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Distillazione

Generalit sulle separazioni fisiche


I problemi che si incontrano
chimica sono quelli relativi

pi

frequentemente

nellindustria

alla separazione di una miscela in frazioni o nei


componenti
costitutivi
(come,
ad
esempio,
la
purificazione di un prodotto attraverso la rimozione
delle impurit che lo contaminano)
alla separazione nei componenti puri dei costituenti di
una soluzione
alleliminazione delle particelle solide contenute in
correnti gassose ecc

I procedimenti per separare i componenti delle miscele si suddividono


in due classi: quelli basati su tecniche di separazione meccanica e
quelli fondati sul trasporto di materia da una fase allaltra.
Le tecniche di separazione meccanica sfruttano le differenze di
alcune propriet fisiche delle particelle quali dimensioni, densit,
bagnabilit
e
caratteristiche
elettriche
e
magnetiche;
sono
applicabili a particelle di dimensioni non inferiori allordine dei
micron (10-6 m), quindi le soluzioni colloidali non sono separabili
con tali tecniche: riusciamo a separare liquidi, liquidi da gas,
solidi da gas, solidi da liquidi e solidi da solidi.
Le separazioni basate sul trasporto di materia utilizzano le
differenze di alcune propriet chimico-fisiche dei composti, quali
tensione di vapore, solubilit ecc. A seconda delle fasi coinvolte
e delle propriet sulle quali si fonda la separazione, si possono
individuare una serie di operazioni ciascuna delle quali sar
trattata unitariamente in quanto, indipendentemente dalle condizioni
di lavoro, dai componenti da separare e dalle apparecchiature
utilizzate, i principi coinvolti e la schematizzazione secondo cui
loperazione pu essere studiata rimangono essenzialmente gli stessi;
le operazioni unitarie basate sul trasporto di materia sono:
lassorbimento, la distillazione, la lisciviazione, lestrazione, la
cristallizzazione, lumidificazione, lessiccazione e ladsorbimento.
Anche le separazioni meccaniche si possono raggruppare in operazioni
fondamentali che si presentano, tuttavia, con caratteristiche di
unitariet ed omogeneit minori, e caratterizzate, spesso, dal tipo
di
apparecchiatura
utilizzata;
comunque

ancora
possibile
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distinguere le operazioni di setacciatura, filtrazione e separazioni


basate su propriet elettriche e magnetiche. Le differenze tra le
operazioni elencate non sono in alcuni casi nette, oppure una stessa
operazione comprende procedimenti operativi differenti; ad esempio,
la separazione di solidi contenuti in una corrente gassosa tramite
interposizione di setti sul percorso della corrente, si pu
considerare intermedio tra una sedimentazione ed una filtrazione cos
come le centrifughe filtranti che operano sui principi combinati
della filtrazione e della centrifugazione. Le separazioni per
differenza
di
densit
e
di
dimensioni
sono
effettuate
con
apparecchiature differenti come sedimentatori, elutriatori e cicloni.

Distillazione
La distillazione unoperazione che ci consente di separare una
soluzione liquida di due o pi componenti nei suoi costituenti o in
frazioni di composizione diversa da quella della soluzione iniziale;
tale operazione basata sulla diversa volatilit dei componenti
della soluzione. Portando ad ebollizione una soluzione liquida e
vaporizzandola parzialmente si ottengono una fase vapore ed una fase
liquida entrambe di composizione diversa da quella di partenza, a
meno che non ci si trovi in presenza di un azeotropo.
Si parla generalmente di distillazione quando le fasi ottenute
contengono pi di uno dei costituenti della soluzione iniziale come,
ad esempio, le separazioni benzene - toluene ed acqua - alcool.

Tecniche di distillazione
La maggior parte delle operazioni industriali di distillazione sono
condotte in apparecchiature a stadi successivi di contatto, dette
colonne di distillazione; tali apparecchiature sono in grado di
ottemperare ai requisiti di un processo industriale: funzionamento
continuo, prodotti con specifiche di purezza abbastanza spinte e
trattamento di grosse portate.
Altri tipi di distillazione che si incontrano frequentemente sono:

Distillazione Flash
Distillazione in corrente di inerte
Distillazione Differenziale

La Distillazione Flash consiste nel vaporizzare una parte del


liquido, tenere il vapore e liquido residuo in intimo contatto fino
al raggiungimento delle condizioni di equilibrio tra le fasi, nel
separare il vapore dal liquido e nel condensare il vapore; tale
distillazione non consente lottenimento di prodotti puri o di

27

composizione molto diversa da quella dellalimentazione, cio oltre


il limite raggiungibile in uno stato di equilibrio.
La Distillazione in corrente di inerte una tecnica alla quale si
ricorre
quando
le
temperature
di
vaporizzazione
sarebbero
incompatibili con la stabilit dei prodotti; operando in corrente di
inerte si abbassano sia le pressioni parziali dei componenti da
distillare, sia le temperature di ebollizione delle soluzioni ad una
assegnata pressione.
La Distillazione Differenziale particolarmente utilizzata per
separazioni di laboratorio ma di limitatissima applicazione
industriale;
tale
tecnica
consiste
nel
portare
il
liquido
allebollizione,
nellasportare
e
nel
condensare
il
vapore
progressivamente mentre si produce dal liquido.

Colonne di distillazione
Ricordiamo che loperazione di distillazione consente di suddividere
una soluzione di partenza, con due o pi componenti, in varie
frazioni; questo si ottiene sfruttando la propriet fisica della
volatilit dei componenti e cio la differente capacit che hanno i
singoli componenti di passare dalla fase liquida alla fase vapore:
per ottenere i risultati voluti non bisogna vaporizzare tutta la
soluzione perch, altrimenti, non si realizza nessuna separazione.
Se vaporizziamo parzialmente un liquido a due componenti otteniamo un
vapore la cui composizione pi ricca della sostanza pi volatile.
La
relazione
di
equilibrio
(Legge di Raoult per miscele
P = cost
ideali P yi = pio xi) lega le
caratteristiche delle correnti L
TBeb
e
V
ad
ogni
condizione
di
pressione
e
temperatura;
tale
curva di rugiada
dipendenza
per
un
sistema
binario rappresentabile su un
diagramma
(T,
x)
dove
per
miscele
ideali
abbiamo
la
A
T eb
caratteristica
forma
a
lente.
curva liquido
Per convenzione si usa sempre la
L
bollente
frazione molare del componente
pi volatile; facile rendersi
conto che, una volta assegnato
x, y
il liquido L, con una sola
separazione quanto minore il vapore prodotto, tanto maggiore la
sua differenza di composizione da L. Questo non ci soddisfa, in
quanto a livello industriale vogliamo effettuare una separazione
molto spinta dei due componenti da produrre in grosse quantit; in
effetti, il problema non di poco conto. Supponiamo, infatti, di
vaporizzare solo una parte del liquido L a disposizione, ad esempio
la met; se partiamo da 100 moli liquide otteniamo 50 moli liquide
28

(pi ricche del componente meno volatile) e 50 moli di vapore (pi


ricche del componente pi volatile). Ora, se condensiamo le 50 moli
di vapore cos ottenute e poi ne
vaporizziamo
parzialmente
la
met,
otteniamo
25
moli
di
P = cost
vapore in cui notevolmente
aumentata la concentrazione del
B
componente
pi
volatile;
in
T eb
questo modo, per, anche se
otteniamo un prodotto pi puro
diminuiscono le moli prodotte.
50
Possiamo, allora, far incontrare
50
25
le nostre 50 moli di vapore
iniziali
con
una
corrente
liquida
di
simile
composizione
e
TAeb lasciare
che
raggiungano
100
lequilibrio;
in
questo
modo
otteniamo, non solo un numero di
moli maggiore rispetto alle 25
x, y
prima ottenute ma, anche, una
composizione ancora pi ricca
del componente pi volatile: iterando questo procedimento siamo in
grado di realizzare grandi produzioni con qualsiasi grado di purezza
a patto, per, di avere le correnti di liquido di composizione
voluta.
Bisogna
osservare
che
il
liquido
non
deve
essere
necessariamente della stessa composizione del vapore, ma deve essere
di composizione tale che, allequilibrio, il vapore sia pi ricco del
componente pi volatile e il liquido sia pi ricco del componente
meno volatile.
Vediamo di formalizzare in modo pi preciso tale problema.
Supponiamo di voler trattare una portata oraria di una soluzione
binaria di benzene e di toluene al 50% molare, per ottenere prodotti
puri al 99%. Il diagramma di equilibrio alla pressione atmosferica
qualitativamente riportato in
figura;
si
supponga
che
P = 1 atm
lalimentazione sia liquido
sottoraffreddato (punto A).
Riscaldando, la temperatura
E
D
della soluzione si innalza
D3
fino al punto B di inizio
E3
D1
C
E1
ebollizione;
ulteriori
B
somministrazioni
di
calore
determinano la vaporizzazione
del liquido. Il primo vapore
che
si
forma
ha
la
A
composizione individuata dal
punto C; quando tutto il
liquido

vaporizzato
la
x, y
composizione
del
vapore

29

uguale a quella del liquido di partenza (punto D) e, nellipotesi che


la vaporizzazione condotta in modo da realizzare condizioni di
equilibrio tra le fasi, lultimo liquido che vaporizza ha la
composizione relativa al punto E. Le composizioni delle fasi in
equilibrio sono rappresentate da punti compresi tra B ed E (E1,,E4)
per il liquido e tra C e D (D1,,D4) per il vapore; quanto pi alta
la percentuale del liquido iniziale vaporizzata, tanto pi la coppia
di punti rappresentativa delle condizioni di equilibrio tra le fasi
liquido vapore in uscita dal flash si avvicina alla coppia limite
E-D. Supponiamo, ora, di frazionare lalimentazione F in due correnti
non infinitesime dello stesso ordine di grandezza Ln e Vn; se
condensiamo parzialmente la Vn in modo tale che la corrente Ln-1 sia
allincirca
della
stessa
composizione di F otteniamo
P = cost
anche una corrente di vapore
Vn-1 ( in
equilibrio con la
Vn+2
Ln-1 ) che possiamo condensare
Ln+1
Vn+1
parzialmente ottenendo le due
correnti (in equilibrio) Ln-2
Vn
liquida
e
Vn-2
vapore.
Ln
Analogamente, a partire da
Ln-1
Vn-1
Ln,
per
mezzo
di
vaporizzazioni
parziali
successive possiamo ottenere
Ln-2
le
correnti
liquide
Ln+1,
F
iterando
i
processi
Ln+2;
visti
(cio,
quello
di
vaporizzazione e quello di
condensazione)
sarebbe
x, y
possibile,
in
definitiva,
ottenere prodotti della purezza voluta. Un inconveniente del
procedimento rappresentato dallassottigliamento della corrente
utile che si verifica con il susseguirsi delle operazioni; inoltre,
ogni operazione richiede apparecchiature di scambio termico per
somministrare o per sottrarre calore (di vaporizzazione o di
condensazione). In altri termini, per vaporizzare una corrente
liquida o per condensare una corrente di vapore, abbiamo bisogno di
unapparecchiatura di scambio termico; se, per, poniamo le due fasi
in contatto, raggiungiamo una composizione totale media e un
equilibrio
liquido-vapore:
in
Ln-2
Vn-1
questo
modo,
il
calore
per
la
piatto n-1
vaporizzazione
del
liquido

fornito
dalla
condensazione
del
Ln-1
Vn
vapore. Ad esempio, si supponga di
piatto n
partire
dalla
corrente
Vn ;
Ln
possiamo
ipotizzare
di
porre
a
Vn+1
piatto n+1
contatto
tale
vapore
con
il
Ln+1
liquido
Ln-2
allincirca
della
Vn+2
stessa composizione o, comunque,

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tale che miscelato con Vn dia luogo allequilibrio a due correnti Ln-1
e Vn-1 (piatto n-1) dove la corrente Ln-1 pi ricca di Ln-2 in
composto pesante, mentre la corrente Vn-1 pi ricca di Vn in
composto leggero. Analogamente, possiamo operare sulla corrente
liquida Ln ponendola in contatto con la corrente di vapore Vn+2
(allincirca
della
stessa
composizione)
in
modo
tale
che,
allequilibrio, danno luogo a due correnti Ln+1 e Vn+1 (piatto n+1)
dove la corrente Ln+1 pi ricca di Ln in composto pesante mentre la
corrente Vn+1 pi ricca di Vn+2 in composto leggero.
In definitiva, quindi, possiamo realizzare uno schema con un certo
numero di stadi in serie dove, per ogni stadio, vi una corrente di
vapore V che entra in contatto con una corrente liquida L e, in
uscita, vi sono due correnti Li e Vi in equilibrio tra loro.
V1

V2
1

V3
2

V4
3

V5
4

Vn-1
N-1

Vn

Vn+1
N

Lo
L1
L2
L3
L4
Ln-2
Ln-1
Ln
Si noti che lalimentazione F introdotta in un punto intermedio
della cascata. Con tale schema le successive correnti di liquido e di
vapore rimangono dello stesso ordine di grandezza e le quantit di
calore sono apportate dalle stesse correnti poste a contatto.
Leffettiva realizzazione di tale processo legata alla formazione
della corrente di liquido Lo e dalla corrente di vapore Vn+1, da
alimentare alle due estremit della batteria: queste due correnti
sono vitali per lintera operazione. Se consideriamo il vapore V1 in
uscita possiamo prelevarne una parte come prodotto leggero (corrente
D), mentre la rimanente parte viene a costituire la corrente liquida
Lo da rimandare in batteria; analogamente, possiamo sottoporre a
trattamento termico la corrente liquida Ln in modo tale che la
restante parte liquida costituisca la corrente B in uscita, mentre i
vapori ottenuti vengono a costituire la corrente Vn+1.
Possiamo affermare, sulla base di quanto detto, che possibile la
separazione
in
continuo
solo
con
il
riflusso
che
risulta
indispensabile per realizzare loperazione di distillazione; inoltre,
pi abbondante il riflusso, pi facilmente si realizza la
distillazione. Si deve osservare, inoltre, che gli scambi di calore
con lesterno non sono evitati, ma rimangono concentrati alle due
estremit della cascata di stadi; la realizzazione pratica della
batteria ottenuta con la colonna a piatti nella quale gli stadi
sono sovrapposti: abbiamo, quindi, la colonna di distillazione.
I piatti devono essere progettati in modo da assicurare il contatto
tra le correnti di liquido e di vapore che vi pervengono, nonch il
regolare deflusso delle correnti in uscita; il flusso del liquido da
piatto a piatto (dallalto verso il basso) avviene per gravit,
mentre il flusso del vapore, in senso contrario, promosso da una
differenza di pressione tra la base e la sommit della colonna. In
questo modo abbiamo un unico mantello per cui la tenuta stagna
garantita con lesterno, ma non tra i piatti in quanto le correnti
31

devono entrare in contatto tra loro; per le colonne di distillazione


utilizzeremo condizioni di equilibrio e, generalmente, useremo
diagrammi (x,y); le apparecchiature ausiliarie di scambio termico,
condensatore di testa e ribollitore di coda, completano lo schema
della colonna.

Calcolo di progetto
Il progetto di una colonna si presenta come un problema in cui
generalmente assegnata lalimentazione e sono altres specificate due
variabili
esterne
(di
composizione o di portata);
i
4
restanti
gradi
di
V1 CONDENSATORE
libert
sono
saturati
y1
assegnando
la
pressione
(generalmente in testa alla
colonna),
il
rapporto
di
L0 x0
D xD
riflusso
R,
il
carico
F
termico al condensatore qc e
la
posizione del piatto di
xF
alimentazione. I criteri per
la scelta di tali variabili,
in particolare per la scelta
ottimale, saranno discussi
in
seguito.
Il
calcolo
Vn+1
consiste
nel
determinare
il
RIBOLLITORE
N
di
piatti,
le
Ln
B xB numero
portate, le composizioni, la
temperatura e la pressione di ogni altro punto significativo della
colonna. Affrontiamo, ora, il calcolo di una colonna di distillazione
per un sistema a due componenti; si noti che conviene esprimere le
portate e le frazioni in termini di portate molari e frazioni molari.

