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diabete

L A R I V I S TA P E R V I V E R E B E N E E S E R E N A M E N T E

DIABETE IN
GRAVIDANZA

Come e quanto
mangiare
FEGATO
GRASSO
Un legame
rischioso con
il diabete

OGGI
ASSISTENZA
E CURA
Cosa si
p u a n c o ra
migliorare

RICETTE

DOLCI CHE PUOI MANGIARE


E TORTE RUSTICHE

LA DIETA DEI
PI PICCOLI
Mangiare meno,
mangiare meglio

ISSN 1974 - 7136

,!7HB9H4-hbdaaf!:P;k;k;n;R
3,50 - Diabete Oggi n. 37 - Periodico Bimestrale
Editrice Gamma 3000 s.r.l. - Dir. Resp. Simone Circi
Feb./Mar. 2015 - Stampa Arti Grache Boccia
Distribuzione SO.DI.P. Angelo Patuzzi S.p.A.
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. 70%
Aut: 541/ATSUD/SA

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Come prevenirla

diabete

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del 13-10-2008

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Parola dordine:

l diabete una malattia complessa, non solo per chi ce lha


ma anche per chi deve curarla. Per questo motivo gli esperti si dedicano

alla ricerca per capire come si sviluppa e cercare di prevenirlo, per trovare farmaci
sempre pi efficaci, ma si mettono anche a tavolino per studiare le migliori strategie per
curarlo, per fornire indicazioni precise a diabetologi e pazienti. un proliferare quindi
di piani, best practice e linee guida, con lintento non solo di unificare i metodi di cura
ma anche di fornire maggiori strumenti (basati su evidenze scientifiche) a chi deve occuparsi di questa malattia, che sia al di qua o al di l della scrivania. Per esempio, il Piano Nazionale Diabete si occupa da vicino dellassistenza alle persone con diabete, indagando su pregi e difetti della rete diabetologica italiana (pag. 12). Le nuove linee guida
sullalimentazione delle donne diabetiche in gravidanza forniscono informazioni precise sulle regole dietetiche a cui attenersi in questo periodo particolare della vita di una
donna (pag. 22). Ancora, gli stessi diabetologi hanno individuato quali sono i 5 comportamenti che non devono assumere nei confronti dei loro pazienti (pag. 18), mentre le associazioni hanno messo a punto un piano per accompagnare il ragazzo adolescente nel
difficile passaggio dal diabetologo pediatra a quello delladulto (pag. 15).
Raffaele Scalpone

Rubriche
4 News Ricerche,
informazioni, statistiche

49 Shopping
64 Il medico risponde
65 Glossario
66 Comitato scientifico

Io mi informo
12 Dalle parole ai fatti
Nuovi obiettivi del Piano
Nazionale Diabete.
15 Crescere con il
diabete Il delicato
passaggio dal diabetologo
pediatra a quello
delladulto.
18 5 cose che il tuo
diabetologo non deve fare
Migliorare il rapporto
medico-paziente.

20 Sempre pi scelta
Aumentano i farmaci a
disposizione per il diabete.

Io mi curo
22 Cosa mangiare
durante la gravidanza
Le nuove linee guida
sullalimentazione.
26 Fegato grasso
Un legame stretto con il
diabete.
28 Proteggi il futuro di
tuo figlio
Non farlo mangiare
troppo, fallo mangiare
bene.

Io vivo
34 Ti senti bloccato?
7 passi da compiere per

agire e reagire alla diagnosi


di diabete.
38 Diventeremo amici!
Un mantra che Francesca
ripete nei momenti difficili.

Io mangio
42 Il fagiolo verde
La soia edamame ricca
di preziosi nutrienti.
44 Prevenire
mangiando
Curare la sindrome
metabolica per non
ammalarsi di diabete.
50 Torte salate
Pizze, torte rustiche
e quiche.
57 Un pizzico di dolcezza
Dessert cremosi, leggeri
e ricchi di frutta.
DI A B E T E O G GI

news
Con la consulenza del dottor Stanislao Lostia

La dieta mediterranea
fa bene anche ai reni
Uno studio svolto da un gruppo di ricercatori della
Columbia University di New York e pubblicato su
Clinical Journal of the American Society of
Nephrology, ha indagato fra varie strategie
alimentari per rallentare il declino della funzionalit
renale, scoprendo che maggiore era laderenza alla
dieta mediterranea e minore era il rischio di
sviluppare una malattia renale cronica.

Stessa causa per entrambi i tipi di diabete?

un unico meccanismo molecolare a far


scattare entrambe le forme di diabete:
questa lipotesi di alcuni ricercatori
neozelandesi, non da tutti condivisa. Infatti,
sempre secondo i ricercatori, sia nel tipo 1
che nel tipo 2 minuscoli granuli dellormone
amilina distruggono le cellule del pancreas
che secernono insulina e la stessa amilina.
Lamilina un peptide contenuto nel granulo
che contiene linsulina. Va da s che la
secrezione di amilina va di pari passo con
quella dellinsulina. Il problema si presenta
quando la secrezione di insulina eccessiva,
come nel caso dellinsulino-resistenza, perch
lamilina prodotta in eccesso si aggrega in
macromolecole.

DI ABETE O GG I

Da tempo i ricercatori presumevano che il


meccanismo allorigine delle due forme di
diabete fosse lo stesso, ma ora sembra essere
stato dimostrato. La conferma arriva da uno
studio della Scuola di Scienzie Biologiche
dellUniversit di Auckland, in Nuova
Zelanda. Ma allora perch il diabete di tipo 1
colpisce i pi giovani e quello di tipo 2 gli
adulti e gli anziani? A spiegarlo sono gli stessi
ricercatori, secondo i quali la differenza che
nel tipo 1 il deposito di materiale tossico
avviene molto pi rapidamente e in giovane
et. Ora, con questa nuova scoperta, si
potranno formulare altri farmaci per il
diabete, con LOBIETTIVO DI ARRESTARE
IN ENTRAMBI I TIPI DI DIABETE, LA MORTE
DELLE BETACELLULE PANCREATICHE E
ALLO STESSO TEMPO STIMOLARE
LA PRODUZIONE DELLE STESSE.
nel contempo necessaria molta prudenza
nella valutazione ed interpretazione di
questo studio, per cui saranno necessarie
ulteriori conferme prima di avere certezze.

Lemoglobina glicata va
controllata con regolarit

y
Ipoglicemie e ritiro
patente
La nuova legislazione europea sulla patente di
guida in merito al diabete ha avuto i suoi effetti,
ma non quelli che ci si aspettava. Le norme
prevedono il ritiro della patente in caso di gravi
ipoglicemie, in persone con diabete di tipo 1, che si
ripetono nellarco di 12 mesi. Bastano infatti, due o
pi episodi annuali di ipoglicemia grave per vedersi
ritirata la patente o non poterla rinnovare.
Se questa norma aveva lo scopo di prevenire
incidenti causati appunto da unipoglicemia seria
avuta al volante, ha sortito invece leffetto
contrario. I pazienti, per paura di vedersi ritirare la
patente, non segnalano pi le loro ipoglicemie al
diabetologo: da una parte pregiudicano lo stesso
compenso, perch non permettono al medico di
intervenire nella terapia per ridurre il rischio di
questi eventi, dallaltro mettono a rischio se stessi e
gli altri, perch aumentano le possibilit di avere
un incidente mentre sono alla guida. Ad accorgersi

Ridurre la cadenza con cui si misura


lemoglobina glicata porta ad un
peggioramento del controllo sul diabete.
Lo afferma uno studio pubblicato su Diabetes
Care che raccomanda una frequenza
trimestrale del monitoraggio di questo valore
in tutti i pazienti, a riprova che le linee guida
internazionali sullargomento sono corrette.
Luso dellHbA1c, affermano i ricercatori,
essenziale per monitorare il compenso
glicemico, visto che uno scarso controllo della
malattia peggiora la prognosi e mette a rischio
di complicanze. Controllando lemoglobina

glicata ogni tre mesi, si visto che


la stessa si riduce del 3,8%; al contrario,
il controllo annuale porta ad un aumento
dell'1,5% di questo valore.

dellincongruenza fra i dati relativi alle


segnalazioni dopo lentrata in vigore della nuova
normativa stato un gruppo di ricercatori della
Facolt di scienze mediche dellUniversit di
Copenhagen in Danimarca, confrontando gli
episodi ipoglicemici riferiti prima e dopo gennaio
2012, epoca in cui la
legislazione europea
stata recepita nel loro
Paese, notando che i
tassi di ipoglicemie
gravi riportati si
sono dimezzati, e
confermando
quindi quella che
inizialmente era
solo unipotesi.

DI A B E T E O G GI

news

Diabete in citt
Secondo i dati dellInternational Diabetes
Federation, il 65% delle persone con diabete
vive nei gradi centri urbani: sembrerebbe
uninformazione statistica di poco conto,
invece deve far riflettere. Il fatto che ci sia
una concentrazione di persone con diabete
nelle citt vuol dire che in questi luoghi si ha
una maggiore possibilit di ammalarsi
rispetto a chi vive nei piccoli centri o nelle
zone rurali. Inoltre, considerando che la
maggior parte della popolazione mondiale
vive nei grandi centri, qui che bisogna
attuare maggiori strategie di prevenzione. Ma
perch in citt ci si ammala di pi?
Probabilmente perch si conduce una vita
meno attiva, e poi perch c una maggiore
ricchezza e quindi un maggior consumo di
cibo. come se la citt alimentasse il
diabete, in maniera lenta ma continua, ed
per questo motivo che proprio dalle citt e
dallo stile associato alla vita cittadina bisogna
partire per concentrare gli sforzi volti ad
arginare la pandemia diabete, sempre pi
gravosa per il nostro sistema sanitario.
Questo vuol dire soprattutto fare
prevenzione. L'80% delle malattie croniche,
tra cui il diabete, pu essere prevenuto
seguendo corretti stili di vita, spiega
Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia.
In Italia sono gi in atto interventi in questa
direzione. Da due anni in corso il progetto
Citt per Camminare e della Salute, iniziativa
patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei
ministri, dal Ministero della Salute, dal
Senato della Repubblica e dal CONI, ideata
dalla Scuola del Cammino fitwalking Italia, e

D I ABETE O GG I

studiata per offrire opportunit concrete per


promuovere attivit motoria e stili di vita
salutari, fattori alla base della prevenzione
del diabete.
Ed nato anche Cities Changing Diabetes,
un ambizioso programma volto a far fronte
alla sfida che il diabete pone nei grandi centri
abitati. Partito da Citt del Messico lo scorso
anno, approdato in Europa, a Copenhagen,
lo scorso ottobre, far tappa a Houston negli
USA. IL PROGETTO DESTINATO A
COINVOLGERE ATTIVAMENTE LE
AUTORIT MUNICIPALI DELLE PRINCIPALI
METROPOLI MONDIALI, ITALIA INCLUSA,
NELLANALISI DELLE RAGIONI ALLA BASE
DELLA CRESCITA DELLA MALATTIA E
NELLINDIVIDUAZIONE DI SPECIFICI
INTERVENTI VOLTI A CONTRASTARNE
LAVANZATA.
parte del progetto Changing Diabetes,
sostenuto da Novo Nordisk, un progetto
internazionale che risponde alle richieste di
cambiamento espresse in tutto il mondo dalle
persone con diabete: un cambiamento nel
modo in cui il diabete viene affrontato e
curato e in come viene percepito dalle
istituzioni e dallopinione pubblica, spiega
Federico Serra, Direttore Government Affairs
& External Relations di Novo Nordisk in
Italia. Changing Diabetes partito allinizio
del secolo con lobiettivo di sensibilizzare i
decisori politici e i Governi nei confronti della
malattia diabetica, successivamente si
evoluto verso iniziative volte a informare
lopinione pubblica a conoscerla, oggi entra in
una nuova fase: lintervento".

Lavori troppo?
Occhio al diabete
I lavoratori che svolgono mansioni
manuali o di basso livello socioeconomico, e che lo fanno per pi di 55
ore settimanali, hanno un rischio
maggiore del 30% di ammalarsi di diabete
di tipo 2 rispetto al resto della
popolazione.
Ad affermarlo uno studio condotto da
ricercatori di Londra e pubblicato su The
Lancet Diabetes & Endocrinology, andando ad
analizzare i dati di alcuni studi
sullassociazione tra orario di lavoro e
frequenza di diabete di tipo 2. Il motivo,
sempre secondo i ricercatori, andrebbe
ricercato nel fatto che gli orari eccessivi o
irregolari di lavoro lasciano poco spazio alla
possibilit di condurre uno stile di vita sano,
un corretto ritmo sonno-veglia e lo
svolgimento di esercizio fisico. Quindi, quando
si parla di prevenzione del diabete,
bisognerebbe intervenire anche sulla salute
sul lavoro.

Il caff riduce il rischio


di diabete di tipo 2?
Gli studi pi recenti indicano che un consumo
regolare e moderato di caff ridurrebbe il rischio di
sviluppare il diabete di tipo 2. In particolare, il
consumo di 3 o 4 quattro tazze di caff al giorno,
comparato al consumo nullo o inferiore a due tazze
al giorno, pu essere associato ad una riduzione
approssimativa del 25% dello sviluppo del diabete
di tipo 2. Ad affermarlo il Coffee and Health
Diabetes Report annuale, a cura dellInstitute for
Scientific information on Coffee
(ISIC, www.coffeeandhealth.org). Lo studio ha
anche indicato che probabilmente la caffeina non
il fattore responsabile di questo risultato, perch il
caff decaffeinato ha lo stesso effetto. Al contrario,
il caff filtrato sembrerebbe mostrare capacit
protettive superiori rispetto a quello bollito.

DI A B E T E O GGI

news

Betacellule da staminali superpotenti


Fra le varie ricerche sul diabete, sono molte
quelle che si concentrano sulle betacellule e
sulla possibilit di evitare che queste si
danneggino e smettano di svolgere il loro
compito, ovvero produrre insulina.
Recentemente, la University British Columbia
di Vancouver, in Canada, avvalendosi della
collaborazione di partner industriali di
biotecnologia, ha messo a punto una
procedura per convertire le cellule staminali
umane in cellule che producono insulina.
IL PROTOCOLLO RIESCE A TRASFORMARE
LE STAMINALI IN CELLULE DISPONIBILI
SECERNENTI INSULINA IN CIRCA 6
SETTIMANE DI TEMPO. Tramite un metodo
di coltura cellulare, le staminali vengono
trasformate in cellule pancreatiche e la
conversione si completa solo dopo che le
cellule sono state trapiantate in un organismo
ospite (il processo per ora stato effettuato
solo su modello animale). Si tratta di una
procedura molto interessante, perch si avvale
di cellule staminali (e non di cellule
progenitrici pancreatiche o di isole
provenienti da cadavere) che sono comunque
in grado di secernere insulina in risposta allo

stimolo glicemico e invertire il diabete.


Il risultato sarebbe quello di avere a
disposizione una fonte illimitata di cellule
produttrici, come ha spiegato il coordinatore
della ricerca, Timothy Kieffer, professore
presso i dipartimenti di Scienze cellulari e
fisiologiche e di Chirurgia dellUCB. Anche se
si tratta di cellule non completamente
funzionanti, perch pur in grado di produrre
insulina, sono ancora immature e hanno
bisogno di essere trapiantate nellospite per
completare la trasformazione in cellule
funzionanti. Il passo successivo quello di
stabilire come evitare il rigetto da parte
dellospite.

I tuberi di topinambur sono ricchi di carboidrati, ma


soprattutto di inulina, sostanza consigliata a chi ha il diabete
perch a contatto con la saliva si trasforma in fruttosio anzich
glucosio.

