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59
Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e
b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente
attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in
edilizia. (09G0068)
Art. 1.
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia ai sensi
dell'art. 10, comma 3 del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali
e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea.
(GUUE)
Note alle premesse:
- L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro,
al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le
leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i
regolamenti.
- Si riporta il testo dell'art. 17, comma 1, lettera a)
della legge 23 agosto 1988, n. 400 recante disciplina
dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri:
«1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere
del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta
giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti
per disciplinare: l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi; ».
- La direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico
nell'edilizia e' pubblicata nella GUCE del 4 gennaio 2003
L-1-65.
- Il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e
successive modificazioni, recante attuazione della
direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in
edilizia e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 222 del 23 settembre 2005 -
Supplemento ordinario n. 158.
- Si riporta il testo dell'art. 4, comma 1, lettere a) e
b) e dell'art. 9, comma 1, del titolo I del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192:
«Art. 4 (Adozione di criteri generali, di una
metodologia di calcolo e requisiti della prestazione
energetica). - 1. Entro centoventi giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, con uno o piu'
decreti del Presidente della Repubblica, sono definiti:
a) i criteri generali, le metodologie di calcolo e i
requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di
energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all'art.
1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato «B» e
della destinazione d'uso degli edifici. Questi decreti
disciplinano la progettazione, l'installazione,
l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti
termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli
edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi
igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario,
per l'illuminazione artificiale degli edifici;
b) i criteri generali di prestazione energetica per
l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonche' per
l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla
ristrutturazione degli edifici esistenti e sono indicate le
metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al
raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo
conto di quanto riportato nell'allegato «B» e della
destinazione d'uso degli edifici; ».
«Art. 9 (Funzioni delle regioni e degli enti locali). -
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
provvedono all'attuazione del presente decreto.».
- Si riporta il testo dell'art. 11, comma 1, del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192:
«1. Fino alla data di entrata in vigore dei decreti di
cui all'art. 4, comma 1, il calcolo della prestazione
energetica degli edifici nella climatizzazione invernale
ed, in particolare, il fabbisogno annuo di energia primaria
e' disciplinato dalla legge 9 gennaio 1991, n. 10, come
modificata dal presente decreto, dalle norme attuative e
dalle disposizioni di cui all'allegato I.».
- Si riporta il testo dell'art. 12 del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192:
«Art. 12 (Esercizio, manutenzione e ispezione degli
impianti termici). - 1. Fino alla data di entrata in vigore
dei decreti di cui all'art. 4, comma 1, il contenimento dei
consumi di energia nell'esercizio e manutenzione degli
impianti termici esistenti per il riscaldamento invernale,
le ispezioni periodiche, e i requisiti minimi degli
organismi esterni incaricati delle ispezioni stesse sono
disciplinati dagli articoli 7 e 9, dal decreto del
Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n. 412, e
successive modificazioni, e dalle disposizioni di cui
all'allegato L.».
- La direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente l'efficienza
degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e
recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del
Consiglio, e' pubblicata nella GUCE L 114-64. del 27 aprile
2006.
- Si riporta il testo del comma 6 dell'art. 18 del
decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, di attuazione
della predetta direttiva 2006/32/CE:
«6. Ai fini di dare piena attuazione a quanto previsto
dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e
successive modificazioni, in materia di diagnosi
energetiche e certificazione energetica degli edifici,
nelle more dell'emanazione dei decreti di cui all'art. 4,
comma 1, lettere a), b) e c), del medesimo decreto
legislativo e fino alla data di entrata in vigore degli
stessi decreti, si applica l'allegato III al presente
decreto legislativo. Ai sensi dell'art. 17 del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192, le disposizioni di cui
all'allegato III si applicano per le regioni e province
autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare
propri provvedimenti in applicazione della direttiva
2002/91/CE e comunque sino alla data di entrata in vigore
dei predetti provvedimenti nazionali o regionali. Le
regioni e le province autonome che abbiano gia' provveduto
al recepimento della direttiva 2002/91/CE adottano misure
atte a favorire la coerenza e il graduale ravvicinamento
dei propri provvedimenti con i contenuti dell'allegato
III.».
Nota all'art. 1:
- Si riporta il testo dell'art. 1 del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192:
«Art. 1 (Finalita') - 1. Il presente decreto stabilisce
i criteri, le condizioni e le modalita' per migliorare le
prestazioni energetiche degli edifici al fine di favorire
lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti
rinnovabili e la diversificazione energetica, contribuire a
conseguire gli obiettivi nazionali di limitazione delle
emissioni di gas a effetto serra posti dal protocollo di
Kyoto, promuovere la competitivita' dei comparti piu'
avanzati attraverso lo sviluppo tecnologico.