Bilancio di Materia della colonna La colonna alimentata dalla


corrente F di composizione xF e fornisce i prodotti attraverso le
correnti D e B di composizione xD e xB; possiamo scrivere i seguenti
bilanci di materia:
(1)
(2)
dove

F = D + B
F xF = D x D + B x B
F, D, B

bilancio totale
bilancio sul componente pi volatile

portate di alimentazione, del prodotto di testa e


di fondo in termini di unit molari

xF, xD, xB frazioni molari del componente pi volatile nelle


correnti F, D, B

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Dati di progetto
I dati del problema che riguardano i prodotti sono
generalmente assegnati o sotto forma di purezza oppure di recupero
percentuale di un componente; supponiamo di fissare la purezza nel
componente pi volatile della corrente di testa ed il recupero del
componente pi volatile nella stessa corrente di testa:
(3)
(4)

xD = xD
F x F = D xD

recupero

Le equazioni 1), 2) associate alle 3), 4) consentono di conoscere le


portate e le composizioni delle correnti esterne (si noti che quanto
detto equivale a fissare la frazione molare xD e la portata D di
testa). Ribadiamo che, per saturare i restanti gradi di libert,
dobbiamo fissare la pressione p, il rapporto di riflusso R, il carico
termico al condensatore qC e la posizione dellalimentazione.
Si tenga presente che il rapporto di riflusso R viene definito come:
R = L0/D
dove

L0

la corrente riflussata in testa alla colonna.

Risoluzione piatto a piatto


Note le condizioni di testa e di coda,
il calcolo pu procedere di piatto in piatto; supponiamo, infatti, di
numerare i piatti della colonna in ordine crescente a partire dalla
testa e di indicizzare le correnti in uscita con lindice del piatto.
Cominciamo dal primo piatto in testa; per definirlo completamente
dobbiamo conoscere:

la
la
la
la
la

portata L0 di composizione x0
portata V2 di composizione y2
portata V1 di composizione y1
portata L1 di composizione x1
temperatura T1 del piatto 1

Assegnato il rapporto di riflusso R e nota la portata del prodotto di


testa D, risultano calcolabili le portate L0 e V1; infatti, si ha:
V1 = L0 + D = D (R+1)
Per la valutazione delle composizioni x0 e y1 dobbiamo precisare se
il condensatore totale oppure parziale di equilibrio.
Condensatore totale

in questo caso si verifica che

y1 = x0 = xD

Condensatore parziale di equilibrio


in questo caso il prodotto
prelevato in fase vapore mentre il liquido rinviato in
colonna come riflusso; le due fasi in uscita sono fra loro

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in equilibrio per cui la corrente D di composizione xD (che


in questo caso riguarda la fase vapore) in equilibrio con
la corrente L0 di composizione x0 (composizione del
liquido). Supponendo che la miscela sia ideale con vapore a
comportamento ideale, possibile esprimere le relazioni di
equilibrio tramite la legge di Raoult:

PC
dove

PC xD = p0Ac x0
(1-xD) = p0Bc (1-x0)
p0Ac

tensione di vapore del componente pi


volatile nel condensatore

p0Bc

tensione di vapore del componente meno


volatile nel condensatore

PC

pressione totale al condensatore


(la si ritiene nota)

inoltre, lequazione di bilancio esprimibile come:


V1 y1 = L0 x0 + D xD
In definitiva, abbiamo 3 equazioni nelle 3 incognite x0, y1
e TC (temperatura al condensatore); la TC annidata
allinterno delle 2 tensioni di vapore. Si noti che,
proprio perch le tensioni di vapore sono funzione della
sola temperatura, la soluzione deve essere ricercata per
tentativi. Vogliamo sottolineare, inoltre, che se il vapore
non a comportamento ideale le relazioni di equilibrio si
esprimono come:
xD = kA x0
1-xD = kB (1-x0)
dove con kA e kB indichiamo i coefficienti di ripartizione,
funzioni di pressione e temperatura (portano in conto i
coefficienti di fugacit).
Nellipotesi che ciascun piatto sia assimilato ad uno stadio teorico,
le condizioni di equilibrio per le correnti in uscita si esprimono
come segue:

P1

P1 y1 = p0A1 x1
(1-y1) = p0B1 (1-x1)

nelle quali si deve considerare nota la pressione P1 del piatto, che


differisce da quella di testa per le perdite di carico da ritenere
valutabili, e la composizione y1; si noti che la P1 potrebbe essere
34

posta anche uguale alla pressione di testa in quanto possibile


ritenere, nella maggior parte dei casi, che le variazioni di
pressione
lungo
la
colonna
siano
poco
rilevanti
ai
fini
dellequilibrio. Al solito, le tensioni di vapore sono funzioni della
sola temperatura; la temperatura T1 del piatto, quindi, lincognita
che si nasconde dietro le tensioni di vapore.
Le condizioni di equilibrio viste forniscono la temperatura T1 del
piatto e la composizione x1 della corrente L1: dobbiamo ancora
valutare L1, V2, y2.
Il bilancio di materia ed il bilancio termico tra la testa della
colonna ed una sezione immediatamente a valle del piatto 1 si
scrivono nel modo seguente:
V2 + L 0 = V 1 + L 1

V2 + L0 = L0 + D + L1

V2
V2
dove

qC,

qp

H 2 , h1 , hD

V2 = L1 + D
y2 = L1 x1 + D xD
H2 = L1 h1 + D hD + qC + qp

rappresentano il flusso termico scambiato al


condensatore e quello perso verso lesterno
nel tratto di apparecchiatura considerato
sono le entalpie specifiche molari delle
correnti V2, L1, D

La valutazione di qp richiederebbe la conoscenza preventiva della


configurazione della colonna e delle condizioni di scambio; in
genere, per, si pu ritenere, con buona approssimazione, qp
trascurabile rispetto ai flussi termici in gioco.
Come riferimento per la definizione delle entalpie delle soluzioni
sono scelti, in linea di massima, i composti puri allo stato liquido
ad una temperatura comune di riferimento; le entalpie dipendono dalle
composizioni, dalla pressione e dalla temperatura delle relative
correnti: per tale motivo la relazione di bilancio termico introduce
come ulteriore incognita la temperatura T2.
Ci ritroviamo, quindi, con 3 equazioni nelle 4 incognite L1, V2, y2,
T2; necessario, pertanto, associare ai bilanci visti le equazioni
di equilibrio per il piatto 2 e cio:

P2

P2 y2 = p0A2 x2
(1-y2) = p0B2 (1-x2)

Ora, per il solito discorso sulle perdite di carico, la P2 nota, le


tensioni di vapore dipendono da T2, perci abbiamo introdotto come
nuova incognita la sola x2: concludendo, la soluzione di tale sistema
di equazioni (bilancio termico, di materia pi condizioni di
equilibrio sul piatto 2) ci consente di determinare i valori delle
grandezze L1, V2, y2, x2, T2.
35

Questo procedimento pu essere iterato di piatto in piatto,


generalizzando le equazioni viste per una coppia qualsiasi di piatti
successivi, fino alla sezione di alimentazione; in quel punto si
dovr tener conto nei bilanci dellintroduzione della corrente
esterna F.
La posizione dellalimentazione stabilita con il criterio ottimale
che il numero dei piatti della colonna sia minimo a parit di tutte
le altre condizioni operative; ci si traduce nel dover immettere la
carica esterna (alimentazione) in quella sezione della colonna nella
quale si sono raggiunte proprio le stesse composizioni della carica.
Nel
procedimento
piatto
a
piatto,
la
sezione
ottimale
di
alimentazione

stabilita
valutando
se
lintroduzione
dellalimentazione determinerebbe o meno per il piatto successivo
condizioni di separazione pi spinte di quelle calcolate se la carica
esterna non fosse ancora immessa.
A valle della sezione di alimentazione il procedimento di calcolo
prosegue tenendo conto delle mutate condizioni di lavoro, fino
allottenimento del prodotto di composizione desiderata. Tale
procedimento pu essere iniziato a partire dal fondo della colonna,
risalendo poi verso la testa, oppure si pu partire dalla testa della
colonna o, in ultima analisi, procedere contemporaneamente dalla
testa e dal fondo fino alla sezione di alimentazione.
In maniera concettualmente analoga si trattano i casi pi complessi
di pi alimentazioni o con prelievi intermedi di prodotto.

Metodo di McCabe e Thiele


Una notevole semplificazione del procedimento di calcolo piatto a
piatto, descritto nel paragrafo precedente, si ottiene quando le
portate molari nelle due sezioni della colonna al di sopra e al di
sotto dellalimentazione si possono ritenere costanti; in questo caso
stato sviluppato un metodo di soluzione grafica, che prende il nome
dagli autori, noto come Metodo di McCabe e Thiele.

Rette di lavoro e costanza dei flussi molari


Cominciamo con il
ricercare una relazione tra il liquido e il vapore che si incrociano
al di sotto o al di sopra di un generico piatto; dobbiamo, per,
distinguere tra la sezione della colonna di distillazione al di sopra
dellalimentazione, che prende il nome di Sezione di Arricchimento, e
quella al di sotto dellalimentazione, che prende il nome di Sezione
di Strippaggio o di Esaurimento.
Effettuiamo un taglio nella Sezione di Arricchimento e consideriamo
solo la parte superiore della colonna, mentre nella sezione del
taglio sostituiamo quel che resta della colonna con le sole correnti
relative a quella sezione.
Scriviamo, ora, i bilanci di materia relativi a tale apparecchiatura:
36

Vn+1 = Ln + D
V1, y1

Vn+1 yn+1 = Ln xn + D xD
L0, x0

Ln
xn

y n +1 =

D, xD

dove il primo il bilancio


globale di materia, mentre il
secondo

il
bilancio
sul
componente
pi
volatile;
da
questultimo
bilancio

possibile ottenere la seguente


relazione:

Vn+1, yn+1

Ln
D
xD
xn +
V n +1
V n +1

Retta di lavoro sezione di arricchimento

Questa lequazione delle condizioni di lavoro nella sezione di


arricchimento e pone in relazione le composizioni di due correnti che
si incrociano al di sotto di un generico piatto.
Ricordiamo che le correnti che abbandonano uno stesso stadio sono tra
loro in equilibrio, mentre non sono tra loro in equilibrio le due
correnti che si incrociano al di sopra o al di sotto di uno stesso
stadio. Effettuiamo, ora, un taglio nella Sezione di Strippaggio e
consideriamo solo la parte inferiore della colonna, mentre nella
sezione del taglio sostituiamo quel che resta della colonna con le
sole correnti relative a quella sezione .
Se scriviamo i bilanci di
materia
relativi
a
tale
Lm-1
Vm
xm-1
ym
apparecchiatura, otteniamo:
Lm-1 = Vm + B
Lm-1 xm-1 = Vm ym + B xB

VN+1 yN+1
LN xN

ym =

L m 1
B
x m 1
xB
Vm
Vm

B xB

dove il primo il bilancio


globale di materia, mentre il
secondo

il
bilancio
sul
componente
pi
volatile;
da
questultimo
bilancio

possibile ottenere la seguente


relazione:

Retta di lavoro sezione di strippaggio

Questa lequazione delle condizioni di lavoro nella sezione di


strippaggio e pone in relazione le composizioni di due correnti che
si incrociano al di sopra di un generico piatto.
37

Consideriamo, ora, un generico piatto (supponiamo, ad esempio, che si


trovi nella sezione di arricchimento) e riferiamoci alla zona di
colonna relativa a quel piatto; il nostro obiettivo quello di
introdurre delle relazioni
flussi
termici
che
q sui
arrivano
e
partono
da
tale
Ln-1
xn-1
Vn yn
piatto.
I
flussi
termici
sono associati alle correnti
in ingresso e in uscita;
n
inoltre,
dobbiamo
anche
considerare
la
quantit
di
Vn+1
yn+1
calore dispersa dal piatto
Ln xn
verso lesterno (tale flusso
termico
avr
sempre
un
valore finito che, per, cerchiamo di contenere). Possiamo scrivere i
seguenti bilanci:
Ln-1 + Vn+1 = Ln + Vn

bilancio globale di materia

Ln-1 xn-1 + Vn+1 yn+1 = Ln xn + Vn yn

bilancio sul componente pi volatile

Per quanto riguarda il bilancio termico, dobbiamo effettuare delle


scelte sui sistemi di riferimento, cio dobbiamo fissare lo stato
fisico di riferimento e la temperatura alla quale poniamo lentalpia
pari a zero. Nel nostro caso, la temperatura di riferimento quella
del piatto perch se una corrente si trova a quella stessa
temperatura non aggiunge o sottrae energia al piatto; lo stato fisico
di riferimento quello liquido allo stato puro. Indichiamo con:
hn-1
Hn
hn
Hn+1

entalpia
entalpia
entalpia
entalpia

specifica
specifica
specifica
specifica

della
della
della
della

corrente
corrente
corrente
corrente

Ln-1
Vn
Ln
Vn+1

dove per entalpia specifica intendiamo quella riferita alla singola


mole; possiamo scrivere, quindi, che:
Ln-1 hn-1 + Vn+1 Hn+1 = Ln hn + Vn Hn + q

bilancio termico

Vediamo da quali contributi sono formate le entalpie specifiche:


1) contributo calore sensibile (se la temperatura della corrente
differente dalla temperatura di riferimento del piatto); la
notazione utilizzata s per correnti liquide e S per
correnti di vapore
2) contributo calore di miscelazione (perch le correnti sono
formate da due componenti); la notazione utilizzata m per
correnti liquide e M per correnti di vapore

38

3) contributo calore latente molare di vaporizzazione (manca se


la corrente liquida); la notazione utilizzata
hn-1 ha un calore sensibile negativo (perch Tn-1<Tn) pi un calore di
miscelazione:
hn-1

= - sn-1 + mn-1

Hn+1 ha un calore sensibile positivo, un calore di miscelazione e un


calore di vaporizzazione:
Hn+1
hn

= Sn+1 + Mn+1 + n+1

ha un calore di miscelazione:
hn = mn

Hn

ha un calore di miscelazione e un calore di vaporizzazione:


Hn = Mn + n

Andando a sostituire queste relazioni nel bilancio termico si ha:


(- sn-1 + mn-1) Ln-1 + (Sn+1 + Mn+1 + n+1) Vn+1 = Ln mn + Vn (Mn + n) + q
In altri termini, per ottenere la corrente Vn+1 a partire dai due
componenti puri, allo stato liquido ed alla temperatura Tn del piatto
dobbiamo:
-

riscaldarli alla temperatura Tn+1 (calore sensibile Sn+1)


effettuare levaporazione (calore latente n+1)
miscelarli (calore di miscelazione Mn+1)

