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Perch importante
I-1
Esempi di trasduttori
Trasduttori in ingresso (input)
1. Cellula fotovoltaica (energia
luminosa
energia elettrica)
2. Termocoppia (differenza di
temperatura
differenza di
potenziale elettrico)
3. Materiali piezoelettrici (energia
meccanica
energia elettrica)
4. Celle elettrochimiche (energia
chimica
energia elettrica)
I-3
Gli elettroni sono legati al nucleo proprio a causa della loro attrazione
con i protoni.
Conduttori e Isolanti
Dal punto di vista delle loro propriet elettriche, la maggior parte delle
sostanze si possono dividere in conduttori ed isolanti.
I-5
La corrente elettrica
La corrente la velocit di trasferimento di carica che nasce dal moto
ordinato delle cariche elettriche.
Consideriamo un filo metallico lungo cui gli elettroni si muovono, la
corrente il flusso di carica che attraversa la sezione del conduttore
nellunit di tempo.
Intensit di corrente elettrica:
dq
dt
I-6
Conduttore isolato
Consideriamo un conduttore isolato: a causa dellagitazione termica,
lelettrone urta continuamente contro gli atomi del reticolo cristallino, e viene
deviato in una direzione qualsiasi.
il moto medio casuale (browniano)
I=0
I-7
I0
vd ~ 10 4 6 m/s
I-8
Massa
Campo gravitazionale
Energia gravitazionale
Potenziale gravitazionale
Una massa tende ad
andare da un punto a
potenziale pi alto a uno
a potenziale pi basso.
Una massa che si muove
in un mezzo viscoso, a
regime, si muover con
velocit costante.
Carica
Campo elettrico
Energia elettrica
Potenziale elettrico
Una carica positiva tende
ad andare da un punto a
potenziale pi alto a uno a
potenziale pi basso.
Una carica che si muove
in un conduttore, a causa
di una d.d.p. ai suoi
estremi, si muove a
velocit costante.
I-9
Legge di Ohm
In un conduttore metallico, la corrente proporzionale alla differenza di potenziale.
Questa legge, detta legge di Ohm, si pu esprimere in due modi introducendo due
grandezze, la resistenza (R) e la conduttanza (G).
V=IR
I=GV
R = 1/G
I-10
I-11
Caratteristiche I - V
Resistore
Lampadina
I-12
Altri materiali
Semiconduttori
Superconduttori (SC)
I-13
Resistivit ( m) a T ambiente
oro
2.4 10-8
argento
1.6 10-8
rame
1.7 10-8
ferro
9.7 10-8
Niobio (SC)
Piombo (SC)
acqua
2 105
aria
3 1013
I-14
Circuiti elettrici
Potenza elettrica
I = dq/dt
Energia fornita dal generatore dU=dqV = V I dt
Potenza erogata dal generatore P = dU/dt = IV
Unit di misura della potenza: Watt (W)
[1 W = 1Volt * 1 A = (1 J/1 C)(1 C/s) = 1 J/s]
V0
Ovviamente ci impossibile perch per RL
0, la potenza erogata tenderebbe a
infinito (P = V2/R). Nella pratica non esiste un generatore di tensione ideale.
.
II-3
I0
IR
I0
RL
II-4
Resistenze in serie
In un circuito elettrico, due o pi resistenze sono collegate in serie quando sono
percorse dalla stessa corrente.
Req
R1
R3
R2
VA
VB
VB
V
I
I
VA
V1 = I R1
VA
VB
V2 = I R2
V3 = I R3
VB
Req = Ri
i 1
Req = 692
I = 12/692 A = 17.3 mA
Vab= 6.9 Volts
Vbc= 5.1 Volts
Se facciamo un grafico della d.d.p. in ogni
punto del circuito, misurandola rispetto al
punto d, si ottiene.
Noi possiamo solo parlare di differenza di potenziale, per questo motivo ci serve
fissare un punto di riferimento.
II-6
Partitore di tensione
Potenziometro
V1
R1
V2
V
R2
V = I (R1 + R2) = V1
V2 = I R2
I = V / (R1 + R2)
C
Tre terminali, uno dei quali collegato
ad un contatto mobile che permette di
regolare in maniera continua la
resistenza tra i punti A e C (C e B). Ci
permette di variare con continuit la
tensione tra il punto C e uno qualunque
dei terminali estremi.
V2 = V R2 / (R1 + R2)
Se R1= R2 , V2 = V/2
Se R1 = 9 R2 , V2= V/10
II-7
Divisore di tensione
R1
V1
V2
R2
V3
R3
V4
R
4
R5
V5
II-8
Resistenze in parallelo
I1= V/R1
I = I1 + I2
I2= V/R2
1
1
1
RT R1 R2
R1R2
RT
R1 R2
R2
RT
R
1 2
R1
Circuito equivalente
Se R2 << R1,
RT R2
Resistenze in parallelo
I1 V / R1 RT
R1R2
;
I V / RT R1 R1 ( R1 R2 )
I 2 RT
;
I R2
I1 I
R2
R1 R2
R1
I2 I
R1 R2
RT
i Ri
II-10
Esercizio
II-11
Rete di resistenze
RR
R3 R4 5 6
R5 R6
RT R1 R2
R5 R6
R3 R4
R5 R6
II-12
Rete di resistenze
Una rete qualunque di conduttori pu essere sempre pensata come
costituita da nodi e da maglie.