2. Il presente decreto disciplina in particolare:
a) la metodologia per il calcolo delle prestazioni
energetiche integrate degli edifici;
b) l'applicazione di requisiti minimi in materia di
prestazioni energetiche degli edifici;
c) i criteri generali per la certificazione energetica
degli edifici;
d) le ispezioni periodiche degli impianti di
climatizzazione;
e) i criteri per garantire la qualificazione e
l'indipendenza degli esperti incaricati della
certificazione energetica e delle ispezioni degli impianti;
f) la raccolta delle informazioni e delle esperienze,
delle elaborazioni e degli studi necessari all'orientamento
della politica energetica del settore;
g) la promozione dell'uso razionale dell'energia anche
attraverso l'informazione e la sensibilizzazione degli
utenti finali, la formazione e l'aggiornamento degli
operatori del settore.
3. Ai fini di cui al comma 1, lo Stato, le regioni e le
province autonome, avvalendosi di meccanismi di raccordo e
cooperazione, predispongono programmi, interventi e
strumenti volti, nel rispetto dei principi di
semplificazione e di coerenza normativa, alla:
a) attuazione omogenea e coordinata delle presenti
norme;
b) sorveglianza dell'attuazione delle norme, anche
attraverso la raccolta e l'elaborazione di informazioni e
di dati;
c) realizzazione di studi che consentano adeguamenti
legislativi nel rispetto delle esigenze dei cittadini e
dello sviluppo del mercato;
d) promozione dell'uso razionale dell'energia e delle
fonti rinnovabili, anche attraverso la sensibilizzazione e
l'informazione degli utenti finali.».
- Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192, si veda nelle note alle
premesse.
Art. 2.
Definizioni
Nota all'art. 2:
- Per «decreto legislativo» si intende il decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192 di cui al punto 4 delle
note alle premesse.
- Si riportano i commi 1 e 2 dell'art. 2 del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n. 192:
«1. Ai fini del presente decreto si definisce:
a) «edificio» e' un sistema costituito dalle strutture
edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume
definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto
volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici
che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie
esterna che delimita un edificio puo' confinare con tutti o
alcuni di questi elementi: l'ambiente esterno, il terreno,
altri edifici; il termine puo' riferirsi a un intero
edificio ovvero a parti di edificio progettate o
ristrutturate per essere utilizzate come unita' immobiliari
a se' stanti;
b) «edificio di nuova costruzione» e' un edificio per
il quale la richiesta di permesso di costruire o denuncia
di inizio attivita', comunque denominato, sia stata
presentata successivamente alla data di entrata in vigore
del presente decreto;
c) «prestazione energetica, efficienza energetica
ovvero rendimento di un edificio» e' la quantita' annua di
energia effettivamente consumata o che si prevede possa
essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad
un uso standard dell'edificio, compresi la climatizzazione
invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per
usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione.
Tale quantita' viene espressa da uno o piu' descrittori che
tengono conto della coibentazione, delle caratteristiche
tecniche e di installazione, della progettazione e della
posizione in relazione agli aspetti climatici,
dell'esposizione al sole e dell'influenza delle strutture
adiacenti, dell'esistenza di sistemi di trasformazione
propria di energia e degli altri fattori, compreso il clima
degli ambienti interni, che influenzano il fabbisogno
energetico;
d) «attestato di certificazione energetica o di
rendimento energetico dell'edificio» e' il documento
redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente
decreto, attestante la prestazione energetica ed
eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici
dell'edificio;
e) «cogenerazione» e' la produzione e l'utilizzo
simultanei di energia meccanica o elettrica e di energia
termica a partire dai combustibili primari, nel rispetto di
determinati criteri qualitativi di efficienza energetica;
f) «sistema di condizionamento d'aria» e' il complesso
di tutti i componenti necessari per un sistema di
trattamento dell'aria, attraverso il quale la temperatura
e' controllata o puo' essere abbassata, eventualmente in
combinazione con il controllo della ventilazione,
dell'umidita' e della purezza dell'aria;
g) «generatore di calore o caldaia» e' il complesso
bruciatore-caldaia che permette di trasferire al fluido
termovettore il calore prodotto dalla combustione;
h) «potenza termica utile di un generatore di calore»
e' la quantita' di calore trasferita nell'unita' di tempo
al fluido termovettore; l'unita' di misura utilizzata e' il
kW;
i) «pompa di calore» e' un dispositivo o un impianto
che sottrae calore dall'ambiente esterno o da una sorgente
di calore a bassa temperatura e lo trasferisce all'ambiente
a temperatura controllata;
l) «valori nominali delle potenze e dei rendimenti»
sono i valori di potenza massima e di rendimento di un
apparecchio specificati e garantiti dal costruttore per il
regime di funzionamento continuo.
2. Ai fini del presente decreto si applicano, inoltre,
le definizioni dell'allegato A.».
Art. 3.
Nota all'art. 3:
- Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del «decreto
legislativo», si veda nelle note alle premesse.
- La direttiva 2002/91/CE e' pubblicata nella GUCE L
1-65 del 4 gennaio 2003.
- Si riporta il testo del comma 9 dell'art. 6 del
«decreto legislativo»:
«9. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, il Ministro delle attivita'
produttive, di concerto con i Ministri dell'ambiente e
della tutela del territorio, delle infrastrutture e dei
trasporti, d'intesa con la Conferenza unificata,
avvalendosi delle metodologie di calcolo definite con i
decreti di cui all'art. 4, comma 1, e tenuto conto di
quanto previsto nei commi precedenti, predispone Linee
guida nazionali per la certificazione energetica degli
edifici, sentito il CNCU, prevedendo anche metodi
semplificati che minimizzino gli oneri.».
