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(a)
(b)
Figura 6.1. Impianto di regolazione e distribuzione: a) sistema; b) descrizione a
blocchi
128
(a)
1
0.9
Ri=0.99
0.8
Ri=0.98
0.7
0.6
0.5
Ri=0.95
0.4
10
15
numero di componenti
20
(b)
Figura 6.2. Sistema serie: a) configurazione; b) adabilit di un sistema serie al
variare del numero di componenti e della loro adabilit
(6.1)
Ri
i=1
i=1
(6.2)
[1 Fi (t)]
exp(t) = e
i=1
i=1
i t
(6.3)
(6.4)
i=1
Nel caso di sistemi serie con componenti caratterizzati da vite distribuite come
esponenziali:
1
MTTF =
RS (t)dt =
Ri (t) dt =
i=1
e(
i=1
i ) t
129
1
dt = n
i=1 i
(6.5)
130
Esempio 6.2 Si calcoli il tasso di guasto di un sistema che deve operare per 5000
ore, costituito da 3 componenti in serie, la cui vita descritta da:
h1
Il tasso di guasto medio del sistema si calcola come descritto dalla (6.4), considerando
i componenti descritti tutti da esponenziali negative:
sist,
approx
B + C = 1.52 104 h1
= 1/M T T FA +
= ln R = 1.52 104 h1
t
B stato calcolato con un approccio simile,
I due risultati coincidono giacch
trattando il componente B come se fosse descritto da una distribuzione esponenziale
negativa.
Esempio 6.3 Si consideri il sistema dellEsempio 6.2: si calcoli il M T T F del sistema.
Il calcolo esatto del M T T F si ottiene dallintegrale delladabilit del sistema:
M T T Fsist =
Rsist ds = 5.12 103 h
0
1
1
=
M T T Fsist
M T T Fi
131
RA
0.9
RB
R
0.8
Rtot
affidabilit
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0 2
10
10
10
10
tempo [h]
approx
1
M T T Fi
M T T FB =
1
A +
1
M T T FB
+ C
= 4.18 103 h
RB = 8.9 103 h
132
i=1
i=1
(6.9)
(1 Ri )
(1 Ri ) = 1
(6.10)
(Fi )
i=1
La probabilit cumulata della vita del sistema quindi data dal prodotto delle
cumulate dei singoli componenti:
FS (t) =
(6.11)
Fi (t)
i=1
n=4
0.9
n=3
0.8
RP
n=2
(a)
0.7
0.6
0.5
0.5
n=1
0.6
0.7
0.8
0.9
(b)
M T T FS =
RS (t)dt =
i=1
(1 Ri (t)) dt ,
i t
MTTF =
1
1e
dt
0
133
(6.12)
(6.13)
i=1
1
1
1
+
(6.14)
M T T FS =
1 1 e1 t 1 e2 t dt =
+
2
1
2
1
0
da cui si ottiene (nel caso 1 = 2 = ):
M T T FS =
2
1
3
=
2
2
(6.15)
1
1
1
1
M T T FS =
1 + + +
(6.16)
2
n
1 dRS
R dt
134
0.9
0.8
0.7
R, RS
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
50
100
150
200
250
300
tempo [h]
(a)
(b)
0.03
h(t)
0.025
0.02
0.015
0.01
0.005
50
100
150
200
250
300
t [h]
(c)
Figura 6.6. Sistema parallelo di 3 componenti: a) configurazione; b) adabilit del
sistema al variare del tempo; c) tasso di guasto del sistema
.
E interessante osservare che, se volessimo ottenere la stessa adabilit con un
= 104 [h1 ]
solo componentone, questultimo dovrebbe avere un tasso di guasto
135
2
3
la vita media aumenta quindi aumenta rispetto al componente base, ma in misura
non proporzionale al numero dei componenti.
