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Capitolo 1

TORSIONE PER LA SEZIONE


GENERICA (prof. Elio Sacco)
1.1
1.1.1

Torsione per la sezione generica


Cinematica

Nel caso di sezione generica, la cinematica della trave consiste nella rotazione relativa tra le
sezioni della trave secondo unangolo specifico di rotazione costante lungo lasse della trave,
come accade per la sezione circolare, ed un ingobbamento della sezione anchesso costante
rispetto ad x3 . Si assume quindi che il vettore di spostamento abbia la forma:
u = x3 x + e3

(1.1)

u1 = x2 x3
u2 = x1 x3
u3 =

(1.2)

ovvero in forma esplicita:

essendo = (x1 , x2 ) la funzione di ingobbamento che dipende solo dalla geometria della
sezione e

x2

x =
(1.3)
x1
Definito che sia il campo di spostamenti dalla (1.1) possibile calcolare le deformazioni
ad esso associato:
11 = 22 = 33 = 12 = 0
213 = ( ,1 x2 )
223 = ( ,2 + x1 )
5

(1.4)

CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

ovvero, introducendo il vettore di deformazione:

1
213
=
=
= ( + x )
2
223

1.1.2

(1.5)

Legame costitutivo

Le tensioni si ricavano tramite legame costitutivo:


11 = 22 = 33 = 12 = 0
13 = G ( ,1 x2 )
23 = G ( ,2 + x1 )

(1.6)

ovvero, introducendo il vettore le cui due componenti sono le tensioni tangenziali non nulle:

13
=
= G ( + x )
(1.7)
23

1.1.3

Equilibrio

Le equazioni indefinite di equilibrio forniscono:


0 = 13,3 = G ,3 ( ,1 x2 )
0 = 23,3 = G ,3 ( ,2 + x1 )
0 = 13,1 + 23,2 = G ( ,11 + ,22 )

(1.8)

La prima e la seconda delle (1.8) sono verificate poich, per ipotesi, costante lungo lasse
della trave. Al contrario, la terza delle (1.8) non automaticamente verificata e conduce
allequazione di campo:
,11 + ,22 = = 0
(1.9)
Lequazione ai limiti sul mantello della trave, come illustrato in figura 1.1, fornisce:
0 = n = G ( + x ) n

(1.10)

0 = n + x n

(1.11)

La (1.10) equivale a:
Essendo x = e3 x, lequazione 1.11 diventa:
0 = n e3 n x
= n t x

1.1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA

G
x1
x

t
n

x2

Figura 1.1: Torsione per la sezione generica.


con t = e3 n la tangente al contorno della sezione retta. Posto 2 = x x, il vettore
posizione del generico punto della sezione si calcola come:
1
x = 2 =
2

(1.12)

per cui la (1.11) si riscrive nella forma:


0 = n t

(1.13)

Allora, lequazione di equilibrio al contorno si pu scrivere come:


n = t

1.1.4

(1.14)

Problema di Neumann

In definitiva lequazione indefinita di equilibrio (1.9) e la condizione ai limiti (1.14) conducono


al seguente problema alle derivate parziali per la determinazione di :
= 0
n = t

in A
su A

(1.15)

noto come problema di Neumann per lequazione di Laplace. E chiaro laspetto puramente
geometrico del problema (1.15). In analisi matematica si mostra che la soluzione del problema
di Neumann esiste ed unica, a meno di una costante arbitraria, purch sia soddisfatta la
condizione:
Z
n ds = 0
(1.16)
A

CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

Nel caso in esame la condizione di esistenza (1.16) soddisfatta. Infatti, tenendo conto delle
(1.14) e (1.12), si ha:
Z

n ds =

t ds =

1 2
t ds = 0
2

(1.17)

essendo (2 ) t ds un dierenziale esatto.


