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ISSN 0256-7873

&
TERMINOLOGIE ET TRADUCTION
TERMINOLOGY AND TRANSLATION
TERMINOLOGIA Y TRADUCCIN
TERMINOLOGI OG OVERSTTELSE
TERMINOLOGIE UND BERSETZUNG
KAI
TERMINOLOGIE EN VERTALING
TERMINOLOGIA E TRADUZIONE
TERMINOLOGIA E TRADUO
TERMINOLOGI OCH VERSTTNING
TERMINOLOGIA JA KNTMINEN

2. 1999
la revue des services linguistiques des institutions europennes
ajournai of the language services of the European institutions

Commission europenne

&
TERMINOLOGIE ET TRADUCTION
TERMINOLOGY AND TRANSLATION
TERMINOLOGIA Y TRADUCCIN
TERMINOLOGI OG OVERSTTELSE
TERMINOLOGIE UND B ERSETZUNG
KAI
TERMINOLOGIE EN VERTALING
TERMINOLOGIA E TRADUZIONE
TERMINOLOGIA E TRADUO
TERMINOLOGI OCH VERSTTNING
TERMINOLOGIA JA KNTMINEN
la revue des services linguistiques des institutions europennes
a journal of the language services of the European institutions

2.1999

Commission europenne

T&T 2.1999
Adressez toute correspondance : / Send all mail to:
Pollux Hernez
Rdaction de Terminologie et Traduction
Commission des Communauts europennes
JECL2.158A
200, Rue de la Loi
B-1040 Bruxelles
pollux.hernunez@cec.eu.int

Les opinions exprimes dans la prsente


revue n'engagent que leurs auteurs.
Authors bear sole responsibility for the views
expressed in this journal.

De nombreuses autres informations sur l'Union europenne sont disponibles sur


Internet via le serveur Europa (http://europa.eu.int)
Luxembourg
Office des publications officielles des Communauts europennes, 1999
Communauts europennes, 1999
Printed in Luxembourg

T&T2.1999

TERMINOLOGIE ET TRADUCTION

2.1999

SOMMAIRE

DELMIRA ASTORRI

21

DORIS O B R Z U T

27

SYLVIA B ALL

32

T O M M I B ERNITZ

37

CHRISTOS MORTZOS

40

OLAF PRIES

45

AILA ASIKAINEN

52

FRANCISCO PEYR

76

HELEN TITCHEN B EETH

97

PAMELA FAB ER

Sul tema del multilinguismo


Multilingualismus Hindernis
oder Brcke!1
Some reflections from a
terminologist on possible topics
to be discussed at a seminar
Mulige emner til behandling p

seminaret


versttning och politik - ngra
reflektioner kring versttningen
av militr terminologi i
Europaparlamentets texter
Kansalaisten tietojensaannista ja
Euroopan parlamentin
monikielisyydest
Le "qui-dit-quoi?" de l'acquis
communautaire
The hidden life of translators

BILL FRASER

Conceptual analysis and


knowledge acquisition in
scientific translation

T&T2.1999

124

SANTOS D I A N A

138

SANTIAGO DEL PINO

156

BEGOA MONTERO

167

DORIS BISARO

186

WERNER V O I G T

258

MYRIAM N A H N - G U I L L N

282

TDCNET

285
286
287

T&T
T&T
T&T

Um olhar computacional sobre a


traduo
La introduccin de las memorias
de traduccin en la Comisin
Europea
Lengua y tecnologa: aspectos
terminolgicos
L'ostricoltura: Analisi
terminologica
Zur Zukunft des Deutschen und
anderer Sprachen in Europa
La sai de las lenguas
Confrence pour une
infrastructure terminologique en
Europe
Avis aux lecteurs
Avis aux auteurs
Comit de rdaction

&2.1999
DELMIRA CECILIA ASTOR R I

Sul tema del multilinguismo'

Un sminaire sur le multilinguisme, auquel ont particip environ


300 personnes, a t organis au PE en novembre 1998. La
premire partie du sminaire a t consacre la prsentation de
trois rapports. Le professeur JOHN TRIM a parl de l'interpntration
des langues dans un milieu

multilingue,

RENATO DA COSTA

CORREIA du rle de la traduction


dans l'ordre
juridique
communautaire et dans les prises de position du PE, et le professeur
ARTURO TOSI de la ncessit d'une nouvelle culture de la traduction
aux fins d'un passage correct des messages politiques. La deuxime
partie tait constitue d'une table ronde, laquelle ont particip les
trois rapporteurs, Mme MALOU

LINDHOLM,

les directeurs

gnraux

de la traduction du PE et de la Commission, les directeurs de la


traduction et de l'interprtation du PE, ainsi que M CHRISTOPHER
COOK, journaliste du BBC World Service. Dans l'aprsmidi, trois
groupes de travail se sont runis pour approfondir les thmes traits
dans les rapports TRIM, CORREIA et Tosi. A la fin, tous se sont
retrouvs dans l'hmicycle Schuman pour la prsentation des
conclusions.

l 2 6 novembre 1 9 9 8 si svolto n e l l ' e m i c i c l o Schuman a Lussemburgo


un seminario, dal titolo " M u l t i l i n g u a l i s m : B arrier or B ridge?",
organizzato dalla direzione generale della traduzione del Parlamento
europeo nell'intento di offrire ai traduttori e agli interpreti delle istituzioni
comunitarie l'occasione di riflettere, insieme alle personalit invitate, sui
problemi e sulle sfide del m u l t i l i n g u i s m o .

Avec ce compterendu du sminaire organis par le Parlement europen Luxembourg en


novembre 1998 et les contributions qui suivent (p 21/75), nous compltons la publication des
travaux dudit sminaire, commence dans le numro prcdent de T&T INdlr].

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1

Genesi del progetto

Nella primavera del 1 9 9 7 venne affidato al Collegio dei consiglieri


linguistici del Parlamento europeo l'incarico d i sviluppare l'idea d i un
grande seminario sul m u l t i l i n g u i s m o . U n gruppo di lavoro composto da
H E L E N A R A U T A L A , M A I T E W E B E R e D E L M I R A A S T O R R I e l a b o r un progetto c h e

prevedeva la partecipazione attiva di u n o o p i parlamentari, di d u e


esperti esterni e di un giornalista. Ottenuta l'autorizzazione del direttore
generale della D G 7 BARRY W I L S O N , furono stabiliti contatti c o n il prof
A R T U R O T O S I , direttore del dipartimento d'italiano al Royal H o l l o w a y
College dell'Universit di Londra, e con il prof JOHN T R I M dell'Universit
di Cambridge quali esperti esterni, nonch c o n CHRISTOPHER C O O K ,
giornalista del BBC W o r l d Service, in rappresentanza del m o n d o dei
media. (Pi difficili del previsto si rivelarono i contatti c o n i membri del
PE, sempre impegnati a Bruxelles o a Strasburgo oppure in missioni.)

Struttura del seminario

Il programma dei lavori si articolato in tre parti. La prima prevedeva la


presentazione di tre relazioni, da parte rispettivamente del prof JOHN TRIM,
di

RENATO

D A COSTA

CORREIA

della

divisione

portoghese

e del prof

A R T U R O T O S I ; la seconda era dedicata a una tavola rotonda c o n la


partecipazione degli ospiti accanto ai tre relatori, mentre la terza era
costituita da tre " l a b o r a t o r i " paralleli, aperti al p u b b l i c o , i c u i lavori si
sono svolti nel pomeriggio.

I lavori preparatori

L'adozione della formula sopra indicata presupponeva un'accurata


preparazione della terza parte, c h e avrebbe reso necessaria la
mobilitazione di un gran numero di traduttori. Le undici divisioni
linguistiche e la divisione del SILD furono invitate a designare una persona
per ciascuno dei tre gruppi d i lavoro, il c u i incarico sarebbe consistito nel
riflettere sui temi oggetto delle relazioni del mattino. Tutte le divisioni
aderirono alla richiesta designando tre persone ciascuna.
A l l ' i n i z i o del 1 9 9 8 o g n u n o dei tre gruppi in tal m o d o formati ha
designato un portavoce e si dato un programma di lavoro, avviando una
serie di r i u n i o n i . Taluni membri hanno contribuito oralmente alla
preparazione dei laboratori del 2 6 novembre pomeriggio e altri hanno

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scritto brevi saggi, parte dei quali stata pubblicata nel N 1.1999 di
Terminologia e Traduzione e parte figura nel presente numero della rivista.
Nel periodo preparatorio i tre gruppi si sono avvalsi della consulenza
dei prof Tosi e TRIM e del sostegno costante di RENATO CORREIA.

Le lingue utilizzate

L'interpretazione nella giornata del seminario era assicurata in francese e


in inglese, quindi i membri dei gruppi di lavoro sono stati invitati a
utilizzare preferibilmente quelle due lingue. Le regole che il comitato di
redazione di Terminologia e Traduzione ha stabilito per la nostra rivista
impongono invece agli autori l'uso della lingua materna. Sono pertanto
molto grata ai colleghi traduttori che ancora una volta hanno risposto
all'appello e, bench oberati da una quantit notevole di lavoro, hanno
accettato di riscrivere nella propria lingua i loro articoli. Affinch il frutto
di tale sforzo non vada perduto, e a beneficio dei lettori che non
dovessero conoscere determinate lingue, i testi originariamente scritti in
inglese o in francese da autori di lingua diversa sono stati inseriti in uno
spazio informatico apposito (cf Intranet, PE, DG 7, Documents).

Le tre relazioni del mattino

Davanti a un pubblico costituito da traduttori e interpreti del Parlamento


europeo e delle altre istituzioni dell'Unione e dopo aver dato il benvenuto
alle personalit invitate, ha aperto i lavori BARRY WILSON, che ha poi
assicurato la presidenza per l'intera giornata.
Il primo relatore, il prof JOHN TRIM, ha esordito osservando come il
multilinguismo, e il plurilinguismo quale risposta ad esso, siano
condizione normale nella societ odierna. La globalizzazione economica,
politica, sociale e culturale fa ormai della conoscenza di pi lingue
un'esigenza di massa. L'inglese divenuto il principale mezzo di
comunicazione a livello mondiale, senza togliere vitalit alle lingue
nazionali e regionali d'Europa. Le lingue non si limitano a coesistere, ma
interagiscono e s'interpenetrano. Non sempre tuttavia una parola che
passa da una lingua all'altra mantiene il suo significato originario e il
traduttore o l'interprete, sotto pressione, pu ricalcare un termine
dall'originale sottraendosi allo sforzo di ricercare l'equivalente nella
propria lingua. Con il tempo si pu far l'abitudine a espressioni che
all'inizio suonavano strane. L'interpenetrazione di lingue e di culture tra

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loro in contatto un processo inevitabile che cambia ma arricchisce le
lingue interessate, oppure costituisce una minaccia per la loro integrit, da
tenere sotto controllo e cui opporsi se possibile? Il ruolo dei traduttori da
questo punto di vista fondamentale.
Il secondo relatore, RENATO CORREIA della traduzione portoghese, ha
parlato del ruolo della traduzione nell'ordinamento giuridico comunitario
e nelle prese di posizione del Parlamento europeo.
Egli ha osservato che il diritto comunitario, in quanto diritto
plurilingue, poggia su una finzione giuridica particolare secondo cui
sarebbe sempre possibile dare alla norma giuridica una formulazione
identica in ciascuna delle lingue ufficiali. In realt, risaputo che non
possibile procedere a una redazione parallela in pi lingue dei testi,
giuridici o di altro tipo, ma si parte sempre da un testo redatto in una
lingua per giungere, mediante il processo della traduzione, alle altre
versioni linguistiche.
Sul piano giuridico invece la traduzione non pu essere considerata
come una fase del processo legislativo se non si vuole rimettere in
discussione l'unit e l'universalit della norma. Occorre assolutamente
garantire l'uguaglianza di principio delle varie versioni linguistiche. Ci si
viene pertanto a trovare in una situazione paradossale per cui se sul piano
pratico il diritto comunitario non concepibile senza traduzione, sul
piano strettamente giuridico esso non concepibile con traduzione.
Tale paradosso si pone con la stessa forza per quanto concerne la
formulazione dei messaggi politici, che sono l'argomento trattato dal terzo
relatore, il prof ARTURO TOSI.
In merito al problema della comunicazione in ambito plurilingue, egli
ha osservato che mentre in passato i contatti tra lingue e culture diverse
avvenivano nell'ambito delle relazioni internazionali tra lites culturali, o
in corrispondenza dei flussi migratori, oggi il rapido sviluppo delle
comunicazioni e delle tecnologie dell'informazione rende possibili i
contatti tra lingue diverse anche senza un'interazione culturale.
La prima preoccupazione deve essere quella di garantire un passaggio
corretto delle informazioni e dei messaggi politici. Le moderne tecnologie
consentono risparmi di tempo e d'energia nel processo di traduzione, ma
l'intervento del traduttore resta fondamentale. Occorre che il cittadino
europeo sia in grado di comprendere i documenti europei senza dover
fare ricorso a una loro versione "semplificata". Bisogna pertanto sviluppare
una nuova cultura della traduzione che consenta di eliminare le barriere
poste dal multilinguismo e di migliorare la trasparenza dell'informazione.

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6

La tavola rotonda

Alla tavola rotonda, di cui stato moderatore BARRY WILSON, hanno


partecipato, oltre ai tre oratori del mattino, l'on M A L O U LINDHOLM,
membro svedese del Parlamento europeo, COLETTE FLESCH, direttore
generale del servizio di traduzione della Commissione europea,
CHRISTOPHER
COOK
della
BBC,
OLGA
COSMIDOU,
direttore
dell'interpretazione, e HELMUT SPINDLER, direttore della traduzione del
Parlamento europeo.
L'on LINDHOLM ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro dei
traduttori, indispensabile perch l'istituzione possa funzionare.
CHRISTOPHER C O O K , quale giornalista della radiotelevisione oltre che
della stampa, richiamandosi alla necessit menzionata dal prof Tosi di una
comunicazione trasparente, ha parlato di una delle prime regole apprese
all'inizio della professione: in ogni trasmissione una sedia vuota era
idealmente occupata dal pubblico, e chi era al microfono doveva sempre
tenerlo presente. Ai traduttori del Parlamento europeo incombe una
responsabilit analoga. I cittadini europei devono poter comprendere
pienamente ed esattamente il contenuto dei documenti dell'Unione
europea. Per i giornalisti la chiarezza essenziale al fine di evitare che il
pubblico abbia una visione distorta delle questioni di cui si occupa il
Parlamento europeo. Spesso tuttavia, spinti dalla fretta, essi non risalgono
ai documenti originali per trarne informazioni, ma si limitano a riferire i
commenti di altri, con il rischio di riprendere nel loro testo inesattezze o
eventuali errori d'interpretazione. Sarebbe opportuno che essi potessero
pi facilmente accedere ai documenti del Parlamento. Alla trasparenza
invocata dovrebbe accompagnarsi la chiarezza. Evitando costruzioni
interminabili e complicate si toglierebbe alla stampa dominata da
pregiudizi antieuropei il materiale per manipolazioni e attacchi feroci.
Prendendo spunto dalla relazione del prof TRIM, CHRISTOPHER COOK ha
affermato che i giornalisti non esitano ad attingere a tutta una variet di
linguaggi, del mondo politico e di quelli dello sport, delle varie classi
sociali e delle diverse fasce d'et, facendo ampio ricorso ai prestiti da
lingue straniere. A suo parere ci fonte di arricchimento linguistico
anzich di pericoli.
COLETTE FLESCH, direttore generale della traduzione e dell'informatica
alla Commissione europea, a proposito di informazione efficace ha riferito
che nel 1994 gli uffici d'informazione insediati nei vari paesi sono stati
invitati dal servizio d'informazione della Commissione a preparare una
serie di opuscoli informativi rispondenti alle esigenze del pubblico locale,
diversi quindi non soltanto per lingua ma anche per contenuto e

JO

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impostazione; il messaggio infatti deve essere sostanzialmente identico ma


adeguato alle realt nazionali e regionali. Ha poi accennato al metodo di
lavoro dei giuristi-linguisti del Consiglio, che si avvalgono della
consulenza di esperti nazionali per le varie versioni linguistiche delle
decisioni di quella istituzione.
L'on L I N D H O L M ha parlato delle difficolt incontrate nei primi tempi
dai nuovi membri del Parlamento europeo per la scarsit di traduttori e di
interpreti. Per poter svolgere efficacemente l'attivit parlamentare,
necessario disporre con un certo anticipo dei documenti nella propria
lingua, mentre a volte succede di non avere neppure il tempo di leggere
gli emendamenti prima della votazione. Tale necessit assoluta nel caso
dei testi legislativi.
Ha poi preso la parola O L G A C O S M I D O U , che ha espresso il suo
compiacimento per l'occasione offerta dal seminario di riflettere sulla
necessit di un cambiamento sul piano della comunicazione culturale.
Con l'aumento del numero di lingue ufficiali, ci si resi conto che la
costruzione di un'Europa multilingue comporta costi non soltanto
finanziari, ma anche di adattamento umano. Occorre intervenire presso gli
Stati membri affinch adeguino alle nuove necessit la loro politica in
materia d'istruzione.
COLETTE FLESCH ha osservato che si sta gi agendo in tal senso. Le

scuole e le universit dei paesi dell'Unione sono state invitate a riflettere


sulla necessit di rivedere i programmi d'insegnamento. Per quanto
concerne i paesi candidati, attraverso il Taiex si sta gi finanziando la
traduzione de\\'acquis
communautaire;
si contribuir inoltre alla
preparazione del personale linguistico in vista dell'adesione.
Il prof TRIM ha auspicato una sorta di rivoluzione nei vari sistemi
d'istruzione in Europa, con la liberalizzazione della professione di
insegnante e con l'uso di lingue diverse da quella nazionale per
l'insegnamento di varie materie. Occorre incoraggiare in ogni modo
possibile il plurilinguismo. In vista del 2000, che sar probabilmente
dichiarato "Anno europeo delle lingue", il Consiglio sta preparando una
serie d'iniziative volte a familiarizzare fin da piccolo il cittadino europeo
con il maggior numero possibile di lingue straniere.
CHRISTOPHER C O O K ha poi ribadito che il traduttore ha il compito di
vigilare affinch il patrimonio linguistico di ciascun paese, elemento
fondamentale della sua cultura, sia preservato, e nel contempo deve
contribuire all'obiettivo ideale indicato dal prof TRIM.
Il prof TOSI ha concluso sottolineando la responsabilit che incombe
ai mezzi di comunicazione di correggere la percezione che i cittadini
europei, ma anche il mondo politico, hanno del ruolo del traduttore.

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1__

I laboratori del pomeriggio

Il primo gruppo, presieduto da BARRY WILSON e assistito dal prof TRIM, era
formato da HELEN SWALLOW, portavoce, ANDREA ANTONELLO, HELENI
CONSTANDOPOULOS, EUSENDA FRANQUESA, PIERRE GOFFIN, ANNA MARIA
GULL,

NGELA

LLAMAS,

AUGUSTO

MURAS,

HELENA

RAUTALA,

LISBET

VERGNAUD e WERNER V O I G T .
AUGUSTO MURAS stato invitato dal presidente a parlare per primo.
Egli ha osservato che il traduttore non partecipa al processo di creazione
di un testo, quindi ignora il motivo della presenza in esso di parole
straniere. Il prof T R I M ha affermato che i britannici sono aperti
all'innovazione linguistica e che i prestiti comportano un arricchimento e
non la corruzione della lingua. Se l'influenza avviene nei due sensi, tale
punto di vista condivisibile. Ma nel caso del portoghese ad esempio,
lingua antica, comune all'intero paese (in Portogallo non esistono dialetti)
la presenza di parole straniere si fa sentire. Le piccole comunit tendono
ad accettare con troppa facilit l'influenza di altre lingue. L'eurolingua
dovrebbe rimanere interna alle istituzioni.
NIKOS SARANTAKOS ha osservato che il primo testo letterario di molte
lingue stato una traduzione, spesso dalla Bibbia. La traduzione non ha
quindi svolto soltanto una funzione di mediazione, ma ha anche
contribuito alla formazione della lingua. Le traduzioni in greco di testi
comunitari influenzano il greco della madrepatria; lo stesso vale per le
altre lingue ufficiali. I traduttori concorrono all'evoluzione della loro
lingua nazionale. Chi lavora nelle istituzioni comunitarie tende forse ad
essere pi purista dei greci in Grecia, e perde in qualche misura i contatti
con la lingua che nel proprio paese continua ad evolvere. Per tale motivo
sarebbe utile un distacco per uno o pi mesi dei traduttori delle istituzioni
europee, e soprattutto di quelli provenienti dai paesi pi lontani, presso un
ministero o un quotidiano nazionale.
Il presidente ha osservato in proposito che alla Commissione esiste un
programma, detto di ressourcement, che prevede per gli interpreti la
possibilit di tornare a lavorare per un certo periodo nel proprio paese.
E' poi stata presentata una serie di esempi volti a illustrare l'influenza
del linguaggio comunitario, ma soprattutto dell'inglese e del francese,
sulle altre lingue ufficiali.
FRANCO URZ ha sottolineato gli inconvenienti che possono sorgere
allorch testi altamente specializzati sono tradotti da persone prive di una
conoscenza approfondita della materia in essi trattata.
Per HELENI CONSTANDOPOULOS sempre possibile trovare una
soluzione ai problemi di traduzione, ricorrendo se necessario a parole

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nuove. E' lecito creare neologismi, purch si tratti di una creazione


responsabile. E' tuttavia preferibile evitare neologismi stranieri, perch si
pi disposti a sforzarsi di comprendere una parola nuova nella propria
lingua. Riferendosi a un'affermazione fatta da un precedente oratore,
secondo cui i traduttori sarebbero i "custodi" della lingua, ha affermato
che la parola "custode" le suggerisce un atteggiamento di chiusura, mentre
personalmente disposta ad accettare il nuovo. I neologismi sono "sangue
fresco" per le nostre lingue; bisogna tuttavia accertarsi che non si tratti di
sangue contaminato.
Per THOMAS MORAITIS, la contaminazione delle lingue connessa alla
specializzazione dell'istruzione oggi impartita nelle scuole. Gli scienziati e
le persone colte in genere ricevevano in passato un'educazione
umanistica che li metteva in grado di comprendere e di formulare concetti
nuovi. Oggi invece scienziati ed esperti di ogni settore hanno una comune
cultura scientifica che consente loro di comprendere i concetti nuovi, ma
per pigrizia mentale o per snobismo adottano facilmente, per esprimerli,
neologismi stranieri, in particolare angloamericani.
NGELA LLAMAS ha richiamato l'attenzione sulle lacune osservabili in
Euterpe, la base di dati terminologici del Parlamento europeo, in
corrispondenza di determinate abbreviazioni o di termini ripresi dalla
stampa.
In merito ai problemi posti dalle abbreviazioni, PIERRE GOFFIN ha
citato l'esempio dell'acronimo "ALARA" la cui spiegazione (As Low As
Reasonably Achieved) riportata soltanto verso la fine del documento in
cui figura; spesso poi non si riesce neppure a risalire al significato primo di
un acronimo.
HELENI CONSTANDOPOULOS ha osservato che l'uso di una lingua
franca da parte di pi autori pu agevolare il compito del traduttore,
mentre chi si ostina a usare ad esempio l'inglese invece della propria
lingua lo mette nei guai.
WERNER VOIGT ha avanzato la proposta di contrassegnare con una
sigla i testi i cui autori non hanno utilizzato la propria lingua.
Per ELISENDA FRANQUESA, i traduttori sono talmente abituati ai testi
redatti male da non farci pi caso. E' vero che il traduttore non partecipa
al processo redazionale, ma ha la possibilit di segnalare all'autore o al
responsabile i punti incomprensibili o gli errori e in tal modo pu
concorrere alla buona qualit dei documenti. Quanto alla maggiore o
minore affidabilit delle basi di dati, si deve sempre tener presente che
uno stesso termine in contesti diversi pu assumere significati diversi.
Secondo HANS DRANGSFELDT, l'uso della propria lingua non basta da
solo a garantire la buona qualit di un testo. Per i traduttori di paesi

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13_

geograficamente periferici, che non possono mantenere stretti contatti con


la vita e la cultura del proprio paese, pi difficile mantenere un giusto
equilibrio tra innovazione e conservazione. Prima di adottare un termine
straniero, occorrerebbe aspettare qualche tempo per verificare se in
grado di sopravvivere nella vita quotidiana quale riflessa dai media.
In merito al richiamo di PIERRE GOFFIN alla responsabilit che gli
autori hanno di redigere testi chiari e comprensibili, il presidente osserva
che i testi tradotti sono accurati, ma alcuni originali sono diffusi senza che
intervengano i traduttori e in tal caso la qualit non garantita. Se ve ne
fosse il tempo, l'ideale sarebbe di inviare ogni testo al servizio di
traduzione per un controllo linguistico.
Per JOANNES V A N VEEN, gli autori dovrebbero tener presente che il loro
testo sar tradotto ed evitare espressioni ambigue e imprecisioni, altrimenti
le varie versioni linguistiche potranno divergere in maniera pericolosa. Egli
ha poi soggiunto che ogni traduttore d un suo apporto al testo; ed
questa la parte creativa della sua attivit.
LISBET VERGNAUD ha espresso preoccupazione per la presenza
eccessiva di parole inglesi nei documenti. Se si usa un termine straniero
che ha un equivalente nella propria lingua si impoverisce quest'ultima e
quindi anche la propria cultura. Occorrerebbe prendere esempio
dall'Islanda, paese di piccole dimensioni che tutela accuratamente il
proprio patrimonio linguistico.
Il presidente, dopo aver osservato che il Qubec vigila con altrettanta
cura sulla sua lingua, ha a quel punto lanciato la domanda: "Chi ha paura
dell'inglese?"
FRANCO URZ, rispondendo per primo, ha affermato di non avere
questa paura. Un termine inglese usato in un giornale italiano di economia
e finanza, ad esempio, ha una connotazione specifica che andrebbe persa
se si usasse un termine italiano; il lettore non specializzato ne sarebbe
facilmente fuorviato.
NIKOS SARANTAKOS ha rievocato l'evoluzione linguistica nel suo paese
dopo l'indipendenza. Nel secolo scorso il greco abbondava di parole
turche e italiane, di cui si dovette trovare l'equivalente in greco. I vecchi
termini sono sopravvissuti accanto ai nuovi, e la lingua greca ne risultata
arricchita. Occorre dire tuttavia che il greco trova una difesa naturale nel
proprio alfabeto. Impegnati a convertire le lettere, si disposti a uno
sforzo supplementare per tradurre la parola straniera in greco.
O L G A C O S M I D O U ha invitato a riflettere sui motivi di una forte
presenza di termini inglesi nelle altre lingue. E' superficiale parlare di
prestiti linguistici; va invece riconosciuto che si tratta di un'influenza
culturale. Se una cultura interessa i giovani, che sono la parte pi viva di

j_4

T&T 2.1999

un paese, se offre loro proposte attraenti, la lingua in c u i tale cultura si


esprime influenza inevitabilmente il loro linguaggio.
WERNER V O I G T ha detto di non temere il multilinguismo e di ritenere
anzi che la conoscenza delle lingue straniere non sia abbastanza diffusa.
Gran parte della popolazione esclusa dal dialogo tra popoli proprio
perch n o n conosce le lingue. Egli teme invece il p r e d o m i n i o di una
cultura, d i una lingua. A suo parere, lo snobismo di una parte ristretta
della popolazione sembra voler escludere la massa da un m o n d o in cui
l'inglese predomina.
Infine, il prof T R I M ha sottolineato che comprendere p i importante
del deplorare. Nella storia, varie lingue hanno svolto il ruolo che ha oggi
l'inglese: il greco, il latino e m o l t o tempo d o p o il francese. Chi potrebbe
ragionevolmente desiderare che n o n esista il francese, nato dal latino,
lingua per lunghi secoli egemone in Europa?
Del secondo gruppo, presieduto da H E L M U T SPINDLER, facevano parte
RENATO D A COSTA CORREIA, coordinatore,

MARIA

BALI,

NICOLE

BUCHIN,

G U D R U N HALLER, ERIKA L A N D I , F R A N C I S C O PEYR, S A N D R O P I C C I N I N I , O L A F


PRIES, E D W A R D S E Y M O U R , BJARNE SRENSEN, A N T O N I N O T I L O T T A e ISABEL

VALE-MAJERUS.

R E N A T O CORREIA ha aperto i lavori del gruppo osservando c o m e la


traduzione, lungi dall'essere un'operazione meccanica, sia parte del
processo di redazione dei testi p l u r i l i n g u i .
FRANCISCO
PEYR
ha
osservato
che
l'espressione
acquis
communautaire,
presente in molte versioni linguistiche di d o c u m e n t i
c o m u n i t a r i , risulta incomprensibile al di fuori d e l l ' a m b i t o delle istituzioni
europee e andrebbe usata con cautela.
Per ERIKA L A N D I , il Corpus Juris in materia penale, che stato tradotto
all'esterno, andrebbe sottoposto ad attenta revisione. A l c u n i dei termini
che vi figurano sono gi in uso nell'ordinamento giuridico dei singoli Stati,
mentre altri introducono concetti n u o v i . Un'attenta ricerca delle
corrispondenze plurilingui servirebbe ad eliminare le ambiguit presenti in
alcune versioni linguistiche.
A N T O N I N O T I L O T T A ha osservato che il diritto penale rappresenta una
sfida nuova per il Parlamento europeo. Il suo gruppo ha selezionato alcuni
esempi di problemi linguistici sollevati da questa impresa di a m p i o
respiro, c o m e la ricerca d i termini equivalenti al francese accus.
BJARNE SRENSEN ha sintetizzato i contributi dei membri di un
sottogruppo che ha preso in esame la procedura d i codecisione e ha posto
a confronto le traduzioni nelle varie lingue di espressioni quali designs
and models, sustainable development
e universal and public service. Egli
ha ipotizzato un p r i n c i p i o di "sussidiariet linguistica" per cui il termine

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usato in ambito nazionale prevarrebbe su quello impiegato a livello


comunitario. Ha poi sostenuto che i vantaggi pratici del cambiamento
della "lingua originale" lungo l'iter di un documento sono superiori agli
svantaggi che tale cambiamento comporta. A suo parere si potranno
compiere progressi promuovendo la cooperazione tra i servizi linguistici
delle varie istituzioni, prevedendo il distacco di traduttori presso le
commissioni e instaurando contatti pi stretti con il servizio del processo
verbale.
EDWARD SEYMOUR ha tra l'altro fatto presente che la solennit biblica
dell'espressione democratic accountability ha scoraggiato qualsiasi
tentativo di formulare tale concetto con parole pi facili da tradurre.
OLAF PRIES ha osservato che le difficolt incontrate dal traduttore sono
spesso dovute, come nel caso dei documenti sulle mine antipersona, a
differenze ideologiche.
GUDRUN
HALLER
ha sostenuto, a proposito della parola
Mitbestimmung, che la mancanza di termini equivalenti in altre lingue
potrebbe renderne impossibile la traduzione. Il termine pi vicino
all'originale, ad esempio il francese participation, ha spesso un significato
diverso.
MARIA BALI ha citato l'esempio di una parola politicamente sensibile,
"Macedonia", per la quale impossibile trovare una traduzione omogenea
in tutte le lingue.
ISABEL VALE MAJERUS, nel suo documento sulle implicazioni politiche
delle scelte terminologiche, ha ricercato il punto d'equilibrio tra uso
politico e significato giuridico, al riparo dalle influenze ideologiche e
prescindendo dalla "correttezza politica".
La parola poi passata al pubblico. Si sostenuta l'utilit del
linguaggio comunitario ai fini della traduzione, citando come esempio
proprio l'espressione acquis communautaire, che in due parole sintetizza
un concetto complesso. E' stata auspicata una maggiore vigilanza nella
tutela delle lingue dei paesi di minori dimensioni di fronte ai neologismi
comunitari.
Si poi accennato alle norme interistituzionali sulla qualit dei testi.
La commissione giuridica sta riflettendo sulla creazione di "unit
redazionali" cui affidare il compito di vigilare affinch i testi siano redatti
in modo da renderne agevole la traduzione.
E' stato osservato che gli autori, in particolare di testi giuridici,
fornirebbero al traduttore indicazioni pi particolareggiate se
riconoscessero una sua responsabilit nel processo redazionale. Si
ricordato che ai traduttori operanti in un contesto multinazionale incombe
la responsabilit non soltanto di conciliare in un linguaggio comune le

J_6

T&T 2.1999

divergenze linguistiche fra paesi, ma anche di scoraggiare i neologismi


spirati dalle lingue " d o m i n a n t i " . Si suggerito d i sottolineare nelle
conclusioni la necessit di un migliore c o o r d i n a m e n t o c o n gli autori e di
un maggior c o i n v o l g i m e n t o dei traduttori nel processo redazionale, il
problema delle scelte lessicali imposte da altri autori o da altre istituzioni,
l'utilit di una p i chiara definizione del ruolo dei traduttori e di quelli dei
giuristi-linguisti, del servizio del processo verbale e del servizio giuridico.
E' stato espresso il parere che una maggiore "visibilit" dei traduttori
consentirebbe di opporre una resistenza maggiore ai tentativi di imporre
loro una terminologia inadatta.
Ci si aspettava c h e i nuovi strumenti di ausilio alla traduzione
consentissero al traduttore di dedicare un t e m p o maggiore alla riflessione
e di migliorare q u i n d i la leggibilit dei testi, ma sembra piuttosto c h e al
risparmio di t e m p o abbia fatto riscontro un'accelerazione del ritmo di
lavoro.
Ci si anche chiesti perch, se i giuristi-linguisti fanno un cosi
eccellente lavoro c o m e si sostenuto nel corso della tavola rotonda, la
Corte debba continuamente occuparsi di casi sorti a seguito di
discrepanze tra le varie versioni linguistiche.
R E N A T O CORREIA, prendendo lo spunto dal problema della qualit dei
testi sollevato nel corso della discussione, ha richiamato l'attenzione sul
fatto c h e nell'ambito delle recenti iniziative in materia n o n si presa in
considerazione
la traduzione
come
elemento
del processo di
ottimizzazione della qualit.
Il terzo gruppo, presieduto da J O H N L O Y D A L L , capo della divisione
inglese della traduzione, e assistito dal prof TOSI, era composto da
FABIENNE PONDEVILLE, portavoce, M A R I N A A H L S K O G , SYLVIA BALL,
DE

CORTE,

MoRTzos,
OBRZUT,

TUULA
JOS

CHRIS

HUOTELIN-MEYER,

PAULO

NASCIMENTO

ROLLASON

BARBARA

MALENE
e

SILVA,

TOSI.

Era

MIKKELSEN,
JUAN

NAVARRO,

presente

ai

FREDDY

CHRISTOS
DORIS

lavori

del

gruppo anche CHRISTOPHER COOK.


J O H N L O Y D A L L ha dato la parola a JOS N A S C I M E N T O E SILVA, il q u a l e ha

ricordato c o m e la c o m u n i c a z i o n e debba essere chiara, trasparente e


precisa, in m o d o che ogni cittadino europeo, dal docente universitario al
p o l i t i c o al c o m u n e cittadino, possa comprendere senza difficolt i testi
c o m u n i t a r i . M a i traduttori delle istituzioni europee non hanno un
rapporto diretto c o n i cittadini dei paesi m e m b r i ; ogni messaggio
mediato dalla stampa. I giornalisti devono informare in maniera chiara
cittadini e, quando i testi comunitari presentano ambiguit, sono loro a
interpretarli. Che cosa si potrebbe fare perch i nostri testi giungano senza
mediazioni ai cittadini dei nostri paesi? C o m e ricevono questi ultimi le

T&T 2.1999

]7_

informazioni provenienti dalle istituzioni comunitarie? Egli ha fatto


l'esempio delle petizioni: spesso le attese dei cittadini che si rivolgono al
Parlamento europeo restano insoddisfatte perch essi non hanno le dee
chiare sui diritti individuali loro riconosciuti in quanto cittadini
dell'Unione. Si poi posto una serie di domande sui problemi della
contaminazione linguistica e di un linguaggio comunitario indipendente
dalle lingue nazionali. Stiamo dando forma a un linguaggio nuovo meno
comprensibile di come lo vorremmo, che tende a imporsi alle lingue
esistenti? I testi comunitari sono collegati alle diverse realt nazionali,
oppure occorrerebbe fare traduzioni pi rispettose di quelle diverse realt
e culture?
Secondo CHRISTOPHER C O O K , in un mondo ideale i mezzi di
comunicazione dovrebbero fungere da intermediari tra le stanze politiche
e il pubblico, che in definitiva il corpo elettorale. Si tratta di una delle
loro principali funzioni. Occorre ammettere che i mezzi di comunicazione
operano in contesti diversi nei vari paesi. Il cittadino britannico percepisce
le istituzioni europee come qualcosa di strano, di lontano, e non gi come
parti del processo democratico. I mezzi di comunicazione hanno quindi il
compito di rendere il pubblico britannico consapevole che nel cuore
dell'Europa esistono istituzioni democratiche ispirate a principi
democratici. Ne deriva la necessit che al cittadino britannico i documenti
comunitari, e i messaggi che gli giungono attraverso la radio e la
televisione, appaiano altrettanto chiari quanto quelli del suo paese. Ai
giornalisti occorrerebbe la piena disponibilit di un resoconto giornaliero
delle attivit del Parlamento europeo analogo allo Hansard britannico.
CHRIS ROLLASON ha fatto presente che esiste per il Parlamento
europeo un canale d'informazione analogo allo Hansard: il resoconto
stenografico delle discussioni, cui vanno aggiunti i processi verbali delle
sedute. Sono inoltre a disposizione del pubblico in tutte le versioni
linguistiche tutte le relazioni da votare in aula.
CHRISTOPHER C O O K ha replicato che il nocciolo del problema sta nella
leggibilit di quei documenti.
CHRIS ROLLASON ha richiamato l'attenzione sul fatto che i traduttori
del Parlamento europeo devono riprendere la terminologia usata per i
documenti della Commissione, su cui il Parlamento chiamato a
esprimersi; e la terminologia comunitaria molto specifica. Spesso
vengono introdotte per necessit espressioni nuove come "reti
transeuropee"; ci si potr quindi sforzare di familiarizzare il lettore
europeo con queste novit, ma il traduttore ha in ampia misura le mani
legate.

T&T 2.1999
Il prof TOSI si detto scettico sul ruolo di una stampa dominata dai
grandi gruppi industriali, anche se esistono lodevoli eccezioni di
giornalisti di grande qualit; ma in genere il mondo dei media ha una
percezione antiquata del multilinguismo e del ruolo del traduttore. Spesso
i quotidiani ospitano commenti sul deterioramento della lingua nazionale,
mentre sarebbe compito della stampa informare i lettori del Ile esigenze
poste dal contesto multilingue in cui vengono discussi i problemi europei.
I mezzi di comunicazione hanno la responsabilit di spiegare in maniera
costruttiva al pubblico qual il ruolo del traduttore in tale nuovo contesto.
CHRISTOS MORTZOS ha detto di concordare con il giornalista COOK
sulla necessit di formulare i messaggi in maniera concreta e trasparente
affinch essi possano essere correttamente percepiti. Gli autori per primi
dovrebbero inviare ai traduttori testi ben redatti.
Per FREDDY DE CORTE non spetta al traduttore riscrivere un testo per
renderlo comprensibile ai cittadini europei. Suo compito quello di
tradurre fedelmente i testi tecnici, ma spetta al giornalista renderli
accessibili al grande pubblico.
SYLVIA BALL ha espresso la convinzione che la terminologia
comunitaria sia una fonte d'arricchimento per le lingue nazionali. Stiamo
contribuendo a dar vita a una nuova realt, e dobbiamo fare in modo che i
nuovi colleghi svedesi e finlandesi si familiarizzino con essa.
Anche per LEONOR DlAS non compito del traduttore riscrivere i testi
per renderli pi accessibili al grande pubblico. Del resto, anche in molti
paesi dell'Unione nettamente percepibile la distanza tra politici e
semplici cittadini; non si pu affermare che le leggi nazionali siano
sempre chiare e comprensibili.
MARINA AHLSKOG ha riferito che in Svezia stata condotta una
campagna per consentire a ogni cittadino di poter leggere e comprendere
la legislazione nazionale. E' stato anche lanciato un programma d'azione
volto a ottenere una modifica delle norme per la redazione dei testi
comunitari al fine di garantire la democraticit dell'informazione.
AILA ASIKAINEN ha a sua volta riferito che in Finlandia il governo ha
preparato una guida per coloro che devono trasporre nella legislazione
nazionale le direttive comunitarie.
BARBARA TOSI ha sottolineato le differenze culturali per cui certi
problemi linguistici che angosciano i colleghi nordici non costituiscono
affatto motivo di turbamento ad esempio per i suoi connazionali, i quali
accettano con entusiasmo nuovi apporti da altre lingue anche se esistono
termini italiani con lo stesso significato.
PHILIPPE GRAAS ha segnalato che non soltanto gi possibile trovare
su Internet tutte le relazioni e la maggior parte dei documenti del

T&T 2.1999

1_9_

Parlamento europeo, ma che presto la d o c u m e n t a z i o n e disponibile sar


ancora pi ampia.
A N T O N I O A L M E I D A ha osservato che, c o m e i prodotti informatici sono
predisposti per un mercato ormai mondiale, anche per i testi parlamentari
da tradurre vi la stessa esigenza: gli autori dovrebbero redigerli in m o d o
da facilitarne la traduzione.
Il prof TOSI ha concluso affermando che non si pu parlare di limiti
del traduttore, ma si deve parlare dei limiti delle lingue europee, che si
sono andate f o r m a n d o in un determinato contesto culturale e non sono
pronte per un contesto europeo c o m u n e . Nei paesi anglofoni e francofoni
ci si pu porre il problema dell'integrit linguistica; negli altri paesi invece
v' un problema di comprensione, di corretta c o m u n i c a z i o n e .

Eco presso la stampa e opinioni dei partecipanti

Del seminario del 26 novembre hanno riferito il Luxemburger


Wort e il
Rpublicain
Lorrain. I partecipanti da parte loro hanno espresso in genere
valutazioni molto positive sull'iniziativa. Varie persone avrebbero preferito
che fosse dato pi a m p i o spazio alla tavola rotonda, con interventi del
p u b b l i c o , mentre l'ampio c o i n v o l g i m e n t o dei traduttori nei lavori del
pomeriggio stato m o l t o apprezzato, c o m e risulta dai seguenti c o m m e n t i ,
tratti dalle schede di valutazione compilate.
Je pense que c'tait la premire fois qu'on organisait ici une telle action de
formation. Il faut prendre en considration que les traducteurs on d faire face
une charge importante de travail aussi pendant la semaine o cette action s'est
droule. Cela a t une trs bonne ide d'associer la prsentation thorique un
dbat publique anim par de hauts responsables ayant un rapport diffrent
l'gard de l'activit de traduction et d'ouvrir ce dbat l'aprs-midi toute
personne intresse.
Too little time for the round table.
Indiquer l'avance aux participants les thmes traits dans les ateliers.
Excellente organisation. Invits de qualit pour la coordination
travail. Un effort qui ne doit pas rester sans suite.

des groupes de

J'ai apprci ce cours parce qu'il a donn de la "visibilit" la traduction.


Malheureusement nous n'avons pas le temps de rflchir notre travail...

20

T&T 2.1999

Vu le franc succs de cette premire exprience, et l'intrt veill parmi nous, il


serait intressant de rpter l'activit, voire de lui confrer un caractre rgulier.
...ringraziare per l'iniziativa e per tutta l'organizzazione del seminario, che per me
personalmente, e non solo per me, stato sotto tutti gli aspetti positivo, stimolante
e un momento di riflessione sugli sviluppi, professionali, personali e del nostro
servizio.

Considerazioni finali

Le riunioni preparatorie dei tre gruppi di lavoro, i laboratori del


pomeriggio e i contatti con esponenti del mondo accademico e dei mezzi
di comunicazione sono stati un'eccellente palestra nella quale singole
persone partite spesso da posizioni spirate a pregiudizi si sono abituate a
lavorare insieme in maniera costruttiva, con arricchimento reciproco. I
contatti, che spesso mancano al traduttore nella sua attivit quotidiana,
hanno consentito di mettere in luce potenzialit nascoste e di imparare ad
apprezzare colleghi di provenienza e di mentalit diverse, in uno spirito
autenticamente europeo. Per tutti questi motivi sarebbe auspicabile dare
un seguito al seminario del 26 novembre 1998.
E' infine importante sottolineare che stato uno sforzo collettivo a
consentire il successo del seminario. Oltre alle personalit intervenute e al
direttore HELMUT SPINDLER, ispiratore del progetto, vi hanno concorso tanti
colleghi, e in particolare RENATO CORREIA e JOHN LOYDALL, NICOLE BUCHIN
e SYLVIA BALL che si sono sobbarcate un impegno supplementare per la
rilettura dei testi scritti in francese e in inglese dagli autori di lingua
diversa, le segretarie francesi e inglesi incaricate delle trascrizioni, gli
interpreti, i tecnici, tutti gli amici dei gruppi di lavoro, il servizio della
formazione professionale, CHRISTIANE PETERSOHN, tirocinante particolarmente volenterosa ed efficiente, i circa trecento partecipanti e, soprattutto,
il direttore generale della DG 7 BARRY WILSON, senza il cui pieno e
costante appoggio non sarebbe stato possibile mobilitare tutte le forze che
hanno concorso al buon esito di questo primo grande seminario del
servizio di traduzione del Parlamento europeo.

DELMIRA CECILIA ASTORRI

DG7
Parlamento Europeo

T&T 2.1999

21_
DORIS OBRZUT

Multilingualismus Hindernis oder B rcke?


It is not only other languages that exert an influence on German, but
also the terminology used in the EU. A natural selection process
takes place that determines which terms are taken over into the
general vocabulary and which terms are dropped.
In the specific case of Austria a third factor can be observed, that
is the influence of the G erman used in the Federal Republic of
Germany on "Austrian German". The translations we produce in the
German Translation Division, however, are only targeted to the
"market" of the Federal Republic, although the texts are also read in
Austria.

"ber die allgemeine Arbeitsweise der bersetzungsdienste des EP, ber


und mgliche Lsungen wurde bereits viel
geschrieben und gesagt. Ich mchte daher nicht auf allgemeine
Fragestellungen eingehen, sondern mich bei der B ehandlung der fnf im
Seminar
vorgegebenen
Fragestellungen
auf
meine
persnlichen
Erfahrungen in der deutschen Abteilung konzentrieren.

USchwierigkeiten

Qualitt - Konsistenz - Hauseigener Stil

Meiner Ansicht nach lt die Qualitt der bersetzungen aus unserer


Abteilung nicht zu wnschen brig. Die Arbeit von neuen bersetzern
wird mehrere Jahre lang von sogenannten "Revisoren" berprft, die alle
Ausdrcke, B egriffe und stilistischen Wendungen, die nicht dem
hauseigenen Stil entsprechen, verbessern. Dadurch wird die Konsistenz
der bersetzungen gewhrleistet. Nach einigen Jahren bernimmt der
neue bersetzer dann automatisch den Stil und die Terminologie, die in
der Abteilung gewnscht werden.
Auf einen Punkt mu hier jedoch hingewiesen werden: Als
sterreicherin bin ich nicht nur gehalten, die Terminologie und den Stil
des EP zu bernehmen, sondern mu auch "B RDDeutsch" (im Gegensatz
zum "sterreichischen Deutsch") verwenden. Wir sind nur 4
sterreicherinnen unter etwa 50 bersetzern in der deutschen Abteilung.
Natrlich fhrt dies dazu, da wir uns anpassen und lngerfristig unsere

22

T&T 2.1999

spezifisch sterreichischen Ausdrcke und Termini aufgeben. Auf diesen


Punkt mchte ich aber spter noch nher eingehen.
Ein weiteres Mittel, um die Konsistenz der Texte sicherzustellen, st
die interinstitutionelle Terminologiegruppe, die offensichtlich recht gut
funktioniert. Wir erhalten regelmig Informationen ber e-mail (sog
Terminology Newsletters), in denen Probleme aufgegriffen und
Empfehlungen fr bersetzungen gemacht werden.
Ich meine daher, da die Qualitt der bersetzungen nicht unter
fehlender Konsistenz und Einheitlichkeit leidet, sondern da eher der
zeitliche Druck und die knappen Fristen zu einer Beeintrchtigung der
Qualitt fhren.

Aus- und Weiterbildung

Abgesehen von den Weiterbildungsmglichkeiten, die meine Kolleginnen


bereits
erwhnt
haben
(Sprachkurse,
Seminare,
durch
die
Hintergrundwissen ber die EU, ihre Organe und Arbeitsweisen vermittelt
werden, usw) und abgesehen von dem Revisionssystem, durch das Fehler
bzw stilistische Unterschiede von einem Revisor aufgezeigt werden,
besteht seit kurzem ein weiteres System zur Ausbildung neuer Mitarbeiter
in unserer Abteilung, das sogenannte "Mentor-System". Ein bersetzer,
der der Abteilung bereits lngere Zeit angehrt, wird einem neuen
bersetzer zugeteilt, um alle Fragen zu beantworten und Hilfestellungen
zu bieten. Dieses System basiert vllig auf persnlichen Kontakten und
mag zwar fr den Ersteinstieg und das gegenseitige Kennenlernen hilfreich
sein, meiner Ansicht nach wre aber ein besser strukturierter Ansatz
effizienter (beispielsweise eine formalisierte allgemeine Einfhrung gleich
zu Beginn ber die Arbeitsmethoden und -ablaufe in der Abteilung, ber
die Mglichkeiten, die der Computer beim Auffinden von Dokumenten
bietet, ber Textarten und Verfahren).

Spezifische bersetzungsprobleme - Standardisierung

Deutsch ist eine sehr stark standardisierte Sprache. Es werden die gleichen
Termini verwendet, wenn es sich um den gleichen Kontext handelt. Bei
bersetzungen aus dem Englischen oder Franzsischen, die ebenfalls
einen hohen Grad an Standardisierung aufweisen, treten daher keine allzu
groen Probleme auf. Auf der anderen Seite ist beispielsweise die
italienische Sprache keine standardisierte Sprache. Viele Ausdrcke

T&T 2.1999

23.

werden unter Anfhrungszeichen und viele verschiedene Begriffe werden


synonym im gleichen Zusammenhang verwendet. Dies erschwert die
Arbeit des bersetzers, zumal unsere "Kunden" in Deutschland und
sterreich an Konsistenz und Klarheit gewhnt sind.
Eine weitere Schwierigkeit betrifft die bersetzung von Texten, deren
Verfasser nicht in ihrer Muttersprache schreiben. Meiner Ansicht nach
werden nicht nur die "kleinen" Sprachen durch die Verwendung von
Arbeitssprachen (Englisch, Franzsisch) in Mitleidenschaft gezogen, da
sich ihr Wortschatz nicht weiterentwickeln und sogar verarmen kann. Oft
verlieren Texte dadurch, da sie nicht in der Muttersprache des Autors
verfat werden, an Klarheit und Ausdrucksstrke, sie werden weniger
nuancenreich und in manchen Fllen geradezu unverstndlich. Es ist
natrlich sehr praktisch, in ein oder zwei Sprachen miteinander zu
kommunizieren, das Ergebnis st jedoch hufig wenig zufriedenstellend.
Vor kurzem traf ich auf folgendes Beispiel: einen englischen Text mit dem
Begriff proposal for resolution (anstatt motion for a resolution). Der Autor
war vielleicht ein Italiener, Franzose oder Portugiese, der diesen Ausdruck
auf der Grundlage von proposta di risoluzione neu bildete. In diesem Fall
war es einfach, den richtigen Ausdruck zu erraten, manchmal sind die
Wortschpfungen oder speziellen Formulierungen aber viel weniger leicht
zu durchschauen, und dies fhrt - nicht nur zum Leidwesen der
bersetzer- zu ernsthaften Schwierigkeiten.
Im Englischen, Franzsischen und auch in den anderen Sprachen gibt
es zahlreiche Begriffe, die schwer ins Deutsche zu bersetzen sind, wie
folgende Beispiele: approach, challenge, constraints,
commitment,
regulatory, bottom-up approach, top-down approach, cercle vertueux (im
Gegensatz zu cercle vicieux),
best practice,
good
government,
mainstreaming, gender issues, etc.
Bei der bersetzung solcher Schlagworte kommt es zu einer ganz
natrlichen Selektion. Ausdrcke werden - oft durch die Medien - geprgt,
manche werden modern und in den allgemeinen Wortschatz bernommen, andere vergit man wieder.
Abgesehen von der Erfindung neuer Wrter, um neuen Anforderungen
und neuen Situationen gerecht zu werden, gibt es aber auch Beispiele fr
andere Einflsse, denen das Deutsche unterworfen ist. Ein Beispiel ist die
bersetzung des englischen Begriffs policies. Im Deutschen gab es in der
Vergangenheit keinen Plural zu Politik, heutzutage finden wir berall
Politiken. Ein weiteres Beispiel ist der englische Begriff networks, der in
der bersetzung Netzwerke in den Wortschatz Eingang gefunden hat.

24

T&T 2.1999

Eine weitere Schwierigkeit betrifft geschlechtsneutrale Bezeichnungen


(Kolleginnen oder Kollege/innen). Es gibt keine allgemeinen Regeln, wie
diese zu handhaben sind.
Natrlich sollte das Ziel jedes bersetzers darin bestehen, eine
"cultural translation", also eine auf die spezifische Idiomatik und
Ausdrucksweise
seiner
Muttersprache
ausgerichtete
bersetzung
anzufertigen. Angesichts der Art der Texte, mit denen wir es im EP zu tun
haben (vgl Kommissionstexte, deren Formulierungen man folgen mu) ist
dieses Ziel nur schwer zu erreichen. Eine Ausnahme bilden allerdings
Lnderberichte, Reden oder hnliche Texte.

Freiberufliche bersetzungen - Maschinenbersetzungen

Ich bin relativ skeptisch, was Maschinenbersetzungen angeht. Wenn man


bedenkt, ber wie lange Zeit wir hier im EP immer weiter geschult und
geformt werden, st es kaum vorstellbar, da eine gleiche Qualitt der
Arbeit durch freiberufliche bersetzer sichergestellt werden kann.
Wenn allerdings die Qualitt nicht lnger die oberste Prioritt ist,
dann knnten bestimmte Texte auch nach auen vergeben werden. Aber
das mssen unsere Vorgesetzten entscheiden.
Bisher waren die Mglichkeiten fr die Anwendung von maschinellen
bersetzungen noch ziemlich beschrnkt. Die wenigen Beispiele, ber die
ich gestolpert bin, konnten mich nicht wirklich berzeugen. Im Intranet
fand ich einen "Reiseplan". Es handelt sich um eine reine
Maschinenbersetzung, die noch nicht berprft wurde. Ein Satz daraus
soll als Beispiel gengen:
Wenn der Beginn oder das Ende der Aufgabe im Flugzeug in einer anderen
Stadt liegen als in Luxemburg, wird sie als 2 Stunden vor der offiziellen
Stunde des Starts des Flugzeugs beginnend angesehen und wie, die 2
Stunden nach der wirksamen Landungsstunde zu Ende gehen.
Der Text st vllig unverstndlich. Der Zeitaufwand fr die
berprfung und Verbesserung des Textes st wahrscheinlich genauso
gro wie eine vllig neue bersetzung.
Im Zusammenhang mit der bersetzung von Protokollen und
Tagesordnungen knnen Maschinenbersetzungen meiner Ansicht nach
jedoch ntzlich sein und die gestreten bersetzer ein wenig entlasten.

T&T 2.1999
5

25_

Beeinflussung der Sprache durch andere Sprachen und durch die EUTerminologie

Die deutsche Sprache war immer schon dem Einflu durch andere
Sprachen ausgesetzt. Ich teile die Auffassung meiner Kolleginnen, da dies
keine neue Entwicklung darstellt. Andererseits hat sich dieser Trend - so
meine ich - in den letzten Jahren beschleunigt, und dabei spielt die
Europische Union eine entscheidende Rolle.
Ein Beispiel: Es ist bemerkenswert, wie rasch sich die Stadt Wien in
den Jahren seit sterreichs Beitritt zur EU gewandelt hat. Die Stadt wurde
internationaler und weltoffener und rckte von ihrer Randlage weiter in
Richtung Westeuropa. Dies schlgt sich natrlich auch in der Sprache
nieder. Die Haltung der sterreicher gegenber der EU st generell positiv.
Es fllt auf, da sterreichische Politiker ihre International tat gerne unter
Beweis stellen, indem sie die neue EU-Sprache mit ihrem nur fr
Eingeweihte verstndlichen Fachvokabular ganz demonstrativ gebrauchen.
Ich mchte an dieser Stelle ein Beispiel aus einer sterreichischen
Tageszeitung (Der Standard 1. Juli 1998) anfhren: In einem Interview
verwendete der sterreichische Auenminister Wolfgang Schssel
wiederholt den Begriff Acquis-Screening (ohne ihn nher zu erklren). Er
benutzte weiters das englische Wort approach. Einerseits ist es heute sehr
modern, sich der speziellen EU-Sprache zu bedienen, andererseits kann
dies auch ein Zeichen dafr sein, da der Sprecher / Verfasser selbst nicht
mehr wei, wie der entsprechende Ausdruck in seiner Muttersprache
lautet. Der Durchschnittsbrger wei dabei aber kaum noch, worber die
Politiker reden. Leider.
Ein weiteres Problem, das ich in Punkt 1 bereits kurz erwhnte, betrifft
die Unterschiede zwischen der deutschen Sprache, wie sie in der BRD
verwendet wird, und dem sterreichischen Deutsch. Die Texte, die wir
hier in der deutschen bersetzungsabteilung erstellen, sind auch fr den
sterreichischen "Markt" bestimmt, sie werden auch in sterreich gelesen.
Dennoch produzieren wir nur bersetzungen, die auf den "Markt" der
BRD ausgerichtet sind.
In diesem Fall drfen wir unsere Fragestellung also nicht nur darauf
beschrnken, ob Fremdsprachen und die EU-Terminologie die Sprache in
den Einzelstaaten beeinflussen (was sicherlich der Fall ist), sondern wir
mssen uns auch der Einflsse innerhalb der deutschen Sprache selbst
bewut sein. Es besteht zwar eine Liste mit etwa 50 sterreichischen
Begriffen, va Lebensmittel, die die MdP verwenden drfen, darber hinaus
gibt es aber noch zahllose Beispiele fr Begriffe, Formulierungen und
Ausdrucksweisen, die in sterreich gngig und richtig sind, in

26

T&T 2.1999

bersetzungen von EU-Texten jedoch nicht verwendet werden drfen


(viele Deutsche wrden sie auch nicht verstehen). Es mu darauf
hingewiesen werden, da es sich dabei nicht um Formen des Dialekts
handelt, sondern um Begriffe, die in Wrterbchern stehen und in den
Medien tagtglich verwendet werden, beispielsweise: weiters (- ferner),
Jnner (-Januar), Budget (-Haushalt), Pension (-Ruhestand), unter
Bedachtnahme auf (-unter Bercksichtigung von), mit 1. Februar (-ab
1. Februar), etc.

DORIS OBRZUT

Deutsche bersetzungsabteilung
Europisches Parlament

T&T 2.1999

27_
SYLVIA BALL

Some reflections from a terminologist on


possible topics to be discussed at a seminar
1

Translation standards

This is a topic which has been much discussed in recent years, both within
the EU institutions and at conferences such as the annual ASLIB'
Conference on Translating and the Computer held in London. One notion
which has gained wide currency elsewhere but may appear unacceptable
to translators at institutions such as the EP, where high quality translation is
the rule for all documents, is that of fitness for purpose: if all that is
required is a "gist" translation for a specialist in the field whose only
handicap is not understanding the source language of a text, is minimally
post-edited machine translation really unacceptable?
1.1 Adequacy of training for translators
As so often, it depends on what you mean. Initial translator training is
certainly of a generally high standard throughout the EU. As someone who
helps provide practical terminology training for recent translation
graduates I see this all the time. However, my trainees, whom I have
consulted on this point, are of the opinion that their training is not always
practical enough or oriented towards the type of text they will eventually
translate from. One suggested that a period of work experience should be
compulsory, perhaps in the final year of a translator's course, or at least
regarded as an equally valid option to the usual personal translation
dissertation.
Moreover, in most translation divisions at the EP many translators did
not train specifically in the field and some, probably to their own and the
institution's benefit, have a university-level education in subjects not
specifically related to the languages from which they translate. Initial
training is complemented by the EP Professional Training Service's
The UK Association for Information Management; cf in particular the Proceedings of Translating
and the Computer 14, 1992, passim.

28

T&T 2.1999

courses, primarily in foreign languages, which are not confined to


translators. There is also a recent trend towards in-house training in certain
areas.
One other point which should be borne in mind is division-specific
training for new translators (mentoring, "parrainage"), which promotes the
use of uniform terminology and house style - something which I perhaps
notice more than translators within a translation division (who
understandably view themselves and their colleagues as individuals rather
than as a collective). There is a uniformity of EP house style which, like it
or not, for certain types of text is a sine qua non.
1.2 Communication

of translators' problems

This has traditionally been a matter of individual initiative as and when


problems occur, which may appear time-wasting where translation
requesters receive a number of requests for clarification from different
translation divisions, but may be beneficial in the long run if it encourages
them to provide the clarification from the outset on future occasions.
2

Multilingualism versus working languages

This is mainly a problem for the European Commission, which relies


heavily on discussion of proposals in a small number of working languages
followed by translation into the others at a later date, rather than the EP,
where - except for certain internal documents - the policy has been one of
creation of documents in any of the 11 EU languages with translation into
the other 10. The Commission's policy has always raised difficulties for
terminologists since, except in rare cases, their experts simply reply that
since all discussion on a particular topic was in English, say, or French,
they do not know the technical term in the rather rarer language you are
interested in (presumably their own!).
However, internally at the EP and in contacts with, eg applicants for
membership of the Union, there is undoubtedly an element of
impoverishment of debate (discussion / discourse in general) where
working languages are relied on too extensively. In recent months this has
mainly affected English, the major language of communication with the
applicant countries of Central and Eastern Europe, but not so long ago
French was the principal language concerned. It should be borne in mind
that the process is at least a two-way one, producing "pseudo-originals"

T&T 2.1999

29_

which may not only be difficult to translate but also mistaken by their
readers for poor translations!
My trainees also mentioned a further problem with reliance on a
limited number of working languages. Since language reflects a social and
cultural reality, discussing issues in a limited number of languages
polarises the discussion towards the reality of the countries whose
languages are being used.
2.1 The role of communicative

translation

EU legislation in the broadest sense clearly does not lend itself to the type
of communicative translation which would be appreciated by the nonspecialist reader. But this type of text, when drafted in a majority of the
languages of the EU for "home consumption", is just as alien to most of
any country's citizens. In most cases there are excellent reasons (the need
to be comprehensive, to avoid ambiguity, to follow custom and precedent
- though I'm not sure how.excellent the last reason is). Nonetheless, there
has been a massive effort in favour of localisation and communicative
translation of texts describing the working of the institutions of the EU and
their impact on the citizen, as well as the impact of EU legislation. If these
are not the texts which are most widely commented on in the media of EU
member states, we should perhaps be drawing them to the media's
attention or asking questions about their motives rather than blaming
ourselves or our colleagues in the other institutions.
2.2 Faulty translations or faulty source texts
I think on the whole that discussing the problem of translation or text
drafting in terms of apportioning blame is unhelpful. It would be of more
use to look at the pressures on both sides which have at least been
perceived as becoming greater over the years: shortening and tightening
deadlines, an increasing workload due to constraints on the establishment
plan, the increasing complexity and responsibility of the EP's role.

The role of machine(-aided) translation

Nowadays it is generally accepted in translation circles that Fully


Automatic High-Quality Translation (FAHQT), the Nirvana of the early
1960s, is probably never going to happen. Le Monde's recent gleeful
account of the Altavista Systran version of the Starr Report, including the

30

T&T 2.1999

role of one Vernon Jord anie2, shows the limitations of straight MT systems
all too well, some 32 years after the publication of the ALPAC3 report.
Nonetheless, other translation methods such as machine-aided human
translation (MAH T), with systems like the Trados Workbench used at the
EP, admittedly on a relatively small scale, have proved their worth for
repetitive texts or those which undergo successive revisions.
3.1 The role of freelance translation
This again depends on what you mean. Clearly it can be worthwhile if you
have a pool of reliable freelances to draw on but, all too often, it means
using an agency and not knowing the freelance who will actually do your
translation, with the risk of incurring additional revision work for hardpressed translation divisions. At the EP, at least, it has not proved a useful
aid for terminology work.

Multilingualism: political bridge but technical barrier?

I would say that multilingualism is in fact the only option for the Europe of
the 21st century, whether on the technical or the political level. Political
debate gets nowhere if it does not include clear communication, whether
in one language, at the national level, in 11 as currently at the EU level, or
in more in the future.
My trainees also reminded me that we have to bear in mind the whole
continuum, past as well as present and future. For example, you cannot
understand the divisions between the regions and communities in Belgium
unless you look at the past and at how the current situation has developed.

The problem of divergence between political and ordinary language

I am sceptical about whether there really is a greater gap now than earlier
or even a growing gap between EU and "national communication",

In Le Mond e o 19 September 1998, 18. President CLINTON'S aide is actually, of course, VERNON
JORDAN. MT systems' propensity for translating proper names has always been one of their most
entertaining features.
The US Automatic Language Processing Advisory Committee; cf Terminologies nouvelles June
1996 and J SLOCUM "A Survey of Machine Translation" in Computational Linguistics Vol 11, No 1,
1985, 1/17.

T&T 2.1999

31_

whatever that means. What evidence would anybody be willing to


provide, apart from alarmist press reports?
However, my trainees, who have more recent experience of their own
national reality than I do of mine, do see this problem as significant. If
Swedish issues are discussed in EU circles in terms which, are not those
used in Sweden, what chance is there that communication can be
effective?
SYLVIA BALL

European Parliament

32

T&T 2.1999
TOMMI

BERNITZ

Mulige emner til behandling p seminaret


Three working groups were set up in connection with the Seminar
on Multilingualism and Translation held at the European Parliament
in November 1998. This article concerns some of the topics that
Working Group No 3 (Political Discourse and International
Communication) found were relevant to the work of a translator in a
multilingual environment such as the European Parliament. The
article describes multilingualism and translation from the practical
point of view of a translator and covers some aspects of working as
a translator at the European Parliament, such as training. The
positive and negative effects of a multilingual environment, e.g. the
European Parliament, on the work of a translator are discussed in
terms of the influence of working languages on target languages, the
quality of translations, freelance translations, the political aspects of
multilingualism as a bridge or barrier, and the gap between national
communication and EU language.
The topics should be seen as possible subjects for discussion and as
a basis for the work of Working Group No 3. Some of the topics or
related topics were considered at the Working Group's session
during the seminar.

Indledning

isse punkter skal ses som svar p nogle mulige emner, som kunne
blive behandlet p seminaret. Ved begyndelsen af arbejdet i
arbejdsgruppen besvarede hvert medlem i gruppen nedennvnte
sprgsml. Disse svar blev brugt som grundlag for gruppens arbejde til
seminaret.
1

Opfylder oversttelserne kravene til en god oversttelse?

Dette sprgsml br primrt stilles til brugerne af oversttelserne. Mener


brugerne, at en oversttelse er god, eller at den opfylder deres
forventninger?
Efter min mening forsger enhver overstter at gre sit arbejde s godt
som muligt, men eksterne faktorer ssom frister, kildetekstens kvalitet,

T&T 2.1999

33_

baggrundsdokumentationens kvalitet og tilgngelighed samt eventuelle


edbproblemer skaber problemer for overstterne.
Modtager overstterne tilstrkkelig uddannelse?
Sfremt der ved uddannelse forsts "faglig uddannelse inden for EUinstitutionerne" er der primrt tale om sprogkurser. Disse kurser m under
ingen omstndigheder ses som noget, der kan erstatte f eks
universitetsstudier af flere rs varighed. Dette br understreges, nr nogle
af de "nye" lande forventes at tiltrde EU. Sprogkurserne gr det som regel
muligt for en overstter at udarbejde en "rimelig" oversttelse, men det
krver samtidig, at overstteren aktivt og konstant forbedrer sine evner
ved hjlp af selvstudier.
Der findes ogs edbkurser, som skal gre det muligt for overstteren
at anvende sine "arbejdsredskaber" sledes, at produktiviteten og
kvaliteten af oversttelserne kan ges. Kurserne er relevante, men det
forudstter, at de er tilpasset overstternes behov, hvilket ikke altid har
vret tilfldet. I stedet for den hyppige anvendelse af eksterne undervisere
br der anvendes flere ressourcer (tid / medarbejdere) inden for
institutionerne til at tilpasse kursernes indhold til overstternes behov og
problemer. S vidt det er muligt, br edb-undervisningen gennemfres i de
enkelte oversttelsesafdelinger sledes, at den enkelte afdelings og
overstters srlige behov kan imdekommes.
En anden form for uddannelse er den skaldte "background training"
(undervisning i de emneomrder, som oversttelserne ofte behandler f
eks politiske forhold, retsvsen, konomi). Dette er p det seneste blevet
forbedret. Der er dog visse begrnsninger ved denne form for
undervisning - det kan ikke forventes, at en overstter er i stand til at
erhverve sig indgende viden om alverdens ting. Forelsninger om EUsprgsml eller srlige omrder i et (hjem)land kan vre nyttige, men det
kan dog ikke erstatte den enkelte overstters "selvstudier". Overstternes
deltagelse i f eks EP-udvalgsmder og udvalgenes arbejde ger ogs
motivationen, og denne form for uddannelse br efter min mening
udvides.
Forelsninger om eller kurser i emneomrder bliver stadig vigtigere i
betragtning af det stigende antal af emneomrder, som EP beskftiger sig
med.
Fortsat uddannelse er af stor betydning, da vi lever i en omskiftelig
verden. Evnen til at levere gode oversttelser afhnger ofte meget af
ajourfrt viden p det generelle plan og p det sproglige omrde bde med
hensyn til kildesprog og mlsprog.

34

T&T 2.1999

Hvordan kan de problemer, som overstterne stilles over for, formidles til
institutionerne?
Dette kan ske via den eksisterende struktur for de reprsentative organer, f
eks den valgte Overstterdelegation i EP. Det kan ogs gres gennem
seminarer som denne, men problemer i det daglige arbejde br behandles
ved en dialog mellem de reprsentative organer og institutionerne.
2

Kan mlsprogene blive pvirket drftelser p arbejdssprogene?

Dette sprgsml berrer ikke Parlamentet. Jeg vil hellere stille sprgsmlet:
Kan mlsprogene blive pvirket af personer, der anvender arbejdssprog? F
eks et dansk eller finsk medlem af Europa-Parlamentet kan ikke forvente, at
hans/hendes dokument bliver skrevet p medlemmets modersml. Dermed
vil et dokument, selvom det er skrevet p et fuldendt engelsk eller fransk,
ikke fuldstndigt afspejle medlemmets tanker. I disse situationer vil det
endelige dokument blive pvirket af arbejdssprogene. Dette glder
hovedsageligt for de sm sprog og er et sprgsml om ressourcer.
Et andet eksempel p dette kunne vre, at et udkast til et dokument f
eks p finsk i den endelige version udkommer p fransk, hvilket kan
pvirke det endelige dokument.
Hvad mener almindelige borgere, der ikke lever i et flersproget milj, om
de oversatte EU-dokumenter?
Dette er et meget interessant sprgsml og kunne drftes p seminaret,
men det er meget vanskeligt at se, hvordan vi, der lever i et flersproget
milj, kan svare p dette.
Det er muligt, at folk i medlemsstaterne til tider fler, at de oversatte
EU-tekster nrmest er uforstelige og langt vk fra deres dagligdag. EUtekster om meget tekniske sprgsml anvendes ofte som eksempler p
nrmest uforstelig kommunikation. Nogle gange kan anvendelsen af EUtermer ogs skabe en flelse af fremmedgrelse blandt borgerne.
Det politiske klima og holdningen til EU i en medlemsstat spiller ogs
en rolle, men jeg mener ikke, at vi som oversttere i vidt omfang kan tage
hjde for dette i vores arbejde.
Nogle gange er oversttelser ... ikke tilfredsstillende.
overstterne eller forfatterne?

Skyldes dette

T&T 2.1999

35_

Det er vanskeligt at besvare dette sprgsml, da mange faktorer har


indflydelse p oversttelsen af en tekst. En get dialog og et strre
samarbejde mellem oversttere og forfattere kunne bidrage til at lse
nogle af disse problemer. EP's Overstterdelegation har foreslet en
adfrdskodeks, som EP-udvalgene kunne flge, nr de sender tekster til
oversttelse. Dette er skridt i den rigtige retning, men frister og andre
faktorer gr ofte forud for reglerne i denne adfrdskodeks.
I forbindelse med oversttelser, hvor der indgr f eks dokumenter fra
Kommissionen, er det ofte meget vanskeligt at afvige fra Kommissionens
terminologi navnlig ved Parlamentets ndringsforslag til et forslag fra
Kommissionen.
3
Kan maskinoversttelser vre af god kvalitet? Kan de vre et nyttigt
vrktj?
Maskiner kan anvendes til oversttelser, nr teksterne er standardiserede
ssom udbud, tekniske beskrivelser, osv. Men i EP er de fleste tekster ikke
af en sdan karakter, og derfor er maskinoversttelser ikke srlig
anvendelige.
Oversttelse adskiller sig fra andre skaldte tekniske videnskaber ved,
at en tekst kan oversttes p mange mder og stadig vre lige korrekt.
Efter min mening er den menneskelige hjerne stadig det bedste vrktj,
nr den rigtige lsning skal vlges.
Kan freelance-oversttelser vre nyttige? Hvad er virkningerne?
Dette er et politisk sprgsml. Hvis antallet af oversatte tekster og anvendte
midler er de eneste parametre for oversatte tekster - da burde EU kun
anvende freelance-oversttelser.
Jeg mener, at kvaliteten af oversttelserne vil lide under dette, da
overstterne i EU-institutionerne har en indgende viden om terminologi
og en erfaring, som oversttere udefra ikke kan forventes at have. Der
findes naturligvis gode freelance-oversttere, men tidspresset fra
bureauernes side bevirker, at de ikke altid kan producere gode
oversttelser.
Den tid og de ressourcer, der anvendes til at rette freelanceoversttelser, kan ogs vre betydelig og dermed opvejes de konomiske
fordele ved at anvende freelance-oversttelser.

36
4

T&T 2.1999
Er flersprogethed politisk set en bro og teknisk set en hindring?

Flersprogethed er en politisk ndvendighed i et fllesskab, sfremt alle


medlemmer skal behandles ens. Det er velkendt, at en person udtrykker
sig bedst p sit modersml. Hvis jeg havde skrevet denne tekst p f eks
engelsk - ville budskabet sikkert vre kommet frem, men ikke alle
nuancerne.
I nogle medlemsstater findes der en flelse af, at hvis det ikke er et
muligt at anvende sit modersml i EU, da vil det demokratiske underskud
ges, og alt vil blive bestemt fra Bruxelles p fransk.
Flersprogethed er teknisk set en hindring, men jeg mener stadig, at der
br anvendes ressourcer for at mindske denne hindring. Det er nogle
gange svrt for folk at forst, at der anvendes s mange ressourcer p
oversttelse, men jeg mener stadig, at det er det vrd, for at der kan
opns en politisk accept af Fllesskabet i medlemsstaterne.
Jeg har tidligere omtalt problemerne med et eller flere arbejdssprog i
forbindelse med oversttelse, der kan skabe problemer for oversttelsen
eller kvaliteten af teksterne.
5
Der bliver stadig strre afstand mellem kommunikationen
nationalt plan og sproget i EU.

Set ud fra en generel synsvinkel mener jeg ikke, at dette er tilfldet. Der
findes stadig eksempler p uforstelige eller "tunge" EU-tekster, men jeg
mener, at E-termer kommer ind i den politiske debat i medlemsstaterne,
og at disse udtryk nogen tid efter anvendes p normal vis i
medlemsstaterne.
Nye termer p andre omrder skaber ogs somme tider problemer for
forstelsen, f eks i dansk findes der en stor pvirkning fra andre sprog
navnlig engelsk inden for konomi, hvor den oprindelige engelske term
ofte bliver anvendt.
T O M M I

BERNITZ

Danske Oversttelsesat'deling
Europa-Parlamentet

T&T 2.1999

37_
CHRISTOS MORTZOS



Cette note propose certaines rflexions sur les facteurs susceptibles
de constituer un obstacle la rception d u d iscours politique d e
l'UE; il est souligner que l'ad aptation une ralit linguistique et
l'environnement terminologique d es sciences et d es technologies
nouvelles, d omines d e plus en plus par l'usage d e l'anglais, ne va
assurment pas d e soi et prsente d es d ifficults variables selon les
langues. De mme, l'utilisation
continue et, qui plus est,
"institutionnalise", d e certaines langues d e travail fait courir le
risque d 'une rosion lexicale et structurale d es autres langues.


- EE.
,

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.