Lo stesso discorso vale per le altre tre correnti Ln-1, Ln e Vn dove,


per, al calore sensibile sn-1 va attribuito il segno negativo in
quanto per ottenere la corrente Ln-1 i componenti devono essere
raffreddati (Tn-1<Tn). Si osservi che, la perdita di calore q verso
lesterno, rappresenta una quantit trascurabile rispetto ai flussi
termici presenti per cui possibile trascurare tale termine;
effettuando tale approssimazione il risultato finale varia del 2-3%.
Inoltre, se esaminiamo il calore sensibile, di miscelazione e il
calore latente di vaporizzazione ci rendiamo conto che, questultimo,
certamente il termine preponderante; del resto i calori sensibili
sono trascurabili perch le variazioni di temperatura da piatto a
piatto sono piccole (e comunque calore latente >> calore sensibile),
mentre i calori di miscelazione sono nulli per soluzioni ideali ed,
in ogni caso, di limitata entit a meno che i composti non
differiscono considerevolmente da un punto di vista chimico (si
osservi, anche, che vi sono degli effetti compensativi tra mn-1 e mn
39

come tra Mn+1 e Mn perch, vero che non sono perfettamente uguali,
ma non sono neanche molto differenti). Con tali approssimazioni il
nostro bilancio termico si riduce alla relazione:
Vn+1 n+1 = Vn n

bilancio termico

A questo punto, ricordiamo la seguente:

Regola di Trouton Il rapporto tra i calori latenti molari di


vaporizzazione uguale al rapporto tra le
temperature di ebollizione
Tale regola, fissata la pressione P, vale per sostanze pure, per
grandezze molari e se non presente acqua.
Generalmente, distilliamo sostanze tra loro omologhe, per cui le
rispettive temperature di ebollizione differiscono di circa 10-20 0C;
in definitiva, si verifica che:

A TA
=
0.97 0.98
B TB
Questi risultati, quindi, ci consentono di affermare che A = B con un
errore del 3% circa; tornando al bilancio termico e al bilancio
globale di materia con tale approssimazione, otteniamo:

V n = V n +1

L n = L n 1
Tali relazioni esprimono la costanza delle portate molari per il
liquido e per il vapore. E importante sottolineare che lerrore del
3% non si commette su ogni piatto, ma su tutta la colonna di
distillazione; infatti, la regola di Trouton si riferisce a sostanze
pure (e passando dalla testa al fondo della colonna otteniamo A e B
praticamente puri), mentre piatto per piatto abbiamo solo delle
miscele. Il problema, ora, vedere fino a quando possiamo
considerare effettivamente costanti le portate molari; questo si
verifica fino a quando il bilancio non varia, cio in tutta la
sezione di arricchimento e in tutta la sezione di esaurimento.
Si noti, per, che in corrispondenza del piatto di alimentazione il
bilancio varia, perci le portate molari, pur assumendo valori
costanti nellambito delle singole sezioni, cambiano il loro valore
nel passare da una sezione allaltra. In altri termini, vi sempre
costanza delle portate molari, ma nel passaggio tra sezione di
arricchimento e sezione di esaurimento le costanti cambiano valore.

40

A questo punto, possiamo riscrivere le equazioni delle rette di


lavoro liberando le portate molari dai pedici e sostituendoli con i
rispettivi valori costanti:
L
D
xn + xD
V
V

Retta di lavoro sezione di arricchimento

L
B
x m 1 x B
V
V

Retta di lavoro sezione di strippaggio

y n +1 =
ym =

si noti che L e V rappresentano le portate molari nella sezione di


strippaggio, costanti in tale sezione, ma diverse da L e V della
sezione di arricchimento. Il passaggio dalluna allaltra sezione
comporta una variazione delle portate per effetto dellimmissione
dellalimentazione; pertanto, le variazioni delle portate di liquido
e di vapore sono strettamente dipendenti dalle condizioni di
alimentazione. Volendo eliminare anche i pedici delle composizioni,
bisogna ricordare che, per le correnti che abbandonano il piatto, le
composizioni x e y devono verificare lequilibrio, mentre, per le
correnti che si incrociano al di sotto del piatto, le composizioni x
e y devono verificare le rette di lavoro. Possiamo scrivere, quindi:
y=

L
D
x + xD
V
V

Retta di lavoro sezione di arricchimento

y=

L
B
x xB
V
V

Retta di lavoro sezione di strippaggio

rappresentiamo, ora, le due rette di lavoro sul diagramma x, y


Sezione di arricchimento
definito come:

Ricordiamo che il rapporto di riflusso R

R = L0/D = L/D

L = R D

Inoltre, si ha:
V = V 1 = L0 + D = L + D = R D + D

V = D (R+1)

Sostituendo tali relazioni nellespressione della retta di lavoro,


otteniamo:
y=

1
R
x+
xD
R +1
R +1

cio abbiamo espresso la retta di lavoro nella


arricchimento in funzione del rapporto di riflusso.

sezione

41

di

Per tracciare sul diagramma x, y la retta di lavoro nella sezione di


arricchimento, dobbiamo determinare i punti intersezione con la
diagonale e con lasse y:
y

intersezione con diagonale(x = y)


x (R+1) = R x + xD

x = xD

intersezione asse y (x = 0)
xD
R+1

y = xD/R+1

La retta poteva anche essere


tracciata servendosi di un punto
x
xD
e della pendenza R/(R+1); in ogni
caso necessaria la conoscenza dei valori xD e R che, daltra parte,
devono essere stati entrambi specificati in precedenza.
Sezione di strippaggio
Analogamente a quanto visto in precedenza, a
partire dalla retta di lavoro
y =

L
B
x
xB
V
V

vogliamo valutare lintersezione con la diagonale (x = y); otteniamo:


xV = L x Bx B

Bx B = ( L V ) x

per un bilancio globale di materia sulla sezione di esaurimento si ha


L V = B
per cui, sostituendo nella relazione precedente, otteniamo:
x = xB
cio lintersezione della retta di lavoro con la diagonale si ha per
x = xB. A questo punto, per tracciare la retta, possiamo valutare
lintersezione con gli assi o la pendenza; in entrambi i casi
otteniamo delle espressioni che contengono i valori costanti L e V :
a tal proposito, necessario sottolineare che tali valori, come gi
detto, sono diversi da quelli relativi alla sezione di arricchimento
e fortemente influenzati dalle condizioni di alimentazione. Per come
abbiamo impostato il problema, la pendenza e lintersezione con gli
assi della retta di lavoro non sono noti perch non conosciamo i
42

valori di L e V ; importante, a questo punto, valutare cosa accade


nella sezione di alimentazione.

Ricordiamo ancora una volta che le correnti


L
e
V
sono
necessariamente
vincolate ai valori assunti da V e
V
L
ed
alle
caratteristiche
dellalimentazione F; vediamo di
scrivere delle relazioni tra tali
quantit a partire dallo stato
fisico
dellalimentazione
F.
V
Possiamo ipotizzare 5 diversi tipi
di alimentazione possibile:

Retta di alimentazione
L
F

F
F
F
F
F

liquido bollente
vapore saturo
liquido e vapore
vapore surriscaldato
liquido sottoraffreddato

F liquido bollente
F

In
questo
caso
ipotizziamo
che
lalimentazione F sia costituita da
liquido
allebollizione
di
composizione
prossima,
per
definizione di alimentazione, al
liquido
nel
piatto;
possiamo
scrivere i seguenti bilanci:
V = V

In questo caso lalimentazione F


costituita tutta da vapore saturo,
per cui possibile scrivere i
seguenti bilanci:

F vapore saturo
V
L
F

L = L
L

L = L + F

V = V+ F

43

Se

F liquido e vapore
V
L
F

lalimentazione
F

mista,
costituita cio da liquido e vapore,
basta indicare con f laliquota di F
sotto forma di vapore per scrivere i
seguenti bilanci:
V = V+ f F

L = L + (1-f) F

V
L

In questo caso lalimentazione si pone


in equilibrio con il sistema cedendo
il calore di surriscaldamento con la
conseguente vaporizzazione di parte
del liquido; possiamo scrivere i
seguenti bilanci:

F vapore surriscaldato
L

V = V + F + V

F liquido sottoraffreddato
L

L = L V

Lalimentazione si pone in equilibrio


con il sistema sottraendo calore a
spese del calore di vaporizzazione
del vapore che, in parte, condensa;
possiamo
scrivere
i
seguenti
bilanci:
V = V - L

L = L + F + L

L
E possibile esplicitare attraverso un unico parametro tutte queste
condizioni introducendo il termine f definito come:
f il numero di moli di vapore cui da luogo ogni mole
di alimentazione F una volta introdotta in colonna
tutte le condizioni di alimentazione si possono
attraverso il seguente sistema:
V = V + fF

L = L + (1 f ) F
dove
f<0 F liquido sottoraffreddato
0<f<1 F mista
f=1 F vapore saturo

rappresentare

f=0 F liquido bollente


f>1 F vapore surriscaldato

44

Si noti che il sottoraffreddamento del liquido ed il surriscaldamento


del vapore non eccedono quasi mai i 30-40 C, mentre i calori molari
di vaporizzazione sono dellordine delle 300-500 Kcal; perci si
hanno i seguenti limiti per f:
Limite inferiore
Limite superiore

-0.15
1,15

In definitiva, nota lalimentazione F e laliquota f, riusciamo a


determinare le portate L , V e, quindi, la pendenza della retta di
lavoro nella sezione di esaurimento. A partire da tali posizioni,
anche possibile caratterizzare la retta di alimentazione; si noti,
infatti, che possiamo esprimere lalimentazione F come
F = f F + (1-f)F
Effettuando il bilancio sul componente pi volatile, otteniamo
F xF = f F y + (1-f) F x
Da tale relazione, ricavando y, si ha

y=

1 f
1
x + xF
f
f

Retta di alimentazione

questa lequazione di una retta che rappresenta le condizioni di


alimentazione, cio le coppie x (fase liquida), y (fase vapore) che
lalimentazione genera una volta che viene introdotta in colonna.
Rappresentiamo, ora, la retta di alimentazione sul diagramma x, y; a
liquido bollente
tale
scopo
valutiamo
y
lintersezione con la diagonale
liquido
(x = y):
sottoraffreddato
alimentazione
mista

x f = - x + x f + xF

x = xF

vapore saturo

In definitiva, quindi, la retta


di alimentazione passa per il
punto della diagonale (xF, xF);
per disegnare la retta basta
discutere la pendenza:

vapore
surriscaldato

liquido bollente

xF

f=0

1 f

retta verticale

45

f=1

1 f
=0
f

retta orizzontale

o<f<1

1 f
<0
f

pendenza negativa

1 f
>0
f

pendenza positiva

1 f
>0
f

pendenza positiva

vapore saturo

alimentazione mista

liquido sottoraffreddato

vapore surriscaldato

f<0

f>1

Soluzione Grafica Cerchiamo, ora, il punto intersezione tra la retta


di lavoro della sezione di arricchimento e la retta di lavoro della
sezione di esaurimento; dovendo verificare entrambe le equazioni, si
ottiene che:
Retta di lavoro sezione di arricchimento

y V = L x + D xD
y V = L x B xB

Retta di lavoro sezione di esaurimento

sottraendo membro a membro

(V - V ) y = (L - L ) x + D xD + B xB

xD + xB = 1
D+B= F

V = V + fF
L = L + (1 f ) F

f F y = - (1 f) F x + F xF
y =

1 f
1
x +
x
f
f

y
alimentazione
arricchimento
esaurimento

xD
R+1

xB

xF

xD

questa
relazione
ha
la
stessa
espressione
della
retta
di
alimentazione,
per
cui
possiamo
concludere che il punto intersezione
delle rette di lavoro appartiene
anche alla retta di alimentazione;
tale
risultato
ci
consente
la
costruzione grafica delle rette di
lavoro
e
della
retta
di
alimentazione. Tracciamo la retta di
lavoro
della
sezione
di
46

arricchimento, poi quella di alimentazione (nellesempio in figura


supposta mista liquido-vapore) ed infine, congiungendo il punto
intersezione con il punto della diagonale di ascissa xB, si completa
la costruzione con la retta delle sezione di esaurimento. Tracciate
le rette di lavoro, il numero dei piatti ideali calcolato con la
costruzione a scalino; questa si basa sulla considerazione che le
correnti in uscita da un piatto ideale sono tra loro in equilibrio e
le loro composizioni sono, pertanto, individuate da punti della curva
di equilibrio, mentre le correnti che si incrociano in una sezione
generica della colonna sono legate da una relazione di bilancio e le
loro composizioni sono individuate da punti giacenti sulle rette di
lavoro. Vediamo, ora, come utilizzare tale metodo.
Si ricordi che in testa alla
y
colonna conosciamo le seguenti
B
composizioni (per condensatore
A
totale):
C

x0 = y1 = xD

x0 e y1 individuano un punto
sulla retta di lavoro sezione
di arricchimento (composizioni
di correnti che si incrociano
in una stessa sezione), ma
xD
anche un punto della diagonale
R+1
perch x0 = y1 : si individua in
questo
modo
il
punto
A.
xB
xF
xD
Analogamente,
y1
e
x1
individuano
un
punto
sulla
curva di equilibrio che non pu essere altro che il punto B; ancora,
la coppia y2, x1 individuano il punto C sulla retta di lavoro: il
triangolo ABC porta alla conoscenza del piatto 1. Tale costruzione
pu essere iniziata dal fondo o dalla testa della colonna; nel
diagramma esemplificativo abbiamo iniziato dalla testa ed ipotizzato
il condensatore totale.
Iterando
tale
procedimento
e
cambiando
retta
di
lavoro
in
corrispondenza dellalimentazione, risolviamo per intero tutta la
colonna di distillazione. Il passaggio da una retta di lavoro
allaltra (che si deve realizzare proprio in presenza dellimmissione
della corrente di alimentazione), deve tener conto dellottenimento
del massimo arricchimento per piatto in modo da minimizzare il numero
dei piatti necessari. E opportuno, a questo punto, precisare alcuni
aspetti: a tale scopo effettuiamo
Figura 1
un ingrandimento della zona di
intersezione delle 3 rette
a) Consideriamo la figura 1); se
decidessimo di sfruttare la sola
retta
della
sezione
di
y
1
arricchimento, iterando il processo
y
K
47

visto, arriveremmo nel punto K in cui coincidono condizioni di


lavoro e di equilibrio. In tali condizioni non ha senso operare la
distillazione in quanto non si ha pi separazione dei componenti
(si hanno infiniti stadi teorici di separazione).
b) Lalimentazione deve essere necessariamente introdotta sul piatto
individuato dallintersezione delle due rette di lavoro; infatti,
se
decidessimo
di
superare
tale
punto,
posticipando
lalimentazione, ci troveremmo a dover lavorare ancora sulla retta
della sezione di arricchimento che fornisce, come si vede in
figura 1), una separazione y minore della separazione y1 che
avremmo
ottenuto
introducendo
Figura 2
lalimentazione e passando ad
operare
sulla
retta
di
y
esaurimento.
Se,
invece,
y1
decidessimo
di
anticipare
lalimentazione (vedi figura 2)
ci troveremmo a lavorare sulla
retta di esaurimento che fornisce
una separazione y minore della
1
separazione y che avremmo ottenuto continuando a lavorare sulla
retta di arricchimento.
In definitiva, introduciamo lalimentazione quando questo ci consente
di ottenere con lo stesso piatto una separazione maggiore di quella
ottenuta senza alimentazione; si noti, comunque, che la posizione
ottimale per lalimentazione quella dove la composizione totale
delle correnti circolanti (liquida e vapore) circa uguale a quella
dellalimentazione stessa.
Tornando alla costruzione grafica, possiamo osservare, inoltre, che:

La costruzione a scalino prosegue fino a che sulla retta di


esaurimento non si raggiunga o superi il punto di ascissa xB

Il numero di piatti teorici dato dal numero dei triangoli


inseriti tra la curva di equilibrio e le rette di lavoro

Il

piatto su cui si inserisce lalimentazione sempre


rappresentato dal triangolo con un vertice sulla retta di
lavoro della sezione di arricchimento, e un secondo vertice
sulla retta di lavoro della sezione di esaurimento; se la
posizione dellalimentazione quella ottimale, il triangolo
contiene il punto intersezione delle rette di lavoro

