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A DEVIL PUT ASIDE FOR ME

I primi raggi del sole autunnale, gi stanchi, sfioravano lentamente i contorni della
statua del "Conte Verde", dando all'intera piazza delle Erbe un'aria trionfale e gloriosa
ma anche profondamente decadente.
Sotto la statua, in piedi con il proprio lungo bastone da passeggio nero puntato
contro il selciato, stava un uomo sulla sessantina. Guardava dritto la palla rossastra che
illuminava il cielo, gli occhi e i lunghi capelli (radi ma ben pettinati) dello stesso grigio
scuro e distinto della giacca, dei pantaloni e delle scarpe. Aveva un'aria impettita e
distinta, sembrava uno di quei maggiordomi inglesi rigidi e con la puzza sotto il naso e
le poche persone che cominciavano a muoversi lungo via Milano gli riservavano uno
sguardo rapido, quasi intimorito. Gli piaceva l'alba, lo riportava a momenti passati e
ormai cos lontani da fargli appena dubitare fossero realmente avvenuti. Sorrise
mestamente. Ogni volta che si presentava sulla Terra, diventava sentimentale,
malinconico, forse perch non poteva mostrarsi nella sua vera forma, ma doveva sempre
ricorrere a quella con cui era identificato in un dato periodo storico. Era stato un lungo
serpente, aveva avuto gli zoccoli e le corna di una capra e le forme sinuose di una
giovane donna, ma da qualche decina d'anni si mostrava sempre come una variazione
inquietante di "Alfred il maggiordomo", lui che nonostante tutto rimaneva l'Angelo pi
bello di tutto il Paradiso.
Chiss perch, poi, gli umani lo vedevano cos nel proprio immaginario.
Non era ancora riuscito a capirlo.
Un centimetro alla volta, l'intera citt si svegli. Le strade cominciarono a riempirsi
del rombo dei motori delle macchine e dei mezzi pubblici, e del rumore dei passi
affrettati degli impiegati, le saracinesche dei bar e dei negozi si spalancarono come
grigiastre pupille piene di graffi. Pur controvoglia, Torino iniziava una nuova giornata.
Lucifero prese a guardarsi attorno, in cerca della persona per cui era venuto fin l.
Attese solo per qualche minuto. Dai portici alla sua destra entr nella piazza un uomo
brizzolato molto alto e fisicamente prestante, con la carnagione leggermente abbronzata
e il segno di un paio di occhialini appena visibile intorno agli occhi azzurri. Trasudava
cura e salute attraverso il tessuto dei jeans azzurri e del maglione di lana scuro.
Federico Bosca, leader della lista comunale di minoranza "Torino dal basso",
insegnante universitario: ecco l'uomo per cui il Diavolo in persona si era scomodato.
Per lui, o meglio, per la sua anima immortale.
Bosca era l'uomo del momento. Privo di qualsiasi esperienza politica ma di ottima
famiglia, aveva costituito la propria lista civica intercettando le richieste e le rimostranze

