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ANALISI STATICA NON LINEARE DI UN MOLO FORANEO:

COSTRUZIONE DELLA CURVA DI CAPACIT


Paolo Ruggeri, Giuseppe Scarpelli, Viviene M. E. Fruzzetti, David Segato
Universit Politecnica delle Marche, GES s.r.l Spin-off Universit Politecnica delle Marche
p.ruggeri@univpm.it
Evghenia Sakellariadi, Alessandra Paternesi
Universit Politecnica delle Marche
Sommario
La presente nota illustra lo studio del comportamento sismico di un molo foraneo, costituito da un doppio
palancolato mutuamente vincolato, svolta attraverso unanalisi statica non lineare, meglio nota come analisi di
pushover. Tale metodo, sviluppato originariamente per lanalisi dei ponti, pu essere utilmente adottato anche
per le opere geotecniche permettendo la valutazione della prestazione sismica dellopera in termini di risorse
duttili del sistema ed individuazione del cinematismo di collasso rispetto ad azioni orizzontali.

1. Introduzione
Il moderno approccio alla progettazione delle costruzioni in campo sismico basato su criteri
prestazionali (PBSD, Performance-Based Seismic Design) con lobiettivo di valutare la risposta
dellopera a carichi sismici rappresentativi di diversi scenari di rischio. Un approccio progettuale
prestazionale mira quindi a sfruttare le risorse duttili del sistema, per ottenere i migliori risultati in
termini di operativit della costruzione e protezione delle persone. Per far ci necessario prevedere e
regolare le modalit di danneggiamento e di collasso dellopera, usualmente attraverso la
predisposizione di una gerarchia delle resistenze degli elementi strutturali (Capacity Design). Un
metodo di analisi adatto per unanalisi prestazionale certamente lanalisi statica non lineare (o analisi
di spinta, o analisi di pushover) in cui la struttura viene sottoposta ad un sistema di forze (o di
spostamenti) progressivamente crescenti fino al raggiungimento di una condizione di collasso. Tale
metodologia di analisi pu essere utilmente adottata anche nella progettazione dei sistemi geotecnici
dove i criteri tradizionali di progettazione contemplano gi la valutazione di una condizione di rottura:
basti pensare al concetto di carico limite di una fondazione superficiale o di equilibrio limite per le
opere di sostegno. Nella presente nota viene quindi descritta lapplicazione dellanalisi statica non
lineare per la costruzione della curva di capacit di un molo foraneo da realizzarsi in unarea ad
elevata sismicit. La verifica delle prestazioni sismiche dellopera, coerentemente con quanto previsto
dalle norme nazionali ed europee, oggetto della nota Vita et al. (2013, IARG Perugia).
2. Il caso studio: definizione del modello geotecnico
Il caso studio analizzato un molo foraneo costituito da un doppio palancolato metallico, composto da
travi principali tipo HZ1080MA ed elementi secondari AZ13-770, infisso nel fondale marino, riempito
con materiale arido consolidato attraverso un trattamento in jet-grouting e vincolato in sommit ad un
robusto solettone in c.a. La larghezza del molo, pari a 17 m nella sezione corrente, si riduce a soli
10 m nel tratto di testata, dove i fondali raggiungono circa 14 m di profondit.
I terreni interessati dallopera sono depositi recenti eterogenei, ma comunque prevalentemente
granulari, costituiti da ghiaie e sabbie. Talvolta sono state rilevate locali lenti limose di ridotta