II-13
Rete di resistenze
Una rete qualunque di conduttori pu essere sempre pensata come
costituita da nodi e da maglie.
III-1
Ik 0
k
Nasce dal fatto che le cariche non si possono accumulare nei nodi: in qualunque
istante di tempo, la carica che entra deve essere uguale a quella che esce.
III-2
Vi V ( Rk ) I k Rk
i
Le Vi vanno prese positive se il generatore tende a fare scorrere la corrente nel senso
di percorrenza della maglia, negative in senso opposto. Le Ik vanno prese positive se
concordi col verso di percorrenza della maglia, negative se discordi.
Discende dalla conservazione dellenergia: lenergia fornita dai generatori deve
essere uguale a quella dissipata nei conduttori.
III-3
V2 = I2R2 + I3R3
V1 = I1R1 + I3R3
Risolvendo questo
sistema si trova:
I1 + I2 - I3 = 0
Le tre equazioni di maglia non
sono indipendenti: la prima si
ricava sottraendo la seconda
dalla terza; ne scegliamo due e
usiamo lequazione di nodo.
In generale, si trova:
Numero di maglie indipendenti = numero di rami - numero di nodi + 1
III-4
Si vede che:
I3 sicuramente positiva, cio la corrente scorre effettivamente nel verso
che abbiamo indicato.
Il segno di I1 e I2 pu venire positivo o negativo (cio concordi o opposti al
verso che abbiamo indicato noi), dipendentemente dai valori delle tensioni
ai capi dei generatori e dai valori delle resistenze.
III-5
IB
III-6
Teorema di Thevenin
Certe volte, ai fini pratici, non necessario conoscere tutti i dettagli di un circuito
elettrico, ma piuttosto il suo comportamento tra due suoi punti particolari. In
questo caso si possono schematizzare i circuiti usando i teoremi di Thevenin o
di Norton.
Teorema di Thevenin: il comportamento di una rete comunque complessa, ai fini
dellutilizzazione al suo esterno tra due punti, equivalente a quello di un
generatore di tensione V0 in serie ad una resistenza R0, dove:
V0 la d.d.p. tra i due punti quando allesterno ce un circuito aperto (RL = )
R0 la resistenza vista tra i due punti quando tutti i generatori di tensione sono
cortocircuitati ( = 0) e tutti i generatori di corrente sono aperti.
RL
rete
V0
R0
RL
V0
A
V
R2
RL
V
I
R R
R1 2 L
R2 RL
IL
R2
V
R2
RL R2 R R2 RL
RL R2
1
R2 RL
VR2
R1R2 R1RL R2 RL
VL I L RL
R0
VR2 RL
R1R2 R1RL R2 RL
RL
B
V0 tensione per RL =
R0 resistenze tra A e B
con V cortocircuitato
I0 corrente con RL = 0
VR2
V0
R1 R2
R1R2
R0
R1 R2
V
I0
R1
V0
VR2
1
IL
R1R2
R0 RL R1 R2
RL
R1 R2
VL
V0 RL
VR2
RL
R1R2
R0 RL R1 R2
RL
R1 R2
III-8
V0
R0
RL
V0
VR2
R1 R2
V
I0
R1
R0
R1R2
R1 R2
Luso dellequivalente di Thevenin ci permette solo di studiare gli effetti sul carico e
non di studiare in dettaglio il circuito. Per esempio, se calcoliamo la potenza totale
erogata dal circuito e dal suo equivalente di Thevenin vengono diverse; infatti:
2
2
V2
V
V
0
0
W VI
W0
R2 RL
R2 R1
R0 RL
R1
RL
R2 RL
R R
2
III-9
R1
R2
R5
R3
V0
R0
R4
R5
B
V
VA = V - I1 R1, VB = V I3 R3
R1
A
V
R2
R3
B
R4
V0 VA VB V
R3 R4 R1 R2
III-10
R1
R2
R0
RR
R1R2
3 4
R1 R2 R3 R4
V0
R0
R5
R3
R4
R3
R1
V0 VA VB V
R3 R4 R1 R2
R3
R1
V
R3 R4 R1 R2
0
I5
R3 R4
R1R2
R5
R1 R2 R3 R4
I5
V0
R0 R5
R3 ( R1 R2 ) R1 ( R3 R4 )
R3 R2 R1R4
III-11
Teorema di Norton
Teorema di Norton: il comportamento di una rete comunque complessa, ai fini
dellutilizzazione al suo esterno tra due punti, equivalente a quello di un
generatore di corrente I0 in parallelo ad una resistenza R0, dove:
R0 la resistenza vista tra i due punti quando tutti i generatori di tensione sono
cortocircuitati ( = 0) e tutti i generatori di corrente sono aperti.
I0R0 = V0 , con V0 introdotta dal teorema di Thevenin, cio a carico infinito
I0 la corrente di cortocircuito (RL = 0), introdotta dal teorema di Thevenin
A
rete
RL
RL
I
R
L
L L
IL
R0 RL
R R
R R
0
III-12
R0
V0
RL
B
RL
VR
Dallequivalente di Thevenin troviamo che VL 0 L
R0 RL
IL
V0
R0 RL
I
R
L
L L
IL
R0 RL
R R
R R
0
I risultati che otteniamo, per quanto riguarda leffetto della rete su RL, sono
identici: quindi possiamo utilizzare a scelta una qualunque delle due
schematizzazioni (dipende dalle informazioni che abbiamo a disposizione)
III-13
V0
Ovviamente ci impossibile perch per RL
infinito (P = V2/R)
.