dei cittadini comuni, e basando la successiva campagna elettorale sugli sprechi di denaro
della vecchia amministrazione, sulla difesa della legalit e sull'utilizzo di giovani ed
esponenti delle varie minoranze etniche in ruoli importanti per la comunit. Allo stesso
tempo, aveva dimostrato di voler portare questi propri "leit motiv" all'esterno di Torino,
in tutta Italia. Era la traduzione politica di una ventata d'aria fresca, qualcuno in cui
chiunque (dal giovane laureando senza prospettive all'operaio vicino alla pensione)
potesse immedesimarsi, in cui potesse avere fiducia, ed era chiaro fin dal primissimo
sguardo: mentre camminava verso l'entrata del palazzo del Comune, non c'era una sola
persona che non lo salutasse calorosamente, rivolgendogli in molti casi un sorriso o una
stretta di mano. Lui, paziente, rispondeva a ciascuna persona.
Mentre lo osservava, a pochi metri da lui e dalla folla che rallentava ogni suo passo,
Lucifero sent un brivido d'eccitazione corrergli lungo la schiena fin gi, verso le gambe.
Un uomo che si professava incorruttibile? Che tutti vedevano come il pioniere di
una nuova et dell'oro della democrazia? Non poteva esserci preda pi ambita, per lui.
In realt per non era solo una questione di divertimento, di caccia. Convincere
Bosca a firmare un contratto di cessione della sua anima andava ben oltre il suo
personale ludibrio. Era un segnale, un segnale forte al Dio degli Eserciti che era arrivato
il momento di farla finita con le stronzate, spegnere tutto e andarsene a casa. Che
finalmente era arrivato il momento dell'Apocalisse. La distruzione della Terra, il Giorno
del Giudizio, la cancellazione dell'Inferno, il trionfo del Paradiso: Lucifero sapeva bene
che ne sarebbe uscito sconfitto, ma non gli importava, perch in tutto il creato esiste una
sola cosa capace di uccidere unentit immortale. La noia. E la noia arrivava facile, dopo
millenni a torturare o glorificare le anime di gente incapace di comprendere come le
proprie azioni possano realmente condannarli per l'eternit al dolore o alla gioia, di tizi
semplicemente stupidi, pi che "buoni" o "cattivi". Con il tempo, la noia aveva spinto
tutti i demoni di Lucifero ad abbandonare l'Inferno e scomparire: non era pi il
medioevo, e tutto quello che poteva capitare loro, era di essere richiamati per sbaglio da
un adolescente magrolino in trip d'acido.
A met del secolo scorso, quindi, Lucifero e il Grande Capo avevano deciso di
comune accordo che nell'istante in cui avrebbero convinto un essere umano a consacrare
completamente la propria vita al Bene o al Male, avrebbero dato inizio all'Ultima
Battaglia.
L'anima di un solo essere umano, completamente votata a uno dei due concetti.
Finora, nulla di fatto.
Adesso, era ora di darsi da fare.
Mentre Bosca si faceva largo attraverso le ultime persone venute a salutarlo

cercando di superare via Milano, Lucifero si port una mano alla bocca e toss piano un
paio di volte. Nello stesso istante, ogni singola cosa all'interno di piazza delle Erbe si
blocco nel proprio ultimo movimento, immobile come la statua di Amedeo VI. Tutto,
tranne ovviamente lui stesso e il povero Bosca, che prese a guardarsi attorno lentamente.
Un semplice trucco di manipolazione mentale. Cose come quella avevano quasi
funzionato con il Nazareno nel deserto, di certo lavrebbero fatto anche con un
bellimbusto come quello.
Dottor Bosca, mi unisco alle congratulazioni. Una campagna elettorale da sogno
disse Lucifero facendo un passo in avanti e profondendosi in un applauso falso e
cadenzato. Bosca si volt lentamente verso di lui, socchiudendo gli occhi come se
dovesse metterlo meglio a fuoco. Non disse nulla, non fece trasparire alcuna emozione
dal volto squadrato. Attribuire un nome alla rabbia della gente continu Lucifero,
Nemmeno io avrei saputo fare di meglio!
Chi sei?, chiese Bosca, allargando le gambe e mettendosi le mani sui fianchi.
Lucifero dovette riconoscerlo, non erano molte le persone che riuscivano a
mantenere i nervi saldi, non solo davanti ai suoi trucchi soprannaturali ma davanti a lui
in persona.
Il suo migliore amico, oppure il suo peggior nemico. Dipende da lei.
una minaccia?
Una proposta. Quale regalo della sua ultima letterina di Natale non ha mai
ricevuto?
Bosca distolse gli occhi da quelli di Lucifero e prese a guardare una a una le
persone immobilizzate sul selciato.
Continuava a essere calmo, perfettamente calmo.
Sei il Diavolo, dico bene?
In persona, rispose Lucifero accennando un inchino con il busto.
Lei un personaggio interessante, mi creda: destinato a essere uno dei grandi, un
uomo potente e influente riprese poi dopo qualche istante. Questo non vuol dire che la
sua sar una vita facile, ed qui che entro in gioco io. Mi trovo nella fortunata posizione
di facilitare il raggiungimento di qualunque suo obiettivo, e sarei pi che felice di farlo,
ma che accordo tra pari sarebbe se non chiedessi qualcosa in cambio? La sua anima,
nello specifico... appena sar rivendicabile, ovviamente.
Mentre parlava, Lucifero prese a gironzolare distrattamente tra le statue di carne
che costellavano la piazza, sfiorandole, toccandole con la punta del proprio bastone,
danzando loro intorno.
Anche quello di dimostrarsi affabili e giocosi era uno dei suoi vecchi trucchi.

