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853 RENZO PIANO, RPBW A MALTA METROPOLITANE NO FRILLS HERZOG & DE MEURON FOOTBALL CLUB EXTRA: AESOP

www.fassabor tolo.com

SISTEMA POSA PAVIMENTI E RIVESTIMENTI


INNOVAZIONE E TR ADIZIONE

attualit fiere

Cersaie 2015

architettura e design protagonisti


a cura di Livio Salvadori

Promossa da Confindustria Ceramica in collaborazione con BolognaFiere, Cersaie


(28 settembre - 2 ottobre 2015) rappresenta la pi importante vetrina mondiale del settore, con oltre 900
aziende espositrici in rappresentanza di 38 paesi. Non solo per mostrare leccellenza del sistema ceramico
Made in Italy, ma, a fianco alle sue tradizionali funzioni di evento espositivo e momento commerciale
internazionale, per sottolineare il rapporto privilegiato tra ceramica, design e architettura. Punto di forza del
salone, la mostra Cer-Stile, curata da Angelo DallAglio e Davide Vercelli, presenta nuovi concept di vivibilit
e valorizzazione di alcuni paesaggi tipici italiani; baite, rifugi, impianti di risalita in alta montagna, vecchi arenili
abbandonati vengono ripensati in una nuova veste, per dare vita a nuove possibili attivit, e reinterpretati
attraverso progetti di riqualificazione che ne ridefiniscono le potenzialit abitative, commerciali e funzionali.
Come in un vero e proprio Grand Tour, il territorio italiano raccontato tramite un percorso che si sviluppa
in tre tappe, dal Padiglione Montagna al Mare, collegati attraverso un tunnel - metafora del viaggio, con le
sembianze di un treno in stile Orient Express, dove i visitatori sono accompagnati dai sapori della buona
cucina italiana. Nel ricco calendario di convegni ed eventi legati al mondo del costruire, segnaliamo la Lectio
Magistralis tenuta da Glenn Murcutt, presentato da Francesco Dal Co (29 settembre). Premio Pritzker nel
2002, larchitetto australiano, ideatore di una architettura definita funzionalismo ecologico, realizza le sue
opere utilizzando materiali semplici, che ne facilitano linserimento nei contesti naturali che le accolgono,
evidenziando unattenzione pionieristica alle tematiche ambientali e di sostenibilit tipiche dei giorni nostri.
Presso la Galleria dellArchitettura, due importanti esponenti del panorama internazionale, il tedesco Matthias
Sauerbruch e lo spagnolo Francisco Mangado, si confrontano sulla loro filosofia progettuale. A moderare
lincontro, Fulvio Irace (1 ottobre). Riflettori puntati anche sullarchitetto tedesco Markus Bader (1 ottobre),
del gruppo Experimental Architecture Practice di Raumlabor Berlin, laboratorio sperimentale - composto
da architetti, urbanisti e artisti - che si rapporta con professionisti di altri settori, designer, registi, musicisti,
etnologi e sociologi, per affrontare i problemi della riqualificazione urbana attraverso una struttura collaborativa
incentrata sugli scambi con i diversi utenti e il legame sociale con i residenti delle diverse citt. Uno degli
appuntamenti di punta con il mondo dei giovani, la lezione alla rovescia, questanno ospita leclettico
Massimo Giacon (2 ottobre), considerato uno dei padri del fumetto e del design italiano moderno.
A interrogarlo saranno gli studenti degli istituti superiori provenienti da tutta lEmilia Romagna, che avranno la
speciale possibilit di interagire direttamente con uno degli autori pi amati del mondo giovanile.
Cersaie
www.cersaie.it

2
1. 2. Casa nella Kangaroo Valley Australia
progetto Glenn Murcutt
3. Casa a Mosman Sydney, Australia
progetto Glenn Murcutt, Wendy Lewin
foto Anthony Browell

PH. ANDREA FERRARI

Collections: Mystone: Pietra Italia, Silverstone, Silverstone 20mm / Treverkever

Marazzi. Il tuo spazio.


La materia incontra il design.
Mystone: il nuovo gres effetto pietra di
Marazzi.
www.marazzi.it

attualit fiere

50 edizioni di Marmomacc
La pi importante manifestazione internazionale dedicata a marmi, graniti, tecnologie di lavorazione,
design questanno taglia il traguardo delle 50 edizioni e torna a Veronafiere dal 30 settembre al 3 ottobre.
Marmomacc si conferma il punto di riferimento mondiale per la commercializzazione dei prodotti lapidei
e delle tecnologie di lavorazione, lanello di congiunzione tra produttori di macchinari, accessori, aziende
di estrazione, lavorazione e trasformazione, progettisti e consumatori. Le sempre pi numerose iniziative
culturali, lormai pluridecennale premio per lArchitettura di Pietra e il coinvolgimento di designer, architetti
e progettisti di fama internazionale proiettano la mostra verso nuove interpretazioni e soluzioni dellabitare
e delledilizia, un ponte tra il mondo della progettazione e il mercato. Evento centrale di questa edizione
particolare The Italian Stone Theatre: leccellenza assoluta dellindustria italiana del marmo in un
grande teatro dedicato al mondo della pietra e delle macchine per la lavorazione, in cui sono messe in
mostra tecnologie e sperimentazioni litiche rigorosamente italiane, con prodotti innovativi appositamente
progettati per questa occasione. Curato da Raffaello Galiotto e Vincenzo Pavan, lo spazio espositivo
si articola in due nuclei. Il primo, dedicato ai materiali, sviluppa i temi dellorizzontalit e della verticalit:
Carpets of Stone, un collage di pavimenti litici di diversi autori disposto in un percorso segmentato,
dove fantasia progettuale e precisione esecutiva dimostrano le infinite possibilit interpretative e le
sfaccettature sia testurali che cromatiche offerte dai materiali lapidei; Lithic Vertigo, una serie di installazioni
tridimensionali concepite come isole nelle quali pareti, scale e rampe mettono in mostra le potenzialit della
pietra in varie componenti costruttive, sia sotto il profilo meccanico sia nelle sue qualit espressive.
Il secondo nucleo espositivo, Digital Lithic Design, riguarda linterazione delle macchine di lavorazione
della pietra con il progetto di design, dove strumentazioni digitali e macchinari di alta tecnologia trasformano
il materiale lapideo rilanciandolo in una nuova dimensione, con il coinvolgimento di produttori di utensili,
macchinari, software house, marmisti e cavatori. Tra le numerose iniziative collaterali alla mostra segnaliamo:
la 14 edizione dellInternational Award Architecture in Stone, premio biennale riservato a opere di
architettura realizzate con la pietra; gli incontri della Stone Academy, progetto che coinvolge 20 universit
tra italiane e internazionali nella realizzazione di seminari e master di secondo livello sulla progettazione in
pietra; il Best Communicator Award, dedicato allexhibit design; lo Spazio Forum, cornice di convegni,
seminari, lectio magistralis, premiazioni, presentazioni di architettura, design, didattica e ricerca universitaria,
incluso lInternational Stone Summit, primo summit internazionale delle associazioni del marmo;
Marmomacc & The City, rassegna di opere in marmo esposte nelle vie e nelle piazze di Verona.
Marmomacc - Veronafiere
www.veronafiere.it - www.marmomacc.com

ABITARE IL TEMPO 2015


In contemporanea con Marmomacc, torna Abitare
il Tempo, il salone rivolto agli operatori dellinterior
design e del contract con le migliori proposte di
materiali e design dinterni.
Orientata al mondo del progetto, del su-misura
e del contract, la manifestazione intende valorizzare
il saper fare di industrie del design - piccole e
medie aziende, laboratori artigianali
e produzioni di nicchia - con proposte che
vanno dal mobile in stile alloggettistica
e illuminazione, fino a tessuti, cucine e
arredobagno.
Momento di incontro e aggiornamento
per i gli operatori del settore, questa
edizione propone larea Living Under
20, uno spazio espositivo commerciale
dedicato allarredamento per giovani.
A partire da questa edizione, inoltre, AIPI
- Associazione Italiana Progettisti dInterni
- partner del salone, avvia una serie di
attivit, fra le quali diversi seminari
sul benessere casa, e unareaconsulenza dove gli operatori e
le aziende presenti possono
interagire con i progettisti AIPI.
www.abitareiltempo.com

A.D. GraphX / Ph. Tommaso Sartori


Dipinto: Franco Angeli

Cersaie 2015 /
28 settembre > 02 ottobre
Pad. Hall 22 / Stand A124-B111

Atelier
Kerakoll Design House_Studio
> via Solferino, 16 Milano

attualit concorsi

Premio Internazionale
Architettura Sostenibile 2015
Si svolta recentemente nella prestigiosa cornice di Palazzo Tassoni Estense la Cerimonia di consegna del
Premio Internazionale Architettura Sostenibile, evento promosso dallOrdine degli Architetti PPC della Provincia
di Ferrara, dalla Fondazione degli Architetti di Ferrara e realizzato con il patrocinio del Comune di Ferrara.
Il Premio, ideato e promosso dal Dipartimento di Architettura dellUniversit di Ferrara e da Fassa Bortolo,
azienda di primo piano nel settore delle soluzioni innovative per ledilizia, da ormai undici anni incentiva e
promuove progetti di architettura che sappiano rispettare e coesistere con lambiente circostante, per una
visione del costruire sostenibile nel mondo.
Grazie al successo delle edizioni passate, il Premio Architettura Sostenibile stato suddiviso in due diversi
momenti temporali, che si alternano con cadenza biennale: una Sezione riguardante Tesi di Laurea, Master
e Dottorato sviluppate nel territorio italiano, che ha avuto la sua prima edizione nel 2014 e che si ripeter nel
2016, e una Sezione delle Opere realizzate, come quella di questanno, che vede la partecipazione di studi
di architettura e ingegneria di tutto il mondo, e che si ripeter nel 2017. Lobiettivo quello di incentivare
la partecipazione di neo laureati italiani e nel medesimo tempo proseguire la tradizione del Premio rivolto a
progettisti che, attraverso le loro opere, forniscano un contributo fondamentale allo sviluppo e alla diffusione
di una cultura sostenibile nelle costruzioni edili.
La Giuria, presieduta da Thomas Herzog, era composta da Muck Petzet, Philippe Samyn, Luca Emanueli
e Gianluca Frediani. Anche per questa edizione tutti i membri valutatori sono stati eletti con background
culturali differenti per garantire la massima variet di esperienze possibile.
Nelle parole di Thomas Herzog, i progetti vincitori di questa edizione, nellambito dellevoluzione del
termine sostenibilit, sono stati capaci di integrarsi in maniera adeguata alle condizioni del contesto,
fornendo risposte ottimali alle necessit di vita dei fruitori. Si tratta di architetture che si possono definire
appropriate, perch nascono dalla piena conoscenza dei luoghi, dallo studio e comprensione del loro
funzionamento e dal rispetto della cultura locale.

Fassa
www.premioarchitettura.it
www.fassabortolo.com

2
3

Fondazione Valore Italia


Tel. 066896982
Fax 0668192816
www.
info@unicitaditalia.it

attualit concorsi

1
Medaglia dOro
1. ONOMICHI U2
Hiroshima (Giappone)
Suppose Design Office Co. - Makoto Tanijiri e Ai Yoshida
Attraverso la conservazione e il recupero di un
magazzino in disuso, il progetto restituisce alla citt un
fabbricato del quale si mantenuta lidentit originaria,
armonizzandola con lo spazio urbano circostante.
Internamente, il grande volume stato sapientemente
suddiviso in diverse aree con lutilizzo di materiali tipici
della cultura locale, generando un legame identitario con
il contesto e definendo unarticolazione spaziale di elevata
qualit. Lapproccio progettuale prefigura una modalit
dintervento estremamente funzionale e ripetibile per il
recupero dei tanti edifici simili presenti sul territorio.
Medaglie dArgento ex-aequo
2. CASA DCS
Riuso e ristrutturazione di un edificio in Sicilia
Ragusa (Italia)
Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo
Lintervento di recupero realizza unabitazione pienamente
funzionale, in grado di rispondere alle esigenze
microclimatiche imposte dalle condizioni del luogo.
I progettisti attuano la rimozione di una parte consistente
del volume originario sul fronte sud, per generare una
corte interna, sviluppata in altezza per tre livelli, funzionale

alla creazione di un nuovo filtro microclimatico e di una


maggiore privacy - strumento di ventilazione per effetto
camino. Si apprezza la capacit nel gestire il delicato
rapporto fra lesistente, che viene comunque rispettato,
e il nuovo, concepito come strumento funzionale al
completamento e alla valorizzazione delle preesistenze.

Menzioni dOnore
4. Skills Centre Malaa
Scuola di formazione professionale
nei pressi di Nairobi (Kenya)
Susanne Gampfer, Stefan Kroetsch con studenti
della Technische Universitaet Mnchen

3. Scuola secondaria
nel villaggio di Roongin
(Cambogia)
ASF - Architetti Senza Frontiere, Italia ONLUS
Camillo Magni, Elisabetta Fusar Poli,
Paolo Garretti, Filippo Mascaretti, Marta Minetti,
Marco Tommaseo
Nel progettare la scuola, si sono valorizzati i materiali
tradizionali del luogo, quali il mattone di terra cruda e
soprattutto il bamb, anche sperimentando processi
costruttivi inusuali. Ideato come un semplice volume
lineare, ledificio presenta le diverse aule che si
susseguono, unite da un ampio corridoio coperto,
elemento di distribuzione e filtro microclimatico. Allinterno
garantita una piena luminosit e unefficace ventilazione
trasversale, ottenuta attraverso le pareti filtranti in
bamb. Il progetto di fatto la prima esperienza utile a
testare la funzionalit di scelte costruttive che potranno
essere ripetute e affinate negli stralci di completamento
successivi.

5. Termas Geomtricas
Coaripe, Villarrica National Park (Cile)
Germn del Sol
6. Fondazione Elisabeth e Helmut Uhl
Laives, Bolzano (Italia)
Modostudio - Fabio Cibinel, Roberto Laurenti,
Giorgio Martocchia
7. Centro di educazione ambientale
dei monti Krkonoe KCEV
Vrchlabi (Repubblica Ceca)
Petr Hjek
8. Centro pediatrico Emergency
Port Sudan (Sudan)
Tamassociati
Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso con
Laura Candelpergher, Enrico Vianello
9. Rifugio II
Fiandre (Belgio)
Wim Goes Architectuur foto Filip Dujardin

AGC Flat Glass Italia


Stopray LamiSmart 24
> www.yourglass.com

vetro e metallo
per il settore
delle costruzioni
realizzazioni, materiali,
componenti e sistemi
a cura di Livio Salvadori

dossier
Vetro e Metallo

dossier vetro e metallo realizzazioni

AGC Flat Glass Italia

Secco Sistemi

progetto 5+1AA Alfonso Femia, Gianluca Peluffo

progetto Camillo Botticini, ABDA Architetti Botticini - De Appolonia e Associati

Torri San Benigno - Genova (I)

Alps Villa - Lumezzane, Brescia (I)

Per le facciate di queste torri residenziali sono stati utilizzati vetri AGC in sei
colori diversi, accostati tono su tono, con tinte pi chiare sui fronti meno
esposti, pi scure su quelli maggiormente soleggiati. Formate da una lastra
esterna in Stratobel 88.4 - vetro stratificato e temprato composto da un mix di
vetri da 8 mm; Interlayer 18 mm con Argon 90%; e lastra interna in Stratophone
iplus Top 1.0, le facciate uniscono estetica ed efficienza, raggiungendo i valori
termo-acustici richiesti.

Ecologica, dal linguaggio contemporaneo e integrata perfettamente nel


paesaggio alpino, questa villa monofamiliare stata realizzata con materiali
naturali, come il rame ossidato ondulato che riveste lesterno della casa, e il
legno Accoya che tappezza la parte esterna della grande strombatura sopra
le vetrate a sud. I sistemi EBE 85 e EBE 65 di Secco Sistemi in acciaio zincato
verniciato, utilizzati per gli alzanti scorrevoli, le finestre apribili e fisse, hanno
consentito generose vetrate, aperte al paesaggio e alla luce naturale.

> www.agc-glass.eu

> www.seccosistemi.it

PLOUM divano. Design: Ronan & Erwan Bouroullec.


Catalogo: www.ligne-roset.it

dossier vetro e metallo realizzazioni

Marzorati Ronchetti - Vetreria Bazzanese - Gruppo Zordan

Pilkington

progetto Steve E. Blatz e Antonio Pio Saracino

progetto Denton Corker Marshall

Black Hole - Altavilla, Vicenza (I)

Accesso a Stonehenge - Wiltshire (GB)

Legno, metallo, vetro, aria, luce sono gli elementi fondamentali per questa
costruzione, ideata per la mostra-evento di Interni, esposta oggi presso la
Fondazione CUOA. La copertura formata da lastre sovrapposte, con fori di
forma irregolare rivestiti da lamine dacciaio, che danno la sensazione di un
vortice, e sembrano attrarre a s il pavimento in legno. Le sabbiature sulle vetrate
laterali modificano la trasparenza verso lesterno, favorendo il raccoglimento.

Laccesso al sito archeologico - dalla struttura leggera, con sottili colonne in


acciaio che sorreggono un tetto lievemente digradante e morbidamente curvo
- stato realizzato con Pilkington Planar Intrafix, sistema di vetro strutturale
basso emissivo e sufficientemente robusto da affrontare eventuali venti forti.
Pilkington Optiwhite e Pilkington K Glass OW hanno inoltre consentito di
ottenere luminosit e trasparenza e di sfruttare al meglio la radiazione solare.

> www.marzoratironchetti.it - www.vetreriabazzanese.com - www.zordan1965.com

> www.pilkington.it

Schco International Italia

Gruppo Permasteelisa

progetto Massimiliano Fuksas Architetto

progetto Renzo Piano Building Workshop

Sede Unica Regione Piemonte - Torino (I)

Whitney Museum of American Art - New York (USA)

Distinta per leleganza delle linee, nonostante limponenza dei volumi, lopera
si segnala per lassoluta trasparenza dei prospetti, per la realizzazione dei quali
Schco ha messo a punto un sistema del tipo a doppia pelle, un importante
contributo al contenimento dei consumi. Le specchiature esterne sono composte
da una vetrocamera extrachiaro; lintercapedine equipaggiata con una tenda a
rullo microforata; il vetro interno del tipo extrachiaro.

Il Museo presenta una forma complessa, con i vari fronti che mostrano gradi e
versi di inclinazione differenti, per i quali Permasteelisa ha dovuto affrontare molte
sfide, dettate sia dalle diverse tipologie di facciate sia dalla dimensione e forma dei
pannelli progettati: pannelli di alluminio a doppia pelle per il prospetto principale; un
rivestimento vetrato che illumina naturalmente linterno del museo per i fronti Nord
ed Est e 600 mq completamente trasparenti per la Hall. Foto Karin Jobst

> www.schueco.com

> www.permasteelisagroup.com

SHOWROOM: MILANO ROMA BOLOGNA PARMA GENOVA TORINO BRESCIA FIRENZE PALERMO CATANIA COSENZA
VIENNA NIZZA MADRID BARCELLONA BILBAO BRUXELLES COLONIA MONACO DI BAVIERA ABIDJAN ISTANBUL
BEIRUT TEL AVIV VARSAVIA SHANGHAI TAIPEI HONG KONG BANGKOK SINGAPORE NEW YORK CITT DEL MESSICO

THE SPIRIT OF PROJECT


PANNELLI SCORREVOLI VELARIA, CABINA ARMADIO ZENIT DESIGN G.BAVUSO
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dossier vetro e metallo realizzazioni

Prefa Italia

Finstral

progetto ampliamento Holzbauer & Partner

progetto Philipp Architekten

Aqua Dome - Lngenfeld (A)

Villa Mauthe - Stoccarda (D)

Per la copertura di questa struttura termale che offre continuit formale alle
superfici oblique delle facciate, si sono dovute superare innumerevoli difficolt
statiche e tecniche per le quali stato necessario rinforzare la sottostruttura
fin dalle fondamenta. Le Scandole Prefa antracite P.10 - elementi in alluminio
preverniciato - si sono rivelate la soluzione ideale: grazie alle ridotte dimensioni,
allestrema maneggevolezza e versatilit e con il loro peso ridottissimo di soli
2,3 kg/mq hanno permesso di esaltare le originali forme del tetto.

Suddiviso in uno spazio orizzontale, proiettato verso lesterno - che comprende


le stanze comuni a tutta la famiglia -, e uno spazio verticale - dove si trovano le
stanze riservate a momenti pi privati, come la biblioteca o lo studio -, ledificio
connotato da linee eleganti e slanciate, sottolineate dai serramenti in alluminio
FIN-Project di Finstral. Anche per i frangisole stata studiata una particolare
modalit di installazione sotto lintonaco, in modo che leffetto dinsieme non
venisse pregiudicato.

> www.prefa.com

> www.finstral.com

dossier vetro e metallo realizzazioni

EKU - Gruppo Profilati

Istituto Italiano del Rame - KME Italy

progetto Beltrame Gelmetti Architetti Associati

progetto Foster + Partners

Giax Tower - Milano (I)

Emirati Arabi Uniti - EXPO 2015 - Milano (I)

Certificazione energetica in Classe A, tecnologia geotermica, pannelli


fotovoltaici, domotica, piscina, palestra, Spa, giardini pensili, finiture di pregio
e schermature solari: queste le caratteristiche della torre residenziale milanese.
Per realizzare la facciata che chiude i due ascensori panoramici, stata
utilizzata una soluzione altrettanto prestigiosa: il sistema per facciate continue a
montanti e traversi EKU 50 Glass, con vetro extrachiaro stratificato 6+6.

Il padiglione, tra i pi interessanti di Expo 2015, presenta uno spettacolare


cuore in rame dorato: si tratta di un auditorium multimediale, che, appena
visibile dallesterno, svela tutto il suo fascino durante il percorso guidato. Il
rivestimento in lega di rame, duraturo e brillante, accompagna i riferimenti al
deserto - le palme e le dune - ai caratteri di modernit di Dubai presenti nel
padiglione, concepito secondo i principi della sostenibilit.

> www.eku.it - www.gruppoprofilati.com

> www.copperalliance.it - www.kme.com/it

VMZinc - Umicore Building Products

Sistemi Raso Parete

progetto di riqualificazione mg2architetture

progetto Chiara Fumi

Villa Plurifamiliare - Colline torinesi, Torino (I)

Sede Ediltech - Brescia (I)

In questo intervento sul costruito, le facciate sono state rivestite in zinco


titanio VMZinc color Anthra-Zinc abbinato a materiali nobili, come il marmo di
Carrara e il mogano Meranti. Per accentuare il gioco di riflessi di luci e ombre, il
materiale stato posato a doghe verticali di quattro larghezze differenti su corsi
orizzontali di diverse altezze. Alcune doghe sono state montate in negativo
creando una sorta di basso rilievo dal ritmo dinamico. Foto Pier Mario Ruggeri

Nella sede Ediltech di Brescia, le porte, le armadiature e le nicchie, totalmente a


filo della parete, hanno dato il loro contributo per organizzare gli uffici nel modo
razionale, offrendo spazi per riporre, disporre, ordinare, catalogare e avere tutto
a portata di mano. Grazie al sistema Amplia, il cristallo diventa protagonista,
con profili, accessori e ferramenta invisibili alla vista. Il risultato un progetto
funzionale ed elegante.

> www.vmzinc.it

> www.sistemirasoparete.it

grandprix
tenth edition

2013/2015

concorso internazionale di architettura*

1000
designers
in the past
editions

over

1500
projects
4

X
categories

are you ready for the tenth edition?

*aperto ai progettisti di opere che hanno


impiegato elementi in grs porcellanato
casalgrande padana

submit your works

deadline 31.12.2015
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CASALGRANDE
PADANA
Pave your way

dossier vetro e metallo materiali e componenti

Armstrong Building Products

B-H 300

Bertolotto Porte

Natura

design R&D Bertolotto

Fakro

FerreroLegno

Finestre fuori
standard

Visio
e Delineo

Controsoffitto metallico a travette


parallele, montate su una struttura
di sospensione Bandraster,
completato con pannelli rettangolari
60x120 cm, microforati in metallo.
Consente di montare pareti divisorie
che si spostano con semplicit
tra le travette. Le linee essenziali e
pulite delle doghe, unitamente a una
microperforazione, conferiscono un
aspetto estetico liscio e compatto
al soffitto garantendo isolamento e
assorbimento acustico e riflessione
della luce.

Collezione di porte per interni


ispirata al mondo naturale,
con i pannelli che riproducono
graficamente intrecci di rami, steli
di fiori e petali asimmetrici. Venti
nuovi decori incisi o pantografati
e ventitr disegni sabbiati su
vetro temperato, nella versione
trasparente o satinata in quattro
diverse colorazioni. La serie Natura
3D declinata in sei differenti modelli
adotta una tecnologia che permette
di creare un effetto ottico e materico
tridimensionale.

Fornitura di finestre personalizzate e


fuori standard per quanto concerne
forme, dimensioni e colori. In
grado non solo di adattarsi alle
evoluzioni dellarchitettura e alle
nuove concezioni di volta in volta
da essa proposte, ma anche di
concretizzare le singolari visioni dei
pi arditi progettisti.

Due modelli di porte in vetro della


linea Scenario - il sistema di porte
scorrevoli, abbinabili anche a
pannelli fissi - ideali per separare
gli ambienti con stile garantendo
leggerezza e luminosit. Visio la
soluzione tutto vetro con sistema
di scorrimento a parete e a soffitto.
Delineo invece si caratterizza per
avere il vetro contornato da un
profilo in alluminio con sistema di
scorrimento a parete e a soffitto. La
profilatura disponibile in versione
classica, con alluminio anodizzato,
nero e bianco, o laccata in tre
esclusive tonalit metallizzate.

> www.armstrong.it

> www.bertolotto.com

> www.fakro.it

> www.ferrerolegno.com

Drutex

MB-70

Bauxt

Plank

design Giuseppe Bavuso

Moderno infisso in alluminio che, grazie


allapplicazione di distanziatori termici e alluso
di guarnizioni, caratterizzato da un coefficiente
di trasmittanza termica U molto basso,
garantendo quindi eccezionali performance
in termini di efficienza energetica e protezione
dellambiente. La forma dei profili consente,
inoltre, di ottenere strutture sottili e resistenti
allo stesso tempo. Lampia gamma di
colori, 180 RAL, permette di adattarsi a ogni
richiesta.

Blindata che si stacca dalla parete e


diventa un volume tridimensionale,
un quadro che delinea perfettamente
lo spazio riconquistando un ruolo da
assoluta protagonista nellequilibrio
della stanza. Sul piano tecnico, il
progetto ha imposto la riprogettazione
dellanima in acciaio della porta
che viene per carenata da profili
in alluminio per mascherare tutti gli
elementi tecnici di assemblaggio.
Pannello esterno in vetro retrolaccato
opaco color corda.

> www.drutex.it

> www.bauxt.com

dossier vetro e metallo materiali e componenti

Domal

Slide C160

UniFor

Parete RP

design Renzo Piano Building Workshop

Nuovo alzante scorrevole in alluminio, permette di realizzare specchiature


di notevoli dimensioni, a garanzia della massima luminosit degli ambienti.
Maneggevole e resistente, grazie a speciali meccanismi di sollevamento
servoassistito e ad appositi carrelli che possono sostenere fino a 400 kg per
anta, a garanzia di un movimento sempre fluido e leggero delle vetrate. Ampie
le possibilit di configurazione e ricca la gamma di colori.

Sistema di partizione modulare a tutta altezza, progettato per organizzare con


efficienza e razionalit ambienti di lavoro flessibili e differenziati. costituito da
strutture in profilati di alluminio e pannellature di tamponamento totalmente
vetrate o cieche oppure in configurazione mista, completate da porte a battente
e scorrevoli in vetro o cieche. Le lastre in cristallo accoppiato trasparente con
interposto un film di sicurezza, sono assemblate tramite sottili profili in alluminio.

> www.domal.it

> www.unifor.it

Pixima Fontanot

Vitrealspecchi

Scala a chiocciola in acciaio verniciato di colore cromo o bianco. Ringhiera con


colonnine lineari. Il corrimano in PVC di colore grigio come le finiture della
scala e il pannello che serve da antisdrucciolo e antiusura per i gradini. La scala
caratterizzata da un pianerottolo universale che ne consente linstallazione
in aperture di qualsiasi forma e dimensione. Il senso di rotazione, orario o
antiorario, viene deciso al momento della posa in opera.

Nuovi Trasparenti Madras in vetro extrachiaro. Un lato della lastra lavorato


chimicamente, permanentemente e uniformemente con texture a piccoli punti
incisi che non altera la trasparenza del vetro. Se in fase di installazione si
posizionano dei LED lungo lo spessore del vetro, in situazioni notturne, i piccoli
punti trasformano la lastra in una texture di luce. Al tatto, la superficie liscia
e lincavo dei piccoli punti appena percettibile per assicurare una facile e
immediata pulizia.

> www.fontanot.it

> www.vitrealspecchi.it

Steel

Punto-NL e Punto-N Cristalli

dossier vetro e metallo materiali e componenti

Rimadesio

Velaria

design Giuseppe Bavuso

Metra

NC 65 STH HESa

Linterpretazione della porta scorrevole allinsegna del massimo rigore


geometrico. Un progetto in cui i pannelli vengono realizzati sempre su misura,
con un profilo strutturale in alluminio di minimo spessore che valorizza al
massimo le qualit estetiche esclusive del vetro aziendale. Proposto con
forte valore espressivo, che prende forma grazie allintroduzione di due
nuove finiture: la struttura alluminio palladio e il nuovo vetro maglia gold, uno
stratificato composto da due lastre di vetro extrachiaro, con interposta la maglia
metallica.

Nuova finestra a battente capace di rispondere ai principali bisogni emersi dal


mercato: design moderno ed essenziale, elevate prestazioni di isolamento e
sicurezza, risparmio energetico con utilizzo di materiali innovativi e green per
una migliore sostenibilit ambientale. Particolarmente adatta a essere impiegata
in interventi d ristrutturazione. Con un valore di trasmittanza termica Uw di
1,0 W/m2K, un potere fonoisolante di 48 dB e una classe antieffrazione che
raggiunge la categoria RC3, si posiziona ai massimi livelli di performance della
categoria.

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Vetro chiaro con coating magnetronico che garantisce un controllo solare del
25%. Pu essere utilizzato senza essere inserito in vetrata isolante, protetto
esclusivamente con una laminazione. Lutilizzo come vetro singolo permette,
oltre a una importante riduzione di pesi delle vetrate, anche un forte risparmio
economico. Ideale nelle applicazioni che necessitano di protezione solare, ma
non disolamento termico, come giardini dinverno, verande, piscine e padiglioni
temporanei.

Scorrevoli a taglio termico dalle elevate prestazioni termiche, soluzione ideale


per la ristrutturazione residenziale. Il sistema pu montare vetrocamere da 28 a
36 mm: un range di applicazione elevato - ottenibile sostituendo solo la gomma
di trattenuta del vetro - che permette di offrire ottime performance di isolamento
termico e acustico (trasmittanza termica Uw fino a 1,0 W/m2K). Profili piuttosto
snelli, un nodo centrale ridotto (36 mm), linee squadrate e pulite.

> www.yourglass.com

> www.aluk.it

Ikona

Navello

Scala elicoidale caratterizzata da cosciali e parapetti in acciaio inox Aisi 304


satinato, la struttura presenta 17 pedate in cristallo temperato triplo strato,
extrachiaro e satinato. Contraddistinta da unestrema pulizia visiva, conferita
dalla totale assenza di saldature meccaniche, nonch dalla cura di ogni pi
piccolo dettaglio estetico: dalla basetta di partenza lungo tutto lo sviluppo della
struttura non sono visibili viterie a vista e la dinamicit della struttura caratterizza
lambiente rendendolo unico e di carattere.