Se il condensatore o/e il ribollitore non sono totali ma di


equilibrio, il numero dei piatti teorici va diminuito di
una/due
unit,
perch
ciascuna
delle
apparecchiature
ausiliarie della colonna esplica, per quanto concerne il
trasferimento di materia, la stessa funzione di un piatto
48

Rapporto di Riflusso R
Vogliamo discutere, ora, delle conseguenze che si hanno sul processo
di distillazione al variare del rapporto di riflusso R.
Si ricordi che abbiamo tracciato la retta di lavoro della sezione di
arricchimento considerando i punti intersezione xD e xD/(R+1);
inoltre, abbiamo anche affermato che senza riflusso loperazione di
distillazione non si pu realizzare. Laumento del rapporto di
riflusso
R
determina
lindividuazione di un punto
y
pi basso sullasse y; in tal
modo la retta di lavoro della
sezione
di
arricchimento
risulta essere pi accostata
A
alla diagonale (di conseguenza
anche la retta di lavoro della
sezione di esaurimento si porta
verso
la
diagonale)per
cui
lavoriamo
pi
lontani
dalle
condizioni di equilibrio: in
xD/R+1
queste condizioni necessario
un
minor
numero
di
piatti
ideali
per
realizzare
la
distillazione. E evidente, a
xB
xD
questo punto, per quale motivo
laumento del rapporto di riflusso facilita loperazione di
distillazione; si noti, per, che allaumentare del rapporto di
riflusso R, poich risulta
L = R D

V = (R+1) D

a parit di portata D, aumentano le portate di liquido e di vapore in


colonna; analogo discorso per le portate L e V che sono legate a L e
V e, quindi, dipendono indirettamente da R. In particolare, una
maggiore portata di vapore richiede diametri di colonna maggiori; in
altri termini aumenta la sezione trasversale della colonna.
In definitiva, aumentare il rapporto di riflusso R, implica:

un minor numero di piatti con conseguente diminuzione


delle dimensioni longitudinali della colonna
una maggiore portata di vapore con aumento delle
dimensioni trasversali
aumenta il carico termico al condensatore, dato dalla
relazione qC = (R+1) D, e al ribollitore con il
risultato
che
aumentano
le
dimensioni
di
queste
apparecchiature

49

Si noti che una colonna con dimensioni trasversali, condensatore e


ribollitore pi grandi comporta dei costi di impianto maggiori; anche
la gestione di tale colonna comporta dei costi di esercizio maggiori
perch aumenta la quantit di combustibile da utilizzare al
ribollitore e la quantit di refrigerante da utilizzare al
condensatore.
La diminuzione del rapporto di riflusso R determina lavvicinamento
delle rette di lavoro alla curva di equilibrio con conseguente
aumento del numero di piatti ideali e diminuzione delle portate; ci
comporta, quindi, laumento delle dimensioni longitudinali e la
diminuzione delle dimensioni trasversali della colonna.
In definitiva, diminuire il rapporto di riflusso R, implica:

un maggior numero di piatti con conseguente aumento


delle dimensioni longitudinali della colonna
una minore portata di vapore con diminuzione delle
dimensioni trasversali
diminuisce il carico termico al condensatore e al
ribollitore con il risultato che diminuiscono le
dimensioni di queste apparecchiature
Tutto ci comporta una riduzione dei costi di impianto e di gestione.
Il rapporto di riflusso R, per, non pu essere ridotto a piacimento;
al massimo pu diminuire fino a far passare le rette di lavoro per il
punto A: in questo caso riusciamo ancora ad effettuare la
distillazione, ma con un numero infinito di piatti ideali in quanto
le condizioni di lavoro coincidono con le condizioni di equilibrio.
Il valore del rapporto di riflusso per cui si verifica tale
condizione si indica con Rmin (Rapporto di Riflusso Minimo); se
superiamo il punto A non possiamo effettuare la distillazione in
quanto non vi continuit tra retta di lavoro della sezione di
arricchimento e retta di lavoro
della sezione di esaurimento.
y
Possiamo
concludere
che
il
rapporto di riflusso R deve
risultare maggiore di Rmin ma
Pinch
tale che i costi complessivi (di
Point
impianto
e
di
esercizio)
risultino minimi; in seguito
xD
discuteremo sulle modalit di
ottimizzazione
dei
costi
in
Rmin+1
funzione
del
rapporto
di
riflusso.
Vediamo,
ora,
di
caratterizzare meglio il punto
individuato
dalla
condizione
limite R = Rmin . Per il tipo pi
usuale di curva di equilibrio,
xB
xF
xD
concava
verso
il
basso
50

nellintero campo di composizioni, il punto di contatto che definisce


il rapporto di riflusso minimo il punto intersezione della retta di
alimentazione con la curva di equilibrio: tale punto prende il nome
di Pinch Point.
Per curve di equilibrio del tipo relativo al sistema etanolo-acqua
(non ideale), con una parte concava verso lalto, la condizione di
riflusso minimo viene ad essere individuata da un punto di contatto
diverso da quello prima definito come intersezione della retta di
alimentazione con la curva di equilibrio; in questo caso, infatti, il
valore
di
Rmin
deve
essere
individuato
rendendo
la
retta
di
y
lavoro
della
sezione
di
arricchimento
tangente
alla
curva
di
equilibrio
(vedi
figura):
in
questo
modo,
maggiorando tale valore di Rmin,
si ha un abbassamento della
XD
retta di lavoro determinando
Rmin+1
delle corrette condizioni di
funzionamento della colonna. E
facile
vedere
che,
se
adottassimo per Rmin lo stesso
procedimento
visto
per
le
soluzioni
ideali,
maggiorando
tale
valore
(abbassando,
cio,
xF
xD
la retta di lavoro) potremmo
incorrere nella condizione di tangenza delle retta di lavoro con la
curva di equilibrio e questo comporterebbe un numero infinito di
piatti teorici per realizzare la distillazione.

Ottimizzazione della colonna di distillazione


Il progetto ottimale di una colonna di distillazione consiste nella
scelta delle variabili che saturano i gradi di libert del sistema in
modo che risulti minimo il costo unitario del prodotto.
Il costo complessivo (totale annuo) pu essere preso come funzione
obiettivo per la realizzazione di un impianto; sarebbe superfluo,
infatti, inglobare nella funzione obiettivo i costi delle materie
prime ed i ricavi per la vendita dei prodotti: questi rappresentano
una costante perch le differenti soluzioni da analizzare si
riferiscono tutte ad uguali cariche di alimentazione, produzione e
qualit dei prodotti. I costi complessivi li possiamo suddividere in
costi di impianto e costi di esercizio; tali costi non sono omogenei
nel senso che hanno dimensioni differenti: i costi di impianto sono
un costo concentrato e servono, appunto, alla realizzazione
dellimpianto stesso, mentre i costi di esercizio sono riferiti su
base annua. In ogni caso, anche se i costi di impianto vengono
sostenuti prima della messa in funzione dellimpianto, non vengono
51

considerati come un costo istantaneo; lomogeneit si ottiene


distribuendo i costi di impianto sul tempo della presumibile vita
dellimpianto stesso considerando, per, anche gli interessi che la
cifra utilizzata avrebbe maturato in banca se non fosse stata
utilizzata. In altri termini, si deve realizzare un ammortamento su
base annua che, per legge, ha dei tempi di realizzazione obbligati.
E necessario sottolineare che ciascuna variabile non pu essere
ottimizzata indipendentemente dalle altre, perch, generalmente,
danno luogo ad effetti incrociati non trascurabili. In prima
approssimazione, il procedimento di ottimizzazione pu essere ridotto
di dimensioni se qualche variabile, per ristrettezze del campo di
esistenza oppure per altra causa che ne smorzi gli effetti incrociati
con le restanti, pu essere singolarmente ottimizzata.
Carico termico al condensatore
In un processo di distillazione la
variabilit del carico termico al condensatore piuttosto limitata.
Se il condensatore totale si ha:
qC

1 V1

il carico termico al condensatore qC non potr discostarsi molto da 1


V1 potendosi al pi prevedere il sottoraffreddamento del condensato,
di modesta entit tenuto conto delle usuali temperature di
condensazione e che si tratta di calore sensibile a fronte di quello
latente di condensazione; pertanto, la scelta di qC obbligata e,
comunque, lascia poco margine per influire sul costo globale
delloperazione.
Pressione
La pressione di testa di una colonna di distillazione
viene fissata da esigenze tecniche oppure una variabile discreta,
della quale sono da esaminare ai fini della ottimizzazione due
livelli di valori; solo in casi particolari le due possibili
soluzioni sono economicamente comparabili e richiedono, pertanto,
leffettivo calcolo della funzione obiettivo, non essendo una stima
preventiva dei costi sicuramente indicativa della soluzione ottimale.
In linea generale, sempre che sia possibile, si preferisce
lesercizio a pressione atmosferica; si opera ad alta pressione solo
quando si deve innalzare la temperatura di testa, mentre si opera a
bassa pressione (e spesso in corrente di inerte) quando si deve
contenere la temperatura dei prodotti di fondo.
Alloperazione sotto pressione si ricorre, generalmente, quando la
temperatura di condensazione a pressione atmosferica del distillato
inferiore ai 40-50 C: la scelta del fluido di raffreddamento
condiziona la pressione di esercizio della colonna.
Due alternative sono possibili: una condensazione con aria o acqua,
disponibili a temperatura ambiente, oppure lutilizzazione di un
ciclo frigorifero. Nel primo caso, la temperatura alla sommit della
colonna non pu scendere al di sotto dei 40-50 C, tenuto conto delle
52

perdite lungo le linee e della differenza di temperatura necessaria


ad assicurare un conveniente scambio termico nel condensatore: la
pressione al condensatore determinabile, allora, dalle relazioni di
equilibrio e di bilancio pi volte richiamate. Nel secondo caso, si
tratta di scegliere un conveniente ciclo frigorifero atto ad
assicurare la condensazione dei vapori di testa alla pressione
atmosferica.
Per quanto non siano da scartare, in linea di principio, soluzioni
miste con condensazione a mezzo di ciclo frigorifero sotto moderate
pressioni,
si
pu
tuttavia
affermare
che
la
soluzione
con
refrigerazione ad aria o acqua si lascia preferire fino a pressioni
dellordine di 20-30 atmosfere; quando per utilizzare aria o acqua
come fluido refrigerante sarebbero richieste pressioni maggiori,
leconomicit si sposta verso la soluzione con ciclo frigorifero e,
se le temperature di condensazione a pressione atmosferica sono molto
basse, verso soluzioni miste o verso pi elaborate e sofisticate
condizioni di refrigerazione.
La distillazione anche condotta a pressioni maggiori di quella
atmosferica quando, nei casi di separazioni particolarmente difficili
per la vicinanza delle temperature di ebollizione dei costituenti
dellalimentazione oppure particolarmente spinte per le specifiche di
purezza richieste dal prodotto, si deve operare con alti rapporti di
riflusso e le elevate portate volumetriche di vapore comporterebbero
eccessivi diametri della colonna. Pu essere conveniente lesercizio
a pressione maggiore di quella atmosferica, anche quando uno dei
prodotti della distillazione alimenta direttamente unapparecchiatura
in cascata operante sotto pressione.
Un limite superiore per operare ad alta pressione pu essere posto
dalleccessivo accostamento ai valori critici di pressione e
temperatura dei fluidi trattati in colonna. Alle condizioni critiche,
le propriet del liquido e del vapore si identificano; il calore di
vaporizzazione si annulla: in questo modo, anche lo scambio di
piccole quantit di calore con lesterno provoca forti variazioni
delle portate di liquido e di vapore, inducendo instabilit di
funzionamento. Si noti, inoltre, che le condizioni di equilibrio al
crescere della pressione diventano meno favorevoli al frazionamento.
Si
opera
sotto
vuoto
quando
a
pressione
atmosferica
si
determinerebbero condizioni termiche in colonna incompatibili per la
stabilit chimica dei prodotti. La temperatura al ribollitore
sempre pi alta che al condensatore dato che la volatilit del
prodotto di fondo minore di quella del prodotto di testa e la
pressione alla base della colonna pi elevata della pressione alla
sommit, dalla quale differisce per le perdite di carico.
La stabilit chimica del prodotto di fondo fissa la massima
temperatura e, quindi, la massima pressione alla base della colonna;
ribadiamo che la pressione da mantenere al condensatore differisce da
questa delle previste perdite di carico. Pu accadere che il vuoto da
realizzare in testa sia troppo spinto ed allora la distillazione
condotta in pi colonne operanti in serie.

53

Rapporto di Riflusso
Il rapporto di riflusso ottimizzato Rott deve
essere ricercato attraverso unanalisi della variazione del rapporto
di riflusso con i costi di impianto e di esercizio, una volta fissati
il carico termico al condensatore, la pressione e la posizione del
piatto di alimentazione. Ricordiamo che laumento del rapporto di
riflusso a partire dal valore Rmin determina la riduzione, prima
rapida e poi sempre pi lenta, del numero di piatti; inoltre, ci
comporta lincremento delle portate circolanti in colonna e nelle
apparecchiature di scambio termico.
In termini di dimensioni delle apparecchiature (cio costi di
impianto), laumento di R determina:
1. riduzione
dimensioni
longitudinali
della
colonna
(riduzione dei piatti)
2. aumento della sezione trasversale (maggiori portate)
3. aumento delle dimensioni del condensatore e ribollitore
In termini di costi di esercizio si ha un incremento degli oneri di
spesa per il riscaldamento, il raffreddamento e la circolazione dei
fluidi. Possiamo realizzare, quindi, un diagramma costi C contro
rapporto di riflusso R. Analizziamo i costi di impianto: abbiamo
detto che per R = Rmin si
C
costi totali
hanno
infiniti
piatti
e,
quindi, ci significa che i
costi di
costi di impianto tendono
impianto
allinfinito
(asintoto
verticale);
con
il
progressivo
aumento
di
R
rispetto a Rmin il numero di
piatti
diminuisce
molto
rapidamente
a
fronte
di
un
costi di esercizio
aumento
di
dimensioni
trasversali che per R poco
maggiore di Rmin non quasi
apprezzabile: si ha, quindi,
Rmin
Rott
R
per valori di R leggermente
superiori a Rmin un grosso abbattimento dei costi di impianto. Tenendo
presente, comunque, che oltre un numero minimo di piatti non possiamo
andare, ulteriori aumenti di R comportano una lieve diminuzione del
numero di piatti a fronte di significativi aumenti di dimensione
della sezione trasversale della colonna, del condensatore e del
ribollitore; in altri termini, allaumentare di R (cio per R >> Rmin)
aumentano decisamente i costi relativi alla colonna e alle
apparecchiature di scambio termico e, al limite, al crescere di R
tendono allinfinito.
Da quanto detto risulta evidente che i costi di impianto, al crescere
di R, passano per un minimo.

54

Per quanto riguarda i costi di esercizio, questi sono comunque


crescenti con R; evidente che in questo discorso consideriamo solo
i costi che dipendono dal rapporto di riflusso non considerando,
quindi, i costi relativi a strumentazioni di controllo, operai, ecc.
Il costo totale annuo, ottenuto come somma dei costi di impianto e di
esercizio, presenta a sua volta un minimo che ci permette di
individuare il valore ottimale del rapporto di riflusso che viene
indicato con Rott. Si noti che il minimo della curva dei costi totali
deriva dal bilanciamento di due effetti contrapposti:

dalla riduzione dellaltezza della colonna


dallaumento delle altre dimensioni dellapparecchiatura
e dei costi di esercizio
il minimo risiede nel punto in cui la riduzione dei costi connessi
allaltezza della colonna non riesce pi a compensare gli aumenti
delle altre voci di spesa.
Il procedimento visto non lunico che ci consente di valutare Rott;
infatti, possibile individuare Rott anche senza passare attraverso
unanalisi dei costi. A tale scopo, possiamo realizzare un diagramma
numero di piatti N contro il
rapporto
di
riflusso
R
N
basandoci sui seguenti dati:
1.