RL
RL
VL
VL V
RL
1
V
RL
1 ( / RL )
V V L I
dVL
dI
V/
I
IV-2
I0
IR
I0
RL
IV-3
IL I
RL
RL
IL I I I
1
1 ( RL / )
VL
IL
1
dI L
dVL
VL
IV-4
RL
Se calcoliamo IL otteniamo:
IL
V
RL
V
IL I
RL
PL RL
RL
V2
P
RL
V2
P
2
IV-6
La pila ha una resistenza interna che varia nel tempo: quando la pila si scarica la sua
resistenza interna aumenta ed essa non fornisce pi la tensione voluta proprio per questo
motivo.
Gli alimentatori che si usano nella pratica sono costituiti da circuiti complicati che
garantiscono una alta stabilit di tensione: sono detti alimentatori stabilizzati
Devono garantire una stabilit rispetto a variazioni del carico, ma anche rispetto a
variazioni di tensione della rete elettrica da cui essi stessi sono alimentati.
IV-8
1
RL
V0
VL V0
RL
1
RL
generatore
non stabilizzato
Vr
comparatore
RL
IV-9
Amperometro
Lamperometro uno strumento che misura corrente. Deve essere inserito in serie al
ramo del circuito in cui si vuole misurare la corrente, in questo modo la corrente che lo
attraversa la stessa di quella che scorre nel ramo di interesse. Come tutti i dispositivi, ha
una sua resistenza interna (RA).
Corrente se non ci fosse lamperometro:
R0
V
V0
RA
R0 R
I mis
V0
I
R0 R RA
Voltmetro
Il voltmetro uno strumento che misura la d.d.p.. Deve essere inserito in parallelo al
dispositivo ai capi del quale si vuole misurare la d.d.p., in questo modo la d.d.p. ai suoi
capi la stessa di quella ai capi del dispositivo di interesse. Come tutti i dispositivi, ha
una sua resistenza interna (RV).
Tensione se non ci fosse il voltmetro:
R0
V0
VR
V0 R
R R0
RV
V0
R
1 0
R
Vm
V0
R0
1
R||
con
R||
RV R
RV R
Linserimento del voltmetro comporta un errore sistematico legato al valore della sua
resistenza interna; affinch il suo inserimento non perturbi molto il sistema dovrebbe essere
R|| R, cio RV >> R.
V-3
c
i
i
a
i
b
F il B
Fb i b B Fd
I
nBS
Caratteristiche dellamperometro
Sensibilit:
S = d/dI = n S B / k poich S non dipenda da I, la sensibilit costante in tutto il
range di I misurabile. Pi grande il numero di spire e maggiore la sensibilit.
Portata:
corrisponde alla massima deviazione visualizzabile nella scala graduata. Tuttavia
vedremo che pu essere variata.
Tempo di risposta:
legato allinerzia del sistema mobile; pu essere dellordine di 1-2 secondi.
Errore di lettura:
dipende dalle tacche della scale graduata e, siccome la scale lineare, costante in
tutto il range di valori misurabili; conviene leggere in corrispondenza dei valori
pi alti della scala per ridurre lerrore relativo.
Resistenza interna:
la resistenza del filo da cui costituita la bobina; per aumentare la sensibilit
necessario aumentare il numero di spire e, conseguentemente, usare filo sottile;
tutti e due questi accorgimenti fanno si che la resistenza interna non molto
piccola (~1k).
V-7
Im
RA
Rs
I m It
RA Rs
se
; I m t ; Rs A
RA Rs n
n
n 1
s
1
1 n 1 n
Ri RA RA RA
V-8
V
RA
V-9
Rx
RA
Rv
Rx
I max ( RA RV ) I max R
V
I
RA Rv Rx
RA Rv Rx
R Rx
I max R IR
I
R max 1
I
I
V-10
RV
RA
Rx
RA
Per scegliere il metodo pi opportuno, bisogna sapere almeno lordine di grandezza di Rx.
RA e RV dovrebbero essere riportate sui libretti distruzione degli strumenti.
V-11
Il multimetro digitale
Caratteristiche generali
Il risultato viene visualizzato in forma numerica.
Tutte le operazioni vengono effettuate automaticamente, loperatore tuttal
pi deve impostare la portata mediante un tasto.
Ha una elevata resistenza interna (tipicamente 10-20 M).
Misura la tensione incognita a intervalli regolari (campionamento), che
possono andare dal ms. al s.. Dopo avere eseguito una misura (un
campionamento), si riporta rapidamente nelle condizioni per eseguirne
unaltra. Variazioni che avvengono in un tempo minore del tempo di
campionamento non possono essere visualizzate.
Al fine di poter visualizzare il risultato, la tensione analogica deve essere
trasformata in un cosiddetto segnale digitale (serie di bit nella numerazione
binaria).
necessario interpretare (decodificare) il segnale al fine di visualizzare il
numero.