Art. 4.
Nota all'art. 4:
- Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del «decreto
legislativo», si veda nelle note alle premesse.
- La legge 9 gennaio 1991, n. 10, e' pubblicata nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 16
gennaio 1991, n. 13.
- Il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto
1993, n. 412, e' pubblicato nel supplemento ordinario alla
Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 1993, n. 242.
- Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 che reca
«Regolamento recante norme per la progettazione,
l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli
impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei
consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4,
della legge 9 gennaio 1991, n. 10»:
«Art. 3 (Classificazione generale degli edifici per
categorie). - 1. Gli edifici sono classificati in base alla
loro destinazione d'uso nelle seguenti categorie:
E.1 Edifici adibiti a residenza e assimilabili:
E.1 (1) abitazioni adibite a residenza con carattere
continuativo, quali abitazioni civili e rurali, collegi,
conventi, case di pena, caserme;
E.1 (2) abitazioni adibite a residenza con occupazione
saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili;
E.1 (3) edifici adibiti ad albergo, pensione ed
attivita' similari;
E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o
privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite
anche ad attivita' industriali o artigianali, purche' siano
da tali costruzioni scorporabili agli effetti
dell'isolamento termico;
E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura
e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o
cura di minori o anziani nonche' le strutture protette per
l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di
altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;
E.4 Edifici adibiti ad attivita' ricreative,
associative o di culto e assimilabili:
E.4 (1) quali cinema e teatri, sale di riunione per
congressi;
E.4 (2) quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di
culto;
E.4 (3) quali bar, ristoranti, sale da ballo;
E.5 Edifici adibiti ad attivita' commerciali e
assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita
all'ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;
E.6 Edifici adibiti ad attivita' sportive:
E.6 (1) piscine, saune e assimilabili;
E.6 (2) palestre e assimilabili;
E.6 (3) servizi di supporto alle attivita' sportive;
E.7 Edifici adibiti ad attivita' scolastiche a tutti i
livelli e assimilabili;
E.8 Edifici adibiti ad attivita' industriali ed
artigianali e assimilabili.
2. Qualora un edificio sia costituito da parti
individuabili come appartenenti a categorie diverse, le
stesse devono essere considerate separatamente e cioe'
ciascuna nella categoria che le compete.».
- Per il punto 1, dell'allegato «C» del «decreto
legislativo», si veda al punto 4 delle note alle premesse.
- Si riporta il testo dell'art. 3, comma 2, lettere a) e
b), del «decreto legislativo»:
«2. Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e
per quanto riguarda i requisiti minimi prestazionali di cui
all'art. 4, e' prevista un'applicazione graduale in
relazione al tipo di intervento.
A tale fine, sono previsti diversi gradi di
applicazione:
a) una applicazione integrale a tutto l'edificio nel
caso di:
1) ristrutturazione integrale degli elementi edilizi
costituenti l'involucro di edifici esistenti di superficie
utile superiore a 1000 metri quadrati;
2) demolizione e ricostruzione in manutenzione
straordinaria di edifici esistenti di superficie utile
superiore a 1000 metri quadrati;
b) una applicazione (integrale, ma) limitata al solo
ampliamento dell'edificio nel caso che lo stesso
ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20 per
cento dell'intero edificio esistente; ».
- Per le tabelle dell'allegato «C» del «decreto
legislativo», vedi decreto legislativo 19 agosto 2005 n.
192 recante «Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa
al rendimento energetico nell'edilizia», pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 23 settembre 2005, n. 222, S.O.
- Si riporta il testo dell'art. 7 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993. n. 412:
«Art. 7 (Termoregolazione e contabilizzazione). - 1.
Fermo restando che gli edifici la cui concessione edilizia
sia stata rilasciata antecedentemente all'entrata in vigore
del presente decreto devono disporre dei sistemi di
regolazione e controllo previsti dalle precedenti
normative, le disposizioni contenute nel presente articolo
si applicano agli impianti termici di nuova installazione e
nei casi di ristrutturazione degli impianti termici.
2. Negli impianti termici centralizzati adibiti al
riscaldamento ambientale per una pluralita' di utenze,
qualora la potenza nominale del generatore di calore o
quella complessiva dei generatori di calore sia uguale o
superiore a 35 kW, e' prescritta l'adozione di un gruppo
termoregolatore dotato di programmatore che consenta la
regolazione della temperatura ambiente almeno su due
livelli a valori sigillabili nell'arco delle 24 ore. Il
gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda
termometrica di rilevamento della temperatura esterna. La
temperatura esterna e le temperature di mandata e di
ritorno del fluido termovettore devono essere misurate con
una incertezza non superiore a + o - 2 (gradi) C.
3. Ai sensi del comma 6 dell'art. 26 della legge 9
gennaio 1991, n. 10, gli impianti di riscaldamento al
servizio di edifici di nuova costruzione, la cui
concessione edilizia sia stata rilasciata dopo il 18 luglio
1991, data di entrata in vigore di detto art. 26, devono
essere progettati e realizzati in modo tale da consentire
l'adozione di sistemi di termoregolazione e di
contabilizzazione del calore per ogni singola unita'
immobiliare.