Immaginando di fare 1000 missioni da t = 10h, avremo un numero di rotture:
nf =
1000 10
54
183.33
cedimenti
1000 54
= 0.946
1000
con 1 solo componente, avremo 100 missioni fallite su 1000 (100 componenti da
rimpiazzare);
con un parallelo di 3 componenti con manutenzione regolare, avremo 1 missione
fallita su 100 (a fronte di 260 operazioni di manutenzione per un totale di circa
300 componenti da rimpiazzare);
con un parallelo di 3 componenti senza manutenzione regolare, avremo 54
missioni fallite su 1000 con un rimpiazzo di 162 componenti.
136
6.4 Ridondanze k su n
Consideriamo 2 componenti identici, se indichiamo con R ed F rispettivamente
la sopravvivenza ed il cedimento dei pezzi, le possibili combinazioni di quanto
pu succedere si ricavano da:
(R + F )2 = R2 + 2 F R + F 2 = 1
ovvero avremo le seguenti possibilit: i) ambedue i pezzi sopravvivono; ii) 2
combinazioni di 1 pezzo rotto ed 1 funzionante; iii) ambedue i pezzi si rompono. Quando calcoliamo ladabilit di un sistema costituito dai 2 componenti
in parallelo, sommiamo le probabilit di accadimento dei primi due casi.
Allo stesso modo se esaminiamo 3 pezzi:
(R + F )3 = R3 + 3 R2 F + 3 R F 2 + F 3 = 1
avremo le seguenti possibilit: i) sopravvivenza di 3 pezzi; ii) 3 combinazioni
in cui 2 pezzi sopravvivono; iii) 3 combinazioni in cui 1 pezzo sopravvive; iv)
cedimento dei 3 pezzi. Come sopradetto, ladabilit del parallelo corrisponde
alla somma delle probabilit dei primi tre casi.
Se per il nostro sistema funziona solo con 2 pezzi su 3, ladabilit (che
indichiamo con R(2,3) ) risulta:
R(2,3) = R3 + 3 R2 F
(6.17)
n
i=k
Ri (1 R)n1
(6.18)
137
n
n1
n t i
MTTF =
e
1 et
dt
(6.19)
i
0
i=r
E1
E2
(a)
E1
E2
(b)
138
ovvero:
f1 (t1 )dt1 R2 (t2 )
(6.20)
t
0
(6.21)
(6.23)
Nel caso in cui allo switch vada attribuita una adabilit RSW ladabilit
del sistema diventa4 :
t
RS = R1 (t) +
f1 (x) R2 (t x) RSW (x)dx
(6.24)
0
RSW pu non dipendere dal tempo in tal caso viene espressa come unadabilit
per operazione
M T T FS =
RS dt =
et dt +
139
(t) et dt
2
+
=
(6.26)
2
ti
RS = et 1 +
i!
i=1
(6.27)
n+1
(6.28)
1
RS = e1 t +
e1 t e2 t
(6.29)
2 1
140
1
RS = e1 t + RSW
e1 t e2 t
(6.30)
2 1
Esempio 6.7 Consideriamo un generatore di tensione avente un tasso di guasto
1 = 0.0002 [h1 ] al quale aancato un sistema di emergenza costituito da una
batteria avente 2 = 0.001 [h1 ] che viene azionato da uno swith con unadabilit
RSW = 0.99 per operazione, calcolare ladabilit del sistema per una missione
t = 10h.
generatore
batterie
switch
Figura 6.8. Sistema di generazione elettrica con ridondanza in stand-by
Applicando la (6.29) si ottiene (sapendo che R1 = e(1 t) ed R2 = e(2 t) ):
RS = R1 + RSW
1
R1 R2 = 0.99998
2 1
2
1
0
che ci fornisce M T T FS = 5990 [h]. Ladabilit per una missione potremmo quindi
calcolarla come:
10
RS,nochecks = e 5990 = 0.9983
e risulterebbe di poco maggiore delladabilit del solo generatore.
