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Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Prodotto
finito Produzione
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
1. assonometria
Disegno di
massima a mano 2. proiezioni
3. sezione
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
I sistemi CAD meccanici ( ad es. CATIA, Solid Edge, Solid Work, Autodesk Inventor, Pro-E,
…) uniti ad altri software di verifica strutturale (calcolo agli elementi finiti = FEM),
cinematica e automatizzazione delle lavorazioni meccaniche (sistemi CAM = Computer
Aided Manufacturing), formano i sistemi di Computer Aided Engineering ovvero i sistemi
di Ingegnerizzazione assistita dal calcolatore.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Creazione di foro
alesato
Alla teoria della struttura dati si associano le tecniche di computer grafica per la visualizzazione
del solido ed il rendering.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Il Disegno Tecnico
Lo scopo del disegno tecnico consiste nel rappresentare il componente meccanico
secondo principi geometrici e regole imposte dalla normativa in modo tale che
sia univocamente ed universalmente comprensibili le sue forme, dimensioni e le
caratteristiche di fabbricazione.
La rappresentazione geometrica realizzata nelle cosiddette tavole di disegno è una
rappresentazione bidimensionale in grado di far ricostruire, mentalmente, al
tecnico l’aspetto tridimensionale del componente o dell’assieme. Questa
ricostruzione può avvenire grazie all’uso delle proiezioni ortogonali e delle viste
in sezione.
La normativa prescrive le modalità di realizzazione del disegno tecnico così da
unificare e rendere universale il modo di interpretazione del disegno
bidimensionale. Esistono due enti unificatori principali: l’ UNI (Ente Nazionale
Italiano di Unificazione) e l’ISO (International Standard Organization). L’ente ISO
detta le normative a livello internazionale e l’UNI le ratifica e recepisce a livello
nazionale. Per ogni settore industriale esistono dei comitati che si occupano di
discutere ed aggiornare gli standard del settore.
– La norma UNI EN ISO 5457: 1999 definisce i formati dei fogli, la UNI 938
(norma solo nazionale) spiega come ripiegarli
– La norma UNI EN ISO 128-20:2002 detta le convenzioni di base sulle linee
di tracciatura del disegno
– La norma UNI EN ISO 5456: 2001 codifica i metodi di proiezione da adottare
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
A1 quindi
A4
A3 b=1.41 a
b
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
1 2 3
A
B
Un sistema di coordinate
alfanumeriche ai bordi
C
permette di localizzare aree
diverse del disegno
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
continua grossa
tratteggiata grossa
continua fine
mista fine
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Le Assonometrie
Le viste assonometriche hanno lo scopo di dare un’idea tridimensionale
della forma di un componente.
Nel disegno meccanico si utilizzano in prevalenza l’assonometria isometrica
e quella cavaliera. Nei rispettivi casi I piani di riferimento dello spazio (xy, yz
e zx) sono reciprocamente disposti come in figura:
z z
120° 120°
135° y
x
x y
Assonometria
Assonometria
cavaliera
isometrica
L’uso di queste viste è legato in genere alla creazione delle viste di assieme
e delle viste esplose in cui si vuole trasmettere la tridimensionalità
dell’insieme.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
A A’
B B’
C C’
z
x
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
z
x
RUOTO IL PIANO XY
1. il metodo europeo
In q
u
l’ogg esto ca
e
2. il metodo americano rifle tto app so
s a
foss so, com re
e sp e
ecch se
iato
!
Si differenziano in base alla posizione dell’oggetto
rispetto al piano di proiezione ed all’osservatore
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
N
M Piani di Proiezione
piano verticale
Q secondo il metodo ...
ale
t er
la
ano
pi P O
piano orizzontale R
Vista da sinistra
Vista da destra
Vista dal basso P O R
Vista posteriore
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
M N
Proiezione Ortogonale
Q
M N Q
P O
R P O R
M N
Proiezione Ortogonale
Q
P O
R M N Q
P O R
N.B.
