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Il libro

Il problema vero della depressione che non la puoi raccontare, non la puoi
descrivere. invisibile. E non uguale per tutti. Ma per tutti un male profondo e
assoluto. E va affrontata, perch tanto non si scappa. Anche per questo Veronica
ivetti ha deciso di condividere con noi il suo momento buio. E lo fa con toccante
onest!, sen"a censurare i momenti dolorosi che, come spesso accade nella vita,
finiscono per diventare involontariamente molto comici.
##$ei malata, la sua tiroide non fun"iona pi%&&' questo si sentita dire Veronica
nel lontano ())(. Era cos*. $a sua tiroide ha cominciato a dare i numeri, si starata
e l&ha traghettata verso una forte depressione, complici alcuni farmaci sbagliati che
le erano stati prescritti. +os* ini"iata la sua odissea medica. Alcuni dottori l&hanno
salvata, altri massacrata, alcuni le hanno ridato la vita, altri gliel&hanno tolta. E
finalmente, nel ()),, Veronica ha incominciato a rivedere la luce e a uscire da
questo micidiale periodo nero. -ono stati sei anni infami, .anni nei quali mi sono
detta continuamente che era inutile vivere cos*. Il tempo triste sembra sempre
tempo perso/. Anni difficilissimi che, per0, non sono passati sen"a lasciare un
segno.
.1na volta ero perfettamente fun"ionante, ero nuova di trinca. E credevo che fosse
quella la verit!. 2ra sono un po& rattoppata, ho un&anima patch3or4 e una psiche in
divenire. Ed questa la verit!. Ma va bene cos*, perch la vita si fa con quello che
c&, non con quello che vorremmo./
Lautore
Veronica ivetti, classe 5678, attrice, doppiatrice, conduttrice televisiva e
radiofonica.
conosciuta dal grande pubblico per il film di Verdone Viaggi di no""e, la
condu"ione insieme a 9aimondo Vianello ed Eva :er"igova del ;estival di
-anremo e molte fiction di successo, fra cui .+ommesse/, .Il maresciallo 9occa/,
.rovaci ancora rof</ e .$a ladra/.
Veronica ivetti
HO SMESSO DI PIANGERE
La mia odissea per uscire dalla depressione
:o smesso di piangere
Prefazione
$uned* 5)).
Marted* =8.
Mercoled* 5)).
>ioved* =8.
Venerd* 5)).
-abato e domenica =8.
Microgrammi, s&intende.
Microgrammi di Eutiro?, una medicina che prendo tutte le mattine e che prender0
finch campo perch sostituisce la mia tiroide che, molti anni fa, ha dato forfait.
er chi non lo sapesse, la tiroide una ghiandola che si trova nella parte anteriore
del collo. molto importante, quindi, nonostante io sia una persona che se ne frega
allegramente della salute, mi sento di spe""are una lancia in favore di un bel
prelievo di sangue che vi consiglio caldamente di fare per controllare il vostro ;@A,
;@B e @-:. +osa sonoC 2rmoni che meglio che non sbrocchino, senn0 siete
fottuti.
$o dico perch i miei hanno sbroccato e io sono morta. Morte apparente, occhei,
ma pur sempre morte.
Duindi, non fate i gradassi e controllate &sti benedetti valori tiroidei, perch se poi
vi capita quello che successo a me sono guai.
Eel ())( la mia tiroide ha dato i numeri, si starata e mi ha traghettato verso una
forte depressione. Eel ()), uscivo da questo micidiale periodo di sfiga nera e
ricominciavo a vivere. -ei anni infami.
Anni nei quali mi sono detta continuamente che era inutile campare cos*. Il tempo
triste sembra sempre tempo perso.
F&altra parte, chi preferisce soffrire an"ich gioire al"i la mano< 1n pa""o, forse.
Invece, pur detestando chi ti dice che il dolore aiuta a crescere e che le sofferen"e ti
servono per conoscere te stesso, ora mi ritrovo, vergognandomi un po&, ad
ammettere che proprio cos*. -embrano parole gonfie di retorica, forse lo sono, ma
c& del vero.
2ddio, non che uno si debba augurare un tumore per esser felice, ma fuor di
dubbio che il dolore ti obbliga ad anali""are la tua persona nuda e cruda, sen"a
orpelli e sen"a distra"ioni. @i costringe a uno spietato faccia a faccia col tuo io e se
quello che vedi non ti piace affar tuo, perch la verit!.
E sul fatto che sempre meglio dirsi la verit! piuttosto che una bugia siamo tutti
d&accordo, almeno in questo libro.
Insomma, per sei anni sono sparita, sono stata solo un mortifero individuo che
aspettava che passasse.
Ma cosaC +osa doveva passareC
Il problema vero della depressione che non la puoi raccontare, non la puoi
descrivere. invisibile.
$a depressione non solo triste""a. fine. Ma come la racconti la fineC
E poi la depressione, come la legge, non uguale per tutti. +i sono forme molto
gravi, altre lievi, alcune durano anni, altre passano con un po& di sacrosante
medicine.
Io vi voglio raccontare la mia depressione. la sola che conosco perch
germogliata dentro di me, cresciuta, si sviluppata, mi ha invasa e, gra"ie a Fio,
morta.
E per quanto sappia benissimo che ogni uomo unico e irripetibile Ge di fronte a
certi stron"i, detto fra noi, veramente una consola"ioneH posso dire che, almeno,
noi depressi ed e? depressi siamo una >.;.I.
1na >rande ;amiglia Infelice.
$acrime e dispera"ione ci affratellano e ci sostengono ed bello sapersi in tanti.
1n esercito di depressi potrebbe conquistare il mondo, potrebbe ripopolare il
pianeta perch, per dirla con le -acre -critture il loro numero era legione.
Duindi' depressi s*, soli no.
+hiunque sia stato depresso, lo sia in questo preciso momento, o abbia in
programma di diventarlo, stia tranquillo' sar! in buona compagnia e fra queste
pagine trover! tutta la comprensione possibile, l&affetto pi% sincero e una mano
tesa.
erch s*, quello di cui ha bisogno un depresso, prima di tutto, comprensione.
2vviamente un ottimo psichiatra e alcuni ettogrammi di pillole fanno la parte del
leone, ma la comprensione quella sorta di sedia a rotelle che, lenta ma inesorabile,
scricchiolando, accompagna il depresso fuori dal tunnel.
F&altronde, pensateci. Duante persone conoscete in grado di capirvi veramenteC
Duante persone avete intorno che si sfor"ano di comprenderviC -e la risposta
tante, chiudete questo inutile libro. -e invece pensate che, sotto sotto, non vi
capisce nessuno e che siete soli al mondo come un bambino in un orfanotrofio
abbandonato in una terra falciata da un&epidemia, proseguite pure.
erch trovare su questa terra qualcuno che abbia voglia di assumersi la cura di una
persona in difficolt! oro colato, un ago in un pagliaio, pi% unico che raro. E
c&avrei un sacco di altri proverbi.
E poi, giusto dirlo forte e chiaro' il depresso una palla micidiale. Avere un
depresso che si aggira per casa una iattura, una rottura di coglioni sen"a pari.
erci0, chiunque abbia avuto un amico, una famiglia, un vicino di casa che abbia
retto la sua depressione e che l&abbia tollerato sen"a amma""arlo, pu0 ritenersi
molto fortunato. $o dico perch so cosa sono stata io nel periodo buio.
-ono stata triste, piangente, cupa, noiosa e sporca. Eh s*, anche sporca.
Mi sono lavata molto poco e molto male. -ar! stato perch la depressione mi aveva
tolto la voglia di vivere, ma io di sicuro la toglievo al mio prossimo se solo mi
avvicinavo controvento. $a totale mancan"a di libido si era manifestata in tanti
modi, fra cui l&assen"a di cura del mio corpo, e il sapone non era fra le mie priorit!.
:o campato diversi inverni con un golf che tenevo in casa e col quale andavo a
dormire per poi rindossarlo il giorno dopo. Il collo delle mie maglie era giallino.
+ambiavo regolarmente le mutande, ma le cal"e molto meno. -i vede che le
piattole erano distratte, perch sarei stata la loro terra promessa.
+amminavo curva e attraversavo la strada con lente""a esasperante, sperando che
qualche automobilista impa"iente mi tirasse sotto, invece ho incontrato piloti
comprensivi e cortesi.
Evidentemente ci sono in giro molti meno assassini di quanti pensiamo.
Ed nato tutto da quella stron"issima ghiandola che ha dato i numeri nel ())(.
Ma siccome, come ho gi! detto, l&argomento salute per me ancora assai poco
interessante, sul mio comodino l&Eutiro? non c&.
E non solo perch non c& nemmeno il comodino, ma perch voglio dimostrare al
mondo e a me stessa che non dipendo da niente. Men che meno da una pastiglia.
Eaturalmente questa una ca""ata, perch sen"a Eutiro? morirei, ma non gliela
voglio dare vinta. Duindi, con ottusa cocciutaggine fingo che impasticcarmi sia
un&ecce"ione.
Ecce"ione che si rinnova con spietata metodicit! tutti i giorni.
$o so, non logico, ma pi% forte di me.
1na volta ero perfettamente fun"ionante, ero nuova di trinca. E credevo che fosse
quella la verit!. 2ra sono un po& rattoppata, ho un&anima patch3or4 e una psiche in
divenire. Ed questa la verit!. Ma va bene cos*, perch la vita si fa con quello che
c&, non con quello che vorremmo. E poi, come dice mia mamma' l&ottimo
nemico del buono.
1
IE mi raccomando, torni presto a farci ridere<J mi ha urlato il dottor @ognetti
mentre uscivo dal suo studio.
Duella mattina, come molte altre prima, avevo sperato di morire d&un colpo. -otto
una macchinaC F&infartoC oco importava, purch avvenisse e mi liberasse una
volta per tutte dal dolore.
erch soffrivoC Fi cosaC
Fi depressione, e non lo sapevo.
9isentivo quella frase... torni presto a farci ridere< Maledetto, l&avrei preso a calci
in culo quel coglione. Io morivo lentamente, andavo a pe""i, e lui manco se n&era
accorto.
Eemmeno lo immaginava che stessi in piena depressione e che la colpa fosse anche
dei farmaci sbagliati che mi aveva dato un suo illustrissimo collega. Fio santo, che
associa"ione per delinquere.
I medici mi hanno salvato, i medici mi hanno massacrato.
Alcuni medici mi hanno ridato la vita, altri me l&hanno tolta, o almeno ci hanno
provato con molto impegno e poca coscien"a. Alla faccia del giuramento di
Ippocrate.
Ero depressa. $a mia era una depressione non reattiva, cio, non era stata scatenata
da un fatto negativo. $a depressione non reattiva pu0 essere su base organica o
iatrogena. Io avevo entrambi i tipi.
$a solita perfe"ionista.
Mi ero ammalata alla tiroide, una ghiandola molto importante e altrettanto
suscettibile che abbiamo nella parte anteriore del collo. Era successo in seguito a
una tiroidite, una malattia che, nella maggior parte dei casi ha un esordio lento e
molto raramente si presenta in forma acuta. Eaturalmente io l&avevo avuta in forma
acuta con relative conseguen"e, acute anch&esse. An"i, acuminate. untute e
taglienti come coltelli.
cominciato tutto una notte, a Kologna, durante una tourne teatrale.
-aranno state le due, le tre. Mi sono svegliata col corpo che andava a fuoco, mi
faceva male tutto, sembrava che mi avessero spaccato le ossa.
Mi sentivo come minimo quaranta di febbre, pareva che il len"uolo sfiorasse la
carne viva. -ono andata in bagno a vomitare, avevo anche la diarrea. 1na vera figa.
Fopo aver prodotto un&esagerata quantit! di materiale di scarto mi sono rimessa
sotto le coperte, convinta che mi stesse arrivando un&influen"a tremenda. Ma la
fronte era fresca, non scottavo affatto.
:o tirato in qualche modo le sei del mattino e mi sono fatta chiamare un medico
generico dall&albergo il quale, dopo un&occhiatina standard, ha a""ardato che s*,
forse mi stava proprio venendo l&influen"a.
Eppure ero freschissima, avrei potuto refrigerare una stan"a di cento metri cubi se
mi ci avessero lasciato dentro con porte e finestre sigillate.
9icordo bene lo sguardo impotente e il me""o sorriso con cui quel signore
annaspava in cerca di una diagnosi mentre io, spellata viva, mi dibattevo sotto le
len"uola come $inda Klair nel famoso film.
Il perplesso dottore, ovviamente, non immaginava di trovarsi di fronte a una
tiroidite da manuale, n il sospetto lo ha sfiorato minimamente.
+ome se non bastasse, tra un ululato e un rantolo io facevo battute e la buttavo
sullo scher"o confondendogli ulteriormente le idee.
Duesto un mio grande limite. Eon rinuncio a ironi""are sulle situa"ioni che mi
vedono in difficolt!. i% me la vedo brutta pi% faccio la spiritosa, cos* gli altri
ridono e col cacchio che mi prendono sul serio. 2vvio che poi non mi devo
lamentare se nessuno crede alle mie sciagure.
+omunque, il medico spaesato ha diagnosticato un&influen"a fantasma e se n&
andato.
:o tentato di dormire per qualche minuto ancora, ma inutilmente. Duando non
tribolavo sotto le coperte, vomitavo o defecavo, tutte cose che, come si sa, si fanno
da svegli.
Il giorno stesso, avevo un appuntamento con un ti"io che aveva vinto un pran"o in
mia compagnia. -*, lo so, folle, ma a questo mondo esistono anche cose del
genere' che una persona vinca la possibilit! di passare un paio d&ore con un attore
che gli piace. 2 un&attrice. Eella fattispecie io. Mi sarei sparata.
-apevo che non sarei riuscita nemmeno a guadagnare la porta della mia stan"a
d&albergo in posi"ione eretta, figuriamoci se avrei mai potuto sostenere una bella
mangiata con un fan. E avrei anche dovuto essere carina e affabile, perch &sto
disgra"iato, giustamente, si aspettava l&attrice ridanciana e alla mano che era
abituato a vedere in televisione.
Eon che io generalmente mi metta in palio per pran"i e cene, ma era successo che
un&organi""a"ione di beneficen"a di Kologna, la citt! nella quale recitavo in quel
momento, mi avesse chiesto se ero disposta a regalare un paio d&ore di tempo come
premio in una sorta di riffa.
Avevo detto s*.
Il malcapitato che aveva vinto &sto pran"o sarebbe venuto all&appuntamento in
compagnia di una delle incaricate dell&organi""a"ione di beneficen"a e tutti insieme
saremmo andati al ristorante. Fio santo.
-tavo sotto le coperte come una salma. $a""aro, il giorno della resurre"ione era
sicuramente pi% in forma di me, pur essendo gi! di quattro giorni. Eon a caso, lui
era risorto.
+ome se non bastasse, quella sera, ovviamente, avrei dovuto fare lo spettacolo.
Mi aspettava una giornata d&inferno. -peravo almeno di non vomitare in faccia a
quel poveraccio che era stato estratto a sorte.
Furante il pran"o mi sono al"ata di continuo per correre in bagno, proprio come
Foris FaL nel film Il visone sulla pelle, che ogni cinque minuti si ferma a una
sta"ione di servi"io sulla statale per fare pip* sperando di farsi raggiungere da +arL
>rant di cui pa""amente innamorata. Ahim qui non c&erano n +arL, n Foris,
c&ero solo io con la diarrea.
+he avranno pensato di me quei due al tavolo del ristoranteC $&interessato avr! mai
pi% comprato un biglietto della lotteriaC
Eon ricordo quasi nulla di quell&esperien"a, ma sono sicura di aver dato di me
un&immagine schifosa. 1n&attrice non giovanissima, malaticcia, cupa e
incontinente.
Verso le tre del pomeriggio ho riportato le mie stanche membra e i miei intestini
infiammati in albergo, ributtandomi sotto le coperte in attesa di andare in teatro
verso le sei. resto, lo so, ma io amo arrivare prima, molto prima, ovunque debba
andare.
:o fatto non so come lo spettacolo e, tornata in albergo, sono svenuta fino alla
mattina dopo.
I giorni seguenti la situa"ione migliorata. Eon so perch. Eon mi ero curata
affatto e continuavo a non sapere cosa mi fosse successo, ma la mia vita si
normali""ata. @anto che ho finito la tourne in santa pace.
er0 dimagrivo.
Fimagrivo a vista d&occhio, mangiavo come un bue, cagavo di conseguen"a e
avevo la tachicardia fissa, di giorno e di notte. Ero anche diventata totalmente
insonne. Ero in uno stato di eccita"ione totale, e quando dico eccita"ione chiaro
cosa intendo. Anche dal punto di vista sessuale avrei potuto dar le"ioni a $inda
$ovelace e alle sue colleghe, se non per l&inventiva almeno per la quantit! di tempo
impiegato a scopare.
-orge spontanea la domanda' perch voler guarire da uno stato di gra"ia del genere
quando c& gente che si piglia delle pasticche e si applica delle pompette per
raggiungerloC -ono ancora qui che me lo chiedo, ma credo che, in tutta onest!, gli
eccessi possano essere divertenti se li decidi tu, non se li decide il tuo corpo, tuo
malgrado.
pur vero che sono sempre stata una persona molto attiva, quasi agitata. An"i,
proprio agitata. @anto per dirne una, da quando sono nata che, per riuscire ad
addormentarmi, devo assolutamente muovere ritmicamente le gambe cullandomi
fino a che il sonno non arriva. Eon riesco mai a stare veramente ferma, perch c&
sempre una mia gamba che saltella come l&ago della macchina da cucire, anche se il
resto del corpo costretto all&immobilit!. -embra la gamba di un&altra persona,
segue un ritmo tutto suo e non si ferma nemmeno se le metti un piombo alla
caviglia.
Eonostante questo curriculum da agitata cronica, quando il mio corpo ha
cominciato a dare i numeri e a farmi eccedere in tutto ho pensato che, forse,
qualcosa non andava. 2ddio, trovatemi una persona che si dispiace di dimagrire
mangiando in continua"ione e che si rammarica di andare di corpo come
un&oloturia. Eon c&, non esiste, tutti sappiamo che mangiare ed espellere sono
attivit! che rendono la nostra vita veramente degna di essere vissuta. Ma io stavo
esagerando.
Infatti, quando anche il cuore ha cominciato a saltellarmi in petto come una molla,
la questione si fatta pi% delicata.
Mi sono ritrovata un giorno in sella alla mia bicicletta mentre pedalavo
freneticamente per arrivare a villa >lori, splendido parco di 9oma. vero, stavo
facendo una salita, ero affaticata, ma il cuore mi batteva talmente forte che non
sentivo pi% il rumore del traffico. Eon sentivo i clacson, le moto che mi
sfrecciavano di fianco, le pernacchie assordanti dei motorini...
-entivo solo il martello del mio cuore tachicardico che mi spaccava i timpani
perch stava per saltare fuori dalla cassa toracica. Alien.
-ono arrivata a destina"ione convinta di esplodere di l* a poco e mi sono seduta su
una panchina.
Ero distrutta, sudata come un bue e praticamente sorda.
Eon lo sapevo ancora, ma, come mi disse il medico che mi visit0 qualche tempo
dopo, avevo rischiato un infarto.
$* a villa >lori, totalmente ignara, mi sono limitata a riposare un po&, a tentare di
respirare con un ritmo che non ricordasse una bossa nova e a farmi passare la paura.
oi mi sono rimessa in cammino portando a mano la mia bicicletta e giurando a me
stessa che non l&avrei usata mai pi%. E cos* ho fatto.
er la poca dimestiche""a che ho sempre avuto con le medicine e il totale
disinteresse nei confronti di tutto ci0 che salute in generale, non mi sono
precipitata da un dottore a raccontare quello che mi era successo, come avrei
dovuto fare. 1na vera deficiente. >ra"ie a Fio, per0, proprio in quei giorni, dovevo
presentare una serata benefica organi""ata da alcuni medici che raccoglievano fondi
per un&associa"ione di volontariato.
Mentre stabilivo col socio fondatore dell&associa"ione il programma della serata,
mi venuto in mente che tutto sommato era un medico e che avrei potuto anche
raccontargli quello che mi era successo.
>liel&ho raccontato e l&ho visto impallidire. Mi ha ordinato di fare immediatamente
le analisi della tiroide.
IFi cheCJ gli ho chiesto io.
Mi ha spiegato cos&era la tiroide, mi ha spiegato a che serviva e si raccomandato,
una volta fatte le analisi, che gliele portassi a vedere.
I24, lo far0J ho detto.
Duindi, dopo forse dieci anni dall&ultima volta che avevo visto l&ago di una siringa,
sono andata a farmi un bel prelievo.
Era il 5B giugno del ())(.
9isultato' un disastro. I miei valori tiroidei erano molto simili al gioco del lotto'
numeri a caso pi% il MollL.
:o portato al dottore la cartellina e lui mi ha spedito immediatamente da un suo
amico endocrinologo dal quale sono andata fiduciosa e baldan"osa.
A quel punto sono cominciati i miei guai.
, luglio ())(.
Il dottor -imoni, dopo un&attenta analisi delle mie analisi, mi ha chiesto come mai
non fossi morta.
IEon sapreiJ ho risposto. -embrava deluso.
+os* lo ha chiesto anche alla mia amica >iordana che mi aveva accompagnato alla
visita.
Anche lei non sapeva che rispondere. Ero inequivocabilmente viva, che gli piacesse
o no.
-imoni ha mostrato tutto il suo disappunto per la nostra scena muta e ha deciso di
tranquilli""arci dicendo che era solo questione di tempo' avrei potuto avere un
infarto da un momento all&altro. -embrava quasi soddisfatto, ma questa potrebbe
essere una mia visione distorta dettata dal rancore.
Il livello di ipertiroidismo a cui ero arrivata, ha detto -imoni, mi metteva di diritto
fra quei malcapitati che da un momento all&altro avrebbero potuto fare il botto.
Il mio primo pensiero stato +he culo< $&ho scampata<
Il primo pensiero di >iordana stato 2ddio, sta morendo.
Duesto, tanto per dare un&idea del mio modo di vedere la vita e di quello della mia
migliore amica.
reoccupato per la mia situa"ione sanitaria, -imoni ha detto che era assolutamente
necessario sistemare la mia tiroide. Fovevo cominciare una cura, lui mi avrebbe
seguito passo passo.
er la cronaca, ecco alcuni sintomi dell&ipertiroidismo' dimagrimento Gne ho gi!
parlato, mangiavo e dimagrivo. Fivertente, ma sospettoH, intolleran"a al caldo
Gsudavo anche da fermaH, tachicardia GassordanteH, diarrea Gsempre. E l* ho capito
che ne uccide pi% la stitiche""a che la spada perch ero circondata dall&invidia
generaleH, nervosismo, tremore alle mani, irregolarit! mestruale Gil gioco della
tombola sarebbe stato pi% scientificoH, occhi sbarrati o sporgenti Gnon successo,
ma ho passato intere me""Nore a fissare lo specchio temendo di sbulbare l* per l*H e,
dulcis in fundo, crescita del go""o. Eon credo ci sia bisogno di spiegare quanto mi
atterrisse quest&ultima possibilit!.
Duindi' la mia tiroide lavorava troppo, dovevamo assolutamente farla rallentare.
All&uopo sarebbero servite le medicine che il dottore mi aveva prescritto,
cominciando a sgretolare, sen"a che io potessi lontanamente immaginarlo, la mia
vita futura.
Mi ha dato un farmaco chiamato @apa"ole, nome che mi ha subito fatto pensare alla
pampa sconfinata con -peedL >on"ales e i suoi compari. -embrava un piatto
messicano a base di chili e formaggio fuso. -bagliavo. Il @apa"ole un importante
farmaco che serve a bloccare l&ipertiroidismo. Meno gustoso di chili e formaggio
ma decisamente pi% utile. Al @apa"ole avrei dovuto aggiungere anche l&Inderal, un
betabloccante, giusto per scongiurare quell&infarto malandrino che pareva
aspettarmi dietro l&angolo. Il tutto condito con una spru""ata di $e?otan, un
classico.
1n :appL :our farmacologico.
I medicinali erano perfetti, la ricetta era giusta. $e dosi, no.
-imoni mi ha salutato raccomandandomi l&immobilit! assoluta.
I;accia al massimo il giro della casa<J mi ha ordinato.
24, avrei fatto al massimo il giro della casa.
Io e >iordana siamo uscite dal suo studio. Ero tranquilla, avevo rischiato l&infarto e
non mi era venuto, perci0 ero contenta. >iordana era allucinata, mi guardava come
se avessi potuto schiattarle l* sul marciapiede.
:o cercato di rassicurarla, ero viva< E poi io sono fatta cos*, non mi preoccupo mai.
$a sera stessa mi ha invitato a dormire sul suo divano, non voleva che stessi da sola
a casa tutta la notte. AutosuggestioneC Fal momento che mi aveva accompagnato
da -imoni e si era sciroppata tutta la visita, ho accettato e l&ho accontentata.
:o dormito come un pisello in un baccello, e quando la mattina dopo mi sono
svegliata l&ho trovata l* che mi fissava. Aveva passato cos* tutta la notte, aspettava
il mio infarto. 1n po& come quando aspetti l&eclissi, ma meno divertente.
$&ho pregata di non temere per la mia incolumit! perch sicuramente il peggio era
passato, ora non potevo che migliorare. @anto pi% che avevo gi! ini"iato a prendere
le medicine che avrebbero dovuto riportare un po& di equilibrio.
Mi ha fatto un sorrisino fisso e ho capito che non si sarebbe rilassata per parecchi
anni. >iordana cos*' molto ansiosa. Ma anche la persona che mi ha
accompagnato per mano nel corso di questa lunga malattia della quale finora ho
raccontato solo i pallidi albori. Il bello, se questo il termine, deve ancora venire.
Ed gra"ie a >iordana se ho potuto affrontare il momento pi% buio, difficile e
doloroso della mia vita. :a combattuto con me una battaglia durissima e spesso
l&ha combattuta al posto mio, caricandomi sulle sue spalle. E mi ha salvato.
Duindi, gra"ie >io.
2
Fall&, luglio al A settembre del ())( sono ingrassata dieci chili.
9oba da .Eational >eographic/.
-ono sempre stata una persona magra, ossuta, scattante. Eel giro di due mesi sono
diventata alla di lardo di ;ull Metal Oac4et. Anche caratterialmente. Formivo,
ciucciavo pastiglie, trascinavo i piedi di qua e di l!. Ero completamente ottusa.
Vivevo al rallentatore, ragionavo al rallentatore, pativo al rallentatore. ;acevo
fatica anche a fare il famoso giro della casa raccomandatomi da -imoni.
I primi tempi la cura sembrava fun"ionare. Mi ero calmata, avevo riacquistato
qualche etto, il cuore batteva a tempo, mangiavo un po& meno e andavo al cesso
solo tre volte al giorno, non otto. $entamente, subdolamente, questo stato
peggiorato. E poi peggiorato. E poi peggiorato.
E mentre la mia mente si intorpidiva, perdevo interesse per tutto.
>iordana era preoccupata, vedeva che la mia vita arrancava.
Allora non lo sapevo, non potevo immaginare che in quel preciso momento stessi
precipitando in un ipotiroidismo da manuale, perch nemmeno sapevo
l&ipotiroidismo cosa fosse. Ero totalmente ignara di quello che -imoni aveva in
serbo per me. Eon me ne aveva parlato, non mi aveva spiegato. Aveva solo
ordinato.
Ma consultando un qualunque sito internet Gfacile dirlo adesso, col senno di poi<H
alla voce ipotiroidismo si legge' aumento di peso, stanche""a, depressione, battito
cardiaco rallentato, perdita di memoria, stitiche""a, gonfiore del viso, irregolarit!
mestruale, infertilit!.
artiamo dall&infertilit!. enso che sia un falso problema. u0 anche darsi che una
persona affetta da ipotiroidismo faccia fatica a riprodursi, ma prima trovalo uno
disposto a scopare con una grassa, stanca, depressa, cardiopatica, smemorata, stitica
e gonfia< gi! difficile trovare un uomo che non rompa i coglioni se deve
accompagnarti a far la spesa, pensa se ne trovi uno disposto a sobbarcarsi &sta
sequela di sciagure. er tacere del fatto che riprodursi, per un ipotiroideo grave
com&ero io, gradevole quanto ricevere una cartella esattoriale il giorno in cui deve
operarsi di emorroidi.
+omunque, quando ho dovuto fare i conti con il cosiddetto aumento di peso, non
immaginavo che significasse fare un corpo a corpo con dieci chili che mi si erano
aggrappati al culo dal giorno alla notte. Duello non era un aumento di peso, era un
disastro nucleare. E quell&affare l* dietro non era il mio culo, era un fungo atomico.
E se per la medicina corrente la dimensione larvale nella quale fluttuavo era
catalogabile come stanche""a, ora capisco perch definivano stitiche""a
quell&ingorgo da controesodo che si stava verificando nel mio intestino.
Mangiavo svogliatamente e producevo poche raminghe pallottoline fecali a fronte
di decine e decine e decine di minuti passati sulla ta""a in contempla"ione delle
piastrelle.
$a mia faccia, poi, era diventata rotonda. 1n pallone da bas4etP avrei giurato che a
palleggiarci avrebbe rimbal"ato. ;orse quello scempio era ci0 che gli esperti
definiscono con tanto garbo gonfiore del visoC Ironia della sorte, qualche giorno
prima del tracollo avevo deciso di tagliarmi i capelli. Avevo scelto un taglio
sbara""ino, pensavo che mi avrebbe fatto sentire pi% leggera.
Duattro peli superflui su un globo rosa e gonfio. Io. 1n cesso.
+iabattando come al solito sono finalmente andata a fare le nuove analisi del
sangue prescritte da -imoni per controllare i miei valori tiroidei e ho scoperto che
ero precipitata in un ipotiroidismo da >uinnes dei primati.
Il mio @-:, l&ormone che stimola la fun"ione della tiroide era altissimo,
esattamente otto volte maggiore del massimo valore accettabile.
$a solita gradassa.
+on le mie disastrose nuove analisi sono andata da -imoni.
>iordana era con me. $ui mi ha cambiato la cura, mi ha tolto alcune medicine e me
ne ha aggiunte altre, tipo gioco delle tre carte.
Mi ha rassicurato sul mio stato comatoso minimi""ando e garantendomi che tutto
procedeva per il meglio. er il meglioC Ma non vedeva che cos&ero diventataC Mi
ha dato appuntamento di l* a tre mesi e mi ha congedato.
Eon l&ho rivisto mai pi%. Ma non per scelta mia, partito.
Il mio stato confusionalQdepressivo marciava spedito mentre io ero sempre pi%
lenta.
+on un residuo di lucidit! ho telefonato a -imoni per metterlo al corrente dei miei
progressi sulla via della pa""ia e mi ha risposto una segretaria affabile come un
avvoltoio a digiuno.
IIl dottore in +ile.J
IAh. Duando tornaCJ
I9ichiami fra tre giorni.J
IMa non sa quando torner!CJ
I;ra un mese.J
IAh...J
+lic.
+he dovevo fareC +ercavo un orecchio attento ai miei problemi, ma era volato
oltreoceano attaccato al mio medico curante. +he sarebbe tornato tra un mese. Eon
potevo rimanere in quello stato per tutto quel tempo, era pa""esco.
Eon lo sapevo ancora, ma la mia depressione stava per esplodere in tutto il suo
splendore. Era solo questione di giorni.
In quel periodo dovevo cominciare a lavorare su un set piuttosto impegnativo, sei
mesi di lavoro in una lunga serie televisiva. -i girava vicino a 9oma, ma sarebbe
stato assai gravoso per me tornare tutte le sere a casa per ripartire la mattina
prestissimo, perci0 avevo deciso di fermarmi a dormire fuori portandomi :arpo, il
cane che viveva con me da un paio d&anni. Il mio grande amore.
Appena arrivata in albergo sono stata assalita da una triste""a improvvisa. 1n
dolore profondo mi aveva colto di sorpresa mentre disfacevo la valigia.
vero, quello non era un gran periodo, ma quello che stavo provando in quel
preciso istante era assolutamente spropor"ionato.
Mi sono attaccata al telefono, ho chiamato >iordana e ho cominciato a farfugliare e
a piangere. +redo che le sia venuto un colpo, ma ha nascosto la preoccupa"ione
minimi""ando, provando a tranquilli""armi e ascoltando il mio disagio.
-ono andata a dormire afflitta e sconsolata e la giornata si chiusa l*, mentre :arpo
russava al mio fianco.
$a mattina dopo ero sul set.
-tessa solfa. +uore che pesava cento chili e dolore esisten"iale. Kel binomio.
+ome se non bastasse, due giorni prima avevo dovuto farmi applicare delle
e?tension ai quattro peli che mi erano rimasti sulla testa dopo il taglio radicale,
perci0 avevo dei ciuffetti di capelli finti lunghi tre centimetri attaccati con delle
gocce di colla ai miei capelli veri, o a quel che ne rimaneva. Duando la notte prima
avevo appoggiato la testa sul cuscino, avevo sentito i pallini di colla rappresa
contro la cute. Fovevano essere un milione. 1n sacchettino di ghiaia al posto del
guanciale, l&ideale per schiacciare un pisolino. 1n suppli"io che ai cinesi del
Medioevo era stranamente sfuggito.
+omunque sono andata sul set, ho girato un paio di scene e mi sono rifugiata nel
mio camper.
$a cosa veramente difficile era far credere al mondo esterno di stare benissimo, di
essere sempre la solita persona di buon carattere e con la voglia di scher"are che
tutti conoscevano.
urtroppo cos*, non si capisce perch, ma in questo ambiente GfasulloH, se stai
male non lo devi far capire. -e sei un assassino ti accettano pi% facilmente che se
sei depresso.
erci0 ho tenuto per me il mio stato d&animo buio.
Duando arrivata l&ora di pausa ho avuto bisogno di camminare, di farmi un
giretto. +redo che camminare mi desse l&impressione di allontanarmi da quello che
ero e di avvicinarmi a qualcosa di sconosciuto, certamente pi% bello.
9icordo di essermi fermata davanti a un nego"io che vendeva bambole di stoffa.
Erano molto belle, mi ricordavano le :ollL :obbie che andavano di moda quando
ero una raga""ina. Ed stato l* che sono crollata. :o pensato, guardando quella
vetrina, che la fine fosse vicina. Eon la morte, la fine.
$a fine della felicit!, la fine della vita che avevo vissuto fino a quell&istante, la fine
della mia presen"a attiva nel mondo.
:o sentito che tutto era dolore e lo sarebbe stato per sempre.
2vviamente non mi spiegavo il perch. Ancora adesso, dopo tanti anni, ricordo
perfettamente l&assurdit! di quella sensa"ione che mi faceva sentire una persona
diversa. Ero diversa perch improvvisamente non assomigliavo pi% a nessuno. Eon
vivevo pi% nel mondo con gli altri, non condividevo pi% le sensa"ioni degli altri.