141
1
2
1
(a)
(b)
Figura 6.9. Sistema in parallelo con variazione del tasso di guasto: a) 2 componenti
in parallelo con tasso 1 assumono un tasso 2 in caso di funzionamento singolo; b)
rappresentazione con uno schema stand-by
21 21 t
RS = e21 t +
e
e2 t
(6.32)
2 21
142
n3
(1 R3 ) = 0.98
n5
(1 R5 ) = 0.97
i=1
i=1
(6.33)
143
S N (320, 20) M P a
Ricordando che il limitatore riporta alla pressione massima tutte le pressioni ad essa
superiori, (vedasi Fig. 4.28(b) possibile ricavare ladabilit in caso di assenza del
limitatore e con limitatore:
Rsenza
Rcon
limitatore
= 0.9113
limitatore
= 0.9991
Anche i sistemi con limitatore si prestano ad essere analizzati con il metodo della probabilit condizionata; si supponga, per esempio, che il limitatore abbia unadabilit
pari a 0.95: applicando la (6.33) ladabilit del recipiente risulta:
Rsist = {Rsist , LIM non funz } P rob { LIM non funz }
Schema a ponte
Considerando lo schema a ponte di Fig.6.12(a) , attraverso il metodo delladabilit condizionata si pu dividere in due sottocasi a seconda che E5
144
E3
E5
E2
E4
(a)
E1
E3
E1
E3
E2
E4
E2
E4
(b)
E1
E3
E2
E4
(c)
Figura 6.12. Sistema a ponte: a) configurazione; b) schema quando E5 funziona;
c) schema quando E5 non funziona
.
E2
145
E2
E4
E1
E5
E3
(a)
E4
E1
E5
(b)
E1
E3
E5
(c)
Figura 6.13. Schema con elemento ripetuto: a) configurazione; b) schema quando
E2 funziona; c) schema quando E2 non funziona
.
componente E2 in modo indipendente come se fossero due componenti diversi. Ancora una volta il modo di calcolare ladabilit utilizzare il metodo
delladabilit condizionata. In particolare ladabilit se E2 funziona :
R1 (R4 + R5 R4 R5 )
e quando E2 non funziona:
R1 R3 R5
R2 [R1 R3 R5 ] + (1 R5 ) [R1 R3 R5 ]
Se si fosse considerato E2 come in una valutazione semplice, si sarebbe
ottenuta una valutazione errata (ma conservativa) delladabilit del sistema.
146
(a)
(b)
Figura 6.14. Analisi di un sistema col Metodo dei Minimal Cut-set: a) MCS del
sistema; b) riduzione del sistema ad una serie di MCS
I Minimal Cut Sets del sistema riportato in Fig. 6.14 sono: i) el. 4; ii)
el. 1, 3; el. 2, 3. Ai fini della successiva analisi gli elementi del minimal cut
set sono tra di loro in parallelo. Il fatto che questo procedimento permetta di
riprodurre il sistema con semplici serie (dei MCS) e parallelo (degli elementi
allinterno dei MCS) consente di semplificare lanalisi di alcuni sistemi. Ovviamente arrivati alla Fig. 6.14(b), bisogna tenere adeguatamente in conto che
lelemento 3 compare due volte.
Esempio 6.10 Si ricavi ladabilit del sistema illustrato in Fig. 6.15 col metodo
della probabilit condizionata e con quello dei Minimal Cut-Set.
RA = 0.98
RB = 0.9
RC = 0.95
RD = 0.92
RE = 0.92
Probabilit Condizionata: dalla Fig. 6.11 e dalla (6.33) segue che:
Rsist = (RB RDE )(1 RC ) + RAB RC
e dato che:
RAB = 1 (1 RA )(1 RB ) = 0.998
147
n
n
j=1,j=i
(6.35)
dato che:
RS =
(6.36)
Rj
j=1
risulta:
dRi = n
dRS
j=1,j=i
Rj
(6.37)
j=1,j=k
Rj =
RS
Rk
(6.38)
possibile determinare quale componente permette di massimizzare lincremento di adabilit del sistema:
RS
RS
= max
(6.39)
k=1,2,...n
Ri
Rk
Lincremento di adabilit pu comportare aumenti indesiderati in termini
di costo, peso o volume. Consideriamo ad esempio ci il costo unitario delladabilit del componente i-esimo: il problema determinare laumento di
adabilit dRi che incrementi ladabilit del sistema di dRS e che minimizzi
il costo ci dRi .
