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raffineria di Ancona

RAPPORTO AMBIENTALE
2003
api raffineria di Ancona S.p.A.
RAFFINERIA
DI FALCONARA MARITTIMA
www. apioil. com
1933
2003
raf f i neri a di Ancona
RAPPORTO AMBIENTALE
2003
api raffineria di Ancona S.p.A.
RAFFINERIA
DI FALCONARA MARITTIMA

Archivio storico api
Rapporto Ambientale 2003 Presentazione 3
Lobiettivo di un progetto industriale che promuova e valorizzi compe-
tenze professionali, sia rispettoso dellambiente e rappresenti una risorsa
per il territorio fa parte della storia della raffineria api fin dalle sue ori-
gini. Tutto inizia nel 1933, con la fondazione, da parte del Cavaliere Fer-
dinando Peretti, della societ api anonima petroli italiana spa, av-
venimento celebrato nel 2003 in occasione del 70 anniversario della na-
scita del Gruppo api, cui segu quella del suo cuore produttivo, la raf-
fineria di Falconara. Da qui, dunque, parte una storia fortemente
proiettata sulla strada dello sviluppo sostenibile, perseguito negli anni
attraverso il miglioramento continuo delle performance a tutti i livelli e
accompagnato da un approccio gestionale in cui ambiente e territorio
rappresentano variabili di valore. Seguendo queste linee guida api si
rinnovata continuamente, facendo dellinformazione e del dialogo con
il mondo esterno un elemento caratterizzante della sua politica.
Il Rapporto Ambientale ne rappresenta una delle espressioni pi signi-
ficative. Giunto oggi alla sua quinta edizione, questa pubblicazione tie-
ne fede allo spirito che lha animata fin dalla nascita, quello di far co-
noscere limpegno dellazienda sul fronte ambientale e della sicurezza,
tracciando in maniera trasparente un quadro completo e comprensibi-
le dei risultati ottenuti nellanno e inserendoli nel contesto di trend plu-
riennali. Ma i risultati pi significativi sono quelli che stimolano a fissa-
re ulteriori obiettivi. Oggi il sito di Falconara quale polo energetico in-
tegrato si afferma come una componente fondamentale della rete
produttiva ed economica della regione Marche, nonch una ricchezza
in termini di tecnologia e know-how. Partendo da questo dato, conti-
nueremo a porci nuove sfide, confrontandoci con la realt di cui facciamo
parte, con grande apertura. Quanto fin qui raggiunto, infatti, stato con-
seguito anche grazie alla collaborazione continua con le istituzioni lo-
cali, garanti dello sviluppo ecocompatibile del territorio e con le quali,
dopo il rinnovo della concessione nel giugno 2003 e con la definizione
del Protocollo di Intesa, abbiamo gettato basi avanzate di confronto e
crescita. Con un ponte virtuale che unisce 70 anni della storia dellapi,
lasciando parlare le stesse immagini che lhanno scandita, ringrazio tut-
ti coloro, a partire dai dipendenti, che con il loro impegno, in questi an-
ni, hanno contribuito allevoluzione continua di questa azienda.
Aldo M. Brachetti Peretti
Presidente api raffineria di Ancona spa
Archivio storico api
Rapporto Ambientale 2003 5
Il sito produttivo di Falconara Marittima
La raffineria nel territorio 10
Attivit del sito 12
Quadro generale del 2003 14
Levoluzione della raffineria 17
Attivit di supporto 23
Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi
Il Sistema di Gestione Integrato 28
Levoluzione della gestione per sistemi 33
Altri aspetti rilevanti del SGI 35
Il rapporto con il territorio 37
La raffineria e lambiente
Analisi ambientale del sito 44
Impatti ambientali significativi 46
Impatti ambientali non significativi 57
Impatti ambientali indiretti 58
Dati ambientali
Emissioni in atmosfera convogliate 64
Emissioni in atmosfera diffuse 74
Consumi idrici 75
Scarichi idrici 76
Immissioni nel suolo e sottosuolo 82
Rifiuti 85
Consumi energetici 88
Anidride carbonica 89
Strumenti
Glossario 94
Appendice normativa 99
Lettera di convalida della D.N.V. Italia 103
Indice
Archivio storico api
1933
2003
Il sito produttivo
di Falconara Marittima
La raffineria nel territorio
Attivit del sito
Quadro generale del 2003
Levoluzione della raffineria
Attivit di supporto
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 10
Il ruolo strategico del polo
energetico di Falconara
Marittima
Con la sua produzione di prodotti
petroliferi e di energia elettrica la
raffineria di Falconara Marittima
rappresenta il polo energetico del-
le Marche, con un ruolo cruciale
anche rispetto al contesto nazio-
nale. Infatti, grazie alla sua posizio-
ne mediana rispetto alla dorsale
adriatica, la raffineria api costitui-
sce un insediamento strategico per
lapprovvigionamento di prodotti
petroliferi per tutta larea centro-
orientale della penisola.
Il sito rappresenta una risorsa di ri-
lievo per il contesto socioecono-
mico regionale: ogni anno vengo-
no trasferiti sul territorio circa 90
milioni di euro.
IL SOTTOSUOLO
La raffineria si colloca
nellampia pianura
alluvionale formata dai
depositi del fiume Esino,
portati durante il periodo
Quaternario. Nellarea
sottesa al bacino idrografico
del fiume affiorano terreni
appartenenti alla successione
geologica umbro-
marchigiana.
Presso il sito si individuano
due principali formazioni -
dello spessore di circa 30 m -
che ricoprono la formazione
delle argille plioceniche di
origine marina (argille
azzurre).
Il deposito alluvionale
formato da ghiaie, sabbie,
limi e argille disposte in strati
eterogenei, come tipico
La raffineria nel
territorio
Capacit di raffinazione
delle raffineria italiane e fornitura
di prodotti petroliferi della
raffineria api (Mt/a)
Trecate
Busalla
Sannazzaro
Cremona
Mantova
Marghera
Livorno
Roma
Cagliari
FALCONARA
Taranto
Milazzo
Augusta
Priolo
Gela
da 0 a 3
da 12,1 a 15
da 9,1 a 12
da 6,1 a 9
da 3,1 a 6
Area servita dalla raffineria di Falconara
Area servita direttamente via terra
(raggio circa 170 km)
Sono oltre 500 i dipendenti diretti
del Gruppo api operanti in raffine-
ria, circa 2.000 le unit lavorative
associate allindotto, oltre 900 i
fornitori esterni accreditati, la
maggior parte dei quali locali,
provenienti dal Comune di Falco-
nara Marittima. Inoltre, con la sua
attivit la raffineria contribuisce
per circa il 50% al traffico com-
merciale del porto di Ancona.
Nella raffineria api si producono
prodotti petroliferi rispondenti ai
massimi standard di qualit am-
bientale e commerciale. Da tre an-
ni, inoltre, la raffineria produce
energia elettrica coprendo il
30% del fabbisogno regionale
grazie allinserimento nel ciclo di
raffinazione di un impianto di gas-
sificazione degli idrocarburi pesanti
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 11
delle formazioni alluvionali e
costiere, generate dallazione
dei corsi dacqua e del mare
attraverso i fenomeni di
erosione e sedimentazione.
Gli strati pi grossolani di
ghiaie in matrici sabbiose si
rinvengono generalmente nei
primi 10 m, mentre limi e
argille, con una certa
continuit laterale e con
spessori superiori al metro, si
rilevano con frequenza a
profondit superiori.
Nel sottosuolo presente una
falda freatica, con
soggiacenza tra 1 e 3 m, posta
ad una quota variabile tra
0,4 e 1,8 m sul livello medio
marino. Tale falda presenta
due direzioni di flusso
principali:
la 1
a
, di maggiore
importanza, da monte
verso lAdriatico
la 2
a
, subordinata alla 1
a
,
da monte verso il fiume
Esino.
integrato ad un ciclo di cogenera-
zione (IGCC), tecnologia che ga-
rantisce, tra laltro, performance di
elevata compatibilit ambientale.
Posizione ed area di riferimento
Le principali infrastrutture pre-
senti sul territorio sono la Strada
Statale n.16 Adriatica, la linea
ferroviaria adriatica (che a Falco-
nara sinterseca con quella che
da Roma arriva fino allAdriati-
co), laeroporto civile Raffaello
Sanzio e il porto di Ancona, da
Lo stabilimento inserito nellarea vasta di riferimento
-30
-20
-10
0
10
0 300 280 260 240 220 210 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20
2 32 44 43 48 47 46 45 42 41 40 39 38 37 36 35 34 33 31 20 19 30 28 27 26 25 24 23 22 21 18 15 29 17 16 10 11 12 13 5 9 14 8 7 6 4 3 49 1
P409 1Q 3E P410 1Z
metri
3
7
10
20
35
70
Riporto e/o depositi in
prevalenza ghiaioso - sabbiosi
in matrice limosa
Depositi in prevalenza
sabbioso - ghiaiosi
in matrice limosa
Depositi in prevalenza
limo - argillosi
Depositi argillosi
R
e
s
i
s
t
i
v
i
t