La costante a meno della quale si individua la soluzione del problema rappresenta uno
spostamento rigido lungo lasse x3 della trave. Indicando con w = la componente dello
spostamento del generico punto in direzione dellasse della trave, lindeterminazione della
soluzione del problema (1.15) eliminata ponendo nullo lo spostamento medio:
1
w=
A

1
w dA =
A
A

dA = 0

dA = 0

(1.18)

in tal modo la funzione (x1 , x2 ) resta univocamente determinata.

1.1.5

Risultanti

E necessario ora verificare la validit della soluzione, controllando che la risultante sia nulla
ed il momento risultante dia il momento torcente applicato.
A tale scopo si osserva inizialmente che le caratteristiche della sollecitazione N ed Mf
sono nulle essendo 33 = 0.
Inoltre, ricordando che n = 0 su A, si consideri lintegrale:
Z
Z
0=
x ( n) ds =
x i3 ni ds
(1.19)
A

che, per il teorema della divergenza fornisce:


Z
0 =
(x i3 ),i dA
A
Z
Z
=
x i3,i dA + x,i i3 dA
ZA
ZA
=
x i3,i dA + i3 dA
A
Z
ZA
=
x div dA + i dA
A

(1.20)

= Vi

essendo per la (1.8)2 div = 0. In definitiva, si ricava che le risultanti di taglio sono nulle.

1.1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA

Per quanto riguarda il momento torcente, tendendo in conto le espressioni delle tensioni
tangenziali (1.6)2 e (1.6)3 , si ha:
M

= e

= G

ZA

ZA

x dA =

(x1 23 x2 13 ) dA

(1.21)

[x1 (,2 + x1 ) x2 (,1 x2 )] dA

x1 + x22 + x1 ,2 x2 ,1 dA

A Z
= G Ip + (x1 ,2 x2 ,1 ) dA
= G

Introducendo il fattore di rigidezza torsionale. Jt :


Jt = Ip +

(x1 ,2 x2 ,1 ) dA

(1.22)

si ottiene:
=

Mt
G Jt

La soluzione in termini di spostamenti, deformazioni e tensioni, del problema dellequilibrio elastico della trave di sezione generica soggetta a torsione, quindi:
t
u1 = x2 x3 GMJ
t
t
u2 = x1 x3 GMJ
t
t
M
u3 = G J
t

Mt
(,1 x2 )
G Jt
Mt
=
(,2 + x1 )
G Jt

213 =
223

Mt
(,1 x2 )
Jt
Mt
=
(,2 + x1 )
Jt

13 =
23

(1.23)

(1.24)

(1.25)

10 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

1.2

Funzione di Prandtl

Il problema della torsione pu essere risolto in maniera alternativa attraverso luso della
funzione di Prandtl detta anche la funzione delle tensioni.
Si suppone che le tensioni derivino dalla funzione delle tensioni (o di Prandtl) F =
F (x1 , x2 ) tramite la relazione:

F,2
= e3 F
(1.26)
=
F,1
ovvero:
23 = F,1

13 = F,2

(1.27)

In tal modo la terza equazione indefinita di equilibrio diventa:


0 = 13,1 + 23,2 = F,21 F,12 = 0

(1.28)

ovvero automaticamente soddisfatta.


Dalle tensioni definite tramite le relazioni (1.27) si ricavano le deformazioni:
11 = 22 = 33 = 12 = 0
F,2
213 =
G
F,1
223 =
G

1.2.1

(1.29)

Problema di Dirichlet

La particolare scelta per la rappresentazione delle tensioni tangenziali assicura la condizione


di equilibrio. Per verificare la congruenza associata alle deformazioni (1.29), necessario
imporre il soddisfacimento delle equazioni indefinite di congruenza interna, che nel caso
generale risultano:
12,32
12,33
22,33
11,32
11,33
11,22

13,22
13,23
23,23
13,12
13,13
12,12

=
=
=
=
=
=

22,31
32,31
32,32
21,31
31,31
21,21

23,21
33,21
33,22
23,11
33,11
22,11

(1.30)

e per il problema in esame si riducono alle:


