.3).
-,.. , j
>. "
..
,).
~ -"~, + + c
O~·
~
16
15
Il. Il legame crullU
Fonnazionc dì un cgame semplice ncll CJnoJj:~dell ' idroge n Q.. (H1) (Fig. IlA) c del cloro (CI:I
(Fig. Il .5):
ID ID •
Figura ilA. Formazione del legame nella molecola dell'idrogeno. Si sovrappongono i due orbitali s.
Nella molecola, ciascuno dei due atomi di idrogeno, essendo circondato da due clettroru, ha
realiZ7.ato, sull 'ulùmo ed unico livello, la configurazione elettronica stabile dell'elio.
a3s'3P' lIIl
3s
11l11l11I ICI ·
-
3p
Figura n .5. Formazione del legame nella molecola dci cloro. Si soVT3ppongono, lungo l'asse x, i due
orollali Ps che portano gli eleuroni spaiati. Nella molecola, ciascuno dei due atomi ha completato
l'attetto (configurazione elettronica stabile dell'argon), essendo circondato dai sei elettroni dei tre
doppietti solitari e dai due del doppietto di legame.
Se tra i due atomi si fanna un legame doppio, uno è di ti o a , l'altro di tip..Q..1t (non direzionato).
Fonnazione del legame doppio nel la molecola del l'ossigeno (O]) (Fig. Il .6):
o 2'>2P'[ll)
2,
lillt It I " . ~O ·
" . ·0"
~o ·
"
- l'
......... . .. .c.._,. ,,:1',
~
.. _..c........._....· ~i
,. • ,.
'.
Figura 116. Formazione del legame doppio nella molecola dell'ossigeno. Dei quattro orbitali che
portano gli elettroni spaiatL gli oIbitali 2p" si sovrappongono lWlgo l'asse x formando un legame a,
gIi oroitali 2p>" leli tra loro, sovrappongono i lobi dello stessQ segno al dLso(!Ta e al di sotto
dell:.asse di le me nel iano .".!i due elettroni del doppictto-sollO dispostUra.i.duc.nuc1ei mc non
l!;lDgQ..Ja loro congiung~ : legame di tipo 1t).Nella molecola, ciascuno dei due atomi, essendo
circondato dai quattro elettiOilillel due doppIetti solitari e dai quattro dei due doppietti di legame, ha
completato l'ottetto e ha raggiunto cosi la configurazione stabile del neon.
17
Il. Il legame chimico
Se tra due atomi si forma un legame triplo. uno è di tillo 0', gli altri due di tipo 1t.' )
Formazione del legame triplo nella molecola dell'azoto (N]) (Fig. 11.7):
'. • '.
r
~
.
" l
•
'.
,
'. ' .
•
Figura II.7. Formazione del legame triplo nella molecola dell 'azoto. Dei sei orbitali che portano gli
elettroni spaiati, gli orbitali 2pz: si sovrappongono, lungo l'asse x formando un legame 0', i due
oroitali 2p", paralleli tra loro. sovrappongono i lobi dello stesso segno al di sopra e al di sotto
dell ' asse di legame nel piano }.1'. analogamente i due orbita1i lp: nel piano XL .Nella molecola,
ciascuno dci due atomi, essendo circondato dai due elettroni del doppietto solitario e dai sci dei tre
doppietti di legame, ha completato l'otteno, raggiungendo così la configurazione stabile del neon.
Elettronegatività
--- Le m Jccole di _cuLsopra sono costituite da due atomi uguali che
attraggono con la stessa forza i sono distribuiti uniformemente tra
duc atomi e di dcDc positive coincide con quello delle cariche
si orientano in un campo elettrico). q- .... J" t.
,
con
il legame è coyalente olar e rcs,cnta un parziale
Fonnazionc dcllcgame covalente polare nella molecola dell'acido cloridrico (Hel) (Fig. 1l.8):
H. ·al
- .- I~
rn [IlI!liti l! I ------- + ' + -
-------,.-------------
I(
,IO.
15 3s 3p
a 3"
Figura II.S. Formazione del legame nella molecola dell 'acido cloridrico. Gli elettroni di legame sono
più spostati verso l'atomo di cloro, avendo questo maggiore affinità elettronica dell'atomo di
idrogeno.
"
-
17 , 18
,
Il. n legame chimico
Il legame covalente polare viene visualizzato attribuendo ai due atomi una carica parziale positiva e
negativa oppure ind icando con una freccia lo spostamento della nube elettronica:
6+ 0-
H - CI I oppure H- CI I
La tendenza di un atomo ad attrarre gli elettroni con cui è legato covalentementc ad un altro atomo
viene misurata da una grandezza, detta elettronegati!~tàl.cspressa in valore relati vo (Tab. DJ).
~Y\ly
H
1.'
(, crrm.:opt
LI B. B C N O F
'.0
N.
'.S
Mg
f!ff? 1.9
AI
1,S
51
l,9
P
l,S
5
<,g
CI
0,0 ' .2 '.S ,.e 1,1 1,> l,O
K C, 5< TI V C, Mo F. Cg NI C. 'o G. G. A. So B,
O,, '.0 ',l ', > ,,O ,,O ',> ,.e ',e ',e ',9 ,,O '.0 ',e 1,0 1,< 1,'
S, A, ,
..
Nb Mo T< R. Rh Pd Cd So T.
Rb
D,' ' ,D
Y
,~ ""o , ,O ',e "g 1,1 2.2 1,Z ,,' ',''o
, ,O ' ,e
Sb
' ,S 1,' 1,S
e. O.
" '" H, ','TI
L~'Lu Hf T. W R. l, Pb BI Po
"
DJ D,O 1,1-1,2 ',l
',' 1,' 1.1 1,2 2.2 1,1 1.< ',9 ,.e "O 2,0 2.2
F, R. A< Th P. U NpNo
g" g,S I.l ',3
',' 1,' ' ,l
Ibridizzazione
L'ibridizzazione è un procedimento di combinazione di un certo numero di orhitali atomici di tipo
diverso (orbitali s, p. ti) e con un contenuto energetico poco diverso (orbitali di valenza) di uno stesso
atomo, che permette di ottenere nuovi orbitali ibridi e uivalenti (i§:oenergetici) con i lobi orientati
lungo le direzioni dei possib ili leganu e e atomo centrale di una molecola può formare con altri
àtomi . J.è caratteristica più imp"QLtantc_dcgli--Ùrbita.l.Lib.ridi è 11..10(0 carattere direzionale. Il numero di
orbitali ibridi ottenuti è uguale al numero di quelli combinati (il numero totale di orbitali di valenza non
cambia) .
Cb'\. c:u.;
Casi tipici di ibridizzazìone si hanno neU 'atomo di carbonio, dove gli orbitali ibridi possono essere
ottenuti dagli orbitali puri nella configurazione eccitata 2s 12p3 (C):
Ibl'idizzazione spJ: combinando un orbitale s con tre orbitali p, si ottengono quattro orbitali ibridi spJ
equivalenti tra di loro, detti tetraedrici, diretti nello spazio verso i vertici di un tetraedro e con angoli tra
lorodi 109,5' (Fig. 11.9).
l""
···
',·,+
,- ·,
+
--------. ' -::- +
....... ,.'{i3
... ~,/- • --.
, '+
sp /. •" 109,5°
I quattro orbitali ibridi sono in grado di formare legami cr con altrettanti atomi, come si verifica per i
legami C-H nella molecola dci metano CH4 (Fig. II .10).
,
(
• •
,j
Figura IlIO. Legami nella molecola CH4 •
... ::,..'.> ' .:: . •
Altro caso di ibridizzazione spJ si ha nella molecola dell ' acqua. Due dei quattro orbitali ibridi
dell'ossigeno sono occupati da due elettroni spaiati, ehe vengono usati per i legami con gli atomi di
idrogeno, mentre ciascuno degli altri due ospita un doppietto solitario:
o ibridizzato IIlI t! Il Il I
sI"
Solo due vertici del tetracdro sono occupati dagli atomi di idrogeno e I~ molecola ha una geome[ria
planare, con un angolo H-Q-H meno ampio (di circa quattro gradi) di quello al centro del tetraedro, a
causa dell ' azione repulsiva esercitata sui due doppietti di legame dai solitari (Fig. II _I l).
;.,.
H "
), ,"), r
Figura 1111. Legami nella molecola H~.
Ibridizzazione sJl: combinando un orbitale s con due orbitali p , si ottengono tre orbitali ibridi Spl
equivalenti tra di loro, d~posti nel Jli~o dci due p usati per l'ibridizzazione e diretti ai vertici di un
si t:iango1o equilatero, formando era loro angoli di 1200 (Fig. Il . 12).
ua
'1
+
---
19 20
II. Il legame chimico
,... L' orbitalc atomico puro p che non è stato utilizzato nella ibridizzazione è perpendicolare .al piano dei
due che sono stati mescolati con )' orbitale s; conserva questa perpcndicolarità e forma con ciascuno dei
tre ibridi angoli di 90°.
..... TaJe tipo di ibridizzazione si ha nella molecola dell ' etilene CH 2 =CH2 . Ciascun atomo 'd i carbonio è
legato (Fig. 0.1 3):
- con due aLOmi di idrogeno mcdiante due orbitali ibridi (legame o);
• con l' altro atomo di carbonio mediante il restante orbitalc ibrido (legame o) c l'orbitale puro p
(legame .).
c· ~+++ + .!. 1· + c·
"
",."
Figura Ill3. Legami nella molecola CH]=CH2 .
lbridiz.zazione sp: combinando un orbitale s con un orbitale P. si ottengono due orbitali ibridi sp
equivalenti. disposti lungo l'asse dell 'orbitale p usato, che fonnano tra loro angoli di 180° (Fig. Il. 14).
,
'r+ ,
+
+ - - +
, ,
P, P,
!"' I due orbitali atomici puri p. perpendicolari a quello utilizzato nell ' ibridizzazione. conservano la loro
perpendicolarità e fonnano con i due ibridi angoli di 90°.
Tale tipo di ibridizzazione si ha nella molecola dell'acetilene CH=CH. Ciascun atomo di carbonio è
legato (Fig . Il . 15):
- con un atomo di idrogeno mediante un orbitale ibrido (legame a);
- con l'altro atomo di carbonio mediante l'altro orbitale ibrido (legame a) e gli orbitali puri p (legami 1t).
c- ++++ 4- + 4- + c·
~ , .
O" ~
Figura il.I5. Legami nella molecola CH=: CH.
21
Il. lliegamc chimico
Pertanto la struttura della molecola del benzene viene rappresentata con un esagono con un cerchio
sp
intemo: O · ~ !
~ /.:.-
c
ç-- ç ;'
5. IL LEGAME METALLICO
Le più importanti proprietà dei metalli sono:
- elevata conducibilità termica ed elettrica;
- buona duttilità c malleabilità.
Secondo il modello «a mare di elettr oni", il metallo è costituito da un insieme di ioni positivi dcrivanti
da atomi metallici per la perdita di elettroni di valenza, immersi in un «mare di elettroni" che li cementa
insieme (Fig. n .17). Gli elettroni di valenza, condivisi tra tutti gli atomi metallici, sono mobili e liberi
di muoversi attraverso tutto il cristallo metallico.
La forza di attrazione tra gli ioni metallici caricati positivamente e il mare di elettroni circostante è
chiamato legame metallico.
n i 1t) . ,
La facilità eon cui gli elettroni di valenza si spostano nel metallo giustifica l'elevata conducibilità
termica ed elettrica.
U " mare di elettroni" in cui sono immersi gli atomi giustifica anche le doti di duttilità e malleabilità, in
quanto, quando gli strati di ioni metallici vengono sottoposti a compressione o trazione, il " mare dì
elettroni" agisce da cuscinetto alloro scorrimento evitando le repulsioni tra ioni di uguale carica.
21 22
II. Illcgarnc chimico
La delocalizzazione degli elettroni di valenza su tutto il cristallo metallico deriva dalla Teoria dell e
bande. Questa può considerarsi lUl' estenslOne della Teoria deU'orbitale molecolare secondo la quale,
quando due orbitali atomici di valenza di uguale energia (o di energia leggermente diversa) di due
atomi interagiscono tra loro, si ottengono due orbitali molecolari: uno di legame, a più bassa energia, e
un altro di antilegame, a energia più elevata.
Nella Fig. II.18 è schematizzata la formazione di un cristallo metallico da atomi isolati, ad es. di Iitio
(lUl atomo isolato di Li nel suo stato fondamentale ha un elettrone di valenza 25 di energia E) . Per N
atomi di Li, a seguito dell' interazione dei loro orbitali atomici di valenza, si ottiene un numero N di
orbitali molecolari (condivisi dagli N atomi metallici) a energia ravvicinata, che vengono riempiti dagli
elettroni di valenza a partire dai livelli energetici inferiori (secondo il principio di Pauli). Per N molto
grande si infittiscono i livelli energetici, con formazione di una banda di energia.
l, n
->-:----- l,
H , .l, !:il
~
l,
l - - '-(
n t,
'- l,
Vi sono tante bande quanti sono gli orbitali atomici permessi negli atomi isolati. Quando sono
interessati gli orbitali atomici di valenza, la banda viene chiamata banda di valenza.