148
n
n
Rk
dRS = dRi
Rk = dRj
k=1,k=j
k=1,k=i
da cui:
dRi
RS
RS
= dRj
Ri
Rj
e quindi
dRi =
Ri
dRj
Rj
(6.40)
n
n
=1
(1 Rk ) + dRi
(1 Rk )
k=1
k=1,k=i
(6.43)
da cui:
dRP
k=1,k=i (1 Rk )
dRi = n
(6.44)
RP
1 RP
=
(1 Rj ) =
(6.45)
Rk
1 Rk
j=1,j=k
149
(6.46)
Come nel caso del sistema serie si cercher ora la variazione dRi in grado di
aumentare ladabilit del sistema di dRP minimizzando il costo ci dRi . Si
consideri che leetto desiderato sia ottenibile indierentemente modificando
il componente i o j. La (6.44) pu essere riscritta:
n
n
dRP = dRi
(1 Rk ) = dRj
(1 Rk )
k=1,k=i
quindi:
k=1,k=j
n
n
dRi
dRj
(1 Rk ) =
(1 Rk )
(1 Ri )
(1 Rj )
k=1
k=1
dRi =
1 Ri
1 Rj
dRj
(6.47)
ci (1 Ri )
cj dRj
cj (1 Rj )
(6.48)
min
j=1,2,...n
cj (1 Rj )
(6.49)
150
(a)
(b)
Figura 6.16. Esempio 6.11: a) sistema base; b) ridondanza sul componente meno
adabile
RD,par = 1 (1 RD )2 = 1 (1 0.8)2 = 0.96
che sostituita nellequazione precedente fornisce la nuova adabilit del sistema:
Rsist = RA RB RC RD,par = 0.75
i=1
sist
d,i
151
(6.50)
i=1
sist
d,i = i
(6.51)
(6.52)
Dato che:
risulta:
sist 20 = 0.95
Rsist (20) = exp
sist = 0.00256 h
152
Esempio 6.14 Limpianto idraulico rappresentato in Fig. 6.1(a) deve compiere una
missione di 10000 ore con unadabilit di 0.95. Si consideri limpianto come composto dai sottosistemi: valvola soluto, centalina, sensore e pompe. Si ricavino i tassi
di guasto di ciascun sottosistema, ammettendo che i sottosistemi abbiano i seguenti
pesi:
valv.solvente = 0.1
valv.soluto = 0.1
centralina = 0.3
sensore = 0.2
pompe = 0.1
Imponendo:
risulta:
Il tasso di guasto della singola pompa pu quindi essere ricavato tramite la (6.14).
Rsist (t) =
Ri (t)
(6.53)
i=1
Indicando con wi la probabilit di cedimento del sistema per eetto del cedimento del sottosistema i, allora la probabilit di sopravvivenza del sistema
pari a 1 wi [1 Ri (ti )]. Ladabilit del sistema pu quindi essere espressa
come:
Rsist =
i=1
{1 wi [1 Ri (ti )]} =
i=1
1 wi 1 eti /mi
153
(6.55)
ti
ti
ti /mi
1e
1 1
=
mi
mi
e quindi la (6.55) pu essere riscritta:
Rsist
i=1
w i ti
1
mi
i=1
w i ti
i=1
mi
(6.56)
(6.57)
Ti = mi ni
Si pu notare che:
w i ti
w i ti n i
=
= ni
mi
Ti
w i ti
Ti
w i ti
w i ti
w i ti
=
+
+ ... =
Ti
Ti
Ti
j=1
k
ed essendo N =
i=1 ni il numero dei componenti totali del sistema,
ladabilit pu essere riscritta nel modo seguente:
ni
k
w i ti
w
t
i
i
Rsist exp
exp
(6.58)
m
T
i
i
i=1
i=1 j=1
Se ogni componente contribuisce ugualmente alladabilit del sistema si ha:
w i ti
= c = costante
Ti
e quindi, per la (6.58), ladabilit diventa:
ovvero:
N wi ti N
Rsist ecN = ec
= e Ti
,
ln Rsist = N
w i ti
Ti
w i ti N
.