0 = 13,22 23,21 = (13,2 23,1 ),2
0 = 13,12 23,11 = (13,2 23,1 ),1

(1.31)

1.2. FUNZIONE DI PRANDTL

11

in altri termini si ha:


13,2 23,1 = costante

(1.32)

2G (13,2 23,1 ) = 13,2 23,1 = k0

(1.33)

Lequazione (1.32) pu essere riscritta in termini di tensioni tangenziali:

essendo k0 una costante. Tenendo conto delle relazioni (1.27), la (1.33) diventa:
13,2 23,1 = (F,11 + F,22 ) = k0

(1.34)

Daltra parte, ricordando le espressioni (1.6)1 e (1.6)2 delle tensioni tangenziali ottenute
a partire dalla formulazione cinematica del problema, si ha:
13,2 23,1 = G ( ,21 ,12 + 1 + 1) = 2 G

(1.35)

e quindi, per la (1.34), k0 = 2 G , ovvero:


(F,11 + F,22 ) = F = 2 G

(1.36)

che rappresenta la condizione necessaria e suciente di congruenza per il problema della


torione di una sezione monoconnessa.
Per quanto riguarda la condizione di equilibrio sul mantello della trave, la (1.10) si
trasforma in:
0 = n = e3 F n = F e3 n = F t
(1.37)

cio F costante su A. Nel caso di sezione monoconnessa la costante pu essere posta


uguale a zero perch lo stato tensionale non dipende da questa costante, essendo ottenuto
come gradiente di F .
Lequazione di campo (1.36) con la condizione al limite (1.37) conducono al problema di
Dirichlet:
F = 2 G
in A
(1.38)
F =0
su A
Naturalmente, una qualsiasi funzione Fb definita come:
Fb = F + k

con k costante risolve il problema (1.38).

1.2.2

Risultanti

Nasce ora lesigenza di verificare che la risultante delle tensioni sia nulla e che il momento
risultante fornisca una sollecitazione di pura torsione. La risultante delle tensioni tangenziali
definite dalla relazione (1.26) vale:
Z
Z
Z
3
V=
dA =
F e dA =
F n e3 ds = 0
(1.39)
A

12 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)


essendo F = 0 sul contorno della sezione. Anche qualora si consideri la funzione Fb, che
assume valore k sul contorno, si dimostra agevolmente che V = 0. Infatti:
Z

Fb e3 dA
A
ZA
Z
3
=
F n e ds + k
n e3 ds
A
A
Z
= 0k
t ds = 0

V =

dA =

(1.40)

Il momento torcente vale invece:


Z
Z
t
3
3
x (F e3 ) dA
M = e x dA = e
A
Z A
Z
3

3
= x e (F e ) dA = x F dA
A
ZA
Z
= div (F x) dA + F div (x) dA
ZA
Z A
=
F x n ds + 2 F dA
A

(1.41)

ma il primo integrale dellultimo termine nullo, essendo per la seconda delle (1.38) F = 0
su A, per cui si ha:
Z
t
2 F dA
(1.42)
M =
A

Nel caso si consideri Fb si perviene allo stesso risultato. Infatti, si ha:

ZA

Fb x n ds +

F x n ds k

AZ

= 0k

A
Z

2 Fb dA

ZA

x n ds +

2 F dA + 2 k

div (x) dA + 2 F dA + 2 k A
A
Z
= 0 k 2 dA + 2 F dA + 2 k A
A
A
Z
= 0 2 k A + 2 F dA + 2 k A
A
Z
=
2 F dA
A

ZA

dA

1.3. SEZIONE RETTANGOLARE ALLUNGATA

13

b
x1

x2

Figura 1.2: Sezione rettangolare allungata.