Sc le energie degli orbitali atomici di partenza sono molto diverse, le bande di energia rimangono ben
distinte; se invece le loro energie sono abbastanza vicine, come nel caso degli orbitali di valenza 2s e
2p oppure 3s e 3p, le bande si sovrappongono, perdendo la loro individualità e costituendo un ' unica
banda (Fig. II.19).
Orbitali atomici
N ~
, -- --,~
Orbitali np ~
,
N
Orbitali ns ...
Per avere conduzione elettrica è necessario ehe la banda di valenza sia solo parzialmente oecupata da
elettroni, oppure vuota la banda che si sovrappone a quella di valenza satura. Infatti gli elettroni,
sottoposti all' azione di un campo elettrico, vengono accelerati (muovendosi in senso inverso alla
23
Il Il legame chimico
direzione del campo) con conseguente aumento della loro energia: tale aumento è permesso solo
passando a livelli vuoti di energia superiore (elettroni eccitati).
La banda (o parte di banda) non occupata da elettroni prende il nome di banda d i conduzione.
Esempi:
I metalli del l O Gruppo sono caratterizzati dalla configurazione elettronica esterna ns l . La
combinazione degli N orbitali ns porta alla fonnaziane di una banda di valenza contenente N livelli che
può ospitare 2N elettroni. Essendo N gli elettroni di valenza, essa resta per metà vuota, con N/2 livelli
disponibili a essere occupati con una modesta spesa di energia (Fig. II .20).
I gruppo
I metalli dci 2° Gruppo sono caratterizzati dalla configuarazione elettronica esterna ns 2 . La banda
derivante dagli e rbitali s e totalmente occupata. La banda derivante dagli orbitali p (contenente 3N
livelli energetici) è vuota e dà origine alla banda di conduzione (Fig. ll.ZI) .
hnu di
conduDone
OlIO
Banda di
valen za
O
e
ca
Figura II.21. Banda di valenza c di conduzione nei metalli dci 2° Gruppo.
Nei metalli del 13° Gruppo, ad es. alluminio, con configuarazione elettronica esterna nr npl, la banda
derivante dagli orbitali p è occupata solo per 1/6 e dà origine alla banda di conduzione.
La conducibilità elettr ica dei conduttori diminuisce con l'aument are dell a temperatura: un
innalzamento della temperatura aumenta i movimenti oscillatori degli a.tomi attorno alle loro posizioni
di equilibrio, ostacolando il trasporto degli elettroni da parte del campo elettrico applicato.
Nei cristalli non metallici la trasmissione dci calore avviene ad opera dei fononi (quanti di energia
associati agli stati vibrazional i del cristallo), che si muovono in un gradiente di temperatura. Nei
cristalli metallici la conduzione (eonica avviene, oltre che attraverso i fononi, anche attraverso gli
elettroni, con lo stesso meccanismo della conduzione elettrica O'aumento di temperatura in un punto
del metallo aumenta l'energia cinetica degli elettroni ivi presenti).
d.
m,
alI.
23 24
Il. Illegamc chimico
6. ISOLANTI E SEMlCONDUTTORI
Quando non sussiste sovrapposizione o contiguità tra due bande successive, l'intervallo di energia tra il
limite superiore di una banda e il limite inferiore della banda a energia maggiore rappresenta un
insieme di livelli energetici proibiti per gli elettroni ed è ehiamata zona proibita (gap).
Quando il salto di energia & tra la banda di conduzione (completamente vuota) e quella di valenza
completamente occupata è elevato ( >400 kJfmol), il cristallo è non conduttor e ( o isolante); se il
valore di &:: è compreso tra -50 e -175 kJfmol è possibile, con una modesta spesa di energia (apportata
dall 'estemo o per eccitazione termica o per irraggiamento con una radiazione elettromagnetica di
frequenza v tale che l'energia dei fotoni associati all ' onda (h v) sia maggiore del gap energetico), far
passare elettroni dalla banda piena alla banda vuota, ed il cristallo è semiconduttore (Fig. Il.22) .
ISOLANTI
,
70 kJ/m". }
~tI(I . di
v;al"nn
Figura n .22. Gap di energia nel diamante, nel silicio e nel germanio.
Le forze secondarie di legame sono di tipo intermolecolare. Esse sono essenzialmente legami deboli
(0,04 + 70 kJfmol) dovuti a forze di natura elettrostatica.
I tipi principali di interazioni che danno luogo alle forze secondarie di legame sono:
Ione - diPOlO} .
· I Forze di Van der Waals
I - dlpOO
Di poo
Interazioni ione~ dipolo : si instaurano tra ioru c molecole dipolari, quale l'acqua (Fig. 11.23).
25
1
Il n legame chimico
Gli ioni Na! e et (provenienti dalla dissoluzione di un cristallo di NaCl in acqua) vengono idratati,
cioè circondati da molecole di acqua orientate in modo che la parte positiva del dipolo (quella degli
atomi di idrogeno) sia in prossimità degli anioni cr c la parte negativa (quella degli atomi di ossigeno)
sia in prossimità dei cationi Na+.
Inter azioni dipolo-dipolo : si instaurano tra molecole dipolari. Tali molecole orientano la loro
estremità positiva verso l'estremità negativa di altre molecole (Fig. lI. 24).
o ~
O ;ç--.;
O .
,~, ,~,
O O O
Figura Il.24. lntcrazioni dipolo-dipolo.
0- 0+ 0- 0+ 0- 0+
:x- H - ------- : x- H -- - ----- : x- H
Il legame dipolo-dipolo risultante prende il nome di legame idrogeno; la sua energia è dell'ordine di
qualche decina di kJfmoi. La presenza del legame idrogeno è responsabile degli alti punti di ebollizione
(c di fusione) dei composti dell 'idrogeno eon elementi molto elettronegativi.
li
25 26
III. Gli stati di aggregazione della materia
La materia, a seconda delle cond.iz.ìonì di temperatura e pressione, si può presentare in uno dei tre stati
di aggregazione: gassoso, liquido o solido.
Dal punto di vista della fonna e del volume:
• un gas non ha né fonna né volume propri e tende sempre a occupare il volume del recipiente che lo
contiene, assumendone la fonna ;
• un liquido ha un volume proprio, ma assume sempre la fonna del recipiente ehe lo contiene ~
• un solido ha una fonna e un volume propri .
l. STATO GASSOSO
La pressione del gas, in qualunque sua zona e sulle pareti del recipiente che lo contiene. è dovuta aJJa
forza esercitata dalle molecole che urtano sull ' unità di superficie nell' unità di tempo.
Ad alta temperatura e bassa pressione, un gas reale assume il comportamento del gas ideale (o
perfetto).
Gas ideale
Il modello del gas ideale è caratterizzato dalle seguenti condizioni;
1) molecole puntiformi (il volume delle partieelle è trascurabile rispetto al volume occupato);
2) interazioni tra le molecole nul1 e~
3) urti perfettamente clastici (l 'energia cinetica persa dalle molecole ehe si urtano eon altre viene
integralmente acquisita dalle molecole urtate, eioè l' energia cinetica totale resta. costante).
Per il gas ideale vale l'equazione di stato ;
P,V - n·R-T [I]
con
p = pressione (atm)
V = volume (dm3)
n = numero di moli (mal)
T = temperatura assoluta (K)
R = costante universale dei gas
R ~ 0,082 1 l'atm/K-mol
~ 8,314 J/K-mol
~ l,987'10~ kcal/K-mol (essendo 1 kcal ~ 4, 1 84'103 J)
Dalla [1] risulta che a O°C (273, 15 K) e l atm (condizioni normali dello stato gassoso) il volume
molare occupato da un qualsiasi gas è pari a 22,414 clml/mol.
Essendo nulle le interazioni tra le molecole, è nulla 1'energia potenziale del gas c l'energia è solo
cinetica (traslazionalc).
27
m . Gli stati di aggrega7jonc della materia
[2J
dove N è il numero di molecole di massa m e ii la velocità quadratica media, cioè la media dei quadrati
delle velocità delle particelle.
lo
Se N è pari al numero di Avogadro, N .~m~~ rappresenta l' energia cinetica med ia per mole ~HI) c in
2
base alla [lJ, con n- I , risulta :
[3J
Per una miscela di gas ideali, costituita da n,t moli del componente A,t, la rll diventa:
[4J
In una miscela gassosa ciascuno dei componenti contribuisce alla pressione totale con una sua
pressione parziale Pir (per pressione parziale dci componente At si intende la pressione che tale
a componente eserciterebbe se occupasse da solo, alla stessa temperatura. tutto il volume totale V della
miscela).
App licando la [1] al componente Ai" si ha:
, (o
p~,V = nt· R1 [5]
Dividendo membro a membro la [5] per la [4) si ottiene :
n
Pl = -'-· P =xl · p [6]
In,
•
avendo indicato con Xk (frazion e molare) il rapporto tra il numero di moli del componente Al e il
numcro totale di moli della miscela.
ne Analogamente, il volume parziale del componente A.. (Vl), definito come volume occupato dallo
stesso, da solo, alla stessa temperatura e pressione della miscela, risulta:
[7]
[I]
Gas rea li
l gas reali, a differenza dei gas ideali, presentano particelle di dimensioni finite con interazioni non
trascurabili.
Il loro stato può essere descritto mediante l'Equ azione di Van der Waals:
(P + n'H)-(V - n-b) ~ nR T [8J
dove le costanti a e b d ipendono dallo specifico gas.
lume
solo
27 28
III. Gli stati di aggregazione deUa materia
2. STA IO LIQUIDO
3. STATO SOLIDO
29
m . Gli stati di aggrega7jonc della materia
- -,' . -
. . ,.\,
' ••
. O .
B "<;-J B
'.;
. ;. .......,... , , c :c
,
Figura IlI.2. bnpacchenamento esagonale compatto (ABAB ... ) e cubico compatto (ABCABC ... ).
la
Altro tipo di impacchettamento è quello cubico a corpo centrato, in cui ogni atomo è circondato solo
",o da 8 atomi a uguale distanza (Fig. lli3). In questa struttura ogni atomo è a contatto con quattro atomi
a dello strato superiore c quattro dello strato inferiore (numero di coordinazione 8).
le
;gli ./
~e ('- ' \ / 'I"' \ t': "', ... )
'.jT~f/'\~A .i
00· !' '-Y~- ,
';--0000/
00: (~ ..... : " ; , ~ . .- ;/. '. ' .'
: ,r. , / , ./'
• J • '. • \ ~ •
-._./ '~J ~ ___ , -.J \... _/
• e Cristalli ionici
ità
Le particelle che costituiscono j cristalli ionici sono ioni di carica opposta che si attraggono per azione
. I elettrostatica (v. Legame Ionico). Ogni ione è in contatto con il massimo numero (numero di
un coordinazione) di ioni di segno opposto.
vor L' impacchettamento dei cristalli ionici dipende dalle dimensioni relative del catione c dell 'anione.
Cristalli covalenti
Nei crist~li covalenti gli atomi sono legati tra di loro mediante legami covalenti.
e Tipico esempio è il carbonio diamante in cui ogni atomo di carbonio, ibridizzato spJ, è legato
il tetraedricamente ad altri 4 atomi di carbonio in una struttura tridimensionale che si estende a tutto il
cristallo.
atta Nel carbonio grafite gli atomi di carbonio, ibridizzati sII,
si legano tra loro per formare anelli
:ro di esagonali riuniti in strati (Fig. ill.4).
29 30
III. Gli stati di aggregazione della materia
Gli elettroni degli orbitali 2p non ibridizzati, le cui superfici limite sono bilobate e perpendicolari ai
piani degli strati, fonnano un esteso sistema di legami 1r delocalizzati sugli anelli di ogni strato. Gli
strati sono tenuti insieme da deboli forze di Van der Waals . La grafite presenta., pcr la sua struttura con
legami 1t delocalizzati sugli anelli, conducibilità elettrica elevata nei piani degli strati. Inoltre è tenera
e si sfalda facilmente in quanto i piani possono scorrere gli uni sugli altri ; a tale capacità di
scorrimento si riconducono le sue proprietà lubrificanti nei confronti di superfici metalliche.
Cristalli molecolari
Le unità costitutive dci cristalli molecolari sono molecole discrete tcnute insieme da legami
intennoleeolari deboli (v. struttura del ghiaccio in Fig . ill.5).
31
IV. Composti chim ici inorganici cd organici
l. PESO MOLECOLARE
11 peso molecolare di un composto è la somma dei pes i atomici degli clementi che lo compongono.
2. NUMERO DI OSSIDAZIONE
Un atomo, legandosi ad altri atomi, modifica la propria struttura elettronica, O per acquisto o per perdita
di uno o più elettroni (legame ionico) o per messa in comune, molto spesso asimmetrica, di coppie
elettroniche (legame covalente-polare).
La carica che l'atomo assume effettivamente (in caso di legame ionico) o forma lmente (considerati
perduti gl i elettroni messi in comune con atomi piu e lettronegativi ed acquistati g li elettroni messi in
comune con atomi meno e lettronegativi) è detta stato di ossidazione o numero di ossidazione (n.o.).