In questo caso, poiché l’oggetto
è assialsimmetrico bastano due
viste per definirlo interamente
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Esempio di svolgimento
• si parte dalla conoscenza del corpo tridimensionale
• si sceglie e si realizza la vista centrale
sup. inclinata
Operazione di ribaltamento
piano inclinato
piano di proiezione
piano ribaltato
proiezione ribaltata
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
indicazione del
ribaltamento
Vista Ausiliaria
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
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superfici dietro il
piano di taglio
Il materiale che interseca il piano di taglio
viene evidenziato attraverso un tratteggio in
linea fine, generalmente inclinato a 45°, noto
anche come campitura della sezione.
superficie sul piano di taglio
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Viste in sezione
Nella rappresentazione la traccia del
piano di taglio deve essere
mostrata in modo chiaro, così da
comprendere dove posizionare
la sezione in esame.
I piani di taglio si indicano in
proiezione ortogonale sottoforma
di tracce, attraverso un tratto
misto fine e grosso. Con il tratto
grosso si marcano di più gli
estremi. A questi estremi si
fanno corrispondere due frecce,
ad indicare la direzione di
proiezione, e una lettera
maiuscola identificativa della
sezione in esame.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Viste in sezione
Le linee di tratteggio nelle aree sezionate vanno disegnate equidistanti, inclinate
a 45°con tratto fine. Se è presente uno spigolo anch ’esso a 45°l’inclinazione
si può cambiare con un angolo incluso tra i 30°e i 60°.
La distanza tra le linee di tratteggio è in funzione della dimensione dell’oggetto
(più l’oggetto è piccolo più le linee sono vicine). Oggetti di grandi dimensioni
possono avere il tratteggio solo in prossimità dei bordi. Oggetti di piccolo
spessore (max 2 mm) si anneriscono interamente.
N.B. Aree diverse dello stesso componente devono avere le linee inclinate nello
stesso verso e con la stessa distanza.
N.B. Componenti contigui rappresentati in sezione devono avere tratteggi ad
inclinazioni diverse o diverso intervallo di tratti.
Errore!
Corretta!
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Tipi di sezione
Semi-Sezioni
Sezioni a strappo
1. Asse (rappresentato
in proiezione)
2. Montante o staffa
3. Rullo tenditore
4. Base
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Dal punto di vista grafico le quote si riportano avvalendosi di linee di riferimento (in tratto continuo fine)
che localizzano gli spigoli a cui si riferisce la quota. Tra le due linee di riferimento si traccia una
linea di misura (a tratto continuo fine con due frecce terminali) su cui si riporta la quota nominale.
Non quotare i
bordi nascosti
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
2
R
4
14 20
cerchiato in rosso:
moto di avanzamento
dell’utensile cerchiato in blu:
quota di
fabbricazione
corrispondente alla
fase di lavoro
riportata a destra
Sequenza di lavorazione
•Quali quote
mancano nella
rappresentazione?
•E’ possibile quotare
questo pezzo senza
badare alla
fabbricazione? Se sì,
come?
utensile
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
La quotatura dello smusso è sempre una quotatura di fabbricazione, si fa quindi nel modo
riportato di seguito perché lo smusso si realizza sempre a partire dalla lunghezza più esterna
con un moto di avanzamento dell’utensile longitudinale ad entrare nel pezzo.
40 40
2 x 45° 2 x 45° 2 X 30 °
2 X 30 °
Errato!
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Simbolo di conicità
da disporre nel
verso
dell’inclinazione
2
R
Esempio di quotatura di raggi.
Richiedono il prefisso R
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
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Spallamenti o battute
albero a camme
- albero ad
Estremità d’albero asse rettilineo -
Perno di
manovella La forma della manovella è dettata da esigenze di
Perno di banco bilanciamento delle masse dell’albero (masse eccentriche
Manovella rispetto all’asse di rotazione creano sovraccarichi), la forma
della camma è funzione della legge di moto da imprimere
all’elemento che deve traslare.
L’albero ad asse rettilineo presenta diverse variazioni di
sezione per consentire l’alloggiamento nei supporti
(frapponendo opportuni cuscinetti per ridurre gli attriti ed
- albero a gomito - aumentare così il rendimento) ed il montaggio di altri elementi.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Nel caso degli alberi ad asse rettilineo la sezione minima, sia essa piena o cava, è definita in base alla
potenza trasmessa, gli altri diametri sono legati ad esigenze costruttive per il montaggio di:
• organi di trasmissione (ruote, pulegge, giunti, …);
• cuscinetti per ridurre gli attriti in corrispondenza dei supporti.