DI ABETE O GG I

La prevenzione?
Parte anche dallambiente
in cui si vive

Dal diabete si pu
guarire?
Se ne torna a parlare ciclicamente, soprattutto
quando girano notizie che suscitano scalpore ma
che spesso hanno poco fondamento. Si tornato a
parlare di una possibile remissione del diabete di
tipo 2 con la chirurgia bariatrica, e diversi studi
hanno dimostrato che questo tipo di intervento
(raccomandato, lo ricordiamo, solo a persone
obese) spesso efficace perch fa regredire il
diabete. Inoltre, la chirurgia bariatrica ha anche il
merito di ridurre le probabilit di sviluppare il
diabete di tipo 2, svolgendo unazione preventiva
in quelle persone obese che si sottopongono
allintervento, essendo lobesit uno dei fattori
principali di rischio per il diabete di tipo 2.

Nel cercare di identificare le migliori strategie


di prevenzione del diabete, soprattutto
intervenendo sui fattori di rischio
modificabili, un gruppo di ricercatori
americani dellHealth Impact Project di
Washington, D.C., si concentrato su aspetti
che fino ad ora non erano stati presi in
considerazione. Per esempio, andando a
studiare lepidemiologia del diabete (cio quali
persone sono maggiormente colpite), hanno
visto che spesso le condizioni di vita sono
determinanti per lo stato di salute delle
persone e per il diabete. Vivere in un
ambiente degradato, essere poveri o non avere
accesso ad alcuni servizi pu fare la
differenza. La mancanza di denaro spinge

a mangiare male, un arredo urbano privo


di spazi non invoglia a camminare o a
svolgere attivit allaperto, la mancanza
di servizi, come centri medici e sedi di
associazioni di pazienti, non favorisce
linformazione.

Ma se si esclude la chirurgia bariatrica, i casi di


remissione del diabete di tipo 2 con i trattamenti
tradizionali (farmaci, dieta ed esercizio fisico) sono
molto rari, seppur possibili. Lo afferma uno studio
pubblicato su Diabetes Care che ha analizzato
proprio questo aspetto. I casi di remissioni sono
rari e variabili: si verificano pi spesso nei casi di
malattia ad esordio precoce e nelle persone trattate
con ipoglicemizzanti al momento della diagnosi,
anche se raramente avvengono anche in altre
situazioni. Questa variabilit, suggeriscono i
ricercatori, dovrebbe spingere a svolgere ulteriori
studi proprio per valutare perch in alcuni casi si
guarisce e in altri no e poter cos stabilire dei
trattamenti pi mirati, che tengano conto di fattori
diversi nella comparsa e nel progredire della
malattia, nonch delle differenze fra individuo e
individuo.
Sottolineiamo comunque, che quando si parla di
remissione si intende la temporanea riduzione o
recesso della malattia e non la sua scomparsa e
quindi la guarigione.

DI A B E T E O G GI

news

Conta con il leone


Ha vinto il premio come Miglior
App destinata a cittadini e
pazienti lApp Conta con il
leone, la App di educazione
alimentare destinata ai ragazzi e
adulti con diabete di tipo 1, frutto
della collaborazione tra
Medtronic e il servizio di
diabetologia pediatrica
dellOspedale Luigi Sacco di
Milano. Lapplicazione
(compatibile con Apple iPhone e
smartphone Android) permette
di stimare la quantit di
carboidrati contenuta in ogni
pasto. Il leone Lenny
accompagna i pazienti alla
scoperta di tutte le funzioni
dellapplicazione, strutturata come gioco interattivo in cui i partecipanti, dopo averne compreso le regole e il
funzionamento, possono consultare una selezione di fotografie di vari piatti, preparati appositamente dagli chef
Gianluca Modugno e Claudio Sadler, e le rispettive tabelle nutrizionali, utili per effettuare il conteggio dei
carboidrati ed apprendere anche i trucchi del mestiere, ed agevolare cos la stima delle porzioni, leffettuazione
dei calcoli e altro.

Guardare la TV accorcia la vita


Pi del computer o della
guida di unauto, altri due
comportamenti sedentari.
Troppa TV mette a
rischio la nostra salute e
ci espone ad un maggior
numero di malattie,
spesso associate a
mortalit.

10

D I ABETE O GGI

Team diabetologico: tutti i


medici e gli specialisti che ti
aiutano a gestire il diabete
quotidianamente

144 PAGINE

TUTTO CI CHE DEVI


SAPERE SUL DIABETE
PER POTER VIVERE BENE

Limportanza di una sana


ed equilibrata alimentazione
per mantenere il giusto peso

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Versare limporto di euro 4,50 (comprensivo delle spese di spedizione) per ogni copia richiesta,
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io mi informo Piano Nazionale Diabete

Dalle parole

ai fatti

Il diabete in crescita: cosa fare per arrestarlo?


Ne hanno discusso associazioni e istituzioni.

12

DI ABETE O GGI

X
D

opo lapprovazione del Piano Nazionale, tocca alle


Regione impegnarsi affinch siano messe in
pratica le strategie per
raggiungere gli obiettivi proposti. Come spiega chiaramente Paola
Pisanti, dirigente del
Ministero della Salute,
Presidente della Commissione Nazionale
Diabete, il Piano Nazionale
sulla malattia diabetica il documento pi importante in materia
di assistenza alla persona con
diabete dai tempi della legge 115
del 1987 ed lunico piano dedicato a una specifica patologia
cronica non trasmissibile e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Dalla teoria
alla pratica
Dello stato di implementazione
del Piano Nazionale sulla malattia diabetica se ne discusso a
Roma durante il Workshop
Il Piano Nazionale sulla malattia diabetica: una best practice al
banco di prova dellimplementazione regionale, promosso da
AboutPharma, con il patrocinio
del Ministero della Salute e organizzato con il contributo di
AstraZeneca.
Sono state prese in esame le azioni intraprese e limpegno assunto

da 4 Regioni chiave (Puglia, Sicilia, Lombardia e Liguria) con lobiettivo di definire unagenda
operativa di lotta al diabete che
si basi su 3 punti fondamentali:
istituzioni di PDTA Percorso
Diagnostico Terapeutico Assistenziale sul diabete, riallocazione delle risorse e concreta partecipazione delle persone con diabete.
LItalia ha un'ottima rete di assistenza specialistica diabetologia,
che tutto il mondo ci invidia anche per i risultati che riesce a
conseguire. La rete, come spiega
Enzo Bonora, Presidente della
Societ Italiana di Diabetologia,
costa l1% del totale della spesa
attribuibile al diabete. Occorre
ottimizzare questa rete a costo
zero, eliminando per esempio i
piccoli ambulatori isolati, i cui
professionisti vanno collocati in
centri dotati di tutte le risorse
necessarie. Una rete che va integrata con luso dellinformatica e
con il coinvolgimento dei medici
di famiglia.

Il punto di vista
dei pazienti
Nonostante laumento dei casi,
le campagne informative e la
percezione della malattia da
parte dellopinione pubblica, il
diabete ancora oggi una di
quelle malattie che il paziente
per primo tende a trascurare.
Lobiettivo, come sottolinea Antonio Ceriello, Presidente dellAssociazione Medici Diabetologi,

Qualche dato
Secondo i dati Istat del 2013, in
Italia il 5,4% della popolazione
ha il diabete, ovvero oltre 3
milioni di persone: nel 90% dei
casi si tratta di diabete di tipo 2.
La prevalenza aumenta con
let, fino a raggiungere il 20,4%
nelle persone di 75 anni e oltre.
La prevalenza infine pi alta
nel Sud e nelle Isole (6,6%), a
seguire nel Centro con il 5,3% e
nel Nord con il 4,6%.

DI A B E T E O G G I

13

io mi informo Piano Nazionale Diabete

quello di personalizzare lapproccio, che combini lappropriatezza


della cura con la tempestivit,
nellidea che bisogna trattare subito e trattare bene, sempre tenendo conto della variabilit con
cui la malattia si manifesta da
persona a persona.

Migliorare la qualit
dellassistenza
Per migliorare la qualit di vita
delle persone con diabete occorre raggiungere livelli di assistenza appropriati, coinvolgen-

do soprattutto le Associazioni
dei pazienti quando si tratta di
prendere decisioni importanti,
come lutilizzo dei dispositivi
medici.

Gli obiettivi
Questi sono gli obiettivi ultimi
che si pone il Piano Nazionale
sulla malattia diabetica:
X Migliorare la qualit di vita delle persone con diabete.
X Portare ad una riduzione
dei costi per il Sistema Sanitario nazionale e regionale.

X Assicurare un efficace coordinamento dei Servizi, tramite la cooperazione delle articolazioni del Servizio Sanitario
nazionale, quali la Comunit
medica e scientifica, le Associazioni di pazienti ed i pazienti stessi.

I dati delle 4 Regioni a confronto


REGIONE

Puglia

Sicilia

Lombardia

Liguria

14

D I ABETE O GGI

PERCENTUALE DI DIABETICI

6,7%

6,2%

4,6%

5,9%

NUMERO DI CASI

RICOVERI IN OSPEDALE/ALTRO

260 mila

Ha il primato in Italia per numero


di ricoveri per diabete come
diagnosi principale

290 mila

Presenza di diabete doppio,


dove diabetici di tipo 1 hanno
anche caratteristiche del tipo 2

450 mila

Riduzione del 42% dei casi di


ricoveri per diabete come
diagnosi principale

92 mila

I ricoveri per diabete come


diagnosi principale sono solo
il 5%

io mi informo giovani

Crescere

con il diabete

Dire addio al proprio pediatra diabetologo un momento delicato per


il giovane adulto. Per questo nasce un progetto che aiuta nel
passaggio del testimone.

uando un bambino o un ragazzo riceve la


diagnosi di diabete, il
piccolo paziente e lintera famiglia si affidano totalmente al centro diabetologico pediatrico, nel quale trovano non solo le indicazioni per la terapia,
ma anche supporto e
conforto in un momento cos difficile.

Si instaura quindi un rapporto


di fiducia che spesso, soprattutto nelle diagnosi in et giovanissima, dura per anni. Il centro diabetologico e tutto il suo
team, dal diabetologo agli infermieri, dal dietista allo psicoterapeuta, diventano un punto
di riferimento a cui difficile
rinunciare.
DI A B E T E O G G I

15

io mi informo giovani

Ma arriva il momento in cui il


giovane diabetico, ormai diventato adulto, deve passare al
centro che si occupa appunto
degli adulti: si tratta di una fase
critica, di cui non va sottovalutato laspetto emotivo. Se gestita male infatti, la fase di passaggio pu portare anche ad un
peggioramento della diagnosi
per una minore aderenza alla
terapia.

Da non sottovalutare

contrare coetanei con cui condi-

Le paure elencate sono giustificabili e molte anche reali. Se da


una parte vero che il paziente
trover sicuramente un team
altrettanto affidabile e competente, dallaltra il rapporto tra il
diabetologo e il paziente adulto
pi formale e lambiente ambulatoriale diventa pi freddo,
anche perch pi difficile in-

videre esperienze, dato che nella struttura per ladulto gravitano anche persone anziane, spesso con complicanze. Il timore del
ragazzo quindi di sentirsi fuori
posto, di non ricevere le dovute
attenzioni, anche perch viene
meno tutta una serie di premure affettuose e protettive.
Per la famiglia, oltre alla paura

Condotto per mano


Per questo motivo la FAND
(Associazione italiana diabetici)
ha dato vita ad un progetto
specifico, denominato
FanDiabet&Giovani, che si pone lobiettivo di sostenere e aiutare i giovani con diabete di tipo 1 a vivere senza drammi e
con serenit questo passaggio.

Le paure del paziente


Sono molte quelle che assalgono il paziente diventato grande
e la famiglia che ha alle spalle:
si lascia qualcosa di noto per
qualcosa di ignoto, perch non
si conosce la nuova struttura
da cui si sar presi in carico, n
in termini di spazi n di personale medico. Si abbandona un
iter noto e collaudato di visite,
controlli, si lasciano persone significative e rassicuranti e forse ci sono modalit di approccio
diverse da affrontare.
16

DI ABETE O GGI

Si abbandona un iter noto


e collaudato di visite, controlli, si lasciano
persone significative e rassicuranti.

X
Se gestita male infatti, la fase
di passaggio pu portare anche
ad un peggioramento della diagnosi
per una minore aderenza alla terapia.

che il figlio, ormai adulto, non


sia pi seguito allo stesso modo,
c anche il dato di fatto che da
questo momento sar esclusa
nella gestione della patologia del
figlio: non sar pi presente alle
visite e il figlio stesso rivendicher maggiore autonomia.

I rischi
Se il passaggio improvviso e
mal gestito, il rischio che ci sia
meno aderenza da parte del giovane diabetico alla terapia, con
la conseguenza di un peggioramento del diabete. Il ragazzo potrebbe non accettare di recarsi
nella nuova struttura ed essendo ormai uscito da quella pediatrica, rimarrebbe senza punti di
riferimento. Potrebbe saltare le
visite di controllo se non si sente
a proprio agio, cos come potrebbe non riuscire a parlare apertamente con il nuovo diabetologo
di riferimento. Tutti i cambiamenti cui il ragazzo va incontro
necessitano di una valutazione e
una preparazione consapevole e
mirata da parte dello staff dia-

betologico pediatrico e delladulto, spiega Albino Botazzo,


Vicepresidente Vicario FAND.
Che aggiunge anche: necessario che i due team diabetologici convivano nello stesso ambulatorio, in modo tale che il
giovane si trovi a proseguire il
suo percorso di cura nello stesso ambiente e a cambiare solo il
diabetologo di riferimento e
non tutto il team. Parla per
esperienza, perch il progetto
messo in atto in alcune Asl di
Venezia e provincia ha dato i
suoi frutti. Mi capitato anche
di veder scomparire il 40% dei
giovani una volta che hanno
lasciato lambulatorio pediatri-

co, contino Botazzo. Scomparire nel senso che hanno abbandonato la vecchia struttura ma
non si presentano alla nuova e
non si sa come si curino e da
chi siano seguiti.
In questo il ruolo delle associazioni fondamentale, perch
possono affiancarsi alle strutture mediche e ai pazienti e
aiutarli.
Il progetto, presentato lo scorso
ottobre a Santa Maria di Sala
(Venezia), in collaborazione con
il Coordinamento associazioni
diabetici della Regione Veneto,
e sotto la guida di Albino Bottazzo e di Manuela Bertaggia,
Consigliere nazionale FAND,
sar proposto anche in altre localit italiane, con lobiettivo di
abbattere le barriere. necessario che il diabetologo pediatra e quello delladulto che
spesso neanche si conoscono
pur lavorando nella stessa
struttura dialoghino e si confrontino.

Lesperienza di un ambulatorio
di Napoli
Noi accompagniamo i nostri ragazzi in questa fase delicata di passaggio,
ci spiega il professor Dario Iafusco, del centro di Diabetologia Pediatrica
G. Stoppoloni della Seconda Universit di Napoli. Li accompagniamo
nelle prime visite con i colleghi diabetologi del centro per adulti
e li accogliamo tutte le volte che desiderano tornare da noi, che sia per
un dubbio o semplicemente per un saluto.