Per assegnare il n.O. ad un elemento in Wl composto chimi co è n e~ssario conoscere la formula di
struttura del composto stesso.
111
Esistono però delle regole semplici per determinare il numero di ossidazione, anche senza ricorrere alla
fonnula di struttura:
I . Atomi di una qualsiasi specie chimica allo stato e lementare n.o. = O(He,l-h)
2. Idrogeno n.o. = + / , tranne che combi nato con i metalli alcalini e alca lino-terrosi (LiH, Mgl"h) in
cui n.o. =-/
3.0ssigeno n.o. = -2, eccetto che nei pcrossidi (H 20 2) in cui n.o. = -/
4.Metall{alcalini n. o. = + / , metalli alcalino-terrosi n.O. - +2
S.A logeni nei loro composti binari (alogenuri) n.o. = ./
6.Qualsiasi elemento allo stato ~i ione monoatomico n.o. = carica dello ione
7.La somma dei n.O. degli e lementi presenti in una molecola neutra In.o. = 0, in uno ione poliatomico
'Ln.o. = carica dello ione.
3. COMPOSTI INORGANICI
Per composti inorganici si intendono i composti fonnati da tutti gli elementi con l'esclusione di quelli
cO(ltenenti il carbonio. considerati composti organici (ad eccezione del monossido di carbonio,
diossido di carbonio o anidride carbonica, carbonati).
IDRURI E OSSIDI
I composti binari fonnati dai vari elementi della Tavola periodica con l'idrogeno si chiamano idruri.
quelli fonnati con l'ossigeno si chiamano ossidi.
Alcuni idruri e numerosi ossidi fonnati dai metalli hanno carattere ionico, mentre quelli fonnati dai non
metalli hanno carattere covalente.
32
31
lV. Com s1i chim ici ino anici cd an°
Gli idruri formali dai metalli alcalini e alcalino-terrosi hanno carattere Ionico.
Gli idruri formati dagli elementi del Gruppo 16 (escluso l'ossigeno) e dagli elementi del Gruppo 1
sono composti covalenti polari che in acqua cedono ioni }{" , comportandosi come acidi (idracidi).
Esempi: acido solfidrico H;;S, acido cloridrico llCI.
Tutte le combinazioni binarie di metalli e non metalli con l'ossigeno sono chiamate ossidi (anchr:
anidridi quelli fonnati dai non metalli).
Per differenziare i composti in cu i uno stesso elemento presenta diversi stati di ossidazione, si usano
suffissi -oso e -ico, rispettivamente per lo stato di ossidazione più basso e più alto.
Esempio: ossido ferroso FeO, ossido ferrico Fe;03, anidride carbonica COl.
I perossidi sono composti in cui esiste un legame covalente tra due atomi di ossigeno.
Esempio: perossido di idrogeno o acqua ossigenata H 10 1 .
IDROSSIDI E OSSOACIDI
Gli idrossidi sono composti temari costitu iti da ioni metallici positivi e ioni negativi OH- (iom
idrossido).
Esempi: idrossido di sedio NaOH, idrossido ferroso Fe(OHh, idrossido ferrico Fe(OHj;.
Gli ossoacidi o acidi ossigena ti sono composti covalenti teroati costitu iti da idrogeno, ossigeno f
generalmente un elemento non metallico. In soluzione acquosa possono cedere, sotto fonna di ioni 11:
gli idrogeni legati al non metallo tramite l'atomo di ossigeno.
Per la loro denominazione si utilizzano i suffissi -oso e -ico aggiunti alla radice del nome dell'elemente
non metallico, a seconda del suo basso o alto stato di ossidazione, ed eventualmente anche con l'uso de.
prefissi ipo- e per- se gli stati di ossidazione sono più di due.
Esempi: acido solforoso H;;SOJ, acido solforico H~O-l .
Fonnule di struttura:
'O"-H ,"o", /
"O"-H
'5/ S
j"
",,0 ,v " o," ,O o;
I - I
"
acido solforoso "
acido solforico
(~ "" legame dativo)
SALI
I sali sono composti generalmente a caranere ionico, costituiti da ioni metallici positivi e da ioni
negativi ottenuti sottraendo uno o più protoni (11) alle molecole di idracidi o di aeidi ossigenati.
Esempi: cloruro di sedio NaCl, solfato di calcio caSO/o
IONI
Ioni positivi monoatomici
Esempi: ione ferroso F~", ione ferrico Fe J"
Ioni positivi poHatomici
Esempi: ione idronio H 3 0 -, ione ammonio NH;
4. COMPOSTI ORGANICI
D 17
Nei composti organici, gli atomi di carbonio si legano tra di loro e con altri elementi quali idrogeno,
ossigeno, azoto, zolfo, cloro, ecc.
Dche Nel formare i legami, il carbonio impegna tutti i quattro elettroni di valenza con ibridizzazione spJ, Spl,
sp.
ono,
IDROCARBURI
Gli idrocarburi sono costituiti esclusivamente da carbonio e idrogeno. Si distinguono in al ifatic i e
a r omatici; i primi sono suddivisi ultenonnente in alca ni, alcheni, a lchini (Fig. IV.l), di tipo aciclico
(a catena aperta) o ciclico (a catena chiusa, detti anche cicloalifatici o aliciclici).
Le molecole sono apolari.
Idrocarburi
( ione I
I
AlifaticI Aromatici
CH~ - CH ~ CHz - CH j
n-pentano I
CH,
isopentano
33
34
IV. m sti chimici inor anici ed or
benzene toluene
para-xi lene
naftalcne benzopirene
Combustibili idrocarburici
Gli idrocarburi ad alta temperatura reagiscono facilmente con l'Ùl. Dato l'e levato calore di reazione,
trovano largo impiego come combustibili.
Gas naturale
Il gas naturale si trova sopra depositi di petroli contenuti in cavità rocciose ed è costituito per circa il
95% da metano (prevalente) ed etano.
35
IV! Composti chimici inorganici ed organici
1
ProdoUi petroliferi
Dalla lavorazione del petrolio, costituito da una miscela di idrocarburi alifat ici e aromatici, si ottengono
più prodotti:
• Gas. Sono costituiti da id rocarburi C r C4 ; d i questi i C J e i C4• sotto pressione, sono in commercio
come prodotti petroliferi liquefatti (G PL).
• Oli pesanti . Sono formati da idrocarburi >C15 ; le frazioni più leggere rappresentano i gasoli e quelle
più pesanti g li oli lubrificanti.
Le benzine, la cui richiesta è in eccesso rispetto alla produzi one diretta dal petrolio, vengono ottenute
anche dalla successiva trasformazione di idrocarburi pesanti (cracking).
Alcoli. Contengono il gruppo ossidrile - OH. Sono indicati genericamente. come R- OH, dove R è un
gruppo alchilico .
Esempi: alcol etilico CH 1CH2 0H, glicole etilenico Cl-hOHCH 2 0 H
Ammine primarie~ Contengono i gruppi amminici -NH 2. Sono indicate genericamente come R-NH1,
dove R è un gruppo alchilico o arilico.
Esempi : metilammina CH3NH2, esametilendiammina H2N-{CI-h)6-NH2
OH
/
Acidi carbosssilici. Contengono il gruppo carbossilico - C ' Hanno formula generale R-COOH,
POLIMERl SINTETICI
I polime ri sono sostanze costituite da macromolecole, c ioè da molecole ad elevato peso molecolare.
Ciascuna molecola è costituila da un numero e levatissimo di unità strutturali ripetitive, chiamate unità
monometriche, spesso equivalenti alla molecola di base da cui si parte per ottenere il polimero.
Esempi :
polietilene (PE)
3S 36
IV. om sti chimici inor anici ed o anici
CI:I~
I .
( - CH 2 - C = eH - CH2 - ).. poliisoprene (gomma naturale)
H
I
(- CH 2 - C = CH - CH 2 - )" polibutadiene (gomma sintetica)
Gomma vulcanizzata
La gomma naturale e la gomma sintetica non possono essere usate per la fabbricazione di pneumatici,
in quanto con il calore ranunolliscono.
Per ovviare a tale inconveniente si ricorre ad un processo di reti colazione, chiamato vulcanizzazione.
Durante la vulcanizzazione la gomma viene riscaldata in presenza di piccole quantità di zolfo. In questo
modo vengono introdotte catene di zolfo tra le macromolecole, che risultano quindi collegate in un
reticolo:
(- Cli.z - CH = CH - CH - )..
I
s
I
s
I
( - CHz - CB = e H - e lI - )"
polibutadiene vulcanizzato
37
V. Solll2ioni
v. SOLUZIONI
Le soluzioni sono miscele fisicamente omogenee di due (o più) specie chimiche. Si indica con il nome
di solvente il componente che, allo stato puro, si presenta nello stesso stato di aggregazJ.one della
soluzione, e con quello d i soluto l'altro; se solvente c soluto puri hanno lo stesso stato d i aggregazione
si indica come solvente la specie chimica presente in quantità molecolannente preponderantc rispetto
all' altra, indicata come saluto.
l solventi polari, come l'acqua, sciolgono le sostanze saline a carattere ionico, saluti polari e sostanze
"n
molecolari contenenti raggruppamenti polari - OH.
I solventi apolari, come il benzene e le benzine, sciolgono saluti apolari o scarsamente polari.
Si chiamano soluzioni ioniche o elettrolitiche quelle che, pcr la presenza di ioni positivi e negativi,
conducono la corrente elettrica.
Il soluto cbe dà luogo alla soluzione elettrolitica si dice elettrolita e può essere forte se completamente
ionizzato, o debole se la ionizzazione è parziale. Le soluzioni elettrolitiche più comuni sono lc
soluzioni acquose di sali, acidi e basi.
La formazione di una soluzione elettrolitica da un solido ionieo (sale) avviene nel modo seguente (Fig.
V.l):
Quando un cristallo ionico viene posto in un solvente polare, i suoi ioni superficiali positivi attirano
i poli negativi delle molecole di solvente, mentre quelli negativi attirano i poli positivi. Le forze d i
attr azione ione-dipolo indeboliscono le forze interioniebe del cristallo e i suoi ioni si distaccano
dal solido e passano in soluzione. In soluzione g li ioni sono vincolati ad un numero più o meno
loro grande di molecole di solvente e si dicono, in generale, solvatati o idratati nel caso di acqua come
solvente.
o e
la loro
ndo
E. o di
i ma
imeri
ioni idratati
Soluzioni ideali
Le forze attrattive tra ioni idratati sono notevolmente minori di quelle tra ioni liberi. Quando la
soluzione è molto diluita, non esistono più interazioni tra le particelle di saluto; in tal caso la
soluzione viene indicata come ideale.
l
pH~lag-
[Wl
-
S1ni V. Soluzioni
In acqua pura, il numero di ioni H + e ioni OH - , che hanno origine dall a dissociazione
dell ' acqua, sono uguali (Eq. [3]) e in base alla [7] :
[ IJ
[9]
In base alla [8] il pH risulta pari a 7.
[2J
Nelle soluzioni acide il numero degli ioni H ' è maggiore di Quello degli ioni OH - , l'inverso
[3J accade nelle-soluzioni basiche o alcaline.
Si ha pertanto:
[4] • soluzione neutra [FJ = 10-7 M pH ~ 7
• soluzione acida [F] > 10-7 M pH < 7
[5]
• soluzione basica [l-rJ < 10-7 M pH > 7
[6]
o la r,/)(potenzial e elettrico)
la
2
[7] La densità di corrente (I) , espressa in C/cm ·s, risulta proporzionale al gradiente del potenziale
dettrico. espresso in V/cm, attraverso la conducibilità elettrica della soluzione (z):
. d<P
[8] 1="1..- [IO]
<ix
.!.....a. conducibilità elettrica può essere calcolata in base alla relazione:
39
40
V. Soluzioni
dove:
F~ costante di Faraday (96485 C-mOrI)
41
Vl. Reazioni chimiche
Una reazione deve rispettare la legge della conservazione delle masse, perciò l' equazione che la
rappresenta deve essere bilanciata. Per bi lanciarla occorre dotare ciascuna specie di opportuni
coefficienti, detti stechiometrici, che rendano il numero degli atomi di ciascun elemento presenti a
sinistra uguale a quello che, dello stesso elemento, sono presenti a destra.
Reazioni acido-base
Dette anche reazioni di salificazione, avvengono tra una sostanza a carattere acido e una sostanza a
carattere basico, con formazione di sali.
Sono sostanze a carattere acido gli idracidi, gli acidi ossigenati (ossiacidi) e gli ossidi dei non metalli
(ossidi acidi).
Sono sostanze a carattere basico gli idrossidi e gli ossidi dei metalli. Sono considerate basi anche
sostanze, come l'ammoniaca NH3, che in base alla loro struttura elettronica sono in grado di accettare
protoni (basi protoniche).
42
41
VI. Reazioni chimiche
La maggior parte dellc reazioni avviene in soluzione acquosa e alcuni composti sono dissociati in ioni.