Ero in un mondo mio, brutto, unico, esclusivo.
Eon auguro a nessuno di trovarsi in una situa"ione del genere, ma so che in questo
preciso istante ci sono milioni di persone che stanno cos*.
$a depressione un male profondo, assoluto.
pi% buia del nero e pi% trasparente dell&aria.
Kisogna affrontarla perch tanto non si scappa.
Ma un vento che passa e le cicatrici che lascia possono essere perfino attraenti.
Il primo giorno di riprese finiva e, ovviamente, avevo deciso che non mi sarei
affatto fermata fuori a dormire. Ero troppo angosciata, avevo bisogno di tornare a
casa e di ritrovare l&equilibrio fra i miei oggetti e i miei spa"i.
ensavo che tra le pareti di casa avrei ritrovato anche un po& del mio spirito, del
mio carattere, del mio umore, come se li avessi lasciati l* il giorno prima, quand&ero
partita.
@ornavo a 9oma, dunque.
Ero seduta in macchina piuttosto catatonica, molto stanca Gesageratamente per
quello che avevo fattoH e :arpo dormicchiava ai miei piedi mentre probabilmente il
raga""o che mi stava riaccompagnando a casa pensava che fossi lobotomi""ata.
A un certo punto ho guardato le mie gambe e mi sono domandata di chi fossero.
>iuro. Vedevo &ste due gambe e non le riconoscevo. Fue intruse che si erano
pia""ate in un abitacolo gi! abbastan"a stretto, ricoperte da un paio di pantaloni
verde militare.
-ono ancora molto grata a quel residuo di cervello che mi ha impedito di chiedere
all&autista di chi fossero le gambe che avevo l* davanti, perch, non lo nego, la
domanda mi bruciava sulla lingua. er fortuna non l&ho fatta.
Mi aveva trattenuto il fatto che ai miei piedi fosse sdraiato :arpo, perci0, se lui
stava l* doveva esserci abituato. -i vede che &ste gambe le conosceva. Duesta
estraneit! di una parte del mio corpo mi dava una grande angoscia, ma la triste""a
nella quale navigavo ormai da molte ore occupava la maggior parte delle mie
facolt! mentali. Mi era sempre pi% chiaro che stavo diventando pa""a. E che il
dolore sarebbe stato il mio humus naturale fino alla fine dei miei giorni.
:o chiamato >iordana e le ho detto che stavo tornando a 9oma, omettendo
ovviamente che stavo in macchina con un paio di gambe non mie. erch
preoccuparlaC >liel&avrei detto dopo, con calma. +omunque lei mi ha chiesto di
passare prima a casa sua, voleva vedere come stavo. Era plausibile, io e >io
abitiamo a un isolato di distan"a, dopo sarei andata a casa a piedi. +on gambe
altrui, ho pensato io, ma pa"ien"a.
Appena >iordana mi ha visto in faccia ha capito subito che ero strana. Ero afflitta,
inespressiva e confusa. $&ideale per un&attrice brillante. Mi ha fatto sdraiare sul
divano e l* le ho detto delle gambe. Eon ha fatto una piega e mi ha chiesto
delucida"ioni come se fosse la cosa pi% naturale del mondo.
Duesto mi costringe a fare un passo indietro Gcon le mie gambe, stavolta<H.
>iordana una persona con grandi capacit! di analisi psicologica di s e degli altri.
cresciuta con un nonno psichiatra che l&ha abituata ad anali""are i comportamenti
umani e a capirne i perch e i percome. -e c& una cosa che le devo assolutamente
riconoscere che per lei non c& nulla che sia troppo strano o inspiegabile. una
persona totalmente priva di pregiudi"i, che poi l&unico modo per capire veramente
il prossimo. Duindi, comprenderete facilmente perch raccontarle questo strano
fenomeno delle gambe per me fosse inevitabile. Ero certa che avrebbe ascoltato e ci
avremmo ragionato su insieme. E che avremmo tentato di dare una risposta al mio
stato ansiogeno e doloroso.
Avevo appena finito di darle la noti"ia delle gambe quando mi sono fermata e l&ho
guardata. $ei ha ricambiato il mio sguardo. 9icordo di avere avuto bisogno di
metterla a fuoco stringendo gli occhi per vedere meglio quello che avevo davanti a
me.
IIo non so chi sonoJ le ho detto e ho cominciato a piangere.
Mi ero persa. Fefinitivamente.
Ma non era come nei film, dove il protagonista con la scusa di cercare se stesso
cambia vita e nella scena dopo sta prendendo il sole ai @ropici con dieci strafighe
ciucciando un coc4tail. Era una situa"ione di merda dove io non connettevo pi%, ero
in uno stato confusionale e c&avevo pure delle gambe non mie.
>iordana si inabissata nella sua libreria per cercare risposte fra i suoi molti
volumi raccomandandomi di stare tranquilla e di provare a riposare. -ono rimasta
sdraiata fissando il soffitto Gattivit! che ho svolto con impegno da quel giorno per i
successivi sei anniH e piangendo mentre andavo alla deriva.
tornata dopo poco con gli occhi fuori dalla testa per la preoccupa"ione, si
seduta di fianco a me e ha cominciato a spiegarmi.
$&inten"ione del dottor -imoni di stoppare il mio iperbolico ipertiroidismo poteva
pure essere buona, ma lo stato nel quale ero precipitata gra"ie alla spaventosa
quantit! di medicine che mi aveva dato era abissale. Ero passata da un eccesso
all&altro nel giro di due mesi. 2vvio che stessi sbroccando. 2vvio ma non
confortante. @anto pi% che -imoni era irreperibile. Era partito. ;orse stava ancora in
+ile a spappolare le tiroidi dei cileni.
Duando l&ipotiroidismo eccessivo, oltre ad avere un&apatia planetaria, il pa"iente
si ritrova a fare i conti col cosiddetto mi?edema, il rigonfiamento di tessuti cutanei
per accumulo di acqua e altre sostan"e. Duesto accumulo non riguarda solo la cute,
ma anche gli organi interni che diventano sempre meno efficienti. Ecco cosa dicono
gli studi medici' .Il mi?edema pu0 creare cambiamenti di personalit! con forte
tenden"a all&ina"ione e con lente""a mentale GbradipsichismoH e possono comparire
veri e gravi disturbi psicotici/.
E pensare che fino a poco tempo prima mangiavo come un lupo, scopavo come un
riccio e correvo come una lepre. 1n po& bestiale, mi rendo conto, ma che pacchia<
Fa quel merdoso pomeriggio in poi la mia vita si trasformata in una faticosissima
e dolorosissima lotta per la sopravviven"a. E siccome al depresso non frega niente
se vive o muore, lottare per una sopravviven"a che manco m&interessava aveva del
surreale.
+ontinuavo a prendere le medicine prescritte da -imoni che mi sgretolavano
sempre di pi%, ma ero terrori""ata all&idea di interrompere la cura di mia ini"iativa.
E se fossi tornata ipertiroidea tutto d&un botto, con relativi problemi di cuore e
compagnia bellaC Era meglio crepare d&inedia o d&infartoC 2gni giorno avvelenavo
il mio corpo con dosi massicce di pastiglie che avrei dovuto sospendere
immediatamente, ma non lo sapevo.
Fopo alcuni giorni di naufragio mentale e psicologico, >iordana ha deciso per me'
bisognava trovare immediatamente un altro medico. Mica facile. E se poi ne trovi
uno peggiore di quello che hai gi!C
Fopo un giro di telefonate ci stato consigliato il dottor @ognetti.
Duindi, un pomeriggio freddo, piovoso e schifoso di ottobre, io e >io ci siamo
ritrovate nello studio del luminare @ognetti.
1n 4iller vanesio. 2ra vi spiego perch.
3
Duando andate da un medico controllate bene che sulla porta ci sia una targa che
dice' Fott. @al dei @ali e poi, sotto, ci sia ben indicata la speciali""a"ione.
-o che pu0 sembrare un consiglio scemo, ma non lo .
1n&amica mi aveva consigliato @ognetti, che a sua volta le era stato raccomandato
da qualcuno che l&aveva saputo da un amico. 1na rischiosissima catena di
-ant&Antonio sanitaria. @u chiedi a una persona se conosce un endocrinologo e
questa lo chiede a dieci conoscenti che, a loro volta, lo chiedono ad altrettanti
parenti e amici. +os* ti arrivano una trentina di endocrinologi e non sai che fare,
esattamente come quando non ne avevi nessuno.
+onsiderato che fino a poco prima non sapevo nemmeno che gli endocrinologi
esistessero e, soprattutto, di che parte del corpo si occupassero, la confusione era
tanta.
+ome ho gi! detto, la medicina per me era un argomento sconosciuto non meno del
piccolo punto o della fisica quantistica.
Ma adesso navigavo nella merda mista al panico e, improvvisamente, i medici
erano diventati il mio punto di riferimento vitale. Duindi, avevo preso
l&appuntamento con @ognetti con un barlume Gma proprio un barlumeH di baldan"a,
perch ero convinta che, una volta nelle mani di uno specialista, la via della
guarigione sarebbe stata liscia come una pista di bob.
Io e >io siamo arrivate al suo studio nel pomeriggio.
ioveva, faceva freddo ed eravamo in Vespa. ;radice. ;antastico.
Io sgocciolavo, non solo per la pioggia, ma perch piangevo come una fontana.
2rmai >iordana, che era abituata a vedermi in quello stato, mi trattava con assoluta
normalit!, perci0 mi parlava del pi% e del meno, mi raccontava aneddoti, chiedeva
pareri su questo e su quello. E non certo perch sottovalutasse il mio dolore, ma
perch se non avesse adottato questa tecnica, l&unica alternativa sarebbe stata
mettermi in una bara, chiudermici dentro, accendere una decina di lumini rossi con
la foto di adre io e mollarmi in una camera ardente non sen"a essersi accertata di
averla chiusa a doppia mandata.
-olo questo suggeriva il mio umore.
+redo che per lei sia stato molto difficile e doloroso vedermi disperata
ventiquattr&ore su ventiquattro, ma teneva duro e, pur non facendomi mai mancare
un gesto affettuoso e di comprensione, tirava dritto con la vita normale e obbligava
me a farlo.
+omunque, ora eravamo fuori dallo studio di @ognetti' le cose stavano per
cambiare<
Era il B ottobre ())(.
Abbiamo suonato il campanello e ci ha aperto una segretaria distinta e discreta.
2ttimo ini"io. $o studio era figo, ricco, rassicurante. Kei mobili antichi, tende color
panna, parquet giustamente usurato, n troppo n troppo poco, tappeti persiani
buttati l! con nonchalance. una stortura mentale e culturale, ma se entriamo in
uno studio medico bello e dignitoso ci sentiamo gi! un po& meglio.
A posteriori posso affermare che molti medici sarebbero pi% bravi come arredatori
che come custodi della nostra salute, ma del senno di poi son piene le fosse, si sa.
Falla bella porta di legno dietro alla quale con ogni probabilit! stava il luminare
seduto a una scrivania piena di libri e scartoffie scientifiche, uscito un dottorino
giovane che sfoggiava un bel sorriso. Avevo un tale bisogno di positivit! che
l&avrei baciato in bocca.
Fopo un rapido scambio di strette di mano ci ha condotte in uno stan"ino
annunciando che mi avrebbe fatto un elettrocardiogramma.
Allarme' perchC >iordana, che sempre sospettosa come una faina, ha chiesto
lumi e lui, serafico e operativo, ha risposto che era un ordine di @ognetti.
1bi maior.
Mi sono sdraiata e mi sono fatta applicare gli elettrodi. +arini, colorati.
>io, serissima col dottorino, mi faceva sorrisi rassicuranti.
Io, inutile dirlo, piangevo.
Il giovane medico, cortesemente impassibile, registrava il tracciato.
Ancora oggi non ho capito a che ca""o servisse quell&elettrocardiogramma, ma a un
certo punto ho smesso di chiedermelo.
;inita l&opera"ione mi sono rivestita e io e >io siamo state convogliate in una sala
d&attesa mentre il dottorino spariva col mio tracciato fresco di stampa.
Intanto che aspettavamo e io, ovviamente, piangevo, >iordana sfogliava delle
riviste mediche. Eoiosissime.
Fopo pochi minuti, la segretaria distinta e discreta si palesata per annunciarci che
il dottore ci aspettava.
+i siamo al"ate dalle seggiole $uigi RV e siamo state introdotte nello studio di
@ognetti che, cordiale e ridanciano, ci ha accolte con un&aria assai affabile.
Duel sorriso mi ha fatto sentire quasi guarita e ho capito che sarei uscita da quello
studio con una vita nuova piena di felicit! e di spensierate""a.
Io e >iordana ci siamo sedute di fronte a @ognetti, la scrivania piena di libri e
scartoffie scientifiche G<H ci divideva.
Io cincischiavo un fa""oletto pieno di moccio col quale mi scaccolavo
continuamente il naso. @ognetti ostentava buon umore. >io sorrideva e spiegava la
mia situa"ione.
$ui ascoltava con un atteggiamento che, anche la persona pi% malfidata avrebbe
giudicato di sincero interesse.
Duando >iordana ha finito di illustrare i miei guai, @ognetti si concentrato
sull&elettrocardiogramma.
Fue minuti di silen"io, poi il verdetto' il cuore a posto.
Kella scoperta, ero l* per la tiroide, mica per il cuoreP i betabloccanti che mi aveva
dato -imoni erano storia passata ormai.
Ma entrambe, fiduciose, abbiamo pensato la stessa cosa, cio' .Kravo @ognetti, sei
scrupoloso e hai voluto accertarti che questa disgra"iata non stia per schioppare</.
Allora ho attaccato la mia litania del dolore.
IFottore, non capisco che cos&ho, sto maleJ e gi% a far vedere le ricette di -imoni.
I-ono triste, sono disperata, mi sembra che la mia vita sia finita, an"i, magari lo
fosse perch sarebbe meglioJ e gi% ancora a snocciolare per filo e per segno una
storia sen"a capo n coda nella quale racconto che dimagrisco, ingrasso, crollo
psicologicamente, piango tutto il giorno, non riconosco le mie gambe e il mio
medico curante scappa in +ile.
@ognetti mi guardava attento, >iordana traduceva ci0 che dicevo cercando di dare
una forma logica al mio racconto emotivo e spaventato.
-*, spaventato il termine esatto, perch in occasione di questa malattia che ho
conosciuto la paura. $a paura di non essere creduta e la paura dell&irra"ionalit!
della mente. Oosef S. non stava peggio di me, ne sono quasi sicura.
Duando la mente ti tradisce e se ne va a fare un giretto agli inferi, non puoi non
seguirla, perci0, se lei sta in una valle di lacrime ci devi stare anche tu.
Insomma, mi ero ritrovata improvvisamente doppia, facevo i conti con una me
stessa che non ero io e che si era mangiata in poco tempo la me stessa che
conoscevo. $&estranea che ero diventata aveva la mia faccia ma non mi
assomigliava per niente.
+erto, far digerire tutto &sto malloppo a @ognetti non era cosa da poco, ma il
medico era lui, io ero solo il pa"iente.
E lui, dopo avere escluso categoricamente che un problema alla tiroide potesse aver
anche solo lontanamente causato una depressione o il minimo scompenso
psicologico, mi ha domandato' I+osa sta girandoCJ.
.regoC/ ho pensato.
In effetti, in quel momento non me ne fregava un accidente di parlare del mio
lavoro, avrei solo voluto aggrapparmi al collo di @ognetti supplicandolo di guarirmi
seduta stante, ma per mera educa"ione gli ho detto cosa stavo girando e con quali
attori. Eotavo una certa inquietudine, una specie d&impa"ien"a da parte sua e ho
pensato di tagliare corto per tornare all&argomento principale' la mia salute.
IEon riesco pi% a trovare un equilibrio. -ono preoccupata perch il mio medico
sparito e io non so che cura devo fare, forse devo cambiare medicine, forse devo
fare altre analisi, ma non vorrei che...J ed stato qui che lui mi ha interrotto.
I$o sa che io ho scritto un testo teatraleCJ
1no, due, tre secondi di silen"io. -guardo fra me e >io.
IAh s*CJ ho chiesto.
IAhJ ha aggiunto lei. Eravamo attonite. +he ce ne fregava che lui avesse scritto un
testo teatraleC
Il nostro scarso entusiasmo per la noti"ia non l&ha affatto scoraggiato, an"i, partito
in quarta a raccontarci la genesi di quel benedetto testo che, diceva gongolante, era
stato messo in scena dall&attore tal dei tali. 1no famoso.
oi ha cominciato a descriverlo scena per scena.
9icordo che ci ha fatto una pippa bestiale su certi giocattoli meccanici che secondo
le inten"ioni dell&autore GluiH avrebbero dovuto simboleggiare l&innocen"a, la
spensierate""a e la felicit!. .Ma li mortacci tua/ pensavo io .ma proprio a me devi
venire a parlare di felicit!C Eon lo vedi che sto piangendo sen"a un motivo da
quando mi sono seduta su questa seggiolaC An"i, da alcuni mesiC/ i% @ognetti
blaterava, pi% >iordana s&incupiva. i% io mi sentivo sola. E inutile.
Fopo i giocattoli meccanici ci siamo dovute sorbire la parte con l&angelo della
morte, e l* mi sono sentita gi! pi% a mio agio. @utto ci0 che sfiorava argomenti
funerari mi trovava decisamente in sintonia. +erto, riguardo al mio problema di
tiroide non stavamo facendo grandi progressi, an"i, si pu0 proprio dire che di salute
non si parlasse affatto, ma che ci potevo fareC
oi ci ha descritto le luci, le scenografie e i costumi. $ui parlava e io guardavo il
muro, la scrivania, il soffitto, il mio fa""oletto da stri""are, il lettino sul quale mi
sarei, forse, dovuta sdraiare.
Duanto era soddisfatto di quel testo e che bello spettacolo ne era uscito<
I$o saC $&abbiamo rappresentato davanti a pi% di mille persone in una vecchia
fabbrica< stato un evento straordinario<J
Maledetto. Io invocavo un incidente mortale che mi liberasse dal male e lui
scutrettolava vanitoso come una ballerina di fila.
IE se sapesse che critiche< Keh, io sono un dilettante, il mio lavoro un altro, ma
questa esperien"a mi ha dato veramente tante soddisfa"ioni<J
E bravo @ognetti. -tavo per riportarlo sul noiosissimo ma pur necessario argomento
tiroide, quando ha riattaccato.
I+omunque anch&io avrei potuto fare l&attore. Fa raga""o ho fatto qualcosa, ma sa,
poi le responsabilit!, le aspettative di mio padre... anche se sono sicuro che avevo
dei numeri, ah, s*, altroch<J Io e >io tacevamo, lui ha ripreso.
I+he poi il teatro veramente la forma di spettacolo pi% nobile che c&. Vuole
mettere un bel film con un bello spettacolo teatraleC E poi si sa che l&attore di teatro
ha una prepara"ione che questi attori di oggi, pfui, se la sognano< ;anno un film e si
credono chiss! chi.J
$e stron"ate di @ognetti erano inarrestabili.
I+omunque lei ha fatto bene a fare quel film con Verdone. Verdone bravo, un po&
semplice, ma bravo.J
I>ra"ie. Ma secondo lei le medicine che sto prendendo...J
IAh, beh, quelle sono sbagliate. Feve interrompere immediatamente tutto e
prendere solo l&Eutiro? =8.J
IAh.J
I+omunque, io in realt! non sono endocrinologo, sono nefrologo.J
IEefrologoCJ
I-*, nefrologo. 2ddio, ho fatto degli studi di endocrinologia all&universit! quando
ero raga""o. Ma la mia specialit! un&altra. +omunque lei prenda l&Eutiro? e vedr!
che tutto andr! a posto.J
Eon capivo. Mi era stato detto che @ognetti era un ottimo endocrinologo. $ui stesso
mi stava dando delle medicine per la tiroide nel momento preciso in cui mi rivelava
di non essere il dottore giusto. $&atmosfera 4af4iana s&infittiva.
+iliegina sulla torta, sulla sua carta intestata c&era scritto Ipertensiologo.
Fa chi ca""o ero venuta a farmi curareC Fa un endocrinologoC Fa un nefrologoC
Fa un ipertensiologoC Fa un autore teatrale dilettanteC
Mentre io e >iordana ci guardavamo incredule lui si al"ato e ci ha accompagnate
alla porta con un bel sorriso.
+redo che quella sia stata la prima e l&ultima volta da quando la conosco in cui >io
non ha spiccicato parola. Ve lo giuro, la persona pi% dialettica del mondo, ma
@ognetti l&aveva ammutolita.
Io, ovviamente, piangevo.
IKene, la saluto signora ivetti e mi raccomando' torni presto a farci ridere<J
+on questa gioviale stron"ata aveva concluso il nostro inutile incontro, beccandosi
trecento euro sull&unghia. In sintesi' non sapevo se la cura che stavo facendo fosse
giusta o no, mi aveva rifilato una medicina in aggiunta a quelle che gi! prendevo,
non aveva risposto a nessuna delle mie domande, ci aveva ammorbato col suo testo
teatrale e non era manco un endocrinologo.
er questo vi ho raccomandato di controllare sempre cosa c& scritto sulla targa che
brilla sulla porta del medico da cui state andando.
;ate tesoro' le speciali""a"ioni sono importanti.
+ongedate da @ognetti, io e >io abbiamo attraversato la sala d&aspetto coi tappeti
persiani, il parquet e tutto il resto mentre la segretaria ci faceva uno stitico sorriso
di commiato.
-iamo uscite e ci siamo ritrovate sotto la pioggia. 2ttobre infame.
>iordana ha tirato fuori dal portabagagli della Vespa uno straccio sporco e ha
asciugato il sellino.
I-tai tranquilla, questo stron"o lo cancelliamo, domani ci mettiamo a cercare un
endocrinologo.J
I1n endocrinologo veroCJ ho chiesto io.
I1n endocrinologo veroJ mi ha risposto >io.
oi montata sul sellino. Io l&ho imitata, lei ha messo in moto ed partita.
Io, piangevo.
$a visita da @ognetti Gche avevo scoperto in seguito essere noto come medico dei
vip, e gi! questo sarebbe stato sufficiente per non andarci manco ma""ataH mi stava
facendo riflettere su una cosa. -ulle prime non capivo perch avesse fatto tanto
casino col suo testo teatrale, poi mi stato chiaro.
In occasione di questa dannata malattia, ho avuto modo di incontrare un sacco di
medici che, non si sa perch, ci tenevano moltissimo ad affermare la loro autorit!.
+ome se il sottotesto di ogni incontro fra me e loro fosse' >uarda che non mi
impressioni, tu sarai pure famosa, ma anch&io non sono mica male<
In fondo, la mia carriera di pa"iente era appena cominciata e, considerato che io
penso che ciascuno nella vita debba fare quello che sa fare, ero assolutamente
d&accordo col fatto che, fra me e loro, quelli che ci capivano di medicina fossero
loro. +iononostante, per tutto il periodo della mia malattia, spesso e volentieri ho
dovuto fare i conti con un&assurda competitivit!, come se in gara ci fossero le
nostre rispettive professionalit!.
:o spesso sentito una sorta di ansia da presta"ione con la quale illustri luminari
hanno cercato di impressionarmi, minimi""ando il mio problema di salute per
affermare una sorta di suprema"ia.
-cher"etti che combina l&insicure""a, penso io.
E se credete che l&esimio luminare non soffra d&insicure""a siete fuori strada. E
quanto pi% ne soffrono tanto pi% sono tromboni. erci0, ogni volta che vi trovate di
fronte a un medico trombone ricordate quello che vi dico' non cattivo, ha solo
paura.
Fue ore dopo la fallimentare visita da @ognetti, stavo con >iordana al parco dei
cani a far fare pip* ad :arpo. >io era con Kreth, la sua splendida lupa.
Io ero nei guai.
Ero terrori""ata e sempre pi% convinta che non sarei mai guarita.
erch se c& una cosa certa della depressione che non passer! mai, o almeno,
questo quello che ti fa credere.
$a mia devastante triste""a aumentava e io sapevo che questa invivibile sensa"ione
sarebbe stata la norma, d&ora in poi.
>iordana mi ha giurato che non era cos* e che col tempo sarei tornata a essere la
persona felice e positiva che ero stata fino a poco prima.
-u questo si sbagliava' ora lo sono molto di pi%.
4
-ul set le cose andavano benissimo. er gli altri, non per me.
;inch stavo chiusa nel mio camper ero libera di disperarmi in santa pace, appena
mi chiamavano a girare asciugavo occhi e naso e, falsa come l&ottone, indossavo la
mia arietta felice.
$a capacit! di fingere e mentire che ho sviluppato in quel periodo avrebbe fatto
invidia a Mata :ari. 2 a inocchio.
-ono sempre stata considerata una persona piuttosto divertente, spiritosa, non
potevo certo presentarmi tutto d&un botto lugubre come Mamma Ebe. Duindi
recitavo e, mentre il dolore esisten"iale non mi abbandonava un istante, per
necessit! riuscivo a essere ridanciana e faceta.
er necessit! e per lavoro.
Anche nel momento pi% bieco e buio della mia malattia non ho mai perso un colpo,
perch, stranamente, il chip dell&umorismo era sempre inserito. E ci0 mi causava un
dolore profondo alla bocca dello stomaco, perch questo profluvio di effervescen"a
era una sorta di addio replicato all&infinito alla me stessa di un tempo.
Mi faceva toccare con mano quanto una risata fosse un fatto tecnicamente possibile
ma spiritualmente inconcepibile e totalmente infondato. $a sensa"ione di
schi"ofrenia che provavo in quelle occasioni era totale' ridevo, facevo ridere gli
altri ed ero distrutta. 2gni battuta rosicchiava la mia personalit! dolorosamente
sdoppiata e ogni volta temevo la fine di quel momento d&ilarit! perch di l* a pochi
secondi sarei ripiombata nella caverna dell&orco.
-*, paradossalmente, ogni volta che mi intrattenevo con qualcuno a ca""eggiare,
soffrivo. +ome se stessi vedendo una nave salpare per una meta fantastica mentre
io rimanevo l*, sola, su un molo desolato e deserto sotto a un sole che seccava me e
ci0 che mi circondava.
Ma lavorare dovevo, an"i, meno male che il lavoro c&era<
$a mattina presto, dopo che la mia adorata truccatrice, -abrina, mi aveva
sapientemente truccato, io cominciavo a piangere.
E non bello piangere con le ciglia finte, perch cascano.
-abrina faceva il miracolo di rendermi presentabile e io distruggevo il suo lavoro
frignando come un neonato con le coliche gassose.
Vanificavo ventine di minuti spese a stendere il fondotinta, impantanavo strati e
strati di ombretto sui miei poveri occhi arrossati, torturavo le mie narici gonfie
soffiandomi il naso in continua"ione.
Alla fine ero un mascherone e il lavoro andava fatto da capo.
E -abrina, eroica, ricominciava.
+iononostante, con una punta di orgoglio che posso affermare di non aver mai
fatto nemmeno un minuto di ritardo sul set. Ero talmente rodata che calcolavo il
tempo del trucco, del pianto e del ritrucco. 1na vera ragioniera della sofferen"a,
efficiente e ben organi""ata. Eon scordiamocelo' una milanese. Fisperata, vero,
ma milanese<
9icordo distintamente un giorno in cui dovevamo girare la scena finale della serie
nella quale io e il protagonista ci baciavamo. 1n&inquadratura che prevedeva,
ovviamente, noi due innamorati e avvinghiati. 1n incubo. Avrei preferito leccare
l&asfalto palmo a palmo. Era previsto il solito totale, un piano americano e
l&immancabile primo piano.
@ra un cia4 e l&altro mi defilavo con elegan"a, mi nascondevo dietro una colonna e
piangevo.
Era pi% forte di me, non potevo trattenermi, appena il regista gridava I-tooop<J gli
occhi mi si riempivano di lacrime. -apevo che dopo lo stop avevo uno o due minuti
di interregno nei quali il dolore, che tenevo a bada con una fatica disumana, mi
avrebbe sopraffatto. E cos* accadeva.
-e il mio partner mi avesse beccato in quei momenti ci sarebbe rimasto molto male'
baciarlo e piangere in quel modo< Invece, pur non provando per lui la bench
minima attra"ione, lo consideravo un eccellente attore, un ottimo collega di lavoro
e una bravissima persona. Ma che orrore baciare un estraneo in piena depressione<
Mentre piangevo a dirotto dietro la colonna, -abrina si pia""ava al mio fianco,
faceva scudo col suo corpo e, mentre mi guardava coi suoi GbellissimiH occhi neri,
aspettava che l&onda dolorosa si placasse.
oi mi passava rapida rapida un fa""olettino struccante umido e, mentre io pulivo le
sbordature di mascara sopra e sotto gli occhi, lei si attre""ava con la colla a presa
rapida per le ciglia finte' una piccola goccia sul dorso della mano e, con un
rapidissimo lavoro di pin"ette, mi riposi"ionava i ciuffetti di ciglia appena intinti
nella colla laddove si erano staccati. +io su tutto l&occhio.
Eravamo diventate velocissime in questa attivit! di truccaggio volante.
An"i, se qualche attrice depressa mi sta leggendo, mi sento assolutamente di
consigliarle la mia truccatrice' con -abrina puoi piangere e disperarti e, in pochi
minuti, torni come nuova.
Eaturalmente dovevo anche bloccare il moccio che colava dal naso, perci0 mi
ficcavo nelle narici due grosse pallottole di carta strappate da un fa""olettino e
voil!, non sgocciolavo pi%.
robabilmente lo spettacolo che offrivo era grottesco, ma, giuro, stavo proprio
male.
Duando il pitQstop finiva, sorridente e infelice sbucavo da dietro la colonna e
ricominciavo a baciare quel poveretto.
Il mio un mestiere bellissimo, ma alle volte mi chiede di fare cose molto lontane
da ci0 che vorrei. $e scene pi% o meno amorose sono sempre faticosissime perch
prevedono un gesto intimo con una persona della quale, il pi% delle volte, non ti
frega niente. -e poi, come pu0 capitare, magari ti sta pure sui coglioni, sei
sistemato. In ogni caso, anche se il partner fosse il soggetto migliore del mondo,
probabilmente non sprecheresti nemmeno un secondo a sbaciucchiarlo a favore di
macchina. @ogli l&amore a un bacio e cosa restaC 1n gesto innaturale e umidiccio.
Kleah.
Ma tutto passa e anche la scena del bacio a un certo punto finalmente finita. +on
l&anima piena di magone mi sono trascinata fino al camper, ma con il corpo ho
marciato spedita elargendo sorrisi qua e l!.
Kugie su bugie.
Mi sono attaccata al telefono e ho chiamato >iordana per piangerle un po& nelle
orecchie. $ei mi ha ascoltato come sempre e poi ha lanciato la bomba' che ne
dicevo di provare ad affrontare un po& di psicoterapiaC
Koooom< sicoterapiaC erchC +os&C +om&C Ma chi, ioC
Ero totalmente digiuna di tutto ci0 che riguardava la psiche, era qualcosa che
conoscevo come gli algoritmi nell&algebra computa"ionale o l&alpinismo, cio, per
niente. An"i, a pensarci bene, forse me la sarei cavata meglio se avessi affrontato
con chiodi e piccone la parete nord del $Ls4amm 2rientale, piuttosto che se mi
fossi trovata a fare i conti col mio io nascosto e profondo.
Insomma, fino a quel momento avrei potuto giurare di essere totalmente sprovvista
di una psiche tutta mia, tanto ero ignorante in materia.
>iordana invece masticava l&argomento come al cinema si masticano i popcorn'
con estrema facilit!.
Fecisi che avrei affrontato la psicoterapia.
@anto, peggio di cos* non poteva andare< 2ddio, forse questo non era il modo
migliore per imbarcarsi in un&esperien"a impegnativa come l&analisi, ma tant&,
l&importante era fare il salto e io avevo deciso di farlo.
E l&ho fatto.
-ono stata vari anni in analisi, ho fatto incontri buoni e meno buoni, ho sentito dire
parole importanti e svariate ca""ate, ma adesso che il tempo passato e che il
dolore se n& andato, vi dico dal pi% profondo del cuore che sono felice. E so quel
che dico quando affermo che metterei l&analisi come materia obbligatoria dalla
prima elementare in tutte le scuole, perch penso che se fin da piccoli avessimo gli
strumenti per essere critici nei confronti della nostra vita, sapremmo costruirci un
futuro pi% consapevole e meno pieno di errori. Duindi di dolore. E se crescessimo
con la capacit! di mettere in discussione tutto ci0 che ci circonda e chi abbiamo
vicino, sapremmo costruire per noi stessi la vita che veramente vogliamo e non
quella che il mondo prefabbrica per noi.
Firei tutto ci0 anche davanti a un plotone d&esecu"ione perch ci credo.
.+onoscere per deliberare/ diceva Einaudi e aveva ragione.
Duesto mondo ci intorta fin da piccoli con troppe regole, spesso idiote. +i inquadra
per "ittirci, per farci stare buoni. E ci fa crescere per essere soggetti che consumano
e basta. +os*, magari mandiamo avanti l&economia, ma non la nostra vita, che
rimane al palo.
E l&homo non pi% tanto sapiens.
$&analisi mi ha reso molto pi% critica. +on me stessa e con gli altri.
Anche, an"i soprattutto, con quelli che amo, insegnandomi cos* ad amarli meglio.
Mi ha aiutato a sapere di me tante cose che ignoravo e ora posso tranquillamente
sfoggiare tre o quattro Veroniche che non sapevo di essere. Duesto mi rende pi%
forte, pi% consapevole e pi% felice.
Meno felice e decisamente pi% delicata era invece la mia situa"ione igienica.
+ome ho gi! detto, non mi lavavo. Eon mi andava. Ero grigiastra dentro e fuori.
9icordo che ho indossato lo stesso golf grigio per moltissimi mesi, in casa e fuori.
Era un golf di >iordana, me l&aveva prestato il primo giorno in cui ero stata
veramente male, il giorno in cui posso orgogliosamente datare l&ini"io della mia
depressione' il famoso giorno delle gambe non mie.
Mi aveva dato quel suo golf grigio col cappuccio perch avevo freddo, e mal gliene
incolse, perch gliel&ho restituito anni dopo.
$o mettevo tutti i giorni e mi ci sono affe"ionata come a un cucciolo.
Eon volevo indossare altro, perci0 quel poveretto ha cominciato ben presto a fare i
pallini e a chiedere di essere sostituito chess0, da una felpa, da una vecchia giacca,
da un cardigan della +aritas, ma pregava che lo lasciassi un po& in pace. Invece
sono stata spietata con lui, non l&ho mollato mai. E guai se >iordana avesse provato
a mandarlo in tintoria<
+on quel golf ho vissuto, mi ci coricavo la sera e mi ci svegliavo la mattina, come
con un amante.