1.2.3

Ingobbamento

Infine, invertendo la relazione (1.7) e tenendo conto della (1.26) si ricava lespressione del
gradiente della funzione di ingobbamento in funzione della funzione delle tensioni F :
1 3
1
e3 x =
e (F x)
G
G
1
x2
F,2
=
+
x1
G F,1

(1.43)

Noti che siano la funzione F e langolo unitario di torsione tramite le equazione (1.38) e
(1.42), dalla (1.43) si ricava in funzione del momento torcente e quindi si definiscono gli
spostamenti della trave.

1.3

Sezione rettangolare allungata

Si considera ora il caso in cui la sezione della trave di forma rettangolare di dimensione a b
con un lato di dimensione molto maggiore dellaltro: a >> b. In questo caso non appare
applicabile a rigore il principio di Saint-Venant, in quanto, come risulta evidente, la sezione
non compatta. Si suppone allora che la sollecitazione di torsione sia applicata in modo
opportuno sulle basi della trave, ed in seguito si vedr cosa si intende per modo opportuno.
Si sceglie il sistema di riferimento in modo tale che lorigine sia baricentrica e lasse x1
sia parallelo al lato maggiore a, come mostrato in figura 1.2.
Se la sezione rattengolare sucientemente allungata, ed al limite il rapporto a/b tra il
lato maggiore e quello minore tende ad infinito, appare giustificato supporre che la tensione
tangenziale non dipenda dallascissa x1 , ovvero ,1 = 0. La terza equazione indefinita di
equilibrio (1.8), riscritta nella forma:
13,1 + 23,2 = 0

(1.44)

assicura che 23,2 = 0, ovvero la componente tangenziale 23 non dipende da x2 . Daltra


parte, la condizione al contorno sul mantello della trave (1.10) impone che sul bordo A

14 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)


della sezione la tensione tangenziale sia tangente al bordo stesso. Se ne deduce che sui due
lati maggiori della sezione rettangolare la tensione tangenziale ha componente solo lungo la
direzione x1 , ovvero 23 (b/2) = 0. Allora lungo ogni corda la componente tangenziale 23
nulla.

1.3.1

Funzione di Prandtl

Si vuole ora arontare il problema della torsione per la sezione rettangolare allungata tramite
la teoria di Prandtl, utilizzando cio la funzione delle tensioni F . Sulla base delle considerazioni appena sviluppate, si tratta di costruire una funzione F che soddisfa le condizioni
(1.38), ovvero che sia a laplaciano costante e che assuma valore nullo per x2 = b/2. A tale
scopo si assume:

b
b
b2
2
x2
= c x2
(1.45)
F = c x2 +
2
2
4

con c costante che viene deteminata utilizzando lequazione di congruenza nel campo A
(1.381 ):
F = 2 c = 2 G
(1.46)

In definitiva, ricavando la costante c dallequazione (1.46) e sostituendola nella forma di


rappresentazione di F (1.45), si ottiene:

b2
2
(1.47)
F = G x2
4
Langolo specifico di torsione si calcola imponendo che il momento risultante delle
tensioni tangenziali sia il valore assegnato M t . Infatti, utilizzando la formula (1.42) si ha:

Z
Z
b2
t
2
dA = G Jt
x2
2 F dA = 2 G
(1.48)
M =
4
A
A
dove il fattore di rigidezza torsionale Jt vale:
Jt =

a b3
3

(1.49)

Invertendo la (1.48), tenuto conto della relazione (1.49), si ottiene finalmente:


=

3 Mt
G a b3

(1.50)

Una volta trovato il valore di si sostituisce nellespressione (1.47) della funzione di


Prandtl F e si ottiene:

b2
3 Mt
2
(1.51)
x2
F =
a b3
4

1.3. SEZIONE RETTANGOLARE ALLUNGATA

15

Infine, utilizzando le espressioni (1.27) che forniscono le componenti della tensione tangenziale in funzione di F , si ha:
13 = F,2 =

6 Mt
x2
a b3

23 = F,1 = 0

(1.52)