In tal caso la reazione può essere scritta anche in forma ionica. In tal modo vengono messe in evidenza
le specie chimiche che subiscono la reale trasfoI111azione_
Nel caso della reazione 1:
Equazione molecolare: H]SOJaq) + 2NaOH(aq) = Na]SO~(aq) + 2H 10(1)
Equazione ionica: 2H~ (aq) + §Rf:-(aq) + 2}1f/ (aq) + 20B-(aq) = 2p6~ (aq) + seJ:- (aq) + 2H1 0(l)
Equazione ionica netta: 2B' (aq) + 20B- (aq) = 2H10(l)
W(aq) + OW(aq) = H,D(I)
Reazioni di scambio
Comportano lo scambio di porzioni delle sostanze reagenti_ Se le sostanze reagenti sono composti in
soluzione, le parti scambiate sono rappresentate da cationi e anioni, cioè dagli ioni positiv i e negativi
che costituiscono i composti_
Caratteristica comune di queste reazioni è che almeno uno dei prodotti si allontani dal sistema di
reazione, o perché sfugge come gas (1) o perché precipita come sale indissociato et).
imi.
Reazioni di ossido-riduzione (reazioni redox)
mza
Nelle reazioni redox si ha scam bio di eletlroni tra le specie reagenti: la specie chim ica che perde
elettroni si oss ida (riducente), quel la che acquista elettroni si riduce (ossidante).
Il numero d i elettroni ceduti dal riducente è uguale al numero di elettroni acquistati dall'ossidante.
L'azoto passa dal n.o. +5 dell' HNOJ al n.o. +2 dell 'NO con acquisto di 3 elettroni, lo zolfo passa dal
n.o. -2 del1 'H~ al n.Q. O dello zolfo elementare con perdita di 2 elettroni.
Perché il numero di elettroni del riducente (H~ sia uguale al numero di elettroni acquistati
dall 'ossidante (HNOJ ) , nella reazio ne l'HNO, dovrà avere coefficiente stechiometrico 2 e l'H~
coefficiente stechiometrico 3 (2 x 3 = 6, 3 x 2 = 6), per cui la reazione bilanciata diventa:
2HNO, +3H,S = 2NO+3S + 4H,G (reazione bi lanc iata)
• Reazioni di combustio ne
Esempio:
J3
C,H ,,(g) +20,(g) =4CO, (g) + 5H,o(g)
II carbonio passa dal n.o. medio -2,5 del butano al n.o. +4 dell 'anidride carbonica con perdita di 6,5
elettroni ; l' ossigeno passa dal n.o. O dell 'ossigeno elementare al n.o. -2 dell 'acqua e dell a CO], con
acquisto di 2 elettroni.
Ponendo l il coefficiente stechiometrico del butano, il coeffi ciente stechiometrico dell'O] è 13/2
(4x6,5=26; 13 x 2 = 26) .
43
44
VI. Reazioni chimiche
4
- $O •
VII. Termodinamica chimica
1..0
klle VII. TERMODINAMICA CffiMICA
Un sistema e l'ambiente circostante possono interagire mediante scambi di materia eia energia.
Il sistema è detto aperto quando scambia con l'ambiente materia ed energia, chiuso quando scamb ia
solo energia, isolato quando non può scambiare né materia né energia.
Gli scambi di energia in un sistema chiuso possono avvenire attraverso scambi d i calore (Q) eia di
lavoro (W).
Ambiente
Sistema calore Q
H,O chiuso <-J...-/
lavoro W
Il calore è l'energ ia trasferita tra sistema e ambiente per effetto di una differenza di lemperatura. Q
viene assunto positivo quando entra nel sistema, negativo quando esce dal sistema.
I! lavoro è l'energia coinvolta quando un "oggetto" viene spostato lungo un a certa direzione sotto
l'azione di una forza. W viene assunto positivo quando viene fatto dall'ambiente sul sistema, negativo
in caso contrario.
In tennodinamica si considerano essenzialmente due tipi d i lavoro, il lavoro meccanico (JVm ) e il lavoro
e lettrico (JVe).
Variabili di stato grandezze (come temperatura, pressione, massa, volume) che defini scono lo
:=
stato del sistema. Sono grandezze intensive quelle indipendenti dalle
dimensioni del sistema (come temperatura e pressione). Sono grandezze
estensive quelle dipendenti dalle dimensioni del sistema (come massa e
volume); una grandezza estensiva diventa una grandezza intensiva quando viene
riferita all' unità di massa o a lla mole.
Per un composto puro due grandezze intensive (ad es. temperatura e pressione,
temperatura e volume molare, ecc.) sono sufficienti a definire lo stato
termodinamico del sistema.
Fuozioni di stato = ogni altra grandezza che dipende solo dallo stato del sistema e non d ipende dal
cammino percorso nel passaggio da uno stato iniziale ad uno finale.
Sono note solo variazioni delle funzioni d i stato. Pertanto. attribuendo alla
funzione un dato valore in uno stato scelto come riferimento, ne resta definito
il valore in qualsiasi altro stato.
l O Assioma: Esiste una forma di energia, chiamata energia interna (U) che è una proprietà intrinseca
del sistema, dipendente solo dalle variabili di stato (funzione di stato).
Per un sistema chiuso è:
llU ~ Q+W [lJ
cioè la somma Q + W è indipendente dal cammmo percorso nella trasfonnazione e
dipende solo dallo stato iniziale e finale.
20 Assioma (primo principio della termodinamica): si conserva l' energia totale di ogni sistema e
del suo ambiente, considerati insieme.
45
46
VlI. Termodinamica chimica
[2J
Se il lavoro è solo meccanico (di espansione o compressione) e il sistema e l'ambiente sono, istante per
istante, rispettivamente alla pressione P e P + dP con dP ---t O (equilibrio meccanico) è:
JW. ~ (P + dP)·A·<ix
v
Sistema a area A
pressione P
e la [2} diventa
dU ~JQ-PdV [4J
A volume costante (dV = O):
dU, ~ JQ, [5J
cioè la variazione di energia interna è pari al calore fornito a volume costante.
4
VII. Tennodinamica chimica
l
Le [9J e [lO] sono valide per gas monoatomici (il gas monoatomico ha 3 gradi di libertà, potendosi
l'lJ spostare lungo le 3 direzioni dello spazio, e ciascuno di essi contribuisce per 1I3 all'energia totale, cioè
1,12 RT).
per l gas biatomici, oltre al moto traslazionalc, hanno anche moto rotatorio attorno a due assi ortogonali fra
di loro e alla congiungente i due atomi, hanno cioè 5 gradi di libertà. Contribuendo ciascun grado di
libertà per Y:z RT all'energia totale, per gas biatomici si ha:
U = Etrw + Eroi
13]
~~Rr [Il J
2
c
5 7
H~-RT+Rr~-RT [12J
2 2
Dalle [9]-[ 12J, l'energia interna e l'entalpia dei gas ideali dipendono solo dalla temperatura.
(6] [ 14]
essendo piccolo, e quindi trascurabile, il volume molare V.
(7J
CALORE MOLARE
11 calore molare a volume costante (C.) è definito come la quantità di calore necessaria per elevare di
rc la temperatura di l mole di sostanza (gassosa, liquida o solida) a volume costante:
[8J
C ~ JQ, [15]
• dT
In base alla [5]:
C
•
~ ( dU)
dT
[16]
•
Il calore molare a pressione costante (C~) si riferisce ad un ri scaldamento a pressione costante:
C ~ oQ, [1 7]
[9J , dr
In base alla [8]:
C ~(dH) [18]
, dr ,
[l OJ
47
48
VII. Termodjnamica chimica
[19J
STATOSTANDARD
Si definisce come stato standard alla temperatura T di una specie chimica, quello della specie pura
suo stato stabile alla pressione di l atm.
Se la specie è in soluzione (saluto), lo stato standard corrisponde alla sua concentrazione 1M.
Generalmente viene fatto riferimento alla temperatura di 25°C (298,15 K).
prende il nome di entalpia standard di formazione (L1H; ) del composto alla temperatura T.
~
n
v] moli Reazione alla pressione
costante di latro
vl moli ~ - -- ----:--- -- --+. ~ 1 mole
tJH; rappresenta l'entalpia del composto nel suo stato standard alla temperatura T.
VII . Termodinam icachimica
l
Per i d iversi composti sono riportati i L1H; alla temperatura di 25°C.
La quantità d i calore che entra in gioco nella fonnazione di Vj moli di prodotto Aj nel suo stato standard
alla temperatura T a partire da Vi moli di reagente Al nel s uo stato standard alla stessa temperatu ra
secondo la reazione
[22]
{20]
• lUI'
v2 IDo1i ~ • GJ Vl moli
I I·1
110
vn ffi oli 5J ~ V m moli
[23]
Dalla [8] è Q, = ,JH: .
L 'entalpia standard d i reazione, cambiata di segno, prende il nome di calo re di reazio ne a pressione
nene costante (Q"p):
stato [24]
essa Se Qr,p è positivo (LJ H : negativa) la reazione è esotermica (cessione di calore all 'am biente), se Or,p è
negativo (A H: positiva) la reazione è endotermica (assorbimento dì calore dall 'ambiente).
[2 1]
Tramite le entalp ie standard di fonnazione dei vari composti a 25°C può essere calcolata, secondo la
[231, l' entalpia standard d i reazione a 25°C.
L' entalpia standard di reazione alla generica temperatura T può essere ottenuta scindendo la reazione
alla temperatura T nei tre stadi:
l. Raffreddamento dei reagenti da lla temperatura T alla temperatura di 25°C
Il Reazione alla temperatura di 25°C
III . Riscaldamento de i prodotti da 25°C alla temperatura T
Essendo la variazione di entalpia indipendente dal cammino percorso, sarà :
Dalla [25]:
[26]
49 50
VII. Tennodinamica chimie<
,
Reagenti alla Prodotti alla
temperatura T temperatura T
/'
-298)
l
----
Q p.fll = L:VC·(T .
j p.J
Reagenti Il Prodorti
a 25°C a 25°C
t •
L- vCp.1. : : : '"
Essendo'" I L- V ) C p.}. risulta
[271
Poiché l'entalpia dei gas (supposti ideali) è indipendente dalla pressione, come pure quella dei liquidi e
dei solidi (v. Eq. [14]), il calore di reazione può considerarsi indipendente, oltre che dalla temperatura
anche dalla pressione.
ENTALPIA DI SOLUZIONE
La dissoluzione di un solido cristallino in acqua:
AoBb(S) + acqua --+ aA a + (aq) + bBP- (aq)
è accompagnata da svolgimento o da assorbimento di calore. Nel primo caso il processo è esotermico c
la soluzione si scalda, nel secondo il processo è endotermico e la soluzione si raffredda.
L'entalpia del processo di dissoluzione, chiamata entalpia di soluzione (L1H ,nI )' viene espressa
scindendo il processo in due stadi:
I. Allontanamento degli ioni del cristallo in modo che diventino ioni gassosi liberi:
A"B, (,) ~ aA°. (g) + bBP- (g)
La variazione di entalpia di questo stadio (positiva) è data dall'energia reticolare presa con il segno
meno (-E~,),
IL Reazione degli ioni gassosi con molecole di acqua in modo da trasformarsi in ioni idratati:
aA a• (g) + bBP- (g) + acqua ~ aA a• ( aq) + bB P- ( aq)
La variazione di entalpia di questo stadio (negativa) prende il nome di entalpia di solvatazione
( LJH soJvo/).
L'entalpia di soluzione risulta così:
LJH301 = -Ere, + LJH_<f)/VOI
Se l'energia necessaria per la dissoluzione del cristallo in ioni gassosI e maggIOre dell'energi~
sviluppata nella idratazione degli stessi, il processo è endotermico, altrimenti è esotermico.
1
VII. Termodinamica chimica
[28J
essendo J y<J la variazione di volume.
Trascurando i volumi molari delle fasi condensate e considerando i componenti gassosi come ideali:
.dVO = An· RT
fr-2 [29J
(la/m)
dove L1n rappresenta la differenza tra il numero delle moli dei prodotti e dei reagenti allo stato gassoso.
Pertanto, se la reazione viene condotta a volume costante, in base alla [51 risulterà:
[30J
Dalla [30], il calore di reazione a volume costante (Q,.y) è superiore rispetto a quello a pressione
costante se nella reazione si ha un aumento di moli dei componenti gassosi, altrimenti risulta inferiore.
La differenza è dovuta al lavoro meccanico scambiato con l'ambiente nel corso della reazione.
[27J
.:;uidi e
:rn.tura,
2. IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Viene detto processo reversibile un processo che avviene attraverso una successione di stadi
intrinseci di equilibrio, e il sistema, istante per istante, è in equilibrio meccanico e termico con
l'ambiente (ambiente e sistema alla stessa temperatura e pressione).
Altrimenti il processo è irreversibile. Un processo naturale (spontaneo) è irreversibile.
Esempio:
Sorgente di calore (ambiente) Sorgente di calore (ambiente)
:nnico e alla temperatura T + dT ~---~~ alla temperatura T]
Sistema alla con dT --+ O Sistema alla T] > T}
temperarura T temperatura T}
espressa
---_ _--'""-_ calore JQ ~ ___ ~~ calore Q
Trasferimento reversibile di calore Trasferimento irrevcrsibile di calore
3° Assioma: Esiste una proprietà, chiamata entropia (5) che è WIa proprietà intrinseca del sistema,
il segno
dipendente dalle variabili di stato (funzione di stato), che per una trasfonnazione
reversibile è data da
[31J
cioè l'integrale [31] è indipendente dal cammino (reversibile) percorso nella
n tazione trasfonnazione, ma dipende solo dallo stato iniziale e finale.