,

(
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(
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38

T&T 2.1999

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mainstreamingr) sustainabi/fy).
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, flexibility, mobility, ).
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free-lance ),
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T&T 2.1999

39_

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40

T&T 2.1999
O L A F

PRIES

versttning och politik - ngra reflektioner


kring versttningen av militr terminologi i
Europaparlamentets texter
This paper is a case study of how political purposes behind new
coined terminology can become the cause of difficulties for
translators. Some questions on a more general level concerning
military terminology are also raised. Another issue which is
adressed, if only very briefly, is the reaction in the member states to
EU-translations, where the readers tend to assume that everything
that doesn't seem "quite right" must be a mistranslation of the
correct usage from the original, or source text. Assumptions of this
kind are of course always wrong when it comes to new coinages
such as anti-people mine. The discussion of this term and it's
translation into Swedish is the central issue of the text.

elationerna mellan olika niver och aspekter nr det gller mnsklig


verksamhet ssom ider, politik och sprk r en komplicerad materia,
av nrmast filosofisk karaktr. Syftet med denna text r endast att visa p
ngra exempel dr politiska ider eller strategier fr betydelse fr
versttningen. r det tnkbart att en versttning kan vara felfri ur ett rent
lingvistiskt perspektiv, men nd inte vara politiskt korrekt? Det vill sga
en versttning som inte frmedlar det politiska budskap som var
textfrfattarens ursprungliga avsikt. I den mn man i sprket kan srskilja
olika uttrycksniver som faktiskt innehll, emotionellt innehll etc - skulle
jag vilja besvara denna frga jakande.
Starkt frenklat uttryckt sljer politiker ider. Oavsett vilket slutligt ml
de strvar mot; vrldsfred, full sysselsttning eller rent av ett klasslst
samhlle - om man r riktigt ambitis - r det en lng vg till mlet och
mnga lagar, frordningar och tgrder som behver antas p vgen dit.
Frsljningsaspekten - att ge budskapet en attraktiv frpackning - r alltid
viktig och dess betydelse stegras naturligtvis ytterligare d ett val r i
antgande.
Naturligtvis r inte alla politiska frgor lika emotionellt laddade. Jag
blev nyligen konsulterad av en kollega som ville diskutera den svenska

T&T 2.1999

41_

versttningen av en text (PE 227.720) i vilken den franska terminologin


som var helt entydig och konsekvent hade versatts s att tv skenbart
motsatta begrepp anvndes synonymt. Det franska ordet armements hade
versatts dels med krigsmateriel, dels med frsvarsmateriel. Det r
intressant att se hur dessa bda ord fungerar som synonymer i nusvenskan,
trots att de tv primra sammansttningsleden krig och frsvar ju ligger
vldigt lng ifrn varandra bde nr det gller betydelse och referens.
Samtidigt kan man konstatera att endast ordet krigsmateriel terfinns i
ngon av vra tre mest anvnda ordbcker, och d endast i SAOL. Att
dessa bda sammansatta ord anvnds synonymt innebr allts att de har
samma referens, exempelvis kanoner, stridsvagnar, bombplan, missiler,
minor etc. Det faktum att ord med nstintill motsatt betydelse och
emotionellt innehll nd kan ing i sammansttningar som anvnds
synonymt tycks visa p ett sprkligt problem som skulle kunna utgra en
utgngspunkt fr en intressant analys.
En internationell politisk frga som under senare tid ven behandlats
av Europaparlamentet r problemet med vad som p engelska kallas antipersonnel landmines. En kampanj i syfte att frbjuda anvndningen av
detta slags minor engagerade flera knda personer och tilldelades slutligen
ven Nobels fredspris. D denna frga togs upp i parlamentet
introducerades ungefr samtidigt termen anti-people mines. Om denna
term ursprungligen lanserades frn politikerhll eller av ngon tjnsteman
r inte alldeles klart. I varje fall cirkulerade man ven ett meddelande till
parlamentets olika versttningsavdelningar innehllande frslag till
versttningar av ordet till vriga officiella sprk. Det frefaller klart att det
lg en politisk avsikt bakom detta frsk att frndra teminologin.
Sannolikt var syftet att understryka det faktum att dylika minor ddar och
srar utan urskiljning och att de drigenom utgr ett lika stort eller rent av
strre hot mot den civila befolkningen som fr den militra personalen.
Den korrekta svenska versttningen av anti-personnel mine r
naturligtvis truppmina, en term som anger att minan r avsedd att
anvndas mot militr trupp eller personal. Med hnsyn till vad som sagts
ovan kan ordet truppmina allts knappast betraktas som en god
versttning av anti-people mine. Tyvrr minns jag inte exakt vilken
versttning till svenska som freslogs i det ovannmnda meddelandet,
utver att den var frsedd med prefixet anti; det r inte osannolikt att det
var anti-personella minor; en term som frekommer med tmligen hg
frekvens i svl parlamentets som vriga institutioners texter.
Man kan ange flera skl fr att undvika en sdan versttning. Fr det
frsta frekommer detta prefix (anti) verhuvudtaget inte nr det gller de
officiella benmningarna p olika minor i Sverige. Till exempel kallas en

42

T&T 2.1999

mina avsedd fr bekmpning av stridsvagnar helt enkelt stridsvagnsmina


och liknar sprkligt allts inte alls engelskans anti-tank mine. Man fr
frmoda att man i Sverige inte knt behov av ngot prefix fr att
understryka att minor faktiskt generellt snarare r anti- n pro-. Ett annat
skl att underknna denna versttning r det rent lingvistiska ppekandet
att det svenska ordet personell i motsats till det engelska substantivet
personnel r ett adjektiv som enligt Nordstedts stora svenska ordbok
betyder "som avser personal"1. Med utgngspunkt frn denna betydelse
blir innebrden av "anti-personella minor" tmligen absurd och nrmast
"en frga fr facket".
Detta slag av olmplig eller mindre lmplig direktversttning r
ngot som r vldigt vanligt frekommande i svenska medier. Naturligtvis
kan tidsbrist i viss mn utgra en frklaring till att man exempelvis ofta
stter p detta fenomen i radiointervjuer gjorda av SR:s utrikesreportrar dr
inklippta smakprov p originalintervjun suppleras med lngre inslag av
referat p svenska av vad den intervjuade personen haft att sga.
Det kan ven vara av intresse att notera att vra kollegor inom den
engelska versttningsavdelningen inte visade ngon strre entusiasm fr
nybildningen anti-people mine och att deras chef av sprkliga skl ville
avskaffa termen fullstndigt.
D jag ungefr samtidigt som meddelandet med de olika frslagen till
versttning sndes ut var i frd med att verstta en text innehllande
termen anti-people mines tog jag kontakt med meddelandets avsndare
och framhll att frslaget till svensk versttning var mindre lmpligt. Mitt
frslag till alternativ versttning (personmina) var skerligen mindre
igonfallande och provokativt n den engelska termen anti-people mine,
men inrymmer nd tanken p att dessa minor, ven om detta inte r deras
ursprungliga syfte, bde kan anvndas och anvnds mot civila ml, och
inte endast mot militr personal.
I en del avseenden motsvarar denna versttning inte helt det
engelska originalet; den svenska termen r mera lgmld och fngar inte
p samma stt uppmrksamheten. Den frmedlar dock det viktigaste
betydelseelementet, nmligen att detta r en mina som anvnds mot
personer och inte enbart mot militr trupp! Att anvnda en mera direkt
versttning av engelskans people medfr ocks svrigheter eftersom ordet
folk hr ltt skulle bli vilseledande och fra tanken till ngot slags
"allemansmina", medan ett annat alternativ, ordet mnniska, nog skulle
knnas frmmande och kanske otympligt i en sammansttning med -mina.
En marginell bibetydelse anges ocks "ngon gng ven som avser personer".

T&T 2.1999

43_

Varken det engelska ordet anti-people mine eller den av mig freslagna
svenska versttningen personmina har jag lyckats terfinna i ngon
ordbok. En kortare tid trodde jag rent av att jag kanske skapat den svenska
termen sjlv med utgngspunkt i tyskans Antipersonenmine2. Senare
upptckte jag emellertid att frfattaren H E N N I N G MANKELL, som under lng
tid vistats sydstra Afrika dr denna typ av minor vllat stor frdelse
bland civilbefolkningen, anvnder ordet i en roman utgiven 1995 dvs
innan jag sjlv stllts infr problemet ifrga.
Nr det gller vrt bruk av terminologi nom detta omrde (minor) fick
vi nom Europaparlamentets svenska versttningsavdelning en psttning
av myndigheterna i Sverige som i enlighet med vad som sagts ovan
ppekade att den korrekta svenska termen fr anti-personnel mine r
truppmina. Man kan naturligtvis frga sig om man dr verhuvudtaget
hade noterat att det inte var detta engelska ord utan ett annat som vi hade
tergett med personmina p svenska. Naturligtvis kan det hr ven varit
frga om en berttigad reaktion p den mindre lmpade versttningen
anti-personell mina.
Eftersom ett internationellt avtal som syftar till ett allmnt frbud mot
detta slags minor nu slutits har den politiskt motiverade termen anti-people
mine frmodligen spelat ut sin roll. Nr det gller genomfrandet av
konventionen r det frmodligen mera ndamlsenligt att utnyttja den
vedertagna militra terminologin. Frgan om detta provokativa uttryck,
vilket uppenbarligen orsakat en del irritation bland svl versttare som
vriga tjnstemn, p ngot vis har bidragit till att ett problem har erhllit
en politisk lsning r svrare att besvara. Trots detta br termen genom att
lyfta fram problemets krna ha varit tankevckande och samtidigt kanske
ven pverkat ngra av de politiska aktrernas handlande. En motsvarande
teknik att provocera genom att utnyttja olika slags sprkliga uttryck r
mycket vanlig i reklambranschen (Jmfr den nyligen aktuella TCOkampanjen), och anvnd p rtt stt brukar en dylik teknik vara mycket
effektiv nr det gller att pverka attityder.
Fr frfattaren till dessa korta och bristflliga ref lektioner gjorda med
anledning av ett litet problem som framkommit i samband med arbetet
som versttare i Luxemburg skulle det naturligtvis varit nnu mera
stimulerande om tiden hade tilltit ett mera vetenskapligt arbetsstt: En
empirisk studie av olika versttningar av de ovan redovisade termerna dr
versttningen sv-en bara bildat utgngspunkten. Samtal med kollegor frn

anti-people mine versattes till tyska med Antimenschenmine.

44

T&T 2.1999

andra sprkavdelningar har antytt att motsvarande eller parallella problem


ven frekommit betrffande deras sprk.
OLAF

PRIES

Europaparlamentet

T&T 2.1999

45_
AILA ASIKAINEN

Kansalaisten tietojensaannista ja Euroopan


parlamentin monikielisyydest
If we want ordinary citizens to feel involved in the construction of
Europe instead of simply observing it from a distance we must strive
to ensure that the use of languages in the European Parliament is
marked by clarity and respect for cultural difference. The use of
Finnish, one of the two newcomer languages, is beset by persisting
problems in the texts and terminology. Despite the official principle
of multilingualism,
practical
difficulties
prevent the Finnish
language from evolving naturally in the European context. For the
minor languages the role of the translation service in developing
common
European terminology
is particularly
important as
members of the European Parliament conduct much of their work in
a language other than their own mother tongue.

Johdanto

hteist eurooppalaista kulttuuria ei voida luoda ilman kansalaisten


mukanaoloa ja osallistumista, ei ainakaan, jos halutaan saada aikaan
legitiimiksi koettu kulttuuri. Jotta kansalaiset voisivat olla mukana
rakentamassa yhteist Eurooppaa, kadunmiehen on voitava tiet ja
ymmrt, mit rakennustymaalla tapahtuu. Nin ajatellaan ainakin
joissakin jsenvaltioissa.
Koska eurooppalaisilla ei ole kytettvissn yht yhteist idinkielt,
on meneilln olevasta kehityksest kerrottava ja keskusteltava monilla
kielill. Sanomat on istutettava kansalaisten tuntemiin ksite- ja
kommunikointijrjestelmiin. Jos uskotaan, ett kukin kieli on jossain
mieless oma maailmansa, on yhden kielen edustamassa maailmassa
syntyneet ajatukset on siirrettv toiseen, sellaiseen jonka puhujille
lhtkielen maailma on varsin vieras. Kielen mrm kulttuuritausta on
vistmtt lsn tll hetkell ja viel pitkn tulevaisuudessa, ja 'sen

46

T&T 2.1999

ylittmiseksi tarvitaan vlittji, jotka kykenevt tulkitsemaan sanomat


yleislle.
2

Tiedonlhteet

Mist lhteist kansalaiset saavat tietoa seuratakseen Euroopan unioniin ja


Euroopan yhdentymiseen liittyv poliittisia tapahtumia ja lainsdnnn
kehityst?
Suomessa on perinteisesti painotettu yleisn oikeutta saada tietoja
viranomaisten laatimista tai hallussaan pitmist asiakirjoista. Tt
asiakirjajulkisuutta on Suomessa muiden Pohjoismaiden tapaan pidetty
kansalaisen perusoikeutena. Keskusteltaessa liittymisest Euroopan
unioniin monet suhtautuivat jsenyyteen epillen muun muassa siksi, ett
EU:n katsottiin harjoittavan asiakirjojen salailua. Jsenyyden vastustajat
kyttivt hyvkseen tllaisia epilyj pyrkiessn vakuuttamaan
suomalaiset siit, ett EU-jsenyys olisi syyt hylt. Sit, ett
ptksenteon pohjana olevat tiedot ja asiakirjat ovat saatavilla, pidetn
yleisesti trken tekijn arvioitaessa poliittisen jrjestelmn toimivuutta.
On kuitenkin selv, ett kadunmiehen tiedot ovat vain harvoin
perisin suoraan viranomaisten laatimista asiakirjoista. Yleis saa
useimmiten esimerkiksi EU:ta koskevat tiedot erilaisten vlittjien kautta.
Tt tehtv hoitavat usein sanomalehdet, ja tmn vuoksi toimittajilla
onkin trke osa EU-tiedon vlittjin. Mainittakoon tss yhteydess
sekin, ett yleisn luettaviksi tulevista knnksist valtaosan on mit
ilmeisimmin laatinut toimittaja, jonka kirjoitus perustuu kansainvlisist
uutistoimistojen, viranomaisten valmisteluasiakirjojen tai lehdisttiedotteiden vieraskielisiin teksteihin. Nopeasti tehdyt yhteenvedot
vieraskielisist asiakirjoista muodostavat epilemtt yhden tien, jota EU:n
tykielten, englannin ja ranskan, vaikutus kulkeutuu suomeen ja aiheuttaa
sanaston hilyvyytt. Toimittaja ei aina tule valinneeksi samaa
suomennosta kuin EU:n knnsyksikt.
3

EU-tekstit tiedonlhtein

EU:n tuottamat tekstit voidaan jakaa kahteen ryhmn sen mukaan, onko
ne laadittu kytettvksi yleislle suunnatussa tiedotuksessa vai muussa
tarkoituksessa, esimerkiksi ptksenteon pohjaksi. On kuitenkin syyt
huomata, ett mys jlkimmiseen ryhmn kuuluvat tekstit toimivat
yleisn tiedonlhtein.

T&T 2.1999

47

3.1 Yleislle laaditut tekstit


EU:ssa laaditaan runsaasti tekstimateriaalia yleis varten. Tllaisilla
teksteill annetaan yleens perustietoa Euroopan unionista ja yhteisist
toimielimineen. Aina ei tyydyt pelkstn puolueettomaan tiedottamiseen
vaan Euroopan yhdentymisen puolesta saatetaan ottaa kantaa hyvinkin
selvsti,
kuten
kehotettaessa
rakentamaan
yhteist
Eurooppaa.
Kohderyhmn vetoaminen on vaikeaa yli kulttuurirajojen. Menestys
edellytt kulttuurin tuntemusta ja sanoman mukauttamista vastaanottajakunnan makuun ja mieltymyksiin. Muuten tuloksena voi mynteisen
mielenkiinnon sijaan synty vastenmielisyys tai tunne siit, ett viesti on
yksinkertaisesti naurettava. Vaikutelma on valitettavan usein juuri
tllainen, kun lukee suomennettua teksti, joka on selvstikin laadittu
alunperin aivan erilaiseen viestintkulttuuriin kuuluvalla kielell.
Minklaisia mielleyhtymi tulee suomenkieliselle vieraalle hnen
astuessaan nyttelysaliin, jossa on esill kuvia ja niiden yll teksti
"EUROOPAN
PARLAMENTTI
1999 - UUTEEN
DEMOKRATIAN
VUOSISATAAN"? Ovatko mielleyhtymt samanlaisia kuin ranskankielisen
vieraan hnen nhdessn otsikon "LE PARLEMENT EUROPEEN 1999 VERS UN NOUVEAU SIECLE DE LA DEMOCRATIE"?
Edellisen vastakohtana, erilaisena esimerkkin yleislle tarkoitetusta
viestinnst olkoon Euroopan parlamentin tiedotuslehti, jonka nimen on
suomeksi Euroopan ni, ranskaksi La tribune de l'Europe, italiaksi Europa
oggi jne. Vaikka julkaisun kuvamateriaali nytt olevan enimmkseen
yhteist ja kirjoituksistakin suuri osa on sisllltn samansuuntaisia, lehti
on
kokonaisuudessaan
selvsti
mukautettu
kunkin
kielialueen
vaatimuksiin. Ainakin suomenkielisen painoksen tyylivalinnat ovat
uutiskirjoituksissa sellaisia, ett ne saattaisivat olla perisin mist tahansa
(hyvst) Suomessa ilmestyvst lehdest. Kansallista tuntua Euroopan
neen tuovat kirjoitukset parlamentin suomalaisjsenist ja aiheista, jotka
kiinnostavat nimenomaan suomalaisia.
3.2 Suppeammalle vastaanottajakunnalle laaditut tekstit
Toiseen EU-viestinnn ryhmn kuuluvat edell tehdyn jaottelun mukaan
tekstit, jotka on alunperin laadittu laajaa yleis suppeammalle
vastaanottajakunnalle, kuten jsenvaltion hallitukselle, parlamentille (EP:n
ptslauselmat) tai kansallisille virkamiehille (lainsdnnn valmisteluun liittyvt asiakirjat). Lainsdnttekstitkin voidaan lukea thn
ryhmn kuuluviksi.

48

T&T 2.1999

Huolimatta siit, ett vain kansalaisista vain harvat joutuvat suoraan


kosketukseen niden tekstien kanssa, niiden vaikutusta kielen kehitykseen
ei sovi vhtell. Niist on perisin joukko uusia ksitteit, joista heijastuu
kehittymss olevan yhteisen eurooppalaisen kulttuurin sislt. Nm
tekstit toimitetaan vastaanottajilleen suomennoksina, jolloin vastaanottajilla on mahdollisuus poimia knnksist uutta sanastoa ja omaksua se
kyttns. Uutta sanastoa saattavat kytt paitsi virkamiehet omassa
kansalaisiin suunnatussa viestinnssn mys toimittajat joukkoviestimiss.
Toimittajilla on usein tapana haastatella suomalaisia virkamiehi
laatiessaan artikkelia suunnitteilla olevasta EU-lainsdnnst tai
voimassa olevan lainsdnnn vaikutuksista Suomessa.
EU-lainsdntn valitut suomennokset ptyvt joskus yleisn
kyttn mys kotimaan lainsdnnn kautta, kun sanastoa otetaan
sellaisenaan Suomessa annettaviin tytntnpanosdksiin. Nin kvi
saatettaessa erit tietoliikennett koskevien direktiivien snnkset
Suomen
lainsdntn.
Englannin
sana
operator
omaksuttiin
suomennoksena operaattori, jolle direktiiveiss oli mritelty tsmllinen
sislt. Sana nytt juurtuneen tss muodossa tietoliikenneasioita
ksittelevien viranomaisten kyttn. Pinvastaisen esimerkin tarjoaa
shkmarkkinoita vapautettaessa syntynyt sanatarkka EU-suomennos
verkko-operaattori
englannin
network
operafor-ksitteelle.
Tm
suomennos nytt jneen vaille alan yleist hyvksynt, ja sen sijaan
kytetn kotimaisia vastineita verkonhaltija tai verkkoyhti.

EU-ksitteet

Suomalaiset ovat joutuneet omaksumaan melkoisen joukon uusia ksitteit


EU:n jsenyytemme myt. Erityiseksi ongelmaksi uusien ksitteiden
vlittmisess on koettu se, ett suomella ei ole yhteist perussanastoa
Euroopan suurten kielten kanssa. Knnsongelmia aiheutuu lisksi kielten
rakenteellisista eroista. Suomennettaessa uusia ksitteit on pidetty
tarpeellisena turvautua pasiassa suomen omiin sanavaroihin ja vltt
runsasta uusien lainasanojen kytt. Niinp on johdettu uusia
suomenkielisi termej
Imaisemaan
mm. EU:n myt
yleisn
tietoisuuteen tulleita ksitteit. Joissakin yhteyksiss sama ksite on tullut
tunnetuksi useamman sanan, oma- ja vierasperisen kautta. Tm on
luonnollisesti ollut omiaan lismn yleisn uusia ksitteit kohdatessaan
tuntemaa hmmennyst. Ennen pitk pdyttneen
kyttmn
jompaakumpaa muotoa, mutta EU-jsenyyden alkuvaiheen kieliongelmia
se ei tietenkn ratkaise.

T&T 2.1999

49_

Esimerkkin oudoista sanoista olkoon tss subsidiarity, joka olisi


voitu suomentaa lainasanalla subsidiariteetti. Sen sislt olisi tullut
ymmrretyksi erillisen selvityksen avulla, sill sellaisenaan subsidiariteetti
ei suomenkieliselle merkitse yhtn mitn. EY:n perustamissopimukseen
valittu suomennos toissijaisuusperiaate saa aikaan kysymyksen, mik on
toissijaista ja mik sitten ensisijaista. Ilman lisselvityst ei tm
omaperinenkn termi avaudu. Kun joku keksi ottaa kyttn sanan
lheisyysperiaate ja kun toiset kaikesta huolimatta tahtovat puhua
subsidiariteetista, on meill kolme samansisltist periaatetta.
Toinen
esimerkki
on
salailevan
byrokraattiselta
kuulostava
komitologia, joka sanana ei tuo mieleen yhtn mitn, jollei jlkiosa
sitten johda ajatuksia jonkin tieteest tunnetun -logian suuntaan. Sen tilalle
tuntuu nyt kuitenkin olevan vakiintumassa komiteamenettely.
Niden ohella on olemassa melkoinen joukko EU-asioiden keskeist
sanastoa, jonka suomennokset aiheuttavat pnsrky kntjn lisksi
tekstien lukijakunnalle. Osa ei sellaisenaan liity nimenomaan EU:hun
mutta esiintyy hyvin usein nimenomaan EU-yhteyksiss ja tulee siten
suomenkielisen yleisn tietoisuuteen. Miten suomentaa horizontal effects,
vertical integration tai mainstreaming Niiden esiintymistiheys puoltaisi
yhdyssanan tai
kiinten sanaliiton
kytt, mutta
miten
ky
ymmrrettvyyden? Civil society on kansalaisyhteiskunta, tmn tiet
jokainen kntj, mutta kuinka moni meist on pohtinut tmn
uusksitteen sislt?
Toisinaan ksite on sisllltn ennestn tunnettu, mutta siit
huolimatta ollaan taipuvaisia luomaan uusi sanatarkka suomennos. Nin
esimerkiksi positive discrimination on positiivista syrjint, kun meill on
perinteisesti ainakin puhuttu jommankumman sukupuolen suosimisesta, ja
ehk sit on monilla aloilla harjoitettukin.

Euroopan parlamentin monikielisyydest

Tarvitaanko Euroopan parlamentissa monikielisyytt, on kysymys, johon ei


tss puututa. Miss kulkevat Euroopan parlamentin monikielisyyden rajat
vhemmistkielen kyttjien nkkulmasta? Thn kysymykseen tarjotaan
seuraavassa muutamia nkkohtia.
Julkilausutun periaatteen mukaan Euroopan parlamentti toimii
yhdelltoista virallisella tykielell, joita kytetn tyskentelyn eri
vaiheissa. Todellinen tilanne on kuitenkin hieman toinen. Jokapivisin
tykielin voidaan pit pikemminkin kahta kuin yhttoista kielt, vaikka
parlamentin hyvksymt lopulliset tekstit knnetnkin kaikille virallisille

J50

T&T 2.1999

kielille. Vhemmistkielten asema heikkenee jatkuvasti, kun vhemmistkieli idinkielenn puhuvat ryhtyvt kyttmn valtakieli niin
parlamentin jsenistss kuin virkamieskunnassakin. Kytnnn syyt
ratkaisevat usein kielivalinnan valtakielen hyvksi: tyn kaikissa vaiheissa
on voitava keskustella toisten edustajien tai avustavan virkamiehen kanssa
tekstin sisllst tarvitsematta turvautua knnksiin, joiden saaminen
veisi liikaa aikaa. Monet suomalaiset edustajat ilmoittavat pyrkivns
kyttmn idinkieltn tekstiens laadinnassa, mutta tunnustavat tmn
hyvin usein mahdottomaksi kytnnss. Vieraan kielen kytt tosin
hidastaa tekstin laatimista ja saattaa vaikeuttaa yhteydenpitoa oman maan
sidosryhmiin, joille Euroopan valtakielet ovat monissa tapauksissa viel
vieraampia kuin parlamentin jsenelle. Valtaosa suomenkielisten
parlamentin jsenten teksteist laaditaan ilmeisesti muulla kielell kuin
suomeksi.
Mutta kyttip suomenkielinen edustaja parlamentissa idinkieltn
tai vierasta kielt, hnen kyttmns ksitteet ovat joka tapauksessa
suurelta osin valtakielten ksitteistn mrmi, Tekstit, joihin hn ottaa
kantaa, on lhes poikkeuksetta laadittu englanniksi tai ranskaksi. Seuraavat
luvut antavat viitteen tmn vaikutuksen voimallisuudesta: Euroopan
parlamentissa knnetn vuodessa noin 45000 sivua teksti, josta
englannin osuus lhtkielen on noin kolmannes samoin kuin ranskan.
Nist kielist knnetn siis yhteens noin 30000 sivua. Suomenkielisen
tekstin osuus on vajaa prosentti vuodessa, noin 300 sivua. Muiden
vhemmistkielten (kreikka, ruotsi ja hollanti) tilanne on ppiirteiltn
sama. Kun viel otetaan huomioon se, ett suomenkielisess tekstiss
oteaan useimmiten kantaa muuhun tekstiin, esimerkiksi komission
asiakirjaan, voidaan vakuuttua kieltenvlisten vaikutusten yksisuuntaisuudesta.

Ptelmt

Jos tahdotaan huolehtia siit, ett tavallinen kansalainen voi osallistua


meneilln olevaan "Euroopan rakentamiseen" eik vain seurata sit
sivusta, mys Euroopan parlamentissa on syyt ryhty mrtietoiseen
tyhn selken, kulttuurierot huomioon ottavan kielenkytn puolesta.
Uusina virallisina kielin mukaan tulleiden suomen ja ruotsin osalta on
viel paljon lopullista ratkaisua vailla olevia kysymyksi, varsinkin kun
niden kielten vhinen kytt on omiaan hidastamaan kielen kehittymist
kytn myt. Kun vhemmistkieli idinkielenn puhuvat parlamentin
jsenet joutuvat yh useammin kytnnn pakosta tyskentelemn

T&T 2.1999

51_

vieraalla kielell, on Euroopan yhteisjen toimielimiss harjoitettavalla


knnstoiminnalla hyvin trke tehtvns sanaston kehittjn ja
yhdenmukaistajana.
AILA ASIKAINEN
Euroopan Parlamentti

52

T&T 2.1999
F R A N C I S C O PEYR

Le "quiditquoi?" de l'acquis communautaire


Avant-propos

n petit divertissement linguistique la recherche du plus grand


nombre de versions diffrentes pour la "traduction" de l'expression
acquis communautaire dans les dix autres langues officielles. En
particulier, selon la formule utilise par RENATO CORREIA dans le cadre de
la prparation du sminaire organis par le Parlement europen
"Multilinguisme: barrire ou pont?"', la "nontraduction" de cette
expression comme stratgie de traduction 2 , stratgie utilise plus ou moins
frquemment dans trois langues: ENITNL, mais que l'on a retrouve
sporadiquement aussi dans d'autres langues comme DA, DE, FI et SV. De
plus, il est intressant de se pencher sur la solution adopte par les langues
dans lesquelles l'expression se traduit effectivement, c'estdire sur le sens
propre de cette expression dans chaque langue, et de se demander si elle
est comprhensible pour le grand public. C'est une question importante
tant donn qu'avec les articles et C du Traite sur l'Union europenne3,
l'expression
acquis
communautaire
est entre dans...
l'acquis
communautaire!

Introduction
Nous tenterons dans les pages suivantes d'analyser, d'une part, la ou les
formules utilises dans les onze langues officielles des Communauts
europennes*1 pour exprimer l'ide d'acquis communautaire. Pour ce faire,

Parlement europen, Luxembourg 26 novembre 1998.


A notre avis, il ne s'agit pas vraiment d'un emprunt. Cette "stratgie" se retrouve aussi, en
particulier, dans les diffrentes versions linguistiques des documents de la Cour de Justice, des
Communauts europennes, lorsqu'il est fait rfrence des organes judiciaires des Etats
membres.
Articles 2 et 3 du Trait sur l'Union europenne, suite l'entre en vigueur du trait d'Amsterdam.
Danois (DA) allemand (DE) anglais (EN) espagnol (ES) finnois (FI) franais (FR) italien (IT)
nerlandais (NL) portugais (PT) sudois (SV). Dans le cadre de la Cour de Justice et du Tribunal
de Premire Instance des Communauts europennes, l'irlandais est galement considr comme

T&T 2.1999

53_

nous comparerons les diverses versions linguistiques d'une douzaine de


documents diffrents. D'autre part, nous essaierons d'apprcier jusqu'
quel point l'expression utilise dans toutes ces langues est intelligible pour
le grand public, puisque nous l'avons trouve dans divers documents de
divulgation, qui lui taient donc spcifiquement destins.
Mais avant tout, il convient d'tablir certaines prcisions. Mme si, du
point de vue mthodologique, il a fallu partir du terme acquis ou de
l'expression acquis communautaire pour en rechercher l'quivalent utilis
dans les autres versions linguistiques, il est important de tenir compte du
fait qu'il ne s'agit pas, ici, d'analyser comment l'expression acquis
communautaire aurait t traduite dans les 10 autres langues, tant donn
que:
sauf exception (cf ex notre source CELEX 6), la question de savoir
quelle tait la version "originale" c'estdire la langue dans laquelle le
texte avait t rdig n'a pas t prise en considration;
partant du rglement du Conseil n 1 portant fixation du rgime
linguistique de la Communaut conomique europenne, du 15 avril
1958, toutes les versions linguistiques ont t considres comme
quivalentes, raison pour laquelle, bien que nous ayons utilis au premier
paragraphe le terme "traduction", nous ne l'utiliserons plus dans le reste
du texte, mme si, bien videmment, un travail de "traduction" a t
ncessaire pour parvenir ces "versions linguistiques". Le rglement n 1
cit n'utilise d'ailleurs aucun moment le terme "traduction" 5 ;
l'expression acquis de Schengen n'a pas t traite, et ce,
dlibrment, du fait que l'on retrouve la technique utilise pour

"langue de procdure" (art 29 para 1 du Rglement de procdure de la Cour de Justice des


Communauts europennes du 19 juin 1991 (/OL 176 4.7.1991, 7/32), rectificatif publi au JO
L 103 19.4.1997, 1/2; et art 35, para 1 du rglement de procdure du Tribunal de Premire
Instance des Communauts europennes du 2 mai 1991 (JO L 136 30.5.1991, 1/23) rectificatif
publi au VOL 103 19.4.1997, 6/7).
Dans la jurisprudence de la Cour de Justice des Communauts europennes et du Tribunal de
Premire Instance, on trouve glement de nombreuses rfrences aux "diverses versions
linguistiques" ou "diffrentes versions linguistiques" des textes ou des actes communautaires, cf les
arrets du 12.11.1969, Erich Stauder contre Ville d'Ulm Sozialamt, Ree 419; 27.10.1977,
Regina contre Pierre B ouchereau, Ree 1999; 12.7.1979, Marianne Koschniske, pouse
Wrsdorfer, contre Raad van Arbeid, Ree 2717; 16.10.1980, Klaus Mecke & Co contre
Hauptzollamt B remenOst, Ree 3029; 28.3.1985, Commission des Communauts europennes
contre RoyaumeUni de GrandeB retagne et d'Irlande du Nord, Ree 1169; 7.7.1988 Alexander
Moksel Import und Export CmgH & Co HandelsKG contre B undesanstalt fr landwirtschaftliche
Marktordnung, Ree 3845; 7.12.1995 Rockfon A/S contre Specialarbejderforbundet i Danmark,
Ree 14291; 24.10.1996, Aannemersbedrijf PK Kraaijeveld B V ea contre Gedeputeerde Staten
van ZuidHolland, Ree 15403; 17.7.1997, Ferriere Nord SpA contre Commission des
Communauts europennes, Ree 14411; 2.4.1998,The Queen contre Commissioners of Customs
and Excise, ex parte EMU Tabac SARL, The man in black Ltd, John Cunningham, Ree 11605;
4.7.1990, Parlement europen contre Wolfdieter Graf Yorck von Wartenburg, Ree 299;
6.4.1995, Ferriere Nord SpA contre Commission des Communauts europennes, Ree 11917.

_54

T&T 2.1999

l'expression acquis communautaire,


c'estdire que, mutatis mutandis,
pratiquement les mmes commentaires sont applicables;
enfin, et pour mieux comprendre la porte non seulement linguistique
mais aussi j u r i d i q u e d u sujet trait, il convient de signaler que les
tribunaux des Etats membres ont galement eu l'occasion de se prononcer
sur des problmes de divergences entre les diffrentes versions
linguistiques de certaines normes communautaires 6 .
Pour commencer, voici un tableau gnral qui nous permet de
comparer les diffrentes versions linguistiques de l'expression
acquis
communautaire
q u i ont pu tre trouves, toutes sources confondues 7 :
D A gldende fllesskabsret; gaeldende fllesskabsbestemmelser;
etablerede fllesskabspolitik; gldende EFbestemmelser; de
allerede opnede EUrettigheder
DE gemeinschaftlicher B esitzstand; B esitzstand;
acquis
communautaire;
acquis
communautaires;
Gemeinschafts
regelung; B esitzstand auf rechtlichem Gebiet
EL ; ;
""
EN acquis communautaire;
acquis communautaires;
Community
patrimony; body of EU law; legal framework; [established] EU
law [and practice]; [body of] EU rules; existing Community rules;
Community legislation
ES acervo comunitario; "acervo comunitario"; realizaciones en el
mbito jurdico (acervo); los avances comunitarios
Fl yhteisn snnst; acquis communautaire;
unionia koskevat
snnstt
FR acquis communautaire; acquis communautaires; acquis lgislatifs

C'est le cas, notamment, de la STSJ Comunidad Valenciana de 10 de octubre de 1998 (JT 1998,
1651): pour cet arrt, la Cour espagnole a t contrainte d'utiliser les versions franaise et anglaise
du Rglement (CEE) n 4258/88 du Conseil, du 19 dcembre 1988, portant application de
prfrences tarifaires gnralises pour l'anne 1989 certains produits agricoles originaires de
pays en voie de dveloppement. De plus, dans son arrt, la Cour a signal que Este error en la
transcripcin espaola, puesto de manifiesto, ha sido certificado por la Dirreccin Cenerai IB de
la Comisin Europea, cuyo servicio observa que "...las versiones lingsticas del Reglamento del
Consejo (CEE) n 4258/88, con excepcin, en particular, de la versin espaola por un error
material, incluyen en el marco del esquema comunitario
SPC (Sistema de Preferencias
Generalizadas) los caracoles de mar (Cdigo ex 1605.90.10)". Ci galement le commentaire y
relatif in Jurisprudencia Tributaria (Revista juridico-fiscal) n 20, Febrero 1999.
O n trouvera la fin du document, un tableau double entre o l'on compare une par une, les
diffrentes versions linguistiques des documents de rfrence utiliss.

T&T 2.1999

55_

IT

acquis comunitario; acquis comunitario; acquis communautaire;


acquis; conquiste comunitarie; vantaggi acquisiti nella Comunit;
risultati giuridici o "acquis"; gli acquis comunitari
NL acquis
communautaire;
communautaire
verworvenheden;
communautaire
wetgeving;
bestaande
regeling
in
de
gemeenschap; wettelijke verworvenheden of acquis; dat wat tot
dusver is opgebouwd
PT acervo comunitario; progressos no domnio jurdico
SV gemenskapens regelverk; acquis.
Et avant de partir " la recherche de l'acquis
communautaire
perdu...", il convient de citer les sources utilises, puisque nous y ferons
rfrence tout au long de notre promenade:
A
B
C)
D)

EUTERPE: B ase de donnes terminologiques du Parlement


europen
Trait sur l'Union europenne, articles B et C du TITRE I
(Dispositions communes)
Vocabularium du Trait sur l'Union europenne frendeitnlda
esptelfinosv (1994)
CELEX8: nous utiliserons nos propres rfrences, CELEX 1 CELEX
6, la place des rfrences originales et cabalistiques de CELEX,
afin de faciliter la localisation des textes cits.

D981E1896
Question crite n 1896/81 de M COSTANZO la Commission: mesures
concernant la modification de l'acquis communautaire pour le secteur de

l'huile d'olive.
Journal officiel C 129 du 19.5.82, 19.
2)185l/AFI/DCL/06
Actes relatifs a l'adhsion du Royaume d'Espagne et de la Rpublique
portugaise aux Communauts europennes. Acte final, dclaration

Etant donn que, d'aprs la base de donnes CELEX, il existe 2 347 documents dont le titre ou le
texte contiennent l'expression acquis communautaire (parmi 3 519 documents qui contiennent le
mot acquis), et puisqu'il fallait, d'une faon ou une autre, faire une slection (de toute faon
arbitraire) seuls les documents qui contiennent le mot acquis dans leur titre ont t pris en
considration. Il s'agit, pour la plupart, de documents, dj publis au Journal officiel des
communauts europeennes. D'autre part, comme nous l'avons vu, les rfrences Yacquis de
Schengen n'ont pas t retenues.

_56

T&T 2.1999

c o m m u n e concernant l'ajustement de l'acquis communautaire dans le


secteur des matires grasses vgtales.
Journal o fficiel L 302 d u 15.11.1985, 4 8 1 .
3) 991E3219
Question crite 3 2 1 9 / 9 1 de M C A R L O S ROBLES P I QUER la C o m m i s s i o n .

Strict respect de l'acquis communautaire


d'adhsion.
Journal o fficiel C 2 0 9 d u 15.8.92, 3 8 .

lors des futurs

pourparlers

4)997E3810
Question crite 3 8 1 0 / 9 7 de M M E L U C I A N A CASTELLI NA la Commission.
Obligations des tats baltes en matire d'acquis communautaire dans le
secteur audiovisuel.
Journal o fficiel C 1 74 du 8.6.1998, 133.

5)498X0429
Action c o m m u n e d u 2 9 j u i n 1998 adopte par le Conseil sur la base de
l'article 3 d u trait sur l ' U n i o n europenne, instituant un mcanisme
d'valuation collective de l'adoption, de l'application et de la mise en
oeuvre effective par les pays candidats de l'acquis de l ' U n i o n europenne
dans le d o m a i n e de la justice et des affaires intrieures.
Journal o fficiel L 191 d u 7.7.1998, 8/9.

6) 998H0233
Question 95 ( H - 0 2 3 3 / 9 8 , FdR 3 4 7 4 2 7 Q H ) de M HADAR CARS la
Commission. Diffrences ventuelles quant l'valuation de l'intgration
de l'acquis communautaires (sic) 9 par les diffrents pays candidats.
Dbats d u PE non encore publis.
E) InfCur
o , 9, 1 , "Trois questions Y V E S - T HI B A U L T DE SILGUY sur
l'Euro o n z e " .
http://europa.eu.int/euro/
F) o
P litique os ciale
eur
o penne,
Opti
o ns o
p ur
(Commission europenne) 1 9 9 4 , 9 (COM(93)551).

l'Uni
o n,

Livre

Cependant, cette faute de frappe ne se retrouve pas dans la base de donnes D O C M A N .

vert

T&T 2.1999
G) Glossaire: La rforme de l'Union europenne en 150
(http://www.europarl.ep.ec/glossary/fr/g4000a.htm#Acquis).

57_
dfinitions

H) English Style Cuide.


(http://europa.eu.int/comm/sdt/en/stygd/index.htm)
Euterpe: FR acquis communautaire
Pour commencer, il convient de se pencher sur le sens de l'expression
acquis communautaire dans sa langue originale, puisque, par la suite,
nous utiliserons cette dfinition comme rfrence, afin de fixer le sens
donn par le terme ou l'expression quivalente, ce que nous pourrions
appeler l'quivalent fonctionnel utilis dans les langues qui n'adoptent pas
l'expression franaise.
Petit Robert. ACQUIS n m 1595; subst de acqurir 1 vieilli ou littr. Savoir
acquis, exprience acquise constituant une espce de capital. Avoir
de l'acquis. // 2 m pi (v 1960) LES ACQUIS: les avantages sociaux
qui ont t acquis. Le gouvernement a promis aux syndicats de
maintenir les acquis.

Nous voyons donc que la dernire dition en date du Petit Robert


(acheve d'imprimer en mai 1998) ne fait pas rfrence l'expression
acquis communautaire et que le terme acquis au singulier est considr
comme tant "vieilli" ou "littraire". Par contre, son pluriel s'utilise
couramment, dans un sens qui a peuttre t le point de dpart de
l'expression communautaire, mme si on a prfr l'utiliser au singulier.
Pourtant, on trouve parfois l'expression les acquis communautaires (cf ex
notre rfrence "E" Infuro 9). On peut d'ailleurs se demander s'il
n'aurait pas t prfrable d'utiliser l'expression au pluriel, comme le fait
M YVESTHIB AULT DE SILGUY, membre de la Commision. De cette faon, et
par analogie avec l'expression acquis sociaux, la notion d'acquis
communautaires aurait probablement t bien plus intelligible pour le
grand public. D'ailleurs, comme nous le verrons, l'quivalent d'acquis
dans le sens d'acquis sociaux a t utilis pour plusieurs versions
linguistiques cf ex infra DE: Besitzstand, GR: .
On relve d'ailleurs une certaine confusion entre les acquis sociaux et
\'acquis communautaire dans notre document de rfrence "F": Politique
sociale europenne, Options pour l'Union,
Livre vert (Commission
europenne) 1994, 9 (COM(93)551). En effet, le premier chapitre
s'intitule "La dimension sociale de la Communaut: les acquis" (soulign
par nous). Puisque le document traite de la question de la politique

58

T&T 2.1999

sociale, on serait amen penser qu'il s'agit des acquis sociaux. Pourtant,
le paragraphe A de ce chapitre a pour titre "Les acquis lgislatifs", ce qui
semble bien tre un quivalent d'acquis communautaire et nous fait
douter srieusement du bienfond de notre premire interprtation
concernant le titre du chapitre. Faitil rfrence, en ralit, l'acquis
communautaire? Nous verrons que l'on trouve des solutions tout fait
divergentes dans les diffrentes versions linguistiques. Par exemple, la
version IT penche pour les acquis sociaux, tandis que la version ES
considre qu'il s'agit de Y acquis communautairel En tout cas, il faut bien
avouer qu'acquis lgislatifs communautaires serait une expression bien
plus transparente qu'acquis communautaire.
Voyons prsent ce qu'il en est dans les trois langues qui, comme
nous l'avons dit au dbut, utilisent trs frquemment l'expression acquis
communautaire, devraiton dire, "en franais dans le texte". Nous
commencerons notre priple outreManche.
Euterpe: EN "acquis communautaire"
Comme nous le voyons, Euterpe recommande effectivement de ne pas
traduire cette expression et d'y ajouter simplement des guillemets. C'est la
formule suivie dans la plupart des sources consultes (cites supra) et
consacre par les articles et C du TITRE I (Dispositions communes) du
Trait sur l'Union europenne luimme. On assiste nanmoins une
volution historique intressante, mme si l'on pourrait considrer que
cela n'a qu'un caractre anecdotique: si nous classons nos six documents
CELEX par ordre chronologique, nous observons l'volution suivante:
1982:
Community legislation (CELEX 1 )
1985:
"Acquis communautaire" (CELEX 2)
1992:
"Acquis communautaire" (CELEX 3)
1998:
acquis communautaire (CELEX 4)
1998:
acquis of the European Union (CELEX 5)
(version franaise: acquis de l'Union europenne)
1998:
acquis (CELEX 6).
Nous voyons donc qu'au dbut de notre petite chronologie, on utilise
une expression anglaise, puis on commence utiliser le terme franais
avec des guillemets, guillemets qui, si j'ose dire, "s'attnuent" avec le
temps jusqu' disparatre. Finalement, on supprime mme l'pithte
communautaire. On pourrait en dduire que, finalement, le terme acquis

T&T 2.1999

5J9_

est entr dans la langue anglaise, ou du moins dans le jargon


communautaire EN10.
Nanmoins, les instructions donnes aux traducteurs en ce qui
concerne la traduction de l'expression acquis communautaire semblent
aller dans une tout autre direction. Nous allons ainsi voir deux exemples,
cits in extenso:
1

10

Acquis communautaire. Except when specifically referring to


Treaty articles using "acquis communautaire"
in the English
version, "Community patrimony" is to be preferred as more
comprehensible to an Englishspeaking reader. (Vocabularium du
Trait sur l'Union europenne Maastricht frendeitnldaespt
elfinosv)
Acquis communautaire. The problem of finding a translation for
this term is not confined to English or to the Commission: the
French term is used in Article of the Dutch and Italian versions
of the Maastricht Treaty as well as the English version. The
expression is also used in a wide variety of Commission
documents, sometimes conveying slightly differing ideas. It is
unrealistic to try to arrive at an "agreed translation" for all
occasions.
Leave the term in French when quoting directly from Treaty
articles and legislative provisions, and in narrowly legal texts
stemming therefrom. It is also acceptable as inhouse jargon in
communications not intended for outside circulation.
For outside audiences, however, avoid using the term in French
where possible, or at least add an explanation or definition.
"Community patrimony" and "legal framework" have been used,
neither to unanimous acclaim. A recommended expression is
"established EU law and practice". The words "and practice"
could often be omitted, as could the word "established", which
conveys something of the idea of "achievement" inherent in the
French acquis. Other acceptable renderings for general audiences
include "the body of EU law", "the body of EU rules" or just "EU
rules", and "existing Community rules". (English Style G uide:
http://europa.eu.int/comm/sdt/en/stygd/index.htm)

Si l'on me permet cette boutade, les dfenseurs invtrs de la francophonie et les puristes de la
langue franaise menant une croisade contre les anglicismes ont de quoi pavoiser.

60

T&T 2.1999

Ces rgles sont-elles bien suivies? Le dernier numro de la Lettre


d'information de la Commission europenne InfSuro (le numro 9) ne
semble pas le confirmer: on retrouve la premire page un entretien avec
11
YVES-THIBAULT DE SILGUY, O l'on a traduit
"mise en cause des acquis
communautaires" par "challenge to the acquis communautaires" (l'italique
apparat dans le texte EN, soulign par nous). Or InfSuro est trs
clairement une publication de divulgation.
D'autre part, dans le document COM(93)551 (notre rfrence F), nous
lisons legal attainments or "acquis" (les guillemets apparaissent dans le
texte original). Mme s'il ne s'agit pas de l'une des expressions
recommandes aux traducteurs dans les publications que nous avons vues
prcdemment, c'est effectivement une bonne solution pour clarifier le
terme "acquis" dans ce document (Livre vert Politique
sociale
europenne), dont le but tait de susciter un dbat auquel devaient
prendre part les partenaires sociaux.
Il est en tout cas spcialement apprciable que les auteurs des deux
ouvrages cits se soient interrogs au sujet de l'intelligibilit, pour le grand
public, de l'expression utilise. Comme nous le verrons, ce n'est pas
toujours le cas dans les autres langues communautaires, dans lesquelles le
terme ou l'expression utilise n'est pas forcment comprhensible d'une
faon gnrale.
Nous trouvons d'ailleurs un bon exemple d'explication de
l'expression acquis communautaire dans le glossaire La rforme de
l'Union europenne en 150 dfinitions, disponible sur le site Intranet du
Parlement europen (notre source G):
Acquis communautaire
The acquis communautaire or Community patrimony is the
body of common rights and obligations which bind all the
Member States together within the European Union. It is
founded principally on the Treaty of Rome and the instruments
that supplement it (the Single European Act, the Treaty on
European Union etc.), plus the wide range of secondary
legislation enacted under them. The acquis communautaire
relates mainly to the single market and the four freedoms
inherent in it (freedom of movement for goods, persons,
capital and services), the common policies which underpin it
II

Je me permets d'utiliser ici le verbe "traduire" car je prsume que l'entretien a d se drouler en
FR.

T&T 2.1999

6J_

(agriculture, trade, competition, transport and others) and


measures to support the least-favoured regions and categories
of the population.
The Union has committed itself to maintaining the acquis
communautaire in its entirety and developing it further.
Exemptions and derogations from the legal framework
constituted by the acquis communautaire are granted only in
exceptional circumstances and are limited in scope.
See: Pillars of the European Union, Single
institutional
framework, Differentiated integration
(http://www.europarl.ep.ec/glossary/en/g4000a.htm#Acquis).
Nous constatons donc que mme si la dfinition tait suffisante pour
expliquer le concept, le traducteur a prfr ajouter, mon avis bon
escient, un quivalent intelligible pour le grand public: Community
patrimony.
Poursuivons notre parcours linguistique en passant de l'autre ct
des Alpes.
Euterpe: IT acquis comunitario
Au premier abord, le mot acquis semble tre galement entr dans la
langue transalpine: mme pas besoin de guillemets. Et pourtant, cette
expression n'a t retrouve avec cette formulation exacte que dans un
seul des textes de rfrence: il s'agit du glossaire La rforme de l'Union
europenne en 150 dfinitions (notre source G), mme si, de temps en
temps, on met entre guillemets le mot "acquis", qui est d'ailleurs
profusment utilis sans le qualificatif comunitario. Dans le Trait sur
l'Union europenne, on avait d'ailleurs dj ajout des guillemets au mot
franais: "acquis" comunitario et prfr, comme le fait Euterpe, la version
IT de l'pithte: comunitario plutt que communautaire. On ne retrouve
pourtant cette solution dans aucune de nos rfrences CELEX, bien que
l'on puisse voir ici aussi une petite chronologie, qui n'est pas dpourvue
d'intrt:
1982:
vantaggi acquisiti nella Comunit (CELEX 1)
1985:
"acquis communautaire" (CELEX 2)
1992:
conquiste comunitarie (CELEX 3)
1998:
acquis communautaire (CELEX 4)
1998:
acquis dell'Unione europea (CELEX 5)
(version franaise: acquis de l'Union europenne)

62

T&T 2.1999

1998:

acquis (CELEX 6)
(version franaise: acquis).
Nous constatons donc que malgr une lgre hsitation en 1992, la
version IT de l'expression acquis communautaire a suivi une volution
semblable celle de l'anglais.
Pourtant, la version IT du Livre vert Politique sociale europenne,
Options pour l'Union (notre source F) fait rfrence aux risultati giuridici o
acquis (guillemets dans la version IT, soulign par nous). Une nouvelle
expression (risultati giuridici) a ainsi t introduite, probablement dans le
but, trs louable, de rendre plus comprhensible pour le grand public
l'expression acquis, qui est obscure.
Les Pays-Bas et la Flandre seront notre prochaine destination.
NL
Mme si Euterpe ne contient aucune version NL de l'expression acquis
communautaire, il semble, d'aprs les collgues de langue NL consults,
que la meilleure expression soit communautaire verworvenheden.
Et pourtant, cette expression, qui exprime une ide d'accomplissement, de conqute, trs proche de celle du terme franais acquis ne se
retrouve pas souvent; c'est le moins que l'on puisse dire en parlant de
l'ensemble des textes consults, o elle n'est pas apparue du tout. Le
Trait sur l'Union europenne conserve l'expression franaise acquis
communautaire, sans mme utiliser de guillemets. En revanche, le
Vocabularium du Trait sur l'Union europenne - Maastricht fr-en-de-it-nlda-es-pt-el-fi-no-sv offre le choix entre "acquis communautaire" (avec les
guillemets) ou communautaire
verworvenheden.
Quant nos six
documents de rfrence tirs de CELEX, on peut y trouver les solutions
suivantes:
1982:
bestaande regeling in de gemeenschap (CELEX 1 )
1985:
"Acquis communautaire" (CELEX 2)
1992:
"Acquis communautaire" (CELEX 3)
1998:
communautaire wetgewing (CELEX 4)
1998:
acquis van de Europese Unie (CELEX 5)
(version franaise: acquis de l'Union europenne)
1998:
"acquis" (CELEX 6)

(version franaise: acquis)


Il apparat donc que la solution n'est pas dfinitivement trouve en
nerlandais, puisque, en 1998, on utilise encore diverses expressions. En
tout cas, toujours d'aprs les collgues de langue NL consults,
l'expression franaise est difficilement comprhensible pour le grand

T&T 2.1999

63_

public! Dans le domaine communautaire et acadmique, l'expression FR


acquis communautaire est largement utilise. Pour preuve, s'il en faut,
l'occasion de la Confrence interparlementaire sur la protection des
intrts financiers du citoyen europen (Bruxelles, 9-10 novembre 1998,
Parlement europen), le Prof J O H N VERVAELE, du Center for Enforcement of
European Law d'Utrecht a utilis, pendant son allocution prononce en
NL, l'expression FR acquis communautaire. Heureusement, il se trouvait
devant un auditoire averti (?)!
Nous avons maintenant fait le tour des trois langues o l'expression
FR acquis communautaire est utilise profusion. Mais, comme nous
l'avions annonc au dbut, on retrouve aussi cette expression en DE, FI et
SV. Continuons donc notre promenade outre-Rhin.
Euterpe: DE gemeinschaftlicher Besitzstand
Nous partirons cette fois de la dfinition du mot Besitzstand:
Duden

der: Stand dessen, was jemand, besonders ein Lohnabhngiger,


im
Hinblick auf die Hhe des Gehalts, der sozialen Leistungen o. . erreicht
hat: den Besitzstand wahren.

L'expression allemande semble tre tout fait claire, et trs proche


d'ailleurs, d'aprs la dfinition du Duden, du sens du franais acquis dans
sa seconde acception (cf supra la dfinition du Petit Robert), mme si, ici
non plus, on ne trouve aucune rfrence au
gemeinschaftlicher
Besitzstand. En tout cas, le trait sur l'Union europenne, tous les
documents CELEX consults, Euterpe, etc, utilisent
l'expression
gemeinschaftlicher Besitzstand12.
Et pourtant! Revenons notre dernier numro de la Lettre
d'information de la Commission europenne lnfuro (le numro 9): nous
retrouvons toujours la premire page l'entretien avec YVES-THIBAULT D E
SILGUY, O l'on a rendu cette fois [les] acquis communautaires par die
"acquis communautaires" (les guillemets apparaissent dans le texte DE,
soulign par nous). Or il n'est plus ncessaire de rappeler qu'InfSuro est
une publication qui s'adresse au grand public, pas toujours vers dans le
jargon communautaire, qui semble souvent rserv aux seuls initis. Le
traducteur a-t-il voulu faire la diffrence entre le singulier et le pluriel de
l'expression acquis communautaire! C'est bien possible; or dans plusieurs
12

Sauf notre rfrence CELEX 1, o nous lisons Cerneinschaftsregelung.

_64

T&T 2.1999

langues communautaires, l'expression utilise pour l'acquis communautaire n'a pas de pluriel! Et c'est justement le cas pour gemeinschaftlicher Besitzstand.
D'autre part, on retrouve galement l'expression franaise acquis
communautaire dans le glossaire La rforme de l'Union europenne en
150 dfinitions (notre source G): l'auteur du glossaire (ou, le cas chant,
le traducteur, puisque, une fois de plus, la langue originale importe peu) a
en effet prfr claircir (?) l'expression gemeinschaftlicher Besitzstand en
ajoutant entre parenthses la version franaise acquis communautaire.
C'tait sans doute la meilleure solution pour ce glossaire, vers sur le site
Intranet du Parlament europen, et, donc, destin aussi bien un public
nophyte qu' un auditoire plus averti en matire de jargon
communautaire.
Passons prsent en Scandinavie.
Euterpe: SV gemenskapens regelverk
Le terme regelverk semble bien clair: "ensemble de normes, ordre
juridique", et il est utilis dans presque toutes les sources consultes.
Toutes? Un dput (au moins) rsiste encore: il s'agit de notre source
CELEX 6, FdR 347427 Q H (question orale H-0233/98): le dput sudois a
choisi d'utiliser le terme franais, ce qui prouve bien que mme dans une
langue o l'on pourrait penser que le problme n'existe pas, la pratique
impose un jargon incomprhensible en dehors du domaine communautaire.
Et ce n'est mme pas le seul cas: dans le glossaire La rforme de
l'Union europenne en 150 dfinitions (notre source G), nous lisons
gemenskapens regelverk eller "l'acquis communautaire", ce qui prouve
bien que, comme dans le cas de l'allemand, il convenait de citer les deux
expressions, afin que chacun y trouve celle qui lui est la plus familire.
Traversons maintenant le Golfe de Botnie.
Euterpe: FI yhteisn snnst
En finnois, l'expression est galement claire (pour les Finlandais de langue
finnoise!): ensemble de (-st) dispositions (snn) de la Communaut ou
communautaires (yhteisn). On retrouve cette expression dans tous les
textes consults ou presque: si nous revenons la question de notre
dput sudois (notre source CELEX 6), la traduction FI utilise, tout comme

T&T 2.1999

65_

l'original SV, le terme acquis, qui, pour une fois, est devenu acquis
communitaire (sic). Il s'agit videmment d'une faute de frappe. Ce qui est
clair, c'est que le traducteur a choisi, en toute logique, de conserver le
terme dans la langue trangre utilise par l'auteur de la question.
D'autre part, on retrouve une fois de plus deux possibilits dans le
glossaire La rforme de l'Union europenne en 150 dfinitions (notre
source G), o nous lisons acquis communautaire eli yhteisn snnst. Il
est ainsi intressant de constater tout d'abord que, dans le glossaire,
l'entre correspond l'expression franaise acquis communautaire, et non
pas l'expression finnoise yhteisn snnst. D'autre part, ladite
expression franaise est rpte quatre fois dans cette entre du glossaire,
la place de l'expression finnoise, comme s'il tait plus normal et
intelligible d'utiliser acquis communautaire au lieu de yhteisn snnst.
Pourtant, d'aprs les collgues de langue finnoise consults, il semble
que le terme snnst soit facilement comprhensible pour le grand
public, puisqu'il est frquemment utilis pour faire rfrence n'importe
quel ensemble de dispositions de l'ordre juridique interne. Le problme
serait plutt le terme yhteisn (de la Communaut): ces collgues
considrent qu'il serait beaucoup plus intelligible d'utiliser, dans des
documents de divulgation, Euroopan (d'Europe) plutt que yhteisn (de la
Communaut).
Restons encore brivement au Nord de l'Europe.
Euterpe: DA gldende fllesskabsret
L'expression danoise est galement des plus claires: on pourrait la traduire
par ordre juridique communitaire en vigueur, normes communitaires en
vigueur ou droit communitaire en vigueur. De plus, d'aprs les collgues
de langue DA consults, il s'agit d'une expression tout fait
comprhensible pour le grand public. Pourtant, nous avons trouv bien
plus d'expressions diffrentes dans les documents consults que nous ne
l'aurions
pens: gldende
fllesskabsbestemmelser
(dispositions
communautaires en vigueur - CELEX 1), etablerede fllesskabspolitik
(politique communautaire tablie - CELEX 3) ou encore gldende EFbestemmelser (dispositions de la CE en vigueur - CELEX 4).
Mais ce n'est pas tout! Nous avons galement rencontr notre bon
vieil acquis dans le document de rfrence F (COM(93)551), o nous
lisons lovgivningsmssige
resultater eller "acquis" (les guillemets
apparaissent dans le texte original, soulign par nous), c'est--dire rsultats
dans le domaine juridique ou "acquis".

66

T&T 2.1999

Nous arrivons ainsi au terme de notre expdition sur les traces de


l'acquis communautaire. Dans les trois autres langues officielles, nous
n'avons pas trouv de cas o l'expression franaise soit utilise.
Nanmoins, il convient de se pencher, comme nous l'avons dj fait pour
plusieurs des langues traites, sur l'intelligibilit de l'expression utilise
dans chacune de ces langues.
Revenons donc maintenant dans le sud de l'Europe, et, plus
prcisment, outrePyrnes.
Euterpe: ES acervo comunitario
Tout d'abord, que signifie acervoi
DRAE:

M Moliner:

7 Montn de cosas menudas, como trigo, cebada, legumbres, etc // 2


Haber que pertenece en comn a varias personas, sean socios,
coherederos, acreedores, etc // 3 fig Conjunto de bienes morales o
culturales acumulados por tradicin o herencia, //po. Der. Conjunto
de valores entregados al diocesano para redimir de cargas piadosas las
fincas de particulares.
7 Montn de cosas menudas, como simientes o legumbres. // 2
Conjunto de bienes posedos en comn por una colectividad o por
varias personas: "El acervo familiar". // 3 (fig) "Caudal.
Patrimonio".
Conjunto de bienes no materiales: "Forma parte de nuestro acervo
espiritual".

Comme on le voit, aucun des dictionnaires consults ne fait rfrence,


sous la rubrique acervo, l'expression acervo comunitario. Mme pas les
dictionnaires juridiques comme, ex le Diccionario Jurdico Espasa. Dans
les ouvrages de droit communautaire, on trouve nanmoins videmment
des dfinitions, comme celle du Dictionnaire juridique de l'Union
europenne de FLIX DE LA FUENTE accessible par Internet depuis
www.users.skynet.be/sfie/):
Conjunto
de
disposiciones
y
normas
legislativas,
reglamentarias y jurisprudenciales (derecho primario, derecho
derivado
o
secundario,
jurisprudencia
y
acuerdos
internacionales) que estn vigentes en la CE, constituyen un
logro irrenunciable en el camino hacia la Unin Europea y no
pueden ser puestas en duda por ningn Estado miembro o
Estado aspirante a la Unin. Este acervo se ha ido
desarrollando a medida que se ha ido precisando la
integracin europea y ha ido tomando forma el mercado
interior. [...] Cuando un nuevo Estado miembro se adhiere a la

T&T 2.1999

67

Unin, anteriormente a la Comunidad, la recepcin de este


acervo comunitario se produce automticamente por el acto
mismo de la adhesin.
Ce qui est clair, c'est que le terme acervo semble bien avoir fait
l'unanimit, et il apparat effectivement dans toutes les sources consultes
pour le prsent travail 13 . Cet tat de fait mrite nanmoins quelques
commentaires:
Le terme acervo s'utilise surtout au sens figur (cf supra Dictionnaire
M Moliner, troisime acception), dans l'expression acervo cultural.
Le terme acervo a bel et bien un sens dans le domaine du lexique
juridique, pourtant bien loign de l'acquis communautaire, puisqu'il
s'utilisait en droit canonique historique pour dsigner les biens remis aux
autorits ecclsiastiques en guise de paiement de certains impts dvolus
l'Eglise, aujourd'hui bien videmment abrogs!
Une autre acception du terme acervo la limite entre les termes
juridiques et le langage courant fait rfrence un ensemble de biens
ex l'ensemble des biens qui composent un hritage. Pourtant, dans le
domaine juridique, la place du terme acervo, on prfre utiliser le terme
as, c'estdire que l'on parle d'as hereditario. De toute faon, mon avis,
les expressions acervo hereditario et as hereditario sont presque aussi
obscures pour les non juristes.
Si nous revenons une fois de plus notre document de rfrence F
(COM(93)551), nous trouverons un quivalent pour l'acervo: realizaciones
en el mbito jurdico. Or, tant donn qu'il s'agit d'un Livre vert,
document destin par sa propre nature un large public, je pense qu'il
s'agit effectivement d'une bonne solution.
Restons dans la pninsule ibrique, mais "un peu plus l'Ouest".
Euterpe: PT acervo comunitrio
D'emble, on se rend compte que PT et ES utilisent la mme expression. Et
on retrouve dans presque tous les documents consults14 l'expression

Il a mme dj t utilis, quoique entre guilemets, avant l'adhsion de l'Espagne (cf notre
document de rfrence CELEX 2).
Une exception toutefois: dans un document datant de dcembre 1985 (quelques semaines avant
l'adhsion du Portugal), on peut lire adquirido comunitrio (notre source CELEX 2).

68

T&T 2.1999

recommande
dictionnaires:
Lello:
Aurlio:

par

Euterpe.

Mais

consultons

ci

aussi

quelques

s.m. (lat. acervu). Monto, cmulo. Abundncia:


um acervo de
disparates.
( ou ). [Do lat. acervu.j S. m. 7. Monto, cmulo. // 2. V. quantidade
(3): Formvamos juntos um acervo de trastes, valamos tanto como as
bagagens trazidas l de baixo e as mercadorias
a que nos
misturvamos. " (G raciliano Ramos, Memrias do Crcere. , 7 94) // 3.
Conjunto
de bens que integram um patrimnio;
cabedal: "E,
perguntandolhe eu que lhe parecia do plano de vender em leilo o
acervo da companhia
vio .... soltar um suspiro to grande, que
pareceu trazerlhe as entranhas para fora." (Machado de Assis, A
semana, II, 88.) // 4. O conjunto das obras de uma biblioteca, de um
museu, etc.; fundo. // 5. Patrimnio, riqueza, cabedal: acervo artstico;
acervo moral. [Dim. irreg.: acrvulo.j

Comme on peut le constater, il n'y a de nouveau aucune rfrence


l'expression acervo comunitrio. De plus, tous les collgues de langue PT
consults sont d'avis que cette expression n'est comprise que par les
personnes vraiment verses dans les affaires communautaires. En
revanche, le terme acervo s'utilise tout fait couramment pour dsigner
les collections runies dans un muse ou l'ensemble des livres d'une
bibliothque (la quatrime acception de la dfinition du dictionnaire
Aurlio). B ref, tout ce qui a t... acquis par ce type d'institutions.
Il est, d'autre part, intressant de noter l'expression utilise dans notre
document de rfrence F (COM(93)551) comme quivalent d'acquis:
progressos no domnio jurdico, beaucoup plus claire pour le grand
public.
videmment, pour terminer cette odysse, nous ne pouvions pas faire
meilleur choix que de passer par les Colonnes d'Hercule pour rentrer
Ithaque.

Euterpe: EL
L'expression grecque est, cette fois d'aprs les collgues de langue GR
consults, assez comprhensible pour le grand public, pour autant qu'il
s'agisse d'un public relativement averti en matire communautaire. En tout
cas, le terme n'offre pas de difficults particulires
puisqu'il s'utilise galement, comme en franais, pour faire rfrence aux
acquis sociaux.
Pourtant, dans notre document de rfrence F (COM(93)551), on a
choisi d'utiliser comme quivalent de

T&T 2.1999

69_

De cette faon, on claire encore mieux le sens de cette


expression dans ce document de divulgation.
Conclusions
La premire conclusion que l'on peut tirer de ce parcours travers les
diverses expressions et termes utiliss pour faire rfrence l'acquis
communautaire dans les dix autres langues oficielles de l'UE, c'est que
dans plusieurs langues, il n'existe pas encore d'"unanimit" en ce qui
concerne le terme ou l'expression utiliser. C'est le cas, notamment, du
NL.
Dans certaines langues, ex en EN, on recommande aux traducteurs
d'utiliser des expressions diffrentes en fonction de la situation, c'estdire
en fonction des destinataires du texte, de telle faon que cette expression
soit comprhensible pour le grand public lorsqu'il s'agit de textes qui lui
sont destins et de rserver les expressions plus techniques, ex la "non
traduction" du terme acquis communautaire lorsqu'il s'agit de citer le
trait sur l'UE ou des dispositions dont la version EN contient cette
expression.
Prcisment, ce manque d'intelligibilit pour le grand public de
l'expression utilise dans la plupart des langues (que ce soit la "non
traduction" de l'expression FR ou un terme ou expression de la langue
"cible") est le principal problme qui subsiste dans la plupart des langues
communautaires, malgr l'existence d'expressions quivalentes, comme
celles que nous avons vues dans le Livre vert Politique sociale
europenne, Options pour l'Union (COM(93)551), malheureusement trop
peu utilises. Cela contribue largement octroyer au jargon
communautaire un caractre sciemment sotrique: mme les juristes
(pourtant bien soucieux de prserver leur gagnepain et d'viter l'intrusion
professionnelle) se plaignent du caractre rbarbatif du droit
communautaire, et le langage utilis est, probablement, en grande partie
responsable de cette impression!

70

T&T 2.1999

Alors, si la traduction doit avoir un rle dans l'ordre juridique


communautaire(?), ne pourrait-ce pas tre de le rendre plus intelligible,
plus comprhensible, plus -pour utiliser un terme la mode- convivial^
pour le grand public... et mme pour les juristes eux-mmes?
FRANCISCO PEYR
Parlement europen
FPeyro @'europa rl.eu.int

Remerciements
tous les collgues du groupe de travail n 2: "Le rle de la traduction
dans l'ordre juridique communautaire et dans les prises de position du
Parlement europen" du sminaire "Multilinguisme: barrire ou pont?",
qui ont apport des exemples, des documents ou des commentaires utiles
pour ce travail et tout spcialement, MME NICOLE B U C H I N , qui s'est
charge de la rvision du texte.

J'ai failli crire user friendly..

71

T&T 2.1999

ANNEXE

Tableau comparatif des diffrentes versions linguistiques des documents


de rfrence utiliss
A
DA
EN
FR
PT

Euterpe
EL

ES

gemeinschaftlicher
Besitzstand
acervo comunitario

Fl

yhteisn snnst

IT

acquis comunitario

NL

SV

gemenskapens
regelverk

DE

EL

ES

gemeinschaftlicher
Besitzstand
acervo comunitario

Fl

yhteisn snnst

IT

acquis comunitario

NL

acquis
communautaire

SV

gemenskapens
regelverk

gldende
fllesskabsret
acquis
communautaire;
Community
patrimony
acquis
communautaire

DE

EL

ES

gemeinschaftlicher
Besitzstand
acervo comunitario

Fl

yhteisn snnst

IT

acquis comunitario

NL

acquis
communautaire;
communautaire
verworvenheden

acervo comunitrio

SV

gemenskapens
regelverk

gldende
fllesskabsret
acquis
communautaire
acquis
communautaire
acervo comunitrio

TUE art - C

PT

gldende
fllesskabsret
acquis
communautaire
acquis
communautaire
acervo comunitrio

Vocabularium TUE

DA
EN
FR

DA
EN

FR

PT

DE

72
D
DA

EN
FR

T&T 2.1999
CELEX 1
gldende
fllesskabsbest
emmelser
Community
legislation
acquis
communautaire

DA
EN
FR
PT

D
DA
EN
FR
PT

D
DA
EN
FR
PT

Gemeinschafts
regelung

Fl

ES
IT

EL

vantaggi acquisiti
nella Comunit

NL

bestaande regeling in
de gemeenschap

gemeinschaftlicher
Besitzstand
"acervo comunitario"

EL

" "

acquis
taire

NL

acquis
communautaire

gemeinschaftlicher
Besitzstand
acervo comunitario

EL

conquiste
comunitarie

NL

acquis
communautaire

gemeinschaftlicher
Besitzstand
acervo comunitario

EL

Fl

yhteisn snnst

NL

communautaire
wetgewing

SV

PT

DE

CELEX 2
gldende
fllesskabsret
acquis
communautaire
acquis
communautaire
adquirido
comunitrio

DE
ES
IT

communau

FI

SV

CELEX 3
etablerede
fllesskabspolitik
acquis
communautaire
acquis
communautaire
acervo comunitario

DE
ES
IT

FI

SV

CELEX 4
gldende EF
bestemmelser
acquis
communautaire
acquis
communautaire
acervo comunitrio

DE
ES
IT
SV

acquis
communau
taire
gemenskapens
regelverk

73

T&T 2.1999
D
DA
EN
FR
PT

D
DA
EN
FR

CELEX 5
gldende ret i Den
Europaeiske Union
acquis of the
European Union
acquis de l'Union
europenne
acervo
da
Unio
Europeia

EL

DE

Besitzstand

EL

ES

acervo comunitario

FI

acquis

NL

(sic16)
acquis

EL

Fl

unionia koskevat
snnstt
dat wat tot dusver is
opgebouwd

ES
IT
SV

Fl
NL

CELEX 6
gldende
fllesskabsret
acquis
acquis
.

PT



Euroopan unionin
snnst
acquis
van
de
Europese Unie

Besitzstand der
Europaeischen Union
acervo de la Unin
Europea
acquis
dell'Unione
europea
Europeiska unionens
regelverk

DE

IT

acquis

SV

acquis

DE

die acquis
communautaires
los avances
comunitarios
gli acquis comunitari


communi-taire

17

communautaire
acervo comunitrio

InfC uro
DA
EN
FR
PT

16

de allerede opnede
EUrettigheder
the acquis
communautaires
[les] acquis
communautaires
acervo comunitrio

ES
IT
SV

NL

gemenskapens
regelverk

Faute de frappe pour acquis communautaire.


D'aprs DOCMAN: CELEX indiquait acquis communautaires, ce qui n'tait videmment qu'une
faute de frappe.

74
F

T&T 2.1999
C O M (93) 5 5 1

DA

lovgivningsmssige
resultater eller acquis

DE

der B esitzstand auf


rechtlichem Gebiet

EL

EN

legal attainments or
acquis

ES

Fl

FR

les acquis lgislatifs

IT

realizaciones en el
mbito
jurdico
(acervo)
risultati giuridici o
acquis

PT

progressos no
domnio jurdico

Glossaire rforme UE
gemeinschaftlicher
Besitzstand
(acquis
communautaire)
acervo comunitario

EL

FI

acquis
communautaire;
yhteisn snnst

IT

acquis
comunitario;
acquis comunitario

NL

acquis
communautaire;
acquis
communautaire;
communautaire
verworveheden

SV

gemenskapens
regelverk;
l'acquis
communautaire

gldende
fllesskabsret

DE

EN

acquis
communautaire;
acquis
communautaire;
Community
patrimony
acquis
communautaire

ES

acervo comunitrio

PT

wettelijke
verworvenheden
acquis

SV

DA

FR

NL

""

of

T&T 2.1999
H
DA
EN

FR
PT

75

English Style Guide


acquis
communautaire;
Community
patrimony; body of
EU law; legal
framework;
[established] EU law
[and pratice]; [body
of] EU rules; existing
Community rules;
Community
legislation

DE
ES

EL
Fl

IT
SV

NL

76

T&T 2.1999
HELEN TITCHEN BEETH
BILL FRASER

The hidden life of translators


The material contained in this article has been collected and
developed from a series of workshops for translators which we have
been conducting at the European Commission.
Our main purpose has been to explore the translating process
from the angle of internal observation and experiencing rather than
external observation and measurement. That is to say, we have
asked professional translators how they work and how they react to
descriptions of working processes that are given by other translators.
Our descriptions are as clear as we can make them on the basis
of inner self-observation. It is perhaps worth stressing that we have
avoided "think aloud" protocols because we believe these are still
likely
to be structured
and
censored
by
unconscious
presuppositions. The hope is that other professional translators will
recognise the processes described and - by virtue of having them
described in words - be able more easily to access their own
internal processes and so improve or change them if they wish.
Part 1 is concerned with how our perceived identity as translators
influences our performance. Part 2 looks at meta-processes from
other, more abstract mental levels which provide a framework for
the specific act of translating. Part 3 deals with those microprocesses which - generally labelled 'strategies' - make up the bulk
of the recent literature about translating, and which we will relate to
the wider contexts discussed in the first two parts.

Part 1 : The translator as professional and craftsman


Knowing where you are

ranslating cannot be seen in isolation. The translator's role is


embedded in the broader context of a c o m m u n i c a t i o n process whose
purpose w i l l be different in each instance and w h e r e the number and
identity of the interlocutors w i l l also vary. Indeed, the very same text can

T&T 2.1999

77_

sometimes be made to serve different purposes on different occasions and


can therefore require a different translation each time.
To do full justice to any text, we have to think and feel ourselves into
the relevant context. The more thoroughly we can steep ourselves in the
background, the more effortlessly and naturally we will be able to produce
the quality of work which is required for each occasion.
There is more, however: the ultimate success of the communication
process depends on understanding not only the content o the message but
also, wherever possible, the identity of the sender and receiver and the
relationship between them, as experienced on both sides.
Knowing who you are
As translators, our position in the communication process is unusual. We
are "in the middle".
Being neither the sender of the message nor its receiver, the translator
is not so much an interlocutor in the communication process as part of the
process itself. In this capacity, we are supposed to be invisible.
The translator rarely comes face-to-face with either the sender or the
receiver of the message. Our investment in the process is to ensure that the
message from the sender is relayed as faithfully as possible to the receiver.
Sometimes, the receiver need not be taxed with the knowledge that the
message originated in a different organisation, a different language or a
different culture. At other times, the receiver wants to understand the
circumstances in which the message originated.
As translators, our role in the process is also more complex than that
of either the sender or the receiver. Part of our role must be 'chameleon'.
For if we are to be sure of faithfully and effectively transmitting the
message, we will need to spend time in other people's shoes.
We have all been senders and receivers of written messages ourselves,
so we know what it means, as an author, to ask ourselves "How can I
make sure my audience understands what I am trying to say?" and, as a
reader, "I wonder what the author was trying to tell me when she wrote
these words?" Since we often have no access to the actual reader or
author, in order to answer these questions we instinctively project
ourselves into the position of the other in the communication loop, as the
only place where we can glean the information we need.
As translators we must cover double the territory, being required to
'inhabit' first the author, to check we have understood his intent and the
context from which he is formulating his message, and then the reader, to
check that the message is pitched at a level she will readily understand.