Serramento con anta a tuttovetro che offre il pi ampio sguardo sullesterno


senza scendere a compromessi sui parametri di efficienza energetica. In
tutte le versioni, a battente, con anta ribalta e scorrevole, il telaio esterno
completamente incassato nel muro valorizzando la superficie vetrata;
internamente le cerniere possono essere incassate mentre la versione
scorrevole dispone di uno speciale sistema di fissaggio dellanta che nasconde
completamente le guide.

> www.ikonascale.it

> www.navello.it

Stopray LamiSmart 24

Direct Absolute Steel

Scorrevoli AluK 67CL-36

City

dossier vetro e metallo materiali e componenti


De Castelli

Gruppo GSG International

Scenografico giardino verticale


realizzato con un motivo
ornamentale a foglie di vite
americana, con cui rivestire
pareti per evocare un
caratteristico scenario
autunnale scaldato dalla
scelta del materiale, il rame,
e dalla sua finitura giocata tra
le preziose nuances di una palette
calda: dal bruno-rossastro al bronzo, ai
verdi. Il pattern geometrico tridimensionale ottenuto attraverso foglie
sagomate in rame piegato, ossidato, spazzolato o con finitura al verderame.

Serie di portefinestre alza e scorri


con anta a scomparsa abbinata
a un controtelaio completamente
incassato, esclusivamente per esterni,
che permette la scomparsa dellanta
allinterno del muro.
Le ante si caratterizzano per il profilo
di alluminio ossidato a taglio termico,
incollato tra le due lastre e occultato
tramite una doppia fascia di serigrafia
realizzata sulla faccia interna dei due
vetri, disponibile nei colori bianco,
nero e grigio, con possibilit di
personalizzazione.

> www.decastelli.com

> www.essenzafinestra.it

Vertical green

Secco Sistemi - AGB Alban Giacomo

Ebe

Essenza

Saint-Gobain Glass

Cool-lite Xtreme 60/28

Rintal

Aira Glass

Erco

Shade

design Giuseppe Bavuso

Grazie allinserimento di una


seconda ferramenta sviluppata
con AGB e a nuovi accessori, gli
infissi assecondano le richieste
dellarchitettura pi esigente che,
per esaltare le trasparenze, si
orienta decisamente verso aperture
finestrate di maggiori dimensioni
e pesi. Con le nuove cerniere
per porte si supporta il peso
massimo di 300 kg. Potenziata
anche la ferramenta per finestre
ad anta ribalta. Migliorata inoltre
la resistenza alla corrosione delle
cerniere che stata addirittura
raddoppiata.

Lultima generazione di vetri


che fissa un nuovo standard nel
controllo solare altamente selettivo.
Grazie alla rivoluzionaria tecnologia
di questo prodotto possibile
selezionare solo il meglio del sole
unendo unelevata trasmissione
luminosa e una ridotta trasmissione
energetica in un solo prodotto. Il
nuovo vetro con la sua trasparenza
estrema assicura una trasmissione
luminosa del 60% portando negli
ambienti interni un livello elevato di
luce solare senza far passare troppo
calore: il 72% della radiazione solare
non penetra nelledificio, ma viene
respinta.

Esclusiva scala a sbalzo realizzata


completamente in vetro stratificato
chiaro o extrachiaro. I gradini sono
fissati al muro mediante un sistema
di ancoraggio brevettato Rintal cos
da eliminare la necessit di ogni
ulteriore accessorio di supporto e
avere una soluzione estremamente
leggera ma sicura. Ogni pedata offre
la sensazione di essere sospesa
nel vuoto per un effetto incredibile
che viene amplificato dalla speciale
ringhiera realizzata da lastre di vetro
stratificato fissate direttamente al
gradino.

Famiglia di serramenti; dalla


forma minimale, sono capaci di
integrarsi perfettamente nello
spazio architettonico a cui sono
destinati, valorizzandolo come un
vero e proprio elemento darredo.
La gamma si amplia ulteriormente
con la versione alzante scorrevole,
sempre con carenatura in estrusi
di alluminio associata ai profili in
PVC, rigorosamente in classe A,
disponibile in pi misure e in due
soluzioni: ad anta fissa/mobile e
mobile/mobile.

> www.seccosistemi.it - www.agb.it

> www.saint-gobain-glass.com

> it.rintal.com

> www.shade.ercoitalia.it

dossier vetro e metallo materiali e componenti

Tecno

Parete divisoria W80

design Daniele Del Missier ed Elliot Engineering & Consulting

Schco International Italia

Scorrevole ASS 77 PD

Parete divisoria che risponde a tutti i requisiti strutturali, acustici, di attrezzabilit,


personalizzazione e flessibilit necessari alla progettazione e alla definizione
degli spazi operativi e di relazione. Disponibile sia con chiusura ad anta battente
sia scorrevole a scrigno, caratterizzata da grande flessibilit nelle finiture
superficiali (che possono essere realizzate in cartongesso, vetro, legno, metallo,
stoffa o pelle) e predisposta ad accogliere qualsiasi tipo di tecnologia.

Soluzione progettuale evoluta, questo scorrevole in alluminio unisce unestetica


moderna e raffinata a elevate performance tecniche. Progettato in tre differenti
versioni per far fronte a ogni condizione climatica, si distingue per i profili sottili,
con montante centrale in vista di soli 3 cm, telaio esterno a scomparsa (inserito
nel raccordo alla struttura delledificio) e nessun ingombro a terra, poich il
telaio inferiore viene inserito direttamente nel pavimento.

> www.tecnospa.com

> www.schueco.it

Pilkington

Garofoli

Vetro autopulente che, grazie al suo speciale rivestimento, in grado di


sfruttare la radiazione solare per decomporre i depositi organici (fotocatalisi)
ed eliminarli quando pioggia o acqua colpiscono la lastra, migliorando lo
scorrimento dellacqua sulla sua superficie (idrofilia), senza lasciare le tipiche
tracce o le macchie dovute allasciugatura.

Sistema di porte e pareti divisorie. Proposta in un ampio ventaglio di colori e


finiture, la collezione si articola in una linea di prodotti che si differenziano per
le opzioni di configurazione, pur garantendo le stesse prestazioni strutturali e
di qualit. La serie genera quattro diverse famiglie: BiGlass, BiPlan, Panvi e
Pannelli. Le ante, disponibili in varie combinazioni - lato in legno e lato in vetro;
due lati in legno; due lati in vetro - consentono la pi ampia personalizzazione.

> www.pilkington.it

> www.garofoli.com

Pilkington Activ

BiSystem

dossier vetro e metallo

EclissE

Silk

Porta a battente filomuro, in vetro-alluminio, composta da una struttura in


alluminio anodizzato e spazzolato argento opaco, tamponata con due lastre
in vetro extra chiaro da 4 mm, lucido temperato. Il pannello-porta dotato di
serie di una speciale borchia filovetro in alluminio cromo satinato; disponibile
nella versione laccata lucida oppure opaca, con o senza decori retrolaccati; con
altezza superiore a 200 cm, si stabilizza mediante un tirante regolabile.
> www.eclisse.it

Gibus

Vetrate FrangiVento
Chiusure frangivento in vetro; semplici da installare, sono il completamento
ideale di una tenda da esterni o di un terrazzo. Realizzate con pannelli in
cristallo temperato dello spessore di 10 mm - il cui peso scaricato a terra
grazie al sistema brevettato Todocristal -, senza profili perimetrali, sono in
grado di resistere a vento, urti, polvere e raggi UV, con un abbattimento
sonoro fino a 14 dB. Offrono grande versatilit di utilizzo, ad ante chiuse o con
impacchettamento laterale totale o solo parziale.
> www.gibus.it

primo piano ceramica

SmartCity Malta
Il-Kalkara (M)
Paul Camilleri & Associates
tipologia
parco tecnologico
materiali ceramici
facciate ventilate e pavimentazioni esterne
in grs porcellanato, collezione Sunrise,
colori Golden, Quartz e Smoke,
nei formati 120x60 e 30x60 cm;
produzione Ceramiche Keope

Rivestimenti
di facciata
in ceramica
Livio Salvadori

Affidabilit delle soluzioni


tecnologiche, qualit
dei materiali in termini
di prestazioni tecniche
e sostenibilit ambientale,
elevati livelli estetici, ricca
offerta cromatica: le proposte
dellindustria italiana delle
piastrelle di ceramica sono
in grado di soddisfare
una domanda sempre pi
esigente proveniente
dal mondo della
progettazione anche nel
settore degli involucri esterni
e delle finiture di facciata

Residenze Libeskind - City Life


Milano (I)
Studio Daniel Libeskind
tipologia
complesso residenziale
materiali ceramici
parete ventilata rivestita con lastre in grs
porcellanato Linea Granitoker, serie Travertino
Paradiso Grigio M8, nei formati 30x90 e 60x90 cm
e Linea Granitogres, serie Unicolore Bianco B
Levigato, nel formato 22,5x90 cm; parapetti
e celini di terrazze e balconi rivestiti serie Travertino;
produzione Casalgrande Padana
foto SDL

Lutilizzo nei rivestimenti di facciata degli elementi in ceramica di ultima generazione, disponibili anche con
particolari configurazioni morfologiche, in lastre di grandi dimensioni e in spessori minimi, con finiture superficiali
differenziate e in numerosissime varianti cromatiche, permette di realizzare manufatti edilizi con soluzioni
personalizzate di grande qualit architettonica e notevoli prestazioni tecnologiche, che guardano ai principi della
sostenibilit come traguardo irrinunciabile.
Qualificati da elevate caratteristiche di affidabilit, durevolezza e resistenza agli agenti atmosferici, i prodotti
ceramici risultano di semplice manutenzione e possono essere opportunamente impiegati per migliorare le
prestazioni di coibentazione acustica e isolamento termico degli edifici.
Le ragioni di questo successo, confermato dallutilizzo abituale degli elementi ceramici anche da parte di grandi
protagonisti del panorama architettonico internazionale, vanno ricercate nelle propriet intrinseche del materiale e
nella sua capacit di evolversi continuamente.
Gli esempi che seguono sono la dimostrazione di come, dai rivestimenti di facciata con posa tradizionale a malta
fino alle pi avanzate tecniche di parete ventilata con fissaggi meccanici a vista o completamente a scomparsa,
la ceramica prodotta dallindustria italiana ha dimostrato di saper rispondere in maniera efficace alla domanda
sempre pi esigente in termini qualitativi, prestazionali e funzionali proveniente dal mondo della progettazione,
cos come del cantiere, contribuendo a valorizzare le soluzioni applicative maggiormente orientate allinnovazione.
Regolata da un articolato piano di sviluppo architettonico firmato da Paul Camilleri & Associates, SmartCity
Malta a Kalkara si estende su una superficie di 360.000 mq lungo la costa della cittadina maltese. Larea
diventer, entro il 2021, un parco tecnologico che ospiter uffici, residenze, strutture commerciali e unampia
zona adibita a spazio pubblico. Per il rivestimento di tutte le facciate ventilate e per tutte le pavimentazioni esterne
i progettisti hanno scelto una collezione in grs porcellanato contraddistinta da nuance naturali che bene si
inseriscono nellambiente circostante, affacciato sul mare, offrendo notevoli qualit estetiche associate a elevate
caratteristiche prestazionali di protezione da salsedine, umidit, piogge acide, sbalzi termici.

Chiesa della Misericordia


Terranuova Bracciolini, Arezzo (I)
Studio Archea Associati
tipologia
edificio di culto
materiali ceramici
facciata ventilata rivestita in grs porcellanato
smaltato, collezione Esagona, finiture diverse;
produzione Tagina Ceramiche dArte

Bridge 129
Reggio Emilia (I)
Giuseppe Innocenti
tipologia
riqualificazione capannone industriale
materiali ceramici
facciate ventilate AGS realizzate con elementi
in grs porcellanato serie EvolutionStone Luserna,
strutturato; formato 60x120 cm;
colore Monolith Black, bocciardato 60x120 cm;
produzione Marazzi Engineering
foto Daniele Domenicali

Grazie a scelte impiantistiche mirate, a soluzioni costruttive di assoluta qualit e al sofisticato sistema di
facciata, le Residenze Libeskind a Milano City Life assicurano elevati standard di efficienza energetica che
hanno permesso di conseguire la certificazione in classe A. Diversi per tipologia, affaccio, disposizione e
altezza, gli edifici progettati da Daniel Libeskind evidenziano la cifra stilistica che caratterizza il suo modo di
lavorare, in particolare nelle soluzioni di facciata, dove luso accurato dei materiali ceramici asseconda ed
enfatizza lesuberante plasticit della struttura. Coerentemente eseguita in ogni dettaglio, la messa in opera della
parete ventilata e dei parapetti di terrazze e balconi segue un preciso schema di posa, calibrato sullo sviluppo
volumetrico del manufatto architettonico. Il paramento di finitura esterna della parete che riveste i piani tipo e
le penthouse costituito da un pannello di supporto in fibrocemento a cui sono fissate mediante incollaggio e
aggancio meccanico di sicurezza a scomparsa le speciali lastre in grs porcellanato, specificatamente studiate
per questo progetto.
La Chiesa della Misericordia a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, si sviluppa su due piani fuori terra
e uno interrato. Il rivestimento esterno si contraddistingue per linvolucro tridimensionale, ottenuto mediante
limpiego quasi caleidoscopico di mattonelle in grs porcellanato dalla forma esagonale, disegnate da Marco
Casamonti di Archea Associati, (lo studio che ha progettato anche il complesso religioso) e realizzata attraverso
lAtelier Tagina. La particolarit della soluzione proposta consiste nel fatto che alcune piastrelle sono piatte
mentre altre sono trattate come piccoli volumi prismatici in rilievo: ci crea un piacevole effetto ottico, in quanto
la smaltatura del materiale ceramico interagisce con la luce e tramuta la pelle architettonica in una superficie
cangiante e preziosa. Linvolucro, costituito da una parete ventilata, garantisce inoltre eccellenti prestazioni
termiche e dunque di risparmio energetico.
Bridge 129 rappresenta un importante progetto di recupero di un capannone artigianale inserito in una zona
produttiva a nord della citt di Reggio Emilia, area che ha subito una profonda trasformazione dal punto di vista
urbanistico con la costruzione, poco lontano, della nuova stazione dellalta velocit progettata da Santiago

primo piano ceramica

Protoshop Lamborghini
S. Agata Bolognese, Bologna (I)
Studio di architettura Prospazio
tipologia
edificio industriale
materiali ceramici
rivestimento di facciata ventilata realizzato
in lastre di grs laminato serie Slimtech,
formato 300x100x0,35 cm, finitura cromatica Nero
Lamborghini, creata appositamente per questo
progetto; produzione Lea Ceramiche
foto Matteo Serri

Calatrava. Senza demolire la struttura preesistente, il progetto, a firma Giuseppe Innocenti, ha dato alledificio una
forma del tutto nuova, in un rapporto volumetrico essenziale e pi pulito rispetto al precedente. Applicate con la
tecnica della parete ventilata, le lastre in grs porcellanato di grandi dimensioni, che rivestono completamente
la costruzione, disegnano con rigorosa precisione la scansione dei nuovi fronti. Questo ha contribuito al
raggiungimento di due importanti obiettivi: la riqualificazione energetica delledificio con una soluzione ottimale in
termini di coibentazione e comfort, e una riconoscibile qualit del volume architettonico.
Protoshop di Lamborghini il primo edificio industriale multipiano in Classe A realizzato in Italia: con una
estensione di quasi 5.000 mq, ospita il reparto Prototipi e Preserie della famosa casa automobilistica. Il progetto
stato realizzato dallo studio di architettura Prospazio, che ha sviluppato un intervento in cui gli elementi pi
significativi sono design, sicurezza e risparmio energetico. La struttura in cemento armato e lo studio geometrico
dei 3 nuclei rigidi dei vani scala garantiscono sicurezza, forza e stabilit. Lastre ultrasottili (3,5 mm di spessore),
formato oversize (3x1 m) in grs laminato costituiscono il paramento della facciata ventilata; posate in orizzontale
con un sistema di ancoraggio a vista, nel grande formato e nella finitura cromatica Nero Lamborghini, creata
appositamente per questo progetto, assolvono in modo esemplare sia il ruolo estetico che quello funzionale e
tecnico. Le forme nette, il carattere muscolare e le linee a spigolo vivo sono alla base del concept architettonico,
che trasforma un semplice volume industriale in unarchitettura dalla forte identit.
A San Pietroburgo larchitettura storica del centro della citt, in gran parte costituita da edifici barocchi e
neoclassici del XVIII e XIX secolo, affiancata da palazzi di ultima generazione, incluse le residenze del St.
Petersburg Building, progettate da Evgeniy Gerasimov & Partners, che riflettono lo stile elegante della capitale
imperiale. Il rivestimento esterno di questo complesso residenziale, la cui maestosit e grandezza in perfetta
armonia con lo spirito della citt, realizzato con un sistema di facciate ventilate, per le quali sono stati impiegati
oltre 9.000 mq di rivestimento ceramico dal colore sabbia, caldo e naturale, grazie al quale gli edifici risaltano e
donano luminosit e armonia al quartiere in cui sorgono.

St. Petersburg Building


San Pietroburgo (RUS)
Evgeniy Gerasimov & Partners
tipologia
edificio residenziale
materiali ceramici
facciata ventilata rivestita con lastre
in grs porcellanato, collezione Format,
colore Sand, formato 30x60 cm;
produzione Atlas Concorde

primo piano ceramica

Green Paradiso
Lugano (CH)
Promoedil
tipologia
edificio residenziale
materiali ceramici
1.000 metri quadrati di facciata ventilata
realizzati utilizzando la linea Magnum Oversize,
collezione Industrial, formato 120x300x0,6 cm;
produzione Floor Gres
foto Fotofoglia

Il grs ceramico il protagonista anche dellintervento denominato Green Paradiso, progettato da Promoedil
a Lugano, in Svizzera. La facciata ventilata del complesso, che si sviluppa per circa 1.000 mq, stata realizzata
utilizzando lastre di grande formato (120x300 cm), applicate con sistema di aggancio meccanico a vista. Grazie
allelevata versatilit del prodotto, alla modularit e alle ampie dimensioni degli elementi ceramici, stato possibile
realizzare, mediante taglio, una serie di sottomultipli, in modo da soddisfare specifiche esigenze di progetto. Lo
spessore ridotto delle lastre (soli 6 mm), inoltre, ha contribuito ad alleggerire lintera struttura, pur mantenendo elevati
livelli di resistenza. Il pacchetto di rivestimento, oltre al paramento di finitura in moduli ceramici integrati sul retro da una
rete fibrorinforzata di sicurezza, prevede una camera di ventilazione di 35 mm e uno strato di isolante di 140 mm.
Affacciato sul litorale romagnolo di Riccione, il Complesso di palazzine residenziali progettato da Federica
Signorini si contraddistingue per la coerenza compositiva dellimpianto volumetrico, laccurato studio cromatico
e la selezione dei materiali di finitura. Per il rivestimento esterno di queste prestigiose residenze stato adottato
il sistema a cappotto con finitura superficiale ceramica e a intonaco. Leffetto legno delle piastrelle in grs
porcellanato, tagliate a misura e applicate nelle parti basse degli edifici, propone un originale disegno a doghe,
gradevole per essenzialit e rigore delle forme.

Complesso Palazzine Residenziali


Riccione, Rimini (I)
Federica Signorini
tipologia
edilizia residenziale
materiali ceramici
rivestimento a cappotto con finitura superficiale in
piastrelle di grs porcellanato, collezione Doghe
0.3, colore Rovere verniciato, formato 100x300 cm,
tagliato a misura; produzione Ceramica Panaria
foto Luciano Busani

Per un quadro pi completo e aggiornato dellofferta produttiva e delle soluzioni progettuali messe a disposizione
dallindustria italiana delle piastrelle di ceramica, con riferimento sia ai rivestimenti di facciata, sia a tutti gli
altri ambiti applicativi, lappuntamento al Cersaie, Salone internazionale della ceramica per larchitettura e
dellarredobagno, in programma presso il quartiere fieristico di Bologna, dal 28 settembre al 2 ottobre 2015.
Cersaie
www.cersaie.it
info@cersaie.it

Ceramics of Italy
www.laceramicaitaliana.it
info@laceramicaitaliana.it

primo piano concorsi

Concorso di architettura

Live outside the box


Giordano Hadamik Architects si aggiudica
la prima edizione del Premio Imago AGB
Si conclusa la prima edizione del Concorso di architettura Live outside the box, promosso e organizzato da
AGB - Alban Giacomo in collaborazione con Casabella. Concepita con la formula del concorso di idee, liniziativa
ha come obiettivo quello di segnalare e premiare le realizzazioni pi interessanti e significative che, nei vari
campi dintervento architettonico, meglio valorizzino le eccellenti prestazioni tecniche e le potenzialit espressive
dellalzante scorrevole Imago, prodotto di punta nellambito della vastissima gamma aziendale.
Aperto ad architetti, ingegneri e interior designer, il concorso ha selezionato progetti, anche riferiti a opere non
ancora completate, in cui il corretto inserimento del sistema Imago ne esaltasse le caratteristiche di sostenibilit,
risparmio energetico e minimalismo del design. Le opere selezionate hanno evidenziato requisiti di notevole livello
qualitativo; in particolare, la grande attenzione posta nellinstallazione degli infissi, oltre a qualificare gli interventi
sul piano della leggerezza formale, ne ha ottimizzato le prestazioni di isolamento termico.
La giuria di Casabella ha attribuito il primo premio a Villa Nemes, Imperia, progettata dallo Studio Giordano
Hadamik Architects, Daniele Giordano, Nadine Hadamik, con il contributo tecnico dellImago Point - Fa-Sol snc
di Gazzoni Luigi & figli.

AGB - Alban Giacomo SpA


info@agb.it
www.imago.agb.it
www.agb.it

Villa Nemes
Imperia
Studio Giordano Hadamik Architects,
Daniele Giordano, Nadine Hadamik
www.gha4u.com
Ph: Silvano Palumbo

ImagoPoint
Fa-Sol snc di Gazzoni Luigi & figli
Via Provinciale, 88 - 18036 Soldano (Im)
Tel. 0184289122
info@fasolsnc.it - www.fasolsnc.it

Situato sulle colline che si affacciano sul golfo di Imperia, ledificio monofamiliare si inserisce coerentemente nel
paesaggio antropizzato delle terrazze liguri diventandone parte integrante.
Le facciate in pietra naturale si caratterizzano per le grandi aperture rivolte verso la valle e il mare, dove i
serramenti svolgono un ruolo fondamentale nella valorizzazione della componente panoramica e della luce.
Disposti su un unico piano, i due volumi semi-ipogei si piegano, seguendo la morfologia del terreno, e si
spezzano a formare laccesso in asse: da una parte si apre il grande open space della zona giorno e dallaltra le
camere da letto con i servizi.
Lunghi setti murari creano continuit tra il fabbricato, gli ambienti interni e le fasce esterne sistemate a verde con
essenze della macchia mediterranea, mentre il patio e gli elementi frangisole fungono da filtro.
La copertura vegetale contribuisce allinserimento nel contesto riducendo sensibilmente limpatto della
costruzione.
Linvolucro semi-ipogeo altamente isolato e il controllo dellapporto solare passivo, insieme allutilizzo di energie
rinnovabili, riducono notevolmente il consumo energetico, aumentando il comfort abitativo e portando le
prestazioni delledificio ai livelli di Passivhaus.
Come specificato nella motivazione della giuria: Linserimento di Imago si distingue per la capacit di dare
leggerezza ed essenzialit compositiva alla facciata delledificio. Incassati e nascosti grazie allutilizzo di pavimenti
galleggianti in legno e rivestimenti in pietra e cartongesso, i telai hanno consentito alle grandi vetrate trasparenti
di creare un dialogo continuo tra gli ambienti interni e il paesaggio circostante, interpretando al meglio le
possibilit espressive offerte dal minimalismo di Imago. Posto al centro dellesperienza abitativa, il serramento d
forma allo spazio aperto dellintera zona giorno, mentre allinterno del processo costruttivo, sviluppato secondo
i principi dellarchitettura ecosostenibile, diventa esso stesso attore fondamentale per il raggiungimento di una
classe energetica a consumo quasi zero. Di particolare interesse lattenzione posta in fase di progettazione ai
dettagli della posa, con lutilizzo di vetro cellulare sotto la soglia del serramento per il taglio termico del massetto,
in grado di valorizzare le alte prestazioni di isolamento che contraddistinguono Imago.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale al progetto Un nuovo suolo, Bassano del Grappa
(Vi), dello Studio 3xL, Silvia Longo, Enrico Longo, con il supporto dellImago Point - Serradura Serramenti
Arredamenti Srl.

Menzione speciale
Un nuovo suolo
Bassano del Grappa (Vi)
Studio 3xL, Silvia Longo, Enrico Longo
www.studio3xl.it
Ledificio, organizzato in due abitazioni distinte,
lampliamento di una preesistenza agricola, adagiata
lungo il versante di una collina che si affaccia sul centro
storico di Bassano del Grappa. Il sistema Imago si
dimostrato perfetto nel conciliare le esigenze di elevate
prestazioni di isolamento termico con quelle di essenzialit
delle facciate, fusione con il paesaggio e selezione di
viste privilegiate, che incorniciano il panorama. Grazie
alle sue ridotte dimensioni e tramite il posizionamento
in continuit con la coibentazione, il telaio fisso rimane
invisibile dallesterno, pur garantendo il taglio termico e
assicurando la massima illuminazione naturale.
ImagoPoint
Serradura Serramenti Arredamenti Srl
Via Fontanazzi, 1 B - 36020 Solagna (Vi)
Tel. 0424816105
info@serradura.it - www.serradura.it

primo piano riscaldamento

Gruppo Piazzetta
Via Montello, 22
31011 Casella dAsolo (TV)
Tel. 04235271
info@piazzetta.it
www.piazzetta.it

Caminetti Panoramic

Caminetto Helsinky

Gruppo Piazzetta

Caratteristiche
tecnico-prestazionali

La storia del Gruppo Piazzetta fatta di ricerca e innovazione, competenza, selezione dei materiali migliori, tecnologia
unita a maestria artigiana. Azienda flessibile e organizzata, in grado di dare risposte precise e puntuali a un mercato
in costante evoluzione, attento ed esigente. I focolari Piazzetta racchiudono unanima tecnologica che garantisce grande
funzionalit, affidabilit ed efficienza. La sperimentazione di nuove metodologie sempre pi performanti e il costante
impegno consentono allazienda di mettere a punto soluzioni di riscaldamento tecnologicamente avanzate per assicurare
il massimo comfort, in totale sicurezza. Tra le varie proposte, la Collezione Panoramic scaturisce dalla capacit di Piazzetta
di progettare e realizzare un camino in grado di coniugare grande impatto estetico, buoni rendimenti e combustione pulita,
in una perfetta combinazione di tecnologia e materiali innovativi. Lampia superficie vetrata che avvolge il focolare, priva
di profili metallici, offre una visione a 360 o 180 della fiamma, con un vetro panoramico a saliscendi, completamente
a scomparsa allinterno del basamento, motorizzato con comandi a pulsanti. La collezione comprende oltre dieci modelli
che ripropongono in chiave moderna lo stile intramontabile dei focolari di un tempo: a centro stanza con base circolare,
quadrata o rettangolare, oppure con base rettangolare a filo muro. I focolari sono disponibili in tre finiture: nero, bianco
e cor-ten. Completano i vari modelli preziose superfici di maiolica realizzata a mano, disponibili in unampia gamma di oltre
trenta colori, che permettono al cliente una grande variet di soluzioni innovative e personalizzate. Tra le ultime proposte,
il modello Helsinki un caminetto che integra design, tecnica ed esperienza artigianale. Nel profilo spiccano limportante
cappa in pregiato acciaio cor-ten e la base, realizzata con pannelli di grande dimensione in maiolica. Allinterno,
il monoblocco rettangolare con vetro ad angolo dotato dellesclusivo sistema a saliscendi motorizzato elettricamente.
I quattro elementi di vetro ceramico assicurano una perfetta visione della fiamma, con un cuscino daria che contribuisce
a mantenere pulito il vetro. Il focolare in Aluker, materiale ceramico brevetto esclusivo Piazzetta, migliora la combustione
e la diffusione del calore. Simili caratteristiche per il Caminetto Malmo. La generosa cappa in acciaio verniciato nero,
disponibile anche nella versione bianco e cor-ten, si impone alla vista, concorrendo in modo determinante alla definizione
della qualit spaziale dellambiente. Lintero monoblocco ne valorizzato, e con la grande panca reversibile, realizzata
in pannelli di maiolica lavorati a mano, offre una soluzione estetica di sicuro pregio ed eleganza.

struttura in acciaio verniciato con focolare chiuso


con vetro panoramico a 360 o 180
focolare in Aluker con paralegna
cappa in acciaio verniciato nero o bianco o cor-ten
piano fuoco in Aluker
apertura a saliscendi con sistema motorizzato
elettricamente
riscaldamento a convezione naturale
e irraggiamento
volume riscaldabile 275-470 mc
potenza termica del focolare 21,6 kW
rendimento termico nominale 75,7%

Caminetto Malmo

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A cura di Federico Tranfa


Bak Gordon
Architetture abitate

336 pagine
550 illustrazioni
edizione inglese

www.amazon.it
www.ibs.it
www.mondadoristore.it

144 pagine
220 illustrazioni
edizione bilingue italiano e inglese

Rem Koolhaas
Delirious New York
308 pagine
230 illustrazioni
undicesima edizione

Ad esempio

Marco Mulazzani
Edoardo Milesi
Forum Fondazione Bertarelli
Sala da concerti
nella Maremma toscana
96 pagine
150 illustrazioni
edizione bilingue italiano e inglese

Rafael Moneo
Inquietudine teorica e strategia
progettuale nellopera
di otto architetti contemporanei
336 pagine
355 illustrazioni
quarta edizione

Design & grafica

Alberto Bassi
Food design in Italia
Progetto e comunicazione
del prodotto alimentare
272 pagine
340 illustrazioni
edizione italiana e inglese

spagna
Federazione Russa
giappone
Cluster Zone Aride
Cluster Bio-Mediterraneo
Cile
Cluster Riso
Thailandia
Kuwait
Cluster Caff
Gift Shop
a cura di Livio Salvadori

EXPO

2015

Padiglione Spagna

[3]

Spagna
Progetto architettonico
e design dei contenuti
B720 Arquitectos - Fermn Vzquez

Spagna
Coltivando il futuro
I segreti del successo della filiera alimentare spagnola sono il miglioramento nei processi distributivi, la
presenza di una grande variet di paesaggi, zone climatiche ed ecosistemi. Ispirato a una serra a forma
di portico, il padiglione spagnolo accoglie i visitatori attraverso una ventina di valigie che proiettano
altrettante proposte visive, ognuna dedicata a un alimento. Spazi esterni e interni si compenetrano, con una
prevalenza di zone allaria aperta in cui ci si pu rilassare tra il patio degli aranci, il chiringuito e lauditorium.
Lidea della convivenza tra tradizione e innovazione prende corpo in due grandi caseggiati affiancati
parallelamente, uno composto di strutture in legno e laltro in acciaio, ognuno dei quali contiene prodotti,
spazi espositivi e materiali illustrativi a tema.

Progetto architettonico
e design dei contenuti
B720 Arquitectos - Fermn Vzquez
Allestimento area mostra,
auditorium e aree laboratori
Accin Cultural Espaola
Design istallazione multimediale
Antoni Miralda
Progetto audiovisivo e 3D delle installazioni
Pulgon - Gruppo Empty
General contractor
Empty
Montaggio struttura
Altermateria - Gruppo Empty
Progetto audiovisivo
e 3D delle installazioni
Pulgon - Gruppo Empty
Architettura 3D
Prompt Collective - Gruppo Empty
Prodotti chimici per ledilizia
Mapei
Pavimentazioni e rivestimenti
in agglomerato
Gruppo Cosentino
Luci e forniture elettriche
Artec3
Allestimenti aree ristorazione
Grupo Sagardi

Padiglione Spagna

Padiglione Spagna

attualit expo 2015

Livio Salvadori

Federazione Russa
Crescere per il mondo. Coltivare per il futuro
Paese degli spazi infiniti, delle lunghe distanze e dei boschi naturali, la Federazione Russa presenta un
padiglione dallarchitettura lignea, fulcro attorno a cui ruota il concept. La grande facciata in legno, con
funzione brise-soleil, sostiene una copertura a terrazza che sale e si estende gradualmente verso lingresso
principale, in modo da sviluppare una lunga e slanciata tettoia di circa 30 m. Lampia collina diventa un
elemento del paesaggio naturale, circondato da organici cerchi in legno che formano il naso di una barca
a vela. Linterno semi-trasparente del piano terra e il suo tetto verde creano una serie armonica di spazi
aperti e piattaforme di osservazione, facilmente accessibili ai visitatori. Nella parte superiore delledificio, la
serpentina pende dal tetto rivestito di vegetazione, a simboleggiare campi sconfinati.