Mi aggiravo per casa con un informe paio di pantaloni di pile che mi facevano il
culo al polpaccio, una maglietta a caso e il golf grigio col cappuccio.
Mi aggrappavo a quel golf con tutta la paura che avevo e gi! mi ci vedevo ben
composta in una bara di legno scuro, seppellita e finalmente in pace, almeno un
metro sottoterra.
Insomma, l&aspetto igienico della faccenda era assai delicato e controverso. osso
solo ringra"iare che non fosse agosto, che non ci fossero trentaquattro gradi e che
non ci fosse il rischio di sudare, senn0 il problema sarebbe stato ben pi% grave. er
tutti.
Eon so perch l&igiene fosse diventata un tale tab%, ma il rifiuto che avevo a
lavarmi collo e ascelle mi riportava ai dorati anni della primissima adolescen"a
quando, piuttosto che darmi una sciacquata, preferivo aprire il rubinetto e mettere a
intermitten"a una spugna sotto il getto dell&acqua cos* che mia madre, che
controllava fuori dalla porta del bagno, mi credesse nel pieno delle mie ablu"ioni.
E, cos* come allora mi rifiutavo di rendere le mie ascelle una "ona igienicamente
sostenibile, anche adesso lasciavo che diventassero terreno fertile per muschi e
licheni. Eon me ne fregava niente che fosse sconveniente, sbagliato, schifoso' non
mi volevo lavare e non mi lavavo.
oi, per0, c&erano i giorni in cui lavoravo ed ero costretta a farlo.
erci0, armata di pa"ien"a e di sapone, sfregavo tutte le "one rancide e, con un
senso di sconfitta, andavo sul set.
@occare il mio corpo sotto la doccia era sgradevole. Mi disgustava la mia faccia
allo specchio, odiavo gambe e braccia. Eon amando nulla di me non era piacevole
toccare ci0 di cui ero fatta. Eon riconoscevo come miei quel collo, quelle orecchie,
quelle ascelle, quei piedi, quelle ginocchia.
Il piacere che provo ora quando mi do una bella lavata dipende anche dall&amore
che ho per me, toccare il mio corpo, prendermene cura, un gesto di affetto intimo
molto rasserenante.
Allora il mio corpo era un estraneo, non c&era nessuna ragione perch me ne
occupassi, men che meno perch decidessi di entrare in intimit! con lui.
Ma so che su questo capitolo aleggia uno spettro, ed giunto il momento di
affrontarlo per fugare i sospetti peggiori che sento svola""are intorno a me come
pipistrelli nelle notti estive.
vero che mi lavavo malvolentieri, ma spe""er0 una lancia in favore dei denti e del
bidet. Duelli li facevo, regolarmente.
-i pu0 sorvolare su un collo un po& opaco, su delle orecchie farcite, su delle ascelle
che non vedono quasi mai la luce del sole, ma non si pu0 sorvolare su un sedere che
sa di chiuso o su una bocca a vespasiano.
er quanto l&acqua sia stata la mia grande nemica, non ho mai rinunciato a un
sorriso Gseppur teorico in quel periodoH bianco e pulito. $o stesso vale per il culo'
sempre stato lindo e ben areato, con il cambio della biancheria preciso e puntuale
come il cambio della guardia a Kuc4ingham alace, solo un po& meno pomposo.
Il resto, per0, mostrava la corda.
Ed era abbastan"a incredibile per me stare a mollo in tanta sciatteria, perch
rinnegavo un aspetto significativo della mia persona' la vanit!.
Eon caratteristica di cui esser particolarmente fieri, ne convengo, ma fino a quel
momento ero stata una bambina, poi un&adolescente, poi una raga""a, poi una
giovane donna vanitosa.
Favo molta importan"a al mio aspetto fisico, lo amavo. Asciutto, alto, braccia e
gambe lunghe, non cos* ovvio per la mia genera"ione.
+lasse 5678P all&epoca le bambine erano mediamente piuttosto basse e i maschi non
guadagnavano centimetri prima dei quattordici, quindici anni. Infatti ero sempre la
pi% alta della classe. Duando ho fatto dan"a classica Gtre anni di passione furiosa e
assoluta per qualcosa che rimasto solo un sognoH svettavo in me""o alle altre
raga""ine e quando giunto il momento di andare sulle punte, le mie scarpette col
gesso erano due canoe. In quarta elementare avevo il A7 di piede e me ne
vergognavo come una bestia, ma quando salivo sulle punte e levavo le braccia
verso l&alto potevo sputare in testa a tutte quelle nanerottole delle mie colleghe.
Magra consola"ione, perch fra la magre""a e le spropor"ioni dell&et! sembravo un
cavatappi, per0 non lo sapevo e mi andavo bene cos*. +ome si dice, alte""a me""a
belle""a, o sbaglioC
-eppur magra e un po& cavallina, mi piacevo. Avrei voluto avere la faccia di
+harlotte 9ampling o di Anou4 Aime, mentre invece mia madre trovava in me
una sinistra somiglian"a con Mic4 Oagger Ggiuro, stata capace di dirmeloH, ma
nemmeno questo ha scalfito il mio amor proprio. Mi piacevo e questa incrollabile
fede nella mia presentabilit! mi ha accompagnato tutta la vita.
Alt. @utta la vita prima.
Furante la depressione, come ho detto e ripetuto, sono stata un gran cesso, perch
mi sa che proprio vero che lo spirito crea il corpo, e se lo spirito asfittico, il
corpo non pu0 sfavillare. Eemmeno la bacchetta magica di hotoshop avrebbe
potuto correggere ci0 che non fun"ionava perch ero brutta dentro, e il fuori ne
pagava le conseguen"e.
2ltretutto, i miei ormoni erano sul @itanic da un bel pe""o, e se quelli stanno
sottosopra difficilmente il tuo aspetto armonioso e la pelle del tuo viso
raggiante, com&era, per esempio, capitato a Mos nel libro dell&Esodo mentre si
faceva dettare i dieci +omandamenti.
>li ormoni a LoQLo mi avevano sballato regalandomi parecchi chili di troppo
Galcuni etti stavano sulle guanceH, i capelli erano eccessivamente corti e il mio
sguardo era vuoto di ogni felicit!. +ome potevo essere bellaC 2 anche solo
gradevoleC
E poi, c& nella depressione una drammatica conferma di s nel vedersi brutti e
sciatti. Il tuo aspetto ti certifica che giusto che tu stia cos*. giusto e definitivo.
Avevo preso in odio gli specchi dai quali facevo fatica a scappare perch erano
sparsi un po& ovunque, essendo la casa di un&e? vanitosa.
+he cavolo di condanna, obbligata a vedersi a destra e a manca detestando la
propria immagineP 2scar Tilde sarebbe stato orgoglioso di me.
+omunque era questione di tempo' sarei andata in analisi e allora s* che in quattro e
quattr&otto i miei umori allo sbando si sarebbero rimessi in carreggiata< Era questo
che pensavo con un residuo di ottimismo che avevo tirato fuori non so da quale
anfratto.
Eaturalmente non andata cos*.
Duando Fei4e >erlach, un&an"iana signora tedesca e albina, mi ha ricevuto nel suo
studio guardandomi negli occhi con un vago ricordo di >estapo nelle iridi
a""urrine, ho capito che stavo aprendo l&ennesimo capitolo tormentoso della mia
vita.
E non mi sbagliavo.
5
Ierch quiCJ
Mi bastata questa domanda per cominciare a piangere a dirotto. Fei4e mi
guardava impassibile, io avrei voluto spiegarle la rava e la fava ma non sono
riuscita a fare altro che piangere, piangere, piangere. Kell&ini"io. Avevo investito
moltissimo in questo incontro, mi ero persino lavata. +on una cura un po& infantile
mi ero vestita bene, come quando a sette, otto anni andavo a trovare mia nonna e
mettevo la vestina buona. er Fei4e mi ero anche truccata, incredibile.
Ed ero tragicamente ottimista, perch speravo che l&an"iana biondina avrebbe fatto
la magia di guarirmi.
Alta, piuttosto age, minigonnata, naso rifatto, sguardo chiaro fra i platinati boccoli
vaporosi, stava seduta di fronte a me come una na"ista dal cuore buono. Io, an"ich
sentirmi la solita deficiente fallita e incapace, ero tutta contenta di potermi sfogare
sen"a remore, conscia che quello era il posto migliore per dare il peggio di me ed
essere, a pieno diritto, la solita deficiente fallita e incapace.
E quanto pi% avessi fatto la figura della poveretta allo sbando tanto pi% sarei stata
pane per i denti di Fei4e. Fenti che non ho mai visto, n quel giorno n in seguito
perch non ha mai sorriso, almeno in mia presen"a. Ma non era n sdentata n
antipatica, an"i, mi piaceva con quella seriet! planetaria e universale. 1na Karbie
centenaria e impassibile.
Ierch quiCJ mi ha chiesto nuovamente Fei4e.
;arfugliando e sgocciolando le ho spiegato a grandi linee quello che mi era
successo, l&ipertiroidismo, l&ipotiroidismo, l&eccesso di medicine, i chili di troppo, i
medici pa""i, il dolore sordo e continuo e la paura di soffrire tutta la vita. urtroppo
non potevo sfoggiare un&infan"ia infelice o dei genitori crudeli che avrebbero
sicuramente dato un habitat molto pi% nobile al mio accumulo di sfiga, ma dovevo
arrangiarmi con la solita solfa del dottore fuggiasco che mi aveva imbottito di
medicine e arrivederci e gra"ie. Duella era la mia storia' prendere o lasciare.
Fei4e ha preso e abbiamo cominciato a chiacchierare.
Mi ha ascoltato, ha pia""ato alcune perle di sagge""a qua e l! e, quando le ho
chiesto quanto mi sarebbe costato il trattamento completo, ha sparato il primo
siluro.
IFecida lei.J
I+omeCJ
IFecida lei.J
IIn che sensoCJ
IFecida lei quanto mi vuole dare.J
2h bella, o quello era il aese dei Kalocchi o stavo per prenderlo in culo alla
grande.
Ancora rimpiango di non aver avuto la presen"a di spirito di dire .Fieci euro</ cosa
che, ovviamente, la coscien"a mi ha impedito di fare perch naturale che un
giochetto del genere ti mette all&angolo. Eon puoi mica proporre una cifra da
pidocchio senn0 sei un pe""ente che se ne approfitta, semmai spari alto per fare
bella figura. In pi% non potevo far finta di essere un&indigente perch gi! da qualche
anno la mia faccia funestava la prima serata di qualche milione di persone, ci0
significava guadagni, denaro, benessere.
IFecida lei quanto mi vuole dare.J
IEiente. 24CJ Eon si poteva, ahim.
E non perch Fei4e non valesse niente, ma perch trovavo che metterla su questo
piano fosse imbara""ante.
Duando vado dal panettiere e compro me""o pane casareccio mi costa tot. $ui mi
dice il pre""o, io apro il portafogli, pago, e il nostro rapporto scorre via liscio e
cristallino. erch Fei4e voleva mettermi nei guai sen"a darmi un&indica"ione
precisaC Duanto costava il suo pane casareccioC Fieci euroC +inquantaC MilleC
-obbollendo nell&imbara""o ho incominciato a buttare l* cifre a vanvera di fronte
alle quali i suoi occhi da processo di Eorimberga non hanno lasciato trapelare nulla.
-paravo troppo alto, poi troppo basso. $ei muta. Eessun messaggio. er un istante
ho persino dubitato che fosse sveglia. $a sua bocca era sigillata, i suoi boccoli
immobili.
-entendomi ad un&asta pubblica ho capito che avevo finalmente a""eccato la cifra
quando, al mio .-QsettantaC/ ha lievemente increspato il labbro superiore,
dimostrando' AH che non dormiva, KH che settanta andavano bene.
+on Fei4e ho avuto un rapporto curioso. -apevo di non essere da Oung in persona,
ma le devo riconoscere una seriet! e un desiderio di aiutarmi assolutamente
autentici.
Mentre cercava di restituirmi un po& di serenit!, Fei4e mi infilava le dita
dappertutto. Eel senso che mi scioglieva i punti.
Duesta pratica, incredibile ma vero, fun"ionava.
Fei4e mi faceva sdraiare sul lettino e cominciava a premere con i suoi ditini magri
e puntuti alcuni punti precisi del mio corpo ai quali corrispondevano delle
sensa"ioni negative. er capirci, se dietro al polpaccio c&era il cosiddetto punto
della paura Gnon cercatelo adesso, perch non l*, sto solo facendo un esempio<H,
con la pressione continua del suo dito questo punto lentamente si scioglieva
dissipando la sensa"ione negativa alla quale era legato. Eon ho mai capito se tutto
ci0 c&entrasse con la storia dei +ha4ra, ma siccome non gliel&ho mai chiesto e lei
non me l&ha mai detto, quello che so che lei mi scioglieva i punti.
+erto, per arrivare a sciogliere i punti bisognava conquistare un posto al sole sul
suo lettino, cosa non facile.
Atona e ghiacciata, Fei4e mi ordinava di sdraiarmici mentre lei si al"ava dalla
scrivania e guadagnava il suo sgabello. $a prima volta mi sono fatta fregare. Mi ci
sono seduta Gcome avrei fatto con qualsiasi altro lettino o barellaH per poi sollevare
le gambe e stendermi. Ma dopo che quel trespolo infernale era scattato come una
molla sollevandosi a tradimento sotto il mio culo impavido, mi ero parali""ata. A
parte la figura di merda di cascare per terra, come nelle pi% vecchie comiche di Ken
@urpin, la mia goffaggine strideva con la rigidit! di Fei4e che, immobile, mi
guardava. +hiunque, vedendo un pa"iente a gambe all&aria, si sarebbe fatto una
risata, o avrebbe trattenuto a stento un mugolio, ma non lei. A Fei4e un pa"iente
imbranato non scuciva nemmeno un me""o sorriso. An"i.
Duindi, seduta dopo seduta, ogni volta che Karbie mi invitava a pia""armi sul
lettino, io miglioravo e affinavo la tecnica per salirci. 2rmai avevo capito che
dovevo conquistarlo con l&astu"ia' spiccavo un bel bal"o da saltatore con l&asta, ma
sen"a l&asta. Era questione di vita o di morte, perci0 "ompavo sen"a vergogna.
Fei4e si avvicinava lieve, si posi"ionava sul suo sgabello Gche, per la cronaca, era
perfettamente stabile, beata lei<H e mi infilava le dita qua e l!.
Aveva delle unghiette malandrine che mi si piantavano nella carne come dei 9urp.
-cioglieva il punto della paura, vero, ma mi provocava una fitta sotto il plesso
solare che arrivava dritta al cervello. Avevo un bel dirle che mi pareva di sentire le
sue unghieP con una ferme""a da Sommandant mi assicurava di averle tagliate la
mattina stessa. Duindi sopportavo.
er0, in effetti, &sti punti si scioglievano. E quando si scioglievano davano un po& di
respiro alla nebbia nera che mi avvolgeva, perci0 poco importava che dovessi
guadagnarmi il lettino come a ruba bandiera e gli artigli di Fei4e mi riducessero
come -an -ebastiano, perch ne valeva la pena.
Ma mentre nella mia vita entravano Fei4e e lo scioglimento punti, il set continuava
a occupare parecchie delle mie giornate. Mentendo sistematicamente come i
chiromanti in @V, tiravo avanti e macinavo scene su scene dove mi era richiesto di
fare la cosa pi% lontana da me in quel momento' la raga""otta allegra e spensierata
che risolve tutto con una battuta sagace e ha la testa vuota di pensieri.
In realt!, ovviamente, io mi aggiravo per la mia vita con la falce sulla spalla e un
mantello nero fino ai piedi, ma li deponevo all&occorren"a e fingevo.
+ome, per esempio, quel giorno che il regista Gcol quale, tra l&altro, avevo e ho
sempre avuto un ottimo rapporto nel corso degli anniH mi ha detto con un bel
sorriso, dopo che avevo messo a segno uno scambio di battute ben riuscite' I+erto
che a te ti va l&acqua per l&orto<J.
Eon conoscevo quel modo di dire, non l&avevo mai sentito.
-i sono affrettati a spiegarmi che significava che tutto mi andava bene, che non
avevo problemi, che la mia vita filava liscia. -econdo gli astanti a me andava
l&acqua per l&orto.
+redo di non aver mai avuto tanta sete di sangue come in quel momento. $&acqua
per l&ortoC A me, che volevo morire ogni minuto della giornataC
E siccome notorio che, se in questo ambiente dici che stai male quelli che ti
stanno vicino si grattano i coglioni, tacevo.
Eon si capisce perch, ma questa la regola. +ircolano leggende famose quanto i
coccodrilli bianchi nelle fogne di Ee3 Uor4 che narrano di persone che, dopo aver
confessato un proprio malanno, non hanno pi% lavorato, sono state dimenticate,
esiliate, cancellate per sempre. ;orse pure soppresse.
ersonalmente me ne sarei anche sbattuta di tutto &sto terrorismo, ma il punto era
che, manco se avessi voluto avrei trovato qualcuno pronto ad ascoltarmi.
$ungi da me, ora, voler attaccare la pippa sull&ambiente dello spettacolo cinico e
baro dove tutti sono egoisti e nessuno ama nessuno Gvera per lo pi%, ma vecchia
quindi poco interessanteH, ma un dato di fatto che orecchie pronte ad ascoltare ce
n&erano pochine. E a ben guardare questo un problema che travalica i confini del
dorato mondo e che si estende a macchia d&olio dappertutto.
Duanta gente conosciamo che non vede l&ora di assumersi i pesi altrui e stappa una
bottiglia appena il prossimo suo si va a lagnare della propria vitaC oca. ;orse
nessuno.
Duindi perch gli attori dovrebbero essere diversiC erch chiedere al tuo regista di
fare per te quello che le persone che ti sono pi% vicine non sanno, non riescono o
non vogliono fareC
Eon parlavo con nessuno della mia depressione perch non avevo confiden"a con
nessuno, senn0 l&avrei fatto, anche se capivo chiaramente che se avessi provato a
buttar l* due parole sul mio malessere mi avrebbero lanciato dell&aglio e trafitto il
cuore con un paletto di legno. Duindi evitavo.
1na volta, per0, ho beccato un collega che, sciagurato, mi ha chiesto con un pi""ico
di umanit! come stavo.
Aveva notato il mio smarrimento esisten"iale, l&imprudente, e mal gliene incolse,
perch gli ho fatto una purea di coglioni a furia di spiegargli tutti i sintomi della
mia depressione, dalle origini a quel momento l*.
$ui, sempre pi% accartocciato, rispondeva a monosillabi, un paio di volte ha esalato
qualche vocale e io, che avevo finalmente agganciato una parven"a di essere umano
travestito da attore pronto ad ascoltare, ridondavo di dettagli, lamenti, suppliche.
Mentre mi disperavo il suo occhio si appallava irrimediabilmente.
Anche perch, giusto dirlo, il depresso un immenso rompicoglioni.
Il depresso convinto che nessuno soffra quanto lui e il guaio che ha ragione. -u
mille depressi ci sono mille sofferen"e diverse e uniche al mondo, mille dolori
indicibili e mille solitudini che nessuno potr! alleviare.
E nessuna persona comune in grado di aiutarti.
Duindi, tornando all&analisi, se hai la fortuna di aver ini"iato un percorso
psicanalitico opportuno che ti ci impegni e cerchi di dare fondo al tuo dolore
quanto pi% puoi nel corso dei cinquanta minuti della visita, perch un po""o sen"a
fondo come il tuo psicanalista non lo troverai, nel mondo reale.
$o studio dello psicanalista un mondo a parte, un catino nel quale possiamo
riversare pensieri indicibili sen"a scandali""are nessuno, un lusso del quale
conviene approfittare, se solo ne abbiamo la possibilit!. E soprattutto, un lusso
che non dovrebbe essere un lusso.
Era molto importante per me sapere di avere un posto dove potevo dire tutto e, in
linea di massima, Fei4e abbo""ava. Dualche volta ho avuto la sensa"ione che certi
particolari "o""i la facessero sobbal"are, ma quanto pu0 sobbal"are un megalito di
-tonehengeC Duesto era Fei4e la tedesca' un megalito dal cuore di panna.
1na volta, per0, mi ha fatto sobbal"are lei.
2rmai era inverno, fuori imperversava un freddo rigido e piovoso mentre nello
studio di Fei4e c&era un bel calduccio.
+ome al solito mi stavo lagnando. -tavo male, nessuno soffriva come me, I... se lei
sapesse dottoressa che dolore qui in fondo al cuoreJ, eccetera, eccetera, eccetera.
@utto vero e assai ripetitivo.
In pi%, non potrei giurarci ma avevo l&impressione di percepire dei lievissimi crolli
della sua testa un po& a destra e un po& a sinistra, delle piccole botte di sonno che lei
teneva abbastan"a sotto controllo, ma sen"a riuscire a reprimere del tutto.
Invece Gstesse dormendo oppure no non lo sapr0 maiH Fei4e si svegliata di botto
ed entrata in battuta.
I+he cosa significa non c& niente di bello nella mia vitaCJ mi ha domandato al
volo per non perdere il ritmo della conversa"ione, an"i, del mio monologo.
I+he tutto brutto. @utto triste.J
Ierch non prova a pensare a qualcosa di belloCJ
Arid!nghete. Allora non mi sono spiegata... qualcosa di bello, fosse stato facile< Ma
non volevo porre limiti alla provviden"a n a Fei4e, perci0 mi sono detta vediamo
cosa suggerisce.
IE, vediamo... cosa suggerisceCJ le ho chiesto a voce alta traducendo il mio
pensiero.
IEon so. rovi a pensare alla sua vagina.J
Eon credevo di aver capito bene.
IA cosaCJ
IAlla sua vaginaJ ha reiterato impassibile. Irovi a pensare alla sua vagina.J
Avevo capito bene, aveva proprio detto di pensare alla mia vagina.
2ddio. Avete presente la vaginaC Eon necessariamente la vostraC Duante cose pi%
belle della vagina vi vengono in mente dovendo fare un elenco, anche sommarioC E
comunque, anche se l&elenco fosse molto lungo, a che punto starebbe la vostra
vaginaC 2, meglio ancora, la vostra vagina ci starebbeC ;ra le cose belleC
-en"a scomodare per for"a tramonti rossi, prati verdi, cieli a""urri, neonati rosa e
tutte quelle truci ovviet! universalmente riconosciute come belle, com&era possibile
pia""are la vagina in quel mucchioC Fopo quanti chilometri plausibile che, sulla
lista delle cose belle, scriviamo vaginaC Eon sto dicendo cose utili, n divertenti, n
irrinunciabili, n uniche, n appassionanti. -to dicendo belle. ersino Erica Oong
sarebbe d&accordo con me.
+ome ca""o faceva a dirmi di pensare a qualcosa di bello facendomi
quell&esempioC IMa la vagina orrenda<J ho protestato.
Fei4e ha sorriso con aria consapevole e, da vera psicanalista pluridecorata ha
domandato' I$a -1A vagina orrendaCJ.
Eh, no, ciccia, adesso non mi fotti col fatto che se non mi piace la mia vagina c&ho i
problemi. -e quando devi pensare a qualcosa di bello pensi alla vagina, i problemi
ce li hai tu<
IMa no, non la mia, quella di chiunque< -e devo pensare a qualcosa di bello non mi
viene certo in mente la vagina<J
$a venust! della vagina era un falso problema in quel momento, ovvio, ma ero gi!
in un vicolo cieco.
Adesso l&esperta psicanalista Fei4e >erlach mi avrebbe dimostrato che ero in
conflitto con la mia femminilit!, quindi con mia mamma, mia sorella, le mie
amiche delle elementari, le suore della scuola dell&obbligo e con la mia vagina, che
non avevo risolto il complesso di Edipo con mia madre, quello di Elettra con mio
padre e che proprio da mio padre aspettavo ancora l&autori""a"ione arcaica che mi
avrebbe permesso di affrancarmi dal suo giogo. Duesto temevo che mi avrebbe
detto con sguardo glaciale Fei4e, solo perch trovavo decisamente meno attraente
la mia vagina rispetto, che ne so, a una meringata di tre piani con la panna, i
confetti d&argento, i fiori di "ucchero e le gocce di cioccolato.
Eppure ero sicura che chiunque, oltre a me, avrebbe optato per la meringata. A
meno che la domanda non fosse stata .Fove metteresti volentieri l&uccelloC/ ed
chiaro che in quel caso la meringata sarebbe stata seconda.
IDuindi, se deve pensare a qualcosa di bello E2E le viene in mente la sua vaginaJ
ha senten"iato Fei4e come se non sapessi cosa mi perdevo.
IEoJ ho confermato.
IE cosa le viene in menteCJ
IEon lo soJ ho risposto con un broncio di un metro.
+ome potevo spiegarle che, se avessi avuto sulla punta delle dita tutte le cose belle
del creato non sarei stata l*, perch avrebbe voluto dire che non ero depressaC E se
non fossi stata depressa, forse, in quel momento sarei stata chiss! dove a usare
furiosamente la mia vagina che, invece, sonnecchiava inutili""ata dal giorno in cui
mi ero ammalata.
-embrava che la piccola Fei4e non considerasse che il sesso e tutto ci0 che a esso
era collegato Ge secondo me la vagina lo era abbastan"aH giaceva al centro della
terra in preda a un sonno profondo.
erch la depressione ti fa anche questo, prende i tuoi organi sessuali, li piega per
benino e li ripone nell&armadio della biancheria insieme all&antitarme, cos* non si
rovinano. @erribile ma vero, quindi, sentir parlare di vagina era pura fantascien"a.
Il silen"io che seguito dopo la discussione vagina s*Qvagina no mi ha lasciato
piena di interrogativi e di dubbi su Fei4e. +he aveva voluto direC +he avrebbe
voluto sentirmi direC er non fare la figura della sprovveduta sono rimasta muta
mentre lei, sen"a alcun preavviso, ha cominciato a sciogliermi i punti. Almeno
quella pratica la conoscevo e, gra"ie a Fio, serviva.
Ma ero incavolataP ero venuta fin l* col ta?i sfidando la pioggia e il freddo in cerca
di risposte ai miei dolorosi dubbi esisten"iali e me ne tornavo a casa con nulla di
fatto dopo aver parlato di figa tutto il pomeriggio, manco fossi stata al Kar -port.
Ero incavolata e avvilita e avevo assolutamente bisogno di qualcosa di positivo che
mi facesse tirare l&ora di cena. Ma quel qualcosa non arrivato e, plumbea come
non mai, mi sono preparata qualche schife""a da mangiare.
rovi a pensare alla sua vagina... allucinante.
+he poi mi faceva pure sentire in colpa. 2rde di donne delle genera"ioni precedenti
avevano lottato duramente per dare dignit! a un organo che io avevo passato il
pomeriggio a calunniare. +he palle Fei4e. Manco avessi detto che la vagina brutta
era la sua.
+ome facevo a risollevare le sorti dell&ennesima giornata triste e cupaC Eon mi
andava di vedere un film, di leggere non se ne parlava proprio, la @V trasmetteva
qualche cosa di orrendo non ben identificato e non volevo telefonare a nessuno.
+he potevo fare, oltre ad angosciarmi sul divano fissando il muroC Eiente, infatti
ho sollevato il mio culo afflitto tappe""ato di pile e sono andata a letto.
:o spento la luce e mi sono addormentata mentre la mia vagina, bella come il sole,
scivolava nel mondo dei sogni insieme a me.
6
>iordana mi stata sempre vicino, mi ha sempre ascoltato e non si stancata di
ripetermi, nel corso degli anni, che il dolore prima o poi sarebbe passato, la mia
tiroide si sarebbe rimessa in carreggiata e anche la mia psiche.
-i sorbita una me stessa raccapricciante e terribilmente noiosa e si anche
occupata di mio figlio, cosa per la quale le sono ancora immensamente grata.
Duando mi sono ammalata :arpo aveva due anni, era un raga""ino bellissimo e
vivacissimo che viveva per me e con me. $a cosa, ovviamente, era reciproca.
:a preso il suo primo aereo a tre mesi, ha campato sui treni e negli alberghi perch
io ero in tourne e mi seguiva ovunque. Volevo un amico che fosse bello,
intelligente, simpatico, comprensivo e responsabile e in lui l&ho trovato.
Duando l&ho visto per la prima volta aveva due mesi e stava in un angolo in uno
scatolone di cartone' un criceto ricciuto dagli occhi neri che mi fissava con l&aria di
uno che aveva voglia di correre. E infatti, appena appoggiato sul pavimento di casa,
si era messo a girare in tondo all&impa""ata sul tappeto, manco fosse stato caricato
a molla. ;orse era davvero un criceto.
Era talmente bello che mi mandava in confusione, era perfetto. Adesso, che un
signore che si avvia consapevolmente verso la ter"a et! ancora pi% bello ed
mille volte pi% unico.
+iononostante, nel periodo duro della mia depressione l&ho lasciato. stato
incredibile, dopo tanti anni non riesco ancora a capacitarmene, ma andata proprio
cos*.
9icordo distintamente un pomeriggio invernale e infernale in cui stavo da >io G<H
col solito magone in offerta speciale. :arpo mi si avvicinato e io l&ho guardato
sen"a un sentimento. Eon capivo cosa volesse &sto cane da me. +occoleC Eon mi
andava, non l&avrei accare""ato manco per sbaglio, poteva stare l* fino a
me""anotte. -ono andata da >io e le ho detto che se voleva se ne poteva occupare
lei, io non sapevo che farmene di quel botolo pieno di esigen"e.
In questo preciso istante sento il suo respiro che arriva da sotto il divano perch in
questi giorni fa caldo e quello l&unico posto dove c& qualche grado di meno. 1n
fischio sottile che mi fa compagnia da tanti anni e che adoro, uno dei suoni pi% belli
del mondo.
-o che quando parlo di :arpo perdo ogni obbiettivit! e ne sono molto felice. -ono
felice di stare in quella nutrita schiera di persone che ha col proprio animale un
rapporto che molti rompicoglioni definiscono innaturale e che, invece, per noi
malati vitale.
Io sono una di quelle che dorme col cane, mangia col cane, fa leccare al cane il
piatto col sugo della pasta, dispre""a i nego"i in cui i cani non possono entrare,
cancella per sempre le persone che non amano i cani, gioca col cane, guarda il suo
cane che dorme e si commuove, e tende a parlare di cani perch sa per certo che
un argomento cento volte pi% interessante di tutte le chiacchiere inutili e spesso
dannose che si fanno per amma""are il tempo.
Duando la mia brutta malattia mi ha privato dei sentimenti, chi ne ha fatto le spese
stato :arpo.
1na delle caratteristiche pi% odiose della depressione il distacco profondo che
provi nei confronti del mondo esterno. E il mondo esterno fatto di strade, di cieli,
di persone, di nego"i, di semafori, di viaggi. E di cani. Ammalarmi di dolore e
lasciare :arpo stato tutt&uno. +erto, non l&ho abbandonato nel parcheggio di un
supermercato, per0 l&ho lasciato, mentalmente e affettivamente.
$o portavo fuori a fare le passeggiatine della pip* proprio perch sapevo che non
farlo sarebbe stato da denuncia, ma erano giretti sindacali nei quali guardavo
catatonica davanti a me aspettando solo di tornare a casa al pi% presto.
>iordana gli ha dato quell&amore e quelle cure che io non gli davo, lo ha adottato
affettivamente mentre io ero diventata sorda. >li ha voluto bene in mia vece.
er molto tempo lui ha continuato imperterrito a cercare da me dell&affetto, poi,
piano piano, ha capito che non era aria.
-i allontanato con discre"ione, come un gatto, e si spostato verso lidi pi%
accoglienti. -trano, perch tutto fuorch discreto. un cane con una forte
personalit!, uno che pretende atten"ione, cura, amore, chiasso.
>iordana aveva gi! una stupenda lupa che si chiamava Kreth. Adesso non c& pi%,
ma evidente che ci protegge e ci tiene un "ampa sulla testa dal paradiso nel quale
si nascosta.
Io e :arpo vivevamo a casa di >iordana. Era diventata una specie di comune che,
gra"ie a me, sembrava pi% un la""aretto.
Kreth ha accolto :arpo con molta generosit! e il mio raga""etto ha avuto da lei e da
>io tutto quello che io, malata ed egoista, non gli volevo GpotevoCH dare.
E quando ha smesso di cercare il mio amore io non me ne sono neanche accorta.
+he orrore, se ci penso.
erch c&era :arpo nella mia vitaC erch un cane ti costringe a fare i conti con la
tua emotivit! e questa probabilmente la ragione per cui c& chi li adora e chi li
fugge come la peste.
ersonalmente ritengo la mia emotivit! una gran ricche""a perch, se vero che mi
mette a rischio di grandi sofferen"e, mi d! anche una chiave per vedere il mondo
sen"a filtri n prote"ioni, e questo mi piace.
Fiffido potentemente di chi non si fa coinvolgere dai fatti della vita, di chi prende
le distan"e da tutto, perch il pi% delle volte un fifone travestito.
Fiffido dei cosiddetti duri, perch dentro sono molli, an"i, mollicci.
Fiffido di quelli che si nascondono dietro al cinismo per non pagare il da"io della
fragilit! e del sentimento che sono, a mio avviso, il nostro bagaglio pi% pre"ioso. E
dico sentimento, non sentimentalismo, sia chiaro, perch penso che il
sentimentalismo sia solo una bieca degenera"ione di qualcosa di bello e potente.
Ecco, secondo me il cane la persona che ci permette di essere veramente umani
nel senso pi% nobile del termine.
Duella stron"a di depressione mi aveva fatto perdere di vista tutto questo.
E mi aveva privato anche di alcune fra le pi% elementari gioie della vita. er
esempio le passeggiate.
2gni volta che io e :arpo andiamo a passeggio c& fra di noi un filo diretto di
comunica"ione che ci mantiene in contatto. +ontatto mentale, ovvio.
$ui mi sente e io sento lui, cos* ci monitoriamo a vicenda, minuto dopo minuto.
+erto, qualche volta lo faccio inca""are perch so che non ama entrare nei nego"i
che ci spe""ano il ritmo della camminata, ma pure lui mi esaspera con tutte quelle
pisciatine ogni me""o metro.
Ma tant&, lui sa quando deve mettersi il cuore in pace e aspettare che io sbirci
qualche vetrina e io so quando proprio non si pu0 fare a meno di usmare quella
cacca o di sfrucugliare quell&erba e, come due vecchi coniugi, aspettiamo
pa"ientemente che l&altro abbia fatto quello che deve. Ma, a differen"a di quasi
tutte le unioni matrimoniali che conosco, fra me e lui non c& stanche""a.
-*, ogni tanto guarda le altre che si fermano a fargli i complimenti o le coccole, ma
naturale Goserei dire inevitabileH e cerco di non essere gelosaP come del resto lui
abbo""a quando incontro dei cani per strada e mi inginocchio per care""argli la
testa o dargli qualche grattata sulla schiena e sulla pancia. Eon mette il muso come
molti mariti rompicoglioni, an"i, si precipita a festeggiare con una sportivit!
encomiabile.
