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GABRIELE DANNUNZIO (1863-1938)

eclettismo onnivoro, sempre in sintonia con lo spirito dei tempi. Opera spesso all'insegna della citazione,
del rifacimento.
Attraversamento di tutte le esperienze artistiche tra 800 e 900: costante sperimentalismo e volont di
rinnovamento (si ciment in quasi tutti i generi letterari : cfr. le principali opere di DA., schema riassuntivo, p.
499).

Aperto alle novit della nascente industria culturale (1914, sceneggiatura del film Cabiria), pioniere della
pubblicit e difensore di quelli che per la prima volta si definiscono "beni culturali".
identit arte/vita: nella vita e nell'arte si presenta come celebratore e creatore di bellezza, in antitesi con il
pubblico e la massa, per la quale ostenta disprezzo, pur aspirando a conquistarla e soggiogarla. Esteta, vate,
superuomo, eroe dalla vita inimitabile, vive ed opera "in un regime di estetismo integrale, in una prospettiva
egocentrica, in un orizzonte di edonismo assoluto" (Barberi Squarotti). Fu perennemente in bilico tra
critica ai valori borghesi e spregiudicato sfruttamento di quegli stessi mezzi di comunicazione attraverso
cui si esprimeva e diffondeva lavversato gusto di massa (Bologna-Rocchi, Loescher, 2010). Coscienza del
pericolo incombente della morte della bellezza.
erotismo e sensualit onnipresenti nelle sue opere: il corpo e i sensi sono il mezzo attraverso il quale il
poeta fa esperienza della realt.
estetismo (dal gr. isthesis, sensazione). Primato della sensazione e culto della bellezza, dellarificio.
Individualismo esasperato.
panismo: sentimento naturalistico e paganeggiante. Il poeta attinge dalla natura una nuova vitalit che ne
acuisce i sensi e lo eleva al di sopra dell'umanit; tendenza ad identificarsi con la natura e le sue
manifestazioni.
classicismo: rivisitazione di miti antichi in funzione moderna (cfr. Laus vitae, Ulisse)
costante labor limae e preziosismo stilistico (poeta imaginifico). Linguaggio iperletterario che esibisce la
propria distanza dal linguaggio comune.

DAnnunzio politico
Fase tardo-ottocentesca

Sullo sfondo dell'Italietta crispina: si dichiara antidemocratico, antiborghese,


costantemente polemico nei cfr. del parlamentarismo, delle istanze democratiche e
socialiste. "La forza la prima legge di natura... Lo stato deve essere un istituto
perfettamente adatto a favorire la graduale elevazione d'una classe privilegiata".
Sostenitore dell'attivismo eroico (dal 1897 al 1900 deputato della Destra storica).
22 ago.1897 a Pescara Discorso della siepe, in difesa della piccola propriet.

Fase primo-novecentesca

La parola diventa azione: ideologia antigiolittiana, antiparlamentarismo,


esaltazione nazionalistica della superiorit della razza (cfr. Laus vitae).
Uso strumentale del mito della romanit dominatrice (cfr. Pascoli...). Esaltazione
dei vincitori sui vinti (vs pietas foscoliana o cattolicesimo manzoniano).

Primo conflitto mondiale

Interventista (cfr. le radiose giornate di maggio). L'oratoria dannunziana forn il


modello alla comunicazione emotiva e retorica usata dal regime fascista.
Discorso di Quarto, 3 maggio 1915
O beati quelli che pi hanno, perch pi potranno dare, pi potranno ardere.
Beati quelli che hanno venti anni, una mente casta, un corpo temprato, una madre
animosa.
Beati quelli che, aspettando e confidando, non dissiparono la loro forza, ma la
custodirono nella disciplina del guerriero.
Beati quelli che disdegnarono gli amori sterili per essere vergini a questo primo e
ultimo amore.
Beati quelli che, avendo nel petto un odio radicato, se lo strapperanno con le lor
proprie mani; e poi offriranno la loro offerta.
Beati quelli che, avendo ieri gridato contro l'evento, accetteranno in silenzio l'alta
necessit e non pi vorranno essere gli ultimi ma i primi.
Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria, perch saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perch avranno da tergere un sangue splendente, da
bendare un raggiante dolore.
Beati i puri di cuore, beati i ritornanti con le vittorie, perch vedranno il viso
novello di Roma, la fronte ricoronata di Dante, la bellezza trionfale d'Italia.
Poeta-eroe, esteta armato: la scrittura si fa azione, retorica del gesto, desiderio di
osare linosabile (feb. 1918: Beffa di Buccari; 18 ago. 1818: volo su
Vienna)

Primo dopoguerra

Si oppone alla "vittoria mutilata". Impresa di Fiume (sett. 1919-dic. 1920).