Un generico organo di trasmissione montato su un albero, sia esso una ruota dentata o una puleggia o altro,
si chiama mozzo. Il montaggio di un mozzo sull’albero (detto anche calettamento) può avvenire per:
• collegamento con chiavetta o linguetta;
• forzamento;
• profilo scanalato.
In tutti i casi, per evitare perdite di potenza, non ci deve essere moto relativo quindi dopo il montaggio è
come se il mozzo diventasse un tutt’uno con l’albero.
I supporti hanno il compito di scaricare le forze a terra, ancorando nello spazio la posizione dell’asse
dell’albero.
Le discontinuità di diametro presenti sugli alberi sono chiamati spallamenti (o battute). Essi richiedono una
raccordatura per migliorare la resistenza del pezzo e garantire l’eventuale montaggio di cuscinetti e
mozzi.
supporto supporto
distanziale
NO! NO!
Nella messa in tavola gli alberi non si sezionano mai (anche se sono cavi), si
realizzano sezioni a strappo solo per evidenziare cave o lavorazioni speciali.
i s ta
d i v one
i on e ie z i
z o
i re la pr tale
D r
e ron
p f
vista longitudinale vista frontale
biella
albero a gomito
cava per linguetta
esempio di supporto
Disegno di Macchine
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Docente: ing. Francesca Campana
Giunti cardanici
I giunti cardanici sono un tipo di giunti mobili usati in genere per alberi ad assi concorrenti
(con angolo α). Sia l’albero motore che il condotto sono dotati di una flangia che termina con
una forcella. Nella forcella si monta una crociera composta da due perni disposti a 90°.
La crociera ha un moto
relativo rispetto alle forcelle,
per questo l’interfaccia
perno/fori della forcella deve
essere ad attrito ridotto per
evitare dissipazioni .
Tale movimento produce in
uscita sul condotto una
velocità di rotazione variabile
(moto non uniforme). Per
rendere il rapporto di
trasmissione costante si usa
il doppio giunto cardanico
(che è quindi un giunto
omocinetico).
Nel caso b di figura gli alberi
motore e condotto sono
disassati (= paralleli ma non
coassiali).
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Innesti
I giunti uniscono solidalmente i due alberi, quando il collegamento va instaurato in modo
intermittente si usano gli innesti. Nei giunti meccanici un elemento scorrevole (il manicotto)
viene azionato da leve o pattini per fa sì che si sospenda o si instauri il collegamento tra le due
flange. Il collegamento può avvenire secondo innesto di denti o per frizione.
Nel primo caso l’innesto avviene con motrice ferma (altrimenti i sovraccarichi potrebbero
danneggiare l’innesto), nel secondo può avvenire anche con velocità diversa da zero. L’azione
dell’attrito tra i dischi di frizione crea un graduale accoppiarsi man mano che il pacchetto si
serra, alla chiusura completa si trasmette la massima potenza possibile (τ=1). Molle di richiamo
fanno sì che nel disinnesto il contatto tra i dischi si perda istantaneamente.
Gli innesti a frizione si distinguono in monodisco (usate negli autoveicoli) o a dischi multipli.
Altri tipi di innesti sfruttano principi (ad esempio azione centrifuga) in grado di rendere
automatico l’innesto, senza richiedere l’azione di un operatore.
Nelle pagine seguenti si illustrano due esempi costruttivi di innesti: uno a denti frontali ed uno a
frizione a dischi multipli.
Riconoscere le parti che li compongono spiegando il loro funzionamento.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Schemi di
azionamento
Come si montano le flange sui due alberi? Provare a disegnare il manicotto ed il semi-innesto condotto
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Qual è il compito
del manicotto 10?
Come è fatto?
Prova a
disegnarlo.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
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Docente: ing. Francesca Campana
R
F
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Linguette
Alberi Scanalati
La rappresentazione
dei profili scanalati nel
disegno avviene in
maniera simbolica (Uni
EN ISO 6413).
Il fondo delle
scanalature si
rappresenta con linea
fine. Se il profilo è ad
evolvente si indica il
diametro primitivo in
tratto misto fine.