Nmin
Rmin

Rott

R = Rmin

2. esiste un numero minimo di


piatti tale che per N = Nmin
si verifica che R
3. per R > Rmin si ha prima
una
diminuzione
molto
marcata
e
poi
meno
accentuata
del
numero
di
piatti necessari

Il minimo dei costi e, quindi, il valore Rott si ha nel gomito della


curva (zona B) dove si attenua rapidamente il valore assoluto della
derivata dN/dR; abbiamo visto che in tale zona la diminuzione dei
costi dovuta alla riduzione delle dimensioni longitudinali della
colonna non controbilanciano pi laumento dei costi dovuto alle
maggiori dimensioni trasversali determinate da un ulteriore aumento
del rapporto di riflusso R.
Si visto che Rott pu essere messo in relazione con Rmin e,
precisamente, Rott si ottiene maggiorando Rmin dal 10-100%: per
distillazioni
che
coinvolgono
sostanze
facilmente
separabili
55

(volatilit relativa molto differente da 1 come per benzene


toluene), possiamo maggiorare del 100% in quanto presentano un minimo
appiattito, mentre nel caso dei superfrazionamenti che coinvolgono
sostanze la cui volatilit relativa prossima ad 1 (come etano
etene oppure propano propene) possiamo maggiorare Rmin del solo 10%
in quanto presentano un minimo appuntito (in questi casi Rmin gi
molto elevato).

Costruzione grafica di Ponchon-Savarit


Unaltra tecnica per lanalisi grafica dei problemi di distillazione,
si basa sul diagramma Entalpia-Composizione (diagramma h-z); tale
metodo consente di effettuare, in ogni stadio, precisi bilanci di
entalpia e dovrebbe essere usato quando lipotesi di portate molari
costanti, ipotesi essenziale per la costruzione di McCabe-Thiele,
viene seriamente a cadere.
Differentemente dal diagramma y-x utilizzato per il metodo di McCabe
e Thiele, che si basa esclusivamente su quantit molari, il diagramma
entalpia-composizione pu essere costruito altrettanto bene in unit
di massa continuando ad utilizzare, in ogni caso, gli stessi simboli
(cio x e y); utilizzeremo, in questo ambito, le frazioni di massa
tranne quando confronteremo direttamente i due metodi: tali confronti
richiedono ovviamente unit consistenti.
Per gli scopi che ci prefiggiamo nellutilizzare il diagramma h-z,
lentalpia di ogni componente puro deve essere riferita ad uno stato
standard opportuno come, ad esempio, quello di liquido al suo punto
di ebollizione alla pressione di 1 atm.
Il
diagramma
entalpia-composizione

caratterizzato
da
certe
importanti propriet riguardanti la miscelazione delle correnti; in
particolare, si possono dedurre dal diagramma le informazioni
relative a portate massiche di correnti differenti.
Miscelazione Adiabatica di due correnti
Indichiamo con A, B e C le portate massiche delle correnti di
composizione zA, zB e zC e di entalpia specifica (per unit di massa)
hA, hB e hC rispettivamente; abbiamo utilizzato il simbolo z per le
composizioni in quanto si pu applicare ugualmente bene a un liquido,
un vapore oppure ad una miscela dei due, mentre lentalpia h si
riferisce allunit di massa di una corrente qualunque sia il suo
stato fisico. Misceliamo adiabaticamente le correnti A e B in modo da
ottenere la corrente C; possiamo
scrivere
per
tale
processo
di
miscelazione i seguenti bilanci:
A
C

A + B = C
bilancio di massa globale
A zA + B zB = C zC bilancio di massa sul
componente pi volatile

A hA + B hB = C hC

bilancio di entalpia

56

Queste equazioni sono del tutto generali per la miscelazione


adiabatica di 2 componenti; il sistema di equazioni visto pu essere
espresso anche come determinante e si ha:

zA

zB

zC = 0

hA hB hC
sviluppando tale determinante otteniamo la seguente relazione

h B hC
z zC
= B
hC h A
zC z A
A questo punto, possibile rappresentare le correnti sul diagramma
entalpia-composizione; la relazione appena vista indica che i punti
h
A(hA,zA)
B(hB,zB)
C(hC,zC)
B
rappresentativi
delle
hB
rispettive
correnti,
risultano essere allineati.
hC
C
D
Analogamente, se realizziamo
il processo inverso, cio
dividiamo
adiabaticamente
A
E
F
una
corrente,
i
punti
hA
rappresentativi
delle
3
correnti
risultano
essere
0
1
ancora
allineati
sul
diagramma h-x.
zA
zC
zB

Miscelazione non adiabatica


I risultati visti consentono di trattare il caso di miscelazione non
adiabatica in modo estremamente semplice; si noti, infatti, che se
nel sistema vi scambio di calore Q, questo pu essere incorporato
nellentalpia di una qualsiasi delle correnti venendo a costituire
una corrente fittizia di entalpia (maggiore o minore).
Ci significa che, la variazione di entalpia relativa al processo di
miscelazione globale, pu essere associata ad una corrente prima del
processo di miscelazione oppure alla corrente finale dopo la
miscelazione: in ogni caso il processo stesso di miscelazione pu
essere considerato adiabatico.
Se consideriamo la quantit di calore Q positiva entrante, il
bilancio di entalpia si pu scrivere come:
57

A h A + B h B + Q = C hC

Q
A

Vediamo,
ora,
come
si
esprimono
i
bilanci
se
associamo il calore Q ad una
delle correnti in ingresso
oppure in uscita.

C
B

Q
A

hA = hA + Q/A
C
A hA + B hB = C hC

A
Q

hB = hB + Q/B
C

B
A hA + B hB = C hC

hC = hC + Q/C

hC = hC Q/C

B
A hA + B hB = C hC
Una qualsiasi
relazioni:

delle

equazioni

viste

pu

A + B = C

essere

combinata

le

bilancio di massa globale

A zA + B zB = C zC

bilancio di massa sul componente pi volatile

in modo da ottenere unespressione del tipo:

hB hC
hC h

con

zB zC
zC z

che pone in relazione entalpie e composizioni.


58

Eseguendo quanto detto, verifichiamo chiaramente


gruppi di 3 punti risultano essere allineati:

che

seguenti

h
(zA, hA) (zB, hB) (zC, hC)
A

hB

hA
(zA, hA) (zB, hB) (zC, hC)

C
hC
hC

hB
(zA, hA) (zB, hB) (zC, hC)

hA

zA

zC

zB

Regola della Leva


Questa importante propriet geometrica del diagramma h-x ci consente
di mettere in relazione la lunghezza dei segmenti tracciati sul
diagramma con le portate.
Abbiamo visto che nel caso di miscelazione adiabatica di due
correnti, indicando con A, B e C le portate massiche delle correnti
di composizione zA, zB e zC e di entalpia specifica (per unit di
massa) hA, hB e hC rispettivamente, i punti:

A(hA,zA)

B(hB,zB)

C(hC,zC)

rappresentativi
delle
rispettive
correnti,
risultano
essere
allineati. Se ricaviamo il valore della portata C dal bilancio di
materia sul componente pi volatile e lo sostituiamo nel bilancio di
massa globale, otteniamo:

z B zC
A
=
zC z A
B
se effettuiamo la stessa sostituzione ricavando, per, C dal bilancio
di entalpia, otteniamo:

h B hC
A
=
hC h A
B
59

In
definitiva
scrivere che:

h
hB

zB zC CD A BD hB hC
=
= =
=
zC zA AE B CE hC hA

inoltre, per le relazioni


sui triangoli simili:

C
hC

possiamo

hA
0

1
zA

zC

zB

A CD BD CB
=
=
=
B AE CE
AC

Da considerazioni analoghe a quelle ora viste, possibile ottenere


anche le seguenti relazioni:

C AF BF
AB
=
=
=
B AE DF AC
C AF BF
AB
=
=
=
A EF BD CB
Tali relazioni rendono evidente la relazione esistente tra la
lunghezza dei segmenti riportati sul diagramma h-x e i rapporti delle
portate. E necessario precisare che abbiamo utilizzato la stessa
notazione sia per indicare le portate A, B, C che i punti
rappresentativi di tali portate: evidente che per indicare un
segmento abbiamo bisogno dei due punti estremi (per cui in questo
caso la notazione AD si riferisce al punto D e al punto A), mentre se
compare la sola lettera A (come, ad esempio, nel rapporto C/A) ci
riferiamo alla portata.
Sebbene la regola della leva sia espressa attraverso rapporti tra
portate massiche, pu essere riferita ad una base quantitativa
assoluta se nota una portata massica e le coordinate di tutti i
punti coinvolti. Se, ad esempio, una portata di 40 kg/h associata
sul diagramma h-x ad un segmento di lunghezza pari a 58 mm, allora
nel contesto di quella particolare applicazione della Regola della
Leva, un segmento di lunghezza pari a 29 mm si riferisce ad una
portata di 20 kg; con questo vogliamo porre in evidenza che anche
sullo stesso diagramma ed anche quando un punto in comune a due
applicazioni della regola della leva non si verifica la stessa
proporzionalit tra lunghezza dei segmenti e portate massiche.
Tali considerazioni sono valide per qualsiasi diagramma a cui
possibile applicare la Regola della Leva.
60

Distillazione sul diagramma Entalpia-Composizione


In generale, per un dato sistema, il diagramma h-x realizzato a
pressione costante mostra come varia lentalpia specifica in funzione
della composizione (espressa come frazione molare o ponderale); in
particolare, caratterizzato da due importanti curve relative a tale
dipendenza per il liquido saturo (curva inferiore anche detta curva
Bubble-point) e per il vapore saturo (curva superiore anche detta
curva Dew-point): dalla regola delle fasi, possiamo dedurre che la
temperatura non costante (sono presenti, infatti, delle isoterme).
Le composizioni dei liquidi
vapore
e dei vapori, in equilibrio
h
Dew-point curve
tra loro, sono individuate
dalle
ascisse
dei
punti
intersezione delle isoterme
curva ausiliaria
con le curve di liquido
Bubble-point curve
saturo e di vapore saturo;
isoterma
le isoterme possono essere
tracciate
attraverso
la
conoscenza
della
curva
ausiliaria:
se
tracciamo
liquido
unorizzontale
e
una
verticale a partire da un
0
xe
ye
1
generico punto della curva
ausiliaria, otteniamo due punti intersezione con le curve di
saturazione le cui ascisse (xe ye) rappresentano le composizioni di
equilibrio del liquido e del vapore. Si noti, quindi, che unisoterma
del diagramma entalpia-concentrazione (in particolare, nel tratto
compreso tra le curve di saturazione) contiene le stesse informazioni
circa le composizioni, cos come i punti della curva di equilibrio
dei
diagrammi
y-x,
ma
le
ordinate
dei
punti
intersezione
dellisoterma con le curve di equilibrio ci forniscono informazioni
sulle entalpie specifiche del liquido e del vapore.
Passiamo, ora, a considerare la
QC
sezione di arricchimento della
colonna
di
distillazione;
su
tale
sezione

possibile
V1, y1
effettuare i seguenti bilanci:
L0, x0

D, xD

Bilancio globale di materia


Vn+1 = Ln + D

Ln
xn

Bilancio componente pi volatile


Vn+1 yn+1 = Ln xn + D xD
Vn+1, yn+1

Bilancio di entalpia
Vn+1 Hn+1 = Ln hn + D (hD + QC/D)

Dalla precedente discussione sulla miscelazione adiabatica


adiabatica
delle
correnti,
possiamo
dedurre
che
i

61

e non
punti

rappresentanti le correnti Vn+1


seguenti coordinate:
Vn+1(yn+1,Hn+1)

Ln e D* sono allineati ed hanno le

Ln(xn,hn)

D*(xD,hD+QC/D)

Si noti che la corrente D* caratterizzata dalla stessa portata


massica e composizione della corrente D: la differenza risiede nei
loro differenti valori di entalpia, infatti, si ha che D ha entalpia
hD, mentre la corrente D* ha entalpia HD* = hD+QC/D, cio D* una
corrente fittizia di vapore. I simboli D e D* sono stati introdotti
essenzialmente
per
differenziare
i
punti
sul
diagramma
h-x
considerato; per aiutarci a chiarire la situazione, con riferimento
alla sezione di arricchimento e alle correnti in ingresso e in
uscita, possibile effettuare la seguente schematizzazione:

Ln

QC
D*

HD* - QC/D = hD
D

HD* = hD + QC/D

Vn+1
Vn+1 Hn+1 = Ln hn + D HD*

La linea che unisce D* , Vn+1 e Ln contiene le stesse informazioni di


un punto della retta di lavoro della sezione di arricchimento della
costruzione di McCabe-Thiele; ci fornisce, cio, le composizioni
delle correnti che si incrociano al di sopra o al di sotto dei
piatti: tale linea detta retta di lavoro.
Si noti che, tramite le isoterme (rette di equilibrio) passanti per i
punti Vn+1 e Ln, possibile individuare le correnti Vn e Ln+1, in
equilibrio con le precedenti, in modo da completare la descrizione di
quel che accade in prossimit del piatto n-esimo. Riassumendo,
quindi,
una
volta
D*
VN+1
individuati i punti
Vm
Vm-1
D*
e
Ln,
lintersezione della
loro
congiungente
Vn+1
V2 V1
con
la
curva
del
vapore
saturo
individua il punto
bbB LN
Consideriamo
Vn+1.
sempre
i
piatti
Lm-1
della
sezione
di
F
Ln
L2
L1 D
arricchimento;
si
deve verificare un
xxB
xD
allineamento per il
punto D* (che non
varia)
e
per
i
B*
62

generici punti Li e Vi+1: ci implica che non si ha ununica retta di


lavoro, ma un fascio di rette di centro D* . La costruzione delle
rette di lavoro si pu iniziare dalla testa della colonna supponendo,
ancora una volta, di utilizzare un condensatore totale; in tale
ipotesi il vapore V1 che si forma dal primo piatto ha la stessa
composizione xD della corrente D e della corrente riflussata L0:
riusciamo ad individuare il liquido L1 (di composizione x1), che si
trova in equilibrio con il vapore V1, come punto intersezione
dellisoterma passante per V1 con la curva di liquido saturo.
Ci che accade giusto al di sotto del primo piatto, descritto dalla
retta di lavoro che unisce D* con L1 la cui intersezione con la curva
di vapore saturo individua il vapore V2 di composizione y2.
Possiamo concludere, in definitiva, che il susseguirsi di rette di
lavoro e di isoterme (anche dette rette di equilibrio) descrivono ci
che accade viaggiando allinterno della colonna; questo ci consente
di realizzare la costruzione grafica vista.
Importante
Vediamo di chiarire questa storia delle rette di equilibrio; abbiamo
visto che, in generale, nei diagrammi entalpia-concentrazione le
intersezioni delle isoterme con le curve di saturazione individuano
due punti le cui composizioni sono quelle del liquido e del vapore
allequilibrio. Nella letteratura inglese, i punti relativi a
composizioni di liquido e vapore in equilibrio tra loro sono uniti da
linee che vengono chiamate tie-line che sono tradotte in italiano
come rette di equilibrio; solo sul Perry vi la precisa indicazione
che si tratta di isothermal tie-line (diagramma h-x di acqua +
alcool etilico Perry 6a edizione Fig. 3-22 pag. 3-189).
Consideriamo , in modo del tutto analogo , la sezione di esaurimento
della colonna di distillazione;
Lm-1
Vm
xm-1
ym
su tale sezione possibile
effettuare i seguenti bilanci:
Bilancio globale di materia
Lm-1 = Vm + B