Inaugura la moda dei discorsi dal balcone e slogan come Non mollare, Nudi
alla meta.
Ma da dove attingo parole per descrivere tutta lincomprensione, lo stupore, il ribrezzo e
disprezzo che provo al cospetto del poeta-politico di razza latina, del guerrafondaio tipo
Gabriele DAnnunzio? Possibile che un retore e demagogo di questo stampo non rimanga
mai solo e stia sempre affacciato al balcone? Non conosce solitudine, non gli vengono
mai dubbi nei propri confronti, ignora la preoccupazione e il tormento per lanima e per
lopera sua, ignora lironia a proposito della gloria, la vergogna dinanzi alla venerazione?
E dire che a casa sua, almeno per un po di tempo, stato preso sul serio, questo buffone
dartista, questo pallone gonfiato avido di ebbrezza! [] Chiss, forse un atteggiamento
cos passivo era possibile solo in un paese rimasto fanciullo, un paese in cui tutto il
criticismo demo-politico non impedisce che gli facciano difetto proprio ogni critica e
scetticismo in grande stile, un paese insomma che non ha mai avuto una profonda
esperienza critica n sul piano razionale n su quello morale e tanto meno su quello
dellarte. Hanno preso sul serio DAnnunzio, la scimmia di Wagner, quellambizioso
maestro di orge verbali.
Thomas Mann, Considerazioni di un impolitico [1918], Adelphi, Milano 1997, pp. 573-574

Ventennio fascista

Progressiva esautorazione dalla vita politica attiva. Il Vittoriale degli Italiani a


Gardone diventa il mausoleo dell'arte e della vita dannunziana. DA. non fu
fascista, ma il fascismo fu dannunziano. Costante disprezzo per Hitler, definito
l'Attila imbianchino e avversione nei cfr. dell'alleanza italo-tedesca.

I ROMANZI
Caratteri generali
Tipologia
Caratteri dei
personaggi maschili
Caratteri dei
personaggi
femminili
Ambientazione

Romanzo psicologico, rappresentazione della soggettivit e primato del mondo


interiore. Molti romanzi rappresentano una sorta di autobiografia fantastica dello
stesso DA. il personaggio persona, alter ego dellautore
appartengono a classi sociali elevate; cultori della Bellezza: sognatori velleitari (=
malattia della volont), aspirano allautoaffermazione, al superomismo eroico, ma
falliscono miseramente o ripiegano su se stessi.
femmes fatales: ruolo antagonistico rispetto agli uomini. Cfr. scheda p. ed il ritratto di
Ippolita, la Nemica (Trionfo della Morte, p. 442 sgg.).
Il paesaggio corrisponde alla disposizione spirituale del narratore e dei personaggi.
Dal Piacere, libro II:
Da quel giorno, una malinconia pacata ed uguale gli occup l'anima; ed egli vide in ogni aspetto delle
cose uno stato dell'anima sua. Invece di transmutarsi in altre forme di esistenza o di mettersi in altre
condizioni di conscienza o di perdere l'esser suo particolare nella vita generale, ora egli presentava i
fenomeni contrarii, involgendosi d'una natura ch'era una concezion tutta soggettiva del suo intelletto. Il
paesaggio divenne per lui un simbolo, un emblema, un segno, una scorta che lo guidava a traverso il
labirinto interiore. Segrete affinit egli scopriva tra la vita apparente delle cose e l'intima vita de' suoi
desiderii e de' suoi ricordi. To me - High mountains are a feeling. Come nel verso di Giorgio Byron le
montagne, per lui erano un sentimento le marine.
Chiare marine di settembre! - Il mare, calmo e innocente come un fanciullo addormentato, si distendeva
sotto un cielo angelico di perla.

