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Societ e politica Appelli

Fermiamo la strage subito! Giornata di mobilitazione internazionale


di ASGI 14 Giugno 2015
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Un appello e molte iniziative per arrestare la pi infame strategia di genocidio p
osta in atto dall'Europa. Mobilitazione internazionale per fermare la strage di
migranti nel Mediterraneo Promossa dall'ASGI (Associazione per gli studi giuridi
ci per l'immigrazione)
Liniziativa organizzata da decine di associazioni che hanno deciso di lanciare un
appello alla societ civile elencando dieci priorit per uscire dallemergenza e cost
ruire lEuropa del futuro: unEuropa che dia risposte di pace, di convivenza, di dem
ocrazia, di benessere sociale ed economico, abbandonando le politiche securitari
e e investendo sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e
sulla sovranit dei popoli.
Appuntamento in piazza insieme a Roma il prossimo 20 giugno 2015.
Di seguito il testo dellappello
FERMIAMO LA STRAGE SUBITO !
SALVARE VITE UMANE,
PROTEGGERE LE PERSONE, NON I CONFINI!
LEuropa nasce o muore nel Mediterraneo
Pace, sicurezza, benessere sociale ed economico si raggiungono solamente se si r
ispettano luniversalit dei diritti umani di ogni donna e di ogni uomo.
La regione del Mediterraneo una polveriera ed il mare oramai un cimitero a cielo
aperto. Dallinizio del 2015 nel mediterraneo sono morte pi di1700 persone. LEuropa
, per storia, per cultura, per geografia, per il commercio, parte integrante di
questa regione ma sembra averne perso memoria.
Il dramma di profughi e migranti, il loro abbandono in mano alle
criminali, il dibattito su come, dove e chi colpire per impedire
i e donne che cercano rifugio o una vita dignitosain Europa, non
o atto che testimonia lassenza di visione politica da parte dei

organizzazioni
larrivo di uomin
altro che lultim
governi dellUE.

Questa drammatica situazione ha responsabilit precise: le scelte politiche e le l


eggi dei governi europei che non consentono nessuna via daccesso sicura e legale
nel territorio dellUE e costruiscono di fatto quelle barriere che provocano migli
aia di morti nel Mediterraneo, nel Sahara, nei paesi di transito, nella sacca se
nza uscita che si creata in Libia. Scelte coscienti e volute che configurano un
crimine contro lumanit.
La risposta dellUE, confermata nellAgenda Europea sullimmigrazione, ripropone soluz
ioni che hanno gi dimostrato di essere miopi e di produrre effetti opposti agli o
biettivi dichiarati.
Aumentare le risorse per avere pi controlli e pi mezzi per pattugliare le frontier
e, anzich salvare vite umane, sbagliato e non fermer le persone che vogliono parti
re per lEuropa.
I conflitti irrisolti e le guerre hanno prodotto ad oggi, oltre 4 milioni di pro
fughi palestinesi, circa 200.000 saharawi accampati nel deserto algerino, 9 mili
oni di siriani tra sfollati e profughi, 2 milioni di iracheni sfollati. Il fluss
o di uomini e donne dallAfghanistan e dallinferno della Libia, le persone in fuga

dalla Somalia, dallEritrea, dal Sudan e da altri paesi africani, da anni continuo
.
Dietro le storie di queste persone oltre a povert, malattie, dittature e guerre,
ci sono interessi politici ed economici internazionali.
Guerre, povert, saccheggio delle risorse naturali, sfruttamento economico e comme
rciale, dittature, sono le cause allorigine delle migrazioni contemporanee. Esser
e liberi di muoversi, migrare, deve essere una conquista dellumanit non una costri
zione.
LEuropa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di ben
essere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidariet e abbandonand
o le politiche securitarie, dellausterit, degli accordi commerciali neolibertisti,
di privatizzazione dei beni comuni. LEuropa deve investire sul lavoro dignitoso,
sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranit dei popoli.
LEuropa siamo noi. Noi dobbiamo fare lEuropa sociale solidale.
Le nostre dieci priorit per uscire dallemergenza e costruire lEuropa del futuro son
o:
1. La UE attivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta larea del M
editerraneo.
2. Si ritiri immediatamente ogni ipotesi di intervento armato contro i barconich
e, oltre a non avere alcuna legittimit, come ribadito dal Segretario dellONU Ban K
i-Moon, rischia diprodurre solo altri morti e alimentare ulteriori conflitti. Si
rinunci allennesimo strumento di una pi ampia strategia di esternalizzazione dell
e frontiere europee.
3. Si aprano subito canali umanitari e vie daccesso legali al territorio europeo,
unico modo realistico per evitare i viaggi della morte e combattere gli scafist
i. Si attivi contestualmente la Direttiva 55/2001, garantendo cos uno strumento e
uropeo di protezione che consenta la gestione dei flussi straordinari e la circo
lazione dei profughi nellUE.
4. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta ai profughi di scegliere il
Paese dove andare sostenendo economicamente, con un fondo europeo ad hoc, laccogl
ienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Ci nella prospet
tiva di arrivare presto ad un sistema europeo unico dasilo e accoglienza condivis
o da tutti i Paesi membri.
5. In attesa di un sistema unico europeo, si metta in campo, in tutti i Paesi me
mbri, un sistema stabile daccoglienza, unitario e diffuso, per piccoli gruppi, ch
iudendo definitivamente la stagione dellemergenza permanente e dei grandi centri,
che ha prodotto e produce corruzione e malaffare. Un sistema pubblico che metta
al centro la dignit delle persone, con il coinvolgimento dei territori, dei comu
ni, con soggetti competenti, procedure trasparenti e controlli indipendenti.
6. Si intervenga nelle tante aree di crisi per trovare soluzioni di pace, senza
alimentare ulteriori guerre, o sostenere nuovi e vecchi dittatori, promuovendo c
oncretamente i processi di composizione dei conflitti e le transizioni democrati
che, la difesa civile e non armata, le azioni nonviolente, i corpi civili di pac
e, il dialogo tra le diverse comunit.
7. Si sospendano accordi come i processi di Rabat e di Khartoum con governi che
non rispettano i diritti umani e le libert, bloccando subito le forniture di arma
menti.
8. Si programmino interventi di Cooperazione per lo sviluppo locale sostenibile

nelle zone pi povere, dove lo spopolamento e la migrazione sono endemici e non si


consenta alle multinazionali di usare per interessi privati i programmi europei
di aiuto allo sviluppo.
9. Si sostenga un grande piano di investimenti pubblici per leconomia di pace, pe
r il lavoro dignitoso e per la riconversione ecologica.
10. Si sostenga la rinegoziazione dei dei debiti pubblici ed annullamento dei de
biti pubblici non esigibili o prodotti da accordi e gestioni clientelari o di co
rruzione.
Salvare vite umane, proteggere le persone, non i confini!
Per aderire: stopmassacres2015@gmail.com

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