Le rappresentazioni in
sezione si riferiscono
sempre a piani
passanti per le cave (e
non per le sporgenze)
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Alberi Scanalati
Il tipo di accoppiamento (ovvero la sua designazione) può anche essere indicato
con dicitura semplificata in cui, attraverso linea di richiamo, si riporta
simbolicamente il tipo di profilo ( fianchi rettilinei, fianchi ad evolvente ), il
numero di cave, l’altezza del fianco e la larghezza della cava (se il centraggio è
tra I fianchi). In questo caso si riportano anche le tolleranze di lavorazione per
garantire il montaggio (in genere scostamenti H – f con classi di tolleranza da 5
a 7). Se il centraggio è sui diametri si riporta il diametro con relativa tolleranza.
Nel caso di profili ad evolvente si riporta il modulo m del profilo.
che tipo di
tratto di scarico per la scanalatura è?
lavorazione
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Spine e Perni
I perni sono elementi cilindrici usati come:
1. fulcri di parti rotanti
2. elementi di arresto
3. elementi di centraggio
La sollecitazione che li
contraddistingue è il taglio
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Ruote Dentate
Quando l’interasse tra due alberi non consente l’uso di trasmissioni per flessibile (perché
troppo piccolo) si può trasmettere potenza, variando velocità, attraverso l’uso di due
ruote di frizione. Vincolando il contatto attraverso una forza ortogonale alle ruote, si può
sviluppare un attrito in grado di far trascinare la ruota condotta. Questa soluzione,
tuttavia non garantisce continuità perché al crescere della velocità possono esserci degli
slittamenti tra le ruote. E’ quindi opportuno pensare una soluzione alternativa che sia in
grado di trascinare la ruota condotta, al girare della motrice. Nascono così gli ingranaggi
(o ruote dentate).
Sagomando opportunamente la ruota motrice e la ruota condotta, si creano delle zone di
contatto in cui si minimizza l’attrito tra le due ruote, Il fianco di ogni dente ha un profilo
sagomato secondo un evolvente di
cerchio (vedere sul libro come si realizza!).
La ruota condotta si ingrana su quella
motrice e nella rotazione quando una
coppia di denti sta per distaccarsi
un’altra si ingrana. La diversità nel
numero di denti tra una ruota e la sua
condotta definisce il rapporto di
trasmissione.
Le ruote possono essere classificate sulla base dell’andamento dei fianchi del dente (ruote
cilindriche dritte, cilindriche elicoidali, coniche) oppure su come si posizionano gli assi delle
due ruote (paralleli, concorrenti, sghembi)
Elicoidali
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
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Supporti e Cuscinetti
I supporti sorreggono gli elementi rotanti e vincolano la posizione degli assi di
rotazione, scaricando a terra le forze che si esplicano sugli alberi/assi.
I cuscinetti sono elementi interposti tra albero e supporto con lo scopo di ridurre le
perdite di potenza legate all’attrito sviluppato dall’elemento rotante rispetto al
supporto che è fermo. Distinguiamo due tipi fondamentali di cuscinetti in base al
tipo di attrito che sfruttano nel loro funzionamento: cuscinetti radenti e cuscinetti
volventi (o a rotolamento).
A sinistra si riporta un esempio di supporto
supporto rinforzo con cuscinetto radente. Quest’ultimo può
strato a basso attrito essere realizzato in un pezzo unico
(boccola) o in due semi-gusci cilindrici
chiamati bronzine. Il materiale con cui si
realizzano questi componenti è
caratterizzato da un minore attrito rispetto
al contatto acciaio/acciaio, raggiungendo
così lo scopo prefissato dal cuscinetto. Se
il materiale non è in grado di sopportare i
carichi esercitati sul cuscinetto si possono
attrito radente >> cuscinetti striscianti frapporre tra boccola e supporto strati di
materiale più resistente.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
In entrambi i casi occorre prevedere un’opportuna gabbia con guarnizioni di tenuta per evitare
la fuori uscita del lubrificante, nel caso dei cuscinetti idrostatici servirà anche un circuito
per mettere il liquido in pressione.