Bilancio componente pi volatile


Lm-1 xm-1 = Vm ym + B xB

QR
VN+1 yN+1

B xB

LN xN

Lm-1

Bilancio di entalpia
hm-1 = Vm Hm + B (hB QR/B)

Sempre dalle considerazioni sulla miscelazione adiabatica e non


adiabatica delle correnti, possiamo concludere che le correnti Lm-1,
Vm e B* sono rappresentati da punti che si trovano sulla stessa retta
ed hanno le seguenti coordinate:

63

Lm-1(xm-1,hm-1)

Vm(ym,Hm)

B*(xB,hB-QR/B)

La corrente fittizia B* liquida caratterizzata dalla stessa portata


massica e composizione della corrente B; al solito la differenza
risiede nei valori di entalpia, infatti, si ha che B ha entalpia hB,
mentre la corrente B* ha entalpia hB* = hB-QR/B. Per chiarire la
situazione, con riferimento alla sezione di esaurimento e alle
correnti in ingresso e in uscita, possibile effettuare la seguente
schematizzazione:

Lm-1

QR
B*

hB* + QR/B = hB
B

hB* = hB QR/B

Vm
Lm-1 hm-1 = Vm Hm + B hB*

La retta che unisce B* , Vm e Lm-1 , come abbiamo visto, una retta di


lavoro dalla quale possiamo conoscere le composizioni delle correnti
che si incrociano al di sopra o al di sotto dei piatti; le rette di
equilibrio passanti per Vm e Lm-1 individuano rispettivamente le
correnti Lm e Vm-1 in equilibrio con le precedenti: in questo modo
completiamo la descrizione di ci che accade in prossimit di un
generico piatto nella sezione della colonna al di sotto del piatto di
alimentazione.
Si noti che possiamo utilizzare il ribollitore come punto di partenza
per la costruzione del grafico a partire dalla sezione di
esaurimento. Dal punto B, che rappresenta il liquido nel ribollitore,
possibile tracciare la retta di equilibrio la cui intersezione con
la curva di vapore saturo individua il punto VN+1 (vapore in
equilibrio con B); la retta di lavoro B* VN+1 interseca la curva di
liquido saturo nel punto LN, corrente liquida che si incrocia con il
vapore VN+1: la costruzione del grafico prosegue utilizzando
alternativamente rette di lavoro e rette di equilibrio (isoterme).
I punti D* e B* , fondamentali per questo tipo di costruzione
grafica, sono detti punti Polo oppure punti Delta. In ultima analisi,
andiamo a considerare la
QC
V1 y 1
colonna di distillazione
nella
sua
interezza
compresa lalimentazione
D xD
Le relazioni
L0
F zA
JD* = hD* = hD + QC/D
QR
LN xN
B xB
JB* = hB* = hB QR/B
VN+1 yN+1

consentono una semplice


64

rappresentazione adiabatica della colonna di


possibile, infatti, scrivere i seguenti bilanci

distillazione:

Bilancio globale di materia


F = D + B

D*

Bilancio componente pi volatile


F zA = D xD + B xB

B*

F JA

Bilancio di entalpia
F JA + QR = D hD + B hB + QC
= D (hD + QC/D) + B (hB QR/B)
F JA = D hD * + B hB *
F JA = D JD * + B JB *

Possiamo dedurne, quindi, che la corrente F di alimentazione si


divide adiabaticamente per dare le correnti fittizie D* e B* : i
punti che rappresentano queste tre correnti sul diagramma h-x devono
essere allineati. In altri termini, sempre possibile tracciare una
linea congiungente 2 qualsiasi di tali punti e trovare il terzo lungo
la stessa linea a patto di disporre delle informazioni appropriate ;
tale
retta
che
D*
congiunge i punti B*
F e D* ci fornisce
il
criterio
per
passare, durante la
costruzione
del
diagramma,
da
un
polo
allaltro
se
sono
richieste
le
condizioni
di
ottimo:
non
appena
F
una
retta
di
equilibrio interseca
x
la retta B* F D* la
xD
xxx xB
condizione di ottimo
richiede
che
si
B*
debba
passare
a
considerare laltro polo, come mostrato in figura nellipotesi di
alimentare la colonna di distillazione con liquido saturo.
I casi limite, del resto estremamente importanti, di riflusso minimo
e di riflusso infinito sono facilmente rappresentabili sul diagramma
entalpia-composizione. Possiamo scrivere, con particolare riferimento
alla testa della colonna, le seguenti relazioni:
R = L0/D

R+1 = V1/D

65

Se ipotizziamo che il CONDENSATORE TOTALE, si ha che


QC = V1 (H1 hD) = D (hD* - hD)
Tale relazione pu essere sostituita
ottenendo la seguente espressione:

nella

relazione

precedente

QC
V1
hD* hD J D* hD
=
=
R +1 = =
D D(H1 hD ) H1 hD H1 hD

J D* hD
J D* hD H1 + hD J D* H1
R=
1 =
=
H1 hD
H1 hD
H1 hD

J D* H 1
R=
H 1 hD
Questa equazione consenta di attribuire al rapporto di riflusso
uninterpretazione grafica poich possibile rappresentare il
numeratore e il denominatore come segmenti sul diagramma h-x.
Riferiamoci
sempre
D*
JD *
ad un condensatore
totale, per il quale
a
la
corrente
D

V1
rappresentata da un
H1
punto sulla curva di
saturazione
del
liquido
(bubble
b
point
curve);
se
indichiamo con
hD

a = JD * - H1

D
b = H1 - hD
x

xD

si verifica che il
rapporto di riflusso
semplicemente esprimibile attraverso il rapporto di a su b.

Vediamo, ora, di approfondire i discorsi relativi ai casi limite di


riflusso minimo e di riflusso infinito.

66

Rapporto di Riflusso infinito ( D=0 )


Lunica possibilit che il rapporto di riflusso sia infinito che il
valore JD* sia infinito; in altri termini, la corrente fittizia D*
rappresentata da un punto di coordinate (xD ): in tale ipotesi tutte
le rette di lavoro come, ad esempio, quella congiungente D* Vn+1 e Ln
diventano verticali. Il caso di rapporto di riflusso infinito ( D=0 )
D*
ci
consente
di
individuare
il
VN+1
minimo
numero
di
piatti necessari; si
noti, inoltre, che
V1
il
problema
della
variazione di polo
non si pone proprio:
ricordiamo che nella
costruzione
di
B LN
F
McCabe-Thiele
tale
L1
situazione
si
verifica
in
x
corrispondenza
del
x0
xxx xB
collasso di entrambe
le rette di lavoro
B*
sulla diagonale y=x.
Vogliamo sottolineare che, nellipotesi di riflusso totale, la
portata D necessariamente nulla e risulta inoltre che
L0 = V1 .

Rapporto di riflusso minimo


Il minimo rapporto di riflusso caratterizzato dalla sovrapposizione
della retta di lavoro con la retta di equilibrio (isoterma) passante
per lalimentazione F; ricordiamo che nella costruzione di McCabeThiele tale situazione si verifica quando la retta di lavoro della
sezione
di
arricchimento
passa
per
il
punto
individuato
dallintersezione della retta di alimentazione con la curva di
equilibrio. Per conoscere il valore JD* relativo a tale condizione
sufficiente
determinare
lintersezione tra la retta di
D*
equilibrio passante per il punto
F rappresentante lalimentazione
e la verticale passante per la
V1
concentrazione x = xD; in questo
modo
fissiamo
il
punto
D*
relativo
alla
condizione
di
F
D minimo riflusso: per fissare
anche laltro polo B* basta
xB
individuare lintersezione tra
xD
la congiungente D* ed F con la
B*
verticale
passante
per
la
composizione x = xB .
67

Confronto tra le costruzioni grafiche


Vogliamo, ora, approfondire il confronto brevemente accennato in
precedenza tra la costruzione grafica di Ponchon-Savarit e quella di
McCabe-Thiele.
Ricordiamo che la costruzione grafica di McCabe-Thiele sul diagramma
y-x richiede condizioni di portate molari costanti; in base a
considerazioni
geometriche,
il
diagramma
entalpia-composizione
soddisfa tale condizione solo quando le curve di saturazione sono
rette parallele, nellipotesi in cui il diagramma realizzato su
scala molare. In tale ipotesi, si verifica che i triangoli D* Vn Vn+1
e D* Ln-1 Ln sono triangoli
simili
per
cui

possibile
D*
scrivere che:
Vn+1
Vn

D *Vn D *Vn+1
=
D * Ln1 D * Ln

Ln

Ln-1

xD

D *Vn Ln1
=
D * Ln1 Vn

Per
la
regola
della
leva,
possiamo esprimere tali rapporti
di segmenti come rapporti di
portate molari e si ha:

L n 1
Ln
=
Vn
V n +1

D *Vn+1 Ln
=
D * Ln Vn+1

poich da bilanci di tipo globale risulta

Vn = Ln1 + D*

Vn+1 = Ln + D*

ne deriva che

Ln 1
Ln
=
Ln 1 + D * Ln + D *
ma ci pu essere vero se e solo se risulta

L n 1 = L n
Abbiamo dimostrato, in conclusione, che se il diagramma h-x
realizzato su base molare presenta due rette parallele come curve di
saturazione, valida lipotesi di portate molari costanti.
68

Tali condizioni si realizzano nel caso del sistema benzene-toluene,


ma risultati estremamente buoni si ottengono anche in sistemi le cui
curve di saturazione sono approssimabili a rette parallele; infatti,
nella maggior parte dei casi, presente una forte curvatura solo per
composizioni maggiori di xD: ci, ovviamente, non influenza in alcun
modo i nostri risultati.
Vogliamo precisare che, tutto questo discorso, deriva essenzialmente
dal voler realizzare un confronto tra i due metodi; ci si pu
effettuare solo quando le portate molari sono costanti, ipotesi
fondamentale per la costruzione di McCabe-Thiele: la validit
generale della costruzione di Ponchon-Savarit non in alcun modo
dipendente dalla forma delle due curve di saturazione.
Le relazioni tra i due tipi di costruzione si perdono quando si
realizza il diagramma entalpia-composizione su base massica: ci
impedisce ogni confronto diretto con la costruzione di McCabe-Thiele
basata sul diagramma y-x realizzato utilizzando le frazioni molari.
Lesempio riportato, mostra
il confronto fra i due tipi
1
di costruzione in un caso
molto
semplice
di
2
distillazione,
in
cui
abbiamo
ipotizzato
lalimentazione
costituita
3
da una miscela di liquido
saturo e vapore saturo.
E
necessario,
a
questo
punto, studiare con molta
attenzione
tale
doppio
4
diagramma
in
modo
da
cogliere le caratteristiche
corrispondenti
ed
anche
meglio
comprendere
le
rispettive costruzioni: ad
esempio, le condizioni di
alimentazione
sono
individuate dalla pendenza
D*
della
retta
di
alimentazione
nel
caso
della
costruzione
di
McCabe-Thiele mentre, nella
4
F
costruzione
di
Ponchon3
2
Savarit,
la
stessa
1
informazione

racchiusa
nella posizione del punto
F. In tale punto che, come
appena detto, rappresenta
B*
le
condizioni
di
alimentazione concorrono le
xB
zF
xD
seguenti linee:

69

la

retta di equilibrio relativa al piatto che nella


costruzione di McCabe-Thiele taglia la retta di alimentazione

la verticale passante per la composizione zF


la congiungente D* F B*
Si noti, inoltre, che le condizioni di equilibrio, che nella
costruzione di McCabe-Thiele sono individuate dal vertice di un
gradino situato sulla curva di equilibrio, nella costruzione di
Ponchon-Savarit si individuano effettuando il prolungamento dei
gradini fino alla diagonale y-x per poi tracciare le verticali fino
alle curve di saturazione.

Altre particolarit della distillazione binaria


Doppia Alimentazione
Qualche volta si vuole utilizzare una colonna di distillazione per
trattare due alimentazioni contenenti gli stessi componenti, ma in
differenti
proporzioni;
ci
si
verifica in quanto, a meno che le
D*
correnti non siano di composizione
abbastanza simile, meglio non
F1
miscelarle tra loro ma alimentarle
alla stessa colonna su differenti
piatti. Abbiamo rappresentato la
F
situazione pi generale che potrebbe
verificarsi;
inoltre,
abbiamo
visualizzato
anche
la
corrente
F2
fittizia
F
derivante
dalla
miscelazione delle altre due. La
costruzione di McCabe-Thiele sul
B*
diagramma y-x utilizza tre rette di
alimentazione
distinte;
due
di
queste sono relative alle distinte alimentazioni F1 e F2 ed indicano
il luogo dei punti intersezione delle rette di lavoro della sezione
di arricchimento (superiore) e della sezione di esaurimento
(inferiore)
con
la
retta
di
lavoro
della
sezione
mediana:
questultima rappresenta la nuova caratteristica dellanalisi che
stiamo svolgendo. Le 3 rette di lavoro corrispondono alle 3 distinte
regioni della colonna: la regione sopra entrambe le alimentazioni, la
regione tra le due alimentazioni e la regione al di sotto di entrambe
le alimentazioni. La terza retta di alimentazione derivante dalla
corrente fittizia F, rappresenta la retta su cui le rette di lavoro
superiore
ed
inferiore
si
dovrebbero
intersecare
tramite
estrapolazione.

70

Lesempio riportato in figura


mostra la completa costruzione
per correnti alimentate come
vapore saturo che, combinate tra
loro,
formano
una
corrente
fittizia di vapore saturo (si
noti che la miscelazione di due
correnti di vapore saturo non
porta necessariamente ad una
terza corrente di vapore saturo;
prendiamo in considerazione il
diagramma entalpia-composizione:
solo se la curva di vapore
saturo una retta, lipotetica
miscelazione di due correnti di
vapore saturo genera unaltra
xB z2
z z1
xD
corrente
di
vapore
saturo,
infatti, se tale curva concava verso lalto la miscelazione conduce
ad una corrente di vapore surriscaldato).
La costruzione grafica per la doppia alimentazione si effettua come
visto: chiaro che in questo modo (doppia alimentazione) otteniamo
un minor numero di piatti.
Il problema della doppia alimentazione pu essere trattato anche
utilizzando la costruzione di Ponchon-Savarit sul diagramma h-x.
Tutta
la
costruzione
si
basa
D*
sullutilizzo della portata netta
nella parte della colonna compresa
F1
tra
le
due
alimentazioni;
supponiamo, a tal proposito, che le
correnti
di
alimentazione
siano
1
liquidi
saturi
che,
miscelati,
conducono ad unulteriore corrente
2
di liquido saturo. Come al solito,
F2
L V
il
rapporto
di
riflusso
e
la
composizione
del
distillato
individuano la posizione di D* e il
B*
bilancio globale

F1 + F2 = F = D* + B*
mostra che B* si trova sulla
nellopportuna composizione xB.

retta

congiungente

D*

ed

La procedura da seguire per la realizzazione di tale costruzione


grafica

del
tutto
generale,
per
le
ipotesi
viste,
e,
fondamentalmente, vi sono 3 possibilit da dover considerare: la
corrente F1, infatti, pu essere maggiore, minore o uguale a D* .

71

Ipotizziamo F1 < D* : se effettuiamo un bilancio sul volume di


controllo 1 possiamo scrivere che
F1 + = D*

F1 + (V L) = D*
= V L

dove

portata netta tra le due alimentazioni


F1 < D*

poich nel nostro caso risulta

possiamo concludere che

>0
cio entra nel volume di controllo 1 .
Effettuando, invece, un bilancio sul volume di controllo 2 otteniamo
F2 - = B*

F2 + (L V) = B*

cio la portata esce dal volume di controllo 2 .