Bosca rimase ad ascoltarlo con attenzione, senza fiatare, seguendolo impassibile in


ogni suo movimento. Poi, traendo prima un lungo respiro, disse: La proposta
allettante, ma ero gi stato avvertito del fatto che mi avresti avvicinato. E mi ha detto
anche cosa rispondere nel caso quindi no, non accetto.
No. Un semplice no, detto con la costante mancanza di emotivit che l'aveva
contraddistinto fino a quel momento.
Lucifero sostenne lo sguardo di Bosca per lunghi istanti silenziosi. Il suo
"spettacolino" non aveva funzionato. Come poteva non accettare la sua proposta, tanto
pi che conosceva chi era e quali fossero le sue capacit. E poi, chi che l'aveva
avvertito? Il Grande Capo aveva piegato le regole della loro scommessa? O era stato uno
dei suoi angeli? C'erano ancora degli angeli nel paradiso, oppure se ne erano andati
come i suoi demoni?
Tutte queste domande iniziarono a vorticare nella testa di Lucifero, aumentando
d'intensit con l'incrementarsi del suo risentimento. Era venuto sulla Terra per un motivo
ben preciso, per chiudere finalmente i conti con la sua vuota esistenza. Non se ne
sarebbe andato a mani vuote, avrebbe portato con s la maledetta anima di Federico
Bosca, in un modo o nell'altro, e poi l'avrebbe sbattuta in faccia al Dio degli Eserciti.
Mentre una smorfia di rabbia gli si apriva sul volto, Lucifero si avvent su di lui
infilandogli mano e avambraccio direttamente in bocca, e poi gi, fino in gola. Rimest
all'interno del corpo dell'uomo per un intero minuto, come fosse solo un contenitore, in
cerca del minuscolo diamante di luce purissima che avrebbe dovuto essere la sua anima
immortale, ma non ebbe fortuna.
Lucifero estrasse di colpo il braccio e arretr di qualche passo. Era stupefatto.
Le domande che riempivano la sua mente si erano decuplicate, ma allo stesso
tempo erano eclissate da una soltanto: quale tipo di creatura aveva davanti, che poteva
apparire un essere umano come tutti gli altri pur privo della propria anima immortale?
Poi, improvvisamente, il corpo dell'uomo si apr perfettamente a met dalla testa
alla vita, come se fosse stato tenuto insieme da uninvisibile zip che ora era stata
abbassata di colpo. Pelle, muscoli, ossa, organi, tutto si divise spostandosi nelle due
met cave del suo busto senza alcun versamento di sangue; quindi dall'interno fumante
di quella figura martoriata spuntarono la testa, il collo, il torso e le braccia di una
creatura orribile. Dalla pelle butterata e orrendamente verdastra, era completamente
nuda e glabra, gli occhi due macchie nere e la bocca un varco circolare frastagliato da tre
serie di denti seghettati. Non c'erano dubbi: al cospetto di Lucifero si stava mostrando
nientemeno che uno dei demoni che fino a qualche tempo fa popolavano l'Inferno. In
particolare, si trattava di Mammona, personificazione dell'avarizia.