Luscita numerica pu essere inviata ad una stampante, o ad una scheda che
pu essere letta da un computer.
VI_1
10110101
La presenza (o lassenza) di un
impulso indica 1 (o 0) in ciascuna
posizione (bit), che corrisponde a
potenze di 2.
VI_3
Attenuatore o
amplificatore
Circuito di controllo
Campionamento
Rettificatore e
controllo del segno
Convertitore
A/D
Display
numerico
Vi
Vx
t1
Vx la tensione da misurare
t2
VI_7
V
x
Blocco di conversione
e campionamento
Display
90 k
9 k
1 k
VI_8
MD
I
Rx
MD
Come Amperometro:
La corrente passa attraverso una resistenza
nota con unalta precisione, causando una
caduta di potenziale che viene letta dal
multimetro. Differenti resistenze vengono
connesse per cambiare il fondo scala.
Come Ohmetro:
La corrente viene generata da una sorgente di
corrente stabile rispetto a variazioni di carico
(interna al multimetro) e passa attraverso la
resistenza incognita; la caduta di potenziale
V=I Rx viene letta dal multimetro.
VI_9
Il condensatore
Il condensatore un elemento passivo costituito da due conduttori separati da un
isolante. caratterizzato dalla capacit elettrica (C). Se i due conduttori sono
carichi con carica +q e q vale la relazione C=q/V
simbolo
1F = 1C/1V
VII-1
dt C dt
A
I C
dV
;
dt
V (t )
1 t
I (t ' )dt ' V0
0
C
VII-2
V0
dq
e moltiplicando per C
dt
Poniamo x= V0C q.
ln
V0C q(t )
t
;
V0C q(0)
RC
q(t ) V0C 1 e t / RC
dx
t
x
RC
RC
dq
V0C q
dt
t
ln x
;
RC
t
0
q
V0 IR
C
dq
dt
V0C q RC
t
ln x(t ) ln x(0)
RC
V0C q(t )
e t / RC
V0C
q(t ) V C 1 e
t / RC
0.63 V0C
V0
0.63 V0
q(t )
VC (t )
V0 1 e t / RC
C
0.37 V0
VR (t ) i(t ) R V0e t / RC
Per t >>
V0C,
0,
VC
V0, V R
0
VII-4
V
0 0
Pgen
V02 t / RC
V02
2
i (t ) dt
e
dt
RC
V
0C
R 0
R
2
R
i
(t )
0
PR
V02 2t / RC
V02 RC 1 2
dt 2 R 0 e
dt
V0 C
R 2
2
R
1 2
PC V0 C
2
Esattamente la met della potenza erogata dal generatore, serve per aumentare
lenergia elettrostatica del condensatore.
VII-5
ln
t t0
q(t )
q0
ora a t = t0 , q0 =V0C
i (t )
V0 (t t
e
R
q(t ) q0e (t t
dq
q
R ;
dt
C
0)/
VC (t ) V0e (t t
dq
dt
VC
0)/
V0
0)/
VR (t ) V0e (t t
dq
q
;
dt
RC
0)/
t0 > 4
VR
V0
-V0
VII-6
equivalente ad alimentare il circuito con una tensione variabile nel tempo come:
V0
Se invece non aspettiamo un tempo
sufficiente (il periodo caratteristico
della tensione dingresso troppo
piccolo), il condensatore non riesce
a caricarsi completamente e
otteniamo:
V0
VR
t
In questo caso il periodo pi
piccolo di
-V0
VII-7
Linduttore
Linduttore ideale un componente passivo caratterizzato dal cosiddetto coefficiente
di autoinduzione o induttanza, indicato con L.
simbolo
Si basa sul fenomeno legato alla variazione del flusso del campo
magnetico attraverso una spira o una bobina conduttrice.
Un campo magnetico che varia nel tempo induce una f.e.m. che si
oppone al cambiamento del flusso concatenato con la spira.
(f.e.m.i.= - d/dt)
di
VL L
dt
V0
di
V0 iR L 0
dt
L di V0
i
R dt R
Dividiamo per R
V0
L
t /
i (t )
1 e
, con
R
R
VR i(t ) R V0 1 e t /
VL L
V 1
di
L 0 e t / V0 e t /
R
dt
V0
1 e Rt / L
R
V0/R
0.63 V0/R
i(t)
VR V0 1 e t /
VR
VL V0 e t /
VL
= L/R
VIII_4
di
V0 iR L
dt
V0 i i 2 R L i
di
dt
V0 i dt i 2 R dt L i di
Il generatore, oltre a fornire lenergia per far circolare corrente nella resistenza, deve
fornire energia per controbilanciare la f.e.m. di autoinduzione che ostacola laumento
della corrente. Questa energia data dal termine L i di, che corrisponde al lavoro
necessario per fare aumentare la corrente da i a i + di.