o
h
m
.
m
Sezione del sottosuolo di raffineria
cui la raffineria dista 10 km.
Lo stabilimento sorge in unarea
(per la quasi totalit di propriet
di api raffineria di Ancona spa)
che confina a nord-est con il ma-
re Adriatico, sul lato sud-ovest
con la Strada Statale n.16, a
nord-ovest con il fiume Esino e
con altri terreni di propriet api a
sud-est.
Come mostrato dallimmagine
sottostante, lagglomerato urba-
no del territorio, sviluppatosi in
modo particolare a partire dagli
anni 80, raggiunge i livelli di
maggi ore densi t nel l a zona
centrale e verso sud, in direzione
Ancona. La raffineria situata
alla periferia nord del Comune
di Falconara Marittima, in una-
rea tradizionalmente destinata
ad attivit industriali. Occupa
oggi una superfi ci e di ci rca
700.000 m
2
, sul lato costiero
della pianura alluvionale del fiu-
me Esino, verso cui degradano i
rilievi collinari interni occupati
anche dallabitato della citt.
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 12
Attivit del sito
Il Gruppo api a Falconara
Nel sito di Falconara Marittima o-
perano 4 societ, tutte facenti ca-
po al Gruppo api.
api raffineria di Ancona spa ha
sede legale a Falconara Marittima.
Con un fatturato 2003 di oltre
165 milioni di euro, proprietaria
degli impianti di raffinazione del si-
to ed effettua la trasformazione
del greggio in prodotti petroliferi
per conto di api anonima petroli i-
taliana spa. Gestisce tutte le atti-
vit presenti nel sito, direttamente
per quanto riguarda gli impianti di
raffinazione e la sezione SMPP del-
lIGCC. Indirettamente, sotto la su-
pervisione di specifiche Funzioni di
raffineria, effettua le seguenti atti-
vit:
esercizio della sezione CCPP del-
lIGCC
gestione ed esecuzione delle at-
tivit di manutenzione
gestione dei rifiuti
gestione dei mezzi nautici di as-
sistenza
servizio sanitario
ingegneria e ufficio tecnico
servizi logistici
api anonima petroli italiana
spa la capogruppo e si occupa
dellacquisto del greggio e della
commercializzazione dei prodotti;
svolge funzioni di indirizzo e coor-
dinamento strategico del Gruppo
ed a Falconara conduce attivit le-
gate al mercato extra rete e gesti-
sce la scuola di Formazione Com-
merciale. proprietaria del 100%
di api raffineria di Ancona spa.
api energia spa la societ pro-
prietaria dellimpianto IGCC, la cui
operativit affidata ad api raffine-
ria attraverso la Funzione Opera-
zioni IGCC. Nasce da una joint
venture tra il Gruppo api (51%),
ABB Capital (25%) e Texaco (24%).
Oggi la quota ABB Capital stata
assorbita dagli altri due partner, che
hanno portato le proprie partecipa-
zioni rispettivamente al 62% (Grup-
po api) e 38% (Texaco).
apiSOI service spa, costituita con
quote paritetiche tra api raffineria
di Ancona spa e ABB PS&S, forni-
sce servizi di manutenzione e ag-
giornamento tecnico per impianti
industriali, in Italia e allestero. Ad
essa demandata la gestione degli
interventi di manutenzione presso
la raffineria, realizzati attraverso
ditte terze e, nei casi specialistici,
tramite proprio personale; ha co-
me interfaccia di raffineria la Fun-
zione Manutenzione.
Le attivit della raffineria
La raffineria (codice di attivit NA-
CE 23.2) opera in regime di con-
cessione, con una capacit di lavo-
razione di 3,9 milioni t/anno. Nel
giugno 2003 stato ufficializzato
il pi recente rinnovo ventennale
di tale concessione da parte della
Regione Marche, soggetto depu-
tato a seguito dellevoluzione nor-
mativa che ha caratterizzato negli
ultimi anni il settore.
Il rinnovo stato concesso a fronte
di una serie di prescrizioni aggiun-
tive stabilite dagli enti di controllo
relative alla protezione ambientale
e alla sicurezza, che dovranno es-
sere applicate ed implementate
dalla raffineria nei prossimi anni.
IL GRUPPO API
uno dei pi importanti
gruppi industriali italiani e
gestisce, attraverso diverse
societ operative, lintero
ciclo petrolifero:
dallapprovvigionamento di
materia prima alla
raffinazione, sino alla
distribuzione e vendita dei
prodotti.
Con una quota media di
mercato dei prodotti
petroliferi pari al 5%, il
Gruppo api conta su un
fatturato consolidato di circa
4 miliardi di euro e su una
solida struttura
organizzativa che, attraverso
una rete di oltre 1.600 punti
zione di basi (semilavorati) prove-
nienti da Reforming e Isomerizza-
zione, opportunamente additivate
e colorate ed aventi intervallo di e-
bollizione compresa fra 30C e cir-
ca 200C.
Gasolio: derivato dai distillati me-
di, impiegato per lazionamento
dei motori diesel o destinato al ri-
scaldamento domestico.
Oli combustibili: si identificano
con i residui di distillazione dei pro-
dotti provenienti dal Cracking Ter-
mico.
Bitumi: miscela di idrocarburi pe-
santi e altri composti organici do-
tati di propriet leganti, utilizzati
per usi stradali e industriali.
Zolfo: presente nel greggio, viene
commercializzato per usi tipici del-
lindustria chimica.
Energia elettrica: prodotta dal-
lIGCC utilizzando idrocarburi pe-
santi e viene totalmente ceduta al
GRTN (Gestore della Rete di Tra-
smissione Nazionale).
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 13
Nel contempo, stato firmato un
Protocollo dIntesa tra le Ammini-
strazioni locali e lapi che ha come
fine ultimo la gestione dello svilup-
po del sito quale complesso ener-
getico inserito nel territorio (vedi
box a pag. 37).
I prodotti
Nel sito viene prodotta tutta la
gamma caratteristica dei prodotti
petroliferi. Dal 2000, con lavvio
dellIGCC, il sito di Falconara ha,
inoltre, una capacit produttiva di
circa 2 miliardi di kWh/anno di e-
nergia elettrica, interamente desti-
nati al mercato e pari a circa il
30% del deficit della regione Mar-
che. Le materie prime arrivano in
raffineria esclusivamente via mare;
in uscita, circa il 30% dei prodotti
viene spedito via mare, il restante
70% viene trasportato via terra,
coprendo il fabbisogno dellintero
hinterland. La qualit di tutti i pro-
dotti soddisfa ampiamente i requi-
siti di compatibilit ambientale in-
dicati dalla legge: in particolare,
gi dal 1996, in anticipo rispetto ai
vincoli fissati, api produce benzina
con una concentrazione di benze-
ne inferiore all1% e dal 1997 il
gasolio per autotrazione presenta
una concentrazione di zolfo infe-
riore allo 0,05%, oggi ridotta allo
0,035%. I prodotti della raffineria
possono essere cos sinteticamente
descritti:
GPL (Gas di Petrolio Liquefat-
to): miscela costituita prevalente-
mente da propano (venduto anche
singolarmente) e da butano, i cui
principali usi riguardano lautotra-
zione e il riscaldamento.
Benzina: ottenuta per miscela-
vendita, copre lintero
territorio nazionale, con un
erogato annuo intorno ai 2
miliardi di litri di
carburante.
Le attivit di Gruppo negli
ultimi anni si sono sviluppate
anche nel settore della
produzione di energia da
fonti rinnovabili, quali
leolico e le biomasse.
Con sede a Roma, api
anonima petroli italiana spa
la capogruppo delle societ
operative nel campo
petrolifero e si occupa della
commercializzazione in Italia
e allestero di prodotti
petroliferi derivati dal
greggio, che acquista e d in
lavorazione ad api raffineria
di Ancona spa.
BILANCI DI LAVORAZIONE
PRODUZIONE PRODOTTI PETROLIFERI
t/anno 2000 2001 2002 2003
Lavorato 3.292.386 3.725.008 3.649.957 3.679.278
Prodotti
GPL 103.398 122.992 130.639 134.224
Benzine 584.276 657.647 654.969 679.377
Gasoli 1.440.857 1.681.671 1.731.596 1.672.361
Oli combustibili* 701.195 477.844 337.710 393.641
Bitumi 361.188 381.794 402.086 399.739
Zolfo 21.163 28.511 26.991 26.882
Cali e perdite 15.618 22.053 22.208 19.518
Gas incondensabili 64.691 88.510 105.636 106.672
* Di cui, destinate a carica per la produzione di bitume presso Ravenna, via mare:
anno 2000: 91.456 t; anno 2001: 144.122 t; anno 2002: 117.308 t; anno 2003: 135.629 t
PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA**
2000 2001 2002 2003
Carica IGCC (t/anno)*** 63.728 265.018 241.232 252.256
E.E. esportata alla rete (MWhe) 499.858 1.414.720 1.505.174 1.386.086
Vapore agli imp. petr. (MWht) 128.168 385.237 382.208 341.225
Totale prod. IGCC (MWhe+t) 628.026 1.799.957 1.887.382 1.727.311
** A partire dal 2003, i dati sono desunti dal Bilancio Fiscale di raffineria; per una corretta valutazione del trend sono stati ricalcolati
anche i dati relativi agli anni precedenti
*** Idrocarburi pesanti da ciclo di raffineria inclusi i fluidi di servizio allimpianto
La produzione derivante dal ciclo petrolifero si atte-
sta su assetti ormai consolidati e sempre pi indiriz-
zati verso prodotti di qualit e rispondenti ai pi ele-
vati standard ambientali. Per quanto riguarda latti-
vit dellIGCC, nel 2003 limpianto stato interes-
sato da un programma di manutenzione generale,
come previsto dal costruttore per il 3 anno di atti-
vit, a conclusione della fase di 1 avviamento; tali
interventi hanno comportato una fermata dellim-
pianto di circa 60 giorni, con conseguenti riflessi
sulla produzione annua di energia elettrica. Gli in-
terventi di manutenzione effettuati hanno portato
ad un rinnovo generale dellimpianto, ponendo le
premesse perch, con lavvio della 2
a
fase di attivit,
le performance proiettino la produzione verso lo-
biettivo di 2 miliardi di kWh/anno, attesa, secondo
progetto, solo al 5 anno.
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 14
Quadro generale del 2003
GPL
Benzine
Gasoli
Oli combustibili
Bitumi
Zolfo
I prodotti della raffineria api.
Anno 2003 (dati %)
4%
1%
21%
50%
12%
12%
SPESE PER LA TUTELA AMBIENTALE
Limpegno di api raffineria di Ancona spa verso il miglioramento continuo della propria inte-
razione con il territorio pu essere letto anche attraverso le risorse economiche impegnate a
favore del rispetto ambientale. I dati relativi sia agli investimenti che alle spese di esercizio testi-
moniano unattivit continua in questa direzione, con una tendenza al progressivo aumento.
Investimenti
Nel 2003 le spese ambientali di investimento hanno consolidato lincremento evidenzia-
to gi nel 2002; circa il 65% delle risorse sono state finalizzate ad interventi di preven-
zione dellinquinamento, secondo una linea di gestione mirata alla riduzione degli im-
patti potenziali, oltre che al loro monitoraggio e contenimento.
SPESE AMBIENTALI DI INVESTIMENTO (migliaia di euro)
2000 2001 2002 2003
Monitoraggio e controllo 313 539 387 100
Prevenzione inquinamento 16 1.729 4.425 3.514
Tratt. e rid. sostanze inquinanti 16 136 860 1.230
Cons. patrimonio naturale 326 48 300 600
TOTALE 671 2.452 5.972 5.444
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 15
2003 2002 2001 2000
Monitoraggio e controllo
Prevenzione inquinamento
Trattamento e riduzione sostanze
inquinanti
Conservazione patrimonio naturale
Spese ambientali di investimento
(migliaia di euro)
2%
64%
23%
11%
Monitoraggio e controllo
Prevenzione inquinamento
Trattamento e riduzione sostanze
inquinanti
Conservazione patrimonio naturale
Spese ambientali di investimento anno
2003 (ripartizione % per attivit
caratteristica)
Spese di esercizio
Le spese ambientali di esercizio hanno registrato un leggero aumento rispetto al 2002
(+7%), stabilizzandosi rispetto al biennio 2000/2001, quando attivit di intervento e ri-
sanamento legate al DM 471/99 sui siti contaminati hanno richiesto una particolare con-
centrazione di risorse nella protezione del sottosuolo.
Il Trattamento e riduzione delle sostanze inquinanti e, quindi, la gestione, manuten-
zione e miglioramento continuo dei sistemi dedicati si confermano, nel quadro generale
del 2003, come voce di costo principale, assorbendo il 57% del totale delle risorse. Altra
voce significativa, che rappresenta il 23% del totale, riguarda le spese per il monitorag-
gio e il controllo continuo della performance ambientale della raffineria.
SPESE AMBIENTALI DI ESERCIZIO (migliaia di euro)
2000 2001 2002 2003
Monitoraggio e controllo 1.568 2.021 2.297 2.199
Prevenzione inquinamento 1.074 872 1.023 1.175
Tratt. e rid. sostanze inquinanti 8.405 9.172 5.318 5.522
Conservazione patrimonio naturale 376 371 424 827
TOTALE 11.423 12.436 9.062 9.723
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 16
2003 2002 2001 2000
Monitoraggio e controllo
Prevenzione inquinamento
Trattamento e riduzione sostanze
inquinanti
Conservazione patrimonio naturale
Spese ambientali di esercizio
(migliaia di euro)
Monitoraggio e controllo
Prevenzione e inquinamento
Trattamento e riduzione sostanze
inquinanti
Conservazione patrimonio naturale
Spese ambientali di esercizio
anno 2003 (ripartizione % per attivit
caratteristica)
23%
12%
56%
9%
mi impianti in Italia per il tratta-
mento delle acque reflue e leli-
minazione degli inquinanti liquidi.
Negli anni 80 gli obiettivi di mi-
glioramento ambientale si preci-
sano e ricevono un ulteriore e
decisivo impulso: a questo sco-
po, allinizio del decennio, ven-
gono effettuati nuovi importanti
interventi impiantistici e struttu-
rali. Tra le principali sono da cita-
re le seguenti realizzazioni:
ciclo di recupero zolfo
sezione biologica dellimpianto
di trattamento acque reflue
nuovo ciclo di lavorazione delle
benzine
nuova ed unica unit di distilla-
zione primaria, a basso consu-
mo energetico.
Nellambito degli interventi rela-
tivi alla sicurezza, sempre a met
degli anni 80, viene avviato il
programma di conversione dei si-
stemi di controllo e sicurezza,
che vengono central i zzati e
informatizzati allinterno della
sala controllo bunkerizzata. Suc-
cessivamente, anche il laborato-
rio e gli uffici dei supervisori ven-
gono centralizzati e protetti da
strutture bunkerizzate.
Negli anni 90 gli interventi a fa-
vore della sicurezza e dellam-
biente sono proseguiti fino a rea-
lizzare il completo ammoderna-
mento del sito attraverso il Pro-
getto Sicurezza, Energia e Am-
biente (SEA). Tale Progetto ha
visto, innanzitutto, linserimento
dellimpianto di gassificazione e
1933-2003: 70 anni di
tradizione, esperienza e
innovazione continua
Nel 1933 Ferdinando Peretti, in-
sieme ad altri imprenditori mar-
chigiani, fonda api anonima
petroli italiana spa per la com-
mercializzazione e distribuzione
di prodotti petroliferi. Nel 1939
nasce lo stabilimento di Falcona-
ra Marittima. Da allora, eccellen-
za ambientale e miglioramento
continuo della sicurezza sono gli
obiettivi verso cui progressiva-
mente evoluto, fino ad oggi, lo
stabilimento api, seguendo le
sollecitazioni del mercato.
Negli anni 50 lattivit si svilup-
pa da deposito di oli minerali a
raffineria vera e propria. Dalla
sola unit di distillazione primaria
si passa progressivamente allin-
stallazione di impianti di desolfo-
razione delle benzine e di Refor-
ming Catalitico, insieme alla pri-
ma unit di desolforazione per
produrre gasoli con tenore di
zolfo ridotto.
Gli anni 60 e 70 vedono lin-
stallazione di impianti per la con-
versione dei residui di distillazio-
ne atmosferica in prodotti pre-
giati. Questo anche il periodo
in cui vengono effettuati signifi-
cativi interventi di ammoderna-
mento sulle strutture esistenti,
mentre lassetto produttivo si
viene definendo anche sotto il
profilo delle dotazioni impianti-
stiche finalizzate al rispetto delle
normative ambientali: nel sito di
Falconara si realizza uno dei pri-
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 17
Levoluzione della
raffineria
GLI IMPIANTI DI
PROCESSO
Il ciclo di raffinazione
costituito dai seguenti
principali impianti di
processo:
TOPPING (DISTILLAZIONE ATMOSFERICA)
Effettua un primo
frazionamento del greggio in
distillati (GPL, benzina,
ragia, petrolio, gasolio) e
residuo.
VACUUM 3 (DISTILLAZIONE SOTTOVUOTO)
Estrae dal residuo della
distillazione atmosferica i
distillati medi e pesanti
(principalmente gasoli) da
ritrattare in fasi successive.
DESOLFORAZIONE CATALITICA BENZINE
Processa i distillati leggeri
provenienti dal Topping e dal
Tra gli interventi vanno ricordati:
realizzazione di un impianto
tumulato per lo stoccaggio del
GPL (il 1 realizzato in Italia da
una raffineria), che ha sostitui-
to il preesistente stoccaggio
fuori terra
drastica riduzione e successiva
eliminazione dello stoccaggio
di piombo tetraetile.
Lassetto produttivo
Nel sito il lato mare ospita tutti gli
impianti produttivi, i serbatoi di
stoccaggio di greggi, prodotti di
categoria A*, semilavorati e GPL,
mentre il lato terra occupato e-
sclusivamente dagli stoccaggi di
prodotti finiti (a bassa infiammabi-
lit) e dalle strutture di caricamen-
to via terra, oltre alle aree di servi-
zio e agli uffici di direzione.
Per la movimentazione di materie
prime e prodotti via mare la raffi-
neria dispone di:
cogenerazione a ciclo combinato
(IGCC), consentendo alla raffine-
ria leliminazione della commer-
cializzazione di combustibili ad
alto tenore di zolfo e la riduzione
delle emissioni di inquinanti.
Sul piano del miglioramento del-
la performance ambientale della
raffineria il progetto ha portato
ai seguenti risultati:
realizzazione di un programma
specifico di drastica riduzione
di tutti i principali impatti am-
bientali, tra cui rilevante quello
delle emissioni
realizzazione di sistemi di mo-
nitoraggio continuo delle prin-
cipali emissioni convogliate.
Dal punto di vista della sicurezza,
il SEA ha dato completa attua-
zione a quanto indicato nella
conclusione dellistruttoria del
primo Rapporto di Sicurezza pre-
sentato dalla raffineria nel 1989.
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 18
Pianta dello stabilimento
* I prodotti petroliferi, in armonia con le norme vigenti, sono classificati, in base al punto di infiammabilit,
nelle categorie: A, con punto di infiammabilit inferiore a 21C; B, con infiammabilit tra 21C e 65C;
C, con punto di infiammabilit tra 65C e 125C.
Visbreaking per eliminare lo
zolfo, lazoto e convertire gli
idrocarburi insaturi presenti
nella carica.
NAPHTA SPLITTER
Fraziona i distillati leggeri
desolforati e stabilizzati in:
taglio di testa, da inviare
allimpianto di
isomerizzazione
taglio di fondo, da inviare
allimpianto di Reforming
Catalitico del tipo
Platforming.
ISOMERIZZAZIONE E REFORMING CATALITICO
Incrementano le
caratteristiche ottaniche dei
due tagli di distillati
provenienti dallo Splitter
(potere antidetonante) e la
loro volatilit.
HDS N. 1/2/3 (DESOLFORAZIONE
CATALITICA)
Desolforano i distillati medi
(petroli e gasolio di Topping,
di Vacuum e di Visbreaking)
mediante idrogenazione dei
composti solforati contenuti
nella carica.
STEAM REFORMING
Produce lidrogeno
necessario ai processi di
desolforazione.
VISBREAKING
Opera la conversione termica
del residuo del Vacuum per
lottenimento di frazioni
leggere (benzina, petrolio,
gasolio) e di un residuo di
fondo che viene impiegato
come carica al Vacuum 1 e
come carica per lIGCC.
VACUUM 1
Dal residuo del Thermal
Cracking recupera i distillati
mal Cracking/Visbreaking e per-
mette alla raffineria di ottenere
prodotti rispondenti alle specifi-
che di qualit ambientale stabili-
te dalla legge, indipendentemen-
te dalle caratteristiche di qualit
del greggi o di partenza.Tal e
schema garantisce flessibilit alle
operazioni modulate in relazio-
ne al tipo di greggio impiegato
ed una elevata resa in distillati
medi, prodotti ad alto valore ag-
giunto.
Le frazioni residue del ciclo di
raffinazione del greggio sono
utilizzate per la produzione di bi-
tume e per lalimentazione del-
limpianto IGCC, che andato a
completare il ciclo produttivo di
raffineria, integrandosi con gli
una piattaforma fissa, posta a
circa 16 km dalla costa per lin-
troduzione dei greggi
unisola con doppio attracco,
collegata da diversi oleodotti
sottomarini alla costa, da cui di-
sta circa 4 km, per lintroduzio-
ne dei greggi e la spedizione dei
prodotti
un pontile di carico per navi ci-
sterna di piccolo cabotaggio,
lungo circa 1.100 m e dotato di
tre punti di attracco, per la spe-
dizione dei prodotti.
Schema di lavorazione
Lo schema di lavorazione adotta-
to dalla raffineria api basato su
di una configurazione di tipo
Hydroskimming associata ad
un sistema di conversione Ther-
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 19
Greggio
Oli comb.
e Bitumi
Gasolio
Energia
Elettrica
IGCC
GPL
Topping
(BPSD)
Vacuum 3
Visbreaking
Vacuum 1
Stabil
Desolf
NSplitter
HDS 2
HDS 1
HDS 3
Isomerizzazione
Reforming
PLT
Therminal
Cracking
Steam
Reforming
Schema di processo della raffineria api
medi e pesanti.
THERMAL CRACKING
Trasforma la frazione di
gasolio pesante proveniente
dal Vacuum 3 e dal Vacuum 1
in prodotti leggeri a pi alto
valore commerciale (benzina,
petrolio, gasolio). Il residuo
proveniente dal Thermal
Cracking viene inviato al
Vacuum 1.
LIMPIANTO IGCC
Permette la trasformazione
di circa 400.000 t/anno di
idrocarburi pesanti, residui
di raffinazione, in gas di
sintesi e, quindi, in 286 MW
di energia elettrica,
totalmente destinata alla rete
di distribuzione esterna, e 65
t/h di vapore, per usi interni
di raffineria.
Limpianto si inserisce nello
schema produttivo a valle
della produzione di frazioni
ad alto contenuto di zolfo;
tali frazioni nella prima fase
di lavorazione dellimpianto
vengono trasformati in gas di
sintesi con successivo
recupero degli inquinanti
(essenzialmente costituiti da
zolfo, commercializzato come
prodotto finito, e ceneri
ricche di metalli pesanti).
Nella sezione di cogenera-
zione, alimentata dal gas di
sintesi, avviene la
produzione di energia
elettrica e vapore, tramite un
ciclo combinato ad alta
efficienza, tipico di questo
ciclo di produzione.
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 20
IMPIANTI AUSILIARI
IL CICLO DI RECUPERO ZOLFO
Permette il trattamento dei
gas di raffineria, utilizzati
come combustibile per i
forni. composto da 3 fasi
distinte:
recupero H2S dai vari
stream gassosi di raffineria
tramite soluzione amminica
rigenerazione della
soluzione amminica,
con estrazione dellH2S
recuperato dai gas
trasformazione, attraverso
un processo di ossidazione
parziale, dellH2S prodotto
in zolfo elementare, inviato
negli appositi serbatoi di
stoccaggio.
impianti gi esistenti. Il ciclo di
raffinazione consiste nella trasfor-
mazione del greggio in prodotti
petroliferi commerciali mediante
impianti di processo che provve-
dono al frazionamento del greg-
gio per distillazione primaria (top-
ping) ricavandone diverse frazioni
(tagli) di idrocarburi; a valle della
distillazione primaria si utilizzano
altri processi di raffinazione (tra i
principali: reforming, desolfora-
zione, isomerizzazione, cracking
e visbreaking), che consentono di
adeguare le caratteristiche dei
prodotti ai requisiti di compatibi-
lit ambientale e qualit commer-
ciali, ma anche di modificarne le
proporzioni quantitative, in rela-
zione alla richiesta del mercato.
Altri impianti di raffineria, deno-
minati ausiliari, provvedono al-
la fornitura di acqua, aria com-
pressa, vapore, energia elettrica
e quantaltro occorra per il fun-
zionamento del ciclo di lavora-
zione. A questi si aggiungono gli
impianti di recupero zolfo, gli im-
pianti di depurazione delle acque
effluenti e il sistema torcia.
Stoccaggio e movimentazione
La raffineria dotata di un parco
stoccaggio per il deposito di ma-
terie prime, prodotti ed altri ma-
teriali impiegati nelle lavorazioni
(acqua, schiumogeni, ecc).
Esso costituito da 127 serbatoi,
cos suddivisi:
35 serbatoi destinati a prodotti
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 21
di categoria A
12 serbatoi per prodotti di ca-
tegoria B
64 serbatoi per prodotti di ca-
tegoria C
8 serbatoi tumulati dedicati al-
lo stoccaggio di GPL
3 serbatoi per zolfo liquido
3 serbatoi di acqua di servizio
2 serbatoi principali di schiu-
mogeno.
Nello stabilimento, inoltre, sono
presenti 5 aree distinte dedicate
alla caricazione dei prodotti da
inviare alla rete esterna di distri-
buzione e vendita. In tali struttu-
re tutte le operazioni sono com-
pletamente automatizzate e ge-
stite on-line da calcolatori.
SISTEMA ANTINCENDIO
La raffineria dotata di una
rete antincendio con
struttura a maglia che
assicura, anche in caso di
rotture, lalimentazione
continua dei sistemi.
Collegata ad una sala pompe
acqua dedicata,
provvista di oltre 220
idranti, posti a 50 metri di
distanza luno dallaltro.
Analogamente, copre tutta
larea dello stabilimento una
rete di distribuzione
capillare del liquido
schiumogeno.
Inoltre, ogni serbatoio
provvisto di un sistema di
raffreddamento e sugli
impianti di processo sono
presenti barriere idriche e
strutture di raffreddamento
fisse.
Impianti di protezione ad hoc
tutelano la sala controllo e le
sale tecniche.
Infine, la raffineria ha in
dotazione 3 automezzi di
pronto intervento
antincendio, di cui
2 polivalenti, con pompe ad
acqua, a schiuma e gruppi di
polvere antincendio;
il 3, di tipo Twin Agent,
permette interventi
estremamente rapidi anche
in aree con ridotto accesso,
con erogazione
contemporanea di polvere e
schiumogeno.
In raffineria sono, inoltre,
presenti oltre 270 punti di
rilevazione di idrocarburi,
Si possono distinguere le se-
guenti aree di caricazione:
carburanti e combustibili desti-
nati allextra-rete (grossisti, in-
dustrie, consorzi, enti pubblici),
con 20 piste di carico
carburanti destinati alla rete
(punti vendita per consumatori
finali), con 14 piste di carico
bitumi, con 8 piste di carico
GPL, con 4 piste di carico
zolfo, con 1 pista di carico.
Nelle aree dove avviene la movi-
mentazione dei prodotti leggeri
(benzine) tutte le operazioni so-
no condotte a ciclo chiuso,
con appostiti sistemi di recupero
vapori che ne impediscono la di-
spersione in atmosfera.
OMIS (Oil Movement
Information System)
Le operazioni di movimentazione
dei prodotti petroliferi sono ge-
stite da un sistema di supervisio-
ni centralizzate (DCS) denomina-
to OMIS, Sistema Operativo Mo-
vimentazione Oli, che agisce co-
me guida e controllo di tutte le
azioni correlate alla movimenta-
zione dei prodotti nelle diverse a-
ree impiantistiche e fornisce pre-
cise indicazioni alle Funzioni pre-
poste allattuazione di tali opera-
tivit.
Attraverso un complesso sistema
di controllo elettronico delle val-
vole interessate, OMIS verifica la
corretta attuazione e la sequenza
delle procedure, compiendo il
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 22
gas, fiamma e fumo.
IL SISTEMA TORCIA
dedicato allevacuazione in
sicurezza nellatmosfera degli
scarichi gassosi in situazioni
di emergenza o nelle fasi di
avviamento e fermata degli
impianti.
Il sistema costituito da
3 torce: 2 sia per la raffineria
che per lIGCC,
1 dedicata esclusivamente
allIGCC.
IL CICLO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE
Il trattamento delle acque di
raffineria avviene attraverso:
limpianto di
chiarificazione, per la
rimozione dei Solidi Sospesi
dalle acque del fiume Esino
limpianto per la
produzione di acqua
demineralizzata utilizzata
dallIGCC e dalla
raffineria, alimentato dai
pozzi
limpianto di strippaggio
delle acque acide
provenienti dagli impianti
per la rimozione dei
composti solforati.
Lacqua trattata viene
inviata nel successivo
impianto trattamento
effluenti; i composti
solforati vanno allimpianto
di recupero zolfo
limpianto di trattamento
per la depurazione delle
acque scaricate,
conformemente alla
normativa vigente.
Il trattamento effettuato
attraverso 4 fasi: fisico per
gravit; chimico-fisico;
biologico a fanghi attivi; di
inertizzazione dei fanghi
limpianto di trattamento
delle acque di zavorra
scaricate dalle navi, il
quale opera attraverso un
processo di separazione
fisica dellolio e dei solidi
sedimentabili dallacqua.
monitoraggio dei movimenti in
corso e controlli sulla loro con-
gruenza.
Il sistema calcola, tramite il mo-
nitoraggio del livello dei serba-
toi, la quantit di prodotto mo-
vimentato ed invia messaggi di
allarme alloperatore qualora
vengano rilevate condizioni non
in linea con loperazione in cor-
so. OMIS rappresenta una delle
migliori tecnologie attualmente
presenti sul mercato mondiale e
permette di affiancare agli inter-
venti dei singoli operatori un
controllo costante e capillare.