Ai sensi del comma 3 dell'art. 26 della legge 9 gennaio
1991, n. 10, gli impianti termici al servizio di edifici di
nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia
rilasciata dopo il 30 giugno 2000, devono essere dotati di
sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del
consumo energetico per ogni singola unita' immobiliare.
4. Il sistema di termoregolazione di cui al comma 2 del
presente articolo puo' essere dotato di un programmatore
che consenta la regolazione su un solo livello di
temperatura ambiente qualora in ogni singola unita'
immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un
sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di
termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura
della temperatura ambiente dell'unita' immobiliare e dotato
di programmatore che consenta la regolazione di questa
temperatura almeno su due livelli nell'arco delle 24 ore.
5. Gli edifici o le porzioni di edificio che in
relazione alla loro destinazione d'uso sono normalmente
soggetti ad una occupazione discontinua nel corso della
settimana o del mese devono inoltre disporre di un
programmatore settimanale o mensile che consenta lo
spegnimento del generatore di calore o l'intercettazione o
il funzionamento in regime di attenuazione del sistema di
riscaldamento nei periodi di non occupazione.
6. Gli impianti termici per singole unita' immobiliari
destinati, anche se non esclusivamente, alla
climatizzazione invernale devono essere parimenti dotati di
un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde
di misura della temperatura ambiente con programmatore che
consenta la regolazione di questa temperatura su almeno due
livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore.
7. (Comma abrogato dal decreto legislativo 19 agosto
2005, n. 192).
8. L'eventuale non adozione dei sistemi di cui al comma
7 deve essere giustificata in sede di relazione tecnica di
cui al comma 1 dell'art. 28 della legge 9 gennaio 1991, n.
10; in particolare la valutazione degli apporti solari e
degli apporti gratuiti interni deve essere effettuata
utilizzando la metodologia indicata dalle norme tecniche
UNI di cui al comma 3 dell'art. 8.
9. NeI caso di installazione in centrale termica di piu'
generatori di calore, il loro funzionamento deve essere
attivato in maniera automatica in base al carico termico
dell'utenza.».
- La legge 5 marzo 1990, n. 46 recante «Norme per la
sicurezza degli impianti» e' pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 59 del 12 marzo 1990.
- Si riporta il testo dell'art. 2, comma 2, del decreto
del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551,
recante «Regolamento recante modifiche al decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in
materia di progettazione, installazione, esercizio e
manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini
del contenimento dei consumi di energia.».
«2. Al secondo capoverso del comma 9 dell'art. 5 del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.
412, il periodo da:
“Fatte salve” a: “tetto
dell'edificio”, e' sostituito dal seguente:
“Fatte salve diverse disposizioni normative, ivi
comprese quelle contenute nei regolamenti edilizi locali e
loro successive modificazioni, le disposizioni del presente
comma possono non essere applicate in caso di mera
sostituzione di generatori di calore individuali e nei
seguenti casi, qualora si adottino generatori di calore
che, per i valori di emissioni nei prodotti della
combustione, appartengano alla classe meno inquinante
prevista dalla norma tecnica UNI EN 297:
singole ristrutturazioni di impianti termici
individuali gia' esistenti, siti in stabili plurifamiliari,
qualora nella versione iniziale non dispongano gia' di
camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti
della combustione con sbocco sopra il tetto dell'edificio,
funzionali ed idonei o comunque adeguabili alla
applicazione di apparecchi con combustione asservita da
ventilatore;
nuove installazioni di impianti termici individuali in
edificio assoggettato dalla legislazione nazionale o
regionale vigente a categorie di intervento di tipo
conservativo, precedentemente mai dotato di alcun tipo di
impianto termico, a condizione che non esista camino, canna
fumaria o sistema di evacuazione fumi funzionale ed idoneo,
o comunque adeguabile allo scopo.”.».
- La legge 5 marzo 1990, n. 46, recante «Norme per la
sicurezza degli impianti» e' pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 59 del 12 marzo 1990.
- Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante
«Norme in materia amhientale» e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006 - Supplemento Ordinario
n. 96.
- Si riporta il testo dell'art. 5, comma 6, del decreto
del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412:
«6. Negli impianti termici di nuova installazione,
nonche' in quelli sottoposti a ristrutturazione, la
produzione centralizzata dell'energia termica necessaria
alla climatizzazione invernale degli ambienti ed alla
produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari per
una pluralita' di utenze, deve essere effettuata con
generatori di calore separati, fatte salve eventuali
situazioni per le quali si possa dimostrare che l'adozione
di un unico generatore di calore non determini maggiori
consumi di energia o comporti impedimenti di natura tecnica
o economica. Gli elementi tecnico-economici che
giustificano la scelta di un unico generatore vanno
riportati nella relazione tecnica di cui all'art. 28 della
legge 9 gennaio 1991, n. 10. L'applicazione della norma
tecnica UNI 8065, relativa ai sistemi di trattamento
dell'acqua, e' prescritta, nei limiti e con le specifiche
indicate nella norma stessa, per gli impianti termici di
nuova installazione con potenza complessiva superiore o
uguale a 350 kW.».