n i mi
154
Risulta quindi:
mi =
N w i ti
ni ln Rsist
(6.59)
5
2
8
6
4
10
25
5
20
15
0.20
0.10
0.20
0.15
0.25
155
(6.61)
(6.63)
Rm (t) = R(t0 )R(t t0 )|t=2t0 R(t 2t0 ) = R (t0 )R(t 2t0 ) per 2t0 t 3t0
(6.62)
In generale quindi (Fig. 6.18):
Rm (t)dt + ... =
it0
M T T Fm =
i=0
R (t0 )
i=0
che definendo
pu essere riscritta come:
M T T Fm =
t0
(i+1)t0
(6.64)
Rm (t)dt
it0
(i+1)t0
it0
(6.65)
R( )d
(6.66)
= t it0
i=0
Inoltre poich:
(i+1)t0
R (t0 )
t0
=0
156
R(t)
Rm(t)
0.9
0.8
0.7
R(t)
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
t0
2t
3 t0
4 t0
5t
Ri (t0 ) =
i=0
1
1 R(t0 )
(6.67)
1
1 R(t0 )
t0
R( )d
(6.68)
=0
interessante confrontare ladabilit di un componente con e senza manutenzione nel caso delle due distribuzioni maggiormente utilizzate per descrivere
ladabilit nel tempo dei componenti.
Distribuzione esponenziale
Nel caso di un componente avente adabilit descritta dalla (5.9), ladabilit
del componente con manutenzione preventiva risulta:
i
Rm (t) = et0 e(tit0 ) = et0 i et et0 i = et
(6.69)
R(t) = exp
157
i
t0
t it0
Rm (t) = exp
exp
(6.70)
exp
t0
t0
Rm (it0 )
t0
= exp i
+i
(6.71)
=
it0
R(it0 )
exp
M T T F del sistema;
probabilit, dopo 1500 ore di vita, di portare a termine una missione di 500 ore;
adabilit nel tempo ed M T T F nel caso il componente 1 venga sostituito ogni
1000 ore.
con:
R23 = 1 (1 R2 )(1 R3 )
Il M T T F risulta essere circa 1720 ore. La probabilit di portare a termine una missione di 500 ore dopo una vita di 1500 ore ladabilit condizionata R(1500, 500),
che si calcola tramite la (1.24) e risulta pari a 0.331.
Ladabilit del componente 1 in caso di sostituzione si ricava dalla (6.63), che,
nel caso di distribuzione Weibull, corrisponde alla (6.70). Il risultato, confrontato
con ladabilit dello stesso sistema senza manutenzione, mostrato in Fig. 6.19(b).
Il M T T F , in caso di sostituzione del componente 1 ogni 1000 ore, pari a circa 4560
ore.
158
senza manutenzione
con manutenzione
0.9
0.8
Affidabilit
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0
2000
4000
(a)
t [h]
6000
8000
10000
(b)
Figura 6.19. Esempio 6.16: a)schema del sistema; b) adabilit del sistema con e
senza sostituzione del componente 1 ogni 1000 ore
(6.72)
(6.73)
(6.74)
(1 p)i exp t0
Rm (it0 )
=
R(it0 )
exp it0
(6.75)
t0
Rm (it0 )
t0
+i
exp ip i
R(it0 )
159
(6.76)
t0
160
161
modi di guasto associando ad essi gli indici S O R; iv) si calcola il Risk Priority
Number. Lapplicazione al sistema di illuminazione mostrato in Fig. 6.22.