mente da medici, dietro la super-
visione del Medico competen-
te (nominato ai sensi del D.Lgs
626/94), che si occupa delle visi-
te mediche e dei controlli perio-
di ci sul personal e, i n base a
quanto previsto dalle normative
vigenti. Inoltre, interviene in atti-
vit di primo soccorso, per le
quali dispone di unambulanza
attrezzata con unit di rianima-
zione.
Servizio Manutenzione
Particolare attenzione posta
dallazienda nei confronti dellaf-
fidabilit degli impianti, attraver-
so una continua attivit di manu-
tenzione, per la quale presente
in raffineria unapposita Funzio-
ne, Ingegneria di Manutenzio-
ne. La Funzione collabora in
maniera particolare con le Fun-
zioni Affidabilit ed Ispezio-
ne e si interfaccia con la societ
apiSoi service, che realizza gli in-
terventi concordati attraverso le
ditte appaltatrici.
Il laboratorio di analisi
La raffineria dispone di un labo-
ratorio che si occupa anzitutto
delle analisi chimico-fisiche sulle
materie in entrata e sui prodotti
in uscita, per la verifica dei para-
metri di qualit. Il laboratorio
realizza, secondo un piano anali-
tico prefissato, il controllo dei
prodotti anche nelle fasi interme-
die di lavorazione e lanalisi delle
correnti non idrocarburiche lega-
te al ciclo di lavorazione, incluse
le analisi ambientali.
Nel luglio 2001 ha ottenuto la
Certificazione di Qualit UNI EN I-
SO 9002; nel luglio 2003 ha con-
seguito la Certificazione Vision
9001:2000.
Antincendio e Prevenzione
un servizio dedicato alla pre-
venzione e gestione delle emer-
genze, sia nel campo della sicu-
rezza che della tutela ambienta-
le. Lorganizzazione comprende
una struttura di coordinamento
in servizio giornaliero ed una
struttura operativa in turno con-
tinuo e avvicendato sulle 24 ore.
A questa struttura competono la
gestione degli interventi in caso
di emergenza (attivazione del
Piano di Emergenza Interno), le
verifiche e i controlli sui dispositi-
vi antincendio, le segnalazioni
delle anomalie, seguendo detta-
gliate procedure che regolano lo
svolgimento di tutte le azioni.
Servizio Sanitario
La raffineria dispone di uninfer-
meria interna, presidiata giornal-
Rapporto Ambientale 2003 Il sito produttivo di Falconara Marittima 23
Attivit di supporto
Archivio storico api
Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 26
1933
2003
Salute, Sicurezza e Ambiente:
strutture e strumenti della gestione
per sistemi
Il Sistema di Gestione Integrato
Levoluzione della gestione per sistemi
Altri aspetti rilevanti del SGI
Il rapporto con il territorio
da si posta; diffusa e condivi-
sa da tutto il personale.
Sistema e Manuale di Gestio-
ne Integrato
Per il raggiungimento degli o-
biettivi in materia di Salute, Sicu-
rezza e Ambiente, api raffineria
di Ancona ha adottato il Siste-
ma di Gestione Integrato della
Salute, Sicurezza, Ambiente e
Qualit (SGI), che definisce or-
gani zzazi one, responsabi l i t,
procedure e modalit di gestione
unitarie per garantire sicurezza e
rispetto dellambiente nello svol-
gimento di tutte le attivit.
Il Manuale di Gestione Integrato
collegato a tale sistema descrive,
inoltre, i ruoli chiave dellorganiz-
La Politica api su Salute,
Sicurezza e Ambiente
Salute, Sicurezza e Ambiente
rappresentano elementi di ge-
stione completamente integrati
nelle attivit di raffineria.
Per questo lazienda ha definito i
propri obiettivi e le linee di azio-
ne in materia nella 1
a
Dichiara-
zione di Politica per la Sicurezza,
la Salute, lAmbiente e la Preven-
zione degli incidenti rilevanti,
ufficializzata gi nel dicembre
2001.
La Politica, revisionata periodica-
mente, rappresenta il riferimento
e lo strumento di indirizzo per
tutte le attivit svolte nel sito ed
in vista degli obiettivi che lazien-
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 28
Il Sistema di
Gestione Integrato
Politica e Obiettivi Comunicazione
Organizzazione
Responsabilit e Risorse
Miglioramento
Formazione
Tecnologie/Pianificazione
Controllo Operativo
Standard e procedure Correzione
Monitoraggio della
performance
Controllo
Audit
Esame del management
I
n
f
l
u
e
n
z
e

