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SOMMARIO
152
4.29)
Z Z0
x
= erf =
Z Z0
m
in cui lo
4.30)
seguenti equazioni
m = 0.9 = 4Dt
2
erf () =
x2
dx
4.31)
4.32)
Nella Fig 4.7 sono riportati gli andamenti spaziali della frazione di miscelamento per
quattro
Istanti. Essi sono calcolati per mezzo dell'eq.4.30 per mezzo delle eqq. 4.31 e 4.32.
E' interessante analizzare questi profili a partire dalla struttura della funzione errore cos
come riportata nella figura 4.8.
Da questa si desume che la erf ( ) zero per = 0 , sale linearmente per valori inferiori ad
1, per poi tendere asintoticamente ad 1. E interessante notare come per valori inferiori a
=0.9 si possa approssimare erf ( ) = . Ad esempio per =0.9 la erf ( 0.9) = 0.9 .
153
Z(x)
1
0.75
t=t
0.5
t=to
-0.05
fig. 4.7
-0.04
-0.03
-0.02
t=t3
t=t2
t=t1
0.25
-0.01
0.01
0.02
0.03
0.04
erf()
1
0.5
fig.4.8
0.5
1.5
Unespressione
approssimata
dello
spessore
dello
strato
diffusivo
isotermo
incompressibile m = 0.05 data dal valore di x per cui Z = 0.05 o Z =0.95. Esso dato da
0.95 = 4Dt , che proprio la quantit con cui si adimensionalizza x nella combinazione
di variabili alla Boltzmann. Pertanto = x
diffusivo, vale 1 nella zona periferica dello stesso dove Z assume valori di Z =0.05. m
viene definito come spessore dello strato diffusivo. Esso cresce nel tempo secondo una
legge
4D 1
D
=
2
t
t
4.33)
Nel caso in cui lo strato reattivo non sia infinitamente sottile ma abbia nello spazio della
frazione di miscelamento uno spessore , possibile ricavare uno spessore fisico dello
strato diffusivo, ipotizzando che Z sia lineare nellintorno di Zst .
dZ dZ d
1 1
=
=
e
dx
d dx
0.9
dZst reac
1
1
dx
r
e 0.9
x2
2
0.9
Z = Zst x n = 0.9
4.34)
4.35)
. Infatti nellipotesi
r
155
4.36)
u v
=
= a per cui per
x y
Ox
x
Fuel
fig4.9
4.37)
156
dZ
d2Z
D
=0
dx
dx 2
4.38)
Come
vedremo qui di seguito questo parametro pu assumere varie forme tra cui si anticipa
ancora la velocit di dissipazione della frazione di miscelamento, definita con la seguente
formula
= 2
Z
x
4.39)
Yihi0
T
T
=
x x
x
cp
4.40)
Z
=
x x Z
4.41)
Yi hi0
T
=
2 Z2
2
cp
4.42)
4.43)
4.44)
dove a il gradiente di velocit assiale o radiale, che caratterizza tutto il campo di moto.
Infatti si dimostra e si verifica sperimentalmente che:
u = -ax
v = ay
4.45)
158
T max
Z st
Fig. 4.10 Temperatura contro frazione di miscelamento per diversi valori della velocit di dissipazione
nella prima sono tracciate le temperature contro la frazione di miscelamento per valori
crescenti di st mentre nella seconda Tmax diagrammata contro linverso di st . La Tmax si
mantiene costante fino a valori di q1 = st1min cio in corrispondenza del valore di st
detto di "quenching", per cui la fiamma si estingue
T max
-1
st
-1
Fig. 4.11 Massima temperatura in fiamma a diffusione "stirata" per diversi valori della velocit di
dissipazione.
(Yi )hio = W
4.12 si riportano due casi esemplificativi di tali calcoli riferiti alla combustione del metano
e dell'idrogeno, tratti da un lavoro di Peters (1989). La deviazione standard ( ) della
159
gaussiana che meglio si adatta alla W ( Z) una misura dello spessore della fiamma nello
spazio Z .
Fig. 4.12 Velocit di rilascio di calore per unit di volume contro la frazione di miscelamento (da Peters,
1989).