- Per l'allegato A, commi 8 e 9 e l'allegato C del
«decreto legislativo», si veda il decreto legislativo 19
agosto 2005, n. 192, di «Attuazione della direttiva
2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell'edilizia», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23
settembre 2005, n. 222, S.O.
- Si riporta il testo del comma 13 dell'art. 5 del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n.
412:
«13. Negli impianti termici di nuova installazione e nei
casi di ristrutturazione dell'impianto termico, qualora per
il rinnovo dell'aria nei locali siano adottati sistemi a
ventilazione meccanica controllata, e' prescritta
l'adozione di apparecchiature per il recupero del calore
disperso per rinnovo dell'aria ogni qual volta la portata
totale dell'aria di ricambio G ed il numero di ore annue di
funzionamento M dei sistemi di ventilazione siano superiori
ai valori limite riportati nell'allegato C del presente
decreto.».
- Si riporta il testo dell'art. 7, commi 2, 4, 5 e 6 del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.
412 e successive modificazioni:
«2. Negli impianti termici centralizzati adibiti al
riscaldamento ambientale per una pluralita' di utenze,
qualora la potenza nominale del generatore di calore o
quella complessiva dei generatori di calore sia uguale o
superiore a 35 kW, e' prescritta l'adozione di un gruppo
termoregolatore dotato di programmatore che consenta la
regolazione della temperatura ambiente almeno su due
livelli a valori sigillabili nell'arco delle 24 ore. Il
gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda
termometrica di rilevamento della temperatura esterna. La
temperatura esterna e le temperature di mandata e di
ritorno del fluido termovettore devono essere misurate con
una incertezza non superiore a + o - 2 (gradi) C.
3. Ai sensi del comma 6 dell'art. 26 della legge 9
gennaio 1991, n. 10, gli impianti di riscaldamento al
servizio di edifici di nuova costruzione, la cui
concessione edilizia sia stata rilasciata dopo il 18 luglio
1991, data di entrata in vigore di detto art. 26, devono
essere progettati e realizzati in modo tale da consentire
l'adozione di sistemi di termoregolazione e di
contabilizzazione del calore per ogni singola unita'
immobiliare.
Ai sensi del comma 3 dell'art. 26 della legge 9 gennaio
1991, n. 10, gli impianti termici al servizio di edifici di
nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia
rilasciata dopo il 30 giugno 2000, devono essere dotati di
sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del
consumo energetico per ogni singola unita' immobiliare.
4. Il sistema di termoregolazione di cui al comma 2 del
presente articolo puo' essere dotato di un programmatore
che consenta la regolazione su un solo livello di
temperatura ambiente qualora in ogni singola unita'
immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un
sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di
termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura
della temperatura ambiente dell'unita' immobiliare e dotato
di programmatore che consenta la regolazione di questa
temperatura almeno su due livelli nell'arco delle 24 ore.
5. Gli edifici o le porzioni di edificio che in
relazione alla loro destinazione d'uso sono normalmente
soggetti ad una occupazione discontinua nel corso della
settimana o del mese devono inoltre disporre di un
programmatore settimanale o mensile che consenta lo
spegnimento del generatore di calore o l'intercettazione o
il funzionamento in regime di attenuazione del sistema di
riscaldamento nei periodi di non occupazione.
6. Gli impianti termici per singole unita' immobiliari
destinati, anche se non esclusivamente, alla
climatizzazione invernale devono essere parimenti dotati di
un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde
di misura della temperatura ambiente con programmatore che
consenta la regolazione di questa temperatura su almeno due
livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore.».
- Si riporta il testo dell'art. 4 del «decreto
legislativo»:
«Art. 4 (Adozione di criteri generali, di una
metodologia di calcolo e requisiti della prestazione
energetica). - 1. Entro centoventi giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, con uno o piu'
decreti del Presidente della Repubblica, sono definiti:
a) i criteri generali, le metodologie di calcolo e i
requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di
energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all'art.
1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato «B» e
della destinazione d'uso degli edifici. Questi decreti
disciplinano la progettazione, l'installazione,
l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti
termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli
edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi
igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario,
per l'illuminazione artificiale degli edifici;
b) i criteri generali di prestazione energetica per
l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonche' per
l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla
ristrutturazione degli edifici esistenti e sono indicate le
metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al
raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo
conto di quanto riportato nell'allegato «B» e della
destinazione d'uso degli edifici;
c) i requisiti professionali e i criteri di
accreditamento per assicurare la qualificazione e
l'indipendenza degli esperti o degli organismi a cui
affidare la certificazione energetica degli edifici e
l'ispezione degli impianti di climatizzazione. I requisiti
minimi sono rivisti ogni cinque anni e aggiornati in
funzione dei progressi della tecnica.
2. I decreti di cui al comma 1 sono adottati su proposta
del Ministro delle attivita' produttive, di concerto con il
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio,
acquisita l'intesa con la Conferenza unificata, sentiti il
Consiglio nazionale delle ricerche, di seguito denominato
CNR, l'Ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente,
di seguito denominato ENEA, il Consiglio nazionale
consumatori e utenti, di seguito denominato CNCU.».