In generale, lenergia per far andare la corrente da zero ad i,
i
Li
0
UL
1 2
di L i
2
1 V0
L
2 R
VIII_5
La soluzione :
di
iR L 0
dt
di
R
dt
dt
i
L
i (t ) i0 e
R
t
L
VIII_6
Vin
V0
Circuito RC Circuito RL
q(t)
i(t)
VR
VL
VC
VR
= RC
= L/R
t
VR
V0
VL
t
-V0
VIII_7
Segnale sinusoidale
In figura mostrato un esempio di segnale sinusoidale; esso caratterizzato da:
un periodo
un ciclo
Linverso del periodo il numero di cicli per secondo e identifica la frequenza, che si misura in
hertz (1Hz=1ciclo/s) e si indica con f o . Possiamo anche definire lampiezza picco-picco
(App), che la differenza tra il valore massimo e il valore minimo (App = 2Ap)
Lo studio della risposta di un qualunque dispositivo in regime sinusoidale
particolarmente importante. Infatti si pu dimostrare che un qualsiasi segnale periodico
la somma di una serie di segnali sinusoidali di differente frequenza e ampiezza
(espansione in serie di Fourier). In particolare, un segnale periodico costituito da una
combinazione di segnali sinusoidali, di cui uno oscillante alla frequenza del segnale
stesso (frequenza fondamentale) e altri oscillanti a frequenze multiple della
fondamentale (armoniche).
Studiando la risposta di un dispositivo ad un segnale sinusoidale al variare della
frequenza si pu calcolare quella ad un qualunque segnale periodico.
IX-1
Un onda sinusoidale pu essere pensata come generata da un vettore di modulo AP che ruota
in senso antiorario con una velocit angolare costante , come mostrato in figura.
La proiezione del vettore lungo lasse delle x generer una
funzione APcos (t).
La proiezione del vettore lungo lasse delle ordinate generer
una funzione AP sen (t).
Il ciclo dellonda generato ogni volta che il vettore ruota di
360 (2). Poich = 2/T, se indichiamo con f la frequenza
espressa in Hz, si avr = 2 f (radianti al secondo).
AP
t
v1
90
v2
t0
/2
1T
F F F (t ) dt
T0
a)
IP
1T 2
1
2
Aeff AP sen2 (t ) dt
2
T0
A
Aeff P 0.707AP
2
-IP
b)
<P> =I2eff R
IP2R
1/2 IP2R
2
A
2
2
AP sen (t ) d (t ) 2P
0
I multimetri digitali, e alcuni di quelli analogici, misurano la tensione e/o la corrente efficace,
ma solo in un ristretto range di frequenze.
IX-3
Vpp t
Vp
t
I due segnali rappresentati sopra hanno la stessa frequenza, ma differente ampiezza (valore
massimo); anche per essi si pu definire lampiezza picco picco. Per il dente di sega Vp= Vpp .
Londa quadra, come i segnali sinusoidali, ha valore medio in un periodo uguale a zero,
mentre il valore medio in un periodo del dente di sega di figura diverso da zero.
Per segnali che hanno valore medio in un periodo diverso da zero, si dice che hanno una
componente DC.
IX-4
V0
i sen(t )
R
V=IR
i
C
v V0 sen(t )
In un resistore la corrente e la
tensione sono in fase
dq
dv
C C C V0 cos (t ) C V0 sen (t / 2)
dt
dt
In un condensatore in regime sinusoidale la corrente e la
tensione sono sfasate di /2; in particolare, la corrente precede
la tensione di /2 ( in anticipo).
Il rapporto tra la tensione di picco e la corrente di picco (I0)
dipende dalla frequenza. Tale rapporto definisce la cosiddetta
reattanza, che si indica con X.
V0
1
La reattanza capacitiva data da:
X
v
i
I0
IX-5
v V0 sen(t )
i
vL L
di
;
dt
L di v dt
V0
V0
V0
sen
(
t
)
dt
cos
(
t
)
sen (t / 2)
L
L
L
v
i
Potenza in C e L
PC(t) PL(t)
v(t)
P C (t ) CV cos(t )sen(t )
2
0
CV02
2
sen(2t )
V02
V02
sen(2t )
PL (t ) cos(t )sen(t )
2L
L
Sono tutte normalizzate al valore
massimo, non guardate lampiezza
Notazione esponenziale
Le relazioni tra tensione e corrente che abbiamo trovato per R, C ed L possono essere ricavate
usando la cosiddetta notazione complessa. Se poniamo
i C
infatti
dvC
j C V0 e j t C V0 e j t e j / 2 C V0 e j (
dt
e j / 2 cos
j sen
t / 2 )
V () I () Z ()
IX-8
V e j t
1
1
Z
VC e j ( t / 2) C e j / 2 j C
Per
0, Z
circuito aperto,
allaumentare della frequenza Z diminuisce
Induttore:
V e j t
V j ( t / 2 )
e
L
L
e
j / 2
jL
Per
0, Z
0 cortocircuito,
allaumentare della frequenza Z aumenta
Resistore:
La corrente e la tensione sono in fase Z = R
Un componente (o un insieme di componenti) pu essere caratterizzato da unimpedenza
complessa Z = R + j X, che contiene una parte reale e una parte immaginaria. R tiene conto
della dissipazione di energia, X responsabile dello sfasamento tra V e I. Se consideriamo
il piano complesso, Z pu essere pensato come un vettore, con componenti R, sullasse
reale, e X, sullasse immaginario.
Si pu scrivere Z =Z ei con Z = (R2 + X2) e = arctg X/R
I condensatori e gli induttori ideali sono componenti in cui il modulo dellimpedenza
coincide con la loro reattanza.