Fig. 4.13 Spessore di fiamma a diffusione nel campo delle frazioni di massa per diversi valori della velocit
di dissipazione (da Petres, 1989)
160
Sempre con modelli numerici stato possibile calcolare lo spessore di fiamma al variare
della velocit di dissipazione . Diagrammando contro l'inverso della velocit di
dissipazione, come riportato in fig. 4.13, si osserva che . aumenta al crescere di , ma si
mantiene sempre a valori pi bassi di Zst .
Per valutare lo spessore nello spazio fisico bisogna considerare il fatto che Z varia quasi
linearmente intorno a Zst con coefficiente angolare:
2D
Z
=
x st s
-1
4.46)
per cui:
2D
x f = Z =
s
x
4.47)
Z
Z st + /2
Z st
Z st - /2
x
x f
Fig. 4.14 Esempio schematico della relazione tra lo spessore di fiamma nel campo delle frazioni di massa e
nel campo fisico
Inoltre la teoria asintotica dimostra che il tempo caratteristico in cui evolve la reazione
calcolabile con l'espressione:
161
Zst2 ( 1 -Z2st )
1
tc
st
4a
4.48)
q
4aq
49)
In altre parole esiste un tempo chimico caratteristico che dipende dal campo di moto, ( tc
funzione di un generico valore di a ), mentre il tempo di estinzione unico ( t q dipende da
un solo valore di a cio aq ).
Il valore di aq =320 s-1 per fiamma di metano e aria comporta un tempo di estinzione
compreso tra 10-3 e 10-4 sec.
162
Approccio sperimentale
I dati sperimentali, riportati in questo paragrafo sono ripresi dal lavoro di rassegna di
Tsuji et al.(1982).
Essi si riferiscono ad una fiamma unidimensionale stazionaria generata nelle vicinanze di
un cilindro poroso che immette radialmente verso l'esterno un combustibile gassoso
(metano) in una corrente uniforme di aria. Si ottiene in questo modo una configurazione
aerodinamica molto simile a quella generata da due getti contrapposti, descritta in
precedenza. Infatti come mostrato in fig. 4.15 si crea un punto di ristagno lungo la
direzione della linea di corrente che passa per l'asse del cilindro. A monte del punto di
ristagno, lato aria, si stabilizza una fiamma a diffusione unidimensionale e stazionaria. Su
questo tipo di fiamma sono stati raccolti dati di frazione molare di tutte le specie stabili
(fig. 4.16), di velocit e di temperatura. Quindi da questi dati possibile fare un'analisi
completa di una struttura di fiamma a diffusione unidimensionale.
z
x
(Y R)(2 R e)1 / 2,
163
Fig. 4.16 Profili di concentrazione di varie specie stabili in fiamma di metano. (Tsuji H., Progr. Energy
Combust. Sci., 8, 93, 1982).
Fig. 4.17 Variazioni della densit di gas e dell'area di un tubo di flusso attraverso un fronte di una fiamma
di metano nell'intorno del punto di ristagno per un rapporto 2V/R=100s-1, dove V la velocit di
flusso indisturbato ed R il rapporto del cilindro. (Tsuji H., Progr. Energy Combust. Sci., 8,93,
1982).
Per misurare la velocit di reazione delle singole specie si procede come segue. Dal
bilancio della generica specie i-ma
Y
uYi - Dim i = ( Yi)
x
x
4.50)
Gi = uYi Dm
Yi
x
4.51)
Nell'eq 4.51 le frazioni di massa sono ottenute dai dati sperimentali attraverso la seguente
formula
Yi =
Xi mi
Xi mi
4.52)
= p RT Xi m .
Fig. 4.18 Profili delle frazioni di flussi di massa. (Tsuji H., Progr. Energy Combust. Sci., 8,93, 1982).
( )
La diffusivit della specie i-ma nella miscela Di,m calcolata come diffusivit della specie
i in azoto.