Anche nel caso del semplice sistema, il calcolo del RP N da un ordine di importanza ai modi di guasto puntando lattenzione sulla lampada (va inserito un parallelo) e lalimentazione elettrica (da sdoppiare o mettere in parallelo ad un sistema
di emergenza).
Questo semplice esempio mostra come un problema dello FMEA sia la soggettivit nellattribuire gli indici ai diversi guasti. Una soluzione venne nel
1988 quando la Ford propose uno schema di FMEA che divenne in seguito
una norma SAE [37] . Il formato della tabella base riportata in Fig. 6.23 e
quelle per gli indici sono riportate nelle Tabelle 6.2, 6.3 e 6.4.
A fronte di un indubbia capacit di eveidenziare i nessi di causa-eetto per
i diversi modi di guasto dei componenti, lo FMEA non permette di analizzare condizioni di guasto dovute a combinazioni di eventi (un semplice sistema
parallelo su un componente non immediatamente indicabile). comunque
diventato uno standard per la certificazione del progetto di un componente
automobilistico [37] perch permette facilmente di evidenziare, attraverso le-
163
Indice
colo
lo
Molto alto
Alto
Moderato
Sistema/componente
10
9
molto insoddisfatto.
operativo,
comfort
pregiudicato.
Utente
insoddisfatto.
Basso
poco soddisfatto.
Molto basso
Indice
10
10
Probabilit remota
Molto bassa
Bassa
Bassa probabilit
Moderata
Probabilit moderata
Abbastanza alta
Alta
Probabilit alta
Molto alta
Quasi certa
e modi di guasto
164
un indice (I, II, III, IV) relativo alla severit del modo di guasto (I il pi
severo);
la probabilit che leetto del guasto sia cos grave come espresso dallindice di severit ();
la frazione di guasti causati dal singolo failure mode ();
il tasso di guasto (p );
il tempo di esercizio t.
Cm = P t
165
Porta AND:
levento in uscita accade solo se gli eventi in entrata
accadono contemporaneamente.
Porta OR:
levento in uscita accade se accade almeno uno degli
eventi in entrata.
Cedimento base:
cedimento o evento base, causato da un componente o
da un sottosistema, per il quale pu essere stabilita una
probabilit (da dati empirici noti).
Evento intermedio:
cedimento o evento causato da una combinazione, tramite
porte logiche, di altri eventi.
Evento non sviluppato:
evento non sviluppato in eventi base, per mancanza di
informazioni o perch poco importante. Levento deve
essere sviluppato in seguito.
Eventi di trasferimento:
unintera parte dellalbero trasferita in unaltra
posizione dellalbero stesso.
Evento base:
evento base, frequente durante il funzionamento del
sistema.
166
Esempio 6.18 Disegnare lalbero dei guasti del sistema di regolazione e distribuzione di Fig. 6.1(a).
Figura 6.26. Esempio 6.18: albero dei guasti del sistema di Fig. 6.1(a)
167
Una prima annotazione va fatta sullo schema dellimpianto dellesempio precedente: se, come spesso accade per componenti con azionamento elettrico,
lalimentazione elettrica rappresenta una causa di guasto comune per le due
elettro-pompe, essa va evidenziata come guasto base. In tal modo lo schema
del sotto-albero relativo a blocco mandata va cambiato come in Fig. 6.27.
Lo schema suggerisce inoltre che i guasti delle pompe possano essere ulteriormente sviluppati evidenziando le cause di guasto. Questo tipo di analisi di
dettaglio pu solo essere eettuato se una FMEA ha permesso di evidenziare
i vari modi di guasto. La relazione tra una FMEA ed un albero dei guasti
riportato in Fig. 6.28 [42].
In Fig. 6.29 mostrata lanalisi [43] delincidente di Amoco Cadiz , che fu
causato dalla perdita di direttivit della petroliera (con conseguente naufragio sulle coste dellAlaska), provocando il primo grande disastro naturale della
storia, per eetto della rottura del condotto idraulico per lazionamento del
timone della nave. Considerando questo incidente si apprezza la pericolost
del guasto del condotto idrauico, perch attraverso di esso si arriva direttament al Top Event solo attraverso delle porte OR: in questo caso il guasto
appartiene ad un MCS di ordine 1 (un MCS composto da un solo elemento).