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estensione areale. Gli strati costituenti il deposito presentano frequenti variazioni di facies litologiche
ed interdigitazioni. Tenuto conto della granulometria grossolana del deposito, la caratterizzazione
geotecnica affidata a prove penetrometriche tipo Standard Penetration Test (SPT). Per ottenere
informazioni sulla rigidezza a bassi livelli di deformazione sono state eseguite prove sismiche in foro
di tipo Down-Hole. Nel complesso la caratterizzazione geotecnica si avvalsa di 22 sondaggi a terra e
4 a mare, spinti fino a 40 m di profondit, con 137 valori di NSPT, 7 profili Down-Hole, 4 misure di
sismica passiva a stazione singola sulla spiaggia e indagini geofisiche estensive a mare tipo Sub
Bottom Profiler e Boomer, nonch una serie di prove geotecniche di laboratorio su campioni prelevati
in cassetta.
La qualit dellindagine, tenuto conto delle difficolt operative tipiche della caratterizzazione
geotecnica in ambiente marino, appare adeguata per numero di verticali indagate e tipologia di prove
svolte. I risultati della sperimentazione in sito, sulla base della ripetibilit dei valori ottenuti per le
grandezze significative anche attraverso indagini diverse, ha permesso di pervenire ad una
caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione nel volume significativo, attendibile ed
affidabile. In Fig. 1 presentata una planimetria dellarea con la posizione delle verticali di indagine
nonch una serie di curve granulometriche caratteristiche dei materiali indagati e i risultati delle
elaborazioni delle prove SPT. Il deposito pu essere caratterizzato in tensioni efficaci con un inviluppo
di resistenza alla Mohr Coulomb a coesione nulla ed angolo dattrito pari a =38. Il modulo elastico
operativo pu essere assunto pari a 40 MPa. Il modello geotecnico di riferimento presentato in
Fig. 2.

Fig 1. Planimetria con ubicazione indagini, curve granulometriche, interpretazione prove SPT.

Il consolidamento in jet grouting consiste in un trattamento estensivo del materiale compreso tra i
palancolati metallici tra le quote di -6 m e -20 m da l.m.m. Lintervento consente di assumere per il
volume di materiale trattato i seguenti parametri meccanici medi equivalenti:
- coesione efficace c = 1 MPa;

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- modulo elastico medio efficace E = 70 MPa.


La rigidezza equivalente del volume di terreno trattato stata stimata eseguendo una modellazione
tridimensionale agli elementi finiti con il codice numerico MIDAS GTS capace di tenere conto
dellinterazione tra le colonne in jet-grouting, molto pi rigide e resistenti, ed il terreno non trattato
caratterizzato da parametri meccanici di molto inferiori. Dal punto di vista deformativo, in particolare,
si assume che il consolidamento permetta di considerare una rigidezza equivalente circa doppia di
quella attribuibile al terreno di riempimento tal quale.
Materiali

(kN/m3)

E
(MPa)

(-)

ck
(kPa)

k
()

Sabbia e Ghiaia

19,50

40

0,28

38

Riempimento

19,50

35

0,30

34

Jet-grouting

20,00

70

0,20

1000

Calcestruzzo

25,00

35000

0,20

Modello elastico

EA
(kN/m)

EI
(kNm2/m)

(-)

Lspacing
(m)

0,15

2,07

Profilati metallici
HZ1080MA-12/AZ13-770

6,17106 8,48105

Barra tipo Gewi 40

4,14105

Fig 2. Modello geotecnico di riferimento del molo foraneo.