Eon gliene frega niente del calcio, e questo non ha bisogno di commento, ma non si
lagna se io mi appassiono alle partite della Ea"ionale, perch molto tollerante con
certe mie basse""e e lascia che mi diverta. +ommenta vistosamente le trasmissioni
politiche dimostrando un senso civico che ormai pi% unico che raro e ignora i
variet! televisivi, sempre pi% privi di vita.
+erca il mio amore, ma certe volte mi tiene alla larga e fa bene' affettivamente
posso essere asfissiante.
uno degli uomini pi% spiritosi che conosca e, come tutte le persone sicure di s,
ha il gran pregio di non voler piacere a tutti i costi.
Eon vanitoso e sa benissimo di potersi permettere anche di essere sporco perch
comunque attraente. E poi, gli uomini tirati a lucido che passano la vita davanti allo
specchio sono veramente deprimenti, e lui lo sa.
Io amo le sue pu""e e lui ama le mie, ci facciamo delle dormite profonde chee4 to
chee4 e, al risveglio, non so qual lo sbadiglio pi% micidiale.
E, quando capita, qual la scoreggia pi% significativa, che io accetto da lui di
buon grado e che lui accoglie da me sportivamente ogni volta che si presenta
lacerando il silen"io della nostra vita insieme.
E questa non cosa scontata, perch uomini e donne vivono in un regime di
profonda disuguaglian"a olfattiva.
-iamo ancora schiavi del concetto che, se gli uomini possono permettersi rutti e
scoregge a volont!, per le donne la questione troppo spesso tab%. $a donna
condannata ad un garbo che non le permette di essere veramente se stessa, perch
un profondo malinteso la vuole ossessivamente leggiadra e capace di produrre solo
roselline e violette.
Eh, no<
erch mai una donna non deve poter dare libero sfogo alle necessit! primarie del
proprio corpo, per il quale, oltretutto, fa tanti sacrificiC +& un intero sistema che ci
mette all&angolo e ci impacchetta con creme antirughe, sostan"e segrete
anticellulite, cosmetici carissimi, vestiti fascianti e tacchi insopportabili per
renderci, dice, belle e desiderabili. otr! questo corpo tanto celebrato, curato e
manipolato permettersi di fare una scoreggia quando gli scappa, o ci0 lo condanna a
perdere fascinoC
Ecco, un uomo come :arpo sa come appre""are una donna che si esprime non solo
a parole. +onverrete con me, signore, che una libert! che non ha pre""o.
@utto questo e molto altro ancora quello a cui la mia merdosa depressione ha
imposto un buio violento e aggressivo.
E mentre brancolavo come la cieca di -orrento ciucciando pastiglie sen"a senso,
nella mia vita entrato il super dottore, il luminare, il figo, l&altissimo... il professor
+ordoni, che mi ha promesso che avrebbe messo le cose a posto.
Era fatta< $a mia fede mi diceva che +ordoni avrebbe miracolato la mia tiroide e
sistemato quel groviglio di sinapsi che mi ritrovavo nel cervello che, in quel preciso
momento, sarebbero servite pi% per condire una pastasciutta che per farmi fare un
ragionamento di senso compiuto.
:o chiamato il dottor +ordoni una sera tardi, dopo che per un paio d&ore avevo
sbattuto la testa nel muro. Ero a casa mia, >iordana mi guardava piangere e
annaspare e non aveva pi% parole per calmarmi. iangendo, le strillavo in faccia
che ero disperata. +on un surreale giro di telefonate, >io ha trovato il numero di
+ordoni.
I+hiamalo immediatamente<J mi ha ordinato.
IMa come faccioC -ono le undici passate, questo star! cenando, dormendo, star!
facendo i ca""i suoi<J
I+hiamalo subito, chi se ne frega se mangia o dorme, non vedi come staiC +apir!,
ne sono sicura.J
$&ho guardata e ho visto quanto era preoccupata. E triste. :o chiamato +ordoni
che, in effetti, ha capito.
+os*, gra"ie a lui, sono diventata radioattiva.
7
E tre< Endocrinologi, of course.
+ordoni era il ter"o medico che consultavo per cercare di rimettere in carreggiata la
mia tiroide, e ci0 avrebbe raddri""ato e riorgani""ato anche le sinapsi di cui sopra.
Fopo il fuggiasco -imoni e l&artistico @ognetti, speravo che +ordoni fosse solo un
dottore. -arebbe stato bellissimo se fosse stato un vero endocrinologo contento di
curare tiroidi, sen"a altre velleit!.
Ero arrivata a +ordoni gra"ie a un rocambolesco triplo carpiato di >iordana.
+on un&indagine degna di Miss Marple era riuscita ad avere nome e numero di
telefono svegliando me""a citt!, verso le undici di sera. Essendo >io una persona
discreta ed educata fino al paradosso, per decidere di fare un giro di telefonate a
quell&ora doveva essere evidentemente distrutta dalle mie asfissianti sofferen"e e
credo che sarebbe stata disposta a prostituirsi pur di risolvere la mia angusta
situa"ione.
Ma per fortuna non c& stato bisogno di arrivare a tanto e il numero del dottore non
ha richiesto alcuna performance sessuale.
Alle undici e qualcosa componevo il numero di +ordoni con un&agita"ione da
esame di maturit!.
ochi squilli e la sua voce arrivata bella chiara con un accento centroitalico e
rassicurante.
Eon era semplicissimo spiegare fra le lacrime a un medico che non mi aveva mai
visto n conosciuto tutta la trafila che mi riguardava, ma con diligen"a e angoscia
l&ho fatto. E devo pure essere stata convincente perch, con un&intraprenden"a che
ha sorpreso anche i miei geni milanesi, mi ha cambiato la cura l* per l*, al telefono.
1n gesto miracoloso. -e avesse camminato sulle acque mi avrebbe fatto meno
impressione.
+ordoni si fatto dire per filo e per segno tutto quello che mi era successo fino a
quel momento e, siccome mi scordavo sempre qualcosa, c&era >iordana a suggerire
attaccata alla cornetta con l&orecchio vigile e l&occhio sbarrato, per non perdere
nemmeno una sillaba del professore.
+ordoni ha sopportato le mie lacrime e mi ha fatto parlare piuttosto a lungo, cosa
che mi ha fatto sentire bene.
:a detto che stavo facendo una cura da pa""i, che avrei dovuto cancellare dalla mia
dieta medica l&Eutiro? Gprescritto da @ognettiH, ripristinare l&Inderal Gtolto da
-imoniH e ridurre il @apa"ole Gla medicina col nome da pietan"a messicanaH. Era
preoccupato per i miei valori tiroidei, ovviamente gli avevo letto le analisi. Ed era
preoccupato anche per la quantit! di farmaci sbagliati che stavo prendendo e per
l&assen"a di medicine che, invece, lui riteneva necessarie.
Ero felice. Il mio nuovo dottore mi stava dicendo che ero una chiavica e io ero
entusiasta, perch sentivo che parlava con cogni"ione di causa. Il resto lo faceva la
mia voglia di essere in buone mani, la necessit! di credermi finalmente seguita da
una persona capace.
iangevo di dolore ma anche di speran"a, sempre che esista questa possibilit!,
poetica, ma improbabile.
Ero emo"ionata, sentivo di avere davanti una strada nuova e, essendo io ottimista
fino all&ottusit! Guna cosa che >iordana mi ha detto qualche tempo fa e che mi ha
molto colpitoH, per l&ennesima volta credevo di avere finalmente trovato il bandolo
della matassa.
Era ora di fare il gomitolo e di ini"iare a sferru""are<
$&appuntamento con +ordoni era fissato di l* a pochi giorni perch bisognava
aspettare che lui passasse per 9oma. Eo problem.
Intanto, gi! dal giorno dopo avevo ini"iato la nuova cura diserbando il mio stomaco
dalle medicine sbagliate e concimandolo con quelle giuste. @utto ci0 avrebbe
portato ad un grande raccolto, ne ero certa<
55 ottobre ())(. -ole pieno.
Io e >iordana stavamo per varcare la soglia dello studio romano di +ordoni in una
mattina luminosa fino all&eccesso. Kuon segno. Duando ero andata da @ognetti
diluviava, avrei dovuto capire che buttava male.
Meno cinque. Duattro. @re. Fue. 1no.
+ordoni, Ecce homo. Ecce +ordoni.
$&homo era un bel signore con l&aria da medico. Avrebbe potuto fare solo il
medico, perch tutto di lui diceva che era quella cosa l*' un medico. -e l&avessi
visto nudo in una sauna o pen"olare da un trape"io col costumino di lustrini o
davanti a un forno a legna con una pala per pi""a avrei comunque pensato che era
un medico, perch i suoi lineamenti erano assolutamente inequivocabili. +i sono le
facce da medico e lui ce l&aveva.
Manco a dirlo, appena ho attaccato ho ini"iato a piangere, quindi >iordana entrata
in a"ione spiegando per benino le mie condi"ioni Gahim piuttosto chiare<H ed
elencando medici e medicine che avevo frequentato e ingerito fino ad allora.
+ordoni ascoltava, comprensivo. Meno comprensivo era nei confronti dei medici
che mi avevano manipolato prima di lui, dei quali parlava con malcelato dispre""o.
Malissimo celato, perch non faceva che sottolineare tutte le ca""ate con cui i suoi
predecessori si erano accaniti sulla mia persona.
+ome dargli tortoC
+ordoni era chiaramente un barone. 1no di quei dottori di fronte ai quali ti senti
alto non pi% di un metro e cinquanta perch giganteggiano psicologicamente
scoppiando nei loro panni, verbosi e innamorati di s come dei pa""i, ma anche
esperti e competenti. Duindi ci potevi stare.
+erto, avevo sempre l&impressione di essere l&ultima della classe in un&aula di
premi Eobel, ma, considerata la mia condi"ione, il suo paternalismo istintivo e
inevitabile era il male minore.
rometteva meraviglie per il futuro della mia tiroide.
E la mia psicheC +he ne sarebbe stato di leiC
ausa.
sicheC That&s pQsQiQcQhQeC sembrava domandare herr do4tor con un me""o sorriso
e gli occhioni spalancati.
Keh, pensavo io, la psiche quella cosa che sta dentro e che controlla il fuori. In
soldoni, ovvio.
Duindi gi% a spiegare i guai psicologici derivati dai farmaci sbagliati, il dolore
immotivato nel quale ero precipitata, gi% a elencare a due voci, io e >io, la pappa
cerebrale che mi sciaguattava nella scatola cranica da un po& di tempo.
E l* cascato l&asino.
-econdo +ordoni non c&era poi &sto gran legame tra la tiroide e la psiche.
$a ghiandola che lui mi avrebbe curato era una cosa, la mia mente malandata,
un&altra.
2ddio, ci risiamo, un altro da convincere.
$o guardavo con l&espressione ottusa che avrebbe fatto invidia a una trota, ma
dentro di me si agitavano i marosi dell&indigna"ione per il suo scetticismo e
>iordana tradiva una punta di inca""atura serrando le labbra in maniera piuttosto
innaturale. Minimi""ando il mio danno psichico, +ordoni diceva che era strano che
stessi cos* male, perch la parte incriminata del mio corpo non era il cervello ma
quella ghiandola che stava nella "ona anteriore del collo chiamata tiroide.
Io e >io fremevamo all&unisono.
IMa dottore, Veronica non cos*, una persona vivacissima, positiva, allegra,
vitale. 2ra profondamente depressa, rallentata, non ha stimoli di nessun tipo,
sempre stordita, com& possibileCJ aveva domandato la mia amica appena era
riuscita a dissigillare le labbra.
I-emplice. -ta a mollo nell&acqua. Vorrei vedere lei nelle sue condi"ioni.J
I-ta... a mollo... doveCJ
Eell&acqua. $&ipotiroidismo furioso nel quale ero caduta aveva gonfiato i tessuti del
mio corpo di acqua e altre sostan"e con nomi un po& schifosi, tipo mucoproteine, o
gi% di l*. Duesto succede quando la situa"ione grave, e, per la cronaca, pu0
diventarlo molto di pi%.
Molti ipotiroidei ignari della loro malattia si ritrovano a sbattere nelle porte per
colpa di un sonno che li perseguita, l&attivit! psicomotoria rallenta pesantemente e
inesorabilmente, sentono freddo in maniera spropor"ionata, hanno la faccia gonfia,
le mani gonfie, la lingua gonfia, addirittura le corde vocali gonfie, tanto da avere la
voce alterata. :anno i capelli fragili che si spe""ano come niente, idem le unghie,
soffrono di una caduta continua dei peli del corpo e sono affetti da bradicardia. E
non so quante altre terribili caratteristiche ho tralasciato in questa lugubre lista.
@utti questi sintomi, se non curati, peggiorano nel tempo, insieme a un progressivo,
ulteriore deterioramento della tiroide.
$o stadio ultimo e pi% grave di questa discesa agli inferi pu0 portare al coma da
mi?edema che miete vittime per il 8)V dei casi. E molte persone non si accorgono
nemmeno di essere ammalate, perch l&inedia che le colpisce all&ini"io di questo
micidiale processo toglie loro la for"a di contrastarlo e di curarlo.
Eon c& da scher"are con Madama @iroide, cattiva e non perdona.
@utto questo spiegava +ordoni a >iordana, i cui begli occhi marroni e languidi
assumevano lentamente le dimensioni di due uova al tegamino.
Il quadro era preoccupante, +ordoni era stato chiaro. >li ero grata per questo,
nonostante la mia espressione da trota stordita non fosse mutata di un micron.
Anche >iordana era contenta, si fa per dire, di avere finalmente ottenuto delle
spiega"ioni, delle risposte ai molteplici perch che affollavano la sua e la mia
mente.
Ma c&era un ma.
erch cacchio +ordoni si ostinava a considerare il mio sconvolgimento psichico
un fastidioso di pi% e non parte integrante della mia malattiaC
@utto quello di cui ci aveva parlato fino a quel momento lavorava a favore della
pa""ia allo stato puro, altro che altera"ioni dell&umore< In pi% c&era la mia
massiccia e sconsiderata assun"ione di farmaci, fra le cui controindica"ioni c&era
scritto nero su bianco depressione. Fepressione. FEQ9E-Q-I2QEE.
+a""o< Ma che altro mi doveva capitare perch il mio stato non fosse visto come
una stravagan"a ma come la logica conseguen"a della mia tiroide impa""itaC
AnL3aL, +ordoni prometteva di rimettermi in sesto.
$a prima cosa da fare era disintossicarmi dai farmaci sbagliati presi fino a quel
momento. E ci0 richiedeva tempo.
1na volta ripulita, avrei dovuto riportare in bolla la mia tiroide, e per questo c&era
l&Eutiro?. Kisognava fare dei tentativi con vari dosaggi cercando quello che mi
avrebbe fatto rifun"ionare alla perfe"ione, come prima del disastro.
E anche questo richiedeva tempo.
+ome se non bastasse, mentre +ordoni illustrava questa strategia, ne considerava
anche la possibile inefficacia. +on la massima onest! Ge gliene sono grataH riteneva
possibile che questa strada non desse risultati positivi, perch la mia tiroide poteva
essersi definitivamente rotta, anche se noi al momento non lo sapevamo. oteva
essere da buttare, da dare al gatto.
Era sua inten"ione fare di tutto per salvarla, ma, come del doman, anche di questo
non v&era certe""a.
Molto seriamente e professionalmente, +ordoni mi avvisava degli ostacoli che
avremmo potuto trovare sull&impervia via della guarigione.
Duindi, se disgra"iatamente quella stron"a ghiandola avesse continuato a fare i
capricci, sarebbe scattata l&inevitabile op"ione due' lo iodio radioattivo.
;igoooo< +os&eraC
$o iodio radioattivo era un pasticcone che avrei dovuto ingurgitare per seccare
definitivamente la mia tiroide cialtrona. $ei non fun"ionavaC E io la neutrali""avo,
ti<
Ingerivo lo iodio radioattivo Gun pillolone grosso come un suppl*H e la ghiandola
pestifera si atrofi""ava lentamente fino a diventare una specie di fogliolina secca
che non serviva pi% a niente. Eaturalmente, anche questo processo richiedeva
tempo.
Fopo il pasticcone risolutore, avrei dovuto prendere l&Eutiro? vita natural durante,
una volta stabilito il giusto dosaggio. E trovare il giusto dosaggio, cosa richiedevaC
@empo naturalmente<
@empo' la cosa di cui ho abusato di pi% nel corso di questa disavventura. :o usato
tanto, ma tanto di quel tempo che posso solo essere grata al fato di avermelo
concesso cos*, a fondo perduto.
er quindici giorni dopo l&assun"ione dello iodio, sarei stata radioattiva.
Ah. +ioC
+io, non avrei potuto mangiare nei piatti normali ma solo in quelli di carta che
avrei successivamente buttato in un sacchetto dell&immondi"ia tutto mio insieme a
posate e tovaglioli usa e getta, non avrei potuto avvicinare bambini e donne incinte,
avrei dovuto tirare lo sciacquone quattro o cinque volte dopo aver fatto la pip* per
essere sicura che non rimanesse traccia della mia min"ione effetto :iroshima, non
avrei potuto dormire con nessuno Gpensate che amplessi incandescenti<H e avrei
dovuto lavare le mie len"uola e i mie vestiti con svariati bucati sen"a mescolarli a
indumenti altrui.
Ed era comunque meglio che me ne stessi per i ca""i miei sen"a scegliere proprio
quei quindici giorni l* per sociali""are con l&umanit! e per cercare nuovi amici.
A meno che, ovviamente, non me ne importasse niente di infettare me""o mondo,
nel qual caso avrei tranquillamente potuto organi""are una bella bourguignonne
scambiando la forchettina col mio vicino di tavola, avrei potuto fare dei campionati
di gioco della bottiglia, passare decine di canne a chi stava alla mia destra nel
cerchio, e indire una gara di baci con diecimila iscritti, tipo college americano. In
questo caso avrei contagiato un bel po& di gente e buonanotte ai suonatori.
Ma considerato che, non solo non sono cattiva, ma oso spingermi a dichiarare sen"a
tema di essere buona e generosa, in caso di iodio radioattivo avevo promesso a me
stessa e all&umanit! tutta che avrei vissuto pi% isolata di una suora di clausura col
colera.
2ra sapevo come avrei proceduto. ;inalmente avevo incontrato un medico che
sapeva e che faceva sapere anche a me. 9imaneva il buco nero del risvolto
psicologico, ma almeno l&aspetto strettamente medicoWghiandolarWtiroideo era
sviscerato.
+on la mia solita faccia da niente, obbedendo a +ordoni, mi sono sdraiata sul
lettino e mi sono fatta visitare. $ui ha cominciato a tastarmi il collo, ha guardato se
sbulbavo, mi ha rivoltato in lungo e in largo, mi ha fatto domande e, dopo una
visita pi% che accurata, mi ha prescritto un ciuffo di analisi da fare di l* a un mese, il
5B novembre' un emocromo completo e delle prove della fun"ione epatica.
-e, entro il 5B, la sua cura avesse fun"ionato, le analisi ci avrebbero dato dei
risultati positivi.
Mi sono rivestita con calma Ginutile dirloH, ma ero ovviamente preoccupata per
l&umore cupo e mortifero per il quale non avevo solu"ione. +on timoroso coraggio,
un secondo prima di lasciare lo studio ho buttato l* un' IMa per la depressione
come faccioC -a, io sto proprio maleJ.
+ordoni mi ha guardato con un gentilissimo distacco.
IMah, guardi, non saprei. Eon saprei proprio che dirle, non conosco nessuno che la
possa aiutare Ge non credo che lei ne abbia alcun bisogno, era il messaggio che
dardeggiava dai suoi occhiH. A meno che non voglia provare con una certa...J e si
messo a frugare nella memoria I... una certa dottoressa Vassalli, una psichiatra,
pare che sia abbastan"a brava. 2ddio, io non la conosco, ma mi hanno detto che
fun"iona. Eon so, provi.J
IVassalliC una psichiatraC bravaCJ i miei occhi scintillavano sottotraccia e
questo, forse, l&ha un po& indispettito.
IMh, dicono. Mi pare di averci gi! mandato qualche pa"iente, tempo fa. Ma saJ ha
ammiccato furbo Iio a quella roba l* non ci credo.J
2h, bella, un medico che non credeva alla psichiatriaC robabilmente non credeva
nemmeno alla psiche, visto che la chiamava quella roba l*. a""esco, ma non mi
importava.
Era difficile, ma ero a cavallo. Fi un ron"ino, forse, ma stavo in sella< -e fossi
riuscita ad aggiustare la tiroide gra"ie a +ordoni e la mente gra"ie alla Vassalli,
prima o poi sarei tornata normale, noC
I>ra"ie dottore, far0 le analisi fra un mese.J
IKrava. Eaturalmente se ha problemi di qualunque genere mi telefoni, i miei
cellulari ce li ha.J
IMa certo, gra"ie.J
IArrivederci.J
IArrivederci.J
Ed ecco di nuovo io e >io fuori dallo studio di un dottore. Io, >io e la Vespa. 1n
+arro di @espi itinerante che seminava domande e raccoglieva di tutto.
@re endocrinologi, una psicanalista e ora, forse, una psichiatra. 1na dottoressa che
mi avrebbe curato con le medicine per la mente. Era un passo importante,
assolutamente nuovo. Avrei avuto il coraggio di farloC
-pesso la gente alla parola psicofarmaco rabbrividisce. arli di psicofarmaci e tutti
si vedono immediatamente ricoverati alla KettL ;ord con $i" @aLlor come
compagna di camera. sbagliato.
:o fatto un lungo viaggio in compagnia degli psicofarmaci ed stato difficilissimo,
ma inevitabile. Eiente avrebbe potuto fare per me quello che hanno fatto loro,
perch quando la chimica a far danni, solo la chimica li pu0 riparare.
E comunque, detto fra noi, essere vicino alla grande e generosissima $i" sarebbe
stato un onore. +hiss!, forse avrebbe illuminato la mia strada oscura con la luce dei
suoi bellissimi occhi viola.

IIo non l&ho mai visto, quindi non esisteJ diceva l&orso >rug troncando il discorso.
Era il suo modo di chiuderla l*, di tappare la bocca ai figli e di "ittire mamma orsa.
$a favola dell&orso >rug aveva deli"iato un breve ma significativo periodo della
mia infan"ia. 1na famiglia di orsi doveva continuamente fare i conti con l&ottusit!
del capofamiglia che, ogni volta che moglie e figli dicevano qualcosa, rispondeva
come un disco rotto' io non l&ho mai visto, quindi non esiste. Ed era veramente
difficile convincere >rug ad aprirsi, perch fra lui e l&esterno c&era un muro
invalicabile. Eon ricordo come finisse la favola, probabilmente bene,
probabilmente dopo una sfil"a di no, >rug capiva che rifiutare il mondo era
sbagliato e tutto si aggiustava.
Ma la vita diversa.
@utte le volte che mi sono scontrata con l&ottusit! umana mi sono ritrovata a citare
fra me e me proprio lui, >rug. Duando qualcuno non capisce, ecco che salta fuori
>rug e mi illumina.
Io non l&ho mai visto, quindi non esiste.
$a mia depressione era invisibile, non si poteva toccare, quindi, non esisteva.
-e mi fossi spaccata le ossa dalla testa ai piedi e mi fossi ritrovata in un letto
d&ospedale ingessata come @utan4hamon, nessuno avrebbe avuto il minimo dubbio
sul mio dolore e sarei stata omaggiata, compatita, capita.
overina, l&hai saputoC :a fatto un incidente tremendo, s& rotta tutto, deve stare in
ospedale, vedessi com& ingessata. Immobile per sei mesi<
FavveroC 2h Fio, chiss! che male, chiss! i crampi, chiss! le piaghe da decubito,
chiss!, chiss!, chiss!..
-iccome quello che mi ero rotta non era evidente, il dolore dove stavaC ;regnacce,
punto e basta.
Mi capitato, durante il periodo nero, di parlare con una persona fortemente
bipolare. -ei mesi normali e sei mesi d&inferno, questa era la sua vita. Io,
egoisticamente, gongolavoP eravamo in due a stare di merda, che pacchia< Mentre
mi raccontava questa sua altalena esisten"iale, la sorella, una signora sulla
cinquantina che conoscevo piuttosto bene, seduta alle sue spalle, mi guardava con
un sorrisino di compatimento e si picchiettava la tempia col dito indice come a dire
matta, che ci vuoi fareC E, mentre la bipolare mi illustrava le sue tremende
difficolt! di rela"ione e di vita che io capivo perfettamente, l&altra mi guardava
dritto negli occhi crollando la testa come a dire non vero niente, inventa<
E, sia chiaro, le due erano molto unite, si volevano bene e andavano d&accordo.
Duesto siparietto mi ha raggelato. Ecco come erano percepite le persone che
soffrivano di un disturbo impalpabile ma gravoso come quello che funestava anche
me' erano matte. Inventavano, straparlavano. -cocciavano.
1na persona depressa ha bisogno di cure, innegabile. Ma ha anche bisogno
dell&amore di chi le sta vicino, perch solo l&amore altrui ti d! la for"a di non
desiderare di morire.
Mentre l&incomprensione ti fa sentire cos* totalmente, perfettamente solo, che
vivere non pi% una cosa tanto piacevole.
>rug +ordoni e >rug @ognetti erano stati abbastan"a esemplari nel farmi sentire
una matta che straparlava, e io avevo smesso di dire come stavo perch tanto era
inutile. -olo >iordana sapeva la verit!, solo a lei riservavo il peggio di me.
Ai miei genitori avevo detto poche cose piuttosto vaghe, idem a mia sorella.
9iducevo all&osso le noti"ie perch non li volevo preoccupare e perch non sapevo
come dire loro che ero diventata un&altra. -apevano che stavo male, chiedevano
continuamente e io dicevo il minimo. 2ltretutto, mamma e pap! stavano a Milano e
io a 9oma, questo mi aiutava a nascondermi fra le pieghe della mia malattia, a
sparire. arlare era molto difficile e anche fisicamente faticoso. Eon avrei dovuto,
ma li ho esclusi. :o escluso tutti.
2ra mi aspettava un mese pieno in cui la mia principale attivit! sarebbe stata
sperare che la cura di +ordoni fun"ionasse. 1n mese. @renta giorni. 1na caterva di
ore, tonnellate di minuti, dolorosi e incerti, uno dietro l&altro.
$e mie visite da Fei4e >erlach continuavano ed erano piuttosto utili perch mi
sfogavo. Io parlavo e piangevo, lei ascoltava e scioglieva i punti, ma il nodo del
malessere, quello no, non si scioglieva, perch era molto complesso e profondo.
E, soprattutto, era chimico. $a terapia psicologica non avrebbe mai risolto uno
scompenso come il mio, era necessaria un&a"ione specifica. Avrei potuto continuare
ad andare da Fei4e quanto mi pareva, ma sen"a psicofarmaci il nostro percorso era
la gara dei cento metri fatta con le stampelle, controvento e su un tapis roulant
cosparso d&olio.
$e avevo accennato della dottoressa Vassalli e lei era d&accordo che ci andassi.
Fei4e voleva che considerassi la psichiatria come qualcosa di normale, an"i, di
necessario, viste le mie condi"ioni. Aveva ragione.
$a mia depressione era stata indotta da un&esplosione chimica e solo le medicine mi
avrebbero aiutato a guarire. E solo una psichiatra poteva darmi le medicine.
Fue pi% due, quattro.
>iordana era tenden"ialmente favorevole, ma sentiva il peso di una scelta cos*
grande. 2ltretutto io l&avevo caricata di una responsabilit! che non poteva
condividere coi miei, perch, come ho detto, sapevano un decimo della verit!.
E se la psichiatra in questione non fosse stata un tipo in gambaC @utto sommato
+ordoni ne aveva parlato con poco entusiasmo. Eon era una decisione facile da
prendere, anche perch lasciare la via vecchia per la nuova quando stai male ti fa
temere di andare a stare ancora peggio e quella l&unica cosa che non deve
succedere.
-e la Vassalli mi avesse dato le medicine sbagliateC -e le medicine non avessero
fatto effettoC -e mi avessero fatto stare ancora peggioC >li psicofarmaci hanno
effetti diversi a seconda di chi li assume, ci0 che fa bene a me pu0 essere dannoso o
nullo per un altro, quindi anche questo sentiero era dissestato e pieno di trappole.
Ma stavo male, ca""o, quella era l&unica cosa sicura e sempre uguale a se stessa.
Intanto, il mese passava.
Io mi dividevo fra il set GFio che angosciaH e la disperata contempla"ione del
soffitto di casa mia e di casa di >io, dove stavo catatonicamente sdraiata sul
divano. In alternativa, stavo catatonicamente sdraiata sul letto. E piangevo.
Fei4e mi aveva detto di raccontarle i sogni che facevo ed era bello. Anali""ando i
sogni, col suo aiuto, venivo a sapere molte cose di me che il mio cervello, da
sveglio, non rivelava.
Duando ero piccola, ricordo che mi gettavo con cupidigia su uno stupidissimo
di"ionario dei sogni che avevamo in casa e che buttava l* a spanne il significato
dell&attivit! onirica del lettore, dandone un&interpreta"ione in chiave simbolica.
Duasi certamente una ca""ata di libro, ma come mi piaceva<
+on Fei4e questo lavoro era fatto seriamente e mi servito un sacco.
difficile dirsi la verit! riguardo a ci0 che sogniamo, perch quel bastardo
dell&inconscio non perde un colpo e di notte sputa fuori tutti i problemi che, durante
il giorno, cerchiamo di non vedere.
+erte volte stato veramente difficile capire che quella figura sconosciuta,
inesistente nella vita reale era mio padre, o mia madre, o la mia insegnante di
lettere e che quel fatto apparentemente sen"a senso mi riportava a indagare i punti
nevralgici e irrisolti della mia vita.
I sogni' un continuo monito a investigare dentro di noi.
+enerentola non aveva capito una ma""a quando, sporgendosi dal balcone,
gorgheggiava che fossero soltanto desideri. E no, +indL, i sogni sono un veicolo
importantissimo e spietato e ti dicono nel sonno delle cose che la luce del giorno
illuminerebbe di una tinta troppo cruda e crudele per poterla sopportare. E poi, il
pi% delle volte sono brutti.
@utte le volte che ho avuto il coraggio di anali""are e capire il perch dei miei sogni
ho fatto un passo avanti.
Eaturalmente tutto questo aveva, manco a dirlo, anche un risvolto comico. E
imbara""ante.
I sogni sono di due tipi, almeno i miei' presentabili e impresentabili. Eon so perch,
ma su dieci sogni che faccio, sette si svolgono in un cesso.
Insomma, in un modo o nell&altro, prima o poi c& un cesso che entra nel racconto.
2vviamente non difficile immaginare che, se c& un cesso, c& anche quello a cui
il cesso preposto, cio un&attivit! fisiologica.
+onsiderato che Fei4e era sufficientemente glaciale da intiri""ire un pinguino,
quando mi chiedeva di raccontarle l&ultimo sogno che avevo fatto pregavo che non
accadesse il giorno dopo l&ennesimo sogno a base di cacca. +apitava, per esempio,
che sognassi di volareP quello era un sogno tipico ed estremamente decoroso. Molto
per bene.
In effetti le mie due attivit! oniriche pi% gettonate erano cagare e volare. er
fortuna non insieme, senn0 poveracci quelli di sotto.
2gni tanto, poi, incappavo in sogni che avrebbero fatto impallidire ;reud e tutta la
sua famiglia e, con grande soddisfa"ione, sfoggiavo intricatissime vicende dove i
simboli si sprecavano, i complessi andavano a braccetto con le turbe e io sapevo
per certo che la mia psicanalista se la spassava un mondo. ane per i suoi denti<
I+os&ha sognato stanotteCJ
Ahia< Avrei preferito scrivere cento volte sulla lavagna .sono un somaro/ piuttosto
che risponderle.
IEh. :o sognato che ero in una vasca molto grande, tipo piscina. er0 non c&era
l&acqua.J +he vigliacca stavo prendendo tempo.
I1na piscina vuotaCJ
IEo.J
Fei4e mi guardava col sopracciglio destro sollevato meno di un millimetro, ma
tanto bastava' voleva che andassi avanti.
IEo, non vuota.J
-ilen"io. Fio santo.
IEon vuotaC Kene.J
Mica tanto. -apevo che con quel bene mi esortava a continuare e non ero contenta.
I+&, come, della...J 1ffa.
IFella...CJ
IFella... della cacca.J Ecco.
IFella caccaCJ ha domandato Fei4e.
I-*, della cacca.J $&avevo detto. Ma non era finita l*, quell&ottantenne scrupolosa e
secchiona voleva i dettagli.
Infatti' IDuanta caccaCJ ha domandato serissima.
Duanta caccaC Keh, vedi un po& tu, quasi ci riempio una piscina<
IEh, beh, parecchia. raticamente la piscina piena fino a met!. Duasi a met!.J
IMh.J Mi guardava in attesa del resto. +he purtroppo c&era.
IE sono seduta su un 3ater.J Aiuto. IEuda.J
1no scenario apocalittico. +ome se quella spaventosa location non bastasse, me ne
stavo accucciata sul cesso sen"a uno straccio addosso. Merda tutt&intorno. E non
era finita.
IE provo a spingere... ma non riesco a...J
IA...CJ
Duanto dovevo essere chiara, pi% di cos*C Veramente quella sadica non aveva
capitoC
IInsomma, sono bloccata. Intoppata. -titica.J
2ddio, detto fra noi, con tutta quella cacca intorno, poco male se non mi ci mettevo
pure io, ma sapevo che la psicanalisi non si accontenta di tanta faciloneria.
IE poiCJ mi ha domandato Fei4e con qualcosa che, al microscopio, sarebbe
sembrato sen"&altro un sorriso.
IE poi, ci sono anche delle persone.J
IFoveCJ
IIntorno a me.J
IEella piscinaCJ
2h mamma, una piscina piena di escrementi e gremita di genteC Eemmeno in un
porno tedesco degli anni -ettanta era concepibile una roba del genere.
IEo, no, sono sul bordo<J
IE cosa fannoCJ
I9idono.J $a vittima che era in me si stava svegliando.
I9idono. Mh. erch, secondo leiCJ
2h bella, sono a mollo nelle feci, seduta sul cesso, spingo sen"a risultato,
probabilmente paona""a, come minimo quelli ridono.
IEon lo so. ;orse perch mi odiano.J
I$ei pensa che tutti la odinoCJ
Adesso non esageriamo.
IEo, magari non tutti. Ma penso di non piacere a nessuno.J E non solo nella
situa"ione specifica che, chiaramente, non favoriva la sociali""a"ione, ma in
generale. +omunque, questo era il genere di risposta che rendeva felice qualsiasi
psicologo, Fei4e compresa.
