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Eliminando t, otteniamo l'equazione della traettoria che una parabola con l'asse verticale diretto verso il basso:

Il tempo di volo, cio il tempo che intercorre tra l'istante di lancio e l'istante di arrivo del corpo al suolo dato da:
mentre la gittata, cio la distanza dalla posizione iniziale di lancio del punto in cui il corpo torna al suolo data dalla
relazione:
gittata:
2.1.7 Moto circolare Un punto si muove di moto circolare uniforme se la traettoria descritta una
circonferenza e la velocit scalare costante.
Considerato sopra la circonferenza un sistema di ascisse curvilinee s con origine nel punto A, vale la legge oraria del
moto uniforme:
s(t)=s0+vt Il moto circolare uniforme periodico con
periodo
v

dove R il raggio della circonferenza, mentre la frequenza sar


v

Figura 2.6 Moto circolare Un'altra grandezza frequentemente usata la velocit angolare
v

dove l'angolo che l'arco di lunghezza s sottende al centro della circonwww.suntini.it/isbn978-88-89142-07-3


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ferenza; quindi misura la velocit con cui varia l'angolo formato dal vettore
OP con l'asse di riferimento. L'unit di misura nel S.I. della velocit angolare
rad/s. In un moto circolare uniforme l'accelerazione centripeta e ha modulo 22
ESERCITAZIONE
Esercizio n.1

Unabarcaavelahacomecoordinateiniziali(x,y)=(100m,200m).Dopo2minessahalecordinate
(x2,y2)=(120m,210m).Qualisonolecomponenti,inmoduloedirezionedellasuavelocitmediaperquesto
intervalloditempodi2min?Soluzione:
Esercizio n.2

Unapallavienelanciatainariaconlavelocitinizialedi50m/s,sottounangolodi37rispettoall'orizzontale.Si
troviiltempototaletrascorsodallapallainariaeladistanzaorizzontaletotalepercorsa,usando
l'approssimazioneg=10m/s2.Soluzione:
Lecomponentidelvettorevelocitinizialesono:v0x=(50m/s)cos37=40m/sv0y=(50m/s)sin37=30m/s
Iltempototalechelapallatrascorreinariaildoppiodiquelloimpiegatoperraggiungereilpuntopialto.
Questotemposipucalcolareconlarelazione:
vy=v0ygt=30m/s(10m/s2)terisolvendorispettoaltempotconvy=0. Ilrisultato:
t=30m/s=3,0s10m/s
Iltempototalechelapallatrascorreinariaquindi6s.Poichlapallasimuoveorizzontalmenteconvelocit
costantedi40m/sladistanzaorizzontalepercorsa(40m/s)x(6s)=240m.
costante a = v /R = R.

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dinamica

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15 2.2 I PRINCIPI DELLA DINAMICA DEL PUNTO

MATERIALE
La dinamica studia il movimento dei corpi in relazione alle cause che lo producono. Per tale studio devono essere
noti i seguenti elementi:
a) Le cause del moto che chiameremo forze. b) I parametri del corpo che intervengono in modo essenziale nel moto.
c) Le equazioni del moto.
La dinamica, dunque, un insieme organico di leggi che descrive in maniera si- stematica tutta una categoria di
fenomeni: cio quella che si chiama teoria. Come ogni teoria, essa basata su un certo numero di principi. I
principi della dinamica classica (con ci si intende quella teoria le cui basi furono poste da Galileo e Newton, teoria
che descrive correttamente il moto di oggetti che si
muovono con velocit piccola rispetto a quella della luce) sono il "Principio di relativit", il "Principio di Inerzia o
Primo Principio della Dinamica", il "Secondo Principio della Dinamica", e il "Terzo Principio della Dinamica".
Quest'ultimo non interviene nella dinamica del punto materiale.
2.2.1 Principio di relativit
Nella descrizione di fenomeni meccanici si utilizzano spesso sistemi di riferimento diversi in moto relativo uno rispetto
all'altro. Se due sistemi si muovono in modo che gli assi coordinati mantengono costante il loro orientamento relativo,
si dice che si muovono di moto traslatorio uno rispetto all'altro. Un caso particolare di moto traslatorio il moto
traslatorio rettilineo e uniforme: i punti di un siste- ma si muovono di moto rettilineo uniforme rispetto all'altro
sistema.
Il Principio di Relativit uno dei principi fondamentali non solo della dinamica, ma di tutta la fisica moderna. Esso

stato enunciato per la prima volta da Galileo:


Se due laboratori si muovono l'uno rispetto all'altro di moto traslatorio rettilineo uniforme, non esiste esperimento che
dia risultati diversi nell'uno e nell'altro laboratorio.
In altri termini, i due laboratori sono completamente indistinguibili.
2.2.2 Principio di Inerzia
I sistemi di riferimento in cui le leggi della dinamica risultano le pi semplici sono i sistemi di riferimento inerziali.
Un sistema di riferimento inerziale definito dalla condizione che in esso un punto materiale libero se posto
inizialmente in quiete permane in quiete: cio il punto materiale in una posizione di equilibrio. La Terra si comporta
approssimativamente come un sistema inerziale. Possiamo enunciare il Principio di Inerzia:
In un sistema di riferimento inerziale, un punto materiale libero che abbia in un
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certo istante una velocit , mantiene indefinitamente (fino a che resta libero) il
suo stato di moto rettilineo uniforme ( =costante).
2.2.3 Definizione statica di forza
Le forze sono grandezze vettoriali e per la loro individuazione, oltre la intensit, occorre specificare la direzione, il
verso e il punto di applicazione. In molti casi la misura di una forza pu farsi staticamente equilibrando la forza
incognita con una forza nota, per mezzo di un dinamometro.
I dinamometrici vengono costruiti in varie forme ma quelli pi comuni consistono in una molla elicoidale con una
estremit fissata ad un sostegno rigido: se all'estremit libera della molla viene applicata una forza, la molla si
allunga e la sua deformazione viene mostrata da un indice disposto lungo una scala graduata posta al lato della
molla. Attribuendo uguali effetti a cause analoghe, si assume che due forze hanno uguali intensit quando provocano
uguali allungamenti della molla.
Figura 2.7 Dinamometro 2.2.4 Secondo Principio della Dinamica
Secondo Principio della Dinamica: se si applica una forza ad un punto mate- riale libero, esso acquista una
accelerazione che ha direzione e verso uguali a quelli della forza e modulo direttamente proporzionale al modulo
della forza. Vale
la relazione seguente: F/a = costante. A questa costante, che una grandezza scalare, si d il nome di massa
inerziale del punto materiale e la si indica col simbolo mi. Quindi:
Nel caso F = 0 segue a = 0, cio la velocit del punto materiale costante: il Principio d'Inerzia un caso particolare
del Secondo Principio della Dinamica. Se pi forze agiscono sopra un punto materiale, ciascuna produce
l'accelerazione cui darebbe luogo agendo da sola (Principio d'indipendenza delle azioni simul- tanee).
La massa inerziale mi di un corpo tanto pi grande quanto pi piccola risulta, a parit di forza applicata,
l'accelerazione del corpo. Se su un punto materiale
libero agisce la sola forza peso P, l'accelerazione che esso acquista l'accelerazione di gravit. Dunque:
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