Progetto architettonico
SPEECH Architectural Office
Sergei Tchoban, Alexei Ilyin,
Marina Kuznetskaya
Impresa di costruzioni
RT EXPO
Sistemi di facciata
Schco International Italia;
SECH Costruzioni Metalliche realizzazione
Rivestimenti ceramici
Marazzi
Soluzioni illuminotecniche
iGuzzini Illuminazione

Esempio di architettura innovativa, capace di esprimere appieno la fusione di cultura tradizionale e


tecnologia avanzata, il Padiglione, composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da
lasciar penetrare la luce solare, si sviluppa allinterno di una griglia tridimensionale, edificata con una
commistione di tecniche costruttive tradizionali, analisi strutturale moderna e il cosiddetto metodo
di tensione compressiva. Le pareti lignee poggiano su una struttura in acciaio costituita da elementi
verticali a T ed elementi orizzontali tubolari. Al primo piano, nei ristoranti e zona eventi, il Giappone
propone la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, con
i tipici piatti a base di riso, pesce crudo e verdure.

Progetto architettonico e dinterni


Atsushi Kitagawara Architects
Progetto strutture Arup Italia - Maurizio Teora
Architettura e ingegneria
Ishimoto Architectural & Engineering Firm
Ingegneria meccanica Stain Engineering
Progetto opere civili IPARCH - Stefano Pellin
Progetto allestimento Dentsu
General contractor Takenaka Europe
Strutture in legno lamellare
Galloppini Legnami
Sistemi di vetrazione AGC Glass Europe
Prodotti chimici per ledilizia Mapei
Percorsi guida per non vedenti Artigo
Soluzioni illuminotecniche Lumen Center Italia
Livio Salvadori

Giappone
Diversit armoniosa

Livio Salvadori

attualit expo 2015

Cluster Zone Aride


Lagricoltura e lalimentazione delle zone aride
Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal, Somalia, Giordania

Livio Salvadori

Il Cluster Zone Aride ospita paesi connotati dalla presenza di zone desertiche, aride, appunto, con
scarsit dacqua - condizione dalle gravi ripercussioni sociali, economiche, imprenditoriali. Il progetto
nasce dallidea della tempesta di sabbia nel deserto, interpretata da una moltitudine di cilindri
semitrasparenti, sospesi su tutta larea. Le bacchette in PMMA satinato creano un effetto nebbia che
sintensifica e si dirada creando trasparenze, opacit e distorsioni. I padiglioni emergono come grandi
cristalli che bucano la tempesta; la loro forma ottenuta con tessuto tecnico tensionato fissato a
una struttura metallica. Oasi fresca e accogliente, una fontana dellacqua accoglie il visitatore, ad
enfatizzare il ruolo del liquido prezioso.

Cluster concept
Politecnico di Milano
con Birzeit University
(Palestinian National Authority)
e ETSAM (Madrid)
Concetto architettonico e design
Politecnico di Milano
Concept e layout della mostra
Alessandro Biamonti, Michele Zini
con Barbara Camocini
Collaborazione
Sara Callioni, Andrea Cattabriga,
Sebastiano Longaretti, Sara Michelini,
Claudia Zoboli
Sviluppo contenuti
Politecnico di Milano
Responsabile scientifico
Luisa Collina
Principal investigator
Barbara Camocini
General contractor
Rubner Objektbau - Gruppo Rubner
Strutture in legno
Rubner Holzbau - Gruppo Rubner
Progettazione esecutiva
Sering
Prodotti chimici per ledilizia
Mapei

Livio Salvadori
Livio Salvadori

Cluster Bio-Mediterraneo
Salute, bellezza e armonia
Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia, Tunisia
Il progetto ispirato allimmagine della citt del Mediterraneo e si sviluppa attorno a una grande piazza
semicoperta che ospita quattro strutture dedicate alla distribuzione di prodotti tipici di questarea
geografica. La variet cromatica del pavimento, composta da diverse tonalit di azzurro, richiama
tutte le sfumature del mare che abbraccia le nazioni ospitate nel Cluster. Nella zona centrale, le
cucine allaperto della tradizione fungono da poli dattrazione. Qui i visitatori trovano una selezione di
alcuni prodotti tipici della cucina mediterranea: lolio doliva, il pane, il vino. I padiglioni presentano un
rivestimento in policarbonato compatto opalino, bianco opaco, mentre la parte superiore in lamiera
dalluminio, stirata e ondulata.

Cluster concept
Politecnico di Milano con Seconda Universit
degli Studi di Napoli e American University
in Cairo (Egypt)
Concetto architettonico e design
Politecnico di Milano
Design Credits Cherubino Gambardella,
Stefano Guidarini, Camillo Magni con Lorenzo
Capobianco, Simona Ottieri
Collaborazione
Vittorio Di Gioia, Gianluca Ferriero, Maria Gelvi,
Concetta Tavoletta, Riccardo Spreafico,
Luca Varvello, Francesco M.G. Vozza
Sviluppo contenuti
Seconda Universit degli Studi di Napoli
Responsabile e coordinatore ricerca
Cherubino Gambardella
Partner ufficiale Regione Sicilia
General contractor
Rubner Objektbau - Gruppo Rubner
Strutture in legno
Rubner Holzbau - Gruppo Rubner
Progettazione esecutiva Sering

Livio Salvadori

attualit expo 2015

Cile
El Amor de Chile
Il Padiglione consente un viaggio tra i diversi ecosistemi cileni, deserti, fiumi, valli e montagne,
mostrando come la vita cresce in ognuno di essi, e con quali strumenti la si preserva.
Il materiale principe, il legno, usato per ricordare che la superficie forestale in Cile in aumento,
in controtendenza rispetto alla deforestazione in corso sulla Terra. Larchitettura del Padiglione,
che si sviluppa in uno spazio di 1.910 metri quadri, vuole essere incentrata sullarte dellospitalit.
un volume sospeso, una grande architrave in legno avvolta da uno scheletro in travi incrociate,
sollevata da pilastri di acciaio che creano uno spazio intermedio - lorizzonte temperato tipico
dellarchitettura cilena.

Progetto architettonico Cristin Undurraga


Undurraga Devs Arquitectos
Coordinatore progetto Sebastin Mallea
Progettista locale
Progettisti Associati Architettura - Hugo Sillano
Progetto strutture e impianti F&M Ingegneria
Direttore creativo Eugenio Garcia
Exibition design El Otro Lado Consultora
Multimedia design RIOLAB
General contractor Valori Sarappalti
Strutture in acciaio Stahlbau Pichler
Struttura in legno lamellare
Albertani Corporates
Soluzioni illuminotecniche
iGuzzini Illuminazione

Cluster Riso
Abbondanza e sicurezza
Bangladesh, Cambogia, Myanmar, Repubblica Democratica Popolare Laos, Sierra Leone,
Padiglione Basmati
Grazie a un gioco di specchi dacqua, i padiglioni sono inseriti in un paesaggio agricolo: entrando nel
Cluster ci si trova immediatamente immersi in una risaia in miniatura, una mostra a carattere botanico di
aree coltivate con diverse tipologie di riso, con riconoscibili texture dei campi - i colori, i profumi e le ombre
che accompagnano la crescita del riso. Le vasche delle risaie sono collegate a cascata con un dislivello
che permette allacqua di defluire senza alcun ausilio meccanico, come avviene nella realt. Il rivestimento
a specchio dei padiglioni e linclinazione verso il basso dei loro prospetti riflette in modo scenografico il
paesaggio delle risaie.

Cluster concept
Politecnico di Milano
con Tongji University (China),
National University of Civil Engineering Hanoi
(Vietnam)
Concetto architettonico e design
Politecnico di Milano
Design Credits
Agnese Rebaglio, Davide Crippa,
Barbara Di Prete con Lorenzo Loglio,
Francesco Tosi
Collaborazione
Paolo Saluzzi
Sviluppo contenuti
Universit degli Studi Milano Bicocca
Responsabile scientifico
e coordinatore di ricerca
Marialuisa Lavitrano
Principal investigator
Marialuisa Lavitrano, Maurizio Casiraghi,
Massimo Labra
General contractor
Moretti - Gruppo Terre Moretti
Strutture in legno
Moretti Interholz - Gruppo Terre Moretti

Livio Salvadori

Livio Salvadori

attualit expo 2015

Livio Salvadori

Thailandia
Nutrire e deliziare il mondo in modo sostenibile

Livio Salvadori

Il Padiglione della Thailandia si ispira al cappello tipico del coltivatore di riso, chiamato ngob.
Esiste solo in questo Paese, dove viene utilizzato fin dai tempi antichi, e per questo lemblema del
sapere contadino e della saggezza locale. A questo, si affianca unaltra forma, quella del naga, che
riprende le linee sinuose degli spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi e portatori di pioggia
e fertilit. La rampa di accesso incolonna i visitatori e li porta alledificio principale, riprendendo nel
disegno le simbologie divine tipiche della tradizione buddista. Le strutture in elevazione sono realizzate
interamente in carpenteria metallica, con travi HE, IPE e UPN a formare lossatura; nelledificio
principale i piani sono costituiti da impalcati metallici con solette in lamiera grecata.

Progetto architettonico
OBA The Office of Bangkok Architects
Progettazione architettonica locale,
progettazione strutturale e impiantistica
Work in Progress
Architettura del paesaggio
Landprocess Co.
General contractor
Work Right JV, Padiglioni EXPO scarl
Impresa costruzioni
CMB - Coop. Muratori e Braccianti
Costruttore metallico GED
Prodotti chimici per ledilizia Mapei
Soluzioni illuminotecniche
iGuzzini Illuminazione

Livio Salvadori

attualit expo 2015

Lacqua, lagricoltura e lenergia sono le pi grandi sfide che il Kuwait affronta per garantire una
migliore qualit della vita in unottica di sostenibilit. La partecipazione a Expo Milano 2015 offre
loccasione di far conoscere ai visitatori sia i grandi progetti ideati in questi tre settori sia i risultati
raggiunti. Il padiglione un affascinante spaccato del territorio del Paese, della sua cultura, delle
risorse umane e paesaggistiche; la struttura richiama le imbarcazioni kuwaitiane, i Dhow, tuttora
utilizzate nel Golfo Arabico, mentre la facciata laterale presenta un esempio delle serre e dei sistemi
di coltura idroponica; il grande spazio dedicato alla ristorazione arricchito da elementi tipici dei
souk arabi e da un grande focolare al centro, consentendo ai visitatori di gustare i sapori della cucina
tradizionale kuwaitiana.

Progetto architettonico Italo Rota


Progettazione esecutiva facciate,
impianti e strutture
Studio Progetto CMR - Massimo Roj
General contractor Nussli Italia
Impresa costruzioni Vanoncini
Sistemi di facciata
Schco International Italia;
ISA realizzazione e installazione
Sistemi di vetrazione
AGC Glass Europe
Tensostrutture Maffeis Engineering
Rivestimenti ceramici
Cooperativa Ceramica dImola
Sistemi di illuminazione Artemide
Arredi Maligno Arredamenti

Livio Salvadori

Kuwait
La sfida della natura

Livio Salvadori

Cluster Caff
Lenergia delle idee
Burundi, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Kenya, Repubblica Dominicana, Ruanda,
Timor-Est, Uganda, Yemen
Le immense piantagioni di caff distese allombra delle foreste tropicali hanno ispirato il progetto del
Cluster del Caff. Larchitettura degli spazi richiama infatti i rami pi alti degli alberi, allombra dei quali
crescono le piante di caff, mentre i Padiglioni sono una metafora dei loro tronchi. I toni caldi e i colori
naturali che caratterizzano lambiente cambiano in base alla luce che filtra dallesterno attraverso la
copertura, influendo sulla percezione dello spazio e dando al visitatore lillusione di trovarsi proprio
in una foresta. Il percorso espositivo un vero e proprio viaggio dalla pianta alla tazzina, suddiviso in
quattro stazioni tematiche, a raccontare il percorso che trasforma un chicco in una delle bevande pi
consumate al mondo.

[continua sui prossimi numeri]

Cluster concept Politecnico di Milano con FAU


Universidade de So Paulo (Brazil)
Concetto architettonico e design
Politecnico di Milano
Design credits
Alessandro Colombo, Stefan Vieths, illycaff
Collaborazione Francesca Rapisarda, Alexandre
Hepner, Maddalena Nakato Mainini, Silvia Pomodoro
Sviluppo contenuti Universit Commerciale
Luigi Bocconi, Universit del Caff / illycaff
Direttore del cluster Roberto Morelli
Responsabile scientifico
Universit Commerciale Luigi Bocconi,
Chiara Mauri, Universit del Caff / illycaff
Coordinatore di ricerca illycaff
General contractor Bilfinger
Prodotti chimici per ledilizia Mapei

primo piano expo 2015

UN MANTELLO DI SCANDOLE PER EXPO


Come sempre accade quando larchitettura diventa sinonimo di qualit del progetto, lintreccio
tra estetica, funzione, tempi di realizzazione ed esigenze di rappresentanza genera un risultato
inaspettato, cui concorrono in modo fondamentale abilit delle maestranze, sinergie progettuali,
scelte tecniche ed esecutive. La sfida affrontata e risolta in soli ottanta giorni allEXPO da Alessandro
Pedron e Marco Zito, su proposta del gruppo COIN, che attraverso i brand OVS ed Excelsior Milano
official retailer dellEsposizione Universale, ha consentito la realizzazione di due sorprendenti padiglioni
che non solo si configurano come strutture dai caratteri di forte modernit, ma, pur nascendo da
unoccasione temporanea, contribuiranno, smontati e riutilizzati, alla costruzione di un asilo aziendale
nel veneziano.
Un singolare mantello di larghe scandole metalliche a losanghe diagonali caratterizza gli edifici;
sviluppata da Pedron e Zito, la copertura stata realizzata da De Castelli, azienda che fonde, nella
propria strategia di impresa, una ormai invidiabile esperienza nelle finiture metalliche per larchitettura
e uninesausta ricerca di innovazione. Dalla collaborazione tra progettisti e produttore, nato
linnovativo rivestimento che, pur in unanaloga risoluzione formale ed esecutiva, si declina nel colore
industriale e tecnologico dellalluminio spazzolato per il padiglione OVS, e nella preziosit dai riflessi

Alessandra Chemollo

De Castelli riveste il Gift Shop OVS - Excelsior Milano

aurei del cor-tn dlabr per rappresentare lidentit pi sofisticata ed esclusiva di Excelsior Milano.
Entrambe le lavorazioni sono completate da una finitura realizzata a mano sulle singole scandole,
il che contribuisce a trasformare in texture un mantello gi mosso dalla disposizione diagonale e
sfalsata, alla cui risoluzione tecnica e installazione ha apportato un prezioso contributo la partnership
tra De Castelli e la Lattoneria Vladimiro Giacometti. Linterfaccia tra gli edifici, risolta piegando e
differenziando le falde, smentisce lesatta somiglianza tra gli elementi costitutivi, e dona allo spazio
apparenti dilatazioni e inaspettate complessit; conferisce nobilt materica ed espressiva ai padiglioni,
ne garantisce resistenza nello smontaggio e durata nel tempo. Numerose prove di laboratorio, favorite
dalla disponibilit alla sperimentazione della De Castelli, hanno permesso di superare i problemi tecnici,
estetici e funzionali, per conquistare, attraverso la speciale lavorazione manuale, la raffinatezza di una
pelle metallica luminosa e cangiante che il tempo provveder ad ossidare. Dallo stretto rapporto tra
i progettisti e lazienda sono scaturiti esiti innovativi, come la possibilit di celare completamente i
fissaggi tra le scandole grazie alla sovrapposizione di quattro differenti piani di posa, allorigine anche
del particolare effetto tridimensionale, di leggera sospensione, che caratterizza il rivestimento. La
disposizione a losanghe oblique genera inoltre un notevole impatto estetico, dovuto a un ribaltamento
verso lalto delle ombre, ben percepibile soprattutto al tramonto e la mattina presto.
De Castelli
Via delle Industrie 10,
31035 Crocetta del Montello (Tv)
Tel. 0423638218
Fax 042383467
www.decastelli.it
info@decastelli.com

Committente
OVS - Gruppo COIN
Progetto architettonico ed esecutivo
Marco Zito + Alessandro Pedron architetti
Progettazione e coordinamento
Lorenzo Mattozzi
Collaboratori
Valentina dAlberto, Ilaria dellOrco,
Ilaria Fracassi, Alessandro Zanini
Progetto di interni
Vincenzo De Cotiis Architects
Ingegneria
Studio Progedi strutture metalliche
FM Ingegneria fondazioni
Studio Zambonin impianti
Direzione lavori e coordinamento
Alessandro Bonaventura FM Ingegneria
Imprese e fornitori
Tarquinio capo commessa e impianti
Sara Appalti fondazioni
Eurofrio strutture metalliche e tamponamenti
Masergroup cartongessi e finiture
Stragal serramenti e vetri
Greenwood
Professional Pavimenti pavimenti esterni
Joyflor giardino
Rivestimento di facciata
De Castelli rivestimenti metallici
Lattoneria Giacometti montaggio

Argilla

Acqua

Colore

Terra cruda

Elena Del Prete e Guglielmo Gennari


Universit degli Studi della Repubblica di San Marino
Universit IUAV di Venezia / Laurea in Disegno Industriale

28 SETTEMBRE /
2 OTTOBRE /2015

BIGLIETTO OMAGGIO ONLINE

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segreteria operativa Promos srl

settembre in edicola

#internimagazine
@internimagazine

www.internimagazine.it/com

kk19962014 INDICI
kkINDICES 632845

casabellaweb.eu

853
SETTEMBRE 2015

C A SA B E LLA 85 3

63 EXTRA
Aesop

MUSEO NACIONAL DEL PRADO

a cura di Carlotta Tonon

Diego Velzquez,
Esopo, 1638, olio su tela,
Museo del Prado, Madrid

sommario

853
423

4862

RPBW

Herzog & de Meuron

48

Renzo Piano Building Workshop

Herzog & de Meuron

Valletta City Gate,


Valletta, Malta
5
Renzo Piano Building Workshop
Un brano di citt intessuta con
pietra maltese
Federico Bucci

Nuovo stadio di Bordeaux,


Francia
50
Herzog & de Meuron
Un tempio trasparente per
il Bordeaux Football Club
Marco Biagi

2447 Metropolitane no frills

6395 AESOP

24

63

Barcellona, tre stazioni della linea


l9, Garcs De Seta Bonet arquitectos +
Budapest, Due stazioni della linea M4,
sporaarchitects

Aesop
a cura di Carlotta Tonon
64

26

Aesop: il paradosso del brand


Francesco Dal Co

Garcs De Seta Bonet Arquitectos

67
Aesop: linusuale storia di un successo
Annemarie Kiely

Tre stazioni della metropolitana L9,


Barcellona, Spagna
26

70

Discesa agli inferi e ritorno


Massimo Ferrari

I 108 negozi Aesop


92

38

Paulo Mendes da Rocha + Metro


Aesop Oscar Freire, San Paolo, Brasile
Paulo Mendes da Rocha

sporaarchitects
Due stazioni della metropolitana M4,
Budapest, Ungheria
38
Tormentate geometrie sotterranee
Giovanna Crespi

c a sa b e lla 85 3

96 Biblioteca

96
Recensioni

100 English texts

100
English Texts

MICHEL DENANC

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

RENZO PIANO BUILDING


WORKSHOP UN BRANO
DI CITT INTESSUTA CON
PIETRA MALTESE

Renzo Piano
Building
Workshop
Valletta City
Gate, Valletta,
Malta
fotografie
Mario Carrieri,
Michel Denanc
disegni
Renzo Piano Building
Workshop

FEDERICO BUCCI

Di quando ero bambino ricordo


una bandiera piena di croci e
una barba rossa.

Corto Maltese

1
-dettaglio del
rivestimento in pietra della facciata
del nuovo Parlamento
della Repubblica
di Malta
-detail of the stone
facing of the new
Parliament of the
Republic of Malta

C A SA B E LLA 85 3

Lezioni di onest architettonica dalla preistoria di


Malta: questo il titolo
dellarticolo con il quale,
settantacinque anni fa, Giuseppe Pagano apre il numero 155 di
Costruzioni-Casabella.
Lincipit merita la citazione, per i motivi che spero
di provare in seguito: Fa sempre piacere imbattersi in qualche onesto collega che non prostituisce larchitettura ai
servizi della bassa rettorica e
che cerca di ottenere i massimi
risultati col minimo dispendio
di accidenti decorativi.
Leditoriale del direttore
prosegue con lelogio del libro
di Carlo Ceschi sui templi megalitici di Hagar Qim, studiati
nella missione archeologica diretta da Luigi Mario Ugolini,
giovane e brillante archeologo
prematuramente scomparso nel
1936, spedito dal fascismo a
Malta per affermare le radici
italiche del Mediterraneo.
Ceschi, nuovo soprintendente ai monumenti della Liguria, ridisegna i ruderi preistorici e immagina laspetto
originale dei volumi in pietra;

Pagano apprezza il modernissimo


cubismo architettonico emerso
dallaccurata ricostruzione
filologica.
il 1940. A giugno Mussolini dichiara lingresso
dellItalia nel conflitto mondiale e una delle prime azioni
il bombardamento di Malta,
roccaforte inglese dallOttocento, preludio alla serie infinita di raid aerei, condotti
insieme allaviazione tedesca
fino al 1943.
La Valletta, fondata nel
Cinquecento dal Gran Maestro
dei Cavalieri Ospitalieri Jean
de la Valette e progettata come
fortezza inespugnabile dallingegnere militare Francesco Laparelli, resiste strenuamente,
grazie ai rifugi ricavati
sottoterra.
Tra questi, non va dimenticato il tunnel della linea
ferroviaria, aperta dal 1883 al
1931 tra La Valletta e lantica
capitale Mdina.
In superficie, i bombardamenti colpiscono anche la Royal
Opera House, fastoso teatro
neoclassico costruito nel 1866
e, a causa di un incendio, ri-

costruito dieci anni dopo. La


sera del 7 aprile 1942 ledificio devastato dalle bombe
della Luftwaffe.
Per chi volesse approfondire questi eventi, non mancano
puntigliose ricostruzioni storiche dedicate dellassedio di
Malta (il secondo dopo il Great
Siege compiuto dallImpero Ottomano nel 1565 e respinto dai
Cavalieri), tuttavia in una
prospettiva diversa consiglio
la lettura di V., il primo romanzo dello scrittore americano
Thomas Pynchon, perch le confessioni di Fausto Maijstral
toccano sicuramente corde pi
emozionanti.
In ogni caso, in particolare nella zona della Porta Reale, lingresso dalla terraferma
vicino allOpera e alla stazione ferroviaria, Valletta ha lasciato aperte le ferite della
guerra per molti anni, con una
serie di parcheggi che stridevano non poco con il bollino di
patrimonio dellumanit apposto al sito dallUnesco.
Fino al 2009, quando
stato aperto il cantiere per
la realizzazione del progetto
di Renzo Piano.
Un progetto di sistemazione complessiva dellarea delle
mura, verso i bastioni esterni
di Floriana, che inizia nel
1986 con il ridisegno del City
Gate datato anni Sessanta,
interrotto e poi ripreso in una
dimensione pi ampia, con laggiunta della nuova sede del
Parlamento e la riapertura del
Teatro e, infine, ha inaugurato
ufficialmente i suoi spazi
questanno.
Mettiamo da parte le lunghe e noiose scaramucce con la
committenza pubblica, preda in
tutto il mondo delle direzioni
politiche che vogliono lasciare
segni materiali del proprio
passaggio (ma per diventare un
Pompidou bisogna conoscer bene
la poesia!), oltre agli umori
dei singoli cittadini, amplificati nellepoca dei social network, e vediamo cosa e come
stato fatto per la citt, senza
trascurare ci che ancora serve
per completare quanto pensato
dallarchitetto.

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

2
-Malta e Valletta,
pianta del 1888
-Malta and Valletta,
map, 1888
3
-Valletta, pianta
del 1943
-Valletta, map, 1943
4
-Valletta, foto
aerea del 2010
-Valletta, aerial
photo, 2010
5, 6
-due vedute dei
templi megalitici
di Hagar Qim
-two views of the
megalithic temples
of Hagar Qim
7
-il sito archeologico di Hagar Qim con
la copertura realizzata dall'Unesco
nel 2009
-the archaeological
site of Hagar Qim
with the roof made
by UNESCO in 2009
8, 9, 10
-il cantiere del
progetto di Renzo
Piano Building
Workshop
-worksite of the
project by Renzo
Piano Building
Workshop

C A SA B E LLA 85 3

ALESSANDRA PIZZOCHERO

FEDERICO BUCCI

10

FEDERICO BUCCI

FEDERICO BUCCI

che ospitano laula del Parlamento della Repubblica di Malta


e gli uffici annessi.
Sotto i quali, in una vera
e propria piazza coperta, nel
sito occupato dalla stazione
ferroviaria e poi lasciato vuoto, apprezziamo lo spettacolare
taglio diagonale allineato con
il lato corto del Cavaliere di
Saint James, opera di Laparelli
portata a termine dal maltese
Girolamo Cassar, trasformato in
centro culturale nel 2000. In
questo modo, risulta pi precisamente segnalata la direzione
verso la Chiesa di Santa Caterina (la Chiesa degli Italiani) e lAuberge dItalie (uno
degli otto edifici costruiti
nel Cinquecento da Cassar, in
omaggio alle lingue parlate dai
Cavalieri), fino al Victoria
Gate e al nuovo approdo delle
navi da crociera.
Descritta la forma, ora
dobbiamo dire dei materiali che
compongono i blocchi di pietra
del Parlamento, le cui facciate
da lontano somigliano alle pareti di una cava in piena attivit estrattiva, percorse da
nette incisioni procurate dalle
macchine da taglio a filo
diamantato.
I 316 kmq delle isole maltesi sono formati da rocce sedimentarie e la pietra locale
ha due variet principali, usate entrambe come materiale da
costruzione fin dalla preistoria: c la morbida e chiara
Globigerina, in maltese franka
o softstone in inglese, e la
pi resistente Coralline (in
versione upper o lower), nota
anche come maltese marble o
hardstone, la cui composizione
e le caratteristiche venature
dal color miele al rosso derivano dallabbondante presenza
di fossili di alghe.
Renzo Piano e i collaboratori del suo Building Workshop
hanno lavorato molto per cercare la pietra pi adatta, una
Lower Coralline hardstone di
una cava scoperta a Gozo, a cui
affidato il prezioso compito
di interpretare la tradizione
architettonica maltese (dai
templi megalitici alle fortificazioni di Laparelli e Cassar),

FEDERICO BUCCI

Iniziamo dalla Porta e dal


fronte interno delle mura.
Arrivati alla piazza con
la Fontana del Tritone, ancora
dominata dalle bancarelle e dal
carosello dei bus del Malta Public Transport (a cui per va
dato il merito di aver sostituito i vecchi Dodge gialli senza
aria condizionata), il ponte
stato riportato alla sua pi
stretta dimensione originale,
pi adatta ai percorsi pedonali. Guardando in basso, il fossato deve ancora accogliere il
giardino disegnato da Piano,
insieme al bar e alla terrazza
panoramica collocati nel tunnel
dellantica stazione ferroviaria, spazio sotterraneo di
grande importanza sia per le
fondazioni del nuovo edificio
del Parlamento, sia per la sua
climatizzazione.
Mentre di fronte siamo accolti da un largo taglio nei
bastioni, aperto verso lalto,
segnato ai lati da due alti
pennoni e sulle mura da pareti
metalliche che, come lame, separano nettamente la pietra antica da quella usata per la
nuova costruzione. Questo ingresso, rivolto verso il mare e
il Forte di SantElmo attraverso lasse di Triq ir-Repubblika
(o Republic Street) permette di
cogliere con uno sguardo la
forma ortogonale della
Valletta.
Superata la nuova Bieb ilBelt (porta della citt), prima
di osservare i volumi costruiti, importante soffermarsi
sui vuoti, ovvero, sul percorso
che con due larghe scalinate
appoggiate alle mura mette in
connessione i due cavalieri di
St. James e di St. John,
comera dalle origini fino alla
Seconda guerra mondiale.
A questo punto, possiamo
concentrare il nostro sguardo
sulla costruzione: una massiccia torre in pietra priva di
aperture sembra sostenere, sollevati da terra su esili sostegni, due grandi blocchi lapidei tagliati in forma di parallelepipedi regolari, uno dei
quali diviso a met in senso
perfettamente verticale.
Si tratta degli edifici

ALESSANDRA PIZZOCHERO

11

anche attraverso il dettaglio


dei blocchi che presentano nel
loro spessore un profondo taglio a 45 gradi, utilissimo
brise-soleil per le finestre
degli uffici e degli spazi illuminati ai lati con luce
naturale.
Cos, pezzo per pezzo
(termine caro allarchitetto e
senatore italiano) costruito
il puzzle di ogni facciata
delledificio, piena laddove
non prende luce e traforata
quando linterno ne ha bisogno;
composizione, esito di ricercati accostamenti cromatici, che
personalmente consiglio di apprezzare nelle ore pomeridiane,
dalla strada sopra gli archi
del vecchio isolato posto di
fronte al Parlamento su Republic Street.
Da qui, guardando le variazioni della luce di taglio
sulla pietra, difficile trattenere il rimando alla Decollazione di San Giovanni Battista
che, a poche centinaia di metri, nella Concattedrale dedicata al Santo, testimonia il
genio di Michelangelo Merisi,
detto il Caravaggio, approdato
a Malta allalba del Seicento e
rimesso in fuga
dallirrequietezza.
A questo punto, per concludere la descrizione del progetto firmato RPBW, non resta
che ordinare una Cisk con vista
sul Teatro allaperto riproposto sullo stesso sito della
Royal Opera House, lavorando di
fino allinterno dei ruderi con
una struttura metallica reversibile, con file di verdi poltroncine, contro la quale si
sono ovviamente scagliati i pi
nostalgici tra gli abitanti
della Humilissima Civitas Vallettae, ignari che ogni ricostruzione pi o meno filologica il modo pi rapido per
cancellare le testimonianze del
passato.
Forse meglio lasciar
fare al tempo, al quale anche
Renzo Piano ha consegnato questa sua finissima ricucitura
in pietra di un prezioso tessuto storico: oggi, a Malta,
c una bella lezione di onest architettonica. FB

12

13

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

11
-veduta del Forte
di Sant'Angelo dai
giardini Barrakka
-view of Fort St.
Angelo from the
Barrakka gardens
12
-veduta aerea della
Valletta lungo l'asse di Triq ir-Repubblika (Republic
Street)
-aerial view of Valletta along the axis
of Triq ir-Repubblika (Republic Street)
13
-schizzo di studio
di Renzo Piano: in
evidenza, l'allineamento del nuovo Parlamento al lato lungo del Cavaliere di
St. James
-study sketch by
Renzo Piano, showing
the alignment
of the new Parliament building along
the Saint James
Cavalier
14
-il modello del
progetto
-project model
15
-planimetria generale del progetto
Valletta City Gate
con la porta (1),
l'edificio del nuovo
Parlamento (2),
il Teatro sui resti
della Royal Opera
House (3) e la sistemazione a verde
(da realizzare)
dei bastioni e della
piazza (4)
-siteplan of the
Valletta City Gate
project with the gate
(1), the new Parliament building (2),
the Theater over the
ruins of the Royal
Opera House (3) and
the landscaping (not
yet built) of the
bastions and
the plaza (4)
16, 17
-l'edificio del nuovo Parlamento della
Repubblica di Malta,
con l'aula e il
blocco degli uffici:
pianta del primo
piano e del piano
terra
-the new Parliament of the Republic
of Malta, with the
hall and the office
block: plan of the
first floor and
the ground floor