Il modo opportuno, di cui si parlava in precedenza, con il quale viene applicata la sollecitazione di torsione sulle basi della trave, definito dalla forma delle tensioni tangenziali
(1.52).
Nella generica sezione della trave, la tensione tangenziale massima in valore assoluto si
ha per x2 = b/2:
3 Mt
max =
(1.53)
a b2

1.3.2

Eetto di bordo

Tenendo conto dellequazione (1.47) lespressione della tensione tangenziale (1.52) pu essere
riscritta nella forma equivalente:
13 = 2 G x2

23 = 0

(1.54)

Volendo allora calcolare il valore del momento torcente M t in funzione di , come momento
risultante della distribuzione delle tensioni tangenziali espresse dalla (1.54), si ha:
Z
Z
t
3
M = e
x dA =
(x1 23 x2 13 ) dA
(1.55)
A
A
Z
a b3
x22 dA = G
= 2G
6
A
Si evidenzia che il risultato appena ottenuto tramite lespressione (1.55) in contrasto con
quello ottenuto tramite la formula (1.48). Infatti la (1.55) fornisce un momento torcente
pari alla met di quello calcolato con la (1.48). Tale risultato dovuto allapprossimazione
ipotizzata sullandamento del vettore nella sezione.
Le espressioni (1.54) delle tensioni tangenziali soddisfano la condizione (1.37) per x1 =
a/2. Ci induce un errore che ovviamente sensibile nella prossimit degli estremi della
sezione e trascurabile nel resto della sezione, purch il rettangolo sia sucientemente allungato. Le formule (1.54) forniscono una buona approssimazione dellandamento delle tensioni
tangenziali nella parte centrale della sezione, mentre presentano un andamento inaccettabile
per x1 = a/2.
In realt, volendo soddisfare la condizione di mantello scarico su tutta la frontiera della
sezione, si dovr ammettere un dierente andamento delle tensioni tangenziali, rispetto a
quello definito dalla (1.54), in particolare in prossimit delle due zone di estremit della
sezione.

16 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

x1

Figura 1.3: Zona di estremit della sezione rettangolare allungata.


Si consideri allora una di queste due zone, e si imponga la condizione di equilibrio su una
qualsiasi parte P della sezione che risieda in questa zona, come mostrato in figura 1.3.
Lequazione di equilibrio scritta in forma integrale su P fornisce:
0=

div( ) dA =

n ds

(1.56)

ovvero, come noto per i cosidetti campi solenoidali, a divergenza nulla, il flusso del vettore
entrante deve eguagliare quello uscente nella parte P della sezione. Con riferimento alla figura
1.3, volendo allora rispettare la condizione di mantello laterale della trave scarico, si dovr
supporre che, per bilanciare il flusso entrante in P, la tensione tangenziale in prossimit
degli estremi della sezione deve cambiare direzione ed assumere quindi componente non
nulla in direzione di x2 . In definitiva, nelle zone in prossimit di x1 = a/2 si hanno
tensioni tangenziali con componente non nulla in direzione x2 . Tali tensioni, per quanto
relative ad una zona di piccola estenzione, hanno un braccio dapplicazione pari circa a/2,
e quindi contribuiscono notevolmente nel calcolo del momento torcente. Per correggere allora
la formula (1.55) si dovr tener conto anche del momento torcente derivante dalle tensioni
tangenziali 23 agenti nelle vicinanze delle estremit della sezione rettangolare.
A tale scopo si suppone per semplicit che la dimensione d di ognuna delle due zone
di estremit della sezione ove si hanno tensioni tangenziali 23 sia molto piccola, come
schematicamente riportato in figura 1.4.
Tenendo conto della formula (1.541 ), il flusso q1 delle tensioni tangenziali 1 vale:
Z

x2

x2

b2
q1 =
1 d = 2 G
d = G
x22
4
b/2
b/2

(1.57)