IX-9
n
n
n
vn (t ) 0; Vn e j( t ) Vn () e j
I n e j ( t n )
in (t ) 0;
I n ( ) e jn 0
Impedenze in parallelo:
Rete AC
Z0
IX-11
V1() V1cos( t + 1)
V2() V2 cos( t + 2)
Vi
C
Analisi qualitativa:
Limpedenza della resistenza non dipende dalla frequenza, mentre quella
del condensatore diminuisce allaumentare della frequenza. La tensione
dingresso si divide sulle due impedenze.
A basse frequenze, cio quando R << 1/C, la maggior parte della
tensione dingresso cade su C.
Ad alte frequenze, quando R >> 1/C, la maggior parte della tensione
cade su R.
Vi() = VR() + VC ()
Se prendiamo la tensione ai capi di C: il circuito si comporta come un filtro passa basso.
Se in ingresso presente un segnale composto da varie componenti oscillanti a differente
frequenze, quelle oscillanti a frequenze alte vengono fortemente attenuate (tagliate).
Se prendiamo la tensione ai capi di R: il circuito si comporta come filtro passa alto; taglia
le basse frequenze.
X-1
X-2
Vi ( )
j CR 1
1
I ( )
; con ZT ( ) R
ZT ( )
j C
j C
j C
I ( ) Vi ( )
1 j CR
Tensione ai capi di C
VC ( ) I ( ) Z C Vi ( )
Vi ( )
j C
1
1 j CR j C 1 j CR
Vi ( )
Vi ( ) e j
VC ( )
; con arc tg C R
2 2 2 1 / 2 j
2 2 2 1/ 2
(1 C R ) e
(1 C R )
AV
Vc ( ) j
e
Vi ( )
X-3
1
|| VC / Vi |
(1 2C 2 R 2 )1 / 2
A arc tg C R
VC
| AVC |
1
1 ( / 0 )
Per << 0
|AVC| 1
Av = 0
Per = 0
|AVC| = 1/2
Av = 45
Per >> 0
|AVC| 0/
Av = 90
VC
arc tg
0
Av
|AVC|
/0
/0
X-4
Per << 0
|AVC| 1
log |AVC| 0
Per = 0
|AVC| = 1/2
Per >> 0
|AVC| 0/
|AVC|
/0
In un grafico log-log:
j CR
VR ( ) I ( ) R Vi ( )
1 j CR
VR ( )
j CR
ARV ( )
V1 ( ) 1 j CR
/ 0 e j / 2 j
AVR
e | AVR | e j ( / 2 )
2 2 2 1/ 2
(1 C R )
| AVR |
/ 0
1
;
2
2
1 ( / 0 )
( 0 / ) 1
VR
arc tg
con
Per << 0
|AVC| / 0
Av = 90
Per = 0
|AVC| = 1/2
Av = 45
Per >> 0
|AVC| 1
Av = 0
X-6
|AVR|
/0 =
/0 =
Riepilogando:
1. Un circuito RC pu essere usato come filtro passa basso quando la tensione prelevata
ai capi di C, o come un filtro passa alto quando la tensione prelevata ai capi di R.
2. I segnali ai capi di C e di R sono sfasati di /2.
3. La frequenza di taglio (inferiore o superiore) si pu misurare facilmente usando una
rappresentazione grafica in una scala log-log.
4. 0 linverso del tempo caratteristico del circuito RC.
X-7
I ( )
Vi ( )
; con ZT ( ) R j L
ZT ( )
VR ( ) I ( ) R Vi ( )
VR ( )
Vi ( )
1 ( / )
2 1/ 2
| AVR |
Vi ( )
R
R j L 1 j L / R
1
1 ( / 0 ) 2
e j
Vi ( ) e j
0
A arc tg
VR
; con arc tg
1/ 2
1 ( / )
2
Poniamo R/L = 0
L
R
arctg
X-8
VL ( ) Vi ( )
/ 0 e j / 2
1 ( / )
2 1/ 2
| AVL |
/ 0
1
;
2
2
1 ( / 0 )
( 0 / ) 1
Vi ( )
A
VL
/ 0 e j ( / 2 )
1 ( / )
2 1/ 2
arc tg
In un circuito RL :
La funzione di trasferimento che si ottiene prelevando la tensione ai capi di R
analoga a quella che abbiamo ottenuto nel circuito RC ai capi di C.
La funzione di trasferimento che si ottiene prelevando la tensione ai capi di L
analoga a quella che abbiamo ottenuto nel circuito RC ai capi di R.
Ma ora 0 =R/L cio linverso del tempo caratteristico della risposta di un circuito
RL in regime impulsivo.
X-9
| AV|
Ai capi di R
Ai capi di L
/0 =
/0 =
= L/R
X-10
RC parallelo (1)
Consideriamo un circuito formato da una resistenza e una capacit in parallelo
e supponiamo di connetterlo ad un generatore di corrente sinusoidale.
La corrente si divider sui due rami:
A basse frequenze, cio quando R << 1/C, la maggior parte della corrente
passer su R.
Ad alte frequenze, quando R >> 1/C, la maggior parte della corrente
scorrer su C.
Si pu utilizzare come filtro per la corrente.
i(t)
Per calcolare la corrente nei due rami possiamo usare lespressione che conosciamo per il
divisore di corrente sostituendo alle resistenze le impedenze.