78

T&T 2.1999

And for the actual act of translating, of course, we must fully inhabit our
own selves if we are to have all our resources at our command as - for a
while - we become the original author of a new text.
We need to be more consciously aware of these special features in the
translator's role in the communication process. Always being an
intermediary, aspiring to invisibility or at least window-like transparency
while having to spend so much time inhabiting other people's identities
can be recipes for rapid burn-out unless we are soundly anchored in our
own role in the process. Conversely, if we remain in touch with our sense
of vocation as we translate we will find that playing the chameleon gives a
deep authenticity to our work which is the hallmark of the truly inspired
translator.
Knowing what you do
The translator's art is made up of hundreds of different internal strategies
and substrategies. Very little is known about this phenomenon - only
exceptionally perceptive translators ever even become aware of them'.
Scientific study of such internal, subjective experience would be so
complex that it has not really been started. Moreover, such strategies are
rarely, if ever, taught in translating courses, which tend to concentrate on
the more straightforward external, empirical observables such as the
finished product and the original text.
But whether we consciously know what we are doing or not, we
already use most of these subconscious language routines as a matter of
course; we just do not understand from the inside how they work (like we
don't know how we understand language itself). Individual translators
spend their professional lives developing and refining their personal
strategies, but rarely do they share or discuss them with colleagues. Often
the strategies never even break through into awareness.
The present authors would like to see this state of affairs redressed,
because you can't solve a problem if you don't understand how you got
into it. You can't improve your performance if you don't know what it is
you're doing (or not doing) af this moment, unless it is by accident. One of
our tools as professional translators must therefore be the ability to observe
our own performance in as much detail as possible and steadily refine it

In a recent book, DOUGLAS HOFSTADTER discusses some of the background processes which run
semi-consciously like subroutines in the translator's mind: he mentions the 'syntactic regrouper',
the 'semantic substitutor' and the 'phonetic substitutor'.

T&T 2.1999

79_

over time. This takes practice and self-discipline. You don't wake up one
morning competent in conscious self-observation: it is a capacity you
develop gradually. However, it is worth the effort because it is something
you can practice in every area of your life and the benefits are by no
means restricted to your professional activities.
Because this area of strategies is so crucial, yet so complex, we prefer
to concentrate here and in our subsequent articles on "enabling strategies"
that can help translators to bring into awareness and develop the routines
they use unconsciously already, in ways that will help them to access
them more easily and at will.
State control
You need only listen to a sports commentary for five minutes to know that
what makes a golf champion or a world-class sprinter is not so much their
technical competence (highly competent sportsmen and women are
remarkably common) as their ability to consistently control their internal
state. The winner of the Wimbledon tennis final, for example, must sustain
a state of acute but relaxed concentration under extreme pressure (also
created by the mind - after all, no-one's survival is at stake) - and a touch
of joy and humour will win them the crowd into the bargain.
This applies equally well to translators. We all know what it is like to
have to function under pressure. Keeping that deadline is more important
for some documents than for others. Extremely high quality is more
important for some documents than others. General presuppositions
among translators include the belief that speed and quality cannot go
together. This generalisation might be too simplistic, however. One key to
professionalism in translation is the ability to control one's internal state so
as to be able consistently to produce top style and accuracy, even under
time pressure.
Examples of internal states (and components of states) which
translators can learn to access at will:
* Immersion (translating state)
* Critical distance
* Naivete (seeing with fresh eyes)
* Concentration
* Relaxation
* Focusing on the big picture
* Focusing on small details

_80

T&T 2.1999

Continuous learning
Translating is one of the most demanding and difficult intellectual pursuits
that exists. Over and above the level of linguistic competence, general
knowledge of the world and mental flexibility that is required, translators
must also be almost entirely self-motivated
if they are to stay in the
business long enough to gain worthwhile experience, self-critical if they
are to maintain high standards and continue to improve the quality of their
work, and, on top of all that, able to self-train.
The translating world has probably changed more in the last ten years
than it had since the beginning of written texts (the advent of printing was
a mere blip). The introduction of PCs has created an intense learning
situation for almost everybody in the profession. Translators who wish to
stay on top of the market are having to learn new methods at a rate and
volume they may never have experienced before in their professional
lives. Yet while there is constant change in the tools and media which
translators are required to master in order to work satisfactorily with the
full range of clients, the actual act of language transfer seems to remain
stubbornly and eternally the same. It is a task which must (we believe) be
carried out by the human mind in the way it always has been, since
biblical times and before.
Seen in this light, it is tempting to restrict our learning to mastering the
new tools. It is hard to go on working at basic skills which have already
been mastered to the best of one's ability and it is easiest to continue
applying our native creativity to translating itself (the content of our
translations), and not to improving how w e translate (the process of
translating). This is because w e may never have acquired the habit of
observing our working selves. Many of us live with an assumption that
what w e do is not observable and cannot be brought into conscious
awareness without it slipping dream-like through our fingers. And yet, by
the end of every translation w e have added new knowledge to our
repertoire - knowledge about the world, the subject matter treated by the
text, document structure in general, new tips about manipulating computer
software, new sources of reference material or terminology, etc. By
consciously inventorising and integrating these learnings as w e end one
job, w e effectively deepen the experience and competence which w e can
bring to bear as w e start out on the next.

T&T 2.1999

81_

Last thoughts: professionalism and craftsmanship


No one writing seriously about translation these days would claim that it is
a scientific activity; it remains essentially a craft. But what is it that makes
a good craftsman? One element is certainly knowing the materials and
tools and what effects can be obtained with them. But because most of the
key tools of translating are invisible, e mental processes, discussion of
professionalism is often inconclusive. And because our relationship to
language and thinking is so intimate, most of the areas that fall within
translating professionalism are extremely private and sensitive, and
therefore not willingly discussed by translators themselves.
In Part 2 we will be describing some of the meta-strategies that
provide a 'substrate' for the more detailed strategies of the translating
process. Once you can master these strategies consciously, you can
powerfully augment the effects of any adjustments you might make to the
micro-strategies (dealt with in Part 3).

Part 2: Dwelling in the glass house

As we also saw in the first part, a key skill for translators who wish to
continue developing throughout their working lives is self-observation. It is
this skill that the authors have been encouraging translators to exercise
through the Workshops for Translators2. This experience has highlighted
just how many of us live with an assumption that what we do as translators
is not observable and cannot be brought into conscious awareness without
it slipping dream-like through our fingers. It has also demonstrated,
however, that such self-observation is possible and can be taken very
deep, and to excellent effect. But getting started with the habit is not so
easy: after all, it is difficult to see something you can't see. In this article
we would like to offer some guidelines in embarking on this demanding
path.
To begin with, let us look at some general unconscious patterns that
recur constantly during the translating process.

For readers in the Commission Translation


http://www.cc.cec/SDT/workshop/files/index.htm

Service,

see

our

intranet

website

at

82

T&T 2.1999

It is important to be aware of the frames of reference we use in our


thinking. We often limit our resourcefulness by operating on
unconscious presuppositions that are not always well anchored in
reality.
Our internal state is a central factor at all stages of the translating
process. Yet it is widely perceived to be mostly dependent on external /
environmental factors and beyond the individual's control. In fact, a
translator's performance consists of a set of discrete skills that can be
developed. The further the translator develops across the full range of
these skills, e the greater his / her competence, the greater will be his
or her confidence. And two of the most vital components of a
resourceful translating state are trust (in our resources) and confidence
(in ourselves).
Although translating is often seen as a solitary task, relationship factors
and the need for effective communication must not be underestimated.
Possibly the most vital skill in the translator's repertoire (presupposing,
of course, linguistic competence) is the ability to ask relevant / effective
questions.
Frames of Reference
Frames of reference are filters through which we look at the world.
However, our choice of which frame we use is more often than not
unconscious. Indeed, we are seldom even aware that there is a filter
separating us from the 'reality' we observe.
Applying this concept to translating, there are a number of very basic
filters which, if used judiciously, can radically alter the product of our
labour. The filters we have singled out as being most influential all turn out
to belong in pairs, like coins with two sides. This suggests that when you
are operating through any one of these frames of reference, there is an
either / or choice of how to look at things. If this does not suit you, you
can free yourself by becoming aware of the filter and electing to set it
aside.
The most important frames of reference we have identified so far are:
task / relationship
nearness / distance
inclusion / exclusion

form / content

T&T 2.1999

83_

foreground / background
freedom / responsibility
Task/ rela tionsh i

Any activity will look different depending on whether your focus is on the
task to be carried out or the relationship with the other people involved.
The activity of translating is no exception. It is easy to think of translating
as a solitary task in which the translator is alone with the text: the job is to
get to a satisfactory end-result. Translators accordingly tend to approach
their work primarily through the task frame. However, the translator is
always also part of a team, whether actual or virtual: not only are we
working for a client or a requesting department and using dictionaries
compiled by armies of specialists, we are also a link in the chain between
a writer and his audience, a government and the governed. This is true
even of the solitary freelance translator, let alone staff translators working
in the Translation Service at the Commission, for example, who are hard
put to count the number of different teams they belong to depending on
the aspect of their work under consideration: terminology, technology,
teamwork with peers of the same language, of the other Community
languages, the role within the hierarchy, the virtual team which changes
for every document and so on.
Like it or not,
all its complexity.
while we engage
choices as to how

we are players in the game of human communication in


Remaining aware of the relationship aspect of our work
in the task of translating is bound to affect both our
we set about the task and the result of our labour.

Nearness / distance

Some of the time we are immersed in the text, completely steeped in the
world of the document to the exclusion of all else. At other times we take
critical distance from our work, stepping back mentally from what we are
creating to get a better perspective on it. Taken one stage further, this is
also one of the keys to mastering the art of self-observation. There are
moments when we are immersed in our work, but we reach a more
empowered stage when we can also sit back and observe ourselves as we
toil away.
So it is also with the translating process - only how often do we take
sufficient distance from ourselves to really take stock of how we operate?
How often, when translating a text, do we feel that we are wading waistdeep through thick mud without realising that much of the resistance we

84

T&T 2.1999

are encountering comes from wavering concentration? That we are not


managing to immerse ourselves sufficiently in this text? How often do we
stop and ask ourselves what we can do to make things easier? Similarly,
how often do we realise, when utterly immersed in the flow of translating,
that we are losing all objectivity and straying too far from the necessary
register? How often do we consciously disentangle ourselves from our text
and take some distance before continuing, just to make sure we are
producing what is really needed by the client?
The process of translating a document from beginning to end is an
evolutive one of approaching a text, discovering its context, style and
purpose; becoming one with it as we uncover its message and transfer it
into our language; differentiating our critical mind from it so as to see it in
its larger context and judge its quality, appropriateness and adequacy. The
final read-through completes the process, the translator has integrated the
text into his or her world experience and releases it to a separate
existence.
C

Inclusion

/exclusion

One prime example of inclusion and exclusion in action is the distinction


translators often make between terminological resources which they can
access from inside their workplace and those they have to leave their
workplace to consult. Superficially, this appears to relate to convenience
and ease of access. For some, "workplace" means just their own desk, for
others it may include the colleague in the office next door or a fellow
translator working for the same agency. It is likely that our dividing line
between inside and outside, near and far, varies depending on the
situation. Using a resource in my workplace can mean not interrupting my
concentration, while paying a visit to the library can be a 'welcome break'
which allows me to distance myself from the text.
At a deeper level, however, this frame of reference also has much to
do with the question of relationship: who we mentally include in our
team. Here we are talking about 'my' resources versus 'outside' resources
(self / other - Us / Them). The dividing line between self and other varies
from one individual to another and from one context to another. It can
also depend on other frames of reference being used. Implicitly, however,
there is always the question of frusf: the sources which a translator
considers as "internal" have been validated to that translator's satisfaction
and can therefore be used with confidence.

T&T 2.1999
D

85_

Form / content

Often as we translate we are so taken up with the content or the story that
we neglect to attend to the form in which the story is told. This can make
for a finished product which hangs together rather uncomfortably. Every
sentence contains clues and pointers to form in its cohesive devices,
which we often overlook because they do not seem to contribute to the
content of the story, yet without which the reader would undoubtedly lose
the thread! As translators it is part of our job to pay attention to the
cohesion, and hence the 'comprehensibility index', of the message.
E

Foreground / background

If the text we are translating is in the foreground, the context in which it


was written is in the background. If the words of the text express certain
ideas explicitly, other ideas remain implicitly present in the background,
without which the text cannot be understood. Every communication,
written or verbal, contains some given information (whether implicit or
explicit) and imparts something new.
At another level, translators are often taken up with the task of
rendering a text in another language (foreground). However, on days
where we have less inspiration, this task can be heavy going. The problem
here does not lie in the task, but in our relationship with the task, which
determines the internal state in which we tackle it. This relational aspect is
usually left in the background, but can usefully be brought to the
foreground if there is a problem of motivation to be solved.
F

Freedom / responsibility

Herein lies a basic paradox. The tram runs on rails, and bemoans the fact
that it has so little freedom of movement, never able to depart from the
route laid out for it. The bus is free to run wherever it chooses, but
sometimes wishes it were restricted to rails, because of the weight of
responsibility it carries for having to choose where it will travel. Without
freedom there is no responsibility. And yet, without responsibility there
can be no real freedom.
It is said of translating that there is no creativity to the task, since the
translator is not free to express his or her own ideas, only to render those
of others. However, 90% of the content of practical translation textbooks
seems to revolve around how to develop judgement on when to depart
from the tramlines. The way the present authors see it, it is our

86

T&T 2.1999

responsibility as translators to render the message of the original both


accurately and in the manner most appropriate to its intended purpose.
Within that remit, we are free to use all the resources at our disposal,
indeed it is our duty to do so.

Presuppositions
By 'presupposition' we mean not the conventions we make with ourselves
or others about reality ("assuming X is true, let us explore doing Y") but the
hidden assumptions we make at work or in life which we mistake for solid
fact. As in the case of exploiting frames of reference, the emphasis is on
awareness of what we are doing.
It is important to make the latter type of presuppositions explicit when
they emerge so that they can be questioned. Otherwise, they have a habit
of closing doors to options. Often when problems seem insoluble it is
because our presuppositions about reality make us blind to the options
available.
Examples of unquestioned presuppositions we have encountered
about translating include "You cannot translate fast and well" (yet we
would not say that it is impossible to translate slowly and badly!) and "A
difficult piece of research takes a long time" (perhaps it is just a matter of
the right first step). By the same token, research that takes a long time may
not be difficult at all.
At an organisational level, we again see pervasive presuppositions
underlying the professional principles which have been sacrosanct for
years:
a
b
c

Translators should translate only into their mother tongue.


Translators should restrict themselves to translating the words on the
page,
Staff translators and freelance translators fulfil the same function.

We believe that these principles (by no means universally held) no


longer remain workable in their current form and must therefore be called
into question3.

See our paper on Enlargement, the Language Regime and the Translation Service, annexed to the
report on tne 7th Workshop for Translators (Teamwork and Training Design) - available from the
authors on request (and at http://www.cc.cec/SDT/workshop/files/ws7/anl.ntm).

T&T 2.1999

87.

Clearly, when such presuppositions are brought into the light of day
and challenged, they often appear ridiculous. But when left to lurk in the
shadows, entire edifices can and often are constructed upon them without
anyone stopping to wonder whether the foundations are secure. We have
lost the habit of critically examining our thinking.
Prerequisites for a resourceful internal state
We have already mentioned the important role which our internal state
plays in our performance. We have all experienced a state of
concentration in which the translating process flows smoothly, efficiently
and with optimal results. Although each of us will experience this optimal
state differently, it seems to have certain common components. Certain
conditions must be met in order for all the necessary components to be
present so that we can access this state while working. One of these
components is confidence.
Confidence and competence
Translating is a continual decision-making process. It starts off with major
decisions about context, message, register, treatment, processing. During
the actual process, scores of micro-decisions are taken every minute (yes I
understand, no I don't understand, choice of word, turn of phrase, time to
research, time to rephrase or restructure, time for a break, time to go
home).
Without confidence, indecision rules. The necessary decision-making
process is paralysed. Translating without confidence is therefore highly
stressful and leads to a mediocre or poor product. So it is worth spending
the time it takes to gain the confidence we need to make competent
decisions.
Confidence is not an absolute. Our confidence levels fluctuate
according to multiple factors which interact to form a fairly complex
moving picture. Some examples of the factors which influence a
translator's confidence are:
comprehension (how well you understand the message and context of
the document you are translating)
ability to formulate (how well you can transfer the message, in its
context, into the target language)
knowledge of the subject matter

88

T&T 2.1999
trust in the resources at your disposal (the degree to which you trust
the sources of the terminology and background materials at your

disposal).
Obviously, you cannot be confident unless you are, to some degree,
competent. However, performance is undoubtedly impaired if confidence
is lacking, no matter how competent you are. So there is no easily
reversible causal relationship between confidence and competence. None
the less, like many mind-body phenomena, this is a double-sided coin
which we can exploit to our advantage. By adding more competence we
can increase our confidence, while increased confidence can in turn
improve the application of modest competence beyond recognition; our
performance so often depends more on our beliefs about what we are able
to do than it does on our objective skill level.
An example: very few translators are as confident when translating
from their fourth language as from their first. It is harder to take the
decision to depart from a literal (and stilted) rendition of the original for
fear of having not understood, or of having misunderstood, the meaning.
However, while it is not helpful to have false confidence in one's ability,
nor it is useful to be crippled in a task which one is going to have to carry
out anyway! At such moments it can be useful to 'map across' a feeling of
confidence from your experience with your first or second language,
which can help you to make bolder decisions. It is still possible to retain a
critical attitude ensuring you make no silly mistakes.
False confidence, when you think you know enough and don't
question your understanding, is surely just as common. True confidence
enables us to call ourselves into question continually and to forgive our
errors. It enables us to take responsibility for our mistakes and "do it
differently next time".

The importance of questions


Questions are a key part in any intellectual process. We might not be
aware that we are continually asking ourselves questions, but whatever
stage we examine in any of life's processes, questions are presupposed
without which the whole process would disintegrate. The following
simplified description of the mental steps involved in translating any
document demonstrate just how crucial questions are.

T&T 2.1999

89

The process commences with a test. Do I have a clear goal? What is iti
> Example of a typical goal: "Produce a perfect translation by
lunchtime".

Without some idea of our goal we don't know what operations are
needed to attain it: What do I need to do first?
> Answer: "Make a first rough draft".
Once we have completed the operation, we need another fesf: Did
what I did bring me closer to my goal?
> Answer: "Yes, I have my rough draft in front of me".

On the basis of this test, we decide what we need to do next in order to


proceed: What do I need to do next?
> Answer: "I need to solve a terminological problem" .

Here we repeat the loop at a finer level of detail:


> Q: What is my goal?
> A: "To find the correct translation of a certain term".
> Q: What do I need to do first?
> A: "Check in my technical dictionaries and databases".
> Q: Did that bring me closer to my goal?
> A: "No, I couldn't find the term anywhere".
> What do I need to do next?
> "Call the requester..." The requester solves the problem in a way
clients often do: "Oh, we don't need that degree of perfection, the
experts will be able to understand the technical terms, we just need
a rough version for the meeting on Friday."
It is important to have an ongoing re-evaluation, after every major
operation: Is my goal still validi
> In our fictitious example, the initial goal of "a perfect translation"
can be adjusted in the light of the additional information gleaned
(by accident) from the requester.
There are often times when one might have to decide, for example, to
skimp on a goal because of the circumstances. This suggests that there
must be a "meta-goal" in the background, which is more important
than the immediate goal we have for the current translation. Flexibility

90

T&T 2.1999
is required in shifting what is in the background of our attention to the
foreground and vice versa.

All the tests and decisions required to perform the act of translating
are based on questions. Ask the wrong question and the test is irrelevant
and the decision inappropriate.
Clearly, these questions are being mysteriously and magically asked
and answered inside us, whether we are paying attention to them or not.
However, the ability to ask questions consciously is particularly useful at
points in the process where we get stuck and don't know what to do next.
At such moments it can be useful to start by examining our entire mental
approach by calling into question the points mentioned above (including
our goal):

What frame of reference am I using in trying to understand this text? Is it


the most appropriate one?
What are the presuppositions underlying my reasoning?
Am I in the best internal state for tackling the job at hand? If not, what
state would be better?
Am I at the appropriate distance for the task at hand?
What is in the background/ foregrounds
and so on.

Part 3: Getting dirt under your fingernails


Engaging
We have all known tourists who spend their holiday looking through the
viewfinder of their camera, obsessed with the idea of capturing every last
experience on film to take home and show their family and friends. They
end up not experiencing the holiday itself! A similar trap awaits translators,
who may manage to translate their texts at arm's length, paying so much
attention to words and syntax that meaning and purpose pass by
unnoticed. If we choose this approach, there is a real danger that we can
live an entire professional life without being touched by all the acts of
communication that have gone through our hands (but not through our
hearts). This is the translator functioning as a catalyst, effecting the
transformation of a text from one language into the other while remaining
unchanged by the end of the interaction.

T&T 2.1999

91_

In contrast, the translating process being described here does not


allow the translator to remain a mere catalyst, but rather requires us to
commit fully to the process of translating each document, to bring its
world of meaning within us rather than keeping it at arm's length, and to
allow ourselves to be changed by what we translate.
When we work in this way, we do not translate by transposing words
or sentences from one language into another. We read and understand a
passage, allow it to sink into us until we understand its structure, its raiso n
d'tre and its message, and then, holding the intention of the text in our
minds, we repro duce the message in our mother tongue.
In order to generate the kind of motivation needed to commit to our
work in this way, it can be helpful to start any new text by embarking on
an inner search to find some way, however slight or seemingly trivial, in
which the subject of the document touches on our own lives. Clearly, this
is easier when our document concerns dioxins in poultry and eggs than
micro-components in a nuclear power plant. Nevertheless, how many
times a day do we switch on a light?
Much of the 'engaging' phase takes place before we even start
translating our document 4 . Examples of micro-strategies that operate in this
phase are:

The translating brief, it is surprising how often translators are expected


to "just translate" a document without knowing what it is for, who is to
read it, where it came from, in what form it is to be delivered, etc.
Clearly, having this information will make a great difference not only to
our confidence as we start work but also to the actual words, phrases,
presentation and register we decide to adopt. Even if a useful brief
cannot be obtained from the client, it is still important to have some
idea in our mind about the purpose of our work before we embark on
it. I ndeed, research by JANET FRASER of the University of Westminster
has shown that professional translators will always tend to inventa brief
for themselves where one is lacking or inadequate5.

Thinking / reading aro und the co ntext: while it is tempting under time
pressure to launch straight into translating a document as soon as it

W e have covered this area in some depth already in the report on our fourth Workshop, entitled
"The translating state" - see T& 1.1997.
JANET FRASER 1996 "The Translator I nvestigated" 65/79 The Translato r!, 1.
Ms FRASER was also a guest speaker at a recent seminar organised for translators at the European
Commission as part of a series entitled "Theory meets Practice".

92

T&T 2.1999
lands on our desk, it is helpful (and often time-saving in the end) to
spend some minutes reading the text itself and any background material
relevant to its subject matter. This activity can contribute to filling in an
inadequate brief, although most professional translators are wisely
reluctant to spend too much time hunting in vain for elusive reference
documents. However, we often have a 'hunch' that there might be
more useful background material than what we have been given again, it is often a felt-sense in the body that lets us know we have a
hunch in the first place.
The art of not starting too soon (and not stopping too late): we have
already mentioned the importance of body sensations as information
from our unconscious mind about when things are going well and
when things are going wrong. Knowing when we are ready to start
translating and at what point to declare a job finished are both cases
when this sensitivity to our intuition is a key. Our feeling-sense can be
used as an excellent indicator that we are "ready to go". Translators
who consistently make an initial examination of the document for
translation report that there is often a powerful surge of energy when
the context becomes clear and missing pieces of the meaning fall into
place. If we were to wait more often until receiving this signal from our
subconscious creative minds before launching into a translation, how
much better the results would be. We suggest you try this and see for
yourself: try holding back until you are bursting with inspiration, with
choice words and elegant phrases oozing from your fingertips. The
actual translation goes much faster and more effortlessly and the quality
of the final result is usually in another league.

Integrating
Every document we translate contains some information that is familiar to
us (given) and some that is new. As we engage with a text and bring the
new information it contains inside our inner world, that new information
will penetrate our existing body of knowledge and understanding of the
world, filling in gaps but also subtly (or even radically) and irreversibly
adjusting what was already there in order to effect a seamless integration
into a new and coherent whole.

T&T 2.1999

93.

Part of the process of internalising a text as we translate it involves


what KARLA DJEAN LE FAL calls deverbalising6. This is stripping away the
words of the original document until we are left with only the
representation of what the words describe. This process takes some time,
particularly in the beginning, but it is a failsafe way of ensuring that we
really do internalise our work, rather than just skimming along on the
surface and playing word games with the lexis and syntax. In an ideal
world, we should not begin generating words in the target language until
the meaning of the text is completely free from the original carrier medium
of the source language.
One of the dangers of many of the new translating tools like the
Translator's Workbench (TWB) is that they provide the translator with
ready-made segments of text in the target language (lifted from earlier
documents), making it much easier to stay on the surface of a document.
And yet in our hearts we know that what was an adequate translation for
the document from which the segment originated is unlikely to be as
adequate for the document we have before us now.
So many translators cry "but how can we be sure that the segments
we are offered by the TWB have been properly validated"7. The answer is
"No previous translation can ever be assumed to be valid for the
document you are working on now: it is our job as translators to revalidate every word or phrase we use". And how does this re-validation
happen? Often enough, it is our bodies that tell us whether we can safely
re-validate a term or a phrase, or when we have adjusted it satisfactorily to
the present context and purpose. But our bodies can only give us this
information if we have made the extra effort to internalise our translating
process, brought it down out of our heads and into our hearts and guts.
So much of the process described here takes place unconsciously that
it is important to stop and take stock, before we finish, of what has
changed in our inner world. What do we know now that we did not know
before? In what way does the world seem different to us now than when
we started translating this document? What will I do differently in future as
a result of what I have learned here today?

See Section 5 of "Pdagogie raisonne de la traduction" by KARLA DJEAN LE FAL in T&T 18/19,
3.1994.

94

T&T 2.1999

Releasing
The cut-off point, the moment when we finally decide that enough is
enough and we can let our translation go out the door will probably
depend on a number of criteria which might themselves vary from job to
job.

Context is as usual a key factor (What is this translation wanted for?


How important is absolute perfection? What will happen if it is not
ready on time?).
Time is another (there is not always the option of "I've started so I'll
finish" when the buzzer goes at time-out!).
The additional effort required to make the translation that much better
can be another factor. Is it really worth the effort in terms of the
difference in result? This will often depend on context and time factors.

Some translators seem to have more difficulty than others with putting the
finishing touches to their translations, thereby suffering the agonies of
perfectionism. We find ourselves holding onto our 'baby' until the last
possible moment and actually relinquishing it into the hands of the client
or a reviser can be a stressful moment.
Most examples of this
phenomenon can be reduced to two underlying causes:
a
'perfectionism': "With a little more time I could make this even
better". Such perfectionism is often accompanied by a fear of criticism
for any unspotted mistakes or infelicities, an over-identification with
our handiwork which prevents us from letting go even though this
particular job might not call for the level of perfection that we are
comfortable with. (This phenomenon arises from the prevailing
paradigm that quality takes time (see Section 1 );
b
'under-confidence': "I'm not happy with the results of my research so
far, there are still some points I need to clear up"; sometimes we need
our solutions to be confirmed by others we consider to be more expert
before we feel confident enough to let a job go.
As we have seen throughout this article, it is important to make a
distinction between the translation as a product and translating as the
process whereby the product is arrived at. When we 'release' a document
we have finished translating, we will find ourselves looking at it in a
different way: we will have moved on from the translating process to be
able to view the finished translation as a product destined for our client.

T&T 2.1999

95_

In order to be able to produce a document from our own depths in the


way we are describing, we need full access to all our internal resources
and knowledge. When we act as a mere 'translator as catalyst', it is easy to
keep an arsenal of notes, cards, documents, books, dictionaries to help us
in our work of transposition. When we come across a new word, we make
a card, or a MultiTerm entry, we file the finished product for future
reference. However, all these resources are outside us.
When we have worked intimately and internally with a document, the
process of recording our learnings is rather different, as described above.
How can we be sure we have truly integrated what we have learned? One
sure test (sure because the answer comes from our bodies, not our wishful
thinking) is the degree of comfort with which we are able to loosen our
grasp on the document and everything connected with it when the time
comes to release it into the world. If we find ourselves clutching onto
external forms like a copy of the translation to file for future reference,
terminology cards, etc, etc, this is an indication that the integration process
is not yet complete. It is feedback that we did not absorb this document
quite so completely as we might have done 7 . Often we can be pretty sure
that the text we have just finished will return in a fresh reincarnation some
time in the future. How will we recognise, when the time comes, that we
have seen all this before? The final step in the process of releasing a
translated document into the world is to review the communication
process that it is part of, and to take stock of our own contribution to that
process. This is particularly important for translators, since if we don't
recognise our own contribution, it is unlikely that anyone else will.
Tentative conclusions
By writing this article, we have been continuing the process of digesting
our workshops to date, seeing yet more underlying connections and
homing in on what we believe to be the really fundamental issues. We
summarise these issues below by way of a conclusion.

Although quality of the finished product is created in the process of


translating, there is no direct relation between quality and time spent.
What generally distinguishes a good translation from a mediocre or

Obviously, we are not suggesting that translators should dispense with collecting 'external'
translating aids in this way, we are simply using the degree of attachment to them as a gauge of
how fully we have integrated what we have learned.

96

T&T 2.1999
poor one is not the length of time taken but the attention and
commitment invested by the translator in the process of translating it.

Professionalism in the field of translation has to do with taking the


broadest possible view of the communication context in which our
work is situated. Only when we do this can we be sure of providing our
clients with what they really need.

Enormous benefits can be reaped from cultivating


meta-contexts within which the translating activity
being aware of the modes of thinking and
habitually use,
knowing which other modes are available, and
understanding which are the most appropriate in
context.

our awareness of the


unfolds. This means:
presuppositions we

any given translation

The three-part model of engaging / internalising / releasing described in


Part 3 is a first step towards formulating a method that can
systematically help us to bring these insights to bear in practice and put
the production of quality within our grasp, tangibly and on a practical,
day-to-day basis.
HELEN TITCHEN BEETH
BILL FRASER

Translation Service
European Commission

T&T 2.1999

97_
PAMELA FABER

Conceptual analysis and knowledge


acquisition in scientific translation
The relation of translation and terminology is analyzed from the
perspective of the translator's comprehension of the source text. In
specialized translation, this comprehension process necessarily
implies a special type terminology management, which can be
described as ad hoc as opposed to the systematic variety carried out
by terminologists. As is well known, knowledge is encoded in
terminology, and the terms within a text are indicative of the
specialized knowledge that the translator must acquire in order to
understand the message being transmitted. Such knowledge
acquisition is necessary in order for the translator to put herself at
the same level as the receiver in the source language. The
knowledge encoded in terms is both actual (In vivoj and potential
(in vitroj. Both contexts must be understood for there to be an
adequate comprehension of knowledge structures.
1

Terminology management and the translator

t can be said that all translators, whether they are aware of it or not, are
to some extent, terminologists, and in this sense, are a bit like MOLlRE's
bourgeois gentilhomme, who made the surprising discovery that he had
been speaking in prose all of his life. The specialized terms in a translator's
mental lexicon and the conceptual relations that constitute the storage
network encode his / her knowledge of that particular domain.
The elaboration of the target text is invariably a reconstruction of
meaning. However, what is somewhat less studied is the fact that the
comprehension process of the translator is also a reconstruction as well,
though of conceptual systems and communicative context. As such, the
translator has a double role to fulfill as both text-receiver and textproducer. Though it is evidently much easier to study translation as a
product, rather than as a process, part of what is known as translation
competence undoubtedly lies in the translator's capacity to understand the
source text in the same way as the text-receivers in the source language.

98

T&T 2.1999

In specialized translation, this comprehension process is rather like


the reconstruction of the entire skeleton of a brontosaurus on the basis of
only a few bones. Starting from the most explicit elements of the text (in a
specialized text, this would be its terminology), the translators begin their
detective work, first by situating the terms of the text within conceptual
systems, and secondly, by expanding their knowledge base to the
necessary levels so that these terms will be integrated within previous
cognitive structures. More specifically, one of the necessary objectives in
specialized translation is the rapid acquisition of expert knowledge and a
viable way of achieving this objective is through translation-oriented
terminology management.
W R I G H T / W R I G H T (1997:147) underline the difference between
systematic terminology management, which is subject-field-driven as
opposed to the more ad hoc descriptive terminology management, which
is text-driven. They represent the most important differences between the
two in the following table:
1
Ad Hoc Terminology Management

Systematic Terminology
Management

Collect terms and concepts from


global field
Construct a concept system or
systems
Craft well-structured definitions
Create term entries

Identify terms occurring in isolated texts

Create starter term entries

Link
entries
to
conceptual
structure, reflecting the concept
system(s)

Document available contexts


Research greater context, within time
restrictions
If time and opportunity allow it, reconstruct
the concept system based on available
fragments.

(WRIGHT and WRIGHT 1997:50)

According to these authors, in order to systematically document


terminology in a specialized domain, the terminologisi collects the
relevant terms by extracting them from a corpus of related texts. These
terms designate the concepts within the subdomain. In the construction of
concept systems, the terminologist is naturally aided by consultation with
experts, as well as a familiarity with larger knowledge structures and the
application of previous contexts. A case in point is the subdomain of Lung
Cancer (within the field of Medical Oncology), which basically has the
same framework as the more general category of disease. Its terminology

T&T 2.1999

99

thus falls into the following configuration of conceptual categories, which


can be applied to virtually all of the subdomains:
1
2
3
4
5

symptoms
surgical procedures
drugs
side effects
risk factors

6
7
8
9
10

diagnostic tests
body parts
tumors
treatments
medical instruments

The terms belonging to each of the above categories are related by


conceptual relationships (ISA, HASA, PARTOF). This type of structure can
be represented in different ways (tree structure, flowchart, or
alphanumencally), but the underlying idea is the same in that the concepts
are all represented in hierarchical configurations, which begin at more
general levels and taper off into more specific ones. Such a representation
should also be enhanced and enriched by other types of non-hierarchical
relations in order to offer a multidimensional view of the concept
(KAGEURA 1997, BOWKER 1997, WRIGHT 1997).
In contrast to systematic terminology management, ad hoc
terminology management carried out by the translator is somewhat
different. The translator's objective is not to describe the terminology of an
entire domain, but just enough of a domain or domains to acquire the
specialized knowledge to translate the text at hand. He / she does not start
from a corpus of texts, but from one text. The translator takes the text as a
model of the world, and uses it to elaborate a partial reconstruction of the
underlying conceptual systems within the text. He / she thus extracts the
relevant terms from this text, and creates starter entries. Through the
documentation of available contexts, he / she makes an effort to locate the
term/s in the appropriate conceptual field, and tries to extend contexts as
much as possible.
In this process, it is not only necessary to consult experts in the field.
A good definition can also be extremely useful in order to foment
awareness of conceptual relations. Both the hierarchical and nonhierarchical conceptual relations should be present in a well-structured
definition. BEJOINT (1997:20/21) underlines the importance of
terminological definitions as indicators of such domain interconnections.
Nevertheless, when definitions are analyzed in an effort to derive clear
pointers to conceptual relations, the results are often disappointing since
the definitions extracted from texts and specialized dictionaries are often
lacking in clarity and coherence.

100

T&T 2.1999

If time permits, the translator may try to reconstruct the concept


system. If he / she is going to translate many related texts within the same
field, then this type of reconstruction is well worth doing. The elaboration
of terminographic entries which systematize related concepts can only
facilitate the translation process.
In this article, I am going to examine the relation of translation and
terminology from the perspective of the translator's comprehension of the
source text. The two sample texts used for exemplification belong to an
inventory of texts on CancerNet (www.cancernet.nci.nih.gov), a website
which provides information in English and Spanish for doctors as well as
patients about different types of cancer, symptoms, causes, treatments and
possibilities of survival
Due to considerations of space, only a fragment of this textual
inventory has been included in the appendix as an example. Appendix 1
gives the English source texts for patients and doctors respectively, and
Appendix 2 is the Spanish translation of these texts, offered at the same
website. When references are made to other texts, which are not included
in the appendix, the relevant fragment is offered in the example. In the
appendix, texts 1A/2A are directed to patients and their families, and texts
1B/2B to health professionals. Obviously on Internet, the text for patients
and the text for doctors are not in parallel text format as they appear in the
appendix. They are formatted in this way solely to facilitate comparison.
Although both texts are descriptions of small-cell lung cancer, they
represent different levels of specialization, as evidenced in their respective
terminology because each message is adapted to the needs, knowledge,
and expectations of the receivers. The most obvious difference between
the two can thus be seen in the knowledge projected onto the potential
receivers. This is most evident in the presence / absence of terms in the
text, as well as terms that embody different degrees of specialization.
1.1 Communicative context in specialized

communication

In a model of scientific communication, the text sender and the receiver


are specialists, who are working in the same field. Both form part of a
communicative context in which the text sender wishes to transmit a
certain message in order to modify the knowledge base of the projected
receiver in some way. The frame for scientific communication is
represented in the following diagram elaborated by SAGER (1990: 100):

T&T 2.1999

101

2
knowledge
linguistic form
SFIMDFR

>

\ > ,

\/

X'

intentions
expectations

text
-RECEIVER
purpose

The motivation of the text sender is translated into an intention, which


in some way becomes an explicit or implicit part of the meaning of the
text. In any act of scientific communication, the global intention is to
inform. The effect of the message can be limited to modifying, adding to,
or confirming what the receiver already knows. Alternatively, its objective
may be to evoke linguistic or extralinguistic reactions, such as approval,
confirmation, rejection, or other types of modifications in the receiver's
behavior.
Based on his / her expectations of the receivers' knowledge and
feelings, the text sender selects the elements for the message that will best
achieve her goal: more specifically, he / she selects the best level of
language, configures the linguistic expressions chosen for the text, and
finally transmits the message to the receiver. In informative speech acts,
the text sender generally has more knowledge about the topic of discourse
than the receiver because otherwise, there would be no effective transfer
of information. In order for this transfer to be successful, the receiver must
at the same time recognize that the text sender has sufficient authority in
the knowledge domain. The selection of content and the way it is encoded
depends, at least in part, on the power relation and recognition of
expertise existing between the participants in the speech act. If this model
is applied to the parallel texts on lung cancer, the following points of
contrast become clear:

T&T 2.1999

102

knowledge
1 = sender
2 < sender

linguistic form
1 impersonal,
technical,
2 personal, basic

SENDER
1 health
2 health

>

text

professional
professional

purpose

-> RECEIVER
1 doctor
2 patient

intentions
1 2 informative
expectations
1 receiver = doctor, not
directly
affected by the
illness
2
receiver
= person
directly
affected by the
illness

In the text for doctors (appendix 1B/2B), the sender and receiver are
both health professionals, who possess the same level of knowledge. This
is evident in the extensive use of specialized medical terms, the absence of
definitions, and even of any explicative contexts.
In the text for patients (appendix 1A/2A) there is obviously not the
same equality, since the sender is a health professional and the receiver, a
patient. Consequently, in this text, there are no terminology problems
because the text sender takes into account the receiver's lack of expert
knowledge. The difference in receiver is also evident in the fact that
everything is much more personal from the use of the second person to the
detailed description of concepts, such as body parts and diagnostic tests.
Throughout the text for patients, there is a very optimistic orientation, and
the virtually non-existent possibilities of long-term survival are never
mentioned. The author of the text even goes so far as to triumphantly
announce the existence of treatments.

a
b

There are treatments for all patients with small-cell lung cancer,
Existen tratamientos para todos los pacientes con cncer de pulmn de
clulas pequeas.

T&T 2.1999

1_03_

This optimistic perspective is reinforced by the description of the


functions of different treatments:

Surgery (taking out the cancer) I ciruga (extraccin del cncer)


radiation therapy (using high-dose x-rays or other high-energy rays fo kill
cancer cells) I radioterapia (uso de rayos X de alta energa u otros rayos de
alta energa para eliminar clulas cancerosas)
chemotherapy (using drugs fo kill cancer cells) I quimioterapia (uso de
medicamentos para eliminar las clulas cancerosas).

The use of predicates such as take out / extraccin and kill / eliminar
makes one think, at least subliminally, that the three types of treatment are
effective and really do what they are supposed to. For example, something
bad which is taken out, normally is not put back in again. In the same
way, common sense tells us that something that is killed disappears more
or less definitively. In this sense, the use of eliminar in the Spanish text is
less forceful because it is a verb primarily used in conjunction with
inanimate entities, whereas this is obviously not the case with kill.
In neither text, is there any further specification or indication of how
successful such actions are, and if the implicit result is definitive or not.
This is in direct contrast with the text for doctors in which the truth is
stated very baldly:
6
a
b

7
a
b

Without treatment, small cell carcinoma of the lung has the most aggressive
clinical course of any type of pulmonary tumor, with median survival from
diagnosis of only 2-4 months,
Sin tratamiento, el carcinoma de pulmn de clulas pequeas tiene el curso
clnico ms agresivo de todos los tipos de tumor pulmonar, con una
supervivencia media desde el diagnstico de slo 2-4 meses.

In small cell lung cancer, the majority of patients die of their tumor
despite state-of-the-art treatment,
En cncer del pulmn de clulas pequeas, la mayora de los pacientes
muere de su tumor a pesar de recibir los tratamientos ms adelantados.

104

T&T 2.1999

In the text for doctors, the patient is mentioned very generally as an


anonymous collectivity. The patients are present, not as people that can
experience pain, but strictly in function with their possibilities of survival,
percentage-wise.
8
a

Furthermore, about 10% of the total population of patients remain free of


disease over two years from the start of therapy, the time period during which
most relapses occur. However, even these patients are at risk of dying from
lung cancer (both small and non-small cell types). The overall survival at 5
years is less than 5%.
Adems, cerca del 10% de la poblacin total de pacientes contina estando
Ubre de enfermedad despus de dos aos del comienzo de la terapia, el
perodo durante el cual ocurren la mayora de las recidivas. Sin embargo,
aun estos pacientes tienen el riesgo de morir de cncer de pulmn (tanto del
tipo de clulas pequeas como del tipo de clulas no pequeas). La
supervivencia general a 5 aos es menos del 5%.

In contrast, in the text for patients, the text sender not only takes into
account the receiver's level of knowledge, but also his / her position in the
medical event, both in the configuration and structure of the text. For
example, instead of describing the subtypes and recent research results,
the text inventory for patients focuses on symptoms, diagnostic tests, and
treatment options, all of which directly affect the patient.
In the text inventory for doctors, this type of information is naturally
superfluous because the health professional is familiar with these tests and
knows what they consist of. The fact that such tests are more or less
uncomfortable for the patient is not relevant to the specialist, who is
logically more concerned with the effectiveness of the results. For
example, the description of a bronchoscopy is the following:
9
If you have symptoms, your doctor may want to look into the bronchi through a
special instrument, called a bronchoscope, that slides down the throat and into
the bronchi. This test, called bronchoscopy, is usually done in the hospital. Before
the test, you will be given a local anesthetic (a drug that makes you lose feeling
for a short period of time) in the back of your throat. You may feel some pressure,
but you usually do not feel pain.
The fact that the patient in his role of affected entity is the main focus
in the text is evident in the predicates throughout the text and the

T&T 2.1999

105

prepositional information they encode, which points to the patient as


possessor.
10

SYMPTOMS

patient [HASAJ

cough
chest pain
wheezing
shortness of breath
coughing up blood
hoarseness
swelling in face and neck

bronchi [BODY_PART]
throat [BODY_PART]
bronchial examination [DlAGNOSTlC_TEST]

doctor [CAUSER)
patient [HASA]

onchoscopy
DIAGNOSTIC_TESTj

<

"

[INSTRj
[LOC]

bronchoscope
hospital

local anesthetic [DRUGI


pressure pain IRESULTI

When this information is structured in the form of a conceptual


network like 10, the transfer of meaning from one language to another is
fairly straightforward through the substitution of conceptual designations in
one language to those of another. Even at this very basic level, it also
permits us to see which conceptual systems have been activated within the
text.

106

T&T 2.1999

11
tos
dolor en el trax
silbido en la respiracin
falta de aliento
tos con sangre
ronquera
hinchazn en la cara y el cuello
paciente [H ASAJ
bronquios [BODY_PARTl
garganta [BODY_PART]
examen de los bronquios [DiAGNOSTIC_TEST]
mdico [CAUSER]
paciente [H ASA]

IlNSTR]
[LOC]

broncoscopia
[DIAGNOSTIC_TEST]

-^> broncoscopio
* hospital

anestsico local [DRUG]


sensacin de presin dolor

In CancerNet, the following Spanish translation is given:


12
Si usted tiene sntomas, el mdico puede hacer un examen de los bronquios por
medio de un instrumento especial llamado broncoscopio, el cual se desliza por la
garganta hasta los bronquios. Esta prueba, llamada broncoscopia, generalmente se
lleva a cabo en un hospital. Antes de este examen, se administra un anestsico
local (un medicamento que le adormece el rea por un perodo corto) en la parte
posterior de la garganta. Durante este examen, Ud puede sentir presin, pero
generalmente no sentir dolor.
In the text for doctors, this type of basic information is not necessary.
However, in the case of the patient, it responds to the needs of the
receiver, who connects to CancerNet to get information, and thus modify
his / her knowledge, adding this information to that which he / she already
has. This means a modification of conceptual structures at different levels.
1.2 Conceptual structures in specialized

translation

In specialized translation, the translator has to define the domains /


subdomains within the text, as well as the conceptual systems activated
within its content. The degree of specialization in a text is defined by its
terminology. Effectively, the terms of a text are what determine the text's
domain, and also what gives it its technical content.

T&T 2.1999

]07_

As is well known, terms represent concepts. Concepts are organized


in a given domain in a structured network or conceptual system, which
reflects the perceived reality of a specialized discipline or area of
professional activity. Correspondingly, each conceptual system is a
structure with various subclasses of concepts, only some of which appear
in the text.
In order to understand what a term means, it is also necessary to
understand the conceptual system it belongs to and its place within the
system in relation to other concepts at the corresponding levels of
specialization. This is important because terms can only be accurately
used in a discourse, if the text sender has the term and its configuration in
his / her knowledge base / memory.
To employ a frequently used metaphor, our memory is like a library,
and stored knowledge can be compared to the books on its shelves.
Everything that we learn is filed away, and nothing is ever lost. Knowing
something means being able to efficiently retrieve data related to it, and
being able to apply it in the appropriate context. The person with the best
memory simply has the most efficient filing system or system of links. That
means that intelligence is a matter of being able to accurately establish
connections and embed the concept in question within a network of other
more established ones. The trick of knowing / remembering is more a
question of relational efficiency than of quantity of data.
Everyone's knowledge base is structured with the same sort of links. In
a conceptual system, there are two categories of conceptual relations,
hierarchical and non-hierarchical (MEYER, ECK and SKUCE 1997:103).
Hierarchical relations are the following:

The relation between a generic term and more specific ones. For
example, in the sample texts in the appendix, the most important of the
various hierarchical concepts activated is that of MALIGNANT
TUMOR.
Meronymic or part-whole relations. The superordinate concept is the
whole and the subordinate concepts are its parts. An example of this
type of hierarchy is that of the H U M A N BODY.

Although hierarchical relations have been studied in depth, nonhierarchical relations certainly have not (SAGER 1990:35). This type of
relations are of great importance in dynamic knowledge representations
because they enhance conceptual structure by enriching networks and
codifying the multiple and various relations one concept can have with
others. Examples of such relations are the following:

108

T&T 2.1999

13
Relation
cause-effect

Example
smokingmalignant tumor

activity-place

treatmenthospital

object-form

cancer celloat cell

process-method

diagnostic testbronchoscopy

method-instrument

bronchoscopybronchoscope

Notwithstanding, specialized texts never reflect entire systems of


concepts, and this is a problem that the translator must inevitably deal
with. Such texts are generally written for receivers with expert knowledge,
and thus use concepts at more specific levels of the domain without
explicitly referring to those at more general levels. Only a fragment of the
conceptual system is mentioned in the text, but the translator must
reconstruct an important part in order to obtain a comprehension of the
content similar to that of the ideal receiver, in this case, a doctor with
expert knowledge.
The text sender selects textual content in accordance with his
expectations about the ideal receiver. In the text for doctors, the
presupposed knowledge is implicit in the extensive use of medical terms
without definitions. In the case of specialized communication, the
existence of a nomenclature (terms and standardized expressions which
the sender knows that the receiver will recognize and understand) is useful
to assure shared knowledge.
In the text for doctors, there are various examples of this, such as the
enumeration of treatment options (chemotherapy, surgical resection,
radiotherapy) and the combinations of drugs in chemotherapy
(cyclophosphamide, cisplatin, doxorubicin, vincristine, etoposide, etc) as
well as diagnostic tests and body parts. In 14, the difference of knowledge
levels is evident in the description of chemotherapy as a treatment option.
The terms are in boldcase, and evidently, there is more specialized
knowledge in the text for doctors. Whereas in the text for patients,
chemotherapy is described at a very general functional level, the text for
doctors is more specific as it describes one type of chemotherapy
(combination chemotherapy) as well as the drugs, which the different
treatments consist of.

T&T 2.1999

109

14
Treatment options: Patients

Treatment options: Doctors

Chemotherapy is the most common treatment for

Combination chemotherapy with one of the

all stages of small cell lung cancer.

following regimens and chest irradiation (with or

Chemotherapy may be taken by pill, or it may be

without PCI given to patients with complete

put into the body by a needle in the vein or

responses): The following regimens produce

muscle. Chemotherapy is called a systemic

similar survival outcomes: EP or EC: etoposide +

treatment because the drug enters the

cisplatin or carboplatin [17,181 CAV:

bloodstream, travels through the body, and can

cyclophosphamide + doxorubicin + vincristine

kill cancer cells outside the lungs, including

[19[ CAE: cyclophosphamide + doxorubicin +

cancer cells that have spread to the brain

etoposide [20] ICE: ifosfamide + carboplatin +


etoposide [211

However, TREATMENT is not the only conceptual category which is


more highly specialized in the texts. Another relevant example can be
found in the category of the HUMAN BODY. The text for doctors
frequently uses very specialized anatomical terms without any sort of
explicative context (eg hemithorax, mediastinum, supraclavicular lymph
nodes), whereas the text for patients even includes explanations of very
basic terms such as lung.
15
a
The lungs are a pair of cone-shaped organs that take up much of the room
inside the chest. The lungs bring oxygen into the body and take out carbon
dioxide, which is a waste product of the body's cells. Tubes called bronchi
make up the inside of the lungs.
Los pulmones dan oxgeno al cuerpo y expulsan el dixido de carbono, un
desecho producido por las clulas del cuerpo. Los bronquios son unos tubos
que forman parte del interior de los pulmones.
Each term can be said to signal its membership in a particular domain,
and refers either implicitly or explicitly to other related terms, as well as to
the whole structural configuration of the domain. In both sets of texts, the
terms in them activate the following conceptual categories at the
appropriate levels.

110

T&T 2.1999

16
Systems activated: texts for patients
1 (pat) Types of cancer {cancer, small cell lun
g cancer)
2(pat) Body parts: general level (lung, brain,
lymph nod es)

Systems activated: text for doctors

2 (doc)

Types of cancer (carcinoma, small cell


lung cancer)
Body parts: specific level (hemithorax,
mediastinum, supraclavicular
lymph
nodes)

3 (pat) Symptoms (cough, chest pain)

3(doc)

4(pat) Diagnostic test

4(doc)
5(doc)

0
Types de tumor

6(doc)
7(doc)

Tumor as a process
Treatment (surgical resection,
radiotherapy, chemotherapy): negative
side effects (toxicity)

(bronchoscopy)

S(pat) 0
6(pat) Disease as a process
7(pat) Treatment (surgery, rad iation
therapy,chemotherapyso\uon
(taking
out cancer, killing cancer cells)

1 (doc)

The systems activated in both inventories are not exactly the same.
Even when the systems have the same label, they are different insofar as
the level of knowledge encoded. For example, in the text for doctors,
system 1 (doc) is activated by the term carcinoma, and refers to the
different types of cancer according to their body location. Further on in the
text, this hierarchy expands to more specific levels: it takes the
classification of malignant tumors in general as a starting point and works
down to those in the lungs. The following diagram shows the section of
the hierarchy activated in the text for doctors:
17

bones, muscles,
tissue

sarcoma

cells forming the epidermis


on the skin, throat, lungs,
and certain organs

blood, bone, bone,


marrow, spleen

leukemia

carcinoma

lymphatic system

lymphoma

text

However, the comprehension of the information necessarily means


the reconstruction of the rest of the system in order to situate carcinoma in
the context of other related concepts. In contrast, in the text for patients,
the reference to the illness inevitably remains at the more general level of

T&T 2.1999

1__

the hierarchy, followed by the name of the affected organ, in this case, the
lung:
18
cancer

liver

stomach

breast

lung

prostate

'

non-small cell

1
brain

1
small cell

text

The knowledge necessary for the comprehension of the text for


patients is very basic since the receiver is not an expert. However, in both
texts, the process of comprehension is similar because both activate
knowledge structures through the use of terms.

Terminology and context

It is necessary to distinguish between the term as part of a specialized text


and the term as a terminographic entry. DUBUC and LAURISTON (1997: 80)
call this the distinction between the term in vitro and in vivo.
A term is the designation of an object belonging to a specialized field
of knowledge, and thus refers to knowledge described by a sublanguage.
Many times the boundary between general and specialized language is far
from clear, and more than a question of black and white, is more
accurately conceived as shades of gray. As the texts show, terms can
belong to different degrees of specialization, something that can be seen
even at the level of its definition (term en vitro).
2.1 Definitions and knowledge

representation

It is a little-known fact, but nonetheless true, that a definition is a kind of


knowledge representation (FABER / MAIRAL 1999). The patterns underlying
the codification of meaning are reflected in lexical-conceptual structure. In
this respect, a definition can be regarded as a translation of our perceptions
of reality. A definition is an essential part of concept designation because
in such a definition, conceptual relations are made explicit. A definition
represents a term in vitro (as meaning potential) as opposed to a term in
vivo (as it occurs in an actual text).

112
2.1.1

T&T 2.1999
The term in vitro

A definition signals membership in a specific knowledge domain and is


the expression of the set of characteristics of a concept. A terminographic
definition should provide the link between the concept and term because
through the elaboration of the definition, its reference is fixed, while at the
same time, its relations with other concepts are made explicit within the
knowledge structure.
Whereas a general or encyclopedic definition describes a concept
giving all of its functions in the different domains it can conceivably
belong to, a terminographic definition provides the identification of a
concept within a specialized domain. For example, cancer is a concept
that can be considered part of general language, as well as part of general
medical terminology, and as such, has two kinds of definitions, one
lexicographic and the other, terminographic.
19
Cancer: general language d efinition
19a Longman Dictionary of English Language and Culture
can-cer n. (a serious medical condition caused by) a diseased growth in the
body, which may cause death. Cancer is a common cause of death in
Western countries and is a disease that people are very frightened of getting:
lung cancer.
19b Collins Cobuild English Language Dictionary
cancer. 1. Cancer or a cancer is a serious disease in which cells in a part of a
person's body increase in number rapidly in an uncontrolled way, producing
abnormal growths. Nicholas was dying of lung cancer... These rays falling on
unprotected fair skin can produce cancer.
2. A cancer is a situation which you consider to be evil and unpleasant and
which is becoming rapidly more common and widespread; a formal use. eg.
What was happening was a sickness, a cancer in society that could not be
helped.
19C Oxford Ad vanced Learner's Dictionary
can-cer n. 1. (a) diseased growth in the body, often causing death; malignant
tumour: Doctors found a cancer on her breast, (b) disease in which such
growths form: lung cancer cancer of the liver. 2. (fig.) evil or dangerous
thing that spreads quickly: Violence is a cancer in our society.

T&T 2.1999

113

19d DRAE
cncer m. Paf. Tumor maligno, duro o ulceroso, que invade y destruye los
tejidos orgnicos animales y es casi siempre incurable. | 2. n. p. m. Astron.
Cuarto signo del Zodaco, de 30 de amplitud, que el Sol recorre
aparentemente al comenzar el verano. | 3. Astron. Constelacin zodiacal que
en otro tiempo debi de coincidir con el signo de este nombre, pero que
actualmente, por resultado del movimiento retrgrado de los puntos
equinocciales, se halla delante del mismo signo y un poco hacia el Oriente. |
4. adj. Referido a personas, las nacidas bajo este signo del Zodaco.
19e Vox
cncer 1 m. Masa de tejido anormal que se forma en determinadas partes del
organismo y que se puede extender a otras partes del cuerpo hasta causar la
muerte. 2. fig. Vicio o elemento que destruye una sociedad.
As can be observed in 20, the lexicographic definitions in 19 all have
basically the same genus or nuclear term.
20
Dictionary

Genus

Differentiating information

LDEC

medical condition
diseased growth

in the body

CCELD

disease

rapid, uncontrolled growth of cells;


production of abnormal growth
common, widespread

OALD

DRAE

VOX

evil and unpleasant


situation
diseased growth,
malignant tumor
disease
evil / dangerous thing
tumor maligno

production of abnormal growth


quickly spreading
duro.ulceroso; invade tejidos

signo del Zodaco

cuarto [signo], 30 de amplitud

constelacin zodiacal
personas
masa de tejido
anormal

situada delante de Cncer, hacia el


Oriente
nacidas bajo Cncer
formada en determinadas partes del
organismo

vicio o elemento

destruye la sociedad

Pragmatic
information
common cause of
death; causes fear in
people

formal use

casi siempre
incurable
recorrido por el Sol
al comenzar el
verano
antes coincida con
el signo
puede extenderse a
otras partes del
cuerpo hasta causar
la muerte
uso figurado

Cancer is conceptualized both as a growth and the disease caused by


this growth. The general language definition also shows a figurative use in

114

T&T 2.1999

which cancer has been metaphorically extended to designate a evil


situation / destructive social element. The differentiating information is
indicative of non-hierarchical conceptual relations, such as LOCATION (in
the body / organism), result (abnormal growth), and manner (rapid,
uncontrolled).
The Spanish general language definitions 19de dramatically exemplify
the fact that different lexicographers may have rather different visions of
the meaning of a word. The definitions in the Diccionario de la Real
Academia de la Lengua Espaola [DRAE] 19d indicate the authors' vivid
interest in Astronomy and Astrology, as well as the fact that definitional
information should be updated periodically. The evaluation of cncer as
"casi siempre incurable" [almost always incurable] may have been true at
one time in the past, but now is not an accurate reflection of present
medical advances.
This divergence of definitional criteria is unacceptable in
terminography in which definitions are judged by standards of efficient
scientific
communication:
accuracy,
precision,
and
economy.
Nonetheless, it should be pointed out that definitions in specialized
dictionaries are far from perfect, and are not always models to follow. The
information which they contain is often chaotically presented.
21
Cancer: specialized language definition
21 a Black's Medical Dictionary
CANCER is the general term used to refer to a malignant tumour, irrespective
of the tissue of origin. "Malignancy" indicates that (i) the tumour is capable of
progressive growth, unrestrained by the capsule of the parent organ and/or
(ii) capable of distant spread via lymphatics or the blood stream resulting in
development of secondary deposits of tumour known as 'metastases'.
Microscopically, cancer cells appear different from the equivalent normal
cells in the affected tissue. In particular they may show a lesser degree of
differentiation (i.e. they are more 'primitive'), features indicative of a faster
proliferative rate and disorganized alignment in relationship to other cells or
blood vessels. The diagnosis of cancer usually depends upon the observation
of these microscopic features in biopsies, i.e. tissue removed surgically for
such examination.
Cancers are classified according to the type of cell from which they are
derived as well as the organ of origin. Hence cancers arising within the
bronchi, often collectively referred to as 'lung cancer', include both
adenocarcinomas (derived from glandular epithelium) and squamous
carcinomas (derived from squamous epithelium). Sarcomas are cancers of

T&T 2.1999

1__
l 5_

connective tissue, including bone and cartilage. The behaviour of cancers


and their response to therapy vary widely depending on numerous other
factors such as growth rate, differentiation in cell and characteristics and size
at the time of presentation. It is entirely wrong to see cancer as a single
disease entity with a universally poor prognosis.
21b DTCM (Diccionario terminolgico de ciencias mdicas)
cncer Tumor maligno en general y especialmente el formado por clulas
epiteliales. La caracterstica bsica de la malignidad es una anormalidad de
las clulas, transmitida a las clulas hijas, que se manifiesta por la reduccin
de control del crecimiento y la funcin celular, conduciendo a una serie de
fenmenos adversos en el husped, a travs de un crecimiento masivo,
invasin de tejidos vecinos y metstasis. La proliferacin celular en los
tumores malignos no es totalmente autnoma; adems de la dependencia del
cncer respecto del husped para su irrigacin sangunea, su crecimiento se
afecta por las hormonas, los frmacos y los mecanismos inmunolgicos del
paciente. Los cnceres se dividen en dos grandes categoras de
CARCINOMA y SARCOMA.
The definitions in 21 are more or less successful representations of the
set of basic characteristics, parameters, and knowledge relations. The
genus in both medical dictionaries is malignant tumor / tumor maligno.
This type of entry logically includes more characteristics (composition,
process, result, types) because the knowledge base of the receiver is
greater.
For example, both the English and Spanish specialized definitions
refer to the process of uncontrolled cellular growth, as well as the
conceptual structure of types of cancer that includes carcinoma and
sarcoma. These definitions also presuppose a knowledge of the distinction
between malignant and benign tumor. Though the information in these
entries is not very well organized, it indicates the following characteristics
as major parameters of differentiation between benign and malignant
tumors.

116

T&T 2.1999

22
Black's Medical

Dictionary

DCTM

anaplasia

unrestrained by the capsule of the


parent organ
more 'primitive'

mitosis
invasive

faster proliferative rate


distant spread

metastasis

secondary deposits of tumour known


as 'metastases'
progressive
growth,
faster
proliferative rate
lesser
degree
of
differentiation,
disorganized alignment

encapsulation

growth
(-control)
differentiation

anormalidad, reduccin de funcin


celular
crecimiento masivo
invasin
de
tejidos
vecinos;
dependencia respecto del husped para
su irrigacin sangunea; fenmenos
adversos en el husped
metstasis
la
reduccin
de
control
crecimiento, proliferacin celular
anormalidad de las clulas

del

The difference between malignant and benign tumors can thus be


represented in terms of binary distinctions.
23
MALIGNANT
TUMOR
encapsulation
anaplasia
mitosis
invasive
metastasis
growth (-control)
differentiation

BENIGN TUMOR

--

+
+
+
+
+

-----

Curiously enough, the pragmatic information in Black's


Medical
Dictionary contradicts that in the DRAE because it underlines the fact that
it is a mistake to think that cancer always ends in death. ("It is entirely
wrong to see cancer as a single disease entity with a universally poor
prognosis").
2.1.2

The term in vivo

Within the text, terminological contexts are important because in the same
way that terms are members of concept systems implicit in the text, they
also are also related to other units made explicit in the text:

T&T 2.1999

117

24
Because of the frequent presence of occult metastatic
chemotherapy is the

DISEASE

cornerstone of TREATMENT for limited stage small cell lung cancer.

Regarding the relations of elements within the same sentence,


treatment is the generic term for chemotherapy, which at the same time
presupposes the implicit presence of treatments which are also possible
choices.
25
TREATMENTS

liver stomach

breast

lung

prostate

bladder

non-small cell

chemotherapy

brain

small cell

1
radiotherapy

1
surgery

clinical trials

In the same way that disease is the generic term for small cell lung
cancer, its specification occult metastatic implies another type of nonhierarchical conceptual relation, that of process and result.
26
Cancer as a process
Cancer = change in the DNA of a cell [cell growth (- control)]

pre-cancerous stage
(up to 30 years)
benign (non-cancerous)

tumor
malignant (cancerous)
I

^.

metastasis (secondary tumor)

118

T&T 2.1999

Even in the structure of the text, systematic representations are


important for the transmission of the message. Example 27 compares the
sections in both texts regarding treatments (see appendix). In the text for
patients (appendix 1A/2A), this section is clearly explicative. Its structure is
in direct contrast to the corresponding section in the text for doctors
(appendix 1B/2B).
27
Patients: treatment options
1 Treatments
1.1 chemotherapy
1.2 radiotherapy
1.3 surgery

Doctors: treatment options


1 Clinical trials
1.1 Evaluation areas
1.1.1 new drug regimens
1.1.2 variation of drug doses
1.1.3 chemotherapy combined with surgical resection of primary
tumor / radiotherapy
Results of recent research

Textual configuration also reflects communicative context. In the text


for patients (1A/2A), there are four paragraphs. The first introduces the
topics of the other sections of the text. First it starts with new information
(e the existence of treatments), which then becomes given information, or
the topic, of the following paragraph where the focus is on the description
of each treatment option.
Evidently the text for doctors (1B/2B) does not begin with the same
type of presupposition because it would not be informative as doctors are
already aware of the existence of these treatments. The new information,
which constitutes the starting point of the message, is the existence of
clinical texts that consist in the administration / use of experimental drugs,
new doses of standard ones and/or combinations of drugs already in use,
and finally, the combination of more than one treatment in order to
improve the patient's possibility of survival. As a result, the text for doctors
begins where the text for patients ends because in the text for patients,
there is scarcely any mention of clinical tests, which are more advanced
variations of the basic treatments described. In the same way, the
configuration of the specialist text reflects the fact that there is no need to
signal the change of topic so clearly.
In the translation, such cognitive structures of knowledge are
important. A good translator is capable of going beyond syntactic
structures, which are specific of each language, and of acquiring a multidimensional version of the text. This implies the capacity to process textual
information from various perspectives due to the double role that the
translator plays in the act of communication.

T&T 2.1999
3

119

The medical event

The concept of frame is also fundamental in explaining the comprehension


process. A frame is a complex data structure that represents a stereotyped
situation. This type of representation facilitates the comprehension of
many events in our life because we project frames onto situations we find
ourselves in so that we can understand them better.
The concept of frame can also be applied to textual structure because
the structure of a text is more rapidly recognized if a translator has in his
mental closet a wide inventory of textual skeletons. These text frames can
be of varying length, from a single definition to an entire scientific treatise.
Obviously, in scientific, and especially medical, translation, there is more
than one type of text, and the terminology and textual configuration vary
accordingly. For example, medical translation covers a wide range of text
types from articles for the general public to textbooks, instructions for the
use of medicines, and specialized articles in medical and scientific
journals. Logically, the translator should be familiar with these different
text frames.
The subsections of the texts in CancerNet are configured in such a
way as to best transmit the global message to their projected receivers:
28
PATIENTS
Kpat) Description
2(pat)
3(pat) Stage explanation
4(pat) Treatment option overview
5(pat) Limited stage small cell lung cancer
6(pat) Extensive stage small cell lung cancer
7(pat) Recurrent small cell lung cancer

DOCTORS
1 (doc) Prognosis
2(doc) Cellular classification
3(doc) Stage information
4(doc) Treatment option overview
5(doc) Limited stage small cell lung cancer
6(doc) Extensive stage small cell lung cancer
7(doc) Recurrent small cell lung cancer

Both inventories of texts have similar superstructures, though with


evident differences in sections 1, 2 and 3. In the text for patients, there is
no section which corresponds to cellular classification. It is also significant
that in section 1, the title has been changed to description instead of
prognosis, given that the content of this section is too depressing to be
included. In section 3, the knowledge of the receivers is taken into
account, and explanation has been substituted for information. The basic
differences between the two texts are due to the difference in the deal
reader. Although in both cases, the basic function is to inform (explaining
signifies informing, but at a more elementary level), this function is always
in consonance with two distinct communicative contexts.

120

T&T 2.1999

The terms in each text provide the key for understanding its content
and perspective. The codification of medical terminology activates various
types of representational schemas, all of which can be derived from the
description of the same micro-cosmos.

Conclusion

The comprehension process of the translator is an essential factor in


translation. In specialized translation, this comprehension process
necessarily implies a special type terminology management, which can be
described as ad hoc as opposed to the systematic variety carried out by
terminologists.
As mentioned throughout the article, knowledge is encoded in
terminology, and the terms within a text are indicative of the specialized
knowledge that the translator must acquire in order to understand the
message being transmitted. Such knowledge acquisition is necessary in
order for the translator to put him / herself at the same level as the receiver
in the source language.
The knowledge encoded in terms is both actual (in vivo) and potential
{in vitro). Both contexts must be understood for there to be an adequate
comprehension of knowledge structures. In the understanding of potential
meaning, the terminographic definition plays an important role. In both
types of context, larger configurations must also be taken into account
such as the speech act involved, cognitive frame and textual
superstructure. Information concerning the text sender and potential
receiver, as well as the organization of the contextual systems activated
within the text is essential in the production of a target text that accurately
encodes the content of the source text.
P A M E L A FABER

University of Granada

T&T 2.1999

121
APPENDIX 1 : English source text

[1A] TREATMENT OPTION OVERVIEW


[PATIENTS]

[1B] TREATMENT OPTION OVERVIEW


[DOCTORS]

How small cell lung cancer is treated.


There are treatments for all patients with small cell
lung cancer. Three kinds of treatment are used:
(i) surgery (taking out the cancer)
(ii) radiation therapy (using high-dose x-rays or other
high-energy rays to kill cancer cells)
(iii) chemotherapy (using drugs to kill cancer cells).

In small cell lung cancer, the majority of


patients die of their tumor despite state-ofthe-art treatment. Most of the improvements
in survival in small cell lung cancer are
attributable to clinical trials which have
attempted to improve upon the best
available, accepted therapy. Patient entry into
such studies is highly desirable.

Chemotherapy is the most common treatment for all


stages of small cell lung cancer. Chemotherapy may
be taken by pill, or it may be put into the body by a
needle in the vein or muscle. Chemotherapy is called
a systemic treatment because the drug enters the
bloodstream, travels through the body, and can kill
cancer cells outside the lungs, including cancer cells
that have spread to the brain.
Radiation therapy uses x-rays or other high-energy
rays to kill cancer cells and shrink tumors. Radiation
therapy for small cell lung cancer usually comes from
a machine outside the body (external beam radiation
therapy). It may be used to kill cancer cells in the
lungs or in other parts of the body where the cancer
has spread. Radiation therapy may also be used to
prevent the cancer from growing in the brain. This is
called prophylactic cranial irradiation (PCI). Because
PCI may affect your brain functions, your doctor will
help you decide whether to have this kind of
radiation therapy. Radiation therapy can be used
alone or in addition to surgery and/or chemotherapy.
Surgery may be used if the cancer is found only in
one lung and in nearby lymph nodes. Because this
type of lung cancer is usually not found in only one
lung, surgery alone is not often used. Occasionally,
surgery may be used to help determine exactly which
type of lung cancer you have. If you do have surgery,
your doctor may take out the cancer in one of the
following operations:
Wedge resection removes only a small part of the
lung.
Lobectomy removes an entire section (lobe) of the
lung.
Pneumonectomy removes the entire lung.
During surgery, your doctor will also take out lymph
nodes to see if they contain cancer.

Areas of active clinical evaluation in small


cell lung cancer include new drug regimens
composed of standard and new agents,
variation of drug doses in current regimens,
and study of the possible benefits of adding
surgical resection of the primary tumor or
radiotherapy to the chest and other sites to
combination chemotherapy. Controversy
exists over the issue of whether increasing the
dose rate of commonly used front-line
regimens above levels that produce modest
toxicity will produce improved survival.
Retrospective studies are plagued by
methodologie
difficulties
and
show
inconsistent results. [1] The issue is best
settled by randomized trials. A prospective
randomized study in extensive stage disease
does not suggest any advantage to increasing
the standard doses of etoposide plus cisplatin.
[2J Even chemotherapy of the intensity used
in autologous bone marrow transplant
regimens has not clearly been shown to
improve survival in patients with small cell
lung cancer. [3,4]

T&T 2.1999

122
A P P E N D I X 2: Spanish target text
[2A] ASPECTOS DE LAS O P C I O N E S DEL
T R A T A M I E N T O [PACIENTES]

[2B] ASPECTOS DE LAS


O P C I O N E S DE
TRATAMIENTO [MDICOS]

Existen tratamientos para todos los pacientes con cncer de


pulmn de clulas pequeas. Se emplean tres clases de
tratamiento:
(i) ciruga (extraccin del cncer)
(ii) radioterapia (uso de rayos X de alta energa u otros
rayos de alta energa para eliminar clulas cancerosas)
(iii) quimioterapia (uso de medicamentos para eliminar las
clulas cancerosas).
La quimioterapia es el tratamiento ms comn para todas
las etapas de cncer de pulmn de clulas pequeas. La
quimioterapia puede tomarse en forma oral o puede
administrarse en el cuerpo con un aguja en una vena o
msculo. La quimioterapia se considera un tratamiento
sistmico ya que el medicamento se introduce al torrente
sanguneo, viaja a travs del cuerpo y puede eliminar las
clulas cancerosas fuera de los pulmones, incluyendo las
clulas cancerosas que se han diseminado en el cerebro.
La radioterapia consiste en el uso de rayos X de alta energa
u otros rayos de alta energa para eliminar clulas
cancerosas y reducir tumores. La radioterapia para el
cncer de pulmn de clulas pequeas por lo general
proviene de una mquina fuera del cuerpo (radioterapia de
haz externo). Puede emplearse para eliminar las clulas
cancerosas en los pulmones o en otras partes del cuerpo
donde el cncer se haya diseminado. La radioterapia
tambin se puede emplear para prevenir el crecimiento de
cncer en el cerebro. Este procedimiento se llama
radioterapia craneal profilctica (PCI). Debido a que la PCI
puede afectar las funciones del cerebro, el mdico le
ayudar a decidir sobre esta clase de radioterapia. La
radioterapia puede emplearse sola o con ciruga y/o
quimioterapia.
Puede emplearse ciruga si el cncer se encuentra
solamente en un pulmn y en los ganglios linfticos
cercanos. Debido a que este tipo de cncer de pulmn
generalmente no se encuentra en un pulmn solamente, la
ciruga sola no se usa a menudo. Ocasionalmente, la
ciruga puede usarse para ayudar a determinar exactamente
el tipo de cncer de pulmn. Si en definitiva el paciente se
somete a una ciruga, el mdico puede extraer el cncer
usando alguna de las siguientes operaciones:
Reseccin por cua en la que se extrae slo una parte
pequea del pulmn.
Lobectoma en la que se extrae una seccin completa
(lbulo) del pulmn.
Neumonectoma en la que se extrae todo el pulmn.
Durante la ciruga, el mdico tambin extraer ganglios
linfticos para determinar la presencia de clulas
cancerosas.

En cncer de pulmn de clulas


pequeas, la mayora de los pacientes
muere de su tumor a pesar de recibir
los tratamientos ms adelantados. La
mayora
de
las
mejoras
en
supervivencia en cncer de pulmn de
clulas pequeas se atribuye a las
pruebas clnicas que han intentado
perfeccionar
la
mejor
terapia
disponible y aceptada. El ingreso de
estos pacientes en dichos estudios es
sumamente deseable.
Las reas de evaluacin clnica activa
en cncer de pulmn de clulas
pequeas incluyen nuevos regmenes
de frmacos compuestos de agentes
estndar y nuevos, variacin de las
dosis de los frmacos en los regmenes
actuales y el estudio de los posibles
beneficios que se pueden
lograr
agregando
a
quimioterapia
de
combinacin la reseccin quirrgica
del tumor primario o radioterapia al
trax
y
a
otros
sitios.
Existe
controversia en cuanto a si el aumentar
las tasas de dosificacin de los
regmenes de vanguardia comnmente
usados arriba de los niveles que
producen una modesta cantidad de
toxicidad
producir
una
mejor
supervivencia.
Los
estudios
retrospectivos
estn
llenos
de
dificultades metodolgicas y muestran
resultados
inconsistentes.
|1]
Esta
situacin se establece mejor
en
pruebas clnicas aleatorias. Un estudio
aleatorio prospectivo de la enfermedad
en etapa extensa no sugiere ninguna
ventaja en aumentar las dosis estndar
de etopsido ms cisplatino. |2] Ni se
ha mostrado
claramente
que
la
quimioterapia
con
la
intensidad
empleada en regmenes de trasplante
autlogo de mdula sea mejore la
supervivencia en pacientes con cncer
de pulmn de clulas pequeas. 13,4]

T&T 2.1999

123

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124

T&T 2.1999
DIANA SANTOS

Um olhar computacional sobre a traduo


In this paper I discuss, from a computational point of view, some
misconceptions about machine translation and translation in
general. I start by making the following three claims: (i) one should
concentrate on the differences between the languages in question
(not on their similarities) and base translation on contrastive studies;
(ii) one must pay due attention to the language systems as a whole,
and not presuppose equivalence at any level; and (Hi) there is no
essential difference between machine and human translation: they
share several problems and the same misconceptions apply to both.
I present then briefly the architecture of a particular machine
translation system, a set of simple contrastive pairs illustrating
several issues, and a descriptive model of translation (the translation
network). I also provide some considerations on false friends and
translationese, and point to the new trend in computer-assisted
translation of making use of previous human translations,
concluding by criticizing the low status of translation, both human
and automatic.

ps dez anos de trabalho em reas relacionadas com a traduo e


com o tratamento computacional da lngua portuguesa, cada vez mais
vejo que a traduo uma das mais complexas actividades realizadas na
sociedade humana. O que no quer dizer que tal seja reconhecido e,
muito menos, que a actividade seja sempre bem exercida'.
No admira, pois, quea humanidade tenha conseguido construir
mquinas que mandam homens Lua e no seja capaz de fazer uma
mquina que traduza um livro infantil de ingls para francs de forma
minimamente aceitvel, como apontam KAY et ai (1994).
Se reflectirmos um pouco, contudo, vemos que a comparao no
lcita: o homem no construiu uma mquina capaz de mandar seres
humanos a qualquer satlite ou planeta. O problema no fazer uma

Muito pelo contrrio, quanto mais difcil uma tarefa mais difcil atingir a excelncia.