Lanalisi dei Minimal Cut Sets costituisce il primo risultato di un FTA.
Le regole con cui ricavare i MCS da un albero sono molto semplici: si procede
per livelli costruendo un elenco degli elementi che conducono al Top Event attraverso porte OR. Nell elenco via via si sostituiscono gli elementi in serie dei
livelli successivi, mentre i guasti in parallelo vengono invece riportati insieme.
168
Figura 6.29. Guasto del timone dellAmoco Cadiz: albero dei guasti (tratto da
[43])
169
Si ottiene cos in diversi step, tanti quanti sono i livelli dellalbero, una lista
dei MCS che contiene in riga i guasti dei MCS di ordine superiore ad uno.
Una volta individuati i MCS si pu semplificare lalbero: dai MCS di un
sistema si pu ottenere una rappresentazione semplificata in cui tutti i MCS
sono collegati tramite una porta OR al Top Event ed i vari guasti dei diversi
MCS sono connessi attraverso una porta AND (Fig. 6.30).
170
Tabella 6.6. Passaggi per stabilire i Minimal Cut-Set dallalbero dei guasti di Fig.
6.31
Step 1
Step 2
Step 3
Step 4
Step 5
Step 6
G1
G2
G3
3
G4
4
G2
7
G5
3
G4
4
G2
7
8,9
3
G4
4
G2
7
8,9
3
5
6
4
G2
7
8,9
3
5
6
4
1,2
Considerando lalbero di Fig. 6.31 si procede per livelli mettendo sulla stessa
colonna i gruppi (nel caso G1 e G2) in serie e procedendo per livelli si sostituiscono agli elementi del livello superiore i guasti/eventi in serie. Guasti in
parallelo vengono invece riportati sulla stessa riga. Si ottiene cos in diversi
step, tanti quanti sono i livelli dellalbero, una tabella dei MCS che contiene
in righe i MCS di ordine superiore ad uno.
Analizzando alcuni incidenti in impianti nucleari (tra cui lincidente di Three
Mile Island) ed altri incidenti, si riconobbe come nelle catene di eventi che
avevano determinati gli incidenti, spesso gli errori umani erano stati determinanti [44]. Considerando ad esempio lalbero dei guasti per il rareddamento
di emergenza a seguito di un incidente tipo LOCA (Loss of Coolant Accident)
si pu immediatamente notare come la mancata erogazione dellacqua di raffreddamento di emergenza possa essere dovuta ad errori degli operatori che
non aprano le valvole A e B.
In particolare a Three Mile Island lincidente fu dovuto ad una serie di errori degli operatori della sala di controllo, che sotto lo stress dellallarme erano
male informati da una numerosa serie di strumenti che non davano le informazioni necessarie a capire lentit dellincidente. Dopo lincidente una serie
di indagini mostr lestrema fragilit degli operatori che, pur specializzati, si
trovino ad operare in condizioni di stress psicologico (vedi Tabella 6.7 [45]).
Questo tipo di indagini port da un lato a mirare laddestramento degli
operatori alla gestione delle emergenze ed allavvento di sistemi di sicurezza
controllati da sistemi computerizzati (in condizioni di ridondanza), dallaltro
ad una serie di metodi specifici per analizzare ladabilit degli operatori.
Unindagine pi recente su 23 incidenti minori su impianti nucleari dal 92 al
96 ha rivelato circa che in questi casi circa 230 errori umani hanno contribuito
in modo significativo agli incidenti stessi [46] .
171
172
(a)
(b)
Figura 6.32. Esempio incidente tipo LOCA (Loss of Coolant Accident)
173
(a)
(b)
Figura 6.33. Albero degli eventi per il sistema di illuminazione: a) schema
completo; b) albero ridotto