3. Analisi della prestazione sismica


Lanalisi statica non lineare molto utilizzata per gli edifici, specialmente intelaiati, ma poco diffusa
per le opere geotecniche (unapplicazione alle opere di sostegno presentata da Visone et al., 2009).
Tale metodo permette di superare una serie di limitazioni delle tipiche analisi pseudostatiche senza
tuttavia introdurre le difficolt e le incertezze di unanalisi dinamica completa. Formulata
originariamente per sistemi ad un grado di libert (Freeman et al., 1975; Shibata e Sozen, 1976),
oggi contemplata in numerosi codici di pratica internazionali (FEMA-273, 1997; EC8-1, 2004) nonch
nella vigente normativa italiana sulle costruzioni (NTC-2008). Lanalisi consiste nellapplicare alla
struttura i carichi gravitazionali e, per la direzione considerata dellazione sismica, un profilo di forze
(o di spostamenti) predefinito, monotonicamente crescente, fino al raggiungimento del collasso della
struttura, consentendo di:
- prevedere la sequenza di danneggiamento della struttura per formazione di cerniere plastiche;
- valutare la redistribuzione delle forze dovuta al progressivo danneggiamento di parti
strutturali;
- costruire un grafico forza applicata-spostamento della struttura (curva di capacit).
La curva di capacit (o curva di pushover) rappresentata da una relazione scalare tra la forza totale
applicata allopera e lo spostamento di un punto di controllo predefinito. Tale curva, opportunamente
ricondotta ad un sistema equivalente ad un grado di libert, pu essere confrontata con la domanda
sismica per valutare la prestazione della struttura. Pi precisamente lo spettro di risposta elastico viene
riportato nello spazio ADRS (Acceleration - Displacement Response Spectrum), ovvero pseudoaccelerazione spettrale (Sa) in funzione del relativo spostamento spettrale (Sd), cos che la curva di
capacit e la domanda sismica diventino comparabili. In condizioni ideali elastiche, lintersezione tra
la curva di capacit e lo spettro di risposta rappresenta il punto di funzionamento (o performance
point) e quindi la domanda, in termini di accelerazione o di spostamento, richiesta alla struttura in
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esame dal terremoto di progetto. Nelle condizioni reali il danneggiamento della struttura determina
una riduzione di rigidezza ed una dissipazione energetica cos che la domanda sismica di riferimento
non pu rimanere quella relativa allo spettro elastico di progetto, ma risulta progressivamente ridotta
in funzione della plasticizzazione del sistema. In altri termini la determinazione del punto di
funzionamento non diretta. In letteratura sono state proposte diverse procedure per la risoluzione del
problema, tra cui il metodo dello spettro di capacit (Freeman, 1978) e il metodo N2 (Fajfar, 2000). Il
metodo N2 , di fatto, il metodo descritto dallEC8-1 e dalle NTC-2008.
Per poter utilizzare lanalisi statica non lineare, sia la normativa vigente che le raccomandazioni
tecniche internazionali prevedono di considerare almeno due distinte distribuzioni di forze orizzontali,
una proporzionale alla distribuzione delle masse ed una proporzionale al prodotto della massa per la
deformata del primo modo. La procedura secondo cui si svolge lanalisi segue pertanto i seguenti
passi:
- costruzione della curva di capacit, che descrive levoluzione della risposta strutturale
allaumentare dellintensit del sistema di forze applicato;
- riduzione del sistema a pi gradi di libert (MDOF) ad un sistema bilineare equivalente ad un
grado di libert (SDOF);
- determinazione della domanda di spostamento richiesta dal sisma al sistema bilineare
equivalente SDOF;
- conversione dello spostamento equivalente del sistema SDOF allo spostamento effettivo
richiesto al sistema MDOF;
- verifica che lopera sia in grado di accettare lo spostamento richiesto.
Lanalisi statica non lineare come qui definita a rigore utilizzabile solo per opere il cui
comportamento sismico risulti governato dal primo modo di vibrare. Qualora ci non fosse vero
sarebbe necessario considerare anche i modi superiori (analisi di spinta modale, Chopra e Goel, 2002).
In tal caso lapplicazione di una distribuzione di forze relativa al solo primo modo rappresenta
unapprossimazione dellanalisi.
3.1 Costruzione della curva di capacit del molo
Nei sistemi a pi gradi di libert (MDOF), come certamente il molo foraneo, la costruzione della
curva di capacit richiede la scelta di un solo parametro di forza e di un solo parametro di
spostamento; tale scelta per certi versi, abbastanza arbitraria. Negli edifici intelaiati il parametro di
forza solitamente assunto pari al taglio alla base della struttura (Fb), mentre il parametro di
spostamento riferito al baricentro dellultimo piano delledificio. Nel caso del molo foraneo, mentre
sembra lecita lassunzione per analogia del punto di controllo sulla sommit del molo, pi incerta la
definizione della forza di riferimento. Infatti, il doppio palancolato unopera strutturale che
attraversa il fondale con un consolidamento in jet grouting che interessa proprio la zona di passaggio
tra mare e fondale, dove il salto di rigidezza pronunciato e pi intense risultano le sollecitazioni
taglianti. Tenendo conto che nello schema agli elementi finiti utilizzato la forzante sismica applicata
allintero modello, comprendente struttura e volume di terreno significativo, si ritenuto appropriato
considerare la risposta della sola porzione dellopera al di sopra del fondale. In questo modo, come
spostamenti del punto di controllo, si intendono gli spostamenti relativi tra sommit e quota del
fondale ed il taglio alla base relativo alle forze agenti sulla porzione del molo al di sopra del fondale
marino. Tale ipotesi permette da un lato di costruire una curva di capacit indipendente dalla
dimensione del modello agli elementi finiti e dallaltro consente di tenere conto dellinterazione
cinematica, non scindibile da quella inerziale per la particolare tipologia di struttura considerata.
Il software agli elementi finiti Plaxis 8.2, utilizzato per le analisi, consente con semplicit
lapplicazione di azioni inerziali a tutte le masse costituenti il modello. Pertanto le due distribuzioni di
forze da applicare al molo sono:
- una distribuzione uniforme, che deriva naturalmente dallimporre unaccelerazione orizzontale
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progressivamente crescente allintero modello;