T&T 2.1999

T25_

mquina que traduza, por exemplo, O Principezinho


para ingls. O
problema fazer uma mquina (por mquina, est claro, entendemos um
sistema automtico, neste caso um programa de computador) que traduza
qualquer texto (mesmo que o gnero literrio seja restrito). E, claro, que
traduza de forma a satisfazer um leitor.
Neste artigo, pretendo expor trs opinies em relao traduo,
assim c o m o lustrar, a esse propsito, o meu trabalho na rea. Em traos
largos, afirmarei que:
1 A multiplicidade e complexidade das diferenas entre as duas lnguas
envolvidas so os factores mais importantes a considerar na traduo.
Embora isto parea uma simples questo de bom senso, a maior parte
das teorias lingusticas em voga, ao privilegiar o estudo do que
comum a todas as lnguas, tornam-se de facto inadequadas para
descrever e explicar precisamente aquilo que diferente. Para traduzir,
a descrio deve ser feita em termos contrastivos. Para poder investigar,
sistematizar, compreender e transmitir esse conhecimento a novos
executantes (pessoas ou mquinas), o nosso objectivo ter de ser uma
descrio pormenorizada das diferenas e a sua explicao.
2 Para compreender, criar um modelo e analisar a traduo em geral
preciso entrar em conta com a complexidade dos sistemas das lnguas
em presena, pondo de lado pontos de partida simplistas q u e
pressuponham equivalncia de significado ou de uso. No adianta
chegar a afirmaes to gerais que sejam aplicveis a qualquer lngua,
mas que no correspondam a algo de palpvel (e falsificvel) nas
lnguas em questo. Nesta linha, apresento um modelo que intitulei
"rede de traduo" e que permite captar sistematicamente algumas
caractersticas da traduo.
3 No h, partida, diferena entre traduo automtica e traduo
humana, mas sim entre boa e m traduo. Em particular, um dos
estigmas geralmente associados traduo automtica a de que no
compreende o texto e se deixa levar. por semelhanas formais.
Mostrarei, contudo, que tal fenmeno , de facto, extremamente
frequente na traduo humana. Alm disso, a prpria questo da
compreenso do texto problemtica: a traduo pressupe sempre
uma interpretao subjectiva, c o m o STEINER (1975) mostrou no seu
After Babel. Ao contrrio da opinio corrente, tal no se aplica apenas
ao texto literrio, mas a qualquer texto: Aquilo que um tradutor, como
leitor, interpreta como implicaes, pressuposies ou conhecimento
implcito associado ao texto e que, por conseguinte, toma em
considerao para efectuar a traduo, carece de especificao
objectiva. uma escolha entre muitas, e no possvel ignorar a

126

T&T 2.1999

importncia do papel que cada texto traduzido vai ter no sistema da


lingua de destino (TOURY, 1995).
Convm talvez indicar, em relao ao tipo de texto, que subscrevo
uma aproximao integrada aos estudos de traduo - como a proposta
por SNELL-HORNBY (1995) - no aceitando, pois, uma dicotomia traduo
literria (ramo da literatura comparada) e cincia da traduo (ramo da
lingustica aplicada). Alm disso, reconheo a justeza da observao de
DOHERTY (1997) de que a traduo de um texto cientfico pode revelar-se
mais complexa do que a de um texto de autor, visto que o tradutor est
menos condicionado pela formulao original.

A primazia do contraste

A profundidade da anlise da lngua de origem, para efeitos de traduo,


deve ser determinada pela lngua de destino, ou seja, para traduzir
preciso centrarmo-nos nas diferenas entre as lnguas. Por exemplo, no
preciso preocuparmo-nos, na anlise de Three men carried a table, sobre
se os trs carregadores levaram a mesa juntos ou um de cada vez, visto
que temos a mesma indefinio (a que chamarei vagueza) na traduo
portuguesa mais plausvel. Da mesma forma, no preciso resolver a
difcil questo da definio de expresso idiomtica, visto que podemos
redefinir expresso idiomtica, para efeitos de traduo, simplesmente
como "expresso que no tem uma traduo literal na lngua de destino",
como propus em SANTOS (1990).
Se estes comentrios podem parecer triviais na ptica de um tradutor
humano, note-se, porm, que a sua relevncia consideravelmente maior
no caso da traduo automtica, em que preciso dotar o sistema de
conhecimento das duas lnguas de forma a poder traduzir - em princpio qualquer texto de uma lngua para outra. Nessa perspectiva, importante
lembrar que nos estamos a referir cobertura de um lxico inteiro, e no
apenas a trs ou quatro exemplos, e que a escolha do conhecimento a
incorporar, e de como dele fazer uso, fulcral para o desempenho do
sistema.
Privilegiar o contraste, dando ao mesmo tempo a possibilidade de a
lngua de destino se realizar segundo a sua prpria estrutura, a essncia
da proposta de uma arquitectura original de traduo automtica, ilustrada
na Figura 1 e descrita em SANTOS (1993).

127

T&T 2.1999

Figura 1

analisador da lngua
de destino

/especificao d e X
regularidades de
\
/ traduo arbitrariamente \
complexas
/

analisador da lngua
de origem

mdulo de
transferncia

gerador da lngua
de destino

Sou, no entanto, obrigada a remeter para as referncias acima citadas


para uma explicao cabal do sistema e das suas vantagens, dado que a
maioria dos leitores no ser familiar com a rea da traduo automtica.

Respeito pelas duas lnguas

No pense contudo o leitor incauto que a abordagem descrita acima,


privilegiando o contraste, torna a traduo mais fcil. A traduo uma
tarefa complexa, e se um bom desenho do sistema importante, continua
a haver um sem-nmero de problemas a resolver em cada caso. Analisar a
lngua de origem em relao lngua de destino pode ser, de facto, muito
mais complexo do que analis-la em relao a alguns parmetros que
faam sentido na lngua original. O que no deixa, no entanto, de ser
necessrio se de facto de traduo se trata.
Note-se que esta considerao (desenvolvida na minha tese de
doutoramento, SANTOS (1996), aplicada aos sistemas de tempo e aspecto
do portugus e do ingls) no de ndole organizativa ou informtica;
pelo contrrio, baseia-se em consideraes lingusticas. Tendo analisado
em pormenor vrias centenas de pares original-traduo de ingls para
portugus e vice-versa, e reforado a minha convico de que no existe
melhor forma de proceder a estudos contrastivos que mostrem as

128

T&T 2.1999

diferenas entre o "esprito" das lnguas2, fui, por outro lado, obrigada a
reconhecer a extrema complexidade das relaes de significado entre os
dois membros do par original / traduo (a todos os nveis). Com efeito,
alm das possveis implicaes e explicitao de pressuposies,
reconhecidas pelo menos desde NlDA (1959), muitas outras consideraes
influenciam a forma e o contedo da traduo:
Por um lado, frequente no ser possvel extrair do texto original toda
a informao para construir um texto traduzido, ou seja, o tradutor tem de
entrar com o seu conhecimento, intuio e arte das duas lnguas e do
assunto ou situao descrito para efectuar a traduo. Por outro lado, no
raro acontecer que no seja possvel exprimir toda a informao do texto
inicial. Na maioria dos casos, em cada bocado de texto traduzido haver
elementos omitidos, e elementos adicionados, em relao ao texto
original 3 . O que indica que igualmente necessrio "respeitar" tanto a
lngua de origem como a lngua de destino.
Para reiterar que no s em traduo literria (nem especialmente,
alis) que estes problemas se fazem sentir, apresento exemplos de vrios
tipos de texto, cuja compreenso na lngua original no constitui qualquer
problema 4 :
1 He was trapped as his people were always trapped
Estava peado, como todos os da sua raa sempre tinham estado
2 fazias logo os versos que te pediam.
you could quickly write whatever verses were asked of you.
3 The EXEC is held in a I...}
O EXEC encontrase em [...] ou O EXEC deve ser guardado em [...]
4 No necessita de frigorfico antes de abrir
Una vez abierto el envase, consrvese en el frigorfico
A traduo dos dois primeiros exemplos5 obriga a escolher, no caso 1,
entre uma formulao passada ou presente; no caso 2, entre possibilidade
e realidade; enquanto as frases originais exprimem ambos os sentidos.

Diferenas que VINAY/ DARBELNET (1977) to bem lustraram entre o francs e o ingls.
Se o objectivo da traduo fosse transmitir exactamente e apenas a informao / contedo
expresso no texto original, esta seria impossvel na maior parte (seno na totalidade) dos casos.
O leitor convidado, no que se refere ao par portugus - ingls, a ler os estudos pormenorizados
em SANTOS (1995b, 1996, 1997a, 1998b e 1999a).
Extrados respectivamente de The Pearl, por JOHN STEINBECK, Bantam Books, 1975 (1 a edio,
1945), traduzido por MRIO DIONSIO para A prola Publicaes Europa-Amrica, 1977, e de
JORGE DE SENA Antigas e Novas Andanas do Demnio Edies 70, 5a edio, 1984 ( I a edio,

T&T 2.1999

T29_

O exemplo 3, discutido em SANTOS (1988), tambm obriga a uma


escolha: Conforme o leitor seja um mero utilizador (interessado pois em
saber onde est o EXEC)6 ou um programador que dever criar tal tipo de
programas, a traduo apropriada diferente, enquanto que o texto
original neutro (vago) em relao a tal distino, sendo igualmente
aceitvel para utilizadores e programadores.
O exemplo 4, impresso nos pacotes de leite "Mimosa" vendidos em
Lisboa, um caso exemplar em que consideraes culturais (muito
provavelmente, associadas s expectativas dos falantes dos dois pases)
tiveram prioridade em relao ao contedo da prpria mensagem7.
Os exemplos no tm fim. Os poucos que escolhi pretendem apenas
aguar o interesse dos leitores no familiarizados com a prtica ou anlise
da traduo, e, ao mesmo tempo, preparar o terreno para a apresentao
do modelo da rede de traduo.

A rede de traduo

Uma rede uma metfora em voga (e/ou um conceito altamente


polissmico). Na acepo em que a emprego aqui (SANTOS 1999b) quero
sublinhar a existncia de vrios pontos ligados entre si, de forma no
rgida, o que quer dizer que "puxar" por um lao tem implicaes noutros
ns. De facto, usei este nome simplesmente porque o ponto de partida foi
a ligao de duas redes aspectuais (aspectual networks), sendo o conceito,
modelo e terminologia destas ltimas devido a M O E N S (1987).

1978), traduzido por DAPHNE PATAI para By the Rivers of Babylon and other Stories, edited and
with a Preface by DAPHNE PATAI, Rutgers University Press, 1989.
Para aqueles leitores no familiarizados com a terminologia informtico do sistema operativo
VM/SP, urn EXEC um ficheiro de comandos (executveis, pois), ou seja, a especificao de um
pequeno programa a executar pelo computador.
Note-se que a mensagem portuguesa acerca do tratamento do pacote antes da abertura;
enquanto a espanhola apenas se refere conservao depois da abertura. Espera-se, contudo, que
as duas levem as respectivas populaes consumidoras de leite a mudar o lugar do pacote (de fora
para dentro do frigorfico) depois de o abrir.

T&T 2.1999

130
Figura 2

A figura 2 lustra uma rede de traduo fictcia: no lado esquerdo temos


o modelo da lngua de partida, no lado direito o da lngua de destino. A
rede de traduo no mais do que o acoplamento das duas redes,
atravs de um pr em correspondncia das categorias (representado por
setas na figura) e de eventuais distores do modelo da lngua de origem,
provocadas por o tradutor a estar a ver com os "culos" da lngua de
destino.
Para obter uma rede de traduo preciso observar os dados
empricos (tradues existentes) e avaliar a potencial "tradutibilidade" que
eles implicam. O resultado permite sistematizar (uma parte de) o processo
de traduo, naquilo que a traduo tem de lingustico, ou seja, que
releva principalmente das diferenas entre os sistemas das lnguas em
presena.
Exemplifiquemos: Enquanto a distino entre estados permanentes e
temporrios (ou, melhor dizendo, entre qualidades e estados) ocupa um
papel preponderante na lngua portuguesa, no muito relevante em
ingls, onde raras vezes marcada linguisticamente. Para traduzir um
texto ingls para portugus, pois frequente que o tradutor tenha de
"induzir" essa distino (sobre a qual o texto ingls vago) na rede
aspectual do ingls. esta situao que ilustrada pela rede de traduo
da Figura 3.

T&T 2.1999

131
Figura 3
i estado
\temporriq
Imperfeiti
^f

estado yr" ""v


Wrmanent^^ <S
\ ^ ^ ^ J Imperfeito

pimple
past

As frases seguintes descrevem um sfate ingls, que o tradutor tem de


interpretar quer como exprimindo qualidades / caractersticas (permanent
state), quer como descrevendo estados temporrios (temporary state),
porque apenas esses tm uma correspondncia directa em portugus:
5 Beside him on a table was a small Oriental gong and a bowl of cigarettes.
ao lado, na banca de cabeceira, havia um pequeno tanta oriental e um mao
de cigarros.
6 And he drank a little pulque and that was breakfast
Bebeu um pouco de pulque. E foi o seu pequeno almoo.
Em 5, a situao foi interpretada como permanente; em 6, como
temporria ou circunstancial. Ora, como qualquer falante de portugus
pode confirmar, so igualmente possveis (embora com sentido diferente)
as tradues estava um pequeno tanta e Bebeu [...} E isto era o seu
pequeno almoo, que invertem a escolha.
Outra regularidade observada a traduo de uma situao durativa
(uma obra) no mais-que-perfeito pela mudana de estado correspondendo
ao incio dessa situao:
7 onde agora, como no onde o frade se distrara, as pedras eram to numerosas
where now, unlike when the friar had become distracted, stones were as
numerous
8 que se interessara demasiado pela homenagem,
who had become too interested in the commemoration
Note-se que, em ingls, ao invs de uma situao temporalmente
limitada, se indica o incio e continuao de algo que se pode manter at

132

T&T 2.1999

ao momento presente (da narrativa). A traduo doutras obras, pelo


contrrio, transforma uma situao limitada em portugus na obteno de
um resultado ("achievement"); cf o exemplo 9:
9 O pap discursou?
Did you give a speech, Papa?
A rede de traduo da Figura 4 modela os dois casos:
Figura 4

Mais-que-perfeito
Perfeito

Se juntarmos, contudo, todas as redes parciais obtidas atravs da


observao de um grande nmero de tradues e sua generalizao,
pensando obter uma rede de traduo global que capte a traduo entre
as duas lnguas em presena, somos inesperadamente confrontados com
uma semelhana entre as lnguas que no corresponde realidade
observada.
Esta falsa impresso de quase paralelismo devida a faltarem, na rede
de traduo, dois tipos de informao muito importantes: dados
estatsticos, e a configurao do lxico. Com efeito, no s categorias e
estruturas "paralelas" podem ser muito mais frequentes (ou, pelo contrrio,
mais marcadas) numa lngua do que noutra, como os chamados
"equivalentes lexicais" o podem no ser em termos gramaticais. Isto , a
par das falhas lxicas (lexical gaps), podemos falar de falhas aspectuais e
falhas gramaticais, em que tens lexicais "correspondentes" requerem
estruturas ou operadores diferentes. Veja-se SANTOS (1998b) para uma

T&T 2.1999
ilustrao detalhada
percepo.

133_
desta

afirmao

no

domnio

dos

verbos

de

4 As aparncias enganam
bem sabido que palavras parecidas (e estruturas parecidas) em lnguas
diferentes causam problemas na aprendizagem - e no s - da outra
lngua. Da a relativa profuso lexicogrfica desses pares, chamados false
friends em ingls e que proponho designar por "ssias enganadores". O
trabalho de NUNES (1993) mostra, alis, que o problema mais complexo
do que se pensa.
Na traduo, esta situao leva ao chamado translationese em ingls
(eu uso "traduts" em portugus), ou seja, a influncia da forma da lngua
de origem no texto traduzido; veja-se por exemplo CELLERSTAM (1986) ou
SANTOS (1995a). Longe de ser um fenmeno marginal, apangio de ms
tradues, uma realidade extremamente pertinente, indissociavelmente
ligada traduo e ao estudo das tradues. Em SANTOS (1997b),
apresento uma pequena amostragem de traduts na literatura infantil
traduzida em Portugal, mas claro que o mesmo se passa com a literatura
para adultos, e - de forma mais gritante ainda - com a "documentao
tcnica", ou instrues de utilizao, da maior parte dos produtos
estrangeiros que consumimos.
possvel, contudo, definir traduts num sentido mais lato, no s
como um fenmeno associado ao desempenho (performance) da
traduo, mas tambm ligado prpria competncia de traduzir /
comparar duas lnguas. A esta luz, a tentativa de interpretar categorias em
diferentes lnguas como a mesma categoria, no mais do que a
manifestao, a nvel terico, de traduts. Para uma crtica a tal
metodologia, veja-se T O B I N (1993), GAWRONSKA (1993) e SANTOS (1996),
sendo que os estudos citados so exemplos.de trabalhos que a ela no
recorrem.
Em SANTOS (1998a), a mesma ideia ilustrada por um estudo emprico
da pontuao em trs lnguas. Nele mostro que assumir equivalncia entre
elementos de lnguas diferentes sempre problemtico: o sistema total
tem de ser levado em conta. De facto, apesar de o "vocabulrio" ser o
mesmo e, portanto, partida se poder esperar o mesmo sentido e o
mesmo uso dos sinais de pontuao, as lnguas diferem significativamente
na forma como os empregam.

134

T&T 2.1999

5 Homens contra mquinas ou homens com mquinas?


Outra questo extremamente actual a da base emprica para os estudos
de traduo. E, a esse propsito, convm denunciar a suposta primazia ou
excelncia da traduo humana, que , como veremos, um falso
problema, que corresponde a uma avaliao errada da realidade.
Em primeiro lugar, quando se fala de traduo automtica por
oposio a traduo humana, est-se a esquecer que o conhecimento
sobre traduo tem sido codificado e descrito por seres humanos
(linguistas ou linguistas computacionais), por isso, de certa forma, a crtica
ou comparao feita entre pessoas com perfis diferentes, e no a
mquinas como "seres" independentes da humanidade. Alm disso, esta
falsa dicotomia faz tambm tbua rasa da to frequente crtica aos
tradutores (humanos), cuja arte e tcnica tem sido muito mais vilipendiada
do que admirada (como qualquer livro sobre traduo faz questo de
recordar). Finalmente, a nova gerao de sistemas de traduo automtica
(ou de traduo assistida) recorre a corpora de tradues prvias
(efectuadas por seres humanos), deste modo esbatendo ainda mais a
pretensa oposio. Parece, pois, intil insistir na primazia da actividade
humana, e investir sim na melhoria da sua prtica, assim como na ajuda
preciosa que os computadores nos podem vir a dar nessa e noutras
actividades intelectuais.
Mas, visto que, precisamente por ser uma actividade to difcil, h
mais casos de m traduo do que de boa, urge reflectir sobre os novos
modelos computacionais de traduo. O emprego indiscriminado de
grande quantidade de tradues prvias, que, segundo ISABELLE et ai
(1993), contm mais solues de traduo do que qualquer outro recurso,
no levar utilizadores e sistemas a aprender de maus professores?
Concluo este artigo lamentando que, quer a nvel da actividade
humana, quer como desenvolvimento de um sistema informtico
especializado, a traduo tenha to pouco prestgio. Sobre o primeiro
aspecto, veja-se MAGALHES (1996). Sobre o segundo, basta verificar que
corrente considerar a traduo automtica como s mais uma
funcionalidade a pedir a um sistema de procura na rede, ou a um
processador de texto poderoso...

T&T 2.1999

135_

Quantos financiadores compreendero que mais difcil traduzir um


texto do que pilotar um avio? E que, por conseguinte, mais difcil
implementar um sistema de traduo automtica do que um sistema de
piloto automtico?
D I A N A SANTOS
Processamento computacional do portugus
SINTEF Telecom and Informatics
Box 124 Blindem, N-0314 Oslo, Noruega
http://www.portugues.mct/pt/
Diana.Santos@informatics.sintef.no

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138

T&T 2.1999
S A N T I A G O DEL P I N O

La introduccin de las memorias de


traduccin en la Comisin Europea'
This paper describes the introduction and use of translation memory
(TM) systems at the Translation
Service of the European
Commission, where documents often contain a significant amount
of repeated or similar material. In 1994, presentations of various TM
systems at the Commission stimulated interest because they seemed
to go beyond simply substituting fragments of literally repeated
words to working with fragments that expressed similar ideas,
though perhaps in slightly differently-worded terms. There followed
informal trials of the TM systems by volunteers in their everyday
work. These trials threw up various technical and organisational
challenges but were sufficiently
promising
to prompt
further
investigation. From 1995 to 1997 three important projects - Euramis
(on integration of linguistic resources), the Translation Workshop (a
translation workgroup at the Translation Service specialising in TM
use) and the process leading to acquisition of a single TM system
(Trados programs, in the event) - developed in parallel, with the

Este artculo se present inicialmente como contribucin a la mesa redonda sobre "Nuevas
Tecnologas" celebrada durante las III Jornadas de Traduccin de la Universidad de Vic (del 12 al
15 de mayo de 1999), que en aquella edicin tenan como tema central La formacin de
traductores e intrpretes: nuevas orientaciones para el milenio. Aunque aqu se reproduce su
contenido sin modificacin alguna, el ttulo original ("El uso de las nuevas tecnologas aplicadas a
la traduccin en la Comisin Europea") encubra una realidad ciertamente ms compleja, y por
ello no ha parecido adecuado para esta versin impresa. Conviene sealar, en particular, que:
Como indica el nuevo ttulo, el artculo se refiere de manera casi exclusiva a una sola de las
"nuevas tecnologas aplicadas a la traduccin" que merecen amplia consideracin: las memorias
de traduccin. No obstante, algunos pasajes del texto intentaban subsanar esta diferencia de
enfoque entre el citado ttulo original y el contenido -diferencia que obedeca al nombre de la
mesa redonda a la que inicialmente iba destinado- y pueden, por lo tanto, parecer un tanto
incongruentes.
Debido a las limitaciones de espacio impuestas por los organizadores, el texto abordaba
principalmente la evolucin de las unidades del Servicio de Traduccin implantadas en Bruselas.
Para no abrumar con excesivos matices a sus destinatarios originales, no se mencionaban, en
cambio, otros experiencias similares que en su da se llevaron a cabo en las unidades implantadas
en Luxemburgo, pese a que stas resultaron sumamente interesantes y habran sido igualmente
pertinentes con respecto a la materia tratada.
Las referencias a la situacin actual y similares han de entenderse efectuadas a principios de
1999.
Muchos de los aspectos aqu abordados resultarn conocidos a quienes en su da leyeran
atentamente el n 1.1998 de Terminologa y Traduccin, por haber sido objeto de contribuciones
especficas en aquel volumen, dedicado de forma monogrfica a las nuevas tecnologas en la
traduccin. Remitimos sin dudarlo a dicho volumen a los lectores que deseen recabar mayores
detalles sobre algn tema. El presente artculo tan solo pretende, modestamente, poner al da
algunas de las informaciones contenidas en aquel volumen desde un enfoque ms global.

T&T 2.1999

139_

common aim of modernising the working practice of the Translation


Service. Subsequently the members of the Translation Workshop
became trainers in the new systems on three-week simulations,
working in teams with the new technologies. The present situation
is that approximately one third of the Translation Service's 1 500
translators are Trados and Euramis users. Finally, the paper
considers future developments at the Translation Service in this
field.
1

Introduccin

a presente comunicacin pretende dar a conocer las grandes lneas del


proceso de introduccin de las nuevas tecnologas lingsticas (o, para
ser ms exactos, de una parte de ellas) en el Servicio de Traduccin de la
Comisin Europea (SdT). Aunque dicho servicio es el de mayor tamao en
las instituciones europeas -unos 1 350 traductores-, cada una de ellas
cuenta con su propio departamento de traduccin.
En realidad, se trata de un proceso gradual, que an dista bastante de
estar culminado. Por razones prcticas, me referir principalmente al uso
de las memorias de traduccin, que -en el caso de la Comisinconstituye un panorama bastante complejo, debido a la existencia de dos
niveles (central y local), como veremos, y a los mecanismos tcnicos y
organizativos que ha sido preciso disear para que ambos pudieran
complementarse de forma satisfactoria.
Sin embargo, las memorias de traduccin no son el nico tipo de
tecnologa pertinente a este respecto. Aunque disponible para todos los
usuarios de la Comisin (traductores o no) desde hace muchos aos,
merece ser destacado el avance experimentado en los ltimos tiempos por
la traduccin automtica -y, singularmente, por las combinaciones que
incluyen el espaol como lengua de llegada- El SdT ha hecho, por cierto,
progresos considerables en la integracin de ambas tecnologas.
Otros mbitos que mereceran captulo aparte seran la gestin de las
colecciones terminolgicas y el desarrollo de herramientas de anlisis
textual que permiten, en ciertos casos, el pretratamiento de unidades
textuales repetitivas intermedias entre el trmino y la oracin.

Planteamiento del problema

Todos los traductores de las instituciones comunitarias - y , suponemos, de


otros organismos internacionales- han tenido en algn momento la

140

T&T 2.1999

sensacin de estar traduciendo oraciones, prrafos y hasta textos


prcticamente enteros que ya han sido traducidos anteriormente por ellos
mismos o por algn compaero. Este fenmeno es comprensible si se
tienen en cuenta los mtodos de trabajo inherentes a dichas instituciones.
As, si el Consejo Europeo decide que la Unin debe adoptar una
serie de medidas, por ejemplo, en materia de lucha contra el racismo,
aprobar una resolucin instando a la Comisin a presentar una propuesta
legislativa. El servicio competente de la Comisin elaborar un borrador
de dicha propuesta, cuya exposicin de motivos se basar probablemente
en la resolucin del Consejo Europeo. Posteriormente, el documento
tendr una vida interna en la Comisin, ya que otros servicios sern
consultados, e incorporarn al texto matices basados probablemente en
anteriores iniciativas legislativas similares. Cuando la Comisin apruebe la
versin final de la propuesta, la transmitir a las dems instituciones. En
general, el Parlamento Europeo, el Comit Econmico y Social y el Comit
de las Regiones emitirn sendos dictmenes sobre ella, basados
-naturalmente- en el texto de la Comisin, al cual propondrn enmiendas.
Una vez cumplidos estos trmites, el Consejo debatir la propuesta, y las
diferentes delegaciones nacionales no dejarn de hacer constar en acta sus
observaciones sobre la redaccin del texto y sobre las distintas enmiendas.
La propuesta se convertir en ley (en realidad, no se llama as, pero eso es
harina de otro costal...) cuando el Consejo de Ministros apruebe un texto
consensuado por la mayora de delegaciones. Ms adelante quizs se
constituya un comit encargado de velar por la buena marcha de las
medidas adoptadas, cuyos documentos internos se basarn a su vez en los
textos anteriores.
No siempre cabe, pues, hablar meramente de versiones sucesivas de
un mismo documento; en general, stas -frecuentes, desde luego, dentro
de la misma institucin- suelen venir identificadas de antemano por el
servicio que ha preparado el documento. Lo que nos interesa aqu es ms
bien la reelaboracin de los conceptos bajo distintas presentaciones
(informe, libro blanco, propuesta de directiva, acta, dictamen, etc), pero
usando gran parte del mismo material lingstico.
Lo que ocurre, sin embargo, es que este reciclaje no siempre es
explcito ni literal. Lo ms habitual es que los sucesivos autores -pues ya
se habr comprendido que, aqu, el concepto de "autor" no pasa de ser
una mera abstraccin- hayan modificado ms o menos ligeramente los
textos en que se inspiran, sea por los avatares polticos o administrativos
que afecten al documento o por un humano prurito de originalidad, que a
veces tambin los puede llevar a silenciar la procedencia exacta de los
pasajes repetidos literalmente. Otras circunstancias ms o menos

T&T 2.1999

141

frecuentes pueden incidir en este proceso; cabe destacar, entre ellas, los
cambios de lengua original en mitad del procedimiento.
As pues, la sensacin de repetitividad experimentada tan a menudo
por nuestros traductores corresponde en parte -pero slo en parte- a una
repetitividad exacta de los textos. Muchas veces, en cambio, lo que
sucede es que la reiteracin de los conceptos con formulaciones muy
semejantes produce en el traductor una impresin de repetitividad,
aunque objetivamente sta no sea total. Por eso creo que es til distinguir
entre la repetitividad literal (la que hace que cualquier ordenador
considere idnticas dos cadenas de caracteres) y la repetitividad intuitiva,
propia de la inteligencia humana, por la que el traductor tiende a recordar
como idnticas dos oraciones que expresan el mismo concepto (o uno
muy similar) prcticamente con las mismas palabras, aunque tal vez con
ciertas diferencias.

Antecedentes

Desde principios de los aos 90, algunos traductores de la Comisin


venan utilizando en condiciones casi artesanales programas de
fabricacin casera que permitan reducir la carga de trabajo superfluo que
representaba la repetitividad literal. Dichos programas efectuaban
sustituciones "ciegas" en el texto original, produciendo un resultado
hbrido en el que las oraciones repetidas literalmente ya aparecan en la
lengua de llegada. Las reglas de sustitucin podan adquirir cierto grado
de sofisticacin (por ejemplo, para permitir el tratamiento de oraciones o
sintagmas que slo diferan en una fecha.o un nombre propio).
Este enfoque dio sus frutos con determinados tipos de texto, y cont
de hecho con un reducido nmero de adeptos que se encargaban de
introducir los datos (las reglas de sustitucin) y de gestionarlos, labor que
deba hacerse de forma manual o, a lo sumo, semiautomatizada. Las
distintas comunidades lingsticas de usuarios aceptaban el producto
resultante -fue entonces cuando el trmino "pretratamiento" empez a
emplearse en la Comisin- con distintos grados de entusiasmo. Sea como
fuere, esta experiencia tambin puso de relieve las limitaciones de un
enfoque basado exclusivamente en la repetitividad literal. Los traductores
seguan teniendo la sensacin de que "la mquina" no reconoca muchas
expresiones "repetitivas". En realidad, la mquina slo reconoca cadenas
de caracteres: bastaba una coma de ms o de menos en la frase para que
las reglas de sustitucin la ignoraran completamente. Por otro lado, el
esfuerzo dedicado al mantenimiento de los datos era considerable si se

142

T&T 2.1999

queran resultados mnimamente vistosos, hasta tal punto que caba


preguntarse si no era mejor dedicar esos recursos al desarrollo de los
sistemas de traduccin automtica, por ejemplo.
En 1994, la unidad encargada de la modernizacin de los mtodos de
trabajo organiz presentaciones de los sistemas de memoria de traduccin
entonces disponibles en el mercado; an eran muy pocos los que estaban
al corriente de esta nueva tecnologa lingstica. Como es comprensible
dada la situacin recin descrita, estas presentaciones impresionaron muy
favorablemente a los participantes, tanto a los responsables de la
administracin del SdT como a los propios traductores. En esencia, se les
estaban proponiendo unos sistemas que:
1

Eran aplicables a todas las lenguas comunitarias.

Eran capaces de tratar oraciones similares pero no necesariamente


idnticas (es decir, podan operar en el nivel de la repetitividad
intuitiva).

Podan "aprender" segn se trabajaba con ellos.

Tambin permitan aprovechar a tal efecto las traducciones anteriores


(materia prima que, desde luego, no escaseaba...)

Frente a este cmulo de ventajas, los inconvenientes entonces


imaginables parecan minucias. No es, pues, de extraar que el SdT
adoptara la decisin de investigar ms de cerca la posibilidad de
introducir uno de tales sistemas.

Primeros pasos

Entre finales de 1994 y mediados de 1995, se crearon tres grupos de test


integrados cada uno por cinco o seis traductores voluntarios. Dichos
grupos no contaban con ninguna estructura especial, ni tampoco reciban
-apenas- formacin ni soporte. Cada grupo tena asignado uno de los tres
sistemas de memoria de traduccin cuyos fabricantes se mostraron
dispuestos a colaborar con el SdT en la experiencia. Los traductores de
cada grupo tenan que intentar efectuar una parte de su trabajo cotidiano
con "su" programa. La falta de reconocimiento oficial del tiempo de
trabajo que era preciso dedicar a esta actividad (no olvidemos que se
parta del cero ms absoluto) hizo, en la prctica, que algunos de los

T&T 2.1999

T43_

voluntarios iniciales desistieran tras los primeros intentos, pero lo cierto es


que cada grupo cont al menos con dos o tres miembros activos.
Como colofn de esta experiencia, los tres grupos presentaron sendos
informes que coincidan en las conclusiones fundamentales:
1

Desde el punto de vista tcnico, ninguno de los programas estaba


suficientemente maduro para su introduccin inmediata en el SdT. En
particular, era preciso perfeccionar la integracin en el tratamiento de
textos y superar las dificultades para incorporar la lengua griega,
amn de otras mejoras funcionales considerables.

Desde el punto de vista organizativo, la introduccin de esta


tecnologa deba ir acompaada de una importante modernizacin de
los mtodos de trabajo en vigor. A este respecto, pareca
indispensable avanzar hacia una "cultura" que fomentara un uso
compartido de los recursos lingsticos en mayor medida que hasta
entonces, pero tambin hacia estructuras que liberasen en buena
parte al traductor de las tareas previas (y posteriores) al uso interactivo
del programa durante la traduccin propiamente dicha.

A pesar de los inconvenientes citados, la nueva tecnologa era muy


prometedora e indicaba el camino que el mayor servicio de
traduccin del mundo no poda por menos de seguir. Era pronto para
hacerse una idea de la cantidad de documentos a los que se podra
aplicar ventajosamente, por lo que pareca recomendable llevar a
cabo una experiencia ms estructurada que la de los grupos de test.

Fase de preparacin

5.1 Tres proyectos convergentes


Partiendo, principal pero no exclusivamente, de los resultados obtenidos
por los grupos de test, en el otoo de 1995 el SdT entr en la que
podramos considerar fase preparatoria de la introduccin de los sistemas
de memoria de traduccin. Durante esta fase se trabaj en tres grandes
proyectos, de manera relativamente independiente, pero con la intencin
de que todos ellos convergieran, como de hecho sucedi en un momento
que podemos situar en la primavera de 1997.

144

T&T 2.1999

5.1.1 Euramis
Euramis haba comenzado su andadura unos meses antes, inicialmente
como un proyecto de investigacin. Sin embargo, pronto se advirti el
potencial que presentaba para las necesidades operativas del SdT, que
asumi su gestin por aquellas fechas.
La idea esencial de este proyecto es la integracin de los productos y
los recursos lingsticos. En otras palabras, que todos los datos lingsticos
sean accesibles a todas las aplicaciones (por ejemplo, que el sistema de
traduccin automtica pueda emplear los datos terminolgicos de
Eurodicautom), y que stas puedan combinarse entre s.
Este enfoque ofreca una respuesta tcnica a la inquietud expresada
por los grupos de test - y posteriormente por el Taller de Traduccinrespecto al problema del uso compartido de los datos. En efecto, uno de
los componentes principales de Euramis sera una memoria de traduccin
central estructurada, en la que se podran almacenar los datos resultantes
de las traducciones efectuadas con el programa elegido o del alineamiento
de traducciones anteriores. El acceso a esta memoria central se efectuara
enviando por correo electrnico a un servidor el documento original; el
servidor respondera con un pequeo fichero que contendra una
extraccin de los datos existentes en la memoria central que resultaran
pertinentes para dicho original. Tambin estaba prevista la combinacin
de esta memoria de traduccin central con el sistema de traduccin
automtica, adems de otros servicios inexistentes hasta entonces.
Al no existir en el mercado productos que pudieran responder a estas
caractersticas, Euramis estaba siendo desarrollado por una empresa de
Nuremberg. Un pequeo equipo de la Comisin en Luxemburgo se
encargaba de supervisar el cumplimiento de los requisitos tcnicos y
funcionales establecidos en el contrato.
5.1.2 Taller de Traduccin
Los grupos de test haban servido, como hemos visto, para llevar a cabo
una primera toma de contacto con los sistemas de memoria de traduccin.
No obstante, la experiencia haba adolecido de un carcter demasiado
marginal y haba requerido buenas dosis de voluntarismo. Por ello, si se
quera llegar a adquirir una visin ms completa sobre la utilidad de
dichos sistemas para el SdT, era preciso realizar un ejercicio ms
sistemtico que llevase aparejado un mayor reconocimiento oficial de las
tareas desempeadas; sin embargo, era demasiado pronto para decidir la
introduccin generalizada de tales sistemas, en parte por razones tcnicas

T&T 2.1999

145_

(las que los grupos de test haban puesto de relieve), y en parte por
razones jurdicas (era preciso seleccionar uno de los programas a travs de
los mecanismos oficiales previstos al efecto).
As se lleg a la idea de crear un pequeo equipo de unos 20
traductores cuya misin fundamental sera la de realizar la prueba de
concepto de la introduccin de las memorias de traduccin. No haba de
tratarse de un grupo meramente experimental, sino que deba contribuir
activamente a la produccin normal del SdT.
Aunque no se dot a dicho equipo -que pronto pas a denominarse
Taller de Traduccin- de identidad administrativa propia, puesto que su
mandato era limitado en el tiempo, s cont con un considerable grado de
autonoma efectiva. Esto le permiti organizar su funcionamiento en torno
a la utilizacin de las memorias de traduccin, en lugar de limitarse a
aadir stas a un modo de trabajo preestablecido. Tambin pudo
instalarse en locales propios e intervenir en la seleccin de los
documentos que le corresponda traducir. Pero la mayor novedad era, sin
duda, el hecho de que se trataba de un equipo plurilinge y pluritemtico.
As, mientras que una unidad tpica del SdT cuenta con unos 16
traductores de la misma lengua de llegada y pertenecientes a un mismo
grupo temtico, en el Taller de Traduccin estaban representadas las 11
lenguas y los 5 grupos temticos entonces afincados en Bruselas.
Esta circunstancia contribuy a que los miembros del Taller de
Traduccin tuvieran la sensacin de estar participando en una empresa
nueva. Como todo estaba por hacer, hubo que debatir intensamente
cuestiones tales como los criterios para la seleccin de documentos, la
organizacin de las tareas previas y posteriores a la traduccin, la gestin
de las memorias de traduccin, la distribucin de actividades entre
traductores y secretarios, etc. El resultado fue una organizacin del trabajo
que, tomada aisladamente, difera bastante de la del SdT en su conjunto,
pese a que en esta poca Euramis an no exista y an se trabajaba con
memorias locales o, a lo sumo, compartidas en un servidor. El trabajo en
equipo en torno a cada documento acab siendo bastante ms intenso
que lo que entonces era habitual en las unidades monolingues y
monotemticas del SdT.
Desde el punto de vista del rendimiento, la experiencia del Taller de
Traduccin ofreci, en general, resultados positivos. As, tras un perodo
inicial con una productividad relativamente modesta, al cabo de unos
meses sta prcticamente lleg a doblar la del conjunto del SdT, si bien
ms adelante se estabiliz en una proporcin de 1,5:1. No cabe duda de
que el empleo de las nuevas tecnologas no era, ni mucho menos, el nico

146

T&T 2.1999

factor en juego. El entusiasmo de sus miembros y la seleccin de los


documentos ms dneos fueron tanto o ms decisivos para este xito.
Sin embargo, al irse aproximando el final de la experiencia, se lleg a
la conclusin de que sta no poda transponerse sin ms al conjunto del
SdT. Haba, al menos, tres grandes reas que presentaban dificultades:
1

El uso de memorias locales ofreca escasas posibilidades de compartir


los datos, aspecto fundamental dado el volumen del SdT. Era, pues,
preciso establecer mecanismos que permitieran una interaccin con
un nivel central, si bien esto requerira mayor disciplina en la
estructura de los datos.

El esfuerzo en formacin iba a ser considerable, ya que sta tendra


que incluir aspectos relacionados con la organizacin del trabajo y la
distribucin de tareas, en lugar de limitarse a una formacin
informtica clsica.

Como ya haban sealado los grupos de test, las memorias de


traduccin no eran una simple aplicacin informtica ms que
pudiera incrustarse en los mecanismos existentes. Al afectar a la
esencia del trabajo del traductor, su introduccin debera ir
acompaada de adaptaciones en la organizacin del circuito de
trabajo en el SdT, y los grupos temticos deban, pues, evolucionar en
este sentido.

5.1.3 Adquisicin de un sistema local de memoria de traduccin


Como es bien sabido, salvo en circunstancias muy restringidas, las
administraciones pblicas no pueden adjudicar contratos sino en virtud de
un procedimiento de licitacin. Hasta entonces, los grupos de test y el
Taller de Traduccin haban venido utilizando un nmero limitado de
copias de los programas, que los distintos fabricantes haban cedido a la
Comisin en virtud de acuerdos de test. Sin embargo, dada la envergadura
que supondra la operacin de equipar al conjunto del SdT con uno de
tales sistemas (aunque fuera progresivamente), era preciso convocar una
licitacin, seleccionar definitivamente uno de los productos entonces
existentes segn criterios objetivos -incluyendo el econmico- y firmar un
contrato-marco con el fabricante elegido.
Este procedimiento, que ya de por s es prolijo y laborioso, se vio
complicado a mediados de 1995 por una circunstancia imprevista,
resultante de los vaivenes de la vida institucional comunitaria. En aquel

T&T 2.1999

147_

momento, los responsables polticos decidieron intensificar de manera


significativa la cooperacin interinstitucional en una serie de mbitos,
entre los cuales se encontraban la informtica, la traduccin y la
contratacin pblica.
As pues, una operacin que representaba, en cierto modo, una
encrucijada entre estos tres mbitos no poda escapar a las nuevas
directrices. Los responsables de los servicios de traduccin de seis
instituciones comunitarias (Comisin, Consejo, Tribunal de Cuentas,
Comit Econmico y Social, Comit de las Regiones y Centro de
Traduccin) decidieron, pues, realizar conjuntamente esta licitacin; otras
dos instituciones (Parlamento y Tribunal de Justicia) optaron por un
estatuto de observadoras, sin participar directamente en ella como
entidades adjudicadoras.
En la prctica, esto provoc dos problemas:
1

Desde el punto de vista administrativo, dada la escasa experiencia


existente en este tipo de operaciones interinstitucionales, y la notoria
vaguedad de la normativa vigente al respecto, fue preciso inventar
una frmula pragmtica que, al mismo tiempo, satisficiera las
instrucciones recibidas de los responsables polticos y presentara una
seguridad jurdica adecuada (es decir, que no fuera ms all de lo
permitido por dicha normativa).

Desde el punto de vista tcnico, la situacin de las diversas


instituciones distaba entonces bastante de ser homognea en lo que
se refiere, por ejemplo, a los sistemas operativos y tratamientos de
textos utilizados. Por lo tanto, fue preciso redactar un pliego de
condiciones sumamente "abierto", que de hecho dio cabida a
productos que, estrictamente hablando, no eran verdaderos sistemas
de memoria de traduccin. Estas mismas divergencias tcnicas, como
es comprensible, tambin iban a tener.su influencia a la hora de
evaluar los productos.

A pesar de todo, fue posible culminar la operacin con xito, si bien


el contrato-marco no se firm hasta finales de mayo de 1997. El producto
finalmente seleccionado fue el "paquete" compuesto por el Translator's
Workbench (TWB), Multiterm Plus! y WinAlign de Trados. El comit de
evaluacin estableci una lista de mejoras que era preciso aportar a estos
programas (principalmente al TWB), lista que pas a ser un anexo al
contrato-marco. En su mayora, estas mejoras forman hoy parte de la
versin comercial del programa.

148

T&T 2.1999

Para la Comisin, el retraso que la dimensin interinstitucional haba


provocado no fue irremediable, dado que coincida con el final de la
primera fase de la existencia del Taller de Traduccin.
Cabe destacar que otras tres agencias comunitarias (el Banco Europeo
de Inversiones, el Centro Europeo para el Desarrollo de la Formacin
Profesional y la Fundacin Europea para la Mejora de las Condiciones de
Vida y de Trabajo) se han sumado posteriormente a dicho contrato-marco.
5.2

Conclusin

De este modo, en la primavera de 1997 se haba llegado a una situacin


en la que:
1

El equipo de desarrollo de Euramis haba elaborado una versin


"instalable" que permita acceder a la mayor parte de los servicios
lingsticos previstos, aunque an no era definitiva.

Se haba seleccionado oficialmente un sistema local de memoria de


traduccin mediante licitacin, lo que permita acometer su
introduccin en el SdT a ms amplia escala.

El Taller de Traduccin haba realizado con xito la "prueba de


concepto", pero al mismo tiempo haba sealado las limitaciones y
dificultades que, a su juicio, iba a presentar la introduccin
generalizada de las nuevas tecnologas.

En aquel momento, el Taller de Traduccin dedic unas cuantas


semanas a probar intensamente Euramis -pues el equipo de desarrollo
necesitaba las impresiones y sugerencias de usuarios cualificados-, y a
reflexionar sobre los horizontes que abra este nuevo componente para la
futura organizacin del trabajo.
Los resultados fueron esperanzadores. A pesar de los problemas
inherentes a un producto que an estaba en fase de desarrollo, los
miembros del Taller de Traduccin llegaron a la conclusin de que
Euramis, con su nueva dimensin "central", permita superar la mayor
parte de las dificultades que ellos haban experimentado trabajando con
memorias locales, o que haban previsto si las memorias se compartan en
servidores por un gran nmero de usuarios.
Euramis permita alinear textos, corregir los alineamientos, almacenar
los resultados en la memoria central, recuperar de sta las frases
pertinentes para un documento determinado y volver a almacenar el

T&T 2.1999

149

resultado de la traduccin con TWB. Un conjunto reducido de atributos


(establecidos paralelamente en Euramis y en TWB) permitira una gestin
racional de los datos, e incluso se prevean distintas opciones para
filtrarlos.
Otros servicios de Euramis parecan muy prometedores, como la
combinacin entre las memorias de traduccin y la traduccin
automtica, la extraccin de la terminologa pertinente, la identificacin y
recuperacin de los textos legislativos necesarios para la traduccin de un
determinado documento, etc.
No caba, pues, duda de que -dado el nmero de usuarios, la
variedad de temas tratados y el previsible crecimiento de los datos
almacenados a medio y largo plazo- Euramis haba de ser la piedra de
toque de la futura organizacin del trabajo con las nuevas tecnologas. El
dilema segua siendo cmo planificar la introduccin gradual de Euramis y
TWB en el conjunto del SdT, contribuyendo al esfuerzo de formacin y
organizacin que los grupos temticos deban asumir.
La respuesta consisti en una "reconversin" del Taller de Traduccin
(reducido ahora a unos 12 miembros), que se transform en un equipo de
formacin especializada para los traductores y secretarios del SdT.

La formacin impartida en el Taller de Traduccin

La idea tras este nuevo enfoque era que haba que transmitir la
experiencia acumulada por los miembros del Taller de Traduccin a un
grupo suficiente de sus compaeros en cada uno de los grupos temticos
del SdT.
La razn por la que esta tarea no se encomend a profesionales de la
formacin informtica es que dicha experiencia iba mucho ms all de la
capacidad de explicar las principales funciones de TWB y Euramis. Los
grupos temticos haban seguido trabajando, en general, del mismo modo
que un par de aos antes, y sus traductores y secretarios necesitaban ms
que uno o dos das de formacin limitados a presentar mens, barras de
herramientas y funciones.
Qu tipo de formacin deban, pues, recibir los futuros "alumnos"?
Era preciso introducirlos paulatinamente en la lgica de una organizacin
del trabajo que an no exista, explorar con ellos de una manera crtica en
qu puntos de la "vida" de un documento en el SdT se poda mejorar el
trabajo en equipo, examinar las posibilidades de una nueva colaboracin
entre traductores y secretarios en la que stos pasaran de ser mecangrafos
a ser "asistentes de traduccin", y dar contenido a esta nocin. Tena que

150

T&T 2.1999

ser, por lo tanto, una formacin ms orientada hacia la organizacin del


trabajo que hacia meras manipulaciones de los programas. Era evidente
que esta formacin
requera un conocimiento
profundo
del
funcionamiento del SdT (y del resto de las aplicaciones informticas
utilizadas en l, aparte de Euramis y TWB), y que iba ms all de lo que se
poda esperar de una empresa especializada en la formacin informtica
o, incluso, de los propios fabricantes de los programas de que se trataba.
Frente a esto, los miembros del Taller de Traduccin "reconvertido"
tenan la ventaja de que seguan perteneciendo a sus antiguas unidades
lingsticas y grupos temticos, y por consiguiente seguan siendo, a todos
los efectos, compaeros de los futuros alumnos.
Sea como fuere, la inversin en recursos humanos iba a ser
considerable. Para amortizarla, se esperaba que una formacin de este
tipo no slo contribuyera a transmitir conocimientos y experiencias a los
participantes, sino que produjera beneficios indirectos en trminos de
organizacin en los grupos temticos. Dicho de otro modo: si, en cada
grupo temtico, un nmero suficiente de traductores y secretarios reciba
esta formacin, este colectivo hara de catalizador para potenciar, con el
apoyo de la jerarqua, una organizacin que permitiese sacar el mximo
partido posible de la introduccin de las nuevas tecnologas. Adems, esto
permitira a los grupos temticos asumir sus futuras necesidades de
formacin.
En funcin de estas premisas y de una serie de condicionantes
materiales (nmero de formadores, locales, infraestructura informtica
disponible, etc), se dise un ciclo de formacin de tres semanas de
duracin. En cada ciclo participaran unos quince traductores y cinco
secretarios, y se organizaran tres ciclos para cada grupo temtico. Al final,
cada grupo temtico habra formado, por lo tanto, a aproximadamente un
tercio de su personal. Estos ciclos de formacin se realizaron entre junio
de 1997 y junio de 1998.
Un aspecto esencial de la formacin era que sta se combinaba con
una produccin normal. Esto permiti, sin duda, vencer muchas
reticencias de las unidades lingsticas, que de otro modo no habran
estado fcilmente dispuestas a ceder, por trmino medio, un total de
cuatro personas durante tres semanas cada una. Una adecuada seleccin
de documentos permitira mantener la productividad en niveles normales
o, incluso, ligeramente superiores a la media, a pesar de que la formacin
"terica" supona aproximadamente un tercio del tiempo total disponible.
De este modo, la inversin "humana" qued limitada al tiempo de trabajo
del equipo de formacin.

T&T 2.1999

T5J_

En qu consista un ciclo de formacin? La estructura bsica se


articulaba del siguiente modo:
1

Una formacin terica inicial colectiva de dos medias jornadas (las


maanas de los dos primeros das). El objetivo era familiarizar a los
participantes con los conceptos ms importantes ("memoria de
traduccin", "alineamiento", etc), pero sin abrumarlos con una
excesiva cantidad de informacin. Dada la disparidad del nivel de
conocimientos informticos, generalmente era preciso repasar
algunos conceptos bsicos ("servidor", "conversin", etc) Esta
formacin inicial se completaba con dos medias jornadas (las tardes
de los dos primeros das) en los que, tras una breve presentacin de la
estructura y los objetivos del ciclo, los participantes realizaban una
serie de ejercicios prcticos.

A partir de la maana del tercer da, los participantes empezaban a


realizar traducciones de textos reales con plazos reales, generalmente
pertenecientes a su propio grupo temtico. A cada miembro del
equipo de formacin se le asignaban uno o dos traductores, cuyo
progreso deba seguir regularmente, solventando sus dudas, pero
tambin proponiendo nuevos "trucos", repasando conceptos, etc. Por
su parte, los cinco secretarios compartan un solo formador, y
colaboraban en la realizacin de los alineamientos que los
traductores iban necesitando para sus textos.

Intercalados en el tiempo de traduccin a lo largo de las tres semanas,


se impartan unos diez seminarios.de una a dos horas de duracin,
sobre aspectos especficos del trabajo con el TWB y Euramis. Estos
seminarios se iban dosificando a medida que surgan conceptos
nuevos, o era necesario apuntalar otros ya adquiridos durante el
trabajo de traduccin. Algunos de los seminarios iban dirigidos ms
especficamente a los traductores o a los secretarios, pero la
participacin estaba abierta a todos. Algunos ejemplos de tales
seminarios eran, al principio del ciclo, Cmo corregir un
alineamiento defectuoso, Cmo identificar y obtener documentos de
referencia tiles; en mitad del ciclo Criterios para decidir cul es el
tratamiento ms adecuado para un documento, La combinacin de
TWB y la traduccin automtica; y, al final del ciclo, Problemas ms
frecuentes durante la traduccin con TWB, Otras posibilidades de
Euramis.

152

T&T 2.1999

Se dedicaba mucho tiempo al debate sobre la metodologa del


trabajo. Concretamente, se mantena una reunin semanal de
aproximadamente una hora entre el equipo de formacin y los
alumnos. El pretexto oficial era distribuir el trabajo de traduccin y los
alineamientos, pero en realidad se iba encaminando a los
participantes hacia una reflexin crtica sobre el circuito de trabajo.
Poco a poco, los participantes sugeran documentos de referencia
tiles que conocan, se ofrecan voluntarios para explorar tal o cual
pista, proponan alternativas a la distribucin de tareas habitual, etc.

El ciclo se cerraba con otro debate, esta vez entre los participantes y
su Consejero Temtico (el mximo responsable del grupo temtico al
que pertenecan), con una preparacin mnima por parte del equipo
de formacin. Se trataba de una sesin muy til, en la que los
participantes aportaban sus ideas sobre la mejor manera de adaptar el
funcionamiento del grupo temtico para sacar el mximo partido
posible de los sistemas disponibles. Adems, estos debates
contribuan a sensibilizar a la jerarqua sobre las ventajas de las
nuevas tecnologas, pero tambin
sobre las adaptaciones
organizativas cuya necesidad stas no hacan sino poner ms de
relieve.

En resumidas cuentas, el ciclo de tres semanas consista en una


simulacin de un micro-SdT ms orientado hacia el trabajo en equipo y
organizado en funcin de las posibilidades de las nuevas tecnologas. A
partir de este capital de datos lingsticos (los constituidos para y durante
la formacin), conocimientos, experiencia, y -en la mayora de los casosentusiasmo, los grupos temticos tendran que evolucionar segn sus
propias pautas.
Las reacciones de los participantes fueron globalmente positivas,
como corroboraron las evaluaciones efectuadas. En general, al principio
sentan ciertas reticencias hacia un ciclo de formacin que juzgaban
relativamente largo y que los apartaba de su "habitat" natural (la unidad
lingstica); pero stas se superaban en cuanto comprendan que no se
trataba de una formacin "clsica", sino de trabajar durante unas semanas
en condiciones diferentes. La disparidad en el nivel de conocimientos
informticos globales y, en algunos casos, de motivacin hacia las nuevas
tecnologas plante, en cambio, ms problemas, si bien el equipo de
formacin fue desarrollando con el tiempo una serie de estrategias para
administrar estas situaciones.

T&T 2.1999

1_53_

Un fenmeno bastante general fue que los participantes se


confesaban al principio bastante desorientados ante la cantidad y la
naturaleza de la informacin recibida. Esperaban una lista de "recetas"
mecnicas (como en los dems cursos informticos) y, de repente, se
vean enfrascados en un nuevo sistema cuyo sentido global no captaban
fcilmente. El equipo de formacin los tranquilizaba con una metfora
que les resultaba alentadora, pero que no dejaba de ser cierta. Se les
explicaba que sus reacciones durante el ciclo de formacin podan
compararse a la realizacin de un rompecabezas. Al principio no veran
ms que un montn de piezas inconexas; despus, empezaran a aparecer
retazos de imgenes aisladas (una nube en una esquina, una casa, etc),
que poco a poco ran cobrando su forma definitiva. Al final, podran
contemplar una sola imagen coherente.
Otro aspecto que no cabe desdear es que esta formacin intensa y
relativamente prolongada permiti constituir de manera organizada para
cada grupo temtico una primera "masa crtica" de datos lingsticos con
que alimentar la memoria central, en una proporcin similar para todas las
lenguas. Habra sido casi impensable obtener los mismos resultados de
manera "espontnea".

Situacin actual

Actualmente el nmero de usuarios de TWB y Euramis en el SdT asciende,


aproximadamente, a 500 traductores y secretarios, es decir, un tercio del
personal asignado a las unidades de produccin.
Como puede advertirse, el SdT ha optado por una poltica de
implantacin gradual de las memorias de traduccin. Ello obedece a
varias consideraciones:
1

El esfuerzo en organizacin y formacin (pero tambin en desarrollo y


soporte) es, como hemos visto, considerable y no parece viable sino
de forma paulatina. Una introduccin masiva de Euramis y TWB que
no fuera acompaada de las medidas oportunas podra "diluir"
completamente el inters de la operacin; las nuevas tecnologas
podran convertirse en un conjunto de conos ms en el PC de los
traductores, y su utilizacin verse abandonada al libre albedro de
cada cual. No obstante, tambin es preciso atender a la exigencia de
una mnima flexibilidad.

154

T&T 2.1999

En cuanto a la naturaleza de los documentos, es preciso concentrarse,


en un primer momento, en las categoras de documentos que ms se
prestan a este tipo de tratamiento. Por supuesto, ello no impide
extender el sistema a otros tipos de documentos, pero conviene
garantizar un rendimiento mnimo para todas las lenguas con una
proporcin suficiente de la carga de trabajo habitual.

Desde el punto de vista presupuestario, no hay que perder de vista


que se trata de programas caros, y es preciso justificar
cuidadosamente el rendimiento obtenido con ellos.

En lo que se refiere a la formacin, una vez concluida la actividad


desempeada por el Taller de Traduccin en la segunda fase de su
existencia, los grupos temticos han asumido esta labor, y en este
momento se disponen a formar un nutrido grupo de usuarios noveles
(unos 100 de los 500 antes mencionados). Un pequeo equipo que ha
asumido el soporte interno de los usuarios de TWB y Euramis (as como la
colaboracin con el equipo de desarrollo) se encarga de mantener cierta
coordinacin en la formacin impartida en los distintos grupos.
Desde el punto de vista de la organizacin, los grupos temticos
avanzan hacia estructuras que permiten cierto grado de racionalizacin de
las tareas previas y posteriores a la traduccin de un documento. As, por
ejemplo:
1

Unos grupos han optado por una "Clula de pretratamiento" dotada


de una o dos personas, que analizan la carga de trabajo entrante,
proporcionan a las unidades lingsticas indicaciones tiles sobre la
mejor manera de tratar un documento, facilitan documentos de
referencia en todas las lenguas, etc. El grado de oficializacin de estas
tareas vara, sin embargo, considerablemente.

Otros, en cambio, estn implantando un sistema de alerta por turnos


entre las distintas unidades lingsticas. La misin del document
spotter de guardia es escrutar todos los documentos que entran al
grupo, y sealar inmediatamente a los jefes de unidad cules se
prestan a un tratamiento determinado, para que se lo encomienden a
un traductor que disponga de los programas y los conocimientos
adecuados.

Sin embargo, an no se han dado otros posibles pasos importantes en


esta misma direccin: centralizacin del alineamiento de los documentos

T&T 2.1999

1_5_5_

de referencia a todas las lenguas, distribucin simultnea de los


documentos originales y del resultado de las tareas de pretratamiento,
imposicin de un tratamiento determinado a las unidades lingsticas o,
en su defecto, de un postratamiento, etc. Tambin es cierto que no se trata
exclusivamente de un problema organizativo; algunas de estas ideas
requeriran unos mecanismos tcnicos ms perfeccionados que los
actualmente disponibles.
Una laguna importante en la actualidad es la adecuacin de las
aplicaciones estadsticas a las nuevas posibilidades de tratamiento de los
documentos. Hoy por hoy, la utilizacin de las memorias de traduccin o
la traduccin automtica quedan al margen de dichas aplicaciones, hasta
tal punto que es sumamente laborioso obtener estadsticas sobre el grado
de utilizacin (o de utilidad) de tal o cual aplicacin. Las ms fiables
proceden de fuentes indirectas (peticiones que transitan por Euramis, por
ejemplo). Un primer paso en este sentido se dar en los prximos meses,
al aadirse dos nuevos campos a la principal aplicacin estadstica
empleada en el SdT. Uno de ellos indicar el tratamiento recomendado,
en su caso, por la Clula de Pretratamiento (o su equivalente), y otro el
tratamiento efectivamente aplicado por la unidad. Amn de permitir una
mayor precisin de las estadsticas, cabe esperar que este avance
contribuya a que se organicen de manera ms sistemtica las operaciones
de postratamiento. Sin embargo, el sistema no estar completo hasta que
no recoja toda la informacin relativa al flujo de trabajo generado por el
empleo de las nuevas tecnologas, que actualmente circula por correo
electrnico, listas ad hoc, etc.

SANTIAGO DEL P I N O

Comisin Europea

156

T&T 2.1999
BEGOA MONTERO

Lengua y tecnologa: aspectos terminolgicos

Nous insrons le prsent travail dans le cadre de la linguistique


contrastive, l'objectif tant d'approfondir un aspect concret de la
terminologie de la langue anglaise et ses quivalents en espagnol.
Les frontires de la connaissance sont repousses toujours plus
loin spcialement en science et en technologie, ce qui entrane, sur
le plan linguistique, la ncessit de la cration d'une vaste
terminologie capable de dsigner les nouveaux concepts, et ce
langage scientifique
s'est dvelopp
selon
certains
traits
syntactiques et discursifs propres.
Le progrs scientifique et technique se diffuse actuellement
surtout en langue anglaise, laquelle est ainsi confronte aux besoins
de transmission des nouveaux concepts, ce qui l'oblige un travail
d'innovation. Nous examinons dans le prsent article les stratgies
suivies par les langues anglaise et espagnole pour combler les
lacunes terminologiques rencontres au cours de ce processus. Il
s'impose notamment de rgler et de normaliser la terminologie
selon un critre commun bas sur des paramtres universellement
valides.

Introduccin

specialista o profano en materia lingstica, todo hablante es


consciente de las diferencias que existen entre la lengua que utiliza un
texto tcnico y la de un texto que reproduce una conversacin cotidiana:
nadie espera hallar los mismos rasgos en medios que se utilizan para
distintos fines. Podemos observar la presencia de unos factores distintivos
que caracterizan a un texto: autor, canal de c o m u n i c a c i n , lector, sin
olvidar el texto propiamente d i c h o .
a

El autor o traductor del texto que, mediante los matices personales,


dotan al d o c u m e n t o de una personalidad propia.

T&T 2.1999
b
c

1_57

El canal de c o m u n i c a c i n utilizado, ya que existen notables


diferencias entre el lenguaje escrito y el lenguaje hablado.
El lector: La expresin y contenido del texto respondern a una
adecuacin de la informacin teniendo en cuenta las caractersticas
propias del receptor, c o m o por e j e m p l o su edad o conocimientos de
la materia; de ah las peculiaridades de un artculo de investigacin
en una revista especializada con respecto a un artculo en una revista
de d i v u l g a c i n .
El texto en s, es decir, el gnero al que pertenece, su f u n c i n , la
finalidad que persigue y el contenido que trata. Ello hace que no sea
igual, por ejemplo, un texto de carcter general que un texto
cientfico d i r i g i d o a un p b l i c o experto en la materia tratada. En los
textos de carcter cientfico lo importante es el contenido, en
contraste con los textos literarios c u y o nfasis recae en su dimensin
esttica y estilstica

Todas estas coordenadas, as c o m o la precisin y economa de


expresin propias del lenguaje cientfico, influirn en la organizacin del
discurso tanto en sus niveles morfosintcticos y lxicos c o m o textuales.

Ingls para fines especficos

La mayor demanda del ingls para fines especficos (IFE) por parte de las
ciencias experimentales y la tecnologa en las dos ltimas dcadas ha
hecho que su campo de investigacin se ample de forma muy rpida. El
inters creciente por el IFE se debe fundamentalmente al desarrollo
cientfico actual, teniendo en cuenta que la mayora de sus resultados
aparecen publicados en lengua inglesa; su influencia a nivel nacional e
internacional se ha reflejado en importantes aspectos de nuestra sociedad,
educacin y vida, con el acceso a los nuevos campos de conocimiento y
de la ciencia.
La preocupacin por el ingls para fines especficos se ha manifestado
en estos aos a travs de la organizacin de congresos y reuniones
cientficas, que tienen, entre sus objetivos fundamentales, el deseo de
aunar criterios y clarificar ideas con respecto a esta variante, que no es
sino una parcela del ingls general. Recientemente este inters se ha
hecho patente a nivel institucional al incluir la materia ingls para fines
especficos dentro de los nuevos planes de estudio universitarios de
filologa inglesa en universidades espaolas. Todo ello responde a la
necesidad de abordar las especiales caractersticas de un ingls muy poco

158

T&T 2.1999

investigado hasta la actualidad y escaso de estudios generales y


monogrficos rigurosos acerca de sus peculiaridades lingsticas y sus
contrastes, ya sea con el ingls general o con otras lenguas:
Special languages are semi-autonomous, complex semiotic systems
based on and derived from general language; their use presupposes
special education and is restricted to communication among
specialists in the same or closely related fields (SAGER 1980:69).
Desde un enfoque cognitivo, el inters por el tema que nos ocupa en
este trabajo ha surgido al observar el paralelismo que existe entre la
estructuracin del conocimiento y su representacin lingstica y los
problemas que se plantean en la denominacin de conceptos nuevos:
The engineer, a product of industrial society, becomes the mediator
between science and its application and with him a new language
develops for the expression of his experience and for
communication with scientists on the one hand and craftsmen on
the other (SAGER 1980:38).

La lengua y las nuevas tecnologas

La extensin de las fronteras del conocimiento, especialmente en ciencia y


tecnologa, ha supuesto la necesidad de su representacin lingstica
mediante la creacin de una amplia terminologa capaz de describir los
nuevos avances, y el lenguaje cientfico se ha conformado con unos
rasgos lxicos, sintcticos y discursivos propios.
En un reciente estudio publicado por la Revista Poltica Cientfica y
realizado por el Centro de Investigaciones sobre la Realidad Social
(CIRES), se pone de manifiesto el inters creciente en nuestro pas por
temas relacionados con la actividad cientfica y tecnolgica. La mitad de
los encuestados afirman tener mucho o bastante inters por las ltimas
implantaciones de nuevas tecnologas o los descubrimientos cientficos
recientes, lo cual no es de extraar, ya que consciente o
inconscientemente el ciudadano actual vive inmerso en las nuevas
tecnologas que van desde la informtica, la agroalimentacin, la
mecnica y la electrnica, a las ciencias de la comunicacin.
Lo anteriormente expuesto est muy estrechamente vinculado con la
lengua que expresa y transmite esos conocimientos, lo que implica la
importancia del ingls en nuestra sociedad, ya que:

T&T 2.1999

159_

El inmenso poder que hoy alcanza la lengua inglesa se debe no


solamente a que es una de las ms extendidas como lengua
materna y como lengua de comunicacin en todo el planeta, sino,
acaso ms a que su lxico contiene todo el volumen del saber
actual y de sus desarrollos ms avanzados. No se exagera si se dice
que el progreso cientfico y tecnolgico de hoy habla ingls. Se ha
convertido esta lengua no solamente en la ms hablada, sino en la
principal lengua del saber (PIETRI 1985).
Nos parece que esto es cierto con carcter general, pero creemos que
lo es especialmente en lo que se refiere al campo de la informtica. En
efecto, hoy los avances en la produccin informtica se escriben
fundamentalmente en lengua inglesa, por lo que el conocimiento de esta
lengua resulta bsico para todo aquel que pretenda no ya slo profundizar
o ampliar sus conocimientos en esta ciencia, sino simplemente
mantenerlos al da.

Terminologa cientfica

El fin de un texto cientfico / tcnico es informar con precisin a un tipo de


lector que dispone, por lo general, de un volumen de experiencia
extralinguistica suficiente para descodificarlo. La principal caracterstica
del lenguaje tcnico es el gran potencial de su vocabulario, la
terminologa especfica de cada disciplina, que L BLOOMFIELD caracteriza
de la forma siguiente:
A technical term [...] replaces long phrases, or even a complicated
discourse, and its meaning is fixed by an agreement of definition,
which, in science, receives explicit formulation and strict
adherence.
La relacin existente entre el vocablo y el concepto al que representa
es la siguiente: ferm and concept are inextricably associated (PINCHUCK
1977:177), y ambos forman parte del marco terico general en que se
mueve la disciplina. De igual modo la terminologa de los textos para fines
especficos (TFE) presenta:
1
2
3

unos rasgos caractersticos (RABADN 1991:70),


precisin rigurosa en los significados, esto es, correspondencia entre
el sistema conceptual del campo y su expresin lingstica,
alto grado de normalizacin,

160
4

T&T 2.1999
uniformidad lgica de los conceptos y sus formas de expresin en las
distintas lenguas.

El progreso de la ciencia lleva implcito el desarrollo de nuevos


conceptos, conceptos que han de ser definidos y que requieren la
asignacin de un nombre; por ello la traduccin de trminos cientficos o
expresiones en general de carcter tcnico implica la expresin de
conceptos equivalentes, y no simplemente palabras, a la lengua trmino.
Cabe resaltar las siguientes caractersticas propias del trmino tcnico:
It has some of the characteristics of a name, and is a kind of label. It
is also sometimes an index to a complicated idea [y cumple el
siguiente papel]: The scientific term therefore has a unique role. It is
a member of a conceptual structure and an integral part of the
discipline (PINCHUCK 1977:178/179).
El desarrollo tecnolgico se hace patente en los textos con fines
especficos en la terminologa especifica, a pesar de que sta slo ocupe
del cinco al diez por ciento del texto (RABADN 1991:140). El 95%
restante lo forman vocabulario subtcnico y vocabulario general. El
vocabulario tcnico propiamente dicho muestra la evolucin y el
desarrollo terico alcanzado en una disciplina, y, a partir de un nivel
determinado, exige la aparicin de diccionarios tcnicos especializados.
Constantemente surgen nuevas mquinas, dispositivos y procesos que
necesitan ser denominados. Al no tener una palabra en el vocabulario de
la lengua inglesa que lo defina, el hecho comn es o bien crear un
trmino nuevo o especificar un trmino existente con modificadores que
maticen sus caractersticas con el fin de cubrir la laguna terminolgica
existente. En nuestro contacto diario con el contexto cientfico observamos
que, a menudo, nuevos conceptos cientficos encuentran dificultades en
su denominacin y ante la ausencia de un trmino idneo se recurre con
frecuente a la utilizacin de un grupo nominal complejo en sustitucin de
un trmino simple. A esto podemos aadir que la complejidad se
acrecienta al aumentar la abstraccin conceptual, ya que los conceptos
primarios se interrelacionan para expresar conceptos ms complejos
(HORSELLA 1991:126). Para definir un concepto es preciso detallar sus
caractersticas, que lo distinguen de conceptos similares: para ello la
premodificacin nominal, que origina grupos nominales complejos, es,
por ejemplo, un recurso propio del lenguaje general, pero especialmente
productivo dentro del lenguaje tcnico:

T&T 2.1999

16J_

It is not, however, the presence of nominal groups as such which


distinguishes SE from general English and most other special
languages but the amount of modification normally employed by
the authors of scientific and technical texts (SAGER 1981:219).
La evolucin actual de la ciencia y la tecnologa conlleva el
desarrollo creciente por parte de tcnicos, investigadores, profesionales o
usuarios de nuevos conceptos que carecen de trminos simples que los
identifiquen en la lengua inglesa, por lo que necesita recurrir a estructuras
compuestas.
La bsqueda de equivalencias de estas terminologas en espaol, a
cargo de los lexicgrafos, no es tarea fcil, ya que deben refrendar el uso
de las palabras instaladas en la lengua, las cuales adems, en el momento
de su publicacin y durante la vigencia del diccionario, pueden estar ya
obsoletas. Nos encontramos, pues, ante una dicotoma difcil de ajustar:
por un lado el avance de la ciencia y tecnologa y por otro el conjunto de
trminos que la definen, los cuales carecen de la sedimentacin necesaria
para su normalizacin de uso. Nos referimos a continuacin a algunos
aspectos de la expresin de trminos cientficos equivalentes en ingls /
espaol.

Algunos aspectos de la equivalencia ingls / espaol

La equivalencia de la documentacin tcnica y cientfica en otras lenguas


forma parte del proceso de difusin de informacin a escala internacional,
que resulta indispensable para el funcionamiento de la sociedad moderna:
una civilizacin tecnolgica como la nuestra, depende para su
supervivencia y expansin de un intercambio diverso y difusin de
conocimientos a muchos niveles, que suele explicarse como "a flow that
starts with the pure scientist and ends in the products of industry"
(PINCHUCK in ALVAREZ 1991:138). La traduccin tcnica forma parte,
segn NEWMARK (1988:151/155), de la traduccin con fines especficos y
entra dentro del concepto de trminos universales (no particulares) de una
cultura, ya que los beneficios de la tecnologa no deberan ser confinados
a una comunidad de lenguaje.
Al contrastar las formas inglesas con sus equivalentes en espaol,
parece oportuno apuntar aqu algunos problemas que surgen en el
proceso de traduccin, proceso que tiene como objetivo conseguir el
mismo significado en las dos lenguas.

162

T&T 2.1999

Por una parte, se plantean las discrepancias referidas al vocabulario.


Resulta evidente la presencia en las diferentes reas especializadas que
existen hoy en el mundo cientfico, de ingentes cantidades de nuevos
conceptos que, por una lado enriquecen la lengua fuente con sus
aportaciones y, por otro, tienden a colonizar la lengua receptora. Esto es
un claro ejemplo de la economa del lenguaje: utilizacin del mismo
trmino de la lengua origen a la lengua destino.
En pocas anteriores el menor alcance de los medios de
comunicacin tena como consecuencia una tambin menor difusin de
las tcnicas o hallazgos cientficos. Actualmente los medios de
comunicacin de alcance internacional, los centros de investigacin y de
normalizacin y las numerosas publicaciones especializadas existentes
hacen que una tcnica descubierta o de nueva implantacin hoy en un
pas se conozca o experimente maana en pases distantes entre s y de
lengua materna distinta. Esta rapidez de comunicacin y de intercambio
obliga a traducir y crear nuevas palabras y expresiones que formulen
dichos conocimientos (RABADN 1991:145).
Las lenguas en general, sin embargo, que trataron de seguir el
desarrollo de las primeras pocas, y crearon y adaptaron trminos acordes
con el avance de las ciencias, deben hacer verdaderos esfuerzos para
secundar este progreso. En primer lugar, la necesidad de reciclarse casi a
diario de los tcnicos especialistas, genera el uso inmediato de los nuevos
trminos especficos de la lengua fuente. En segundo lugar, por razones
ajenas y de poltica comercial, o propias de la competencia profesional, ni
los lingistas, ni los traductores son capaces de crear puntualmente (en
particular en nuestro pas) el vocabulario que debe acompaar al
desarrollo cientfico.
Las traducciones son llevadas a cabo muchas veces por profesionales
competentes en L1 L2 pero no expertos en el tema objeto de la traduccin
y sin el apoyo de especialistas en la materia y sin la ayuda de diccionarios
especializados adecuados que den respuesta a problemas conceptuales y
terminolgicos que se les plantean en el curso de su trabajo. Incluso
diccionarios de publicacin reciente quedan rpidamente desfasados. Es
ms, a nivel comercial, los tcnicos crean su propia jerga que les distingue
de sus competidores, lo que aumenta ms la dificultad de la traduccin
(RABADN 1991:146).
Todos estos factores influyen muchas veces en la inadecuada
utilizacin de los trminos cientficos y tcnicos, que se basa por una
parte en la invasin de vocablos extranjeros, fundamentalmente ingleses,
o en la falta de calidad y rigor de algunas traducciones y, por otra, en la
propia relajacin en la exigencia de precisin del lenguaje, lo que facilita

T&T 2.1999

1_63_

la confusin de trminos y de conceptos prximos. Un hecho importante


en el proceso de traduccin es la interferencia lingstica, puesto que es
muy frecuente la presencia de neologismos, prstamos o calcos
lingsticos surgidos del contacto de lenguas. El neologismo es toda
creacin lxica, semntica, formal y gramatical que entra a formar parte
del sistema lingstico espaol (LVAREZ CALLEJA 1991:226). Distinguimos
siguiendo a GARCA YEBRA entre prstamos, palabras que una lengua toma
de otra sin traducirla, y calcos, es decir tomar prestado de la lengua
extranjera el sintagma, pero traducir literalmente los elementos que lo
componen (1989:334).
Los neologismos vienen a cubrir en ocasiones lagunas de vocabulario
en una lengua, pero otras veces los distintos campos cientficos, a travs
de sucesivos actos de designacin y especificacin de un mismo trmino,
van creando sus propios sistemas terminolgicos, los cuales dan nombre a
unidades conceptuales representadas a menudo por grupos nominales
complejos. La lengua espaola adopta estos compuestos nominales de la
lengua inglesa en la expresin de estos nuevos conceptos:
1 a language
lenguaje
b programming language
lenguaje de programacin
c high-level programming language
lenguaje de programacin de alto nivel.
El uso de la modificacin del nombre mediante trminos que amplen
o delimiten su significado es un recurso habitual en ambas lenguas, como
muestra el siguiente ejemplo:
2 a algebraic symbol manipulation language
lenguaje de manipulacin de smbolos algebraicos,
Aunque en ocasiones el neologismo venga a justificar la
identificacin del nuevo concepto:
3 ingls: software
espaol: software
Este es un caso de "extranjerismo", es decir palabra aceptada sin
ninguna adaptacin a nuestro sistema lingstico.
Por otra parte, una segunda etapa del proceso de traduccin consistir
en incorporar la nueva terminologa a la estructura del discurso, lo cual se
da mediante el procedimiento de transposicin que reemplaza una parte
del discurso en L1 por otra en L2, sin cambiar el significado del mensaje, a
fin de conseguir un lenguaje que sea comprensible y aceptable para los
lectores de la lengua trmino. La transposicin puramente gramatical
comprende:

164

T&T 2.1999

A Cambio en la categora de las palabras (CLASS SHIFT): esta bsqueda


de las correspondencias adecuadas puede conducir a colocaciones del
elemento lxico muy diferentes de las colocaciones sintcticas que
aparecan en la lengua de partida. El procedimiento conocido como
transposicin, por ejemplo, consiste en reemplazar una clase de palabras
de la lengua fuente por otra de la lengua trmino, modificando categoras,
cambiando niveles etc:
4 a I like modern technology
me gusta la tecnologa moderna,
en donde, aunque el sujeto lgico de ambas frases sea el mismo, en ingls
modern technology acta de objeto directo, en contraste con su
equivalente espaol tecnologa moderna, cuya funcin es la de sujeto
gramatical.