14

15

DATI DEL PROGETTO


-PROGETTO

Renzo Piano Building


Workshop, architects
3

-IN COLLABORAZIONE CON

Architecture Project
Ltd (Valletta)
-DESIGN TEAM

A. Belvedere,
B. Plattner (partners in charge) con
D. Franceschin, P.
Colonna, P. Pires da
Fonte, S. GiorgioMarrano, N. Baniahmad, A. Boucsein, J. Da Nova, T.
Gantner, N. Delevaux, N. Byrelid, R.
Tse e B. Alves de
Campos, J. LaBoskey,
A. Panchasara, A.
Thompson; S. Moreau;
O. Aubert, C.
Colson, Y. Kyrkos
(modelli)
-CONSULENTI

Arup (strutture
e impianti), Kevin
Ramsey (rivestimento), Daniele Abbado
(musica e teatro),
Franck Franjou
(illuminazione),
Studio Giorgetta
(paesaggio), Silvano
Cova (impianti
teatro) Muller-BBM
(acustica), Bovis
Lend lease (responsabile del progetto)
-COMMITTENTE

Grand Harbour
Regeneration
Corporation
-AZIENDE

16

UniFor (sistemi di
partizione vetrata,
arredi Parlamento
e uffici), Schindler
(collegamenti
verticali), Refin
(rivestimenti
ceramici), Antonio
Lupi (sanitari),
iGuzzini (illuminazione), Vitra
(sedute)

17

-DATI DIMENSIONALI

40.000 mq superficie
del sito
7.000 mq superficie
totale del Parlamento
2.800 mq superficie
totale dellOpera
-CRONOLOGIA

200911: progetto
201015: costruzione
-LOCALIZZAZIONE

Valletta, Malta

C A SA B E LLA 85 3

10m

scala 1/500

18

18, 19
-schizzi di studio
di Renzo Piano:
in basso, la sistemazione della porta
e dei bastioni
-study sketches
by Renzo Piano:
below, organization
of the gate and
the bastions

19

10

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

20

21

20, 21
-sezione e fronte
su Triq ir-Repubblika (Republic Street)
del nuovo Parlamento
e del Teatro
-section and facade
on Triq ir-Repubblika (Republic Street)
of the new Parliament and the Theater
22
-il fronte della
nuova porta della
citt con l'inserimento negli antichi
bastioni
-the front of the
new gate of the city
with insertion in
the historic bastions

22

23
-l'aula del nuovo
Parlamento vista dal
Teatro; sullo sfondo, la Porta
-the hall of the new
Parliament seen from
the Theater; in the
background, the Gate

C A SA B E LLA 85 3

11

23

12

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

MICHEL DENANC

C A SA B E LLA 85 3

13

MICHEL DENANC

24

25

MICHEL DENANC

24, 25, 26
-la piazza, la Porta
e il ponte d'accesso
-the square, the
Gate and the access
bridge

MICHEL DENANC

26

14

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

MICHEL DENANC

27

27
-la scalinata verso
il Cavaliere di St.
James di fianco al
blocco degli uffici
del Parlamento
-the steps towards
St. James Cavalier
next to the block
of the Parliament
offices
28
-la Porta e la scalinata verso il Cavaliere di St. John
-the Gate and the
steps towards St.
John Cavalier

MICHEL DENANC

28

C A SA B E LLA 85 3

15

29

MICHEL DENANC

29
-il taglio dei due
blocchi del nuovo
Parlamento
-the cut of the
two blocks of the
new Parliament

16

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

MICHEL DENANC

30

32

MICHEL DENANC

30, 31, 32
-due vedute dell'edificio visto dalla
Porta, lungo l'asse
di Triq ir-Repubblika (Republic Street), e il fronte
sulla scalinata
verso il Cavaliere
di St. James
-two views of the
building seen from
the Gate, along the
axis of Triq ir-Repubblika (Republic
Street), and the
facade on the steps
towards St. James
Cavalier

MICHEL DENANC

31

C A SA B E LLA 85 3

17

34

MICHEL DENANC

33, 34
-due vedute del
Teatro, dal Cavaliere di St. James e da
Triq ir-Repubblika
(Republic Street),
con i resti delle
colonne della Royal
Opera House
-two views of the
Theater, from St.
James Cavalier and
from Triq ir-Repubblika (Republic
Street), with the
ruins of the columns
of the Royal Opera
House

FEDERICO BUCCI

33

18

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

35

36

35, 36
-planimetria e
sezione del Teatro
-planimetric and section of the Theater
37, 38
-due modelli per
lo studio della
copertura
-two study models
for the roof

37

C A SA B E LLA 85 3

38

19

39

MARIO CARRIERI

39-42
-l'aula del nuovo
Parlamento della
Repubblica di Malta:
lo spazio interno,
disegno della sezione e due vedute dal
Cavaliere di St.
James e dal Teatro
-the hall of the
new Parliament of
the Republic of Malta: the internal
space, section drawing and two views
from St. James Cavalier and from the
Theater

20

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

PARAPET ST.JAMES CAVALIER

575

PARAPET SOCIAL HOUSING

325

SLOPE 1%

5
100

3
690

310

SLOPE 1%

825

PARAPET SOCIAL HOUSING


825

SLOPE >1.5 degree

SLOPE >1.5 degree

141

ROOFLIGHT DOUBLE GLAZING

37

130
50

50

270
10 50

76

120
STEEL CEILING

60

10 50

50

15 50

130

130
60

SLOPE 4 (=7%)

26

SSL ROOF SLAB


CEILING UNDERSIDE DATUM

ROOF SETTING OUTLINE

60

SLOPE 6.4 (=11%)

50

75

250

PARAPET ST.JAMES CAVALIER

SLOPE

ROOF SETTING OUTLINE


LOUVERS

FACADE SETTING OUTLINE

40

490

SUSPENDED ACOUSTIC PANELS


385

22
300

LOBBY

250

300

TOILETS

120

85

90

150

42

78

CEILING UNDERSIDE DATUM

100
FFL 3RD FLOOR

50 22

130
58

80

78

130

30 42

FFL 3RD FLOOR


SSL 3RD FLOOR

12

1494
80

FFL 2ND FLOOR

100

13
CEILING UNDERSIDE DATUM

300

310

LOBBY
250

300

TOILETS

404

400

78

CEILING UNDERSIDE DATUM

42

FFL 2ND FLOOR


SSL 2ND FLOOR

Acoustic Absorbing Ceiling w/


plasterboard backing for
acoustic insulation

250

270

250
30 42

270

270
100

CONTROL ROOM

28 50 22

400

CEILING UNDERSIDE DATUM


TOILETS

Stone interior finish

99
35 40

50

25 44

16

110

21

20

45

310

115

155

217

55

225

FFL 1ST FLOOR

24

28

2520

30 40

50 20

52
60

30
CEILING UNDERSIDE DATUM LOBBY

Floor plenum
for air distribution

52
44

FFL 1ST FLOOR

200

30

680

Below Chamber 2 Layers hung plasterboard,


50mm mineral wool, 200mm void
Fabricated Column
620x400x20

Steel ceiling
fixed to Primary Structure
LOBBY
65
INTERIOR
260

361

300

40

Ground floor facade


Double galzing with glass fins

Stone interior finish

Floor plenum
for air distribution

300

40

100

50

100

100

260

Concrete Beam to support Rock

LIFT VOID
lift wall omitted for clarity

30
10

100

120

20

SSL LOWER GARDEN LEVEL

112
35

200

75

45

170

FFL LOWER GARDEN LEVEL

15 37

FFL LOWER GARDEN LEVEL


SSL LOWER GARDEN LEVEL

SSL LOWER GARDEN LEVEL LOBBY

250

300

300mm thk. RC wall

25 3512
120

5
LOBBY

Gutter aligned with steel blade of city gate

FFL GROUND FLOOR

30

400mm thk. RC wall

SLOPE 1%

80

TOILETS

60

110
442

47

35 35

47

47
95

Exterior hardstone finish


on motar bed & concrete sub-base
200
SLOPE 1%

CEILING BOTTOM DATUM


9

65

EXTERIOR

Air supply
in floor plenum

SLOPE 1%
FFL GROUND FLOOR
SSL GROUND FLOOR

455

40

455

MAIN LOBBY

TOILETS
400mm thk. RC Core Wall
open gutter

455

455

515

60

LIFTPIT

448

PLANTROOM

650x650 Concrete Column

35

100

15

90

350X350
concrete column

80

65
FFL YELLOW GARAGE
SSL YELLOW GARAGE

150

100

15

FFL YELLOW GARAGE


SSL YELLOW GARAGE

50

222

BMS ROOM

228

278

500mm thk. RC wall

301

SSL LIFTPIT

Pad foundation for core walls


refer to structural drawings

old Railtrack Platform


refer to survey drawings

41

42

FEDERICO BUCCI

FEDERICO BUCCI

scala no

C A SA B E LLA 85 3

21

43
INTERNAL CLADDING
STACKED STONE
HORIZONTALLY SUPPORTED VERTICAL FRAMES
ROCKWOOL (80 kg/m3 FOR ACOUSTIC INSULATION
142.0

INTERNAL SEAL
INSULATION BY FACADE CONTRACTOR
BREATHING BARRIER

PRIMARY STEELWORK
STONE RESTRAINT
INWARD OPENING GLAZED WINDOW
BRONZE FRAME

0.5

STONE FIXING POINT TOP AND BOTTOM FIXING


ELASTIC JOINT

4.0

15.0

20.0

15.0

8.0

3.0

10.0

8.0

3.0

10.0

43, 44, 45
-dettaglio del
rivestimento in
pietra della facciata: disegno e vedute
dall'esterno e
dall'interno
-detail of stone facade cladding: drawing and views from
outside and inside
46
-lo spazio aperto
che da Triq ir-Repubblika (Republic
Street), passando
sotto l'edificio del
nuovo Parlamento,
porta verso il Cavaliere di St. James
e la zona del Grand
Harbour
-the open space
that from Triq irRepubblika (Republic
Street), passing under the new Parliament building, leads
towards St. James
Cavalier and the
Grand Harbour zone

22.8

490.0

10.0

49.5
29.0

50.0

348.0

7.3

85.0

5.0

56.0

14.0

30.0

20.0

6.5

15.0
20.0

24.0

10.6

14.4

9.5

55.5

50.0

12.6
1.4

12.5

18.0

2.7

161.4

100.0

30.0

50.0

18.0

4.0

8.0

2
A5-1402

62.6

1.0

85.0

18.0

56.0

200.0

ACOUSTIC BARRIER

61.0

50.0

12.6
18.0

161.4

200.0

18.0

1.4

20.0

83.5

1497.0

50.0

44.0

10.0

10.6

24.0

10.6

24.0

18.0
15.0
20.0

6.5

14.4

9.5

55.5

4.0

12.6

12.0

10.0

12.0

7.0

10.0

87.0

17.0

18.0

57.2

8.0

60.5

50.0

25.0

120.0

12.6

18.0

0.5

1.4

85.0

100.0

49.5

EXTERIOR
9.4

12.6

120.0

50.0

EXTERIOR

18.0

5.0

18.0

12.6

7.3

200.0

18.0

1.4

20.9

1.4

18.0

2.5

622.6

50.0

4.0 2.2

12.6

20.2

50.0

85.0
14.0

DRIP GROOVE
DRIP GROOVE IN ELASTIC JOINTS
BOTTOM FIXING WITH REDUNDANCY CABLE

MICHEL DENANC

44

22

RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP

scala no

45

MICHEL DENANC

200.0

MICHEL DENANC

46

C A SA B E LLA 85 3

23

METROPOLITANE
NO FRILLS
BARCELLONA,
TRE STAZIONI DELLA LINEA L9
GARCS DE SETA BONET ARQUITECTOS

+BUDAPEST,

DUE STAZIONI DELLA LINEA M4


SPORAARCHITECTS

A CURA DI MASSIMO FERRARI

24

METROPOLITANE NO FRILLS

[] Stupita, Zazie ci mise un po di tempo prima di accorgersi che,


non lontano da lei, un barocco lavoro di ferro battuto piantato sul
marciapiede era coronato dalla scritta METR. Subito dimentica dello
spettacolo della via, Zazie si avvicin al fiato dellapertura, sentendosi
mancare il proprio per lemozione. Girando attorno ad una balaustrata,
un passo dopo laltro, scoperse finalmente lingresso. Ma il cancello era
sbarrato. Una lavagna appesa recava, scritta col gesso, uniscrizione
che Zazie decifr agevolmente. Lo sciopero continuava. Un odore
di polvere ferrugginoso e disidratato saliva lento dallabisso vietato.
Sconfortata, Zazie si mise a piangere [].

CLINE ROMANI

Raymond Queneau, Zazie nel metr, Einaudi, Torino 1960

C A SA B E LLA 85 3

25

Discesa agli inferi e ritorno

Garcs De Seta Bonet


Arquitectos

Massimo Ferrari

Tre stazioni della


metropolitana L9,
Barcellona, Spagna
fotografie
Adri Goula

Combattere la convenzione da
sempre un atteggiamento anacronistico,
perdente il pi delle volte, antistorico, rivoluzionario e libertario nella portata ottimistica del rinnovamento, ricco di grandissime
idealit, ma da sempre carico di altrettante
solide reticenze, incomprensioni, strumentalizzazioni. Per di pi spesso il discrimine
tra la possibilit, tanto inaspettata quanto
coraggiosa ed efficace, di reinterpretazione
delle condizioni note e costanti e una moda
temporanea, effimera, solamente diversa dal
consueto, sempre pi sottile, soprattutto
nel nostro tempo presente, davvero sgualcito da una societ che brucia senza sapere
le differenze sul rogo delle diversit. naturale, molti lhanno gi sottolineato, come
solo una prospettiva lunga riesca a cogliere
le caratteristiche di un mutamento, la riscrittura consapevole di un modo di procedere
acquisito oramai in maniera acritica; laccettazione disillusa della consuetudine forse
la pi grossa schiavit presente nel conformismo. Aldo Rossi sosteneva spesso come
ci vogliano almeno cinquantanni per capire
se i contenuti critici di unarchitettura, nei
confronti di ci che lha preceduta, siano
davvero capaci di diventare modello per i
tempi futuri; una riflessione sullidea di modello, la ripetizione ogni volta inattesa di un
ricorrente modo di interpretare un tema che
si conferma nel tempo, comunque lontana
dalla discussione proposta che vuole solamente dimostrare un atteggiamento progettuale, come postulato in apertura, un punto
di vista differente nelle forme e nei contenuti.
Non , infatti, una vera e propria rivoluzione quella descritta dalle cinque stazioni
metropolitane costruite, a breve distanza di
tempo, al nord e al sud dellEuropa da due
capaci studi di progettazione, ma linterpretazione disillusa di uno dei caratteri pi
propri dellidea di metropolitana, del ruolo
che linfrastruttura sotterranea riveste nella
societ di oggi, del suo valore sociale, della
sua sostenibilit economica non commerciale o quantomeno questa attenzione
racconta una posizione decisa e coerente
che, con le dovute differenze geografiche e
compositive, riflette sul tema delladeguatezza delle forme dellarchitettura nellinterpretazione di contenuti riconoscibili, dei valori, delle epoche.
Le stazioni della Linea 9 a Barcellona saranno 52 alla fine del 2016, dopo

Associati dal 2011, Jordi Garcs, Daria De Seta


e Anna Bonet inaugurano
una nuova tappa di concorsi e incarichi internazionali
che integra e continua la gi
consolidata ricerca di Jordi Garcs. I recenti progetti
vincitori per la Stazione Marittima di Siracusa e per il
restauro e ampliamento del
Palazzo di Giustizia di Strasburgo, cosi come per ledificio annesso al Museo Picasso, le tre stazioni della
metropolitana Linea 9 e lo
studio per il pittore Arranz
Bravo riflettono una nuova
complementariet professionale tanto dal punto di vista
generazionale quanto culturale. Jordi Garcs, architetto dal 1970 (Escuela Tcnica Superior de Arquitectura
de Barcelona) Dottore di
ricerca allUniversidad Politcnica de Catalua dal
1987 e professore di progettazione allETSAB dal
1975. A partire dallanno accademico 199596 professore invitato presso lEcole Polytechique Fdrale
di Lausanne. Daria de Seta,
architetto dal 1998 (Facolt
di Architettura di Napoli)
dottore di ricerca al Politecnico di Milano e allETSAB
nel 2004; invitata in diverse universit europee, dal
2009 al 2014 professore di progettazione a Ginevra (HEAD-HEPIA). Attualmente insegna allElisava di
Barcellona. Anna Bonet, architetto dal 2003 (Escuela
Tcnica Superior de Arquitectura de Barcelona) dopo
aver collaborato con diversi
studi quali Dani Freixes i Varis arquitectes o MMBM, nel
2007 entra a far parte dello studio.

26

METROPOLITANE NO FRILLS

una previsione iniziale poi disattesa di 40


accessi in 49 km; questo lungo tunnel sotterraneo, con i 57,8 km di lunghezza completati, si qualificher come la metropolitana
automatica pi lunga dEuropa, a soli 17 anni
dallinizio del progetto, collegando attraverso
cinque comuni i principali centri della citt:
dallaeroporto al porto, dal mercato alluniversit. I dati indicano, oltre alla previsione
dimostrata della convenienza di un sistema
automatico per le lunghe linee metropolitane delle grandi citt, la centralit del tema
dellidentificazione dei luoghi daccesso, del
ruolo che le stazioni hanno nel dare identit
e orientamento ai 90 milioni di utenti annui
allinterno della maglia complessa e sovrapposta dei due livelli della citt.
[] Quivi sospiri, pianti ed altri guai
/ risonavan per laere sanza stelle, / per chio
al cominciar ne lagrimai. / Diverse lingue,
orribili favelle, / parole di dolore, accenti
2

Can Tries - Gornal

Sant Josep

Ildefons Cerd

Amadeu Torner
Europa-Fira

Avinguda Carrilet

Gornal
Fira

B-20

B-10

Parc Logstic

La Ribera

Mercabarna
El Prat Estaci

Les Moreres

dira, / voci alte e fioche, e suon di man con


elle / facevano un tumulto, il qual saggira
/ sempre in quellaura senza tempo tinta, /
come la rena quando turbo spira []1.
Le parole della Divina Commedia
sembrano descrivere con precisione lambiente immaginato da Jordi Garcs, Daria de
Seta, Anna Bonet dopo la vittoria del concorso per le stazioni di Amadeu Torner / Europa-Fira, Parc Logistic, Mercabarna accomunate in un unico disegno; i rumori, i suoni,
i colori, limmagine di un luogo sotterraneo
lasciato alla sua identit di scavo geologico,
di antro, di grotta naturale che plasticamente

1
AMEDEU
TORNER

C A SA B E LLA 85 3

27

DATI DEL PROGETTO


-PROGETTO

Jordi Garcs, Daria De Seta,


Anna Bonet
-COLLABORATORI

Jordi Calvet (Garcs de Seta


Bonet), Antonio Santiago
(TEC 4)
-INGEGNERIA STRUTTURALE

TEC 4

-INGEGNERIA IMPIANTISTICA

TD&T S.L.

-DIRETTORE CANTIERI

David Morentin i Farr


(TEC 4)
-COMMITTENTE

Gisa, Gesti de Infraestructuras S.A.


-IMPRESE

Grupo Empresarial Copisa,


S.L.
Fomento de Construcciones
y Contratas, S.A.
Obrascn Huarte Lain, S.A.
-DATI DIMENSIONALI

14.766 mq area di progetto


-CRONOLOGIA

2008: progetto
201012: costruzione
-LOCALIZZAZIONE

Amadeu Torner, Mercabarna


e Parc Logstic, Linea 9,
Metro Barcelona, Barcellona,
Spagna

28

METROPOLITANE NO FRILLS

Note
1 Dante Alighieri, La Divina
Commedia, Inferno, Canto III,
vv. 22-30
2 Dante Alighieri, La Divina
Commedia, Inferno, Canto
XXXIV, vv. 133-139

1
-Celine Ramoni, Skymetro,
Zrich Airport, 2009
-Celine Ramoni, Skymetro,
Zrich Airport, 2009
2
-planimetria del sistema
metropolitano della Linea
9 di Barcellona con le tre
nuove stazioni
-map of the metro system
of Line 9 in Barcelona with
the three new stations
3
-il grande varco di discesa
alla stazione metropolitana Amedeu Torner
-the large descent passage
of the Amedeu Torner subway
station
4, 5
-Amedeu Torner, discesa
e risalita
-Amedeu Torner, descent
and ascent
6
-schizzi di studio della
sezione, collegamenti tra
citt e metropolitana
-study sketches of the section, connections between
the city and the subway
7, 8
-schizzi di studio delle
piante, il sistema di risalite
e la banchina di accesso
ai treni
-study sketches of the plans,
the vertical access system
and the platform for access
to the trains

C A SA B E LLA 85 3

ha ricavato vuoti e cavit allinterno di un terreno ricco di memorie stratificate. Austera


e anticonvenzionale questa interpretazione
del tema elimina ogni diaframma tra la forma
derivata dalle necessit volumetriche degli
spazi ipogei e qualsiasi superfetazione decorativa, neppure ipotizzata per allontanare
gli echi danteschi, n per accompagnare fintamente il passeggero attraverso una realt
immaginaria, costruendo viceversa, per sottrazione, una fortissima identit.
Questa assoluta povert di segni,
calcolata e disegnata con precisione, senza
sconti al lavoro di progetto, ha costruito,
come per un modello esportabile, un chiaro
rapporto tra lo spazio tecnico necessario e
le strutture meccaniche, illuminotecniche,
acustiche, impiantistiche che ne permettono
lattraversamento nella discesa fino ai binari.
Un rapporto dialettico non mediato, capace
di confrontare, in uno scontro alla pari, povere tecniche e ricche tecnologie, movimento veloce e affacci quieti, lucidi riflessi e
ottuse opacit, silenzi e rumori in uno scontro sincero che sembra eleggere il contrasto
stridente come vincitore. In realt, ogni materiale utilizzato corrisponde a un comfort
necessario, a una illuminazione ottimale, a un
movimento sincronizzato dei passeggeri, a
una qualit essenziale che, senza maschere,
si mostra in una scena occupata da puntoni
da costruzione, rivestimenti in lamiera, lastre
in cemento, pareti protette dallazione dei
graffiti, gres di ceramica, illuminazione industriale; un ambiente che non fa rimpiangere
i segni della colla che anche Heinrich Tessenow temeva. Lo sguardo lontano rivolto
allaria industriale nelluso disinvolto dei materiali che, per primo, Llus Domnech i Montaner, nella modernit spagnola, impresse
alla caffetteria, al ristorante Castell dels Tres
Dragons progettato senza fronzoli per lEsposizione Universale di Barcellona nel 1888.
Alla stazione Europa-Fira, le travi in
cemento, inizialmente installate per la stabilizzazione temporanea dei diaframmi durante
la costruzione, sono rimaste al loro posto,
alla stazione Mercabarna i grandi vuoti approfonditi per consentire ai macchinari lo
scavo sotterraneo sono stati lasciati a vista,
utilizzati come cavedi rendono questa nuova
stazione lunica a essere illuminata dalla luce
del giorno e cos via. Piccoli congegni che
ogni giorno traghettano dal buio della terra a
rivedere il cielo. Andata e ritorno.
[] Lo duca e io per quel cammino
ascoso / intrammo a ritornar nel chiaro
mondo; / e sanza cura aver dalcun riposo /
salimmo s, el primo e io secondo, / tanto
chi vidi de le cose belle / che porta l ciel,
per un pertugio tondo; / e quindi uscimmo a
riveder le stelle []2. MF

29

10

9
-lo spazio dingresso alla
stazione metropolitana
-entrance space of the subway station
10
-scale e scale mobili
-staircases and escalators
11
-le travi in cemento che
attraversano lo spazio di
discesa ai treni
-the concrete beams crossing
the space leading to the trains
12
-la banchina di accesso
ai treni
-subway platform

11

30

METROPOLITANE NO FRILLS

12

C A SA B E LLA 85 3

31

13

MERCABARNA

32

METROPOLITANE NO FRILLS

14

15
13
-discesa alla banchina
della nuova fermata Mercabarna
-descent to the platform
of the new Mercabarna stop
14
-il sistema di risalita: scale
e scale mobili
-vertical access: staircases
and escalators
15
-studi della pianta:
ingressi, discese e risalite
-plan studies: entrances,
descent, ascent

C A SA B E LLA 85 3

33

16

17

16, 17
-la struttura in calcestruzzo e gli impianti a vista
nello spazio della stazione
-the concrete structure and
the exposed physical plant
systems in the space of the
station
18
-banchina di accesso
ai treni nella nuova stazione Parc Logistic
-subway platform of the new
Parc Logistic station

34

METROPOLITANE NO FRILLS

18

3
PARC
LOGSTIC

C A SA B E LLA 85 3

35

19

20

36

METROPOLITANE NO FRILLS

21

22

23
19
-i corpi di servizio agli
spazi di ingresso alla metropolitana
-service volumes for the
entrance spaces of the subway
20
-sala di controllo della stazione metropolitana Parc
Logistic
-control room of the Parc
Logistic subway station
21
-la barriera dingresso
alla metropolitana
-subway entrance barrier
22
-lo spazio di collegamento
tra le risalite e la banchina
di accesso ai treni
-connection space between
ascents and subway platform
23
-disegni di studio della
pianta
-study drawings of the plan

C A SA B E LLA 85 3

37

sporaarchitects

Tormentate geometrie sotterranee

Due stazioni della


metropolitana M4,
Budapest, Ungheria

Giovanna Crespi

fotografie
Tams Bujnovszky

Dopo Londra, la pi antica rete metropolitana dEuropa quella della citt di


Budapest. La prima linea stata inaugurata
in occasione delle celebrazioni del millennio
della Nazione Ungherese, nellanno 1896.
Costruita mediante scavi in superficie con
la tecnica cut and cover, da allora a oggi ha
ramificato la sua rete in quattro linee ferroviarie sotterranee, lultima delle quali stata
aperta al pubblico lo scorso anno e verr
completata entro il 2017.
Il progetto della quarta linea della
metropolitana, M4, che collega Buda, la
parte sud-occidentale della citt, con Pest,
la parte nord-occidentale, risale alla fine degli anni Ottanta e prevede una prima tratta
tra la stazione ferroviaria di Kelenfldi e la
Stazione Centrale della citt per una lunghezza di sette chilometri e mezzo e un totale di dieci stazioni. La progettazione di due
di queste, le stazioni di Szent Gellrt e Fovam, poste rispettivamente in corrispondenza delle sponde orientale e occidentale
del Danubio, stata affidata allo studio magiaro sporaarchitects.
Il decenni trascorsi dallideazione
della quarta linea metropolitana alla sua realizzazione hanno portato a un naturale invecchiamento del progetto, lidentit delle
nuove stazioni si fonda quindi, da un lato,
sulla necessit di valorizzare le scelte di carattere generale introdotte dal progetto originario, dallaltro dalla volont di razionalizzare la struttura, le tecnologie, gli spazi inizialmente previsti allo scopo di dare forma a
una architettura pubblica in grado di rappresentare con pienezza lo spirito del XXI secolo di cui parte.
la struttura, in particolare, a esprimere la natura del progetto e a conferire agli
spazi sotterranei un carattere spettacolare.
Lidea di partenza, ispirata allutopia strutturale e sociale dellarchitetto ungherese, naturalizzato francese, Yona Friedman, prevede la messa a punto di un sistema strutturale predeterminato tale da poter essere
idealmente ampliato e esteso a tutta la linea.
Il risultato del processo di progettazione,
enfatizzato dallo sviluppo in profondit proprio delle stazioni, costruisce ampi spazi viscerali di piranesiana memoria. Una struttura assoluta e autoreferenziale in grado di
permettere lo svuotamento del sottosuolo
e dare vita a un rinnovato spazio pubblico
sotterraneo capace di accogliere non solo

sporaarchitects un giovane studio di architettura fondato a Budapest nel 2002


da Tibor Dkny (1968),
Sndor Finta (1973), dm
Hatvani(1972) e Orsolya Vadasz (1976), dopo aver maturato esperienza lavorando
per diversi studi ungheresi e internazionali. Laureati alla Facolt di Architettura e di Ingegneria Civile
della Budapest University of
Technology and Economics
hanno lavorato negli ultimi
dieci annial progetto delle
due stazioni delle linea metropolitana M4 di Budapest,
Fovm e St. Gellert Square,
prima loro realizzazione con
cui hanno vinto il Best Building of the Year Awards for
the Best Public Building indetto dal portale ArchDaily.
Architetti, designer e ricercatori, i quattro partner,
T. Dkny, S. Finta (fino
al 2013), . Hatvani e O.
Vadsz, hanno operato e
operano nei settori dellarchitettura, urbanistica, della ricerca e dello sviluppo
coniugando architettura innovativa con complesse ricerche tecnologiche. Linterdisciplinarit caratterizza
fortemente il team ungherese che tra i fondatori dellHungarian Contemporary Architecture Center
(KK), un collettivo di giovani architetti e artisti che intende creare un centro culturale indipendente aperto
a tutti, per rafforzare la vita
comunitaria e promuovere leducazione architettonica in Ungheria. dm Hatvani nel 2013 ha partecipato
come professore invitato al
Workshop WAVE presso lUniversit Iuav di Venezia.