Da
tali
relazioni,
possiamo
F1 < D*

concludere che il polo ,


relativo
alla
parte
della
D*
colonna compresa tra le due
alimentazioni, si individua come
intersezione
della
retta
passante per F1 e D* e della
retta passante per F2 e B* ; al
solito il polo B* si riferisce
bB*
F2
alla parte di colonna al di
sotto
di
entrambe
le
F1
D
alimentazioni. Il criterio per
passare da un polo allaltro
sempre il solito: ad esempio,
z2
z1
xD
xxxxB
volendo lavorare in condizioni
F1 > D*
D*

F2
F
F1
B*

xB

z2

z1

xD

ottimizzate, si passa da D* a
non
appena
una
retta
di
equilibrio interseca la retta
D*F1. Nel caso in cui F1 > D*
la portata negativa (cio
si ha che L > V); in altri
termini la portata esce dal
1
volume
di
controllo
e
possiamo scrivere i seguenti
bilanci:
F1 = + D*

F2 = B* -

F = F1 + F2 = D* + B*

72

Al solito, il polo pu essere identificato come intersezione delle


rette F1 D* e F2 B* . Il caso F1 = D* si pu trattare a partire da
una qualsiasi delle situazioni viste e lasciando tendere a zero;
partendo dalla condizione F1 > D* si ha:

F2 B *
=
B * F2

F1 D *
=
D * F1

Non appena tende a zero i rapporti F1/ e F2/ tendono


allinfinito; poich D* , F1 , F2 e B* sono fissati, si ha che D* e
B* tendono allinfinito: quando, al limite, pari a zero, tale
polo rappresentato da un punto allinfinito e le rette F1D* e F2B*
diventano parallele . Anche in questo caso , possibile scrivere i
bilanci scegliendo un volume di
F1 = D*
controllo che include la testa
della colonna e termina al di
D*
sotto del piatto p-esimo che si
trova tra le due correnti di
alimentazione:
Bilancio di massa globale
F1 + Vp+1 = D* + Lp
F2
Si noti che, da tale bilancio e
=
D*
di
dallipotesi
F1
partenza,
possiamo
concludere
che

F1
bbB*
xxx
x xB

xxx
z2

z1

xD

Vp+1 = Lp
Bilancio di massa sul componente pi volatile
F1 z1 + Vp+1 yp+1 = D* xD + Lp xp
Per quanto appena detto, tale bilancio si pu anche scrivere come
Vp+1 (yp+1 xp) = D* (xD z1)

Bilancio di Entalpia
F1 hF1 + Vp+1 Hp+1 = D* hD* + Lp hp
Che si pu anche scrivere come
Vp+1 (Hp+1 hp) = D* (hD* - hF1)

73

Dividendo membro a membro il bilancio entalpico con il bilancio di


massa relativo al componente pi volatile, otteniamo:

H p+1 hp

hD* hF1
=
y p+1 x p
xD z1

Tale relazione fornisce la pendenza di una tipica retta di lavoro


nella zona compresa tra le due alimentazioni; tale pendenza, come il
secondo membro della relazione vista, indipendente dal piatto
considerato: le rette di lavoro sono tutte parallele e ci conferma
la precedente conclusione che il polo si trova allinfinito.
Prelievo da una corrente laterale
Nella distillazione multicomponente si effettuano spesso dei prelievi
tramite correnti inserite in posizioni intermedie nella colonna;
sebbene nella distillazione bicomponente tale procedura non sia molto
utilizzata, conveniente discutere i principi su cui si basa.
E necessario sottolineare che, per non alterare la stabilit
idrodinamica della colonna di distillazione, la corrente utilizzata
per il prelievo deve essere necessariamente liquida (e, quindi, ha la
stessa composizione del liquido sul piatto relativo) e non vapore:
indichiamo con Ls la portata della corrente che effettua il prelievo
espressa su base molare.
La costruzione di McCabe-Thiele
coinvolge tre rette di lavoro.
Nella
zona
al
di
sopra
del
D
prelievo, lespressione della retta
di lavoro la seguente:
Ls
F

yn+1 =
B

D
Ln
xD
xn +
Ln + D
Ln + D

tale retta interseca la diagonale


y = x per x = xD.

Nella zona compresa tra la corrente Ls di prelievo e lalimentazione


F, possiamo indicare con Vp+1 e Lp le portate molari costanti del
vapore e del liquido; considerando un volume di controllo che includa
la testa della colonna, la corrente di prelievo e il piatto p-esimo,
possibile scrivere i seguenti bilanci:
Vp+1 = Lp + D + Ls
Vp+1 yp+1 = Lp xp + D xD + Ls xs

Bilancio di massa globale


Bilancio massa componente pi volatile

74

Da questultima relazione possibile ricavare lespressione della


retta di lavoro:

yp+1 =

Lp
Lp + D + Ls

Ls
D
xs
xD +
Lp + D + Ls
Lp + D + Ls

xp +

tale retta interseca la diagonale

y = x

nel punto

x=

Dx D + Ls x s
D + Ls

e la retta di lavoro prima vista per x = xs .


Nella zona al di sotto dellalimentazione, la retta di lavoro
espressa dalla relazione:

Lm1
B
xm1
xB
Lm1 B
Lm1 B

ym =

1
2
3
4
5

D*

4
3

F
Ls
D
B*
xB

xs

xD

tale retta di lavoro, insieme


con
la
precedente,
si
deve
intersecare con la retta di
alimentazione.
Nellesempio
riportato
in
figura,
abbiamo
utilizzato,
oltre alla corrente liquida di
prelievo,
una
portata
di
alimentazione
costituita
da
liquido
saturo;
vogliamo
sottolineare che la corrente Ls
(liquido
prelevato)
ha
necessariamente
la
stessa
composizione del liquido sul
piatto
reale:
ci
crea
una
difficolt quando utilizziamo le
costruzioni grafiche, in quanto
queste
si
basano
su
piatti
teorici, per cui un corretto
prelievo
effettuato
su
tali
piatti
potrebbe
non
essere
realizzabile
sulla
colonna
reale. Variazioni del rapporto
di riflusso ci consentono di
ottenere la giusta composizione
per la corrente Ls.
Utilizzando la costruzione di
McCabe-Thiele come base per la
rappresentazione grafica, si ha
75

forse qualche vantaggio valutando il numero di piatti teorici al di


sopra e al di sotto della corrente di prelievo supposta, ovviamente,
nota. La costruzione di Ponchon-Savarit per colonne con prelievo
laterale, utilizza il polo corrispondente alla corrente fittizia
ottenuta dallipotetica miscelazione delle correnti D* e Ls; in
questo modo, per tutti i punti al di sotto del prelievo, possibile
rappresentare il comportamento della parte superiore della colonna in
termini di una sola corrente fittizia piuttosto che di due correnti
reali. La posizione del polo individuata attraverso la Regola
della Leva; si ha, infatti, che:

D * Ls
=
D *
Ls
si noti che i tre poli D* , e B* svolgono la stessa funzione delle
tre rette di lavoro viste nella costruzione di McCabe-Thiele. Il
passaggio da un polo allaltro realizzato in accordo con quanto gi
visto in precedenza: il passaggio da D* a realizzato non appena
una retta di equilibrio interseca la congiungente D* Ls , mentre il
passaggio da a B* avviene quando una retta di equilibrio interseca
la congiungente B* . Quanto detto implica che vogliamo lavorare in
condizioni di ottimo cio, fissato il rapporto di riflusso, con il
minimo numero di piatti teorici.
Distillazione in corrente di vapore
Quando un componente della miscela che si vuole separare acqua, ci
sono alcuni vantaggi nellutilizzare una corrente di vapor dacqua al
posto del ribollitore; in questa tecnica, il vapor dacqua deve
essere iniettato direttamente al fondo della colonna. Fissata la
nostra
superficie
di
controllo
nella
parte
terminale
della
colonna
V
al di sotto dellalimentazione F,
L
possiamo
effettuare
i
seguenti
D
bilanci:
F

Vm

Bilancio di massa globale


S + Lm-1 = Vm + B

Lm-1

Bilancio componente pi volatile


Lm-1 xm-1 = Vm ym + B xB

ys=0

B
S = Vm = V

Nel
caso
della
costruzione
di
McCabe-Thiele,
per
la
costanza
delle portate molari, si ha che:
Lm-1 = B = L

76

Possiamo riscrivere, quindi, il bilancio di materia sul componente


pi volatile come:
B x = S y + B xB
da cui si ottiene lespressione della retta di lavoro nella sezione
di esaurimento e cio, risolvendo rispetto a y:

B
(x x B )
S

y =

Evidentemente tale retta di lavoro


interseca la diagonale y = x nel
punto

x =

B
xB
B S

B
e interseca lasse x per x = xB. In
xB
B S
definitiva, la costruzione a gradini
deve essere rappresentata fino al punto di coordinate (xB,0) che,
appartenendo alla retta di lavoro, descrive le correnti che si
incrociano al di sotto del fondo della colonna: si noti, infatti, che
una di tali correnti non contiene il componente pi volatile.
In ogni caso, resta sempre vero che le due rette di lavoro si
intersecano sulla retta di alimentazione; per dimostrare ci,
sottraiamo membro a membro i bilanci di massa sul componente pi
volatile relativi a due volumi di controllo di cui uno comprendente
la testa della colonna (e al di sopra dellalimentazione) e laltro
comprendente la coda della colonna (e al di sotto dellalimentazione)
xxxxB

Vy = Lx+ DxD

V y = Lx BxB

(V V)y = (L L)x + Dx + Bx
D

fFy = (1 f )Fx + FxF


1 f
1
y =
x+
xF
f
f
che risulta essere proprio lequazione della retta di alimentazione.
77

Per quanto riguarda la costruzione di Ponchon-Savarit, limpiego


della corrente di vapor dacqua richiede, come dato ulteriore, il
valore dellentalpia di tale corrente; in generale, si tratter di
vapore saturo alla stessa pressione operante allinterno della
colonna.
Dal
bilancio
globale
prima
visto,
effettuato
su
di un
D*
volume di controllo relativo alla
coda della colonna, possibile
scrivere che:
sS
Lm-1 Vm = B S =
B
F
D
xB

xD

dove

rappresenta il polo
per la coda della colonna; si noti
che,
oltre
a
trovarsi
sulla
congiungente BS, il polo si
trova anche sulla congiungente FD*
infatti,
se
effettuiamo
un
bilancio
globale
su
tutta
la

colonna, possiamo scrivere che:


F + S = D* + B
F D* = B S =
Tale relazione, quindi, ci consente di individuare il polo e di
portare a termine la costruzione del diagramma.
A questo punto, necessario svolgere parecchi esercizi, attentamente
selezionati, per meglio verificare la comprensione dei principi
esposti e, in particolare, approfondire alcuni aspetti come la minima
quantit di informazione necessaria per analizzare un particolare
problema di distillazione.
Necessariamente, per effettuare dei calcoli relativi a problemi
inerenti alla distillazione, abbiamo bisogno di un certo numero di
grandezze tra loro correlate; ci comporta che, per realizzare
unanalisi di questo tipo, possibile avere a disposizione vari tipi
di informazione. Ad esempio, nel caso pi semplice di distillazione
binaria, bisogna caratterizzare le tre correnti; in particolare, dai
due bilanci di massa deduciamo la necessit di conoscere almeno 4
termini dei quali almeno 2 devono essere composizioni: una volta
caratterizzate le correnti, linterdipendenza del rapporto di
riflusso e del numero di piatti teorici fornisce ulteriore
flessibilit (fissata lalimentazione).
In alcuni problemi lo scopo sar differente; data una colonna di
distillazione, equivalente ad un preciso numero di piatti teorici, si
dovr determinare il tipo di possibile separazione per una data
alimentazione e vari rapporti di riflusso.
78

Tecniche speciali di Distillazione


Si verifica, qualche volta, che le miscele binarie non possono essere
separate tramite frazionamento diretto; tuttavia, una procedura di
distillazione modificata, potrebbe essere pi indicata rispetto ad un
processo di separazione radicalmente diverso. In particolare,
analizzeremo 4 modifiche alla tecnica di base; due di queste
(distillazione di Miscele Azeotropiche e distillazione Estrattiva)
sfruttano le caratteristiche intrinseche della miscela che si vuole
separare, mentre le altre due (distillazione Flash e distillazione
Batch) si possono considerare come metodi dettati dalle circostanze
delloperazione.
Distillazione di Miscele Azoetropiche
Ricordiamo che, se un liquido bolle generando una miscela vapore di
pari composizione, siamo in presenza di un azeotropo.
Se una miscela dotata di azeotropo, il semplice frazionamento pu
solo separarla in due correnti, di
P = cost
cui una relativamente pura in un
T
componente mentre laltra vicina
alla composizione dellazeotropo.
In altri termini, se indichiamo con
E la composizione dellazeotropo, la
generica miscela A-B pu essere
separata, al limite, in due correnti
di composizione A ed E oppure B ed E
...in ogni caso non possibile
ottenere
due
correnti
di
composizione A e B rispettivamente.
aaaA

P = cost
T

aaaA

E importante sottolineare che la


composizione
dellAzeotropo

funzione della pressione, per cui


una variazione nella pressione in
colonna
pu
comportare
una
variazione
della
composizione
dellazeotropo
tale
da
rendere
accettabile la relativa corrente
come prodotto oppure come scarto.
Unaltra
caratteristica
degli
azeotropi, che pu essere sfruttata
per realizzare una distillazione,
quella
in
cui
un
azeotropo
bassobollente interferisce con una
lacuna di miscibilit.

79

P = cost

T1

x1

y1
y2

T2
x2

Ricordiamo, in questo caso, che


alla temperatura T1 una miscela di
composizione iniziale z1 presenta
un vapore di composizione y1 in
equilibrio
con
il
liquido
di
composizione x1 mentre una miscela
di composizione iniziale z2 alla
temperatura T2 presenta un vapore
y2 in equilibrio con il liquido x2

Q
y*

xA*

z1

xB *

z2

Il solo vapore di composizione


azeotropica
y*
si
trova
in
equilibrio,
contemporaneamente,
con due liquidi di composizione
diversa xA* e xB* .
Il diagramma y-x, in questultimo
caso, assume laspetto del tipo
riportato in figura.

xA*

xB *

Ricordiamo
brevemente
che
aumentando la temperatura lungo
la verticale per z1, abbiamo 2
liquidi
che
cambiano
composizione; arrivati al punto
triplo Q la temperatura si blocca
e ci troviamo in presenza di 2
liquidi di composizione xA* e xB*
in equilibrio con un vapore di
composizione y* : la temperatura
resta
bloccata
fino
alla
scomparsa
del
liquido
di
composizione xB* .