Stile e tecniche
narrative

Riduzione al minimo della trama. Prosa lirica, citazionistica, ricercata, aulica


(espressioni arcaiche, desuete, preziose); spesso sono presenti digressioni (descrittive
o riflessive) o iterazioni, leit motiv musicali, frasi identiche che si ripetono per
sottolineare identici stati danimo; mancata coincidenza tra fabula e intreccio (
successione non lineare degli eventi). Pluralit di modelli (da Huysmans a Dostoevskij
a Nietzsche - Wagner)

Lestetismo e Il piacere
Profilo a p. 432 e sgg.
Lintera opera reperibile allindirizzo:
http://www.liberliber.it/biblioteca/d/d_annunzio/il_piacere/html/index.htm
Ambiguit di fondo dellopera: proposito apparentemente moralistico, ma
attrazione / repulsione per il modello di vita estetizzante ed aristocratico del
protagonista. Influsso di Paul Bourget.
Andrea Sperelli, il protagonista dedito al solo culto della bellezza come il D'A. degli
anni romani, un esteta imperfetto, malato di apatia spirituale: gli istinti
dominano la sua volont. La sua anima camaleontica, mutabile, fluida,
virtuale e si trasformava, prendeva tutte le forme. Cfr. p. 449.
Antagonismo uomo / donna: presenti due figure femminili antitetiche, la sensuale
Elena, archetipo della femme fatale, del desiderio sensuale, e la pura Maria,
figura spirituale. Ambigua fusione tra eros pagano e amore spiritualizzato.
- presenza di numerose descrizioni in cui tutto impregnato darte; frequenti
digressioni erudite sulla letteratura, l'arte, la filosofia.
Cfr. cap.I:
Le stanze andavansi empiendo a poco a poco del profumo ch'esalavan ne' vasi i fiori freschi.
Le rose folte e larghe stavano immerse in certe coppe di cristallo che si levavan sottili da una
specie di stelo dorato slargandosi in guisa d'un giglio adamantino, a similitudine di quelle
che sorgon dietro la Vergine nel tondo di Sandro Botticelli alla Galleria Borghese. Nessuna
altra forma di coppa eguaglia in eleganza tal forma: i fiori entro quella prigione diafana
paion quasi spiritualizzarsi e meglio dare imagine di una religiosa o amorosa offerta.
Andrea Sperelli aspettava nelle sue stanze un'amante. Tutte le cose a torno rivelavano infatti

una special cura d'amore. Il legno di ginepro ardeva nel caminetto e la piccola tavola del t
era pronta, con tazze e sottocoppe in maiolica di Castel Durante ornate d'istoriette
mitologiche da Luzio Dolci, antiche forme d'inimitabile grazia, ove sotto le figure erano
scritti in carattere corsivo a zffara nera esametri d'Ovidio. La luce entrava temperata dalle
tende di broccatello rosso a melagrane d'argento riccio, a foglie e a motti. Come il sole
pomeridiano feriva i vetri, la trama fiorita delle tendine di pizzo si disegnava sul tappeto.

- Struttura del romanzo: continuo ricorso allanalessi, mancata coincidenza


fabula/intreccio. Stile prezioso, descrittivo, arcaizzante.