DI A B E T E O G G I

17

io mi curo diabetologia

5 cose

che il tuo diabetologo


non deve fare

Uno studio recente ha dimostrato che una maggiore empatia


con il proprio medico migliora la terapia e la prognosi. Proprio
per migliorare lattivit dei diabetologi nei confronti dei propri
pazienti, lAMD (Associazione Medici Diabetologi) ha messo a
punto una classifica in 5 punti di cose da non fare con i pazienti.
Appropriatezza
Sulla scia del movimento americano Choosing Wisely (letteralmente scegliere con saggezza),
che individua quali sono le pratiche da non mettere in atto
nellattivit clinica, lAMD ha
elaborato un progetto per una
diabetologia che sia pi efficace,
efficiente e sostenibile. Per questo progetto ha anche aderito
alliniziativa Fare di pi non significa fare meglio proposta da
Slow Medicine. Lobiettivo
quello di favorire un cambiamento culturale nellapproccio
18

DI ABETE O GGI

alla cura del diabete, basandosi


sul fatto che non sempre la prescrizione pi corretta rappresenti la cura adeguata, se non tiene
conto dei reali bisogni della persona con diabete e la sua capacit di adeguare il proprio stile di
vita, ha spiegato Antonio Ceriello, presidente AMD.
Sulla base dellesperienza clinica
e le evidenze scientifiche, lAssociazione ha quindi individuato 5
comportamenti inappropriati
che il diabetologo deve evitare
con i suoi pazienti. Li riportiamo
qui di seguito. Se pensi che in

qualche caso il tuo diabetologo


abbia assunto uno di questi metodi con te, discutine con lui o
con il team diabetologico al completo.

W
In ospedale
Il diabetologo non deve
utilizzare la terapia
insulinica al bisogno per
trattare liperglicemia
nella persona con diabete ricoverata
in ospedale: un metodo inadeguato
e inefficace, perch si mette in atto
solo dopo liperglicemia (che invece
andrebbe prevenuta) con il
conseguente rischio di provocare
unipoglicemia.

Automonitoraggio di routine
Non serve prescrivere lautomisurazione della glicemia
a casa da svolgere quotidianamente a quei pazienti con
diabete di tipo 2 che non sono in cura con farmaci che
provocano ipoglicemia (come insulina o altri farmaci
che stimolano secrezione pancreatica).
Una volta ottenuto un buon controllo glicemico,
lautomonitoraggio con il glucometro non necessario
(a meno che non sopravvengono malattie acute o altre
indicazioni da parte del diabetologo curante), anzi pu
provocare ansia nei pazienti e nei loro familiari.

Screening indiscriminato
Lo screening delle complicanze croniche del diabete
(retinopatia, nefropatia, polineuropatia, ecc.) va effettuato
nei tempi e nelle modalit indicate dalle linee guida.
Altrimenti si rischia di controllare troppo o troppo poco.

C-peptide
Non serve
prescrivere di
routine esami per
il dosaggio di
questo valore nel sangue. Non utile
alla diagnosi e serve solo in casi
specifici e rari. Il C-peptide misura
indirettamente l'insulinemia, cio
la capacit o meno del paziente di
produrre insulina. Generalmente
una misurazione utile nei diabetici
per valutare la terapia da effettuare.
Ci sono altre indicazioni meno
comuni, ma un esame che deve
essere valutato da un diabetologo.

Farmaci antiaggreganti
Dato che modificano la velocit di coagulazione, non vanno
somministrati indiscriminatamente a tutti i pazienti diabetici,
ma solo a coloro che hanno un elevato rischio cardiovascolare
o abbiano gi avuto un infarto o un altro evento
cardiovascolare.
DI A B E T E O G G I

19

io mi informo farmaci

Sempre

pi scelta
I medici e i pazienti hanno a disposizione nuovi
farmaci per tenere sotto controllo la glicemia.
Approvata la prescrivibilit di degludec
Lapprovazione di questa insulina basale da parte dellAgenzia del Farmaco Italiana comporta numerosi vantaggi per
la terapia delle persone con
diabete. A differenza delle altre insuline basali (che, ricordiamo, sono quelle che si iniettano per coprire il fabbisogno
insulinico di tutta la giornata,
in modo da limitare la fluttuazione glicemica nellarco delle
24 ore), la degludec ha una durata dazione maggiore, ovvero
efficace per pi di 25 ore (le
altre insuline basali hanno
una durata inferiore alle 24
ore). Inoltre, molto pi stabile, tanto che bastano 2-3 giorni
di terapia per verificare il dosaggio del farmaco e titolare la
terapia. Le altre insuline basali
20

D I ABETE O GGI

X
invece sono piuttosto variabili
nellefficacia ipoglicemizzante,
sia tra pazienti diversi sia nello
stesso paziente da un giorno
allaltro. Inoltre, rispetto allinsulina, c anche una significativa riduzione di ipoglicemie,
soprattutto durante la notte, e
una minore variabilit glicemica al risveglio.

Dapagliflozina e
metformina
La Food and Drug Administration (lagenzia del farmaco statunitense) ha approvato la
combinazione di questi due

Limpiego della
metformina
Nonostante le linee guida
raccomandino la metformina
come terapia standard alla
diagnosi del diabete di tipo 2,
viene in realt prescritta solo
al 57,8% delle persone con
diabete. quanto emerge
da uno studio dellHarvard
Medical School di Boston,
in Massachussetts (USA)
pubblicato su Jama Internal
Medicine. Lo stesso studio ha
visto che le persone che erano
subito trattate con metformina
avevano minori probabilit di
dover assumere altri farmaci
per curare il diabete.

LAgenzia del farmaco europea (EMA) ha


autorizzato limmissione in commercio di
dulaglutide, un agonista del recettore Glp-1
per il diabete di tipo 2, che si somministra
sottocute utilizzando unapposita siringa
preriempita. La somministrazione si
effettua una sola volta a settimana.

farmaci come terapia aggiuntiva allesercizio fisico e alla dieta per il diabete di tipo 2.
Si tratta del primo caso in cui
in una stessa compressa sono
associati metformina a lento
rilascio e un inibitore del trasportatore di sodio-glucosio-2
(Sglt2).

fronto linsulina con exenatide


e liraglutide hanno dimostrato
che questi ultimi sono pi efficaci e quindi potrebbero essere
presi in considerazioni come
valide alternative alla terapia
insulinica del diabete di tipo 2,
anche con HbA1c alta (superiore al 9%).

Farmaci a confronto
Uno studio pubblicato su Diabetes, Obesity and Metabolism
arrivato alla conclusione che
nella riduzione dellemoglobina glicata gli agonisti del recettore glucagon-like peptide-1
hanno la stessa efficacia
dellinsulina. Le recenti linee
guida europee e americane
suggeriscono che linsulina la
terapia ipoglicemizzante pi
efficace nel diabete di tipo 2,
soprattutto se i valori dellemoglobina glicata sono molto
elevati, ma gli studi randomizzati che hanno messo a conDI A B E T E O G G I

21

io mi curo diabete gestazionale

Cosa mangiare
durante
la gravidanza
Aggiornate le linee guida per lalimentazione
nelle donne in gravidanza con diabete.
22

DI ABETE O GGI

W
Il documento
Le nuove linee guida
sullalimentazione (in
pubblicazione proprio in questi
giorni in cui stiamo scrivendo
larticolo) si riferiscono sia alle
donne con diabete prima della
gravidanza sia a coloro che
sviluppano il diabete
gestazionale. Questi, in sintesi,
i principali temi trattati:
W la fisiopatologia della
gravidanza
W lidentificazione delle
necessit nutrizionali
differenziate per trimestre

d occuparsene
stato il gruppo
di lavoro
Nutrizione
e diabete di AMD
(Associazione medici
diabetologi), costituito da
esperti della nutrizione
appartenenti alle tre societ
scientifiche pi importanti nel
settore, cio lAMD, la SID
(Societ Italiana di diabetologia)
e lADI (Societ italiana di
dietetica e nutrizione clinica).

Mangiare
correttamente
Le raccomandazioni per
le donne in gravidanza in

generale, e per coloro che


hanno il diabete in particolare,
sono di assumere le giuste
quantit di cibo e seguire una
dieta varia. Nel caso specifico
del diabete, lalimentazione in
gravidanza gioca un ruolo
fondamentale, perch deve
garantire un corretto
accrescimento fetale.
Lincremento del peso corporeo
della gestante deve essere
adeguato, cos come deve essere
buono lo stato nutrizionale
affinch le richieste
energetiche della mamma e del
feto siano soddisfatte, evitando
cos complicanze durante il
parto.

I rischi del
diabete
gestazionale
Da uno studio pubblicato sulla
rivista Diabetologia e realizzato
dai ricercatori del Dipartimento
di farmacologia clinica ed
epidemiologica alla Fondazione
Mario Negri Sud di S. Maria
Imbaro, emerso che il diabete
gestazionale in gravidanza,
soprattutto se questa termina
con un feto nato morto, un
importante fattore di rischio non
solo per la madre di sviluppare il
diabete di tipo 2 in futuro, ma
anche per la comparsa di eventi
cardiovascolari. importante
quindi che questa categoria di
pazienti abbia un attento follow
up per mettere in atto le
adeguate strategie di prevenzione
non solo nei confronti del diabete
di tipo 2 ma anche di malattie
cardiovascolari.

DI A B E T E O G GI

23

io mi curo diabete gestazionale

Attenzione ai cibi fritti


Le donne che consumano quantit
eccessive di cibi fritti hanno un
rischio maggiore di ammalarsi di
diabete gestazionale. Secondo lo
studio pubblicato su Diabetologia,
un'assunzione frequente di cibi
fritti non solo collegata ad un
maggior rischio di sovrappeso e
obesit, ma anche al diabete
gestazionale. Il rischio raddoppia
addirittura se il consumo arriva a 7
volte la settimana o pi.
Questeffetto nocivo dei cibi fritti,

W le informazioni sul
corretto accrescimento
ponderale durante la
gravidanza
W le indicazioni su come
strutturare la dieta.

I nutrienti:
quali e quanti?
Nel documento ci si sofferma
anche sui macronutrienti
(proteine, carboidrati e grassi).
Per quanto riguarda le
raccomandazioni a proposito
delle proteine, importante
che se ne aumenti lapporto
durante la gravidanza rispetto
allalimentazione normale, sin
dal primo trimestre e
aumentando gradualmente
fino al terzo.
24

DI ABETE O GGI

secondo i ricercatori, potrebbe


essere dovuto dalla generazione di
sottoprodotti nocivi durante la
cottura, che da una parte deteriora
lolio attraverso processi di
ossidazione e di idrogenazione e,
dallaltra, porta allaumento di
grassi trans potenzialmente
dannosi. Ridurre quindi il consumo
di questi alimenti, anche prima del
concepimento e non solo durante
la gravidanza, pu prevenire la
comparsa di diabete gestazionale.

W
La principale fonte di energia
rappresentata dai carboidrati:
il loro apporto (soprattutto di
polisaccaridi) dovr essere pari
al 45-65% dellenergia totale
giornaliera, con una quota
quotidiana non inferiore ai 175
g, per soddisfare il bisogno sia
del cervello materno che di
quello fetale.
Da non dimenticare gli acidi
grassi polinsaturi omega-3 e
omega-6 e quelli monoinsaturi,
contenuti soprattutto in pesce,
frutta secca a guscio e semi
oleosi (sesamo, lino, zucca,
ecc.).

La dieta giornaliera
Gli esperti consigliano di
suddividere lalimentazione in
5-6 pasti nellarco della
giornata: oltre ai tre pasti
principali (colazione, pranzo e
cena), anche 3 spuntini da
effettuare a met mattinata,
nel pomeriggio e prima di
andare a letto.

Pi pesce
se sei incinta
Uno studio pubblicato dalla
rivista americana Environmental
Health Perspect indaga il
rapporto fondamentale rischio/
beneficio relativo al consumo di
pesce e stabilisce che
lacquisizione di unalta quantit
di omega-3 rappresenta un
beneficio per il feto.

Il documento indica gli incrementi di peso


massimi tollerabili affinch vi sia un
andamento corretto del parto.

Obesit e infertilit
Se cerchi un figlio, cerca di perdere peso: questa la raccomandazione dei medici. Una cattiva alimentazione, infatti, pu essere
causa di infertilit nella donna:
in Italia il 12% dei casi di infertilit
dipende dal peso eccessivo (ma
anche da eccessiva magrezza)
della donna (fonte Osservatorio
nutrizionale Grana Padano). Diversi studi evidenziano che un peso
non adeguato alla propria altezza
aumenta il rischio di aborti e sterilit. Le donne sovrappeso od
obese hanno ridotti tassi di
gravidanza ed aumentati
tassi di aborto dopo la fecondazione in vitro. Lobesit materna inoltre,
aumenta il tasso di neonati gravemente prematuri in gravidanze gemellari dopo la fecondazione in vitro. Le donne
obese sono quelle che cercano pi frequentemente aiuto
per linfertilit, ma che hanno

meno probabilit di ottenerlo ha


sottolineato la Dott.ssa Michela
Barichella, dietologa dellICP Milano e membro dellOsservatorio
nutrizionale Grana Padano. - Nel
Regno Unito, per esempio, la
maggior parte dei centri per la fecondazione assistita del SSN impone un limite di IMC (che varia
da 30 a 35 kg/m2) per laccesso
alle cure.

DI A B E T E O G G I

25

io mi curo steatosi epatica

Fegato grasso
Non stiamo parlando di quello delle oche, ma di una
condizione molto comune oggi fra le persone, soprattutto se in
sovrappeso, e che rappresenta un problema serio di salute.

a steatosi epatica
non alcolica, o fegato grasso (nota
anche con la sigla NAFLD), una patologia molto

diffusa nella societ moderna:


in pratica la manifestazione
epatica della sindrome metabolica (a tal proposito, leggi anche
il nostro articolo a pag. 44).
Come dice il nome stesso, si tratta di un accumulo eccessivo di
grasso nelle cellule del fegato.
Si parla di fegato grasso quando
il grasso presente superiore al
5-10% del peso dellorgano.

Se mangi troppo
Abbiamo detto che una patologia tipica del nostro tempo,
perch legata ad un eccesso di
cibo e anche di peso. Unalimentazione troppo ricca di calorie infatti la prima causa: il
fegato non riesce a metabolizzare tutti i grassi assunti con il
cibo e quindi questi si accumulano nellorgano.
Si tratta di una patologia
26

D I ABETE O GGI

Integratore
alimentare
emergente dovuta proprio alla
diffusione dellobesit nella
popolazione e che non va sottovalutata.
Fra le persone pi a rischio di
avere il fegato grasso ci sono coloro che sono obesi, hanno lipertrigliceridemia e il diabete.

Un legame stretto
Diversi studi hanno dimostrato
esserci unassociazione tra il diabete di tipo 2 e la steatosi epati-

Active Liver di New Nordic un


integratore alimentare di origine
naturale, con estratti di cardo
mariano, carciofo, curcuma e pepe nero, e con laggiunta di colina. Aiuta a mantenere
il fegato in salute, attivando il metabolismo dei grassi e la digestione. In vendita in
farmacia.
www.newnordic.it

W
ca. Un recente studio, coordinato dal dottor Giacomo Zoppino,
ricercatore presso il Servizio di
Endocrinologia, Diabetologia e
Malattie metabolica dellUniversit di Verona, ha evidenziato che le persone con diabete
hanno un rischio da due a tre
volte maggiore di morire di malattie epatiche, principalmente
associate alla steatosi epatica
non alcolica.

Le conseguenze
Fino a poco tempo fa si pensava
che fosse una patologia benigna, ma poi si visto che la steatosi epatica non alcolica pu
evolvere in patologie pi serie,
anche letali: pu causare cirrosi
epatica, e in alcuni casi anche
tumori del fegato. Leccesso di

grasso porta infatti allinfiammazione del fegato, chiamata


steatoepatite, e lorgano comincia a danneggiarsi, perch pu
diventare fibrotico e indurirsi
con il passare del tempo (cirrosi),
condizione questa che lanticamera dellinsufficienza epatica.

