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Giovanni Cesareo, un nobile della sinistra

Sergio Bologna, 18.3.2015


Addii. La scomparsa dell'intellettuale studioso della comunicazione. Dalla redazione de
"L'Unit" agli "anni delle riviste", durante i quali partecip all'esperienza di "Sapere"
Ieri mattina morto Giovanni Cesareo. Apparteneva a quella generazione che ci ha educati restando al nostro fianco, partecipando alle nostre stesse sfide, pur avendo alle spalle
gi lesperienza che noi non abbiamo avuto. Quella dei giovani cresciuti sotto il fascismo
che hanno trovato da soli la strada per la militanza comunista ed hanno saputo poi, alla
soglia degli Anni Settanta, staccarsi da quel partito e da quella cultura per vivere
linnovazione politica e sociale che il Sessantotto ha portato con s. Gli abbiamo invidiato
i suoi anni trascorsi nella splendida Roma del dopoguerra, cronista de LUnit, critico
televisivo e cinematografico, che ha vissuto gli anni doro del cinema italiano, amico di
Mastroianni e di altre figure di quella stagione da leggenda. Lo abbiamo incontrato
a Milano che si era lasciato portare nellattivismo del Comitato Vietnam, lui che aveva gi
scritto negli Anni Sessanta per gli Editori Riuniti uno dei primi libri sulla centralit della
donna nei processi di trasformazione, anticipando di qualche anno temi che sarebbero
stati sviluppati e praticati in ben altra dimensione dal movimento femminista.
Inizia negli Anni Settanta la riflessione sui problemi della comunicazione, di cui diverr uno
dei massimi esperti a livello internazionale ed uno dei primi docenti, negli Anni Novanta,
quando listituzione universitaria si aprir a questo settore della ricerca. Ma il suo contributo maggiore allinnovazione culturale per la quale e con la quale abbiamo cercato di
agire in quegli anni gli anni delle riviste come sono stati chiamati stata la presenza
allinterno della rivista Sapere diretta da Giulio Maccacaro, prima come capo redattore,
come anima della rivista e poi, dopo la morte di Giulio, come direttore. stata una rivista
con cui molti establishment hanno dovuto fare i conti, quello della ricerca scientifica, quello
del sistema sanitario, quello del potere delle multinazionali, farmaceutiche o energetiche.
Un luogo di multidisciplinariet vera, dove biologi e sociologi, medici ed economisti, operai
e tecnici di fabbrica, docenti universitari ed operatori socio-sanitari, trovavano non solo
modo di arricchimento reciproco ma occasione di presenza sul territorio. Ricordiamo
lintervento del gruppo di Sapere tra le popolazioni colpite dalla fuga della nube tossica
dellIcmesa, a Seveso, nellHinterland milanese, 1976.
Contrasti con leditore portarono poi alla chiusura della rivista, fu Cesareo, assieme a un
piccolo gruppo di altri collaboratori a non lasciar disperdere quel patrimonio multidisciplinare ed a riproporlo nella pubblicazione Scienza ed esperienza, che resistette qualche
anno ancora. Negli Anni Ottanta e Novanta si dedicato quasi completamente alla teoria
della comunicazione, entrando a far parte di importanti network internazionali, sempre
pronto per a portare contributo di idee e di passione a qualunque iniziativa gli sembrasse
in grado in produrre innovazione di pensiero, ma pi che altro innovazione nel modo di
essere un intellettuale, nel modo di rapportarsi alla societ, ai movimenti. Lo abbiamo
avuto al nostro fianco nella progettazione della rivista Altreragioni, che ebbe vita breve,
e della Libera Universit di Milano e del suo Hinterland (Lumhi), di breve vita anchessa
ma che ha lasciato un segno creando i presupposti teorici dellattuale mobilitazione dei
freelance.
Resterebbe da dire qualcosa sul suo stile umano ma qui mi mancano le parole, soffocate
dalla tristezza per aver perduto un amico cos caro. Un sola cosa. Giovanni veniva da
nobile famiglia siciliana, ci scherzava su quel nobile eppure manteneva in tutte le cose
che faceva quel distacco, quellironia, quella semplicit che lo rendevano una delle persone pi piacevoli a starci insieme che io abbia conosciuto, nobile nellanimo e sofisticato
nelle scelte intellettuali ma al tempo stesso capace di entusiasmi quasi infantili e pronto

a buttarsi in una nuova avventura. Passionale ma anche stranamente docile in certe circostanze, come quelle che lo hanno portato ad una specie di enigmatico esilio negli ultimi
anni della sua vita.

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