38

METROPOLITANE NO FRILLS

le funzioni infrastrutturali, ma nuove attivit


comuni per la collettivit.
Le stazioni di Szent Gellrt e Fovam
sono concepite come due stazioni gemelle
alle due sponde del Danubio, entrambe sono
costituite da un contenitore realizzato con il
sistema cut and cover integrato a gallerie tradizionali a sezione semicircolare. Linvolucro, realizzato in cemento armato, rinforzato al suo interno da trame di travi disposte
a livelli successivi; la struttura risultante appare come una progressione di reti sovrapposte luna allaltra con trame sfalsate alle diverse quote il cui disegno irregolare appare
come la proiezione casuale delle bacchette
di gioco dello Shangai.
Un concetto strutturale compatibile senza compromessi con le condizioni
spesso mutevoli dei processi di pianificazione e costruzione di infrastrutture come

Pusks Fere

Keleti plyaudvar
Dek Ferenc tr

Blaha Lujza tr
II. Jnos Pl ppa tr

Astoria
Rkczi tr

Klvin tr

Fo
vm tr

Corvin-negyed

Gellrt tr

Klinikk

Nagyvrad tr
Mricz Zsigmond krtr
Npliget

E
Csonka Jnos tr

questa che possono richiedere lunghi tempi


di realizzazione oltre a riformate esigenze
funzionali.
La citt pubblica disegnata nel sottosuolo da sporaarchitects espressione della
rinnovata condizione dellarchitettura contemporanea magiara. Aiutati dai caratteri
di necessit propri dellarchitettura ipogea,
i giovani architetti ungheresi muovono i loro
passi consapevoli delleredit dei maestri
che li hanno preceduti come Odon Lechner
e Bela Lajta, dosando con maestria razionalismo e tradizione, linearit e ornamento,
caos e forma, disciplina e disordine, impri-

FOVM
TR

C A SA B E LLA 85 3

39

DATI DEL PROGETTO


-PROGETTO

Tibor Dkny, Sndor Finta,


dm Hatvani, Orsolya
Vadsz
-COLLABORATORI

Zsuzsa Balogh, Attila


Korompay, Bence Vrhidi,
Nomi Soltsz, Andrs
Jnosi, Dina Molnr,
Kroly Stefk
STUDIO DARCHITETTURA
METROPOLITANA M4

Palatium Stdi: Zoltn Ero,


Balzs Csap
COLLABORATORI

Consortium of Fomterv,
Uvaterv, Mott-Macdonald
-COMMITTENTE

Budapest Transport Ltd.,


DBR Metro Project Directory
-DATI DIMENSIONALI

14.200 mq area di progetto


6.000 mq superficie utile
-CRONOLOGIA

200512: progetto
200614: costruzione
-LOCALIZZAZIONE

Fovm tr e Gellrt tr,


M4 Metro, Budapest,
Ungheria

40

METROPOLITANE NO FRILLS

1
-mappa della linea M4
della metropolinata di Budapest
-map of the M4 line of the
Budapest subway
2
-veduta dallingresso degli
intrecci di travi ai tre differenti livelli
-view from the entrance of
the beams at the three different levels
3
-la serie di scale mobili
che collegano la quota della banchina a servizio dei
binari alla quota dellingresso sotterraneo
-the series of escalators connecting the platform level to
the level of the underground
entrance
4
-gli spazi di attesa alla
quota della banchina
-waiting areas on platform
level
5, 6
-schizzi di studio
-study sketches

C A SA B E LLA 85 3

mendo alla propria architettura un carattere


monumentale da sempre proprio dellidentit nazionale.
Il rigore del disegno e dei tracciati
rettilinei della costruzione in cemento armato
a vista, pervaso di toni neutri e freddi, mitigato, una volta raggiunta la banchina a ridosso dei binari, dalla presenza del tunnel
dei treni che, oltre a proporre la tradizionale
forma semicircolare, rivestito di tessere
colorate di ceramica Zsolnay, un esplicito
omaggio ai sontuosi interni decorati dellHotel Gellrt, noto edificio Art Nouveau costruito allinizio del Novecento lungo le sponde
del Danubio.
La stazione Fovam molto di pi di
una semplice stazione della metropolitana,
rappresenta un vero e proprio luogo di interscambio per tram, autobus, metropolitana,
traghetti, auto e pedoni. La stazione, con
la sua presenza, individua uno spazio pubblico unico sopra e sotto il suolo e costituisce una sorta di porta di accesso al centro
storico della citt da sud-est. A denunciare
in superficie la presenza della stazione sotterranea, come graditi intrusi allinterno della
geografia urbana di Budapest, una serie di
prismi vetrati a forma di cristallo punteggia
larea in cui si trova la stazione e f s che la
luce del sole illumini il pi possibile naturalmente linterno, valorizzando il fascio di travi
della struttura della stazione che ne costituisce il vero e proprio apparato osseo.
La stazione di Szent Gellrt una
delle stazioni pi profonde della linea M4;
situata sotto la riva orientale del Danubio,
sul lato di Buda, e si trova al di sotto della
Collina Gellrt, divenuta negli ultimi anni patrimonio mondiale dellUnesco. La sua posizione particolare ha determinato la realizzazione della banchina di servizio ai binari
a 36 metri di profondit nel sottosuolo: per
raggiungerla, la struttura della stazione
stata realizzata attraverso due parti distinte.
In corrispondenza del terrapieno di Megyetem, dove sorge il Politecnico di Budapest,
stato realizzato un primo involucro in cemento armato in corrispondenza di un avvallamento naturale, la seconda parte della
stazione si trova sotto un edificio esistente,
e ripropone una struttura analoga alla stazione di Fovan, dove la grande aula sotterranea sostenuta dagli intrecci di tre differenti
livelli di travi in cemento armato. Allinterno,
la stazione arricchita da una parete interamente rivestita in lamine di acciaio corten e
da due ascensori vetrati che collegano sia
visivamente che fisicamente le parti delledificio con la superficie. Con le nuove stazioni, immerse negli inferi, i giovani architetti di sporaarchitects danno forma a un paradiso inatteso. GC

41

25m

7
-vedute della stazione
in costruzione
-views of the station during
construction
8
-sezione longitudinale
sulle scale mobili principali
-longitudinal section through
the main escalators
9
-piante ai vari livelli
-plans at various levels

42

METROPOLITANE NO FRILLS

10

11

10
-la hall dingresso sotterraneo che conduce alla scale
mobili
-the underground entrance
hall leading to the escalators
11
-lo spazio a tutta altezza,
dove si trovano le scale
mobili principali, illuminato dalla luce naturale
-the full-height space of the
main escalators, with natural
light
12
-il livello intermedio che
funge da snodo tra le diverse scale mobili
-the intermediate level that
forms a junction between the
different escalators

12

C A SA B E LLA 85 3

43

13

GELLRT TR

44

METROPOLITANE NO FRILLS

14

13
-gli intrecci di travi ai differenti livelli sopra le scale
mobili principali
-the patterns of the beams
at different levels over the
main escalators
14
-la hall dingresso sotterranea con gli elementi strutturali in cemento armato
e una parete rivestita in lamine di acciaio corten
-the underground entrance
hall with the structural elements in reinforced concrete
and a wall clad in blades
of Cor-ten steel
15
-le scale mobili che, dalla
quota urbana, raggiungono
oltre 36 metri di profondit
-the escalators extending
for a depth of 36 meters from
ground level

15

C A SA B E LLA 85 3

45

17

25m

16
-vedute della stazione
in costruzione
-views of the station during
construction
17
-sezione longitudinale
su una delle gallerie
-longitudinal section of one
of the tunnels
18
-piante ai vari livelli
-plans at various levels

scala 1/1000
18

scala 1/1000

scala 1/1000

16

scala 1/1000

46

METROPOLITANE NO FRILLS
XXXXXXXXXXXXXXXXXX

19

19
-particolare della volta
del tunnel di passaggio dei
treni sotterranei rivestita
in tessere colorate di ceramica Zsolnay
-detail of the vault of the
tunnel of passage of the underground trains, covered in
Zsolnay colored ceramic tiles
20
-i volumi in cemento armato che affiorano in superficie e denunciamo la presenza della stazione
sotterranea
-the reinforced concrete volumes that emerge at ground
level and indicate the presence of the underground
station

20

C A SA B E LLA 85 3

47

HERZOG & DE MEURON


UN TEMPIO TRASPARENTE PER
IL BORDEAUX FOOTBALL CLUB
MARCO BIAGI

48

HERZOG & DE MEURON

ROLAND HALBE

C A SA B E LLA 85 3

49

Come innumerevoli altri


aspetti della vita contemporanea, anche il mondo del calcio
professionistico stato investito negli ultimi decenni da
un intenso processo di finanziarizzazione1 che ne sta rapidamente alterando il codice
genetico, trasformando quello
che molti consideravano il
gioco pi bello del mondo da
rito collettivo animatore di
passione popolare a complesso
dattivit altamente razionalizzate e finalizzate alla
produzione di utilit2.
Il modello anni Sessanta
del mecenatismo familiare munifico e capriccioso sicuramente in estinzione e le societ di football pi quotate
e vincenti in campo internazionale sono oggi, nella maggior parte dei casi, amministrate con spirito manageriale
e tecniche imprenditoriali,
nellintento di ricavarne profitto e non solo risultati
agonistici.
Anche larchitettura degli stadi, che dello spettacolo pedatorio da sempre il
luogo deputato, ha risentito
di tali cambiamenti. Nellera
del calcio televisivo, in linea generale, gli invasi mastodontici che, un tempo, accoglievano democraticamente le
masse proletarie per dispensare loro evasione nei pomeriggi
domenicali sono divenuti ridondanti e si tendono a edificare impianti di minore capienza in grado per di soddisfare le nuove norme di
sicurezza e i criteri di maggiore comfort affermatisi in
tutto il mondo a partire dagli
anni Ottanta.
Oggi, poi, lultima tentazione per i club pi intraprendenti e ambiziosi rappresentata dallo stadio di
propriet, vale a dire dalla
realizzazione di nuove arene
di pertinenza esclusiva che
oltre a rafforzare la struttura patrimoniale della societ,
in linea con le richieste degli organismi europei in termini di controllo dei bilanci,
contribuiscono notevolmente
alla crescita dei fatturati3.
Tra questi stadi definiti di
terza generazione4 e quelli
della leva precedente passa,
pressapoco, la stessa differenza che esiste storicamente
fra il teatro classico e la
sala a palchi allitaliana,
dove il primo traduce in forma

Herzog & de
Meuron
Nuovo stadio
di Bordeaux,
Francia
fotografie
Iwan Baan,
Philippe Caumes,
Roland Halbe,
James Sanders

Fondato a Basilea
nel 1978 da Jacques Herzog (1958)
e Pierre de Meuron (1958), oggi lo
studio Herzog & de
Meuron diretto da
cinque Senior Partner: Jacques Herzog,
Pierre de Meuron,
Christine Binswanger, Ascan Mergenthaler e Stefan
Marbach e ha sedi
ad Amburgo, Londra,
Madrid, New York e
Hong Kong. Vincitore
del Premio Pritzker
nel 2001, della RIBA
Royal Gold Medal e
del Praemium Imperiale nel 2007, lo
studio composto
da un team internazionale di 38 Associates e 376 collaboratori. Loro opere
sono state presentate su Casabella
nei numeri: 633,
1996 (Centro sportivo Pfaffenholz, St.
Louis/Haut-Rhin);
661, 1998 e 684/685,
2000-01 (Tate Modern, London); 714,
2003 (Prada Store, Tokyo); 717/718,
2003-04 (Schaulager, Mnchenstein);
726, 2004 (Forum
2004, Barcellona);
733, 2005 (Centro
informazione, comunicazioni e media
dellUniversit Tecnica del Brandeburgo, Cottbus); 741,
2006 (Michael H. de
Young Memorial Museum, San Francisco
e Walker Art Centre, Minneapolis);
765, 2008 (CaixaForum, Madrid); 768,
2008 (Espacio Goya,
Museo di Saragozza); 788, 2010 (VitraHaus, Weil am
Rhein); 789, 2010
(nuova sede per la
Fondazione Feltrinelli a Milano);
792, 2010 (St. Jakob Turm, Basilea);
822, 2013 (Parrish
Art Museum, Water Mill, New York);
836, 2014 (Prez Art
Museum, Miami); 842,
2014 (Arena do Morro, Me Luiza, Natal, Brasile).

50

HERZOG & DE MEURON

costruita lassemblea egualitaria della comunit, mentre


la seconda riflette, nella sua
articolazione spaziale, la
struttura di una societ gerarchicamente stratificata.
Cos i nuovi stadi ridotti,
realizzati in anni recenti da
numerose societ calcistiche
in giro per il mondo, puntano
a fidelizzare lutenza e massimizzare i ricavi vendendo
pacchetti di servizi customizzati alle diverse tipologie di consumatori: Vip, stampa, comuni cittadini e tifosi.
Si chiama differentiation
strategy e si basa sul principio per cui i clienti attribuiscono un valore pi elevato
ai prodotti e ai servizi percepiti come unici. La previsione, nella realizzazione di
un nuovo stadio di calcio, di
sky boxes, sky lounges, museo
della squadra, arene dove
ospitare concerti e rappresentazioni teatrali aumenta lesclusivit dei prodotti e dei
servizi previsti dallimpianto, rendendo lo spettatore pi
soddisfatto e disposto a pagare una cifra maggiore per usufruire di determinati servizi5. I nuovi stadi sono dunque, di norma, all-seater,
ovvero privi di posti in piedi; provvisti di tribune coperte e talvolta anche di copertura apribile del campo;
multifunzionali e cio atti a
ospitare un ampio mix di eventi anche extrasportivi, come
meeting aziendali, convegni,
concerti, performance spettacolari di varia natura. Senza
contare, inoltre, che, in linea di massima, linvestimento
immobiliare ingente diventa
recuperabile e sicuramente remunerativo solo quando trascina con s, nei limiti consentiti dalle varie legislazioni
nazionali, integrato o al contorno, un indotto di attivit
commerciali capaci di generare
ricavi adeguati: shopping center, hotel, ristoranti, cinema
multisala ecc. Se il panorama
strutturale degli stadi italiani ancora, nel complesso,
fermo ai Mondiali del 1990,
con molte squadre che si apprestano a seguire lesempio
dellunico club, la Juventus
F.C., riuscito finora a concedersi, nel 2011, latout di un
nuovo impianto riservato al
termine di un iter burocratico
prolungatosi per quasi dieci
anni, in Europa, lesperienza

1
-lo stadio illuminato dal parcheggio
ovest, caratterizzato dalla sistemazione paesaggistica
studiata da Michel
Desvigne
-the lit stadium from
the western parking
area, with the landscaping designed by
Michel Desvigne
2, 3
-vedute a volo duccello dello stadio
nel paesaggio verdeggiante e ricco
di acque del quartiere di BordeauxLac, alla periferia
nord della citt,
raggiungibile in
automobile o attraverso due linee
tranviarie che lo
collegano direttamente al centro
urbano e alla stazione ferroviaria
St. Jean
-birds-eye views
of the stadium in
the green landscape
with bodies of water of the BordeauxLac district, on the
northern outskirts
of the city, reached
by car or by two
streetcar lines directly from the urban center and the
St. Jean railway
station

IWAN BAAN

IWAN BAAN

C A SA B E LLA 85 3

51

degli stadi di propriet da


tempo diffusa e consolidata,
particolarmente in quei paesi
che possono vantare i campionati dalle performance economiche pi forti: Inghilterra e
Germania. La Francia, in tal
senso, rappresenta uneccezione, anche se, in previsione
dei campionati europei di calcio che l si disputeranno nel
2016, alcuni club stanno costruendo o ristrutturando gli
impianti, mentre in altre citt i nuovi stadi rimarranno di
propriet dei Comuni, ma saranno ceduti in concessione ai
club, che si occuperanno della
loro gestione fino alla scadenza dellaccordo. questo
il caso del nuovo stadio di
Bordeaux, inaugurato nello
scorso mese di maggio e realizzato a tempo di record
nellarco di soli tre anni e
mezzo. Lopera, costata 183
milioni di euro, frutto di
un partenariato pubblico-privato tra lamministrazione municipale e la societ Stade
Bordeaux Atlantique, che condurr limpianto fino al 2045.
Il finanziamento pubblico complessivo ammonta a 75 milioni
di euro, ripartiti fra citt,
comunit urbana, regione e
stato, mentre il contributo
del club residente, il FC Girondins de Bordeaux,
dilazionato fra un anticipo di
20 milioni di euro e un canone
annuale di 3,85 milioni di
euro per le prossime tre decadi. Costruita dal consorzio
dimprese azioniste Vinci-Fayat, larchitettura
suggellata della firma prestigiosa dello studio Herzog & de
Meuron (con la collaborazione
di Groupe 6 per lo sviluppo
esecutivo), giunto qui alla
sua quarta prova nel campo
della progettazione di arene
per il calcio: per molti
aspetti, forse, la pi convincente. La comparazione con le
proposte precedenti pu indurre sorpresa e sconcerto, confermando latteggiamento
eclettico e sperimentale che
continua a segnare la parabola
professionale del rinomato
atelier elvetico. Limpressione che ciascunoccasione sia
sfruttata per saggiare il potenziale espressivo di una
specifica chiave interpretativa del tema compositivo fra le
diverse praticabili. Cos, per
quanto riguarda la declinazione del tema progettuale dello

stadio, dove, analogamente a


quanto accade, ad esempio, per
il grattacielo, vige comunemente il doppio registro della
stilizzazione iconica o
dellemblematica tecnologicoingegneristica, i due form-giver svizzeri si sono gi pronunciati tanto sul primo versante, con lAllianz Arena di
Monaco di Baviera, nel 2005,
quanto su uninedita soluzione
di compromesso tra le due alternative, con lo Stadio Nazionale di Pechino, il famoso
nido duccello, nel 2008.
Storia a s, in un certo modo,
fa invece lintroversa e promiscua vocazione urbana dello
St. Jakob Park di Basilea
(1998-2002), che incorpora
inaspettatamente alcune residenze per anziani. Alle porte
del capoluogo aquitano, la
scelta operata ancora differente e il ragguardevole impegno strutturale profuso appare
sublimato in una sintassi architettonica di cristallina
purezza e limpida impronta civile, che sembra idealmente
rimandare al giudizio formulato a suo tempo da Giuseppe de
Finetti, quando scriveva che
lo stadio, essendo dopo tutto
unaula a cielo aperto, pretende tradizionalmente nel nostro spirito ad una sua aulicit6. Tale risultato stato
favorito anche dalladozione
insolita di un sistema costruttivo misto prevalentemente a carpenteria metallica,
che ha permesso di ridurre costi, tempi di cantiere, pesi e
conseguire la sorprendente rarefazione fisica che caratterizza il manufatto, soprattutto nello slancio della sua
selva perimetrale di colonne.
La sezione ridotta e la snellezza straordinaria di tali
elementi metallici sono, infatti, dovute alla circostanza
per cui essi lavoranoa trazione, come tiranti, piuttosto che a compressione, ancorando a terra lo sbalzo di
45 metri delle mensole reticolari che armano la copertura
degli spalti. Limpianto, che
ha una capacit di 42.000 posti a sedere ed conformato
secondo uno schema rettangolare allinglese, mostra unesemplare chiarezza distributiva. Il catino si articola in
un doppio ordine di tribune
sovrapposte divise in quattro
settori e separate dal taglio
di un anello di circolazione

ROLAND HALBE

ROLAND HALBE

orizzontale. Tale galleria,


raggiungibile direttamente
dalle scalinate esterne contrapposte sui lati lunghi del
volume, a est e a ovest, disimpegna bagni e punti di ristoro alloggiati dentro una
sottile manica a serpentina
che cinge la costruzione
allapice del podio di accesso. Lalzato tripartito gioca
sullariosa svasatura determinata dallinclinazione contrapposta delle rampe dingresso e dellintradosso delle
tribune superiori, rivestito
da una scocca scalettata in
alluminio che si prolunga fittiziamente fino alla linea
netta di gronda. Tra le due
superfici oblique si estende
unesile trama di ben 900 pilastri circolari (di cui 600
strutturali e 300 decorativi,
per celare le canalizzazioni
verticali) che, scandita in
dissolvenza su piani progressivamente arretrati nella fascia dombra, disegna un prospetto virtuale di poetica inconsistenza. Il colore bianco,
immacolato, accentua il carattere astratto delloggetto
edilizio che qualifica con
la sua sobria monumentalit
il verde paesaggio lacustre,
attrezzato per lo sport e le
esposizioni, della periferia
a nord della citt. Ci che
manca allimpianto , al momento, soltanto un nome.
I naming rights sono in vendita e per aggiudicarseli la
cifra minima richiesta di
3,9 milioni di euro lanno
per almeno due lustri di
contratto. MB

ROLAND HALBE

52

HERZOG & DE MEURON

1 M. Bellinazzo, Goal
Economy. Come la finanza
globale ha trasformato il
calcio, Baldini & Castoldi, Milano 2015, p. 14.
2 P. Russo, Linvasione
dellUltracalcio. Anatomia di uno sport mutante, Ombre corte, Verona
2005, p. 9.
3 A. Alessandria, Un business chiamato stadio,
ed. digitale, Greenbooks
editore, 2014, p. 11.
4 Cfr. S. Nixdorf, The
composition of stadiums:
between multifunctionality and reduction, in Stadiums, numero monografico
di Detail, n. 9, settembre 2005, pp. 22-24.
5 A. Alessandria, Un business, op. cit., p. 29.
6 G. de Finetti, Stadi.
Esempi, tendenze, progetti, Editore Ulrico Hoepli, Milano 1934, p. 53.

ROLAND HALBE

4
-il catino interno
dello stadio, articolato in un doppio
ordine di tribune
coperte per una capacit complessiva
di 42.000 posti a
sedere, tutti provvisti di seggiolino
numerato. Le pensiline di protezione
degli spalti sono
rivestite di lamiera
ondulata e forata
fonoassorbente e di
policarbonato traslucido nella fascia
di bordo
-the internal basin
of the stadium with
a dual order
of sheltered stands
for an overall capacity of 42,000
seats, all numbered.
The canopies protecting the stands
are clad in corrugated and perforating sound-absorbing sheet metal with
translucent polycarbonate borders
5
-linterno dellarena durante una delle
partite inaugurali
in notturna con il
sistema di lampade
capace di garantire
la potenza luminosa
di 2.300 lux e lindice di uniformit
al 70% attualmente
richiesti da UEFA e
FIFA per far fronte
alle esigenze delle
riprese televisive
-the interior of
the stadium during one of the first
night matches with
the lighting system capable of guaranteeing 2,300 lux
with uniformity of
70% as presently
required by UEFA
and FIFA to permit
televised coverage
6
-particolare di un
ingresso di servizio
sotto una scalinata
daccesso per il
pubblico
-detail of a service
entrance under access steps for the
spectators
7, 8
-vedute diurna e serale da nord-ovest
-daytime and evening
views from northwest

ROLAND HALBE

C A SA B E LLA 85 3

53

DATI DEL PROGETTO

9
-planimetria generale
-siteplan
10
-pianta al livello
superiore delle tribune
-plan of the upper
stands level
11
-pianta al livello
della galleria di
distribuzione intermedia. Legenda -1galleria di distribuzione -2- chioschi
-3- bagni
-plan at the level
of the middle circulation gallery. Legend -1- circulation
-2- kiosks -3- restrooms
12
-sezione nord-sud
-north-south section
13
-sezione ovest-est
-west-east section
14
-pianta al livello
delle sky boxes.
Legenda -1- boxes
-2- atrio visitatori
-plan at the level of the sky boxes.
Legend -1- boxes
-2- visitors lobby

-PROGETTO

Herzog & de Meuron


-ARCHITETTI ESECUTIVI

Groupe 6

-PROGETTAZIONE
PAESAGGISTICA

Michel Desvigne
Paysagiste
-STRUTTURE

Cabinet JailletRouby, Structures


le de France
-INGEGNERIA CIVILE

Ingerop

-IMPIANTI ELETTRICI,
IDRAULICI, MECCANICI
E COMFORT AMBIENTALE

Egis Btiments
Sud-Ouest
-MANUTENZIONE

Vinci Facilities
-IMPRESE

SOGEA Sud-Ouest
Hydraulique, Castel
& Fromaget, GTM
Btiment Aquitaine,
GTM TP GC, RazelBec, SEG Fayat
-CONSULENTI

IdB Acoustique
(acustica), Egis
Btiments Sud-Ouest
(fisica delle
costruzioni), Agence
ON (illuminazione),
Veritas France
(sicurezza), SSI
Coor (antincendio),
Agence Franck
Tallon (segnaletica), ATE, Lignires
les Roye (campo
da gioco)
-COMMITTENTI

ADIM Sud-Ouest
(Vinci Construction), CPI SOMIFA
(Fayat Group)

10

100m

11

-DATI DIMENSIONALI

186.910 mq superficie dellarea


77.090 mq superficie
totale lorda
45.480 mq superficie
occupata
163.000 mc volumetria totale
-CRONOLOGIA

201012: progetto
201315: costruzione
-LOCALIZZAZIONE

Cours Jules Ladoumgues, 33300


Bordeaux, Francia

scala 1/5000
1

54

HERZOG & DE MEURON

15
-pianta del piano
terra. Legenda
-1- ingresso stampa
-2- sala conferenze
-3- zona mista -4spogliatoi squadra
ospite -5- spogliatoi squadra di casa
-6- ingresso al campo -7- sbarco squadra ospite -8- strada anulare -9- negozio -10- biglietteria -11- ristorante
-12- sicurezza -13controllo ingressi
Vip -14- controllo
ingressi normali
-plan of the ground
level. Legend -1press entrance -2conference room
-3- mixed zone -4visiting team locker
rooms -5- home team
locker rooms -6entrance to playing field -7- visiting team landing
-8- ring road -9store -10- box office -11- restaurant
-12- security -13VIP entrance control
-14- normal entrance
control

12

13

14

25m

15

10

1
14
2

14
7

14

14

13

6
13

12

scala 1

14

14

8
14

14
9

11

C A SA B E LLA 85 3

55

50m

scala 1

16
1

4
6

10

17

18

2.13

0.95

0.08

48

0.27

0.27

0.27

673

70

ax

0.17

0.27

0.17

0.17

3.585

56

HERZOG & DE MEURON

19

20

JAMES SANDERS

strato assorbente
-detail section
of the joint between
the upper stands
and the roof canopy.
Legend -1- RAL 9003
corrugated sheet
metal, perforated
15%, 43x180mm
-2- RAL 9003 corrugated sheet metal, perforated 15%,
18x76mm with absorbant layer
18
-sezione di dettaglio della passerella di manutenzione
dei riflettori per
lilluminazione del
campo. Legenda -1zona accessibile
per la manutenzione
e regolazione delle
lampade di illuminazione del campo
da gioco -2- illuminazione tribune
-3- altoparlante -4illuminazione campo
-5- lamiera ondulata
RAL 9003 perforata
al 15% 43x180mm
-detail section
of the catwalk for
maintenance of field
spotlights. Legend
-1- zone accessible
for maintenance and
adjustment of lighting fixtures for
the playing field
-2- lighting of the
stands -3- loudspeaker -4- field
lighting -5- RAL
9003 corrugated
sheet metal, perforated 15%, 43x180mm
19
-le tribune a struttura dacciaio in
costruzione
-the steel structure
of the stands during
construction
20
-veduta delle mensole reticolari
a sbalzo che armano
la copertura delle
tribune
-view of the reticular overhanging consoles that reinforce
the roof over the
stands
21
-il montaggio in
opera di sezioni
preassemblate della
struttura metallica
del tetto
-on-site installation of preassembled
sections of the metal roof structure
22
-veduta aerea del
cantiere durante la
posa del rivestimento di copertura
-aerial view of the
worksite during installation of roof
cladding

21

22

PHILIPPE CAUMES

16
-sezione trasversale
della tribuna ovest.
Legenda -1- pacchetto di copertura: lamiera grecata traforata, isolamento
Parvacoustic 30mm,
lana di roccia 40mm,
guaina impermeabilizzante in PVC -2sagola di salvataggio -3- botola di
ispezione copertura
Skydome -4- passerella per la manutenzione -5- lampade
di illuminazione del
campo -6- giunto in
alluminio -7- lastra
in policarbonato
traslucido -8- lampada a tenuta stagna
incassata nel controsoffitto -9- protezione galleria
-10- protezione tribune -11- galleria
di distribuzione
-12- salone aperto
-13- loggia da dodici posti consegnata
al rustico -14- salone Prestige ovest
-15- terrazza Vip
ovest -16- sala conferenze -17- spogliatoio giocatori
-18- rilievo visuale
-19- prato sintetico
-cross-section of
the western stands.
Legend -1- roof packet: embossed perforated sheet metal,
Parvacoustic insulation 30mm, rock wool
40mm, waterproofing
sheath in PVC -2lifeline -3- Skydome roof inspection
hatch -4- maintenance catwalk -5lighting for playing
field -6- aluminium joint -7- translucent polycarbonate
-8- watertight fixture built into suspended ceiling -9protection balcony
-10- protection for
the stands -11- circulation corridor
-12- open room -1312-seat loggia delivered rough -14western Prestige
room -15- west VIP
terrace -16- conference room -17- locker rooms -18- visual
relief -19- synthetic grass
17
-sezione di dettaglio del nodo di
raccordo fra la tribuna superiore e la
pensilina di copertura. Legenda -1lamiera ondulata RAL
9003 perforata al
15% 43x180mm -2- lamiera ondulata RAL
9003 perforata al
15% 18x76mm con

C A SA B E LLA 85 3

57

23

ROLAND HALBE

23
-particolare dellangolo nord-ovest
-detail of the
northwest corner

58

HERZOG & DE MEURON

26

27

ROLAND HALBE

ROLAND HALBE

ROLAND HALBE

25

ROLAND HALBE

24

C A SA B E LLA 85 3

59

24
-il nastro dei servizi dalla galleria
di distribuzione
sopraelevata
-ribbon of services
from the raised circulation gallery
25
-una delle terrazze
belvedere sulla copertura della serpentina perimetrale
dei servizi
-one of the belvedere terraces on the
roof of the perimeter service coil
26
-scorcio del fronte
ovest
-view of the western
facade
27
-prospettiva del
fronte sud con lingresso per i Vip
-perspective of the
southern facade with
VIP entrance

ROLAND HALBE

28

28, 29
-vedute dal catino
interno e dalla
galleria perimetrale
delle rampe di accesso al secondo
ordine di gradinate
-views of the internal basin and the
perimeter gallery
of access ramps
to the second level
of stands

ROLAND HALBE

29

60

HERZOG & DE MEURON

30

ROLAND HALBE

30
-vista del deambulatorio pensile di
800 metri di lunghezza che raccorda
in orizzontale tutti i percorsi di
ingresso e di uscita
del pubblico generico
-view of the upper
800-meter ambulatory that horizontally
connects all the entry and exit routes
of the general public

C A SA B E LLA 85 3

61

31

ROLAND HALBE

31
-particolare del
fronte ovest scenograficamente esaltato dallimpianto
dilluminazione notturna
-detail of the western facade, theatrically enhanced by
the nighttime lighting system

62

HERZOG & DE MEURON

AESOP
A CURA DI CARLOTTA TONON

853
EXTRA

Aesop: il paradosso del brand

1
-Kylix, ca 440 a.C., Musei
Vaticani, il cosiddetto ritratto di Esopo
-Kylix, about 440 BC, Vatican Museums, the so-called
portrait of Aesop
2
-Diego Velzquez,
Esopo, 1638, olio su tela,
Museo del Prado, Madrid
-Diego Velzquez, Aesop,
1638, oil on canvas, Museo
del Prado, Madrid
3
-uno dei prodotti Aesop
-one of the Aesop products

MUSEO NACIONAL DEL PRADO

AESOP

Il branding non una scienza. Se ne occupano studiosi intelligenti, esperti autorevoli e non pochi apprendisti stregoni. Il denominatore comune del loro lavoro laleatoriet. Anche per
questa ragione non interessante chiedersi quale definizione
di branding si adatti a Aesop, un marchio nato a Melbourne
meno di trentanni fa di cui ora ci occuperemo e la cui storia
raccontata in maniera intelligente da Annemarie Kiely nelle pagine che seguono. Bisogna per ammettere che, per considerare anche dal nostro punto di vista un fenomeno quale Aesop,
necessario fare qualche concessione e tentare cos di capire
di quale strategia di branding esso espressione. Per farlo ci
limiteremo, per, a occuparci di ci che di Aesop si pu materialmente vedere. Cominciando dal nome: Aesop. In una Kylix,
una coppa di ceramica, conservata a Roma nei Musei Vaticani, si pu osservare quello che per lungo tempo stato ritenuto un ritratto di Esopo. Con la fronte aggrottata e la bocca
aperta, lo descrive Paul Zanker in Die Maske des Sokrates
(1995), Esopo ascolta attentamente gli insegnamenti della
volpe seduta di fronte a lui; il suo mantello strettamente avvolto attorno al corpo magro, come se stesse rabbrividendo
dal freddo; brutto, trascura il proprio aspetto esteriore, ha
lunghi capelli spettinati, la fronte calva e inoltre una barba
rada e trasandata.
Differente da quello rappresentato intorno al 440 a.C.
nella Kylix dei Musei Vaticani, lEsopo ritratto da Velzquez
che si ammira al Prado. Se questo lEsopo pi conosciuto, comunque celebre per il suo non gradevole aspetto, sembrerebbe
essere stata una decisione bizzarra dare il suo nome a una
gamma di raffinati prodotti, studiati con attenzione per consentire a quanti li usano di prendere sul serio la cura dei propri
corpi. Ma Esopo non conosciuto solo per il suo aspetto e le
favole che ne hanno raccontato le indefinite origini non hanno
fatto che accrescere la fama che si meritato come favolista
eponimo. E per spiegare come possa essere accaduto che la figura del vecchio trasandato che ispir Velzquez abbia dato il
proprio nome alle creme di bellezza prodotte da Aesop, bisogna
tenere conto di questo: Esopo il pi geniale tra gli inventori di
favole e le fiabe contengono spiegazioni generali della vita,
come sosteneva Italo Calvino. Le favole, spiegava da parte sua
Bruno Bettelheim, mostrano ai bambini dove andare, come
procedere, cos come Aesop fa con tutti coloro che si avvici-