Sintomi e diagnosi
Il problema che chi ha il fegato
grasso non se ne accorge, perch
non ci sono sintomi, ed anche la
diagnosi arriva spesso per caso.
La conseguenza che la steatosi
epatica non diagnostica pu durare anni e cos degenerare fino
a danneggiare il fegato. In genere, la steatosi epatica si diagnostica con una semplice ecografica
(ma anche alcuni valori del sangue non nella norma possono

5 cosa da sapere
se hai il fegato grasso*
W perdi peso in maniera corretta
seguendo i consigli di un dietologo
o dietista, per ridurre i trigliceridi,
che sono la prima causa della
steatosi epatica non alcolica
W evita lalcol per non innescare
o peggiorare linfiammazione del
fegato
W se hai il diabete (patologia che
altera il metabolismo e favorisce il
fegato grasso) devi monitorare pi

spesso lo stato di salute del tuo


fegato
W svolgi regolarmente attivit
fisica per ridurre la massa grassa
del corpo
W il medico potr prescriverti, se
necessari, dei farmaci che
demoliscono i trigliceridi, prima
che questi si depositino sul fegato
* Da Fire Onlus Fondazione Italiana
per la Ricerca in Epatologia
www.fondazionefegato.it

Un test per
una diagnosi
precoce
Dato il crescente aumento di casi
di sovrappeso ed obesit anche
tra bambini e adolescenti, molti
adulti domani avranno il fegato
grasso. Dato che la
degenerazione della steatosi
epatica in malattie gravi del
fegato ha anche per una
componente genetica, oggi un
test permette di fare una
diagnosi precoce per capire chi
potrebbe essere predisposto e
quindi mettere in atto subito delle
strategie di prevenzione.
Si chiama FLT (Fatty Liver Test)
ed un kit per la
genotipizzazione dei principali
polimorfismi correlati alla
steatosi epatica, steatosi epatica
non alcolica e fibrosi epatica.
Per maggiori informazioni:
www.orgabiohuman.it

far insospettire il medico). Allo


stesso modo non esiste un farmaco specifico per curare la steatosi epatica: come per il diabete
(e per il benessere in generale)
occorre seguire unalimentazione corretta, perdere in maniera
graduale il peso in eccesso e
svolgere attivit fisica. Si possono poi assumere, solo su prescrizione del medico, degli integratori antiossidanti, dei farmaci
insulino-sensibilizzanti (se gi
non ne assumi altri per il diabete), dei farmaci che riducono i
grassi.
DI A B E T E O G GI

27

io mi curo obesit infantile


Con la consulenza della dottoressa Ambra Morelli

Proteggi il futuro
di tuo figlio
Non farlo mangiare troppo, fallo mangiare bene!
28

D I ABETE O GGI

rmai lo
sappiamo:
lobesit che
affligge i Paesi
occidentali (ma anche
alcuni Paesi cosiddetti
emergenti) interessa
anche i bambini. Sono

sempre di pi i piccoli obesi


che i genitori riempiono
damore attraverso il cibo.
Troppo amore, sedentariet,
TV e giochi elettronici, cibo
spazzatura, crisi economica,
poca attenzione nella preparazione dei pasti e scarse conoscenze in materia di alimentazione: sono queste le cause della crescente obesit dei bambini. Come arrestarla? Insegnando prima di tutto ai genitori a
cambiare stile di vita.

W
Cosa deve mangiare tuo figlio
W Frutta e verdura: 5 porzioni al giorno (anche sotto forma di
centrifughe, spremute, passato di verdura o vellutate)
W Pesce: almeno 2 volte a settimana (anche surgelato)
W Preferire la carne bianca, da consumare 3-4 volte la settimana
W Legumi: almeno 2-3 volte alla settimana
W Fare sempre la colazione al mattino (latte o yogurt con laggiunta
di cereali)
W Gestire la merenda variando gli alimenti e preferendo frutta o
yogurt
W Limitare i condimenti e i grassi animali; preferire lolio doliva,
da aggiungere utilizzando il cucchiaio
W Consumare in tutti i pasti una quota di carboidrati (riso, pane,
pasta, cereali)
W Limitare i dolci e gli snack, le bevande zuccherate, da assumere solo
occasionalmente.
(Consigli dei nutrizionisti dellOsservatorio nutrizionale Grana Padano)

Curare madre e figlio


Per far perdere i chili di troppo ai bambini, si dimostra efficace intervenire sulle abitudini alimentari e di vita dellintera famiglia. Lo ha dimostrato
anche uno studio pubblicato
su Pediatrics e condotto presso
lOspedale pediatrico di Buffalo, nello stato di New York.
LAmerica uno dei Paesi dove
le percentuali di obesit infantile raggiungono livelli preoccupanti (ma lItalia non da
meno, con il poco invidiabile
primato europeo), soprattutto

fra le classi sociali pi basse.


Quasi il 23% dei bambini tra 2
e 5 anni ha un indice di massa
corporea superiore all85 percentile. Spetta ai pediatri quindi intervenire per prevenire e
curare il sovrappeso nei bambini e negli adolescenti, ma
spesso sono proprio i medici a

non sapere cosa fare esattamente. Per questo nato il


progetto Buffalo Healthy Tots,
mirato al trattamento del sovrappeso nei bambini tra 2 e 5
anni con due diversi approcci:
quello tradizionale, che si rivolge solo al bambino indirizzandolo ad un centro specialiDI A B E T E O G G I

29

io mi curo obesit infantile

stico, e quello comportamentale diretto sia ai genitori (uno


dei due in sovrappeso) che al
figlio, realizzato in collaborazione con i pediatri di famiglia.
I risultati del progetto parlano
chiaro: rispetto allapproccio
standard rivolto solo al bambino, quello globale ha portato a
una maggiore riduzione
dellindice di massa corporeo
sia nella mamma sia nel figlio,
sia durante il periodo di trattamento che dopo (il follow-up
durato 12 mesi).

grassare. Sono dati importanti,


perch identificare le dinamiche interpersonali e legate al
cibo tra i membri della famiglia durante i pasti pu aiutare
i medici ad intervenire sui fattori modificabili in casa, fornendo consigli su come organizzare un pasto, su come servire il cibo, sugli atteggiamenti
da tenere a tavola nei confronti del cibo e sul dialogo tra i
vari commensali.

Pasti in famiglia

Secondo il rapporto Istat/Cnel


sul benessere in Italia, solo il
18,4% della popolazione consuma quotidianamente almeno
quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi che garantiscono lassunzione di elementi fondamentali della dieta
come vitamine, minerali e fibre
che svolgono unazione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante. Il calo ancora pi

Mangiare senza stress e fretta,


a televisione spenta e colloquiando con la famiglia aiuta a
tenere sotto controllo il peso
corporeo. Ce lo dicono i ricercatori della University of Minnesota di Minneapolis (USA),
con un lavoro pubblicato sulla
rivista Pedriatics. Inoltre, pi si
mangia in famiglia e minore
il rischio per i bambini di in-

Mangiano troppo
e male

I dolci e gli snack salati sono vietati dalla


maggior parte delle politiche adottate dai
Paesi europei in materia di alimentazione
scolastica: oscillano dal permesso
occasionale al divieto assoluto.

30

DI ABETE O GGI

Fa male anche
al cuore
Lobesit infantile
mette a rischio la
salute del
bambino,
anche
quando
sar
adulto.
Oltre al
maggior
rischio
cardiovascolare
e quello di
sviluppare malattie
metaboliche (come diabete,
ipertrigliceridemia, ecc.), un
recente studio ha visto che
provoca delle modifiche
significative della geometria e
della funzione del muscolo
cardiaco, in grado di generare
precoci alterazioni del miocardio,
potenzialmente dannose sul
lungo periodo. A parlarne stato
uno studio condotto dallHeart
Center dellUniversit di Lipsia,
in Germania, e pubblicato sulla
rivista ufficiale dellAmerican
college of Cardiology. I risultati
mostrano anche che i bambini
obesi hanno livelli elevati di
pressione arteriosa, la glicemia
e il colesterolo LDL-C, mentre
hanno il colesterolo HDL (quello
buono) minore. Per quanto
riguarda il cuore, i ricercatori
hanno visto che le camere
cardiache destre e sinistre dei
bambini obesi sono pi ampie,
le pareti miocardiche pi spesse
e quindi una maggiore massa
ventricolare sinistra. Gli studiosi
non sono in grado di dire se
queste alterazioni sono reversibili
con la perdita di peso e per
questo occorrono ulteriori studi.

W
preoccupante per bambini e
adolescenti, con il numero di coloro che mangiano frutta e verdura a ogni pasto sceso al 35%,
mentre quelli che la mangiano
una volta al giorno sono passati
al 35% nel 2013 e si registra anche un aumento di coloro che
non lassumono o lo fanno un
massimo di 2 volte a settimana
(31%).

Intervenire anche
a scuola
Fra le azioni intraprese dalla
Commissione europea per contribuire a ridurre lobesit infantile, c quella di intervenire
anche sulle mense scolastiche.
Per farlo, stata pubblicata una
relazione completa sulle politiche di ristorazione scolastica in
Europa, che ha esaminato i 28
stati membri della UE e in pi la
Norvegia e la Svizzera. Tutti i
Paesi hanno emanato orientamenti in materia di ristorazione
scolastica, anche se in alcuni casi diversi fra loro. Tra questi, alcune indicazioni per i menu e le
quantit, oppure divieti assoluti
per distributori automatici di
bevande zuccherate.
Come ha spiegato Tonio Borgo,
Commissario responsabile per
la Salute, Quasi un bambino su
tre in Europa in sovrappeso o
obeso, e quindi rischia di sviluppare una serie di malattie che

I consigli del pediatra*


Far regolarmente misurare e pesare il bambino dal pediatra.
Il pediatra infatti confronta peso e statura misurati con le tabelle
di riferimento per sesso ed et e fornisce una valutazione
precisa sulladeguatezza del rapporto peso-statura di ogni
bambino. Non fidarsi dellaspetto del bambino perch
frequentemente, soprattutto tra i 4 e gli 8 anni, molto facile
sottostimare il sovrappeso. importante riconoscere presto il sovrappeso
perch il trattamento di gran lunga pi efficace rispetto a quello
dellobesit conclamata!
Seguire le indicazioni dellOrganizzazione Mondiale della
Sanit che prevedono per ogni bambino almeno unora al
giorno di attivit fisica ad intensit moderata/elevata (cio
che fa sudare). Utile quindi praticare unattivit sportiva con
pi sedute la settimana (3 lideale) oltre ad altre attivit
motorie non necessariamente sportive (gioco libero,
bicicletta, escursioni, ecc.) praticate negli altri giorni e nel week end.
I genitori dovrebbero essere di esempio per i figli sia per la
nutrizione che per lattivit motoria. Genitori attivi e che
mangiano sano hanno figli che con maggiore probabilit
imitano questi corretti comportamenti. Gi seguire questi
semplici suggerimenti aiuta a riconoscere con tempestivit
eventuali problemi di peso del bambino e contribuisce a
prevenirli oltre che a curarli!
* suggeriti dal pediatra Prof. Claudio Maffeis, membro del Direttivo nazionale della Societ
Italiana Obesit (SIO) e del Comitato scientifico dellOsservatorio nutrizionale Grana Padano

DI A B E T E O G GI

31

io mi curo obesit infantile

possono essere evitate, tra cui il


diabete di tipo 2.
Le scuole sono importanti partner, il cui contributo si affianca
allimpegno da noi profuso per
incoraggiare i bambini a sviluppare abitudini alimentari
sane, affinch possano crescere
in buone condizioni di salute,
avere buoni risultati scolastici e
sviluppare appieno le loro capacit. Ecco in sintesi alcune delle strategie adottate (tra parentesi la percentuale dei Paesi europei che le adottano):
W norme specifiche per menu
equilibrati (oltre il 90%), sulla
grandezza delle porzioni (76%) e
sugli standard nutrizionali dei
pasti (65%)
W restrizione o raccomandazioni sulla disponibilit di bevande (65-82%): acqua gratuita
e divieto di bevande analcoliche
W le calorie e i grassi sono i
parametri pi comuni inclusi
negli standard energetici e nu-

trizionali del pranzo (rispettivamente 65% e 56%).


A tal proposito ricordiamo che
la Coldiretti impegnata nelle
scuole con il progetto educazione alla Campagna Amica
che coinvolge oltre centomila

I bambini italiani sovrappeso sono il 30%,


i bambini obesi il 15%, con un totale
complessivo di bambini con peso in
eccesso del 45%.

32

DI ABETE O GGI

alunni delle scuole elementari


e medie in tutta Italia, che partecipano ad oltre tremila lezioni in programma nelle fattorie
didattiche e agli oltre cinquemila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e
in classe. In questo momento
di difficolt lobiettivo precisa la Coldiretti quello di
formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana
alimentazione e della stagionalit dei prodotti, per valorizzare i fondamenti della dieta
mediterranea e ricostruire il
legame che unisce i prodotti
dellagricoltura con i cibi consumati ogni giorno.

W
Stop
alla sedentariet
Secondo unindagine svolta
dallOsservatorio nutrizionale
Grana Padano (che ha coinvolto
oltre 2.000 bambini), emerge
che i pi piccoli (6-10 anni) sono
meno sportivi rispetto a quelli
pi grandi (11-13 anni), con una
significativa differenza proporzionale: il 9,9% contro il 18,2%.
Inoltre, i bimbi pi piccoli (6-10
anni) consumano meno frutta e
verdura dei bambini pi grandi,
ed in particolare introducono significativamente meno legumi,
pomodori, broccoli, cavolfiore,
cavoletti, carote, zucchine, fagiolini, peperoni e verdure verdi
(spinaci, bieta, coste ed altro), ma
anche meno frutta (mele, anguria e melone). Emerge, inoltre,
che i pi piccoli consumano poco pesce rispetto a quello intro-

Il 26,9% dei ragazzi italiani


tra i 6 e i 17 anni ha un peso eccessivo.

dotto dai ragazzi pi grandi (circa la met). La vita sedentaria e


la scarsa attivit dei bimbi potrebbero spiegare leccessivo aumento del peso dei pi piccoli,
mentre le cattive abitudini alimentari e la scarsa introduzione
di fibra potrebbero concorrere a
peggiorare il quadro metabolico, spiega la dottoressa Michela
Barichella dellOsservatorio nutrizionale Grana Padano (Responsabile Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP Milano, che comprende anche lOspedale dei Bambini Vittore
Buzzi). emerso anche che solo
il 20% dei bambini al 50 per-

centile e i bambini sopra il 97


percentile sono pi del 13%. Se si
dividono i bambini per fasce
det, si evidenzia che il grave
aumento ponderale si osserva
soprattutto nei bimbi tra i 6-10
anni (15%). I bambini sovrappeso (e a rischio di obesit) raggiungono il 30%; quindi il totale
dei bambini che hanno un peso
in eccesso raggiunge il 45%. Anche la crescita in altezza elevata nei primi anni di vita, ma
non paragonabile al parametro
peso.