DAnnunzio e Nietzsche (p. 442 sgg). Cfr. in particolare Le vergini delle rocce (pp.448-52):
Il mondo la rappresentazione della sensibilit e del pensiero di pochi uomini superiori, i quali lo hanno
creato e quindi ampliato e ornato nel corso del tempo e andranno sempre pi ampliandolo e ornandolo nel
futuro: Il mondo, quale oggi appare, un dono magnifico largito dai pochi ai molti, dai liberi agli schiavi:
da coloro che pensano e sentono a coloro che debbono lavorare Chiedevano intanto i poeti, scoraggiati e
smarriti, dopo aver esausta la dovizia delle rime nell'evocare imagini d'altri tempi, nel piangere le loro
illusioni morte e nel numerare i colori delle foglie caduche; chiedevano, alcuni con ironia, altri pur senza:
Qual pu essere oggi il nostro officio? Dobbiamo noi esaltare in senarii doppii il suffragio universale?
Dobbiamo noi affrettar con l'ansia dei decasillabi la caduta dei Re, l'avvento delle Repubbliche, l'accesso
delle plebe al potere? []
Ma nessuno tra loro, pi generoso e pi ardente, si levava a rispondere: Difendete la Bellezza! E` questo
il vostro unico officio. Difendete il sogno che in voi! Poich oggi non pi i mortali tributano onore e
riverenza ai cantori alunni della Musa che li predilige, come diceva Odisseo, difendetevi con tutte le armi, e
pur con le beffe se queste valgano meglio delle invettive. [] Difendete il Pensiero ch'essi minacciano, la
Bellezza ch'essi oltraggiano! Verr un giorno in cui essi tenteranno di ardere i libri, di spezzare le statue, di
lacerare le tele. Difendete l'antica liberale opera dei vostri maestri e quella futura dei vostri discepoli,
contro la rabbia degli schiavi ubriachi. Non disperate, essendo pochi. Voi possedete la suprema scienza e la
suprema forza del mondo: il Verbo. Un ordine di parole pu vincere d'efficacia micidiale una formula
chimica. Opponete risolutamente la distruzione alla distruzione!
E i patrizii, spogliati d'autorit in nome dell'uguaglianza, considerati come ombre d'un mondo scomparso
per sempre, infedeli i pi alla loro stirpe e ignari o immemori delle arti di dominio professate dai loro avi,
anche chiedevano: Qual pu essere oggi il nostro officio? Dobbiamo noi ingannare il tempo e noi stessi
cercando di alimentare tra le memorie appassite qualche gracile speranza, sotto le volte istoriate di
sanguigna mitologia, troppo ampie pel nostro diminuito respiro? O dobbiamo noi riconoscere il gran
dogma dell'Ottantanove aprire i portici dei nostri cortili all'aura popolare, coronar di lumi i nostri balconi
di travertino nelle feste dello Stato, diventar soci dei banchieri ebrei, esercitar lanostra piccola parte di
sovranit riempiendo la scheda del vto coi nomi dei nostri mezzani, dei nostri sarti, dei nostri cappellai,
dei nostri calzolai, dei nostri usurai e dei nostri avvocati?

GABRIELE DANNUNZIO: LA POESIA


O poeta, divina la Parola;
ne la pura bellezza il ciel ripose
ogni nostra letizia; e il Verso tutto.
Al poeta G. Marradi

Esordi influenzati dal classicismo delle Odi barbare carducciane. Raccolta pi significativa:
Canto novo (1882). Caratteri tematici prevalenti: esaltazione panica della gioia di vivere / sensuale
amore per la vita.

1884-1890 (Intermezzo, Isotteo - La chimera): periodo del soggiorno romano (Baldi, p.431).
Sprovincializzazione culturale (influsso di Baudelaire, della moda preraffaellita, della cultura
decadente ed estetizzante europea in genere). Tema della vita come opera darte; rapporto con il
pubblico e il successo letterario. Esaltazione della parola creatrice di Bellezza + senso di
decadenza, disfacimento, malattia.

1893: periodo della bont. Cfr. i coevi romanzi Linnocente e Giovanni Episcopo (influsso
di Dostoevskij e presenza di temi quali il rimorso, la piet, l'umiliazione, il dolore, la
rassegnazione). POEMA PARADISIACO: sviluppa il tema del contrasto tra la lussuria e il
desiderio di liberazione, di redenzione. La bont si identifica in cose buone (linnocenza
infantile, gli affetti familiari, la terra, la casa natale). Compresenti e diffuse le tematiche simboliste
del mistero, dellevocazione di oscure e arcane presenze, del sogno, della memoria, della morte.
DA. sperimenta una poesia malinconica, languida, prosastica e dimessa, ma nel contempo di
intensa musicalit, vicina al modello dei simbolisti francesi (Verlaine, Jammes, Maeterlinck) e
anticipatrice del crepuscolarismo (cfr. Corazzini, Gozzano). Le cose non sono se non i simboli dei
nostri sentimenti e ci aiutano a scoprire il mistero che ciascuno di noi in s chiude. Cfr.
Consolazione.

Ritorno alla poesia a partire dal 1899 (cfr., nel frattempo, lesperienza di romanziere, lincontro
con il nietzschianesimo, lingresso in politica, lavvio, dal 1896, dellattivit teatrale, p.455 sgg.).
1899-1903: composizione e pubblicazione dei primi tre libri delle Laudi del cielo del mare
della terra degli eroi (Maja, Elettra, Alcyone, p.462 sgg.)