4° Assioma (Secondo principio della termodinamica): la variazione entropica del sistema e del suo
ambiente, considerati insieme, è positiva e tende a zero quando il processo tende alla
reversibilità:
:II'energia [32J
Se nella trasformazione il sistema è in equilibrio tennico con l'ambiente (inteso come riserva di calore):
dS
_.
~ _ JQ
T [33J
e per la [32]
51 52
VII. Tennodinamica chimica
dS~JQ [34)
T
Altra funzione di stato, chiamata energia libera di Gibbs (G), viene definita come:
G = H - TS [35J
Per trasformazioni dove il lavoro è solo di tipo meccanico e il sistema e l'ambiente sono, istante per
istante, alla stessa pressione, dalla [35] si ha:
dG = dH -TdS -SdT
= dU + PdV + VdP-TdS -SdT (dalla [7))
=JQ-PdV + PdV + VdP-TdS - SdT (dalla [4))
Se durante la trasformazione il sistema è anche in equilibrio termico con l'ambiente, dalla [3 6] risulta:
• per trasformazioni reversibili, essendo c5Q = TdS in base alla [34J:
dG = VdP-SdT [37)
• per trasformazioni reversibili a temperatura costante (v. Eq. [37]):
dG T =VdP [38)
• per trasformazioni irreversibili a temperatura e a pressione costante, essendo c5Q < TdS in base alla
[34):
dG" < O [40)
Per una compressione o espansione isotenna reversibile da una pressione P l ad una pressione P; in base
alla [3 8] si ha:
• per un gas ideale:
e,
l>G, = JVdP
"
= "j(RT/P)dP = RT ,ln(P, /p,) [41 )
"
• per una fase condensata (liquidi o solidi), essendo praticamente indipendente dalla pressione, il
volu}lle mo lare:
dG, ~ V(p, - P') [421
Per piccole variazioni di pressione, essendo piccolo il volume molare, può porsi
[431
4
[37] LlG: = Energia libera dei prodotti - Energia libera dei reagenti
[39]
L1G: = (L: vjLlH;j - T - L vJL1S;j )- (E v L1H;j -
i T - L vi L1S;j )
[46]
Noti L1H: e L1G: alla temperatura di 25°C, l'entropia standard di reazione può calcolarsi come:
[41] L1S0 = L1H: - LlG:
[47]
, 298
ione, il
[42]
3. EQUILIBRI CHIMICI
[43] L'energia chimica di un sistema contenente nk moli del componente Ah essendo G una grandezza
additiva, viene espressa nella fonna:
[48]
dove I.h è l' energia libera molare (detta anche p otenziale chimico) del componente Al:_
Se i vari componenti si combinano secondo la reazione
[49]
53 54
VII. Termodinamica chimica
Considerando l'ambiente alla stessa temperatura e pressione del sistema (sistema ed ambiente in
equilibrio termico e meccanico), se nella [51] è (L V)Pj - :2>;P,) < o, cioè dG u < O, in base alla
{40] la trasformazione è irreversibile e quindi spontanea (se dUr.!, > O, è spontanea la reazione inversa
con dç < O).
Se invece L V) /4 j - L V;/4, = O, per la [39] la trasformazione è reversibi le, cioè la reazione non procede
spontaneamente né verso destra né verso sinistra, e pertanto il sistema risulta essere in uno stato di
equilibrio.
La condizione di equilibrio di reazione risulta pertanto:
Fase gassosa
Se i componenti hanno comportamento ideale (nessuna interazione tra le molecole), il potenziale
chimico del componente AI: è pari all' energia libera molare dello stesso allo stato puro, alla pressione Pk
(la sua pressione parziale nella miscela) e alla temperatura T della miscela.
Nota l'energia libera molare di AI: nel suo stato standard alla temperatura T( p: ), Pk può essere calcolato
dalla variazione di energia libera che accompagna la trasfonnazione:
[53]
[571
cioè all'equilibrio le pressioni parziali dei reagenti e dei prodotti soddisfano all'Eq. [57].
VII. Tcnnodinamica chimica
Il tennine (adimensionale)
[58]
con #: il potenziale chimico del soluto nello stato standard e Ct il valore numerico della
concentrazione.
Data la generica reazione
H ,O(l) + L v,A, (aq) = LvA(aq) [60]
[63]
cioè all'equilibrio le concentrazioni dei soluti (reagenti e prodotti) soddisfano all'Eq. [61 ].
Il tennine (adimensionale)
TIc"'
,.•
K ,, --- [64]
TIc",.
prende il nome di costante di equilibrio.
daeui
56
VII. Tennodinamica chimica
2) Dissociazione di acidi
In soluzione acquosa, gli acidi deboli si dissociano secondo la reazione:
HA(aq) ~ W (aq) + A' (aq) [69]
In soluzioni diluite, lo stato di equilibrio è espresso dalla costante di equilibrio:
[70]
3) Dissociazione di basi
In soluzione acquosa, le basi deboli si dissociano secondo la reazione:
BOH(aq) ~ OW (aq) + B' (aq) [72]
K =
[OH] ~ [E'] •
II()/f - [BOH]. [73]
57
VII . TCmlodinamica chimica
Reazioni solido-gas
Lo stato di equilibrio della reazione
xX(s) + LV,A,(g) ~ yY(s)+ LV, Alg) [74]
è espresso dalla
[75]
per cui risulta
[76]
con costante di equilibrio
TI
K =~
"
[77]
.. ..
n p,~'
R eazioni solido-liquido
Lo stato di equilibrio de lla reazione
[79]
per cui risulta
= -AG', [80]
con costante di equilibrio
[81]
ESEMPIO
Un sale assai poco solubile A.Bb in acqua si di ssocia parzialmente (restando come corpo di fondo)
secondo la reazione:
58
VII. Termodinamica chimica
La costante di equilibrio
[83 )
prende il nome di prodotto di solubilità del sale.
4. LA COSTANTE DI EQUILIBRIO
Il valore della costante di equilibrio è un indice di quanto la reazione, all 'equilibrio, è spostata verso
destra.
Se K~q ha un valore molto alto (corrispondente a valori molto bassi, negativi, di LlG: ) la reazione è
completamente spostata verso destra e procede fino ad esaurimento di almeno uno dei reagenti
(reazione irreversibile).
Per valori minori della K~, si stabilisce un equilibrio in cui sono presenti sia i reagenti sia i prodotti
(reazione reversibile) .
La costante di equilibrio dipende dalla temperatura attraverso l'energia libera di reazione:
,JG')
K
<q
~
=ex - - -
RT
' [84)
[85)
Essendo LlH: e LlS: pressoché costanti con la temperatura, dalla [77] risulta che all'aumentare della
temperatura:
59
VIII. La combustione
VIII. LA COMBUSTIONE
[ I]
Di nonna la combustione viene reaJizzata con aria (l'aria priva di umidità ha composizione 0 1 21 % e
Nl 79% in volume).
Pur essendo le reazioni di combustione molto spostate verso destra (valori bassi, negativi, di i1G:) già
con alimentazione stechiometrica, in pratica, per assicurare una combustione completa, si impiega aria
in eccesso.
J combustibili sono caratterizzati mediante i poteri calorifici superiore e inferiore.
11 potere calorifi co superiore (p.c.s.) rappresenta la quantità di calore svolta dalla combustione
completa dell'unità di peso del combustibile (kcal/kg), o dell ' unità di volume (kcallNm 3) nel caso dei
gas, con H10 considerata allo stato liquido nei prpdoni di combustionc.
Il potere calorifico inferiore (p.c.i.) rappresenta la quantità di calore svolta dalla combustione, con
H 10 considerata allo stato di vapore nei prodotti di combustione.
La differenza tra i due poteri calorifici consiste quindi nel calore latente di condensazione dell'acqua.
Normalmente, i poteri calorifici dei combustibili solidi e liquidi sono misurati facendo avvenire la
combustione in un calorimetro a volume costante (potere calorifico a volume costante); per i
combustibili gassosi si usa invece un calorimetro a flu sso continuo, nel quale la combustione avviene a
pressione atmosferica (potere calorifico Il pressione costante).
La differenza tra i poteri calorifici a volume e a pressione costante (per uno stesso combustibile)
equ ivale al lavoro di espansione durante la combustione.
Per i combustibili solidi e liquidi la differenza tra i due poteri calorifici è trascurabile.
60
VIII. La combustione
Sono riportate formule (approssimate) che danno i poteri calorifici in funiione della composizione
elementare del combustibile, ad esempio:
P.e.s. ~ 84'(C%) + 277.65-(H%) + 25 -(S"/') + 15 '(N%) - 26,5'(0%) kcallkg [2]
Il potere calorifico inferiore si ottiene dal P.C.s. sottraendo il calore di conden sazione dell'acqua ( :::: 600
kcal/kg acqua), tenendo conto che da I kg di H si formano 9 kg di H ]O:
. (H%)
P.e.'. ~ P.e.s.- 100 ·9·600 ~ P.e.s. - 54·(H"/') keal/kg [3]
Combustione adiabatica
Fumi alla
temperatura T,
Miscela stechiometrica
combustibile-combw-ente
l
7:2 Il
.
R;=ld
Fumla 25°C
amento dei fumi
da 25 0C alla temperatura T,
La combust ione diretta viene scissa, nel rispetto del l ° Principio della Tennodinamica, nei due stadi:
L Combustione a 25°C con svolgimento di calore Q.,.. (a vo lume o a pressione costante a seconda
del tipo di processo).
Il. Riscaldamento dei fumi da 25°C alla temperatura finale Ti utilizzando il calore svo lto nel primo
stadio (H 20 considerata allo stato vapore).
Se i fumi sono costituiti da n, moli di componente Ai, il calore necessario per risealdarli da 25 °C alla
temperatura 1ìè dato da:
[4]
Dove Ci è il calore molare del componente Ai (a volume o a pressione costante a seconda del tipo di
processo).
Dovrà essere:
[5]
61
VilI. La combustione
INQUINAME",O ADfOSFERICO
Nei processi di combustione si ha emissione in atmosfera di prodotti inquinanti .
l principali tipi di inqu inanti sono:
polveri inorganiche, derivanti dalle sostanze inorganiche contenute originariamente nel
combustibi li, soprattutto quelli solidi;
monossido di carbonio (CO), idrocarburi (CxH y) e materiale carbonioso (nerofumo), derivanti da
incompleta combustione del combustibile;
ossido di zolfo SO" (SO] e SOi ), derivanti dall' ossigeno e dallo zolfo contenuto nel combustibi le;
ossido di azoto NO" (NO e NO::), formatisi prevalentemente per reazione tra l'azoto e l'ossigeno
dell'aria alle elevate temperature della fiamma.
62
IX. Passaggi di stato
In Fig. lX .I sono riportati i passaggi di stato di una sostanza tra i tre stati di aggregazione solido,
liquido e gassoso (non sempre una data specie chimica esiste in tutti e tre gli stati di aggregazione) .
Indicando con (1 e p due generici stati di aggregazione (fasi), per ogni passaggio di stato esiste
l' equilibrio :
A ( a ) ~A (p) fl]
Supponendo il sistema in equilibrio termico e meccanico con l'ambiente, il trasferimento, a temperatura
e pressione costante, di dn moli di A dalla fase a alla fase p comporta una variazione di energia libera:
dG" = (p,- p. )dn [2]
Poiché le due fasi SODO in equilibrio, la trasformazione è revcrsibile, pcr cui in base all ' Eq. [39] del
Cap. VII deve essere :
Essendo il potenziale chimico funzione di due variabili di stato, ad es. temperatura e pressione, dalla [3]
si deduce che per una data temperatura esiste una corrispondente pressione di equilibrio.
Se sussistono contemporaneamente le tre fasi all ' equilibrio (solida, liquida, gassosa), sarà:
p,(I',P) = p,(T,P) [4]
cioè le tre fasi possono essere in equilibrio solo ad una determinata pressione c temperatura (punto
triplo).
Da quanto sopra risultano i diagrammi di stato delle varie sostanze (Fig. 1X.2).
F
H,O E CO,
F
L lii L
liquido "-
solido liquido
solido
.-.....--- ,O 5, l
4,58 ;0 gas
gas (vapore)
S
s
0,01 T ("'Cl - 58 T re>
Figura 1X.2. Diagramma di stato dell'acqua e dell 'anidride carbonica (O:: punto triplo).
63
IX. Passaggi di stato
EQUAZIOì\'E DI CLAPEYRON
Dato uno stato di equilibrio tra due fasi. se si applica una variazione di temperatura dI' • per mantenere
l'equilibrio è necessario applicare una variazione di pressione dP, in modo che sia :
[6]
da cui
dP S - S , .
-=
dT v -v , . [7]
La [7] esprime la variazione dclla pressione con la temperatura lungo una curva di equilibrio.