Nei casi estremi,


meglio lospedale?
Ci sono dei casi in cui gli specialisti consigliano lospedale per
curare bambini e adolescenti
gravemente obesi, invece del
trattamento in ambulatorio. Ma
un recente studio ha dimostrato
che lefficacia di questa scelta
solo temporanea e nel lungo
tempo svanisce. Non basta infatti far dimagrire il bambino,
ma serve anche mettere in atto
delle strategie che, una volta
uscito dallospedale, gli permettano di mantenere il peso raggiunto con la cura dimagrante.
DI A B E T E O G G I

33

io vivo agire

Ti senti

bloccato?
A volte capita di non riuscire ad agire o a reagire e di
rimanere impantanati troppo a lungo in una situazione che
non ci piace. Se non riesci a dare una svolta alla tua vita e
migliorare la gestione del tuo diabete, segui questi consigli.

i hanno diagnosticato il diabete e il mondo ti crollato addosso: il team diabetologico ti ha fornito una serie di informazioni per la terapia e per cambiare il tuo stile di
vita. Amici e parenti ti si fanno attorno pieni di consigli e pre-

mure. Eppure, tu non sai cosa fare, non sai da dove iniziare, non
riesci ad agire, ti senti intrappolato in una situazione pi grande
di te, pieno di ansie e paure, convinto che ormai troppo tardi per
cambiare. Invece, non mai troppo tardi. Devi solo superare questo momento, sbloccarti e passare allazione. Lucia Giovannini,
autrice di numerosi bestseller che hanno aiutato migliaia di persone a vivere meglio (Tutta unaltra vita, Mi merito il meglio e Libera la tua vita sono i titoli dei suoi libri), ci indica come andare
avanti quando ti senti cos: 7 cose da ricordare quando ti senti
bloccato. Perch abbiamo sempre il potere di andare avanti, non
importa quali sono gli ostacoli che troviamo lungo il nostro cammino, possiamo sempre scegliere cosa pensare e cosa fare.
34

DI ABETE O GGI

Sentirsi
bloccati una
situazione,
non una realt

Se cambi il modo
di vedere le cose, anche il
mondo cambier intorno a
te. Il modo in cui decidi di

vivere la tua vita una tua


responsabilit. Puoi non avere
nessun controllo su alcune cose
che ti accadono, ma puoi
scegliere come reagire nel
frattempo. In che modo preoccuparti, ovvero occuparti di
qualcosa prima che ti accada, ti
aiuta a vivere serenamente?

E
Sentirsi
bloccati
segno che
necessario un
cambiamento

un messaggio che ci
manda la vita. In questo caso
si tratta di un messaggio di
cambiamento, perch quello
che hai vissuto fino a questo
momento non va pi bene per
te. ora di cambiare stile di
vita, di mangiare sano, di
cercare alternative salutari
alle tue vecchie abitudini
sbagliate: smetti di fumare, vai
in palestra o a camminare
allaperto, cucina i tuoi pasti
con maggiore attenzione, fai la
spesa con cura, scegliendo
alimenti sani.

Dici che non


sai la risposta:

Il passato passato

A volte desideri andare oltre determinate


situazioni, invece rimani con un piede nel
passato. Ci che stato non pu essere cambiato, ma

puoi decidere di perdonare: nel caso del diabete, puoi


decidere di perdonarti se ti senti in colpa per non aver fatto nulla
per prevenirlo, nonostante i campanelli di allarme e le
raccomandazioni del tuo medico prima della diagnosi. Quando
lascerai andare il dolore del rimpianto, del rimorso e della
frustrazione, ti accorgerai di una nuova luce e di una nuova
energia, proprio quella che ti serve per aprirti al nuovo e
affrontare la nuova situazione.

ma sei sicuro che


la domanda sia
corretta?

Dopo la diagnosi di diabete,


nel momento di confusione e
disorientamento che ne segue,
una buona domanda da porsi
: In che modo questa
situazione mi serve per la mia
evoluzione?. Porti questa
domanda ti aiuta ad uscire dal
vittimismo e
dallautocommiserazione, a
superare i tuoi limiti e
ritrovare la strada.
DI A B E T E O G GI

35

io vivo agire

Non semplice, ma ne vale


la pena

Nessuno ha mai
detto che il cambiamento semplice, che seguire una dieta precisa, svolgere regolare attivit fisica,
controllare la glicemia e
prendere i farmaci ogni giorno sia facile. Ci vuole molto coraggio per ammettere a noi stessi che qualcosa non va e deve
essere cambiato, e ce ne vuole
ancora di pi per prendersi la
responsabilit di attuare questo
cambiamento, cos come prendersi la responsabilit di curarsi.

Segui il tuo
intuito e sii
te stesso

Potrai sentirti
giudicato, incompreso dopo aver scoperto di
avere il diabete. Lascia perdere le opinioni e i condizionamenti degli altri, segui il tuo intuito. La libert soprattutto
quella della mente. Siamo tutti
perfetti nelle nostre imperfezioni. Mostrarsi vulnerabili
un segno di grande forza. Vuol
dire che nessun giudizio proveniente dagli altri sar in grado
di influenzarci e saremo invincibili! Quindi non arrenderti, il
diabete si cura, devi solo decidere di farlo.
36

D I ABETE O GGI

Liberati dalle aspettative

Le aspettative sono proprio quelle che ci


schiacciano tra passato e futuro e ci impediscono
di vivere il presente, lunico momento che esiste e
in cui possiamo prendere delle decisioni.

Le aspettative provocano ansia e agitazione, inducono attaccamenti


eccessivi al risultato. Poniti dei traguardi raggiungibili, premiati
quando li raggiungi, non essere troppo severo con te stesso quando
non ci riesci. Non metterti in ansia per le possibili complicanze, per
il futuro. Pensa al presente e ad agire subito: curati, segui le
raccomandazione del tuo medico e fai il meglio che puoi. Saprai
sempre che il tuo massimo e ridurrai anche le aspettative nei
confronti di te stesso, oltre che della vita.

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ISSN 1974 - 7136

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3,50 - Diabete Oggi n. 28 - Periodico Bimestrale
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n29

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Fa bene a tutti,
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Facciamo il punto sulle


prospettive di cura future

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IL DIABETE
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Feb./Mar. 2014 - Stampa Arti Grafiche Boccia
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38

io vivo esperienze

Diventeremo

amici!

Con questa frase, che come un mantra Francesca ripete nei


momenti difficili, si riassume tutta lesperienza di questa
giovane atleta con il diabete.
38

D I ABETE O GGI

aro diabete,
sei entrato
nella mia vita
senza chiedermi il
permesso, non ti ho
scelto e non ho potuto
dirti di no Hai cambiato

la mia vita radicalmente, mi hai


reso insicura, arrabbiata, confusa, ogni giorno una battaglia
che a volte vinco e spesso perdo.
Non posso sconfiggerti, ma ti
assicuro che io sono una testa
dura! Imparer a conoscerti meglio e allora forse diventeremo
amici!
stata la prima cosa, il primo
pensiero che hanno fatto leggere a Francesca e che nei momenti difficili lei legge e rilegge.

Quando hai incontrato il diabete?


Mi stato diagnosticato 8 anni
fa, quando avevo 15 anni: al
momento devo ammettere di
avere un po sofferto, sono stata
ricoverata per 15 giorni con
continui controlli e corsi per
imparare ad autogestirmi, ma
dopo qualche mese mi controllavo abbastanza bene.

In chi hai trovato


maggiore supporto?
I miei genitori sono sempre stati al mio fianco e mi hanno seguito nei controlli giornalieri,
hanno sofferto con me: questa
cosa ci ha rivoluzionato la vita.

Francesca durante una gara di duathlon


Diabetes No Limits.

I primi tempi pesavo tutto, non


sapevo cosa mangiare, si andava a tentativi. Pian piano tutto
tornato alla normalit e ci siamo abituati.

E la tua vita quotidiana, come ne ha risentito?


I primi tempi sono stati faticosi,
a scuola e nelle uscite; avevo
vergogna e paura a parlarne
con qualsiasi persona e mi nascondevo quando dovevo fare
linsulina, mimbarazzava, mi

dava fastidio. Non volevo passare per quella malata! Con il


passare del tempo, grazie anche
allaiuto di uno psicologo con
cui ho affrontato largomento,
sono riuscita ad uscire dalla
mia prigione, ora addirittura
ringrazio di avere il diabete per
avermi fatto conoscere molte
cose di me che non sapevo e
anche molte persone.

Quindi, dopo quel


periodo, tutto fila
liscio

Il diabete, che strana cosa, non sapevo


nemmeno esistesse. Innanzitutto
io non la considero una malattia
ma uno stile di vita.

DI A B E T E O G GI

39

io vivo -esperienze
esperienze
Ora che di anni ne ho 23 il
momento pi faticoso, per via
di uscite e serate con gli amici,
ed un gran incremento dellattivit sportiva. Ho sempre corso,
sciato, nuotato, sono una persona molto attiva; seguivo il mio
ragazzo nelle sue gare di
Triathlon, mi emozionava e mi
trasmetteva adrenalina il fatto
di vedere tutte quelle persone
praticare tre discipline una dopo laltra. Cos, da un anno a
questa parte, ho deciso di provare anchio ed ho iniziato cos
unintensa attivit fisica che ha
modificato tutte le mie glicemie: tanti alti e bassi, non capivo il motivo, non trovavo la
spiegazione. Fin quando mi sono decisa, dopo una gara finita
con la glicemia alle stelle ed
essere stata male tutta la settimana seguente, io che ancora
ero seguita dal pediatra, a rivolgermi ad un altro centro
diabetologico pi esperto sul
rapporto tra diabete e sport, i
Civili a Brescia.

E qui durante una gara di Triathlon.

Le cose sono
migliorate?
Subito sono riuscita ad avere
un quadro pi completo della
mia situazione e gestione del
diabete. Grazie ai medici mi sono iscritta ad un camp, DNLdiabete no limits, ovvero quattro giorni passati a fare attivit
fisica e corsi con persone con il
mio stesso stile di vita, amanti
dello sport. Ho scoperto un
nuovo mondo: conoscere per-

Francesca usa da sempre le penne


per insulina: le dosi sono aumentate
con il passare degli anni, ma questo non
vuol dire che sia peggiorata, solo che ha
bisogno di un rapposto insulina/
carboidrati maggiore.

40

D I ABETE O GGI

sone che condividono i miei


stessi pensieri, arrabbiature e
con gli stessi punti di domanda
mi ha fatto crescere ed avere
pi forza per andare avanti
cercando di conoscere al meglio
il mio corpo. Diciamo che ho
trovato una seconda famiglia,
non me laspettavo, credevo di
avere una gestione fallimentare del mio diabete e molte volte
mi imponevo delle rinunce, invece, grazie a loro ho imparato
che niente impossibile se lo
vogliamo e che tutti hanno alti
e bassi, giorni s e giorni no.
Cos ho iniziato ad allenarmi
con pi costanza e voglia. Devo
anche ammettere che facendo
uno sport cos intenso i controlli e le precauzioni sono aumentati, ma senza esagerare e
oltrepassare i miei limiti. Sono
anche migliorata nelle prestazioni.

Francesca durante il servizio di


volontariato in idroambulanza.

E per il resto, come


gestisci le tue giornate fra lavoro e studio?
Con il lavoro non ho problemi,
sto studiando e contemporaneamente lavorando da un perito
dellassicurazione; rimango praticamente in ufficio per la maggior parte del tempo. Il mio capo
sa del mio problemino e senza
alcun problema mi gestisco,
prendo una pausa quando ho bisogno di fare spuntini, insulina
o qualche visita.

Hai una vita molto intensa, fra sport, studio


e lavoro
Non solo, da ormai tre anni sono
in unassociazione di volontariato del 118; anche in questo caso
non ho avuto problemi, eseguo
regolarmente i controlli e nel fine settimana sono di turno in

ambulanza. una cosa che mi


sempre piaciuta, ho svolto dei
corsi ed ora mi d molte soddisfazioni. Infine, amo viaggiare e
il caro diabete non crea alcun
problema; metto sempre in valigia delle scorte di insulina, zucchero e mi presento in aeroporto
con una certificato rilasciato dal
mio medico.

Momenti difficili?
Ce ne sono stati e credo ce ne saranno sempre, ma ho imparato
che non serve arrabbiarsi, con la
calma e il sorriso si superano.
Devo ammettere che a volte ancora oggi crollo, perch mi sento
ostacolata in molte cose, ma trovo sempre la forza di andare
avanti grazie anche alle persone
che mi stanno vicino.

Un messaggio per
i nostri lettori?
Alle altre persone posso solo dire che s, le capisco, il diabete
una cosa fastidiosa e difficile
allinizio, ma con la calma ci si
pu fare amicizia e conviverci,
conducendo una vita molto pi
che normale. Lalimentazione

non varia, mangiare sano una


cosa che dovrebbero fare tutti,
noi dobbiamo prestare solo un
po pi di attenzione. Consiglierei di parlarne con altre persone
che gi da tempo ci convivono:
fa sempre piacere confrontarsi,
sentire altre esperienze e non
sentirsi i soli ed unici.

Obiettivi per
il domani?
Per il mio futuro mi sono posta
degli obiettivi. Mi piacerebbe
crescere sul lavoro e magari pi
avanti avere una famiglia. Per
quando riguarda lo sport ho stabilito delle gare a cui vorrei partecipare; avr una preparazione
da fare e dovr provare a gestire
il mio diabete in queste situazioni in cui si mettono in gioco, oltre allo sforzo fisico, una serie di
ormoni come adrenalina e tensione, una bomba per la glicemia! Sicuramente parteciper ad
altri camp, ci sono ancora tantissime cose da imparare e conoscere di me stessa. Ogni volta ho
una motivazione in pi per darmi da fare e migliorare la mia
convivenza con il diabete.

VUOI RACCONTARCI ANCHE TU LA TUA ESPERIENZA?

Scrivi a Diabete Oggi c/o Gamma 3000 Via Sambuca Pistoiese, 70/a 00138 Roma. Allega alla lettera
una tua foto e il coupon qui sotto debitamente compilato.

Io sottoscritto Nome
Cognome
autorizzo la casa editrice Gamma 3000 a pubblicare il materiale da me inviato, allegato al presente coupon, sulla rivista Diabete Oggi.
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(firma)
DI A B E T E O G GI

41

io mangio soia edamame

Il fagiolo

verde

questo laspetto della soia edamame, una variet


di soia ancora poco conosciuta da noi, ma ricca di preziosi
nutrienti per la tua salute.

tilizzata in cucina da secoli


da cinesi e giapponesi, la soia edamame raccolta ancora
acerba: ha un gusto
intenso e una consistenza croccante e si
presta per tante preparazioni in cucina.
Ricca di nutrienti
Come tutti i legumi, ricca di
fibra e di proteine vegetali: la
prima migliora il transito intestinale, e nel caso di diabete riduce i picchi glicemici dopo
pranzo; le seconde, pur non
avendo una valore biologico
alto come quelle delle carne,
42

DI ABETE O GGI

Q
Orogel

sono utili per un giusto apporto proteico, soprattutto quando


i legumi sono consumati insieme ai cereali, perch si certi
di assumere i principali aminoacidi essenziali. Interessante
anche il contenuto in vitamina
E, potassio e fosforo della soia
edamame, e soprattutto di isoflavoni, appartenenti alla famiglia dei polifenoli: diversi
studi hanno dimostrato che riducono i sintomi della menopausa dovuti ai cambiamenti
ormonali.

Come cucinarla
Nella versione surgelata, il
prodotto va cotto per pochi
minuti in acqua bollente salata
oppure in padella, aggiungendo poca acqua: in genere bastano dai 4 ai 5 minuti. Vi si
possono arricchire le insalate
miste, per aggiungere un sapore croccante, oppure si pu
unire ad altre verdure e legumi per preparare minestre e
zuppe. Come i piselli, pu essere utilizzata per condire pasta,
riso o altri cereali in chicco.

