Da molti anni conduco in locazione un locale ad uso commerciale con
afflusso di pubblico situato in una palazzina con altri negozi ed
appartamenti. Tale palazzina appartiene a tre comproprietari ed ho saputo che due di essi si sono accordati per vendere tutti i loro beni ovvero sia gli appartamenti sia i locali commerciali compreso quello da me condotto in locazione. Da parte mia non ho ricevuto alcun avviso di tale vendita. Vi domando: ma la legge non mi attribuisce un diritto di prelazione in caso di vendita dell' immobile locato? Non mi doveva forse arrivare un avviso con invito ad esercitare la prelazione? Se le cose stanno così , cosa posso fare e quali sono i miei diritti? Risponde Avv. Maurizio Malaguti: Il quesito posto dal lettore investe il più ampio tema della prelazione riconosciuta dall' art. 38 della legge 392/78 ai conduttori di unità adibite ad uso commerciale in caso di alienazione dell' immobile locato. Nel caso in cui il locatore intenda trasferire a titolo oneroso l' immobile suddetto, deve infatti darne notizia al conduttore con atto notificato a mezzo ufficiale giudiziario indicando il prezzo e tutte le altre condizioni di vendita ed entro il termine di sessanta giorni il conduttore deve esercitare il diritto sempre con atto notificato a mezzo ufficiale giudiziario offrendo condizioni uguali alle prime. Tuttavia le cose cambiano nel caso in cui la vendita non riguardi solo l' immobile locato ma una pluralità di immobili tali da configurare una vendita in blocco. Infatti benché l' articolo in oggetto non dica alcunché in proposito, la giurisprudenza ha elaborato da tempo una interpretazione della norma secondo la quale in tema di locazione di immobili urbani ad uso non abitativo le disposizioni degli art..38 e 39 L. 392/78, integrano una limitazione del potere dispositivo del proprietario locatore espressamente subordinata al presupposto della identità dell' immobile locato con quello oggetto del trasferimento. Pertanto qualora il locatore progetti ed attui una vendita in blocco e per un prezzo globale dell' intero stabile in cui si trovi la porzione locata e qualora il contratto di vendita si presenti come un contratto unitario e non frazionabile in distinti trasferimenti della singole porzioni del fabbricato la Corte di Cassazione con decisioni univoche da molti anni or sono, esclude l' applicazione delle norme sulla prelazione e conseguentemente disconosce la possibilità del conduttore di impedire la vendita dell' intero immobile e questo perché nel caso di vendita in blocco l' oggetto del contratto è diverso da quello condotto in locazione . Tuttavia si possono verificare casi come quello del lettore in cui la vendita non riguarda l' intero immobile bensì una sua parte. Anche in questo caso i principi applicabili sono i medesimi in quanto si tratterà di stabilire se si tratta di una vera vendita in blocco o solo di vendita cumulativa . Secondo la Suprema Corte (Cass. 26981/2007)le due vendite si differenziano sotto il profilo oggettivo in quanto mentre la vendita cumulativa riguarda più immobili non strutturalmente omogenei né coordinati funzionalmente, la vendita in blocco deve riguardare o l' intero stabile in cui si trovi come porzione distinta dalle altre l' immobile locato ovvero una parte dello stabile medesimo costituente un complesso unitario con una individualità propria e diversa da quella della singola unità locata. Per tornare al caso concreto, dalle notizie fornite sembrerebbe trattarsi di una vera e propria vendita in blocco per cui nel caso il lettore si vedrebbe escluso dalla prelazione . E' tuttavia opportuno esaminare approfonditamente il contratto per poter comprendere compiutamente la fattispecie di fronte alla quale ci si trova.