Cambio de rango de palabra a frase o viceversa (UNIT SHIFT):


5 a faulting processes
procesos que incurren en fallo.
La transposicin pertenece a dos clases principales, segn PlNCHUCK:
..those that entail the replacement of one grammatical form by
another; and those that entail replacement of a grammatical form by
a lexical one, or vice versa (PINCHUCK 1977:192).

C Cambio en el orden de los elementos (STRUCTURE SHIFT): El orden


de palabras en espaol requiere una obligatoria transposicin de
elementos en el momento de su traduccin:
6
high level programming language
premodl + premod2 + premod3 + ncleo)
lenguaje de programacin de alto nivel
(ncleo + postmodi + postmod2 + postmod3)
D

Cambio de plural a singular (INTERNAL SHIFT):


7
baud rate (N1 = sing)
tasa en baudios (N2 = plural)

Con frecuencia, observamos traducciones que presentan errores de


transposicin significativos, y ello debido muchas veces a que la tarea de
traduccin no se ha confiado a especialistas de la lengua, ya que en
muchas ocasiones la traduccin de trabajos de tipo tcnico se realiza por
los propios cientficos o tcnicos que, a pesar de su saber y de su ciencia,
no siempre tienen la debida formacin lingstica o el suficiente
conocimiento del idioma extranjero. Esto se manifiesta, en ocasiones, en
una exactitud en la traduccin de palabras propiamente tcnicas pero no

T&T 2.1999

1_65_

en las estructuras: "There are word-by-word readers who naturally tend to


translate into their native language, whereas good comprehension entails
reading by structures " ( M A L D O N A D O 1983:4). Otras veces la traduccin
de estos trabajos se confa a agencias de traduccin que no siempre
cuentan con el traductor idneo en el momento oportuno, o que carecen
del material o asesoramiento tcnicos necesarios.

Conclusin

La traduccin de nuevos conceptos no es siempre nica, la eleccin de la


variante adecuada vara, en ocasiones, segn las escuelas o equipos de
investigacin o el autor o traductor. Ante los problemas que surgen en la
lengua para evitar el uso de trminos de otras lenguas o inadecuados se
impone la necesidad de regular y normalizar la terminologa siguiendo un
criterio comn, basado en parmetros de validez universal:
Standardization of terminology is an urgent need both in old fields,
where the language has grown up in an uncontrolled manner, and
in new disciplines, where words spring up daily like mushrooms...
New fields are constantly being opened and the existing ones
become highly complicated, resulting in growing communication
difficulty. Moreover, rapid development is occurring all over the
world. Standardization is an international problem (PINCHUCK in
RABADN 1991:177).

Somos conscientes de que toda produccin cientfica tiene que contar


con la precisin del lenguaje y la adaptacin y utilizacin de una
terminologa adecuada y coherente. El empleo del anglicismo hay que
circunscribirlo a expresiones que carecen de equivalente en nuestra
lengua. En este caso su empleo es obligado, siguiendo el principio de la
economa lingstica. Siempre es posible intentar repoducir el sentido de
tal trmino mediante una perfrasis, definindolo o explicndolo pero est
claro que el proceso de traduccin queda entorpecido. Si se puede hallar
una forma que lo defina en la propia lengua, sera productivo traducirlo
evadiendo el anglicismo, en caso contrario es factible incorporar el
trmino a la lengua meta. Es evidente que el vocabulario tcnico espaol
es deudor directo del ingls.

166

T&T 2.1999

Nuestra actual situacin en el concierto internacional nos e m p u j a a


una actitud de apertura ante la llegada de nuevos trminos, adaptando los
que sean necesarios y convenientes.

BEGOA MONTERO
Departamento de Idiomas
Universidad Politcnica de Valencia
Espaa

BIBLIOGRAFA
LVAREZ CALLEJA M A 1991 Estudios de Traduccin: InglsEspaol UNED, Madrid
[p 138]
BOUTON L 1976 "The Problem of Equivalence in Contrastive Analysis" IRAL Vol
XIV.2 Mayo [p 149]
GARCA YEB RA V 1989 Teora y Prctica de la Traduccin Madrid
HORSELLA M / PREZ F 1991 "Nominal Compounds in Chemical English Literature:
Towards an Approach to Text Typology" 126 in English for Specific Purposes
19.2
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M A L D O N A D O 1983 "Forms and functions of the Noun Phrase in EST" 4 in ESP
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RABADN R 1991 Equivalencia

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Problemtica

de la

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SAGER J / Mc DONAE F 1980 English Special Languages University of Manchester,
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USLAR PIETRI 17.8.1985

ABC

WULFF E 1979 La modificacin

prenominai en ingls Sgel, Madrid [ 5]

T&T 2.1999

167
DORIS BISARO

L'ostricoltura: Analisi terminologica


L'hutre est leve depuis 2 000 ans et l'ostriculture est ainsi la
branche la plus ancienne de l'aquiculture. C'est en Italie, aux temps
de la Rome Antique, que cette culture est ne, mais c'est en France
que le principe de "capture" a t remplac par celui de "culture".
Le dveloppement des techniques d'levage a fait de la France un
des principaux producteurs au niveau mondial.
L'analyse linguistique de la biologie, du cycle de production
(captage, levage, affinage), de la mthode d'affinage en claires ef
des maladies de ce prcieux mollusque a permis de dcouvrir des
aspects curieux et intressants du monde des paysans de la mer.
Pourquoi les hutres sont-elles leves sur des bouquets ou des
champignons? Pourquoi les appelle-t-on beaux brins, boudeuses ou
bananes?
Le concept d'hutre personnifie introduit par un spcialiste
franais illustre la comparaison faite entre l'hutre et la femme. Mais
bien d'autres aspects peu connus et intressants de ce langage
spcialis ont t mis en vidence lors de l'analyse linguistique.

Introduzione

e presenti considerazioni linguistiche fanno parte di una tesi di laurea


discussa dall'autrice presso la Scuola Superiore di Lingue moderne per
Interpreti e Traduttori dell'Universit di Trieste'. Tale tesi, costituita da una
parte introduttiva sull'argomento tecnico e da un'analisi terminologica
(FR-IT-EN), nata in seguito alla segnalazione da parte dell'Unit C 7 del
Servizio di Traduzione della Commissione della assenza di glossari
multilingui nel campo dell'acquicoltura. Obiettivo di questo lavoro di
fornire una descrizione dettagliata di quella che considerata la branca
pi antica dell'acquicoltura, l'ostricoltura. Infatti l'allevamento delle
ostriche a scopo di consumazione praticato da oltre 2 000 anni e i primi
a trarne profitto, mediante un ingegnoso sistema di palizzate, furono gli
D BISARO 1997-1998 L'ostricoltura: introduzione e analisi terminologica francese-italiano-inglese
[tesi di laurea non pubblicata].

168

T&T 2.1999

antichi Romani. Attualmente l'ostrica giapponese rientra nella classifica


delle specie maggiormente coltivate al livello internazionale, con una
considerevole percentuale nell'Unione europea.
La lingua di partenza dell'analisi terminologica il francese; le lingue
d'arrivo sono l'italiano e l'inglese. Tale scelta stata motivata dal fatto che
il linguaggio di specialit dell'ostricoltura pi ricco in francese,
considerata la tradizione consolidata e l'evoluzione delle tecniche in
questo paese, maggior produttore europeo e fra i primi a livello
internazionale. A questo proposito, G I A N LUIGI BECCARIA (1987:15)
sottolinea:
Alla nazione egemone nel maneggio di una tecnica o nello sviluppo di una
scienza spetta un'egemonia linguistica, una singolare forza espansiva nel
settore specifico.
La fase di reperimento dei termini corrispondenti nelle altre due lingue
stata particolarmente impegnativa poich spesso si rivelata la mancanza
di referente e/o corrispondente (0). I termini sono stati ricavati soprattutto
da testi tecnico-scientifici, riviste specializzate di acquicoltura, atti di
convegni. Alle lacune si ovviato grazie all'ausilio di esperti.
Il materiale raccolto suddiviso in quattro sezioni:
1
2
3
4

Anatomia, biologia e tassonomia delle ostriche


Ostricoltura: tecniche, operazioni e strumenti
La claire: struttura, manutenzione e prodotti
Aspetti sanitari dell'ostricoltura.

Le entrate sono disposte in tre colonne, secondo i seguenti criteri:


lemma, categoria grammaticale del genere, indicazione del numero se il
lemma registrato al plurale, variazioni grafiche, sinonimi, e definizione.
Segue la registrazione dei sintagmi, dei derivati e dei composti. In alcune
voci sono state inserite note di carattere tecnico (NT) e/o linguistico (NL)
contenenti arricchimenti e precisazioni che completano la definizione ed
evidenziano eventuali particolarit.
Tutte le voci e le definizioni sono corredate da riferimenti
bibliografici. Gli elementi all'interno dei lemmi, racchiusi fra parentesi
tonde, possono essere omessi.
Le proposte sono scritte in carattere corsivo per differenziarle dai
termini attinti dal materiale bibliografico.

169

T&T 2.1999
2

Considerazioni sul lessico dell'ostricoltura francese

Il linguaggio dell'ostricoltura francese presenta diversi aspetti degni di


nota. La Francia il paese egemone nel maneggio di questa coltura, in
quanto, cosciente dell'esauribilit delle risorse marine, ha saputo, per
primo, sostituire al principio di 'cattura' quello di 'coltura'. Lo sviluppo di
tecniche di coltivazione pi evolute si deve quindi a una cultura di cui la
Francia stata promotrice, se non a livello mondiale, per lo meno nel
mondo occidentale. Tale cultura si basa sul principio cultiver la mer.
L'oceano viene trattato alla stessa stregua di un campo di grano che viene
seminato e necessita di vari trattamenti per ricavarne dei prodotti. Non
un caso che l'ostricoltore venga soprannominato le paysan de la mer. egli
infatti coltiva il suo parco, trasferisce le sue ostriche da una zona all'altra
per garantire un migliore approvvigionamento in cibo, costruisce argini
contro i predatori, ovvero dedica ad un elemento marino le stesse cure
che un agricoltore dedica alle sue piante. Il ciclo di produzione si divide
in fasi precise: captage, levage, affinage; a questo proposito KORRINGA
(1976a:2) sottolinea: "It is not surprising that these terms are in French,
oyster farming is probably most advanced in France". Il composto
'ostreiculture' fece la sua apparizione nel Dictionnaire de la Langue
Franaise tra il 1846 e il 1872 e ricevette la consacrazione del Journal
Officiel de la Rpublique Franaise nel 1875 (cf COMTE 1995:53).
Questa premessa permette di rintracciare le origini di molti termini
del linguaggio ostreicolo, per la cui formazione si fa ricorso in particolare
a risorse linguistiche gi esistenti e, in alcuni casi, alla loro modificazione.
Ci si riferisce, in primis, alla mutuazione di termini da un altro linguaggio
settoriale, quello dell'agricoltura: glanage, brassage, rpage, claircissage,
parage, galisage, semer, ensemencement.
Esempio:

glanage (m)
(MARTEIL 1979:374)
syn:
rpage (m)
(MARTEIL 1979:374)

spigolatura (f)
(DB)

gleaning
(DB)

170

T&T 2.1999

DF: Operazione che consiste nel raggruppare le ostriche rimaste sul


fondale dopo la raccolta o nascoste sotto la sabbia prima di predisporre il
fondale alla nuova semina (cf MARTEIL 1979:374).
NL: Il termine glanage appartiene al linguaggio dell'agricoltura. Il
significato viene perci esteso al linguaggio dell'ostricoltura, dove designa
la stessa operazione.
Le proposte avanzate sia in inglese che in italiano seguono lo stesso
principio:
glaner, ramasser dans un champ les pis qui ont chapp aux moissoneurs
(TLF).
spigolare: raccogliere le spighe di grano rimaste sul campo dopo la
mietitura (ZlNC 1997).
gleaning: gather (grain left in a field by harvest workers) (OED).
Come si pu notare, il significato originale di questi termini viene
esteso al fine di ricoprire un nuovo concetto: queste operazioni vengono,
infatti, svolte sul fondale del mare o delle claires e probabilmente questa
mutuazione si deve al profilo stesso degli ostricoltori [...] ni des
agriculteurs ni des pcheurs, bien qu'ils requirent une grande part des
outils de ces deux mtiers en plus de leurs propres (LAVALL 1996:8).
A queste due figure ne va aggiunta una terza, quella dell'allevatore.
Secondo LAVALL (1996:15), infatti, Non matrisable, l'hutre n'est pas
'cultivable'.
Elle est leve car il s'agit d'un animal, un lment
biologique. Questo elemento biologico si avvale solo in parte dell'opera
dell'uomo in quanto il suo sviluppo rimane in bala di ci che gli offre la
natura. Ne consegue l'intercambiabilit, in molti casi, di due termini,
culture ed levage. Sono presenti, quindi, anche termini mutuati dal
linguaggio zootecnico: parcage, grossissement, prgrossissement.
Alcuni termini mutuati dalla lingua comune sono stati adottati dalla
direttiva 91/492 delle Comunit europee, che ne ha ufficializzato
l'esistenza
quali
termini
relativi
al
linguaggio
tecnico
della
molluschicoltura: purification, lot, envoi, conditionnement, moyens de
transport, producteur, mise sur le march.
Si registrano inoltre termini mutuati da altri linguaggi settoriali, quali,
ad esempio, l'edilizia e la produzione industriale: affinage, chaulage,
finition.
Un ulteriore metodo di formazione terminologica, che sfrutta la
natura polisemica di parole appartenenti alla lingua generale, consiste
nell'uso di metafore. Il linguaggio dell'ostricoltura ne ricco e la ragione
di tale fenomeno va probabilmente ricercata nella natura sostanzialmente

T&T 2.1999

171

empirica del mestiere degli ostricoltori: Leurs connaissances empiriques


dfient encore celles scientifiques [...] (LAVALL 1996:9).
Tra gli esempi pi rappresentativi, i nomi di alcuni collettori:
chapeaux chinois, bouquet, champignon.
Esempio:
bouquet
bouquet (m; pi -s)
(collettore
di
tegole (bundle of limecoated tiles)
impilate)
(KORRINGA
(SOLLA 1892:172)
1976b:82)
sin:
syn:
alveare a tegole (m) (are)
champignon (m) (arc)
(ERCO 1863:43)
(MARTEIL 1979:357)
DF: Pila di tegole collettrici disposte a piani (di due-tre tegole) incrociati
fra loro (cf MARTEIL 1979:357).
NT: La posa dei bouquets nei parchi di captazione segue metodi diversi:
nel Bacino di Arcachon vengono posti in gabbie di legno (ruches), mentre
in Bretagna vengono collocati direttamente sul fondale, sostenuti da
picchetti o tavole sopraelevate.
NL: L'italiano e l'inglese bouquet sono francesismi.
bouquet (m)
(MARTEIL 1979:357)

Nel primo caso il nome suggerito dalla forma dell'oggetto: un


collettore formato da pi unit simili ai tipici cappelli cinesi. Per quanto
riguarda i bouquets (champignon il sinonimo pi arcaico di bouquet),
probabilmente la composizione della struttura di tegole a ricordare un
ordinato mazzo di fiori, oppure la disposizione sul fondale, che, quando
rimane esposto durante l'escursione di marea, mostra una serie di
collettori simili a mazzi di fiori in un prato. La bibliografia a nostra
disposizione non rivela l'origine di questo termine: la nostra solo una
deduzione nata da un attento esame delle illustrazioni.
Tuttavia, non sono soltanto gli oggetti ad essere designati con termini
aventi un significato connotativo. Dall'analisi del linguaggio utilizzato
dagli ostricoltori francesi, emerge un aspetto molto interessante, ossia l'uso
di una serie di termini ed espressioni che esemplificano il paragone fra
l'ostrica e la persona. JEAN LAVALL, che ha condotto uno studio etnoantropologico sull'ostricoltore del bacino di Marennes-Olron (cf LAVALL
1994), introduce il concetto di hutre personnifie che ben illustra tale
paragone. Emerge, in particolare, un parallelo tra l'ostrica e la donna. Per
designare le fasi di crescita e il processo riproduttivo dell'elemento
biologico allevato, l'ostricoltore ricorre ad espressioni dialettali e non

172

T&T 2.1999

usate nel linguaggio comune per riferirsi alla donna. L'aspetto esteriore
della conchiglia un requisito fondamentale per la sua commercializzazione. Un'ostrica dalla conchiglia ben sviluppata e armoniosa viene
chiamata un beau brin, espressione dialettale usata per indicare una bella
ragazza. Il prodotto ancora migliore se compare la denteile fragile sur le
pourtour, immagine fortemente evocativa di una fanciulla vestita a festa: la
denteile (IT merletto) , infatti, un termine usato metaforicamente a
significare l'orlo di accrescimento, segno dello sviluppo del mollusco.
Esempio:
orlo di accrescimento (m)
shell-shoot
pousse (f)
(YONGE 1960:77)
(ESP)
(PlGEOT 1994:18)
syn:
dentelle (f)
(PlGEOT 1994:18)
DF: Aumento del bordo esterno della conchiglia (DB)
NL: Pousse: "croissance annuelle des vgtaux" e "jeune tige dveloppe
partir d'un rameau, d'un bourgeon" o "croissance (des cheveux, des
dents, du corps)" (TLF).
Dentelle qui un termine figurato il cui significato letterale "tissu trs
ajour sans trame ni chane, orn de dessins opaques varis, et qui
prsente gnralement un bord en forme de dents" (TLF). Si tratta del
merletto.
Il corrispondente italiano privo di connotazioni metaforiche.
Alla stessa stregua, esiste un certo numero di termini metaforici per
indicare anche qualit negative del prodotto: un'ostrica dalla conchiglia
troppo allungata chiamata asperge, espressione che connota in tono
derisorio una ragazza magra e spilungona nella zona di Marennes-Olron.
In altre regioni francesi si ricorre ai termini banane e oreille de lapin,
metafore che alludono alla stessa caratteristica fisica, ovvero la forma
allungata e stretta che significa scarsa consistenza delle carni e quindi
prodotto commerciale di valore scadente. Con il termine boudeuse si
allude a un probabile atteggiamento caratteriale dell'ostrica: le ragioni del
modesto accrescimento non vengono attribuite ad agenti patogeni o a
fenomeni naturali, bens all'ostinazione del mollusco nel rifiutare le
sostanze nutritive. Esiste anche l'espressione e//e boude: bouder contre
son ventre significa nella lingua comune 'non mangiare per dispetto'
(BOCH 1985), cos il termine boudeuse propone l'immagine di una
bambina capricciosa.

T&T 2.1999

T73_

L'et dell'adolescenza rappresentata da espressioni quali e//e


pousse, elle coffre, elle est corse, che nelle accezioni scientifiche stanno
a indicare l'accrescimento ponderale. Nel periodo della maturit sessuale,
le larve incubate prossime ad essere emesse hanno l'aspetto di una massa
granulosa simile al latte e l'ostrica in tale stato chiamata laiteuse. Nel
momento dell'emissione vera e propria, gli ostricoltori usano l'espressione
e//e dbite.
Il seme fissatosi al substrato chiamato naissain, sostantivo derivato
dal verbo natre, e quindi neoformazione metaforica che richiama alla
mente I neonato. Il ciclo vitale pu terminare a causa di un parassita che
rende l'ostrica magra e priva di consistenza: in tal caso si utilizzano
espressioni quali e//e a la crve, elle a qu'la vi.
Nell'ambito della morfologia lessicale, si registrano alcuni casi
rilevanti di formazione terminologica attraverso la modificazione di risorse
linguistiche gi esistenti (formazioni paradigmatiche):
trompage: derivazione, con aggiunta di suffisso, del verbo tromper
(ingannare);
marennine: derivato dal nome della citt francese Marennes;
dsatroquage: modificazione di dtroquage.
Sono state rilevate numerose formazioni sintagmatiche. Molti lemmi
sono affiancati da elementi di determinazione al fine di designare un
concetto diverso. Gli esempi pi significativi riguardano le varie tecniche
e operazioni di ostricoltura dove predominano i sintagmi nominali:
culture en suspension, culture sur radeaux, culture en filire, filier au large,
culture sur barres, culture en surlvation, culture sur tables, culture plat,
levage sur sol, culture de fond, culture sur pieux, culture en casier,
affinage en claires (N + prep + N);
culture sur sol mergent, culture avec radeaux flottant, culture sur support
rigide, affinage en eaux libres (N + prep + N + agg);
culture surleve, culture suspendue (N + agg).
Diverse sono le formazioni sintagmatiche preposizionali utilizzate per
designare strumenti:
pelle douer, pelle piquer, pelle parer, couteau dtroquer, table de
dtroquage, machine dtroquer.

174

T&T 2.1999

Si osserva, inoltre, la diffusa presenza di regionalismi e dialettismi, fra


i quali:
trincai (Bretagna);
dtroquer (Saintonge) derivato da 'troque' (TLF), (< greco 'trokhos':
'conchiglia rotonda');
claire (Marennes-Olron);
doue (Marennes-Olron) probabilmente deformazione di douve (in
agricoltura: "troit foss creus entre deux terrains cultivs et servant
l'coulement des eaux") (TLF);
varaigne (probabilmente forma dialettale di varenne, variante di garenne)
(TLF).
Si osserva infine che, nella maggior parte dei casi, sono i regionalismi
e i dialettismi a costituire i sinonimi nella lingua francese. Questa
un'ulteriore prova della precisione del linguaggio dell'ostricoltura francese
che non presenta quasi mai false sinonimie, bens semplici varianti
regionali, come ad esempio:
chapelet = tringle, broche, corde, brasse, collier, brin;
table = chantier, berceau, gabarit, grille;
cabane = magasin, chantier.

Problemi traduttivi

Le difficolt traduttive hanno riguardato soprattutto la lingua italiana e


sono attribuibili alla scarsit di materiale documentario sull'argomento.
L'ultimo manuale di ostricoltura redatto in italiano risale al 1893 e quindi
rispecchia la situazione di oltre cent'anni fa. Ci dovuto all'involuzione
dell'ostricoltura italiana che, in seguito ad epidemie e problemi produttivi,
attualmente quasi inesistente, ad eccezione di sporadici esperimenti. La
traduzione delle tecniche pi moderne di coltura e dei relativi strumenti e
operazioni ha comportato, quindi, varie difficolt poich il materiale a
disposizione in italiano stato reperito soltanto su articoli scientifici e
tecnici di riviste specializzate e divulgative, nonch in atti di convegni; la
consulenza degli esperti stata pertanto indispensabile.
L'analisi dei corrispondenti ricavati dal materiale bibliografico
presenta alcuni elementi degni di nota. Innanzitutto, rispetto alla lingua
settoriale francese, quella italiana si caratterizza per l'abbondanza di
sinonimi che, spesso, celano una falsa sinonimia, risultato di diverse
traduzioni e proposte da parte di esperti ed operatori. In particolare,

175

T&T 2.1999

emerge l'esempio della traduzione italiana di captage de naissain, dove la


corrispondenza tra le due lingue 1:6:
captage (du naissain)
(m)
(FDA 1991)

reperimento del seme (m)


(EDA 1991)
sin:
approvvigionamento di
novellarne (m)
(CATAPANO

1986)

captazione (f)
(ESP)
produzione di novellarne
(MATTA 1968:187)

spat collection
(EDA 1991)
syn:
collecting
(DDO 1989)
seed collection
(NOBLE 1993:6)
seed production
(KORRINGA

1976b:2)

raccolta di seme naturale di


bivalvi (f)
(EDA 1991)
reclutamento del seme di
ostrica (m)
( D A ROS-PELLIZZATO

1984:13)
DF: Operazione di cattura delle larve d'ostrica a la fine della vita
planctonica per mezzo di collettori (MARTEIL 1979:344; trad or).
NL: In italiano necessario ricorrere a forme sinta gmatiche (seme o
novellarne non possono essere omessi), tranne in un caso: captazione.
Questo termine la traduzione di captage ed di pi recente utilizzo.

Una delle maggiori difficolt stata riscontrata per la traduzione del


termine naissain. L'equivalente maggiormente accreditato seme di
ostriche, che esprime peraltro un concetto pi generico rispetto a naissain:
quest'ultimo indica, precisamente, le giovani ostriche fissatesi al substrato.
Anche per naissain vengono proposti vari equivalenti:

176

T&T 2.1999

naissain (d'hutre) (m)


(EDA 1991)
syn:
hutresemences (f pi)
(PE1977)
hutres
d'ensemencement (f pi)
(DFP1990)

seme (di ostriche) (m.)


(EDA 1991)
sin:
novellarne (m)
(ERCO 18624:15)

ostrichine (f pi.)
(CARAZZI 1893:14)

(oyster) spat
(PE 1977)
syn:
oyster seed
(DFP 1990)
seedoyster
(Harraps)

spat
(PAESANTIPELLIZZATO

1994:72)
ostriche in semi (f pi)
(1977)
DF: Giovani ostriche che hanno appena superato lo stadio di veliger ed
hanno attecchito ad un substrato solido (PERDICARO 1984 :66).
NL: Il termine tecnico pi diffuso seme di ostriche, sebbene sempre con
maggiore frequenza la letteratura tecnica italiana faccia uso del termine
spat (prestito dall'inglese non integrato), attribuendogli talvolta
arbitrariamente il genere femminile, altre quello maschile. Questo termine
tecnico anglosassone, indicante un mollusco bivalve appena insediatosi
(fase postlarvale), trova un corrispondente nell'italiano seme di ostriche
meno specifico. Infatti, mentre spat indica il mollusco bivalve appena
insediatosi sul collettore, seme indica semplicemente giovani esemplari
con cui si pu iniziare l'allevamento (cf PAESANTIPELLIZZATO 1994:72).
Novellarne un termine che indica pi genericamente i piccoli di alcune
specie di animale, specialmente dei pesci.
Nel caso dei pesci pu essere usato il termine avannotti; nel caso dei
molluschi bivalvi viene usato il termine seme. CARAZZI (1893:14) indica
con il nome di ostrichine le larve fissatesi al substrato.
Il termine naissain usato al singolare quando indica il prodotto della
raccolta ("Le naissain est rare cette anne"). Si usa al plurale soprattutto
quando si indica la quantit raccolta ("Il y a dix naissains d'hutres sur ce
collecteur") (cf DDO 1989). Tuttavia, nessuno di questi termini contiene la
connotazione propria del termine francese.
Si registrano, inoltre, alcuni casi di prestiti adattati dal francese:
affinage
marennine
conchyoline

= affinaggio
= marennina
= conchiolina

177

T&T 2.1999

e alcuni calchi traduzione dal francese, anch'essi agevolmente assimilabili


per affinit:
culture en filire
culture surleve

= coltura in filari
= coltura sopraelevata

Si osservano anche alcuni prestiti non integrati, ad esempio claire; per


quanto concerne bouquet, l'italiano ha mutuato anche il significato
settoriale.
Tali prestiti sono stati introdotti in italiano in quanto denotano
fenomeni esclusivi della Francia e, come tali, non traducibili. Tuttavia, in
molti casi essi sono sostituiti da un sintagma nominale:
claire
= bacino di ingrassamento
bouquet = collettore di tegole impilate (o il pi antico, ma desueto,
alveare a tegole)
La bibliografia italiana consultata non ha fornito la traduzione di tutte
le voci francesi repertoriate. Come gi ricordato, determinante stato il
contributo dell'esperto che ha suggerito soluzioni personali e avallato
alcune nostre proposte.
Si osservi che in alcuni casi, mentre la lingua francese ricorre a un
processo di derivazione, lo stesso non avviene in italiano:
parquer
parqueur
parcage
reparcage

immettere (ostriche) nel vivaio


coltivatore di ostriche nei parchi
immissione nel parco ostreicolo
stabulazione

Formazioni sintagmatiche in italiano sono state fornite laddove si


rivelato impossibile adottare un unico termine in grado di esprimere lo
stesso concetto della lingua di partenza.
Esempio:
trompage (m)
(MARTEIL 1979:452)

0 / rinforzamento (delle
ostriche prima della
vendita)
(ESP)

hardening (of
marketable oysters)
(KORRINGA

1976b:160)

178

T&T 2.1999

DF: Serie successiva di immersioni ed emersioni attraverso le quali


l'ostrica viene abituata a rimanere chiusa (cf MARTEIL 1979:452)
NT: Tale trattamento riservato alle ostriche allevate in sospensione o in
acque profonde in quanto, essendo costantemente sommerse, le valve si
aprono rapidamente non appena raccolte. Esso necessario ai fini della
commercializzazione: l'ostrica racchiusa nel liquido intervalvare pu
resistere viva per diversi giorni e, spesso, per diverse settimane.
Non necessario per le ostriche allevate nelle zone di escursione di
marea perch esse sono gi abituate a rimanere chiuse durante il riflusso.
In Australia lo stesso trattamento viene applicato alle giovani ostriche
staccate dai collettori, prima di essere poste in allevamento.
NL: Neoformazione dal verbo tromper, 'ingannare'. "In effetti si tratta
proprio di un 'inganno' ai danni dell'ostrica" (ANGELETTI 1994:29).
Le ostriche, abituate a disporre costantemente dell'intera colonna d'acqua,
vengono poste nelle zone intertidali dove vengono 'ingannate' dal riflusso
delle maree. Trovandosi improvvisamente senz'acqua, esse sono obbligate
a chiudere le valve per conservare una riserva di liquido, quindi a
rinforzare il muscolo adduttore; tale operazione, che si protrae per diversi
giorni, facilita il trasporto.
Il corrispondente italiano stato a sua volta ricavato dalla proposta
traduttiva inglese hardening
(of marketable
oysters) (KORRINGA
1976b:160).
Diversi sintagmi nella lingua di partenza sono stati tradotti vuoi
letteralmente:
affinage en eaux libres
affinage en claires

= affinamento in acque libere


= affinamento in claires

vuoi con un processo di adattamento:


culture sur sol mergent
= coltura su fondale emergente
culture sur sol en eau profonde = coltura su fondale costantemente
sommerso
(sol stato tradotto con fondale poich la collocazione suolo del
mare irricevibile in italiano)

T&T 2.1999
I termini francesi che indicano la classificazione dei
commerciabili rimangono invariati nelle due lingue d'arrivo:

179
prodotti

fine de claires
pousse en claires
spciale de claires
Particolari difficolt sono emerse nella traduzione dei termini riferiti
alle parti che costituiscono una claire e alle operazioni di manutenzione.
Poich la claire una realt che appartiene a una determinata zona della
Francia, inizialmente si era optato per una completa intraducibilit dei
termini ad essa relativi. Tuttavia, grazie alla consultazione di un volumetto
pubblicato nel 1863 (ERCO 1863), stata individuata la planimetria di un
insieme di claires sperimentali costruite in Italia. Il disegno, corredato
dalla legenda, ha consentito di rintracciare gli equivalenti e avanzare,
dove opportuno, delle proposte traduttive. La mancanza di referente nella
lingua italiana e, in certi casi, la presenza di termini regionali hanno reso
necessarie delle soluzioni parafrastiche.
Esempio:
claire
claire (f; pi -s)
(Harraps)
(ERCO 1862:5)
syn:
sin:
bacino di ingrasso e di fattening pond
inverdimento (m)
(YONGE 1960:165)
oyster pit
(ESP)
bacino di
ingrassamento (NlELD 1995:137)
delle ostriche (m)
(BOCH 1995)
DF: Antico bacino sa mastro trasformato n un bacino di ingrasso e
inverdimento delle ostriche (cf MARTEIL 1979:402).
NL: Prestito di adstrato nell'italiano e nell'inglese.
Bacino di ingrassamento delle ostriche (BOCH 1995) e fattening pond
(YONGE 1960:165) sono referenzialmente pi generici poich non
includono il concetto di inverdimento (sv anche NL di hutre verte).
La claire non ha corrispondente in Italia. termine usato solo in
riferimento alla realt francese.

claire (f)
(MARTEIL 1979:402)

180

T&T 2.1999
La traduzione di termini metaforici ha comportato ulteriori difficolt:
chapelet (de coquilles) = collettore di conchiglie ( I termine
correntemente utilizzato in italiano, che non trasmette la connotazione del
termine francese di concatenazione dei gusci, quasi a formare la corona di
un rosario);
hutre boudeuse = ostrica deforme (allude alla forma esteriore, mentre I
termine originale fa riferimento ad un atteggiamento quasi caratteriale).

Gli esempi succitati dimostrano tutta la complessit di conseguire un


vero equivalente nella nostra lingua: la traduzione perde lo spessore
metaforico e, a volte, si caratterizza per una minore precisione rispetto alla
lingua di partenza.
Alla luce di queste difficolt, stata quindi effettuata una ricerca in
settori affini all'ostricoltura, ossia quelli della mitilicoltura e della
venericoltura al fine di scoprire se, nei rispettivi linguaggi, esistesse un uso
metaforico della lingua cos ampio come quello che caratterizza il
linguaggio francese. Nonostante la presenza di alcuni termini con netto
valore connotativo (ad es riso = seme del mitile nella fase di emissione, cf
BUSSANI 1996), non stato riscontrato un ricorso frequente alla lingua
figurata. Secondo M A R I O BUSSANI, presidente della Federazione Italiana
Acquicoltori, ci imputabile a una differenza di fondo tra lo status
legislativo dell'acquicoltore italiano e di quello francese. Come gi
sottolineato, l'ostricoltore francese assume una duplice identit e il suo
mestiere riconosciuto ufficialmente, mentre l'acquicoltore italiano, ai
sensi del DPR del 2 ottobre 1969, n 1639, art 10, risulta sempre un
pescatore:
Pesca professionale anche quella esercitata mediante lo stabilimento di
apprestamenti fissi o mobili, temporanei e permanenti, destinati alla
cattura di specie migratorie, alla pescicoltura e alla molluschicoltura ed
allo sfruttamento di banchi sottomarini (in BELARDINELLI 1969).
Tutto ci ha ovviamente delle ripercussioni dirette anche sul
linguaggio. Dato che non esiste un analogo rapporto particolare fra
allevatore e animale allevato, non sussistono neppure i presupposti per la
creazione di un linguaggio che lo rappresenti e lo designi (BUSSANI, com
pers).
La ricerca di equivalenti inglesi ha comportato difficolt minori data
la disponibilit di numerosi manuali e testi scientifici sulla materia. Di
fondamentale importanza ai fini traduttivi sono stati, in particolare, i due

T&T 2.1999

181

testi di KORRINGA (1976a - 1976b), fertili sia di corrispondenti sia di


spiegazioni che hanno permesso di avanzare proposte nella lingua inglese.
Non sempre, tuttavia, siamo di fronte ad un'analogia perfetta. Si
osservi, in particolare, la traduzione di affinage:
affinage (m)
(MARTEIL 1979:401)

affinamento (m)
( D A ROS-PELLIZZATO

1984:18)
sin:
affinaggio (m)
(MATTA 1968:173)

maturing
(DDO 1989)
syn:
fattening (to
marketable quality)
(KORRINGA

1976a:92)
DF: Ultima fase dell'ai evamento delle ostriche destinata a migliorare la
qualit dell'ostrica e il suo valore commerciale (cf MARTEIL 1979:401 ).
NT: Tale operazione pu essere praticata in acque libere o nelle claires su
ostriche la cui crescita sia pi o meno completa. Poich l'affinamento
permette all'animale di accumulare riserve di glicogeno, opportuno
scegliere aree dove la qualit dei biotopi sia adeguata a tal fine (cf MARTEIL
1979:401).
NL: Sebbene nella letteratura consultata non si sia mai registrato il termine
maturing, esso viene attestato dal DDO 1989. Si tratta di un suggerimento
valido, come conferma l ' O f D : "the action of the verb maturing"; mature:
"the action or process of coming to full growth or development - of plants,
animals, etc."
KORRINGA utilizza semplicemente fattening to marketable quality come
corrispondente di affinage. Sebbene quest'espressione sia forse pi diffusa
nell'uso, non del tutto corretta poich non racchiude in s il concetto di
perfezionamento, che non significa esclusivamente ingrasso, ma anche
ottenere un prodotto pi gradevole all'aspetto, fattore fondamentale nella
scelta del consumatore.
L'italiano affinamento "l'affinare, raffinamento, perfezionamento". Nel
linguaggio tecnico sinonimo di affinazione, ossia di una "particolare
operazione tecnologica che ha lo scopo di eliminare sostanze che
alterano la purezza di certi prodotti (vetro, metalli, zucchero)" (DEI). Il
termine affinaggio, pi volte riscontrato nel materiale bibliografico, un
calco traduzione dal francese entrato nell'uso, ma in realt usato
impropriamente perch l'affinaggio un processo specifico nella
fabbricazione del vetro (cf DEI).
Tale termine non racchiude in s l'idea di miglioramento della
qualit, che si esprime non solo attraverso l'ingrasso, ma anche con il

182

T&T 2.1999

miglioramento delle caratteristiche estetiche e, laddove possibile, anche


con l'inverdimento. Il DDO (1989) riporta il termine maturing, proposta
pi accettabile (s la nota linguistica), ma del tutto assente nell'ambito
della bibliografia in lingua inglese da noi consultata.
I termini relativi alla claire sono stati tradotti in inglese, come in
italiano, con termini mutuati dalla lingua comune, come ad esempio:
doue
galisage
parage
platin

=
=
=
=

gulley
levelling
claire dessiccation
convex floor

Nel linguaggio tecnico inglese non si attinge abbondantemente alla


lingua metaforica. Si registrano, tuttavia, alcuni casi interessanti:
banane
= banana
oreille de lapin
= rabbit oyster
chapeaux chinois = Chinese hat collectors
Rispetto al francese, l'inglese predilige le formazioni sintagmatiche
che pur fornendo un'esplicitazione denotativa, stemperano l'aspetto del
termine originale, come in:
chapelets = shell strings
E tuttavia, l'inglese ricorre alla metafora in due casi:
hutre laiteuse
hutre ardoise

= whitesick oyster
= blacksick oyster

Mentre nei sintagmi la lingua francese adotta l'aggettivo per indicare


la presenza del latte (laiteuse) o il colore delle larve (ardoise), i sintagmi
inglesi alludono anche ad uno stato patologico con l'attributo sick, perch,
in passato, l'ostrica nella fase di incubazione delle larve veniva ritenuta
dannosa per la salute umana.
Inoltre, il DDO (1989) fornisce una traduzione letterale di hutre
boudeuse (= sulky oyster), permettendo cos di mantenerne la dimensione
connotativa. In questo caso, tuttavia, cos come nel caso del termine
maturing, reperito vi, si notato che esso non viene adottato nei testi e
nelle riviste tecnicoscientifici consultati, mentre si riscontra il termine
misshapen oyster (lett: ostrica deforme, corrispondente italiano).

T&T 2.1999

183_

I prestiti sono assai limitati:


claire
bouquet

=
=

claire
bouquet

Tuttavia, molti autori traducono con sintagmi pi trasparenti ma


referenzialmente pi generici:
claire
bouquet

=
=

fattening pond / oyster pit


bundle of limed-tile collectors

cui possiamo aggiungere quelli riguardanti


ostriche, cos come avviene per l'italiano:

la classificazione

delle

fine de claims
spciale de claires
pousse en claires
Si nota infine la presenza di un traducente specifico per naissain,
assente, come si osservava, in italiano, ossia spat. Nonostante l'esistenza
di sinonimi come seed-oysters e oyster seed, spat il termine scientifico
che indica la giovane ostrica fissatasi al substrato.
DORIS BISARO

184

T&T 2.1999
Bibliografia

ALLODI R 1890 L'ostricoltura e mitilicoltura

in Francia Caprin, Trieste

ANGELETTI S 1973 / mari e le conchiglie: La Vita Vostra 96, Longanesi, Milano


ANONYME 1996 "Les cls du jargon ostricole" 33/34 Les Cahiers d'Oleron 20
BARDACH J E / RYTHER J M / Me LARNEY W O 1972 Aquaculture:

the Farming and

Husbandry of Freshwater and Marine Organisms John Wiley and Sons, New
York
BARNABE G 1985 Aquaculture Lavoisier, Paris
BECCARIA G L 1987 / linguaggi settoriali in Italia B ompiani, Milano
BELARDINELLI E 1969 La nuova disciplina della pesca in mare Giuffr, Milano
BIM 1996 Industry Code of Practice for Quality

Irish Oysters Mec Gowans,

Dublin
BUSSANI M 1995 "Maricoltura: l'agricoltura del mare" 39/40 // Pesce 4
CARAZZI D 1893 Ostricoltura e mitilicoltura

Hoepli, Milano

CATAPANO 1986 Lessico Ragionato dell'Acquicoltura

(ItalianoIngleseFrancese),

Universit degli Studi di Trieste, SSLMIT [tesi di laurea ]


COMTE H 1995 L'hutre Editions Volets Verts, Paris
DDO 1989 Dictionnaire

de l'Ocan Conseil International de la langue franaise,

Paris
DFP 1990 NEGEDLY R Elsevier's Dictionary

of Fishery, Processing, Fish and

Shellfish Names of the World in Five Languages Elsevier, Amsterdam


DIR

91/492/CEE "Direttiva del Consiglio che stabilisce le norme sanitarie


applicabili alla produzione e alla commercializzazione dei molluschi bivalvi
vivi" 1/14 Gazzetta ufficiale delle Comunit europee L 268, 15 luglio 1991

DIR

91/493/CEE "Direttiva del Consiglio che stabilisce le norme sanitarie


applicabili alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti della
pesca" 15/21 G azzetta ufficiale delle Comunit europee L 268, 22 luglio
1991

EDA 1991 MARX C E Elsevier's Dictionary of Aquaculture Elsevier, Amsterdam


ESP Esperato Dott AURELIO ZENTILM, Cooperativa Almar di Marano (UD) [biologo
collaboratore della facolt di biologia marina dell Universit di Trieste]
ERCO R 1962 Sulla coltura delle ostriche e sulle asterie o stelle di mare Colombo

Coen, Trieste

Viene riportata solo la bibliografia essenziale. Per avere l'elenco completo delle opere consultate,
si faccia riferimento alla tesi L'ostricoltura: introduzione e analisi terminologica franceseitaliano
inglese disponibile presso la SSLMIT dell'Universit di Trieste o il Centro d'informazione e di
documentazione italiano del Servizio di Traduzione della Commissione.

T&T 2.1999

185_

KORRINGA 1976a Farming the Cupped Oyster of the G enus Crassostrea,


Developments in Aquaculture and Fisheries II, Elsevier, Amsterdam
KORRINGA 1976b Farming the Flat Oyster of the Genus Ostrea developments in
aquaculture and fisheries III, Elsevier, Amsterdam
LAVALL J 1996 La production
Paris

de l'ostriculteur.

L'homme de l'estran L'Harmattan,

MAGLIOCCHETTI P / PERDICARO R 1982 "Molluschicoltura" 61/72

[inserto di] Agricoltura e Ricerca II


MARTEIL L 1979 L'ostriculture et la mytiliculture

L'acquicoltura

[La conchyliculture franaise,

3me partie] Rev Trav Inst Pches Maritimes Nantes


NASH C E 1991 ed Production of Aquatic Animals: Crustaceans, Molluscs,
Amphibians, and Reptiles world animal science (ed NEIMANNSORENSEN /
TRIBE) IV C (Productionsystem Approach) Elsevier, Amsterdam
OECD 1968 Multilingual

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of Fish and Fish Products OECD, Fishing

News B ooks, London


PE 1997 Terminologia del settore della pesca Parlamento Europeo, Lussemburgo
PELLIZZATO M / D A Ros L 1985 "Allevamento sperimentale di Ostrea edulis L e
Crassostrea gigas (Thumberg) in Laguna di Venezia" 891/893 Oebalia XI.3
PIGEOTJ 1994 L'hutre: un produit phare de l'aquaculture

franaise CRDP, Poitou

Charentes
PIKE G / C A N N J / LAMB ERT R 1992 Oysters and Dredgermen Compass Publications,

Canterbury
PLINIO IL VECCHIO 1982 Antropologia

e zoologia. Storia naturale II (trad a cura di

CAPITANI / GAROFALO) Einaudi, Torino

RANSON G 1951 Les hutres. Biologieculture

Lechevalier, Paris

ROMAGNOLI 1996 "Lo sviluppo dell'ostreicoltura in B retagna" 6/9 Laguna


1996,5
SAVI 1994 "Lessico comunitario 'Acquicoltura'" 17 // Pesce 5
SCHIAVO A 1994 Igiene e sanit in Acquacoltura Laterza, B ari
TISACAR P G / MARSILIO F 1995 "Principali patologie trasmissibili dei molluschi
eduli lamellibranchi" 66/71 // Pesce 2
TLF Trsor de a langue franaise 1971 ed PAUL AIMBS, CNRS, Paris
WALNE R 1979 Culture of Bivalve Molluscs Fishing News B ooks, Oxford
Y O N G E C M 1960 Oysters Collins, London
ZENTILIN A 1992 "L'ostrica Portoghese: fra leggenda e realt" in ROSSETTO
Pescari La Bassa, Latisana

186

T&T 2.1999
WERNER

VOIGT

Zur Zukunft des Deutschen und anderer


Sprachen in Europa
/ look forward to the day when I go to France
and do not have to speak French
U VEIGEL, Leiter der Agentur Bates, Berlin
Small business - mein business
(Anzeige IBM)
Niederpreising (wohl statt Low/ Down Pricing,
Anzeige einer privaten Telefongesellschaft)

The prospects of European languages, especially German, justly


cause anxiety.'Powerful
media, advertising circles and enterprises
are prepared to abandon entire sectors of life to an English-German
Pidgin or even English - in the name of globalization or Europe. In
contrast to earlier borrowing (a most common feature in linguistic
history) the national languages could be so undermined as to lose
their cultural status. Together with the decline of basic linguistic
skills of pupils and students a new analphabetism is emerging. The
equation "American English = progress" impresses the naive
comsumer. A frequently followed pattern prefers English for
headlines, slogans etc, but German for the actual text. Some
creations ("handy" = cellular phone) are unknown in Englishspeaking countries. A lingua franca is useful but must not be
allowed to depreciate the other languages on their own territory.
Are we returning to the Middle Ages with a kind of Latin for global,
abstract, important matters and a vernacular for everyday life? How
can we prevent our fully developed languages from evolving back
into dialects? Europe must, in accordance with the treaties, defend
her languages for the sake of democratic high-level
communication
and because of the values and identities linked to them.

T&T 2.1999

187

Gliederung
1
2

Zur Einfhrung
Stellung und Zukunft der Sprachen in den Institutionen der
Europischen Union
2.1 Sprachliche Charakteristika von EU-Texten, Arbeit der EUSprachendienste und EU-Sprachalltag
2.2 Der Binnenmarkt und die Sprachen
3
Zukunft der Nationalsprachen und des Deutschen in den
Mitgliedstaaten
4
Europa mit einer Zunge?
4.1 Offizielle Einfhrung des Englischen als zweiter Landessprache?
4.2 Blick in die Geschichte. Kontinuitten zwischen den alten Rmern
und den Rmern von heute?
5
Rahmenbedingungen der sprachlichen Sozialisation und des
muttersprachlichen Unterrichts
6
Merkmale der Sprache von Wirtschaft, Werbung und Medien
6.1 Vordringen der anglisierten Werbesprache im Kulturbereich
7
Bereicherung? Verarmung? Manipulation?
8
Sprachlicher "Putsch" im ffentlichen Raum?
9
Absinken der heutigen Landessprachen
10 Sprachliche
Folgen
von
Globalisierung
und
Fusionen
in
Unternehmen, Behrden und Groorganisationen
11 Die Zukunft von Deutsch als Sprache von Wissenschaft, Technik und
Bildung
12 Reaktionen der Fachwelt
12.1 Sprachwissenschaftler zur Lage und zur Zukunft der deutschen
Sprache. Die Denglisch-Debatte
13 Was tun in dieser Lage? Neue Initiativen
14 Wie soll es weitergehen?
15 Ausblick: Zusammenwachsen oder Verschwinden?
16 Zusammenfassung und Thesen
17 Literatur

Zur Einfhrung

n diesem Beitrag mchte ich erlutern, warum ich mir um die deutsche
Sprache Sorgen mache. Grund fr diese Sorgen ist erstens die Weise, in
der sie sich verndert, und zweitens ihre Zukunft - falls sie eine Zukunft
hat. Ich werde, vorwiegend am Beispiel des Deutschen, Fakten darstellen

188

T&T2.1999

und Fragen aufwerfen, die nicht nur fr das Deutsche von Bedeutung sind.
Als bersetzer beim Europischen Parlament arbeite ich in einem
vielsprachigen und multikulturellen Umfeld. Wenn ich Stdte in
Deutschland besuche, fllt mir mehr und mehr das rasche Verschwinden
unserer Muttersprache im ffentlichen Raum auf, dh auf Straen, in
Einkaufszentren, in Verkehrsmitteln, auf Inschriften, Lden, Reklamen,
Plakaten, Verpackungen, Ankndigungen kultureller Veranstaltungen usw
auf. In einer Hauptstrae war einmal auf den Plakaten an vier Litfasulen
und zwei Wartehuschen kein deutsches Wort mehr zu lesen. Denke ich
provinziell, weil ich in meiner eigenen Heimat das Gefhl habe, vor die
Tr gesetzt zu werden? Ich bitte um Verstndnis, wenn es mir in diesem
Beitrag nicht immer mglich st, das Problem ausschlielich distanziert zu
sehen, denn es geht dabei um einen zentralen Bereich - auch meines
persnlichen Lebens.
Wenn sich Texte und Stze wie die eingangs vorangestellten immer
weiter ausbreiten, brauchen wir fr das Restdeutsch (mein, und, fr) von
morgen keine Deutschlehrer und im Ausland keine Goetheinstitute mehr.
Statt Hits fr Kids lieber gleich Hits for kidsl Das Sprachgefhl und das
Selbstwertgefhl sehr vieler Menschen sind verletzt, wie auch eine
Umfrage des Instituts fr deutsche Sprache in Mannheim im Frhjahr 1997
ergab: 57% fanden die Entwicklung, insbesondere die bermige
Ausbreitung von Jugendslang und Anglizismen, bedenklich oder
besorgniserregend. Das Sprachgefhl st keineswegs ein nebulses
Gebilde, sondern dient nach dem bekannten Linguisten CHOMSKY als
Kriterium, anhand dessen die Sprecher mit ihrer Sprachkompetenz eine
uerung als wohlgeformt erkennen knnen. Werbesprche wie "Wo ist
das Handy mosf trendyi" oder "Eins - zwei - fly\" (Urlaubsflge), "We kehr
for you" (Stadtreinigung Berlin) finden manche vielleicht witzig. Allzu oft
eingesetzt, untergraben solche Spielereien aber den Code der
Standardsprache. Dies belegt auch D E ZIMMER in "Deutsch und anders"
(1997).
Es gibt ein Dilemma. Einerseits beruht Sprache auf festen Strukturen
und darauf, da bekannte Elemente immer wieder zu neuen Inhalten und
Schpfungen kombiniert werden. Der Sprach- und Grammatikcode ist als
hochkomplexes System tief in unseren Denkapparat eingespeichert; er st
wichtiger Teil der Identitt und gewhrleistet die Kommunikation.
Andererseits lt auch in der Sprache die Aufmerksamkeit gegenber
Bekanntem leicht nach. Jede(r) von uns kann bereits durch Synonyme,
Metaphern und Redensarten usw Abwechslung in seine uerungen
bringen. Gerade Jugendliche, Journalisten, Literaten, Werbetexter wollen
durch Abweichungen vom Gewohnten die Aufmerksamkeit ihrer

T&T 2.1999

1_89

Mitmenschen gewinnen. Nicht selten wird Faszination, Komik oder


Schock angestrebt. Wie geht man mit den Mitteln des Ausdrucks
einfallsreich um, ohne geknstelt, lcherlich (auer wo dies Absicht st)
oder unverstndlich zu wirken, also ohne die sprachliche Basis zu
zerstren, auf der wir uns bewegen? Spielerische Regelverste behalten
ihren Sinn nur, solange eine Norm anerkannt ist.
Heute aber haben sich einige "Kreative" offensichtlich vorgenommen,
diese Norm aufzulsen und an die Stelle der deutschen Sprache ein
beliebig formbares postmodernes Kommunikationssystem zu setzen,
dessen Hauptzweck es ist, im Rahmen einheitlicher weltweiter und
europischer Marktstrategien, das bisherige Deutsch an die Leitsprache
Englisch anzunhern und die Verbraucher an solche Gegebenheiten
anzupassen. Beruhten Entlehnungen frher immerhin oft auf Begegnungen
zwischen Sprechern benachbarter Sprachen, so halten sich Werber,
Vertreter der Wirtschaft, Meinungsfhrer und Journalisten heute fr
berechtigt, der tatschlichen Entwicklung in vorauseilendem Eifer - andere
wrden sagen: Gehorsam - vorzugreifen.
Heraus kommt ein migestalteter Wechselbalg. Lt sich eine
Analogie erkennen zwischen dem Frevel an der Sprache und dem
Herummanipulieren am Erbgut der Pflanzen und Tiere, zwischen dem
Einbau von Genen einer Spinne in das Erbgut einer Ziege, dem
Kombinieren des Erbguts von Maus und Elefant? Sind hier SprachFrankensteins am Werk? Mit dem amerikanischen Philosophen und
Soziologen CHARLES TAYLOR, der zerstrerische von wertvollen Formen
des Multikulturalismus unterscheidet, sollten wir den Mut haben, auf die
Folgen des Treibens hinzuweisen.
Bisher schienen groe Teile der Sprache wesentlich dauerhafter zu
sein als Gebude, Moden oder die vom Menschen geprgte
Kulturlandschaft: jetzt geht es auch ihnen an den Kragen. Wir wissen wir
ja, da Sprache vernderbar ist. Heute geben (jedenfalls sprachlich)
inkompetente Neuerer in Bereichen, in denen sich nicht alles radikal
ndert, bewhrte Wrter, die generationenlang ihre Aufgabe erfllt haben,
ebenso leicht auf wie die Hutmode vom vorigen Frhling oder ein
berholtes EDV-Programm. Kann es aber einer Gesellschaft gut
bekommen, wenn sogar bisher denotativ stabile Wortschatzanteile
rcksichtslos der Mode geopfert werden? Wenn in wenigen Jahren mehr
Wrter, vor allem des Grund- und Alltagswortschatzes, ausgewechselt
oder destabilisiert werden als sonst in Jahrzehnten oder Jahrhunderten?
Der beschleunigte gesellschaftliche und technische Wandel kann nicht als
Rechtfertigung fr alles dienen. In einer kontinuierlich funktionierenden
Sprache kommen zu vorhandenen Bedeutungen eines Wortes organisch

190

T&T 2.1999

neue
hinzu.
Bei
Bedarf werden
durch
Wortbildungselemente
verschiedenster Art Ableitungen und Zusammensetzungen geschaffen.
Die Anglizismen und das Problem des bergehens ganzer Bereiche
zum Englischen haben die ffentlichkeit im deutschen Sprachgebiet lange
nur wenig beschftigt. Fr Aufregung und verbissene Debatten sorgte
hingegen die Rechtschreibreform. Erst seit einiger Zeit kommt eine
Auseinandersetzung darber in Gang, da Wrter mit rasender
Geschwindigkeit verdrngt werden. Heute werden Wrter nicht nur auf
natrlichem Wege, dh durch den allzeit wirkenden Sprachwandel und
Generationswechsel, ungebruchlich, vielmehr werden uns Wrter durch
ungebetene "Modernisierer" in Medien und Werbung weggenommen.
Gegenwrtig tun einige Werbestrategen, die sich fr kreativ halten, und
Medienjournalisten alles, um auch dort, wo das Deutsche gute Wrter
besitzt, sozusagen systematisch gnadenlos ein Wort nach dem anderen zu
ersetzen (oder unverstndliche Wortschpfungen einzufhren). "Gibt die
deutsche Sprache im Modernisierungsfieber ihren Geist auf"? fragt
D E ZIMMER aaO (Umschlagtext). Denn fr Leute, die ihre Vorbilder und
Bezugspunkte nur noch auerhalb unseres Sprachgebietes sehen, ist der
Modernisierungsbedarf eigentlich unbeschrnkt. Unsere Sprache wird
insgesamt kurzerhand fr altbacken erklrt. Wer von uns hat denn dazu
seine Zustimmung gegeben? Vielfach ist es aber der Mangel an originellen
Ideen, echten Innovationen und kulturellen Schpfungen, den verbale
Neuschpfungen oder Seifenblasen vergessen machen sollen.
Einerseits bin ich offen fr fremde Kultureinflsse und Sprachen.
Schlielich komme ich aus Hamburg, der "englischsten" Stadt
Deutschlands, und setze mich seit Jahren privat und im Beruf fr
internationale Zusammenarbeit ein. Andererseits wird man mir abnehmen,
da ich meine Muttersprache nicht nur schtze, sondern da sie fr mich
ein unverzichtbares Mittel st, mich im Leben zurechtzufinden.
Hollywoodfilme anzusehen oder Baseballkappen zu tragen, ist daher
weniger dramatisch, als nach und nach seine Sprache aufzugeben.
Dabei geht es nicht darum, ntzliche Fremdwrter - wie Bypass,
Stuntman, Dumping, Trend, Smalltalk oder den schon lteren Snob wieder zu vertreiben, also nicht um bertriebene Deutschtmelei.
Niemand wendet sich gegen ihren mavollen, gut zu begrndenden
Gebrauch. Denn viele Fremdwrter wurden bei uns heimisch. Ohne den
gemeinsamen Bestand an griechischen, lateinischen und franzsischen
Wrtern wre die Verstndigung unter Europern und weltweit
schwieriger. Immer wieder sollen wir uns an den weisen Ausspruch
GOETHES erinnern: "Die Gewalt einer Sprache ist nicht, da sie das Fremde
abweist, sondern da sie es verschlingt [gemeint ist: assimiliert,

T&T 2.1999

191_

verarbeitet, sich seiner bemchtigt, sich zu eigen macht]". Daran fehlt es


heute oft ganz entschieden. Eine Prfung, Sichtung, Abwgung unterbleibt.
Obwohl nicht immer einfach, mu eine Unterscheidung getroffen werden
zwischen bernahmen, die bereichern oder eine Nische fllen, und
sogenannten Luxusentlehnungen, die nur Mittel einer Minderheit sind, um
ihre kritiklose Bevorzugung einer fr berlegen gehaltenen Kultur
auszudrcken oder um gleichgesinnt^, oft wenig gebildete Kunden
anzulocken. Letzteres fhrt zu einem immer hastigeren Ausverkauf der
Sprache. Der Sprachwissenschaftler K HELLER gab am 24.6.1996 in einem
Vortrag zu bedenken, da "sich schwchere Kulturen im Wortschatz bei
strkeren Kulturen bedienen". Diese Schwche hat mit dem Abstieg der
deutschen Kultur in der Nazizeit und dem beschdigten Selbstbewutsein
nach 1945 zu tun, aber auch unabhngig davon lt sich ein offenbar
tiefer Zweifel am Selbstwert auch da beobachten, wo er gar nicht
berechtigt wre. So werden die eigene Forschung, die eigenen
Hochschulen schlecht geredet, bis endlich alle berzeugt sind, da nur
noch ein radikaler Umbau nach transatlantischem Vorbild hilft.
Neue Moden und Techniken (zuletzt beim PC) haben immer auch
Wrter hereingebracht. Die geringsten Einwnde sollten in den Bereichen
kulturelle Importe, landesspezifische Dinge, Neuheiten in der Mode,
Speisen usw erhoben werden. Fitness lassen wir gern durchgehen, weil es
nicht leicht durch ein einziges Wort wiederzugeben ist. Neutrale
Kunstschpfungen wie Nylon, Butan usw knnen ebenfalls sehr hilfreich
sein. Aber wenn einer Sprache keine Mglichkeit mehr zugestanden wird,
neue Wrter fr neue Sachverhalte zu prgen, sie also immer strker von
Bereichen modernen Lebens ausgeschlossen bleibt, ist sie darauf und
daran, ihre Geschmeidigkeit und Lebendigkeit zu verlieren, und wre
nicht mehr - wie bisher - eine voll ausgebildete Kultursprache. Sie wird
vielmehr stark abgewertet, wenn Neues (oder vermeintlich Neues) fast nur
noch amerikanische Namen erhlt, und wenn das Wichtigste auf englisch
daherkommt. Viele fhlen sich ausgeschlossen (It A PROBST im Spiegel
19.1990); Verbraucherrechte sind berhrt (vgl Abschnitt 6). Aber selbst
wer gut Englisch versteht, will nicht auf Kauderwelsch angesprochen
werden.
So sind Wrter wie power, kid, performance beraus ambivalent, weil
ihnen von einigen ein soziolinguistischer Mehrwert zugesprochen wird
wie Schwung, Dynamik, Fortschritt, der - zu Recht oder nicht - mit der USKultur verbunden wird. Sie werden aber nicht nur benutzt, um USspezifische Gegebenheiten zu charakterisieren. Wenn sie erfolgreich zu
echten und mehr als gelegentlichen Synonymen ihrer deutschen
Gegenstcke aufgebaut werden, heit dies, ihnen zuviel Bedeutung

192

T&T 2.1999

einzurumen und sie vorschnell zu legitimieren. Oft beginnen sie mit


ihrem angeblichen Mehrwert ihre deutschen Gegenstcke zu verdrngen:
Job I Arbeit, Beruf, Stelle, Aufgabe, starten I beginnen, anfangen, einleiten,
Airport I Flughafen, business I Geschft. Es besteht Gefahr, da jeder
Mrder ein Killer, jeder Beruf, jede(r) Arbeit(splatz) - ob vorbergehend
oder nicht, jede Aufgabe - ein Job, jeder Leibwchter ein Bodyguard,
Handel / Geschft / Tausch ein Deal, jeder Fehlschlag ein Flop, jeder
Anzug oder Kittel, Kleidung allgemein ein Outfit wird. Auch eingebrgerte
Fremdwrter wie Niveau mchte ich gern gegenber Rivalen wie Level
(desselben franzsischen Ursprungs) in Schutz nehmen: fr eher
denotative Teile des Wortschatzes sollte gelten, da kein gngiges Wort
ersetzt werden sollte, wenn sich am Begriff nichts oder nichts
Wesentliches gendert hat.

Sprachen in der EU

2.1 Stellung und Zukunft


Europischen Union

der

Sprachen

bei

den

Institutionen

der

Im Rahmen der europischen Integration und Globalisierung, die teilweise


gleichen wirtschaftlichen Gesetzmigkeiten folgen, ergeben sich, wie zu
erwarten, auch sprachliche Probleme. Mir geht es hier nicht so sehr um
den Gebrauch der Amts- und Arbeitssprachen bei den europischen
Institutionen. Dort gibt es Regeln, die zwar nicht vollkommen sind, die
aber - besonders beim Europischen Parlament als Vertretung der
Unionsbrger - allen Amtssprachen eine geschtzte Stellung auf hohem
Niveau sichern. Wie R HOHEISEL, Sprachkoordinator fr Deutsch bei der
Europischen Kommission, in einem Vortrag zutreffend sagte, meinte bei
der Einfhrung der geltenden Verordnung Nr 1 zur Regelung der
Sprachenfrage niemand, die Sprachenfrage sei damit gelst. Wer eine
knappe und przise Beschreibung der Rolle des Deutschen in den
Organen der Europischen Union lesen mchte, findet sie bei HOHEISEL;
wer eine ausfhrliche
Untersuchung wnscht, findet sie bei
SCHLOSSMACHER (1997).
2.2 Sprachliche
Charakteristika
von EU-Texten,
Sprachendienste und EU-Sprachalltag

Arbeit

der

EU-

Was die europische Terminologie in unseren Institutionen angeht, so gibt


es vielleicht einige Ausdrcke, die nicht allen gefallen oder etwas

T&T 2.1999

193_

knstlich wirken. Im ganzen sind die brokratischen Wortschpfungen


nicht schlechter als die in den Mitgliedstaaten. Schlechter Ausdruck und
schlechter Satzbau sind ebenso auf nationaler wie auf europischer Ebene
zu finden. Einige Lehnbersetzungen sind nicht zu vermeiden, und sie
knnen die Empfngersprache sogar bereichern. Dies trifft vor allem fr
wirklich neue Begriffe und Bedeutungen zu, doch so weit wie mglich
sollten vorhandene gute Ausdrcke verwandt werden; in einigen
Bereichen wie der Rechtsterminologie ist das im Zuge der Formulierung
und Ausarbeitung von Legislativtexten Pflicht. Bei den EU-Institutionen
sind, wie gesagt, die Amtssprachen durch ihren Status geschtzt. Ihr
tatschlicher Gebrauch knnte besser sein, doch wird er oft von
technischen Zwngen, Hflichkeit oder dem Wunsch mitbestimmt, dem
Gesprchspartner zu beweisen, da man sich in dessen Sprache gut
verstndigen kann, vgl SCHLOSSMACHER. Viele Kollegen sind jedoch der
Ansicht, da wichtige Dokumente tunlichst in der Muttersprache verfat
sein sollten, denn sonst besteht die Gefahr, da Interferenzen aus dieser
Sprache in der Zielsprache den Sinn entstellen, wenn der Text in einer
nicht hundertprozentig beherrschten Sprache abgefat wird.
Ein lebendiger und spontaner Ausdruck und ronische Anspielungen
und Metaphern lassen sich oft nur schwer und kaum ohne Verluste in die
Zielsprache bertragen. Das macht EU-Texte mitunter fade und trockener
als vergleichbare "nationale"- sie mssen sich an eine kleinere
gemeinsame Plattform halten. Sie hneln dann einem formelhaften
"Kongreenglisch", das alles zu vermeiden trachtet, was fr
Nichtmuttersprachler schwierig wre. Auf dem Deutschen Terminologentag (Kln, 25.-26. April 1998) hielt Prof R GOFFIN, leitender
Terminologe bei der Kommission in Brssel, ein berzeugendes Referat
mit dem Titel "Eurolekt ja - Eurojargon nein".
Hier darf gerade mit Blick auf die kleineren Sprachen einmal auf die
umfangreiche terminologische Arbeit hingewiesen werden, die ihren
deutlichsten und eindrucksvollsten Niederschlag in der elektronischen
Terminologiedatenbank "Eurodicautom" findet. Alle, aber gerade die
kleinen Amtssprachen werden durch die gewissenhafte Terminologiearbeit
aufgewertet und - zT im Gleichschritt - weiterentwickelt und erhalten
Anschlu an moderne Technik- und Wissenschaftsbereiche (vgl
Abschnitt 11). Bestehende Ausdrcke werden in einen elfsprachigen
(demnchst noch greren) Rahmen gestellt, und bei Bedarf werden sogar
neue Bereiche erarbeitet. Dabei werden Sprachpaare wie Neugriechisch /
Dnisch oder Finnisch / Portugiesisch abgedeckt, fr die bisher Lexika
kaum oder gar nicht, geschweige denn Fachwrterbcher zur Verfgung
stehen. Wrden Industrie und Handel allgemein den Wert solcher Arbeit

194

T&T 2.1999

hher schtzen, und nicht teilweise auf eigensprachliche Termini


verzichten, dann wrde sich dies langfristig nicht nur in weniger
Miverstndnissen (= Einsparungen) im Umgang mit Partnern und Kunden,
sondern auch in hheren Gewinnen ausdrcken, vgl Akten des Deutschen
Terminologietags. Das Einsparen ordentlicher sprachlicher Grundlagen in
der Wirtschaft kann dagegen unerwartete Kosten nach sich ziehen (Zur
Tendenz globalisierter Unternehmen, die Verwendung der Landessprachen bzw der Muttersprachen der Mitarbeiter einzuschrnken, siehe
auch Abschnitt 10).
Das wirkliche Problem st nicht in den Sitzungsslen oder Bros der
EU-Mitarbeiterinnen angesiedelt. Dort sorgen Sprachqualifikationen fr
eine recht gute Verstndigung - selbst wenn fr Nichtmuttersprachlerlnnen
der Arbeitsalltag in einem vielsprachigen Bro anstrengend sein kann.ber
den Heimvorteil der Muttersprachler bzw das Opfer, das alle brigen in
den EU-Organen fr das gemeinsame europische Aufbauwerk erbringen,
berichtet mit faszinierenden Einblicken M VON DONAT (in Born-Stickel
S 77ff). Diesen "Kommunikationsstre" lernen selbst Mitarbeiter mit guten
Sprachkenntnissen, und zumal bei hufigerem Wechsel von einer in eine
andere Sprache, kennen. Bei seiner Ttigkeit erlebte er ebenso Freude wie
Frustration mit der Sprachenvielfalt. Einfache Lsungen - wie die
bernahme der Weltsprache als einziger Arbeitssprache - gebe es sicher,
dann aber fragt er, ob Effizienz das wichtigste Kriterium fr eine
Gemeinschaft sei?
Der Verzicht auf Mehrsprachigkeit bei der Europischen Zentralbank
in Frankfurt mag die Arbeitsablufe einerseits erleichtern. Doch meint CHR
HILLER in der Frankfurter Rundschau (14.4.1999), da sich auch hier
Probleme jenseits aller "kulturpolitischen nationalen Eitelkeiten" stellen.
Whrend Bewerber bei der Kommission Kenntnisse "in mindestens einer
Amtssprache der EU" nachweisen mssen, werde hier "ausschlielich
flieendes Englisch" verlangt, und dies sei "eine klare Benachteiligung"
der Nicht-Briten und Nicht-Iren". Das Beispiel der EZB knne "ein
verhngnisvolles Vorbild fr andere europische mter sein, die nun alle
Sprachen bis auf eine verdrngen knnten". Auch die EZB-Berichte der
Institution, die zunchst nur auf Englisch zur Verfgung stnden, bten
britischen und amerikanischen Agenturen einen kulturellen Heimvorteil.
Bei unseren Institutionen beobachte ich eine groe Achtung vor den
Kollegen und ihrer Sprache. Die Begegnung findet nicht unter den
Profilierungszwngen und im knstlichen Milieu einer Sprache statt, die in
Lifestylestudios entworfen wird und unter Quotenzwang steht. Die
Kolleginnen brauchen jedenfalls keine sprachlichen Purzelbume zu
schlagen, um beachtet zu werden.

T&T 2.1999

195_

2.3 Der Binnenmarkt und die Sprachen


In den Unternehmen und im Dschungel der Marktkrfte (die auf vielen
Gebieten eine sinnvolle Wirkung entfalten) sieht das eben anders aus.
Zweifellos bringt der europaweite freie Verkehr von Waren und
Dienstleistungen den Unionsbrgerinnen viele Vorteile. Der EU kommt,
selbst wenn die Kulturhoheit bei den Mitgliedstaaten liegt, daher auch eine
gewisse Verantwortung zu, negativen Nebenwirkungen des Binnenmarkts
vorzubeugen. Wichtig sind daher nicht nur die Sprachlehr- und
Sprachfrderungsprogramme, die den Menschen echte Kommunikation
erleichtern, sondern auch Manahmen, die verhindern, da sich im
Binnenmarkt sprachliche Anarchie ausbreitet. Dazu gengt es mE nicht,
da Stoffe mit (ggf schdlicher) Wirkung auf die Gesundheit der Menschen
und die Umwelt, wie Arzneimittel, Kosmetika, Lebensmittel, Farbstoffe
und Chemikalien, oder technische und Haushaltsgerte, nach dem
Gemeinschaftsrecht nur mit Erklrungen und Gebrauchsanweisungen bzw
Angabe der Inhaltsstoffe in allen Amtssprachen in Verkehr gebracht
werden drfen (vgl Abschnitt 6 zu rechtlichen Aspekten der Sprache von
Werbung und Wirtschaft). Die Meinungsbildung in diesem Bereich st
schwierig; das Verfahren vor dem Europischen Gerichtshof (Rechtssache
C-385/96, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 16.7.1998) zeigt immerhin, da
er sich schon mit der sprachlichen Seite des Verbraucherschutzes
beschftigt hat.
Und was ist mit der Beurteilung des verhltnismig strengen
franzsischen Gesetzes vom 4.8.1994, das strker dem Schutz der Sprache
als dem Schutz der Verbraucher dient? T H BRUHA merkt dazu an, da
"nach berwiegender Auffassung der Europarechtler sich fr derart strenge
Manahmen des Sprachenschutzes im Gemeinschaftsrecht
keine
Rechtfertigungsgrnde finden". Denn natrlich knnen die Pflicht zur
bersetzung
"fremdsprachiger
Teile
von
Produktnamen"
und
"eingetragener Werbeslogans" oder "sprachliche Mehrfassungen von
Verbraucherinformationen und Marketingstrategien" zustzliche Kosten
verursachen und insofern als handelshemmend empfunden werden.
Besonders Artikel 14 ist sehr streng gefat. Immerhin wurde das Gesetz
bereits abgemildert. Ohne pedantisch jede fremdsprachige Etikettierung
ohne bersetzung (wie etwa Etiketten franzsischer Weine) ablehnen zu
wollen, darf aber doch behauptet werden: Sowohl das Interesse zu
verkaufen als auch das Interesse, die Sprache angemessen zu erhalten, st
legitim. Dieses Thema st sehr komplex und bedarf behutsamer
Behandlung. Das letzte Wort dazu kann noch nicht gesprochen sein.
Vielleicht kann ein gemeinsamer Fonds von Staaten und Unternehmen

196

T&T 2.1999

oder auch die Bereitstellung der bersetzung und Sprachberatung zu


gnstigen Bedingungen gerade fr kleine und mittlere Unternehmen ihnen
bei der "Lokalisierung" ihrer Produkte behilflich sein? Wohin es fhrt,
wenn es Herstellern oder Anbietern unbeschrnkt gestattet ist, sich in einer
anderen als der Landessprache oder in einer bis zur Unkenntlichkeit
vernderten an die ffentlichkeit zu wenden, sehen wir in Deutschland.
Manche Unternehmen, und gerade deutsche, gefallen sich in sprachlichen
Tollheiten.
Sprachenregelungen, also Spielregeln fr eine geordnete friedliche
Koexistenz von Landessprache(n) und internationaler(en) Sprache(n), sind
dringend erforderlich. Das Fehlen solcher Regeln hat den Unternehmen in
der Vergangenheit zu groe Spielrume fr die Bezeichnung, Beschriftung
und Etikettierung gelassen und dazu gefhrt, da geduldet wurde, da
nicht nur Warenbezeichnungen (Markennamen sind anders zu beurteilen)
des alltglichen Bedarfs in mehreren Mitgliedstaaten nur noch auf englisch
aufgedruckt wurden; zB wird in Belgien Schuhcreme vertrieben, die den
Namen der Farbe gro auf englisch und die Gebrauchsanweisung in
Kleindruck auf franzsisch und niederlndisch enthlt. Abgesehen von den
Englischkenntnissen einiger Kundinnen, st zu fragen, ob dadurch die
beiden groen Sprachen
Belgiens nicht eine
schwerwiegende
Statusminderung erleiden. Diese Art der Aufmachung von Waren wird von
immer mehr Unternehmen gewhlt und macht Englisch an vielen Stellen
zur Nr 1; dagegen wre die Farbangabe auf franzsisch, niederlndisch
und englisch (auch als Hilfe fr die Auslnderinnen im Land) ein echter
Beitrag zum Binnenmarkt. Gegen die immer strkere Anwesenheit der
Partnersprachen, auch der lingua franca, in den Mitgliedstaaten unserer
Union wird niemand etwas einwenden, wenn sie im Einklang mit dem
Respekt vor der "Gastgebersprache" steht. Anstatt den Gebrauch des
Englischen rundweg zu chten, wre es vielleicht besser, den der
Landessprache, zB auf Ladenschildern sicherzustellen; mehrsprachige
Beschriftungen, bei denen der Landessprache in der Regel der erste Platz
zusteht, wren ein echter Beitrag zum Europa der Brger, von denen viele
anderswo zu Gast oder unterwegs sind. Bisher dienen die oft falschen
englischen Beschriftungen vorwiegend den Lifestylebedrfnissen. Da an
British Airways oder The Body Shop (als Name einer britischen Firma mit
Filialen in vielen Lndern) niemand Ansto nimmt, ist selbstverstndlich.
Auch gegen Schriftzge Pizzeria II Trovatore, London Pub, Bierstberl,
Parfums de Provence, Texas Jeans, Steakhaus El Toro und dergleichen ist
nichts einzuwenden, mehr schon gegen Food, Men's Wear, Toys, Kids'
Corner, Ice Cream, The Winery, Books (oder sogar Booxl), Car Wash.