e
s
t
e
r
n
e
Rappresentazione schematica del Sistema di Gestione Integrato
COMPONENTI DEL SGI
Politiche e obiettivi:
costituiscono le linee guida in
materia ambientale e di
sicurezza ed indirizzano il
comportamento di tutta
lorganizzazione.
Organizzazione,
responsabilit e risorse:
definiscono gli obiettivi da
raggiungere, le responsabilit
e la pianificazione delle
risorse per lapplicazione
corretta delle attivit
operative e gestionali
del SGI.
Formazione: unattivit
fondamentale per favorire la
conoscenza del Sistema e la
sua applicazione, nonch la
Dichiarazione Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 29
concetto del miglioramento con-
tinuo della performance ambien-
tale e delle garanzie di sicurezza.
Tutta lorganizzazione di raffine-
ria ha un ruolo attivo e responsa-
bile allinterno del SGI. La strut-
tura aziendale composta dalla
zazione e raccoglie le politiche,
gli obiettivi e i programmi atti a
garantire il raggiungimento dei
risultati stabiliti. Sistema e Ma-
nuale rappresentano strumenti
gestionali adottati volontaria-
mente dallazienda e fondati sul
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 30
Operazioni
IGCC
Tecnologie e
Programmazione
Contr. e Ottim.
Lavorazioni
Produzione
Off Site e
Accert. Fiscali
Manutenzione
e Affidabilit
Affari Fiscali
e Doganali
Tecnici
di fabbrica
Direttore
Ingegneria
e Costruzioni
Amministraz.
e Controllo
Risorse umane
Certificazioni
Aziendali
Comunicazione
Vice Direttore
Sicurez. Ambiente
e Qualit
La struttura organizzativa interna della raffineria
responsabilizzazione di
ciascun membro
dellorganizzazione per il
raggiungimento degli
obiettivi.
Comunicazione: rivolta a
tutti i soggetti di riferimento
dellazienda, sia allinterno
che allesterno, permette di
far conoscere i risultati di
miglioramento e il costante
impegno verso Sicurezza e
Ambiente.
Tecnologie, pianificazione e
controllo operativo:
partendo dalla valutazione
degli aspetti significativi,
vengono individuate le
migliori tecnologie disponibili
in funzione degli obiettivi
ambientali e di sicurezza,
pianificandone lapplicazione
e il controllo operativo.
Standard e procedure:
stabiliscono target di
riferimento e comportamenti
ai fini degli obiettivi assunti.
Sono definiti 3 tipi di
procedure: quelle specifiche
LIVELLI DELLA DOCUMENTAZIONE LIVELLI DELLA DOCUMENTAZIONE
Sistema Gestione Salute, Sicurezza,
Ambiente e Qualit
Sistema Gestione Salute, Sicurezza,
Ambiente e Qualit
Manuali Gestionali
e Procedure generali
Procedure gestionali
Procedure operative
Documenti tecnici:
Manuali Operativi,
Standard,
Cataloghi
meccanici, ecc.
Procedure gestionali
appaltatori
Procedure operative
appaltatori
Capitolato
generale
di appalto, ecc.
Sistema di Gestione Appaltatori Sistema di Gestione Appaltatori
Requisito degli appaltatori
La documentazione relativa al Sistema di Gestione Integrato
pianificazione e gestione delle
azioni per ladempimento delle
normative in materia di Sicu-
rezza e Ambiente
promozione di progetti di mi-
glioramento attinenti Sicurez-
za, Ambiente e Qualit
attivit antincendio e preven-
zione per la Salute, la Sicurezza
e lAmbiente
definizione e verifica delle mi-
sure interne per la gestione
delle emergenze
cura dei rapporti con gli enti e
le autorit di controllo in tema
di Salute, Sicurezza, Ambiente
e Qualit
cura dei rapporti con i rappre-
sentanti dei lavoratori per la Si-
curezza e lAmbiente
gestione delle attivit previste
direzione, dallarea gestionale,
dalle Funzioni produttive e da
quelle di supporto svolge le
proprie attivit in modo da ga-
rantire il raggiungimento degli
obiettivi e il rispetto degli impe-
gni definiti nel sistema.
La Funzione Salute, Sicurezza,
Ambiente e Qualit
Ad una specifica Funzione di raf-
fineria sono demandati coordina-
mento e supervisione nellattua-
zione del SGI. La Funzione Salu-
te, Sicurezza, Ambiente e Qua-
lit, creata nel 1993, con a capo
il vicedirettore di raffineria, re-
sponsabile dei seguenti obiettivi:
sviluppo e attuazione del SGI
realizzazione dei processi di
certificazione in atto
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 31
per la Sicurezza, quelle
specifiche per lAmbiente e
quelle che interessano
trasversalmente i due ambiti.
Apposite procedure regolano
il lavoro delle ditte esterne
che collaborano con la
raffineria. Fa parte del SGI il
Sistema di Gestione degli
Appaltatori, che regola i
metodi, linformazione, la
gestione, il controllo e la
valutazione dei fornitori
esterni. Nel Sistema di
Gestione del Laboratorio
sono codificate specifiche
procedure che regolamentano
lattivit di questa struttura
interna. Tutte le procedure
sono raccolte in unarticolata
documentazione, cos
organizzata: Manuali
gestionali e Procedure
generali, Procedure
gestionali, Procedure
operative e Documenti
Tecnici (vedi schema a
sinistra).
Monitoraggio delle
performance: avviene
attraverso procedure di
contabilizzazione mensile dei
principali indici di
prestazione.
Audit: verifiche ispettive
interne periodiche finalizzate
alla verifica del SGI e delle
prestazioni. Nel primo caso
viene controllata la
conformit del SGI alla
norma di riferimento, la sua
costante applicazione e la sua
efficacia; relativamente alle
prestazioni, viene verificato il
Servizio
Sanitario
Ambiente
Ing.
di Sicurezza
Sistemi
di Sicurezza
Certificazioni
Aziendali
Comunicazione
Vice Direttore
Sicur. Ambiente
e Qualit
Sistemi
di Qualit
Formazione
Professionale
Anincendio e
Prevenzione
Sistemi
Ambientali
Struttura della Funzione Salute, Sicurezza, Ambiente e Qualit
i n adempi mento del D.Lgs.
626/94
pianificazione e organizzazione
dei programmi di formazione e
aggiornamento tecnico opera-
tivo per lorganizzazione
gestione delle attivit di comu-
nicazione istituzionale interna
ed esterna.
Il responsabile della Funzione ri-
copre anche il ruolo di Responsa-
bile del Servizio Prevenzione e
Protezione (RSPP), nominato ai
sensi del D.Lgs 626/94.
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 32
loro andamento in relazione
agli obiettivi assunti
dallazienda.
Effettuati secondo un
programma annuale, gli
audit interni prendono in
considerazione gli aspetti
ambientali e di sicurezza,
pianificando i controlli
rispetto allimportanza delle
attivit in esame, delle
criticit rilevate in
precedenza e delle eventuali
non conformit proprie
dellarea stessa.
Riesame della Direzione:
attraverso il Comitato
Sicurezza e Ambiente (CSA),
il management di raffineria
analizza mensilmente le non
conformit riscontrate nel
corso del programma di audit
interni (attuazione SGI e
andamento prestazioni).
Vengono inoltre effettuate
verifiche quadrimestrali delle
prestazioni del Sistema e
delle azioni di miglioramento
messe in campo (correzioni)
ed una verifica annuale per
la valutazione dei risultati.
Monitoraggio normativo:
vengono effettuati un
monitoraggio ed unanalisi
costante della normativa e
della sua evoluzione,
finalizzata ad una piena e
costante rispondenza del SGI
e della gestione delle attivit
del sito a tutte le indicazioni
di legge.
nizio 2002, alladozione del Si-
stema di Gestione Integrato, che
costituisce levoluzione dei due
precedenti Sistemi di Gestione e-
si stenti , quel l o Ambi ental e e
quello della Sicurezza. Da essi il
SGI ha mutuato le punte di ec-
cellenza e di validit, ottimizzan-
dole ed integrandole.
Le certificazioni per
lAmbiente e la Sicurezza
Con la definizione di obiettivi di
miglioramento sempre pi im-
portanti la raffineria api ha scelto
la strada della certificazione, arri-
vando ad affermarsi tra le azien-
de pi avanzate nel settore in
ambito europeo per quanto ri-
guarda risultati concreti di salva-
guardia ambientale e garanzie di
sicurezza.
Nel luglio 2002 la raffineria ha
ottenuto la certificazione ISO
14001 per lAmbiente e OHSAS
18001 per la Sicurezza: il conse-
guimento contemporaneo dei
due obiettivi ha rappresentato
un primato nel settore della raffi-
nazione nazionale ed una punta
di eccellenza a livello europeo.
Le certificazioni sono state con-
fermate a seguito delle verifiche
condotte dalla societ esterna di
certificazione Det Norske Veritas
nel marzo 2003 e aprile 2004.
Questi traguardi indicano quanto
forte sia per api limpegno a ge-
stire sempre al meglio e con una
logica basata sul miglioramento
continuo Salute, Sicurezza e Am-
Lobiettivo del miglioramento
continuo
La gestione per sistemi rappre-
senta uno strumento fondamen-
tale per lattuazione di un pro-
cesso di miglioramento continuo
della performance aziendale in
materia di Sicurezza e Ambiente.
In questo senso, il percorso av-
viato dallazienda parte diversi
anni fa ed caratterizzato da fasi
di sviluppo, miglioramento ed
adattamento progressivo degli
strumenti alla realt aziendale e
agli standard internazionali pi
avanzati in tema di gestione.
Fin dallaprile 1999 la raffineria si
dotata di un Sistema di Ge-
stione Ambientale, elaborato
secondo gli standard definiti nel-
la norma di riferimento interna-
zionale UNI EN ISO 14001 e nel
2000 ha realizzato e adottato il
Sistema di Gestione della Si-
curezza ed il relativo Manuale di
gestione.
Il Sistema di Gestione della Sicu-
rezza, elaborato secondo le linee
guida BS 8800 del British Stan-
dard prima dellentrata in vigore
del D.Lgs 334/99 (Seveso 2),
stato successivamente aggiorna-
to ai sensi del Decreto Ministeria-
le dell8/08/2000 (relativo allat-
tuazione del Sistema di Gestione
della Sicurezza) e finalizzato al ri-
spetto del l a norma OHSAS
18001.
Attraverso queste tappe la raffi-
neria giunta, tra fine 2001 e i-
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 33
Levoluzione della
gestione per sistemi
LADEGUAMENTO ALLA
DIRETTIVA IPPC
Nel 2002 la raffineria api ha
avviato la procedura di
adeguamento alla direttiva
europea IPPC, Integrated
Pollution Prevention and
Control (Direttiva 96/61/CE
recepita con D.Lgs 4/08/99
n.372), relativa alla riduzione
dellinquinamento da parte
degli insediamenti industriali
nell'intera Unione Europea.
Tutti gli impianti individuati
dalla direttiva (nuovi o che
adottino modifiche significative
del proprio assetto) saranno
soggetti ad un iter
autorizzativo che valuter
lintera prestazione nei
biente. La complessa ed articola-
ta serie di verifiche e controlli cui
la raffineria stata sottoposta da
parte dellente di certificazione
ha messo in luce adeguatezza ed
efficacia degli strumenti operativi
e gestionali adottati per la tutela
dei lavoratori e del territorio.
Tali obiettivi sono stati raggiunti
grazie ad un impegnativo lavoro
di squadra, che ha coinvolto tut-
to il personale di raffineria, re-
sponsabilizzando ciascun mem-
bro dellorganizzazione aziendale
verso il fine comune del migliora-
mento continuo delle perfor-
mance aziendali.
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 34
confronti dellambiente,
prendendo in considerazione
emissioni in aria, acqua e
suolo, produzione di rifiuti,
uso delle materie prime,
efficienza energetica, rumore,
prevenzione degli incidenti,
gestione del rischio.
Le autorizzazioni saranno
basate sul concetto delle BAT
(Best Available Techniques,
Migliori Tecniche Disponibili),
cos come sono definite
nellarticolo 2 della direttiva.
Questa, che assicurer
omogeneit nelle normative in
tutti i Paesi dellUE, prevede,
inoltre, un ruolo informato e
responsabile verso la gestione
delle realt industriali per il
pubblico, la cui partecipazione
attiva, con laccesso ad
informazioni e
documentazione, considerata
essenziale per incrementare la
prestazione dellindustria in
favore dellambiente.
La raffineria di Falconara,
grazie alla realizzazione
dellIGCC (tecnologia
riconosciuta BAT per il
processo di raffinazione), si
presenta gi oggi in linea con
obiettivi di qualit ambientale
fissati per il 2007 dalla
direttiva IPPC. La sua politica
di apertura allesterno, e il suo
costante dialogo con gli enti e
le istituzioni competenti, la
collocano, inoltre, tra quelle
aziende gi abituate a
confrontarsi con cittadini ed
istituzioni, in unottica di
massima chiarezza e
trasparenza.
ambientale; il secondo avvenimen-
to stato caratterizzato da accen-
tuati fenomeni odorigeni, termina-
ti con la messa in sicurezza della
struttura.
Nel 2003 non si sono verificati
incidenti ambientali. Sono co-
munque stati registrati due even-
ti, classificati come inconve-
nienti ambientali che, pur non
avendo prodotto effetti ambien-
tali significativi, per lestrema li-
mitatezza dei quantitativi di so-
stanze coinvolte, hanno visto
lintervento degli Enti di controllo
e dellAutorit Giudiziaria.
In particolare, si tratta di un lieve
sversamento a mare, causato
dalla rottura di una manichetta
sul pontile (31 marzo 2003); le-
vento stato giudicato irrilevan-
te dallAutorit Giudiziaria, che
ha archiaviato il fascicolo. Nel se-
condo caso, si verificato un
leggero trasudamento di pochi li-
tri di grezzo da una manichetta
galleggiante durante le operazio-
ni di scarico di una nave cisterna
(14 ottobre 2003).
La formazione del personale
La formazione continua di tutto il
personale aziendale, in particolare
sui temi della Sicurezza e dellAm-
biente, coordinata in raffineria
dalla Funzione Formazione Pro-
fessionale, attiva nellambito della
Funzione Salute, Sicurezza, Am-
biente e Qualit. Ogni anno, per
ciascun dipendente di raffineria so-
no programmate su questi temi al-
meno 16 ore di formazione, cui si
La gestione delle emergenze
Per assicurare le pi elevate garan-
zie di sicurezza in condizioni di
emergenza, in raffineria operati-
vo un Piano per la gestione delle E-
mergenze Interne (PEI). Tale piano
direttamente ispirato al PEE (Pia-
no Emergenza Esterno), approvato
e gestito dalla Prefettura. PEI e PEE
permettono il coordinamento di
tutte le forze in campo e la miglio-
re gestione delle dotazioni di sicu-
rezza in caso di emergenza. PEI e
PEE sono elaborati ed aggiornati
nel tempo sulla base di quanto
contenuto nel Rapporto di Sicurez-
za (RdS) della raffineria, che descri-
ve le principali tipologie di rischio
associabili alle attivit e i possibili
scenari incidentali, valutando i si-
stemi di sicurezza, prevenzione e
protezione presenti nel sito.
Attraverso lapplicazione delle pro-
cedure previste dal PEI sono stati
gestiti tutti gli eventi incidentali ac-
caduti nello stabilimento negli ulti-
mi dieci anni, rimasti sempre confi-
nati allinterno del sito e risultati
privi di ricadute ambientali signifi-
cative, come confermato dallana-
lisi storica.
Questo vale anche per i due eventi
di maggiore impatto sullesterno:
lincendio nella zona pompe pro-
dotti bianchi del deposito SIF (ago-
sto 1999) e il parziale affondamen-
to del tetto galleggiante del serba-
toio di greggio TK 62 (giugno
1999). Nel primo caso, si avuta
lemissione di prodotti di combu-
stione altamente visibili, ma con
effetti irrilevanti dal punto di vista
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 35
Altri aspetti rilevanti
del SGI
IL RAPPORTO DI
SICUREZZA (RDS)
La raffineria api stata nel
1989 tra le prime aziende, tra
quelle soggette alla normativa,
a concludere listruttoria
relativa alla presentazione del
1 Rapporto di Sicurezza.
Allo stesso modo, nel
dicembre 2002 il Comitato
Tecnico Regionale (CTR) ha
concluso con esito positivo
listruttoria del pi recente
Rapporto di Sicurezza che api
raffineria aveva inviato nel
2000, in accordo alla
normativa (D.Lgs. 334/99,
Seveso 2), indicando una
serie di interventi di
miglioramento dei livelli di
fronte di oltre 31.000 ore di for-
mazione del personale interno, ol-
tre il 34% stato specificamente
dedicato ai temi della tutela am-
bientale e della sicurezza. Circa
3.000 ore di formazione sono sta-
te specificamente dedicate alla for-
mazione Ambiente e Sicurezza del
personale delle ditte esterne che
collaborano stabilmente con la raf-
fineria, come evidenziato nella ta-
bella che segue.
aggiungono, per i dipendenti in
procinto di cambiare incarico, spe-
cifici moduli di aggiornamento sul-
le nuove responsabilit e compe-
tenze in campo ambientale e della
sicurezza.
Viene realizzato, inoltre, un pro-
gramma di esercitazioni, che per-
mette di tenere sotto costante ve-
rifica attrezzature, dotazioni di si-
curezza, capacit di risposta e di
coordinamento di quanti lavorano
nel sito, a fronte di eventuali con-
dizioni di emergenza. Una serie di
esercitazioni pratiche e simulazioni
svolta in collaborazione con i Vi-
gili del Fuoco del Comando Provin-
ciale di Ancona.
Particolare attenzione alla forma-
zione posta nei confronti delle
ditte esterne che lavorano presso
la raffineria. Queste ricevono, anzi-
tutto, preventive informazioni e
documentazione sulle procedure
interne ed i rischi specifici dellatti-
vit nel sito. Inoltre, per le aziende
che hanno collaborazioni conti-
nuative sono previsti specifici corsi
di informazione sui temi della tute-
la ambientale e della sicurezza, che
includono anche test di verifica
dellapprendimento.
In totale, nel corso del 2003, a
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 36
Attivit di formazione 2000 2001 2002 2003
Sicur. e Amb. Dipendenti api 10.109 7.792 10.076 10.798
Sicur. e Amb. Ditte esterne 1.024 1.812 2.252 2.946
Formazione Operativa 8.878 13.277 20.991 14.392
Formazione Professionale 3.541 6.944 6.578 3.017
TOTALE 23.552 29.825 39.897 31.153
affidabilit e sicurezza dello
stabilimento gi presenti
nello stabilimento.
Tra gli interventi, individuati
anche su suggerimento della
stessa raffineria, possiamo
citare i seguenti:
revisione delle resistenze a
fuoco delle strutture e
aumento della disponibilit
dei rilevatori di gas
interventi strutturali su
portineria, pontile e per il
prolungamento delle
barriere dacqua presenti
lungo la ferrovia
interventi di manutenzione
sui serbatoi, con finalit
anche di natura ambientale.
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEL
RISCHIO AI FINI DEL
D.LGS 626/94
Sin dal 1996 la raffineria si
dotata del Documento di
Valutazione del Rischio, in
accordo allart.4 del D.Lgs
626/94. Il documento
contempla la mappatura e
lanalisi dei rischi per la salute
e ligiene del lavoro correlati a
tutte le attivit svolte nel sito,
individuando per i rischi
residui una serie di azioni di
miglioramento, con relativo
piano di attuazione.
Stretta la collaborazione anche
con i Vigili del Fuoco, che rap-
presentano uno dei principali en-
ti di riferimento nella gestione
della sicurezza del sito. Al di l
delle interazioni previste per leg-
ge (Rapporto di Sicurezza), sono
ormai consolidate le attivit di
formazione comune e le simula-
zioni partecipate, volte a rendere
laddestramento e la preparazio-
ne quanto pi efficaci ed effi-
cienti.
La raffineria, inoltre, gestisce so-
lidi e continuativi rapporti con
lAutorit Portuale e la Capitane-
ria di Porto di Ancona, in consi-
derazione delle materie prime e
dei prodotti movimentati attra-
verso le sue tre strutture a mare
(descritte a pag.18).
La comunicazione verso
lesterno
Nei confronti del territorio api
raffineria opera per assicurare
uninformazione corretta e tra-
sparente, secondo una scelta di
fondo riconosciuta come cruciale
rispetto ai propri valori aziendali
e in linea con i pi avanzati indi-
rizzi derivanti dai regolamenti in-
ternazionali di certificazione am-
bientale.
Dal 1999, la raffineria pubblica
annualmente il proprio Rapporto
Ambientale, in cui sono stati resi
pubblici i dati ambientali della
raffi neri a a parti re dal l anno
1996.
La collaborazione con le
istituzioni locali
Nella gestione della sicurezza e
della compatibilit ambientale
delle proprie attivit, particolare
impegno posto dallazienda
nella collaborazione con le Istitu-
zioni e gli Enti tecnici preposti al-
la tutela del territorio.
In linea con questo assunto si
colloca lo stesso Protocollo dIn-
tesa tra api e Amministrazioni lo-
cali firmato nel giugno 2003, in
concomitanza con il rinnovo del-
la concessione ventennale di atti-
vit rilasciato dalla Regione Mar-
che (vedi box a sinistra).
In linea con la scelta di traspa-
renza e confronto che ha portato
api raffineria di Ancona a si-
glare nel 1996 atti di convenzio-
ne con enti locali (Comune di
Falconara Marittima), associazio-
ni ambientaliste e sindacati, la
raffineria ha continuato ad inte-
ragire positivamente con autorit
e istituzioni anche per la gestio-
ne di specifiche problematiche
ambientali legate al territorio.
Da citare come esperienza signi-
ficativa laccordo, firmato nelle-
state del 2001 tra api raffineria
di Ancona, Regione Marche, Pro-
vincia di Ancona, Comune di Fal-
conara Marittima e ARPAM, nel
quale api ha messo a disposizio-
ne strumenti e competenze per
la verifica e lanalisi del rischio di
inquinamento da ozono nellarea
di Falconara durante il periodo e-
stivo.
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 37
Il rapporto con il
territorio
IL PROTOCOLLO DINTESA
API - AMMINISTRAZIONI
LOCALI
Il Protocollo formalizza
limpegno delle parti a
perseguire ed agevolare, nel
rispetto degli indirizzi nazionali
e comunitari di politica
energetica, il miglioramento
dellefficienza dei processi
produttivi e lulteriore
riduzione del loro impatto
ambientale - in linea con i
principi ed in tempi dettati dalla
direttiva 96/61 (direttiva IPPC,
recepita con il D.Lgs 372/99) e
con le logiche della
Registrazione Emas - nonch il
progressivo posizionamento
dellazienda, in armonia con le
RSPP e RLSA della raffineria (Re-
sponsabile Servizio Prevenzione e
Protezione e Rappresentanti dei
Lavoratori per l a Si curezza e
lAmbiente).
Gli interventi in ambito
culturale e sociale
Di grande rilevanza il rapporto
dellazienda con il mondo univer-
sitario e della scuola in generale,
da sempre perseguito dallapi
quale portatrice di know-how
tecnico ed esperienza gestionale
avanzati.
Quale risorsa tecnologica per il
territorio, api ha avviato da tem-
po una strategia che ha lobietti-
vo di contribuire allo sviluppo
delle competenze locali, sia a li-
vello tecnico che economico, ge-
nerando valore e favorendo lin-
serimento nel mondo del lavoro
di figure professionalmente ele-
vate. Per questo, nel corso degli
anni, la raffineria divenuta un
soggetto sempre pi vicino allU-
niversit Politecnica delle Mar-
che, in particolare alla Facolt
dIngegneria, mettendo a dispo-
sizione borse di studio finalizzate
alla ricerca.
Questa costante collaborazione,
nel corso del 2002, ha permesso
la creazione del dottorato in Af-
fidabilit, sicurezza e sostenibilit
ambientale nellesercizio degli
impianti industriali, il primo cor-
so del genere in Italia. Nellambi-
to del dottorato api raffineria di
Ancona finanzia 3 borse di stu-
dio, mettendo a disposizione dei
Inoltre, costituiscono strumenti
di dialogo con i diversi interlocu-
tori esterni numerose pubblica-
zioni diffuse dallazienda e dedi-
cate a tematiche specifiche. Fan-
no parte dellattenzione al terri-
torio circostante anche ricerche e
studi, tesi a conoscere in profon-
dit il tessuto sociale, economi-
co, tecnologico in cui la raffineria
opera.
In particolare, il 2003 stato
lanno di apiincontra, giornata
di porte aperte della raffineria
per il territorio. Oltre 3.000 per-
sone hanno accolto linvito del-
lazienda a conoscere ed ap-
profondire, insieme al personale
della raffineria, la realt del sito.
Il successo delliniziativa ha con-
fermato come sia sempre forte la
richiesta di informazione che
continuamente viene dal territo-
rio e come la politica api di aper-
tura e trasparenza possa effica-
cemente rispondere a tale esi-
genza.
Nellambito del confronto tecni-
co-professionale, nel 2003 sono
state numerose le partecipazioni
ed i contributi api in convegni, di
livello internazionale, nazionale e
locale. Vale citare la partecipazio-
ne al convegno europeo sulle
problematiche della sicurezza del
lavoro (Castelgandolfo, Roma -
10/11 ottobre 2003) organizzato
dallEMCEF (Federazione Euro-
pea dei Sindacati dei lavoratori
delle miniere, della chimica e del-
lenergia), a cui hanno dato il
proprio contributo le strutture
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 38
strategie di sviluppo regionale
del Gruppo api, anche nelle
aree innovative ed
ecocompatibili del mercato
delle energie rinnovabili e dei
carburanti per la mobilit
pubblica e privata.Tra gli
impegni assunti dalla raffineria
citiamo nel dettaglio:
elaborazione, entro il 2004,
di una proposta di
programma di monitoraggio
integrato, relativo a tutti gli
aspetti ambientali e della
sicurezza richiamati nellatto
di concessione
elaborazione, dintesa con gli
Enti di controllo, di uno
studio sulla qualit dellaria
nei dintorni della raffineria,
per individuare gli eventuali
aspetti di criticit in relazione
agli obiettivi di qualit
previsti a livello nazionale
presentazione, entro 6 mesi
dalla pubblicazione della
zonizzazione delle aree
circostanti alla raffineria, di
un piano di risanamento
acustico dello stabilimento,
contenente specifiche
proposte progettuali lato
Fiumesino
contenimento e progressiva
riduzione dei prelievi dai
corpi idrici superficiali
avvio di uno studio per la
verifica idraulica nella zona
della foce del fiume Esino,
per verificare in dettaglio
lentit del rischio di
esondazione
demolizione, entro il 2004,
della prima fila di serbatoi
adiacenti alla S.S. 16.
e delluniversit ha portato allor-
ganizzazione di una giornata di
studio sul tema della sostenibilit
ambi ental e del l a produzi one
energetica, con un focus anche
sulle problematiche proprie del
territorio delle Marche.
Ospitata nellAula Magna della
Facolt di Ingegneria dellUniver-
sit Politecnica delle Marche, la
tavola rotonda ha coinvolto e-
sperti e docenti di rilevanza na-
zionale e circa 500 studenti di i-
stituti tecnici superiori del com-
prensorio di Ancona, Falconara
Marittima, Senigallia, Jesi e del-
lUniversit Politecnica delle Mar-
che.
In questa sede lazienda ha inol-
tre presentato il proprio Rappor-
to Ambi ental e 2002, base di
confronto e discussione sulla
realt tecnologica e le prospetti-
ve di sviluppo futuro del territo-
rio, di cui il polo energetico di
Falconara rappresenta una realt
di primo piano.
giovani corsisti lesperienza diret-
ta delle attivit di raffineria, dove
si svolge buona parte del loro la-
voro di ricerca.
Fa parte di questa politica anche
la collaborazione con lUniversit
degli Studi di Camerino per la
realizzazione del Master in Pro-
gettazione degli interventi di bo-
nifica e ripristino ambientale dei
siti inquinati, destinato ai pro-
fessionisti del settore per gli anni
accademi ci 2001/2002 e
2002/2003. Tale progetto stato
realizzato anche con luniversit
di Urbino, con avvio nellanno
accademico 2002/2003.
Accanto ad iniziative come quel-
le sopra descritte, ogni anno la
raffineria ospita giovani laureati
in regime di stage, con linseri-
mento diretto nelle attivit azien-
dal i . Anal ogamente, durante
lanno vengono ospitati laurean-
di che sviluppano presso la raffi-
neria il proprio lavoro di tesi. Nel
2003 sono state 25 le tesi di lau-
rea svolte in azienda, 46 i giova-
ni, tra laureati e diplomati, che
hanno svolto stage in raffineria,
provenienti dalle scuole e dagli
atenei marchigiani.
Nello stesso arco di tempo circa
1.000 studenti provenienti dalle
scuole medie e gli istituti tecnici
superiori del territorio ed anche
da varie universit hanno visitato
la raffineria.
Nel 2003, lattenzione alla fascia
di studenti degli istituti superiori
Rapporto Ambientale 2003 Salute, Sicurezza e Ambiente: strutture e strumenti della gestione per sistemi 39
Archivio storico api
Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 42 Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 42
1933
2003
La raffineria e lambiente
Analisi degli aspetti ambientali
Impatti ambientali significativi
Impatti ambientali non significativi
Impatti ambientali indiretti
considerazione probabilit di ac-
cadimento e conseguenze preve-
dibili.
Come schematicamente rappre-
sentato dalla matrice sottostan-
te, il peso attribuito alle conse-
guenze degli impatti ambientali,
al fine di determinare la significa-
tivit di questi ultimi, stato va-
lutato considerando le seguenti
componenti:
sensibilit dellambiente e del
territorio
dati ambientali a disposizione
opinione delle parti interessate
aspetti legislativi.
Nelle pagine che seguono tali
fattori specifici di impatto sono
descritti nel dettaglio, eviden-
ziando i sistemi di prevenzione
messi in atto per ridurne linci-
denza ed i relativi sistemi di mo-
nitoraggio e controllo. Specifiche
procedure, che descrivono i me-
todi di calcolo e/o di misurazio-
ne, assicurano la corretta conta-
bilizzazione dei singoli dati.
La metodologia adottata
Per la definizione del Sistema di
Gestione Ambientale e di percor-
si di miglioramento continuo ri-
sulta fondamentale la corretta
individuazione di tutti gli aspetti
ambientali legati alle attivit, ai
prodotti e ai servizi del sito, cio
di tutti gli elementi di interazione
diretta o indiretta con lambiente
che lazienda deve tenere sotto
controllo per il suo migliore inse-
rimento nel contesto in cui si tro-
va ad operare.
A questo fine sono state analiz-
zate le attivit che fanno capo
direttamente o indirettamente
alla raffineria e sono stati presi in
considerazione tutti gli aspetti
ambientali correlati.
Tali aspetti sono stati, quindi, valu-
tati in base alla loro significativit,
elaborando una matrice decisio-
nale che ne classifica gli impatti, in
condizioni di operativit normali,
in condizioni anomale e in condi-
zioni demergenza, prendendo in
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 44
5
Si potrebbe verificare Abbastanza probabile
4 3 2 1
Raro Improbabile Rarissimo
Continua Giornaliera Settimanale Mensile - Annuale Meno dellannuale
Effetto insignificante
Effetto minore
Effetto localizzato
Effetto importante
Effetto esteso
CONSEGUENZE PROBABILITA / FREQUENZE
C
1
2
3
4
5
A
M
B
I
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N
T
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A
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O
R
M
A
T
I
V
A
MATRICE PER LATTRIBUZIONE DEI CRITERI DI SIGNIFICATIVIT NELLA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
Analisi ambientale
del sito
procedure ed interventi per la lo-
ro gestione e contenimento/ridu-
zione.
Esempio di aspetto ambientale
non significativo associato alla raf-
fineria costituito dai campi elet-
tromagnetici, di cui viene effettua-
to un monitoraggio sulla base di
quanto definito dal D.Lgs 626/94
in materia di sicurezza e igiene sui
luoghi di lavoro.
Gli impatti ambientali indiretti
Quali impatti ambientali indiretti
sono stati presi in considerazione
anzitutto gli appalti di lavori di
manutenzione a terzi e gli appal-
ti della gestione di specifiche
problematiche ambientali (per
es. rifiuti ed amianto) a ditte spe-
cializzate.
Altro impatto ambientale indiret-
to connesso con lattivit di raffi-
nazione la movimentazione via
mare delle materie prime (greg-
gio) e dei prodotti finiti.
Aspetti potenziali da nuove
attivit, prodotti o servizi
Lazienda ha, inoltre, definito ap-
posite procedure per la valuta-
zione degli aspetti ambientali le-
gati a modifiche di impianti gi
esistenti e a potenziali nuove at-
tivit, prodotti o servizi che inte-
ressino il sito. In questo modo
api raffineria di Ancona garan-
tisce che anche le proprie attivit
future vengano sviluppate nel ri-
spetto e nella salvaguardia del-
lambiente.
Gli impatti ambientali diretti
IMPATTI SIGNIFICATIVI
Lanalisi di rischio effettuata sulla
base della metodologia esposta
ha individuato come significativi
gli aspetti compresi nellarea in
verde della matrice a sinistra in
basso, che risultano dallincrocio
tra i parametri probabilit/fre-
quenze e le conseguenze. Nel
dettaglio si tratta dei seguenti:
emissioni in atmosfera convo-
gliate e diffuse
scarichi idrici
rifiuti
immissioni nel suolo e sotto-
suolo
emissioni sonore
emissioni odorigene
uso delle risorse naturali (ac-
qua, energia).
Rispetto a ciascun impatto am-
bientale sono stati individuati i
fattori specifici, i relativi effetti
ambientali ed infine le misure, gli
strumenti ed i programmi di in-
tervento da realizzare per il loro
contenimento o riduzione nel
tempo.
IMPATTI NON SIGNIFICATIVI
Sono cos definiti quegli aspetti
di interazione con lambiente che
non presentano frequenza ed in-
cidenza tali da costituire elemen-
to di rilevanza per la tutela della
salute e dellambiente.
Di questi aspetti ambientali viene
assicurato un monitoraggio con-
tinuo, per rilevare eventuali evo-
luzioni della situazione che com-
porterebbero la messa in atto di
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 45
moelettrica di raffineria
impiego di combustibili a mi-
nore contenuto di zolfo
definizione di una metodolo-
gia gestionale e di procedure
per il contenimento e riduzio-
ne dei casi di picchi di ricaduta
di SOX.
Fin dalla fase di avvio dellatti-
vit, lIGCC ha confermato tutte
le aspettative di forte contributo
al miglioramento della perfor-
mance ambientale della raffine-
ria, gi rispondente a tutti i re-
quisiti normativi vigenti.
OSSIDI DI AZOTO (NOX)
Anche questo tipo di emissione
da associ are ai processi di
combustione ed legato alla
composizione dei combustibili
impiegati e alle caratteristiche
dei bruciatori.
Risposte operative e
gestionali
Il trend di riduzione degli NOX
ottenuto a partire dagli anni 90
e negli ultimi anni (vedi pag. 66)
legato, anche in questo caso,
alla chiusura definitiva della vec-
chia centrale termoelettrica di
raffineria, cui si sono aggiunte
due importanti scelte operative,
l egate al l a real i zzazi one del -
lIGCC:
installazione di bruciatori a
basse emissioni di NOX sulla
Turbina a gas
i nstal l azi one del si stema
DeNOX SCR per la denitrifica-
zione dei fumi.
Emissioni in atmosfera
convogliate
La drastica riduzione delle emissio-
ni convogliate rappresenta uno
degli elementi principali del mi-
glioramento della performance
ambientale registrato negli ultimi
anni. Il mantenimento di tali ele-
vati standard costituisce, comun-
que, un ambito di forte impegno
per lazienda, basato sul monito-
raggio e controllo costanti dello
scenario emissivo.
OSSIDI DI ZOLFO (SOX)
Emessi dai camini, sono legati ai
processi di combustione che av-
vengono nei forni e sono stret-
tamente correlati al tenore di
zolfo dei combustibili utilizzati.
Risposte operative e
gestionali
A partire dagli anni 90 in atto
nel sito una sensibile e progressi-
va diminuzione di questo tipo di
emissioni, che ha portato ad una
stabilizzazione delle stesse a li-
velli significativamente inferiori
al limite prescritto di 5.700 t/a
(Decreto del Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del
28/07/1994) ed anche al di sotto
dellobiettivo di riduzione ancora
pi restrittivo (5.400 t/a) assunto
vol ontari amente dal l azi enda
(vedi pag. 64).
I contribuiti determinanti al rag-
giungimento di tale risultato so-
no derivati da:
i nseri mento del l i mpi anto
IGCC, che ha portato alla di-
smissione della centrale ter-
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 46
Impatti ambientali
significativi
IL SISTEMA DI
MONITORAGGIO ECOS
Per tenere sotto stretto
controllo lo scenario emissivo
di raffineria, dal 1999
operativo il sistema ECOS,
per il monitoraggio in
continuo dei principali camini
del sito, e dal 2001 il sistema
CEMS, dedicato allimpianto
IGCC.
Tali sistemi, accreditati
dallIstituto di Inquinamento
Atmosferico del CNR
(Consiglio Nazionale per le
Ricerche), registrano in
continuo i valori delle
concentrazioni e delle portate
dei fumi degli inquinanti pi
significativi, quali ossidi di
neria di mantenere le emissioni
di NOX stabilmente al di sotto sia
del limite prescritto di 1.200
t/anno (Decreto del Ministero In-
dustria, Commercio e Artigiana-
to del 28/07/1994), che del limi-
te assunto volontariamente di
1.100 t/anno.
MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
Emi ssi oni che deri vano dal l a
combustione incompleta del car-
bonio presente nei combustibili
utilizzati dalla raffineria.
Risposte operative e
gestionali
L i ntroduzi one del l i mpi anto
IGCC nel ciclo di raffineria ha
fatto risentire i suoi positivi ef-
fetti anche in termini di riduzio-
La tecnologia impiegata dal si-
stema DeNOX (considerata tra le
pi significative Best Available
Tecniques a livello europeo) uti-
lizza lammoniaca mantenuta
costantemente a livelli del tutto
trascurabili grazie ad un analiz-
zatore in continuo per innesca-
re le reazioni chimiche che ridu-
cono l e emi ssi oni di NOX. A
quanto detto si deve aggiungere
la realizzazione di un program-
ma di sostituzione dei bruciatori
dei principali impianti di raffine-
ria, con linstallazione di altri a
basse emissioni di ossidi di azo-
to, oltre allutilizzo di combusti-
bili gassosi in sostituzione di
quelli liquidi.
Tutto ci ha permesso alla raffi-
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 47
LEGENDA
CAMI NO Ex
E1
E5
E14
E12
E26C
E26A
E26B
E6
E4
E2
E10
E7
E9
E8
E3
Punti di emissioni convogliate della raffineria
zolfo e ossidi di azoto. La
rilevazione viene effettuata in
forma diretta, per 7 camini
principali degli impianti
petroliferi e per i 3 camini
dellIGCC (pari ad oltre il
90% dei fumi emessi nel sito)
ed in forma indiretta, tramite
algoritmi di calcolo, per gli
altri 5 camini degli impianti
petroliferi.
Inoltre, con cadenza
semestrale vengono
effettuate, per tutti i punti di
emissione, misure manuali
per la verifica del buon
funzionamento del sistema,
oltre alla misura delle
concentrazioni degli altri
inquinanti minori presenti:
CO (monossido di carbonio),
complessivo dei propri consumi
energetici, il metano; significati-
vo , poi, luso del gas di sintesi
nel l a turbi na del l i mpi anto
IGCC, nei cui prodotti di combu-
stione le polveri sono pratica-
mente assenti.
ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
La CO2 deriva dai processi di
combustione e rappresenta una
sostanza che, pur non essendo
pericolosa n tossica in s, ha
effetti sulla variazione del clima
su scala globale (effetto serra).
Risposte operative e
gestionali
I l pri nci pal e i ntervento per i l
contenimento delle emissioni di
CO2 rappresentato dalla sosti-
tuzione della vecchia centrale e-
lettrica di raffineria con lIGCC.
Infatti, lelevata efficienza ener-
getica garantita dallimpianto ri-
chiede, a parit di energia pro-
dotta, minori consumi di combu-
stibili e, quindi, comporta una ri-
duzione delle emissioni di anidri-
ne delle emissioni di monossido
di carbonio, in quanto il sistema
di combustione della turbina a
gas stato concepito per per-
mettere una combustione otti-
male del gas di sintesi, tale da
rendere insignificante la produ-
zione di questo inquinante ri-
spetto alla vecchia centrale ter-
moelettrica.
POLVERI SOSPESE TOTALI (PST)
Si tratta di sostanze rilasciate in
atmosfera, dipendenti essenzial-
mente dalla qualit e dalla com-
posizione dei combustibili utiliz-
zati in raffineria.
Risposte operative e
gestionali
Il principale intervento realizzato
rappresentato dalla progressi-
va riduzione dei combustibili li-
quidi bruciati nei forni di raffine-
ria, caratterizzati da elevati livelli
di produzione di polveri (come
gli oli combustibili). La raffineria
, infatti, andata progressiva-
mente privilegiando, nel quadro
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 48
Polveri Sospese Totali,
metalli, composti del cloro e
del fluoro, idrocarburi,
Polveri sottili (PM10), COV
(Composti Organici Volatili)
non metanici, benzene, IPA
(Idrocarburi Policiclici
Aromatici). I valori di
emissione di questi inquinanti
sono calcolati sulla base dei
dati di tali campagne e con i
medesimi criteri di calcolo e
validazione utilizzati per gli
inquinanti pi significativi.
Il sistema, infine, collegato
ad una rete di centraline di
rilevamento della qualit
dellaria, collocate sul
territorio e gestite dalla
Provincia di Ancona; tutti i
dati significativi raccolti dal
sistema sono condivisi in
tempo reale, tramite
collegamento telematico, con
il Centro Operativo della
Funzione Ambiente della
Provincia.
Dati meteo da aeroporto
Validazione e calcolo emissioni
Interno
Distribuzione delle informazioni
Autorit di controllo
Archiviazione dei dati
Simulazione ricadute al suolo
SISTEMA INFORMATICO DEL SITO
Analizzatori e strumenti
in campo
Dati da centraline esterne
Schema descrittivo del sistema di monitoraggio ECOS
colte dai piazzali di impianti,
acque domestiche, acque di
zavorra)
scarico di acqua di mare (ac-
qua impiegata dal circuito di
raffreddamento dellimpianto
IGCC)
scarico dellimpianto di demine-
ralizzazione (acqua impiegata
nella rigenerazione delle resine)
SCARICO IMPIANTO TRATTAMENTO
EFFLUENTI
Gli impatti ambientali connessi
al l o scari co del l i mpi anto ef-
fluenti sono relativi alle seguenti
sostanze:
COD (Chemical Oxygen De-
mand)
N-NH4 (Azoto Ammoniacale)
N-NO2 (Azoto Nitroso)
N-NO3 (Azoto Nitrico)
THC (Idrocarburi Totali)
SST (Solidi Sospesi Totali).
Il fosforo risulta essere un aspet-
to non significativo, dato il livel-
lo estremamente basso anche
nelle acque in ingresso allim-
pianto di trattamento effluenti.
Risposte operative e
gestionali
Il Laboratorio di Analisi interno
effettua, attraverso un program-
ma di analisi di routine, rigidi e
costanti controlli della qualit
dellacqua scaricata. Allo scopo
di evitare condizioni di rischio
per lambiente, i controlli riguar-
dano sia la qualit dellacqua in
ingresso, che quella delle fasi in-
termedie, cos da permettere, in
caso di anomalie, di deviare lo
scarico in appositi serbatoi, fino
de carbonica. Un altro contribu-
to significativo deriva dalla ridu-
zione dei combustibili liquidi a
favore del metano, che, a parit
di energia rilasciata, produce un
minor quantitativo di CO2.
Emissioni in atmosfera diffuse
COV (COMPOSTI ORGANICI
VOLATILI)
Le emissioni diffuse, associabili
ad una serie numerosa di piccole
sorgenti, sono rilasciate in atmo-
sfera per evaporazione delle fra-
zioni petrolifere leggere (ad alta
tensione di vapore). Tipiche sor-
genti ne sono le flange ed i ser-
batoi di stoccaggio.
Risposte operative e
gestionali
Un piano di progressiva installa-
zione di sistemi a doppia tenuta
sui tetti di tutti i serbatoi di ben-
zina della raffineria ha costituito
un intervento rilevante per la ri-
duzione delle emissioni di COV
dal sito (vedi pag. 74). Inoltre,
stato realizzato un intervento di
ammodernamento della sezione
di trattamento fisico dellimpian-
to acque reflue, che ha portato
alla drastica riduzione delle su-
perfici di evaporazione esistenti
sulle vecchie strutture.
Scarichi idrici
Gli scarichi idrici, derivanti dai si-
stemi di trattamento delle acque
del ciclo produttivo e delle altre
attivit di raffineria, sono costi-
tuiti da:
scarico dellimpianto tratta-
mento effluenti (acque di pro-
cesso, acque meteoriche rac-
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 49
tramite condotte a 1.000 m dalla
costa per rilasciarla a 500 m dalla
stessa. Il controllo interessa sia
linnalzamento di temperatura
dello scarico che il contenuto di
cloro: ci consente di modificare
rapidamente lassetto dellim-
pianto per il costante rispetto
dei parametri previsti. Inoltre,
campagne di monitoraggio pe-
riodiche analizzano, sullacqua
di mare in corrispondenza del
punto di rilascio, i principali pa-
rametri legati alla qualit del-
lambiente marino:
salinit
ossigeno disciolto
pH
trasparenza
nutrienti
pigmenti fotosintetici
al ripristino dei rendimenti di de-
purazione attesi.
SCARICO DEL CIRCUITO DI
RAFFREDDAMENTO IMPIANTO IGCC
I parametri da tenere sotto con-
trollo per lo scarico del circuito
di raffreddamento dellIGCC so-
no il cloro, utilizzato in quantit
minime controllate per evitare la
formazione di mitili nelle tuba-
zioni, e la temperatura di rilascio
dellacqua.
Risposte operative e
gestionali
stato realizzato un sistema di
monitoraggio dedicato, che tiene
sotto costante controllo il circui-
to di raffreddamento dellIGCC,
il quale preleva acqua di mare
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 50
LEGENDA
PRESA DI SUPERFI CI E
POZZO DI EMUNGI MENTO
SCARI CHI