Se MI 4J è la variazione entalpica nel passaggio di stato [ 1] (ca1ore da forni re per far passare, a
temperatura c pressione costanti, 1 mole di A dallo stato (l allo stato p, detto anche calore latente ).), è:
,jH., = T·(S, -S. ) [8]
dP
- = [9]
dT T.,jV..
[!3]
64
IX. Passaggi di stato
DIAGRAMMA DI ANDREWS
Il diagramma di Andre\Vs è un diagramma di stato dove sono rappresentate le isotenne
pressione-volume (Fig. IX.3) .
T 1 Tl T, T. T,
P
P,
D
---- -
~
, ,,
,,
,,
Uquido
,,
~
C, , 'B
,, ""',.
Equilibrio ,
,,,
liquido-vapore
,,
A
Vo V
Figura IX.3. Diagramma di Andrews (TI < T 2 < T, < T .. < T s).
Comprimendo con continuità (a temperatura costante) un vapore inizialmente nello stato A , la curva
pressione-volume segue l'andamento AB. In B il vapore inizia a condensare; da questo punto (e fino a
C) continuando a comprimere, il volume della fase gassosa continua a diminuire, quello della fase
liquida ad aumentare, e la pressione si mantiene eostante perché il sistema è costituito da liquido in
presenza del suo vapore e la temperatura è costante. Nel punto C tutto il vapore è condensato;
continuando a comprimere (da C a D), poiché il liquido è assai poco comprimibile, ad elevati aumenti
della pressione corrispondono piccolissime diminuzioni di volume.
All'aumentare della temperatura il tratto CB diventa man mano più corto. A un certo valore Te di
temperatura, i volumi molari del liquido e del vapore diventano uguali e il tratto che li separava si
trasfonna in un punto che viene detto critico (Pc, Tt , Ve).
A temperature superiori a quella critica il gas non può essere trasformato in liquido qualunque sia la
pressione che su esso si esercita.
65
IX. Passaggi di stato
Le catene di uguaglianze [141 equivalgono a C(F-l) uguaglianze indipendenti che intercorrono tra le
predette F(C-l) + 2 variabili indipendenti.
Pertanto la varianza dci sistema risulta (Regola delle fasi):
v = F(C - 1) + 2 - C(F -1) = C + 2 - F [15]
Nel caso di una sostanza pura, per l' equilibrio liquido-vapore è
V=1+2-2=1
cioè il sistema è monovariante.
Al punto triplo
V=/+2-3==O
e il sistema ha varianza zero (un solo valore della temperatura c della pressione).
Se esistono equilibri chimici, questi introducono vincoli fra i componenti chimici, e il numero dei
componenti indipendenti diminuisce rispetto al numero totale dei componenti chimici stessi.
66
x. Elettrochimica
X. ELETTROCHIMICA
In elettrochimica si hanno reazioni dove gli elettroni compaiono tra i reagenti o prodotti (reazioni
elcttrodiche) c soluzioni acquose di elettroliti a contatto di conduttori a diverso potenziale elettrico.
Assume primaria importanza, come forma di energia scambiata tra ambiente e sistema. il lavoro
elettrico (Wc).
Il lavoro necessario per trasferire una carica e lettrica q da un potenziale t/JJ ad un potenziale 4>] è dato
da:
W. = q(<I>, -<1>,) [1]
L' unità di carica elettrica è il cou lomb (C). Viene comunemente fatto uso del faraday (F), pari a
96485 C <'l;\ 96500 C, che rappresenta la carica elettrica di 1 mole di elettroni.
Il potenziale elettrico viene misurato in volt (V).
Essendo JJ = lC·l V e Jkca/ = 4/84 J. risulta:
lF = 96485 C·mor' = 96485 J·morl·V' = 23,06 /oca/·morl·VI •
Con l' introduzione del lavoro elettrico,I ' Eq. [39] del Cap. VH diventa:
dGT.,' = oW. (trasfonnazione infinitesima reversibile a temperatura e pressione costante) [2J
Le reazioni ele~rodiche avvengono attraverso elettr odi capaci di fornire o assorbire gli elettroni. Gli
elettrodi sono costituiti da materiali in cui tutti, o in parte, gli elettroni di valenza sono delocalizzati su
tutta la struttura cristallina (metalli, grafite). Viene chiamato ca todo l'elettrodo su cui avviene una
reazione d i riduzione, anodo l'elettrodo su cui avviene una reazione di ossidazione. Il sistema costituito
dall'elettrodo e dalle specie chimiche che prendono parte alla reazione elettrodica prende il nome di
semicella .
L'energia libera molare delle specie che prendono parte alle reazioni elettrodiche risulta in base alla
[2],
• Cationi X'"
Il potenziale chimico di X'" in una soluzione a potenziale ~ (u.) si ottiene aggiungendo al
potenziale chimico di xV+ nella soluzione elettricamente neutra (a potenziale zero) il lavoro elettrico
necessario per portare la mole di ione x y~ al potenziale ~:
p. = p' + RTIn[X- ] + vF<Ps [3]
• Anioni.-\"'"
Analogamente al caso precedente è:
11* = 11° + Rlln[X·- ] - vF<Ps [4]
• Elettroni
Se p~ è l'energia libera standard degli elettroni nel metallo elettricamente neutro, nel metallo a
potenziale ~ Sarà:
P;= P: - F<I>M [5]
• Atomi metallici
L'energia libera degli atomi metallici nel metallo a potenziale ~ (11~) è la stessa degli atomi
metallici nel metallo elettricamente neutro (11~) in quanto, essendo gli atomi neutri, è nullo il lavoro
elettrico:
•
11M =11M
• [6]
67
X, Elettrochimica
• b
Caso a: Il metallo rilascia in soluzione un certo numero di ioni MV+. Rimanendo sul metallo v elettroni.
per ogni ione che passa in soluzione il metallo acquista una carica globale negativa, mentre la
soluzione acquista una corrispondente carica positiva.
Si viene così a creare una differenza di potenziale elettrico tra il metallo (negativo) e la
soluzione (positiva), che si contrappone al passaggio di altri ioni metallici positivi dal metallo
aUa soluzione.
Caso b: Gli ioni Mv+ in soluzione tendono a passare sul metallo, inglobandosi nel reticolo cristallino. Il
metallo acquista una carica globale positiva, mentre in soluzione rimangono v cariche
elementari negative (situate sugli anioni del sale metallico) per ogni ione mcta1lico trasferito. Si
viene così a creare una differenza di potenziale elettrico tra il metal lo (positivo) e la
soluzione (negativa), che si contrappone al passaggio di altri ioni metallici positivi dalla
soluzione al mcta11o.
In entrambi i casi si giunge rapidamente ad uno stato di equilibrio che non ha praticamente alterato la
concentrazione originaria degli ioni nella soluzione: le variazioni di concentrazione interessano solo la
regione immediatamente adiacente l' interfaccia metallo-soluzione, dove si forma un doppio strato
elettrico (cariche di segno opposto affacciate) e dove si concentra così la differenza di potenziale (Fig.
X.2). A1I 'cquilibrio, I' e1enrodo metallico assume il potenziale 4Me la soluzione il potenziale <Ps.
elettrodo soluzione
68
X. Elettrochimica
La differenza tra il potenzia1e elettrico del metallo e quello della soluzione viene detta potenziale
d'elettrodo e indicata con E:
[lO]
Ponendo
E(J iii _ LlG:
[II]
vF
la [9] diventa:
[12]
Jt1rappresenta il potenziale standard d' elettrodo, corrispondente allo stato standard dello Ione
metallico ([M~] = I M),
Questi elettrodi sono costituiti da un conduttore (metallo) immerso in una soluzione in cui si trovano
entrambi i membri di una coppia rooox.
Il metallo si dice inerte, in quanto non partecipa aUa reazione, ma il suo ruolo è solo quello di cedere
elettroni alla forma ossidata o di acquistare elettroni dalla forma ridotta (Fig. X.3).
Ox
Red
ve- Red
~
Ox
elettrodo soluzione
69
X. Elettrochimica
Esempio:
C/O; (aq) + 3H,D(I) + 6e- (s) = cr (aq) + 60W (aq) [14J
'---y----l '-----v------'
Ox Red
~AL - f/J • E = _
s
,
PlWl -
, .
PQz - vp,- + RT In fOx}
vF vF [Red]
= _ ,JG: + RT In [Ox]
[I7J
vF vF [Red]
=E' + RT In [Or] [l8J
vF [Red]
con J!l potenziale standard d'elettrodo, corrispondente a tutte le specie chimiche nei loro stati standard.
Nel caso dell 'Esempio [14]:
E = E; + RT In [CiO;]
6F [Cl ][OW l'
70
X. Elettrochimica
Un metallo inerte si trova inunerso in una soluzione in cui gorgoglia un gas (ad es. H" 0 1 ) e contenente
ioni che costituiscono la forma ossidata o ridotta del gas (11 , 011).
E' una reazione di ossido-riduzione in cui in Or e Red è compreso il gas.
Nel caso dell 'idrogeno :
W(aq)+e (s)=J/ 2H ,(g) [1 9J
Ox R,d
Condizione di equilibrio:
da cui
\ /
L 'anioner, oltre ehe .dalla dissociazione del saleMX. può provenire anche da altra specie solubile.
Si stabiliscono i due equilibri :
M'(oq) +e-(s) = M(s) [21]
MX(s) = M- (aq)+X-(aq) [22J
71
r
X. Elettrochimica
La concentrazione dello ione metallico è legata a quella di X- tramite il prodotto di solubilità del sale
(K~):
[23]
q,0 q,0
M ponte sa1ino Il
'l l ·"
] re-
2
-
-
, .
~ '--
\ l, H'(aq)
Fig. X.6. Accoppiamento deUa gencrica semicella con l' elettrodo standard ad
idrogeno per la misura del potenziale standard di riduzione.
Per le varie reazioni elettroniche sono riportati i potenziale standard di riduzione a 25°C.
72
X. Elettrochimica
3. CELLE GALVANICHE
Le celle galvaniche (o p ile) sono dei dispositivi atti a trasformare l'energia chimica in energia elettrica.
Si ottengono dall'accoppiamento di due semi celle, stabilendo una continuità elettrica tra le rispettive
soluzioni (soluzioni allo stesso potenziale) (Fig . X .7).
<tui
Q I
n ,
r~ 2}
,~, I .'
fi .
:-:' I ,....
'., I ~,
; ".
L......C I L...1
I
\ I /
/
semicella 1 semi cella 2
Fig. X. 7. Cella galvanica.
Reazioni elettrodiche:
Semicella l Oxj + vje- = Red j 127]
Semicella 2 Ox] + v2 e- = Red2 [28]
I potenziali dei due elettrodi sono dati da:
tP = t[J + EO+ RT in [Ox,i
MI S I vjF [Red/J [29]
, RT I [Or, J
tP.,n = (/)s +E] + - n-'::=': [30]
. v}F [Red2 J
e la differenza di potenziale tra l' Elettrodo l e l'Elettrodo 2 (Arpl) ) risulta:
[32]
si ha
La [33J, noti E~. dJ e E~.dl' pennette di calcolare LJ.CfJ/2 in base allo stato delle specie chimiche nelle
due semicelle.
La reazione globale di cella si ottiene moltiplicando la [27] per Vb la [28] per VI e sottraendo membro a
membro:
73
X. Elettrochimica
- ln l'rox] JO
+RT
""
o o
V1#R.J, - VI#Cb, o
do. - V#. _ I
'VMJ -= 'V
S -
vF vF {Red~T' [38J
Per cui;
[39J
La [391. nota l'energia libera standard della reazione globale di cella (L1G:
), permette di calcolare
L1<1>J] in base allo stato delle specie chimiche nelle due semicelle.
[40J
La forza elettro motric e standa rd (L1Jt1) corrisponde alle specie elettrodichc
nei loro stati standard:
o
iJE =1E!J;1- E!.ul
~l~ [41]
lvFl
Durante il funzionamento della cella (i due elettrodi sono collegati
con un conduttore sul quale è
inserito un carico elettrico) la corrente elettrica (continua) passa esterna
mente come flusso di elettroni.
internamente come flusso di cationi e anioni
Una cella galvanica cessa di erogare corrente quando si annulla la sua
forza elettromotrice.
74
X, Elettrochimica
Cr, liitc
1'.1M., d i r.: H 4(] + t I;P
\ .)
Accu mulatore al piombo (Fig. X.9). È una pila reversibile (può essere ricancata una volta esaurita).
L' accumulatore è costituito da due griglie in lega piombo-antimonio, immerse in una soluzione acquosa
di acido solforico al 30-40% in peso. Le cavità della griglia che funge da anodo sono riempite di
piombo spugnoso, mentre le cavità della griglia che funge da catodo sono riempite di PbOz in polvere
compressa.
Le reazioni elettrodiche che avvengono durante la scarica sono:
Polo negativo : Pb +SO:- =PbSOf + 2e-
Polo positivo: PbO, +SO:- +4H" +2e- = PbSOI + 2H 2 0
Reazione globale: Pb +PbO, + 2H 2 S01 = 2PbSOl + 2H2 0
La forza elettromotrice cdi circa 2 V.