Il suo nome di origine


giapponese: eda vuol dire ramo,
mentre mame significa chicchi.
In passato infatti questo legume
era venduto appena raccolto, con
i baccelli contenenti i chicchi
ancora attaccati ai rami.

Bicchierini di soia edamame,


salmone e zucchine
Un antipasto leggero e gustoso per imparare a conoscere questo
legume. Se ne fai una porzione pi abbondante e lo consumi con una
fetta di pane integrale, un pranzo perfetto da ufficio.
(6 porzioni)

1 confezione

di Soia Edamame Orogel


da 300 g
120 g di salmone
affumicato
2 lime o limoni
3 zucchine fresche e sode
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
erba cipollina per decorare
1. Sbollentare la soia edamame
in acqua salata, scolarla e condirla con un goccio d'olio.

2. Dalle zucchine pulite ricavare


la buccia e tagliarla in julienne.
3. Porla in una ciotola con la soia edamame e condire con un'emulsione di olio extravergine,
sale, pepe e il succo di 1 lime (o
limome).
4. Tagliare a fettine lime (o limone).
5. Distribuire a strati nei bicchieri le zucchine e la soia edamame, alternando a striscioline
di salmone affumicato e fettine
di lime. Decorare con mezze fettine di lime ed erba cipollina e
servire.
DI A B E T E O G G I

43

io mangio sindrome metabolica


Con la consulenza del dottor Sandro Lo Pinto

Prevenire

mangiando

Come dice il vecchio adagio, prevenire meglio


che curare: curare la sindrome metabolica vuol dire
chiudere le porte al diabete.
44

D I ABETE O GGI

la malattia del
nostro tempo:
ma di cosa si
tratta veramente?
A descriverla con
esattezza ci ha pensato lOMS (lOrganizzazione

Mondiale della Sanit) che, nel


1998, ha stilato un intero paragrafo dedicato alla sindrome
metabolica, descrivendola come lassociazione tra la ridotta
tolleranza al glucosio e linsulino-resistenza con almeno altre
due alterazioni tra ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia e/o ridotto colesterolo
HDL (quello buono), obesit addominale e microalbuminuria.
In seguito, lInternational Diabetes Federation ha messo al
primo posto lobesit viscerale
(addominale) come elemento
essenziale per diagnosticare la
sindrome metabolica, da abbinare ad altri fattori concomitanti (vedi riquadro).

fattori sopra elencati sono presenti tutti insieme nella stessa


persona, il rischio di infarto,
ictus o altre patologie cardiovascolari pi alto. La sindrome metabolica, inoltre, insieme allobesit, il precursore
del diabete di tipo 2 e a loro
volta il diabete e lobesit aumentano il rischio di malattie
cardiovascolari. Alcuni studi
hanno accertato anche che la
sindrome metabolica pu essere un fattore scatenante di alcuni tumori.
In poche parole, da soli questi
fattori di rischio possono avere
uninfluenza limitata, ma se
compresenti (ne bastano 3 su
5) fanno aumentare il rischio
di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari.

Modificare gli stili


di vita
Per ridurre il rischio occorre
eliminare uno o pi dei fattori
presenti. Gli studi confermano
che la transizione dalla sindro-

Obesit e
grasso viscerale
Il tessuto adiposo addominale
oggi riconosciuto come un organo metabolicamente attivo:
vi sono infatti, stretti collegamenti tra il grasso addominale in
eccesso e l'insulino-resistenza,
ipertensione e diabete.

me metabolica al diabete vero


e proprio pu essere rallentata
dallintervento sullo stile di vita. Occorre quindi:
Q Perdere i chili in eccesso.
Q Modificare la dieta con
unalimentazione equilibrata,
sana e ricca di frutta e verdura.
Q Essere meno sedentari e
svolgere una regolare attivit
fisica.
Q Non fumare.
Q Se necessario, il medico potr prescrivere dei farmaci
specifici per ridurre per esempio la pressione arteriosa, il colesterolo o curare il prediabete.

I rischi
Fin qui abbiamo detto quali sono i fattori di rischio che concorrono alla diagnosi, ma non
abbiamo spiegato con esattezza
cosa sia la sindrome metabolica: in realt non una malattia di per s ma un campanello
dallarme per le malattie cardiovascolari: quando tre dei

La ricerca Okkio alla salute del Ministero


della salute, evidenzi nel 2011 che il 22%
dei bambini italiani risultava in
sovrappeso e che l11% era obeso.

DI A B E T E O G GI

45

io mangio sindrome metabolica

La salute, soprattutto
a tavola
evidente, dalla descrizione
dei fattori di rischio della sindrome metabolica, che questi
sono tutti legati ad unalimentazione scorretta, che porta al
sovrappeso, allaumento dei
grassi e dello zucchero nel sangue, per cui cambiare la propria alimentazione fondamentale.
Non si tratta solo di seguire
una dieta dimagrante (anche se
pu essere necessario i primi
tempi per perdere i chili di
troppo), ma di imparare a nutrirsi adeguatamente. Molti
studi, infatti, hanno dimostrato che la maggior parte delle
persone abbandona la dieta dopo poche settimane, a prescindere dal fatto che abbia raggiunto lobiettivo prefissato.
Altri invece, pur avendo perso
i chili di troppo, non riescono a
mantenere il peso corporeo
raggiunto e finiscono per recuperarli in breve tempo.

Imparare a mangiare
bene
Il motivo di questi fallimenti
che una dieta troppo restrittiva
poco accettata e quindi poco
efficace. Spesso poi si tratta di
diete monotone, con poche variazioni, e che lasciano sempre
insoddisfatti se non affamati.
46

D I ABETE O GGI

I 5 criteri scelti
per diagnosticarla
A Aumento del girovita
(grasso viscerale)

2 Iperglicemia a digiuno
(o diabete)

3 Aumento della pressione


arteriosa

4 Aumento dei trigliceridi


5 Riduzione del colesterolo
HDL (buono)

Per questo motivo importante correggere i comportamenti e le abitudini alimentari sbagliate imparando a mangiare
bene: si tratta di capire quali
sono le porzioni giuste di cibo
da assumere in base al proprio
dispendio calorico, considerando quanto movimento si fa durante il giorno, quali sono i cibi

che fanno bene e quali quelli


che non solo fanno ingrassare,
ma che possono anche far alzare la glicemia o i grassi nel
sangue.

Le fibre
Si trovano soprattutto nelle
verdure, nella frutta, nei cereali (meglio se integrali) e nei legumi.
Le fibre migliorano il transito
intestinale (permettono di evacuare una o pi volte al giorno,
evitando pesantezza e gonfiore), aumentano il senso di saziet, per cui non fanno venir
voglia di mangiare troppo presto dopo un pasto, riducono i
picchi glicemici provocati dagli
zuccheri e contribuiscono a ridurre i grassi nel sangue.
Occorre assumerne 30-40 g al
giorno e per farlo bisogna
mangiare frutta e verdura cinque volte al giorno. Oltre a
pranzo e a cena, abituati a

Il consiglio del dottor Lo Pinto: quando


seguiamo una dieta teniamo sempre
pronte delle crudit (cetrioli, finocchi,
carote, sedano, ravanelli) che oltre
all'apporto di fibre sono utilissime anche
come spezzafame, soprattutto se
consumate con una tisana o del t verde.

Q
LOrganizzazione Mondiale della
Sanit ha lanciato lo slogan
10.000 passi per vivere bene
Raggiungi questo traguardo! Come?
1) Parcheggia l'auto lontano dalla tua destinazione; se usi i mezzi pubblici, scendi una o due fermate prima e prosegui il percorso a piedi.
2) Usa le scale invece dell'ascensore e delle scale mobili.
3) Regalati (o fatti regalare) un contapassi per sapere quanti passi
compi ogni giorno.

Cerca di ridurre il consumo di


carne rossa ad una sola volta a
settimana; opta per pollo, tacchino, pesce (due-tre volte a
settimana) e uova (1 volta a

Se vuoi saperne
di pi:

Sindrome metabolica Ricette e consigli per


prevenire sovrappeso,
diabete, ipertensione e
ipercolesterolemia

mangiare un frutto o una verdura a colazione o come spuntini: puoi optare anche per
verdure da sgranocchiare,
frullati, centrifughe, zuppe,
vellutate, insalate miste; limportante variare spesso i colori e la tipologia, scegliendo
alimenti biologici o a km zero,
di stagione, alternando fra
quantit cotta e cruda.
Unaltra buona fonte di fibre
sono i cereali (soprattutto

quelli integrali) e i legumi, che


sono anche una buona fonte di
proteine diventando un piatto
completo se assunti insieme.

Le proteine
Servono per costruire e riparare il nostro corpo, dato che sono contenute nelle nostre cellule. Principale fonte di proteine sono la carne, il pesce, il latte, i latticini e i formaggi, le
uova e i legumi.

Terra Nuova Edizioni


Lautore, Florio Cocchi, un
medico di base di Genova
specialista in scienza
dellalimentazione, che si occupa
da anni di disturbi del
comportamento alimentare.
In questo volume spiega
chiaramente cos la sindrome
metabolica, come si manifesta e
quali sono i rischi, fornendo
tutta una serie di consigli da
mettere subito in pratica per
prevenirla, soprattutto a tavola:
informazioni sugli alimenti, le
porzioni, gli abbinamenti e tante
ricette (pi di 100, a cura di
Giuliana Lomazzi). Una di queste
la trovi a pag. 56.

DI A B E T E O G G I

47

io mangio sindrome metabolica

settimana). Scegli latte, yogurt


e latticini magri, e consuma
quelli pi grassi in piccole
quantit e solo una o due volte
alla settimana. Aumenta invece il consumo di legumi, sia
freschi che secchi e successivamente ammollati, ricordandoti di abbinarli sempre ai cereali per assumere tutti gli
aminoacidi essenziali (riso e
piselli, pasta e fagioli, ceci ad
insalata con una fetta di pane).

Gli zuccheri
Occorre distinguere fra quelli
semplici (il comune zucchero
da tavola o il miele) e quelli
complessi (carboidrati contenuti nei cereali, per esempio).
Non devi eliminarli, perch sono la principale fonte di energia e permettono al nostro cervello di funzionare, e al nostro
corpo di muoversi e riscaldarsi.
Ma devi ridurre il consumo di
quelli semplici a favore di
quelli complessi, che tra laltro
fanno alzare pi lentamente la
glicemia. Opta quindi per cereali integrali; elimina le bevan-

de gassate e i succhi di frutta,


le caramelle e i dolciumi vari.
Se proprio non riesci ad eliminare i dolci, scegli il cioccolato
fondente al 70% minimo e dolci preparati in casa con olio al
posto del burro, poco zucchero
e farine integrali, ma sempre
in piccole quantit.

Grassi
Intanto occorre distinguere fra
saturi e insaturi: quelli pericolosi per la nostra salute sono i
primi. Con tutti e due per non

La sindrome metabolica riguarda


oggi la met delle persone sopra
i 50 anni di et.

48

DI ABETE O GGI

bisogna esagerare: quindi occhio a formaggi grassi, burro,


panna, carni rosse, dolci, condimenti e salse. Preferisci sempre lolio extravergine doliva a
crudo per condire (1 cucchiaio
a pasto a persona). Altre fonti
di grassi buoni sono il pesce
azzurro (sardine, per esempio),
i semi oleosi e la frutta secca a
guscio (anche se molto calorica). Preziosi perch ricchi di
omega 3, puoi consumare pesce 3 volte alla settimana e un
pugno di frutta secca al giorno,
a colazione nello yogurt, come
spuntino oppure in aggiunta
alle insalate. I semi sono perfetti da aggiungere a pani,
grissini e torte rustiche fatte
in casa, alle minestre oppure
alle insalate, per un tocco croccante.

shopping
Testina a scalare

Soia edamame

Scalare 33 tau-marin lo spazzolino con


testina scalare lunga, ideale per una corretta pulizia di tutte le superfici dentali.
La testina ellittica scalare con inclinazione di 15 agevola infatti il raggiungimento dei punti pi nascosti; le setole arrotondate in tynex evitano traumi
a denti e gengive e la speciale fibra delle setole
evita la proliferazione di
batteri, garantendo anche una maggiore durata allo spazzolino. Gli spazzolini sono disponibili in tre versioni:
duro, medio e morbido. In farmacia.

La soia Edamame Orogel, come


tutti i prodotti del marchio,
appena raccolta viene lavorata,
stoccata e confezionata per
mantenerne intatta la
freschezza. coltivata
esclusivamente in Italia, nelle
pianure del Po, che risultano
particolarmente adatte a questo
tipo di piantagioni. I semi
selezionati sono certificati
OGM free.

TISANE IN CAPSULE
LIstituto Erboristico lAngelica propone le sue famose tisane anche nel formato
in capsula, pi comodo ed efficace. Disponibile in due versioni, per la macchina
A Modo Mio o il Nespresso. Molti i gusti tra cui scegliere, come la Tisana Digestiva, quella Depurazione e quella Regolarit.

Amarsi di pi
Senza lattosio, senza glutine, a ridotto contenuto di
grasso e di sale: queste le caratteristiche del prosciutto
cotto della linea Amarsi di+ di Fiorucci, disponibile al
banco taglio, affettati in vaschetta, in palline (tranci) o

GENGIVE DELICATE
Biorepair Gengive Delicate il dentifricio indicato per ligiene orale
quotidiana che contiene
acido ialuronico e che
protegge e idrata le
gengive delicate, donando sollievo ai tessuti
gengivali, durante lo
spazzolamento.

in salamini, per andare incontro ad abitudini ed


esigenze alimentari diverse. Grazie alle sue
particolari caratteristiche Amarsi d+ ha anche
ottenuto il Patrocinio del Dipartimento di Scienze
Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche, Anestesiologiche e
Geriatriche dellUniversit La Sapienza di Roma.

DI A B E T E O G G I

49

io mangio ricette
Con la consulenza della dottoressa Ambra Morelli

Torte

salate

Perfette per variare il menu quotidiano, da preparare


per un invito a cena, per un buffet di compleanno
o per una scampagnata. Arricchiscile sempre
con verdure e scegli farine integrali.

Pizza ai peperoni

50

D I ABETE O GGI

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 198 calorie,
12 g di proteine, 6 g di grassi,
24 g di carboidrati.

Pizza ai PePeroni

Quiche
di verdure

Per compensare i carboidrati


della pizza,
accompagnala con uninsalata
verde e consumala
come piatto unico.

1 base per pizza


100 g di mozzarella
50 g di prosciutto crudo
a fettine
di peperone verde
a listarelle
di peperone rosso
a listarelle
di peperone giallo
a listarelle
1 spicchio daglio
3 cucchiai di passata
di pomodoro
qualche cappero
1 cucchiaino di timo
1 cucchiaino di maggiorana
1 foglia di alloro
sale e pepe nero
1. Preriscalda il forno a 240C e
riscalda la placca per la pizza.
Stendi la passata di pomodoro
sulla base che hai preparato
precedentemente e spolverizza
con il timo, la maggiorana,
lalloro sminuzzato e laglio
tritato.
2. Distribuisci sulla superficie
della pizza i peperoni tagliati a
listarelle, i capperi, il prosciutto
crudo e la mozzarella
grattugiata. Inforna per circa
15 minuti.

(4 porzioni)
Per ogni porzione (una fetta):
266 calorie, 12 g di proteine,
12 g di grassi, 26 g di carboidrati

QuicHe di verdure
Le verdure apportano vitamine e minerali. Poich si tratta di un
secondo ricco di carboidrati, mangia un primo
a base di verdure.