T&T 2.1999

]97_

Die Lsung von Sprachproblemen im vereinten Europa und


insbesondere
in
Euroregionen
(oder
Euregios)
beiderseits
von
Binnengrenzen sind Thema der Arbeit von A GELLERT - N O V A K (1993) ber
"Europische Sprachenpolitik und Euroregionen". Im Vorwort werden
ernstzunehmende Fragen aufgeworfen: Der Binnenmarkt ist verwirklicht.
Wirtschaftliche Hindernisse sollten... abgebaut sein. Und die kulturellen
und sprachlichen Hindernisse? Wurden sie auch beseitigt? Und wie? (...)
Jetzt geht es darum, inwieweit Englisch als internationale Verstndigungssprache die anderen Sprachen bereits verdrngt hat, gerade verdrngt oder
verdrngen wird, inwieweit das toleriert werden kann oder etwas dagegen
unternommen werden kann und mu. Nach Untersuchungen nimmt die
Verwendung von Englisch in vielen Bereichen zu: Wissenschaften,
internationalen Organisationen wie die EU (HASELHUBER 1991, GEHNEN
1991) oder in mehrsprachigen Staaten (DRR-MLLER 1991). Sind die
Lsungsvorschlge von Sprachdidaktikern, Wissenschaftlern fr ein
plurilinguales Europa nur Theorie? Gibt es auch Bereiche - zB in den
Grenzregionen und an den Ostgrenzen (zu den Beitrittslndern), in denen
sich andere Sprachen, wie etwa Deutsch, behaupten knnen? An den
Westgrenzen wird bisher (S 142) vor allem Deutsch und die Sprache der
Nachbarn, kaum Englisch, benutzt, an den Ostgrenzen weniger Deutsch
als erwartet, kaum die Partnersprachen, dagegen vor allem von Osten aus
mehr Englisch. Whrend sich Sprecher kleinerer Sprachen fast damit
abgefunden haben, da sie, um verstanden zu werden, eine andere als
ihre Muttersprache sprechen mssen, sind Sprecher von Sprachen, die vor
kurzem noch Weltsprachen waren, verrgert, wenn man sie in ihrer
Muttersprache nicht mehr versteht. Die untersuchte Sprachenpolitik
umfat
EU-Programme,
Bildungsund
Minderheitenpolitik,
die
Sprachenwahl zwischenstaatlicher und ffent-licher Gremien, besonders
auch der Gremien in den Euroregionen, offizielle Sprachenregelungen und
die alltgliche Realitt in europischen Organisationen. Einer der Befunde
aus
den
Grenzregionen
st,
da
es
oft
nicht
fehlende
Fremdsprachenkenntnisse sind, sondern "falsche Freunde" (unerwartete
Bedeutungsunterschiede
aufgrund
abweichender
Rechtsund
Verwaltungssysteme), welche die Verstndigung erschweren.

Zukunft der Nationalsprachen


Mitgliedstaaten

und

des

Deutschen

in

den

Dafr, da am 26. November 1998 von der Generaldirektion VII des


Europischen Parlaments ein Seminar "Multilingualism - Bridge or

198

T&T 2.1999

Barrier?" veranstaltet wurde, bei dem auch die Sorgen ber die Zukunft
unserer europischen Sprachen vorgetragen werden konnten, bin ich
besonders dankbar. brigens stellte whrend der Konferenz ber eine
knftige Sprachpolitik, die von der Nederlandse Taalunie mit
Untersttzung der EU im Mrz 1999 in Brssel veranstaltet wurde, DE
SWAAN (Amsterdam) fest, da das sprachliche Schicksal eines integrierten
Europa im Gegensatz zu seinen wirtschaftlichen, politischen und sozialen
Aspekten bisher wenig errtert worden sei. Das betrifft weniger die
verdienstvollen Bestrebungen der EU, Fremdsprachenkenntnisse zu
frdern, sondern den sprachlichen Status quo im EU-Europa. Wer diesen
antastet, mu mit heftigen Reaktionen rechnen. An dem schwierigen
Thema mchte sich keiner die Finger verbrennen.
Theoretisch knnte jemand gegenber allen besorgten Fragen nach
der Zukunft der Landessprachen einwenden, sie seien ja im Vertrag von
Amsterdam durch Artikel 128 und 126 geschtzt. HELMUT SCHMIDT,
langjhriger deutscher Bundeskanzler, erklrte in einer Ansprache 1997:
Keines der Vlker, die sich in der Europischen Union
zusammengeschlossen
haben, hat jemals im Sinn gehabt, deshalb die eigene Sprache aufzugeben. /.../
Sprachen sind bei weitem das wichtigste Vehikel kultureller Entfaltung und
zugleich das wichtigste Element nationaler - brigens auch persnlicher Identitt.
[...) Natrlich nimmt jede Sprache Fremdworte und Lehnworte in sich auf,... aber
heute mssen wir Europer und Deutschen aufpassen, da uns die Globalisierung
nicht zur Korrumpierung unserer eigenen Sprachen und damit unserer eigenen
Kultur verfhrt.

Hoffentlich behlt R HOHEISEL aaO recht, wenn er es


fr falsch hlt, einen Zusammenhang zwischen europischer Einigung und dem
Verkmmern der Sprache herstellen zu wollen. Eine Sprache verkmmert dann,
wenn zu wenig Sprecher sie pflegen, sie wird nur dann verschwinden, wenn die
Sprecher sie aufgeben. Sicher ist die Sorge um die Entwicklung gerade des
Deutschen berechtigt

doch zeigt er sich berzeugt:


da das weitere Bestehen der europischen
europischen Einigung keine Illusion ist.

Sprachen gerade im Zuge der

Die Verantwortung fr die Zukunft der Sprachen der EUMitgliedstaaten liegt im allgemeinsten Sinne natrlich bei jeder Brgerin
und jedem Brger als Sprecherin ihrer bzw seiner Muttersprache, in
kulturpolitischer
Beziehung in erster Linie bei den einzelnen
Mitgliedstaaten. Die Zukunft unserer Sprache(n) entscheidet sich aber

T&T 2.1999

199

weniger in den Ministerien, Schulen und Universitten unseres eigenen


Landes (jedenfalls wenn diese sich weiter so verhalten wie bisher),
sondern dort, wo produziert, geworben, verkauft und gekauft und vor
allem Geld verdient wird: in den Fhrungsetagen und Bros der
Unternehmen, in den Einkaufsstraen und Fugngerzonen, an den
Tankstellen und auf den Bahnhfen. Und hier allerdings steht es in den
deutschsprachigen Lndern nicht gut um die Zukunft der Landessprache.
Welche Besonderheiten kennzeichnen nun die heutige Lage? Der
Druck auf die Landessprachen zeigt sich in mehrfacher Hinsicht. Es
werden nicht nur, wie immer in der Geschichte, (1) Fremdwrter zur
Deckung lexikalischer Bedrfnisse bernommen und oft voll integriert,
sondern es kommt zu einer in diesem Umfang in Friedenszeiten bislang
kaum gekannten wechselseitigen Durchdringung (2) ("Kontamination,
Pidginisierung") von Sprachen. Wegen rumlichen Zusammenrckens der
Sprachgebiete durch krzere Reisezeiten, den enormen Ausbau der
Telekommunikation und die schrankenlosen Mrkte werden lexikalische
Anleihen nicht mehr, wie frher blich, lautlich und morphologisch
assimiliert. Dabei geht vom Englischen - genauer gesagt oft nur seinen
unqualifizierten Verbreitern - ein starker Druck auf alle anderen Sprachen
aus. Dessen Kennzeichen ist das oft wahllose Mischen im Wortschatz und
selbst in den Satzstrukturen ohne rechtes Motiv, sei es um zu prahlen,
positive Assoziationen an eine Vorbildkultur zu erzeugen. Dieses
Verhalten kann die Landessprache schwer beeintrchtigen. Es kommt dann
leicht (3) zum Verlust ganzer zukunftstrchtiger
Lebens- und
Wirtschaftsbereiche an die dominierende Sprache. Verliert eine
Kultursprache erst einmal wichtige Bereiche und die Fhigkeit zur
Neuprgung, weil ganze Fachsprachen aufgegeben werden, dann lauert
am Horizont sogar die Frage, ob denn diese in die Defensive gedrngte
Sprache eine echte berlebensschance hat oder ob Teile der Gesellschaft
(4) zur Aufgabe bereit sind.
Die pseudoenglischen Wrter, die oft neue Bedeutungen annehmen
oder Neuschpfungen sind, dienen hufig weder der Verstndigung mit
den angelschsischen Lndern noch der Vlkerverstndigung im
allgemeinen. Englnder und Amerikaner sind oftmals angewidert von der
wrdelosen Anbiederung: so schreibt A GlMSON im Daily Telegraph vom
26.2.1999 ber seine Enttuschung, weil alle, selbst die Stadtverwaltung,
Englisch mit ihm sprechen wollten:
The English language is spreading at such breakneck speed in Germany that one
almost asks if it is worth learning German any more. Even in the few last months
the contamination of German with redundant English words and phrases has

200

T&T 2.1999
become noticeably worse. I was ringing Frankfurt to find out whether it was going
to dub itself City of the Euro.

Wenn die heutigen Trends (auch ich vermeide nicht berall


Anglizismen) unvermindert anhalten, knnten sie uns am Ende in ein
Europa fhren, das ausgerechnet im selben Augenblick, da es sich
erfolgreich vereinigt, zu einer schlecht geratenen Kopie der Vereinigten
Staaten wird - mit einem vereinfachten US-Englisch als gemeinsamem
Nenner. Diese "Sprache" bestnde dann groenteils aus Slangwrtern, wie
cool, oder Schpfungen der Unternehmen, wie City Center (Stadtbro der
Lufthansa). Zum Teil wird ein Hin- und Herspringen zwischen den
Sprachen zur Mode, und es breiten sich immer mehr Wrter aus wie
Backshop statt Bckerei. Durchaus aufgeweckte Bekannte hielten es zuerst
fr einen "Laden weiter hinten im Hof" - man denke nur an Back Office.
Hier war kein Gleichklang beabsichtigt; wenn ein Vermieter von
Fernsehgerten seinen Laden Mieting Point nennt, werden wie in kehr /
care verwirrende Codesprnge ausgelst.
Ein amerikanischer Sprachwissenschaftler wollte meine Sorgen
zerstreuen und empfahl mir, das Beispiel des Englischen im Mittelalter zu
betrachten; dessen Erbwortschatz wurde groenteils durch franzsische
und lateinische Wrter ausgewechselt. Selbst wenn es bis zu einer neuen
Synthese lnger brauchte: dieses neue, umgekrempelte Englisch wurde in
den Hnden SHAKESPEARES zu einem Werkzeug, das ihn zu groartigen
Werken befhigte. Vergessen wir jedoch nicht, da am Anfang dieser
Entwicklung gewaltttige Eroberer in dunkler Zeit standen. Heute
herrschen Frieden und gegenseitiger Respekt in Europa. Und die
Wirtschaftskrfte, in deren Gefolge unsere Sprachen unter Druck geraten,
Kriegfhrung (mit friedlichen Mitteln) zu nennen, wre doch sehr abwegig,
zumal es sich, wie gerade gesagt wurde, weitgehend um bereitwillige
Anpassung einflureicher Kreise handelt. Auch G DROSDOWSKI lt den
Vergleich heutiges Deutsch - Mittelenglisch nicht gelten (sein Urteil ber
die gegenwrtigen Sprachvernderungen siehe in Abschnitt 12.1).
Meine Sorgen mgen manchem auf den ersten Blick bertrieben
erscheinen. Dennoch verschrfen sich einige der geschilderten Mistnde
von Tag zu Tag. Und doch st die Gefahr sehr real, da Deutsch wie auch
die anderen Nationalsprachen in der EU sich zu drittklassigen Kommunikationsinstrumenten im eigenen Land zurckentwickeln. Es st zu hoffen,
da die Befrchtungen nicht Wirklichkeit werden, weil dann mit ihnen die
Anforderungen des modernen Lebens und der neuesten Technologien
nicht mehr bewltigt werden knnen. Diese Gefahr st fr das Deutsche
wesentlich strker als etwa das Franzsische oder Finnische.

T&T 2.1999

201_

Wenn sich nun aber das wirtschaftlich strkste Land in der EU als das
sprachkulturell
schwchste
erweist,
wie
knnen
die
brigen
Mitgliedstaaten, wie kann die EU jemals die Ziele ihres Vertrags von
Maastricht einhalten und die Sprachen und Kulturen wahren und
weiterentwickeln? Fast drngt sich mir die Schlufolgerung auf: Die
eklatante Schwche der Bundesrepublik Deutschland auf dem Gebiet der
Sprache und zT der Kultur st eine Gefahr fr ihre Partnerlnder. In einem
Gesprch mit Le Figaro unter der berschrift "Le virus du Denglisch" vom
5.1.1999 rumte ein Mitarbeiter des neuen Kulturstaatsministers ein
(zurckbersetzt): "Unsere Kultur ist zunehmend auf die Kultur der
Vereinigten Staaten ausgerichtet". Man darf sich ehrlich freuen, da
allerlei Neuerungen von dort alsbald auch in Europa und Deutschland
verfgbar sind. Leider beinhaltet diese Aussage nicht nur Erfreuliches.
Soweit eine kulturelle und sprachliche Verdrngung darin enthalten ist,
sollte sie nicht einfach so stehenbleiben. Die Gesellschaft sollte sich
fragen: Was mten wir anders machen?

Europa mit einer Zunge?

4.1 Offizielle Einfhrung des Englischen als zweiter Landessprache?


Initiativen zur Einfhrung des Englischen in einigen wissenschaftlichen
Fchern und in Unternehmen laufen nicht nur in Deutschland seit
lngerem, sondern einige Kreise empfehlen den Europern bereits
nachdrcklich die Einfhrung von Englisch, das de facto fast berall lingua
franca st, auch als zweiter Amtssprache gleichberechtigt neben den
Nationalsprachen in den Mitgliedstaaten. Der Journalist R ROEMEN aus
Luxemburg setzt sich in einem Beitrag fr das EU-magazin Nr 1-2, 1998
fr die Einfhrung einer "einheitlichen offiziellen Sprache in der
Europischen Union" ein. Und CHR TYLER meint in der Financial Times
vom 4.4.1998, es sei wegen der damit verbundenen Vorteile und
Kosteneinsparungen an der Zeit, diese Krte zu schlucken. Der Identitt
der Landeskultur wrde dies seiner Ansicht nach nicht schaden. Mu das,
was stark, ja bermchtig st, noch gefrdert werden? TYLERS Vorschlag
wirft vielerlei Probleme auf. So rumte auch H WEYDT, wenngleich sehr
ungern (whrend der Taalunie Konferenz 1999) ein, da wohl nirgends auf
der Welt zwei Sprachen auf demselben Territorium gesprochen werden
und ihre Sprecher harmonisch und ohne ernste Spannungen
zusammenleben. Sollte er an Belgien, vor allem Brssel (zwei
Sprachgemeinschaften) gedacht haben? Luxemburg (eine Sprachge-

202

T&T 2.1999

meinschaft mit besonderer Triglossie) scheint eine rhmliche Ausnahme


zu bilden. Die offizielle Verankerung der bermchtigen Lingua franca
wre fr die greren Mitgliedstaaten ein beraus starker Eingriff. Denn
bei Sprachen auf ein und demselben Territorium, die in einer
Konkurrenzsituation stehen, ist eher zu erwarten, da der neue
Konkurrent, indem er der bisherigen voll ausgebildeten "Platzhalterin"
Domnen, Aufgaben, Inhalte und Sprecher streitig macht, deren Status
mindert und sie schdigt. Eine harmonische Koexistenz wre nur unter
Menschen ohne weiteres denkbar, die viel Zeit und Energie zur Pflege
beider Sprachsysteme htten. Die Mehrheit sieht sich aus wirtschaftlichen
oder fachlichen Grnden gedrngt, ein Kommunikationsmittel zu
benutzen; es st kein Selbstzweck. Wie schwer normalen Brgern die
Interpretation bestimmter Sprachmorpheme fllt, zeigt das Wuchern des
Apostroph vor dem -s: weil englisch-amerikanische Geschfte und
Hersteller den schsischen Genitiv gern so markieren Harry's / Schmidt's
(Drugstore) usw, wird er als prestigetrchtig selbst beim Plural -s
nachgeahmt: Mller Tour's steht auf einem Reisebus.
Eine offizielle Einfhrung des Englischen wrde zahllose Firmen und
Stellen veranlassen, im Umgang mit den eigenen Landsleuten, wo immer
es geht, Englisch zu verwenden; sie htten ihrer Pflicht, sich einer
offiziellen Sprache zu bedienen, damit Genge getan. Nein, eine
internationale oder Verkehrssprache (Englisch) gibt es bereits, sie braucht
keinen offiziellen Status. Ihre bessere Beherrschung st wnschenswert.
Daneben sollten weitere Verkehrssprachen wie Franzsisch und Deutsch
nicht weiter zurckgedrngt werden.
Noch mehr Schwierigkeiten als das schon beschriebene Wirtschaftsund Werbe-Pidgin brchte dies fr alle, die Englisch nicht oder noch nicht
beherrschen. Fr lange Zeitrume wrden diejenigen, die weniger
sprachbegabt sind oder weniger Gelegenheit zum Erlernen der lingua
franca haben, von Bereichen des Lebens ausgeschlossen, wie es
stellenweise bereits der Fall ist (vgl Abschnitt 1). Nirgends in Europa sind
(It Umfrage von The European vom 30.1.1997) so viele Menschen bereit,
ihre Muttersprache gegebenenfalls aufzugeben oder sie doch gegenber
einer einheitlichen Sprache zurckzustellen, wie in Italien. Von 5 000
Befragten beantworteten die Frage "Is it vital to maintain diversity of
languages in Europe?" mit "Disagree (= Nein)" in Italien 37%, Spanien
18%, Frankreich 13%) und - angesichts des beschriebenen Trends
vielleicht verwunderlich - in Deutschland nur 11%. In Sdeuropa spielt
Enttuschung etwa ber Mistnde in der Verwaltung und Gesellschaft
ihres Landes mit, und deshalb wird hier mehr von den Institutionen der
Europischen Union erwartet als im brigen Europa. Gerade die starke

T&T 2.1999

203_

Bereitschaft von Italienerinnen, ihre Sprache, die von vielen als schnste
Europas, ja der Welt empfunden wird, aufzugeben, mu allen wahren
Europerinnen Schmerz verursachen.
Bemerkenswerte Stellungnahmen waren whrend der TaalunieKonferenz zu hren. Fr den Fall, da in der Europischen Gemeinschaft
eine lingua franca ein Monopol erlangen sollte, rechnet W E Y D T (EuropaUniversitt Viadrina, Frankfurt an der Oder) mit ernsten Sprachkonflikten.
R RINDLER-SCHERVJE (Wien) erwartet dagegen keine Ablsung der mittleren
oder greren Nationalsprachen durch das Englische oder eine andere
groe Sprache, solange (!) an den nationalen Schul- und Bildungssystemen
festgehalten werde, die fr die Reproduktion der Identittskonstruktion der
Brger sorgten. Nach DE SWAAN (Amsterdam) macht die starke Rolle der
Staatssprachen in den Einzelstaaten diese so robust, da eine
Pidginisierung und ihr Abstieg zu "intermediate idioms" ausgeschlossen
st. Ignoriert er nicht die schon stark betroffenen Bereiche (zB viele
Unternehmen, Teile der Wissenschaften
und Hochschulen)
in
Deutschland, die in den Abschnitten 10 und 11 behandelt werden? Die
Rivalitt dieser Einzelsprachen, so DE SWAAN, werde fr lange Zeit die
Einfhrung einer einzigen Sprache als ausschlielichen offiziellen
Mediums der Gemeinschaft verhindern.
WEYDT macht brigens einen unorthodoxen Alternativvorschlag zum
Ausgleich fr die Benachteiligung der Nicht-Muttersprachler in der
Kommunikation. Sie, die bei internationalen Begegnungen fast wie
unbeholfene Kinder wirkten, knnten daher weniger berzeugend
argumentieren, weshalb Muttersprachler ein von ihnen gewnschtes
Verhandlungsergebnis viel leichter zu erreichen vermchten. Er mchte
dem Grundsatz zur Durchsetzung verhelfen, da bei internationalen
Gesprchen jeder in einer Sprache seiner Wahl, ausgenommen seine
eigene, sprechen solle. Das ist noch origineller als der polyglotte, sich vor
allem auf passive Sprachkenntnisse sttzende Dialog, bei dem jeder so
weit wie mglich in der eigenen Muttersprache spricht und der andere
aufmerksam zuhrt. Wer aber wre bereit, auf seinen Heimvorteil zu
verzichten? Ein anderer, hufig geuerter Vorschlag lautet, da knftig
mglichst alle in der EU mindestens eine Fremdsprache, am besten aber
zwei - nmlich die des nchsten Nachbarlandes und Englisch, erlernen
sollten. Doch kme dabei das Franzsische im Norden und Osten
Deutschlands schlecht weg.

204
4.2 Blick in die Geschichte. Kontinuitten
und den Rmern von heute?

T&T 2.1999
zwischen den alten Rmern

Nicht wenige Sprachen, auch hochstehende Kultursprachen, sind


verschwunden. Denken wir nur an die kontinentalen Kelten zur
Rmerzeit. Keineswegs machten nur CSARs brutale Feldzge dem
Keltischen den Garaus, sondern neben der politischen Zersplitterung der
Sprachgemeinschaft auch die Bereitschaft der Oberschichten, sich der mit
Gewalt und sanfter Toleranz zugleich ausbreitenden rmischen Kultur zu
assimilieren. Sicherlich bot diese damals neue zivilisatorische und
technische Errungenschaften.
Interessanterweise verhalten sich heute einige Nachkommen der alten
Rmer in Italien im Vergleich mit ihren Vorfahren gerade umgekehrt. Viele
Italienerinnen gehren, was hoch zu schtzen st, zu den berzeugtesten
Anhngern der europischen oder sogar weltweiten fderalistischen
Integration. Fr sie kommt die Menschheit zuerst, die Sprache st
zweitrangig. Einerseits ist das sehr menschlich, aber man erinnere sich:
ihre rmischen Ahnen bemhten sich, Europa und den Mittelmeerraum
auf der Grundlage ihrer Kultur und Sprache zu einigen. Nur wo sie auf
kulturell Ebenbrtige oder Strkere (die Griechen) trafen, drangen sie
damit langfristig nicht durch. In West- und Sdeuropa hinterlieen die
Rmer einen groen, inzwischen wieder aufgebrochenen lateinischen
Raum, den aber noch immer viele Gemeinsamkeiten verbinden.
Heute wird Europa ohne Gewalt - hchstens unter dem Druck
konomischer Zwnge - erneut vereinigt. Warum - so scheinen diese
Nachfahren zu denken - sollten wir uns grmen, wenn dies nun auf der
Grundlage des Englischen (als Resultat des britischen Weltreichs) und
technisch-kulturell mittels des American Way of Life geschieht? Auch mit
umgekehrten Vorzeichen bleibt fr die Rmer von heute ihr Wunsch nach
einem universalen, die ganze Menschheit umschlieenden politischkulturellen System mchtig. Sie knnten sagen: Einst zwangen Armeen,
geopolitische Gegebenheiten und der Glanz der Zivilisation die brigen
Vlker unter die Herrschaft Roms. Wir, ihre weisen Nachkommen, finden
uns damit ab, da die Fhrung in die Hnde der starken angelschsischen
Zivilisation bergegangen st. Es st klug, den Strkeren anzuerkennen.
Sollte es unvermeidbar werden, Abschied von unserer Sprache zu
nehmen, so geschieht es, weil wir hoch schtzen, was wir gewinnen:
Rechtsstaatlichkeit, Pluralismus, Gewaltfreiheit,
offene Grenzen,
Wohlstand, ein hohes wissenschaftlich-technisches Niveau.
Vielleicht kann der hohe Anteil derer in Italien, die, wie wir gesehen
haben, eine Bewahrung der sprachlichen Vielfalt und der Landessprachen

T&T 2.1999

205_

in Europa fr nicht so wichtig halten, vor diesem Hintergrund verstanden


werden.

5 R ahmenbedingungen der sprachlichen


muttersprachlichen Unterrichts

Sozialisation

und

des

Durch Sparmanahmen und nicht zuletzt durch die Einfhrung der


Haushaltskriterien im Vertrag von Maastricht wurden in fast allen
Mitgliedstaaten die Haushaltsmittel fr Schule und B ildung und damit
auch
fr
muttersprachlichen
wie
fremdsprachlichen
Unterricht
beschnitten. In Untersuchungen ber die Sprachfertigkeiten von
Schulabgngern, Lehrlingen und Studierenden wird immer wieder
festgestellt, da sie sich schwer tun beim B eschreiben von Dingen oder
Erlebnissen.
Wehgeschrei ber Sprachverfall gehrt seit Jahrtausenden zur
Kulturkritik aller Epochen. Auch fr ltere ist es ein beliebtes Thema, sich
ber die Sprache der jungeren Generationen zu erregen. Wir mssen also
herausfinden, ob die heutigen Klagen nur Ausdruck einer gewissen
Verbitterung bzw bestimmter Vorurteile sind, oder ob sich die
soziokonomischen Rahmenbedingungen, unter denen Sprache heute
weitergegeben und "produziert" wird, radikal gendert haben. Weniger
Gesprche zwischen den Menschen, zu viel B erieselung durch Musik, viel
passives Fernsehen, mangelnde Konzentration und zielloses Hin und
Herspringen zwischen Programmen und Inhalten (nicht nur im Fernsehen)
knnen die Sinne abstumpfen, und auch das immer hufigere
"Kommunizieren" mit B ildschirmgerten knnte das Sprachverhalten
nachhaltig verndern. All diese Erscheinungen treffen nun mit dem schon
erwhnten
zunehmenden
"Druck"
des
Englischen
zusammen.
Sprachbegabte mgen sich noch gut zurechtfinden, bisweilen noch
gewinnen, doch in ihrer Muttersprache noch nicht gefestigte Menschen
knnen leicht verwirrt werden.
Der bekannte Rhetorikforscher W

JENS

stellte fest:

Wenn es so weiter geht, dann knnen die Deutschen in zehn Jahren nicht mehr
richtig deutsch und noch nicht richtig englisch.

Viele Menschen werden durch Wegwerfsprache und Pseudoenglisch,


durch die Auflsung ihres Sprachcodes zu Analphabeten in zwei
Sprachen; bestimmte Sachverhalte, die ber das
Elementarste
hinausgehen, knnen weder in Sprache A noch in Sprache richtig

206

T&T 2.1999

mitgeteilt werden. Ohnehin ist im Kommunikationszeitalter (natrlich


auch noch aus weiteren Grnden) das Sprachverhalten bei ber 25% der
Kinder gestrt, und zwar weil die Sprache kaputtgeht, weil in Teilen der
Gesellschaft die Ausdrucksfhigkeit versiegt, weil oft Zeit fr richtige
Gesprche fehlt und weil ungenutzte Fhigkeiten verkmmern. brigens
beschreiben die Ausdrcke Kommunikationszeitalter oder Informationszeitalter unsere Epoche nicht unbedingt zutreffend. Die Zunahme der
groartigen Technik und der Menge der Informationen, die uns zur
Verfgung stehen oder auf uns in kurzer Zeit eindringen, bedeuten nicht
notwendig, da aus diesen Informationen mehr als eine Anhufung von
Fakten wird. Verarbeiten wir sie und ziehen wir sinnvolle Schlsse aus
ihnen? Whrend die Kommunikation mit Menschen und Apparaten in der
Ferne wchst, kann die mit Menschen in der Nhe sogar immer dnner
werden.
Es war schon immer so, da sich Junge von lteren unterscheiden
wollten. Doch heute wird der Gruppenjargon eines Teils der Jugend
bermig beachtet, knstlich verstrkt und in die Allgemeinsprache
hineingedrckt. Auch darf die Anziehungskraft, die amerikanische
Popkultur auf viele Jugendliche in Mitteleuropa ausbt, nicht als Beweis
dafr herangezogen werden, da eine durchgngige Amerikanisierung der
deutschen Sprache nur ein natrlicher Proze sei. Das ist vielmehr das
Ergebnis gezielter Arbeit. Die Eskapaden der Werbesprache knnte man
noch mit Humor nehmen. Aber leider tragen junge, konsumfreudige Leute,
die damit im aufnahmefhigsten Alter berieselt werden, immer mehr
davon in die Alltagssprache, wenn nicht gleichzeitig auch Gegenkrfte
wirken. Die Werbe- und Mediensprache ist berproportional stark gerade
auf diese wirtschaftlich wichtige Zielgruppe ausgerichtet; auf die brigen
Marktbrgerinnen wird schon weniger Rcksicht genommen. In ihren
Eigenschaften als Nicht-Verbraucherinnen (zu denen in jeweils anderen
Bereichen jede(r) zhlt) oder Nur-Sprachteilhaberlnnen, zhlen die
Menschen wenig, solange sie sich nicht lautstark melden.
In Kulturen mit mehr Stolz und einer ausreichenden Rckbindung der
jungen Menschen an die lteren Generationen wrden sich viele
bertriebene "Innovationen" im Laufe des Erwachsenwerdens wieder
verlieren: Nach einer Umfrage im Auftrag des Instituts fr deutsche
Sprache im Winter 1997/98 beeinflussen den Sprachgebrauch am
strksten Fernsehen und Schule, am geringsten Kino und Theater. Die
Familie folgt erst an vierter Stelle. Dem Medium Fernsehen kommt also
eine sehr groe Verantwortung zu. Was aber ist zu erwarten in einer
Kultur, in der die Jugendlichen oft groe Teile der Freizeit in einer eigenen
Welt verbringen, die anders als frher bis ins letzte kommerzialisiert st?

T&T 2.1999

207_

Heere von Journalisten, Moderatoren und "Eventmanagern" arbeiten


daran, unter Verwendung von Teilen der spontanen Jugendsprache eine
Jugendkultur herzustellen und zu vermarkten (vgl A BSWALD in der
Frankfurter Allgemeinen Zeitung, 19.1.1999, oder die Jugendmesse "You"
in Dortmund, Juni 1999). Selbst gesellschaftlicher Protest wird schnell
umarmt und ausgebeutet. Erfreulich klingt da der Befund einer Studie von
K KOCHANOWSKI (1999): Danach lehnen Jugendliche Schlagworte wie fun,
cool, Megashow und die krampfhafte Nachahmung von Jugendsprache
eher ab. Aber nach wie vor bemhen sich viele, sich so gut es geht
anzubiedern, sofern sie nur Gewinn und Aufmerksamkeit erzielen. In
einem Gesprch mit der Frankfurter Rundschau vom 22.3.99 ber
Kulturpolitik und Kulturdemokratie erklrt der Kulturdezernent der Stadt
Mnchen, NIDA-RMELIN, der keinesfalls einseitig fr die Hochkultur
Partei ergreift, unbestritten sei es der Markt, der die Nivellierungs- und
Trivialisierungstendenz frdere. Was soll man erwarten, wenn allzuviele
der immer zahlreicheren Fernsehprogramme einen groen Teil des Tages
an niedrige Instinkte appellieren und die Gesellschaft sich hinterher
beschwert, da Jugendliche die dort vorgefhrten Rezepte im wirklichen
Leben anwenden, sich rcksichtslos und gewaltttig zeigen?
Was soll man erwarten, wenn Firmen erlaubt wird, gegen Spenden fr
bankrotte und heruntergekommene Schulen Werbetexte an den Wnden
der Klassenzimmer anzubringen? Was soll man erwarten, wenn
Kindergrten und Lehrer eingespart werden und die Gesellschaft sich
hinterher beklagt, da die Schulen verkommen, da die Lehrlinge und
Studenten einfache sprachliche Aufgaben nicht mehr bewltigen knnen.
Am 7.5.1999 berichtet die Frankfurter Allgemeine Zeitung ber einen
Hilferuf nordrhein-westflscher Lehrer an ihre Kultusministerin, in dem sie
erklren, warum die Anforderungen in mehreren Fchern, darunter
Deutsch, und die Klassenstrken nicht noch erhht werden knnen: Die
Basisanforderungen fr die zehnte Klasse verlangten, da die Schler
formale und sprachliche Gestaltungskriterien verschiedener Textsorten
sach- und adressatengerecht anwenden und sich grammatikalisch richtig
ausdrcken knnen.
Eine grammatikalisch strukturierte Sprache kann von heutigen Jugendlichen
jedoch nicht mehr analysiert, geschweige denn angewandt werden, weil sie ihnen
unbekannt ist. Sprache ist ausschlielich zu einem von der Werbung diktierten
und mit Amerikanismen angereicherten Kommunikationsmittel geworden.

Gewi ist es nicht berall so dramatisch, aber die Beschreibung drfte


auf sehr viel mehr als nur die Schler der so verzweifelten sechzig
Gesamtschullehrer zutreffen.

208

T&T 2.1 999

Unter diesen Voraussetzungen verdient auch das verstndliche


Bestreben, die Kinder so frh wie mglich Fremdsprachen, und in den
meisten Fllen natrlich Englisch, lernen zu lassen, genaue und kritische
Beachtung. Der Aufbau guter Mehrsprachigkeit setzt doch ein gefestigtes
muttersprachliches Fundament voraus, wenn wir einmal von konsequenter
Mutter- / Vater-Zweisprachigkeit in sprachbewuten binationalen /
bilingualen Familien absehen. Diese sprachliche Sozialisation kann heute
in vielen, meist schlechtergestellten Familien nicht mehr selbstverstndlich
vorausgesetzt werden. Immer mehr Kinder leiden, wie schon gesagt, unter
Sprachverhaltensstrungen.
Wird nun Englisch den Kindern ganz locker durch die preiswerte
Lsung "Kontaktunterricht" (und durch Nicht-Fremdsprachenlehrerlnnen)
nahegebracht, dh von den brigen Unterrichtsinhalten nicht deutlich als
eigenstndiges Kommunikationssystem abgehoben, sondern ab und zu als
eingestreuter Satz, als Ausdruck oder als einzelnes Wort, dann besteht
Gefahr, da - selbst ungewollt - eine Art Internet- oder Neudeutsch dabei
herauskommt. Denn Englisch wird den Schlern ja ber die Werbung und
die Medien immerfort als die angesehenere und zukunftstrchtigere
Sprache vorgefhrt. So knnten sich am Ende die Beschdiger der
deutschen Sprache besttigt sehen, die englische Brocken wahllos bzw im
Sinne einer Werbestrategie in verschiedenste Alltagssituationen einfhren.
Es wre beinahe so, als ob die "Fit-for-fun"-Sprache auch noch mit
hchster Billigung ausgebreitet wrde. Ein Sprachlehrkonzept fr die
europische Zukunft im Zeitalter der Globalisierung setzt voraus, da die
verantwortlichen Politiker und Pdagogen wissen, was sie eigentlich
wollen. Dazu sollte gehren, da an Deutsch, wie an den brigen
Landessprachen in der EU, als vom Englischen verschiedenen,
ausgebildeten Kultursprachen festgehalten wird.

Merkmale der Sprache von Wirtschaft, Werbung und Medien

Die an das Publikum gerichtete Sprache der Wirtschaft und gerade die
Werbung unterschieden sich immer schon von der gewhnlichen Sprache,
ob mndlich oder schriftlich. Wenn die letztere auch nicht notwendig
immer aufrichtig und "wahr" ist, so st die Sprache der Wirtschaft und der
Werbung interessengerichtet und bedient sich in ihrer Absicht, zu
berzeugen, zu berreden oder zu verfhren, einer berdosis an
bertreibungen, Klischees und berraschungseffekten, die bei bestimmten
Produkten und Dienstleistungen ganz allgemein mit dem American Way
of Life verknpft werden. Die immer strkere Beschleunigung des

T&T 2.1999

209

Wettbewerbs ("TurboKapitalismus") und des Wirtschaftslebens lt die


Sprache immer rascher inflationieren. Wie gesagt, wird diese "Neusprach"
(so im Spiegel Nr 19.1990 nach newspeak in Anlehnung an G ORWELL) oft
durch B estandteile der Jugendsprache verstrkt. Ein B eobachter drckte es
vor einigen Jahren so aus: "Immer schneller, immer oberflchlicher, immer
dmmer". Einmal ausgebreitet, vermehrt sich das aufgeblasene Getue
virusartig: jeder Erfolg einer Dienstleistung, einer Marke scheint hm
rechtzugeben.
Hier soll der Hinweis nicht fehlen, da das Markenrecht geradezu die
Verhunzung der Sprache ungewollt frdern kann, weil "normale" Wrter
kaum schutzfhig sind. Denn die geschtzten B ezeichnungen sollen sich
weitmglichst
von anderen unterscheiden. Gegen
einfallsreiche
Kunstschpfungen ist nichts einzuwenden. Wer auf dem Weltmarkt etwas
anbieten will, wird sich berlegen, ob er mit Deutsch sein Ziel erreicht.
Eine fr viele Lnder kompatible Lsung wird oft genug auf das Englische
zurckgreifen. Dennoch wird auch in diesem B ereich dem Zeitgeist mehr
als ntig gehuldigt. Der frhere VolkswagenKfer eroberte die Welt
wegen seiner Qualitt: in den USA nannte man ihn beetle, seltener bug.
Das neue KferModell heit nun offiziell auch in Deutschland Beetlei
Das ist kein Einzelfall. Mit mehr Phantasie lieen sich gewi Lsungen
finden, die nicht allein auf das Englische bauen. Aber selbst franzsische
Autohersteller geben einigen Modellen entgegen ihrer Staatsideologie
englische Namen: Waren die Wagen mit franzsischen Namen denn so
erfolglos? Zum EventMarketing gehrt es auch, da Ladenbezeichnungen
deutsch, denglisch oder englisch immer phantasievoller, aber auch
immer gesuchter werden, zB "Rundhairum". Oft haben sie mit den
einschlgigen Waren oder Leistungen selbst auf den zweiten B lick nichts
mehr zu tun. Auch all dies wird nun auch noch durch eine
Gesetzesnderung erleichtert. Fr einen gebten Lser der Kreuzwortrtsel
von Times oder Die Zeit oder einen RebusLiebhaber ist die
Entschlsselung sicher ein hbsches Spiel, doch st es fr die Sprache kein
Vorteil, wenn denotative B erufs und Gewerbenamen kaum noch im
Straenbild vorkommen. Frher konnten Kinder oder Auslnder beim
Gang durch eine Strae die Sprache und ihre Realitten (Wrter und
Sachen) leicht nebenbei lernen. Heute finden sie stattdessen uneigentlich
verwendete
Sprache:
Verstellung,
Exaltiertheit,
Anzglichkeiten,
Doppelbdigkeit mit Ausnutzung von Homophonie und Polysemie. Als
sich vor Jahren ein Laden "B ackwahn" mit Anklang an "B ackwaren" und
vielleicht auch den Guru B agwan nannte, war das recht originell. Wenn
das aber jede(r) tut? Es mu ja nicht immer nur "Schreibwaren . Mller"

210

T&T 2.1999

heien; je ausgefallener aber der Laden-'Titel", desto mehr wnscht man


sich darunter eine Zeile mit sachlichen Angaben.
Sogar der Deutsche Werberat beklagte Anfang 1999 eine Verrohung
der Sitten im Kampf um Kunden und Marktanteile - mit Schockwerbung
und Provokationen. Denn, so ein Bericht in Die Welt vom 4.3.1999, die
Tendenz, hrtere Bandagen zu benutzen, gibt der Markt vor. In der Flut
der Werbekampagnen falle es den Unternehmen immer schwerer, auf ihre
Produkte aufmerksam zu machen. Mit betulicher Werbung wrden
reizberflutete Kufer nicht mehr animiert. Ja, es habe keinen Sinn, den
Verfall der Sitten in der Werbung zu beklagen, denn sie sei nur ein
Spiegelbild der Gemeinschaft. Werbung msse daher nicht moralischer
sein als die Zielgruppe. Diese Argumente kennen wir aus der Debatte ber
Gewalt im Fernsehen. Kleine Beispiele fr "stilistischen" Wandel in
Anzeigen - hier ausnahmsweise einmal ohne Anglizismen: Fr
Betriebsausflge und private Feste im Tanzsonderzug wirbt ein Reisebro
"Wenn Sie mal richtig die Sau rauslassen (= einmal richtig ausgelassen
feiern) wollen", und Karibikreisen werden angepriesen mit dem Spruch
"Sie wollen Ihren Mann lossein? Wir besorgen das" (nmlich mit
preiswerten Flgen; wer es liest, denkt einen Augenblick an die
Beseitigung des Gatten wie in einem Kriminalroman).
Auerdem greift die Medien- und Werbesprache immer hufiger auf
saloppe umgangssprachliche Quasisynonyme, und davon viele Vulgrund/oder Kraftausdrcke) zurck wie 'klauen' statt 'stehlen'; natrlich
haben einige Wrter aus dieser Kategorie auch frher den Aufstieg zum
"Normalwort" geschafft. Aber heutzutage erhalten solche Wrter soviel
knstliche Untersttzung, da ihr Gebrauch inflationiert. Klauen st
humorvoll, verharmlosend und unter Umstnden verzeihlich. Vielleicht in
Anlehnung an fo fire liest man in der Zeitung, da ein Unternehmen
jemanden "gefeuert" und nicht etwa entlassen hat. Frher htte man eine
solche Wortwahl nur in gewissen Blttern erwartet. Als gelegentliche
stilistische Wrze: Warum nicht? Massenhafter Gebrauch ist ebenso
verfehlt wie eine berdosis Anglizismen und macht den Text eher infantil
als locker.
Je ausschlielicher nun ein Mensch, und vor allem ein junger, diesen
Einflssen ausgesetzt st und je weniger sein soziales Umfeld noch andere
Werte vermitteln kann, desto eher nehmen diese Art Wortschatz und Stil
sein Sprachverhalten in Besitz. Kinder und Jugendliche mssen ein
kritisches Verhalten erst erlernen. Menschen knnen in der ffentlichkeit
die Werbung nicht abschalten wie im Fernsehen. Die Werbung st hier
also auch fr den, der gar nichts kaufen will, stndig und in aggressiver
Weise prsent. Einerseits sollen die Brgerinnen nicht bevormundet

T&T 2.1999

2jJ_

werden, andererseits drngt die Werbung ungefragt an vielen Orten auf sie
ein. Reicht es daher, wie die "Welt" meint, wenn Verbraucherinnen,
denen dieser Stil nicht gefllt, das Angepriesene nicht kaufen? Dabei soll
nicht vergessen werden, wie geistreich und witzig Werbung sein kann,
wenn sie spielerisch und assoziativ mit der Sprache umgeht, ohne sie
dabei zu zerstren.
Alle einschlgigen Studien haben fr die Verwilderung und das
Denglisch die Werbesprache als eine Hauptverantwortliche ausgemacht.
In ihrem aufschlureichen B uch Das schne Fremde (1994) weist
D SCHTTE anhand umfangreicher Vergleiche und Statistiken nach, wie die
Anglizismen in diesem B ereich zwischen 1950 und 1991 absolut, sowie
im Erklren des Sachtextes und in Werbeparolen in der Werbung fr eine
Reihe von Warengruppen (in einzelnen Werbeformen) von 510 auf
4050% der Anzeigen zugenommen haben. Die Verfasserin, die den
Motiven der Werbesprache sehr aufgeschlossen gegenbersteht, hlt
Werbesprache fr eine von der gewhnlichen Sprache weit entfernte
Kommunikationsform und sieht trotz der enormen Steigerung keine Gefahr
fr die gewhnliche Sprache. Wie viele auf Selbstregelung vertrauende,
sehr liberal eingestellte wissenschaftliche B eobachter (zB Prof HOB ERG,
Univ Darmstadt) rechnet sie damit, die Eintagsfliegen wrden bald
verschwinden, viele Neuimporte und Schpfungen schon von selbst
ausgesiebt werden. Woher dieses Vertrauen, wenn man wei, wie stark
ein Teil der Jugendlichen (jedenfalls den Klagen der Gesamtschullehrer
zufolge) solche Sprachelemente aufnimmt?
Prof CARSTENSEN, Fachmann fr USSpracheinflsse, sah die
deutsche Sprache 1985 bedrngt, aber nicht bedroht. 1990 verstand er
dagegen Vieles in der Werbesprache ebensowenig wie ein Verbraucher
ohne Englischkenntnisse. "B escheuert" fand er, "was die Werbung mit der
Sprache treibt" (Spiegel 19.1990). Hatte dieses Magazin in diesem B eitrag
eine rasend zunehmende Amerikanisierung der Sprache diagnostiziert, so
hlt es in 17.1998 den Werbern vor, da sie manchmal "Quatsch"
produzieren; die Firmen und ihre Werbeagenturen rechtfertigen sich, man
msse dem Zeitgeist entsprechen. Mit englischen Ausdrcken will die
Telekom zeigen, da sie "keine kleine HhnerstallFirma, sondern ein
Global Player" st. Warum mischt ein Hotel in weihnachtszeitliche
Angebote fr seine deutschsprachigen Kunden Christmas und dergleichen
Versatzstcke? Englisch sei nun mal die Weltsprache! Seit einigen
Monaten wird versucht, den Entrepreneur als den innovativen
Unternehmer der Zukunft einzufhren. Natrlich wird ihm von den
Management
und B usinessMagazinen
gleich
ein
Mehrwert
zugesprochen. Dieses Wort, das fr Deutsche auf englisch noch schwerer

212

T&T 2.1999

als auf franzsisch aussprechbar ist, hatte schon im Englischen das ltere
undertaker verdrngt - vielleicht weil es sich stark auf 'Beerdigungsunternehmer' eingeengt hatte. Ob wohl bald das gleiche Spiel mit
enterprise statt 'Unternehmen' beginnt?
Es ist das berma an berflssigen englischen Wrtern, an dem die
Sprache erstickt. So wird Reisenden im Schlafwagen auf einem Schild
angeboten, was sie vergessen haben knnten: eine Zahnbrste, ein electric
shaver und ein dental care set, ansonsten deutsch abgefat, richtete sich
das Angebot an Deutschsprachige. Sinnvoll verwendet, knnen fremde
Wrter bereichern. Aber heute ist eine bewute oder aus Denkfaulheit
fahrlssige Zerstrung des vertrauten Wortschatzes festzustellen. Bahn,
Post, groe Banken und Unternehmen, Teile der Presse und der
Fernsehsender sind dabei fhrend und werden fr andere zu schlechten
Vorbildern. Nicht einmal vor dem gleichen Wort machen die
Spracherneuerer halt und bevorzugen selbst die englische Form, wenn die
Wrter fast die gleichen sind - Moonshine macht ihnen mehr Eindruck als
Mondschein. Vor kurzem tauchte im Unterhaltungs- und Sportbereich
sogar die Form Family statt Familie auf; Family bedeutet anscheinend fr
einige die dynamische, lebensfrohe, sportliche Familie, die einen eher
amerikanischen Lebensstil pflegt.
So sehr das Wirtschaftliche unser Leben bestimmt - Wirtschaft und
Werbung haben kein Recht, die Sprache, die allen gehrt, in diesem
Umfang zu mibrauchen. Sprache ist lebendig und verndert sich. Sie ist
aber, zumindest im ffentlichen Raum, kein Spielzeug, mit dem jede(r) aus wirtschaftlichen Grnden - machen kann, was sie / er will. Viele
Brgerinnen sind emprt, uern aber aus Resignation ihren Unmut nicht.
Daraus scheinen die Sprachverflscher das Recht abzuleiten, die
Gehirnwsche an der ganzen Bevlkerung voranzutreiben und die
Sprache mit Gewalt zu "modernisieren". Vieles lasse sich auf deutsch
nicht knapp und treffend ausdrcken. Das kann auch nicht, wer sich nicht
mehr bemhen will. Zug zum Flug ist ebenso gut wie Rail and Fly. Das
Deutsche hat nicht so viele Einsilber, aber man kann aus ihm viel mehr
herausholen, wenn man seine Mglichkeiten und Vorzge nutzt. Manche
akzeptieren unsere Wrter erst wieder in englischer Verkleidung. Eine
Einkaufsgalerie lockt mit stemming (= schlemmen). Ich konnte to slem
noch nicht im Wrterbuch entdecken.
Die Werbeleute haben es innerhalb weniger Jahre geschafft, in
Anzeigen einem Paradigma zu strkster Verbreitung zu verhelfen, dessen
Besonderheit darin besteht, da die Hauptzeile oder der Spruch / das
Motto / der Slogan, der ins Auge springen und im Gedchtnis haften
bleiben soll, englisch, der dazugehrige kleiner gedruckte Text, in dem die

T&T 2.1999

213

beworbenen Waren oder Sachverhalte erlutert werden, deutsch ist: die


Botschaft st brutal und unmiverstndlich: alles Wichtige luft fortan auf
englisch, einen eigenen sprachlichen Raum gibt es nicht mehr, es sei denn
fr Hinterwldler. Manchmal st es auch ein Spruch, der sich beim Leser /
Fernsehzuschauer mit dem Unternehmen verbinden soll wie: "The
telephone
people"
oder
"powered
by
HEW"
(Hamburgische
Elektrizittswerke). Damit ist die eigene Sprache fr wichtige Mitteilungen
im eigenen Haus nicht mehr gut genug. Wie soll ein Schler oder Student
sie noch achten? Der Werbesprache, die im ffentlichen Raum, aber durch
Presse und Fernsehen auch im privaten Raum berall gegenwrtig ist,
bescheinigt auch E SCHNFELD in seinem Wrterbuch des Neudeutschen
"Alles easy" (1995), da sie in den letzten Jahren geradezu einen Kultoder Kulturstatus erhalten hat. In diesem Zusammenhang soll
ehrlicherweise erwhnt werden, da BMW zumindest in Grobritannien
seine Werbung in der Landessprache um den Spruch "Aus Freude am
Fahren" ergnzt hat; jedoch handelt es sich eher um eine Ausnahme und
erinnert in erster Linie an das Herstellerland, st keine Verbeugung vor
einer bermchtigen Sprache.
Einige der Merkmale, die hier skizziert wurden, sind in
skandinavischen Nachbarlndern weniger verbreitet, obwohl die
Menschen dort Englisch viel besser beherrschen und darin ber mehr als
elementarste Alltagsthemen zu kommunizieren vermgen. Versuche des
Literaturwissenschaftlers F RADDATZ, in umbenannten "Shops" die
Verkufer auf englisch anzusprechen, blieben erfolglos (Die Zeit 38.1997).
Vielleicht ist die wilde Anglomanie nur Ausdruck des deutschen
Provinzialismus, der sich mit fremden Federn schmckt, um anzugeben,
der sich aber nicht wirklich mit fremden Sprachen, geschweige denn
Kulturen auseinandersetzt, der nach oben dienert und nach unten tritt,
eine Perversion des Multikulturalismus, der das bewunderte Andere
umarmen, mit hm verschmelzen mchte, was hm aber mangels eigener
Persnlichkeit und Kultur nicht gelingen kann.
In Friedenszeiten und in Anbetracht einer schon vorhandenen
ausgereiften deutschen Sprache sollte den Marktkrften, hinter denen viel
Geld und Manipulation und weniger Witz und schpferischer Geist
stehen, nicht gestattet werden, die Sprache der deutschsprachigen Lnder
aufzurollen. brigens lt sich ein eindeutiger Zusammenhang zwischen
der wilden und geschmacklosen Amerikanisierung des Deutschen und der
Zulassung des Privatfernsehens auf vielen Kanlen vor etwa 14 Jahren
feststellen. Fernsehserien bekommen englische Namen, ohne erkennbaren
Grund - auer dem, da man glaubt, es der Konkurrenz gleichtun zu
mssen. Zweifellos sprechen die Billigmedien nicht wenige an. Aber wie

214

T&T 2.1999

viele wenden sich vom Fernsehen ab? Ich vertrete den Standpunkt, da ein
Teil unserer Geschftsleute und Werbetexter uns regelrecht das Gehirn
wscht. Leider ben sie damit Druck auf alle aus, denen diese Strategie
nicht behagt.
Die Sprache der Werbung und der Wirtschaft gehen ineinander ber.
Nur beim "Kleingedruckten" (Geschftsbedingungen, Vertragstexten,
Vordrucken) halten sich selbst die extremen Anhnger des Zeitgeistes
meist zurck, weil es rechtsverbindlich bzw einklagbar st. Und hier
erkennen wir einen wichtigen Bereich, in dem es nicht mehr um
Sprachkritik, die subjektiv sein kann, oder Geschmacksfragen geht. In der
Sprache, die Unternehmen und Anbieter gegenber den potentiellen
Kundinnen
oder
Personen
gebrauchen,
die
in
irgendeine
Geschftsbeziehung mit ihnen eintreten, geht es vielmehr um
Verbraucher- und Menschenrechte. So schlug W KRMER in seinem Antrag
an die Mitgliederversammlung der Gesellschaft fr deutsche Sprache 1998
vor, es bedenklich zu nennen, da ein Deutscher im Inland nur noch mit
einem fremdsprachlichen Wrterbuch einkaufen knne und der
"Grundsatz eines ehrlichen Kaufmanns, Sachverhalte klar und verstndlich
auszudrcken, zum Nachteil von Vertragspartnern eingeschrnkt" werde.
Deswegen weigerten sich Telekom-Kunden mit Erfolg, ihre Rechnungen,
die unverstndliche Ausdrcke enthielten, zu bezahlen. Eigentlich wird
auch gegen Artikel 3 des Grundgesetzes, wonach niemand aufgrund seiner
Sprache benachteiligt werden darf, verstoen.
6.1 Vordringen der anglisierten Werbesprache im Kulturbereich
Schon VOLTAIRE stellte fest: Wenn sich Dummheit immer mehr ausbreitet,
gewinnt sie mit der Zeit den Anschein der Klugheit. Der Schein setzt sich
erfolgreich durch gegenber dem Sein. Die Sprache der Werbung fr
Autos oder Bier hat bis heute faktisch alle gesellschaftlichen Bereiche
erreicht. Wie anders ist zu erklren, da einige dtv-Taschenbcher den
Aufdruck "premium" auf dem Umschlag tragen, da Suhrkamp mit "poetry
events" fr nichtenglische Dichtung wirbt, da ein Theater in Freiburg
"Hamlet live" auf sein Plakat schreibt (obwohl live doch eigentlich nur die
Direktbertragung einer Veranstaltung bezeichnet), da ein akademischer
Verlag von seinen Highlights spricht, da ein seriser Verlag wie Grner
und Jahr seine populre Geschichtszeitschrift pltzlich in History
umbenennt und Bertelsmann seine Einfhrung in die neue deutsche
Rechtschreibung mit "Check it" betitelt. Inzwischen erscheinen auch
deutsche Bcher in englischem Gewand, so "Crazy", "Time is on my Side
- ein deutsches Heimatbuch" (Schilderungen ostdeutschen Lebens nach

T&T 2.1999

2_I5_

der Wiedervereinigung). Gelegentlich, aber durchaus nicht immer ist


damit eine Anspielung auf englischsprachige Popmusiktitel oder Literatur
verbunden. 1997 beschrieb der Jungjournalist SPRINGER, der auch im
Kulturmanagement ttig werden wollte, das Lebensgefhl der "Young
Generation" der Neunziger. Die Kapitel dieses auf deutsch geschriebenen
Buches tragen smtlich englische berschriften: Love, [...], Nature, Home,
Music, Consumption, Drugs, Strangers, Boys and G irls, We are one (was
sich auf die Wiedervereinigung bezieht). Eine Sammlung eher
konventioneller deutscher Gedichte, deren Autor zugleich eine
Werbeagentur betreibt, erhlt den Titel "A Heart of Stone" und ein
Weihnachtsgedicht heit "Holy Night". Manchmal mchte man fragen, ob
wohl alle Stellen, die einem WebsiteGestalter ihre Prsentation im
Internet bertragen haben, sich dessen Arbeit kritisch anschauen:
Kulturzentren bieten ihre Veranstaltungen mit "New" oder "Welcome" an.
Ein evangelischer Pastor, wird mir in einem B rief mitgeteilt, mchte die
Jugendlichen mit dem Spruch "Hallo Kids, kommt zum Sing und Prayl" in
die Kirche locken. Kommt das dabei heraus, wenn schon mehr als eine
ganze Generation lang Jugendliche mehr mit englischsprachiger als
deutschsprachiger Musik beschallt worden sind und seit einigen Jahren
auch die B eschftigung mit PCs und den Netzen zum Leben gehrt? Es soll
nichts gegen internationale Jugendkultur gesagt werden, die ja, sofern sie
nicht nur halbverstandene B erieselung ist, zur Vlkerverstndigung
beitrgt. Doch kann es zu einer Verarmung fhren, wenn ureigenste
Gefhle keinen Ausdruck mehr in der Muttersprache finden. Deshalb ist es
zu begren, wenn gerade die Rap und HiphopLiedermacher in
mehreren Lndern wirklich in ihren eigenen Sprachen von dieser
importierten Form B esitz ergreifen.

Bereicherung? Verarmung? Manipulation?

Schon jetzt findet man auf den Kulturseiten angesehener Zeitungen hin
und wieder B eitrge von Journalisten, in denen dem unverstndlichen
Gestammel und "Lifestyle"Dialekt, wenn sie denn nicht zu bremsen sind,
die kreativen Seiten abgewonnen und sie bereits als Quelle der
Spracherneuerung bejubelt werden. So schreibt ARNU am 23.5.98 in der
Sddeutschen Zeitung:
Jetzt Lucky Packs packen Deutsche Postj... Where do you want to go today? To
Marlborough Country vielleicht? Oder to the future? ... Mit englischen Ausdrcken
kommt Power in die deutsche Sprache. 'La uns tanzen gehen' ist fucking

216

T&T 2.1999
altmodisch, Party und abhotten hat einen cooleren Sound. Einkaufen klingt
grlich, nach Mineralwasserkastenschleppen
und Kartoffeln im Netz. Shoppen das ist Fun, Geldausgeben light. [...] Wenn gegen Ende des 20. Jahrhunderts die
Nationalstaaten
an Bedeutung
verlieren,
tun dies folglich
auch
die
Nationalsprachen.

Auch das Schweizer Nachrichtenmagazin Facts (Nr 22.1998)


empfiehlt frhlich "Sag's mit neuen Wrtern", dh in den meisten Fllen
mit Amerikanismen, und erlutert auf S 158:
Der Weltoffenheitsglanz
kommt aus den USA. ...j es ist der Glanz der
Supermacht. Wer viel Prestige hat, dem wird viel nachgeplappert, wer wenig hat,
mu Neues lernen.

Hier st das fremdsprachige Wortgut nicht mehr Trger kultureller


Importe, nicht mehr geschickt eingesetztes Gewrz (auf die Dosis kommt
es an!), um das auszudrcken, was auf deutsch nur mhsam zu
formulieren wre. Prof J EICHHOFF (Pennsylvanien, USA) sagt im
Sprachdienst 1.99, S 22:
Es ist tatschlich so, da sich auf englisch manches krzer und prziser
ausdrcken lt als im Deutschen. (Umgekehrt ist das brigens genauso, wie
jedermann wei, der regelmig Texte ins Englische bersetzt.)

Die englischen Ausdrcke, die nicht kurz, griffig oder witzig sind,
werden fr gewhnlich nicht, manchmal dennoch bernommen, weil sie
als hherwertig gelten. Wie saftlos klinge vacuum cleaner gegenber
Staubsauger, so wird ein Werbeagenturleiter im Spiegel Nr 1 7.1998 zitiert.
U FRSTER hat einmal im Sprachdienst Nr 28, 1-2, 1984, S 97ff sehr
schn die Funktionen und Situationen beschrieben, in denen das
Fremdwort als Wahlmglichkeit, als Bereicherung oder sogar bessere
Wahl in Frage kommt. Aber heute wird der Abschied von der eigenen
Sprache dadurch eingeleitet, da man ihr den Ausdruck des Lebendigen,
Wichtigen oder Zeitgemen nicht mehr zutraut. Auch wer nicht in den
Fehler verfllt, sie als etwas ganz Unwandelbares anzusehen, weil in ihr
viele Register und Stile koexistieren, kann nicht umhin festzustellen, da
sie in Beitrgen wie dem von ARNU nur noch verspottet wird; sie wird mit
unattraktiven Dingen und Verhaltensweisen assoziiert. Wer wird denn das
amerikanische Englisch pauschal als Ausdruck von Oberflchlichkeit,
Materialismus, Utilitarismus, Technokrate, Bigotterie oder Gewaltverherrlichung verdchtigen? In bestimmten deutschen Lautverbindungen
wollten frhere Kritiker den autoritr-faschistoiden Geist, in der Syntax
indogermanischer Sprachen, in der es Subjekt und Objekt, Aktiv und

T&T 2.1999

21_7

Passiv gibt, wollten andere den rcksichtslosen Eroberungs- und


Unterdrckungsdrang ihrer frheren Sprecher, ja die Ursache fr die
Entfremdung des Individuums von der Umwelt erkennen. Solche
berlegungen sind ebenso anregend wie gefhrlich, weil sie zu
hemmungsloser Spekulation verfhren. Viele deutsche Dialekte haben es
im ungezwungenen mndlichen Gebrauch zu enormen Einsparungen an
Lauten und Endungen gebracht, die sich mit Zustnden zB im Englischen
vergleichen lassen. Wer wrde deshalb behaupten, jene, die so sprechen,
htten auch eine angelschsische oder amerikanische Denkungsart?
Mastbe gibt es fr viele Beobachter der postmodernen Kultur kaum
noch: im Zweifelsfall sind es die billigste Fernsehunterhaltung nach
transatlantischem Vorbild, ein bichen "Jugendsprache" derjenigen, die
sich geistig berwiegend mit angelschsischer Popmusik ernhren, und,
wie schon gesagt, die Sprachschpfungen der Werbeindustrie. So enthlt
Das neue Trendwrter Lexikon von S LOSKANT (1998) etwa 920, aus
berregionalen Zeitungen und Zeitschriften zusammengetragene Begriffe,
von denen an die 60 (ganze 7%) aus dem Deutschen stammen. Was
bedeutet es, wenn eine Sprache, eine Kultur sich fast nur aus fremden
Quellen erneuern kann oder will? Allerdings betreffen viele der flchtigen
Neuwrter Internetdetails oder Modeerscheinungen, die nur einen kleinen
Teil der Allgemeinheit tiefer berhren. Den Herausgebern zufolge kann
manchem Sprachbeobachter angesichts des immer schnelleren Tempos
der bernahme von Anglizismen des Typs Global Player, Mcjob im
deutschen Sprachalltag schwindlig werden. Sie fragen:
Wird unsere Sprache vom coolen US-Slang kolonialisten wie einst vom
Franzsischen...? Oder spielt der sprachliche Drive [!j zum Englisch-Mix den
allgemeinen Trend zur Globalisierung und zur multikulturellen Gesellschaft
wider, wie andere Experten meinen? Bleibt unsere Sprache durch neue Wrter
jung und lebendig?

Ohne da der Unterschied zwischen "ernsten" und (blo)


unterhaltenden Texten bertrieben werden sollte - der Stil auch der
nichtunterhaltenden Zeitungstexte gleicht immer mehr dem von privaten
TV-Programmen und Lifestylemagazinen. Die Sprache der redaktionellen
Beitrge gleicht immer fter derjenigen der Anzeigenkunden. So
beschftigten sich U FRSTER und Journalisten in einer Veranstaltung der
Gesellschaft fr deutsche Sprache 1996 mit der Mediensprache unter dem
Titel: "Immer schneller, immer schrger, immer schlechter". Auch der
Intendant des Deutschlandfunks, E ELITZ, wies in einem Vortrag darauf hin,
da der Zuwachs an Medien den Journalisten in den Kampf um den Markt

218

T&T 2.1999

werfe und er dadurch zum "Marktschreier" werde (Symposion im


Dezember 1998, vgl Abschnitt 12.2).
Die Ironie liegt hier darin, da uns nicht oder nicht in erster Linie die
englischsprachigen Lnder drngen, unsere Sprache in der geschilderten
Weise zu "modernisieren" oder umzumodeln. Nicht wenige deutsche
Wirtschafts- und Werbeleute glauben, der Globalisierungsproze lasse
sich nur mit einem seltsamen Durcheinander aus Deutsch und Englisch
bewltigen; zur gleichen Zeit verfgt der deutsche Durchschnittsbrger
ber eher kmmerliche Englischkenntnisse. Was bei der Mehrheit aus den
Medien und der Werbung in Zeitschriften und Fernsehen hngen bleibt,
sind hauptschlich Versatzstcke oder Schlagworte. Doch vergessen wir
nicht, da der Welthandel seit ber hundert Jahren im wesentlichen auf
englisch stattfindet; daher tragen Ausfuhrerzeugnisse das "Made in...".
Was heute wirklich anders und neu ist, sind Privatfernsehen, Popmusik,
Unterhaltungselektronik, Datenverarbeitung, Computer und Vernetzung.
Sie tragen verschiedene Formen von Englisch in die Bros, Kinder- und
Wohnzimmer. Der immer strkere Gebrauch von "Denglisch / Germish /
Engleutsch" unter deutschen Muttersprachlern st einerseits als verfehlte
Reaktion auf den greren Bedarf an weltweiter Kommunikation oder
andererseits sprachsoziologisch aus dem Wunsch zu deuten, ein
"modernes" Sprachverhalten, vielleicht auch das einer neuen an den USA
orientierten Oberschicht nachzuahmen. Bisweilen werden heute auch
andere
Schichten
oder
Gruppen
nachgeahmt,
wie
Jugend,
Ghettobewohner oder Sportler in den USA. Gemeinsam ist in allen Fllen
der Wunsch, es Vorbildern nachzutun. Vielleicht mchten nun auch
einige sich als geistige Vorhut dnkende PC- und Internetnutzer den
Sprachmischmasch, den sie in ihrem Bereich vorfinden oder selbst
produzieren, berall wiederfinden und der brigen Gesellschaft
"aufdrngen".
Wir erinnern uns an den Adel des 17. und 18. Jahrhunderts, der das
Franzsische oft der Muttersprache vorzog. Diese Vorherrschaft der
Nachbarsprache hatte nicht zuletzt damit zu tun, da die deutschen
Lnder nach den Religionskriegen nicht nur wirtschaftlich, sondern auch
kulturell daniederlagen. Zweck ist heute wie damals oft die Angeberei
oder gar das Nichtverstandenwerden, um gewhnliche Sterbliche vom
Gesprch der Eingeweihten auszuschlieen.
So wird gerade bei Menschen, die kein Englisch beherrschen, wie
Werbestrategen herausgefunden haben, eine unbestimmte Assoziation mit
Hherwertigem ausgelst. Es handelt sich zT durchaus um unlauteren
Wettbewerb, um berlistung mit verbalen Tricks, wie man sie schon bei
den antiken Sophisten finden konnte. Der jahrelang erfolgreich als

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2J9_

Chefarzt an Psychiatrischen Kliniken ttige Hochstapler und einstige


Brieftrger POSTEL, der vor kurzem wieder vor Gericht stand, erklrte in
seinem Buch stolz:
Wer die Dialektik beherrscht und die psychiatrische Sprache, der kann grenzenlos
jeden Schwachsinn formulieren und ihn in das Gewand des Akademischen
stecken.

Das gilt in einem viel weiteren Sinne: Wer nur gescheit daherredet
und
schwierige,
scheinbar
vielsagende
Fremdwrter
oder
Pseudofachwrter verwendet, zu denen zB viele Anglizismen in Medien
und Wirtschaft gehren, kann sehr weit kommen. Wie viele Menschen
kennen das Mrchen von des Kaisers neuen Kleidern und lassen sich
doch, und bisweilen gern, an der Nase herumfhren. Natrlich knnen sie
auch in "guter" Sprache betrogen und verfhrt werden (sei es zum Kauf
von Waren, zur Wahl von Politikern, oder zur Heirat mit einem
Schwindler), aber das ist hier nicht unser Thema. Ein typisches (Zauber)Wort unserer Zeit ist Management, sein Gebrauch bersteigt jeden
vernnftigen Rahmen. Mancher glaubt gar, da Zeltmanagement und
Seibstmanagemenf etwas Neues seien.

Sprachlicher "Putsch" im ffentlichen Raum ?

Ich leugne nicht meine groe Sorge, wenn ich mich frage, wie das alles
weitergehen soll. Den "Marktkrften" fehlt heute das Gegengewicht der
kulturellen Werte und Krfte. Die Marktkrfte ergreifen nun auch vom
ffentlichen Raum ungehemmt Besitz und rumen an vielen Stellen
rcksichtslos und in einem ungekannten Ausma unsere sprachliche
Umwelt weg, Anfangs war das Streben ffentlicher - inzwischen zT
privatisierter - Unternehmen und Behrden zu begren, im Umgang mit
den Brgerinnen bzw Kundinnen nicht mehr eine bisweilen verstaubte
und verschachtelte Sprache zu verwenden, von der sich manche
eingeschchtert fhlten; die neue Ausdrucksweise sollte dem Alltag nher,
verstndlich und daher demokratischer sein; auch Humor sollte dabei
gelegentlich seinen Platz haben. Mittlerweile erweckt die krampfhafte
Ummodelung vielfach den Eindruck, als solle nicht nur ein brokratisches
und abgehobenes Deutsch, sondern das Deutsche schlechthin abgeschafft,
jedenfalls der Abschied von hm stufenweise vorbereitet werden.
In Wirklichkeit gibt es kaum noch Themen und Gebiete, die nicht
betroffen sind vom "Neudeutschen". Wie sollten sie auch von den

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T&T 2.1999

Nachahmungseffekten nicht mitgerissen werden? Da drngen sich


Berateragenturen aller Schattierungen, Trendforscher und Werbespezialisten auf und verhelfen nun auch noch der letzten Behrde oder
Kirchengemeinde zu einer sprachlichen Darstellung, die sich von der in
Managementhandbchern oder der Lifestyle-Produktwerbung oft in nichts
mehr unterscheidet. Neuerdings gleichen auch Wahlkmpfe in der
Wortwahl einer Talkshow oder dem Jugendslang. Besonders wirksam
gelten Sprche, die das Wort cool oder Wortspiele damit enthalten: So die
CDU im Bundestagswahlkampf 1998 mit ihrem Spruch "Keep Kohl". Ein
gelungenes Spiel mit Multikultur?
In manchen Teilen Deutschlands sehen sich die Behrden nach
Firmen um, die die unter Sparzwang leidenden Universitten und Schulen
untersttzen sollen. Hoffentlich werden dabei Ansprche und Inhalt nicht
zu leichtfertig geopfert. Allerorten schieen private Universitten (oft
eigentlich "Schulen") aus dem Boden, die in Rekordzeit hochmotivierte
junge Absolventen mit genau dem Qualifikationsprofil hervorbringen
sollen, das die Unternehmen bentigen. Alles schn und gut, doch werden
diese Einrichtungen nicht versucht sein, ihren Studierenden besagten
schrecklichen Sprachmll aus Werbung und Wirtschaft mitzugeben und
hm dadurch auch noch einen offiziellen Anstrich zu verleihen? Schon
breitet sich die neudeutsche Managementsprache auch in den staatlichen
Hochschulen aus; der Inhalt der Neuerungen st hier nicht unser Thema. In
Unternehmen und ffentlichen Stellen wird Qualittskontrolle eingefhrt.
Leider knnen Agenturen und Medien nicht, wie im Umweltrecht, nach
dem Verursacherprinzip haftbar gemacht werden fr das, was sie
sprachlich anrichten.
Welche Landesregierung, die im Rahmen der Standortpflege
zukunftstrchtige Branchen anzulocken versucht, freut sich nicht, wenn es
gelingt, Medienzentren zu errichten und damit auch Arbeitspltze zu
schaffen; nur hlt die geistige Standortpflege nicht Schritt, denn die Inhalte
sind weitestgehend Privatsache, kaum einer fragt, ob sie zum Ausbau oder
zum Abbruch des Sprach- und Kulturstandorts beitragen. Und wenn groe
Unternehmen als Sponsoren Kultureinrichtungen, etwa Opernhuser,
untersttzen, freuen wir uns natrlich; doch einige dieser Unternehmen
gehen mit der Sprache rcksichtslos um. Preise, die fr neue Ideen aller
Art vergeben werden, heien selbstverstndlich Awards.

T&T 2.1999
9

221_

Absinken der heutigen Landessprachen

Wirkliche oder eingebildete Marktzwnge knnen in Bereichen wie


Technik, Wissenschaft, Wirtschaft und natrlich auch bei Dingen, die der
Mode unterliegen, dazu verfhren, auch Sprachprobleme vor allem durch
Vereinfachung und Vereinheitlichung zu lsen, dh durch ein Wegsparen
der
Vielfalt,
bei
dem
den
Einzelsprachen
zunchst
eine
Zwangsangleichung verordnet wird. Sind fr alles Wichtige und
Zugkrftige erst einmal englische Schlsselwrter verankert, dann knnen
die Landessprachen ihren jetzigen Status verlieren. Obwohl von der
Mehrheit gesprochen, sinken sie auf ein Aschenbrdeldasein hinab. Und
wenn dann die Reste der Stze langsam aufgefllt werden und den
Sprechern viele Begriffe nicht mehr einfallen oder auf weite Strecken
keine Neuprgungen mit eigenem Wortmaterial mehr gewagt werden,
dann knnten die Landessprachen weitgehend verdrngt werden. Sie
knnten aufhren, voll ausgebildete Sprachen fr alle Lebensbereiche zu
sein, und die Vermittlung der modernen Welt bliebe weitgehend
dem Englischen berlassen. In diesem Zusammenhang knnte auf die
Vielzahl der franzsischen Wrter im Luxemburgischen hingewiesen
werden, die sich aber aus der Lage des Landes zwischen zwei greren
Sprachgebieten und durch echte Kommunikation mit den Nachbarn
erklren. Als lndlicher Dialekt entbehrte es zunchst die abstrakten
Begriffe.
Im Deutschen dagegen gelang es im Lauf der Zeit immer fter, solche
Ausdrcke mit eigenen Mitteln zu prgen. Diese Entwicklung begann
keinesfalls erst im Zeitalter von Barock und Klassik, sondern schon im
Mittelalter. Die Errungenschaften der. Sprache LUTHERS wren beinahe
wieder verlorengegangen. Aber die Geistesschaffenden von LEIBNIZ,
SCHOTTEL und GOTTSCHED bis LESSING konnten beharrlich
durch
aufklrerisches Argumentieren das berma an lateinischen und
franzsischen Wrtern zurckdrngen und damit die Voraussetzungen fr
die gewaltige Blte von Literatur und Wissenschaft schaffen, die der
deutsche Sprachraum sptestens ab der Mitte des 18. Jahrhunderts und bis
1933 erlebte. Heute werden wir Zeugen davon, wie einflureiche Kreise
eine umgekehrte Entwicklung, sozusagen zurck ins Mittelalter, frdern.
Trotz verbreiteten Englischunterrichts und trotz der Popularitt der
englisch
geprgten
Popkultur
werden
heute
von
neuem
Verstndnisbarrieren hnlich denen aufgerichtet, die schon im Mittelalter
die Bevlkerung in Klassen trennten. Der wesentliche Unterschied ist, da
damals die Masse der Bevlkerung nicht lesen und schreiben konnte, also

222

T&T 2.1999

vom Gelehrtenlatein groenteils unberhrt blieb, wenn man von


Lehnwrtern absieht.
Ein Gutes hat es sicher, wenn viele Europerinnen erleben, wie ihre
Sprachen, Trger ihrer Identitt und groer Kulturschpfungen, heute ihren
Glanz und ihre Geltung einzuben drohen, und sie befrchten mssen,
sich gesellschaftlich oder wissenschaftlich "in der zweiten Liga"
wiederzufinden. Es geschieht ihnen nun das, was ihre Mchtigen und
Regierungen frher und bisweilen noch heute den Sprecherinnen von
Dialekten, Regional- und Minderheitensprachen oder den Menschen in
eroberten Gebieten und Kolonien zugemutet haben. Wer zufllig in die
mchtigere Sprache geboren wurde, wird ganz leicht viele, auch sehr
rationale und berzeugende Grnde fr die Einschrnkung der Vielfalt
unterschreiben, um ein anderes, ntzliches Ziel zu erreichen.
Selbstverstndlich wird nicht geleugnet, da in der Geschichte
lebensfhige politische und wirtschaftliche Rume ohne eine gewisse
Homogenisierung nicht htten entstehen knnen. Aber wieviel Vielfalt
wollen, knnen und mssen wir uns leisten? Die "Europische Charta zum
Schutz der Minderheiten- und Regionalsprachen" bietet allen eine
Chance, die Achtung, die sie fr ihre Landessprachen erwarten, auch in
diesem Bereich zu zeigen.

10 Sprachliche
Folgen von
Globalisierung
und
Unternehmen, Behrden und Groorganisationen

Fusionen

in

LOTHAR SPTH, frher Ministerprsident von Baden-Wrttemberg und jetzt


fhrend an der Modernisierung der Zeiss-Werke Jena beteiligt, stellte 1999
fest, es gebe auch bei uns lngst Firmen mit Englisch als
Geschftssprache... nicht, weil dies angenehmer oder bequemer sei,
sondern weil es zu einem weltweiten Esperanto geworden sei. Er hat
"nicht die Befrchtung, da wir dadurch die deutsche Sprachkultur
verlieren". Auch HELMUT SCHMIDT konnte sich in seinem oe Buch
"Globalisierung" vorstellen, da
an deutschen Universitten Biogenetik und Avionik auf englisch gelesen, auch auf
englisch geprft wird; da in Banken [...] auf englisch gehandelt wird, aber da
gleichwohl zugleich und sehr bewut im tglichen Leben eine gepflegte deutsche
Sprache selbstverstndlich bleibt.

Es ist aber gerade die Frage, wie lange Kreise, die in fr sie wichtigen
Domnen zuhause zu einer anderen Sprache bergehen, ihre
Muttersprache in anderen Bereichen noch pflegen wollen oder knnen.

T&T 2.1999

223_

Die Frage stellt sich auch fr die Wissenschaftssprache. Es mte schon


sehr gewissenhaft einzuhaltende Spielregeln (Verhaltenskodizes oder
mehr) geben, um eine friedliche und fruchtbare Koexistenz von
Landessprachen mit der Weltsprache zu gewhrleisten. In der heutigen
Wirklichkeit lt sich eher beobachten, da die Kreise, denen ihre Mutterund Landessprache fr wichtige Aufgaben der Kommunikation nach innen
(!) nicht mehr ausreichend erscheint, auch in diese Landessprache
schrankenlos viel aus der Leitsprache hineinmischen, um ihre
Orientierung und ihren Rollenanspruch als globale Akteure zu
unterstreichen - vergleiche etwa Anzeigen der Deutschen Bank, der
Allianz-Versicherung.
Als Mercedes-Benz Chrysler bernahm, wurde Englisch wenige Tage
darauf nicht zur offiziellen Firmensprache nicht nur fr die
Kommunikation mit den Firmenteilen im Ausland erklrt, sondern auch
konzernintern fr alle Angestellten und Angehrigen der Firmenleitung ab
einem bestimmten Gehalt aufwrts im Stammhaus. Obligatorisch lautet
die fr die Vereinigung von Konzernchef SCHREMPP ausgegebene Parole
"Speed, speed, speed!". Dies kennzeichnet deutlich eine neue
Klassengesellschaft. Wie die Zeit am 18/3/1999 schreibt, regen sich zB die
EDV-Leute der Mercedes-Werke auf, weil sie ihre Arbeitsanweisungen per
E-mail auf englisch bekommen:
Zumindest fr eine bergangszeit msse es in solchen Fllen Lsungen geben,
da jeder in einer Sprache kommunizieren darf, in der er auch alles gut versteht,
fordert der Betriebsrat.