75
x. Elettrochimica
~,
spugnoso
Cella a combustibile H:v'Ol (Fig. X. l 0). Idrogeno e ossigeno gassosi vengono inviati su elettrodi
porosi immersi in soluzione concentrata di KOB come elettrolita.
Le reazioni elettroniche sono:
Polo negativo: H ] + 20H ' =2B ]0 + 2e-
Polo positivo: 1/20, + H ,O + 2e- =20B ·
Reazione globale : H l +1/20] = H ,O
La forza elettromotrice è di circa l , l V.
76
X, Elcttrochimica
4. CELLE ELETTROLITICHE
Nelle celle elettr olitiche si utilizza energia esterna per far procedere una reazione chimica in senso
opposto a quello spontaneo (elettrolisi) .
L ' elettrolisi può realizzarsi solo se viene applicato agli elettrodi un potenziale superiore al valore della
F.E.M. della cella galvanica ehe si gcnera in seguito ai processi elettrolitici di ossido-riduzione .
Durante il funzionamento della cella, gli elettroni, attraverso un generatore esterno, sono estratti
dall'anodo (polo positivo) e spinti sul catodo (polo negativo).
i t\!
Fe2+
2W
Soluzione
In Figura X.1l.,..d4) secondo la [45] è riportata in funzione del pH della soluzione per diversi valori
della concentrazione dello ione Fc~ .
77
X. Elettrochimica
0,6
J1~ , V
0,5
[Fe2'o] 1 M=
0,4 /
-{Fe2+] = D,l M
0,3
"-
0,2
[Fe
2
'] =0,01 M
non corrosione
0,1
0,0
-0,1
corrosione
-0,2
-0,3
-0,4
-0,5
-O ,6~r-.--r-'--.--r-.--r--r-.--r--r-.--r-.-
o 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
pH
Figura X. 12. Differenza di potenziale tra la zona anodiea e la zona catodica in funzionc del
pH della soluzionc, per diversi valori della concentrazione de110 ione Fe2+.
Fe
Lo ione ferroso, fonnatosi sulla zona anodica secondo la reazione [42], si ossida ulteriormente a ione
ferrico:
Fe " (aq)=Fe~(aq)+e- (s) [48]
Sulla zona catodica l'ossigeno atmosferico si riduce secondo la reazione:
O,(g,O,21atm) + 2H ,o(/) + 4e- (s) =40H'(aq) [49]
78
X. Elettrochimica
Il potenziale standard di riduzione a 25°C delle coppie Fe/Fe 3+ c OJ OH sono rispettivamente - 0,041 V
0 +0,040 V .
Il prodotto di solubilità dell' idrato ferrico è 2,8-10.39 .
La differenza di potenziale tra la zona anodica e la zona catodica risulta in base alle [49] e [50]:
p'
L1 tP :: E O _ EO _ RT In ." [55]
,..,.,," - ' 2F [Fe" j' [ OW l'
Pertanto la corrosione del ferro , in presenza di acqua ed ossigeno atmosferico, avviene anche in
ambiente basico o neutro.
L' equazione globale della corrosione è:
FeM + 3/40 ,(g) + 3/2H,D(I) -7 Fe(OH),(s) [57]
79
XI. Cinetica Chim ica - Catal is i
Ogn i reazione (a parte alcune reazioni istantanee) richiede un certo tempo per completarsi (reazioni
irreversibili) o raggiungere l'equilibrio (reazioni reversibi li).
L'evoluzione, nel tempo (t), della reazione
Iv,A, .... Iv,A, [IJ
viene espressa tramite la velocità di reazione, definita come:
1 d(
V 2- - [2J
V di
con'; grado di avanzamento della reazione e V volume del sistema.
n· nJ
Essendo dnl = -v,dç ,dn i = - v,d';,c/ =....!..., c . = -
1 V J V
a vol ume costante la [2] diventa
1 dc 1 dC j
v =- ~~ '= - ~ [3J
V i dI v j di
La velocità di reazione dipende dalla temperatura attraverso la costante di velocità di reazione (k), e
dalla concentrazione dei reagenti. In generale è: .
v = k· n<" [4J
con a; ordine di reazione nel reagente A; (La; = ordine complessivo di reazione).
La costante di velocità di reazione k dipende dalla temperatura secondo "Equazione di Arrhenius :
~:.
k = k, _e- RT [5]
dove ko e Eo sono due costanti chiamate, rispettivamente, fattore di frequenza ed energia di
attivazione .
Esemp io:
Reazione del IOordine: A -t B
dc,
V Ei---= k· c [6]
di ' <i-!I.
A temperatura costante, per integrazione della [6], con c.w concentrazione inizjale di A, risultai
- I·,
c,.=c,.o ·e [7J
cioè la concentrazione di A diminuisce esponenzial mente con il tempo (v. Fig. XI . I).
t
Fig. Xl.l. Variazione della concentrazione di A nel tempo.
80
XI. Cinctica Chimica • Catalisi
La costante di velocità di reazione awnenta con la temperatura tendendo al valore del fatto re di
frequenza per T _ 00; a parità di T, k diminuisce all'awnentare dell'energia di attivazione E(J (v. Fig.
XI.2).
------------------
valori minori di E(J
Tanperatura (K)
L' energia di attivazione E.. che compare nell 'Equazione di Arrhenius trova interpretazione in basc alla
Teoria del complesso attivato.
Secondo questa teoria, quando le molecole dei reagenti si urtano tra loro con sufficiente energia,
formano un intennedio instabile, chiamato complesso attivato o stato di transizione, dal quale si
originano i prodotti.
Ad esempio, per la reazione:
[8]
si ha:
In Fig. XI .3 viene riportata l'energia potenziale in funzione della coordinata di reazione, che
rappresenta il decorso della reazione. All 'inizio della reazione, i due reagenti possiedono una certa
energia potenziale e una certa energia cinetica, e la somma delle due rimane costante durante la
reazione. A mano a mano che i due reagenti si avvicinano cresce l'energia potenziale (a spese
dell 'energia cinetica) fmo ad un valore massimo corrispondente alla formazione del complesso attivato.
La differenza tra l'energia potenziale del complesso attivato e l'energia potenziale dci reagenti
rappresenta l'energia di attivazione E,.
Pertanto, perché gli urti tra le molecole reagenti siano efficaci, possano cioè dare luogo al complesso
attivato, é necessario che la loro energia cinetica sia uguale o maggiore di EtI. L'awnento deUa velocità
di reazione con la temperatura è dovuto al fatto che un innalzamento di temperatura causa un awnento
del numero di urti efficaci.
81
Xl Cinetica Chimica - Catalisi
2AB
Coordinata di reazione
Per le reazioni reversibili, la velocità complessiva di reazione è data dalla differenza cra la velocità della
reazione diretta e quella inversa:
v-k
- l ·nc·'I -k2 ·nc·'J [lO]
CATALISI
I catalizzatori sono composti che aumentano la velocità di una reazione chimica senza venire
chimicamente consumati nella reazione stessa. La catalisi è detta omogenea se il catalizzatore è nella
stes~ fase deUa miscela di reazione, altrimenti è detta eterogenea.
Poiché il catalizzatore non compare tra i reagenti e i prodotti, il calore di reazione e la costante di
equilibrio della reazione catalizzata sono gli stessi della reazione non catalizzata. Il catalizzatore
promuove solo un nuovo meccanismo di reazione i cui stadi hanno un'energia di attivazione più
bassa di quelli della reazione non catalizzata (Fig. XI.4).
........ /\
Stato <;<l non catalizzato
E. Stato <;<l-....catalizzato
............... .
E / " , ,
e> C{l········'\
<Il
c: 6E \
W
.......................................................
Coordinata di reazione
Fig. XI.4. Andamento dell 'energia potenziale per una reazione catalizzata e non cata1iv.ata.
82
XI. Cinetiça Chimica - Cata1isi
Avendo una minore energia di attivazione. la reazione catalizzata, a parità di temperatura, ha velocità
maggiore della reazione non catalizzata (v. Fig. XI .2).
n convertitore catalitico
l gas di scarico delle autovetture contengono come inquinanti ossido di carbonio (CO). idrocarburi
incombusti (CJJy ) derivanti da una combustione incompleta degli idrocarburi del carburante, ossidi di
l' azoto (NO e NO,) e particolati, cioè particelle solide sospese (nerofumo).
Questi gas, invece di essere immessi nell'aria tal quali, vengono fatti passare attraverso il convertitore
catalitico, installato nelle marmitte di scarico, dove appositi catalizzatori ossidano, tramite l'O,
residuo, il CO a CO;) e gli idrocarburi incombusti a CO;) e H;)O, e riducono, tramite il CO, gli ossidi di
azoto ad azoto elementare N;)(Fig.XI.5):
l
co +-0,
2
=CO,
..~,dr~ico.
'CO,E\i!i;. NO, NO.
Convertitore
cataliÌiço
Fig. XI.5. Convertitore catalitico installato nelle mannitte catalitiche delle autovetture.
,, 83
Pro/. Tortorelli
(Cont.)
F x:z
796 46. APPENDICI !: TAII{LU
C"""
H1COJ (aqJ
-94,05
- 167,22
-94,254
- 148,94
51,06
",8
8,87
,
NH,COONH.(c)
u:idi cub ossilid
HCOO H(I)
-1 54,17
-101 ,5
- 107,1
- 8&,38
31,9
30,82 23,7
j-lCOOH(aq, indiss.' -101,7 -89 39
!,!COO'(aqJ - 10',7 - 83,9 22
CH)COOH\l) - 11 5,8 -93,2 38,2 29,7
CH,COOH(aqJ - 116,1 -94,6 42,7
CHICO<Haq) -116,2 -68,] 20, 7
ICOOHh(aq) - 197,2 - 161,1 10,9
H~O"aq) - 195,6 -166,9 35,7
C:O:' (aq) - 197,2 - 161,1 . 10,9
alco li
C~OH (l J -57,04 - 19,76 30,3 19,5
CHlO H(g) -47,96 - 38,72 57,29
CH,OH(aq) -56,78 - 41,92 31,8
C1HsOH(I) -66,37 - 41,8 38,' 26,6
C1HsOH(g) - 56,19 - 40,29 67,54 15,64
C,HsOH(aq) -68,9 - 43,44 35,5
CCH1OHh(I) - 108,7 -n,25 39,9 3,.
n-CIH)OH (I) - n,66 - 40,94
n-C..H,O H(I) -78,18 - 110,37 "
5<,5
n-CoH,10H(I) -85,35 -38,62 61,9
alde idi
HCHOCg) -23 -27 52,3 8,<6
CH.1CHO(l) - <6 -30,64 38,3
eteri
(CHlh()(gJ
(4H! hO{1)
-"
- 66,82
-26,96
- 29,33
63,7
60,2
IC1HshO(gJ - 60,26 81,6
(Con I.)
.'
,
•
• l
46.3 TABEllE 797
•
Soslann
'H' .C, S- e,
chelo ni
CH,COCH,{I) -51,79 -36,42 69,3
C.H,COCHI(l) - 20,79 0,48 89,1
a mmine
CH,NH,(1) - 11,3 8,5 35,9
CH1NH1{g) -5,49 7,67 . 58;15; .", 12,7
(CH,hN H(l) -1 0,5 16,7 43,56 32,9
(CttJhNH(g) _ 4 ,41 16,35 65,2:4 16,9
(CH)),N(I) - 11 24,1 49,62 32,31
(CH1),NIg) -5,81 23,65 68,'
Co.H1NHzll) 20,79 39,91 76~
idroc<l.rburi
I eH.<gl
C1 Hrl"g)
<4 H.(gl
4 H .(gJ
-17,88
54,83
12;49
-10,24
-12,13
SO,,
16,28
-7,86
44,49
<8,'
52,45
54,85
8,44
'2.511
CH)CCH(g) 44,31 46,32 59,3
C~CHCH,(gJ <,88 15 63,8
C~,(gl - 24.81 -5,62 6<,5
C. H,o!gl - 30,14 - 4,09 74,1
Csfl'l(l) -41,39 - 2,29 62,4
4~.(I) 11,71 29,7b 41,3
C; H.(g) 19,82 30,85 6<,8
·\, c..t!,CH,(1)
C.HjCH,(gl
l,1l9
11,95
27,6
29,23
51,48
76,40
C ... H,(c) 36,09 53,54 80,3
aloge node rivati
CHJCI(g) - 19,32 -13,72 56,0< 9,74
.j
, CH1C~{!1 - 29,03 -16,09 42,S 23,9
I"
CH1Cb{gJ - 22,10 -15,75 6<,56 12,18
" CHCMl) - 31,5 - 17,1 <8,5
'I CHClCC~(1)
CHClCCL(g}
CH)COCl(l)
-10,1
-1,86
-bS,M
2,'
4,31
- 49,73 .
54,'
77,'
I "
C1HsBr{gl
nitrili
-15;42; - 6,34 68~
i CHjCN(l1
CH)CN(gl
"Ca(cl
ca(gl
COlI. (aq)
12,8
20,'
O
42,6
-129,74
23,7
25
O
34,5
-132,3
35,76
58,67
','
37
- 12,7
21,86
12,48
6,05
4,97
(ConI.)