In funzione del carico agente sull’albero distinguiamo cuscinetti idrodinamici assiali o radiali.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
I cuscinetti a rotolamento sono composti da un anello interno, uno esterno con all’interno una serie di elementi
volventi (sfere o rulli) equidistanziati da una gabbia. Gli elementi volventi possono scorrere lungo le piste
predisposte tra i due anelli. L’anello interno si monta sull’albero e quello esterno nel supporto. Le dimensioni
caratteristiche (selezionate attraverso tabelle in base al carico ed al numero di cicli (ore) di funzionamento)
sono il diametro esterno (D), il diametro interno (d), la lunghezza assiale (B) e i raggi di raccordo (importanti
per il montaggio degli anelli in corrispondenza degli spallamenti).
cuscinetti radiali
cuscinetti obliqui
“O” “X”
cuscinetti assiali
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Il montaggio dei cuscinetti è un aspetto importante ai fini del progetto di un albero di trasmissione. Generalmente un albero è
guidato da due supporti, tre possono creare sovraccarichi in uno dei punti di supporto soprattutto se con l’uso di cuscinetti
orientabili non si compensano disassamenti o errori di montaggio.
Per i cuscinetti radiali uno va bloccato assialmente mentre l’altro deve essere assialmente libero. Questo comporta che un
cuscinetto abbia tutti e due gli anelli bloccati da spallamenti o ghiere mentre l’altro ha l’anello esterno libero. Se non si ha carico
assiale o se è di piccola entità e solo in una direzione gli anelli interni dei cuscinetti a sfere possono essere liberi. Se il primo
cuscinetto è a sfere ed il secondo è a rulli cilindrici si possono bloccare tutti gli anelli perché la dilatazione è consentita al rullo.
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Il collegamento avviene
avvitando il profilo della vite
in una sede dotata di filetti
analoghi (dado o
madrevite). Durante
l’operazione di serraggio i
filetti impegnati nella
madrevite mettono in
trazione il gambo della vite
comprimendo le parti da
congiungere che si
frappongono tra la
madrevite e la testa della
vite dado
testa
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Viti e Bulloni
La rappresentazione convenzionale dei collegamenti filettati nei disegni tecnici
segue la norma UNI EN ISO 6410
la filettatura NON si disegna nel suo aspetto reale ma, nel caso della vite richiede una
linea continua a tratto fine in corrispondenza del D di nocciolo. Nel caso della
madrevite il tratto fine continuo rappresenta il D nominale della filettatura.
Le viti in sezione non si tratteggiano!
Viti e Bulloni
filettature esterne ed interne
bullone
Nella vista dall’alto la
filettatura si indica con ¾ di
un arco in linea continua
fine, in corrispondenza del
D di nocciolo (gambi
filettati) o del D nominali
(dadi e madreviti).
l lo ne
bu
o >>
+ dad
vite
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
2. aumentare la superficie di
appoggio
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Rosette e Dispositivi Antisvitamento
Controdado
vite
c.dado
dado
Piastrina
Rosetta di
sicurezza
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Introduzione
Gli assiemi per svolgere le loro funzioni correttamente possono richiedere
condizioni di montaggio con gioco o con interferenza. Nel primo caso tra le due
parti esiste un collegamento mobile, nel secondo si ha un collegamento stabile.
Alberi e mozzi montati per forzamento richiedono un montaggio con interferenza
altrimenti non si eserciterebbero le forze di calettamento, un pistone che scorre
nel cilindro deve avere un gioco, altrimenti non potrebbe scorrere con efficienza.
In aggiunta a queste considerazioni va sottolineato che la fabbricazione di un
componente introduce necessariamente delle imprecisioni, per cui le dimensioni e
la forma di un oggetto non sono mai rigorosamente identiche ai valori nominali
(una lunghezza può avere degli scostamenti dimensionali, un piano orizzontale
può essere leggermente inclinato, …). Distinguiamo quindi imprecisioni
dimensionali, geometriche e micro-geometriche (ovvero rugosità delle superfici).
Le tolleranze prescrivono la variabilità ammissibile per le naturali imprecisioni di
fabbricazione affinché gli assiemi funzionino correttamente, garantendo le
opportune condizioni di gioco o interferenza. La scelta del tipo di accoppiamento e
la precisione di fabbricazione dei pezzi definisce il valore di tolleranza
prescrivibile.
A seguire si illustra la logica codificata dalla normativa (UNI ISO 286/1) per
definire e scegliere le giuste tolleranze in funzione degli accoppiamenti da
realizzare.
Definizioni di Appunti
basedelle lezioni di Disegno di Macchine
Per convenzione da qui in poi chiamiamo alberi le quote riferite ai pieni (ovvero gli elementi interni)
e fori quelle relative agli scavi (o elementi esterni), anche se nella realtà non sono corpi cilindrici.