I C ( ) I ( )
I C ( ) I ( )
I C ( ) I ( )
Per >> 0
ZR
Z R Z C
R
R
1
j C
I ( )
j / 0
j RC
j
I ( )
e
1 j CR
[1 ( / 0 ) 2 ]1 / 2
1
j ( / 2 )
e
[1 ( 0 / ) 2 ]1 / 2
con = arctg /0
X-11
RC parallelo (2)
La stessa cosa possiamo fare per calcolare la corrente che circola
nella resistenza
i(t)
I R ( ) I ( )
I R ( ) I ( )
Per << 0
j C R
I ( )
j C
ZC
Z R Z C
1
1
j
e
I ( )
j CR 1
[1 ( / 0 ) 2 ]1 / 2
Z ||
Z R ZC
R / jC
R
R
j
e
Z R Z C R 1 / jC 1 jCR [1 ( / 0 ) 2 ]1 / 2
con = arctg /0
Lespressione della tensione formalmente identica a quella che abbiamo trovato per il
circuito RC serie con luscita ai capi di C, cio si comporta come un filtro passa basso di
tensione.
X-12
RL parallelo
i(t)
Per le correnti si ottengono espressioni del tutto analoghe a quelle ottenute per il circuito
RC parallelo, con IL al posto di IR e IR al posto di IC e, ovviamente, 0 = R/L.
Calcoliamo la tensione: V() = I() Z||
ZRZL
jLR
R
R
R
Z ||
Z R Z L R jL R / jL 1 1 j 0 / [1 ( 0 / ) 2 ]1 / 2 e j
Con = arctg 0/
Si comporta come un filtro passa alto di tensione.
X-13
Oscilloscopio
Loscilloscopio uno strumento che ha uno schermo in cui viene visualizzato il segnale da
misurare.
Lo schermo ha una griglia graduata, generalmente costituita da 10 x 10 quadratini (divisioni);
a loro volta, ogni divisione ha 5 tacchette sia lungo X (asse dei tempi) sia lungo Y (asse delle
tensioni).
Una serie di manopole permettono di selezionare la scala adatta a visualizzare segnali pi o
meno intensi e di differente frequenza.
Oscilloscopio a raggi catodici (analogico)
Il filamento F si riscalda per effetto Joule e
porta a temperatura elevata il catodo C che
emette elettroni per effetto termoelettrico.
Gli elettroni, emessi in direzione random,
passano attraverso degli elettrodi ad alta
tensione che servono ad accelerare gli
elettroni e a collimare il fascio elettronico
al centro dello schermo.
Lo schermo ricoperto da un materiale fosforescente che, colpito dagli elettroni, si illumina.
XI-1
Oscilloscopio analogico
Se gli elettroni, lungo il loro moto, passano attraverso delle zone in cui c un campo
elettrico la loro traiettoria pu essere deviata in maniera tale che il fascio colpisca lo
schermo in punti differenti.
Per questo motivo ci sono due coppie di condensatori a cui applicata una tensione per
deviare il moto degli elettroni.
Se applichiamo la tensione da misurare alle
placche di deflessione verticale, laltezza
raggiunta dal punto sullo schermo sar
proporzionale al nostro segnale. Il punto
sullo schermo si muover verticalmente con
la stessa velocit con cui il segnale cambia
col tempo.
Se, contemporaneamente, si applica una
tensione che varia linearmente col tempo
Il segnale da misurare passa prima attraverso un alle placche di deflessione orizzontale, si
pu, con qualche accorgimento, visualizzare
amplificatore, una manopola permette di
cambiare lamplificazione e fissa la scala Y sullo correttamente il segnale da misurare sullo
schermo.
schermo.
XI-2
Sincronizzazione (trigger)
Per deflettere orizzontalmente il fascio di elettroni si usa un dente di sega; in un periodo del
dente di sega il fascio si sposta dallestremit sinistra dello schermo a quella destra.
VX
1)
T
VY
II T
2)
III T
IT
VX
3)
Una manopola permette di cambiare la scala dei tempi; essa agisce sul periodo del dente di sega.
Variando questa manopola, si visualizzano porzioni diverse del segnale sinusoidale.
XI-3
V(t)
A/D
Acquisizione
Formattazione
Schermo
XI-4
XI-5
Loperazione di sincronizzazione viene fatta dal circuito di trigger: un circuito elettrico che fa
partire il campionamento quando il segnale analogico dingresso ha le caratteristiche da noi
richieste. Bisogna, con dei tasti, indicare:
Level : valore della tensione al tempo in cui vogliamo far partire il campionamento.
Source: quale segnale deve confrontare con la tensione di riferimento del trigger.