IE poiC 9iesce a defecareCJ
Fannatissima donna che ne sapeva una pi% del diavolo, s*<
-*, s*, s*< +i riuscivo e pure tanto< 1na libera"ione, cacca ! gogo< Duesto le
piaceva, lo vedevo. Il suo sguardo inflessibile lampeggiava oltre l&incipiente
cataratta, oltre gli occhiali, ed esprimeva una profonda, calda soddisfa"ione.
Evidentemente era un buon segno, un&ottima conclusione del sogno.
@utto questo mare di merda aveva un significato profondo.
+on la depressione, la mia vita era mutata improvvisamente, violentemente,
brutalmente, perch ero stata messa di fronte a una persona nuova' io.
roprio la depressione, ancorch dolorosa e negativa, stava facendo un piccolo
miracolo' mi stava cambiando. E portava con s un tale carico di domande, di
dubbi, che nemmeno se mi fossi sparata >oogle in vena avrei avuto tante risposte.
-*, la depressione era un ottimo motore di ricerca di me.
E i sogni me lo dicevano.
-bagliando, ho vissuto la prima parte della mia vita con un&assurda rigidit!
strutturale, con troppe certe""e incrollabili, il che mi ha impedito di guardarmi in
giro, di conoscere pensieri e mentalit! diverse, e per troppo tempo ho considerato
validi solo alcuni principi. @roppo pochi.
Ero come >rug. $a nemesi' ero >rug e, ovviamente, non me ne accorgevo.
$a depressione, per0, con tutto il suo carico di immondi"ia, mi stava liberando e
Fei4e era il veicolo che mi permetteva di fare questo viaggio in prima classe.
-cavando, scavando, ecco che saltavano fuori tante me stesse.
er conoscerle dovevo assolutamente mettere a tacere la Veronica un po& antica e
prefabbricata che aveva occupato il mio spa"io vitale fino a quel momento.
$a persona che mi aveva abitato fino a quel momento andava sfrattata, espulsa
come gli escrementi del sogno per fare spa"io ad altro.
Fovevo tassativamente liberarmi di me e tirare lo sciacquone.
Eei sogni lo facevo, perch non farlo anche nella vitaC
!
Avevo un desiderio che mi tormentava' volevo un portapillole.
Era il mio sogno da quando ero piccola ma, essendo dannatamente sana, comprarne
uno sarebbe stato perfettamente inutile. +os&avrei dato per portare in borsa una di
quelle scatoline ve""ose e minuscole che tanta gente possedeva sen"a rendersi
conto di quant&era fortunata. +erto, potevo comprarlo lo stesso, tanto per averlo, ma
volevo che mi servisse, non che fosse l&ennesimo status sLmbol privo di
fondamento, tipo il 9ole?, la ;errari o il Veuve +licquot.
Mia nonna >ioconda, che ora non c& pi%, era la donna pi% acciaccata del mondo e
trangugiava una quantit! di pasticche da far invidia a un tossico.
$a sua borsa sembrava quella di un pusher a un rave partL.
2gni ora della sua giornata era scandita da una pastiglia, una fiala, un cachet.
Eonna >ioconda Gnome poco adatto essendo lei la persona pi% dolente che abbia
mai conosciutoH, mamma di mia mamma, era una bellissima signora elegante e
asmatica. er tutti gli anni che stata su questa terra l&ho vista tramescare nella
borsetta in cerca di qualche medicinale da prendere all&ora tale. Essendo una vera
fuoriclasse, sfoggiava anche una strepitosa pompetta per l&asma che le invidiavo
moltissimo, ma sapevo di non poter pretendere troppo dalla vita' l&asma era
appannaggio della nonna e basta, io potevo al massimo ambire al solito raffreddore
stagionale. In casi ecce"ionali beccavo l&influen"a, ma non dovevo farci la bocca
perch non era affatto scontato.
Io ero sana. -ono sempre stata pietosamente sana. 1n portapillole, perci0, era
impensabile.
Ma ora, gra"ie a tutti i guai sanitari che avevo, l&embargo doveva finire.
2ra il portapillole era quasi d&obbligo.
1n luminoso pomeriggio di met! novembre, >iordana, con un sorriso soddisfatto e
infantile, mi ha messo in mano un pacchetto minuscolo e io, che di motivi per
sorridere ne avevo pochini, l&ho preso e scartato con meccanica gentile""a. Duando
davanti ai miei occhi si parata una scatolina di metallo affrescata con scene
bucoliche e puttini rosei, la nebbia del mio cervello si improvvisamente diradata e
ho fatto un sorriso radioso. Era uno di quei sorrisi che noi depressi non facciamo
mai perch non siamo pi% capaci, ma per l&occasione sono andata a cercarlo nella
mia memoria pi% recondita. Duando l&ho trovato, l&ho acchiappato al volo prima
che si dissolvesse e l&ho sfoderato, perch il momento era solenne.
9aga""i, avevo un portapillole. Era meglio che avere la laurea.
iena di macabra soddisfa"ione mi sono precipitata a riempirlo e ho pensato che,
dopotutto, la depressione non era cos* brutta.
Mi sbagliavo, lo era.
$e medicine di +ordoni sembravano non servire a niente, ma sapevo che ci voleva
del tempo perch il cambio di rotta della cura che stavo facendo desse dei frutti.
Avrei dovuto aspettare sen"a farmi prendere dal panico, ma, considerato che il
panico era il mio stato d&animo abituale, calmarmi era impossibile.
Avevo parlato pi% e pi% volte con >io dell&ipotesi Vassalli, l&argomento era stato
sviscerato, affrontato e soppesato e lei si era impegnata a seguirmi passo passo Gche
novit!, cos&aveva fatto finora se non tenermi per mano come una bambinaCH, certa
che avremmo saputo reagire anche se la Vassalli si fosse dimostrata un buco
nell&acqua.
IEon sappiamo com&, quindi potrebbe essere bravissima. Fevi provare.J
IE se sbaglia le medicine e mi amma""aCJ
IEon ti amma""er!, ce ne andremo prima.J
IAh, beh, perfetto.J
+he dovevo fareC
Era ovvio, dovevo prendere l&appuntamento con la Vassalli, la prima psichiatra
della mia vita.
Eon l&ultima, purtroppo.
$a Vassalli non stava a 9oma, ci capitava una o due volte al mese e aveva lo studio
vicinissimo a casa mia. 1na pessima noti"ia e una buona, solo che quella buona era
strettamente subordinata a quella pessima. A che serviva avere un medico a un tiro
di schioppo se il suddetto, in pratica, non c&eraC
Eravamo quasi a met! novembre, la dottoressa si sarebbe materiali""ata nella
capitale intorno alla met! di dicembreP c&era poco da stare allegri, ma avrei
aspettato. Almeno avevo una meta, e gi! quello bastava a farmi sentire un po&
meglio.
$&effetto placebo, in effetti, governava la mia vita, l&ha governata per tutto il
periodo nero. Il miraggio di guarire, per qualche minuto mi faceva sentire quasi
sana.
+os* ne approfittavo per fare il pieno di ottimismo e mi aggrappavo a una positivit!
solida come la carta velina. 2vviamente, questi momenti bugiardi presentavano il
conto nel giro di un battito di ciglia, perch percepivo immediatamente il
velleitarismo delle mie speran"e infondate e crollavo.
Ma prendere un appuntamento con un medico, programmare delle analisi, comprare
una medicina nuova, cambiare dosi a una medicina vecchia, erano tutti eventi
propositivi e servivano a farmi sentire un po& meglio.
roprio come mi capita quando sono in macchina nel me""o di un ingorgo. Keh,
l&idea di uscirne provando una strada sconosciuta mi d! un brivido di emo"ione.
+onsiderato che non ho la patente, c& sempre qualcuno alla guida che devo
convincere a tentare la sorte col mio stesso entusiasmo e, considerato che spesso
sono in macchina con >iordana, si creano dei siparietti clinicamente gustosi. >io
odia gli itinerari inventati, io li adoro.
Kasta una piccola inversione e gi! m&immagino una strada sconosciuta, bellissima e
sgombra che mi porta a destina"ione mostrandomi un paesaggio nuovo, quindi
interessante.
+ambiare bello, soprattutto per la mente e crea grandi aspettative.
Mentre io penso queste cose, >iordana s&inca""a perch rischiamo di sbucare in
luoghi sinistri, ed essendo una pessimista con un senso di responsabilit! unico al
mondo, non vuole finire chiss! dove. -cuole di pensiero diverse.
;atte le dovute distin"ioni fra una gitarella in macchina e la depressione,
quest&ultima si spesso giovata del medesimo meccanismo salvifico e, ogni volta
che ho avuto in vista una novit!, il mio cielo si rischiarato. E sull&argomento
depressione >io, prudente con le stradine secondarie, stata invece estremamente
ardita e coraggiosa. ;unambolica, oserei dire. oi vi dir0 perch, ma roba da
ultimo capitolo.
Duando ho chiamato la Vassalli mi sono trovata a portata d&orecchio una persona
gentile. $e ho fatto il quadro della mia situa"ione e lei si detta disponibile a
incontrarmi. Eon prima di un mese, per0, perch sarebbe passata da 9oma intorno
al () dicembre. :o fatto un rapido calcolo e ho pensato che avrei potuto tener duro
fino ad allora, anche perch... c&era alternativaC
+ose a cui pensare, in ogni caso, ne avevo' le analisi epatiche del 5B novembre, i
cambiamenti che avrebbero dovuto verificarsi gra"ie alla nuova cura di +ordoni.
Monotematica, lo so, ma questo era il massimo che la mia mente si potesse
permettere.
1no degli aspetti penosi della depressione proprio questo' non pensare ad altro
che al proprio malanno.
Andavo al cinema e mi godevo il film per un ()V perch pensavo ai miei guai,
passeggiavo e pensavo ai miei guai, lavoravo e, tra un cia4 e l&altro, pensavo ai
miei guai, leggevo e... no, ferma. Eon leggevo. Duesto era grave.
1na delle cose di cui ho sofferto di pi% stata la scomparsa di un&attivit! che, fino
ad allora, avevo praticato furiosamente' la lettura.
lampante che non sono un&intellettuale, probabilmente non sono nemmeno una
persona colta, an"i, ho buchi di conoscen"a per i quali meriterei sen"&altro una nota
sul registro, ma non mi beccherete mai sen"a un libro nella borsa perch quello con
la lettura uno dei rapporti pi% intensi che ho.
;ino a tredici, quattordici anni sono stata una bestia assoluta. 1n fagotto
d&ignoran"a. Mia madre faceva di tutto perch mettessi un piede in una libreria, ma
io ero una creatura neanderthaliana dedita a qualunque attivit! purch non fosse
sfogliare un oggetto di carta con molte pagine, delle parole stampate sopra, una
copertina rigida e un titolo.
;acevo un&ecce"ione solo per >eppo, il diavolo buono, un fumetto che mi piaceva
da pa""i. Era l&unica forma di letteratura che frequentavo con assidua fedelt!.
$&uscita del nuovo >eppo in edicola era l&evento che determinava il mio personale
ini"io di settimana, tutto partiva da l*.
>eppo, il mio mentore.
Ma, mentre mia sorella consultava Eiet"sche come fosse il Manuale delle >iovani
Marmotte, per me la lettura vera era tab%. $eggere travalicava il mio ori""onte.
Eon a caso mio nonno, che era linguista e autore di svariati di"ionari, mi diceva
spesso, con un sorriso dolce e definitivo guardandomi negli occhi' .@u ignori/.
Adoravo la sua spietata lucidit!. Eravamo amici, era un uomo molto spiritoso e
pungente, e amava questa nipote incolta che la sorte gli aveva regalato.
.@u ignori/ e gi% a ridere tutti e due.
A proposito di ci0, l&unico libro che mia madre, sudando sette camicie, era riuscita
a comprarmi e a farmi leggere da adolescente, era la storia tragica di una bambina
che, maltrattata in famiglia, andava a vivere con un vecchio povero in canna che
faceva il lampionaio, che l&accudiva e poi GovviamenteH moriva lasciandola sola.
Kestiale.
$&avevo scelto io, l&avevo visto nella vetrina di una libreria e l&avevo voluto a tutti i
costi, non si capisce perch. er la copertina forseC +&era una raga""etta con l&aria
afflitta e un vestito rattoppato che ti guardava negli occhi mentre un vecchietto
rachitico sullo sfondo accendeva un lampione nella notte. 1na cosa turpe. Ma mi
attirava e mia mamma, purch leggessi qualcosa, me l&aveva comprato.
Il lampionaio, me lo ricordo ancora.
E ricordo mia madre che, guardandolo un po& schifata, mi aveva chiesto' .Vuoi il
libro con la bambina che piangeC/ e aveva guadagnato la cassa a grandi falcate
prima che ritornassi sui miei passi e decidessi di non leggere nemmeno quello.
Keh, quel ca""o di libro me lo sono letto almeno cinque volte di seguito. ;orse
dieci. Ero impa""ita, mi piaceva la bambina piagnona, mi piaceva che il pap! e la
mamma la maltrattassero, mi piaceva il lampionaio sfigato che moriva, mi piaceva
quell&atmosfera tra Fouglas -ir4 e 9affaello Matara""o Gdue giganti, ben intesoH
che mi catturava emotivamente. Mah.
2ltre Il lampionaio, per0, non andavo.
Kisognava arrivare ai miei sedici anni perch, non so come, forse per imita"ione di
mia madre e mia sorella, venissi catturata dal demone de I Kuddenbroo4, decaden"a
di una famiglia e prendesse il volo quell&attivit! di lettrice che tuttora svolgo
freneticamente.
E l*, per inciso, mia madre aveva tirato un sospiro di sollievo rendendosi conto che,
se persino io avevo cominciato a leggere, c&era speran"a per tutti.
$a fetentissima depressione mi ha strappato alla lettura come la morte aveva
strappato il lampionaio ai suoi lampioni. Kruscamente.
$eggere mi distraeva, e io non volevo distrarmi. 2diavo quel senso di straniamento
perch sapevo che al pi% presto sarei stata di nuovo rinchiusa nei miei panni
angusti. -e leggevo sognavo, ed meglio non sognare quando la tua vita un
incubo.
Eiente da fare, ci voleva la Vassalli.
$a visita del () dicembre, per0, saltata. 1na segretaria gentilissima mi trafiggeva
da parte a parte dicendomi che la dottoressa non poteva venire a 9oma per
problemi sorti all&ultimo momento nella clinica dove lavorava.
I-e vuole fissiamo un appuntamento per...J
alpitavo.
I... per il 5) gennaio.J
-ono morta, ma sono risorta in tempo per bisbigliare' IMa fra... quasi... un
meseJ.
I$a dottoressa si scusa moltissimo ma purtroppo trattenuta alla clinica bla, bla,
bla...J
+he ca""o dovevo fareC Intanto prendere l&appuntamento, poi avrei chiamato subito
>iordana per dirle la bella novit!.
IAllora d&accordo, mi fissi l&appuntamento per il 5) gennaio.J
I+ome vuole signora. $a dottoressa l&aspetta il 5) allo studio bla, bla, bla e si scusa
ancora per il bla, bla, bla, bla. Arrivederci, bla.J
Kleah. Avevo davanti un mese allo sbando che prevedeva un nonnulla come il
Eatale con relative vacan"e e rela"ioni familiari. 1no scenario che nemmeno
9utger :auer replicante avrebbe saputo affrontare. Karcollavo.
Entravo nel ())A con un tale bagaglio di sfiga che ne avrei potuta distribuire a
parenti e amici avan"andone un bel po& per me.
1nica nota decente, le analisi del 5B novembre avevano dato risultati abbastan"a
positivi. $a mia fun"ione epatica era dignitosa e l&emocromo rivelava che i valori
tiroidei si stavano sensibilmente regolando. In teoria erano buone nuove, anche se
estremamente volatili. +i0 che mi affliggeva per0, come avr! capito anche il pi%
"uccone dei lettori, era la testa, che somigliava sempre pi% a una pattumiera.
+ome nei film degli anni +inquanta, in cui i fogli del calendario si staccano e
volano via per indicare il passaggio di tempo, sorvoler0 rapidamente sulle nuove
analisi del mese di dicembre, sul Eatale trascorso in apnea coi miei familiari che
avevo ammorbato riservando loro tutta la mia angoscia, sui treni 9omaQMilano,
MilanoQ9oma presi per festeggiare tutti insieme, sulla difficolt! di spiegare i miei
mali e arrivo rapidamente all&esausto, ma benedetto, ini"io del nuovo ())A.
oche balle, di l* a dieci giorni avrei incontrato la Vassalli, questo era un bene.
$&avevo aspettata tanto che me l&immaginavo operativa come quella tipa grassoccia
con la palandrana a""urra che, in quattro e quattr&otto trasformava i topi in cavalli e
le "ucche in carro""e.
Invece era una signora lavata a secco coi capelli scuri e i modi educati. er niente
fiabesca.
Alla visita sono andata da sola, >io non venuta. Voleva che fossi libera di
raccontare tutto sen"a inibi"ioni e, per quanto non avessi segreti di sorta, ho
obbedito. +upa come un becchino ho guadagnato il portone della Vassalli
scuotendolo con una lugubre scampanellata.
$ei era abbastan"a giovane, gentile e un po& amorfa. -embrava la segretaria di
qualche pe""o grosso abituata a portargli il caff, nascondere le magagne
amministrative, coprire le scappatelle e farsi maltrattare perch era incluso nello
stipendio.
Ma non volevo farmi fregare dalle prime impressioni, perci0 le ho raccontato tutto.
Era la centesima volta che lo facevo, non ne potevo pi%.
Eon c& niente di pi% frustrante che raccontare uno stato doloroso come se fosse
routine. Mentre illustravo le ragioni per cui ero mortalmente infelice mi accorgevo
che il mio tono sembrava quello delle telefoniste dei film degli anni Duaranta.
Monotono.
$a Vassalli mi ha ascoltato. :a sorriso un certo numero di volte, intervenuta con
domande e interie"ioni e mi ha prescritto Xoloft, Fepa4in ed En.
>ra"ie e arrivederci.
;or"andomi all&entusiasmo sono andata subito da >iordana per raccontarle
l&accaduto e mi sono ritrovata a non riuscire a dirle quasi niente. $a visita era
avvenuta, la dottoressa esisteva, le medicine le avevo comprate' tutto provava che
quel pomeriggio ero stata da una psichiatra, eppure mi pareva di no.
$a Vassalli era una persona normale, n pi% n meno, e questo era un vantaggio.
@anto per cominciare non dovevo fare con lei una gara di popolarit!, n un braccio
di ferro socialWculturale col suo sapere perch non era affetta dalla sindrome lei non
sa chi sono io. Era una dottoressa diligente che affrontava diligentemente il
problema che le veniva sottoposto.
+ome potevo lamentarmiC
+iononostante, il tarlo dell&inquietudine mi "ampettava nel cervello sibilando
sospetti che, in una parte recondita ma accogliente del mio emisfero destro,
trovavano spa"io.
$a mancan"a di una qualche scintilla nell&occhio della Vassalli mi insospettiva e
m&impediva di stare veramente tranquilla, ma allo stesso tempo capivo che, prima
di tutto, dovevo fare la cura che mi aveva prescritto. oi avrei potuto trarre le mie
conclusioni sul suo apparente amorfismo.
Mi aveva dato il suo recapito in caso che le medicine avessero presentato degli
effetti collaterali. Era partita soft, giustamente.
+os*, ho incominciato a divorare antidepressivi con la stessa nonchalance con cui
Ku4o3s4i si faceva una birretta, sperando che mi facessero effetto al pi% presto per
chiudere la questione e buonanotte.
er un po& ho ingerito Xoloft e Fepa4in, Xoloft e Fepa4in, Xoloft e Fepa4in.
Eessun effetto collaterale. otevo continuare.
Xoloft e Fepa4in, Xoloft e Fepa4in, Xoloft e Fepa4in... Intanto, la mia vita fluiva
fresca e luminosa come le acque di scolo della rete fognaria cittadina.
1"
(8 gennaio ())A' +ordoni mi visita, mi fa le solite analisi e decide che faccio
schifo. -tiamo al punto di parten"a. Eonostante le cure, la mia tiroide sbrocca
continuamente, non ce la fa a stare in bolla.
+os* non riusciremo mai a controllarla, scatta perci0 l&op"ione numero due' lo iodio
radioattivo. 2h ca""o. DuandoC
IA me andrebbe bene il B febbraio, a leiCJ
Io e >io eravamo sedute di fronte all&esimio, mute e stupite. ensavamo proprio di
averla sfangata. Invece nisba, lo iodio ci attendeva a braccia aperte.
$a serie che stavo girando era finita, almeno per me che avevo esaurito tutte le
pose, altri lavori in vista non ne avevo. 24 per il B febbraio.
Il mio compleanno sarebbe stato il 56, avrei compiuto trentotto anni sen"a tiroide,
un modo nuovo di festeggiare.
$a delusione dell&inefficacia delle cure Gsulla quale lo stesso +ordoni ci aveva pi%
volte messo in guardiaH durata una quindicina di secondi, dopodich io e >io
abbiamo salutato la possibilit! di un restLling del mio go""o come qualcosa di
estremamente positivo.
Ma s*, e che ca""o< +on quella mannaia purificatrice tutto sarebbe ripartito da "ero,
pronto a fun"ionare alla perfe"ione come un cuc% svi""ero.
Eon dimentichiamoci che stavo prendendo anche gli antidepressivi Gper il
momento, stranamente, abbastan"a innocui, mi davano solo un po& di
ottundimentoH e che continuavo ad andare dalla psicologa, quindi ero sotto
controllo da tutti i punti di vista.
-u di me era concentrata un&a"ione combinata che manco al entagono.
... (7, (=, (,, (6, A), A5, 5, (, A.
A febbraio.
Era quasi un mese che il mio stomaco incamerava antidepressivi e i risultati, ora, si
vedevano' ero una larva.
-ulle prime i farmaci si erano comportati abbastan"a bene. $&ori""onte si era
lievemente rischiarato e l&alba di un domani decente, se non migliore, aveva fatto
timidamente capolino. oi, non so perch, una bruma da roman"o inglese
dell&2ttocento mi aveva avvolto come un bo""olo. E da l* non schiodava manco
morta.
+on un inarrestabile stile valanga, le medicine avevano fatto effetto tutte insieme,
mi erano scoppiate nel cervello come il gran finale dei fuochi d&artificio, con meno
rumore ma con la stessa prepoten"a.
+&era un ingorgo di antidepressivi dentro di me che, non solo non mi tirava su, ma
mi neutrali""ava.
Va bene che dovevo tenere a bada l&angoscia, ma con quello stato d&animo non
avrei reagito nemmeno se mi avessero divelto le rotule a bastonate.
>iordana, quando non lavorava, passava il tempo davanti al computer facendo
ricerche sugli psicofarmaci e trovava tutto e il contrario di tutto. Era un argomento
che conosceva bene, ma voleva approfondire. Voleva capire.
Duante serate abbiamo passato nel suo studio mentre lei grattugiava quel povero
mouse avanti e indietro e lo schermo s&illuminava di Eeurotrasmettitori, -erotonina
e Inibitori -elettivi.
@utto quello che ricordo di quei momenti il buio fuori dalla finestra, >io che mi
traduce il complicatissimo linguaggio medico e il mio totale disinteresse per tutto.
-embravo i matti dei film.
Me ne stavo l*, avvolta nel leggendario golf grigio e tentavo inutilmente di fare
amici"ia con gli AF@, gli --9I e gli IQMA2, che non erano manga giapponesi, ma
psicofarmaci.
$a cura che stavo facendo era sbagliataC Era un problema di dosaggiC Ero
refrattaria agli antidepressiviC $a cura era giusta e io ero pa""aC Ero gi! morta e
non lo sapevoC
+on questo bagaglio di domande, il A febbraio, io e >iordana siamo partite per la
casa di cura -anta 9osalia bla, bla, bla, nella localit! tal dei tali, per sottoporci...
ops, perch io mi sottoponessi alla terapia radiometabolica che doveva fare il
miracolo.
Alle due del pomeriggio la eugeot rossa e scassata di >io imboccava l&Aurelia alla
conquista della mia guarigione mentre... clic... Marco annella diceva la sua dai
microfoni di 9adio 9adicale.
@utto sommato, nonostante fossi vivace come isolo dopo un @avor, quella
spedi"ione mi entusiasmava. $&idea di viaggiare verso la guarigione mi pareva
strepitosamente simbolica e inevitabilmente efficace.
E poi quel pomeriggio c&era un sole bellissimo.
Mentre >iordana mi stordiva con una diretta radiofonica dal arlamento, io mi
concentravo sui campi coltivati che mi sfilavano sotto gli occhi, sulla luce
dell&inverno che calava velocemente e sulla speran"a di guarire e di scordare tutto
quello che era successo negli ultimi nove mesi. Ero molto stanca.
Alla +amera si votava non so cosa, i deputati facevano le loro considera"ioni
mentre >io seguiva il dibattito con un&atten"ione che solo la politica e Fiana Srall
riescono a strapparle.
+ampi, tramonto, guardrail, paesini, sonno, guardrail, campi, campi, guardrail,
sonno... sonno. -onno.
Duando mi sono svegliata ancora campi, buio e 9adio 9adicale che, per la quarta
ora consecutiva, ci raccontava splendori e miserie d&Italia. E >iordana, fresca come
una rosa, che annuiva alle osserva"ioni di un illustre economista.
oi, verso sera, la casa di cura -anta 9osalia. Molto bella.
1n cancellone ci ha invitato a entrare e la eugeot scassata non se l& fatto dire due
volte.
Mi sono registrata alla reception e ho chiesto una camera a due letti, non mi andava
di rimanere sola la notte prima dell&intervento. +i hanno accompagnate al piano di
sopra' la camera era linda, bianca e acciaio.
oi siamo rimaste sole.
Molto sole.
Era quasi ora di cena, avevamo fame e ci siamo infilate in un ristorante molto
carino dove abbiamo mangiato un sacco di roba a base di pesce.
-embrer! strano, ma quella cena ha compiuto il miracolo che mesi di psicoterapia e
derrate di pastiglie non avevano saputo fare.
Io e >io sghigna""avamo in continua"ione, eravamo contente, leggere e affamate.
Ficevamo stron"ate e ridevamo come a scuola.
$a nebbia dei mesi precedenti si era dissolta, il muso di poche ore prima non
esisteva pi%' ero spensierata. Eon ho mai capito il perch di quell&oasi temporale di
beatitudine, ma mi sono goduta ogni secondo.
Avrei dovuto essere tesa, magari nervosa, impaurita. @utto sommato stavo facendo
un passo importante per la mia salute e sapevo che dal giorno dopo avrei avuto altre
preoccupa"ioni. Invece magnavo e ridevo sen"a ritegno.
;inita la cena siamo tornate alla clinica, siamo entrate nella nostra camera e ci
siamo infilate ciascuna nel proprio lettino. Mi sentivo molto @eresa Venerd*, era
una surreale situa"ione da collegio femminile. ;antastica<
er un istante ho temuto di sognare qualcosa di sgradevole che potesse rovinare
quell&atmosfera limpida e innocente, ma le mie preoccupa"ioni si sono dissolte nel
sonno che stava arrivando.
In effetti quella notte ho sognato.
Ero su un prato verde fino all&eccesso e il cielo era a""urro. @roppo a""urro, come
dice la can"one. A un certo punto al"avo lo sguardo e vedevo :arpo, il mio
barboncino, che volava. >uardava avanti coi suoi occhi nerissimi e luminosi e
planava con le orecchie. Era la prima volta da mesi che un sogno non aveva un
retrogusto angosciante, un doppiofondo sinistro. :arpo svola""ava spinto da un
refolo in un posto assolutamente sereno' prato e cielo. E mi sorrideva.
B febbraio.
+ordoni e il suo aiutante sembravano due palombari. @utti impacchettati con
camici, copricapo, guanti, mascherine, pronti a rifilarmi la pasticca magica.
Iodio 5A5QI G888 MKqH.
Mi hanno fatta entrare in uno stan"ino molto piccolo preceduto da un&anticamera
isolante. -ulla porta c&era il simbolo della radioattivit!. Incoraggiante.
Mi sentivo Oane ;onda in -indrome cinese, anche se lei era molto pi% bella.
>iordana mi guardava al di l! di un vetro, era ovviamente preoccupata. Io non lo
ero affatto, ma la vedevo fissare i due dottori intabarrati.
-ono sicura che quello che ricordo par"iale e inesatto, ma la sensa"ione di essere
all&ultimo quarto d&ora di un film catastrofico era quella che provavo in quel
momento.
Io isolata, i dottori incappucciati come due Fure?, >iordana con l&occhio sbarrato e
il via vai di fiale bastavano a ricreare l&atmosfera dell&incubo di >regorL ec4 in Io
ti salver0 con le perfette e inquietanti scenografie di -alvador Fal*.
EsageroC -en"a dubbio, ma la memoria gioca brutti scher"i a tutte le et!, perci0...
$&aiutante di +ordoni mi ha dato una fiala con dentro una pastiglia e mi ha detto di
ingoiarla.
+he cacchio, era pericoloso persino toccarlaC +hiss! averla nello stomaco<
-apevo di essere in buone mani, ma i guanti che le ricoprivano mi facevano capire
che la questione era di un certo peso.
Il tipo uscito dalla stan"ina e mi ha chiuso dentro. Attraverso un interfono
+ordoni mi ha detto di mandar gi% la pastiglia e io ho obbedito. Mi sono attaccata
alla fialetta e la pallottola di iodio radioattivo rimbal"ata sulla lingua tuffandosi in
gola.
E l* si incastrata. Era gigantesca. In una fra"ione di secondo ho visto scorrere la
mia vita e ho fatto testamento. Duel gomitolo non andava n su n gi%. +he morte
cretina. Mi sono concentrata, ho deglutito con la for"a di un ruminante e quella
ca""o di anguria scesa. enso che sia arrivata nello stomaco per direttissima,
saltando tutti gli stadi intermedi.
IAbbiamo finito.J
Abbiamo finitoC Ma come, dopo tutto &sto travaglio dovevo levare le tende e avanti
un altroC Io mi aspettavo di stare in osserva"ione almeno quattro ore sotto
un&incubatrice gigante intorno alla quale una do""ina di medici coi baffoni e il
pinceQne" avrebbero disquisito sull&opportunit! di esibirmi nelle universit! o di
se"ionarmi su un tavolo operatorio.
Eiente $e"ione di anatomia alla 9embrandtC Eiente Xoo di Venere alla
>reena3aLC Eessuno voleva monitorare la mia risurre"ione o il mio disfacimento
progressivoC
Eo, nessuno. Fovevo andare a casa sen"a farla tanto lunga.
+ordoni si stava gi! togliendo il camice.
Il suo aiutante venuto a prelevarmi, mi ha aperto la porta Gchiusa da una maniglia
a pressione che non avrebbe sfigurato in un sottomarinoH e sono uscita.
Eon ricordo pi% se ho attraversato altre stan"e per rientrare nel mondo dei vivi, so
solo che a un certo punto mi sono ritrovata vicino al mio dottore che mi guardava e
sorrideva.
;orse perch ero diventata fosforescenteC 2rmai ero radioattiva, poteva succedere.
2 magari potevo accendere le lampadine con un rutto, o sminu""are le verdure tipo
Mulienne coi denti.
:o visto >iordana nelle retrovie che mi guardava con un sorriso cos* fisso che per
un istante ho pensato che fosse una sua fotografia. oi si mossa e ho capito che
era proprio lei. +hiss! cosa si agitava nella sua testa.
Io stavo benissimo, soprattutto perch ero riuscita a non morire soffocata.
Essere radioattiva mi inorgogliva, mica era da tutti< Mi sono chiesta che cosa
sarebbe successo se in quel momento avessi fatto una scoreggia, ma ho preferito
non esternare il mio dubbio ai dottori.
+os*, ho prelevato >iordana e siamo tornate nella nostra stan"a a raccattare le
nostre cose.
-i tornava a casa.
+ordoni, sulla soglia della clinica -anta 9osalia, mi ha riassunto brevemente ci0
che sarebbe capitato nel mio prossimo futuro.
Fall&, febbraio avrei dovuto cominciare ad assumere quantit! variabili di
Feltacortene e di 9anidil per un bel periodo, mentre dall&indomani, 8 febbraio, mi
aspettava un menu a base di +arbolithium da spalmare nei successivi quindici
giorni.
Indi, sarei inevitabilmente tornata ipotiroidea Gsai che gioia per l&umore<H e avrei
ini"iato a prendere l&Eutiro? Gquesta volta non a caso come mi aveva prescritto
@ognettiH. oi, avrei dovuto pa"ientare finch il mio @-:, il mio ;@A e il mio ;@B
non fossero tornati in perfetto equilibrio. @empo stabilito' qWb.
Fa l* a quarantacinque giorni avrei dovuto fare delle nuove analisi per vedere
cos&avesse combinato la polpetta di radioiodio che avevo ingurgitato.
IE ovviamente si ricordi di non avvicinare neonati e donne incinte. @ra parentesi, la
sua amica incintaCJ
:o guardato >iordana. I+hiC $eiCJ
$ui ha annuito. Eon credevo alle mie orecchie. Ma santo +ordoni, se fosse stata
incinta le avrei chiesto di accompagnarmi al ;estival della 9adioattivit!C ;acevo
prima a incenerirla direttamente a casa.
IEo dottore.J
IKene. 9iassumendo' faccia la pip* nel deserto e tiri l&acqua cinquanta volte, mangi
isolata e poi butti piatti, bicchieri, posate e tovaglioli nell&oceano dopo averli
conservati in un for"iere sulla luna per sette giorni, non sbuffi in faccia al prossimo
suo, controlli gli sfinteri, magari se li incolli che pi% sicuro, non scopi mai pi% e
bruci letto e len"uola dopo che ci ha dormito. E non tocchi nessuno, lei infetta<J
;ine delle raccomanda"ioni.
+ol mio paniere con vino e focaccia per la nonna e la mantellina sulle spalle come
+appuccetto 9osso, ho salutato +ordoni sulla soglia e mi sono avviata insieme a
>iordana verso la eugeot scassata.
Fei fratelli >rimm, per0, nemmeno l&ombra.
In macchina mi sono seduta dietro per non banfare addosso a >io la mia neonata
radioattivit!. 2vviamente viaggiavamo coi finestrini aperti.
Era il B di febbraio e stavamo a meno due, ma preferivamo che la macchina non
diventasse una ne3 +hernobLl.
E poi c&era sempre 9adio 9adicale a farci compagnia. $&ennesima vota"ione alla
+amera dei deputati. Duanto votavano &sti deputati< Io avevo fatto in tempo a
partire, farmi fare il trattamento Eagasa4i, tornare, e quelli stavano sempre l* a
schiacciare pulsanti come al 9ischiatutto.
@he -ho3 Must >o 2n.