Consideriamo, quindi, una miscela in cui lazeotropo presenta una


temperatura di ebollizione minore di quella di entrambi i componenti;
ci significa che si tratta di un azeotropo bassobollente.
Supponiamo che la composizione dellazeotropo sia pari a y* alla
pressione di 1 atm e che nel raffreddamento alla temperatura ambiente
lazeotropo si separa in due liquidi di composizione xA* e xB* dove
xA* < y* < xB*
Si deve ipotizzare, inoltre, che lalimentazione abbia composizione
zF tale da verificare la relazione
zF < xA*

80

Si pu vedere in figura come


possibile
ottenere
dalla
distillazione
due
correnti;
la
corrente B dei prodotti di fondo,
la cui composizione (a basso tenore
xA *
di
x)
pu
essere
controllata
variando il numero di piatti nella
parte inferiore della colonna, e la
F zF
corrente
di
composizione
xB *
xB *
ottenuta
da
uno
dei
liquidi
generati
dal
raffreddamento
del
vapore:
laltro
liquido
viene
utilizzato
per
effettuare
il
riflusso.
E
necessario
B
zF < xA*
sottolineare che, in figura, il
riflusso riportato arbitrariamente come strato meno denso
nellunit di decantazione; comunque, la richiesta base per
loperazione che la colonna fornisca in testa del vapore
surriscaldato la cui composizione deve essere maggiore di xA* e
sufficientemente prossima a y* (composizione dellazeotropo).
Se lalimentazione ha composizione
z F > xB *
xA*

F zF
xB*

zF > xB*

dobbiamo modificare leggermente la


disposizione
dellimpianto;
in
questo caso la distillazione ci
porta a due correnti: quella dei
prodotti di fondo (ad alto tenore
di
x)
e
quella
di
testa
di
composizione xA* . Anche in questo
caso il requisito base che il
vapore in testa alla colonna abbia
composizione
minore
di
xB *
e
sufficientemente
prossima
a
y*
(composizione azeotropica)

xA *
F zF
xB *

B1

B2

I
due
impianti
visti
possono
essere
ritenuti
complementari;
per
tale
motivo
possono
essere
combinati tra loro in modo
da
condividere
il
condensatore
e
il
decantatore che fornisce le
correnti di riflusso ad
ogni colonna. La posizione
dellalimentazione dipende
dalla sua composizione zF:
81

se
zF < xA*
bisogna
alimentare
limpianto
sulla
colonna
di
si
deve
posizionarla
sulla
sinistra, mentre se
zF > xB*
colonna di destra. Se, invece, risulta xA* < zF < xB* si deve porre
lalimentazione sopra o sotto il condensatore (dipende se necessita
di essere raffreddata o meno).
La valutazione del numero di piatti teorici richiesti in ogni colonna
per una data separazione presenta ununica novit: entrambe le
correnti contenenti i componenti A e B purificati, sono prodotti di
coda. In altri termini, ogni componente della miscela binaria deve
essere visto come il meno volatile nella propria colonna di
distillazione: in effetti, lazeotropo il componente pi volatile
in entrambe le colonne.
Distillazione estrattiva
Quando un sistema bicomponente dotato di azeotropo ma le condizioni
di separazione in fase liquida non sono quelle viste in precedenza
(cio non vi interferenza con eventuali lacune di miscibilit)
necessario apportare alla tecnica
y
base
di
distillazione
qualche
modifica.
Nella
distillazione
estrattiva si aggiunge, alla miscela
III
binaria, un terzo componente di
volatilit trascurabile rispetto ai
due
componenti
di
partenza
II
(relativamente anche alle condizioni
operative
della
colonna
di
distillazione); in questo modo tale
I
componente
aggiunto
si
trova
esclusivamente nella fase liquida e
ci modifica la volatilit relativa
dei
componenti
originari
della
0
z
x
1
miscela binaria e, in particolare,
pu spostare lazeotropo ad una diversa composizione rendendo
possibile la separazione.
Possiamo assumere costante la concentrazione (espressa in frazioni
molari) del componente aggiunto; ci vero dal punto in cui
inserito nella colonna (in cima alla colonna o, comunque, vicino ad
essa) fino in fondo alla stessa dove rimosso come parte dei
prodotti di coda: lipotesi di portate molari costanti pu essere
applicata, come al solito, al sistema binario purch la variazione
del calore sensibile del componente aggiunto sia trascurabile.
La curva I riportata in figura, rappresenta un sistema bicomponente
da cui si vuole ottenere il componente pi volatile utilizzando una
miscela di composizione z: attraverso le normali tecniche di
distillazione non sarebbe possibile procedere oltre la composizione
azeotropica della miscela.
Quando presente il terzo componente C (quello aggiunto) possibile
introdurre per i due componenti A e B costituenti la miscela
originaria le frazioni molari su base libera:

82

xA* =

moli di A
moli di A + moli di B

xB * =

moli di B
moli di A + moli di B

In assenza del terzo componente tale definizione restituisce quella


di frazione molare semplice; naturalmente, questa definizione utile
solo per la fase liquida in quanto il terzo componente C assente in
fase vapore.
Se tracciamo, ora, il diagramma y-x dopo aver aggiunto la sostanza C
(riportando sulle ascisse le frazioni molari su base libera), le
condizioni di equilibrio si spostano ed otteniamo la curva II.
Possiamo concludere, quindi, che laggiunta di una fissata quantit
di sostanza C non volatile ha determinato uno spostamento a sinistra
della composizione di azeotropo (cio lazeotropo si arricchito del
componente meno volatile) mentre il vapore pi ricco del componente
pi volatile. Aggiungendo una frazione molare pi grande della
sostanza C, lazeotropo si porta alla sinistra della composizione z
di alimentazione (pu anche sparire del tutto come riportato nella
curva III) rendendo possibile la distillazione ordinaria: poich il
componente C non volatile, si ritrover completamente nella fase
liquida uscente al fondo della colonna mentre, in testa, si trover
una fase vapore, costituita dal componente pi volatile nella purezza
desiderata, pi una piccola quantit del secondo componente.
Storicamente, il primo sistema trattato con la distillazione
estrattiva stato quello acido nitrico acqua, dove stato
impiegato, come agente non volatile, lacido solforico.
Lo schema generale dellimpianto del tipo riportato in figura, dove
i prodotti di fondo costituiscono
lalimentazione di una colonna
sussidiaria
in
cui
lagente
precedentemente
aggiunto
viene
D
separato
e
riciclato
nella
colonna principale; qualche volta
il riflusso costituito soltanto
dalla
corrente
di
riciclo
dellagente
aggiunto.
La
F
valutazione del numero di piatti
teorici
richiesti
per
una
particolare
distillazione
estrattiva, segue esattamente la
B
stessa costruzione grafica vista
precedentemente per i sistemi pi
semplici;
la
sola
richiesta
speciale quella di riferirsi a
diagrammi y-x e h-x che portino
in
conto
lagente
aggiunto,
presumibilmente presente in tutte
83

le fasi liquide nella stessa quantit: i valori x e y trascurano


lagente ma la forma della curva di equilibrio determinata proprio
dalla sua presenza.
Distillazione Flash
Se una corrente attraversa una valvola di riduzione della pressione e
si separa adiabaticamente per dare una corrente liquida ed una
corrente di vapore in equilibrio tra loro, si parla di tale processo
come di Distillazione Flash: generalmente, questo un conveniente
metodo per rimuovere da una corrente di processo le tracce di un gas
disciolto in tale corrente.
Lanalisi della distillazione flash non coinvolge nessun nuovo
principio e possono essere utilizzati sia il diagramma y-x che il
diagramma h-x, sebbene questultimo presenti certi vantaggi.
Indichiamo con
f
la
frazione
dellalimentazione
che
si
presenta in forma di vapore dopo la distillazione flash; se
effettuiamo un bilancio di massa sul componente pi volatile si ha
F z = f F y + (1-f) F x
dove x e y sono le composizioni di equilibrio delle correnti di
liquido e vapore prodotte. Risolvendo rispetto a y si ha che:

y =

1 f
1
x +
z
f
f

ottenendo una relazione identica a quella gi vista della retta di


alimentazione; il suo significato fisico corrisponde a quello della
retta di alimentazione se applicato ad una corrente costituita da una
miscela di liquido e vapore saturo.
La relazione vista interseca la diagonale del diagramma y-x per x = z
e la pendenza determinata dal valore di f; fissata una pressione di
lavoro, la retta ha significato fisico solo nel punto in cui taglia
la corrispondente curva di equilibrio.
Per poter utilizzare un diagramma y-x necessario, tuttavia,
disporre dei dati di equilibrio alla fissata pressione di lavoro e
conoscere, inoltre, i valori di z e di f; allora possibile
identificare le composizioni di equilibrio.
Nel caso di un diagramma h-x, le cui curve devono essere tracciate
con riferimento alla pressione di lavoro, sufficiente conoscere la
composizione e lo stato dellalimentazione; possiamo individuare un
punto rappresentante lalimentazione e, attraverso un procedimento
per tentativi, pu essere trovata la linea di equilibrio passante per
quel punto: i punti estremi della linea di equilibrio individuano le
composizioni richieste mentre per individuare il valore di f basta
utilizzare la Regola della Leva.

84

Distillazione Batch
Si osservi che se una quantit finita di vapore si allontana da una
quantit finita di liquido allora, inevitabilmente, entrambe le fasi
saranno soggette ad una progressiva variazione di composizione
durante la distillazione e la temperatura, affinch ci accada, deve
necessariamente aumentare.
Questo contrasta con la distillazione continua dove tutte le
composizioni e le temperature sono indipendenti dal tempo.
Nella Distillazione Batch (discontinua) non si opera su di
unalimentazione continua e costante, ma su di una quantit
prefissata caricata nel ribollitore; possiamo indicare con B0 e x0 la
quantit
di
liquido
e
la
sua
composizione
al
ribollitore
allistante di tempo t = t0 (istante
iniziale)
con
B
e
x,
invece,
y(t)
indichiamo gli stessi valori in
funzione del tempo. Con D e x D
D xD
indichiamo
la
quantit
di
distillato e la sua composizione
media che esprimibile come
B

xD =

ydt

t0

dove
y
la concentrazione istantanea del distillato.
Riassumendo, quindi, nel ribollitore presente una carica B di
liquido che diminuisce nel tempo (valore iniziale B0): ovviamente,
anche la sua composizione x varia nel tempo impoverendosi del
componente pi volatile (valore iniziale x0). Il prodotto di uscita
(distillato D) aumenta nel tempo ed indichiamo con y la sua
concentrazione istantanea (distillato prodotto nellunit di tempo) e
con x D la concentrazione media del distillato che si accumula nella
vasca di raccolta ( x D si pu considerare come media ponderale dei
valori y dallistante iniziale t0 allistante generico t).
Ai fini dello studio della colonna batch, possibile effettuare le
seguenti ipotesi semplificative:

Quasi stazionariet (il sistema a regime istante per


istante: si noti, per, che gli equilibri che si vengono a
creare istante per istante devono essere molto rapidi
rispetto al periodo di funzionamento di tutto il sistema)

Adiabaticit

La
capacit
della
colonna
e
del
condensatore
trascurabili rispetto alla carica iniziale B0

85

sono

E possibile, viste tali ipotesi, scrivere i seguenti bilanci validi


per ogni istante di tempo t:
B0 x0 = B x + D x D

B0 = B + D

Effettuando, inoltre, il bilancio globale sul sistema relativamente


allintervallo di tempo dt si ha che:
- dB = dD
tale relazione si pu anche ottenere differenziando il primo bilancio
e tenendo presente che B0 costante; effettuando un bilancio
differenziale sul componente pi volatile si ha che:
- d(B x) = y dD
- x dB B dx = y dD = - y dB

B dx = (y - x) dB
B

1
1
dB
=
B B x y xdx
0
0

1
1
dB =
dx
B
yx
x

B
1
dx
=
ln
B0 x0 y x
Tale relazione conosciuta come

Equazione

La
distillazione
discontinua
pu
industriale in due differenti modi:

essere

di

Rayleigh

condotta

livello

1. Distillazione a y costante
variando
opportunamente
il rapporto di riflusso durante la distillazione
possibile mantenere y costante (cio si ha y = x D )
2. Distillazione a riflusso costante
in
questo
caso
lasciamo costante proprio il rapporto di riflusso
(necessariamente y e x D variano nel tempo)
Se possibile applicare la Legge di Henry in un ampio campo di
composizioni,
lintegrazione
dellequazione
di
Rayleigh

estremamente semplice; ponendo


y = H x
otteniamo:
x

B
x
1
1
dx =
ln =
ln
B0 x0 x(H 1)
H 1 x0
86

Approssimazioni di questo tipo sono spesso possibili su un ampio


campo di composizioni.
Un altro metodo di valutazione dellintegrale di Rayleigh consiste
nella conoscenza della volatilit relativa del componente pi
volatile a patto che questa possa essere ritenuta costante su tutto
lintervallo di composizione che interessa.
La volatilit relativa del componente pi volatile esprimibile come

1
1 + ( 1)x
=
y x ( 1)x(1 x )

y/ x
(1 y)/(1 x)

da cui si ha
x
x
B
1 1+ ( 1)x
1 1
1
1 x
1 x
ln =
dx
dx
ln
ln

=
+
=
+

B0 1 x0 x(1 x)
1 x0
1 x0 x 1 x
1 x0

Precisazioni
1. Nei ragionamenti svolti fin ad ora abbiamo sempre ipotizzato di
avere a disposizione un condensatore totale il cui rapporto di
riflusso esprimibile attraverso la relazione

J D* H 1
R =
H 1 hD
Vogliamo analizzare, a questo punto, cosa cambia se abbiamo a che
fare con un CONDENSATORE PARZIALE; ci significa che le correnti V1 D
e
L0
hanno
composizioni
differenti: inoltre, le correnti D
V1 y1 H1
e L0 sono in equilibrio.
QC
D

xD

HD

E possibile scrivere il seguente


bilancio entalpico:
V1 H1 = D HD + L0 h0 + QC

L0

x0

h0

Come abbiamo gi visto a proposito


della miscelazione non adiabatica,

lecito
schematizzare
tale
processo
ipotizzando
che
lo

87

scambio energetico abbia luogo su di ununica corrente; in altri


termini possibile ricorrere al seguente modello:
V1

H1

QC
D* JD*

L0

JD* = HD + QC/D
HD

V1 H1 = D JD* + L0 h0

h0
V1 H1 = D HD + QC + L0 h0

Possiamo scrivere, con particolare


colonna, le seguenti relazioni:
R = L0/D

riferimento

alla

testa

della

R+1 = V1/D

Se ipotizziamo che il CONDENSATORE PARZIALE, si ha che


QC = V1 H1 D HD L0 h0 = D (JD* - HD)
Tale relazione, espressa in funzione di V1, pu essere sostituita
nella relazione precedente ottenendo la seguente espressione:

R +1 =

RR

QC + DH D + L0h0 D (J D* H D ) + DH D + L0h0 DJ D* + L0h0 J D*


h
=
=
=
+R o
DH1
DH1
DH1
H1
H1
h0
J*
= D 1
H1 H1

h J * H1
R 1 0 = D
H1
H1

H h0
R 1
H1

J D* H 1
=
H1

J D* H 1
R =
H 1 h0
Tale espressione, quindi, rappresenta il rapporto di riflusso nel
caso di CONDENSATORE PARZIALE.
Questa equazione consente di attribuire al rapporto di riflusso
uninterpretazione grafica poich possibile rappresentare il
numeratore e il denominatore come segmenti sul diagramma h-x.
Si noti, infatti, che le correnti D* V1 L0 risultano essere allineate
in quanto miscelate adiabaticamente; inoltre, le correnti D e D*
differiscono per il solo contenuto entalpico in quanto portata e
composizione sono proprio le stesse: possibile, quindi, valutare il
rapporto di riflusso applicando la Regola della Leva.

88

D*

JD*

V1

Dalla definizione di rapporto di


riflusso si ha che:

R=

H1
D

HD

L0
L
D * V1
= 0 =
D
D*
V1 L0

D* V1 = (JD* - H1)/cos
h0

V1 L0

L0

= D* L0 D* V1 =
= (JD* - h0)/cos
- (JD* - H1)/cos

+
=

xD
= (H1 - ho)/cos
in

definitiva,

possibile

scrivere

che:

D *V1 J D* H 1
=
R=
V1 L0
H 1 h0
2. Vogliamo solo precisare che per la Regola di Trouton si ha, in
realt, che

M
= costante
T
dove

peso molecolare
T temperatura di ebollizione (K)
calore latente di vaporizzazione per unit di massa

Nella distillazione le temperature di ebollizione se espresse sulla


scala assoluta delle temperature (K) non sono molto diverse per le
varie sostanze, per cui la Regola di Trouton si semplifica nella
relazione
M = cost
e ci implica che le portate sono
costanti.

89

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