Maja (primo libro delle Laudi): contiene la Laus vitae, lungo poema in versi liberi (8400).
Sorta di ditirambo [componimento poetico in onore di Diniso] dedicato allesaltazione dionisiaca,
vitalistica, pagana della vita VS la mediocrit, la debolezza, la vilt. Si presenta come una sorta di
trasfigurazione letteraria di un viaggio compiuto in Grecia, volto alla ricerca nellantica Ellade e
nei miti dellantichit classica dei fondamenti di una vita superiore, divina, dedita al culto della
forza e della bellezza, in contatto panico con la natura.

La sostanza del Sole era la mia sostanza,


erano in me anche i cieli infiniti, labbondanza
dei piani, il mar profondo.

La ricerca nel passato serve a rintracciare valori che possano servire come guida nel presente: la
civilt industriale racchiude per lio protagonista della Laus vitae un nuovo Ulisse, eroe della
conoscenza e dellesperienza energie e potenzialit, segrete bellezze che spetta al superuomo
utilizzare per esercitare la sua dominazione sul gregge, sulla serva moltitudine (cfr. gli aspetti
ideologicamente deteriori espressi nella Laus: dominio della stirpe latina sul mondo, bellicismo
imperialista e colonialista, disprezzo dei deboli ed esaltazione della forza).
E io dissi: O mondo, sei mio!
()
E dessere un uomo pi non mi sovvenne
poi che il mio cuor palpitava
su la terra e nel cielo
()
O vita, o vita,
dono terribile del dio
la mia anima visse come diecimila.
(vv.106 sgg.)

() La terra
oggi ungora immensa
ove non si tendono reti
di belle parole ma guerra
si guerreggia furente
per la ricchezza e limpero.

Alcyone (p.464 sgg.)

Titolo

Stella pi luminosa delle Pleiadi. Cfr. anche il gr. Alkuon (gabbiano) ed il riferimento al
mito ovidiano, Metamorfosi, XI, 741

Struttura

Comprende 88 liriche composte tra il 1899 e il 1903. Sorta di diario lirico di unestate marina
(Molte laudi ho composto, imitando le acque e le foglie. Cfr. Le stirpi canore, vedi oltre) e nel
contempo trasfigurazione mitica della natura e delluomo, scandita da momenti di ebbrezza
dionisiaca (cfr. i quattro ditirambi che scandiscono lopera in 5 sezioni) e descrizionecontemplazione serena e apollinea della natura.
Centrali sono i temi, ancora superomistici, della metamorfosi panica (E tutta la vita in noi
fresca/aulente () E piove su i nostri volti silvani, La pioggia nel pineto, p.477), del
trasumanare (cfr. losmosi uomo natura e il mito di Glauco ripreso nel Ditirambo II),
dellindiarsi (e la mia vita divina, in Meriggio, p.482), del vivere tutte le esperienze (La pi
gran gioia sempre allaltra riva). La natura si antropomorfizza, luomo si vegetalizza.
E compresente, per, un atteggiamento di stanchezza, ripiegamento malinconico (cfr. le ultime
liriche dedicate ai segnali dellincipiente autunno, come Nella belletta, p.488, I pastori, p.489).
Ovidio, Virgilio, Dante e lo stilnuovo, Shelley, simbolisti francesi.

Temi
chiave

Modelli
Aspetti
formali

La poetica

Cfr. la poetica espressa in Le stirpi canore. DA. ha sperimentato tutte le potenzialit del
significante verbale: la parola si risolve in musicalit, sensazione sonora, strumento analogico
capace di divenire natura, di esprimere lindicibile. Dopo Alcyone non c poeta italiano che
non abbia qualche debito nei confronti di DA (cfr. Montale e il suo attraversare DA.).
Diversit di metri, ritmi, forme strofiche (cfr. la strofe lunga, caratterizzata da predominio di
paratassi, anafora, enumerazione, similitudini, assonanze). Libert compositiva che inventa di
volta in volta le regole cui attenersi. Intensa musicalit.
Tema chiave: le origini del
Le stirpi canore
canto poetico. Le parole
I miei carmi son prole
del pioppo,
nascono da
delle foreste,
tumide come la narici
TERRA (foreste, arena)
altri dell'onde,
dei cavalli
ACQUA (onde)
altri delle arene,
a galoppo,
FUOCO (sole)
altri del Sole,
labili come i profumi
ARIA (vento)
altri del vento Argeste.
diffusi,