1 confezione di pasta bris


2 uova
450 g di verdure miste
(porri, asparagi, zucchine,
zucca, ecc)
50 g di formaggio
Emmentaler
3 yogurt magri al naturale
1 cipolla
2 cucchiai dolio doliva
sale e pepe
1. Lava e taglia le verdure in
piccoli pezzi. Fai soffriggere in

una padella con la cipolla tritata


e lolio.
2. Unisci gli yogurt alle uova
sbattute e condisci con sale e pepe. Aggiungi le verdure, mescola bene e riempi con il composto
cos ottenuto limpasto bris ben
spianato e schiacciato in uno
stampo rotondo.
3. Inforna per 35 minuti seguendo le istruzioni sulla confezione
della pasta bris. Fai gratinare
con il formaggio fino a perfetta
doratura.
DI A B E T E O G GI

51

io mangio ricette

Pizza marinara
Quando decidi di mangiare la pizza, cerca di non esagerare con i carboidrati durante gli altri pasti della
giornata. Sarebbe meglio se limpasto fosse integrale.

1 base per pizza


4 calamari freschi puliti
100 g di gamberi freschi
100 g di spinaci freschi
100 g di mozzarella
2 cucchiai di passata di
pomodoro

il succo di limetta
peperoncino rosso
piccolo tritato

o nei negozi di specialit


asiatiche)

olio doliva
sale
pepe nero a piacere
1. Preriscalda il forno a 240C e
scalda la placca per cuocere la
pizza.
2. Pulisci i gamberi freschi: eli-

alga nori (puoi trovarla

mina la testa e il filamento nero,

nelle erboristerie

sgusciali e mettili da parte. Lava

i calamari sotto lacqua corrente,


poi taglia la polpa in piccoli pezzi.
3. Adagia la base per pizza sulla
placca ricoperta con carta forno
in modo che non si attacchi.
Condisci con la passata di pomodoro, i gamberi, i calamari e se
vuoi, striscioline di alga nori.
4. Aggiungi il peperoncino e gli
spinaci precedentemente saltati
in olio e irrora con il succo di limetta. Spolvera con mozzarella e
inforna fino a far dorare.

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 263 calorie, 28 g
di proteine, 7 g di grassi,
22 g di carboidrati.

Pizza marinara

52

DI ABETE O GGI

Pasta sfoglia con


verdure

Pasta sfoglia
con verdure

Per rendere questo piatto pi


leggero, rinuncia al secondo
strato di pasta sfoglia e usala
solo per la base: in questo modo
dimezzerai i carboidrati.

1 rotolo di pasta sfoglia


250 g di spinaci lessati
25 g di riso
25 gamberi
2 pomodori pelati
1 uovo
1 carota
1 cipollotto
porro
di finocchio
1 spicchio daglio
bicchiere di brandy
bicchiere di vino bianco
olio
erbe aromatiche
(timo, alloro, rosmarino

e prezzemolo)
sale

1. Per la salsa, pulisci e trita il cipollotto, la carota, il porro, laglio, il finocchio e mettili nellolio. Incorpora i pomodori, il
brandy e il vino; amalgama il
tutto.
2. Togli i gamberi dal loro carapace e mettili da parte. Aggiungi alla salsa le teste e i gusci dei
gamberi, il riso e le erbe aromatiche. Fai soffriggere e bagna

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 316 calorie, 15 g
di proteine, 20 g di grassi,
19 g di carboidrati.

con acqua. Lascia cuocere per


20 minuti, togli i rametti di erbe
e passa tutto al mixer.
3. Scalda gli spinaci. Sminuzzali
e mettili a soffriggere insieme ai
gamberi.
Taglia la pasta sfoglia in otto
quadrati. Infornala a 170C per

circa 7 minuti. Distribuisci il


composto di gamberi e spinaci
su quattro quadrati e copri
ognuno di essi con i quadrati rimasti.
Servi immediatamente, accompagnando con la salsa preparata
in precedenza.
DI A B E T E O G GI

53

io mangio ricette

Pizza con
pane pita

1 porzione)
Per ogni porzione: 307 calorie, 9 g
di proteine, 19 g di grassi,
25 g di carboidrati

Pizza con Pane Pita


Per una pizza leggera preparala tu stessa con salsa di pomodoro fatta in casa
e le verdure che preferisci, meglio se sono di stagione.

1 pane pita
2 cucchiai di passata
di pomodoro

55 g di mozzarella
5 olive tagliate a rondelle
1 cucchiaio di mais
in scatola

1 cucchiaino di capperi
il succo di 1 limone
origano o timo tritato
sale
pepe nero macinato
54

DI ABETE O GGI

1. Accendi il grill del forno o il


microonde (o una piastra) e tosta il pane pita su entrambi i lati
fino a farlo dorare. Condisci la
passata di pomodoro con sale,
pepe e origano.
2. Distribuisci la passata condita
sul pane fino ai bordi e distribuisci sulla superficie la mozzarella sbriciolata.
3. Cospargi con i capperi, il mais
e le olive verdi o nere (a piacere).
Aggiungi un pizzico di origano

o timo e condisci con sale e pepe


a piacere.
4. Fai gratinare per 5-8 minuti
fino a quando non saranno ben
dorati.
il consiglio
Il mais molto ricco di zuccheri,
quindi puoi anche decidere di eliminarlo dalla ricetta per non aumentare i tuoi livelli di glucosio nel
sangue. Inoltre, se riesci a trovarlo, acquista pane pita integrale,
che pi ricco di fibra.

Q
Torta di
melanzane
e pinoli

torta
di melanzane
e Pinoli
Un piatto davvero completo,
che oltre alle vitamine
e ai minerali delle verdure
contiene anche calcio, un
toccasana per le tue ossa.

600 g di melanzane
3 uova
cipolla
1 bicchierino e di latte
scremato
1 cucchiaino e di pinoli
pangrattato
4 cucchiai di olio doliva
dragoncello
sale e pepe
Per la salsa:
30 g di margarina light
1 bicchiere di besciamella
5 cucchiai di latte
1 cucchiaino di rag
1 bicchiere di brandy
1 bicchiere di Porto
1 cucchiaio di senape
noce moscata
prezzemolo e pinoli
sale e pepe
1. Pela le melanzane, tagliale a
dadini e stufale insieme alla cipolla tritata e lolio fino a far evaporare lacqua di cottura. Aggiungi i pinoli, il sale, il pepe e il
dragoncello. Fai cuocere il tutto
nel microonde, coperto, per circa

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 221 calorie,
7 g di proteine, 17 g di grassi,
10 g di carboidrati.

15 minuti, alla massima potenza.


2. Sbatti le uova, aggiungi latte, sale e pepe e unisci le melanzane e la
cipolla. Riempi con il composto
uno stampo per plumcake precedentemente unto e spolverato con
il pangrattato. Lascia cuocere per
circa 15 minuti nel microonde.
3. Prepara la salsa: fai sciogliere la

margarina, aggiungi il brandy e


cuoci a fuoco basso. Unisci il Porto
e la besciamella. Sciogli il rag e la
senape nel latte evaporato e aggiungili alla salsa. Condisci con
noce moscata, sale, pepe e lascia
cuocere per alcuni minuti.
4. Servi la torta con la salsa e decora con pinoli e prezzemolo.
DI A B E T E O G G I

55

io mangio ricette

maximuffin
salato

Maximuffin
salato

I semi oleosi sono ricchi di


vitamine, sali minerali e benefici
acidi grassi. Usali spesso in
cucina per arricchire i tuoi
piatti.

130 g di farina integrale


120 g di farina di mais
fine

3 cucchiaini di curry
1 carota piccola
1 pezzetto di porro
(la parte verde)

latte di soia q.b.


5 cucchiai di olio
extravergine doliva o
di semi spremuto
a freddo
1 cucchiaino di origano
3 cucchiai di semi misti
di zucca, lino e girasole
1 bustina di cremor
tartaro (o lievito
istantaneo per ricette
salate)
sale
1. Trita i semi in un macinacaff e mettili in una ciotola.
2. Unisci le due farine, il curry,
lorigano, il cremor tartaro (o
lievito) e il sale.
3. Versa prima lolio, quindi
gradualmente, il latte sufficiente per avere un composto
morbido (circa 1 bicchiere).
Completa con la carota tagliata
56

D I ABETE O GGI

(4 -6 persone)
Ricetta tratta
dal libro Sindrome metabolica
edito da Terra Nuova Edizioni

a dadini e il porro lavato e affettato sottilmente.


4. Versa il composto in uno
stampo da plumcake foderato
con carta forno.
5. Inforna a 180C per 35-40
minuti.
6. A cottura ultimata, fai intie-

pidire il maximuffin, sformalo


e lascialo raffreddare prima di
affettarlo.
unidea
Servilo con una salsa densa di
pomodoro o con porri e carote
tagliuzzati e saltati in padella.

io mangio ricette
Con la consulenza della dottoressa Ambra Morelli

Un pizzico

di dolcezza
Cremosi, leggeri,
ricchi di frutta:
anche se hai il
diabete, puoi
concederti ogni
tanto un dolce
fatto in casa.
Prendi ispirazione
dalle nostre ricette
calibrate.

Yogurt con
composta di pera

DI A B E T E O G GI

57

io mangio ricette

Yogurt con
composta di pera

Pan di Spagna
al cioccolato

Le pere apportano una buona


dose di fibra che
favorisce il transito intestinale
e hanno un indice
glicemico molto basso.

80 g di pera
1 yogurt scremato
al naturale
succo di limone
edulcorante liquido
aspartame
1. Metti la pera in un pentolino
con un po di succo di limone e
di edulcorante e lasciala macerare finch non si sar ammorbidita e non avr rilasciato il
suo succo.
2. Poi, cuoci a fuoco basso mescolando di continuo con un
cucchiaio di legno, in modo che
non si attacchi sul fondo.
3. Una volta preparata la composta, aggiungi ledulcorante
che preferisci (meglio se aspartame) e conservala in frigo per
farla raffreddare. Versa lo yogurt in una coppetta e aggiungi
poi sulla superficie la composta.

(1 porzione)
Per ogni porzione: 85 calorie,
4 g di proteine, 0,5 g di grassi,
16 g di carboidrati.

58

D I ABETE O GGI

(8 porzioni)
Per ogni porzione: 184 calorie,
4 g di proteine, 8 g di grassi,
24 g di carboidrati.

pan di spagna al cioccolato


Il cacao puro molto ricco di antiossidanti. Se sostituisci lo zucchero
con un edulcorante adatto alla cottura, ridurrai le calorie per
porzione da 184 a 120.

100 g di margarina light


100 g di zucchero a velo
100 g di farina
4 uova
2 cucchiai di cacao

albumi), il cacao in polvere,

in polvere
bustina di lievito
per dolci
burro

3. Ungi uno stampo per plumca-

1. Sbatti la margarina con lo


zucchero fino ad ottenere un
composto cremoso; aggiungi i
tuorli duovo (tieni da parte gli

per circa 35 minuti.

la farina e il lievito.
2. Monta energicamente gli albumi a neve e incorpora il composto ottenuto in precedenza.
ke con una noce di burro, versaci il composto preparato e cuoci
in forno preriscaldato a 150C
4. Lascia raffreddare e sforma.
Decora con glassa al cacao e
zucchero a velo.

Q
flan al caff
Alcuni studi sperimentali dimostrano che il consumo
regolare di caff pu aiutare a prevenire malattie croniche come il diabete di tipo 2.

3 uova
2 bicchieri di latte
scremato

2 cucchiai di caff solubile


1 arancia
1 stecca di cannella
scorza darancia
grattugiata
edulcorante artificiale
2-3 cucchiai di caramello
liquido
1. Preriscalda il forno a 170C.
Versa il caramello liquido in
uno stampo per flan (o in 4

stampini piccoli) e muovi lo


stampo in modo che il caramello
si distribuisca bene sul fondo.
Metti da parte.
2. Versa il latte in una pentola,
aggiungi la cannella, scalda
senza portare ad ebollizione e
togli dal fuoco. Quando il latte
sar tiepido, togli la cannella,
aggiungi ledulcorante, mescola
e incorpora il caff solubile.
Mescola ancora e metti da parte.
3. Sbatti bene gli albumi in un
recipiente, aggiungi i tuorli e
sbatti ancora. Aggiungi poco a

poco il latte e caff e mescola


lentamente.
4. Versa il composto cos
ottenuto nello stampo con il
caramello liquido, copri con un
foglio dalluminio e cuoci in
forno a bagnomaria per 35-40
minuti. Lascia raffreddare,
sempre a bagnomaria, togli
dallo stampo e rovescia il flan
sul piatto da portata.
5. Guarnisci il dolce con la
scorza darancia grattugiata e
decora il piatto con fettine
darancia.

Flan al caff

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 101 calorie,
6,5 g di proteine, 2,4 g di grassi,
9 g di carboidrati.

DI A B E T E O G G I

59

io mangio ricette

tortini di mele
Una versione pi leggera della torta di mele tradizionale, che apporta le fibre
della frutta riducendo al massimo i grassi e le calorie.

2 mele Golden
4 fette di pancarr
1 limone
marmellata light
di albicocca

burro light
1. Lava e sbuccia le mele e poi
tagliale a rondelle. Irrora con il

succo di limone per evitare che


anneriscano.
2. Togli il bordo alle fette di pancarr e dai una forma rotonda,
disponile in una teglia da forno
unta con del burro light e distribuisci sulla superficie le rondelle di mela. Puoi anche usare
pancarr integrale, che apporta
una maggiore quantit di fibra.

3. Inforna a 150C per circa 10


minuti. Il piatto sar pronto
quando le mele saranno diventate leggermente dorate.
4. Ricopri ogni tortino con uno
strato di marmellata di albicocche e servi.
5. Puoi decorare con zucchero a
velo o un po di cannella in polvere.

Tortini
di mele
(4 porzioni)
Per ogni porzione: 121 calorie,
2 g di proteine, 1 g di grassi,
26 g di carboidrati.

60

DI ABETE O GGI

Q
Bign alla crema
Un dolce che abbiamo
alleggerito al massimo,
riducendo i grassi della ricetta
e sostituendo lo zucchero
con ledulcorante.
Per la salsa verde:
2 albumi
1 tuorlo
50 g di latte scremato
50 g di farina di grano
30 g di margarina light
1 cucchiaino
di edulcorante
cucchiaio di zucchero
a velo (a piacere)
cannella in polvere
sale
Per il ripieno:

crema inglese
al cioccolato light

crema inglese

alla vaniglia light

composta di mela light


mousse al cioccolato light
1. In una pentola metti un po
dacqua con il latte, la margarina, ledulcorante e il sale. Aggiungi la farina e mescola fino
a quando non riuscirai a staccare limpasto dal fondo della
pentola. Cuoci ancora per un
minuto e poi versa il composto
in una ciotola. Lavoralo con lo
sbattitore elettrico, incorpora
gli albumi e sbatti fino ad otte-

(2 porzioni)
Per ogni porzione: 149 calorie,
7 g di proteine, 6 g di grassi,
16 g di carboidrati.

nere un impasto liscio.


2. Ungi e infarina una teglia.
Riempi una tasca da pasticcere
con limpasto e spremilo nella
teglia formando dei mucchietti
abbastanza distanziati tra loro.
3. Amalgama il tuorlo con 1

Bign alla crema

cucchiaio di latte e spennella


sui bign. Inforna per 15 minuti a 190C; lascia raffreddare.
4. Riempi i bign tagliati a met
con le diverse creme. Servi
spolverando con un po di cannella e di zucchero a velo.
DI A B E T E O G G I

61

io mangio ricette

Ricotta al caff

ricotta al caff
Apporta proteine e calcio.
Se preferisci una composizione
leggermente pi morbida, puoi
sostituire la ricotta
con il formaggio magro.