- una distribuzione proporzionale al primo modo di vibrare: tenendo conto che non possibile
applicare campi di accelerazioni variabili allinterno del medesimo modello, si applica
unazione inerziale costante a tutte le masse del modello, modificata nella parte emergente dal
fondale attraverso l'applicazione di un sistema di forze aggiuntivo sulle strutture, tale da
riprodurre la deformata del sistema corrispondente al primo modo di vibrazione.
Nelle Figg. 4 e 5 sono rappresentati i due campi di accelerazione applicati per la modellazione
numerica.

Fig 4. Distribuzione delle accelerazioni uniformi sullintero modello.

Fig 5. Distribuzione delle accelerazioni proporzionale al primo modo di vibrare.

In Fig. 6a sono presentate le curve di capacit risultanti dalle analisi svolte. Si sottolinea che le curve
di capacit presentate nel diagramma sono ottenute aumentando progressivamente le azioni; si tratta
pertanto di unanalisi basata sul controllo delle forze. Tale procedura, pur non consentendo una
valutazione del comportamento post-picco, lascia la struttura pi libera di rispondere alle azioni in
base alla distribuzione delle risorse resistenti, rispetto allapplicazione di profili di spostamento
predefiniti. Dalle curve di capacit si osserva che:
- il molo ha un comportamento duttile, come era prevedibile tenendo conto del coinvolgimento
di un mezzo attritivo (il terreno) nel cinematismo di rottura;
- il molo in progetto sopporta azioni orizzontali pseudostatiche superiori a 0,30g, segno di
robustezza del sistema terreno-struttura.
Un risultato interessante rappresentato dalla sequenza con cui si sviluppano le cerniere plastiche fino
a determinare il collasso del sistema. Nelle Figg. 6b e 6c sono mostrati i punti di plasticizzazione nel
terreno e le cerniere plastiche formatesi negli elementi strutturali nellultima configurazione stabile del
sistema e la distribuzione del momento flettente sulle strutture. Si osserva che la deformazione del
molo determina prima la formazione di due cerniere plastiche agli spigoli sommitali, nei nodi N1 ed
N2. Quindi si ha la formazione di una linea di scorrimento diagonale allinterno del consolidamento in
jet-grouting, con la conseguente formazione delle cerniere plastiche N3 ed N4. A questo punto il
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sistema, pur labile, conserva capacit dissipative sia per incremento della rotazione nelle cerniere
plastiche che per attrito sulle linee di scorrimento nel terreno.

Fig 6. a) Curve di capacit relative alle due forzanti considerate; b) cinematismo di collasso; c) andamento del
momento flettente sulle strutture.

4. Conclusioni
La presente nota illustra lapplicazione di unanalisi statica non lineare (analisi di pushover) per la
valutazione della prestazione sismica di un molo di sopraflutto costituito da un doppio palancolato
mutuamente vincolato in sommit e consolidato internamente con un trattamento di jet-grouting. La
procedura, utilizzata in ambito strutturale, stata applicata ad unopera geotecnica. Pur essendo
necessarie alcune assunzioni sulla scelta del punto di controllo dello spostamento e sul profilo di forze,
il metodo risulta pienamente applicabile alle opere geotecniche, permettendo la valutazione della
capacit della struttura rispetto ad azioni orizzontali e delle modalit di collasso. Lindividuazione dei
punti critici della struttura indica al progettista dove agire per migliorare la duttilit del sistema.
Ringraziamenti

Il presente lavoro rientra nellambito del progetto ReLUIS 2010 2013.


Bigliografia
Chopra A.K. and Goel, R.K. (2002). A modal pushover analysis procedure for estimating seismic demands for
buildings. Earthquake Engineering and Structural Dynamics, 31: 561-582.
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Fajfar P. and Gaspersic P. (2000). The N2 method for the seismic damage analysis for RC buildings. Earthquake
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NTC-2008 (2008). Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni. DM Infrastrutture, 14 Gennaio 2008, S.O. n. 30
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Visone C. and Santucci de Magistris F. (2009). Performance-Based approach in seismic design of embedded
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