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PIANO ANNUALE PER LINCLUSIVITA (P. A. I.

)
Direttiva M. 27/12/2012 e C.M. n 8 del 6/3/2013
Anno Scolastico 2014/2015
Deliberato in data

dal Collegio dei Docenti

PRINCIPI GENERALI
Nellottica di accrescere la consapevolezza dellintera comunit educante sulla centralit e la
trasversalit dei processi inclusivi in relazione alla qualit dei risultati educativi, il cammino che la
scuola italiana ha compiuto per giungere ad affermare il principio dellinclusivit lungo e passa
attraverso il superamento di classi differenziate, pregiudizi e discriminazioni.
Linclusione scolastica vuole essere il processo attraverso il quale gli impedimenti vengono rimossi
in modo che ciascun individuo possa essere valorizzato, incontrando le condizioni che gli
permettano di esprimere al meglio le proprie potenzialit.
Le ultime disposizioni legislative guidano le istituzioni scolastiche, in accordo con la Costituzione
che chiede di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno
sviluppo della persona umana, a predisporre percorsi in cui la questione della disabilit assume la
dimensione sociale del diritto alla cittadinanza, offrendo lopportunit di essere cittadini a tutti gli
effetti.
Gli alunni possono, in modo permanente o temporaneo, presentare Bisogni e la scuola deve, a
partire dal POF, pensare ad un piano dinclusione che preveda i sostegni e gli aiuti necessari per
rispondere alle differenti richieste poste dagli alunni.
Scopo del Piano Annuale per lInclusivit fornire un elemento di riflessione nella predisposizione
del POF. Il PAI non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bens come uno
strumento che possa contribuire a creare un contesto educante dove realizzare concretamente la
scuola per tutti e per ciascuno.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
La Direttiva del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013 hanno introdotto la nozione di Bisogno Educativo
Speciale (BES) come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti limpiego
calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dellinclusivit:

individualizzazione, percorsi differenziati per obiettivi comuni;


personalizzazione, percorsi e obiettivi differenziati;
strumenti compensativi
misure dispensative;
impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali.

La normativa fa presente che lidentificazione degli alunni con disabilit non avviene
esclusivamente sulla base delleventuale certificazione, ma possibile fare riferimento al modello
diagnostico ICF (International Classification of Functioning) per individuare i Bisogni Educativi
Speciali degli alunni.
I BES possono presentarsi con continuit, oppure per periodi circoscritti della vita dellalunno, in
quanto le cause che li generano possono avere origine fisica, biologica, fisiologica, psicologica o
sociale. Pertanto risulta chiaro quanto sia necessario prestare maggiore attenzione in classe per
individuare quegli alunni che necessitano di unattenzione speciale a causa di uno svantaggio
sociale e culturale in cui vivono, a causa della presenza di DSA e/o disturbi evolutivi specifici,
ovvero perch linadeguata conoscenza della lingua italiana rappresenta un ostacolo.
Nellarea dei Bisogni Educativi Speciali sono comprese tre grandi categorie:

quella della disabilit certificata (legge 104/1992);


quella dei disturbi evolutivi specifici (legge 170/2010);
quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Si comprende facilmente che tutte queste problematiche non possono essere certificate ai sensi di
legge, proprio perch non rappresentano delle patologie invalidanti. Di conseguenza la direttiva
assegna al consiglio di classe e/o al consiglio dinterclasse, il riconoscimento formale (con
verbalizzazione motivata) dellalunno BES.
E questo il primo momento della storia inclusiva degli alunni con BES legati a svantaggio,
diversi quindi dalle disabilit certificate o dai disturbi evolutivi specifici, in quanto per questi la
formalizzazione consegue a disposizione di legge ( L. 104/92 art. 3 comma 1 e 3 oppure L.
170/2010 come integrata ai punti 1.2 e 1.3 della D.M. del 27/12/2012).
La scuola deve quindi avvalersi anche per questi alunni degli strumenti compensativi e delle misure
dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010. Il percorso individualizzato e
personalizzato redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP) diventa strumento privilegiato
con lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie dintervento pi idonee ed i criteri di
valutazione degli apprendimenti secondo unelaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata.
Lefficacia degli interventi dovranno essere monitorati affinch siano messi in atto per il tempo
strettamente necessario; a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure
dispensative e compensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinenti a
specifici aspetti didattici.