I flussi di massa delle specie maggioritarie sono riportati in fig. 4.19 con segno positivo
quando procedono da sinistra verso destra. E' interessante notare che il metano non
sopravvive nella diffusione verso la corrente ossidante mentre l'ossigeno diffonde nel
combustibile. Questa una caratteristica di tutte le fiamme a diffusione ed dovuta al
fatto che la reazione H + O 2 OH + O ha una pi alta energia di attivazione delle reazioni
di estrazione di idrogeno dal metano. Per ottenere la velocit di reazione in termini di
mole ( Ci ) si deriva il flusso Gi rispetto alla coordinata x infatti dall'equazione segue che:
1
1
C i =
Yi ) =
G
(
mi
mi x i
4.53)
165
Fig. 4.19 Profili della velocit di reazione. (Tsuji H., Progr. Energy Combust. Sci., 8, 93, 1982).
166
Fig 4.20
Consideriamo una terna di assi ortogonali xn , xt , xt con lorigine sul punto materiale P e
1
2
che orienti lasse xn ortogonalmente alla linea materiale. Ipotizziamo che le linee (o
isosuperfici) a Z =cost siano sempre parallele alla linea intermateriale e che la curvatura
della linea (o superficie) intermateriale nellintorno di P sia sempre sufficientemente
piccola da poter considerare che le superfici di isolivello a frazione di massa costante siano
quasi piatte cosicch siano valide le seguenti ipotesi:
Z
Z
>>
=0
xn
xt
4.54)
2Z
2Z
>>
x 2n
x 2t
4.55)
167
Z
Z
2 Z
+u
D 2 = 0
t
x
x
4.56)
4.57)
4.58)
uno , per scelta della terna di riferimento uguale a zero, mentre un xn pu essere
approssimata alla velocit di stiramento della superficie K nellipotesi gi fatta di
superfici intermateriale praticamente piatta, per cui lespressione dello stiramento
K = v + un C
4.59)
4.60)
fig.4.21
168
Z Z0
x
= erf =
Z Z0
m
4.61)
SR2
SR
4.62)
m =
mns
= mns
ottenute per il caso instazionario non stirato. Lunica differenza che lo spessore dello
strato diffusivo m differisce da quello non stirato per un fattore di stiramento
= SR SR . E interessante notare che per quanto detto fin qui SR e possono essere in
2
4Dt ), mentre
a questo ispessimento si oppone lo stiramento della iso superficie intorno alla superficie
intermateriale che induce uno schiacciamento dello spessore di strato diffusivo.
Ovviamente qualsiasi struttura interna allo spessore subisce la stessa evoluzione dello
spessore stesso. Ad esempio una fiamma a diffusione con uno spessore finito in cui evolve
la reazione di ossidazione (come descritto nel caso non stirato) si stirer con la stessa legge
con cui si stira la superficie intermateriale.
169
x n
1 x
erf erf
2 m
m
4.63)
t3
t2
t1
to
x
Il flusso diffusivo attraverso una superficie intermateriale unitaria al tempo to sar dato
nel caso isolato dallespressione riportata per mezzo dellequazione
(t, x n ) =
m
D SR
m
4.63)
Nel caso del doppio strato, la presenza di uno strato diffusivo adiacente pu essere tenuta
in conto per mezzo di un fattore di saturazione che ricavato in appendice D seguendo la
falsariga del lavoro di Beige et al. (1991) ed qui di seguito rappresentato
170
1
C sat
0.8
0.6
0.4
0.2
0
fig.4.23
n/ m
n
m
n
uguali a 2, Csat vale circa 1 (per
m
n
circa 1, Csat vale 0.63, per cui si pu apprezzare che, fino a che
m
n
<0.1 lo strato diffusivo stato
m
completamente saturato dal secondo, mentre per valori intermedi i due strati diffusivi
interagiranno tra loro. E interessante notare che
n
=2 corrisponde all distanza per cui le
m
171
Appendice A-13
A1)
Si usa una variabile (detta di Boltzmann) come combinazione delle due presenti (una
distanza adimensionalizzata).