Si consideri ora come parte P la zona della sezione delimitata dalla linea tratteggiata in figura
1.4. Lequazione (1.56) impone che il flusso totale q1 delle tensioni tangenziali 13 entranti

1.4. SEZIONE SOTTILE APERTA

17

1
q1

P
2

q2

x1

Figura 1.4: Distribuzione delle tensioni tangenziali nella zona di estremit della sezione
rettangolare.
in P eguagli il flusso totale q2 delle tensioni tangenziali 23 uscenti da P . Ci implica che:

2
b
2
q2 = q1 = G
(1.58)
x2
4
Se la dimensione di d tende a zero, il valore di q2 non cambia. In tal modo, su ognuna delle
due corde di estremit della sezione rettangolare agir una distribuzione parabolica di q2 .
La risultante del flusso q2 vale:

Z b/2 2
Z b/2
b
b3
2
q2 dx2 = G
R=
x2 dx2 = G
(1.59)
4
6
b/2
b/2
In definitiva, si pu calcolare il momento torcente risultante dalla distribuzione delle
tensioni tangenziali come la somma del momento torcente ricavato dalla formula (1.55) aumentato dellapporto provocato dalla presenza delle forze R agenti sulle estremit della
sezione:
b3
a b3
a b3
+G a=G
(1.60)
Mt = G
6
6
3
che coincide perfettamente con la formula (1.48).

1.4

Sezione sottile aperta

Si considera il caso in cui la sezione retta della trave sia costituita da una striscia sottile di
materiale di spessore variabile o non, avente come linea media la curva piana, di lunghezza
a, di equazione:
x1 = x1 ()
x2 = x2 ()
(1.61)

18 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

Figura 1.5: Generico tratto della sezione sottile.


con ascissa curvilinea del generico punto della linea media misurata a partire da unorigine
O, generalmente scelta in corrispondenza di unestremit della linea. Si assume per ipotesi
che la linea media non formi circuiti chiusi. In questo caso per corda relativa allascissa
curvilinea si intende sempre quella ortogonale alla linea media della sezione, cui corrisponde
uno spessore b().
La sezione sottile deve soddisfare alcuni requisiti geometrici:
a >> b()
d b() << 1
d
() >> b()
ove () rappresenta il raggio di curvatura della linea media della sezione valutato in corrispondenza dellascissa curvilinea .
Si esamina inizialmente un tratto di lunghezza infinitesima d della sezione sottile. Si
sceglie un riferimento locale destrogiro definito dal versore t della tangente alla linea media
della sezione e dal versore m definito come m = e3 t. Il generico punto giacente sulla
corda b() individuato dalla distanza dalla linea media, come mostrato in figura 1.5. Se
il raggio di curvatura () della linea media della striscia di materiale grande rispetto alla
corda generica b(), lelemento di sezione di lunghezza d pu con buona approssimazione
essere considerato come un tratto di una sezione di forma rettangolare allungata.

1.4. SEZIONE SOTTILE APERTA

19

Analogamente al caso della sezione rettangolare allungata, in corrispondenza della generica ascissa curvilinea, la funzione di Prandtl F pu essere scelta con buona approssimazione
come quella definita dalla formula (1.47):

b()2
2
F = G
(1.62)
4
Laliquota infinitesima di momento torcente assorbita dal tratto di lunghezza d per la
relazione (1.42) vale:

Z b/2
b()3
b()2
t
2
dM = 2 G d

d = G
d
(1.63)
4
3
b/2
Integrando la (1.63) su tutta la linea media della sezione sottile allungata, si deve ottenere
il valore del momento torcente totale agente sulla sezione aperta:
Z a
b()3
t
M =G
d = G Jt
(1.64)
3
0
Le tensioni tangenziali si calcolano tenendo conto delle espressioni (1.27), cio derivando
la funzione delle tensioni F definta dalla (1.62) rispetto alla coordinata nello spessore e
rispetto allascissa curvilinea . In definitiva di ha:
= F, = 2 G
d b()
1
b() 0
= F, = G
2
d