11
Fovevo fare pip*.
@utti mi avevano raccomandato di bere molto per eliminare al pi% presto le scorie
radioattive, indi, avevo bevuto.
2ra stavo esplodendo, ma #sto fatto della radioattivit! mi inibiva.
Eon tocchi qui, non tocchi l!, non dica quello, non faccia quell&altro... Duesto
vademecum di proibi"ioni mi martellava nel cervello e mi faceva sentire
responsabile dell&ipotetica estin"ione del genere umano.
A1@2>9I$$ FI-IE@E>9A@2 FA FE;$A>9AXI2EE E1+$EA9E
-1$$&A19E$IA. E2E -I +2E2-+2E2 $E +A1-E FE$ FI-A-@92.
IE@E9E$$A@2 I$ +E9E. I$ FI9E@@29E' .-2E2 -KI>2@@I@2/.
Era quello che temevo potesse succedere se fossi andata in bagno, ma non potevo
tergiversare ulteriormente, mi scappava. +os*, al primo autogrill ho chiesto a
>iordana di fermarsi.
-ono scesa dalla macchina e sono entrata in tutta fretta. Appena dentro mi sono
bloccata' stavo per riempire il pianeta di spurgo velenoso. Era lecitoC
Mi sono guardata intorno e ho visto una marea di gente che masticava panini,
beveva cappuccini, comprava pupa""i, salami e +F. 2vunque mi girassi c&erano
famigliole. 1n&invasione. Mi sentivo un 4ami4a"e.
Eessuna delle persone presenti poteva immaginare che se le avessi starnutito
addosso l&avrei incenerita. +he fareC
:o individuato il cartello luminoso con l&omino e la donnina stili""ati che
indicavano il T+, la mia salve""a. Ma continuavo a sentirmi come un pidocchio in
un asilo' colpevole di strage.
erci0, ho girato i tacchi nel momento esatto in cui una nonna mi si avvicinava con
il nipotino in braccio puntandomi il dito contro con un sorriso radioso.
I>uarda Edoardo< lei, l&hai riconosciutaC la signorina che sta in @V<J
2vviamente Edoardo non mi aveva riconosciuto perch era totalmente assorbito
dall&attivit! che stava svolgendo in quel momento' sbavare. +onsiderato che avr!
avuto al massimo un anno, era naturaleP probabilmente aveva appena messo i
laterali superiori e si accingeva a completare il gruppo incisale in attesa di buttar
fuori i molari di l* a pochi mesi. +he gliene fregava di meC Ero al massimo una
nebulosa che si agitava in @V davanti alla pappa che biascicava ogni sera sul suo
seggiolone.
Ma la vecchia non mollava e, ficcandosi il nipote sotto l&ascella come un pallone da
rugbL era decisissima ad andare in meta.
I-cusi<J
2ddio, mi seguiva.
I-+1-I<J era perentoria e velatamente aggressiva. I$ei quella che fa
+ommesseC Duella che fa -anremoC +om& che si chiamaC la ivettiC $EICJ
A grandi falcate sono uscita dall&autogrill e ho guadagnato la eugeot rossa e
scassata mentre >io stava controllando una cartina stradale. Mi ha guardato con
due occhi cos* quando ho spalancato la portiera posteriore, mi sono fiondata al mio
posto e ho strillato' Iarti< arti<J.
>iordana ha ripiegato la cartina in fretta e mi ha chiesto' I+he cosa succedeCJ.
I+& una vecchia che mi segue.J
I1na vecchia che ti segueCJ
I-*, con un bambino<J
I+on un bambinoC 2ddio, ma cosa vuoleCJ
I1n autografo, credo.J
IKeh, faglielo.J
I-*, cos* poi il bambino diventa deforme ed colpa mia<J
IMa com& &sto bambinoCJ
I un semiQneonato.J
I2h Madonna, allora no, per carit!<J e, istintivamente, ha accelerato immettendosi
velocemente sull&Aurelia. oi ha indagato' IMa hai fatto pip*CJ.
IEo.J
I2h, ca""o e come si faCJ
IE che ne soCJ
I+i fermiamo al prossimoJ ha detto per rassicurarmi.
Ier for"a.J
1n minuto di silen"io.
IMa il bambino l&hai toccatoCJ
IMa sei pa""aCJ
IAh, ecco. Meno male.J
A9EA FI -E9VIXI2 ( SM. i% che un cartello un miraggio.
Ero in grande difficolt!, non potevo muovere un muscolo, mi scappava
ferocemente.
IFai che ci siamoJ mi ha rassicurato >iordana.
IMh.J
I-olo due chilometri.J
IMh.J
I+e la faiCJ
IMh.J
+e la dovevo fare.
Mi ero gi! trovata in una situa"ione del genere, tempo prima, e non era andata bene.
Ero in macchina col mio e? marito. 1n ingorgo epocale' non si andava n avanti n
indietro. Macchine immobili ovunque. Mi scappava.
Avevamo in macchina un barattolo vuoto di Logurt da me""o chilo.
-o che avete gi! capito.
:o schermato tutti i finestrini con parei e stracci vari e ho fatto quello che dovevo,
accucciata come un feto davanti al mio sedile.
2vviamente la confe"ione era troppo piccola e bloccarmi era impossibile. Mentre il
mio e? marito sbraitava, il vasetto tracimava e io mi dolevo della situa"ione
disgustosa che stavo creando.
@anto pi% che l&ingorgo durato parecchie ore e il tappetino allagato ci ha fatto
compagnia per tutto il viaggio.
Duesto solo uno degli aneddoti che getta una luce chiarificatrice sul mio divor"io.
Duesta volta non volevo bissare l&esperien"a dello Logurt, anche perch era
inverno, c&erano due gradi, e in"upparmi gli stivali era escluso.
A9EA FI -E9VIXI2 5 SM.
I+ome vaCJ
IMh.J Eon potevo permettermi di spiegare, avrei mosso troppi muscoli e l&effetto
sarebbe stato disastroso.
A9EA FI -E9VIXI2 8)) ME@9I.
Meno male.
Meno male un corno.
Duel parallelepipedo scrostato che si ergeva fra le brume era un&area di servi"ioC
er carit!, non che ci dovessi fare chiss! che, per0...
>iordana ha accostato e io sono scesa molto lentamente perch qualunque
movimento rapido avrebbe rotto gli argini.
+ome ;rugolina, la bambola che gattona e cammina, ho mosso dei passetti verso il
parallelepipedo. Era un blocco di cemento sen"a porte e finestre, ma a me bastava
che avesse un buco nel pavimento da riempire con una do""ina di litri e pace. +&era
una porticina di legno con un foglio di carta appiccicato con lo scotch e con la
scritta T+. Ero a cavallo.
-ono entrata e ho visto che c&era effettivamente un buco nel pavimento e
nient&altro. ortava certamente al centro della terra.
robabilmente, di l* a pochi minuti, un coltivatore cinese che stava arando il suo
campo di soia avrebbe notato uno "ampillo fuoriuscire dal terreno sen"a capire di
che si trattasse.
-tavo gi! slacciandomi i pantaloni quando ho visto che lo sciacquone era rotto.
Avrei dovuto capirlo dalla pu""a bestiale che c&era, ma la possibilit! di svuotare
quella "ampogna che era la mia vescica mi aveva obnubilato i sensi.
Eiente sciacquone, niente pip*, +ordoni era stato chiaro.
Eon avrei mai potuto infettare un luogo gi! sufficientemente disastrato, lasciando a
fermentare per giorni urina radioattiva.
Volevo piangere.
-empre pi% lentamente ho riguadagnato la eugeot rossa di >io. $ei stava
scendendo in quel momento.
IMi sa che la faccio anch&ioJ ha cinguettato ignara, e poi ha aggiunto' Ierch hai
quella facciaCJ.
$e ho spiegato perch avessi quella faccia e lei, solidale come solo una vera amica
pu0 essere, rimontata in macchina.
IMa tu mica sei radioattiva, tutt&al pi% gliela lasci l* e buona notte. -e non riparano
&sto ca""o di posto colpa loro, mica tua.J
I2 insieme o nienteJ mi ha risposto con uno slancio eroico degno del +orsaro
Eero.
-iamo risalite in macchina, mi sono pia""ata dietro e >io ha messo in moto, mentre
io meditavo di sporgere il sedere fuori dal finestrino e di risolverla una volta per
tutte.
-e vero che il buongiorno si vede dal mattino, questo iodio radioattivo mi stava
gi! creando non pochi problemi.
>iordana guidava e faceva alcune considera"ioni.
Era rimasta molto impressionata dal rito del pasticcone e si domandava Gcon
ragione, in verit!, ma anche con quel pessimismo innato che la contraddistingueH
cosa sarebbe successo se la gente non si fosse attenuta alle regole che il radioiodio
richiedeva.
Duante persone rispettavano veramente le misure precau"ionali suggerite da
+ordoni per non inquinare il prossimo e l&ambienteC Duanta gente avrebbe fatto la
pip* in quel buco maleodorante sen"a sciacquone strafottendosene delle
conseguen"eC Duanti avrebbero preso un cappuccino all&autogrill attaccando la
bocca infetta a una ta""a che avrebbe subito un lavaggio tradi"ionale, mentre noi
sapevamo benissimo che chi stava messo come me avrebbe dovuto bere e mangiare
in piatti di carta da buttare lontano dai rifiuti comuniC
-econdo >io era un miracolo che esistesse ancora la vita sulla terra, certa com&era
che il mondo fosse pieno di monatti radioiodi""ati che spargevano il contagio come
gli appestati man"oniani.
In tutto ci0, io necessitavo di un 3ater.
Duando un tetto rosso comparso all&ori""onte abbiamo capito che stava per
materiali""arsi davanti ai nostri occhi un altro autogrill.
-e anche ci fosse stata un&invasione di rattus sordidus della Euova >uinea sarei
entrata in bagno e avrei pisciato, a costo di far disinfestare il locale a mie spese.
Abbiamo parcheggiato, siamo scese e siamo andate sparate verso i cessi. erfetti.
$indi. Invitanti.
Infatti c&era una fila eterna. Vagheggiavo un catetere vescicale.
Io e >io ci siamo messe diligentemente in coda e abbiamo aspettato. Io stavo molto
attenta a non sfiorare niente e nessuno, preoccupatissima di spargere il contagio.
+&erano almeno dieci bagni, ma ne fun"ionavano due. 2tto giacevano inutili""ati
ed ermeticamente chiusi. Eormale amministra"ione.
-entivo sbattere delle porte, ma non vedevo entrare n uscire nessuno. 1na lunga
fila di signore affrante si snodava come un serpente oltre la "ona lavandini, fin
quasi sul pia""ale.
Ancora sbattere di porte e nessuno che si muoveva.
oi ho capito che le porte che sbattevano erano nel T+ degli uomini.
In un secondo ho fatto dietrofront e, con estrema nonchalance, mi sono infilata nel
bagno dei maschi dribblando un gruppetto di signori che si lavava le mani e si
asciugava ai portarotoli a parete.
;inalmente, l&ho fatta. In una turca, ma chi se ne frega.
Mentre fuori imbruniva, io stavo ancora accucciata.
Duando sono uscita, >iordana era alla pompa del gasolio e stava facendo il pieno.
+on un sorrisino indifeso sono salita in macchina.
I@utto beneCJ mi ha chiesto.
I-*J le ho risposto, e credo di non essere mai stata cos* sincera in vita mia.
IDuanto ti devoCJ le ho domandato indiQcando il carburante.
IEon ti preoccupare, facciamo poi quando arriviamo a casa.J
I24.J
;atto il pieno siamo ripartite e la eugeot rossa e scassata ha ripreso la sua strada
canticchiando.
Il resto del viaggio filato via liscio perch ho dormito sempre. >io era in buona
compagnia' 9adio 9adicale trasmetteva una diretta dal -enato.
Duando siamo arrivate a 9oma ero molle come una cucchiaiata di polenta.
Evidentemente l&effetto dell&opera"ione si stava facendo sentire. Avevo mal di gola
ed ero stanchissima e >io mi ha invitato a riposare sul suo divano in attesa dell&ora
di cena.
IFormi un po&, poi mangiamo qualcosa e vai a casa.J
Mi sono sdraiata sul divano e ho dormito fino alle undici della mattina dopo.
Duando mi sono svegliata ero ancora stanchissima e ho dormito tutto il giorno. Il
giorno dopo ero ancora pi% stanca, quello dopo, pi% stanca del precedente.
Fal giorno dopo l&opera"ione mi sono trascinata ciondolando come una tossica. Il
collo mi faceva un male cane e pensavo con afflato solidale a Maria Antonietta e al
suo ultimo periodo, il meno divertente.
Il grosso problema era che lo scossone dell&opera"ione andava a intaccare un fisico
e una psiche che non avrebbero trovato un acquirente nemmeno nei saldi al =)V.
Ero gi! talmente malmessa, che questo colpo di gra"ia mi stroncava
definitivamente.
Fovevo fare i conti con due nuovi nemici' la mia abulia e l&isolamento.
>iordana, vedendomi vacillare di qua e di l! sen"a costrutto, ha deciso che mi sarei
trasferita da lei in pianta stabile.
IMa con tutti i casini che c&ho diventa un inferno. Fevo mangiare separata da te,
dormire in una "ona isolata, ripulire tutto quello che tocco, attaccarmi allo
sciacquone a ripeti"ione... pensa che casino<J
IEon me ne importa niente. Eon puoi stare a casa da sola. +apace che ti
addormenti oggi e ti svegli tra quindici giorni digiuna e disidratata giusto per
esalare l&ultimo respiro. Adesso ci organi""iamo.J
+os*, ci siamo organi""ate.
2 meglio, mi ha organi""ato lei. :a comprato le stoviglie di plastica, mi ha allestito
un lettino di fortuna nel suo studio e ha procurato alcuni secchi da riempire d&acqua
ogni volta che andavo al cesso. $o sciacquone ci metteva una vita a ricaricarsi,
sen"a secchi avrei passato la giornata davanti al 3ater a schiacciare il pulsante.
+os*, vivevo come nel finale di E.@. $&e?traterrestre' sotto vuoto.
er non fare danni tenevo alla larga anche i cani, ma non era facile.
Mi addormentavo e mi svegliavo. Mi addormentavo e mi svegliavo. Mi
addormentavo e mi svegliavo... queste erano le mie giornate, questa era la mia
unica attivit!. 1na pena. Ero triste da morire e non riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Il 5B febbraio avevo appuntamento con la psichiatra. Fovevo ragguagliarla sugli
effetti degli antidepressivi che continuavo a prendere e raccontarle dell&opera"ione
radioiodio.
Anche quel giorno ho constatato con una fitta dolorosa che la Vassalli non aveva
proprio il phisique du role della psichiatra. -embrava sempre la segretaria di
qualcuno, ma mai quel .qualcuno/. Era gentile, educata, ma non aveva autorit!. E
mi pareva pure che con &sti antidepressivi andasse un po& a tentoni.
+iononostante, mi sono pia""ata davanti alla sua scrivania e ho cominciato a
parlare.
Ma avevo sonno, volevo svitarmi la testa e appoggiarla sul tavolo per farla riposare
in santa pace.
$ei non capiva perch fossi cos* stanca, non potevano essere gli psicofarmaci che
stavo prendendo a ridurmi cos*<
Infatti il colpevole era un altro.
Era il litio.
Duando le ho detto che +ordoni mi aveva prescritto A)) mg di litio da prendere tre
volte al giorno, l&amorfa Vassalli ha strabu""ato i suoi insignificanti occhi castani
fino a conferire loro un&espressivit! che non le conoscevo.
I+osaaaCJ mi ha domandato. I+osa sta prendendoCJ
IIl litio. @re pastiglie da A)) mg al giorno.J
I-metta immediatamente.J
2h cacchio. erch dovevo smettereC
Ierch devo smettereCJ
Ierch... beh, perch...J l&ho vista tentennare Gchiaramente, non voleva criticare il
lavoro di un luminareH I... perch potrebbe essere quello a darle questa... ehm,
sonnolen"a.J
rimo' quella non era sonnolen"a ma morte apparente. -econdo' +ordoni aveva
fatto una ca""ata e mi aveva prescritto una medicina sbagliataC
IEo, beh, diciamo che forse, non sapendo che lei sta gi! facendo una cura
antidepressiva e che quindi assume determinati psicofarmaci, prescriverle il litio gli
sembrato giusto, insomma, normale.J
IMa lui sa che sto facendo una cura antidepressiva, mi ci ha mandato lui qui.J
I>i!.J
IDuindiCJ
IDuindi smetta.J
IMh. E a +ordoni chi glielo dice, leiCJ
IEo, glielo dica lei.J
IEon meglio se glielo dice leiCJ
-ilen"io.
I;acciamo cos*' glielo dica lei e se protesta gli dica di chiamarmi.J
-econdo me, l*, l&unica che avesse il diritto di protestare ero io.
IIntanto le prescrivo un altro farmaco che deve cominciare a prendere da domani.
-i chiama 9equip, prenda prima un quarto di pastiglia, poi me""a e poi una intera.
;accia cos*' i primi due giorni prenda bla bla bla, poi il ter"o e quarto bla e poi bla,
bla, bla fino al quinto e al sesto bla...J
Mentre la Vassalli snocciolava numeri e giorni io la guardavo con un&espressione
pi% amorfa della sua.
$a sensa"ione d&insicure""a che ho provato avendo a che fare coi medici non l&ho
provata mai, nemmeno dopo aver consegnato un compito in classe di matematica
dove sapevo di avere copiato male da un compagno somaro.
Duando la Vassalli ha finito le sue giaculatorie mi sono al"ata, l&ho salutata sen"a
entusiasmo e sono uscita dalla stan"a mentre lei si raccomandava' I... e smetta il
litio<J.
-ono uscita da quello studio che non capivo pi% niente. +redetemi, ero talmente
intasata di medicine che non sapevo pi% che fare.
+on tutte quelle che avevo preso, smesso, inaugurato, sostituito, poten"iato,
interrotto, ricominciato, avrei dovuto essere -uperpippo, invece ero una chiavica.
$&unica cosa su cui potessi veramente contare era la mia depressione, florida come
la giungla.
@utto passava tranne lei, e questo continuo metti e leva di sostan"e mi garantiva
una cupe""a a prova di bomba.
Mi sono incamminata verso casa infagottata nel mio golf grigio col cappuccio, un
informe piumone nero, barbellando per il freddo di quel febbraio da dimenticare.
Erano passati dieci giorni dall&opera"ione, stavo ancora sottovuoto e in isolamento.
Mi sentivo sen"a dignit!, non pi% padrona del mio corpo, conscia di spargere
residui velenosi, afflitta da triste""a cronica e fisicamente inesistente, an"i, brutta.
Ecco cos&ero dopo tutti quei mesi di malattia.
Eon c&era pi% niente da fare, era ovvio, anche gli psicofarmaci a che servivanoC A
nulla, o a peggiorare la situa"ione.
Avevo il cuore bucato. -offrivo e basta.
:o chiamato +ordoni e gli ho detto che la Vassalli mi aveva suggerito di smettere il
litio.
IerchCJ
Ierch dice che il litio che mi fa dormire in continua"ione.J
IEon sono d&accordo.J
IAh. Allora cosa devo fareCJ
IMa non lo so, io il litio l&ho sempre dato sen"a che ci fosse nessun problema.J
Ecco cos&hanno di fantastico i medici' ti fanno sentire sempre uno stron"o perch
sei il primo a cui succedono certe cose. la prima volta che la tal medicina d!
quella rea"ione, la prima volta che un farmaco non fa effetto, la prima volta che
una malattia si presenta in quel modo l*. sempre la prima volta.
1na mente malfidata potrebbe pensare che questa tattica li tuteli dagli errori che
commettono. Kasta dire che una cosa non mai successa e le loro responsabilit!...
puf... svaniscono. Ma siccome qui di menti malfidate non ce ne sono, diciamo che
troppo spesso i dottori non brillano per empatia.
In questo spaventoso viaggio che ho fatto, ogni volta che le cure non hanno
fun"ionato mi sono trovata davanti a fior di professionisti che difendevano il loro
onore pi% della mia persona. rima di tutto si salvavano il culo stupendosi degli
incidenti di percorso, poi cercavano di riparare sottolineando che quella anomala
ero io.
Eon ho mai sentito un medico dire .:o sbagliato/ e molto raramente hanno
mostrato dei dubbi sulle loro cure.
Fio benedica il mio pediatra Gdal quale sono andata fino alla maggiore et! perch
era bravissimoH a cui un giorno feci vedere una verruca che mi era venuta sulla
pianta del piede. +ol suo consueto tono serissimo e un rigore che avrebbe fatto
impallidire la regina Elisabetta mi disse' .renda questo sciroppo per una
settimana. $a verruca sparir!/. Il medicinale in questione era uno sciroppo per la
tosse. Fi fronte alla mia espressione perplessa mi rassicur0' .Eon ho mai capito
perch questo sciroppo faccia sparire le verruche, ma cos*. $e va di prenderloC
oi mi dir!/.
Fopo una settimana di sciroppo la verruca spar*.
Duesto signore, che ricordo con un affetto profondo, non ha mai sbagliato una
diagnosi n una cura, ma non ha mai dato niente per scontato. Mi ha sempre
spiegato con calma e sicure""a quello che avevo e, in contrasto con la sua
immagine rigorosa e severa, ha spesso sperimentato delle strade dicendolo
apertamente, coinvolgendomi e dimostrando rispetto e fiducia in me come pa"iente.
Eon aveva la verit! in tasca e non se ne vergognava affatto e, quando il caso lo
richiedeva, condivideva con noi umani la sua empiricit!, fidandosi della nostra
capacit! di discernere.
Duesto vogliamo noi malati dai dottori' rispetto e fiducia. -iamo perfettamente in
grado di capire e di partecipare al nostro percorso di guarigione, non c& bisogno
che ci diano degli ordini.
$oro non sono onnipotenti e noi non siamo scemi.
er inciso, stoppato il litio, quel sonno mostruoso che mi impediva di tenere gli
occhi aperti per pi% di quattro minuti se n& andato e ho potuto recuperare un quasi
decente stato di veglia.
Indecente, come al solito, era la mia vita.
er fortuna, a un certo punto arrivato ELo.
12
-iamo davanti al cancello verde tutto scrostato, mentre una spaventosa pu""a di
pollaio e di escrementi ci avvolge.
1na raga""a viene ad aprirci con un grembiulone di plastica lungo fino ai piedi
sporco di terra, feci e fango, con una pompa dell&acqua in mano. sorridente.
Apre il cancello, ci fa entrare e, dopo qualche metro, alcune centinaia di cani
cominciano ad abbaiare tutti insieme. Eello stesso istante, io e >io cominciamo a
piangere.
I+i scusi, ci scusi, ci dispiaceJ diciamo alla raga""a. I+i scusi, veramente, non...
non sappiamo che ci successo...J e continuiamo a piangere.
IEon vi preoccupate, capita a tutti.J
Annabella, cos* si chiama, ci fa entrare e io e >io passiamo fra due ali di gabbie
piene di cani di tutti i tipi.
-iamo l* per @ito, un bastardino che stato sequestrato a un ti"io che lo sevi"iava.
-periamo che @ito sia adottabile, vogliamo trovargli una famiglia. Ma @ito sta
rintanato in fondo a una cuccia terrori""ato, mentre una barboncina bianca e
an"iana lo protegge e gli fa la guardia ringhiando furiosamente a chiunque si
avvicini. Eon ho mai visto un essere umano difendere un suo simile con
l&abnega"ione con cui lei difende @ito. -ono inseparabili.
9iuscire a pia""are un cane molto difficile, due pressoch impossibile.
Annabella e gli altri volontari ci sconsigliano di rompere il loro equilibrio gi!
precario, quei due poveretti ne hanno passate gi! abbastan"a.
$*, almeno, stanno insieme e hanno da mangiare tutti i giorni. Eon tantissimo,
magari, ma regolarmente.
IVolete vedere i nostri caniCJ ci chiede Annabella mentre con un getto d&acqua
potentissimo ripulisce il pavimento delle gabbie ricoperto di foglie, sporci"ia e
liquame.
I+erto, s* certo, vogliamo vedere tutto.J
Eon so se siete mai stati in un canile. un luogo lacerante, insopportabilmente
doloroso.
IEe abbiamo quattrocento.J Annabella passa fra le gabbie alte tre, quattro metri,
mentre decine e decine di cani fanno a gara per farsi notare da noi. +hi si sbatte
contro la rete, chi ulula, chi infila la testa fra le sbarre.
I$&altro giorno abbiamo avuto l&ispe"ione sanitaria, li hanno trovati tutti ben
nutritiJ ci dice con orgoglio. I molto importante che tutto fun"ioni, non vogliamo
che ci chiudano. oi questi dove vanno a finireCJ
$ei abituata a quello che stiamo vedendo, noi no. 1n concerto per dispera"ione,
smarrimento e paura.
+i sono un sacco di randagi, i soliti, poveri, meravigliosi, adorati randagi, e molti
cani di ra""a. +hiaramente e? regali di Eatale, di compleanno, d&anniversario che
qualche delinquente irresponsabile ha fatto o ricevuto.
+& uno -har pei grigio bellissimo. :a le orecchie tutte tagliu""ate e strappate,
pieno di croste sul torace e sulla faccia. +i guarda assente, immobile, mentre
intorno a lui c& l&inferno.
Eon difficile immaginarlo cucciolo, con un fiocco intorno al collo, mentre una
famigliola schifosa e crudele si scambia golf di cachemire e plaLstation facendosi
gli auguri e mangiando panettone in attesa della messa di me""anotte.
KloodL +hristmas familL daL.
Io e >iordana arriviamo alla gabbia dei cosiddetti .piccoli/, Annabella ce li
presenta uno per uno. 1na decina di nani variopinti. -tanno tutti insieme, sono pi%
o meno grandi uguali. 1no bianco e ispido dall&aria simpatica si avvicina alla rete e
ci guarda con gli occhi pieni di crosticine, molto lacrimosi e scodin"ola lentissimo.
un po& malato ma lo stanno curando. :a l&aria di uno che la sa lunga, d&altra parte
se vuoi sopravvivere l* dentro non puoi essere uno sprovveduto.
I piccoli giron"olano nella gabbia abbastan"a tranquilli, tranne uno che si agita
come un pa""o avanti e indietro. Magrolino, scattante, veloce, si fionda verso di me
e infila la testa attraverso la rete sbucando a un centimetro dalla mia mano. $o
grattugio un po& sulla testa e lui impa""isce di felicit!.
9itraggo la mano di colpo' ho gi! un cane che mi aspetta a casa, due sono troppi.
Mi allontano subito dalla gabbia mentre il raga""etto mi guarda fisso, piantato
contro la rete in piedi sulle due "ampe posteriori. +i guardiamo per qualche
secondo, immobili. Io rimango ferma, lui pure. evidente che si aspetta qualcosa.
Eon faccio un passo, lui mi lancia uno sguardo che mi trafigge le pupille e poi,
deluso, si gira su se stesso e se ne va. Ecco fatto, sono un&assassina.
@orniamo a casa, >iordana guida, io sono seduta sul sedile a fianco.
$ui sta davanti ai miei piedi e mi guarda fisso negli occhi.
-ono otto anni che fra di noi fun"iona cos*' ovunque io sia lui mi guarda. 2 mi
bacia. -to sul divano e lui mi guarda, mi al"o per prendere un bicchiere di +ocaQ
+ola e lui si al"a e mi accompagna al frigo. Vado in bagno e si pia""a davanti al
3ater finch non ho finito, mi vesto e mi segue dall&armadio alla camera dandomi
una leccatina ogni tanto, quando a portata di ginocchio. Eon raro che mentre
faccio il bidet passi di l* e mi dia una leccata su una chiappa.
Il nostro un rapporto umido e amoroso, perch ELo il cane che bacia pi% di tutti
al mondo. raticamente non fa altro.
entrato nella mia vita da reietto quando ero una reietta anch&ioP perfettamente
compatibili. $es Miserables. 2vviamente, da quando c& lui tutto si complicato
moltissimo, ma per fortuna >iordana, che ora ha Klu, una lupa bellissima
completamente pa""a e molto simpatica, mi d! una mano quando proprio non ce la
faccio.
Io, >io, :arpo, ELo e Klu.
;ra noi cinque c& una promiscuit! totale, io e >io ci scambiamo i cani a seconda
delle rispettive necessit!, pratichiamo il dogQsitting estremo.
rendere ELo stato inevitabile e sono certa che a spingermi fino al canile e
uscirne con un figlio non previsto stata la mia depressione.
In un momento di pura dispera"ione sono andata a colpo sicuro fra i disperati. +hi
si somiglia si piglia, dice un proverbio. vero.
E forse lui stato il transfert di speran"a di cui avevo bisogno per poter credere
nella mia guarigione. -e la sua vita migliorava sarebbe migliorata anche la mia,
potevo credere che risorgere fosse possibile e lecito.
Duesta povera eugeot rossa e scassata una camera a gas, ELo pu""a come un
maiale.
Ah, stato chiamato ELo cos* per puro caso, uscito dal canile figlio di EE ed
arrivato a casa ELo.
I+hiss! come si chiamaJ dice >io. Al canile non l&avevano batte""ato e nessuno
aveva saputo dirci il suo nome, n come fosse arrivato l* e quando.
IKoh. E chiss! da dove viene.J
Iroviamo a chiamarlo con dei nomi banali, magari risponde.J
I@ipo ;idoCJ
IKeh, Madonna, ;ido non esiste pi%.J
I24. rovo con Oac4. Oac4<J gli dico guardandolo mentre lui mi fissa sen"a
muovere un muscolo.
IEo, Oac4 non gli dice nienteJ osserva >io e lancia un IOimmL<J che cade nel
vuoto.
IKobbL<J
I+uster<J
I-chi""o<J
I@immL<J
Iancho<J
IXorro<J
I-peed<J
Eiente.
I-iamo troppo esterofile.J
I:ai ragione. ;ilippo<J
I>ualtiero<J
I+arlo<J
I9oberto<J
Eisba. Eon muove un baffo manco a morire.
IFante<J
IKeatrice<J
I maschio.J
IAh, gi!...J
I$eo.J
I@eo.J
I:a le stesse vocali.J
IAh, gi!.J
I-4ip.J
IKlac4.J
Eiente. 1na statua.
IEio<J
A .Eio/ si gira verso di me e fa un&espressione di evidente soddisfa"ione.
I+a""o< -i chiama Eio<J
IerchC +he ha fattoCJ chiede >io che guarda dritto davanti a s nel me""o di un
incrocio
IMi ha guardato< A .Eio</ mi ha guardato<J
-ono entusiasta.
IEioC EioCJ lo chiamo e lui mi guarda attentissimo, come a dire .Eh, che vuoiC/.
IEioJ mormora >io IEio... come il protagonista di Matri?.J
IA me non piace Matri?.J
I+hi se ne frega, il protagonista si chiama Eio.J
I-critto comeCJ
IEQEQ2.J
IAllora lui no. $ui sar! Eio con la i. An"i, con la ipsilon.J
IE vabb, ma lo stesso come Matri?.J
IEon mi piace Matri?, ma va bene.J
IE poi ha senso, scusa. In Matri? Eeo il prescelto. i% prescelto di lui<J osserva
>iordana buttando un occhio amoroso a quel pu""one che ci sta ammorbando.
+uriosamente ELo Gcon l&ipsilonH sa di formaggino stantio. $o accare""o e il suo
manto appiccicaticcio e nerastro sprigiona un aroma di raclette che mette quasi
appetito. magro, le ossa spuntano sotto la pelle, i denti sono rovinati, la lingua
biancastra e quando ti bacia lascia una scia vischiosa che nemmeno una lumaca.
Fomani lo portiamo dalla veterinaria, la grande $ucia, per sapere pi% o meno
quanti anni ha e come sta di salute.
molto simpatico, sembra Kuster Seaton.
ELo ha uno sguardo che crea qualche problema. talmente indifeso che ti sembra
di avere in macchina uno spot contro l&abbandono che andato in loop. Mica facile.
-badiglia e mi stende, gli do un bacio sulla testa e sbarello.
+i vorranno molti lavaggi nella vasca perch perda questo aroma caseario, ma so
che ce la far0.
(, giugno ())A' +ordoni era soddisfattissimo' stavo decisamente migliorando< $e
analisi erano ancora sballate ma meno di primaP lentamente tutto si aggiustava.
Duesto, per quanto riguardava la tiroide.
Il resto era un mucchio di macerie, ma sappiamo bene che per il mio amato
endocrinologo il resto non esisteva.
-tavo guarendo. +ontentaC er niente.
Il mio stato depressivo, semmai, si arricchiva di un&ansia spaventosa perch, mentre
il fisico guariva, la psiche incespicava su se stessa e questo mi faceva sentire
colpevole. +ome avrei potuto dire ancora .-to male/ se le mie analisi
stromba""avano il contrarioC +hi mi avrebbe credutoC
>iordana, risposta esatta<
Ma il mondo non era fatto solo di me e lei, c&era tutto un contorno che sapeva che
ero stata malatissima Gi valori sballati sulle analisi fanno sempre la loro porca
figura, basta sciorinare un paio di numeri spropor"ionati e anche il pi% scettico e
scan"onato uditore impallidisceH ma che stavo genericamente andando a posto. E
poi fra un @-: spaventosamente alto certificato da un roboante A7,7 micr1Wml G<<<H
e un nebuloso stato depressivo non meglio identificato non c& partita< ;anno tutti il
tifo perch il @-: torni nel suo range normale Gtra ),A e 8,8 micr1WmlH mentre
l&umore pu0 andare a farsi fottere. $a depressione passer!, e che ca""o, non
facciamola lunga.
$uglio.
Agosto.
1na merda.
A settembre ())A' nuove analisi. erfette.
Il lungo percorso tiroideo cominciato il 5B giugno ())( vedeva finalmente la luce.
$a micidiale ghiandola distruttrice era vinta e doma e io mi accingevo a campare
con l&Eutiro?, =8 mcg al d*.
Era il caso di cantare vittoriaC -econdo me +ordoni, nel segreto della sua cameretta
qualche inno sacro lo intonava, ma con me era serio e professionale e sosteneva che
avremmo dovuto aspettare le prossime analisi per essere ragionevolmente sicuri di
avercela fatta.
rossime analisi' 55 novembre ())A. @utto o4, fun"ione tiroidea perfetta.
Via libera agli inni sacri, possibilmente polifonici.
+ordoni, cresciuto di alcuni centimetri e GgiustamenteH molto orgoglioso del
risultato ottenuto, mi riteneva a posto. Il suo lavoro era concluso.
Adesso basta rompere i coglioni, i numeri dicevano che stavo bene. +hiaroC
A me s*, al mio cervello no.
Fallo iodio radioattivo a oggi erano passate tre centinaia di giorni.
;ebbraioWnovembre ())A, dieci mesi di dispera"ione.