Satana, chiudi la bocca prima che ti si secchi la lingua! disse, la sua voce come il
suono di una forchetta raschiata contro un piatto di porcellana. Capisco perch tu sia
venuto fin qua, davvero riprese poi qualche attimo dopo. Ma hai fatto un viaggio a
vuoto: questo tizio gi mio, mi dispiace.
Lucifero riusc finalmente a deglutire, e si schiar la voce prima di parlare.
Tuo? Da quando hai il potere di barattare in anime?
Oh no, non ce l'ho... diciamo che il mio business qualcosa di un po' pi
moderno si affrett a rispondere Mammona. Vedi, girovagando per il pianeta dopo
averti abbandonato, ho capito di non essere ancora pronto a sparire come gli altri. Cos
ho dovuto escogitare un modo per dare un valore alla mia esistenza. Sono apparso a un
po' di gente importante, capi di stato e ricchi commercianti, e li ho convinti a costruire
una scuola privata, aperta ai rampolli dell'alta societ, nella quale il mio culto potesse
diventare materia dinsegnamento. Un luogo in cui l'affermazione personale diventasse
non un obiettivo ma uno stile di vita.
Mentre parlava, Mammona agitava il proprio tozzo corpo, facendo muovere a
destra e a sinistra le propaggini abbronzate dalle quali fuoriusciva. Il demone non
sembrava minimamente curarsene.
S, insomma, il bamboccio qui, disse ancora a bassa voce, coprendosi la bocca
con la mano e abbassando la voce, il risultato di generazioni di "educazione
edonistica". Capisci, non che io abbia comprato la sua anima, e che lui non lha mai
avuta!
E Lucifero cap. Cap perch nelle ultime decadi lo "scontro Bene-Male" non si era
sviluppato minimamente. Cap perch c'era sempre meno gente disposta a vendere la
propria anima. Per lui, era facile anche immaginarsi come la situazione non potesse altro
che peggiorare. Il business creato da Mammona impediva l'avverarsi dell'Apocalisse
secondo i termini dell'accordo inscindibile che avevano preso lui e Dio, e anzi pi questa
si allontanava, pi esso aveva possibilit di perpetuare se stesso.
Un circolo vizioso vero e proprio.
Immediatamente, la rabbia colse di nuovo Lucifero. Con un gesto fulmineo afferr
il suo bastone da passeggio con entrambe le mani e mosse un passo verso Mammona.
Questi, per, fu pi veloce. Spalcando la bocca a un'ampiezza orrenda e innaturale, url
contro Lucifero con tutta la potenza della propria voce, fattasi improvvisamente
cavernosa. Il bastone nero del Diavolo inizi a tremare violentemente, quindi a riempirsi
di piccole crepe, fino a esplodere in una miriade di frammenti d'ebano che si posarono
tintinnando sul selciato della piazza.

Era innocuo e impotente, come quando era stato scaraventato gi dal Paradiso.
Mi sa che ti dovrai abituare, Satana... hai ancora il tuo regno. Restaci: sorpreso,
Lucifero riusc a stento a percepire le parole sprezzanti di Mammona. Quando alz lo
sguardo in sua direzione, era scomparso.
L'intera piazza delle Erbe era tornata a muoversi. Lucifero era ancora sotto la statua
del "Conte Verde", in piedi, senza pi il bastone e senza la minima traccia dei suoi resti.
Le persone gli scorrevano accanto rimanendo a distanza, accelerando il passo e
riservandogli lo stesso sguardo bieco di qualche minuto prima. Non c'era pi timore in
loro, soltanto compassione. Si alz sulla punta dei piedi per scorgere l'entrata al Palazzo
comunale. Vide Federico Bosca, di schiena, superare l'uscio, fermarsi e voltarsi
lentamente: questi si port l'indice alle labbra, mentre lo osservava di rimando, un lampo
rapidissimo e quasi impercettibile negli occhi.
E lungo la schiena del Diavolo scese un brivido, questa volta non di eccitazione.

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