XI-6
Slope: discesa
Level: 0
V1
Level: V1
Slope: salita
AC:
XI-9
XI-10
dI
q
IR 0
dt
C
d 2I
dI I
L 2 R 0
dt C
dt
L 2 R
1
0;
C
2L
R 2 L2 1 LC R , con 2 R 2 L2 1 LC
2L
I (t ) Ae 1t Be2t e R 2 L t A e t B e t
q0
2 LC
XII-1
I e R 2 L t A e t e t
q0
A
2 LC
R 2 L 2 1 LC
1
ponendo 0
LC
q0 02
A
2
Poniamo R/2L = a
I A e ( a ) t e ( a ) t
Landamento temporale di I dipende fortemente dal valore di , che pu essere reale, nullo o
immaginario a seconda che sia:
1) R 2 L 1 LC
2) R 2 L 1 LC
3) R 2 L 1 LC
XII-2
I A e ( a ) t e ( a ) t
1) R 2 L 2 1 LC
(*) a=R/2L
R 2 L
2
2
0
q0 02
A
2
2) R 2 L 1 LC
2
(1)
(2)
3) R 2 L 1 LC
2
( 1)(02 a 2 ) j (02 a 2 ) j1
I Ae a t e j1 t e j1 t Ae a t sen 1t
Se R molto piccola (a <<0) 1 0, per questo f0= 0/2 detta frequenza naturale di
oscillazione del circuito in assenza di damping cio di dissipazione.
Se R fosse zero, loscillazione non sarebbe smorzata, lenergia inizialmente immagazzinata in C
si trasferirebbe periodicamente in L e viceversa (caso ideale impossibile perch c sempre una
XII-3
resistenza per esempio dei fili e/o dellinduttanza)
1
I 0 ( ) e j ; con ZT ( ) R j L
ZT ( )
C
1
L
Vi
C
I 0 ( )
arctg
2
R
1
2
R L
I ( )
Per 0
1
;
LC
curva di risonanza
L
1
tg ( L 1 C )
(1 02 / 2 )
R
R
Per 0, tg , /2
Per , tg - , -/2
XII-4
V ( ) R j
VR ( ) i
e
| ZT ( ) |
VR ( )
Vi R e j
1
R2 L
Ponendo Q
0 L
R
si ha
Vi e j
tg
2 2
2 2
L 0
1 2
1
2
| AV |
R
L
R
(1 02 / 2 )
1
2
2
2 0
1 Q
0
2 02
tg Q
Q viene detto fattore di merito o di qualit del circuito e determina la larghezza della curva di
risonanza e lintervallo di frequenze in cui si ha linversione di fase.
Il circuito si comporta come un filtro passa banda (o selettivo), attenua i segnali di frequenza
pi bassa e pi alta di quella di risonanza e lascia invariati quelli oscillanti a frequenze
prossime alla risonanza. Tanto pi alto il Q, tanto pi piccola la banda passante.
XII-5
2
2
2
0
1;
Q
0
2 02
1
;
Q
0
Q 2 0 Q 02 0;
1,2
2
2
2 0
1 Q
0
Q 2 Q 02 0
0 02 4Q 2 02
2Q
0 02 4Q 202
;
2Q
2 1
Q L
0
f
0
f
Attenzione: la tensione ai capi di R alla risonanza uguale alla tensione dingresso solo
se la resistenza dellinduttanza (o dei fili o dei contatti) nulla, in realt non lo mai. In
generale si ha:
1 alla risonanza Z = R + R .
T
L
Z ( ) R R j L
VR
Vi R
R
; AVR
R RL
R RL
1
f
f
1 Q2 0
f0 f
AvR
f
f0
arctg Q
f0 f
90
1.0
60
Q=2
Q=1
Q=0.5
30
0.6
()
|AVR|
0.8
0.4
-30
0.2
-60
0.0
-90
0.1
f/f0
10
0.1
f/f0
10
XII-7
VC ( )
| AVC
1
|
CR
Vi ( ) j
1
e
C
j C | Z T ( ) |
1
Vi ( )
1
R2 L
0
Q
2
2
1 Q2 0
1 Q2 0
0
0
1
e j ( / 2 )
0 L
R
1
0 RC
Alla risonanza VC = Q Vi, ma questo valore non corrisponde al massimo; il massimo si ha solo
per Q > 1/2 e cade a 0 = [(2Q2-1)/2Q2]1/2. Il fatto che VC > Vi non in contraddizione col
principio di conservazione dellenergia perch su L si ha una tensione di segno opposto
(sfasata di 180) e in totale VR + VC + VL = Vi.
XII-8
VL ( )
| AVL |
L
R
Vi ( ) j L j
e
| Z T ( ) |
Vi ( ) L
1
R2 L
2
2
0
1 Q2 0
1 Q2 0
0
0
1
e j ( / 2 )
0 L
R
Anche qui, alla risonanza VL = Q Vi; il massimo si ha solo per Q > 1/2 e, questa volta, cade a
0 = [2Q2/(2Q2-1)]1/2. Confrontando VL con VC si vede che sono in opposizione di fase.
XII-9
V02
V0
[sin2 ( t ) cos sin( t ) cos( t ) sin ]
W V (t ) I (t ) V0 sin t sin ( t )
Z
Z
La potenza media in un ciclo erogata dal generatore :
R = Z cos
1 V02
1
1
1
cos V0 I 0 cos I 02 Z cos I 02 R
2 Z
2
2
2
W R
I 02
sin ( t );
1
W R I 02
2
Il termine (sin t cos t) rappresenta il lavoro fatto dal generatore per immagazzinare energia
nellinduttanza e nella capacit. La sua media nulla perch durante parte del ciclo tale
energia viene restituita al generatore. Naturalmente, subito dopo laccensione del generatore
(durante il transitorio) stato fatto del lavoro ma a regime, a parte lenergia dissipata dalla
parte resistiva del circuito, il generatore non deve fornire energia aggiuntiva.
XII-10