Es stimmt ja sehr trstlich, da bis zur endgltigen Abschaffung der


Landessprache in einem Bereich des grten Unternehmens in
Deutschland noch eine bergangsfrist gewhrt werden soll. berhaupt
stellt sich die Frage nach den Grundrechten der betroffenen
Mitarbeiterinnen.
Zum Glck gibt es auch andere Stimmen - selbst von
Automobilherstellern. Im Spiegel 3.1999 erluterte W WlEDEKlNG,
Vorstandsvorsitzender von Porsche, seine Bedenken angesichts des
Fusionsfiebers und der Folgen fr die Beschftigten im Kommunikationsbereich: Sind Videokonferenzen oder stndiges Hin- und Herpendeln die
Lsung?
Natrlich knnen sich die Manager in Englisch verstndigen. Aber das ist nicht
auf allen Arbeitsebenen der Fall. Ganz schwierig wird es, wenn es um Details
geht, um die Einzelteile eines Motors beispielsweise. Doch gerade bei diesen
Themen mssen sich die Mitarbeiter perfekt verstndigen. Und wenn Englisch

224

T&T 2.1999
oder Franzsisch die Konzernsprache ist, benachteiligt
die dies nicht die Muttersprache st.

man automatisch alle, fr

Kurz nach Mercedes-Chrysler gab BMW hnliches bekannt. Die zT


schon seit Beginn des Jahrhunderts in Deutschland vertretenen
multinationalen Konzerne Esso (Exxon), Philips, British Petroleum,
Unilever und Ford kannten sicherlich Dokumente und Verhandlungen,
insbesondere Mitteilungen und Koordination mit ihrer Zentrale im Ausland
auf englisch, aber der grte Teil der Multis wurde nicht nur als
Unternehmen deutschen Rechts, sondern auch in deutscher Sprache
gefhrt.
Es wirkte nur folgerichtig, da die Lufthansa, nachdem sie jahrelang
das Deutsche in ihren Anzeigen (und anderen Texten) grausam mihandelt
hatte, im Mrz 1998 zu vollstndig in Englisch gehaltenen Anzeigen
berging, die in deutschen Zeitungen und Zeitschriften geschaltet wurden.
Immer mehr st jedoch das Verhalten der groen, zT ehemals staatlichen
Unternehmen fr andere, auch kleinere magebend geworden. Die
Lufthansa liegt seit Monaten im Streit mit einem ihrer Ingenieure, der
gewagt hatte, in deutsch abgefaten Werkstattberichten neben die
vorgeschriebenen englischen Bezeichnungen von Flugzeugteilen in
Klammern die deutschen zu setzen. Die Verwarnungen, die er daraufhin
erhielt, fhrten zu Pressemeldungen wie "Wer Deutsch spricht, riskiert den
Arbeitsplatz". Selbstverstndlich wird der Funksprechverkehr
im
internationalen Flugverkehr aus Sicherheitsgrnden berall auf Englisch
abgewickelt. Aber mu Englisch selbst dort eingefhrt werden, wo es die
personalinterne Verstndigung erschwert?
Eine Weile lieen Presseberichte vermuten, selbst das grte deutsche
Verlags- und Medienhaus, Bertelsmann (durch Erwerb auslndischer
Verlage zum Weltkonzern geworden), habe ebenso gehandelt! Ob diese
Meldung nun zutraf oder nicht: Schon das Gercht lste Entsetzen oder
Spott unter britischen Germanistinnen aus. Wie mir ein Lektor erzhlte,
fragten sich britische Germanistikstudentinnen verstndlicherweise, was
ihnen ihr Studium beruflich und als Mglichkeit zum Lebensunterhalt
denn noch bringen knne. Kaum einer wird ja Deutsch nur vergangener
Gre und groer Schriftsteller wegen studieren. Eine Sprache mu auch
Anwendungsgebiete im Leben von heute und morgen haben. Wegen ihrer
Marktmacht und ihres gesellschaftlichen Einflusses sind Entscheidungen
groer Firmen ber ihre interne Sprache, von denen hunderttausende
Mitarbeiterinnen und Millionen Kundinnen betroffen sein knnen, keine
Privatsache (vgl die rechtlichen Aspekte der Werbe- und Wirtschaftssprache in Abschnitt 6). Die ffentlichkeitsarbeit von Bertelsmann teilt

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225_

mit, da nur Englisch gesprochen werde, wenn ein Gast, der nicht
Deutsch spreche, hinzukomme und da alle Mitarbeiterinnen mit hheren
Aufgaben Englisch gut beherrschen sollten. Da dies alles nichts besonders
berraschendes oder Umstrzendes darstellt, mu dann aber gefragt
werden, wieso eine derart miverstndliche Formulierung ihren Weg in
die ffentlichkeit finden konnte.
Eine Auszhlung der Stellenangebote in einer Ausgabe der Frankfurter
Allgemeinen Zeitung im Mai 1999 ergab von insgesamt ber 500
Angeboten etwa 70, bei denen zumeist die Bezeichnung der Stellen bzw
Berufe auf englisch angegeben war. Meistens handelt es sich um Stellen
im Inland; ein globaler Aspekt ist oft nicht erkennbar. Sehr oft handelt es
sich um Prestige-Englisch, das es den Bewerbern, die sich (noch) nicht
auskennen, sehr erschwert, Rang, Anforderungen und Aussichten im
Zusammenhang
mit
der
Stelle
nchtern
einzuschtzen.
Der
Mitteilungszweck der Sprache wird verfehlt. Auch in einer FAZ-Beilage fr
Hochschulabsolventen auf Stellensuche wurde eingerumt, da die
Bezeichnungen mehr vernebeln als informieren; deshalb wurde eine
Verdeutschung besonders hufiger solcher Bezeichnungen mitgeliefert. In
den nchsten Jahren droht die Ausbreitung von Bezeichnungen wie facility
manager fr "Gebudeverwalter" oder den altvertrauten "Hausmeister".
Bei einem Gesprch mit einem PR-Mitarbeiter der Deutschen Post
trug ich vor, da kaum ein Angebot des Unternehmens frei sei von
schrecklichem Slang-Englisch, oft unverstndlich fr Millionen Kunden. Er
meinte, langfristig werde doch der vollstndige bergang aller wirklich
zukunftsorientierten Technik- und Telekommmunikationsbereiche zum
Englischen in allen Lndern kommen, er hlt dies offenbar fr
wnschenswert und glaubt sogar, die anderen Bereiche der Sprache und
ihre Pflege wrden nicht darunter leiden. Als ich fragte, ob ich
weitergeben drfte, wer das gesagt habe, bat er, nicht genannt zu werden.
Offensichtlich sind viele noch nicht reif fr diese Aussage.
Bemerkenswert st in diesem Zusammenhang ein Grundsatzurteil des
Obersten US-Bundesgerichts von 1994. Es ermchtigte eine kalifornische
Firma dazu, von ihren groenteils hispanophonen Angestellten am
Arbeitsplatz den ausschlielichen Gebrauch des Englischen zu verlangen.
Sofern diese flieend beide Sprache sprchen, liege keine Diskriminierung
aus Grnden der Herkunft vor (Libration 21.4.1994)

226

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11 Die Zukunft von Deutsch als Sprache von Wissenschaft, Technik und
Bildung
So lange ein wichtiger Teil unserer wirtschaftlich und gesellschaftlich
einflureichen Landsleute auf das Deutsche herabblickt und es fr
ungeeignet oder unfhig hlt, moderne Entwicklungen oder schlechthin
Zukunft auszudrcken oder sich seiner sogar entledigen mchte, als wre
es Hindernis beim unbegrenzten Anhufen von "Shareholder value",
ergeben sich bedenkliche Gefahren fr das Weiterbestehen unserer
(Sprach)Nation in Europa.
Ernstzunehmende Journalisten, wie DIETER E ZIMMER in Die Zeit,
regten vor zwei Jahren zweisprachige oder sogar englischsprachige
Studiengnge fr Fcher wie Biologie, Chemie und Physik, Soziologie und
Wirtschaftswissenschaften an. In dem Aufsatz "Warum Deutsch als
Wissenschaftssprache ausstirbt" (Die Zeit, 30.1996) hatte ZIMMER dazu
geraten, sich mit dem Verlust wichtiger Domnen des Deutschen nach
auen und innen abzufinden. Nach seiner Analyse (Klappentext seines
schon erwhnten Buches Deutsch und anders) kommt er zu dem Schlu,
da als Folge mangelnder Identifikation mit ihrer Sprache die klgeren
Deutschen es eines Tages vorziehen knnten, ihre Kinder von Anfang an
auf englisch
unterrichten
zu
lassen. Angesehene deutsche
Fachzeitschriften (Chemie, Psychologie ua) haben die eigene Sprache
bereits von ihren Seiten vertrieben.
Natrlich kann Englisch in der Wissenschaft, besonders in den
Naturwissenschaften sehr fruchtbar wirken, sofern Studenten gute Kenntnis
in Fachsprachen erwerben und lernen, sich in diesen Fchern
auszudrcken. An den neuen "International Universities" wie in Bremen
wre aber nur mit strengsten Anforderungen zu verhindern, da deutsche
Dozenten deutsche Studenten in mangelhaftem Englisch unterrichten. Wie
Prof AMMON von der Universitt Duisburg in einer Reihe beachtenswerter
Untersuchungen ber die Statistik der auf deutsch verfaten Beitrge in
internationalen wissenschaftlichen Zeitschriften festgestellt hat, sehen sich
unsere Naturwissenschaftler, Mediziner und Wirtschaftsfachleute in ihren
Arbeiten aus unterschiedlichen Motiven weitgehend zum Abgehen von
ihrer Muttersprache veranlat. Kann ausgeschlossen werden, da solche
Statistiken in den letzten Jahren einige Entscheidungstrger in Ministerien
und wissenschaftlichen Einrichtungen im In- und Ausland erst dazu
bewogen haben, Deutsch als Ausbildungs- und Wissenschaftsprache in
ihren Planungen zu streichen? Es handelt sich jedenfalls nicht nur um die
Sachzwnge von jenseits des Atlantik oder die Marktkrfte, sondern auch
um mangelndes Bewutsein fr grundlegende Werte und einen

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227_

Minderwertigkeitskomplex, den besonders Germanisten aus Osteuropa bei


deutschen Kongreteilnehmern, Wissenschaftlern und Geschftsleuten
bemerken, wie F DEBUS, in "Entwicklungen der deutschen Sprache in der
Gegenwart - und in der Zukunft?" (1999), S 18ff, berichtet.
In seinem Buch Ist Deutsch noch Wissenschaftssprache? Englisch
auch fr die Lehre an deutschen Hochschulen (1998) prft A M M O N die
Aussichten fr die Einfhrung englischsprachiger Parallelstudiengnge und
beschreibt gleichzeitig mgliche Auswirkungen auf die Zukunft und den
Stellenwert des Deutschen. Einige Kapitel sind berschrieben:
- Schwierigkeiten der Erhaltung deutschsprachiger Hochschul lehre,
- Auflsung der Sprachnation [die, sei angemerkt, viel lter ist als die moderne
politische Nation des brgerlichen Zeitalters!?
- Gefahren staatlicher Zweisprachigkeit, Schwund der Vielsprachigkeit in Europa,
- Verlust der in der Sprachenvielfalt angelegten Erkenntnismglichkeiten,
- Attraktivittsverlust fr Deutsch als Fremdsprache.

Ein bemerkenswertes Zitat:


Es] st bekannt, da die Funktionsaufteilung von Sprachen auf unterschiedliche
Domnen ihren Erhalt begnstigt [mit Folgen fr Terminologie und Wortschatz].
Werden dagegen zwei Sprachen innerhalb derselben Domne verwendet, so
besteht die Gefahr, da die prestigetrchtigere die prestigermere verdrngt.

In einem Artikel mit der traurigen berschrift "Abschied von der


Sprache aus Heidelberg und Gttingen" (Frankfurter Rundschau, 4.3.1999)
fragt A M M O N sogar:
Wird fremdsprachliche Lehre an den hchsten Bildungsinstitutionen wie die
Auflsung der Nation vom Kopf her empfunden?
CHR
BODE,
Generalsekretr
des
Deutschen
Akademischen
Austauschdienstes, hlt wenig von der scheinbar naheliegenden
Konsequenz (aus der Rolle des Englischen in einigen Wissenschaften),
Englisch auch als Unterrichtssprache auch an deutschen Hochschulen zu
etablieren.

Ein 80 Millionen-Volk wie die Bundesrepublik mu es sich auch in Zukunft


leisten knnen, seine Vorlesungen in deutsch abzuhalten.

Das grundstndige Studium werde nach wie vor auf deutsch


stattfinden. Bei vor allem fr Studierende aus dem Ausland bestimmten
Kurzstudiengngen sei das etwas anderes - ein perfektes Erlernen der
deutschen Sprache knne von den Betreffenden nicht erwartet werden.

228

T&T 2.1999

Ist es nicht bezeichnend, da eine Initiative, die nach britischem


Vorbild den Dialog zwischen Gesellschaft und Wissenschaft voranbringen
und die Ergebnisse der Forschung popularisieren soll, die englische
Bezeichnung "Public Understanding of Science and Humanities" erhlt
(Frankfurter Allgemeine Zeitung 2.6.1999)? Angesprochen, wohl-gemerkt,
wird die inlndische, deutschsprachige ffentlichkeit!
Ein Beispiel fr den Umgang mit Wissenschaftssprache: krzlich
erreichte einen international anerkannten Biologen die Mitteilung seines
deutschen Verlags, sein schon in mehreren Auflagen bewhrtes Lehrbuch
knne leider nicht mehr in deutscher (Original-)Fassung erscheinen;
knftig wird also auch den deutschen Studenten nur noch die englische
bersetzung zur Verfgung stehen, die in krzeren Abstnden aktualisiert
werden kann. Damit st auch der Fortbestand der Terminologie des Faches
in Frage gestellt. Sicherlich bringt eine international absetzbare grere
Auflage mehr ein, doch kann das Argument, eine Sprachgemeinschaft von
100 Millionen mit weiteren zig Millionen Zweitsprachensprechern sei kein
ausreichender Markt, nicht ungeprft hingenommen werden. Die
Sparpolitik, zu der viele Bibliotheken und Institute gezwungen sind, hat
allerdings den Markt verkleinert. Wo nachweislich wirtschaftliche
Faktoren das berleben einer Wissenschaftsliteratur gefhrden, wre
seitens des jeweiligen EU-Mitgliedstaates oder auf Unionsebene zu
erwgen, ob wertvolle Werke bezuschut werden knnen.
A M M O N aaO. fragt brigens:
Wird sich in den [von der Einfhrung englischsprachiger Veranstaltungen und
Studiengnge! betroffenen Fchern die deutschsprachige Lehre auf Dauer in allen
Stufen
halten
knnen?
Andernfalls
verkmmert
Deutsch
zu
einer
unterentwickelten Sprache ohne moderne Terminologie.

Natrlich sei nebenbei daran erinnert, da die Fachterminologie


besonders in den Naturwissenschaften bereits jetzt reich an griechischlateinischen Internationalismen st, die das Lesen von Beitrgen in
verwandten oder nicht voll beherrschten Sprachen erleichtern. Auf die
Bedeutung einer systematischen Terminologiearbeit fr den Technologieund Wissenschaftsstandort Deutschland (bzw andere Lnder) hat erst
jngst W TEUBERT vom Institut fr deutsche Sprache in Sprachreport
1.1999, S 9ff, hingewiesen.
Ohne einen nationalen [oder einzelsprachlichenl
Diskurs [...] verharrt man in
Abhngigkeit von Fachtexten, ber deren Relevanz und Qualitt nicht hier,
sondern anderswo verhandelt wird.

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229_

Durch
den Verzicht
auf durchdachte
Neuprgungen
und
Lehnbersetzungen
gert
Deutsch
in
einen
immer
schwerer
aufzuholenden Ausbaurckstand. Anders machen es nicht nur die
Franzosen, sondern auch die Finnen. Diese kleine Sprachgemeinschaft
und ihre mit den brigen europischen Sprachen (auer dem Estnischen
und Ungarischen) nicht verwandte Sprache hat es in der heutigen Welt
angesichts der bermacht des Englischen noch viel schwerer als das
Deutsche; O JRVI, M KALLIO und H SCHRDER (1999) betonen, gerade die
systematische terminologische Arbeit in Finnland seit dem letzten
Jahrhundert habe die Voraussetzungen dafr geschaffen, da Finnland voll
in den westlichen Kulturkreis integriert wurde. Gerade die Prferenz fr
eigensprachliche Bezeichnungen hat die Finnen besser befhigt, sich das
europische Kulturerbe und den dazugehrigen Wortschatz von Bildung,
Technik und Wissenschaft anzueignen.
Im Deutschen sind dagegen immer mehr englische Begriffe im
Umlauf, deren Bedeutung fr zahlreiche Leser und Verwender ungenau
oder sogar unverstanden bleibt. Auch ich, Verfasser dieses Artikels, sehe
mich gelegentlich davon betroffen: Ich meinte die Bedeutungen
bestimmter Anglizismen aus dem Kontext erschlieen zu knnen, und sah
mich, als ich schlielich im Wrterbuch nachschlug, eines Besseren
belehrt. Im Gesprch haben viele ohnehin Hemmungen, nachzufragen,
oder kein Wrterbuch dabei. Genau dies verschafft den Manipulierern
einen taktischen Vorteil. Sprache ist teils ein spontanes und unbewutes,
teils ein sehr wohl bewut geprgtes und eingesetztes Verstndigungsmittel. In den Bereichen, wo es auf dieses letztere ankommt, lt sich die
deutsche Sprachgemeinschaft treiben. Mit dem Verzicht auf die Pflege von
Wortschatz, Terminologie
und Sprachkultur
geraten
auch
die
deutschsprachigen Eliten in die Gefahr, "sprachlos" zu werden und auf
den Stand eines drittklassigen, nicht mehr in jeder Beziehung entwickelten
Landes zu sinken. Das wre eine Bedrohung einer bisher vollausgebauten
Kultursprache - so Prof DROSDOWSKl. Und wenn wichtige Vertreter eines
Faches sich lieber auf Englisch uern, besteht auch die Gefahr, da wir
den eigensprachlichen Diskurs in diesem Bereich einben. Auch die
geistigen Errungenschaften aus den USA und von anderswo mssen
gedanklich und sprachlich erarbeitet werden. Statt Austausch und
Anverwandlung erleben wir heute zuviel bloe Rezeption, bloes
Hinterherlaufen.

230

T&T 2.1999

12 R eaktionen der Fachwelt


12.1

Sprachwissenschaftler zur Lage und zur Zukunft der deutschen


Sprache? Die DenglischDebatte

Der schon angefhrte CARSTENSEN gab noch 1985 (S 44) eine recht
gelassene Stellungnahme ab: bis in unsere Tage hinein htten immer
wieder Puristen und Sprachfreunde gegen das allzu starke Vordringen des
Englischen polemisiert; allerdings lieen sich auch keine Anzeichen fr
einen Rckgang der Anglizismen erkennen. B ezeichnungen wie Germisch,
Engleutsch, Denglisch, die sich alle an Franglais anlehnten, seien
humoristisch und nicht wissenschaftlich gemeint. So sei wohl auch D A V I D
HEALDS (1978) Frage in dem B eitrag: "Deutschlisch' or 'Engleutsch' Has
German a Future?" zu verstehen. HEALDS Aufsatz schlo:
That German has allowed itself to be carried along in this respect in the polluted
wake of English is a depressing fact. Whether G erman has a future as a living
language depends not on its willingness to adapt and ape the very worst of
modern English but on its determination to resist with all its might the deadly
blandishments of a language which seems, only temporarily one hopes, to have
lost its soul.

fhlte sich stark an den Anglizismenfeind DUNGER vor


einem Jahrhundert erinnert, aber HEALDs Frage knne ohne B edenken mit
Ja beantwortet werden. Im deutschen Sprachgebiet werde keine solche
Mischsprache aus Deutsch und Englisch gesprochen, mithin sei
"Denglisch" keine Gefahr fr das Deutsche (von 1984), sagte CARSTENSEN
damals. Schon 1990 korrigierte er sich (siehe Zitat in Abschnitt 6). Denn
ber die Werbung, die neuen Netze und manche Medien verbreitet sich
Denglisch zuerst auch als Scherz, als Spielerei, aus Wortnot, wo
Ausdrcke fr USNeuheiten fehlen, dann aber begierig aufgegriffen und
unendlich oft nachgeahmt. Die Allgemeinheit spricht noch nicht so, aber
eine einflureiche Avantgarde gefllt sich darin und erhebt es zum
Merkmal von Fortschrittlichkeit; von der Wirkung auf die Jugend war
schon die Rede. Leider st zu besttigen, da sich zu Stzen wie denen der
Modeschpferin JiL SANDER, die immer wieder als extremes und hchst
knstliches B eispiel angefhrt werden, in einigen Anzeigen durchaus
Parallelen finden lassen.
Prof G W O L F F berschreibt in seiner Deutschen Sprachgeschichte
(19943) S 267ff sein Kapitel 7.1 "Die Frage des Sprachzerfalls" und weist
auf die sich mehrenden B eitrge zum "Sprachmll" u hin. Jedenfalls sei
ein rascherer Wandel als frher, zumal bei der Auswahl und Durchsetzung
CARSTENSEN

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23J_

von Sprachvarianten unter dem Einflu von Medien und Werbung,


festzustellen, er warnt aber vor zu ngstlichem Konservatismus. Immerhin
stieen unerfreuliche Entwicklungen auch auf Gegengewichte. Die
knftige Entwicklung werde aber davon abhngen, wie weit die
Internationalisierung
und
die
neuen
Kommunikationstechniken
("Sprachlosigkeit"!) das Sprachsystem nachhaltig prgen - "wie weit der
Werbe- und Marktjargon... fernerhin das Denken bestimmen".
Prof G DROSDOWSKI, frherer Leiter der Duden-Redaktion,
untersuchte 1997 Vernderungen in der deutschen Gegenwartssprache.
Darunter st auch die "ungeheure Flut" von Anglizismen und
Amerikanismen, deren bermiger Gebrauch
die Verstndigung erheblich beeintrchtigt. Ohne Elementarkenntnisse in Englisch
kann man heute deutsche Zeitungen und Sendungen in Funk und Fernsehen nicht
mehr verstehen

Selbst die TYmes werfe den Deutschen eine geradezu schamlose


Anbiederung an das Englische vor.
Schlimmer fast als der Verlust an Areal und Geltung der deutschen Sprache mu
offenkundig der Mangel an Sprachloyalitt der Deutschen [Anm nicht der
Mehrheit, aber doch einflureicher Gruppen! eingestuft werden. Ist demnach die
in der ffentlichkeit hei diskutierte Frage 'Ist die deutsche Sprache noch zu
retten' berhaupt richtig gestellt, oder mssen wir uns vielmehr fragen: Sind die
Deutschen noch zu retten, die so wenig sprachbewut sind, die unterwrfig... wie
Papageien alles nachplappern? [...] Reporter, Moderatoren und Showmaster
wetteifern damit, ihr - zudem meist miserables Schul- oder Touristenenglisch
unter Beweis zu stellen, versuchen, mit englischen Brocken ihre Sendungen
herauszuputzen.

Nicht einmal bekannte geographische Namen behielten ihre deutsche


Form. Und er fragt:
Wann werden die Verantwortlichen endlich zur Kenntnis nehmen, da die
Mediensprache heute fr die meisten Vorbildcharakter hat, wann werden sie nicht
nur ber den Informations- und Unterhaltungswert von Sendungen nachdenken,
sondern auch ber den Wert der Sprache, in der die Inhalte vermittelt werden?

warnt dann davor, bei aller Relativitt von Normen von


allen Normen Abschied zu nehmen und vllige Beliebigkeit an ihre Stelle
zu setzen. Auch tadelt er den Auszug vieler Wissenschaftler aus der
deutschen Sprache und die Tatsache, da sie ihre Forschungsergebnisse
der Gesellschaft nicht mehr in deutscher Sprache zugnglich machen.
Seine Wnsche sind: ein verantwortungsvollerer Umgang mit der
DROSDOWSKI

232

T&T 2.1999

deutschen Sprache, die etwas mehr Stolz und mehr Sprachbewutheit


verdiene, und ihre Strkung als Wissenschafts- und Konferenzsprache.
Auch D FHR, Dozent des Goethe-Instituts aD, spricht in Gl-Intern
vom April 1997 von "einem tief gestrten Verhltnis zur eigenen Sprache".
Das Zweite Deutsche Fernsehen lud am 11. September 1997 den
Freiburger Germanisten Prof U PRKSEN ("Plastikwrter"), den Leiter der
Journalistenschule W SCHNEIDER und den Schriftsteller F DIECKMANN zu
einem Gesprch ein, das "Stirbt Deutsch oder sterben nur die Wrter?"
betitelt war. In ihrem Buch "Gegenwartsdeutsch" vermissen die
Germanisten H GLCK (Bamberg) und W SAUER (Hannover) ein
sprachliches Fingerspitzengefhl von Unternehmen wie Lufthansa und
Deutsche Bahn, wenn sie zwischen fremden und eigenen Wrtern whlen
und zB ServicePoint statt 'Auskunft'einfhren.
Prof G STICKEL, Direktor des Instituts fr deutsche Sprache
(Mannheim), erklrte in seinem Begrungsvortrag vor den Teilnehmern
der IDS-Jahrestagung am 10. Mrz 1998, wenn die Dinge sich unverndert
so weiter entwickelten, dann sei der Abschied des Deutschen von
wichtigen Bereichen des ffentlichen Lebens (Handel, zukunftsorientierte
Berufe, Teile des Bildungssystems und der Wissenschaften) innerhalb von
etwa drei Generationen nicht auszuschlieen. Auch deshalb ist es zu
begren, da STICKEL die Flut von Anglizismen insbesondere in der
Werbesprache in einer Presseerklrung vom 22.12.98 kritisierte und es als
wichtiges Ziel in einem Europa ohne Grenzen bezeichnete, "die eigene
Sprache im Konzert der anderen zu erhalten". Der Pdagoge und Publizist
H HENSEL, keineswegs in der konservativen oder rechten Ecke
anzusiedeln, hat eine Streitschrift
Sprachverfall
und
kulturelle
Selbstaufgabe (1999) betitelt.
12.2

Abgehen vom reinen Deskriptivismus?

Der Wortschatz einer lebenden Sprache st kein starres terminologisches


System, das von Gelehrten verwaltet wird, wie der franzsischen
Akademie, sondern Ergebnis jahrhundertlanger, oft sehr sinnvoller
Prozesse; von diesem Wortschatz darf nicht leichtfertig zu viel auf einmal
in Frage gestellt werden. Viele Linguisten werden jetzt sagen: halt, nicht in
natrliche Vorgnge eingreifen! Lat die Sprache sich ungezwungen
entwickeln. Knnen wir jedoch von natrlichem Wandel sprechen, wenn
Marketingexperten, Werbeagenturen, Medienmacher und Journalisten eine
hochartifizielle Sprache entwerfen, die der ffentlichkeit bergestlpt
wird?

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233_

Auch der Vorsitzende der B ertelsmannKulturstiftung, KAEHLB RANDT,


fragte im Rheinischen Merkur (31.10.1997), ob man diesen Kreisen die
Prgung des ffentlichen Sprachgebrauchs berlassen knne. brigens
machte er angesichts einer Entwicklung, die vielen Sorgen bereitet, den im
sprachlich traditionell liberalen Deutschland geradezu revolutionren
Vorschlag, das Institut fr deutsche Sprache in Mannheim zur Autoritt in
Sachen Sprachnorm weiterzuentwickeln. Der Journalist SUCHER von der
Sddeutschen Zeitung forderte im Februar 1997, der Akademie fr
Sprache und Dichtung in Darmstadt Kompetenzen in dieser Richtung zu
bertragen. Allerdings solle sie sich keinem realittsfernen Purismus
verschreiben. "Zukunft der deutschen Sprache" whlte die Akademie nicht
zufllig als Thema ihrer Herbsttagung 1998.
Der B ericht von G REFF gibt die whrend der Tagung vertretenen,
teilweise gegenstzliche Standpunkte wieder: Prsident C H R MEIER mute
den Rckzug der deutschen Sprache aus immer mehr Gebieten nicht nur
im Ausland, sondern auch im Inland feststellen. Insgesamt habe
Gelassenheit gegenber der Tatsache geherrscht, da "die Welt auf
angloamerikanisch eingerichtet wird" (Prof J DREWS). Man gestand dem
englischen Spracheinflu eine vitalisierende Wirkung auf das Deutsche zu
und hielt diese dem Gespenst des Sprachnotstandes entgegen. Einigkeit
herrschte ber die meist schlechte Qualitt des Englisch in Wirtschaft und
Wissenschaft; dies fhrt in der wissenschaftlichen Diskussion oft zu
Begriffsverwirrungen. Auch DREWS gab seinem Vortrag ber "Denglitsch"
den Untertitel "Wieviel Angloamerikanisch vertrgt unsere Sprache?" und
meinte zunchst "Sehr viel", sofern dem Deutschen unbersetzbare
Nebenbedeutungen und eine neue spielerische Leichtigkeit gbes.
Dennoch st dieser Standpunkt nicht mit den bereits erwhnten Ansichten
ARNUS ZU verwechseln: Denn ausdrcklich, und wie ZIMMER, sieht DREWS
Gefahren durch verballhorntes Englisch in Computerhandbchern,
Werbung und Popmusik, dem Kinder vor der Stabilisierung ihrer
Sprachfertigkeiten ausgesetzt werden. Es knne zu "Verunsicherung,
sprachlicher Ungenauigkeit und NichtIdentitt" fhren. Eine Wortliste mit
Verdeutschungen, wie vom Verein zur Wahrung der deutschen Sprache
vorgeschlagen, lehnte er nicht grundstzlich ab und ermunterte zu
Vorschlgen, fr deren Annahme / Ablehnung es keine Regeln gebe. Dr
W B ADER von der Mnchner Zentrale der GoetheInstitute hob hervor,
da Deutschland selbst zu seiner sprachlichen Marginalisierung beitrgt.
Es werbe nicht fr sich. Die "Sprachkulturelite" aus Wirtschaft und Politik
rede im Ausland lieber Englisch, selbst wenn die Gesprchspartner
Deutsch reden knnten und wollten. Das Ausland schtze deutsche
Eigenschaften, whrend Deutschland sich allzu bereitwillig der

234

T&T 2.1999

Globalisierung ffne und damit wenig Selbstbewutsein zeige. Die


Wirtschaft habe lngst die Spannung zwischen Sprachkultur und
Sprachkonomie zugunsten des Englischen aufgegeben. "Haben wir nicht
lngst ein Problem mit dem Sprachstandort Deutschland?" Der
Wirtschaftswissenschaftler K B ORCHARDT stellte fest: "Das Weltzentrum
definiert, was Wissenschaft sein soll". So brauche ein Werk, um berhaupt
rezipiert zu werden, hufig die berlegitimation des Englischen. Erst dann
werde es in Deutschland zur Kenntnis genommen. Der Sprachwissen
schaftler H M GAUGER lehnte es einerseits ab, auf sprachliche
Erscheinungen Einflu zu nehmen. Damit sei die Sprachwissenschaft in
Normfragen hilflos; dennoch wollte er sich der Aussage VON POHLENZ'
nicht vorbehaltlos anschlieen, in der Sprache knne es keine
Fehlentwicklungen geben.
Selbst die schon erwhnte Gesellschaft fr deutsche Sprache sah sich
am 17. Mrz 1998 veranlat, zu einer Podiumsdiskussion in B onn unter
dem Titel "No future fr Deutsch? Wieviel Englisch verkraftet unsere
Sprache?" einzuladen, die von etwa 300 Personen besucht wurde. Aus
den im Sprachdienst 1.99, S 16/27 abgedruckten Zusammenfassungen der
Beitrge sei zitiert: U B USSE, Herausgeber des AnglizismenWrterbuchs
(Osnabrck) findet, da sich die Lage gegenber frheren Zustnden nicht
wesentlich gendert habe. Er erkennt "keine B edrohung..."; will jedoch
unterscheiden zwischen... Allgemeinsprache und Fachsprachen [...] viele
der fachsprachlichen Anglizismen blieben dem Durchschnittssprecher
unbekannt oder unverstndlich [...hierzu zhlt er aber auch Medien und
Werbung] Allerdings kann man sich als Sprachteilhaber des Deutschen
auch ber Anglizismen rgern, die das Verstndnis unntig erschweren.
Wenn etwa die Telekom in Rechnungen CityCall [...] usw ausweise,
trgen diese [...] nicht zur Transparenz bei. Leider seien derartige
sprachliche Vernderungen anscheinend der Preis, der zu entrichten sei,
wenn
eine B undesbehrde
sich
zu
einem
modernen
Dienstleistungsunternehmen wandele oder 'neudeutsch' zum globalen
Carrier oder Internetprovider mutiere [...] Es bestehe kein B edarf durch
Regelung durch staatliche Eingriffe; Frankreich msse uns hier nicht
Vorbild sein. Stattdessen solle das Problem im Schulunterricht mit dem
Ziel des B ewutmachens thematisiert werden.
Dagegen lautet die Einschtzung von Prof J
unserer Hand" und er stellt fest (S 23):

EICHHOFF: "ES

liegt in

Die Frage, ob das Deutsche eine Zukunft hat, kommt nicht von ungefhr.
Vielleicht [hat sie eine solche] auf Dauer nicht. Die englische Sprache ist zur
Weltsprache geworden und wird nie mehr ohne einen Einflu auf die Entwicklung

T&T 2.1999

235

der deutschen Sprache sein. Ob dieser [...[ ein bereichernder [...] oder
zerstrerischer ist, liegt nicht zuletzt an denen, die die deutsche Sprache
verwenden. Am Beispiel des Pennsylvaniendeutschen lt sich eine Entwicklung
aufzeigen, bei der der englische Einflu bermchtig wird und von dem
ursprnglichen deutschen Dialekt nur mehr lexikalische und funktionale Reste
brig bleiben [Anm: Es waren allerdings Auswanderer, die damit rechnen mssen,
in der neuen Heimat assimiliert zu werden]. So weit mu es nicht kommen. Aber
bewute, recht verstandene Sprachpflege ist dazu unter den waltenden
Umstnden unerllich. [...] Zusammenfassend [...] 1. Ich bin der Ansicht, da in
vielen Fllen, etwa bei der Einfhrung neuer Produkte oder Techniken, nur durch
bernahme der mit der Sache verbundenen Bezeichnungen sich tatschliche
Lcken im [...] Wortschatz ohne Zwang schlieen lassen und da diese
Entlehnungen folglich nicht zu beanstanden sind. 2. Ich bin jedoch auch der
Ansicht, da in Deutschland auf Seiten der Sprecher und anderer
Textproduzenten sich heute ein zu nachlssiger Umgang mit der deutschen
Sprache breit macht. Die Folge ist, da die Verwendung englischer Wrter in
deutschen Texten weit ber das Angemessene und Sinnvolle hinausgeht. 3.[...]
Auslnder brauchen englische Sprachkenntnisse, um dieses Deutsch zu lernen. Ist
das in unserem Interesse? 4. Schlielich luft alles auf die Frage hinaus, ob die
Deutschen und die anderen europischen Vlker in der Vielfalt ihrer Sprachen
einen Wert an sich sehen wollen, ob die dadurch erfolgende Stiftung von Identitt
und Kultur, global gesehen, positiv zu beurteilen ist, oder ob die nicht-englischen
europischen Nationen eine auch sprachliche Gemeinschaft eingehen mchten,
in der dann das Englische zweifellos die Standardsprache bilden wrde und die
heutigen Nationalsprachen nur mehr einen Status hnlich dem besitzen, den in
unserer Gegenwart die Dialekte innehaben.

hnlich kann nach Ansicht von Prof T H BUNGARTEN (Hamburg) die


einzelne Sprache nur dann auch knftig Bestand haben, wenn die
Sprecher sie
als die ihnen eigene Mglichkeit und Form der Welt- und Lebenserfahrung und
der symbolischen Auseinandersetzung mit ihr begreifen und sie dementsprechend
als ihr Identittsmerkmal [...[ schtzen.

Deshalb mchte er
das sozialpsychologische Prestige, das die verschiedenen Sprachen in den
einzelnen Sprachgemeinschaften genieen, systematisch erheben.

Demgegenber legten fhrende Schichten einiger Lnder wie der


Niederlande im interkulturellen und transnationalen Kontakt keinen Wert
auf die Verwendung der eigenen Sprache, da sie
die Sprache vornehmlich als utilitaristisches Instrument zur Gewhrleistung des
Informationsaustausches und der Handlungskoordination betrachteten [TaalunieKonferenz Brssel, Mrz 1999].

236

T&T 2.1999

Die Professoren STICKEL und F DEBUS (Kiel) nahmen im Sommer 1998


erstmals in einem Brief an die Telekom bzw Erklrungen vor der Presse
deutlich Stellung zu den Mibruchen der Unternehmen Deutsche
Telekom und Deutsche Bahn. DEBUS schreibt aaO, S 29ff:
Ist nicht tatschlich die Frage nach der Absurditt dessen berechtigt [isti, was in
nicht wenigen Medien, in zahlreichen Institutionen und vor allem in der Werbung
in unntiger, ja in geradezu befremdlicher
und verfremdender Weise an
englischen oder vermeintlich englischen Wrtern verwendet wird, wofr es
gebruchliche und damit verstndliche deutsche Wrter gibt?

Er bespricht dann Beispiele von Denglisch, zeigt sich besorgt, da


dieses von Imponiergehabe geleitete Verhalten oft gedankenlos
nachgeahmt wird, und stellt fest, da "die Gefahr einer verdrngenden
berfremdung des Grundwortschatzes besteht". Ob "durch Aktivitten
bestehender Einrichtungen", zu denen er den Verein zur Wahrung der
deutschen Sprache eV zhlt, solchen Entwicklungen "Einhalt geboten
werde, bleibe abzuwarten".
Am 13.12.1998 veranstaltete die Gesellschaft fr deutsche Sprache
gemeinsam mit dem Fernsehsender 3-saf in Berlin ein Symposion "Die
Deutsche Sprache vor der Jahrtausendwende - Sprachkultur oder
Sprachverfall?". Am meisten interessiert hier der Festvortrag von Prof
HOBERG, der nicht zufllig den Titel trug "Sprechen wir bald alle Denglish
oder Germeng?" Er geht darin auch auf die syntaktisch-grammatische
berformung und die Umprgung von Wortbedeutungen durch das
Englische ein. Einerseits wirft er den neuen Sprachaktivisten etwa vor, sie
erkennten die Bedeutungsnuance von Kid gegenber "Kind" nicht. Dazu
darf angemerkt werden: ursprnglich war diese Nuance sicher da; aber die
Gefahr ist doch, da es als angeblich schickeres und moderneres Wort
"Kind" den Platz streitig macht: in Zeitungen wird es oft synonym mit
diesem verwendet. Dagegen bedrohte das schon seit Jahrzehnten in der
Umgangssprache verbreitete Teenager eigentlich kein vorhandenes Wort;
denn Jugendliche(r) ist eher ein schriftsprachlicher Ausdruck, mit dem sich
weniger Gefhle verbinden. Aber auch HOBERG sieht rgerliche und
vermeidbare Erscheinungen. Unter diese zhlt er die "Anglizismenwut"
der Deutschen Bahn. Alle, die um die Identitt des Deutschen frchten,
erinnert er daran, da die bernahme von uns abhnge und wir ja die
Freiheit htten, Waren mit unsinnigen Namen nicht zu kaufen. Leider
kann man bei vielen Produkten nicht so einfach ausweichen. Vielmehr
ahmt oft ein Hersteller den anderen nach. Und welche Mitmenschen
haben schon die Energie, immer wieder zu protestieren? Wenn also
HOBERG mit seiner Zuversicht "Die deutsche Sprache geht nicht unter"

T&T 2.1999

237_

recht behalten soll, darf gefragt werden: Welche? Mit welchem


Wortschatz? Und mssen wir nicht noch etwas mehr tun als auf den
Geschmack der Einzelnen zu vertrauen? Dabei ist an die erwhnten
sprachpflegerischen
und terminologischen
Bestrebungen
gedacht,
vielleicht auch Empfehlungen und Verhaltenskodizes.

13 Was tun in dieser Lage? Neue Initiativen


Um mich nicht lnger als passiver, zum Zuschauen verurteilter
Zeitgenosse zu fhlen, entschlo ich mich im Winter 1996-97, selbst
etwas zu unternehmen. Ich begann, Texte zu schreiben, Anrufe und Briefe
an Firmen zu richten, die es besonders bunt trieben. Um praktisch etwas
zur Verteidigung der Sprache zu tun, habe ich bisher mit zahlreichen
Unternehmen,
Wissenschaftlerinnen,
Hochschulen,
Verbnden,
Medienvertreterinnen
und
einzelnen
Mitbrgerinnen
Verbindung
aufgenommen. Mit vielen davon halte ich weiter Kontakt. In den meisten
Fllen war die Reaktion positiv. Eines sollte jedoch nicht unerwhnt
bleiben: an die 10% der von mir Angesprochenen hielten es fr
unumgnglich oder sogar wnschenswert, da wir Europer eine Art
internationales Englisch zunchst neben unseren Landessprachen und
spter auch an ihrer Stelle einfhren. Sie machten unmiverstndlich klar,
da fr sie die erfolgreiche Beteiligung am Welthandel Vorrang vor der
Erhaltung unserer Sprache hat.
Dagegen wrde ich einwenden: Diese Leute vergessen dabei die
Mrkte fr Kultur und Sprache (vor allem Zeitungen, Zeitschriften,
Bcher), die weltweit alljhrlich Milliarden Euro einbringen. Ihr
Schrumpfen oder gar Wegfall wrde die vermehrten Gewinne bei
verschiedenen
Konsumgtern
kaum
wettmachen.
Auch
wenn
Englischkenntnisse den Tourismus erleichtern, knnte das Reisen eines
Tages in solchen Lndern ziemlich langweilig werden, in denen wir, von
Geschichtsdenkmlern und Kunstwerken abgesehen, sprachlich nur noch
das vorfinden, was wir von zuhause schon kennen. Gewi st es berall
von Nutzen, auf eine einheitliche Weltsprache zurckgreifen zu knnen,
in der wir uns immer dann verstndigen knnen, wenn jemand die
Sprache seines Gegenbers nicht versteht. Ist es nicht aber andererseits
eine traurige Aussicht, da Touristen kaum Interesse an den Sprachen der
von ihnen besuchten Lnder zeigen - vor allem, wenn sie fter in dasselbe
Land reisen? Den Zustand vor Babel wiederherzustellen und das, indem
wir die Sprachen unserer Lnder aufgeben, wird die Menschheit nicht
glcklicher machen. Evolution und Geschichte haben immer Vielfalt

238

T&T 2.1999

hervorgebracht; gewi waren und sind unter den Sprachen einige


besonders erfolgreich, gefrdert durch verschiedenste Faktoren, die oft mit
Politik, Wirtschaft und Zivilisation, manchmal auch mit der Sprache selbst
zu tun haben. Aber Babel ist ein Mythos in dem Sinne, da es in der
geschichtlichen Wirklichkeit, dh in historischer Zeit, immer mehrere
Sprachen gab.
Auch trat ich dem Verein zur Wahrung der deutschen Sprache in
Dortmund bei. Er wurde von dem initiativfreudigen Statistikprofessor
WALTER KRMER im November

1997 gegrndet, der zu dem Schlu

gekommen war, da die Fachkreise, deren Aufgabe es eigentlich gewesen


wre, fr die Verteidigung der Muttersprache und gegen ihre
Verunstaltung durch unsere eigenen Landsleute einzutreten, auch aus
Furcht, politisch unkorrekt zu erscheinen, verzagt und stumm blieben oder
mit ihrer Kritik die breite ffentlichkeit nicht erreichten. Zwar hatte es
vernnftige Analysen gegeben, doch welcher Germanist hat sich schon zu
konkretem Protest aufgerafft? Es kommt ja darauf an, ber Einsichten auch
zum Handeln zu kommen. Unmut im Elfenbeinturm oder im Gesprch
unter Gleichgesinnten bleibt gesellschaftlich meist wirkungslos. Aus der
Sprachnot heraus haben sich nun Brgerinitiativen zusammengefunden.
Wer meint, da sie zu gefhlsmig reagieren und sich nicht immer der
sanftesten Ausdrucksweise bedienen, sollte sich klarmachen, da sich
aufgestauter Zorn artikuliert, der dank langer Tabuisierung keine
Anlaufstelle und Plattform hatte. Die Mischung aus entschiedenem Protest
und locker-flockigen Aktionen wie Negativ-Preisen zeigt Frchte: Es ging
eine Reihe von Schreiben groer Unternehmen ein, in denen sie ihre
Bereitschaft zum Dialog mit dem neuen Verein bekunden und zusagen,
auf Anzeigen in Denglisch in Zukunft zu verzichten.
Prof KRMER, der im brigen schon (auf englisch) an einer
kanadischen Universitt gelehrt hat und sehr weltoffen ist, mchte, da
der nchsten Generation eine Sprache hinterlassen wird, die ihren Namen
noch verdient und nicht mit zu viel von dem bricht, was bis heute
Bestandteil unserer Sprache war. In einer ersten Zeitungsanzeige trat er fr
mehr "Selbstachtung und Wrde aller Menschen ein, die Deutsch als
Muttersprache haben". Der Verein hat Mut zu deutlichen Worten und
spricht von "Mundraub", der begangen wird, wenn man uns die Wrter
nimmt. Nach 17 Monaten hatte der Verein an die 6 000 Mitglieder. Das
Statut ermglicht den Ausschlu von Mitgliedern, die ihn als Plattform fr
Fremdenfeindlichkeit mibrauchen. Der Verein findet in der deutschen
und internationalen Presse starken Widerhall: Der Pressespiegel umfat
bereits sechs Seiten. Nicht nur alle berregionalen deutschen Bltter
berichten regelmig; auch der Guardian (5.2.1998), Time Magazine

T&T 2.1999

239^

(16.11.1998), New York Times (6.12.1998), Le Figaro (5.1.1999), Daily


Telegraph (26.2.1999). Auf dem Internet bietet der Verein brigens - als
ersten, noch unvollkommenen Versuch - mit deutschen Entsprechungen
(bei Neuwrtern auch Verdeutschungen) berflssiger Anglizismen an
(http:Wwww.vwds.de). Zu einer offenen Auseinandersetzung darber,
welche Anglizismen in welchem Kontext als Bereicherung oder als
berflssig anzusehen sind, ldt er alle Interessierten ein.
Sicherlich ist allen Leserinnen zur Genge klargeworden, da es
keineswegs Absicht ist, unterschiedslos zum Kampf gegen alles Fremde in
der Sprache zu blasen. Wogegen sich der Verein wendet, ist die
gedankenlose oder hinterlistige Auswechslung groer Teile unseres
wohlgegrndeten und gngigen Wortschatzes. Insofern als sich eine
Gesellschaft wesentlich ber ihre Sprache definiert und an ihrer
Mihandlung leiden kann, ist hier natrlich auch ein kollektives
Selbstwertgefhl betroffen. Solange diese Bestrebungen aber defensiv sind
und sich nur gegen bestimmte Verhaltensweisen eigener Landsleute
richten, nicht aber gegen Minderheiten, andere Vlker und Lnder (auch
nicht die USA, weil es sich allermeist um freiwillige Kolonisierung und
Unterordnung einer Schicht bei uns im eigenen Land handelt), ist der
Vorwurf des "Nationalismus" nicht gerechtfertigt.

14 Wie soll es weitergehen?


Mitbrgerinnen mit Gemeinsinn und Zivilcourage, die den Ernst der
Situation zu ermessen vermgen, sind hiermit aufgefordert, ihren
Landsleuten, die im Wirtschaftsleben stehen, und den nur noch dem
Zeitgeist nachjagenden, ihn sogar vorwegnehmenden oder berhaupt erst
schaffenden Werbeleuten ins Gewissen zu reden und sie zu ermahnen, die
Sprache als kulturelles Gut nicht gedankenlos zu verspielen.
Von den USA knnen wir manches lernen, aber wir wollen nicht
unsere Sprache durch ihre oder das, was einige dafr halten, ersetzen.
Lernen knnen wir von den Amerikanern vor allem Zivilcourage; sie tun
sich spontan zusammen und bringen friedlich ihren Unwillen zum
Ausdruck, wenn es ihnen ntig erscheint. Den Nachbarn in Frankreich
gelingt es besser als den Deutschen, gegen sprachliche bertreibungen zu
kmpfen; auf ihrem Land lasten keine ungeheuren faschistischen
Verbrechen. So haben sie weniger Bedenken, ihre sprachliche Identitt zu
verteidigen. Ihre Manahmen wecken daher nicht sogleich Befrchtungen,
sie knnten der Verfolgung nationaler und religiser Minderheiten
Vorschub leisten. Ob die betreffenden Manahmen ("Loi Toubon") den

240

T&T 2.1999

besten Ansatz darstellen, sei dahingestellt (vgl Abschnitt 2.2). Manahmen


zum Schutz von Sprachen sollten nie zu dogmatisch ausfallen.
Das beherzte Eintreten fr die jeweilige Landessprache knnte auch
neonazistischen Tendenzen erfolgreich vorbeugen. Menschen und gerade
Jugendliche in Konsumgesellschaften, die keine kulturellen Werte (oder
nur sehr trivialisierte und von Marktinteressen verformte) haben, sind
vielleicht strker als andere versucht, an Auslndern und Minderheiten
Aggressionen auszulassen, weil ihr verstndlicher Wunsch nach
Dazugehrigkeit und Identitt - vom Sport abgesehen - keine geeigneten
Gegenstnde findet. Wenn sie etwas schtzen und lieben und sich damit
identifizieren knnen, wird es ihnen leichter fallen, das Andere und
Fremde zu akzeptieren.
Deshalb mu es auch in einem zusammengewachsenen Europa fr
jeden Sprach- und Kulturraum Referenzebenen geben, auf denen es
"hochwertige" Anlsse und Anreize gibt, zu kommunizieren, zu wetteifern
und das Denken, Fhlen und Wollen der Menschen in diesem Raum zu
allen Themen zu uern, zusammenzufassen, zu verarbeiten und
zurckzustrahlen. Die funktionierende Kommunikation auf dieser Ebene
ist vielfach Voraussetzung fr den Austausch mit den Nachbarn. Wenn
jemand die Aussage macht, nach der in Zukunft "Brssel wichtiger ist als
Berlin (Paris, Kopenhagen usw), und unsere Besten mssen nach Brssel
gehen", dann ist sie nicht ganz falsch, aber auch nicht ganz richtig.
Natrlich sollen nicht, wie frher vielleicht einmal geschehen, ltere
Politiker, die man mglicherweise mit einem gutdotierten Posten belohnen
oder sogar loswerden will, auf die europische Ebene abgeschoben
werden. Damit auf dieser gute Politik gemacht wird, mu die EU ber
hervorragende Leute verfgen! Aber wenn es auf der Ebene der
Einzelstaaten oder besser Einzelsprachen "nichts mehr (oder nur noch
Zweit- und Minderrangiges) zu verhandeln gibt", wrde dies die kulturelle
Schrumpfung noch verstrken, den Sog zugunsten einer bergeordneten
Sprache verstrken und die sozialen Grben vertiefen.
Die Leserinnen bitte ich um Verzeihung fr die hier etwas ausfhrlich
dargelegten Gedanken. Ich meine aber, das Thema ist wichtig und mu
debattiert werden. Vor kurzem sagte mir eine Dame: Wenn du fr den
Euro bist, mut du auch einverstanden sein, wenn wir nach und nach eine
einzige Sprache in Europa sprechen. Fr Europa sind also einige bereit,
ihre Sprache aufzugeben. Fr andere wre aber gerade das Verrat an den
europischen Idealen. Teilen wir Europerinnen nicht schon unzhlige
Werte, Traditionen, Knste, Moden und Stile? Aber die Sprachen rhren
tief an unsere "Identitt(en)". Die Sprache wechselt man nicht wie ein
Hemd.

T&T 2.1999
15

241_

Ausblick: Zusammenwachsen oder Verschwinden?

Knnen alle d i e unbestreitbaren Vorteile v o n Vereinheitlichung u n d


Einsparung aufwiegen, was auf d e m Spiele steht? Ich w r d e e i n
gemigtes schweizerisches M o d e l l fr Europa bevorzugen. Sollte sich das
"universalistische" (dh in W a h r h e i t sehr englisch-amerikanische) M o d e l l
durchsetzen, dann, befrchte i c h , w r d e d i e EU ihre idealistischen
Ursprnge aufgeben u n d sich w e i t entfernt v o n ihren Grndervtern
S C H U M A N , M O N N E T , A D E N A U E R , D E GASPERI w i e d e r f i n d e n .

Sollten
Welthandel
u n d internationale
Verflechtung
unsere
Entscheidungstrger dazu verleiten, alle Sprachen der W e l t (Ausnahme:
Englisch) erst auszuhhlen und dann scheibchenweise abzuschaffen, dann
w i r d es m i t Sicherheit z u einem Zusammenprall der Kulturen k o m m e n ,
w e n n auch nicht m i t der Hrte, d i e S HUNTINGTON in seinem Buch fr
m g l i c h hlt, sondern m i t Argumenten. Ernste Auseinandersetzungen
stehen aber bevor, u n d das ist gut so. W i r w o l l e n d o c h Begegnung der
Vlker und ihrer Kulturen, nicht berwltigung.
Sollte Integration langfristig d i e Bedeutung erhalten " i m Schmelztiegel
v e r s c h w i n d e n " , dann knnte Europa z u m A l p t r a u m w e r d e n , u n d viele
Menschen w r d e n zu d e m Schlu k o m m e n , da sie in etwas
hineingezogen w e r d e n , d e m sie ihre Z u s t i m m u n g nicht gegeben haben.
D i e kalten Vollstrecker der Sachzwnge w r d e n d i e O p t i m i e r u n g der
wirtschaftlichen u n d politischen Ablufe z u m V o r w a n d dafr n e h m e n ,
alles abzurumen u n d wegzusparen, was den meisten als unveruerlich
gilt. Hier ist ein Gebiet, dessen sich d i e Europische Kommission und d i e
Mitglieder des Europischen Parlaments annehmen sollten. Es kann
wesentlich dazu beitragen, da das europische Einigungswerk einen Platz
in den Herzen der Menschen g e w i n n t u n d vielen nicht nur als
Mechanismus der Marktregelung erscheint. Mssen w i r uns n u n auf allen
Ebenen anstelle eines gemeinsamen, aber nicht uniformen Hauses m i t
eingebauten Sicherungen gegen bervorteilung auf einen primitiven
Darwinismus u n d Opportunismus gefat machen? Gilt also d o c h : die
groen Fische fressen d i e kleinen, seien es U n t e r n e h m e n , Sprachen oder
Kulturen? Unter diesen Umstnden werden viele denken: ein Markt ja eine Sprache niemals. Selbst w e n n ihnen fr d i e abgeschwatzten Werte
weitere Preissenkungen fr einige Lebensmittel u n d Konsumgter
angeboten w e r d e n . Sie und der Verfasser dieser Zeilen w r d e n gern einige
Euro mehr dafr zahlen.

242

T&T 2.1999

16 Zusammenfassung und Thesen


Es sind gegenwrtig recht gewaltsame, noch nicht dagewesene
Umgestaltungen des deutschen Wortschatzes durch Krfte in Werbung,
Wirtschaft und Medien zu beobachten (Untergrabung des Sprachcodes),
denen im Beruf und in der Freizeit kaum jemand entgeht; nur ein Teil
kann als Entlehnung gelten. Anders als frhere, zB franzsische Einflsse,
erreichen diese Erscheinungen massiv jeden Haushalt
Das sprachliche "Modernisierungsfieber" (D E ZIMMER) steht nur
teilweise fr echte Neuerungen. Auch vorhandene Wrter werden gezielt
durch englische, zT sehr knstliche Schpfungen abgelst. Dadurch
werden bereits (zT selbst fr Gebildete) undemokratische Verstndigungsbarrieren aufgerichtet. Das "Neudeutsch" greift auf Kultur, Politik und
Verwaltung ua ber.
Haupturheber sind nach bereinstimmender Meinung Teile von
Werbung, Wirtschaft und Medien, die die Strategie verfolgen, alles
Moderne und Attraktive mit Englisch oder englischen Elementen zu
verbinden, in dieser Form zu vermarkten und dabei sehr oft auf
angelschsische Popkultur setzen; bei Durchschnittsmenschen wird der
Eindruck erweckt: "Auf Deutsch lt sich Neues nicht sagen"
Die Sprachenverwendung bei den EU-Organen ist im Gegensatz
"zum Leben drauen" recht gut geregelt, der Stil ihrer Texte kennt die
gleichen Probleme wie die Produkte der einzelstaatlichen Brokratie,
unterscheidet sich bis auf eine Vielzahl eigener Prgungen (mehr
Abkrzungen als Ausdrcke) nicht wesentlich von ihnen.
ber das Schicksal der Sprachen im vereinigten Europa entscheiden
auer den einzelnen: die Einzelstaaten (Subsidiarittsprinzip) und nur in
zweiter Linie die EU; doch trgt sie, da sie den vertraglichen und
rechtlichen Rahmen fr den grenzenlosen Binnenmarkt vorgibt, eine
gewisse Verantwortung. Sie mte ggf mit flankierenden Manahmen
einer sich ausbreitenden sprachlichen Anarchie vorbeugen.
Wir brauchen Regelungen fr die friedliche Koexistenz der Sprachen.
Dabei sollte auf Erfahrungen wie mit der Beschilderung / Beschriftung in
der Schweiz zurckgegriffen werden. Der erste Platz gebhrt in jedem
Mitgliedstaat der / den Landessprachen. Bei Respektierung dieses
Grundsatzes kann eine neue, intensivere Anwesenheit von anderen
Sprachen (mehr Frderung des Lernens von Sprachen), darunter auch der
Weltsprache Englisch, aufgebaut werden (in manchen Bereichen etwa
mehrsprachige Schilder und Beschriftungen, aber unter Einhaltung von
Spielregeln).

T&T 2.1999

243_

Englisch st - in verschiedenem Mae - fast berall de facto


Zweitsprache und lingua franca. Eine Einfhrung als offizielle zweite
Amtssprache in den Mitgliedstaaten, mit der manche liebugeln, htte
jedoch den massenhaften Auszug von Unternehmen, Hochschulen und
Eliten aus dem Deutschen bzw anderen Landessprachen zur Folge.
Kinder und Jugendliche, bereits oft sprachverhaltensgestrt, sind dem
Pseudoenglisch
und
der
Wegwerfsprache
der
kommerziellen
Sprachmanipulierer am strksten ausgesetzt; Lehrer haben es schwer, die
Muttersprache noch zu vermitteln.
Unternehmen und Hochschulen fhren zunehmend Englisch als
Konzern- oder Unterrichtssprache ein. Es kommt alles darauf an,
Arbeitnehmerinnen, Studierende und Wissenschaftlerinnen durch bessere
Sprachkenntnisse auf die internationale Arbeitsteilung vorzubereiten; dazu
knnen Lehrveranstaltungen auf Englisch unter der Voraussetzung
beitragen, da die deutschen Fach- und Wissenschaftssprachen nicht
verkmmern. Die Sorge um Arbeitspltze darf nicht zur Destabilisierung
von Landessprachen mibraucht werden.
Stellungnahmen anerkannter Sprachwissenschaftler und Germanisten:
einige zeigen noch Gelassenheit und vertrauen auf Selbstregulierungskrfte (Wahlfreiheit im Sprachgebrauch und beim Kauf), whrend nicht
wenige andere ernste Gefahren fr den Fortbestand des Deutschen als
Kultursprache ausmachen.
Das Zurckfallen des Deutschen ua voll ausgebildeter Kultursprachen
auf einen drittklassigen Status (mit Englisch als Hoch-, Gelehrten- und
Modesprache), der sich dem heutiger Dialekte annhert, mu verhindert
werden.
Es kann nicht weitgehend den erwhnten Kreisen in Werbung,
Wirtschaft und Medien berlassen werden, ber die weitere Entwicklung
des Deutschen (oa Sprachen) zu bestimmen und es nach ihrem
Geschmack umzukrempeln.
In der Bundesrepublik 1997 st ein Verein gegrndet worden, der sich
nicht
mit
akademischen
Diskussionen
und
pessimistischen
Lagebeschreibungen begngt, sondern die Dinge nach Mglichkeit
beeinflussen will und bereits mit einigem Erfolg gegen grobe Mibruche
("Denglisch") ttig geworden st. Dabei will er engstirnigen Purismus
vermeiden.
Also, auf eine kurze Formel gebracht: Mehr Bewutsein fr Werte,
ohne die es kein Europa gibt! Sie sind wichtiger als vermeintliche
Marktvorteile. Ein Markt, eine Whrung - ja -, eine Sprache (soweit sie die
anderen verdrngt) - nein!

244

T&T 2.1999

Meinen

Kollegen

G B ERG,

KERSTING und

R KLPPER danke

ich

fr

Korrekturen.
WERNER V O I G T

wvoigt@europarl.eu.int

17

Literatur

ABEL JRGEN 1999 Cyber Sl@ng. Die Sprache des Internet von A bis Mnchen
A M M O N ULRICH 1994 Hrsg English Only? in Europa Sociolingustica 8, Tbingen
A M M O N ULRICH / H A A R M A N N HARALD 1991 Status und Funktion der Sprachen in

den Institutionen
Tbingen

der Europischen

G emeinschaft

Sociolingustica

5,

AMMON
ULRICH
14.10.1998
Ist
Deutsch
noch
internationale
Wissenschaftssprache? Englisch auch fr die Lehre an deutschsprachigen
Hochschulen

B erlin New York 1998 [B esprechung von KLEIN W O L F PETER

"Pidgin als Weltsprache" Frankfurter Allgemeine Zeitung. Fragt ua, warum


auslndische Studenten, die man mit dieser Strategie gewinnen will, ins
anglophone Deutschland kommen sollen, wenn sie auch in ein
englischsprachiges Land gehen knnten]
A M M O N ULRICH 1998 "Einheit im Sinne Humboldts. Englisch als Sprache der
Hochschullehre hat mehr Vorteile als Nachteile" [Erfahrungsbericht] Die Zeit
53 [behandelt zugleich objektiv die Gegenargumente und pldiert fr
gleichzeitige Pflege der deutschen Sprache]
A M M O N ULRICH 4.3.1999 "Abschied von der Sprache aus Heidelberg und
Gttingen. ber Ursachen und Folgen des Niedergangs des Deutschen als
Wissenschaftssprache" Frankfurter Rundschau [B ehandelt auch Einwnde
und fragt etwa: Wird fremdsprachliche Lehre an den hchsten
Bildungsinstitutionen wie die Auflsung der Nation vom Kopf her
empfunden? Ist B evorzugung des Englischen vereinbar mit dem Ziel der
Vielsprachigkeit und Multikulturalitt?]
A M M O N ULRICH 1998 "Heutige Fachsprachen im interkulturellen Austausch I: Die
Stellung der deutschen Wissenschaftssprachen auerhalb des deutschen
Sprachgebiets" 809/819 in Fachsprachen. Languages for Special Purposes.
Ein internationales Handbuch zur Fachsprachenforschung und Terminologie
wissenschaft

Hrsg L HOFFMANN / KALVERKMPER / E

WIECAND

in

Verbindung mit CHR GALINSKI / W HLLEN Bd 1, Berlin / New York


A M M O N ULRICH 1996 "Sprachkontakt in multinationalen B etrieben" 852/857
Kontaktlinguistik.
Contact
linguistics.
Linguistique
de contact. Ein
internationales

Handbuch

Berlin / New York

Hrsg von H GOEB L / P H

NELDE / STARY B d I,

T&T 2.1999

245_

A M M O N U L R I C H 1 9 9 8 Hrsg Die deutsche Sprache in Japan.


Studium [auch ber Wissenschaft, Kunst, Wirtschaft]

Verwendung

und

A M M O N U L R I C H 1 9 9 6 " T h e European U n i o n (EU - formerly European C o m m u n i t y ) :


Status change of English d u r i n g the last fifty years" 2 4 1 / 2 6 7 in
Post-Imperial
English ed J A F I S H M A N / A W C O N R A D / A R U B A L - L P E Z Berlin / N e w York

A M M O N U L R I C H 1 9 9 6 "Language-Spread P o l i c y " 5 1 / 5 7 in Language


Language Planning 21
APPEL

DU

COMIT

EUROPEN

POUR

LE RESPECT

DES CULTURES

Problems

ET DES LANGUES

and
EN

EUROPE: http://Persoweb.francenet. f r / ~ m b o n n a u d / c e r c l e f r . h t m l
A R N U T I T U S 2 4 - 2 5 . 5 . 1 9 9 8 " D i e deutsche Sprache gibt es gar nicht. D r o h t
b e r f r e m d u n g bis z u r Unkenntlichkeit? O d e r sind A n g l i z i s m e n eine
w i l k o m m e n e Bereicherung?" Sddeutsche
Zeitung
A T K I N S R A L P H 2 1 . 4 . 1 9 9 8 " D e f e n d i n g the tongue o f G o e t h e " Financial
BECK U L R I C H 1 9 9 8 Perspektiven
Zweite Moderne]

der Weltgesellschaft

Times

Frankfurt a M a i n

[Edition

BARTFELD S I N A 9 . 1 2 . 1 9 9 8 " B a b y l o n w i r d abgebaut. D i e Universitt der Vereinten


N a t i o n e n erprobteine neue Sprache fr das Internet" Die Welt [Jeder soll
Texte in seiner Sprache in Netze eingeben k n n e n , d i e m i t e i n e m neuen
anspruchsvollen System automatische in sehr viele andere bersetzt w e r d e n
u n d den Empfnger / Leser in seiner Sprache erreichen. W e i t e r e
Informationen: http://www.las.unu.edu]
BETZ WOLFGANG 3 . 1 1 . 1 9 8 9 " B e i der M o n o k u l t u r des Englischen angelangt"
Sddeutsche
Zeitung
[Leserbrief
ber Einfhrung v o n Englisch als
Unternehmenssprache, die U m b e n e n n u n g v o n Messen ua]
BICKEL H A N S / SCHLPFER ROBERT

1994

Hrsg Mehrsprachigkeit

forderung
[Kulturelle
Vielfalt
und
nationale
Forschungsprogramm] Frankfurt a m M a i n
BILD

- eine

Identitt.

Heraus-

Nationales

AM SONNTAG
1.11.1998 "Proze v o r d e m Arbeitsgericht, w e i l Angestellter
englische Fachausdrcke ablehnt. Lufthansa: W a r u m drfen ' w i n g s ' n i c h t
Flgel heien?"

BILD AM SONNTAG
1 0 . 1 . 1 9 9 9 " I m m e r mehr englische Fachausdrcke erschweren
unseren A l l t a g . Geht's n i c h t auch auf deutsch?"
B S W A L D ALFRED 1 9 . 1 . 1 9 9 9 " D i e Jugend a n m a c h e n . W i e Leipzig m i t der
Eventmesse ' V 4 U ' Erfolg haben w i l l " Frankfurter Allgemeine
Zeitung
BORN

J O A C H I M 3 0 . 2 . 1 9 9 2 "Entsteht eine neue europische Sprache? V o m


Esperantogeld z u m Eurospeak" Jahrestagung der Gesellschaft fr A n g e w a n d t e
Linguistik, Saarbrcken

B O R N J O A C H I M - STICKEL G E R H A R D

1992

Hrsg Deutsch

als

Verkehrssprache

in

Europa Jahrbuch des Instituts fr deutsche Sprache Berlin - N e w York [Fr


unser
Thema
EU
bemerkenswert:
AMMON
ULRICH
"Empirische
Untersuchungen z u r Stellung der deutschen Sprache in Europa in Wirtschaft,
Wissenschaft u n d Politik", BURKERT M I C H A E L " D e u t s c h - als Amts- u n d

246

T&T 2.1999
Arbeitssprache in der EG" S 64, COULMAS FLORIAN "Was ist die deutsche

Sprache wert?" (konomische Aspekte: B edeutung im Handel, auf dem


Kultur und Sprachlehrmarkt) S 9, VOLZ WALTER "Deutsch im bersetzeralltag
der EGKommission" S 64, D O N A T MARCELL VON "Der Kommunikationsstre

in den EGInstitutionen" S 77]


BRASELMANN PETRA 1999 Sprachpolitik und Sprachbewutsein in Frankreich heute
Romanistische Arbeitshefte 43, Tbingen
BRENNER ULRICH 25.1.1999 "Schlu mit McDeutsch!" Saarbrcker Zeitung
B R U H A T H O M A S / SEELER HANSJOACHIM 1998 Hrsg Die Europische Union und ihre

Sprachen.
Interdisziplinres
Symposium
zur
Vielsprachigkeit
als
Herausforderung und Problematik des europischen Einigungsprozesses.
Gesprch zwischen Wissenschaft und Praxis Schriftenreihe des Europa
Kollegs Hamburg zur Integrations Forschung 19 BadenBaden [B eitr ua von
R V A N H O O F / HAVERKAMP/ T H BR U H A / E OKSAAR, Anhang: Verordnung

1.58

zur Regelung der Sprachenfrage]


BUCK 1994 "SelfmadeEnglisch. Semantic Peculiarities of English Loanword
Material in Contemporary German" 130/146 in Forum for Modern Language
Studies 10
BULLERMANN JOACHIM 1998 "Meine Meinung: Oh Herr, sie sind von Sinnen und
fliehen aus ihrer Sprache!" Besser mit Bullermann. ErfolgsSeminare fr
Fachhandel, Fachhandwerk und Industrie Konstanz
CARSTENSEN B RODER 1986 "EuroEnglish. Linguistics across Historical and
Geographic B oundaries" 827/835 in Trends in Linguistics. Studies and
monographs (In Honour of Jacek Fisiak. Vol 2: Descriptive, Contrastive and
Applied Linguistics) B erlin
CARSTENSEN B RODER 1987 "Der englische Einflu auf die deutsche Sprache. Die
europische Herausforderung: England und Deutschland in Europa / The
European Challenge: B ritain and Germany in Europe" 93/107 in PrinzAlbert
Studien 5 Mnchen
CLYNE MICHAEL G 1995 The German Language in a changing Europe Cambridge
[Chapter 8: "Recent AngloAmerican influence" S 200/217]
CLYNE MICHAEL 1975 "German and English working pidgins" 135/150 in Papers in
Pidgin and Creole Linguistics Pacific Linguistics, Canberra
COULMAS FLORIAN 1992 Die Wirtschaft mit der Sprache. Eine sprachsoziologische
Studie Suhrkamp Taschenbuch Wissenschaft, Frankfurt am Main
COULMAS FLORIAN 1991 A language policy for the European Community B erlin
COULMAS FLORIAN 1988 With Forked Tongues. What National
Good for Ann Arbor, Michigan

Languages are

CRYSTAL DAVID 1997 English as a G lobal Language Cambridge New York


Melbourne [B emerkenswert: Englisch als Weltsprache knnte in Zukunft nur
durch billige, leicht verfgbare automatische bersetzung in Frage gestellt
werden. Dies hlt er fr unwahrscheinlich. Vgl jedoch das schon weit

T&T 2.1999

247_

forgeschrittene U N - Programm eines bersetzungsprogramms fr ber 120


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DIETER HERMANN H 1999 "Deutsch als Kultur- und Wissenschaftssprache - Nur
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DONALIES ELKE 1992 "Hippes Hopping und toughe Trendies. ber (neu)modische,
noch nicht kodifizierte Anglizismen in deutschsprachigen YuppieZeitschriften" 97/110 Die Sprache 20
DORION H 1994 "Langue nationale et mondialisation. Enjeux et dfis pour le
franais" 3/4 Cahiers de l'Institut de Linguistique de Louvain 20
DREWS JRG 16.2.1999 "Die Message hr'ich w o h l " Spectrum Die Presse
DRIESCH ANDREAS 1995 "Adventure-Look und Sport-Appeal. Das Phnomen
'modischer' Anglizismen in Men-Lifestyle-Zeitschriften" 240/268 Die
Sprache 23
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Podiumsdiskussion im Zweig Bonn der GfdS am 17. Mrz 1998 unter dem
Titel] "No future fr Deutsch? Wieviel Englisch verkraftet unsere Sprache?"
(Moderation REINARD APPEL) 16/27 Sprachdienst 1 (mit den im Nachhinein
schriftlich formulierten Statements von BUSSE ULRICH [Hrsg des AnglizismenWrterbuchs, Osnabrck], EICHHOFF JRGEN / GRTNER GEORG-HEINZ " W i e

viele
Amerikanismen
vertrgt
unsere
Sprache?",
HENSEL
"Muttersprache und kulturelle Selbstbehauptung") Wiesbaden
EFFERTZ ANDREA /

VIETH

ULRIKE

1996

Das

Verstndnis

HORST

wirtschaftsspezifischer

Anglizismen in der deutschen Sprache bei Unternehmern, Fhrungskrften


und Mitarbeitern der neuen und alten Bundeslnder (Freiberger Beitrge zum
Einflu der angloamerikanischen Sprache und Kultur auf Europa 1) Frankfurt
am Main / Berlin / Bern / New York / Paris / Wien
DROSDOWSKI

GNTHER

1997

"Vernderungen

in

der

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vom 14. bis 16. Januar 1994] Loccumer Protokolle Rehburg-Loccum

248

T&T 2.1999

FINK HERMANN / FIJAS LIANE / SCHONS DANIELLE 1997 Anglizismen

in der Sprache

der Neuen Bundeslnder. Eine Analyse zur Verwendung und Rezeption


(Freiberger Beitrge zum Einflu der angloamerikanischen Sprache und
Kultur auf Europa 3) Frankfurt am Main / Berlin / Bern / New York / Paris /
Wien
FINK HERMANN 1997 Von Kuh-Look bis Fit for fun, Anglizismen in der heutigen
Werbe- und Allgemeinsprache
(Freiberger Beitrge zum Einflu der
angloamerikanischen Sprache und Kultur auf Europa, Bd Industrie. Konstanz
1998), Frankfurt am Main / Berlin / Bern / New York / Paris / Wien
FOCUS-MAGAZIN

4.11.1996 [Focus-Serie Teil 2:] "Verbale Weltherrschaft"

FHR DIETER 1997 "Sprachstrung"Goethe-Institut Intern 4


FRSTER UWE 1984 "Das Fremdwort als Stiltrger" 97/107 Der Sprachdienst 28,
7-8
GRTNER GEORG-HEINZ 1997 " N o future fr Deutsch?" Sprachdienst 4-5
GARDT ANDREAS Hrsg 1999 Nation und Sprache. Die Diskussion
Verhltnisses in Geschichte und Gegenwart Berlin / New York 1999

ihres

GELLERT-NOVAK ANNE 1993 Europische Sprachenpolitik


und Euroregionen.
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Sprache in Grenzgebieten [Diss phiI Mnchen 1992, Giessener Beitr zur
Fremdsprachen-didaktik]
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GLCK H E L M U T / SAUER W O L F G A N G WERNER 19972 Gegenwartsdeutsch

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GOEBL HANS / NELDE PETER H / STARY ZDENEK / W L C K W O L F G A N G Hrsg 1996

Kontaktlinguistik. Ein internationales Handbuch zeitgenssischer Forschung


An International Handbook of Contemporary Research. Manuel international
des recherches contemporaines (Erster Halbband) Berlin / New York
GTTINGER TAGEBLATT 4.1.1999 "Einkaufsbummel / Sprachmix auf Schritt und
Tritt... 100 mal Englisch auf 1000 Metern Gttingen"
GREGORY JEAN KAREN 4.7.1997 "Den Deutschen fehlt der Stolz. Warum die
Hochschulen hierzulande nicht amerikanisiert werden knnen" Frankfurter
Allgemeine Zeitung
GRIMM JACOB / Wilhelm 1986 ber das Deutsche. Schriften zur Zeit-, Rechts-,
Sprach- und Literaturgeschichte Philipp Redarn, Leipzig [darin zum Thema
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HAARMANN HARALD Hrsg 1995 Europische
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T&T 2.1999

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und

die

Europische G emeinschaft:
Probleme
am Beispiel
der
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Bildung 19, Mnchen
HEALD D 1978 "Deutschlidich oder Engleutsch Has German a Future"? 139/142
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HEALD D 1981 "The Engleutsch Debate a brief rejoinder" 37 Treffpunkt, Journal
of the Association of Teachers of German 13
HEID MANFRED 1990 "Gedanken zur europischen Sprachenpolitik oder ber die
Notwendigkeit der europischen Mehrsprachigkeit" 71/77 n B AUSCH KR /
HEID M Hrsg Das Lehren von Deutsch als zweiter oder Fremdsprache,
Spezifika, Probleme, Perspektiven. Manuskripte zur Sprachlehrforschung
Bochum
HENSEL HORST am 6.12. 1997 Kulturelle

Selbstbehauptung.