Avevo fatto nuovi esami, nuovi controlli tiroidei, nuove visite dalla psichiatra e le
solite visite dalla psicologa. Ero andata in ipotiroidismo for"ato in seguito
all&opera"ione Gtutto sotto controllo, +ordoni monitoravaH, la Vassalli mi aveva
cambiato gli psicofarmaci un paio di volte sen"a ottenere un accidente e Fei4e
>erlach aveva continuato ad ascoltarmi piangere e a darmi dei blandi e brevi
momenti di sollievo dei quali le ero molto grata.
Ma non guarivo. $a vita era sempre un inferno e dieci mesi sono dieci mesi.
Mi sono anche esibita in performance spericolate tipo un&ecografia tiroidea e un
elettroencefalogramma, ma nemmeno questi due assi nella manica hanno sortito un
miglioramento.
Mentre un ciuffo di medici si occupava alacremente della mia persona, la mia
persona deragliava.
Fa questo momento in poi la mia disfatta stata totale.
-confitta la perfida tiroide dovevo fare i conti con una psiche maciullata ed
cominciato il periodo pi% sciagurato della mia vita' la depressione pura e semplice.
Euda e cruda.
Era proprio il caso di incappare nel dottor -andon!C
13
-andon! era alto due metri, largo uno e curava cervelli avariati.
Il mio nuovo psichiatra.
Fei4e, sfiancata dai miei regressi, era contenta che avessi deciso di salutare la
Vassalli e di provare con un dottore nuovo. Magari stavolta fun"ionava.
$e ho comunicato la mia inten"ione di approcciare -andon! un tardo pomeriggio
scuro, buio e piovigginoso nel quale la teutonica vegliarda mi scioglieva i punti
mentre parlavamo della sua naturopata.
Eatur0pata, con l&accento sulla o.
;aceva tanto anni -ettanta con le gonnellone patch3or4, gli "occoli di cuoio e la
borsa a fiori, ma &sta naturopata esisteva davvero e stava in una specie di nego"ietto
dove teneva le"ioni di non mi ricordo pi% cosa a gente varia, tra cui la mia
psicologa.
Fei4e mi ha indicato un opale di almeno tre chili che stava su un tavolino, donato
giustappunto dalla naturopata. 1n pietrone immenso.
IAllontana la negativit!J mi ha rivelato.
+a""o, potevo ingoiarloC Avrei risolto, una volta per tutte.
+omunque, a parte i miracoli della naturopata, Fei4e ragionava pacatamente ma
con inappellabile inflessibilit! crucca sull&inefficacia degli psicofarmaci che
prendevo da quasi un anno' eravamo a novembre e avevo cominciato ad andare
dalla Vassalli a gennaio.
2ddio, cambiare psichiatra non facile come cambiare le mutande, ma forse
dovevo farlo.
IEon dico che la dottoressa Vassalli non sia brava, per carit!, ma forse non ha
ancora trovato la cura giusta per leiJ a""ardava Fei4e.
Eh, forse, visto che do la testa nel muro dalla mattina alla sera<
I-andon! un giovane psichiatra molto preparato, ne ho sentito parlare in ospedale
da alcuni colleghi. +hi gliel&ha consigliatoCJ
I1n conoscente di >iordana che ha la moglie matta come me.J
I$a smetta. $ei non matta.J
Fei4e s&inca""ava come una bestia quando buttavo l* frasi del genere. Amava il suo
lavoro e ne aveva un gran rispetto' non tollerava provoca"ioni quando si parlava di
situa"ioni psichicamente fragili. Io lo facevo apposta per sdrammati""are e per
sentirmi dire lei non matta, un concetto che amavo fosse reiterato da tutti, oltre
che da >iordana e da me.
Mentre Fei4e m&infilava il dito medio nel fianco sinistro provocandomi uno
spasmo acuto direttamente nel cervelletto, con un umore a met! fra lo scoglionato e
il catastrofico riflettevo sul fatto che avrei dovuto mettermi per l&ennesima volta in
mani nuove e sconosciute.
Era come fare un viaggio all&estero, intendendo per estero Marte, >iove o lutone.
Mi sembrava che il mondo non capisse una parola di ci0 che dicevo e sapevo anche
di non essere sintoni""ata in modo che mi si capisse.
>iordana era d&accordo col cambio di psichiatra perch, effettivamente, la cura
della Vassalli era stata un flop totale. vero, bisogna dare il tempo ai farmaci di
fare effetto, bisogna anche dargli la possibilit! di non fun"ionare e di essere
cambiati, e bisogna tentare con farmaci nuovi che magari sono pi% efficaci, ma c&
un limite. Eon potevo mica campare di tentativi. erci0 via libera a -andon!.
Duesta volta >io mi avrebbe accompagnato, voleva vedere coi suoi occhi chi
avrebbe ricominciato a cincischiare il mio cervello.
+ordiale, solare, alto uno sproposito, -andon! ci ha accolto con un sorrisone.
Io avevo l&occhio sbarrato per paura di non riuscire a spiegare il mio malessere e,
quindi, a dimostrargli che soffrivo.
-*, perch cos*' ai medici, che stai male, glielo devi proprio dimostrare. Eon basta
dirglielo, devi anche pregare che ti credano, senn0 ti attacchi.
+hiss! da dove nasce questo scetticismo in base al quale pensano che noi pa"ienti
siamo, innan"itutto, dei millantatori, e poi Gmolto poiH dei poveracci realmente nei
guai.
er quale stortura mentale dovremmo avere voglia di infilarci in uno studio medico,
se non per una necessit! oggettivaC ;orse per sfogliare delle riviste di gossip
vecchie di sei mesiC 2 per compulsare .Medicina oggi/, l&opuscolo che illustra
cateteri urinari e malattie veneree con delle belle foto a coloriC -ai che piacere
sbirciare un pisello violaceo in primo piano farcito di condilomi<
er gra"ia di Fio -andon! non sembrava uno da convincere, pareva an"i ben
disposto a credere che fossi l* a pieno diritto. E sorrideva, un buon ini"io.
Mi sono seduta di fronte alla sua scrivania e >io ha fatto lo stesso. >li abbiamo
spiegato la situa"ione e lui ha capito piuttosto bene.
Era giovane, informale, quasi giocherellone. Avrebbe potuto tranquillamente essere
un labrador, veniva voglia di tirargli una pallina per vedere se correva a prenderla e
te la riportava. Eaturalmente una performance del genere lo avrebbe consacrato
medico dell&anno, almeno ai miei occhi, ma la prova pallina non stata fatta e il
suo labrador loo4 rimasto solo una piacevolissima impressione.
Era sicuramente preparato, sciorinava uno scilinguagnolo fluido e sapiente, ma
sembrava affetto da una lievissima ansia da presta"ione.
Evidentemente voleva fare bella figura, come biasimarloC F&altronde anch&io ci
tenevo ad apparirgli bella scombinata, volevo che mi vedesse in tutto il mio
depressivo splendore. A ciascuno il suo, pensavo.
+omunque sia, anali""ava i miei guai con disinvoltura e mi illustrava i pro e i
contro di alcuni antidepressivi che >iordana conosceva bene.
Vedevo quei due sgua""are fra triciclici e inibitori selettivi della ricapta"ione della
serotonina come delle oche in uno stagno' erano perfettamente a loro agio. Ken
piantati sui loro piedi palmati si scambiavano opinioni sagaci sul @ofranil, il
Eoritren, il ;luo?eren, l&Efe?or e il -eropram. Duasi quasi mi stavo gasando
anch&io. $e pastiglie, raccontate da -andon!, sembravano una gran figata, e lui era
decisamente easL. Fopo tanti tromboni tiravo un po& il fiato.
$a visita durata un&ora, piena di parole e di buoni propositi, e quando io e >io
siamo uscite eravamo sollevate. $a spiavo di sottecchi e la vedevo soddisfatta ed
estremamente combattiva' stavolta ce l&avremmo fatta.
+i pareva di aver avuto con -andon! uno scambio di opinioni decisamente evoluto.
-ar! stato perch eravamo quasi tutti coetaneiC -ono sempre refrattaria a
considerare l&et! un elemento dirimente nel valutare le persone, perch penso che
esistano vecchi illuminati e all&avanguardia cos* come esistono vecchi pallosi e
presuntuosi, idem dicasi per i giovani. Ma, forse, stavolta, avere a che fare con un
quasi raga""o aveva il suo peso. -icuramente sul nostro incontro non aveva
aleggiato quel venticello genera"ionale che fino ad allora mi aveva fatto sentire
un&allieva somara di fronte a una commissione di professori arcigni e lievemente
maldisposti.
@ornavo a casa rincuorata e con il sacchettino della farmacia pieno di sorprese. I
nuovi antidepressivi avrebbero fatto il miracoloC
-ul portone di casa ho incontrato un vicino, il signor >alli del quarto piano, che mi
ha squadrato con occhio clinico e mi ha detto un po& accigliato' IA signo&, Me dica a
quer truccatore che nu& Me deve fa& &sta faccia da luna piena, eh< Ma che &sto
faccione tondoC $ei tanto caruccia< In tiv% me pare &n pallone< Oe lo dica, che cos*
la rovina< Me creda' la rovina, proprio brutta<J e se n& andato borbottando.
Ero gelata.
+ome spiegare al signor >alli che ormai non c&era pi% niente da fare e che quello
che passava in @V era irrimediabilmente compromessoC Ero gonfia come un
palloneC $o credo< Avevo ini"iato a girare proprio nel momento in cui la mia
malattia scoppiava in tutta la sua sventurata poten"a, e non c&era truccatore, n
direttore della fotografia, n chirurgo plastico che avrebbe potuto ridimensionare le
mie guance espanse.
Feprimente.
2gni volta che replicavano quel benedetto lavoro sapevo che la quasi totalit! dei
telespettatori si domandava cosa ca""o stessi mangiando in quel periodo per essere
cos* trippona.
&-ta faccia da luna piena... Fio santo...
Ma era perfettamente inutile piangere sul mio sovradimensionamento mediatico,
ora avevo ben altro da affrontare' la mia nuova cura antidepressiva.
Avrebbe fun"ionatoC
Eo.
Eaturalmente non lo potevo sapere.
er alcuni mesi, infatti, ho preso dei farmaci che sono risultati assolutamente
inutili, almeno per me.
:o passato l&ennesimo Eatale misero e lacrimoso rincorrendo sorrisi che non mi
davano nessuna gioia.
-andon! si impegnava come un pa""o, cambiava minuscole virgoline di dosaggio
un po& per volta sperando che qualcosa si muovesse, ma stavo decisamente al palo.
$ui era molto prudente, forse troppo. Il problema per0 non era solo suo.
+ontemporaneamente venivo monitorata da +ordoni che voleva sapere come stavo
dopo l&opera"ione radioiodio. Mi aveva prescritto i miei bei =8 microgrammi di
Eutiro? da prendere tutti i giorni in sostitu"ione della tiroide e, secondo lui, tanto
bastava' nemmeno >es% +risto gli avrebbe fatto cambiare idea.
Invece non bastava affatto. Ero depressa e moscia come una pelle di fico.
arlare con lui mi metteva profondamente a disagio, perch voleva sentirmi dire
che stavo benissimo e io non glielo potevo proprio dire. -appiamo che l&aspetto
psicologico della questione non lo interessava, ma pure fisicamente ero leggiadra e
scattante come un camion col rimorchio, e l* la psiche che cacchio c&entravaC
I+ome staCJ
IEh, insomma, cos* cos*. +io, sono molto rallentata, molto... molto... faccio fatica
a carburare, mi sento poco attiva, poco...J
I-trano. +on l&Eutiro? dovrebbe stare benissimo. 2rmai non ha pi% problemi di
tiroide.J
I-*, no, cio, lo so, per0, non so com& ma faccio fatica a fare tutto. normaleCJ
IEo.J
IEh, appunto.J
IMa lei ormai a posto.J
Eo, ca""o< Eon ero a posto< -e stavo cos* non ero a posto per niente.
I$i prende =8 mcg di Eutiro? al giorno, veroCJ
I-*.J
IE allora<J
IEh... allora... non sono pi% come prima.J
ercepivo il suo scetticismo in forma solida. Eon poteva credere che, nonostante i
suoi calcoli, io non fun"ionassi come dovevo. +os* ha sganciato una bomba di
sagge""a espressa.
Irovi con un po& di Multicentrum.J
I+on cheCJ
IMulticentrum. un ricostituente.J
1n ricostituenteC >eniale, era come curare la lebbra con il rep.
IMa io non so se ...J
I-e continua a sentirsi stanca prenda quello e vedr! che star! bene.J
Ero spaesata.
IMulti...CJ
I... centrum<J
-ecco come uno sparo, il buon +ordoni.
I1n ricostituente.J
I-*.J
IVa beh, magari ci provo.J
IKenissimo, per qualunque cosa mi chiami. +omunque la cercher0 io fra quindici
giorni.J
+he culo.
IF&accordo, gra"ie. Arrivederla dottore.J
IArrivederla.J
erch dovevo prendere un ricostituenteC -apevo benissimo che il mio problema
non era da ricostituente. +hissenefrega di un ricostituente, io avevo un guaio
diverso.
$&ho detto a >iordana che ha sgranato gli occhioni, cosa che le vedevo fare sempre
pi% spesso da quando mi ero ammalata, e il punto di domanda che si
materiali""ato sulla sua faccia era eloquente. MulticentrumC +io vitamineC
+uriamo la psiche con le vitamineC
Era lunare.
IDuindi ha detto proprio MulticentrumJ mi ha domandato >io per la ter"a volta.
I-*. +ordoni dice che mi tira su.J
IVabb, ma che c&entra un ricostituenteC >liel&hai detto che...J
I>li ho detto tutto.J
IMa gli hai spiegato che...J
I-*.J
IEvidentemente non ha capito che...J
I:a capito benissimo.J
Era sconcertata. Io pure.
-ono passati altri quindici giorni di elettroencefalogramma pressoch piatto nei
quali mi trascinavo come un lombrico e +ordoni mi ha richiamato.
I+ome staCJ
:o deciso di mentire' IMeglioJ.
I:a vistoC Era solo un problema di spossate""a, evidentemente.J
-entir definire spossate""a il liquame nel quale sgua""avo mi faceva parecchio
inca""are, ma ho tirato dritto' IEvidentementeJ.
IKene, faccia le nuove analisi e poi mi invii i risultati.J
I+erto dottore.J
I$a saluto.J
I$a saluto anch&io.J
E vaffanculo. Era mai possibile che non si potesse tentare un minimo di analisi di
questa situa"ione sanitaria cos* delicataC $ei ormai a posto, lei non ha pi%
problemi, lei solo spossata... Ma che ca""o di mente quadra< Eon sono mica una
forma geometrica che mi puoi calcolare moltiplicando i lati, o i cateti, o prendendo
la misura del raggio< -ono una persona, un essere unico e irripetibile Ge meno male,
date le mie condi"ioni<H che si trova in difficolt! perch sta riavviando la propria
vita dopo che una specie di terremoto interno le ha spappolato il corpo e la mente.
+he me ne faccio dei tuoi dogmi e del tuo MulticentrumC
Avrei mollato +ordoni. Eon ne potevo pi% di sentir dire che tutto andava a
meraviglia quando non era veroP oltretutto avevo cominciato a mentirgli a tutto
spiano perch mi dava profondamente sui nervi che sproloquiasse sul mio stato di
salute quando non era per niente ricettivo sulle mie reali condi"ioni. erch dirgli la
verit!C
@ra l&altro, le mie analisi stavano nei range ma erano un po& stitiche. I miei valori
tiroidei erano giusti giusti, ma al pelo. +&era qualcosa che non andava, ma non
sapevo cosa.
rendevo gli antidepressivi di -andon! e pregavo che fun"ionassero. Fei4e seguiva
da lontano.
IEun me vole da& retta, ehCJ Era il signor >alli che mi parlava, il vicino di casa.
-tavo aspettando l&ascensore e lui mi era arrivato alle spalle.
I+he poi guardi' nun ce somiMa nemmeno.J
IMa a chiCJ
IA lei<J
IMa chiCJ non lo capivo.
I$eiii< $ei, dico, nun ce somiMa pe& niente, sembra n&artra. proprio gonfia<J
Ah, gi!, stava sempre parlando della mia faccia in televisione. Evidentemente
stavano replicando la fiction.
I+o& quei capelli cos* corti, poi, mamma mia<...J
E se n& andato su per le scale scuotendo la testa.
;orse avrei dovuto cambiare casa.
I:o ricevuto le sue nuove analisi. -ono perfette.J AridaMe. -ua maest! +ordoni
gongolava inutilmente.
I-* dottore.J
I$ei come staCJ
IKene. @utto a posto.J
2vviamente mentivo.
I2ttimo. Allora rifaccia le analisi fra un mese e poi me le invii.J
1n disco rotto.
I+erto. $a ringra"io dottore.J
I$a saluto.J
IArrivederci.J
IArrivederci.J
oi ho cominciato a non rispondergli pi% al telefono. Eon sapevo pi% come parlare
con questo signore. Mi aveva curato, vero, ma adesso che i conti non tornavano
lui non mi dava risposte. An"i, mi faceva sentire matta perch lamentavo uno stato
che, secondo lui, era semplice spossate""a.
+ordoni mi chiamava e io non rispondevo, mi richiamava e io lasciavo squillare per
interi minuti.
:o sbagliato, lo so, ma mi sembrava di urlare nelle orecchie di un sordo. 2gni volta
che vedevo apparire il suo nome sul displaL del cellulare guardavo cupa la luce
intermittente che mi minacciava con un +29F2EI maiuscolo a tutto campo. oi
smetteva e io mi rilassavo. Eon avrei saputo che dirgli, scappavo dal suo
tecnicismo che a""erava la mia individualit!. E il mio dolore.
Ma non potevo restare sen"a un endocrinologo, dovevo assolutamente trovarne uno
che si sobbarcasse la mia carcassa.
E la naturopata di Fei4e, fra un opale, un&ametista e un occhio di tigre, ha fatto il
miracolo.
$o studio del dottor Xocchi era vuoto. Io e >io abbiamo suonato un campanello e
un clic ha fatto scattare la porta. -iamo entrate e non abbiamo trovato nessuno, solo
un&anticamera che sembrava la scena di un delitto di provincia degli anni -essanta
rimasto insoluto.
Eon c&era una segretaria, non c&erano pa"ienti in sala d&attesa e non c&era nemmeno
la sala d&attesa.
Abbiamo conquistato due seggiole tappe""ate con un&improbabile stoffa
rosagrigioverdebeige e ci siamo sedute. Eon si sentiva volare una mosca. Eppure io
avevo telefonato allo studio e una voce GumanaH mi aveva risposto, tanto che avevo
preso quell&appuntamento ed ero l*.
Duella stan"a, illuminata poco e male dal grigio cielo invernale e rigorosamente a
secco di lampadine, brillava di un anonimato esemplare e un po& polveroso. Fa un
momento all&altro avrebbe potuto entrare un medico con le stesse attitudini di
$aurence 2livier nel Maratoneta per farci una bella detartrasi, proprio come nel
film. Atmosfera sinistra, luogo abbandonato.
iene di pregiudi"i ma strangolate dalla necessit!, io e >iordana ci siamo guardate
smarrite, entrambe pensando che il biglietto da visita di Xocchi fosse disastroso.
Duel pomeriggio io ero plumbea come le nubi che coprivano 9oma e mi giravano
molto i coglioni. Moltissimo. Xocchi sarebbe stato il quarto endocrinologo che
consultavo, poi mi rimaneva solo da fare il giro dei santuari.
rossima fermata' MedMugorMe.
Fieci minuti. Eiente. Io e >io non parlavamo nemmeno.
A un certo punto, da una porta si affacciato un omino dall&aria mite e implume,
col tipico sguardo da canile. Xocchi.
+i siamo reciprocamente presentati e ci ha fatto accomodare nel suo studio, allegro
come il resto dell&immobile.
@anto per fare una cosa nuova gli ho raccontato tutto per filo e per segno
dall&ini"io. Eon ne potevo pi% di quella storia, era stracotta, marcia, putrida,
maleodorante e noiosa, noiosa, noiosa... ma lui non mi conosceva e andava edotto.
Aveva un&aria terribilmente onesta. Xocchi aveva proprio la faccia da persona
perbene, da uomo serio e ragionevole ed era capace di grande duttilit!, dote
pre"iosissima.
Mentre guardava con atten"ione le mie analisi, io gli illustravo il mio percorso
sanitario.
I$ei sempre stata un po& ipertiroidea, veroCJ
Ma che ne sapevo ioC ;ino a una manciata di mesi prima manco sapevo che la
tiroide esistesse<
I>uardi, non lo so, so solo che l&ipertiroidismo una delle cose che rimpiango di
pi% di tutta la mia vita. Fa quando l&ho .curato/ sono crollata, in tutti i sensi<J
IEvidentemente perch lei , diciamo, portata. otremmo dire, per capirci, che un
lieve ipertiroidismo una sua condi"ione di .quasi/ normalit!.J
+apivo cos* cos*, ma quel signore cominciava a piacermi. Avrei potuto rivalutare
anche il suo dubbio arredamento da cronaca nera.
Xocchi sosteneva che, essendo ciascuno di noi un essere unico e irripetibile G2ddio,
ha detto proprio cos*< :a detto proprio cos*<H, c& chi ha un metabolismo pi% veloce
e chi ce l&ha pi% lento, un fatto assolutamente personale. Eon esistono delle regole
valide per tutti alle quali si pu0 sperare di aderire G<<<H, le cure vanno personali""ate
G<<<H, dipinte sulla persona in questione in base alle sue esigen"e G<<<H.
Ero morta e in aradiso o quello era un dottore in carne e ossaC ;orse Xocchi era un
ologrammaC 2 ero in una candid camera e nel giro di tre secondi quel sant&uomo
mi avrebbe gridato sul muso .+&hai creduto, faccia di velluto<<</C
Irobabilmente lei per fun"ionare ha necessit! di un dosaggio differente. 2ra
prende Eutiro? =8 tutte le mattineCJ
I-*.J
$o guardavo sognante, cominciavo a trovarlo quasi bello.
I@ecnicamente =8 anche giusto, ma ovvio che a lei non basta. Io direi che
potrebbe prendere alternatamente Eutiro? =8 e Eutiro? 5)). ;acciamo cos*' luned*,
mercoled* e venerd* prende Eutiro? 5)), marted*, gioved*, sabato e domenica
prende =8, o4CJ
-e me l&avesse chiesta gliel&avrei data.
Favvero la formula magica di +ordoni poteva essere spappolata e ridisegnata sulle
mie esigen"eC -en"a andare all&infernoC -en"a diventare ciechiC -en"a pagare pi%
tasseC
I-e questa combina"ione non dovesse fun"ionare me lo dir! e cambieremo di
nuovo. $a sto tenendo un po& in ipertiroidismo perch evidente che la sua natura
quella e, sen"a esagerare, non possiamo non tenerne conto. ;ra tre settimane faccia
le analisi e poi ragioneremo sul risultato.J
Volevo sposarlo.
I$o iodio radioattivo una tecnica che si usa, certo, ma non l&unica per curare la
tiroide. Ficiamo che adesso piuttosto, ehm... di moda. u0 darsi che lei sia
rientrata in un protocollo di ricerca e quindi hanno deciso di curarla cos*. Ma
l&hanno avvisataCJ
IEo. Io credevo che fosse l&unica possibilit! per guarire.J
Xocchi ha sorriso, era pi% bello di 9obert 9edford in Kruba4er.
IEaturalmente no, e comunque, se rientrata in un protocollo di ricerca avrebbero
dovuto dirglielo, ma ormai fatta. -icuramente lo iodio radioattivo una tecnica
efficace.J
>iordana ha rispolverato all&istante la sua vena polemica ed intervenuta.
I-cusi dottore, vuole dire che lo iodio radioattivo E2E era obbligatorioC +io,
Veronica si poteva curare anche in un altro modoCJ
I-*, certo, ma quello che stato fatto corretto, stia tranquilla. Magari un po&
invasivo, ma si fa.J
1n po& invasivoC -ono stata velenosa per un mese< E poi il litio assassino,
l&isolamento, gli sciacquoni a ripeti"ione...
IE poi, molto, molto raramente, pensi un po&, nonostante questo trattamento, la
tiroide si rif! viva. molto raro, davvero, ma capita. +omunque stia tranquilla, noi
faremo le analisi regolarmente.J
$a tiroide si rif! vivaC Appena a casa avrei ordinato una ghigliottina in Internet,
cos*, giusto per prevenire.
Xocchi e il suo sorriso franco ci hanno accompagnato alla porta.
Duell&uomo era uno splendore, mi faceva sperare nel futuro, mi faceva sentire
persino accettabile. -e a casa avessi incontrato il signor >alli all&ascensore che
ironi""ava sul mio faccione gonfio gli avrei tirato un calcio in culoP oggi potevo<
Xocchi ci ha salutato' IAllora ci sentiamo, d&accordoC Aumenti l&Eutiro?, faccia le
analisi e mi faccia sapereJ.
arcella, stretta di mano ed eravamo fuori.
I$o amoJ ho confessato a >io.
IAspetta. Vediamo che succede con la nuova cura. +erto che un altro mondo,
questo almeno ti ascolta.J
I$o amo. $o desidero. -e mi vorr! sar0 sua.J
I24. Ee riparliamo fra tre settimane.J
14
Eotte. Kuio. Io, :arpo e ELo.
$e undici e me""o. @ornavamo a casa in una citt! vuota e silen"iosa.
:o infilato la chiave nel portone e non sono riuscita ad aprire. KehC erchC
:o riprovato' niente, serratura bloccata.
:o provato ancora con tutte le chiavi del ma""o. 2vviamente non fun"ionavano.
Kella accoglien"a.
:arpo e ELo mi guardavano, io non sapevo che dirgli.
Evidentemente i condomini avevano deciso di cambiare la serraturaP potevano
almeno avvisare< >i!, magari avevano anche avvisato, che io non mettevo piede
in quella casa da un sacco di tempo perch stavo in pianta stabile da >iordana e non
l&avrei comunque saputo.
Eravamo fuori, tre randagi col muso incollato al portone.
Ma ecco, al di l! del vetro, l&ascensore che arrivava al piano terra' eravamo salvi,
qualcuno stava uscendo, ne avremmo approfittato per infilarci di soppiatto in casa
nostra. Assurdo.
IKuonasera.J
IKuonasera.J
9apidi convenevoli, tre gradini di corsa e ho schiacciato il bottone stando attenta
alle due code. Dualche volta avevano rischiato la decapita"ione con &ste maledette
porte automatiche.
Duarto piano.
$&ascensore aveva un buon odore di legno, l&avevano appena ridipinto e qualcuno
aveva gi! scritto -amanta troia sulla bottoniera nuova e luccicante. Mentre
superavo il secondo piano pensavo che -amanta non era sicuramente una troia e
che chi aveva scritto il suo nome probabilmente era stato rifiutato, o qualcosa del
genere. +on gli uomini spesso se non gliela dai sei una troia. Anche se gliela dai, a
giudicare dalle chiacchiere che fanno dopo, ma comunque.
@er"o piano.
Duarto.
1n silen"io bestiale ci stava appiccicato addosso. Era proprio una casa di vecchi
Gfatta ecce"ione per -amanta troia, immaginoH e a quell&ora dovevano essere gi!
tutti a letto.
Interno 5=, il nostro.
5=. ure l&interno che portava sfiga, tanto per gradire.
Ma alla sfiga io non ci credevo.
;acevo male.
$a porta era socchiusa. +onsiderato che vivevo con :arpo e ELo e che in quel
preciso istante eravamo tutti e tre sul pianerottolo, l* dentro chi c&eraC
Eessuno.
Eessuno ora, ma prima c&era stato sen"&altro qualcuno perch lo spettacolo di
devasta"ione che ci siamo trovati davanti faceva pensare ad una banda di
@upamaros esaltati che avesse eletto quei tre locali con angolo cottura a quartier
generale.
+&era un casino impensabile. Fivani rovesciati, scrivanie sbudellate, cassetti
sparpagliati e oggetti ovunque, ma nessuno al posto giusto.
+&erano stati i ladriC roprio l*, a casa miaC E che ca""o avevano rubato, visto che
non c&era nienteC Eiente, appunto, ma la cosa doveva averli contrariati parecchio
perch lo spicinio che avevo davanti agli occhi dimostrava quanto gli fossero girati
i coglioni per quella sciagurata spedi"ione infruttuosa.
Eon ho mai amato n avuto gioielli in vita mia e, non tenendo ma""ette di
banconote nel materasso, avevo involontariamente reso la loro gita assai frustrante.
Ma non mi sentivo in colpa' che provassero anche loro una buona volta la
sensa"ione del fallimento, io ci stavo a mollo da un pe""o<
Mi sono fatta strada verso le altre stan"e, :arpo e ELo mi hanno seguito incuriositi.
-tesso casino inutile.
I raga""i, probabilmente stimolati dalla novit!, hanno cominciato a frugare in quel
bailamme usmando a tutto spiano. Alla fin fine &sto bordello non gli dispiaceva
manco un po&.
$a porta del bagno, invece, era chiusa. $&ho aperta' tutto o4, l* non era successo
niente. Keh, che si poteva rubare in un bagnoC Il tappo della vascaC $o scopino del
cessoC >li assorbenti esterni sen"a nemmeno le aliC
>i! che c&ero, mi sono slacciata i pantaloni, ho abbassato le mutande e mi sono
seduta sulla ta""a. +he rovina<
Macerie ovunque, dentro e fuori di me. Erano due anni che raschiavo il fondo del
barile ed ero stufa marcia. Duesto pensavo mentre facevo una lunga e desolata pip*.
Fopo un mesto bidet mi sono tirata su le mutande, ho allacciato i pantaloni e mi
sono guardata nello specchio.
Duanto ero invecchiata< Ero grigia.
+apelli grigi, faccia grigia, persino le sopracciglia erano grigie.
Duando ho visto che era grigio anche il lavandino ho capito che c&era qualcosa che
non andava. 1n po& titubante, ho al"ato gli occhi e ho capito il motivo del mio
invecchiamento prematuro' il soffitto del bagno non c&era pi%, al suo posto erano
comparse delle enormi bolle biancastre e rugose che rilasciavano nell&atmosfera un
pulviscolo gessoso e sporco che ricopriva tutto. Me compresa.
Dualche perdita d&acqua al piano di sopra aveva fatto fiorire il soffitto del mio
bagnetto che ora sembrava un herpes al microscopio.
Kubboni bianchicci, chia""e giallastre e colature marroni si mescolavano come un
tiramis% riuscito molto male.
+ome avevo fatto a non accorgermi di quella muta"ione geneticaC
-emplice' erano mesi che non mettevo piede in casa mia. -tavo da >io con :arpo,
ELo, il golf grigio e uno spa""olino da denti nuovo. Eemmeno le mutande mi ero
portata, ne avevo comprate dieci paia su un banchetto a un euro l&una.
-cicchissime.
Intanto, il bagno si era smerdato e i ladri avevano fatto quel troiaio.
$a casa crollava, io crollavo, le speran"e crollavano.
Molto simbolico e molto irritante.
A quel punto, nonostante l&ora, ho telefonato a >iordana.
IMi fiorito il bagno.J
I2h, bene< Duella patata americana si decisa finalmente<J
I+i sono delle strisce marroni, delle croste gialle e polvere bianca dappertutto.J
IKeh, ma che pianta scusaC Fi solito fa dei piccoli germogli verdi molto carini.J
I sul soffitto.J
IE come ci arrivataC -tava sulla mensola.J
IMI -@A +92$$AEF2 I$ -2;;I@@2<J
IAh. E cosa c&entra la patata americanaCJ
IEiente. -ei tu che parli della patata americana, io ti sto dicendo che mi sta
crollando il bagno.J
IE perchCJ
IEon lo so, forse colpa di quello di sopra.J
I+he ha fattoCJ
IVolontariamente spero niente, probabilmente gli si rotto un tubo che ha allagato
tutto e mi sta facendo marcire la casa.J
IMa quando successoC 2ggiCJ
IEon credo, &sta roba spurga da mesi, mi sa. Ma io l&ho vista solo adesso.J
IVengo a vedereCJ
I-*, ti prego. Io mi amma""o.J
IEo, aspetta. Arrivo.J
IAh, sono venuti i ladri.J
I+hiCJ
II ladri.J
IFoveCJ
IDui a casa.J
IMa quandoCJ
I+he ne so.J
IE che hanno rubatoCJ
IEiente.J
IE come fai a dire che sono venuti i ladri se non hanno rubato nienteCJ
IMah, un presentimento...J facevo la spiritosa.
IVabb, arrivo subito.J
I24.J
>iordana, sulla porta, guardava impietrita il soggiorno devastato.
IMa che ca""o successo qua dentroCJ
II ladri, credo.J
II ladriC Ma che ladri sonoC $e piaghe d&Egitto in confronto sono i fratelli Mar?<J
-i faceva largo fra le macerie con la bocca me""a spalancata. oi ha chiesto' IE
non hanno rubato nienteCJ.
IEon c&era niente da rubare.J
IKeh, la prossima volta lascia un assegno in bianco, mi sa che ti conviene.J
oi l&ho portata nel bagno.
I2h, Madonna... e quiCJ
IEon lo so.J
I+he schifo.J
IMh.J
:a guardato con occhio clinico il soffitto marcio e tumefatto e ha osservato'
I-embrano enormi ravioli al vapore andati a maleJ. $a solita nota polemica di >io
contro il cibo cinese, lei preferisce l&indiano e non manca mai di sottolinearlo.
IKisogna andarlo a dire a quello di sopraJ ha aggiunto.
-olo all&idea mi veniva da vomitare.
IIo non dico niente a nessuno.J
IE ti tieni &sta cagataCJ
I-*.J
IMa non puoi< $a padrona di casa lo deve sapere.J
IIo non la chiamo.J
I$a chiamo io.J
>iordana si guardava intorno con due occhioni cos*.
I veramente mostruoso. +ome hai fatto a non accorgertene primaCJ
IEro da te. E poi non al"o mai gli occhi oltre il metro e me""o da terra. @anto il
mondo tutto orrendo, cosa guardo a fareCJ
Immagino che non fosse facilissimo parlarmi, dal momento che davo risposte di
questo genere. >io ha indicato i cani e con uno sguardo comprensivo mi ha chiesto'
I@ornate da meCJ.
Eon aspettavo altro.
I-*.J
IFevi fare una denuncia.J
IE cosa denuncioC 1n soffitto ammuffitoCJ
II ladri.J
IAh, gi!. $o faccio domani.J
IFevi farlo subito.J
IMa se manco so quando successo< +osa cambia una notte in pi%CJ
I24, allora andiamo. rendi le tue cose.J
IEon ho bisogno di niente. -ono pronta.J
+he mi servivaC Il golf grigio col cappuccio ce l&avevo addosso, lo spa""olino da
denti era gi! a casa sua, bastava prendere :arpo e ELo e il gioco era fatto.