x
Dt
2
dZ
d 2 Z
=
D
d t
d 2 x
x
x
=
1/ 2t 3 / 2 =
t
4D
2t 4Dt
1
=
x
4Dt
Z x
1 d2 Z
=D
2t 4Dt
4Dt d 2
d 2 Z + 2 dZ = 0
d
d 2
x=0 =0
x =
A2)
Z = Z0
Z = Z
Ponendo:
y=
y
dy
+ 2y = 0
= 2d lny = 2
y
2
2
Z
y = ae
= ae
[ Z ] = a e
A3)
Z Zo = a e
Z Z0 = a e d
2
A4)
172
Z Z0 = a
(Z Z0 )
a = 2
2
A5)
da cui
Z(x,t) Zo (x = 0,t)
2
=
Z (x = , t) Z o (x = 0, t)
= erf()
A6)
in conclusione
Z Z0
= erf ()
Z Z0
A7)
con
x
4Dt
A8)
A9)
la 1) si pu scrivere come
[ Z]
= a e d
2
A10)
Z(x = ) Z(x = ) = a e =
+
= 2a e = a2
o
a=
A11)
Z Z(x, t) = Z
+ x 2
e 4 Dt
dx
in conclusione
Z
1
= erf ()
Z 2
A12)
173
Appendice B-13
Una fiamma si pu stabilizzare nell'intorno del punto di ristagno a cui generalmente
associato l'origine degli assi x ed y .
Sull'asse x possibile scrivere un'equazione del bilancio di entalpia sensibile cos
semplificata
Yihio
T
T
=
x x
x
B1)
cp
Z
e differenziando come qui di seguito
=
x x Z
Yi hio
Z T
Z T
=
x Z x
x Z
cp
Y
i hio
Z T
Z T T
Z
u
=
x Z x
x Z xZ
x
cp
B2)
Y
i hio
T Z
Z
Z Z T
u
=
Z x x
x
x Z x Z
cp
Yihio
B3)
B4)
Z Z T
Z T Z
=
2
x x Z
x Z xZ
2
cp
B5)
si ottiene:
Yi hio
Z T
=
x Z 2
2
cp
B6)
oppure:
Yi hio
T
=
2 Z2
2
cp
B7)
174
dove:
Z
= 2
x
B8)
175
Appendice C-13
Z
u
2 Z
+u
D
= 0 con
t
xn
x 2n
Z
Z
2Z
Kxn
D 2 = 0
t
xn
xn
(C1)
dove:
K =
un
1 D(A)
=
xn A Dt
(C2)
(A )t
( A)t
(C3)
to
to
Kdt =
( A)
D(A )
t
= ln
A
(A)t
= lnSR
(C4)
SR = exp Kdt
to
(C5)
( x n ,t) = x n f (t )
(C6)
= (t )
(C7)
= f ( t ),
= x n f ( t) .
t
xn
176
(C8)
(C9)
n
Pertanto mettendo in evidenza
Z
lequazione precedente si riduce a
2 Z
Z Z
+
Kx n
2 =0
t t t
x n
xn
(C10)
sostituendo alle derivate rispetto a xn e t , le espressioni sopra ottenute, leq. C10 diventa:
Z Z
2Z
+
xn f ' (t) Kx n f(t) Df 2 (t) 2 = 0
t
(C11)
(C12)
t
df
= t Kdt e quindi:
f
o
to
(C13)
(C14)
2
Z d
2 Z
DSR
=0
dt
2
(C15)
scegliendo, ancora:
d
= SR2
dt
177
si ottiene:
Z
2Z
D
=0
(C16)
(x n ,t) = x nSR
(C17)
ricordando che:
SR dt = t
SR2
(C18)
to = 0
4D
(C19)
da cui:
1
=
,
=
4D
2
(C20)
cosicch:
2
Z
2 Z
D
=0
2
(C21)
Z
1 2Z
D
=0
4D 2
2
(C22)
e cio:
Z 2 Z
+
=0
2
(C23)
o equivalentemente:
d2Z
dZ
2 = 2
d
d
ponendo ancora G =
(C24)
dZ
leq.(C24) diventa:
d
178
dG
= 2 G
d
(C25)
dG
= 2 d
G
(C26)
separando le variabili:
ed integrando si ottiene
tra = 0 ( Z o = 0 ) e :
Z
dZ = c e
Zo
(C27)
si ottiene:
Z Zo = c
2
dove erf( ) =
erf()
2
(C28)
d la funzione errore.
x SR
erf
=c
erf n
4D
4D
2
2
(C29)
2
( Z Zo ) .