DEA PICTURE LIBRARY, CONCESSO IN LICENZA AD ALINARI

Francesco Dal Co

64

AESOP

nano a un negozio Aesop. Ci che il brand Aesop promette e offre, infatti, un piccolo mondo dove regna la simulazione, ma
dove questo termine perde ogni connessione con il senso di
colpa che ne accompagna luso corrente per assumere quello
che gli spetta nelle fiabe.
I prodotti di Aesop sono resi apparentemente uguali dalla
grafica che li caratterizza. Il chiaro prevalere del logotipo sulle
forme dei contenitori dei prodotti ha lo scopo di indurre i consumatori a percepire che la qualit delle merci acquistate garantita dalla loro appartenenza a ununica famiglia. Per questa ragione, i caratteri e lo stile del logotipo si ritrovano nelle etichette
applicate ai contenitori per spiegare gli usi per i quali i prodotti
possono essere acquistati. Questi caratteri discendono dallHelvetica disegnato da Max Miedinger alla met degli anni Cinquanta del secolo scorso, a sua volta un fortunatissimo, banale
remake del robusto Akzident Grotesk, come ha scritto Sergio
Polano in Abecedario (2002), e sono giunti sulle etichette applicate ai flaconi prodotti da Aesop dopo avere compiuto un percorso a ritroso: dal monitor del computer, che ne ha garantito
luniversale riconoscibilit, alla carta stampata. Questo uno
dei tratti caratteristici della filosofia di Aesop: imboccare
strade diverse o compiere percorsi a ritroso rispetto a quelli
battuti da quanti ritengono che la capacit di adattarsi senza
fine al variare dei modi della comunicazione sia la chiave per
conquistare il successo commerciale. I prodotti che Aesop propone sono diversi per consistenza, colore, odore; sono creme,
unguenti, liquidi e diversi sono ovviamente i loro contenitori.
Questi contenitori, tendenzialmente monocromatici, hanno un
aspetto moderno ma non attuale e sono del tutto intonati con il
logotipo Aesop. La variet degli usi ai quali i prodotti sono destinati passa in seconda linea di fronte alla ripetitivit dei modi
in cui vengono presentati. Ma grazie alla ripetizione, la percezione del marchio tende a trasformarsi in quella di un simbolo. Il
meccanismo semplice: ai simboli si associano i sogni; ciascun
sogno suscitato dal desiderio; contenuto del sogno lappagamento del desiderio: Aesop indica la strada che consente ai
sogni di trovare soddisfazione. La fedelt alla grafica del nome
pi di un indizio del fatto che lintransigenza ripetitiva la
chiave di volta del progetto Aesop. I negozi Aesop ne sono una
dimostrazione. Anchessi sono paradossali, come lo stata la
decisione di dare il nome di un uomo celebre per la sua brut-

C A SA B E LLA 85 3

65

tezza a una industria che offre prodotti per la cura della bellezza. I negozi Aesop, infatti, sono diversi luno dallaltro ma
tutti, rigidamente, rispondono a principi che paiono derivati dal
decalogo del buon design stilato da Dieter Rams pi di quaranta anni fa. Inoltre, nei loro interni si compie un rituale che
non muta, ovvero un processo di sublimazione favolistica del
sempre uguale della merce fondato sullapparente metamorfosi
della sua natura, ossia sulla separazione, a tutto vantaggio del
primo, del valore duso dal valore di scambio. La variet con la
quale questo processo messo in scena da Aesop deriva, ancora una volta, dalla ripetizione di un principio che non cambia:
i prodotti come i negozi dove vengono venduti devono trasmettere limpressione che lo scambio non il loro fine; gli uni e gli
altri prima di soddisfare le loro domande, suggeriscono agli acquirenti dove andare e come procedere. Le vetrine dei negozi
dove vengono vendute merci simili a quelle commercializzate da
Aesop cambiano continuamente con il mutare delle stagioni e
dei prodotti; ad esse le citt riservano luoghi deputati, dai quali
Aesop rifugge; queste vetrine sono spazi delezione per la rappresentazione di un luogo comune: il costante mutare del
mondo sotto la spinta dellapparente continuo divenire della
merce. I negozi Aesop sono lesatto opposto: per lo pi non
hanno vetrine e gli spazi sono configurati come scene fisse che
accolgono prodotti che non mutano e la cui collocazione non
cambia. Inoltre, i prodotti sono esposti in modo tale che il loro
numero non pu mai essere percepito come indizio della loro
appartenenza alluniverso della merce prodotta in maniera meccanica e massificata. Tutto ci che potrebbe indurre ad associare Aesop con una qualsiasi impressione riconducibile allidea
stessa della massa ci che programmaticamente Aesop richiede agli architetti ai quali si rivolge di bandire dai propri
spazi di vendita. Massa un parola blasfema per ogni produttore di beni di lusso. Gli spazi dove le merci da loro prodotte
vengono commercializzate sono modellati dal culto per lunicit.
Nei negozi Aesop avviene il contrario: la merce messa in mostra in grande quantit. Ci che rende questa merce diversa
la garanzia di qualit attestata dal logotipo Aesop, che arreda
ossessivamente ogni negozio. Lordine con cui i prodotti sono
esposti nei negozi induce gli acquirenti a provare una sensazione inedita: quella che anche un bambino avverte allorch per
soddisfare un desiderio scompagina un ordine in apparenza in-

AESOP

violabile. Acquistando un prodotto in un negozio Aesop si ha


limpressione di compiere una trasgressione. Ma proprio questa
sensazione elimina ci che di meccanico insito nello scambio,
nellatto stesso dellacquistare. Sottraendo un flacone con il
marchio Aesop dallo scaffale dove lo si vede esposto nello spazio che gli stato accuratamente assegnato, non si acquista
soltanto un prodotto, ma si entra far parte, o almeno questo
ci che Aesop mira a fare percepire, di un mondo dove anche la
pi innocua delle vanit pu essere soddisfatta, facendola apparire come un passo compiuto verso la conquista di uno stile
di vita che annulla la distanza tra il superfluo e il necessario. Anche i gesti che gli spazi di vendita Aesop finiscono per imporre
a quanti li visitano completano questa sublimazione della
merce, puntando, ancora una volta, sulla ripetizione. In ogni negozio chi vi entra invitato a sottoporsi a un piccolo rituale,
come spiega Annemarie Kiely: a ogni potenziale acquirente
suggerito di lavarsi le mani usando uno dei tanti lavabi che si
vedono fotografati in queste pagine. Lo scopo di far s che
ciascuno dei visitatori, un volta varcata la soglia di un negozio,
provi la sensazione di essersi lasciato alle spalle il mondo
dellindifferenza e di essere entrato in quello del prendersi
cura, cos come accade ai bambini quando i genitori regalano
loro il tempo di una fiaba, una finzione che li guider. Il simbolismo dellacqua adottato nei negozi Aesop ha un fondamento
analogo, le cui origini sono le pi lontane: il lavaggio delle mani
il momento in cui il distacco coincide con un diverso inizio.
Nessuno dei cento e pi negozi che Aesop ha aperto nel
mondo , dal punto di vista strettamente architettonico va ribadito, uguale allaltro. A differenza di quanto accade di solito nel
mondo del commercio dei beni di lusso, anche i materiali impiegati e gli arredi sono i pi diversi. Entrandovi, per, ogni acquirente in grado di riconoscerlo come una manifestazione di un
mondo concluso, ordinato, dove la ripetizione, come si detto,
non suscita ansia e la variet si fonda sullimmutabile, un mondo
che non tarder a identificare con tutto ci che il logotipo Aesop
annuncia. La declinazione allinfinito dei modi in cui limmutabile
pu essere declinato il segreto sul quale il creatore di Aesop,
Dennis Paphitis, ha costruito il suo brand. Nel farlo sembra abbia preferito leggere Esopo piuttosto che i molti libri che negli
ultimi anni hanno contribuito a rendere vagamente sinistra la parola branding. FDC

66

AESOP

Aesop: l'inusuale storia di un successo


Annemarie Kiely

Nella storia del marchio dellindustria cosmetica australiana Aesop che oggi conta pi di cento negozi indipendenti e innumerevoli concessionari in tutto il mondo sembra rispecchiarsi la
morale dei racconti del favolista cui il brand deve il suo nome;
una morale fondata su assiomi universali: la confidenza toglie riverenza, lonest la politica migliore, chi vuole piacere a tutti
finisce per non piacere a nessuno. Quella iniziata in un piccolo
salone di Melbourne nel 1987 (allepoca in cui i capelli cotonati
andavano di pari passo con lesportazione di capitali e canoni
estetici occidentali verso i mercati emergenti di India, Cina e
Russia) una versione moderna della favola di Esopo Il leopardo e la volpe -creatura astuta, la volpe, che contrapponeva
alla bellezza del corpo del felino vanaglorioso la bellezza della
propria intelligenza.
Il fondatore di Aesop, Dennis Paphitis, allepoca un giovane ventitreenne inesperto con la testa piena di libri che discuteva di acconciature e di Kant (i suoi studi filosofici erano
venuti dopo lapprendistato compiuto con lesigente matre
dellacconciatura Monsieur Maurice) considerava la bellezza la
conseguenza naturale di una vita equilibrata, ma non aveva un
business plan, n una strategia di missione, n tantomeno una
visione a largo raggio della realt industriale. Ad animarlo era
un idealismo epicureo instillatogli dai suoi precedenti datori di
lavoro francesi e italiani e unavversione per quella che egli
stesso definisce latmosfera volgare e intimidatoria della concorrenza. Il nostro era un salone per gente terrorizzata dai
parrucchieri, dichiara loggi il cinquantaduenne Paphitis riflettendo su ci che rendeva diverso il suo salone di bellezza, e
noi ci mettevamo dalla parte del cliente, offrendo un servizio
fondato su unetica fatta di passione, accuratezza, dedizione.
Questo rigore si esprimeva anche nella progettazione degli
spazi, degni della cella di un monaco cistercense, dove il design era impalpabile, linessenziale bandito e tutto ispirava
calma e compostezza, in una sorta di silenzio visivo in grado di
colpire un pubblico dai capelli stressati da tinture chimiche,
abituato ad allestimenti chiassosi degli interni e a un servizio
sciatto. Mentre Emeis (questo era il nome del salone di bellezza a conduzione individuale) acquisiva lentamente una certa
notoriet, ecco sopraggiungere un nuovo membro del personale rivelatosi essenziale per lelaborazione di un approccio olistico e per lo sviluppo di quel rituale di psico-relax al quale i

C A SA B E LLA 85 3

67

clienti iniziavano a partecipare indossando un avvolgente accappatoio a nido dape: si tratta della grande Suzanne, come
ricorda Paphitis raccontando larrivo della sua nuova collaboratrice, Suzanne Santos, oggi general manager di Aesop per lAustralia e la Nuova Zelanda, la musa appassionata, la guida e
lo spirito dellazienda. Paphitis e Santos hanno adottato e potenziato i concetti di personalizzazione e originalit, due stereotipi del commercio del terzo millennio, facendo del culto
dellautenticit e del pragmatismo il loro campo di azione privilegiato. Lunico punto debole in questa proposta di bellezza che
coinvolgeva pi ambiti sensoriali era rappresentato dai prodotti
per la cura della pelle e dei capelli, un settore allora dominato
dai grandi marchi legati a celebrit hollywoodiane. Gli articoli
offerti sul mercato avevano un aspetto e un odore sgradevoli,
erano terribili da usare, racconta Paphitis per spiegare da
dove venne il suo primo impulso a innovare. Luso di oli essenziali per camuffare il tanfo delle tinte per capelli finiva per mascherare lodore degli shampoo ultra-profumati, alimentando un
circolo vizioso.
Nel descrivere come pura follia la sua intenzione di trasformare questo suo personale disprezzo in una linea di prodotti
etici a base vegetale, Paphitis si interroga se le start-up di successo siano appannaggio esclusivo di giovani ambiziosi. Senza
compiere generalizzazioni, ricorda le sue peregrinazioni presso
laboratori locali e imprenditori con i quali tuttavia non riusciva a
entrare nella giusta sintonia. La scintilla finalmente scocc con
un chimico del sud della California e dalla loro collaborazione
nacquero sei prodotti per capelli ispirati al Pantheon, il monumentale trionfo in calcestruzzo dellantica Roma destinato a rivoluzionare i canoni dellingegneria dellepoca. Gran parte di
ci che accade nel mondo del commercio al dettaglio il frutto
di un colpo di genio, spiega Paphitis parlando del suo Pantheon. Volevamo (e vogliamo) qualcosa di duraturo, prodotti
efficaci che siano genuini, duttili e in qualche misura senza
tempo. Personalmente preferisco usare e toccare una calcolatrice progettata da Dieter Rams negli anni Sessanta che la tanta
spazzatura prodotta nei trentanni successivi.
Scegliendo, come nel Pantheon, di subordinare lelemento
decorativo alle scelte architettoniche, Paphitis distilla i suoi prodotti per la cura dei capelli in flaconi di vetro ambrato, un espediente pragmatico per minimizzare luso dei conservati pi che
un voluto richiamo allatmosfera delle farmacie, ed esibisce con
chiarezza, in caratteri serif e sans serif, le informazioni sul contenuto e le modalit duso, in genere confinate sul retro, e qui invece riportate nelletichetta applicata sul davanti del contenitore
dove condividono lo spazio con il logo. Una citazione esplicativa

68

AESOP

di qualche mente eccelsa, viene aggiunta per conferire un significato moderno al nome del marchio Aesop. Tutto linsieme
punta a minimizzare limpressione di esclusivit, evitando qualsiasi ostentazione di ricchezza e interpretando, come fece a suo
tempo Rem Koolhaas, il concetto di lusso come equilibrio.
Paphitis testa la gamma dei prodotti nel suo salone di
Melbourne senza tuttavia stimolare un riscontro da parte della
clientela. La ricerca del feedback la grande piaga sociale
della nostra epoca, afferma, difendendo loriginalit di una visione che insieme la ragione del suo successo, ma ne rappresenta anche il punto critico. Il nostro controllo qualit ossessivo, ma efficace, fondato sul ricorso fino alleccesso ai test, ai
prototipi, alla cura manifatturiera e alla formazione, rappresenta un parametro di riferimento per tutto il mondo industriale. Questa innegabile pedanteria contraddice la prassi
commerciale abituale, ma Paphitis si preoccupa unicamente di
fare ci che sente come giusto, meritevole, interessante. il
suo istinto a guidare lazienda e, a quanto pare, questo istinto
sa dargli buoni consigli. Tanto che gli ha consentito di prevedere il riposizionamento dellestetica e della cultura dei consumi verso un nuovo puritanesimo molto prima del crollo dei
mercati azionari alla fine del 1987. Paradossalmente il suo spirito anti-commerciale gli ha aperto la prospettiva di un mercato
ancora pi ampio e nel 1996 Paphitis si lanciato nello sviluppo di nuove linee di prodotti. Il rigore del marchio si
espresso nella costruzione di un laboratorio e di un quartier generale rispondenti ai canonici estetici di Aesop, dove la messa
al bando di qualsiasi inutile orpello si tradotta anche nella
scelta di tenere tutta la corrispondenza in Arial Narrow (un carattere che alcuni ritengono abbia ascendenze umanistiche). Un
controllo cos rigido dellestetica e dellessenza del marchio ha
fatto s che questo brand, ostile a qualsiasi forma di promozione, assumesse non volendolo, lo status di icona. iniziato
cos un vero e proprio arrembaggio alla conquista dei prodotti
Aesop esposti sugli scaffali dei negozi (secondo una fonte newyorchese Oprah Winfrey ne avrebbe svuotato interamente uno).
Ma la crescita continuava a essere casuale, non pianificata,
ricorda Paphitis, individuando nellarrivo dellesperto di strategie commerciali e CEO, Michael OKeeffe il momento in cui il
motto aziendale divenuto: Lavora bene, con correttezza,
puntando alleccellenza, lasciandoti coinvolgere. In mancanza,
tuttavia, di un esempio tangibile sul modo in cui i rivenditori di
prodotti Aesop dovevano esporli, seguendo indicazioni rigorose
in merito alla scelta dei materiali, allilluminazione, alla temperatura, agli aromi e persino al modo di parlare, le rigide direttive del marchio rischiavano di essere disattese. Cos nel

2003 lo spirito di Aesop ha trovato la sua incarnazione architettonica nel primo punto vendita indipendente inaugurato a St.
Kilda, un caratteristico sobborgo di Melbourne in riva al mare,
che per lungo tempo ha influenzato larte e la cultura musicale
della citt. Il negozio, disegnato dal locale studio di architettura
Six Degrees Architects, il frutto della riconversione della
rampa di un parcheggio per auto: uso di materiali riciclati e
suggestioni provenienti dal cinema dautore caro a Paphitis
(Buuel, Almodovar e Antonioni) connotano il progetto. Era
un seminterrato largo 3 metri e lungo 21, ricorda il fondatore
di Aesop a proposito di questo spazio separato, ma inserito
nello stesso fabbricato di un hotel tra i pi amati dalla gente del
luogo. Il progetto, perfettamente in linea con la nostra filosofia, ci ha insegnato che lintegrazione nella comunit e lespressione chiara e assoluta del nostro punto di vista ci che ci
avrebbe distinto dagli altri. Lattenzione al contesto e alla collettivit diventato un elemento ricorrente anche nella progettazione degli altri punti vendita, ciascuno dei quali costituisce
unarticolazione unica di spazio, architettura e valori del brand
che deve soddisfare tre esigenze fondamentali: la presenza di
un magazzino retrostante, di acqua corrente e di spazio per
esporre. Come spiega Paphitis, dopo aver trovato la giusta collocazione per un nuvo spazio commerciale, seguendo lideaguida che punta al rapporto armonico con il contesto, la fase
successiva consiste nellassegnazione del progetto a un architetto, ma questo passo subordinato a una generale valutazione di compatibilit. Stabilito che il primo obiettivo la ricerca di una personalizzazione, ci avventuriamo in una sorta di
corteggiamento romantico finalizzato ad approfondire insieme
ai progettisti quali siano le nostre esigenze e quali le possibilit
di successo, spiega Paphitis, e una volta sicuri di poter procedere, stipuliamo una specie di accordo pre-nuziale, basato
sullintesa emozionale, per definire quanto e come ciascuna
delle due parti contribuir alla realizzazione del progetto. Volendo continuare a usare la metafora romantica di Paphitis potremmo dire che, nellarco degli ultimi dodici anni, il corteggiamento di quarantotto studi di architettura ha conosciuto tutte le
sfumature dellamore: dal rapporto di una sola notte allunione
appassionata e duratura. Ma le liaisons architecturale cui sono
legati i ricordi pi belli sono state per Paphitis quelle con Ilse
Crawford di Studio Ilse (restauro di un edificio vittoriano con
una verve moderna a Londra), con Paulo Mendes da Rocha
(brutalismo aspro e pesanti masse a San Paolo), con Hugo
Hass di Cigu (funzionalismo ritrovato a Parigi e a Londra),
con Rodney Eggleston di March Studio (giocoso pragmatismo
materiale a Melbourne, Sydney, Parigi, New York, Singapore,

C A SA B E LLA 85 3

69

Ginevra e Zurigo), con Ogata Shinichiro di Simplicity (trasparenza e richiami alla tradizione di Kyoto) e Sean Godsell (essenzialit espressa in un involucro di cemento perforato a
Sydney).
I progetti migliori comunque non sono mai stati quelli
che hanno richiesto i budget pi elevati, o relativi ai negozi pi
grandi, o legati ai nomi di archistar, ma quasi sempre quelli elaborati dalle personalit pi sensibili e complesse, afferma
Paphitis, dotate di un innato senso estetico e di una grande
capacit di sviluppare la propria idea di ci che unarchitettura
dinterni a misura duomo pu offrire. Il tratto comune dei progetti discende da un approccio poetico che punta allessenziale. Entrando con discrezione nel cuore delle citt, privilegiando una relazione profonda e non superficiale, di natura filosofica e culturale con il tessuto urbano, Aesop riuscito a penetrarvi emozionalmente, con modalit del tutto sconosciute
ai grandi marchi. Viviamo in una societ sempre pi omologata, in gran parte priva di alternative valide e originali per
quanto riguarda beni e servizi sostiene Paphitis e ci che ci
serve sono meno imitatori e pi persone capaci di pensare in
maniera originale.
Nel 2012, tuttavia, quando il pensiero originale ha dovuto
confrontarsi con lesigenza di creare nuove infrastrutture, Aesop
(Emeis Holdings) ha cercato un investitore finanziario tra
aziende che avessero idee e interessi simili. Cos Natura Cosmeticos, un gruppo brasiliano che opera nel settore della cosmesi e del benessere, tra i maggiori venditori a livello mondiale per quota di mercato, ha acquistato una partecipazione rilevante, mettendo in comune competenze (il management rimasto invariato), obiettivi, valori e idee, mentre Aesop ha
continuato a esistere come azienda indipendente e come marchio autonomo, mantenendo il proprio quartier generale a Melbourne.
Lespansione dellazienda ha consentito a Paphitis di scoprire Oslo, la capitale norvegese dove Aesop ha inaugurato di
recente il suo centesimo punto vendita, progettato in collaborazione con Snhetta Architects. Il traguardo del centesimo negozio ha stimolato Paphitis a riflettere sul segreto del suo successo. Lavorare prima con il cuore e poi con la testa, afferma
il fondatore di Aesop, minimizzando gli sforzi straordinari compiuti per realizzare qualcosa che in realt semplice e naturale.
A questa contraddizione allude la citazione di Albert Camus che
spunta con discrezione tra la segnaletica del quartier generale
di Aesop nel centro di Melbourne: Nessuno si rende conto di
come certe persone spendano energie incalcolabili soltanto per
essere normali. AK

AUSTRALIA

Kerstin Thompson Architects


Aesop Burnside Village, Adelaide

March Studio
Aesop Adelaide, Adelaide

Clare Cousins
Aesop Queens Plaza, Brisbane

Kerstin Thompson Architects


Aesop Carindale, Brisbane

Kerstin Thompson Architects


Aesop Canberra, Canberra

Aesop Internal
Aesop ACL, Melbourne

Clare Cousins
Aesop Fitzroy, Melbourne

Clare Cousins
Aesop South Yarra, Melbourne

Genesin Studios
Aesop Rundle Street, Melbourne

Kerstin Thompson Architects


Aesop Chadstone, Melbourne

Kerstin Thompson Architects


Aesop Collins Street, Melbourne

Kerstin Thompson Architects


Aesop Emporium, Melbourne

March Studio
Aesop Flinders Lane, Melbourne

March Studio
Aesop Greville Street Prahran, Melbourne

March Studio
Aesop North Melbourne, Melbourne

Russell & George


Aesop Armadale, Melbourne

Russell & George


Aesop Doncaster, Melbourne

Russell & George


Aesop Indooroopilly, Brisbane

I 108 NEGOZI AESOP

WWW.AESOP.COM

70

AESOP

Six Degrees
Aesop St Kilda, Melbourne

Kerstin Thompson Architects


Aesop Perth City, Perth

Russell & George


Aesop Claremont, Perth

CIBI
Aesop Bondi Beach, Sidney

Aesop Internal
Aesop Newtown, Sidney

Aesop Internal
Sydney City, Sidney

Henry Wilson Studios


Aesop Balmain, Sidney

March Studio
Aesop The Strand, Sidney

March Studio
Aesop Westfield Bondi Junction, Sidney

Russell & George


Aesop Chatswood, Sidney

Cigu
Aesop Montmartre, Parigi

Cigu
Aesop Tiquetonne, Parigi

FRANCIA

Sean Godsell
Aesop Paddington, Sidney

Russell & George


Myer Bourke St, Melbourne

Cigu
Aesop Le Marais, Parigi

GERMANIA

Jean Franois Bourdet


Aesop Saint-Germain-des-Prs, Parigi

March Studio
Aesop Saint-Honor, Parigi

Dimore Studio
Aesop Saint Sulpice, Parigi

Weiss-heiten
Aesop Berlin Mitte, Berlino

VVDA
Aesop ABC Viertel, Amburgo

HONG KONG

Einszu33
Aesop Karlspassage, Stoccarda

Einszu33
Ludwig Beck, Monaco

Cheungvogl
Aesop City Plaza, Hong Kong

Cj Studio
Aesop Fashion Walk, Hong Kong

Aesop Internal
Aesop Festival Walk, Hong Kong

Aesop Internal
Aesop Hollywood Road, Hong Kong

Cheungvogl
Aesop Hysan Place, Hong Kong

NADAAA
Aesop IFC, Hong Kong

Aesop Internal
Aesop Lyndhurst Terrace, Hong Kong

AESOP

Weiss-heiten
Aesop Pfeilstrasse, Colonia

C A SA B E LLA 85 3

71

GIAPPONE

Russell & George


Aesop Sheung Wan, Hong Kong

Cheungvogl
Aesop Telford Plaza, Hong Kong

Torafu
Aesop Kawaramachi, Kyoto

Simplicity
Aesop Kyoto, Kyoto

Torafu
Aesop Grand Front Osaka, Osaka

Simplicity
Aesop Shinsaibashi, Osaka

Schemata
Aesop Aoyama, Tokyo

Schemata
Aesop Ginza, Tokyo

Torafu
Aesop Shibuya, Tokyo

Torafu
Aesop Shin Marunouchi, Tokyo

COREA

Aesop Internal
Mid-Town, Tokyo

Torafu
Aesop Yokohama, Yokohama

Russell & George


Aesop ML Store Pavilion, Kuala Lumpur

Kerstin Thompson Architects


Aesop Lot 10, Kuala Lumpur

March Studio
Aesop Millenia Walk, Singapore

Kian Yam
Aesop Club Street, Singapore

MALESIA

WISE Architects Seoul


Garosu-Gil, Seoul

Kerstin Thompson Architects


Clare Cousins
Aesop Bangsar Village Kiosk, Kuala Lumpur Aesop Bangsar Village II, Kuala Lumpur

NORVEGIA

SINGAPORE

Snohetta
Aesop Prinsensgate, Oslo

Aesop Internal
Aesop Ngee Ann City, Singapore

Kerstin Thompson Architects


Aesop Suntec City, Singapore

SVEZIA

SVIZZERA

IPOS
Aesop Stockholm, Stoccolma

Einszu33
Aesop Bern, Berna

Russell & George


Tangs, Singapore

TAIWAN

March Studio
Aesop Barengasse, Zurigo

March Studio
Aesop Geneva, Ginevra

72

AESOP

March Studio
Aesop Oberdorfstrasse, Zurigo

Moser Wegenstein
Aesop Spalenberg, Basilea

CJ Studio
Aesop Eslite, Taipei

GRAN BRETAGNA

CJ Studio
Aesop Service Centre Central, Taipei

Aesop Internal
Aesop Breeze Center, Taipei

Aesop Internal
Mitsukoshi Tainan, Tainan

Cigu
Aesop Covent Garden, Londra

Cigu
Aesop Islington, Londra

Studio KO
Aesop Marylebone, Londra

Studio Ilse
Aesop Mayfair, Londra

Aesop Internal
Aesop Richmond, Londra

Tolila & Gilliland


Aesop Shepherds Bush, Londra

Aesop Internal
Aesop Shoreditch, Londra

USA

William OBrien Jr
Aesop Newbury St, Boston

Frida Escobedo
Aesop Invisible Dog pop-up, Brooklyn

Architecture Outfit
Aesop Harvard Square, Cambridge

NADAAA
Aesop Abbot Kinney, Los Angeles

Brooks + Scarpa
Aesop Downtown LA, Los Angeles

Frida Escobedo
Aesop Lincoln Road, Miami

March Studio
Aesop Bleecker St, New York

Aesop Internal
Aesop Chelsea, New York

NADAAA
Aesop East Hampton, New York

Architecture Outfit
Aesop Greenwich Ave, New York

Tacklebox
Aesop Nolita, New York

Tacklebox
Aesop University Place, New York

NADAAA
Aesop West Broadway, New York

Tacklebox
Grand Central Pop-up, New York

John Randolph
Aesop NW 23rd Avenue, Portland

John Randolph
Aesop West End, Portland

NADAAA
Aesop Chestnut Street, San Francisco

NADAAA
Aesop Fillmore St, San Francisco

John Randolph
Aesop Silver Lake, Los Angeles

AESOP

Cigu
Aesop Soho, Londra

C A SA B E LLA 85 3

73

AESOP
THE STRAND
SIDNEY
MARCH STUDIO

74

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

75

AESOP
NORTH MELBOURNE
MELBOURNE
MARCH STUDIO

76

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

77

AESOP
FLINDERS LANE
MELBOURNE
MARCH STUDIO

78

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

79

AESOP
SAINT-HONOR
PARIGI
MARCH STUDIO

80

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

81

AESOP
LE MARAIS
PARIGI
CIGU

82

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

83

AESOP
KYOTO
KYOTO
SIMPLICITY

84

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

85

AESOP
SHINSAIBASHI
OSAKA
SIMPLICITY

86

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

87

AESOP
BIBLIOTEKSTAN
STOCCOLMA
IPOS

88

AESOP

AESOP
SHOREDITCH
LONDRA
AESOP INTERNAL

C A SA B E LLA 85 3

89

AESOP
UNIVERSITY PLACE
NEW YORK
TACKLEBOX

90

AESOP

C A SA B E LLA 85 3

91

PAULO MENDES DA ROCHA + METRO


AESOP OSCAR FREIRE
SAN PAOLO, BRASILE

These are the basic ideas that


guided the project for this specific
Aesop Store: To preserve the visual
impact of the flow of people on the
main street, without too much
emphasis on the street corner where
the shop is located. The entrance of
the store will be in the street faade.
The address must clearly be Rua
Oscar Freire, one of the most
important retail streets in So Paulo.
To make the products
especially the small glasses shine,
revealing its peculiar colour, in a
seductive way so as to generate the
general public's curiosity. The goal is
to create a kaleidoscopic glowing
volume where the mirrored walls
multiply the images thru movement
inside this space.
To eliminate the central column
as an object of interference. Given the
inexorability of its existence our
proposal is to transform it into a
meeting point a counter for the
experimentation of Aesops essences
in the form of a cloud, where a water
fountain will be placed. This element
should assume an unexpected and
ludic character, far from the current
domestic sinks.
To have a finely fragmented
floor, as fallen leaves or small flowers,
in order to create the right
atmosphere.

Paulo Mendes da Rocha

92

AESOP

LEONARDO FINOTTI

-schizzo di studio di Martin


Corullon per l'elemento
centrale del negozio Aesop
a San Paolo
-sketch by Martin Corullon for
main element in the Aesop
So Paulo Store

C A SA B E LLA 85 3

93

94

AESOP

LEONARDO FINOTTI

LEONARDO FINOTTI

LEONARDO FINOTTI

LEONARDO FINOTTI

C A SA B E LLA 85 3

95

BIBLIOTECA
96 Recensioni.