Le mie parole
vergini come i calici
Equivalenza tra parola ed
sono profonde
appena schiusi,
elementi naturali
come la radici
notturne come le rugiade
+
fiducia
nella
illimitata
terrene,
dei cieli,
capacit espressiva della
altre serene
funebri come gli asfodeli
parola. Il poeta traduce la
come i firmamenti,
dell'Ade,
natura in parola capace di
fervide come le vene
pieghevoli come i salici
esprimere
profondit,
degli adolescenti,
dello stagno,
serenit, ardore, acutezza,
ispide come i dumi,
tenui come i teli
indefinitezza, leggerezza
confuse come i fumi
che fra due steli
(VS lantidannunzianesimo
confusi,
tesse il ragno.
di Montale, Non chiederci
nette come i cristalli
la parola)
del monte,
(Met luglio-met agosto
tremule come le fronde
1902)

SCHEDE: DA. e il linguaggio poetico del Novecento, p.494.

DAnnunzio vs Montale
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Osservare tra frondi il palpitare


lontano di scaglie di mare,
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia


spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

E andando nel sole che abbaglia


sentire con triste meraviglia
com' tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Tema
chiav
e

DAnnunzio, Meriggio, 1903

Montale, Meriggiare pallido e assorto [1916,


pubbl. 1925], p.217

- Prime due strofe: descrizione del paesaggio


etrusco nellora pnica (= silenzio, immobilit)

Percezione-descrizione di un paesaggio
nellora assolata, immobile del meriggio, in
cui oggetti, rumori assumono enigmatica
intensit. Paesaggio ligure comune, aspro,
pietrificato, abitato da minime forme di vita.
Il mare lontano.

- vv. cerniera (55-58), di sintesi tematica


- Ultime due strofe: graduale fusione dellio
lirico con la natura metamorfosi panica e
progressiva immedesimazione dellelemento
umano con il paesaggio naturale (ancora distinti
nella terza strofa: cfr. luso delle similitudini);
totale fusione nella quarta strofa (cfr. uso del
verbo di stato). Sole = intensifica la vitalit.
Il mezzogiorno per DA. lora divina: Ora
meridiana / dinimitabile vita, Maia, V, 87-88.
Felicit nellora meridiana / tu venisti a me
dimprovviso (vv. 233-5).

Sole = dissecca, inaridisce ogni cosa: tema


della vegetalizzazione delluomo come
disseccamento,
perdita
di
vitalit,
svuotamento, arsura, immobilit esistenziale.
Il mezzogiorno per Montale lora in cui
luomo, accecato e inorridito, comprende il
male di vivere.

Riferimenti
allio

Nel processo metamorfico lio perde la sua


identit, individuale e distinta, costruita
artificialmente dalluomo, trasumanato nella
Natura, parte del Tutto

In primo piano sono gli oggetti, non il


soggetto poeta, presente/assente: a lui sono
riferiti gli infiniti e la dittologia pallido [vs la
luce abbagliante del sole] e assorto (v.1), la
triste meraviglia (v.14)

Concezione
esistenziale

Non ho pi nome: uscita dal mondo umano, dal


tempo, dalla storia, dal dolore superamento
dei limiti della condizione umana, lio si sente
eterno e divino, in una dissoluzione simile alla
morte

Luomo relegato al di qua di un muro, in un


paesaggio-esistenza arido, desolato. Gli
negata la possibilit di varcare il muro (=
raggiungere libert? salvezza? conoscenza?
Cosa vi sia oltre non detto) compie
azioni ripetitive (andando seguitare),
senza meta, n senso, n telos

panismo liberatorio

condizione di prigionia, atonia, immobilit

Usi lessicali

Metro

Linguaggio aspro, petroso (cfr. Dante, la


descrizione delle Malebolge infernali + prima
strofa della Ginestra di Leopardi) finalizzato
a rappresentare un paesaggio anti-idillico
Versi liberi

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