(1.65)

ove lultimo termine della (1.652 ) tanto pi piccolo, e quindi trascurabile, quanto pi lo
spessore della sezione varia lentamente lungo lascissa curvilinea. In termini di momento
torcente applicato, la componente non trascurabile della tensione tangenziale si determina
dalle relazioni (1.651 ) e (1.64):
2 Mt

(1.66a)
=
Jt
che risulta analoga alla formula (1.52) ottenuta per la sezione rettangolare allungata. Infine
la tensione tangenziale massima in valore assoluto, relativa allascissa curvilinea , vale:
max =

Mt
b()
Jt

(1.67a)

Nel caso che la sezione sottile ha spessore costante, cio la dimensione b della corda non
dipende dallascissa curvilinea , il fattore di rigidezza torsionale Jt vale:
Z a
a b3
b()3
Jt =
d =
(1.68)
3
3
0
Si nota che lespressione della rigidezza torsionale (1.68) perfettamente analoga a quella
deteminata per la sezione rettangolare allungata.

20 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

c1
1

c1

1
2

c2

c2

Figura 1.6: Tensioni tangenziali per la sezione chiusa.

1.5

Sezione sottile chiusa

Si esamina ora il caso in cui la linea media della sezione sottile formi un circuito chiuso.
In tal caso la sezione detta chiusa o biconnessa. Lascissa curvilinea che percorre la
sezione chiusa scelta in modo da girare in senso antiorario lungo la striscia di materiale
che definisce la sezione.
Il problema della torsione per la sezione sottile chiusa si aronta in termini di tensioni.
In particolare, assumendo che lo spessore sia piccolo rispetto alla lunghezza della linea media
della sezione, si pu ragionevolmente supporre che la tensione tangenziale abbia direzione
della tangente t e, assegnata lascissa , sia costante lungo la corda con valore c . Tale stato
tensionale rispetta ovunque la condizione di equilibrio sul mantello della trave. Per le prime
due equazioni di indefinite di equilibrio le tensioni tangenziali sono costanti lungo lasse della
trave. La terza equazione indefinita di equilibrio viene soddisfatta in modo integrale per il
tratto generico tratto della sezione sottile chiusa. Infatti, scelte due corde indicate in figura
1.6 con 1 e 2, di dimensioni b1 e b2 , alle quali corrispondono valori delle tensioni 1 e 2 ,
si impone lequilibrio della parte di trave di lunghezza unitaria, definta dalle due parti di
sezioni definite dalle corde 1 e 2:
c1 b1 = c2 b2
(1.69)
Vista la casuale scelta delle corde 1 e 2, lequazione (1.69) conduce al risultato che il prodotto
c () b() costante su tutta la sezione sottile chiusa.
E necessario verificare che la distribuzione delle tensioni tangenziali fornisca una sollecitazione di pura torsione. A tale scopo si deve inizialmente controllare che la risultante V
delle tensioni tangenziali sia nulla. Si ha infatti:
Z
Z a
Z a
V=
c t dA =
c t b d = c b
t d = 0
(1.70)
A

1.5. SEZIONE SOTTILE CHIUSA

21

h()
h()d/2
d

Figura 1.7: Equilibrio alla rotazione della sezione chiusa.