1453

k A cura di Manuel Herz con Ingrid


Schrder, Hans Focketyn, Julia Jamrozik.
Fotografie di Iwan Baan e Alexia Webster
African Modernism
Park Books, Zrich 2015
isbn 978 3906027746

FRANK SCHERSCHEL/TIME LIFE PICTURES/GETTY IMAGES

LAfrica di cui si sono occupati meritoriamente gli autori di questo libro non
quella che siamo abituati a conoscere,
tormentata da guerre, violenze e terribili
miserie. Le centinaia di belle fotografie
riprodotte nelle pi di 600 pagine del volume documentano quanto larchitettura
ha realizzato nei Paesi dellAfrica subsahariana in Ghana, Senegal, Costa dAvorio, Kenya e Zambia. Da questo panorama
sono state escluse programmaticamente
le ex colonie portoghesi. La storia che le
diverse parti del libro e i saggi che le accompagnano raccontano quella della
formazione di un mondo postcoloniale
neocolonizzato (sintomaticamente i coronamenti di molti edifici alti fotografati
da Baan e Webster in citt diverse e di
anni diversi sorreggono la medesima
scritta pubblicitaria: Samsung). Questa
realt, allorigine dei molti drammi che
lAfrica vive, ben spiegata da Herz nel
saggio introduttivo e ad essa fa riferimento tutto ci che nel libro le fotografie
e i contributi di H. Le Roux, L. Noyer-Duplaix, Z. Efrat, T. Frster, I. Schrder documentano e analizzano, ricostruendo i
modi in cui larchitettura moderna si
trasformata in architettura tropicale
(n.b.: gi nel 1954 un programma di insegnamento di tropical architecture venne
varato allArchitectural Association
School a Londra). La disponibilit con cui
larchitettura moderna si tropicalizzata non ha, per, comportato il completo
tradimento dei suoi modelli o archetipi
europei, come dimostra, in particolare, il
capitolo dedicato al Ghana. Naturalmente
sono numerosi gli esempi, sui quali il libro non si sofferma, che dimostrano il
contrario, ovvero come larchitettura sia
anche una merce prodotta nei Paesi svi-

96

biblioteca

luppati e semplicemente esportata in


Africa (si vedano, per esempio, le pagine
dedicate ad Abidjan, ex capitale della Costa dAvorio). Occupandosi della Costa
dAvorio gli autori hanno dedicato diverse
pagine e molte immagini a Yamoussoukro, la nuova capitale del Paese voluta dal
presidente Flix Houphout-Boigny, ma
non hanno riservato alcuna attenzione al
pi assurdo (ed emblematico in quanto
rappresentativo di uno dei molti volti della modernizzazione dellAfrica) degli
edifici l costruiti, la Basilique de Notre
Dame de la Paix, ritenuta da alcuni il pi
grande luogo di culto del mondo, una copia di San Pietro. Uno dei capitoli pi interessanti del libro quello di Z. Efrat ed
dedicato al ruolo che Israele, le imprese
e gli architetti israeliani hanno avuto nella modernizzazione di diversi Paesi
dellAfrica (leggendo il saggio di Efrat
opportuno ricordare che anche Theodor
Herzel, il fondatore del movimento sionista, nel 1903 aveva pensato allUganda
come alla terra destinata ad accogliere lo
Stato ebraico). LInstitute of Planning
and Development costituito dal Ministero degli Esteri dIsraele negli anni Sessanta assistette diversi Paesi africani
nellaffrontare i processi di modernizzazione e alcuni insediamenti, derivati dai
modelli del Kibbuz e del Moshav, vennero
costruiti dalla Nigeria allEtiopia. Un
ruolo di rilievo in questa attivit lo ebbe
Arieh Sharon, il progettista della Obafemi Awolowo University a Ile-Ife in Nigeria. Sharon era un allievo del Bauhaus, fu
un collaboratore di Hannes Meyer e spos Gunta Stlzl che al Bauhaus dirigeva il
laboratorio di tessitura. Sharon arriv in
Israele intorno al 1932 e contribu in ogni
modo alla costruzione del Paese e a definire il volto moderno di Tel Aviv. Negli
anni Cinquanta tent di prospettare ai
Paesi dellAfrica, con i quali Israele intratteneva strette relazioni, un modello
originale di modernit e progresso diverso da quelli che hanno finito per prevalere, rimasto, per, privo di effetti di rilievo. Tra gli obiettivi di questo libro vi
anche quello di dimostrare come in Africa esistano opere moderne di architettura che meriterebbero attenzione e di venire preservate. Ne sono buoni esempi
costruzioni quali la Fiera di Dakar (1974),
lHtel de Ville di Abidjan (costruito da
un architetto, Henri Chomette, di cui il
libro si occupa diffusamente), il Mercato
di Nairobi degli anni Trenta e il Wakulima Market del 1966, o lUniversit dello
Zambia a Lusaka (1965-68).
www

1454

k
XIX Bienal de Arquitectura
y Urbanismo de Chile
Publicaciones AOA, Santiago 2015
isbn 978 9569119064
Nel 2015 la Biennale di architettura cilena
si svolta nel Parque Cultural di Valparaso, un complesso espositivo ricavato da
un vecchio carcere da HLPS Arquitectos
(vedi Casabella, n. 823, marzo 2013).
Mostre minori sono state presentate in altre cinque localit del Cile e allorganizzazione della Biennale hanno partecipato le
istituzioni dalle quali dipendono sia le iniziative varate nel campo dellarchitettura
e dellurbanistica che la vita professionale
e le attivit culturali che si svolgono in
Cile. La mostra di Valparaso ha rappresentato una nuova occasione per comprendere le ragioni per le quali in Cile, da qualche tempo, sono attivi ottimi architetti e
molti giovani pi che promettenti. Il catalogo che segnaliamo (scaricabile dal sito
http://www.bienaldearquitectura.cl), nonostante le immagini minuscole che vi
sono pubblicate, spiega succintamente
queste ragioni, presenta 127 opere e 36
progetti (di Rodrigo Larrain, Cristin Undurraga, Alejandro Aravena, Sabbagh Arquitectos, Cristin Izquierdo Lehmann,
Gonzalo Mardones, tra gli altri), le attivit
che vengono svolte nelle principali scuole
di architettura del Paese, molte delle quali
private, e i risultati delle ricerche che l
vengono compiute (un premio della Biennale riservato alle pubblicazioni specializzate). Al progettista, al quale stato assegnato il Premio Nacional de
Arquitectura 2015, il catalogo ha dedicato
un breve profi lo e la Biennale una mostra,
richiamando cos lattenzione sulla figura
di Teodoro Fernndez Larraaga (n. 1948),
un insegnante influente e rispettato della
Universidad Catlica di Santiago, dove
molti dei pi intraprendenti architetti cileni si sono formati.
www

1455

k A cura di Daniela Mondini


Hlne Binet. Quarantotto pagine
di architettura insegnata
Mendrisio Academy Press-Silvana
Editoriale, Mendrisio-Cinisello
Balsamo 2015
isbn 978 8836630707

centuano gli aspetti materiali e che vanno


osservate come se dovessimo percepirle attraverso il tatto anzich la vista. Quello di
Elena Gargaglia si concentra sul confronto
tra le fotografie del convento di Santa Maria
de La Tourette e quelle che hanno come soggetto losservatorio del Jantar Mantar a Jaipur. Mondini, infine, scrive del rapporto che
lega architettura e fotografia. Nel libro dedicato a Francesco Venezia possiamo leggere,
in forma di conversazione, una serie di sue
riflessioni scaturite dai cento giorni passati
in compagnia degli studenti dellAccademia
di Mendrisio durante i quattro semestri da
lui l trascorsi. Venezia parte da questo dato
quantitativo per raccontare come abbia scelto di imprimere alla didattica un ritmo scandito dallalternanza dei due temi di progetto:
il rapporto con lantico e il confronto con la
citt storica. Incalzato dalle domande di Andrea Faraguna, Venezia non si sottrae, entra
nel merito delle questioni e lascia ai lettori
una viva testimonianza del suo spirito arguto
e insofferente nei confronti dei luoghi comuni. La risposta che ha dato allultimo quesito:
come si resta fedeli nel tempo alle proprie
convinzioni? , da sola, una lezione di vita
rivolta ai giovani architetti: Capii che bisogna sempre lavorare sodo e che in assenza di
prospettive concrete il punto importante
essere preparati. La cosa peggiore che ti si
possa affiancare la grande occasione e tu non
sei pronto a coglierla. Bisogna dunque affilare sempre le armi in attesa del momento giusto, non sapendo se e quando verr.
www

1456

k A cura di Daniela Mondini


Francesco Venezia. Quarantotto
pagine di architettura insegnata
Mendrisio Academy Press-Silvana
Editoriale, Mendrisio-Cinisello
Balsamo 2015
isbn 978 8836630691
I primi due titoli di questa agile collana sono
dedicati, rispettivamente, alla fotografa
Hlne Binet e allarchitetto Francesco Venezia. Come si legge nel risvolto di copertina
la collana intende testimoniare i modi con
cui la cultura architettonica odierna si confronta e si trasmette con il lavoro didattico.
Le pubblicazioni vogliono privilegiare, in
particolare, lattivit svolta presso lAccademia di Architettura di Mendrisio dai docenti
invitati (di progettazione, ma non solo) cos
da preservarne il contributo culturale. Il libro dedicato a Hlne Binet a cura di Daniela Mondini; contiene quattro saggi e una
selezione di fotografie emblematiche. Il primo testo, di Juhani Pallasmaa, descrive la
specificit delle fotografie di Binet che ac-

C A SA B E LLA 85 3

1457

k Antonio Monestiroli
Il mondo di Aldo Rossi
Lettera Ventidue, Siracusa 2015
isbn 978 8862421577
Tre conferenze raccolte insieme, perch non
occasionali e legate da un unico filo. Il libro,
agile e gradevole, ha un pregio fondamentale:
Monestiroli, che di Rossi stato allievo e

97

amico, non ha mai confuso i ruoli. Il suo io


compare in queste pagine con le vesti di un
testimone affidabile, che accompagna, ma
solo accompagna, lo sforzo che Monestiroli
ha compiuto di spiegare quali furono i fondamenti del pensiero sullarchitettura di Aldo
Rossi e della sua pratica di progettista. Essendosi posto a una giusta distanza dalluno e
dallaltra, Monestiroli ha colto nel segno. In
ognuno dei tre saggi vi sono passaggi illuminanti. Mettendoli in ordine si ottiene una tela
di cui quanti vorranno occuparsi di Rossi,
dora in poi, dovranno tenere conto. Mettere
in opera significava per Rossi mettere in
scena, spiega Monestiroli. Da qui luso della
metonimia del teatro continuamente utilizzata da Rossi nei disegni, negli scritti, nei progetti, nelle opere (come non considerare una
forma teatrale il Cimitero di Modena, si
chiede giustamente Monestiroli). Ancora da
qui il pensare la citt e la storia delle citt
come palcoscenici del tempo, scene fisse delle vicende umane. E il tempo non pu che essere messo in scena come accaduto, ma non
come trascorso, suggerisce Monestiroli che
ricorda opportunamente sia lamore che Rossi riservava a Hlderlin, sia il suo ininterrotto
ritornare sul tema dellarchitettura della
casa, che fa risplendere ci che resta della
casa dopo il suo uso. Ci che resta una
espressione chiave per comprendere lopera
di Rossi. Monestiroli le ha dedicato la giusta
attenzione, sia prendendo in esame i rapporti
che Rossi intrattenne con i suoi pi diretti interlocutori e con i suoi maestri, primo fra tutti Adolf Loos a Loos Rossi ruba tutto, con
unabilit che mostra un talento straordinario, sia parlando del modo in cui pensava (e
usava) la storia, correlato al suo frequente ritornare sul tema della rovine. Un altro passaggio chiarificatore del libro rappresentato
dalla spiegazione che Monestiroli ha dato
della definizione di razionalismo esaltato, la
formula da lui adottata per chiarire il senso
della distinzione coltivata da Rossi tra il lavoro finalizzato a interpretare una funzione e
quello teso a dare alla funzione una forma,
che implica loscura innocenza richiesta a
chi persegue lo scopo non di mettere in opera meccanicamente la nostra vita, ma di metterne in scena il senso. Anche lultimo saggio
pubblicato nel libro, quello dove lio dellautore smette discretamente i panni del testimone, dedicato alla Tendenza ormai quasi mezzo secolo ci divide da questo momento in cui
larchitettura italiana ha interpretato per lultima volta il ruolo del protagonista non
mancher di suggerire ai lettori, agli architetti e agli storici dellarchitettura, riflessioni
non scontate anche sullo stato presente delle
cose e su come le cose andarono.
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turale aspettarsi da coloro che hanno contribuito a realizzarlo. Bak Gordon un architetto capace, discreto e disponibile;
nessuna di queste sue doti va confusa con
larrendevolezza, quanto di pi lontano vi
dal linguaggio rigoroso e serio delle sue costruzioni e dei suoi progetti.
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Alejandro Aravena nel breve commento


ospitato nel libro, larchitettura vive nel
prendere continuamente le distanze da
quanto produce. Piuttosto che semplice fisica echa carne (Juan Borches) larchitettura presuppone linstaurarsi di una distanza che la rende percepibile e
conoscibile, simile a quella che necessario
rispettare per osservare un corpo riflesso
in uno specchio. Sono soltanto appunti
quelli di Prez Oyarzun, ma aiutano a liberarsi dai pensieri pigri.

1458

www

k A cura di Federico Tranfa


Bak Gordon.
architetture abitate
Electa, Milano 2015
isbn 978 8891802651
Ricardo Bak Gordon (n. 1967) ha studiato in
Italia e in Portogallo; nel 2002 ha aperto il
suo studio a Lisbona ed essendosi rapidamente segnalato come una delle personalit pi vivaci tra quelle degli architetti del
suo Paese, soltanto ora giunti alla boa dei
cinquanta anni, ha svolto una variegata attivit di insegnante in patria e in Europa.
Diverse opere presentate nel libro, edito in
italiano e in inglese, sono residenze unifamiliari. Ma non soltanto. Nella sua succinta
ma chiara prefazione Tranfa parla della riduzione della distanza tra lusso e
comfort nelle costruzioni residenziali
dellarchitetto portoghese, mentre Ricardo
Carvalho commenta in maniera lievemente
pi oscura le sue opere, mettendo per in
luce quali sono i suoi pi certi riferimenti,
citando, tra questi, Fernando Tvora e Luis
Barragn, lvaro Siza e gli Smithson. Se vi
sono echi delle attenzioni dedicate da Bak
Gordon a questi personaggi, il libro dimostra per come egli abbia saputo integrarli
in una ricerca espressiva originale, sia
quando si occupato di piccole costruzioni
sia quando si cimentato con opere impegnative, quali il Frantoio a Ferreia do Alentejo e le scuole che ha ristrutturato a Porto
e a Seixal. Considerando il frantoio o altre
opere di minor impegno, quale il caff costruito nel 2011 sulla riva del Tago, si comprendono le ragioni per le quali Bak Gordon ha instaurato un rapporto privilegiato
con Paulo Mendes da Rocha e, pi in generale, con larchitettura brasiliana (paulistana). Lamicizia e lammirazione che lo legano a Mendes da Rocha si sono tradotte in
un sodalizio professionale e i due hanno
firmato insieme il Museo della Carrozze a
Lisbona inaugurato nel 2015 (si veda Casabella, n. 851-852, luglio-agosto 2015).
Questopera cos importante presentata
con molta discrezione nel libro, comera na-

98

biblioteca

1459

k Fernando Prez Oyarzun


El espejo y el manto
ARQ ediciones, Santiago de Chile 2014
isbn 978 9569571008
Questo piccolo libro bifronte e bilingue
(spagnolo e inglese) fa parte di una collana
edita dalla Universidad Catlica di Santiago del Chile che ospita lesatto opposto di
quelli che non sono coffee-table books ma
coffee-tables, come spiega nella presentazione Francisco Daz. Il primo titolo di
questa serie quello che segnaliamo e di
cui autore Fernando Prez Oyarzun, uno
degli animatori della Facolt di Architettura della Universidad Catlica. Il libro contiene due brevi saggi. Il primo noto ai nostri lettori; con il titolo Ortodossia/
eterodossia. Architettura moderna in Cile
apparve nel numero 650 di Casabella nel
novembre 1997. Il secondo, invece, inedito
e affronta in maniera intelligente un tema
esplorato innumerevoli volte, quello del
rapporto tra corpo e architettura. Forse si
potrebbe discutere quello che Prez Oyarzum scrive del Modulor, poich non esplicita la differenza sostanziale che il significato ergonomico, dato da Le Corbusier alle
misure derivate da quelle del corpo, ha rispetto a quello attribuitogli dalla cultura
umanistica, che lo considerava fonte
dellarmonia della forma che emerge dallo
smisurato della materia ed fine del fare.
Ma ci detto, i riferimenti di Prez Oyarzun a una storia che da Vitruvio arriva a
Valry servono a suffragare lidea che li
cuce insieme, secondo la quale, come spiega

1460

k Jonathan Petropoulos
Artists under Hitler. Collaboration
and Survival in Nazi Germany
Yale University Press,
New Haven-London 2014
isbn 978 0300197471
Orson Wells ma non Hannah Arendt; Peter
Gay ma non Elias Canetti; Elaine Hochman
ma non Fritz Neumeyer: questi sono soltanto alcuni esempi dei nomi degli autori che
Petropoulos cita e non cita nella pagine di
questo libro. Il capitolo pi interessante il
pi inutile: riguarda alcune figure minori di
dirigenti nazisti (O. A. Schreiber in particolare) e i loro atteggiamenti nei confronti
dellarte degli anni Veneti e Trenta. Avendo
fatto ricorso ad ogni sorta di ismo per
spiegare di cosa il suo libro si occupa, Petropoulos ha finito per disorientare i lettori
e se stesso, tanto che quasi impossibile
comprendere quale significato egli abbia attribuito, per esempio, a parole quali impressionismo oppure modernismo (spesso usate in maniera intercambiabile). Il
libro, a differenza di quanto il titolo promette, non consente di capire, fatti salvi i
casi pi indiscutibili, quali furono gli artisti
e gli intellettuali che sopravvissero al regime nazista (un tema non secondario, attiguo a quello della migrazione interna) e
quelli che collaborarono ai suoi successi.

Per gli architetti, e per chi si occupa di storia dellarchitettura, il libro contiene affermazioni sorprendenti e spesso facete. A
puro titolo di esempio, alcune meritano una
citazione. Secondo Petropoulos numerosi
intellettuali, avendo trionfato negli anni
Venti, come Mies van der Rohe, a gruff
(burbero) man, a difficult genius type, dopo
il 1933 erano afflitti da un eccessivo sense
of self-importance. Se lecito pensarla cos,
si resta per allibiti nellapprendere che Petropoulos basa questo giudizio sul fatto che
Mies, dando cos prova della sua bizzarria,
preferred the word Baukunst (literally,
building art) to Architektur. Daltro canto
Petropoulos considera Gropius un precursore dellarchitettura verde e della sostenibilit: a key, for Gropius, was green architecture: both in the sense of the conservation
of resources and with regard to nature. Infatti, sostiene Petropoulos, Gropius non
progett mai edifici con pi di quattro piani, una affermazione, questa, che potrebbe
indurre a rimettere in discussione diversi
dati di fatto, a cominciare dalla paternit
del progetto per la sede del Chicago Tribune (che prevedeva la costruzione di un edificio comunque pi alto di quattro piani) firmato da Gropius con Adolf Meyer nel 1922.
Petropoulos sembra anche nutrire una particolare ossessione per le bandiere: se in un
progetto tedesco degli anni Trenta per un
edificio pubblico compare una bandiera con
la svastica questa per lui una prova dellacquiescenza, nel migliore dei casi, dellautore
di quel progetto nei confronti del regime
nazista. Ma la bandiera con la svastica nera
su fondo rosso era la bandiera della Germania: quale altra bandiera Mies, per esempio,
avrebbe potuto inserire nello schizzo del
prospetto del Padiglione della Germania
per lExpo di Bruxelles del 1935? Come le
bandiere anche Volk, Deutschland, Reich ecc.
per Petropoulos non sono parole ma indizi:
associate a un nome o a un avvenimento,
stampate su un documento divengono per
lui prove del legame di quel nome o di
quellaccadimento con il regime nazista.
Lultimo capitolo del libro dedicato ad Albert Speer, alla cui opera Canetti ha dedicato un saggio decisivo che Petropoulos ignora. Il capitolo termina cos: Speer was not
Mies or Gropius, but a very different kind of
modernist. Si tratta di una constatazione
penetrante per chi non lavesse notato,
bene prenderne atto: Mies e Gropius non
erano Speer, e di una conclusione talmente originale Speer fu un modernista diverso da Mies e Gropius che dopo averle
registrate non si pu andare oltre. Meglio
fermarsi qui.
www

C A SA B E LLA 85 3

1461

k A cura di Peter Elmlund


and Johan Mrtelius
Swedish Grace:
The Forgotten Modern
Axel and Margaret Ax:son Johnson
Foundation, Stockholm 2015
isbn 978 9189672666
Swedish Grace un termine strano che pu
risultare persino sgradevole. stato impiegato la prima volta dallaristocratico giornalista cultore dellarchitettura inglese P.
Morton Shand per descrivere la produzione
del design svedese prima della grande
Esposizione di Stoccolma del 1930, in occasione della quale si profil in Svezia una
nuova e fertile idea di modernit. Ma Shand
ammirava gli svedesi, anche perch, a causa
della purezza della loro stirpe razziale, hanno affrontato il futuro senza soccombere al
bolscevismo. Lespressione Swedish Grace
sopravvissuta e ha finito per assumere una
vita propria, utilizzata per parlare di architettura e spesso impiegata nel marketing di
piatti, carte da parati, seggiole ecc. Il libro
che ora segnaliamo usa le parole Swedish
Grace per identificare un periodo e uno stile, quelli del design svedese degli anni Venti, quando a questa produzione collaborarono architetti quali R. stberg, C. Bergsten,
G. Asplund e S. Lewerentz, designer come
E. Hald, W. Kage, E. Gullberg, scultori quali
E. Grate e M. Johansson, e urbanisti quali P.
O. Hallman. Il libro colloca Swedish Grace
tra tradizione e modernit, stando al titolo, che non brilla per originalit, del primo
saggio che vi compare di Eva Eriksson e sostiene, in maniera pi prudente, che gli architetti attivi in quellepoca offrono un modello per la pratica architettonica
contemporanea. Ma stabilire se in realt vi
sia stato un periodo storico coerente, dal
punto vista stilistico, definibile con le parole Swedish Grace, non un problema appassionante. Sebbene questa espressione abbia
goduto di una crescente popolarit negli ultimi anni, non le stato riconosciuto alcun
peso rilevante dalla letteratura pi autorevole dedicata allarchitettura svedese del

99

ventesimo secolo. Nel libro di cui ci stiamo


occupando, per, Helena Kberg solleva
una serie di domande circa luso e il valore
di questa definizione, partendo dalla constatazione che, poich allinizio del Novecento ci che si usa definire classicismo
era diffuso in molte nazioni, sarebbe stato
opportuno chiedersi quale sia stato il carattere distintivo della sua versione svedese.
I contributi pi interessanti forniti dal libro
riguardano i rapporti che si stabilirono tra
designer e architetti, e luso da loro fatto dei
modelli antichi. Johan Mrtelius, per esempio, illustra le connessioni tra la Basilica di
Vitruvio a Fano e la Skandinaviska Kreditbanken (1913) di Erik Josephson sulla piazza Gustaf Adolf a Stoccolma, tra gli studi archeologici dellantico Arsenale del Pireo e il
lavoro del sottovalutato architetto Ragnar
Hjorth. Tra gli altri saggi ospitati nel libro
vi sono quelli di Helen Kberg sulle arti decorative, che mette in evidenza il debito
contratto nel campo della produzione vetraria degli anni Venti nei confronti delle esperienze neoclassiche, e di Aleksander Wolodarski che si occupato diligentemnete del
lavoro di Per Olof Hallman, e di Johan
Rdberg che ha schizzato un panorama
dellurbanistica svedese sempre negli anni
Venti. Un catalogo di trentasette esempi di
architettura Swedish Grace, compilato da
Johan rn, completa il libro. Il libro non indaga sia il contesto culturale sia la committenza di cui questo movimento fu il prodotto; finisce cos per offrire un pedigree a
operazioni di marketing, aprendo per
qualche spiraglio per future ricerche.

k page 5

A new work of urban architecture,


woven in history with maltese
stone
Federico Bucci
From my childhood, I remember a ag
full of crosses and a red beard.
Corto Maltese

ENGLISH
TEXTS

Lessons of architectural honesty


from the prehistory of Malta: this is
the title of the article with which, 75
years ago, Giuseppe Pagano began issue no. 155 of Costruzioni-Casabella. The first sentence bears quoting,
for reasons I will try to prove later: It
is always a pleasure to run into some
honest colleague who does not prostitute architecture at the service of low
rhetoric and tries to achieve maximum results with a minimum expenditure of decorative incidents.
The editorial by the editor of the magazine continues by praising the book
by Carlo Ceschi on the megalithic
temples of Hagar Kim, studied during
the archaeological mission headed by
Luigi Mario Ugolini, the brilliant
young archaeologist who died prematurely in 1936, sent by the fascist regime to Malta to prove the Italian
roots of the Mediterranean.
Ceschi, the new superintendent of
monuments in Liguria, redrew the
prehistoric ruins and imagined the
original appearance of the stone volumes; Pagano appreciated the very
modern architectural cubism that
emerged from the careful philological
reconstruction.
It was 1940. In June Mussolini declared Italys entry in the World War
and one of the first actions was the
bombing of Malta, an English stronghold since the 1800s, the prelude to an
endless series of air raids done together with the Germans until 1943.
Valletta, founded in the 1500s by the
Grand Master of the Order of Malta
Jean Parisot de Valette and designed
as an impregnable fortress by the military engineer Francesco Laparelli,
resisted strenuously, thanks to its underground refuges.
Among them, we should remember
the railway tunnel opened from 1883
to 1931 between Valletta and the ancient capital of Mdina.
On the surface, the bombs also struck
the Royal Opera House, a splendid
neoclassical theater built in 1866 and
reconstructed ten years later, due to
fire. On the evening of 7 April 1942 the
building was destroyed by the bombs
of the Luftwaffe.
For those who wish to know more of
these events, there are detailed historical reconstructions of the siege of
Malta (the second of the Great Siege
attempted by the Ottoman Empire in
1565 and resisted by the Knights).
Nevertheless, in a different perspective, I recommend reading V., the debut novel by the American writer
Thomas Pynchon, because the confessions of Fausto Maijstral certainly

100

english texts

ring more thrilling notes.


In any case, especially in the zone of
Porta Reale, the entrance from the
mainland near the Opera and the rail
station, Valletta has left the wounds of
war open for many years, with a series
of parking lots that certainly clashed
with the label of heritage of mankind granted the site by UNESCO.
Until 2009, when work began on the
construction of the project by Renzo
Piano.
A project for an overall renewal of the
area of the walls, towards the outer
bastions of Floriana, which began in
1986 with the redesign of the City
Gate dating back to the 1960s, was interrupted and then resumed on a larger scale, with the addition of the new
Parliament building and the reopening of the Theater, finally leading to
the official inauguration of the spaces
this year.
Lets put aside the long and boring
skirmishes with the public client, victim all over the world of political factors that want to leave material signs
of their passage behind (but to become a Pompidou you need to know
something about poetry!), along with
the moods of individual citizens amplified in the era of the social networks, and lets look at what has been
done for the city, and how, without neglecting what is still needed to complete what has been imagined by the
architect.
We can start from the Porta and the
inner face of the walls. Reaching the
plaza with the Triton Fountain, still
dominated by the stands of vendors
and the bus terminus of Malta Public
Transport (which should be given
credit for having replaced the old yellow Dodges without air conditioning),
the bridge has been taken back to its
narrower original size, more suitable
for pedestrian traffic. Looking down,
the moat has yet to welcome the garden designed by Piano, together with
the cafe and panoramic terrace located in the tunnel of the old railway station, an underground space of great
importance both for the foundations
of the new Parliament building and
for its climate control.
While in front of us we see a large gap
in the bastions, opening upward,
marked at the sides by two tall poles
and on the walls by metal surfaces,
which like blades clearly separate the
antique stone from that used in the
new construction. This entrance, facing the sea and Fort St. Elmo through
the axis of Triq ir-Repubblika (Republic Street) makes it possible to grasp
the orthogonal form of Valletta in a
single glance.
Past the new Bieb il-Belt (the gate of
the city), before observing the constructed volumes it is important to
linger over the voids, i.e. the route that
with two large flights of steps against
the walls connects the two Cavaliers
of St. James and St. John, as was the
case from the origins until World War
II.

At this point we can concentrate on


the construction: a massive stone tower without openings seems to support,
raised off the ground on slender supports, two great stone blocks cut in
the form of regular parallelepipeds,
one of them divided in half in a perfectly vertical direction.
These are the buildings that contain
the hall of the Parliament of the Republic of Malta and its connected offices.
Below them, in a true covered square,
on the site occupied by the railroad
station and then left empty, we can
admire the spectacular diagonal cut
aligned with the short side of the
Saint James Cavalier, a work by Laparelli completed by his Maltese assistant Girolamo Cassar, transformed
into a cultural center in 2000. In this
way, there is a more precise indication
of the direction towards the church of
Saint Catherine (of Italy) and the
Auberge dItalie (one of the eight
buildings constructed in the 1500s by
Cassar, as a tribute to the languages
spoken by the Knights), all the way to
the Victoria Gate and the new docks
for cruise ships.
Having described the form, we should
now look into the materials that go
into the blocks of stone of the Parliament, whose facades, from a distance,
resemble the walls of an operating
quarry, crossed by clear incisions
made by the diamond saws.
The 316 square kilometers of the Maltese islands are formed by sedimentary rocks, and the local stone has two
main varieties, both used as construction materials since prehistoric times:
the soft, pale Globigerina, known as
franka in Maltese or softstone in English, and the stronger Coralline (in the
versions upper or lower), also known
as Maltese marble or hardstone,
whose composition and characteristic
veins from honey color to red come
from the abundant presence of algae
fossils.
Renzo Piano and the staff of his Building Workshop worked hard to find the
most suitable stone, a Lower Coralline
hardstone from a quarry they found
in Gozo, assigned the precious task of
interpreting the Maltese architectural
tradition (from the megalithic temples
to the fortifications of Laparelli and
Cassar), also through the detail of the
blocks that display, in their thickness,
a deep cut of 45 degrees, a very useful
sunscreen for the windows of the offices and the spaces lit at the sides by
natural light.
And so, piece by piece (a favorite
term of the Italian architect and senator), the puzzle of each facade of the
building has been constructed, full
where no light is needed and perforated where the interiors require it; a
composition, the result of refined color combinations, I personally recommend observing in the afternoon,
from the street over the arches of the
old block located in front of the Parliament on Republic Street.