Riferiamo inoltre ai fori le grandezze indicate con il carattere maiuscolo, agli alberi quelle
minuscole.
Nel caso delle tolleranze dimensionali la realtà che corrisponde ad una corretta
fabbricazione deve far registrare un diametro del valore deffettivo incluso tra [dmin, dmax]
per l’albero ed un Deffettivo incluso tra [Dmin, Dmax] per il foro:
La rappresentazione grafica del valore nominale (D0, d0), definisce una linea di
riferimento chiamata linea dello zero.
La zona di tolleranza rappresenta graficamente l’ampiezza della tolleranza, t, e la sua
posizione rispetto alla linea dello zero, ovvero alla quota nominale dell’accoppiamento.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Rappresentazioni grafiche
Rappresentazione
grafica delle zone di
tolleranza per un caso
albero/foro con gioco.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Le classi di tolleranza
L’ampiezza della zona di tolleranza (quindi il valore t) si chiama anche IT (International Tolerance)
ed è funzione:
• del tipo di lavorazione con cui si eseguono le superfici di accoppiamento (ad es. lo stampaggio è
meno preciso di una lavorazione alle macchine utensili)
• della dimensione nominale a cui si riferisce l’accoppiamento (al crescere delle dimensioni nominali
t, ovvero IT, cresce)
Delle tabelle prescrivono tali valori suddivisi in classi di tolleranza (cercare esempi di tabelle sui libri
di testo consigliati!). L’ordine di grandezza in cui si trovano tali valori va dal µm al mm
Usualmente per dimensioni nominali tra 5 e 1000 mm si prescrivono 18 classi di precisione a cui
competono 18 gruppi di t al variare della dimensione nominale.
IT1, IT1, IT3, IT4 : sono le classi di massima precisione (precisione descrescente al crescere del
numero) ovvero hanno intervalli tutti dell’ordine del µm, si ottengono attraverso lavorazioni con
macchine di speciali e si adottano per accoppiamenti in strumenti di precisione (ovvero strumenti di
misura o macchine utensili).
IT5, IT6 e IT7: sono le classi di lavorazione precisa, corrispondente a rettifica (IT5 e IT6) e tornitura
(IT7), siamo sull’ordine della decina di µm. Si usano per accoppiamenti precisi (IT7 è considerato lo
standard per molti accoppiamenti).
IT8, IT9, IT10: sono le classi per accoppiamenti medi (IT8 e IT9) e grossolani (IT10). Le operazioni
che reallizzano queste precisioni sono le alesature, le forature con trapani, le trafilature.
IT11, IT12, IT13, IT14: sono classi dell’ordine dei decimi o centesimi di mm, si ottengono per
stampaggio e fusione e si applicano a corpi che non si accoppiano.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Chiamiamo scostamento inferiore (Ei, ei) la differenza algebrica tra il diametro minimo e il valore
nominale:
Considerando che gli scostamenti possono essere sia positivi che negativi, se si focalizza per i
fori lo scostamento inferiore (Ei) e per gli alberi lo scostamento superiore (es), possiamo definire
27 classi di scostamento rappresentabili per via grafica rispetto alla linea dello zero in modo
tale da delineare in modo univoco coppie di classi in grado di fare sempre accoppiamento con
interferenza, con gioco o incerto (vedi pagina seguente).
Ogni classe di scostamento si indica con una lettera dell’alfabeto (maiuscola per i fori,
minuscola per gli alberi).
La classe H (h) corrisponde ad uno Ei = 0 (es=0). Le classi da A a H accoppiate con una
qualsiasi classe da a ad h producono sempre accoppiamento con gioco perché il dmax
dell’albero è sempre più piccolo del nominale mentre il Dmin del foro è sempre più grande del
nominale. Cosa accade da p a zc quando si accoppia con una classe da P a ZC?
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Ei > 0
Es < 0
accoppiamenti con
accoppia
gioco
menti accoppiamenti con interferenza
incerti
ei > 0
es < 0
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Esistono delle tabelle che al variare della dimensione nominale definisco gli scostamenti
fondamentali per ciascuna classe di tolleranza. N.B. gli scostamenti fondamentali sono
dell’ordine del µm.