Vortrag auf dem

Dortmunder Autorentreffen 1997 im Theater Fletch B izzel [Manuskript 10 S]


HENSEL HORST 1999 "Verteidigung der Muttersprache eine neue Aufgabe fr den
Deutschunterricht" 57/58 Pdagogik 5
HENSE HORST 1999 Sprachverfall und kulturelle Selbstaufgabe. Eine Streitschrift
Bnen / Westfalen 1999 [Unter Auswertung vieler Quellen, darunter der
"Dokumentation zur Zukunft der deutschen Sprache" von W VoiGt 1998]
HILLER CHRISTIAN 14.4.1999 "Die EuroNotenbank spricht nur mit einer Zunge"
Frankfurter Rundschau
HOBERG RUDOLF 1996 "Fremdwrter. Wie soll sich die die Gesellschaft fr
deutsche Sprache dazu verhalten?" 137/142 Sprachdienst 5
HOBERG RUDOLF 1999 "Sprechen wir bald alle Denglisch?" [Zusammenfassung
eines
Vortrages
whrend
des Symposions
"Deutsch
vor der
Jahrtausendwende" in Berlin 13. Dezember 1998] Sprachdienst 2
HOHEISEL REINHARD 1999 "Deutsch in den Organen der Europischen Union" 1/11
Akten des Deutschen Terminologietags 24.25. April 1998 Kln, B olzano /
Kln
HORX MATTHIAS TRENDBRO 1994 Trendwrter von Acid bis Zippies Dsseldorf /

Wien / New York / Moskau


HUFF MARTIN W 16.7.1998 "Eine Farce um Fanta auf franzsisch. Streit ber
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HUNTINGTON SAMUEL 1996 Kampf der Kulturen. Die Neugestaltung der


Weltpolitik im 27. Jahrhundert [Aus dem Amerikanischen The Clash of
Civilizations von HOLGER FLIESSB ACH] Mnchen / Wien
Ivo HUB ERT 1994 Muttersprache. Identitt. Nation. Sprachliche Bildung im
Spannungsfeld zwischen einheimisch und fremd Opladen [Untersuchungen
ber Theorien von J G R I M M / W V HUMB OLDT, WEISGERB ER ua]

JARAUSCH KONRAD Hrsg 1997 Amerikanisierung


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und

Sowjetisierung

in

250

T&T 2.1999

JOACHIM

JUNGIUS

GESELLSCHAFT

DER

WISSENSCHAFTEN

1984

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deutsche

Sprache der Gegenwart Gttingen [Verff der Joachim-Jungius-Gesellschaft


der Wiss, H a m b u r g 5 1 , Enthlt ua BRODER CARSTENSEN " U n d w i e d e r : d i e
Englnderei in der deutschen Sprache" S 4 3 / 5 7 ]
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Economist

JUCQUOIS G 1 9 9 4 "Le processus d ' u n i f o r m i s a t i o n et d ' u n i o n europennes" 3/4


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de Linguistique

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des

Bodensee- Vereins Juni


KAEHLBRANDT

ROLAND

1996 " D i e

verkannte

Muttersprache.

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internationale Wissenschaftssprache b l e i b e n " Die Zeit 3 0


K A E H L B R A N D T R O L A N D 3 1 . 0 7 . 1 9 9 7 " G e g e n das deutsch-englische
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Kauderwelsch

Merkur

K A P L A N ROBERT B 1993 " T h e H e g e m o n y of English in science a n d t e c h n o l o g y "


151/172 Journal

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and Multicultural

Development

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KIELINGER T H O M A S 2 4 . 5.1998 " D i e V e r h u n z u n g der deutschen Sprache"


Deutschlandradio
KLOSS

HEINZ

Kolumne,

/DLF

" D i e den

internationalen

Rang

einer

Sprache

bestimmenden

Faktoren. Ein V e r s u c h " 7/77 in KLOSS H Hrsg Deutsch in der Begegnung


anderen Sprachen:
im Fremdsprachen-Wettbewerb,
als <Muttersprache
bersee,
als Bildungsbarriere
fr Gastarbeiteo
Forschungsberichte

mit
in
des

Instituts fr deutsche Sprache 2 0 , M a n n h e i m


KLOSS

HEINZ

1967 "'Abstand

Anthropological

Linguistics

Languages'

and

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languages'"

29/41

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14.11.1991
" S p r a c h l i c h e Lcken: ein H i n d e r n i s
im
Binnenmarkt. Fremdsprachen- f r d e r u n g in Klein- u n d M i t t e l b e t r i e b e n "
Sddeutsche
KRMER

Zeitung

WALTER

[Beilage A u s - u n d W e i t e r b i l d u n g ]

10.5.1998

"Antrag

fr

die

Mitgliederversammlung

der

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KUSTERER

HERMANN

1980

"Das

Sprachenproblem

in

den

Europischen

Gemeinschaften Ein Pldoyer fr Pragmatik" 6 9 3 / 7 0 0 Europa-Archiv

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L A N D W E H R B E R N H A R D 9.8.1991 "Schritt in d i e b a b y l o n i s c h e Sprachverwirrung.


Deutsch als dritte Amtssprache der EG? Eine weitere Amtssprache w r d e die
Papierflut in der Gemeinschaft a n s c h w e l l e n lassen" Sddeutsche

Zeitung

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LOI

Sunday

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TOUBON

Gesetz N r 9 4 - 6 6 5 v o m 4 . August 1 9 9 4 ber den G e b r a u c h der

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englischer bersetzung i m Internet:

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T&T 2.1999

251_

LOSKANT SEBASTIAN 1998 Das neue Trendwrter Lexikon. Das Buch der neuen
Wrter

[Chefredaktion Dr BEATE VARNHORN, Redaktion Dr SABINE KROME]

Gtersloh Verlag
LUBELEY R 1993 Sprechen Sie Engleutsch? Isernhagen
LCKEMEIER

PETER 2.11.1998

"Uncool"

Vogelgesang] Frankfurter Allgemeine

[Zum Fall

des Lufthansa-Ingenieurs

Zeitung

LUDWIG RALPH 6.3.1998 Leitung und Eingangsreferat [Podiumsdiskussion]


"Sprachenmischung und gesellschaftliche Identitt" Mit LUEDI (Basel), PETER
NELDE (Brssel), PETE AUER (Hamburg), Nn (Politik), Halle/Saale

MATTUSCH M A X HANS-JRGEN 1999 Vielsprachigkeit - Fluch oder Segen fr die


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Sprach- u Textforschung 6, Hrsg von G BENSE / A SCHILLER, Frankfurt am Main
/ Berlin / Bern / New York / Paris / Wien
MCINTYRE BEN 5.2.1999 "Europanto bubbles out of linguistic liquidiser" The Times
MEIERKORD CHRISTIANE 1996 Englisch als Medium
der
interkulturellen
Kommunikation. Untersuchungen zum Non-Native- / Non-Native-speakerDiskurs Europische Hochschulschriften 14, Angelschsische Sprache und
Literatur 308 Frankfurt am Main / Berlin / Bern / New York / Paris / Wien
[Zugleich Dsseldorf Univ Diss 1995]
MEYER FELIX / REISEN URSULA 1999 Deutsche

Terminologie

im

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Kln, 24.-25. April 1998, Bolzano/ Kln
MEURERS W 1964 "Job im Deutschen" 317/354 in Europische Schlsselwrter.
Wrtvergleichende und wortgeschichtliche Studien Sprachwiss Colloquium
Bonn 2: Kurzmonographien, I: Wrter im geistigen und sozialen Raum, Hrsg
J KNOBLOCH et al, Mnchen

MOSER WOLFGANG 1996 Xenismen. Die Nachahmung


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Europische Hochschulschriften 2 1 , Linguistik 159, Frankfurt am Main /
Berlin / Bern / New York / Paris / Wien [Zugl Diss Graz Univ 1994]
MOUSKOURI N A N A 1998 "L'anglais, une barrire la diversit linguistique"
Parliament Magazine 2, Brussels
NELDE PETER H Hrsg 1995 Einsprachigkeit ist heilbar - berlegungen zur neuen
Mehrsprachigkeit

Europas Sociolingustica 11, Tbingen

NONNENAST T H 24.10.1997 "Deutsche Slogans verlieren ihre Muttersprache" Die


Welt [ber Englisch in deutschen Werbeanzeigen]
PFEIL WERNER 1996 "Die Sprachenregelung in der Europischen Union - Eine
Frage von Verfassungsrang?" 1/4 Lebende Sprachen 4 1 , 1
PHILIPPSON ROBERT 1992 Linguistic Imperialism Oxford
PHILIPPSON ROBERT 1994 "English Language Spread Policy" 7/24 Internat Journal
Soc Lang 107

252

T&T 2.1999

POGARELL RAINER 1998 "Sitzung" oder "Meeting"? Historische und aktuelle


Fragestellungen
zur Sprachreinigung
in Deutschland B eitrge zur
Betriebslinguistik 2 [Vorwort von Prof Dr WALTER KRMER] Paderborn
PHNER RALPH / WIDMER THOMAS 28.5.1998 "Cool! Die deutsche Sprache lebt"

153/161 Facts, das Schweizer Nachrichtenmagazin 22 [hlt Anglizismen und


Amerikanismen fr viel wichtiger als Rechtschreibstreit, erwhnt korrekt die
Einwnde dagegen, steht aber selbst der Werbesprache sehr offen gegenber]
QUELL CARSTEN 1995 "Die Europische Union 1995 Mehr Lnder, weniger
Sprachen?" 25/45 G ermanistische Mitteilungen 41
RAVELING WIARD 2.6.1995 "Englisch, Englisch ber alles, wie Deutsche und
Franzosen
mit der englischen
Sprache
umgehen"
[Vortrag im
Deutschlandfunk]
REFF GAB RIELA 1999 "Die Zukunft der deutschen Sprache" 44/47 [B ericht ber die
Herbsttagung der Deutschen Akademie fr Sprache und Dichtung]
Sprachdienst 1 [ua ber B eitrge von CHR MEIER / JRG DREWS / W O L F G A N G
BADER]

RINKE ANDREAS 1314.2.1999 "Franois Scheer, scheidender franzsischer


Botschafter in Deutschland: 'Ohne eigene Kultur hat Europa keine Zukunft'"
Hannoversche Allgemeine Zeitung
ROEMEN ROB 1998 "Amtssprache(n) der EU. Englisch wre der Favorit" 34/37 EU
magazin 1 2
ROITSCH JUTTA 1999 "Hollywood klaut unsere Mrchen. Stollmann mahnt
Software an, B uhlmahn startet Projekt" Frankfurter Rundschau Frhjahr [Vom
Wettrennen um Bildungssoftware, auch Trger europischer Identitt]
ROLLNICK ROMAN 30.15.2.1997 "Many tongues say No to a single language. Most
Europeans want to preserve their cultural and linguistic diversity" The
European
SCHSISCHE AKADEMIE

DER WISSENSCHAFTEN Hrsg 1999 Konferenz der deutschen

Akademien
der Wissenschaften
"Werkzeug
Sprache".
Sprachpolitik,
Sprachfhigkeit,
Sprache und Macht 3. Symposion der Deutschen
Akademien der Wissenschaften, Leipzig 3. Januar 1998, Hildesheim
SAINTPAUL PATRICK 5.1.1999 "Le virus du "Denglish" Le Figaro [Malgr une
rforme de l'orthographe, l'anglais a "cannibalise" la langue allemande]
SNCHEZ

MACARRO

ANTONIA

"La

invasin

contemporneo" Actas del simposio


Amrica 4.9, San Juan de Puerto Rico
SAUTTER URSULA

del

anglicismo

en

el

espaol

sobre el espaol y el espaol de

16.11.1998 "Auf Wiedersehen, English. Germans fight the

increasing usage of AngloSaxon words in their language" Time Magazine


SCHLOBINSKI / SCHMIDT 1996 "Alles ist eine Frage des Stils. Jugendsprache"
222 Muttersprache 3 [ber die sogenannte B ricolage, bisher oft ungekannte
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253

SCHLOSSER HORST DIETER 1985 "Nationale Identitt in der deutschen Sprache"

67/75 Die Frage nach der deutschen Identitt Hrsg von der Landeszentrale
fr politische Bildung Nordrhein-Westfalen, Dsseldorf
SCHLSSER HORST DIETER 1993 "Ist die deutsche Sprache noch zu retten?" 952/965
Universitas, Zeitschrift fr interdisziplinre Wissenschaft 48, 10
SCHLOSSMACHER MICHAEL 19972 Die Amtssprachen in den Organen der
Europischen Gemeinschaft. Status und Funktion Dortmunder Arbeiten zur
Sprach- und Kulturwissenschaft 25, Frankfurt am Main / Berlin / Bern /
NewYork / Paris / Wien [Erhebung mit Fragebogenaktion und Statistiken ber
den tatschlichen mundi und schriftl Sprachgebrauch, im Arbeitsalltag, in
Sitzungen und in Schriftstcken einschliel des Einsatzes der Dolmetscher
und bersetzungsdienste]
SCHMIDT HELMUT 1998 Globalisierung

Stuttgart

SCHMIDT KLAUS-PETER 26.7.1991 "Chauvi spitzt seine Zunge. Die Deutschen


wollen, da Europa auch deutsch spricht" Die Zeit [Der Vorrang von
Franzsisch (und Englisch) hat handfeste Folgen, denn die europische
Gesetzgebung, das politische System und die politische Argumentation sind
stark franzsisch geprgt]
SCHNEIDER W O L F 24.9.1993 "Fngt man mit schlechtem Deutsch mehr Kunden? ...
ber unntige Anglizismen und die Verquastheit der Werbesprache. Ein
Pldoyer fr die deutsche Sprache" 36 Horizont 38
SCHNFELD EIKE 1995 Alles easy. Ein Wrterbuch
Reihe 1126, Mnchen

des Neudeutschen

Beck'sche

SCHRDER HARTMUT "Heutige Fachsprachen im interkulturellen Austausch III: Die


Stellung der englischen Wissenschaftssprachen in der Welt" Fachsprachen.
Languages
for Special
Purposes.
Ein internat
Handbuch
zur
Fachsprachenforschung und Terminologiewissenschaft Hrsg von L Hoffmann
/ H KALVERKMPER / H E W I E G A N D . Mit C H R GALINSKI / W HLLEN, Bd I
SCHRDER HARTMUT / JRVI O U T I / KALLIO M I K A "Die finnischen Fachsprachen im

20. Jahrhundert
Fachsprachen II

und ihre

Erforschung:

eine

bersicht"

1579/1585

SCHRDER KONRAD 1981 "Eine Sprache fr Europa?" 62/69 Wort und Sprache
SCHTTE DAGMAR 1996 Das schne Fremde. Anglo-amerikanische Einflsse auf
der
Sprache
der deutschen
Zeitschriftenwerbung
Studien zur
Kommunikations- wissenschaft 16 [Mit zahlr Statistiken und Tabellen.
Analyse von 3 000 Zeitschriftenanzeigen 1951-1991] Opladen
SCHULZE HEINZ HERBERT 1987 Computer-Englisch.

Ein Fachwrterbuch

Reinbek

SEIFERT GERHARD Hrsg 1994 Vereinigtes Europa und nationale Vielfalt - Ein
Gegensatz? Referate gehalten auf dem Symposium der Joachim-JungiusGesellschaft der Wissenschaften, Hamburg am 29.-30. Oktober 1993.
Verffentlichung der Joachim-Jungius-Gesellschft
der Wissenschaften
Hamburg
77, Gttingen
[Beachte
besonders
DEBUS
FRIEDRICH
"Sprachenprobleme im Vereinigten Europa" 47/61; HILF MEINHARD

254

T&T 2.1999
"Nationale Vielfalt
(Sprachenaspekt)]

in

der

EU: Zukunft

des Fderalismus"

130

SIEWERT K 1996 "Von der Sorge um unsere Sprache" Sprachdienste


SPTH LOTHAR 1999 Die Stunde der Politik Berlin [die Menschheit als Kultur- und
Kommunikationsgesellschaft" S 229]
DER SPIEGEL 1990 "Neu-Deutsch. Auf den Wings der fantasy. Auch wenn viele
Deutsche nichts verstehen: Die Amerikanisierung der Sprache nimmt rasend
zu" 19 [Sprache von Werbung und Wirtschaft]
DER

SPIEGEL 1999 "Die Welt


W Wiedeking" 3

tickt

zu

einseitig.

Porsche-Vorsitzender

SPILLNER BERND 1989 "Der Sprach-Gerichtshof von 1814: Zur Frage, welche
Sprache zur Europischen Staatensprache erhoben werden knne" in
KLEINSCHMIDT
EBERHARD
Hrsg
Fremdsprachenunterricht
zwischen
Sprachenpolitik und Praxis, Festschrift fr Herbert Christ zum 60. Geburtstag
Tbingen
SPITZER LEO 1918 Fremdwrterhatz
und Fremdwrterha
puristischen bzw chauvinistischen bertreibungen] Wien
DIE

SPRACHEN

IM EUROPA

SOBRE L'ENSENYAMENT

DER EINHEITLICHEN

AKTE:

PRIMER

CONGRES

[Warnungen vor
INTERNACIONAL

DE LLENGES ESTRANCERES 1992 Institut de Cincies de

l'Educaci, Universitt Autonoma de Barcelona [dt und span Beitrge]


SPRINGER U D O 1996 Young Mnchen
STARK FRANZ Deutsch 2000 Materialien zur Fernsehdokumentation des
Bayerischen Fernsehens vom 25. November 1998 [3. Korrigierte Fassung im
Internet: http://web.br-online.de/bildung/deutsch2000/ in 12 Teilen: 1
Verbreitung von Deutsch ua westlichen Sprachen in Europa, 2 Lernerzahlen
von Deutsch ua westlichen Sprachen in Europa, 3 Lernerzahlen von Deutsch
ua westlichen Sprachen in USA, 4 Lnderanteile naturwissenschaftlicher
Nobelpreise
1901-1998,
5
Sprachanteile
in
wissenschaftlichen
Publikationen, 6 Sprachanteile im Internet, 7 Status von Deutsch in
internationalen Organisationen, 8 Zur Internationalen Stellung von Deutsch
und zur Sprachenpolitik der BR Deutschland in der EU, 9 Auszge aus
Textquellen und Interviews (Darunter: Die Legende von Deutsch als
"Beinahe-Amtssprache" der USA), 10 Literaturhinweise, 11 Zusatzinformationen ua Biographien, weitere ntzliche Adressen, 12 Die Stellung der
deutschen Sprache vom Mittelalter bis zum Ende des ersten Weltkriegs
(darunter:
das
"Reichssprachenrecht"
von
1519, sprachliches
Minderwertigkeitsgefhl, Rolle der deutschen Sprache bei diplomatischen
Verhandlungen) 13 Literatur]
STICKEL GERHARD 13.4.1992 Ist die deutsche Sprache noch zu retten? [Vortrag]
Kulturinstitut Ankara
STICKEL GERHARD 16.10.1992 Fragen der sprachlichen Gleichberechtigung des
Deutschen [Vortrag Hans-Ehlers-Akademie der Knste 4.5.1992] Universitt

Lodz

T&T 2.1999

255_

STICKEL GERHARD 22.12.1998 "Zu viele englische Wrter in der Werbung"


Deutsche Presse Agentur
STOMMEL AXEL / STOMMEL MARGOT 22.4.1999 "Wer braucht eigentlich wen? ber

Autonomie und Sponsoring in der Schule" Frankfurter Rundschau


SDDEUTSCHE

ZEITUNG

12.8.1997 "Sprache im Schluverkauf" [In Amsterdam

trafen sich die Deutschlehrer der Welt]


TAALUNIE March 24.-26. Nederlandse Institutional Status and Use of National
Languages in Europe: Contributions to a European Language Policy Borchette
Center, Brussels [Abstracts (Darunter Beitrge von T H BUNGARTEN / G HANSEN
/ R SCHJERVE-RINDLER/ A D E SWAAN / H WEYDT)]
TAYLOR CHARLES 1998, 14 in Universitas 619

TIBI

BASSAM 1998 Europa ohne Identitt? Die Krise der


multikulturellen
Gesellschaft Mnchen
TEUBERT WOLFGANG 1999 "Sprache als Wirtschaftsfaktor. Zur Bedeutung der
Terminologie" 9/13 Sprachreport
TRABANT JRGEN Hrsg 1995 Die Herausforderung durch die fremde Sprache: das
Beispiel der Verteidigung des Franzsischen / Interdisziplinre
Arbeitsgruppe
Mitarbeit von DIRK NAGUSCHEWSKI (Interdisziplinre Arbeits-gruppen 1),
Ergebnisse eines Kongresses: Sprachpurismus/ Franzsisch 1994, AkademieVerlag Berlin
TRAXEL WERNER 1976 "Internationalitt oder Provinzialismus?" 584/594 Psychol
Beitrge 18
TRAXEL WERNER 1979 "Publish or Perish! Auf deutsch oder auf englisch?" 62/77
Psychol Beitrge 2 7, 1
VIELAU AXEL 1991 "Sprachlos in vielen Sprachen? Perspektive des Sprachenlernens
im vereinten Europa" 20/28 Praxis des neusprachlichen Unterrichts 1
VEREIN ZUR WHRUNG

DER DEUTSCHEN SPRCHE 1998 Leitlinien.

Europa ist unser

Haus und Deutsch unsere Sprache Dortmund


VOIGT WERNER Dokumentation zur Zukunft der deutschen Sprache [Auer einigen
eigenen Texten Belegmaterial. Seit 1997, mehrfach aktualisiert, ca 400 S]
VOLZ WALTER 1994 "Englisch als einzige Arbeitssprache der Institutionen der
Europischen Gemeinschaft? Vorteile und Nachteile aus der Sicht eines
Insiders" 88/100 Sociolingustica 8
WANDRUSZKA M A R I O 1990 Die europische Sprachengemeinschaft. Deutsch Franzsisch - Englisch - Italienisch - Spanisch im Vergleich Tbingen
W A R D A U G H RONALD 1987 Languages in Competition Oxford
WEINGRTNER DANIELA 17.6.1999 "Capito? Verstanden? Compris und? Frisch
gewhlt, beginnen Europas Abgeordnete... das Gesprch miteinander - und
verstehen nur Bahnhof. Elf Sprachen, und nicht immer knnen die
Dolmetscher helfen" Die Zeit 25 [Beilage Leben, S 3, ua Kritik am RelaisDolmetschen]
WEINGARTEN RDIGER Hrsg 1997 Sprachwandel durch Computer Opladen

256

T&T 2.1999

W E I N R I C H H A R A L D 7.11.1987 " M i t den N a c h b a r n in ihrer Sprache reden. D i e


europische W o r t k u l t u r lebt v o n ihrer V i e l f a l t " Frankfurter
Allgemeine
Zeitung [Beilage Bilder u n d Zeiten]
W E I N R I C H H A R A L D 1 9 8 9 "Les langues, les diffrences" 4 9 / 5 6 Le franais
monde 2 2 8

dans le

W E I N R I C H H A R A L D 1995 "Ein Gesetz fr d i e Sprache?" in T R A B A N T JRGEN Hrsg

Herausforderung
durch die fremde
des Franzsischen /Interdisziplinre
DIE

Sprache, das Beispiel


Arbeitsgruppe
Berlin

der

Die

Verteidigung

WELT 1 1 . 3 . 1 9 9 8 " D i e Deutschen sorgen sich u m ihre Sprache" [ber


Ergebnisse einer Reprsentativuntersuchung i m Auftrag des Instituts fr
deutsche Sprache, W i n t e r 1 9 9 7 - 1 9 9 8 ]

WENZEL
HARALD
Hrsg
1 9 9 8 Die
Amerikanisierung
des
Medienalltags.
N o r d a m e r i k a s t u d i e n - Eine Schriftenreihe des John F Kennedy-Instituts der FU
Berlin 4 , F r a n k f u r t / N e w York
WICHTER

SIGURD

1991

Zur

Computerwortschatz-Ausbreitung

in

die

Gemein-

sprache.
Elemente
der
vertikalen
Sprachgeschichte
einer
Sache
Germanistische Arbeiten z u Sprache u n d Kulturgeschichte, Hrsg v o n Prof Dr
Dr C R U T H S C H M I D T - W I E G A N D , Bd 1 7, Frankfurt a m M a i n / Bern / N e w York /
Paris [Behandelt auch d i e Sprache v o n e-mails]
W I L S S W 1 9 5 8 " D a s Eindringen angloamerikanischer Fremdwrter in d i e deutsche
Sprache seit Ende des z w e i t e n W e l t k r i e g e s " 180 Muttersprache
68
W I L S S W 1 9 6 6 " D e r Einflu der englischen Sprache auf d i e deutsche Sprache seit
Ende des z w e i t e n W e l t k r i e g e s " 3 0 / 4 8 Beitrge
zur Linguistik
und
Informations-verarbeitung
8
YANG
WENLIANG
1 9 9 0 Anglizismen
im
Deutschen,
am
Beispiel
des
Nachrichtenmagazins
der Spiegel T b i n g e n [Reihe germanistische Linguistik,
106]
ZABEL H E R M A N N 1 9 9 8 Fremdwrter
in der Gegenwartssprache
als
Verstndigungsund Verstehenshindernisse
[Manuskript, neue Fassung:] Deutschland
und die
deutsche Sprache Universitt D o r t m u n d
ZAPP

FRANZ

JOSEF

KLEINSCHMIDT
Sprachenpolitik

1989

"Sprachenvielfalt

EBERHARD
Hrsg
und Praxis, Festschrift

Stolperstein

fr

Europa"

Fremdsprachenunterricht
fr Herbert Christ zum 60.

in

zwischen
Geburtstag

Tbingen
ZIER M A T T H I A S 1 9 9 9 " V o m Charme der lingua f r a n c a " 4 4 / 4 5 Audimax
6 [Darin
C H R B O D E , Generalsekretr des Deutschen A k a d e m i s c h e n Austauschdienstes:
Grundstndiges Studium w i r d nach w i e v o r auf deutsch stattfinden]
Z I M M E R DIETER E 1 9 9 5 "Sonst stirbt d i e deutsche Sprache" Die Zeit 2 6 [ber d i e
Flut der A n g l i z i s m e n u n d die nachlassende Kraft des Deutschen z u eigenen
Prgungen b z w z u r A s s i m i l i e r u n g des fremden Wortgutes]
Z I M M E R DIETER E 1 9 9 6 " W a r u m Deutsch als Wissenschaftssprache ausstirbt"
[Englisch w i r d z u n e h m e n d zur Lingua der Wissenschaften, w e r sie nicht
beherrscht, w i r d ignoriert. W h r e n d die meisten Forscher sich darauf

T&T 2.1999

257

einlassen, herrscht in der Europischen Union eine babylonische


Sprachverwirrung. Ein Pldoyer fr nationale Zurckhaltung im Dienst der
Verstndigung] Die Zeit 30 [Pldiert auch fr Verzicht auf Deutsch als
Wissenschaftssprache und gegen eine Strkung des Deutschen in den EUOrganen, vgl Erwiderung von R KAEHLBRANDT)]
ZIMMER DIETER E 1997 Deutsch und anders. Die Sprache im Modernisierungsfieber
Hamburg [Darin ua Neuanglodeutsch - ber die Pidginisierung der Sprache
S 7/85, Hundert Computerbegriffe in zehn Sprachen S 86/104, Abschied von
Illusionen. ber den internationalen Status der dt Sprache S 201/214]
ZIMMER DIETER E 1999 "Die Multikulturmaschine. Ein gutes Computerprogramm
mu in vielen Sprachen und Kulturen einsetzbar sein. Diese 'Lokalisierung'
ist ein aufwendiges Geschft" Die Zeit 18
ZiTTLAU JRG 1996 It's cool, man. Neudeutsch
Hamburg

fr amerikanisierte

Germanen

T&T 2.1999

258_
M Y R I A M

N A H N - G U I L L N

La sal de las lenguas

in los modismos, dichos, proverbios y refranes, el paisaje lingstico de


cualquier idioma sera monocromtico, monocorde, aburrido. Como
intrprete y como traductora he tenido que bregar a menudo con estos
retos idiomticos que dotan de colorido al discurso desafiando a la
imaginacin y a nuestros conocimientos de la idiosincrasia de los pueblos.
Este modesto glosario incluye 145 locuciones espaolas, expresiones
prcticamente invariables que se intercalan en el lenguaje haciendo gala
de la sabidura popular. Las he escogido por tener un lugar habitual en mi
paisaje lingstico y sin ms pretensiones que ofrecer su equivalente en
otros idiomas. Las equivalencias espaol-ingls son el primer paso de un
proyecto ms amplio que incluir equivalencias en francs, portugus y
alemn entre otros. Para la versin inglesa he contado con la inestimable
colaboracin de MlKE LUCAS, intrprete y traductor freelance con domicilio
en Barcelona.
En un principio mi intencin era clasificar las locuciones por temas, ya
que me parece mucho ms lgico buscar expresiones de este tipo
partiendo de una idea y no de la primera palabra de la misma. No
obstante, y tras mucho cavilar, me he dado cuenta de que resulta
dificilsimo por no decir imposible hacer un catlogo temtico de
expresiones proverbiales escogidas con un criterio puramente personal. Por
lo tanto, el glosario presenta las expresiones espaolas ordenadas
alfabticamente e incluye un extenso ndice con todas las palabras clave,
tanto de las expresiones espaolas como de las inglesas, que pueden
resultar tiles a la hora de realizar una bsqueda.
No me queda ms que esperar que este glosario sea prctico para los
lectores de T&T. Agradecer cualquier comentario constructivo que
permita mejorar el glosario con vistas a su ampliacin a otros idiomas.

M Y R I A M

N A H N

G U I L L E N

mn@mad.servicom.es

T&T 2.1999

259

a buen hambre no hay pan duro


beggars can't be choosers
hunger is the best sauce

a buenas horas mangas verdes


it is too late to lock the stable when the horse has been stolen
it's about time

a caballo regalado no le mires el dentado


never look a gift horse in the mouth

a grandes
desperate
desperate
desperate

a palabras necias, odos sordos


foolish talk, deaf ears

acabar en agua de borrajas


to come to nothing

agarrarse a un clavo ardiendo


a drowning man will clutch / catch at a straw

agua pasada no mueve molino


a mill cannot grind with the water that is past
it's no use crying over spilt milk
let by-gones be by-gones

al buen entendedor, pocas palabras bastan


a word to the wise is enough
a nod is as good as a wink

10

al pan, pan y al vino, vino


to call a spade a spade
not to mince one's words

males, grandes remedios


situations call for desperate measures
diseases must have desperate remedies
ills need desperate remedies

T&T 2.1999
11

andar con pies de plomo


fo tread carefully / warily
to tread on eggs

12

andar todo manga por hombro


to be topsy-turvy
to be in a mess

13

andarse por las ramas


to beat about the bush

14

ande yo caliente y rase la gente


/ dress for comfort, not for other people
comfort is better than pride

15

arar en el mar
to flog a dead horse

16

aunque la mona se vista de seda, mona se queda


you can't make a silk purse out of a sow's ear

17

buscar una aguja en un pajar


to look for a needle in a haystack

18

buscarle cinco pies al gato


fo ask for trouble
to make life difficult
to split hairs

19

cada maestrillo tiene su librillo


there are more ways than one to skin a cat

20

cada mochuelo a su olivo


let's forget (about) it (and get back to our places)

21

cada oveja con su pareja


birds of a feather flock together

22

cada uno arrima el ascua a su sardina


everyone looks after number one

260

T&T 2.1999

261_

23

coger al toro por los cuernos


to take the bull by the horns
to grasp the nettle

24

como anillo al dedo


to fit like a glove

25

como pez en el agua


to be in one's element

26

cortar el bacalao
fo call the shots

27

cree el ladrn que todos son de su condicin


evildoers always think the worst of others

28

creer que todo el monte es organo


to think life is all a bowl of cherries

29

cuando el ro suena, agua lleva


there is no smoke without a fire

30

cuando veas las barbas de tu vecino cortar / pelar, pon las tuyas a
remojar
you should learn from other people's mistakes

31

darse con un canto en los dientes


fo count oneself lucky

32

de mrame y no me toques
you only have to look at it and it will break

33

de noche todos los gatos son pardos


no one will notice (in the dark)
all cats are grey in the dark

34

de perdidos, al ro
in for a penny, in for a pound

T&T 2.1999

35

262_

detal palo, tal astilla


a chip off the old block
like father, like son

36

dejar a uno con la miel en los labios


to snatch something away from under someone's nose

37

del dicho al hecho hay mucho trecho


there's many a slip 'twixt cup and lip
easier said than done

38

dime con quin andas y te dir quin eres


you can tell a man by the company he keeps
a man is known by the company he keeps

39

Dios da nueces al que no tiene muelas y muelas al que no tiene


nueces
it's an unfair world
to cast pearls before swine

40

Dios los cra y ellos se juntan


birds of a feather flock together

41

dondequiera que fueres, haz lo que vieres


when in Rome do as the Romans

42

durar menos que un caramelo a la puerta de un colegio


to sell like hot cakes

43

el hbito no hace al monje


clothes do not make the man
the cowl does not make the monk

44

el movimiento se demuestra andando


actions speak louder than words
the proof of the pudding is in the eating
the tree is known by its fruit

45

el mundo es un pauelo
it's a small world

T&T 2.1999
46

el que no llora no mama


if youdon 't ask, you don't get
the squeaky wheel gets the grease

47

el que roba a un ladrn tiene cien aos de perdn


it's no crime to steal from a thief

48

el que / quien mucho abarca, poco aprieta


don'f try to take on too much
don't have too many irons in the fire
to bite off more than you can chew

49

el saber no ocupa lugar


one can never know too much

50

empezar la casa por el tejado


to put the cart before the horse
to start building the house by the roof

51

en boca cerrada no entran moscas


if you keep you mouth shut, you won't put your foot in it

52

en casa del herrero, cuchara / cuchillo de palo


the shoemaker's son always goes barefoot
who is worse shod than the shoemaker's wife?

53

en tiempo de higos, no faltan amigos


fair-weather friends

54

en tierra de ciegos, el tuerto es rey


in the country of the blind, the one, eyed man is king

55

encontrar uno la horma de su zapato


fo meef one's match

56

ramos pocos y pari la abuela


that's all we needed
as if we didn't have enough problems

263_

T&T 2.1999
57

es pedir peras al olmo, (que no las suele llevar)


that's asking the impossible
you cannot get blood out of a stone

58

esa es harina de otro costal


that's a different kettle offish
that's a horse of another colour

59

estar a las duras y a las maduras


fo stick by someone through thick and thin
to take the rough with the smooth

60

estar entre la espada y la pared


fo be between the devil and the deep blue sea

61

fue por lana y volvi trasquilado


he was hoist by his own petard

62

gato con guantes no caza ratones


/ can 't do it with these gloves on
a gloved cat is no mouser

63

gota a gota la mar se agota


constant dripping wears away the stone
drop by drop

64

hablando del rey de Roma, por la puerta asoma


talk of the Devil and he is sure to appear

65

hacer de su capa un sayo


to do as one pleases
to make one's own decisions

66

hacer la vista gorda


to turn a blind eye

67

hacer una montaa de un grano de arena


to make a mountain out of a molehill

264

T&T 2.1999
68

hasta el rabo, todo es toro


do not halloo till you are out of the wood
it's not over till it's over
don't count your chickens before they hatch

69

haz el bien y no mires a quin


do good to all alike

70

hoy por ti, maana por mi


you can do the same for me one day

71

la avaricia rompe el saco


if you're too greedy you end up with nothing
grasp all, loose all

72

la cuadratura del crculo


squaring the circle

73

la dicha de la fea, la hermosa la desea


on the other side of the fence the grass is always greener

74

la excepcin confirma la regla


the exception proves the rule

75

la flor de la canela
fhe bee's knees
la crme de la crme

76

la unin hace la fuerza


united we stand

77

las cosas claras y el chocolate espeso


fo cali a spade a spade
let's not beat about the bush

78

las cosas de palacio van despacio


these things take time (ref bureaucracy)

79

llevarse el gato al agua


to pull it off

265_

T&T 2.1999
80

lo mejor es enemigo de lo bueno


fne best is often the enemy of the good

81

los rboles no dejan ver el bosque


one cannot see the wood for the trees

82

los ojos son el espejo del alma


the eyes are the mirror of the soul
mal de muchos, consuelo de tontos
that's some consolation I suppose

83

84

mala hierba nunca muere


fhe Devil looks after his own

85

marear la perdiz
to beaf about the bush

86

ms chulo que un ocho


too big for his boots

87

ms sabe el diablo por viejo que por diablo


there's no substitute for experience
experience is the best teacher

88

ms vale malo conocido que bueno por conocer


beffer the devil you know than the devil you don't know

89

ms vale maa que fuerza


brain is better than brawn

90

ms vale pjaro en mano que ciento volando


a bird in the hand is worth two in the bush

91

ms vale prevenir que curar


an ounce of prevention is worth a pound of cure
a stitch in time saves nine

92

ms vale tarde que nunca


beffer late than never

266_

T&T 2.1999
93

ms vale un mal arreglo que un buen pleito


beffer a poor compromise than a strong case

94

matar dos pjaros de un tiro


to kill two birds with one stone

95

meterse en camisa de once varas


to gef info a mess /jam
to be in a pickle

96

miel sobre hojuelas


wnaf's more
better still...

97

mucho ruido y pocas nueces


all talk and no action
all talk and no trousers
much ado about nothing

98

nadie es profeta en su tierra


no man is a prophet in his own land
a prophet is without honour in his own country

99

nadie nace sabiendo


no one is born wise

100

nadie puede decir "de este agua no beber"


you never know when the same thing might happen to you

101

ni un dedo hace mano, ni una golondrina verano


one swallow doesn 't make a summer

102

no dar el brazo a torcer


not to let anyone twist your arm
to stand your ground

103

no dejes para maana lo que puedas hacer hoy


don't / never put off till tomorrow what you can do today

267_

T&T 2.1999
104

no es oro todo lo que reluce


all that glitters is not gold

105

no hay mal que cien aos dure


nothing goes on forever
it is a long road that has no turning
the longest day must have an end

106

no hay mal que por bien no venga


every cloud has a silver lining
it is an ill wind that blows nobody any good

107

no hay peor ciego que el que no quiere ver


friere are none so deaf as those who will not hear
none so blind as those who won't see

108

no hay que mentar la soga en casa del ahorcado


to say the wrong thing
to put one's foot in it
let sleeping dogs lie

109

no por mucho madrugar amanece ms temprano


everything at its appointed time

110

no ser moco de pavo


fo be no mean feat
to be no small amount

111

no ser ni chicha ni limonada


fo be neither fish nor fowl

112

no tener pelos en la lengua


nof fo mince one's words

113

no vendas la piel del oso antes de haberlo cazado


oOn'f count your chickens before they hatch

114

No / nunca te acostars sin saber una cosa ms


you learn something new every day

268

T&T 2.1999
115

nunca es tarde si la dicha llega / es buena


beffer late than never
it is never too late to mend

116

nunca llueve a gusto de todos


you can't please everybody

117

or campanas y no saber dnde


to talk through one's hat

118

ojos que no ven, corazn que no siente


out of sight, out of mind

119

perro ladrador, poco mordedor


his bark is worse than his bite
barking dogs seldom bite

120

poderoso caballero es don dinero


money talks
a golden key opens every door

121

poner los puntos sobre las es


fo make something clear
to dot the i's and cross the t's

122

poner una pica en Flandes


to bring off a coup

123

ponerle el cascabel al gato


fo sf ick one's neck out
to bell the cat

124

por la boca muere el pez


talking too much can be dangerous
the least said the better
to put your foot in it

125

por la muestra se conoce el pao


you can spot him/it a mile off

269

T&T 2.1999

270

126

por un clavo se pierde una herradura, x1 h 1 caballo, x1 c 1 general


y x1g 1 batalla
for want of a nail a shoe was lost, xis horse, xlh I rider, xlr
7battle, x1b 7 kingdom

127

por un garbanzo no se descompone la olla


one bad apple d oesn 't spoil the whole barrel

128

por un odo le entra y por el otro le sale


it goes in one ear and straight out the other

129

querer es poder
where there's a will there's a way

130

querer nadar y guardar la ropa


to wanf your cake and eat it
to run with the hare and hunt with the hound s

131

quien bien te quiere, te har llorar


sometimes you have to be cruel to be kind

132

quien calla otorga


silence gives consent

133

quien pregunta lo que no debe, oye lo que no quiere


ask a silly question, get a silly answer

134

quien siembra vientos, recoge tempestades


he who sows the wind shall reap the whirlwind

135

saber donde aprieta el zapato


to know where one's own problems lie
to know which sid e one's bread is buttered

136

sobre gustos no hay nada escrito


everyone to his taste
beauty is in the eye of the behold er
one man's meat is another man's poison
there's no d isputing about tastes

T&T 2.1999
137

tanto va el cntaro a la fuente, que al fin se quiebra


you shouldn 't push your luck

138

tener la mosca detrs de la oreja


to be wary
to be on one's guard

139

tener los ojos ms grandes que el estmago


your eyes are bigger than your stomach

140

tirar la piedra y esconder la mano


to play sneaky tricks

141

tomar el pelo
fo take the mickey/piss
to pull someone's leg

142

traer por la calle de la amargura


fo make someone's life a misery

143

un grano no hace granero, pero ayuda al compaero


every little helps

144

vale ms andar solo que mal acompaado


/f's beffer to be alone than with people you don't like

145

vsteme despacio que tengo prisa


more haste, less speed
haste makes waste
make haste slowly

27J_

272

abarca 48
abuela 56
acabar 6
acompaado 144
acostars 114
action 97
actions 44
ado 97
agarrarse 7
agota 63
agua 100. 79. 29. 25. 8. 6
aguja 17
ahorcado 108
alike 69
all 104. 97. 7 1 . 69. 56. 33. 28
alma 82
alone 144
always 73. 52
amanece 109
amargura 142
amigos 53
amount 110
andando 44
andar 144. 12. 11
andarse 13
andas 38
ande 14
anillo 24
another 136
answer 133
anyone 102
aos 105. 47
appear 64
apple 127
appointed 109
aprieta 135. 48
arar 15
rboles 81
ardiendo 7
arena 67
arm 102
arreglo 93
arrima 22
ascua 22
ask 133. 46. 18
asking 57
asoma 64
astilla 35
aunque 16

T&T 2.1999
avaricia 71
ayuda 143

bacalao 26
bad 127
barbas 30
barefoot 52
bark 119
barking 119
barrel 127
bastan 9
batalla 126
battle 126
b e 138. 131. 111. 110. 95. 60. 25.
12
beat 85. 77. 13
beauty 136
beber 100

b e e 75
beggars 1
beholder 136
bell 123
best 87. 80. 1
better 144. 124. 115. 96. 93. 92.
89. 88. 14
bien 131. 106. 69
b i g 86
bigger 139
bird 90
birds 94. 40. 21
bite 119. 119
bite off 48
b l i n d 107. 66. 54
b l o c k 35
blood 57
blows 106
blue 60
boca 124. 51
boots 86
born 99
borrajas 6
bosque 81

bowl 28
brain 89
brawn 89
brazo 102
bread 135

break 32
bring off 122

T&T 2 . 1 9 9 9
buen 93. 9. 1
buenas 2
bueno 88. 80
building 50
bull 23
bureaucracy 78
buscar 17
buscarle 18
bush 90. 85. 77. 13
buttered 135
bygones 8

caballero 120
caballo 126. 3
cake 130
cakes 42
caliente 14
call 77. 26. 10
call for 4
calla 132
calle 142
camisa 95
campanas 1 1 7
canela 75
cntaro 137
canto 31
capa 65
caramelo 42
carefully 11
cart 50
casa 108. 52. 50
cascabel 123
case 93
cast 39
cat 123. 62. 19
catch 7
cats 33
caza 62
cazado 113
cerrada 51
cherries 28
chew 48
chicha 111
chickens 113. 68
chip 35
chocolate 77
choosers 1
chulo 86
ciego 107

273
ciegos 54
cien 105. 47
ciento 90
cinco 18
circle 72
crculo 72
claras 77
clavo 126. 7
clear 121
clothes 43
cloud 106
clutch 7
coger 23
colegio 42
colour 58
come 6
comfort 14
company 38
compaero 143
compromise 93
condicin 27
confirma 74
conoce 125
conocer 88
conocido 88
consent 132
consolation 83
constant 63
consuelo 83
corazn 1 1 8
cortar 30. 26
cosa 1 1 4
cosas 78. 77
costal 58
count 113. 68. 31
country 98. 54
coup 122
cowl 43
cree 27
creer 28
crme 75
cra 40
crime 47
cross 121
cruel 131
crying 8
cuadratura 72
cuando 30. 29
cuchara 52
cuchillo 52

274
cuernos 23
cup 37
curar 91
cure 91
D
d a 39
dangerous 124
dar- 102
d a r k 33
darse 31
d a y 114. 105. 70
dead 15

T&T 2.1999
dos 94
d o t 121
dress 14
dripping 63
drop 63
drowning 7
durar 42
duras 59
dure 105

diablo 87
dicha 115. 73

ear- 128. 16
ears 5
easier 37
eat 130
eating 44
eggs 11
element 25
empezar 50
encontrar 55
e n d 105
end up 71
enemigo 80
enemy 80
enough 56. 9
entendedor 9
entra 128
entran 51
ramos 56
eres 38
es 104
esconder 140

dicho 37

escrito 136

d i d n ' t 56
dientes 31
different 58
difficult 18
dime 38
dinero 120

deaf 107. 5
debe 133
decir- 100

decisions 65
dedo- 101. 24
deep 60
dejar 36
dejes 103
demuestra 44
dentado 3
descompone 127

desea 73
despacio 145. 78
desperate 4
detrs 138

devil 88. 60
Devil 84. 64

Dios 40. 39

espada 60
espejo 82
espeso 77
estar 60. 59
estmago 139
e v e r y 143. 120. 114. 106
everybody - 1 1 6

d i r 38

everyone 136. 22

diseases 4

everything 109
evildoers 27
excepcin 74
exception 74
experience 87
eye 136. 66
eyes 139. 82

disputing 136
d o 103. 70. 69. 68. 65. 62. 41
dogs 119. 108
donde 135
dnde - 1 1 7
dondequiera 41
done 37
d o o r 120

T&T 2.1999

fair-weather 53
faltan 53
father 35
fea 73
feat 110
feather- 40. 21
fence 73
fin 137
fire 48. 29
fish 111. 58
fit 24
Flandes 122
flock 40. 21
flog 15
flor 75
foolish 5
foot- 124. 108. 51
forever 105
forget 20
fowl - 111
friends 53
fruit 44
fue 61
fuente 137
fueres 41
fuerza 89. 76

garbanzo- 127
gato 123. 79. 62. 1
gatos 33
general 126
gente 14
get 133. 95. 57. 46
get back 20
gets 46

gift 3
gives 132
glitters- 104
glove 24
gloved 62
gloves 62
goes 52
goes in 128
goes on 105
gold- 104
golden 120
golondrina 101
good 106. 80. 69. 9

275
gorda 66
gota 63
grandes 139. 4
granero 143
grano 143. 67
grasp 71. 23
grass 73
grease 46
greedy 71
greener 73
grey 33
grind 8
guantes 62
guard - 1 3 8
guardar 130
gusto - 1 1 6
gustos 136
H
hbito 43
hablando 64
hace 143. 101. 76. 43
hacer 103. 67. 66. 65
hairs- 18
halloo 68
hambre 1
hand 90
happen 100
hare 130
harina 58
hasta 68
haste 145
hat 117
hatch 113. 68
have 48
h a y 108. 107. 106. 105
haystack 17
haz 69. 41
hear 107
hecho 37
helps 143
hermosa 73
herradura 126
herrero 52
hierba 84

higos 53
hoist 61
hojuelas 96
hombro 12
honour 98

276
horas 2
horma 55
horns 23
horse 126. 58. 50. 15. 3. 2
hot 42
hounds 130
house 50

h o y 103. 70
hunger 1
hunt 130
I
es 121
ill 106
ills 4
impossible 57
irons 48
is 29
i's 121
J

jam 95
juntan 40

K
keep 51
keeps 38
kettle 58
k e y 120

kill 94
kind 131

king 54
kingdom 126
knees 75
k n o w 135. 100. 88. 49
known 44. 38

labios 36
ladrador 119
ladrn 47. 27
lana 61
land 98
late 115. 92. 2
learn 114. 30
least 124
leg 141
lengua 112
less 145
let 108. 102. 8

T&T 2.1999
et's 77. 20
brillo 19
ie 135. 108
fe 142. 28. 18
ike 144. 42. 35
monada 111
ning 106
37
ittle 143
lega 1 1 5
leva 29
levar 57
levarse 79
lora 46
lorar 131
lueve 116
ock 2
o n g 105
ongest 105
o o k 32. 17. 3
ook after 84
ooks 22
oose 71
ost 126
ouder 44
uck 137
ucky 31
ugar 49
M
madrugar 109
maduras 59
maestri I lo 19
make 145. 142. 1 2 1 . 1 0 1 . 67. 65.
43. 18. 16
makes 145
mal 144. 106. 105. 93. 83
mala 84
males 4
malo 88
mama 46
man 136. 98. 54. 43. 38. 7
manga 12
mangas 2
mano 140. 101. 90
many 48. 37
maa 89
maana 103. 70
m a r 63. 15
marear 85

T&T 2.1999
ms 144. 139. 114.109. 93. 92. 9 1 .

90. 89.

88. 87

matar 94
match 55
mean 1 1 0
measures 4
meat 136
meet 55
mejor 80
mend 1 1 5
menos 42
mentar 108
mess 95. 12
meterse 95
mickey 141

miel - 96. 36
m i l e 125
milk 8
mill 8
mince 112. 10
mind 1 1 8
mrame 32
mires 69. 3
mirror 82
misery 142
mistakes 30
mochuelo 20
moco 1 1 0
molehill 67
molino 8
mona 16
money 120
monje 43
monk 43
montaa 67
monte 28
mordedor 119
m o r e 145. 96. 48. 19
mosca 138
moscas 51
mountain 67
mouser 62
mouth 5 1 . 3
movimiento 44
m u c h 124. 97. 49. 48
m u c h o 109. 97. 48. 37
muchos 83
muelas 39
muere 124. 84
muestra 125

277
mueve 8
mundo 45
N
nace 99
nada 136
nadar 130
nadie 100. 99. 98
nail 126
necias 5
neck 123
needed 56
needle 17
nettle 23
never 115. 103. 100. 92. 49. 3
new 114
nine 91
nobody 106
noche 33
nod 9
none 107
nose 36
nothing 105. 97. 7 1 . 6
notice 33
nueces 97. 39
number one 22
nunca 116. 115. 114. 2. 84
O
ocho 86
ocupa 49
often 80
o d o 128
odos 5
o r 117
ojos 139. 118. 82
old 35
olivo 20
o l l a 127
olmo 57
once 95
one eyed 54
opens 120
organo 28
oreja 138
oro 104
oso 113
other 128
others 27
otorga 132

278
otro 128
ounce 91
oveja 21
over 68
own 84
oye 133

pajar 1 7
pjaro 90
pjaros 94
palabras 9. 5
palacio 78
p alo 52. 35
pan 10. 1
pao 125
pauelo 45

pardos 33
pared 60
pareja 21
pari 56
pasada 8
past 8
pavo 1 1 0
pearls 39
pedir 57
pelar 30
pelo 141
pelos 1 1 2
penny 34
people 144. 30. 14
peor 107
peras 57
perdidos 34
perdiz 85
perdn 47
perro 1 1 9
petard 61
p e z 124. 25
pica 122

pickle 95
piedra 140
piel 113
pies 18. 11
piss 141
places 20
p l a y 140
please 1 1 6
pleases 65

pleito 93

T&T 2.1999
plomo 11
pocas 97. 9
poco 119. 48
pocos 56
poder 129
poderoso 120
poison 136
pon 30
poner 122. 121
ponerle 123
p o o r 93
pound 9 1 . 34
pregunta 133
prevenir 91
prevention 91
pride 14
prisa 145
problems 135. 56
profeta 98
proof 44
prophet 98. 98
proves 74
pudding 44
puedas 103
puede 100
puerta 64. 42
pull 141
pull off 79
puntos 121
purse 16
push 137
put 124. 108. 5 1 . 50
put off 103

Q
queda 16
querer 130. 129
question 133
quiebra 137
quien 134. 133. 131
quin 132. 69. 48. 38
quiere 133. 131. 107
R
rabo 68
ramas 13
ratones 62
reap 134
recoge 134
regalado 3

T&T 2.1999

279

regla 74
reluce 104
remedies 4
remedios 4
remojar 30
rey 64. 54
rase 14
rider- 126
ro- 34. 29
road 105
roba 47
Roma 64
Romans 41
Rome 41
rompe 71
roof 50
ropa 130
rough 59
ruido 97
rule 74
run 130

silence- 132
silk- 16
s i l l y 133
silver 106
situations 4
skin 19
sleeping 108
s l i p 37
slowly 145
small 110. 45
smoke 29
smooth 59
snatch 36
sneaky 140
soga 108
solo 144
some 83
someone 142. 141. 59
someone's 36
something 121. 114. 36
sometimes 131
son 52. 35. 27
sordos 5

sabe 87
saber 135. 117. 114. 49
sabiendo 99
saco 71
said 124. 37
sale 128
same 70
sardina 22
sauce 1
saves 91
s a y 108

soul 82

sayo 65
sea 60
seda 16
see 107. 81
seldom 119

sell 42
ser 111. 110

shod 52
shoe 126
shoemaker 52
shots 26
shut 51
side 135. 73
siembra 134
siente- 118
sight- 118

sow 16
sows 134
spade 77. 10
speak 44
speed 145
spilt 8
split 18
spoil 127
spot 125
squaring 72
squeaky 46
stable 2
stand 76
start 50
steal 47
stick 123
stick by 59
stitch 91
stolen 2
stomach 139
stone 94. 63. 57
straw 7
strong 93
substitute 87

suele 57
suena 29

280
summer 101
suppose 83
sure 64
swallow 101
swine 39

take- 141. 59. 23


take on 48
t a l k 117. 97. 64. 5
talking- 124
talks 120
tanto 137
tarde 115. 92
taste 136
teacher 87

tejado 50
tell 38
tempestades 134
temprano 109
tener 139. 138. 112
tengo 145

thick 59
thief 47
thin 59
thing 108. 100
things 78
think- 28. 27
tiempo 53
tiene 47. 39. 19
tierra 98. 54
t i m e 109. 9 1 . 78. 2
tirar- 140

tiro 94
today- 103
todo- 104. 68. 28. 12
todos 116. 33. 27
together- 40. 21
tomar- 141
tomorrow 103
tontos 83
too- 124. 86. 7 1 . 49. 48. 2
topsy-turvy 12
toques 32
torcer 102
toro- 68. 23
traer 142
trasquilado 61
tread 11
trecho 37

T&T 2.1999
tree 44
trees 81
tricks 140
trouble 18
trousers 97
try 48
t's 121
tuerto 54
turn 66
turning 105
twist 102
two 94. 90
U
unfair 39
unin 76
united 76
use 8

vale 144. 93. 92. 9 1 . 9 0 . 89. 88


varas 95
veas 30
vecino 30
ven 118
vendas - 1 1 3
venga 106
v e r 107. 81
verano 101
verdes 2
viejo 87
vientos 134
vieres 41
vino 10
vista 66. 16
vsteme 145
volando 90

volvi 6
W
w a n t 130. 126
warily 11
wary 138
waste 145
water 8
way 129
ways 19
wears away 63
w h a t 103
wheel 46

T&T 2.1999

281

when 100. 41. 2


where 135. 129
which 135
whirlwind 134
who 134. 52
wife 52
w i l l 129
wind 134. 106
wink 9
wise 99. 9
wood 81. 68

word 9
words 112. 44. 10
world 45. 39
worse 119. 52
worst 27
worth 91. 90
wrong 108
Mlil-rV^

zapato 135. 55

' \

T&T 2.1999

282

Confrence pour une infrastructure


terminologique en Europe
Prsentation
Le TDCNet est un consortium regroupant des centres de documentation en
terminologie afin de crer une "Bibliothque terminologique virtuelle". Ce
projet s'inscrit dans le cadre du programme MLIS de l'Union europenne,
depuis 1998.
C'est dans cette perspective que le TDCNet et l'Union Latine
organisent Paris, les 13-14-15 mars 2000 la Confrence pour une
infrastructure terminologique en Europe:
Partenaires du projet TDCNet:
Ass I Term Associazione Italiana per la Terminologia
CTB
Centre de Terminologie de Bruxelles de l'Institut Libre Marie
Haps
CI N DOC Centro de Informacin y Documentacin Cientfica
CTN
Centre de la terminologie et de la nologie
DDT
Den Danske Terminologigruppen
Deuterm
Deutsches Informations- und Dokumentationszentrum
fr
Terminologie
ELOT
Hellenic Organization for Standardization
IM
Isien k Malstod
Infoterm
Centre international pour la terminologie
NTU
Nederlandse Taalunie
RTT
Rdet for Teknisk Terminologi
TermCat
Centre de Terminologia
TNC
Swedish Centre for Technical Terminology
TSK
Finnish Centre for Technical Terminology
UL
Union Latine
UZEI
Uzei-Euskalterm
En collaboration avec AET

T&T 2.1999

283

Objectifs
Il s'agira de jeter les bases d'une infrastructure terminologique pour
l'Europe, en adquation avec les rsultats de la dernire Confrence AET
(Paris, 17-18-19 mai 1999). L'accent sera mis sur la coopration entre les
entits travaillant au niveau horizontal et vertical en matire de
terminologie. Les secteurs de spcialit actifs dans ce domaine (eau,
chemins de fer, btiment, tlcom, etc) sont donc encourags participer.
En particulier, cette confrence devra dessiner une plate-forme
dfinitive pour:
a
L'interaction entre
- centres de documentation en terminologie
- associations et rseaux de terminologie
- entits
nationales,
rgionales
ou
internationales
ddies
partiellement a la terminologie
- toute autre entit lie partiellement ou totalement a la coopration
terminologique en Europe.
b
La concrtisation d'un groupe stable de centres de documentation
terminologique autour du prototype TDCNet,
c
La prparation d'un sommet mondial de la terminologie.

Thmatique
Rle et fonction des diffrents lments de l'infrastructure
terminologique en Europe.
Droits d'auteur en terminographie et lexicographie: tat de l'art et
prospectives.
Intgration des ressources documentaires nationales: identification et
ralisations.
Organisation de la coopration entre les institutions lies a la
terminologie et les centres de documentation terminologique.
Divers.

Droulement
La confrence se droulera sur trois jours au cours desquels auront lieu
une exposition de produits ou projets terminologiques et terminotiques, un
march aux ides et plus particulirement la dmonstration du prototype
TDCNet.

284

T&T 2.1999

Appel communications
Les rsums des communications doivent tre envoys:
Union Latine - Direction Terminologie et Industries de la Langue
131, rue du Bac
75007 Paris
France
Tel: (33 1)45 49 60 60
Tlcopie: (33 1)45 44 45 97
Courriel: dtil@calva.net http://www.unilat.org/dtil/etis/conference.htm
Date limite d'envoi: 15 novembre 1999.
Langues des rsums: anglais, franais
Ils comprendront:
le titre de la communication
une biographie abrge incluant le nom, l'adresse, les numros de
tlphone et de tlcopie, l'adresse lectronique de l'auteur et le
thme dans lequel la communication s'inscrit
l'exprience professionnelle de l'auteur, en 5 lignes si l'auteur est
membre d'une association de terminologie.
Les communications auront une dure de 20 minutes. La longueur du
rsum est de deux pages maximum. L'lment essentiel des
communications doit tre la description du problme et la/les solution/s
propose/s.
Les auteurs seront informs de l'acceptation de leur communication le
20 dcembre 1999. Ils auront jusqu'au 15 fvrier 2000 pour remettre le
texte intgral de leur communication, dans un format A4 et sur disquette,
pour la reproduction des actes.

Droits d'inscription
Inscrit simple: 150
Etudiant:
100
Membre TDCNet / partenaires: 100

T&T 2.1999

285

Avis aux lecteurs

To our readers

Terminologie et Traduction est la revue des


services linguistiques des institutions de
l'Union europenne. Ralise par l'unit de
Terminologie de la Commission sous la
supervision d'un Comit de rdaction
interinstitutionnel (voir dernire page), elle
est publie trois fois par an par l'Office des
publications officielles des Communauts
europennes Luxembourg. Elle est en
vente dans tous les bureaux figurant sur la
troisime page intrieure de couverture.

Terminologie
et
Traduction
is
the
professional journal of the language services
of the European Union's institutions.
Produced by the Terminology Unit of the
European Commission under the super
vision of a paninstitutional editorial B oard
(see last page), T&T is published thrice
yearly by the Office for Official Publica
tions of the European Communities in
Luxembourg. It is on sale at the offices and
bookshops listed on the third cover page.

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N/No
Rue/Street
Code postal / Post code
Localit/Town
Pays/Country
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Signature

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Btiment Jean Monnet A2/98
Plateau du Kirchberg
L2920 Luxembourg

286

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Avis aux auteurs

To our contributors

T&T est ouvert vos contributions. Nous


serons contents de publier vos articles,
glossaires, recensions, notes, lettres, avis,
etc, dans les domaines de la traduction
(traductologie,
traductographie,
traductique), de la terminologie (lexicologie,
terminographie), et de l'interprtation, dans
une quelconque des onze langues de
l'Union europenne. Dans la prsentation
de vos originaux, veuillez tenir compte des
indications suivantes:

T&T is open to your contributions. We will


be happy to publish your papers, glossaries,
reviews, notes, letters and announcements
related to matters of translation (translation
theory and practice, translation studies,
translation tools), terminology (lexicology,
terminography) and interpreting in the
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those two languages.
- Contributions (in Word) should be sent to one
of the addresses below on diskette or via e-mail.

Terminologie
rdaction

Terminologie
et
Traduction
secrtariat
Commission europenne
Plateau du Kirchberg
Jean Monnet A2/98
2920 Luxembourg
evelyne.hencks@cec.eu.int
sabine.simon-pechon@cec.eu.int

et

Traduction

Commission europenne
200 Rue de la Loi
JECL2/158A
1040 Bruxelles - Belgique
pollux.hernunez@cec.eu.int

T&T 2.1 999

287
COMIT DE RDACTION

Prsident
M A N U E L M A L H E I R O S C O U R D E JUSTICE, T H M O R E 1 2 6 6 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 0 3 5 4 9 8 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 3 5 4 8 6
Rdacteur

en chef

P O L L U X H E R N E Z C O M M I S S I O N , J E C L 2 . 1 5 8 A , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 2 9 9 4 0 9 9 , Fax 3 2 2 . 2 9 5 0 7 0 0 , p o l l u x . h e r n u n e z @ c e c . e u . i n t
Membres
D E L M I R A C E C I L I A A S T O R R I PARLEMENT EUROPEN, T O U R 1 7 . 3 4 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 0 0 2 3 3 5 6 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 0 2 3 9 5 0 , DAstorri@europarl.eu.int


C L A U D E C O L O M E R B A N Q U E EUROPENNE D'INVESTISSEMENT,

BEI 1 1 . 4 6 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 7 9 8 1 4 6 , Fax 3 5 2 . 4 3 7 9 2 1 8 0 , c.colomer@bei.org


J A N C O N V E N T S C O N S E I L DES MINISTRES, UPS 1 0 7 0 L M . 1 7 , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 2 8 5 7 7 3 2 , Fax 3 2 2 . 2 8 5 8 9 9 1 , j e a n . c o n v e n t s @ c o n s i l i u m . e u . i n t
NORBERT DIETRICH COMMISSION, J M O A 2 . 1 3 3 ,

LUXEMBOURG

Tel 3 5 2 . 4 3 0 1 3 2 5 5 2 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 1 3 4 3 0 9 , n o r b e r t . d i e t r i c h @ c e c . e u . i n t
C H R I S T I A N H E Y N O L D C O M M I S S I O N , C O R T E N B E R G 8 0 3 . 1 9 , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 2 9 5 7 4 6 8 , Fax 3 2 2 . 2 9 9 5 6 8 7 , c h r i s t i a n . h e y n o l d @ c e c . e u . i n t
W O L F G A N G OSTERHELD C O M M I S S I O N , J M O A 2 . 1 2 0 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 0 1 3 2 4 9 7 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 1 3 4 3 0 9 , w o l f g a n g . o s t e r h e l d @ c e c . e u . i n t
HUBERT PAESMANS C O M M I S S I O N , J M O A 2 . 1 0 1 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 0 1 3 2 5 5 1 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 1 3 4 3 0 9 , hubert.paesmans@cec.eu.int


A L A I N REICHLING COMMISSION, J M O B2.13, L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 0 1 3 2 3 3 5 , Fax 3 5 2 . 4 3 0 1 3 4 0 6 9 , a l a i n . r e i c h l i n g @ c e c . e u . i n t
M A N U E L SILVEIRA C O M I T C O N O M I Q U E ET SOCIAL - C O M I T DES RGIONS, G A L 4 2 8 , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 5 4 6 9 7 0 9 , Fax 3 2 2 . 5 4 6 9 4 1 8 6 , manuel.silveira@ces-cdr.be


J R N W E S T E N G A A R D - H O L M C O U R DES C O M P T E S , SCHILLER 4 0 9 , L U X E M B O U R G

Tel 3 5 2 . 4 3 9 8 4 5 7 6 2 , Fax 3 5 2 . 4 3 9 8 6 8 5 , j o e r n . w e s t e n g a a r d @ e c a . e u . i n t
M I C H E L DE W O L F SERVICE C O M M U N INTERPRTATION-CONFRENCES, D M 2 4 - 0 2 / 9 1 , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 2 9 6 5 0 5 7 , Fax 3 2 2 . 2 9 6 4 9 2 2 , M i c h e l . D e W o l f @ s c i c . c e c . b e
Reprsentant

de la Dlgation

permanente

des traducteurs

de la

Commission

A N G E L I K PTRITS C O M M I S S I O N , I M C 0 4 . 1 7 , BRUXELLES

Tel 3 2 2 . 2 9 6 7 2 6 5 , Fax 3 2 2 . 2 9 6 2 9 9 3 , angelique.petrits@cec.eu.int


Secrtariat
EVELYNE HENCKS COMMISSION, JMO A2.098, LUXEMBOURG

Tel 352.430133702, Fax 352.430134309, evelyne.hencks@cec.eu.int


SABINE S I M O N COMMISSION, JMO A2.122, LUXEMBOURG

Tel 352.430132425, Fax 352.430134309, sabine.simon-pechon@cec.eu.int

288

T&T 2.1999

Consultez notre site Internet: / Visit our Web site at:


http ://europa.eu.int/comm/sdt/bulletins/t&t/1998_en.htm

'enta Salg Verkauf Sales Vente Vendita Verkoop Venda Myynti Frsljning
GI QU fi B E t.GI F.
n De Lannoy
nue du Roi 20? Koningslaan 202
190 Bruxelles/B russel
(322) 538 43 08
(322) 538 08 41
ail: jean.de.lannoy @ nfoboard.be
J http://www.jeandelannoy.be
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de la Loi 244.Wetstraat 244
)40 Bruxelles/Brussel
(322) 295 26 39
(322) 735 08 60
ail: mail@libeurop.be
.: http.1 www libeurop bo
ilteur belge/Belglsch Staatsblad
de Louvain 4042/Leuvenseweg 4042
XX) Bruxelles/Brussel
(322)552 22 11
(322)51101 84
IMARK
. Schultz Information A/S
tedvang 1012
2620 Albertslund
(45) 43 63 23 00
(45)43 63 19 69
ail: Schultz schultz.dk
_ http .www.Echultz.dk

JTSCHLAND
idesanzeiger Verlag GmbH
nebsabteilung
terdamer Strae 192
3735 Kln
(49221)97 66 80
(49221)97 66 82 78
ail: vertrieb bundesanzeiger.de
j http.. www.hundesanzeiger.de
/GREECE
Eleftheroudakls SA
national Bookstore
epistimiou 17
10564 Athina
(301)3314180/1/2/3/4/5
(301)323 98 21
ail: elebooks netor.gr

STERREICH
Manz'sche Verlags und
Universittsbuchhandlung GmbH
Kohlmarkt 16
A1014Wien
Tel. (431)53161100
Fax (431)531611 67
EMail: bestellentf manz.co.at
URL: http://www.manz.at/index.htm
PORTUGAL
Distribuidora de Uvros Bertrand Ld."
Grupo Bertrand, SA
Rua das Terras dos Vales, 4A
Apartado 60037
P2700 Amadora
Tel. (3511)495 90 50
Fax (3511) 496 02 55
Imprensa NacionalCasa da Moeda, EP
Rua Marqus S da Bandeira, 16A
P1050 Lisboa Codex
Tel. (351-1)353 03 99
Fax (3511) 353 02 94
Email: de1.incm@mail.telepac.pt
URL http://www.incm.pt
SUOMI/FINLAND

Keskuskatu 1/Centralgatan 1
PL/PB 128
FIN00101 Helsinki/Helsingfors
P./tfn (3589) 121 44 18
FVfax (3589) 121 44 35
Shkposti: akatilaus akateeminen.com
URL: http://www.akateeminen.com
SVERIGE
BTJAB
Traktorvgen 11
S221 82 Lund
Tfn (4646) 18 00 00
Fax (4646) 30 79 47
Epost: btjeupub@bti.se
URL http://www.btj.se

st in Oficial del Estado

UNITED KINGDOM
The Stationery Office Ltd
International Sales Agency
51 Nine Elms Lane
London SW8 5DR
Tel. (44-171)873 90 90
Fax (44171) 873 84 63
Email: ipa.enquiries@theso.co.uk
URL: http J/www. thestationeryoff ice. co.uk

(34)91538 21 11 (Ubros),
913 84 17 15(Suscrip.)
(34)915 38 2121 (Libros).
913 84 17 14(Suscrip.)
ail: clientes com.boe.es
j http y/www. boe .es

ISLAND
Bokabud Larusar Blondel
Sklavrdustig, 2
lS101 Reykjavik
Tel.(354)55156 50
Fax (354) 552 55 60

'AA

idi Prensa Libros, SA


tell, 37
3001 Madrid
(34) 914 36 37 00
(34)915 75 39 98
tail: libreria@mundiprensa.es
_: httpJ/wv/w.mundiprensa.com
UNCE
mal officiel
vice des publications des CE
rue Desaix
5727 Paris Cedex 15
(33)140 58 77 31
(33) 140 58 77 00
_ http://www.joumalofficiel.gouv.fr
LAND
/ernment Supplies Agency
ilications Section
Harcourt Road
lin 2
(353-1)66131 11
(353-1)475 27 60
LIA
osa SpA
Duca di Calabria, 1/1
Ila postale 552
il25 Firenze
(39) 055 64 83 1
(39)055 64 12 57
rail: licosa@ftbcc.it
_: http://www.ttbcc.it/licosa
MBOURG

NORGE
Swets Norge AS
stenjoveien 18
Boks 6512 Etterstad
N0606 Oslo
Tel. (4722) 97 45 00
Fax (4722) 97 45 45
SCHWEIZ/SUISSE/SVIZZE RA
Euro Info Center Schweiz
c/o OSEC
Stampfenbachstrae 85
PF 492
CH8035 Zrich
Tel. (411)365 53 15
Fax (411) 365 54 11
Email: eics@osec.ch
URL: http://www.osec.ch/eics
BetGARIJA
Europress Euromedia Ltd
59. blvd Vitosha
BG1000 Sofia
Tel. (3592) 980 37 66
Fax (3592) 980 42 30
Email: Milena@mbox.cit.bg
| ESKA REPUBLIKA
USIS
NISprodejna
Havelkova 22
CZ130 00Praha3
Tel. (4202)24 23 14 86
Fax (4202) 24 23 11 14
Email: nkposp@dec.nis.cz
URL http://usiscr.cz

HRVATSKA
Mediatrade Ltd
Pavia Hatza 1
HR10000 Zagreb
Tel. (3851)481 94 11
Fax (3851) 481 94 11
MAGYARORSZAG
Euro Info Service
Europa Haz
Margitsziget
PO Box 475
H1396Budapest 62
Tel. (36-1)350 80 25
Fax (361) 350 90 32
Email: euroinfo@mail.matav.hu
URL: http://www.euroinfo.hu/index.htm
MALTA
Miller Distributors Ltd
Malta International Airport
PO Box 25
Luqa LOA 05
Tel. (356) 66 44 88
Fax (356) 67 67 99
Email: gwirth@usa.net
POLSKA
Ars Polona
Krakowskie Przedmiescie 7
Skr. pocztowa 1001
PL00950 Warszawa
Tel. (4822)826 12 01
Fax (4822) 826 62 40
Email: ars_pol@bevy.hsn.com.pl
ROMANIA
Euromedia
Str. Gral Berthelot Nr 41
RO70749 Bucuresti
Tel. (401)315 44 03
Fax (401 314 22 86
ROSSIYA
CCEC
60letiya Oktyabrya Av. 9
117312 Moscow
Tel. (7-095)135 52 27
Fax (7095) 135 52 27
SLOVAKIA
Centrum VTI SR
Nam. Slobody, 19
SK81223 Bratislava
Tel. (4217)54 41 83 64
Fax (4217) 54 41 83 64
Email: europ@tbb1.sltk.stuba.sk
URL: http://www.sltk.stuba.sk
SLOVENIJA
Gospodarski Vestnlk
Dunajska cesta 5
SLO1000 Ljubljana
Tel.(386)613 09 16 40
Fax (386) 613 09 16 45
Email: europ@gvestnik.si
URL: http://www.gvestnik.si
TRKIYE
Diinya Infotei AS
100, Yil Mahallessi 34440
TR80050 Bagcilar Istanbul
Tel. (90212)629 46 89
Fax (90212) 629 46 27
Email : infotei @ dunyagazete.com .tr
AUSTRALIA
Hunter Publications
PO Box 404
3067 Abbotsford. Victoria
Tel. (613)94 17 53 61
Fax (613) 94 19 71 54
Email: jpdavies@ozemail.com.au
CANADA
Les ditions La Libert Inc.
3020, chemin SainleFoy
G1X 3V SajnteFoy, Qubec
Tel. (1418)658 37 63
Fax (1600)567 54 49
Email: liberte@mediom.qc.ca
Renouf Publishing Co. Ltd
5369 Chemin Canotek Road Unit 1
KU 9J3 Ottawa. Ontario
Tel. (1613)745 26 65
Fax (1613) 745 76 60
Email: order.dept@renoufbooks.com
URL: http://www.renouIbooks.com

ssageries du livre SARL


je Raiffeisen
411 Luxembourg
(352)40 10 20
: (352) 49 06 61
tail: mail@mdl.lu
L: http://www.mdl.lu

CYPRUS
Cyprus Chamber of Commerce and Industry
PO Box 1455
CY1509 Nicosia
Tel. (357-2)66 95 00
Fax (3572) 66 1044
Email: demetrap@ccci.org.cy

EGYPT
The Middle East Observer
41 Sherif Street
Cairo
Tel. (202)392 69 19
Fax (202) 393 97 32
Email: mafouda@meobserver,com.eg
URL: http://www.meobserver.com.eg

DERLAND

EESTI
Eesti KaubandusTstuskoda (Estonian
Chamber of Commerce and Industry)
ToomKooll 17
EE0001 Tallinn
Tel.(372)646 02 44
Fax (372) 646 02 45
Email: einfo@koda.ee
URL: http://www.koda.ee

INDIA
EBIC India
3rd Floor, . B. Chavan Centre
Gen. J. Bhosale Marg.
400 021 Mumbai
Tel. (91-22)282 60 64
Fax (91-22) 285 45 64
Email: ebic@giasbm01.vsnl.net.in
URL: http://www.ebicindia.com

U Servicecentrum Uitgevers
istolfel Plantijnstraat 2
itbus 20014
10 EA Den Haag
(3170)378 98 80
; (3170) 378 97 83
iati: sdu@sdu.nl
L: http://www.sdu.nl

ROY International
41, Mlshmar Hayarden Street
PO Box 13056
61130 Tel Aviv
Tel. (972-3) 649 94 69
Fax (972-3) 646 60 39
Email: royil@netvision.net.il
URL: http://www.royint.co.il
Subagent for lhe Palestinian Authority:
Index Information Services
PO Box 19502
Jerusalem
Tel. (9722)627 16 34
Fax (9722) 627 12 19
JAPAN
PSlJapan
Asahi Sanbancho Plaza 206
71 Sanbancho, Chiyodaku
Tokyo 102
Tel. (81-3) 32 34 69 21
Fax (813) 32 34 69 15
Email: books@psijapan.co.jp
URL: http://www.psijapan.com

EBIC Malaysia
Level 7, Wisma Hong Leong
18 Jalan Perak
50450 Kuala Lumpur
Tel. (60-3)262 62 98
Fax (603) 262 61 98
Email: ebickl@mol.net.my
MXICO
Mundi Prensa Mexico, SA de CV
Rio Panuco No 141
Colonia Cuauhtemoc
06500 Mexico, DF
Tel. (525) 533 56 58
Fax (525) 514 67 99
Email: 101545.2361@compuserve.com

EBIC Philippines
19th Floor, PS Bank Tower
Sen. Gil J. Puyat Ave. cor. Tindalo St.
Makati City
Metro Manilla
Tel. (63-2)759 66 80
Fax (63-2) 759 66 90
Email: eccpcom@globe.com.ph
URL: http://www.eccp.com

EBIC Sri Lanka


Trans Asia Hotel
115Sirchittampalam
A. Gardiner Mawatha
Colombo 2
Tel. (941)074 71 50 78
Fax (941) 44 87 79
Email: ebicsl@itmin.com

EBIC Thailand
29 Vanissa Building. 8th Floor
Soi Chidlom
Ploenchit
10330 Bangkok
Tel. (66-2) 655 06 27
Fax (66-2) 655 06 28
Email: ebicbkk@ksc15.th.com
URL: http^www.ebicbkk.org
UNITED STATES OF AMERICA
Bernan Associates
4611F Assembly Drive
Lanham MD20706
Tel. (1800) 274 44 47 (toll free telephone)
Fax (1800) 865 34 50 (toll free (ax)
Email: query@beman.com
URL: http^/www.beman.com

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