- Si riporta il testo della legge 9 gennaio 1991, n. 10,
articoli: 19, 25, 26 e 28, comma 1:
«Art. 19 (Responsabile per la conservazione e l'uso
razionale dell'energia). - 1. Entro il 30 aprile di ogni
anno i soggetti operanti nei settori industriale, civile,
terziario e dei trasporti che nell'anno precedente hanno
avuto un consumo di energia rispettivamente superiore a
10.000 tonnellate equivalenti di petrolio per il settore
industriale ovvero a 1.000 tonnellate equivalenti di
petrolio per tutti gli altri settori, debbono comunicare al
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato
il nominativo del tecnico responsabile per la conservazione
e l'uso razionale dell'energia.
2. La mancanza della comunicazione di cui al comma 1
esclude i soggetti dagli incentivi di cui alla presente
legge. Su richiesta del Ministero dell'industria, del
commercio e dell'artigianato i soggetti beneficiari dei
contributi della presente legge sono tenuti a comunicare i
dati energici relativi alle proprie strutture e imprese.
3. I responsabili per la conservazione e l'uso razionale
dell'energia individuano le azioni, gli interventi, le
procedure e quanto altro necessario per promuovere l'uso
razionale dell'energia, assicurano la predisposizione di
bilanci energetici in funzione anche dei parametri
economici e degli usi energetici finali, predispongono i
dati energetici di cui al comma 2.
4. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge l'ENEA provvede a definire apposite
schede informative di diagnosi energetica e di uso delle
risorse, diversamente articolate in relazione ai tipi
d'impresa e di soggetti e ai settori di appartenenza.
5. Nell'ambito delle proprie competenze l'ENEA provvede
sulla base di apposite convenzioni con le regioni e con le
province autonome di Trento e di Bolzano a realizzare
idonee campagne promozionali sulle finalita' della presente
legge, all'aggiornamento dei tecnici di cui al comma i e a
realizzare direttamente ed indirettamente programmi di
diagnosi energetica.».
«Art. 25 (Ambito di applicazione). - 1. Sono regolati
dalle norme del presente titolo i consumi di energia negli
edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la
destinazione d'uso, nonche' mediante il disposto dell'art.
31, l'esercizio e la manutenzione degli impianti esistenti.
2. Nei casi di recupero del patrimonio edilizio
esistente, l'applicazione del presente titolo e' graduata
in relazione al tipo di intervento, secondo la tipologia
individuata dall'art. 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457.
Art. 26 (Progettazione, messa in opera ed esercizio di
edifici e di impianti). - 1. Ai nuovi impianti, lavori,
opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti
rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e
all'uso razionale dell'energia, si applicano le
disposizioni di cui all'art. 9 della legge 28 gennaio 1977,
n. 10, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela
artistico-storica e ambientale. Gli interventi di utilizzo
delle fonti di energia di cui all'articolo 1 in edifici ed
impianti industriali non sono soggetti ad autorizzazione
specifica e sono assimilati a tutti gli effetti alla
manutenzione straordinaria di cui agli articoli 31 e 48
della legge 5 agosto 1978, n. 457.
L'installazione di impianti solari e di pompe di calore
da parte di installatori qualificati, destinati unicamente
alla produzione di acqua calda e di aria negli edifici
esistenti e negli spazi liberi privati annessi, e'
considerata estensione dell'impianto idrico-sanitario gia'
in opera.
2. Per gli interventi in parti comuni di edifici, volti
al contenimento del consumo energetico degli edifici stessi
ed all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'art.
1 ivi compresi quelli di cui all'art. 8, sono valide le
relative decisioni prese a maggioranza delle quote
millesimali.
3. Gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la
destinazione d'uso, e gli impianti non di processo ad essi
associati devono essere progettati e messi in opera in modo
tale da contenere al massimo, in relazione al progresso
della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica.
4. Ai fini di cui al comma 3 e secondo quanto previsto
dal comma 1 dell'art. 4, sono regolate, con riguardo ai
momenti della progettazione, della messa in opera e
dell'esercizio, le caratteristiche energetiche degli
edifici e degli impianti non di processo ad essi associati,
nonche' dei componenti degli edifici e degli impianti.
5. Per le innovazioni relative all'adozione di sistemi
di termoregolazione e di contabilizzazione del calore e per
il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base
al consumo effettivamente registrato, l'assemblea di
condominio decide a maggioranza in deroga agli articoli
1120 e 1136 del codice civile.
6. Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici
di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia
rilasciata dopo la data di entrata in vigore della presente
legge, devono essere progettati e realizzati in modo tale
da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e
di contabilizzazione del calore per ogni singola unita'
immobiliare.
7. Negli edifici di proprieta' pubblica o adibiti ad uso
pubblico e' fatto obbligo di soddisfare il fabbisogno
energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti
rinnovabili di energia ((…)) salvo impedimenti di
natura tecnica od economica.
8. La progettazione di nuovi edifici pubblici deve
prevedere la realizzazione di ogni impianto, opera ed
installazione utili alla conservazione, al risparmio e
all'uso razionale dell'energia.».