4D
Z Zo
(C30)
SR2 dt = t SR2 .
to =0
SR
SR2
(C31)
179
SR
SR2
(C32)
La funzione errore vale 0.9 per un valore della variabile circa uguale 1 erf (1) 0.9 , per cui:
1=
0.9
4Dt
SR
SR2
0.9 = 4Dt
SR 2
SR
(C33)
(C34)
180
Appendice D-13
Z1
Z2
Z3
Z1 =
J1
Fig. D-1
x =0
)]
1
1 + erf ( 2 )
2
( x n )
2 =
n
Z2 =
1
1+ erf (1 )
2
1 = x
1
1 SR1
= D
1
[(
J2
x=0
= D
1 SR2
exp n
2
2
Z=
J n
x =0
1
erf (1 ) erf ( 2 )
2
n
D SR
1 exp
m
m
Tre distribuzioni della frazione di miscelamento. La terza la somma delle prime due. Sotto ogni
schema sono riportate le formule che descrivono i profili ed i flussi diffusivi attraverso la
superficie localizzata dove al tempo iniziale la Z assume una discontinuit.
Z1 e
Z2 ottenute
x
e
1
1
(1 + erf()) . In questultimo caso il flusso
2
= D
Z
SR . Infatti per la
x
181
Z
. Tale flusso deve essere
x
moltiplicato per il rapporto di stiramento SR al fine di ottenere il flusso attraverso la
legge di Fick nel caso non stirato il flusso diffusivo D
d
d x 1
=
=
dx dx
Z
Z 1 2
1 1
1
=
=
e
=
x = 0 x 2
= 0
D1)
per cui il flusso diffusivo, nel caso di strato isolato, pu essere espresso come
J
= D
1 SR
m
D2)
SR 2
= isolato
SR
D3)
sostituire nellespressione del flusso isolato la derivata della Z ottenuta nel caso di doppio
strato
z 1 erf(1) 1 erf(2 ) 2 1 2 1 1
2 2 1
=
=
e
e
=
x 2 1 x
2
x 2
1
2
1 1
=
1 exp n
D4)
nellipotesi che 1 = 2 .
182
J = DSR
n
Z
D SR
=
1 exp n
x
n
Csat =
D5)
si ottiene che
J
= 1 exp n
D6)
dove Csat compreso tra 0 ed 1 e vale 1 nel caso in cui n . E da sottolineare che uno
dei passaggi chiave costituito dalla posizione 1 = 2 ovverosia che i due strati diffusivi,
che evolverebbero isolatamente, sono approssimativamente uguali a tempi uguali.
183
Riferimenti e note
Beige, D., Leonard, A., and Wiggins, S.: Phys. Fluid A 3(5), 1039(1991)
Gibson C.H: Physics of Fluids 11, 2305 (1968)
Linan A., Acta Astronautica, Pergamon Press 1,1007 (1974).Ottino, J.M.: J. Fluid Mech.,
114, 83 (1982)
Peters N., Prog. Energy Combust. Sci., 10,319(1984)
Peters N., Length Scales in Laminar and Turbulent Flames Numerical Approaches to
Combustion Modeling, E.S. Oran, J.P. Boris Eds., (1989)
Pope S.B., Int. J. Eng. Sci. 5, 445 (1988)
Tryggavson, G., and Dahm, W.J.A., Combust. Flame 83, 207(1991)
Tsuji H., Prog. Energy Combust. Sci., 8, 93, (1982).
Williams F. A., Combustion Theory, The Benjamin/Cummings Company Inc, Menlo Park
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Testi consigliati
Burke S.P., Schumann T.E.W., Indust. Eng. Chem. 20, p.998 (1928). Reprinted as First
Symposium (International) on Combustion, The Combustion Institute, Pittsburgh,, 2
(1965)
Tsuji H., Prog. Energy Combust. Sci., 8, 93, (1982).
Tsuji H. and Yamaoka I.: Eleventh Symposium (International) on Combustion, The
Combustion Institute, Pittsburgh, 979(1967)
Peters N., Length Scales in Laminar and Turbulent Flames Numerical Approaches to
Combustion Modeling, E.S. Oran, J.P. Boris Eds., (1989
Linan A., Acta Astronautica, Pergamon Press 1,1007 (1974).
Peters N.,Comb. Sci. Tech. 30, 1(1983)
184