From here, looking at the variations of


the cross-cutting light on the stone,
it is hard not to be reminded of the Beheading of Saint John the Baptist,
which a few meters away, in the CoCathedral named for the saint, bears
witness to the genius of Michelangelo
Merisi, known as Caravaggio, who
reached Malta at the dawn of the
1600s, only to flee due to his restless
nature.
At this point, to complete the description of the project by RPBW, all that
remains is to order a Cisk with a view
of the outdoor theater placed on the
same site as the Royal Opera House,
finely crafted inside the ruins with a
reversible metal structure, with rows
of green seats, against which the most
nostalgic of the inhabitants of the Humilissima Civitas Vallettae obviously
raised a hue and cry, unaware of the
fact that any reconstruction more or
less philological is the quickest way
to erase the signs of the past.
Maybe it is better to let time do the
job, to which Renzo Piano has bestowed this very fine mending, in
stone, of a precious historical fabric:
today, in Malta, we can see a fine lesson in architectural honesty.
www

k page 26

To the underworld, and back


Massimo Ferrari
Fighting against convention has always been an anachronistic stance,
usually a lost cause, anti-historical,
revolutionary, libertarian in the optimistic impact of renewal, rich in great
ideals but always laden with equally
solid reluctance, misunderstandings,
exploitations. Furthermore, often, the
distinction between the unexpected
but courageous and effective possibility of reinterpretation of known and
constant conditions and a temporary,
ephemeral fashion, simply different
from the usual, is increasingly subtle,
especially in our time, truly creased
by a society that burns differences on
the bonfire of diversities without even
knowing it. It is only natural, as many
have already emphasized, that only a
long perspective, a dilated time, can
manage to grasp the characteristics of
a change, the conscious rewriting of a
way of proceeding absorbed in what is
by now an acritical manner; the disenchanted acceptance of habit is perhaps the greatest slavery present in
conformism. Aldo Rossi often said
that at least 50 years are needed to understand if the critical contents of an
architecture, in relation to what came
before it, are truly able to become a
model for the future; a reflection on
the idea of the model, the always unexpected repetition of a recurring
way of interpreting a theme that is
confirmed over time, is in any case far
from the proposed discussion, which

usually attempts to demonstrate a design attitude, as an opening postulate,


a viewpoint that is different in its
forms and contents.
The five subway stations built in a
close span of time in the north and
south of Europe do not, in fact, narrate a true revolution, but the disenchanted interpretation of one of the
most specific characteristics of the
idea of the subway, the role of underground infrastructure in society today, its social value, its economic, noncommercial sustainability. Or at least
this attention narrates a decisive, coherent position that taking geographical and compositional differences into
account, reflects on the theme of the
suitability of architectural forms in
the interpretation of recognizable
contents, values, eras.
The stations of Line 9 in Barcelona
will be 52 in number, at the end of
2016, after an initial plan later altered for 40 stops in 49 km; this underground tunnel, with 57.8 km of
completed length, will be Europes
longest automatic metro line, just 17
years after the start of the project,
connecting the main centers of the
city through five municipalities: from
the airport to the port, the market to
the university. The data indicate, besides demonstrating the feasibility of
an automatic system for long subway
lines in big cities, the central importance of the identification of the stops,
of the role stations play in giving identity and orientation to 90 million annual users inside the complex, overlapping fabric of the two levels of the
city.
[] Quivi sospiri, pianti ed altri guai /
risonavan per laere sanza stelle, / per
chio al cominciar ne lagrimai. / Diverse lingue, orribili favelle, / parole
di dolore, accenti dira, / voci alte e
fioche, e suon di man con elle / facevano un tumulto, il qual saggira / sempre in quellaura senza tempo tinta, /
come la rena quando turbo spira []1.
The words of the Divine Comedy
seem to precisely describe the environment imagined by Jordi Garcs,
Daria de Seta, Anna Bonet after the
victory in the competition for the stations of Amadeu Torner / Europa-Fira, Parc Logistic, Mercabarna, sharing a single design; the noises, sounds,
colors, image of an underground place
left to its identity as a geological excavation, a hole, a natural cavern that
has sculpturally opened spaces and
cavities inside a terrain rich in stratified memories. Austere and anti-conventional, this interpretation of the
theme eliminates any diaphragm between the form derived from the volumetric necessities of the underground
spaces and any decorative addition,
not even hypothesized to banish the
Dantesque echoes, or to falsely accompany the passenger through an
imaginary reality. Instead, by subtraction, a very strong identity has been
constructed.
This absolute poverty of signs, calcu-

C A SA B E LLA 85 3

lated and designed with precision,


without concessions in the design
work, has constructed a clear relationship, as in a model that can be exported, between the necessary space
and the mechanical, lighting, acoustic
and physical plant structures that
permit the descent as far as the tracks.
A dialectic, non-mediated relationship
capable of interfacing, on even terms,
humble techniques and remarkable
technologies, rapid movement and
quiet scenes, lucid reflections and obtuse opacities, silences and noises, in a
sincere encounter that seems to
choose strident contrast as its winner.
Actually every material used corresponds to a necessary comfort, optimal lighting, synchronized movement
of passengers, an essential quality that
without disguise displays itself on a
stage occupied by construction struts,
sheet-metal facings, concrete slabs,
walls protected from graffiti, stoneware, industrial lighting; an environment that does not make us miss the
signs of glue also feared by Heinrich
Tessenow. The distant gaze looks towards the industrial air in the nonchalant use of materials, which Llus
Domnech i Montaner for the first
time in Spanish modernity deployed
in the cafe at the Castell dels Tres
Dragons restaurant, designed without
frills for the Universal Exposition of
Barcelona in 1888.
At the Europa-Fira station, the concrete beams initially installed for the
temporary stabilizing of the diaphragms during construction have remained in place; at the Mercabarna
station the large spaces opened for the
excavation machinery have been left
on view, and used to make this new
station the only one that has daylight
from above. Small inventions that in
each case guide us from the darkness
of the depths of the earth, to rebehold
the sky. Round trip.
[] Lo duca e io per quel cammino
ascoso / intrammo a ritornar nel chiaro mondo; / e sanza cura aver dalcun
riposo / salimmo s, el primo e io secondo, / tanto chi vidi de le cose belle /
che porta l ciel, per un pertugio tondo; / e quindi uscimmo a riveder le
stelle. []2.
Notes
1 Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, Canto III, vv. 22-30
2 Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIV, vv. 133139
www

kk page 38

Tormented underground
geometries
Giovanna Crespi
The oldest underground urban rail
system in Europe, after London, is
that of the city of Budapest. The first

101

line was opened to celebrate the millennium of the Hungarian nation in


1896. Built by surface excavation with
the cut and cover technique, it has
since branched out into four underground lines, the latest of which was
opened last year and will be completed in 2017.
The project of the fourth metro line,
M4, which connects Buda, the southwestern part of the city, to Pest, the
northwestern part, dates back to the
late 1980s and called for an initial segment between the Kelenfldi railroad
station and the Central Station of the
city, for a length of 7.5 kilometers,
with a total of ten stops. The design of
two of the stations Szent Gellrt and
Fovam, respectively at the eastern and
western banks of the Danube was assigned to the Hungarian studio Sporaarchitects.
The decades that have passed from
the design of the fourth metro line to
its construction have brought a natural effect of ageing to the project. The
identity of the new stations is therefore based on the need to enhance the
choices of a general character made in
the original project, while rationalizing the structure, the technologies
and the spaces initially envisioned, to
give form to a work of public architecture capable of fully representing the
spirit of the 21st century.
In particular, the structure expresses
the nature of the project and gives the
underground spaces a spectacular
character. The initial idea, inspired by
the structural and social utopia of the
Hungarian architect and French citizen Yona Friedman, called for development of a structural system that
could ideally be expanded and extended throughout the line. The result
of the design process, emphasized by
the depth of the stations, constructs
visceral Piranesi-like spaces. An absolute and self-referential structure capable of gutting the underground
space and generating renewed public
space to welcome not only infrastructural functions, but also new community activities.
The stations of Szent Gellrt and Fovam are designed as two twin stations
on the two sides of the Danube, both
composed of a container made with
the cut and cover system, combined
with traditional tunnels with a semicircular section. The enclosure in reinforced concrete is strengthened inside by patterns of beams placed on
successive levels; the resulting structure is like a progression of networks
overlaid on each other, with staggered
patterns at the various levels, whose
irregular design seems to have been
generated by the random tossing of
pick-up sticks.
The structural concept is compatible,
without compromises, with the often
mutable conditions of processes of
planning and construction of such infrastructures, which can require long
implementation periods, and adaptation to changing functional needs.

The public city designed underground


by Sporaarchitects is an expression of
the renewal taking place in Hungarian contemporary architecture.
Helped by the characteristics of necessity imposed by underground architecture, the young Hungarian architects proceed in the awareness of
the legacy of the masters who came
before them, like Odon Lechner and
Bela Lajta, skillfully balancing rationalism and tradition, linearity and ornament, chaos and form, discipline
and disorder, giving their architecture
a monumental character that has always been part of the national identity.
The rigor of the design and the rectilinear portions of the exposed reinforced concrete construction pervaded by cool, neutral tones is mitigated,
once on the platform against the
tracks, by the presence of the tunnel
for the trains, that takes the traditional semicircular form and is faced in
colored Zsolnay ceramic tiles, an explicit tribute to the sumptuous decorated interiors of the Hotel Gellrt,
the well-known Art Nouveau building
from the start of the 1900s, on the
banks of the Danube.
The Fovam station is much more than
a mere subway stop. It is a true place
of interchange for streetcars, buses,
subway, ferries, automobiles and pedestrians. With its presence, the station identifies a single public space below and above ground level, and
constitutes a sort of gate of access to
the historical center of the city from
the southeast. The presence of the
subway station is indicated at ground
level, as a welcome intrusion in the urban geography of Budapest, by a series
of glass prisms with a crystal form
studding the area, and bringing natural light inside, enhancing the pattern
of beams of the station structure, its
true skeleton.
The station of Szent Gellrt is one of
the deepest on the M4 line; it is located under the eastern bank of the Danube, on the Buda side, below the Gellrt Hill, now listed by UNESCO as a
world heritage site. Its particular position has led to the construction of
the service platform for the tracks at a
depth of 36 meters below ground. To
reach it, the structure of the station
has been made with two separate
parts. At the position of the Megyetem embankment, location of the Budapest Polytechnic, an initial reinforced concrete enclosure has been
made in a natural hollow. The second
part of the station, on the other hand,
is located under an existing building,
with a structure similar to that of the
Fovan station, where the large underground hall is supported by the pattern of three different levels of reinforced concrete beams. Inside, the
station is enhanced by a wall entirely
clad in Cor-ten steel blades, with two
glass elevators that visually and physically connect the parts of the building
with the ground level.

With the new Szent Gellrt and Fovam metro stations, immersed in the
underworld, the young architects of
Sporaarchitects have created an unexpected heaven.
www

kk page 50

A modern temple for soccer


Marco Biagi
Like so many other aspects of contemporary life, the world of professional
soccer has been impacted in recent
decades by an intense process of financialization1 that is rapidly altering its genetic code, transforming
what many consider the most beautiful game in the world from a collective ritual igniting popular passion to
a complex of highly rationalized activities organized for the production
of profit.2
The 1960s model of munificent and
whimsical family patronage is definitely becoming extinct, and the leading soccer teams are now mostly run
with a managerial spirit and business
techniques, bent on generating income and not just good results on the
field.
The architecture of stadiums, too, always the site of football matches, has
been impacted by these changes. In
the era of televised soccer, along general lines, the gigantic spaces that
once democratically welcomed the
working-class masses to provide them
with entertainment on Sunday afternoons have become redundant, and
smaller facilities tend to be built,
ready to comply with new safety and
security regulations, and offering
greater comfort. This has been happening all over the world, starting in
the 1980s.
Today the latest temptation for the
most enterprising and ambitious clubs
is to own their own stadium, producing new arenas with exclusive ties
that reinforce the asset structure of
the company, in line with the requirements of European organisms regarding control of accounting, and make a
significant contribution to the growth
of income.3 Between a stadium of the
third generation4 and those of its
predecessor, we can see roughly the
same difference that existed, in historical terms, between the classical
theater and the halls with balconies
allitaliana, where the first translates
the egalitarian assembly of the community into constructed form, and
the latter reflects a society structure
in hierarchical terms, in its spatial arrangement. So the new smaller stadiums built in recent years by many soccer teams around the world focus on
user loyalty and maximization of income, selling packages of custom
services for different types of consumers: VIP, press, ordinary citizens,
fans. This strategy of differentiation is

based on the principle clients attribute a higher value to products and


services perceived as unique. The
inclusion, in the construction of a new
soccer stadium, of sky boxes, sky
lounges, the team museum and areas
for concerts or theater increase the
exclusivity of the products and services, making the spectator more satisfied and ready to pay a larger sum to
use given services.5 So the new stadiums, as a norm, are all-seaters without standing room areas; they have
covered stands and at times roofs that
can be opened and closed over the
field; they are multifunctional, ready
to host a wide range of events, including non-sports events, such as corporate meetings, conventions, conferences, concerts, performances of all
kinds. In rough terms, the large real
estate investment can be recovered
and become profitable only when it
drags with it, within the limits set by
national law, integrated or in the vicinity, a range of commercial activities capable of generating adequate income: shopping centers, hotels,
restaurants, multiplex cinemas, etc. If
the structural panorama of Italian
stadiums is still, as a whole, stuck
back at the World Cup of 1990, with
many teams gearing up to follow the
example of the only side, Juventus
F.C., that has so far managed in
2011 to make its own facility, after almost ten years of bureaucratic bickering, in Europe the experience of
owned stadiums has spread and been
consolidated for some time, especially
in countries that have championships
with high levels of economic performance: England and Germany.
France, in this sense, is the exception
to the rule, though for the European
championship in 2016 several clubs
are building or renovating their facilities, while in other cities new stadiums will still be owned by municipalities, but ceded to the clubs, which will
take care of management for the
length of their leases. This is the case
of the new stadium of Bordeaux,
opened in May and built in record
time, in a span of just 3.5 years. The
work, with a cost of 183 million euros,
was the result of a public-private partnership between the municipal administration and the company Stade
Bordeaux Atlantique, which will run
the facility until 2045. The overall
public financing was 75 million euros,
divided between city, urban community, region and state, while the contribution of the resident club, FC Girondins de Bordeaux, is in
installments, with an advance of 20
million euros and an annual fee of
3.85 million for the next three decades. Built by the consortium of contractors Vinci-Fayat, the architecture
is by the prestigious studio Herzog &
de Meuron (with the collaboration of
Groupe 6 for the definitive development), now on its fourth soccer stadium project: this latter work, in many
ways, is perhaps the most convincing.

102

Comparing it with the previous stadiums one might be surprised and disconcerted, confirming the eclectic
and experimental character still
found in the professional progress of
the famous Swiss studio. The impression is that every opportunity is exploited to test the expressive potential
of a specific interpretation of the compositional theme. In the case of stadiums, or in that of skyscrapers, a dual
register of iconic styling and technological-engineering prowess exists,
with the two Swiss form givers
landing on the side of the former in
the Allianz Arena in Munich, in 2005,
or at an original compromise between
the two alternatives, in the National
Stadium in Beijing, the famous birds
nest in 2008. A tale apart, in a certain
sense, is that of the introverted and
promiscuous urban vocation of the St.
Jakob Park in Basel (1998-2002),
which unexpectedly incorporates residences for senior citizens. At the
gates of Bordeaux the choice is yet another, and the remarkable structural
effort expended seems to be sublimated in an architectural syntax of crystalline purity and clear civil commitment, which seems to ideally evoke
the judgment formulated in the past
by Giuseppe de Finetti, when he
wrote that the stadium, as it is above
all an open-air auditorium, traditionally lays claim in our spirit to its own
courtliness.6 This result has also
been favored by the unusual application of a mixed construction system
mostly in metal carpentry, which has
reduced costs, construction time and
weights, while achieving a surprising
physical rarefaction, especially in the
thrust of the perimeter forest of columns. The reduced section and extraordinary slimness of these metal
parts are due to the circumstance of
their operation through tension, as
ties, rather than compression, anchoring the overhang of 45 meters of
the reticular consoles that reinforce
the roof of the stands to the ground.
The facility, with a capacity of 42,000
seats, is shaped by a rectangular
English scheme, revealing exemplary layout clarity. The basin is organized in a dual order of stands divided
into four sectors and separated by the
cut of a horizontal circulation ring.
This gallery reached directly from external staircases opposite each other
on the long sides of the volume, to the
east and west, offers access to restrooms and refreshment points contained in the slender coil that wraps
the construction at the top of the access podium. The tripartite elevation
plays with the airy flaring caused by
the opposition of the entrance ramps
and the intrados of the upper stands,
covered by a stepped chassis in aluminium that seems to extend all the
way to the clear eaves line. Between
the two oblique surfaces stretches the
thin pattern of as many as 900 circular pillars (of which 600 are structural
and 300 are decorative, to high the

english texts

vertical channels), which set as in a


dissolve on the progressively recessed
levels in the shadow, designs a virtual
elevation of poetic lack of consistency.
The immaculate white color accentuates the abstract character of the constructed object, whose sober monumentality adds character to the green
lakeside landscape, equipped for
sports and expositions, on the northern outskirts of the city. What the facility is lacking, for the moment, is just
a name. The naming rights are for
sale, and the minimum fee required is
3.9 million euros per year for at least
ten years.
Notes
1 M. Bellinazzo, Goal Economy. Come
la finanza globale ha trasformato il calcio, Baldini & Castoldi, Milano 2015,
p. 14.
2 P. Russo, Linvasione dellUltracalcio.
Anatomia di uno sport mutante, Ombre corte, Verona 2005, p. 9.
3 A. Alessandria, Un business chiamato stadio, digital edition, Greenbooks
editore, 2014, p. 11.
4 Cfr. S. Nixdorf, The composition of
stadiums: between multifunctionality
and reduction, in Stadiums, theme issue of Detail, n. 9, September 2005,
pp. 22-24.
5 A. Alessandria, Un business, op.
cit., p. 29.
6 G. de Finetti, Stadi. Esempi, tendenze, progetti, Editore Ulrico Hoepli,
Milano 1934, p. 53.
www

kk page 64

Aesop: the brand paradox


Francesco Dal Co
It would be stretching things to call
the research sector known as Branding a science. Though intelligent
scholars and authoritative experts are
involved, there are also many apprentice sorcerers. The common denominator of their work is unreliability.
Also for this reason, it is not interesting to wonder what branding definition best suits Aesop, a trademark
born in Melbourne less than thirty
years ago on which we will concentrate here, and whose story is narrated in an intelligent way by Annemarie
Kiely on the following pages. We must
admit, however, that to examine a
phenomenon like Aesop from our
viewpoint, it is necessary to make
some concessions and to attempt to
understand just what branding strategy it expresses. To do so we will limit
the study to what can be materially
observed, however. Starting with the
name: Aesop. On a Kylix, a ceramic cup
conserved in Rome in the Vatican Museums, we can observe what for many
years has been identified as a portrait
of Aesop. With a furrowed brow and
open mouth, Paul Zanker writes in
Die Maske des Sokrates (1995), Aesop

carefully listens to the teachings of


the fox seated before him; his cloak is
tightly wrapped around the thin body,
as if he were shivering with cold; he is
ugly, he neglects his appearance, he
has long unkempt hair, a receding
hairline, a patchy, disheveled beard.
Unlike the Aesop represented around
440 BC on the Kylix in the Vatican
Museums, at the Prado one can admire the Aesop depicted by Velzquez.
If this is the better known Aesop, famous for his unpleasant image, it
might seem bizarre to choose his
name for a line of refined products
carefully developed to help their users
to take serious care of their bodies.
But Aesop is not known only for his
looks, and the fables that explain his
indefinite origins have simply increased his fame as a storyteller. To
explain how the figure of this unattractive oldster that inspired Velzquez could end up on the beauty
creams produced by the brand Aesop,
we need to consider this: Aesop is the
most brilliant inventor of stories and
fables that contain general explanations of life, as Italo Calvino said. Fables, Bruno Bettelheim thought,
show children where to go, how to
proceed, just as Aesop does with all
those who approach an Aesop store.
What the brand Aesop promises is a
small world where simulation reigns,
but where the term loses any connection with the sense of guilt that accompanies it in current usage, taking
on the meaning it merits in fables.
Aesops products are apparently made
equal by their graphics. The clear impact of the logo on the forms of the
containers has the aim of inducing
consumers to perceive that the quality
of the purchased merchandise is
guaranteed by the fact that the items
belong to a single family. For this reason, the characteristics and style of
the logo are found on the labels applied to the containers to explain the
uses for which the products can be
purchased. The typefaces are based
on the Helvetica font designed by
Max Miedinger halfway through the
1950s, in turn a very successful, banal remake of the robust Akzident
Grotesk, as Sergio Polano has written in Abecedario (2002), and have
reached the labels on the products of
Aesop after backtracking: from the
monitor of a computer, granting them
universal recognizability, to printed
paper. This is one of the characteristics of the philosophy of the Aesop
brand: to take different paths or to
backtrack with respect to those beaten by people who believe that the ability to endlessly adapt to the variations
of modes of communication is the key
to commercial success. The products
offered by Aesop are different in
terms of consistency, color, odor; they
are creams, lotions, liquids, and they
obviously come in different packages.
These containers, which tend to be
monochrome, have a modern but not
timely look, and are completely in

tune with the Aesop logo. The variety


of uses for which the products are designed fades into the background with
respect to the repetitive character of
the ways they are presented. But
thanks to the repetition, the perception of the brand tends to shift towards that of a symbol. The mechanism is simple: symbols are associated
with dreams; every dream is prompted by a desire; the content of the
dream is desires fulfillment: Aesop
shows the way to fulfill dreams. The
loyalty to the graphic design of the
name is more than an indication of
the fact that repetitive inflexibility
is the key of the Aesop project. The
Aesop stores are a good demonstration of this. They too are paradoxical,
as was the decision to give the name
of a man famous for his ugliness to a
company that offers beauty products.
The Aesop stores, in fact, are all different, but they all rigidly respond to
principles that seem to be based on
the ten commandments of good design outlined by Dieter Rams over
forty years ago. Furthermore, inside
them a ritual is performed that never
changes, namely a process of fablelike sublimation of the always equal
character of the merchandise based
on the apparent metamorphosis of its
nature, i.e. on the separation fully to
the advantage of the former between
usage value and trade value. The variety with which this process is staged
by Aesop is derived, once again, from
the repetition of a principle that does
not change: the products, like the
stores where they are sold, have to
convey the impression that the trade
is not their goal; both, before responding to demands, suggest to consumers
where to go and how to proceed.
The windows of stores that sell goods
similar to those marketed by Aesop
change constantly, with changing seasons and changing products; they are
placed in specific zones of cities,
which Aesop avoids; these windows
are elective spaces for the representation of a commonplace: the constant
changing of the world under the pressure of the apparent ongoing evolution of merchandise. The Aesop stores
suggest the exact opposite: most of
them have no windows displays, and
the spaces are configured as fixed sets
that contain products that do not
change, whose positions remain the
same. Furthermore, the products are
displayed in such a way that their
number can never be perceived as a
clue to the fact that they belong to the
universe of merchandise produced in
a mechanical, massive way. The only
thing that might prompt association
of Aesop with any impression of the
very idea of mass production is what
the company programmatically demands of the architects called in to
prepare the retail spaces. Mass is a
blasphemous term for all producers of
luxury goods. The spaces where those
goods are sold are shaped by the cult
of uniqueness. In the Aesop stores just

the opposite happens: the merchandise is displayed in large quantities.


What makes it different is the guarantee of quality conveyed by the Aesop
logo, which obsessively furnishes
each store. The order in which the
products are displayed triggers an unusual sensation in the consumer: that
of a child who, to satisfy a desire,
breaks up an order that seemed inviolable. Purchasing something in an Aesop store one has the impression of
breaking a rule. And precisely this
sensation eliminates all that is mechanical in the exchange, in the very
act of buying. Taking a bottle with the
Aesop brand off the shelf where it is
displayed in its accurately assigned
spot, one does not just buy a product,
but becomes part or at last this is
what Aesop wants the consumer to
perceive of a world where even the
most innocuous of vanities can be satisfied, making it seem like a step taken
towards the conquest of a lifestyle
that erases the distance between the
superfluous and the necessary. Even
the gestures the Aesop retail spaces
imposed on those who visit them
strive for repetition. In each Aesop
store those who enter are invited to
perform a small ritual, as Annemarie
Kiely explains: each potential customer is invited to wash his or her hands
using one of the many washstands
that can be seen in the pictures on
these pages. The purpose is to make
every visitor, once past the threshold,
have the sensation of leaving the
world of indifference behind, of entering a space where they will be cared
for, just as happens to children when
their parents take the time to tell
them a story, a fable that will guide
them. The symbolism of water deployed in the Aesop stores has a similar basis, with the most distant roots:
the washing of the hands is the moment in which separation coincides
with a different beginning.
Not one of the over one hundred
stores Aesop has opened around the
world is the same as another, from a
strictly architectural standpoint. Unlike what usually happens in the
world of luxury retailing, even the
materials and furnishings are highly
varied. Entering, however, any customer can recognize the place as the
manifestation of a complete, orderly
world, where repetition does not
prompt fears, where variety is based
on the immutable, a world that is
quickly identified with everything the
Aesop logo announces. The infinite
interpretation of the ways in which
the immutable can be expressed is the
secret on which the creator of Aesop,
Dennis Paphitis, has built his original
brand. In doing so, he seems to have
opted to read Aesop instead of the
many books that in recent years have
contributed to make the word branding vaguely sinister.
www

C A SA B E LLA 85 3

kk page 67
Aesop: the unusual story of a
success
Annemarie Kiely
True to the moral tales told by its fabulist namesake, the story of Australian beauty brand Aesop today numbering more than 100 free standing
stores and countless concessions
worldwide is one of universal certitudes. Familiarity breeds contempt,
honesty is the best policy and attempts to please all, result in pleasing
none. It is a modern day reprisal of
Aesops The Leopard and the Fox wily
creature contesting the beauty ideal
with a vainglorious species opening
in a small Melbourne salon in 1987
(when big hair matched the big migration of wealth and western beauty
standards into the emerging markets
of India, China and Russia).
The salons bookish, but naive 23 yearold founder, Dennis Paphitis, is
schooled in both coiffure and Kant
(philosophy studies following tutelage under demanding French hair
matre, Monsieur Maurice) and considers beauty to be the by-product of a
well-balanced life. But he has no business plan, no mission statement, no
big picture view of the industry, only
an Epicurean idealism fed by former
French and Italian employers and an
aversion to what he terms the vulgar
and intimidating atmosphere of competitor offerings. We were a salon for
people terrified of hairdressers, says
the now 52 year-old Paphitis, reflecting on his parlours point of difference. [We offered] a client centred
perspectivean ethos of love, diligence and dedication. This earnestness translated to a salon environment deserving of a Cistercian monk
invisible design, free of non-essentials, instilling composure and calm.
It was sensate and visually silent, but
it struck a chord with a chemicallycoiffed public conditioned to loud design and dispassionate service.
Emeis (as the one-man salon was
known) slowly garnered referrals and
a new member of staff who was required to both field distractions and
aid in a psycho-soothing ritual that
started with the donning of a warm
waffle-weave robe. The great Suzanne, says Paphitis, recounting the
arrival of his then novice helper, now
Aesops general manager (Australia
and New Zealand), Suzanne Santos.
She is the passionate muse, guide and
spirit of the company. Together they
augment personalisation and authenticity (now the clichs of 21st century
commerce) making nurturing realism
their niche. But the one inconsistency
in their immersive offering is the hair
and skincare, then limited to bigbrands with values steeped in Hollywood celebrity. The product available was ugly to use, smell and look
at, recalls Paphitis of his first impetus to innovate. The use of essential
oils to mask the hideous odour of hair

103

colour led to masking the odour of


over-perfumed shampoos and so on.
Describing his decision to turn disaffection into a line of ethically produced, botanically based products as
sheer madness, Paphitis ponders the
question of whether successful startups are the province of young upstarts. He doesnt do generalisations,
but does recall endless visits to local
laboratories and contractors who
wouldnt touch him. Eventually he is
directed to a chemist in southern California with whom he makes the human connection. Their synergy results in six hair products inspired by
the Pantheon the indomitable,
dome-capped triumph of ancient Roman concrete that no current engineering codes would approve for construction. So much of the retail
world is after a fast hit, explains
Paphitis of his architectural stimulus.
We wanted (and want) something
more enduring - meaningful products
that are sincere, resilient and in a way
timeless. Id much rather use and
touch a calculator that [Dieter] Rams
designed in in the 60s than much of
the garbage produced for 30 years after that.
Emulating the Pantheons subordination of decoration to design solution,
Paphitis decants his haircare into amber glass bottles (pragmatic minimisers of preservatives rather than
apothecary allusions) and brandishes
the information, typically buried on
product back, across its logo-diminished front - label plainly expressing
contents and their use in serif and
sans serif font. A motivating quote,
from a noteworthy mind, is added to
make modern sense of the brand
name Aesop. The range affects the
understatement of aristocracy, while
eschewing the visible values of wealth
it is luxury as Rem Koolhaas once
defined it: stability. Paphitis trials
the range in his Melbourne salon but
solicits no client reviews. Feedback is
the great social disease of our time,
he says, defending a singularity of vision that defines both his success and
his sticking point. We are the industry benchmark in neurotic, yet functional quality control; excessive testing, prototyping, factory engagement
and nurturing. Such hands-on pedantry runs counter to conventional
business practice, but Paphitis cares
only about doing what feels right,
worthy and interesting. His gut determines governance and it seemingly
gives good advice Paphitis intuits
the repositioning of both aesthetic
and consumer culture to a new puritanism long before stock markets
crash in late 1987. Ironically, his anticommercialism resonates with a wider market. In 1996 Paphitis steps out
of the salon to further develop product lines. The brands austerity shapes
a custom-built laboratory and office
complex that whites-out innocuous
detail and determines that all correspondence commit to Arial Narrow

(type said to have humanist traits). So


tightly controlled is the Aesop essence
and aesthetic that the promotionaverse brand assumes a contradictory
cult status and starts clearing off
store shelves (Oprah Winfrey reportedly emptying one New York source).
But the growth continues to be accidental rather than planned, recalls
Paphitis, pinpointing the arrival of
commercial strategist and CEO, Michael OKeefe, as the moment the mission states: to do it well; with decency,
distinction and compassion. But
without tangible example to instruct
Aesop stockists on the desired display
environment (inclusive of dictates on
materiality, lighting, temperature,
aromas and speak) the companys
exacting standards are open to subversion. In 2003 the Aesop spirit articulates in architecture, when the
first stand-alone Aesop store opens in
seaside St. Kilda a gritty Melbourne
suburb that has long seeded the citys
art and music culture. It is designed
by local practice, Six Degrees Architects, who lend their signature crafting of repurposed materials (and
Paphitis then cinema auteur inspirations of Bunuel, Almodovar and Antonioni), to a former car-park ramp. It
was a three metre wide, 21 metre long
basement, recalls Paphitis of the discrete space woven into the fabric of a
hotel that is a local favourite. [It]
made perfect sense to us and taught
us that community integration and an
honest and complete expression of
what we believe in is what would distinguish us. This regard for context
and community would repeat in other
outlets each a unique articulation of
place, architectural practice and Aesop perspective spinning around a
core brief requesting back-of-house
storage, water-flow and display space.
But Paphitis makes it plain that after
finding the right location our own
neighbourhood comfort is the key
the commissioning of an architect is
contingent upon the outcome of a general compatibility assessment. If we
conclude that the individual is desirable, we embark on an almost romantic courtship process to drill down
together on what our needs are and
what the possibilities of success are,
he says. Once were convinced we
can proceed, we engage in a kind of
emotional pre-nuptial agreement
that outlines how and what each party will contribute.
To use Paphitis romantic parlance,
his courtship with 48 distinct architectural practices, over the last 12
years, has run the gamut from onenight stands to enduring soulful
unions. But he declares the design liaisons that have elicited the happiest
memories were with: Ilse Crawford of
Studio Ilse (restoration Victorian with
modern verve in London), Paulo
Mendes da Rocha (rough brutalism
and bulky massing in So Paulo),
Hugo Hass-Cigu of Cigu (found
functionalism in Paris and London),

Rodney Eggleston of March Studios


(playful material pragmatism in Melbourne, Sydney, Paris, New York, Singapore, Geneva and Zurich), Ogata
Shinichiro of Simplicity (transparency
and allusion to traditional text in Kyoto) and Sean Godsell (parsimony expressed in perforated cement skin in
Sydney).
Those that have delivered the best
projects were never the biggest budgets, largest stores or loudest designers, they were almost always the most
sensitive and complicated personalities, says Paphitis. Yet they all possessed an inherent aesthetic gift and a
great capacity to stretch their notions
of what humanistic, interior architecture can deliver. And they all exemplify a poetic approach that edits
down to the essentials. Going deep
into cities silently, culturally, philosophically rather than wide, has
earned Aesop an emotional penetration that eludes the big brands. We
live in an increasingly homogenised
society thats largely bereft of meaningful options and distinction with regards to good and services, he says.
We need fewer plagiarists and more
original thought.
But in 2012, when original thought
was outstripped by needs for new infrastructure, Aesop (Emeis Holdings)
sought financial investment from a
like-minded corporate interest. Brazilian wellness and beauty company,
Natura Cosmeticos one of the
worlds largest direct sellers by market share bought a major stake, sharing competencies (management teams
maintained), commitments, values
and visions, while leaving Aesop to
continue as an independent company
(still headquartered in Melbourne)
and a stand-alone brand.
Im better as a lone wolf, at arms
length, says Paphitis of being freed
up to direct creativity. Its a revelation to me personally that despite our
vastly different scale, human decency
and kindness prevail. I have absolute
respect for the three Natura founders and their continued drive and
resilience. Company expansion has
allowed Paphitis to discover Oslo, the
Norwegian capital in which Aesops
100th store, designed in collaboration
with Snhetta Architects, recently
opened. This century marker provides
the company founder with pause for
reflection on the secret of his success.
Working with my heart first and my
head second, says Paphitis, understating his fabled efforts to affect the
effortless - a contradictory pursuit
captured in the Albert Camus quote
that quietly signposts Aesops innercity headquarters. Nobody realises
that some people expend tremendous
amounts of energy merely to be
normal.

Casabella disponibile
anche in edizione giapponese,
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