Messe le due pettorine e allacciati i guin"agli ho raccattato cupamente le chiavi di
casa. >iordana ha preso la sua borsa e, calpestando i miei mobili sparpagliati, ha
guadagnato la porta. -ull&uscio si bloccata. tornata indietro, si infilata nel
bagno ed uscita con la patata americana sotto il braccio. $&ignaro vegetale aveva
buttato fuori dei gra"iosissimi germogli verdi.
IDuesta la prendo io, meglio.J
Ero d&accordo. Era l&unica cosa viva in una casa morta, meglio metterla in salvo.
>io uscita, io ho sbirciato la colata di merda sul soffitto, ho lanciato un ultimo
sguardo al sisma in soggiorno e, sbattendo la porta, mi sono lasciata tutto alle
spalle.
Ero sconsolata. Eo, ero affranta.
+ome quella volta che mi avevano vomitato in faccia.
In traghetto, durante una traversata Mila""oQ-alina assai turbolenta, un signore
debole di stomaco aveva rigurgitato la cena a base di riso e co""e sui miei capelli.
@utti e due sul parapetto a inalare aria pura e salmastra facevamo respiri profondi,
solo che lui stava per vomitare, io non lo sapevo ed ero a favore di vento. Duando
ho capito che quello schi""o che mi aveva colpito in piena faccia non era un&onda
di mare ma una poltiglia di frutti di mare era troppo tardi. +i ho messo un po& a
togliermi i chicchi di riso dai capelli, anche perch ero in preda a un attacco
isterico.
Duell&esperien"a mi aveva segnato profondamente' mi ero sentita umiliata, violata.
+ome adesso, con la casa che andava a pe""i. E non ci voleva Oung in persona a
dirmi che la mia casa ero io e che chi andava a pe""i ero sempre e solo io.
Ma siccome la vita bella, un raggio di sole caldo e luminoso stava per trafiggermi
in pieno cuore< Xocchi -uperstar< Eonostante la depressione marciasse a ritmi
sostenuti Gun incuboH, il dosaggio di Eutiro? prescritta dal mio nuovo
endocrinologo fun"ionava e io mi ero ripresa, almeno fisicamente.
Duella micidiale stanche""a che mi rallentava come una lumaca era sparita,
evidentemente quei benedetti microgrammi in pi% facevano la differen"a.
+ordoni continuava a chiamarmi una volta alla settimana e io continuavo a non
rispondergli. +he cosa avrei dovuto dirgliC +he bastavano pochi ca""i di mcg per
farmi campare un po& meglioC Avrei continuato a essere latitante finch non si
fosse stancato di telefonare.
Ero vigliaccaC +erto, e intendevo continuare a esserlo.
2rmai la cura era a""eccata, perci0 chi era dentro era dentro e chi era fuori era
fuori.
+ordoni era fuori.
Eon mi era affatto facile ragionare cos*, perch io sono sempre stata piuttosto
rispettosa dell&autorit! e anche intimidita da chi l&esercitava. @roppo, aggiungo
adesso.
+hiunque abbia un ruolo guida mi ha sempre messo in sogge"ione, e ora che sono
decisamente adulta ed emancipata, mi accorgo che ho fatto ponti d&oro a un sacco
di coglioni. 2vviamente non sto dicendo che +ordoni fosse un coglione, an"i,
sicuramente era un ottimo dottore, ma era dogmaticamente assiso sulle sue
incrollabili certe""e e non ascoltava.
Duanti re avrebbero bisogno che qualcuno gli dicesse in faccia che sono nudi<
Duanti intoccabili andrebbero toccati, quanti indiscutibili andrebbero discussi<
Ma allora ero ancora troppo sprovveduta per prendere il toro per le corna e i medici
per il camice.
A proposito di ci0, con -andon! le cose andavano maluccio.
$a cura antidepressiva, dopo vari tentativi e dopo mesi di tragico limbo, aveva
attutito la dispera"ione che mi governava. EvvivaC Duasi, perch quella stessa cura
mi schiacciava totalmente e mi toglieva ogni spinta. E mi svegliavo tutte le mattine
facendomi un bel pianto, rimpiangendo la me stessa che non trovavo pi%.
+hiunque creda che l&antidepressivo sia la scorciatoia per raggiungere la felicit!,
crede sbagliato.
$&antidepressivo toglie l&abisso ma non ti regala il sorriso.
$&antidepressivo non ti d! il buonumore, allevia solo la dispera"ione. E dico solo
perch il lavoro che ci aspetta dopo immenso.
Il recupero della serenit!, della felicit!, del piacere di vivere qualcosa a cui
dobbiamo dedicare tutte le nostre energie e le nostre atten"ioni e, tanto per
cambiare, molto, molto tempo.
1na volta che, gra"ie agli psicofarmaci, ci siamo liberati del male oscuro, ci aspetta
un percorso delicato e faticoso verso il recupero di noi stessi.
E l&abuso di antidepressivi impedisce tutto questo.
$e magiche pastigliette che mi avevano impedito di buttarmi dalla finestra quando
non vedevo altra solu"ione alla mia vita piena di dolore, esercitavano, ahim, anche
una fun"ione estremamente frustrante sul mio io e mi impedivano di rial"are la
testa.
-u questo terreno avveniva il tacito scontro fra me e -andon!.
Fopo mesi, mesi e mesi di prove tecniche di psicofarmaci, dopo avere con grande
fatica individuato quelli pi% efficaci Galtri mesi, mesi, mesiH e dopo aver dato ai
suddetti il tempo di fare effetto Gancora mesi e mesi e mesiH la mia psiche aveva la
vivacit! di un pilastro di cemento di un cavalcavia. iuttosto poca.
Volevo rientrare in contatto con quella persona che, se non ricordavo male, si
chiamava Veronica, che avevo conosciuto nel 5678 e che, tutto sommato, mi stava
abbastan"a simpatica e avrei voluto continuare a frequentare per un altro po& di
tempo, magari fino alla sua morte. Ma questo non accadeva.
E s* che, anche fisicamente, ormai ero in formaP le analisi decretavano la mia
perfetta fun"ione tiroidea, quindi.
Duindi, qual era il problemaC
Il problema erano gli psicofarmaci. @roppi.
$&ho detto pi% volte nel corso di questo libro, Fio li benedica perch sono
indispensabili per la guarigione, ma non affe"ioniamoci troppo perch rischiano di
mangiarci vivi. E, fino a prova contraria, siamo noi a dover ingurgitare loro, non
loro noi.
>iordana era lievemente preoccupata.
IDuand& che devi tornare da luiCJ
I$a settimana prossima.J
IVengo anch&io. Voglio parlarci.J
IVuoi litigareCJ
IMa no< erch dovrei litigareC Voglio solo capire come intende procedere con te.
-ei troppo stesa, troppo appiattita.J
IMh. E che gli vuoi direCJ
IEiente, voglio farmi dire da lui cosa pensa di fare. @ranquilla.J
-econdo me voleva litigare.
$a settimana dopo, un gioved* Gper inciso, un giorno della settimana che ho sempre
trovato estremamente cretinoH eravamo tutte e due da -andon!.
Io ero calma, mesta e noiosa, >iordana reattiva e attenta.
Il giovanottone era di ottimo umore e stava facendo il suo piano di battaglia. Fottor
9isi4o.
IE secondo te Gci davamo tutti del tuH per quanto tempo ancora Veronica dovr!
andare avanti con gli psicofarmaciCJ gli ha domandato >io.
IMah, guarda, difficile dirlo adesso. er ora abbiamo ottenuto dei buoni risultati,
ma presto per trarre conclusioni.J
>iusto, pensavo io.
IMah, in linea di massima, credo che la cura che sta facendo potrebbe proseguire
per un altro annetto.J
>ulp< +heeeeC
-andon! doveva aver visto il fremito che aveva scosso me e >io, perch ha subito
corretto il tiro.
I-*, insomma, un anno, otto mesi pi% o meno.J
$ei lo ha guardato con un sorriso estremamente fisso e cortese.
I2tto mesiC erchCJ
I ruoli si erano immediatamente invertiti. 2ra lei sembrava la psichiatra e -andon!
il pa"iente. Eello sfoggio di autorit!, fra i due non c&era partita. +ominciavo a
divertirmi, facevo il tifo, scordando che la posta in palio ero io.
IKeh, sai, necessario stabili""are la situa"ione. :o capito che Veronica, di suo,
tende a essere molto su di giri, molto sopra le righe.J
IVeramente Veronica fatta cos*, il suo carattere. Eon .su di giri/,
semplicemente una persona molto vivace. estroversa e attiva, non .sopra le
righe/. .-opra le righe/ vuol dire eccessiva in tutto, lei non lo .J
IKeh, per0 anche questa sua tenden"a a ironi""are sulle cose...J
I una persona piena di verve, tra l&altro fa un mestiere nel quale questo
importante. :a un rapporto molto intenso con la sua emotivit!, ma ti pare un
problemaCJ
$ui proseguiva' I... ed ossessivamente preoccupata di recuperare questa sua, ehm,
vivacit! diciamoJ.
I il suo specifico. er for"a preoccupata.J @re a "ero per >iordana.
+he figata, mi divertivo un sacco<
IKeh, io penso che a Veronica faccia bene continuare la cura per almeno altri otto
mesi. oi cominceremo a scalareJ ha concluso -andon!.
IA scalareCJ ha chiesto >io un po& rigida. I+io, vuoi dire che dopo gli otto mesi
dovr! andare avanti... per quantoCJ
IKeh, diminuendo piano piano le dosi io credo che dopo questi otto mesi si
potrebbe ragionevolmente pensare a un altro anno, un anno e me""o di cura. oi
vedremo.J
Funque, vediamo... otto mesi pi% un anno fa venti mesi, quasi due anni, se
aggiungiamo un altro me""o anno, cio altri sei mesi, fa ventisei mesi, cio, due
anni abbondanti. Altri due anni abbondanti di antidepressiviC er una depressione
come la mia, frutto di un Kig Kang farmacologico e sen"a alcun indi"io di
familiarit!C Duello era matto.
Iensa che io ti volevo chiedere se non si poteva cominciare a scalare da subitoJ ha
buttato l* >io, ma il buon -andon! ha sgranato gli occhioni neri aggiungendo
definitivo' IFa subitoC er me lei potrebbe essere un soggetto che ha bisogno di
psicofarmaci a vitaJ.
sicofarmaci a vita.
sicofarmaci a vita.
Eon mi divertivo pi% manco per il ca""o.
I-cusa in che senso .a vita/CJ ha domandato >iordana.
IEel senso che cos* stabili""erebbe il suo umore. er avere un equilibrio costante.
Ficiamo per avere... pi% equilibrio.J
Dui mi fermo e faccio una precisa"ione' non ricordo se -andon! abbia detto
esattamente la frase che ho riportato. er0, il significato era quello.
Duesto, invece, quello che dice Erich ;romm nel libro I cosiddetti sani'
.@emo che noi tutti, o almeno noi psichiatri, parliamo con troppa disinvoltura di
#nevrosi& o #pa""ia& ogni qualvolta un modo di sentire, un tipo di esperien"a o una
particolare risposta ai problemi dell&esisten"a umana non coincidono esattamente
con quello di cui ci si dovrebbe accontentare. +hi, invece di accontentarsi, elabora
un pi% profondo, o comunque diverso, sistema di orientamento o devo"ione, viene
semplicemente considerato nevrotico o pa""o./
Eo comment.
-andon! mi trattava, se non come una pa""a, come una persona fortemente
bipolare, ma io non ero bipolare, io rivendicavo soltanto il mio carattere puro e
semplice.
Io vivo di picchi alti e bassi, sono fatta cos*. Il grafico della mia vita ha senso solo
se il tracciato sale, s&impenna e poi si tuffa verso il basso dandomi la certe""a che
esisto. +he cosa me ne importa di giron"olare intorno alla linea di base come una
mosca intorno alla caccaC
E pi% >iordana gli raccontava com&ero fatta, pi% lui ribadiva che non era detto che
la mia natura andasse assecondata.
erchC
er rigidit! mentale. E, secondo me, anche per maschilismo.
-o che pu0 sembrare uno sproloquio, ma sono certa che molte donne capiranno
quello che sto per dire.
Il maschilismo Gforse inconscioH del mio psichiatra consisteva nel non tollerare una
donna con le mie caratteristiche e le mie esigen"e. i% gli raccontavo quella che ero
prima del disastro e meno mi capiva. 2gni volta che reclamavo la mia vitalit! lui
ribatteva con un&ode alla modera"ione.
2ddio, sappiamo bene che l&esuberan"a femminile agli uomini, in genere, non
piace mica tanto. 1n rischioso e pietoso retaggio culturale vuole l&uomo vigoroso e
pimpante e la donna discreta e felice di stare al suo fianco e al suo gioco.
Ma siamo proprio sicuri che i ruoli siano giustamente distribuitiC
Eaturalmente no. $&uomo solo stato allevato da sempre con una maggiore libert!
di espressione, mentre alle donne vengono ancora troppo spesso fasciati i piedi
perch rimangano piccoli. An"i, atrofi""ati.
$a vivacit! vitale di noi bambine Gdalla cui parte, ahim, stanno ancora in pochiH
spesso per i giovanotti motivo di cruccio.
roprio in occasione della mia malattia ho avuto modo di constatare quanto i
medici maschi che mi hanno manipolato Gquasi tuttiH abbiano teso sempre alla
frustra"ione della mia personalit! a favore di ci0 che secondo loro io dovevo essere
in quanto ufficialmente donna.
@utto di loro diceva che non mi sapevano gestire, non tanto dal punto di vista
medico, quanto dal punto di vista caratteriale.
E nessuno mi toglier! mai dalla testa che il profondo ostracismo che serpeggiava
nei confronti della mia personalit! mutilata dalla malattia non avesse origine nel
radicato e GspessoH inconsapevole maschilismo dei dottori che a""eravano la mie
vere necessit! a favore del loro concetto di femmina.
ensate che stia straparlandoC Eon cos*.
Anche -andon! lo stava facendo. ;ra me e lui c&era in atto una lotta per la libert! di
espressione, non solo una storiaccia di psicofarmaci.
Io volevo tornare io e lui voleva che fossi una signorina equilibrata. Kleah<
-ono uscita da quella visita distrutta. :o pianto tutte le mie lacrime, non ci potevo
credere' mi aspettavano almeno due anni di pillole, gocce, capsule, compresse.
>iordana era furibonda, continuava ad abbracciarmi e a dirmi di stare tranquilla,
che non sarebbe andata come -andon! aveva programmato.
E poi che ca""o voleva dire .avere pi% equilibrio/C Eravamo daccapo con le
regoline alle quali dovevo aderire senn0 ero fuori targetC
urtroppo io sono cos*, .un po& sopra le righe/, Gcome tu dici, mL doctorH e sopra
quelle righe vorrei restarci, perch da quando sono nata che questo pentagramma
scandisce la mia vita nella buona e nella cattiva sorte. E la musica vorrei farla io.
Duella sera stata una delle pi% incerte della mia esisten"a. Eon sapevo veramente
che ne sarebbe stato di me e mi vedevo come Oac4 Eicholson nel finale del +uculo
dopo la lobotomia' con un sorriso da deficiente stampato in faccia.
Il giorno dopo ero ancora pi% gi%.
+iononostante, ho deciso di reagire e ho annunciato a >iordana che sarei andata a
casa mia per affrontare la baraonda post furto che era ancora l*, esattamente come
l&avevo lasciata.
Avevo fatto la denuncia e dovevo cambiare la serratura, for"ata e polveri""ata dai
ladri.
$a fatidica sera dell&atroce scoperta, infatti, mi ero chiusa la porta alle spalle con
sti""a e disappunto. Era stata una gran ca""ata, perch, se il gesto in s poteva
anche avere una sua plateale efficacia, qualcosa nel meccanismo di chiusura s&era
inceppato e adesso quella stron"a di porta non si apriva pi%.
Ero, per l&ennesima volta, fuori di casa.
-ono andata a chiedere aiuto al portinaio e lui, gentilissimo, mi ha allungato un
martello e un piede di porco di un metro garantendomi che con quello avrei aperto
qualunque cosa. Eon avevo dubbi, era un attre""o smisurato e pesantissimo.
Mi sono messa d&impegno e ho cominciato a far leva di qua e di l! martellando
come una forsennata. -ono riuscita a infilare il piede di porco fra i due battenti ma
qualcosa bloccava l&apertura. +ominciavo a sudare.
-pingevo quell&aggeggio micidiale per aprire un varco, ma la mia e? porta era
inespugnabile. >i% martellate, ma niente.
-pingevo, sudavo e piangevo, ero disperata.
In quel preciso istante la signora Marroni, in vestaglia, ha pensato bene di scendere
al mio piano con un contenitore pieno di minestrone per la nipote. Appena mi ha
visto ha attaccato' IAh0, l&ho vista ieri sera, saCJ.
2h, Madonna, un&altra che ce l&aveva con la mia faccia gonfiaC
I:anno dato quel film che fa tanto ride... com& che se chiamaCJ
$a for"a bruta con la quale spingevo il piede di porco m&impediva di rispondere e
speravo che la Marroni se ne accorgesse. Manco per il cavolo.
IMa s*, quello co& Verdone<J
Ah, era Viaggi di no""e, ogni tanto lo replicavano.
IMa com& che Me dice lei, quanno state a lettoC +he lui c&ha i tappi nelle &recchieCJ
Era una scena sen"a dubbio esilarante, al cinema ridevano tutti, ma quello era il
momento sbagliato per parlarne. >rondavo di sudore, sbuffavo come un mantice e
scassinavo casa mia con un ferro che pesava dieci chiliP ero un po& in difficolt!.
I... che Me dice tutte quelle parolacce... com& che faC +om& che Me diceCJ
erch quella megera non se ne andava fuori dai coglioni e non portava quel ca""o
di minestrone a sua nipoteC +on un sorriso educato smostrato dalla fatica, for"ando
la porta, ho balbettato' IEh... eh, s* mi ricordo... le... le piaciutoCJ.
I@anto< Ma quanto me fa& ride&< +om& che Me diceCJ
$a iena non mollava. :o capito che non avrebbe mai schiodato se non le avessi
recitato per filo e per segno la mia battuta, quindi, mentre la mia dignit! franava,
vergognandomi come una ladra, l&ho fatto.
IAmma""a quanto me fa& ride< Me fa proprio ride<J ghignava la Marroni mentre la
pentola di minestrone sussultava fra le sue braccia. Io spingevo il piede di porco,
boccheggiavo esausta e le sorridevo cortesemente per non lasciarla sola in
quell&atmosfera amena.
oi, paga dello spettacolino cui aveva assistito in esclusiva, si aggiustata la
vestaglia e ha recuperato il suo aplomb' IVabb, la saluto, vado da mia nipoteJ.
IArrivederci signoraJ ho gracchiato ansimando sotto sfor"o.
IE ne faccia n&antro de film co& Verdone. +os* ce fa& ancora ride<J
Era il mio destino. Fall&esimio @ognetti alla signora Marroni in vestaglia col
minestrone in mano, la richiesta era sempre quella' ci faccia ridere.
+on una martellata pi% generosa delle altre son riuscita a spaccare qualcosa non ben
identificato che bloccava l&apertura della porta. +e l&avevo fatta<
-oddisfatta, ho sfilato il piede di porco dalla fessura pronta a entrare nella mia
spelonca abbandonata, ma un colpo secco mi ha gelato' i due battenti si sono
richiusi su se stessi all&unisono con uno sbam< definitivo.
Ero fuori. ;orse per sempre.
Fopo cinque secondi di smarrimento ho raccolto martello e piede di porco e ho
cominciato a scendere le scale, molto lentamente. Ero sudatissima e stanca morta.
I@utto a postoCJ mi ha chiesto il portinaio recuperando i suoi attre""i.
I-*, gra"ie. @utto a posto.J
-ono uscita dal portone svuotata. $&aria mi congelava il sudore addosso e acuiva il
mio disagio esisten"iale. Il trillo stupido di un sms arrivato in quel momento mi ha
scosso all&improvviso. Era lei.
.;29-E :2 $A -2$1XI2EE./
Ineffabile donna. Mi sono fiondata a casa di >io.
15
Abbiamo cominciato a scalare gli psicofarmaci. Fa sole, sen"a dirlo a nessuno.
>iordana si assunta questa enorme responsabilit! e mi ha aiutato a uscire dalla
depressione.
Alt' sapeva quel che faceva. Essendo la nipote di uno psichiatra, aveva campato
allo studio del nonno e gli aveva visto curare e guarire centinaia di persone. Aveva
anche lavorato da lui, per un periodo.
>io conosceva bene gli psicofarmaci e i loro effetti perch anche lei era passata
attraverso una brutta depressione dalla quale era uscita proprio con l&aiuto di suo
nonno e con molta sofferen"a.
+apiva bene il mio disagio.
I-e ti fidi possiamo provare a diminuire lentamente. +onosco quello che stai
prendendo, togliamo un pe""ettino per volta.J
$e ho sorriso' I1n pe""ettino per voltaCJ.
I1n pe""ettino piccoloJ ha precisato.
I24. Allora facciamolo subito.J
IAspetta, non cominciare a fare casino. -e ci stai proviamo con dosi minime, ma ci
metteremo un bel po& di tempo, non dobbiamo sbagliare.J
IKasta che non ci mettiamo due anni<J
I proprio per non metterci due anni che ti propongo di farlo.J
IFai che non ne posso pi%.J
I-tai calma, non ti gasare.J
IMacch calma< Fa cosa cominciamoCJ
Eiente da fare, non imparavo. $a modera"ione non mai stata il mio forte.
IVeronica, ca""o, non farmi pentire di quello che t&ho detto. 2ra ci ragioniamo con
tranquillit! e poi ci proviamo.J
+he ragionasse lei, io non ne potevo pi%< Infatti lei ci ha ragionato e il GlentissimoH
conto alla rovescia ini"iato.
>io era preoccupata, lo vedevo. Io, sotto il mio stGrHato larvale, mi sentivo ardita
come la tigre della Malesia, ma non lo davo a intendere senn0 quella s&inca""ava.
Duindi, sangue freddo.
Abbiamo deciso di mettere Fei4e a parte del nostro piano scellerato sperando che
non ci facesse il culo e lei, illuminata, ci ha incoraggiate, offrendoci il suo aiuto in
caso di necessit!. ;ichissima Fei4e.
$a prima settimana ho tolto un ottavo di una delle due pastiglie che prendevo
quotidianamente un paio volte al giorno. @utto o4, l&umore reggeva.
$a seconda settimana ho tolto un ottavo dell&altra pastiglia.
iano, piano.
$a ter"a settimana ho ridotto le gocce. oi ci siamo fermate e per due settimane
abbiamo lasciato tutto com&era.
Avevo appuntamento con -andon!, una visita di controllo.
Mi sono presentata calma e tranquilla, mentre in realt! fremevo per quello che
stavamo facendo a sua insaputa.
+on un consulto rapido ha constatato che ero sta"ionaria e ci0 lo ha soddisfatto.
:i, hi, hi.
$&ho salutato e io e >io abbiamo continuato a scalare.
iano, piano.
$ei mi monitorava, stava attenta a ogni minima varia"ione del mio umore. er
fortuna, quello continuava a reggere. Fopo un mese abbondante, ho tolto un altro
ottavo di pastiglia, poi un quarto, e poi altre gocce.
Fopo tre mesi prendevo un ter"o degli antidepressivi previsti.
Fopo cinque mesi e me""o ero libera.
Avevo un&altra visita da -andon!. Ero euforica.
>iordana mi ha chiesto se volevo che mi accompagnasse ma le ho detto che non
c&era problema, avrei fatto da sola.
E ho fatto da sola.
Mi sono seduta di fronte al mio psichiatra e gli ho detto che non prendevo pi%
niente.
:o visto lo stupore e il dispiacere tatuati sulla sua faccia. erch non l&avevo
avvisatoC
Ierch tu hai dichiarato che non lo potevo fareJ ho risposto serenamente.
Era molto colpito. :a incassato e rilanciato.
IKeh, ma ne avremmo dovuto parlare. Avremmo potuto discuterne
tranquillamente.J
IEo. @u sei stato categorico, mi hai fatto un piano che prevedeva anni di
psicofarmaci e io non ne potevo pi%. :o provato a dirtelo ma non c& stato verso.J
Era sufficientemente ammutolito. E non perch non avesse una parlantina agile e
disinvolta, al contrario, ma perch non gli tornavano i conti. Duesta
insubordina"ione pinocchiesca lo "ittiva.
I+i ha provato anche >iordana a dirtelo, ma avete discusso sen"a capirvi.J
Era vero. Mi ha guardato serio e mi ha chiesto' IE adesso come staiCJ.
IAbbastan"a bene. Almeno non sono pi% spianata come prima. E non piango pi%
tutte le mattine appena mi sveglio e mi sento in trappola. -ento le energie che si
fanno viveP da lontano, ma le sento.J
IE che pensi di fareCJ
I+ontinuare cos*. >li psicofarmaci non li prendo pi%, spero di non crollare.J
IEh, perch quello il rischio, lo sai.
+erto che lo sapevo. Me la facevo sotto, tanto lo sapevo, ma non potevo pi% vivere
sottoterra. Fovevo uscire.
I:o tolto poco poco per volta, ci ho messo cinque mesi e me""o, quasi sei, mica un
giorno. >iordana mi ha controllato in continua"ione.J
I24. Keh, lei sa di che parliamo. ;ate atten"ioneJ ha sospirato. oi ha aggiunto'
I-e stai bene sono contento. :ai fatto beneJ.
>rande -andon!. >ra"ie.
Ero pronta ad affrontare qualunque rea"ione, ma mentirei se dicessi che una sua
arrabbiatura non mi avrebbe messo in agita"ione. Mi sembrava, invece, che, per la
prima volta, mi trattasse da adulta. -trano, proprio adesso che avevo fatto una
marachella...
:o un ricordo molto piacevole di quell&ultima visita. Eon so se avrebbe voluto
farmi la pelle o stringermi la mano, ma stato gentile e interlocutorio.
-tavo facendo una cosa importante e delicata, ragionata e a""ardata, imponderabile
ma inevitabile' riacchiappavo per la collottola il mio corpo e la mia mente.
Ero un misto di spavalderia e di fifa, perch la mia psiche era ancora molto fragile,
o comunque, temevo che lo fosse. Fopo tanto tempo che me ne andavo a braccetto
con gli psicofarmaci avrei dovuto tentare di star su da sola. E se fossi cadutaC -e
fossi ripiombata nella dispera"ioneC -e avessi guardato di nuovo vogliosamente
quel povero golf grigio col cappuccioC
IIo ci sono. -e hai bisogno chiamami, vieni a trovarmi. Eon c& problema, o4CJ mi
ha detto -andon! a visita finita.
I24. >ra"ie.J
Duesta volta la mano ce la siamo stretta veramente.
-ono uscita e ho chiamato subito >io.
I>liel&ho detto<J
I+acchio< E luiCJ
IE lui ha detto che va bene. F&altronde che poteva fareCJ
IEiente. @u come staiCJ
IKene, gra"ie.J
IEon hai sputtanato Fei4eCJ
IMa sei pa""aC oi quello la va a cercare e la uccide.J
IEh, infatti. -icura che stai beneCJ
I-*.J
Eon so perch, ma sorridevo, non ne potevo fare a meno. robabilmente era la mia
mente che sorrideva e il mio corpo la seguiva.
IAndiamo fuori staseraCJ
I-*.J
Ii""aCJ
I-*.J
Eon sono una sostenitrice dell&happL end a tutti i costi, perci0 non dir0 che da quel
momento in poi andato tutto liscio, perch non cos*.
:o dovuto fare i conti con un sacco di difficolt! psicologiche, rela"ionali, emotive,
logistiche, economiche e professionali.
Eaturale, mi ero occupata per troppo tempo di un solo GenormeH problema perch
tutto il resto non ne risentisse<
Eei film se la cavano col montaggio, con la scritta alcuni anni dopo, con una
dissolven"a lenta e intensa, e il tempo perde le sue regole e la sua rigidit!.
Ma nella realt! scorre come pare a lui.
Duando ti diverti vola e quando soffri arranca.
E, mentre arrancavo, ingurgitavo di tutto. +on la depressione ho ingerito le pillole
pi% disparate.
9icordo un farmaco sulle cui istru"ioni c&era scritto' istiga al gioco d&a""ardo.
>iuro, c&era scritto proprio cos*. >i! mi vedevo' la reginetta delle bische
clandestine. oi c&erano le medicine che millantavano il rischio di ipersessualit!.
-eee, magari< Era gi! defunta la sessualit! pura e semplice, figuratevi l&iper<
:o ciucciato dei pasticconi che curavano il ar4inson Gche non avevo, fino a prova
contrariaH e l&epilessia Gmah...H. E anche delle capsulette che preannunciavano la
caduta dei capelli. Eon capitato, ma sono diventati grigi. Era il minimo. Allora
non me ne importava, ero a""erata, adesso mi tingo furiosamente e sfoggio un
fantastico castano mechato che, dopo alcuni lavaggi, diventa giallo e poi verde, ma
la colpa mia che mi annoio da bestia a far la tinta e vado dal parrucchiere solo
quando sono irrimediabilmente bicolore.
1n farmaco a""urrino contemplava la macabra possibilit! che mi si spe""assero le
unghie, ma io l&ho fottuto' me le mangio da quando ho l&et! della ragione, non si
sarebbe spe""ato un bel niente perch non avrebbero avuto manco il tempo di
crescere, ti.
+he scorpacciate di medicine ho fatto in quegli anni<
-ar! per quello che adesso mi tengo alla larga anche dall&aspirinaC
Eel lavoro, ho fatto a ca""otti col mio irra"ionale che voleva sempre dire la sua e
mettermi emotivamente in mutande, mentre quello che serviva era l&esatto opposto.
Fovevo rendere, fun"ionare, e cos* ho fatto. Motore, a"ione e via andare<
E, come sempre, nessuno si accorto di niente.
$a mia famiglia mi ha recuperato a depressione sconfitta. Furante il periodo nero
ho riservato ai miei una figlia e una sorella assente e triste, ma non potevo fare
altro. Abbiamo sofferto tutti.
Fei4e, dopo l&addio agli psicofarmaci, l&ho lasciata. Il nostro percorso a un certo
punto non ha avuto pi% sbocchi e il rapporto finito.
1na donna ferrea e perbene.
Xocchi GXocchi -uperstar<H mi ha controllato per un po& di tempo ma poi, avendo
appurato che la mia fun"ione tiroidea era perfetta, ci siamo salutati con un bel
sorriso.
$a mia fun"ione tiroidea perfetta tuttora, quindi faccio le analisi ogni sei mesi e
vivo felicemente col mio Eutiro? 5)) e =8, a giorni alterni.
+ordoni, a un certo punto, ha smesso di cercarmi al cellulare. ;orse la mia latitan"a
lo ha convinto a non occuparsi pi% di me.
Meno male, senn0 mi sarei sentita sempre pi% in colpa. +omunque, visto che il mio
nuovo psicanalista uno dei massimi esperti di senso di colpa, non sarebbe stato
poi cos* grave.
$ui arrivato dopo che avevo lasciato Fei4e.
1n genio.
Il nostro rapporto durato circa due anni.
un irregolare. sbilenco, distratto, brusco, ma un grande. E un sapiente.
1na sera, molto tardi, stavo guardando la televisione. All&improvviso ha squillato il
telefono.
I-tai vedendo Fe $eoCJ era >io.
IEo, cos&CJ
IEon cos&, +:I . un vecchio psicanalistaP pensa, era il migliore amico di mio
nonno. +anale B5(.J
:o cominciato a schiacciare i tasti sul telecomando e mi sono imbattuta in un
signore con una faccia arcigna e simpatica insieme.
IDuel vecchiaccio cattivoCJ
I-*. in gamba, sta dicendo delle cose fantastiche.J
-ono rimasta con la cornetta appoggiata all&orecchio e ho seguito l&intervista. Io e
>io commentavamo quello che diceva Fe $eo che, effettivamente, era molto
interessante.
IEon sapevo che esercitasse ancora. ensa, l&ho conosciuto che avevo tre anni<J ha
detto >io e, dopo un secondo di silen"io, ha scagliato la freccia' IVai da lui<J.
IEhCJ
IVai da lui< bravissimo, ti giuro uno figo. una fortuna averlo visto qui, io ho
perso i contatti molto tempo fa, ma lo troviamo<J
IMa questo c&avr! da fare. -ar! pieno di gente, non mi prender! mai<J mi piangevo
stupidamente addosso.
Ierch, scusaC roviamoci, cerchiamo di recuperarlo e poi vediamo, noCJ
+erto, l&idea mi allettava. E di un nuovo psicanalista avevo bisogno.
+os* scattata l&opera"ione Fe $eo.
$o studio era bello, vecchio, austero e accogliente. +ome lui.
Ero un po& intimidita, quel signore sapeva il fatto suo e io volevo fargli una buona
impressione. Mi sarebbe dispiaciuto non piacergli. Volevo che mi trovasse
intelligente.
Mostruoso, ero gi! in pieno transfert prima ancora di cominciare<
Mi sono seduta alla sua scrivania ingombra di carte e disordine. Aveva un vaso di
coccio pieno di fiori di campo, i miei preferiti. To3.
:o cominciato a parlargli di me, a raccontargli cosa mi era successo e come stavo.
Ero tesa. $ui ascoltava.
$o volevo colpire e ho cominciato a chiacchierare sfoderando tutta la mia verve e
inanellando battute di spirito' un fuoco d&artificio avrebbe fatto meno casino.
-tavo sicuramente andando bene, non poteva non provare almeno un po& di
curiosit!< Mentre lo stordivo col mio strepitoso sense of humour, lui mi ha bloccato
con un sorriso cortese.
Ierch mi racconta tutto questo come una bar"ellettaCJ mi ha domandato.
IKeh, perch io sono cos*, non riesco a non ridere sulle cose. E poi mi pare tutto
pi% digeribile se divertente.J
Mi ha guardato negli occhi e, con aria seria e disarmante ha osservato' IMa lei non
qui per divertirmi, non deve mica farmi ridereJ.
1na fucilata.
Ah noC Eo. Infatti. Eon dovevo far ridere nessuno.
IIn compensoJ ha continuato Ivisto tutto il dolore che ha accumulato, pu0 piangere
quanto vuole.J
$a mia gola si stretta in un secondo. 1n nodo -avoia mi ha bloccato le parole e il
respiro riempiendomi gli occhi di lacrime.
:o cominciato a piangere, piangere e piangere.
stato il pianto pi% divertente della mia vita.
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quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Dualsiasi distribu"ione o
frui"ione non autori""ata di questo testo cos* come l&altera"ione delle informa"ioni
elettroniche sul regime dei diritti costituisce una viola"ione dei diritti dell&editore e
dell&autore e sar! san"ionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla
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:o smesso di piangere
di Veronica ivetti
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