Omissis…
«Art. 28 (Relazione tecnica sul rispetto delle
prescrizioni). - 1. Il proprietario dell'edificio, o chi ne
ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia,
insieme alla denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle
opere di cui agli articoli 25 e 26, il progetto delle opere
stesse corredate da una relazione tecnica, sottoscritta dal
progettista o dai proggettisti, che ne attesti la
rispondenza alle prescrizioni della presente legge.».
Art. 5.
Nota all'art. 5:
- Per l'art. 4, comma 1, lettera a) del «decreto
legislativo», si veda al punto 5 delle note alle premesse.
- Si riporta il testo degli articoli 7 e 9 del «decreto
legislativo»:
«Art. 7 (Esercizio e manutenzione degli impianti termici
per la climatizzazione invernale e estiva). - 1. Il
proprietario, il conduttore, l'amministratore di
condominio, o per essi un terzo, che se ne assume la
responsabilita', mantiene in esercizio gli impianti e
provvede affinche' siano eseguite le operazioni di
controllo e di manutenzione secondo le prescrizioni della
normativa vigente.
2. L'operatore incaricato del controllo e della
manutenzione degli impianti per la climatizzazione
invernale ed estiva, esegue dette attivita' a regola
d'arte, nel rispetto della normativa vigente. L'operatore,
al termine delle medesime operazioni, ha l'obbligo di
redigere e sottoscrivere un rapporto di controllo tecnico
conformemente ai modelli previsti dalle norme del presente
decreto e dalle norme di attuazione, in relazione alle
tipologie e potenzialita' dell'impianto, da rilasciare al
soggetto di cui al comma i che ne sottoscrive copia per
ricevuta e presa visione.».
«Art. 9 (Funzioni delle regioni e degli enti locali). -
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
provvedono all'attuazione del presente decreto.
2. Le autorita' competenti realizzano, con cadenza
periodica, privilegiando accordi tra gli enti locali o
anche attraverso altri organismi pubblici o privati di cui
sia garantita la qualificazione e l'indipendenza, gli
accertamenti e le ispezioni necessarie all'osservanza delle
norme relative al contenimento dei consumi di energia
nell'esercizio e manutenzione degli impianti di
climatizzazione e assicurano che la copertura dei costi
avvenga con una equa ripartizione tra tutti gli utenti
finali e l'integrazione di questa attivita' nel sistema
delle ispezioni degli impianti all'interno degli edifici
previsto all'art. 1, comma 44, della legge 23 agosto 2004,
n. 239, cosi' da garantire il minor onere e il minor
impatto possibile a carico dei cittadini; tali attivita',
le cui metodologie e requisiti degli operatori sono
previsti dai decreti di cui all'art. 4, comma 1, sono
svolte secondo principi di imparzialita', trasparenza,
pubblicita', omogeneita' territoriale e sono finalizzate a:
a) ridurre il consumo di energia e i livelli di
emissioni inquinanti;
b) correggere le situazioni non conformi alle
prescrizioni del presente decreto;
c) rispettare quanto prescritto all'art. 7;
d) monitorare l'efficacia delle politiche pubbliche.
[3. Le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, allo scopo di facilitare e omogeneizzare
territorialmente l'impegno degli enti o organismi preposti
agli accertamenti e alle ispezioni sugli edifici e sugli
impianti, nonche' per adempiere in modo piu' efficace agli
obblighi previsti al comma 2, possono promuovere la
realizzazione di programmi informatici per la costituzione
dei catasti degli impianti di climatizzazione presso le
autorita' competenti, senza nuovi o maggiori oneri per gli
enti interessati. In questo caso, stabilendo
contestualmente l'obbligo per i soggetti di cui all'art. 7,
comma 1, di comunicare ai Comuni le principali
caratteristiche del proprio impianto e le successive
modifiche significative e per i soggetti di cui all'art. 17
del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre i
999, n. 551, di comunicare le informazioni relative
all'ubicazione e alla titolarita' degli impianti riforniti
negli ultimi dodici mesi.
3-bis. Ai sensi dell'art. 1, comma 3, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano in accordo con gli
enti locali, predispongono entro il 31 dicembre 2008 un
programma di sensibilizzazione e riqualificazione
energetica del parco immobiliare territoriale, sviluppando
in particolare alcuni dei seguenti aspetti:
a) la realizzazione di campagne di informazione e
sensibilizzazione dei cittadini, anche in collaborazione
con le imprese distributrici di energia elettrica e gas, in
attuazione dei decreti del Ministro delle attivita'
produttive 20 luglio 2004 concernenti l'efficienza
energetica negli usi finali;
b) l'attivazione di accordi con le parti sociali
interessate alla materia;
c) l'applicazione di un sistema di certificazione
energetica coerente con i principi generali del presente
decreto legislativo;
d) la realizzazione di diagnosi energetiche a partire
dagli edifici presumibilmente a piu' bassa efficienza;
e) la definizione di regole coerenti con i principi
generali del presente decreto legislativo per eventuali
sistemi di incentivazione locali;
f) la facolta' di promuovere, con istituti di credito,
di strumenti di finanziamento agevolato destinati alla
realizzazione degli interventi di miglioramento individuati
con le diagnosi energetiche nell'attestato di
certificazione energetica, o in occasione delle attivita'
ispettive di cui all'allegato L, comma 16.