SCARI CO
LI NEA DEMI

SCARI CO
I MPI ANTO EFFLUENTI
SCARI CO I GCC
PRESA
MARE
PRESA
VALLATO

Approvvigionamento acque industriali e scarichi di raffineria


Risposte operative e
gestionali
I criteri gestionali relativi a rac-
colta, movimentazione e smalti-
mento dei rifiuti sono finalizzati
anzitutto alla loro minimizzazio-
ne e, quindi, ad una gestione in
linea con la normativa vigente,
privilegiandone il recupero attra-
verso la raccolta differenziata.
Unapposita procedura sovrin-
tende allo smaltimento diretto o
al conferimento a deposito preli-
minare interno.
Lattivit di controllo sulla gestio-
ne dei rifiuti prodotti effettuata
in collaborazione con una societ
specializzata sottoposta perio-
dicamente ad attenta verifica, per
valutare il livello di attuazione del-
le procedure stabilite ed indivi-
duare eventuali trend non in linea
con gli obiettivi fissati.
Immissioni nel suolo e
sottosuolo
Il DM 471/99 (cosiddetto De-
creto siti contaminati) ha defi-
nito organicamente la materia
della contaminazione dei suoli.
In linea con quanto stabilito dal-
lart.9 del decreto, nel giugno
2000 lapi ha presentato alle Au-
torit competenti la documenta-
zione in cui sono contenuti de-
scrizioni e riscontri fino ad allora
noti sullo stato dei terreni e delle
acque di falda di raffineria. La
documentazione ha evidenziato,
quale aspetto principale, una si-
tuazione pregressa caratterizzata
dalla presenza di prodotti tipici
del ciclo di lavorazione in alcune
aree del sottosuolo di raffineria
dove sono concentrati gli im-
composizione quali-quantitati-
va del fitoplancton.
SCARICO IMPIANTO DI
DEMINERALIZZAZIONE
Vi confluiscono le acque di rigene-
razione delle resine utilizzate per
demineralizzare le acque impiega-
te nelle varie fasi di processo.
Risposte operative e
gestionali
Un sistema di monitoraggio ap-
positamente realizzato tiene sot-
to controllo continuo il pH delle
acque di questo scarico, unico
parametro significativo agli ef-
fetti dellimpatto ambientale. Il
Laboratorio di raffineria, inoltre,
effettua periodicamente lanalisi
relativa ai Solidi Sospesi.
Rifiuti
I rifiuti prodotti dalla raffineria si
distinguono in quelli associabili
specificamente allattivit indu-
striale svolta (rifiuti speciali) e
quelli assimilabili ai rifiuti urbani,
connessi alle attivit civili, di ser-
vizio e di ufficio. Tra i rifiuti spe-
ciali i pi significativi sono i se-
guenti:
fanghi, che derivano sostan-
zialmente dal sistema tratta-
mento delle acque di raffine-
ria, dallo stoccaggio e dalla
gestione delle materie prime e
dei prodotti, dallattivit di im-
pianti di processo ed ausiliari
materiali di risulta e terre da
scavo, derivanti da lavori civili
e di costruzione.
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 51
il piano di monitoraggio speci-
fico per le acque di falda (me-
todi per lo spurgo e il campio-
namento)
le metodiche analitiche e i pa-
rametri chimici da considerare
per le indagini sui campioni
del terreno e delle acque.
Tra gli impegni previsti dallappli-
cazione del decreto 471/99 il
Piano di Caratterizzazione, che
api ha presentato come 1
a
fase
nellagosto 2001. Il documento
stato approvato da tutti gli en-
ti coinvolti nella procedura. Le o-
pere e gli interventi descritti e
quelli di prossima attuazione o-
perano tanto nei confronti del-
linquinamento pregresso che
per prevenire il verificarsi di nuo-
vi casi di contaminazione. Esiste,
inoltre, unapposita procedura
che, in caso di sversamento, atti-
va una precisa organizzazione e,
oltre a uomini e mezzi interni,
coinvolge gli enti esterni, come
previsto dal PEI.
In particolare, nel 2003 i princi-
pali interventi messi in atto sono
stati i seguenti:
realizzazione di un nuovo si-
stema di recupero idrocarburi,
basato su una tecnica di rac-
colta a nastro mobile
completamento della imper-
meabilizzazione del sistema
delle fogne oleose di raffineria
completamento del piano di ri-
sanamento del fosso Caser-
me che attraversa la raffineria
completamento della 1
a
fase di
intervento per il risanamento
pianti di produzione (essenzial-
mente zone centrali).
Risposte operative e
gestionali
Sin dal 1994, anche in assenza
di normative e limiti, lapi ha av-
viato una politica di interventi
per la gestione del rischio di
contaminazione del suolo, met-
tendo in atto una serie di misure
che hanno previsto, anzitutto, la
realizzazione di un sistema di
monitoraggio della falda acqui-
fera, composto da circa 80 pie-
zometri. Inoltre, sono stati effet-
tuati interventi di raccolta del
prodotto surnatante (ci o i n
galleggiamento), attraverso si-
stemi fissi di recupero (6 pozzi
di recupero realizzati in area im-
pianti nel 1996), sistemi mobili
(pompe selettive per il recupero
idrocarburi posizionate in area
SIF nel 2000) e una barriera in
materiale impermeabile (HDPE),
costruita nel 1999 e supportata
da 3 trincee drenanti e 10 pozzi
per il recupero degli idrocarburi,
a difesa di una potenziale mi-
grazione di prodotto verso il fiu-
me Esino.
A seguito dellautodenuncia,
nellaprile 2001 lazienda ha de-
finito e condiviso con Regione,
Provincia, Comune e ARPAM le
modalit di realizzazione di nuo-
ve opere legate alla protezione
del sottosuolo, comprendenti:
la metodologia di realizzazione
delle nuove opere di monito-
raggio (nuovi piezometri in ag-
giunta a quelli gi esistenti)
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 52
della superficie totale)
avanzamento del piano di ispe-
zione acustica e di realizzazione
del doppiofondo sui serbatoi.
Sulla base della normativa vigen-
te e degli accordi intercorsi con
gli Enti di Controllo, sono stati
definiti tempi e metodologie di
monitoraggio del sito, riportati
nella tabella che segue:
del fosso Castellaraccia
installazione di 6 sistemi di re-
cupero automatici sui piezo-
metri, per aumentare la possi-
bilit di recupero idrocarburi
proseguimento nella colloca-
zione fuori terra delle linee di
trasferimento prodotto
avanzamento del piano di pa-
vimentazione della raffineria
(gi realizzato su oltre il 90%
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 53
A
B
C
D
PALANCOLATA
LINEA WELL-POINT
TELO HDPE
TRINCEE DRENANTI
Legenda
POZZI DI RECUPERO RW E POZZETTO T2
PIEZOMETRI DI MONITORAGGIO
SISTEMI AUTOMATICI
DI RECUPERO
Frequenza monitoraggio Descrizione attivit
Giornaliera 1. misura del livello dei fluidi sui piezometri perimetrali
2. quantificazione acqua emunta dai sistemi di recupero (RW) e dallimpianto well point
3. quantificazione del prodotto recuperato attraverso sistemi automatici e manuali
Settimanale 1. misura del livello dei fluidi su ulteriori piezometri perimetrali
2. misura del livello dei fluidi su piezometri interni dislocati su differenti aree di raffineria
Bisettimanale 1. monitoraggio presenza MTBE in acqua in uscita dai fossi
Mensile 1. misura del livello di falda e del surnatante su tutti i piezometri e pozzi presenti in raffineria
2. determinazione dei parametri chimico/fisici su tutti i piezometri idraulicamente
efficienti privi di surnatante
3. monitoraggio della qualit dellacqua di falda su piezometri perimetrali
4. rapporto sistema well point
5. elaborazione di un report di attivit di messa in sicurezza di emergenza

marcia regolare. I risultati riporta-
ti alla pagina a fianco mostrano il
sostanziale rispetto dei limiti at-
tualmente vigenti (70 dB(A) diur-
no e 60 dB(A) notturno, come
da DPCM 14/11/1997, art.8, che
stabilisce lapplicazione dei limiti
previsti dal DPCM 01/03/1991 in
attesa che i comuni provvedano
agli adempimenti dalla legge
26/10/1995, n.447 sulla zonizza-
zione acustica); allo scopo si ri-
corda linfluenza delle altre sor-
genti insistenti nellarea, in parti-
colare il traffico autoveicolare,
che una recente indagine con-
dotta sul quartiere Fiumesino
dallUniversit Politecnica delle
Marche per il Comune di Falco-
nara Marittima ha identificato
come prevalenti rispetto alle altre
sorgenti quali raffineria, traffico
ferroviario e traffico aereo.
Inoltre, in condizioni anomale
(sovrappressione) le apparecchia-
ture che operano in pressione
possono attivare i sistemi di sca-
rico in emergenza, con conse-
guente emissione sonora transi-
toria. Si tratta di un fenomeno di
limitato impatto sullesterno e
privo di rischi, che pu, per, a-
vere effetti sulla qualit della vita
nel territorio circostante gli im-
pianti.
Risposte operative e
gestionali
Nellambito della procedura per
la gestione delle segnalazioni di
fenomeni di rumorosit transito-
ria previsto che, alla ricezione
di ogni segnalazione venga av-
Tutte le attivit di monitoraggio
vengono registrate ed elaborate
allinterno del Rapporto mensile
delle attivit di messa in sicurez-
za di emergenza, in cui sono ri-
portati dati ed informazioni rela-
tive ai seguenti aspetti:
monitoraggio della falda (rilie-
vo fluidi e parametri chimico-fi-
sici, analisi chimiche)
elaborazione dei dati di moni-
toraggio per la costruzione di
mappe dedicate
recupero prodotto surnatante
(attraverso sistemi di recupero
automatici e manuali)
attivit di manutenzione (ordi-
naria e straordinaria) effettuata
sui sistemi
ulteriori attivit relative alla
messa in sicurezza
previsioni operative per il mese
successivo.
Emissioni sonore
Il rumore tipico della raffineria
legato allattivit degli impianti e
viene tenuto sotto controllo nei
suoi impatti esterni attraverso un
monitoraggio periodico. Vengo-
no effettuate campagne fono-
metriche periodiche su 16 punti
di rilevazione, dislocati allester-
no del sito, prestabiliti sulla base
delle caratteristiche del territorio
circostante.
Come negli anni precedenti, nel
corso del 2003 stata effettua-
ta, applicando i metodi prescritti
dal DPCM 1/03/1991, unindagi-
ne fonometrica per valutare il ru-
more ambientale nellintorno
della raffineria con impianti in
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 54
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 55
7
8
5
6
9
1012
11
13
14
15
16
1
4
2
3
Localizzazione dei 16 punti di rilevazione di rumorosit esterni alla raffineria
MARE ADRIATICO
RISULTATI DELLE INDAGINI FONOMETRICHE 2003
Punto di rilevazione dB(A) diurno dB(A) notturno
1 55 56
2 66 50
3 64 62
4 58 47
5 58 67
6 60 55
7 59 61
8 64 53
9 63 55
10 63 54
11 63 47
12 61 59
13 72 60
14 72 63
15 73 69
16 72 71
I dati riportati sono relativi a rilevazioni comprensive di tutte le emissioni sonore dovute a sorgenti fisse e
mobili nellintorno al punto di misura (raffineria, traffico autoveicolare, traffico ferroviario merci e
passeggeri)
viata una verifica per individuare
la presenza di eventuali condizio-
ni anomale ed il loro possibile le-
game con quanto segnalato.
In caso di riscontro oggettivo,
vengono avviati gli interventi ne-
cessari e parallelamente vengono
conservate in appositi registri no-
te su segnalazioni ricevute e veri-
fiche effettuate; su verifiche e ri-
sultati viene data comunicazione
scritta agli Enti preposti.
Emissioni odorigene
Il fenomeno dellevaporazione
dei prodotti responsabile delle-
missione di odori dalla raffineria,
legati alle diverse sostanze tratta-
te. Seppur di limitato impatto e
rischio reale, tali emissioni vengo-
no tenute sotto controllo con lo-