Il momento risultante delle tensioni tangenziali vale:
Z
I
t
3
M = e
x c t dA = c b h() d
A

= c b

(1.71)

h() d = 2 c b

dove h() d il doppio dellarea del triangolo di base d ed altezza h() rappresentato in
figura 1.7 e rappresenta larea della figura geometrica che ha per contorno la linea media
della sezione sottile.
Invertendo lequazione (1.71) si ottiene la cosidetta prima formula di Bredt:
c =

Mt
2b

(1.72)

La formula (1.71), ovvero la sua forma inversa (1.72), fornisce la relazione tra il valore
del momento torcente M t la distribuzione di tensioni tangenziali c .
Volendo ricavare la relazione tra langolo unitario di torsione ed il momento torcente
applicato, si applica il principio dei lavori virtuali per un tratto di trave di lunghezza unitaria.
Il sistema delle forze fornito dalla distribuzione delle tensioni tangenziali c che hanno
momento torcente risultante unitario:
c =

1
2b

(1.73)

Gli scorrimenti angolari, valutati nel sistema degli spostamenti, sono ricavati utilizzando la
relazione (1.72):
1
1 Mt
= c =
(1.74)
G
G2 b

22 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)


Eguagliando il lavoro virtuale esterno con quello virtuale interno si ottiene:

Z
Z
1
Mt
1

dd
c dA =
1 =
2b
A
A 2 b G
Z a Z b/2
1 Mt
1
=
dd
2 G 0 b/2 b 2 b
Z a
Mt
1
=
d
4 G 2 0 b

(1.75)

La relazione (1.75) nota come seconda formula di Bredt. Il fattore di rigidezza torsionale
Jt proprio della sezione chiusa vale:
4 2
a
1
d
0 b

Jt = Z

(1.76)

per cui la seconda formula di Bredt si riscrive nella forma:


=

Mt
G Jt

(1.77)

Nel caso che la sezione sottile sia triconnessa, e cio costituita da due maglie chiuse, le
tensioni tangenziali che insorgono nella sezione e la rigidezza torsionale sono determinati
come di seguito specificato.
Si denotino con q1 e con q2 i valori dei flussi nelle due maglie come illustrato in figura
1.8, tali che:
M1t = 21 q1
M2t = 22 q2
(1.78)
con 1 ed 2 rispettivamente le aree delle maglie 1 e 2, ed inoltre con
M t = M1t + M2t = 21 q1 + 22 q2

(1.79)

Per determinare langolo unitario di rotazione si applica il principio dei lavori virtuali. Poich
si intende determinare la rotazione della sezione, si sceglie un sistema di forze definito dalla
sezione oggetto di studio sollecitata da una coppia torcente unitaria. Si ricorda che per
applicare il PLV si deve considerare un sistema di tensioni in equilibrio, e non necessariamente
congruente, con le forze assegnate. Si scelgono allora due sistemi di tensioni in equilibrio con
la coppia torcente unitaria, come illustrato in figura 1.8.
Considerando i due sistemi di forze SF1 ed SF2, il PLV fornisce le equazioni:
Z
Z

=
1 1 b dA
1 2 b dA
(1.80)
1
12
Z
Z
1 q1
1 q2
b dA
b dA
=
1 21 b Gb
12 21 b Gb
Z
Z
1
1
q2
q1
dA
dA
=
2G1 1 b
2G1 12 b

1.5. SEZIONE SOTTILE CHIUSA

23

Mt

q1

q2

SS

q1*

q2*

SF1

SF2

Figura 1.8: Sezione triconnessa soggetta a torsione.


Z

2 1 b dA
12
Z
Z2
1 q2
1 q1
b dA
b dA
=
2 22 b Gb
12 22 b Gb
Z
Z
1
1
q1
q2
dA
dA
=
2G2 1 b
2G2 12 b

2 2 b

dA

(1.81)

avendo indicato con 1 la maglia 1, con 2 la maglia 2 e con 1-2 il tratto comune della maglia
1 e 2. In definitiva si ottiene il sistema di 3 equazioni nelle 3 incognite , q1 , q2 :
M t = 21 q1 + 22 q2
Z
Z
1
1
q2
q1
dA
dA
=
2G1 1 b
2G1 12 b
Z
Z
q2
q1
1
1
dA +
dA
=
2G2 12 b
2G2 1 b

(1.82)

24 CAPITOLO 1. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA (PROF. ELIO SACCO)

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