Per semplificare ancora di più si fissa la qualità di tutti i fori o di tutti gli alberi al valore H7 / H6
(adottando così il sistema foro base) o h7 / h6 (adottando così il sistema albero base). In
questo modo si riducono le combinazioni possibili tra classi di tolleranza diverse per albero e
foro, andando a favore della semplicità di collaudo e/o fabbricazione (riducendo così i costi).
Adottando un sistema foro base tutti i fori prevedono uno scostamento fondamentale (Ei) di
classe H (quindi Dmin=Dnom) ed un IT=7 / 6 (lavorazione al tornio di buona / buonissima
precisione). Per realizzare gioco gli alberi devono avere prescrizioni di tolleranza di classe
inclusa tra “a” ed “h”, per avere interferenza invece le classi degli scostamenti devono essere
prese tra “p” e “zc”. Le classi tra “j” ed “n” danno luogo ad accoppiamenti incerti. La classe di
precisione usualmente attribuita agli alberi è uguale o un grado più alta dei fori, in
considerazione del fatto che le superfici esterne si lavorano con maggiore facilità (e quindi
precisione).
Cosa accade adottando il sistema albero base? Quando si ha gioco? Quando interferenza?
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
foro
ei > 0
es < 0
H6/g5: gioco, montaggio libero a mano, per corpi rotanti di alta precisione, ad
es. alberi rotanti in acciaio bonificati e rettificati in bronzine, mandrini di
rettificatrici
H6/h5 o H6/h6: gioco, montaggio di scorrimento a mano, per centraggi ed
accoppiamenti di alta precisione scorrevoli assialmente e con moto
oscillatorio o rotatorio lento, per es. aste di stantuffi e stantuffi, manicotti
portamandrini e mandrini per fresatrici, comandi idraulici di alta precisione,
spine di posizionamento.
H6/j5 o H6/j6: accoppiamento incerto, montaggio a mano con leggeri colpi di
mazzetta, per accoppiamenti di precisione tra corpi reciprocamente fermi e
sfilabili assialmente, per es. ruote di ricambio montate con linguette, perni di
centratura
H6/n5: interferenza, montaggio alla pressa o a caldo con la mazzetta, per
accoppiamenti bloccati ma senza bloccaggio assiale, per es. ingranaggi con
linguetta da smontare raramente, bronzine nel supporto se da smontare con
frequenza.
H6/p5: interferenza, montaggio alla pressa o a caldo, per organi calettati senza
movimento assiale che devono sopportare grandi carichi, es. bronzine nel
supporto quando non devono essere smontabili.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Esempi:
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
albero
D
D+T
D
D+T
D+T
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Per avere un
esempio si riporta
una illustrazione
presa da “disegno
Meccanico” di
Manfè, Pozza,
Scarato.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
0.01
Valore di prescrizione entro cui è
compresa la deviazione(0.01 mm)
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Esempi di tolleranze geometriche che richiedono
la prescrizione di entità di riferimento (una o
più).
Tipo di prescrizione (parallelismo)
A Entità di riferimento
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
La rugosità superficiale
Le tolleranze dimensionali e geometriche possono essere viste come gli intervalli di imprecisione accettabili
per gli errori di forma macrogeometrici. La rugosità superficiale invece rappresenta l’errore medio del
profilo effettivo della superficie di un pezzo. Anche la rugosità è funzione del tipo di lavorazione con cui si
realizza la superficie e più è precisa la lavorazione e piccola la rugosità richiesta più è costoso realizzare
la lavorazione. Per ridurre i costi di fabbricazione e di collaudo (ovvero di misura per controllare la
rugosità) questa indicazione va riportata solo dove strettamente necessario alla funzionalità del pezzo.
Definiamo il parametro rugosità come:
1 L
Ra =
L ∫0
y dx
1 n
Ra = ∑ yi
n i =1
Questo è un valore medio delle valli e dei
picchi che si registrano nel tratto di misura L.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Si parla di
micron!
Anche qui
le
applicazion
i con Superfici
rugosità levigate a
minore bassa
sono quelle rugosità
per
strumenti di
aiutano la
misura tenuta.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Disegno di Macchine
corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Considerazioni generali
Il disegno esecutivo deve prevedere le modalità con cui viene realizzato un componente.
La conoscenza delle modalità di fabbricazione aiuta quindi non solo nell’impostazione delle
quote (si ricordi la distinzione tra quote di fabbricazione e quote funzionali), ma anche
nella definizione del corretto disegno delle parti (prevedendo opportuni dettagli che
saranno evidenziati in seguito quali ad esempio angoli di sformo, gole di scarico, …).