supporto, le dotazioni antincen-
dio, il sistema di raffreddamento
dellIGCC. Lacqua impiegata vie-
ne prelevata da pozzi, dal fiume
Esino e dal mare, secondo limiti
stabiliti da relative autorizzazioni.
Risposte operative e
gestionali
Una costante opera di sensibiliz-
zazione di tutto il personale che
opera sugli impianti finalizzata
al contenimento dei consumi,
con particolare riferimento agli
impieghi legati alla rete dei servi-
zi industriali.
CONSUMI ENERGETICI
Limpiego di energia nel processo
produttivo della raffineria costi-
tuisce una voce significativa ai fi-
ni della valutazione della tutela
dellambiente, vista limportanza
del risparmio energetico e, quin-
di, di una razionalizzazione ed
ottimizzazione dei consumi.
Risposte operative e
gestionali
Negli ultimi anni sono stati messi
in atto, sia in ambito gestionale
che strutturale, interventi per
lottimizzazione dei consumi e il
recupero dellenergia di proces-
so. Ci in linea con gli obiettivi di
risparmio energetico e con la
scelta di privilegiare il ricorso a
fonti con basso impatto ambien-
tale (gas, metano), che gi da al-
cuni anni caratterizzano le scelte
aziendali. Contabilizzazioni gior-
naliere permettono di monitora-
re landamento dei consumi di
combustibili.
biettivo di minimizzarle, in quan-
to elemento sensibile rispetto alle
relazioni con lesterno. Le emis-
sioni odorigene derivano princi-
palmente dallo stoccaggio, dalla
movimentazione prodotti e dal
ciclo di recupero zolfo. La diffu-
sione di odori anomali pu an-
che dipendere da specifiche atti-
vit, quali la fermata degli im-
pianti e gli interventi di manu-
tenzione su serbatoi.
Risposte operative e
gestionali
La ricezione di una segnalazione,
tanto interna che esterna, avvia
una procedura per la ricerca del-
la sorgente del fenomeno e le-
ventuale riscontro di condizioni
anomale. In presenza di riscontri
oggettivi vengono avviati gli in-
terventi necessari per il ripristino
delle condizioni normali di opera-
tivit. Particolare attenzione viene
prestata, in occasione di interven-
ti di manutenzione, sui serbatoi,
in cui la presenza di uno strato di
prodotto facilmente evaporabile
pu portare alla formazione di
cattivi odori.
Sia dei programmi di manuten-
zione generale, che dei risultati
derivanti dai riscontri effettuati
su segnalazione, viene data pun-
tuale comunicazione agli Enti di
controllo, attraverso linvio di ap-
posite relazioni tecniche.
Uso delle risorse naturali
CONSUMI IDRICI
La raffineria usa acqua per le at-
tivit di processo, le attivit di
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 56
Campi elettromagnetici
Lultima indagine generale relati-
va al monitoraggio dei campi
elettromagnetici, eseguita su tut-
ta larea del sito, risale al 2002,
1 anno di piena operativit del-
limpianto IGCC.
Lindagine aveva lobiettivo di ve-
rificare il livello di esposizione de-
gli operatori a campi elettrici e/o
magnetici, come previsto dalla
legge 626/94.
Parimenti a quanto evidenziato
dalle precedenti, i risultati delle
indagini mostrano, allinterno del
perimetro aziendale, ed in parti-
colare nei pressi dei luoghi di la-
voro, unesposizione degli opera-
tori ampiamente contenuta en-
tro i limiti prescritti dalla norma-
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 57
Impatti ambientali
non significativi
tiva in materia di igiene e sicu-
rezza sul lavoro.
I valori registrati nellarea interna
alla raffineria (mediamente com-
presi entro 1-7 microtesla) risul-
tano estremamente contenuti ed
inferiori anche al limite di 10 mi-
crotesla, recentemente introdot-
to e applicabile alla tutela del-
lambiente esterno allo stabili-
mento (DPCM del 8/07/2003).
Concentrazioni significative (nel-
lordine massimo di 200 microte-
sla) sono riscontrabili soltanto
nelle immediate vicinanze delle
apparecchiature di produzione di
energia elettrica annesse allim-
pianto IGCC, aree nelle quali vi
permanenza solo occasionale da
parte degli addetti (nellordine di
1h/mese).
trasporto di prodotti tra la raffi-
neria ed i depositi costieri lungo
lAdriatico.
Lazienda ha collaborato con lar-
matore nella fase di progetto
della nave, che rappresenta uno
degli esempi pi avanzati a livello
internazionale in termini di tra-
sporto sicuro di prodotti petroli-
feri (adozione doppio scafo, si-
stemi automatizzati di controllo
su tutte le operazioni) e di salva-
guardia dellambiente marino
(impiego di sistemi di protezione
ambientale per la gestione delle
acque di zavorra, utilizzo di mo-
tori a basse emissioni e bassa ru-
morosit, impiego di vernici non
inquinanti).
La raffineria si poi dotata di un
sistema completo di pronto in-
tervento a mare per il recupero
di idrocarburi dispersi sul pelo
dellacqua. Il sistema composto
da panne galleggianti, per confi-
nare leventuale sversamento di
idrocarburi, e da unapparecchia-
tura a sfioramento (skimmer) per
il recupero degli stessi, con suc-
cessiva separazione dallacqua.
Il sistema si trova a bordo della
motonave Grecale I, che opera in
contratto di esclusiva per api, a
supporto del Reparto Mare di
raffineria, svolgendo tutti i servizi
di assistenza in mare durante le
operazioni di carico e scarico del-
le navi cisterna.
Lintervento delle ditte
esterne
Le ditte appaltatrici, oltre ad es-
sere selezionate sulla base di rigi-
di criteri di qualifica, sono sotto-
poste a verifiche periodiche in-
terne delle loro prestazioni da
parte di tecnici esterni qualificati
(valutatori ambientali).
Inoltre, il personale delle ditte e-
sterne sottoposto a cicli di for-
mazione ed informazione, ri-
guardanti sia aspetti ambientali
che di sicurezza sul lavoro (vedi
tabella a pag. 36).
Un sistema di penalizzazione vie-
ne costantemente aggiornato,
allo scopo di individuare even-
tuali prestazioni insufficienti ai fi-
ni degli standard attesi, con con-
seguente espulsione della ditta.
Il trasporto via mare
La vulnerabilit dellambiente
marino e la particolare tipologia
di mare nel quale avvengono le
operazioni di carico/scarico han-
no portato lapi a definire una
vera e propria check-list di con-
trollo, tramite la quale le navi
vengono controllate nelle loro
caratteristiche e dotazioni di bor-
do, oltre ad unattenta definizio-
ne dei criteri di qualifica e sele-
zione delle navi stesse, gestita in
collaborazione con la societ ca-
pogruppo.
In questo contesto, il 2003 ha re-
gistrato lingresso in servizio, con
contratto in esclusiva per la raffi-
neria, della motocisterna Cosmo
(portata lorda di 5.884 t), per il
Rapporto Ambientale 2003 La raffineria e lambiente 58
Impatti ambientali
indiretti
Archivio storico api
Archivio storico api
Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 62 Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 62
1933
2003
Dati ambientali
Emissioni in atmosfera convogliate
Emissioni in atmosfera diffuse
Consumi idrici
Scarichi idrici
Immissioni nel suolo e sottosuolo
Rifiuti
Consumi energetici
Anidride carbonica
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 64
64
EMI SSI ONI I N ATMOSFERA CONVOGLI ATE
OSSIDI DI ZOLFO (SOX)
Nel 2003 i dati sulle emissioni di SOX della raffineria confermano il trend di riduzione registra-
to negli ultimi anni, favorito dallentrata in esercizio dellIGCC. Limpianto, infatti, operativo a
partire dal 2000, ha rispettato le attese sul piano del miglioramento ambientale complessivo ad
esso legate, andando anche oltre le aspettative di progetto. Al raggiungimento di tali risultati,
vicini ormai ai limiti consentiti dalla tecnologia, ha contribuito anche la dismissione della vec-
chia centrale termoelettrica di raffineria, avvenuta nei primi mesi del 2001.
La ripresa di un trend di riduzione, anche se minimo visti i limiti ormai raggiunti, testimonia un
impegno costante da parte dellazienda per il miglioramento della propria performance
ambientale.
EMISSIONI DI SOX (t/anno)*
2000 2001 2002 2003
Imp. petroliferi 3.175 1.770 1.873 1.644
IGCC 159 88 97 129
TOTALE 3.334 1.858 1.970 1.773
Limite prescritto** - 5.700 5.700 5.700
Limite volontario - 5.400 5.400 5.400
* SOX espressi come SO2 (DM 12/07/1990)
** Decreto Ministero Industria, Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
2002 2001 2000
Impianti petroliferi
IGCC
Limite prescritto
Limite volontario
Emissioni di SOX (t/anno)
2003
La performance della raffineria in questo ambito risulta
ampiamente al di sotto di tutti i limiti e target di riferi-
mento, in particolare:
limite prescritto stabilito dal Ministero Industria,
Commercio e Artigianato con decreto del
28/07/1994 - prot. 671364 (decreto di autorizzazione
del Progetto Sicurezza, Energia, Ambiente, che ha
recepito il decreto di giudizio positivo di compatibilit
ambientale ed il parere ai sensi dellart.17 del DPR
203/88)
limite volontario assunto dallazienda
prestazione media di settore, pubblicata dallUnione
Petrolifera (dati disponibili fino al 2001 alla stampa di
questo documento).
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 65
2002 2001 2000
1
.
3
6
9
1.700 1.700 1.700 1.700
8
3
0
9
6
6
Impianti petroliferi
Limite di legge*
Emissioni di SOX impianti petroliferi
(mg/Nmc)
8
4
2
2003
* Valore limite stabilito dal DM 12/07/1990
2002 2001 2000
0
,
9
6
1,08 1,11
0
,
4
8
0
,
5
1
2003
0
,
4
5
api
Media UP
Emissioni di kg SOX / t di materia prima
lavorata dagli impianti petroliferi
2003 2002 2001
6
,
9
50 50 50
6
,
4
9
,
4
IGCC
Valore limite*
Emissioni di SOX IGCC (mg/Nmc)
* Valore limite stabilito dal Decreto Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 66
OSSIDI DI AZOTO (NOX)
Le emissioni di NOX della raffineria si attestano, anche nel 2003, stabilmente al di sotto
del limite prescritto ed entro il limite volontario assunto da api. In particolare, per quan-
to riguarda lIGCC tali risultati sono da ricondurre alla caratteristica dellimpianto stesso
di abbattere la formazione di NOX gi in fase di combustione (sistema di combustione
Low-NOX) e alla presenza del sistema di riduzione catalitico degli ossidi di azoto
DeNOXSCR sullo scarico dei fumi della turbina a gas. Il quadro emissivo registrato
mostra valori che rispettano ampiamente il limite di bolla fissato per gli impianti petro-
liferi ed il limite di concentrazione per limpianto IGCC. Infine, la performance della raffi-
neria api si conferma migliore della media di settore calcolata dallUnione Petrolifera
(disponibile fino al 2001).
EMISSIONI DI NOX (t/anno)*
2000 2001 2002 2003
Imp. petroliferi 753 451 411 385
IGCC 217 395 502 438
TOTALE 970 846 913 823
Limite prescritto** - 1.200 1.200 1.200
Limite volontario - 1.100 1.100 1.100
* NOX espressi come NO2 (DM 12/07/1990)
** Decreto Ministero Industria, Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
2002 2001 2000 2003
Impianti petroliferi
IGCC
Limite prescritto
Limite volontario
Emissioni di NOX (t/anno)
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 67
2002 2001 2000
3
2
4
500 500 500 500
2
1
2
2
1
2
2003
1
9
7
Impianti petroliferi
Limite di legge*
Emissioni di NOX impianti petroliferi
(mg/Nmc)
* Valore limite stabilito dal DM 12/07/1990
2002 2001 2000
0
,
2
3
0,29
0,30
0
,
1
2
0
,
1
1
2003
0
,
1
0
api
Media UP
Emissioni di kg di NOX / t di materia
prima lavorata dagli impianti petroliferi
2002 2001
65 65 65
2
9
3
3
2003
3
2
IGCC
Valore limite*
Emissioni di NOX IGCC (mg/Nmc)
* Valore limite stabilito dal Decreto Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 68
MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
Il trend di miglioramento delle emissioni di monossido di carbonio viene confermato
anche dai dati 2003, come evidenziato dalla tabella che riporta i flussi di massa annuali.
Ci consente di rispettare ampiamente il limite di legge vigente cos come quello volon-
tario, che fissa obiettivi ancora pi restrittivi.
Anche i tetti stabiliti per le concentrazioni di bolla sono ampiamente rispettati, con il dato
di concentrazione relativo allIGCC che risulta inferiore dell86% rispetto al limite pre-
scritto.
EMISSIONI DI CO (t/anno)
2000 2001 2002 2003
Imp. petroliferi 195 91 94 54
IGCC 212 97 88 79
TOTALE 407 188 182 133
Limite di riferimento* - 628 628 628
Limite volontario - 506 506 506
* Valore limite stabilito sulla base del DPR 203/88
2002 2001 2000
Impianti petroliferi
IGCC
Limiti di riferimento
Limite volontario
Emissioni di CO (t/anno)
2003
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 69
2002 2001 2000
5
1
250 250 250 250
2
8
4
9
2003
2
8
Impianti petroliferi
Limite di legge*
Emissioni di CO impianti petroliferi
(mg/Nmc)
* Valore limite stabilito dal DM 12/07/1990
2002 2001
50 50 50
7
,
2
5
,
8
2003
5
,
8
IGCC
Valore limite*
Emissioni di CO IGCC (mg/Nmc)
* Valore limite stabilito dal Decreto Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 70
POLVERI SOSPESE TOTALI (PST)
La politica aziendale di privilegiare sempre pi decisamente le fonti pulite (metano e gas
di sintesi) per soddisfare il proprio fabbisogno energetico continua a dare importanti risul-
tati anche in termini di riduzione delle emissioni complessive di polveri (di cui il 70% come
PM10).
Prosegue, infatti, anche nel 2003 la decisa diminuzione delle emissioni di PST, ridottesi in
3 anni di oltre il 60% in termini sia di flussi di massa che di concentrazione, consolidan-
do il posizionamento al di sotto del dato medio relativo alle raffinerie italiane nel com-
plesso (dati UP).
EMISSIONI DI PST (t/anno)
2000 2001 2002 2003
Imp. petroliferi 181 130 84 59
IGCC 1 7 8 3
TOTALE 182 137 92 62
Limite prescritto* - 178 178 178
* Decreto Ministero Industria, Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
2002 2001 2000
Impianti petroliferi
IGCC
Limite prescritto
Emissioni di PST (t/anno)
2003
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 71
2002 2001 2000
Impianti petroliferi
Limite di legge*
Emissioni di PST impianti petroliferi
(mg/Nmc)
2003
3
0
4
3
4
2
6
5
80 80 80 80
* Valore limite stabilito dal DM 12/07/1990
2002 2001
5
0
,
0
3
5
2000
0
,
0
5
5
0
,
0
2
3
2003
0
,
0
1
6
api
Media UP
Emissioni di kg di PST / t di materia
prima lavorata dagli impianti petroliferi
0,037
0,038
2002 2001
5 5
0
,
6
0
,
6
2003
0
,
3
IGCC
Valore limite*
Emissioni di PST IGCC (mg/Nmc)
5
* Valore limite stabilito dal Decreto Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 72
Nichel e Vanadio rappresentano i principali metalli di interesse tossicologico presenti nei
fumi di combustione.
I dati pubblicati sono relativi ad una stima cautelativa, che tiene conto anche dei limiti di
rilevabilit dei metodi analitici utilizzati, come da Raccomandazione APAT/Ministero
Ambiente per la Dichiarazione INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti)
finalizzata alla contabilizzazione nel Registro EPER (European Pollutant Emission Register).
Tali emissioni, derivanti dagli impianti petroliferi e dallIGCC, si attestano su valori di flus-
si di massa scarsamente significativi, anche con linserimento del contributo dellimpian-
to IGCC. Gli indici rapportati alla materia prima lavorata mostrano valori molto ridotti.
EMISSIONI DI NICHEL (kg/anno)
2001 2002 2003
Impianti petroliferi 102 107 63
IGCC* - - 35
TOTALE 102 107 98
* Dato misurato a partire dal 2003
EMISSIONI DI VANADIO (kg/anno)
2001 2002 2003
Impianti petroliferi 175 146 77
IGCC* - - 68
TOTALE 175 146 145
* Dato misurato a partire dal 2003
METALLI

Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 73
2003 2002 2001
Impianti petroliferi
IGCC
Emissioni di Nichel (kg/anno)
2003 2002 2001
Impianti petroliferi
IGCC
Emissioni di Vanadio (kg/anno)
2003 2002 2001
Nichel
Emissioni di Nichel / t di materia prima
lavorata dagli impianti petroliferi
(mg/t)
2
7
2
9
2
7
2003 2002 2001
Vanadio
Emissioni di Vanadio / t di materia prima
lavorata dagli impianti petroliferi
(mg/t)
4
7
4
0
3
9
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 74
EMI SSI ONI I N ATMOSFERA DI FFUSE
COV (Composti Organici Volatili)
Nel 2003 le emissioni di COV si sono stabilizzate su un valore ridottosi negli ultimi 3 anni di oltre il
10%. Il risultato consolida il rispetto dell'obiettivo di qualit volontariamente assunto dall'azienda
(legato alla realizzazione dell'impianto IGCC e pari a 437 t/anno) e si colloca al di sotto dei dati me-
di di settore: un risultato che conferma lefficacia degli interventi messi in atto per il contenimento
di queste emissioni (interventi su serbatoi, flange, tubazioni, pompe e sullimpianto di trattamen-
to delle acque reflue). Attualmente i COV sono stimati sulla base della formula di calcolo dellU-
nione Petrolifera, che utilizza fattori di emissione fissi, in funzione del tipo di lavorazione effettua-
ta e del quantitativo di prodotto lavorato. Nel 2003 stata avviata, come fase sperimentale, una
nuova modalit di contabilizzazione, adottando un sistema di determinazione che utilizza il pro-
tocollo EPA 453/92. Tale metodo, che garantisce livelli maggiori di accuratezza, prevede lesecu-
zione di misure specifiche nei punti individuati come maggiormente critici (compressori, pompe,
flange, valvole), estratti in maniera casuale tra i punti legati a queste emissioni sugli impianti petro-
liferi. Sono previste successive fasi di perfezionamento del sistema, legate allaumento dei punti
monitorati.
EMISSIONI DI COV (t/anno)*
2000 2001 2002 2003
Serbatoi 103 115 101 99
Effluenti 13 13 13 13
Carico ATB 3 1,9 2 1,9
Impianti 337 298 291 294
TOTALE 456 428 407 408
Limite volontario - 437 437 437
* Dati elaborati con sistema di calcolo UP
2003 2002 2001 2000
Serbatoi
Effluenti
Carico ATB
Impianti
Limite volontario
Emissioni di COV (t/anno)
2002 2001 2000
0
,
1
4
0,22
0,21
0
,
1
1
0
,
1
1
2003
0
,
1
1
api
Media UP
Emissioni di kg di COV / t di materia
prima lavorata dagli impianti petroliferi
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 75
CONSUMI I DRI CI
I consumi idrici complessivi dellanno 2003 risultano in netta diminuzione rispetto ai consumi
degli anni precedenti (-376.000 mc rispetto al 2002), in particolare, significativa la riduzione
del prelievo di acqua dai pozzi (-11% rispetto al 2002). Inoltre, mostra un miglioramento nel
tempo lindice di efficienza nellutilizzo di acqua (mc/t di lavorato).
Tali dati confermano la forte sensibilit dellazienda nei confronti dellottimizzazione e raziona-
lizzazione dei consumi di acqua, obiettivi cui va ricondotta la scelta di contenere, in particolare,
i consumi di acqua dolce.
Si segnala, inoltre, che circa 259 milioni mc di acqua di mare sono stati prelevati nel 2003 per il
raffreddamento dell'impianto IGCC.
CONSUMI IDRICI DI RAFFINERIA PER FONTE DI APPROVVIGIONAMENTO (migliaia mc/anno)
2000 2001 2002 2003
Mare* 199 165 120 281
Acquedotto 104 90** 96** 103**
Fiume Esino 1.344 1.192 1.228 985
Pozzi 2.480 2.840 2.661 2.360
TOTALE 4.127 4.287 4.105 3.729
* Dati relativi ai soli consumi per prove sui sistemi antincendio
** Dati relativi alla fatturazione della societ di gestione esterna Gorgovivo
2003 2002 2001 2000
Mare
Acquedotto
Fiume Esino
Pozzi
Totale consumi idrici (migliaia mc/anno)
2003 2002 2001 2000
1
,
3
1
,
2
1
,
1
1
,
0
mc acqua utilizzata / t materia prima
lavorata dagli impianti petroliferi
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 76
SCARI CHI I DRI CI
SCARICO DELL IMPIANTO TRATTAMENTO EFFLUENTI
Diminuiscono nel 2003 le quantit di inquinanti nelle acque di scarico del sito ed anche le con-
centrazioni registrate si confermano, come per gli anni precedenti, ampiamente al di sotto del
limite di legge vigente. Positiva ed efficace risulta lazione depurativa dellimpianto di tratta-
mento degli effluenti, in miglioramento e superiore a quella delle altre raffinerie italiane (Unio-
ne Petrolifera). Ci evidenziato dai grafici relativi agli indici di performance dellimpianto di
trattamento degli effluenti di raffineria, definiti come kg di sostanze inquinanti residui per ton-
nellata di materia prima lavorata. In particolare, migliora il dato di efficienza di rimozione degli
Idrocarburi totali, legato al miglioramento dei flussi idrici provenienti dallimpianto IGCC, grazie
alla messa a regime dellimpianto stesso.
CONFRONTO CONCENTRAZIONI MEDIE ANNUE / LIMITI DI LEGGE (mg/l)
2000 2001 2002 2003 Limiti di Legge*
COD 114 103 64 58 160
Idrcarburi totali 1,0 1,0 1,9 0,7 5
Solidi Sospesi Totali 58,8 47,8 27,9 21,8 80
Azoto ammoniacale (N-NH4) 9,4 5,9 11 4,5 15
Azoto nitroso (N-NO2) 0,5 0,2 0,3 0,3 0,6
Azoto nitrico (N-NO3) 2,7 0,6 1,4 2,8 20
* D.Lgs 152/99
2002 2001 2000
3
1
6
3
3
4
1
7
9
COD
COD (t/anno)
1
4
7
2003 2002 2001 2000
0,17
0
,
1
0
0
,
0
9
0
,
0
5
0,19
api
UP
Kg di COD/t di materia prima lavorata
dagli impianti petroliferi
0
,
0
4
2003 2002 2001 2000
160 160 160 160
1
1
4
1
0
3
6
4
COD
Limite di legge*
Concentrazione media annua
COD/limite di legge (mg/l)
5
8
2003
* D.Lgs 152/99
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 77
2002 2001 2000
2
,
8
3
,
3
5
,
3
Idrocarburi totali
Idrocarburi totali (t/anno)
1
,
7
2003 2002 2001 2000
0,67
0,84
0
,
8
5
0
,
8
9
1
,
4
6
api
UP
kg di Idrocarburi totali / 1.000 t di
materia prima lavorata dagli impianti
petroliferi
0
,
4
6
2003 2002 2001 2000
5 5 5 5
1
,
0
1
,
0
1
,
9
Idrocarburi totali
Limite di legge*
Concentrazione media annua
Idrocarburi totali/limite di legge (mg/l)
0
,
7
2003
* D.Lgs 152/99
2002 2001 2000
1
6
3
,
5
1
5
4
,
7
7
8
,
4
Solidi Sospesi Totali
Solidi Sospesi Totali (t/anno)
5
4
,
9
2003 2002 2001 2000
0,12
0,11
0
,
0
5
0
,
0
4
0
,
0
2
api
UP
kg di Solidi Sospesi Totali / t di materia
prima lavorata dagli impianti
di raffinazione
0
,
0
1
2003 2002 2001 2000
80 80 80 80
5
8
,
8
4
7
,
8
2
7
,
9
Solidi Sospesi Totali
Limite di legge*
Concentrazione media annua
Solidi Sospesi Totali/limite di legge
(mg/l)
2
1
,
8
2003
* D.Lgs 152/99
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 78
2002 2001 2000
2
6
,
2
1
9
,
1
3
0
,
9
N-NH4 totale
Azoto ammoniacale (t/anno)
1
1
,
3
2003 2002 2001 2000
15 15 15 15
9
,
4
5
,
9
1
1
,
0
N-NH4 totale
Limite di legge*
Concentrazione media annua
Azoto ammoniacale / Limite di Legge
(mg/l)
4
,
5
2003
* D.Lgs 152/99
2002 2001 2000
1
,
4
0
,
5
0
,
8
N-NO2 totale
Azoto nitroso (t/anno)
0
,
7
2003 2002 2001 2000
0,6 0,6 0,6 0,6
0
,
5
0
,
2
0
,
3
N-NO2 totale
Limite di legge*
Concentrazione media annua
Azoto nitroso/limite di legge (mg/l)
0
,
3
2003
* D.Lgs 152/99
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 79
2002 2001 2000
7
,
4
2
,
0
4
,
0
N-NO3 totale
Azoto nitrico (t/anno)
7
,
0
2003 2002 2001 2000
20 20 20 20
2
,
7
0
,
6
1
,
4
N-NO3 totale
Limite di legge*
Concentrazione media annua
Azoto nitrico/limite di legge (mg/l)
2
,
8
2003
* D.Lgs 152/99
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 80
SCARICO DEL CIRCUITO DI RAFFREDDAMENTO IMPIANTO IGCC
Nel 2003 circa 259 milioni mc di acqua di mare sono stati utilizzati per il raffreddamento
dell'impianto IGCC, con un monitoraggio costante di tutti i parametri di qualit (concen-
trazione di cloro e variazione di temperatura) per una piena rispondenza alle indicazioni
di legge prima del rilascio al largo della costa. La concentrazione di cloro rilevata negli
anni di attivit dellimpianto risultata anche al di sotto del limite di qualit volontaria-
mente assunto dallapi (100 p.p.b.), pi restrittivo rispetto al limite di legge (200 p.p.b.).
2003 2002 2001
Cloro
Cloro (t/anno)
2
0
1
9
1
7
2002 2001
200 200 200
100 100 100
7
0
6
6
2003
8
7
Cloro
Limite di legge*
Limite volontario
Concentrazione media annua di
Cloro / limiti di riferimento (p.p.b.)
* D.Lgs 152/99
2002 2001
6 6 6
4
,
2
5
,
4
temperatura
Limite prescritto*
Variazione massima di temperatura
IN/OUT (dato medio C)
* Limite prescritto dal Decreto Ministero Industria,
Commercio e Artigianato del 28/07/1994 - Prot. 671364
5
,
4
2003 2002 2001
35 35 35
3
2
,
5
3
2
,
4
Temperatura
Limite di legge*
Acque raffreddamento IGCC:
temperatura massima OUT (C)
* D.Lgs 152/99
3
4
,
5
2003
2003 2002 2001
Cloro/E.E.
Quantit di Cloro/Energia elettrica
prodotta (g/MWh)
1
4
1
4
1
1
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 81
SCARICO DELLIMPIANTO DI DEMINERALIZZAZIONE
Nonostante si tratti di un flusso di scarico discontinuo, che registra volumi trascurabili
durante lanno, sono presentati i dati relativi alle acque reflue derivanti dalla rigenerazio-
ne delle resine a scambio ionico dellimpianto di demineralizzazione di raffineria.
I valori registrati per i parametri pi significativi mostrano per il 2003, come gi per il
2002, concentrazioni sempre contenute entro i limiti della legge (80mg/l per i Solidi So-
spesi Totali e tra 5,5 e 9,5 per il pH).
2003 2002
1
5
1
3
SST
Solidi Sospesi Totali (t/anno)
2003 2002
7
,
1
2
7
,
4
2
5,5
9,5
pH
Intervallo di legge*
pH medio annuo in rapporto al limite
di legge
* D.Lgs 152/99
2003 2002
80 80
5
7
4
2
SST
Limite di legge*
Concentrazione media annua Solidi
Sospesi Totali/limite di legge (mg/l)
* D.Lgs 152/99
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 82
I MMI SSI ONI NEL SUOLO E SOTTOSUOLO
Nel corso del 2003 sono proseguite da parte di api raffineria di Ancona le operazioni di
messa in sicurezza del sito di Falconara Marittima, come previsto dal DM 471/99.
In particolare, sono continuate anche le attivit di recupero del prodotto in galleggia-
mento sulla falda sottostante la raffineria attraverso sistemi dedicati; proprio lottimizza-
zione dei sistemi di recupero esistenti e la messa in esercizio di nuovi dispositivi hanno
permesso di ottenere un progressivo aumento del prodotto recuperato e, contempora-
neamente, unevidente riduzione del prodotto in galleggiamento sulla falda, come sinte-
tizzato dalle elaborazioni grafiche che seguono.
QUANTIT DI PRODOTTO RECUPERATO (mc/anno)
2001 2002 2003
Area SIF AREA A 27 211 223
Impianti AREA B 19 107 136
Deposito Nazionale AREA C 7 15 4
Barriera fiume Esino AREA D 3 7 8
TOTALE 56 340 371
2003 2002 2001
Area A
Area B
Area C
Area D
Quantit di prodotto recuperato nelle
diverse aree di raffineria (mc/anno)
Per quanto riguarda la qualit del suolo ed il livello
di contaminazione delle acque sotterranee, allo
stato attuale non sono disponibili dati ufficiali; per
il 2004 prevista lattuazione del piano di caratte-
rizzazione (2
a
fase), che permetter di assumere
maggiori informazioni riguardo alle matrici am-
bientali sopra menzionate.
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 83
Spessore apparente di prodotto surnatante (novembre 2001)
Spessore apparente di prodotto surnatante (giugno 2002)

Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 84
Spessore apparente di prodotto surnatante (dicembre 2003)

Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 85
I rifiuti prodotti della raffineria derivano, oltre che dalle attivit civili, dalle tipiche attivit
di manutenzione impianti, di intervento per il trattamento degli scarichi reflui e dalle at-
tivit di cantiere legate alla costruzione o demolizione di strutture. Si pu osservare co-
me nel 2003 il quantitativo dei rifiuti prodotti dalla raffineria abbia registrato unulterio-
re riduzione rispetto al 2002. Tale risultato si inserisce nel quadro di una politica azien-
dale volta alla sensibilizzazione interna per minimizzare la produzione di rifiuti.
RIFIUTI PRODOTTI DALLA RAFFINERIA* (t/anno)
2000 2001 2002 2003
Pericolosi a smaltimento 233 3.969 2.342 821
Pericolosi a recupero 2 40 12 18
Non pericolosi a smaltimento 1.084 1.768 1.105 846
Non pericolosi a recupero 5.616 6.336 2.513 2.371
Terre da scavo a smaltimento 1.706 3.644 738 496
Terre da scavo a recupero 2.619 241 0 0
TOTALE 11.260 15.998 6.710 4.552
* Fonte dei dati: MUD
A partire dal 2003 viene presentato anche il dettaglio dei dati relativi allattivit delle dit-
te esterne impegnate stabilmente per api nella gestione di parte dei rifiuti prodotti nel
sito. Si tratta principalmente di fanghi prodotti a seguito di interventi di recupero di pro-
dotto petrolifero contenuto nei semilavorati di raffineria (1.690 t) e di fanghi derivanti
dalla sedimentazione delle acque di caldaia (750 t), oltre a circa 3 t di materiali conte-
nenti amianto, derivanti dal piano di deamiantizzazione in atto in raffineria ormai da di-
versi anni.
RIFIUTI PRODOTTI DA DITTE ESTERNE** (t/anno)
2003
Pericolosi a smaltimento 3
Pericolosi a recupero 13
Non pericolosi a smaltimento 2.442
Non pericolosi a recupero 0
TOTALE 2.458
** Aziende operanti nel sito per la gestione dei rifiuti per conto api raffineria:
Riccoboni Spa; Coibesa Spa. Fonte dei dati: MUD
2003 2002 2001 2000
Rifiuti pericolosi a smaltimento
Rifiuti pericolosi a recupero
Rifiuti non pericolosi a smaltimento
Rifiuti non pericolosi a recupero
Terre da scavo a smaltimento
Terre da scavo a recupero
Rifiuti complessivi del sito
(raffineria + ditte esterne - t/anno)
RI FI UTI
TIPOLOGIA E QUANTIT DEI RIFIUTI MAGGIORMENTE PRODOTTI NEL SITO* ANNO 2003 (t/anno)
Origine CER Quantit
Morchie e fanghi oleosi da serbatoi 05.01.03 - 05.01.06 578
Fanghi da impianti trattamento acque 10.01.20 211
Rifiuti da demolizioni e scavi 17.05.04 - 17.09.04 1.875
Ferro e acciaio 17.04.05 992
Fanghi da trattamento semilavorati oleosi (Riccoboni Spa) 05.01.99 - 19.03.05 1.692
Fanghi da sedimentazione acque caldaia (Riccoboni Spa) 05.01.13 750
Altri vari 912
* Il codice CER indicato solo per i rifiuti maggiormente prodotti
Lelaborazione percentuale sul totale dei rifiuti prodotti mostra nel 2003 una riduzione del
65% dei rifiuti pericolosi. Inoltre, si osserva come tale tipo di rifiuti rappresenti solo il 12%
del totale complessivo. Significativa la percentuale di rifiuti avviati a recupero, arrivata al
34,3% del totale dei rifiuti prodotti; se si considerano i soli dati di raffineria tale quota nel
2003 ha superato il 52%, rispetto al 37,6% del 2002, a conferma di una politica di gestio-
ne attenta e che punta ad un progressivo miglioramento. Il confronto tra lindice di raffine-
ria calcolato come quantit di rifiuti pericolosi prodotti per tonnellata di materia prima lavo-
rata e quello medio di settore mostra un trend in netta diminuzione per la raffineria, confer-
mato anche per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi. Il dato complessivo in aumento le-
gato alla contabilizzazione dei dati associati allattivit delle ditte esterne a partire dal 2003.
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 86
2001 2002 2000
Rifiuti pericolosi a smaltimento
Rifiuti pericolosi a recupero
Rifiuti non pericolosi a smaltimento
Rifiuti non pericolosi a recupero
Terre da scavo a smaltimento
Terre da scavo a recupero
Rifiuti complessivi del sito
(raffineria + ditte esterne - dato%)