LA NOSTRA SCUOLA
La nostra scuola si prefigge la piena attuazione della proposta del Piano di Inclusione nella
consapevolezza che uguaglianza non equivale a giustizia ed pertanto necessario insistere sulla
personalizzazione, uno strumento eccezionale per agire in modo efficace sulla motivazione degli
alunni e per rispondere ai loro bisogni educativi in ordine allobiettivo primario del percorso che
appunto la promozione del successo scolastico nelle giovani generazioni.
Nella nostra scuola, gi nel corrente anno scolastico, sono stati attivati interventi metodologici e
pratiche didattiche mirate a favorire la piena inclusione di tutti gli alunni BES e non solo.
Naturalmente occorrer incrementare tali interventi e finalizzarli alle varie situazioni specifiche,
anche perch, in particolare nel nostro istituto sono presenti:

Parte I analisi del contesto scolastico


A. Rilevazione dei BES presenti:

1. disabilit certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)


minorati vista
minorati udito
Psicofisici
2. disturbi evolutivi specifici
DSA
ADHD/DOP
Borderline cognitivo
Altro
3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)
Socio-economico
Linguistico-culturale
Disagio comportamentale/relazionale
Altro
Totali
% su popolazione scolastica
N PEI redatti dai GLHO
N di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione
sanitaria
N di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione
sanitaria

B. Risorse professionali specifiche


Insegnanti di sostegno

AEC

Assistenti alla comunicazione

Funzioni strumentali / coordinamento

Prevalentemente utilizzate
in
Attivit individualizzate e di
piccolo gruppo
Attivit laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori
protetti, ecc.)
Attivit individualizzate e di
piccolo gruppo
Attivit laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori
protetti, ecc.)
Attivit individualizzate e di
piccolo gruppo
Attivit laboratoriali integrate
(classi aperte, laboratori
protetti, ecc.)

S / No

Referenti di Istituto (disabilit, DSA,


BES)
Psicopedagogisti e affini esterni/interni
Docenti tutor/mentor
Altro:
Altro:

C. Coinvolgimento docenti
curricolari

Attraverso

Coordinatori di classe della scuola


secondaria di primo grado e insegnanti
prevalenti della scuola primaria

Docenti con specifica formazione

Altri docenti

D. Coinvolgimento
personale ATA

E. Coinvolgimento famiglie

F. Rapporti con servizi


sociosanitari territoriali
e istituzioni deputate
alla sicurezza. Rapporti
con CTS / CTI

G. Rapporti con privato


sociale e volontariato

Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi
a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi
a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi
a prevalente tematica
inclusiva
Altro:

Assistenza alunni disabili


Progetti di inclusione / laboratori
integrati
Altro:
Informazione /formazione su
genitorialit e psicopedagogia dellet
evolutiva
Coinvolgimento in progetti di
inclusione
Coinvolgimento in attivit di
promozione della comunit educante
Altro:
Accordi di programma / protocolli di
intesa formalizzati sulla disabilit
Accordi di programma / protocolli di
intesa formalizzati su disagio e simili
Procedure condivise di intervento
sulla disabilit
Procedure condivise di intervento su
disagio e simili
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola
scuola
Rapporti con CTS / CTI
Altro:
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola
scuola

S / No

H. Formazione docenti

Progetti a livello di reti di scuole


Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe
Didattica speciale e progetti
educativo-didattici a prevalente
tematica inclusiva
Didattica interculturale / italiano L2
Psicologia e psicopatologia dellet
evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)
Progetti di formazione su specifiche
disabilit (autismo, ADHD, Dis.
Intellettive, sensoriali)
Altro:

Parte II Valutazione del livello di inclusivit dellistituto


Sintesi dei punti di forza e di criticit rilevati*:

0
1
2
3
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento
inclusivo
Possibilit di strutturare percorsi specifici di formazione e
aggiornamento degli insegnanti
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti allinterno della
scuola
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti allesterno
della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti;
Ruolo delle famiglie e della comunit nel dare supporto e nel
partecipare alle decisioni che riguardano lorganizzazione delle
attivit educative;
Sviluppo di un curricolo attento alle diversit e alla promozione di
percorsi formativi inclusivi;
Valorizzazione delle risorse esistenti
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la
realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono
lingresso nel sistema scolastico, la continuit tra i diversi ordini di
scuola e il successivo inserimento lavorativo.
Altro:
Altro:
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusivit dei sistemi
scolastici