8 cucchiai di ricotta
magra
400 ml di caff
4 albumi
4 cucchiai di succo
di limone
cacao amaro in polvere
dolcificante
1. Prepara il caff e mettine da
parte 100 ml. Sciogli il cacao
nei restanti 300 ml.
2. Incorpora la ricotta e mescola lentamente. Aggiungi del
dolcificante a piacimento.
3. Distribuisci la preparazione
in coppette e lascia raffreddare in frigo.
4. A parte, monta gli albumi a
neve e distribuiscili sul preparato nelle coppette mescolando
leggermente appena prima di
servire.

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 141 calorie,
7,1 g di proteine, 11, 3 g di grassi,
3 g di carboidrati.

62

D I ABETE O GGI

Q
torta di carote e noci
Le noci apportano acido alfalinoleico, un regolatore naturale del colesterolo,
mentre le carote apportano vitamina A, un potente antiossidante.

2 uova
80 g di farina integrale
135 g di carote grattugiate
30 g di noci tritate
30 g di uvetta
1 noce di margarina light
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di noce moscata
grattugiata
dolcificante q.b.

1. Riscalda il forno a 180C.


2. Separa i tuorli dagli albumi.
Sbatti i tuorli con il dolcificante. Sbatti anche gli albumi e
aggiungi i tuorli. Incorpora il
resto degli ingredienti, mescolando bene, fino a formare un
impasto uniforme.
3. Versa in una teglia precedentemente unta con la mar-

garina e inforna per circa 20


minuti, fino a quando la torta
non cotta.

(4 porzioni)
Per ogni porzione: 261 calorie,
17 g di proteine, 17 g di grassi,
8 g di carboidrati.

Torta di carote
e noci

DI A B E T E O G GI

63

H Le vostre domande
il medico risponde

Edulcoranti
Ho letto su vari giornali che gli edulcoranti fanno salire
la glicemia e in alcuni casi anche ingrassare. Io li
consumo abitualmente, perch non riesco a bere n t n
caff amari e non voglio far salire la glicemia:
sto sbagliando tutto?

La famiglia degli edulcoranti (o dolcificanti) composta da due grandi gruppi: quelli naturali e quelli
artificiali o sintetici. Gli edulcoranti naturali sono
tutti gli zuccheri che forniscono il sapore dolce in
modo pi o meno simile, ma forniscono anche molte
calorie (4 cal. per grammo), per cui se ne dovrebbe
limitare luso. Inoltre alcuni (glucosio e saccarosio)
fanno anche salire la glicemia, mentre altri (tipo
fruttosio, sorbitolo ecc.) non hanno questo inconveniente, pur fornendo uneguale quantit di calorie.
Pertanto il loro uso deve essere inserito nel computo
totale delle calorie giornaliere. Gli edulcoranti artificiali (tipo saccarina, aspartame, ciclammato, acesulfame) invece, non forniscono calorie e non fanno salire la glicemia, per cui possono essere usati tranquillamente dalle persone con diabete e possono essere inseriti in diete dimagranti o di mantenimento.
Recentemente e periodicamente vengono pubblicati
lavori che accennano a qualche rischio nella loro assunzione ma sinora si tratta di dati o non confermati o da confermare. Quindi, in ogni caso raccomando moderazione nellassunzione.

Diabete gestazionale
e rischio per i figli
Siamo diventati da poco genitori di una splendida bambina: mia moglie ha avuto il diabete gestazionale, ma grazie
alle cure dei medici andato tutto bene e la bambina nata senza problemi. Pesava 3,4 kg alla nascita. Ho letto per che se la mamma sviluppa il diabete gestazionale, il figlio ha un rischio maggiore di ammalarsi di diabete in futuro. Vorrei capire se possibile sapere in anticipo se e
quando mia figlia si ammaler e cosa possiamo fare in caso per prevenirlo. Inoltre, scusate lignoranza, ma ho scoperto da poco che esiste anche il diabete di tipo 1, oltre al 2:
quale tipo di diabete rischia di avere mia figlia?

Gentile lettore,
intanto molti auguri per la vostra bambina. Per rispondere ai suoi timori servirebbe forse un intero
numero della rivista. In poche parole si pu affermare che, essendo il diabete di tipo 2 (in cui pu essere
incluso anche il diabete gestazionale) una malattia a
forte impronta ereditaria, potrebbe essere trasmesso
ai figli, favorito da particolari situazioni ambientali
(sovrappeso, alimentazione scorretta, mancanza di
attivit fisica) che aumentano il rischio di malattia.
Quindi, pur essendo impossibile oggi prevedere il se
e quando, invece possibile ed auspicabile prevenirlo o ritardarlo attraverso una vita sana, una grande
attenzione al sovrappeso ed allobesit, una regolare e
costante attivit fisica. Per quanto riguarda poi il diabete di tipo 1, non cos strettamente ereditario, ma
pi legato a fenomeni di autoinfiammazione del pancreas ed ogni speranza di prevenirlo oggi vana.

Il dottor Stanislao Lostia, specialista in diabetologia e malattie metaboliche,


risponde alle domande dei nostri lettori.
Se avete dubbi o domande, potete scrivere alla redazione di Diabete Oggi, c/o Gamma 3000,
Via Sambuca Pistoiese, 70/a 00138 Roma oppure alla mail: g3000@gamma3000.com
64

D I ABETE O GGI

glossario

Bolo
Quantit aggiuntiva di insulina somministrata
generalmente per coprire lintroito di cibo (bolo
pre-prandiale) o per correggere una iperglicemia
(bolo di correzione).
Carico glicemico (CG)
un valore che oltre a rappresentare la qualit dei carboidrati (IG-Indice Glicemico) considera anche la loro quantit. Si ottiene moltiplicando
la quantit di carboidrati espressa in grammi per
lindice glicemico. Gli alimenti con un valore superiore a 20 sono considerati con un CG alto.
Cellule isola o isole di Langerhans
Sono un insieme di cellule che si occupano della
secrezione di diversi ormoni atti a regolare il livello di glucosio nel sangue
Chetoacidosi
una complicanza che si verifica in mancanza
di insulina, quando lorganismo non pu trasformare il glucosio ed quindi costretto ad utilizzare
gli acidi grassi per produrre energia. La trasformazione dei grassi causa laccumulo, nei tessuti
e nellurina, di prodotti di scarto, i cosiddetti corpi
chetonici. tipica del diabete di tipo 1.
Chetonuria
Presenza di corpi chetonici nelle urine.
CHO
Sono le unit di misura dei carboidrati per le
quali esistono delle tabelle di conversione che
indicano il peso in grammi degli alimenti contenenti carboidrati equivalenti a 1 unit (o grammi)
di CHO. Le unit di carboidrati assunte sono un
criterio importante per la scelta della dose giusta
di insulina da iniettarsi.
Coma chetoacidosico
Stato di coma, causato dallaccumulo massivo di
corpi chetonici nel sangue. Il coma chetoacidosico unemergenza clinica tipica del diabetico
di tipo 1.
Coma ipoglicemico
Stato di coma causato dalla mancanza di un
sufficiente livello di glucosio nel sangue che consenta allorganismo di fornire energia al cervello.
Controllo metabolico
Si parla di buon controllo metabolico quando la
glicemia viene mantenuta tra 80 mg/dL e 140 mg/
dL durante tutto larco della giornata.
Corpi chetonici
Prodotti di scarto della demolizione degli acidi
grassi.
CSII
Lacronimo sta per Continuous Subcutaneous
Insulin Infusion (Infusione Sottocutanea Continua di Insulina) e indica la terapia insulinica con
microinfusore.
Dislipidemia
Alterazione (aumento o diminuzione) della
quantit dei lipidi nel sangue; in genere
laumento di colesterolo e trigliceridi. Si tratta di
un fattore di rischio controllabile e modificabile
con dieta e farmaci.
Edulcoranti (o dolcificanti)
Sono sostanze che danno ai cibi un sapore dolce. Saccarina, aspartame o ciclamato, a differen-

za dello zucchero, non apportano energia e non


hanno alcun effetto sulla glicemia.
Emoglobina glicosilata (HbA1c)
uno stato in cui liperglicemia comporta un legame durevole del glucosio con lemoglobina. La
percentuale di emoglobina glicosilata nel sangue
rispecchia landamento glicemico dei due-tre
mesi precedenti allesame. Viene quindi utilizzata
per il monitoraggio del diabete.
Glicemia
Quantit di glucosio nel sangue.
Glicogeno
Sostanza di riserva (nel fegato e nei muscoli)
costituita da zuccheri prontamente utilizzabili
dallorganismo.
Glucagone
Ormone che viene secreto dal pancreas nei casi
in cui il livello di glucosio nel sangue sia sceso
sotto i livelli minimi. In questo caso il glucagone
manda al fegato un segnale affinch prelevi il
glucosio dalle sue riserve per immetterlo nel
sangue.
Glucometro/Reflettometro
lo strumento per la misurazione a domicilio della glicemia. Serve alla lettura di strisce sulle quali
presente una sostanza reagente che, a contatto
con un campione di sangue, cambia colore.
Indice di massa corporea (IMC)
un dato che mette in rapporto laltezza con il
peso per verificare lo stato di peso forma o di
sovrappeso o di obesit. Si calcola dividendo il
peso espresso in kg per il quadrato dellaltezza
misurata in metri.
Indice glicemico (IG)
un sistema di misurazione che serve a determinare la velocit con cui si alza la glicemia dopo
lassunzione di un alimento. Lindice espresso
in percentuale rispetto alla velocit con cui la
glicemia aumenta in seguito allassunzione di un
alimento di riferimento che ha indice glicemico
100. Se un alimento ha un indice glicemico di 50
significa che innalza la glicemia con una velocit
pari alla met di quella dellalimento di riferimento. I due alimenti di riferimento pi utilizzati sono
il glucosio e il pane bianco. Gli alimenti con un
valore superiore a 70 sono considerati con un
IG alto.
Insulina
Ormone proteico prodotto dalle cellule beta del
pancreas, che permettono al glucosio di trasformarsi in energia.
Insulino-resistenza
Si verifica quando lorganismo non utilizza
linsulina in modo tale da abbassare la glicemia
nel sangue.
Iperglicemia
Aumento della concentrazione di glucosio nel
sangue rispetto a valori considerati normali a
digiuno.
Iperuricemia
Condizione patologica caratterizzata da aumento
dellacido urico circolante a causa di una sua
maggiore produzione, della ridotta eliminazione
da parte dei reni o di entrambe le cause.

Ipoglicemia
Riduzione del livello di glucosio nel sangue.
Microalbuminuria
Presenza nelle urine di albumina, in concentrazioni modeste, ovvero intorno ai 30-300 mg. La
sua manifestazione indica un futuro evolversi in
disturbi renali.
Microinfusore
un piccolo dispositivo di precisione che libera
insulina nellorganismo tramite un sottile tubicino di plastica.
Nefropatia diabetica
Diminuzione o compromissione della funzionalit renale, causata soprattutto da un cattivo
controllo glicemico.
Neuropatia
una delle complicanze microvascolari del
diabete e pu interessare tutti i distretti del
sistema nervoso periferico: sensitivo, motorio e
autonomo.
Ormoni incretinici
Sono ormoni rilasciati in circolo dallintestino in
risposta allassunzione del cibo. Questi ormoni
contribuiscono a regolare le concentrazioni di
zucchero (glucosio) nel sangue.
Piede diabetico
Si parla di piede diabetico quando la neuropatia
diabetica e/o larteriopatia degli arti inferiori
compromettono la funzione o la struttura del
piede.
Proteine mitocondriali
Le proteine mitocondriali sono quelle che
compongono i mitocondri, che sono dei piccoli
organi della cellula con compiti molto importanti nella vita della cellula stessa; concorrono
infatti a regolarne il metabolismo e lutilizzo
dellossigeno.
Protrombotico
Protrombotico o trombotico uno stato in cui
vi un rischio aumentato di eccessiva coagulazione del sangue e quindi di trombosi. La
presenza di diabete concorre ad accentuare
questo rischio.
Retinopatia
Danneggiamento dei vasi sanguigni della retina.
Sindrome metabolica
una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare rappresentata dalla presenza contemporanea di pi fattori di rischio (vita sedentaria,
sovrappeso od obesit, ipercolesterolemia, ipertensione, diabete) nello stesso individuo.
Terapia multi-iniettiva
lapproccio terapeutico che prevede la somministrazione di insulina attraverso diverse iniezioni
con siringhe o penne.
Unit di insulina
Unit di misura dellinsulina. Insulina U-100
significa che ogni ml di preparazione insulinica
contiene 100 Unit di insulina.
Zucchero
Categoria di carboidrati caratterizzati da sapore
dolce. Gli zuccheri comprendono glucosio,
fruttosio, lattosio e saccarosio.
DI A B E T E O G G I

65

comitato scientifico

Dottor Raffaele Scalpone


Direttore comitato scientifico
Diabetologo
Presidente AID (Associazione Italiana per
la Difesa degli Interessi dei Diabetici),
medico diabetologo, Dirigente Medico Area
Diabetologia IRCCS IDI San Carlo di Roma

66

DI ABETE O GGI

Dottor
Sandro Lo Pinto

Diabetologo nutrizionista
Specialista in Scienza
dellAlimentazione
Centro Diabetologico A.I.D. c/o
Laboratorio IRCAS Casalotti Roma

Dottoressa
Lina Clementi

Dottor
Stanislao Lostia

UO di Diabetologia e Malattie
del Ricambio
Ospedale Madonna del Soccorso
San Benedetto del Tronto (AP)

Specialista in Diabetologia
e Malattie Metaboliche

Dottor
Giacomo Clerici

Dottoressa
Rosetta Mastrovalerio

MD, AAPWCA Aiuto Dirigente


UO per la Cura del Piede Diabetico
presso lIRCCS Policlinico MultiMedica
di Sesto San Giovanni (MI)

Psicologa e psicoterapeuta
Esperta in formazione, collabora con enti e universit per problematiche dellet
evolutiva, di educazione degli adulti e
insegnamento di tecniche e strategie
educative e riabilitative

Professor
Maurizio Di Mauro

Dottoressa
Ambra Morelli

Docente di Medicina Interna, Medicina


dUrgenza e Diabete e Sport Universit degli
Studi di Catania Responsabile Centro
Diabetologico Policlinico Universitario Catania Direttore Centro Studi e Ricerche per
lAttivit Motoria nel Diabete (CRAMD)

Dietista presso il Servizio Dietetico


della Clinica San Carlo di Paderno
Dugnano (Milano)

Dottor
Ezio Faglia

Professor
Roberto Pontremoli

Primario dellUnit Operativa


di Diabetologia Centro per la cura
del piede diabetico presso lIRCCS
MultiMedica di Sesto San Giovanni (MI)

Professore Associato di Nefrologia


Dipartimento di Medicina Interna
e Specialit mediche e Dipartimento
Cardionefrologico Universit degli
Studi e A.O.U. San Martino di Genova

Professor
Dario Iafusco

Dottor
Antonio Scialdone

Specialista in Pediatria ed Endocrinologia


e Malattie Metaboliche, indirizzo
Diabetologia. Ricercatore confermato del
dipartimento di Pediatria della Seconda
Universit di Napoli. Centro di diabetologia Pediatrica G. Stoppoloni

Primario di Oculistica
dellAzienda Ospedaliera
Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano
Membro SOI
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