100% 100% 100%
2003
100%
7,1%
33,9%
47,0%
11,6%
0,4%
Rifiuti pericolosi a smaltimento
Rifiuti pericolosi a recupero
Rifiuti non pericolosi a smaltimento
Rifiuti non pericolosi a recupero
Terre da scavo a smaltimento
Rifiuti complessivi del sito anno 2003
(raffineria + ditte esterne - dato %)
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 87
2002 2001 2000
0
,
0
7
0
0,180
0,260
1
,
0
8
0
0
,
6
4
0
2003
0
,
2
3
0
0
,
0
0
4
api
Media UP
kg di rifiuti pericolosi prodotti / t
di materia prima lavorata dagli
impianti petroliferi
Ditte esterne
2002 2001 2000
3
,
3
0
2,02
1,85
3
,
2
0
1
,
2
0
2003
1
,
0
0
0
,
7
0
api
Media UP
kg di rifiuti Non pericolosi prodotti / t
di materia prima lavorata dagli
impianti petroliferi
Ditte esterne
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 88
Nel 2003 i consumi energetici di raffineria si sono mantenuti sostanzialmente stabili, con-
fermando i trend degli ultimi anni. Il quadro di progressivo miglioramento ambientale ha
una componente significativa proprio nella politica energetica portata avanti dallazienda,
alla quale si aggiunge lelevata efficienza e la performance ambientale dellIGCC. A parti-
re dal 2000 tale miglioramento confermato dal trend dellindice di efficienza dei consu-
mi energetici del sito. Nel 2003, per la determinazione dei TEP, sono stati adottati come
coefficienti di trasformazione quelli desunti dallinventario APAT, partendo dai dati dei
consumi energetici riportati nei bilanci fiscali di raffineria, sottraendo dal fuel gas il gas di
spurgo dellimpianto idrogeno. Per una valutazione corretta dei trend di consumo sono
stati ricalcolati, con la stessa metodologia, anche i dati relativi agli anni precedenti.
CONSUMI ENERGETICI (impianti petroliferi + IGCC - TEP)
2000 2001 2002 2003
Olio ATZ 41.283 9.729 11.271 6.351
Olio BTZ 23.627 7.746 5.738 9.435
Fuel gas 74.891 102.791 122.970 123.519
Gasolio 69.725 30.808 76.398 47.392
Metano 110.422 98.684 89.728 86.649
TOTALE 319.948 249.758 306.105 273.346
Energia Elettrica* 82.486 105.088 109.664 106.271
* Il fattore utilizzato per la conversione di MWh in TEP pari a 0,23 (fonte FIRE - Fed. Italiana per luso Razionale dellEnergia)
CONSUMI ENERGETI CI
2003 2002 2001 2000
Olio ATZ
Olio BTZ
Fuel gas
Gasolio
Metano
Energia elettrica
Consumi energetici
(impianti petroliferi + IGCC - TEP)
2003 2002 2001 2001
100% 100% 100% 100%
Olio ATZ
Olio BTZ
Gasolio
Metano
Energia elettrica
Consumi energetici di raffineria
(impianti petroliferi + IGCC - dato%)
Fuel gas
Rapporto Ambientale 2003 Dati ambientali 89
Anche nel 2003 la produzione di energia elettrica dellimpianto IGCC stata tale da copri-
re circa il 20% dei consumi regionali, con un significativo risparmio sulle emissioni di CO2,
che sarebbero invece derivate dallimpiego di tecnologie tradizionali. LIGCC presenta, in-
fatti, alti rendimenti nella produzione, oltre ad un contenuto tasso di emissione di CO2 per
kWh prodotto. Peraltro, limpianto rappresenta una delle pi significative Best Available
Tecniques (BAT) per lindustria della raffinazione, cos come definito nel relativo Bref,
che d attuazione alla direttiva IPPC. Per quanto riguarda gli impianti petroliferi, il confron-
to con il dato medio delle raffinerie italiane conferma la performance positiva della raffine-
ria di Falconara. Questanno per la determinazione quantitativa delle emissioni di anidride
carbonica dello stabilimento sono stati adottati i coefficienti di trasformazione dellIPCC
(Intergovernamental Panel on Climate Change) cos come previsto nella Decisione del
29/01/2004, che istituisce le linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle e-
missioni di gas a effetto serra ai sensi della Direttiva 2003/87/CE (Direttiva E.T.), pubblica-
ta in Gazzetta Ufficiale dellUE in data 26/02/2004. Per una corretta valutazione dellanda-
mento negli anni considerati, sono stati ricalcolati anche i dati relativi agli anni precedenti.
EMISSIONI DI CO2 (t/anno)
2000 2001 2002 2003
Imp. petroliferi 541.926 439.937 453.793 471.470
IGCC 557.221 1.100.914 1.182.158 1.102.037
TOTALE 1.099.147 1.540.851 1.635.951 1.573.507
ANI DRI DE CARBONI CA ( CO2)
2003 2002 2001 2000
Impianti petroliferi
IGCC
Emissioni di CO2 (t/anno)
2002 2001 2000
249,2
272,5
1
6
4
,
6
1
1
8
,
1
1
2
4
,
3
api
Media UP
Emissioni kg di CO2 dagli impianti
petroliferi / t di materia prima lavorata
1
2
7
,
8
2003 2002 2001
0
,
6
1
0
,
6
3
CO2/MWhe+t
kg di CO2 da IGCC / MWhe+t prodotti
dall'IGCC
0
,
6
4
2003
Archivio storico api
Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 92 Dichiarazione Ambientale 2003 Presentazione 92
1933
2003
Strumenti
Glossario
Appendice normativa
Lettera di convalida della D.N.V. Italia
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 94
Glossario
Acque di zavorra: acque provenienti dallo zavorramento con acqua marina delle navi da carico vuote.
APAT (Agenzia per la Protezione dellAmbiente e per i Servizi Tecnici): organismo di controllo e pro-
tezione dell'ambiente e di tutela del territorio istituito dal DPR 21/09/2002. NellAgenzia sono confluiti l'A-
genzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA) e i Servizi Tecnici Nazionali. Tra i suoi compiti e fun-
zioni: monitoraggio e controllo nei settori della protezione dell'ambiente; riassetto organizzativo e funzio-
nale della difesa del suolo e delle acque e coordinamento tecnico delle Agenzie Regionali per la Protezio-
ne dell'Ambiente (ARPA) e delle province autonome di Trento e Bolzano (APPA).
Aspetto ambientale: elemento di unattivit, prodotto o servizio che ha o pu avere un impatto signifi-
cativo sullambiente e di cui unorganizzazione pu mantenere il controllo attraverso limplementazione di
una o pi procedure.
Audit: parola utilizzata in vari contesti con il significato di verifica, revisione. Nel campo dei sistemi di ge-
stione ambientale indica una verifica sistematica e documentata per valutare oggettivamente la conformit a
determinati criteri del sistema di gestione ambientale di una organizzazione.
Bolla di raffineria: rapporto ponderato tra la sommatoria delle masse inquinanti emesse e quella dei vo-
lumi di effluenti gassosi dellintera raffineria.
CCPP: vedi la voce IGCC
CER (Codici Europei dei Rifiuti): sono i codici relativi alla catalogazione dei vari tipi di rifiuti, ai fini di un
loro corretto ed omogeneo conferimento, smaltimento e riciclo nellambito dellintera Unione Europea. I co-
dici indicati, raccolti nel Catalogo Europeo dei Rifiuti, sono utilizzati per la compilazione del MUD (Model-
lo Unico di Dichiarazione), in cui vengono annualmente comunicati dalle aziende qualit e quantit dei ri-
fiuti prodotti.
CO (monossido di carbonio): un gas prodotto dalla combustione incompleta di carburanti e combustibili
fossili. La fonte principale costituita dai motori a benzina non dotati di marmitta catalitica ossidante.
CO2 (anidride carbonica): un gas inodore, incolore, insapore che si produce in seguito a processi di com-
bustione, respirazione e decomposizione di materiale organico. Tra le sue caratteristiche quella di assor-
bire le radiazioni infrarosse emesse dalla superficie terrestre per cui contribuisce al cosiddetto effetto ser-
ra.
COD (Chemical Oxygen Demand): quantit di ossigeno necessaria ad ossidare la sostanza organica pre-
sente nel refluo, inclusa quella non biodegradabile.
Cogenerazione: processo mediante il quale due prodotti energetici diversi, come lenergia elettrica e il ca-
lore, possono essere generati insieme da un solo impianto progettato ad hoc, caratterizzato da uneleva-
ta efficienza ambientale.
COV (Composti Organici Volatili): rappresentano la frazione volatile degli idrocarburi che compongono
i combustibili e comprendono sostanze con numero di carbonio da 4 a 8. Sono emessi nellambiente prin-
cipalmente per evaporazione; oltre ad essere in qualche caso pericolosi, concorrono alla produzione dello
smog fotochimico.
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 95
DeNOX SCR: tecnologia tra le pi significative Best Available Tecniques per la denitrificazione dei fumi, cio
abbattimento della presenza di ossidi di azoto. Per innescare le reazioni chimiche necessarie a ridurre gli NOX,
il sistema utilizza lammoniaca, mantenuta costantemente a livelli del tutto trascurabili grazie a sistemi di
controllo continuo.
Desolforazione: processo di trattamento di frazioni petrolifere finalizzato alla riduzione del contenuto di
zolfo nei prodotti petroliferi.
Effetto serra: aumento graduale della temperatura media dellatmosfera come effetto dellaumento del-
la concentrazione dei gas ivi presenti. Tra le sostanze che contribuiscono in maniera significativa alleffet-
to serra (gas serra) vi sono i clorofluorocarburi (CFC), lanidride carbonica (CO2), il metano (CH4), gli ossidi
di azoto (NOX), esafluoruro di zolfo (SF6).
Emissione: rilascio nellecosistema di qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa che possa produrre di-
rettamente o indirettamente un impatto sullambiente.
Emissione convogliata: emissione atmosferica derivante dal ciclo produttivo in relazione ai processi di ge-
nerazione dellenergia termica ed elettrica necessaria al funzionamento degli impianti di produzione e del-
le reti di servizio. Per la raffineria sono le emissioni continue convogliate originate dai processi di combu-
stione in forni e caldaie.
Emissione diffusa: costituita da tutte le emissioni non canalizzate, a cui non pu associarsi una porta-
ta. Tali emissioni possono essere continue o discontinue e si possono presentare sotto forma di polveri, va-
pori, gas, aeriformi in genere. Sono generalmente prodotte da perdite per evaporazione di componenti de-
gli impianti di lavorazione o dai serbatoi di stoccaggio.
EPA (Environmental Protection Agency): Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA, con sede a
Washington, responsabile della gestione del Programma Nazionale dellAmbiente.
EPER (European Pollutant Emission Register): il Registro Europeo delle emissioni di inquinanti, isti-
tuito dalla Commissione Europea con Decisione adottata il 17 luglio 2000 (2000/479/EC) in accordo con
lArticolo 15 della Direttiva 96/61/EC del Consiglio Europeo sulla prevenzione e la riduzione integrate del-
l'inquinamento (IPPC). Rappresenta la prima e pi ampia rendicontazione in ambito UE delle emissioni da
insediamenti industriali in aria ed acqua.
Extrarete: il canale di vendita di prodotti petroliferi destinato a clienti grossisti, quali industrie, consor-
zi ed enti pubblici.
GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale): istituito ai sensi dellarticolo 3 del decreto legi-
slativo n.79/99, la societ per azioni, le cui quote sono detenute dal Ministero del Tesoro, che esercita le
attivit di trasmissione e di distribuzione dellenergia elettrica in Italia, compresa la gestione unificata del-
la rete di trasmissione nazionale.
Hydroskimming: schema impiantistico di base di un processo di raffinazione, costituito da impianti di fra-
zionamento primario del greggio (topping, vacuum), di miglioramento ottanico della virgin naphtha (ca-
talytic reforming) e di desolforazione dei gasoli (hydrofining).
IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle): impianto che permette la produzione di un gas di sin-
tesi dai residui di raffineria (sezione SMPP) e la successiva produzione combinata di energia elettrica e ca-
lore (sezione CCPP).
Impatto ambientale: qualunque modificazione dellambiente, positiva o negativa, totale o parziale,
conseguente ad attivit, prodotti o servizi di unorganizzazione.
Indicatori ambientali: parametri di tipo quantitativo che rappresentano in maniera sintetica landamen-
to di una particolare variabile o fenomeno considerato.
INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti): Registro nazionale delle emissioni nato
in base al D.Lgs 4 agosto 1999, n. 372 (attuazione della Direttiva 96/61/CE) e ai Decreti del Ministero del-
l'ambiente e della tutela del territorio del 23/11/2001 e del 26/04/2002. Si tratta di una raccolta di infor-
mazioni sulle emissioni dei siti industriali nazionali soggetti alla normativa IPPC. La normativa prevede, in-
fatti, che tali aziende comunichino annualmente all'APAT i dati qualitativi e quantitativi rispetto ad un elenco
definito di inquinanti presenti nei reflui gassosi ed acquosi dei loro impianti. Le comunicazioni sono quin-
di trasmesse al Ministero dell'Ambiente per l'invio alla Commissione Europea ed andranno a costituire il re-
gistro EPER.
IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change): organo intergovernativo sui cambiamenti climatici.
Costituito su mandato dell'ONU, ha un ruolo di consulenza scientifica e non di ricerca.
IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control): direttiva europea del 1996 su Prevenzione e ri-
duzione integrate dellinquinamento inerente la riduzione dellinquinamento dai vari punti di emissione
nell'intera Unione Europea, recepita in Italia con il D.Lgs 372/99.
ISO (International Organization for Standardization): lorganizzazione internazionale non governativa,
con sede a Ginevra, cui aderiscono gli organi normatori di circa 140 paesi e che ha il compito di studiare,
redigere e divulgare nella comunit internazionale il complesso delle norme riguardante essenzialmente la
Gestione Ambientale (ISO 14000) e il Sistema Qualit (ISO 9000) relativi alle aziende di ogni settore.
kWh (Chilowattora): unit di misura dellenergia elettrica prodotta o consumata, pari alla energia prodotta
in 1 ora alla potenza di 1 kW.
Lavorato: materia prima in ingresso in una raffineria; comprende greggi, semilavorati ed additivi.
MW (Megawatt): multiplo del kW (Chilowatt), lunit di misura della potenza di un impianto di produzione
di energia elettrica, cio della sua capacit di produrre energia. Misura anche la potenza assorbita da un ap-
parecchio utilizzatore. Ad esempio, una lampadina pu assorbire 0,1 kW (100 Watt). 1 MW = pari a 1.000
kW.
MWh (Megawattora): unit di misura dellenergia elettrica prodotta o consumata, pari alla energia pro-
dotta in 1 ora alla potenza di 1 MW, pari a 1.000 kWh.
MWhe: misura della potenza elettrica di un impianto
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 96
MWht: misura della potenza termica di un impianto
NOX (ossidi di azoto): sono composti gassosi costituiti da azoto ed ossigeno (NO, NO2, ecc), normalmente
rilasciati durante il processo di combustione dei combustibili fossili nei quali lazoto libero (N2) si ossida. In
atmosfera costituiscono i principali agenti determinanti lo smog fotochimico e, dopo lSO2, sono i maggiori
responsabili delle piogge acide.
O3 (ozono): molecola piuttosto instabile costituita da tre atomi di ossigeno. Si forma come inquinante se-
condario, principalmente dalle reazioni fotochimiche che coinvolgono altre sostanze (i precursori), ovvero
gli idrocarburi (HC) e gli ossidi di azoto (NOX) emessi da attivit umane.
OHSAS (Occupational Health and Safety 18000 Assessment Series): normativa sviluppata in sostitu-
zione della precedente British Standard 8800 per rispondere alla crescente domanda di uno standard rico-
nosciuto circa lorganizzazione necessaria per gestire Salute e Sicurezza. La certificazione OHSAS 18001
stata sviluppata in modo da risultare compatibile alle ISO 14001 e ISO 9001 e permettere ladozione di un
Sistema di Gestione Integrato. Pur non rappresentando ancora uno standard internazionale, la certificazione
OHSAS 18001 ottenibile seguendo un iter simile a quello utilizzato per le ISO.
p.p.b. (parts per billion, parti per miliardo): parti di un composto chimico presenti in un miliardo di par-
ti di un determinato gas, liquido o miscuglio.
p.p.m. (parts per million, parti per milione): parti di un composto chimico presenti in un milione di par-
ti di un determinato gas, liquido o miscuglio.
Piezometro: tubo o pozzo di piccolo diametro inserito in un corpo idrico e usato per misurare, tramite il
livello raggiunto dall'acqua al suo interno, la quota della piezometrica (la linea luogo dei punti aventi una
quota pari a quella del corpo idrico) in un determinato punto.
Politica Integrata: dichiarazione, fatta da unorganizzazione, delle intenzioni e dei principi in relazione al
suo complessivo impegno per la salvaguardia della Salute, della Sicurezza e dellAmbiente. Fornisce uno sche-
ma di riferimento per lattivit e per la definizione degli obiettivi e dei traguardi nel campo della sicurezza
e dellambiente (OHSAS 18001 e ISO 14001).
Protocollo di Kyoto: atto esecutivo approvato dalla Conferenza delle Parti (Kyoto, 1-10 dicembre 1997)
e contenente le prime decisioni sulla attuazione operativa di alcuni degli impegni (quelli pi urgenti e prio-
ritari, relativi ad alcuni settori delle economie nazionali) della Convenzione UN-FCCC (Convenzione Qua-
dro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, approvata nel 1992 e ratificata dallItalia nel 1994). Il Pro-
tocollo rappresenta un punto di partenza per i problemi del clima e dello sviluppo sostenibile, ma soprat-
tutto per la cooperazione mondiale anche in settori quali la biodiversit e la desertificazione. Impegna i Pae-
si industrializzati e quelli ad economia in transizione (i Paesi dellest europeo) a ridurre entro il 2010 com-
plessivamente del 5% le emissioni dei cosidetti gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azo-
to, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo).
PST (Polveri Sospese Totali): costituito da particelle solide piccolissime in sospensione in aria. Per la mag-
gior parte materiale carbonioso incombusto che pu assorbire sulla sua superficie composti di varia natura.
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 97
La frazione di particolato con diametro inferiore a 10 (1 = 1 milionesimo di metro) pu superare le vie ae-
ree ed arrivare ai polmoni, diventando potenzialmente pericoloso per la salute umana a seconda delle sostan-
ze che compongono il particolato.
Rete: i punti vendita, presso i quali viene effettuata la vendita di carburanti al consumatore finale.
Rischio di incidente rilevante: probabilit che un avvenimento connesso ad uno sviluppo incontrollato
di unattivit industriale possa dar luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per luomo e per lam-
biente.
SMPP: vedi la voce IGCC
Sistema di gestione: la struttura organizzativa, le attivit di pianificazione, le responsabilit, le procedu-
re, le prassi, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere atti-
vo il controllo, ove possibile, su tutte le variabili interne ed esterne ad unorganizzazione.
SO2 (anidride solforosa): un gas incolore, di odore pungente che viene rilasciato durante la combustione
di combustibili fossili contenenti zolfo. In atmosfera elevate concentrazioni di SO2 rappresentano la causa
principale della formazione di piogge acide.
SST (Solidi Sospesi Totali): materiale solido finemente suddiviso in sospensione in acqua.
TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio): unit di misura convenzionalmente utilizzata per la determinazio-
ne dellenergia contenuta nelle diverse fonti tenendo conto del loro potere calorifico.
VIA (Valutazione dImpatto Ambientale): procedura preliminare mediante la quale vengono valutati gli
effetti di un progetto sullambiente in cui andr ad inserirsi, prima che venga approvato. Implica lelabora-
zione di uno Studio di Impatto Ambientale, la consultazione pubblica, la decisione dellautorit competente,
la messa in atto di processi di monitoraggio e di misure di mitigazione indicate nello Studio.
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 98
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 99
Appendice normativa
AMBIENTE
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
DPR 24/5/1988 n. 203 - Recepimento direttive comunitarie in materia di qualit dellaria e di
inquinamento prodotto da impianti industriali.
DM 2/04/02 n. 60 - Valori limite di qualit dellaria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di a-
zoto gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di
qualit aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.
DM 8/5/1989 - Limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati dai gran-
di impianti di combustione.
DM 12/7/1990 - Linee guida per il contenimento delle emissioni e fissazione dei valori limite dI
emissione. Attuativo del DPR 24/5/1988 n. 203 art. 3. Limiti di bolla per le raffinerie.
DM 20/5/1991 - Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualit dell'aria.
DM 20/5/1991 - Criteri per l'elaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela del-
la qualit dell'aria.
DM 5/9/1994 - Elenco delle industrie insalubri.
DM 15/4/1994 - Norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli dattenzione
e dallarme per gli inquinamenti atmosferici nelle aree urbane.
DM 25/11/1994 - Aggiornamento delle norme tecniche di cui al DM 15/4/1994.
DM 21/12/1995 - Metodi di controllo delle emissioni in atmosfera dagli impianti industriali.
DM 16/5/1996 - Sistema di sorveglianza dellinquinamento da ozono. In vigore fino allema-
nazione dei decreti di cui allart. 4 del D.Lgs. 351/99.
L. 4/11/1997 n. 413 - Misure per la prevenzione dellinquinamento da benzene. Il provvedimento
prevede misure per il contenimento delle emissioni diffuse di COV.
DPCM 8/07/2003 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obietti-
vi di qualit per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici
alle frequenze di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.
DPCM 8/07/2003 - Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obietti-
vi di qualit per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici
generati a frequenza compresa tra 100 KHz e 300 GHz.
DM 10/2/2000 - Metodiche di controllo del tenore di benzene e idrocarburi aromatici nelle benzine.
DM 21/1/2000 n. 107 - Norme tecniche per ladeguamento degli impianti di deposito di ben-
zina ai fini del controllo delle emissioni di vapori.
D.Lgs 4/8/1999 n. 351 - Valutazione e gestione della qualit dellaria. Recepimento della Di-
rettiva 96/62/CE.
DPCM 28/3/1983 - Limiti massimi daccettabilit delle concentrazioni di inquinanti nellaria.
DM 2/4/2002 n.60 - Valori limite di qualit dellaria per SOx, NOx, PTS, Pb, benzene, CO.
DM 20/09/2002 - Modalit per la garanzia della qualit del sistema delle misure di inquinamento
atmosferico, ai sensi del decreto legislativo n.351/1999.
Del.Cons.Reg. 30/5/2001 n.3 - Piano regionale di tutela e risanamento della qualit dellaria.
D.G.R. 3/7/2001 n.1551 - Protocollo dintesa api-autorit locali su misure da attuare per fron-
teggiare situazioni demergenza relative alla formazione dozono nellestate 2001.
L. 28/12/1993 n.549 - Misure a tutela dellozono stratosferico.

DM 3/10/2001 - Recupero, riciclo e distribuzione halon.
L. 1/06/2002 n.120 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici
TUTELA DELLE ACQUE
D.Lgs 11/5/99 n. 152 - Disposizioni sulla tutela delle acque dallinquinamento.
RD 12/12/33 n. 1775 - Disposizioni sulla tutela delle acque dallinquinamento. Vecchio testo
unico sulle acque, modificato e sostituito in parte dalle norme successive.
D.Lgs 18/08/2000 n. 258 - Nuovo testo unico sulle acque.
D.lgs 6/11/2003 n.367 - Regolamento concernete la fissazione di standard di qualit ambiente
per le sostanze pericolose. Standard qualit ambiente acquatico.
DPCM 27/7/1989 - Rete di monitoraggio dei dati ambientali del mare Adriatico.
D.Lgs 12/7/93 n. 275 - Riordino in materia di concessione dacque pubbliche.
L. 6/12/1993 n.502 - Disposizioni per la regolamentazione degli scarichi termici a mare.
L. 5/1/1994 n. 36 - Disposizioni in materia di risorse idriche: tutela, prelievo, utilizzo.
DPR 18/2/1999 n. 238 - Attuazione di alcune disposizioni della L. 5/1/1994 n. 36. Durata ca-
noni demaniali e concessioni.
D.C.R. 29/2/2000 n.302 - Piano di tutela delle acque - 1
a
fase: acque superficiali.
Quaderno n.100 1/9/1994 - Metodi analitici per le acque (CNRC-IRSA).
DM 12/06/2003 n. 185 - Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue.
INQUINAMENTO MARINO
L. 6/4/1977 n. 185 - Ratifica convenzione di Bruxelles in materia dinquinamento da idrocar-
buri.
L. 31/12/1982 n. 979 - Difesa del mare. Gestione delle emergenze per inquinamenti causati da
incidenti.
L. 27/5/1999 n. 177 - Ratifica convenzione di Londra del 1992 in materia dinquinamento da
idrocarburi.
L. 27/5/1999 n.175 - Ratifica della Convenzione di Barcellona del 1995 per la protezione del
Mediterraneo dallinquinamento.
L. 27/5/1999 n.193 - Ratifica del Protocollo dAtene del 1980 per la protezione del Mediterraneo
dallinquinamento dorigine tellurica.
DM 19/4/1999 n 432 - Regolamento dattuazione di norme internazionali per la sicurezza del-
le navi.
RIFIUTI E BONIFICA DEI SITI INQUINATI
D.Lgs 5/2/1997 n. 22 - Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti
pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti dimballaggio. Con successive modifiche ed
integrazioni.
D.Governo 13/01/2003 n. 36 - Attuazione direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
L. 31/10/2003 n. 306 - Disposizioni per ladempimento degli obblighi derivanti dallappartenenza
dellItalia alla Comunit europea (art.23). Modifica disciplina delle terre da scavo.
L. 8/08/2002 n. 178 - Art.14 - Interpretazione autentica della definizione di rifiuto di cui al-
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 100
lart. 6, comma 1, lettera A, del D.Lgs 5/02/1997 n.22.
DM 13/03/2003 - Criteri di ammissibilit dei rifiuti in discarica.
Direttiva Ministero Ambiente 9/4/2002 - Spedizioni dei rifiuti (recepimento del regolamento
n. 2557/2001), Nuovo elenco dei rifiuti (CER).
Delibera 27/7/1984 - Disposizioni sullo smaltimento dei rifiuti.
DM 5/2/1998 - Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate
di recupero.
L. 25/1/1994 n. 70 - Norme per la semplificazione degli adempimenti in materia ambientale.
Modello unico di dichiarazione dei rifiuti (MUD). Il modello stato aggiornato dal DPCM
31/3/1999.
DM 1/4/1998 n.148 - Registro di carico e scarico.
DM 1/4/1998 n.145 - Formulario daccompagnamento.
DM 11/3/1998 n.141 - Norme per lo smaltimento in discarica dei rifiuti.
D.Lgs 22/5/99 n. 209 - Smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili. Attuazione del-
la direttiva 96/59/CE.
DM 11/2/1989 - Modalit per la presentazione delle denunce delle apparecchiature contenenti PCB.
DM 11/10/01 - Condizioni per lutilizzo dei trasformatori in PCB.
D.C.R. 15/12/1999 n. 284 - Piano regionale per la Gestione dei rifiuti.
L.R. 28/10/1999 n. 28 - Disciplina regionale in materia di rifiuti.
D.G.R. 18/5/1998 n. 1115 - Indicazioni regionali sul D.Lgs 22/1997.
L. 21/12/2001 n. 443 - Delega al Governo in materia di infrastrutture. Interpretazione su ter-
re e rocce di scavo.
DM 25/10/1999 n. 471 - Criteri, procedure e modalit per la messa in sicurezza, la bonifica e
il ripristino ambientale dei siti inquinati. Attuativo dellart. 17 del D.lgs. 5/2/1997 n. 22.
L.31/7/2002 n.179 - Disposizioni in materia ambientale dei rifiuti sanitari.
DM 12/6/2002 n.161 - Individuazione dei rifiuti pericolosi sottoposti alle procedure semplifi-
cate di recupero.
D.Lgs 8/7/2002 n138 - Interventi urgenti in materia tributaria.
QUALIT DEI PRODOTTI
DPCM 23/11/00 n. 434 - Qualit della benzina e del combustibile diesel. Recepimento della Di-
rettiva Fuel (98/70/CE).
DPCM 8/3/2002 - Caratteristiche merceologiche dei combustibili.
DPCM 7/9/2001 n. 395 - Recepimento della direttiva 99/32/CE relativa alla riduzione del tenore
di zolfo di alcuni combustibili liquidi.
INQUINAMENTO ACUSTICO
L. 26/10/1995 n. 447 - Legge quadro sullinquinamento acustico.
Delibera Regionale Marche 24/06/03 n. 896 - Criteri e linee guida per la zonizzazione acu-
stica del territorio, di cui alla Legge regionale 28/2001.
Legge Regionale Marche 14/11/2001 n. 28 - Legge quadro regionale sullinquinamento acu-
stico.
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 101
DPCM 1/3/1991 - Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nellambiente
esterno.
DPCM 14/11/1997 - Valori limite delle sorgenti sonore.
DM 11/12/1996 - Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo.
DM 16/3/1998 - Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.
L.R. 20/11/2001 n.28 - Programma per lattuazione della legge quadro 147/1995.
VALUTAZIONE DIMPATTO AMBIENTALE E IPPC
DPCM 10/8/88 n. 377 - Pronunce di compatibilit ambientale.
DPCM 27/12/1988 - Norme tecniche per la redazione degli studi dimpatto ambientale.
D.Lgs 4/8/1999 n. 372 - Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento (IPPC). Recepi-
mento direttiva 96/61/CE.
Legge 27/12/2002 n.289 Finanziaria 2003 art. 77 - Autorizzazione integrata ambientale
statale per impianti di cui art.1, comma 1, DPR 377/88.
DM 23/11/2001 - Modello per la comunicazioni dati per inventario emissioni INES (EPER).
SISTEMI DI GESTIONE
UNI EN ISO 14001:96 - Sistema di gestione ambientale (requisiti e guida per l'uso).
Reg. 761/2001 - EMAS II - Regolamento europeo sulladesione volontaria delle organizzazio-
ni ad un sistema comunitario di ecogestione e audit.
OHSAS 18001: 99 - Occupational Health and Safety management systems specification.
UNI 10617: 97 - Sistema di gestione della sicurezza (requisiti essenziali).
UNI EN ISO 9001:2000 - Sistema di gestione della qualit (requisiti essenziali). Revisione UNI
EN ISO 9002:1994.
Rapporto Ambientale 2003 Strumenti 102
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2003
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