Parte III Obiettivi di incremento dellinclusivit proposti


per il prossimo anno

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa,


livelli di responsabilit nelle pratiche di intervento, ecc.)
I principali compiti del GLI sono la rilevazione dei BES presenti nella scuola, raccolta e
documentazione degli interventi educativi-didattici posti in essere, raccolta e coordinamento
delle proposte formulate dai singoli GLH operativi, elaborazione di una proposta di PAI che
viene discussa e deliberata in Collegio Docenti.
In particolare il consiglio di classe e di interclasse devono individuare le varie tipologie BES,
sulla base di elementi oggettivi, redigere PEI e PDP.
Possibilit di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli
insegnanti
Attivare corsi di aggiornamento formazione per tutti i docenti tenendo conto dei bisogni
formativi, didattica speciale e progetti educativi-didattici a prevalente tematica inclusiva per
aiutare effettivamente a migliorare le capacit dei singoli insegnanti nellattivare le
metodologie dellapprendimento cooperativo.

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive


La valutazione degli alunni con disabilit certificata effettuata sulla base del PEI in relazione
alle discipline previste ed alle eventuali attivit aggiuntive previste. La valutazione degli alunni
appartenenti alle altre tipologie BES effettuata sulla base del PDP, in relazione sia alle misure
dispensative che agli strumenti compensativi adottati, anche in via transitoria. Fondamentale
anche la condivisione in modo verticale oltre che orizzontale dei sistemi di valutazione
programmati.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti allinterno della scuola
Maggiore coordinamento fra docenti curriculari e di sostegno con gli assistenti socio-educativi
per il monitoraggio degli interventi educativi per gli alunni con BES in vista di una pi proficua
integrazione con lazione didattica educativa.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti allesterno della scuola, in


rapporto ai diversi servizi esistenti
Sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione con l E.L. e con tutte le agenzie esterne
(ASL, OSMAIRM) che possono essere di supporto alla scuola per accompagnare casi di disagio
di diverso tipo.

Ruolo delle famiglie e della comunit nel dare supporto e nel partecipare alle
decisioni che riguardano lorganizzazione delle attivit educative
La presa in carico dei BES deve essere al centro dellattenzione dello sforzo congiunto fra
scuola e famiglia.
La famiglia sar chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo-formativo che
preveda lautorizzazione a tutti i docenti del consiglio di classe, nel rispetto della privacy e
della riservatezza del caso, ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie
dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse
disponibili.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversit e alla promozione di percorsi formativi


inclusivi;
Impegno programmatico basato su unattenta lettura del grado di inclusivit della scuola e su
obiettivi di miglioramento da perseguire nel senso della trasversalit delle prassi di inclusioni
negli ambiti degli insegnanti curriculari, della gestione delle classi, dellorganizzazione dei
tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni fra docenti, alunni e famiglie. Sviluppare la
cooperazione tra gli alunni e forme di mutuo insegnamento.
Favorire lacquisizione di competenze collaborative.
Valorizzazione delle risorse esistenti
La scuola si sforza di mettere in atto una buona progettazione didattico-educativa e di
predisporre dispositivi organizzativi e procedure innovative che valorizzino le risorse esistenti e
sappiano rispondere ai nuovi bisogni emergenti per supportare nella normalit del fare
scuola i processi di integrazione e di inclusione.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei


progetti di inclusione
La scuola si propone di favorire lapporto di risorse aggiuntive pensate come portatrici di
nuove competenze al fine di ottimizzare lefficacia e lefficienza delle potenzialit presenti
nella realt scolastica.

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono lingresso nel sistema
scolastico, la continuit tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento
lavorativo.
La scuola prevede di attivare protocolli dintesa per favorire la continuit educativa e didattica
nel passaggio tra i diversi gradi scolastici; inoltre i Progetti Continuit, fra i diversi ordini di
scuola, che ogni anno sono messi in atto, hanno anche lo scopo di favorire la continuit
inclusiva verticale.

Manduria,

Il Dirigente Scolastico

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