In generale il processo di fabbricazione opera su semilavorati o materiali grezzi attraverso
una serie di operazioni eseguite da macchine operatrici ed utensili. Esistono diverse
categorie di lavorazioni ciascuna caratterizzata da specifiche tecnologie. Questo implica
sia specifici campi di applicazione che specifiche richieste progettuali relative alla forma
da dare al componente.
Volendo sintetizzare i fattori che intervengono nella scelta di un processo di fabbricazione si
possono elencare i seguenti:
– La natura del materiale
Know-how dell’ingegnere
– Le dimensioni dei pezzi
– La precisione di lavorazione richiesta
– La disponibilità aziendale di macchine ed attrezzature Strategia aziendale
– La quantità dei pezzi da realizzare
In progettazione concettuale, quando emerge che una data funzionalità può essere
realizzata, a parità di prestazioni, da organi meccanici realizzabili secondo diverse
fabbricazioni tra loro alternative (ad esempio per saldatura profilati o lavorazione alla
macchina utensile), la scelta va operata secondo il criterio dell’economicità e della
convenienza aziendale.
Più in generale possiamo dire che le scelte progettuali relative al disegno della parte, intesa
come forme da dare al componente, vanno fatte non solo in base al modo in cui devono
sopportare i carichi ma anche in base alle esigenze industriali legate alla sua
realizzazione.
Appunti delle lezioni di Disegno di Macchine
Deformazione plastica
nastri Le lavorazioni per deformazione
plastica si basano sulla possibilità
di deformare permanentemente i
metalli. I processi possibili sono
diversi (laminazione,
estrusione,forgiatura, stampaggio
Tubi da lamiere) .
saldare
Con la laminazione si ottengono
lamiere diversi semilavorati che poi
bramme possono essere adottati come
materiale di partenza per altre
lavorazioni.
barre
Con la laminazione di fonderia si
ottengono i primi semilavorati
billette fili
siderurgici (gli sbozzati ovvero i
blumi, le bramme e le billette). I
tubi
blumi attraverso altre laminazioni
blumi possono diventare i semilavorati
per profilati di varia sezione
(sezioni a L, T, doppi T,rotaie, …);
profilati le bramme diventano nastri, le
billette diventano barre a sezione
rotaie circolare o rettangolare per
lavorazioni alle macchini utensili o
di fucinatura
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Forgiatura
La forgiatura si distingue in forgiatura a stampo aperto o in forma chiusa. Il primo metodo serve
per sbozzare il componente dopo un riscaldamento a temperatura opportuna (1000-1200 °C per
acciai), il secondo serve, in una o più riprese, a dare la forma finale del pezzo.
Al termine del processo si asporta il materiale in eccesso (bava di stampaggio) attraverso taglio
(sbavatura)
semilavorato
forma stampata
La norma ISO10135 codifica la possibilità di realizzare disegni semplificati di componenti ottenuti per stampaggio o
fusione, attraverso l’uso di simboli il cui significato è riportato nelle figure seguenti.
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corso per I anno della laurea in ing. meccanica
Docente: ing. Francesca Campana
Incassare o
rialzare le sedi
no dei fori per
si offrire una
Lasciare sufficiente spazio per superficie di
evitare collisioni con la fresa contatto piana
Lasciare sempre lo
spazio aggiuntivo per far
fluire il truciolo
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Saldatura
Il processo di saldatura si realizza per congiungere tra loro parti distinte rendendole un corpo unico non
smontabile. Esistono molti processi basati su principi diversi. In figura si illustra una catalogazione
distinguendo tra brasatura e saldatura autogena, nel primo caso la saldatura agisce su un materiale
aggiuntivo, nell’altro si opera direttamente sui lembi da unire.
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Schemi di giunzione
La linea 2 a in tratteggio rappresenta la parte del giunto opposta a quella puntata dalla freccia (in altri termini
è la parte nascosta del giunto). Se il cordone di saldatura è dalla parte opposta della linea puntata dalla
freccia il simbolo della preparazione dei lembi va dalla parte della linea tratteggiata 2 a.
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Saldatura ad U sul
lato della freccia
ed a V sul lato
opposto
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