I,
· .
c,
~cl -53,6 - 42,7 34,9
HgQ,(aq l -51,7 -41,4
HgfCN},,(aq)
H~OI~- ~)
66,5
125,8
74,6
147.6
"
J9S
73
HgS!c. rosso) -13,9 - 12.1 19.1 11,57
H gS(c, n efO) -12.8 -11, 4 21,1
Hg,Co,tCI -132,3 - 11,9 4J
(Cont.)
46.3 TABHU 801
, N,H.(aq)
HN ,(I)
8,20
63,1
30,6
78,2
33
33,6
I
HNJ{g) 70,3 78,4 57,1
I HN,{aq) 62,16 7&,9 34,9
(Cont.)
i
I
j
,,
>
.lì
•
802 46. APPENO ICI E TABELLE
Sostanu d HP dC ' S- e,
NO<gJ 21,57 2<l,69 SO," 7,13
N,O,(g) 20,01 33,32 74,61 15,68
NO,(g) 7,93 12,26 57,35 8,89
N1O. (I} -4,&6 23,29 SO,O 34,1
N,O.(g) 2,19 23,38 72,7 18,47
N,OjlC!
N,OstgJ
-10,3
2,'
",
27,5
42,6
85
HNO,taq) -28.5 -12,1 32,4
NO;(aq) -25,0 -7,7 29,4
H NO,(I) -41,61 - 19,31 37,19 26,3
NO,-(aq) -49,56 -26,61 35,0
NOCI(g) 12,36 15,79 62,52 10,7
(Cont.)
80. 46. APPENDICI E TABHLE
Sostanza
HSOi(aq)
' H'
- 149,67
;G'
-1 26,1S
SO
33,4
C,
\, ASlCO,
u rbonali
11,09
PbF,
SrF, '"
8,61
Ag,SO,
solfati
4,77
BaCO:. 8,29 idross idi e ossidi BaSO. 10.(16
I q.CQ, 8,32 AI(OH ), 31,59 u SO, 4,62
CdC~ 11,3 Cd(OHh 13,70 Hg,SO, 6,17
COCO, 12,1 Co(O Hb 15,60 PbSO. ',80
CuCo.
FeC~
"O
10,46
Co(OH),
OiOHh
44.4
30,3
SrSO. 6,49
17,89
PbO,
Sn{OHh
Sn(OHl,
65,5
25,70
57,0
FeS,
Fe,S,
HgS
30,2
88,0
51,8
HgCI::. 14,60 Zn(OH}j 1&,32 MoS 9,'
PbCh 4,79 NiS 12- 29
iodati PbS 27,9
Ag iO" 7,51 S~Sl 92,6
Ba(lOJh 8,82 SoS 26,9
Hg(10,),
Pb{IO.Jl
",
",58
SnS,
ZoS
'0
22,8
- ,
•• ,.d
HF
"
1
..
3,053
••
Fe)'
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" 1
..
O,nl
I l Fl
l F,
Fe(X
F
Fc"
1
3
2,866
2,20
O,
H1AsC?
H,O,
tiAsO ,
2
2
0,695
0,56
\ s,0l- 2sol ' 2 2,01 MoO. Mnb!l 1 0,556
co" Co" 1 1,83 l, .3 1' 2
I H, O ,
Ao'
21-1,0
Ao.
2
1
1,nG
1,692
l I,
Co' Co
r 1
0,536
0,5355
0,521
MnO. MnO, 3 1,679 H,SO, 5 4 0,449
, HCI(h lietO 2 1,&45 j(CNh CN' 1 0,373
HC10 10, 1 1,611 Cu' o Co 2 0,337
Ce" C~' 1,61 iHg,CI, Hg 1 0,2681
H,IO. lO, 2 1,601 HAsO, A, 3 0,248
HBrO l 6r,(I) 1 1,5% Agel Ag 1 0,=
HB'" Br,(aq) 1 1,574 50:- H,SO, 2 O,l n
Mn]' Mn" 1 1,541 Cu" Co' 1 0,153
MnO; Mn" 5 1,507 Sn" Sn" 2 0,151
\I ,. Au " Ao 3 ', 498 5 H,S(aql 2 0,1 42
HCIO O- 2 1 ,482 CuCI Co 0, 116
BrOi ·' iBr, 5 1,482 CO(NH,x' Co(NH~' 1 0,106
I CIO)
PbO,
leI,
Ph'o
5
2
1,47
1,455
Ag Br
CuBr
Ag
Co
1 0,0713
0,0325
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B,'
1
6
1,439
1,423
H'
Fe' ,
l H,
F.
1
3
0,0000
- 0,037
I
Au l
CIO;
• Ao'
lei, ,
2 1;401
1,39
Pb"
5n"
Pb
5"
2
2
- 0,1262
- 0,1375
lCMgl CI' 1 1,35ll A,I Ag - 0,1522
HCrO. Cr" 3 1,35 Col Co 1 -0,165
HNO! !N,O 2 1,2'J7 co, HCOOH 2 -0,199
TI" TI'. 2 1,252 v" v" -0,255
lCr,Of Cr' 3 1,232 Ni" N' 2 - 0, 257
lO, H,O 2 1,229 H, PO. H,PO, 2 - 0,276
MnO, M n" 2 1,224 Co" C. 2 -0,28
CIOj HOo, 2 1,214 :TI' TI 1 - 0,336
IO,
CIO;
li,
elo; ,
5 1,195
1,189
f>bSO.
Cd"
Pb
Cd
2
2
- 0,359
- 0,4030
!Br,(aqr B,· 1,087 2 Co, {comlh 2 -0,434
j N, O . HNO, 1 1,065 fe" F. 2 - 0,447
~N,O. NO 2 1,035 · H]PO, P 3 - 0,454
H IO I 2 0,987· H]POi H, PO, 2 - 0,499
HNO, NO 1 0,983 H, PO, P 1 - O.soa
NO· . , HNO , 2 0,934 A, "'H, 3 -0,608
Hg" ~ Hg,t' 1 0.920 Cr' C, 3 - 0,744
Hg" Hg 2 0,851 Zn" Z" 2 - 0,7618
Ag' Ag 0,7.996 CC' C, 2 - 0,913
l HId' Hg 0,7973 Mn" Mo 2 -1,185
(Corrt.)
1
812
46. APP ENDI CI E TA8HLE
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3 - 1,662 Sr' . S, 2 - 2,89
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NJNH ,OH. OH' -0,n61 CofCo(OH )" OH' - o,n - 1.06.4 l,idio
N o/NO; , OH' +o,m l - I,l4I
Co/Co" - o,m +0,06 1,,11,0,. Oli' + 0,09' -
,
I
NJN H:,H' +0,2146 .. 0,61' Co(OH)JC p(OH) •• OH +0,17 - 0,10
_ 1.407
NJNO ;~ OIl' -+0,.1S6
+ 1,2"'51" - 0,347 Co" fCa'* + I.SOI -, in. ,bio
Yb/Yb{Ol I)., OH" - 2,13 -
NJRNO" H'
N JN ,O, . H' + I,JS6 - 0,460 di..,rosio Yb/Yb" - 2.U7 +o.n.
N,JHNO.; H' + 1,<ljH ' - 0.172 Oy/ DriOH) .. OH' _ 1.11 -
I N ,/NO,H' + 1,671 - 0,91 0 o"Dr' - l ,l ' l -t 0,1S4 iurio
+ 1,166 - 2,11 -0,9'
,
N J N,O. H' - 0.462
.- Y/Y(OH)" OW
Y/Y" - 2,372 +0.11
ba,io
O~BI"
O.... 8a(OH)•• OH'
be,kelio
-2,~
- 2,1 1
- 0,39'
- 0.91 ro_
Er/Ef(OH)., OH -
-Er/E,"
- 2,75
- 2.296
-
+0.166 lanll nlo
WLa(OH )•• O H- - 2.90 - o.n
berillio
IklBeO. OH' - 2,61l - l,112
(S.e . - 6.SSl6)
'Eu" /Eu" - 0,<129 - li,io
u!l-i' - l , ~S _C,,3-4
f~.ro
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Be/Be"
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-I,M7 ';'O,~6'
F./F~(OIl) .,OH'
Fc(OH)JF c(OH)., OH
- 0,177
_ C, 56
- 1,06
- 0.% LufLu(OH )"OU " - 2,71
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-
... O.I U
-0,"'6 - 1.214 Fe/Fc" - 0,4«12 .;.0.C52 L,,/ L,,"
Bi/Bi,O., 011'
(S.C. - 6,n . ) Fc(Oli)-IF eO:-, OH- +0,11 - 1,62
munuio
-
..
Di/BìO'. H' + 0. 310 Fe'· /F.., + 0 .771 +1, 111 - 2,690 - O.904S
Mc/Ma(OH )•• OH'
"'
. BIH.BO;, OH - - 1,19
- 0,1698
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5p:- +2H+ +2e- = 2H50; 2,123 s<y'-tl0H'+Be- = 2H.5+4Ha o- 0,304
H10, + 2H'+2e- = 2H.O 1,n6 H9zCl. t2e- = 2Hg+2CI- 0,280
PbO. + so:- + 4 H' + 2 e- = PbSO, + 2 HP 1,691 IO;+3H.o +6 e- = 1-+60H- O,,",
HCIO.+3H'+4e- = a - +2H t O 1,56 HAsO. +3 H'+3e- = As+2t\0 0,248
MnO;+8H'+5e' = Mn'~+4~O 1,507 AgCI + e- = Ag t Ct- 0,222
AIr'+3e- = Au 1.498 = Cu*
CUl' + e- 0,153
Bra,+6W+5e- = Br,+3H,O 1,482 Sn" +2e- = S~' 0,151
HCIO+H'+2 r = ct-+H.O 1.482 2NO;+3H,O+4e- = N,Dt60H- 0,15
PbO,+4H' +2e- = ptj"+2H,D 1.455 IOj+2Hp+4e- = !Q-+ 4 OH- 0,15
CIO.+6H- .. Sr = Ct'+3H,D 1,451 St2H' +2 e* = H.S 0,142
CIO; .S H- - 8r = ct+4H,p 1,389 2H*+2e- == H. 0,000
a" . ;;: r = 20- 1,358 f'b2' +2e- = Pb -0,126
OO: ... H- - c = HaO. 1,277 ero:- + 4 H.O + 3 s- = Cr(OH). + 5OH- -0,13
O, + ~O .. 2e- = 0 .+20H- 1,24 S~'+2s- = Sn -0,138
Cr.O:-+14H' t6e- = 2Cr""+7H,D 1.232 01 +2~O+2e'" = ~02+20H- -0,146
0.+4H'+4 e- = 21-\0 1.229 AgI+e- =Agtt" -0,15
MnO,+4H' + 2e- = Mrr-+2~O 1,224 CO.+2 H'+2e- _ HCOOH -0,199
CID;+3H'+2 e- = HC/O. + H,D 1,21 4 N~'+2e- = Ni -0,257
21O;+12H'+10e- = 1,+6Hp 1,195 Co2'+ 2e- = Co -0,28
CIO;+2H'+2e- = CIO; + HP 1,189 11'+9- = TI -<.".
P,"+2e- = Pt 1,18 Cd1>+2e- = Cd -<.400
iDi..,6H'T6e- = t-+3H.0 1.085 Fe1'+2e- =Fe -0,447
&,+2e- = 2Br 1,066 SO;+3H,o+6e- = S-+60H- -<,46
NO.+4H*+3e- = NO +2H.O 0,957 AsO:- +2Hp+2e- = As0t - t 4 OH- -0,71
CIO. + e- = CIO; 0.954 ~+3e- = Cr -0.744
Hgz;+2e- = Hg 0,851 ZN'+2e- = lo -0,762
CIQ-+H,O+2 e- = ct-+ 2 OH- 0,841 2~O+2e- = Hl +2OH- -<,828
Ag' +e- = Ag 0.600 SO!" + H,o +2 S- = sa;+20H- -0,93
Fel- + e- = Fe" 0,771 [Zn(OH).r- + 2 9- = Zn + 4 OH- - 1,199_
CIO; + 2 Ha0+4e' = ct-+ 4 OH- 0,76 Cr(OH)) + J 9- == Cr + 3 OH- - 1,48 -
O,+2H' +2e- ==- ~O. 0.695 AP-tJe- = AI - 1,662
CIO;" + H.O + 2 e- = CIO- + 2 OH- 0,66 {A1(OH).t + 3 fJ" = AI + 4 OH- -2,328
CIO;+3H.O+6e- = CI- + 6 OH' 0,62 Mg"+2e- = Mg - 2,372
BrO;t3HzO+6e- = Br+6QH- 0,61 Na' ... e- = Na -2.71
MnO;+_2 HP + 2 e- = MoD,. 4 OH- 0.60 Cal , + 2e- = Ca -2.868
MnO;+ 2 H,O.3 e- = MnO, +4 OH- 0,595 Srl'+2e- = Sr - 2,89
MnO; + e- = MnO; 0,558 Bal<+2e- = Ba -2,912
1.+2e-=21- 0,536 K'+s- = K -2,931
Ctr+e" = Cu 0,521 Rb' +s- = Ab -2.98
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