3-ter. Ai fini della predisposizione del programma di
cui al comma.
3-bis. i comuni possono richiedere ai proprietari e agli
amministratori degli immobili nel territorio di competenza
di fornire gli elementi essenziali, complementari a quelli
previsti per il catasto degli impianti di climatizzazione
di cui al comma 3, per la costituzione di un sistema
informativo relativo agli usi energetici degli edifici. A
titolo esemplificativo, tra detti elementi, si segnalano:
il volume lordo climatizzato, la superficie utile
corrispondente e i relativi consumi di combustibile e di
energia elettrica.
3-quater. Su richiesta delle regioni e dei comuni, le
aziende di distribuzione dell'energia rendono disponibili i
dati che le predette amministrazioni ritengono utili per i
riscontri e le elaborazioni necessarie alla migliore
costituzione del sistema informativo di cui al comma 3-ter.
3-quinquies. I dati di cui ai commi 3, 3-ter e 3-quater
possono essere utilizzati dalla pubblica amministrazione
esclusivamente ai fini dell'applicazione del presente
decreto legislativo].
4. Per gli impianti che sono dotati di generatori di
calore di eta' superiore a quindici anni, le autorita'
competenti effettuano, con le stesse modalita' previste al
comma 2, ispezioni dell'impianto termico nel suo complesso
comprendendo una valutazione del rendimento medio
stagionale del generatore e una consulenza su interventi
migliorativi che possono essere correlati.
5. Le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano riferiscono periodicamente alla Conferenza
unificata e ai Ministeri delle attivita' produttive,
dell'ambiente e della tutela del territorio e delle
infrastrutture e dei trasporti, sullo stato di attuazione
del presente decreto.
[5-bis. Le regioni, le province autonome di Trento e di
Bolzano e gli enti locali considerano, nelle normative e
negli strumenti di pianificazione ed urbanistici di
competenza, le norme contenute nel presente decreto,
ponendo particolare attenzione alle soluzioni tipologiche e
tecnologiche volte all'uso razionale dell'energia e all'uso
di fonti energetiche rinnovabili, con indicazioni anche in
ordine all'orientamento e alla conformazione degli edifici
da realizzare per massimizzare lo sfruttamento della
radiazione solare e con particolare cura nel non
penalizzare, in termini di volume edificabile, le scelte
conseguenti.]».
- Per l'allegato L del «decreto legislativo», si veda al
punto 4 delle note alle premesse.
Art. 6.
Nota all'art. 6:
- Si riporta il testo dell'art. 17 del «decreto
legislativo»:
«Art. 17 (Clausola di cedevolezza). - 1. In relazione a
quanto disposto dall'art. 117, quinto comma, della
Costituzione, e fatto salvo quanto previsto dall'art. 16,
comma 3, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, per le norme
afferenti a materie di competenza esclusiva delle regioni e
province autonome, le norme del presente decreto e dei
decreti ministeriali applicativi nelle materie di
legislazione concorrente si applicano per le regioni e
province autonome che non abbiano ancora provveduto al
recepimento della direttiva 2002/91/CE fino alla data di
entrata in vigore della normativa di attuazione adottata da
ciascuna regione e provincia autonoma. Nel dettare la
normativa di attuazione le regioni e le province autonome
sono tenute al rispetto dei vincoli derivanti
dall'ordinamento comunitario e dei principi fondamentali
desumibili dal presente decreto e dalla stessa direttiva
2002/91/CE.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a
chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.».
- Per la direttiva 2002/91/CE, si veda al punto 3 delle
note alle premesse. Si riporta il testo dell'art. 9, comma
1, del «decreto legislativo».
«1. Le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano provvedono all'attuazione del presente decreto.».
- Per l'art. 6, comma 9, del «decreto legislativo», si
veda alle note all'art. 3.
Art. 7.
Disposizioni finali
1. Gli strumenti di calcolo applicativi delle metodologie di cui al
comma 1 dell'articolo 3, software commerciali, garantiscono che i
valori degli indici di prestazione energetica, calcolati attraverso
il loro utilizzo, abbiano uno scostamento massimo di piu' o meno il 5
per cento rispetto ai corrispondenti parametri determinati con
l'applicazione dello strumento nazionale di riferimento. La predetta
garanzia e' fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa dal
Comitato termotecnico italiano (CTI) o dall'Ente nazionale italiano
di unificazione (UNI).
2. In relazione alle norme tecniche di cui al comma 1 dell'articolo
3, il CTI predispone lo strumento nazionale di riferimento sulla cui
base fornire la garanzia di cui al comma 1.
3. Nelle more del rilascio della dichiarazione di cui sopra, la
medesima e' sostituita da autodichiarazione del produttore dello
strumento di calcolo, in cui compare il riferimento della richiesta
di verifica e dichiarazione avanzata dal predetto soggetto ad uno
degli organismi citati al comma 1.
Art. 8.
Copertura finanziaria